Dogs of War:Final Fantasy XII

di Darkvayne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scelta. ***
Capitolo 2: *** La sfida. ***
Capitolo 3: *** L'attimo. ***
Capitolo 4: *** Vendetta ***
Capitolo 5: *** Addio ***
Capitolo 6: *** Tradimento in nome della giustizia ***



Capitolo 1
*** La scelta. ***


La morte è una cosa strana,non ti avvertono mai quando arriva.Ti assale alle spalle,dall'oscurità più profonda per poi pugnalarti e ucciderti,lanciandoti i un baratro sconosciuto.
Non so perchè ci trovavamo li,non so perchè dovevamo farlo,e non so nemmeno perchè lo avevo proposto.
Mi sentivo un'idiota,un grande idiota,tutto ciò ero stupido,ero stato io a sfidare gli altri ad entrare nella foresta di Dhullahann eppure ora me la stavo facendo sotto dalla paura.
 
-Noah-mi disse Basch.
-Non te la starai facendo sotto vero?-
-N-no...assolutamente no-.
-Stai mentendo-.
-Non è vero-.
-Si che è vero-.
Feci un lungo sospiro e tentai di non tremare,ma la voce mi si era rotta dal terrore, non riuscivo neanche ad alzare lo sguardo,avevo paura del buio,avevo paura dei mostri che ella proteggeva.
Non era sbagliato,c'erano tanti bambini come me che avevano paura del buio,mio fratello Basch invece non vacillava minimamente.
-Dammi la mano-mi disse Basch.
-COSA?!neanche per idea,abbiamo 10 anni ormai non siamo più bambini!-
-Andiamo qua non ci vede nessuno e così almeno la smetterai di tremare e di fermarti ogni cinque secondi-.
-N-non è ver...-non feci in tempo a finire la frase che lui mi prese di scatto la mano e incomincio a procedere verso il centro della foresta.
Aveva ragione,ora che gli tenevo la mano era diverso:sentivo che qualcuno mi era vicino,che se almeno fossi morto in quell'oscurità,non sarei stato solo,e questo mi rassicurava.
Ora che io e Basch ci tenevamo per mano sentivo che sarei riuscito a scalare montagni e a battere Occuria.Era incredibile.

Che ore erano?avevamo pensato di tornare poco dopo il calare del sole,invece era già notte inoltrata,la mamma doveva essere incredibilmente in ansia pensandoci chissà dove.D'altro canto ormai doveva già essere venuta a sapere della sfida che avevo lanciato a Dunkan e ora starà aspettando infuriata il nostro ritorno.
La foresta di Dhullahann era curiosamente quieta,non c'era il caos che ci aspettavamo,il frinire dei grilli,il movimento tra le foglie secche dei Cockatoris notturni,e i Mimik che ogni tanto lasciavano i loro nidi nella foresta.
Vi era solo il silenzio,noi e il silenzio.Ormai ci trovavamo all'interno della foresta ed eravamo prossimi a raggiungere il centro di essa,mi domandavo cosa avremmo trovato al suo interno.
Basch aveva con se una spada a una mano in Mithril,e io avevo con me due piccole Daghe di ferro,l'equipaggiamento base per entrambi.Eravamo così diversi io e lui,seppur fossimo gemelli,eppure i nostri cuori erano così differenti,quando gli chiedevo perchè lui era così forte,sia d'animo che nel combattimento,lui mi rispondeva che io lasciavo che le mie emozioni offuscassero il mio onore,e questo mi rendeva più debole.Onore...cos'è l'onore?come poteva un ragazzino di dieci anni sapere cos'è l'onore e averne uno?ma soprattutto come poteva proteggerlo?non capivo e non potevo capire,e non sapevo nemmeno se un giorno ne sarei stato in grado.
Ma Basch aveva un onore,come fratello come?come riuscivi a fare una cosa del genere?non riuscivo a trattenermi,dovevo chiederglielo,dovevo parlargli,dovevo capire cos'era l'onore,e forse così anche io ci sarei riuscito a comprendere cos'era.
-Basch io...-
-Sta zitto Noah!-
-Che c'è?!-
-Non senti nulla?-
Mi concentrai,cercai di sentire quel qualcosa,ma tutto ciò che sentivo era il mio stesso pensiero.
-No,fratello,non sento nulla-.
-Io si invece-.
Ci trovavamo in mezzo agli alberi,Basch si inoltrò ulteriormente,e in quel momento iniziai anche io a sentirlo.Inizialmente pareva una flebile voce,acuta,spaventata,poi iniziai a sentire il rumore delle foglie secche che si spostavano,e un qualcosa di indefinito che emanava quella strana voce.Il rumore cresceva,lo sentivo crescere,aumentava a dismisura,e finalmente mi era chiaro di cosa si trattava:Un grido,un grido disperato,un urlo di paura.Ma non era una persona qualunque a gridare,era Dunkan.
Ero consapevole del fatto che Dunkan fosse solo uno spaccone,e nonostante io stessi per scoppiare a ridere mi resi conto che qualcosa lo stava inseguendo,vidi i suoi occhi brillare nell'oscurità,grandi,enormi,paurosi,sembravano penetrarmi nella carne,per iniettarmi la paura.
Dunkan cadde vicino a Basch,e questi lo tirò su per quanto il piccolo spaccone si dimenasse.
-DUNKAN!CALMATI,CHE SUCCEDE?-
-SCAPPATEEEE!!!!!!!-
Dunkan si liberò da mio fratello e lo scagliò a terra per poi darsela a gambe.
Ci girammo di scatto voltando lo sguardo verso la bestia.La terra tremava sotto i suoi passi,ora lenti,ora calcolati,non aveva più bisogno di correre,come un vero predatore sapeva quando poteva colpire e quando no.
Sapeva che ora non avremmo più potuto fuggire perchè altrimenti saremmo finiti subito.
-Un Guforso...-disse Basch che si stava rialzando.
Lo spietato predatore osservò Basch negli occhi,freddo,spietato,come un vero predatore.Sapeva che doveva colpire il più debole fra noi due,mentre io ero consapevole che io sarei stato senza dubbio il suo bersaglio.Gli occhi del Guforso sscattarono,da Basch a me,e il terribile predatore cominciò ad avanzare,fino a trovarsi a pochi passi da me.
Ero paralizzato,inutilmente vivo,vidi Basch correre verso di lui e gridare con tutta la sua voce mentre tentava di affondare nella carne dell'avversario la sua arma.Ma tutto fu vano,in un unico colpo della sua rpossente ala scaraventò basch dietro di me,steso a terra.
Il terribile avversario aprì più volte il suo enorme e robustissimo becco,la sua arma più letale.Affilata al punto da poter tagliare il ferro.
Tentai di coprirmi con le braccia ,mentre lui si scagliò verso di me con uno scatto.
Ormai mi ero arreso,attendevo che il suo becco mi affondasse nella carne come un pugnale di ghiaccio,ma improvvisamente davanti a me mi si parò Basch,che approfittò dello scatto con la testa dell'avversario per affondargli la lama nel collo.
Il mostro deviò immeditamente dal suo bersaglio iniziale colpendo la fronte di mio fratello e imprimendo nella sua carne una profonda ferita,mentre tra agonizzanti grida e urla si contorceva dal dolore attenendendo la morte.
-BASCH!-corsi verso di lui.
-Stai bene Noah?-
Le lacrime iniziarono a sgorgare dal mio volto da codardo come una cascata.
-Basch ti ha fatto tanto male?-
-Tranquillo Noah,mi ha solo fatto un taglietto alla fronte,non c'è niente di cui piangere su!-
-Però Basch,se io non fossi stato un codardo non ti sares...-
-Taci Noah e guarda in alto-.
Alzai lo sguardo,seguendo le indicazioni del mio amato fratello,ormai era sorta l'alba.
-Questa giornata è finita,è inutile rammaricarsi per una cosa che è successa in passato e di cui non sei colpevole,coraggio torniamo a casa-.
Basch si alzò ed estrasse la sua lama dalla carcassa del Guforso che giacevà li immobile.
Ci incamminammo,e dopo un paio d'ore finalmente giungemmo fuori dalla foresta,alle porte del villaggio.
-E dai,non pensarci più d'accordo?anzi sono felice che mi abbi ferito,ora sono più forte,e nessuno ci scambierà più l'un l'altro,non ne sei felice anche tu?-.Annuì asciugandomi le lacrime.
Entrammo nel villaggio,da vincitori,da eroi.Non dimenticherò mai quel giorno,perchè quel giorno decisi di non scappare mai più,e forse fu per quella mia scelta che la mia vita fu consumata dall'odio,trascinandomi in un abisso dalla quale nessuno può uscire.Nessuno.

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Capitolo 2
*** La sfida. ***


-AVRESTE POTUTO UCCIDERVI!-Gridò la mamma.
-COSA VI è PASSATO PER LA TESTA?VI AVEVO DETTO CHE NON DOVEVATE ANDARCI E CI SIETE ANDATI,DA OGGI FINO ALLA SETTIMANA PROSSIMA SIETE SEGREGATI QUI IN CASA E NON SOGNATEVI NEMMENO DI USCIRE!-e detto ciò ci fece andare immediatamente nella nostra stanza.
-Inizio a pensare che la mamma sia schizzofrenica-dissi.
-Che vuoi dire?-
-Beh,quando siamo tornati all'alba era tutta esuberante e piangeva dalla felicità,ci ha abbracciati e ti ha curato la ferita alla fronte,e ora come se nulla fosse inizia a sgridarci senza pietà,c'è qualcosa che non quadra-.
Basch si grattò il mento e diede un'occhiata verso la porta aperta e che ci consentiva di vedere la mamma che cucinava nell'altra stanza mentre canticchiava.Era una dolce melodia e nonostante la sfuriata di prima da parte sua,riusciva ad infonferci una sensazione di quiete e pace.Madri.
Dalla cucina si sentiva il lieve brusio dell'acqua che bolliva,e un dolce olezzo giungeva fino a noi allietando i nostri sensi.
-Sta cucinando dei Frutti di Cactus e dei Frutti dolci,e prima l'ho vista tagliare una grossa bistecca di Behemot-.Affermò Basch.
-Adoro quei piatti e anche a te piacciono molto ma non capisco cosa voglia dire-.
-Beh,sta cucinando i nostri piatti preferiti-.
-E con ciò?-
-Suppongo che sia davvero felice di vederci sani e salvi nonostante ci abbia sgridato senza pietà-.
-Ma è davvero schizzofrenica allora!-
-No,è solo una madre-.
-Forse hai ragione,quindi le mamme sono schizzofreniche?-
-Non saprei,dovrei studiare le mamme per saperlo bene-.
-Dovremmo chiederlo anche agli altri se le loro madri sono schizzofreniche-.
 
Basch mi osservò per qualche istante.
 
-Noah-.Mi disse.
-Penso che questa sia la conversazione più inutile che abbiamo mai fatto-.
-Si vede che non abbiamo proprio niente da fare eh?-
-Già,non possiamo nemmeno uscire in cortile-.
-Cosa facciamo allora?-
Basch si sedette sul suo letto e si grattò il mento pensieros,mentre io mi diressi verso la finestra della nostra camera.Da li era possibile vedere quasi l'intero villaggio,eravamo una piccola comunità che viveva nella regione di Landis,ci trovavamo confinanti con Dalmasca e Archadia.
Per quanto il nostro piccolo villaggio fosse isolato da tutta Ivalice,grazie ai viandanti che passavano da queste parti di tanto in tanto eravam venuti a sapere che gli imperi di Archadia e Rozaria erano in conflitto, e presto avrebbero attaccato i territori a loro confinanti per espandersi.Così ci suggerivano spesso di muoverci da questo villaggio sperduto e anadare verso zone più pacifiche come Bujerba,ma nessuno qui aveva intenzione di farlo,gli anziani dissero che così come un seme viene piantato nel terreno una volta che esso è cresciuto resterà sempre in quel punto fino alla morte e che noi eravamo così,e mai e poi mai saremmo fuggiti dalla nostra patria tradendo il nostro orgoglio.
Mi appoggiai alla finestra e iniziai a scrutare bene il nostro villaggio,notai che oggi c'era un certo fermento nella nostra zona,solitamente era tutto relativamente calmo,i padri andavano a cacciare o a lavorare i campi,e le madri sbrigavano le faccende di casa e in alcuni casi si occupavano anche degli anziani.
Quanto a noi bambini eravamo quasi del tutto autonomi durante la giornata,badavamo a noi stessi e ci ritrovavamo in gruppi per giocare e raccogliere bacche.
Perfino la cura dei bambini dai tre anni in su toccava a noi,appena  bambini imparavano a parlare e a camminare venivano portati dagli altri bambini perchè iniziassero a essere più autonomi e ad apprendere il gioco di squadra.Perchè in effetti l'intero villaggio era una squadra,anzi un sistema,un efficente sistema di prosperità,in cui ogni individuo ha il proprio preciso compito.
Secondo una legge degli anziani tutti i ragazzi dai sedici anni in su,maschi o femmine che fossero dovevano entrare nel corpo militare del villaggio e dovevano starci fino ai ventidue anni.
Basch invece non vedeva l'ora di entrare nel corpo militare del villaggio,adorava e stimava ognuno di loro,diceva che se abbiamo prosperato per tanti anni lo dovevamo anche a loro,e che un giorno avrebbe fatto si che la sua fama di guerriero sarebbe arrivata alle orecchie di tutti.A tale scopo lui si allenava ogni giorno nel combattimento e nella strategia,costringendomi anche a dovermi allenare insieme a lui sebbene non mi piacesse particolarmente.
Vedere Basch prodigarsi anima e corpo nel suo sogno mi faceva sentire davvero piccolo.In effetti lui è sempre stato un esempio per tutti noi bambini del villaggio,era abile nella lotta,era in grado di utilizzare bene il suo cervello,era buono e leale con tutti,insomma un vero e proprio paladino.
Gli allenamenti di Basch con il passare del tempo iniziarono a contagiare parecchi dei bambini del villaggio e pian piano anch'essi iniziarono ad allenarsi insieme a mio fratello.La cosa che più mi sorprendeva di tutto ciò era l'attitudine al comando che mio fratello possedeva,sembrava nato per fare quel genere di lavoro,e anche tra gli adulti si stava facendo un nome,tanto che spesso gli anziani lo chiamavano per fargli svolgere piccoli incarichi,e in breve l'intero gruppo me compreso si era trasformato in una sorta di squadra di supporto cittadino.
E devo ammettere che mi piaceva davvero,le parole di ringraziamento,i piccoli premi,i complimenti,tutto ciò faceva si che ognuno di noi si prodigasse anima e corpo nelle piccole mansioni che ci venivano affidate.E così in breve Basch fondò ufficialmente la "Legione dei guardiani",che lui stesso capeggiava.
Con il passare del tempo gli incarichi che ci venivano affidati divennero sempre più importanti,e talvolta anche un po pericolosi.Ci capitava spesso che i contadini ci assoldassero perchè sterminassimo i vari ratti mannari che torturavano il loro raccolto.
Tuttavia questo non durò moltissimo,poichè fino a pochi mesi fa uno dei membri della Legione se n'era andato dopo una lite con Basch,si chiamava Kroop.
Ricordo che il periodo del loro litigio fu davvero un inferno per noi della Legione,Kroop e Basch erano i migliori guerrieri del nostro gruppo,e per questo erano sempre stati rivali,ma un giorno vi fu una lite davvero tremenda per chi sarebbe dovuto essere il capo della Legione,e da li non si parlarono più per quasi un mese.Alla fine Kroop disse che doveva parlare faccia a faccia con Basch davanti a tutti,ci aspettavamo o meglio speravamo che gli avrebbe chiesto perdono per quanto accaduto,ma in breve ci rendemmo conto che così non era.Comunicò che avrebbe abbandonato la Legione e che portava con se chiunque gli fosse stato fedele,compreso quel leccapiedi di Dunkan.
Da allora crearono a loro volta un'associazione a noi rivale chiamata:"L'esercito della giutizia",e da allora rivaleggiano con noi per essere i migliori in città.
Per quanto riguardava me non avevo particolari sogni,ero invidioso di Basch che aveva trovato la sua strada,ma io?cosa avrei potuto fare?avrei dovuto cercare un'ambizione da realizzare oppure avrei dovuto per sempre rimanere all'ombra del mio gemello?
Perchè era sempre stato così,sono sempre stato alla sua ombra,l'ho sempre ammirato,e invidiato per quello che era,perchè per quanto mi sforzassi non sarei mai stato in grado di essere come lui.Mai.
Come facevi fratello come facevi?e come ci riesci tuttora?come?dovevo saperlo,dovevo...io dovevo sapere.
-Basch...-
-Che c'è Noah?-
-Volevo chiederti...-
All'improvviso dalla cucina arrivò una voce.
-è PRONTOOO-.
-Andiamo Noah-.
-Basch aspetta devo chiederti...-
-Dopo Noah,dopo,ora dobbiamo solo pensare a gustarci il pranzo!coraggio andiamo-.Rimasi fermo,lo guardai andare avanti,avanti,sempre avanti,per quanto io corressi mi sei sempre avanti fratello,sempre.
Quando giunsi in cucina Basch era già seduto e la mamma stava portando in tavola le altre pietanze.
Mi sedetti anche io e iniziammo a pranzare.
Fu un lauto pasto,e il sapore di Torta ai Frutti Dolci mi aveva lavato tutta l'amarezza che sravo provando poco prima,lasciandomi invece con una splendida sensazione di pace.Parlammo,ridemmo,scherzammo,e alla fine anche questo rito giornaliero terminò.
Restammo a tavola a dividerci gli ultimi sorsi di succo di Cactus,mentre narravamo alla mamma della nostra avventura nella foresta.
-Il Guforso era enorme,ma siamo riusciti a sconfiggerlo!-disse Basch.
-Davvero?e come avete fatto?-chiese incuriosita la mamma.
In quel momento tutta l'amarezza nei confronti di Basch tornò a reclamare il suo posto nel mio cuore e non resistetti.
-Tu Basch-.Dissi
-Sei stato tu a ucciderlo,non io,io non ho fatto nulla-.
-Ma che stai dicendo?guarda che...-
-Sta zitto,io non ho fatto niente-.Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso la nostra stanza.
-Sei stato tu fratello,sei sempre tu-.
Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta,Basch si alzò a sua volta e aprì la porta.
Si trattava della vicina di casa la signora Brunild.Immediatamente corse verso la mamma sedendosi a fianco a lei e ignorando totalmente mio fratello.
Probabilmente doveva parlarle di uno dei suoi soliti pettegolezzi.La mamma ascoltava interessata,mentre Basch se ne stava in silenzio ad osservarmi da lontano.
-Bambini-.Disse la mamma.
-Venite qui-.Ubbidimmo.
-Andate fuori a giocare-.
-Ma siamo...-
-FILATE!-Ubbidimmo.
Ed ecco l'ennesima prova che le madri sono schizzofreniche,magari faceva parte del lavoro chi lo sa?
Ad ogni modo una volta riconquistata la libertà corremmo immediatamente verso la nostra base,si trovava ai margini della città in un piccolo capanno affidatoci dai contadini come premio per averli aiutati con il raccolto e aver sconfitto tutti i ratti mannari li presenti.Quando ce la mostrarono era in condizioni pietose,la Legione dei Guardiani dovette lavorare sodo per rndere decente quel tugurio,ma alla fine avemmo la nostra base.
Finalmente raggiungemmo i campi,mi piaceva passare il tempo ad osservarli, sembrava di stare in un immenso oceano d'orato formato dalls spighe di grano,le vedevi ondeggiare e sentivi il vento che ti accarezzava il volto,per me quel luogo non aveva prezzo,forse proprio per questo fui così felice che la nostra base si trovasse li.Mi ero fermato ad osservarli come facevo tante volte,e Basch inaspettatamente fece lo stesso.
-Noah...-
-Che c'è Basch?-
-Perchè hai detto che non era anche merito tuo?-
-Perchè non lo era ovviamente-.
-D'accordo ma c'eri anche tu e non sei scappato di fronte al Guforso,sei comunque un'eroe-.Osservai negli occhi mio fratello,per la prima volta riuscì a percepire l'affetto che provava per me,riuscivo a sentire che i suoi sentimenti erano sinceri.Provai vergogna per essere stato invidioso,vergogna per essere stato così debole.
-Basch...-
-Si?-
-è inutile girarsi al passato per una cosa che non hai fatto,solo io devo pentirmi,per non aver combattuto,per essere stato un codardo-.Basch rimase in silenzio ad osservarmi,era visibilmente scosso dalla mia affermazione.
-Basch,finalmente ho capito-.Dissi.
-Cosa?-.
-La differenza tra te e me-.
-Ossia?-.
Feci un lungo sospiro e lo guardai negli occhi.
-Tu non ti arrendi,sei determinato,coraggioso,forte,per questo riesci ad essere un capo,io sono solo un moscerino in confronto a te,ma ti prometto che un giorno anche io avrò un sogno da inseguire proprio come te-.Sorrisi.
-Hai già un'idea di che sogno vorresti inseguire?-
-Non saprei,so solo che non intendo arrendermi,farò proprio come te fratello-.
Basch mi mise una mano sulla spalla e mi sorrise nuovamente,aveva gli occhi lucidi.
-Grazie Noah-.
 
Ci incamminammo nuovamente,raggiungendo finalmente la base.
Ma appena entrati il nostro sangue si fermò,era tutto sparito.Tutto.Il tavolino per le discussioni,la dispensa per le caramelle,le sedie,tutto.
C'era solo il vuoto più totale.Rimasi senza parole,cos'era successo?ma soprattutto chi era stato.
-è stato Kroop...-disse una voce singhiozzante.Ci girammo di scatto,e in un angolino eccolo li,Donovan,un membro della Legione,inginocchiato a piangere in un angolino.Era pieno di lividi qua e la e non riusciva ad alzare lo sguardo.Basch corse immediatamente verso di lui.
-Che è successo Donovan?-Nessuna risposta,solo il rumore delle lacrime del nostro amico,e dei suoi singhiozzi.
-Chi ti ha ridotto così?Donovan?-
Donovan alzò lentamente il volto e osservò Basch negli occhi,ma subito si rimise a piangere.
-Ti fa così male?coraggio le spiegazioni a dopo,ora ti dobbiamo curare le ferite-.Donovan alzò lo sguardo nuovamente,e finalmente trovò il coraggio di parlare,la sua voce era flebile e impercettibile.
-S-sono stati loro,Kroop e la sua banducola,sniff,sono venuti qui e hanno detto che voleva vedervi per farla finita.C'ero solo io,e ovviamente ho cercato di mandarlo via,ma subito ha chiamato la sua truppa armata di bastoni e mi hanno malmenato-.
-è per questo che piangi?ti hanno fatto così male?non pensarci-.Il pianto di Donovan stava artigliando il mio cuore,sembrava una bestia sofferente,cosa potevo fare?cosa?mi sentivo impotente,mentre un mio amico stava soffrendo.
-No basch-disse Donovan-Non è un dolore fisico quello che provo,la vera ferita è in fondo al mio cuore,non sono riuscito a proteggere la base,e loro l'hanno distrutta,per colpa mia tutto il nostro lavoro è andato perduto,sono solo un vigliacco,per questo piango Basch,perchè non posso fare altro!-
Basch rimase in silenzio,non sapeva cosa dire,non sapeva cosa fare,ma io sapevo bene cosa fare,lo sapevo bene,ero stufo di aspettare,ero stanco di tutto questo,non volevo mai più sentirmi impotente,mai più,per una volta volevo essere fiero di me stesso,ma soprattutto volevo che Basch fosse fiero di me,era ora di far capire chi ero.
-Noah,io porto subito Donovan a casa,vai subito a vedere se...Noah?-Basch si guardò intornò,lo vidi anche uscire dal capanno,ma non mi voltai,non mi voltai,andai incontro alla mia scelta.
Corsi,corsi come poche volte nella mia vita,corsi per tutta la città,fino a giungere sulle rive del fiume Thanur.Nella base dell'Esercito della Giustizia.
Ormai stava calando il sole,e la sua luce meravigliosa si stagliava sulle acque del fiume accarezzando dolcemente la vista degli spettatori,ma la mia vista era ora accecata falla rabbia,riuscivo a vedere solo una cosa,un fuoco.Un fuoco poco lontano da me,appena dietro alla loro base.
Mi avvicinai,sentii le grida,le risate,le parole.
Corsi verso di loro e vidi loro che brindavano con succo di Frutto Dolce e festeggiavano allegramente.
-CHE DIAVOLO AVETE FATTO ALLA NOSTRA BASE?!-Gli gridai con tutto il coraggio che avevo in corpo,saranno stati in dodici o tredici,alcuni erano anche più grandi di me.D'un tratto sentì una risata dietro di me,una risata che conoscevo bene ormai,era Kroop.
-Ciao Noah-.
-Kroop...-
-Non te la sarai presa per quel piccolo scherzetto che vi abbiamo fatto vero?siamo amici no?-
Sentii la rabbia che mi scorreva nel corpo intimandomi di saltargli addosso,era accompagnato per altro da quel leccapiedi di Dunkan.Cercai di calmarmi e gli posi la domanda per la quale ero venuto.
-Dov'è la nostra roba?ridaccela!-lo fissai e lui fece altrettanto.Ci fu qualche attimo di silenzio e improvvisamente Kroop si rimise a ridere.
-AHAHAHAHAAH!!!Noah...Noah...Noah...sembra che tu ce l'abbia un po di coraggio nascosto dentro quella testa piena di codardia che ti porti dietro eh?beh se rivuoi la tua roba prendila pure,è tutta li vedi?-indicò il fuoco e per un attimo ebbi l'impressione che il mio cuore si fosse fermato.
-Ah giusto...dimenticavo,ci mancava la legna per il fuoco e ci siamo presi la libertà di usare la vostra roba...spero che non ti dispiaccia...-
Rimasi in silenzio,dalla rabbia alla disperazione,era tutto inutile,non potevo fare nulla,e lui lo sapeva.
-Allora Noah?non rivuoi indietro la tua roba?-
Rimasi in silenzio.Kroop smise di sorridere e si girò facendo marcia indietro.
-Lo sapevo,sei il codardo di sempre,non c'è speranza con te-.
Sentii l'impulso di piangere,dove sei fratello dove sei?perchè non mi aiuti?io da solo non posso farcela...non posso...
-Sei davvero un codardo,tu e tuo fratello siete uguali in tutto e per tutto-.Ebbi un balzo al cuore,la mia disperazione si trasformò nuovamente in rabbia,gli corsi dietro e lo presi per una spalla.
-Non osare parlare male di lui...-Kroop volse leggermente il volto.
-Altrimenti?-
-Altrimenti te ne farò pentire-.
Kroop si girò del tutto e mi guardò negli occhi,un largo sorriso apparve sul suo volto.
-E così vorresti farmi pentire eh?rendiamo le cose interessanti,ti sfido,se vinci tu,ci impegnamo a ridarvi la vostra roba,se vinco io la Legione entra far parte dell'Esercito come schiavi,ci stai?-
Abbassai leggermente lo sguardo,cosa dovevo fare?non potevo vincere,e lo sapevo,e in questo modo se lo avessi sfidato avrei condannato i miei compagni...ma non potevo arrendermi ora,dovevo combattere fino alla fine,non si sarebbe ripetuto l'episodio del Guforso,stavolta Noah Von Ronsemburg avrebbe combattuto.
-Accetto-.
-AHAHAHAHAAHAH,ALLORA CE L'HAI DAVVERO UN PO DI FEGATO, ci vediamo stasera al centro della foresta di Dhullahann,e vedi di non mancare o avrò la vittoria a tavolino pivello,hehehehehehehehe,vuoi davvero poco bene ai tuoi amici e a tuo fratello per condannarli alla schiavitù eh?mi raccomando ti aspetto!-
 
E anche lui se ne andò.E poco a poco anche tutti i suoi amici se ne andarono,e io rimasi fermo,a guardarli tutti,uno per volta che se ne andavano.
E quando anche il tuo peggior nemico se ne va,allora capisci di essere davvero solo,ma è quando si è soli che bisogna combattere.

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Capitolo 3
*** L'attimo. ***


Alberi,solo alberi,alberi fino all'orizzonte,è questo che vedreste se vi trovaste di fronte alla foresta di Dhullahann,di notte poi la foresta si tinge di 
 
blu,un blu scuro e cupo che ti penetra nelle ossa fino a sbriciolarti dalla paura,e costringerti a scappare a gambe levate.
I bambini del villaggio ne parlano continuamente,si diceva che li in mezzo un tempo vivesse un mostro chiamato il Drago Antico,un enorme drago che viveva in 
 
simbosi con la foresta,quando io e Basch eravamo bambini eravamo terrorizzati dai racconti che circolavano riguardo ad esso,si diceva che fosse un'enorme 
 
drago ricoperto di muschio e piccoli esseri viventi,i suoi occhi erano grandi come le mani di un adulto e scrutavano l'intera foresta.
Fu questo il motivo che mi spinse sin dalla tenera età a provare paura verso la foresta.
L'anno scorso era venuto un viandante al villaggio,diceva che era stato in ogni angolo del mondo in cerca dei più bei tesori del mondo,ma gli era bastato 
 
andare in un luogo chiamato Giungla di Golmore per trovare il più meraviglioso fra di essi,diceva che in quella Giungla vi erano delle meravigliose donne con 
 
delle lunghe orecchie chiamate Viera,e la loro bellezza non aveva pari,e il loro compito era proteggere la foresta e cacciare se non uccidere coloro che vi 
 
entravano senza permesso.Ma aggiunse che loro lo facevano solo per il bene di ogni viandante,poichè se non fossero state loro a fermarli sarebbe stato il 
 
Drago Antico,un'enorme drago che rispondeva alle stesse caratteristiche del nostro drago.
Quando glielo riferimmo ci disse che era impossibile che li vivesse il Drago Antico,poichè i Kyklodraghi,in particolare quelli simili al Drago Antico amavano 
 
ambienti più umidi,mentre la nostra foresta per quanto rigogliosa era molto secca,tanto che la maggior parte degli alberi traevano umidità dall'aria per 
 
sopravvivere.
Eppure nonostante ora io sappia che non esiste nessun drago,sento comunque quella paura che supplica il mio cuore di scappare,scappare il più velocemente 
 
possibile,lontano da quell'incubo.
Ma ora come ora non potevo scappare,una volta che prendi una decisione devi andare fino in fondo senza tradire i tuoi doveri.
La foresta grande e maestosa allungava i suoi lunghi e possenti rami verso di me,come un abbraccio materno,o come un tentativo di strangolarmi.Poteva essere 
 
o uno o l'altro ma non sarebbe cambiato nulla,dovevo arrivare al centro della foresta e combattere.
Non per me.
Non per la nostra roba.
Ma per il nostro onore.
Era stupido,forse insensato pensare a queste cose a soli dieci anni.
Ma d'altro canto l'onore non può essere coltivato,tutti ce l'hanno,chi per una cosa chi per l'altra,e ognuno era disposto a difenderla con i propri denti.
Per quanto io stessi andando in contro ad uno scontro che con ogni probabilità avrebbe segnato la mia sconfitta ero felice,ero davvero felice,felice perchè 
 
finalmente avevo compreso che anche io avevo un onore,e in questo caso il mio onore avrebbe salvato quello di tutti i miei compagni da qualcuno che ce l'ha 
 
rubato ingiustamente.
Mi sentivo davvero potente,un vero eroe.
Così senza ulteriori esitazioni mi inoltrai nella foresta.
Kroop e Dunkan dovevano già trovarsi li,se sapevo una cosa di Kroop era che non rinunciava mai ad una sfida,e sebbene fosse nostro nemico sapevo anche che 
 
lui era tutto sommato un uomo d'onore benchè avesse solo due anni in più di me e mio fratello.Non giocava mai sporchi trucchetti e non sottovalutava mai 
 
l'avversario.
Sfortunatamente lo stesso non si poteva dire di Dunkan,quel dannato spaccone era abile nell'usare sporchi trucchetti,ma non fraintendete,lui non era affatto 
 
intelligente,i suoi trucchetti consistevano semplicemente nella sabbia negli occhi o nei colpi bassi,oppure nella cosa che meglio gli riusciva:scappare con 
 
la coda tra le gambe.
Quando lo sfidai a raggiungere il centro della foresta eppure sembrava così fiero di se,incredibile.
Il sole era ormai calato del tutto,Basch doveva essere già tornato a casa dopo aver raccontato dell'accaduto agli altri.
Non gli avevo detto nulla,ne a lui ne alla mamma naturalmente,non me lo avrebbero permesso,e sinceramente pure io ero riluttante.
Questa volta non mi ero portato con me le mie due daghe,quelle erano armi vere,non potevo permettermi di usarle o avrei rischiato di far male seriamente a 
 
Kroop e di certo questo non era un duello all'ultimo sangue.Con me avevo solo una spada di legno,di quelle che noi della Legione usavamo per i nostri 
 
allenamenti.
La foresta era come sempre cupa e fredda,per quanto fosse apparentemente inanimata,tutti quei piccoli eventi che accadevano in essa ti facevano comprendere 
 
che in realtà la foresta è un unico essere vivente,ed è lei a decidere chi può e chi non può entrarvi,il vento tra le foglie,i piccoli animaletti che si 
 
muovevano tra le foglie secche,il verso occasionale di varie creature,i mostri che ogni giorno cacciavano.Tutte queste cose erano il chiaro segno che la 
 
foresta,anzi l'intera Ivalice è viva,come un unico essere vivente.
Mi sembrava quasi di sentire la foresta che mi parlava di tanto in tanto,solo dei piccoli incomprensibili sussurri.
Forse il drago esiste veramente,è questo che mi volevi dire foresta?vuoi che io cerchi il drago,ossia colui che era la fonte delle mie paure?
Se è questo che vuoi sappi che sto andando in contro al mio destino,non sono più il Noah di una volta,ormai ne sono certo,mi sto trasformando,il nuovo Noah 
 
non si arrende facilmente,troverò il drago e lo sconfiggerò,hai la mia parola.
E lei mi rispose,o forse fui solo io ad interpretarlo così,chi lo sa,ma fatto sta che immediatamente una leggera brezze mi sfiorò il volto accarezzandolo 
 
dolcmente.
Ormai doveva essere già passata un'ora,stavo arrivando al centro.
Come facevo a saperlo?beh,per strada incontrai un vecchio amico.Il Guforso.
Mi fermai un attimo a contemplare la carcassa inanimata del bizzarro animale.
Un tanfo incredibile proveniva da essa,tuttavia non fui nemmeno tentato di allontanarmi da lui,anzi,mi avvicinai ancora di qualche passo.
Come doveva sentirsi?era colpa sua se ci aveva attaccati?ma cosa poteva fare d'altronde?era un predatore,una naturale macchina creata per cacciare e 
 
sopravvivere,perchè se non era lei ad uccidere sarebbe stata uccisa,questo era il circolo della foresta.
Forse noi umani non riusciamo ad accettare la morte perchè pensiamo,perchè fa male,perchè ci separerà dalle persone che amiamo,eppure il Guforso si era 
 
dimenato forsennatamente in punto di morte,eravamo così diversi?
 
-Anche tu avevi paura?-
Nessuna risposta ovviamente,chissà perchè ci stavo pensando proprio in quel momento,forse era una specie di senso di pietà verso quella creatura,o forse era 
 
solo la consapevolezza che un giorno anche io avrei conosciuto la sua sorte,e sarei sparito.Superai la carcassa e andai avanti,senza voltarmi.
 
-Tu eri innocente-.Aggiunsi.
 
Tutti quei pensieri...cosa stavo facendo?perchè mi venivano in mente?stavo forse temporeggiando perchè non volevo conoscere il mio fato o era solo una 
 
maniera per accoglierlo o meno?non importava,in quel momento non importava più nulla,esistevamo solo io,Kroop,le nostre armi e la foresta.Solo noi.
Andai avanti per quasi altri venti minuti prima di raggiungere la mia destinazione.
Dovetti ammettere che era tutto diverso da come me l'ero aspettato,mi sarei aspettato più gente,anzi l'intero Esercito della Giustizia.
Invece no,c'era solo lui,c'era solo Kroop,che mi aspettava li,in mezzo a quello spiazzo in cui gli alberi non osavano mettere radici,mi venne quasi naturale 
 
pensare che lo fecero in attesa del nostro scontro,li in mezzo al chiaro di luna.
 
-Ti stavo aspettando Noah-.Finalmente avevo trovato il mio drago.
 
-Kroop...-.Il mio avversario avanzò verso di me.
-Non temporeggiare,fatti sotto,o ora o mai più-.
 
Gridai,forte.
Iniziai a colpire con tutta la mia forza,senza dimenticare i piccoli allenamenti che eseguivamo.
Ogni tanto riuscivo a difendermi,altre riuscivo ad incassare il colpo,altre ancora cadevo a terra.
Ma ogni volta mi rialzai,ogni singola volta,e lo stesso fece lui quelle poche volte che io riuscii a mandarlo giù.
Neanche lui voleva arrendersi,nessuno voleva farlo,non era questione di resistenza,era questione di onore,io combattevo per difendere il mio e quello degli 
 
altri,mentre lui combatteva per affermare il proprio.
Non so quanto combattemmo,minuti,forse ore,il tempo era fermo in quell'unico punto.Il resto del mondo andava avanti,ma noi eravamo li,fermi in quel secondo.
E quando non riuscimmo più a sentire le nostre stesse gambe cademmo entrambi esausti,a terra.
Nessun vincitore,nessun vinto.
Ricorderò per sempre quel duello come uno dei più importanti nella mia vita.
Ricordo che una volta a terra rimanemmo a fissarci per un po,diversi minuti.
Entrambi ansimavamo forsennatamente...poi tutto si calmò,la rabbia,il dolore fisico e morale,tutto.
 
-Non volevo farlo-.Disse.
-Volevo solo che vi ricordaste che c'ero anche io,e che Basch capisse che le delusioni colpiscono incessantemente,che non potrà sempre andargli bene,e che 
 
dovrà imparare ad accettarlo e a non abbattersi.Quando io e lui litigammo fu anche per quello,disse che eravamo pronti per sconfiggere un ricercato di rango 
 
basso,gli dissi che eravamo solo bambini e non potevamo andare a combattere,e da li partì la nostra lite.
Me ne andai,dimenticai il mio amico e cercai di rimpiazzarlo,e quando seppi che voi della Legione uniti eravate riusciti a sconfiggere davvero un ricercato 
 
di rango E,rimasi di sasso.Provavo rabbia,invidia,disprezzo,fu allora che decisi di distruggere la vostra base,volevo che Basch capisse questo e venisse a 
 
combattere contro di me consapevole di ciò,e se non lo avesse capito glielo avrei fatto capire io.
Invece sei venuto tu Noah,inizialmente pensai addirittura che era Basch,invece eri proprio tu...sei davvero cresciuto.
Sei suo fratello gemello lo capisci come nessun'altro può fare,forse sarai per lui un amico migliore di quanto lo sono stato io-.Rimasi di sasso a quelle 
 
parole,non sapevo cosa sarebbe successo dopo tutto questo,proprio non lo sapevo.
 
-Kroop...-tentai di chiedere.
-No-.Mi rispose.
-Andiamo a casa,sono pieno di lividi,ce la fai a darmi una mano?-
 
Zoppicando leggermente riuscimmo a rimetterci in marcia,eravamo entrambi pieni di lividi.
Parlammo per tanto,ridemmo anche,quelle due ore di tragitto sembravano non finire mai.
Infine uscimmo finalmente dalla foresta,e per la prima volta dopo tanto fui davvero felice di essergli amico.
Avete presente quando cadete a terra insieme a qualcuno che stavate reggendo?a me era successo in quel momento.
Eravamo caduti,entrambi,poi ti bastano solo due frasi,due voci,due voci per farti realizzare che una pioggia di proiettili vi è caduta addosso,ma ha colpito 
 
solo il tuo amico.
 
-I bersagli sono stati abbattuti signore!-
-Bene!Torna al villaggio e vedi se ci sono altri fuggitivi!-
-Sissignore!-
 
E le due voci si allontanarono,rimasi fermo a osservare la volta celeste per qualche istante,poi finalmente mi resi davvero conto di quanto era accaduto,mi 
 
alzai di colpo e scrollai il corpo del mio amico mentre dai miei occhi sgorgavano lacrime incessanti.
 
-Kroop?Kroop?alzati!alzati!-Nessuna risposta.
Appoggiai la testa al suo petto.
 
-Ti prego...-
 
Era incredibile,bastava una frazione di secondo,una persona con cui stavi parlando,improvvisamente cade,e poi niente,basta,è finita.Quella persona 
 
muore,mentre tu sei ancora vivo,e ti chiedi cosa ci sia di giusto in tutto ciò.
Quando finalmente ebbi il coraggio di alzarmi mi asciugai le lacrime e mi voltai verso il villaggio,mentre delle fiamme incessanti e le grida di innocenti la 
 
immortalavano in uno spettacolo sanguinario che mai e poi mai dimenticherò.

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Capitolo 4
*** Vendetta ***


Le fiamme dilagavano,accompagnate dal vento.
Le costanti grida degli abitanti del villaggio,dei miei compaesani era come un affilato coltello di ghiaccio che mi penetrava nella carne fino a raggiungere la mia anima.
Non piansi,non mi disperai,non feci nulla. Non diedi nemmeno un ultimo sguardo al cadavere inanimato di Kroop.Semplicemente rimasi li,come se la magnitudine di quel massacro mi impedisse ogni movimento cosciente. I soldati che ci avevano sparato erano andati via,probabilmente pensavano che anche io fossi stato colpito insieme al mio amico. E chi lo sa,magari se quel giorno mi avessero colpito forse sarebbe stato un sollievo per me,perché non sarei stato costretto ad affrontare il dolore,un dolore diverso da quello fisico,o quello che provai quando la nostra base venne distrutta.
Sentivo un vuoto dentro di me,ad ogni grido,ad ogni fiamma che cercava di innalzarsi sopra le altre,il vuoto dentro di me aumentava. Anche i campi erano stati completamente bruciati,riuscivo a vederlo distintamente dalla mia posizione.
Indietreggiai di qualche passo,cosa dovevo fare?come avrei fatto a guardare in faccia Basch dopo quanto era successo?d’un tratto un brivido attraversò il mio corpo.
-Basch!-
Era ancora vivo?dovevo sbrigarmi a raggiungerlo,lui e la mamma potevano essere già morti,come la maggior parte degli abitanti del villaggio.
Giunsi alle porte della città e alzai lo sguardo,ormai stava sorgendo l’alba,e le varie Aeronavi imperiali stavano tornando ad Archades,ora che la loro preda era stata abbattuta. Le fiamme finalmente cominciavano a calmarsi ora che il vento si era fermato,forse persino il vento,libero come nessuno era rimasto imprigionato di fronte a quel massacro.
Vidi il corpo di una delle tante donne del villaggio a terra senza vita,e il marito insieme ai bambini che piangevano disperati,a parte la più piccola che sembrava non  avesse ancora compreso ciò che era accaduto.
Diversi uomini e anziani tentavano come meglio potevano di spegnere le fiamme.
Chinai il volto e osservai il terreno,tenni la bocca serrata e gli occhi spalancati,non mi sembrava vero che tutto ciò fosse accaduto proprio a noi.
Alzai lo sguardo e cercai di non guardare nessuno che piangesse o si disperasse,ma come potevo?ovunque io mi girassi vi erano solo persone che si disperavano e lacrimavano senza sosta,perché non potevano fare nient’altro,potevano solo piangere,e chiedere agli Dei Occuria il perché di questa disgrazia.
-Perché…?-
Era tutto ciò che mi veniva in  mente,perché?perché gli umani devono combattersi tra di loro? Cosa c’era di giusto in tutto ciò? Non comprendevo,non riuscivo a capire niente di tutto questo orrendo spettacolo. Allora era questa la guerra?questa era la battaglia? No,non poteva essere una battaglia,era solo un massacro,un’inutile massacro.
Scappai. Non potevo fare altro quindi scappai. Come un vigliacco,come un codardo.
Pensavo che il mio scopo nella vita fosse proteggere i miei amici e la mia famiglia,ma ora che non esiste più un villaggio non avevo più nulla da proteggere.
Mi dispiace Basch,perdonami,era tutto ciò che pensavo. Provavo vergogna per la mia debolezza,per non essere riuscito a salvare i miei compagni,o non essere morto insieme a loro. E adesso che non ho più un’ambizione non ho niente,la mia nuova realtà è questa,e in fondo lo è sempre stata,sono un codardo.
Corsi,corsi come poche volte nella mia vita,cercai di riconoscere le varie vie del villaggio per raggiungere la nostra abitazione in quell’ammasso di cenere,sangue e fiamme.
Ci volle quasi mezz’ora,nella quale la mia anima era tormentata da dubbi sul mio futuro,rimorsi per il mio passato,ma soprattutto paura del mio presente,ed eccomi,finalmente davanti alla mia vecchia casa,o meglio,ciò che ne resta.
Solo la stanza mia e di Basch e metà di quella della mamma.
Basch era li,seduto vicino ai resti del suo letto mentre prendeva alcuni abiti e li metteva nella sua borsa da viaggio insieme ai suoi soliti oggetti d’uso quotidiano.
Mi avvicinai.
-Basch-dissi.
Stancamente alzò il suo sguardo vuoto verso di me,non vi era più l’ardore,il coraggio,la compassione che riuscivo a vedere un tempo,ora vedevo solo occhi lacerati dalla paura,come i miei d’altronde.
-Noah….-disse.- Sei tornato…-
-Basch,che è successo?-
-Ci hanno attaccato fratello-. Terminò di inserire i suoi abiti dentro la borsa e si alzò.
-Cosa stai facendo Basch?-
Mi guardò negli occhi,sentii che avrei potuto mettermi a piangere da un momento all’altro.
-Faccio le valige Noah,è finita-.
-Le valige?dove stai andando?-
-Lontano-.
-Lontano?lontano?io e la mamma siamo qui? Cosa diavolo stai dicendo?dove pensi di andare?- lo afferrai per la sua maglietta e lo sollevai leggermente.
-Mi dispiace Noah… non posso più restare qui,prenditi tu cura della mamma,è gravemente ferita è ha contratto un’infezione al petto per via di un proiettile avvelenato-.
Lo mollai lentamente e rimasi senza parole,le lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi .Basch si allontanò e uscì da ciò che rimaneva della nostra abitazione.
Ci stava abbandonando,stava scappando via,tutto ciò che mi ha insegnato,l’onore,il rispetto per se stessi e gli altri,erano tutte bugie?che era successo al coraggio da leone del mio fratello gemello?dov’era andato?e perché ci stava tradendo? Gli corsi dietro e lo presi per una spalla.
-Non puoi tradirci ora Basch,abbiamo bisogno di te-
Basch chinò il volto e tolse la mia mano dalla sua spalla.
Nessuna risposta,semplicemente se ne andò,non si voltò a salutarmi,ne rimase per aiutarci,semplicemente ci abbandonò,avevamo bisogno di lui,eppure ci abbandonò.
Tutte le mie convinzioni,tutti i miei sogni,tutte le mie speranze morirono insieme ai suoi passi. Uno dopo l’altro,ogni suo passo era come una coltellata al cuore.
Finché semplicemente sparì,sparì dalla mia vista,sparì dalla mia anima.
-Noah!-
La nostra vicina di casa mi raggiunse e mi prese per una spalla guidandomi verso la piazza.
-Tua madre sta molto male Noah-.Disse lei.
-Devi andare subito da lei-.
Il mio cuore si fermò per un attimo appena giungemmo nella piazza,centinaia di cadaveri accatastati al centro e decine e decine di persone che piangevano,mentre i malati in fin di vita erano distesi a terra coperti da della pelliccia.
Fra tutti quei malati la mia vista si concentrò unicamente su una dei tanti,mia madre.
-Va da lei…io…io devo andare Noah,perdonami-.
E anche lei se ne andò. Feci qualche passo e camminai lentamente,il tempo sembrava essersi fermato,tutto si rallentava,e io nel frattempo ero costretto ad osservare quello spettacolo. Finalmente giunsi di fronte a mia madre.
Il suo volto era insanguinato,come i suoi abiti d’altro canto,totalmente imbevuti di quel dannato liquido rosso. Le lacrime iniziarono a scendere ancora più furiose e incessanti.
-Mamma….mamma…-
Lei aprì gli occhi lentamente.
-N…Noah… sei tu?-Mi inginocchiai e cercai di parlare,ma singhiozzavo e piangevo troppo forte,non riuscivo a dire niente.
La mamma alzò la sua mano e mi accarezzò il volto.
-Noah…bambino mio…-disse.
-M…Mamma,non abbandonarmi,resta con me per favore!-lei sorrise,nonostante il suo volto fosse sfigurato e insanguinato il suo sorriso era splendido come sempre.
-Perdonami Noah…sembra che la mamma debba andarsene per un viaggetto…-
-MAMMA!!!- misi il capo sul suo petto e iniziai a piangere ancora più forte.
-Noah…piccolo mio non piangere,sarà difficile per te lo so,avrei voluto tanto vederti crescere ancora,vederti diventare un grande guerriero,avrei voluto vederti diventare un uomo, e magari vederti felicemente sposato,e mi sarebbe piaciuto tanto vedere i miei nipotini un giorno…ma sembra che la mamma debba fermarsi qui,non devi avercela con tuo fratello,lo so se n’è andato,ma io lo amo comunque come amo te,per cui non devi odiarlo,combatti sempre per i tuoi sogni,proteggi i tuoi compagni e insegui le tue ambizioni,diventa un grande uomo e ricordati che la mamma vi amerà per sempre,voi siete l’unica ragione della mia vita…se non ci foste voi io non avrei avuto uno scopo in tutta la mia esistenza,siamo rimasti assieme così poco…ma quel tempo passato insieme per me sarà sempre insostituibile Noah,ricordati che ti voglio bene bambino mio!-
Prese il mio capo e lo strinse più forte che poteva contro di se,in un ultimo abbraccio.
-MAMMA!non devi dire così!sono sicuro che riuscirai a recuperarti,e torneremo a essere felici!ti prego mamma tieni duro!-
-Noah…adesso devo andare…-
-MAMMA! MAMMA!!-
Ma nessuna risposta,il candido abbraccio di mia madre perse forza,fino a perdere vita,un ultimo sorriso stampato sul suo volto e gli occhi chiusi,il cuore smise di battere.
-MAMMA?!MAMMA?!?!-
Scossi il suo corpo,ma non vi fu nessuna reazione. Presi il suo capo e lo misi sulle mie ginocchia.
Gridai,tanto,per minuti,forse ore,gridai e piansi con tutta la voce e la forza che avevo in corpo,fino a che non mi accasciai a terra,vicino al corpo inanimato della mamma.
 
Sentii qualcuno che scuoteva il mio corpo. Mi alzai. Non sapevo chi era,non mi interessava,mi disse qualcosa,non lo ascoltai.
Mi guardai intorno,feci solo questo. Mi guardai intorno disperato,la piazza era vuota,non c’era più nessuno,stavano evacuando il villaggio. Quindi tutti i cadaveri dovevano essere stati cremati insieme,a testimoniarlo vi era un tremendo olezzo di carne bruciata che aleggiava per tutta la piazza.
La persona che mi stava parlando se ne andò,e anche io cominciai a incamminarmi. Era nuovamente sorta l’alba,quanto avevo dormito?quanto tempo ero rimasto li a terra? Non lo so,e non mi importava,non mi importava più nulla ormai.
Tranne la mia nuova ambizione,il mio nuovo sogno. Giunsi nuovamente alle porte della città e scrutai il sole.
-Sogno…-dissi.
-Basch,tu sei il mio nuovo sogno…finchè non ti vedrò a terra esanime a implorare pietà come un cane e senza onore non avrò pace…ti cercherò,e ti distruggero,ti ucciderò fratello,così forse proverò un po del dolore che ho dovuto provare anche per colpa tua…preparati,sto venendo a prenderti ovunque tu sia…-
Detto ciò mi incamminai verso il fiume dove tutti gli abitanti stavano andando.
Era l’inizio di una nuova era,o meglio…era il riveglio della mia vera natura,perché è questo che ero,ed è questo che sono,un vendicatore,non avevo e non ho più niente se non la vendetta,tutto ciò che mi resta,e tutto ciò che voglio.

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Capitolo 5
*** Addio ***


Quando sei solo ti restano poche cose,una di queste è il silenzio. Il silenzio è il tuo unico e solo amico,il silenzio ti accompagna sempre,ti aiuta a concentrarti,ti aiuta a non dimenticare.
Forse è per questo che quando vi sono di morti gli si dedica un minuto di silenzio,perché non siano soli…o forse perché non vogliamo essere noi ad essere soli.
Non importava quanta gente ci fosse accanto a te,eri solo,solo come un cane.
Non vi era più nulla  a parte il silenzio che accompagnasse le tue giornate.
Forse i morti dopo essere andati all’oltremondo ritornano,ritornano per noi,a farci compagnia,sotto forma di silenzio,perché tu non sia mai solo. E quando anche colui che odi di più in assoluto,il tuo peggior nemico,l’alimentatore del tuo odio ti abbandona,allora capisci di essere davvero solo.
Vidi le varie zattere seguire il corso del fiume verso l’orizzonte,sopra di esse vi erano loro,le vittime di quel dannato giorno,che ora se ne vanno verso l’oltremondo per il meritato riposo.
La mamma indossava un lungo ed elegante abito,e le donne del villaggio l’avevano truccata come meglio potevano ausiliando dei loro pochi mezzi,trovai l’abito fra le macerie della nostra casa,era lo stesso che aveva usato il giorno del suo matrimonio.
Non era mai stata così bella come in quel momento.
Il suo corpo disteso su una zattera era ormai pronto a essere lasciato andare,a farsi guidare dal fiume sino all’oltremondo.
Mi inginocchiai e accarezzai il volto della mamma. Non piansi,le mie lacrime ormai erano finite,ormai il mio cuore era stato mutilato dal dolore,non ne possedevo più uno,ma solo un semplice e freddo pezzo di ghiaccio frantumato dalla sofferenza.
L’alba illuminava quel nostro addio,il sole illuminava con la sua luce il volto della mamma,come se anch’egli volesse dargli un estremo addio. Gli occhi erano puntati tutti verso di me,quella della mamma era l’ultima zattera rimasta. Volevamo partire tutti insieme verso una nuova città,ormai eravamo rimasti in cento superstiti,volevamo ricominciare da capo,o almeno così si era detto prima del funerale. Ma come?come?come si poteva ricominciare quando il dolore di una perdita ti tiene ancorato al passato? Non lo so…non mi interessava…volevo solo che tutto ciò avesse fine,avrei voluto morire per non essere costretto a rimanere solo per l’eternità. Passarono ore,mi attendevano perché dessi l’ultimo addio alla mamma e poi partissi insieme a loro. Ma io non avevo la benché minima intenzione di andarmene,non mi interessava,volevo passare tutto il tempo che mi rimaneva insieme la mamma,non mi importava se era il passato.
Quel passato era tutto ciò che mi rimaneva,come potevano chiedermi di abbandonarlo? Non piansi,rimasi solo in silenzio,in silenzio per lei. L’unica persona che mi avesse davvero amato durante il corso della mia vita.
La nostra ex-vicina di casa mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla.
-Noah…-disse. –Dobbiamo…dobbiamo andare Noah…-
Mi girai,senza fretta,la guardai negli occhi, anche in quegli occhi riuscivo a intravedere la disperazione,o semplicemente i suoi occhi stavano riflettendo ciò che io provavo in quel momento?
-Andatene allora-. La donna si chinò verso di me e mi diede un leggero strattone.
-Noah,coraggio,so come puoi sentirti ma…-
-LASCIATEMI SOLO!!!!!!ANDATEVENE!!!ANDATEVENE!!!-gli gridai mentre la allontanavo da me.
E nulla,nulla,niente di niente.
Semplicemente mi guardò tristemente e se ne andò.
Se ne andarono tutti,la vicina,i vecchi membri della Legione,i pochi anziani superstiti,tutti.
Solo io la mamma e il silenzio eravamo ancora li.
Il fiume accarezzava le sue rive dolcemente,e cantava una sorta di dolce nenia che mi riportava alla mente i giorni in cui andavamo con la mamma al fiume per lavare i panni,o quando io e Basch andavamo a pescare insieme….tanti ricordi,troppi per poter sopportare.
Caddi a terra vicino alla mamma e mi rimisi a piangere,tutto ciò non aveva senso,pensavo di avercela fatta,di non avere altre lacrime da versare…e tuttavia eccomi li,a piangere senza ritegno.
Piansi per tanto,senza che nessuno mi consolasse,senza più sentire la dolce voce della mamma che mi rassicurava,o le forti parole di Basch che mi spronavano ad andare avanti.
Nessuna voce.
Ci vollero ore prima che smettessi di piangere,ormai si era fatto pomeriggio.
Ogni volta che fermavo per un po’ il mio pianto,riattaccavo immediatamente finchp finalmente non ebbi il coraggi di smettere.
Mi stesi accanto alla mamma,e osservai il cielo.
-Mamma ti ricordi quando eravamo andati a pescare tutti e tre insieme? Ce lo avevi insegnato tu perché il nonno lo aveva insegnato a te. Basch diceva  che avrebbe preso un pesce enorme e invece non prese un bel niente,ricordo che ridemmo tutti e tre fino a piegarci,fu davvero un bel momento vero?-
Nessuna risposta.
-E ti ricordi invece quando….-
Continuai a vaneggiare così per ore e ore fino a che non si fece nuovamente notte inoltrata,ma ancora io stavo parlando senza freni.
-Guarda mamma,si vedono le stelle! Ti ricordi quando ci hai insegnato le costellazioni? Basch se le era dimenticate subito,io invece me le ricordo ancora tutte,guarda,quella è la costellazione del Serpentario,laggiù invece c’è quella dell’Angelo e appena attaccata ad essa vi è la costellazione dello Stregone…-
E ancora nessuna risposta. La osservai negli occhi e mi alzai e mi misi ai piedi della zattera.
-Mamma ora vado a dormire…ho un po di sonno,buonanotte e fai sogni d’oro-.
E mi addormentai.
Quando all’alba mi risvegliai lei non c’era più.
Il fiume l’aveva presa con se e la stava accompagnando nel suo viaggio.
Osservai in silenzio il lungo fiume e il suo corso,sorrisi e socchiusi gli occhi mentre le lacrime rigavano il mio volto.
-Buon viaggio mamma-.
E me ne andai anch’io, camminai a lungo,gli altri abitanti si erano diretti verso Nalbina,la mia prossima meta.
Non stavo rinnegando il passato,perché il passato ti insegue sempre e ovunque,mi ero finalmente reso conto che non potevo e non dovevo sbarazzarmi degli anni trascorsi in felicità al villaggio,ma dovevo portare con me tutti i ricordi,dai più dolorosi ai più felici. Dovevo trascinarli con me fino alla fine,solo così sarei potuto crescere.
Solo così avrei potuto realizzare il mio desiderio,la vendetta,e quel dolore mi avrebbe aiutato a portare a termine il mio s
copo.

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Capitolo 6
*** Tradimento in nome della giustizia ***


Nalbina era diversa da come me l’aspettavo,i viaggiatori che passavano per il villaggio quando raccontavano di Nalbina dicevano che era una delle più fiorenti città di Ivalice,benché fosse sotto il dominio di Archadia.
Mi ero immaginato enormi grattacieli,complesse strutture, aeronavi cittadine qua e là.
E invece no,vi erano numerosissimi piccoli mercatini e chioschi dove vendevano di tutto e di più,dalle armi,al succo di cactus,dai migliori prodotti per importazione ai falsi più sfacciati.
Il numero di gente che fluiva in quell’unica via era pazzesco,benché fossi appena entrato dalle porte a Nord della città nessuno,neppure le guardie imperiali mi avevano notato.
Da quando era terminato il funerale della mamma non avevo mangiato ne bevuto nulla e avevo dormito solo per poche ore,ero incredibilmente distrutto e senza un soldo per potermi acquistare qualcosa con cui recuperare un poco le forze.
Quei pochi secondi mi sembravano ore e ore,i miei passi erano lenti,i battiti del mio cuore erano lenti,non riuscivo a vedere nessuno,la mia vista era offuscata,il tempo si stava fermando per me in quei pochi istanti,tutti coloro che erano intorno a me,alla mia vista sembravano muoversi ad una velocità spaventosa,non riuscivo a comprendere più nulla.
Feci un altro passo,l’ultimo,e mi sembro di camminare nel vuoto,di aver appena posato il mio piede in un burrone,caddi a terra stremato,ancora nessuno si occupava di me,tutti erano distratti nelle loro compere e nessuno mi notava.
La mia vista si appannò ancora di più rispetto a prima,della sabbia mi era finita negli occhi ,ma nonostante ciò le mie palpebre non se ne curavano e si muovevano lentamente,tentando di mettere a fuoco il volto di un individuo…no…due individui…non riuscivo a capire nulla,il volto di uno per quel poco che vedevo era lungo e di un colore azzurro pallido,mentre l’altro sembrava molto più tozzo e mi sembrava fosse marrone e rosa pallido,con una grossa chiazza verde sul volto.
-Ehi…guarda questo…-
Furono le ultime parole che riuscii a captare,poi più nulla,socchiusi gli occhi e mi persi in un abisso oscuro.


Non fu immediato,ci vollero alcuni minuti perché mi rendessi conto di essere sveglio.
I miei occhi erano ancora chiusi e mi sentivo incredibilmente debole,la sensazione di vuoto all’interno del mio corpo era insopportabile,ed ero affamato,molto affamato.
Lentamente riuscii ad aprire gli occhi,ero disteso su un letto in una piccola stanza,grande all’incirca come quella che condividevo con Basch al villaggio,vi erano altri due letti al suo interno.
La camera pareva davvero molto spoglia,solo pochi ornamenti qua e là e un piccolo tavolo da lavoro dove vi erano carta e penna.
La vista finalmente mi si schiarì e riuscii ad alzare il busto e a guardarmi meglio intorno.
Vi era una piccola finestra in alto e una grossa porta in legno e ferro.
A giudicare dalla luce doveva essere circa mezzo giorno.
Rimasi così,fermo,poi mi distesi sul letto e iniziai ad ascoltare le voci che per tutto il tempo inondavano la stanza in un’indistinguibile ammasso di parole.
Eppure nonostante ciò tutto quel ronzio di voci,quello sciame di inutili chiacchiere non penetrava nella mia testa,anzi sembrava quasi fare da sfondo all’intera città.
D’un tratto la porta scricchiolò e lentamente iniziò ad aprirsi.
Due figure entrarono,la mia vista era ancora leggermente appannata ma riuscivo a distinguere più o meno bene ciò che mi circondava,dovevano essere coloro che mi avevano portato fino a li. Erano una coppia abbastanza inusuale da vedere,un Bangaa e un Seeq, non dovevano essere molto più grandi di me,benchè il Bangaa fosse più alto del sottoscritto di due o tre spanne w il Seeq fosse più basso di me di pochi centimetri erano chiaramente dei bambini. Tuttavia la loro massa muscolare era molto più sviluppata rispetto alla mia,perfino quella del Seeq che è una razza famosa per la sua stazza.
-Ah,ti sei svegliato-disse goffamente il bambino Seeq.
-Ti senti meglio?-mi chiese il Bangaa. Ero un po’ perplesso,ed ero molto affamato ma tutto sommato stavo bene,per cui annuii.
-Ti abbiamo trovato in mezzo al Bazar- mi disse il Bangaa.
-Non ti aveva notato nessuno,ma non fraintendere,la gente da queste parti è sempre gentile,ma in questo periodo vi sono grossi sconti sulla merce e nessuno bada a nessun’altro,quelli che ti hanno visto a terra evidentemente pensavano che tu fossi caduto e non sono stati li più di pochi secondi tornando subito ai loro acquisti-. Mi spiegò il Bangaa.
-A proposito,io mi chiamo Brom,e questo Seeq si chiama Bansat viviamo e lavoriamo insieme qui a Nalbina-. Il Seeq si avvicinò al mio letto e mi osservò per un po’.
-Di dove sei?non ho mai visto persone bionde qui a Nalbina-.
-Sarà di Landis,ricordi quella carovana di viaggiatori che è arrivata qui qualche tempo fa da un villaggio lontano,da Landis appunto,erano tutti biondo sabbia proprio come lui-.
-La gente dalle mie parti ha sempre i capelli così,ogni tanto qualcuno ce li ha castano scuro  ma in gran parte ce li abbiamo biondi-. Dissi.
-Finalmente hai parlato! Allora non stai così male come pensavamo,allora ce la fai a fare uno spuntino?-
-Eccome!- a sentire la parola spuntino rinacqui immediatamente,pronto a degustarmi il pasto.
I due presero dalla loro sacca tre pacchi e li aprirono,all’interno vi erano del riso,un po di carne e delle verdure bollite,senza il benché minimo condimento per tutte le pietanze.
-Ecco a te amico-.
Assaggiai un po’ di riso,era freddo e quasi raffermo,e non aveva sapore,diedi un assaggio alle verdure ma erano solo state bollite senza nessuna spezia e non erano così buone,infine assaggiai anche la carne,più speranzoso che mai,ma venni deluso.
Probabilmente avevano solo messo un po’ di carne sul fuoco per due o tre minuti e poi gliel’hanno consegnata,anche perché sembrava un po’ cruda.
Iniziai a malincuore a mangiare,tuttavia benché il cibo fosse così penoso lo divorai in men che non si dica,e anzi mi sembrò quasi buono come uno dei piatti della mamma da tanto ero affamato.
-Ehi! Amico calma,mica scappa via il riso-disse Bansat.
-Devi sapertelo gustare bene il cibo anche se fa schifo come questo-.
-E tu ne sai molto vero Bansat?disse scherzosamente Brom-.
-Vorresti forse insinuare che sono grasso lucertola?-
-No che sei una palla di lardo!-
-Su ragazzi calmatevi!finiamo di mangiare!-conclusi io tentando di riappacificare i miei due salvatori. Il silenzio aleggiò per qualche minuto e infine mi decisi e ruppi ogni indugio facendo qualche domanda.
-Voi lavorate qui giusto?-
-Si certo-mi rispose Bansat.
-E che genere di lavoro fate?-
-Alziamo e solleviamo grossi sacchi di cemento,o aiutiamo a spostare rocce e mattoni per alzare le mura di Nalbina,è massacrante ma se non altro ci guadagniamo bene da vivere-mi disse Brom con un velo di tristezza in volto.
Quei due dovevano essere orfani come me probabilmente,per questo erano costretti a lavori massacranti nonostante la giovane età.
Sembra che anche io sarei stato costretto a quel destino.
-Pensate che potrei lavorare con voi?-chiesi.
Ormai non avevo nulla da perdere,avevo solo loro che mi potessero aiutare a ricominciare una nuova vita,ormai quei due per me erano l’unica speranza di vita.
Non potevo fare altro che stare con loro.
-Certo,perché no?chiederemo al capo cantiere-.
 
E fu così che entrai a far parte di una nuova famiglia.
Vissi insieme a Bansat e Brom per quasi un anno,vivendo con loro momenti belli e momenti brutti,nonostante il cibo orrendo,le abitazioni orrende,la vita orrenda,il lavoro orrendo ero tutto sommato felice di essere li,di non essere solo.
Che io sappia se non sono rimasto per sempre a vivere con loro fu per un evento,un evento che non avrei mai potuto immaginare.
Era il giorno della rassegna.
Durante questo giorno gli uomini dell’esercito Archadiano chiamavano volontari dai dieci anni in su per il loro esercito.
Benché in questa maniera si potesse accedere a una vita migliore,il mio odio mi impediva di unirmi a loro.
Eppure bastò un solo inutile oggetto,bastò un semplice oggetto a farmi cambiare idea e a lanciarmi in questo inferno:un giornale.
Avevamo appena terminato il turno mattutino e ci apprestavamo a consumare il nostro pasto.
Io e Brom avevamo preso il solito pasto datoci al cantiere e stavamo aspettando Bansat sulle scalinate dell’Aerodromo.
Lo aspettammo per una mezz’oretta,quando finalmente la possente figura del nostro amico ci raggiunse correndo.
Appena ci raggiunse ansimava come un matto e aveva con se il giornale di Nalbina.
-Che è successo,perché ci hai messo così tanto?-chiese Brom.
Bansat sembrava al settimo cielo consegnò il giornale al mio buon amico Bangaa.
Non diedi particolare attenzione a ciò che i miei due amici stavano facendo,il sole picchiava forte e io ero affamato e impaziente di pasteggiare.
-Accidenti,niente male!-disse Brom.
-Magari ci fosse qualcosa del genere anche da noi a Nalbina,quelli di Dalmasca sono fortunati!-concluse Bansat.
Ma d’un tratto Brom disse una frase che mi fece gelare il sangue.
-Ehi!Bansat da un’occhiata,non ti sembra che questo tizio assomigli a Noah?-
Un brivido mi attraverso la spina dorsale fino.
-Noah da un’occhiata-mi chiese Bansat.
Presi il giornale e guardai agghiacciato il titolo.
“Giovane eroe aiuta in maniera decisiva la battaglia di Dalmasca contro Archadia,respingendo le truppe nemiche”.
E sotto di essa,vi era una grossa fotografia di Basch.
Ancora.
Ancora una volta.
Ancora una volta ero costretto a riaffrontare il mio passato,a incontrare il mio odio incontrastato.
Strappai il giornale facendolo a pezzi.
Eroe?eroe?un uomo che tradisce la sua patria e la sua famiglia può essere definito eroe?
Sentii il dolore sulla mia pelle,fino ad andare sotto la cute e penetrare nella carne…poi nelle vene,poi nelle ossa,fino a raggiungere il mio cuore impuro e a strapparlo dal mio petto.
Mi ero illuso,mi ero illuso di poter ricominciare una vita,ma adesso basta,ora sapevo cosa dovevo fare.
Sapevo di chi era la colpa di tutto ciò,chi era la ragione del mio odio.
Buttai a terra il cibo e corsi velocemente fino alle porte della città,Bansat e Brom tentarono di seguirmi ma in poco tempo li seminai.
Ed eccoli…gli Archadiani dannati che osservavano i giovani messi in fila per capire chi poteva entrare nell’esercito e chi no.
Mi misi in fila insieme a loro.
Vidi Brom e Bansat che mi raggiunsero e da lontano osservavano il mio tradimento.
Mi dispiace amici miei,mi dispiace tanto. Ma non posso andare avanti così,io devo…io devo farla finita con questa storia.
L’esaminatore ci guardava uno a uno confermandoci se adatti o meno.
Uno a uno li faceva salire su un grosso carro trainato da Chocobo,oppure li scartava semplicemente,cacciandoli via con la cosa tra le gambe.
Infine giunse a  me,l’ultimo della fila.
Mi guardò negli occhi con uno sguardo di ghiaccio. Rimasi impassibile,e non abbassai lo sguardo,risposi al suo,lo guardai male,gli trasmisi un pò del mio odio per il mio fratello traditore.
Sembrò stupito di ciò,e iniziò ad analizzare la mia muscolatura e il mio volto,guardando in alcuni punti specifici come aveva fatto con altri della fila.
-Dottor Cid?-
Chiese un soldato alle sue spalle con un foglio e una penna in mano.
-Questo è probabilmente adatto,fallo salire sul carro-.
-Dottor Cid volete dire che finalmente..?-
-Può essere mio caro può essere,muoviti ragazzo Sali sul carro-mi disse.
Obbedii e salii sulla vettura.
Guardai i miei amici da lontano,ma benchè ci provassi non riuscivo a dispiacermi,sapevo di aver fatto la cosa giusta.
Diedi un ultimo saluto ai miei due amici e mi sedetti.
Fratello,mio caro fratello,ora ho capito che non è l’esercito di Archadia il vero male,sei tu,tu e il tuo sciocco egoismo,tu dannato traditore senza onore,ma sappi che non finisce qui….io ti troverò…e ti ucciderò…perché da adesso in poi,io sono la giustizia!

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