Otherkin

di _SamanthadettaSam_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Prima notte/parte 1 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Prima notte/parte due ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Cpirolo 13 - Seconda notte/parte 1 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Seconda notte/parte 2 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Terza notte/parte 1 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Terza notte/parte 2 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 - Quarta notte/parte 1 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 - Quarta notte/parte 2 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Otherkin - Prologo

Un’alta ed esile figura, coperta da un lungo mantello nero, si aggirava nel bosco. Dopo qualche ora di cammino essa si fermò al limitare di una grande radura, illuminata dai raggi della luna.
- Sei arrivata alla fine. – Un ragazzo sbucò da dietro un albero: era alto e dalla pelle ambrata, con lunghi capelli neri e occhi verde acceso.
- Avevi paura che non venissi, lo sai che puoi sempre fidarti di me. – Disse la figura misteriosa, camminando verso il centro della radura.
- Diciamo che non sei la persona “affidabile” che vuoi far credere di essere alla gente, mia cara chica. – Mormorò il moro ghignando.
- Ti ho ripetuto mille volte di non chiamarmi così! – La figura si tolse il cappuccio dalla testa, scoprendo dei lunghissimi capelli neri, occhi dello stesso colore e un tatuaggio a forma di serpente verde acceso che le circondava il collo.
- Allora, che novità hai da darmi Cascamuerto? – sibilò la ragazza.
- Delle ottime notizie, Heather: L’ho trovata! – A quelle parole, la mora sgranò gli occhi.
- L’hai trovata e il Trio della morte lo sa? –
- è questo il bello, noi siamo i soli che sanno della sua esistenza. – sussurrò il latino.
Heather fece qualche passo indietro, puntando lo sguardo alle stelle: Finalmente, dopo anni di buio, la ragazza riusciva a vedere l’epilogo di quella maledetta guerra.
Abbassò lo sguardo verso il ragazzo e disse:
- Raduna DJ e Trent, voi tre andate a prenderla, e mi raccomando Alejandro, cerca di essere gentile con lei. – E detto questo, Heather si coprì il viso col cappuccio e si avviò nella boscaglia, lasciando solo il ragazzo, che intanto cominciava ad incamminarsi verso la parte opposta della foresta.

Angolo dell'autrice:

Ehilà! Eccomi qui con questa long fantasy, allora vi è piaciuto il mio piccolo (oserei dire microscopico -.-") prologo?
Vi dico solo una cosa: tenete d'occhio quel tatuaggio, perchè ne vedrete molti in questa storia ^^
Bene ora passiamo alle solite richieste:
1. vi prego se credete che sia rimasta nel IC dei personaggi o meno, fatemelo sapere (abbituateci, ve lo chiederò ad ogni capitolo xD)
2.  non abbiate timore a recensire, anche se ne dubito altamente che qualcuno lo farà dato il ristretto prologo che ho scritto
3. Non perdetevi il prossimo capitolo :D
Un bacione ^^

Ogghylapazza97

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Otherkin - Capitolo 1

Dawn non riusciva a dormire.
Si girava e rigirava nel letto, cercando di trovare una posizione adatta al sonno.
Dopo vari tentativi andati a vuoto, la ragazza scostò le lenzuola dal suo minuto e candito corpo, si sedette sul bordo del letto e cominciò a pensare:

Stava per succedere qualcosa, ne era sicura.

Non sapeva se stava per accadere qualcosa di brutto o di bello, ma era solo questione di tempo, se lo sentiva.
La bionda rivolse le sue grandi iridi color cobalto sulla sua voglia: Una lunga spada argentata posta sul polso sinistro.
Era strana ma bellissima, il suo color argento risplendeva ai raggi della luna che illuminavano la stanza.

Sembrava un tatuaggio.

Lei non sapeva spiegarsi il perché Madre terra le avesse regalato una così strana voglia, anche perché lei odiava la violenza e tutti i simboli che la rappresentavano.
In alcuni momenti, odiava anche quella piccola spada sul suo polso.
I suoi pensieri furono interrotti da un rumore al piano di sotto.
La ragazza scese in fretta le scale, giusto in tempo per vedere chi c’era in casa sua.
Tre ragazzi stavano entrando dal buco della porta, ormai a terra:
- Cavolo amico. Potevi anche bussare! – Disse un ragazzo nero al secondo dalla pelle ambrata e dagli occhi verdi.
- Tanto non ci avrebbe aperto comunque DJ. – Replicò l’altro, guardandosi in giro.
- Ragazzi, ormai il danno è fatto, ricordiamoci perché siamo qui. – Un terzo ragazzo sbucò da dietro gli altri due e, detto questo, si avvicinò a Dawn che intanto era rimasta immobile sull’ultimo gradino delle scale.
La ragazza lo guardò bene:
Aveva lunghi capelli neri, ma la cosa che colpì di più la bionda erano gli occhi; erano di un verde acceso ma avevano una forma alquanto strana, sembravano occhi di gatto.
- Tu devi essere Dawn, vero? Vai a preparare le valige, siamo venuti a prenderti. – Disse il ragazzo dagli occhi di gatto in tono gentile.
La ragazza si fermò ad osservare l’aura dei presenti: non avevano cattive intenzioni con lei, ma c’era qualcosa in loro che in quel momento Dawn non riuscì a capire.
La ragazza corse sopra, preparò in fretta le valige, si vesti con altrettanta velocità e ritornò dai tre ragazzi dopo qualche minuto.
- Bene sei pronta, andiamo. – Mormorò il latino precedendo il gruppo fuori.
Il ragazzo dagli occhi di gatto accompagnò Dawn in strada, dove li aspettavano due moto, una nera e una rossa. Dopo averla fatta salire su quella nera, mise in moto e partì a tutta velocità.
Il gruppo si fermò al limitare di una grande ed impenetrabile foresta.
- DJ apri il passaggio. – Ordinò il ragazzo dalla pelle ambrata.
Il ragazzo dalla pelle nera si fermò davanti ad una albero molto vecchio, prese un bel respiro e, abbracciando il tronco, sradicò l’albero, rivelando un sentiero nascosto. Dawn sgranò gli occhi: nessun uomo aveva tutta quella forza!
- Al, forse è meglio che entro prima io, ricordati che tra i tre sono l’unico che sa vedere bene al buio. – Disse il moro, provocando una smorfia infastidita sul volto del latino.
- Ti ho già detto di chiamarmi Alejandro! Comunque va prima tu, Trent. – Concluse il ragazzo.
Dopo un ora passata a camminare per quel sentiero, Dawn ebbe il coraggio di parlare:
- DJ, mi puoi dire dove stiamo andando? –
- Siamo diretti a Campo Otherkin. Ti piacerà, è un bel posto. – Rispose il ragazzo, rivolgendo un sorriso a Raggio di luna.
- Campo Otherkin? Che cosa vuol… -
La ragazza non riuscì a finire la frase:
Davanti a lei si stagliava un agglomerati di tende e case sugli alberi, illuminate dalle torce che rendevano il posto magico.
- Benvenuta a Campo Otherkin. – Sussurrò DJ, guardando lo stupore impresso sul volto della bionda.
Alejandro accompagnò Dawn all’interno del campo fino ad una grande tenda, ornata da lunghi serpenti verdi a guardia dell’entrata.
L’interno era illuminato da un gran focolare al centro, in un angolo, una ragazza dai lunghi capelli neri e con un tatuaggio a forma di serpente sul collo li accolse:
- Sei sicura che sia lei? – disse guardando dall’alto verso il basso Dawn.
- Si Heather, ha il simbolo e non è uno stupido tatuaggio, guarda! – Alejandro prese il polso sinistro della bionda e lo mostrò alla mora.
La ragazza esaminò a fondo la piccola spada argentea, poi guardò negli occhi la bionda con uno sguardo molto sorpreso:
- Finalmente ti ho trovata. Ti immaginavo meno minuta lo sai? Sierra accompagnala nella sua tenda, domani conoscerà il suo addestratore. – Concluse Heather, chiamando a sé una ragazza dai lunghi capelli viola e dalle braccia ornate da lughi tentacoli rosa, che accompagnò Dawn fino ad una capanna bianco latte.
- Sierra mi puoi spiegare che cosa sta succedendo qui? – Chiese esasperata la ragazza, che non ne poteva più di tutto quel mistero.
- Tu non sai niente… Incredibile! – Disse sorpresa Sierra.
- Allora ti trovi a Campo Otherkin. Gli Otherkin sono persone che hanno il loro spirito legato ad un animale, col tempo essi acquistano poteri e abilità relativi alla specie con cui hanno questo tipo di legame. Dalla nascita, sul nostro corpo compare una strana voglia che simboleggia l’animale che ci rappresenta. –
- Un giorno tre potenti stregoni, il Trio della morte, scoprirono un modo per diventare potentissimi e conquistare il mondo: risucchiando la nostra linfa vitale. La nostra gente era stata quasi estinta, e siamo stati costretti a rifugiarci in questa foresta che è stata protetta da un potente incantesimo. –

Dawn ascoltava rapita le parole della ragazza.

- Secondo la leggenda, un giorno sarebbe nata una bambina, la cui anima era legata a tutte le specie animali, e sarebbe stata l’unica capace di sconfiggere il Trio della morte e salvare la nostra razza. –
Alla fine della storia, la bionda scosse il capo contrariata:
- Credo che abbiate sbagliato persona, io odio la violenza e non riuscirei mai a sconfiggere questi tre stregoni. – Sierra prese delicatamente il polso di Dawn, accarezzando la voglia a forma di spada.
- Questo è il simbolo che tu sei la nostra salvatrice. Ora è meglio che riposi, sembri molto stanca, buona notte. – Detto questo, la ragazza lasciò Dawn sola.

Raggio di luna era molto confusa.

Tutto quello che era successo poco prima le sembrava un sogno.
Lei non poteva essere la salvatrice di quella povera gente, non era capace di fare tutte quelle cose eroiche che diceva la leggenda.
Decise che il giorno dopo avrebbe chiesto spiegazioni dettagliate su quella faccenda e, con questi pensieri, si abbandonò alle braccia di Morfeo.

Angolo dell'autrice:
Ecco a voi il primo capitolo!
Sprero di aver spiegato molto bene chi sono gli Otherkin nella mia storia.
Avete già capito gli animali legati ai protagonisti?
Come sempre vi ricordo di avvissarmi nel caso sprofondi nel OOC in qualche personaggio
Non dimenticatevi di recensire ;)
Un bacione ^^

Ogghylapazza97

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Otherkin - Capitolo 2

A molti chilometri di distanza da Campo Otherkin, una bufera di neve imperversava su un lago ghiacciato.
Su un altura, un immenso castello di ghiaccio troneggiava sul paesaggio circostante.
Le alte torri, che si stagliavano verso il cielo annerito dalle nuvole grigie, rendevano la costruzione inquietante.
All’interno di essa, regnava il silenzio, rotto solo da leggeri lamenti che provenivano dalle segrete.
All’improvviso dalla porta entrò una folata di vento, che delicatamente lascio all’ingresso una donna avvolta in un pesante mantello bianco.
La figura abbandonò sul pavimento il candido indumento, scoprendo il suo vestito nero. I lunghi capelli biondi ornavano come gioielli le sue spalle, mentre si dirigeva a passo sicuro verso una porta d’ossidiana, ornata da una maniglia d’oro.
Oltrepassata quella porta, la donna scese in fretta le scale davanti a lei, che davano il benvenuto alle segrete.
Due guerrieri fatti interamente di ghiaccio erano intenti a frustare l’unico prigioniero ancora in vita in quella segrete, un ragazzo dagli occhi chiari, il volto ornato di piercing e la cresta verde.
A ogni colpo di frusta lanciato sulla schiena del malcapitato, seguivano piccoli gemiti di dolore tenuti in silenzio a forza dal punk.
La donna, con un sinuoso movimento della mano, allontanò i due guerrieri dal prigioniero, che ormai aveva la schiena segnata da profonde ferite che sanguinavano a ritmo regolare.
- Bene, vedo che non hai ancora parlato. – Disse la donna ricevendo un grugnito da parte del ragazzo.
- Vedo che hai la testa dura Blaineley. Io. Non. Parlerò. Mai!!!! – Rispose il prigioniero a denti stretti, rivolgendo i suoi occhi acquamarina al muro.
- La mammina non ti ha insegnato che quando una persona ti parla, devi guardarla negli occhi. – Mormorò e, con un altro gesto della mano, il ragazzo si trovò faccia a faccia con la donna.
- Mia madre mi ha insegnato molte cose, come non portare rispetto agli stregoni come te. – Replicò il ragazzo, sputando un po’ di saliva mista a sangue sul vestito di Blaineley.
La donna non ci badò molto al gesto del prigioniero, si limitò ad avvicinarsi al ragazzo, in modo che egli potesse riflettersi nelle sue iridi celesti.
- Te lo chiedo per l’ultima volta Duncan, dove si trova la Prescelta? – A questa domanda, il ragazzo le rivolse uno dei suoi soliti ghigni.
- Dovrai prima uccidermi, cara. –
Blaineley volse lo sguardo sul petto del punk: all’altezza del cuore, illuminato dalla tenue luce delle lanterne appese alle pareti, c’era un lupo verde che ululava ad una luna inesistente.
La donna si allontanò da lui e, con un sorriso poco rassicurante sul volto, recitò alcune formule magiche, tenendo fisso lo sguardo sul ragazzo.
Duncan provò delle fitte dappertutto: la strega lo stava costringendo a trasformarsi.
Il punk tentò con tutte le sue forze di resistere, ma era troppo debole per reagire.
Ben presto sentì la coda crescergli, il volto trasformarsi e il suo corpo ingrandirsi sempre di più.
Dopo due interminabili minuti, del ragazzo dalla cresta verde non era rimasto più niente:
al suo posto c’era un grande lupo grigio, dal muso pieno di piercing e il pelo della schiena verde.
- Sai, in questo castello fa molto freddo, e avrei proprio bisogno di uno scalda collo. – Blaineley si avvicinò al lupo, prendendogli la folta coda e accarezzandola dolcemente.
-  La tua coda sembra perfetta. – Sussurrò e, con un cenno del capo, uno dei due guerrieri arrivò con una lunga spada, pronto a troncare la coda dell’animale.
Ad un certo punto, un uomo di ghiaccio e neve corse in fretta verso la strega:
- Mia signora, ho delle brutte notizie: gli Otherkin hanno trovato la ragazza, ora di trova nel loro campo. –
La donna rivolse un grande sorriso al messaggero, lo prese per il collo e disse:
- Bene hai fatto bene ad avvissarmi, ora lo andrai a dire agli altri componenti del Trio della morte, vero? –
L’uomo si limitò ad annuire.
- Mi dispiace, risposta sbagliata. – E detto questo, strinse la presa sul collo del messaggero, fino ad ucciderlo.
- Credo che adesso io non ti serva più, no? – chiese il lupo.
Blaineley gli rivolse un gran sorriso:
- No, ma la tua coda mi serve. TAGLIA! – Concluse.
Il boia cominciò a segare e lupo ululò dal dolore, finché la sua amata coda non cadde a terra, in una pozza di sangue.

Angolo dell'autrice:

Ecco il capitolo nuovo!
Ve lo aspettavate che Blaineley fosse una del Trio della morte?
Povero Duncan, adesso è un lupo senza coda :(
Oggi sto aggiornando ad una velocità super sonica WOW!!!
Non fateci l'abbitudine però ;)
Non dimenticatevi di recensire!
Un bacione^^




Ogghylapazza97

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Otherkin - Capitolo 3

Un piccolo raggio di sole si insinuò nella tenda bianco latte di Dawn, risvegliandola dal suo profondo sonno.
La ragazza si alzò immediatamente e guardò fuori: era appena l’alba e poche persone osavano avventurarsi in giro a quell’ora, Raggio di luna si vestì in fretta e corse fuori, fino a raggiungere una piccola radura non distante dal campo. La bionda si sedette sull’erba a gambe incrociate e cominciò la sua meditazione mattutina.
Il vento le spettinava leggermente i capelli, dandole un aria mistica. Non si curava neanche del fatto che un piccolo bruco le stava camminando addosso da un paio di minuti.
Tutto intorno a lei parve fermarsi, ammaliato. Il bruco si arrotolò in una piega del maglione verde e troppo grande della bionda.
Qualcosa distolse Dawn dalla meditazione: una piccola aura stava soffrendo.
A quella vista, Raggio di luna si alzò di scatto, i sensi all’allerta nel cercare la povera creatura che stava soffrendo così tanto. Il povero bruco, che fino a poco tempo fa era rantolato nel maglione di Dawn, si aggrappò con tutte le sue forze per non cadere.
All’improvviso la ragazza scoprì quel povero animale: una piccola lepre, tutta insanguinata, stava entrando zoppicando nella radura. Fece però pochi passi, prima di venire soprafatta da una gigantesca volpe che la morse al collo, ponendo fine alle sue sofferenze.
Dawn era lì, immobile: Quella volpe era addirittura più grossa di lei! Il lucente pelo rossiccio dell’animale risplendeva alle prime luci dell’alba, mentre si cibava avidamente della sua preda.
Dopo che della lepre non rimase più nulla, la volpe rivolse lo sguardo alla ragazza: Aveva due grandi occhi grigi e si leccava avidamente il muso, sporco di sangue.
- Sei un Otherkin, vero? – Fu tutto quello che la ragazza riuscì a dire.
- No. Sono una volpe geneticamente modificata! – disse l’animale sarcasticamente, mentre la coda cominciava a ridursi fino a scomparire, le orecchie rimpicciolirsi e il pelo lasciar posto alla pelle.
Al posto dell’animale comparve un ragazzo dai capelli rossi, gli occhi grigi, il viso inondato di lentiggini e una testa di volpe posta sulla sua spalla.
Dawn era incredula: non aveva mai visto un Otherkin trasformarsi, e non credeva potessero assumere dimensioni tanto immense sotto forma di animale!
- Che ti prende? Terra chiama stramboide! – La voce del ragazzo risvegliò Raggio di luna dai suoi pensieri.
- Oh scusa, io sono Dawn piacere. – La bionda porse al ragazzo la mano sinistra, facendo cadere il povero bruco che se ne andò via in un buco nella terra.
- Io sono Scott… CHE COS’è QUELLO?!? – Il rosso sgranò gli occhi e prese violentemente il polso sinistro di Dawn, da cui si poteva scorgere la piccola spada color argento.
- No… non può essere… tu sei… sei… - Balbettò il ragazzo, in evidente stato confusionale.
- Si, sono la Prescelta. – A quelle parole il ragazzo, stranamente, cominciò a ridere.
- Non puoi essere tu! Non riusciresti neanche a tenere in mano una spada, e tu saresti “La Prescelta”, ma fammi il piacere! – Quel ragazzo era molto maleducato e metteva a dura prova la pazienza di Dawn.
La ragazza gli guardò l’aura: era grigia, come i suoi occhi.
Questo non significava mai nulla di buono ma, non si sa come, la bionda era convinta che non era chi voleva far credere di essere…
- Dawn, sei qui! – La voce di Sierra riportò la bionda alla realtà.
- Su, vieni! Devi andare dal tuo addestratore! – E detto questo, la ragazza dai capelli viola trascinò via Dawn, lasciando Scott alle sue risate beffarde.
Dopo mezz’ora passata a correre, finalmente le due arrivarono davanti ad un grande spazio all’aperto: era pieno di armi di ogni genere, manichini di legno e armature ammassate alla rinfusa.
- Ecco questo è il campo d’addestramento. Ti do un consiglio: cerca di fare tutto quello che ti dice Eva, la tua addestratrice. È una donna facilmente irritabile. – Mormorò Sierra, prima di andarsene via di corsa.
Dawn guardò la ragazza accennata prima da Sierra:
Aveva dei lunghi capelli neri legati in una alta coda, occhi color ambra, le braccia maculate e l’aria truce.
- Ah bene! Sei arrivata finalmente! Vieni che ti prendo una spada e cominciamo l’allenamento. –
Disse Eva, dirigendosi verso le varie armi disposte su una parete.
Raggio di luna vide che oltre a lei, c’erano altri tre ragazzi:
Una ragazza dai capelli biondi, gli occhi color indaco uguali a quelli di un gatto e la stessa espressione truce di Caterpillar.
Un ragazzo dai capelli e dagli occhi neri, con un piccolo bisonte rabbioso sul braccio.
L’ultimo presente, la ragazza l’aveva già incontrato; era Scott.
Eva ritornò subito dopo, depositando nelle minute braccia di Dawn una spada simile a quella impressa sul suo polso. Raggio di luna quasi non cadde a terra sotto il peso di quell’arma, scatenando le risate di tutti.
- Silenzio! Ora dividetevi in coppie! Voglio vedere come ve la cavate in combattimento. Tu Jo vai con Brick e Scott, oggi avrai l’onore di lottare contro la Prescelta! – A quelle parole tutti i presenti si girarono verso la bionda.
- Su forza! Non restate lì impalati. Combattete. – Concluse Eva.
Dawn cercò di impugnare la spada alla meglio e di schivare i colpi del rosso, che non si faceva scrupoli a combattere contro un avversario molto più debole di lui.
- Coraggio Prescelta! Non vorrai che io ti ferisca così facilmente, vero? – La schermì La Iena, ma Dawn non l’ho ascoltava: a ogni colpo schivato, dentro di lei, sentiva una strana forza che cercava di uscire fuori.
Finalmente, dopo l’ennesimo colpo lanciato da Scott, la bionda sentì quella forza improvvisamente svegliarsi.
La spada divenne improvvisamente leggera e Dawn cominciò a bloccare ed ad attaccare.
Scott, sorpreso dall’inaspettata furia di Raggio di luna, cercava come poteva di mettere a terra l’avversario ma, nel lasso di tempo di pochi secondi, la ragazza girò su se stessa, gli lanciò un calcio nello stomaco che lo fece cadere a terra e gli puntò la spada alla gola.
- Molto bene, molto bene Dawn! – Eva era assolutamente entusiasta del bellissimo combattimento appena avvenuto.
- Dawn… i tuoi occhi… - Balbettò il rosso, visibilmente sconvolto.
Raggio di luna era confusa: cosa avevano i suoi occhi che non andavano?
Si avvicinò la lama della spada al viso, in modo da specchiarvisi dentro; quello che vide la scioccò terribilmente: I suoi occhi avevano perso i loro bel color cobalto, lasciando posto a due iridi completamente bianche.
La bionda buttò terrorizzata la spada a terra e, rivolgendosi a Eva, disse con voce tremante:
- Che cosa mi è successo? -

Angolo dell'autrice:

Eccomi di nuovo qua!!!
Allora vi aspettavate che dessi a Scott la iena eh?
E invece io soo contro corrente e gli ho dato la volpe, va bene xD
ok basta con gli scleri di mente!
Non vi perdete il prossimo capitolo, come mi ostino a dire TUTTE le sante volte che posto un capitolo, e ricondatevi di recensire, come se non lo sapessero, BABBA! u-u''
un bacione ^^

Ogghylapazza97

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Otherkin - Capitolo 4

- Che cosa mi è successo? – Dawn guardava terrorizzata la sua addestratrice che, stranamente, aveva un espressione molto tranquilla davanti al nuovo colore delle iridi di Raggio di luna.
- non preoccuparti: come ogni Otherkin, anche tu sai trasformarti, ma la differenza è che tu diventi una guerriera formidabile e non un animale. –
La ragazza rimase per un attimo senza parole, fissando il suo riflesso nella spada gettata da lei a terra: non le piaceva per niente il suo nuovo colore d’occhi.
- Ovviamente questa non è la tua trasformazione completa, ecco perché sei qui. Allenandoti saprai gestire meglio i tuoi poteri e trasformarti quando vorrai, per adesso puoi farlo solo in momenti per te di estremo per… - Non riuscì a finire la frase: un lungo fischio risuonava nel campo.
Dopo solo pochi secondi, apparvero dal nulla delle orrende creature.
Erano rospi di color porpora, con lunghi e aguzzi aculei di cristallo che gli spuntavano dalla schiena.
Le strane creature saltavano da una parte all’altra, lanciando i loro pericolosissimi aculei, nell’intento di ferire qualcuno.
A quella vista, Eva si trasformò all’improvviso, diventando un gigantesco e spaventoso giaguaro.
- Andate alla tenda di Heather, lì sarete al sicuro. CORRETE!!! – Ordinò Eva, cercando di respingere l’orda dei rospi.
- No! Io non mi muovo di qui. Voglio combattere anch’io. – Disse Jo, puntando i piedi a terra, decisa a non muoversi di un millimetro.
Caterpillar le si avventò contro, le strinse la gola con una zampa, mentre l’altra era al cielo, pronta a colpire la bionda.
- Tu adesso corri verso quella maledetta tenda e te ne stai lì tranquilla, altrimenti… - Le intimò il giaguaro, mostrando i lunghi canini e correndo via per fronteggiare i rospi.
Jo si alzò e, senza dire una parola, raggiunse il gruppo fuori dal campo d’allenamento.
Fuori il paesaggio era idilliaco:
C’erano rospi da tutte le parti, Molte persone venivano portate via dalla battaglia con lunghi tagli, da qui fuoriusciva del puzzolente pus viola.
L’orrendo odore che si respirava in quel momento, era insopportabile per il povero naso di Dawn.
- Attenti! Vengono verso di noi! – La voce di Brick risvegliò la ragazza da quei terribili “aromi”.
Una mandria di rospi si stava dirigendo verso di loro.
Raggio di luna sentì di nuovo quella forza dentro di lei, prese la spada di Scott e cominciò a farsi strada tra quelle creature.
Ad ogni colpo di spada, la bionda tagliava in due ogni rospo davanti a lei, creando dietro di sé un tappeto di interiora pulsanti e sangue.
Dopo un tempo per Raggio di luna interminabile, arrivarono all’interno della capanna di Heather.
Lì l’atmosfera non era delle migliori: La mora girava per la tenda avanti e indietro furiosa, sotto lo sguardo preoccupato di Alejandro, DJ e Trent; Sierra era seduta su una sedia, con una lunga ferita ad un braccio, mentre una ragazza dai capelli neri con ciocche blu notte - e due ali di pipistrello dipinte sulla schiena nuda visibile dal suo lungo vestito verde - le puliva il braccio dall’orribile pus viola.
- Come è potuto succedere? Come ha fatto il Trio della morte a spezzare il nostro incantesimo difensivo!? – Sbraitava la Calcolatrice senza freni.
- Dai Chica, adesso stai calma. – Cercò di rassicurarla il latino, ottenendo solo il contrario.
- NON. CHIAMARMI. CHICA!!! – Heather fece un lungo respiro per calmarsi, poi volse lo sguardo verso Dawn.
- Dawn, dovrai partire prima del previsto. Tu, Jo, Brick, Scott, Alejandro, Trent e DJ partirete all’alba. – A quelle parole, Raggio di luna rimase scioccata: Partire, e per dove?
- Perché dovrei partire? – Chiese la ragazza, che in quel momento aveva immediatamente bisogno d’informazioni.
- Dovrai partire verso le basi dei tre Stregoni del Trio della morte per porre fine a questa maledettissima guerra! – Mormorò la mora, stringendo i pugni.
- Ma io non sono capace di uccidere! – Cercava di spiegare Dawn, senza essere però ascoltata da nessuno.
- Ho visto come hai combattuto contro quei rospi, riuscirai senz’altro a farlo. – Disse la misteriosa ragazza, che aveva appena finito di medicare la ferita di Sierra.
- Si Gwen, non abbiamo bisogno più di te adesso, puoi andare. Per quanto riguarda te, mi aspetto che tu parta domani! Sei la nostra unica speranza. – Disse la mora congedando la gotica e rivolgendo le sue iridi nere verso Raggio di luna.
La bionda guardò le aure di tutti i presenti: quella gente aveva un disperato bisogno di lei e, in una parte remota della sua anima, sentiva di poter porre fine a quell’insensato conflitto.
Si limitò ad annuire lentamente e, dopo che l’invasione di rospi venne sgominata, Trent la scortò nella sua tenda.
- Non preoccuparti Dawn, sono sicuro che ce la farai. – Continuava a dirle.
Le parole gentili del ragazzo dagli occhi di gatto fecero sentire la bionda quasi convinta che sarebbe riuscita a salvare gli Otherkin, ma prima doveva imparare a trasformarsi.
Raggio di luna passò un ora a concentrarsi, nella speranza di diventare quella temibile guerriera che le aveva detto Eva, ottenendo solo il cambiamento di colore delle sue iridi e un gran mal di testa. Dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto, la ragazza si distese sul letto, cadendo tra le braccia di Morfeo quasi subito.

Angolo dell'autrice:
Eccomi con il capitolo 4?
Quanti di voi avevano capito che l'animale di Eva era un giaguaro?
Credo tutti ma lasciamo stare, che cosa riserverà questo viaggio per la nostra Dawn?
Riuscirà a sconfiggere il Trio della morte?
tutte queste domande e anche altre avranno risposta solo se continuere te a leggere... Otherkin!!!
un bacione^^

Ogghy

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Otherkin - Capitolo 5

L’alba del giorno dopo arrivò troppo in fretta per Dawn: Il suo sonno era stato popolato da terribili incubi.
Raggio di luna si alzò di malavoglia dal letto, sistemandosi alcune ciocche ribelli adagiate pigramente sul suo viso angelico.
Era arrivato qualcosa per lei:
Appoggiati al capezzale del letto, c’erano un arco di legno bianco e una spada d’argento dall’impugnatura di madreperla, che risplendeva sotto i pallidi raggi di una candela vicina.
Di fianco alle due armi, c’era un biglietto. La ragazza lo prese e cominciò a leggere la leggera calligrafia che aveva scritto quelle parole:

 

"Queste cose ti serviranno in battaglia. Appena la mia ferita sarà guarita, ti raggiungerò il prima possibile.
Le frecce dell’arco sono impregniate di veleno, attenta.
Fanne buon uso.

Sierra”

 
Raggio di luna volse lo sguardo ai doni di Sierra: l’arco di legno bianco era molto grande, ma sembrava anche molto leggero. Le frecce erano anch’esse di legno bianco e la lama d’argento sembrava incredibilmente tagliente. Le piaceva molto, per l’impugnatura di madreperla e per la forma: sembrava più una sciabola che una spada.
La bionda si vestì con calma, si agganciò la fodera contenente la spada ai fianchi e, con l’arco e le frecce in spalla, uscì fuori all’aria fredda del mattino.
Il cielo era di un grigio perlato, con spruzzi rosa-violetti verso l’orizzonte, dove un timido sole stava facendo la sua comparsa. Dawn era l’unica sveglia a quell’ora, a parte un’alta figura che Raggio di luna riconobbe per Heather.
La mora la raggiunse a grandi fiancate, facendo oscillare il lungo vestito rosso e oro.
- Dawn, prima che tu parta, devo darti una cosa – ed estrasse dalla tasca una collana di stoffa nera con, come ciondolo, uno strano simbolo d’oro.
- Questo ti aiuterà a controllare i tuoi poteri. Adesso vieni, ti porto dagli altri. – Terminò Heather, dirigendosi verso la foresta, seguita a ruota da Dawn.
Le due ragazze si fermarono davanti al vecchio albero che la bionda, qualche giorno fa, aveva visto essere sradicato da DJ. Invece di trovarsi a terra, era di nuovo al suo posto, nascondendo l’entrata di Campo Otherkin. Vicino al vecchio albero, c’erano tutti i compagni di viaggio della bionda.
- Bene sei arrivata, adesso sarà meglio che partiamo. – Disse Alejandro, non appena la bionda li raggiunse.
Il gruppo uscì dalla foresta, trovando quattro moto ad aspettarli.
- Ok io e DJ prendiamo la prima moto, Trent e Brick la seconda e le ultime due dovrete dividerla tra di voi. – Mormorò il latino, indicando a Scott, Dawn e Jo le ultime due moto rimanenti.
- Io voglio quella grigia! – Esclamò Calamity, dirigendosi verso di essa.
- Tu non vai con lei, Prescelta? – Chiese il rosso, vedendo che Raggio di luna non seguiva Jo.
- Dalla sua aura vedo che non le sto simpatica, quindi vengo con te. – Trillò la bionda.
Il ragazzo la guardò per un attimo, borbottando qualcosa d’incomprensibile e acconsentendo alla strana proposta di Dawn.
La ragazza, in realtà, voleva stare il più vicino possibile alla Iena:
Era sicura di riuscire a cambiare il brutto carattere di quel ragazzo dai capelli rossi, che stava guidando a tutta velocità la moto.
Raggio di luna si strinse al ragazzo, data l’alta velocità su cui viaggiavano.
A quel leggero contatto, i due sentirono una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Nella mente di Scott stavano nascendo tanti e troppi pensieri sul viso angelico di Raggio di luna, sui suoi grandi occhi, sul suo minuto corpo…

Ma cosa mi sta succedendo?!?
continuava a dirsi il rosso, scacciando via quegli strani pensieri.
Raggio di luna si sentiva strana ma incredibilmente al sicuro.

All’improvviso, Dawn avvertì un’ aura in cerca d’aiuto.

- Scott, ferma la moto! –
ordinò Raggio di luna, suscitando l’espressione confusa del rosso.
- ti prego… -
sussurrò la ragazza.
Senza neanche pensarci su due volte, quasi meccanicamente, Scott fermò all’istante la sua corsa.

La bionda scese immediatamente dal veicolo e corse per qualche metro, in direzione di un lago lì vicino poi, si fermò, in attesa dell’arrivo di quell’aura bisognosa.

Ad un certo punto la vide: una ragazza stava sbucando di corsa da un cespuglio, i corti capelli castani ondeggiavano sul suo volto spruzzato leggermente di lentiggini.

La sua pelle olivastra era piena di lividi nero-bluastri.

- Courtney! Che cosa ci fai qui? –
urlò Alejandro alla ragazza, appena raggiunse i due al lago.
La mora percorse i pochi metri che la separavano dal gruppo a grande velocità, seppur barcollando leggermente.
Solo ad allora Raggio di luna si accorse della lunga ferita al fianco sinistro che aveva: un lungo taglio si intravedeva dal vestito color sabbia stracciato ferocemente in quel preciso punto.
La ferita sanguinava copiosamente e qualche goccia color rubino, gentilmente illuminata dai raggi del sole, scendeva regolarmente sul prato ricco di rugiada.

- Siamo stati attaccati… Ci hanno preso di sorpresa… e… e… -
Cominciò Courtney, la faccia leggermente contratta dal dolore e dalla fatica della corsa.
- Che cos’altro è successo? –
Chiese gentilmente Trent, facendo sedere la ragazza su una roccia.
- E… e… HANNO PRESO DUNCAN!!!! –
Urlò la mora, prima di perdere i sensi e cadere dolcemente sul manto erboso.
Dawn si avvicinò a lei, per controllare la gravità dei suoi tagli e contusioni.

Appena toccò la pelle olivastra della ragazza, come un fulmine a cel sereno, Raggio di luna si trovò nel buio più totale.

Davanti a lei comparve l’immagine di un ragazzo, coperto da numerosi tagli e grondante di sudore e sangue.

Sentiva la sua aura:

Era ancora vivo, anche se era conciato parecchio male.

All’improvviso l’immagine di quel ragazzo dalla cresta verde sparì, lasciando posto ad un immenso castello di ghiaccio.

Quell’imponente edificio suscitava in Dawn solo pensieri di morte, sangue e torture…

Proprio come era cominciata, così la visione di Raggio di luna finì, riportandola sulle sponde del lago.

- Stai bene? –
le chiese gentilmente DJ, aiutandola ad alzarsi.
-Ho avuto una specie di visione, ho visto un ragazzo dalla cresta verde incatenato… è un altro mio potere? –
Disse senza pensarci, guardando interrogativa tutti i presenti.
- Bhe sì. Uno dei tuoi poteri è quello di essere legata anche a tutti gli Otherkin, questo significa che percepisci quando uno di noi sta soffrendo anche a molti chilometri di distanza. Quello che hai visto è Duncan, il che vuol dire che non è morto. –
Spiegò brevemente Alejandro.
Raggio di luna volse lo sguardo verso il medaglione che le aveva regalato Heather:

Stava brillando di luce propria!

Angolo dell'autrice:

Sono tornata finalmente a scrivere capitoli un po' più lunghetti
come dice Dott_Gwen: lughi come le file dei supermercati xD
Ho aggiornato così presto perchè domani, 11 Luglio, è IL MIO ONOMASTICO!
Quindi questo capitolo è un regalo per voi, che mi segiute sempre ^-^
Non perdetevi i aggiornamenti da parte mia
Un bacione ^^

Ogghy

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Otherkin - Capitolo 6

Erano ormai passate un paio d’ore da quando Dawn aveva avuto quella visione, ma non riusciva a non pensare ad altro:
Quel castello era forse la loro prossima destinazione?
Che cosa nascondeva di così crudele e malvagio?
Sarebbe stata in grado di fronteggiare qualsiasi cosa si celasse dietro quelle candite mura?
Queste e altre mille domande frullavano nella testa di Raggio di luna, mentre meditava sulle rive del lago.
Il medaglione non la smetteva di brillare, e la ragazza non sapeva che cosa significasse.
Heather le aveva detto che le sarebbe servito a controllare i suoi poteri, forse quello strano bagliore significava che era pronta per trasformarsi…
La bionda fece un bel respiro, concentrandosi sul risvegliare quella forza dormiente dentro di lei.

Niente.

Il medaglione brillava ancora, e non era riuscita neanche a far cambiare il colore dei suoi occhi.
Decise di alzarsi e di andare a controllare in che condizioni era Courtney.
Percorse velocemente il prato smeraldino che la separava dal luogo dove DJ aveva curato la ragazza.
Man mano che si avvicinava sentiva due persone parlare animatamente, riconoscendo la voce profonda di Brick.
- Sei impazzita, non puoi venire con noi con una ferita del genere. Potresti morire! –
- Sono sopravvissuta con ferite peggiori di questa, mio caro Bricchino. – La voce di Courtney arrivò all’orecchio di Dawn, che si era nascosta dietro un albero per sentire meglio la conversazione.
Ma non era l’unica che aveva avuto quell’idea.
A qualche albero di distanza, Raggio di luna riconobbe la sagoma di Jo, che ascoltava attentamente i due.
Dalla sua aura la bionda capì che stava reprimendo l’istinto di prendere a pugni Courtney.
Intanto, altre frasi le arrivarono all’orecchio da quella conversazione.
- Questa non è una battaglia come le altre, qui si rischia sul serio la vita! – Supplicò il moro.
- Uffa, mica sei mia madre. Posso cavarmela benissimo da sola, Bricchino. – replicò la ragazza, accentuando l’ultima parola.
Raggio di luna sentì l’aura di Jo allontanarsi, furibonda, mentre i due continuavano a parlare.
- Non sarò tua madre, ma sono tuo cugino e ho il diritto di preoccuparmi per te o no? –
- Brick, sei sempre stato un ragazzo dolce, ma questo non lo devi decidere tu ma Alejandro. Ora vado a parlargli. – Terminò la ragazza, lasciando solo la Recluta.
Dawn guardò il medaglione: Brillava intensamente, più del solito.
All’improvviso sentì una voce dentro di lei:

Prendilo in mano, qualcuno ha bisogno di te.

Senza farselo ripetere due volte, Raggio di luna prese tra le mani l’oggetto d’oro, che comincio a emanare una luce violetta.
In quel preciso istante, la ragazza sentì i suoi sensi affinarsi incredibilmente.
Ora riusciva a vedere tutte le aure dei suoi compagni di viaggio, anche se erano molto distanti da lei.
La bionda cercò l’aura bisognosa, e la trovò.
Corse in fretta verso la sua direzione, i biondi capelli che le danzavano attorno, il vento che le accarezzava violentemente il viso e le mani ancora strette attorno al medaglione.
Dopo qualche minuto di corsa, finalmente scorse la persona che doveva aiutare.
In una radura vicina, Jo stava dando dei pugni a un tronco d’albero.
A ogni colpo lanciato dalla bionda, l’albero emetteva un sinistro suono.
Raggio di luna cercò di non rabbrividire al maltrattamento di quel povero essere, e trovò il coraggio di parlare:
- Jo, perché torturi così quel povero albero? – era l’unica cosa sensata che le era venuta in mente.
- Mi sto allenando, problemi? – disse brusca Calamity, continuando a picchiare la superficie legnosa.
- Guarda che quel tronco non è Courtney. – Sentì la rabbia della ragazza salire sempre di più.
- Che vuoi dire? Che io sia gelosa di lei? – Urlò la bionda, stringendo i pugni.
- Se lo sei, non c’è niente di male… - Aveva detto proprio la cosa più sbagliata.
Jo le si avvicinò minacciosa, stringendo ancora di più i pugni dalla rabbia, i suoi occhi felini sembravano circondati da una piccola fiamma scarlatta.
- Non m’interessa se quella si mette o no con Brick, se è questo che vuoi sapere… - Era passata sulla difensiva, stava andando bene.
- Bhe è qui che ti sbagli, loro sono… -
- Non lo voglio sapere e non m’interessa! – Urlò stizzita Calamity, correndo a perdi fiato nel bosco.
Come primo tentativo non era andato male, pensò Dawn, doveva solo trovare un modo per parlarle senza provocarle le sue solite sfuriate.
Decise di pensarci più tardi, e si avviò verso il lago.
Arrivata sul prato che delimitava la grande massa d’acqua, davanti a lei, vide Trent intento a sistemare alcune valigie su una moto, mentre gli altri stavano salendo su i rimanenti due veicoli.
- Dawn sbrigati, stiamo per partire. – la incitò il ragazzo dagli occhi da gatto.
La bionda salì sulla moto che guidava Scott e partirono, come sempre a tutta velocità.
Raggio di luna vedeva vari paesaggi passarle davanti agli occhi:
Dalle colline erbose, dove delle pacifiche mucche stavano brucando, ai villaggi isolati pieni di vita.
Viaggiarono per tutto il giorno, e solo alle luci arancioni del tramonto si fermarono.
Dawn scese a fatica, dato che aveva le gambe indolenzite per il lungo viaggio.
Si guardò intorno:
Si trovava in un campo ormai raso al suolo da qualche incendio, oltre quell’orribile spettacolo, si affacciava un’immensa palude, con una fitta ed impenetrabile vegetazione.
- Bene, passeremo la notte qui. Di fronte a voi c’è il Quartier generale del primo stregone.
Domani lo assalteremo, Dawn tu sei pronta? – Chiese con un gran sorriso Alejandro, mentre aiutava Courtney a scendere dalla moto.
Raggio di luna annuì lievemente, e aiutò a sistemare i sacchi a pelo.
Ora che era così vicina alla sua prima battaglia, non era poi così tanto sicura che sarebbe riuscita a sconfiggere quel misterioso stregone.
Come per darle un piccolo incoraggiamento, il medaglione si illuminò e le infuse un piacevole tepore.
La bionda lo prese tra le mani, osservando la sua strana forma.
Se aveva ricevuto quell’oggetto, allora aveva una piccola possibilità di farcela.
Dawn si avvolse nel sacco a pelo e si addormentò immediatamente, riscaldata dal calore irradiato dal medaglione.

Angolo dell'autrice:

Mio dio! Sto aggiornando ad una velocità ipersonica!
Non so se sono rimasta nell'IC con Dawn nel dialogo con lei e Jo.
Se ho peccato di OOC, fatemelo sapere.
Vi spettavate che Brick e Courtney erano cugini?
Lo so che non si somigliano per niente, ma l'idea mi frullava già da troppo tempo, ed eccola qua!
Non perdetevi il prossimo capitolo!
Un bacione^^

Ogghy

P.S: Ecco l'immagine di cime io mi sono immaginata il medaglione di Dawn, amo questo simbolo celtico!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Prima notte/parte 1 ***


Otherkin - Capitolo 7

Era scesa la notte sul gruppo di Otherkin. La luce delle stelle si univa alle luci scaturite dal focolare acceso.
Jo non riusciva a dormire, guardava con aria assente le fiamme che stavano divorando i ciocchi di legno che le alimentava.
La ragazza ripensava alla discussione avvenuta nel bosco con Dawn, quello che le aveva detto continuava a sentirlo nella sua mente ed era una tortura infernale.
Lei non era gelosa di quei due: Brick poteva benissimo mettersi con quella, eppure, perché aveva una voglia irrefrenabile di prendere a pugni fino alla morte il viso ambrato di Courtney?
Si alzò di scatto e calciò una manciata di terra, che andò a posarsi gentilmente sulla legna del focolare, facendo tremolare le fiamme.
Si fece strada tra i vari corpi dormienti, mentre si dirigeva chissà dove. Doveva trovare un modo per stendere i nervi.
All’improvviso si fermò di colpo:
La sagoma di Courtney era seduta a terra, lo sguardo fisso su le stelle.
Senza pensarci su due volte, la ragazza la raggiunse in fretta:
doveva parlarle.
Si sedette accanto a lei in silenzio, osservando anch’essa il cielo stellato.
Sapeva benissimo cosa chiederle, ma una parte di lei la incitata a spaccarle il naso.
Cercò di zittire quella sua parte violenta, almeno per il momento.
Fece un respiro profondo e cominciò a parlare:
- Allora, stai con Brick vero? – Aveva cominciato proprio bene…
- Cosa?!? Oh no, io e Bricchino? Assolutamente no! – Rispose subito la mora, guardando negli occhi Jo.
- Bhe allora perché continui a chiamarlo con quel ridicolo nomignolo!?! – Calamity era proprio furiosa: non voleva essere presa in giro!
- Quando eravamo piccoli, lui odiava essere chiamato così e io lo facevo per dispetto, ormai uso quel soprannome senza pensarci. – spiegò subito la ragazza, vedendo la rabbia che stava ribollendo nella bionda.
- Vi conoscete fin da piccoli? – Jo ne capiva sempre meno da quella discussione.
- Certo! Siamo cugini d’altronde… - A quelle parole, Jo si sentì una perfetta idiota.
Come aveva fatto a non capire che erano cugini?
E perché una parte nascosta di lei stava facendo i salti di gioia?
All’improvviso arrivò la fatidica domanda a cui non avrebbe voluto rispondere.
- Ma tu eri gelosa per caso? –
Calamity sgranò gli occhi: non sapeva cosa rispondere.
- Io… gelosa? Ma che mi frega di voi due! – Doveva cavarsi via da quell’impiccio, e subito!
Courtney la guardò scettica, poi le sorrise.
- Voglio parlare con Jo, non con il suo orgoglio. – A quelle parole, Jo le girò le spalle esasperata.
Come si permetteva di parlarle così?
La mora, vedendo che quella discussione la stava vincendo lei, mise in gioco la sua carta vincente:
- Peccato, Brick ne sarà proprio dispiaciuto… - Lasciò la frase incompiuta, ormai ce l’aveva in pugno.
Infatti a quelle parole, Jo si voltò di scatto, gli occhi sgranati dalla meraviglia:
Era forse possibile che Brick provasse qualcosa per lei?
Si maledisse all’istante per essersi rivolta quella stupida domanda.
- E perché dovrebbe essere dispiaciuto, sentiamo… - Chiese spazientita Calamity, incrociando le braccia la petto.
- Se non te la detto lui, io non dirò niente. Notte. – E detto questo, la ragazza fece per andarsene, ma il suo polso fu fermato dalla mano di Jo.
- Promettimi che non lo dirai a nessuno, altrimenti… - Intimò la bionda, mostrandole il pugno libero.
Courtney si liberò dalla presa di Calamity, sorridendole:
- Il tuo lato segreto è al sicuro, il mio caro cuginetto non ne saprà niente. – Concluse, avviandosi verso il suo giaciglio, mormorando una frase fra sé e se: - Per adesso –
Jo era rimasta immobile:
Possibile che un insulso ragazzo la rendesse così debole?
Ormai non poteva più negarlo a se stessa: si era innamorata, e questo non sarebbe dovuto accadere.
Erano impegnati in una guerra e non potevano concedersi alcuna distrazione, di nessun tipo.
Ritornò al suo posto vicino a focolare, continuando a fissare sconsolata le fiamme.
Dopo un tempo interminabile, finalmente si addormentò, mentre una figura lì vicino si agitava nel sonno.

Angolo dell' autrice:

Prima che mi dite ''Ma questo capitolo è minuscolo!?!'' Videvo informare che questa è la parte 1 della prima notte!
Vi do un condiglio: tenete d'occhio quella figura che si agitava nel sonno.
Chi è che sta avendo sogni agitati?
E che cosa sta sognando?
Queste risposte e altri colpi di scena li avrete nel prossimo capitolo!
Un bacione^^

Ogghy

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Prima notte/parte due ***


Otherkin - Capitolo 8

Scott si girava e rigirava nel sonno, in preda ad uno strano sogno.

Era sospeso a mezz’aria in una distesa di vapore dai colori grigiastri.
Davanti a lui apparve la figura di una ragazza minuta, dalla pelle cadaverica, dagli occhi rossi e dai lunghi capelli neri come la pece che le vorticavano attorno, come mossi da una strana brezza.
La strana ragazza gli sorrideva e avanzava lentamente verso di lui.
- Ciao Scott – sussurrò la mora quando fu vicina al rosso.
- Come fai a sapere il mio nome? – chiese la Iena.
- Io so tutto di te  sono, diciamo, il tuo angelo custode… - rispose la ragazza, girando intorno al ragazzo.
- Sono qui per avvertirti. Siete in grave pericolo, tra di voi c’è un traditore, che vi porterà alla morte! – esclamò l’angelo, i suoi capelli accarezzavano la pelle del rosso.
- Un traditore? Chi è? – chiese Scott, cercando di liberarsi dalle carezze dei capelli della ragazza.
- Il traditore è… Dawn, è lei che vi tradirà. – mormorò.
In quel preciso istante, Scott si sentì il mondo cadergli addosso. Come era possibile che Raggio di luna era una traditrice?
- Il solo modo per fermarla… - Continuò l’angelo, notando lo stupore impresso sul viso della Iena.
- … è ucciderla, e dovrai farlo tu! –
 a quell’affermazione, Scott sgranò gli occhi.
Indietreggiò di qualche metro, come se davanti a lui c’era un mostro orribile.
-  Io? Uccidere Dawn? Neanche per sogno! – esclamò il ragazzo, incrociando le braccia al petto.
- Oh dio Scott! Non dirmi che… che ti sei innamorato di lei. – Disse la ragazza, riavvicinandosi al rosso.
- Io non mi sono innamorato! Tanto meno di lei! – Replicò subito la Iena.
- Non mentirmi Scott. Te lo leggo negli occhi che la desideri, la vuoi accanto a te... – Sussurrò la mora.
L’angelo indietreggiò e fece apparire dal nulla un pugnale dall’impugnatura verde smeraldo.
- Vedi quest’arma Scott. Con questa dovrai ucciderla. Chiunque venga ferito da questa lama avvelenata, morirà quasi all’istante. – E detto questo la ragazza porse l’arma nelle mani di Scott, mentre intorno a loro si faceva tutto nero.
- Ci rivedremo Scott, molto presto ci rivedremo… - Furono le ultime parole che il rosso sentì, prima di sprofondare nel buio.

Scott si risvegliò di colpo, in un bagno di sudore.
Era ritornato in quella distesa di cenere e polvere, illuminato dalla luce delle stelle.
Il rosso si guardò intorno: tutti stavano dormendo profondamente.
All’improvviso, scorse il viso angelico di Dawn.
I lunghi capelli biondi le ricadevano dolcemente sul viso, come una coperta. Il suo respiro era quasi impercettibile e le sue labbra erano piegate in un bellissimo sorriso
La Iena non credeva che quel piccolo angioletto sceso in terra poteva essere la persona che li avrebbe traditi.
Una parte di lui era come ammaliato da quella visione, avrebbe voluto stare tutta la notte a guardarla; un’altra parte lo incitava a credere al suo angelo custode ed ad ucciderla all’istante.
Raggio di luna si mosse lievemente nel sonno e il ragazzo sussultò leggermente, sfiorando una lama metallica con la mano, affianco a lui.
La prese e la esaminò ai raggi lunari: era il pugnale che gli aveva dato l’angelo.
Lo guardò attentamente, rigirandoselo tra le dita.
All’improvviso si alzò di scatto e corse via, verso una pineta lì vicino.
Arrivato vicino ad un albero al centro della pineta, scavò una piccola buca, e vi sotterrò il pugnale.
Se Dawn era davvero la traditrice, voleva prima esserne certo.
Ritornò dagli altri Otherkin dormienti. La Iena guardò per un’ultima volta Raggio di luna:
I capelli le ricoprivano ormai tutto il viso, tranne le labbra.
Scott ebbe l’improvvisa tentazione di posare le sue labbra su quelle di lei, ma si diede uno schiaffo mentale per aver pensato una cosa così stupida, e ritornò a dormire.

Angolo dell'autrice:
Heilà! Quanti hanno indovinato che era proprio Scott colui che si girava nel sonno?
Io credo in molti ^^
Dawn è davvero la traditrice?
E chi è quella misteriosa ragazza?
Quante domande sto lasciando irrisolte ma non preoccupatevi, nei prossimi capiroli, qualche mistero verrà risolto
Un bacione ^^

Ogghy

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Otherkin - Capitolo 9

Le prime luci dell’alba illuminarono le colline circostanti verde acceso e la palude dalla vegetazione impenetrabile.
Gli Otherkin si svegliarono e cominciarono a prepararsi per la battaglia imminente:
C’era chi affilava le armi e c’erano Courtney e Brick, che litigavano ancora per la partecipazione o no della ragazza.
A Dawn sembrava che quel giorno fosse arrivato troppo presto, che la notte non l’avesse affatto preparata a quel giorno.
Si sentiva ancora stanca, e qualcosa di viscido le stringeva il cuore in una morsa mortale: aveva paura, come mai prima d’allora.
Alejandro interruppe i pensieri della ragazza, porgendole un armatura d’argento a lei e agli altri.
Raggio di luna la guardò bene: era fin troppo grande per lei, l’unico essere che poteva indossarlo era un gigante.
- Non preoccuparti, queste sono armature speciali: reagiscono al cambiamento di stazza di noi Otherkin. – Disse Courtney, che senza farsi sentire, si era avvicinata a lei.
Rassicurata dalle parole della mora, la ragazza stava per indossare l’armatura, quando qualcuno la fermò.
- Hai intenzione di andare a combattere con quel pesante maglione? – Chiese Jo, con occhi sgranati.
- Si, perché? – Chiese ingenuamente Raggio di luna.
- Ti rallenterà i movimenti, avanti toglitelo! – Ordinò Calamity e, a quelle parole, Dawn sprofondò nell’imbarazzo.
- To-togliermi il maglione? – Balbettò Raggio di luna, rossa in viso.
- Si tanto hai quella camicetta no? – Rispose la bionda.
Dawn si tolse il maglione verde, e sentì il vento mattutino solleticarle la pelle.
All’improvviso sentì un’aura osservarla, un’aura rossa.
Raggio di luna si girò per vedere chi la stava osservando in quel modo, ma non trovò nessuno.
Si mise velocemente l’armatura e, appena tocco il suo esile corpo, si rimpicciolì fino ad aderirsi perfettamente al petto della ragazza.
Dopo essersi tutti preparati, si inoltrarono nella palude.
La luce del sole era semi coperta dal fitto fogliame e il terreno era fangoso e melmoso.
Dawn faticava ad avanzare in quel posto: il fango le arrivava fino in vita.
Dopo ore passate a crearsi un varco nella vegetazione, il gruppo scorse un castello in rovina, dalle pietre incrostate di rampicanti e la vegetazione intorno che si insinuava fin dentro le mura, decorata dall’ultima torre rimasta in piedi e, all’ingresso, due giganteschi uomini lucertola erano a guardia dell’entrata.
- Bene, questo è il piano: Entreremo dal fossato. Secondo le informazioni che mi ha dato Courtney, ci sono delle tubature che si inoltrano dal fossato fino al castello, da lì andremo verso la torre, è li sopra che si trova Chef. – Ordinò Alejandro, e tutti si tuffarono nel fossato, senza farsi vedere dalle guardie all’ingresso.
Nuotarono per qualche minuto, fino a riemergere in una fontana di acqua stagnante, al centro dell’edificio.
Il cortile era stranamente deserto.
Il gruppo si diresse di corsa verso la torre.
Il medaglione di Dawn cominciò a brillare di una luce rossa e Raggio di luna aveva uno strano presentimento.
Arrivati in cima alla torre, si trovarono davanti un’immensa stanza tappezzata da ossa e pelli vecchie di rettile.
In un attimo, le lanterne si spensero e gli Otherkin furono circondati dal buio, in un attimo, le torce si riaccesero, mostrando un plotone di uomini lucertola che li circondavano.
- Benvenuti nella vostra tomba. – Tuonò una voce.
Era profonda e sembrava che quelle parole le avesse pronunciate un serpente.
Da un lato della stanza, avanzò un uomo dalla pelle nera e dall’aspetto burbero, sul viso sveva stampato un orrendo ghigno vittorioso.
- Jo, devo dirti una cosa importante, forse l’avresti dovuto sapere prima… - sussurrò Brick all’orecchio di Jo.
- Non è il momento, forza prendimi per i fianchi, tu Dawn dammi il tuo arco, ho un piano. – Disse decisa Calamity.
Dawn le porse il suo sottile arco e Brick le prese saldamente i fianchi, leggermente imbarazzato.
- Davvero credevate di poter entrare nel mio castello così facilmente, dovrete nascondervi meglio la prossima volta che vi accamperete per  la notte. Peccato che non ci sarà una prossima volta. – sibilò l’omone, mentre le guardie si preparavano a sopraffare i propri avversari.
- ORA! – L’urlò di Jo echeggiò nella stanza, mentre la sua figura veniva lanciata in aria dalla Recluta.
Calamity cominciò a lanciare frecce avvelenate sugli uomini lucertola.
- Credi che queste insulse frecce mi feriscano! Questo veleno non mi fa niente! – Sbraitò Chef, mentre si trasformava in un gigantesco e spaventoso coccodrillo.
In quell’attimo di distrazione offertogli dallo stregone, Dawn sentì quella forza dentro di lei uscire rabbiosa.
Impugnò l’elsa madreperlata della spada e si scagliò contro il coccodrillo. Chef si girò giusto in tempo che bloccare il colpo scagliato da Raggio di luna.
Tra i due infuriò una terribile lotta.
La bionda sferrava colpi di spada e bloccava quelli dell’avversario con estrema grazia.
Una voce dentro di lei le sussurrò dolcemente:

Chiudi gli occhi ti guiderò io.

Raggio di luna chiuse gli occhi e, come comandata da un burattinaio invisibile, comincio a lottare contro lo stregone.
Sentiva la fatica e lo stupore nell’aura nera dell’avversario, mentre invano cercava di sopraffarla.
Dawn indietreggiò di qualche passo, saltò e atterrò sul petto di Chef.
In quell’istante aprì gli occhi: intorno a loro due, i corpi senza vita di molti guerrieri lucertola giacevano a terra.
Raggio di luna riuscì a vedere un’immensa tigre dagli occhi verde acceso lanciare contro il muro con una potente zampata cinque di loro.
- Che aspetti, UCCIDIMI! – Sputò il coccodrillo, pronto per la sua fine.
La bionda alzo sopra la sua testa la spada, pronta al colpo fatale.
Ma qualcosa dentro di lei si spense all’istante, e la ragazza rimase immobile, incapace di uccidere.
Lo stregone approfittò di quel maledetto attimo d’esitazione: prese una pietra lì vicino e la scaglio sulla piccola testa di Raggio di luna.
La ragazza fu scagliata a terra, qualche metro più in là.
Dawn sentiva un profondo dolore alla testa e vide che una sua ciocca di capelli si era tinta di rosso scuro.
Cercò di alzarsi ma qualcuno le diede un potente calcio nello stomaco, che la catapultò dall’altro lato della stanza.
Un liquido caldo e amaro le arrivò in bocca e la ragazza fu quasi disgustata da quel nuovo, amaro sapore in bocca.
Si ritrovò il piede di Chef schiacciato sul suo petto, mentre il ghigno vittorioso che lo stregone aveva prima, ricomparve sul suo volto.
- Mi dispiace, hai perso. – Disse il coccodrillo, mentre alzava sopra di sé la sua enorme spada.
Intorno a Dawn, tutto sembrava muoversi a rallentatore:
Gli altri Otherkin che fronteggiavano i soldati,
Alejandro che si stava trasformando in un maestoso toro e incornava una nuova frotta di uomini lucertola che avanzava verso di lui,
La spada di Chef che si avvicinava al suo corpo…
All’improvviso la lama si fermò, il volto dello stregone divenne una maschera di dolore, dalla sua bocca uscirono delle gocce di sangue che andarono a posarsi sul viso di Raggio di luna e il corpo dell’coccodrillo cadde di lato, rivelando una grande lepre marroncina e dagli occhi neri.
- Vieni, dobbiamo andarcene da qui. – Disse l’animale, e Dawn riconobbe la voce di Courtney.
Dopo essersi radunati, gli Otherkin scapparono verso le loro moto, al limitare della palude.
Si fermarono di colpo: Alcuni uomini lucertola li stavano aspettando vicino alle loro moto.
- Merda, seguitemi. – Sussurrò Alejandro e il gruppo corse dall’altro lato della palude.
Dawn sentiva la stanchezza e il dolore per la ferita diventare sempre più forti ad ogni passo che faceva, poi si sentì la testa girare violentemente e si preparò all’impatto con il terreno fangoso.
Quello che sentì sotto di lei furono due braccia che la reggevano e la portavano lontano, e l’ultima cosa che vide prima di svenire fu una zazzera di capelli rossi.

Angolo dell'autrice:
Ecco solo per voi popolo di EFP, il capitolo 9!!!!!
Sensazionale eh?
Ho una piccola sorpresa per voi...

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Nei prossimi capitoli metterò altre immagini, queste sono lemie preferite nella mia raccolta d'immagini di A tutto reality!
Per  il capitolo 2 di Cara Courtney... non dovrete aspettare molto...
Un bacione^^
Ogghy

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Otherkin - Capitolo 10

Nel castello regnava il silenzio più assoluto.
In una grande stanza, Blaineley era intenta a sfogliare un grande libro dalla copertina bruciacchiata e di colore rosso sangue.
Ad interrompere quel impenetrabile silenzio, fu l’arrivo di un uomo dai occhi e i capelli neri, alto, di bel aspetto e avvolto in un mantello anch’esso nero.
Indossava una sfarzosa armatura argentea, che metteva in risalto i suoi occhi scuri.
- Chris, a cosa devo la tua improvvisa visita? – Chiese dolcemente la donna, chiudendo il grande libro e avvicinandosi al nuovo arrivato.
- Brutte notizie Blaineley, brutte notizie. Chef è stato ucciso, dagli Otherkin. – Rispose immediatamente l’uomo.
- Oh che peccato, bhe pazienza, c’est la vie. – Disse la bionda, appoggiando le mani sul petto muscoloso del compagno.
- Cosa!?! Hai idea della gravità dell’avvenimento? Quelli là hanno trovato la ragazza! – Esclamò Chris, allontanandosi dalla donna.
- Oh ma che splendida notizia! Hanno trovato la ragazza! – Trillò la strega.
A quelle parole, l’uomo perse ogni briciolo della poca pazienza che aveva.
- Splendida notizia?!? SPLENDIDA NOTIZIA!?! Ma sei impazzita!? – Urlò a gran voce lo stregone, ricevendo un altro sorriso dalla sua interlocutrice.
- Non sono diventata pazza… - Sussurrò la donna, riavvicinandosi al petto dell’uomo.
- Abbiamo una ragazza che non è una semplice ed insulsa Otherkin, no. Lei è legata a tutta la natura, il che vuol dire…. –
Blaineley si avvicinò alle labbra di Chris.
- … che se risucchiamo la sua linfa vitale, diventeremo… -
La donna diede un veloce bacio all’uomo e si avvicinò al suo orecchio.
- …inarrestabili. – Sussurrò la strega, allontanandosi dallo stregone e ritornando dal suo amato libro.
L’uomo rimase per un attimo immobile, poi percorse a grandi passi la distanza che lo separava dalla bionda.
- E come credi di poterla catturare, è circondata da un manipolo di schifosi Otherkin! – Sbraitò Chris.
- Non urlare, non ricordi che fa venire le rughe preoccuparsi. – Disse dolcemente Blaineley, accarezzando la copertina del libro.
L’uomo si tastò velocemente la faccia impaurito, per controllare che non fosse comparsa nessuna piega della pelle, poi continuò.
- Allora, non mi hai detto come pensi di prenderla. – Mormorò lo stregone, sforzandosi di sembrare calmo.
- Non preoccuparti. Ho già un infiltrato. Sai, so essere molto convincente. – Disse la strega, mostrando al compagno una pagina del libro.
Chris la esaminò con cura, prima di sgranare gli occhi meravigliato.
- Hai applicato il Bacio della Sirena ad uno di loro? –
- Non ancora ma… - Blaineley si trasformò, diventando una ragazza dalla carnagione cadaverica, i capelli neri e gli occhi rossi.
- …nessuno resiste al mio visino angelico. – Disse, prima di ritornare al suo aspetto originale.
L’uomo la prese violentemente i fianchi con una mano, e con l’altra le afferrò saldamente il fondo schiena.
- Tu sei una perfida manipolatrice. – Disse con voce calda e sensuale, prima di attaccare il collo della donna con una miriade di baci passionali.
- L’avevo detto… nessuno resiste al mio visino angelico. – Concluse Blaineley, prima di cominciare a slacciare l’armatura dell’uomo.

Angolo dell'autrice:
Lo so, lo so, è un capitolo incredibilmente corto, ma è giusto per dare la vostra DGS (Dose Giornaliera di Suspense)
Questa è la mia prima ChrisxBlaineley, spero sia venuta bene ^^ *incrocia le dita*
So già che qualcuno mi farà una statua per aver messo questa coppia (non diciamo chi è, tanto si sa xD)
Ditemi un po': quanti di voi dicevano che la ragazzina dagli occhi rossi era Blaineley?
fatemelo sapere!
Un bacione^^

Ogghy

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Otherkin - Capitolo 11

Dawn aprì lentamente gli occhi: non era più nella palude, era distesa all’ombra di un bosco, all’orizzonte il sole stava tramontando, illuminando il paesaggio di una frizzante luce rossa-arancione.
Gli altri del suo gruppo erano radunati sotto un grande albero, parlando animatamente.
Raggio di luna si alzò a sedere lentamente e mise una mano per controllare il taglio sulla testa.
Era già pronta a sentire il suo sangue, quando non trovò altro che i suoi capelli.
Niente sangue secco, niente cicatrice, niente di niente.
Si alzò e andò da DJ: di sicuro era stato lui a curarle la ferita.
- Dawn, ti sei svegliata! Come stai? – Chiese subito il ragazzo, vedendola arrivare.
- Bene. Grazie a te, la mia ferita è guarita del tutto. –
- Quale ferita? –
- Quella che avevo sulla testa, sanguinava tantissimo. – Disse confusa la bionda.
- Quando Scott ti ha portato qui in braccio, non avevi nessuna ferita. – Concluse il moro, lasciando la ragazza con un’ espressione stupita.
Come un flash fotografico, Raggio di luna rivide l’ultima cosa che le era passata davanti agli occhi prima di svenire:
una zazzera di capelli rossi.
Cercò con lo sguardo Scott, e alla fine lo trovò: era seduto sotto un albero, stava dormendo.
La ragazza si avvicinò lentamente al rosso senza fare il minimo rumore, non voleva svegliarlo.
Una farfalla dalle candide ali si posò sul naso del ragazzo. La Iena, con uno scatto fulmineo, schiacciò tra le sue mani la povera farfallina, uccidendola. A quella vista, Dawn sentì un brivido d’orrore attraversarle la schiena, ma cercò di ignorarlo.
Si sedette vicino a Scott e, a bassa voce in modo che sentisse solo lui, disse:
- Grazie per avermi portata in braccio fin qui. –
Il rosso aprì di scatto gli occhi color cenere e si alzò a sedere, in modo da guardare Raggio di luna dritta negli occhi.
- Chiariamo una cosa: Ti ho portato in braccio solo perché ci servi Prescelta, quegli stregoni non si uccideranno mica da soli! – Sputò Scott.
La bionda gli sorrise dolcemente e gli stampò un veloce bacio sulla guancia.
- Bhe. Grazie comunque. – E se ne andò per il bosco.
Sentì un calore all’altezza del petto: il medaglione aveva ricominciato ad emanare una luce dorata.
Lo prese in mano e sentì la solita voce, stavolta aveva un tono preoccupato.
Ha bisogno di te
Ha bisogno di te
Aiutalo
Aiutalo
AIUTALO!

In quel preciso momento, Raggio di luna si ritrovò sospesa nel buio più assoluto.
Davanti a lei comparve l’immagine di un accampamento raso al suolo.
Le tende erano stracciate e impregnate di sangue, tutt’intorno, i corpi senza vita di migliaia di persone e un corvo nero come la pece, vagava con le lacrime agli occhi davanti a quello spettacolo.
Il paesaggio di miseria e morte scomparve, lasciando posto a due giganteschi occhi rossi, accompagnati da una risata che fece accapponare la pelle alla ragazza.
Dawn si risveglio alla luce delle prime stelle della sera.
Quella visione era stata terribile, si sentiva distrutta, infelice, proprio come quel corvo…
Decise di tornare dagli altri, per vedere che cosa volevano fare dopo l’attacco.
Mano mano che la ragazza si avvicinava al gruppo riusciva a sentire più parti del discorso che la voce potente di Alejandro stava diffondendo per la radura.
- Ricapitoliamo: Non abbiamo né viveri, né mezzi di trasporto e né medicinali per curarci. C’è qualcuno che conosce dei rimedi di medicina naturali? –
- Io li so tutti e DJ potrebbe aiutarmi. – Disse Dawn, appena arrivò nel campo visivo del latino.
- Bene. Ora i viveri, questo sarà più difficile… -
- Il mio villaggio natale non è lontano da qui, lì ci daranno tutto quello che ci serve e una barca per arrivare sull’isola di Chris. Però, dovremo camminare tutta la notte. – Replicò Jo, alzandosi da terra, i suoi occhi color indaco brillavano alla luce del fuoco.
- Fantastico, ma non possiamo andare in giro con le nostre armi in vista! – Esclamò il moro, mostrando la sua sciabola.
- A questo ci penso io: io e Duncan abbiamo trascritto dei sortileggi che ci sarebbero stati utili dal libro degli incantesimi di Blaineley. – Disse Courtney, con un filo di malinconia nella voce quando pronuncio il nome del punk e sfilando un paio di foglietti dalla una tasca interna del vestito.
- Qui c’è un incantesimo che rimpicciolisce le cose e, al contatto del proprietario, ritornano alla loro dimensione originale… -
- Ottimo! Adesso vi do dieci minuti, dopo di che partiremo. – Concluse Alejandro, porgendo la sciabola alla mora che, recitando un linguaggio per la bionda incomprensibile, fece rimpicciolire l’arma del ragazzo.
Dawn osservò rapita i movimenti dell’incantesimo che fece diventare il suo arsenale grande come una matita.
Quando anche la luna comparve nel cielo stellato, gli Otherkin si incamminarono verso Sud.

***

Il sole stava spuntando nel cielo, illuminando un gruppo di case affacciate sulla riva del mare.
L’odore di salsedine invase le narici di Dawn e il vento che saliva dal mare le scompignava leggermente i capelli.
Jo li condusse tra le stradine e viuzze che si inoltravano tra le case fino ad una piccola bottega dall’aspetto grazioso.
Dall’ingresso del negozio uscirono una donna dai lunghi capelli neri e dalle iridi indaco e un uomo biondo e dagli occhi celesti.
La donna corse verso Calamity e la strinse in un forte abbraccio.
- Oh Jo, sei tornata! Ma guardati, sei bellissima. La mia bambina è tornata. Amore la nostra bambina è tornata! – Cinguettò la madre di Jo, le lacrime agli occhi e un grande sorriso sulle labbra, mentre chiamava a gran voce il marito.
L’uomo arrivò immediatamente, trasformando quell’abbraccio in uno a tre.
- Mamma ascolta: sono in missione per gli Otherkin, ci servono delle provviste, delle tende molto grandi e una barca. Sono anch’io felice di rivedervi ma purtroppo dobbiamo partire domani. – Mormorò la bionda, liberandosi dall’abbraccio dei genitori.
La coppia smise subito di sorridere e accompagnarono il gruppo dentro la bottega.
I genitori di Jo erano venditori di stoffe: il negozio era zeppo di tessuti di tutti i colori, tutti i tipi e di tutte le dimensioni.
La donna salì di corsa le scale che portavano ai piani superiori, ritornando poco dopo con una grande scorta di cibarie e quattro gigantesche tende.
- Ecco qua, questo è tutto quello che vi serve. Sapevo che non eri venuta per rivedere i tuoi vecchi eh? – Chiese, non appena ebbe consegnato tutto a Calamity.
- Si, ma ti prometto che quando finirà tutto verrò a trovarvi, promesso. – Rispose la bionda, ricevendo un altro abbraccio dalla madre.
Dopo aver lasciato la bottega, gli Otherkin si incamminarono verso la spiaggia.
Arrivati vicino ad un gruppo di reti abbandonate sul bagnasciuga, dall’acqua spuntò una ragazza-polpo: i suoi lunghi capelli viola erano tentacoli legati in una treccia, le braccia e le gambe erano scomparse, lasciando posto ad un'altra moltitudine di tentacoli.
Appena la strana creatura toccò terra, si trasformò e Dawn riconobbe il viso familiare di Sierra.
- Sierra!?! Che ci fai qui? Doveva venire Heather, che è successo al campo? – Chiese preoccupato Alejandro, raggiungendo la ragazza a grandi passi.
- Non è successo niente, tranquillo. Heather non è potuta venire perché… - La ragazza smorzo una risata
- …Perché aspetta un bambino, da te. – Concluse Sierra, trasformando l’espressione preoccupata del latino in una smorfia di stupore.
- è incinta? E come diavolo è successo!? –
- Sai questo è un concetto un po’ difficile da spiegare: vedi quando fai sesso con la tua donna c’è il rischio di ingravidarla, capisci? O devo farti anche un disegnino? – Disse Scott, con un ghigno compiaciuto sul volto per l’espressione dell’amico.
- So com’è successo ma, come diavolo è successo? – Replicò il moro.
- Adesso sei un po’ scosso, DJ cerca di farlo riprendere, io devo parlare con Dawn. – Concluse Sierra, prima di prendere sotto braccio Raggio di luna e allontanandosi per la spiaggia, lasciandosi le congratulazioni per Alejandro degli altri alle spalle.
- Dawn, vedo che hai il medaglione al collo. –
- Si, anche se non so come funzioni esattamente. – Rispose la bionda.
- è proprio per questo che ti volevo parlare… - La ragazza si fermò di colpo e prese tra le mani il medaglione.
- Questo medaglione ti aiuta a controllare i tuoi poteri e a rafforzare il tuo legame con la natura. –
Sierra si rigirò il ciondolo tra le mani.
- Quando si illumina di rosso, vuol dire che c’è un pericolo in vista, quando brilla di una luce dorata, un Otherkin ha bisogno di te, e tu hai il dovere di aiutarlo; quando invece si illuminerà dello stesso colore dei tuoi occhi… -
La ragazza guardò negli occhi la bionda.
- …Significa che sei pronta per trasformarti. –
Dawn non riusciva a crederci: aveva davanti a lei l’unica persona che riuscisse a dissolvere ogni suo dubbio.
Si schiarì la voce e si preparò a pronunciare la sua domanda.
- Sierra, di recente ho avuto delle visioni di un Otherkin e ogni tanto sento una voce dentro di me, sai che cosa vuol dire? –
- Dato che sei legata a tutti noi e alla natura, quando c’è un Otherkin in difficoltà, tu lo vedi tramite le visioni. La voce che senti è quella parte nascosta dentro di te che uscirà fuori solo quando ti trasformerai. Sentire voci l’ha provato ognuno di noi da piccolo, quando i poteri non si erano ancora mostrati. –
La ragazza guardò la linea dell’orizzonte.
- Sarà meglio andare. – Sierra prese per mano Dawn e corse verso il gruppo di Otherkin, ancora in festa per la lieta notizia di Alejandro.
Dawn si trattenne dal raccontare della sua ultima visione, decise che non era ancora il momento.

Angolo dell'Autrice:
Signori e signore, il capitolo 11!!!!
Vi ricordate il capitolo 2, quando è comparso Duncan?

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e il capitolo 4, quando si è trasformata Eva?


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ecco a voi le loro trasformazioni!!!!
e come non dimenticarsi si Sierra...


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per quanto riguarda le immagini di quelli della quarta stagione, sono riuscita a trovare solo Scott e Dawn:


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Naturalmente questi nn sono le loro trasformazione e per quella di Dawn dovrete aspettare ancora un po'
Recensite in tanti
Un bacione^^
Ogghy

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Otherkin - Capitolo 12

Il rumore delle onde che s’infrangevano sul bagnasciuga, era molto rilassante per Dawn.
Le sembrava la melodia più bella del mondo, ed era l’unica cosa che l’aiutasse a non pensare alla visione che aveva avuto.
Quel campo raso al suolo le metteva addosso tanta tristezza, dolore e orrore…
Cercava di non pensarci e di concentrarsi sulla nuova battaglia che doveva affrontare, ma l’unica cosa che le ritornava in mente erano gli occhi neri di quel corvo, pieni di disperazione.
Raggio di luna aprì gli occhi: da quando si era unita agli Otherkin, non riusciva più a meditare.
Non riusciva a svuotare la mente nei suoi esercizi quotidiani.
Le sembrava una strana coincidenza, ma una parte di lei non la pensava così.

Attenta agli occhi rossi
Attenta agli occhi rossi,
ATTENTA!!!

Quella voce dentro di lei stava ripetendo quella frase da un ora ormai. La ragazza si aspettava di avere un’altra visione, ma non venne.
Si alzò dallo scoglio dove aveva deciso di meditare, e raggiunse gli Otherkin, che stavano caricando le loro cose su una barca, noleggiata da Alejandro.
Senza dire neanche una parola, il gruppo s’imbarcò e DJ fece partire l’imbarcazione.
Due gabbiani volavano sopra le teste dei ragazzi che, stranamente, erano molto silenziosi.
C’era tensione, lo si poteva leggere dai loro volti.
La notizia della gravidanza di Heather aveva dato una finta illusione di una vita normale a tutti.

Ma loro non erano persone normali:

Erano guerrieri,

Guerrieri legati ad animali,

erano Otherkin.

La loro missione era sconfiggere le uniche persone che volevano distruggerli ad ogni costo. Si vedeva dai loro volti anche paura, la paura di non riuscire a vincere, di morire.
Ma erano tutti lì, che speravano in quella minuta ragazza dalla voglia a forma di spada color argento sul polso.
Dawn si sentiva sempre più determinata a sconfiggere gli stregoni, e a porre fine a tutte quelle sofferenze che le raccontavano le aure dei suoi compagni di viaggio.
All’improvviso si sentì osservata. Si guardò in giro un paio di volte, ma niente. Al terzo tentativo, vide che Scott era il suo osservatore segreto.
Un piccolo sorriso comparve sul volto di Raggio di luna: quel ragazzo la metteva sempre di buon umore.
Decise di avvicinarsi a lui. Ad ogni passo che faceva, sentiva una strana sensazione allo stomaco, come se il suo intestino scoppiasse in mille pezzi per poi ricomporsi e riesplodere di nuovo. Era una sensazione strana ma in un certo senso, piacevole.
Appena si avvicinò al ragazzo, le parole le morirono in gola. Si era preparata la frase con cui avrebbe rotto il silenzio tra lei e il rosso in quel piccolo tratto di strada, ma appena si era fermata, quella frase si era volatilizzata, insieme a quei due gabbiani, che sparirono all’orizzonte.
I due rimasero lì, a guardare il loro riflesso tremolante sullo specchio d’acqua sottostante.
- Scott, mi stavi osservando per caso? – Disse dopo un po’ la bionda, con voce incerta.
- Io non stavo guardando proprio nessuno. – Sputò la Iena, senza staccare gli occhi dal mare che s’increspava sotto i movimenti della barca. Dalla sua aura, la ragazza vedeva che era molto nervoso.
- Perché sei così nervoso? – Le chiese Dawn, guardandolo dritto negli occhi.
- Fatti i cazzi tuoi! – Esclamò Scott e se ne andò.
In quel preciso istante, Dawn svenne di nuovo.
Si ritrovò di nuovo nel buio più totale, fluttuando.
Davanti a lei comparvero di nuovo quei due occhi rossi, che proiettavano una luce spettrale verso il corpo di un ragazzo agonizzante, steso a terra.
Era ricoperto di tagli e ferite molto profonde, le sue lacrime di dolore si mischiavano al sangue e al sudore che gli colava dal viso.
Con uno sforzo immane, il ragazzo lanciò uno sguardo pieno d’odio e rancore nei confronti di quelle iridi scarlatte e Raggio di luna poté finalmente vedere il colore dei suoi occhi: grigio cenere.
- Scott... - Sussurrò con orrore la bionda, prima di risvegliarsi con tutti gli Otherkin intorno a lei.
- Stai bene adesso? – Chiese dolcemente Sierra aiutandola ad alzarsi.
Dawn non rispose alla ragazza, ma raccontò quello che aveva visto nella sua visione, omettendo la parte dei due occhi grigi del ragazzo.
- Dawn… Hai avuto altre visioni di recente? – Disse Trent e Raggio di luna pensò che era il momento di raccontare anche l’altra visione.
Raccontò del campo raso al suolo, del corvo e degli occhi rossi.
Quando la bionda finì il suo racconto, le facce di tutti erano orripilante.
- Il campo che hai visto, era un nostro avamposto, vicino al castello di Blaineley. Questo significa che l’unico che è sopravvissuto all’attacco è… -
- Noah! Sapevo che quello stacchino era bravo! – Gongolò DJ, dalla cabina di pilotaggio.
- Si, ma questo vuol dire anche che Blaineley sta raccogliendo anime. – Concluse la frase Alejandro, con un misto d’orrore nella voce.
- Che cosa intendi dire? – Chiese ingenuamente Dawn. Courtney si fece largo nel gruppo, fino ad arrivare vicino alla ragazza.
- Chef e Chris succhiano le linfe vitali subito, provocando una morte veloce e indolore. Ma Blaineley no. Lei imprigiona gli Otherkin e li “prepara” per il loro assorbimento. –
Dawn sentiva che la mora non aveva voglia di parlarne, voleva fermarla ma lei continuò.
- Nel periodo di tempo che rimangono lì, vengono brutalmente torturati. In questo modo, le linfe sono più attive, dato che devono mantenere in vita una persona debole e non in splendida forma e per questo sono più preziose. Il quel castello succedono le atrocità più terribili su uomini, donne e bambini. – A quelle parole, Raggio di luna si portò le mani alla bocca inorridita.
- Solo una persona è uscita viva da quel castello dopo essere stata catturata, un bambino. Scott è nato in quelle segrete, è cresciuto a pane e torture e, all’età di dieci anni, è riuscito a fuggire. –
Gli occhi di tutti si posarono sul rosso, che teneva le braccia incrociate al petto e sembrava molto infastidito da quella situazione.
- L’isola! – Urlò DJ e gli occhi di tutti si posarono di nuovo sull’orizzonte.
Avvolta da una leggera nebbiolina, C’era un isola assolutamente bellissima. Se non fosse stata per il fatto che in quel luogo ci abitasse un potente stregone, quell’isola poteva essere una bellissima meta turistica.
Il gruppo tocco terra dopo qualche minuto, e immediatamente, un paio di loro montarono le tende per la notte, dietro una collinetta.
Dawn cercò con lo sguardo Scott: doveva parlagli.
Quando finalmente lo vide, corse verso di lui e lo trascinò in un luogo più appartato.
- Ti devo parlare. – Rispose alle innumerevoli domande della Iena.
Quando finalmente si trovarono lontani dagli altri, Raggio di luna raccontò la vera visione che aveva avuto sulla barca.
Il rosso rimase in un silenzio imbarazzante, senza smettere di fissare negli occhi Dawn. la ragazza si trovava sempre a disagio quando veniva osservata da quegli occhi, ma si fece coraggio e chiese.
- Tu sai dirmi che significano quegli occhi rossi? –
- Non li ho mai visti prima! –
Raggio di luna si avvicinò ancora di più a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.
- Forse dovresti raccontarmi quello che ti è successo nella prigione di Blaineley… - A quelle parole, il ragazzo divenne rosso dall’ira, prese la mano di Dawn e avvicinò ancora i più la ragazza a sé.
Raggio di luna poteva sentire il respiro della Iena sulla sua pelle.
- Non sono cose che t’interessano. – Sibilò, prima di andarsene e lasciare la bionda.

Scott sentiva una strana sensazione: perché una parte di lui, in quel momento, bramava così tanto le labbra violacee di Dawn?

E perché un’altra parte di lui voleva ucciderla a tutti i costi?

Si sentiva diviso a metà e non riusciva a capire a quale delle due dare ragione.
Il ragazzo raggiunse in gruppo in un ostile silenzio.
Era troppo preso da un'altra domanda che gli martellava nella mente:

Il suo angelo custode gli aveva detto la verità?

Quella notte l’avrebbe scoperto.

Angolo dell'autrice:
Chiedo scusa a tutti quelli a cui avevo detto che avrei messo il nuovo capitolo di Othekin ieri. Il fatto è che mio fratello è stato al PC tutto il giorno e ho finito il capitolo solo ora.
Spero che vi sia piaciuto lo stesso e sono sicura di aver farto sorgere in voi altri dubbi.
Scoprirete mai il mistero che si celo in questa storia?
Dovete solo continuare a leggere!
Un bacione :^.^:

Ogghy

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Capitolo 14
*** Cpirolo 13 - Seconda notte/parte 1 ***


Otherkin - Capitolo 13

Brick si rigirava spazientito nel suo giaciglio.
La sua mente era piena da tanti e troppi pensieri: Aveva un gigantesco peso sul cuore, che doveva svuotare immediatamente. Il solo pensiero di parlare, combattere, viaggiare con lei, senza dirle niente, era una tortura orrenda.
La luna era scomparsa dietro un gruppo di nuvole pesanti e cariche di pioggia, e il ragazzo sprofondò nell’oscurità.
Accese spaventato una lanterna ad olio di fianco a lui.

Il buio

Era da sempre stato la sua paura, il suo nemico. Ma in quel momento doveva affrontarlo, per lei…
Si alzò e, con la lanterna in mano, vagò tra le tende, facendo attenzione a non svegliare nessuno e a non farsi accorgere da Scott, che era di guarda.
Arrivò di fronte a una piccola tenda, fece un profondo respiro e vi entrò silenziosamente al suo interno.
Una figura femminile dormiva tranquillamente, che il moro riconobbe per Courtney.
Volse lo sguardo verso l’altro giaciglio presente nella tenda: era vuoto.

Lei non c’era.

- La stai cercando vero? – Chiese una voce, impastata dal sonno.
Brick si girò e incontro lo sguardo assonnato della cugina.
Il moro non rispose, si limitò ad annuire.
- Sarà andata ad allenarsi, ti consiglio di aspettarti l’inimmaginabile da lei. – Mormorò la mora, ritornando a dormire.
Il ragazzo lasciò la piccola tenda, ritornando nell’oscurità di quella notte senza stelle.
Si stava alzando un freddo vento, che preannunciava l’arrivo di una tempesta.
Cominciò a correre verso il bosco. Quello era un posto nascosto, riparato, luogo perfetto per allenarsi senza essere disturbati.
Gli alberi proiettavano un’ombra spettrale sul cono di luce della lanterna. Brick aveva paura, ma si fece coraggio e continuò la corsa.
Alla fine la vide, i capelli legati da uno strano fermaglio, che si stava esercitando negli affondi con la sua fidata arma.
Un piccolo pugnale, simile all’artiglio di un grande felino. All’impugnatura aveva scolpito un leone che mostrava i denti minaccioso.
La ragazza combatteva contro un nemico invisibile, sfoderando efficaci e potenti colpi di lama.
A Brick, i movimenti di Jo erano incredibilmente aggraziati, seppur molto letali per chiunque si mettesse contro la sua strada.
Avanzò verso di lei silenziosamente. Qualcosa gli sfiorò la caviglia, qualcosa di incredibilmente morbido, che riconobbe per la coda della ragazza. Subito dopo, un pugnale gli passò pericolosamente vicino al viso.

Sapeva che era lui, voleva spaventarlo.

- Eri davvero sicuro che ti saresti avvicinato a me senza farti scoprire? – Rise la bionda, ondeggiando la lunga coda color oro nella fredda aria notturna.
- No, ma volevo comunque provarci. – Rispose Brick, era deciso a non farsi abbattere dalle ”dolci” parole di Calamity.
- Che ci fai qui, tu non hai paura del buio? – Chiese acida Jo, rigirandosi uno dei suoi tanti pugnali nella mano.
- Volevo allenarmi con te. – Era la prima cosa che gli era venuta in mente.
- Allenarti con me? Hai voglia di morire oggi… va bene, prendi quella spada e cominciamo. – Disse sbrigativa la bionda, indicando l’arma adagiata a terra.
Brick l’impugnò e si preparò al colpo della ragazza.
Con un balzo felino, Calamity si scagliò contro il ragazzo, che parò il doppio colpo di pugnale.
Jo lanciava e prendeva pugnali ad una velocità impressionante, e il moro fece fatica a schivarli tutti.
Combatterono fino a che l’olio della lanterna non si spese. Il ragazzo si immobilizzò, la paura cominciava a scorrergli nelle vene.
- Oh, non riesci a vedere al buio bagna braghe? Che peccato, io invece ti vedo benissimo. – Mormorò la ragazza, muovendosi intorno al soldato.
Il moro aveva tutti i muscoli tesi, le mani strette sull’elsa della spada. Fece affidamento al buon udito che disponeva, dato che era la sua unica arma in quel momento. Tese l’orecchio ad ogni sibilo del vento, ogni singolo scricchiolio…
Un piccolo rametto si spezzò con un rumore secco, e Brick spostò la spada verso sinistra, deviando la traiettoria di un altro pugnale.
Con l’ennesimo movimento si lama, sentì il rumore del metallo che cade a terra, e un sorriso vittorioso comparve sul suo volto.
Con un movimento della mano sinistra, il ragazzo afferrò il polso della ragazza. Lasciò andare la spada e afferrò con l’altra mano anche l’altro polso della mano sinistra della bionda, ancora provvisto di pugnale.
Strinse la stretta e sentì anche l’ultima arma cadere a terra.
- Ce l’hai fatta, complimenti. Adesso, lasciami. – Ordinò Calamity, ma Brick non l’ascoltò.
Jo si divincolò per un po’, ma la presa ferrea del soldato non voleva allentarsi.
La ragazza cominciò a preoccuparsi: Brick non era mai stato così impulsivo e cocciuto.
- Devo dirti una cosa, è importante. – Cominciò il moro. Sapeva che quello era il momento giusto, e doveva attingere a tutto il suo coraggio.
- Avanti, che aspetti. Spara. – Disse spazientita la bionda.
Appena il soldato aprì bocca, le parole che aveva preparato con così minuziosa attenzione, volarono via, lasciandolo nel panico più totale.
Era paralizzato, non riusciva più a dire niente.
- Sei sveglio? Avanti parla! – Gli ruggì contro Jo.
- Non riesco a dirtelo con le parole. – A quelle parole, Calamity cominciò a preoccuparsi su quello che sarebbe successo dopo.
- Già so che mi ammazzerai dopo. – E, detto questo, Il moro si fece finalmente coraggio e posò le sue labbra su quelle della ragazza.
La bionda si divincolò con forza maggiore, frustando il ragazzo con la coda.

Ma era tutto inutile.

Brick strinse ancora di più la stretta sui suoi polsi e la ragazza si calmò. Calamity chiuse lentamente gli occhi e si fece trasportare da quella inebriante emozione che si stava facendo strada nelle sue vene.
La sua coda si attorcigliò al bacino del moro e lui cominciò a insinuare la lingua tra le labbra socchiuse di Jo.
La ragazza stava praticamente tremando di piacere, assaporando il sapore delle labbra di Brick.
La presa del soldato allentò e Calamity si liberò con uno scatto fulmineo. Il moro ebbe l’improvvisa paura che la ragazza ripartisse all’attacco, paura che svanì all’istante appena le mani di lei si intrecciarono dietro il suo collo.
Il ragazzo le passo le mani sotto la maglietta, trovando qualcos’altro che il gancetto del reggiseno.
Due impugnature di pugnali.
Sfilò lentamente le due armi e le lanciò lontano, per poi ricominciare a accarezzare la pelle della bionda.
Si staccarono lentamente e il ragazzo venne spinto violentemente contro un albero.

La sua fine era vicina.

- Come diavolo ti sei permesso?! – Sputò Jo, e il moro vide i suoi occhi nel buio.

Due iridi color indaco piene d’ira.

- Te l’ho detto che non riuscivo a dirtelo a parole. Però ho sentito che ti è piaciuto. – Sapeva che questo l’avrebbe fatta infuriare, ma doveva affrontarla, o sarebbe andato tutto perduto.
- Che intendi dire? –
- Ti ho sentito fare le fusa. – Jo sgranò gli occhi: in quel momento maledì il suo istinto felino.
Si abbassò di poco e cominciò ad alzarsi la gamba destra del suo pantalone, mente la luna illuminava di nuovo il bosco con la sua luce.
Nella mente del soldato nacquero un sacco di pensieri inappropriati nel momento in cui vide la gamba della ragazza, e una giarrettiera dorata.
Guardando meglio lo stravagante accessorio, notò che custodiva l’ennesimo pugnale nascosto, che la ragazza portò inevitabilmente contro la gola del moro.
- Se ti azzardi a dirlo a qualcuno io… - Lo minacciò Calamity, mostrando i suoi lunghi canini e spingendo la lama argentea contro la pelle del ragazzo, da cui uscirono delle gocce di sangue.
- Stai tranquilla, non lo dirò ad anima viva. Questa sarà la nostra piccola distrazione personale. – Detto questo, Brick tolse il coltello dalla mano di Calamity e le cinse la vita con il braccio.
- Spero che tu abbia finito i pugnali. – Le sussurrò la Recluta. La ragazza si tolse lo strano fermaglio dai capelli, che le caddero dolcemente sulle spalle. Quello non era un fermacapelli, era l’ennesimo pugnale nascosto.
“Questa donna è piena di risorse” disse tra sé e sé il moro, donandole un dolce sorriso.
Lei si divincolò dalla presa del ragazzo e lo invito gentilmente ad andarsene. Brick ritornò di corsa nella sua tenda, la mano sinistra premuta contro il piccolo taglio sul collo, il sorriso sul volto e il dolce sapore delle labbra di Jo.

Vaniglia.

Angolo dell'autrice:
La vostra cara Sam è tornata sul suolo Otherkin! Dato che questa settimana ho avuto un po' la fissa per la Jock, ho deciso di mettere questo piccolo accenno di JOxBrick.
Spero vi sia piaciuto un sacco.
Soprattutto i nascondigli dove mettere un pugnale eh?
Un bacione:^.^:

Samantha detta Sam

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Seconda notte/parte 2 ***


Otherkin - Capitolo 14

La pioggia stava cominciando a cadere sui tetti delle tende, e un vento freddo si insinuava all’interno di esse.
Scott era steso nel suo giaciglio, lo sguardo perso nel vuoto.
Doveva parlare col suo angelo, era sicuro che non gli avesse detto tutto quello che sapeva.
Si girò di lato e chiuse i suoi occhi color cenere, e il sonno s’impossessò velocemente di lui.

Il ragazzo si ritrovò in quella distesa deserta, la nebbiolina grigiastra era più fitta e il rosso fece fatica a vedere la figura minuta del suo angelo custode.
- Sei tornato. Mi sei mancato sai? – Lo salutò dolcemente la ragazza, ondeggiando i suoi lunghi capelli neri intorno a lui.
- Lascia perdere queste moine. Dawn ha avuto una visione, in cui ha visto degli occhi rossi. Tu ne sai qualcosa? – La Iena era deciso a non perdere tempo con lei.
La mora lo guardò dritto negli occhi, mentre si avvicinava a lui.
- Ti fidi ancora di lei, vero. – Il tono di voce dell’angelo non ammetteva repliche.
Scott cominciava a non sopportarla più.
- Senti, cercati qualcun altro da perseguitare, perché io non la ucciderò. – Sibilò a denti stretti il rosso.
L’angelo cominciò ad accarezzare il petto muscoloso del ragazzo, ed il rosso sentì una spiacevole sensazione a quel tocco.
- Conosco il tuo passato Scott. Sei nato nelle segrete di quella strega, e Blaineley ti ha portato via i tuoi genitori. So quello che hai sofferto da bambino. So quante volte hai pianto, conosco l’orrore che ti porti dentro e la rabbia che hai per non averli salvati. Eri solo un bambino allora, ma adesso sei cresciuto. Sei un uomo forte e vigoroso, e puoi fermarla, dovrai solo uccidere Dawn. – Di fianco a loro ricomparve il pugnale avvelenato dall’impugnatura color smeraldo. A quella vista, Scott deglutì rumorosamente.
- Mi hai fatto arrabbiare quando lo hai sotterrato. Cerca di non deludermi sta volta. – L’angelo diede l’arma al ragazzo e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, sparì così come era apparsa.

Il ragazzo si alzò si scatto, di nuovo in un bagno di sudore.
- Non preoccuparti, adesso è tutto finito. – Disse una vocina vicino a lui e il ragazzo vide, con grande sorpresa, che Dawn era di fianco a lui.
- Che diavolo ci fai qui? –
- Non riuscivo a meditare e ti ho sentito parlare nel sonno, così sono entrata. – Spiegò semplicemente la ragazza.
Scott cercò con la mano il pugnale del suo angelo e, appena la sua mano sfiorò l’impugnatura dell’arma, la spinse di lato.
Non l’avrebbe uccisa in quel momento, doveva ancora accertarsi delle accuse sulla bionda.
I due rimasero in silenzio, finché il ragazzo non si stese di lato, dando le spalle a Raggio di luna.
- Bè, buona notte e fuori di qui. –
La ragazza non si mosse da lì, si rigirò il lembo sinistro della sua camicia celeste tra le mani, poi disse, con voce incerta.
- Posso dormire qui? –
Il ragazzo si alzò e incrociò gli occhi magnetici di Dawn.
Un parte di lui gli diceva di non fidarsi di lei e un’altra parte… si era completamente svegliata al solo pensiero del corpicino di lei vicino al suo.
Il rosso si alzò, prese una coperta abbandonata in un angolo della tenda, la lanciò in malo modo a Raggio di luna e si ridistese nel suo giaciglio.
La ragazza si sistemò di fianco a lui.
- Scott… -
Un grugnito arrivò in risposta alla ragazza.
- Buona notte. – Disse, prima di addormentarsi.
La pioggia si fece più forte durante la notte, mentre i due, nel sonno, si strinsero l’uno a l’altra.

Angolo dell'Autrice:
Mi scuso per il piccolissimo capitolo che mi è uscito fuori, ma credo che il contenuto di questo equivalga alle file dei supermercati che scrivo di solito ;D
Scott ucciderà Dawn?
O le salterà addosso per un altro motivo, che noi tutti sappiamo? xD
Ok sta uscendo la mia parte pervertita...
Sarà meglio rinchiuderla di nuovo e chiedervi gentilmente di recensire in tanti.
Un bacione:^.^:

Samantha detta Sam

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Otherkin - Capitolo 15

La mattina seguente portò una fitta nebbia sull’isola. Dawn aprì lentamente gli occhi.
Cercò di alzarsi, ma qualcosa la bloccava, o meglio, qualcuno: Scott la teneva stretta a lui.
La ragazza lo guardò per un po’, ripensando alla visione che aveva avuto su di lui. Aveva paura, paura che potesse succedergli qualcosa, aveva paura di  non arrivare in tempo, per salvarlo.
Il medaglione si illuminò all’istante, appena venne a contatto col petto del ragazzo.
Nella mente di Raggio di luna comparve di nuovo quella voce.

Aiutalo!
Aiutalo!
Ha bisogno di te!

Un venticello si insinuò nella tenda e fece tremare la bionda. Dalla battaglia contro Chef, era rimasta solo con quella leggera camicetta azzurra, e con quel vento freddo, rischiava di prendersi un malanno.
D’istinto si strinse di più al rosso, appoggiando la testa sotto il suo mento.
Sentiva il suo cuore battere e il petto alzarsi e abbassarsi regolarmente.
All’improvviso sentì qualcos’altro, più in basso.
Appena la ragazza si rese conto dell’identità di quel rigonfiamento, diventò rossa come un pomodoro.
Gli occhi color cenere del ragazzo si aprirono in quel preciso momento, e un grande ghigno comparve sul suo volto.
- Buongiorno. – Sussurrò con voce calda e sensuale.
- Dobbiamo andare, oggi sarà una lunga giornata. – Raggio di luna fece per alzarsi, ma venne prontamente spinta tra le braccia della Iena.
- E che fretta c’è! –
Dawn era impaurita, aveva visto la sua aura: Rosso.

Passione, Lussuria.

La ragazza si divincolò per un po’, riuscendo a liberarsi da quella presa ed ad alzarsi.
- Hai una maglietta da prestarmi, ho freddo. – Disse per cambiare argomento, non le piaceva per niente quella situazione.
Il ragazzo si tolse la sua maglia verde, rivelando una canottiera bianca. La porse alla bionda, che la mise immediatamente.
Quell’indumento era troppo grande per lei, le arrivava poco sopra il ginocchio.
- Lo sai che così sei molto carina… - Il ragazzo si riavvicinò a lei, accarezzandole i fianchi.
Raggio di luna aveva il cuore a mille, le tremavano le gambe e aveva una strana morsa allo stomaco.
Tutte sensazioni strane ma terribilmente piacevoli.
Il ragazzo ghigno un’altra volta, prima di avvicinarsi lentamente e ancora di più a lei.
Quelle labbra erano così invitanti, sembrava che lo chiamassero.
Non resisteva più ormai.
Erano distanti pochi centimetri l’uno dall’altra, quando la bionda si liberò dalla presa del rosso e fuggì via.
Scott scosse la testa e calciò le coperte del suo giaciglio, infuriato.
Come aveva fatto a comportarsi in quel modo?
Non doveva distrarsi, doveva accertarsi dell’innocenza di Raggio di luna.
Eppure, in una remota parte del suo cuore, sentiva che l’avrebbe rifatto.
Dawn corse senza sosta fino alla sua tenda, trovando DJ e Sierra al suo interno.
- Hai dormito bene Dawn? – Chiese gentilmente il ragazzo.
- Ehm… si, grazie. Ma tu dove hai dormito? – Secondo la divisione delle tende, DJ era con Scott, e lei aveva preso il suo posto la notte scorsa.
- Quando sono tornato dal turno di guardia, vi ho trovati abbracciati mentre dormivate. Non me la sentivo proprio di svegliarvi, così ho dormito qua. – Spiegò il moro, prima di uscire fuori e lasciare le due ragazze sole.
Le due rimasero in silenzio, mentre si infilavano le loro armature.
Dawn si lasciò la maglietta addosso. Non voleva perderla come era successo al maglione.
All’improvviso diventò tutto buio per lei.
Il silenzio le opprimete le orecchie per un po’, finché non sentì qualcuno piangere.
Si girò di poco e vide un ragazzo, di cui non riusciva a vedere il volto, in preda ad una crisi epilettica. Il ragazzo si contorceva in un modo orribile e Raggio di luna notò una grossa scheggia color porpora, conficcata nella sua spalla.
In ginocchio di fianco a lui, una ragazza piangeva disperatamente e, dalla sua bocca, fuoriuscì un urlo che somigliava ad un ruggito.
I due scomparvero alla vista della bionda, per dar posto di nuovo alle due iridi scarlatte.
Dawn spalancò gli occhi, ritrovandosi sotto il familiare soffitto della sua tenda.
Raccontò immediatamente il contenuto della visione a Sierra, che assunse un aria molto seria e preoccupata.
- Dawn devo dirti una cosa. Chris è famoso per le sue armi intrise di veleno, quindi la tua visione potrebbe avverarsi oggi. –
Appena Raggio di luna sentì quella frase, un incredibile e anormale voglia di staccare la testa dello stregone a morsi, le pervase ogni centimetro di lei.
Senza rendersene conto, aveva scagliato un potente calcio alla pila di armi presenti nella tenda, che rovinarono a terra.
Sierra la guardò negli occhi sbalordita, poi le rivolse un grande sorriso nel vedere che anche la bionda era stupita quanto lei.
Non aveva bisogno di chiedere niente, quella ragazza dai capelli viola la capiva con un solo sguardo.
- Hai appena visto la tua controparte guerriera. Ti spiego. – La ragazza si avvicinò a lei, rivelando il ciondolo della collana che teneva sempre nascosta sotto il top verde.
Il gioiello rappresentava il simbolo cinese dello Yin e dello Yang.
- Ogni Otherkin ha una sua controparte, completamente diversa da ognuno di noi. Predi DJ: è un ragazzo dolce e gentile, ma quando si trasforma, diventa una bestia indomabile. Ma questa divisione, ci rende più forti, come lo Yin e lo Yang. Divisi non sono nulla, ma insieme rappresentano l’equilibrio delle cose. Adesso predi le tue armi e andiamo, abbiamo uno stregone da uccidere. – Detto questo, Sierra prese la sua spada, e uscì dalla tenda.
La spiegazione della ragazza era stata molto vaga, ma Dawn aveva capito tutto. Dentro se stessa viveva una lei completamente diversa dall’altra.
Doveva farle stare insieme per avere l’equilibrio e potersi trasformare.
Prese il suo arsenale da guerra da terra, e si diresse verso il centro del campo, dove Alejandro stava spiegando il piano d’attacco.
- Il castello di Chris non è cadente come quello di Chef, ma dispone di un plotone di uomini piuttosto ridotto. Appena entreremo lì, lo stregone ci manderà contro tutto il suo esercito. Io, Trent, Courtney, Jo e Sierra li respingeremo su questo fronte. Il resto di voi, andrà nei sotterranei, nella camera di Chris, e lo ucciderete. È tutto chiaro? – Era chiaro che il latino aveva passato l’intera notte insonne, per preparare quella strategia, ma dalla sua aura, Dawn vide che aveva pensato anche a qualcuno a lui molto caro…
Il gruppo s’incamminò nel boschetto che circondava, come un elegante corona verde, il castello di Chris. La traversata di quel piccolo spazio ricco di vegetazione fu molto più piacevole della scampagnata nella palude. Raggio di luna si convinceva ancora di più che quell’isola era davvero fantastica, senza la presenza di quel famigerato stregone.
Dopo essersi lasciati alle spalle il pacifico boschetto, gli Otherkin si trovarono davanti al castello di Chris.
L’edificio era in pietra nera, molto imponente e ben nascosto dalla vegetazione circostante. Presentava però alcuni segni del tempo che era passato dalla sua costruzione: il legno del ponte levatoio, doveva avere perlomeno un centinaio di anni.
- Tutti pronti? – Domandò Alejandro, mentre tirava fuori la sua sciabola dalla fodera. Tutti annuirono, o quasi.
Jo e Brick si stavano guardando negli occhi, in silenzio.
- Non preoccuparti, ti prometto che non gli succederà nulla. – Disse Dawn, cercando di dividere il loro contatto visivo.
I due invece continuarono a fissarsi, finché Calamity non annuì lievemente, e la Recluta si unì al suo gruppo.
Appena entrati nel castello, come previsto dal latino, l’intero plotone dello stregone, si materializzò davanti ai loro occhi.
Un esercito di uomini insetto, alcuni di essi erano delle mezze vespe, e volavano minacciosi coi loro pungiglioni, sopra le teste degli avversari. Il primo gruppo cominciò subito a respingere gli attacchi dei nemici, mentre Dawn e gli altri, prendevano la scala che portava ai sotterranei del castello.
Molte celle delle segrete ospitavano ammassi di scheletri e topi grandi come cani di grossa taglia.
Nessuno osava aprire bocca, solo l’inquietante suono delle infiltrazioni d’acqua nelle celle e gli squittii dei ratti, riecheggiavano tra quelle mura.
Scott agitava nervoso la sua ascia da boscaiolo, creando dei cerchi in aria.
Il gruppo arrivò davanti ad una porta scardinata, di legno marcio.
Il rosso si trasformò in volpe all’istante, e cominciò a ringhiare alla porta. Raggio di luna gli accarezzò la testa e, con molta cautela, aprì la porta, mentre la folta coda rossiccia del ragazzo le stringeva la vita.
La stanza era avvolta nella penombra, una piccola, minuscola finestra, creava un piccolo cono di luce, che illuminava lo stregone.
Dall’alto, arrivavano frammenti della lotta che si stava svolgendo.
- Stupidi, insulsi Otherkin, credono davvero di potermi sconfiggere? Ah! Questo è tutto da vedere. –
Sogghignò Chris, mentre dall’alto, il rumore di un potente ruggito invadeva la stanza.
- Una tenace leonessa? Credo che sarà perfetta per il mio ricco banchetto di stasera. – Lo stregone si leccò avidamente le labbra, al solo immaginarsi il sapore di quella succulenta anima.
- IO TI AMMAZZO! -  Fuori di sé dalla rabbia, Brick si era avventato contro l’uomo, che intanto stava aumentando si stazza, e due grosse lame fuoriuscivano dai suoi polsi.
Il moro fu catapultato dall’altro capo della stanza, mentre il demone insetto urlava di rabbia contro i suoi avversari.
Dal nulla spuntarono un paio di guerrieri insetti, e gli Otherkin cominciarono a far roteare le loro spade in aria.
Dawn si ritrovò a combattere contro un uomo-vespa. Il mostro ferrava potenti attacchi di pungiglione, mancando di poco la ragazza. Doveva stare attenta: di sicuro quella puntura era dolorosa e anche velenosa.
Prese l’arco dalla sua spalla, tirò fuori dalla fenetra tre frecce e cominciò a mirare con cura il suo bersaglio. In un lasso di tempo incalcolabile, l’uomo-vespa fu trafitto dalle frecce avvelenate della ragazza, e cadde con un tonfo sordo a terra.
Raggio di luna si guardò intorno: DJ, trasformato in un possente gorilla, aveva appena schiacciato il suo avversario, Scott era riuscito ad atterrare un uomo-mantide, bloccandogli la gola con le sue potenti mascelle.
Brick era in seria difficoltà: lo stregone lo stava mettendo all’angolo, anche se il moro combatteva con tutta l’energia e rabbia di cui disponeva in quel momento.
Raggio di luna corse dai due, e cominciò e bloccare anche lei gli attacchi del demone insetto.
Le lame dello stregone erano molto più affilate e veloci della sua spada, ma la bionda, con un velocissimo scatto, era riuscita ad infilzare la sua spada nel braccio destro dell’uomo.
Brick si avvicinò ai due, pronto per dare il colpo di grazia a Chris.
All’improvviso, la ragazza sentì un sinistro sibilo, e si abbassò giusto in tempo per evitare un coltello color porpora, lanciato dallo stregone, prima che la sua testa rotolasse a terra.
Raggio di luna tirò fuori la spada dal corpo del demone insetto e si girò, per fare i complimenti al moro.
In quel momento, tutti i rumori divennero ovattati, e la ragazza sgranò inorridita gli occhi.
Brick era stato colpito: il coltello color porpora, che somigliava molto ad una grossa scheggia, si era impiantato nella sua spalla. Il ragazzo si guardò con sguardo perso in giro, prima di rovinare a terra, privo di sensi.
- NO! – La voce di Jo precedette la ragazza, che corse dal soldato.
Il suo volto era una maschera di dolore interiore, che fece venire i brividi a Dawn.
Calamity tirò immediatamente fuori il coltello dalla spalla del ragazzo, mentre esso cominciava a sudare freddo, e le convulsioni cominciavano a scuotere il suo corpo inerme.
La bionda si issò Brick in spalla, prima di trasformarsi in una sinuosa e agile leonessa dal manto giallo ocra. Lanciò un potente ruggito, prima di correre fuori da quel castello e dirigersi nel campo, alla disperata ricerca di un antidoto.

Angolo autrice:
Che capitolo lungo che ho fatto!!!
E soprattutto, nella prima parte, come sono stata pervertita eh?
Scusatemi tanto ma, io sono fatta così!
Comunque, ecco a voi le immagini del capitolo:

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ed adesso, un piccolo avviso:

A tutti quelli che seguono le mie storie:
Sto organizzando un altra long, che pubblicherò appena finirà Otherkin.
 Perchè vi dico tutto questo? Semplice!
Perchè deciderete VOI alcune cose della storia:

Volete che sia una fanfiction di Total Drama, o una storia originale?

Se scegliete l'opzione fanfic, ecco a voi un altra domandina:

Quali protagonisti vorreste in questa storia?

Vi avverto che  ci saranno tutti, ma avranno solo dei piccoli ruoli.
I posti come protagonisti sono sei, due sono occupati da Dawn e Scott.
Quei due mi hanno fatto cominciare a scrivere ff, e questo è il mio modo si ringraziarli!
Spetta a voi scegliere i fortunati quattro che divverranno i nuovo protagonisti.
I più votati saranno i vincitori.
Ringrazio trutti quelli che parteciperanno!
Questo avviso verrà pubblicato anche nel nuovo capitolo di Maledetto Alcool!

Bene, dopo aver detto tutto, vi lascio.
ALLA PROSSIMA SETTIMANA!
Un bacione:^.^:

Samantha detta Sam

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


           Otherkin - Capitolo 16

Era passata una settimana dalla battaglia contro Chris, ma il tempo sembrava essersi fermato per gli Otherkin. Da quanto era arrivato al campo dopo la battaglia, Brick aveva dovuto fare i conti con i sintomi del veleno.
Alcune volte aveva tremende allucinazioni, e DJ gli somministrava un tranquillante, che lo calmava per un po’.
Altre volte, dalle ghiandole lacrimali e dalla bocca, fuoriusciva sangue, e Courtney, dato che aveva il suo stesso gruppo sanguigno, procedeva con una trasfusione di sangue, ogni volta che succedeva.
Altre ancora, il ragazzo era in preda a bruschi cali e rialzi della temperatura. Jo, quando vedeva che il ragazzo tramava, si trasformava in leonessa e lo circondava col suo corpo, per infondergli calore, o gli dava degli impacchi gelati sulla fronte, quando la febbre diventava altissima.
Ma il sintomo peggiore di tutti, erano le crisi epilettiche. Lì bisognava solo tenerlo fermo e spettare che quell’attacco finisse.
Per tutti era una terribile visione vedere Brick in quello stato, col sudore che gli colava a fiumi sul viso, e la ferita sulla spalla da cui usciva pus puzzolente e sangue, che non accennava a cicatrizzarsi.
Jo era quella più scossa di tutti. Si sentiva tremendamente in colpa per quello che era successo al soldato, e questo sembrava averla fatta invecchiare di dieci anni.
I suoi occhi, prima pieni di adrenalina e voglia di vivere, adesso erano spenti e vuoti, mentre la ragazza guardava il moro nei suoi pochi momenti di quiete, tra un sintomo ed un altro.
Calamity non faceva avvicinare nessuno alla tenda dove lo aveva portato, era lei ad occuparsi di lui, a curargli la ferita, ad asciugargli il sudore…
Ogni tanto faceva entrare Courtney, per le trasfusioni, ma era chiaro che la ragazza non poteva donare sangue all’infinito.
Dawn voleva aiutarla, voleva cercare di calmare la bionda e convincerla a farle dare un’occhiata alla salute del ragazzo.
Un giorno, Jo acconsentì alla richiesta di Raggio di luna.
Appena entrò nella tenda, la ragazza si tappo il naso. Il tanfo che emanava la ferita rendeva l’aria irrespirabile.
Il quel momento, Dawn si chiese come facesse la bionda a stare col moro tutto il giorno.
Si avvicinò al ragazzo e, con cautela, gli tolse la maglietta.
Il soldato aveva un fisico semplicemente ben allenato, tutti i muscoli del suo corpo erano sodi e dimostrano il duro lavoro che aveva fatto la Recluta per avere quel fisico, quasi scolpito nel marmo.
Le mani esperte della bionda andarono sulla fasciatura della ferita e, sempre con molta cautela, cominciò a toglierla.
Dopo un po’ la ferita era sotto gli occhi increduli e inorriditi della ragazza:
Il taglio era molto profondo e aveva tranciato metà del muscolo e scheggiato leggermente l’osso, che si vedeva chiaramente attraverso di essa.
Il pus che circondava i lembi della pelle e carne tagliata, era di colore giallo sbiadito, ed emanava un odore a metà tra formaggio avariato e carne in decomposizione.
Quel odore, intensificato mille volte dal fatto che la ferita era all’aria, fece lacrimare gli occhi di Dawn. La ragazza però si fece coraggio e cominciò a pulire il pus e il sangue secco che si era accumulato intorno al taglio.
Dopo che la ferita fu pulita, Raggio di luna applicò su di essa, una crema fatta da lei stessa.
Il miscuglio di erbe, che profumava leggermente di menta e lavanda, sembrava alleviare il gonfiore della spalla, e dava anche un certo senso di sollievo al ragazzo.
La bionda poi prese ago e filo e, avvicinando i due lembi della ferita, cominciò a cucire il taglio.
Dopo un paio di minuti, dello squarcio che aveva lasciato il pugnale di Chris, rimaneva solo una linea leggermente rossa, tenuta ben chiusa da un filo marroncino.
- Se la ferita si riapre, chiamami ok? – Disse Dawn, mentre rifasciava la spalla di Brick.
Fece un respiro profondo, mentre guardava sconsolata il volto impassibile del ragazzo, che non apriva gli occhi da giorni.
- Lo sai che senza l’antidoto non possiamo tenerlo così a lungo… -
- Ho parlato con Alejandro, andremo dai miei genitori. Mia madre è un esperta di veleni e antidoti, e Brick adesso è abbastanza forte per affrontare il viaggio. –
Jo si alzò, toccò la fronte del ragazzo con le labbra e corse a prendere un secchio di acqua fredda, per poi poggiare un impacco congelato sulla fronte rovente del soldato.
- Quando partiamo? –
- Domani. Ora, via di qui. – Mormorò Calamity, mentre il ragazzo farfugliava qualcosa.
Dawn uscì all’aria fresca della sera.
Dopo quello che era successo a Brick, la ragazza continuava ad avere lo stesso incubo.
Sognava sempre la visione che aveva avuto poco prima della battaglia.
Quegli occhi rossi che la fissavano…
Solo pensare a quelle iridi scarlatte, faceva venire i brividi alla ragazza.
Si strinse nella maglietta che le aveva dato Scott e si avviò nella sua tenda.
Da quando Jo aveva deciso di passare giorno e notte nella tenda di Brick, Alejandro aveva dovuto riorganizzare la sistemazione degli Otherkin nelle tende.
Dawn gli aveva chiesto di dormire col rosso. Non sapeva neanche lei perché aveva fatto una richiesta di quel genere, ma voleva saperne di più sull’incubo che lui aveva avuto quella notte.
Il suo istinto le diceva che era proprio per quell’incubo che doveva aiutare il ragazzo.
Il latino acconsentì alla strana proposta di Raggio di luna, non prima di averla raccomandata della indole da “sciupa femmine” di Scott.
Ormai era da una settimana che dormiva con lui. Tutte le notti lei si svegliava a notte fonda, in preda a quell’incubo e, ogni notte, il ragazzo era sveglio accanto a lei. I due si abbracciavano l’un l’altro, coccolati dal battito cardiaco dell’altro come una ninnananna.
Dopo aver capito che solo dormendo abbracciati avrebbero saputo sconfiggere i loro brutti sogni, i due si concedevano un lungo abbraccio non solo al notte, ma anche quando erano da soli.
Dawn entrò lentamente nella sua tenda, sperando di trovare il ragazzo già al suo interno.
Scott era steso nel giaciglio, le mani dietro la nuca e lo sguardo fisso al soffitto.
Raggio di luna si tolse le scarpe e s’infilò subito sotto le coperte.
Il rosso si girò di lato, le passò un braccio intorno alle spalle e uno intorno alla vita, e la strinse lentamente contro il suo petto.
La ragazza si accoccolò sotto il suo mento e chiuse lentamente gli occhi. Ormai erano rare le serate in cui i due si scambiavano qualche parola. I loro erano per lo più colloqui fatti di sguardi e gesti. Non avevano bisogno di parlare, riuscivano a capirsi anche solo con un piccolo scambio di occhiate.
Il mattino seguente, il campo venne smontato in fretta, le provviste caricate sulla barca, assieme a un Brick, stranamente sveglio e loquace, mentre Dawn cercava inutilmente di meditare.
C’era qualcosa intorno a lei, una presenza, che le ostacolava i suoi esercizi zen. Una presenza maligna che le faceva raggelare il sangue ogni volta che l’avvertiva. Era una specie di fantasma, che volteggiava sopra la sua testa, impedendole di usare i suoi poteri.
Si rigirò il medaglione tra le mani, lo nascose sotto la maglia di Scott e sotto la camicia, vicino al cuore.
Il viaggio in barca fu più carico di tensione del primo. Nessuno osava aprir bocca, solo qualche lontano gemito di dolore di Brick prorompeva nel silenzio.
Raggio di luna si sentiva di nuovo osservata, ma già sapeva che erano due occhi grigi, ad essere fissi su di lei. Ormai era abituata allo strano comportamento del ragazzo, sempre sfuggente e complicato da capire, anche la sua aura era incredibilmente difficile da interpretare. Il gruppo arrivò alla riva opposta in poco tempo, sulla spiaggia, la madre di Jo era lì ad aspettarli. La donna corse verso la barca, e abbracciò forte la figlia.
La ragazza ricambiò il gesto d’affetto per un attimo, prima di separarsi dalla donna, che cominciò ad esaminare la salute del soldato, mentre le sue mani cominciavano a sciogliere le bende sulla sua spalla.
- Devo rendertene merito Jo, grazie a te è ancora in vita ma questo… - La madre tracciò con le dita il contorno della ferita ricucita. – Non è farina del tuo sacco vero? – Rivolse un sorrisetto alla figlia, che lo ricambiò con una stilettata.
La donna si alzò e, con voce autoritaria tipica della figlia, disse:
- Tu, Lentiggine, e tu, Occhi di gatto, portate il ragazzo. Voi altri, seguitemi. –
Scott e Trent portarono di peso il povero Brick per le viuzze e le varie salite del villaggio.
Dopo circa un’ora di cammino, gli Otherkin arrivarono al negozio dei genitori di Jo, dove un confuso padre della ragazza era ad aspettarli all’ingresso.
- Che cosa è successo, Ellie? – Chiese l’uomo alla moglie.
- Te ne parlerò dopo Arthur, fai in modo che tutti abbiano un posto per dormire, almeno per stasera. -
La carovana si spostò all’interno dove i due ragazzi, ormai stremati per la scampagnata e per il peso del compagno, appoggiarono la Recluta sul letto di una camera.
Ellie e Jo entrarono immediatamente dentro, chiudendo la porta della stanza in faccia a possibili scocciatori.
Dawn si ritrovò a guardare la porta lilla della camera, ornata da una piccola targhetta che recitava:

Camera di Jo: ALLA LARGA!!!

***

Le due settimane che seguirono, furono pesantissime per Dawn. La casa disponeva solo di quattro camere per gli ospiti.
DJ, Trent e Alejandro si erano sacrificati ed dormivano sul divano. Jo si vedeva poche volte in giro, solo durante i pasti.
Era sempre chiusa nella sua camera, a prendersi cura di Brick.
Raggio di luna dormiva in una camera solo sua, molto bella e dall’aria incantevole.
Quando calava il sole però, era fredda e inospitale.
Di notte la bionda si svegliava, in preda al suo solito incubo, e ogni volta, sperava di trovare le braccia forti di Scott a stringerla e a farla calmare in quei momenti. Ma dopo pochi attimi, quella piccola speranza svaniva, alla vista di quella camera.

Vuota

Un giorno di pioggia tanto atteso, sembrò dare respiro a tutti. Dawn si aggirava per la casa sconsolata. Era quasi ora di andare a dormire, ma lei non voleva ritornare in quella stanza, non senza di lui. In quei giorni si era accorta che ormai, non poteva vivere senza la sua presenza.
Una piccola parte di lei, si pentiva amaramente di essere scappata quella mattina, nella tenda, quando le loro labbra erano pronte ad incontrarsi…
La ragazza passò davanti alla camera di Jo, dove Ellie era seduta sul pavimento, con un’aria sconsolata.
- Signora, cos’ha? – Chiese dolcemente Raggio di luna.
La donna si alzò immediatamente, mostrando un espressione in volto, che non ammetteva interruzioni.
- Il ragazzo sta per morire. E per nostra sfortuna, ho finito l’antidoto. L’unico posto dove posso ricavarlo, è in una grotta marina, molto lontano da qui. L’alga che cresce al suo interno è la sua sola speranza. –
La donna fece un respiro profondo, prima di continuare.
- Ma il viaggio dura almeno una settimana. E gli restano solo cinque giorni. –
La bionda era scioccata: Brick stava per morire, e non c’era più nulla da fare.
All’improvviso, una piccola scintilla di speranza, si accese come un fuoco ardente dentro di lei.
- Un uomo impiegherà una settimana, ma noi siamo Otherkin! –
La ragazza prese per le spalle la donna, che non aveva capito molto bene l’affermazione di Dawn.
- Vada da Alejandro, gli racconti tutto quello che c’è da sapere sull’antidoto, e per favore, ci prepari una grande scorta di provviste, quando ritorneremo. –
Senza aspettare una risposta da Ellie, la ragazza corse verso la sua stanza.
Aveva un piano: sarebbe andata dentro quella grotta, e avrebbe preso quell’alga. Era sì una missione rischiosa, ma la guerriera dentro di lei le diceva di andare lì, e Raggio di luna si fidava di lei.
Entrò velocemente nella sua camera e si chiuse la porta alle spalle, prima di capire che non era sola.
Scott era di fronte a lei, lo sguardo fisso nei suoi occhi color cobalto. La ragazza si avvicinò a lui, abbracciandolo.
- Sei riuscito a dormire? – Chiese ad un certo punto la bionda, per rompere quel silenzio che si era creato tra loro.
- No, tu invece? –
- Neanche io. – la ragazza si strinse di più a lui, come se ne andasse della sua vita.
Il rosso le accarezzò incerto i capelli, fissando un punto impreciso davanti a lui.
La ragazza si separò da lui bruscamente, e cominciò a cercare qualcosa all’interno di un cassetto.
- Credo che questa sia tua. – Raggio di luna porse la maglia verde al ragazzo, che la prese e la posò su una sedia lì vicino.
- La metterò a posto domani. -
Dawn lo prese per mano, e lo trascinò nel suo letto.
La Iena le circondo la vita con le braccia e la strinse lentamente a lui.
In quel momento, Raggio di luna si sentiva finalmente bene, mentre il battito del cuore del ragazzo, le faceva pian piano prendere sonno.
- Domani partiremo, alla ricerca dell’antidoto per Brick. – Disse ad un certo punto la ragazza, giocherellando con una piega inesistente della maglia del ragazzo.
La bionda non ricevette risposta, ma a lei bastava che lui era lì, con lei.
Sistemò la testa nell’incavo della sua spalla e, mentre le sue dita si intrecciavano a quelle di Scott, Morfeo la prese dolcemente con sé.

Angolo dell'autrice:
Eccomi qua, in ritardo ma con un altro lunghissssssssssiiiiiiimooooooooooo capitolo!
E adesso, una piccola sorpresina per il mio pubblico femminile!

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:Q______________________________________________________________________
Ringrazio Dott_Gwen che, anche se involontariamente, mi ha dato quest'idea...
Per i risultati del concorso, dato che non ho voglia di scriverli qua sotto, andate a cercarli nelle note dell'autore del capitolo 7 di Cara Courtney....
E con questo, vi saluto!
Un bacione :^.^:
Samantha detta Sam
P.S: RICORDATI DELLA RICARICA! (una persona in particolare capirà xD)

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


           Otherkin - Capitolo 17

Il cielo era finalmente sgombro dalle nuvole. Il sole illuminava e riscaldava con i suoi tiepidi raggi il piccolo villaggio. Alcune barche, ritornavano a riva dopo aver riempito le reti di pesce.
Dawn aprì lentamente gli occhi, liberandosi in un gran sbadiglio. Si stiracchió per bene, prima di accorgersi che in quel letto c’era solo lei.

Lui non c’era.

La ragazza si guardò intorno. Per un attimo ebbe la terribile sensazione, che era stato tutto un’ orribile e bellissimo sogno.
Immerse la testa nel cuscino sconsolata, pronta a rimproverarsi per averci sperato così tanto, ma un odore strano e familiare l’attirò. Annusò con tutta l’aria che aveva nei polmoni il cuscino.

Aghi di pino e sangue secco.

Scott.

Un grande e radioso sorriso si dipinse sul volto candido di Raggio di luna.
Non era stato un sogno.
Si alzò subito dal letto, cercando le sue scarpe. Ma qualcos’altro attirò la sua attenzione.
La maglietta del rosso era ancora lì, sopra di essa c’era un biglietto. La ragazza lo prese e lesse quella calligrafia impressa su quel foglietto con mano ferma e decisa.


“Alejandro ci vuole parlare, scendi il prima possibile, non aspettiamo nessuno, neanche la Prescelta.

Scott
P.S: quella maglietta servirà più a te che a me.”


La bionda ripiegò il messaggio e lo infilò nella tasca della gonna, mentre s’infilava la maglia del rosso e correva di sotto. Nel piccolo salotto di quella casa, tutti gli Otherkin erano lì, a confabulare tra loro. Appena si accorsero della presenza della Prescelta, interruppero le loro conversazioni e osservarono la ragazza.
Dawn si sedette accanto a Scott, nell’unico posto libero disponibile, mentre quegli sguardi erano ancora fissi su di lei.
Alejandro si alzò e si posizionò al centro della stanza.
- Brick sta per morire, gli rimangono solo quattro giorni e noi siamo la sua unica speranza. In una grotta marina, cresce un’alga dalle foglie fucsia, l’antidoto. Quattro di noi, andranno in quella grotta, prenderanno l’alga e dovranno farlo prima di quattro giorni. Tutto chiaro? –
Il gruppo annuì all’unisono.
- Chi vuole partecipare si faccia avanti, ma vi avverto. È un viaggio molto pericoloso, per quello che mi ha raccontato Ellie. – Concluse il latino, prima di indietreggiare di qualche passo, per dar posto ai volontari.
Sierra fu la prima ad avanzare. Dato che era per metà polpo, era scontato che partecipasse a quella missione.
Dawn si alzò subito dopo, imitata immediatamente dalla Iena.
I due avanzarono verso la ragazza, in attesa di scoprire l’identità dell’ultimo volontario.
Esso non tardò ad arrivare. Jo si alzò immediatamente. Raggio di luna poté guardarla meglio, dopo giorni che era rimasta nella sua stanza a curare il moro. Il viso era stanco, ma gli occhi avevano ritrovato quelle fiamme che illuminavano la pupilla in modo impressionante.
Courtney porse a Calamity tre mute da sub.
- Torna presto, ha bisogno di quell’alga. –
- Non preoccuparti, sarò velocissima. Tu tienilo sveglio e digli che Jo è andata a salvargli il culo per l’ennesima volta. – Rispose la bionda, uscendo fuori, seguita a ruota dagli altri.
Appena arrivata sulla spiaggia, la ragazza si fermò, prese una corda e legò in un fagotto le mute, dopo aver intrecciato un paio si corde con nodi complicati e indissolubili, se lo mise in spalla come uno zaino. Si girò, incrociando gli occhi con quelli della madre, mentre si trasformava in leonessa.
Scott si trasformò anche lui e, con un gesto del capo, invitò Raggio di luna a salire. La bionda si arrampicò fino ad arrivare sulla sua schiena.
Sierra salì in groppa a Jo, molto più in fretta di come aveva fatto Dawn.
- Reggiti, non sarà per niente una passeggiata. – Disse la volpe, prima di cominciare a correre ad una velocità impressionante. La bionda ebbe giusto il tempo di aggrapparsi al pelo rossiccio dell’animale, mentre vedeva il paesaggio sfrecciare e cambiare rapidamente.


***


Gli alberi e le case del villaggio, sparirono immediatamente, lasciando posto ad una vegetazione lussureggiante e a spiagge deserte e incontaminate. Il giorno si tramutò presto in notte, e la notte lasciò posto al sole che sorgeva, mentre la velocità a cui il gruppo viaggiava diminuiva sempre di più.
Quando il sole fu ormai sorto e alcune nuvolette pigre cominciavano a comparire, i ragazzi si fermarono.
Dawn scese e osservò con attenzione la zona dove si erano fermati.
Era una piccola spiaggia, le cui rive erano costeggiate da scogli, dove il mare si scontrava impetuoso e irrefrenabile.
Percorrendo con lo sguardo quella sottile linea grigia di rocce, si scorgeva una piccola insenatura, che doveva essere per forza l’entrata della caverna.
- Forza, vestitevi, non abbiamo molto tempo. – Disse decisa Jo, mentre cominciava a slegare il fagotto e a distribuire le mute agli altri.
- Scott. – Lo chiamò Sierra, guardando il ragazzo.
- Che c’è? –
- Girati, dobbiamo cambiarci. – Esclamò Calamity
Il rosso alzò gli occhi al cielo e si voltò, mentre le ragazze cominciavano a spogliarsi e ad indossare le mute.
Dawn ritrovò delle sere difficoltà nell’infilarsi quell’indumento: la muta era stretta e aderente, e la sua pelle che era sudata per lo sforzo, non l’aiutava di certo.
- Vuoi un aiutino? – La ragazza si voltò immediatamente, scoprendo con orrore che il ragazzo la stava fissando, e anche da tempo.
Si portò le mani sulle sue nudità, anche se coperte ancora dalla biancheria, e arrossì completamente.
Lo schiaffo ben assestato di Jo, fece voltare il rosso, senza però cancellargli quel ghigno compiaciuto sulla faccia.
Sierra accorse subito in aiuto della bionda e l’aiutò ad indossare la muta.
- Ora che avete finito posso cambiarmi io, ma prima giratevi. – Disse Scott.
Le ragazze ubbidirono immediatamente.
- O forse Dawn vuole aiutarmi a infilarmi la muta? – Chiese provocatorio il ragazzo, ricevendo un secondo schiaffo, più forte del primo, da Calamity.
Raggio di luna arrossì ancora di più, ma una parte di lei, ebbe la meglio e le fece voltare leggermente il capo.
La guerriera che era in lei voleva vedere.
La bionda riuscì a scorgere con la coda dell’occhio, la schiena muscolosa del rosso, mentre cercava d’infilarsi la muta.

La ragazza notò però qualcos’altro.

Delle lunghe cicatrici, che percorrevano tutta la schiena della Iena.
Dawn voltò di nuovo il capo, giusto un secondo prima che Scott si girasse verso di loro.
- Pronto, andiamo. – Annunciò il ragazzo.
Il gruppo si equipaggiò di maschera, pinne e bombole per l’ossigeno, prima d’immergersi.
Sierra si tuffo con loro, prima di trasformarsi.
Sott’acqua, i tentacoli viola che prima erano i suoi capelli, ondeggiavano nell’acqua, mentre il corpo agile e perfetto per il nuoto della ragazza nuotava a tutta velocità verso la grotta marina.
Dawn era sicura di non aver mai visto un posto tanto magico.
Le pareti di quella grotta erano ricoperte da coralli di tutti i colori. Vari pesci, di tutte le forme e dimensioni, popolavano quei coralli e nuotavano incontro al gruppo, incuriositi da quella strana presenza nella loro casa.
La ragazza era impressionata dalla bellezza della grotta, ma non vedeva neanche un’alga. Era tutto un ammasso di corallo e pesci variopinti.
Gli Otherkin s’immersero ancora più in profondità nella grotta, notando che le pareti si facevano sempre più strette.
Verso la fine della grotta, quando ormai erano costretti a far attenzione a non tagliarsi con la roccia nuda delle pareti, trovarono l’antidoto.
L’alga era di colore verde acido, e le foglie, lunghe e somiglianti a lame di coltelli, erano di colore fucsia.
Jo nuotò in fretta verso di essa, la staccò e la ripose con cura nella tasca della sua cintura.
Ma qualcosa andò storto.
Il medaglione di Dawn cominciò a brillare ad intermittenza, di una luce rossa che non accennava a smettere.

Pericolo.

All’improvviso, un urlo sovraumano riempì la grotta, facendo tappare le orecchie al gruppo e scatenando un terremoto marino.
- VIA! – Urlò Sierra, mentre conduceva i ragazzi verso l’uscita. Il tetto della grotta stava cedendo e pezzi taglienti di roccia, si staccavano da esso, attentando alla vita degli Otherkin.
Nuotarono più in fretta che poterono, per poi uscire da quella grotta, prima che una frana ne bloccasse l’uscita.
Il gruppo riemerse dalla superficie, incontrando con piacere la sabbia candida della spiaggia.
Che si tinse stranamente di rosso.
Appena Raggio di luna vide quel colore, si voltò per scoprire chi dei suoi amici si era ferito.
Scott era steso sul bagnasciuga, mentre si staccava una scheggia di roccia appuntita dal fianco destro. La ragazza corse subito verso di lui, mentre delle grosse lacrime cominciavano a comparire sul suo volto.

Aveva promesso di proteggerlo.

Non doveva andare così.

La bionda cominciò a pulire disperata la ferita del ragazzo dalla sabbia, mentre cercava di ricordarsi una qualche pianta benefica che poteva crescere da quelle parti.
- Ferma. – La voce stranamente calma del rosso, fece bloccare di colpo la ragazza, che incrociò subito i suoi occhi pieni di lacrime con quelli dell’altro.
Scott appoggiò entrambe le mani sulla ferita, chiuse gli occhi e cominciò a pronunciare una poesia.
Quello che uscì però dalle labbra della Iena fu un linguaggio strano e sconosciuto a Dawn, che osservò allibita la scena, mentre dalle mani del ragazzo fuoriuscivano piccoli lampi di luce.
Dopo che anche l’ultima saetta penetrò nella ferita, il rosso tolse le mani e smise di recitare quella poesia.
Raggio di luna non credeva ai suoi occhi, del grande squarcio che aveva creato la roccia, non era rimasto nient’altro che una sottile linea rossa.
Scott si alzò e, con andatura traballante, scomparve nella vegetazione che costeggiava la spiaggia.
- Passeremo la notte qui. – Annunciò autoritaria Sierra.
Jo si alzò immediatamente, gli occhi sgranati dalla meraviglia.
- Non possiamo! Se non ci sbrighiamo, Brick morirà! – Urlò Calamity, sbracciandosi.
- è passato solo un giorno. – La ragazza appoggiò una mano sulla spalla della bionda.
- Te lo prometto, riusciremo a salvarlo. – E detto questo, Jo andò nel bosco, alla ricerca di legna da ardere.
Dawn si asciugò le lacrime, mentre la sua mente si popolava di mille domande.

Come aveva fatto Scott?

Era per caso uno stregone?

- Impressionante eh? – Chiese Sierra, che aveva capito quello a cui stava pensando Raggio di luna.
- Che cos’è successo? –
- Questo non lo so, Scott non si confida con nessuno. È sempre stato così. Se si fida di te, te ne parlerà, fidati. – Mormorò la ragazza, asciugando l’ultima lacrima sul volto della bionda e andando a prendere qualcosa da mangiare.


***


Quella notte, Dawn non dormì, gli incubi non l’abbandonarono mai, solo quando il sole cominciò a sorgere, sparirono nel nulla. Raggio di luna si alzò prima degli altri e corse verso il bosco.
Trovò un prato fiorito, si posizionò proprio al centro e cominciò a meditare.
Ma invece di rilassarsi, fu preda di un’altra visione.
Era di nuovo circondata dal buio più totale, da cui emerse Scott.
In mano aveva un pugnale dall’impugnatura color smeraldo. La guardava minaccioso, e lì, la ragazza notò il colore delle sue iridi.
Rosse.
La voce dentro di sé cominciò ad urlare, mentre la figura del rosso si avvicinava sempre di più a sé.

Scappa

Ti ucciderà

Attenta!

La bionda urlò con tutta l’aria che aveva nei polmoni, pronta a sentire la lama del pugnale nella sua carne.
- Dawn, svegliati! – Quella voce, la fece riportare subito alla realtà.
Scott era di fianco a lei, mentre l’aiutava ad alzarsi.
- Hai avuto un'altra visione eh? – La ragazza annuì e racconto di quello che aveva visto al ragazzo.
Il rosso rimase per un po’ sbalordito, ma poi ritrovò la sua solita espressione.
- Scott, dimmi la verità: tu conosci quegli occhi rossi. – Il tono di Dawn non ammetteva repliche.
Il rosso stava per ribattere, quando la voce di Jo li richiamò.
I due corsero verso la spiaggia, mentre le ragazze stavano sistemando le ultime cose nel fagotto.
La Iena si trasformò e la bionda gli salì in groppa, prima di partire.
Il viaggio fu però più lungo.
Scott, per colpa della ferita, non correva come prima e aveva un andatura disordinata e barcollante.
Impiegarono precisamente due giorni per tornare alla casa dei genitori di Jo.
La ragazza corse in fretta nella casa, urlando a gran voce la madre per farsi preparare l’antidoto.
Quando l’infuso fu pronto, Calamity corse nella sua camera.
Si precipitò di fianco a Brick e gli fece bere l’antidoto. Il moro la guardò e accennò un piccolo sorriso, prima di chiudere gli occhi.

Il suo respiro si fece sempre più lento.

E il suo cuore smise di battere.

- NO, NO NO! NON MORIRE! – La bionda cominciò a fare il massaggio cardiaco alla Recluta, nella remota speranza di riavviare il battito cardiaco.
Dopo un paio di minuti, la ragazza appoggiò l’orecchio al petto del ragazzo.

Niente.

Brick era morto.

Due grosse lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi color indaco di Jo, che si spensero del tutto.

Questa volta per sempre.

Immerse la testa nel petto del soldato, inspirando a pieni polmoni il suo profumo.
Dawn non poteva crederci, Brick non poteva morire.

Era stata tutta colpa sua.

Aveva promesso che non gli sarebbe successo niente, e aveva fallito.

In quella guerra, le sue promesse erano polvere al vento.

- J-Jo – La flebile voce di Brick, riscosse Jo, che alzò la testa, incrociando gli occhi profondi del moro.
- TU! BRUTTO STRONZO! MI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO! SEI SOLTANTO UN EMERITO COGLIONE! – Inveiva la ragazza, che cominciava a dare pugni al soldato.
La Recluta gli bloccò i polsi, e la imprigionò in un bacio pieno d’amore e di passione.
- Anch’io sono felice di rivederti. – Sussurrò dolce Brick, accarezzando il viso della bionda.
- Ma stavi piangendo? –
- No mi è entrata una cosa nell’occhio. – Si giustificò Jo.
- A tutti e due? –
- Vuoi vedere come ti uccido io invece? – Lo minacciò Calamity, mentre i suoi occhi ritrovavano finalmente quella luce che, da quando il ragazzo era stato avvelenato, avevano perso.

Angolo dell'Autrice:

BUON NATALE A TUTTI!!!!
Eccomi qui, con il mio piccolo (si fa per dire xD) regalo di Natale.
Che, non per colpa mia, è arrivato un po' in ritardo... u.u
E' stata tutta colpa di Just Dance 4!
Quel gioco ti ipnotizza!
Ad ogni modo, spero che abbiate passato un buon natale, e che questo capitolo vi sia piaciuto.
Un bacione:^.^:

Samantha detta Sam

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Terza notte/parte 1 ***


Otherkin - Capitolo 18

Blaineley attraversò a grandi falcate l’immenso corridoio che la separava dal suo laboratorio. Aprì con un calcio la porta, rivelando una stanza piena di libri, bottiglie, provette e scatoline contenenti i più svariati oggetti per praticare la magia oscura.
Al centro di essa vi era un piccolo tavolino, su cui era adagiata una sfera di cristallo, di colore grigio.
La strega si sedette di fronte al tavolino e alzò piano la manica destra del suo vestito color cremesi.
Posto sull’avambraccio, c’era un triangolo nero pece, dai bordi rossi.
Tre teschi lo circondavano, bianchi come la neve.
l tatuaggio le faceva male e il fatto che il triangolo si fosse colorato di nero, non era un buon segno.
Prese un barattolo e cominciò a spalmare la crema che c’era al suo interno.
Subito sentì un sollievo a quel dolore lancinante.
Alzò lo sguardo e guardò intensamente la sfera davanti a lei. Subito l’oggetto mostrò quello che la sua padrona voleva vedere.
Il gruppo di Otherkin era in viaggio, verso il suo castello. L’immagine s’ingrandì mostrando Scott, circondato da un alone di luce rossa e dorata.
- Il nostro piccolino ha usato i suoi poteri, senza preoccuparsi che adesso io posso vedere tutti i loro spostamenti. –
La strega si alzò, con un ghigno malvagio sulle labbra e chiamò a gran voce il suo generale, che accorse da lei immediatamente.
Non era una creatura di ghiaccio, ma un uomo, alto e dalle spalle larghe, l’elmo nero che portava sul capo gli nascondeva il volto, rivelando solo le sue iridi scarlatte, l’occhio sinistro era trapassato da una lunga cicatrice.
Egli si inginocchiò e baciò la mano della sua signora.
- Muovi le tue truppe, prode generale. Dovete affrontare un lungo viaggio ma dimmi, tutti i sopravvissuti al Campo Omega sono nelle segrete? – Chiese la donna.
- Si mia signora. I cadaveri lastricano la via per quel campo. Tutti quelli che hanno opposto resistenza sono morti. –
Blaineley sorrise ancora di più.
- Bene. Prepara i tuoi uomini, domani partirete per Campo Otherkin. Mi raccomando: non voglio morti, solo prigionieri. – Ordinò la donna, prima di congedare il generale, che se ne andò subito, non prima d’aver salutato la strega con un profondo inchino.
La bionda tornò a guardare la sfera, mentre sfogliava distrattamente il suo libro degli incantesimi.

La sua mano si fermò sulla pagina del Bacio della Sirena.

- Molto presto riceverai la stessa sorte che è toccata a tuo padre. – Sussurrò la donna, mentre l’immagine di Scott svaniva lentamente nella sfera.

Angolo dell'Autrice: 

Quanti misteri sempre nuovi stanno nascendo!
Mi stupisco di mestessa, a volte, non mi ricordo neanche io quanti ne h messi in questa storia!
Adesso sta a voi far ragionare il cervello e dirmi quali sono le vostre opinioni e le vostre possibili spiegazioni di questi piccoli enigmi
Un bacione:^.^:
S: SAMANTHA!
Che c'è?
S: Non hai dimenticato qualcosa?
OH! é vero! Grazie Scotty! :3
S: *Ringhia*
Ecco a voi, il tatuaggio di Blaineley!


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Bene adesso sarà meglio che vada...
Un bacione:^.^:

Samantha detta Sam

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Terza notte/parte 2 ***


Otherkin - Capitolo 19

Erano in marcia dall’alba ormai.
La stanchezza si faceva sentire anche nei componenti più forti e resistenti del gruppo.
Dawn avrebbe preferito aspettare un altro po’, prima di partire. Le condizioni di Brick miglioravano a vista d’occhio, ma il ragazzo faceva molta fatica a mantenere l’andatura degli altri.
Si stancava velocemente, anche se non lo dava a vedere. Era stato proprio il moro a proporre quella partenza anticipata, sostenendo fermamente di essersi rimesso adeguatamente e che non bisognava aspettare altro tempo per uccidere la strega. Alejandro non aveva potuto fare niente contro la volontà di ferro della Recluta e, radunando i pochi averi che avevano, gli Otherkin si erano messi in viaggio.
Raggio di luna non era preoccupata solo sulla salute del soldato.
Dopo l’episodio della grotta marina, la ragazza aveva tenuto d’occhio Scott. Il ragazzo, anche se sosteneva che la sua ferita si fosse rimarginata completamente, era stato scoperto dalla bionda a rubacchiare ogni tanto qualche rotolo di bende, per poi correre chissà dove con il bottino trafugato.
Cercava in tutti i modi di non far sapere a nessuno del dolore che gli provocava quella ferita, ma Dawn dalla sua aura, l’aveva capito subito.

Perché non vuole farsi curare?

Era la domanda che popolava sempre i pensieri di Raggio di luna, quando vedeva la sua aura, che lanciava chiari segni del dolore che provava.
Il suo medaglione cominciò a brillare di nuovo, quando la sua mente vagò di nuovo sul quello strano ragazzo.
Da quando l’aveva conosciuto, il medaglione aveva sempre reagito così. Quello era un chiaro segno che il rosso aveva bisogno di lei, ma la bionda non sapeva che fare per aiutarlo.
Il gruppo si fermò nelle vicinanze di un geyser, dove montarono le tende per trascorrere la notte.
Dawn ne approfittò per rifugiarsi sulle sponde di un piccolo specchio d’acqua, reso incandescente dall’attività del geyser.
La Prescelta si posizionò su una roccia tiepida e, rilassata dal piacevole tepore, cominciò a meditare.

O almeno, ci provò.

Il suo medaglione cominciò di nuovo a brillare, e questo, bastò alla bionda per capire chi si stesse avvicinando.
Si alzò e si andò a nascondere dietro dei cespugli. La figura di Scott non tardò ad arrivare, si inginocchiò sulle sponde del lago, e si tolse la maglietta.
La ragazza si aspettava di vedere la pelle del rosso, invece il suo sguardo incontrò solo una massa disordinata di bende sporche, strette fino all’inverosimile sul petto della Iena.
Raggio di luna, servendosi del suo passo incredibilmente leggero, si avvicinò a Scott. Solo quando la sua piccola manina toccò la sua spalla, il ragazzo si accorse di lei.
- Che ci fai qui?!? – Chiese, leggermente spaventato dall’improvvisa apparizione della bionda.
- Ero venuta a meditare, ma la tua ferita non era guarita? – Chiese a sua volta la Prescelta, inginocchiandosi di fianco a lui e indicando le bende, che si stavano macchiando di sangue nel punto dove la pietra l’aveva colpito.
- Non credo che questi siano affari tuoi no? – Rispose secco il rosso, distogliendo lo sguardo da lei.
La ragazza si alzò e andò a recuperare un paio di cose, dalla pineta lì vicino.

Una corteccia

una pietra

delle foglioline verde acido

e delle bende.

- Da dove le hai prese queste? –
- Le porto sempre un rotolo in tasca, non si sa mai. – Rispose vaga la bionda. Da quando aveva avuto tutte quelle visioni di morti e feriti, oltre al suo arsenale da guerra rimpicciolito per il trasporto, Raggio di luna non dimenticava mai le bende. L’unica cosa che non riuscirebbe a ricavare dalla natura.
Si inginocchiò di fronte a lui e, con tutta la delicatezza che possedeva, cominciò a liberare il ragazzo dalle bende.
Ogni volta che compariva un lembo di pelle, la ragazza trovava solo cicatrici, di tutte le forme, profonde o meno.
Quando il petto della Iena fu finalmente libero dalle fasciature, Dawn lo guardò sorpresa.
Il suo corpo era pieno di spaventose cicatrici. Non c’era un solo centimetro della sua pelle che non fosse segnato da tagli, lividi e bruciature.
Sembravano essere fatte da poco, ma allora, come faceva il ragazzo a restare ancora in piedi?
Lo fece girare e scoprì con orrore che quello che aveva visto di sfuggita l’altro giorno, non era stato frutto della sua fantasia.
Dei lunghi squarci rossi, percorrevano tutta la schiena, segno che il rosso aveva provato tutti i dolori esistenti della terra sulla propria pelle.
- Ti vuoi sbrigare a rifasciarmi, o vuoi che si infetti? – Sputò Scott, facendo risvegliare la Prescelta dai suoi pensieri.
Raggio di luna scosse la testa, e dedicò tutte le sue attenzioni alla ferita sanguinante.
Non era grave, ma bisognava diminuire il gonfiore e fasciarla per bene, poi si sarebbe rimarginata da sola.
Prese le foglie verde acido e, con l’aiuto della pietra, le schiacciò, creando una poltiglia verdognola.
Mise la poltiglia all’interno della corteccia, per poterla usare meglio.
Cominciò a spalmarla sulla ferita, dopo averla pulita con una parte delle vecchie bende.
Il sospiro di sollievo che fuoriuscì dalle labbra socchiuse di Scott, e la sua espressione rilassata, convinsero Dawn che stava facendo un ottimo lavoro. Dopo il trattamento con quelle erbe, il gonfiore era notevolmente diminuito e il sangue aveva smesso di fuoriuscire. Prese le bende, ma qualcosa d’inquietante aveva attratto la sua attenzione.
Sul fianco sinistro del ragazzo, vi era uno strano tatuaggio.

Un triangolo nero dai bordi rossi, circondato da tre teschi bianchi come la neve.

Quella non era la prima volta che la bionda vedeva quel simbolo. Aveva popolato sempre i suoi incubi, accompagnato dalle iridi scarlatte.
- Questo tatuaggio… - Disse Raggio di luna, appena le sue dita toccarono uno dei teschi, il rosso emise un gemito di dolore e la ragazza provò una fitta incredibile al dito con cui l’aveva sfiorato.
- Questo non è un tatuaggio, E un marchio! – Esclamò Dawn, non appena il dolore al dito si attenuò.
Scott rimase in silenzio per un po’, prima di sospirare rassegnato.
- Me l’ha fatto Blaineley. Con questo marchio mi ha donato una parte piccolissima dei suoi poteri. E per questo che sono riuscito a fare quella magia sulla spiaggia. Ora sei contenta? –
La Prescelta annuì convinta e riprese il rotolo di bende, che aveva lasciato a terra, incominciando a fasciargli la ferita.

Dawn doveva ammetterlo: Scott aveva un bel fisico.

Le spalle larghe, il petto muscoloso, la pancia piatta, le braccia che avevano sollevato chili e chili di pesi, la postura.
Tutto lo faceva somigliare ad un vero guerriero, pieno di ferite testimoni che, anche dopo tutto quello che gli avevano fatto, lui era ancora lì, a combattere, forte e vigoroso sempre di più.
Nella sua vita ne aveva visti di bei ragazzi, ma di certo, Scott aveva qualcosa, che al suo confronto gli altri impallidivano.
Raggio di luna se rassegnò al fatto che la sua non era una semplice attrazione.

Era qualcosa di più…

Quando finì si alzò e cominciò a ripulirsi le mani, sporche leggermente di sangue, con le bende vecchie, mentre applicava un po’ della poltiglia di erbe sul suo dito dolorante.
Si girò verso il ragazzo, che intanto si era già rivestito.
Fece qualche passo nella sua direzione, ma la pietra che aveva lasciato a terra, la fece inciampare, facendola cadere sulla Iena.
Raggio di luna si ritrovò sopra di lui , mentre il ragazzo la teneva per i fianchi.
I due si guardarono per un po’.
La bionda era imbarazzatissima. Non era mai stata così vicina a lui, e in quella posizione così ambigua per di più.
- Un’ultima domanda, chi te le ha fatte tutte quelle ferite? – Chiese Dawn, cercando di far diminuire il suo imbarazzo, che le aveva colorato tutta la faccia di un acceso cremesi. Quella sera il rosso era stranamente più socievole. Erano rare le volte in cui il ragazzo era incline a fare conversazione, e quella era un’occasione da non perdere.
- Le torture di Blaineley sono magiche. Le ferite che ti fanno non scompaiono. Servono a terrorizzare ancora di più i prigionieri. – Mormorò la Iena, e la ragazza sentiva che quel discorso gli faceva ancora male.
Lo abbracciò forte, mentre se lo immaginava bambino, da solo ed impaurito, nelle grinfie di quella strega, torturato e prigione rio in quell’inferno.
- Scott? Devi fare tu il primo turno di guardia! – La voce di Trent, anticipò di poco il ragazzo che, vedendo la scenetta tra i due, si grattò la nuca imbarazzato.
Scott scaraventò Dawn di lato, mentre si alzava e si dirigeva verso il moro
- Spero di non aver interrotto niente… - Disse il ragazzo, ricevendo uno sguardo truce dal rosso.
- è solo caduta. – Sibilò il ragazzo, incamminandosi verso il campo, seguito da Trent.
Raggio di luna rimase per un po’ lì, immobile, sull’erba, mentre un grande interrogativo si aggiungeva ai tanti che popolavano i suoi pensieri.

Che cosa le nascondeva Scott?

All’improvviso, il medaglione cominciò a brillare di luce rossa e questo preoccupò moltissimo la bionda.

Gli Otherkin erano in pericolo.

Angolo dell'Autrice:

Alla faccia dei miei proffessori, che volevano che stavo tutta la settimana sui libri, per i compiti in classe...
SONO RIUSCITA A PUBBLICARE DUE STORIE!!!
Per chi si fosse la mia piccola Yaoi, corra a leggerla!
AVVERTENZE: BISOGNA AVERE ALMENO 18 ANNI PER LEGGERLA.
Quale pericolo attende gli Otherkin?
Riusciranno a sconfingere la strega?
ma soprattutto...
Scott e Dawn di baceranno mai?
Nell'attesa godetevi quest'immagine:

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Una sola parola:

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Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam
S: sono proprio figo in quella foto!
Sei uno schifoso atteggiato -_-"

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Otherkin - Capitolo 20 Attenzione: Sono finalmente riuscita a trovare la colonna sonora di Otherkin! Vi consiglio di rileggere tutta la storia ascoltando E.T. di Katy Perry
http://www.youtube.com/watch?v=U7Ki9ftBBAw

Jo aprì lentamente gli occhi, inspirando profondamente l’aria fredda del mattino. Si girò di lato, scoprendo con sorpresa che Brick dormiva ancora.
E russava anche!
La ragazza si concentrò, senza volerlo, sull’immagine dormiente di fianco alla sua. Il segno della ferita sulla spalla del moro era ancora evidente e, come aveva visto sulla pelle di molte persone nel suo villaggio, non sarebbe mai scomparsa. La vista di quella sottile e lunga linea rosata, le ricordava quanto era sembrata debole, mentre il suo ragazzo stava lottando tra la vita e la morte.

Si, il suo ragazzo.

Non l’avrebbe di certo urlato ai quattro venti, ma quel soldato, che adesso dormiva accanto a lei coperto solo dalle lenzuola, era suo.
E Niente e nessuno doveva portarglielo via.

O l’avrebbe pagata cara.
Si alzò e cercò i suoi vestiti sparsi per la tenda. Mentre si stava abbottonando il bottone dei pantaloni, due grandi braccia le circondarono la vita da dietro.
- Buongiorno. – Sussurrò Brick, donando un piccolo bacio sul collo alla ragazza.
- Era ora di svegliarsi! – Disse la bionda, voltandosi e guardando negli occhi il moro.
- Mi dispiace ma ieri sera non ho dormito… - Disse il ragazzo, stringendo di più a sé Calamity.
- E sarebbe colpa mia adesso? Sei stato tu che mi hai stuzzicato! – Esclamò Jo.
In realtà, era stata proprio lei a prendere l’iniziativa di trascorrere la notte non solo dormendo.
Ma questo non lo avrebbe ammesso mai, neanche sotto tortura.
Si liberò dalla sua stretta, grazie anche all’aiuto della sua coda.
Non si sarebbe fatta affascinare dalle sue parole dolci, come era successo la notte scorsa.
S’infilò i suoi ultimi indumenti rimasti a terra e fece per andarsene, agitando la lunga coda da felino a destra e a manca.
Stava per uscire, quando qualcuno le prese in una stretta ferrea la coda. La ragazza mugolò dal dolore, mentre quel qualcuno la tirava.
In un attimo si ritrovò di nuovo tra le braccia del soldato, che non sprecò occasione per imprigionarla in un lungo e passionale bacio.
- Mi sono fatto perdonare? – Chiese il moro, staccandosi a malavoglia dalle labbra morbide della ragazza.
- Forse… - Mormorò la bionda, liberandosi ancora una volta dalla presa del moro, e uscì dalla tenda.
Il suo viso fu subito colpito da un’insolita aria gelida, mentre il suo sguardo si spostava sul paesaggio di fronte a lei che, dal giorno alla notte, era stato ricoperto da una spessa coltre di neve.
- Che sta succedendo qua? – Chiese la piccola vocina di Dawn, mentre la sua testolina bionda usciva dalla tenda, seguita da un'altra testa più grande, rossa.
- Non abbiamo molto tempo. È ora di partire. – Quelle parole sembrarono risvegliare Jo. Il giorno del Rituale si stava avvicinando, giorno in cui la strega Blaineley, prosciugava le anime di tutti i suoi prigionieri, diventando così invincibile.
Non avevano un minuto da perdere.

 

***

 

Dopo soli due giorni di marcia, il gruppo arrivò davanti al castello della strega. La costruzione era collocata su un’altura, che spiccava nel bel mezzo di una vallata. Il luogo era incantevole e sinistro. L’edificio era in pietra bianca e le sue alte torri, bianche anch’esse, sembrava volessero sfiorare il cielo, coperto da grosse e minacciose nuvole. La Prescelta fu come folgorata dalla magnificenza di quel castello, eppure, quel luogo le incuteva terrore. Il solo pensiero di dover macchiarsi le mani con il sangue della strega, le fece venire i brividi.
- Ragazzi, venite a vedere! – La voce di Alejandro, risvegliò la ragazza dai suoi pensieri. Percosse in fretta i pochi metri che la separavano dal ragazzo. Appena fu accanto a lui, un orribile spettacolo si presentò ai suoi occhi.
Il campo Omega, la fortezza dei ribelli, del loro esercito per sconfiggere la strega, era solo un vago ricordo. Il campo era stato raso al suolo e tutti i suoi abitanti uccisi senza la minima pietà. La bionda percorse con lo sguardo quello che ne rimaneva: le tende erano bruciate e stracciate, alcune lingue si fumo si innalzavano da mucchietti di cenere ancora in fiamme. L’unico colore che predominava era il rosso.

Rosso come il sangue.

Tutt’intorno, migliaia di corpi senza vita, sembravano guardarli con quegl’occhi rimasti spalancati dal terrore e dal dolore subito.

Erano guerrieri.
Otherkin che combattevano per la loro libertà.
E invece erano stati uccisi, come delle bestie da macello.

Una terribile consapevolezza si fece largo come un incendio nelle anime dei ragazzi.

La guerra, la VERA guerra, era appena cominciata.

Il medaglione di Dawn cominciò a brillare ad intermittenza, segno che c’era un Otherkin nelle vicinanze.
Raggio di luna prese tra le mani il monile, mentre si addentrava nel campo.
Ad ogni passo che faceva all’interno di quel cumulo di cenere, macerie e sangue, le sue orecchie erano invase dalle urla straziate delle vittime di quel feroce assalto.
Dopo aver girato un cumulo ancora in fiamme, Dawn poté finalmente smettere di cercare.
Davanti a lei c’era un ragazzo, abbastanza gracile, dai lunghi capelli scuri e occhi neri. Doveva essere di origini indiane, dato il colore della pelle.
- Altolà! – Urlò il ragazzo, puntando la sua lunga spada verso il naso di Raggio di luna.
La ragazza rimase immobile, a fissare la lama tagliente dell’arma, la cui punta era troppo vicina al suo viso.
- Noah, fermati! Siamo noi! – La voce di Trent, sembrò tranquillizzare l’indiano, che abbassò la spada e andò incontro agli altri.
- L’avevo detto che eri uno scricciolo pieno di risorse! – Disse DJ abbracciando forse l’amico.
- Vedo che hai avuto modo di conoscere la Prescelta… - Gli occhi scuri di Noah si spostarono sulla figura della bionda.
- Me l’immaginavo meno minuta. – Annunciò il ragazzo, ritornando a dare attenzioni al gruppo.
Qualcosa però lo turbava, Raggio di luna lo vedeva.
Dopo che tutto il gruppo si riunì, il moro li condusse oltre il campo, verso una grotta. Al suo interno, c’era un altro sopravvissuto.
Un grande e grosso orso, dal pelo color grano e dagli occhi neri, era disteso sul freddo pavimento della grotta. L’animale era ferito gravemente. Delle lunghe e profonde cicatrici lo percorrevano da parte a parte, macchiando il suo pelo. In alcuni punti delle ferite, resistevano dei punti, segno che l’indiano aveva fatto di tutto per impedire che morisse dissanguato.
- Owen guarda, sono arrivati. – Disse il moro avvicinandosi al corpo dell’Otherkin. Esso girò di poco lo sguardo, sorridendo leggermente.
- Ce l’avete fatta, bravi. DJ è inutile che prendi il pronto soccorso, non posso più essere salvato. – Disse l’orso, vedendo il ragazzotto prepararsi per visitarlo.
Un silenzio glaciale accompagnò le parole del moribondo, mentre fuori cominciava ad infuriare una bufera.
- Lasciatemi parlare da solo con Noah e la Prescelta. – Sussurrò Owen. Il gruppo acconsentì alla richiesta e i tre di trovarono ben presto da soli.
- Noah, avvicinati. – Il moro fece come gli venne chiesto.
- Promettimi che porterai via Izzy da quel castello, viva o morta. Nelle peggiori probabilità, vorrei che fosse seppellita affianco a me. – Dalla voce dell’orso, Dawn capiva che non aveva molto tempo.
- Amico mio, devo dirti una cosa, doveva essere una sorpresa ma… Izzy è incinta. – Quella inaspettata notizia, sembrò risollevare per un attimo Owen.
- Questo vuol dire che una parte di me non se ne andrà. – Disse l’omone.
- Dawn, Prescelta… prendi questo. – L’orso le porse una busta, macchiata leggermente di sangue.
- Aprila solo dopo che sarò morto, contiene qualcosa che vi servirà moltissimo. Chiamate gli altri, voglio salutarli tutti per bene. – Raggio di luna si alzò e andò a chiamare gli altri, che subito li raggiunsero circondando a semicerchio la figura di Owen.
- Combattere con voi è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, per voi sono sempre stato l’ottimista e mangione Owen. Adesso purtroppo, sto morendo, e anche a digiuno! – Esclamò all’improvviso l’orso, scatenando un sorriso a tutti.
La bionda frugò tra le tasche, trovando una barretta di cioccolato, che si era portata come snack d’emergenza. Si avvicinò al moribondo e lo aiutò a trangugiare il cioccolato.
- Cioccolata…ora si che posso morire felice! Sei un angelo, Dawn. Un angelo di cioccolato! – Quel ragazzo sapeva far tornare il sorriso a tutti, anche in situazioni del genere.
- Addio amico mio. – L’indiano aveva già le lacrime agli occhi, ma cercava di mostrarsi forte.
- Addio anche a te, Noah. – Disse in un sussurro Owen, prima di ritornare umano e chiudere i suoi occhi scuri come la notte.

Per sempre

Al posto del gigantesco orso, ora c’era un ragazzo grosso come un armadio dai capelli biondi.
Noah si avvicinò al corpo dell’amico, mentre le lacrime rigavano il suo viso. La morte di Owen aveva fatto ricordare a Dawn che doveva assolutamente trasformarsi il prima possibile, altrimenti altri Otherkin sarebbero morti per causa sua. La sua mente vago sul figlio del biondo, che per colpa di quella guerra, non avrebbe mia visto suo padre.
Le lacrime rigarono anche il suo viso e il suo corpo fu ben presto percorso dai singhiozzi. Corse fuori dalla grotta, fregandosene della tempesta di neve che c’era. Aprì in fretta la lettera e esaminò velocemente il contenuto.
Era una mappa del castello, molto dettagliata che mostrava anche alcuni passaggi segreti per passare inosservati tra le mura.
La ragazza corse dentro e mostrò la piantina ad Alejandro che, vedendola, sfoggiò un grande sorriso.
All’improvviso, il medaglione della bionda cominciò a brillare. Il gruppo alzò la testa verso l’entrata. Dawn non riusciva a capire chi era, ma sapeva che si stava avvicinando velocemente.
- ALEJANDRO! ALEJANDRO! – Quella voce fu subito riconosciuta da tutti.
- Heather… HEATHER! – Urlò il latino correndo verso l’entrata della caverna, per soccorrere la ragazza che era appena sbucata dalla tormenta.
La mora si appoggiò al ragazzo, stremata dal lungo viaggio, riuscì a dire solo una frase, prima di svenire.
- Campo Otherkin è stato distrutto. -

Angolo dell'Autrice:

Eccomi di nuovo qua!
con un capitolo davvero triste, vi giuro: avevo gli occhi lucidi quando ho finito questo capitolo T.T
Come vi è sembrata la colonna sonora?
a me sembra perfetta *_*
fatemmi sapere come vi è sembrato leggere kn E.T. nelle orecchie...

Prima che me ne dimentichi:

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ecco qua, adesso vi lascio e mi raccomando, non perdetevi il prossimo capitolo ;D
Un bacione:^.^:

Samantha detta Sam

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 - Quarta notte/parte 1 ***


Otherkin - Capitolo 21

La notte stava lentamente prendendo il posto del giorno.
Dawn si stava prendendo cura di Heather, che era svenuta per la seconda volta. Era riuscita a dire tutto il necessario su quello che l’aveva spinta ad arrivare fino a lì.
Campo Otherkin era stato distrutto dall’esercito di Blaineley, e gli abitanti erano stati fatti prigionieri e portati nel castello.
Lei era riuscita a fuggire e aveva seguito la carovana dei prigionieri, fino a quando non aveva visto Campo Omega.
Aveva corso un grosso pericolo, per lei e per il bambino, ma per fortuna, entrambi stavano bene.
Raggio di luna la guardava dormire, mentre la sua mente lavorava senza sosta. Da quello che sapeva, il campo era ben nascosto, come aveva fatto la strega a trovarlo?
Quella domanda le ronzava nel cervello da molto ormai, ma non riusciva a trovare una risposta.
All’improvviso sentì delle voci, molto probabilmente qualcuno stava litigando. La ragazza si alzò all’istante, appena il suo medaglione si illuminò e un grido furioso le arrivò alle orecchie, poi svenne:
- TRADITORE! –

Davanti ai suoi occhi apparve un pugnale, dalla lama lucida e l’impugnatura color smeraldo. Una mano afferrò quell’arma, una mano che le era piuttosto familiare, ma non sapeva associarla a nessuno.
Un’altra mano la prese per i capelli, sollevandola da terra, in modo da guardarla negli occhi. La figura che aveva davanti aveva le iridi scarlatte. Fu l’ultima cosa che vide prima che la figura le piantasse il pugnale nel cuore.

Si risvegliò spaventata, la mano dove quel pugnale l’aveva trapassata. Quella visione era stata diversa dalle altre: era più reale, e non riguardava nessun Otherkin. Era una visione sul suo futuro. Qualcuno voleva ucciderla, ma chi?
Quelle iridi scarlatte la perseguitavano, ma almeno adesso sapeva che il suo probabile assassino era il proprietario di quegli occhi. Si alzò barcollando leggermente, e uscì dalla caverna, verso il luogo dove aveva sentito quelle voci. La bufera di neve era passata, ma le nuvole ne preannunciavano un’altra, forse più potente della precedente.
Davanti a lei, Noah aveva un occhio nero e si stava facendo curare da DJ, mentre Alejandro parlava con Scott che sembrava piuttosto infuriato.
Il latino, appena la vide, le andò incontro, la sua aura era preoccupata per la salute della mora.
- Heather sta bene, anche il bambino. E’ stata molto fortunata, ma d’ora in poi non deve più fare sforzi eccessivi. – A quelle parole, un grande sorriso comparve sul volto del ragazzo.
- Grazie. – Disse, prima di correre nella grotta.
La bionda cercò con lo sguardo il rosso, che però sembrava essere sparito nel nulla. La Prescelta andò dal resto del gruppo, che stava studiando attentamente la mappa che le aveva dato Owen.
- Trent che cos’è successo? – Chiese curiosa Dawn, ricevendo un’espressione confusa da parte del ragazzo.
Anche Sierra la guardava confusa e preoccupata, ma con un semplice scambio di sguardi, le disse di non preoccuparsi. Le avrebbe raccontato della visione dopo.
- Qualcuno ci ha traditi. Solo gli Otherkin sanno l’ubicazione del campo. Noah ha cominciato a accusare Scott di tradimento, e la cosa è finita con una rissa, come hai ben visto dall’occhio nero di Noah. –
- Perché proprio Scott è stato accusato di tradimento? –
Trent non rispose, Ma lo fece al posto suo Courtney.
- Il padre di Scott era un umano che entrò nella nostra comunità per stare vicino a sua moglie, Otherkin. Lui era affascinato dalla magia, e questo attirò Blaineley. La strega gli fece una proposta:
Il segreto della magia nera in cambio dell’ubicazione del campo. A quel tempo, Jerry non sapeva della guerra tra Otherkin e stregoni, ed accettò senza problemi. Quando si rese conto di quello che aveva fatto, cercò di affrontare a strega, ma perse e fu ucciso. Lisa rimase prigioniera a lungo, e restava in vita solo per suo figlio, nato in quelle segrete, subito dopo la morte del padre. Quando Scott compì dieci anni, la madre organizzò un piano d’evasione. Lui riuscì a fuggire, la madre venne prosciugata all’istante. Impiegò circa un’ anno per arrivare al campo. Tutt’ora metà della popolazione del campo, soprattutto gli anziano, lo additano come nuovo traditore. Lui sembra non ascoltarli, ma non è la prima volta che fa a botte con qualcuno che lo chiama in quel modo. – Appena la ragazza finì di parlare, il silenzio s’impadronì del gruppo. Neanche il vento osava soffiare.
Dawn non poteva crederci, ma almeno adesso sapeva da dove era nato il carattere scontroso del ragazzo. Cominciò a provare pena per Scott.
Era fuggito da un incubo, ed era entrato in un altro.
Ringraziò Courtney per averle spiegato tutta la faccenda, e si allontanò con Sierra, verso le rovine del campo, ancora fumanti.
Raccontò all’amica la visione, ma quella volta, Sierra sembrava più meravigliata di lei.
- Sei in pericolo Dawn, quella visione è un avvertimento. Qualcuno tenterà d’ucciderti. – Disse la ragazza prendendo le mani della bionda. Raggio di luna notò però qualcos’altro, nella sua aura.
- Cosa c’è Sierra? Sei triste. –
La ragazza abbassò lo sguardo.
- Sono preoccupata. Il mio amato Cody e lì dentro, tra le grinfie di quella strega. Ho paura che non ce la faccia. – Disse, guardando la figura del castello.
- Ce la farà vedrai, domani li salveremo tutti. Te lo prometto che porteremo tutti via da quel castello. – Le sussurrò, abbracciandola. Sentì l’amica piangere, e la lasciò sfogare, mentre la stringeva più forte.
Le sue promesse sembravano non valere niente in quella guerra. Prometteva cose che erano impossibili da mantenere. La sua parola non valeva niente in confronto alla malvagità ella sua avversaria.
Si sentiva male, perché aveva dato delle false speranze a Sierra, le aveva promesso che avrebbe riportato il suo ragazzo fuori da quel castello, vivo.
Come poteva dire quelle cose, se aveva paura di non superare la notte?

 

***

 

Scott non ne poteva più.
Era stufo di essere chiamato sempre traditore.
Era stanco di tutto quello che dicevano di lui.
Di suo padre.
Per lui, era solo un uomo che era morto per la libertà sua e di sua madre.
E questo gli bastava sapere sul suo conto.
Solo una cosa era certa: il traditore esisteva e quella sera, il suo angelo gliel'avrebbe parlato.

La nebbia che di solito circondava i suoi incontri con l'angelo, era molto più fitta del solito e sembrava anche più densa.
La figura minuta della ragazza apparve, molto lontana da lui, ma le parole che pronunciava, riecheggiavano come in una grotta.
- Non l'hai uccisa, e lei ha catturato tutti gli Otherkin. -
La figura svanì, per poi ricomparire in un altro punto sulla destra del rosso.
- Quali altre prove vuoi per convincerti che è lei la traditrice? - Anche quella volta, svanì, per poi ricomparire di fronte al ragazzo.
- Forse hai bisogno di un piccolo "incoraggiamento" - La Iena non capì subito le parole della mora, che cominciò a cantare, mentre un flauto lontano scandiva le note di quella melodia antica, che sapeva di mare.

O mio bel marinaio,
la tua sirena ti sta aspettando.
Sul suo scoglio e lì, in attesa di scorgere il tuo veliero.

Quella melodia lo stava incantando, non controllava più il suo corpo.
Voleva scappare, anche perché i lunghi capelli dell'angelo lo stavano lentamente avvolgendo in una stretta ferrea, mentre la ragazza si avvicinava a lui, sempre cantando.

Per amore si fa tutto,
che ti costa allor uccidere,
se il premio è una vita con la tua amata sirena?
Vieni o mio dolce marinaio,
la tua amata ti attende.
Uccidi e le mie labbra saranno per sempre tue.


Appena finì la canzone, la ragazza lo baciò, ma quel bacio sapeva di veleno.
Quei capelli color pece lo avvolsero completamente catapultandolo in un oscuro abisso.
Aprì gli occhi, non appena la stretta si allentò.
Vide il suo angelo, che si trasformò davanti ai suoi occhi, rivelando la sua vera natura:
Blaineley!
Doveva immaginarselo, che stupido che era stato...
La strega gli porse il pugnale, che lui prese senza troppi preamboli.
Il suo corpo era senza controllo, era diventato lo spettatore rinchiuso nel suo cervello, mentre osservava quello che l'incantesimo gli faceva fare.
- Ora svegliati, e uccidila. -


Dawn si svegliò di soprassalto appena sentì Scott gridare. Si avvicinò alla sua schiena, che si muoveva stranamente a scatti.
- Emh... Scott? - Lo chiamò timidamente Raggio di luna.
Il rosso si alzò. Quando si girò verso di lei, la paura s'impossesso del corpicino della ragazza.
Le sue iridi non erano più di quel bel grigio ipnotico.
Erano state rimpiazzate da altre due color del sangue.

Angolo dell'Autrice:

be'... non c'è molto da dire, questo capitolo si commenta anche da solo.
Questo è in assoluto il momento preferito del fantasy per me!
Credo di aver soddisfatto tutte le vostre aspettative sul *coro angelico* Bacio della Sirena uhuhuhuhuhuhuhu
ed, solo per voi, l'immagine di Blaineley versione "angelo"

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Ringrazio infinitamente Dott_Gwen per aver dato l'originale, che è questa:

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GRAZIE DOTTY!!!

E un grazie anche a tutti voi!
Perchè vi state chiedendo...
be', grazie al vostro supporto e al vostro amore, siamo arrivati a 115 RECENSIONI!!!!
Sono troppo felice
VI AMO TUTTI <3
Un bacione:^.^:
Sammy
P.S: si ho cambiato firma u.u

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 - Quarta notte/parte 2 ***


Otherkin - Capitolo 22

Iridi scarlatte

Quelle stesse iridi che avevano popolato gli incubi e le visioni di Dawn, ora erano davanti a lei.
Però sul viso sbagliato.
Mai la ragazza si sarebbe immaginata che la figura maligna che aveva visto nella sua visione mentre l’infilzava, sarebbe stata proprio Scott.
Il ragazzo aveva uno spaventoso ghigno sul volto e la scrutava divertito, godendosi lo spettacolo del terrore dipinto sul volto della bionda.
Raggio di luna vide con la coda dell’occhio la sua spada, abbandonata di fianco al suo giaciglio.
“se solo riuscissi a prenderla…”

Fu un attimo.

La ragazza si alzò e corse ad afferrare l’impugnatura madreperlata della sua fedele arma, mentre le sue iridi diventavano bianche come la neve che li circondava.
Il rosso le salto addosso, sferrandole i più veloci e micidiali attacchi che conosceva. Dawn per lo più schivava e bloccava la piccola e pericolosissima lama di quel pugnale dall’impugnatura smeraldina.
Il resto del gruppo accorse, già pronti a difendere la loro salvatrice dalle grinfie di quel traditore.

Aiuto

Una voce, la sua voce, le rimbombò nella testa. Sembrava lontana anni luce da quel posto, e lì la Prescelta capì.
- Fermi! E’ sotto incantesimo! Non uccidetelo! – Urlò la ragazza mentre, sempre con più fatica, cercava di allontanare quel pugnale dalla sua pelle.
Gli Otherkin furono dapprima confusi, poi obbedirono a quella richiesta, restando a guardare quel combattimento, impotenti.
Raggio di luna se la stava cavando bene: con capriole e salti mortali, riusciva a non essere intercettata dal ragazzo, che non smetteva di ghignare in quel modo così inquietante.
Dawn saltò e, con un movimento molto aggraziato, gli assestò un calcio sulla mascella, che fece cadere Scott rovinosamente a terra.
La bionda approfittò di quella preziosa occasione, per correre via da quella grotta e andarsi a nascondere tra le macerie di campo Omega.
Si accucciò dietro un cumulo molto grande, che prima doveva essere la tenda più imponente del campo.
- Dove sei Prescelta? Vieni a farti ammazzare, forza! – Sibilò il ragazzo, letteralmente. La voce che aveva in quel momento assomigliava al sibilo di un serpente, o di una qualsiasi creatura squamosa e strisciante.
Sentire quella voce, la fece tremare da capo a piedi, mentre il lamento d’aiuto del vero Scott, le premeva le pareti del cervello.
Una forte fitta dietro la testa, le fece capire che il suo nascondiglio era saltato. Rimase per qualche minuto a terra, mentre sentiva il suo sangue fluire dalla ferita a tutto il suo collo.
La mano sinistra di Scott la prese per i capelli sollevandola, in modo che i due si guardassero negli occhi.
La sua mano destra, che invece impugnava il pugnale avvelenato, era pronta a scattare nell’unico colpo che bastava, per mettere la parola fine alla vita della Prescelta.
- Trovata! Adesso, morirai! –
Sussurrò il ragazzo, mentre le lacrime rigavano il volto della bionda.

Aveva fallito.

Non era riuscita a mantenere neanche le promesse fatte a se stessa.

Stava per morire, senza aver liberato gli Otherkin dalla strega.

Stava per morire, sapendo che non aveva protetto Scott.

Raggio di luna desiderò con tutto il suo cuore incrociare il suo sguardo, almeno per l’ultima volta, con quegli occhi grigio perla, che erano state per lei come una casa accogliente e lontana dai pericoli.
La sua mano sinistra si strinse all’elsa madreperlata della sua spada, preparandosi a sentire la sua carne lacerata da una lama d’acciaio.

All’improvviso, un’idea.

Azzardata e quasi impossibile che potesse cavarla da quel impiccio, ma pur sempre un’idea.
Con un solo e fluido movimento del polso, si liberò dalla presa del rosso, tagliandosi i lunghi capelli, che rimasero intrappolati nella mano sinistra della Iena.
Non toccò neanche coi piedi per terra, che subito si lanciò tra le braccia di ragazzo, abbracciandolo come se stesse per svanire da un momento all’altro.
Doveva far riemergere il vero Scott e solo quell’abbraccio, che simboleggiava tutto quello che avevano passato e cos’erano l’uno per l’altra, poteva farlo ritornare.
La Prescelta sentì chiaramente il corpo sotto il suo abbraccio divincolarsi e la lama del pugnale premuta sul suo fianco.
Passarono dei minuti che sembrarono ore, poi, la lama si allontanò definitivamente dal suo corpo e il ragazzo sotto di sé si calmò.
- Dawn… - Il suo nome, pronunciato dalla sua voce, le sembrò il suono più soave e incantevole che avesse mai sentito.
Raggio di luna lo liberò dall’abbraccio, solo per perdersi in quel grigio dei suoi occhi, che finalmente erano ritornati al loro posto.
- … I tuoi capelli… - Sussurrò esausto il rosso, mentre passava una mano sul caschetto obliquo che si era fatta per liberarsi dalla sua stretta.
- Non fa niente, avevo già intenzione di tagliarmeli. – Disse Dawn, mentre delle lacrime di gioia prendevano il posto a quelle di prima.
- Menti. – Il ragazzo l’attirò a sé e appoggiò le sue labbra sulla sua testa, donandole un bacio sui capelli.

Quello però non era un bacio.

Delle lingue di luce color oro avvolsero la testa della ragazza, circondandola di un rilassante tepore.
La bionda chiuse gli occhi, fidandosi ciecamente della persona che aveva vicino.
- Apri gli occhi. – Quelle tre parole soffiate nel suo orecchio, le fecero aprire gli occhi all’istante.
La Iena le porse la lama della sua spada, in modo che vi si potesse specchiare dentro.

Quello che vide la stupì moltissimo.

La sua massa di capelli biondo cenere erano tornati alla loro lunghezza originale, anzi, adesso le arrivavano fino al sedere.
- Prova a dirlo a qualcuno, e ti ammazzo sul serio. – Le disse.
- Non dirlo neanche per scherzo. – Ordinò la Prescelta, prima di intrappolarlo di nuovo in un abbraccio.

 

***

 
- Sei stato fortunato Scott, molto fortunato. – Disse Courtney, mostrando al gruppo una pagina che Libro degli incantesimi della strega.
- Questo è l’incantesimo più potente che possiede Blaineley. Il Bacio della Sirena viene solitamente applicato di persona, ma la nostra cara strega ha modificato la formula… - Spiegò la mora, mostrando le varie rune che ornavano la pagina.
- In che senso l’ha modificata? – Chiese Alejandro, grattandosi il pizzetto mentre osservava curioso e preoccupato la ragazza.
- L’ha combinata ad un altro incantesimo, in modo da poter agire anche nei sogni del malcapitato. Nel nostro caso, Scott. –
Tutti gli occhi degli Otherkin si spostarono verso il rosso, che intanto si asciugava il sangue che stava lentamente colando dall’angolo destro della bocca.
- Sull’incantesimo in questione però non posso darvi alcuna informazione, dato che la pagina che ne descriveva tutti i particolari… ce l’aveva Duncan. – Concluse, abbassando triste lo sguardo e riponendo la pagina.
Tutto il gruppo volse lo sguardo verso l’altura dove troneggiava il castello su tutta la valle.
- Domani attaccheremo la strega. E ti giuro Courtney, che lo tireremo fuori di lì tutto intero. – Disse il Latino, scrollando leggermente le spalle della mora, come ad infonderle coraggio e speranza.
Dawn si alzò e si diresse verso la grotta assieme agli altri, ma si fermò di botto.

Scott non c’era.

Tornò indietro e lo trovò dietro un cumulo di detriti, lo stesso cumulo dove poche ore prima si era nascosta anche lei.
Il solo ricordo degli avvenimenti di quella notte, la fecero tramare di nuovo.
Si sedette accanto a lui, osservando il desolato panorama che aveva davanti.
- Non dire niente, so che c’entra il marchio in tutta questa faccenda. – Disse all’improvviso il rosso, senza distogliere lo sguardo dal campo in cenere.
La ragazza non disse niente, cominciò a rigirarsi tra le dita il medaglione che intanto emanava una luce giallognola.
Il ragazzo si girò verso di lei e le prese il mento, per poterla guardare negli occhi.
Quelle pozze color cobalto erano in grado di trasportarlo in un altro mondo, lontano da tutto quell’odio che li circondava e dal suo orribile passato.
Ma quello non era il momento di pensare a cose del genere. Aveva questioni di vitale importanza d’affrontare.
- Devi promettermi una cosa, Prescelta. Sarò io e soltanto IO l’Otherkin ce avrà l’onore di porre fine alla vita della strega. Voglio essere io quello che l’ucciderà. – Si preoccupò di scandire per bene ogni singola parola, in modo che quella promessa fosse marchiata a fuoco nella mente della bionda.
Raggio di luna annuì leggermente con la testa, abbassando però lo sguardo sconsolata.
La Iena la lasciò andare, per ritornare alla posizione di prima. I due rimasero in silenzio per un tempo indefinito, in cui si udiva chiaramente la melodia del vento che cominciava a soffiare su quella valle, trasportando pigramente un po’ di cenere.
- Che farai adesso? – Non aveva bisogno di dire altro, Scott aveva già capito cosa intendesse.
- Resterò sveglio, non posso permettermi di ritornare il suo schifoso burattino. – Sputò il rosso, mentre dalla rabbia i suoi canini si allungavano.
Dawn si avvicinò a lui stringendogli la mano. La lasciò poco dopo, depositando nel suo palmo il medaglione.
- Prendilo. Serve più a te che a me in questo momento. – Disse vedendo la sua confusione.
Il ragazzo lo indossò e lo esaminò per bene, tracciando la sua elegante figura con l’indice.
- Lo sai che senza di questo non riuscirai a trasformarti, vero? –
- La mia parte guerriera mi ha detto di dartelo, per stanotte. E da quando è cominciato questo viaggio ho imparato ad ascoltare tutto quello che mi dice. – Mormorò la bionda.
Gli donò un dolce bacio sulla guancia, si alzò e gli porse la mano.
- Tu va, arrivo tra un po’. – La liquidò il ragazzo. Lei lo guardò leggermente contrariata ma poi si avvio verso la grotta.
Scott rivolse un veloce sguardo al castello e poi al medaglione, ancora stretto tra le sue mani.
- Dawn, tu sei pazza. – Sussurrò, mentre sul suo viso nasceva un piccolo e fugace sorriso.
Forse per la prima volta in tutta la sua vita.

Angolo dell'Autrice:
Dopo un'etertà, eccomi ritornata in territorio Otherkin!
E con una grande novità:
Stasera ho aperto la mia pagina facebook per voi che mi seguite in tanti.
Lì potrete parlare con me, farmi domende di ogni genere, vedere se ho aggiornato una storia o meno e i miei forse prossimi progetti (che già vi avviso ne ho molti per la testa xD)
Qui ecco il linck:

https://www.facebook.com/SamanthadettasamEfp?ref=hl

Un bacione:^.^:

Sammy

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Otherkin - Capitolo 23

La mattina portò una fresca nevicata che ricoprì le ceneri di Campo Omega completamente, ridipingendo il panorama di bianco. Dawn aprì i suoi occhioni blu cobalto, trovandosi davanti il soffitto grigio della grotta. Si alzò a sedere faticosamente, reggendosi la testa con la mano.
Quella notte l’aveva passata insonne, subito dopo l’incubo.

*Inizio incubo*

Si trovava in un’immensa sala di un castello di cristallo, intorno a lei i corpi senza vita di tutti gli Otherkin che aveva conosciuto. Il suo viso era rigato da grandi lacrime e agitava la sua spada nell’aria, come se stesse combattendo con qualcuno. All’improvviso venne circondata dalle fiamme; il calore era insopportabile e la ragazza faticava a restare in piedi. Due grandi iridi scarlatte e un mostruoso ruggito furono le ultime cose che vide e che sentì prima di cadere a terra, stremata dal calore e dalla profonda ferita allo stomaco.

*Fine incubo*

Più ci pensava e più la sua paura aumentava. Cominciò a lisciarsi i capelli con le mani, per rassicurarsi. Quando però prese una ciocca in particolare si fermò: si era impigliata in qualcosa.
Si girò e con sua grande sorpresa vide quella ciocca stretta tra le dita di Scott, ancora dormiente.
Un dolce sorriso comparve sul suo volto osservando il ragazzo. Era la prima volta che lo vedeva dormire così profondamente. Prima sul suo volto c’era sempre un’ombra d’inquietudine ma in quel momento, l’ombra era scomparsa.
Questo voleva dire che il medaglione aveva fatto il suo dovere.
Si avvicinò a lui, liberò i capelli dalla sua presa, gli donò un piccolo bacio sul naso e si alzò. Cominciò a indossare la sua armatura facendo molta attenzione a non svegliare gli altri, dato che era l’unica ad essersi alzata a quell’ora. Si legò in vita la spada e si mise in spalla l’arco e la fenetra.
All’improvviso due mani dietro di lei cominciarono a legarle i capelli.
Non c’era bisogno di girarsi per capire che era Sierra e infatti la conferma di questo arrivò subito con la sua voce.
- Nervosa? –
- Un po’. Ho paura di non farcela. – Era la prima volta che esternava questa sua preoccupazione, ma aveva bisogno di dirlo a qualcuno.
Sierra finì di legarle i capelli, la guardò negli occhi, la sorrise e l’abbracciò.
- Ti guarderò le spalle io, tranquilla. Dov’è il tuo medaglione? – Le chiese stranita, non trovando il monile al collo della bionda.
La Prescelta volse il capo verso Scott che sbadigliava, alzando le braccia al cielo per sgranchirsi.
- Il medaglione lo ha protetto da altri attacchi nel sonno da parte della strega. – Spiegò brevemente.
La ragazza la guardò per un po’, poi le sorrise e andò a raccogliere le sue armi.
La bionda si concesse qualche minuto per osservare la coda di cavallo che le aveva fatto l’amica. Non era abituata ad avere capelli così lunghi, ma doveva ammetterlo che le stavano bene.
I suoi pensieri furono interrotti dalle grandi mani del rosso che le stavano annodando il medaglione al collo.
- Ha funzionato, adesso vedi di non togliertelo. Ti serve per trasformarti. – Fece giusto in tempo a finire la frase, che Dawn si era già tolta la collana e gliela stava porgendo.
- Serve più a te che a me. –
- Fammi indovinare, te l’ha detto la tua parte guerriera eh? – Chiese ironico il ragazzo passandosi una mano tra i capelli, esasperato dalla testardaggine della Prescelta.
- Si, sembra che ci tenga molto a te… - Disse con un filo di voce Raggio di luna, abbassando la testa.
Anche se non lo vedeva, sapeva che sul volto della Iena era comparso un ghigno grande quanto la sua testa. Non ebbe però il tempo di ribattere perché Alejandro li chiamò a raccolta. Il latino spiegò nei minimi particolari le difficoltà che avrebbero affrontato entrando in quel castello.
- … Ricordatevi: appena entreremo nelle segrete avrete davanti uno spettacolo dei più orribili in assoluto. Nessun Otherkin ancora in vita là dentro dovrà essere lasciato indietro. Solo dopo che avremo portato fuori da lì tutti i prigionieri, potremo occuparci della strega. – E detto questo, il gruppo si incamminò verso il castello.
Rimasero nascosti grazie ai cumuli di neve sparsi qua e là, finché non arrivarono davanti alle mura del castello. Alejandro aprì la mappa di Owen, la osservò per un po’ prima di condurre gli Otherkin verso il passaggio segreto più vicino.
Per loro sfortuna, l’ingresso era sorvegliato da una guardia di ghiaccio. Lo stesso spettacolo si ripeté per tutti gli altri passaggi e la pazienza del latino stava cominciando a diminuire velocemente.
- Maledizione! E ora come entriamo? - Disse, calciando la neve e digrignando i denti.
Lo sconforto si stava allargando sopra le teste di tutti.
- Seguitemi. – La voce di Scott si elevò dal gruppo, che non esitò a seguirlo. Camminarono lungo il perimetro delle mura, finché non arrivarono ad un cespuglio di more, completamente bianco a causa della recente nevicata. Il rosso lo scostò rivelando un lungo tunnel.
- Scommetto che questo non era segnato sulla mappa. – Sghignazzò verso il moro.
- Come facevi a… -
- Semplice. Questo tunnel l’ho scavato io, per questo non c’è nella mappa. Ho provveduto a nasconderlo per bene. – Mormorò entrando nel passaggio segreto.

Dawn notò nella sua voce un filo di tristezza.

Gli Otherkin attraversarono il passaggio nel più completo silenzio. Ad ogni passo che faceva, Raggio di luna sentiva sempre più aure sofferenti. Per lei era una visione insopportabile, ma resistette all’impulso di urlare, anche perché il peggio doveva ancora arrivare.
Ed infatti quello che si trovarono davanti appena usciti dal tunnel, fu davvero peggio di quello che avevano immaginato. In ogni angolo c’erano mucchi di cadaveri, nelle celle donne e uomini in condizioni pessime che si lamentavano e chiedevano disperatamente aiuto. Alcuni di loro erano addirittura appesi ai muri, in attesa di essere torturati davanti agli occhi dei loro cari. Dovunque c’era odore di sangue e morte.
Il gruppo non ci pensò due volte: cominciarono velocemente ad scassinare le porte di ogni cella e a portare verso il tunnel e la loro libertà tutti i prigionieri ancora in vita lì dentro. Dawn era quella più determinata di tutti; vedere quello spettacolo le aveva dato una forza immane e voleva portare via da quell’incubo più gente possibile.
Anche Scott sembrava avere la stessa tenacia della ragazza. Apriva più porte contemporaneamente, in modo da liberare velocemente più Otherkin ma, appena aprì una cella in particolare, si fermò di colpo. Davanti a lui c’era il corpo di una ragazza dai capelli neri e la pelle ambrata. Si chiamava Katie ed era stata una delle prime che lo avevano difeso appena arrivato a Campo Otherkin. Lui però non l’aveva mai ringraziata, neanche quando litigava col suo ragazzo, che lo considerava più pericoloso del padre.
Si avvicinò al corpo esaminando le ferite che aveva dappertutto. Troppo profonde per poter sopravvivere.
- Non la toccare. – Si sentì dire da una vocina dietro di sé. Si girò immediatamente, trovandosi davanti una bambina. Aveva la pelle ambrata, piena di lividi e bruciature. Il tratti delicati del viso erano nascosti da una massa di lunghi capelli neri, sporchi probabilmente di sangue. Sembrava la protagonista di un film dell’orrore. I suoi occhi erano la cosa più viva che avesse visto là dentro, avevano un bel taglio e il color ossidiana delle iridi mostrava perfettamente le emozioni che stava provando la piccoletta in quel preciso istante.
- E tu chi saresti? – Chiese il rosso, non ricordandosi di averla mai vista al campo prima d’allora.
- Sono sua sorella quindi non toccarla. – Rispose, indicando il corpo della povera Katie con il dito indice.
Il ragazzo senza dire niente la prese in braccio e la portò via da quella cella, dato che si stava avvicinando Noah.
La portò via dallo spettacolo penoso che avrebbe dato il ragazzo di sua sorella e le tappò le orecchie per non farle sentire tutte le maledizioni e le bestemmie che l’indiano stava lanciando alla strega, alla vista del cadavere di Katie.
Si stupì di tutti quei gesti amorevoli verso di lei.
- Guarda che ci sento comunque, ho un udito molto sviluppato. – Disse la bambina, incrociando le braccia la petto e alzando gli occhi al cielo.
- Come ti chiami? – Le chiese il rosso.
- Susie –
- E dove sono i tuoi genitori Susie? –
La bambina indicò un cumulo di cadaveri abbastanza alto.
Il rosso la osservò attentamente: aveva appena perso tutta la sua famiglia, eppure quella creaturina non sembrava per niente triste, o molto probabilmente non voleva farlo vedere ad uno sconosciuto come il ragazzo.
Gli ricordava molto lui da bambino, solo contro tutti con cucita addosso una faccia da schiaffi. Portò Susie fino al tunnel, e la diede alle cure di una Gwen abbastanza malconcia e zoppicante, ma ancora in piedi.
- Fammi un favore Scott: uccidila anche da parte mia. – Quelle parole erano più adatte ad un guerriero, non ad uno scricciolo di sei anni, con un paio di denti da latte traballanti.
- Come fai a sapere il mio nome? –
- Sei il bambino che è evaso da qui. Tutti ti conoscono. Buona fortuna. – Lo salutò la mora, agitando la manina e sorridendogli, mostrandogli la sua piccola dentatura canina.
Egli era rimasto scioccato da come quella bimbetta lo aveva trattato, disarmato di fronte all’evidenza che lei e lui erano completamente uguali. Anche se Scott ancora non lo sapeva, la piccoletta era già entrata nel suo cuore, nuovo a tutte queste emozioni.
Scosse la testa e ricominciò a darsi da fare, aiutando Alejandro a trasportare Brigette via dalla cella dove si trovava la sua cara amica Leshawna, aiutati anche da suo marito Geoff.
Ogni cella corrispondeva ad un Otherkin morto, il rosso segnava tutti i loro nomi nella mente.
C’era chi l’aveva insultato e additato come traditore, chi invece l’aveva difeso ed erano sempre stati dalla sua parte e c’erano molti, TROPPI bambini in quella lista.
Si fermò nel trascrivere mentalmente i caduti di quella guerra, quando si trovò davanti a Duncan, più morto che vivo, che respirava a fatica. Il moro era completamente ricoperto da ferite e da sangue secco, mentre penzolava su una pozza di sangue abbastanza grande. Aveva una grossa cicatrice all’altezza dell’incavo del sedere, e Scott capì subito con orrore che fine aveva fatto la sua coda. Lo liberò dalle catene che lo tenevano appeso al muro e se lo caricò in spalla.
- Era ora che arrivaste… - Rantolò il Punk, sorridendo appena, per poi accasciarsi sul corpo del rosso. Duncan era il suo primo ed anche unico amico, il fatto di averlo trovato vivo, gli aveva tolto un macigno dallo stomaco. Lo trascinò da Courtney che, riempiendolo d’insulti, con le lacrime agli occhi per il sollievo se lo caricò in spalla a sua volta e lo portò via.
Quando anche l’ultimo Otherkin fu portato al sicuro, il gruppo si incamminò velocemente e silenziosamente verso le stanze della strega.
Sierra e Courtney erano andate con i prigionieri, per aiutarli ad uscire e per curare i più gravi, aiutati dagli tutti gli Otherkin che riuscivano ancora a reggersi in piedi.
Tutti gli altri salirono le scale che conducevano ad una porta d’ossidiana, trovandosi del corridoio principale del castello. Era dal soffitto altissimo, da cui scendevano lampadari che davano un po’ di luce e di calore lì dentro. Un lungo brivido su tutta la spina dorsale colpì la Prescelta alla vista di quel luogo. Gli Otherkin cominciarono ad avanzare verso la sala est. Girarono per i corridoi per un tempo indefinito, stranamente trovando solo poche guardie qua e là, opportunamente aggirate senza combatterle, per non allarmare la strega della loro presenza. Dawn guardava sempre il medaglione, ora al collo di Scott, dato che era contornato da un bagliore rosso, segno di grande pericolo. Appena svoltarono a destra dopo un’armatura d’argento posta come decorazione, si trovarono davanti un’immensa porta. Era in ferro finemente decorato, completamente ricoperto da vari ghirigori sottili ed eleganti. Alejandro si avvicinò alla porta, afferrando il pomello d’oro.
Istintivamente Raggio di luna strinse la mano del rosso, alla ricerca di un po’ di coraggio che sfortunatamente la stava abbandonando. Il ragazzo rispose alla stretta guardandola dritta negli occhi.
- Tu pensa solo a trasformarti e a non farti uccidere, al resto ci pensiamo noi. – Era la prima volta che la Iena rassicurava qualcuno, ed infatti la bionda si stupì di quelle parole ma non ci pensò molto.
Il latino aveva appena aperto la porta.

Non c’era tempo per pensare.

Tutto il gruppo fu scaraventato all’interno da una forza invisibile, ritrovandosi al centro della sala. La porta si chiuse con un forte rumore, e il suono di una sadica e divertita risata risuonò nell’aria. Una nube di ghiaccio e neve adagiò davanti a loro la snella e malvagia figura di una donna dagli occhi color del cielo, i capelli biondi e un sorriso da ammaliatrice sul volto.

Blaineley.

Non si sa il perché, ma la ragazza, appena la vide, avvertì una sensazione di odio e disprezzo verso di lei, che le fece colorare le iridi di bianco all’istante.
La sua parte guerriera si stava lentamente svegliando.
Il primo a partire all’attacco fu Trent, ma sfortunatamente fu scaraventato sul muro alla sua sinistra grazie alla magia della strega. La donna volse un sorriso a Dawn prima che, con un fluido e lungo movimento di braccia, creasse un campo di forza.

Con all’interno solo loro due.

- E quindi questa è la famosa Prescelta? – Rise la donna. La ragazza cercò di colpirla con la spada, infilzando solo una nube biancastra.
- Sai ti immaginavo meno minuta… - La voce proveniva da dietro le spalle di Raggio di luna che prontamente si girò e scoccò una freccia nella direzione dove l’aveva sentita, colpendo ancora una volta la stessa nube.
Poi, un dolore tremendo. Come se dei sottili ma lunghi aghi roventi le stessero trapassando ogni poro della pelle. Aveva gli occhi e la bocca spalancati, da cui sembrava non entrare neanche un filo d’aria.
Quando il dolore finì, la ragazza si accasciò a terra, tossendo e riempiendo d’aria il più possibile i polmoni.
La risata di Blaineley risuonò dappertutto ma di lei non c’era traccia. Dopo minuti interminabili di silenzio, la sua snella figura ricomparve, mentre all’esterno del campo di forza gli Otherkin stavano fronteggiando un esercito di soldati di ghiaccio.
- Sai ti osservo da molto e ancora mi chiedo come tanto potere sia contenuto in un corpo così piccolo. – La strega si avvicinò a lei, e le assestò un bel pugno allo stomaco.
La bionda tossì ancora più forte, questa volta sputando qualche goccia di sangue.
- Adesso giochiamo un po’ – Dopo aver pronunciato tale frase, la strega si allontanò da Dawn, mentre con la sua magia la sollevò da terra. La sbatté contro il muro ripetutamente mentre le parlava tranquillamente.
- Quello che hai dentro é il potere di controllare e usare a tuo vantaggio le abilità di ciascun Otherkin con cui vieni in contatto. Sapevo che Chef non aveva possibilità contro di te. Chris è stato un problema. Stava per capire il mio piano, ma per fortuna sono riuscita a eliminarlo. Quello che avete ucciso voi era solo una semplice copia fatta da me, meno potente dell’originale. Sai perché ho fatto tutto questo? – Disse, prima di scaraventarla a terra facendola sprofondare per un paio di metri. Le diede un paio di minuti per respirare. La ragazza si stupì del fatto di essere ancora viva.
Niente ossa rotte, ma tanti tagli e ferite profonde su tutto il corpo.
La donna si avvicinò al suo orecchio. – Perché mi servivi che arrivassi viva qui. Scott doveva addormentarti col il pugnale avvelenato e portarti qui ma purtroppo, il mio piano ha preso una deviazione. Poco male. – La risollevò e di nuovo la sensazione di dolore circondò il corpo della Prescelta, che cominciò a contorcersi per liberarsi.
- Vorrà dire che mi divertirò prima di risucchiare la tua linfa. –
Dawn sentiva solo dolore e desiderava con tutto il cuore che tutto avesse fine.

Desiderava morire.

All’improvviso una scarica elettrica colpì la donna. Essa mollò la presa su Dawn, che cadde a terra stremata ma ancora viva.
Aprì lentamente gli occhi, trovandosi davanti un duello di magia degno di quel nome.
Scott era venuto in suo aiuto e, con una strana luce negli occhi, lanciava magie ad una velocità impressionante . La strega le respingeva con troppa facilità, ma altrettanto faceva il ragazzo. Sembrava un combattimento destinato a durare per sempre, dato che nessuno dei due aveva la meglio su l’altro. Una cosa attirò l’attenzione della ragazza. Un uomo, da quello che aveva visto era il capitano dell’esercito, era entrato dalla stessa piccola crepa da cui era entrato il rosso. Indossava un’armatura nera brillante, l’elmo mostrava solo i suoi occhi rossi, di cui il sinistro era attraversato da una cicatrice. Si avvicinò lentamente alla Iena con una mazza in mano, incurante di chi avesse alle spalle. Raggio di luna tento di urlare, ma non uscì niente dalle sue labbra.

Era troppo debole persino per parlare.

L’uomo colpì Scott, che cadde a terra con una ferita alla testa.
- Pensaci tu a questo. – Disse gelida la strega, lasciando il ragazzo alle percosse del soldato e avvicinandosi alla Prescelta. La prese per i capelli, avvicinando il suo viso a quello della ragazza.
- Adesso ci divertiamo. – Con un deciso schiocco di dita l’uomo si fermò e il suo elmo sparì, rivelando la sua faccia.
Assomigliava incredibilmente a Scott.

Forse anche troppo.

La bionda vide l’espressione incredula e terrificata del ragazzo e in quel momento capì.

Non poteva essere…

- Jerry… uccidi tuo figlio. – Come risvegliato da una secchiata d’acqua gelida, il generale cominciò a combattere contro il rosso, che schivava come poteva i colpi sferratagli dal padre.
- Credo che tu abbia capito tutta la situazione qui, dopotutto sei una bimbetta intelligente. Vedremo se sopravvivrà il figlio o il padre. – La strega la teneva ferma, costringendola a guardare quello spettacolo. Il combattimento durò moltissimo, Scott non aveva il coraggio di uccidere il padre, l’unico brandello rimasto in vita della sua famiglia.
Ma non poteva continuare così all’infinito. Ad un certo punto, Jerry si fermò. Le sue iridi ritornarono all’istante del loro colore naturale, mentre si guardava spaesato in giro, come se si fosse risvegliato da un lungo coma.
- Se continuate così mi farete addormentare. Deciderò io il vincitore. – Dichiarò Blaineley, prima di lanciare una gigantesca palla di fuoco verso l’uomo. Scott vide il padre urlare dal dolore e bruciare vivo davanti ai suoi occhi.
Era una visione orribile, ma allo stesso tempo rimase a fissare il suo corpo, finché non fu del tutto carbonizzato.
- Ed infine, mia cara Prescelta, che ne dici se gioco con il tuo piccolo amichetto qui? – Non aspettò una risposta da Dawn. La lasciò e concentrò tutte le sue attenzioni verso il rosso. Delle catene comparvero dal muro e l’avvolsero, costringendola a vedere tutto quello che la strega stava infliggendo al ragazzo senza intervenire. Le urla della Iena erano strazianti e le lacerarono l’anima, mentre la donna continuava a parlare.
- Credevi davvero che saresti riuscita a sconfiggermi Prescelta? Ti dico io come finirà: prosciugherò ogni Otherkin che si trova qui e dopo farai la stessa fine. E così io diverrò invincibile – Sibilò lasciando Scott, ormai allo stremo delle forze. Non voleva che morisse, non così presto.
- E cominceremo con farti assistere alla morte del tuo ragazzo – Blaineley prese il rosso per le spalle e lentamente cominciò a risucchiargli la linfa, senza successo però.

Il medaglione lo stava ancora difendendo.

Dawn cominciò a divincolarsi, ma le catene l’avvolsero di più. Lei però continuò imperterrita, anche perché una forza immane, dormiente per tutto quel tempo era pronta ad uscire fuori.
Chiuse gli occhi, mentre tutte le immagini di quel lungo ed estenuante viaggio le comparvero nella mente.

Campo Otherkin
L’attacco dei rospi
Il ritrovamento di Courtney
La battaglia contro Chef
La prima notte senza incubi con Scott
La battaglia contro Chris
La corsa contro il tempo per salvare Brick
Campo Omega
La morte di Owen
Scott ipnotizzato
Tutti i cadaveri di Otherkin nelle segrete…

Tutto quello era stato architettato da una sola persona, solo ed esclusivamente per una smania di potere.
Infischiandosi di tutto il dolore e la morte che ha creato dietro di sé.

“ Ora basta”

- Lascialo andare… - La strega si fermò di colpo nel sentire la voce di Raggio di luna. Lasciò andare il ragazzo che si accasciò a terra.
Quello che si trovò davanti la Iena era impressionante:
Dawn aveva appena spezzato le catene che la imprigionavano a mani nude. Era circondata da un alone di luce bianca e i suoi capelli le vorticavano attorno, mentre una forza misteriosa la sollevava da terra e la rinchiudeva dentro un bozzolo bianco come la neve. La sua voglia a forma di testa di volpe cominciò a brillare e, guardandosi intorno, la stessa cosa stava succedendo agli altri Otherkin.
La strega fissava quel bozzolo immobile, mentre intorno a loro la battaglia continuava senza interruzioni.
“Di sicuro nessuno si sarà accorto di niente” Pensò il rosso. Il suo sguardo color cenere cadde sul medaglione, facendo una grande scoperta:

Si era colorato di blu cobalto.

“Il colore dei suoi occhi!”

Appena realizzò cosa volesse dire, il medaglione sparì dal suo collo, mentre il bozzolo veniva distrutto dall’interno dalla spada della bionda.
La Prescelta atterrò delicatamente a terra, ormai trasformata del tutto. Era diventata più alta e i suoi capelli avevano un taglio molto corto. Indossava un top giallo e un pantaloncino blu cobalto, molto aderenti. Dalla sua voglia a forma di spada partivano un sacco di ramificazioni argentate che percorrevano tutta la sua pelle lattea, escludendo la pancia e il viso.
Il medaglione era apparso al suo collo. Dawn aprì finalmente gli occhi, chiusi fino a quel momento.
Scott era impressionato: non aveva mai visto quella fiamma nei suoi occhi.

Quella non era la sua Raggio di luna, piccola e indifesa.
Quella era la Guerriera.

- Ho detto lascialo stare! – Ringhiò la bionda, correndo verso la strega e colpendola in pieno viso con un pugno ben calibrato.
Il colpo fu talmente forte, da far uscire il sangue dal naso della donna, che rise malignamente appena esso raggiunse l’angolo destro della sua bocca.
- Ora si gioca sul serio. – Quella frase pronunciata dalla Guerriera, scatenò una furiosa lotta tra le due.
Entrambe combattevano a mani nude.
Dopo un tempo indefinito, si fermarono. Blaineley aveva il corpo dolorante e il viso pieno di sangue. Dawn aveva il corpo pieno di graffi, da cui piccole goccioline di sangue cadevano a terra, seguite anche dal rivolo di liquido scarlatto che fuoriusciva dalla bocca della ragazza.
Le due si guardarono negli occhi, maledicendosi a vicenda.

All’improvviso, la terra tremò.

La Prescelta barcollò leggermente, prima di capire cosa realmente stava succedendo. La strega davanti a lei non c’era più, al suo posto, un grande drago bianco e dagli occhi rossi le ringhiava contro.
In un attimo, venne circondata dalle fiamme.
Raccolse immediatamente la spada, mentre studiava un piano per poterla uccidere.
Ed ecco che, come un fulmine a ciel sereno, l’idea arrivò.
Il drago sferrava i suoi attacchi e la Guerriera li schivava elegantemente, mentre si concentrava su Noah.

Aveva bisogno di volare.

Ed infatti due grandi ali bianche le spuntarono librandola in volo, giusto in tempo per schivare una raffica di fiamme. La strega si librò in aria a sua volta.

Quello fu uno sbaglio imperdonabile.

Dawn ebbe tutto il tempo di concentrarsi sugli affilati artigli di Jo, ed infatti la sua spada si era trasformata in due giganteschi pugnali.
Li lanciò e, con una precisione micidiale, entrambi colpirono le ali del drago, trapassandole. I pugnali si andarono a conficcare sul pavimento di marmo della sala, intrappolando la donna schiena a terra.
La Prescelta atterrò su di lei, intrappolando le zampe con altri quattro pugnali e tranciandole di netto la coda con la spada.
La lama argentata della sua fedele arma penetrò nella pelle del collo del drago. Ignorando i ruggiti di dolore della bestia, la bionda cominciò ad aprirle l’addome, tagliando la pelle come burro.
Si ritrovò davanti tutti gli organi interni del drago. Volse la testa leggermente verso destra, e un grande ghigno comparve sul suo volto.

Aveva trovato il cuore.

Si guardò intorno e appena trovò Scott, guardandolo negli occhi, gli disse:
- Una promessa è pur sempre una promessa. – E velocemente, dato che il ragazzo riusciva a malapena a reggersi in piedi, lo trasportò sopra la strega.
Entrambi impugnarono la spada e puntarono la punta verso in cuore della strega.
Il rosso chiuse gli occhi, pensando a quante vite a lui care avrebbe vendicato con quel gesto.

Suo padre
Sua madre
Susie

L’urlo agghiacciante del drago risuonò nella stanza, mentre il suo corpo scompariva in migliaia di fiocchi di neve, lasciando sul pavimento una grande pozza di sangue.

La guerra era finita.

L’esercito della strega si sciolse come neve al sole e tutti gli Otherkin si abbracciarono e festeggiarono per la vittoria.
Dawn e Scott si guardarono negli occhi.
Il rosso le asciugò la faccia dal sangue, mentre la ragazza gli gettava le braccia al collo, ghignando leggermente.
Il ragazzo la strinse a lui, tenendole la vita con un braccio. Erano entrambi felici di aver vinto quella battaglia, ma ancora di più di averla vinta senza perdere né l’uno né l’altra.
Il mento della bionda fu intrappolato dalle dita della Iena, mentre entrambi si avvicinavo sempre di più.
- Ghignare è compito mio, ricordatelo. – Disse sulle sue labbra, prima di coinvolgerla in un dolce bacio. Il contatto era casto, quasi timido, ma ben presto si trasformò in una morsa di passione e di bisogno l’uno dell’altra.
Le loro lingue si cercavano, si stringevano, saggiavano il loro sapore, mischiato un po’ al sangue.
Quando si staccarono per riprendere fiato, Raggio di luna era ritornata al suo aspetto normale e sorrideva. Si appoggiarono fronte a fronte, sempre abbracciati, felici.
Si sciolsero da quell’abbraccio e guardarono il gruppo davanti a loro.
Noah si premeva la ferita al braccio sinistro.
Jo era di fianco a Brick, ancora trasformato in un possente bisonte dal manto nero.
DJ sorreggeva Alejandro.
Tutti la guardavano sorridendole, mentre stringeva la mano di Scott e un pensiero nacque nella sua mente:

finalmente, la pace.

Angolo dell'Autrice:

Non guardatemi male, non è colpa mia se questo capitolo è arrivato così tardi...
é tutta colpa della scuola, della mia ispirazione che mi ha mandata a fanculo e di YouTube che, ogni volta iniziavo a scrivere, mi chiamava e io cadevo in tentazione.
Be' di sicuro, con oltre 8 pagine di capitolo, mi sono fatta perdonare vero?

VERO?

Questo non è l'ultimo capitolo, c'è ancora l'epilogo quindi mi avrete tra i piedi ancora per un po'.
Ed ecco qui una piccola sorpresa:

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Questa è una piccola fan art fatta dalla mia carissima amica, che poi è l'artista che d'ora in poi disegnerà le mie storie.
Questo vuol dire che vedrete i suoi fantastici disegni in altre mie storie.
Qui il link del suo profilo di DeviantART:

http://dawnstregadellaluna.deviantart.com/

vi consiglio di andarlo a vedere.

E qui c'è il link di Drago-Flame, l'artista che, senza saperlo, mi ha fornito le immagini della mia storia e con esse mi ha aiutato a svilupparla:

http://drago-flame.deviantart.com/

E con questo vi lascio, alla prossima con l'epilogo!

Un bacione:^.^:
Sammy
P.S: Per le recensioni che non ho ancora risposto, non preoccupatevi, le risponderò a breve. :)

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


Otherkin - Epilogo

La guerra era finita, gli Otherkin erano liberi.
Le perdite erano tantissime, troppe.
La comunità si era ridotta, dalle migliaia di persone che abitavano il campo, ad un gruppetto di almeno cento persone. I bambini sopravvissuti si potevano contare sulle dita di una mano.
Sette bambini, quattro di loro, compresa Susie, erano orfani.
Nei loro occhi era impresso il dolore e il ricordo dei loro cari, ma in fondo a tutta quella tristezza, c’era la speranza e la voglia di andare avanti.
E fu così che Dawn si era ritrovata ad essere il punto di riferimento degli Otherkin, ad essere il loro capo, la loro guida. Raggio di luna fece seppellire tutti i cadaveri attorno le mura del castello, aiutata da tutti.
Una degna sepoltura per delle povere vittime di guerra.
Dopo che l’ultima lapide, fu completata, gli Otherkin si misero in cammino. La bionda ebbe modo di conoscere in quel viaggio Izzy, la compagna di Owen. La ragazza mostrava già un po’ di pancia e aveva l’abitudine di parlare tutto il giorno con lei. In quegli occhi pieni di pazzia però, c’era l’immenso dolore della perdita e molte volte, la ragazza la vedeva ridere e piangere allo stesso tempo a causa di un ricordo riaffiorato alla mente.
La Prescelta li portò sull’isola che un tempo ospitava il castello di Chris. Da lì, poco alla volta, costruirono un piccolo agglomerato di casupole di pietra ricavate dal castello abbandonato. Dawn e Scott decisero di vivere insieme. Il loro era un amore silenzioso, senza nessuna parola dolce o grandi dimostrazioni d’affetto in pubblico. In quella casa di pietra invece, le dimostrazioni d’affetto c’erano ed anche tante. La ragazza scoprì l’immensa gelosia e l’istinto possessivo che abitavano nell’anima del rosso, ma anche l’incredibile dolcezza che ogni tanto, soprattutto dopo aver fatto l’amore, lo coglieva. La loro vita e quella della comunità era tranquilla.
Ma quella armonia fu leggermente incrinata da un piccolo, grande dettaglio.
La bionda aveva capito fin da subito il legame che c’era tra Susie e Scott. La bambina passava la maggior parte del suo tempo a casa loro e non dal suo tutore, ovvero Noah.
Un pigro giorno di ottobre, precisamente durante la festa di compleanno di Susie, la moretta fece una richiesta precisa alla Iena.
- Adottami. – Sembrava più un ordine che un’innocente richiesta fatta da una bambina.
E da quella piccola parola, si scatenò l’inferno.
Nessuno voleva affidare la piccoletta al rosso. Lo credevano ancora un pericolo, una minaccia come suo padre. Raggio di luna impegnò tutte le sue energie a difenderlo e ad avere il consenso degli anziani e del consiglio popolare. Il consiglio non fu difficile da convincere, quanto invece fu difficile per gli anziani. Erano testardi più di un branco di muli e sembrava che niente e nessuno potesse smuoverli dalla loro posizione. Un giorno, durante l’ennesima riunione con gli anziani, accadde qualcosa di inaspettato. La porta si aprì con un tonfo e comparve la piccola ed agguerrita figura di Susie. La bambina si arrampicò sul tavolo delle riunioni e cominciò il suo discorso.
- E’ da ormai due settimane che non fate altro che riunioni su riunioni, senza arrivare ad una decisione. Francamente mi sono rotta di aspettare. Scott non sarà di certo un angelo, ma vi siete dimenticati che ha avuto un ruolo fondamentale nella battaglia contro la strega. Ve lo ricordate o no vecchi bacucchi? – Gli anziani non risparmiarono borbottii di dissenso e di rabbia per la maleducazione della mora.
-Non avete mai sentito il mio di parere, forse l’unico che bisognava prendere in considerazione. Non voglio stare con Noah. Mi sta simpatico, è vero, ma mi sento più in famiglia con Scott e Dawn e se non accoglierete la mia richiesta di essere adottata da loro, state pur certi che sarò uno dei vostri peggiori incubi. – E infine, con la sorpresa di tutti i presenti, la bimbetta dai lunghi capelli neri alzò in direzione degli anziani il suo piccolo dito medio.
Strano a dirsi, ma quel discorso parve convincergli.
Così Susie fece parte della loro strana famiglia.
Il figlio di Geoff e Brigette, durante la permanenza nel castello della strega, aveva subito una brutta ferita alla gamba destra. Rischiava di non poter camminare mai più, ma grazie alle cure di Gwen, il piccolino guarì, lentamente ma guarì.
Heather diede alla luce Rachele che crescendo, diventò la reginetta incontrastata della cattiveria, proprio come un tempo lo erano stati i suoi genitori. Harry, il figlio di Izzy e Owen era la copia sputata del padre, specialmente per quanto riguardasse il carattere. Il bambino aveva i capelli biondi, un dolce sorriso e gli occhi verdi e pazzi, come quelli della madre.
Per un qualche strano scherzo della natura e del destino, il suo animale era proprio l'orso.
Dawn seppe che se un bambino aveva lo stesso animale di uno dei genitori era considerato un avvenimento raro.
Noah e Izzy si erano messi insieme, ma entrambi avevano ancora nel cuore il dolore per la perdita del ragazzone.
Noah, in qualche suo momento di particolare tristezza, pensava di aver fatto un torto al suo migliore amico, innamorandosi della ragazza. Izzy, nei suoi momenti di assoluta follia, guardava fuori la finestra nella speranza di vederlo tornare a casa, un giorno.
Entrambi ci soffrivano ancora, ma dopo le difficoltà iniziali, si erano lasciati il passato quasi alle spalle e i loro sguardi erano fissi sul loro futuro insieme.

Gli anni passarono veloci, la comunità aumentò rapidamente, mentre la pace regnava incontrastata.
Il ricordo di quella guerra era sempre vivido nei loro cuori, specialmente in quello della Prescelta che, per far conoscere a tutte le generazioni future quella storia, l’aveva trascritta su un grande libro e, una volta all’anno, veniva aperto e letto nella piazza principale.
Per non dimenticare.

 

Dieci anni dopo…

 

Dawn era seduta sul divano, persa come sempre nei suoi pensieri. L’unico rumore che sentiva era il suo e il respiro dell’uomo che sonnecchiava pacificamente affianco a lei. La mano di Raggio di luna viaggiava pigra tra le ciocche rosso arancio di Scott. I suoi grandi occhi caddero sulla mano libera, dove spiccava in bella vista la sua fede. Erano sposati da sette anni ormai.
Il suo matrimonio fu uno dei più belli in assoluto, a cui tutti gli Otherkin avevano voluto parteciparvi. I suoi ricordi però furono interrotti dal rosso che aveva iniziato ad aggredire dolcemente il suo collo bianco.  Le sue labbra salirono velocemente, congiungendosi con quelle della consorte. Le grandi mani dell’uomo si infilarono sbarazzine sotto la gonna del vestito di Raggio di luna, mentre lei si stendeva sul divano. I loro gemiti erano intrappolati nelle loro bocche, l’ossigeno scarseggiava ma a nessuno importava e l’atmosfera intorno a loro si stava velocemente surriscaldando. La bionda era completamente in balia di quelle mani che la toccavano dappertutto e che, con una sensuale lentezza, erano giunte alla zip del vestito.
- Mamma, papà AIUTO!!! – L’urlo disperato di Jerry, il loro secondogenito, rovinò il momento “romantico”.
La donna si sistemò in fretta e corse verso il figlio, tutto impiastricciato di trucco sulla faccia.
Dietro di lui apparve Lizzy, la primogenita, con un rossetto e una matita per gli occhi nelle mani.
- Avanti che cos’è successo stavolta? – Chiese la Iena, visibilmente contrariato del fatto di essere stato interrotto.
Lizzy era una tremenda bambina di sei anni, con un’innata passione per il trucco e gli scherzi. Aveva lunghi capelli rossi e il viso era completamente ricoperto da lentiggini dove, sotto gli occhi, appariva la sua voglia a forma di un paio di piccole ali d’aquila. Aveva grandi occhioni grigi. Jerry invece aveva appena compiuto quattro anni. Aveva una massa informe di capelli biondo cenere con molte vertigini e un paio di occhi azzurro – blu. Era un bambino molto dolce e l’unica cosa che amasse di più delle sue macchinine giocattolo, era il suo papà. Sulle sue braccia facevano bella mostra di sé due grandi corna d’alce.
- Jerry ha investito le mie bambole con il suo camion ed io, per vendicarle, gli ho fatto questo. – Ed indicò tutta soddisfatta il disastro di ombretto colorato, rossetto e fard che era la faccia del biondo.
I coniugi si guardarono esausti dall’ennesima bravata della loro figlioletta.
- Dove li hai trovati quei trucchi? – Chiese Scott, trattenendo le risate di fronte alla vendetta di Lizzy.
- Li ho presi da Susie! – Esclamò felice la rossa.
La mora entrò in scena appena sentì pronunciare il suo nome. Era molto alta, il che risaltava le sue belle forme e il suo seno, fasciato in quel momento da un top fucsia. I suoi lunghi capelli, neri come la pece, erano legati in una lunga treccia, che le arrivava al sedere. Sulla caviglia destra, spiccava la sua voglia a forma di coyote. Aveva diciotto anni e ogni giorno si allenava duramente al centro di addestramento, con la sua mentore Jo, per diventare un infallibile guerriero Otherkin.
Dall’espressione truce che aveva in viso, era parecchio arrabbiata e irritata.
- Lizzy, come ti sei permessa di rubare e usare i miei trucchi, brutta pulce ladruncola! – Sibilò la ragazza prima di strappare dalle piccole mani della bambina la matita nera e il rossetto fucsia.
La mora andò vicino allo specchio, posto nell’ingresso, e cominciò ad applicarsi la matita intorno all’occhio sinistro.
- Dove stai andando, signorina? – Disse Scott, mettendosi dietro la ragazza.
- In giro… - Sviò lei, marcando il rossetto sulle labbra, in modo da renderle più evidenti.
- E con chi andresti in giro? –
- Sono affari che non ti riguardano papino, ma visto che sono di buon umore te lo dico: esco con Geoff… -
- SENIOR?!? –
- Cosa? NO! Junior. – Si apprestò a puntualizzare Susie, visibilmente contrariata all’idea di uscire con un uomo sposato.
- A che ora torni? – Chiese pacata Dawn, mentre la ragazza prendeva la borsetta e si sistemava la minigonna nera.
- Non lo so. Ciao, non aspettatemi sveglia! – Disse, prima di aprire la porta e sfuggire alla solita strigliata da parte del rosso.
Egli guardò la moglie per un attimo prima di prendere le chiavi di casa.
- Tu ti fidi di lei, ma io no. Non aspettarmi sveglia. – E con questo l’uomo la lasciò sola in casa, in balia delle due pesti che erano i loro figlioletti.

Angolo dell'Autrice

Tutto è bene ciò che finisce bene!
Ed anche Otherkin, purtroppo, è finito. Sapete, mentre scrivevo l'epilogo, stavo quasi per piangere...
Si piangere!
Perchè ragazzi miei, oramai Otherkin era diventata una parte di me e voi, che la seguite, siete diventati la mia seconda famiglia.
Adesso però basta con le scene strappalacrime, adesso ho voglia di raccontarvi un paio di cose:
Questa storia aveva un significato nascosto che spero voi abbiate notato. Scrivendo Otherkin volevo farvi capire quello che ho capito anch'io capitolo dopo capitolo; Che ognuno di noi è un po' Otherkin, che ognuno di noi ha dentro di se un potere incredibile che, se si riesce a controllarlo, è capace di farvi superare qualsiasi ostacolo.
Spero di avervi trasmesso questo leggendo.
La seconda cosa che volevo raccontarvi è la piccola storiella di come sono arrivata a scrivere Otherkin:
All'inizio avevo intenzione di fare una nuova stagione del reality con i personaggi trasformati per colpa delle scorie radioattive. Purtroppo non mi venivano in mente sfide carine e quindi ho lasciato perdere. Dopo un paio di giorni ho rivisto un vecchio cartone che guardavo da piccola e una fanart di a tutto reality proprio su questo cartone.

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ed è così che è nato Otherkin!!!
Adsesso però è arrivato il momento dei ringraziamenti.
Un abbraccione a chi ha messo la storia nelle preferite:
  1. AsiaLeggiStorie
  2. aurok
  3. Bonny_Spears
  4. Chica_Dance_AxH
  5. Chococat97
  6. delenalove
  7. dgcourt
  8. dolcemary
  9. Dott_Gwen
  10. Giorgiu Saurus
  11. its_so_easy
  12. kiara097
  13. kimberly D Cristal
  14. Le_Emiliette
  15. melanie midnight
  16. miriama73
  17. Nekomata 42
  18. sunburst
  19. utau31103
  20. Viven3450
  21. White_Fang
  22. yhxhvhvugyghgyftf ( caro mio, devi spiegarmi come cavolo ti ricordi questo nome quando devi fare il login. Comunque pollice in su per l'epica manata che hai dato alla tastiera per far uscire questo nome ^.^)
Un altro abbraccione a chi l'ha messa tra le ricordate:
  1. Le_Emiliette
  2. melanie midnight
  3. MigalooGh
  4. miriama73
  5. Viola_Meridia_32
Un abbraccione a chi l'ha messa tra le seguite:
  1. BlackSwan Hawtorne
  2. dolcemary
  3. FaDiesis
  4. Giorgiu Saurus
  5. Kauhsen
  6. kodocha 98
  7. La Russo
  8. Le_Emiliette
  9. melanie midnight
  10. miriama73
  11. MoonyCrashindDown
  12. Mumma
  13. Necomata 42
  14. pink hairTDScottDxGfan
  15. Whiteney Black
  16. White_Fang
  17. White_Moon
  18. yhxhvhvugyghgyftf
  19. _Smeralda_
E ovviamente, un abbraccione a chiunche ha seguito Otherkin silenziosamente e spero che abbia trasmesso anche a loro tante belle emozioni.
Un bacione:^.^:
Sammy

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