Otherkin di _SamanthadettaSam_ (/viewuser.php?uid=184578)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Prima notte/parte 1 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Prima notte/parte due ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Cpirolo 13 - Seconda notte/parte 1 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Seconda notte/parte 2 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Terza notte/parte 1 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Terza notte/parte 2 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 - Quarta notte/parte 1 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 - Quarta notte/parte 2 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Otherkin - Prologo
Un’alta ed esile figura,
coperta da un lungo mantello nero, si aggirava nel bosco. Dopo qualche ora di
cammino essa si fermò al limitare di una grande radura, illuminata dai raggi
della luna.
- Sei arrivata alla fine. –
Un ragazzo sbucò da dietro un albero: era alto e dalla pelle ambrata, con
lunghi capelli neri e occhi verde acceso.
- Avevi paura che non
venissi, lo sai che puoi sempre fidarti di me. – Disse la figura misteriosa,
camminando verso il centro della radura.
- Diciamo che non sei la persona
“affidabile” che vuoi far credere di essere alla gente, mia cara chica. –
Mormorò il moro ghignando.
- Ti ho ripetuto mille volte
di non chiamarmi così! – La figura si tolse il cappuccio dalla testa, scoprendo
dei lunghissimi capelli neri, occhi dello stesso colore e un tatuaggio a forma
di serpente verde acceso che le circondava il collo.
- Allora, che novità hai da
darmi Cascamuerto? – sibilò la ragazza.
- Delle ottime notizie, Heather:
L’ho trovata! – A quelle parole, la mora sgranò gli occhi.
- L’hai trovata e il Trio
della morte lo sa? –
- è questo il bello, noi
siamo i soli che sanno della sua esistenza. – sussurrò il latino.
Heather fece qualche passo
indietro, puntando lo sguardo alle stelle: Finalmente, dopo anni di buio, la
ragazza riusciva a vedere l’epilogo di quella maledetta guerra.
Abbassò lo sguardo verso il
ragazzo e disse:
- Raduna DJ e Trent, voi tre
andate a prenderla, e mi raccomando Alejandro, cerca di essere gentile con lei.
– E detto questo, Heather si coprì il viso col cappuccio e si avviò nella
boscaglia, lasciando solo il ragazzo, che intanto cominciava ad incamminarsi
verso la parte opposta della foresta.
Angolo dell'autrice:
Ehilà!
Eccomi qui con questa long fantasy, allora vi è piaciuto il mio
piccolo (oserei dire microscopico -.-") prologo?
Vi dico solo una cosa: tenete d'occhio quel tatuaggio, perchè ne vedrete molti in questa storia ^^
Bene ora passiamo alle solite richieste:
1. vi prego se credete che sia rimasta nel IC dei personaggi o meno,
fatemelo sapere (abbituateci, ve lo chiederò ad ogni capitolo xD)
2. non abbiate timore a recensire, anche se ne dubito altamente
che qualcuno lo farà dato il ristretto prologo che ho scritto
3. Non perdetevi il prossimo capitolo :D
Un bacione ^^
Ogghylapazza97
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Otherkin - Capitolo 1
Dawn non riusciva a dormire.
Si girava e rigirava nel letto, cercando di trovare una
posizione adatta al sonno.
Dopo vari tentativi andati a vuoto, la ragazza scostò le
lenzuola dal suo minuto e candito corpo, si sedette sul bordo del letto e
cominciò a pensare:
Stava per succedere qualcosa, ne era sicura.
Non sapeva se stava per accadere qualcosa di brutto o di
bello, ma era solo questione di tempo, se lo sentiva.
La bionda rivolse le sue grandi iridi color cobalto sulla
sua voglia: Una lunga spada argentata posta sul polso sinistro.
Era strana ma bellissima, il suo color argento risplendeva
ai raggi della luna che illuminavano la stanza.
Sembrava un tatuaggio.
Lei non sapeva spiegarsi il perché Madre terra le avesse
regalato una così strana voglia, anche perché lei odiava la violenza e tutti i
simboli che la rappresentavano.
In alcuni momenti, odiava anche quella piccola spada sul suo
polso.
I suoi pensieri furono interrotti da un rumore al piano di
sotto.
La ragazza scese in fretta le scale, giusto in tempo per
vedere chi c’era in casa sua.
Tre ragazzi stavano entrando dal buco della porta, ormai a
terra:
- Cavolo amico. Potevi anche bussare! – Disse un ragazzo
nero al secondo dalla pelle ambrata e dagli occhi verdi.
- Tanto non ci avrebbe aperto comunque DJ. – Replicò l’altro,
guardandosi in giro.
- Ragazzi, ormai il danno è fatto, ricordiamoci perché siamo
qui. – Un terzo ragazzo sbucò da dietro gli altri due e, detto questo, si
avvicinò a Dawn che intanto era rimasta immobile sull’ultimo gradino delle
scale.
La ragazza lo guardò bene:
Aveva lunghi capelli neri, ma la cosa che colpì di più la
bionda erano gli occhi; erano di un verde acceso ma avevano una forma alquanto
strana, sembravano occhi di gatto.
- Tu devi essere Dawn, vero? Vai a preparare le valige,
siamo venuti a prenderti. – Disse il ragazzo dagli occhi di gatto in tono
gentile.
La ragazza si fermò ad osservare l’aura dei presenti: non
avevano cattive intenzioni con lei, ma c’era qualcosa in loro che in quel
momento Dawn non riuscì a capire.
La ragazza corse sopra, preparò in fretta le valige, si
vesti con altrettanta velocità e ritornò dai tre ragazzi dopo qualche minuto.
- Bene sei pronta, andiamo. – Mormorò il latino precedendo
il gruppo fuori.
Il ragazzo dagli occhi di gatto accompagnò Dawn in strada,
dove li aspettavano due moto, una nera e una rossa. Dopo averla fatta salire su
quella nera, mise in moto e partì a tutta velocità.
Il gruppo si fermò al limitare di una grande ed impenetrabile
foresta.
- DJ apri il passaggio. – Ordinò il ragazzo dalla pelle
ambrata.
Il ragazzo dalla pelle nera si fermò davanti ad una albero molto vecchio, prese un
bel respiro e, abbracciando il tronco, sradicò l’albero, rivelando un sentiero
nascosto. Dawn sgranò gli occhi: nessun uomo aveva tutta quella forza!
- Al, forse è meglio che entro prima io, ricordati che tra i
tre sono l’unico che sa vedere bene al buio. – Disse il moro, provocando una
smorfia infastidita sul volto del latino.
- Ti ho già detto di chiamarmi Alejandro! Comunque va prima
tu, Trent. – Concluse il ragazzo.
Dopo un ora passata a camminare per quel sentiero, Dawn ebbe
il coraggio di parlare:
- DJ, mi puoi dire dove stiamo andando? –
- Siamo diretti a Campo Otherkin. Ti piacerà, è un bel
posto. – Rispose il ragazzo, rivolgendo un sorriso a Raggio di luna.
- Campo Otherkin? Che cosa vuol… -
La ragazza non riuscì a
finire la frase:
Davanti a lei si stagliava un agglomerati di tende e case sugli
alberi, illuminate dalle torce che rendevano il posto magico.
- Benvenuta a Campo Otherkin. – Sussurrò DJ, guardando lo
stupore impresso sul volto della bionda.
Alejandro accompagnò Dawn all’interno del campo fino ad una grande
tenda, ornata da lunghi serpenti verdi a guardia dell’entrata.
L’interno era illuminato da un gran focolare al centro, in
un angolo, una ragazza dai lunghi capelli neri e con un tatuaggio a forma di
serpente sul collo li accolse:
- Sei sicura che sia lei? – disse guardando dall’alto verso
il basso Dawn.
- Si Heather, ha il simbolo e non è uno stupido tatuaggio,
guarda! – Alejandro prese il polso sinistro della bionda e lo mostrò alla mora.
La ragazza esaminò a fondo la piccola spada argentea, poi
guardò negli occhi la bionda con uno sguardo molto sorpreso:
- Finalmente ti ho trovata. Ti immaginavo meno minuta lo
sai? Sierra accompagnala nella sua tenda, domani conoscerà il
suo addestratore.
– Concluse Heather, chiamando a sé una ragazza dai lunghi
capelli viola e dalle braccia ornate da lughi tentacoli rosa, che
accompagnò Dawn fino ad una capanna bianco latte.
- Sierra mi puoi spiegare che cosa sta succedendo qui? –
Chiese esasperata la ragazza, che non ne poteva più di tutto quel mistero.
- Tu non sai niente… Incredibile! – Disse sorpresa Sierra.
- Allora ti trovi a Campo Otherkin. Gli Otherkin sono
persone che hanno il loro spirito legato ad un animale, col tempo essi
acquistano poteri e abilità relativi alla specie con cui hanno questo tipo di
legame. Dalla nascita, sul nostro corpo compare una strana voglia che
simboleggia l’animale che ci rappresenta. –
- Un giorno tre potenti stregoni, il Trio della morte,
scoprirono un modo per diventare potentissimi e conquistare il mondo:
risucchiando la nostra linfa vitale. La nostra gente era stata quasi estinta, e
siamo stati costretti a rifugiarci in questa foresta che è stata protetta da un
potente incantesimo. –
Dawn ascoltava rapita le parole della ragazza.
- Secondo la leggenda, un giorno sarebbe nata una bambina,
la cui anima era legata a tutte le specie animali, e sarebbe stata l’unica
capace di sconfiggere il Trio della morte e salvare la nostra razza. –
Alla fine della storia, la bionda scosse il capo
contrariata:
- Credo che abbiate sbagliato persona, io odio la violenza e
non riuscirei mai a sconfiggere questi tre stregoni. – Sierra prese
delicatamente il polso di Dawn, accarezzando la voglia a forma di spada.
- Questo è il simbolo che tu sei la nostra salvatrice. Ora è
meglio che riposi, sembri molto stanca, buona notte. – Detto questo, la ragazza
lasciò Dawn sola.
Raggio di luna era molto confusa.
Tutto quello che era successo poco prima le sembrava un
sogno.
Lei non poteva essere la salvatrice di quella povera gente,
non era capace di fare tutte quelle cose eroiche che diceva la leggenda.
Decise che il giorno dopo avrebbe chiesto spiegazioni
dettagliate su quella faccenda e, con questi pensieri, si abbandonò alle
braccia di Morfeo.
Angolo dell'autrice:
Ecco a voi il primo capitolo!
Sprero di aver spiegato molto bene chi sono gli Otherkin nella mia storia.
Avete già capito gli animali legati ai protagonisti?
Come sempre vi ricordo di avvissarmi nel caso sprofondi nel OOC in qualche personaggio
Non dimenticatevi di recensire ;)
Un bacione ^^
Ogghylapazza97
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Otherkin - Capitolo 2
A molti chilometri di distanza da Campo Otherkin, una bufera
di neve imperversava su un lago ghiacciato.
Su un altura, un immenso castello
di ghiaccio troneggiava sul paesaggio circostante.
Le alte torri, che si
stagliavano verso il cielo annerito dalle nuvole grigie, rendevano la
costruzione inquietante.
All’interno di essa, regnava il silenzio, rotto solo
da leggeri lamenti che provenivano dalle segrete.
All’improvviso dalla porta
entrò una folata di vento, che delicatamente lascio all’ingresso una donna
avvolta in un pesante mantello bianco.
La figura abbandonò sul pavimento il
candido indumento, scoprendo il suo vestito nero. I lunghi capelli biondi
ornavano come gioielli le sue spalle, mentre si dirigeva a passo sicuro verso
una porta d’ossidiana, ornata da una maniglia d’oro.
Oltrepassata quella porta,
la donna scese in fretta le scale davanti a lei, che davano il benvenuto alle
segrete.
Due guerrieri fatti interamente di ghiaccio erano intenti a frustare
l’unico prigioniero ancora in vita in quella segrete, un ragazzo dagli occhi
chiari, il volto ornato di piercing e la cresta verde.
A ogni colpo di frusta
lanciato sulla schiena del malcapitato, seguivano piccoli gemiti di dolore
tenuti in silenzio a forza dal punk.
La donna, con un sinuoso movimento della mano, allontanò i
due guerrieri dal prigioniero, che ormai aveva la schiena segnata da profonde
ferite che sanguinavano a ritmo regolare.
- Bene, vedo che non hai ancora parlato. – Disse la donna
ricevendo un grugnito da parte del ragazzo.
- Vedo che hai la testa dura Blaineley. Io. Non. Parlerò.
Mai!!!! – Rispose il prigioniero a denti stretti, rivolgendo i suoi occhi
acquamarina al muro.
- La mammina non ti ha insegnato che quando una persona ti
parla, devi guardarla negli occhi. – Mormorò e, con un altro gesto della mano,
il ragazzo si trovò faccia a faccia con la donna.
- Mia madre mi ha insegnato molte cose, come non portare
rispetto agli stregoni come te. – Replicò il ragazzo, sputando un po’ di saliva
mista a sangue sul vestito di Blaineley.
La donna non ci badò molto al gesto del prigioniero, si
limitò ad avvicinarsi al ragazzo, in modo che egli potesse riflettersi nelle
sue iridi celesti.
- Te lo chiedo per l’ultima volta Duncan, dove si trova la
Prescelta? – A questa domanda, il ragazzo le rivolse uno dei suoi soliti
ghigni.
- Dovrai prima uccidermi, cara. –
Blaineley volse lo sguardo sul petto del punk: all’altezza
del cuore, illuminato dalla tenue luce delle lanterne appese alle pareti, c’era
un lupo verde che ululava ad una luna inesistente.
La donna si allontanò da lui e, con un sorriso poco
rassicurante sul volto, recitò alcune formule magiche, tenendo fisso lo sguardo
sul ragazzo.
Duncan provò delle fitte dappertutto: la strega lo stava
costringendo a trasformarsi.
Il punk tentò con tutte le sue forze di resistere, ma era
troppo debole per reagire.
Ben presto sentì la coda crescergli, il volto trasformarsi e
il suo corpo ingrandirsi sempre di più.
Dopo due interminabili minuti, del ragazzo dalla cresta
verde non era rimasto più niente:
al suo posto c’era un grande lupo grigio, dal muso pieno di piercing
e il pelo della schiena verde.
- Sai, in questo castello fa molto freddo, e avrei proprio
bisogno di uno scalda collo. – Blaineley si avvicinò al lupo, prendendogli la
folta coda e accarezzandola dolcemente.
- La tua coda sembra perfetta. – Sussurrò e, con un cenno
del capo, uno dei due guerrieri arrivò con una lunga spada, pronto a troncare
la coda dell’animale.
Ad un certo punto, un uomo di ghiaccio e neve corse in
fretta verso la strega:
- Mia signora, ho delle brutte notizie: gli Otherkin hanno
trovato la ragazza, ora di trova nel loro campo. –
La donna rivolse un grande sorriso al messaggero, lo prese
per il collo e disse:
- Bene hai fatto bene ad avvissarmi, ora lo andrai a dire
agli altri componenti del Trio della morte, vero? –
L’uomo si limitò ad annuire.
- Mi dispiace, risposta sbagliata. – E detto questo, strinse
la presa sul collo del messaggero, fino ad ucciderlo.
- Credo che adesso io non ti serva più, no? – chiese il
lupo.
Blaineley gli rivolse un gran sorriso:
- No, ma la tua coda mi serve. TAGLIA! – Concluse.
Il boia cominciò a segare e lupo ululò dal dolore, finché la
sua amata coda non cadde a terra, in una pozza di sangue.
Angolo dell'autrice:
Ecco il capitolo nuovo!
Ve lo aspettavate che Blaineley fosse una del Trio della morte?
Povero Duncan, adesso è un lupo senza coda :(
Oggi sto aggiornando ad una velocità super sonica WOW!!!
Non fateci l'abbitudine però ;)
Non dimenticatevi di recensire!
Un bacione^^
Ogghylapazza97
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Otherkin - Capitolo 3
Un piccolo raggio di sole si insinuò nella tenda bianco
latte di Dawn, risvegliandola dal suo profondo sonno.
La ragazza si alzò immediatamente e guardò fuori: era appena
l’alba e poche persone osavano avventurarsi in giro a quell’ora, Raggio di luna
si vestì in fretta e corse fuori, fino a raggiungere una piccola radura non
distante dal campo. La bionda si sedette sull’erba a gambe incrociate e
cominciò la sua meditazione mattutina.
Il vento le spettinava leggermente i capelli, dandole un
aria mistica. Non si curava neanche del fatto che un piccolo bruco le stava
camminando addosso da un paio di minuti.
Tutto intorno a lei parve fermarsi, ammaliato. Il bruco si
arrotolò in una piega del maglione verde e troppo grande della bionda.
Qualcosa distolse Dawn dalla meditazione: una piccola aura
stava soffrendo.
A quella vista, Raggio di luna si alzò di scatto, i sensi
all’allerta nel cercare la povera creatura che stava soffrendo così tanto. Il
povero bruco, che fino a poco tempo fa era rantolato nel maglione di Dawn, si
aggrappò con tutte le sue forze per non cadere.
All’improvviso la ragazza scoprì quel povero animale: una
piccola lepre, tutta insanguinata, stava entrando zoppicando nella radura. Fece
però pochi passi, prima di venire soprafatta da una gigantesca volpe che la
morse al collo, ponendo fine alle sue sofferenze.
Dawn era lì, immobile: Quella volpe era addirittura più
grossa di lei! Il lucente pelo rossiccio dell’animale risplendeva alle prime
luci dell’alba, mentre si cibava avidamente della sua preda.
Dopo che della lepre non rimase più nulla, la volpe rivolse
lo sguardo alla ragazza: Aveva due grandi occhi grigi e si leccava avidamente
il muso, sporco di sangue.
- Sei un Otherkin, vero? – Fu tutto quello che la ragazza
riuscì a dire.
- No. Sono una volpe geneticamente modificata! – disse l’animale
sarcasticamente, mentre la coda cominciava a ridursi fino a scomparire, le
orecchie rimpicciolirsi e il pelo lasciar posto alla pelle.
Al posto dell’animale comparve un ragazzo dai capelli rossi,
gli occhi grigi, il viso inondato di lentiggini e una testa di volpe posta
sulla sua spalla.
Dawn era incredula: non aveva mai visto un Otherkin
trasformarsi, e non credeva potessero assumere dimensioni tanto immense sotto
forma di animale!
- Che ti prende? Terra chiama stramboide! – La voce del
ragazzo risvegliò Raggio di luna dai suoi pensieri.
- Oh scusa, io sono Dawn piacere. – La bionda porse al
ragazzo la mano sinistra, facendo cadere il povero bruco che se ne andò via in
un buco nella terra.
- Io sono Scott… CHE COS’è QUELLO?!? – Il rosso sgranò gli
occhi e prese violentemente il polso sinistro di Dawn, da cui si poteva
scorgere la piccola spada color argento.
- No… non può essere… tu sei… sei… - Balbettò il ragazzo, in
evidente stato confusionale.
- Si, sono la Prescelta. – A quelle parole il ragazzo,
stranamente, cominciò a ridere.
- Non puoi essere tu! Non riusciresti neanche a tenere in
mano una spada, e tu saresti “La
Prescelta”, ma fammi il piacere! – Quel ragazzo era molto
maleducato e metteva a dura prova la pazienza di Dawn.
La ragazza gli guardò l’aura: era grigia, come i suoi occhi.
Questo non significava mai nulla di buono ma, non si sa
come, la bionda era convinta che non era chi voleva far credere di essere…
- Dawn, sei qui! – La voce di Sierra riportò la bionda alla
realtà.
- Su, vieni! Devi andare dal tuo addestratore! – E detto
questo, la ragazza dai capelli viola trascinò via Dawn, lasciando Scott alle
sue risate beffarde.
Dopo mezz’ora passata a correre, finalmente le due
arrivarono davanti ad un grande spazio all’aperto: era pieno di armi di ogni
genere, manichini di legno e armature ammassate alla rinfusa.
- Ecco questo è il campo d’addestramento. Ti do un
consiglio: cerca di fare tutto quello che ti dice Eva, la tua addestratrice. È una
donna facilmente irritabile. – Mormorò Sierra, prima di andarsene via di corsa.
Dawn guardò la ragazza accennata prima da Sierra:
Aveva dei lunghi capelli neri legati in una alta coda, occhi
color ambra, le braccia maculate e l’aria truce.
- Ah bene! Sei arrivata finalmente! Vieni che ti prendo una
spada e cominciamo l’allenamento. –
Disse Eva, dirigendosi verso le varie armi disposte su una
parete.
Raggio di luna vide che oltre a lei, c’erano altri tre
ragazzi:
Una ragazza dai capelli biondi, gli occhi color indaco uguali
a quelli di un gatto e la stessa espressione truce di Caterpillar.
Un ragazzo dai capelli e dagli occhi neri, con un piccolo
bisonte rabbioso sul braccio.
L’ultimo presente, la ragazza l’aveva già incontrato; era
Scott.
Eva ritornò subito dopo, depositando nelle minute braccia di
Dawn una spada simile a quella impressa sul suo polso. Raggio di luna quasi non
cadde a terra sotto il peso di quell’arma, scatenando le risate di tutti.
- Silenzio! Ora dividetevi in coppie! Voglio vedere come ve
la cavate in combattimento. Tu Jo vai con Brick e Scott, oggi avrai l’onore di
lottare contro la Prescelta!
– A quelle parole tutti i presenti si girarono verso la bionda.
- Su forza! Non restate lì impalati. Combattete. – Concluse Eva.
Dawn cercò di impugnare la spada alla meglio e di schivare i
colpi del rosso, che non si faceva scrupoli a combattere contro un avversario molto
più debole di lui.
- Coraggio Prescelta! Non vorrai che io ti ferisca così
facilmente, vero? – La schermì La Iena, ma Dawn non l’ho ascoltava: a ogni
colpo schivato, dentro di lei, sentiva una strana forza che cercava di uscire
fuori.
Finalmente, dopo l’ennesimo colpo lanciato da Scott, la
bionda sentì quella forza improvvisamente svegliarsi.
La spada divenne improvvisamente leggera e Dawn cominciò a
bloccare ed ad attaccare.
Scott, sorpreso dall’inaspettata furia di Raggio di luna,
cercava come poteva di mettere a terra l’avversario ma, nel lasso di tempo di
pochi secondi, la ragazza girò su se stessa, gli lanciò un calcio nello stomaco
che lo fece cadere a terra e gli puntò la spada alla gola.
- Molto bene, molto bene Dawn! – Eva era assolutamente entusiasta
del bellissimo combattimento appena avvenuto.
- Dawn… i tuoi occhi… - Balbettò il rosso, visibilmente
sconvolto.
Raggio di luna era confusa: cosa avevano i suoi occhi che
non andavano?
Si avvicinò la lama della spada al viso, in modo da specchiarvisi
dentro; quello che vide la scioccò terribilmente: I suoi occhi avevano perso i
loro bel color cobalto, lasciando posto a due iridi completamente bianche.
La bionda buttò terrorizzata la spada a terra e,
rivolgendosi a Eva, disse con voce tremante:
- Che cosa mi è successo? -
Angolo dell'autrice:
Eccomi di nuovo qua!!!
Allora vi aspettavate che dessi a Scott la iena eh?
E invece io soo contro corrente e gli ho dato la volpe, va bene xD
ok basta con gli scleri di mente!
Non vi perdete il prossimo capitolo, come mi ostino a dire TUTTE le sante volte che posto un capitolo, e ricondatevi di recensire, come se non lo sapessero, BABBA! u-u''
un bacione ^^
Ogghylapazza97
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Otherkin - Capitolo 4
- Che cosa mi è successo? – Dawn guardava terrorizzata la
sua addestratrice che, stranamente, aveva un espressione molto tranquilla
davanti al nuovo colore delle iridi di Raggio di luna.
- non preoccuparti: come ogni Otherkin, anche tu sai
trasformarti, ma la differenza è che tu diventi una guerriera formidabile e non
un animale. –
La ragazza rimase per un attimo senza parole, fissando il
suo riflesso nella spada gettata da lei a terra: non le piaceva per niente il
suo nuovo colore d’occhi.
- Ovviamente questa non è la tua trasformazione completa,
ecco perché sei qui. Allenandoti saprai gestire meglio i tuoi poteri e
trasformarti quando vorrai, per adesso puoi farlo solo in momenti per te di estremo
per… - Non riuscì a finire la frase: un lungo fischio risuonava nel campo.
Dopo solo pochi secondi, apparvero dal nulla delle orrende
creature.
Erano rospi di color porpora, con lunghi e aguzzi aculei di cristallo
che gli spuntavano dalla schiena.
Le strane creature saltavano da una parte all’altra,
lanciando i loro pericolosissimi aculei, nell’intento di ferire qualcuno.
A quella vista, Eva si trasformò all’improvviso, diventando
un gigantesco e spaventoso giaguaro.
- Andate alla tenda di Heather, lì sarete al sicuro. CORRETE!!!
– Ordinò Eva, cercando di respingere l’orda dei rospi.
- No! Io non mi muovo di qui. Voglio combattere anch’io. –
Disse Jo, puntando i piedi a terra, decisa a non muoversi di un millimetro.
Caterpillar le si avventò contro, le strinse la gola con una
zampa, mentre l’altra era al cielo, pronta a colpire la bionda.
- Tu adesso corri verso quella maledetta tenda e te ne stai
lì tranquilla, altrimenti… - Le intimò il giaguaro, mostrando i lunghi canini e
correndo via per fronteggiare i rospi.
Jo si alzò e, senza dire una parola, raggiunse il gruppo
fuori dal campo d’allenamento.
Fuori il paesaggio era idilliaco:
C’erano rospi da tutte le parti, Molte persone venivano portate
via dalla battaglia con lunghi tagli, da qui fuoriusciva del puzzolente pus
viola.
L’orrendo odore che si respirava in quel momento, era
insopportabile per il povero naso di Dawn.
- Attenti! Vengono verso di noi! – La voce di Brick risvegliò
la ragazza da quei terribili “aromi”.
Una mandria di rospi si stava dirigendo verso di loro.
Raggio di luna sentì di nuovo quella forza dentro di lei,
prese la spada di Scott e cominciò a farsi strada tra quelle creature.
Ad ogni colpo di spada, la bionda tagliava in due ogni rospo
davanti a lei, creando dietro di sé un tappeto di interiora pulsanti e sangue.
Dopo un tempo per Raggio di luna interminabile, arrivarono
all’interno della capanna di Heather.
Lì l’atmosfera non era delle migliori: La mora girava per la
tenda avanti e indietro furiosa, sotto lo sguardo preoccupato di Alejandro, DJ
e Trent; Sierra era seduta su una sedia, con una lunga ferita ad un braccio,
mentre una ragazza dai capelli neri con ciocche blu notte - e due ali di
pipistrello dipinte sulla schiena nuda visibile dal suo lungo vestito verde -
le puliva il braccio dall’orribile pus viola.
- Come è potuto succedere? Come ha fatto il Trio della morte
a spezzare il nostro incantesimo difensivo!? – Sbraitava la Calcolatrice senza
freni.
- Dai Chica, adesso stai calma. – Cercò di rassicurarla il
latino, ottenendo solo il contrario.
- NON. CHIAMARMI. CHICA!!! – Heather fece un lungo respiro
per calmarsi, poi volse lo sguardo verso Dawn.
- Dawn, dovrai partire prima del previsto. Tu, Jo, Brick,
Scott, Alejandro, Trent e DJ partirete all’alba. – A quelle parole, Raggio di
luna rimase scioccata: Partire, e per dove?
- Perché dovrei partire? – Chiese la ragazza, che in quel
momento aveva immediatamente bisogno d’informazioni.
- Dovrai partire verso le basi dei tre Stregoni del Trio
della morte per porre fine a questa maledettissima guerra! – Mormorò la mora,
stringendo i pugni.
- Ma io non sono capace di uccidere! – Cercava di spiegare
Dawn, senza essere però ascoltata da nessuno.
- Ho visto come hai combattuto contro quei rospi, riuscirai
senz’altro a farlo. – Disse la misteriosa ragazza, che aveva appena finito di
medicare la ferita di Sierra.
- Si Gwen, non abbiamo bisogno più di te adesso, puoi
andare. Per quanto riguarda te, mi aspetto che tu parta domani! Sei la nostra
unica speranza. – Disse la mora congedando la gotica e rivolgendo le sue iridi
nere verso Raggio di luna.
La bionda guardò le aure di tutti i presenti: quella gente
aveva un disperato bisogno di lei e, in una parte remota della sua anima,
sentiva di poter porre fine a quell’insensato conflitto.
Si limitò ad annuire lentamente e, dopo che l’invasione di
rospi venne sgominata, Trent la scortò nella sua tenda.
- Non preoccuparti Dawn, sono sicuro che ce la farai. –
Continuava a dirle.
Le parole gentili del ragazzo dagli occhi di gatto fecero
sentire la bionda quasi convinta che sarebbe riuscita a salvare gli Otherkin,
ma prima doveva imparare a trasformarsi.
Raggio di luna passò un ora a concentrarsi, nella speranza
di diventare quella temibile guerriera che le aveva detto Eva, ottenendo solo
il cambiamento di colore delle sue iridi e un gran mal di testa. Dopo l’ennesimo
tentativo andato a vuoto, la ragazza si distese sul letto, cadendo tra le
braccia di Morfeo quasi subito.
Angolo dell'autrice:
Eccomi con il capitolo 4?
Quanti di voi avevano capito che l'animale di Eva era un giaguaro?
Credo tutti ma lasciamo stare, che cosa riserverà questo viaggio per la nostra Dawn?
Riuscirà a sconfiggere il Trio della morte?
tutte queste domande e anche altre avranno risposta solo se continuere te a leggere... Otherkin!!!
un bacione^^
Ogghy
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Otherkin - Capitolo 5
L’alba del giorno dopo arrivò troppo in fretta per Dawn: Il
suo sonno era stato popolato da terribili incubi.
Raggio di luna si alzò di malavoglia dal letto, sistemandosi
alcune ciocche ribelli adagiate pigramente sul suo viso angelico.
Era arrivato qualcosa per lei:
Appoggiati al capezzale del letto, c’erano un arco di legno
bianco e una spada d’argento dall’impugnatura di madreperla, che risplendeva
sotto i pallidi raggi di una candela vicina.
Di fianco alle due armi, c’era un biglietto. La ragazza lo
prese e cominciò a leggere la leggera calligrafia che aveva scritto quelle
parole:
"Queste cose ti serviranno in
battaglia. Appena la mia ferita sarà guarita, ti raggiungerò il prima
possibile.
Le frecce dell’arco sono impregniate di veleno,
attenta.
Fanne buon uso.
Sierra”
Raggio di luna volse lo sguardo ai doni di Sierra: l’arco di
legno bianco era molto grande, ma sembrava anche molto leggero. Le frecce erano
anch’esse di legno bianco e la lama d’argento sembrava incredibilmente tagliente.
Le piaceva molto, per l’impugnatura di madreperla e per la forma: sembrava più
una sciabola che una spada.
La bionda si vestì con calma, si agganciò la fodera
contenente la spada ai fianchi e, con l’arco e le frecce in spalla, uscì fuori
all’aria fredda del mattino.
Il cielo era di un grigio perlato, con spruzzi rosa-violetti
verso l’orizzonte, dove un timido sole stava facendo la sua comparsa. Dawn era
l’unica sveglia a quell’ora, a parte un’alta figura che Raggio di luna
riconobbe per Heather.
La mora la raggiunse a grandi fiancate, facendo oscillare il
lungo vestito rosso e oro.
- Dawn, prima che tu parta, devo darti una cosa – ed
estrasse dalla tasca una collana di stoffa nera con, come ciondolo, uno strano
simbolo d’oro.
- Questo ti aiuterà a controllare i tuoi poteri. Adesso
vieni, ti porto dagli altri. – Terminò Heather, dirigendosi verso la foresta,
seguita a ruota da Dawn.
Le due ragazze si fermarono davanti al vecchio albero che la
bionda, qualche giorno fa, aveva visto essere sradicato da DJ. Invece di
trovarsi a terra, era di nuovo al suo posto, nascondendo l’entrata di Campo
Otherkin. Vicino al vecchio albero, c’erano tutti i compagni di viaggio della
bionda.
- Bene sei arrivata, adesso sarà meglio che partiamo. –
Disse Alejandro, non appena la bionda li raggiunse.
Il gruppo uscì dalla foresta, trovando quattro moto ad
aspettarli.
- Ok io e DJ prendiamo la prima moto, Trent e Brick la
seconda e le ultime due dovrete dividerla tra di voi. – Mormorò il latino,
indicando a Scott, Dawn e Jo le ultime due moto rimanenti.
- Io voglio quella grigia! – Esclamò Calamity, dirigendosi
verso di essa.
- Tu non vai con lei, Prescelta? – Chiese il rosso, vedendo
che Raggio di luna non seguiva Jo.
- Dalla sua aura vedo che non le sto simpatica, quindi vengo
con te. – Trillò la bionda.
Il ragazzo la guardò per un attimo, borbottando qualcosa d’incomprensibile
e acconsentendo alla strana proposta di Dawn.
La ragazza, in realtà, voleva stare il più vicino possibile
alla Iena:
Era sicura di riuscire a cambiare il brutto carattere di
quel ragazzo dai capelli rossi, che stava guidando a tutta velocità la moto.
Raggio di luna si strinse al ragazzo, data l’alta velocità
su cui viaggiavano.
A quel leggero contatto, i due sentirono una strana
sensazione alla bocca dello stomaco. Nella mente di Scott stavano nascendo
tanti e troppi pensieri sul viso angelico di Raggio di luna, sui suoi grandi
occhi, sul suo minuto corpo…
Ma cosa mi sta succedendo?!?
continuava a dirsi il rosso,
scacciando via quegli strani pensieri.
Raggio di luna si sentiva strana ma incredibilmente al
sicuro.
All’improvviso, Dawn avvertì un’ aura in cerca d’aiuto.
- Scott, ferma la moto! – ordinò Raggio di luna, suscitando
l’espressione confusa del rosso.
- ti prego… - sussurrò la ragazza.
Senza neanche pensarci su due volte, quasi meccanicamente,
Scott fermò all’istante la sua corsa.
La bionda scese immediatamente dal veicolo e corse per
qualche metro, in direzione di un lago lì vicino poi, si fermò, in attesa dell’arrivo
di quell’aura bisognosa.
Ad un certo punto la vide: una ragazza stava sbucando di
corsa da un cespuglio, i corti capelli castani ondeggiavano sul suo volto
spruzzato leggermente di lentiggini.
La sua pelle olivastra era piena di lividi nero-bluastri.
- Courtney! Che cosa ci fai qui? – urlò Alejandro alla
ragazza, appena raggiunse i due al lago.
La mora percorse i pochi metri che la separavano dal gruppo a
grande velocità, seppur barcollando leggermente.
Solo ad allora Raggio di luna
si accorse della lunga ferita al fianco sinistro che aveva: un lungo taglio si
intravedeva dal vestito color sabbia stracciato ferocemente in quel preciso
punto.
La ferita sanguinava copiosamente e qualche goccia color rubino,
gentilmente illuminata dai raggi del sole, scendeva regolarmente sul prato ricco
di rugiada.
- Siamo stati attaccati… Ci hanno preso di sorpresa… e… e… -
Cominciò Courtney, la faccia leggermente contratta dal dolore e dalla fatica
della corsa.
- Che cos’altro è successo? – Chiese gentilmente Trent,
facendo sedere la ragazza su una roccia.
- E… e… HANNO PRESO DUNCAN!!!! – Urlò la mora, prima di
perdere i sensi e cadere dolcemente sul manto erboso.
Dawn si avvicinò a lei, per controllare la gravità dei suoi
tagli e contusioni.
Appena toccò la pelle olivastra della ragazza, come un
fulmine a cel sereno, Raggio di luna si trovò nel buio più totale.
Davanti a lei comparve l’immagine di un ragazzo, coperto da
numerosi tagli e grondante di sudore e sangue.
Sentiva la sua aura:
Era ancora vivo, anche se era conciato parecchio male.
All’improvviso l’immagine di quel ragazzo dalla cresta verde
sparì, lasciando posto ad un immenso castello di ghiaccio.
Quell’imponente edificio suscitava in Dawn solo pensieri di
morte, sangue e torture…
Proprio come era cominciata, così la visione di Raggio di
luna finì, riportandola sulle sponde del lago.
- Stai bene? – le chiese gentilmente DJ, aiutandola ad
alzarsi.
-Ho avuto una specie di visione, ho visto un ragazzo dalla
cresta verde incatenato… è un altro mio potere? – Disse senza pensarci,
guardando interrogativa tutti i presenti.
- Bhe sì. Uno dei tuoi poteri è quello di essere legata
anche a tutti gli Otherkin, questo significa che percepisci quando uno di noi
sta soffrendo anche a molti chilometri di distanza. Quello che hai visto è Duncan,
il che vuol dire che non è morto. – Spiegò brevemente Alejandro.
Raggio di luna volse lo sguardo verso il medaglione che le
aveva regalato Heather:
Stava brillando di luce propria!
Angolo dell'autrice:
Sono tornata finalmente a scrivere capitoli un po' più lunghetti
come dice Dott_Gwen: lughi come le file dei supermercati xD
Ho aggiornato così presto perchè domani, 11 Luglio, è IL MIO ONOMASTICO!
Quindi questo capitolo è un regalo per voi, che mi segiute sempre ^-^
Non perdetevi i aggiornamenti da parte mia
Un bacione ^^
Ogghy
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
Otherkin - Capitolo 6
Erano ormai passate un paio d’ore da quando Dawn aveva avuto
quella visione, ma non riusciva a non pensare ad altro:
Quel castello era forse la loro prossima destinazione?
Che cosa nascondeva di così crudele e malvagio?
Sarebbe stata in grado di fronteggiare qualsiasi cosa si
celasse dietro quelle candite mura?
Queste e altre mille domande frullavano nella testa di
Raggio di luna, mentre meditava sulle rive del lago.
Il medaglione non la smetteva di brillare, e la ragazza non
sapeva che cosa significasse.
Heather le aveva detto che le sarebbe servito a controllare
i suoi poteri, forse quello strano bagliore significava che era pronta per
trasformarsi…
La bionda fece un bel respiro, concentrandosi sul
risvegliare quella forza dormiente dentro di lei.
Niente.
Il medaglione brillava ancora, e non era riuscita neanche a
far cambiare il colore dei suoi occhi.
Decise di alzarsi e di andare a controllare in che condizioni
era Courtney.
Percorse velocemente il prato smeraldino che la separava dal
luogo dove DJ aveva curato la ragazza.
Man mano che si avvicinava sentiva due persone parlare
animatamente, riconoscendo la voce profonda di Brick.
- Sei impazzita, non puoi venire con noi con una ferita del
genere. Potresti morire! –
- Sono sopravvissuta con ferite peggiori di questa, mio caro
Bricchino. – La voce di Courtney arrivò all’orecchio di Dawn, che si era
nascosta dietro un albero per sentire meglio la conversazione.
Ma non era l’unica che aveva avuto quell’idea.
A qualche albero di distanza, Raggio di luna riconobbe la
sagoma di Jo, che ascoltava attentamente i due.
Dalla sua aura la bionda capì che stava reprimendo l’istinto
di prendere a pugni Courtney.
Intanto, altre frasi le arrivarono all’orecchio da quella
conversazione.
- Questa non è una battaglia come le altre, qui si rischia
sul serio la vita! – Supplicò il moro.
- Uffa, mica sei mia madre. Posso cavarmela benissimo da
sola, Bricchino. – replicò la
ragazza, accentuando l’ultima parola.
Raggio di luna sentì l’aura di Jo allontanarsi, furibonda,
mentre i due continuavano a parlare.
- Non sarò tua madre, ma sono tuo cugino e ho il diritto di
preoccuparmi per te o no? –
- Brick, sei sempre stato un ragazzo dolce, ma questo non lo
devi decidere tu ma Alejandro. Ora vado a parlargli. – Terminò la ragazza,
lasciando solo la Recluta.
Dawn guardò il medaglione: Brillava intensamente, più del
solito.
All’improvviso sentì una voce dentro di lei:
Prendilo in mano,
qualcuno ha bisogno di te.
Senza farselo ripetere due volte, Raggio di luna prese tra le
mani l’oggetto d’oro, che comincio a emanare una luce violetta.
In quel preciso istante, la ragazza sentì i suoi sensi affinarsi
incredibilmente.
Ora riusciva a vedere tutte le aure dei suoi compagni di
viaggio, anche se erano molto distanti da lei.
La bionda cercò l’aura bisognosa, e la trovò.
Corse in fretta verso la sua direzione, i biondi capelli che
le danzavano attorno, il vento che le accarezzava violentemente il viso e le
mani ancora strette attorno al medaglione.
Dopo qualche minuto di corsa, finalmente scorse la persona
che doveva aiutare.
In una radura vicina, Jo stava dando dei pugni a un tronco d’albero.
A ogni colpo lanciato dalla bionda, l’albero emetteva un
sinistro suono.
Raggio di luna cercò di non rabbrividire al maltrattamento
di quel povero essere, e trovò il coraggio di parlare:
- Jo, perché torturi così quel povero albero? – era l’unica
cosa sensata che le era venuta in mente.
- Mi sto allenando, problemi? – disse brusca Calamity,
continuando a picchiare la superficie legnosa.
- Guarda che quel tronco non è Courtney. – Sentì la rabbia
della ragazza salire sempre di più.
- Che vuoi dire? Che io sia gelosa di lei? – Urlò la bionda,
stringendo i pugni.
- Se lo sei, non c’è niente di male… - Aveva detto proprio
la cosa più sbagliata.
Jo le si avvicinò minacciosa, stringendo ancora di più i
pugni dalla rabbia, i suoi occhi felini sembravano circondati da una piccola
fiamma scarlatta.
- Non m’interessa se quella si mette o no con Brick, se è
questo che vuoi sapere… - Era passata sulla difensiva, stava andando bene.
- Bhe è qui che ti sbagli, loro sono… -
- Non lo voglio sapere e non m’interessa! – Urlò stizzita
Calamity, correndo a perdi fiato nel bosco.
Come primo tentativo non era andato male, pensò Dawn, doveva
solo trovare un modo per parlarle senza provocarle le sue solite sfuriate.
Decise di pensarci più tardi, e si avviò verso il lago.
Arrivata sul prato che delimitava la grande massa d’acqua,
davanti a lei, vide Trent intento a sistemare alcune valigie su una moto,
mentre gli altri stavano salendo su i rimanenti due veicoli.
- Dawn sbrigati, stiamo per partire. – la incitò il ragazzo
dagli occhi da gatto.
La bionda salì sulla moto che guidava Scott e partirono,
come sempre a tutta velocità.
Raggio di luna vedeva vari paesaggi passarle davanti agli
occhi:
Dalle colline erbose, dove delle pacifiche mucche stavano
brucando, ai villaggi isolati pieni di vita.
Viaggiarono per tutto il giorno, e solo alle luci arancioni
del tramonto si fermarono.
Dawn scese a fatica, dato che aveva le gambe indolenzite per
il lungo viaggio.
Si guardò intorno:
Si trovava in un campo ormai raso al suolo da qualche
incendio, oltre quell’orribile spettacolo, si affacciava un’immensa palude, con
una fitta ed impenetrabile vegetazione.
- Bene, passeremo la notte qui. Di fronte a voi c’è il Quartier
generale del primo stregone.
Domani lo assalteremo, Dawn tu sei pronta? – Chiese con un
gran sorriso Alejandro, mentre aiutava Courtney a scendere dalla moto.
Raggio di luna annuì lievemente, e aiutò a sistemare i
sacchi a pelo.
Ora che era così vicina alla sua prima battaglia, non era
poi così tanto sicura che sarebbe riuscita a sconfiggere quel misterioso
stregone.
Come per darle un piccolo incoraggiamento, il medaglione si
illuminò e le infuse un piacevole tepore.
La bionda lo prese tra le mani, osservando la sua strana
forma.
Se aveva ricevuto quell’oggetto, allora aveva una piccola
possibilità di farcela.
Dawn si avvolse nel sacco a pelo e si addormentò
immediatamente, riscaldata dal calore irradiato dal medaglione.
Angolo dell'autrice:
Mio dio! Sto aggiornando ad una velocità ipersonica!
Non so se sono rimasta nell'IC con Dawn nel dialogo con lei e Jo.
Se ho peccato di OOC, fatemelo sapere.
Vi spettavate che Brick e Courtney erano cugini?
Lo so che non si somigliano per niente, ma l'idea mi frullava già da troppo tempo, ed eccola qua!
Non perdetevi il prossimo capitolo!
Un bacione^^
Ogghy
P.S: Ecco l'immagine di cime io mi sono immaginata il medaglione di Dawn, amo questo simbolo celtico!
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 - Prima notte/parte 1 ***
Otherkin - Capitolo 7
Era scesa la notte sul gruppo di Otherkin. La luce delle stelle si univa alle luci scaturite dal
focolare acceso.
Jo non riusciva a dormire, guardava con aria assente le
fiamme che stavano divorando i ciocchi di legno che le alimentava.
La ragazza ripensava alla discussione avvenuta nel bosco con
Dawn, quello che le aveva detto continuava a sentirlo nella sua mente ed era
una tortura infernale.
Lei non era gelosa di quei due: Brick poteva benissimo
mettersi con quella, eppure, perché aveva una voglia irrefrenabile di prendere
a pugni fino alla morte il viso ambrato di Courtney?
Si alzò di scatto e calciò una manciata di terra, che andò a
posarsi gentilmente sulla legna del focolare, facendo tremolare le fiamme.
Si fece strada tra i vari corpi dormienti, mentre si
dirigeva chissà dove. Doveva trovare un modo per stendere i nervi.
All’improvviso si fermò di colpo:
La sagoma di Courtney era seduta a terra, lo sguardo fisso
su le stelle.
Senza pensarci su due volte, la ragazza la raggiunse in
fretta:
doveva parlarle.
Si sedette accanto a lei in silenzio, osservando anch’essa
il cielo stellato.
Sapeva benissimo cosa chiederle, ma una parte di lei la
incitata a spaccarle il naso.
Cercò di zittire quella sua parte violenta, almeno per il
momento.
Fece un respiro profondo e cominciò a parlare:
- Allora, stai con Brick vero? – Aveva cominciato proprio
bene…
- Cosa?!? Oh no, io e Bricchino? Assolutamente no! – Rispose
subito la mora, guardando negli occhi Jo.
- Bhe allora perché continui a chiamarlo con quel ridicolo nomignolo!?!
– Calamity era proprio furiosa: non voleva essere presa in giro!
- Quando eravamo piccoli, lui odiava essere chiamato così e
io lo facevo per dispetto, ormai uso quel soprannome senza pensarci. – spiegò subito la ragazza, vedendo la rabbia che
stava ribollendo nella bionda.
- Vi conoscete fin da piccoli? – Jo ne capiva sempre meno da
quella discussione.
- Certo! Siamo cugini d’altronde… - A quelle parole, Jo si
sentì una perfetta idiota.
Come aveva fatto a non capire che erano cugini?
E perché una parte nascosta di lei stava facendo i salti di
gioia?
All’improvviso arrivò la fatidica domanda a cui non avrebbe
voluto rispondere.
- Ma tu eri gelosa per caso? –
Calamity sgranò gli occhi: non sapeva cosa rispondere.
- Io… gelosa? Ma che mi frega di voi due! – Doveva cavarsi
via da quell’impiccio, e subito!
Courtney la guardò scettica, poi le sorrise.
- Voglio parlare con Jo, non con il suo orgoglio. – A quelle
parole, Jo le girò le spalle esasperata.
Come si permetteva di parlarle così?
La mora, vedendo che quella discussione la stava vincendo
lei, mise in gioco la sua carta vincente:
- Peccato, Brick ne sarà proprio dispiaciuto… - Lasciò la
frase incompiuta, ormai ce l’aveva in pugno.
Infatti a quelle parole, Jo si voltò di scatto, gli occhi
sgranati dalla meraviglia:
Era forse possibile che Brick provasse qualcosa per lei?
Si maledisse all’istante per essersi rivolta quella stupida
domanda.
- E perché dovrebbe essere dispiaciuto, sentiamo… - Chiese spazientita
Calamity, incrociando le braccia la petto.
- Se non te la detto lui, io non dirò niente. Notte. – E detto
questo, la ragazza fece per andarsene, ma il suo polso fu fermato dalla mano di
Jo.
- Promettimi che non lo dirai a nessuno, altrimenti… -
Intimò la bionda, mostrandole il pugno libero.
Courtney si liberò dalla presa di Calamity, sorridendole:
- Il tuo lato segreto è al sicuro, il mio caro cuginetto non
ne saprà niente. – Concluse, avviandosi verso il suo giaciglio, mormorando una
frase fra sé e se: - Per adesso –
Jo era rimasta immobile:
Possibile che un insulso ragazzo la rendesse così debole?
Ormai non poteva più negarlo a se stessa: si era innamorata,
e questo non sarebbe dovuto accadere.
Erano impegnati in una guerra e non potevano concedersi alcuna
distrazione, di nessun tipo.
Ritornò al suo posto vicino a focolare, continuando a
fissare sconsolata le fiamme.
Dopo un tempo interminabile, finalmente si addormentò,
mentre una figura lì vicino si agitava nel sonno.
Angolo dell' autrice:
Prima
che mi dite ''Ma questo capitolo è minuscolo!?!'' Videvo
informare che questa è la parte 1 della prima notte!
Vi do un condiglio: tenete d'occhio quella figura che si agitava nel sonno.
Chi è che sta avendo sogni agitati?
E che cosa sta sognando?
Queste risposte e altri colpi di scena li avrete nel prossimo capitolo!
Un bacione^^
Ogghy
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 - Prima notte/parte due ***
Otherkin - Capitolo 8
Scott si girava e rigirava nel sonno, in preda ad uno strano
sogno.
Era sospeso a mezz’aria
in una distesa di vapore dai colori grigiastri.
Davanti a lui apparve
la figura di una ragazza minuta, dalla pelle cadaverica, dagli occhi rossi e
dai lunghi capelli neri come la pece che le vorticavano attorno, come mossi da
una strana brezza.
La strana ragazza gli
sorrideva e avanzava lentamente verso di lui.
- Ciao Scott –
sussurrò la mora quando fu vicina al rosso.
- Come fai a sapere il
mio nome? – chiese la Iena.
- Io so tutto di te sono, diciamo, il tuo angelo custode… -
rispose la ragazza, girando intorno al ragazzo.
- Sono qui per
avvertirti. Siete in grave pericolo, tra di voi c’è un traditore, che vi
porterà alla morte! – esclamò l’angelo, i suoi capelli accarezzavano la pelle del
rosso.
- Un traditore? Chi è?
– chiese Scott, cercando di liberarsi dalle carezze dei capelli della ragazza.
- Il traditore è…
Dawn, è lei che vi tradirà. – mormorò.
In quel preciso
istante, Scott si sentì il mondo cadergli addosso. Come era possibile che
Raggio di luna era una traditrice?
- Il solo modo per
fermarla… - Continuò l’angelo, notando lo stupore impresso sul viso della Iena.
- … è ucciderla, e dovrai farlo tu! – a quell’affermazione, Scott sgranò gli
occhi.
Indietreggiò di
qualche metro, come se davanti a lui c’era un mostro orribile.
- Io? Uccidere Dawn? Neanche per sogno! –
esclamò il ragazzo, incrociando le braccia al petto.
- Oh dio Scott! Non
dirmi che… che ti sei innamorato di lei. – Disse la ragazza, riavvicinandosi al
rosso.
- Io non mi sono
innamorato! Tanto meno di lei! – Replicò subito la Iena.
- Non mentirmi Scott.
Te lo leggo negli occhi che la desideri, la vuoi accanto a te... – Sussurrò la
mora.
L’angelo indietreggiò
e fece apparire dal nulla un pugnale dall’impugnatura verde smeraldo.
- Vedi quest’arma
Scott. Con questa dovrai ucciderla. Chiunque venga ferito da questa lama
avvelenata, morirà quasi all’istante. – E detto questo la ragazza porse l’arma
nelle mani di Scott, mentre intorno a loro si faceva tutto nero.
- Ci rivedremo Scott,
molto presto ci rivedremo… - Furono le ultime parole che il rosso sentì, prima
di sprofondare nel buio.
Scott si risvegliò di colpo, in un bagno di sudore.
Era ritornato in quella distesa di cenere e polvere,
illuminato dalla luce delle stelle.
Il rosso si guardò intorno: tutti stavano dormendo
profondamente.
All’improvviso, scorse il viso angelico di Dawn.
I lunghi capelli biondi le ricadevano dolcemente sul viso,
come una coperta. Il suo respiro era quasi impercettibile e le sue labbra erano
piegate in un bellissimo sorriso
La Iena non credeva che quel piccolo angioletto sceso in
terra poteva essere la persona che li avrebbe traditi.
Una parte di lui era come ammaliato da quella visione,
avrebbe voluto stare tutta la notte a guardarla; un’altra parte lo incitava a
credere al suo angelo custode ed ad ucciderla all’istante.
Raggio di luna si mosse lievemente nel sonno e il ragazzo
sussultò leggermente, sfiorando una lama metallica con la mano, affianco a lui.
La prese e la esaminò ai raggi lunari: era il pugnale che
gli aveva dato l’angelo.
Lo guardò attentamente, rigirandoselo tra le dita.
All’improvviso si alzò di scatto e corse via, verso una
pineta lì vicino.
Arrivato vicino ad un albero al centro della pineta, scavò
una piccola buca, e vi sotterrò il pugnale.
Se Dawn era davvero la traditrice, voleva prima esserne
certo.
Ritornò dagli altri Otherkin dormienti. La Iena guardò per
un’ultima volta Raggio di luna:
I capelli le ricoprivano ormai tutto il viso, tranne le
labbra.
Scott ebbe l’improvvisa tentazione di posare le sue labbra
su quelle di lei, ma si diede uno schiaffo mentale per aver pensato una cosa
così stupida, e ritornò a dormire.
Angolo dell'autrice:
Heilà! Quanti hanno indovinato che era proprio Scott colui che si girava nel sonno?
Io credo in molti ^^
Dawn è davvero la traditrice?
E chi è quella misteriosa ragazza?
Quante domande sto lasciando irrisolte ma non preoccupatevi, nei prossimi capiroli, qualche mistero verrà risolto
Un bacione ^^
Ogghy
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
Otherkin - Capitolo 9
Le prime luci dell’alba illuminarono le colline circostanti
verde acceso e la palude dalla vegetazione impenetrabile.
Gli Otherkin si svegliarono e cominciarono a prepararsi per
la battaglia imminente:
C’era chi affilava le armi e c’erano Courtney e Brick, che
litigavano ancora per la partecipazione o no della ragazza.
A Dawn sembrava che quel giorno fosse arrivato troppo
presto, che la notte non l’avesse affatto preparata a quel giorno.
Si sentiva ancora stanca, e qualcosa di viscido le stringeva
il cuore in una morsa mortale: aveva paura, come mai prima d’allora.
Alejandro interruppe i pensieri della ragazza, porgendole un
armatura d’argento a lei e agli altri.
Raggio di luna la guardò bene: era fin troppo grande per
lei, l’unico essere che poteva indossarlo era un gigante.
- Non preoccuparti, queste sono armature speciali:
reagiscono al cambiamento di stazza di noi Otherkin. – Disse Courtney, che
senza farsi sentire, si era avvicinata a lei.
Rassicurata dalle parole della mora, la ragazza stava per
indossare l’armatura, quando qualcuno la fermò.
- Hai intenzione di andare a combattere con quel pesante
maglione? – Chiese Jo, con occhi sgranati.
- Si, perché? – Chiese ingenuamente Raggio di luna.
- Ti rallenterà i movimenti, avanti toglitelo! – Ordinò Calamity
e, a quelle parole, Dawn sprofondò nell’imbarazzo.
- To-togliermi il maglione? – Balbettò Raggio di luna, rossa
in viso.
- Si tanto hai quella camicetta no? – Rispose la bionda.
Dawn si tolse il maglione verde, e sentì il vento mattutino solleticarle
la pelle.
All’improvviso sentì un’aura osservarla, un’aura rossa.
Raggio di luna si girò per vedere chi la stava osservando in
quel modo, ma non trovò nessuno.
Si mise velocemente l’armatura e, appena tocco il suo esile
corpo, si rimpicciolì fino ad aderirsi perfettamente al petto della ragazza.
Dopo essersi tutti preparati, si inoltrarono nella palude.
La luce del sole era semi coperta dal fitto fogliame e il
terreno era fangoso e melmoso.
Dawn faticava ad avanzare in quel posto: il fango le
arrivava fino in vita.
Dopo ore passate a crearsi un varco nella vegetazione, il
gruppo scorse un castello in rovina, dalle pietre incrostate di rampicanti e la
vegetazione intorno che si insinuava fin dentro le mura, decorata dall’ultima
torre rimasta in piedi e, all’ingresso, due giganteschi uomini lucertola erano
a guardia dell’entrata.
- Bene, questo è il piano: Entreremo dal fossato. Secondo le
informazioni che mi ha dato Courtney, ci sono delle tubature che si inoltrano
dal fossato fino al castello, da lì andremo verso la torre, è li sopra che si
trova Chef. – Ordinò Alejandro, e tutti si tuffarono nel fossato, senza farsi
vedere dalle guardie all’ingresso.
Nuotarono per qualche minuto, fino a riemergere in una
fontana di acqua stagnante, al centro dell’edificio.
Il cortile era stranamente deserto.
Il gruppo si diresse di corsa verso la torre.
Il medaglione di Dawn cominciò a brillare di una luce rossa
e Raggio di luna aveva uno strano presentimento.
Arrivati in cima alla torre, si trovarono davanti un’immensa
stanza tappezzata da ossa e pelli vecchie di rettile.
In un attimo, le lanterne si spensero e gli Otherkin furono
circondati dal buio, in un attimo, le torce si riaccesero, mostrando un plotone
di uomini lucertola che li circondavano.
- Benvenuti nella vostra tomba. – Tuonò una voce.
Era profonda e sembrava che quelle parole le avesse
pronunciate un serpente.
Da un lato della stanza, avanzò un uomo dalla pelle nera e
dall’aspetto burbero, sul viso sveva stampato un orrendo ghigno vittorioso.
- Jo, devo dirti una cosa importante, forse l’avresti dovuto
sapere prima… - sussurrò Brick all’orecchio di Jo.
- Non è il momento, forza prendimi per i fianchi, tu Dawn
dammi il tuo arco, ho un piano. – Disse decisa Calamity.
Dawn le porse il suo sottile arco e Brick le prese
saldamente i fianchi, leggermente imbarazzato.
- Davvero credevate di poter entrare nel mio castello così
facilmente, dovrete nascondervi meglio la prossima volta che vi accamperete
per la notte. Peccato che non ci sarà
una prossima volta. – sibilò l’omone, mentre le guardie si preparavano a
sopraffare i propri avversari.
- ORA! – L’urlò di Jo echeggiò nella stanza, mentre la sua
figura veniva lanciata in aria dalla Recluta.
Calamity cominciò a lanciare frecce avvelenate sugli uomini
lucertola.
- Credi che queste insulse frecce mi feriscano! Questo
veleno non mi fa niente! – Sbraitò Chef, mentre si trasformava in un gigantesco
e spaventoso coccodrillo.
In quell’attimo di distrazione offertogli dallo stregone,
Dawn sentì quella forza dentro di lei uscire rabbiosa.
Impugnò l’elsa madreperlata della spada e si scagliò contro
il coccodrillo. Chef si girò giusto in tempo che bloccare il colpo scagliato da
Raggio di luna.
Tra i due infuriò una terribile lotta.
La bionda sferrava colpi di spada e bloccava quelli dell’avversario
con estrema grazia.
Una voce dentro di lei le sussurrò dolcemente:
Chiudi gli occhi ti
guiderò io.
Raggio di luna chiuse gli occhi e, come comandata da un
burattinaio invisibile, comincio a lottare contro lo stregone.
Sentiva la fatica e lo stupore nell’aura nera dell’avversario,
mentre invano cercava di sopraffarla.
Dawn indietreggiò di qualche passo, saltò e atterrò sul
petto di Chef.
In quell’istante aprì gli occhi: intorno a loro due, i corpi
senza vita di molti guerrieri lucertola giacevano a terra.
Raggio di luna riuscì a vedere un’immensa tigre dagli occhi
verde acceso lanciare contro il muro con una potente zampata cinque di loro.
- Che aspetti, UCCIDIMI! – Sputò il coccodrillo, pronto per
la sua fine.
La bionda alzo sopra la sua testa la spada, pronta al colpo
fatale.
Ma qualcosa dentro di lei si spense all’istante, e la
ragazza rimase immobile, incapace di uccidere.
Lo stregone approfittò di quel maledetto attimo d’esitazione:
prese una pietra lì vicino e la scaglio sulla piccola testa di Raggio di luna.
La ragazza fu scagliata a terra, qualche metro più in là.
Dawn sentiva un profondo dolore alla testa e vide che una
sua ciocca di capelli si era tinta di rosso scuro.
Cercò di alzarsi ma qualcuno le diede un potente calcio
nello stomaco, che la catapultò dall’altro lato della stanza.
Un liquido caldo e amaro le arrivò in bocca e la ragazza fu
quasi disgustata da quel nuovo, amaro sapore in bocca.
Si ritrovò il piede di Chef schiacciato sul suo petto,
mentre il ghigno vittorioso che lo stregone aveva prima, ricomparve sul suo
volto.
- Mi dispiace, hai perso. – Disse il coccodrillo, mentre
alzava sopra di sé la sua enorme spada.
Intorno a Dawn, tutto sembrava muoversi a rallentatore:
Gli altri Otherkin che fronteggiavano i soldati,
Alejandro che si stava trasformando in un maestoso toro e
incornava una nuova frotta di uomini lucertola che avanzava verso di lui,
La spada di Chef che si avvicinava al suo corpo…
All’improvviso la lama si fermò, il volto dello stregone
divenne una maschera di dolore, dalla sua bocca uscirono delle gocce di sangue
che andarono a posarsi sul viso di Raggio di luna e il corpo dell’coccodrillo
cadde di lato, rivelando una grande lepre marroncina e dagli occhi neri.
- Vieni, dobbiamo andarcene da qui. – Disse l’animale, e Dawn
riconobbe la voce di Courtney.
Dopo essersi radunati, gli Otherkin scapparono verso le loro
moto, al limitare della palude.
Si fermarono di colpo: Alcuni uomini lucertola li stavano
aspettando vicino alle loro moto.
- Merda, seguitemi. – Sussurrò Alejandro e il gruppo corse
dall’altro lato della palude.
Dawn sentiva la stanchezza e il dolore per la ferita
diventare sempre più forti ad ogni passo che faceva, poi si sentì la testa
girare violentemente e si preparò all’impatto con il terreno fangoso.
Quello che sentì sotto di lei furono due braccia che la
reggevano e la portavano lontano, e l’ultima cosa che vide prima di svenire fu
una zazzera di capelli rossi.
Angolo dell'autrice:
Ecco solo per voi popolo di EFP, il capitolo 9!!!!!
Sensazionale eh?
Ho una piccola sorpresa per voi...
Nei
prossimi capitoli metterò altre immagini, queste sono lemie
preferite nella mia raccolta d'immagini di A tutto reality!
Per il capitolo 2 di Cara Courtney... non dovrete aspettare molto...
Un bacione^^
Ogghy
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
Otherkin - Capitolo 10
Nel castello regnava il silenzio più assoluto.
In una grande stanza, Blaineley era intenta a sfogliare un
grande libro dalla copertina bruciacchiata e di colore rosso sangue.
Ad interrompere quel impenetrabile silenzio, fu l’arrivo di
un uomo dai occhi e i capelli neri, alto, di bel aspetto e avvolto in un
mantello anch’esso nero.
Indossava una sfarzosa armatura argentea, che metteva in risalto i suoi occhi scuri.
- Chris, a cosa devo la tua improvvisa visita? – Chiese
dolcemente la donna, chiudendo il grande libro e avvicinandosi al nuovo
arrivato.
- Brutte notizie Blaineley, brutte notizie. Chef è stato
ucciso, dagli Otherkin. – Rispose immediatamente l’uomo.
- Oh che peccato, bhe pazienza, c’est la vie. – Disse la
bionda, appoggiando le mani sul petto muscoloso del compagno.
- Cosa!?! Hai idea della gravità dell’avvenimento? Quelli là
hanno trovato la ragazza! – Esclamò Chris, allontanandosi dalla donna.
- Oh ma che splendida notizia! Hanno trovato la ragazza! – Trillò
la strega.
A quelle parole, l’uomo perse ogni briciolo della poca
pazienza che aveva.
- Splendida notizia?!? SPLENDIDA NOTIZIA!?! Ma sei
impazzita!? – Urlò a gran voce lo stregone, ricevendo un altro sorriso dalla
sua interlocutrice.
- Non sono diventata pazza… - Sussurrò la donna,
riavvicinandosi al petto dell’uomo.
- Abbiamo una ragazza che non è una semplice ed insulsa
Otherkin, no. Lei è legata a tutta la natura, il che vuol dire…. –
Blaineley si avvicinò alle labbra di Chris.
- … che se risucchiamo la sua linfa vitale, diventeremo… -
La donna diede un veloce bacio all’uomo e si avvicinò al suo
orecchio.
- …inarrestabili. – Sussurrò la strega, allontanandosi dallo
stregone e ritornando dal suo amato libro.
L’uomo rimase per un attimo immobile, poi percorse a grandi
passi la distanza che lo separava dalla bionda.
- E come credi di poterla catturare, è circondata da un
manipolo di schifosi Otherkin! – Sbraitò Chris.
- Non urlare, non ricordi che fa venire le rughe
preoccuparsi. – Disse dolcemente Blaineley, accarezzando la copertina del
libro.
L’uomo si tastò velocemente la faccia impaurito, per
controllare che non fosse comparsa nessuna piega della pelle, poi continuò.
- Allora, non mi hai detto come pensi di prenderla. –
Mormorò lo stregone, sforzandosi di sembrare calmo.
- Non preoccuparti. Ho già un infiltrato. Sai, so essere
molto convincente. – Disse la strega, mostrando al compagno una pagina del
libro.
Chris la esaminò con cura, prima di sgranare gli occhi
meravigliato.
- Hai applicato il Bacio della Sirena ad uno di loro? –
- Non ancora ma… - Blaineley si trasformò, diventando una
ragazza dalla carnagione cadaverica, i capelli neri e gli occhi rossi.
- …nessuno resiste al mio visino angelico. – Disse, prima di
ritornare al suo aspetto originale.
L’uomo la prese violentemente i fianchi con una mano, e con
l’altra le afferrò saldamente il fondo schiena.
- Tu sei una perfida manipolatrice. – Disse con voce calda e
sensuale, prima di attaccare il collo della donna con una miriade di baci
passionali.
- L’avevo detto… nessuno resiste al mio visino angelico. –
Concluse Blaineley, prima di cominciare a slacciare l’armatura dell’uomo.
Angolo dell'autrice:
Lo so, lo
so, è un capitolo incredibilmente corto, ma è giusto per
dare la vostra DGS (Dose Giornaliera di Suspense)
Questa è la mia prima ChrisxBlaineley, spero sia venuta bene ^^ *incrocia le dita*
So già che qualcuno mi farà una statua per aver messo questa coppia (non diciamo chi è, tanto si sa xD)
Ditemi un po': quanti di voi dicevano che la ragazzina dagli occhi rossi era Blaineley?
fatemelo sapere!
Un bacione^^
Ogghy
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
Otherkin - Capitolo 11
Dawn aprì lentamente gli occhi: non era più nella palude,
era distesa all’ombra di un bosco, all’orizzonte il sole stava tramontando,
illuminando il paesaggio di una frizzante luce rossa-arancione.
Gli altri del suo gruppo erano radunati sotto un grande
albero, parlando animatamente.
Raggio di luna si alzò a sedere lentamente e mise una mano
per controllare il taglio sulla testa.
Era già pronta a sentire il suo sangue, quando non trovò
altro che i suoi capelli.
Niente sangue secco, niente cicatrice, niente di niente.
Si alzò e andò da DJ: di sicuro era stato lui a curarle la
ferita.
- Dawn, ti sei svegliata! Come stai? – Chiese subito il
ragazzo, vedendola arrivare.
- Bene. Grazie a te, la mia ferita è guarita del tutto. –
- Quale ferita? –
- Quella che avevo sulla testa, sanguinava tantissimo. –
Disse confusa la bionda.
- Quando Scott ti ha portato qui in braccio, non avevi
nessuna ferita. – Concluse il moro, lasciando la ragazza con un’ espressione
stupita.
Come un flash fotografico, Raggio di luna rivide l’ultima
cosa che le era passata davanti agli occhi prima di svenire:
una zazzera di capelli rossi.
Cercò con lo sguardo Scott, e alla fine lo trovò: era seduto
sotto un albero, stava dormendo.
La ragazza si avvicinò lentamente al rosso senza fare il
minimo rumore, non voleva svegliarlo.
Una farfalla dalle candide ali si posò sul naso del ragazzo.
La Iena, con uno
scatto fulmineo, schiacciò tra le sue mani la povera farfallina, uccidendola. A
quella vista, Dawn sentì un brivido d’orrore attraversarle la schiena, ma cercò
di ignorarlo.
Si sedette vicino a Scott e, a bassa voce in modo che sentisse solo lui, disse:
- Grazie per avermi portata in braccio fin qui. –
Il rosso aprì di scatto gli occhi color cenere e si alzò a
sedere, in modo da guardare Raggio di luna dritta negli occhi.
- Chiariamo una cosa: Ti ho portato in braccio solo perché
ci servi Prescelta, quegli stregoni non si uccideranno mica da soli! – Sputò
Scott.
La bionda gli sorrise dolcemente e gli stampò un veloce
bacio sulla guancia.
- Bhe. Grazie comunque. – E se ne andò per il bosco.
Sentì un calore all’altezza del petto: il medaglione aveva
ricominciato ad emanare una luce dorata.
Lo prese in mano e sentì la solita voce, stavolta aveva un
tono preoccupato.
Ha bisogno di te
Ha bisogno di te
Aiutalo
Aiutalo
AIUTALO!
In quel preciso momento, Raggio di luna si ritrovò sospesa
nel buio più assoluto.
Davanti a lei comparve l’immagine di un accampamento raso al
suolo.
Le tende erano stracciate e impregnate di sangue,
tutt’intorno, i corpi senza vita di migliaia di persone e un corvo nero come la
pece, vagava con le lacrime agli occhi davanti a quello spettacolo.
Il paesaggio di miseria e morte scomparve, lasciando posto a
due giganteschi occhi rossi, accompagnati da una risata che fece accapponare la
pelle alla ragazza.
Dawn si risveglio alla luce delle prime stelle della sera.
Quella visione era stata terribile, si sentiva distrutta,
infelice, proprio come quel corvo…
Decise di tornare dagli altri, per vedere che cosa volevano
fare dopo l’attacco.
Mano mano che la ragazza si avvicinava al gruppo riusciva a
sentire più parti del discorso che la voce potente di Alejandro stava
diffondendo per la radura.
- Ricapitoliamo: Non abbiamo né viveri, né mezzi di
trasporto e né medicinali per curarci. C’è qualcuno che conosce dei rimedi di
medicina naturali? –
- Io li so tutti e DJ potrebbe aiutarmi. – Disse Dawn,
appena arrivò nel campo visivo del latino.
- Bene. Ora i viveri, questo sarà più difficile… -
- Il mio villaggio natale non è lontano da qui, lì ci
daranno tutto quello che ci serve e una barca per arrivare sull’isola di Chris.
Però, dovremo camminare tutta la notte. – Replicò Jo, alzandosi da terra, i
suoi occhi color indaco brillavano alla luce del fuoco.
- Fantastico, ma non possiamo andare in giro con le nostre
armi in vista! – Esclamò il moro, mostrando la sua sciabola.
- A questo ci penso io: io e Duncan abbiamo trascritto dei sortileggi che ci sarebbero stati utili dal libro degli incantesimi di Blaineley.
– Disse Courtney, con un filo di malinconia nella voce quando pronuncio il nome
del punk e sfilando un paio di foglietti dalla una tasca interna del vestito.
- Qui c’è un incantesimo che rimpicciolisce le cose e, al
contatto del proprietario, ritornano alla loro dimensione originale… -
- Ottimo! Adesso vi do dieci minuti, dopo di che partiremo.
– Concluse Alejandro, porgendo la sciabola alla mora che, recitando un
linguaggio per la bionda incomprensibile, fece rimpicciolire l’arma del
ragazzo.
Dawn osservò rapita i movimenti dell’incantesimo che fece
diventare il suo arsenale grande come una matita.
Quando anche la luna comparve nel cielo stellato, gli
Otherkin si incamminarono verso Sud.
***
Il sole stava spuntando nel cielo, illuminando un gruppo di
case affacciate sulla riva del mare.
L’odore di salsedine invase le narici di Dawn e il vento che
saliva dal mare le scompignava leggermente i capelli.
Jo li condusse tra le stradine e viuzze che si inoltravano
tra le case fino ad una piccola bottega dall’aspetto grazioso.
Dall’ingresso del negozio uscirono una donna dai lunghi
capelli neri e dalle iridi indaco e un uomo biondo e dagli occhi celesti.
La donna corse verso Calamity e la strinse in un forte
abbraccio.
- Oh Jo, sei tornata! Ma guardati, sei bellissima. La mia
bambina è tornata. Amore la nostra bambina è tornata! – Cinguettò la madre di
Jo, le lacrime agli occhi e un grande sorriso sulle labbra, mentre chiamava a
gran voce il marito.
L’uomo arrivò immediatamente, trasformando quell’abbraccio
in uno a tre.
- Mamma ascolta: sono in missione per gli Otherkin, ci
servono delle provviste, delle tende molto grandi e una barca. Sono anch’io
felice di rivedervi ma purtroppo dobbiamo partire domani. – Mormorò la bionda,
liberandosi dall’abbraccio dei genitori.
La coppia smise subito di sorridere e accompagnarono il
gruppo dentro la bottega.
I genitori di Jo erano venditori di stoffe: il negozio era
zeppo di tessuti di tutti i colori, tutti i tipi e di tutte le dimensioni.
La donna salì di corsa le scale che portavano ai piani
superiori, ritornando poco dopo con una grande scorta di cibarie e quattro
gigantesche tende.
- Ecco qua, questo è tutto quello che vi serve. Sapevo che
non eri venuta per rivedere i tuoi vecchi eh? – Chiese, non appena ebbe
consegnato tutto a Calamity.
- Si, ma ti prometto che quando finirà tutto verrò a trovarvi,
promesso. – Rispose la bionda, ricevendo un altro abbraccio dalla madre.
Dopo aver lasciato la bottega, gli Otherkin si incamminarono
verso la spiaggia.
Arrivati vicino ad un gruppo di reti abbandonate sul bagnasciuga,
dall’acqua spuntò una ragazza-polpo: i suoi lunghi capelli viola erano
tentacoli legati in una treccia, le braccia e le gambe erano scomparse,
lasciando posto ad un'altra moltitudine di tentacoli.
Appena la strana creatura toccò terra, si trasformò e Dawn
riconobbe il viso familiare di Sierra.
- Sierra!?! Che ci fai qui? Doveva venire Heather, che è
successo al campo? – Chiese preoccupato Alejandro, raggiungendo la ragazza a
grandi passi.
- Non è successo niente, tranquillo. Heather non è potuta
venire perché… - La ragazza smorzo una risata
- …Perché aspetta un bambino, da te. – Concluse Sierra,
trasformando l’espressione preoccupata del latino in una smorfia di stupore.
- è incinta? E come diavolo è successo!? –
- Sai questo è un concetto un po’ difficile da spiegare:
vedi quando fai sesso con la tua donna c’è il rischio di ingravidarla, capisci?
O devo farti anche un disegnino? – Disse Scott, con un ghigno compiaciuto sul
volto per l’espressione dell’amico.
- So com’è successo ma, come diavolo è successo? – Replicò
il moro.
- Adesso sei un po’ scosso, DJ cerca di farlo riprendere, io
devo parlare con Dawn. – Concluse Sierra, prima di prendere sotto braccio Raggio
di luna e allontanandosi per la spiaggia, lasciandosi le congratulazioni per
Alejandro degli altri alle spalle.
- Dawn, vedo che hai il medaglione al collo. –
- Si, anche se non so come funzioni esattamente. – Rispose
la bionda.
- è proprio per questo che ti volevo parlare… - La ragazza
si fermò di colpo e prese tra le mani il medaglione.
- Questo medaglione ti aiuta a controllare i tuoi poteri e a
rafforzare il tuo legame con la natura. –
Sierra si rigirò il ciondolo tra le mani.
- Quando si illumina di rosso, vuol dire che c’è un pericolo
in vista, quando brilla di una luce dorata, un Otherkin ha bisogno di te, e tu
hai il dovere di aiutarlo; quando invece si illuminerà dello stesso colore dei
tuoi occhi… -
La ragazza guardò negli occhi la bionda.
- …Significa che sei pronta per trasformarti. –
Dawn non riusciva a crederci: aveva davanti a lei l’unica
persona che riuscisse a dissolvere ogni suo dubbio.
Si schiarì la voce e si preparò a pronunciare la sua
domanda.
- Sierra, di recente ho avuto delle visioni di un Otherkin e
ogni tanto sento una voce dentro di me, sai che cosa vuol dire? –
- Dato che sei legata a tutti noi e alla natura, quando c’è un
Otherkin in difficoltà, tu lo vedi tramite le visioni. La voce che senti è
quella parte nascosta dentro di te che uscirà fuori solo quando ti
trasformerai. Sentire voci l’ha provato
ognuno di noi da piccolo, quando i poteri non si erano ancora mostrati. –
La ragazza guardò la linea dell’orizzonte.
- Sarà meglio andare. – Sierra prese per mano Dawn e corse
verso il gruppo di Otherkin, ancora in festa per la lieta notizia di Alejandro.
Dawn si trattenne dal raccontare della sua ultima visione,
decise che non era ancora il momento.
Angolo dell'Autrice:
Signori e signore, il capitolo 11!!!!
Vi ricordate il capitolo 2, quando è comparso Duncan?
e il capitolo 4, quando si è trasformata Eva?
ecco a voi le loro trasformazioni!!!!
e come non dimenticarsi si Sierra...
per quanto riguarda le immagini di quelli della quarta stagione, sono riuscita a trovare solo Scott e Dawn:
Naturalmente questi nn sono le loro trasformazione e per quella di Dawn dovrete aspettare ancora un po'
Recensite in tanti
Un bacione^^
Ogghy
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Capitolo 13 *** Capitolo 12 ***
Otherkin - Capitolo 12
Il rumore delle onde che s’infrangevano sul bagnasciuga, era
molto rilassante per Dawn.
Le sembrava la melodia più bella del mondo, ed era l’unica
cosa che l’aiutasse a non pensare alla visione che aveva avuto.
Quel campo raso al suolo le metteva addosso tanta tristezza,
dolore e orrore…
Cercava di non pensarci e di concentrarsi sulla nuova
battaglia che doveva affrontare, ma l’unica cosa che le ritornava in mente
erano gli occhi neri di quel corvo, pieni di disperazione.
Raggio di luna aprì gli occhi: da quando si era unita agli
Otherkin, non riusciva più a meditare.
Non riusciva a svuotare la mente nei suoi esercizi
quotidiani.
Le sembrava una strana coincidenza, ma una parte di lei non
la pensava così.
Attenta agli occhi
rossi
Attenta agli occhi
rossi,
ATTENTA!!!
Quella voce dentro di lei stava ripetendo quella frase da un
ora ormai. La ragazza si aspettava di avere un’altra visione, ma non venne.
Si alzò dallo scoglio dove aveva deciso di meditare, e
raggiunse gli Otherkin, che stavano caricando le loro cose su una barca,
noleggiata da Alejandro.
Senza dire neanche una parola, il gruppo s’imbarcò e DJ fece
partire l’imbarcazione.
Due gabbiani volavano sopra le teste dei ragazzi che,
stranamente, erano molto silenziosi.
C’era tensione, lo si poteva leggere dai loro volti.
La notizia della gravidanza di Heather aveva dato una finta
illusione di una vita normale a tutti.
Ma loro non erano persone normali:
Erano guerrieri,
Guerrieri legati ad animali,
erano Otherkin.
La loro missione era sconfiggere le uniche persone che
volevano distruggerli ad ogni costo. Si vedeva dai loro volti anche paura, la
paura di non riuscire a vincere, di morire.
Ma erano tutti lì, che speravano in quella minuta ragazza
dalla voglia a forma di spada color argento sul polso.
Dawn si sentiva sempre più determinata a sconfiggere gli
stregoni, e a porre fine a tutte quelle sofferenze che le raccontavano le aure
dei suoi compagni di viaggio.
All’improvviso si sentì osservata. Si guardò in giro un paio
di volte, ma niente. Al terzo tentativo, vide che Scott era il suo osservatore segreto.
Un piccolo sorriso comparve sul volto di Raggio di luna:
quel ragazzo la metteva sempre di buon umore.
Decise di avvicinarsi a lui. Ad ogni passo che faceva,
sentiva una strana sensazione allo stomaco, come se il suo intestino scoppiasse
in mille pezzi per poi ricomporsi e riesplodere di nuovo. Era una sensazione
strana ma in un certo senso, piacevole.
Appena si avvicinò al ragazzo, le parole le morirono in
gola. Si era preparata la frase con cui avrebbe rotto il silenzio tra lei e il
rosso in quel piccolo tratto di strada, ma appena si era fermata, quella frase
si era volatilizzata, insieme a quei due gabbiani, che sparirono all’orizzonte.
I due rimasero lì, a guardare il loro riflesso tremolante
sullo specchio d’acqua sottostante.
- Scott, mi stavi osservando per caso? – Disse dopo un po’
la bionda, con voce incerta.
- Io non stavo guardando proprio nessuno. – Sputò la Iena,
senza staccare gli occhi dal mare che s’increspava sotto i movimenti della
barca. Dalla sua aura, la ragazza vedeva che era molto nervoso.
- Perché sei così nervoso? – Le chiese Dawn, guardandolo
dritto negli occhi.
- Fatti i cazzi tuoi! – Esclamò Scott e se ne andò.
In quel preciso istante, Dawn svenne di nuovo.
Si ritrovò di nuovo nel buio più totale, fluttuando.
Davanti a lei comparvero di nuovo quei due occhi rossi, che
proiettavano una luce spettrale verso il corpo di un ragazzo agonizzante, steso
a terra.
Era ricoperto di tagli e ferite molto profonde, le sue
lacrime di dolore si mischiavano al sangue e al sudore che gli colava dal viso.
Con uno sforzo immane, il ragazzo lanciò uno sguardo pieno d’odio
e rancore nei confronti di quelle iridi scarlatte e Raggio di luna poté finalmente
vedere il colore dei suoi occhi: grigio cenere.
- Scott... - Sussurrò con orrore la bionda, prima di
risvegliarsi con tutti gli Otherkin intorno a lei.
- Stai bene adesso? – Chiese dolcemente Sierra aiutandola ad
alzarsi.
Dawn non rispose alla ragazza, ma raccontò quello che aveva
visto nella sua visione, omettendo la parte dei due occhi grigi del ragazzo.
- Dawn… Hai avuto altre visioni di recente? – Disse Trent e
Raggio di luna pensò che era il momento di raccontare anche l’altra visione.
Raccontò del campo raso al suolo, del corvo e degli occhi
rossi.
Quando la bionda finì il suo racconto, le facce di tutti
erano orripilante.
- Il campo che hai visto, era un nostro avamposto, vicino al
castello di Blaineley. Questo significa che l’unico che è sopravvissuto all’attacco
è… -
- Noah! Sapevo che quello stacchino era bravo! – Gongolò DJ,
dalla cabina di pilotaggio.
- Si, ma questo vuol dire anche che Blaineley sta
raccogliendo anime. – Concluse la frase Alejandro, con un misto d’orrore nella
voce.
- Che cosa intendi dire? – Chiese ingenuamente Dawn.
Courtney si fece largo nel gruppo, fino ad arrivare vicino alla ragazza.
- Chef e Chris succhiano le linfe vitali subito, provocando
una morte veloce e indolore. Ma Blaineley no. Lei imprigiona gli Otherkin e li “prepara”
per il loro assorbimento. –
Dawn sentiva che la mora non aveva voglia di parlarne,
voleva fermarla ma lei continuò.
- Nel periodo di tempo che rimangono lì, vengono brutalmente
torturati. In questo modo, le linfe sono più attive, dato che devono mantenere
in vita una persona debole e non in splendida forma e per questo sono più
preziose. Il quel castello succedono le atrocità più terribili su uomini, donne
e bambini. – A quelle parole, Raggio di luna si portò le mani alla bocca
inorridita.
- Solo una persona è uscita viva da quel castello dopo
essere stata catturata, un bambino. Scott è nato in quelle segrete, è cresciuto
a pane e torture e, all’età di dieci anni, è riuscito a fuggire. –
Gli occhi di tutti si posarono sul rosso, che teneva le
braccia incrociate al petto e sembrava molto infastidito da quella situazione.
- L’isola! – Urlò DJ e gli occhi di tutti si posarono di
nuovo sull’orizzonte.
Avvolta da una leggera nebbiolina, C’era un isola
assolutamente bellissima. Se non fosse stata per il fatto che in quel luogo ci
abitasse un potente stregone, quell’isola poteva essere una bellissima meta
turistica.
Il gruppo tocco terra dopo qualche minuto, e immediatamente,
un paio di loro montarono le tende per la notte, dietro una collinetta.
Dawn cercò con lo sguardo Scott: doveva parlagli.
Quando finalmente lo vide, corse verso di lui e lo trascinò
in un luogo più appartato.
- Ti devo parlare. – Rispose alle innumerevoli domande della
Iena.
Quando finalmente si trovarono lontani dagli altri, Raggio
di luna raccontò la vera visione che aveva avuto sulla barca.
Il rosso rimase in un silenzio imbarazzante, senza smettere
di fissare negli occhi Dawn. la ragazza si trovava sempre a disagio quando
veniva osservata da quegli occhi, ma si fece coraggio e chiese.
- Tu sai dirmi che significano quegli occhi rossi? –
- Non li ho mai visti prima! –
Raggio di luna si avvicinò ancora di più a lui, poggiandogli
una mano sulla spalla.
- Forse dovresti raccontarmi quello che ti è successo nella
prigione di Blaineley… - A quelle parole, il ragazzo divenne rosso dall’ira,
prese la mano di Dawn e avvicinò ancora i più la ragazza a sé.
Raggio di luna poteva sentire il respiro della Iena sulla
sua pelle.
- Non sono cose che t’interessano. – Sibilò, prima di
andarsene e lasciare la bionda.
Scott sentiva una strana sensazione: perché una parte di
lui, in quel momento, bramava così tanto le labbra violacee di Dawn?
E perché un’altra parte di lui voleva ucciderla a tutti i
costi?
Si sentiva diviso a metà e non riusciva a capire a quale
delle due dare ragione.
Il ragazzo raggiunse in gruppo in un ostile silenzio.
Era troppo preso da un'altra domanda che gli martellava nella
mente:
Il suo angelo custode gli aveva detto la verità?
Quella notte l’avrebbe scoperto.
Angolo dell'autrice:
Chiedo scusa a tutti quelli a
cui avevo detto che avrei messo il nuovo capitolo di Othekin ieri. Il
fatto è che mio fratello è stato al PC tutto il giorno e
ho finito il capitolo solo ora.
Spero che vi sia piaciuto lo stesso e sono sicura di aver farto sorgere in voi altri dubbi.
Scoprirete mai il mistero che si celo in questa storia?
Dovete solo continuare a leggere!
Un bacione :^.^:
Ogghy
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Capitolo 14 *** Cpirolo 13 - Seconda notte/parte 1 ***
Otherkin - Capitolo 13
Brick si rigirava spazientito nel suo giaciglio.
La sua mente era piena da tanti e troppi pensieri: Aveva un
gigantesco peso sul cuore, che doveva svuotare immediatamente. Il solo pensiero
di parlare, combattere, viaggiare con lei, senza dirle niente, era una tortura
orrenda.
La luna era scomparsa dietro un gruppo di nuvole pesanti e
cariche di pioggia, e il ragazzo sprofondò nell’oscurità.
Accese spaventato una lanterna ad olio di fianco a lui.
Il buio
Era da sempre stato la sua paura, il suo nemico. Ma in quel
momento doveva affrontarlo, per lei…
Si alzò e, con la lanterna in mano, vagò tra le tende,
facendo attenzione a non svegliare nessuno e a non farsi accorgere da Scott,
che era di guarda.
Arrivò di fronte a una piccola tenda, fece un profondo
respiro e vi entrò silenziosamente al suo interno.
Una figura femminile dormiva tranquillamente, che il moro
riconobbe per Courtney.
Volse lo sguardo verso l’altro giaciglio presente nella
tenda: era vuoto.
Lei non c’era.
- La stai cercando vero? – Chiese una voce, impastata dal
sonno.
Brick si girò e incontro lo sguardo assonnato della cugina.
Il moro non rispose, si limitò ad annuire.
- Sarà andata ad allenarsi, ti consiglio di aspettarti
l’inimmaginabile da lei. – Mormorò la mora, ritornando a dormire.
Il ragazzo lasciò la piccola tenda, ritornando nell’oscurità
di quella notte senza stelle.
Si stava alzando un freddo vento, che preannunciava l’arrivo
di una tempesta.
Cominciò a correre verso il bosco. Quello era un posto
nascosto, riparato, luogo perfetto per allenarsi senza essere disturbati.
Gli alberi proiettavano un’ombra spettrale sul cono di luce
della lanterna. Brick aveva paura, ma si fece coraggio e continuò la corsa.
Alla fine la vide, i capelli legati da uno strano fermaglio,
che si stava esercitando negli affondi con la sua fidata arma.
Un piccolo pugnale, simile all’artiglio di un grande felino.
All’impugnatura aveva scolpito un leone che mostrava i denti minaccioso.
La ragazza combatteva contro un nemico invisibile,
sfoderando efficaci e potenti colpi di lama.
A Brick, i movimenti di Jo erano incredibilmente aggraziati,
seppur molto letali per chiunque si mettesse contro la sua strada.
Avanzò verso di lei silenziosamente. Qualcosa gli sfiorò la
caviglia, qualcosa di incredibilmente morbido, che riconobbe per la coda della
ragazza. Subito dopo, un pugnale gli passò pericolosamente vicino al viso.
Sapeva che era lui,
voleva spaventarlo.
- Eri davvero sicuro che ti saresti avvicinato a me senza
farti scoprire? – Rise la bionda, ondeggiando la lunga coda color oro nella
fredda aria notturna.
- No, ma volevo comunque provarci. – Rispose Brick, era
deciso a non farsi abbattere dalle ”dolci” parole di Calamity.
- Che ci fai qui, tu non hai paura del buio? – Chiese acida
Jo, rigirandosi uno dei suoi tanti pugnali nella mano.
- Volevo allenarmi con te. – Era la prima cosa che gli era
venuta in mente.
- Allenarti con me? Hai voglia di morire oggi… va bene,
prendi quella spada e cominciamo. – Disse sbrigativa la bionda, indicando l’arma
adagiata a terra.
Brick l’impugnò e si preparò al colpo della ragazza.
Con un balzo felino, Calamity si scagliò contro il ragazzo,
che parò il doppio colpo di pugnale.
Jo lanciava e prendeva pugnali ad una velocità
impressionante, e il moro fece fatica a schivarli tutti.
Combatterono fino a che l’olio della lanterna non si spese.
Il ragazzo si immobilizzò, la paura cominciava a scorrergli nelle vene.
- Oh, non riesci a vedere al buio bagna braghe? Che peccato,
io invece ti vedo benissimo. – Mormorò la ragazza, muovendosi intorno al
soldato.
Il moro aveva tutti i muscoli tesi, le mani strette
sull’elsa della spada. Fece affidamento al buon udito che disponeva, dato che
era la sua unica arma in quel momento. Tese l’orecchio ad ogni sibilo del
vento, ogni singolo scricchiolio…
Un piccolo rametto si spezzò con un rumore secco, e Brick
spostò la spada verso sinistra, deviando la traiettoria di un altro pugnale.
Con l’ennesimo movimento si lama, sentì il rumore del
metallo che cade a terra, e un sorriso vittorioso comparve sul suo volto.
Con un movimento della mano sinistra, il ragazzo afferrò il
polso della ragazza. Lasciò andare la spada e afferrò con l’altra mano anche
l’altro polso della mano sinistra della bionda, ancora provvisto di pugnale.
Strinse la stretta e sentì anche l’ultima arma cadere a
terra.
- Ce l’hai fatta, complimenti. Adesso, lasciami. – Ordinò
Calamity, ma Brick non l’ascoltò.
Jo si divincolò per un po’, ma la presa ferrea del soldato
non voleva allentarsi.
La ragazza cominciò a preoccuparsi: Brick non era mai stato
così impulsivo e cocciuto.
- Devo dirti una cosa, è importante. – Cominciò il moro.
Sapeva che quello era il momento giusto, e doveva attingere a tutto il suo
coraggio.
- Avanti, che aspetti. Spara. – Disse spazientita la bionda.
Appena il soldato aprì bocca, le parole che aveva preparato
con così minuziosa attenzione, volarono via, lasciandolo nel panico più totale.
Era paralizzato, non riusciva più a dire niente.
- Sei sveglio? Avanti parla! – Gli ruggì contro Jo.
- Non riesco a dirtelo con le parole. – A quelle parole,
Calamity cominciò a preoccuparsi su quello che sarebbe successo dopo.
- Già so che mi ammazzerai dopo. – E, detto questo, Il moro
si fece finalmente coraggio e posò le sue labbra su quelle della ragazza.
La bionda si divincolò con forza maggiore, frustando il
ragazzo con la coda.
Ma era tutto inutile.
Brick strinse ancora di più la stretta sui suoi polsi e la
ragazza si calmò. Calamity chiuse lentamente gli occhi e si fece trasportare da
quella inebriante emozione che si stava facendo strada nelle sue vene.
La sua coda si attorcigliò al bacino del moro e lui cominciò
a insinuare la lingua tra le labbra socchiuse di Jo.
La ragazza stava praticamente tremando di piacere,
assaporando il sapore delle labbra di Brick.
La presa del soldato allentò e Calamity si liberò con uno
scatto fulmineo. Il moro ebbe l’improvvisa paura che la ragazza ripartisse
all’attacco, paura che svanì all’istante appena le mani di lei si intrecciarono
dietro il suo collo.
Il ragazzo le passo le mani sotto la maglietta, trovando
qualcos’altro che il gancetto del reggiseno.
Due impugnature di pugnali.
Sfilò lentamente le due armi e le lanciò lontano, per poi
ricominciare a accarezzare la pelle della bionda.
Si staccarono lentamente e il ragazzo venne spinto violentemente
contro un albero.
La sua fine era
vicina.
- Come diavolo ti sei permesso?! – Sputò Jo, e il moro vide
i suoi occhi nel buio.
Due iridi color indaco
piene d’ira.
- Te l’ho detto che non riuscivo a dirtelo a parole. Però ho
sentito che ti è piaciuto. – Sapeva che questo l’avrebbe fatta infuriare, ma
doveva affrontarla, o sarebbe andato tutto perduto.
- Che intendi dire? –
- Ti ho sentito fare le fusa. – Jo sgranò gli occhi: in quel
momento maledì il suo istinto felino.
Si abbassò di poco e cominciò ad alzarsi la gamba destra del
suo pantalone, mente la luna illuminava di nuovo il bosco con la sua luce.
Nella mente del soldato nacquero un sacco di pensieri
inappropriati nel momento in cui vide la gamba della ragazza, e una giarrettiera
dorata.
Guardando meglio lo stravagante accessorio, notò che
custodiva l’ennesimo pugnale nascosto, che la ragazza portò inevitabilmente
contro la gola del moro.
- Se ti azzardi a dirlo a qualcuno io… - Lo minacciò
Calamity, mostrando i suoi lunghi canini e spingendo la lama argentea contro la
pelle del ragazzo, da cui uscirono delle gocce di sangue.
- Stai tranquilla, non lo dirò ad anima viva. Questa sarà la
nostra piccola distrazione personale. – Detto questo, Brick tolse il coltello
dalla mano di Calamity e le cinse la vita con il braccio.
- Spero che tu abbia finito i pugnali. – Le sussurrò la
Recluta. La ragazza si tolse lo strano fermaglio dai capelli, che le caddero
dolcemente sulle spalle. Quello non era un fermacapelli, era l’ennesimo pugnale
nascosto.
“Questa donna è piena di risorse” disse tra sé e sé il moro,
donandole un dolce sorriso.
Lei si divincolò dalla presa del ragazzo e lo invito
gentilmente ad andarsene. Brick ritornò di corsa nella sua tenda, la mano
sinistra premuta contro il piccolo taglio sul collo, il sorriso sul volto e il
dolce sapore delle labbra di Jo.
Vaniglia.
Angolo dell'autrice:
La
vostra cara Sam è tornata sul suolo Otherkin! Dato che questa
settimana ho avuto un po' la fissa per la Jock, ho deciso di mettere
questo piccolo accenno di JOxBrick.
Spero vi sia piaciuto un sacco.
Soprattutto i nascondigli dove mettere un pugnale eh?
Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 - Seconda notte/parte 2 ***
Otherkin - Capitolo 14
La pioggia stava cominciando a cadere sui tetti delle tende,
e un vento freddo si insinuava all’interno di esse.
Scott era steso nel suo giaciglio, lo sguardo perso nel
vuoto.
Doveva parlare col suo angelo, era sicuro che non gli avesse
detto tutto quello che sapeva.
Si girò di lato e chiuse i suoi occhi color cenere, e il
sonno s’impossessò velocemente di lui.
Il ragazzo si ritrovò
in quella distesa deserta, la nebbiolina grigiastra era più fitta e il rosso
fece fatica a vedere la figura minuta del suo angelo custode.
- Sei tornato. Mi sei
mancato sai? – Lo salutò dolcemente la ragazza, ondeggiando i suoi lunghi
capelli neri intorno a lui.
- Lascia perdere
queste moine. Dawn ha avuto una visione, in cui ha visto degli occhi rossi. Tu
ne sai qualcosa? – La Iena era deciso a non perdere tempo con lei.
La mora lo guardò
dritto negli occhi, mentre si avvicinava a lui.
- Ti fidi ancora di
lei, vero. – Il tono di voce dell’angelo non ammetteva repliche.
Scott cominciava a non
sopportarla più.
- Senti, cercati
qualcun altro da perseguitare, perché io non la ucciderò. – Sibilò a denti
stretti il rosso.
L’angelo cominciò ad
accarezzare il petto muscoloso del ragazzo, ed il rosso sentì una spiacevole
sensazione a quel tocco.
- Conosco il tuo passato
Scott. Sei nato nelle segrete di quella strega, e Blaineley ti ha portato via i
tuoi genitori. So quello che hai sofferto da bambino. So quante volte hai
pianto, conosco l’orrore che ti porti dentro e la rabbia che hai per non averli
salvati. Eri solo un bambino allora, ma adesso sei cresciuto. Sei un uomo forte
e vigoroso, e puoi fermarla, dovrai solo uccidere Dawn. – Di fianco a loro
ricomparve il pugnale avvelenato dall’impugnatura color smeraldo. A quella
vista, Scott deglutì rumorosamente.
- Mi hai fatto
arrabbiare quando lo hai sotterrato. Cerca di non deludermi sta volta. –
L’angelo diede l’arma al ragazzo e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia,
sparì così come era apparsa.
Il ragazzo si alzò si scatto, di nuovo in un bagno di
sudore.
- Non preoccuparti, adesso è tutto finito. – Disse una
vocina vicino a lui e il ragazzo vide, con grande sorpresa, che Dawn era di
fianco a lui.
- Che diavolo ci fai qui? –
- Non riuscivo a meditare e ti ho sentito parlare nel sonno,
così sono entrata. – Spiegò semplicemente la ragazza.
Scott cercò con la mano il pugnale del suo angelo e, appena
la sua mano sfiorò l’impugnatura dell’arma, la spinse di lato.
Non l’avrebbe uccisa in quel momento, doveva ancora
accertarsi delle accuse sulla bionda.
I due rimasero in silenzio, finché il ragazzo non si stese
di lato, dando le spalle a Raggio di luna.
- Bè, buona notte e fuori di qui. –
La ragazza non si mosse da lì, si rigirò il lembo sinistro
della sua camicia celeste tra le mani, poi disse, con voce incerta.
- Posso dormire qui? –
Il ragazzo si alzò e incrociò gli occhi magnetici di Dawn.
Un parte di lui gli diceva di non fidarsi di lei e un’altra
parte… si era completamente svegliata al solo pensiero del corpicino di lei
vicino al suo.
Il rosso si alzò, prese una coperta abbandonata in un angolo
della tenda, la lanciò in malo modo a Raggio di luna e si ridistese nel suo
giaciglio.
La ragazza si sistemò di fianco a lui.
- Scott… -
Un grugnito arrivò in risposta alla ragazza.
- Buona notte. – Disse, prima di addormentarsi.
La pioggia si fece più forte durante la notte, mentre i due,
nel sonno, si strinsero l’uno a l’altra.
Angolo dell'Autrice:
Mi scuso per il piccolissimo
capitolo che mi è uscito fuori, ma credo che il contenuto di
questo equivalga alle file dei supermercati che scrivo di solito ;D
Scott ucciderà Dawn?
O le salterà addosso per un altro motivo, che noi tutti sappiamo? xD
Ok sta uscendo la mia parte pervertita...
Sarà meglio rinchiuderla di nuovo e chiedervi gentilmente di recensire in tanti.
Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam
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Capitolo 16 *** Capitolo 15 ***
Otherkin - Capitolo 15
La mattina seguente portò una fitta nebbia sull’isola. Dawn
aprì lentamente gli occhi.
Cercò di alzarsi, ma qualcosa la bloccava, o meglio,
qualcuno: Scott la teneva stretta a lui.
La ragazza lo guardò per un po’, ripensando alla visione che
aveva avuto su di lui. Aveva paura, paura che potesse succedergli qualcosa,
aveva paura di non arrivare in tempo,
per salvarlo.
Il medaglione si illuminò all’istante, appena venne a
contatto col petto del ragazzo.
Nella mente di Raggio di luna comparve di nuovo quella voce.
Aiutalo!
Aiutalo!
Ha bisogno di te!
Un venticello si insinuò nella tenda e fece tremare la bionda.
Dalla battaglia contro Chef, era rimasta solo con quella leggera camicetta
azzurra, e con quel vento freddo, rischiava di prendersi un malanno.
D’istinto si strinse di più al rosso, appoggiando la testa
sotto il suo mento.
Sentiva il suo cuore battere e il petto alzarsi e abbassarsi
regolarmente.
All’improvviso sentì qualcos’altro, più in basso.
Appena la ragazza si rese conto dell’identità di quel
rigonfiamento, diventò rossa come un pomodoro.
Gli occhi color cenere del ragazzo si aprirono in quel
preciso momento, e un grande ghigno comparve sul suo volto.
- Buongiorno. – Sussurrò con voce calda e sensuale.
- Dobbiamo andare, oggi sarà una lunga giornata. – Raggio di
luna fece per alzarsi, ma venne prontamente spinta tra le braccia della Iena.
- E che fretta c’è! –
Dawn era impaurita, aveva visto la sua aura: Rosso.
Passione, Lussuria.
La ragazza si divincolò per un po’, riuscendo a liberarsi da
quella presa ed ad alzarsi.
- Hai una maglietta da prestarmi, ho freddo. – Disse per
cambiare argomento, non le piaceva per niente quella situazione.
Il ragazzo si tolse la sua maglia verde, rivelando una
canottiera bianca. La porse alla bionda, che la mise immediatamente.
Quell’indumento era troppo grande per lei, le arrivava poco
sopra il ginocchio.
- Lo sai che così sei molto carina… - Il ragazzo si
riavvicinò a lei, accarezzandole i fianchi.
Raggio di luna aveva il cuore a mille, le tremavano le gambe
e aveva una strana morsa allo stomaco.
Tutte sensazioni strane ma terribilmente piacevoli.
Il ragazzo ghigno un’altra volta, prima di avvicinarsi
lentamente e ancora di più a lei.
Quelle labbra erano così invitanti, sembrava che lo
chiamassero.
Non resisteva più ormai.
Erano distanti pochi centimetri l’uno dall’altra, quando la
bionda si liberò dalla presa del rosso e fuggì via.
Scott scosse la testa e calciò le coperte del suo giaciglio,
infuriato.
Come aveva fatto a comportarsi in quel modo?
Non doveva distrarsi, doveva accertarsi dell’innocenza di
Raggio di luna.
Eppure, in una remota parte del suo cuore, sentiva che l’avrebbe
rifatto.
Dawn corse senza sosta fino alla sua tenda, trovando DJ e
Sierra al suo interno.
- Hai dormito bene Dawn? – Chiese gentilmente il ragazzo.
- Ehm… si, grazie. Ma tu dove hai dormito? – Secondo la
divisione delle tende, DJ era con Scott, e lei aveva preso il suo posto la
notte scorsa.
- Quando sono tornato dal turno di guardia, vi ho trovati
abbracciati mentre dormivate. Non me la sentivo proprio di svegliarvi, così ho
dormito qua. – Spiegò il moro, prima di uscire fuori e lasciare le due ragazze
sole.
Le due rimasero in silenzio, mentre si infilavano le loro
armature.
Dawn si lasciò la maglietta addosso. Non voleva perderla
come era successo al maglione.
All’improvviso diventò tutto buio per lei.
Il silenzio le opprimete le orecchie per un po’, finché non
sentì qualcuno piangere.
Si girò di poco e vide un ragazzo, di cui non riusciva a
vedere il volto, in preda ad una crisi epilettica. Il ragazzo si contorceva in
un modo orribile e Raggio di luna notò una grossa scheggia color porpora,
conficcata nella sua spalla.
In ginocchio di fianco a lui, una ragazza piangeva
disperatamente e, dalla sua bocca, fuoriuscì un urlo che somigliava ad un
ruggito.
I due scomparvero alla vista della bionda, per dar posto di
nuovo alle due iridi scarlatte.
Dawn spalancò gli occhi, ritrovandosi sotto il familiare
soffitto della sua tenda.
Raccontò immediatamente il contenuto della visione a Sierra,
che assunse un aria molto seria e preoccupata.
- Dawn devo dirti una cosa. Chris è famoso per le sue armi
intrise di veleno, quindi la tua visione potrebbe avverarsi oggi. –
Appena Raggio di luna sentì quella frase, un incredibile e
anormale voglia di staccare la testa dello stregone a morsi, le pervase ogni
centimetro di lei.
Senza rendersene conto, aveva scagliato un potente calcio
alla pila di armi presenti nella tenda, che rovinarono a terra.
Sierra la guardò negli occhi sbalordita, poi le rivolse un
grande sorriso nel vedere che anche la bionda era stupita quanto lei.
Non aveva bisogno di chiedere niente, quella ragazza dai
capelli viola la capiva con un solo sguardo.
- Hai appena visto la tua controparte guerriera. Ti spiego.
– La ragazza si avvicinò a lei, rivelando il ciondolo della collana che teneva
sempre nascosta sotto il top verde.
Il gioiello rappresentava il simbolo cinese dello Yin e
dello Yang.
- Ogni Otherkin ha una sua controparte, completamente
diversa da ognuno di noi. Predi DJ: è un ragazzo dolce e gentile, ma quando si
trasforma, diventa una bestia indomabile. Ma questa divisione, ci rende più
forti, come lo Yin e lo Yang. Divisi non sono nulla, ma insieme rappresentano
l’equilibrio delle cose. Adesso predi le tue armi e andiamo, abbiamo uno
stregone da uccidere. – Detto questo, Sierra prese la sua spada, e uscì dalla
tenda.
La spiegazione della ragazza era stata molto vaga, ma Dawn
aveva capito tutto. Dentro se stessa viveva una lei completamente diversa
dall’altra.
Doveva farle stare insieme per avere l’equilibrio e potersi
trasformare.
Prese il suo arsenale da guerra da terra, e si diresse verso
il centro del campo, dove Alejandro stava spiegando il piano d’attacco.
- Il castello di Chris non è cadente come quello di Chef, ma
dispone di un plotone di uomini piuttosto ridotto. Appena entreremo lì, lo
stregone ci manderà contro tutto il suo esercito. Io, Trent, Courtney, Jo e
Sierra li respingeremo su questo fronte. Il resto di voi, andrà nei
sotterranei, nella camera di Chris, e lo ucciderete. È tutto chiaro? – Era
chiaro che il latino aveva passato l’intera notte insonne, per preparare quella
strategia, ma dalla sua aura, Dawn vide che aveva pensato anche a qualcuno a
lui molto caro…
Il gruppo s’incamminò nel boschetto che circondava, come un
elegante corona verde, il castello di Chris. La traversata di quel piccolo
spazio ricco di vegetazione fu molto più piacevole della scampagnata nella
palude. Raggio di luna si convinceva ancora di più che quell’isola era davvero
fantastica, senza la presenza di quel famigerato stregone.
Dopo essersi lasciati alle spalle il pacifico boschetto, gli
Otherkin si trovarono davanti al castello di Chris.
L’edificio era in pietra nera, molto imponente e ben
nascosto dalla vegetazione circostante. Presentava però alcuni segni del tempo
che era passato dalla sua costruzione: il legno del ponte levatoio, doveva
avere perlomeno un centinaio di anni.
- Tutti pronti? – Domandò Alejandro, mentre tirava fuori la
sua sciabola dalla fodera. Tutti annuirono, o quasi.
Jo e Brick si stavano guardando negli occhi, in silenzio.
- Non preoccuparti, ti prometto che non gli succederà nulla.
– Disse Dawn, cercando di dividere il loro contatto visivo.
I due invece continuarono a fissarsi, finché Calamity non
annuì lievemente, e la Recluta si unì al suo gruppo.
Appena entrati nel castello, come previsto dal latino, l’intero
plotone dello stregone, si materializzò davanti ai loro occhi.
Un esercito di uomini insetto, alcuni di essi erano delle
mezze vespe, e volavano minacciosi coi loro pungiglioni, sopra le teste degli
avversari. Il primo gruppo cominciò subito a respingere gli attacchi dei nemici,
mentre Dawn e gli altri, prendevano la scala che portava ai sotterranei del
castello.
Molte celle delle segrete ospitavano ammassi di scheletri e
topi grandi come cani di grossa taglia.
Nessuno osava aprire bocca, solo l’inquietante suono delle
infiltrazioni d’acqua nelle celle e gli squittii dei ratti, riecheggiavano tra
quelle mura.
Scott agitava nervoso la sua ascia da boscaiolo, creando dei
cerchi in aria.
Il gruppo arrivò davanti ad una porta scardinata, di legno
marcio.
Il rosso si trasformò in volpe all’istante, e cominciò a
ringhiare alla porta. Raggio di luna gli accarezzò la testa e, con molta
cautela, aprì la porta, mentre la folta coda rossiccia del ragazzo le stringeva
la vita.
La stanza era avvolta nella penombra, una piccola, minuscola
finestra, creava un piccolo cono di luce, che illuminava lo stregone.
Dall’alto, arrivavano frammenti della lotta che si stava
svolgendo.
- Stupidi, insulsi Otherkin, credono davvero di potermi
sconfiggere? Ah! Questo è tutto da vedere. –
Sogghignò Chris, mentre dall’alto, il rumore di un potente
ruggito invadeva la stanza.
- Una tenace leonessa? Credo che sarà perfetta per il mio
ricco banchetto di stasera. – Lo stregone si leccò avidamente le labbra, al
solo immaginarsi il sapore di quella succulenta anima.
- IO TI AMMAZZO! -
Fuori di sé dalla rabbia, Brick si era avventato contro l’uomo, che intanto
stava aumentando si stazza, e due grosse lame fuoriuscivano dai suoi polsi.
Il moro fu catapultato dall’altro capo della stanza, mentre
il demone insetto urlava di rabbia contro i suoi avversari.
Dal nulla spuntarono un paio di guerrieri insetti, e gli
Otherkin cominciarono a far roteare le loro spade in aria.
Dawn si ritrovò a combattere contro un uomo-vespa. Il mostro
ferrava potenti attacchi di pungiglione, mancando di poco la ragazza. Doveva
stare attenta: di sicuro quella puntura era dolorosa e anche velenosa.
Prese l’arco dalla sua spalla, tirò fuori dalla fenetra tre
frecce e cominciò a mirare con cura il suo bersaglio. In un lasso di tempo incalcolabile,
l’uomo-vespa fu trafitto dalle frecce avvelenate della ragazza, e cadde con un
tonfo sordo a terra.
Raggio di luna si guardò intorno: DJ, trasformato in un possente
gorilla, aveva appena schiacciato il suo avversario, Scott era riuscito ad
atterrare un uomo-mantide, bloccandogli la gola con le sue potenti mascelle.
Brick era in seria difficoltà: lo stregone lo stava mettendo
all’angolo, anche se il moro combatteva con tutta l’energia e rabbia di cui disponeva
in quel momento.
Raggio di luna corse dai due, e cominciò e bloccare anche
lei gli attacchi del demone insetto.
Le lame dello stregone erano molto più affilate e veloci
della sua spada, ma la bionda, con un velocissimo scatto, era riuscita ad
infilzare la sua spada nel braccio destro dell’uomo.
Brick si avvicinò ai due, pronto per dare il colpo di grazia
a Chris.
All’improvviso, la ragazza sentì un sinistro sibilo, e si
abbassò giusto in tempo per evitare un coltello color porpora, lanciato dallo
stregone, prima che la sua testa rotolasse a terra.
Raggio di luna tirò fuori la spada dal corpo del demone
insetto e si girò, per fare i complimenti al moro.
In quel momento, tutti i rumori divennero ovattati, e la
ragazza sgranò inorridita gli occhi.
Brick era stato colpito: il coltello color porpora, che
somigliava molto ad una grossa scheggia, si era impiantato nella sua spalla. Il
ragazzo si guardò con sguardo perso in giro, prima di rovinare a terra, privo
di sensi.
- NO! – La voce di Jo precedette la ragazza, che corse dal
soldato.
Il suo volto era una maschera di dolore interiore, che fece
venire i brividi a Dawn.
Calamity tirò immediatamente fuori il coltello dalla spalla
del ragazzo, mentre esso cominciava a sudare freddo, e le convulsioni cominciavano
a scuotere il suo corpo inerme.
La bionda si issò Brick in spalla, prima di trasformarsi in
una sinuosa e agile leonessa dal manto giallo ocra. Lanciò un potente ruggito,
prima di correre fuori da quel castello e dirigersi nel campo, alla disperata
ricerca di un antidoto.
Angolo autrice:
Che capitolo lungo che ho fatto!!!
E soprattutto, nella prima parte, come sono stata pervertita eh?
Scusatemi tanto ma, io sono fatta così!
Comunque, ecco a voi le immagini del capitolo:
ed adesso, un piccolo avviso:
A tutti quelli che seguono le mie storie:
Sto organizzando un altra long, che pubblicherò appena finirà Otherkin.
Perchè vi dico tutto questo? Semplice!
Perchè deciderete VOI alcune cose della storia:
Volete che sia una fanfiction di Total Drama, o una storia originale?
Se scegliete l'opzione fanfic, ecco a voi un altra domandina:
Quali protagonisti vorreste in questa storia?
Vi avverto che ci saranno tutti, ma avranno solo dei piccoli ruoli.
I posti come protagonisti sono sei, due sono occupati da Dawn e Scott.
Quei due mi hanno fatto cominciare a scrivere ff, e questo è il mio modo si ringraziarli!
Spetta a voi scegliere i fortunati quattro che divverranno i nuovo protagonisti.
I più votati saranno i vincitori.
Ringrazio trutti quelli che parteciperanno!
Questo avviso verrà pubblicato anche nel nuovo capitolo di Maledetto Alcool!
Bene, dopo aver detto tutto, vi lascio.
ALLA PROSSIMA SETTIMANA!
Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam
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Capitolo 17 *** Capitolo 16 ***
Otherkin - Capitolo 16
Era passata una settimana dalla battaglia contro Chris, ma
il tempo sembrava essersi fermato per gli Otherkin. Da quanto era arrivato al
campo dopo la battaglia, Brick aveva dovuto fare i conti con i sintomi del
veleno.
Alcune volte aveva tremende allucinazioni, e DJ gli
somministrava un tranquillante, che lo calmava per un po’.
Altre volte, dalle ghiandole lacrimali e dalla bocca,
fuoriusciva sangue, e Courtney, dato che aveva il suo stesso gruppo sanguigno,
procedeva con una trasfusione di sangue, ogni volta che succedeva.
Altre ancora, il ragazzo era in preda a bruschi cali e
rialzi della temperatura. Jo, quando vedeva che il ragazzo tramava, si
trasformava in leonessa e lo circondava col suo corpo, per infondergli calore,
o gli dava degli impacchi gelati sulla fronte, quando la febbre diventava
altissima.
Ma il sintomo peggiore di tutti, erano le crisi epilettiche.
Lì bisognava solo tenerlo fermo e spettare che quell’attacco finisse.
Per tutti era una terribile visione vedere Brick in quello
stato, col sudore che gli colava a fiumi sul viso, e la ferita sulla spalla da
cui usciva pus puzzolente e sangue, che non accennava a cicatrizzarsi.
Jo era quella più scossa di tutti. Si sentiva tremendamente
in colpa per quello che era successo al soldato, e questo sembrava averla fatta
invecchiare di dieci anni.
I suoi occhi, prima pieni di adrenalina e voglia di vivere,
adesso erano spenti e vuoti, mentre la ragazza guardava il moro nei suoi pochi
momenti di quiete, tra un sintomo ed un altro.
Calamity non faceva avvicinare nessuno alla tenda dove lo
aveva portato, era lei ad occuparsi di lui, a curargli la ferita, ad
asciugargli il sudore…
Ogni tanto faceva entrare Courtney, per le trasfusioni, ma
era chiaro che la ragazza non poteva donare sangue all’infinito.
Dawn voleva aiutarla, voleva cercare di calmare la bionda e
convincerla a farle dare un’occhiata alla salute del ragazzo.
Un giorno, Jo acconsentì alla richiesta di Raggio di luna.
Appena entrò nella tenda, la ragazza si tappo il naso. Il tanfo
che emanava la ferita rendeva l’aria irrespirabile.
Il quel momento, Dawn si chiese come facesse la bionda a
stare col moro tutto il giorno.
Si avvicinò al ragazzo e, con cautela, gli tolse la
maglietta.
Il soldato aveva un fisico semplicemente ben allenato, tutti
i muscoli del suo corpo erano sodi e dimostrano il duro lavoro che aveva fatto la
Recluta per avere quel fisico, quasi scolpito nel marmo.
Le mani esperte della bionda andarono sulla fasciatura della
ferita e, sempre con molta cautela, cominciò a toglierla.
Dopo un po’ la ferita era sotto gli occhi increduli e
inorriditi della ragazza:
Il taglio era molto profondo e aveva tranciato metà del
muscolo e scheggiato leggermente l’osso, che si vedeva chiaramente attraverso
di essa.
Il pus che circondava i lembi della pelle e carne tagliata,
era di colore giallo sbiadito, ed emanava un odore a metà tra formaggio
avariato e carne in decomposizione.
Quel odore, intensificato mille volte dal fatto che la
ferita era all’aria, fece lacrimare gli occhi di Dawn. La ragazza però si fece
coraggio e cominciò a pulire il pus e il sangue secco che si era accumulato
intorno al taglio.
Dopo che la ferita fu pulita, Raggio di luna applicò su di
essa, una crema fatta da lei stessa.
Il miscuglio di erbe, che profumava leggermente di menta e
lavanda, sembrava alleviare il gonfiore della spalla, e dava anche un certo
senso di sollievo al ragazzo.
La bionda poi prese ago e filo e, avvicinando i due lembi
della ferita, cominciò a cucire il taglio.
Dopo un paio di minuti, dello squarcio che aveva lasciato il
pugnale di Chris, rimaneva solo una linea leggermente rossa, tenuta ben chiusa
da un filo marroncino.
- Se la ferita si riapre, chiamami ok? – Disse Dawn, mentre
rifasciava la spalla di Brick.
Fece un respiro profondo, mentre guardava sconsolata il
volto impassibile del ragazzo, che non apriva gli occhi da giorni.
- Lo sai che senza l’antidoto non possiamo tenerlo così a
lungo… -
- Ho parlato con Alejandro, andremo dai miei genitori. Mia
madre è un esperta di veleni e antidoti, e Brick adesso è abbastanza forte per
affrontare il viaggio. –
Jo si alzò, toccò la fronte del ragazzo con le labbra e
corse a prendere un secchio di acqua fredda, per poi poggiare un impacco
congelato sulla fronte rovente del soldato.
- Quando partiamo? –
- Domani. Ora, via di qui. – Mormorò Calamity, mentre il
ragazzo farfugliava qualcosa.
Dawn uscì all’aria fresca della sera.
Dopo quello che era successo a Brick, la ragazza continuava
ad avere lo stesso incubo.
Sognava sempre la visione che aveva avuto poco prima della
battaglia.
Quegli occhi rossi che la fissavano…
Solo pensare a quelle iridi scarlatte, faceva venire i
brividi alla ragazza.
Si strinse nella maglietta che le aveva dato Scott e si
avviò nella sua tenda.
Da quando Jo aveva deciso di passare giorno e notte nella
tenda di Brick, Alejandro aveva dovuto riorganizzare la sistemazione degli
Otherkin nelle tende.
Dawn gli aveva chiesto di dormire col rosso. Non sapeva
neanche lei perché aveva fatto una richiesta di quel genere, ma voleva saperne
di più sull’incubo che lui aveva avuto quella notte.
Il suo istinto le diceva che era proprio per quell’incubo
che doveva aiutare il ragazzo.
Il latino acconsentì alla strana proposta di Raggio di luna,
non prima di averla raccomandata della indole da “sciupa femmine” di Scott.
Ormai era da una settimana che dormiva con lui. Tutte le
notti lei si svegliava a notte fonda, in preda a quell’incubo e, ogni notte, il
ragazzo era sveglio accanto a lei. I due si abbracciavano l’un l’altro,
coccolati dal battito cardiaco dell’altro come una ninnananna.
Dopo aver capito che solo dormendo abbracciati avrebbero
saputo sconfiggere i loro brutti sogni, i due si concedevano un lungo abbraccio
non solo al notte, ma anche quando erano da soli.
Dawn entrò lentamente nella sua tenda, sperando di trovare
il ragazzo già al suo interno.
Scott era steso nel giaciglio, le mani dietro la nuca e lo
sguardo fisso al soffitto.
Raggio di luna si tolse le scarpe e s’infilò subito sotto le
coperte.
Il rosso si girò di lato, le passò un braccio intorno alle
spalle e uno intorno alla vita, e la strinse lentamente contro il suo petto.
La ragazza si accoccolò sotto il suo mento e chiuse
lentamente gli occhi. Ormai erano rare le serate in cui i due si scambiavano
qualche parola. I loro erano per lo più colloqui fatti di sguardi e gesti. Non
avevano bisogno di parlare, riuscivano a capirsi anche solo con un piccolo
scambio di occhiate.
Il mattino seguente, il campo venne smontato in fretta, le
provviste caricate sulla barca, assieme a un Brick, stranamente sveglio e
loquace, mentre Dawn cercava inutilmente di meditare.
C’era qualcosa intorno a lei, una presenza, che le
ostacolava i suoi esercizi zen. Una presenza maligna che le faceva raggelare il
sangue ogni volta che l’avvertiva. Era una specie di fantasma, che volteggiava
sopra la sua testa, impedendole di usare i suoi poteri.
Si rigirò il medaglione tra le mani, lo nascose sotto la
maglia di Scott e sotto la camicia, vicino al cuore.
Il viaggio in barca fu più carico di tensione del primo.
Nessuno osava aprir bocca, solo qualche lontano gemito di dolore di Brick
prorompeva nel silenzio.
Raggio di luna si sentiva di nuovo osservata, ma già sapeva
che erano due occhi grigi, ad essere fissi su di lei. Ormai era abituata allo
strano comportamento del ragazzo, sempre sfuggente e complicato da capire,
anche la sua aura era incredibilmente difficile da interpretare. Il gruppo
arrivò alla riva opposta in poco tempo, sulla spiaggia, la madre di Jo era lì
ad aspettarli. La donna corse verso la barca, e abbracciò forte la figlia.
La ragazza ricambiò il gesto d’affetto per un attimo, prima
di separarsi dalla donna, che cominciò ad esaminare la salute del soldato,
mentre le sue mani cominciavano a sciogliere le bende sulla sua spalla.
- Devo rendertene merito Jo, grazie a te è ancora in vita ma
questo… - La madre tracciò con le dita il contorno della ferita ricucita. – Non
è farina del tuo sacco vero? – Rivolse un sorrisetto alla figlia, che lo
ricambiò con una stilettata.
La donna si alzò e, con voce autoritaria tipica della
figlia, disse:
- Tu, Lentiggine, e tu, Occhi di gatto, portate il ragazzo.
Voi altri, seguitemi. –
Scott e Trent portarono di peso il povero Brick per le
viuzze e le varie salite del villaggio.
Dopo circa un’ora di cammino, gli Otherkin arrivarono al
negozio dei genitori di Jo, dove un confuso padre della ragazza era ad
aspettarli all’ingresso.
- Che cosa è successo, Ellie? – Chiese l’uomo alla moglie.
- Te ne parlerò dopo Arthur, fai in modo che tutti abbiano
un posto per dormire, almeno per stasera. -
La carovana si spostò all’interno dove i due ragazzi, ormai
stremati per la scampagnata e per il peso del compagno, appoggiarono la Recluta
sul letto di una camera.
Ellie e Jo entrarono immediatamente dentro, chiudendo la
porta della stanza in faccia a possibili scocciatori.
Dawn si ritrovò a guardare la porta lilla della camera,
ornata da una piccola targhetta che recitava:
Camera di Jo: ALLA LARGA!!!
***
Le due settimane che seguirono, furono pesantissime per
Dawn. La casa disponeva solo di quattro camere per gli ospiti.
DJ, Trent e Alejandro si erano sacrificati ed dormivano sul
divano. Jo si vedeva poche volte in giro, solo durante i pasti.
Era sempre chiusa nella sua camera, a prendersi cura di
Brick.
Raggio di luna dormiva in una camera solo sua, molto bella e
dall’aria incantevole.
Quando calava il sole però, era fredda e inospitale.
Di notte la bionda si svegliava, in preda al suo solito
incubo, e ogni volta, sperava di trovare le braccia forti di Scott a stringerla
e a farla calmare in quei momenti. Ma dopo pochi attimi, quella piccola
speranza svaniva, alla vista di quella camera.
Vuota
Un giorno di pioggia tanto atteso, sembrò dare respiro a
tutti. Dawn si aggirava per la casa sconsolata. Era quasi ora di andare a
dormire, ma lei non voleva ritornare in quella stanza, non senza di lui. In
quei giorni si era accorta che ormai, non poteva vivere senza la sua presenza.
Una piccola parte di lei, si pentiva amaramente di essere
scappata quella mattina, nella tenda, quando le loro labbra erano pronte ad
incontrarsi…
La ragazza passò davanti alla camera di Jo, dove Ellie era
seduta sul pavimento, con un’aria sconsolata.
- Signora, cos’ha? – Chiese dolcemente Raggio di luna.
La donna si alzò immediatamente, mostrando un espressione in
volto, che non ammetteva interruzioni.
- Il ragazzo sta per morire. E per nostra sfortuna, ho
finito l’antidoto. L’unico posto dove posso ricavarlo, è in una grotta marina,
molto lontano da qui. L’alga che cresce al suo interno è la sua sola speranza.
–
La donna fece un respiro profondo, prima di continuare.
- Ma il viaggio dura almeno una settimana. E gli restano
solo cinque giorni. –
La bionda era scioccata: Brick stava per morire, e non c’era
più nulla da fare.
All’improvviso, una piccola scintilla di speranza, si accese
come un fuoco ardente dentro di lei.
- Un uomo impiegherà una settimana, ma noi siamo Otherkin! –
La ragazza prese per le spalle la donna, che non aveva
capito molto bene l’affermazione di Dawn.
- Vada da Alejandro, gli racconti tutto quello che c’è da
sapere sull’antidoto, e per favore, ci prepari una grande scorta di provviste,
quando ritorneremo. –
Senza aspettare una risposta da Ellie, la ragazza corse
verso la sua stanza.
Aveva un piano: sarebbe andata dentro quella grotta, e
avrebbe preso quell’alga. Era sì una missione rischiosa, ma la guerriera dentro
di lei le diceva di andare lì, e Raggio di luna si fidava di lei.
Entrò velocemente nella sua camera e si chiuse la porta alle
spalle, prima di capire che non era sola.
Scott era di fronte a lei, lo sguardo fisso nei suoi occhi
color cobalto. La ragazza si avvicinò a lui, abbracciandolo.
- Sei riuscito a dormire? – Chiese ad un certo punto la
bionda, per rompere quel silenzio che si era creato tra loro.
- No, tu invece? –
- Neanche io. – la ragazza si strinse di più a lui, come se
ne andasse della sua vita.
Il rosso le accarezzò incerto i capelli, fissando un punto
impreciso davanti a lui.
La ragazza si separò da lui bruscamente, e cominciò a
cercare qualcosa all’interno di un cassetto.
- Credo che questa sia tua. – Raggio di luna porse la maglia
verde al ragazzo, che la prese e la posò su una sedia lì vicino.
- La metterò a posto domani. -
Dawn lo prese per mano, e lo trascinò nel suo letto.
La Iena le circondo la vita con le braccia e la strinse
lentamente a lui.
In quel momento, Raggio di luna si sentiva finalmente bene,
mentre il battito del cuore del ragazzo, le faceva pian piano prendere sonno.
- Domani partiremo, alla ricerca dell’antidoto per Brick. –
Disse ad un certo punto la ragazza, giocherellando con una piega inesistente
della maglia del ragazzo.
La bionda non ricevette risposta, ma a lei bastava che lui
era lì, con lei.
Sistemò la testa nell’incavo della sua spalla e, mentre le
sue dita si intrecciavano a quelle di Scott, Morfeo la prese dolcemente con sé.
Angolo dell'autrice:
Eccomi qua, in ritardo ma con un altro lunghissssssssssiiiiiiimooooooooooo capitolo!
E adesso, una piccola sorpresina per il mio pubblico femminile!
:Q______________________________________________________________________
Ringrazio Dott_Gwen che, anche se involontariamente, mi ha dato quest'idea...
Per
i risultati del concorso, dato che non ho voglia di scriverli qua
sotto, andate a cercarli nelle note dell'autore del capitolo 7 di Cara
Courtney....
E con questo, vi saluto!
Un bacione :^.^:
Samantha detta Sam
P.S: RICORDATI DELLA RICARICA! (una persona in particolare capirà xD)
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 17 ***
Otherkin - Capitolo 17
Il cielo era finalmente sgombro dalle nuvole. Il sole
illuminava e riscaldava con i suoi tiepidi raggi il piccolo villaggio. Alcune
barche, ritornavano a riva dopo aver riempito le reti di pesce.
Dawn aprì lentamente gli occhi, liberandosi in un gran
sbadiglio. Si stiracchió per bene, prima di accorgersi che in quel letto c’era
solo lei.
Lui non c’era.
La ragazza si guardò intorno. Per un attimo ebbe la
terribile sensazione, che era stato tutto un’ orribile e bellissimo sogno.
Immerse la testa nel cuscino sconsolata, pronta a
rimproverarsi per averci sperato così tanto, ma un odore strano e familiare
l’attirò. Annusò con tutta l’aria che aveva nei polmoni il cuscino.
Aghi di pino e sangue secco.
Scott.
Un grande e radioso sorriso si dipinse sul volto candido di
Raggio di luna.
Non era stato un sogno.
Si alzò subito dal letto, cercando le sue scarpe. Ma
qualcos’altro attirò la sua attenzione.
La maglietta del rosso era ancora lì, sopra di essa c’era un
biglietto. La ragazza lo prese e lesse quella calligrafia impressa su quel
foglietto con mano ferma e decisa.
“Alejandro ci
vuole parlare, scendi il prima possibile, non aspettiamo nessuno, neanche la
Prescelta.
Scott
P.S:
quella maglietta servirà più a te che a me.”
La bionda ripiegò
il messaggio e lo infilò nella tasca della gonna, mentre s’infilava la maglia
del rosso e correva di sotto. Nel piccolo salotto di quella casa, tutti gli
Otherkin erano lì, a confabulare tra loro. Appena si accorsero della presenza
della Prescelta, interruppero le loro conversazioni e osservarono la ragazza.
Dawn si sedette
accanto a Scott, nell’unico posto libero disponibile, mentre quegli sguardi
erano ancora fissi su di lei.
Alejandro si alzò
e si posizionò al centro della stanza.
- Brick sta per
morire, gli rimangono solo quattro giorni e noi siamo la sua unica speranza. In
una grotta marina, cresce un’alga dalle foglie fucsia, l’antidoto. Quattro di
noi, andranno in quella grotta, prenderanno l’alga e dovranno farlo prima di
quattro giorni. Tutto chiaro? –
Il gruppo annuì
all’unisono.
- Chi vuole
partecipare si faccia avanti, ma vi avverto. È un viaggio molto pericoloso, per
quello che mi ha raccontato Ellie. – Concluse il latino, prima di
indietreggiare di qualche passo, per dar posto ai volontari.
Sierra fu la prima
ad avanzare. Dato che era per metà polpo, era scontato che partecipasse a
quella missione.
Dawn si alzò
subito dopo, imitata immediatamente dalla Iena.
I due avanzarono
verso la ragazza, in attesa di scoprire l’identità dell’ultimo volontario.
Esso non tardò ad
arrivare. Jo si alzò immediatamente. Raggio di luna poté guardarla meglio, dopo
giorni che era rimasta nella sua stanza a curare il moro. Il viso era stanco,
ma gli occhi avevano ritrovato quelle fiamme che illuminavano la pupilla in
modo impressionante.
Courtney porse a
Calamity tre mute da sub.
- Torna presto, ha
bisogno di quell’alga. –
- Non
preoccuparti, sarò velocissima. Tu tienilo sveglio e digli che Jo è andata a
salvargli il culo per l’ennesima volta. – Rispose la bionda, uscendo fuori,
seguita a ruota dagli altri.
Appena arrivata
sulla spiaggia, la ragazza si fermò, prese una corda e legò in un fagotto le
mute, dopo aver intrecciato un paio si corde con nodi complicati e
indissolubili, se lo mise in spalla come uno zaino. Si girò, incrociando gli
occhi con quelli della madre, mentre si trasformava in leonessa.
Scott si trasformò
anche lui e, con un gesto del capo, invitò Raggio di luna a salire. La bionda
si arrampicò fino ad arrivare sulla sua schiena.
Sierra salì in
groppa a Jo, molto più in fretta di come aveva fatto Dawn.
- Reggiti, non
sarà per niente una passeggiata. – Disse la volpe, prima di cominciare a
correre ad una velocità impressionante. La bionda ebbe giusto il tempo di
aggrapparsi al pelo rossiccio dell’animale, mentre vedeva il paesaggio
sfrecciare e cambiare rapidamente.
***
Gli alberi e le
case del villaggio, sparirono immediatamente, lasciando posto ad una
vegetazione lussureggiante e a spiagge deserte e incontaminate. Il giorno si
tramutò presto in notte, e la notte lasciò posto al sole che sorgeva, mentre la
velocità a cui il gruppo viaggiava diminuiva sempre di più.
Quando il sole fu
ormai sorto e alcune nuvolette pigre cominciavano a comparire, i ragazzi si
fermarono.
Dawn scese e
osservò con attenzione la zona dove si erano fermati.
Era una piccola
spiaggia, le cui rive erano costeggiate da scogli, dove il mare si scontrava
impetuoso e irrefrenabile.
Percorrendo con lo
sguardo quella sottile linea grigia di rocce, si scorgeva una piccola
insenatura, che doveva essere per forza l’entrata della caverna.
- Forza, vestitevi, non abbiamo molto tempo. –
Disse decisa Jo, mentre cominciava a slegare il fagotto e a distribuire le mute
agli altri.
- Scott. – Lo
chiamò Sierra, guardando il ragazzo.
- Che c’è? –
- Girati, dobbiamo
cambiarci. – Esclamò Calamity
Il rosso alzò gli
occhi al cielo e si voltò, mentre le ragazze cominciavano a spogliarsi e ad
indossare le mute.
Dawn ritrovò delle
sere difficoltà nell’infilarsi quell’indumento: la muta era stretta e aderente,
e la sua pelle che era sudata per lo sforzo, non l’aiutava di certo.
- Vuoi un aiutino?
– La ragazza si voltò immediatamente, scoprendo con orrore che il ragazzo la
stava fissando, e anche da tempo.
Si portò le mani
sulle sue nudità, anche se coperte ancora dalla biancheria, e arrossì
completamente.
Lo schiaffo ben
assestato di Jo, fece voltare il rosso, senza però cancellargli quel ghigno
compiaciuto sulla faccia.
Sierra accorse subito in aiuto della bionda e
l’aiutò ad indossare la muta.
- Ora che avete
finito posso cambiarmi io, ma prima giratevi. – Disse Scott.
Le ragazze
ubbidirono immediatamente.
- O forse Dawn
vuole aiutarmi a infilarmi la muta? – Chiese provocatorio il ragazzo, ricevendo
un secondo schiaffo, più forte del primo, da Calamity.
Raggio di luna arrossì
ancora di più, ma una parte di lei, ebbe la meglio e le fece voltare
leggermente il capo.
La guerriera che
era in lei voleva vedere.
La bionda riuscì a
scorgere con la coda dell’occhio, la schiena muscolosa del rosso, mentre
cercava d’infilarsi la muta.
La ragazza notò
però qualcos’altro.
Delle lunghe
cicatrici, che percorrevano tutta la schiena della Iena.
Dawn voltò di
nuovo il capo, giusto un secondo prima che Scott si girasse verso di loro.
- Pronto, andiamo.
– Annunciò il ragazzo.
Il gruppo si equipaggiò
di maschera, pinne e bombole per l’ossigeno, prima d’immergersi.
Sierra si tuffo
con loro, prima di trasformarsi.
Sott’acqua, i
tentacoli viola che prima erano i suoi capelli, ondeggiavano nell’acqua, mentre
il corpo agile e perfetto per il nuoto della ragazza nuotava a tutta velocità
verso la grotta marina.
Dawn era sicura di
non aver mai visto un posto tanto magico.
Le pareti di
quella grotta erano ricoperte da coralli di tutti i colori. Vari pesci, di
tutte le forme e dimensioni, popolavano quei coralli e nuotavano incontro al
gruppo, incuriositi da quella strana presenza nella loro casa.
La ragazza era
impressionata dalla bellezza della grotta, ma non vedeva neanche un’alga. Era
tutto un ammasso di corallo e pesci variopinti.
Gli Otherkin s’immersero
ancora più in profondità nella grotta, notando che le pareti si facevano sempre
più strette.
Verso la fine
della grotta, quando ormai erano costretti a far attenzione a non tagliarsi con
la roccia nuda delle pareti, trovarono l’antidoto.
L’alga era di
colore verde acido, e le foglie, lunghe e somiglianti a lame di coltelli, erano
di colore fucsia.
Jo nuotò in fretta
verso di essa, la staccò e la ripose con cura nella tasca della sua cintura.
Ma qualcosa andò
storto.
Il medaglione di
Dawn cominciò a brillare ad intermittenza, di una luce rossa che non accennava
a smettere.
Pericolo.
All’improvviso, un
urlo sovraumano riempì la grotta, facendo tappare le orecchie al gruppo e
scatenando un terremoto marino.
- VIA! – Urlò
Sierra, mentre conduceva i ragazzi verso l’uscita. Il tetto della grotta stava
cedendo e pezzi taglienti di roccia, si staccavano da esso, attentando alla
vita degli Otherkin.
Nuotarono più in
fretta che poterono, per poi uscire da quella grotta, prima che una frana ne
bloccasse l’uscita.
Il gruppo riemerse
dalla superficie, incontrando con piacere la sabbia candida della spiaggia.
Che si tinse
stranamente di rosso.
Appena Raggio di
luna vide quel colore, si voltò per scoprire chi dei suoi amici si era ferito.
Scott era steso
sul bagnasciuga, mentre si staccava una scheggia di roccia appuntita dal fianco
destro. La ragazza corse subito verso di lui, mentre delle grosse lacrime
cominciavano a comparire sul suo volto.
Aveva promesso di proteggerlo.
Non doveva andare
così.
La bionda cominciò
a pulire disperata la ferita del ragazzo dalla sabbia, mentre cercava di
ricordarsi una qualche pianta benefica che poteva crescere da quelle parti.
- Ferma. – La voce
stranamente calma del rosso, fece bloccare di colpo la ragazza, che incrociò
subito i suoi occhi pieni di lacrime con quelli dell’altro.
Scott appoggiò
entrambe le mani sulla ferita, chiuse gli occhi e cominciò a pronunciare una
poesia.
Quello che uscì
però dalle labbra della Iena fu un linguaggio strano e sconosciuto a Dawn, che
osservò allibita la scena, mentre dalle mani del ragazzo fuoriuscivano piccoli
lampi di luce.
Dopo che anche l’ultima
saetta penetrò nella ferita, il rosso tolse le mani e smise di recitare quella
poesia.
Raggio di luna non
credeva ai suoi occhi, del grande squarcio che aveva creato la roccia, non era
rimasto nient’altro che una sottile linea rossa.
Scott si alzò e,
con andatura traballante, scomparve nella vegetazione che costeggiava la
spiaggia.
- Passeremo la
notte qui. – Annunciò autoritaria Sierra.
Jo si alzò
immediatamente, gli occhi sgranati dalla meraviglia.
- Non possiamo! Se
non ci sbrighiamo, Brick morirà! – Urlò Calamity, sbracciandosi.
- è passato solo
un giorno. – La ragazza appoggiò una mano sulla spalla della bionda.
- Te lo prometto,
riusciremo a salvarlo. – E detto questo, Jo andò nel bosco, alla ricerca di
legna da ardere.
Dawn si asciugò le
lacrime, mentre la sua mente si popolava di mille domande.
Come aveva fatto
Scott?
Era per caso uno stregone?
- Impressionante
eh? – Chiese Sierra, che aveva capito quello a cui stava pensando Raggio di
luna.
- Che cos’è
successo? –
- Questo non lo
so, Scott non si confida con nessuno. È sempre stato così. Se si fida di te, te
ne parlerà, fidati. – Mormorò la ragazza, asciugando l’ultima lacrima sul volto
della bionda e andando a prendere qualcosa da mangiare.
***
Quella notte, Dawn
non dormì, gli incubi non l’abbandonarono mai, solo quando il sole cominciò a
sorgere, sparirono nel nulla. Raggio di luna si alzò prima degli altri e corse
verso il bosco.
Trovò un prato
fiorito, si posizionò proprio al centro e cominciò a meditare.
Ma invece di
rilassarsi, fu preda di un’altra visione.
Era di nuovo
circondata dal buio più totale, da cui emerse Scott.
In mano aveva un
pugnale dall’impugnatura color smeraldo. La guardava minaccioso, e lì, la
ragazza notò il colore delle sue iridi.
Rosse.
La voce dentro di sé
cominciò ad urlare, mentre la figura del rosso si avvicinava sempre di più a sé.
Scappa
Ti ucciderà
Attenta!
La bionda urlò con
tutta l’aria che aveva nei polmoni, pronta a sentire la lama del pugnale nella
sua carne.
- Dawn, svegliati!
– Quella voce, la fece riportare subito alla realtà.
Scott era di
fianco a lei, mentre l’aiutava ad alzarsi.
- Hai avuto un'altra
visione eh? – La ragazza annuì e racconto di quello che aveva visto al ragazzo.
Il rosso rimase
per un po’ sbalordito, ma poi ritrovò la sua solita espressione.
- Scott, dimmi la
verità: tu conosci quegli occhi rossi. – Il tono di Dawn non ammetteva
repliche.
Il rosso stava per
ribattere, quando la voce di Jo li richiamò.
I due corsero
verso la spiaggia, mentre le ragazze stavano sistemando le ultime cose nel
fagotto.
La Iena si
trasformò e la bionda gli salì in groppa, prima di partire.
Il viaggio fu però
più lungo.
Scott, per colpa
della ferita, non correva come prima e aveva un andatura disordinata e
barcollante.
Impiegarono
precisamente due giorni per tornare alla casa dei genitori di Jo.
La ragazza corse
in fretta nella casa, urlando a gran voce la madre per farsi preparare l’antidoto.
Quando l’infuso fu
pronto, Calamity corse nella sua camera.
Si precipitò di
fianco a Brick e gli fece bere l’antidoto. Il moro la guardò e accennò un
piccolo sorriso, prima di chiudere gli occhi.
Il suo respiro si
fece sempre più lento.
E il suo cuore
smise di battere.
- NO, NO NO! NON
MORIRE! – La bionda cominciò a fare il massaggio cardiaco alla Recluta, nella
remota speranza di riavviare il battito cardiaco.
Dopo un paio di
minuti, la ragazza appoggiò l’orecchio al petto del ragazzo.
Niente.
Brick era morto.
Due grosse lacrime
cominciarono a sgorgare dagli occhi color indaco di Jo, che si spensero del
tutto.
Questa volta per
sempre.
Immerse la testa
nel petto del soldato, inspirando a pieni polmoni il suo profumo.
Dawn non poteva
crederci, Brick non poteva morire.
Era stata tutta
colpa sua.
Aveva promesso che
non gli sarebbe successo niente, e aveva fallito.
In quella guerra,
le sue promesse erano polvere al vento.
- J-Jo – La flebile
voce di Brick, riscosse Jo, che alzò la testa, incrociando gli occhi profondi
del moro.
- TU! BRUTTO
STRONZO! MI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO! SEI SOLTANTO UN EMERITO COGLIONE! –
Inveiva la ragazza, che cominciava a dare pugni al soldato.
La Recluta gli
bloccò i polsi, e la imprigionò in un bacio pieno d’amore e di passione.
- Anch’io sono
felice di rivederti. – Sussurrò dolce Brick, accarezzando il viso della bionda.
- Ma stavi
piangendo? –
- No mi è entrata
una cosa nell’occhio. – Si giustificò Jo.
- A tutti e due? –
- Vuoi vedere come
ti uccido io invece? – Lo minacciò Calamity, mentre i suoi occhi ritrovavano
finalmente quella luce che, da quando il ragazzo era stato avvelenato, avevano
perso.
Angolo dell'Autrice:
BUON NATALE A TUTTI!!!!
Eccomi qui, con il mio piccolo (si fa per dire xD) regalo di Natale.
Che, non per colpa mia, è arrivato un po' in ritardo... u.u
E' stata tutta colpa di Just Dance 4!
Quel gioco ti ipnotizza!
Ad ogni modo, spero che abbiate passato un buon natale, e che questo capitolo vi sia piaciuto.
Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 18 - Terza notte/parte 1 ***
Otherkin - Capitolo 18
Blaineley attraversò a grandi falcate l’immenso corridoio
che la separava dal suo laboratorio. Aprì con un calcio la porta, rivelando una
stanza piena di libri, bottiglie, provette e scatoline contenenti i più
svariati oggetti per praticare la magia oscura.
Al centro di essa vi era un piccolo tavolino, su cui era
adagiata una sfera di cristallo, di colore grigio.
La strega si sedette di fronte al tavolino e alzò piano la
manica destra del suo vestito color cremesi.
Posto sull’avambraccio, c’era un triangolo nero pece, dai
bordi rossi.
Tre teschi lo circondavano, bianchi come la neve.
l tatuaggio le faceva male e il fatto che il triangolo si
fosse colorato di nero, non era un buon segno.
Prese un barattolo e cominciò a spalmare la crema che c’era
al suo interno.
Subito sentì un sollievo a quel dolore lancinante.
Alzò lo sguardo e guardò intensamente la sfera davanti a
lei. Subito l’oggetto mostrò quello che la sua padrona voleva vedere.
Il gruppo di Otherkin era in viaggio, verso il suo castello.
L’immagine s’ingrandì mostrando Scott, circondato da un alone di luce rossa e
dorata.
- Il nostro piccolino ha usato i suoi poteri, senza
preoccuparsi che adesso io posso vedere tutti i loro spostamenti. –
La strega si alzò, con un ghigno malvagio sulle labbra e
chiamò a gran voce il suo generale, che accorse da lei immediatamente.
Non era una creatura di ghiaccio, ma un uomo, alto e dalle
spalle larghe, l’elmo nero che portava sul capo gli nascondeva il volto,
rivelando solo le sue iridi scarlatte, l’occhio sinistro era trapassato da una
lunga cicatrice.
Egli si inginocchiò e baciò la mano della sua signora.
- Muovi le tue truppe, prode generale. Dovete affrontare un
lungo viaggio ma dimmi, tutti i sopravvissuti al Campo Omega sono nelle
segrete? – Chiese la donna.
- Si mia signora. I cadaveri lastricano la via per quel
campo. Tutti quelli che hanno opposto resistenza sono morti. –
Blaineley sorrise ancora di più.
- Bene. Prepara i tuoi uomini, domani partirete per Campo Otherkin.
Mi raccomando: non voglio morti, solo prigionieri. – Ordinò la donna, prima di
congedare il generale, che se ne andò subito, non prima d’aver salutato la strega
con un profondo inchino.
La bionda tornò a guardare la sfera, mentre sfogliava distrattamente
il suo libro degli incantesimi.
La sua mano si fermò sulla pagina del Bacio della Sirena.
- Molto presto riceverai la stessa sorte che è toccata a tuo
padre. – Sussurrò la donna, mentre l’immagine di Scott svaniva lentamente nella
sfera.
Angolo dell'Autrice:
Quanti misteri sempre nuovi stanno nascendo!
Mi stupisco di mestessa, a volte, non mi ricordo neanche io quanti ne h messi in questa storia!
Adesso sta a voi far ragionare
il cervello e dirmi quali sono le vostre opinioni e le vostre possibili
spiegazioni di questi piccoli enigmi
Un bacione:^.^:
S: SAMANTHA!
Che c'è?
S: Non hai dimenticato qualcosa?
OH! é vero! Grazie Scotty! :3
S: *Ringhia*
Ecco a voi, il tatuaggio di Blaineley!
Bene adesso sarà meglio che vada...
Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 19 - Terza notte/parte 2 ***
Otherkin - Capitolo 19
Erano in marcia dall’alba ormai.
La stanchezza si faceva sentire anche nei componenti più
forti e resistenti del gruppo.
Dawn avrebbe preferito aspettare un altro po’, prima di
partire. Le condizioni di Brick miglioravano a vista d’occhio, ma il ragazzo
faceva molta fatica a mantenere l’andatura degli altri.
Si stancava velocemente, anche se non lo dava a vedere. Era
stato proprio il moro a proporre quella partenza anticipata, sostenendo
fermamente di essersi rimesso adeguatamente e che non bisognava aspettare altro
tempo per uccidere la strega. Alejandro non aveva potuto fare niente contro la
volontà di ferro della Recluta e, radunando i pochi averi che avevano, gli
Otherkin si erano messi in viaggio.
Raggio di luna non era preoccupata solo sulla salute del
soldato.
Dopo l’episodio della grotta marina, la ragazza aveva tenuto
d’occhio Scott. Il ragazzo, anche se sosteneva che la sua ferita si fosse
rimarginata completamente, era stato scoperto dalla bionda a rubacchiare ogni
tanto qualche rotolo di bende, per poi correre chissà dove con il bottino
trafugato.
Cercava in tutti i modi di non far sapere a nessuno del
dolore che gli provocava quella ferita, ma Dawn dalla sua aura, l’aveva capito
subito.
Perché non vuole farsi curare?
Era la domanda che popolava sempre i pensieri di Raggio di
luna, quando vedeva la sua aura, che lanciava chiari segni del dolore che
provava.
Il suo medaglione cominciò a brillare di nuovo, quando la
sua mente vagò di nuovo sul quello strano ragazzo.
Da quando l’aveva conosciuto, il medaglione aveva sempre
reagito così. Quello era un chiaro segno che il rosso aveva bisogno di lei, ma
la bionda non sapeva che fare per aiutarlo.
Il gruppo si fermò nelle vicinanze di un geyser, dove
montarono le tende per trascorrere la notte.
Dawn ne approfittò per rifugiarsi sulle sponde di un piccolo
specchio d’acqua, reso incandescente dall’attività del geyser.
La Prescelta si posizionò su una roccia tiepida e, rilassata
dal piacevole tepore, cominciò a meditare.
O almeno, ci provò.
Il suo medaglione cominciò di nuovo a brillare, e questo,
bastò alla bionda per capire chi si stesse avvicinando.
Si alzò e si andò a nascondere dietro dei cespugli. La
figura di Scott non tardò ad arrivare, si inginocchiò sulle sponde del lago, e
si tolse la maglietta.
La ragazza si aspettava di vedere la pelle del rosso, invece
il suo sguardo incontrò solo una massa disordinata di bende sporche, strette
fino all’inverosimile sul petto della Iena.
Raggio di luna, servendosi del suo passo incredibilmente
leggero, si avvicinò a Scott. Solo quando la sua piccola manina toccò la sua
spalla, il ragazzo si accorse di lei.
- Che ci fai qui?!? – Chiese, leggermente spaventato
dall’improvvisa apparizione della bionda.
- Ero venuta a meditare, ma la tua ferita non era guarita? –
Chiese a sua volta la Prescelta, inginocchiandosi di fianco a lui e indicando
le bende, che si stavano macchiando di sangue nel punto dove la pietra l’aveva
colpito.
- Non credo che questi siano affari tuoi no? – Rispose secco
il rosso, distogliendo lo sguardo da lei.
La ragazza si alzò e andò a recuperare un paio di cose, dalla
pineta lì vicino.
Una corteccia
una pietra
delle foglioline verde acido
e delle bende.
- Da dove le hai prese queste? –
- Le porto sempre un rotolo in tasca, non si sa mai. –
Rispose vaga la bionda. Da quando aveva avuto tutte quelle visioni di morti e
feriti, oltre al suo arsenale da guerra rimpicciolito per il trasporto, Raggio
di luna non dimenticava mai le bende. L’unica cosa che non riuscirebbe a
ricavare dalla natura.
Si inginocchiò di fronte a lui e, con tutta la delicatezza
che possedeva, cominciò a liberare il ragazzo dalle bende.
Ogni volta che compariva un lembo di pelle, la ragazza trovava
solo cicatrici, di tutte le forme, profonde o meno.
Quando il petto della Iena fu finalmente libero dalle
fasciature, Dawn lo guardò sorpresa.
Il suo corpo era pieno di spaventose cicatrici. Non c’era un
solo centimetro della sua pelle che non fosse segnato da tagli, lividi e
bruciature.
Sembravano essere fatte da poco, ma allora, come faceva il
ragazzo a restare ancora in piedi?
Lo fece girare e scoprì con orrore che quello che aveva
visto di sfuggita l’altro giorno, non era stato frutto della sua fantasia.
Dei lunghi squarci rossi, percorrevano tutta la schiena,
segno che il rosso aveva provato tutti i dolori esistenti della terra sulla
propria pelle.
- Ti vuoi sbrigare a rifasciarmi, o vuoi che si infetti? – Sputò
Scott, facendo risvegliare la Prescelta dai suoi pensieri.
Raggio di luna scosse la testa, e dedicò tutte le sue
attenzioni alla ferita sanguinante.
Non era grave, ma bisognava diminuire il gonfiore e
fasciarla per bene, poi si sarebbe rimarginata da sola.
Prese le foglie verde acido e, con l’aiuto della pietra, le
schiacciò, creando una poltiglia verdognola.
Mise la poltiglia all’interno della corteccia, per poterla
usare meglio.
Cominciò a spalmarla sulla ferita, dopo averla pulita con una
parte delle vecchie bende.
Il sospiro di sollievo che fuoriuscì dalle labbra socchiuse
di Scott, e la sua espressione rilassata, convinsero Dawn che stava facendo un
ottimo lavoro. Dopo il trattamento con quelle erbe, il gonfiore era
notevolmente diminuito e il sangue aveva smesso di fuoriuscire. Prese le bende,
ma qualcosa d’inquietante aveva attratto la sua attenzione.
Sul fianco sinistro del ragazzo, vi era uno strano
tatuaggio.
Un triangolo nero dai bordi rossi, circondato da tre teschi
bianchi come la neve.
Quella non era la prima volta che la bionda vedeva quel
simbolo. Aveva popolato sempre i suoi incubi, accompagnato dalle iridi
scarlatte.
- Questo tatuaggio… - Disse Raggio di luna, appena le sue
dita toccarono uno dei teschi, il rosso emise un gemito di dolore e la ragazza
provò una fitta incredibile al dito con cui l’aveva sfiorato.
- Questo non è un tatuaggio, E un marchio! – Esclamò Dawn,
non appena il dolore al dito si attenuò.
Scott rimase in silenzio per un po’, prima di sospirare
rassegnato.
- Me l’ha fatto Blaineley.
Con questo marchio mi ha donato una parte piccolissima dei suoi poteri. E per
questo che sono riuscito a fare quella magia sulla spiaggia. Ora sei contenta? –
La Prescelta
annuì convinta e riprese il rotolo di bende, che aveva lasciato a terra, incominciando
a fasciargli la ferita.
Dawn doveva
ammetterlo: Scott aveva un bel fisico.
Le spalle larghe,
il petto muscoloso, la pancia piatta, le braccia che avevano sollevato chili e
chili di pesi, la postura.
Tutto lo faceva
somigliare ad un vero guerriero, pieno di ferite testimoni che, anche dopo
tutto quello che gli avevano fatto, lui era ancora lì, a combattere, forte e
vigoroso sempre di più.
Nella sua vita ne
aveva visti di bei ragazzi, ma di certo, Scott aveva qualcosa, che al suo
confronto gli altri impallidivano.
Raggio di luna se
rassegnò al fatto che la sua non era una semplice attrazione.
Era qualcosa di
più…
Quando finì si
alzò e cominciò a ripulirsi le mani, sporche leggermente di sangue, con le
bende vecchie, mentre applicava un po’ della poltiglia di erbe sul suo dito
dolorante.
Si girò verso il
ragazzo, che intanto si era già rivestito.
Fece qualche passo
nella sua direzione, ma la pietra che aveva lasciato a terra, la fece
inciampare, facendola cadere sulla Iena.
Raggio di luna si
ritrovò sopra di lui , mentre il ragazzo la teneva per i fianchi.
I due si guardarono
per un po’.
La bionda era
imbarazzatissima. Non era mai stata così vicina a lui, e in quella posizione
così ambigua per di più.
- Un’ultima
domanda, chi te le ha fatte tutte quelle ferite? – Chiese Dawn, cercando di far
diminuire il suo imbarazzo, che le aveva colorato tutta la faccia di un acceso cremesi.
Quella sera il rosso era stranamente più socievole. Erano rare le volte in cui
il ragazzo era incline a fare conversazione, e quella era un’occasione da non
perdere.
- Le torture di
Blaineley sono magiche. Le ferite che ti fanno non scompaiono. Servono a
terrorizzare ancora di più i prigionieri. – Mormorò la Iena, e la ragazza
sentiva che quel discorso gli faceva ancora male.
Lo abbracciò
forte, mentre se lo immaginava bambino, da solo ed impaurito, nelle grinfie di
quella strega, torturato e prigione rio in quell’inferno.
- Scott? Devi
fare tu il primo turno di guardia! – La voce di Trent, anticipò di poco il
ragazzo che, vedendo la scenetta tra i due, si grattò la nuca imbarazzato.
Scott scaraventò
Dawn di lato, mentre si alzava e si dirigeva verso il moro
- Spero di non
aver interrotto niente… - Disse il ragazzo, ricevendo uno sguardo truce dal
rosso.
- è solo caduta. –
Sibilò il ragazzo, incamminandosi verso il campo, seguito da Trent.
Raggio di luna
rimase per un po’ lì, immobile, sull’erba, mentre un grande interrogativo si
aggiungeva ai tanti che popolavano i suoi pensieri.
Che cosa le
nascondeva Scott?
All’improvviso,
il medaglione cominciò a brillare di luce rossa e questo preoccupò moltissimo
la bionda.
Gli Otherkin
erano in pericolo.
Angolo dell'Autrice:
Alla faccia dei miei proffessori, che volevano che stavo tutta la settimana sui libri, per i compiti in classe...
SONO RIUSCITA A PUBBLICARE DUE STORIE!!!
Per chi si fosse la mia piccola Yaoi, corra a leggerla!
AVVERTENZE: BISOGNA AVERE ALMENO 18 ANNI PER LEGGERLA.
Quale pericolo attende gli Otherkin?
Riusciranno a sconfingere la strega?
ma soprattutto...
Scott e Dawn di baceranno mai?
Nell'attesa godetevi quest'immagine:
Una sola parola:
Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam
S: sono proprio figo in quella foto!
Sei uno schifoso atteggiato -_-"
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 20 ***
Otherkin - Capitolo 20
Attenzione: Sono
finalmente riuscita a trovare la colonna sonora di Otherkin! Vi
consiglio di rileggere tutta la storia ascoltando E.T. di Katy Perry
http://www.youtube.com/watch?v=U7Ki9ftBBAw
Jo aprì lentamente gli occhi, inspirando profondamente
l’aria fredda del mattino. Si girò di lato, scoprendo con sorpresa che Brick
dormiva ancora.
E russava anche!
La ragazza si concentrò, senza volerlo, sull’immagine
dormiente di fianco alla sua. Il segno della ferita sulla spalla del moro era
ancora evidente e, come aveva visto sulla pelle di molte persone nel suo
villaggio, non sarebbe mai scomparsa. La vista di quella sottile e lunga linea
rosata, le ricordava quanto era sembrata debole, mentre il suo ragazzo stava
lottando tra la vita e la morte.
Si, il suo ragazzo.
Non l’avrebbe di certo urlato ai quattro venti, ma quel
soldato, che adesso dormiva accanto a lei coperto solo dalle lenzuola, era suo.
E Niente e nessuno doveva portarglielo via.
O l’avrebbe pagata cara.
Si alzò e cercò i suoi vestiti sparsi per la tenda. Mentre
si stava abbottonando il bottone dei pantaloni, due grandi braccia le circondarono
la vita da dietro.
- Buongiorno. – Sussurrò Brick, donando un piccolo bacio sul
collo alla ragazza.
- Era ora di svegliarsi! – Disse la bionda, voltandosi e
guardando negli occhi il moro.
- Mi dispiace ma ieri sera non ho dormito… - Disse il
ragazzo, stringendo di più a sé Calamity.
- E sarebbe colpa mia adesso? Sei stato tu che mi hai
stuzzicato! – Esclamò Jo.
In realtà, era stata proprio lei a prendere l’iniziativa di
trascorrere la notte non solo dormendo.
Ma questo non lo avrebbe ammesso mai, neanche sotto tortura.
Si liberò dalla sua stretta, grazie anche all’aiuto della
sua coda.
Non si sarebbe fatta affascinare dalle sue parole dolci,
come era successo la notte scorsa.
S’infilò i suoi ultimi indumenti rimasti a terra e fece per
andarsene, agitando la lunga coda da felino a destra e a manca.
Stava per uscire, quando qualcuno le prese in una stretta
ferrea la coda. La ragazza mugolò dal dolore, mentre quel qualcuno la tirava.
In un attimo si ritrovò di nuovo tra le braccia del soldato,
che non sprecò occasione per imprigionarla in un lungo e passionale bacio.
- Mi sono fatto perdonare? – Chiese il moro, staccandosi a
malavoglia dalle labbra morbide della ragazza.
- Forse… - Mormorò la bionda, liberandosi ancora una volta
dalla presa del moro, e uscì dalla tenda.
Il suo viso fu subito colpito da un’insolita aria gelida,
mentre il suo sguardo si spostava sul paesaggio di fronte a lei che, dal giorno
alla notte, era stato ricoperto da una spessa coltre di neve.
- Che sta succedendo qua? – Chiese la piccola vocina di
Dawn, mentre la sua testolina bionda usciva dalla tenda, seguita da un'altra
testa più grande, rossa.
- Non abbiamo molto tempo. È ora di partire. – Quelle parole
sembrarono risvegliare Jo. Il giorno del Rituale si stava avvicinando, giorno
in cui la strega Blaineley, prosciugava le anime di tutti i suoi prigionieri,
diventando così invincibile.
Non avevano un minuto da perdere.
***
Dopo soli due giorni di marcia, il gruppo arrivò davanti al
castello della strega. La costruzione era collocata su un’altura, che spiccava
nel bel mezzo di una vallata. Il luogo era incantevole e sinistro. L’edificio
era in pietra bianca e le sue alte torri, bianche anch’esse, sembrava volessero
sfiorare il cielo, coperto da grosse e minacciose nuvole. La Prescelta fu come
folgorata dalla magnificenza di quel castello, eppure, quel luogo le incuteva
terrore. Il solo pensiero di dover macchiarsi le mani con il sangue della
strega, le fece venire i brividi.
- Ragazzi, venite a vedere! – La voce di Alejandro,
risvegliò la ragazza dai suoi pensieri. Percosse in fretta i pochi metri che la
separavano dal ragazzo. Appena fu accanto a lui, un orribile spettacolo si
presentò ai suoi occhi.
Il campo Omega, la fortezza dei ribelli, del loro esercito
per sconfiggere la strega, era solo un vago ricordo. Il campo era stato raso al
suolo e tutti i suoi abitanti uccisi senza la minima pietà. La bionda percorse
con lo sguardo quello che ne rimaneva: le tende erano bruciate e stracciate,
alcune lingue si fumo si innalzavano da mucchietti di cenere ancora in fiamme.
L’unico colore che predominava era il rosso.
Rosso come il sangue.
Tutt’intorno, migliaia di corpi senza vita, sembravano
guardarli con quegl’occhi rimasti spalancati dal terrore e dal dolore subito.
Erano guerrieri.
Otherkin che combattevano per la loro libertà.
E invece erano stati uccisi, come delle bestie da macello.
Una terribile consapevolezza si fece largo come un incendio
nelle anime dei ragazzi.
La guerra, la VERA guerra, era appena cominciata.
Il medaglione di Dawn cominciò a brillare ad intermittenza,
segno che c’era un Otherkin nelle vicinanze.
Raggio di luna prese tra le mani il monile, mentre si
addentrava nel campo.
Ad ogni passo che faceva all’interno di quel cumulo di
cenere, macerie e sangue, le sue orecchie erano invase dalle urla straziate
delle vittime di quel feroce assalto.
Dopo aver girato un cumulo ancora in fiamme, Dawn poté
finalmente smettere di cercare.
Davanti a lei c’era un ragazzo, abbastanza gracile, dai
lunghi capelli scuri e occhi neri. Doveva essere di origini indiane, dato il
colore della pelle.
- Altolà! – Urlò il ragazzo, puntando la sua lunga spada
verso il naso di Raggio di luna.
La ragazza rimase immobile, a fissare la lama tagliente
dell’arma, la cui punta era troppo vicina al suo viso.
- Noah, fermati! Siamo noi! – La voce di Trent, sembrò
tranquillizzare l’indiano, che abbassò la spada e andò incontro agli altri.
- L’avevo detto che eri uno scricciolo pieno di risorse! –
Disse DJ abbracciando forse l’amico.
- Vedo che hai avuto modo di conoscere la Prescelta… - Gli
occhi scuri di Noah si spostarono sulla figura della bionda.
- Me l’immaginavo meno minuta. – Annunciò il ragazzo,
ritornando a dare attenzioni al gruppo.
Qualcosa però lo turbava, Raggio di luna lo vedeva.
Dopo che tutto il gruppo si riunì, il moro li condusse oltre
il campo, verso una grotta. Al suo interno, c’era un altro sopravvissuto.
Un grande e grosso orso, dal pelo color grano e dagli occhi neri, era
disteso sul freddo pavimento della grotta. L’animale era ferito
gravemente. Delle lunghe e profonde cicatrici lo percorrevano da parte
a parte,
macchiando il suo pelo. In alcuni punti delle ferite, resistevano dei
punti,
segno che l’indiano aveva fatto di tutto per impedire che morisse
dissanguato.
- Owen guarda, sono arrivati. – Disse il moro avvicinandosi
al corpo dell’Otherkin. Esso girò di poco lo sguardo, sorridendo leggermente.
- Ce l’avete fatta, bravi. DJ è inutile che prendi il pronto
soccorso, non posso più essere salvato. – Disse l’orso, vedendo il ragazzotto prepararsi
per visitarlo.
Un silenzio glaciale accompagnò le parole del moribondo, mentre
fuori cominciava ad infuriare una bufera.
- Lasciatemi parlare da solo con Noah e la Prescelta. –
Sussurrò Owen. Il gruppo acconsentì alla richiesta e i tre di trovarono ben
presto da soli.
- Noah, avvicinati. – Il moro fece come gli venne chiesto.
- Promettimi che porterai via Izzy da quel castello, viva o
morta. Nelle peggiori probabilità, vorrei che fosse seppellita affianco a me. –
Dalla voce dell’orso, Dawn capiva che non aveva molto tempo.
- Amico mio, devo dirti una cosa, doveva essere una sorpresa
ma… Izzy è incinta. – Quella inaspettata notizia, sembrò risollevare per un
attimo Owen.
- Questo vuol dire che una parte di me non se ne andrà. –
Disse l’omone.
- Dawn, Prescelta… prendi questo. – L’orso le porse una busta,
macchiata leggermente di sangue.
- Aprila solo dopo che sarò morto, contiene qualcosa che vi
servirà moltissimo. Chiamate gli altri, voglio salutarli tutti per bene. –
Raggio di luna si alzò e andò a chiamare gli altri, che subito li raggiunsero
circondando a semicerchio la figura di Owen.
- Combattere con voi è stata la cosa migliore che mi sia mai
capitata, per voi sono sempre stato l’ottimista e mangione Owen. Adesso
purtroppo, sto morendo, e anche a digiuno! – Esclamò all’improvviso l’orso,
scatenando un sorriso a tutti.
La bionda frugò tra le tasche, trovando una barretta di
cioccolato, che si era portata come snack d’emergenza. Si avvicinò al moribondo
e lo aiutò a trangugiare il cioccolato.
- Cioccolata…ora si che posso morire felice! Sei un angelo,
Dawn. Un angelo di cioccolato! – Quel ragazzo sapeva far tornare il sorriso a
tutti, anche in situazioni del genere.
- Addio amico mio. – L’indiano aveva già le lacrime agli
occhi, ma cercava di mostrarsi forte.
- Addio anche a te, Noah. – Disse in un sussurro Owen, prima
di ritornare umano e chiudere i suoi occhi scuri come la notte.
Per sempre
Al posto del gigantesco orso, ora c’era un ragazzo grosso
come un armadio dai capelli biondi.
Noah si avvicinò al corpo dell’amico, mentre le lacrime
rigavano il suo viso. La morte di Owen aveva fatto ricordare a Dawn che doveva
assolutamente trasformarsi il prima possibile, altrimenti altri Otherkin
sarebbero morti per causa sua. La sua mente vago sul figlio del biondo, che per
colpa di quella guerra, non avrebbe mia visto suo padre.
Le lacrime rigarono anche il suo viso e il suo corpo fu ben
presto percorso dai singhiozzi. Corse fuori dalla grotta, fregandosene della
tempesta di neve che c’era. Aprì in fretta la lettera e esaminò velocemente il
contenuto.
Era una mappa del castello, molto dettagliata che mostrava
anche alcuni passaggi segreti per passare inosservati tra le mura.
La ragazza corse dentro e mostrò la piantina ad Alejandro
che, vedendola, sfoggiò un grande sorriso.
All’improvviso, il medaglione della bionda cominciò a
brillare. Il gruppo alzò la testa verso l’entrata. Dawn non riusciva a capire
chi era, ma sapeva che si stava avvicinando velocemente.
- ALEJANDRO! ALEJANDRO! – Quella voce fu subito riconosciuta
da tutti.
- Heather… HEATHER! – Urlò il latino correndo verso
l’entrata della caverna, per soccorrere la ragazza che era appena sbucata dalla
tormenta.
La mora si appoggiò al ragazzo, stremata dal lungo viaggio,
riuscì a dire solo una frase, prima di svenire.
- Campo Otherkin è stato distrutto. -
Angolo dell'Autrice:
Eccomi di nuovo qua!
con un capitolo davvero triste, vi giuro: avevo gli occhi lucidi quando ho finito questo capitolo T.T
Come vi è sembrata la colonna sonora?
a me sembra perfetta *_*
fatemmi sapere come vi è sembrato leggere kn E.T. nelle orecchie...
Prima che me ne dimentichi:
ecco qua, adesso vi lascio e mi raccomando, non perdetevi il prossimo capitolo ;D
Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 21 - Quarta notte/parte 1 ***
Otherkin - Capitolo 21
La notte stava lentamente prendendo il posto del giorno.
Dawn si stava prendendo cura di Heather, che era svenuta per
la seconda volta. Era riuscita a dire tutto il necessario su quello che l’aveva
spinta ad arrivare fino a lì.
Campo Otherkin era stato distrutto dall’esercito di Blaineley,
e gli abitanti erano stati fatti prigionieri e portati nel castello.
Lei era riuscita a fuggire e aveva seguito la carovana dei
prigionieri, fino a quando non aveva visto Campo Omega.
Aveva corso un grosso pericolo, per lei e per il bambino, ma
per fortuna, entrambi stavano bene.
Raggio di luna la guardava dormire, mentre la sua mente
lavorava senza sosta. Da quello che sapeva, il campo era ben nascosto, come
aveva fatto la strega a trovarlo?
Quella domanda le ronzava nel cervello da molto ormai, ma
non riusciva a trovare una risposta.
All’improvviso sentì delle voci, molto probabilmente
qualcuno stava litigando. La ragazza si alzò all’istante, appena il suo
medaglione si illuminò e un grido furioso le arrivò alle orecchie, poi svenne:
- TRADITORE! –
Davanti ai suoi occhi apparve un pugnale, dalla lama lucida
e l’impugnatura color smeraldo. Una mano afferrò quell’arma, una mano che le
era piuttosto familiare, ma non sapeva associarla a nessuno.
Un’altra mano la prese per i capelli, sollevandola da terra,
in modo da guardarla negli occhi. La figura che aveva davanti aveva le iridi
scarlatte. Fu l’ultima cosa che vide prima che la figura le piantasse il
pugnale nel cuore.
Si risvegliò spaventata, la mano dove quel pugnale l’aveva
trapassata. Quella visione era stata diversa dalle altre: era più reale, e non
riguardava nessun Otherkin. Era una visione sul suo futuro. Qualcuno voleva
ucciderla, ma chi?
Quelle iridi scarlatte la perseguitavano, ma almeno adesso
sapeva che il suo probabile assassino era il proprietario di quegli occhi. Si
alzò barcollando leggermente, e uscì dalla caverna, verso il luogo dove aveva
sentito quelle voci. La bufera di neve era passata, ma le nuvole ne preannunciavano
un’altra, forse più potente della precedente.
Davanti a lei, Noah aveva un occhio nero e si stava facendo
curare da DJ, mentre Alejandro parlava con Scott che sembrava piuttosto
infuriato.
Il latino, appena la vide, le andò incontro, la sua aura era
preoccupata per la salute della mora.
- Heather sta bene, anche il bambino. E’ stata molto
fortunata, ma d’ora in poi non deve più fare sforzi eccessivi. – A quelle
parole, un grande sorriso comparve sul volto del ragazzo.
- Grazie. – Disse, prima di correre nella grotta.
La bionda cercò con lo sguardo il rosso, che però sembrava
essere sparito nel nulla. La Prescelta andò dal resto del gruppo, che stava
studiando attentamente la mappa che le aveva dato Owen.
- Trent che cos’è successo? – Chiese curiosa Dawn, ricevendo
un’espressione confusa da parte del ragazzo.
Anche Sierra la guardava confusa e preoccupata, ma con un
semplice scambio di sguardi, le disse di non preoccuparsi. Le avrebbe
raccontato della visione dopo.
- Qualcuno ci ha traditi. Solo gli Otherkin sanno
l’ubicazione del campo. Noah ha cominciato a accusare Scott di tradimento, e la
cosa è finita con una rissa, come hai ben visto dall’occhio nero di Noah. –
- Perché proprio Scott è stato accusato di tradimento? –
Trent non rispose, Ma lo fece al posto suo Courtney.
- Il padre di Scott era un umano che entrò nella nostra
comunità per stare vicino a sua moglie, Otherkin. Lui era affascinato dalla
magia, e questo attirò Blaineley. La strega gli fece una proposta:
Il segreto della magia nera in cambio dell’ubicazione del
campo. A quel tempo, Jerry non sapeva della guerra tra Otherkin e stregoni, ed
accettò senza problemi. Quando si rese conto di quello che aveva fatto, cercò
di affrontare a strega, ma perse e fu ucciso. Lisa rimase prigioniera a lungo,
e restava in vita solo per suo figlio, nato in quelle segrete, subito dopo la
morte del padre. Quando Scott compì dieci anni, la madre organizzò un piano d’evasione.
Lui riuscì a fuggire, la madre venne prosciugata all’istante. Impiegò circa un’
anno per arrivare al campo. Tutt’ora metà della popolazione del campo,
soprattutto gli anziano, lo additano come nuovo traditore. Lui sembra non
ascoltarli, ma non è la prima volta che fa a botte con qualcuno che lo chiama
in quel modo. – Appena la ragazza finì di parlare, il silenzio s’impadronì del
gruppo. Neanche il vento osava soffiare.
Dawn non poteva crederci, ma almeno adesso sapeva da dove
era nato il carattere scontroso del ragazzo. Cominciò a provare pena per Scott.
Era fuggito da un incubo, ed era entrato in un altro.
Ringraziò Courtney per averle spiegato tutta la faccenda, e
si allontanò con Sierra, verso le rovine del campo, ancora fumanti.
Raccontò all’amica la visione, ma quella volta, Sierra
sembrava più meravigliata di lei.
- Sei in pericolo Dawn, quella visione è un avvertimento.
Qualcuno tenterà d’ucciderti. – Disse la ragazza prendendo le mani della
bionda. Raggio di luna notò però qualcos’altro, nella sua aura.
- Cosa c’è Sierra? Sei triste. –
La ragazza abbassò lo sguardo.
- Sono preoccupata. Il mio amato Cody e lì dentro, tra le
grinfie di quella strega. Ho paura che non ce la faccia. – Disse, guardando la
figura del castello.
- Ce la farà vedrai, domani li salveremo tutti. Te lo
prometto che porteremo tutti via da quel castello. – Le sussurrò,
abbracciandola. Sentì l’amica piangere, e la lasciò sfogare, mentre la
stringeva più forte.
Le sue promesse sembravano non valere niente in quella
guerra. Prometteva cose che erano impossibili da mantenere. La sua parola non
valeva niente in confronto alla malvagità ella sua avversaria.
Si sentiva male, perché aveva dato delle false speranze a
Sierra, le aveva promesso che avrebbe riportato il suo ragazzo fuori da quel
castello, vivo.
Come poteva dire quelle cose, se aveva paura di non superare
la notte?
***
Scott non ne poteva più.
Era stufo di essere chiamato sempre traditore.
Era stanco di tutto quello che dicevano di lui.
Di suo padre.
Per lui, era solo un uomo che era morto per la libertà sua e di sua madre.
E questo gli bastava sapere sul suo conto.
Solo una cosa era certa: il traditore esisteva e quella sera, il suo angelo
gliel'avrebbe parlato.
La nebbia che di solito circondava i suoi
incontri con l'angelo, era molto più fitta del solito e sembrava anche più
densa.
La figura minuta della ragazza apparve, molto lontana da lui, ma le parole che
pronunciava, riecheggiavano come in una grotta.
- Non l'hai uccisa, e lei ha catturato tutti gli Otherkin. -
La figura svanì, per poi ricomparire in un altro punto sulla destra del rosso.
- Quali altre prove vuoi per convincerti che è lei la traditrice? - Anche
quella volta, svanì, per poi ricomparire di fronte al ragazzo.
- Forse hai bisogno di un piccolo "incoraggiamento" - La Iena non
capì subito le parole della mora, che cominciò a cantare, mentre un flauto
lontano scandiva le note di quella melodia antica, che sapeva di mare.
O mio bel marinaio,
la tua sirena ti sta aspettando.
Sul suo scoglio e lì,
in attesa di scorgere il tuo veliero.
Quella melodia lo stava incantando, non controllava più il suo corpo.
Voleva scappare, anche perché i lunghi capelli dell'angelo lo stavano
lentamente avvolgendo in una stretta ferrea, mentre la ragazza si avvicinava a
lui, sempre cantando.
Per amore si fa tutto,
che ti costa allor uccidere,
se il premio è una vita con la tua amata sirena?
Vieni o mio dolce marinaio,
la tua amata ti attende.
Uccidi e le mie labbra saranno per sempre tue.
Appena finì la
canzone, la ragazza lo baciò, ma quel bacio sapeva di veleno.
Quei capelli color pece lo avvolsero completamente catapultandolo in un oscuro
abisso.
Aprì gli occhi, non appena la stretta si allentò.
Vide il suo angelo, che si trasformò davanti ai suoi occhi, rivelando la sua
vera natura:
Blaineley!
Doveva immaginarselo, che stupido che era stato...
La strega gli porse il pugnale, che lui prese senza troppi preamboli.
Il suo corpo era senza controllo, era diventato lo spettatore rinchiuso nel suo
cervello, mentre osservava quello che l'incantesimo gli faceva fare.
- Ora svegliati, e uccidila. -
Dawn si svegliò di soprassalto appena sentì Scott gridare. Si avvicinò alla sua
schiena, che si muoveva stranamente a scatti.
- Emh... Scott? - Lo chiamò timidamente Raggio di luna.
Il rosso si alzò. Quando si girò verso di lei, la paura s'impossesso del
corpicino della ragazza.
Le sue iridi non erano più di quel bel grigio ipnotico.
Erano state rimpiazzate da altre due color del sangue.
Angolo dell'Autrice:
be'... non c'è molto da dire, questo capitolo si commenta anche da solo.
Questo è in assoluto il momento preferito del fantasy per me!
Credo di aver soddisfatto tutte le vostre aspettative sul *coro angelico* Bacio della Sirena uhuhuhuhuhuhuhu
ed, solo per voi, l'immagine di Blaineley versione "angelo"
Ringrazio infinitamente Dott_Gwen per aver dato l'originale, che è questa:
GRAZIE DOTTY!!!
E un grazie anche a tutti voi!
Perchè vi state chiedendo...
be', grazie al vostro supporto e al vostro amore, siamo arrivati a 115 RECENSIONI!!!!
Sono troppo felice
VI AMO TUTTI <3
Un bacione:^.^:
Sammy
P.S: si ho cambiato firma u.u
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 22 - Quarta notte/parte 2 ***
Otherkin - Capitolo 22
Iridi scarlatte
Quelle stesse iridi che avevano popolato gli incubi e le
visioni di Dawn, ora erano davanti a lei.
Però sul viso sbagliato.
Mai la ragazza si sarebbe immaginata che la figura maligna
che aveva visto nella sua visione mentre l’infilzava, sarebbe stata proprio
Scott.
Il ragazzo aveva uno spaventoso ghigno sul volto e la
scrutava divertito, godendosi lo spettacolo del terrore dipinto sul volto della
bionda.
Raggio di luna vide con la coda dell’occhio la sua spada,
abbandonata di fianco al suo giaciglio.
“se solo riuscissi a
prenderla…”
Fu un attimo.
La ragazza si alzò e corse ad afferrare l’impugnatura
madreperlata della sua fedele arma, mentre le sue iridi diventavano bianche
come la neve che li circondava.
Il rosso le salto addosso, sferrandole i più veloci e
micidiali attacchi che conosceva. Dawn per lo più schivava e bloccava la
piccola e pericolosissima lama di quel pugnale dall’impugnatura smeraldina.
Il resto del gruppo accorse, già pronti a difendere la loro
salvatrice dalle grinfie di quel traditore.
Aiuto
Una voce, la sua
voce, le rimbombò nella testa. Sembrava lontana anni luce da quel posto, e lì
la Prescelta capì.
- Fermi! E’ sotto incantesimo! Non uccidetelo! – Urlò la
ragazza mentre, sempre con più fatica, cercava di allontanare quel pugnale
dalla sua pelle.
Gli Otherkin furono dapprima confusi, poi obbedirono a
quella richiesta, restando a guardare quel combattimento, impotenti.
Raggio di luna se la stava cavando bene: con capriole e
salti mortali, riusciva a non essere intercettata dal ragazzo, che non smetteva
di ghignare in quel modo così inquietante.
Dawn saltò e, con un movimento molto aggraziato, gli assestò
un calcio sulla mascella, che fece cadere Scott rovinosamente a terra.
La bionda approfittò di quella preziosa occasione, per
correre via da quella grotta e andarsi a nascondere tra le macerie di campo
Omega.
Si accucciò dietro un cumulo molto grande, che prima doveva
essere la tenda più imponente del campo.
- Dove sei Prescelta? Vieni a farti ammazzare, forza! –
Sibilò il ragazzo, letteralmente. La voce che aveva in quel momento
assomigliava al sibilo di un serpente, o di una qualsiasi creatura squamosa e
strisciante.
Sentire quella voce, la fece tremare da capo a piedi, mentre
il lamento d’aiuto del vero Scott, le premeva le pareti del cervello.
Una forte fitta dietro la testa, le fece capire che il suo
nascondiglio era saltato. Rimase per qualche minuto a terra, mentre sentiva il
suo sangue fluire dalla ferita a tutto il suo collo.
La mano sinistra di Scott la prese per i capelli
sollevandola, in modo che i due si guardassero negli occhi.
La sua mano destra, che invece impugnava il pugnale
avvelenato, era pronta a scattare nell’unico colpo che bastava, per mettere la
parola fine alla vita della Prescelta.
- Trovata! Adesso, morirai! –
Sussurrò il ragazzo, mentre le lacrime rigavano il volto
della bionda.
Aveva fallito.
Non era riuscita a mantenere neanche le promesse fatte a se
stessa.
Stava per morire, senza aver liberato gli Otherkin dalla
strega.
Stava per morire, sapendo che non aveva protetto Scott.
Raggio di luna desiderò con tutto il suo cuore incrociare il
suo sguardo, almeno per l’ultima volta, con quegli occhi grigio perla, che
erano state per lei come una casa accogliente e lontana dai pericoli.
La sua mano sinistra si strinse all’elsa madreperlata della
sua spada, preparandosi a sentire la sua carne lacerata da una lama d’acciaio.
All’improvviso, un’idea.
Azzardata e quasi impossibile che potesse cavarla da quel
impiccio, ma pur sempre un’idea.
Con un solo e fluido movimento del polso, si liberò dalla
presa del rosso, tagliandosi i lunghi capelli, che rimasero intrappolati nella
mano sinistra della Iena.
Non toccò neanche coi piedi per terra, che subito si lanciò
tra le braccia di ragazzo, abbracciandolo come se stesse per svanire da un
momento all’altro.
Doveva far riemergere il vero Scott e solo quell’abbraccio,
che simboleggiava tutto quello che avevano passato e cos’erano l’uno per
l’altra, poteva farlo ritornare.
La Prescelta sentì chiaramente il corpo sotto il suo
abbraccio divincolarsi e la lama del pugnale premuta sul suo fianco.
Passarono dei minuti che sembrarono ore, poi, la lama si
allontanò definitivamente dal suo corpo e il ragazzo sotto di sé si calmò.
- Dawn… - Il suo nome, pronunciato dalla sua voce, le sembrò
il suono più soave e incantevole che avesse mai sentito.
Raggio di luna lo liberò dall’abbraccio, solo per perdersi
in quel grigio dei suoi occhi, che finalmente erano ritornati al loro posto.
- … I tuoi capelli… - Sussurrò esausto il rosso, mentre
passava una mano sul caschetto obliquo che si era fatta per liberarsi dalla sua
stretta.
- Non fa niente, avevo già intenzione di tagliarmeli. –
Disse Dawn, mentre delle lacrime di gioia prendevano il posto a quelle di
prima.
- Menti. – Il ragazzo l’attirò a sé e appoggiò le sue labbra
sulla sua testa, donandole un bacio sui capelli.
Quello però non era un bacio.
Delle lingue di luce color oro avvolsero la testa della
ragazza, circondandola di un rilassante tepore.
La bionda chiuse gli occhi, fidandosi ciecamente della
persona che aveva vicino.
- Apri gli occhi. – Quelle tre parole soffiate nel suo orecchio,
le fecero aprire gli occhi all’istante.
La Iena le porse la lama della sua spada, in modo che vi si
potesse specchiare dentro.
Quello che vide la stupì moltissimo.
La sua massa di capelli biondo cenere erano tornati alla
loro lunghezza originale, anzi, adesso le arrivavano fino al sedere.
- Prova a dirlo a qualcuno, e ti ammazzo sul serio. – Le
disse.
- Non dirlo neanche per scherzo. – Ordinò la Prescelta,
prima di intrappolarlo di nuovo in un abbraccio.
***
- Sei stato fortunato Scott, molto fortunato. – Disse
Courtney, mostrando al gruppo una pagina che Libro degli incantesimi della
strega.
- Questo è l’incantesimo più potente che possiede Blaineley.
Il Bacio della Sirena viene solitamente applicato di persona, ma la nostra cara
strega ha modificato la formula… - Spiegò la mora, mostrando le varie rune che
ornavano la pagina.
- In che senso l’ha modificata? – Chiese Alejandro, grattandosi
il pizzetto mentre osservava curioso e preoccupato la ragazza.
- L’ha combinata ad un altro incantesimo, in modo da poter
agire anche nei sogni del malcapitato. Nel nostro caso, Scott. –
Tutti gli occhi degli Otherkin si spostarono verso il rosso,
che intanto si asciugava il sangue che stava lentamente colando dall’angolo
destro della bocca.
- Sull’incantesimo in questione però non posso darvi alcuna
informazione, dato che la pagina che ne descriveva tutti i particolari… ce
l’aveva Duncan. – Concluse, abbassando triste lo sguardo e riponendo la pagina.
Tutto il gruppo volse lo sguardo verso l’altura dove
troneggiava il castello su tutta la valle.
- Domani attaccheremo la strega. E ti giuro Courtney, che lo
tireremo fuori di lì tutto intero. – Disse il Latino, scrollando leggermente le
spalle della mora, come ad infonderle coraggio e speranza.
Dawn si alzò e si diresse verso la grotta assieme agli
altri, ma si fermò di botto.
Scott non c’era.
Tornò indietro e lo trovò dietro un cumulo di detriti, lo stesso
cumulo dove poche ore prima si era nascosta anche lei.
Il solo ricordo degli avvenimenti di quella notte, la fecero
tramare di nuovo.
Si sedette accanto a lui, osservando il desolato panorama
che aveva davanti.
- Non dire niente, so che c’entra il marchio in tutta questa
faccenda. – Disse all’improvviso il rosso, senza distogliere lo sguardo dal
campo in cenere.
La ragazza non disse niente, cominciò a rigirarsi tra le
dita il medaglione che intanto emanava una luce giallognola.
Il ragazzo si girò verso di lei e le prese il mento, per
poterla guardare negli occhi.
Quelle pozze color cobalto erano in grado di trasportarlo in
un altro mondo, lontano da tutto quell’odio che li circondava e dal suo
orribile passato.
Ma quello non era il momento di pensare a cose del genere. Aveva
questioni di vitale importanza d’affrontare.
- Devi promettermi una cosa, Prescelta. Sarò io e soltanto
IO l’Otherkin ce avrà l’onore di porre fine alla vita della strega. Voglio
essere io quello che l’ucciderà. – Si preoccupò di scandire per bene ogni
singola parola, in modo che quella promessa fosse marchiata a fuoco nella mente
della bionda.
Raggio di luna annuì leggermente con la testa, abbassando
però lo sguardo sconsolata.
La Iena la lasciò andare, per ritornare alla posizione di
prima. I due rimasero in silenzio per un tempo indefinito, in cui si udiva
chiaramente la melodia del vento che cominciava a soffiare su quella valle,
trasportando pigramente un po’ di cenere.
- Che farai adesso? – Non aveva bisogno di dire altro, Scott
aveva già capito cosa intendesse.
- Resterò sveglio, non posso permettermi di ritornare il suo
schifoso burattino. – Sputò il rosso, mentre dalla rabbia i suoi canini si
allungavano.
Dawn si avvicinò a lui stringendogli la mano. La lasciò poco
dopo, depositando nel suo palmo il medaglione.
- Prendilo. Serve più a te che a me in questo momento. –
Disse vedendo la sua confusione.
Il ragazzo lo indossò e lo esaminò per bene, tracciando la
sua elegante figura con l’indice.
- Lo sai che senza di questo non riuscirai a trasformarti,
vero? –
- La mia parte guerriera mi ha detto di dartelo, per
stanotte. E da quando è cominciato questo viaggio ho imparato ad ascoltare
tutto quello che mi dice. – Mormorò la bionda.
Gli donò un dolce bacio sulla guancia, si alzò e gli porse
la mano.
- Tu va, arrivo tra un po’. – La liquidò il ragazzo. Lei lo
guardò leggermente contrariata ma poi si avvio verso la grotta.
Scott rivolse un veloce sguardo al castello e poi al
medaglione, ancora stretto tra le sue mani.
- Dawn, tu sei pazza. – Sussurrò, mentre sul suo viso
nasceva un piccolo e fugace sorriso.
Forse per la prima volta in tutta la sua vita.
Angolo dell'Autrice:
Dopo un'etertà, eccomi ritornata in territorio Otherkin!
E con una grande novità:
Stasera ho aperto la mia pagina facebook per voi che mi seguite in tanti.
Lì potrete parlare con
me, farmi domende di ogni genere, vedere se ho aggiornato una storia o
meno e i miei forse prossimi progetti (che già vi avviso ne ho
molti per la testa xD)
Qui ecco il linck:
https://www.facebook.com/SamanthadettasamEfp?ref=hl
Un bacione:^.^:
Sammy
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 23 ***
Otherkin - Capitolo 23
La mattina portò una fresca nevicata che ricoprì le ceneri
di Campo Omega completamente, ridipingendo il panorama di bianco. Dawn aprì i
suoi occhioni blu cobalto, trovandosi
davanti il soffitto grigio della grotta. Si alzò a sedere faticosamente,
reggendosi la testa con la mano.
Quella notte l’aveva passata insonne, subito dopo l’incubo.
*Inizio incubo*
Si trovava in un’immensa sala di un castello di cristallo,
intorno a lei i corpi senza vita di tutti gli Otherkin che aveva conosciuto. Il
suo viso era rigato da grandi lacrime e agitava la sua spada nell’aria, come se
stesse combattendo con qualcuno. All’improvviso venne circondata dalle fiamme;
il calore era insopportabile e la ragazza faticava a restare in piedi. Due
grandi iridi scarlatte e un mostruoso ruggito furono le ultime cose che vide e
che sentì prima di cadere a terra, stremata dal calore e dalla profonda ferita
allo stomaco.
*Fine incubo*
Più ci pensava e più la sua paura aumentava. Cominciò a
lisciarsi i capelli con le mani, per rassicurarsi. Quando però prese una ciocca
in particolare si fermò: si era impigliata in qualcosa.
Si girò e con sua grande sorpresa vide quella ciocca stretta
tra le dita di Scott, ancora dormiente.
Un dolce sorriso comparve sul suo volto osservando il
ragazzo. Era la prima volta che lo vedeva dormire così profondamente. Prima sul
suo volto c’era sempre un’ombra d’inquietudine ma in quel momento, l’ombra era
scomparsa.
Questo voleva dire che il medaglione aveva fatto il suo
dovere.
Si avvicinò a lui, liberò i capelli dalla sua presa, gli
donò un piccolo bacio sul naso e si alzò. Cominciò a indossare la sua armatura
facendo molta attenzione a non svegliare gli altri, dato che era l’unica ad
essersi alzata a quell’ora. Si legò in vita la spada e si mise in spalla l’arco
e la fenetra.
All’improvviso due mani dietro di lei cominciarono a legarle
i capelli.
Non c’era bisogno di girarsi per capire che era Sierra e
infatti la conferma di questo arrivò subito con la sua voce.
- Nervosa? –
- Un po’. Ho paura di non farcela. – Era la prima volta che
esternava questa sua preoccupazione, ma aveva bisogno di dirlo a qualcuno.
Sierra finì di legarle i capelli, la guardò negli occhi, la
sorrise e l’abbracciò.
- Ti guarderò le spalle io, tranquilla. Dov’è il tuo medaglione?
– Le chiese stranita, non trovando il monile al collo della bionda.
La Prescelta volse il capo verso Scott che sbadigliava,
alzando le braccia al cielo per sgranchirsi.
- Il medaglione lo ha protetto da altri attacchi nel sonno
da parte della strega. – Spiegò brevemente.
La ragazza la guardò per un po’, poi le sorrise e andò a
raccogliere le sue armi.
La bionda si concesse
qualche minuto per osservare la coda di cavallo che le aveva fatto l’amica. Non
era abituata ad avere capelli così lunghi, ma doveva ammetterlo che le stavano
bene.
I suoi pensieri furono interrotti dalle grandi mani del
rosso che le stavano annodando il medaglione al collo.
- Ha funzionato, adesso vedi di non togliertelo. Ti serve
per trasformarti. – Fece giusto in tempo a finire la frase, che Dawn si era già
tolta la collana e gliela stava porgendo.
- Serve più a te che a me. –
- Fammi indovinare, te l’ha detto la tua parte guerriera eh?
– Chiese ironico il ragazzo passandosi una mano tra i capelli, esasperato dalla
testardaggine della Prescelta.
- Si, sembra che ci tenga molto a te… - Disse con un filo di
voce Raggio di luna, abbassando la testa.
Anche se non lo vedeva, sapeva che sul volto della Iena era
comparso un ghigno grande quanto la sua testa. Non ebbe però il tempo di ribattere
perché Alejandro li chiamò a raccolta. Il latino spiegò nei minimi particolari
le difficoltà che avrebbero affrontato entrando in quel castello.
- … Ricordatevi: appena entreremo nelle segrete avrete
davanti uno spettacolo dei più orribili in assoluto. Nessun Otherkin ancora in
vita là dentro dovrà essere lasciato indietro. Solo dopo che avremo portato
fuori da lì tutti i prigionieri, potremo occuparci della strega. – E detto
questo, il gruppo si incamminò verso il castello.
Rimasero nascosti grazie ai cumuli di neve sparsi qua e là,
finché non arrivarono davanti alle mura del castello. Alejandro aprì la mappa
di Owen, la osservò per un po’ prima di condurre gli Otherkin verso il
passaggio segreto più vicino.
Per loro sfortuna, l’ingresso era sorvegliato da una guardia
di ghiaccio. Lo stesso spettacolo si ripeté per tutti gli altri passaggi e la
pazienza del latino stava cominciando a diminuire velocemente.
- Maledizione! E ora come entriamo? - Disse, calciando la
neve e digrignando i denti.
Lo sconforto si stava allargando sopra le teste di tutti.
- Seguitemi. – La voce di Scott si elevò dal gruppo, che non
esitò a seguirlo. Camminarono lungo il perimetro delle mura, finché non
arrivarono ad un cespuglio di more, completamente bianco a causa della recente
nevicata. Il rosso lo scostò rivelando un lungo tunnel.
- Scommetto che questo non era segnato sulla mappa. –
Sghignazzò verso il moro.
- Come facevi a… -
- Semplice. Questo tunnel l’ho scavato io, per questo non
c’è nella mappa. Ho provveduto a nasconderlo per bene. – Mormorò entrando nel
passaggio segreto.
Dawn notò nella sua voce un filo di tristezza.
Gli Otherkin attraversarono il passaggio nel più completo
silenzio. Ad ogni passo che faceva, Raggio di luna sentiva sempre più aure
sofferenti. Per lei era una visione insopportabile, ma resistette all’impulso
di urlare, anche perché il peggio doveva ancora arrivare.
Ed infatti quello che si trovarono davanti appena usciti dal
tunnel, fu davvero peggio di quello che avevano immaginato. In ogni angolo c’erano
mucchi di cadaveri, nelle celle donne e uomini in condizioni pessime che si
lamentavano e chiedevano disperatamente aiuto. Alcuni di loro erano addirittura
appesi ai muri, in attesa di essere torturati davanti agli occhi dei loro cari.
Dovunque c’era odore di sangue e morte.
Il gruppo non ci pensò due volte: cominciarono velocemente
ad scassinare le porte di ogni cella e a portare verso il tunnel e la loro
libertà tutti i prigionieri ancora in vita lì dentro. Dawn era quella più
determinata di tutti; vedere quello spettacolo le aveva dato una forza immane e
voleva portare via da quell’incubo più gente possibile.
Anche Scott sembrava avere la stessa tenacia della ragazza.
Apriva più porte contemporaneamente, in modo da liberare velocemente più
Otherkin ma, appena aprì una cella in particolare, si fermò di colpo. Davanti a
lui c’era il corpo di una ragazza dai capelli neri e la pelle ambrata. Si
chiamava Katie ed era stata una delle prime che lo avevano difeso appena
arrivato a Campo Otherkin. Lui però non l’aveva mai ringraziata, neanche quando
litigava col suo ragazzo, che lo considerava più pericoloso del padre.
Si avvicinò al corpo esaminando le ferite che aveva
dappertutto. Troppo profonde per poter sopravvivere.
- Non la toccare. – Si sentì dire da una vocina dietro di
sé. Si girò immediatamente, trovandosi davanti una bambina. Aveva la pelle
ambrata, piena di lividi e bruciature. Il tratti delicati del viso erano
nascosti da una massa di lunghi capelli neri, sporchi probabilmente di sangue.
Sembrava la protagonista di un film dell’orrore. I suoi occhi erano la cosa più
viva che avesse visto là dentro, avevano un bel taglio e il color ossidiana
delle iridi mostrava perfettamente le emozioni che stava provando la piccoletta
in quel preciso istante.
- E tu chi saresti? – Chiese il rosso, non ricordandosi di
averla mai vista al campo prima d’allora.
- Sono sua sorella quindi non toccarla. – Rispose, indicando
il corpo della povera Katie con il dito indice.
Il ragazzo senza dire niente la prese in braccio e la portò via
da quella cella, dato che si stava avvicinando Noah.
La portò via dallo spettacolo penoso che avrebbe dato il
ragazzo di sua sorella e le tappò le orecchie per non farle sentire tutte le
maledizioni e le bestemmie che l’indiano stava lanciando alla strega, alla
vista del cadavere di Katie.
Si stupì di tutti quei gesti amorevoli verso di lei.
- Guarda che ci sento comunque, ho un udito molto sviluppato.
– Disse la bambina, incrociando le braccia la petto e alzando gli occhi al
cielo.
- Come ti chiami? – Le chiese il rosso.
- Susie –
- E dove sono i tuoi genitori Susie? –
La bambina indicò un cumulo di cadaveri abbastanza alto.
Il rosso la osservò attentamente: aveva appena perso tutta
la sua famiglia, eppure quella creaturina non sembrava per niente triste, o
molto probabilmente non voleva farlo vedere ad uno sconosciuto come il ragazzo.
Gli ricordava molto lui da bambino, solo contro tutti con
cucita addosso una faccia da schiaffi. Portò Susie fino al tunnel, e la diede
alle cure di una Gwen abbastanza malconcia e zoppicante, ma ancora in piedi.
- Fammi un favore Scott: uccidila anche da parte mia. –
Quelle parole erano più adatte ad un guerriero, non ad uno scricciolo di sei
anni, con un paio di denti da latte traballanti.
- Come fai a sapere il mio nome? –
- Sei il bambino che è evaso da qui. Tutti ti conoscono.
Buona fortuna. – Lo salutò la mora, agitando la manina e sorridendogli,
mostrandogli la sua piccola dentatura canina.
Egli era rimasto scioccato da come quella bimbetta lo aveva trattato,
disarmato di fronte all’evidenza che lei e lui erano completamente uguali.
Anche se Scott ancora non lo sapeva, la piccoletta era già entrata nel suo
cuore, nuovo a tutte queste emozioni.
Scosse la testa e ricominciò a darsi da fare, aiutando Alejandro
a trasportare Brigette via dalla cella dove si trovava la sua cara amica
Leshawna, aiutati anche da suo marito Geoff.
Ogni cella corrispondeva ad un Otherkin morto, il rosso
segnava tutti i loro nomi nella mente.
C’era chi l’aveva insultato e additato come traditore, chi
invece l’aveva difeso ed erano sempre stati dalla sua parte e c’erano molti,
TROPPI bambini in quella lista.
Si fermò nel trascrivere mentalmente i caduti di quella
guerra, quando si trovò davanti a Duncan, più morto che vivo, che respirava a
fatica. Il moro era completamente ricoperto da ferite e da sangue secco, mentre
penzolava su una pozza di sangue abbastanza grande. Aveva una grossa cicatrice
all’altezza dell’incavo del sedere, e Scott capì subito con orrore che fine
aveva fatto la sua coda. Lo liberò dalle catene che lo tenevano appeso al muro
e se lo caricò in spalla.
- Era ora che arrivaste… - Rantolò il Punk, sorridendo
appena, per poi accasciarsi sul corpo del rosso. Duncan era il suo primo ed
anche unico amico, il fatto di averlo trovato vivo, gli aveva tolto un macigno
dallo stomaco. Lo trascinò da Courtney che, riempiendolo d’insulti, con le
lacrime agli occhi per il sollievo se lo caricò in spalla a sua volta e lo
portò via.
Quando anche l’ultimo Otherkin fu portato al sicuro, il
gruppo si incamminò velocemente e silenziosamente verso le stanze della strega.
Sierra e Courtney erano andate con i prigionieri, per
aiutarli ad uscire e per curare i più gravi, aiutati dagli tutti gli Otherkin
che riuscivano ancora a reggersi in piedi.
Tutti gli altri salirono le scale che conducevano ad una
porta d’ossidiana, trovandosi del corridoio principale del castello. Era dal
soffitto altissimo, da cui scendevano lampadari che davano un po’ di luce e di
calore lì dentro. Un lungo brivido su tutta la spina dorsale colpì la Prescelta
alla vista di quel luogo. Gli Otherkin cominciarono ad avanzare verso la sala
est. Girarono per i corridoi per un tempo indefinito, stranamente trovando solo
poche guardie qua e là, opportunamente aggirate senza combatterle, per non
allarmare la strega della loro presenza. Dawn guardava sempre il medaglione,
ora al collo di Scott, dato che era contornato da un bagliore rosso, segno di
grande pericolo. Appena svoltarono a destra dopo un’armatura d’argento posta
come decorazione, si trovarono davanti un’immensa porta. Era in ferro finemente
decorato, completamente ricoperto da vari ghirigori sottili ed eleganti.
Alejandro si avvicinò alla porta, afferrando il pomello d’oro.
Istintivamente Raggio di luna strinse la mano del rosso,
alla ricerca di un po’ di coraggio che sfortunatamente la stava abbandonando.
Il ragazzo rispose alla stretta guardandola dritta negli occhi.
- Tu pensa solo a trasformarti e a non farti uccidere, al
resto ci pensiamo noi. – Era la prima volta che la Iena rassicurava qualcuno,
ed infatti la bionda si stupì di quelle parole ma non ci pensò molto.
Il latino aveva appena aperto la porta.
Non c’era tempo per pensare.
Tutto il gruppo fu scaraventato all’interno da una forza
invisibile, ritrovandosi al centro della sala. La porta si chiuse con un forte
rumore, e il suono di una sadica e divertita risata risuonò nell’aria. Una nube
di ghiaccio e neve adagiò davanti a loro la snella e malvagia figura di una
donna dagli occhi color del cielo, i capelli biondi e un sorriso da
ammaliatrice sul volto.
Blaineley.
Non si sa il perché, ma la ragazza, appena la vide, avvertì
una sensazione di odio e disprezzo verso di lei, che le fece colorare le iridi
di bianco all’istante.
La sua parte guerriera si stava lentamente svegliando.
Il primo a partire all’attacco fu Trent, ma sfortunatamente
fu scaraventato sul muro alla sua sinistra grazie alla magia della strega. La
donna volse un sorriso a Dawn prima che, con un fluido e lungo movimento di
braccia, creasse un campo di forza.
Con all’interno solo loro due.
- E quindi questa è la famosa Prescelta? – Rise la donna. La
ragazza cercò di colpirla con la spada, infilzando solo una nube biancastra.
- Sai ti immaginavo meno minuta… - La voce proveniva da
dietro le spalle di Raggio di luna che prontamente si girò e scoccò una freccia
nella direzione dove l’aveva sentita, colpendo ancora una volta la stessa nube.
Poi, un dolore tremendo. Come se dei sottili ma lunghi aghi
roventi le stessero trapassando ogni poro della pelle. Aveva gli occhi e la
bocca spalancati, da cui sembrava non entrare neanche un filo d’aria.
Quando il dolore finì, la ragazza si accasciò a terra,
tossendo e riempiendo d’aria il più possibile i polmoni.
La risata di Blaineley risuonò dappertutto ma di lei non
c’era traccia. Dopo minuti interminabili di silenzio, la sua snella figura
ricomparve, mentre all’esterno del campo di forza gli Otherkin stavano
fronteggiando un esercito di soldati di ghiaccio.
- Sai ti osservo da molto e ancora mi chiedo come tanto
potere sia contenuto in un corpo così piccolo. – La strega si avvicinò a lei, e
le assestò un bel pugno allo stomaco.
La bionda tossì ancora più forte, questa volta sputando
qualche goccia di sangue.
- Adesso giochiamo un po’ – Dopo aver pronunciato tale frase,
la strega si allontanò da Dawn, mentre con la sua magia la sollevò da terra. La
sbatté contro il muro ripetutamente mentre le parlava tranquillamente.
- Quello che hai dentro é il potere di controllare e usare a
tuo vantaggio le abilità di ciascun Otherkin con cui vieni in contatto. Sapevo
che Chef non aveva possibilità contro di te. Chris è stato un problema. Stava
per capire il mio piano, ma per fortuna sono riuscita a eliminarlo. Quello che
avete ucciso voi era solo una semplice copia fatta da me, meno potente
dell’originale. Sai perché ho fatto tutto questo? – Disse, prima di
scaraventarla a terra facendola sprofondare per un paio di metri. Le diede un
paio di minuti per respirare. La ragazza si stupì del fatto di essere ancora
viva.
Niente ossa rotte, ma tanti tagli e ferite profonde su tutto
il corpo.
La donna si avvicinò al suo orecchio. – Perché mi servivi
che arrivassi viva qui. Scott doveva addormentarti col il pugnale avvelenato e
portarti qui ma purtroppo, il mio piano ha preso una deviazione. Poco male. –
La risollevò e di nuovo la sensazione di dolore circondò il corpo della
Prescelta, che cominciò a contorcersi per liberarsi.
- Vorrà dire che mi divertirò prima di risucchiare la tua
linfa. –
Dawn sentiva solo dolore e desiderava con tutto il cuore che
tutto avesse fine.
Desiderava morire.
All’improvviso una scarica elettrica colpì la donna. Essa mollò
la presa su Dawn, che cadde a terra stremata ma ancora viva.
Aprì lentamente gli occhi, trovandosi davanti un duello di
magia degno di quel nome.
Scott era venuto in suo aiuto e, con una strana luce negli
occhi, lanciava magie ad una velocità impressionante . La strega le respingeva
con troppa facilità, ma altrettanto faceva il ragazzo. Sembrava un
combattimento destinato a durare per sempre, dato che nessuno dei due aveva la
meglio su l’altro. Una cosa attirò l’attenzione della ragazza. Un uomo, da
quello che aveva visto era il capitano dell’esercito, era entrato dalla stessa
piccola crepa da cui era entrato il rosso. Indossava un’armatura nera brillante,
l’elmo mostrava solo i suoi occhi rossi, di cui il sinistro era attraversato da
una cicatrice. Si avvicinò lentamente alla Iena con una mazza in mano,
incurante di chi avesse alle spalle. Raggio di luna tento di urlare, ma non
uscì niente dalle sue labbra.
Era troppo debole persino per parlare.
L’uomo colpì Scott, che cadde a terra con una ferita alla
testa.
- Pensaci tu a questo. – Disse gelida la strega, lasciando
il ragazzo alle percosse del soldato e avvicinandosi alla Prescelta. La prese per
i capelli, avvicinando il suo viso a quello della ragazza.
- Adesso ci divertiamo. – Con un deciso schiocco di dita
l’uomo si fermò e il suo elmo sparì, rivelando la sua faccia.
Assomigliava incredibilmente a Scott.
Forse anche troppo.
La bionda vide l’espressione incredula e terrificata del
ragazzo e in quel momento capì.
Non poteva essere…
- Jerry… uccidi tuo figlio. – Come risvegliato da una
secchiata d’acqua gelida, il generale cominciò a combattere contro il rosso,
che schivava come poteva i colpi sferratagli dal padre.
- Credo che tu abbia capito tutta la situazione qui,
dopotutto sei una bimbetta intelligente. Vedremo se sopravvivrà il figlio o il
padre. – La strega la teneva ferma, costringendola a guardare quello
spettacolo. Il combattimento durò moltissimo, Scott non aveva il coraggio di
uccidere il padre, l’unico brandello rimasto in vita della sua famiglia.
Ma non poteva continuare così all’infinito. Ad un certo
punto, Jerry si fermò. Le sue iridi ritornarono all’istante del loro colore
naturale, mentre si guardava spaesato in giro, come se si fosse risvegliato da
un lungo coma.
- Se continuate così mi farete addormentare. Deciderò io il
vincitore. – Dichiarò Blaineley, prima di lanciare una gigantesca palla di
fuoco verso l’uomo. Scott vide il padre urlare dal dolore e bruciare vivo
davanti ai suoi occhi.
Era una visione orribile, ma allo stesso tempo rimase a
fissare il suo corpo, finché non fu del tutto carbonizzato.
- Ed infine, mia cara Prescelta, che ne dici se gioco con il
tuo piccolo amichetto qui? – Non aspettò una risposta da Dawn. La lasciò e
concentrò tutte le sue attenzioni verso il rosso. Delle catene comparvero dal
muro e l’avvolsero, costringendola a vedere tutto quello che la strega stava
infliggendo al ragazzo senza intervenire. Le urla della Iena erano strazianti e
le lacerarono l’anima, mentre la donna continuava a parlare.
- Credevi davvero che saresti riuscita a sconfiggermi Prescelta?
Ti dico io come finirà: prosciugherò ogni Otherkin che si trova qui e dopo
farai la stessa fine. E così io diverrò invincibile – Sibilò lasciando Scott,
ormai allo stremo delle forze. Non voleva che morisse, non così presto.
- E cominceremo con farti assistere alla morte del tuo ragazzo
– Blaineley prese il rosso per le spalle e lentamente cominciò a risucchiargli
la linfa, senza successo però.
Il medaglione lo stava ancora difendendo.
Dawn cominciò a divincolarsi, ma le catene l’avvolsero di
più. Lei però continuò imperterrita, anche perché una forza immane, dormiente
per tutto quel tempo era pronta ad uscire fuori.
Chiuse gli occhi, mentre tutte le immagini di quel lungo ed
estenuante viaggio le comparvero nella mente.
Campo Otherkin
L’attacco dei rospi
Il ritrovamento di Courtney
La battaglia contro Chef
La prima notte senza incubi con Scott
La battaglia contro Chris
La corsa contro il tempo per salvare Brick
Campo Omega
La morte di Owen
Scott ipnotizzato
Tutti i cadaveri di Otherkin nelle segrete…
Tutto quello era stato architettato da una sola persona,
solo ed esclusivamente per una smania di potere.
Infischiandosi di tutto il dolore e la morte che ha creato
dietro di sé.
“ Ora basta”
- Lascialo andare… - La strega si fermò di colpo nel sentire
la voce di Raggio di luna. Lasciò andare il ragazzo che si accasciò a terra.
Quello che si trovò davanti la Iena era impressionante:
Dawn aveva appena spezzato le catene che la imprigionavano a
mani nude. Era circondata da un alone di luce bianca e i suoi capelli le
vorticavano attorno, mentre una forza misteriosa la sollevava da terra e la
rinchiudeva dentro un bozzolo bianco come la neve. La sua voglia a forma di
testa di volpe cominciò a brillare e, guardandosi intorno, la stessa cosa stava
succedendo agli altri Otherkin.
La strega fissava quel bozzolo immobile, mentre intorno a
loro la battaglia continuava senza interruzioni.
“Di sicuro nessuno si sarà accorto di niente” Pensò il
rosso. Il suo sguardo color cenere cadde sul medaglione, facendo una grande
scoperta:
Si era colorato di blu cobalto.
“Il colore dei suoi occhi!”
Appena realizzò cosa volesse dire, il medaglione sparì dal
suo collo, mentre il bozzolo veniva distrutto dall’interno dalla spada della
bionda.
La Prescelta atterrò delicatamente a terra, ormai
trasformata del tutto. Era diventata più alta e i suoi capelli avevano un
taglio molto corto. Indossava un top giallo e un pantaloncino blu cobalto,
molto aderenti. Dalla sua voglia a forma di spada partivano un sacco di
ramificazioni argentate che percorrevano tutta la sua pelle lattea, escludendo
la pancia e il viso.
Il medaglione era apparso al suo collo. Dawn aprì finalmente
gli occhi, chiusi fino a quel momento.
Scott era impressionato: non aveva mai visto quella fiamma
nei suoi occhi.
Quella non era la sua Raggio di luna, piccola e indifesa.
Quella era la Guerriera.
- Ho detto lascialo stare! – Ringhiò la bionda, correndo
verso la strega e colpendola in pieno viso con un pugno ben calibrato.
Il colpo fu talmente forte, da far uscire il sangue dal naso
della donna, che rise malignamente appena esso raggiunse l’angolo destro della
sua bocca.
- Ora si gioca sul serio. – Quella frase pronunciata dalla
Guerriera, scatenò una furiosa lotta tra le due.
Entrambe combattevano a mani nude.
Dopo un tempo indefinito, si fermarono. Blaineley aveva il
corpo dolorante e il viso pieno di sangue. Dawn aveva il corpo pieno di graffi,
da cui piccole goccioline di sangue cadevano a terra, seguite anche dal rivolo
di liquido scarlatto che fuoriusciva dalla bocca della ragazza.
Le due si guardarono negli occhi, maledicendosi a vicenda.
All’improvviso, la terra tremò.
La Prescelta barcollò leggermente, prima di capire cosa
realmente stava succedendo. La strega davanti a lei non c’era più, al suo
posto, un grande drago bianco e dagli occhi rossi le ringhiava contro.
In un attimo, venne circondata dalle fiamme.
Raccolse immediatamente la spada, mentre studiava un piano
per poterla uccidere.
Ed ecco che, come un fulmine a ciel sereno, l’idea arrivò.
Il drago sferrava i suoi attacchi e la Guerriera li schivava
elegantemente, mentre si concentrava su Noah.
Aveva bisogno di volare.
Ed infatti due grandi ali bianche le spuntarono librandola
in volo, giusto in tempo per schivare una raffica di fiamme. La strega si librò
in aria a sua volta.
Quello fu uno sbaglio imperdonabile.
Dawn ebbe tutto il tempo di concentrarsi sugli affilati
artigli di Jo, ed infatti la sua spada si era trasformata in due giganteschi
pugnali.
Li lanciò e, con una precisione micidiale, entrambi
colpirono le ali del drago, trapassandole. I pugnali si andarono a conficcare
sul pavimento di marmo della sala, intrappolando la donna schiena a terra.
La Prescelta atterrò su di lei, intrappolando le zampe con
altri quattro pugnali e tranciandole di netto la coda con la spada.
La lama argentata della sua fedele arma penetrò nella pelle
del collo del drago. Ignorando i ruggiti di dolore della bestia, la bionda
cominciò ad aprirle l’addome, tagliando la pelle come burro.
Si ritrovò davanti tutti gli organi interni del drago. Volse
la testa leggermente verso destra, e un grande ghigno comparve sul suo volto.
Aveva trovato il cuore.
Si guardò intorno e appena trovò Scott, guardandolo negli
occhi, gli disse:
- Una promessa è pur sempre una promessa. – E velocemente,
dato che il ragazzo riusciva a malapena a reggersi in piedi, lo trasportò sopra
la strega.
Entrambi impugnarono la spada e puntarono la punta verso in
cuore della strega.
Il rosso chiuse gli occhi, pensando a quante vite a lui care
avrebbe vendicato con quel gesto.
Suo padre
Sua madre
Susie
L’urlo agghiacciante del drago risuonò nella stanza, mentre
il suo corpo scompariva in migliaia di fiocchi di neve, lasciando sul pavimento
una grande pozza di sangue.
La guerra era finita.
L’esercito della strega si sciolse come neve al sole e tutti
gli Otherkin si abbracciarono e festeggiarono per la vittoria.
Dawn e Scott si guardarono negli occhi.
Il rosso le asciugò la faccia dal sangue, mentre la ragazza
gli gettava le braccia al collo, ghignando leggermente.
Il ragazzo la strinse a lui, tenendole la vita con un
braccio. Erano entrambi felici di aver vinto quella battaglia, ma ancora di più
di averla vinta senza perdere né l’uno né l’altra.
Il mento della bionda fu intrappolato dalle dita della Iena,
mentre entrambi si avvicinavo sempre di più.
- Ghignare è compito mio, ricordatelo. – Disse sulle sue
labbra, prima di coinvolgerla in un dolce bacio. Il contatto era casto, quasi
timido, ma ben presto si trasformò in una morsa di passione e di bisogno l’uno
dell’altra.
Le loro lingue si cercavano, si stringevano, saggiavano il
loro sapore, mischiato un po’ al sangue.
Quando si staccarono per riprendere fiato, Raggio di luna
era ritornata al suo aspetto normale e sorrideva. Si appoggiarono fronte a
fronte, sempre abbracciati, felici.
Si sciolsero da quell’abbraccio e guardarono il gruppo
davanti a loro.
Noah si premeva la ferita al braccio sinistro.
Jo era di fianco a Brick, ancora trasformato in un possente
bisonte dal manto nero.
DJ sorreggeva Alejandro.
Tutti la guardavano sorridendole, mentre stringeva la mano
di Scott e un pensiero nacque nella sua mente:
finalmente, la pace.
Angolo dell'Autrice:
Non guardatemi male, non è colpa mia se questo capitolo è arrivato così tardi...
é tutta colpa della scuola, della mia ispirazione che mi ha
mandata a fanculo e di YouTube che, ogni volta iniziavo a scrivere, mi
chiamava e io cadevo in tentazione.
Be' di sicuro, con oltre 8 pagine di capitolo, mi sono fatta perdonare vero?
VERO?
Questo non è l'ultimo capitolo, c'è ancora l'epilogo quindi mi avrete tra i piedi ancora per un po'.
Ed ecco qui una piccola sorpresa:
Questa
è una piccola fan art fatta dalla mia carissima amica, che poi
è l'artista che d'ora in poi disegnerà le mie storie.
Questo vuol dire che vedrete i suoi fantastici disegni in altre mie storie.
Qui il link del suo profilo di DeviantART:
http://dawnstregadellaluna.deviantart.com/
vi consiglio di andarlo a vedere.
E
qui c'è il link di Drago-Flame, l'artista che, senza saperlo, mi
ha fornito le immagini della mia storia e con esse mi ha aiutato a
svilupparla:
http://drago-flame.deviantart.com/
E con questo vi lascio, alla prossima con l'epilogo!
Un bacione:^.^:
Sammy
P.S: Per le recensioni che non ho ancora risposto, non preoccupatevi, le risponderò a breve. :)
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Capitolo 25 *** Epilogo ***
Otherkin - Epilogo
La guerra era finita, gli Otherkin erano liberi.
Le perdite erano tantissime, troppe.
La comunità si era ridotta, dalle migliaia di persone che
abitavano il campo, ad un gruppetto di almeno cento persone. I bambini
sopravvissuti si potevano contare sulle dita di una mano.
Sette bambini, quattro di loro, compresa Susie, erano
orfani.
Nei loro occhi era impresso il dolore e il ricordo dei loro
cari, ma in fondo a tutta quella tristezza, c’era la speranza e la voglia di
andare avanti.
E fu così che Dawn si era ritrovata ad essere il punto di
riferimento degli Otherkin, ad essere il loro capo, la loro guida. Raggio di
luna fece seppellire tutti i cadaveri attorno le mura del castello, aiutata da
tutti.
Una degna sepoltura per delle povere vittime di guerra.
Dopo che l’ultima lapide, fu completata, gli Otherkin si
misero in cammino. La bionda ebbe modo di conoscere in quel viaggio Izzy, la
compagna di Owen. La ragazza mostrava già un po’ di pancia e aveva l’abitudine
di parlare tutto il giorno con lei. In quegli occhi pieni di pazzia però, c’era
l’immenso dolore della perdita e molte volte, la ragazza la vedeva ridere e
piangere allo stesso tempo a causa di un ricordo riaffiorato alla mente.
La Prescelta li portò sull’isola che un tempo ospitava il
castello di Chris. Da lì, poco alla volta, costruirono un piccolo agglomerato
di casupole di pietra ricavate dal castello abbandonato. Dawn e Scott decisero
di vivere insieme. Il loro era un amore silenzioso, senza nessuna parola dolce
o grandi dimostrazioni d’affetto in pubblico. In quella casa di pietra invece,
le dimostrazioni d’affetto c’erano ed anche tante. La ragazza scoprì l’immensa
gelosia e l’istinto possessivo che abitavano nell’anima del rosso, ma anche
l’incredibile dolcezza che ogni tanto, soprattutto dopo aver fatto l’amore, lo
coglieva. La loro vita e quella della comunità era tranquilla.
Ma quella armonia fu leggermente incrinata da un piccolo,
grande dettaglio.
La bionda aveva capito fin da subito il legame che c’era tra
Susie e Scott. La bambina passava la maggior parte del suo tempo a casa loro e
non dal suo tutore, ovvero Noah.
Un pigro giorno di ottobre, precisamente durante la festa di
compleanno di Susie, la moretta fece una richiesta precisa alla Iena.
- Adottami. – Sembrava più un ordine che un’innocente
richiesta fatta da una bambina.
E da quella piccola parola, si scatenò l’inferno.
Nessuno voleva affidare la piccoletta al rosso. Lo credevano
ancora un pericolo, una minaccia come suo padre. Raggio di luna impegnò tutte
le sue energie a difenderlo e ad avere il consenso degli anziani e del
consiglio popolare. Il consiglio non fu difficile da convincere, quanto invece
fu difficile per gli anziani. Erano testardi più di un branco di muli e
sembrava che niente e nessuno potesse smuoverli dalla loro posizione. Un
giorno, durante l’ennesima riunione con gli anziani, accadde qualcosa di
inaspettato. La porta si aprì con un tonfo e comparve la piccola ed agguerrita
figura di Susie. La bambina si arrampicò sul tavolo delle riunioni e cominciò
il suo discorso.
- E’ da ormai due settimane che non fate altro che riunioni
su riunioni, senza arrivare ad una decisione. Francamente mi sono rotta di
aspettare. Scott non sarà di certo un angelo, ma vi siete dimenticati che ha
avuto un ruolo fondamentale nella battaglia contro la strega. Ve lo ricordate o
no vecchi bacucchi? – Gli anziani non risparmiarono borbottii di dissenso e di
rabbia per la maleducazione della mora.
-Non avete mai sentito il mio di parere, forse l’unico che
bisognava prendere in considerazione. Non voglio stare con Noah. Mi sta
simpatico, è vero, ma mi sento più in famiglia con Scott e Dawn e se non
accoglierete la mia richiesta di essere adottata da loro, state pur certi che
sarò uno dei vostri peggiori incubi. – E infine, con la sorpresa di tutti i
presenti, la bimbetta dai lunghi capelli neri alzò in direzione degli anziani
il suo piccolo dito medio.
Strano a dirsi, ma quel discorso parve convincergli.
Così Susie fece parte della loro strana famiglia.
Il figlio di Geoff e
Brigette, durante la permanenza nel castello della strega, aveva subito una
brutta ferita alla gamba destra. Rischiava di non poter camminare mai più, ma
grazie alle cure di Gwen, il piccolino guarì, lentamente ma guarì.
Heather diede alla
luce Rachele che crescendo, diventò la reginetta incontrastata della
cattiveria, proprio come un tempo lo erano stati i suoi genitori. Harry, il
figlio di Izzy e Owen era la copia sputata del padre, specialmente per quanto
riguardasse il carattere. Il bambino aveva i capelli biondi, un dolce sorriso e
gli occhi verdi e pazzi, come quelli della madre.
Per un qualche
strano scherzo della natura e del destino, il suo animale era proprio l'orso.
Dawn seppe che se un
bambino aveva lo stesso animale di uno dei genitori era considerato un
avvenimento raro.
Noah e Izzy si erano
messi insieme, ma entrambi avevano ancora nel cuore il dolore per la perdita
del ragazzone.
Noah, in qualche suo
momento di particolare tristezza, pensava di aver fatto un torto al suo
migliore amico, innamorandosi della ragazza. Izzy, nei suoi momenti di assoluta
follia, guardava fuori la finestra nella speranza di vederlo tornare a casa, un
giorno.
Entrambi ci
soffrivano ancora, ma dopo le difficoltà iniziali, si erano lasciati il passato
quasi alle spalle e i loro sguardi erano fissi sul loro futuro insieme.
Gli anni passarono veloci, la comunità aumentò rapidamente, mentre la
pace regnava incontrastata.
Il ricordo di quella guerra era sempre vivido nei loro cuori,
specialmente in quello della Prescelta che, per far conoscere a tutte le
generazioni future quella storia, l’aveva trascritta su un grande libro e, una
volta all’anno, veniva aperto e letto nella piazza principale.
Per non dimenticare.
Dieci anni dopo…
Dawn era seduta sul divano, persa come sempre nei suoi
pensieri. L’unico rumore che sentiva era il suo e il respiro dell’uomo che
sonnecchiava pacificamente affianco a lei. La mano di Raggio di luna viaggiava
pigra tra le ciocche rosso arancio di Scott. I suoi grandi occhi caddero sulla
mano libera, dove spiccava in bella vista la sua fede. Erano sposati da sette
anni ormai.
Il suo matrimonio fu uno dei più belli in assoluto, a cui
tutti gli Otherkin avevano voluto parteciparvi. I suoi ricordi però furono
interrotti dal rosso che aveva iniziato ad aggredire dolcemente il suo collo
bianco. Le sue labbra salirono
velocemente, congiungendosi con quelle della consorte. Le grandi mani dell’uomo
si infilarono sbarazzine sotto la gonna del vestito di Raggio di luna, mentre
lei si stendeva sul divano. I loro gemiti erano intrappolati nelle loro bocche,
l’ossigeno scarseggiava ma a nessuno importava e l’atmosfera intorno a loro si
stava velocemente surriscaldando. La bionda era completamente in balia di
quelle mani che la toccavano dappertutto e che, con una sensuale lentezza,
erano giunte alla zip del vestito.
- Mamma, papà AIUTO!!! – L’urlo disperato di Jerry, il loro
secondogenito, rovinò il momento “romantico”.
La donna si sistemò in fretta e corse verso il figlio, tutto
impiastricciato di trucco sulla faccia.
Dietro di lui apparve Lizzy, la primogenita, con un rossetto
e una matita per gli occhi nelle mani.
- Avanti che cos’è successo stavolta? – Chiese la Iena,
visibilmente contrariato del fatto di essere stato interrotto.
Lizzy era una tremenda bambina di sei anni, con un’innata
passione per il trucco e gli scherzi. Aveva lunghi capelli rossi e il viso era
completamente ricoperto da lentiggini dove, sotto gli occhi, appariva la sua
voglia a forma di un paio di piccole ali d’aquila. Aveva grandi occhioni grigi.
Jerry invece aveva appena compiuto quattro anni. Aveva una massa informe di
capelli biondo cenere con molte vertigini e un paio di occhi azzurro – blu. Era
un bambino molto dolce e l’unica cosa che amasse di più delle sue macchinine
giocattolo, era il suo papà. Sulle sue braccia facevano bella mostra di sé due
grandi corna d’alce.
- Jerry ha investito le mie bambole con il suo camion ed io,
per vendicarle, gli ho fatto questo. – Ed indicò tutta soddisfatta il disastro
di ombretto colorato, rossetto e fard che era la faccia del biondo.
I coniugi si guardarono esausti dall’ennesima bravata della
loro figlioletta.
- Dove li hai trovati quei trucchi? – Chiese Scott,
trattenendo le risate di fronte alla vendetta di Lizzy.
- Li ho presi da Susie! – Esclamò felice la rossa.
La mora entrò in scena appena sentì pronunciare il suo nome.
Era molto alta, il che risaltava le sue belle forme e il suo seno, fasciato in
quel momento da un top fucsia. I suoi lunghi capelli, neri come la pece, erano
legati in una lunga treccia, che le arrivava al sedere. Sulla caviglia destra,
spiccava la sua voglia a forma di coyote. Aveva diciotto anni e ogni giorno si
allenava duramente al centro di addestramento, con la sua mentore Jo, per
diventare un infallibile guerriero Otherkin.
Dall’espressione truce che aveva in viso, era parecchio
arrabbiata e irritata.
- Lizzy, come ti sei permessa di rubare e usare i miei
trucchi, brutta pulce ladruncola! – Sibilò la ragazza prima di strappare dalle
piccole mani della bambina la matita nera e il rossetto fucsia.
La mora andò vicino allo specchio, posto nell’ingresso, e
cominciò ad applicarsi la matita intorno all’occhio sinistro.
- Dove stai andando, signorina? – Disse Scott, mettendosi
dietro la ragazza.
- In giro… - Sviò lei, marcando il rossetto sulle labbra, in
modo da renderle più evidenti.
- E con chi andresti in giro? –
- Sono affari che non ti riguardano papino, ma visto che sono di buon umore te lo dico: esco con Geoff…
-
- SENIOR?!? –
- Cosa? NO! Junior. – Si apprestò a puntualizzare Susie, visibilmente
contrariata all’idea di uscire con un uomo sposato.
- A che ora torni? – Chiese pacata Dawn, mentre la ragazza
prendeva la borsetta e si sistemava la minigonna nera.
- Non lo so. Ciao, non aspettatemi sveglia! – Disse, prima
di aprire la porta e sfuggire alla solita strigliata da parte del rosso.
Egli guardò la moglie per un attimo prima di prendere le
chiavi di casa.
- Tu ti fidi di lei, ma io no. Non aspettarmi sveglia. – E
con questo l’uomo la lasciò sola in casa, in balia delle due pesti che erano i
loro figlioletti.
Angolo dell'Autrice
Tutto è bene ciò che finisce bene!
Ed anche Otherkin, purtroppo, è finito. Sapete, mentre scrivevo l'epilogo, stavo quasi per piangere...
Si piangere!
Perchè ragazzi miei, oramai Otherkin era diventata una parte di
me e voi, che la seguite, siete diventati la mia seconda famiglia.
Adesso però basta con le scene strappalacrime, adesso ho voglia di raccontarvi un paio di cose:
Questa storia aveva un significato nascosto che spero voi abbiate
notato. Scrivendo Otherkin volevo farvi capire quello che ho capito
anch'io capitolo dopo capitolo; Che ognuno di noi è un po'
Otherkin, che ognuno di noi ha dentro di se un potere incredibile che,
se si riesce a controllarlo, è capace di farvi superare
qualsiasi ostacolo.
Spero di avervi trasmesso questo leggendo.
La seconda cosa che volevo raccontarvi è la piccola storiella di come sono arrivata a scrivere Otherkin:
All'inizio avevo intenzione di fare una nuova stagione del reality con
i personaggi trasformati per colpa delle scorie radioattive. Purtroppo
non mi venivano in mente sfide carine e quindi ho lasciato perdere.
Dopo un paio di giorni ho rivisto un vecchio cartone che guardavo da
piccola e una fanart di a tutto reality proprio su questo cartone.
ed è così che è nato Otherkin!!!
Adsesso però è arrivato il momento dei ringraziamenti.
Un abbraccione a chi ha messo la storia nelle preferite:
- AsiaLeggiStorie
- aurok
- Bonny_Spears
- Chica_Dance_AxH
- Chococat97
- delenalove
- dgcourt
- dolcemary
- Dott_Gwen
- Giorgiu Saurus
- its_so_easy
- kiara097
- kimberly D Cristal
- Le_Emiliette
- melanie midnight
- miriama73
- Nekomata 42
- sunburst
- utau31103
- Viven3450
- White_Fang
- yhxhvhvugyghgyftf ( caro
mio, devi spiegarmi come cavolo ti ricordi questo nome quando devi fare
il login. Comunque pollice in su per l'epica manata che hai dato alla
tastiera per far uscire questo nome ^.^)
Un altro abbraccione a chi l'ha messa tra le ricordate:
- Le_Emiliette
- melanie midnight
- MigalooGh
- miriama73
- Viola_Meridia_32
Un abbraccione a chi l'ha messa tra le seguite:
- BlackSwan Hawtorne
- dolcemary
- FaDiesis
- Giorgiu Saurus
- Kauhsen
- kodocha 98
- La Russo
- Le_Emiliette
- melanie midnight
- miriama73
- MoonyCrashindDown
- Mumma
- Necomata 42
- pink hairTDScottDxGfan
- Whiteney Black
- White_Fang
- White_Moon
- yhxhvhvugyghgyftf
- _Smeralda_
E
ovviamente, un abbraccione a chiunche ha seguito Otherkin
silenziosamente e spero che abbia trasmesso anche a loro tante belle
emozioni.
Un bacione:^.^:
Sammy
|
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