Dirle la verità

di Kiarachu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


“I parchi della città sono tornati al loro splendore, le strade sono sicure come non mai, le banche riaprono. Qualcosa è capitato a Megamind? Qualcuno ha addomesticato quel mostro? Sono Roxanne Ritchi, cautamente ottimista, e piacevolmente confusa”, annunciava la reporter, moltiplicata sul monitor gigante al Covo Malvagio.
 
Megamind stava in piedi su un piedistallo, lo sguardo sognante, sospirando, mentre guardava Roxanne Ritchi che faceva il suo servizio in TV.
Si era proprio innamorato della donna che aveva rapito per tutti quegli anni.
 
Minion arrivò con un metro a nastro, per prendergli delle misure dicendo, “Stasera mi sembra di ottimo umore, Signore!”
 
“Ah…oh! Sì, ne avrai ancora per molto, Minion?”, chiese l’alieno blu, ancora in uno stato di beatitudine.
 
Minion sorrise e disse, tutto contento, “Ancora qualche modifica, Signore, e avrò finito il più terrificante dei suoi mantelli. Lo chiamerò Black Mambaaaa.” 
 
“Black Mamba! Perfetto! Oh! Cavolo! Sono in grande ritardo! Devo andare!”, Megamind affermò allegramente, scendendo dal piedistallo, pensando alla serata che l’aspettava, mentre i robocervelli portavano via il mantello incompiuto.
 
Minion lo guardò perplesso.
“Come? Dove? Dove va, Signore? La sua battaglia con Titan sarà domani, dobbiamo ancora provare la Tenuta da Guerra”.
 
“Tu occupati dei dettagli, Minion. Io devo fare…una commissione”, disse l’alieno dalla gran testa, mordendosi il labbro e facendo un gesto con la mano.
 
Minion socchiuse gli occhi, come se volesse redarguirlo, e disse, “Lei non fa commissioni…che sta succedendo?”
 
“ Che c’è?”, disse Megamind con uno sguardo preoccupato, cercando di andare via.
 
Minion annusò l’aria.
“Ma…un momento…si è messo Gean Paul Gaultier Pour Homme?”, chiese facendo un’espressione ammonitrice.
 
“Questo è il mio odore naturale! Ora! Dammi le chiavi dell’auto. Ah!” disse in tono faceto, vedendo le chiavi.
 
Minion allungò la mano robotica, prende le chiavi.
“Ah-ah ah-ah! È per via di Miss Ritchi, non è vero? Ha un appuntamento con lei!”, affermò con tono di rimprovero, preoccupato della piega che avevano preso gli eventi.
 
Megamind prese la cupola di Minion tra le mani, e disse, in tono allegro, “Ahahah…no, mio carissimo amico, non dire sciocchezze!”
 
Minion si toccò con una mano la cupola, come quando uno si scarmiglia i capelli, preoccupato.
“Oh, questo è grave, molto grave. Si è innamorato di lei!”, disse, facendo centro.
 
Megamind si girò verso l’ittioide, arrabbiato.
“Perché non rimani al tuo posto, Minion! Ora dammi le chiavi!”, disse con tono risoluto.

Minion allungò la mano robotica, per non fargli prendere le chiavi, mentre Megamind brontolava.
“Che succederà quando Roxanne scoprirà chi è realmente?”, l’acquatico protettore gli chiese in tono preoccupato.
 
“Lei non lo saprà mai, per questo sto mentendo”, affermò Megamind premendo un bottone sulla tuta robotica di Minion, facendo ritornare indietro la mano, per prendere le chiavi
 
Minion gridò, per il trattamento, shockato che il suo amico e protetto potesse fargli una cosa del genere.
 
“Onestamente, se non ti conoscessi, penserei che stai diventando cattivo”, l’alieno blu disse al pescioide, in tono noncurante, mentre andava verso la macchina, roteando le chiavi.
 
Mentre Megamind camminava verso l’auto, Minion premette un telecomando, facendo diventare l’auto invisibile
 
“NO! E adesso smettiamo!” il pescioide disse, prendendo le chiavi cadute sul cofano e mettendole nella sua boccia d’acqua.
 
Megamind, shockato dal gesto, disse arrabbiato, “Oh, sei proprio infantile!”, gettandosi al di la del cofano, mentre Minion scappava verso il retro dell’auto.
 
Minion corse intorno all’auto, dicendo, “Signore, Signore, la prego, è per il suo bene!”
 
Megamind lo rincorse, sempre più arrabbiato, dicendo, “Che cosa ne sai tu?”
 
Minion si fermò, e con un’espressione risoluta disse, “So solo una cosa: cioè che il cattivo non conquisterà MAI la fanciulla!”

Megamind si fermò a sua volta, e rimase tutto impettito.
“Ma forse non voglio più essere il cattivo, Minion!”, disse d’istinto.
 
Minion fece tanto d’occhi e gridò, shockato, guardando Megamind come se fosse un estraneo.
 
Megamind guardò di qua e di la cogli occhi, dicendo, “Hai capito?!”, facendo un’espressione risoluta.
 
Minion ebbe la forza di dire, “Chi sei tu?”, guardandolo sempre shockato, e preoccupato sempre più del comportamento del suo protetto.
 
Megamind si gettò verso Minion.
“Ora dammi le chiavi!”, disse in tono irritato.
 
Minion rese visibile l’auto col comando, e Megamind ci sbatté contro.
“L’unico scopo della mia vita è proteggerla!”, disse istericamente, pensando che la situazione era molto grave.
 
Megamind si tirò su dal cofano, e disse imperiosamente, “Ma io non ho bisogno che tu mi protegga!”
 
Minion rimase shockato, e disse, agitando tristemente le pinne, “Ma come…come dice? Non ha bisogno di me?”
 
Megamind disse seriamente, ma con sguardo preoccupato ed un po’ in colpa, “Mettiamo le cose in chiaro, codice: non ho bisogno di te.”
 
Minion fece un’espressione triste ed arrabbiata, facendo volare fuori le chiavi dalla sua boccia, facendole finire sul cofano.
 
“Sa che c’è? Sa che c’è? Codice: raccolgo le mie cose e vado via!”, disse mettendo via una confezione di fiocchi per pesci in una scatola con scritto “Face Melter”. 
 
“Codice: d’accordo!”, rispose Megamind sempre con quell’espressione sofferente, mentre Minion saliva sul Segway del Male.
 
“Codice: altrettanto!”, disse Minion, sull’apparecchio pieno di spuntoni, facendo retromarcia e rompendo lo specchio, andandosene verso l’uscita.
 
In quel momento Megamind capì che se non faceva qualcosa, avrebbe perso il suo migliore amico, così con voce rotta per la tristezza, disse flebilmente, “Minion!”
 
Nonostante tutto, grazie all’eco del Covo, il pesce sentì.
L’acquatico seguace si fermò poco prima di uscire dal Covo Malvagio. Se ne stette così per un po’ e poi disse, con voce triste e rotta dall’emozione, “Si, Signore?”
 
Megamind tirò su col naso, stava piangendo.
“Minion, ti prego, non andare…scusa…”, disse con voce rotta dal pianto, tra un singhiozzo e l’altro.
 
Il pesce alieno stava piangendo, e sospirò di sollievo e felicità a sentire quella frase.
Poi scese dal marchingegno e si girò verso il suo protetto.
Megamind lo guardò, e vide che aveva gli occhi rossi e gli tremava il labbro inferiore.
 
Si guardarono così per un po’, e poi si avvicinarono, per poi abbracciarsi.
 
“Scusa, Minion, ho detto delle cose orribili. Sei il mio migliore amico, non voglio perderti per una discussione così sciocca”, disse l’alieno blu tra le lacrime.
 
L’ittioide sorrise.
“Si è scusato, e questo è l’importante. Mi scuso anch’io per le cattiverie che ho detto. E secondo me non è una discussione sciocca. Ehm…le pensava veramente quelle cose? Intendo…non essere più cattivo?” lui chiese trepidante.
 
L’alieno blu inalò un bel po’ d’aria, per calmarsi, e pensò intensamente a quella domanda.
Davvero non voleva essere più cattivo, per l’amore di Roxanne?
Ci pensò molto, e la risposta era solo una: sì.
 
“Sì, Minion. Amo Roxanne, e sto veramente bene con lei, mi fa sentire accettato, normale. E non per il fatto che quando la vedo sono camuffato, ma per il fatto che sono me stesso con lei, e lei mi accetta per quello che sono. Però hai ragione, non posso continuare questa farsa. Devo dirglielo. Anche se so che mi spezzerà il cuore, se non mi accetterà più”, finì tristemente, esalando un respiro tremulo, ed afflosciandosi.
 
Minion gli appoggiò una mano sulla spalla, sorridendogli.
 
“Lo sa che è un sollievo sentirglielo dire?Devo confessarle che per anni ho pensato che questo “destino da criminale” non facesse per lei. Quando lei ha sostenuto che non voleva essere più cattivo, ho pensato che fosse solo una scusa per avere le chiavi, ma adesso so che non è così. E sono veramente felice. L’aiuterò io con Miss Ritchi, sono sicuro che si sistemerà tutto”, disse felicemente, guardando con orgoglio il suo protetto.
 
Megamind fece tanto d’occhi, e sorrise, guardando con occhi luccicanti il suo amico.
 
“Grazie Minion, ed hai ragione, solo ora me ne sono reso conto. Fare del bene è una cosa che mi fa sentire felice, soprattutto se lo faccio per Roxanne”, finì arrossendo, pensando ai momenti passati con lei alla biblioteca, al Museo e al parco.
 
Il pesce sorrise a tutti denti, e disse con entusiasmo, “Bene! Ora, che vuole fare? Vuole andare a quell’appuntamento, o vuole andare da lei a dirglielo direttamente?”
 
L’alieno blu ponderò le due possibilità, e decise di andare da lei.
“Andremo da lei. Le confesserò tutto, speriamo in bene”, disse, schiacciando poi un altro bottone per rimettere a posto la mano di Minion, e poi salirono in macchina.
 
Arrivarono al suo condominio, e Megamind si camuffò da Bernard, per salire al suo appartamento, mentre Minion parcheggiava la macchina invisibile lì vicino.
Notò che nelle vicinanze c’era stato un incidente, e si avvicinò per chiedere che fosse successo.
 
C’era un gruppetto di persone e qualche agente, e gli dissero che un carretto di fiori era precipitato dall’alto, ma che per fortuna nessuno si era ferito gravemente.
Stavano indagando per scoprire come fosse successa una cosa del genere, ma ancora non avevano trovato risposta.
 
Megamind non diede molta importanza a quell’accadimento, così entrò nel condominio e salutò Carlos, il portiere, chiedendogli se Roxanne fosse ancora in casa.
 
“Ma certo, señor Bernard, non l’ho vista scendere. È il giorno del grande appuntamento eh?La señoritaRitchi non fa altro che parlare di questo”, il sudamericano gli rispose facendo l’occhiolino
 
L’alieno sorrise felicemente e lo ringraziò, andando verso l’ascensore.
Quando arrivò al piano dell’appartamento di Roxanne, bussò alla porta, ma non sentì nessuno rispondere, e si accigliò: qualcosa non andava.
 
Prese le chiavi di riserva che la reporter gli aveva dato, per aiutarla a decifrare la “nuvola d’idee”, mentre lei era al lavoro.
Aprì la porta, e chiamò Roxanne. Non ottenendo risposta, si guardò intorno e vide che la porta del poggiolo era aperta.
Gli si formò un nodo allo stomaco, ricordandosi dell’incidente sotto, così uscì e guardò da tutte le parti, e poi in giù.
 
Come aveva pensato, il carretto con i fiori era atterrato dall’alto del poggiolo di Roxanne
Il genio si spremette le meningi, e quando arrivò a capire cosa era successo, impallidì.
 
“Minion, sto venendo giù. Roxanne è in pericolo!”
 
Detto questo, scese dall’appartamento, sempre camuffato da Bernard, e quando Carlos gli chiese che era successo, lui rispose in fretta, con una nota preoccupata nella voce, “Roxanne è in pericolo! Devo andare! Uhm…le spiegherò tutto dopo! Arrivederci!” lasciando il portinaio molto perplesso, ed un po’ turbato.
 
Uscì dal condominio e si fiondò in macchina, dicendo a Minion di sintonizzarsi sulla radio della polizia, con la trasmittente che avevano in macchina.
 
Le sue paure divennero terribili verità quando sentì, “A tutte le unità! A tutte le unità! Incidenti vari nel centro di Metro City! Pare che la causa sia un tizio superdotato che vola come un pazzo per le strade e i cieli di Metro City! Ha causato danni anche in un edificio, spaccando una finestra, ferendo con i frammenti delle persone che passeggiavano sotto il condominio! Si suppone che sia anche la causa dell’incidente del carretto di fiori! Qualcuno ha visto che reggeva in braccio una persona. Avvicinatelo con cautela!”
 
“O mio Dio! È quell’idiota di Hal! E probabilmente ha Roxanne con lui…oddio…che ho fatto! È tutta colpa mia! Avevi ragione tu, Minion! Non era il tipo giusto! E adesso Roxanne rischia di morire, ed è TUTTA colpa MIA!”, l’alieno disse con un tono di puro panico, le lacrime che gli si formavano negli occhi verdi smeraldo, ansimando agitato.
 
Minion era preoccupato, e non capiva bene di che stesse parlando, così appoggiò una mano sulla gamba del suo amico, per calmarlo, e disse con voce pacata, “Non si agiti così, Signore. E perché sostiene che è colpa sua? Ma soprattutto, perché Hal avrebbe preso Miss Ritchi?”
 
Megamind si calmò un po’ e spiegò al suo acquatico amico cos’era successo al parco, prima che arrivasse lui con i churros.
 
“Solo adesso ho capito che quella ragazza di cui parlava era Roxanne! Perché non l’ho capito prima! Era chiaro che Hal è innamorato di lei, e adesso lui la sta “salvando” come gli ho detto io. Che idiota che sono! E adesso rischia di morire! Dobbiamo andare!”, disse con tono agitato.
 
Minion collegò parecchie cose, e sfrecciò per le strade di Metro City, seguendo la scia d’incidenti e le sirene dei poliziotti.
“Non si preoccupi così, è normale. Lei è innamorato, e non è così strano che non abbia visto certi segni”, lo rassicurò.
 
Megamind sospirò.
“E’ vero…però non potrei mai perdonarmi se lei morisse per la mia mancanza di giudizio. E ancora scusa, per non averti ascoltato. Avevi sempre ragione. Mi chiedo chi sia il genio, qui”, disse tristemente, accigliandosi.
 
Minion scosse il capo – o meglio l’intero corpo – all’insicurezza del suo amico.
“Sono sicuro che andrà tutto bene. Hei, guardi”, affermò indicando la Metro Tower, dove aveva visto Hal volare via ad alta velocità, spaccando parecchi vetri della torre.
 
L’alieno blu guardò in su, accigliandosi, e poi si avvicinarono alla torre con la macchina, Megamind che scendeva camuffato da Bernard.
Poi salì fino all’ultimo piano con l’ascensore, per cercare di farla scendere da lassù.
Nel frattempo, Roxanne aveva trovato un modo per scendere da sola, e così s’incontrarono all’ultimo piano, il cui pavimento era ricoperto di vetri rotti.

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Capitolo 2
*** 02 ***


La brunetta sbatté gli occhi, alla vista di Bernard, che era fermo, ansante per l’emozione.
 
“Bernard? Che ci fai qui? Pensavo che fossi già al ristorante…”, chiese perplessa, inarcando le sopracciglia.
 
Megamind sospirò di sollievo, nel vederla scarmigliata, ma viva, e si lanciò verso di lei, per abbracciarla, piangendo.
 
“Oh, Roxanne, son così felice che tu sia viva ed a posto! Scusa, scusa, scusa! È tutta colpa mia! Se non sarai capace di perdonarmi, capirò perfettamente, e ti lascerò in pace, anche se so che soffrirò stando senza di te. Ma me lo meriterei!”, l’alieno camuffato fu capace di dire, tra i singhiozzi.
 
Roxanne ricambiò l’abbraccio, un po’ titubante. Non aveva idea di cosa stesse parlando.
 
“Bernard, ma di cosa stai parlando? Non è certo colpa tua se quell’idiota di Hal ha ricevuto i poteri di Metro Man! Non dire sciocchezze, quello da biasimare è…”, ma non riuscì a finire la frase, perché la verità della situazione la colpì come un martello.
 
Era rimasta senza fiato, e si slacciò dall’abbraccio con rabbia, guardando l’uomo da una certa distanza.
Lo guardò da cima a piedi, soprattutto gli occhi, e si chiese come mai non lo avesse notato prima.
 
“Megamind! Oh mio Dio! Come ho fatto a non notarlo prima? Quella voce, quegli occhi! Mi sento un idiota! Mi devi delle spiegazioni! ADESSO!”, disse con tono pieno di rabbia, stringendo i pugni e guardandolo con un’espressione infuocata.
 
L’alieno abbassò lo sguardo, e siccome aveva già scoperto chi era, girò il quadrante dell’orologio, tornando se stesso.
Poi la guardò con degli occhi da cucciolo bastonato, e lei sentì lo stomaco chiudersi solo per quello sguardo così pieno di tristezza e…qualcos’altro che non seppe decifrare.
 
Lui sospirò tristemente, e disse, “Ero venuto qui per dirti la verità. Scusami per averti mentito, per…essermi spacciato per qualcuno che non sono. E mi devo anche scusare per Hal. Lui…è innamorato di te, e io gli ho detto che se avesse salvato la ragazza dei suoi sogni, sarebbe stata sua. Ma ti giuro che NON SAPEVO che fossi tu!”
 
“Ho…messo a repentaglio la tua vita per continuare il mio gioco! Altro che genio, sono un completo idiota! Per…per…questo stupido gioco…avrei rischiato di perdere la donna che amo! Scusami, scusami, io non so che altro dire…ti prego, perdonami!”, finì tra le lacrime,
testa china e pugni serrati, sicuro che lei se ne sarebbe andata via da lui.
 
Roxanne rimase ferma sul posto, in un turbinio d’emozioni: all’inizio provava una rabbia primordiale, per essere stata presa in giro così, ma improvvisamente si ricordò di tutti i momenti felici passati con “Bernard”, ed era divisa se era il caso di rivalutare l’alieno, oppure di arrabbiarsi con lui.
Rimase senza fiato quando lui pianse in quella maniera, e soprattutto alla frase “la donna che amo”.
 
Così, per togliersi tutti i dubbi, gli chiese con tono risoluto, “Era veramente una menzogna? Tutto? Le cose che mi hai detto, le battute, le risate. Voglio saperlo.”
 
Anche se credeva di sapere già la risposta, lei voleva saperlo.
 
Megamind inalò parecchia aria, per poi esalarla in un respiro tremante.
 
“No, solo il mio travestimento era la menzogna, tutto il resto era vero. Io…ti ho mostrato un lato di me che nessuno aveva mai conosciuto, a parte Minion. Ti ho mostrato il…il vero me. Ti…ti prego…credimi…non…non è un trucco per imbrogliarti”, disse con un tono quasi inaudibile, tremando per lo sforzo di trattenere ancora il pianto, ed aspettando che lei se n’andasse via da un momento all’altro, e che magari gli desse pure uno schiaffo.
Si disse che se lo sarebbe meritato, dopo tutto quello che era successo.
 
Roxanne sospirò, e valutò la situazione, soppesando le parole che avrebbe detto al suo rapitore.
Pensò ancora ai momenti passati con lui, alla Biblioteca, al Museo, al parco.
La restituzione di tutto, e soprattutto a quello che lui aveva dichiarato quando erano ai giardini, sul fatto che era sempre stato l’ultimo scelto.
Pensò anche alle battute scambiate in biblioteca, e agli sguardi d’intesa tra loro.
 
Poi pensò a tutti quegli anni di rapimenti, alle battutine scambiate con lui, che assomigliavano tantissimo a flirtatine.
Infine, non sapeva nemmeno lei perché, pensò che le cose dette dall’alieno in quel momento fossero vere, e lei ci credeva, e sentì il suo cuore torcersi a quelle parole.
Faceva tantissima fatica ad ammetterlo a se stessa, ma era sempre stata attratta da quell’alieno blu dal gran cervello. 
 
“Non so se riuscirò a perdonarti completamente…per il momento. Ti rendi conto che hai ucciso Metro Man, ti sei preso questa città, e poi hai anche fatto in modo che io mi affezionassi a te! È anche vero che hai restituito tutto, e che adesso le strade sono pulite eccetera, ma mi hai in ogni caso imbrogliato, ed hai fatto delle cose veramente malvagie. D’altro canto…hm…mi sono piaciuti quei momenti con “Bernard”, vale a dire con te.”
 
“Sarò sincera, tu…hm…beh…mi piaci, non immaginavo che tu fossi così. Tu sei l’uomo che ho sempre cercato, ma questo non vuole dire che ti perdonerò così facilmente. E voglio farti una domanda: che cosa vuoi fare adesso? Hai creato un supereroe che non è molto…eroico! Un supereroe non se ne va in giro a prendere le ragazze, e sballottarle in aria come ha fatto con me!”, lei finì in maniera arrabbiata.
 
L’alieno deglutì sonoramente, per la predica ricevuta, ma la sua speranza salì un pochino, quando sentì Roxanne annunciargli che era il suo tipo ideale, e per altre cose che lei aveva dichiarato.
 
“Hai perfettamente ragione, sono uno sciocco e sono veramente malvagio, ma sono pronto a cambiare…per te. Se è vero che…hm…sono l’uomo che hai sempre cercato. Sono anche pronto a consegnarmi alla giustizia e scontare i miei ottantotto ergastoli, se questo ti potrà fare felice. O…di risolvere questo problema, e poi consegnarmi alla giustizia.”
 
“Io…non voglio più essere un criminale. Mi piace fare delle cose buone…e tu mi piaci. E farei veramente qualsiasi cosa, se questo ti rendesse felice. Anche se poi non ti vedessi più”, disse con tono mesto, guardando il pavimento ricoperto di vetri, ponderando che quel pavimento fosse come la sua vita in quel momento: in mille pezzi.
 
La reporter sospirò di nuovo, dopo aver trattenuto il fiato, toccata nel profondo dalle parole di quell’alieno, versando qualche lacrima, cominciando un pochino a capire le scelte che aveva fatto in passato.
 
Poi sorrise, e disse sinceramente e con voce calma, per non far trasparire il nodo in gola che si era formato, “Direi che prima è meglio sistemare questa faccenda, poi penseremo anche al resto. Io…credo d’avere fiducia in te. Ed insieme sistemeremo questo casino. Hm…stavo pensando che, in fondo, è anche colpa mia, se hai avuto l’idea di creare un eroe, e anche il fatto che Hal abbia ricevuto quei poteri. Se non fossi venuta al Covo Malvagio, tutto questo non sarebbe successo, vero?”
 
Megamind alzò la testa, e vide lacrime solcarle il volto. Rimase senza fiato a quel suo gesto e parole, e si avvicinò lentamente a lei, per paura che lo rifiutasse.
Poi, con un po’ di coraggio, le prese il viso tra le mani inguantate, e le tolse le lacrime dal viso con le dita, sorridendole dolcemente.
 
Roxanne fu colpita da quel gesto così tenero, così chiuse gli occhi, e lasciandosi guidare dall’istinto, prese il viso di Megamind tra le mani, come aveva fatto lui con lei.
L’alieno s’irrigidì a quel tocco, non aspettandoselo, e anche perché non era abituato, e poi spalancò gli occhi, quando vide lei che inclinava la testa in avanti, e infine si sciolse in uno stato di beatitudine, quando lei lo baciò sulle labbra.
 
Dopo un po’ si staccarono, da quel bacio casto, e Roxanne ridacchiò vedendo lo stato di pura pace dipinto sul volto del criminale che voleva redimersi.
A quel suono, Megamind si svegliò dalla “trance” e la guardò negli occhi, con uno sguardo birichino.
 
“Sei proprio una terribile tentatrice, Miss Ritchi! Guarda in che stato mi hai ridotto, e con un solo bacio! Dovrò stare attento in futuro, se non voglio cadere di nuovo in questa trappola! Ma magari potrei anche lasciarti attuare il tuo piano diabolico!”, lui affermò con la sua solita verve, tutto ringalluzzito dal gesto della sua favorita sequestrata.
 
Roxanne roteò gli occhi, e rise, contenta che la tensione si fosse finalmente dissipata.
Era contenta di suscitare una simile reazione in lui. E pensava che, in qualsiasi maniera fossero andate le cose, gli avrebbe dato una possibilità.
Sentiva una forte alchimia tra loro, ed era sicura di aver finalmente trovato l’uomo dei suoi sogni.
 
“Hai già un piano? Io stavo pensando di passare a casa mia, non sono molto comoda in questo vestito”, dichiarò la brunetta, indicando l’elegante vestito color porpora.
 
Megamind sbatté gli occhi, sorridendo.
“Credo di avere già un piano, e sarò più che felice di accompagnarti a casa, in modo che tu possa cambiarti d’abito.”
 
Roxanne sorrise, e lo prese per mano, facendolo irrigidire di nuovo.
L’alieno si chiese come mai, quando era Bernard non si faceva problemi a toccarla o abbracciarla, mentre così, si agitava tutto.                 
Mentre stavano andando verso l’ascensore, Megamind fece un balzo perché Minion lo aveva chiamato attraverso l’orologio.
 
“Signore, c’è un problemino, sono arrivati dei poliziotti qui, ed ho visto che c’è anche il direttore della prigione. Ho anche spostato l’auto, perché ha cominciato a piovere, e rischiavo di farmi vedere. Che facciamo? Se lei scende rischia di farsi prendere, e così non possiamo più fermare Titan”, affermò con tono preoccupato.
 
Il genio blu pensò sul da farsi, considerando tutte le possibilità, e alla fine decise di uscire così, aveva in mente un’idea.
 
“Non preoccuparti, ho un piano. E volevo in ogni caso andare dal direttore o dalla polizia per spiegare la situazione. Spero che non mi arrestino subito”, finì scurendosi in volto.
 
Roxanne sorrise, e disse, “Non preoccuparti. Gli chiederò di non arrestarti fino a che tutto non sarà sistemato. Poi vedremo che fare, va bene?”, chiese con un tono positivo.
 
Minion sentì le parole della reporter, e sorrise.
“Miss Ritchi! Ha…hm…perdonato Signore? In ogni caso, son contento che lei sia dalla nostra parte”, disse allegramente.
 
La brunetta sorrise, contagiata dalla positività dell’ittioide.
“Diciamo che…l’ho perdonato con riserve. Adesso andiamo, Non c’è un minuto da perdere. Hal è pericoloso, con quei poteri, e non ho idea di che potrebbe fare, soprattutto dopo che l’ho rifiutato in quella maniera”, finì con un tono preoccupato.
 
Megamind annuì, con sguardo serio, e scesero con l’ascensore.
Quando uscirono, furono subito circondati da poliziotti, sotto la pioggia, ed alcuni poliziotti avevano già le manette pronte, dopo aver visto Megamind, mentre altri avevano lo sguardo perplesso, chiedendosi perché fosse con Roxanne Ritchi e lei non fosse legata, ma soprattutto perché lui fosse lì.
 
“Fermi! Non arrestatelo! Lasciatelo spiegare!”, Roxanne disse imperiosamente ai poliziotti, mettendosi davanti all’alieno.
 

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Capitolo 3
*** 03 ***


L’alieno blu si fece avanti mestamente, e cominciò a parlare, “Voglio aiutarvi a fermare quel tizio superdotato. L’ho creato io, usando il DNA di Metro Man, per…far tornare tutto com’era prima. Ero stufo di “giocare” al Signore del Male, e volevo che tutto tornasse come quando Metro Man era ancora vivo.”
 
“Così ho estratto i suoi poteri, e per una casualità gli ho infusi in quest’uomo. L’ho anche allenato ad essere un vero eroe, ma non mi ero reso conto che non era il tipo giusto. E solo adesso mi sono reso conto che è pericoloso, e che io devo fermarlo. Dopo potete anche arrestarmi, ma adesso mi serve il vostro supporto per fermare Titan”, finì guardando tristemente il pavimento bagnato, con la pioggia che bagnava entrambi, creando un senso di tristezza nel cuore dell’alieno.
 
Il direttore si fece avanti, e coprì la coppia con un ombrello, appoggiando la mano sulla spalla dell’alieno blu.
“Io credo alle parole di Megamind! Lasciamolo fare, e poi vedremo la situazione. Ed io lo seguirò, per controllarlo, se a voi va bene”, affermò autorevolmente.
 
A quelle parole, i poliziotti abbassarono le pistole, e si scansarono.
Il direttore della prigione non era un loro superiore, ma aveva abbastanza autorità e conoscenza dell’alieno da fargli ubbidire.
 
Il genio tirò su la testa, per guardare il direttore della prigione, che era quasi una figura paterna per lui, anche se non l’avrebbe ammesso…per il momento.
Pensò ai primi anni della sua infanzia, e a quelli dopo, e sentì uno slancio d’affetto per quell’uomo.
 
“Grazie per la fiducia, direttore. Veramente. Dopo tutti quegli anni d’inferno che le ho fatto passare, pensavo che fosse il primo a voler ammanettarmi e trascinarmi a forza in cella”, l’alieno affermò, sorridendo caldamente, e poi ridacchiando.
 
L’uomo dalla capigliatura grigia fece un sorrisetto compiaciuto, e gli occhi che luccicavano maliziosamente.
 
“Beh, all’inizio la tentazione è stata forte, ma dopo aver ascoltato il tuo discorso, ho veramente fiducia in te. E voglio venire anche per vederti in azione. Sapevo che non eri veramente malvagio, e questo fatto lo dimostra!”, affermò sinceramente.
 
Megamind lo guardò in modo faceto, scuotendo la testa e facendo un mezzo sorriso.
 
“Ma allora, se sapeva che non ero così malvagio, perché continuava a ricordarmi che sarei stato sempre un criminale, e che non me ne sarei mai andato via dalla prigione?”, chiese curiosamente, inarcando un sopracciglio.
 
Il direttore rise alla sua domanda.
“Beh, diciamo che non era proprio una mia idea quella di dirti continuamente così. Hai mai sentito parlare di psicologia inversa? È stata tutta un’idea dello psicologo della prigione. Io non ero molto convinto, ma il medico era lui!”
 
L’alieno fece tanto d’occhi e rise, non una delle sue solite risate malvagie o forzate, ma una risata genuina, proprio come uno che si divertiva per qualcosa.
 
“E lo psicologo credeva veramente che sarei cascato in una cosa così elementare?”, chiese allegramente, indicando il suo testone.
 
Il responsabile della prigione rise a quella risposta.
“Hai ragione, ed in effetti, anch’io ero perplesso. A quanto pare c’è voluto l’amore per una donna, a farti cambiare idea, eh?”, finì guardando Roxanne, sorridendo sotto i baffi.
 
La brunetta sorrise in modo volpino, aggrappandosi al braccio di Megamind.
“A quanto pare si, e a me sta bene. Anche se dovremmo parlare di alcune cosette”, disse guardando maliziosamente l’alieno, finendo con un tono semiserio.
 
Megamind arrossì, tingendosi di viola, sia per l’affermazione del direttore, che per il gesto di Roxanne.
“Hm…beh, forse è meglio andare! Prima a casa di Roxanne, e poi al Covo Malvagio. Minion, vieni, non c’è più problema”, comunicò all’ittioide con l’orologio.
 
La reporter e il responsabile ridacchiarono alla sua reazione, ed aspettarono la macchina.
Poi salirono, e Minion fu stupito di vedere il direttore.
 
“Direttore! Viene anche lei? Beh, se al Capo va bene, a me sta bene!”, l’acquatico guardiano affermò allegramente.
A Minion bastava veramente poco per essere felice, e vedere il suo protetto comportarsi così lo rendeva estremamente contento.
 
Il direttore salì davanti, mentre la coppia si sedette dietro.
Roxanne vide la pistola usata per infondere Hal dei poteri di Metro Man, e la spostò con cautela, sedendosi vicino a Megamind.
 
L’alieno blu disse a Minion di andare prima a casa di Roxanne, e lui andò verso il condominio.
Poi Roxanne e Megamind entrarono, spaventando Carlos, ma la reporter lo calmò assicurandogli che era tutto a posto, e che gli avrebbe spiegato tutto dopo, che adesso non avevano tempo.
 
Il sudamericano annuì, shockato, ma si assicurò che se non c’era problema per Miss Ritchi, lui avrebbe aspettato e non avrebbe cercato di ostacolarli, anche perché aveva paura della reazione dell’alieno.
Salirono all’appartamento, e quando entrarono, Roxanne rimase senza fiato.
 
Apparentemente, Hal era andato lì e aveva distrutto tutto. I mobili erano per terra, i servizi inutilizzabili, perché aveva annodato i tubi, e c’erano bruciature dappertutto, probabilmente provocate dai raggi laser.
 
Anche Megamind era shockato, e s’incolpava anche di questo.
“Oddio, mi dispiace, Roxanne. Anche questo è colpa mia. Ti ripagherò tutto, te lo prometto!”, dichiarò seriamente.
 
Roxanne sorrise a quella sua gentilezza e preoccupazione nei suoi confronti.
 
“Non preoccuparti. Come ho detto prima, è anche colpa mia. E poi non è certo colpa tua, se Hal è un completo idiota, che non sa accettare un rifiuto da parte mia. Adesso aspetta, che vedo se ho qualcosa di più comodo”, affermò, massaggiandogli la parte di braccio che non era ricoperta di spuntoni, per confortarlo, e dirigendosi verso la sua camera da letto.
 
L’alieno si crogiolò in quelle attenzioni, sorridendo beatamente, contento di essere accettato da lei anche così.
 
La reporter entrò in camera, notando che anche quella era distrutta.
Fece un’espressione arrabbiata, stringendo i pugni, e digrignando i denti, e poi cercò qualcosa da mettersi.
 
Trovò una canotta bianca ed un paio di pantaloni di tuta aderenti grigi, che erano ancora mettibili ed abbastanza comodi.
Guardò fuori, e vide che aveva smesso di piovere, così indossò solo quegli indumenti, ed un paio di scarpe da tennis bianche.
 
Poi uscì dalla stanza, imbronciata, e Megamind notò la sua espressione.
 
“Che è successo? No, aspetta, non dirmelo: Hal ha distrutto anche la tua stanza. La pagherà! Te lo giuro! Fosse anche l’ultima cosa che faccio!”, affermò risolutamente.
 
Roxanne sorrise, andandogli incontro. Quando fu vicino a lui, gli diede un bacio sulla guancia, facendolo trattenere il fiato, ed arrossire come un matto.
 
“Grazie, caro. E spero che non sia l’ultima cosa che farai. Non ora che voglio conoscerti meglio. Ora è meglio andare, che ne dici, Mister Tipo Timido?”, chiese con un sorrisino, e uno scintillio furbesco negli occhi azzurri.
 
L’alieno sospirò in maniera sognante. Non era decisamente abituato a questo tipo di manifestazioni d’affetto, soprattutto se era Roxanne a fargliele, e fu contento di sentirle dire che voleva conoscerlo meglio.
 
“Eh…ah…si. Meglio andare. Non ho idea di cosa potrebbe fare quell’idiota con i poteri che si ritrova. Tremo al solo pensiero”, disse seriamente, imbronciandosi.
 
Mentre la coppietta era nell’appartamento, Minion e il direttore Gordon Hudson parlarono di alcune cose.
Il direttore credeva veramente nella redenzione del suo carcerato speciale, poiché Megamind lo avrebbe portato al Covo Malvagio.
 
“A quanto vedo, anche tu sei contento del cambio di fazione del tuo protetto, vero Minion?”, il rettore della prigione chiese all’ittioide.
 
 Minion era perso nei suoi pensieri, anche se aveva sentito la domanda, non rispose subito.
 
“Sì, io non ero mai stato convinto di quel “destino da criminale”, ma non l’ho mai espresso, perché la mia filosofia è sempre stata: “Se il Signore è contento, lo sono anch’io”. Abbiamo avuto una discussione solo adesso, per via di Miss Ritchi. Io pensavo che quello che stesse facendo – spacciarsi per qualcun altro per stare insieme con lei – fosse profondamente sbagliato, ma non avevo contato che si era veramente innamorato di lei.”
 
“Ero convinto che fosse un altro dei suoi piani astrusi, ma mi sbagliavo. Adesso sono veramente contento che voglia redimersi. Hm…spero che lei tenga conto anche di queste cose. Penso che ne soffrirebbe, se dovesse tornare in prigione, adesso che ha finalmente raggiunto l’amore e ha scoperto qual è il suo scopo di vita”, disse sorridendo.
 
Gordon annuì, e disse, “Non capisco questa storia di spacciarsi per qualcuno, ma son sicuro che Megamind e Roxanne racconteranno tutto alla polizia, una volta che questa faccenda sarà finita. E non preoccuparti per il tuo capo, io non ho intenzione di rimetterlo in cella. L’ho sempre saputo che questo era il suo “destino”, ed intendo fare tutto il possibile per coronare il suo sogno. E da quello che vedo, penso che anche Miss Ritchi ne soffrirebbe, se lui finisse di nuovo dentro, o sbaglio?”, finì con gli occhi che luccicavano ed un sorriso malizioso.
 
Il pescioide sorrise apertamente, sentendogli dire queste cose.
“Oh, grazie direttore! Penso che sarà felice di apprendere queste cose, ed anch’io penso che Miss Ritchi ne soffrirebbe.”
 
Intanto la coppietta era scesa di nuovo, e così salirono in macchina, e Minion si diresse verso il Covo Malvagio.

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