Un Diario (Semplicemente Draco)

di Ladym
(/viewuser.php?uid=19453)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Settembre ***
Capitolo 3: *** Ottobre ***
Capitolo 4: *** Novembre I ***
Capitolo 5: *** Novembre II ***
Capitolo 6: *** Dicembre ***
Capitolo 7: *** Gennaio ***
Capitolo 8: *** Febbraio ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Un Diario o anche Semplicemente Draco

di Ladym

 
PROLOGO

 
- Draco! Come va stamattina?- domandò con la sua stridula vocetta irritante Pansy Parkinson.

-…-
Non ricevendo risposta alcuna, decise di riprovare.

- Cos’è quello?- chiese, riferendosi al volumetto nelle mani del ragazzo.

- Mmm, nulla…-

Rassegnata, sbottò – Come siamo loquaci oggi!-

- Scusa Pansy, ma è solo un libro di Trasfigurazione – rispose non senza irritazione il bel biondino.

- Questa è bella, Dray! Non ti facevo così secchione! – poi, non senza ridere, esclamò ad alta voce

- Mi ricordi la Mezzosangue! -
Dopo quest’ultimo insulto, a cui peraltro rispose acidamente, il giovane decise di mettere via il libricino, rassegnato all’idea di non poter continuare a scrivere.

 

Hermione Granger, che stava passando davanti alla tavolata Serpeverde al momento della conversazione, si accorse, dopo colazione, che il tanto discusso libro di Trasfigurazione era rimasto abbandonato e dimenticato accanto al posto di Malfoy. Lo raccolse, decisa a compiere la buona azione della giornata, ovvero restituire a Malfoy ciò che era suo –o meglio, della Biblioteca, poiché il loro tomo di Trasfigurazione era decisamente più voluminoso!

Fu con sua grande sorpresa, dunque, che notò il nome del proprietario, e si accorse di avere per le mani qualcosa di molto, molto più prezioso.

Il diario personale di Draco Lucius Malfoy.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Settembre ***


CAPITOLO 1 - SETTEMBRE

 
La notte era calata rapidamente, quando il giorno era corso via, disarmato. Era giunta crudele, con il suo torpore e la sua oscurità. Lampi squarciavano il cielo cupo, tuoni rimbombavano fra le nubi compatte. Eppure, nella massa scura del castello, in una delle torri più alte, dietro una spessa finestra di vetro, coccolata dalle cortine di tessuto rosso e oro, brillava una piccola luce fioca.
Poco prima, la voce roca e silenziosa di una ragazza dai capelli ricci aveva mormorato <<Lumos>>
Ora, davanti a lei, giaceva un volumetto. Era piccolo, avrebbe detto quasi insignificante. Non irradiava aura malvagia o chissà cos’altro. Sembrava un semplice diario, avrebbe osato dire dall’apparenza così babbana, rilegato in pelle, l’etichetta un po’ sbiadita che recava il nome del proprietario, la grafia minuta e perfetta, senza sbavature, d’un nero profondo, come la notte attorno a lei.
La ragazza si voltò a guardare l’ora: erano le due meno un quarto. Non uno sbadiglio era riuscito a uscire dalle labbra carnose e così intensamente rosee della ragazza: lei non era stanca. Solo, la sua indecisione era durata troppo a lungo…
Infine, violando ogni codice morale, aprì il volumetto.

E cominciò a leggere.

 

<< 1 Settembre

Mettiamo le cose in chiaro. Non ho la più pallida idea del perché io faccia una cosa simile, ma ho intenzione di continuare. Forse perché altrimenti rischio veramente di impazzire. Non scriverò “caro diario” o altre stupidaggini simili, anche perché non voglio nessuno partecipe dei miei pensieri; sarebbe quindi rischioso rendere umano questo libercolo, renderlo amico.

Spero che quest’anno a Hogwarts le cose vadano meglio… ad esempio, non so quanto ancora potrò resistere con i miei compagni di Casa. A parte Zabini, intendo. Non che mi sia veramente amico, però non è antipatico. Non  riesco ancora bene a capire perché sia finito a Serpeverde. Voglio dire. I suoi genitori non sono Mangiamorte, né hanno questa propensione, e poi lui è così tranquillo… non credo nemmeno si diverta a prendere in giro San Potter e la sua combriccola. Che strano ragazzo!
Beh, a dire il vero ormai neanche io lo trovo più molto divertente… ma le abitudini sono dure a morire!
Comunque, a parte Blaise, non credo che qualcun altro mi rivolgerà la parola, quindi il problema è risolto. Da quando Lucius è finito ad Azkaban, mi evitano tutti. Ipocriti. No, faccio male ad arrabbiarmi, probabilmente si comportano solo da vere Serpi…

Ho salutato mia madre alla stazione. Era pallida – più del solito, almeno -  sono preoccupato. Da quando Lucius è stato arrestato, non mi ha più detto niente: il suo saluto è stato solo uno sguardo. Freddo. Mi è venuta la pelle d’oca! In quello sguardo ho letto preoccupazione. Se poi fosse per me, questo non lo saprei dire. Ma lei sa meglio di me che a Hogwarts non corro pericoli. Forse.
Io invece sì, che sono in ansia per lei. È invecchiata tantissimo in una sola estate, e ha quasi abbandonato le sue rose. Stamattina le ho viste. Erano meno luminose, ma in qualche modo erano più… sgualcite… mi hanno messo malinconia… come se mi servisse qualche altro motivo…
Il paesaggio fuori dal finestrino è deprimente… forse dovrei andare a farmi due risate con Potter. Giusto per tirarmi su il morale…ma ormai è diventato noioso anche lui, così come Weasley. Sono ripetitivi! L’unica con cui è bello parlare (o meglio, scambiarsi insulti), devo ammetterlo, è proprio la Granger! Mi fa ridere questo pensiero.

Chissà come saranno tronfi e orgogliosi ora che il mio paparino è dietro le sbarre… chissà se mi verranno a cercare per divertirsi anche loro, di me. Sorrido al pensiero. 
Loro, tanto onesti e tanto puri, che si divertono nello stesso modo di noi viscide serpi… >>


Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ottobre ***


CAPITOLO 2 – OTTOBRE

 
Hermione Granger, nel corso della lettura di quelle prime pagine, era arrossita più volte, per l’imbarazzo di stare leggendo pensieri privati del giovane mago, ma non era ancora mai riuscita a distogliere gli occhi dal testo. Era affascinata dallo scoprire un lato di quel bel furetto col quale, benché si fossero incontrati anni prima, non aveva mai seriamente parlato.
Finalmente, verso la fine delle pagine dedicate a settembre, si fermò. Ricontrollò l’orologio. Era passata mezz’ora.
Restò un attimo pensierosa, non sapeva se continuare oppure no.
Decise di non poter rischiare. Ormai il danno era stato fatto, il dado tratto. Non le restava altro se non proseguire la lettura. Doveva assolutamente finire quel libro entro la mattina successiva. 
Se Malfoy avesse scoperto qualcosa, non avrebbe potuto finire, e ormai era troppo incuriosita per poter smettere…

 
<<11 Ottobre

 Questa notte ho fatto un sogno. Non saprei dire con precisione cosa, ma mi ha lasciato uno sgradevole retrogusto… il classico amaro in bocca. Era da tanto che non sognavo, da questa estate, credo. Non che mi mancassero, i miei cari incubi, ovviamente…
Comunque, credo sia stato il fatto che ieri sono andato a dormire quando non ero stanco, al contrario di come sto facendo dall’inizio della scuola. Mi addormento solo quando sono sicuro che non c’è alternativa, perché tanto gli occhi mi si chiudono da soli…
Ma ieri, cosa ci potevo fare? Ero arrabbiato, e annoiato, e non volevo gente che mi ronzasse attorno.
Sono stufo di Hogwarts. Dovrei andarmene, ma non saprei dove. Almeno per ora, con la scusa che devo ancora finire gli studi, mia madre mi ha evitato il Marchio. Se fuggissi, non potrei più scamparla. E dove andare allora?
Forse, nel mondo babbano c’è anche posto per uno come me, ma non credo che sarei molto più al sicuro… per quanto poi possa essere affascinante, cosa di cui ancora dubito, non credo che sarebbe il mio ambiente!
No, nemmeno fosse l’ultima possibilità sceglierei di rinunciare alla magia. Nonostante tutto, è ancora la mia vita. Immagino che perfino la Granger non vi rinuncerebbe. Lei, che comunque è nata in quell’altro mondo…>>
 

<<13 Ottobre

Questa notte ho fatto uno strano sogno. Angosciante.
Era una notte buia e tempestosa. E infinita. Infinita… assaporavo quella parola, in un lento movimento delle labbra. Sapeva di buono. Sapeva di fiori, di rose… Alzavo lo sguardo sul soffitto della Sala Grande, che rifletteva le infinite gocce di pioggia che mi picchiettavano in testa. In testa?? mi chiedevo, sconvolto… Eppure, non una di quelle miriadi si lacrime silenziose aveva toccato il suolo. Me ne accorgevo quando tornavo ad abbassare lo sguardo verso la Sala.
Improvvisamente, l’incanto cedeva e il soffitto si squarciava e io, immobile marmo al centro della stanza, fissavo il cielo, in cui l’immagine del Signore Oscuro torreggiava su di me. E in mezzo alla cascata dolce del cielo, dai miei occhi scendeva acqua salata.
È stato il dolore secco, forte all’avambraccio a svegliarmi. Era tutto così dannatamente reale!
Quando ho aperto gli occhi, erano le tre del mattino. Ma quel sogno dal sapore salato non mi ha più permesso di dormire.
Meglio, perché io odio dormire; mi sento inerme, indifeso; quando dormo, spesso torno bambino, e ora che ci ripenso, essere bambini non è poi tutta questa bellezza. Sei manipolato, influenzato e influenzabile, da tutto e da tutti. Io odio l’infanzia.
Così, sono rimasto tutta la notte –o quel che ne restava – a fissare il verde del mio baldacchino, come se solo quello dovesse essere tutto il mio mondo. Io odio il verde. È un colore piatto, il colore della morte. Soprattutto per noi maghi.
Più pensavo al sogno più mi sentivo impazzire: riuscivo persino a vedere i lampi – come luci al neon intermittenti – che riproducevano davanti ai miei occhi il volto del mio odiato futuro. …>>

Note: lo so, non è molto, ma vi prego di commentare ugualmente!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Novembre I ***


CAPITOLO 3 – NOVEMBRE I

Erano bastate poche parole, poche righe per far capire a Hermione che Draco Malfoy non era né avrebbe voluto essere un Mangiamorte.
Era una novità.
Si fermò per riflettere, per rileggere gli appunti del mese di ottobre, solo per capire che, come tutti, aveva in realtà visto il ragazzo solo attraverso lo spiraglio dei pregiudizi. Aveva sempre immaginato Malfoy come il futuro servo di Voldemort che tutto diceva avrebbe dovuto essere.
Ma evidentemente non era così.
In quanti lo sapevano? Si chiese improvvisamente. In quanti sapevano che in realtà Draco Malfoy non era intenzionato a compiere il suo destino? Ma qual era poi, veramente, il suo destino?

Ricominciò a leggere.

<< 2 Novembre

Oggi il cielo è plumbeo, carico di pioggia. Non ho festeggiato, in questi giorni. L’atmosfera di festa che vibrava nell’aria non ha intaccato il mio umore.
Ma, almeno, non sono stato troppo pensieroso. Non ho pensato né a mio padre, né a mia madre, né ai miei “amici”… Sono rimasto solo, seduto sui freddi scalini della torre di Astronomia. Dove siedo anche ora, perso nei miei pensieri, a guardare le nuvole spostarsi, cambiare, senza un fine, senza un perché, dove lascio la mia mente libera a vagare come loro, senza meta, senza ragione…
Il gelo penetra attraverso il mantello, benché io sia un Malfoy, lo sento, sento che sono un essere umano, debole, forse solo fragile.
 Non che non lo sapessi già, da un paio d’anni a questa parte, ma non nego di averci sperato per davvero, in quello che mio padre mi aveva sempre detto… che noi Malfoy siamo superiori, siamo quasi dei. Forse lui ci credeva per davvero, e mi fa ridere che sia finito assieme alla feccia della civiltà della peggior specie, a  marcire in una prigione…
È in questi giorni di santi e di morti che mi ritrovo a pensare al mio futuro. E non vedo altro che nebbia.
La stessa nebbia che solitamente avvolge la Foresta Proibita, questo castello, la prigione dove giace mio padre, il maniero dove mia madre siede, silenziosa… posso quasi vederla, spettro marmoreo fra le pareti di granito… 
A me piace la nebbia. Soprattutto in questo periodo. Forse solo perché nasconde la realtà, lascia spazio alla fantasia.
Posso anche immaginarmi in un mondo diverso, dove non sono la marionetta che mio padre mi ha abituato ad essere, dove non sono destinato a diventare Mangiamorte, dove non  porto il nome Malfoy, dove non sono legato, costretto ad agire dalle aspettative familiari, ma dove sono solo io, semplicemente Draco.
E per questo mi piace pensare al mio futuro. Perché è nebbia, posso immaginare quello che voglio. E magari, ho accanto a me una ragazza intelligente, senza pregiudizi, una donna con la quale passare il resto della mia vita, con la quale invecchiare…
Ma ormai solo una santa potrebbe essere capace di vivere accanto a me.
Arrogante. Viziato. Orgoglioso. Ma in realtà profondamente fragile…
Se ci fosse qualcuno qui, ora, mi crederebbe completamente impazzito. Ma forse basto io a pensarlo. In effetti, stavo ridendo proprio come un idiota! Sono persino riuscito a piangere per l’assurdità dei miei pensieri, e ora la pancia mi fa male. Decisamente, so cosa usare contro il prossimo Molliccio…
Rileggendo le righe precedenti, dove parlo di una ragazza intelligente, bla bla, mi è venuta in mente una persona che, beh, che in effetti ha la maggior parte di quelle caratteristiche. Chi meglio dell’amica di San Potter?
Chi, meglio di Hermione Granger? …>>


Note: ok... e un altro capitolo è andato!! uff... è stata davvero dura, ma spero che stiate apprezzando! 
Spero che questo capitolo abbia accontentato almeno un poco Valemione, che ringrazio per la recensione. Un altro grazie anche a Bychan e SweetChocolate per aver recensito... MI RACCOMANDO, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE ORA!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Novembre II ***


CAPITOLO 4 – NOVEMBRE II


A Hermione mancò il fiato.

Annaspò alla ricerca di una boccata d’aria.
Malfoy aveva pensato a lei come sua compagna di vita.
Questo, era stato decisamente il pensiero più sconvolgente fra tutto quello che aveva letto finora.
Un sorriso sincero s’illuminò sul suo viso. Benché poi avesse riso della faccenda, in primo luogo la mente di Draco, che vagava senza essere controllata, aveva pensato a lei. Solo questo bastava a ripagarla di tutti gli anni d’insulti, e il rossore dovuto alla lusinga le si diffuse sul viso.
Decisamente, doveva ammetterlo, quella era la lettura più interessante che aveva mai affrontato.

 
<< 17 Novembre

Evidentemente, il pensiero della Granger di un paio di settimane fa dev’essersi insinuato dentro di me. Non che la cosa mi dia fastidio… ed è qui lo strano!
L’ho osservata a lungo, l’osservo già da un po’. Lei e i suoi amici: Potter il Salvatore e Weasley la spalla, il braccio destro. E poi lei… la Mente! Sono un bel Trio, formano un bel quadretto… sono amici, e questa è la cosa migliore, in loro. All’inizio, il loro rapporto potrebbe essere scambiato per amore, ma sono sicuro che non è così; cioè, il loro è sì amore, ma non come intendono tutti, è qualcosa di superiore: ognuno darebbe la vita, pur di salvare l'altro. è anche questo, il loro coraggio.
Ciascuno di loro completa gli altri, sono loro la base… Come con i colori; tutti vengono dai tre principali, rosso giallo blu.
È affascinante.

 A volte li invidio. Loro credono che sia difficile, nevvero? Ma non hanno idea del nostro inferno…
Credono che combattere Voldemort (sì, non ho problemi a usare il suo nome!) sia dura, sia doloroso. E invece non sanno nulla… Non sanno quanto difficile sia seguire un sentiero già tracciato sotto i tuoi piedi, ancora prima della tua nascita. Un sentiero che ti porta dritto verso la sofferenza, la sofferenza per mano del tuo stesso capo…
Perché è peggio la distruzione di se stessi provocata dall’interno, che non un qualche nemico da affrontare.
Sono davvero pazzo… sono orgoglioso persino di questo…
Ma loro, quelli che scelgono per davvero le vie oscure, in realtà non sono altro che uomini miserabili, fatti di fango e pieni di vizi, che giocano la loro vita sul filo della menzogna. L’unico aspetto umano di questi uomini è l’agonia in cui si dibattono: per paura di morire, ogni giorno affrontano il dolore. E infine, la morte arriva, finalmente, ultima risorsa… niente più doppio gioco, ma la morte definitiva… 

Ma sai una cosa?? Alla fine, io e Potter siamo più simili di quanto nessuno creda. Ma io non voglio rassegnarmi, come ha fatto lui, a percorrere la strada alla quale sono stato destinato. Non cederò, come ha fatto lui.
In fondo, lui ha comunque scelto la via giusta, quella che porta verso l’alto, verso la luce e l’amore.
Ma io non andrò volontariamente verso le tenebre, anche se è quello che si aspettano.
Il Signore Oscuro, Lucius –mio padre, mia madre, benché lo tema; ma c’è anche qualcun altro, cioè loro, gli impeccabili Grifondoro, perché perfino il magico Trio si aspetta da me questo.
Altrimenti, perché odiarmi? …>>


CONTINUA...


Note: lavorare a questa fic è davvero un parto! Sono però abbastanza soddisfatta, anche se forse potrei ancora aggiungerle qualcosa... VOI COSA NE PENSATE???
Mi dispiace per i lettori, che se la dovranno sorbire fino all'epilogo (non vi preoccupate, è vicino...), perché è il capitolo che mi piace di più!!
Tra l'altro... lo so che è pubblicità gratuita, ma... se vi piace la coppia Draco/Hermione, o comunque questi due personaggi, vi consiglio la lettura delle mie altre fanfic, Occhi Neri e Giratempo... ^___^
E grazie anche a Shun,  Anfimissi e Picci (tra l'altro, in risposta... ho messo solo alcune delle pagine del diario, casualmente sono quelle dove viene citata Hermione..questo perché è lei a leggere, e sono i brani che la colpiscono di più. Draco pensa spesso a lei perché è confuso, sta cercando di capire cosa è bene e cosa non lo è, e ha bisogno di confrontarsi con quelli che ha sempre creduto suoi nemici, o che comunque ha sempre disprezzato! Con questo capitolo spero di aver chiarito un po' di più le idee del povero Draco... fammi sapere!)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Dicembre ***


CAPITOLO 5 – DICEMBRE

Si era fermata. Se avesse continuato, si sarebbe solo fatta male.
Lei, che si era sempre considerata imparziale, improvvisamente, nell’arco di poche ore, stava scoprendo di aver sbagliato. Completamente.
La luce sulla punta della bacchetta si affievolì, dimenticata, mentre la ragazza stringeva gli occhi, maledicendosi per essere stata così cieca. Ma le piccole parole che le uscivano di bocca altro non erano che sospiri, che si confondevano con la pioggia che ancora imperversava invisibile fuori dalla finestra.
La riscosse uno sbadiglio, che aveva finalmente fatto breccia, cogliendo la brunetta di sorpresa.

Non poteva interrompersi.

 
<<24 Dicembre

Il Natale ha un’atmosfera tutta sua. I babbani concentrano in questo giorno tutta la magia che non possono avere, ma per me, non ha molto significato, a parte il fatto che, poiché la McGrannit mi ha messo in punizione, ha dovuto appendere ghirlande in giro anziché copiare qualche pergamena. Il che, da parte sua, è anche più crudele: almeno, per copiare, mi devo concentrare, non ho il tempo materiale per fermarmi a pensare.
Ma a Natale non dovrebbero essere tutti più buoni??
Ok, lo ammetto… il Natale mi rende profondamente infantile. Dev’essere qualcosa in giro nell’aria gelida, che vaga trasportato dai fiocchi di neve. Semplicemente, fa rinascere quel bambino così simile a Lucius. Quello antipatico, arrogante e pieno di sé. Quello che urla, scalcia e vorrebbe incutere il timore reverenziale che accompagna il suo nome. Insomma, risveglia me stesso!
Ovviamente, quest’anno il Natale lo passerò qui, a scuola. Già mi vedo, ghiacciolino sulla scala per la Torre di Astronomia, L’unico posto oltre al bagno del secondo piano – per intenderci, quello con il fantasma della ragazza, Mirtilla – dove posso stare in pace, senza sentirmi addosso gli occhi indagatori di tutta la scuola. È come se fosse una sorta di mondo alternativo. Mi isolo dalla realtà oggettiva per entrare in quella soggettiva, per trovare un po’ di serenità.
Inutile dirlo, la mia ricerca è vana.
Avevo pensato di andare a parlare con qualche insegnante, ma chi di loro non è accecato da pregiudizi nei miei confronti? Nessuno, questa è la risposta. E allora resterà tutto così com’è già. Pazienza, ci ho convissuto per così tanti anni che a volte mi chiedo perché ora fa male, perché il mio mantello d’indifferenza non funziona più… Ma forse, la risposta è tutta nel fatto che sono cambiato, perché ora non ho più chi mi copre le spalle: mio padre, Lucius Malfoy, è stato arrestato.
Forse…

Forse vorrei andare a trovare mio padre, nella sua cella di Azkaban.
In fondo, è a Lucius che devo tutto quello che ho, nel bene e nel male. Ora che è in prigione, sono come orfano del mio passato, e il mio futuro non mi dà alcuna certezza. Mi sento abbandonato e libero allo stesso tempo, triste e felice assieme. Sì, sono triste. O meglio, sono completamente sconvolto. Non ho più a chi appoggiarmi, su chi basarmi. È forse per questo che le mie barriere sono cadute? I miei mantelli di indifferenza repulsione odio, in cui mi hanno avvolto sin dalla nascita, se non prima... È per questo che sono rimasto vuoto, senza più certezze né ideali? Vuoto e vulnerabile… 
Perché alla fine forse Lucius è stato comunque un padre, per me. Quanto buono, sono gli altri a doverlo dire.
Ma io il mio punto di riferimento l’avevo. Probabilmente non mi ha mai veramente amato come se fossi suo figlio ( non a caso mi costringeva a chiamarlo per nome, in sua presenza ), però mi ha dato una certa educazione, mi ha dato una linea di pensiero.
Oltre ai Cruciatus. Ovviamente.
Sì. Vorrei andare a trovare mio padre Lucius Malfoy nella sua fetida cella di Azkaban.
Forse solo per vedere quanto è ridotto male, quanto quel marchio gli bruci, per vedere se è felice di quel destino che si è scelto…
O forse, semplicemente perché, in fondo, non si abbandona la famiglia.
È questo il suo insegnamento. È così che sono stato cresciuto dal mio amato paparino… Ero il suo giocattolo, la sua bella marionetta decorata con le sete più raffinate, soddisfatta in ogni suo più insignificante desiderio… se faceva la mossa giusta. Solo allora, però.
Ma ora mi sento rinato, ho un nuovo modo di vedere le cose, e, con tutta l’onestà possibile, posso davvero dirti buon Natale, padre. …>>

CONTINUA...

Note (ormai un classico ): allora, questo capitolo l'ho scritto veramente a Natale, anche se forse ero in uno stato d'animo un po' diverso da quello di Draco...ma non poi così tanto! Ed ecco svelati due "misteri" contemporaneamente: in risposta ad herm85, dico solo che ho solo espresso il mio parere, non quello di Draco... forse per questo mi è stato più semplice... in risposta ad Anfimissi, invece, dico solo che anche questo capitolo - così come i precedenti - era già stato scritto, dovevo solo trasformarlo in formato html (cosa di cui non sono proprio del tutto pratica... '^^)! 
Ma già per il prossimo dovrete aspettare un po' di più! E mi dispiace confessare che non so bene ancora quanto... '^_^ è la mia prima esperienza con una fic a capitoli... 
Ringrazio comunque tantissimo chi ha recensito, perchè mi fa piacere e mi stimola a continuare!! Grazie di cuore!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Gennaio ***


CAPITOLO 6 – GENNAIO

 
Improvvisamente qualcosa entrò nella stanza, filtrando forse da sotto la porta.
Non era nulla di pericoloso, no. Era semplicemente freddo.
Immenso gelo attratto da una piccola luce.
Immenso gelo che accarezzò la ragazza dagli occhi color nocciola, avvolgendola in un mantello invisibile.
Lei rabbrividì impercettibilmente.
Sentiva la sua pelle rizzarsi, tormentata dall’aria pungente. Ma non solo.
Le parole con cui lui aveva descritto il Natale, che per lei era sempre stato particolarmente speciale, e quelle con cui parlava di suo padre...
C’era qualcosa di profondamente Malfoy, in quelle frasi.
Si mosse, alla ricerca di un nuovo calore, e riprese pensierosa la lettura.

 

<<2 gennaio

Anno nuovo, vita nuova! Devo ammetterlo, mai Capodanno è giunto più propizio: forse comincerò a seguire di più i consigli di questi sciocchi proverbi babbani…
Non che io creda particolarmente ai sogni, però anche questa notte ne ho avuto uno un po’ … particolare; da un certo punto di vista era anche divertente, ma dall’altro… non saprei dire; che le lezioni di Moscone -Cooman abbiano finalmente aperto il mio Occhio interiore??

In ogni caso, eccolo qua: mi trovavo all’interno dell’ufficio di Silente, i ritratti alle pareti mi guardavano straniti, e non pochi oggetti luccicanti vagavano per la stanza. Non posso dire con certezza se fosse notte o giorno, perché non brillava né il sole, né la luna, ma una strana luce argentea stazionava nell’ambiente, come una lieve foschia. Dietro all’imponente scrivania del Preside, in cima ad un armadio, si trovava il Cappello Parlante; in quel momento, però, non accortosi della mia presenza, era tutto preso da quello che sembrava un ballo di una qualche strana musichetta che gli ronzava in testa, forse solo la prossima canzone per quelli del primo anno… sinceramente, ripensandoci, mi chiedo quale sia effettivamente la sua occupazione per tutto l'anno, se si eccettua la sera del primo giorno. e credo anche che il prossimo anno potrebbe essere uno spasso se improvviserà un balletto, oltre che recitare gli elogi delle Case! Tornando al sogno…più in basso rispetto al C.D. (Cappello Danzante) ma relativamente vicino, vi era un trespolo, sul quale era appollaiata una brutta copia di un pappagallo particolarmente esotico, ovvero una fenice nei giorni prima del Falò. Era davvero brutta, raggrinzita e scolorita, come un vecchio straccetto usato. fortunatamente, questa visione è durata poco, giacché l'uccello ha avuto la fantastica idea di prendere fuoco, trasformandosi in un rapido, estremamente affascinante ed estremamente pericoloso vortice di fiamme rosse, ardenti, all’apparenza decisamente reali. Si sono però presto esaurite, lasciando il posto ad un mucchietto di ceneri ancora fumante. A questo punto, il C.D. smetteva di danzare, accorgendosi di me, e tornava a impersonare il ruolo di saggio consigliere, ma riuscivo ad avvertire il suo sguardo puntato su di me, in cagnesco. Mi avvicinavo alla fenice, che intanto stava nascendo dalle sue ceneri, fragile ed indifesa creatura, al tempo stesso così nobile magnifica e fiera.

Quando poi mi sono svegliato, la mente ancora annebbiata, mi sono chiesto se questo sogno potesse essere frutto di un cambiamento nella mia mente, ma la domanda più sconcertante che mi sono posto è stata : con che occhi il Cappello Parlante mi guardava male? Inutile dirlo, anche se il sogno era una mia creazione, non ho trovato risposta…

Ora sto scrivendo dall’Infermeria: ci sono finito dopo la bevuta pazzesca dell’altra sera (Capodanno), perché quando mi sono svegliato avevo un mal di testa tale che mi scoppiava la testa, senza contare la Sambuca (un qualche alcolico babbano), che mi era decisamente rimasta sullo stomaco, dopo averla bevuta verso le quattro del mattino, poco prima di andare a dormire. Il fatto è che, non so neanche io bene come, mi sono trovato in mezzo ad una festa per inaugurare il nuovo anno, organizzata grazie alla collaborazione fra Case proprio nei sotterranei, perché sono i corridoi dove né Gazza né qualche professore oserebbero avventurarsi per pattugliare… quindi, già che mi trovavo in zona, mi sono unito ai festeggiamenti, e devo ammettere che mi sono divertito tantissimo! e ho baciato una ragazza. Stavo anche per fare altro, a dire il vero, ma lei non era tanto ubriaca quanto me! Peccato, è un bocconcino niente male, nonostante sia di Tassorosso; mi ha dimostrato che quella Casa non è poi così inutile… ma evitando di divagare troppo, devo dire che mi ha fatto veramente piacere tornare per un po’ ad una vita normale, quando per mesi sono stato considerato peggio di un appestato, neanche andassi in giro a braccetto con la Morte! Ho preso un’ottima boccata d’aria fresca, a quella festa. Il problema è che per farlo, ho avuto anche bisogno di ingerire un po’ troppe sostanza non meglio identificate, ed ora mi ritrovo qui, a pensare a cosa dovrei fare perché la festa continui, per non essere ancora escluso, e sono giunto alla conclusione che è arrivato il momento di cambiare. Radicalmente. Ora c’è bisogno di svago, divertimento, emozioni intense … tutto quello che ho avuto, certo, ma in maniera molto misurata, filtrato dallo sguardo della famiglia.

Ecco qui i buoni propositi per l’anno nuovo:

  1. piangermi meno addosso
  2. cercare di far capire agli altri il mio cambiamento
  3. magari, a questo punto, potrei anche impegnarmi un po’ di più nello studio…

Mi sono reso conto che passare tutto il prezioso tempo dell’adolescenza (o post-adolescenza…) a compiangersi addosso non è proprio la cosa più fruttuosa… Insomma! Con il nuovo anno, avrò di meglio da fare!

Già, perché ora mi sento come un reperto archeologico, sepolto sotto metri di odio e risentimento e apatia, ma non è quello che sono veramente, è solo quella maschera argentata che tutti vedrebbero bene sul mio viso, alla quale i miei occhi s’intonerebbero alla perfezione, proprio quella maschera che tante volte avrei voluto strappare dal volto di mio padre, per scoprire cosa ci fosse veramente, nascosto dietro; se il volto di quell’uomo era veramente così simile al mio, perché noi siamo uguali, me lo dicono tutti… Ma a volte mi chiedo se è la gente che è così cieca da non vedere, da non cogliere… oppure fanno finta, vedono solo ciò che vogliono vedere?
Qualunque sia la risposta, ora non m’interessa: sarò io stesso a scavare verso l’alto, verso la luce che solo ora sono riuscito a scorgere. Tocca a me strappare via un costume che non è mio; sarò io stesso a togliermi la maschera di mio padre. …>>



Note dell'Autrice: Finalmente, dopo un sacco di tempo, sono riuscita ad aggiornare!! ^_^ evvai!!! mi dispiace se questo capitolo è un po' diverso dagli altri (e secondo me meno bello), ma vi giuro che ci ho provato e riprovato, ma non mi è venuto nulla di meglio! sorry... 
per il prossimo, dovrete aspettare un po' meno (credo e spero), per cui... a presto!

Un GRAZIE  a tutti coloro che hanno recensito, ma anche a chi legge solo!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Febbraio ***


CAPITOLO 7 – FEBBRAIO

 
Una risata genuina, a stento trattenuta, scuoteva le spalle della giovane strega. I riccioli ribelli si agitavano allegri, mentre gli occhi le risplendevano gai al pensiero del “Cappello Danzante”.
Non credeva che il biondino potesse avere tanta fantasia…

Ma quando riuscì a frenare la sua ilarità, sul suo viso di porcellana si dipinse una piccola ruga sottile, un nuovo sentimento che aveva cominciato a prendere forma nella sua testa, nel suo cuore.
Compassione?
Forse pietà?
O forse solo…

Un po’ di comprensione.

 
 
<<12 Febbraio

Da un po’ ho deciso di abbandonare l’ormai troppo familiare Torre di Astronomia, per preferirle il parco, dove se mi stendo un attimo trovo un po’ di morbido sollievo nell’erba e dove posso avvertire odori, profumi, che mi fanno sentire meno isolato. In particolare, mi piace molto sedermi nei pressi del lago, sotto il grande faggio. È rilassante soprattutto in quelle rare giornate di sole, dove tutto prende una nuova luce, una nuova atmosfera. E oggi ero lì, ad osservare i riflessi della luce sulla superficie, con cui il vento giocava. Mi sono sdraiato sul terreno gelato e sono rimasto in contemplazione del cielo invernale.
L’avevo sempre creduto uniformemente grigio, senza sfumature…niente di più sbagliato!
In molti considerano l’inverno triste, ma dopo oggi so che può essere al massimo malinconico, mai triste… Come potrebbe esserlo? I suoi colori grigi che risplendono, che si accendono quando da dietro le nubi filtrano i raggi del sole. E la calma. Quella calma che ti sembra morte. Quella calma che ti spaventa, perché non è possibile che tutto sia così tranquillo.
Poi piano piano… la tempesta si annuncia, il vento soffia, avanza. È il cielo che sospira, per le pene di noi poveri mortali che come formiche ci agitiamo nei granelli del tempo.
Quindi arriva, tormentato, agita gli spiriti silenti, borbottando foglie secche. Ti strattona, bambino impaziente, la certezza di non farti male. Il vento è bambino; incosciente e viziato, guai farlo arrabbiare! Volubile, ecco che cambia di nuovo il suo umore… e torna il sereno, il barlume di un sorriso nei suoi occhi (o nei miei?), ora limpidi, ora azzurri.
Avevo pensieri simili in mente, e mentre stavo lì disteso, ho sentito uno strano profumo, un profumo che non si addice alla stagione fredda, invernale. Era dolce, malinconico, pungente ed incredibilmente chiaro, nitido nell’aria frizzantina. Un profumo che per un attimo mi ha riportato alla mente la mia casa, il maniero di mio padre, e le dolci carezze di mia madre.
Profumo di rose.
Immaginavo che una ragazza se lo fosse spruzzato addosso, per cui mi tirai su di scatto, setacciando l’area attorno a me, aspettandomi di incrociare lo sguardo di qualcuno, unica spiegazione razionale.
Com’è possibile, altrimenti, avvertire profumo di rose in inverno?
E invece no… nessuno in vista, neanche un’ombra dal castello. È stato allora, dopo anni che ormai mi trovo qui, che ho notato il roseto presso le mura. E in quel roseto, una piccola macchia chiara. Una rosa.
Delicata, è sbocciata e fiorita proprio in questo periodo, come un fiore innevato era bianca, immacolata, come quelle che mia madre cresce tanto amorevolmente.
Le mie preferite. Le rose, le regine in bellezza fra tutti gli altri fiori, in quella tonalità che gli dona di più: rose bianche, cristalline, indice attraverso il manto candido di una purezza sovrumana. Sono dotati di spine, questi incantevoli fiori, una misera protezione per la loro algida bellezza.
Ma mentre dispensavo amorevoli carezze a quei petali puri, come molte volte avevo visto fare a mia madre, mi sono perso nei miei pensieri, e ho raccolto quella rosa, l’ho presa da parte: fra pochi giorni sarà  San Valentino, una festa tanto amata dalle ragazze, e ho deciso che donerò questa rosa come omaggio, come regalo a colei che sto cercando di capire… a colei che ha sempre la risposta pronta, ma non perché voglia mostrarsi superiore agli altri, anzi: questa rosa è per quella ragazza che cerca ogni giorno di vivere al massimo, di comprendere a fondo quell´esperienza per lei straordinaria che è la magia…>>

 

Hermione trattenne il fiato. Ora aveva capito ciò che per giorni era rimasto il piú grande mistero. Inutile proseguire la lettura, poiché il diario terminava con quelle parole, per cui volse lo sguardo vero il suo comodino, il legno scuro che contrastava con il chiarore emanato da una rosa. Bianca.
E il bigliettino che era rimasto vicino, la grafia minuta e perfetta, senza sbavature, quella stessa grafia che aveva avuto sotto gli occhi per l´intera notte.
 

Per Hermione Granger,
ammirabile strega





Nota: ehm.. non sono affatto soddisfatta di questo capitolo, perchè mi sembra molto, troppo forzato, soprattutto alla fine... ma  ho bisogno di concludere al più presto e questo mi  sembra il modo migliore: un avvicinamento fra Draco e la nostra So-Tutto-Io. Fatemi sapere che ve ne pare! Grazie a  Eirinya e white_tifa, che hanno recensito il chap precedente!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Epilogo ***


EPILOGO

 

Quando Draco Malfoy arrivò a colazione, la mattina del giorno dopo, era agitato. Anche quella notte, dopo tanto tempo, aveva dormito male, e ora non riusciva più a trovare il suo diario, cosa decisamente più grave, sapendo cosa vi era contenuto. Perlustrò la Sala Grande con il suo sguardo freddo, distante; c’era ancora poca gente. Prese posto alla tavola dei Serpeverde, ancora vuota.
Sgranò gli occhi, per socchiuderli immediatamente, fissando con astio il libricino. Qualcosa non quadrava. Non quadrava proprio.
Prese il suo diario da dove era stato lasciato la mattina precedente, e lo sfogliò con impazienza.
Allora la vide. Una grafia diversa dalla sua, eppure così elegante, precisa, tipicamente femminile. L’inchiostro viola, profondo, sicuro.

E notò anche la minuscola macchia di umido alla fine della scritta.
 

“Draco,

Ha uno strano suono il tuo nome. No, non strano, particolare. A volte, mi piacerebbe sentirti ridere, sinceramente, apertamente, come so che non farai mai. Immagino che la tua risata abbia lo stesso timbro del tuo nome. All’apparenza dura, altera. Invece, sotto, sarebbe cristallina, scintillante.
Mi permetto di chiamarti per nome, per non usare uno di quegli appellativi che tanto odi, non meno del tuo cognome. Ma non ti offro la mia compassione. Sarebbe uno sforzo decisamente inutile, me la ributteresti in faccia con violenza, come una pietanza sgradita.
Ti chiedo invece perdono per il mio gesto. Lo ammetto, ho cercato in queste pagine qualcosa da poter usare per ferirti, così come tu hai sondato le nostre anime in tutti questi anni, con i tuoi occhi color del cielo, alla ricerca disperata del nostro punto debole, o forse solo della nostra verità, della facciata che di certo non avremmo mostrato ad una Serpe… Ma questo qualcosa non l’ho trovato. O forse, semplicemente non l’ho più voluto cercare…
Ti prego di non sentirti insultato: non farò parola a nessuno – mai – di quanto è racchiuso in queste pagine un po’ ingiallite, la mia è una promessa.

Ma sappi che, se lo vorrai, non sarai solo.

Hermione J. Granger”

 

Una lacrima solcò lentamente il viso di Hermione, soffermandosi un poco nei pressi delle sue labbra, catturò quel primo e unico raggio si sole che era sbucato per poco dalle nuvole grigie e, calcolando i tempi – facendo in modo di essere il più lenta possibile – dolcemente, scintillando di mille riflessi, si staccò, unica dopo le infinite gocce di pioggia, e sempre con calma misurata si andò a posare delicatamente poco al di sotto dell’ultima riga, sotto quella grafia minuta e timida, così umile come non le era mai parsa prima.

E rimase così.

Sola.

Immobile.

All’infinito.

 

The End




Nota: eccomi... finalmente ho concluso la mia frima long-fiction! mi sento profondamente soddisfatta!!
beh, concluso direi che è una parola grossa, perché il finale è un po' aperto, ma la preferisco così, lasciarla come in sospeso, anche se so che non ne scriverò un seguito.. ^_^

che dire ancora, se non GRAZIE  a tutti coloro che hanno letto, che hanno recensito, che leggeranno, che recensiranno? nulla... non c'è altro da aggiungere....

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=112393