Through the darkest of your days

di ary_gg
(/viewuser.php?uid=81826)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo 12: *** Capiolo dodicesimo ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordicesimo ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindicesimo ***
Capitolo 16: *** Capitolo sedicesimo ***
Capitolo 17: *** Capitolo diciassettesimo ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciottesimo ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciannovesimo ***
Capitolo 20: *** Capitolo ventesimo ***
Capitolo 21: *** Capitolo ventunesimo ***
Capitolo 22: *** Capitolo ventiduesimo ***
Capitolo 23: *** Capitolo ventitreesimo ***
Capitolo 24: *** Capitolo veniquattresimo ***
Capitolo 25: *** Capitolo venticinquesimo ***
Capitolo 26: *** Capitolo ventiseiesimo ***
Capitolo 27: *** Capitolo ventisettesimo ***
Capitolo 28: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


                          

 

 



CAPITOLO PRIMO

 

Sentii dei rumori dall'altra parte della porta e mi rigirai nel letto, sicuramente era mia madre che si preparava per andare a lavorare. Sospirai mettendomi supina sul letto e incrociai le mani sull'addome.
Era già metà Agosto e l'estate stava scivolando via velocemente e presto avrei iniziato il college, da un lato ero entusiasta, dall'altro spaventata. La verità era che non sapevo come sentirmi. C'erano così tante cose da capire, tante cose da cambiare...e allo stesso tempo era tutto così dannatamente monotono.
Sbuffai mettendomi seduta sul letto e mi slegai i lunghi capelli castani ormai disordinati. Andai davanti allo specchio della mia camera e presi la spazzola per pettinarli e legarli nuovamente. Una volta finito uscii dalla mia camera andando in cucina.
"Buongiorno"
Dissi a mia madre che finiva il suo caffè mentre io mi avvicinavo per prendere la mia tazza e riempirla abbondantemente.
"Tesoro che fai già sveglia sono le sei e mezza, sei in vacanza"
Sbuffai
"Fa troppo caldo per dormire."
Presi la tazza portandola alle labbra
"Se bevessi meno caffè dormiresti di più, altro che caldo"
Mi rimbeccò lei. Alzai gli occhi al cielo e continuai a bere.
"Fa caldo non è mica il caffè"
La vidi ridere e scuotere la testa
"Io torno stasera, fa mangiare Dave ok?"
Annuii
"Non preoccuparti"
"Mi dispiace doverti lasciare sempre in carico di badare a tuo fratello"
Scossi la testa
"Mamma ha cinque anni quanto fastidio pensi possa darmi?"
Dissi prendendomi in giro da sola.
"Però magari volevi uscire con qualche amica, amico, chiunque e io ti incastro sempre qui..."
Si bloccò a causa del mio sguardo scettico
"Mamma da quando in qua io vado in giro con amiche e amici che non ho? Eddai al massimo viene Denise qui non devi preoccuparti sul serio"
"Ok, vado allora"
"E' tutto sotto controllo"
Dissi con convinzione
"Buona giornata"
Le sorrisi e la vidi uscire poi sospirai e presi il cellulare e feci partire la chiamata. Dopo un bel pò di squilli rispose.
"Pronto!!"
Sentii la voce infastidita dall'altro capo del telefono.
"Da uno a mille quanto è monotona e noiosa la mia vita...io quanto sono monotona e noiosa?"
Sentii sbuffare
"Santo cielo Sere sono le sette del mattino perchè diamine mi chiami a quest'ora!"
Alzai gli occhi al cielo
"Senti sei o no la mia migliore amica? Devi sentire le mie paranoie a qualsiasi ora del giorno e della notte"
"Si certo, se però ti facevi venire le paranoie fra un'ora o anche due ero più contenta."
Mi disse lei ancora assonnata
"Scusa se vuoi riaggancio e ti richiamo fra un'ora"
"Tu sei pazza, ormai sono sveglia se mi lasci riaddormentare spegno il telefono!"
"No!"
Dissi velocemente
"Allora non chiudo...devi andare al set oggi?"
"No...ma...volevo vedere Jason"
Alzai gli occhi al cielo
"Non vi basta vedervi tutti i giorni a lavoro?"
"Dai Sere..."
"No va bene dai, non importa"
"Vengo a pranzo promesso"
"Denise va bene non preoccuparti...non dovevi pranzare con tuo fratello?"
"No, disdico lo vedrò a cena a casa, vengo da te"
Sospirai
"Sicura?"
"Sere si, ci vediamo per l'una, ora vado mi faccio una doccia, ti voglio bene"
"Anche io...a dopo"
Tornai in camera dove sistemai il letto ordinai un pò, poi mi misi sotto la doccia e dopo aver messo un paio di pantaloncini e una canotta uscii dal bagno e dato che erano le nove decisi di svegliare la piccola peste.
"Dave"
Dissi sedendomi sul suo letto
"Dai piccolo è ora di alzarsi"
Lo sentii lamentarsi un pò
"Indovina chi viene a pranzo?"
Dissi sorridendo
"Denise"
Lo vidi improvvisamente mettersi seduto sul letto
"Forte!"
Risi alla sua reazione
"Dai su giù dal letto il latte è già nella tazza sul tavolo in cucina e ci sono due biscotti, io intanto sistemo il letto...ehi ehi dove pensi di scappare?"
Dissi guardandolo male
"Non hai dimenticato qualcosa?"
Tornò indietro e io mi chinai per farmi dare un bacio
"Buongiorno"
"Buongiorno piccolo...va a fare colazione su"
Lo vidi allontanarsi e sistemai anche la sua camera, poi tornai in cucina dove lui guardava i cartoni alla tv. Tolsi la sua tazza dal tavolo e sciacquai le tazze che erano nel lavello.
"Piccolo va a cambiarti su"
Dissi mentre sistemavo e iniziai a tagliuzzare delle carote.
"Ok"
Iniziai a preparare il pranzo mentre intanto si fece ora e sentii la porta era sicuramente Denise. Mi allontanai dalla cucina ed andai ad aprire.
"Buongiorno raggio di sole"
Storsi il naso vedendo Denise sorridermi quasi ad accecarmi come se la vita fosse così armoniosamente perfetta.
"Non sono io il raggio di sole"
Dissi spostandomi dalla porta e facendola entrare. Denise era la mia migliore amica da...sempre. Bionda, occhi azzurri, bellissima, dolce, solare, era la mia luce...e stava diventando anche la luce degli occhi di milioni di persone e di decine di stilisti che la volevano per indossare i loro capi nelle riviste più famose. Denise non aveva avuto una vita molto semplice, a nemmeno 14 anni era stata portata via dalla sua famiglia e affidata ad un'altra che non la trattava molto bene, finchè poi si ritrovò a fare un provino e rincontrò suo fratello che faceva l'agente, con il quale non aveva più contatti a causa della sua famiglia affidataria che gli impediva di mettersi in contatto con lei. Ora fortunatamente viveva con lui e continuava a fare quel lavoro che era iniziato per gioco, ma che in fondo vedevo che le piaceva. Oh bè poi c'era Jason...ma non un Jason qualunque e no, Jason Ross, attore, modello, sexy da morire, dolce, altruista, sempre pronto ad aiutare il prossimo, o almeno così si diceva...bè a detta di Denise era davvero così, ci lavorava da quindici giorni e non faceva altro che parlare di lui, ma non di certo perchè fino a qualche mese fa sbavavamo davanti alla tv ogni volta che lo vedevamo! No per carità.
E io? Serena James pronta ad iniziare il college, con tante cose che avrei voluto fare, ma nessuna che mi facesse decidere per una vera strada da seguire, normalmente castana, normalmente occhi grandi e scuri, normalmente...carina? Forse, la verità era che non mi piacevo e stavo sempre a criticarmi in tutto ciò che mi riguardava, cercavo sempre di dare il massimo, e mi sembrava di dare sempre il minimo, così finivo stressata e distrutta in poco tempo.
"Se va bè fammi entrare va, Dave ciao tesoro!"
Chiusi la porta mentre mio fratello correva incontro a Denise, era pazzamente innamorato di lei, per quanto si possa essere innamorati a cinque anni!
Intanto io tornai in cucina e ripresi a cucinare alzando la voce alle tv, c'era Jason.
"Si sta benissimo qui a NY"
Lo sentii dire dalla tv, alzai un sopracciglio...chissà come mai! La tv proseguii finchè non sentii parlare qualcun'altro. Alzai di nuovo gli occhi alla tv. Jake Thomas feci una smorfia e mi misi ad apparecchiare.
"Sexy"
Alzai un sopracciglio vedendo Denise che guardava la tv
"E' un idiota"
"E' affascinante ed è molto bravo nel suo lavoro, hai tutti i suoi film in dvd"
Mi rimbeccò
"Infatti lo apprezzo tantissimo come attore, ma non come persona, non da quello che fa vedere"
Dissi finendo di sistemare.
"Bè di certo tu lo vedrai dal vivo molto presto...non deve venire a trovare il suo migliore amico?"
Dissi allusiva
"Si Jason ha detto che arriva qui domani"
"Fantastico, un cascamorto in più a NY"
Misi la pasta nei piatti e chiamai Dave, una volta a tavola iniziammo a mangiare.
"Denise...che c'è fra te e Jason?"
Dissi poi mangiando un boccone e guardandola, lei ingoiò il boccone e poi mi guardò.
"Ci siamo baciati"
Sgranai gli occhi e ringraziai di aver già mandato giù il boccone
"Cosa? Quando?!"
"Calmati...stamattina"
"Oh bè ecco perchè eri così felice e solare da illuminare il posto più buio del pianeta."
Sospirò e lasciò la forchetta
"Mi piace...e io piaccio anche a lui...io credo che potrebbe funzionare davvero"
Sospirai
"Dani..."
"Lo so!"
Mi interruppe
"Lo so, fino ad un mese fa ero una ragazza qualunque che si era iscritta al college di nascosto, visto che i miei adorati non genitori non mi ci volevano mandare, e ho iniziato questo lavoro per potermelo pagare, ma ora ho trovato Alex, sto con lui, è mio fratello, e sono felice, e mi piace quello che sto facendo, non credo che andrò al college..."
"Denise!"
Sgranai gli occhi
"Non puoi dire sul serio!"
"Sere..."
"Stai lasciando tutto per lui"
"Jason non c'entra"
"No? Denise lo conosci da quindici giorni, il seguirlo alla tv non significa conoscere una persona!"
"Oh però mi sembra che tu due secondi fa abbia giudicato un'altra persona o sbaglio?"
"Cielo che c'entra quel tipo ora, io parlo di te...Denise...tre mesi fa eravamo chiuse nelle aule di un liceo, ci vedevamo il venerdì sera per vedere i loro film, che succede?"
"Succede che mi va di fare la modella, che non mi va di studiare e di chiudermi in un college ok? Non ho l'aspirazione a diventare una grande scrittrice come te, non ho la passione per la musica come te, non sono brava come te a fare miliardi di cose e non sceglierne nemmeno una per la paura di fallire!"
La guardai male sapeva quanto mi ferisse quando mi parlava così, ma lo faceva comunque. Guardai Dave che ci guardava. Mi alzai prendendo i due piatti.
"Credo tu abbia finito...ci vediamo"
"Sere...mi dispiace io..."
"Dave finisci di mangiare."
Non gli risposi e gettai il contenuto dei piatti nella spazzatura e poi li misi nel lavello.
"Ciao piccolo"
Denise salutò Dave e poi uscì di casa. Feci mangiare mio fratello e poi ripulii la cucina continuando a pensare alle parole di Denise. Una volta finito andai in camera mia e mi sedetti sul letto prendendo in mano il mio diario senza però riuscire a scrivere nulla...non era un diario qualunque...non lo usavo per scrivere i miei "segreti" lo usavo per scrivere storie, pensieri, racconti, ma era da un pò che ero bloccata, non riuscivo a fare più nulla. Guardai triste il piano dismesso in salotto. Mi avevano procurato un colloquio alla Julliard, ma avevo rifiutato...non volevo nemmeno provarci. Mi ero iscritta a lettere, ma non avevo scelto nessun corso di scrittura, dicevo sempre che avrei insegnato letteratura al liceo. Denise aveva ragione infondo non ci provavo nemmeno, ero sempre chiusa in me stessa e troppo spaventata per fare qualcosa che potesse essere un azzardo. Preferivo essere la solita razionale, riflessiva, disillusa e piantata con i piedi per terra. Mi spaventava qualsiasi cosa potesse ferirmi, mi spaventava mettermi in gioco...non volevo più soffrire, non volevo più provare quel senso di vuoto, non volevo più sentirmi bruciare dentro per una delusione, non volevo essere più ferita, lo avevo giurato a me stessa e lo avrei fatto, a qualunque costo...ma anche a quello di perdere tutto? Di non avere mai nulla indietro? Non sapevo fino a che punto ero disposta a spingermi in quel senso, ma sapevo che questo mi avrebbe allontanato dalle persone e non mi avrebbe permesso più di scrivere qualcosa che emozionasse, di suonare qualcosa che potesse commuovere, di provare emozioni per me stessa. Ma non ero pronta, non più, non volevo farlo, ero decisa, ma si sa che quando imbocchi una strada devi stare attenta a non inciampare durante il percorso, le strade più sicure sono sempre le più difficili da percorrere, è sempre lì che trovi i grandi intoppi, e io stavo per incontrare il mio.
 
L'ANGOLO DI ARI

 
Salve a tutti...ringrazio chiunque sia arrivato fino qui a leggere. Da dove iniziare? Bè l'inizio è sempre la parte più difficile da scrivere, come l'inizio di questa storia. Non starò a tediarvi da dove sia nata questa cosa, ma questa storia era già iniziata da un'altra parte, e io stavo raccontandomi attraverso Serena. Ovviamente non negli avvenimenti, ma nei sentimenti e nelle paure. Purtroppo sono stata bloccata lì dove stavo proseguendo con questa cosa, e siccome è da un pò che mi manca, ho deciso di mettere nero su bianco questa cosa. Lo so è assurda, probabilmente poco credibile, ma sognare fa bene credo, e...non lo so, delle volte credo che bisogna farlo e lasciarsi andare, smettere di pensare convenzionalmente almeno per cinque minuti. Non ho mai scritto in questo ramo di efp, ho scritto in altri...le cose sono andate abbastanza bene anche se ho smesso di scrivere una storia e mi dispiace tantissimo, ma bè Serena è il motivo per cui ho smesso di scrivere lì, mi ero buttata a capofitto dentro di lei e mi sono allontanata dal resto e mi dispiace. Comunque...di solito si usa mettere foto descrittive per i personaggi della storia...a me piacerebbe che ognuno di voi, se mai continuerete a leggere questa storia s'intende, possiate identificare nei personaggi il viso che volete, ve l'ho detto, è un pò una storia/sogno che tutti vorremmo vivere, o almeno una volta per mezzo secondo ci abbiamo pensato suvvia diciamoci la verità. Sappiate che nella mia testa i personaggi hanno un volto, magari prima o poi lo condividerò con voi, ma più in là mi piacerebbe sapere come ve li immaginate voi, ripeto se vi andrà di leggere e commentare...spero di riuscire ad andare avanti...credo che comunque lo farò anche se solo per me stessa...bene direi che basta, non sono poi così logorroica giuro...buon sabato a tutti Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


                          

 

 


CAPITOLO SECONDO


Dopo essermi preparata una tazza di caffè andai in camera mia e mi sedetti sulla panca sotto la finestra e guardai fuori con la tazza fra le mani. Io e Denise non ci sentivamo da due giorni e stavo impazzendo quasi, ma odiavo doverla richiamare, non avevo detto niente di male, io lo facevo per lei, non era giusto che nemmeno pensasse al college solo per seguire la vita del suo "interesse amoroso" nuovo di zecca. Come diavolo ci era finita lì in mezzo? Oh si glielo avevo proposto io di fare un provino per modelle. Lasciai la tazza in cucina decidendo di uscire e fare un giro in centro anche se distava un pò da casa mia dato che vivevo in periferia, ma avevo voglia di camminare e stare un pò all'aria aperta. Camminai guardando distrattamente le vetrine dei negozi quando sentii la mia spalla urtare a quella di qualcun'altro e mi voltai verso la ragazza.
"Ehi!"
"Scusami io...Sere"
Riconobbi Denise e mi sistemai la borsa al braccio
"Ciao"
Lanciai un'occhiata al ragazzo accanto a lei che portava grandi occhiali da sole e un cappello, riconobbi poi fosse Jason che cercava di non farsi riconoscere.
"Io vado."
Mi voltai quando Denise mi fermò
"Ehi aspetta, ti prego."
Sospirai guardandola
"Che c'è"
"Ti chiamo dopo ok?"
La vidi rivolgersi a lui
"Non preoccuparti"
Era la prima volta che parlava, sentire quella voce sentita così tante volte alla tv faceva un certo effetto, lo rendeva più reale. Lo vidi poi voltarsi verso di me e togliersi gli occhiali mostrando i suoi occhi che dal vivo sembravano ancora più azzurri.
"Jason Ross, devi essere Serena"
Lo so chi sei caro
Lo vidi porgermi la mano, ma io continuai a guardarlo come fosse un alieno, poi mi ripresi.
"Si sono io...Serena James"
Mi sorrise solare, ok era meraviglioso anche dal vivo, ma era dannatamente imbarazzante.
"Ci vediamo dopo"
Lo vidi dare un bacio alla mia amica e distolsi lo sguardo era così strano assistere a quella scena...insomma una persona che vedi perennemente attraverso uno schermo, su cui hai detto di tutto e di più, e mai in modo raffinato, bacia la tua migliore amica, come dovresti sentirti?
"Mi dispiace."
Sentii Denise parlare e rialzai lo sguardo notando che lui si era praticamente volatilizzato.
"Prendiamo un gelato?"
Dissi io poi smorzare la tensione. Lei annuii e dopo aver comprato un gelato ci sedemmo su una panchina di Central Park, posto che adoravo tantissimo e nel quale spesso mi rifugiavo.
"Sere scusa davvero...e mi dispiace anche di non averti chiamata...sono appena rientrata da Los Angeles comunque..."
"Non fa niente Deni...cosa? Los Angeles? Per due soli giorni? Come ci sei andata poi?"
"Con un aereo?"
Disse lei a mo di battuta, io la guardai male ammonendola con lo sguardo e lei riprese a parlare.
"Jason si trasferisce qui...ha preso qualche contratto"
Rimasi senza parole
"Oh...bè è..."
"Avventato lo so...non so cosa sia successo in poco più di due settimane Sere, ma...è così, io sento la stessa cosa che sente lui...lo avrei fatto io per lui..."
La guardai stranita
"Denise è solo che...è stata una cosa troppo veloce non credi?"
"Forse...insomma lo so, so che tutti pensano che stiamo bruciando le tappe ma...vogliamo farlo comunque"
Cercai di rifletterci su
"Deni, è un personaggio pubblico"
"Lo so"
"Lo stai diventando anche tu con questo lavoro"
"Lo so"
"Non ti spaventa un pò?"
"Molto"
"Hai deciso di rispondermi con massimo due parole per sempre?"
"Forse"
Risi
"Denise!"
La rimproverai ridendo però
"Sere mi sento così felice, non riesco a spiegartelo."
La scrutai un pò, mi guardava così speranzosa, aveva gli occhi illuminati, se mi avessero chiesto di descrivere l'amore avrei descritto lei in quel momento. Le sorrisi dolce.
"Si vede, non c'è bisogno che tu me lo spieghi"
Mi sorrise come se le avessi detto che  da oggi in poi ci sarebbe stata la pace nel mondo e mi saltò praticamente addosso abbracciandomi.
"Scusa per l'altro giorno io non volevo dirti quelle cose."
Scossi la testa
"Denise non importa, hai ragione, non ho il coraggio di rischiare in niente"
"Si ma io lo so"
Mi interruppe
"So perchè lo fai e non è carino da parte mia giudicarti come se non sapessi nulla di te, non è giusto, tu ci sei stata sempre per me, e io ora che sto bene devo esserci per te, sarei solo un'egoista se non lo facessi."
Gli sorrisi guardandola davvero dispiaciuta.
"Deni io lo so che non volevi, poi lo sai sono permalosa, e suscettibile, anche lunatica, e..."
"e sei in gamba, sei una ragazza meravigliosa, sei sensibile, sei così piena di talento e io ti ho sempre invidiato un pò per questo, è solo che lo sai che odio la tua razionalità, sei sempre così...impostata"
Abbassai lo sguardo sulla coppetta di gelato ormai vuota.
"Lo so."
Dissi alzandomi e buttando la coppetta nel cestino
"Dovresti solo lasciarti andare un pò di più, con me lo fai..."
"Denise, tu sei un caso a parte e lo sai perfettamente, non farmi ripetere sempre le stesse cose ok?"
La sentii sospirare
"Si va bene lo so ho capito"
"Facciamo un giro?"
Dissi poi prendendo a camminare.
"Quindi resta a New York"
La vidi annuire
"Si deve girare uno spot e poi deve fare qualche altro servizio fotografico...intanto legge qualche copione."
"Capisco...è ancora più bello dal vivo, ed è imbarazzante"
La sentii ridere sonoramente
"Domani sera viene a cena da me e Alex così si conoscono meglio, mi piacerebbe venissi anche tu, credo che la mia migliore amica debba conoscere il mio..."
Lasciò cadere la frase e la guardai
"Ragazzo?"
Finii la sua frase e le sorrisi
"Non essere imbarazzata non stavi dicendo una parolaccia"
La presi in giro
"Verrai?"
Mi chiese lei speranzosa. Alzai gli occhi al cielo e sospirai.
"Non lo so Deni..."
"Oh ti prego, poi c'è anche Alex dai ormai l'hai conosciuto, sai che è tranquillo e anche Jason è un ragazzo adorabile davvero"
"E' un ragazzo famoso adorabile semmai...Denise mi sembra così assurdo"
"Sere sarà anche famoso ma è un ragazzo come gli altri, è un venticinquenne qualunque"
"Con alle spalle una carriera da modello da quando aveva undici anni e di attore da quando ne aveva diciotto, Denise abbiamo il suo poster in camera, che per la cronaca devo rimuovere dato che è il tuo..."
Questa volta mi bloccai io
"Ragazzo"
Completò lei
"Esatto"
La sentii ridere
"Ok togli il poster grazie"
Mi disse minacciandomi per scherzo
"Vieni a fare shopping con me domani? Voglio comprare un vestito"
Scossi la testa ridendo
"Hai già fatto colpo mi pare!"
"Ma smettila"
Mi spinse un pò con la spalla e io la spinsi di rimando ridendo
"Ok giuro che vengo, ci vediamo alle 10 al centro commerciale ok?"
"Quindi vieni anche a cena?"
Mi disse soddisfatta, sbuffai un pò
"Solo perchè sei tu"
Le puntai un dito contro. Non le avrei mai detto no e lo sapeva, non a lei, non ne ero capace.
"Grazie, ora vado, a domani"
Ci scambiammo un abbraccio rapido e poi tornai a casa.


La mattina dopo mi recai sul luogo dell'appuntamento come deciso con Denise e mi misi ad aspettare dato che ero in anticipo, faceva molto caldo e non vedevo l'ora che arrivasse un pò di fresco, ormai Agosto si apprestava a finire e quell'anno era stato davvero torrido. Guardai l'ora spazientita per l'ennesima volta.
"Sono qui!"
Sentii una voce familiare e alzai lo sguardo puntandolo dall'orologio a due occhi azzurri e una figura slanciata che mi veniva incontro.
"Denise, sei la solita ritardataria."
"Scusa scusa lo so! Cielo che caldo"
Disse sventolandosi con una mano
"Dentro c'è l'aria condizionata"
Dissi facendole segno di entrare
"Allora hai un'idea precisa per questo vestito o no?"
La vidi scuotere al testa
"No...non so, qualcosa di carino questo è certo"
"Bè non c'era dubbio"
Dissi ridendo, intanto entrammo in un negozio e lei cominciò a guardare qualche vestito e poi a provarseli, aveva un portamento davvero bello e femminile, non mi sorprendeva che la volessero a fare la modella, io intanto ero seduta su una di quelle orribili panchine scomode all'interno dei negozi davanti ai camerini con le gambe incrociate con un paio di shorts di jeans e una canotta semplice, un paio di ballerine e i capelli lunghi un pò mossi che cadevano sulle spalle. Guardai lei e il suo vestitino da giorno abbandonato sulla sedia in camerino e le zeppe sulla porta. Ok eravamo decisamente l'una l'opposto dell'altra.
"Sere! Ma mi stai ascoltando?"
"Cosa?"
Fui riportata alla realtà dalle sue parole
"Tutto bene?"
"Si si certo"
Mi affrettai a dire
"Ok...bè io avevo optato per questo, tu che dici?"
"Che ti stanno bene tutti"
Dissi con tono scontato, bè poi era vero in fin dei conti
"Così non aiuti"
Mi rimbeccò lei
"Preferisco questo comunque, come colore ti valorizza di più"
"Ecco così va meglio"
Mi disse avvicinandosi ed entrando di nuovo nel camerino.
"Oh Sere quasi dimenticavo"
"Cosa..."
Dissi scocciata guardandomi intorno
"Stasera c'è anche Jake, mi dispiace lo so ti avevo detto che saremmo stati solo noi ma..."
Non la lasciai nemmeno parlare che mi alzai in piedi aprendo la tendina
"Come scusa? Chi?"
"Sere!"
Mi sgridò lei tirandomi dentro e chiudendo la tendina
"Ma sei scema?"
Disse mettendo le mani sui fianchi indispettita
"Scusa"
Dissi poi io rendendomi conto di essere nel camerino. Lei prese il vestito e se lo infilò.
"Comunque dicevo che c'è anche Jake a cena stasera"
"Jake..."
"Thomas, si, chi se no?"
"Perchè sembra che per te parlare di gente così famosa sia normale come dire che oggi a pranzo mangerò pasta al pesto?"
"Senti, mi ci sto abituando anche io, dovresti farlo anche tu e poi..."
"Poi cosa? Non ha da portarsi a letto l'ennesima modella"
La sentii sbuffare prendendo in mano le scarpe e uscendo dal camerino, poi si sedette dove ero seduta poco prima io e si infilò le zeppe, mentre io la seguivo.
"Stai giudicando di nuovo, senti è il migliore amico di Jason e l'ho conosciuto a Los Angeles è davvero molto carino e simpatico davvero, non essere prevenuta"
"Io dico solo quello che sento, lui non ha mai negato mi pare, mai, anzi si è sempre vantato di questa cosa come se fosse la cosa più onesta del pianeta da fare"
"Appunto perchè lo dice continuamente le donne con cui sta mi pare siano abbastanza consapevoli di come sia fatto lui, e poi non mi interessa della sua vita sessuale, stavo solo avvisandoti che ci sarà e che non puoi tirarti indietro, ormai me lo hai promesso"
Sbuffai infastidita
"Possiamo fare un'altra volta? E poi non doveva venire tre giorni fa, anzi quattro? Me lo hai detto tu"
Annuì
"Si ma poi noi siamo andati a Los Angeles e ha posticipato, infondo veniva qui per Jason dato che aveva un pò di tempo libero."
"Appunto lo fa per passare del tempo con lui, non di certo per conoscere una ragazza della periferia di New York che è migliore amica della fidanzata del suo...ok mi gira la testa sembra beautiful."
La sentii ridere e intanto si alzò in piedi.
"O avanti, Jason vuole conoscerti, gli ho parlato così tanto di te che se mi sente nominarti un'altra volta non so cosa fa, dai sul serio, gli piacerebbe, puoi anche ignorare l'altro se vuoi, oh su, poi c'è Alex, vedrai che non sarà così terribile."
Come potevo dirle di no? Quante mi avrebbero invidiato e avrebbero pagato oro per una cena del genere? Erano nei sogni proibiti di mezza popolazione femminile americana e non, e io stavo facendo pure la sostenuta, ma era che mi imbarazzava da morire una cosa del genere, ed ero un disastro con gli estranei, non ero un tipo che si lasciava andare troppo facilmente e avevo paura di fare una figuraccia e di fare una pessima impressione a Jason e mi sarebbe davvero dispiaciuto tanto per Deni, era la mia migliore amica e ci tenevo ad andare d'accordo con le persone che amava, per cui avrei fatto uno sforzo e avrei cercato di adattarmi alla situazione al meglio.
"Va bene"
La vidi sorridere
"Non ti avrei permesso di dirmi di no lo sai."
Le sorrisi di rimando e dopo aver fatto un altro giro ci salutammo davanti all'uscita.
"Metti un bel vestito mi raccomando"
Mi disse altezzosa
"Cosa io volevo venire in jeans!"
Esclamai di proposito, poi lei mi guardò tra l'accigliato e lo spaventato e risi.
"Eddai scherzavo! Ci vediamo stasera"
Le diedi un bacio sulla guancia e mi diressi verso casa, dopo aver pranzato e aiutato mia madre andai in camera mia e mi distesi a letto un pò nervosa al pensiero della cena, mi appisolai un pò finchè non sentii mia madre.
"Sere dormi?"
Sussultai e aprii gli occhi guardando mia madre
"Forse"
Dissi con tono basso
"Perdonami, ma ho proprio scordato che era arrivata questa stamattina."
Mi porse la lettera chiusa e la guardai, non c'era mittente, corrucciai la fronte.
"Grazie"
Mi misi seduta sul letto pronta ad aprirla.
"Tesoro credo che sia meglio tu lo faccia dopo, è tardi, non hai una cena con Denise?"
Sgranai gli occhi e guardai l'ora
"Oddio è tardissimo!"
Mollai tutto sul letto e mi precipitai sotto la doccia. Avvolta nell'asciugamano tornai in camera ed aprii agitata l'armadio non sapendo che indossare.
Dannazione!
Imprecai mentalmente e poi optai per un vestito stretto blu notte, erano decisamente i vestiti che mi stavano meglio, una volta pronta mi guardai allo specchio e feci una smorfia, non ero abituata a conciarmi così. Mi asciugai i capelli tenendoli mossi, mi truccai decentemente, ma il più naturale possibile e poi presi la tortura medioevale per sole donne, i tacchi. Guardai quelle scarpe come se fossero il mio peggior nemico.
Ok io non faccio fare una brutta fine a voi, se voi non fate fare una brutta figura a me!
In realtà il mio guardaroba di cose femminili ne aveva anche abbastanza, ma io preferivo sempre stare comoda e comunque non uscivo mai abbastanza per indossare le cose che avevo o per ricordare di averle.
"Ehi signorina dove vai così?"
Disse mio padre mentre io cercavo di correre malamente sui tacchi per quanto fosse tardi.
"Papà da Denise"
"Da quando in qua ti vesti così per andare da lei? Sicura che non esci con..."
"Papà!"
Lo rimproverai facendo una smorfia
"Sicurissima, piuttosto perchè non mi lasci la macchina così evito di sperperare denaro con il taxi?"
La casa del fratello di Denise era troppo distante, di certo non potevo camminare a piedi, sola, fin lì vestita a quel modo e poi il taxi sarebbe costato un occhio della testa...e bè di certo non navigavamo nell'oro.
"Ti do un passaggio dai"
Mi disse alzandosi
"Grazie papà"
Gli sorrisi dolce ero innamorata perdutamente di mio padre, come tutte no?
"Al ritorno come fai?"
Mi disse accostando davanti alla casa.
"Prendo il taxi al ritorno ho un pò di soldi da parte."
"Sere..."
"Papà non ti preoccupare, notte"
Gli diedi un bacio sulla guancia e uscii dall'auto. Una volta che fu andato via presi un respiro e mi avvicinai alla porta cercando di prendere confidenza con le scarpe, arrivata alla porta esitai prima di bussare.
E muoviti!
Mi davo contro da sola ero assurda. Mi feci coraggio e bussai. Vidi una cameriera aprire, ma subito dopo vidi Denise alla porta.
"Finalmente! Sei in ritardo."
Mi disse prendendomi per un braccio.
"Piano Deni non ci so camminare su questi cosi."
Dissi rallentando
"Sei stupenda lo sai? Dovresti vestirti così più spesso"
Nei tuoi sogni tesoro!
Mi trascinò in salotto e mi sentii immediatamente gli occhi di tutti puntati addosso.
Che pretendi? Sei l'ultima arrivata e per giunta in ritardo!
Alex mi salutò con un cenno della mano e Jason si alzò dal divano venendoci incontro
"Bè noi ci siamo già conosciuti, sono contento di poterti conoscere meglio però, Denise non fa altro che parlare di te."
Gli sorrisi gentile e stavo per aprire bocca per dire qualcosa, ma non feci in tempo.
"Ecco siccome a te l'hanno presentata magari la presentate anche a me questa bella fanciulla che dite? Jake piacere"
Lo vidi arrivare verso di me mentre parlava, finchè non si avvicinò sempre di più e mi ritrovai sovrastata da quella figura alta e slanciata davanti a me e due occhi blu che mi guardavano strafottenti e divertiti mentre scrutavano interessati la mia figura. D'improvviso si fermarono nei mie scuri, mi sentii accalorare e feci un impercettibile passo indietro come se fossi stata colpita da qual cosa, mentre per un istante mi persi completamente.

L'ANGOLO DI ARI

Sono tornata. Bè non c'è molto da dire diciamo, credo di scrivere sempre in modo abbastanza chiaro e lineare, o almeno ci provo, quindi credo che il capitolo, molto più lungo del precedente, sia chiaro, Sere e Denise hanno chiarito, sono passati un pò di giorni dalla discussione, ma si sono chiarite, in fondo fra amiche è normale anche discutere delle volte. Denise impegnata nella sua storia così improvvisa, trascina Serena a cena per presentargli il fidanzato, quante di noi l'hanno fatto? Ma il problema è che questo fidanzato è molto famoso, lo conoscono tutti e via discorrendo, insomma vi chiarisco questi punti, nel caso vi fosse sfuggito ma non credo proprio, a cena ci sono il fratello di Denise, Alex, e Jake migliore amico di Jason, altrettanto famoso e conosciuto. La cena sarà oggetto del prossimo capitolo. Insomma la dinamica della storia credo sia abbastanza chiara, il problema è capire ciò che succederà. Insomma spero di avervi incuriosito un pò di più con questo capitolo, capisco che il primo non diceva poi molto, anche se era abbastanza intuibile, l'ho fatto di proposito appunto. Insomma basta ho parlato già troppo come al solito, ci sentiamo presto e spero che qualcuno mi lasci qualche pensiero. Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


                          

 

 

 

CAPITOLO TERZO

Mi sembrava di essermi bloccata da secoli, ma fortunatamente furono solo pochi secondi, sbattei le palpebre dandomi un minimo di contegno.
"Lo so"
Non l'ho detto sul serio vero?
La sua espressione e il suo ghigno soddisfatto mi fecero capire che lo avevo detto sul serio, non potevo fare figura peggiore, mi sentii arrossire vistosamente e poi vidi tre coppie di occhi blu anche se di tonalità differenti fissarmi.
Ho detto che figura peggiore non potevo farne?
"Serena"
Dissi poi per cercare di stemperare la situazione.
"Che dite di sederci mentre finiscono di preparare la cena?"
Ringraziai l'intromissione di Alex che ci indicava il tavolo in terrazza perfettamente apparecchiato, mentre intanto tutti iniziavano a sedersi sentii Jake rivolgersi a me.
"Ti prego fammi compagnia o dovrò disturbare la coppietta felice"
Mi disse spostando la sedia accanto a lui per farmici sedere, di fronte avrei avuto Denise, che era seduta accanto a Jason che era di fronte a Jake, mentre Alex era a capotavola tra lui e Jason. Non potevo certo dire no...ho detto che so essere anche molto scortese, poco disponibile e acida peggio di uno yogurt scaduto?
Gli sorrisi con un sorriso di cortesia che colse immediatamente e mi guardò un pò seccato per il mio atteggiamento, odiavo i cascamorti, don Giovanni da strapazzo o come dir si voglia, ero assolutamente allergica a quei tipi che avevano una concezione limitata della donna come qualcosa che gli riscaldasse il letto e basta, se fossi nata nell'epoca giusta sarei stata la prima delle suffragette a manifestare per i diritti delle donne. Si sono terribilmente femminista.
"Ci dici qualcosa di te o provo ad indovinare?"
Esordì lui guardandomi dopo che mi ero seduta.
"Sarò l'oggetto di discussione stasera? Mi sarei preparata un discorso se avessi saputo"
Mi guardò accigliato.
"Sono una normalissima ragazza non sono poi così interessante"
Sentii Denise sbuffare
"Mente, ha un sacco di talenti e passioni ed è meravigliosa"
Guardai Denise scuotendo la testa.
"Mi piacciono le persone passionali"
Idiota ha detto che ho molte passioni non che...oh al diavolo
"Suono il piano da quando avevo otto anni, la chitarra da quando ne avevo tredici, amo scrivere, mi piacerebbe poter scrivere qualcosa di interessante prima o poi, ma per avere successo dovrei aspettare che uno di voi ne faccia un film...il che porterebbe in ogni caso a rovinare la mia opera dato che poi tutti si ricorderebbero del film e non del libro...ci vado sempre a perdere"
Calò il silenzio appena finii di parlare mentre intanto ci avevano iniziato a servire la cena.
"Il mondo del cinema non ti piace poi molto mi sa, ma non credi che tu sia un tantino prevenuta? Non sempre i film tratti da opere letterarie sono dei completi disastri, non trovi?"
Lo guardai con la forchetta in mano e la strinsi
"Si perchè si tende a ridurre tutto, 120 minuti non possono raccogliere pagine e pagine."
"Sottovaluti un lavoro impegnativo, o credi come molti che recitare sia solo imparare a memoria un copione?"
Strinsi gli occhi in segno di disappunto
"Non ho detto questo, sono un'appassionata di cinema e tv, divoro film e serie tv come fossero pane, ho solo detto che i film tratti da libri al 90% mi deludono sempre, puoi essere l'attore più bravo al mondo, puoi essere meraviglioso in quella parte, ma i sentimenti, i pensieri, le sensazioni narrate in un libro non potranno mai essere trasportate su uno schermo allo stesso modo"
"Si può trasmettere la stessa intensità anche con una recitazione adeguata, se sai lasciarti trasportare dalle emozioni ne trasmetti altrettante."
Continuò lui.
"Jake!"
"Sere!"
Jason e Denise ci richiamarono
"Che c'è?!"
Rispondemmo noi all'unisono. Mi resi conto del battibecco e puntai lo sguardo sul piatto.
"Scusate mi piace lasciarmi prendere"
Disse lui a mo di battuta mentre a me non faceva altro che irritare sempre di più.
"Quanto ti fermi a New York Jake?"
Sentii Alex parlare
"Non molto...qualche giorno, confido che Jason mi farà visita presto con Denise"
"Lo faremo"
Disse la mia amica
"Non mi sembra giusto che venga a trovarlo sempre tu"
"Bè a me pare che NY ti stia piacendo particolarmente, puoi sempre restare un pò più tu"
Rimarcò ancora Jason
"Non posso assentarmi troppo il mio agente mi castigherà così"
Disse Jake.
"Ok smettetela di fare i sentimentali voi due"
Denise si intromise ridendo, mentre io continuavo a starmene ferma al mio posto mangiando appena.
"Studierai lettere?"
Sussultai un pò rendendomi conto che si rivolgeva a me, questa volta però con tono più tranquillo.
"Come scusa?"
"Hai detto che vorresti scrivere, ti ho chiesto se quindi studierai lettere al college, tu e Denise immagino abbiate la stessa età quindi..."
Disse in tono scontato come fosse una deduzione ovvia.
"Si...mi sono iscritta a lettere...ma non per scrivere."
"Sono confuso"
Disse lui divertito e io arrossii sembravo stupida.
"Serena è convinta che non scriverà mai niente di buono, quindi ha deciso di rinunciarvi in partenza"
Disse Denise facendo trasparire il suo dissenso verso la mia convinzione.
"Non è una buona ragione per non provarci nemmeno, non bisognerebbe rinunciare ai propri sogni"
Disse lui continuando a tenere lo sguardo fisso su di me
"I sogni sono sogni per l'appunto, quindi devono rimanere tali"
Dissi poi io. Ma dai sei tornata a dire una frase di senso compiuto? Fantastico!
"Cinica"
Lo guardai un pò seccata
"Realista"
Ribattei io
"E anche cinica...la vita non mi ha posto in condizioni di sognare, non al di là di un libro o un film"
"Quello non è sognare Serena, è illudersi"
Uno strano brivido mi percorse appena lo sentii pronunciare il mio nome per la prima volta.
"E dove sarebbe la differenza? Illuminami"
Dissi poco gentile.
"Sai so bene la differenza fra realtà e non, faccio l'attore, vivo costantemente alternandomi fra l'uno e l'altro, pensare o voler vivere come un libro o un film è un'illusione, il sogno devi cercartelo nella vita reale, deve essere il tuo sogno, che sia imparare a ballare il tango o vedere un concerto dal vivo o fare la scrittrice, fare l'attore...l'importante è trovare il proprio"
Lo guardai mentre parlava e spiegava quello che intendeva e rimasi stranita, la verità? Mi aspettavo un ragazzo...anzi un giovane uomo, cavolo aveva già venticinque anni da un pò, superficiale e con pochi contenuti visti i suoi comportamenti e il suo modo di fare, ma stranamente non fu così.
"Penso in ogni caso che la vita sia troppo crudele per dar vita ai propri sogni, ci sono pochi prescelti per questo, e sono certa di non essere una fra questi"
"La smettete di battibeccare per favore?"
Sentii Denise rivolgersi ad entrambi.
"Siete perfetti l'uno per l'altra direi"
Disse poi Jason.
Perfetti un corno!
"Tutte sono perfette per me"
Ed ecco che la sensazione di sorpresa di prima scomparve lasciando posto al fastidio e all'irritazione.
"Non amo le cose di breve durata"
Dissi imbarazzata ma acida.
"Breve?"
Mi disse lui allusivo.
"Non sei tu quello che dice che non passerebbe con una donna più di una notte?"
Rigirai il doppio senso precedente in senso unico. Mi guardò quasi punto sul vivo e poi si distese in un sorriso beffardo.
"Touchè...non mi pare di aver mai detto il contrario...a nessuno, nemmeno a loro"
"L'importante è circondarsi di donne che ci caschino"
Dissi seccata, era proprio una cosa che non sopportavo.
"Eppure c'è sempre chi tenta l'impossibile"
Lo guardai non capendo cosa volesse dire.
"Provare a cambiarmi"
Lo disse in modo così diretto e tranquillo, eppure lessi qualcosa di malinconico nei suoi occhi che guardai per qualche secondo, poi distolsi lo sguardo tornando a guardare il piatto ormai con il dolce che avevo davanti. Continuarono a discorrere tra loro tra una battuta e l'altra, mentre io mi limitavo ad osservarli e ad ascoltarli finchè non notai che era proprio ora di rientrare.
"Mi dispiace interrompervi davvero, ma per me la serata finisce qui"
Dissi alzandomi finalmente da tavola.
"E' tardi hai la macchina?"
"Chiamiamo un taxi"
Dissero prima Alex poi Jason alternandosi e sorrisi scuotendo la testa.
"Non preoccupatevi avevo già intenzione di chiamare un taxi"
"Faccio io, ne ho bisogno anche io"
Annunciò Jake accanto a me che si alzò e chiamò la compagnia. Ti prego fa che ne stia cercando due!
"Dovrai sopportarmi anche per il tragitto fino a casa a quanto pare, non possono mandare un altro taxi prima di mezzora"
Fantastico!
Gli sorrisi appena, non potevo di certo fare diversamente, quel tipo mi innervosiva più del necessario e io già ero un tipo nervoso di mio, figurarsi con persone che provocavano. Attendemmo che arrivasse il taxi e una volta che fu fuori salutai Denise e gli altri e lui fece altrettanto, appena arrivammo davanti al taxi aprì la portiera e mi fece cenno di entrare. Una volta dentro il tassista ci chiese l'indirizzo.
"Oh dà pure il tuo sono sicura che l'albergo non è poi così lontano da qui, io abito da tutt'altra parte"
Era la zona più ricca della città e di certo l'albergo era da quelle parti, probabilmente alloggiava al Palace.
"E farti tornare sola? Non se ne parla dà pure l'indirizzo al tassista giuro che sto zitto e non faccio niente, mi hai già sopportato per ore"
Disse in tono solenne incrociando le braccia, sembrava risentito? Corrucciai la fronte e sospirai arrendevole, così mi decisi a dare l'indirizzo al tassista che cominciò a camminare, mentre io lanciai un'occhiata furtiva al mio compagno di taxi.
"Davvero non vuoi rivolgermi la parola?"
Dissi poi un pò seccata.
"Perchè? Che abbiamo da dirci?"
Fui colpita improvvisamente da quelle parole e mi girai imbarazzata dal lato del finestrino, in fondo aveva ragione, eravamo stati entrambi "incastrati" a quella cena, non avevamo di certo niente da condividere.
"Mi dispiace, è che non mi è sembrato di starti molto simpatico a cena, sembravi infastidita quindi stavo evitando di farlo ulteriormente...so quando stare zitto"
Continuai a guardare la strada e le luci che scorrevano veloci sul finestrino e mi sentii davvero terribile. Ero stata a cena con delle persone desiderate da tutti e io ero stata sgarbata e antipatica solo per i miei soliti pregiudizi.
"Non...non è così"
Dissi poi voltandomi verso lui
"Non mi hai infastidita è solo...sono molto prevenuta e...sono stata scortese, mi dispiace"
"Bè hai mostrato un minimo di carattere, sono troppo abituato ad essere rincorso e pregato di fare qualsiasi cosa da chiunque e bè...delle volte mi dimentico che il fatto di avere una certa notorietà non significa necessariamente andare a genio a tutti, non che me ne preoccupi, insomma possono pensare di me quello che vogliono, mi interessa più che pensino bene di me per quel che riguarda il mio lavoro".
"Bè non ti si può dire niente in quello"
Dissi schietta, forse un pò troppo.
"Wow posso prenderlo come un complimento? Ci ho messo tre ore per sfilarti una cosa carina di bocca su di me"
Arrossi e sorrisi sincera abbassando lo sguardo.
"E direi che vedendo il tuo sorriso ne è valsa la pena aspettare"
Continuai a tenere lo sguardo basso ma mi sentii accalorare velocemente ancora di più, probabilmente ero di un colore molto acceso.Torna in te cortesemente, probabilmente è il solito copione e spera di finirlo in camera sua in albergo! Ed ecco tornare i pregiudizi. Lasciai cadere lì la frase attendendo di arrivare a casa mia sentendomi completamente a disagio. Finalmente sentii la macchina rallentare.
"Arrivati"
Annunciò il tassista.
"Grazie, quanto le devo?"
Il tassista stava per rispondere quando vide Jake che scuoteva la testa dicendogli di no. Alzai gli occhi al cielo e sospirai.
"Posso..."
"Non mi importa se puoi"
Mi interruppe
"Faccio io quando arrivo in albergo."
"Jake"
Lo ammonii, era la prima volta che facevo il suo nome.
"Buonanotte Serena"
Mi disse per tutta risposta lui, mi voltai verso l'autista che ci guardava stranito ma con un mezzo sorriso ebete, corrucciai la fronte e lanciai un'occhiataccia a Jake.
"Buonanotte"
Uscii dall'auto che sentii ripartire solo quando ero già in casa che era completamente al buio, probabilmente dormivano già tutti. Mi tolsi le scarpe e sgattaiolai in camera, chiusi la porta e sospirai. Che cavolo di serata! Mi avvicinai all'armadio e presi un pantaloncino e una canotta, mi cambiai e mi struccai pronta per andare a letto, una volta lì notai la lettera che avevo lasciato lì, me ne ero completamente dimenticata. La presi e l'aprii sedendomi al centro del letto a due piazze e iniziai a leggere. Poche righe, ma bastarono per colpirmi dritta al cuore e a rendere la nottata più lunga di quel che era.

ANGOLO DI ARI

Allora ecco un nuovo capitolo, vedo che qualche anima pia sta leggendo, mi piacerebbe anche un parere, so che ancora non è molto, ma magari questo capitolo vi dovrebbe dare una spinta in più credo e spero. Insomma il capitolo si è incentrato sulla cena come vedete e bè, l'incontro non è stato idilliaco, ma si sa, si nascondono sempre le cose migliori così o sbaglio? Serena è una persona diffidente, un pò prevenuta anche, ma ci sono delle cose da scoprire ovviamente...Jake è il classico ragazzo inaffidabile a livello sentimentale, in più è anche famoso e ovviamente molto molto bello e affascinante, per questo io dico immaginatevi chi volete. Insomma c'è ancora tutta la storia da raccontare e mi piacerebbe raccontarvela. Alla prossima Ari

Oh ovviamente la lettera non è campata in aria...scoprirete nel prossimo capitolo

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***


                          

 

 

 

CAPITOLO QUARTO

Riuscii a dormire davvero poco quella notte, continuavo a rigirarmi nel letto pensierosa senza riuscire a capire la motivazione di quella lettera. Erano passati quasi vent'anni perchè proprio ora? Ma erano anche passati poco più di tre anni da quando mi ero presentata alla loro porta carica di speranze, che erano state prontamente infrante. Appena sveglia presi una tazza colma di caffè e stetti lì a continuare a pensare e ripensare, ma non avrei di certo avuto le risposte in quel modo, così decisi di aspettare l'orario prefissato e presentarmi lì. Dopo la doccia rimasi davanti all'armadio non sapendo che indossare, non sapevo come dovevo comportarmi e non sapevo cosa dire, probabilmente non avrei nemmeno avuto l'occasione di parlare. Optai per una gonna nera corta, ma non troppo e una camicia a maniche corte, meglio cercare di sembrare almeno carina, indossai un paio di ballerine e mi truccai un pò, poi mi guardai allo specchio e sospirai nervosa. Presi una piccola borsa a tracolla ci infilai il portafoglio, il telefono e le chiavi di casa e uscii dirigendomi verso la zona residenziale, ci avrei impiegato un pò ma almeno avrei cercato di scaricarmi un pò camminando. Arrivata davanti all'imponente villa non potei che rimanere lì a fissarla e a chiedermi come potessi essere imparentata con persone così ricche e importanti, ma allo stesso tempo fredde e insensibili. Mi avvicinai alla porta e dopo un pò di titubanza suonai il campanello, feci un passo indietro come spaventata, quasi rendendomi conto di aver davvero suonato. Mi aprii la cameriera che poi mi condusse gentilmente in salotto. Ogni passo che facevo era quasi un pugno nello stomaco che mi ricordava tutto quello che mi era prima stato raccontato e poi confermato. Arrivai davanti a lei che beveva del thè, poco dopo posò i suoi occhi gelidi su di me. Victoria Trump moglie dell'attuale governatore di New York George Trump, nonché genitori di mia madre e ovviamente miei nonni...o almeno avrebbero dovuto esserlo.
"Siediti"
Sentii il cuore sussultare un pò appena si rivolse a me e mi sedetti sul divano di fronte a lei, sotto il suo sguardo che non faceva altro che scrutarmi e analizzarmi dalla testa ai piedi dal momento in cui aveva posato gli occhi su di me. Misi le mani in grembo e rimasi tesa e vigile sul divano e con lo sguardo basso pronta a scattare a qualsiasi cosa.
"Ti starai chiedendo perchè ti ho mandato quella lettera"
Oh no non preoccuparti non ho voglia di thè e nemmeno di parlare del fatto che non ti sei interessata a me e nemmeno a tua figlia per quasi 20 anni.
Mi limitai ad alzare lo sguardo su di lei, sarebbe stato senz'altro sufficiente per farle comprendere.
"Sai il minimo indispensabile da sapere sul ruolo che ricopriamo noi in questa città? In questo stato?"
Corrucciai la fronte.
"Sono qui per una lezione di scienze politiche? Ne so già abbastanza grazie"
Dissi infastidita
"Innanzitutto modera i toni. Non abbiamo confidenza, gradirei che mi parlassi come è giusto che sia"
Non abbiamo...certo io non sono nessuno infondo
"Tuo...nonno..."
La vidi quasi sforzarsi di dirlo come se fosse una cosa disgustosa, come quando vedi qualcosa che proprio ti fa star male tanto che anche quando solo la immagini ti da il volta stomaco.
"..ha la carica di governatore...ci saranno le elezioni fra poco lo sai?"
Annuii evitando di parlare
"Si è ricandidato, immagino tu sappia anche questo"
"Si"
Mi limitai a dire.
"Bene...il suo avversario è...come dire...ha molti consensi, ma tuo nonno vorrebbe candidarsi per il senato, ma in ogni caso, tenere la carica di governatore come paracadute non è male."
Non è male?? In ogni caso lui sarebbe comunque rimasto in politica e avrebbero continuato a vivere come facevano sia che fosse governatore, che senatore, che nessuno dei due.
"Posso sapere che ci faccio qui almeno?"
Per me era abbastanza difficile essere lì e tutto quel divagare non mi faceva bene.
"Ci riavvicineremo a tua madre"
Rimasi sorpresa per quello che aveva appena detto. La credevo una cosa impossibile, era assurdo. L'avevano lasciata, l'avevano buttata fuori di casa a 16 anni solo perchè non voleva sottostare alle loro regole, perchè non voleva sbarazzarsi di me. 
"Non ti entusiasmare, non è cambiato nulla. E' per questo che sei qui."
Quel senso di sollievo era durato il tempo di un battito di ciglia ed era già stato sostituito con dolore. Semplice dolore. Dolore dato dal non essere voluta, dal non essere abbastanza.
"Tuo nonno sono anni che cerca di convincermi a riavvicinarmi a voi, lui lo avrebbe fatto il giorno stesso in cui abbiamo mandato via tua madre...ma lui è troppo distratto, il suo lavoro lo ha sempre assorbito e io ho aiutato in questo, spronandolo appunto sul lavoro...così gli anni sono passati. Ora c'è davvero pericolo che possa non essere abbastanza per vincere, ma la gente ama i lieti fine. Ama i ricongiungimenti, le storie strazianti, ama sentirsi vicino a chi non avrebbe mai pensato, ama poter provare empatia per loro. Questo ci aiuterà a vincere. Ma niente è cambiato Serena, per me non è cambiato nulla. Tuo nonno crede che questo ricongiungimento sia vero, che anche io non possa più vivere in questa condizione. Non è così, avrei ignorato la tua esistenza volentieri, ma a quanto pare è impossibile, torni tra i piedi continuamente, allora tanto vale sfruttare la situazione."
Chiusi gli occhi, la testa mi pulsava e sentivo un bruciore all'altezza del cuore.
"Basta ti prego, me lo hai già detto."
"E' vero, te l'ho detto tre anni fa, ti ho detto che sei la cosa peggiore che sia capitata a tua madre, buttare via la propria vita a 16 anni quando si poteva semplicemente porre rimedio alla cosa"
Porre rimedio certo
"Le ho anche proposto di andare all'estero, portare a termine la gravidanza e tornare, da sola...ma no, lei era così innamorata di quel ragazzo..."
"E'"
Sottolineai
"E' innamorata"
"Si è lo stesso, ascolta, vado al punto, andrai alla Columbia, non andrai ad un college statale per l'amor del cielo, ho già avviato il cambio, pagheremo noi le rette ovviamente, ti comporterai bene e adeguatamente a questa società e a questa famiglia, niente colpi di testa Serena, niente amicizie strane o scandalose, tenere un profilo basso, questo è il tuo compito, e possibilmente sembrare di andare d'accordo, magari facendo qualche sorriso di tanto in tanto."
Scossi la testa mi parlava come se fossi un'attrice che dovesse fare una squallida recita.
"Perchè dovrei partecipare a questa farsa."
"Perchè pagherò il ristorante dei tuoi, non ce la faranno mai ad aprirlo lo sai, la banca non gli darà mai quel prestito, non hanno lavori che diano abbastanza garanzia. E bè fallo per la felicità di tua madre. Lo sai che vorrebbe riallacciare i rapporti, specie con suo padre. So che sei legata a tuo padre, pensaci...pensa se fossi in questa situazione, vorresti ritornare a parlargli a vederlo."
"Mio padre non mi avrebbe mai fatto quello che voi avete fatto a vostra figlia"
Dissi fissandola negli occhi.
"C'è altro? Se dico di si, c'è altro? A parte andare al college e chiudermi in casa, partecipare alle vostre ridicole feste, ricevimenti, cene, c'è altro?"
"Denise"
Sgranai gli occhi
"Che...che ne sai, cosa c'entra"
"Non mi piacciono le amicizie scandalose Serena, non se ti portano su rotocalchi di quart'ordine"
"Non rinuncerò a lei solo perchè fa la modella e sta con un personaggio pubblico, non se ne parla, qualsiasi cosa ma non lei, non posso".
La mia vita senza Denise non aveva senso per me, eravamo cresciute in simbiosi quasi fossimo sorelle e staccarmi avrebbe voluto perdere tutto, perchè a parte lei e la mia famiglia non avevo altro.
"Va bene"
Va bene? Ha detto va bene?
Si alzò e mi venne incontro
"Abbiamo un accordo allora"
Mi alzai di fronte a lei
"Io faccio questa farsa e voi aiutate mamma e papà"
Mi porse la mano per sancire l'accordo e la guardai per un pò, poi gliela strinsi.
"Qualsiasi cosa per Denise"
Corrucciai la fronte un pò allarmata.
"Aspetta cosa..."
Mi lasciò la mano e si allontanò
"Abbiamo il nostro accordo Serena, abbiamo finito. Claire accompagnala alla porta grazie."
Fece capolino la cameriera che mi accompagnò alla porta. Una volta fuori da lì scoppiai in lacrime. Mi ero illusa di nuovo che potesse esserci qualcosa di vero, qualcosa che potesse legarci davvero come famiglia, ma mi sbagliavo, era solo una donna che aveva a cuore i suoi interessi e le apparenze, una donna che aveva dimenticato sua figlia nel momento in cui aveva più bisogno di lei. E io avevo provato, avevo provato ad essere abbastanza, ad essere qualcosa di cui andare fieri, qualcosa che avrebbe potuto spronarli a cambiare idea, a non vergognarsi di me che ero arrivata in un momento inopportuno, che non ero poi realmente un peso, un errore di percorso.
Mi asciugai il viso e continuai a camminare cercando di liberarmi di quella sensazione, che puntualmente arrivava ogni volta che mettevo in discussione qualsiasi cosa che mi riguardava. Mi ero allontanata da tutto, quella situazione mi feriva più di quanto si potesse solo immaginare, mi faceva sentire un peso inutile e soprattutto un errore. Ero al parco seduta sulla panchina assente, non volevo pranzare, non avevo voglia di fare nulla. Un tono di voce troppo alto mi riportò con i piedi per terra. Asciugai l'ultima lacrima e cercai il telefono in borsa al quale avevo tolto la suoneria. Trovai molte chiamate perse di un numero sconosciuto.
Mi allarmai notando che erano davvero tantissime e a distanza ravvicinata, inserii la suoneria e poco dopo il telefono tornò a squillare e appena al primo squillo risposi.
"Pronto?"
Dissi agitata
"Serena?"
"Si"
"Sono Alex..."
Mi alzai in piedi
"E' successo qualcosa a Denise?"
"Si...siamo...in ospedale."
Sentii il mio cuore quasi fermarsi e poi riprendere a battere forte.
"Arrivo"
Corsi il più velocemente possibile in ospedale, facendomi spazio fra la gente che passeggiava tranquillamente per la strada. Non mi ero nemmeno fatta dire cosa fosse successo, sapevo solo che alla parola ospedale, non avevo capito più nulla, nessuna informazione sarebbe stata recepita dal mio cervello se non fossi stata lì. Arrivata lottai con l'accettazione per farmi dire dove dovessi andare, mai come in quel momento odiai privacy e burocrazia varia. Riuscii poi a convincere finalmente un'infermiera che mi indicò la sala operatoria, andai davanti all'ascensore, ma c'era troppa gente, così mi precipitai per le scale al secondo piano, corridoio uno. Una volta lì vidi Alex in piedi che faceva su e giù, Jason seduto su una sedia con dei punti sul sopracciglio preoccupatissimo e Jake accanto a lui che cercava di tranquillizzarlo. Mi avvicinai incerta verso Alex.
"Alex..."
In quel momento tutti e tre e si accorsero della mia presenza e mi guardarono.
"Serena"
"Che...cos'è successo"
"Ha avuto un incidente..."
"Ci sono venuti addosso"
Lo interruppe Jason e mi voltai verso di lui.
"Era ubriaco, noi...siamo passati con il verde...ma lui..."
Lasciò cadere la frase e io mi sentii ancora peggio
"La stanno operando"
Aggiunse Alex
"Possiamo solo aspettare"
Aspettare? Aspettare cosa??
La giornata non poteva peggiorare più di così, erano tutti lì preoccupati, avremmo solo dovuto aspettare che terminassero l'operazione e sapere come sarebbero andate le cose. Mi allontanai e mi sedetti su una sedia della sala d'aspetto lontana da loro, classica giornata d'inferno, mi scoppiava la testa, non potevo assimilare altre cattive notizie, così pregai solo che quella dannata operazione fosse veloce e soprattutto efficace, immaginarmi senza di lei era impossibile e ora aveva altre persone accanto a lei, un fratello ritrovato dopo anni e un ragazzo di cui si era davvero innamorata e che era a sua volta innamorato di lei, glielo leggevo negli occhi azzurri ora pieni di preoccupazione. Intanto le ore passavano, ma nessuno si decideva a darci notizie.
"Credo tu abbia bisogno di un caffè"
Mi trovai davanti un bicchiere di carta pieno di caffè fumante, alzai gli occhi e vidi Jake che me lo porgeva, non mi ero accorta nemmeno si fosse allontanato, poi mi voltai e vidi Alex e Jason che cercavano informazioni da un'infermiera che non sapeva nulla.
"Grazie"
Presi il bicchiere e lo vidi sedersi accanto a me.
"Vedrai che andrà bene, ci faranno sapere qualcosa a breve"
Accennai un sorriso e bevvi un pò di caffè e feci una smorfia.
"Lo so è terribile, ma non ho trovato di meglio"
Scossi la testa sorridendo
"No, bè a parte questo, è che è dolce, lo prendo amaro"
"Avrei dovuto sospettarlo"
Posai il bicchiere sulla sedia accanto a me
"Sono così ovvia?"
"Non proprio, anzi, solo visto il caratterino che ti ritrovi, oltre a capire che prendi troppi caffè, avrei dovuto capire che li prendi amari"
Mi disse con un sorriso scherzando.
"Certo, ti piace tirare a indovinare?"
"Solo quando è strettamente necessario"
Lo vidi distrarsi e porre lo sguardo dall'altra parte, mi voltai e vidi Jason e Alex avvicinarsi ad un medico, così ci alzammo anche noi e li raggiungemmo.
"L'operazione è andata bene, non ci sono state complicazioni, appena si sveglierà sapremo i suoi tempi di ripresa, ma è una ragazza molto forte, quindi sono sicuro che si sveglierà in breve e si riprenderà davvero rapidamente. Non preoccupatevi, era meno grave di quel che sembrava"
Il medico ci sorrise e io tirai un sospiro di sollievo.
"Possiamo vederla?"
Disse Alex
"Massimo due persone, comunque non si sveglierà per stasera, converrebbe a tutti ripassare domani mattina, ad ogni modo non posso farvi passare in più di due, immagino che lei venga per certo"
Disse ad Alex che annuii
"Mi segua"
Dopo che si allontanarono Jason mi guardò
"Posso?"
Mi girai verso il corridoio dove erano spariti il medico ed Alex e poi guardai di nuovo Jason.
"La vedrò domani"
Dissi abbassando lo sguardo. Volevo vederla, ma se mai si fosse svegliata sapevo che sarebbe stata in pena per Jason dato che erano insieme durante l'incidente, non le avrei mai negato di vederlo.
"Grazie, vi diamo notizie appena usciamo"
Lo vidi sparire nel corridoio e io tornai al mio posto per aspettarli e poter sapere almeno come stava. Ripresi il caffè che avevo lasciato sulla sedia accanto e ne bevvi un'altro pò.
"E' davvero terribile."
Dissi a Jake che si era nuovamente seduto accanto a me.
"Sei stata carina"
Corrucciai la fronte non capendo cosa volesse dire
"A cedere il posto a Jason, gli serviva, si sente in colpa, guidava lui infondo"
"Si ma gli sono venuti addosso, non è colpa sua se la gente guida ubriaca a ora di pranzo"
"Scusate"
Ci voltammo verso l'infermiera che si era avvicinata
"Dobbiamo chiudere il reparto, l'orario di visite è terminato"
"Ma sono ancora dentro"
Dissi io in riferimento ad Alex e Jason.
"Loro hanno avuto il permesso dal primario, mi dispiace, dovete andare"
Alzai gli occhi al cielo scocciata e mi alzai gettando nella spazzatura quel caffè orribile.
"Andiamo dai"
Seguii Jake fuori dall'ospedale, si era già fatto buio, erano passate ore da quando ero entrata lì.
"Ti va di mangiare qualcosa?"
Mi voltai verso di lui
"Come?"
Mi sorrise
"Sei stanca si vede, e nessuno di noi ha pranzato, hai bisogno di cenare almeno e distrarti un pò, giuro che mi limito ad assicurarmi che mangi, non parlerò nemmeno se non vuoi"
Scossi la testa sorridendo
"Jake non devi"
"Mi va, e insisto"
Sospirai arrendevole
"Va bene"
"C'è un pub di qua"
Lo seguii mentre si muoveva e cominciavo a sentire la stanchezza, le gambe mi facevano male e mi scoppiava la testa
"Ci sarà caos, e ti riconosceranno"
"Oh non preoccuparti, dura poco, il tempo che si abituino a vedermi lì dentro."
Fantastico! Entrammo nel locale pieno e sarebbe andato tutto liscio se nonché dopo appena un minuto, si accorsero di Jake e molte ragazze si avvicinarono creando confusione.
Fui inghiottita dal caos e sbuffai scocciata.
"Cerco un tavolo"
Dissi anche se non ero certa che mi avesse sentita, mi districai a fatica individuando un tavolo vuoto e mi ci avvicinai sedendomi e guardando quella confusione. Appoggiai il mento sul pugno chiuso e aspettai che si dessero una calmata.
Oche! Sbuffai ancora
"Annoiata?"
Sentii una voce e alzai lo sguardo su un ragazzo che mi si era avvicinato
"Non proprio, solo affamata"
"Bene posso offrirti qualcosa allora"
Assottigliai gli occhi, odiavo quel genere di rimorchio, vuoi uscire con una ragazza? Invitala fuori ad uscire, non rimorchiarla in un pub solo nella speranza di una nottata allegra.
"Non stasera, è già occupata, mi dispiace"
Jake si materializzò accanto a lui
"Sei davanti al mio posto, al mio tavolo, se non ti dispiace..."
Disse palesemente, io arrossii mettendo i capelli dietro l'orecchio e guardando di lato. Il ragazzo si allontanò e lui si sedette.
"Wow attiri le api come il miele!"
Mi disse poi distendendosi in un sorriso
"Io?"
Dissi ironica
"Hai visto il macello che hai combinato?"
"Si ma intanto che le signorine mi chiedevano l'autografo, i maschietti già ti avevano puntata"
"Ho attirato l'attenzione solo perchè ero l'unica ragazza che non ti ha chiesto l'autografo"
"Tu sei qui con me, credo che l'autografo sia superato".
Il cameriere ci interruppe prendendo le ordinazioni e poi si allontanò nuovamente.
"Come stai? Insomma ora puoi rilassarti...mi sembri ancora tesa"
Come faceva a capire esattamente come stavo? Io ero una che riusciva a mascherare bene eppure con lui non ci riuscivo.
"Si io...ho avuto una brutta giornata già prima di venire in ospedale"
"Be non pensarci ora, ti ho portata qui apposta"
"Non è facile. E' difficile scrollarsi certe cose di dosso"
Mi guardò per un pò e iniziai a provare disagio e arrossii
"Forse dovresti provare a fare qualcosa per te ogni tanto"
Disse poi candidamente
"Come scusa?"
"Mi sembri sempre così preoccupata Serena, hai vent'anni"
"Non si può cambiare ciò che si è"
"Non ho detto questo solo che dovresti rilassarti, vedi? Sei tesa come una corda di violino e mi attacchi"
"Io non..."
Mi bloccai tenendo lo sguardo su di lui
"E' solo che ci sono cose che non si possono lasciare per strada, non se ti opprimono continuamente e non puoi farci niente per risolverle."
"Non puoi risolvere sempre tutto con la testa Serena, prova a sentire qualcos'altro"
"Come fai tu?"
"Oh no no, lascia perdere io non mi ci metto nemmeno in mezzo"
"Eppure se vuoi la testa sai usarla"
Mi sorrise di sbieco
"Un altro complimento, sto superando me stesso"
Distolsi lo sguardo e arrossii ancora in imbarazzo
"Mi piaci in imbarazzo sei carina"
"Jake"
L'ammonii sperando la smettesse mi imbarazzava terribilmente e non sapevo nemmeno come diamine facesse a farlo.
"Dai la smetto, te l'ho promesso"
Intanto arrivarono le ordinazioni e potei riprendere fiato
"Comunque dico sul serio, se non sei felice non lo sono nemmeno le persone accanto a te"
"Sto solo cercando di aiutare proprio queste persone...ho già causato troppi problemi"
Mi guardò stranito
"Non mi sembri una ragazza che da molti problemi"
Mangiai una patatina che era nel piatto e lo guardai
"Per qualcuno invece si, non avrei dovuto esserci"
Il suo sguardo indagatore mutò improvvisamente diventando serio e dispiaciuto.
"Non devi sentirti in colpa per qualcosa che non dipende da te anche se tu pensi sia così"
"Non è una passeggiata gestire il senso di colpa."
Non capivo perchè stessi perdendo tutto questo tempo a parlare e cercare di spiegargli le mie sensazioni, così come non capivo perchè lui si sforzasse così tanto di capirle.
Il suo telefono suonò annunciando l'arrivo di un sms.
"E' Jason"
Disse lui leggendolo
"Lui e Alex hanno avuto il permesso di restare lì, Denise dorme ancora, ma è stabile"
"Bene...grazie"
Mi sorrise riprendendo a mangiare
"Grazie anche per l'ospedale"
Continuai poi
"Bè eri sola, nessuno pensava a come stessi tu, se ci fosse stato Jason al posto di Denise mi sarei sentito come ti senti tu ora"
"Vi conoscete da tanto? Insomma io da che mi ricordo di voi, mi ricordo che siete sempre stati amici"
"Si da...più di dieci anni ormai...tu e Denise? Liceo immagino"
"Si, ma ci siamo ritrovate anche alle medie, andavamo in classi differenti però...ci siamo conosciute meglio dopo ad ogni modo...entrambe avevamo bisogno di qualcuno"
"Si lo capisco, gli amici, quelli veri, sono importanti"
"Sono contenta però che ora lei abbia Alex e ora Jason, ha avuto davvero un passato difficile, ha bisogno di persone che la amino, io faccio del mio meglio, ma capisco che non basti."
Tornò a guardarmi sfacciato
"E tu non sei come lei? Non hai bisogno di qualcuno?"
Mi prese in contropiede non aspettandomi quella domanda.
"Io sto bene così...chi ti dice che non abbia qualcuno?"
"Me l'hai confermato ora...e comunque se avessi un ragazzo ti avrebbe portato lui a cenare e sarebbe venuto in ospedale."
Mi indispettii per quell'uscita, ma aveva ragione infondo.
"Non credo di essere destinata all'amore, non al momento comunque, non posso innamorarmi"
"Pensi che sia una cosa controllabile? Se arriva, arriva non puoi farci nulla, nemmeno il tuo cinismo ti salverà"
"Devo solo ricordarmi di non innamorarmi tutto qua, anzi fammi un favore ricordamelo grazie"
Lo sentii ridere e poi pensai alle mie stesse parole, come se fossimo destinati a vederci ancora.
"Insomma...se...se mai dovesse capitare"
Dissi in imbarazzo mangiando qualcosa.
"Tranquilla lo farò".
Attese che finissi di mangiare, o meglio che mangiassi qualche altro boccone e poi chiese il conto, che cercai di spiare per potergli dare la mia parte.
"Che fai"
Disse ridendo chiudendo il libretto del conto dopo essersi accorto che lo stavo spiando.
"Cerco di capire quant'è la mia parte"
"Non c'è nessuna parte"
Alzai gli occhi al cielo
"Jake, per favore..."
"A mala pena hai mangiato, su non fare storie e lasciami pagare il conto"
Infilò i soldi nel libretto e lo consegnò al cameriere e mi fece segno di alzarmi. Una volta fuori fermò un taxi.
"Io ho l'albergo qui dietro, tu se non ricordo male abiti abbastanza lontano da qui"
Disse avvicinandosi al tassista
"Porti la signorina a casa"
"Jake!"
Lo sgridai ancora vedendolo pagare il taxi, di nuovo.
"Buonanotte Serena"
Lo disse con un tono autoritario e non mi andava di controbattere non avevo la forza.
"Grazie della cena"
"E' stato un piacere"
Gli sorrisi e mi avvicinai dandogli un bacio sulla guancia, non so nemmeno da dove arrivò tale gesto, non ero una che aveva facilmente contatti fisici con nessuno figurarsi con un ragazzo, sconosciuto poi.
"Buona notte"
Sussurrai ed entrai nel taxi che mi portò a casa, mentre lanciai di sfuggita un'altra occhiata a quel ragazzo strano che proprio non riuscivo a capire e che per questo probabilmente attirava così tanto la mia attenzione.

ANGOLO DI ARI

I'm back! Ok innanzitutto è un capitolo pieno...avete scoperto chi ha mandato la lettera e perchè, credo che la storia sia chiara anche se non è stata esplicitata chiaramente, ma ve la racconterà meglio Serena presto in quanto la racconterà a qualcun'altro (wow uno spoiler!) Inoltre tutto quello che è successo dopo mi serve da "collante" per iniziare a far interagire i due, appartengono a due mondi completamente differenti e quindi mi affiderò un pò al destino inizialmente per farli interagire (altro spoiler xD), di conseguenza apritevi un pò verso le coincidenze fortuite perchè per ora giocheranno un ruolo cruciale, dopo faranno tutto con le loro mani, nel bene e nel male. Vorrei cercare di far passare l'influenza strana che Serena sente da parte di Jake e molto stranamente tra l'altro, al momento non credo di essere riuscita a farla passare, ma medito di riuscirvela a far capire più avanti.
Ci tengo a precisare un'altra cosa. Nel primo capitolo ho detto che ci ho messo molto me di Serena, ma ci tengo a precisare che mi riferisco al modo di fare e un pò al carattere, ma per alcuni aspetti tipo la scontrosità o l'acidità, la diffidenza o la dolcezza nei confronti della propria amica. Gli avvenimenti sono puro frutto di fantasia, anche perchè poi succederanno delle cose e ovviamente non c'entrano nulla con me. Inoltre tendo a precisare che il fatto che abbia scelto che Jake fosse una persona conosciuta a livello del mondo del cinema, spettacolo e quant'altro è solo un pretesto per creare qualcosa di diverso...in realtà è solo una storia d'amore fra due ragazzi, infondo dietro a quelle persone che vediamo in tv si nascondono delle persone qualunque...dopo queste precisazioni, vorrei ringraziare quelle persone che stanno leggendo la storia, grazie veramente e grazie a chi recensisce e mi piacerebbe continuare a sentire i vostri pareri e anche altri...buon weekend Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***


                          

 

 

 

CAPITOLO QUINTO

Mi svegliai sdraiata supina sul letto e guardai la sveglia accanto al letto era abbastanza presto e non avevo dormito molto in ogni caso, mi misi seduta sul letto e mi toccai il collo e la spalla che sentivo intorpiditi. Mi misi in piedi e andai in cucina trovandola deserta così come il resto della casa, poi notai un post-it di mia madre sul frigo che mi diceva che era fuori a lavoro e aveva portato Dave dai vicini, così che io potessi riposare e poi andare in ospedale da Denise. Mi sedetti sullo sgabello del ripiano della cucina e chiamai Alex che era ancora in ospedale.
"Pronto?"
"Alex sono Serena"
"Ciao...Denise non si è ancora svegliata"
Andò dritto al punto e sospirai
"Capisco...se...passo posso vederla?"
"Ehm..in realtà hanno detto di evitare la confusione...già è tanto che lascino stare anche Jason e non solo me, prometto che appena si sveglia ti chiamo"
Passai una mano sulla testa rimanendo in silenzio per qualche secondo
"Va bene.."
"Serena...non preoccuparti ok?"
"Si certo"
Dissi cercando di essere convincente.
"Ascolta...prova a passare in pomeriggio ok? Vedrò cosa si può fare"
Sorrisi istintivamente
"Grazie...passo in pomeriggio allora."
Attesi la risposta e poi riattaccai. Stare così con le mani in mano mi faceva stare male, non poter far nulla era una cosa che non sopportavo, ero il tipo che cercava una soluzione per tutto cercavo di gestire le cose meglio che potevo, facevo schemi e progetti che dovevo portare a termine, come a poter programmare ogni cosa e tener sempre tutto sottocontrollo. Odiavo non poter tenere sottocontrollo qualcosa. La salute di Denise non era una cosa che potevo tenere sotto controllo e questo mi mandava fuori di testa. Mi risedetti sul letto sbuffando non sarei stata in grado di fare nulla quel giorno così decisi di andare a correre, non lo facevo da settimane e mi aiutava a scaricarmi. Indossai un pantaloncino e una canotta e dopo aver preso l'mp3, lo misi in un piccolo sacchetto che avevo alla vita, insieme al cellulare e alle chiavi di casa. Uscii di casa e iniziai a correre verso Central Park con le cuffie alle orecchie; arrivai dopo un pò al parco e cominciai a correre nelle stradine più interne completamente immersa nella musica, correre mi faceva bene, ascoltare musica mi faceva bene, cercavo di distrarmi e allontanare i cattivi pensieri. Ormai ero praticamente andata correvo in un mondo completamente a parte, poi mi sentii spingere violentemente e mi ritrovai per terra.
"Ehi fermati idiota!"
Sentii gridare e strinsi gli occhi poi gli riaprii vedendomi seduta sulla ghiaia.
"Stai bene?"
Mi guardai la mano che bruciava c'erano dei graffi.
"Si...credo di si"
"Serena?"
Alzai completamente lo sguardo sul ragazzo chino vicino a me che si tolse gli occhiali e il berretto.
"Jake"
Feci una smorfia e mi guardai di nuovo la mano
"Ti aiuto ad alzarti dai."
"Ce la faccio"
Mi misi in piedi e poi mi resi conto che la gamba mi faceva male, così appoggiai una mano sul braccio di Jake.
"Magari dovresti farlo vedere a qualcuno"
"No vedrai mi passerà, il tempo che si riprenda dal colpo...ma chi diavolo era"
"Ti ha praticamente travolta...Vieni dai fai qualche passo"
Feci qualche passo anche se il ginocchio mi faceva un pò male, ma a causa della botta, sapevo che sarebbe passato in breve.
"Che ci fai qui?"
Dissi poi sentendomi stupida dato che aveva anche lui una tuta addosso
"Intendo al parco, possono riconoscerti"
"So come fare per non farmi notare"
Gli sorrisi e camminai anche se un pò zoppicando verso una fontana
"Questo mi farà notare"
Mi voltai e mi resi conto che era rimasto indietro, mi rigirai verso la mia direzione e vidi un bel pò di gente al centro del parco e nei pressi della fontana verso cui stavo andando. Sono le ultime settimane di estate che ti aspetti?
"Ce n'è un'altra, ma...è di là, e...posso fare da sola, scusa per il disturbo"
Non capivo che mi prendesse, come se fosse costretto a preoccuparsi che io stessi bene, se è andato lì cercando di camuffarsi di certo era per non essere disturbato!
"No dai aspetta, mi va un pò di compagnia, e poi meglio che mi assicuri che quel ginocchio sia apposto"
Si avvicinò di nuovo mettendomi una mano sul fianco circondandomi la vita con un braccio per sostenermi, il mio cuore sembrò quasi svegliarsi d'improvviso, come se fino ad allora fosse stato in letargo, come se aspettasse una primavera tutta sua per rendersi partecipe della mia vita.
"Dov'è quella fontana?"
Mi sussurrò vicino attendendo una risposta, mentre io sentii un brivido e notai quanto mi piacesse la sua voce, aveva un tono caldo e profondo quando parlava con calma. Ma ti sei rincretinita o cosa?? Mi riscossi vedendo che attendeva ancora una risposta.
"Oh, ehm di qua, è un pò...interna, ma funziona ancora"
Dissi indicando verso una direzione e scendendo un pò aiutata da lui dato che era su una discesa, arrivammo in breve su un ritaglio di prato che si affacciava su un laghetto minuscolo.
"Carino qui, non l'ho mai vista questa parte del parco"
"Perchè hai tempo per vedere Central Park?"
Scherzai avvicinandomi da sola alla fontana e mettendo la mano sotto l'acqua, poi cercai di bagnare anche un il ginocchio con una mano.
"Ti cerco qualcosa da mettere sopra"
"No, non c'è bisogno e poi..."
"So come fare per non farmi notare"
Mi azzittì e risalì sparendo sulla strada principale, mentre io mi sedetti per terra sull'erba davanti al laghetto, mi piaceva quel posto, non ci andava mai nessuno, ma non era l'unica parte del parco ad essere ignorata da tutti.
"Metti questa, è il massimo che ho trovato"
Mi voltai verso di lui che mi porgeva una bottiglietta d'acqua ghiacciata, non rendendomi conto di quanto fosse passato da quando era andato via.
"Grazie"
Presi la bottiglietta e la poggiai sul ginocchio
"Come va?"
"Meglio, passerà a breve, grazie...mi dispiace di aver interrotto la tua attività ginnica"
Mi sorrise e poi guardò dritto davanti a sè
"Avevo appena iniziato"
"Già...anche io"
"Non avrei mai pensato fossi un tipo così sportivo"
Mi disse poi guardandomi, e io risi
"Perchè mi hai visto con un vestitino carino l'altra sera e una gonna e un paio di ballerine ieri?"
Dissi retorica con una punta di ironia
"Credimi, era strano vedermi vestita così, che non come sono ora."
"Sei molto bella anche così"
Lo guardai corrucciando la fronte anche se arrossii
"Sai non ho bisogno che mi si facciano complimenti, non sono una di quelle che muore dalla voglia che gliene facciano"
"Però sei arrossita"
Mi girai dall'altra parte continuando a tenere la bottiglietta sul ginocchio, era sfacciato e irritante e nonostante io avessi una carattere che mi permettesse di difendermi come meglio potevo, lui riusciva a farmi crollare comunque, ci era riuscito sin dall'inizio.
"Ho chiamato Jason, ha detto che Denise non si è svegliata ancora"
"Si lo so ho chiamato Alex, vedrò di passare più tardi."
"Sono sicuro che starà bene."
Tornai a guardarlo e aveva di nuovo quello sguardo comprensivo che quasi lo faceva sembrare un'altra persona.
"Lo spero...sono venuta a correre proprio per distrarmi"
"Da Denise e da qualsiasi cosa ti turbi da ieri?"
Ed ecco che lo faceva ancora, cogliere sfumature che solo le persone che mi conoscono meglio erano in grado di capire e me le faceva notare mettendomele sotto il naso. Mi fece un sorrisetto strafottente.
"Recitare davanti ad un attore è un male se sei un principiante"
Mi prese in giro e alzai gli occhi al cielo.
"Non recito, solo non mi va di accollare i miei sproloqui agli altri tutto qui"
"Parlare è terapeutico te l'ha mai detto nessuno?"
Sospirai e mi sdrai sull'erba lasciando la bottiglietta per terra, chiusi gli occhi e inspirai a fondo.
"Per dire cosa?"
"Quello che ti turba"
"Nessuno vuole ascoltare veramente"
"Ne sei proprio sicura?"
Aprii gli occhi e mi rimisi seduta guardandolo
"Perchè ti interessa?"
Dissi non capendo il suo interesse nei miei confronti, in fondo non si interessava a nessuno per quel che ne sapevo.
"Stavo solo facendo un pò di conversazione, dopotutto non mi importa di nessuno no?"
Lo disse con tono scontato ma scocciato allo stesso tempo, quasi un pò deluso e stanco di sentire sempre la stessa storia su di lui.
"Mia madre...mia madre mi ha avuta a 16 anni, papà ne aveva 20"
Iniziai a parlare giocando con la bottiglietta tra le mani.
"Quando i miei...i genitori di mia madre l'hanno saputo, hanno cercato di convincerla ad abortire, lei ha rifiutato e loro l'hanno mandata via di casa senza soldi, senza un posto dove stare, senza un futuro. Sono delle persone molto influenti e ricche e...politicamente attive. Hanno bisogno di ripristinare la loro immagine per cercare di vincere le elezioni così cercano di accattivarsi le simpatie degli elettori facendosi vedere come pronti a rimettere in sesto la famiglia."
"E non è proprio così"
Scossi la testa in segno di dissenso
"Ho cercato di piacergli in tutti i modi, ho fatto, faccio mille cose diverse, cerco di essere la prima in ogni cosa, o a cavarmela discretamente anche dove non riesco, ma non è mai stato abbastanza, non...non sono all'altezza"
Dissi amareggiata ripensando a tutto quello che avevo fatto fino a quel momento solo per poter essere qualcuno di cui vantarsi e andare fieri, solo per far in modo che loro non si vergognassero di me e dessero alla mamma la possibilità di rientrare a far parte della loro vita.
"Non dovresti cercare di farti piacere...alla propria famiglia dovresti piacere a prescindere, si presuppone che dovrebbe volerti bene al di là di tutto, e se loro non sono in grado di volertene, bè è un loro problema, non tuo"
"Non è così facile..."
"Dovrebbe...l'orgoglio non fa bene all'amore di qualsiasi genere sia"
Lo guardai sorpresa
"Ma io non posso innamorarmi"
Dissi cambiando argomento
"Non stavo parlando di questo...e poi lo so, mi hai dato un compito ricordi?"
"Oh si certo che me lo ricordo"
Mi rilassai appena colse il mio voler far cadere il discorso dandomi corda, aprii la bottiglietta e bevvi un pò. Mi sentii afferrare d'improvviso le gambe che sollevò e mi trascinò vicino a lui e mi versai dell'acqua addosso.
"Jake!"
Lo rimproverai, poi mi accorsi di avere le mie gambe sulle sue, eravamo vicini, troppo.
"Questa dovresti tenerla sul ginocchio"
Mi disse prendendomi la bottiglietta dalle mani.
"Non ne ho più bisogno..."
Sussurrai
"E comunque mi hai fatto versare l'acqua addosso, non è carino!"
Dissi riprendendomi la bottiglietta e cercando di versargliene un pò addosso.
"Devi prima riuscirci signorina"
Disse bloccandomi facilmente e per quanti sforzi facessi avevo solo l'effetto di avvicinarmi più a lui, tant'è che poi mi bloccò fra le sue braccia e mi versò altra acqua addosso.
"No, no, ok, scusa è fredda!"
"Hai iniziato tu"
Mi disse mentre io ormai ero bloccata dalle sue braccia e dal suo corpo.
"Odioso sei stato tu"
Sbuffai appoggiando la schiena al suo petto tanto più mi dimenavo meno riuscivo a liberarmi e poi forse infondo non mi dispiaceva.
"Forse hai ragione"
Mi sussurrò vicino all'orecchio e poi sfiorò appena la mia guancia con le sue labbra, intanto io rabbrividii...e non per il freddo.
"Posso baciarti?"
Mi sussurrò appena.
Cosa? Puoi ripetere?
Il mio cuore sussultò e deglutii a vuoto inclinando la testa dalla sua parte, chiusi gli occhi e appoggiai la mia testa alla sua.
"Non credo sia una buona idea"
Purtroppo il mio tono di voce non era poi così convincente, ma diceva esattamente l'opposto, inoltre il mio corpo non faceva che mandare determinati segnali e non andava per niente bene, non potevo permettermi una cosa del genere, non con uno così poi.
"Magari invece si"
Mi accarezzò il viso e io aprii gli occhi girandomi di poco verso di lui che mi guardava, poi spostò lo sguardo sulle mie labbra e mi prese il viso fra le sue mani, probabilmente lì persi completamente la ragione, il mio cervello sembrava sparito, sentivo solo il suo profumo forte che ormai mi avvolgeva completamente, il suo respiro a poca distanza dal mio, chiusi gli occhi desiderando solo che quel contatto ci fosse davvero, volevo solo...un bacio. Sentii il suo calore sempre più vicino finchè le sue labbra non toccarono le mie e io ormai ero già persa, ero già lì a desiderare che fosse reale, mi avvicinai di più aumentando il contatto fra le nostre labbra che schiusi poco dopo volendo di più, così lui prese completamente il sopravvento. Le nostre lingue si scontrarono, iniziando ad esplorarsi e a conoscersi per la prima volta, sentivo il suo sapore e il suo profumo arrivarmi fino alla testa e il mio cuore non faceva altro che battere rumorosamente nelle orecchie. Lo sentii passare le sue mani sulla mia schiena che accarezzò piano, poi mi attirò più vicino e mi ritrovai su di lui, passai le braccia attorno al suo collo lasciandomi trasportare completamente. Continuammo a baciarci come se fosse una cosa normale fra noi due e non mi rendevo conto di quanto non fosse esattamente la cosa giusta da fare, non potevo lasciarmi andare così con una persona che conoscevo a malapena da un paio di giorni e che per di più sarebbe andata via a breve, ma soprattutto che non era affidabile. Questo pensiero irruppe velocemente nella mia mente e mi staccai bruscamente.
"Non posso"
Dissi evitando il suo sguardo mentre ormai ero seduta su di lui. Sentii le sue mani alzarmi il viso per guardarmi.
"Che succede?"
Lo guardai un momento e poi mi alzai di fretta allontanandomi
"Serena...era solo un bacio"
Chissà perchè mi aspettavo quelle parole, la cosa che non mi aspettavo è che potessero colpirmi più di tanto.
"Lo so...è solo...non sono così, non bacio un ragazzo per il gusto di baciarlo, non..."
Vado a letto con il primo che capita e il giorno dopo ne trovo un altro! No ok quello lo fai tu.
"Serena, dico solo che dovresti...prendere le cose con più leggerezza, è stato un bacio, un bel bacio, finchè non ti sei tirata indietro, ma...non devi sempre cercare una spiegazione alle cose. E' successo."
Sorrisi scuotendo la testa
"Jake non mettere le mani avanti, lo so che era solo un bacio, ma io non sono la ragazza da solo baci, ora basta stiamo diventando ripetitivi"
"Va bene, è solo che non..."
Il suono del suo cellulare ci interruppe.
"Scusami, pronto? Jason...si...davvero? E' fantastico, Serena l'avviso io è qui con me...niente, Jason...va bene, arriviamo."
"Che c'è?"
Dissi in ansia.
"Denise si è svegliata, dai andiamo in ospedale"
Mi sentii improvvisamente sollevata per quella notizia, guardai l'ora e vidi che era già pomeriggio.
"Si andiamo"
Uscimmo velocemente dal parco da un'uscita secondaria, fermammo un taxi e gli chiedemmo di portarci in ospedale.
"Come va il ginocchio?"
"Meglio...bene, non fa più così male."
"Ti ho distratta per bene"
Lo guardai male e arrossii, poi gli diedi un colpo sul braccio.
"Non sei carino, ti piace mettermi in imbarazzo?"
"Si, particolarmente, ti ho già detto che sei carina in imbarazzo"
Mi disse sfrontato con un sorrisetto degno da una faccia da schiaffi, mentre io mi infastidii.
"Sei odioso"
"E tu mi hai già detto anche questo"
Mi voltai dalla parte del finestrino ignorandolo, ma poi lo sentii accarezzarmi i capelli.
"Sei carina in imbarazzo ma ti preferisco molto...come dire più presa?"
"Perchè lo fai basta parlarne"
"Perchè ci hanno interrotto e perchè io ho detto che è stato un bel bacio, tu non ti sei nemmeno sprecata a dire nulla"
"Si tratta di semplice orgoglio maschile? Lo stuolo di donne che ti porti a letto non bastano come rinvigorente per il tuo ego?"
Dissi ancora più irritata continuando a guardare fuori.
"Oh avanti ammettilo, ora sei tu quella orgogliosa"
Sbuffai e mi voltai velocemente verso di lui per rispondergli male, ma non mi ero accorta che si era avvicinato a me e che in quel gesto mi ritrovai di nuovo a poca distanza da lui.
"Sicura che non vuoi che ti baci di nuovo?"
Presuntuoso, idiota, sbruffone che non sei altro! Un momento, perchè sono qui ferma?
"No"
Dissi in tono sicuro, lui sorrise di mezzo lato e si spostò.
"Il bello è che il tuo corpo dice tutt'altro"
Lo vidi allontanarsi e mi rilassai, dopo che se ne uscì con quella frase però mi accorsi di avere caldo, troppo, e che avevo le guance accalorate, ero arrossita, ancora.
"Non importa quello che dice, ma quello che voglio"
"Sei sicura di non volermi?"
"Si...no! Insomma hai capito! Ci vuole molto di più per farmi capitolare!"
"Potrei impegnarmi"
Non farlo ti prego sei già sulla buona strada e non va bene, non va bene per niente.
"Ne saresti capace?"
Che fai?? Che cavolo fai? Lo sfidi? Sei matta?
"Perchè no...sai ho solo paura che tu possa innamorarti di me"
Risi per prenderlo in giro
"Tu devi ricordarmi di non innamorarmi di nessuno...te compreso, visto che sei un uomo, quindi come potresti fare contemporaneamente due cose inconciliabili?"
"Facendoti innamorare solo di me"
Alzai gli occhi al cielo scocciata e mi sistemai meglio sul sedile
"Sei presuntuoso"
"Non è questo. E' che innamorarsi di me è facile, me come Jake l'attore famoso, ironico, sfrontato, presuntuoso...il difficile è innamorarsi di me come me."
Corrucciai la fronte e mi voltai verso di lui sembrava così serio.
"E che c'è dietro Jake l'attore famoso, ironico, sfrontato, presuntuoso?"
"Niente di interessante"
Disse secco e nervoso tant'è che rimasi spiazzata dal suo tono cambiato improvvisamente, intanto il taxi si fermò e lui aprì velocemente la portiera per uscirci.
"Jake!"
Uscii anche io e lo raggiunsi mentre continuava a camminare verso l'entrata dell'ospedale.
"Sai siamo noi i peggior nemici di noi stessi, per questo non ci si dovrebbe mai giudicare da soli"
Non capivo perchè stessi cercando di capire cosa gli fosse preso, perchè stessi cercando di comprendere quello che c'era dietro il suo tono sfacciato e il suo sorriso provocatorio. Lo vidi fermarsi e voltarsi verso di me ancora serio.
"Non ho pagato il taxi, entra tu, io passerò domani a trovare Denise, dì a Jason che lo chiamo."
Mi superò tornando indietro e io cercai di raggiungerlo.
"Jake aspetta, mi dispiace, non dovevo, entra"
"No davvero, ci vediamo, scusa per il resto."
Rientrò in taxi senza dire altro e lo vidi allontanarsi senza poter fare niente. Entrai poi in ospedale, ma non mi fecero vedere Denise e costrinsero anche Jason e Alex ad andare via, assicurandoci però che stava bene e che dall'indomani avremmo potuto vederla. Tornai quindi a casa sollevata per Denise, ma con un sacco di altri pensieri per la testa.


ANGOLO DI ARI

Bene eccomi di nuovo qui con un aggiornamento...se qualcuno ha letto le altre mie storie sa che per un semplice bacio faccio penare almeno un bel pò di capitoli, e come vedete questo non è il caso...questo perchè Jake è fatto così, prende quello che vuole, gli va di baciare una ragazza e ci prova, dopotutto mi sembra di aver sottolineato più volte nella storia la fama che ha a riguardo quindi. Serena si è scoperta molto, più di quanto avrebbe pensato e si è lasciata prendere più di quanto non abbia mai fatto. Bè non so che dirvi il capitolo parla da solo direi...vorrei solo che quelli che leggono si esprimessero un pò *fa il faccino triste* ma va bene così dai, mi farebbe piacere, ma se non vi va, lo capisco. Alla prossima Ari

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo sesto ***


                          

 

 

 

 

CAPITOLO SESTO

Il giorno successivo riuscii a vedere Denise in ospedale, i medici erano ottimisti per la sua rapida ripresa e riuscii anche a scambiarci due parole, Jason ed Alex erano davvero sollevati e le cose potevano solo migliorare. I giorni intanto scorrevano e già era passata una settimana e agosto aveva quasi lasciato il posto a settembre, io intanto avevo iniziato a preoccuparmi del college, un college che non avevo scelto davvero, anche se comunque almeno mi avevano lasciato libertà in quanto alla facoltà. Qualche giorno dopo l'incontro con mia nonna arrivò la sua chiamata a casa, mamma aveva passato ore al telefono, per poi andare tutti a cena da loro e iniziare a sistemare le cose, almeno apparentemente, io intanto facevo finta di nulla, come se l'incontro con lei giorni prima non fosse mai avvenuto e così era per tutti tranne per noi due. Per il resto tutto era normale e regolare, tutto immobile, bè forse io non troppo; ero sempre nervosa e facilmente irritabile, non riuscivo a stare ferma e ad avere una normale concentrazione. Uscii in primo pomeriggio per far vista a Denise non appena fosse stata ora di apertura del reparto, faceva ancora troppo caldo nonostante l'estate stesse volgendo al termine, infatti c'era ancora un sacco di gente in giro. Arrivai in ospedale dopo un pò dato che distava non poco da casa mia, salii in camera e notai la porta aperta, spiai dentro e Denise era distesa sul letto con gli occhi chiusi da sola. Bussai sulla porta aperta e la vidi girarsi verso di me, era sveglia.
"Sere, entra"
Si sollevò un pò mantenendosi seduta appoggiando la schiena al cuscino, mentre io mi sedetti di fronte a lei sul letto.
"Allora come va?"
"Bene, molto meglio, mi dimettono alla fine della settimana...ho passato due settimane rinchiusa qui non vedo l'ora di andarmene."
"Lo sai che devi stare comunque a riposo vero?"
"Si, mammina!"
Risi e scossi la testa divertita
"Che scema che sei"
"Oh ma come avresti fatto senza di me eh?"
Storsi il naso
"Non mi ci far pensare per favore, potrei deprimermi"
"Allora che mi sono persa?"
La guardai interrogativa
"Ci siamo viste ieri cosa può essere cambiato in una mattinata?"
La vidi sospirare e incrociare le mani in grembo.
"Serena...da quanti anni ci conosciamo?"
Corrucciai la fronte
"Ehm...quasi nove?"
"Esatto, ti ho vista felice, arrabbiata, scioccata, scossa, delusa, isterica, triste, addolorata, ti ho vista in tutti i modi ok? Sei nervosa lo vedo lontano un miglio, guardati, non riesci nemmeno a tenere la gamba ferma da seduta, ti torturi le mani e le labbra, giochi continuamente con i capelli, che cosa è successo?"
Rimasi in silenzio mentre lei continuava a parlare e mi guardai la gamba che si muoveva come diceva lei e la fermai, mi guardai le mani sui capelli e le labbra erano state ben torturate all'interno.
"Avrò anche avuto un incidente, ma il mio cervello sta benissimo!"
Sospirai e mi alzai andando a chiudere la porta e poi tornai a sedermi sul letto.
"Ok...va bene. Andrò alla Columbia non più all'università pubblica. Mi pagheranno la retta i miei nonni che sono rientrati nelle nostre vite."
"Cosa? Quando?"
"La mattina che hai avuto l'incidente sono andata da mia nonna, lei vuole solo la famiglia di facciata, serve per le elezioni, il nonno invece è...un nonno. E' dolce e molto carino, si interessa a  noi, ma a tenere le redini è mia nonna e questo mi spaventa."
"Aspetta, non capisco perchè lei abbia chiamato te e non tua madre"
"Perchè prima voleva chiarire il concetto che ad ogni modo la sua idea su di me e su quello che è successo in passato non cambia, fosse per lei non avrebbe mai messo fine alla situazione."
"Oh Sere, mi dispiace...è una strega, l'ho sempre detto."
Mi disse prendendomi la mano.
"Vedrai che andrà tutto bene."
Sospirai e tornai a guardarla.
"Devo dirti un'altra cosa"
Dissi mettendomi in piedi e incrociando le braccia.
"Ok...ma mi spaventi...perchè ti sei alzata?"
"Perchè ho paura della tua reazione."
La vidi allarmarsi ancora di più.
"Sere...parla"
Sbuffai
"Lo sai che sono una persona molto assennata, insomma non ho mai fatto niente di particolarmente strano o pericoloso o stupido o che so io..."
"Stai divagando è grave."
"Non interrompermi! Dicevo...o si che non faccio mai niente di...Jake mi ha baciata, io l'ho baciato, noi ci siamo baciati."
La vidi aprire la bocca fino a spalancarla.
"Cosa hai fatto?!"
Sgranai gli occhi
"Non gridare!"
"Tu stai gridando!"
"Non è vero!"
"L'hai baciato!"
"Lui ha baciato me!"
Mi beccai un'occhiataccia.
"Ok, ok lui ha iniziato e io ci sono stata, ma poi l'ho fermato..."
"Quando è successo? Dopo la cena?"
"No! Il giorno dopo il tuo incidente..."
"Oh bene io ero in ospedale e tu pensavi a tutt'altro."
La guardai male e mi sedetti di nuovo sul letto
"Sto scherzando! Vi siete più visti?"
Abbassai lo sguardo senza parlare e scossi la testa in segno di dissenso
"Oh...Sere, lo sai com'è lui, insomma non è affidabile, lo sappiamo bene"
"Si lo so...infatti è stato solo un bacio"
Dissi poi guardandola.
"Serena...non baci un ragazzo dal quarto liceo"
Alzai gli occhi al cielo scocciata e sbuffai.
"Grazie per ricordarmelo..."
"E dai sai cosa intendo...non sei una che bacia chiunque, insomma se ti sei lasciata prendere così all'improvviso..."
"Cosa cambia? Sempre un bacio resta..."
"Quante volte vi siete visti?"
"Nessuna, cioè dopo il bacio nessuna."
"Prima?"
"Un paio."
Dissi torturandomi le mani
"Mi piacerebbe vederlo"
Dissi onestamente, ma la verità era che non aveva senso questa cosa per me non riuscivo a darmi una spiegazione, sapevo solo che era come un punto fisso, lo avevo visto per tre giorni di fila e sembrava essere sempre presente, poi più nulla e non mi capacitavo che in così poco tempo mi potesse aver fatto un tale effetto.
"E' strano...non ti sbilanci mai. Sei sempre così...razionale. E' bello vederti un pò più sciolta."
"No è orribile"
"Non essere melodrammatica ti prego, devi solo...stare attenta."
Spalancai gli occhi
"Attenta di cosa? Non lo vedo da più di una settimana, sono passati quasi quindici giorni, non so nemmeno che fine abbia fatto, sarà impegnato in camera con qualche biondina senza cervello, infondo l'importante è che..."
"SERENA!"
Denise mi bloccò prima che potessi diventare volgare e cattiva e sbuffai, mentre lei continuava ad essere scioccata.
"Ma che ti prende! Mi sa che ti è presa male davvero."
"Non è vero"
Dissi mentre però mi sentii accalorare le guancie per l'imbarazzo. Poi la vidi guardare la tv e cercare il telecomando per alzare il volume, così mi voltai verso la tv mentre aumentava l'audio.
"Beccato al J.F. Kennedy  Jake Thomas pronto per riprendere il volo e tornare a Los Angeles, probabilmente le vacanze sono finite anche per lui, così ha salutato il suo caro amico, che ormai avrà dimora fissa a NY, per tornare nell'assolata California. La cosa strana? La foto risale a un pò di giorni fa, il ragazzo è scappato di soppiatto, ma noi sappiamo che di solito non nega mai un bagno di folla. Qualcosa sotto? O forse aveva solo fretta. Speriamo di vederti più spesso a NY d'ora in poi Jake, infondo hai qualcuno ora qui!"
Mistero svelato. Era tornato a LA e io dovevo aspettarmelo. New York non era casa sua, non sarebbe stato qui mica per sempre, eppure mi sentii delusa e un pò ferita, ma infondo per cosa? Non c'era stato niente di concreto, non era una persona che cercava frequentazioni e io ero solo una ragazza stupida. Ero sempre stata dell'idea di essere abbastanza intelligente da non comportarmi come quelle ragazzine che vanno dietro ad un ragazzo, vivendo nella speranza che le noti, ma in quel momento mi sentii esattamente come loro.
"Sere? Tutto ok?"
Mi rigirai verso Denise
"Si certo tutto bene, dovrei andare, si sta facendo tardi"
Mi alzai e presi la borsa.
"Tesoro aspetta sei sicura che vada tutto bene?"
Sorrisi a Denise.
"Si. E' stato solo un bacio ricordi?"
Un bel bacio
"Si ma ricordo anche il mi piacerebbe rivederlo"
"Non ha importanza Denise io lo sapevo già, il fatto che a me avrebbe fatto piacere rivederlo non significa che accadrà o che farò qualcosa perchè accada o voglio che lui faccia qualcosa, va benissimo così"
"Ok"
Mi disse non troppo convinta.
"Ci vediamo domani va bene?"
Le diedi un bacio ed uscii dall'ospedale cercando di non pensare troppo alla delusine che sentivo addosso e alla strana sensazione che mi si era attaccata sulla pelle. Non avevo nessun motivo per sentirmi così, e io odiavo non trovare una motivazione o una giustificazione, un qualcosa di razionalizzabile che spiegasse quello che sentivo. Dovevo davvero smetterla di farlo, non potevo andare avanti così, non c'era sempre un motivo, aveva ragione lui in questo, ma quel modo di fare era per me la mia unica ancora di salvezza.

QUALCHE GIORNO PRMA, JAKE'S POV.

Avevo passato quei giorni a rilasciare qualche intervista per pubblicizzare il mio ultimo film e partecipando a delle feste a cui mi avevano invitato, evitando di uscire di giorno, evitando caldamente l'ospedale, evitando i luoghi "normali" che invece amavo frequentare specie se ero in una città che non fosse Los Angeles; mi camuffavo come meglio potevo per non farmi riconoscere e uscivo un pò in giro cercando di ritrovare un pò di quella normalità che, probabilmente, non avevo mai realmente sperimentato. Figlio di padre regista, madre sceneggiatrice, in accademia di recitazione dai 16 anni, primi film da bambino in piccole parti che mi venivano date da mio padre, anche se in modo restio, sperando di dissuadermi a seguire quel mondo in cui c'era dentro fino al collo, ma che non apprezzava per me. Quando mai la mia vita era stata normale? Due genitori sempre al centro dell'attenzione, circondati da gente importante, feste di gala ed esclusive, due sorelle maggiori di cui una con 12 anni più di me.
Mi svegliai passandomi una mano sul viso e aprii paino gli occhi voltandomi dall'altra parte e vedendo l'ennesima ragazza senza nome nel mio letto.
Merda.
Mi misi a sedere passando una mano fra i capelli e mi alzai presi il mio iphone e notai una chiamata del mio agente e poi un suo messaggio.
Vedi di tornare presto a LA cortesemente.
Sbuffai lasciando malamente il telefono sul ripiano e poi mi accorsi della bottiglietta di plastica, non mi ero nemmeno reso conto di essermela portata dietro e di averla lasciata lì. Scossi la testa, la presi e la buttai via, poi presi la valigia, l'aprii infilandoci alla rinfusa le mie cose e poi andai sotto la doccia. Uscii dopo un pò trovando la ragazza sveglia ancora seduta sul letto.
Devo imparare a segnarmi il loro nome da qualche parte dannazione!
"Vai già via"
Mi disse guardando la valigia.
"Si"
Mi limitai a dire non amavo parlare con quelle ragazze, solitamente le mandavo via il mattino senza troppe cerimonie e comunque lo facevano già di loro, sapevano perfettamente nel momento stesso in cui ci provavo che non si sarebbe andati oltre ad una notte.
"Molto presto"
"Non ho mai detto che sarei rimasto, non è casa mia. E comunque non devo spiegazioni a te"
"No certo"
Sistemai il resto della roba in valigia mentre lei uscì fuori dalla mia camera dopo essersi rivestita. Continuai a preparare le mie cose e poi chiamai l'aeroporto per prenotare il primo volo che sarebbe stato di lì a tre ore, così velocemente andai in aeroporto dopo aver sistemato i conti dell'hotel. Tre ore dopo ero sull'aereo che attendevo prendesse il volo e intanto guardavo fuori dal finestrino nascosto dietro un paio di occhiali da sole...non avevo voglia di fingere sorrisi da nessuna parte quindi così come me n'ero andato discretamente da NY avevo intenzione di arrivare a LA. Motivo del mal'umore? Non lo sapevo, non riuscivo a capire perchè mi sentissi così scocciato, forse perchè quella ragazza era riuscita a pungermi nel vivo, facendomi crollare immediatamente, non mi era mai successo ero bravo a far finta di niente, a fare finta che non mi importasse di niente, forse era così davvero, non importava, ma lo facevo perchè infondo era anche vero il contrario. Avevo legato con Jason immediatamente in accademia, avevamo trovato subito un feeling e un'intesa solida e a distanza di poco tempo sembravamo conoscerci da una vita, sembravamo fratelli. Avevo un buon rapporto con mia madre e le mie sorelle, un pò meno con mio padre con il quale continuavo a scontrarmi ogni giorno, per quello avevo lasciato casa mia molto presto, appena la mia carriera mi aveva permesso di poter pensare a me stesso, ero andato a vivere da solo, almeno evitavo scontri quotidiani ogni qual volta rientravo in casa. A parte queste persone non c'era nessun altro che mi conoscesse come Jake nato e cresciuto a LA, e a me andava bene così, in fondo non pensavo di poter poi interessare in quel senso, ormai per tutti ero quello che vedevano attraverso lo schermo di un cinema, attraverso le interviste alla tv e sui giornali. Lei in cinque minuti si era già messa ad analizzarmi differentemente dal resto della gente, già aveva notato cose che nessuno aveva mai notato, aveva degli occhi così espressivi, ma così tristi a momenti, era così presa dalle regole di vita che si imponeva che non si rendeva conto che delle volte invece non bisognava fare affidamento su quelle per vivere, e lei ne aveva bisogno, così come io invece avevo bisogno di impormi delle regole, regole che non volevo impormi e alle quali continuavo a sfuggire.
Appoggiai la testa sul finestrino non capendo perchè ci stessi pensando così tanto, non aveva senso, non per me e non doveva avercene. Presi il mio ipod e infilai le cuffie immergendomi completamente nella musica allontanando da me quei pensieri.
Dopo sei ore ero a LA, scesi dall'aereo e uscii discretamente dall'aeroporto entrando in un taxi libero, diedi l'indirizzo di casa mia e poi, una volta preso il mio telefono, feci partire la chiamata.
"Jake che fine hai fatto?"
"Jason, sono a Los Angeles"
"Cosa? Quando sei partito? Perchè non mi hai detto niente?"
"Sai com'è il mio agente mi stava dando addosso sono dovuto ripartire in fretta, poi tu avevi così tante cose a cui pensare, tra il lavoro e Denise, e poi ehi, non è che non ci vedremo più, avanti amico!"
"No lo so figurati, è che sei partito in fretta, non lo fai mai...comunque si dovrò anche fare un casting a LA quindi ci rivediamo prima di quanto credi"
"Va bene sai dove trovarmi, Denise?"
"Sta bene, la dimetteranno alla fine di questa settimana, si sta riprendendo rapidamente"
"Bene, mi fa piacere, salutamela, non sono nemmeno andato a trovarla"
Avevo deciso volontariamente di evitare l'ospedale anche se con dispiacere.
"Si infatti ci aspettavamo venissi, ma ho visto che hai lavorato anche a NY, tra poco c'è la prima qui, hai intenzione di parteciparvi?"
Sospirai, non potevo tornarci davvero da lì a una settimana
"Non lo so ne parlo domani con il mio agente e vedrò cosa mi consiglia lui, ovviamente ci verrai anche tu se ci sono, come sempre d'altronde"
"Ovviamente, ci sarò, fammi sapere comunque"
"Ok, senti ti lascio sono a casa, ci sentiamo"
Riattaccai una volta che fui quasi arrivato a casa mia, uscii dal taxi e ritornai a quella che era la mia quotidianità sperando di tornare anche quello di qualche giorno prima.

ANGOLO DI ARI

Ok sono tornata, questo capitolo è un pò più corto, in realtà non doveva esserci il pov di Jake e doveva esserci un'altra cosa, ma poi ho pensato che scrivendo in prima persona dal punto di vista di Serena non potevo far capire la partenza di Jake e nemmeno un pò di com'è fatto lui, così anche se con difficoltà ho deciso di scrivere questo breve scorcio. Non uccidetemi se non c'è stato un contatto fra i due, ma vi prometto che recupererò nel prossimo capitolo davvero. Serena ha parlato con Denise di Jake e si è sbilanciata e non si capacita di come le cose siano avvenute così rapidamente, mentre Jake...scappa, si semplicemente scappa da tutto e tutti. Ma non si può fare all'infinito vero? Prima o poi bisogna fare i conti con tutto e questo vale per entrambi i protagonisti di questa storia. Ripeto questo è un capitolo di passaggio ma ugualmente importante. Cercherò di aggiornare al più presto. Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo settimo ***


                          

 

 

 

 

CAPITOLO SETTIMO

Quel lunedì mattina Denise sarebbe stata dimessa dall'ospedale e sia Alex che Jason volevano restare a casa e disdire i rispettivi impegni lavorativi per poterla prendere dall'ospedale e portarla a casa, ma lei vietò ad entrambi di mancare ai propri impegni chiedendo a me di prenderla e portarla a casa. Mi feci lasciare così l'auto da mia madre e l'andai a prendere in ospedale.
"Ehi! Pronta per uscire da qui?"
"Serena! Sei arrivata"
Entrai definitivamente nella camera e l'abbracciai
"E' bello vederti in piedi"
"E' bello stare in piedi!"
Esclamò lei felice.
"Si però signorina ha un altro paio di giorni di assoluto riposo, deve prometterlo"
Ci voltammo verso la porta entrambe e notammo il primario che ci veniva incontro e che faceva tutte le raccomandazioni del caso a Denise.
"Sono passate già due settimane dall'incidente, ma mi raccomando qualche altro giorno le farà bene"
"Non si preoccupi la controlliamo noi"
Assicurai al medico prendendo la borsa di Denise.
"Bene, conto su di voi allora, ci vediamo fra una settimana per i controlli e se sta male, ha giramenti di testa, o cose simili corra in ospedale."
"Lo farò"
Dopo l'ennesima raccomandazione riuscimmo finalmente ad uscire da lì ed entrare in auto.
"Allora ti accompagno da Alex?"
La vidi scuotere la testa
"No ti indico la strada per la casa di Jason, sto lì per un paio di giorni"
Corrucciai la fronte sorpresa.
"Oh...davvero?"
Intanto misi in moto e cominciai a guidare, non mi aspettavo che dovessi portarla lì.
"Si ho parlato già con Alex, e poi sono grande abbastanza per decidere e voglio passare qualche giorno con Jason"
Annuii mentre lei mi indicava la strada.
"Capisco"
Piano ci infilammo nel traffico, che era una quotidianità lì a NY, e dopo lunghe code riuscimmo ad infilarci nella strada che portava alla casa di Jason. Rimasi stupita era davvero una bellissima casa.
"Wow"
Uscii dall'auto mentre continuavo a guardarla da fuori, bellissima, meravigliosa, perfetta per una star. Ci aprì la cameriera che prese prontamente la borsa di Denise che avevo io in mano e poi ci invitò ad accomodarci e a rilassarci. Si certo come no!
"Andiamo di là all'aperto sono stata troppo al chiuso e fa ancora molto, molto caldo"
La seguii nella grande veranda inondata dal sole ancora terribilmente caldo, ma piacevole comunque.
"Ci sei già stata qui vero? Non mi sembri nuova a questa casa."
"In realtà ci sono stata solo un giorno, dato che poi ho dovuto soggiornare in ospedale".
Risi e ci sedemmo su due sdraio.
"Come stai?"
Mi girai verso di lei e sbattei un pò gli occhi.
"Bene perchè?"
"Così...hai sentito..."
"No"
Dissi scocciata sistemandomi sulla sdraio.
"Perchè mai avrei dovuto? Non che ne abbia poi comunque il modo anche se volessi"
Incrociò le braccia mentre i suoi occhi azzurri mi scrutavano e mi analizzavano come se fossi un qualcosa da vivisezionare.
"Deni che c'è!"
"Possibile che non ti importi? Tre giorni fa ti ho vista rimanerci male davanti alla tv in ospedale, non me lo sono sognata! Ti conosco!"
"Sto bene! Senti, si ok, un pò ci sono rimasta male lì per lì però va bene così sul serio, che posso aspettarmi? E poi non mi va di aspettarmi nulla nemmeno, sto perfettamente così"
"Non dirmi che non ci pensi nemmeno un pò avanti, lo so che lo fai, so che non ti dispiacerebbe vederlo"
"Denise, dovresti aiutarmi a concentrarmi su altro, non a crearmi un'illusione"
Dissi seccata.
"Signorine vi ho portato del thè freddo"
La cameriera si avvicinò gentilmente a noi con un vassoio e due bicchieri con del thè e una brocca in caso ne volessimo ancora. Dopo averla ringraziata riprendemmo a chiacchierare, ogni tanto Denise mi punzecchiava, ma per lo più riuscii a farmi raccontare di come andassero le cose con Jason, come si era comportato durante quelle due settimane in ospedale e di quanto fosse apprensivo, ma dolce.
"Bè dai è carino si preoccupa per te"
Dissi ridendo all'ennesimo racconto di Denise, mentre intanto ci raggiunse nuovamente la cameriera con il telefono in mano.
"Signorina, il signor Jake al telefono"
Fu così che morii, o meglio rischiai seriamente la mia dipartita, dato che stavo tranquillamente bevendo il mio thè, ma ovviamente a quell'annuncio decise di andarmi di traverso, rischiando inoltre di versarmi tutto il contenuto del bicchiere addosso.
"Signorina tutto ok?"
Arrossii vistosamente dato che la cameriera aveva ancora il telefono in mano e ovviamente la persona dall'altro capo avrebbe sentito tutto.
"Dia a me, Jake!"
Denise rispose al telefono, mentre io cercavo di impedire alla cameriera di ripulire il mio disastro.
"Lasci stare la prego non si preoccupi"
Continuai a dire mortificata, intano Denise parlava al telefono.
"Si si tutto ok, no...non...ero io...un attimo eh, Margaret può andare grazie non si preoccupi"
"Va bene signorina"
La cameriera si allontanò mentre Denise si sedette sulla sdraio accanto alla mia e mi fece cenno di stare zitta, schiacciò un tasto e poggiò il telefono sul bracciolo della sdraio, capii poi che aveva messo in vivavoce.
"Denise ci sei ancora?"
Sentire quella voce anche se per telefono mi faceva strano, non ci eravamo più visti da quel pomeriggio e per quanto facessi finta che non me ne importasse, in realtà ci pensavo spesso, anche troppo, ed era una cosa che mi infastidiva particolarmente, sia per il poco tempo in cui tutto era successo, sia perchè odiavo che qualcuno avesse potere su di me e sui miei sentimenti, di qualsiasi genere fossero.
"Si, si scusami, dicevi?"
"Serena sta bene?"
Sgranai gli occhi, aveva riconosciuto la mia voce, bella figura che hai fatto complimenti!
"So che si agita quando mi sente, ma non c'è bisogno di strozzarsi con qualsiasi cosa stesse bevendo"
Strinsi gli occhi piccata dalla sua battuta e aprii la bocca, ma per mia fortuna Denise mi mise una mano davanti e mi lanciò un'occhiataccia.
"Ma che dici, non essere sciocco, cercavi Jason?"
"Si, il mio agente vuole che partecipi alla prima del mio film a NY, così siccome Jason non ha potuto parteciparvi a LA, volevo che venisse, con te ovviamente."
"Oh davvero? Ne sarei felice, insomma avevamo già in progetto di vederlo da mesi, sarebbe bello vederlo durante la prima"
"Avevamo?"
"Si io e..."
"Denise!"
La rimproverai e lei si bloccò immediatamente rendendosi conto e si mise una mano davanti alla bocca e mi mimò un mi dispiacemuto.
"Sono in viva voce?"
Disse poi lui e ci guardammo impietrite, mentre io volevo sprofondare.
"No certo che no Jake, ti prego!"
Disse Denise in tono acceso come se Jake avesse detto un'eresia, cercando di riparare l'irreparabile.
"Posso sempre mandare un biglietto anche alla tua amichetta se le va"
"Oh le piacerebbe!"
"Che fai!"
Rimproverai ancora di più Denise, e ancora una volta ad alta voce, chiusi gli occhi e portai le mani sul viso rosso, in preda alla vergogna, intanto sentii Jake ridere al telefono.
"Va bene, vi aspetto tutti e tre allora, salutami Serena"
Continuò lui facendo finta di non sapere di essere in vivavoce
"Ok non preoccuparti, lo farò...ti saluta anche lei."
"Ci vediamo fra una settimana e dalle un bacio da parte mia"
Spalancai gli occhi e la bocca arrabbiata e infastidita ma Denise chiuse la chiamata in fretta prima che potessi dire qualsiasi cosa.
"Certo, a presto!"
"Stronzo!"
"Troppo tardi ho chiuso"
"E'...è uno stronzo!"
Vidi Denise scuotere la testa e poi scoppiare a ridere
"E' stato divertente!"
"Per te sarà stato divertente, non per me!"
La rimbeccai acida più che mai mentre lei continuava a ridere.
"Perchè mi ha invitata?"
"Non ha importanza Sere, potrai rivederlo"
"Denise non va bene, tanto se ne andrà ancora, e comunque non avrebbe senso in ogni caso"
"Senti, facciamo che per una volta non ti chiedi che senso ha e lo fai e basta, che dici?"
Scossi la testa e sbuffai passandomi una mano sul viso.
"Non mi va di vederlo fare il cretino in mezzo a modelle e attrici bellissime con cui va a letto"
"Si, però ti ha invitata"
"Solo perchè ero qui"
"Serena, ti prego, fammi questo favore, non pensarci per questa volta ok? Ti prego"
"Non ho un vestito adatto"
Continuai
"Andiamo a comprarlo"
"Non ho il budget adatto"
Sottolineai
"Sere, tranquilla"
Sospirai alzandomi e prendendo la mia borsa
"Va bene, vado...mi raccomando"
"Mi raccomando tu"
La salutai e uscii da quella casa con mille pensieri per la testa, una settimana, dovevo aspettare solo una settimana e poi l'avrei rivisto, e la verità era che non vedevo l'ora e questa cosa mi spaventava tantissimo.
I giorni cominciarono così a scorrere lenti e noiosi, mancava solo che mi mettessi ad osservare la sabbia che scorreva all'interno di una clessidra per rendermi conto che il tempo passasse davvero; io e Denise andammo a cercare un vestito adatto, ma io in realtà non avrei mai potuto permettermi nulla del genere, così dopo varie insistenze e molte minacce da parte della mia amica, mi fece scegliere un vestito e lo pagò lei, mentre io spesi i miei soldi per le scarpe e gli accessori.
Finalmente anche se con lentezza anche quella settimana passò e il giorno successivo sarei andata a quella premiere e avrei rivisto Jake, anche se continuavo a pensare che fosse una grandissima idiozia dato che comunque lui sarebbe stato di certo impegnato tra interviste ed ospiti e non avrebbe avuto tempo per me.
Inoltre era ora che andassi a consegnare dei moduli di iscrizione finali alla Columbia e la mia adorata nonnina non aveva fatto altro che ricordarmelo ogni due minuti, così dopo pranzo decisi di andarci dato che in primo pomeriggio le segreterie sarebbero state senz'altro meno affollate che in mattinata. Passai comunque un'ora per sbrigare tutte le pratiche e ne approfittai per fare un giro nel campus e cominciare ad ambientarmi, passai dalla biblioteca e rimasi incantata per quanto fosse grande e piena di ogni genere di libro, quello sarebbe stato di certo il mio posto preferito di tutto il campus. Dopo quel breve giro uscii dalla zona universitaria e decisi di fare un giro per le strade del centro, guardando le vetrine di negozi che non mi sarei mai potuta permettere, mentre intorno a me c'erano ragazze dei quartieri alti che indossavano "semplici" Chanel, borse Prada e occhiali da sole Gucci. Continuai a camminare e decisi di incamminarmi verso casa quando sentii una voce al mio orecchio e sussultai.
"Guarda chi c'é"
Girai il viso di lato e il mio cuore perse un battito per poi accelerare rapidamente, intanto rimasi lì stupita senza dire nulla di concreto.
"Hai visto un fantasma?"
Mi disse scherzando.
"Ciao"
Dissi semplicemente a disagio, non mi aspettavo di vederlo, poi così in mezzo alla strada era strano.
"Ti ho disturbato"
Disse con fermezza.
"NO"
Mi affrettai a dire forse con troppa enfasi, infatti vidi spuntare un sorrisetto sfrontato sul suo viso.
"Che ci fai qui?"
"Domani c'è la premier, te ne sei dimenticata?"
"No, intendevo per strada, appunto perchè domani hai la premier immagino che tu abbia molto da fare"
"Si sono appena tornato e stasera ho un incontro con il regista e la co-protagonista, ma ho qualche ora libera...stavo entrando in albergo, ma poi ti ho vista dall'altro lato della strada e mi sono avvicinato"
Mi indicò l'hotel che era praticamente di fronte a noi e poi tornai a guardarlo.
"Capisco"
"Facciamo una passeggiata dai, non mi va di rinchiudermi in albergo...sempre che tu non abbia da fare"
"Oh no...stavo tornando a casa."
"Come mai da queste parti?"
Mi chiese mentre iniziavamo a camminare e lui indossava nuovamente gli occhiali da sole e si muoveva discretamente per non farsi notare.
"Ho consegnato dei moduli in segreteria per il college, dista poco da qui"
"Quando inizi?"
"Inizi ottobre, un mese su per giù, ma avevano bisogno di quei documenti ora..."
"Capito, sono contento di averti rivista, non avrei avuto modo poi..."
"Non che tu ti sia sprecato poi molto ultimamente"
Dissi acida facendo trapelare il mio fastidio per non aver avuto modo di parlarci, visto quello che era successo.
"Sento un punto di ripicca"
"No perchè mai"
Dissi in tono piatto guardando davanti a me.
"Sono tornato a LA, avevo del lavoro, in più mia nipote compiva 18 anni non potevo mancare"
Girai la testa verso di lui e lo guardai corrucciando la fronte.
"Hai una nipote così grande?"
"Si, io e mia sorella maggiore abbiamo 12 anni di differenza, in più è rimasta incinta a 19 anni dopo essersi sposata l'anno precedente...si ha corso molto"
"Oh...sei stato carino a voler partecipare alla sua festa, immagino sia stato come passare una serata in mezzo a fan incallite"
Dissi scherzando
"Si in realtà si, ma ci tenevo, lei ci teneva, quindi"
Gli sorrisi guardandolo mentre lo diceva, sembrava esattamente quel ragazzo "qualsiasi" che avevo visto per pochi secondi.
"Il te che non si nasconde dietro l'attore è premuroso?"
Il suo sorriso sparì improvvisamente e mi guardò stranito come se gli avessi detto che avevo ucciso qualcuno, dopo qualche secondo riguardò davanti a sè e sorrise lievemente mascherando tutto.
"Ti va qualcosa?"
Mi disse indicando un bar. Così non avrei avuto risposte, mai.
"Sedermi, sono in giro da un pò"
Dissi sorridendo e dandogli corda. Entrammo nel bar, si avvicinò piano al bancone e il proprietario dopo averlo riconosciuto ci indicò un tavolino un pò più appartato, mentre io morivo di imbarazzo, era tutto strano per me. Ci sedemmo al tavolo e Jake si liberò finalmente di quegli occhiali e potei guardare di nuovo i suoi occhi.
"Salve, cosa prendete?"
Arrivò subito una cameriera che si rivolse a Jake sorridendogli eccessivamente e sbattendo le palpebre perfettamente truccate, io alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa; Jake sorrise un pò e mi lanciò un'occhiata.
"Che prendi?"
Disse ponendo poi l'attenzione su di me.
"Oh...gelato"
"Vada per due bicchieri di gelato grazie"
Cercò di liquidare la cameriera, che gli lanciò un altro sorriso svenevole prima di allontanarsi.
"Grazie per aver accettato l'invito per domani"
"Oh bè non sapevo che fare sai com'è! Grazie a te, non eri obbligato a farlo solo perchè ero lì"
"Ma io volevo farlo, non mi sono sentito obbligato, Serena io non faccio mai niente per obbligo"
Ritornò la cameriera con le ordinazioni e rimase un momento lì, entrambi la guardammo.
"Vuole unirsi a noi?"
Disse Jake con ironia.
"No, solo che..."
La vidi prendere la sedia da un tavolo accanto e sedersi un momento tra me e Jake e io sgranai gli occhi infastidita.
"Oh sono una sua fan, davvero, mi farebbe un autografo per favore?"
C'era bisogno che ti sedessi per rompere le scatole??
Sbuffai prendendo il cucchiaino e cominciando a mangiare il mio gelato, ignorandoli e evitando di sembrare scocciata, cosa alquanto difficile.
"Certo"
Intanto Jake gentilmente le fece l'autografo.
"Non l'ho mai vista prima, lei intendo, non pensavo conoscesse qualcuno qui a parte Jason"
Inarcai le sopracciglia ancora più infastidita.
Perchè non ti fai gli affaracci tuoi??
Evitai di dirlo e presi la cialda sul gelato per mangiarla
"Oh bè, si è una mia amica, sa non mi va di condividerla con il resto del mondo, preferisco resti mia"
Stavo per addentare la cialda ma rimasi con la mano a mezz'aria e la bocca spalancata, ok sembravo un'idiota.
Mia? Un brivido mi percorse la schiena e intanto arrossii velocemente e vistosamente.
"Capisco"
La cameriera mi guardò come se fossi un misto tra un diamante prezioso e una povera orfanella che aveva trovato una fortuna.
"C'è altro?"
Disse poi lui ancora alla cameriera, che si rese conto di stare a fare il terzo in comodo finalmente.
"Oh no, no, scusate, bè buon pomeriggio."
Finalmente si allontanò e io mi ridiedi un pò di contegno mangiando la cialda come già stavo cercando di fare da prima.
"Mi metti in imbarazzo...ancora"
"Mi piace lo sai"
"Lo fai di proposito quindi?"
Dissi un pò acida, infondo poteva farlo di proposito senza pensare davvero quello che diceva.
"Si, lo faccio perchè mi piace imbarazzarti, sei carina e meno acida i primi cinque minuti, e no, non lo faccio di proposito inventandomi di sana pianta quello che dico"
Stavo già per mandarlo a quel paese poco gentilmente appena iniziò a rispondere, poi evitai quando completò la frase.
"E poi non ho detto niente di malvagio"
"Siamo amici quindi?"
"Si, perchè no? Posso parlare con te è una qualità che non trovo facilmente in una ragazza"
"Perchè ti circondi sempre di quelle senza cervello"
Dissi in tono antipatico, ok dovevo smetterla.
"Sicura che non sia gelato al veleno?"
Mi lasciai andare ad un sorriso e mangiai un altro pò di gelato, mentre lui seguiva i miei movimenti con gli occhi puntati su di me che mi scrutavano, anche troppo, arrossii ancora.
"Hai ragione comunque"
"Mi hai dato ragione? Wow me lo segnerò sul calendario"
Continuammo a mangiare e a chiacchierare ancora un pò, poi lui pagò il conto e fummo di nuovo per strada a passeggiare.
"Quanto resti?"
Dissi poi improvvisamente, volevo sapere quanto si sarebbe fermato, ne avevo bisogno.
"Domani e dopodomani, poi il giorno successivo ho il volo in mattinata"
Solo due giorni. Avevo solo due giorni, mi rabbuiai un pò.
"Lavoro?"
"Si, diciamo di si"
"Hai già altre proposte? Oh dai dammi qualche anticipazione"
Dissi ridendo e prendendolo per un braccio.
"Ancora non so niente giuro"
"Oh avanti certe cose si condividono con gli amici"
"Seriamente ti ho detto quello che so"
Mi sorrise e iniziò a giocare con i miei lunghi capelli e io inclinai un pò la testa verso la sua mano, mi sentivo come un pezzo di metallo vicino ad una calamita.
"Facciamo progressi, abbiamo quasi smesso di discutere, come mai?"
"Perchè non sei poi così acida e antipatica come vuoi far sembrare"
Sorrisi abbassando lo sguardo imbarazzata.
"Forse no"
Sussurrai appena.
"Devo andare, o farò tardi"
Mi disse sollevandomi poi il viso per guardarmi e io sentii ancora una volta quei dannati brividi.
"Ci vediamo domani sera allora"
Mi sorrise e poi fermò un taxi
"Oh vuoi un passaggio"
Scossi la testa
"No, faccio due passi, sono quasi arrivata"
"Va bene, a domani"
Si avvicinò veloce dandomi un bacio leggero sulle labbra e io sgranai gli occhi, mentre lui sorrise di mezzo lato al suo solito, arrossii e lo vidi salire nel taxi. Io intanto rimasi a guardare il veicolo giallo ripartire sentendomi ancora più confusa di prima.

ANGOLO DI ARI

Si sono incontrati ebbene si, così mi faccio perdonare per il capitolo precedente. Ok prima scena divertente e imbarazzante al telefono con Denise, che è un pò troppo spontanea, e via con le figuracce, poi un incontro in carne ed ossa prima della premiere che occuperà per intero il prossimo capitolo. Come vedete sono tutti pretesti per poter creare un contesto diverso dal solito, ma in fin dei conti, come dico sempre il protagonista è il rapporto tra i due. Serena si sente già schiacciata da questa presa che Jake ha su di lei, lui continua a comportarsi come sempre senza scomporsi più di tanto, c'è attrazione tra i due, molta e la scoprirete di più nei prossimi capitoli, quando gli incontri non saranno più fortuiti, ma concreti. Bene, ringrazio ancora chi sta leggende e chi recensisce, a voi un grazie speciale, è bello leggere i vostri pensieri, quindi invito anche il resto a farlo, mi piacerebbe davvero. Alla prossima Ari

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo ottavo ***


                          

 

 

 

 

CAPITOLO OTTAVO

Era arrivato il giorno della premiere e io non avevo dormito quasi per niente, mi giravo e rigiravo nel letto cercando di non pensare troppo a quello che mi stava succedendo, ma non ne fui in grado. Jake ormai era costantemente nei miei pensieri e non riuscivo proprio a non pensarci, quindi mi infastidivo facilmente perchè cercavo di impegnarmi in qualunque modo, cercavo di fare qualunque cosa, ma ormai non funzionava più come prima, non dopo averlo incontrato di nuovo. Sapevo di dover aspettare una giornata intera prima di poter andare finalmente lì e vederlo ancora, ma comunque non ne ero così entusiasta, ci sarebbe stata tanta gente, gente che io avrei visto solo tramite copertine e tv, ci sarebbero state tante donne e io non mi sentivo adatta, non mi sentivo all'altezza di tutte quelle che sarebbero state lì perfette e a loro agio in vestiti meravigliosi e tacchi alti. Denise mi chiamò più volte per assicurarsi che stessi calma e non ci ripensassi, ma non capiva che più me lo chiedeva e più mi innervosivo e più mi passava la voglia di andarci.
Dover poi spiegare ai tuoi che dovevi andare ad un evento del genere non era molto facile, specie se tua madre ha appena 36 anni e ti ha vista collezionare dvd su dvd di questa persona, e soprattutto se sente e legge notizie di gossip non proprio rincuoranti su colui che ti ha invitato. In sostanza? Non era poi molto d'accordo che io ci andassi e frequentassi determinati ambienti, ma non per pregiudizio o chissà che, ma solo per preoccupazione materna. Inoltre continuava a dire che non dovevo dare retta ad un uomo così, non era esattamente uno stinco di santo e lo sapevamo tutti. Papà? Fuori da tutto questo ovviamente. Sapeva il minimo indispensabile, infondo non potevo mentire ai miei su una cosa del genere dato che improvvisamente a casa si era materializzati un abito da sera con il quale sarei dovuta uscire di lì a poco, inoltre io e mio padre avevamo un bellissimo rapporto, sembrava sapesse leggermi completamente e comprendermi, mi consigliava sempre nel migliore dei modi e mi conosceva così bene da comprendermi con uno sguardo. Non potevo mentirgli.
Quando fu il momento giusto iniziai a preparami, non lo avevo mai fatto così accuratamente, mi truccavo con attenzione, acconciato i capelli in leggeri boccoli che cadevano lunghi lungo le spalle e raccolti appena solo da un lato. Mi sedetti sul letto, più agitata che mai, attendendo che fosse abbastanza tardi da poter indossare il vestito.

JAKE'S POV

Ero al ristorante dell'hotel, stavo morendo di fame e avevo bisogno di pranzare, dato che probabilmente la sera, tra impegni vari, alla cena dopo la premiere avrei mangiato poco o nulla, ma dovevo aspettare Rachel...donne, ore e ore per scegliere un vestito che metteranno una sola volta. Sbuffai chiudendo il menù, che tra l'altro sapevo a memoria, dato che alloggiavo sempre lì quando andavo a NY, e lo lasciai sulla tavola sperando che si sbrigasse ad arrivare, prima che ordinassi da me.
"Sono qui, sono qui!"
Alzai gli occhi e vidi Rachel arrivare trafelata, mi diede un bacio sulla guancia e si sedette di fronte a me.
"Scusami, ma sai, dovevo scegliere un vestito!"
Mi disse ironica mentre prendeva in mano un menù.
"Sto morendo di fame"
Alzai un sopracciglio e la guardai quasi esasperato.
"Ti rendi conto che è l'una e mezzo? Avevamo appuntamento mezzora fa, ma il punto in realtà è che sei uscita stamattina alle 8!"
Mi guardò come avessi detto un'eresia.
"Jake, tesoro, capisco che per te sia assurdo, ma dovevo scegliere un vestito per la premiere dato che sono arrivata solo ieri pomeriggio qui, non vorrai che la tua coprotagonista faccia brutta figura!"
Risi cercando con gli occhi qualcuno per ordinare.
"Rachel saresti bellissima comunque, non c'era bisogno di perdere tutto questo tempo"
Finalmente una cameriera si avvicinò senza che Rachel potesse rispondermi, la cameriera prese le ordinazioni, mentre lanciava occhiate ammiccanti verso di me. Mentre lei faceva la civetta e io le davo corda, mi arrivò un calcio su una gamba di Rachel.
"Non ci serve altro, può andare"
Disse lei liquidando la cameriera.
"Mi vuoi rovinare la piazza?"
Gli dissi assottigliando gli occhi in segno di disappunto.
"Jake, non ti rovino proprio niente, la signorina verrà a letto comunque con te, ma ti prego per dieci minuti concentrati su di me invece che rimorchiare."
"Gelosa? Ricordi dei vecchi tempi?"
"Idiota!"
Mi fece una linguaccia e bevve un pò di vino.
"A proposito di ritardi...ancora non mi hai detto che fine hai fatto ieri pomeriggio, ti lamenti del mio ritardo, io ti ho aspettato ben un'ora"
"Avevo da fare"
Dissi evasivo
"Se avessi avuto da fare saresti stato nella tua camera d'albergo"
Mi disse ironica mentre continuava a scrutarmi.
"Stavamo parlando ho perso la cognizione del tempo"
"Stavamo parlando? Chi è!"
"Una persona che ho conosciuto ok? Non farla tanto lunga"
"Una ragazza?"
"No un bell'uomo...certo che è una ragazza!"
"Ti stai scaldando, wow...ha anche un nome questa ragazza? Verrà stasera?"
Sbuffai mentre fortunatamente arrivarono le ordinazioni e mi concentrai a mangiare pur di non risponderle.
"Sto aspettando una risposta"
Come non detto.
"Si Rachel viene stasera, è un'amica della fidanzata di Jason, l'ho incontrata per strada e abbiamo scambiato due chiacchiere tutto qui"
Dissi cercando di essere il più conciso possibile ed evitare altre domande mentre lei ancora mi guardava per niente soddisfatta.
"Serena, si chiama Serena ok? Mangia si fredderà tutto"
Dissi seccato.
"Con te in questo stato non si raffredda nulla sta tranquillo...non si può toccare l'argomento...è un segno ben preciso"
"Rachel, non farmi passare l'appetito ok?"
"Ti piace?"
"Cosa? E' una ragazza, trovamene una che non mi piaccia"
"Sono seria Jake, non scherzare, ti conosco da anni"
"Appunto! Lo sai come sono, nel mio vocabolario non esiste nulla che si avvicini ad un rapporto monogamo con una donna, quindi non farti strane idee chiaro? Non è niente, è esattamente come sempre, una bella ragazza che mi porterei volentieri a letto, solo che ha un pò di cervello e ci scambio qualche parola, punto, discorso chiuso."
Forse mi stavo scaldando troppo e in un certo senso Rachel aveva ragione, non mi capitava mai di scaldarmi per qualcosa, era difficile che un argomento mi desse così fastidio, ma mi sentivo come se fosse una cosa da non mostrare a nessuno, probabilmente nemmeno a me stesso.
"Ok capito, mollo l'argomento, se ti va di parlarne sai dove trovarmi"
"Non c'è nulla di cui parlare."
Continuammo a mangiare e dopo i primi cinque minuti di silenzio tornammo a scherzare come sempre. Io e Rachel ci conoscevamo da tempo, questo non era il primo film che facevamo insieme e c'era stato sempre un buon feeling, eravamo spesso finiti a letto insieme, eravamo giovani, single e ci piacevamo, ma niente di più, piano piano eravamo diventati buoni amici, e ora lei era felicemente fidanzata con un ragazzo da un anno, con cui tra l'altro andavo molto d'accordo, ormai avevamo un rapporto confidenziale e la consideravo un'ottima amica, inoltre sapeva come prendermi, cosa non proprio semplice.
Dopo aver pranzato ci organizzammo i vari impegni e quando fu ora, ci recammo verso il cinema dove sarebbe stato proiettato il film. Una volta lì ovviamente fummo accolti dai flash dei fotografi e dai giornalisti che continuavano a farci domande di ogni genere. Io intanto mi guardavo intorno nervoso.
"Sorridi ti prego ci fotografano"
Mi sussurrò Rachel sorridendomi radiosa sperando facessi lo stesso.
"Sono in ritardo?"
"Si un pò"
Mi lasciai sfuggire e lei mi sorrise, mentre gli addetti lo staff ci incitarono ad entrare in sala.

SERENA'S POV.

Denise e Jason erano un bel pò in ritardo così arrivammo lì che già gli attori protagonisti, e quindi anche Jake, erano già all'interno del cinema. Fummo costretti a camminare lungo il percorso nel bel mezzo dei fotografi e dei giornalisti che facevano qualche domanda a Jason. Intanto tutto intorno era tutto illuminato, tanto da sembrare quasi giorno, i flash accecavano e le luci riscaldavano l'aria ancora di più di quanto non fosse. Lisciai le mani sul vestito lungo bianco, mentre cercavo di camminare con sicurezza sui tacchi alti a cui non ero abituata. Intorno a noi c'era un sacco di gente, ragazze che urlavano da dietro le transenne, agenti della sicurezza che controllavano che tutto fosse apposto, membri dello staff che continuavano a dirci come muoverci, e io mi sentivo piccola piccola e soprattutto mi sentivo come il maglioncino della nonna che stona con la tua età e il tuo stile, ma che sei costretta a mettere per farle piacere.
Finalmente entrammo anche noi nella sala, ci accompagnarono ai nostri posti, una volta seduti riuscimmo a scorgere Jake e Jason richiamò la sua attenzione, ci salutò da lontano, dopo pochi secondi le luci si spensero e iniziò il film. Dopo due ore finalmente il film terminò, era stato un bel film, come sempre del resto, Jake era sempre stato uno dei miei attori preferiti, si trasformava completamente mentre recitava, era poliedrico e sapeva adattarsi bene a qualsiasi ruolo, era in grado di trasmetterti davvero quello che provava il suo personaggio, poi se aveva come coprotagonista Rachel Davis l'atmosfera che si respirava attraverso lo schermo era elettrizzante, sembrava così vera, e questo assicurava al film ancora più successo.
I giornalisti rimasero per soli quindici minuti e poi li fecero uscire fuori, dove poi avrebbero avuto modo di fare un'altra seduta di domande. Jake si avvicinò con Rachel verso di noi, Jason e Denise avanzarono, mentre io rimasi un pò indietro, mi guardavo intorno cercando qualcosa che non c'era, espediente alquanto inutile per sviare l'imbarazzo e l'inadeguatezza che mi sentivo addosso.
"Ehi"
Fui colta alle spalle da una voce, mentre ero concentrata ad analizzare un angolo alto e lontano della sala; mi voltai e sorrisi a Jake.
"Ciao"
"Siete arrivati tardi"
"Si...Jason ha fatto tardi per un impegno di lavoro...complimenti per il film"
"Piaciuto?"
Annuii
"Si, molto, poi tu e Rachel siete bravissimi, e insieme fate scintille"
"Grazie, devo segnarmi tutti questi complimenti, se li ripeti ti registro, potresti rimangiarteli"
Scossi la testa ridendo
"Non è vero, i complimenti lavorativi non me li rimangerei mai"
"Bè allora è il caso che cominci a fare anche qualche complimento più personale per rimangiarteli"
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi appena, arrossendo un pò.
"Sei bellissima stasera"
Arrossii ancora di più e abbassai lo sguardo imbarazzata.
"Grazie"
Sussurrai appena. Poi sentii lui accarezzarmi il viso per farmi alzare lo sguardo su di lui e una volta puntati gli occhi nei suoi mi accarezzò i lunghi capelli, chiusi gli occhi un secondo e poi spinta non so da cosa presi la sua mano che stava spostando e la strinsi nella mia.
"Posso vederti domani? Prima che tu parta"
Lo dissi così seriamente da spaventare me stessa, non credevo nemmeno che lo avrei detto sul serio, e dalla sua faccia si vedeva che non se lo aspettava nemmeno lui, guarda lo nostre mani e mi guardò un pò tra lo spaventato e il sorpreso.
"Oh...io...ok...va bene"
Mi disse non troppo convinto.
"Puoi mollare la presa ora"
Mi disse poi ironico sorridendo un pò. Sembrava scocciato quasi? Ritirai la mano velocemente e spostai lo sguardo di lato senza guardarlo.
"Devo andare di là, ci vediamo dopo"
Fece per andare via, poi si voltò di nuovo e mi diede un bacio sulla guancia. Si allontanò definitivamente tornando da Rachel e uscendo con lei per il resto delle interviste.
Rimasi perplessa lì immobile incredula per quello che avevo fatto, chiusi gli occhi e respirai a fondo per poi riavvicinarmi agli altri.
"Eccoti pensavo di averti persa"
Scossi la testa
"Sono qui"
"Tutto ok?"
Fissò gli occhi azzurri su di me e annuii
"Certo"
"Ragazze andiamo?"
Jason ci interruppe e io abbassai lo sguardo ancora stranita, li seguii entrambi stando dietro evitando gli sguardi di chi avevo intorno, non avevo nessuna voglia di andare alla festa o cena o qualsiasi cosa fosse, volevo andarmene a casa, togliermi quell'assurdo vestito, quei tacchi su cui non sapevo nemmeno camminare, mettermi una tuta e guardare un film con una coppa enorme di pop corn davanti come ogni venerdì sera.
"Magari dovrei...potreste riaccompagnarmi a casa..."
Vidi Jason corrucciare le fronte e Denise guardarmi stranita.
"Mi dispiace le tappe non si cambiano, ormai sei dentro"
Mi disse lui con un sorriso, guardai la mia migliore amica per un supporto che però non arrivò, così dovetti arrendermi. Una volta lì mi sentii come in un sogno, ma non nel senso buono del termine, mi sentivo intontita non capivo nemmeno dove fossi, non sapevo nemmeno che esistesse un posto del genere a NY, IO, IO che sapevo TUTTO di quella città, che la amavo così tanto...la verità era che non ero abituata a certi posti e a certa gente e mi sentivo davvero un pesce fuor d'acqua come si è soliti dire. Vidi Jason e Deni allontanarsi, nonostante così sarei rimasta sola, ma non potevo di certo impedirglielo, infondo sapevo che sarebbe finita così.
Un cameriere si avvicinò con dei bicchieri di champagne ma declinai con un sorriso e cercai un posto dove nascondermi o stare sola senza dare a vedere a nessuno. Vidi la terrazza aperta e solo qualcuno fuori che però tendeva a rientrare, insomma il posto perfetto per me. Appena fuori però capii perchè non c'era nessuno, mi strinsi nelle spalle accarezzandomi le braccia per il freddo, mi guardai indietro, ma di rientrare non se ne parlava. Sospirai avvicinandomi al corrimano del terrazzo e mi ci appoggiai guardando il panorama, poi sentii un miagolio e mi guardai intorno finchè non notai un gattino che probabilmente si era intrufolato lì.
"Ehi"
Dissi avvicinandomi e sedendomi sulla panchina di marmo dove sotto c'era il gatto.
"Ciao piccolo"
Allungai piano la mano
"Dai non andare, fammi compagnia almeno tu"
Dissi sospirando, poi vidi il micio avvicinarsi per farsi accarezzare e sorrisi.
"Scommetto che anche tu ti senti fuori posto vero?"
Dissi continuando ad accarezzare il gatto.
"Ehi, che ci fai qui, non hai freddo?"
Mi irrigidii sentendo quella voce e vidi il gattino scappare...grandioso era il mio unico amico qui!
Alzai lo sguardo su di lui e accennai un sorriso
"Preferisco stare qui"
Dissi con sicurezza
"Almeno copriti, mi fai sentire in colpa"
Lo vidi togliersi la giacca e mettermela sulle spalle.
"Grazie"
Dissi abbassando lo sguardo e arrossendo. Lo sentii sedersi accanto a me e alzarmi il viso per guardarmi negli occhi.
"E' tutto ok?"
"No...SI! Assolutamente...tutto...perfetto..."
Cercai di sembrare convincente e lo vidi sorridermi
"Serena non mentirmi, me ne accorgo."
Riabbassai lo sguardo.
"E' che...credo che la mia presenza sarebbe dovuta limitarsi alla visione del film."
"E sprecare questo bel vestito? Dovresti farti guardare un pò"
"Jake"
Lo ammonii
"Odio stare al centro dell'attenzione"
Dissi poi accennando un sorriso, lo vidi guardarmi e prese a giocare con i miei capelli come sempre, poi mi prese la mano e si alzò facendomi segno di alzarmi.
"Vieni"
Mi alzai e lo seguii lasciandomi portare in una parte isolata della terrazza finendo praticamente in una rientranza, mi prese per i fianchi attirandomi vicino a lui, ma finii comunque con le spalle coperte dalla giacca al muro e senza nemmeno rendermene conto le mie braccia erano già intorno al suo collo e le sue labbra sulle mie. Chiusi gli occhi e schiusi le labbra sentendo il contatto con la sua lingua facendomi prendere da un bacio che desideravo da giorni ormai, volevo solo riprovare le stesse sensazioni di quel pomeriggio, lui mi baciava come nessuno mi aveva mai baciato, mi faceva andare fuori di testa e mi toglieva il respiro, sarà perchè ero sempre stata con dei coetanei, sarà perchè lui in fondo era un uomo, forse non negli atteggiamenti a volte, ma in quello era un uomo e mi faceva sentire una donna e non una ragazzina.
Infilai una mano fra i suoi capelli mentre continuavamo a stare lì a baciarci, cominciavo ad avere caldo e ad averne di più quando lo sentii stringermi di più a lui, ormai non c'era più un millimetro di distanza tra noi.
Mi staccai un pò in cerca di aria.
"Volevo farlo già al cinema, ma non mi sembrava il caso"
Mi sussurrò prendendo il mio viso fra le mani, mentre io avevo ancora gli occhi chiusi e le nostre labbra erano ancora vicine, ma si accarezzavano appena.
"Dovresti...tornare dentro."
Dissi aprendo gli occhi
"Ti staranno cercando sicuramente e non è carino che l'ospite d'onore si assenti"
Gli sorrisi e si allontanò di poco dal mio corpo e sentii già il gelo dentro.
"Rientriamo allora"
Scossi la testa
"Io vado a casa"
"Sere no non vai a casa, la cena inizia ora, non hai mangiato nulla...non andare"
Era la prima volta che abbreviava il mio nome e sorrisi un pò.
"Grazie per la serata è stata...perfetta."
"Denise..."
Non lo lasciai finire
"Le mando un messaggio con una scusa"
Mi guardò vedendomi decisa e prese il telefono dalla tasca dei pantaloni.
"Di certo non vai a casa a piedi vestita così, sola e a quest'ora, ti chiamo un taxi"
Non riuscii a contraddire che già era al telefono
"Dai usciamo da qui, non ci vedranno"
Mi portò verso una scalinata.
"Oddio sono tante"
Dissi quasi terrorizzata all'idea di farle coi tacchi 15 e il vestito lungo, lo sentii ridere e poi mi prese la mano stringendomela. Arrossii e guardai la mia mano nella sua che spariva.
"Giuro che non ti faccio cadere"
Gli sorrisi appena e scesi piano con lui che praticamente mi sosteneva. Una volta giù aspettammo poco prima che arrivasse il taxi, parlò con il tassista pagandolo e poi si avvicinò a me aprendo la portiera. Io mi sfilai la sua giacca e gliela porsi.
"Grazie"
Gli sorrisi e stavo entrando quando mi sentii fermare, mi voltai e mi ritrovai di nuovo fra le sue braccia a baciarlo, dopo poco lo sentii staccarsi
"Non mi hai detto dove ci vediamo domani"
Lo guardai sorpresa e ci pensai rapidamente
"Oh...in...in spiaggia...vicino alla rimessa...ormai è iniziata la scuola e non ci va più nessuno"
"Ok"
Mi sorrise e mi diede un bacio casto
"Buonanotte"
Continuai a guardarlo imbambolata poi mi riscossi
"Buonanotte"
Entrai nel taxi e una volta che ci fummo allontanati sospirai quasi sognante nel taxi, ero troppo confusa, mi girava la testa, non ero abituata a sentire determinate cose, ma lui me le faceva provare...e lui non era la persona giusta, probabilmente rischiavo solo di soffrire.

ANGOLO DI ARI

Eccomi qui! Ed ecco a voi la premiere, è andata come ve l'aspettavate? Mmm non so non so, ad ogni modo è andata xD. Ho inserito un piccolo pov di Jake di nuovo, spuntano come i funghi a volte e non posso farne a meno, anche perchè decidendo di scrivere in prima persona, se voglio rendere noti alcuni avvenimenti che interessano anche lui devo mettere il suo punto di vista, ecco perchè a volte preferisco scrivere in terza persona, ma questa storia voleva essere raccontata dal punto di vista di Serena e bè quando qualcosa decide di uscire così va assecondata. Bene, bene, che dire? C'è stato un primo scambio non proprio esaltante, Serena si è un attimo spaventata dal comportamento di Jake, e vi anticipo già che non sarà l'ultima volta, dovrete sudare ancora un pò. Bè diciamo che poi ha recuperato nella seconda? Si sono baciati di nuovo, probabilmente direte anche finalmente :D. Ora bè aspettiamo questa mattinata al mare? Io direi di si, passeranno un pò di tempo insieme e vedremo cosa succederà. Bene ragazze BUONA PASQUA E PASQUETTA a tutte, noi ci riaggiorniamo tra martedì e mercoledì spero! Fatemi sapere un pò i vostri pensieri mi raccomando, grazie a tutti. Alla prossima Ari

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo nono ***


                               

 

 

 

CAPITOLO NONO

Arrivata sulla spiaggia tolsi le ballerine e le presi in mano e passeggiai lentamente fino ad arrivare alla rimessa; uscii dalla borsa un telo da mare e lo distesi sulla spiaggia e poi mi ci sedetti sopra, puntai lo sguardo sul mare che si muoveva vivacemente dato il vento che un pò tirava. Mi passai una mano sui capelli e poi li portai da un lato cercando di tenerli fermi come meglio potevo. Continuai a guardare davanti a me pensierosa, cercando di capire il comportamento di Jake, cercando di capire quello che era successo la sera precedente e quello che stava succedendo a me. Mi sentivo un pò confusa e soprattutto insicura su tutto quello che si stava rivelando questa sorta di conoscenza con una persona che non centrava nulla con me, che non aveva punti di contatto con il mio modo di essere e il mio modo di fare, con il mio modo di pensare e di pormi nei confronti delle cose.
"Mi scusi, ma una bella ragazza mi ha detto di incontrarci alla rimessa saprebbe aiutarmi?"
Mi girai e vidi Jake che si sedeva accanto a me sorridendomi luminoso e bellissimo come mai avevo davvero notato fino ad allora, o forse erano solo i miei occhi che lo guardavano in modo diverso.
"Chiedere ad una ragazza di un'altra ragazza non è carino"
Rise beffardo e si sedette accanto a me, poi mi diede un bacio sulla guancia.
"Ciao"
Inclinai un pò la testa da quel lato e sorrisi un pò.
"Ciao"
"Aspetti da molto?"
"No...sono venuta presto di proposito..."
"Non essendoci dati un orario non sapevo bene, poi ieri sono rientrato tardi quindi..."
"Già"
Ok ero diventata monosillabica, ma c'erano delle ottime ragioni per questo.
"Che c'è che non va?"
Abbassai lo sguardo e poi lo rialzai per guardare di fronte a me.
"E' solo che..mi sei sembrato scocciato ieri"
"Scocciato? Serena guardami"
Mi voltai verso di lui e lo guardai
"Scocciato si...quando ti ho chiesto di vederci"
"Oh...no ero...sorpreso"
Scossi la testa incrociando le gambe e risistemando i capelli
"Non mi sei sembrato sorpreso Jake, mi sei sembrato scocciato"
"Ero spaventato"
Corrucciai la fronte e lo guardai di nuovo. Spaventato di cosa? Non lo capivo mi sentivo davvero spaesata e anche un pò stupida, credevo di aver avuto determinati segnali, ma poi lui si rivelava sempre qualcosa di diverso di ciò che pensavo.
"Spaventato?
"Serena perdonami, ma...sembrava un appuntamento e...non voglio che tu...ti senta legata a me più di quanto dovrebbe essere. Non sono così, lo sai, sono allergico agli appuntamenti, a...insomma tutta quella cosa lì, lo sa tutto il mondo, sono sempre stato chiaro e schietto su questo punto."
Lo sapevo. Lo sapevo davvero? Insomma dai suoi discorsi era sempre stato palese e io forse facevo finta di non vedere, di non accorgermi che davvero le sensazioni che avevo non erano giuste, ma erano solo quello che volevo, solo un desiderio.
"Io non...non era un appuntamento Jake, era solo un trovarsi in un luogo senza aspettare che ci trovassimo di nuovo per caso, volevo solo vederti prima che partissi."
"E' davvero solo questo? Serena"
Cercò il mio sguardo e puntò i suoi occhi azzurri nei miei scuri, cercando attenzione e sincerità nei miei.
"Ho bisogno che tu sia sincera con me, non...non sono uno che se ne frega molto, prendo quello che voglio, sono bravo in questo, ma vista la situazione un pò più complessa, per una volta, non voglio che tu dica una cosa e poi ne pensi un'altra, non voglio..."
Ferirmi? Sospirai abbassando lo sguardo e scossi la testa.
"Jake io lo so. Il punto è proprio questo so chi sei e...non lo so..."
Non riuscivo a spiegarmi era come se pur essendo consapevole che potevo farmi del male, non volessi però rinunciarvi, c'era troppa attrazione fisica e per quel poco che si era mostrato mi piaceva, mi piaceva perchè c'era qualcosa di nascosto in lui, qualcosa da svelare, che non faceva parte di quella persona che mostrava, era come se si fosse costruito un personaggio tutto suo del quale ormai non riusciva più a fare a meno, che ormai si era confuso con la realtà vera, a volte sembrava come se lui stesso non si riconoscesse in certi momenti. Era questo quello che mi intrigava di più e che probabilmente mi avrebbe fatto male, perchè se ti costruisci così bene una maschera, un altro te, tanto da non ricordarti più chi sei, quante possibilità ci sono che qualcun'altro riesca a conoscere quella parte vera e reale? Poche, pochissime, forse nulle, ma non riuscivo a dire no, la mia testa era un no permanente, ma tutto il resto, dal cuore agli ormoni, mi diceva di si.
Le parole non sapevo a quanto sarebbero servite, amavo scrivere eppure in quel momento non sapevo usare le parole per fargli capire la confusione che sentivo, rimasi a guardarlo senza sapere che dire, poi mi lasciai andare all'impulso e lo baciai. Per una volta fui io a farlo, fui io a cercare il contatto con lui, fui io ad avventarmi sulle sue labbra, a cercare la sua lingua contro la mia, a volermi perdere di nuovo in quel vortice di sensazioni che non avevo provato prima di allora, che non avevo sentito per nessuno. Lui si lasciò andare immediatamente e mi avvolse i fianchi e la base della schiena con le sue braccia e mi sollevò il poco necessario per farmi sedere su di lui, le mie mani finirono fra i suoi capelli e le mie gambe attorno alla sua vita, mentre le sue mani accarezzavano con una lentezza disarmante le mie gambe avvolte da un paio di pantaloncini di jeans. Risalì piano lungo la schiena mentre io spostai i capelli che mi cadevano scompigliati su tutto il viso, poi si staccò poco da me e mi guardò.
"Sere"
Appoggiai la fronte sulla sua col fiato corto.
"Non innamorarti di me, te lo dico già da prima"
Chiusi gli occhi e deglutii a vuoto, dovevo farlo, dovevo riuscire a tenere a freno i miei sentimenti per lui ed era tutto così difficile, ma dovevo provarci.
"Non lo farò"
Cercai di dire con sicurezza anche se non ero poi molto convinta, ma mi sarei opposta con tutte le mie forze.
Mi prese il viso fra le mani e tornò nuovamente a baciarmi, mentre io sospirai e lui mi portò sotto di lui facendomi finire distesa sul telo, passò a baciarmi il collo e a rendere il contatto tra i nostri corpi sempre più forte e mi sentii accalorare velocemente, soprattutto con l'incentivo delle sue mani che ormai sentivo ovunque.
"Jake"
Richiamai la sua attenzione per fermarlo e lo sentii rallentare immediatamente tornandomi a baciare le labbra e spostandomi i capelli dal viso.
"Tutto ok?"
Mi disse poi guardandomi
"Si, si, ehm...stavi...accelerando un pò troppo"
Dissi poi rimettendomi seduta, lui mi sorrise quasi gli facessi tenerezza e mi accarezzò di nuovo i capelli.
"Scusa mi sono lasciato trasportare...vieni qui però dai"
Mi tirò per un braccio facendomi stendere di nuovo, mentre lui era di lato su un fianco che si sorreggeva su un gomito accanto a me. Posò di nuovo le sue labbra sulle mie e mi baciò staccandosi però subito.
"A che ora hai il volo domani?"
Dissi guardandolo
"Domani mattina presto, devo essere a LA per ora di pranzo, ho un incontro con un regista"
"Sembra importante...più dell'ultima volta che te l'ho chiesto"
"Lo è...forse...sembra un progetto molto più serio e impegnativo di quelli che stavo valutando fino ad ora"
"Sai già la trama generale?"
"Si, ma non te lo direi comunque"
Mi disse con tono antipatico, ma scherzando, solo per sottolineare le mie domande insistenti e curiose, io gli feci una smorfia per tutta risposta e lui rise.
"Sono un pò scaramantico quando si parla di nuovi lavori"
Mi disse poi con tono calmo e pacato mentre mi accarezzava il viso.
"Ok, ora lo so"
Mi sorrise di nuovo e si mise seduto, io lo seguii a ruota e rabbrividii, ormai il mio corpo si stava raffreddando e il vento si faceva più freddo e se prima era leggero, ora stava rinforzando. Presi il giacchino di cotone che avevo in borsa e lo indossai.
"Mi sa che dovremmo andare"
"No aspetta"
Dissi prendendolo per un braccio
"Serena stai gelando, la temperatura è cambiata rapidamente"
Non me ne importava niente preferivo stare con la febbre poi, ma volevo stare con lui il più possibile. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, lui mi avvolse tra le sue braccia cercando di riscaldarmi e io rabbrividii di nuovo.
"Ok andiamo dai"
Mi costrinse ad alzarmi e a riprendere le mie cose e intanto risalimmo lungo la spiaggia insieme, una volta su cercò un taxi dove entrammo insieme e mi riaccompagnò a casa.
"Buon viaggio"
Dissi una volta che il taxi fermò davanti a casa mia.
"Scrivimi il tuo numero di telefono"
Mi disse prima che potessi aprire lo sportello dell'auto porgendomi il suo telefono. Guardai il telefono poi lui e poi il telefono ancora, lo presi tra le mani e digitai il mio numero di telefono, poi glielo consegnai. Jake lo prese e schiacciò il tasto per chiamare e sentii il mio telefono squillare così riattaccò.
"Non venderlo su e-bay per favore o dovrò dare a troppe persone un numero nuovo"
Gli sorrisi per la battuta e scossi la testa
"Lo farò solo se avrò stretta necessità di soldi"
Mi sorrise di rimando e si sporse baciandomi per l'ennesima volta quel giorno, mentre il mio cuore iniziava a fare le capriole e il mio stomaco ad essere infastidito da uno strano solletichio. Ci salutammo e poi rientrai a casa con la testa fra le nuvole e senza immaginare a cosa mi avrebbe portato tutto questo.

Erano passate ormai un paio di settimane dal giorno sulla spiaggia e io e Jake ci sentivamo di tanto in tanto attraverso qualche messaggio sporadico, ma appena lui aveva qualche giorno libero era praticamente sempre qui. La scusa ufficiale era Jason, infondo non erano abituati a non vedersi ogni giorno, quindi poteva farsi passare così, ma in realtà spesso capitava che non riusciva nemmeno a vederlo. Ormai era arrivato metà settembre e dopo circa quindici giorni avrei iniziato il college, avevo ancora qualche settimana di libertà e volevo godermela. Le persone intorno a me mi guardavano con sospetto e anche un pò straniti, non si spiegavano il mio buon umore e la mia solarità, dato che di solito ero abbastanza seria e delle volte anche noiosa, ma mi sentivo così e volevo assaporare quella sensazione il più possibile. Quel venerdì mattina papà mi chiese di andare a finire dei dolci nel ristorante dove faceva l'aiuto cuoco, poichè aveva un impegno che non poteva rimandare, anche se non sapevo di cosa si trattasse. Mi diede le chiavi e mi assicurò che non ci sarebbe stato nessuno, d'altronde, in caso contrario, non mi ci avrebbe mai mandata.
Una volta lì accesi le luci della cucina grande e spaziosa, piena di fornelli, pentole di ogni dimensione e oggetti della cucina di ogni genere. Aprii il frigo prendendo le palline che dovevo ricoprire con il cioccolato e le poggiai sul bancone, poi presi due pentole e iniziai a sciogliere il cioccolato a bagnomaria, improvvisamente mi squillò il telefono. Lo presi dalla tasca dei jeans e risposi senza guardare.
"Pronto?"
"Ciao splendida fanciulla dove sei?"
Sorrisi sentendo la sua voce al telefono e riconoscendola
"Sto sbrigando una cosa per mio padre tu?"
"Oh sei impegnata quindi, io sono a NY"
"Quando sei arrivato?
"Qualche ora fa"
"Puoi raggiungermi comunque, sono sola e in un luogo chiuso, ti do l'indirizzo"
"Ok va bene"
Gli diedi l'indirizzo e poi chiusi la chiamata, attendendo che arrivasse e controllando il cioccolato. Una volta che fu fuori dal ristorante lo andai a prendere conducendolo all'interno e poi verso la cucina.
"Che ci fai in un ristorante?"
"Ci lavora papà, fa l'aiuto cuoco, doveva finire di ricoprire delle praline con del cioccolato, ma aveva un impegno che non poteva rimandare e mi ha chiesto se ero disposta a farlo io"
Gli spiegai entrando in cucina e notando che il cioccolato era sciolto. Presi una molla e legai i capelli in una coda e mi avvicinai prendendo delle praline e buttandole nel cioccolato caldo e le rigirai con le apposite pinzette, mentre Jake mi guardava.
"Deve fidarsi molto delle tue capacità se ti lascia fare queste cose al posto suo."
Risi e cominciai ad uscire le palline mettendole in ordine sul vassoio.
"Bè diciamo che non ci vuole una laurea per passare delle palline nel cioccolato sciolto, ma comunque sarei in grado di fare queste praline dall'inizio alla fine senza saltare nessun passaggio"
"Sei una brava cuoca? Mi sa che me lo hai già detto"
"Mm forse, non ricordo, comunque si, insomma ho cominciato che ero davvero piccola, mi ha insegnato mia nonna, la madre di mio padre...la cucina è una dote di famiglia comunque, infatti i miei stanno cercando di aprire un ristorante"
"Si me lo avevi detto"
Si avvicinò a me posandomi le mani sui fianchi e dandomi un bacio sul collo scoperto data la coda che avevo fatto.
"Hai molte doti, sei una sorpresa continua"
Mi sussurrò all'orecchio e io sentii i brividi tutto lungo la schiena, ormai appena mi sfiorava o eravamo più vicini l'elettricità era evidente e crescente e diventava sempre più insostenibile.
"Jake non posso distrarmi"
Lo sgridai continuando ad occuparmi dei dolci e cercando di non farmi tremare la mano. Lui per tutta risposta mi spostò la spallina della maglia e mi baciò sulla spalla.
"Quando finisci posso distrarti?"
Mi disse poi girandomi il viso verso di lui, io mi sporsi e lo baciai rapidamente.
"Lo prendo per un si"
Sorrise di mezzo lato e si staccò facendomi tornare a respirare e a concentrarmi sul mio lavoro, mentre lui si sedette su uno sgabello.
"Non ho mai visto nessuno cucinare, cioè non sono mai stato a guardare qualcuno mentre preparava qualcosa."
Corrucciai la fronte sorridendo un pò mentre continuavo a sistemare le palline.
"Tua madre non cucinava quando eri piccolo"
"No, nemmeno adesso...ci sono le cameriere. Bè siamo una famiglia con molti agi penso tu lo sappia"
Annuii e lo guardai
"Si lo so"
Dissi con sicurezza, sapevo che la sua famiglia era una famiglia importante a livello dello spettacolo e quindi sin dalla nascita era sempre stato attorniato da quel mondo e dai privilegi che ne derivano.
"Quando hai imparato?"
"Ho iniziato a passare gli ingredienti a mia nonna a sei anni, da lì a imparare a fare una torta il passo è stato breve...finchè non è morta quando avevo 16 anni"
Dissi con tono basso, avevo sofferto molto per quello, era stata una persona davvero importante per me, mi aveva insegnato tanto e mi aveva cresciuta insieme ai miei genitori.
"Mi dispiace"
"E' la vita no? Si dice così"
"Non si può mai trovare giustificazione per questo"
"Lo so"
Finii di sistemare tutto e spensi il cioccolato.
"Ma non è che potrei averne una? Sai sono parecchio goloso, adoro i dolci"
"Sono felice della scoperta, ma purtroppo non posso accontentarti"
Dissi prendendo il vassoio e mettendolo nel frigo, poi tornai vicino a lui che intanto assaggiava un pò di cioccolata sciolta.
"Sei davvero goloso"
"I dolci sono il mio punto debole"
"Buono a sapersi"
Dissi ridendo.
"Io dovevo distrarti o sbaglio?"
"Oh si giusto"
Dissi incrociando le braccia con aria di superiorità lui si avvicinò a me e mi passò il dito sporco di cioccolato sul collo.
"Jake!"
Lo rimproverai ma poi sentii le sue labbra e la sua lingua su quella parte e chiusi gli occhi sospirando pesantemente, inclinai la testa all'indietro lasciandomi andare mentre lui ormai mi aveva avvicinato al suo corpo e continuava a baciarmi avidamente fino ad arrivare alle mie labbra. Mi sollevò un pò e mi fece sedere sul bancone della cucina, mentre io divaricai le gambe per farlo avvicinare di più a me e le incrociai attorno alla sua vita. Mi lasciai andare completamente mentre il mio corpo mi mandava segnali ben precisi, così come lui nelle due settimane precedenti, ma io non volevo stare con lui così, non volevo fosse una cosa  prettamente fisica, sapevo che stavo tirando troppo la corda, specialmente visto come era abituato.
"Jake"
Lo fermai allontanandomi un pò come sempre e lo sentii sospirare.
"Mi stai facendo impazzire lentamente lo sai?"
Stessi impazzendo solo tu! Tra un pò muoio di autocombustione!
"Mi...mi dispiace...io..."
Cosa dovevo dirgli che avrei volentieri fatto sesso con lui, ma avevo paura che poi sparisse e fossi come tutte le altre? E meno male che eravamo d'accordo sul non coinvolgimento!
"Posso chiederti una cosa?"
Eravamo ancora nella stessa posizione, ma un pò più staccati e tranquilli, le sue mani erano sui miei fianchi e io ero seduta tranquillamente, più o meno, sul bancone. Lo guardai come per sentire la domanda.
"Sei ancora vergine?"
Sgranai gli occhi e arrossii di botto.
"Ti sembrano cose da chiedere?!"
Scesi immediatamente e mi sciolsi i capelli mettendo l'elastico in borsa.
"Scusa, lo sai che non mi faccio problemi a chiedere o a dire certe cose, è solo che ti blocchi sempre e..."
"Il motivo deve essere solo questo? Certo che voi uomini sapete dare solo una o due risposte ai comportamenti delle persone"
"Non ti arrabbiare ora ti prego"
"Non sono arrabbiata, ma nemmeno ti risponderò"
Alzò le mani in segno di resa.
"Ti porto a mangiar qualcosa dai"
Uscimmo da lì e passammo il resto della giornata insieme in tranquillità come sempre.

ANGOLO DI ARI

Scusate il ritardo per la pubblicazione ma sono stata presa da altro. Allora, ci sono stati due momenti caldi diciamo, Serena ha chiesto spiegazioni a Jake e lui è stato molto sincero a riguardo, e come vedete dalla seconda parte è anche nolto schietto e non si fa problemi di nessun tipo. Diciamo che le cose si stanno complicando e surriscaldando, ma le idee di Serena e di Jake credo siano chiare. Jake passa molto tempo con lei, ma non c'è impegno per lui, così dice, Serena era d'accordo, ma si intuisce perfettamente che in realtà non è così e probabilmente sta prendendo in giro solo se stessa.
Vedo che letture aumentano e sono contenta, mi piacerebbe anche sapere cosa ne pensate! Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo decimo ***


                               

 

 

 

 

CAPITOLO DECIMO

Ero in giro con Denise per negozi, ormai il college era iniziato da un bel pò e non riuscivamo più a vederci come prima, io immersa nello studio, lei tra servizi fotografici ed eventi a cui partecipava con Jason. In più spesso evitavo di vederla perchè mi incontravo con Jake, ma lei non lo sapeva. Erano già due mesi che andavamo avanti così, bè considerando che ci vedevamo un paio di volte alla settimana di solito il weekend, non è che poi ci eravamo visti molto, ma mi pesava doverle mentire e omettere questo particolare della mia vita, ma pensavo che fosse meglio così, o probabilmente avevo paura di sapere che cosa ne pensava. Io e Jake non avevamo fatto molti passi avanti, continuavamo a vederci poco, a passare del tempo insieme, la tensione sessuale era alle stelle era inutile che lo negassi, ma io continuavo a non voler cedere, nonostante i nostri baci diventassero più caldi e il nostro contatto fisico più erotico, ma arrivava sempre un punto in cui dicevo basta. La cosa sorprendente era che, anche se lui cercava di persuadermi e prima di fermarsi davvero da quando glielo dicevo passava un pò, e cercava di farmi cambiare idea, era sempre stato molto rispettoso nei miei confronti, per quanto volesse andare fino in fondo continuava a fermarsi e a tornare ogni volta. La verità era che però non eravamo niente, eravamo due persone che passavano del tempo insieme e che avevano un rapporto un pò più intimo. Nessun legame, nessun coinvolgimento...quello in teoria. Sentivo che per lui era così, o meglio che fosse legato a me da qualcosa lo sentivo, ma non abbastanza da renderlo pronto ad impegnarsi, io? Io mi stavo innamorando di lui. Ormai dovevo smetterla di negarlo a me stessa, per quanto mi ripetessi che dovevo finirla prima di farmi del male da sola, prima che mi innamorassi seriamente di lui, non riuscivo a rinunciarci, e forse questo era il segno più evidente che ormai c'ero dentro fino al collo e non sapevo più come tirarmene fuori.
Guardavo distrattamente la vetrina quando la voce di Denise mi riportò alla realtà.
"Serena...così mi preoccupi, è da un pò che a mala pena mi ascolti quando ti parlo...sicura che non ti stai stressando troppo all'università?"
Cercai di focalizzarmi su di lei e sorrisi
"Ma no sta tranquilla, ero solo sovrappensiero, perdonami"
Sentii suonare il mio telefono, lo presi e lessi il messaggio e sorrisi come una cretina.
"Chi è?"
Mi chiese con fare indagatore
"Oh un'amica dell'università."
Mi guardò per niente convinta
"Certo un'amica dell'università ti fa spuntare il sorriso da ebete e gli occhi che ti brillano, non mentirmi, l'ho capito che c'è di mezzo un ragazzo, l'ho capito da un pò, ma non capisco perchè tu non voglia parlarmene onestamente"
La vidi finalmente sfogarsi come se quelle cose volesse dirmele da un sacco di tempo; la guardai triste e mi rabbuiai.
"Non volevo mentirti...avevo paura per come avresti reagito e di cosa avresti pensato di me"
Dissi sincera camminando con lo sguardo basso, poi mi sentii fermare.
"Ehi sei la mia migliore amica, non c'è niente che tu non possa dirmi lo sai vero?"
Alzai nuovamente lo sguardo su di lei, era sinceramente preoccupata e io sentivo di doverne parlare con qualcuno o sarei impazzita seriamente.
"Sediamoci da qualche parte ok?"
Lei annuii e dopo un pò ci sedemmo su una panchina di un parchetto lì vicino. Incrociai le mani in grembo e sospirai cercando di capire da dove iniziare.
"Sto vedendo Jake...da un pò..."
Dissi poi di getto per liberarmi immediatamente di quel peso ed evitare i giri di parole.
"Oh..."
Corrucciai la fronte e la guardai stranita.
"Oh?"
"Lo sospettavo...ma speravo non fosse così"
"Oh..."
Stavolta fui io a dirlo.
"Non fraintendermi se tu sei felice lo sono anche io, ho solo paura che tu soffra"
"E' solo...ci siamo solo visti qualche volta e limitati a qualche bacio"
"Sicura?"
"Si certo! Perchè dovrei mentirti?"
Mi guardò come per dire lo hai fatto fino ad adesso! Abbassai lo sguardo e sospirai.
"Senti davvero non c'è stato altro, e non so nemmeno cosa sta succedendo davvero"
"Ti stai innamorando di lui"
"Cosa? No!"
"Serena ti prego non negarlo, per favore, sii almeno consapevole...non voglio vederti soffrire, giuro che se solo si azzarda dovrà trovare un bravo chirurgo che gli risistemi la faccia!"
"Denise..."
"Sere so...sappiamo come è fatto"
"Ma non è solo quello"
Mi guardò dolcemente e mi prese la mano
"Ok io non so di cosa parli, non lo conosco, ma...ho paura per te tutto qui, promettimi che starai attenta"
Accennai un sorriso senza rispondere veramente...era una promessa che non sapevo se avrei potuto mantenere nemmeno con me stessa.

JAKE'S POV

Ero ancora a New York, quei due mesi erano passati velocemente e nemmeno me ne ero reso conto, mi sembrava quasi di vivere due vite parallele divise da un volo che ormai prendevo costantemente, Los Angeles-New York, New York-Los Angeles. Quel mattino avevo però deciso di fare davvero una visita a Jason o mi avrebbe tirato il collo, e non mi sembrava il caso, così dopo essere arrivato la sera prima, andai a casa sua, suonai e mi aprì la cameriera che mi portò in sala da pranzo dove stava facendo colazione.
"Posso rubarti del caffè?"
"Oh no, non ci credo, hai trovato il tempo di stare nella mia stessa città e venirmi a trovare?"
Sorrisi e alzai le mani come a difendermi
"Oh avanti, non essere pessimo"
"Dovrei sbatterti fuori e lasciarti senza caffè"
"Non fare il melodrammatico dai"
Mi sedetti e mi versai un pò di caffè e rubai un cornetto.
"Allora, come vanno le cose qui?"
"Tutto bene, sto per firmare un contratto, te?"
"Idem. La tua fidanzatina bionda come sta? Ero certo di beccarla qui"
Mi sorrise quasi per prendermi in giro.
"No...è con la tua brunetta"
Buttai giù il caffè di fretta e gli lanciai un'occhiataccia.
"Come scusa?"
"Non fare il finto tonto per cortesia."
Lasciai la tazza sul tavolo e lo guardai.
"Non so davvero di che parli"
"Senti facciamola breve, ti ho visto la settimana scorsa con lei, da lì ho cominciato a fare due più due"
Sospirai pesantemente mettendomi eccessivamente comodo sulla sedia.
"Mi sto solo divertendo un pò"
Mi guardò scettico
"Sei sicuro? A me non sembra"
"Senti lo sai come sono fatto, mi diverto un pò tutto qua, il fatto che veda più spesso lei non significa che mi privi di altro"
"Il problema è questo Jake, di solito prendi e vai via senza dare spiegazioni, invece questa volta torni sempre, massimo dieci giorni e sei di nuovo qui. Non credi che il non privarti di altro, come dici tu, sia solo perchè ti senti troppo coinvolto?"
"Jason non dire cazzate, non c'è nessun coinvolgimento, torno perchè è l'unica ragazza con un pò di cervello con cui abbia mai iniziato una conversazione tutto qui"
"Addirittura conversazione. Qualcosa mi dice che non ci sei stato nemmeno a letto"
Mi irritai un pò
"Lei è restia, non posso di certo forzarla!"
"Ovvio che no, ma al primo no saresti già andato oltre e a malapena ti saresti ricordato il suo nome! Ho ragione io, ti piace"
"Stai dicendo un mucchio di cazzate te ne rendi conto?"
"Perchè è così difficile per te ammettere di provare dei sentimenti per questa ragazza, di provare affetto per lei"
"Oddio ricordami di non venirti più a trovare, chiudiamo il discorso, io non provo niente, non avrò mai una ragazza, non ci pensare nemmeno, chiuso."
"Fa come vuoi, non dire che non ti ho avvertito...fammi solo un favore Jake, è la migliore amica di Denise, non complicare le cose."
Sospirai versandomi dell'altro caffè nella tazza, senza rispondere a Jason, infondo non sapevo cosa dire, per la prima volta nella mia vita preferii non rispondere, ma di una cosa ero certo, non sarei cambiato.

SERENA'S POV

Mentre ero con Denise, Jake mi mandò un sms dicendomi che era qui e di fargli sapere dove trovarci. Gli mandai un sms di risposta dicendogli di vederci per pranzo al parco, così tornai velocemente a casa, infilai una coperta nella borsa e preparai dei tramezzini velocemente.
"Tesoro mangi fuori"
Alzai lo sguardo su mia madre
"Si, studio con delle compagne di corso"
"Non state fuori, il tempo si sta incupendo, probabilmente pioverà"
Lanciai un'occhiata alla finestra
Grandioso!
"Non preoccuparti"
Le sorrisi e dopo aver finito di preparare uscii di casa dirigendomi al parco, una volta lì vidi Jake con un paio d'occhiali da sole giganteschi, anche se non c'era sole, seduto su una panchina un pò più nascosta per non farsi notare.
"Scappa ti hanno visto!"
Gli dissi arrivandogli alle spalle e gli diedi un bacio sulla guancia.
"Si? Scappi con me?"
Ovunque tu voglia
"Andiamo dai, ti porto al sicuro"
Gli presi la mano e lo feci alzare conducendolo da un lato del parco.
"Dove mi porta signorina?"
Mi disse malizioso tenendo salda la mia mano mentre io continuavo a camminare fino a quando non trovai un 'entrata, mi guardai intorno circospetta e poi gli feci cenno di andare.
"Perchè tutta questa discrezione? A parte la causa ovvia...me"
"Siamo su una proprietà privata, spero non ti dispiaccia"
"No...sempre che non ci arrestino, non ci farei una bella figura in tv"
Mi disse ironizzando
"No, non preoccuparti"
Entrammo in un bellissimo giardino con una grande quercia e una villa enorme sullo sfondo.
"Questa villa è chiusa da anni, già dall'esterno è meravigliosa, non oso immaginare all'interno, i proprietari si sono trasferiti in Europa, ma non vogliono vendere la villa, non capisco perchè"
"Magari non c'è nessuno che possa comprarla..."
Lo guardai e corrucciai la fronte
"Bè potrebbe essere in effetti"
Lo vidi sedersi sull'erba e sospirai
"Prenderai freddo direttamente sull'erba"
Uscii la coperta dalla borsa e la stesi per terra e mi ci sedetti sopra e uscii anche i tramezzini.
"Ma come siamo premurose"
Mi disse lui scivolando sulla coperta accanto a me e dandomi un bacio dolce sulle labbra, io sorrisi dolce arrossendo lievemente.
"Magari dovremmo smetterla di stare fuori, ormai comincia a far freddo, rischierai di ammalarti di questo passo, potevamo mangiare in albergo"
Albergo?? Come spiegarli che lo stare all'aperto era tutta una strategia per avere l'incentivo a fermarmi e non andare oltre? In una camera d'albergo non so se avrebbe funzionato..
"Mi piace stare all'aperto"
Gli porsi un tramezzino evitando di rispondere seriamente, anche se aveva ragione, presto la temperatura sarebbe calata drasticamente, era già novembre e New York era una città fredda..ma sapevo che infondo anche lui sapeva perchè scegliessi sempre luoghi all'aperto. Prese il tramezzino senza rispondermi, ma mi sorrise semplicemente, mangiammo così, ridendo e scherzando.
"Mi vizierai così"
Mi disse stendendosi sulla coperta.
"Mi hai fatto mangiare troppo"
Sbuffai poi io
"Bè a mala pena stavi mangiando, non pretenderai che ti veda stare a stomaco vuoto e non dire niente vero?"
"Si ma ora mi sento una palla"
"Oh una splendida pallina"
Si mise a sedere circondandomi da dietro chiudendomi tra le sue braccia, mi diede un bacio fra la guancia e il collo, mentre la barba incolta sul suo viso mi solleticava. Io risi appena e strinsi la presa sulla sue braccia.
"Sei terribile"
"Si?"
"Molto"
"Possiamo sempre bruciare un pò di calorie"
Mi sussurrò appena e mi lasciò un bacio caldo sul collo, mentre io strinsi gli occhi ormai già chiusi da un pezzo.
"Lo dico che sei terribile"
"E' colpa tua"
Mi disse continuando a sfiorarmi il viso con il suo e mi morse appena il lobo dell'orecchio, io sospirai pesantemente e appoggiai la testa all'indietro sulla sua spalla e mi lasciai baciare, mentre una delle mie mani finì fra i suoi capelli, poi mi staccai un pò.
"Jake.."
"Mm?"
Aprii gli occhi e incrociai i suoi e non riuscii a dire più niente, mi si strinse un nodo allo stomaco e la voce mi morì in gola. Come avevo fatto a mettermi in una situazione simile? Lui mi sorrise e mi fece girare, facendomi sedere su di lui e cercò nuovamente le mie labbra e io lo lasciai fare perdendomi completamente e sentendo la sua lingua contro la mia, le sue mani che risalivano lungo la schiena sotto la maglia, mentre i nostri corpi si scaldavano a contatto l'uno con l'altra.
Serena!
Il mio cervello quel giorno era stranamente più sveglio di me, così mi staccai.
"Jake aspetta"
"Non ho nemmeno iniziato oggi"
Disse poi dandomi un altro bacio, ma poi mi allontanai di nuovo, mentre un tuono si propagava nell'aria.
"Serena che c'è?"
Questa volta mi guardò e si stacco un pò di più.
Parla!
"Io...è...è solo questo? Andremo avanti così ogni weekend?"
Lo vidi corrucciare la fronte interdetto
"Che vuoi dire?"
Lo guardai seria e poi abbassai lo sguardo
"Sei..."
Presi un respiro e poi andai avanti
"Sei stato con qualcun'altro in questi due mesi?"
Lui sospirò pesantemente posando le mani sui miei fianchi
"Sere perchè devi rovinare sempre tutto, ti prego, pensa solo a noi"
Mi disse poi prendendo il mio viso fra le mani e avvicinandomi a lui di nuovo, ma mi scostai bruscamente.
"Perchè so che è così, non ho bisogno che tu me ne dia conferma"
Infondo certe cose le donne le capiscono a senso no?
"Non fare la vittima"
Mi disse poi seccato dal mio tono di voce.
"Non sto facendo la vittima!"
Gli dissi arrabbiata
"No? A me pare di si!"
Mi rispose in tono altrettanto acceso
"Cosa vuoi sapere? Cosa vuoi che ti dica?"
"La verità!"
Gli urlai addosso
"Si, si sono andato a letto con altre donne, non abbiamo una relazione, mi pare di essere stato chiaro fin dall'inizio, se poi tu hai cambiato idea non è colpa mia"
Lo guardai furibonda, ma soprattutto ferita e mi alzai di scatto.
"Serena..."
"Ma ti sei mai fatto due domande?"
Gli dissi voltandomi di nuovo verso di lui
"Ti sei mai chiesto davvero perchè non sia mai venuta a letto con te?"
Lo vidi evitare di guardarmi e richiamai nuovamente la sua attenzione
"Guardami!"
Alzò lo sguardo su di me mettendosi in piedi senza dirmi niente.
"Non lo sai? Ti do un indizio, non sono vergine, ma questo tu penso l'abbia già capito da un pò"
"Serena, non..."
"E credo anche che tu sappia la verità"
"Dio ma di che parli"
"Oddio Jake ti è mai passato per la testa che mi stessi innamorando di te?!"
Gli dissi frustrata con tono di voce alto, tanto che mi sembrò quasi che rimbombasse tutto intorno, lui mi fissò senza sapere che dire e qualche goccia di pioggia cominciò a cadere su di noi.
"Mi dispiace...te lo avevo detto"
Mi disse poi lui e a quelle parole chiusi gli occhi per evitare di piangere, mentre sentii il mio cuore spezzarsi lentamente. Riaprii poi gli occhi e lo guardai.
"Non dispiacerti...è colpa mia"
Sussurrai superandolo e prendendo la mia borsa.
"Serena ti prego"
"Jake no, io prego te...lasciami stare...buona fortuna"
Dissi con voce tremante e corsi via veloce scappando lontano il più possibile, nel giro di due mesi mi ero innamorata davvero per la prima volta e, allo stesso tempo, avevo condannato me stessa a farmi spezzare il cuore. Quando fui abbastanza lontana mi fermai dietro un albero e mi lasciai cadere seduta per terra passandomi le mani fra i capelli e scoppiando a piangere e a singhiozzare quasi non riuscendo a respirare, intanto la pioggia rinforzava la sua caduta, bagnandomi completamente. Non so per quanto tempo restai lì, non so per quanto tempo sarei rimasta volentieri lì, mi sentivo vuota, persa, ferita, mi sentivo terribilmente male. Mai avevo provato una sensazione del genere, con lui avevo provato un milione di sensazioni nuove, questa era una di quelle, ma ne avrei fatto volentieri a meno, era come se il mio cuore bruciasse lentamente, come se qualcuno stringesse in un pugno il mio stomaco e la testa pulsava pesantemente. Niente aveva più senso in quel momento, niente aveva importanza...nè la pioggia che imperterrita si infiltrava con il freddo fin sotto le ossa, nè la gente che mi vedeva camminare lenta sotto il nubifragio, mi sentivo così, come un piccolo animaletto domestico abbandonato sul ciglio della strada, che cerca solo qualcuno che si prenda cura di lui.

ANGOLO DI ARI

NON MI ODIATE E NN ODIATE JAKE, VI PREGO *fa gli occhi dolci* Allora vi devo delle spiegazioni (?) forse...questa cosa era già prevista, insomma sapevo che era una cosa che avrei fatto accadere, c'era bisogno di una scossa e se avessi fatto avvenire una scossa in senso positivo rapidamente non sarebbe stato intrigante a parer mio...e poi, datemi fiducia e non lapidate Jake ripeto...vi prego ahahah. Insomma aprite l'ombrello e prendete i fazzolettini, su NY c'è pioggia e non solo quella letterale. Vorrei chiarire che tutto avviene nello stesso giorno, la passeggiata con Denise e il pov di Jake, poi la conclusione. Diciamo che ora si è conclusa la prima parte della storia ecco...dal prossimo capitolo è come se ci fosse una seconda parte...e capirete anche il perchè, non voglio antiparvi, lo capirete dalla prima riga...ok sono pronta per gli insulti xD Grazie a chi legge e recensisce, spero che qualcun'altro abbia voglia di esprimersi <3 Baci Ari

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo undicesimo ***


                               

 

 

 

 

 

CAPITOLO UNDICESIMO

Mi svegliai rigirandomi nel letto completamente indolenzita, nel muovermi urtai poi un libro aperto sul mio letto che cadde facendo un tonfo non indifferente data la sua pesantezza.
"Merda"
Mi tirai su con fatica portando una mano alla testa e notai il disastro che c'era, appunti sparpagliati sul letto, un altro paio di libri, due evidenziatori e una matita. Presi i fogli riassemblandoli, e li posai sui libri che raggruppai su un angolo, raccolsi l'altro e lo misi sugli altri. Mi decisi poi ad uscire un piede dal letto e nel momento in cui toccò il pavimento rabbrividii per il freddo. Un altro lungo e freddo inverno per New York City. Mi alzai indossando una giacca felpata sopra la canotta e mi portai davanti allo specchio...sembravo un fantasma, il fantasma della vecchia Serena. Lei non c'era più. Era passato già un anno, un anno terrificante, e tutto era iniziato in un giorno di pioggia in cui la persona di cui mi ero innamorata mi aveva spezzato il cuore, ma fosse solo quello a quest'ora non sarei di certo in quelle condizioni. La mia vita da allora diventò semplicemente un concentrato di brutte notizie, niente andava bene, dalla vita in cui eravamo incastrati grazie a mia nonna, alla vita qui a casa da quando papà si era ammalato. Quella notizia si era abbattuta su di me come un macigno, niente era paragonabile, dopo quello che era successo con Jake, non pensavo che qualcosa potesse ferirmi di più...come non detto; dopo pochi giorni, scoprii la verità. La mia vita ora ruotava completamente intorno a mio padre, alla mia famiglia e all'università. Non facevo altro che aiutare in casa e studiare come un'ossessionata, mi stremavo sui libri di notte pur di crollare e dormire a sonno pieno, se non lo facevo, pensavo e se pensavo era la fine. In più ero stata presa ad uno stage per il New York Times, i pomeriggi ero in pratica sempre lì, era una grossa opportunità e dopo aver deciso di canalizzare la mia passione per lo scrivere nel giornalismo, non avrei mai pensato che potessi essere presa per lo stage, invece fu così...quella fu l'unica cosa positiva di quell'anno.
Sospirai passandomi una mano sul viso, si cominciava con il restauro. Infilai un paio di calze pesanti e un vestito sobrio, ma carino, tornai davanti allo specchio e dopo aver sciolto la coda, pettinai i lunghi capelli castani. Presi poi la pochette coi trucchi e mi coprii le occhiaie con il correttore, nell'ultimo anno era diventato il mio migliore amico; finii di truccarmi e preparai la borsa. Ci infilai dei Block Notes e altre cianfrusaglie e poi presi un paio di stivaletti col tacco. Rivoluzione nell'abbigliamento? Solo per costrizione. In redazione non era  appropriato andare in jeans e converse, quindi ero costretta a vestirmi così anche a lezione dato che non avevo il tempo di tornare fino a casa, cambiarmi e uscire di nuovo.
"Buongiorno"
Mi avvicinai veloce al caffè e mi riempii una tazza
"A che ora sei andata a letto ieri?"
"Presto mamma"
"Mm...fai una colazione come si deve per favore? Non hai perso già abbastanza peso?"
Alzai gli occhi al cielo e sospirai, mi sedetti mangiando qualche biscotto, sapevo che aveva ragione, il mio corpo si era scarnito ancora più di quanto già non fosse, ma non era certo fatto apposta, fra un impegno e un altro spesso capitava che saltassi qualche pasto, più lo stress e le varie preoccupazioni, quello era il risultato.
"Papà dorme?"
"Ancora si"
"Va bene, chiamami per qualsiasi cosa ok?"
"Va bene tesoro, non preoccuparti, e non fare tardi"
"No tranquilla"
Uscii di casa e iniziai ad affrontare la mia giornata, prima tappa università. Avevo tre lezioni il che implicava che sarei stata occupata fino a pranzo, successivamente sarei dovuta correre in redazione, perchè c'era l'assegnazione dei pezzi da scrivere e poi l'assegnazione degli stagisti ai rispettivi giornalisti, insomma una giornata come tante. Cosa positiva? La mia amica di sventure o avventure che dir si voglia, Carol, biondina tutto pepe e con l'energia di una centrale elettrica. Dopo le lezioni mi diressi in redazione correndo dato il ritardo, considerando poi i tacchi, la mia corsa era alquanto inutile.
"Uragano Serena in arrivo"
Arrivai trafelata alla scrivania appoggiando pesantemente la borsa sulla scrivania che condividevo con Carol.
"Wow cos'hai nella borsa? Macigni?"
Mi disse alzando un sopracciglio
"Hai pranzato?"
Sospirai
"Se mi fai riprendere fiato, posso dire qualcosa anche io"
Dissi sedendomi stancamente sulla sedia
"I pezzi?"
"Li stanno assegnando"
"Bene"
La vidi sorridere compiaciuta alle mie spalle
"Sexy Ethan ad ore dodici, fatti bella, tanto ha occhi solo per te"
"Mm?"
Corrucciai la fronte e mi sentii girare la sedia e mi ritrovai Ethan quasi vicino che veniva verso di noi
"Ehi che fate giocate con le sedie in ufficio? Non è professionale"
Arrossii di botto anche se sapevo che stava scherzando
"No è solo è Carol che fa la scema"
Dissi guardandola male, mentre lei mi lanciava un'occhiata divertita.
"Stai bene?"
Tornai a guardare Ethan
"Eh? Io? Si si perfettamente"
"Ok, avete un articolo da fare"
"Abbiamo?"
Dicemmo in coro io e Carol.
"Si, avete, voi due, da sole"
"Stai scherzando vero?"
Dissi mentre per un attimo mi sentii quasi felice
"Cioè avrà il nostro nome? Lo scriveremo noi completamente?"
"Si"
Continuò lui senza scomporsi
"Di cosa si tratta?"
Disse Carol entusiasta quanto me.
"Un'intervista"
Io e Carol ci guardammo stranite e poi tornammo a guardare Ethan
"Di che genere?"
Chiese la mia amica curiosa tanto quanto me.
"C'è un personaggio importante in città e bè, non abbiamo giornalisti disponibili dato l'incontro tra i capi di stato, ma non volevamo perdere l'occasione, così il direttore ha pensato a voi"
Sgranai gli occhi
"Davvero?"
Ethan annuì energicamente
"Dovete essere fra mezz'ora al Palace"
Io e Carol ci alzammo di scatto prendendo alla rinfusa varie cose e infilandole nelle rispettive borse.
"Un momento ma chi è che dobbiamo incontrare?"
Disse poi Carol
"Pensavo non me lo avreste mai chiesto"
Disse ridendo sonoramente Ethan
"Jake Thomas"
Un rumore sordo si propagò per l'ufficio, qualcosa era caduto a terra. Cosa? Il contenuto della mia borsa e probabilmente il mio cuore...ancora.
"Serena stai bene?"
Ethan si avvicinò a me sorreggendomi per paura che svenissi
"Avevo detto che non avevi mangiato, sei pallida come un lenzuolo"
"Sto bene"
Era davvero quella la mia voce?
"Sicura?"
Annuii e mi scostai da entrambi rimettendo le cose in borsa.
"Ethan posso non andarci?"
Dissi ancora china e fissando il pavimento
"Serena...veramente ho assicurato al direttore che sareste andate...a meno che tu non stia male..."
"Sta benissimo"
Sentii Carol parlare al posto mio e aiutarmi a mettere tutto nella borsa, feci lo stesso automaticamente, senza capire nemmeno cosa stessi facendo realmente, mi sentivo come se quel corpo non mi appartenesse, come se stessi vivendo improvvisamente in una dimensione a parte. Senza sapere come mi ritrovai in auto con la mia amica, mentre continuavo a fissare senza cognizione di causa fuori dal finestrino.
"Serena?"
"Perchè non mi hai fatto mentire ad Ethan"
Dissi poi improvvisamente rendendomi davvero conto che non volevo essere lì in quel momento.
"Serena è una grossa opportunità, te ne saresti pentita sicuramente"
"Io non credo"
"Si invece. Sere è un articolo tutto nostro! Siamo al secondo anno di college! Sai che grossa opportunità è? Non ci sarebbe ricapitata mai più"
"Tanto non voglio occuparmi di spettacolo, io voglio fare la reporter"
"Serena cortesemente, da qualche parte dovrai pur iniziare no?"
Sbuffai appoggiando la testa allo schienale dell'auto agitata, poi lanciai rapidamente un'occhiata allo specchietto per vedere se fosse tutto in ordine. Mi guardai gli occhi allo specchio, ero proprio un'altra persona. Arrivammo dopo un pò al Palace e scendemmo dall'auto, mi sentivo strana ero nervosissima e non sapevo che reazione avrei avuto una volta entrata lì, non sapevo che reazione avrebbe avuto lui, non sapevo se sarei stata in grado di fare davvero quell'intervista. Una volta dentro ci condussero di fronte alla saletta dove avremmo dovuto tenere l'intervista e ci fermarono dicendoci che il signor Thomas aveva chiesto ancora dieci minuti.
Fantastico l'agonia aumenta.
"Serena...sei sicura di stare bene?"
Mi voltai verso Carol e le sorrisi cercando di essere convincente.
"Si certo"
Poi fu il momento. Ci condussero nella sala e feci andare avanti Carol, mentre io rimasi dietro. Lo scorsi di spalle che parlava allegramente con un uomo vestito elegantemente, probabilmente era, se non il proprietario del Palace, sicuramente qualcuno che si occupava degli ospiti. Sentire il suono della sua risata mi provocò un tuffò al cuore, non sembrava nemmeno reale.
Ok Serena, ce la puoi fare, si girerà verso di te fra esattamente 3, 2, 1..
Trattenni il fiato quando piano iniziai a vedere il profilo del suo viso, poi i suoi occhi che si posarono su Carol e poi su di me e lì restarono, il suo sorriso sparì immediatamente e un'espressione sorpresa si fece largo sul suo viso.
"Serena.."
Appena lo sentii pronunciare il mio nome le gambe mi tremarono e così anche il mio cuore che credevo ormai spento.
"Ciao"
Fu l'unica cosa sensata che riuscii a dire. Carol si voltò verso di me e poi guardò Jake e poi di nuovo me.
"Vi conoscete?"
Abbassai lo sguardo senza nemmeno risponderle ero totalmente imbarazzata, era passato un anno ed ero ancora in quelle condizioni, ma il tempo non dovrebbe guarire le ferite? Non dovrebbe aiutare a dimenticare? No perchè a me sembrava tutto il contrario, come se il mio cuore si fosse nascosto per un anno intero aspettando questo momento.
"Dovremmo iniziare accomodatevi"
Fu Jake a rompere il silenzio e a tornare a comportarsi normalmente. Ci sedemmo sulle poltrone di fronte a lui e io rimasi lì come una bambola inanimata, non mi andava di fingere sorrisi e normalità, l'attore era lui che lo facesse lui. Carol si schiarii la voce e cominciò l'intervista che inizialmente fu tranquillissima, lei chiedeva, lui rispondeva con qualche battuta di troppo, ma era lui, lo faceva sempre era nel suo modo di fare, non era cambiato poi molto. Io intanto prendevo distrattamente qualche appunto, ma evitavo di intervenire, mentre lui mi lanciava qualche occhiata di sfuggita.
"E' un film importante, insomma ne parlano tutti, ha un argomento forte e attuale, ma come ci sono molti complimenti per aver osato una tale scelta, c'è anche, come sempre, chi invece la critica apertamente, ha mai avuto dubbi o ripensamenti?"
"Non ho mai ripensamenti quando decido qualcosa, quando prendo un impegno lavorativo, lo prendo dopo che ci ho riflettuto sopra e ho valutato il copione, e fra le valutazioni non c'è l'opzione, è rischioso non lo faccio, non è rischioso lo faccio. A volte bisogna anche buttarsi in qualcosa che si allontana completamente da se stessi, mi creda è anche un modo per osservare poi se stessi, rischiare a volte fa bene."
"Non crede che la gente rischi solo dove conviene di più? Insomma è facile parlare così, ma bisogna davvero vedere se una persona è davvero pronta a rischiare per cose importanti, per dei cambiamenti che rivoluzionano una vita intera, lei sarebbe pronto a farlo? Il film parla di questo, cambiamento, rivoluzione. Lei sarebbe davvero pronto a rischiare una cosa del genere?"
Intervenni irrimediabilmente. Mi ero ripromessa di non farlo, ma quando si iniziò a parlare di rischio, di cambiamenti, non ce la feci a rimanere zitta. Per quel che mi riguardava lui non rischiava un bel niente, rischiare in un film del genere con una carriera solida alle spalle come la sua, non era davvero rischiare e per quel che riguardava la vita privata, di certo non aveva mai rischiato un bel niente, con me non l'aveva fatto.
Carol si girò verso di me guardandomi male, l'avevo attaccato gratuitamente, ma non potei farne a meno purtroppo
"Credo che ognuno rischi dove vuole e dove più crede sia giusto farlo"
"E' un pò codardo ragionare così non crede?"
"Mi dispiace, ma non concordo con lei, rischiare in qualcosa non significa dover rischiare sempre, non sarebbe nè saggio nè intelligente"
"E rischiare solo dove si è sicuri di non fallire cos'è? Saggio? Intelligente? Io direi più che è una furbizia e una codardia allo stesso tempo"
"Non ho detto questo Serena"
"Oh no hai ragione, dimenticavo, tu dici e fai delle cose, ma chissà com'è ne intendi sempre altre"
"SERENA!"
Sentii Carol alzare la voce per sgridarmi e incrociai le braccia indispettita e decisi di tapparmi la bocca per sempre, mancava poco alla fine dell'intervista e poi sarei uscita di lì.
"Ehm..."
Carol cercò di riprendersi in modo confuso e si schiarì la voce.
"Quanto tempo resta? Sarà presente alla prima di New York tra un mesetto?"
"Solo un paio di giorni non di più...no...fra un mese più o meno ci sarà la prima a Los Angeles, quella di New York non la farò"
Solo un paio di giorni...tutto era iniziato così, con un paio di giorni a New York. Appena si fece accenno alla premiere un brivido mi passò la schiena al ricordo di quella dell'anno prima.
"Bene, era l'ultima domanda..grazie della sua disponib..."
"Con permesso"
Appena Carol disse che era l'ultima domanda presi le mie cose in velocità e mi alzai, corsi via fuori dalla sala prima di scoppiare, prima che di distruggermi completamente di fronte a lui.
"Serena"
Sentii la voce di Jake lontana e ovattata, ma la ignorai, la vista si annebbiò appena e fuori da lì chiusi gli occhi inspirando a fondo cercando di calmare il mio cuore in tumulto e cercando di reprimere le lacrime.
"Serena.."
Era ancora la voce di Jake, ma questa volta molto più vicina, era alle mie spalle, mi aveva seguita, ma non avevo il coraggio di girarmi, di ascoltarlo, di guardarlo.
"Mi dispiace non sarei dovuta venire, ma non potevo rifiutarmi e..."
"E' stato bello rivederti"
Sospirai e mi girai verso di lui tenendo lo sguardo basso, per me cosa significava rivederlo?
"Mi dispiace"
"Oh, no non preoccuparti, l'intervista l'ha fatta tutta Carol, sarà perfetta"
"Non mi riferivo all'intervista"
Ebbi finalmente il coraggio di guardarlo e di incrociare di nuovo i suoi occhi; il mio cuore perse un battito, non era cambiato niente.
"Non scusarti, non c'è bisogno"
"Si invece, non mi sono comportato bene"
"Jake..."
Sospirai nervosa e cercai di dire qualcosa, ma non ci riuscii
"Io...mi dispiace vederti così davvero e...
"Jake ti prego"
"...mi dispiace vederti così..."
"Sto male"
"..e..cosa?"
"Ora...sto..."
Mi avvicinai un pò afferrandogli un braccio
"...male.."
Sentii le gambe cedere e poi buio per qualche secondo. Quando ritornai a focalizzare qualcosa riuscii a sentire la Voce di Jake e poi quella di Carol.
"Chiama un'ambulanza"
"Sto cercando il telefono!"
"Sere...ehi, avanti apri gli occhi"
Cercai di parlare, sentivo la bocca completamente asciutta, cosi strinsi un pò gli occhi per fargli capire che c'ero.
"Serena"
"Jake...sto bene"
Aprii piano gli occhi e capii di essere per terra fra le sue braccia e Carol con il telefono in mano che mi fissava.
"Andiamo in ospedale"
"No!"
Dissi allarmata
"Sto bene"
"Non se ne parla"
"Jake per favore..."
"Te lo avevo detto"
Guardai Carol che irruppe nella nostra non-conversazione
"Mi dispiace"
"Dovresti andare a casa"
Cercai di sollevarmi ma Jake mi trattenne e mi aiutò dopo che anche lui fu in piedi, ma quasi ricascai nuovamente.
"Credo sia meglio che tu stia qui almeno per qualche minuto, non ci arrivi a casa se no"
Mi sentii prendere praticamente in braccio da lui prima che ricadessi
"Jake che fai!"
"Evito che caschi di nuovo come prima"
Sospirai arrossendo senza che però si vedesse poi molto dato che per lo svenimento ero pallida come un lenzuolo.
"Devo andare a casa"
Sbuffai sottovoce
"Tornerai un pò più tardi, ma almeno so che ci arriverai"
Carol si schiarì la voce e ci guardò un pò interdetta.
"La accompagno io dopo"
Disse Jake prima che io potessi dire qualunque altra cosa. Carol mi guardò come a cercare conferma e io non sapevo che fare.
"Va bene"
Dissi poi in un soffio e Carol abbozzò un sorriso.
"Ok, ci vediamo domani...oh...ehm grazie per l'intervista"
La mia amica se ne andò via un pò imbarazzata, mentre Jake si dirigeva verso l'ascensore.
"Penso di poter camminare ora"
Protestai a voce bassa e tirandomi giù il vestito.
"Come vuoi"
Mi mise giù, ma continuò a sorreggermi in caso le mie gambe decidessero ancora di non collaborare per niente, intanto entrammo nell'ascensore e dopo che schiacciò il pulsante del piano tornò a parlare.
"Che è successo?"
Lo guardai perplessa
"Sono svenuta?"
Dissi con ovvietà
"Questo lo so...intendevo perchè"
"Non ho pranzato"
Dissi semplicemente, poi sentii il suo sguardo su di me come se stesse annotando ogni cosa diversa del mio corpo.
"Solo oggi?"
"Jake.."
"Che c'è? L'ultima volta che ti ho visto c'era anche un pò di carne oltre che ossa"
"Non esagerare"
"Non lo sto facendo, ma di sicuro avrai perso quanto? Dieci chili?"
"Stai esagerando...sei...non riesco a riprenderli"
"Non mi pare tu ti stia sforzando molto"
"Ma che ti importa?"
Dissi poi nervosa
"Mi è sempre importato!"
Stavo per continuare quando le sue parole mi colpirono come un pugno in faccia, in più le porte dell'ascensore si aprirono interrompendoci. Jake uscì fuori e io lo seguii, arrivammo davanti alla porta della sua suite che aprì con la scheda magnetica facendomi entrare. Mi guardai un pò intorno circospetta. Non ero mai stata lì dentro, avevo evitato quel luogo più che potevo solo un anno prima, ora invece ero lì.
"Dovresti riposare un pò"
Disse indicandomi il letto.
"Io sono di là"
Aprii la bocca per dire qualcosa ma lui era già dietro la porta che si richiuse veloce. Mi rigirai di nuovo intorno e arrivai fino al letto sedendomici sopra, sbuffai togliendo le scarpe alte e presi il telefono dalla borsa avvisando mia madre che sarei rientrata un pò più tardi. Non sapevo assolutamente che fare, forse avrei dovuto prendere tutto ed andare via, ma non ne ebbi il coraggio, mi guardai intorno cercando qualcosa che non c'era, dato che cercavo il nulla, e incrociai le gambe sul letto passando le mani sul viso, poi sentii bussare dall'altra parte e vidi la porta che divideva le due stanze aprirsi e Jake spuntare fuori con un bicchiere d'acqua e una fetta di torta al cioccolato.
"Acqua e qualcosa di dolce dovrebbero aiutare in queste situazioni"
Accennai un sorriso presi il bicchiere d'acqua e lo bevvi, avevo ancora la gola secca e mi avrebbe fatto bene.
"Dovresti mangiare anche questa...non ti farà riprendere i chili persi, ma almeno arriverai fino a casa"
Sospirai prendendo il piattino e mangiai un pezzo
"Ti privo dei tuoi amati dolci"
"Io non ho peso da recuperare"
Alzai gli occhi al cielo
"Jake ci sto provando ok? Il mio corpo non ce la fa..."
"Che è successo?"
"Li ho persi rapidamente in nemmeno un mese...non sono più riuscita a recuperarli, nonostante mi sforzi non riesco ad assimilarli"
"Qualcosa di sicuro c'è..."
Lasciai il piattino sul letto e abbassai lo sguardo triste.
"Ehi,  lo vedo...c'è qualcosa di diverso...qualcosa che non va...e non sono solo io"
Mi accarezzò il viso alzandolo per cercare il mio sguardo, ma poi mi ritirai quasi scottata da quel contatto.
"Faccio prima a dirti cosa va bene...niente"
Dissi con sguardo triste, lui continuò a guardarmi sperando che continuassi
"Io sto un pò così, ma c'è chi sta peggio...papà è malato"
Vidi sorpresa e dispiacere nei suoi occhi e io non credevo di averlo detto ad alta voce.
"Serena mi dispiace..."
"Lo stai dicendo troppe volte in un giorno"
Dissi scherzando, ma lui continuò a guardarmi seriamente e io sospirai stancamente.
"Ho perso il controllo...si tutto. Di me stessa, del mio corpo, della mia famiglia.."
"Non puoi controllare ogni cosa"
"Lo so...ma ci sono cose che mi piacerebbe controllare"
"Come sta?"
Alzai le spalle e scossi la testa e gli occhi si riempirono rapidamente di lacrime che scesero copiose rapidamente. Cercai di asciugarle senza molto successo.
"Mi dispiace...io...non..."
"Ehi, Serena non devi scusarti"
"Puoi...abbracciami ti prego"
Avevo solo bisogno di quello, qualcuno che mi stesse accanto, qualcuno che mi sostenesse, sentivo di dover sostenere tutto, di mostrarmi forte davanti alla mia famiglia, di andare comunque avanti con la mia vita, ma nel momento in cui sarebbe arrivato il momento, il momento in cui sarei crollata, non avrei avuto nessuno che mi avrebbe sostenuto. Lo vidi avvicinarsi rapidamente a me e prendermi fra le sue braccia, appoggiai la testa sul suo petto stringendo i pugni sulla sua camicia.
"Andrà tutto bene, sono qui...non ti lascerò andare ancora"
Rimanemmo così non so per quanto esattamente, so solo che ad un certo punto esaurii le lacrime che avevo trattenuto per troppo tempo, ma non volevo andare, non volevo che mi lasciasse, mi sentivo al sicuro ed era una vera e propria contraddizione vista la sofferenza che mi aveva procurato. Dopo che riuscii a staccarmi e a calmarmi gli chiesi di chiamarmi un taxi, non ero nelle condizioni di camminare fino a casa; una volta che fu arrivato mi accompagnò di sotto.
"Scusa per...tutto...ti ho fatto perdere un sacco di tempo"
Abbozzai un sorriso e mi avvicinai al taxi.
"Ero serio"
Mi fermai sentendolo parlare di nuovo e rimasi qualche secondo di spalle, poi mi girai verso di lui e lo guardai.
"Prima...di sopra, ero serio...io sono qui...vorrei che mi permettessi di starti vicino"
Lo guardai perplessa senza sapere che dire, senza sapere che fare...non sapevo nemmeno cosa provassi in quel momento, ero confusa e c'erano un sacco di cose nella mia vita che non andavano e non c'ra di certo bisogno di aggiungerne altre.
"Jake io non so che dire..."
"Non devi dire niente...hai il mio numero...e...credo mi intratterrò più di un paio di giorni"
Lo guardai negli occhi e rimasi ancora più senza parole, quell'incontro era andato decisamente in modo diverso da come me lo immaginavo e non credevo che sarebbe stato possibile per me, provare ancora dei sentimenti per lui, pensavo di aver chiuso con quella storia, ma mi accorsi che i realtà non lo avevo fatto, il perchè era semplice...non era mai iniziata. Non gli risposi e gli feci timidamente segno di saluto con la mano, salii nel taxi che mi portò dritto verso casa.

ANGOLO DI ARI

Eccomi allora...è passato un anno come avete visto ebbene si...non sapevo se avvertirvi o meno, ma ho pensato che sarebbe stato meglio l'effetto sorpresa...per quel che riguarda il resto ho delle cose da dire. In questo capitolo viene accennato ad un evento molto spiacevole e io non voglio toccare la sensibilità e sentimenti di nessuno, insomma è una cosa che tratterò davvero in profilo, cioè come se stesse sullo sfondo, avevo intenzione di fare una cosa, ma non la farò, mi rendo conto che io non conosco chi legge e non vorrei privare nessuno di quelli che seguono la storia della lettura solo perchè magari ho toccato temi che possano ferirli in qualche modo, quindi ho deciso di mantenere la questione sullo sfondo, ovviamente mi riferisco al fatto che ho accennato al fatto che il papà di Serena sia malato. Non specificherò cosa, nè andrò nel dettaglio, assolutamente no, ho perfino deciso di fare un altro taglio pur di essere delicata, voi direte tanto vale non mettercela proprio sta parte, ma in realtà fa parte della storia, era sempre stata lì quindi non voglio eliminare completamente una cosa che è nata da sola. Ok dopo questo momento serioso passiamo al resto insomma ci siamo! Siamo tornati, sono tornati dopo un anno..sono cambiate un pò di cose e Jake ha fatto una cosa che doveva fare un anno prima, esporsi. Ora come andranno le cose? Lo scoprirete poco per volta! Alla prossima Ari

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capiolo dodicesimo ***


                               

 

 

 

 

CAPITOLO DODICESIMO

Ero seduta sul letto con un vestito nero e guardavo un punto imprecisato della stanza con gli occhi umidi, sentii la porta della mia stanza aprirsi con difficoltà e poi vidi spuntare mio fratello.
"Sere"
Lo vidi avvicinarsi e cercare di salire sul letto, così lo aiutai, lui si sistemò e io mi asciugai una lacrima che stava scivolando, poi abbozzai un sorriso.
"La mamma è pronta?"
Gli chiesi accarezzandogli la testa.
"Quasi...mi ha detto di dirti di andare"
"Sei triste?"
Lui annuii energicamente con la testa e poi mi fissò, cercai di sorridergli e mi alzai tendendogli una mano.
"Andiamo ok?"
Uscimmo da lì e quando mia madre fu pronta andammo al funerale, mi sembrava ancora impossibile che fosse successo davvero, ma eravamo preparati, o almeno così dicevamo. I medici non facevano che dirci che non c'era molto da fare e che avremmo dovuto abituarci all'idea. Ma come ci si può abituare? Secondo me era impossibile. Dopo l'accaduto chiamai Jake in lacrime, non so perchè, so solo che avevo bisogno di lui in quel momento e lui, come aveva detto, c'era stato; erano passati solo pochi giorni da quando ci eravamo visti e io non l'avevo richiamato, ci stavo ancora pensando, nonostante Denise non facesse altro che dirmi di lasciar perdere e dirgli di tornarsene a Los Angeles, poi quest'evento aveva cambiato tutto. Dopo il funerale ci dirigemmo a casa mia per quel ridicolo rito post-funerale. Non capivo la necessità di quella cosa, io me ne sarei stata volentieri da sola senza nessuno tra i piedi o al massimo con poche persone intorno. Eravamo a casa, ma dopo l'ennesimo mi dispiace e il solito andrà tutto bene, decisi che era proprio ora di non ascoltare più nessuno, così accennai un saluto a Denise che mi aveva supportato tutto il tempo e me ne andai in camera mia a dispetto di tutto quello che la gente poteva pensare di me. Dopo essermi tolta le scarpe, mi distesi sul letto su di un lato abbracciando il cuscino, poco dopo sentii bussare e sospirai.
"Mamma basta, ne ho abbastanza"
Non ricevetti risposta, ma sentii la porta aprirsi piano.
"Posso?"
Corrucciai la fronte e mi girai verso la porta scorgendo Jake.
"Si"
Richiuse piano la porta e si avvicinò a me circospetto dal lato del letto dove mi trovavo, mi spostai di poco e lui si sedette.
"Ho intercettato Denise che cercava di venire qui, le ho chiesto di potermi dare due minuti, anche se non era poi molto contenta"
"Sto bene"
Mi guardò dolcemente e mi accarezzò i capelli.
"Non è vero. Non devi fingere, è normale che tu non stia bene"
"Ho avuto un anno per abituarmi all'idea, ma non è stato possibile"
"Non ci si può abituare a certe cose Serena, stai soffrendo è giusto così, non devi mostrarti forte e poi crollare da sola, non più...te l'ho già detto"
"Se mi lascio andare, se...se permetto ai miei sentimenti di venire fuori...non so se poi riuscirò a contenerli ancora"
Se avessi permesso al dolore di affiorare non ero certa che questa volta sarei stata in grado di rialzarmi, di andare avanti.
"Ehi, guardami...non sei sola ok? Non devi affrontare tutto questo da sola, lasciati aiutare per una volta, ma se non lasci emergere quello che hai dentro, è come se rimanessi ferma qui in questa stanza per sempre"
"Da quando sei diventato così maturo?"
"Non lo sono...ma credo di avere ragione per una volta"
Abbassai lo sguardo per un momento per poi tornare a guardarlo.
"Resti un pò con me?"
"Certo"
Abbozzò un sorriso e lo tirai per una mano facendogli capire di stendersi accanto a me, mi lasciai avvolgere completamente dalle sue braccia, mentre le sue labbra si posarono sulla mia testa, in quel momento scoppiai a piangere ancora, fino a quando non mi addormentai senza sapere nè come, nè quando, ma con la sua presenza che cercava di darmi sostegno come meglio poteva.

I giorni seguenti cercai di rimanere un pò sola nonostante cercassero tutti di chiamarmi o di passare da casa, ma io trovavo sempre il modo per evitarli. Mi ero bloccata in quella situazione di completa apatia, non volevo fare nulla, non mi andava di fingere che mi stessi riprendendo perchè non era così. Ero sulla panca sotto la finestra della mia stanza che guardavo fuori attraverso la tenda chiara, quando sentii bussare alla porta.
"Tesoro io vado, riprendo a lavoro ricordi? Accompagno Dave a scuola...vuole andarci...e...hai visite"
Sospirai e guardai mia madre
"Mamma non voglio visite lo sai"
"Ha insistito...e credo che sia ora che tu inizi a parlare con la gente"
Alzai gli occhi al cielo incrociando le braccia imbronciata e sentii la porta d'ingresso chiudersi, poi qualcuno bussò sulla mia porta semi aperta e mi voltai vedendo Jake.
"Ehi"
Tornai a guardare verso la finestra, mentre lui si avvicinò sedendosi poi accanto a me.
"E' una settimana che provo a contattarti"
"Ho il telefono staccato"
"L'ho notato...ho pensato di passare ad un altro metodo"
Non risposi continuando invece a starmene lì
"Serena...torna qui"
Mi prese la mano e posai gli occhi su di lui, aveva un jeans scuro e un maglioncino grigio con una camicia sotto, mi accorsi stranamente di aver notato quella cosa e di ricordami perfino come fosse vestita mia madre.
"Andiamo di là che dici?"
Mi disse alzandosi e tirandomi la mano per farmi alzare, così lo seguii e andammo in salotto e notai sul tavolino due grandi bicchieri di cartone da caffè.
"Ti ho preso una cioccolata con panna e cannella...spero ti piaccia è come piace a me"
Presi il bicchiere e mi sedetti sul divano mettendo i piedi sul sedile rannicchiandomi in un angolo, soffiai sulla cioccolata e ne presi un pò.
"Come va?"
Alzai le spalle in segno di incertezza.
"Fuori da qui come va?"
Gli chiesi poi sorseggiando un altro pò dal bicchiere.
"Noioso...niente di che"
"Non mi sto perdendo poi molto"
"Noi si...te"
Abbassai lo sguardo dispiaciuta rendendomi conto, per la prima volta, che stavo facendo soffrire molte persone chiudendomi così.
"Non volevo farvi stare in pena"
"E' stata una brutta settimana, magari domani puoi accendere il telefono, così puoi sentire qualcuno"
"Ci penserò..."
"Inizia dalle piccole cose"
Sospirai annuendo e poi sorseggiai un altro pò di cioccolata.
"E' buona"
"Ehi quando mai ho sbagliato io in certe cose?"
Abbozzai un piccolo sorriso e lui mi sorrise di rimando.
"Era un microscopico sorriso quello?"
"Forse.."
"Ti va se pranziamo insieme domani?"
"Jake non lo so..."
"Devi solo prendere un taxi e venire in hotel niente gente promesso...vengo a prenderti io"
"Devo proprio uscire eh?"
"Ne hai bisogno...e bè non so se tua madre mi farà entrare ancora qui"
Mi disse con ironia e io lo guardai stranita
"Perchè non dovrebbe?"
"Oh bè quando ha aperto la porta ha detto oh sei tu, come se sperasse che fosse chiunque tranne che me...credo che mi conosca..."
"Jake certo che ti conosce, andavo al cinema solo per vedere i tuoi film o quelli di Jason"
"Ok va bene"
Mi disse alzando le mani arrendevole
"Grazie"
Gli dissi avvicinandomi a lui e dandogli un bacio sulla guancia.
"Per cosa?"
"Per essere qui"
"Ci vediamo domani allora?"
Accennai nuovamente un sorriso e annuii
"Ci vediamo domani"
Mi sorrise e si alzò lasciando il bicchiere sul tavolo e feci lo stesso.
"Mi accompagni fuori?"
"Si certo"
Lo accompagnai vicino alla porta e l'aprii e mi trovai sommersa dalla luce del sole e strinsi un pò gli occhi.
"Passo a prenderti per l'una ok?"
"Posso prendere un taxi da sola"
"Preferisco venire anche io"
Si avvicinò dandomi un bacio sulla guancia e uscì da casa mia. Il giorno dopo mi vestii semplicemente, di certo non mi andava di mettermi in tiro era già tanto che stessi uscendo per andare a pranzo con Jake. Appena fu fuori mi inviò un messaggio, così presi la borsa ed uscii entrando nel taxi. Durante il tragitto parlammo del più e del meno, anche se io mi sentivo un pò a disagio, fra tutto quello che avevo passato e quello che era successo tra noi, era difficile riuscire ad essere naturale. Mi trovai nel giro di poco nuovamente nella sua suite e mi portò nella parte del salotto dove c'era già un tavolo apparecchiato e un carrello con un sacco di cose da mangiare.
"Chi dovrebbe mangiare tutta questa roba?"
Dissi avvicinandomi poi al carrello.
"Bè in realtà non sapevo cosa mangiassi, insomma non so i tuoi gusti, a parte il fatto che adori il gelato, quindi ho fatto portare un pò di tutto"
Sorrisi sincera e presi un grissino
"Mangio più o meno tutto...tranne il pesce"
"Bene, ora almeno so qualcosa"
Mi sedetti al tavolo mangiando il grissino, mentre lui osservava il carrello
"Ok forse ho esagerato"
Prese il contenitore con delle tagliatelle all'interno e lo mise al centro
"Potresti mangiare anche per cena con tutta questa roba, e forse anche per pranzo domani"
"Io faccio il carino e tu mi prendi in giro, ma grazie"
Gli sorrisi di nuovo prendendo un pò di pasta e mettendola nel piatto.
"Cos'hai fatto durante quest'anno?"
Gli chiesi poi giocando con la forchetta nel piatto.
"Lavorato per lo più...ho girato questo film per un anno...le riprese sono cominciate poco dopo che abbiamo smesso di vederci"
"Il contratto che stavi per firmare era per questo film?"
"Si esatto...mangia"
Stavo giocando ancora con la forchetta, annuii mangiando un pò.
"Come mai hai deciso di dedicarti al giornalismo?"
"C'era più possibilità di fare qualcosa...insomma per diventare una scrittrice ci vuole molta fortuna oltre che bravura...non che nel giornalismo non ci voglia fortuna, ma se il desiderio di scrivere un libro di successo ha lo 0,01% di possibilità di avverarsi, quello di diventare una brava reporter ha il 10% di possibilità di avverarsi...direi che è sicuramente un punto a favore."
"Non sei cambiata eh? Non è bello lasciare andare i propri sogni"
"Ma io continuo a scrivere...per me, come al solito, ma continuo a farlo"
"E il giornalismo? Ti piace davvero?"
Annuii ingoiando il boccone.
"Si. Non lo credevo, invece ho scoperto che mi piace molto...e se dovesse andar male vorrà dire che mi metterò ad insegnare, in fondo di base sto prendendo una laurea in lettere"
"L'importante è che tu sia convinta"
"Si, lo sono...tu? Hai già progetti?"
"Non ancora...ho appena finito...aspetterò dopo la prima per vedere come va"
"Devi essere emozionato...è un film importante e diverso da quelli che hai girato fino adesso"
"Si...potrebbe dipendere il proseguimento della mia carriera"
Mi sentii in colpa per averlo attaccato in quel modo durante l'intervista.
"Mi dispiace per averti detto che non stavi rischiando nulla durante l'intervista"
Non lo avevo detto esplicitamente ma, si era capito bene quello che intendevo.
"No, va bene...sul lavoro rischio, non sono stato bravo a rischiare nel resto"
"Direi che per me basta così"
Dissi poi lasciando la forchetta e facendo cadere il discorso.
"Oh bè hai mangiato davvero molto"
Mi disse ironicamente come per ammonirmi
"Posso assaggiare un pò di roast beef"
"Così va meglio"
Continuammo a mangiare, più lui che io, in tranquillità, ricercando la complicità che avevamo in precedenza e la cosa non fu così difficile, dato che lui continuava a volermi vedere, che fosse per un caffè o un film o per pranzo o cena. Andammo avanti così per settimane, lui mi aiutava pian piano a fare un passo in più verso la mia vita, mi mostrava senza saperlo le piccole cose che mi stavo perdendo, e intanto mi mostrava se stesso, una versione che ancora non avevo visto. Era dolce e molto attento, eppure erano cose che avevo già intravisto l'anno precedente, ma che lui adorava tanto nascondere, era riuscito a regalarmi nuovamente il sorriso e nel giro di qualche settimana avevo ricominciato ad andare al college anche se non riuscivo ancora a studiare come prima, uscivo più volentieri e non forzata, e ripresi a mangiare poco più di prima. Tra me e Jake non era successo niente però, lui mi stava vicino e mi aiutava, ma era tutto lì, solo qualche abbraccio e baci castissimi sulle guancie, non avevo di certo spazio per pensare all'amore, o almeno così pensavo. Un pomeriggio andai da Jake in albergo e portai del gelato, bussai alla porta e mi venne ad aprire.
"Ciao tesoro entra"
"Ho portato del gelato"
"Wow che novità!"
Mi prese in giro e posai il cartuccio sul tavolino di fronte al divano.
"Antipatico"
"Dai siediti scema"
Mi prese per una mano tirandomi sul divano e sorrisi.
"Sei andata a lezione?"
Annuii allungandomi verso il cartuccio e lo aprii uscendo due coppette enormi con del gelato. Gliene porsi uno con i suoi gusti preferiti, mentre io uscii il mio che era uno yogurt frozen con un sacco di cose sopra e in mezzo, cereali, palline di cioccolato bianco e nero, riso soffiato, insomma un pò di tutto. Estrassi il cucchiaino incastrato nel gelato e mangiai quello che ci era rimasto attaccato.
"Che c'é?"
Mi sentii osservata e sorrisi.
"Non capisco come fai a mangiare quel coso con tutte quelle...cose sopra"
Scoppiai a ridere mangiando un altro cucchiaino.
"Guarda che è buono"
"Il gelato classico altrettanto"
"Ma piace anche a me lo sai...ma non avevo pranzato quindi avevo bisogno di una cosa..."
Mi fermai visto che Jake mi guardava male.
"Serena..."
"Non ci hanno dato la pausa pranzo! Eravamo in ritardo con la lezione e non mi ero portata niente per pranzo"
"Potevi uscire e prender qualcosa"
"Ripeto, non ci hanno dato la pausa pranzo...Jake andiamo, in meno di un mese ho ripreso un chilo e mezzo, considerando che in un anno non sono riuscita a prendere un etto direi che è già tanto"
E stranamente quel chilo e mezzo addosso si vedeva eccome, c'era un pò di carne oltre che ossa come diceva lui.
"Va bene...mangia quel finto gelato"
Scossi la testa e presi un cucchiaio con un pò di cereali e cioccolato.
"Assaggia"
"No, mangia"
"Dai Jake, dovresti assaggiarlo, sei proprio testardo"
Dissi mettendomi in ginocchio sul divano e facendo gli occhi dolci.
"Non sei leale"
Feci anche il broncio e fu la fine.
"Oh e va bene, sei una ragazzina sleale"
Risi mentre lui assaggiava lo yogurt frozen e io aspettavo una risposta.
"Ok, non è male"
"Come al solito ho ragione!"
Dissi vittoriosa
"Si certo come no, continuo a preferire quello normale"
Gli sorrisi e lo osservai mentre riprendeva il suo gelato in mano, intanto io ero ancora in ginocchio sul divano girata verso di lui. Lasciai la mia coppetta sul tavolino e mi avvicinai rapidamente a lui prendendogli il viso fra le mani e facendo incontrare le nostre labbra. Lo colsi in contro piede e me ne accorsi dalla sua esitazione iniziale, ma dopo qualche secondo lui stesso aveva già preso il sopravvento, aveva abbandonato quello che aveva in mano e mi aveva stretta a lui, infilando la sua lingua nella mia bocca per incontrare la mia. Sembrava come se quell'anno non fosse passato, ma allo stesso tempo come se fosse ancora più dilatato, come se fossero passati secoli da quando lo avevo baciato di nuovo. Trovare quelle labbra calde e morbide sulle mie aveva suscitato in me tutte quelle sensazioni che pensavo aver perso, lo sfarfallio nello stomaco, il cuore in gola, il corpo in fiamme e mi sentivo un pò in colpa in un certo senso, ma era giusto così, se volevo andare avanti con la mia vita dovevo capire se lui ne avrebbe fatto parte o meno, e a quasi 21 anni dovevo riprendere in mano la mia vita anche se mi sembrava troppo presto per tutto, ma per una volta avevo deciso di seguire le mie sensazioni. Il suo profumo mi annebbiò la testa e passai la mia mano tra i suoi capelli, da quanto non facevo quel gesto? Lui mi accarezzò il viso con una mano, mentre con l'altra mi teneva stretta a sé, improvvisamente però lo sentii ritirarsi.
"Sere..."
Riaprii gli occhi velocemente e arrossii di botto incastrando i miei occhi scuri nei suoi chiari che mi fissavano.
"Devo tornare a Los Angeles"
Trattenni il respiro per un attimo e mi allontanai da lui sedendomi sul divano.
"Sono qui da quasi un mese e...ho saltato un sacco di impegni che avevo lì...non ci sto facendo una bella figura..."
"...specie per l'uscita del film"
"Si...ho tirato la corda più che potevo"
"Jake va bene...è giusto...casa tua è lì, hai il tuo lavoro..."
"Vieni con me"
Alzai lo sguardo su di lui incredula.
"Cosa?"
"Una settimana Serena, solo una, il tempo di sistemare le cose e gestirmi meglio, almeno potrò venire qui più spesso..."
"Jake frena"
"No! Sere non voglio partire sapendo che siamo ancora in una situazione di stallo"
Chiusi gli occhi confusa, quel bacio aveva confuso entrambi lo sentivo ed entrambi stavamo cercando di venire a capo di quella strana situazione, io avevo bisogno di risposte e sapevo che lui aveva bisogno di mettersi alla prova e questa volta avrei rischiato davvero tutto, ma lui sembrava così diverso e allo stesso tempo sempre uguale e io stavo cercando di riprovarci, di andare avanti per me stessa.
"Vieni con me"
Mi ripeté di nuovo e io sospirai.
"Va bene"
Mi sorrise e si avvicinò di nuovo a me prendendo il mio viso fra le mani e baciandomi di nuovo, questa volta con più calma e dolcezza. Mi staccai di poco e lo guardai negli occhi.
"Quando dovremmo partire?"
"Fra due giorni"
"Oh...presto"
"Ti ho detto che ho tirato molto la corda"
Risi appena e mi sistemai i capelli.
"Sarà meglio che finisca il gelato e che vada a casa...devo spiegare a mia madre che mancherò per un pò"
Dissi prendendo in mano il gelato e accoccolandomi vicino a lui, mi circondò le spalle con il suo braccio e rimanemmo lì per qualche altra ora insieme.

ANGOLO DI ARI

Non sempre va tutto per il meglio anche se questa è una fanfiction...ho detto che mi sarei auto censurata...bè l'ho fatto ma solo in parte, sono arrivata ad un compromesso e ho inserito solo uno stralcio di ciò che volevo mettere ed è la prima parte del capitolo ovviamente. Ok superato questo vorrei dire che ho fatto passare il tempo velocemente in questi due capitoli, ma credo e spero che voi capiate che ce ne fosse bisogno, insomma l'anno era previsto e anche questo "mese" più o meno, insomma dato quello che era successo non potevo far tornare tutto ok dall'oggi al domani, non è ancora tutto ok per Serena, ma è ovvio che comincia a provarci ed è giusto così. La scelta di tutto questo è dovuta al fatto che volevo che un evento forte potesse riavvicinarli, Jake aveva già fatto un passo verso di lei prima di questo evento tragico, ma volevo comunque sottolineare come lui sia di fondamentale importanza e di come questo li legherà ancora di più, inoltre il suo sostegno è ciò che permette a Serena di "provare" a fidarsi di lui ancora una volta. Lei lo bacia, si esatto, lui non se lo aspettava, altrettanto vero, non è successo nulla in tutto quel tempo, assolutamente si. Inoltre voglio godermi con loro questi giorni a LA quindi penso ci andrò piano, non so se concentrerò tutto in un paio di capitoli o più, deciderò in base a come andranno le cose, ma spero di riuscire a inserirci almeno due capitoli, vorrei davvero creare una cornice bella per loro che duri un pò xD e poi un viaggio è sempre un viaggio u.u
So che è un capitolo un pò così questo, ma spero comunque che apprezziate ad ogni modo, insomma ci voleva uno snodo altrimenti non avrebbe avuto senso a parer mio. 

Vorrei ringraziare tutti quelli che stanno leggendo e che stanno inserendo la storia tra le seguite, preferite e ricordate, state aumentando ogni giorno così come le letture e vorrei ringraziare anche e ovviamente chi recensisce e vorrei invitare anche qualcun'altro a farlo mi farebbe davvero piacere! Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo tredicesimo ***


                               

 

 

 

 

CAPITOLO TREDICESIMO

Presi un paio di vestiti dall'armadio, li guardai e sospirai.
"Che dici?"
Mi girai verso Denise seduta sul mio letto con le spalle contro la testata del letto.
"Non lo so"
Sbuffai seccata
"Denise, una mano no?"
"Entrambi?"
"Che diamine ci sei venuta a fare se mi devi trattare così?"
Sbottai arrabbiata. Denise non era contenta che andassi a LA con Jake, appena glielo avevo detto, voleva convincermi a tutti i costi a disdire e a farmi capire che mi prendeva in giro. La capivo, insomma, le notti insonni e in lacrime le avevo fatte tutte con lei, l'avevo buttata giù dal letto ad un orario indecente quella notte e con lei Jason, dato che erano insieme e ora addirittura convivevano, ma doveva capire che avevo bisogno di quel viaggio e di capire i suoi sentimenti per me.
"Non mi piace che tu vada laggiù sola con lui"
"Tra un pò mi fai più storie di quante ne ha fatte mia madre!"
"Fosse per me le direi di non mandartici, come voleva fare all'inizio"
"Denise! Perchè non capisci?"
"Serena io ti ho visto! Lo so come stavi, ho visto fino all'ultima lacrima che cadeva dai tuoi occhi per colpa sua, tutti i singhiozzi tanto da non riuscire a respirare, non posso fare finta di niente e sperare che non succederà ancora!"
"Denise io lo amo"
Si zittì immediatamente sorpresa e senza parole.
"Ho bisogno di sapere se c'è una possibilità ok? Ho bisogno di capire se lui prova qualcosa che minimamente si avvicina a quello che provo io, ho bisogno di sapere se devo andare avanti con o senza di lui"
Sperai che lei potesse capire, che davvero potesse riuscire a comprendere quello di cui avevo bisogno e avesse rispetto per i miei sentimenti per lui.
"Ok...va bene...mi dispiace...portali entrambi, non sai se ti porterà da qualche parte o meno, ma dovresti avere delle cose per ogni evenienza, in oltre a LA anche di questi tempi non fa molto freddo, quindi puoi portare anche cose più leggere"
Accennai un sorriso e misi entrambi i vestiti nella grande valigia strapiena
"Sembra che mancherò per mesi!"
Dissi scherzando
"Credo di aver preso tutto"
Poi vidi Denise rovistare nei miei cassetti e mi resi conto, troppo tardi, fossero quelli della biancheria.
"Questi non li porti?"
Mi disse mostrandomi un completo nero di pizzo, arrossii vistosamente e sgranai gli occhi avvicinandomi a lei e togliendoglieli di mano.
"No!"
Si mise a ridere sonoramente.
"Perchè ce li hai allora?"
"Perchè me li hai regalati tu"
Dissi con fare di ammonimento.
"Bè non che ci sia niente che non vada nel tuo guardaroba intimo per carità, ma sono tutti estremamente semplici, l'ho solo ravvivato un pò...e non li hai mai indossati visto che...bè non stai con un ragazzo da un bel pò"
"La smetti?! Mi stai facendo sentire malissimo"
Dissi nell'imbarazzo più totale, poi mi prese di nuovo di mano l'intimo e lo mise in cima ai vestiti nella valigia.
"Mi ringrazierai"
Sbuffai avvicinandomi e togliendolo di nuovo
"Chi ti dice che ci andrò a letto?"
"Cielo sei innamorata persa, se solo capisci che lui prova in minima parte quello che provi tu, cedi...voglio solo che tu sia preparata"
Assottigliai gli occhi e incrociai le braccia al petto
"Ti rendi conto di quello che dici?"
"Oh si perfettamente"
Rimise il completino nella valigia e io lo tolsi nuovamente e iniziai a chiudere la valigia.
"Noiosa!"
Mi disse Denise e mi fece la linguaccia girandosi di spalle e guardando nell'armadio tra i vestiti, io riguardai il completo e lo infilai velocemente in valigia e la chiusi definitivamente prima di ripensarci davvero.
"Ti ho vista! C'è uno specchio qui"
Arrossii e guardai male Denise che rise mettendosi una mano davanti alla bocca, poi si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia
"Fai la brava ok?"
"Non preoccuparti.."
"Chiamami per ogni cosa"
"Sta tranquilla"
"Buon viaggio..."
Mi abbracciò e dopo che andò via, mi feci una doccia e lo shampoo e poi andai a letto pronta per la partenza.

Il mattino seguente Jake venne a prendermi con un taxi e appena fu sotto casa mi mandò un messaggio, uscii e vidi il tassista che prese la mia valigia mentre io entrai in auto, gli sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia.
"Buongiorno"
"Buongiorno signorina"
Mi sorrise di rimando prendendomi la mano e intrecciando le sue dita alle mie.
"Tutto ok a casa?"
Annuii
"Si più o meno...mia madre era restia, ma si fida di me...quindi l'ho convinta"
"Non volevo creare guai"
"No non preoccuparti, va tutto bene...Jake?"
"Si?"
"Ti ho detto che non ho mai preso un aereo?"
Scoppiò a ridere dopo le mie parole e probabilmente anche per la mia faccia terrorizzata, l'aereo mi metteva una paura incredibile e avevo fatto finta niente fino ad allora.
"Tranquilla...sono sei ore d'aereo, prometto che non ti ci farò pensare"
"Mm ok, mi fido"
Dopo aver fatto il check molto discretamente dato la popolarità di Jake, riuscimmo ad imbarcarci e io ero dannatamente terrorizzata all'idea di stare a chissà quale quota per sei lunghissime ore. Il decollo fu traumatizzante ero tesa e spaventata, mentre Jake non faceva che prendermi in giro ad ogni rumore che per me era strano, ma che in realtà era normalissimo, non mi resi conto di quanto poi però tutto quello mi stava aiutando a rilassarmi, tant'è che poi ad un certo punto mi addormentai sull'aereo seduta sulla poltrona con la testa sulla spalla di Jake. Fui svegliata dalla sua voce e da un bacio leggero sulle labbra, gli sorrisi timidamente e una volta fuori dall'aeroporto entrammo in un taxi che ci portò a casa sua.
"Allora che te ne pare di questa città?"
"Ci sono appena arrivata...è calda...molto più di New York"
Dissi ridendo
"E bè direi proprio di si"
Arrivammo dopo un pò a casa sua e una volta fuori dal taxi rimasi praticamente senza parole. Quella casa era meravigliosa e la vedevo solo dall'esterno. Aveva quella struttura geometrica delle case moderne, grandi vetrate che permettevano alla luce del sole di inondare la casa di giorno, e la luce elettrica all'interno di dare luce durante la sera anche all'esterno. Era a due piani ed era in pratica su una collina...c'erano tante altre ville, ma era come se ognuna avesse la sua privacy.
"Entriamo o resti a fissare la casa per sempre?"
Mi riscossi e lo guardai
"No...si...entriamo!"
Lo vidi ridere ed entrare le valige in casa mentre io rimasi ancora più colpita dalla casa. Entrai e mi ritrovai davanti un salotto meraviglioso, caldo ed accogliente e allo stesso tempo enorme, il divano panna lunghissimo sembrava estremamente comodo, per non parlare dei puff sui quali ci si poteva anche dormire per quanto fossero grandi, il tavolino basso al centro e una parete di mattoni dove c'era un caminetto che dava all'ambiente un'aria romantica e accogliente, e una tv di fronte al divano.
"Wow...è..."
"Cosa?"
"Diversa..."
Mi guardò stranito non capendo cosa intendessi.
"Diversa?"
"Non era così che mi immaginavo la tua casa..."
Rise e scosse la testa
"E come avrebbe dovuto essere?"
"Non lo so...ma non così!"
Vidi poi arrivare una cameriera e abbassai lo sguardo imbarazzata.
"Salve signorino"
"Bet, non la smetterai mai di chiamarmi così eh?"
"No, mi dispiace, per me sarà sempre il bambino di tre anni che ho conosciuto...la signorina si ferma qui?"
Disse poi guardando la valigia come se fosse una cosa assurda.
"Si certo...vi prego tutti di trattarla bene, sono certo che lo farete"
Tutti??
"Si certo, lo faremo...dove si sistema?"
Jake mi guardò e poi guardò la cameriera e poi rivolse di nuovo il suo sguardo a me.
"Dove preferisce lei..."
Mi stava chiedendo di decidere se stare in camera con lui o nella camera per gli ospiti? Boccheggiai alla ricerca di aria e soprattutto ragionandoci velocemente. Dormendo con lui nella stessa stanza e nello stesso letto, significava avere una certa intimità, non prettamente fisica, ma anche relazionale, avremmo condiviso in pratica ogni secondo, se avessi scelto di stare in un'altra stanza, significava perdermi delle cose, nonostante sarei stata di sicuro meno in imbarazzo, e avrei avuto più privacy...ma cosa volevo io?
"Oh...chiedi a me?"
Cercai di prendere tempo
"Di solito non decido per gli altri"
Mi sorrise e io sorrisi di rimando cercando di sembrare tranquilla anche se non lo ero.
"Bè, direi che per il momento posso sistemarmi dove ti sistemi tu...se mai dovessi importunarmi chiederò un'altra stanza"
Dissi poi per sdrammatizzare.
"Falle portare tutte su da me Bet grazie"
La cameriera si dileguò e noi rimanemmo soli, diedi un'altra occhiata intorno a me, era davvero splendida, mi avvicinai ad una delle grandi vetrate e rimasi incantata dal panorama. Tante piccole luci si riflettevano sulla finestra, lasciando intravedere la vitalità notturna della città, tutto il verde intono, e le palme che caratterizzavano quella città. Le braccia di Jake mi circondarono il corpo, abbracciandomi da dietro e dandomi un bacio sulla testa.
"Ti piace?"
Mi sussurrò all'orecchio e sorrisi piegando un pò la testa per il formicolio che sentivo lungo tutto il corpo a causa dei brividi.
"Molto...c'è una vista meravigliosa, e questa casa è...un sogno davvero".
"Ehi ma non dovresti essere abituata ormai? Sbaglio o i tuoi nonni ti costringono ad andare a cena da loro in quella casa enorme?"
Risi un pò mettendo le mie mani sulle su incrociate sul mio ventre.
"Vero...ma credo che non mi ci abituerò mai"
Girai la testa verso di lui e mi sorrise di mezzo lato e si avvicinò piano a me, catturando le mie labbra con le sue in un bacio lento e profondo, le nostre labbra si unirono perfettamente e mi ritrovai velocemente in punta di piedi con le mie braccia attorno al suo collo e le sue attorno alla mia vita che mi sosteneva. Ci staccammo di poco e io scesi dalle punte, mentre lui si avvicinò piegandosi un pò, mantenendo la distanza tra noi minima per respirare, intorno c'era solo il silenzio interrotto dai nostri respiri che si confondevano. Lui sfiorò il mio naso con il suo e mi sorrise tenendomi vicina a lui.
"Ti porto di sopra ok? Così ci sistemiamo"
Gli sorrisi e annuii, lui si staccò e mi prese per mano portandomi su per le scale, aprì la porta e guardai la camera da letto, bellissima come del resto il resto della casa, il letto grande e spazioso, con un divano di fronte, un'altra parete simile a quella di sotto con il camino e soprattutto la finestra che percorreva tutta la lunghezza della stanza e si affacciava sul panorama sulla città.
"E' bellissima"
"Tesoro lo stai dicendo un pò troppo spesso oggi"
Sorrisi imbarazzata
"Scusa è che...ok la smetto..."
Poi guardai la finestra
"Perdonami...ma...insomma quella finestra...non...non c'è molta privacy..."
"Serena...esistono le tende"
Mi disse indicandole
"E poi hai presente quei vetri specchio?"
"Oh si quelli che tu vedi l'esterno ma loro non possono...oh...ovvio"
Dissi dandomi della stupida da sola
"Non mi pare che tu abbia mai visto mie foto rubate in casa no?"
Scossi la testa facendo muovere i lunghi capelli e sorridendogli sempre imbarazzata. Lo vidi andare verso il letto e sdraiarcisi sopra mettendo la schiena contro i mille cuscini sul letto.
"Volare mi stanca...mi ero anche abituato al fuso orario di NY"
Io vidi la mia valigia per terra, mi avvicinai, mi chinai su di essa e iniziai ad aprirla per disfarla.
"Che fai?"
"Bè sarà meglio disfare..."
Alzai la parte superiore della valigia e vidi il completino che mi aveva fatto mettere Denise in valigia, ma che era rimasto sopra tutti i vestiti. Arrossii e chiusi immediatamente la valigia agitata.
"Tutto ok?"
Mi disse lui corrucciando la fronte e alzandosi dal letto.
"SI! Tutto ok!"
Dissi allarmata e rossa come non mai
"Sei arrossita...perchè sei..."
"Non è vero"
"Serena non prendermi in giro"
Disse lui ridendo
"Fa caldo qui! E io...sono vestita in modo pesante"
"Ok ok, io vado in bagno così, poi, puoi usarlo e cambiarti ok?"
Annuii sorridendogli cercando di essere convincente, dopo che sentii chiudere la porta del bagno sospirai e riaprii la valigia, presi il completo e lo infilai in una tasca della valigia. Quella situazione mi stava davvero innervosendo e imbarazzando, non sapevo davvero come avrei fatto a dormire con lui nello stesso letto, poi mi avrebbe vista di prima mattina...ok ok stavo davvero delirando, presi dei vestiti e li uscii sistemandoli nell'armadio che mi aveva mostrato Jake, quando lui uscì, io avevo finito e mi stavo guardando intorno.
"Ehi"
Mi girai verso di lui e notai che si era cambiato mettendo una maglia a maniche corte bianca e un pantalone appartenente ad una tuta.
"Il bagno è tuo, credo tu abbia visto qual è la porta...se vuoi te lo mostro..."
"No no, faccio io"
Gli sorrisi prendendo un cambio e mi infilai nella porta e una volta chiusa mi guardai intorno vedendo un bagno grandissimo con una vasca di marmo, ma soprattutto una cabina doccia dove avrei potuto viverci per quanto era grande. Mi riscossi mettendomi un paio di pantaloncini e una canotta e mi struccai pensando poi di aver fatto una cavolata, era meglio rimanere truccata. Poi mi resi conto che in realtà mi aveva vista in tutti i modi, perfettamente truccata e acconciata, mi aveva vista in lacrime, senza trucco, in tuta...non dovevo preoccuparmi in fondo no? Uscii dal bagno e sistemai i vestiti che avevo tolto nella valigia, mentre Jake era sul letto che guardava la tv.
"Vieni dai"
Gli sorrisi e rimasi in piedi giocando con le mie stesse dita, lui mi guardò comprensivo e sorrise.
"Sere...se sapevo che stavi così, ti avrei dato io stesso un'altra stanza"
Mi morsi le labbra rendendomi conto che aveva beccato il mio imbarazzo a stare così a stretto contatto con lui, ma aveva ragione, così seppur agitata mi avvicinai a lui e salii sul letto sedendomici sopra e lui scosse la testa prendendomi per un braccio e tirandomi verso di lui. Risi e mi sistemai fra le sue braccia contro il suo petto, lui mi accarezzò il viso e mi diede un bacio leggero sulle labbra.
"Mi comporto bene promesso"
"Lo so, non lo metto in dubbio"
"Sono felice che tu sia qui"
"Davvero?"
Lui mi guardò negli occhi assumendo un'espressione seria e io quasi mi persi in quelle due pozze chiare.
"Si davvero"
Posai una mano sul suo viso mentre lui si avvicinava a me e chiusi gli occhi assaporando di nuovo le sue labbra che si erano impadronite delle mie per l'ennesima volta, le nostre lingue presero a giocare insieme come dei vecchi amici che si conoscono da sempre, come se ritrovarsi in quell'incontro così intimo fosse l'unica cosa che potesse ridarci fiato, vita, che potesse darci amore, l'uno per l'altro, e io lo amavo, di un amore che quasi faceva male, tanto quanto faceva bene, fare a meno di lui mi sarebbe costato davvero tanto in quel momento, avevo bisogno di lui, volevo lui, volevo costruire la mia vita con lui, avevo trovato quella che romanticamente si definisce "anima gemella", ma in realtà non lo eravamo, eravamo così diversi, quasi incompatibili, ma allo stesso complementari...e se quello significava trovare la persona alla quale donare tutta te stessa, allora io l'avevo trovata.
Mi accoccolai fra le sue braccia dopo che ci fummo staccati e mi rilassai contro di lui sotto le coperte, sentendomi in una dimensione a parte, in mondo lontano dal mio, ma in quel momento era proprio quello che volevo e di cui avevo bisogno, forse era sbagliato, non potevo certo fuggire dai problemi, dalle domande, da me, ma per quella settimana mi sarei concessa tutto quello di cui avevo bisogno, lui.

ANGOLO DI ARI

Bè...io oggi sono un pò senza parole, sono ancora presissima da tvd...so che ci sono molte ragazze che lo seguono qui, che mi leggono, quindi mi scuserete se sono ancora un pò in tvd obsession, quindi la farò breve. Iniziamo con una scena improvvisa, un'ammissione improvvisa, Serena ha ammesso a Danise e allo stesso tempo a se stessa che ama Jake e questo viaggio è quello che le aprirà gli occhi sui sentimenti di lui per lei, lo sta facendo apposta, ci sta andando apposta (ritorna tvd...vi giuro che non è fatto apposta mi sento scema xD). Poi c'è una scena divertente, o almeno spero che abbiate apprezzato, due amiche è un completino di pizzo xD Poi l'arrivo a LA. Diciamo che ora ci troviamo in una situazione molto più intima, dove loro sono soli e saranno insieme 24 ore su 24 in pratica, dormiranno insieme, si sveglieranno insieme, passeranno 7 giorni così e cosa accadrà non si sa...io lo so! U.U Ahahah a parte tutto insomma l'ultima parte è molto introspettiva da parte di Serena, si parla di amore finalmente, si parla di "anime gemelle" quelle che Jake e Serena non sono, ma per me non esiste l'anima gemella esiste quella persona che ti fa battere il cuore, che ti fa arrabbiare, che ti prende in giro, che ha i difetti che tu non hai, e che non ha quelli che hai tu, è il pezzo di puzzle che manca, magari non sarà perfetto, ma è il tuo e non ha importanza...Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo quattordicesimo ***


                               

 

 

 

CAPITOLO QUATTORDICESIMO

Mi risvegliai avvolta dal calore, come se fossi in un limbo perfetto dove non esisteva troppo caldo, troppo freddo, dove non c'era il cuscino scomodo, il letto che cigola o la luce del sole fastidiosa, bè si luce ce n'era, ma non era fastidiosa per niente. Aprii piano gli occhi ritrovandomi con la testa sul petto di Jake, le mie braccia attorno al suo corpo e le sue attorno al mio. Chiusi di nuovo gli occhi ancora intontita dal sonno e strofinai un pò il viso sulla sua maglia, all'altezza del petto dove era poggiata la mia testa, era una cosa che facevo sempre contro il cuscino appena sveglia e stavolta era capitato lui. Mi resi conto e mi bloccai sentendo le sue mani tra i miei capelli che mi accarezzava la nuca.
"Fai le fusa come i gatti?"
Mi disse con voce roca e calda, dovuta all'essersi appena svegliato, alzai lo sguardo su di lui, aveva gli occhi chiusi e respirava piano, rimasi quasi incantata, poi abbozzai un sorriso.
"E' una strana abitudine che ho quando mi sveglio"
Dissi a voce altrettanto bassa quasi a voler reggere quell'atmosfera, lo vidi poi aprire gli occhi e abbassarli su di me che già lo guardavo e gli sorrisi.
"Buongiorno principessa"
Sorrisi con dolcezza e arrossii un pò.
"Buongiorno...siamo dolci stamattina?"
"Con te qui con me, non posso fare altrimenti"
Si sollevò di poco costringendomi a mettere la testa sul cuscino e scese alla mia altezza accarezzandomi il viso.
"Vorrei baciarti"
Corrucciai la fronte come se mi sfuggisse qualcosa in particolare.
"E...cosa ti impedisce di farlo? Non è la prima volta"
"Sta diventando un pò troppo difficile fermarsi"
Fui colpita da tanta sincerità e distolsi lo sguardo imbarazzata. Lui lo voleva, anche io lo volevo, ma il problema era un altro, di certo non potevo dirgli sai io non mi fermerei nemmeno, ma sai com'è vorrei prima capire se tu mi ami, perchè io ti amo...a proposito mi ami? Ti ho detto che io ti amo?
"Serena.."
Toccò il mio viso con una mano cercando di riportare i miei occhi nei suoi.
"E' proprio un argomento tabù per te eh?"
Lo guardai dispiaciuta, non volevo pensasse che fossi una ragazzina, lui aveva ventisei anni, era giusto che avesse determinate esigenze, non che io non le avessi, ma non essendo abituata ad andare a letto con il primo che capitava, non essendo poi così slanciata in certi discorsi, mi imbarazzavo da morire; eppure ero così certa questa volta, come ero certa l'anno precedente che stesse con altre donne, questa volta ero certa che da quando mi aveva incontrata di nuovo, nessuna parte del suo corpo, della sua mente, era stata a contatto con nessun'altra donna.
"Jake mi dispiace...non è che...non è che non ti voglio..."
Iniziai a farfugliare non sapendo nemmeno cosa dirgli, lui mi sorrise dolcemente e mi accarezzò di nuovo il viso.
"Serena, frena...va tutto bene, non...non ti forzerò...non mi aspetto che il fatto di dormire insieme, di averti portata qui, significherà necessariamente che..."
Era partito così bene, improvvisamente lo vidi quasi arrancare, come se non trovasse la parola giusta, come se la parola sesso fosse inappropriata, ma l'espressione fare l'amore, lo fosse altrettanto.
"...che staremo insieme, fisicamente, ma...io ti desidero, voglio che tu lo sappia, ma voglio anche che tu sappia che aspetterò il tempo necessario, anche se averti accanto a me di notte, sentire il trasporto che c'è in ogni bacio, sono delle torture...non ho mai aspettato...lo farò questa volta"
Fui totalmente spiazzata dalle sue parole, completamente messa all'angolo, era stato sincero e diretto come sempre, ma allo stesso tempo maturo abbastanza da lasciarmi i miei spazi, e io quasi facevo fatica a crederci.
"Questo significa che non mi bacerai più?"
Dissi cercando di fare ironia e alleggerire la situazione.
"Ok va bene privarsi, ma non esageriamo! Mi forzerò a fermarmi giuro"
Risi passando le mani sulle sue spalle e lo attirai più vicino a me, sfiorai le sue labbra con le mie e le nostre lingue si intrecciarono velocemente, il mio cuore scalpitava già, le sue mani scivolarono veloci sui miei fianchi e le sue labbra sul mio collo, sospirai praticamente al suo orecchio date le posizioni e lui strinse la presa su di me.
"Serena così non aiuti per niente...il bel discorso va al vento"
Mi disse sfiorandomi il viso con le labbra, inoltre la posizione a letto non aiutava per niente.
"Lo so.."
"Ehm...mi sa che è meglio se mi stacchi...il mio corpo risponde troppo al tuo"
Riaprii gli occhi ancora stordita e sgranai gli occhi rendendomi conto di qualcosa troppo a contatto con me.
Lui rise e si scostò da me, mentre io arrossii velocemente sentendomi accalorare.
"Vado a prendere qualcosa per la colazione ok?"
"No!"
Lo presi per un braccio per non farlo alzare.
"Principessa torno fra cinque minuti, non scappo"
Mi diede un bacio sulla fronte e si alzò uscendo dalla camera, io sospirai passandomi le mani sul viso e mi misi seduta sul letto guardando fuori dalla grande finestra e notando la città inondata dal sole, mi sentivo così bene; appoggiai la schiena contro i cuscini sorridendo come una cretina. Dopo un pò sentii tornare Jake che posizionò sul letto un  vassoio con l'impossibile. Mi misi i capelli dietro le orecchie e mi sistemai sul letto attendendo che lui si mettesse accanto a me.
"Jake c'è troppa roba...quante volte te lo devo dire?"
"Fin quando non ritroverai il tuo peso forma"
Alzai gli occhi al cielo ridendo e guardai il vassoio, presi un piattino e un waffle con della cioccolata sciolta sopra. Presi poi della panna e ce la misi sopra e anche un pò di frutti di bosco.
"Sto bene fino a pranzo così"
Dissi sistemandomi per bene sul letto e prendendo a mangiare, intanto Jake mi guardava come se fosse incantato.
"Jake la smetti di guardarmi così?!"
"No!"
"Mangia...non è che ora mi perdi peso tu?"
"Non c'è pericolo tranquilla"
Sorrisi e presi un boccone del mio waffle e gli avvicinai la forchetta, lui lo mangiò e poi presi un boccone per me. Andammo avanti così per un pò imboccandoci come due stupidi e dandoci qualche bacio che ormai aveva il sapore del cibo che stavamo mangiando.
"Dai finiscilo"
"Jake tra un pò scoppio giuro, non ce la faccio a mangiare così dammi tempo di riabituarmi"
"Mi preoccupo solo per te"
"Lo so..e sei davvero dolce, ma credimi nell'ultimo mese ho mangiato più che nell'ultimo anno"
"Va bene"
Mi prese fra le sue braccia e poggiai la mia schiena al suo petto sedendomi praticamente fra le sue gambe.
"Come l'ha presa Denise? Jason non si è voluto esporre"
Corrucciai la fronte per quella domanda e intrecciai le mie dita con le sue.
"Non era felicissima...ma credo abbia capito..."
"Mi odia"
Lo guardai di nuovo e gli sorrisi comprensiva
"Non è vero...cerca solo di proteggermi"
"Da me..."
"Jake.."
Lo ammonii, sapevo che si sentiva in colpa, ma non volevo che guardasse troppo indietro, io l'avevo superato e volevo che lui facesse lo stesso.
"Jake, per favore, va tutto bene, ormai è andata"
"Non volevo ferirti Serena...sono stato male all'idea che..che tu stessi male per quello che avevo fatto"
"Jake, c'è differenza tra il fare male volontariamente e il fare male involontariamente...so che non volevi, infondo credo ti importasse un pò di me anche allora"
"Mi è sempre importato di te"
Sospirai e lo guardai seria volevo chiudere quella storia una volta per tutte.
"Jake io sono andata avanti, voglio che lo faccia anche tu ok? ...ho sofferto tanto, non te lo nascondo, ma...quando....quando papà si è ammalato...dopo che abbiamo capito che...non sarebbe andata bene, ho capito che portare rancore non serve a niente, specie se vuoi bene a questa persona e se sai che non voleva ferirti...mi costa tanto darti fiducia, ma allo stesso tempo voglio farlo e per farlo ho bisogno che tu sia te stesso, che mi mostri te."
"Non ti farò più dubitare di me"
"Mi fido di te"
Dissi guardandolo negli occhi.
"Jake sei rimasto con me un mese, saltando tutti i tuoi impegni, mettendo a rischio il tuo lavoro, mettendo prima me davanti a tutto, come posso dubitare ancora?"
Come posso? Non avrei mai potuto e quel discorso lo facevo anche a me stessa infondo.
"Possiamo chiudere il discorso?"
"Ok.."
"Grazie"
"Devo dirti una cosa"
Corrucciai la fronte e mi staccai per poterlo vedere meglio, mi girai completamente sedendomi di fronte a lui.
"Domani c'è la prima del film, vorrei che venissi con me, non mi va di lasciarti qui"
"Non so se è il caso.."
"E' importante per me, lo sai quanto sia nervoso per questo film, vorrei davvero che tu ci fossi"
Questa volta dovevo essere io a sostenerlo, ad aiutarlo e a dirgli che sarebbe andato tutto bene, ognuno di noi vive delle situazioni in cui sente il bisogno del supporto di una persona importante, questa era la sua, e non avrei potuto di certo sottrarmi, non gli avrei mai fatto una cosa del genere.
"Ok, ci sarò"
Mi sorrise stringendomi la mano e poi mi attirò a sè finendo fra le sue braccia, mi resi conto di quanto avessimo bisogno di essere sempre l'uno a contatto con l'altra quasi che la distanza potesse farci male.
"Vorrei farti fare un giro in città, che dici?"
"Dico che ci sto, non mi va di stare troppo in casa...ci sono già stata"
"Bene...Sere..."
"Mm?"
"Ora che ci penso...non hai un vestito per domani"
"Cosa? Oh bè...si che ce l'ho, troverò qualcosa..."
Si certo come no convinciti da sola, in realtà non avevo niente di adatto.
"Ti porto da qualche parte appena usciamo"
"Jake.."
"Tranquilla, ci penso io"
"Non voglio che mi paghi le cose"
"Senti è la mia prima, la mia serata, tu sei un ospite e non spenderai un dollaro chiaro?"
Sospirai tanto aveva già deciso.
"E va bene.."
Mi lasciò usare per prima il bagno, così mi diedi rapidamente una sistemata e decisi di indossare una gonna nera a pieghe e una magliettina semplice viola a maniche corte, poi avrei messo un giacchino di cotone sopra, faceva abbastanza caldo da sembrare primavera. Dopo che anche lui fu pronto uscimmo e ci addentrammo in città; Los Angeles era differente da New York, non era la grande metropoli grigia e affannata anche in piena notte, il cielo sembrava più limpido, più azzurro,  la gente più tranquilla e soprattutto non faceva caso a noi, erano così abituati a vedere celebrità in giro, che quasi sembrava come fossero persone normali, a parte dei turisti che sembravano sorpresi tanto quanto me. Ad un certo punto, in un momento di silenzio tra me e Jake, guardai la mia mano stretta alla sua, rendendomi conto che a New York non l'avevamo mai fatto.
"Che c'è?"
Mi riscossi dai miei pensieri e lo guardai seria.
"Fanno meno caso a noi qui, sei più tranquillo"
Lo vidi accennare una risata e scuotere la testa.
"Bè innanzi tutto non mi sto facendo notare in ogni caso, poi qui sono abituati a vedere gente famosa in giro, anche se il fatto che io sia mano nella mano con una ragazza farebbe davvero scalpore"
"Non porti mai le tue conquiste in giro?"
"L'unico giro che fanno è nel mio letto!"
Lo guardai seccata e gli diedi un colpo sul braccio.
"Sei pessimo!"
"Avanti è la verità!"
"Non è carino! Ci sono io in quel letto adesso! E poi vantarsi delle proprie notti calde con una ragazza non è elegante"
Dissi facendo la sostenuta anche se per finta.
"Ma io infatti non ci voglio nessun'altra"
Mi attirò vicino a sè dandomi un bacio sulla guancia.
"Meglio così.."
Mi piaceva che rimarcasse determinate cose che volevo rimarcasse, insomma di certo non avrebbe fatto il cretino con me lì, ma volevo che fosse solo mio, completamente...ecco che la mia voglia di chiedergli cosa sarebbe stato il nostro rapporto dopo quella settimana si affacciava prepotentemente, ricacciai indietro quella sensazione e gli sorrisi.
"C'è un negozio qui, ritiro il mio abito per domani, ci sono anche abiti da sera per te, ci diamo un'occhiata ok?"
"Bè se devo vestirmi necessariamente appropriata si.."
"Andiamo dai, e non fare storie"
Entrammo nel negozio, era elegante e le commesse avevano tutte un tailleur come divisa lavorativa.
"Salve signor Thomas, è qui per ritirare l'abito immagino"
"Si grazie, eh la signorina avrebbe bisogno di un abito"
"Oh certo vediamo qualcosa prima allora"
La commessa stava già partendo in quinta quando sentimmo qualcuno che chiamò Jake all'interno del negozio.
"Jake.."
Era Rachel.
"Rachel, che ci fai qui?"
"Abito per domani stasera"
Sapevo che Rachel aveva preso parte al film anche se non come protagonista.
"Ti riduci sempre all'ultimo eh?"
Lei alzò le spalle e guardò verso l'alto, poi sorrise e posò lo sguardo su di me.
"Ci siamo già viste...l'anno scorso"
Bè tecnicamente si, aveva ragione, ma non eravamo state presentate
"Hai ottima memoria"
Dissi io un pò sorpresa.
"Rachel, lei è Serena, Serena lei è Rachel"
Ci stringemmo la mano e le sorrisi mentre la commessa attendeva.
"Oh si dovresti scegliere..."
Mentre Jake parlava, gli squillò il telefono, si allontanò un momento e appena finì tornò da noi.
"Devo andare, il mio agente mi pretende, non posso dire di no, ha già detto di si per me"
"Non preoccuparti riaccompagnami a casa e vai tranquillo"
"Veramente.."
Rachel ci interruppe
"Insomma so che le serve un vestito...lo prendiamo e poi la riaccompagno io da te"
"No, Rachel non disturbarti"
"Serena tranquilla, serve un consiglio d'abito anche a me"
Mi sorrise solare e anche se a disagio non potei dire di no.
"Tutto ok allora, la riporti tu?"
"Tranquillo so dove abiti, la tratto bene giuro"
"Ok...ci vediamo dopo a casa ok?"
Mi disse poi Jake sorridendomi.
"Si certo...ritiro io il tuo vestito"
"Ok grazie..a dopo"
Si avvicinò un momento per baciarmi, ma poi deviò sulla guancia, appena si allontanò notai le commesse che ci fissavano e capii il suo gesto.
"A dopo"
Gli sussurrai, poi lo vidi allontanarsi e sospirai.
"Allora, signorine qualche vestito?"
Disse Rachel verso le commesse che si prodigarono per tirar fuori un sacco di abiti bellissimi e che stavano tutti divinamente a Rachel. Dopo l'ennesimo sospirò.
"Ok ne ho provati troppi"
Le sorrisi mentre ero seduta sul divanetto vicino ai camerini.
"Tu che dici?"
"Io?"
Dissi un pò stralunata.
"Oh bè, sono tutti bellissimi, ma mi piace quello bianco, credo ti stesse davvero benissimo"
"Si anche io mi sono innamorata di quello in effetti"
Le sorrisi partecipe finchè una commessa non si avvicinò interrompendoci.
"C'è anche questo rosso"
Rachel si voltò verso di lei e guardò il vestito.
"E' bellissimo.."
Disse osservandolo, poi mi guardò
"Credo che starebbe molto bene con la tua carnagione e il tuo fisico"
Parlava con me? Si parlava con me.
"Bè io..."
"Serena, Jake è stato esplicito, devo farti prendere un vestito"
Sospirai e mi alzai in piedi, la commessa mi diede nelle mani il vestito ed entrai in camerino. L'abito era rosso meraviglioso a sirena e sotto dai polpacci fino a terra aveva come delle balze, aveva un'ampia scollatura sulla schiena, mentre davanti stringeva come un corpetto mettendo in risalto il seno, il tutto senza spalline. La commessa mi aiutò a salire la cerniera e quando mi guardai allo specchio vidi Rachel uscire dal camerino con i suoi vestiti addosso.
"Wow...è decisamente fatto per te"
La guardai attraverso lo specchio e le sorrisi timidamente, mi riguardai nel riflesso cercando di non sentirmi un'idiota vestita così.
"Magari potrei optare per qualcosa di più semplice.."
"Assolutamente no, è perfetto, so che piace anche a te"
Bè era vero, mi piaceva da morire, quel vestito era un sogno e mi calzava a pennello, il rosso poi mi era sempre piaciuto.
"Ci lascereste sole un momento?"
Disse Rachel verso la commessa che annuì e si allontanò.
"Davvero dovresti prendere questo, a Jake piacerà molto"
Mi girai verso di lei abbozzando un sorriso.
"Grazie, sei gentile"
"Siediti un momento"
Mi fece segno sul divanetto dove era seduta lei, corrucciai la fronte me mi sedetti comunque.
"Come va con Jake?"
Arrossii a quella domanda e non sapevo bene che dirle.
"Be..bene"
"Lo conosco da un pò di anni ormai...non è mai stato così...con nessuna..sono felice che alla fine abbia deciso di aprirsi con te"
Abbassai lo sguardo imbarazzata
"Eppure sembra che ci sia qualcosa che ti frena"
La guardai un momento e sospirai.
"No...è che...non lo so, devo capire ancora quello che prova per me"
"E' solo questo?"
"Stare con lui...sarebbe una continua pressione vero?"
Dissi poi a bruciapelo, lei corrucciò la fronte confusa.
"Che intendi?"
"Sai...quando frequenti un ragazzo, ad un certo punto cominci a chiederti se...se piacerai alla sua famiglia, a sua madre, se piacerai ai suoi amici, se sarai accettata dalle persone che gli vogliono bene...qui non si tratta solo di questo..mi sembra che io debba preoccuparmi di piacere al mondo intero"
Mi sorrise comprensiva.
"Forse...ma la realtà è che in qualsiasi relazione, puoi chiederti se piacerai alla famiglia, alla madre, agli amici...ma si è solo in due...devi piacere a lui, bisogna amarsi...il resto può essere tralasciato e affrontato insieme...anche il resto del mondo come dici tu"
Le sorrisi e mi alzai.
"Sarà meglio che tolga questo vestito"
Tolsi l'abito e indossai nuovamente i miei vestiti, uscii dal negozio con il mio abito e quello per Jake, Rachel mi riaccompagno a casa di Jake, Lo aspettai nel salotto davanti alla tv, scoprii la sua collezione di film, era imbarazzante quanti ne avesse, ne scelsi uno e mi addormentai davanti alla tv rannicchiata sul divano. il fuso orario mi destabilizzava ancora un pò.
"Sere"
Mi sentii chiamare a voce bassa e aprii poco gli occhi.
"Jake?"
"Scusa ti ho praticamente lasciato qui da sola"
Mi tirai su mettendomi seduta e lui si mise accanto a me, cosi mi adagiai fra le sue braccia appoggiando la testa sulla spalla.
"Non fa niente"
"Hai preso il vestito?"
"Si"
Dissi assonnata.
"Posso vederlo?"
"Starò anche dormendo, ma non mi freghi, lo vedrai domani"
Lo sentii ridere e stringermi di più a lui.
"Va bene"
Sorrisi con gli occhi ancora chiusi e mi lasciai andare nuovamente al sonno ancora per un pò godendo della sensazione di essere abbracciata e coccolata da lui.

ANGOLO DI ARI

Bene in questo capitolo ci sono stati un pò di chiarimenti circa quello che è successo l'anno precedente, Jake si sente in colpa ed è normale che sia così, lei ci è passata sopra e glielo ha detto chiaramente, viene toccato il punto Denise e già allo scorso capitolo si è intuito che la ragazza non era proprio entusiasta della relazione tra i due dato quello che è successo, poi è abbastanza contorta come situazione dato che è la migliore amica di Serena e allo stesso tempo fidanzata di Jason che sappiamo essere migliore amico di Jake, quindi c'è un pò di imbarazzo e un pò di gelo. Jake è stato anche molto chiaro su un altro punto, ma come è stato chiaro è stato anche molto maturo a parer mio a lasciare a Serena il suo spazio e il suo tempo, tutto questo lo faccio per rimarcare quanto lui possa essere cambiato nonostante per certi versi è sempre lo stesso, ma è comunque cresciuto. Carino anche a parer mio il momento con Rachel (se non ricordate è la coprotagonista di Jake al film dell'anno precedente e che ha "sgamato" in tempi non sospetti l'interesse di Jake per Serena). Niente tutto qui, prossimo capitolo altra premiere...e si sa che le premiere portano sempre novità :P Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo quindicesimo ***


                               

 

 

 

CAPITOLO QUINDICESIMO

Quella mattina riuscii a vedere Jake solo di mattina appena svegli, era uscito presto per le ultime cose prima della premiere, in quel momento mi resi conto di come fosse diverso lì, di come fosse tutto più grande  e importante, avevano una cultura del cinema non indifferente e ogni evento sembrava quasi sacro. Passai la mattina a leggere e praticamente a non fare nulla, quando poi fu ora mi preparai per la serata anche se Jake non era ancora rientrato. Dopo una doccia calda e dopo aver sistemato i capelli rendendoli mossi sulle punte, mi truccai in modo un pò più marcato, ma sempre con colori naturali per non esagerare e uscii dal bagno in vestaglia. Guardai l'ora, ma ancora nulla, così decisi di tornare in bagno ed indossare il vestito. Dopo un pò sentii bussare alla porta del bagno.
"Jake?"
"Si, prendo le mie cose, mi preparo nell'altro bagno, così ti do tempo di finire ok?"
Mi guardai nello specchio in realtà ero pronta a parte quella stupida cerniera che non voleva salire.
"Ok!"
Dissi attraverso la porta, poi sentii quella della stanza aprire e chiudersi, sospirai e provai nuovamente a tirare su la cerniera senza grandi risultati. Aprii la porta del bagno e sbirciai fuori, Jake era uscito e io uscii dal bagno affranta, tentai nuovamente a vincere la cerniera davanti allo specchio della camera, ma niente, così mi sedetti stancamente sul letto.
"Sere scusami mi hanno trattenuto fino ad ora e..."
Vidi Jake entrare in camera vestito perfettamente con la cravatta ancora slegata lungo il collo, il colletto della camicia alzato, poi si bloccò fissandomi.
"Wow"
Arrossi vistosamente e mi alzai reggendomi il corpetto.
"Sei...bellissima...non credo che però renda l'idea"
Abbozzai un sorriso imbarazzato.
"Si bè...sarebbe meglio se...riuscissi...a far star su da solo l'abito"
"C'è qualche difetto? Possiamo rimediare..."
Lo bloccai
"No, no, no, no...è...la cerniera"
Si rese poi conto che le mie mani sostenevano il vestito e si avvicinò
"Lascia provare me"
Si posizionò alle mie spalle e nel toccare la cerniera sentii le sue dita sfiorare la mia schiena, trattenni il respiro e chiusi gli occhi per un istante stringendo spasmodicamente la presa sul corpetto, scese di poco la cerniera per sbloccarla e poi la fece risalire lentamente per tutta la sua lunghezza. Le sue labbra si posarono sulla mia nuca per un bacio dolce e delicato.
"Fatto"
Io riaprii gli occhi e smisi di sorreggere il corpetto, ripresi a respirare e mi voltai verso di lui sorridendogli.
"Grazie"
Guardai la cravatta ancora sciolta e iniziai a fargli il nodo.
"Sei anche capace di farmi il nodo alla cravatta"
Risi facendo scorrere il tessuto l'uno nell'altro fino a formare il nodo e farlo salire stringendo.
"Una donna deve saper fare il nodo alla cravatta, così da poter strozzare il proprio uomo in un atto di apparente gentilezza"
"Sarà meglio che faccia io allora"
Mi disse mettendo una mano sulla mia che era sul nodo della cravatta.
"Al momento non ho voglia di strozzarti quindi puoi stare tranquillo"
Lui mi sorrise avvicinandosi a me, chiusi immediatamente gli occhi e mi ritrovai le sue labbra sulle mie e velocemente mi lasciai trasportare da quel bacio, dalle sue mani sul mio viso, le sue dita che sfioravano le mie guancie e i nostri respiri che si confondevano.
"Mi sei mancata"
Mi soffiò dopo che ci fummo staccati, io avevo ancora gli occhi chiusi e sentivo la sua fronte sulla mia, sorrisi un pò.
"Anche tu"
"Da domani non ci saranno distrazioni...niente mi distrarrà da te"
"Sembra una minaccia!"
Dissi ironica aprendo finalmente gli occhi e incontrando i suoi.
"Potrebbe esserlo"
"Puoi minacciarmi quanto vuoi allora"
Si lasciò andare ad una risata divertita e mi prese per mano.
"Dobbiamo andare"
Annuii sorridendogli e ci avviammo al piano di sotto, poi all'auto che ci portò fino al luogo della premiere.
"Nervoso?"
"Un pò.."
Sorrisi inclinando un pò la testa di lato vedendolo guardare attentamente tutta la gente e soprattutto i giornalisti e critici fuori. Posai una mano sul suo viso e lo feci girare verso di me.
"Andrà tutto bene vedrai, è importante lo so, ma è pur sempre una sfida e comunque vada avrai dimostrato che non ti importa se un ruolo è facile o meno, se ti si avvicina o no, non hai paura di rischiare...e se va bene, tanto meglio, avrai dimostrato di poter fare qualsiasi cosa...per me, per le persone che ti vogliono bene, vinci in ogni caso"
"Dov'è che eri nascosta tu?"
Risi scuotendo la testa
"Pronta?"
"Mm se dico no cambia qualcosa?"
"Assolutamente no"
"Bene allora andiamo"
Jake uscì per primo dall'auto e poi mi porse la mano per farmi scendere dall'auto, una volta fuori i flash ci sommersero tanto da farmi girare la testa, o forse era semplicemente il nervosismo e l'ansia che provavo in quel momento. Sentivo giornalisti e fotografi che richiamavano Jake da ogni parte e mi lasciai condurre  da lui che sorrideva verso i fotografi e io cercai di assumere un'espressione per lo meno rilassata dato che comunque in quelle foto ci sarei stata inevitabilmente anche io. I giornalisti iniziarono ad avvicinarsi e a fare domande sul film, e in generale a lui, io sarei scappata volentieri, insomma potevo benissimo entrare ed aspettarlo lì, mi sentivo proprio fuori luogo, io volevo stare con lui, quello era certo, ma dover gestire quella tensione mediatica era davvero pesante, ed era solo una sera, figurarsi a farlo più volte, probabilmente la realtà era che dovevo mantenermi vicina, ma distante allo stesso tempo, per loro non eravamo una coppia, non eravamo esattamente amici, dato che non mi ci avevano mai visto insieme, non ero...definibile. Non lo ero per loro, non lo ero davvero. Non mi sentivo di certo un'amica, non mi sentivo la sua fidanzata, ero una frequentazione? E' così che si dice? Sapete una cosa? Essere una frequentazione fa schifo, è come se ti proponessero una cosa che non è nè salata nè dolce, nè bianca nè nera, nè carne nè pesce, come si suol dire...si essere una frequentazione fa proprio schifo.
"Sere che c'è?"
Mi ero praticamente estraniata dalla realtà del momento divagando e perdendomi nella mia mente e nei miei pensieri come al solito, quando Jake mi riportò con i piedi per terra e lo guardai.
"Entriamo dai"
Abbozzai un sorriso e ci dirigemmo verso l'entrata quando altri giornalisti tentarono di fermarlo.
"Signor Thomas una domanda"
"Ho già risposto abbondantemente per essere appena l'inizio grazie"
"Un momento! Sembra che il cambiamento e il rischio non riguardi solo il personaggio che interpreta nel film, ha preso lo spunto per migliorare le sue abitudini?"
Corrucciai la fronte cercando di captare la domanda fra le righe o meglio la provocazione...eh si c'era provocazione..ero un'aspirante reporter, certe cose le avevo capite ormai.
"Abitudini?"
E lui ci stava cascando e Jake era famoso per non cascarci, si rigirava le domande come voleva, era bravo a mettere in difficoltà chi aveva davanti e gli stava facendo delle domande, sarebbe stato capace di ribaltare un'intervista facendo apparire lui come l'intervistatore e il giornalista l'intervistato...per questo capii che non ci stava cascando, ma ci si stava infilando di proposito.
"Jake"
Lo richiamai sottovoce per dissuaderlo da iniziare una discussione con un giornalista che voleva solo un pò di attenzione, prima della proiezione del film poi non era una buona idea.
"Bè, onestamente, nel film si sottolinea il coraggio di rischiare, ma allo stesso tempo il suo personaggio si attiene al giudizio di chi gli sta intorno, della società, vorrebbe rischiare, ma poi vedendo che la persona con cui vorrebbe farlo non è disposta allo stesso rischio, si tira indietro"
"Non è esattamente così che vanno le cose, l'ha davvero visto il film, o ha solo letto la trama per poter venire a fare insinuazioni?"
"L'ho visto...mi chiedevo solo se stesse cambiando il suo modo di fare solo per apparire migliore mascherandolo con l'abito del rischio"
"Di cosa sta parlando esattamente?"
"Quindi decidere di spogliarsi delle maschere che indossiamo per proteggerci dai pregiudizi della gente e per la paura del fallimento, sarebbe cercare approvazione dalla stessa società che ci accusa di aver paura del loro giudizio? Mi perdoni, ma non le pare contraddittorio? Prima si invita al coraggio di essere se stessi e poi dobbiamo aver paura di essere giudicati di essere dei finti perbenisti, proprio nel momento in cui decidiamo di essere noi stessi...è poco rincuorante sapere che c'è gente tanto piena di pregiudizi da non vedere la differenza tra gente vera e finta, o peggio di invertire le cose inneggiando alla falsità solo per apparire bene ai vostri occhi"
Non riuscii a capire nemmeno da dove venissero quelle cose, ma sapevo solo che non me ne sarei stata ferma e zitta a sentire un idiota che faceva insinuazioni sgradevoli, ce l'aveva con me, o meglio con il fatto che Jake non era più ogni giorno sui rotocalchi rosa che oramai non faceva altro che fare la lista delle sue avventure notturne...perchè si quei giornali idioti li leggo anche io! E sapevo bene che di Jake non c'era più traccia in quel senso da un pò ormai.
"E lei sarebbe?"
Il giornalista mi guardò con aria di sufficienza come se non avessi l'autorità per parlare e dire la mia, bè probabilmente era stato esagerato, probabilmente avrei dovuto farmi gli affari miei, ma potevo anche indossare un bel vestito, sembrare una ragazza da copertina, ma non lo ero per niente, avevo un cervello e volevo scrivere per il New York Times portando alla ribalta il giornalismo femminile che era sempre denigrato a livelli di spettacolo e gossip o moda...si avevo grandi aspirazioni, Carol e Denise mi prendevano sempre in giro chiamandomi la Lois Lane di Manhattan.
"La mia ragazza, quindi, siccome mi pare che abbia chiarito bene il concetto, possiamo proprio entrare e guardarci il film"
Vidi il giornalista a bocca aperta davanti a noi, e avrei pagato oro per vedere la mia faccia in quel momento, bè oddio potevo benissimo immaginarmela, occhi sgranati, salivazione azzerata, pallida come un lenzuolo appena sbiancato con la candeggina, verrò una meraviglia in foto! Ehi un momento che fine hanno fatto le mie gambe? E le mie braccia? Non mi sento più il corpo, non mi sento più nemmeno il cervello se è per questo! Non so nemmeno chi stia camminando al posto mio!
Mi ritrovai dentro alla sala con Jake che mi guardò
"Wow che ti è preso? E io pensavo che fossi aggressiva solo con me!"
Ignorai la battuta e mi girai verso di lui guardandolo seria e forse anche un pò arrabbiata?
"Cos'è preso a me dici? Cos'è preso a te!"
Assunse d'improvviso un'aria seria e cercò di parlare.
"Serena..."
"No, non...Jake hai detto ad un giornalista che sono la tua ragazza, siamo in diretta nazionale sai che significa? Dio si che lo sai! Sei tu quello che vive in questo mondo, è ovvio che tu lo sappia"
"Serena mi dispiace ok? Io voglio stare con te, non ho resistito a dirlo, ma...non è nemmeno questo mi è venuto naturale, non ci ho pensato su, non mi sono scritto a tavolino la battuta, mi è venuto spontaneo e l'ho detto, voglio che lo sappiano tutti non mi interessa ciò che pensano."
"Non credi che magari avrei voluto saperlo prima del resto del mondo e non insieme al resto del mondo?"
Dissi retorica, lui mi guardò dispiaciuto capendo la cavolata appena fatta.
"Sere mi dispiace...io...non volevo parlartene così credimi, avevo perfino fatto un discorso nella mia testa...e ho rovinato tutto come al solito...non dovevo...non sono pratico di queste cose e...non è una giustificazione lo so"
"No.."
Gli presi una mano e mi avvicinai.
"Jake...va bene...cioè no...avrei preferito saperlo al di là del fatto che tu lo abbia detto pubblicamente, o che io lo abbia saputo così, avrei voluto saperlo prima perchè mi tormento da un mese pensando a cosa ci sia fra me e te, a tormentarmi su ciò che tu vuoi da me, su come consideri questo rapporto, se sei pronto a prenderti un impegno. Io sono pronta, voglio solo che tu sia sicuro che lo sia anche tu"
"Io lo sono, Serena io voglio stare con te, davvero"
Sospirai e gli sorrisi cercando di tranquillizzarmi.
"Ok...bene"
"Bene"
"Siamo...una..."
"Una coppia"
"Una coppia"
Ripetei annuendo.
"Posso avere un bacio ora o è chiedere troppo?"
Abbassai lo sguardo e poi lo rialzai velocemente, mi avvicinai a lui e posai le mie labbra sulle sue, lui mi attirò più vicino a sè e le nostre lingue si incontrarono velocemente, e sebbene quel bacio dovesse avere un sapore diverso, non poté poi esserlo davvero, dato il luogo e il poco tempo a nostra disposizione. Ci staccammo poco dopo e uscimmo da quel piccolo corridoio dove ci eravamo fermati per parlare un momento ed arrivammo in sala. Dopo un pò proiettarono il film, fu intenso e davvero molto bello ed emotivo ed emozionante, Jake era davvero meraviglioso ed aveva davvero molto talento, come sempre lo dimostrava e lo ridimostrava continuamente, e questa ne era la vera dimostrazione, e per quanto io potessi essere di parte il pubblico in sala sembrava esattamente del mio stesso parere.
Dopo il film ci fu il party post premiere, c'era un sacco di gente e Jake mi presentò molte persone e molti suoi amici, mi sentii un pò in imbarazzo, ma ne fui comunque felice, inoltre mi sentivo un pò stordita, quello che era accaduto più un bicchiere di champagne avevano avuto decisamente delle ripercussioni su di me, ma mi sentivo così bene che non mi importava ormai più niente.
"Dov'è che la tenevi nascosta eh?"
Mi mantenni vicino a Jake sorridendo anche se in imbarazzo tant'è che avevo paura di essere dello stesso colore dell'abito che indossavo.
"Ovunque tu non potessi trovarla...giù le mani John prima che te le stacchi"
"Non sto facendo nulla"
"Oh si nella tua testa si, ti conosco troppo bene"
Sgranai un pò gli occhi senza darlo a vedere e abbassai lo sguardo e un pò la testa presa dall'imbarazzo totale. Restammo lì con loro ancora per un pò, e dopo qualche battuta riuscii comunque a interagire con loro, erano persone simpatiche e nonostante tutto alla mano e volevano bene a Jake questo era evidente.
Dopo il party finalmente riuscimmo a tornare a casa fra le risate, era stata una serata decisamente diversa rispetto a quella dell'anno precedente e ne fui contenta. Appena Jake aprì la porta di casa con le chiavi mi infilai all'interno stanca.
"Non sopporto più le scarpe, come diamine fanno a tenerle così a lungo tutti i giorni?"
Dissi sbuffando, poi mi sentii tirare per un braccio trovandomi fra le braccia di Jake.
"Ciao"
"Salve principessa"
Gli sorrisi mettendogli le braccia attorno al collo mentre le sue mani scivolarono sui miei fianchi e mi strinse più a lui.
"Tutto ok ora?"
"Si, tutto ok"
"Sicuro?"
"Jake, sto bene, voglio stare solo con te, il resto al momento non importa più"
Mi sorrise dolcemente e si staccò prendendomi poi per mano e andammo di sopra in camera. Lasciai la borsa sul divano di fronte al letto e mi voltai verso di lui.
"Jake dovresti aiutarmi ancora"
Lasciai che si avvicinasse, mi spostò i capelli da un lato e sentii nuovamente le sue mani sulla cerniera che fece scorrere piano, questa volta le sue dita corsero di proposito su tutta la schiena fino alla base della cerniera, le sue labbra si posarono fra le mie scapole e sentii un brivido lungo tutta la schiena accompagnato da un mio sospiro molto più forte del solito, deglutii a vuoto sentendomi al limite di tutta la mia buona volontà.
"Ti prego, la prossima volta non scegliere vestiti con questo genere di cerniere, ti rendono ancora più sexy e io ti giuro che sto facendo una gran fatica"
"Non solo tu"
Sussurrai sospirando ancora, lui mi prese delicatamente per un braccio e mi fece girare verso di lui, mi guardò negli occhi e mi accarezzò il viso, io chiusi gli occhi istintivamente e lo sentii impossessarsi immediatamente delle mie labbra e baciarmi con desiderio, più di qualunque altra volta, la sua lingua si intrecciò prepotentemente con la mia e io non riuscii a non rispondere con lo stesso ardore, con lo stesso trasporto, con la stessa voglia di sentirmi completamente sua; le sue braccia mi cinsero la vita spasmodicamente avvicinandomi ancora di più al suo corpo, mentre le mie mani scivolarono sul nodo della sua cravatta che allentai velocemente, lui mi prese le mani e si staccò quel che bastava per guardarmi nuovamente negli occhi.
"Serena.."
"Jake, voglio stare con te, stanotte"
Mi alzai sulle punte in velocità, dato che avevo tolto le scarpe, e ripresi a baciarlo, ero sicurissima di quello che volevo, volevo fare l'amore con lui, non mi importava quello che sarebbe stato dopo, ero certa che al mattino mi sarei comunque svegliata con lui accanto, era pronto, era pronto per stare con me, era pronto per amarmi e io ero pronta a dare tutta me stessa a qualcuno, niente errori questa volta, niente incertezza nei baci, niente vocina che mi diceva che era tutto sbagliato, che non era la persona con cui condividere quel momento, c'era già stata e io non l'avevo ascoltata ritrovandomi a nemmeno diciotto anni con il cuore colmo di tristezza e un pò di vergogna per non essermene accorta prima, per non aver potuto condividere quel momento con qualcuno che amavo davvero, che mi avrebbe fatta sentire la donna più bella al mondo, che mi avrebbe guardata con desiderio crescente, ma allo stesso tempo con amore, che mi avrebbe resa sua con passione e con delicatezza, pensando a me, poi pensando a lui, pensando a noi. Lui lo faceva, era sempre stato così, i suoi occhi mi parlavano, lo avevano sempre fatto e io sarei stata solo una stupida cieca a non cogliere quella comunicazione, quel modo di parlare, perchè si, quando lo avevo conosciuto, non quella sera a cena, quando avevo cominciato a conoscerlo davvero, quel giorno in ospedale quando fra tutti fu l'unico a rendersi conto che c'ero anche io, quando al pub mi aveva offerto un consiglio di cuore, quando al parco mi aveva ascoltato assorto e interessato, quando dopo un anno era ancora addolorato per le difficoltà che dovevo affrontare nella mia vita, quando, appena dopo la morte di mio padre in ospedale, mi aveva trovata in lacrime seduta per terra in corridoio, posò i suoi occhi su di me, col terrore che il suo solo sguardo potesse rompermi come fossi fatta di fragile cristallo, quando quella sera mi aveva guardata come fossi l'essere più bello che avesse mai visto, solo allora avevo capito che gli occhi sono davvero lo specchio dell'anima di una persona. Perchè al di là di quello che la gente vedeva e pensava, i suoi occhi erano sempre stati limpidi e trasparenti per me, nel bene e nel male, lo erano sempre stati e io non volevo più scappare, non volevo più lottare contro me stessa, ero pronta a lasciarmi andare completamente, a farmi vivere in tutti i modi possibili.
I suoi baci rispondevano ai miei in un crescendo di tensione, le sue mani scivolarono dai miei fianchi alla mia schiena  scoperta dall'apertura del vestito, sentii le sue dita scorrere all'interno del vestito cercando più pelle possibile da toccare e io gemetti appena sulle sue labbra, poi le sue abbandonarono le mie per scendere a baciarmi il collo, le mie mani si infilarono nei suoi capelli e strinsi un pò più la presa non appena lo sentii scendere un pò di più nella scollatura del vestito che ormai stava cedendo, dopo poco infatti scese lento lungo tutto il mio corpo fino a raggiungere i miei piedi e il pavimento. Jake si staccò guardandomi quasi estasiato e io feci scorrere le mie mani sul suo petto fino ad arrivare alle spalle, lui si liberò, più velocemente di quello che potessi fare io, della sua giacca e avanzai facendolo sedere sul letto e io su di lui, sentii indistintamente la sua eccitazione al di sotto degli abiti, presi a sbottonargli la camicia bianca che finì rapidamente per terra, mi lasciò fare quasi per darmi il modo di vincere ogni genere di imbarazzo e farmi guidare semplicemente dalla voglia che avevamo l'uno dell'altra. Posai le mie mani sul suo petto costringendolo a sdraiarsi e lo sovrastai baciandolo febbrilmente, sembrava quasi passato troppo tempo dall'ultima volta che avevo sentito le sue labbra contro le mie, scesi poi a baciargli il petto lungo una linea immaginaria per tutta la sua lunghezza fino a trovare la cintura dei pantaloni, mi sistemai su di lui iniziando a sbottonare la cintura e poi la chiusura dei pantaloni, sfiorando inevitabilmente anche la sua erezione, lo sentii sospirare e mi sentii quasi potente, poi le sue mani arrivarono alle mie che bloccò con forza, mi spinse più su di sè facendo scontrare i nostri bacini più di quanto non fossero già a contatto, mi sentii accalorare ancora di più e sospirai chiudendo gli occhi. Mi afferrò per i fianchi e ribaltò con facilità le posizioni, si liberò dei suoi pantaloni rimanendo in boxer.
"Credo sia il mio turno"
Rabbrividii di eccitazione appena mi sussurrò quelle parole, le sue mani percorsero il mio corpo con una lentezza disarmante facendole risalire lungo le gambe, piano fino ai fianchi mentre le sue labbra iniziarono ad occuparsi della parte di seno lasciata normalmente scoperta dal reggiseno, lo sentii mordermi uno dei due seni al di sopra dell'intimo di pizzo e io strinsi le mani sulle sue spalle nude, avrei ringraziato Denise volentieri per quel completo, ma in quel momento volevo solo che me lo togliesse di dosso e anche rapidamente o sarei impazzita per davvero. Quasi come se mi avesse letto nel pensiero, le sue mani arrivarono al gancetto del reggiseno che finì insieme al resto degli indumenti, prese poi a torturami il seno un pò con le labbra, un pò con la lingua e iniziai a impazzire seriamente. Scese poi lungo il mio corpo, insistendo sul basso ventre al limite degli slip di pizzo e io ansimai frustrata, forse un pò troppo, sentii infatti le sue labbra distendersi nel suo solito mezzo sorriso soddisfatto.
"Quanta fretta principessa"
Le sue dita scivolarono quasi con apparente casualità all'altezza dell'inguine e poi sulla mia intimità al di sopra dell'intimo, sussultai senza poter trattenere un gemito e mi sentii davvero al limite dell'eccitazione, del desiderio, desiderio mai provato con così tanta forza, lo capì anche lui e mi sfilò quello che restava da togliere, si privò anche lui dei boxer e si posizionò su di me tornando alla mia altezza. Le sue labbra sfiorano delicatamente le mie, aprii gli occhi ed incontrai i suoi, erano completamente differenti, nella forma, nel colore, ma in quel momento erano caratterizzati da qualcosa in comune, desiderio, desiderio di sentirci completi, di sentirci l'uno parte dell'altro. Cercò le mie mani intrecciando le sue dita con le mie e mentre stringevo la presa, lo sentii entrare piano dentro di me, mi ritrovai così a stringere di riflesso le mie dita tra le sue ancora di più, si mosse piano finchè non sentì i suoi movimenti più fluidi e fu totalmente certo di non farmi del male, gli avevo detto esplicitamente che avevo già avuto rapporti, ma non ne avevo ormai da anni, quindi un pò di attenzione era comunque dovuta, e fui felice di vederla in lui, di essere così attento ad ogni mia risposta, ed io ero così presa da lui, ma ero allo stesso tempo così nervosa.
"Rilassati"
Mi sussurrò sentendomi comunque tesa sotto di lui, respirai a fondo e le sue labbra finalmente ritrovarono le mie, avevo bisogno delle sue e intanto sentivo il piacere crescere dentro di me, sospiravo fra le sue labbra e lui con me, la stanza era piena dei nostri gemiti, del calore affannato dei nostri corpi, non esisteva più niente oltre noi, niente era mai stata più bello, quella sensazione di sentirsi pienamente sua, di sentirsi adorata in modo disarmante così come stava facendo lui, erano sensazioni che non avevo mai provato, ma che mi stavano facendo vivere momenti di puro paradiso con la persona che amavo più di me stessa. Sentii scariche di piacere attraversarmi tutto il corpo finchè non fui invasa da pura soddisfazione e piacere, ansimai senza vergogna stringendo la presa sulle sue mani, poco dopo anche lui fu completamente soddisfatto, si trattenne su di me baciandomi le labbra dolcemente. Quello fu il primo bacio dolce e romantico che ci davamo, per tutto quel tempo, da quando eravamo rientrati, i nostri baci erano stati caratterizzati da passione e desiderio. Si distese accanto e me e tirò il lenzuolo bianco e candido su di noi ancora nudi che ci crogiolavamo in quel limbo perfetto che si era creato. Jake si avvicinò a me e mi baciò dolcemente il viso, io gli sorrisi e lo guardai con occhi completamente illuminati e mi misi su un fianco stringendo di più a me il lenzuolo e gli sorrisi un pò imbarazzata.
"Come stai?"
Mi chiese accarezzando con le dita il mio viso come a delinearne il profilo.
"Benissimo"
Dissi con enfasi, anche troppa forse, pensai poi, infatti arrossii e mi avvicinai a lui che mi accolse fra le sue braccia ridendo un pò per la mia reazione.
"Sei assolutamente meravigliosa"
"Smettila, mi imbarazzi di più"
"Non ce n'è motivo lo sai"
"Sono io che sono così...lo sai"
"Ti ho detto che adoro il rosso passione?"
Risi appena capendo l'allusione al colore del vestito
"Piace anche a me"
Mi sorrise baciandomi di nuovo dolcemente le labbra, andammo avanti così a coccolarci non so per quanto tempo, so solo che avevo perso la cognizione del tempo, e probabilmente lui con me, era notte fonda, forse le prime ore del mattino, so solo che tra un bacio e una carezza mi addormentai con lui dopo aver passato la notte più bella della mia vita.

ANGOLO DI ARI

*Fischietta come niente fosse e si fa una passeggiatina in giro* Oh! Siete arrivati fin qui? Bene...è un buon segno? O forse no? Bo ahahah va bè io quando pubblico certi capitoli muoio di imbarazzo e sono nervosissima perchè mi sento sempre fuoriposto, nel senso che ho sempre paura di essere esagerata o di non riuscire a descrivere al meglio le cose, ma spero comunque che abbiate gradito. Parlando un pò con una persona adorabile in chat (Clara si sei tu) c'ho scherzato parecchio su con lei, e diciamo che il momento è stato ben descritto (?) non diciamo proprio in rosso anzi mi sono attenuta al rating credo, comunque come prima volta non poteva certo essere eccessivamente rovente, nella mia mente lo è, spero di averlo fatto comunque trasparire, però insomma un pò di digressione romantica ci voleva. Ho anche accennato alla prima volta di Serena se avete capito le allusioni, cooooomunque a parte il pata trac fisico che era quello che più mi metteva ansia come scrittrice, c'è anche il pata trac emotivo, Jake che fa casini dicendo davanti a tutti che è la sua fidanzata senza nemmeno interpellare lei prima...ma vi immaginate Serena "veramente no non voglio essere la tua ragazza" si come no! Ahahah sarebbe solo successo in uno degli universi paralleli di Fringe. Comunque insomma sono ufficialmente una coppia, sono stati insieme...possiamo finalmente dire che la LOVE STORY abbia inizio ;) Le cose non sono certo finite qui...ci sono ancora un pò di giorni a LA, ma poi si torna a casa...dovranno gestire la lontananza e altre cose u.u Alla prossima Ari
PS Grazie per le letture, chi mette la storia tra le preferite, seguite e ricordate, ma soprattutto grazie grazie a chi recensisce, mi piacerebbe avere anche altri pareri, ma va bene così anche una semplice lettura mi riempie il cuore.
PPS La battutina sul rosso del vestito e la passione è tratta liberamente dalla battuta di qualcuno (Si Clara sempre tu sei <3)

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo sedicesimo ***


                               

 

 

 

CAPITOLO SEDICESIMO

Mi svegliai completamente intorpidita strofinando il viso come mio solito, poi mi resi conto di averlo fatto di nuovo sul suo petto. Aprii leggermente un occhio per spiare Jake e lo vidi ancora dormire beatamente, aveva i capelli castani scompigliati e le labbra impercettibilmente dischiuse, respirava profondamente ed era bellissimo, così tanto da togliere il fiato. Sospirai guardandolo incantata e poi mi scostai mettendomi seduta e reggendomi il lenzuolo addosso, ero ancora senza indumenti, mi guardai intorno e cercai le mie cose. Indossai gli slip e poi misi solo la sua camicia che era a terra con tutto il resto. Mi alzai piano dal letto e mi avvicinai alla vetrata della stanza, spinsi uno dei puff vicino, mi ci sedetti sopra e guardai la città attraverso il vetro che aprii poco per far entrare un pò di aria fresca. Mi sentivo stranamente benissimo e sicura dei miei sentimenti e delle mie scelte. Misi i piedi sul puff portando le gambe a mio petto e appoggiando la testa sulle ginocchia. Sentii improvvisamente due braccia avvolgermi completamente da dietro e un bacio sulla nuca.
"Buongiorno principessa"
Sorrisi socchiudendo gli occhi e mi rilassai contro il suo corpo, dato che si era seduto dietro di me.
"Buongiorno"
"Non mi piace che ti svegli e non resti a letto con me"
Risi un pò e mi girai finalmente verso di lui
"Perchè invece di lamentarti non mi dai un bacio?"
"Deve solo chiedere principessa, ogni suo desiderio è un ordine"
Mi disse sfiorando le mie labbra che dischiusi rapidamente sulle sue, ci baciammo dolcemente e poi lo guardai.
"La mia camicia sta meglio a te, ti rende davvero sexy"
Risi dandogli un altro bacio rapido sulle labbra.
"Anche tu sei sexy in boxer"
Dissi tirando fuori la lingua in un gesto scherzoso.
"Devo dire che sei di una dolcezza disarmante!"
Mi prese ampiamente in giro e io gli riservai una gomitata poco delicata.
"Pure violenta!"
Mi voltai mettendomi in ginocchio sul divanetto morbido e mi avventai su di lui cercando le sue labbra, le nostre lingue si scontrarono con passione e voracità l'una contro l'altra, poi gli morsi un pò le labbra senza fargli troppo male.
"Dicevi sulla violenza?"
Sussurrai sulle sue labbra con voce bassa e soffiata.
"Che mi piace"
Mi rispose lui con voce roca, afferrandomi per i fianchi e portandomi su di lui, io allacciai le mie gambe attorno alla sua vita, dopo qualche bacio un pò più spinto, lo sentii mettersi in piedi e mi aggrappai saldamente con le braccia alle sue spalle e con le gambe alla sua vita, mentre lui mi sostenne con le sue braccia. Arrivammo in poco tempo sul letto, mi fece stendere e lui iniziò a baciarmi il ventre alzandomi la camicia che mi andava abbondantemente ampia, mentre le sue mani se ne insinuarono al di sotto fino a trovare i miei seni nudi, che strinse fra le mani. Io ansimai inarcando la schiena e infilai le mani sotto il cuscino sul quale appoggiavo la testa e lo strinsi spasmodicamente. Risalì baciandomi il corpo e sbottonando la camicia.
"Vedi perchè dovevi rimanere a letto con me? Ti sei rivestita per niente"
Sorrisi ad occhi chiusi mentre lui iniziò a torturare uno dei due seni con la bocca, intanto le sue mani finirono sul mio sedere per spingere il mio bacino contro il suo e sentire le nostre intimità a contatto, mi sentii fremere e sentii la stessa scossa di eccitazione in lui, gemetti mordendomi le labbra finchè il suono del telefono non rovinò tutto.
"No.."
Soffiai frustrata infastidita dal suono e soprattutto consapevole che avremmo dovuto fermarci e non volevo...ero convinta che dopo essere stati insieme la tensione sessuale fra noi si sarebbe allentata almeno un pò, invece sembrava solo peggiorare. Lo sentii ridere mentre mi baciava e mordeva il collo senza nessuna intenzione di fermarsi, il telefono aveva smesso di suonare e le sue mani erano già praticamente...
"Dannazione"
Stavolta fu lui a dirlo e io ormai in trance riuscii solo dopo a captare qualcuno che bussava alla porta.
"Signorino Jake, mi spiace svegliarla, ma la cercano al telefono, dicono sia importante"
Se c'avessero SOLO svegliato, saremmo stati meno nervosi e frustrati.
"Ok un secondo, giuro, resta così, non ti muovere"
Mi disse fra un bacio e l'altro mentre si staccava da me, io rimasi supina sul letto con la camicia aperta e mi passai le mani sul viso sbuffando un pò.
"I giornali!"
Sentii dire da Jake un pò più ad alta voce, mi misi seduta sul letto chiudendo qualche bottone della camicia e lo vidi al telefono davanti alla porta aperta di pochissimo, poi lo vidi riattaccare.
"Volete qualcosa da mangiare, avrete fame"
Jake si voltò verso di me e annuii, in effetti avevo davvero fame.
"Scendo io Bet tranquilla"
Richiuse la porta e si avvicinò a me dandomi un bacio appena accennato sulle labbra
"Arrivo subito"
Gli sorrisi e una volta che fu uscito, mi precipitai in bagno per darmi una sistemata, mi guardai allo specchio dopo essermi lavata la faccia e guardai i miei occhi, non li vedevo così luminosi da...bè poco più di un anno, esattamente quando avevo iniziato a frequentarlo. Sentii la porta aprirsi e richiudersi e mi pettinai velocemente i capelli e tornai in camera, guardai il vassoio e corrucciai la fronte.
"Jake perchè mangiamo cose per il pranzo a colazione?"
"Bè...perchè e l'una e mezza"
Sgranai gli occhi e spalancai la bocca sorpresa.
"Oh no...no no no no..."
"Tesoro che succede?"
Mi guardai intorno alla ricerca del mio telefono, poi ricordai che avevo messo la borsa la notte precedente sul divano, con dentro il telefono che tra l'altro era in modalità silenzioso. Mi precipitai sul divano aprendo la borsa e cercando il telefono.
"Oddio"
Jake mi raggiunse sul divano cercando di capire.
"Ehi mi dici che c'è?"
"Niente solo una decina di chiamate perse di mia madre, cinque di Denise, due di Carol oh guarda, perfino una di Jason!"
Scoppiò a ridere mentre io lo guardai malissimo.
"Mia madre come minimo avrà chiamato l'esercito"
"Avanti, capiterà che tu dorma fino a tardi no? Sapevano che c'era la premiere e la festa"
"Non mi sveglio mai oltre le nove del mattino, solo durante i giorni di festa per giunta, e si, sanno della premiere e della festa, ma è anche vero che a New York sono tre ore avanti, quindi tre ore in più per farsi chissà quale filmino mentale"
"Wow, calma, non hai mai parlato tanto, tutto di un fiato da che ti conosco! Bè se è un film a luci rosse ci hanno preso"
Mi disse all'orecchio mordendomelo delicatamente.
"Jake non scherzare!"
Dissi però ridendo anche io.
"Ok io chiamo, non costringermi ad andare in bagno a parlare ok? Fa silenzio"
"Deve credere che non siamo nella stessa stanza? Oh Serena andiamo sei qui con me da sola, lontana da casa..."
"Senti anche se non è vero e lei lo sa, si crogiolerà nella bugia e vivrà serena"
"Ok ok"
Si mise eccessivamente comodo sul divano, mentre io sospirai e feci partire la chiamata, al primo squillo mia madre già rispose.
"Serena! Mi hai fatto prendere un colpo!"
"Mamma..."
"Ti chiamo dalle nove!"
Sospirai passandomi una mano sul viso
"Le nove qui o le nove lì?"
"Lì! Lo so che c'è il fuso orario! E' l'1 e mezza all'incirca lì no?"
"Si mamma...siamo rientrati all'alba ieri per via della festa dopo la premiere e mi sono svegliata da poco"
"Se vuoi posso provare a parlarci io"
Mi sussurrò a bassa voce Jake ironico e io gli diedi un colpo sul braccio.
"Ehi"
Lo guardai malissimo incitandolo a rimanere zitto.
"E' in camera con te?"
Arrossii di botto
"No, sono sola, anzi dovrei prepararmi e scendere per pranzo"
Cercai di tagliare corto la conversazione.
"Ok, tesoro cerca di tenere il telefono sottomano però ok? Mi fai preoccupare"
"Va bene mamma, sta tranquilla, ti richiamo dopo...ok...ciao, saluta Dave"
Riattaccai e sospirai sollevata
"Ora posso dedicarmi io a te? Ricordi? Te l'ho detto, niente distrazioni"
"Mm...non dovevi leggere dei giornali?"
Dissi di proposito non appena si avvicinò a me.
"Oddio, me lo sono dimenticato di nuovo"
Risi vedendolo alzarsi di colpo e sedersi sul letto, prese i giornali e un sandwich e cominciò a leggere. Mi alzai anche io adagiandomi sul letto e prendendo da mangiare anche io, sbirciai i giornali, cercava le recensioni e critiche al film, sorrisi e presi anche io un giornale. Sfogliai il giornale e vidi una foto sua con me e un titolo che ci riguardava a caratteri cubitali, aprii la bocca sorpresa e lessi un pò l'articolo che parlava quasi totalmente di noi. Chiusi quel giornale e ne presi un'altro, ancora lo stesso.
"Ok dimmi che c'è almeno l'ombra di una critica al film e non un articolo imbarazzante su me e te!"
Dissi andando nel panico più totale lasciando il sandwich nel vassoio.
"Mm? Sere?"
"Parlano di noi!"
Corrucciò la fronte e poi guardò il giornale
"Oh...Sere, è normale. C'è anche la critica al film se vai più avanti"
"Ma parlano di noi!"
Rise scuotendo la testa
"Ehi...guardami, è normale...lo sai chi sono"
Lo guardai e sospirai, era vero, stavo dimenticando chi era, ormai per me era semplicemente...Jake.
"Si...lo so...non voglio che ora cominciano a chiedersi come sia successo, quando ci siamo conosciuti, perchè...io voglio restare nell'anonimato...oddio è su tutti i giornali, lo sapranno già"
Ovviamente mi riferivo alla mia famiglia, le mie amiche...e anche la sua di famiglia, misi le mani aperte sul viso per coprirmelo.
"Ehi, ehi"
Mi prese le mani per liberarmi il viso e potermi guardare.
"No..non devi pensare a queste cose ok? Non vivi bene, devi solo pensare a noi, senza nessun altro in mezzo ok?"
"Ma..."
"Ok?"
Sospirai e annuii.
"Ok"
Mi sorrise dandomi un bacio e accarezzandomi il viso.
"Lo so hai ragione...come vanno le recensioni?"
"Bene..."
"E lo dici con quel tono?"
"E' solo un giornale, ce ne sono molti altri"
Lo guardai dolcemente e ripresi un altro giornale cercando la recensione e ignorando ciò che dicevano su di noi, dopo un pò sorrisi.
"Anche questa è molto positiva"
Mi prese dalle mani il giornale mettendosi a leggere, risi un pò e scossi la testa, ne presi un'altro e lessi, gli tolsi dalle mani quello che aveva.
"Dovresti leggere questa è bellissima"
"Davvero?"
Annuii sorridendogli, sembrava quasi sorpreso e mi faceva tenerezza
"Perchè sembri sorpreso?"
"Cerco qualcosa che non va...cioè qualcuna negativa"
Gli tolsi il giornale dalle mani e mi avvicinai a lui.
"Jake sono tutte positive accettalo"
"Non sono mai tutte positive Serena"
"Jake...è così"
Lo guardai negli occhi posando una mano sul suo viso
"Sono tutte positive"
Ripeté lui e io gli sorrisi ancora
"Sono positive, dio son tutte positive"
Mi prese per i fianchi velocemente e finii fra le sue braccia e lo abbracciai felice, sapevo che era nervosissimo ed era preoccupato per quel film, ed ora quelle critiche positive non potevano che essere un toccasana. Si staccò prendendomi il viso fra le mani e baciandomi con passione e sentimento allo stesso tempo, infilai le mani fra i suoi capelli e mi lasciai andare ancora una volta alle sue mani, alle sue labbra, al suo corpo, a lui. Ci ritrovammo di nuovo a fare l'amore, a riscoprirci di nuovo, a prendere sempre più confidenza con i nostri corpi, con una intimità che avevamo evitato tante volte, ma di cui adesso non potevamo più fare a meno. Fu di nuovo bellissimo, fu di nuovo meraviglioso, mi ritrovai di nuovo nel mio paradiso personale e nessuno, mai nessuno mi avrebbe portata lontana da lui, non avrei permesso a nessuno di mettersi tra me e lui, di privarmi di ciò che avevo sempre sperato di trovare e che finalmente avevo trovato.

Il mio sguardo vagò nella stanza fino a posarsi verso la finestra dalla quale entravano le luci in lontananza della città illuminata, il cielo era buio, ma pieno di stelle, sentii le labbra di Jake posarsi sulla mia spalla, mentre mi abbracciava da dietro intrecciati tra le lenzuola che ci coprivano.
"Dobbiamo fare necessariamente qualcosa"
Sussurrai a voce bassa e completamente rilassata.
"Fare cosa?"
"Domani Jake..."
Mi girai verso di lui che mi guardò sorridendo.
"Siamo stati in questa stanza tutto il giorno, non abbiamo fatto nient'altro che..."
Lasciai cadere la frase e lui rise.
"Abbiamo mangiato, dormito e fatto la doccia, oltre che quello...e poi non c'è niente che non va, per un giorno non succede nulla"
"Ok, ma domani usciamo da qui chiaro? Non dico necessariamente fuori da casa, ma almeno fuori da questa stanza"
"Promesso"
Mi lasciai abbracciare ancora da Jake e mi abbandonai al sonno rapidamente stremata dopo una giornata piena solo di noi, fatta solo di me e lui e di nient'altro.

JAKE'S POV

Erano stati dei giorni davvero pieni, l'arrivo a LA, la preparazione per la premiere, la premiere stessa, e poi lei...tutto era cambiato così rapidamente senza nemmeno rendermene conto, l'avevo ritrovata per caso e non avrei mai permesso che andasse via da me ancora una volta. Ero stato stupido e immaturo a ferirla e a non volermi impegnare, non ero pronto, questa era la verità, ero troppo spaventato dalle conseguenze e dall'impegno che comportava stare davvero con una persona, avere una relazione con lei. Avevo passato quell'anno come sempre fra lavoro e donne, doveri e distrazioni, ma c'erano dei momenti in cui desideravo avere la possibilità di parlare con lei, poterle chiedere come stava o anche solo scambiarci due parole. Mi faceva sentire libero, mi faceva sentire migliore di ciò che pensavo, mi faceva sentire intelligente, capace, sensibile, tutto ciò che prima non avrei mai pensato di poter trovare, scovare in me stesso. Fu quello il motivo principale per cui nel momento in cui l'avevo rivista, non riuscii ad allontanarmi più da lei, era come una calamita, un punto fisso, un pensiero costante, mi rendeva vivo e stavo capendo quelle cose ogni giorno di più. Quella settimana a LA erano un piccolo test per me stesso, un mettermi alla prova, ma in realtà lo sapevo già da prima, volevo fosse mia e io ero disposto a sentirmi solo suo, ero disposto ad essere suo, di appartenergli. Aver fatto l'amore con lei era stato come una scoperta completamente nuova, mi ero portato a letto un sacco di donne, ma nessuna era mai stata accompagnata da un sentimento reale, da un sentimento capace di muovere qualcosa dentro di me come aveva fatto lei. Sentimenti, quello era il punto, ero legato a lei da sentimenti, ma non ero ancora in grado di dargli un nome, forse continuavo ad essere spaventato non saprei, ma una cosa era certa, l'avrei tenuta con me fin quando avrebbe voluto lei, perchè non ero in grado di pensarmi senza di lei ormai. E' amore questo? Non lo so, non avevo mai amato prima, non ero in grado di dirlo, il tempo avrebbe parlato per me, potevo sapere molto di molte cose, ma l'amore era un mistero, un mistero che poco tempo prima, non avrei mai pensato che mi sarebbe appartenuto o sul quale mi sarei mai interrogato, ma le cose cambiano quando meno te lo aspetti, e Serena aveva cambiato tutto, aveva cambiato me.
Mi svegliai non so a che ora, ma, allungando la mano accanto, a me non trovai Serena e aprii gli occhi immediatamente guardandomi intorno, ma non c'era nessuno. Sospirai e mi passai le mani sul viso, mi tirai su passando una mano sulla testa dando una sistemata ai capelli e scesi dal letto. Bussai nel bagno, ma non sentendo nessuna risposta aprii la porta. Era vuoto. Ci entrai e dopo essermi sistemato e svegliato decentemente, decisi di scendere di sotto, una volta vicino alla cucina sentii la voce di Serena che canticchiava, bè canticchiava era riduttivo. Rimasi sulla soglia della porta e mi appoggiai allo stipite osservandola incantato, mentre preparava una torta con della frutta.

SERENA'S POV

Quella mattina mi svegliai presto e avevo deciso che mi sarei alzata da quel letto e sarei uscita da quella stanza, e per farlo avrei dovuto uscire da lì  prima che Jake si svegliasse, altrimenti avremmo passato un'altra giornata come quella precedente, niente in contrario, ma dovevamo comunque cercare di staccarci un pò. Una volta di sotto chiesi a Bet se potevo usare la cucina, e, dopo aver provato ad insistere più e più volte, sul fatto che lei avrebbe potuto fare quello che volevo fare io, e che lei era pagata, riuscii a rimanere da sola. Preparai una crostata allo zabaione e fragole e la sistemai in un vassoio per portarla di sopra a Jake con del caffè, ma fui sorpresa dalla sua voce mentre canticchiavo.
"Sei una vera e propria principessa, sai anche cantare"
Mi bloccai d'improvviso e mi voltai verso di lui sorridendo un pò imbarazzata.
"Dovevi essere a dormire"
"Anche tu"
"Mi assicuravo che uscissimo da quella stanza, e uno dei due doveva farlo per primo"
"Oh bè ovviamente"
"Dai andiamo non avrò preparato per niente la colazione"
Presi la crostata per portarla in sala da pranzo, mentre chiesi a lui di portare gentilmente il caffè dato che non avevo dieci mani. Tagliai due pezzi di crostata e ne diedi uno a lui, mentre l'altro lo presi per me.
"Dai assaggia ti prego...oddio aspetta, non so nemmeno se sei allergico a qualcosa!"
"No no tranquilla, non sono allergico a niente e mangio qualsiasi cosa"
Mi disse lui ridendo e mangiando la crostata.
"E' buona, non che avessi dubbi poi, lo so che sai cucinare"
"Bè potrebbe anche essere orribile, ma la mangeresti comunque dato che mi hai appena detto che mangi di tutto"
Rise mangiando un altro pezzo
"Non intendevo quello"
"Lo so, ti prendo in giro"
Dissi vittoriosa bevendo del caffè.
"Strega, altro che principessa"
"Non ho mai detto di esserlo, sei tu che lo dici"
"Mm...posso sempre cambiare soprannome...comunque, ti va di provare la piscina?"
"Jake..."
"Che c'è? Ero serio per una volta, non c'era niente di malizioso nella mia frase"
Lo guardai seria un momento poi sorrisi.
"Mi stai ancora prendendo in giro"
"Si Jake, ti sto ancora prendendo in giro"
"Il  mondo si è capovolto"
"Credo che tu debba ancora svegliarti in realtà!"
Dissi allegra finendo il mio pezzo di crostata.
"Comunque non ho un costume."
"Si può rimediare"
"Voglio un costume vero"
"Ma parlo sul serio, non scherzo, nella casetta in piscina ci sono dei costumi nuovi"
Corrucciai la fronte e lo guardai interrogativa.
"Che ci fai con dei costumi da donna nella casetta in piscina?"
Lui mi guardò alzando le sopracciglia e le spalle.
"Bè, non tutti gli ospiti hanno sempre un costume"
Capii poi dopo come stavano le cose e gli diedi un colpo sul braccio.
"Ahi"
Si lamentò fintamente lui.
"Sei terribile! Hai dei costumi in casa per delle sconosciute!"
"Bè...non puoi pretendere che rivoluzioni tutto in tre giorni"
"Pessimo"
"Oh avanti"
Mi alzai e incrociai le braccia al petto
"Mostrami questi costumi"
Mi sorrise e dopo essersi alzato mi portò fuori verso la casetta in piscina. Cercai un costume decente, inutile dire che molti non erano nemmeno considerabili, è riduttivo; lo presi in giro a lungo, finchè non trovai qualcosa che potesse andare e lo indossai. Finimmo in acqua rapidamente e tra uno schizzo e un'altro ci ritrovammo ben presto a baciarci l'uno addosso all'altro sui gradini della piscina.
"Il nostro buon proposito di comportarci bene non sta funzionando"
Mi sussurrò baciandomi il collo, mentre la barba appena accennata mi solleticava.
"No infatti"
Sospirai, poi cercai di ritrarmi e mi allontanai sedendomi su uno dei gradini.
"Magari cerchiamo di impegnarci un pò"
Dissi poi passandomi le mani sui capelli bagnati tirandoli meglio indietro.
"Va bene, hai ragione"
"Ok, posso rivolgerle delle domande signor Thomas?"
"Facciamo che per una volta le rivolgo io a lei dato che ,lei a me, le ha già fatte in precedenza?"
Risi mentre si avvicinava e si sedeva sul gradino sotto quello su cui ero seduta io.
"Ok"
"Quando hai fatto l'amore per la prima volta?"
Sgranai gli occhi e aprii la bocca shoccata.
"Jake! Non puoi chiedermelo sul serio!"
"Si. Sono serissimo."
Corrucciai la fronte non capendo il perchè di quella domanda.
"Eri un pò spaventata l'altra notte"
Arrossii di botto volendo scomparire.
"Oddio"
"No, non pensare male"
Disse ridendo.
"E' stato...meraviglioso davvero, insomma abbiamo ripetuto la cosa più volte ieri, solo...non eri agitata solo per la cosa in sè, era come se ti stessi liberando del passato"
"Come fai?"
"Fare cosa?"
"A leggermi così. Il più delle persone si arrende non capendomi"
Era strano, era una cosa che non mi era mai capitata prima di allora con nessuno, riusciva a cogliere tutte le sfumature che mi caratterizzavano, e aveva imparato in pochissimo tempo.
"Avevo quasi diciotto anni...stavo con questo ragazzo, era del mio liceo, non avevamo molti corsi in comune, solo letteratura e chimica, siamo stati insieme per un pò l'anno precedente, poi ci siamo mollati perchè...bè io non volevo approfondire le cose tra noi, poi...ci siamo rimessi insieme e dopo sei mesi...si è ripresentato lo stesso problema, solo che quella volta ero...troppo volubile e mi sono lasciata coinvolgere nel modo sbagliato. E' stato terribile, è accaduto solo un'altra volta, speravo che fosse stato solo perchè era...la prima volta, mi...mi ha lasciato un paio di settimane dopo"
"Lo sai che non eri tu il problema vero?"
Alzai lo sguardo su di lui
"Lo hai fatto di nuovo"
"Cosa?"
"Anticipare il mio pensiero...si...per un sacco di tempo ho pensato di essere io il problema. Ero particolarmente in imbarazzo l'altra notte perchè avevo un pò paura di fare la figura della ragazzina inesperta, quella tutta nervi tesi e assente. Tu...sei stato con molte donne e...hai decisamente più esperienza di me, sei più grande e...non lo so"
"Non c'è niente che non vada in te, anzi. Era lui il problema te lo assicuro."
Risi anche se ancora imbarazzata, ma mi sentivo comunque un pò meglio.
"Eri innamorata di lui?"
La sua voce era uscita stranamente tesa e un pò più pacata rispetto alla domanda precedente, come se avesse un pò timore della risposta.
"No. E' lo capito troppo tardi"
Lo vidi respirare un pò più profondamente in modo silenzioso e trattenni un sorriso.
"Ora tocca a me"
"Vuoi chiedermi della mia prima volta?"
"No!"
Storsi il naso
"Assolutamente no grazie, non mi interessa."
Dissi con fare altezzoso.
"Come mai non c'era nessuno della tua famiglia alla premiere? Insomma capisco quando è fuori, ma a LA mi aspettavo che ci fossero"
"Ho smesso di farli venire alle premiere da un bel pò"
Risposta secca, esauriente e breve.
"Non ti sto intervistando Jake, non andrà su nessun giornale la risposta...c'entra con il fatto che tu e tuo padre non andate molto d'accordo?"
"In parte"
Sospirai per la sua scarsa inclinazione nel parlare.
"Jake"
"Ok, ok...mio padre mi ha sempre scoraggiato. Non voleva facessi l'attore, ha sempre cercato di farmi studiare, prepararmi al meglio accademicamente per entrare in un buon college e far carriera come avvocato o medico o qualsiasi cosa, purché non fosse il cinema o lo show business in generale. Io per tutta risposta non mi applicavo a scuola, combinavo sempre qualcosa, ed ero a rischio espulsione a giorni alterni"
"Tuo padre fa parte dello show business però...è un regista e produttore affermato, fa parte dell'Accademy...tua madre è una sceneggiatrice"
"Si vero, ma questo non significa che volesse che facessi lo stesso. Sai qui può sembrare tutto rose e fiori, ma non è così Serena. Basta una scelta sbagliata, solo una, e tutto finisce come è iniziato. Per non parlare dei giri sbagliati, perchè si è vero. Trovare gente poco affidabile in questa cerchia è facile come respirare. Sai perchè mio padre mi dava stupide parti nei suoi film quando ero piccolo? Per farmi capire che non sarei mai andato da nessuna parte, che non ero all'altezza, così avrei mollato questa stupida idea dell'attore"
C'era qualcosa di più, o almeno così mi sembrava, quei disaccordi erano ben radicati e non solo per una scelta di vita.
"Prima di questo andavate d'accordo?"
"Come?"
"Prima...insomma prima che iniziassi a pensare di fare questo lavoro...andavate d'accordo?"
"Pensi che fosse molto presente? Nemmeno un pò. Non con me. Quando le mie sorelle erano più piccole si, ma io sono arrivato molto tardi, loro erano già grandi, lui ormai era nel pieno del successo, vinceva premi così come cambiava la camicia."
Eccolo lì il punto, assente. Era sempre stato assente in tutto, pretendeva da lui tanto, ma non c'era ad ogni modo, ecco perchè aveva smesso di volerceli anche ora, se c'era era come se non ci fosse, se non c'era era lo stesso. Me lo confermava raccontandomi episodi e facendo trasparire quanto quei disaccordi fossero inizialmente solo prese di posizione, poi idee diverse di vedere le cose, poteva sembrare che poco gliene importasse, invece era una cosa che lo aveva fatto crescere in fretta e senza l'appoggio dell'unico uomo di casa, l'unico modello a cui poteva aspirare. Da lì mi resi conto come tante e in apparenza piccole cose, formano il nostro carattere e la nostra personalità, come a volte il comportamento di quelli che più amiamo possono spingerci a vivere in un modo del tutto diverso da quello che si aspettano da noi, e non lo si fa solo per ripicca, ma spirito di sopravvivenza, era ciò che lui aveva fatto andandosene presto da casa, vivendo la sua vita come meglio credeva, senza dare spiegazioni a niente e nessuno.
"Usciamo dai, il sole comincia a girare, non è estate purtroppo, anche se qui sembra il contrario"
Annuii e mi alzai dopo di lui e presi il telo che mi porse gentilmente, poi lo fermai e mi alzai sulle punte dandogli un bacio.
"A me vai benissimo così come sei"
Mi sorrise e mi baciò la fronte con dolcezza, poi rientrammo entrambi in casa per cambiarci e organizzare il pomeriggio e la serata.

ANGOLO DI ARI

Allora! Questa volta vi ho fatto aspettare un pò di più xD Comunque ho messo insieme diciamo due giorni. Il post premiere e prima volta dei nostri piccioncini. Il risveglio dolce e poi subito mooolto caldo, bruscamente interrotto (al telefono era l'agente di Jake scusate se non l'ho specificato). Ovviamente negli articoli c'era la graaaande novità di Jake fidanzato? Sul serio? Ebbene si u.u Ovviamente anche le recensioni al film, che per Jake hanno maggiore importanza. I signorini hanno passato il giorno o meglio pomeriggio e sera a darsi da fare fra un pasto e un sonnellino, però su dopo un anno di passione repressa ci può stare (?) forse. Il giorno dopo punti focali. Jake è sempre lo stesso infondo, come vedete è comunque sempre sfacciato, insomma è sempre lui è con Serena che è così dolce. Poi passiamo a Jake, vi ho dato uno spiraglio della sua vita familiare e soprattutto dei rapporti col padre non idilliaci, nettamente contrastanti tra quelli di Serena con suo padre che ormai non c'è più...comunque prima o poi approfondirò anche questo, ora voglio approfondire altre cose u.u ebbene si ragazze vi ho regalato troppa luna di miele qui, si torna a NY e si fanno i conti con il resto del mondo e con la lontananza. Bene grazie a chi legge e chi recensisce come sempre, mi piacerebbe continuare ad avere i vostri pareri e averne altri :3 corro a rispondere, alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo diciassettesimo ***


                               

 

 

 

DICIASSETTESIMO CAPITOLO

"Sei apposto hai preso tutto?"
"Si Sere tranquilla"
Sospirai pensierosa mentre ci dirigevamo verso il check-in.
"Sicuro?"
Lui rise e scosse al testa.
"Non stai cercando un modo per trattenermi qui vero?"
Mi disse retorico e fermandosi un istante per guardarmi.
"Forse?"
"Avanti principessa torno presto promesso"
Sbuffai abbracciandolo e rimanendo così senza volermici staccare.
"Questo fine settimana non puoi venire e io non posso salire da te"
"Ehi, andrà bene ok? E' solo un weekend, ne abbiamo tanti altri"
Mi disse staccandosi e prendendomi il viso fra le mani. Era solo martedì, la domenica eravamo rientrati a NY, lui aveva insistito per accompagnarmi e si era fermato solo il lunedì, ma davanti mi si prospettavano due lunghe settimane senza poterlo vedere, dato che lui lavorava anche il weekend e io non potevo certo risalire su un aereo così presto.
"Dai su torna indietro, non mi accompagnare fino all'imbarco ok?"
"No non esiste vengo con te"
Dissi riprendendo a camminare e superandolo.
"Serena..."
"Jake..."
"Ok ok andiamo"
Una volta arrivati davanti al check-in dovetti fermarmi mentre lui fece passare la valigia.
"Ti chiamo appena atterro"
"Buon viaggio"
"Ti prego non farmene andare con l'immagine di quest'espressione affranta"
Mi avvicinai veloce e lo baciai cercando di imprimermi il suo sapore sulle labbra, per cercare di non morire di tristezza per due lunghe settimane. Lui mi cinse i fianchi delicatamente rispondendo al bacio, poi sentimmo l'hostess schiarirsi la voce per richiamare la nostra attenzione, così ci staccammo.
"Signore deve passare, manca solo lei"
"Si...vado...mi raccomando...ci sentiamo dopo ok?"
Annuii sforzandomi di sorridergli, lui mi diede un altro bacio veloce e poi oltrepassò il corridoio dove potevo ancora vederlo e il mio sorriso finto sparì immediatamente. Ripresi a camminare verso l'uscita sentendo già la sua mancanza. Dopo aver passato tutto quel tempo insieme mi sembrava assurdo non poterlo vedere, abbracciare, baciare, sentire il suo profumo, per due intere settimane, ma il problema era che mi ci dovevo abituare perchè sarebbe andata sempre così da quel momento, io ero a New York, lui a Los Angeles e la distanza era inevitabile.
Dopo essere uscita dall'aeroporto tornai nel taxi che mi aspettava fuori da prima, mi lasciai portare da Denise dove avrei passato la nottata dato che Jason era a LA per un casting.
"Quanto le devo?"
"Oh no signorina la corsa è pagata"
Corrucciai la fronte.
"Come scusi?"
"Mi hanno già pagato la corsa"
"Jake...La ringrazio"
Scesi dall'auto prendendo la borsa col cambio e suonai alla porta della casa di Jason e Denise.
"Sere!"
Mi venne ad aprire Denise che si catapultò su di me abbracciandomi, io ricambiai l'abbraccio allo stesso modo
"Non sai quanto mi sei mancata!"
"Anche tu"
"Dai su entra...wow sei in forma! E soprattutto abbronzata! Qui tra un pò nevica"
"In effetti sono passata dal caldo al gelo nel giro di poche ore, mi ero abituata, infatti ora soffro il freddo"
"Bè comincia a farci il callo si sente profumo di neve"
Mi lasciai portare nella camera degli ospiti dove ci saremmo sistemate per la notte e ci lasciai la borsa col cambio, poi tornammo in salotto e ordinammo per telefono una pizza, senza contare tutte le schifezze che avevamo preso e che avremmo mangiato di lì a notte probabilmente, inserimmo un dvd nell'apposito lettore per vederlo, ma in pratica dopo un pò iniziammo a non interessarcene più, ma parlavamo tra noi di ogni cosa, anche stupida, che ci veniva in mente. Cenammo così tranquillamente, e fu tempo di schifezze, c'erano da caramelle gommose a cup cake, gelato, biscotti con gocce di cioccolato, cialde, insomma un pò tutto.
"Mi sa che abbiamo esagerato!"
"Abbiamo tutta la notte"
"Io sono ancora stanca"
Dissi iniziando a mangiare un cup cake
"E meno male che sei stata in vacanza! Vi siete stancati tanto?"
Mi disse lanciandomi un frecciatina e io tossii rischiando di affogarmi con un pò di dolce.
"Lo prendo per un si?"
"Smettila"
"Oh avanti non fare la preziosa! Parla!"
"Cosa vuoi che ti dica?"
"Siete stati insieme si o no?"
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai un pò.
"Si.."
Dissi sommessamente e poi addentai un altro boccone di torta.
"Lo sapevo! Immagino sia successo dopo la prima"
Le lanciai uno sguardo truce
"Cos'è ti sei fatta un resoconto dettagliato nella tua testa?"
"No grazie, non mi far pensare ad un'immagine del genere nella mia testa...ho solo fatto due più due, insomma lui che dice pubblicamente che state insieme, il giorno seguente mi hai risposto solo in pomeriggio, un misero messaggino, direi che eri parecchio impegnata"
Arrossii di botto sentendomi accalorare e sentendo il sangue arrivare velocemente alle mie guance colorandole di rosso.
"Denise!"
"Ci ho preso! Com'è stato? Come è andata?"
"Denise..."
"Avanti so che la tua prima volta è stata uno schifo...volevo solo assicurarmi che fosse tutto ok"
"Perfettamente...è stato...perfetto...doveva essere quella la mia prima volta"
"Ma non è stato così...ma in fondo è come se lo fosse stata no?"
"Si, ma infatti io sono felicissima così, ero già abbastanza nervosa, se avessi avuto anche quest'altro peso addosso sarebbe stato un disastro...invece così è andata benissimo"
Mi sorrise felice capendo quanto per me fosse stato bello e importante allo stesso tempo.
"Quindi tu e Jake siete in tregua?"
Dissi poi guardandola attentamente.
"Non lo so...ci proverò...ma non assicuro nulla. Lo sai che non mi fido completamente, quindi terrò gli occhi aperti per te."
"Mm...Deni..."
"Dimmi"
Sospirai giocando col cucchiaio all'interno del gelato che avevo iniziato a mangiare, era una cosa che mi martellava in testa da un pò e mi rendeva irrequieta.
"Dopo quanto hai detto a Jason che lo amavi?"
La vidi guardarmi sorpresa e sbatté un pò le palpebre quasi cercando di captare meglio la domanda.
"Bè...non...non molto tempo dopo che stavamo insieme...hai detto a Jake..."
"No!"
Mi affrettai a dire
"Ma...mi piacerebbe espormi..."
"Bè sei innamorata di lui da tanto, cosa ti ha impedito di dirglielo?"
"Io...non lo so...è che..."
"Hai paura che non ti risponda allo stesso modo?"
Scossi la testa.
"No...non importa questo...cioè si, ma anche se non dovesse dirmelo adesso saprei che comunque per lui è più difficile di quanto possa esserlo per me...ho solo paura che si spaventi, non voglio mettergli pressione addosso"
"Ma non è giusto che tu ti trattenga...Serena devi dirglielo quando ti sentirai pronta."
Annuii sospirando, non volevo si sentisse messo troppo sotto pressione, volevo si sentisse bene e libero di esprimersi come voleva, ma Denise aveva ragione in quel modo mi limitavo io e non era giusto.
"Si hai ragione"
Passammo il resto della serata chiacchierando tra noi e quando fu abbastanza tardi andammo a dormire, per poi passare anche il giorno successivo insieme.

"Tesoro sei pronta?"
"Si mamma un attimo"
Infilai le scarpe col tacco e andai vicino al mobile di legno con sopra lo specchio e tutte le mie cose, in camera, mi diedi un'ultima sistemata e mi spruzzai un pò di profumo.
"Quindi Jake non viene a NY per il weekend."
"No mamma, lavora"
"Mi...mi piacerebbe saperne di più"
Corrucciai la fronte e mi voltai verso di lei
"Che intendi?"
"Ho letto qualche giornale..."
"Mamma che vuoi sapere? Lo sai che puoi chiedermi le cose.."
"State insieme?"
"Si"
"Va tutto bene con lui?"
"Si mamma...è tutto ok"
"Mi piacerebbe conoscerlo meglio..."
Sospirai incrociando le braccia.
"Mamma è un pò presto non credi?"
"Sei stata una settimana intera con lui a LA, è stato un mese qui e vi vedevate praticamente tutti i giorni, vorrei solo sapere se mia figlia è in buone mani...non girano voci molto belle su di lui...lo sai vero?"
"Mamma quello è il passato"
"Sicuro?"
"SI!"
"Va bene...però rimango dell'idea che mi piacerebbe conoscerlo"
"Vediamo più avanti ok?"
"Ok...andiamo dai"
Uscimmo di casa dirigendosi verso casa dei miei nonni in auto. Avevano organizzato un party per non so quale preciso evento, ormai le motivazioni si sprecavano da quando il nonno era senatore e tenerli tutti a mente era alquanto difficile. Una volta arrivati notammo che c'era già molto gente e io sbuffai cercando di non farmi sentire da mia madre, entrammo in casa e i miei nonni si avvicinarono a noi e io fortunatamente fui presa da mio nonno che mi faceva rimbalzare come una pallina di ping pong da delle persone ad altre. Il nonno aveva preso bene il nostro ricongiungimento, andava in giro fiero a parlare di me, di ogni pregio, talento e successo accademico, inutile dire che in quell'anno per mia nonna non era cambiato assolutamente nulla. Dopo un pò riuscii finalmente a liquidare tutta quella gente e mi avvicinai al tavolo per mangiare qualcosa.
"Incastrata anche tu in questo party?"
Alzai lo sguardo vedendo un ragazzo che mi sorrideva e sorrisi per cortesia di rimando.
"Più o meno"
"Bè almeno c'è qualcuno di interessante, avevo paura di dovermi sorbire tutta la sera discorsi noiosi"
"Non penso fossi costretto a venire"
"Perchè tu no?"
Mi disse quasi retorico.
"Sono a casa dei miei nonni, direi di si."
"Che ne dici di conversare in un posto più tranquillo?"
"Veramente io vorrei solo mangiare qualcosa"
Lo superai prendendo un piattino e mettendoci su qualcosa da mangiare.
"Si possono fare entrambe le cose"
Scossi la testa e sospirai
"Vieni a queste cene nella speranza di rimorchiare?"
"No, per quello vado in qualche locale, non mi piacciano donne così grandi!"
Disse scherzosamente
"Ma stavolta sono stato fortunato"
"Io rivaluterei la tua fortuna..."
"Oh avanti"
"Non hai speranza di rimorchiarmi davvero, quindi puoi smettere già da ora e non sforzarti più di tanto"
"Non mi dai nemmeno una chance?"
"No, sono felicemente impegnata"
Si guardò intorno e poi ritornò con lo sguardo su di me.
"Devo preoccuparmi che spunti da un momento all'altro"
Mi disse sorridendo appena, non c'erano altri ragazzi lì a parte me e lui e quindi capii benissimo che mi stava prendendo in giro e probabilmente nemmeno credeva a quello che gli avevo detto.
"Non è qui"
"Meglio così allora"
Lo guardai truce
"Insistente eh?"
"Io direi perseverante"
"Soprattutto inutilmente"
Dissi scocciata più che mai, poi sentii il telefono squillare, vidi il display e sorrisi spontaneamente.
"Scusami, devo rispondere"
Mi allontanai e risposi immediatamente.
"Ehi, finito?"
"Ciao principessa...si sono appena arrivato a casa"
"Com'è andata?"
"Bene, come al solito...tu sei dai cari nonni?"
Sospirai cercando un angolo tranquillo
"Si purtroppo...mi sono già scocciata e sono qui solo da un'ora"
"Piccola...pensa a me"
"Se penso a te mi deprimo ancora di più perchè mi devo sorbire figli di papà sbruffoni, invece che stare con te"
"Chi?"
"Cosa?"
"Figli di papà?"
"Chi l'ha detto?"
"Serena...non mi confondi, l'ho inventato io questo giochetto"
Strinsi gli occhi dandomi della stupida da sola
"Dai lascia stare"
"No. Non sono lì con te, vorrei capire chi gironzola intorno alla mia ragazza!"
"Jake...nessuno davvero è solo un ragazzo"
"Solo un ragazzo? E' un ragazzo, lo so come pensano i ragazzi, io sono un ragazzo"
"Ok ok ho capito, sei poco geloso eh?"
"No...non lo so...se il fatto che mi infastidisce anche solo l'idea che un altro possa avvicinarti e parlarti, guardarti, sentire il tuo profumo, mentre io sono qui a cinquemila km da te, è gelosia, allora si sono geloso"
Sorrisi senza poterne fare a meno, erano piccole cose che facevano piacere anche se sapevo che comunque era dovuta anche al fattore distanza ed era parecchio frustrante il tutto...il problema era che avevamo appena iniziato.
"Non hai motivo di esserlo, non c'è partita per nessuno"
"Io di te mi fido, e degli altri uomini che non mi fido"
Vidi mia nonna guardarmi e avvicinarsi e mi affrettai a richiudere.
"Jake, devo andare...ti chiamo prima di andare a letto"
"Va bene...mi raccomando"
Lo salutai e chiusi la chiamata appena in tempo per vedere mia nonna arrivare vicino a me.
"Non è carino parlare al telefono in mezzo a tutta questa gente"
Mi disse guardandomi freddamente.
"Dovevo rispondere"
"Non sembrava questione di vita o di morte, potevi sicuramente evitare."
Alzai gli occhi al cielo sbuffando.
"Non mettermi in imbarazzo Serena"
"Non sto facendo assolutamente nulla"
"Molla quel tipo allora"
"Cosa?"
"Non è la persona giusta da frequentare, non mi piace vederti sui rotocalchi e le riviste scandalistiche"
Corrucciai la fronte infastidita
"Non dirai sul serio spero, non crederai davvero che lasci il mio ragazzo solo perchè me lo dici tu"
"Il mio ragazzo? Oh cielo sei proprio un'ingenua"
"Ingenua? Non sai niente!"
"Quello che so è che quando si stancherà di te e del tuo bel faccino, quando la novità sarà un'altra, tu sparirai così come sei arrivata. Non illuderti che durerà piccola intrigante, perchè non è così. Cosa pensi che una come te possa offrirgli? Potrebbe avere chiunque e appena se ne renderà conto, sarai solo una ragazzina con cui è stato un paio di volte"
Sentii il mio cuore gonfiarsi quasi fino a voler scoppiare di dolore e umiliazione. Perchè doveva parlarmi sempre così? Perchè doveva sempre screditarmi? Perchè non riusciva a vedere qualcosa da amare o da apprezzare in me?
"Non hai il diritto di dire queste cose ok? Non...non hai voce in capitolo, perchè non sei niente per me, non fai parte della mia famiglia, non fai parte della mia vita, quindi non hai nessun diritto su di me"
"Oh si invece cara, abbiamo fatto un patto"
"Cosa?"
"Un anno fa ricordi?"
"Ma...non...il ristorante non...non è stato nemmeno aperto, papà si è ammalato"
"E ci siamo occupati noi di tutto"
"Avete vinto le elezioni che cosa vuoi ancora?"
"Ti pago l'università, pago la scuola di tuo fratello, chi credi che stia aiutando tua madre con i conti in casa? Credi che col misero stipendio di tua madre riuscireste a fare tutto?"
Deglutii a vuoto guardandola preoccupata.
"Troverò un lavoro"
"Certo, la nipote di un senatore che fa la cameriera invece di studiare come dovrebbe...scordatelo"
"Non mi obbligherai a lasciare Jake ok?"
"Con o senza il tuo volere, questa storia finirà puoi starne certa...ora se vuoi scusarmi devo tornare dai miei ospiti"

VICTORIA'S POV

Mi allontanai da quella ragazzina stupida, non aveva capito nulla, ormai c'era dentro, niente sarebbe mai bastato per mettere fine, per ripagarmi di tutto quello che avevo perduto. Niente, non avrebbe avuto niente nemmeno lei, quello squallido attore si sarebbe tolto dai piedi molto presto, avrei fatto di tutto.
Sorrisi verso mio marito, ma non mi fermai accanto a lui ma raggiunsi Christopher.
"Ti avevo detto di fare amicizia con mia nipote"
"Ha un bel caratterino lo sa?"
Mi disse lui mentre prendeva una tartina dal tavolo.
"Ha preso da suo padre purtroppo.."
"Non è un apprezzamento carino visto quello che...bè si lo sa"
"Risparmiami la morale sulle anime in pace con Dio adesso...ti ho dato un compito Christopher, non mi importa come, ma portalo a termine ok?"
"Io posso anche provarci con sua nipote quanto vuole, ma dal sorrisetto che ha fatto appena le è squillato il cellulare, dubito fortemente che mi darà retta"
"Vuoi quello che ti ho promesso o no?"
"Non ho detto che non ci proverò"
"Provarci non basta Christopher...devi riuscirci, spingiti fino ad ogni limite, ma quei due devono lasciarsi...e in breve anche"
Dissi perentoria fissandolo negli occhi. Lui mi annuii serio finalmente e mi allontanai per tornare da mio marito e sperando davvero che tutto andasse come pianificato.

ANGOLO DI ARI

Eccomiiii scusate ma vi informo che d'ora in poi gli aggiornamenti saranno meno frequenti...e si purtroppo si. Devo preparare gli ultimi due esami e finire di scrivere la tesi quindi mi tocca :P ma almeno una volta a settimana aggiornerò se ce la faccio anche due ma non vi prometto nulla.
Ora che dire. Il capitolo si apre con il distacco tra i nostri due piccioncini T.T e si purtroppo è così, poi c'è una parte tra Serena e Denise mooolto carina e significativa a mio avviso...perchè si per chi non l'avesse notato (cosa impossibile) i due fanciulli non si sono ancora dichiarati amore, per quanto sappiamo perfettamente che Serena sia innamoratissima di lui.
Treza parte dialogo con la mamma appena accennato, ma giuro che la mamma di Serena avrà un ruolo importante più avanti e anche un'altra persona...e poi la festa dai nonni. Ho introdotto qualcuno in questo capitolo Christopher...che come avete capito dal pov di Victoria è pilotato da lei...pensavate che lei avrebbe lasciato Serena con Jake? Un attore? Uno che finisce costantemente sui giornali e può rovinare la reputazione della famiglia? Ovviamente no! Bene...le cose non dovevano andare proprio così onestamente, ma poi bò le cose si sono scritte da sole e sono contenta così! Grazie a chi legge e soprattutto a chi recensisce. Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo diciottesimo ***


                               

 

 

 

CAPITOLO DICIOTTESIMO

Guardai l'ora e presi i miei libri dal tavolo della biblioteca e li infilai in borsa, uscii e mi sedetti su una panchina vicino all'entrata dell'università, chiusi meglio il cappottino e mi sistemai sulla panchina. Mentre aspettavo decisi di prendere il libro su cui stavo studiando, incrociai le gambe sulla panchina e iniziai a studiare, quando qualcuno si sedette accanto a me.
"Guarda chi si rivede"
Alzai lo sguardo e lo voltai accanto a me.
"Non è possibile"
Dissi sospirando e alzando gli occhi al cielo.
"Fammi indovinare casualmente studi qui?"
Dissi poi retorica tornando con gli occhi sul libro.
"Studiavo...mi sono laureato questa primavera"
"Bene non vedo motivo perchè tu sia qui allora...ciao!"
Dissi scontrosa e antipatica sperando se ne andasse velocemente.
"Veramente sono venuto per ritirare dei documenti, mi servono per il tirocinio in ospedale"
Sospirai guardandolo, non aveva proprio intenzione di andarsene.
"Christopher"
Mi porse la mano a mo di presentazione, ma io fissai la mano e poi lui senza fare o dire nulla.
"Ok...tanto il tuo nome lo so già. Serena giusto?"
Corrucciai la fronte sorpresa.
"Come fai a saperlo?"
"Conosco tua cugina...io e il suo fidanzato abbiamo frequentato medicina insieme. Venerdì scorso non era alla cena, erano a casa dei genitori di lui giusto?"
Ok conosceva decisamente Valery e Michael.
"Che cosa vuoi?"
Dissi cercando di arrivare al dunque
"Conoscerti"
"Perchè? Ti ho già detto che se stai cercando di provarci è inutile, non c'è speranza"
"TI stai precludendo la possibilità"
Scossi la testa era inutile non riusciva proprio a capire.
"Serena.."
Sentii una voce chiamarmi e vidi Jake con gli occhiali da sole di fronte a me, sorrisi d'istinto, infilai veloce il libro in borsa e mi avvicinai veloce verso di lui e lo abbracciai con forza, poi gli diedi un bacio leggero sulle labbra. Lui mi spostò un pò i capelli dal viso e mi sorrise, poi posò lo sguardo su Christopher, mi girai solo dopo, me ne ero completamente dimenticata. Lui ci guardò e poi mi sorrise superficialmente.
"Ci vediamo Serena"
Alzai gli occhi al cielo e appena si fu allontanato presi la mano di Jake e gli diedi un altro bacio.
"Mi sei mancato"
"Anche tu principessa"
Lo tirai per la mano incamminandoci per uscire da lì prima che qualcuno lo riconoscesse.
"Chi era quello?"
"Chi?"
"Quel ragazzo Serena"
"Oh...sempre lo stesso del party dai miei nonni"
"Ancora?"
Disse lui fermandosi e fui costretta anche io a fermarmi.
"Jake che fai?"
"Cosa del concetto essere impegnata non capisce?"
Sorrisi scuotendo la testa.
"Non lo so, ma non passerò queso weekend a parlare di lui, non mi interessa ok?"
"Si hai ragione"
"Bene...ora c'è un piccolo problema"
Mi guardò corrucciando la fronte
"Quale? Ti ho già detto che sei completamente mia tutto il weekend a partire da ora"
Mi disse avvicinandosi e cingendomi delicatamente i fianchi mentre le mie braccia si allacciarono intorno al suo collo.
"Devo badare a mio fratello questo pomeriggio, è venuto fuori un impegno di lavoro a mia madre e devo andarlo a prendere fra..."
Tolsi un braccio e vidi l'ora, poi rimisi il braccio di nuovo come prima
"...mezzora. Ci vediamo stasera promesso"
"Posso sempre stare con voi"
Rimasi spiazzata dalla sua proposta.
"Davvero?"
"Perchè questa sorpresa? Se...se non vuoi che tuo fratello mi conosca non c'è problema davvero, ci vediamo stasera"
"No! No...va benissimo è che...non pensavo ti andasse tutto qui"
"Mi va, voglio stare con te"
Gli sorrisi e ritornai a camminare intrecciando le mie dita con le sue.
"Mia madre vorrebbe conoscerti..."
Dissi poi buttandola lì come se niente fosse, lui mi guardò un pò sorpreso.
"Oh...bè...questa non me l'aspettavo"
"Non...ho detto di si...insomma ho detto che è presto"
"Un pò...cioè...la verità è che non so come comportarmi in un a circostanza del genere, insomma, non...sono mai stato presentato ad una madre prima, non avendo mai avuto una vera relazione mi sembra anche ovvio.."
Sospirai continuando a camminare.
"E' che lei...insomma continua a dirmi che sono stata una settimana intera a LA da sola con una persona che non conosce e insomma vorrebbe farlo...ma le ho detto che preferivo aspettare, volevo solo fartelo sapere"
"Tesoro è tutto ok davvero, non devi agitarti. Magari possiamo organizzare un incontro la prossima volta che vengo a NY. Se per tua madre è importante e sta più tranquilla va bene"
Aprii la bocca sorpresa per dir qualcosa, ma non usciva nulla dopo un pò mi ripresi.
"Lo faresti davvero?"
"Serena, io voglio stare con te, ci ho messo più di un anno per capirlo, e adesso non mi farò certo fermare da questo o da qualcos'altro...o da quel damerino lì"
Gli sorrisi e poi lo guardai con aria di rimprovero quando si riferì a Christopher.
"Oh andiamo Jake, smettila di fare il geloso, non ha speranze"
"Non mi importa se non ha speranze, deve comunque starti alla larga"
Sorrisi radiosa adoravo il modo in cui si mostrava possessivo nei miei confronti, mi faceva sentire più sua e mi faceva capire che mi voleva davvero per sè. Mi alzai sulle punte e lo baciai rapidamente.
"Dai andiamo siamo quasi arrivati"
Dissi poi incitandolo a camminare, fino ad arrivare alla scuola di Dave. Intravidi quella piccola peste di sei anni con uno zaino enorme sulle spalle che mi correva incontro, lasciai la mano a Jake e mi piegai sulle gambe tendendo le braccia.
"Sere!"
Si lanciò su di me e lo abbracciai.
"Ciao piccolo!"
Mi staccai e arricciai le labbra in un gesto di bacio e lui mi diede un bacio. Da quando papà era morto, si era legato ancora di più a me e la mamma, quando ero mancata quella settimana mia madre mi aveva detto che aveva sofferto molto la mia assenza, ma che comunque avrebbe dovuto abituarsi ad evenienze del genere. Gli accarezzai la testa e mi misi in piedi, Dave si accorse poi della presenza di Jake e lo scrutò attentamente, lui si tolse gli occhiali da sole e gli sorrise.
"Ciao piccolo, sono Jake"
"Lo so"
Disse lui fiero
"Io sono David!"
Disse lui porgendogli la mano come fosse un uomo e non un microscopico moscerino, poi confronto a Jake era ancora più impressionante. Jake sorrise e poi gli strinse la mano seriamente trattandolo come Dave voleva essere trattato.
"Lo chiamiamo tutti Dave"
Dissi poi io mentre assistevo alla scena.
"Bè sarà lui a dirmi quando e se potrò chiamarlo così, vero David?"
Mio fratello annuì sempre fiero e serio colpito dal rispetto che stava mostrando Jake nei suoi confronti, io intanto mi divertivo come una matta. Dave era il bambino più dolce del mondo, era così dolce da toglierti il fiato, ma era possessivo nei miei confronti, mi adorava e stava sempre attento a chiunque vedesse vicino a me.
"Tu sei il fidanzato di Serena di Los Angeles vero?"
"Ne ha uno anche qui a NY per caso?"
"Jake!"
Lo rimproverai incrociando le braccia al petto.
"Si sono io"
"E' stata tanto lì con te"
"Un pò di giorni si...ti è dispiaciuto?"
"Si mi è mancata"
Disse lui poi guardandomi.
"Ti svelerò un segreto..."
Disse Jake piegandosi sulle gambe e arrivando ad un'altezza abbordabile per Dave.
"Le sei mancato anche tu...e lei è mancata anche a me in queste settimane"
Sorrisi guardandoli e sentendoli parlare come se io non fossi lì.
"Che ne dite di andare invece di stare qui?"
Mi guardarono entrambi e Jake si rimise in piedi e afferrò lo zaino di Dave.
"Che ne dici di darlo a me questo?"
Dave annuì e lasciò che Jake gli prendesse lo zaino, mentre io gli porsi la mano che lui afferrò prontamente, iniziammo a camminare per dirigerci a casa.
"Ho fame!"
Gridò Dave appena entrammo in casa.
"Ti preparo qualcosa...va qualcosa anche a te?"
"No grazie, io mi occupo del piccoletto qui andiamo"
Sorrisi vedendoli prendere confidenza e preparai un sandwich a Dave, appena entrai in salotto, li vidi perfettamente a loro agio a giocare, Jake se la cavava benissimo, d'altronde aveva dei nipoti e da quello che mi aveva detto spesso passava giornate intere con loro.
"Peste la merenda"
Dissi posando il piatto sul tavolino, Jake si alzò da terrà e si sedette sul divano e io sulle sue gambe.
"Sembra stiate facendo amicizia"
"Oh si mi permette anche di chiamarlo Dave"
Risi e scossi la testa
"Allora gli piaci"
"Sicura di poter venire stasera a cena?"
"Assolutamente si, mia madre rientrerà fra un'oretta"
"sarà meglio che me la svigni allora"
Disse lui ridendo e io mi attaccai a lui
"No resta ancora un pò, mi dispiace, dovevamo passare il pomeriggio insieme"
"Lo stiamo facendo no?"
"Grazie...per tutto, sul serio"
"Serena devi smettere di dire grazie lo sai?"
"Mi dispiace"
"E anche che sei dispiaciuta, sei venuta su fin troppo bene!"
Ironizzò lui e io gli sorrisi dandogli un bacio.
"Ehi! Non ho ancora deciso se puoi baciarla o no!"
Trillò mio fratello all'improvviso. Ci staccammo e io scoppiai a ridere insieme a Jake.
"Da quando in qua devi decidere tu peste?"
"Ok ok, non lo faccio più finchè non mi dai il permesso"
Disse poi Jake alzando le mani, io scossi la testa rassegnata.
"Principessa vado...ci vediamo stasera ok? ti mando un taxi"
Mi alzai con lui e gli diedi un bacio sulle labbra senza farmi vedere da Dave
"Ok a più tardi"
"Ciao campione!"
Jake salutò anche Dave e poi lo accompagnai alla porta. Appena mia madre rientrò iniziai a prepararmi, dopo essere uscita dalla doccia infilai un vestito nero a maniche lunghe con uno scollo a punta, corto che aderiva perfettamente al mio corpo. Stavi riacquistando il peso perso e ormai le mie forme stavano tornando morbide come prima. Per le otto arrivò un taxi a prendermi che mi portò in hotel da Jake, mi accompagnarono di sopra e io bussai alla porta. Venne ad aprirmi Jake che mi tirò immediatamente all'interno chiuse la porta e si gettò letteralmente sulle mie labbra facendomi finire contro la porta. La sua lingua si fece spazio nella mia bocca cercando la mia con la quale iniziò una danza calda e d'amore. Infilai le dita fra i suoi capelli giocandoci mentre lui continuava a togliermi il respiro con quel bacio desiderato per troppi giorni. Riuscimmo a staccarci dopo un pò e mi sorrise dandomi poi un bacio sulla punta del naso.
"Scusa, ma non sono riuscito a darti un bacio come si deve"
Sorrisi e una volta che ci allontanammo un pò riuscii a togliermi il cappotto e a notare l'allestimento della stanza. Il tavolo era apparecchiato elegantemente, cerano delle candele e non solo sul tavolo, erano sparse un pò qua e là per la stanza e c'era profumo di...bè non saprei di cosa in effetti, ma un profumo decisamente buono e rilassante.
"Jake...non dovevi, bastava una pizza davanti alla tv"
Dissi ironica guardandomi intorno, lui mi prese la mano facendomi girare verso di lui.
"Non ho mai potuto corteggiarti come si deve"
"E vuoi farlo ora che stiamo insieme?"
"No...vorrei...voglio solo fare qualcosa di carino, insomma passare del tempo come una coppia normale è difficile, rischiamo sempre di essere interrotti da qualcuno che mi riconosce, quindi anche se siamo bloccati da qualche parte, vorrei che fosse per lo meno carino"
"Sei proprio adorabile lo sai?"
Dissi sorridendogli sincera, era davvero dolce e carino a preoccuparsi di queste cose, cose alle quali io non davo poi molto peso, ma essendo una ragazza mi facevano comunque piacere.
"Grazie"
Ci sedemmo e iniziammo a mangiare e nonostante Jake prima fosse di fronte a me, dopo poco si sistemò accanto a me. Mangiammo senza poi riuscire a staccarci davvero, erano state due settimane lunghe e pesanti e soffrivamo l'uno assenza dell'altro, volevamo goderci quei giorni pienamente senza sprecare nemmeno un secondo.
"Cos'ha detto Dave a tua madre?"
"Di te?"
"Si"
"Niente...gli...ho chiesto di non dirle nulla"
"Ti vergogni di me?"
Disse lui scherzando
"No...siccome vuole conoscerti, ho pensato che avrebbe insistito e bè, volevo passare questi giorni in tranquillità sola con te"
"Mm mi piace quando sei possessiva"
Mi soffiò sulla guancia lasciandoci poi un bacio.
"Mi sei mancato"
"Anche tu piccola"
"Jake..."
Sospirai abbassando lo sguardo e rialzandolo poi su di lui.
"Io...ho bisogno di dirti una cosa"
Lui corrucciò la fronte e mi accarezzò il viso.
"Io non...non voglio che tu ti senta messo sotto pressione, ma se non te lo dico rischio di impazzire e sto blaterando, perchè quando sono nervosa blatero"
"Sere sta tranquilla puoi dirmi quello che vuoi"
"Ti amo...io sono innamorata di te da tanto tempo e non è mai cambiato nulla, mai e...io non voglio che tu mi dica che provi la stessa cosa se non sei sicuro, insomma, lo so che per te è tutto così...nuovo e..."
"..e stai blaterando ancora"
"Si lo sto facendo per evitare un silenzio imbarazzante"
"Sei sicura che ci sarà un silenzio imbarazzante?"
"Bè..."
Continuò ad accarezzarmi il viso osservandomi mentre io mi sentivo terribilmente agitata.
"Io non so nemmeno cosa sia l'amore, non l'ho mai provato, ma non credo sia questo il punto, tutti si innamorano per la prima volta, bisogna solo capirlo. Tutti dicono che quando ami una persona ti sudano le mani quando sei con lei, il cuore sembra esploderti nel petto, non riesci a mangiare...io non provo questo. Io mi sento terribilmente solo quando tu non ci sei, mi sudano le mani e il cuore batte agitato quando ti immagino dall'altra parte dell'America lontana da me, non riesco a pensarmi senza di te e morirei al solo pensiero che tu un giorno possa accorgerti di quanto tu sia speciale e di quanto io non sia abbastanza per te, perchè si io credo che tu potresti avere molto di più e non capisco cosa abbia fatto per essere stato così fortunato a trovarti. Io sto bene solo se so che tu ci sei ormai. E bè non sarò un esperto ma penso che questo sia quello che il mondo definisce amore. Ti amo Serena e ci ho messo troppo tempo per capirlo, non me lo perdonerò mai".
Trattenni il fiato ascoltandolo attentamente, ad ogni parola il mio cuore sussultava, mi sentivo stordita e quasi non ci credevo. Mi amava, mi amava più di quanto potessi pensare, mi amava così come lo amavo io e fu un crescere di emozioni dentro di me, tanto da non riuscire a trattenermi. Posai le mie mani sul suo viso e lo baciai, lo baciai per la prima volta con la consapevolezza che i nostri sentimenti erano alla pari, erano l'uno lo specchio dell'altra. Mi staccai ma lui mi riprese subito e tornò a baciarmi come se fosse l'unica cosa a garantirgli sopravvivenza. Ci alzammo e finimmo velocemente sul letto della camera ero seduta su di lui le mie mani era fra i suoi capelli mentre lui passò le sue mani sulle mie gambe che poi finirono sulle mie cosce e poi al di sotto della gonna del vestito. Sospirai sulle sue labbra che poi morsi piano, lo sentii cercare di sollevare il vestito, così mi alzai di poco sulle ginocchia permettendogli di sollevarlo e poi sfilarlo da sopra la testa. Alzai le braccia per facilitarlo e una volta sfilato sentii le sue mani scendere lente sfiorando i bordi del mio seno fasciato nell'intimo e sui miei fianchi. Lo lasciai fare e mi risedetti su di lui meglio mentre le sue mani mi accarezzavano lente la schiena, gli sorrisi con un velo di imbarazzo, ma completamente e irrimediabilmente innamorata di lui. Tra un bacio e una carezza rimanemmo entrambi con pochi vestiti addosso, sentivo la mia pelle bruciare a contatto con la sua e lui mi guidava in ogni  piccolo gesto che facevo o che azzardavo a fare, mi sentivo così inesperta, ma lui non me lo faceva mai pesare, era così preso da me come io da lui e rendeva il tutto perfetto. Le sue labbra accarezzarono tutto il mio corpo, così come le sue mani, facendo salire l'eccitazione alle stelle. Gemetti di piacere quando sentii le sue dita provocarmi piacere, mi sentivo in una bolla di piacere intenso, quella notte lasciai fare a lui ogni cosa, lo lasciai ricoprirmi di ogni genere di attenzione; facemmo così l'amore ancora una volta.

JAKE'S POV

Era così l'amavo e me ne ero accorto dopo troppo tempo, me ne ero accordo quando pensavo fosse troppo tardi. Dopo averla rivista ed esserle stato accanto dopo la morte di suo padre, avevo capito quello che provavo e avevo paura che fosse tardi. Si perchè lei si era appoggiata a me, si era aggrappata alla mia presenza ma non potevo essere certo che fosse dovuto al fatto che provasse qualcosa per me o se fosse dovuto al fatto che avesse bisogno di qualcuno. Così quando mi baciò in albergo avevo colto l'occasione per chiederle di venire con me LA, per testare me stesso e i suoi sentimenti per me. Ora, dopo che mi aveva palesato i suoi sentimenti, capii fosse il tempo per me e per lei di rendere evidenti anche i miei e mi sentii subito più libero, come se mi fossi tolto finalmente un freno e notai che era stato lo stesso per lei.
Avevamo così preso a cercarci e a fare l'amore, amavo occuparmi di lei ogni secondo, io che avevo vissuto il sesso sempre in modo...egoistico forse, non lo so, ma mi era sempre interessato relativamente della donna che si trovava nel mio letto. Ma lei era lei, era mia, volevo che sapesse fosse perfetta e meravigliosa in ogni piccola cosa, la sua timidezza e incertezza nei movimenti la rendevano ancora più speciale, il fatto che non avesse avuto chissà quale esperienza faceva in modo che potessi renderla ancora più mia. Capivo si sentisse come se fosse piccola e indifesa, ma non sapeva che invece era tutto ciò che avevo sempre voluto e non me ne fregava niente di tutto il resto, volevo sentirmi felice e volevo che lei lo fosse come me. Dopo aver fatto l'amore con lei, rimasi su un lato sollevato di poco su un gomito con la mano che mi sorreggeva la testa e le accarezzai il profilo delicatamente, mentre ogni tanto le lasciavo qualche bacio.
"Ti amo"
Le sussurrai appena sfiorandole il naso con le labbra.
"Ti amo anche io"
Mi disse lei mettendomi le braccia attorno al collo e tirandomi su di lei facendomi perdere l'equilibrio.
"Serena!"
Dissi ridendo cercando di non schiacciarla.
"E' che sono felice scusa"
"Non bisogna chiedere scusa perchè si è felici"
Le dissi dandole un altro  bacio leggero. Mi ridistesi accanto a lei e la portai su di me facendole appoggiare la testa sul mio petto e iniziai a giocare con i suoi lunghi capelli, la rilassava da morire ormai lo sapevo. Sospirò chiudendo gli occhi e dopo un pò strofinò la guancia su di me, sintomo che stava per addormentarsi, non lo faceva solo mentre si svegliava. Passarono pochi minuti e sentii il suo respiro lento e regolare, così chiusi gli occhi anche io e mi lasciai prendere dal sonno.

ANGOLO DI ARI

Eccomi quiiiii. Scusate per l'attesa, ma vi avevo avvertito T.T che mesi terribili che mi aspettano...bè non so ancora per quanto andrà avanti questa storia xD Ma ad ogni modo ci sono un paio di cose che devo prima sviluppare. Che dire? Si sono detti ti amo, bè Jake ha detto molto molto di più. Vi raccinto la storia più dal verso di Serena, quindi ho voluto regalarvi questa "chicca" (?). Insomma oggi sono breve via! Per i fan di TVD avevo in mente una OS Delena un pò triste, non so se trovo il tempo la scrivo xD vorrei farlo prima della scelta finale (Secondo me è Stefan), ma va bè, vi sto annoiando con cose che non interessano a tutti. Grazie a tutti davvero, sono contenta che la storia vi piaccia davvero, ero molto scettica all'inizio, ma avevo proprio voglia di scriverla. Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo diciannovesimo ***


                               

 

 

 

CAPITOLO DICIANNOVESIMO

Ritornai tardi a casa quella sera ero stanchissima, le giornate si stavano riempiendo sempre di più e mi sembrava di non avere nemmeno più cinque minuti per me. Appena rientrai in camera vidi ancora i libri che mi aspettavano sparpagliati sul letto, guardai l'ora. Erano le dieci potevo o dormire un'ora in più e filare quindi subito a letto dato che ero distrutta, oppure studiare almeno un'ora. Mi trascinai sbuffando sul letto sdraiandomi a pancia in giù e avvicinai uno dei libri, sentii squillare il telefono, lo presi e risposi.
"Pronto?"
"Serena..ma almeno il telefono lo guardi?"
Corrucciai la fronte passando una mano sul viso.
Iniziamo bene!
"Jake l'ho lasciato in borsa al circolo, o penso ai bambini o penso al telefono"
Ok decisamente rispondendo così stavo per scatenare l'ennesima discussione per telefono.
"Non credo che i genitori lascino i bambini fino alle dieci di sera lì"
Sbuffai mettendomi a sedere.
"Lo sai che resto lì fino alla chiusura per..."
"Serena non me ne importa, non se poi perdi l'autobus e devi tornare a piedi, da sola, al buio, non abiti in centro, comprendimi, mi agito e mi fai preoccupare"
"Ancora questa storia?"
"Quale storia? Mi preoccupo è normale! Se ti succede qualcosa io sono a sei stramaledette ore di aereo da te, sono dall'altra parte dell'America, non puoi pretendere che io stia calmo!"
"Bene, mi chiudi in casa d'ora in poi? Non so vuoi mettermi due guardie del corpo all'ingresso che mi accompagnino ovunque? Non crederai davvero che me ne stia chiusa in casa fino a quando non ci sei tu vero?"
Dissi alzando un pò la voce.
"Non ho MAI detto una cosa del genere e non lo farò MAI! Ma ti ho chiesto mille volte di uscire cinque dannatissimi minuti prima e prendere l'ultimo autobus!"
"Da domani ti racconto balle così non ti preoccupi"
"Ma perchè non capisci?"
"Sei tu quello che non capisce!"
"Io? Ma ti senti?"
"Io si, dovresti ascoltarmi anche tu!"
Sbuffai facendo un piccolo verso di rabbia e gli chiusi il telefono in faccia e spegnendolo.
"Al diavolo!"
Guardai i libri e li chiusi malamente mettendoli sulla scrivania, feci una doccia veloce e cercai di dormire un pò, anche se ormai ero irrimediabilmente nervosa. Erano giorni che continuavamo così, ogni singola sciocchezza diventava motivo di discussione tra noi; la distanza era una tortura ed era quella il motivo fondamentale del nostro nervosismo. Ormai passava troppo tempo prima che riuscissimo a vederci per più di 24 ore di fila e Jake passava più tempo su di un aereo che non a terra. Era terribilmente frustrante, era bellissimo vedersi, ma pessimo passare tutto quel tempo lontani l'uno dall'altra.
Era già venerdì sera e come se la cena dai miei nonni non fosse già una inflizione di grado inimmaginabile, quella sera c'era un altro noioso ricevimento. Scelsi un vestito e un paio di scarpe adeguate e mi preparai. Mentre sistemavo i capelli sentii suonare il telefono lo presi e mi sedetti sul letto allisciandolo con le mani.
"Ehi"
"Ciao principessa"
Sorrisi appena, mettendo le ultime cose in borsa tenendo il telefono incastrato tra l'orecchio e la spalla.
"Sei rientrato ora?"
"Si il mio agente l'ha tirata per le lunghe"
"Ancora niente copione?"
"No...non...sono abbastanza attraenti"
"Non parli delle probabili co-star vero?"
Dissi ironica mettendomi in piedi e andando davanti allo specchio sistemando i capelli.
"Nessuna sarebbe più attraente di te"
Mi soffiò al telefono e lo maledii.
"Jake..."
"Che c'è?"
"Non dirlo con quel tono...visto che poi non ci vediamo più nemmeno la prossima settimana"
Lo sentii sospirare.
"Mi dispiace ho cercato di disdire, o spostarlo ma me lo hanno messo proprio al centro del fine settimana"
"Jake non ti preoccupare...va bene"
"No non va bene sono già 15 giorni che non ci vediamo"
Credi che non lo sappia?
"Lo so..."
"Mi dispiace scusa"
"Ehi almeno non mi fai sentire stupida! Di solito sono io che mi lamento!"
Dissi per sdrammatizzare.
"Devo andare ho il ricevimento..."
"Si anche io, ceno dai miei."
"Oh"
"Tutto ok?"
"Si si...ci sentiamo dopo ok? Ti amo"
"Ti amo anche io piccola, fai la brava, e tieni il polipo lontano da te"
Risi e scossi la testa.
"A dopo"
Una volta lì come al solito dovetti sorbirmi discorsi pesanti e inutili, quando finalmente riuscii a liberarmi mi avvicinai al tavolo prendendo qualche tartina, a quei ricevimenti andava sempre a finire che morissi di fame, ormai ero tornata a mangiare regolarmente e avevo riacquistato il peso perso, le forme tornarono a vedersi sotto i vestiti che indossavo e il viso non era più scarno e sciupato. Ero intenta a scegliere cosa mangiare e soprattutto persa a pensare a come organizzarmi per poter andare il weekend successivo a Los Angeles e fare una sorpresa a Jake, quando fui colta di sorpresa e mi spaventai.
"Buh"
Sussultai e mi girai, appena vidi Chris scossi la testa e gli diedi un colpo.
"Chris mi hai spaventato"
"Quello era l'intento"
Presi delle tartine mettendole nel piatto.
"Niente fidanzato nemmeno questo weekend?"
"Se sono qui, ovviamente no"
Ci allontanammo dal tavolo e ci sedemmo su un divanetto e iniziai a mangiare qualcosa.
"Allora ti rinchiudi in casa anche questo weekend?"
Scossi la testa ingoiando quello che avevo in bocca.
"Sto dalla mia migliore amica"
"Bè sempre in casa!"
Lo guardai poco carinamente e ripresi a mangiare.
"Settimana prossima altro ricevimento ho sentito"
"Oh no, io non credo ci sarò, cercherò di andare a Los Angeles"
"Oh...non scende ancora lui?"
"Lavora...perchè ti do tutte queste spiegazioni?"
"Perchè abbiamo fatto amicizia?"
"Ecco esatto Chris, sai che tra  a me e te non ci sarà niente vero?"
"Sei stata cristallina grazie"
"Bene"
Allungò il braccio mettendolo sulla spalliera del divano e mi sfiorò i capelli.
"Chris!"
"Che c'è?"
"Smettila"
"Ok, ok vado a prendermi da bere"
Si alzò e si allontanò e io mi rilassai finalmente. Era terrificante quanto ci provasse nonostante continuassi a dirgli di smetterla, Jake sapeva perfettamente tutte le volte che lo vedevo e soprattutto perchè, dato che ero incastrata in questi ricevimenti. Mi faceva piacere avere qualcuno che stesse con me durante quelle noiose cene, ma non se questo significava dover stare a ripetere ogni cinque minuti che ero fidanzata, che amavo il mio ragazzo e che non avevo dubbi sui miei sentimenti.
Intanto anche quella settimana era già nel pieno del suo corso, il weekend ero stata con Denise e poi mi ero dedicata allo studio, avevo trovato dei biglietti low cost per il volo a LA ed ero felice per quello, la distanza stava diventando stressante e passavamo un giorno in pace ed amore e uno in lite totale, avevamo bisogno di vederci, lo sentivo io e lo sentiva lui. Dopo che la settimana passò lenta come se le ore si fossero moltiplicate, il venerdì ad ora di pranzo mi precipitai in aeroporto, presi il volo e dopo sei ore fui finalmente a LA. Presi un taxi e gli diedi l'indirizzo di casa di Jake, una volta lì uscii e bussai. Corrucciai la fronte vedendo che ci mettevano un pò, feci un passo indietro e vidi che le finestre del piano di sopra erano aperte, doveva necessariamente esserci qualcuno in casa. Avevo ancora la testa all'insù quando sentii aprire la porta, abbassai la testa e lo sguardo e vidi e una ragazza davanti a me. Occhi blu e grandissimi quasi da far paura, capelli lunghi e scuri mossi a perfezione, Un vestitino sottile, perfettamente coordinato ad accessori e stivaletti. Boccheggiai un attimo in cerca di aria mentre lei mi guardava sbattendo quelle sue lunghe ciglia su e giù.
"Si?"
Disse lei continuando a fissarmi.
"Io..."
Mi guardai intorno, magari avevo sbagliato casa..
"Mi sa che hai sbagliato! Se ti ritorna la parola fai un cenno eh!"
Mi sorrise acida e mi chiuse la porta in faccia. Io sgranai gli occhi e assunsi un'espressione infastidta.
"Strega!"
Mi avvicinai alla porta con decisione e bussai energicamente.
"Ancora tu? Hai ritrovato la lingua?"
"Tu magari dovresti frenarla un pò"
Dissi io scocciata.
"Jake?"
Dissi avanzando verso l'interno col trolley.
"Ehi no che fai"
Disse la ragazza tentando di fermarmi.
"Kelly, santo cielo, niente fan lo sai da anni che non...Serena!"
Vidi finalmente Jake arrivare ed avvicinarsi a me, prima mi guardò sorpreso, poi mi sorrise e mi venne incontro prendendomi il viso fra le mani e dandomi un bacio.
"Oh vi prego!"
Sentii dire dalla ragazza che ritrovai con una mano davanti agli occhi appena mi staccai da Jake.
"Oh avanti piantala, Serena lei è Kelly mia nipote, Kelly lei è Serena"
"Oh allora esisti davvero, e io che pensavo fossi un'invenzione tutta sua"
Sorrisi a Kelly e portai i capelli dietro le orecchie, dovevo capire che era sua nipote, avevano li stessi occhi. Era la prima volta che incontravo qualcuno della sua famiglia, non era ancora mai accaduto.
"Si sono vera"
"Io non mento!"
Protestò lui.
"Bè non è esattamente vero zietto"
"Non chiamarmi zio, ci spostiamo di appena otto anni di età, non farmi sentire vecchio!"
Risi scuotendo la testa.
"Non li dimostri tranquillo"
Dissi a mo di battuta.
"Oh ma che fidanzata divertente che mi sono trovato."
Mi prese in giro abbracciandomi e io sparii praticamente fra le sue braccia, ero così piccola e minuta confronto a lui.
"Bene io andrei, zietto ci vediamo nei prossimi giorni, intanto vado a dare la lieta novella in giro! La mamma impazzirà appena saprà che io l'ho vista!"
Mi sentivo un pezzo da collezione, arrossii abbassando lo sguardo, mentre Kelly lasciò un bacio sulla guancia di Jake.
"Mi raccomando Kelly, non fare tardi! E non date confidenza!"
"Uffa! Sei peggio di mamma a volte, ho 19 anni non 10, ciao Serena a presto"
"Ciao Kelly"
La vidi dirigersi verso la porta e poi mi sentii tirare da Jake e puntai lo sguardo su Jake che mi spostò i capelli all'indietro e mi avvicinò a sè.
"Non ci credo che sei qui"
"Sorpresa!"
Ridemmo insieme mentre lui mi abbracciò nuovamente e io appoggiai la testa sul suo petto.
"Come mai tua nipote era qui?"
"Ha litigato con mia sorella, quando fa così viene qui, sbraita e se ne va"
"Oh, fai da confidente?"
"No assolutamente no, solo che lei sa che non le direi mai di no, quindi viene qui nella speranza che l'aiuti con sua madre, e io ci casco ogni volta."
Risi mettendo una mano sulla bocca era proprio buffo quando si parlava di determinate cose.
"Sei carino a darle un appoggio, immagino l'avrai viziata un bel pò"
"Io sono lo zio posso viziare i miei nipoti, sono i genitori che devono essere duri"
"Oh si certo"
Dissi sporgendo le labbra in un espressione triste e offesa per prenderlo in giro, lui si avvicinò e catturò le mie labbra rapidamente fra le sue.
"Ventuno giorni, non ti vedo da ventuno giorni come ho fatto?"
Misi le braccia attorno al suo collo mentre lui continuava a sfiorarmi le labbra mentre mi parlava.
"Non lo so...ma ora baciami ti prego"
Dissi poi quasi disperata avvicinandolo e colmando la poca distanza fra le nostre labbra che finalmente si ritrovavano.
Mi sistemai al meglio fra le sue braccia e incrociai le mie dita con le sue appoggiando la schiena contro il suo petto e guardando le grandi vetrate tutte intorno su cui si rispecchiavano le luci in lontananza della città.
"Ho fame!"
Trillai dandogli un bacio sulla guancia.
"Posso saccheggiare la tua cucina?"
Mi alzai dal divano rompendo il contatto con lui e mi abbassai la sua camicia che avevo addosso.
"Che ti copri a fare, ho già visto tutto"
"Cretino!"
Dissi dandogli un colpo mentre lui rideva sonoramente.
"Ehi ehi non mi picchiare eh!"
"Perchè se no?"
Dissi io mettendo le mani sui fianchi una posa minacciosa.
"Perchè se mi alzo e ti predo sono guai"
"Mm...provaci!"
Lo vidi assottigliare lo sguardo e prepararsi ad alzarsi.
"Oddio"
Risi e iniziai a correre a piedi scalzi per tutto il salotto per poi dirigermi in cucina, lui mi raggiunse in breve e mi prese per la vita da dietro e io cercai di rannicchiarmi ma mi prese di peso fino a sollevarmi.
"No no dai!"
Urlai continuando però a ridere.
"Ok ok scusa!"
"Mm non basta"
Disse lui sempre reggendomi
"Dai amore ti prego!"
Lui si fermò e sentii finalmente i miei piedi poggiare per terra.
"Come hai detto?"
Disse lui in tono allegro lasciandomi andare.
"Cosa?"
"Mi hai chiamato amore"
Io sbattei un pò le palpebre e poi arrossi di botto rendendomi conto.
"Bè...puoi...puoi anche fare a meno di farmelo notare...e..."
Balbettai in imbarazzo. Lui si avvicinò e mi chiuse contro il ripiano della cucina delicatamente.
"Oh ma io adoro metterti in imbarazzo lo sai, adoro scoprire tutte queste cose per me strane sulle relazioni, mentre io ti insegno praticamente ogni cosa per quel che riguarda i rapporti...intimi...un pò come prima sai..."
Mi sentii soffocare dal caldo e dall'imbarazzo e mi nascosi ai suoi occhi contro il suo stesso corpo.
"Oh avanti smettila!"
Dissi in preda all'imbarazzo più totale, lo sentii ridere di gusto, sintomo che aveva ottenuto esattamente quello che voleva, mettermi in difficoltà. Sbuffai sonoramente e lo colpii su un braccio.
"Ti odio!"
Mi voltai prendendo delle cose per preparare dei sandwich un pò arrabbiata. Lui mi abbracciò da dietro avvicinandosi al mio orecchio.
"Bè è un peccato perchè io invece ti amo"
Sul mio viso spuntò irrimediabilmente un sorriso e misi i capelli dietro l'orecchio, continuando poi a preparare i sandwich.
"Ti amo anche io"

"Ma non voglio andarci..."
"Dai Sere, ti prego, fallo per me!"
Sbuffai per l'ennesima volta. Valery voleva che andassi ad una festa con lei, aveva litigato pesantemente con Michael e lui sarebbe stato alla festa e voleva tenerlo sott'occhio.
"C'è anche Chris avanti, non starai sola"
"Che c'entra che c'è Chris, forse proprio per questo non dovrei venirci!"
"Oh avanti...gli piaci"
"Ho un fidanzato e non per vantarmi ma è uno degli uomini più sexy e ambiti del mondo dello show business...e lo amo, non c'è partita"
"Lo so, lo so...peccato Chris è davvero carino"
"Io sono felicissima così"
"Allora me lo fai questo favore?"
"E va bene, passami a prendere"
"Va bene, grazie cuginetta a dopo!"
Alzai gli occhi al cielo e riagganciai, mi avvicinai all'armadio non sapendo assolutamente cosa mettere. Fantastico! Optai per una gonna che non arrivava al ginocchio blu e una camicetta bianca. Semplice, ma elegante, ma non troppo...insomma un vestiario per qualsiasi situazione. Indossai delle ballerine e stirai capelli. Dopo essermi truccata leggermente attesi il messaggio di Valery. Tra una cosa e l'altra avevo avvisato Jake, dicendomi che era una semplice festa, ma si raccomandava di tenere a distanza il polipo ad ogni modo. Si lo adoravo quando faceva così. Dopo che Valery mi avvisò di essere arrivata, uscii e mi infilai in auto, una volta arrivati alla festa ci mettemmo in caccia di Michael e fui grata di non conoscere nessuno di quelle persone. Prendemmo qualcosa da bere, prettamente non alcolico, e dopo un pò che cercavo di calmare ecco Michel che si era avvicinato e chiedeva a mia cugina di parlare, le sorrisi e la lasciai andare. Mi guardai intorno, ma Chris non c'era, così cercai una stanza vuota. Salii al piano superiore e mi infilai in una camera da letto, presi il telefono e cercai di far partire la chiamata. Jake mi aveva regalato un I-phone come il suo solo rosa, ma non ci capivo assolutamente nulla.
"Principessa!"
Rispose al primo squillo e sorrisi.
"Ehi...dove sei?"
"Casa, sto per cenare, poi mi vedo con degli amici al pub, tu? Già scappata dalla festa?"
"Magari! Non conosco nessuno e Valery si è allontanata con Michael, è terribile, odio stare qui"
Lo sentii ridere al telefono e mi imbronciai.
"Non ridere!"
"No amore non rido"
Le mie labbra si distesero in un sorriso.
"Hai detto amore"
Dissi dolce al telefono.
"Mm? Si? si...ti dispiace?"
Scossi la testa anche se non poteva vedermi.
"Per niente...ti lascio se no fai tardi, io cerco di recuperare Valery o di prendere un taxi"
"Ok...ti prego avvisami ok? Non farmi impensierire"
"Appena sono a casa ti mando un sms"
"Ok così ti chiamo"
"Jake non c'è bisogno"
Dissi ridendo.
"Avvisami che ti chiamo"
Disse con tono che non ammetteva repliche.
"Va bene...ti amo"
"A dopo ti amo anche io"
Chiusi la chiamata e mi avvicinai alla porta l'aprii e mi spaventai da morire, dato che aprendola mi ritrovai Chris davanti.
"Dio Chris sei impazzito!"
Dissi con il cuore a mille. Appoggiai una mano sul cuore e cercai di regolarizzare il mio respiro, poi lo vidi parecchio serio, lo guardai stranita e un pò nervosa.
"Scendiamo dai"
Dissi avanzando
"No"
Disse lui secco e con tono forte e deciso, un odore indistintamente di alcool arrivò alle mie narici.
"Chris sei ubriaco...hai bisogno di una boccata d'aria andiamo fuori"
Lui si parò nuovamente davanti a me e mi afferrò con forza da un braccio entrando e chiudendo la porta sulla quale mi fece praticamente finire contro e sentii la maniglia premere direttamente contro il fianco e gemetti di dolore mentre lui mi trattenne per le braccia stropicciando la sottile stoffa della camicetta. La borsa finì per terra e io lo guardai impaurita.
"Chris! Chris lasciami mi fai male!"
Dissi iniziando a sentire dolore non solo al fianco ma anche alle braccia mentre lui continuava a stringere la presa.
"TU! Stai rovinando tutto"
"Di che parli! Christopher lasciami!"
Mi spinse ancora di più contro la porta e sentii gli occhi iniziare a pungere per le lacrime.
"Se ti lascio andare sarà finito tutto, non posso...che cosa ti costava?!"
"Ti prego, non so nemmeno di cosa stai parlando!"
Cercai di prendere forza, il più possibile e cercai di spingerlo per liberarmi, lui indietreggiò, ma non mi lasciò andare. Essendo lui ubriaco perse l'equilibrio e caddi con lui per terra sbattendo un pò la testa all'angolo del letto. Cercai di rialzarmi e lui mi riafferrò nuovamente per i fianchi, cercai ancora di usare tutta la forza che avevo dato che era instabile per l'alcool e lo colpii più forte che potei e si lasciò andare di schiena sul pavimento. Mi rialzai veloce presi la borsa e aprii la porta. Mi girai verso Chris che era ancora a terra con gli occhi aperti che guardava il soffitto, uscii velocemente scappando dalla casa e cercai un taxi. Una volta dentro il mezzo mi toccai la fronte e vidi del sangue sulla mano che tremava. Deglutii a vuoto sistemandomi la camicia.
"Signorina è tutto ok?"
Sussultai alle parole dell'autista e annuii non riuscendo a dire altro che l'indirizzo di casa mia. Appena rientrai vidi le luci spente, fortunatamente mia madre era già a letto, mi avvicinai alla mia stanza e una volta dentro sentii le gambe cedere un momento e mi aggrappai alla maniglia della porta chiusa. Mi avvicinai allo specchio e sbottonai la camicia, notando una chiazza rossa sul fianco che ai bordi cominciava a cambiare colore e diventare violacea. La tolsi completamente Notando i segni rossi sulle braccia poco più su dei polsi e crollai. Iniziai a piangere respirando affannosamente, mi precipitai nel bagno della mia stanza e cercai i calmanti che mi avevano prescritto subito dopo la morte di papà. Ne presi uno e dopo che smisi di tremare mi disinfettai il piccolo taglio sulla fronte. Mi cambiai indossando il pigiama e mi adagiai piano sul letto cominciando a sentire un pò di dolore. Scrissi un messaggio a Jake avvisandolo che ero tornata a casa, ma ero stanca e non sarei riuscita a rimanere sveglia ancora per molto, così evitai che mi chiamasse, non sarei riuscita a parlargli normalmente. Iniziai a sentire l'effetto del calmante, mi infilai sotto le coperte e mi addormentai in breve.

ANGOLO DI ARI

Ok ho paura per questa svolta, ho paura per quello che potrete pensare sono onesta. Non so come mai, ma purtroppo le cose quando escono non possono essere frenate, o almeno io faccio così, lascio che la storia si scriva da sola. Infondo avevo detto che era una storia strana e molto piena, quindi niente ecco qui. Potete dirmi quello che volete davvero, sono pronta lo so che è un azzardo ma va bene. Ritornando all'inizio ho messo dei momenti di quotidianità tra Jake e Serena, dalla litigata per il nervosismo di non potersi vedere e la lontananza, alle chiamate dolci e spiritose, a piccole sorprese sempre gradite (e annesso incontro con un membro della famiglia di Jake, la nipote, ci sarà altro in questo senso). Ora spero che non mi odierete e non mi darete troppo contro, ma ripeto sono pronta a tutto ho rischiato un pò. Bene come avete notato gli aggiornamenti sono un pò rallentati, ma sto preparando gli ultimi due esami e la tesi quindi sono impegnatissima. Alla prossima! Cercherò di non farvi aspettare troppo! Ari.
PS Dopo ben quasi 20 capitoli mi sono appena accorta di essermi sempre mangiata un your nel titolo! Chje vergogna mamma mia xD ho corretto...comunque piccola curiosità il titolo è una frase della canzone Wherever you will go è questa canzone che mi ha ispirato la storia, ma non la versione dei the Calling, bensì la cover di Charlene Soraia...ascoltatela è davvero bella :) Baci Ari

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo ventesimo ***


                               

 

 

 

CAPITOLO VENTESIMO

Il mattino seguente mi svegliai intorpidita e mi mossi un pò nel letto, ma mi lasciai sfuggire un gemito di dolore mentre mi rigiravo nel letto. Mi alzai piano notando un pò di sangue sul cuscino e mi toccai la fronte. La ferita continuava ancora un pò a sanguinare. Posai i piedi direttamente per terra e mi misi in piedi tenendo una mano sul letto temendo di crollare a terra. Mi sentivo completamente indolenzita. Nel momento in cui mi sistemai di fronte allo specchio, presi un respiro ed alzai di poco la maglia guardando il fianco. I contorni erano diventati violacei e il centro ancora di un rosso evidente tendente a trasformarsi in viola. Mi morsi le labbra notando che il livido si stava praticamente espandendo in lunghezza e larghezza. Sentii gli occhi riempirsi di lacrime e cercai di respirare a fondo per calmarmi, alzai una delle due maniche del pigiama notando dei segni sulle braccia al di sopra dei polsi, che lasciavano intravedere perfettamente la forma delle dita. Sentii le lacrime salire sempre più ai miei occhi e mi allontanai dallo specchio tornando sul letto in preda al panico. Non sapevo assolutamente cosa fare. Pensai a Jake e fui immediatamente terrorizzata dall'idea che lo scoprisse e soprattutto dall'idea della sua reazione. Presi il mio I-phone e lo accesi trovando dei messaggi di chiamata di Chris e mi sentii nuovamente assalire dal panico, poi notai anche una chiamata di Denise. Riposi il telefono sul comodino e cercai di pensare a cosa fare, mi sentivo in un mare in tempesta, avrei solo voluto piangere in quel momento. Sentii la porta d'ingresso suonare. Mi avvicinai timorosa ancora in pigiama e spiai dall'occhiello per vedere chi fosse dopo di che aprii.
"Ehi, ma eri ancora a letto?"
Denise entrò in casa sorridendomi
"Dovevamo pranzare insieme, sono venuta al campus, ma non c'eri, il telefono era staccato, così sono passata...oddio ma che hai fatto alla testa?"
Parlò velocemente, ma io quasi non mi rendevo conto di quello che diceva.
"Oh...no io...niente...ho preso in pieno la porta ieri"
"Oh...sicura non servano dei punti? Sembra che sanguini ancora..."
"No, no è tutto ok"
"Allora? Si pranza?"
"Io..."
Mi guardò stranita e si avvicinò.
"Sere stai bene?"
"Si è che mi sono appena svegliata"
"Siete tornate tardi ieri?"
"Mm"
Mugugnai appena andando in camera mia. Mi guardai intorno preoccupata che notasse qualcosa che non andasse, ma in realtà la stanza era perfetta.
"Serena...ma sei sicura di sentirti bene?"
"Si...non ho molta fame al momento"
Mi guardò arricciando il naso e scrutandomi bene.
"Ti accompagno però magari"
Cercai di sembrare il più normale possibile e presi un cambio di vestiti. Mi alzai sulle punte per raggiungere un parte più alta dell'armadio e sentii Denise chiamarmi.
"Serena...che hai lì?"
Abbassai di colpo la maglia del pigiama
"Niente"
Dissi cercando di sviare il discorso e la sua attenzione.
"Sere...fammi vedere"
"Non ho niente!"
"Serena!"
Mi sollevò la maglia mentre io cercavo di tenerla giù finchè involontariamente non mi colpì sul livido e percepì il mio dolore dato il lamento che ne uscì dalla mia bocca.
"Oddio Serena"
Disse lei quando finalmente riuscì a vedere il mio livido, mentre io scoppiai a piangere. Mi alzò le maniche della maglia notando il resto dei segni e mi guardò spaventata.
"Oh mio dio ma che ti hanno fatto?"
"Denise ti prego"
Dissi io tra le lacrime.
"E' stato Jake?"
Alzai il viso rigato di lacrime verso di lei e la guardai terrorizzata.
"NO!"
"Serena devi dirmelo"
"Denise, come puoi pensare che sia stato lui?"
Dissi tra le lacrime.
"Bè...perchè chiunque ti abbia fatto una cosa simile doveva avere un contatto diretto con te...è la prima cosa a cui si pensa in circostanze del genere ok?"
Scossi la testa cercando di asciugare le lacrime.
"Denise ti prego non dire niente ok?"
"Dire cosa? Ora tu fili in ospedale e poi direttamente alla polizia!"
"No!"
"No? Oh si invece e immediatamente anche"
"Denise ti prego Jake non può saperlo, e nessun'altro insieme a lui"
"Non esiste"
"Ti prego, se lo scopre reagirà molto male, lo cercherà"
Dissi confusamente e in preda al panico.
"Lo cercherà? Ma che...oddio è stato Christopher!"
"Denise ti prego"
Mi guardò confusa e dopo che mi fece calmare le raccontai quello che era successo la sera prima, descrivendole come si erano susseguite le cose fino al mio ritorno a casa.
"Serena il fatto che lui fosse ubriaco non lo giustifica affatto, devi denunciarlo e stare alla larga da lui"
Asciugai le ultime lacrime rimaste e scossi la testa.
"Ha detto cose troppo strane devo parlarci"
"Tu sei pazza! Non ti ci avvicini nemmeno con una guardia del corpo al tuo seguito. Serena se non vai dalla polizia ci vado io!"
"Denise ti prego, devo capire..."
"Tu sei troppo testarda, tu sei matta...almeno andiamo in ospedale per favore...quei segni peggioreranno nei prossimi giorni"
"Niente ospedale..."
Denise protestò animatamente, capivo che era preoccupata, ma se fossi andata in ospedale lo avrebbero scoperto tutti...senza contare che poteva benissimo esserci Chris.
"Vado in farmacia a prenderti qualcosa allora...non puoi farlo passare senza nemmeno un medicinale...torno tra poco"
Dopo un'oretta Denise tornò con della pomata per ematomi e antidolorifico da prendere se il dolore era troppo forte. Restò ancora un pò con me cercando di convincermi ancora a portarmi in ospedale e alla polizia, ma io fui irremovibile, riuscii inoltre a convincerla a non dire nulla nemmeno a Jason, anche perchè sapevo che lui non avrebbe mai mentito a Jake. A Denise costava molto quello che le avevo chiesto, ma se diceva tutto a Jason tradiva me e io ero certa che non lo avrebbe mai fatto.
Il giorno seguente mi svegliai presto, sentivo il livido sul fianco pungere a dismisura così mi alzai controllandolo allo specchio e trovandolo peggiorato. Presi la pomata che mi aveva lasciato Denise e la stesi sul livido. Mi morsi le labbra per il dolore e cercai di respirare a fondo, presi poi una pillola di antidolorifico, anche se non erano molto forti, ma almeno rendevano sopportabile il dolore. Guardai la ferita sulla testa e la disinfettai di nuovo, sembrava che non ci fosse poi davvero bisogno di punti, nonostante il taglio non fosse superficiale. Mi vestii cercando di mettere qualcosa che non mi stringesse troppo in vita e poi uscii di casa per andare a lezione. Una volta lì, mi diressi verso il cortile del campus che dovevo attraversare per arrivare al corridoio che mi avrebbe portato all'aula. Intrapresi la strada e mi accorsi di Chris su una panchina che si guardava intorno. Aveva provato a richiamarmi più volte, ma io avevo sempre evitato di rispondere, non ero ancora pronta e ne fui certa nel momento in cui lo vidi. Il panico mi assalì e il cuore cominciò a battere forte nel mio petto, il respiro si fece corto e irregolare. Indietreggiai e tornai indietro velocemente prima che potesse vedermi. Camminai a passi svelti cercando di andare via il più velocemente possibile, improvvisamente sentii una mano sui miei occhi e un'altra che mi cinsero i fianchi. Non sapevo se urlare per lo spavento o per il dolore. Poi una voce arrivò al mio orecchio e riuscii a trattenermi.
"Dove scappa principessa?"
Rimasi rigida nonostante riconobbi Jake e mi staccai per voltarmi, gli sorrisi forzata cercando di regolarizzare il respiro, lui mi notò strana e diventò serio d'un colpo.
"Amore ti ho spaventata? Che hai fatto qui?"
Sospirai cercando di sorridergli, mentre lui sfiorò il taglio sulla testa.
"Un pò..."
Dissi sincera poi però per non insospettirlo gli buttai le braccia al collo abbracciandolo e sentii lui abbracciarmi di rimando strinsi i denti sentendo il livido pungere e boccheggiai quasi mi mancasse l'aria.
"Volevo farti una sorpresa"
"Ci sei riuscito"
C'era riuscito eccome. Avevo già progettato tutto, avrei creato impegni su impegni per le prossime due settimane sperando che il livido si riassorbisse così da far in modo che lui non lo vedesse, ma questa sorpresa non ci voleva.
"Come mai qui?"
"Ho un pò di tempo libero e sono venuto a New York dalla mia meravigliosa fidanzata"
Mi disse prendendomi per mano e avvicinandomi a lui, io gli sorrisi dolcemente e gli diedi un bacio veloce dato che eravamo...mi guardai intorno, eravamo casualmente davanti al suo albergo, lui notò il mio gesto e sorrise.
"Ti ho riconosciuta mentre passavi, sarei venuto dopo a casa tua"
"Ok, ero di fretta"
"Non avevi lezione?"
"Si, ma me l'hanno cancellata e non lo sapevo..."
"Stai con me allora, saliamo dai"
"No, ho detto a mia madre che sbrigavo delle commissioni"
Dissi per prendere tempo.
"Ok...pranziamo insieme?"
"Si certo."
"Ti aspetto qui"
Sospirai affranta stavolta non era fatto apposta.
"Devo badare a Dave...vieni tu da me ok?"
"Va bene...vieni"
Mi tirò per una mano e ci nascondemmo dietro una colonna dell'entrata dell'hotel e mi baciò prendendomi il viso fra le sue mani, lasciai che la sua lingua accarezzasse la mia e posai le mie mani sulla sua vita lasciandomi andare, con lui mi sentivo sempre al sicuro, sempre in pace con me stessa anche se con quel terribile segreto da mantenere.
"Ora puoi andare"
Gli sorrisi mettendo me mani sui suoi polsi mentre le sue mani erano ancora sul mio viso, le staccai piano e gli diedi un altro bacio veloce.
"A dopo"
Gli sorrisi e mi allontanai velocemente decidendo di tornare a casa per evitare di incontrare di nuovo Chris. Dopo che mia madre prese Dave da scuola, corse a lavoro, mentre io iniziai a preparare il pranzo. Poco dopo arrivò Jake che si mise a giocare con mio fratello mentre io finivo di preparare il pranzo. Riuscimmo a pranzare in tranquillità e la presenza di Dave mi permise di evitare argomenti troppo seri con Jake o indagini da parte sua sulla settimana. In primo pomeriggio però dovetti accompagnare Dave dai vicini, dato che i due bambini si erano messi d'accordo per vedersi e fare i compiti insieme, dopo cinque minuti fui di nuovo a casa e vidi Jake gironzolare in camera mia. Mi avvicinai rimanendo sulla soglia.
"Che fai spii frale mie cose?"
Lui si voltò verso di me e alzò le mani sorridendomi
"Non sto facendo niente giuro, guardo solo la bacheca"
Mi avvicinai anche io e vidi la bacheca in legno con varie citazioni, o stralci di canzoni, o passi di libri attaccati qua e là.
"Hai tutto in un posto preciso"
Risi scuotendo la testa
"No credimi se vedessi l'armadio ti spaventeresti"
Mi prese per mano e si sedette sul letto e io mi sedetti composta sulle sue gambe.
"Non mi hai risposto stamattina, che hai fatto alla testa?"
Disse sfiorandomi di nuovo il taglio.
"Non ho visto la porta, l'ho presa di taglio, sia che sono sbadata"
"Mm si lo so"
Alzò il viso verso il mio e mi sfiorò lo labbra, misi una mano sul suo viso e ricambiai il bacio.
"Ora miss sbadataggine posso occuparmi io di te?"
Gli sorrisi ancora ad occhi chiusi e con la fronte appoggiata alla sua, mi sentii scivolare dalle sue gambe al letto e misi una mano indietro appoggiandola sul materasso quasi per cercare sicurezza. E ora? Mi distesi un pò sul letto mentre lui mi baciava in modo lento ma avvolgente e io dovevo trovare il modo di fermare tutto quello ma come? Sentii il suo corpo a contatto con il mio e di conseguenza anche con il mio fianco che iniziò a farmi male irrimediabilmente, le maniche del maglioncino iniziarono a salire un pò e mi irrigidii terrorizzata, dovevo fare qualcosa.

JAKE'S POV

Ero andato a New York per fare una sorpresa a Serena, avevo un pò di giorni liberi e volevo approfittarne. Appena arrivai mi diressi in albergo sapendo che lei aveva lezione, ma subito dopo la vidi passare freneticamente davanti a me e mi era sembrata quasi spaventata, l'avevo fermata, aveva sviato occhiate e domande, era decisamente strana. Se in una cosa ero bravo, era quella di capire quando qualcuno fingeva palesemente davanti a me. Probabilmente il lavoro di attore mi aiutava parecchio in questo, ma sta di fatto che ero bravo a capirlo, se poi la persona a farla e quella che amavo la cosa si era mostrata ancora più facile. Serena non era mai stata in grado di mentirmi fin da quando ci eravamo conosciuti, era stata una cosa strana sin dall'inizio, ma lei non riusciva a farlo e anche io avevo difficoltà, per questo facevo affidamento a tute le mie doti recitative come in quel momento. La stranezza era continuata a pranzo ed era stata preceduta dal giorno prima per telefono. Era assente e poco partecipe, quasi non fosse dall'altro lato del telefono, aveva tagliato corto tutte le conversazioni e ci eravamo sentiti poco o niente. Era il momento di capire. Anche i suoi baci in quel momento erano tesi e i suoi gesti forzati, insistetti proprio di proposito. La feci stendere sotto di me e presi a baciarla, lei rispondeva, ma sembrava che stesse pensando ad altro, la sentii sussultare appena, nel momento in cui le sfiorai i fianchi. Aprii gli occhi per spiarla continuandola a baciare e sembrava quasi stesse trattenendo qualcosa, tornai a toccarle i fianchi questa volta da sotto la maglia e la vidi staccarsi bruscamente dalle mie labbra senza riuscire a trattenere un lamento, mi spostò la mano e cercò di mettersi seduta. Corrucciai la fronte e tentai di alzarle il maglioncino.
"Jake"
"Sta ferma"
Tentai di nuovo inutilmente.
"Che fai sei impazzito?"
La presi con le mani dalle braccia, non riuscii nemmeno a stringerla seriamente che sfuggì dalla presa.
"Che succede?"
"Niente a te cosa prende?"
Mi disse lei di tutta risposta.
"Non prendermi in giro non ci riesci. Togli la maglia"
"Cosa? Ma sei sicuro di stare bene?"
"Serena..."
"NO!"
"Che diamine hai fatto alla testa?"
Rimase spiazzata e boccheggiò un momento.
"Io...te l'ho detto...ho"
"Non prendermi in giro. Ti sei fatta male anche altrove"
"Dio Jake ma che hai?"
La presi di proposito per i fianchi stringendo un pò di più e la vidi aprire di poco la bocca quasi in ricerca di aria per il dolore, la lasciai immediatamente.
"Non dirmi che hai sbattuto alla porta e togli la maglia"
Mi guardò agitata e i suoi occhi si riempirono immediatamente di lacrime. Le presi piano il viso fra le mani, mentre delle lacrime scivolarono lungo le sue guancie che prontamente asciugai con le dita.
"Amore ti prego dimmi che è successo"
La implorai, stavo per impazzire seriamente, lei scosse la testa non volendo parlare.

SERNA'S POV

Jake aveva già capito che qualcosa non andava ed era stato maledettamente bravo a condurmi al punto di non potergli più mentire e rifiutarmi dopo che però tra il terrore e i singhiozzi gli dissi ciò che era successo e gli avevo mostrato i lividi, uscì come un furia dalla mia stanza.
"Jake!"
Gli urlai dietro ancora piangendo.
"Jake ti prego!"
"Cosa? Dimmi dove lo trovo o giuro che setaccio tutta questa stramaledetta città"
Scossi la testa cercando di respirare.
"Jake no!"
Lo presi per un braccio cercando di fermarlo.
"Perchè ti ostini a difenderlo!"
"Perchè ho bisogno di te!"
Dissi gridando.
"Ho bisogno che mi abbracci e mi dica che andrà tutto bene, che mi ami e che non mi farai mai una cosa del genere!"
Scoppiai a piangere più di quanto non stessi già facendo e lo vidi guardarmi di colpo triste e si avvicinò prendendomi fra le sue braccia, stando attento a non farmi male, io mi strinsi a lui continuando a piangere.
"Sssh sono qui, non ti accadrà più niente, mai più, non potrei permetterlo"
"Ti prego giurami che non farai niente"
Lo sentii solo abbracciarmi e non rispondermi, mi staccai un pò e lo guardai negli occhi con i miei ancora in lacrime.
"Jake...promettimelo"
Continuò a guardarmi senza darmi una risposta seria e lo guardai disperata
"Ti prego..."
"Te lo prometto"
Lo abbracciai sperando che fosse vero, che non avrebbe fatto niente, non avrei sopportato che potesse mettersi nei guai per me, era un personaggio pubblico e se si fosse saputo sarebbe stato davvero un grosso problema. Ritornammo in camera e mi sedetti sul letto appoggiando la schiena contro la testata del letto. Jake mi preparò una camomilla e me la portò.
"Almeno la camomilla so farla"
Mi disse accennando un sorriso e sedendosi accanto a me. Bevvi un sorso e poi appoggiai la testa sul suo petto e sentii il suo cuore battere rumorosamente.
"Mi sa che la camomilla serve più a te che a me"
Dissi facendo finta di scherzare, ma in realtà ero davvero preoccupata.
"Sto benissimo amore non preoccuparti"
Sospirai appoggiando nuovamente la testa sul suo petto ero davvero preoccupata che facesse qualche sciocchezza, ma in realtà non poteva contattare o trovare Chris in nessun modo, quindi ero in parte tranquilla.
"Sei sicura di non voler..."
"No"
Dissi per l'ennesima volta.
"Serena.."
"Jake, era ubriaco e ha detto delle cose strane...voglio capire"
"Sai che non ti permetterò di vederlo ancora vero? Non mi interessa come, ma non ti si avvicinerà più"
"Jake..."
Sospirai sperando che si calmasse era davvero agitato anche se cercava di non darlo a vedere. Sentii la porta di casa aprirsi.
"Serena sono a casa"
Guardai l'ora erano le 8 e mia madre era rientrata con Dave. Vidi Jake mettersi seduto meglio sul letto.
"Sono qui!"
Mia madre si avvicinò in camera e mi guardò, poi guardò Jake che si alzò immediatamente.
"Salve"
"Salve"
"Mamma lui Jake, Jake mia madre"
Mi sentivo stupida a dover fare presentazioni inutili e formali, sapevano bene chi erano!
"Scusi l'invadenza signora James"
"Figurati...tutto ok?"
Disse poi verso di me
"Si certo"
"Jake ti fermi a cena con noi?"
"Si!"
Trillò Dave che si era già avvicinato a Jake.
"Un'altra volta, sono passato perchè Serena non si sentiva granchè bene, ma ora vado, la ringrazio comunque"
Mia madre gli sorrise e poi mi guardò.
"Stai bene?"
"Si sarà la stanchezza o l'influenza"
"Ok...Dave andiamo su, in doccia e poi a cena"
"Ciao campione"
Jake salutò mio fratello e mia madre e poi si girò verso di me, presa la tazza con la camomilla che avevo lasciato sul comodino e me la porse.
"Finisci almeno questa...io vado"
Si chinò su di me dandomi un bacio, gli presi la mano prima che si allontanasse.
"Jake.."
"Vado in albergo, sta tranquilla"
Gli lascia la mano lasciandolo andare sperando che andasse davvero in albergo. Non che potesse fare molto, New York era grande, ma avevo comunque una brutta sensazione, la storia non sarebbe di certo finita lì.

JAKE'S POV.

Lo sapevo, me lo sentivo. Era inutile. Ero certo che non potevo fidarmi di quel ragazzo, c'era qualcosa che non mi convinceva, mi ero sempre detto che era pura gelosia e anche giustificata, ma in realtà era solo sesto senso. Promesse o non promesse, prima o poi lo avrei trovato, non sapevo bene come, ma lo avrei trovato. Una volta uscito da casa di Serena potei mostrarmi nervoso quando mi piaceva fermai un taxi e mi diressi verso casa di Jason.
"Jake!"
Entrai senza nemmeno salutarlo.
"Denise?"
Jason mi seguiva preoccupato.
"Che diamine succede?"
"Dov'è la tua ragazza?"
"Nervoso?"
"Un tantino si"
"Cos'è questa confusione?"
Alzai lo sguardo verso Denise che scendeva dalle scale del piano di sopra.
"Lo sapevi?"
"Sapere cosa?"
"Denise per favore, non sono dell'umore"
Sospirò incrociando le braccia al petto.
"Te l'ha detto?"
"Facciamo pure che l'ho scoperto...voleva tenermelo nascosto"
Sentii Jason sbuffare esasperato.
"Qualcuno può cortesemente spiegarmi che cosa diavolo sta succedendo?"
Sospirai e mi sedetti sul divano dopo di che gli spiegai sommariamente quello che era successo.
"Deve denunciarlo"
"Non vuole"
"E' ridicolo"
"Lo so"
"E' una sua decisione"
Si intromise Denise.
"Sentite fosse per me ce l'avrei portata subito alla polizia, ma non ha voluto"
"Non può non farlo, non è giusto, tutti dovrebbero farlo quando succedono queste cose."
"Lo so...ma..."
"Senti lo so che è tua amica ma..."
"Denise ha ragione"
Dissi sospirando e alzandomi
"Deve decidere lei...sai...sai dove posso trovarlo?"
"Jake, non esiste"
Jason si alzò immediatamente prendendomi per un braccio.
"Non lo so...mi dispiace"
Non c'era verso, ma l'avrei trovato prima o poi.
"Vado.."
"Jake.."
Mi sentii chiamare da Denise e mi voltai.
"Sono sincera, non lo so, ma anche se lo sapessi non te lo direi...pensa a lei...non metterti nei guai"
Aveva ragione, ma come potevo fare? Come potevo solo immaginare che la passasse liscia? Aveva osato appena sfiorarla e già la mia rabbia cresceva, figurarsi a sapere quello che era successo.
"Tranquilla"
Uscii da lì e mi diressi in albergo anche se mi costò non poca fatica.

ANGOLO DI ARI

Eccomi qui, bè dai vi ho fatto aspettare meno di una settimana questa volta...bè che dire? Si dice che le bugie hanno le gambe corte, che vengono sempre a galla, che più nascondi una cosa, più ti sgamano (così si dice da me) ecc ecc...poteva essere diversamente? Ovviamente no! Jake ha un tempismo come dire...perfetto? Cade sempre a fagiuolo (so che si dice fagiolo era per dire xD). Ora che ne sarà di noi? Eh eh eh lo scopriremo alla prossima, Jake non è molto contento non so se si è capito...io direi di si. Serena è un pò scossa e ha capito che c'era qualcosa che non andava, che Chris ha detto un pò delle cose senza senso, ma va bè. Niente oggi sono breve u.u Baci a tutti. Ari
Ps grazie grazie e ancora grazie a chi di nuovo ad ogni capitolo si fa avanti siete dolcissime davvero e anche alle "veterane che mi sostengono dall'inizio" grazie grazie grazie <3 davvero di cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo ventunesimo ***


                               

 

 

 

CAPITOLO VENTUNESIMO

Ero ancora addormentata in camera nel letto sotto le coperte. Ero preoccupatissima ed ero riuscita a prendere sonno solo all'alba. Ad un certo punto sentii baciarmi la guancia e strofinai il viso contro il cuscino.
"Buongiorno gattina"
Strinsi gli occhi e li riaprii
"Amore...che ci fai qui?"
Dissi con voce impastata dal sonno.
"Sono venuto a svegliarti"
"Mmm...oddio!"
Mi alzai di fretta e lo guardai.
"Hai parlato con mia madre"
Lo sentii ridere.
"Principessa sta tranquilla, non mi mangia...e comunque mi ha solo aperto la porta e accompagnato davanti alla stanza...sicura che gli piaccia?"
"Jake non ti ha mai parlato è normale...tranquillo"
"Mi dispiace se non si fida.."
"Amore..."
Gli presi il viso fra le mani e gli diedi un bacio.
"Vai benissimo così"
Mi misi seduta composta e passai una mano fra i capelli cercando di sistemarli al meglio.
"Come va il dolore?"
Abbassai lo sguardo a disagio, avrei tanto voluto che quella cosa sparisse, che non fosse mai accaduta.
"Non molto bene"
Dissi però sincera, non potevo mentirgli, tanto mi avrebbe capita al volo. Sentii bussare alla porta e mia madre fece capolino.
"Tesoro come stai? Se non stai bene dimmelo, parlo con i tuoi nonni e stasera non andiamo al ricevimento.
Scossi la testa.
"No sto bene"
"Forse è meglio se riposi"
Disse poi Jake guardandomi in modo eloquente, non voleva assolutamente che ci andassi, aveva timore ci fosse Chris, bè in effetti poteva essere, ma era un modo per parlare con lui anche se ero spaventata.
"Sto bene"
Dissi con tono fermo e deciso.
"Jake perchè non vieni anche tu? Magari è un modo per conoscerci anche meglio, so che vorresti passare la serata con Serena, in fondo sei venuto a NY per stare con lei...in questo modo puoi farlo e lei può presentarsi a questa cosa"
Sgranai gli occhi alla proposta di mia madre. No no no e poi no, ho già detto no?
"Mamma..."
Non riuscii a dire nulla che Jake mi interruppe.
"Va benissimo, la ringrazio"
Guardai Jake intimorita, poi mi madre sorrise ed uscì dalla camera.
"Sei impazzito? Non puoi venire!"
"Perchè no?"
"Lo sai perchè"
"No non lo so...ci sarà?"
"Non lo so con certezza"
"Bene...così incontro questo tipo e conosco i tuoi nonni e soprattutto la tua cara nonnina che tanto mi odia"
Chiusi gli occhi per cercare di tranquillizzarmi e cercare di convincerlo a non venire.
"Jake ti prego, ripensaci"
"No"
Scossi la testa e alzai gli occhi al cielo esasperata.
"Perchè non capisci?"
"Perchè non capisci tu? Sono preoccupato per te non ti lascerò andare da sola"
"Non sono da sola"
"Nemmeno l'altro giorno eri sola eppure qualcosa è successo. E comunque ho detto di si a tua madre non posso di certo dirgli di no ora"
Passai una mano sul viso stanca era inutile discutere aveva deciso e non gli importava che io fossi spaventata.
"Jake ci saranno dei giornalisti stasera, è un evento particolare ecco perchè mia madre mi ha chiesto se me la sentivo, se stai pensando di fare qualcosa ti prego di ripensarci, perchè non lascerò che ti rovini la reputazione e probabilmente la carriera per me"
Mi alzai nervosa dal letto e presi la pomata e gli antidolorifici dal cassetto dove li tenevo nascosti a mia madre e andai spedita nel mio bagno senza dire più niente. Non volevo facesse qualcosa che lo avrebbe messo nei guai, al di là del personaggio pubblico o meno non glielo avrei mai permesso, in più eravamo a casa dei miei nonni e Malefica, modo in cui ormai chiamavo la mia adorabile nonnina, aveva sottolineato chiaramente che Jake non doveva far parte della mia vita, per poi di riflesso non far parte del suo perfetto schema mentale. La sera arrivò più in fretta di quel che potessi mai immaginare e cercai un vestito che coprisse anche le braccia dato le condizioni in cui ero. Misi un vestito blu a tubino a maniche lunghe con una scollatura ampia dietro la schiena, mi voltai vedendo se c'era qualche segno che mi era sfuggito, ma fortunatamente non fu così, notai però un piccolissimo livido sul ginocchio, ma decisamente quello poteva passare inosservato, cosa che non poteva fare invece il piccolo taglio sulla testa, che mi dovetti rassegnare a mostrare. Sistemai i lunghi capelli lisci dietro la schiena e presi la borsa.
"Tesoro noi iniziamo ad andare, aspetti Jake allora?"
"Si...sta arrivando...oh eccolo"
Dissi sentendo il telefono squillare.
"Allora ci vediamo lì"
Sorrisi a mia madre e mi diressi verso l'auto e ci entrai.
"E questa?"
Dissi in riferimento alla macchina.
"L'ho noleggiata per stasera"
"Potevi venire con un taxi"
"Avevo bisogno di guidare"
"Uomini e i loro modi di scaricare i nervi"
Dissi giocosamente per smorzare la tensione che si era creata, poi dopo aver fatto la strada in silenzio sospirai.
"Amore.."
"Andrà tutto bene non preoccuparti"
Mi disse dopo aver posteggiato accarezzandomi il viso.
"Starò calmo, poi lo hai detto anche tu non è detto che ci sia, e devo anche preoccuparmi di tentare di piacere ai tuoi nonni, o almeno a tuo nonno dato che...com'è che la chiami? Malefica? Insomma dato che lei mi odia a priori"
Cercai di sorridergli.
"Odia me non odia te"
"Ed è una stupida, come si fa ad odiarti?"
Si avvicinò dandomi un bacio e mi accarezzò di nuovo il viso.
"Andiamo ora"
Annuii e dopo essere usciti dall'auto ci presentammo davanti alla porta e rimanemmo a fissarla per un pò.
"Possiamo sempre scappare"
Dissi io
"Sai posso dire che mi sono sentita male, che sono svenuta, non so qualcosa, non possono prendersela più di tanto se stavo male"
Mi guardò serio come per farmi notare che stavo dicendo un mucchio di cavolate.
"Ok ok suono"
Una volta suonato il campanello, una cameriera ci venne ad aprire e prese i nostri cappotti, io cercai la mano di Jake che strinse immediatamente nella sua e rimanemmo per un attimo sulla soglia della sala quasi a convincerci a mischiarci a quella gente. Sbirciai Jake ma mi sembrava estremamente tranquillo, ma poteva benissimo aver sfoderato le sue migliori qualità recitative solo per non farmi preoccupare.
"Fammi indovinare tua nonna è quella che mi sta uccidendo con gli occhi vero?"
Fui riscossa dai miei pensieri dalle sue parole e guardai in direzione vedendo per l'appunto Malefica.
"Si"
Dissi eloquentemente.
"Serena"
Mi girai sulla destra notando mio nonno con un bicchiere di scotch in mano avvicinarsi a me e Jake e gli sorrisi nervosa.
"Senatore"
"Oh tesoro ti prego non c'è bisogno che tu sia così formale in casa mia, anche se c'è un ricevimento, ormai dovresti saperlo"
Gli sorrisi e misi i capelli dietro un orecchio per smorzare l'imbarazzo.
"Scusa nonno"
"Questo giovanotto deve essere il tuo ragazzo"
Gli porse la mano in segno di presentazione e saluto e guardai Jake.
"Si senatore, Jake"
Disse poi lui stringendogli la mano. Bè almeno quell'incontro sembrava andare bene.
"Lo presenti anche a me?"
Mi gelai appena sentii la sua voce alle mie spalle e mi girai verso di lei.
"Victoria Trump"
Jake gli strinse la mano serio.
"Jake Thomas"
Rimasi impalata non sapendo che dire quando poi notai due giornalisti che volevano avvicinarsi a noi.
"Andiamo a prendere qualcosa da mangiare? Sono affamata"
Dissi riprendendo la mano a Jake per svignarmela il più velocemente possibile.
"Andate pure"
Mio nonno ci sorrise e portai via Jake avvicinandomi al tavolo del buffet.
"Non c'è bisogno che mi porti via dai giornalisti, so come gestirli, l'hai scordato?"
Sorrisi un pò più rilassata mentre mettevo qualcosa nel piattino.
"Lo so, ma voglio evitarli per stasera ok?"
"Oh per me va benissimo"
"Jake!"
Ci girammo entrambi vedendo mio fratello venirci incontro a passo svelto anche se avrebbe voluto correre, ma sapeva che lì doveva contenersi.
"Ciao campione come stai?"
"Bene! Sono felice che sei venuto"
Dave allungò la mano raggiungendo quella libera dal piattino di Jake e gliela prese. Sorrisi un pò triste rendendomi conto di come Dave si stesse affezionando a lui rapidamente a causa di poca presenza maschile nella sua vita ormai da mesi.
"Anche io piccolo"
Ci sedemmo in disparte portando con noi Dave e intanto mangiavamo qualcosa, riuscimmo a stare in tranquillità per un bel pò e di Chris non c'era traccia e questo mi risollevò parecchio rendendomi più tranquilla, fortunatamente i miei nonni erano impegnatissimi a tenere gli ospiti e parlare con i due giornalisti presenti, e mia madre per quel poco che aveva parlato con Jake sembrava piacerle.
"Vado a prendere qualcosa da bere"
Mi alzai e mi avvicinai al tavolo cercando qualcosa da bere.
"Serena"
Sobbalzai spaventata e guardai Chris. Mi girai ma mi resi conto che dal posto dove era Jake non poteva vedere quella parte.
"Chris vattene"
Dissi nervosa cercando non so bene cosa.
"Serena per favore"
Lo sentii sfiorarmi il braccio e mi allontanai di scatto.
"Non tocc...lasciami in pace e vai via di qui, se Jake ti vede è la fine"
"Devo solo dirti una cosa ti prego, un minuto fuori"
Lo guardai un pò spaventata e ci pensai un momento, infondo volevo sapere e non era di certo ubriaco come l'ultima volta.
"Andiamo"
Mi precedette portandomi verso una veranda all'esterno, non c'era nessuno dato che faceva ancora freddo, mi strinsi nelle spalle e lo guardai mantenendo però la distanza.
"Mi dispiace"
Non risposi e continuai a tenere lo sguardo basso  mantenendomi lontano da lui.
"Serena"
Lui si avvicinò e mi sfiorò di poco il viso io mi allontanai allontanando anche la sua mano con la mia, improvvisamente lo vidi andare addosso al muro con Jake che lo teneva dalle spalle.
"Non toccarla"
"Jake!"
Mi avvicinai velocemente e lo presi per un braccio.
"Jake, ti prego"
"Che diavolo sei venuto a fare eh?"
Lo spinse ancora di più al muro e io iniziai a spaventarmi davvero.
"Ti prego, Jake...me lo hai promesso"
"Volevo solo parlarle"
Jake si allontanò di poco però mi prese per mano tenendomi vicino a lui.
"Dopo quello che le hai fatto?"
"Io...non so che mi è preso...avevo troppe cose in ballo mi dispiace"
Disse lui guardando però me mentre Jake si frappose ancora fra noi, io mi spostai tornando con l'attenzione su Chris.
"Che intendi?"
Dissi seria.
"Tua nonna voleva che vi lasciaste...voleva che mi mettessi in mezzo...e..."
"E ti sembra un motivo valido per fare quello che hai fatto?!"
Il tono di Jake mi terrorizzò e nel momento in cui fece cenno di riavvicinarsi a lui mi frapposi tra loro.
"Jake"
"Mi dispiace ok? Puoi denunciarmi fai quello che vuoi, non so cosa mi sia preso, mi trovavo...mio padre ha perso il lavoro e non posso più pagarmi la specializzazione, ero convinto mi sarei accontentato di quello che avevo, ma poi...poi Victoria ha detto che mi avrebbe pagato la specializzazione per neurochirurgia...mi dispiace"
Scossi la testa allontanandomi per rientrare dentro, ancora lei, c'era sempre lei di mezzo.
"Serena"
"Mi dispiace Chris non ce la faccio, non voglio più avere niente a che fare con te"
Lo vidi cercare di dire qualcosa, ma un pugno di Jake lo colpì in pieno viso. Sgranai gli occhi e mi avvicinai.
"Jake!"
"Andiamo"
Attraversammo il giardino avvicinandoci alla vetrata per rientrare.
"Ti rendi conto? Ti rendi conto fin dove è arrivata?"
"Serena calmati"
"Calmati? Come faccio!"
Dissi entrando nervosa, questa volta ero io quella che non ragionava e non appena vidi mia nonna ne fui consapevole, mi avvicinai spedita verso di lei.
"Amore no"
Jake cercò di fermarmi senza successo.
"Come hai potuto!"
Dissi a voce alta richiamando purtroppo l'attenzione di molti, lei fece un sorriso di circostanza guardandosi un pò smarrita intorno e poi posò il suo sguardo su di me.
"Tesoro"
"Non chiamarmi così non dopo che..."
"Serena non qui"
Sentii la voce di Jake arrivarmi alle spalle e una sua mano sfiorarmi la schiena. Ci spostammo tutti e tre nello studio del nonno e mi sfogai contro di lei.
"Come hai potuto! Davvero la tua insofferenza verso di me arriva fino a questo punto?"
"Possiamo parlarne senza di lui?"
"No! Lui resta! Dio davvero volevi mettere un altro tra me e lui? Sai cos'ha fatto almeno?"
"Non mi scomodo ad informarmi circa il modo in cui un ragazzo seduce mia nipote"
"Forse lei non ha idea..."
Non lasciai nemmeno parlare Jake e mi alzai le maniche del vestito.
"Questo non è sedurre questo è fare del male! Posso mostrarti il livido sul fianco..."
"Serena..."
Lasciai perdere Jake che mi richiamava
"...mi fa male solo respirando! Bè poi c'è il taglio sulla testa..."
"Serena!"
"..quello è ben visibile!"
Dissi con le lacrime agli occhi.
"BASTA COSI'!"
Mi bloccai improvvisamente e mi voltai vedendo mio nonno che ci fissava o meglio fissava mia nonna, cercai di dire qualcosa, ma mi bloccò.
"Ho sentito abbastanza"
"Che succede qui?"
Vidi poi anche mia madre arrivare.
"Serena va a casa ci vediamo la settimana prossima"
Tuonò mio nonno, guardai tutti non sapendo cosa fare, Jake si avvicinò prendendomi per mano e mi portò via.
"Che succederà ora?"
Dissi in panico.
"Amore, ehi guardami"
Mi prese il viso fra le mani cercando il mio sguardo
"Andrà tutto bene ok?"
Annuii e chiesi alla cameriera i soprabiti mentre in sala il ricevimento continuava con gli ospiti ignari di quello che succedeva. Una volta usciti da lì Jake cercò di tranquillizzarmi e poi mi riportò a casa sperando di riuscirmi a scrollare quella situazione di dosso una volta per tutte.

ANGOLO DI ARI

Eccoci quiii. Allora wow sembra che tutto vada apposto diciamo che Chris si è preso in parte quello che meritava e soprattutto dopo che ha svelato l'arcano mistero. E si ragazze sono convinta PURTROPPO che in mancanza di soldi si fa questo ed altro ahimè. La nonnina è stata smascherata, ora lo sa anche il marito e la mamma di Serena eh eh eh. Niente questo capitolo si è concentrato soprattutto su questo, il prossimo capitolo sarà molto più carino per i due piccioncini e si si, arriva il compleanno della nostra fanciulla!
Comunque avrete notato la copertina della storia. Ci ho pensato molto e alla fine ho deciso di mostrarvi i volti che ho sempre avuto in testa. Serena alias Nina Dobrev. La amo punto, bellissima, bravissima, spero che davvero faccia una bellissima carriera, lo spero davvero con tutto il cuore. Jake alias Jake Gyllenhaal. Non lo conoscete? Sul serio? No no fate sul serio? Cioè guardatelo! Da Donnie Darko a Prince of Persia, dal memorabile Brokeback mountain (con l'altrettanto memorabile Heath Ledger) ad Amore ed altri rimedi, insomma ci sono un bel pò di film nel quale vederlo. Bene dopo avervi assilato me ne vado, spero di non aver rovinato nella vostra mente i vostri personaggi, ma come ho detto all'inizio ognuno può immaginare chi vuole. Ps se volete so anche chi sono gli altri ahah posso sempre mostrarveli. Alla prossima Ari.

 

ps ho scritto un missing moment rosso se vi va di leggerlo qui

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo ventiduesimo ***


                             

 

 

 

CAPITOLO VENTIDUESIMO

Il mattino seguente mi svegliai un pò intontita, avevo aspettato mia madre per un bel pò sperando tornasse, ma invece niente, mi ero addormentata di colpo senza nemmeno rendermene conto. Mi alzai e mi diressi in cucina per fare colazione e la trovai intenta a versarsi una tazza di caffè.
"Buongiorno"
Mi limitai a dire avvicinando la mia tazza per prendere del caffè.
"Buongiorno"
Sospirai avvicinando alla bocca la tazza ormai piena e soffiandoci un pò su, dopo averne bevuto un pò lasciai la tazza e guardai di nuovo mia madre.
"Mamma...cosa è successo ieri? Ti ho aspettata sveglia ma...non sei tornata presto"
"Niente di cui tu debba preoccuparti tesoro"
Si avvicinò dandomi un bacio sulla testa e poi si sedette accanto a me.
"Sarà meglio che andiamo da un medico...non so cosa è successo, ma ho capito che è successo qualcosa"
"Mamma sto bene è solo qualche livido niente di grave"
"Posso giudicare io?"
Mi chiese con dolcezza, ma non risposi.
"Sere...sicuro che...che non abbia..."
"NO! Per l'amor del cielo no!"
Rabbrividii sconcertata solo al pensiero che potesse aver fatto una cosa del genere...bè se non fossi riuscita a fermarlo non so cosa sarebbe successo, ma non volevo assolutamente pensarci.
"Ok posso solo crederti...anche se ti forzassi ad una visita di quel tipo non avrei molte risposte...però vorrei che ti controllassero almeno i lividi"
Distolsi lo sguardo a disagio per l'argomento trattato, ormai avevo costantemente rapporti, e lei lo sapeva benissimo, inutile fingere di no, non era stupida, Jake era Jake e io non ero di certo una bambina, avevo quasi 21 anni, e comunque sarebbe stato troppo tardi anche se fosse successo qualcosa.
"Non c'è bisogno"
"Fammi stare più tranquilla ti prego"
"Ok"
Dissi senza poter poi fare altrimenti.
"Perchè non mi hai detto niente? E' una cosa che va avanti dall'anno scorso"
"Mamma non era niente di grave in fin dei conti, insomma non è che...abbia fatto chissà cosa prima, non c'era motivo per dire nulla"
"Il motivo avrebbe dovuto essere la minaccia o ricatto che dir si voglia in sè per sè"
"Mamma volevo solo che ritrovassi la tua famiglia ok? Loro ti hanno allontanato per causa mia e se io che ne ero la causa, potevo anche essere la soluzione, allora perchè non tentare?"
"Serena...non devi sistemare ogni cosa che non va nel mondo...e ricorda che tu non hai nessuna colpa, te l'ho detto e te lo ripeto è chiaro? Odio il fatto che tu possa pensare una cosa del genere"
Mi ero sempre sentita un peso, era la verità e forse quel senso di colpa mi avrebbe un pò accompagnata per sempre, ne ero consapevole. Mi alzai e l'abbracciai.
"Mi dispiace"
"Non devi dispiacerti di nulla, non ne hai motivo"
Mi staccai e le sorrisi.
"Vado a cambiarmi, mi vedo con Jake"
Passammo i giorni restanti molto più tranquillamente rispetto ai precedenti, riuscimmo a vederci più serenamente e inoltre iniziò anche a non voler sapere ogni mio spostamento nei giorni successivo al suo ritorno a LA. I giorni passavano sempre più lenti e le settimane sembravano mesi, il distacco con lui era sempre più pesante e io non potevo farci assolutamente nulla.
"Jake sto crollando ci sentiamo domani"
"Wow mi stai scaricando?"
Disse lui ridendo per telefono.
"No amore solo che te stai tre ore indietro lì saranno pure le 9 qui è mezzano..."
"Buon compleanno"
Non mi fece nemmeno finire di parlare che mi sovrastò con la voce.
"Mi hai tenuta sveglia apposta?"
"Diciamo di si...e anche perchè devi aprire la porta"
"Cosa?"
"La porta di casa, c'è qualcosa per te aprila"
Sorrisi alzandomi dal letto e dirigendomi verso l'entrata.
"Cosa hai fatto?"
Dissi camminando per il salotto cercando di non fare rumore e arrivando davanti alla porta.
"Dovevo pur fare qualcosa anche se non potevo venire no?"
Risi scuotendo la testa ed aprii.
"Ti ho mandato la mia copia!"
Disse lui prendendomi in giro ancora al telefono di fronte a me con un mazzo di fiori in mano.
"Amore!"
Mi lanciai praticamente su di lui buttandogli le braccia al collo e lui mi sollevo di peso di poco da terra.
"Auguri principessa, non potevo mica saltare il tuo ventunesimo compleanno"
Sentii i miei piedi toccare di nuovo il pavimento e mi staccai il poco necessario per baciarlo.
"Grazie"
Dissi poi prendendo i fiori.
"Ma che succede?"
Sentii mia madre uscire dalla sua stanza e sospirò vedendoci sulla porta tranquillizzandosi all'istante
"Mi avete spaventata"
"Mi scusi signora James"
"L'importante è che non mi avete svegliato Dave, torno a dormire..oh auguri tesoro"
"Grazie mamma..."
"Non si preoccupi, vado anche io"
Mia madre rientrò in camera e io mi girai di nuovo verso Jake dandogli un altro bacio.
"Sicuro che non vuoi entrare?"
"No è tardi amore, abbiamo tutto domani"
Mi baciò ancora e poi andò via, io appoggiai i fiori sul tavolo in cucina e andai a dormire.
Il mattino seguente mi svegliai con tutta la calma del mondo, Jake mi aveva minacciata di non fare assolutamente nulla e per una volta avevo deciso di fare quello che mi diceva stranamente. Appena poco dopo svegliata venne mio fratello a svegliarmi anche se lo ero già e mi porse il suo regalo. Era un semplice braccialetto trovato all'interno della scatola dei cereali e in più era incartato davvero malissimo, ma il suo gesto fu così dolce che non potei che indossare quell'accessorio terribile e riempirlo di coccole. Jake mi chiamò più volte al giorno e io gli chiesi perchè non veniva direttamente a casa e passare del tempo con me invece che chiamarmi ogni tot di ore, ma lui insisteva perchè passassi la giornata con mia madre e mio fratello perchè la sera sarei stata solo sua. In tardo pomeriggio mi preparai indossando un vestito nero a tubino senza spalline e arricciai i capelli. Dopo essermi truccata e aver messo le scarpe, preparai la borsetta e attesi Jake che non tardò ad arrivare. Una volta in auto mi costrinse a bendarmi.
"Oh avanti Jake non posso evitare?"
"No, mi spiace"
"Ma poi mi si rovina il trucco!"
"No che non si rovina"
Sbuffai e lo lasciai fare dato che comunque non mi avrebbe mai fatto fare di testa mia.
"Dove andiamo?"
"Miss furbizia secondo te perchè ti ho bendato?"
"Per non farmi vedere dove andiamo?"
"Allora perchè mai dovrei dirtelo?"
"Perchè mi ami ed è il mio compleanno?"
Lo sentii ridere sonoramente.
"Le sorprese non sono il tuo forte eh?"
"Mi piacciono, ma mi mettono sempre un sacco di curiosità, io sono già curiosa di natura, in questo modo fremo ancora di più"
Continuammo a discutere in modo scherzoso per tutto il tragitto finchè non arrivammo a destinazione, mi aiutò a scendere dall'auto e una volta arrivati in qualsiasi posto fossimo si fermò e mi tolse la benda. Una volta liberi gli occhi li socchiusi un pò a causa della luce improvvisa e poi riconobbi la sala. Era dove c'era stata la prima premiere a cui mi aveva invitata. Era stata allestita in modo molto romantico, la luce era abbastanza da illuminare la sala, ma tenue, c'era un tavolo per due con sopra l'occorrente per la cena, ma anche un piccolo vaso con dei fiori, abbastanza basso così da non infastidire la visuale una volta seduti uno di fronte all'altra e in sottofondo c'era una musica dolce.
"Il tuo essere nata in un mese invernale rende alquanto difficile fare qualsiasi cosa che non sia al chiuso"
Lo guardai e gli sorrisi, poi mi avvicinai e gli diedi un bacio veloce.
"Grazie...non c'era nemmeno bisogno di fare tutto questo"
"Amore compi 21 anni in America è una tappa importante"
"Perchè posso ordinarmi da bere?"
"Perchè sei completamente indipendente e io non posso essere più denunciato per stare con una minorenne"
Scoppiai a ridere.
"Amore non compio mica 18 anni!"
"Perchè ora è a 18? Prima era a 21 sono un tantino confuso"
Mi disse scherzando.
"Che scemo che sei, c'è anche da mangiare qui si?"
Mi sorrise e ci sedemmo a tavola prendendo a cenare. C'erano tutte le mie cose preferite e per dessert fece preparare dei profitterol, mio secondo dolce preferito dopo il gelato, il cameriere posizionò una candelina sopra.
"Esprimi un desiderio"
Chiusi gli occhi e spensi la candelina dopo di che mangiammo quegli adorabili bignè ripieni di crema chantilly e ricoperti di cioccolato.
"Oddio ho mangiato per dieci"
Dissi appoggiando la schiena alla sedia, poi vidi Jake alzarsi e porgermi la mano.
"Che...fai?"
Dissi perplessa.
"Oh avanti non fare la guasta feste"
Scossi la testa
"No. No e poi no. Non so ballare, sono una frana, il ritmo se non quello canoro o strumentale non fa parte di me. Io e il ballo non andiamo d'accordo"
"Muoviti"
Mi prese la mano e mi costrinse ad alzarmi, portai le braccia attorno al suo collo e le sue mani si posarono sui miei fianchi.
"Devi solo ondeggiare niente di che!"
Risi e scossi la testa, dopo qualche secondo di silenzio e dopo essermi guardata intorno lo guardai.
"Perchè hai scelto proprio questo posto? Insomma, è bellissimo, l'ho trovato meraviglioso sin dalla prima volta che l'ho visto più di un anno fa, ma...non è che le cose siano andate proprio bene dopo poco tempo dalla prima"
"Perchè in quel momento ho capito quanto ti volevo, non...solo a livello di attrazione fisica, quello l'ho capito dalla prima cena..."
Disse a mo di battuta e io sorrisi.
"...parlo a livello emotivo, ma ero troppo spaventato e fermo sull'idea di non volere una relazione, di non essere capace di averne una, di...non...poter rinunciare alla mia libertà, senza rendermi conto che invece era così facile, tu hai reso tutto così semplice...non ero abbastanza maturo"
Mi morsi le labbra e abbassai lo sguardo imbarazzata, poi tornai a guardarlo.
"Ti amo"
"Ti amo anche io principessa"
Lo abbracciai e sentii lui stringermi forte a sè.
"E' bello stringerti e non sentire lamenti di dolore"
"E' bello potersi far abbracciare in questo modo finalmente"
Ormai il livido era quasi scomparso e non mi faceva poi così male.
"Ok devi..."
Lo vidi infilare una mano in tasca e uscire di nuovo la benda.
"..rimettere questa"
"Ancora?"
"Si, assolutamente"
"Non possiamo farlo quando sono fuori mi ricordo che ci sono scale terribili, fammi scendere almeno in tranquillità!"
Lo sentii ridere e mi prese per mano
"Ok va bene"
Una volta fuori mi costrinse a mettere la benda e dopo essere scesa nuovamente dall'auto, mi condusse in un altro posto, sentivo il rumore dell'erba sotto le scarpe e faceva freddo, sicuramente eravamo all'esterno, sentii la benda scivolare e mi guardai intorno.
"Ok amore le cose si stanno facendo strane"
Dissi sorridendo lievemente rendendomi conto che eravamo nel giardino adiacente al parco dove avevamo litigato e dove ci eravamo visti l'ultima volta prima di ritrovarci un anno dopo.
"Vuoi dirmi ancora quanto stupido sei stato a scappare? Ci sto prendendo gusto in effetti"
Dissi scherzando
"La prospettiva è diversa da quando mi ci hai portato tu"
Corrucciai la fronte e mi girai su me stessa, in effetti non eravamo entrati tramite il parco come la volta precedente.
"Non capisco"
Dissi sorridendo confusa, lui mi prese per le spalle e mi fece girare di nuovo e mi trovai di fronte la villa a cui apparteneva il giardino e la guardai inclinando la testa di lato ancora più confusa.
"E io che pensavo che la mia fidanzata fosse più perspicace! Ho comprato la casa"
Sgranai gli occhi e aprii la bocca in una espressione sorpresa.
"Cosa?"
"Ho comprato la casa"
Rimasi ancora a bocca aperta e sentii il mio cuore battere forte.
"Una casa...qui...a...a New York"
"Bè non posso mica stare qui per i prossimi sei mesi o forse un anno vivendo in un albergo, spendere quasi lo stesso, e poi...ci sei tu, magari NY potrebbe diventare la dimora fissa e LA solo quella d'appoggio"
Scossi a testa e strinsi gli occhi a causa delle notizie che arrivavano troppo velocemente alla mia testa che invece le elaborava troppo lentamente.
"Sei mesi, un anno? Hai...giri un film qui?"
"Si"
Sorrisi un pò e gli gettai le braccia al collo abbracciandolo con tutta la forza che avevo.
"Oddio non ci credo...no aspetta"
Dissi poi staccandomi
"Non è solo per me vero? Insomma il film ti piace? Il copione, il cast, il tema...non voglio...non voglio che accetti qualcosa solo per stare più vicino a me so quanto ci tieni al tuo lavoro, se facessi qualcosa che non ti gratifica non me lo perdonerei mai"
"Amore"
Mi prese il viso fra le mani e mi fissò negli occhi
"E' tutto ok, è perfetto davvero, il film mi piace, ho già lavorato con il regista ed è qui, a NY, a un passo da te"
Mi morsi le labbra e sentii gli occhi pungere a causa delle lacrime.
"Ehi no che fai piangi?"
Scossi la testa sospirando a causa del pianto
"Sono stati...mesi davvero...orribili per certi aspetti...sento ancora così tanto il peso di...della morte di papà e poi...Chris e avrei voluto averti qui davvero costantemente, ma non potevo ed era frustrante, ma sapevo che era giusto così"
Dissi dando sfogo al peso che avevo sentito per tutto quel tempo a causa della lontananza.
"Mi dispiace"
"No! No non devi. E' quello che doveva essere Jake, non potevi stare qui sempre sapevamo che era una relazione a distanza al di là del fatto che io avessi bisogno di te o meno in modo più costante. E il pensiero di poterti avere qui ora mi rende davvero felice"
Mi strinse nuovamente a lui e io sparii praticamente fra le sue braccia chiudendo gli occhi e sentendo finalmente ogni cosa andare al suo posto.
"Ok ora però devo darti qualcosa"
"Ancora?"
Dissi sorridente e incredula, ma allo stesso tempo felice come un bambino che non ne ha mai abbastanza di caramelle.
"Bè non ti ho dato il tuo regalo"
"La cena e tu qui per i prossimi sei mesi o forse più non sono abbastanza?"
"No"
Uscì una scatolina Tiffany dall'interno della giacca e me la diede. Io la guardai e poi guardai lui.
"Te la apro io?"
"NO!"
Dissi ritirano la scatola verso di me come se volesse rubarmela. Tolsi il nastro e poi aprii la scatola che al suo interno conteneva una collanina sottile di oro bianco con un ciondolo a forma di cuore. Era una di quelle solo con il contorno ma aveva per tutto il perimetro dei brillantini e aveva una forma elegante con una striscia che passava da un lato all'altro del perimetro anch'esso con dei brillantini.
"Jake è..."
"Volevo prendere una cosa bella ma anche facilmente indossabile, sai una di quelle cose che puoi nascondere sotto la maglietta quotidianamente senza che si veda al di sotto, in modo che potessi portarla sempre con te.
"Grazie è bellissima"
"So che sei un pò fissata con i cuori"
"Si"
Dissi ridendo
"Mi piacciono molto"
"E poi prendilo un pò come se fosse il mio...in fondo è la verità è tuo"
"Cos'è tutta questa dolcezza improvvisa?"
Dissi per sciogliere l'imbarazzo.
"Domani torno normale promesso!"
"Meglio così!"
Mi sporsi per dargli un bacio e poi gli chiesi di aiutarmi con la collana.
"Ora però andiamo si gela"
"Abbiamo finito il nostro tour"
"Si, decisamente"
Mi disse entrando in auto.
"Bene perchè ho un ringraziamento tutto particolare per te"
Dissi maliziosa dandogli un bacio leggero sulle labbra prima che iniziasse a guidare"
"Sarà meglio sbrigarsi allora"
Scoppiai a ridere e scossi la testa.
"Scemo!"
"Tu provochi!"
Mise in moto e continuammo a pizzicarci scherzando per tutto il tragitto finchè non fummo in albergo, dove facemmo l'amore ancora una volta e dove passai tutta la notte addormentandomi lì con lui, sentendo finalmente che le cose sarebbero andate sempre meglio.

ANGOLO DI ARI

Ola! Scusate immensamente per il ritardo davvero mi dispiace tantissimo veramente, ma purtroppo sto preparando gli ultimi esami perchè a luglio DOVREI LAUREARMI (incrocia tutto l'incrociabile e non), quindi spero che qualcuno ancora ci sia e che abbia aspettato pazientemente, anche il prossimo capitolo non so quando arriverà probabilmente non prima di dieci giorni e anche più forse, ma poi dovrei riprendere con regolarità, inoltre non credo che ci vorrà poi molto per la fine di questa storia ahimè...ci tengo tantissimo e sono affezionatissima a questi due amori, ma prima o poi tutto deve finire, ma tranquilli ancora non ho fatto un calcolo preciso. Bene diciamo che mi sono concentrata sul compleanno di Sere. Dopo tutto quello che era successo credo ci volesse un pò di spazio per loro. Bene nulla Jake si trasferisce e questo non può che far bene al loro rapporto...bene nel prossimo capitolo, sarò più divertente ho in mente una cosa carina xD Bene vado andrò a dormire come una vecchietta tra pochissimo e considerando che sono le 21 e 43 direi che sono vecchia ahhah a presto ragazzi e commentate se vi va, fatemi sapere che ci siete ancora. Alla prossima Ari

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo ventitreesimo ***


                          

 

 

CAPITOLO VENTITREESIMO

I giorni trascorrevano tranquillamente e io ero entusiasta del trasferimento di Jake a NY che in breve sarebbe diventato realtà, stava finendo di sistemare delle cose a LA per non lasciare niente in sospeso e nel frattempo mi aveva mostrato la casa, enorme, meravigliosa, luminosissima, ma completamente vuota. Era tutta da arredare così mi aveva messo davanti un paio di cataloghi dicendo "divertiti", peccato che non sapevo da dove iniziare. Sfogliando quei cataloghi mi ci stavo appassionando come non mai, ma ad ogni modo non volevo scegliere da sola, volevo che almeno ci desse un'occhiata anche lui in fondo doveva viverci lui costantemente. Mentre ero seduta in cucina a sfogliare l'ennesimo catalogo, sentii dei rumori provenire dalla stanza di mia madre, così mi alzai e andai a vedere cosa stesse facendo.
"Mamma che fai?"
Dissi sulla soglia della porta vedendo degli scatoloni e un pò di caos in giro.
"Oh...ehm..tolgo le cose di papà dall'armadio. Non posso tenerle qui per sempre"
Mi incupii all'istante, ma infondo aveva ragione no?
"Mi spiace tesoro, forse era meglio se lo facevo quando non c'eri...è che tenerle qui mi mette tristezza, apro l'armadio e ci sono le sue cose, non posso più...non ce la faccio"
"No mamma, va bene...hai ragione..."
"Vuoi darmi una mano?"
Non risposi e lasciai lo sguardo vagare per la stanza, così mia madre ricominciò a dedicarsi alla sua attività.
"Se vuoi qualcosa in particolare da tenere...dimmelo ok?"
Mi disse mentre era ancora di spalle e divideva i vestiti di papà in due mucchi differenti, io intanto mi avvicinai al comò e presi in mano la foto del loro matrimonio, erano così giovani ed entrambi avevano una mano sul pancione di mia madre. Accarezzai la foto e la rimisi al suo posto, poi mi avvicinai alla roba che era sparpagliata in giro dandoci un'occhiata.
"Non so..."
Risposi poi finalmente
"Posso dare un'occhiata?"
"Certo"
Iniziai a dare un'occhiata in giro senza trovare poi niente che davvero potessi conservare, infondo non potevo davvero prendere una camicia e metterla nell'armadio, non sarebbe stato salutare e soprattutto non molto sensato per me, così mi limitai a chiedere a mia madre come stesse smistando le cose e iniziai a fare lo stesso, mentre ero intenta a sistemare sentii qualcosa cadere a terra e vidi mia madre chinarsi a prendere quello che era caduto, poi mi guardò.
"Che c'è?"
Chiesi vedendo sorpresa sul suo viso mentre mi guardava.
"E' per te"
Presi la scatolina fra le mani e vidi poi attaccata una busta da lettera con sopra il mio nome. Aprii l'involucro che conteneva al suo interno un braccialetto sottilissimo d'oro con un piccolo motivo simile a due onde che si intrecciavano, un pò come il simbolo dell'infinito e un piccolissimo brillantino al centro. Richiusi la scatola e guardai mia madre.
"Mi chiedevo che fine avesse fatto"
"Cosa?"
"Il bracciale"
Corrucciai la fronte non capendo assolutamente di cosa parlasse.
"Probabilmente sarà meglio che tu legga la lettera"
Presi il tutto e mi diressi in camera mia e mi sedetti sul letto lasciando sia la lettera che la scatola; continuai a fissare il tutto per un pò senza avere il coraggio di fare nulla. Passavano i minuti e io non avevo il coraggio di aprire la busta e di entrare di nuovo in contatto con lui in qualche modo per poi doverlo abbandonare ancora una volta. Dopo un pò di tempo decisi di aprirla, non potevo di certo ignorarla. Presi un respiro e iniziai a leggere.

"Ciao tesoro,
scontato dire che se stai leggendo questa lettera è perchè è successo qualcosa, mi è successo qualcosa e non sono potuto arrivare al tuo ventunesimo compleanno. Mi dispiace, avrei tanto voluto.
Dovrebbe esserci una piccola scatola con questa lettera, se non c'è cercala o chiedila a tua madre, quando sarà il momento le dirò dove ho riposto il tutto. Dentro troverai un braccialetto, non è niente di che, probabilmente a livello di valore economico non varrà moltissimo, ma ha sicuramente molto più valore sentimentale. Era di tua nonna, non avevamo molte cose preziose lo sai, non avevamo molti soldi, ma questo bracciale era un regalo di nozze che avevano fatto alla nonna e ha sempre detto che lo avrebbe dato a te quando saresti cresciuta dato che non aveva avuto figlie femmine. Ho pensato che il tuo ventunesimo compleanno sarebbe stato abbastanza appropriato, sai un pò come tutti quei film o quei libri un pò vecchio stile che ami tanto e con cui ci assili costantemente. A parte questo volevo dirti qualche altra cosa. Serena non c'è stato un momento in cui io o tua madre ci siamo pentiti delle scelte che abbiamo fatto, soprattutto quelle riguardanti te. La nostra vita è stata difficile, ma amo tua madre profondamente e la amavo anche quando eravamo solo due ragazzi, per questo non potrei mai considerare te un errore, lo stesso vale per tua madre sappilo. Ci è stato fatto un dono, molti potrebbero pensare che fosse un pò troppo presto, ma un dono arriva quando arriva e in quanto tale non si deve e non si può rifiutare, ma si può solo accettare e prendere tutto ciò che di bello può darci. Tu sei stata il nostro dono allora, sei il nostro dono ancora adesso così come Dave. Non pensare mai più di essere un peso, perchè so che lo pensi, non ce lo hai mai detto ma lo so, lo sappiamo sia io che tua madre, lo leggiamo nei tuoi occhi specie nei giorni più difficili. Ti prego liberati da questa sensazione. So che stai soffrendo, so che probabilmente vorrai smettere di essere forte e coraggiosa, ma non farlo. Lo sei stata per tutto questo intero anno e non ho parole per ringraziarti, si io ringrazio te, perchè sei stata così forte da affrontare tutto questo, da non lasciarti abbattere nonostante stessi soffrendo anche per qualcos'altro. L'amore sa essere anche terribile tesoro, sappilo, ma sa anche regalarti tanto, pensa a quello se mai soffrirai ancora, aggrappati ai momenti felici, non portare rancore, non fa bene al cuore. Sta accanto a Dave, io non potrò farlo, devi aiutare tua madre con lui, è un maschio, avrà bisogno di un paio di occhi in più e io non ci sarò. Sii felice bambina mia, ama, lasciati amare, corri qualche rischio a volte, non abbandonare i tuoi amici, scopri cosa significa amare sentimentalmente e fisicamente, guarda un pò che mi tocca dire...sposati, diventa madre, fa carriera, fa quello che vuoi. Realizza i tuoi sogni, solo così saprò che sarai felice. Ti amo, papà"

Chiusi gli occhi e scoppiai in singhiozzi incontrollati con il viso ormai bagnato dalle lacrime che scendevano dai miei occhi sin dalla prima riga. Era il vero addio di mio padre, era con questo che mi diceva davvero che non ci sarebbe più stato e io mi sentii di nuovo persa, di nuovo sovrastata da quel dolore troppo grande e pesante come un macigno. Ma non ero più sola e non ero più convinta di non poter andare avanti, anzi. Quella lettera era un incentivo ad andare avanti a realizzare i miei sogni per rendere felice non solo me stessa ma anche lui.

"Allora che ne dici?"
"Mm? Oh, per me va bene tutto te l'ho detto"
Sbuffai chiudendo scocciata il catalogo.
"Ti rendi conto che sei qui da tre giorni, hai iniziato a girare e la tua casa è completamente vuota?!"
Dissi sentendo il ritorno a causa per l'appunto della mancanza di mobili. Alzai le mani proprio per fargli notare il tutto.
"Amore ho dato a te il compito"
"Jake è casa tua, devi scegliere tu, ti sei limitato a prendere un materasso e una rete, guarda dove siamo!"
Non c'era assolutamente nulla nella stanza solo un letto al centro.
"A me basta questo in effetti"
Mi disse sorridente avvicinandosi a me e iniziando a baciarmi, io dapprima risposi al bacio poi mi staccai.
"NO! Jake smettila!"
Lo minacciai, lui scoppiò a ridere e prese un catalogo.
"D'accordo scegliamo"
Io lo guardai seria per tutta risposta.
"Serena ho detto scegliamo, giuro che entro stasera scegliamo tutto e possiamo ordinare davvero"
Assunse un'espressione seria e composta e prese a sfogliare il catalogo, così mi avvicinai a lui e iniziammo a scegliere per davvero qualcosa, non mi sembrava vero, intanto il tempo passava fra una scelta ed un'altra.
"Dobbiamo ancora scegliere la camera da letto"
"Ci piacciono entrambe"
"Lo so ma dobbiamo sceglierne una"
Rimarcai. Fino alla fine riuscimmo a scegliere anche quella.
"Abbiamo finito?"
Mi chiese lui quasi incredulo.
"Mm si"
Riguardai un'ultima volta la rivista finchè lui non me la tolse dalle mani
"Finalmente!"
La lasciò cadere per terra avventandosi sulle mie labbra e io non potei fare a meno di ridere.
"Jake!"
Ci baciammo con trasporto crescente e io infilai le mie mani fra i suoi capelli e poi sotto la sua maglia che si sfilò velocemente, mentre lui iniziò ad occuparsi del mio collo e del mio corpo che prese a scoprire poco a poco.
"Ti rendi conto che io devo sorbirmi scene del genere in video con altre donne?"
Dissi mordendogli le labbra.
"Cos'è vuoi andarci te in video?"
Mi sussurrò ironico mordicchiandomi il collo.
"Certo che no!"
"Sta tranquilla che tanto non sono proprio così le scene"
Mi baciò con foga le labbra senza nemmeno finire di parlare e io chiusi gli occhi lasciandomi andare completamente, mentre le sue mani scorrevano esperte sul mio corpo che ormai conosceva alla perfezione. Cominciammo a cercarci sempre di più e con voglia l'uno dell'altra crescente finchè, arrivati al limite, non cedemmo completamente al desiderio.
"Ti amo"
Sussurrai all'apice del piacere.
"Ti amo anche io"
Mi sussurrò all'orecchio mentre il piacere si impadronì di me totalmente.
Ero ad occhi chiusi beatamente adagiata su di lui con la mia testa e una mano sul suo petto, mentre lui giocava piano con i miei lunghi capelli.
"Sei tutto il giorno sul set domani vero?"
"Si, giriamo anche col primo buio, credo che rientrerò tardi...vieni per pranzo almeno mangiamo insieme"
"Devo essere in redazione per pranzo purtroppo"
Protestai sbuffando.
"Mi porti un caffè a metà mattina?"
"Mi lasceranno passare?"
"Ti lasceranno passare"
"Ti porto un caffè allora"
Dissi sorridendo ancora ad occhi chiusi.
"Oh, devo sistemare delle cose a LA vieni con me per il weekend?"
"Si, posso permettermi un weekend di stacco dai libri"
"Bene..devo anche vedermi con degli amici, vorrebbero vederti"
Corrucciai la fronte, mi sollevai aprendo gli occhi  e lo guardai.
"Sono un piccolo accessorio?"
Dissi scherzando.
"E dai non farmi sempre una ramanzina per come parlo"
Disse lui mettendosi un cuscino in faccia.
"Sei imbarazzato!"
Dissi aprendo la bocca tra il sorpresa e il soddisfatta e tirando il cuscino che si era messo in faccia.
"No! Nessuno mi mette in imbarazzo!"
Risi tirando più forte il cuscino
"Oh si invece, di sicuro è qualcosa che si avvicina all'imbarazzo!"
"Senti se non ti va, va bene, però qualcuno lo hai già visto alla premiere quindi"
"Non rigirare le cose! Mi va...e mi va ancora di più perchè ti ha imbarazzato chiedermelo"
Dissi ridendo di nuovo.
"Ancora, dai smettila strega"
"Non ero una principessa?"
"Si sei una strega travestita da principessa"
Risi dandogli un colpo sulla spalla, mentre lui mi trascinò di nuovo giù su di lui.

"Preso tutto?"
"Si piccola smettila di chiedermelo ogni volta che partiamo, non andiamo su un'isola deserta dove non si può rimediare se dimentichiamo qualcosa"
Mi prese in giro come sempre e io sbuffai
"Sei proprio antipatico, io cerco di ricordare tutto per evitare caos e tu mi prendi in giro"
"Dai amore non mettere il broncio"
Mise all'infuori le labbra a mo di broncio avvicinandosi a me, io sbuffai indispettita e avanzai con la mia valigia ignorandolo.
"Mi ignorerai per sempre?"
"Si"
Dissi risoluta.
"Sicura?"
"Assolutamente"
"Mm.."
Si avvicinò solleticandomi il collo con le labbra.
"Amore!"
Lo rimproverai e lui rise.
"Sono rientrato nelle tue grazie possiamo andare"
Avanzò tranquillamente aprendo la porta d'ingresso.
"Sei terribile!"
"Andiamo piccola dai o faremo tardi"
Ci avviammo all'aeroporto e dopo sei ore di volo fummo finalmente a LA, l'aria era mite e frizzante, mi piaceva da morire il clima che c'era in quella città..amavo NY moltissimo, adoravo la neve e lo stare rannicchiata sotto le coperte, ma queste temperature erano decisamente affascinanti. Arrivammo a casa sua e una volta su in camera vidi una marea di scatoloni per terra.
"Oddio Jake ma siamo ancora a questo punto qui?"
"Sere abbiamo appena scelto i mobili! E comunque stavo portando le cose poco per volta proprio per questo...ora posso portare via tutto"
Mi guardai intorno in quella stanza caotica un pò spaesata.
"So che odi il disordine ma per questo weekend ti arrangerai chiaro?"
Mi disse con tono minaccioso, ma dolce.
"Ma se..."
"Chiaro?"
Sbuffai e incrociai le braccia al petto.
"Cristallino"
Tirai fuori la lingua indispettita e lui rise cingendomi i fianchi.
"Oh avanti sto traslocando mi pare ovvio che ci sia un pò di caos no?"
"Si lo so, ma si potrebbe anche traslocare con ordine"
"Io direi che posso invece distrarti tutto il weekend così tanto da non farti nemmeno rendere conto del disordine che c'è"
Sorrisi e allacciai le braccia attorno al suo collo mentre lui continuava a cingermi i fianchi.
"Ah si? Come hai intenzione di distrarmi?"
"Sono bravo a distrarti lo sai"
Disse avvicinando le labbra al mio collo e sentendo il pizzico leggero della sua barba appena accennata. Risi e inclinai un pò la testa all'indietro mentre lui mi mordicchiava il collo, poi mi prese in velocità facendomi cadere sul letto, ma stando attento a non farmi male, mentre le sue labbra si impossessarono rapidamente delle mie. Le nostre lingue iniziarono ad accarezzarsi e le mie mani finirono nei suoi capelli morbidi, poi sospirai sentendo un oggetto indefinito vibrare contro di me. Riacquistai lucidità e mi staccai di poco.
"Qualcosa nella tua tasca vibra e spero vivamente sia il tuo cellulare"
Dissi poi con tono scherzoso alla fine della frase. Lui tirò fuori l'I-phon dalla tasca e sbuffò.
"Dannazione"
"Amore sei qui perchè devi sistemare le ultime cose me lo hai detto tu!"
Dissi ironica anche se avrei voluto rimanesse con me.
"Speravo cancellassero tutto"
Disse con altrettanta ironia alzando le spalle e rimettendosi in piedi.
"Ci vediamo stasera"
"Jake dove ci vediamo con i tuoi amici? Sai giusto per sapere come devo vestirmi"
"Amore vai benissimo anche così"
Disse lanciandomi un'occhiata di sfuggita e facendomi segno con la mano per indicarmi, mentre intanto cercava qualcosa. Io alzai un sopracciglio e incrociai le braccia restando seduta sul letto. Lo vidi trovare una cartelletta e sospirò, poi mi guardò imbronciata e si avvicinò.
"Puoi davvero uscire in jeans e maglietta"
Disse divertito guardandomi, poi vide la mia aria corrucciata e si chinò per darmi un bacio rapido.
"Andiamo in un pub di uno di loro...si è un locale conosciuto e alla moda, si mangiamo lì"
Mi disse poi anticipando tutte le mie domande, io gli rivolsi un sorriso e mi misi sul letto in ginocchio arrivando, forse non troppo, al suo livello e gli diedi un altro bacio.
"Vai o farai tardi, a dopo"
"A dopo principessa e non ti azzardare a riordinare!"
Sbuffai per le sue pretese e mi sdraiai supina sul letto incrociando le mani sul ventre. Dopo un pò mi resi conto che non era poi così presto come sembrava così decisi di aprire la valigia e scegliere qualcosa da mettere. Pub, quindi in realtà ci puoi andare con qualsiasi abbigliamento, alla moda e conosciuto, questo implica che la maggior parte delle ragazze saranno in tiro per l'occasione. Cercai un pò di raccapezzare qualcosa e poi optai per un vestito corto e stretto a fascia, blu notte e argento abbinato a un paio di scarpe alte color argento. Presi il tutto e mi infilai sotto la doccia, una volta uscita asciugai i capelli e li stirai per comodità. Mi infilai i vestiti e uscii dal bagno e iniziai a truccarmi davanti allo specchio in camera, mentre mi mettevo il lucido sulle labbra sentii Jake rientrare, girai lo sguardo verso di lui e gli sorrisi.
"Ehi"
Lui mi guardò e alzò un sopracciglio.
"Ti ho detto che potevi venire in jeans e maglietta."
Sorrisi scuotendo la testa.
"Amore non mi sembrava il caso"
"Sei troppo sexy con quel vestito, devo proprio farti uscire così?"
Dissi retorico con una punta di gelosia.
"Da quando in qua decidi tu quello che devo mettere?"
Dissi allegra mettendo le mani sui fianchi
"Mm da mai?"
"Esatto...dai su muoviti e poi pensala così, ci sei te con me che marchi il territorio quindi è tutto ok!"
Come se anche se fossi stata sola mi sarei lasciata rimorchiare da qualcuno, io avevo già ciò che volevo.
"Vado"
Si defilò in bagno e dopo poco uscì tranquillamente in boxer mentre si strofinava i capelli con un asciugamano.
"Amore su"
Lo incitai lanciandogli i pantaloni.
"Che c'è? Io avevo intenzione di uscire così!"
Mi canzonò e io lo guardai male.
"Smettila e vestiti"
"Mm se no?"
Disse lui ridendo ed avvicinandosi a me.
"Jake mi hai lasciata in calore sul letto questo pomeriggio non è il caso che sfidiamo la sorte"
Dissi senza mezzi termini e lui rise.
"Wow quando vuoi non usi mezzi termini"
Alzai gli occhi al cielo e arrossii
"Ed eccoti di nuovo in imbarazzo, sei adorabile, la tua spavalderia non dura più di due minuti"
Si avvicinò cingendomi i fianchi e mi baciò cogliendomi alla sprovvista, poi si staccò di poco accarezzandomi il naso con il suo.
"Posso sempre disdire"
Io riaprii gli occhi e lo spinsi.
"Non ci pensare, eri così carino mentre me lo chiedevi!"
Dissi ironica, lui storse la bocca e si infilò i pantaloni, sorrisi mordendomi un labbro abbassando lo sguardo, era adorabile in quella circostanza, non l'avevo mai visto così e mi faceva piacere.
"Tieni"
Gli passai la camicia che infilò, intanto il suo telefono prese a suonare.
"Sere è nella giacca me lo passi?"
Disse mentre si abbottonava la camicia, io frugai nella giacca trovando il telefono e porgendoglielo, intanto mi misi le scarpe e sistemai la borsa.
"Si stiamo arrivando...John smettila, occhio a come parli stasera"
Mi girai vedendo la sua faccia minacciosa, ma non troppo e mi scappò un sorriso. Mi ricordavo di John dalla premiere lo aveva minacciato un pò anche lì.
"Siamo in ritardo?"
Chiesi dopo che aveva riattaccato.
"No tranquilla anzi, andiamo dai"
Mi porse la mano e io gliela presi sorridendogli. Una volta al pub sorrisi vedendo il posto, ok non era esattamente alla mia portata...insomma veramente non ero mai stata in un pub del genere, solo con lui dopo poco averlo conosciuto uscendo dall'ospedale. Gli altri locali in cui ero stata erano molto più sobri e meno affollati e un pò più luminosi. Entrammo da un'entrata secondaria per non dare nell'occhio che ci condusse poi quasi direttamente nel privè, Jake mi teneva ancora la mano saldamente. In effetti non eravamo abituati ad uscire, tendevamo a rimanere a casa per evitare troppi guai, insomma ogni volta era un'impresa mettere un piede fuori casa. Ci sedemmo sui divanetti alti posizionati vicino al tavolo per poter mangiare.
"E io che pensavo fossimo in ritardo"
Ironizzai vedendo che non c'era ancora nessuno.
"Ricorda con loro non sei mai in ritardo semmai in anticipo"
Mi sorrise e mi spostò i capelli dal viso, poi mi baciò e mi lasciai andare anche io a quel bacio dolce e profondo chiudendo gli occhi, tanto eravamo da soli no?
"Ho detto io che vi avevo disturbato prima!"
Ok forse non eravamo soli. Mi staccai velocemente abbassando lo sguardo per un attimo e portando i capelli dietro l'orecchio per l'imbarazzo.
"Tu hai sempre lo stesso tempismo"
Sentii Jake parlare e alzai lo sguardo riconoscendo John, sorrisi timidamente. Nervosa? No assolutamente perchè mai??
"Serena"
Mi salutò tendendomi la mano io gli porsi la mia e lui ne baciò il dorso, non potei trattenere un sorriso divertito.
"E' proprio tuo amico"
Dissi a mo di battuta verso Jake per alleggerire la tensione che sentivo. Lui diede un piccolo colpo alla mano di John che lasciò la mia, mentre ancora rideva per la mia battuta.
"Giù le mani John te l'ho già detto"
Disse Jake puntandogli un dito contro e cingendomi la vita con un braccio
"Ti ha proprio messa sotto chiave eh?"
Sorrisi a John e poi guardai Jake.
"A me va benissimo così"
Lui mi sorrise di rimando.
"Oh che dolce"
Sentii una voce femminile che formulò la frase con una punta di...sarcasmo? Si decisamente sarcasmo, Jake si irrigidì appena e io mi girai trovandomi di fronte una ragazza della loro età alta, magra, formosa, capelli neri come la pece e allo stesso tempo lucidissimi che ricadevano lunghi e lisci dietro le spalle, due occhi verdi smeraldo da fare invidia, il tutto corredato ad una carnagione scura perfettamente abbronzata pur non essendo propriamente estate...siamo in California Serena che ti aspetti? Mi sentii minuscola e inadeguata guardandola. Era fasciata in un abito nero aderente e molto corto che faceva risaltare le sue gambe lunghe aiutate da tacchi vertiginosi. Oddio e tu? Giri spesso intorno al mio uomo così? Mi irrigidii sul posto, mentre Jake invece sembrava tornato tranquillo, ringraziai il mio cervello per avermi fatto indossare quel vestito che improvvisamente non sembrava più così eccessivo...anzi.
"Jess non farti riconoscere"
Lanciò un sorriso verso il ragazzo con cui era arrivata e pregai con tutta me stessa che fosse il suo fidanzato.
"Serena giusto? Mark non so se ti ricordi"
Mi porse la mano e gliela strinsi, si l'avevo visto alla prima, ma non era con tale Jess.
"Sarah?"
Chiese Jake dopo averlo salutato. L'immagine di una ragazza bionda e dolcissima mi tornò alla mente...no Mark non era il fidanzato di Jess purtroppo.
"A letto con la febbre, ma ha detto che questa cosa si ripeterà, anche lei vuole conoscerla meglio"
Disse indicandomi, mi sentii terribilmente imbarazzata e ormai ero in uno stato di stallo.
"Dio cos'è un monumento di raro valore?"
Disse miss gambe lunghe mentre si sedeva tra John e Mark che erano tutti e tre di fronte a noi io assottigliai un pò lo sguardo per quella uscita poco carina.
"Jess non essere sgarbata come sempre"
La ammonì Jake e lei gli sorrise lasciva.
"Per carità non vorrei mai si rompesse...Jessica comunque"
Allungò la mano verso di me. Jessica un bel nome da...Serena! Ok ok infondo conoscevo un'altra Jessica ed era davvero un amore di ragazza. Le presi la mano e gliela strinsi forte fulminandola con lo sguardo per farle capire che non ero esattamente una bambolina indifesa.
"Serena"
Dissi con tono deciso. Ordinammo da mangiare e da bere, presi una di quelle insalate con mille condimenti all'interno tipiche di quei posti, i ragazzi si diedero a dei panini, mentre miss son tutta curve si limitò a prendere da bere. Certo, fin troppe calorie già nell'alcool.
"Serena sembri molto giovane"
Improvvisamente Jessica se ne uscì con quella frase mentre stavo affondando la forchetta nell'insalata, sembrò essere calato improvvisamente il silenzio, mentre John e Mark si scambiarono un'occhiata veloce tra loro che non capii...o che non volevo capire?
"Secondo quale termine di paragone?"
Dissi io sarcastica.
"Jake ha quasi 27 anni"
Lo so quanti anni ha il mio fidanzato grazie!
"Ho 21 anni e comunque Jake non compirà 27 anni prima della fine dell'anno...sei anni di differenza non sono poi molti se non li si sente"
Dissi velenosa. Strega!
"Col tempo potrebbero pesare"
Aprii la bocca per replicare, ma Jake mi precedette.
"Jess non sono affari tuoi"
Cercai di inspirare mentre la mia gamba continuava a dondolare per il troppo nervoso, Jake ci posò una mano e io la fermai istantaneamente. Ok in quel momento avrei voluto prendere Jake e chiedergli qual'era il problema esattamente, ma non ero ancora pronta a saperlo...lo sapevo già.
"Allora cos'è che fai di bello? Se non sbaglio Jake ci ha parlato vagamente di college"
Chiese tranquillamente John.
"Non gli piace parlarne"
Rimarcò la dose Jess. Posso strozzarla ora? Vi prego! Lo disse con un tono della serie sai non ne parla perchè non è importante, quando sapevo perfettamente che lo faceva perchè non gli piaceva mettermi in mezzo per il mio voler sempre essere dietro le quinte qualsiasi cosa facesse, odiavo se qualche fotografo ci faceva una foto, trovare una mia foto era raro come un fiocco di neve ad agosto al mare. Per questo lui era un continuo no comment quando si trattava di me. Ignorai la strega e risposi.
"Si, lettere. Seguo uno stage al New York Times"
Rimarcai guardando Jess di proposito
"Di solito non prendono stagisti al primo anno di college, ma io l'anno scorso ce l'ho fatta e anche quest'anno hanno continuato a tenermi, è una bella opportunità"
"Complimenti"
Mi sorrise John, poi ovviamente lei  doveva dire la sua.
"Bè non avendo finito gli studi vi faranno portare caffè e fare fotocopie"
La guardai male e mi affrettai a controbattere prima che qualcuno potesse intervenire.
"In realtà scrivo periodicamente sul New York Times nella sezione giovani, il mio supervisore mi fa fare diretta esperienza sul campo, e una volta il direttore ha incaricato me e la mia collega stagista"
rimarcai la parola
"ad andare a intervistare Jake"
Dissi poi sorridendo a Jake che mi sorrise a sua volta più per un gesto di intesa della serie lascio che tu ti difenda da sola.
"Oh vi siete conosciuti così?"
Disse Mark.
"No, ci conoscevamo già, ma ci eravamo...persi di vista. Non sapevo nemmeno che venisse lei a intervistarmi è stata una sorpresa"
Stavolta fu Jake a rispondere e io gli sorrisi nuovamente, più dolcemente però al ricordo di quello che era successo.
"Quindi vuoi fare la giornalista...bè con un fidanzato famoso hai gli scoop sotto mano"
Disse Jess ironica, ma sempre con una punta di malignità costante.
"Veramente vorrei fare la reporter...vorrei occuparmi di politica e di cronaca"
Dissi seria e lanciandole uno sguardo di fuoco. Carina ti ripeto che ho un cervello...almeno io!
"Sei molto decisa, di solito chi studia lettere cerca di scrivere...cioè so che ci sono comunque corsi correlati per il giornalismo, però insomma hai deciso in fretta"
Notò Mark senza attaccare come la signorina, ma solo facendo una constatazione.
"Bè in realtà mi sono scritta a lettere per quello"
Dissi onesta
"Ma...bè sai com'è scrivere un romanzo non è esattamente facile...ormai vanno di moda vampiri, maghi e streghe, non mi piace essere ripetitiva"
Scherzai.
"Questa generazione è fatta così!"
Dissi poi ironica.
"La tua...tua generazione. Non dirmi che non li hai letti"
Ok ora basta.
"Si. Si li ho letti e mi sono anche piaciuti. Ma ti sorprenderesti di vedere la libreria della mia stanza, non ci sono esattamente questi libri. Ci sono classici per lo più. Jane Austin, Emily Brontë, William Shakespeare, Oscar Wilde, Thomas Hardy...sempre che tu sappia chi siano"
Non riuscii a trattenermi.
"Ok! Serena 1 Jess 0. Direi che andiamo a prendere un altro giro da bere, Jess vieni"
Disse John e io arrossii di colpo, mentre lei sembrava quasi non fregarsene nulla. Mark si congedò per andare un momento a chiamare Sarah per vedere come si sentisse e io e Jake rimanemmo soli. Infilzai l'insalata più volte senza in realtà mangiare nulla, Jake posò la sua mano sulla mia che tormentava l'insalata con la forchetta.
"Che problemi ha?!"
Sbottai improvvisamente.
"Lascia perdere Sere"
Lascia perdere?! Col cavolo!
"No non lascio perdere! Sta cercando in tutti modi di farmi sentire inadeguata! Bè certo presentandosi mezza nuda e con tacchi che io non metterei mai e che non farebbero mai sembrare le mie gambe così chilometriche, mi ci ha fatta sentire già solo così inadeguata!"
"Serena ti prego, lo fa apposta non darle soddisfazione"
"Non mi pare che le stia dando soddisfazione"
"Innervosendoti così si però"
"Ci sei stato vero?"
"Cosa?"
"Sei stato a letto con lei"
"Serena.."
Sospirai guardando dritto davanti a me. Tanto lo sapevo già. Tornarono poi tutti e tre  prima che io e Jake potessimo continuare a discutere.
"Mi sono permesso di prenderne un'altro anche per te Serena"
"Grazie"
Sorrisi a John che mi porse un altro cocktail.
"Non devi accettare per forza, fino a poco fa non potevi nemmeno berne"
Dio questa tipa è da prendere a calci nel sedere!
"Non potevo ordinarne uno...è diverso"
Dissi velenosa guardandola palesemente male. Continuammo così la serata, John e Mark erano davvero molto carini con me, mi mettevano a mio agio ed erano molto simpatici, erano esattamente il tipo di persona con cui Jake avrebbe potuto fare amicizia. Mi chiesi poi se Denise li avesse conosciuti e se avesse conosciuto miss vipera che, maledetta mia lingua e voglia di sapere cosa facessero nella loro vita tutti e tre, scoprii essere una modella per Victoria Secret's...meraviglioso davvero meraviglioso!
"Andiamo? Abbiamo fatto davvero tardi"
Sorrisi a Jake e annuii. Ok era il momento di alzarsi e dovevo apparire disinvolta nonostante avessi bevuto più del dovuto, la verità era che non sapevo fino a che punto quei cocktail avevano avuto effetto su di me, anche se ad un certo punto notai molto meno alcool all'interno e dato che andava John a prenderli dato che il locale era suo, capii essere opera sua in un gesto di tacita complicità verso di me. Posai una mano sul tavolo per cercare un sostegno mentre mi alzavo e sembrare comunque naturale. Una volta in piedi mi resi conto che non ero in condizioni poi così pessime e ne fui molto felice.
"Mi raccomando ora che sei a NY non sparire come Jason ok? E salutacelo"
"Tranquillo John"
Dopo i saluti seguii Jake all'esterno che mi teneva per mano e una volta fuori l'aria mi investì in pieno facendomi girare leggermente la testa e rallentai il passo.
"Bevuto troppo?"
Mi disse ironico Jake.
"Sto benissimo"
Risposi acida lasciando la sua mano.
"Sere ti prego"
Salimmo in auto in silenzio e io puntai lo sguardo fuori dal finestrino mentre la macchina si dirigeva piano verso casa.
"Serena mi vuoi parlare?"
"Perchè non me lo hai detto?"
Sbottai all'improvviso, lo sentii sospirare e fermarsi con l'auto dopo aver adocchiato un parcheggio.
"Detto cosa?"
"Di lei! Mi presenti i tuoi amici e non mi dici che c'è una smorfiosa modella di biancheria intima con cui sei andato a letto!"
"Non doveva nemmeno esserci stasera!"
Mi disse esasperato e io spalancai gli occhi furiosa.
"Jake non è una giustificazione! Peggiori le cose dicendomi questa idiozia! Speravi che non la incontrassi mai?"
"No, non volevo dire questo!"
"Avrei voluto saperlo!"
"Cos'è devo farti una lista con tutte le donne con cui sono stato a letto? No dillo perchè guarda ti dico subito che nemmeno me ne ricordo!"
Stronzo! Lo aveva detto di proposito.
"No, ma magari quelle che vedi e che fanno parte della tua vita!"
"Con Rachel non ti sei innervosita così"
"Perchè lei non è innamorata di te!"
Dissi fuori di me.
"Lei può girarti intorno continuamente e puntare direttamente a denigrarmi senza troppe cerimonie, lei sa cose di te che io fino a stasera nemmeno sapevo, ti conosce da anni, e il pensiero che abbia potuto in più stare con te tutte le volte che voleva e che sperava ci fosse di più mi manda fuori di testa!"
Ormai avevo perso il controllo delle mie parole e dei miei sentimenti.
"Sei gelosa"
Disse candidamente Jake dopo aver improvvisamente ritrovato la sua lucidità e calma, ma dove la pesca? Ne compra direttamente a chili dal mercato?
"SI! NO!
Dissi poi cercando di riparare l'irreparabile. Lui sorrise.
"Si sei gelosa"
I suoi occhi si illuminarono di divertimento e malizia.
"Smettila no."
"Si è inutile che lo neghi"
Mi morsi le labbra forte sperando di trovare una soluzione.
"Sei nervosa"
Mi disse puntando il dito verso la mia bocca i denti torturavano le mie labbra.
"Oh e va bene! Sono gelosa!"
Lui rise e prese il mio viso fra le mani baciandomi con trasporto.
"Sai che questa gelosia è inutile. Conosco Jessica da quando avevo 14 anni e in tutti questi anni non è mai cambiato nulla. Sarò anche stato a letto con lei Serena, ma in 13 anni l'idea di stare con lei non mi ha mai sfiorato. L'idea di stare con chiunque non mi ha mai sfiorato, solo tu ci sei riuscita e questo dovrebbe dirla già lunga su quanto non ci sia motivo di essere gelosa di nessuno, men che meno di Jess."
Ancora non riuscivo a capire come riuscisse a calmarmi ogni volta c'era riuscito già col bacio, ma quelle parole fecero spuntare anche un sorriso sulle mie labbra.
"Scusa per l'uscita di prima. Avrei dovuto dirtelo hai ragione"
"Va bene, ormai è andata"
Rimise in moto l'auto e ci rimettemmo per strada.
"Non è che devo aspettarmi anche che sei stato con Sarah vero?"
Lui rise.
"No amore, Sarah e Mark stanno insieme dalla notte dei tempi, non sarei vivo a quest'ora"
Aggiunse poi ironico. Ok era decisamente snervane, il suo fare libertino di prima mi metteva un pò a disagio a volte, insomma in qualsiasi momento avrei potuto incontrare una tipa con cui era stato, ma non potevo farci nulla quella era la verità. Rientrammo finalmente a casa, quelle scale mi sembrarono improvvisamente triplicate, mentre salivo rischiai di scivolare, fortunatamente Jake era dietro di me che mi sostenne e rise.
"Amore ricordami di non farti bere più ti prego, sei partita con poco e dire che ho chiesto a John di alleggeriti ancora di più i cocktail."
"Sei stato tu?"
Chiesi sorpresa.
"Quando sono andato a prendere i bicchieri con John gli ho chiesto di alleggerire i tuoi e lui mi ha spiegato che lo stava già facendo dal terzo, al che gli ho chiesto di alleggerirli ancora"
Storsi il naso un pò infastidita, ma un fastidio momentaneo di quelli che nascono e muoiono lì.
"Non sono ubriaca comunque"
"No?"
"No"
Dissi sicura di me e mi avvicinai mettendogli le braccia al collo.
"Credo mi serva una mano per togliere il vestito"
Gli soffiai sulle labbra, lui sorrise di mezzo lato e colmò la distanza restante tra le nostre labbra infilando la lingua nella mia bocca in cerca della mia. Le mie mani finirono rapide fra i suoi capelli e le sue dita corsero lungo la cerniera del vestito, una volta tirata giù, tirò di poco il vestito che cadde velocemente ai miei piedi. Sospirai mentre le sue labbra scesero lungo il mio collo fino ad arrivare ai miei seni ancora coperti dall'intimo. Improvvisamente sentii le sue braccia dietro le ginocchia che con un gesto mi costrinsero a piegarle e a cadere di schiena sul letto.
"A letto signorina sei ubriaca"
Rimasi interdetta un attimo e poi aprii la bocca tra il sorpresa e l'offesa.
"Certo che sei odioso! Non sono ubriaca"
Lui mi tolse le scarpe e cerco una sua maglia in un cassetto e me la lanciò. Quando eravamo insieme ormai dormivo sempre e solo con una sua maglia.
"Sei brilla e questo basta"
Sbuffai indossando la maglia mentre lui si tolse la camicia e i pantaloni indossando il pantalone di una tuta e una maglia.
"Come se non fossi mai andato a letto con una donna brilla o ubriaca"
Dissi infilandomi sotto le coperte.
"Solo se lo ero anche io...preferisco si ricordino di me"
Lo sentii mettersi a letto e avvicinarsi abbracciandomi.
"Oh allora qualcuno è sveglio"
Dissi poi quando entrai in contatto con il suo corpo e sentii che i nostri baci non gli erano poi stati così indifferenti. Lo sentii ridere di nuovo.
"Principessa mi stai provocando da oggi pomeriggio credi che sia felice di questa situazione insoddisfatta? Io che rinuncio ad una nottata di sesso se me lo avessero detto sei mesi fa non ci avrei creduto"
Non potei fare a meno di scoppiare a ridere divertita.
"Prendimi pure in giro signorina, è colpa tua, recupereremo domani"
Mi girai verso di lui e gli sorrisi.
"Ti amo"
"Ti amo anche io, ma credo che tu possa anche desumerlo da tutto questo"
Gli diedi un bacio leggero sulle labbra e mi lasciai avvolgere dalle sue braccia mentre cominciavo a sentire l'effetto del'alcool.
"Dormi ora"
Mi sussurrò mentre ad occhi chiusi sentii le sue labbra posarsi sulla mia fronte, dopo di che morfeo si impadronì di me.

ANGOLO DI ARI

Ciao a tutteeee vi ho fatto aspettare dieci giorni ma ehi! Il capitolo è chilometrico e a me piace da morire, mi è piaciuto scriverlo dalla parte commovente iniziale a quella divertente che ha accompagnato tutto il capitolo. Abbiamo un pò messo pepe in questo capitolo avanti. Ho sempre esplorato la gelosia di Jake, mi piaceva l'idea di esplorare quelle di Serena e farvi comunque ricordare che è anche una ragazza che non si fa mettere i piedi in testa come si vedeva all'inizio, poi ovviamente per tutte le cose successe questo lato del suo carattere l'ho un pò sotterrato, ma c'è sempre. Ora, gli aggiornamenti dovrebbero essere più veloci d'ora in poi...forse non saprei, può anche essere di no, ma io ci conto. Poi diciamo che non manca molto alla fine della storia non mi sono fatta dei conti precisi, ma credo che saranno ancora forse quattro più l'epilogo non so, potrebbe essercene uno in più uno in meno, non so vedremo, non voglio che la storia diventi lunga e ripetitiva, facendo si che l'attenzione cali, quindi niente, questo e quanto e poi voglio creare un finale coi fiocchi...insomma la storia non è una storia normale, quindi la fine può essere normale? Ovviamente no! Ahahah bene ragazze, grazie a chi legge e commenta davvero. Buone vacanze a chi è già in vacanza, buoni esami a chi come me deve sostenerli e insomma divertiamoci però anche eh! Alla prossima Ari.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo veniquattresimo ***


                                

 

 

 

CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

Il mattino seguente mi svegliai raggomitolata vicino a Jake e una volta aperti gli occhi mi tirai su mettendomi a sedere sul letto, mi strofinai un occhio ancora assonnata e mi voltai verso di lui che ancora dormiva profondamente. Sorrisi e gli diedi un bacio sulla fronte, sentivo la bocca completamente asciutta, stupido alcol. Mi alzai e mi diressi di sotto così come avevo dormito, con la maglia di Jake addosso che mi ricadeva abbondantemente. Una volta in cucina presi un bicchiere d'acqua e lo bevvi d'un fiato. Andava decisamente meglio. Sbadigliai e mi strofinai nuovamente l'occhio e aprii svogliatamente il frigo, tirai fuori delle uova per fare dei pancakes, ma decisi di preparare prima del caffè ne avevo assoluto bisogno. Mentre preparavo la macchinetta sentii due braccia circondarmi la vita e mi spaventai la prima frazione di secondo, poi sorrisi sentendo le sue labbra sulla mia guancia.
"Ti ho spaventata?"
"Si, ti ho lasciato che dormivi"
Dissi ironica mentre lui continuava a riempirmi di baci, mi girai verso di lui e gli misi le braccia al collo e mi lasciai baciare.
"Buongiorno"
Mi disse poi staccandosi di poco.
"Non mi piace che sparisci, mi privi di tutte le coccole mattutine"
Risi scuotendo la testa e lo baciai di nuovo.
"Avevo bisogno di acqua"
"Mm ok...possiamo rimandare la colazione di un pò?"
"Jake.."
Lo rimproverai mentre mi baciava il collo.
"Che c'è? Non sei più ubriaca è tutto ok"
Disse sarcastico dandomi un bacio sul naso, io gli riservai un colpo sulla spalla e lui sorrise sollevandomi di poco e facendomi sedere sul ripiano della cucina.
"Brutta strega!"
"Jake!"
Lo rimproverai
"Oh io eh? Sei tu che ancora mi prendi in giro per..."
Mi tappò la bocca baciandomi e io chiusi gli occhi lasciandomi andare mentre le mie gambe si allacciavano attorno alla sua vita.
"E non ero ubriaca"
Gli soffiai a bassa voce il tempo per riprendere fiato e tornare a baciarlo come prima mentre le sue mani si infilarono direttamente sotto la maglia ormai mezza alzata.
"Jake andiamo di là ti prego"
Sussurrai mordendogli le labbra piano, ma lui tornò a baciarmi e io sospirai.
"Oddio vi prego, un pò di contegno davanti ad una donna incinta grazie."
Mi staccai da Jake come un lampo e guardai terrorizzata al di là della sua spalla.
"Oddio"
Sentii le guancie andare a fuoco e il cuore battere a mille.
"Dana, che cavolo ci fai qui?"
Disse Jake scocciato ma tranquillissimo, ma si tanto bastavo io in imbarazzo per tutti e due.
"Posso venire a trovare mio fratello? Ti sei trasferito a NY e nemmeno ti sei scomodato a salutare"
Scesi dal ripiano cercando di tirare giù la maglia.
"Magari alla signorina non dispiacerebbe coprirsi"
Boccheggiai non sapendo cosa dire mentre lei mi guardava accigliata tenendosi una mano sulla pancia ben visibile.
"Si questi sono i risultati del sesso, nel caso tu non lo sapessi"
"Dana!"
Jake la sgridò e io abbassai lo sguardo ancora più imbarazzata.
"Vado a...vado"
Dissi precipitandomi di sopra, una volta in camera misi le mani sul viso in preda al panico e alla vergogna. Mi sventolai con la mia stessa mano e poi indossai un paio di pantaloncini e una maglia, andai nel bagno per darmi una sistemata e scesi nuovamente di sotto. Mi soffermai dietro la porta sentendo Jake discutere con sua sorella.
"Dana.."
"Che c'è! Oh avanti Jake sul serio? E' una ragazzina!"
Mi morsi le labbra  nervosa.
"Dio ma perchè non vi fate gli affari vostri? Poi non capisco perchè siete così in fissa per la questione dell'età...per la miseria sono a mala pena sei anni, come se avessi il doppio dei suoi anni!"
"Non è questo...Jake lo sappiamo bene che genere di persona sei ok? Lei sembra così ingenua..."
"Che genere di persona sono scusa?"
"Non intendevo questo...intendo dire che per come sei fatto tu...oh insomma Jake per le tue esperienze e il tuo modo di fare potresti avere il doppio della sua età!"
"Non ero io quello immaturo? Me lo dite da sempre, ora improvvisamente non è più così? Credimi è più matura lei di te e me messi insieme"
Sospirai ancora più nervosa era proprio il caso di venire fuori, così presi un respiro e mi schiarii la voce entrando in cucina e vedendoli seduti, accennai un sorriso.
"Ehi...Dana, lei è Serena, Serena Dana, una delle mie due sorelle"
"La minore fra le due"
Le sorrisi con cortesia dato che non accennava a fare altro.
"Finisco di fare il caffè...oh, ma...forse vorrai...insomma sei.."
Ok non ero più in grado di articolare una frase di senso compiuto.
"Si sono incinta non si vede?"
"Prendo io del succo a Dana tu fa pure il caffè"
Jake si alzò guardandomi per darmi sostegno.
"Stavo preparando dei pancakes.."
"No ho già fatto colazione grazie, se voi dovete fare fa pure"
Wow sembra quasi gentile ora! Mescolai le uova e gli altri ingredienti velocemente e le versai nella pentola, mentre Dana beveva il suo succo e continuava a guardarmi mentre parlava con Jake.
"Allora stai con Jake a NY? Insomma in casa con lui? Sai qui sembri molto a tuo agio"
Misi il contenuto della pentola in due piatti e andai verso il bancone centrale e mi sedetti sullo sgabello.
"No, ho...vivo a casa mia"
"Bè di certo non le avrei fatto prendere un albergo ogni volta che mi viene a trovare non mi sembra intelligente"
Disse Jake mangiando un pò, io invece mi fiondai sul mio caffè ignorando la mia colazione, per tutta risposta Jake mi fulminò con lo sguardo e quindi mangiai qualcosa.
"Allora, che fai vieni a salutarci o no?"
"Dana non vado in guerra.."
Sbuffò Jake.
"Sono certa che la mamma pretenderà la vostra presenza a cena non appena saprà."
Dana mi guardò..sapere cosa?
"Non devi dirglielo per forza"
"Che ho conosciuto la famosa ragazza? Non esiste!"
Oh ecco...un momento non vuole che lo sappia? Corrucciai la fronte e tornai a giocare con la forchetta nel piatto.
"Sei insopportabile Dana...la gravidanza speravo ti addolcisse"
"Avere i piedi gonfi, rinunciare al mio fisico e avere la nausea costantemente avrebbe dovuto addolcirmi? No di certo"
Disse alzandosi
"Quindi signorina ti consiglierei di essere molto prudente a riguardo"
Ok ci stavamo meritando tutte quelle battutacce ma per la miseria è casa sua! Io che posso saperne che i suoi parenti potrebbero spuntare come funghi all'improvviso?
"Ok Dana hai detto abbastanza..."
"Aspettati una chiamata molto presto"
"Ti odio"
"Ti voglio bene anche io"
Gli diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Io tirai un sospiro di sollievo, ma restai in silenzio una volta che Jake tornò in cucina.
"Finisci la colazione dai."
Disse sedendosi accanto a me, ma io non risposi.
"Amore che c'é? Lascia perdere ok? A Dana piace mettere in imbarazzo le persone."
Difetto di famiglia allora
"Perchè non volevi che Dana dicesse nulla a tua madre?"
"Come?"
"Sanno almeno che sei fidanzato?"
"Certo, lo sa mezzo mondo che sono fidanzato"
"Ma glielo hai mai detto, insomma gli hai mai parlato di me?"
Sospirò e mi prese la mano.
"Amore che c'é?"
"Mi sembra che tu non sia molto propenso a farmi conoscere i tuoi"
Lui scosse la testa e sorrise.
"Ti sto solo proteggendo"
"Da cosa? Una madre troppo apprensiva? Due sorelle un pò gelose?"
"Oh no Maggie è ok, lei sa di te"
Corrucciai la fronte
"Scusa non avevi detto che sapevano tutti?"
"Si, nel senso che...è l'unica a cui permetto di fare qualche domanda su di te"
"E' la madre di Kelly vero?"
"Si"
Bevvi un pò di caffè
"Sere se proprio vuoi saperlo stasera saremo a cena da loro"
"Cosa?"
Dissi sgranando gli occhi
"Per questo ho chiesto a Dana di non dire niente, tra massimo mezzora mia madre mi chiamerà dicendo che devo assolutamente essere a cena, comincerà a fare storie se le dico di no mi farà chiamare prima da Dana poi da Maggie, sfodererà perfino la minaccia chiamo tuo padre, sa quanto odio discutere con mio padre, quindi le dirò si e vorrà che vieni anche tu"
"Ok"
Dissi sicura di me.
"Amore adoro la tua audacia, ma non aspettarti nulla"
"In che senso?"
"Non avere aspettative alte sulla mia famiglia ok? Rimarresti solo delusa...proprio come me"
Si alzò e mi diede un bacio sulla fronte andando di sopra. Non capivo il suo atteggiamento a riguardo, ok sapevo che non andava d'accordo con suo padre, ma sembrava che con sua madre e le sue sorelle fosse tutto ok, invece improvvisamente sembrava che l'unica con la quale fosse davvero tutto apposto fosse Maggie. Dopo una buona mezzora lo sentii parlare al telefono era davvero sua madre, lì capii sul serio che quella sera sarei andata a cena con la sua famiglia e la cosa mi innervosiva non poco, ma la cosa che più mi preoccupava era quello che mi aveva detto e cioè di non avere grandi aspettative. Il resto della mattinata e del pomeriggio dovetti passarlo sola in casa dato che lui aveva le ultime cose da sbrigare e poi il giorno dopo saremmo tornati a NY. Gironzolai un pò in casa attorno a Bet era l'unica che poteva darmi risposte ma non volevo chiedergliele esplicitamente. Mi guardai un pò intorno in cucina seguendo Bet, ok magari stavo esagerando.
"Signorina ha bisogno di qualcosa? Basta chiedere non deve farsi problemi con me davvero"
Arrossii e scossi la testa.
"Oh..no, no Bet...è..tutto ok"
Dissi giocando nervosamente con le dita.
"Sicura?"
Mi chiese appoggiando il panno che aveva in mano. Io sospirai e mi sedetti sul bancone al centro della cucina.
"Stasera siamo a cena dai genitori di Jake"
"Oh"
Oh?
"Già..."
"E' nervosa?"
"Un pò"
Dissi sincera.
"Ma non è solo questo.."
Aggiunsi poi.
"E cosa?"
Sospirai di nuovo.
"Jake...Jake è un pò strano quando si parla della sua famiglia, insomma lo so che non va d'accordo con suo padre me lo ha detto...bè non che mi abbia poi mai raccontato nel dettaglio, ma mi ha detto qualcosa e so di qualche episodio e mi ha fatto capire com'è la situazione, ma...insomma mi ha detto che era legato a sua madre e alle sue sorelle..."
"Il signor Thomas vuole molto bene alla signora e alle sue sorelle davvero"
"Lo so..."
"Ma? C'è un ma vero?"
"Dana è stata qui stamattina"
"Oh"
Ancora oh?
"Non credo di essergli piaciuta"
"Oh signorina lei è deliziosa dia tempo a tutti vedrà che l'adoreranno"
Abbozzai un sorriso per il complimento, ma mi morsi un labbro ancora più confusa di prima.
"Jake va molto più d'accordo con Maggie vero?"
Bet sospirò e si sedette.
"Si, sono molto legati, il signor Thomas va spesso a trovarla e la signora Davis viene spesso qui, sa lei lo ha un pò cresciuto, ci sono dodici anni di differenza tra i due, forse è per questo che vanno così d'accordo"
Ok non mi stava dando molte risposte.
"Bet...mi...mi ha detto di non avere grandi aspettative o rimarrò delusa..."
"Signorina, la famiglia Thomas è un pò particolare...il signor Thomas, il padre di Jake, è abbastanza rigido e duro, specie con lui, conosco Jake da quando aveva tre anni, e le cose non sono poi così cambiate. La signora è molto dolce, ma tende ad essere troppo opprimente e troppo meticolosa nei confronti dei figli, troppo invasiva...e bè Dana assomiglia molto a sua madre..."
"Se non piaccio a qualcuno faranno un casino a Jake vero?"
"Oh signorina non si agiti"
Disse alzandosi
"Non sono molto espansivi nei confronti degli estranei sono sempre molto sulla difensiva, tutto qui, ma stia tranquilla il signor Thomas le vuole bene, davvero, non si lascia influenzare da quando aveva 13 anni, non lo farà nemmeno ora che ne ha quasi 27"
Bet si allontanò e la mia ansia si quadruplicò. Mi preparai cambiando mille volte d'abito, avevo paura di fare brutta figura, arricciai i capelli e mi truccai per bene.
"Wow come siamo belle...potevi restare anche più sobria come piace a te"
"Sono eccessiva?"
Chiesi allarmata
"No amore sei perfetta, so che preferisci stare più comoda, ma se vuoi sembrare ancora più carina va benissimo così, mi cambio velocemente e andiamo ok?"
Annuii e una volta che si fu preparato ci dirigemmo verso la grande casa di Jake, lì dove era cresciuto. Una volta davanti alla porta mi guardai intorno circospetta e nervosa.
"Amore tutto ok?"
"Si certo"
Dissi cercando di essere convincente.
"Se vuoi posso dire che ho avuto un impegno di lavoro improvviso ok?"
"No amore davvero, io...sto bene"
Dissi prendendo un gran respiro e decidendo di suonare alla porta. Ci venne ad aprire la cameriera ed entrammo in casa lasciandogli le giacche e la mia borsa.
"Tesoro!"
Ci voltammo e vidi una donna venirci incontro era la madre di Jake che si precipitò ad abbracciarlo.
"Finalmente, non ti vedo da settimane, sei terribile devo pregarti ogni volta"
"Sono qui ora no?"
Disse lui ironico.
"Oh certo si dopo mezzora al telefono"
"Si...mamma se ne può discutere dopo, magari prima ti presento Serena"
Si grazie mi sento un tantino ignorata
"Oh certo scusami, sono sbadata!"
Come si può essere sbadati quando sai che tuo figlio porterà una ragazza a cena? Mi sentivo come un accessorio che può passare inosservato.
"Piacere signora Thomas"
"Piacere mio cara, andiamo dai"
Ci dirigemmo verso la sala da pranzo dove avremmo cenato e riconobbi Dana, poi un'altra donna che sicuramente era Meggie si avvicinò.
"Piacere Serena sono davvero felice di conoscerti"
Evviva qualcuno normale! Le sorrisi, poi anche Kelly si avvicinò salutandomi, infine si presentò il padre di Jake. Era molto simile a lui fisicamente, ma aveva un'aria rigida e impostata e molto severa, Jake e suo padre si salutarono a malapena. Mentre ci veniva servita la cena, cominciarono a farmi qualche domanda su cosa facessi e cose del genere.
"Studi vero?"
Mi chiese Maggie
"Si lettere con indirizzo giornalistico"
"Che tipo di giornalismo vorrebbe fare?"
Il padre di Jake che sembrava quasi non avrebbe preso parte alla conversazione, improvvisamente si fece sentire e aveva un tono quasi da interrogatorio.
"Mi piacerebbe occuparmi di cronaca, politica, insomma tutto quello di cui si può occupare una reporter"
"Non ha interessi quindi per il mondo dello spettacolo? E' una bella ragazza infondo"
Il mio cuore accelerò all'improvviso, il suo tono era indagatore, ma allo stesso tempo accusatorio e pieno di insinuazione.
"Papà!"
Jake lo riprese sgarbatamente, ma io risposi comunque.
"No, non mi interessa...non mi piace granchè come mondo"
Ok magari questo potevo tenermelo per me, Jake lo sapeva perfettamente, ero diffidente da sempre, da prima che lo incontrassi ed è vero lui mi aveva mostrato che c'era anche qualcosa di buono, ma mi aveva anche confermato molte delle brutte cose che pensavo...ma Jake era un conto...la sua famiglia un'altra, e la sua intera famiglia era implicata nello spettacolo.
"E' un pò strano non crede?"
"Perchè mi scusi?"
Oh no no no il mio tono polemico no!
"Bè visto il fidanzato che ha scelto"
"Non l'ho scelto di propo..."
"Papà smettila immediatamente ok?"
"Cerco solo di capire se come al solito stai facendo le tue cavolate senza senso alle quale poi bisogna porre rimedio"
"Dio non ho più 15 anni ok?"
Mi sentii terribilmente male, volevo sprofondare in quel momento.
"Stephen"
La madre di Jake cercò di evitare che le cose degenerassero senza troppo successo, lanciai un'occhiata intorno a me e nessuno sembrava molto sorpreso nè le sorelle di Jake, nè i loro mariti, nè Kelly che mi guardò comprensiva.
"A volte ti ci comporti come se li avessi!"
"E quindi? Senti non ti permetto più di controllarmi da anni ormai quindi evita di dare i tuoi consigli gratuiti che sanno di accuse infamanti ok?"
"Oh andiamo non esagerare Jake!"
"Non esagerare? Ci siamo appena seduti a tavola e la prima cosa che sei riuscito a dirle sapeva di accusa!"
"Jake.."
Cercai di calmarlo, mi sentivo così in colpa non avrei mai voluto essere in una situazione del genere.
"Sai almeno la mamma fa un pò la svampita, ma so che lo fa perchè è iperprotettiva nei miei confronti, Dana fa l'acida solo per vendicarsi dello scherzetto che ho fatto a Tom quando ce lo ha presentato, ma domani so che mi avrebbe chiamato e avrebbe chiesto scusa a Serena spiegandole il tutto, ma tu, tu non fai altro che cercare qualcosa per far notare quanta poca stima tu abbia di me"
"Sto solo cercando di aprirti gli occhi come al solito"
"Ok direi che basta così"
Vidi Jake alzarsi da tavola nonostante sia la madre che le sorelle volevano trattenerlo.
"Serena andiamo"
Mi trovai improvvisamente colta in fallo non sapevo cosa fare, certo proseguire la serata era impensabile così mi alzai anche io, Jake mi prese per mano portandomi verso l'entrata, una volta lì  chiese le giacche e la mia borsa alla cameriera.
"Non posso crederci"
Lo guardai dispiaciuta, mi sentivo così in colpa.
"Mi dispiace io..."
"Jake!"
Vidi Maggie arrivare e poi la cameriera portarci le giacche.
"Maggie non mi convincerai a ritornare dentro ok? Perchè sono sempre così? Sono i tipici genitori che non presenteresti mai a nessuno!"
"Lo so Jake, mi dispiace davvero...Serena davvero per quello che vale spero tu accetterai le mie scuse da parte della nostra orribile famiglia, ti hanno messo in imbarazzo, mi dispiace avrei voluto davvero conoscerti, Kelly mi ha parlato bene di te, ha detto che vi siete incontrate molte volte qui a LA...volevo davvero passare una bella serata"
"Va tutto bene"
Mi limitai a dire.
"Oh no non va bene, e mi dispiace davvero"
"Maggie non sei tu quella che dovrebbe scusarsi ok? Tanto si sa che se ci sono io a cena, a mala pena si arriva al dolce."
Disse poi Jake infilandosi la giacca, io feci lo stesso.
"Mi dispiace"
Disse lei per l'ennesima volta e io le sorrisi lievemente, mi sembrava davvero forse l'unica con la quale avrei potuto avere un qualsiasi tipo di legame. Uscimmo di casa ed entrammo in macchina rimanendo in silenzio.
"Ti va di mangiare qualcosa?"
Disse poi improvvisamente, io scossi la testa in segno di dissenso.
"Sere mi dispiace"
"No va bene, non preoccuparti"
Lui sospirò e accostò verso un parcheggio e mi incitò ad uscire. Una volta fuori dall'auto mi accorsi che eravamo vicino ad una spiaggia così dopo aver sceso dei gradini con la sua mano che mi sosteneva, tolsi i tacchi sentendo la spiaggia fresca sotto i miei piedi.
"Mi dispiace davvero"
Disse lui fermandosi e portando i miei capelli dietro l'orecchio.
"Mi avevi avvertita"
"Si...è di questo che parlavo, insomma mio padre crede che qualsiasi cosa io faccia sarà un grande, grosso, mastodontico errore. Mia madre probabilmente se potesse mi sceglierebbe lei la ragazza, non capisce che fino a sei mesi fa a momenti nemmeno le guardavo in faccia le donne con cui stavo, il giorno dopo non ricordavo nemmeno il loro nome...non è un tuo problema ok?"
"Non mi aspettavo una cosa del genere"
Dissi sincera.
"Lo so, l'ho visto nei tuoi occhi e mi dispiace per le stupide insinuazioni di mio padre"
"Bè è una cosa che si potrebbe pensare comunque"
"Probabilmente...ma lui l'ha detta solo perchè doveva far notare quanto per lui fossi stupido da poter incappare in una situazione del genere"
"Jake non hai niente di cui scusarti, dovrebbero scusarsi loro per come mi sono sentita e per come fanno sentire te costantemente"
Dissi sincera.
"Insomma...sei, sei davvero una persona meravigliosa, e fai tanto, hai fatto tanto per me, sei così dolce con Dave, cerchi in ogni modo di alleggerirmi le giornate, mi sei stato accanto quando pensavo di crollare e...i tuoi dovrebbero sapere tutto questo, dovrebbero capire che bella persona sei...sei intelligente e brillante, spiritoso, forte e dolce...non devi...non permettergli più di farti dubitare di te stesso, perchè è così che ti ho conosciuto, nascosto dietro un muro di apparenze e non...non l'hai costruito tu, lo hanno costruito loro per te, tu l'hai solo rinforzato per difenderti meglio. Non permetterglielo mai più, perchè io mi impegnerò a fondo perchè non accada"
Appena finii di parlare lui mi prese il viso fra le mani e appoggiò la mia fronte alla sua.
"Dio cos'ho fatto per meritarti"
Io scossi la testa appoggiando le mani sui suoi polsi.
"Vedi è proprio questo Jake, tu hai me perchè io ho te, quello fortunato in questo rapporto non sei solo tu, è uno scambio equo credimi."
Mi accarezzò le guance con i pollici e gli sorrisi lievemente, poi mi baciò. Una volta staccati mi abbracciò chiudendomi fra le sue braccia e appoggiando il suo mento sulla mia testa, mentre io gli circondai il corpo con le mie braccia.
"Ti amo"
Mi disse dandomi un bacio sulla testa, sorrisi chiudendo gli occhi e facendomi cullare da quel momento.
"Ti amo anche io"

ANGOLO DI ARI

Eccomi qui...bè diciamo che non sono proprio soddisfatta di come è venuto il capitolo, insomma non so secondo me avrei dovuto cancellarlo e riscriverlo da capo, della serie non mi piace per nulla. Ad ogni modo, Serena incontra la famiglia di Jake. Ebbene si, prima o poi sarebbe accaduto e nella mia testa era proprio questo il momento in cui sarebbe dovuto accadere. Diciamo che non sono stati propriamente ospitali. Che fra Jake e suo padre ci fosse molto astio ve lo avevo già fatto capire e come vedete è bastato poco per far terminare la cena che non è mai realmente iniziata. Niente diciamo che il capitolo si è incentrato molto su questo, credo che se non il prossimo sicuramente quello dopo sarà molto molto importante, io credo di inserire tutto nel prossimo ma non so vediamo un pò non si sa mai mi viene un colpo di genio all'improvviso ahahah come sapete siamo quasi in dirittura d'arrivo. Quindi nulla alla prossima Ari! E scusate ancora per il capitolo che non è venuto come volevo.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo venticinquesimo ***


                            

 

 

CAPITOLO VENTICINQUESIMO

I giorni, le settimane, passavano...piano passavano anche i mesi e le cose andavano molto bene fra me e Jake, certo a volte c'erano piccole incomprensioni e bisticci, ma credo siano cose normalissime per una coppia. Una volta avevamo litigato perchè lo avevo fatto preoccupare dato che erano le dieci e mezza di sera e non mi ero fatta sentire tutto il giorno perchè ero impegnata con una questione importante al giornale. Avevamo litigato per telefono e poi come due scemi entrambi avevamo deciso di andare l'uno dall'altra per chiederci scusa e non ci siamo trovati nessuno dei due nelle rispettive case, fortunatamente c'era mia madre che ha spiegato il tutto...certo lui mi ha fatto un'altra sgridata perchè ero uscita a mezzanotte inoltrata per andare da lui, ma poi siamo scoppiati a ridere e abbiamo fatto pace. Insomma a parte queste stupidaggini da coppietta le cose andavano abbastanza bene e ne ero felice, lo stare nella stessa città ci faceva bene, riuscivamo a  scoprire le personalità di entrambi a fondo, sia difetti che pregi. Ormai il film era a metà delle riprese, altri tre mesi e sarebbe stato concluso, Jake aveva deciso di avere dimora fissa a NY e poi andare a LA giusto quando era il momento di qualche intervista o per la promozione del film...bè certo prima o poi avrebbe preso altri lavori, ma non volevo pensarci, volevo godermi il momento. Io e la sua famiglia non ci eravamo più incontrati. O meglio, avevo conosciuto meglio Maggie, suo marito e Kelly, il piccolo Jordan mi adorava, loro erano davvero dolcissimi con me. Dana l'avevo rivista era stata molto carina e si era scusata, raccontandomi come Jake aveva trattato quello che era ormai suo marito, così capii anche che il modo in cui si era rivolta a me era solo una piccola vendetta, ecco perchè Jake mi era sembrato così calmo nei suoi confronti. Per quel che riguarda i suoi genitori non li avevo più rivisti. Jake invece era spessissimo a casa mia, ormai praticamente cenava da noi quasi tutte le sere e spesso si presentava con grandi buste piene di roba giustificandosi dicendo che non poteva mangiare ogni volta senza contribuire, il tutto ovviamente con grandi rimproveri di mia madre, inutili tra l'altro dato che lui continuava a portarci la spesa.
Ero in redazione che avevo appena finito le mie ore di stage, presi le mie cose, le infilai in borsa e mi diressi allegra verso l'uscita. L'aria era molto più calda, la primavera si faceva sentire e questo mi metteva di buon umore. Passeggiai con calma per le strade della città, ero diretta a casa di Jake, gli avrei preparato la cena e saremmo stati un pò insieme, gli ultimi giorni erano stati un pò pieni per entrambi, ma il weekend era alle porte e questo migliorava decisamente il tutto.
"Serena"
Mentre camminavo tranquilla e rilassata sentii una voce alle mie spalle fare il mio nome, così mi voltai notando il padre di Jake.
"Signor Thomas salve"
Dissi sorpresa, ma il più gentile possibile.
"Salve...speravo di incontrarla sa?"
Corrucciai la fronte stranita.
"Oh...davvero?"
"Si...posso offrirle una tazza di caffè?"
"Io...bè veramente stavo andando a casa e..."
"Solo cinque minuti"
Lo fissai per un momento, ma poi cedetti, non volevo dargli altri motivi per non piacergli.
"Va bene"
Lui sorrise cortesemente e si incamminò verso un bar che sembrava conoscere molto bene. In effetti il proprietario lo salutò e gli diede un tavolo abbastanza riservato all'interno del locale. Ci sedemmo e ordinammo due caffè. Lui continuava a scrutarmi e io mi sentivo a disagio così cercai di rompere il ghiaccio in qualche modo.
"Come mai a NY?"
Azzardai.
"Dovevo tenere una lezione per il corso di regia all'accademia delle arti sceniche"
"Oh...gli studenti saranno stati sicuramente emozionati"
Mi limitai a dire.
"Come sta mio figlio?"
Corrucciai nuovamente la fronte, quell'uomo era più enigmatico del figlio...come si dice...i geni!
"Lo chiede a me? Potrebbe chiamarlo"
Ok forse questa non dovevo dirla.
"Forse...sono comunque informato...tu lo sei?"
Sospirai sentendo la prima parte della frase prendendo a giocare con la tazza del caffè, poi alzai lo sguardo su di lui irritata.
"Che intende?"
"Quello che ho detto"
Sospirai di nuovo irritata.
"Perchè non mi dice quello che deve dirmi?"
"Gli stai tarpando le ali"
"Come scusa?"
Passiamo al tu oh si!
"Non sono contento che abbia fatto questo film a NY, ma alla fine si tratta solo di sei mesi, tre sono già andati...mi preoccupa più il futuro"
"Io non l'ho costretto ad accettare un film solo perchè era più vicino a me...non lo farei mai"
"Ma lui lo fa comunque per te. Se non ci fossi tu avrebbe accettato quello che avrebbe davvero voluto accettare"
Ok mi stava davvero facendo innervosire.
"Cosa stai cercando di dirmi? C'è qualcosa che non so vero?"
"Jake ha avuto una bella proposta, una di quelle importanti, dovrebbe girare a Parigi appena finito questo film...inutile dire che ha rifiutato per la troppa distanza...fortunatamente il regista è stato molto insistente e gli ha mandato il copione"
"Ha ancora tempo per pensarci comunque"
Parigi? Europa? Siamo seri? Il mio cuore tremò all'idea.
"Non accetterà mai, lo sai, te ne avrebbe parlato no?"
Abbassai lo sguardo pensandoci.
"Starà leggendo il copione"
Dissi ancora con gli occhi bassi, non poteva mettermi in queste condizioni, non poteva farmi sentire così in colpa per qualcosa di cui io nemmeno sapevo dell'esistenza...eppure mi sentivo così.
"Serena, sappiamo entrambi che non è così, probabilmente l'avrà già letto, ma rinchiuso in un cassetto da qualche parte perchè tanto non accetterà mai. Oggi non accetterà questo, domani un altro e poi?"
Mi morsi le labbra colpevole anche se inconsapevolmente.
"E poi cosa? Cosa...io..."
Presi un respiro.
"Preferiva la vita che faceva prima vero?"
Dissi fissandolo e un pò arrabbiata, rimettendo distanza dandogli del lei.
"Prima non aveva problemi di set, di distanze, pensava a sè stesso, alla sua carriera, non aveva legami, preferiva così vero?"
"Non ho mai apprezzato lo stile di vita di mio figlio, sono per il mettere radici e costruire qualcosa, ma credo che sia ancora immaturo per farlo, ma soprattutto ci vuole qualcuno di più adatto, che capisca determinate esigenze, che sia comprensiva per il lavoro che fa, che sia disposta a lasciarlo libero di scegliere"
"Io non l'ho mai costretto a scegliere niente!"
Ribadii ancora.
"Non intendevo letteralmente signorina"
"Ha detto di lasciarlo libero di scegliere e...oh...intende qualcuno che sia disposto a seguirlo sempre...o che faccia lo stesso lavoro e capisca le sue esigenze"
"Si chiama affinità Serena, sai capisco sei giovane, presa dal bel ragazzo famoso tanto sognato, ma questo rapporto vi porterà all'autodistruzione. Io lo so com'è Jake quando ha per le mani lavori che non lo gratificano e a lungo andare questo influirà su di voi, portandovi al fallimento di una relazione che era già destinata a finire. Ci sarà rancore ed astio ed è un peccato, specie se si può sistemare prima la cosa"
Sentivo il mio respiro spezzarsi in gola e il cuore in fiamme, decisi così di mettere fine a quella conversazione sgradevole e quasi intimidatoria.
"Credo che lei abbia detto tutto quello che doveva dirmi"
Dissi alzandomi e prendendo la mia borsa.
"Arrivederci"
"Ci rifletta su!"
Mi disse mentre avanzavo veloce attraverso la sala del locale dirigendomi verso l'uscita. Una volta fuori mi diressi verso casa di Jake e come d'accordo iniziai a preparare la cena anche se avevo un pensiero fisso. Mi allontanai dalla cucina e mi diressi invece verso una specie di studio che aveva lui in casa. Entrai aprendo la porta e guardai la scrivania, mi avvicinai guardando i cassetti senza aprirli. Mi sentii terribilmente stupida e ritornai in cucina occupandomi della cena. Quando Jake rientrò era tutto pronto e dopo cena ci rilassammo un pò sul divano nel salotto. Mi accomodai fra le sue braccia mentre lui giocava con i miei capelli.
"Jake"
"Mm?"
"Ricevi proposte anche mentre giri?"
Rimase in silenzio per qualche secondo poi mi rispose.
"Perchè me lo chiedi?"
Merda
"Curiosità"
"Si...ricevo sempre proposte"
"E stai già dando un'occhiata per quando finirai questo?"
Si mosse dalla sua posizione e mi costrinse ad alzarmi un pò, poi cercò il mio sguardo.
"Che c'è?"
Perchè doveva conoscermi così bene?
"Niente sto solo facendo qualche domanda"
Dissi cercando di sembrare sincera e spontanea.
"I copioni si leggono sempre Sere, magari c'è una grande occasione e anche se impegnati si può comunque fare parte del progetto dopo"
"Certo"
Dissi sorridendogli.
"E tu hai letto qualcosa ultimamente?"
Sorrise scuotendo la testa.
"Vorrei tanto sapere il vero motivo per cui mi stai chiedendo tutto questo"
"Te l'ho detto semplice curiosità"
"Non ti credo, quindi mettiamola così, ti risponderò ad altre domande del genere quando tu mi dirai perchè me le stai facendo"
Mi diede un bacio sulla testa e si rimise comodo, io gli sorrisi forzatamente e mi accoccolai di nuovo fra le sue braccia. Intanto i giorni passavano e le parole del padre di Jake si insinuavano sempre più nella mia testa, inoltre il signor Thomas era ancora in città, lo avevo trovato una volta a casa di Jake che discutevano un pò, poi in un'altra occasione mi aveva rimarcato la sua idea, aggiungendo che lui stesso non avrebbe mai votato o candidato Jake a qualche riconoscimento con questi limitazioni, che gli altri registi, quelli più importanti lo avrebbero snobbato sempre a causa di quegli stessi limiti...o meglio me. Dopo qualche settimana mi ritrovai nuovamente a casa di Jake da sola e ritornai in quella stanza, ma quel giorno frugai un pò in giro trovando quello che cercavo. Lo sfagliai rapidamente notando qualche appunto e sottolineatura, questo significava che aveva studiato bene il testo. Lo rimisi apposto e lo attesi nervosa in casa.
"Ehi sei qui"
Disse appena mi vide in cucina con del gelato davanti.
"Amore il gelato non è un pasto, è quasi ora di cena...ordino una pizza ok?"
Sospirai continuando a giocare col cucchiaio nel gelato.
"Sere, che succede? Sono giorni che sei strana"
Mi disse frustrato.
"So di Parigi"
"Avevo detto che le domande avevano un perchè...come lo sai?"
"Ho trovato il copione"
Mentii
"Trovato? E' chiuso in un cassetto, dì pure che hai frugato in giro...che fai adesso mi controllerai anche nelle tasche della giacca e dei pantaloni?"
Mi disse molto seccato, mi si seccò completamente la bocca e lo guardai atterrita.
"Non è questo il punto"
Dissi poi cercando di ritornare sull'argomento principale.
"No? Serena non ho intenzione di accettare quel lavoro"
"E' questo il punto!"
Dissi poi agitata, avevo sperato davvero che ci fosse qualche altra motivazione che non fossi io, ma non la trovavo e speravo che me la desse lui e che non confermasse quello che il padre aveva detto.
"Come?"
"Perchè non vuoi accettarlo?"
"E' a Parigi!"
"Quindi?"
"Mi stai prendendo in giro vero?"
"No! Ti piace il copione?"
"Cosa c'entra?"
"Dio Jake mi stai dando tutte le risposte sbagliate!"
Dissi alzandomi con il cuore in gola.
"Ma qual'è il problema? Perchè ti preoccupi tanto che io accetti un film o meno?"
"Perchè non puoi non accettarlo a causa mia!"
"Ma..."
"Jake non puoi...non puoi aspettare costantemente un copione che sia vicino a me"
"Serena dire che Parigi è lontana è un eufemismo!"
"Tu ami il tuo lavoro"
"Amo più te!"
Chiusi gli occhi e scossi la testa.
"Non voglio frenarti in qualche modo"
"Sere, sono io che non me la sento ok? Insomma sono...le riprese dureranno minimo un anno se non più e...Parigi è lontana non potrei mai tornare per un weekend, questo significa aspettare le pause, che probabilmente non arrivano prima di mesi, non posso metterti in queste condizioni, non posso mettermi in queste condizioni"
"Se non stessimo insieme accetteresti?"
"Cosa?"
"Ti ho chiesto se accetteresti...se non stessimo insieme"
Non mi rispose.
"Lo prendo per un si?"
"Serena che sta succedendo qui?"
"Come...come posso gestire una cosa del genere?"
"Gestire cosa?"
"Non voglio essere la causa della tua rovina!"
"Non lo sei! Dannazione perchè stiamo facendo questo discorso"
"Perchè io non sono nel tuo mondo! Perchè dovrei dirti accetta quel lavoro, vengo a Parigi con te, ma non posso! Sono una stramaledetta ragazza che studia al college e ha una famiglia che non può lasciare. Sono solo un limite per te!"
"Tu non mi stai limitando! E' solo un film! Ce ne saranno altri"
"Altri che non accetterai perchè sono lontani? Perchè ti portano via troppo tempo? Perchè non fanno coincidere i nostri orari? Prima o poi tutto questo accadrà! E sarà un completo disastro!"
"Serena stai facendo dei discorsi da pazzi!"
"No! Sei tu che non vuoi capire. Jake oggi rifiuti questo, domani quello e poi? I registi cominceranno a guadarti in modo diverso e a preferire persone che non si pongono limiti, io sono il tuo limite"
"Ogni relazione sarebbe un limite allora con il mio lavoro!"
"Non con la persona giusta al tuo fianco"
"Tu sei giusta per me"
Disse prendendomi dolcemente per le spalle, io scossi la testa.
"Non è così, hai bisogno di qualcuno che comprenda davvero quello di cui parli, che sia impegnata come te costantemente o che sia in grado di seguirti qualsiasi siano le tue scelte"
"Smettila"
"E' così e lo sai"
"Serena io ti amo"
Chiusi di nuovo gli occhi sciogliendo la presa.
"Ho bisogno di...ho bisogno di stare sola al momento"
Mi allontanai prendendo le mie cose volendo uscire al più presto da lì.
"Che significa? Serena sembra una crudele vendetta ti prego"
"Vendetta di cosa?"
"Serena parliamone ti prego"
"Parlare di che cosa Jake, i fatti sono questi non cambieranno. Ho bisogno di andare via"
"Non andare"
"Devo, mi dispiace"
"Dannazione non puoi dire sul serio! E' successo qualcosa, c'è qualcosa che non mi stai dicendo!"
Alzò la voce e io di rimando.
"Dio Jake rispondi semplicemente alla mia domanda allora!"
"Quale domanda?!"
"Accetteresti la proposta di Parigi?!"
"Si!"
"Bene! Hai la tua risposta!"
"Non è giusto, non puoi basare una discussione su di un 'se'!"
Mi diressi spedita verso la porta cercando di non piangere per uscire da lì il più velocemente possibile.
"Serena!"
Lui mi raggiunse e mi afferrò un braccio costringendomi a girarmi verso di lui, alzai lo sguardo su di lui con gli occhi pieni di lacrime.
"Ti prego"
Mi disse con gli occhi spenti come se sapesse già che non sarebbe servito a nulla.
"Mi dispiace davvero"
"Se vai via sarà per sempre"
Mi disse con rabbia, mi divincolai dalla presa sentendo le lacrime scendere calde lungo le mie guancie. Alzai di nuovo lo sguardo su di lui e gli sfiorai appena le labbra con le mie, poi uscii da quella casa, probabilmente per sempre. Per tutto il tragitto fino a casa le lacrime mi accompagnarono, continuavano a scendere come se fossero animate di vita propria, anche asciugandole queste continuavano a rigarmi il viso e se mi imponevo di smettere si ribellavano scendendo più fitte. Una volta a casa mi precipitai in camera ignorando mia madre che, vedendomi sconvolta mi seguii, ma una volta chiusa la porta alle mie spalle girai la chiave per non permettere a nessuno di entrare.
"Serena! Che succede!"
Ignorai completamente i continui richiami di mia madre e iniziai a singhiozzare quasi non riuscendo più a respirare mi lasciai scivolare contro la porta finchè non trovai il pavimento. Appoggiai una mano sul mio cuore che batteva furiosamente nel petto, lo sentivo nello stomaco e nelle orecchie, quasi come una fastidiosa e pesante protesta per tutto quello che stava succedendo. Portai le mani sulla testa che pulsava tra i capelli stringendoli quasi per scaricare tutta la mia frustrazione. Cosa è successo improvvisamente? Non lo so, so solo che ormai quel pensiero mi martellava fisso il cervello. Il padre di Jake non aveva tutti i torti, cosa potevamo condividere? Venivamo da due mondi completamente differenti, due stili di vita che non combaciavano nemmeno per sbaglio. Lo avrei anche spinto ad accettare quel ruolo, lo voleva lo sapevo, lo avevo capito vedendo tutte quelle scritte sul copione, lo avevo capito mentre girava intorno allo domanda e quando per esasperazione mi aveva detto di si. Avrei potuto dirgli di accettare, ma poi? Sarei stata pronta a non vederlo per mesi? A vivere in quel modo? No. Lui voleva vivere in quel modo? No, per questo non aveva accettato. Ma io non potevo concepire di essere un ostacolo per lui, non potevo pensare che avrebbe scelto in base alla lontananza che si sarebbe frapposta fra noi, non all'apice della sua carriera, era ancora così giovane...e se un giorno ci fossimo lasciati comunque? Per quanto si sarebbe tormentato per tutte le occasioni mancate? Quanto mi sarei tormentata io? Avevano ragione eravamo incompatibili. Mi trascinai fino al letto sprofondandoci sopra. Abbracciai il cuscino e ci affondai il viso per attutire il suono dei singhiozzi e i lamenti quasi come se provassi anche dolore fisico. Mi sentivo persa, di nuovo, ancora, mi ero allontanata dal faro che mi stava guidando, che aveva illuminato un percorso fino ad otto mesi prima buio e oscuro. Mi sentivo nuovamente avvolta dalle tenebre della notte, senza più una guida e questa volta l'avevo voluto io. La parte egoistica di me urlava di mettermi in piedi, uscire da lì e tornare da lui, il mio cuore era d'accordo, ma la mia testa era più forte, era tornata ad essere prepotente come un tempo, per troppo tempo si era riposata lasciando la guida al cuore, ma ora più che mai sembrava decisa a riprendere in mano le redini del gioco inchiodandomi a quel letto in un mare di lacrime.

ANGOLO DI ARI

*Dopo aver lanciato la bomba a mano si piega e si copre la testa con le braccia facendosi piccola piccola*
Ehm salve a tutti xD Non ho nemmeno il coraggio di rileggere il capitolo quindi se ci sono obbrobri, per una volta lasciatemeli passare T.T ok, ora che dire? Penso che ci saranno altri due capitoli oltre l'epilogo, a meno che non decida di fare tutto in uno e poi l'epilogo, non saprei devo un pò vedere. Mm io non so che dirvi...a parte che c'è anche qualcuno peggio di Malefica! Eh si...le insinuazioni sono la cosa peggiore, se un'idea si infila nel cervello lasciarla andare diventa davvero difficile specie quando questa viene sempre più fomentata. Inoltre Jake inconsapevolmente ha confermato tutto ciò che il padre ha detto a Serena. Vi ricordo e sottolineo che Serena non ha informato Jake dell'intervento del padre in tutto questo. Ora spero di non avere troppi pomodori in faccia anche se me li merito. Un avvertimento per i/il prossimi/o capitoli/o aprite la mente e statemi dietro, il ritmo sarà un pò più frenetico! Ricordate che non è una storia come le altre, ve l'ho detto già all'inizio quindi preparatevi a vedere qualsiasi cosa. Potrebbe essere esagerato magari, ma il finale è quello che avevo deciso all'inizio e non lo cambierò, spero solo vi possa piacere. Bene alla prossima Ari! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo ventiseiesimo ***


                            

 

CAPITOLO VENTISEIESIMO

"Ciao Carol!"
Esordii camminando a passo svelto verso di lei che mi aspettava davanti alla fontana di Central Park.
"Sere! Finalmente"
"Scusami ho dovuto fare delle commissioni per mia madre, domani sera lavoro, non so più come dividermi"
"Tranquilla...sei sicura di farcela con tutti questi impegni?"
"Si assolutamente"
Dissi con sicurezza.
"Mm"
"Che c'è?"
Dissi sbuffando vedendola non poi molto convinta.
"Stai bene? Non fai altro che fare su e giù come una matta, università, giornale, lavoro...sei proprio sicura che sia una buona idea? Insomma sei già così impegnata ci manca solo questo"
"Carol, mia madre da sola non ce la fa ok? Non voglio che chieda soldi ai miei nonni...o per lo meno sono soldi per me, per quello che mi serve e il resto contribuisco alle spese della casa. E comunque lavoro saltuariamente lo sai. Domani sera c'è questa festa, non ho ben capito, so solo che servono molti camerieri e che pagano molto bene. Deve essere qualche riccone"
"Va bene...ma devi anche svagarti ok?"
"Ehi ogni tanto esco con te e i tuoi amici!"
Dissi fingendomi offesa
"Ogni tanto...per l'appunto. Perchè piuttosto non accetti l'invito di Ben?"
Alzai gli occhi al cielo...si ricomincia!
"Carol...non mi va"
"Serena avete così tante cose in comune, sembrate anime affini, vi piacciono le stesse cose, avete gli stessi interessi, non ho mai visto due persone con così tanto feeling che non provano almeno ad uscire una volta"
Sospirai pesantemente, poi mi sentii prendere per un braccio e mi fermai di colpo trovandomi di fronte una Carol seria e determinata.
"Serena sono passati sei mesi dall'ultima volta che hai visto tu-sai-chi...dio mi fai parlare di lui come fosse Voldemort!"
Mi scappò una risata.
"Comunque, hai deciso di non tornare con lui nonostante avesse saputo la verità, bene, allora va avanti"
Mi rattristai nell'immediato. Per una settimana intera dopo quello che era successo Jake era venuto a casa e mi aveva cercato molto, ma io ero sempre stata categorica sul non voler tornare insieme, gli avevo perfino detto di non amarlo più sentendomi davvero uno schifo. Un mese dopo Jason parlò. Avevo detto tutto a Denise ovviamente, che aveva mantenuto il segreto per un intero mese, ma poi era crollata, la capivo, mentire alla persona che ami non è facile. Jason ovviamente aveva detto tutto a Jake, provocando una lite da primati con suo padre, o almeno così mi aveva riferito Denise. Poi era tornato da me, ma nonostante l'evidenza gli dissi che comunque era giusto che lui continuasse per la sua strada e io per la mia. Lo amavo ancora e lui lo sapeva, lo sapevano tutti, forse non avrei mai smesso di farlo, ma ero anche convinta che sarei sempre stata un limite per lui, per questo lo avevo rimandato a casa nuovamente sconfitto, sentendomi ancora peggio. Alla fine aveva accettato quel lavoro a Parigi. Era lì da sei mesi esatti, non sapevo altro, evitavo tutte le notizie riguardante lui sia ai notiziari che sui giornali. Mi ero anche allontanata da Denise e questo mi distruggeva ancora di più. La verità era che era sempre molto impegnata, ormai era una modella a tutti gli effetti e quando non lavorava raggiungeva Jason che stava girando ad Atlanta. Inoltre non volevo metterla in condizione di mentire ancora al suo ragazzo e poi loro erano ancora troppo vicini a Jake e io non me la sentivo, solo il pensiero che loro avessero potuto vederlo o sentirlo poco prima, o che potessero riferirgli come stavo era troppo. Sette mesi...nel totale questa agonia si protraeva da sette lunghi mesi.
"Carol non è proprio così facile"
Protestai
"Lo so, Sere lo so, ma ti voglio bene e vorrei che almeno ci provassi, una sera solo...che ti costa?"
"Ci penserò"
Dissi per liquidare la cosa, come facevo sempre del resto.
"Ci penserò significa no Serena ormai lo so"
Riprendemmo a camminare in silenzio mentre ero completamente immersa nei miei pensieri.
"Parli del diavolo..."
"Mm?"
Mi girai verso Carol che guardava in una direzione, poi prese ad agitare la mano in segno di saluto e a sorridere, mi voltai anche io e vidi Ben.
"Ciao ragazze!"
"Ciao Ben!"
Carol gli diede un bacio sulla guancia e io gli sorrisi a mo di saluto, improvvisamente mi sentii a disagio nonostante con Ben non mi capitasse mai. Forse Carol aveva ragione, una serata fuori non poteva farmi poi così male.
"Ditemi che usciamo stasera vi prego, ne ho bisogno è venerdì"
"Io sono occupata mi dispiace, Dylan e Sarah partono per il weekend, Diana è a letto con l'influenza, gli altri sono sotto esame"
Disse Carol.
"Oddio vi prego, non posso reggere ancora altro lavoro, volevo proprio uscire"
Carol mi lanciò un'occhiata.
"Bè qualcuno è libero stasera in effetti"
La guardai malissimo e arrossii.
"Si...ma..."
"Le sto chiedendo di uscire da un pezzo ma mi dice sempre no!"
Disse lui ironico e io arrossii ancora di più.
"Scherzavo non volevo imbarazzarti"
"Ok"
Sia Carol che Ben mi guardarono interrogativi.
"Ci vediamo stasera"
"Ti...passo a prendere alle nove"
Disse un pò stranito Ben.
"Facciamo che ci troviamo lì ok?"
Non volevo rendere le cose troppo serie...perchè me ne stavo già pentendo?
"Va bene, alle nove allora, solito posto"
Ci salutammo e Carol mi guardò shoccata.
"Gli hai detto si?"
"Mi sono già pentita"
Gli dissi sincera.
"No, ok, rilassati e cerca di divertirti, domani ci penserai ok?"
"Ok...senti compriamo questo regalo così poi vado"
Dissi cercando di non pensarci. Una volta tornata a casa presi il telefono una decina di volte scrivendo sempre lo stesso messaggio per disdire l'appuntamento, ma poi mi trattenevo dal mandarlo. Il tempo passava troppo velocemente e già era ora di prepararsi. Indossai un vestito a fascia a fondo bianco, ma con dei ricami in pizzo neri. Arricciai i capelli e mi truccai, una volta davanti allo specchio sospirai, la mia faccia era tutto fuorchè felice per quell'uscita. Presi un taxi che mi accompagnò davanti al pub, entrai sbirciando dentro e vidi Ben seduto di spalle che giocava con la cannuccia del suo drink. Il panico mi assalì e uscii veloce dal pub. Le mie gambe tremavano e il cuore batteva forte, non potevo farlo, mi sentivo come se stessi tradendo non solo me stessa, ma anche Jake. Mi sentii stupida per quel pensiero. Senza nemmeno rendermene conto avevo preso a camminare ed entrai in un altro locale in cerca di un bagno. Era molto affollato e sembrava uno di quei pub molto costosi; trovai il bagno delle donne ed entrai. Fortunatamente non c'era nessuno. Il bagno era molto grande e aveva uno di quei divanetti rotondi che giravano intorno alla colonna di marmo...ok era decisamente un locale costoso. Mi sedetti sul divanetto e tirai fuori il telefono dalla borsa. Scrissi un messaggio: "Ben mi dispiace, ma mia madre è dovuta correre a lavoro e mi ha lasciato Dave, scusami". Inviai il messaggio e attesi la risposta: "Ok, mi dispiace davvero...ci tenevo. Magari un'altra volta". Mi sentii così in colpa, ero davvero una persona orribile. Sospirai di nuovo e uscii da lì, poi passai vicino al bancone e spiai il costo dei cocktail lì dentro. Ok, un bel pò, ma i cicchetti non venivano poi così tanto, avrei potuto permettermene qualcuno e sicuramente per la mia tolleranza all'alcol bastavano ed avanzavano. Non volevo sentirmi costantemente colpevole per quella sera. Mi sedetti su uno sgabello e entrambi i posti accanto a me, destra e sinistra, erano vuoti, non volevo essere rimorchiata, non volevo la pietà di nessuno, volevo solo fregarmene per una sera. Ordinai un cicchetto di tequila e lo buttai giù velocemente sentendo il bruciore in gola e nello stomaco, sentii le mie guancie accalorarsi immediatamente, ne ordinai un altro. La prima volta che mi ero ubriacata fu con Denise il giorno del mio diciottesimo compleanno. Il ragazzino stronzo che mi aveva persuasa a fare sesso con lui mi aveva lasciata da qualche mese, ma non era per quello che mi sentivo uno schifo, bensì per il fatto di aver concesso a lui la mia verginità senza che poi lo amassi davvero. La seconda sbronza era stata sei mesi prima, dopo che seppi che Jake era partito per Parigi, Carol continua a dirmi che ero fuori controllo, finchè non scoppiai a piangere improvvisamente...io non ricordavo assolutamente nulla. La terza? Stava per arrivare, o forse era già arrivata dato che mi sentivo frastornata. Io l'alcol non lo reggevo e la tequila aveva una rapido effetto su di me, la cosa che reggevo meglio era il Martini, ma io volevo crollare subito quella sera, per questo optai per la tequila. Buttai giù il quarto e mi passai una mano sul viso. Ok posso andare a casa, sempre che mi regga in piedi. Deglutii sentendo ancora il sapore del liquore, staccai i piedi dall'appoggio dello sgabello, ma non accennai nemmeno a scendere che sentii una voce alle mie spalle.
"Non è consigliabile che una ragazza beva da sola"
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo senza voltarmi.
"Perchè? Sono ancora in grado di mandare al diavolo i cretini che ci provano"
Dissi seccata, sentii una risata.
"Non cambi mai eh?"
Percepii la stessa persona che si sedeva accanto a me e mi voltai.
"Oh no sono davvero sbronza come mai, ho anche le allucinazioni"
Dissi chiudendo gli occhi, appoggiai i gomiti sul bancone e mi presi la testa tra le mani. Poi riaprii gli occhi e mi voltai di nuovo vedendo Jake bere tranquillamente un cicchetto mentre mi fissava. Io inclinai la testa di lato.
"Un altro giro, mi sa che serve anche alla signorina"
Disse poi verso il barista. Io sussultai, allungai un dito toccandogli il braccio.
"Sei vero"
"Decisamente"
"Oh"
Guardai il bicchierino davanti a me e lo buttai giù, lui fece lo stesso.
"Sei ubriaca"
Alzai le spalle come se fosse ovvio e incrociai le braccia sul bancone.
"Non eri a Parigi?"
"Pausa...sono qui da un paio di giorni...resterò tutta la settimana"
"A New York?"
Dissi sentendo una strana agitazione dentro di me.
"Probabilmente andrò a trovare i miei nipoti a Los Angeles"
Non mi resi nemmeno conto che si erano materializzati altri due bicchieri e che li stavamo bevendo. Sentii la sua mano spostarmi i capelli e accarezzarmi il viso. Il mio cuore si agitò. Oh no, no, no, no. Torna atrofizzato dall'alcol ti prego!
"Sei bellissima"
Inclinai la testa verso la sua mano e chiusi gli occhi.
"Sei ubriaco"
"Non quanto te"
Lo guardai e gli sorrisi scuotendo la testa.
"Sei comunque ubriaco"
"Vero...come va?"
"In questo momento non sono in grado di dirtelo, non me lo ricordo!"
Dissi ridendo.
"La principessa è ubriaca, non esiste una favola in cui succede!"
Principessa. Quanto mi mancava sentirglielo dire? Lui si avvicinò dandomi un bacio sulla guancia, troppo vicino all'angolo della bocca.
"Jake.."
Lo ammonii.
"Sei razionale anche da ubriaca"
Sussurrò praticamente sulle mie labbra che incontrarono rapidamente le sue. La sua lingua entrò prepotentemente nella mia bocca, finalmente incontrò la mia. Sentii il respiro morirmi in gola, mentre lui continuava a baciarmi con trasporto e io rispondevo con altrettanta passione. Ci fermammo osservandoci con gli occhi lucidi a causa della voglia e dell'alcol. Mi sentivo così frastornata, mi sentivo in un'altra dimensione. Ci scambiammo qualche altro bacio veloce, poi lo vidi alzarsi e infilare la mano in tasca tirando fuori una banconota non so bene di che taglio e la sventolò verso il barista.
"Pago anche il conto della signorina"
Non riuscii nemmeno a protestare che ero già in piedi, mentre lui mi teneva la mano e attraversammo la sala, un momento sono così tanto ubriaca o l'uscita è dalla parte opposta? Si era dalla parte opposta, ci stavamo dirigendo verso i bagni. Entrammo nel bagno delle donne e una volta lì Jake mi chiuse contro la porta tornando a baciarmi. Io chiusi gli occhi e gemetti infilando le mani fra i suoi capelli. Mi staccai un pò.
"Aspetta"
Mi avvicinai alle porte dei vari bagni, erano tutti vuoti, lui chiuse a chiave la porta principale e si avvicinò di nuovo a me baciandomi ancora. Lo lasciai fare senza capire più niente, l'alcol mi annebbiava la testa e io non facevo altro che rispondere a stimoli e pulsioni corporee. Lo desideravo da morire, mi faceva sempre uno strano effetto, era come se fossimo tornati all'inizio, un cumulo di elettricità tra noi, solo che io sta volta non mi stavo tirando indietro. Le mie mani passarono dai suoi capelli alle sue spalle, odiavo quella giacca che aveva addosso. Cercai malamente di toglierla, finchè lui non fece da solo, sentii il contatto con la sottile camicia bianca, molto meglio. Lui mi accarezzava la schiena, poi fece scendere le mani sui fianchi e mi spinse più su di lui, gemetti ancora e lui con me. Mi fece indietreggiare fino al divano circolare del bagno, mi ci stesi sopra, mentre lui si mise su di me senza pesarmi. Le sue mani scivolarono sotto la gonna del vestito, accarezzò le mie cosce girando la mano verso l'interno e sfiorandomi l'intimità attraverso l'intimo. Ansimai inarcando la schiena rendendomi poi conto di quanto fosse stretto e scomodo quel maledetto divanetto, infatti rischiammo di cadere. Jake mi arpionò con le gambe e si afferrò malamente alla colonna.
"Dannazione"
Io respirai velocemente e mi passai una mano fra i capelli, confusa, non capendo cosa stessi facendo. Lo guardai e mi sentii improvvisamente un pò più lucida e il mio cuore fece le capriole, il mio stomaco si contrasse. Lui mi guardò con la stessa lucidità e mi accarezzò piano il viso, si spostò mettendosi seduto e mi fece alzare conducendomi su di lui. Mi sedetti a cavalcioni su di lui, appoggiò la schiena alla colonna e mi spostò i capelli guardandomi dolcemente. Ci avvicinammo piano l'uno all'altra scambiandoci un bacio dolce e pieno di sentimento, lasciando perdere la foga di prima. Mi accarezzò piano la schiena cercando la cerniera del vestito, una volta tirata giù mi alzai sulle ginocchia lasciandogli la possibilità di sfilarmi il vestito da sopra. Io gli sbottonai la camicia e gli accarezzai il petto. Il suo profumo familiare mi invase la testa e lo baciai nuovamente, piano, con amore e dolcezza, lui fece altrettanto. Eravamo ancora ubriachi, ma allo stesso tempo lucidi per prenderci il nostro tempo, come se potessimo metterci più tempo per non staccarci ancora una volta. Ci spogliammo lentamente, lui scoprii nuovamente piano il mio corpo viziandolo di baci e carezze, portando l'eccitazione alle stelle, io feci altrettanto. Mi sistemò meglio su di lui pronto a soddisfare entrambi, io passai le braccia attorno al suo collo avvicinandomi di più e sentendo la sua intimità contro la mia.
"Fa piano ti prego"
Sussurrai svelando la tacita certezza di non aver avuto rapporti nei sette mesi passati, non avrei potuto, già solo un'uscita mi aveva messa in crisi portandomi a dare buca a Ben. Mi accarezzò il viso e mi diede un bacio leggero, mentre la sue braccia tornarono a sostenermi la schiena e lo sentii entrare dentro di me piano. Chiusi gli occhi e sospirai al suo orecchio, lui strinse ancora di più la presa su di me andando più a fondo. Continuammo a muoverci in sincrono accrescendo il nostro piacere, strinsi le dita intorno ai sui capelli e mi lasciai andare al piacere che mi invase completamente, per la prima volta dopo sette mesi mi sentii di nuovo bene, mi sentii di nuovo bene dal momento in cui lo avevo visto al bancone anche se pensavo fosse un'allucinazione. Un volta ripresi ci costringemmo ad uscire da quella meravigliosa bolla di sapone che si era creata tutto intorno. Cominciai a sentire nuovamente la musica all'interno del locale, mi misi in piedi sentendo la testa girare. Ero ancora ubriaca, decisamente, anche se c'era una piccola punta di razionalità che mi fece comprendere ciò che era successo. Portai una mano alla testa confusa e sentii Jake sostenermi, lo guardai, era ancora ubriaco come me, ma leggevo la sua stessa consapevolezza negli occhi.
"Sarà meglio prendere un pò d'aria"
Mi aiutò ad avvicinarmi alla porta, l'aprimmo ed uscimmo ritrovandoci in mezzo al caos. Una volta fuori dal locale l'aria fredda ci invase e la mia testa pulsava.
"Prendiamo un taxi non sono in grado di guidare"
Non riuscivo a parlare ero completamente atrofizzata, riuscivo solo a pensare a quello che era successo e come avevo fatto ad essere così irresponsabile...ok ora mi ci sarebbe voluto un altro bicchierino, questa razionalità che si era improvvisamente svegliata mi stava irritando. Entrammo nel taxi e Jake diede il mio indirizzo che ormai sapeva a memoria. Entrambi eravamo seduti in modo molto comodo sui sedili posteriori e le nostre teste erano appoggiate allo schienale. Mi girai e lo guardai. Lui fece lo stesso. Si avvicinò un pò e mi baciò piano, io lo lasciai fare, volevo che lo facesse, mi era mancato. Se avessimo iniziato a parlare tutto si sarebbe dissolto e non volevo assolutamente. Una volta a casa mia chiese al tassista di attendere, mi accompagnò fino alla porta e mi ci appoggiai contro di schiena.
"Che facciamo adesso?"
Io alzai le spalle smarrita.
"Domani mattina dovrò prima convincermi che non sia stato solo un sogno"
Prese le chiavi della sua auto e me le lasciò tra le mani.
"Così saprai che è vero e sopratutto dovrò riprendermele...quelle di riserva non le trovo"
"Sei il solito distratto"
Lo presi in giro e lui si avvicinò nuovamente baciandomi e lasciandomi senza fiato.
"Jake"
Gemetti forzandomi a staccarmi.
"Non riesco ad andare via"
"Devi"
Guardai le chiavi e gliele porsi, lui scosse la testa.
"Tienile...al massimo c'avrai guadagnato un auto"
Si allontanò risalendo nel taxi e lasciandomi lì come un'ebete. Rientrai in casa frastornata, mi tolsi le scarpe sperando di avere più equilibrio, ma le mie speranze furono infrante. Arrivai barcollando in camera fortunatamente senza fare rumore. Chiusi la porta e mi avvicinai al letto lasciai le scarpe in mezzo, tirai giù la cerniera del vestito che cadde ai miei piedi. Chiusi gli occhi ricordando ancora le sue mani e le sue labbra su di me, probabilmente il giorno dopo non me ne sarei ricordata. Senza rendermene conto, con le chiavi ancora in mano e con solo l'intimo, mi infilai sotto le coperte e abbracciai il cuscino addormentandomi all'istante.
Il mattino seguente appena sveglia strofinai la faccia al cuscino, mi sentivo così rilassata, ogni muscolo sembrava così felice, come se fossero stati massaggiati per ore nel migliore dei centri benessere. Mi rigirai nel letto stringendo il cuscino e le mie labbra si distesero stranamente in un sorriso. Uscita dal dormiveglia corrucciai la fronte. Mi passai una mano sul viso un pò confusa. Mi misi a sedere sul letto e sentii la testa pulsare come non mai.
"Oh no il mal di testa no"
Dissi fra me e me portando una mano alla testa, mentre mi accorsi che in realtà i muscoli erano un pò indolenziti. Mi resi conto poi di essere andata a dormire con l'intimo senza mettere altro...non riuscivo a focalizzare nulla.
"Oddio!"
Le parole uscirono un pò più forte dalla mia bocca e portai una mano sulle labbra come a volermi tappare la bocca, guardai la radiosveglia, erano le 9 e 30. Per terra vidi il vestito e le scarpe sparpagliate per la stanza.
"Oh no, no, no"
Mi guardai intorno in panico, sperando che dopo quei bicchieri di tequila in realtà mi fossi immaginata tutto....le chiavi! Guardai sul comodino nulla, mi alzai per cercare meglio in giro. Nulla. Guardai il letto e cercai fra le coperte e i cuscini e le trovai. Crollai sul letto come se mi avessero tolto tutte le energie. Perchè sono così stupida? Le lacrime mi riempirono immediatamente gli occhi e una di loro un pò più ribelle scese lenta sulla mia guancia. La asciugai rapidamente e rigirai la chiave targata Audi tra le mani. E ora? Mi ero messa in un bel guaio.

La mattina e il pomeriggio erano passati lenti e soprattutto mi avevano portato in un mare di ricordi. La scatola con le cose di Jake che mi aveva regalato, le cose che parlavano di noi, erano tutte lì dentro. Guardai tristemente per l'ennesima volta la foto di noi due incorniciata che prima avevo sul mio comodino. La accarezzai sospirando e la rimisi nella scatola che poi riposi nel fondo dell'armadio. Presi le chiavi in mano e le infilai nella borsa. Prima di andare a lavoro sarei passata un momento a casa di Jason e Denise e le avrei lasciate a loro. Sentii bussare alla porta.
"Sere sei pronta? Ci hanno chiesto di anticipare l'arrivo"
"Ma...dovevo fare una cosa prima"
"Tesoro dovrai rimandare"
Sbuffai prendendo la borsa, andai di fronte allo specchio, sistemai la divisa di lavoro e la coda un'ultima volta e uscii con mia madre. Una volta arrivati ci trovammo di fronte una grande villa stile vittoriano, bellissima ed elegante. Capii perchè pagavano così bene. Ci sistemammo in cucina dopo aver riposto i nostri effetti personali in degli appositi armadietti. Preparammo tutto, io ero addetta a stare in sala a portare bicchieri di champagne...ci voleva una certa maestria per farlo, la maggior parte delle ragazze rischiava sempre di far cadere i bicchieri, io avevo un talento innato, nessun bicchiere era mai finito per terra...ok ero perfino finita a vantarmi di essere una brava cameriera pur di non pensare all'accaduto, ma più passavano le ore più i ricordi affioravano e mi riscaldavano il cuore e anche gli ormoni.
"Sere ci sei?"
"Mm?"
Ritornai sulla terra.
"Sei frastornata oggi stai bene?"
"Si Samy tranquilla...dicevi?"
"Che c'è un sacco di gente importante oggi"
"Davvero?"
Lei annuì
"Si ho dato una sbirciatina fuori"
Sorrisi e scossi la testa poi sistemai i bicchieri pieni di champagne sul vassoio ed uscii facendo un piccolo giro, risistemai un secondo vassoio ed uscii ancora. Mentre facevo un giro diverso rispetto al precedente, vidi una ragazza che era di spalle, ma potevo vedere il suo viso dato che era girata di lato verso il ragazzo che aveva accanto. Bionda ed occhi azzurri aveva un viso dolcissimo mentre lo osservava, i suoi occhi erano luminosi e il suo sorriso sempre vivo, la sua mano era intrecciata a quella del ragazzo, parlavano con un uomo ed una donna, erano i proprietari della casa. Guardai ancora la ragazza provando una forte invidia, da quanto non mi sentivo così come sicuramente si sentiva lei in quel momento? Da ieri sera! Urlo il mio cuore. Sta zitto! lo ammonì il mio cervello. Presi un respiro e mi avvicinai con il vassoio porgendo un sorriso di cortesia verso il padrone di casa.
"Grazie"
Disse lui prendendo il bicchiere, a turno fecero lo stesso gli altri, io mi girai verso la coppietta felice e il mio cuore si fermò. Mi prendete in giro? Vidi la stessa sorpresa negli occhi di Jake, lanciai una rapida occhiata alla ragazza e alle loro mani, il tutto in una manciata i secondi. Sentii la mano cedere sotto il peso del vassoio come fosse di piombo. Cercai di portare una mano sopra al vassoio provocando però il rovesciamento dei bicchieri. Le mani di Jake si chiusero sulle mie per reggere il vassoio e i bicchieri ormai completamente distesi su di esso, mentre lo champagne era per terra. Arrossii vistosamente, un pò per l'imbarazzo un pò per...rabbia? Frustrazione? Tradimento? Sdegno? Non lo so.
"Jake fai sempre questo effetto alle ragazze? Fossi in mia figlia sarei gelosa!"
Disse scherzosa la padrona di casa, io non potei che arrossire di più.
"Mi...mi dispiace...scusatemi"
Dissi imbarazzatissima e lanciai un'occhiata trucida a Jake che non voleva saperne di lasciar andare il vassoio e le mie mani. Si stacco all'improvviso e si limitò ad un sorriso di circostanza.
"Si figuri"
Disse guardandosi il polsino della camicia bagnato dallo champagne come un pò del suo pantalone.
"Sere torna di là ripulisco io qui"
La voce di Samy fu la cosa più bella del mondo in quel momento. Mi dileguai in fretta verso la cucina col fiato corto lasciando tutto sul tavolo, come avrei fatto? Come?

JAKE'S POV.

Quella mattina mi ero svegliato un pò rincretinito a causa dell'alcol, ma quando fui abbastanza lucido mi ricordai dell'accaduto. Sei un coglione! Mi rimproverai da solo. Cercai le mie chiavi in giro, ma non c'erano era proprio vero. Il suo profumo, la sua voce, il suo sapore, i suoi sospiri su di me. Mi passai le mani fra i capelli, era decisamente un guaio. Il telefono squillò era Audry. Dio l'avevo tradita davvero? Con la mia ex per giunta...si sono un coglione. Ma lei era lì così bella e sembrava triste, di nuovo, come quando l'avevo conosciuta e...avrei dovuto lasciarla sola come lei aveva fatto con me. Audry era la coprotagonista del mio film. Inizialmente non c'era assolutamente niente, nemmeno sesso causa noia, io me ne andavo in giro per i locali Parigini e spesso la mattina nemmeno ero in grado di stare in piedi. Il primo mese ero davvero fuori controllo. Dopo Audry cominciò a tenermi d'occhio e mi sfogai con lei, era diventata un sostegno, un mese prima avevamo finito col baciarci e andare a letto insieme, da lì in poi era nata una storia tra noi, bè ancora instabile e inquieta, ma con lei mi sembrava di stare meglio. Finchè non tornai a NY. Lei era di lì e voleva salutare i suoi, così avendo ancora la mia casa decisi di fermarmi anche io, ma quel posto era come una lama nel cuore. John si era trasferito a NY aprendo un locale, decisi di andare a trovarlo...bè il resto fu un sacco di alcol e sesso con la propria ex. Sesso? No non lo sembrava. Il mio cuore era con lei, probabilmente era rimasto con lei per tutto quel tempo. L'amavo ancora? Una vocina mi suggeriva di si, la rabbia mi urlava di no. Quella sera saremmo andati ad un ricevimento a casa dei genitori di Audry, ma mai e poi mai mi sarei aspettato di trovare Serena lì. Appena l'avevo vista mi sentii le gambe tremare, fu qualcosa di inspiegabile, appena mi vide con Audry sbiancò e mi si strinse il cuore. Era scappata così velocemente che era sembrata quasi una fantasia della mia testa, dato che per tutto il giorno non avevo fatto altro che pensare a lei.
"Vedo se riesco a sistemare questo disastro"
Dissi scherzando verso Audry.
"Ti accompagno"
"No tranquilla torno subito"
Mi guardai intorno disperdendomi tra la gente e poi mi diressi verso la cucina dove sicuramente c'era il personale, la intravidi ancora spaesata vicino ad un tavolo con dei bicchieri.
"Serena"
Si irrigidì e si voltò verso di me guardandomi male.
"Va via"
"Sere..."
La vidi avvicinarsi spedita a degli armadietti e la seguii, frugò con foga dentro una borsa e io sospirai pesantemente.
"Ti prego ascoltami"
"Tieni"
Disse dandomi con rabbia le chiavi dell'auto.
"Non vorrei che poi tu debba inventarti chissà cosa per giustificare l'assenza dell'auto alla tua ragazza"
Sentii la rabbia crescere dentro di me.
"Che diavolo vuoi eh? Mi hai lasciato tu!"
"E ti sei consolato in fretta"
La presi per le braccia costringendola a guardarmi.
"L'unica consolazione per me è stata ieri notte!"
La vidi rabbuiarsi e le lacrime scivolarono lungo le sue guancie.
"Non piangere non ne hai il diritto"
"Il fatto che sia stata io a lasciarti non significa che non faccia ugualmente male."
"Potevi tornare sui tuoi passi e non l'hai fatto"
"Non lo capisci? Fa male perchè è esattamente questo quello di cui parlavo Jake. Una donna che possa starti accanto nel tuo lavoro, che capisca tutto quello che ti circonda, è questo tutto quello che dovresti avere, la persona perfetta per te, io non posso esserlo e fa dannatamente male"
Scossi la testa, ancora non riuscivo a comprendere le sue parole in pieno.
"Mi hai insegnato che la perfezione non esiste in un rapporto Serena, siamo quello che siamo, sta a noi essere in grado di far funzionare le cose con la nostra volontà, tu non hai voluto tutto qua"
"Se vuoi pensarla così va benissimo, non comprenderesti comunque quello che voglio dire"
"Che ci fai qui comunque? Il college?"
"Ci vado ancora, do solo una mano a mia madre per far quadrare i conti, sai com'è siamo soli"
Si lo sapevo.
"Dave?"
La vidi alzare le spalle triste.
"Ha smesso di chiedere di te finalmente"
Mi rattristai all'istante, sapevo quanto si fosse legato a me, per me era lo stesso, all'inizio lo chiamavo, poi Serena mi aveva pregato di smettere e aveva ragione. La guardai di nuovo senza riuscire più a dire nulla, avrei voluto chiederle solo una cosa, se mi amasse ancora.
"Basta una tua parola"
Lei alzò lo sguardo su di me interrogativa. Io mi avvicinai e le accarezzai il viso guardandola negli occhi.
"Serena basta una tua parola, un tuo cenno, qualsiasi cosa, io non ti ho ancora dimenticata. Resterò in America fino a lunedì"
Lei si staccò velocemente.
"Torna da lei, non ci sarà nessun segnale da parte mia"
Io sospirai scuotendo la testa.
"Perchè sei così testarda?"
"Addio Jake"
Si allontanò uscendo da una porta secondaria, mentre io rimasi lì a fissare il vuoto, presi fiato cercando di ritrovare un pò di forza interiore e ritornai in sala.

ANGOLO DI ARI

Wow ho l'affanno quante cose! xD allora ve l'ho detto che era frenetico e  probabilmente poteva sballottarvi un pò ma cmq ecco qui il capitolo. E' molto lungo ma non mi andava di dividerlo. Allora credo che il prossimo sarà l'ultimo e poi ci sarà l'epilogo. E bene si ci siamo! Vorrei finirlo entro questa settimana anche perchè se no non so quando avrò tempo quindi tenete d'occhio il sito nei prossimi giorni! Bene io lascio parlare il capitolo e voi, fatemi sapere! Alla prossima Ari.

ps alle recensioni risponderò più tardi

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo ventisettesimo ***


                             

 

 

CAPITOLO VENTISETTESIMO

Sentivo un gran caldo improvvisamente, mi rigirai nel letto cercando un angolo fresco, poi mi rigirai dopo poco dato che quella parte si era riscaldata di nuovo. Sbuffai scalciando le coperte e mettendomi supina nel letto. Sospirai aprendo gli occhi e arrendendomi all'essermi svegliata. Mi girai sul fianco cercando la sveglia per vedere l'ora. Le 3 e 15 del mattino. Sbuffai ancora di più. Mi guardai intorno scrutando la stanza del mio piccolo appartamento. Ancora non mi ero del tutto abituata a vivere lì, bè in realtà c'ero stata ben poco. Decisi di alzarmi e al contatto con il pavimento freddo rabbrividii, andai verso la cucina e una luce forte mi investii in pieno. Mi girai verso la finestra vedendo il sole alto in cielo che filtrava dalla finestra. Corrucciai la fronte spaesata.
"Buongiorno"
Sentii una voce maschile e mi spaventai non poco.
"Jake?"
Lo guardai trafficare con una tazza e del caffè con indosso un paio di pantaloni di tuta e una maglia bianca a mezze maniche.
"Ti ho preparato il caffè"
Inclinai la testa di lato e sbattei un pò gli occhi, non capendo davvero cosa stesse accadendo e da dove fosse spuntato. Sentii poi il pianto di un neonato e mi girai non vedendo però nessuna porta solo una stanza quadrata, quella in cui mi trovavo. Mi rigirai e lo guardai, si era seduto e aspettava che facessi lo stesso.
"Non lo senti?"
"Sentire cosa?"
"Piange"
Dissi con ovvietà.
"Non so di cosa parli"
"Allison piange"
"Dovrei sapere chi è?"
Lo guardai stranita e misi le mani fra i capelli cercando una porta.
"Il caffè"
"Devo andare da lei"
"Lei chi?"
Mi sentivo esasperata e mi agitai sentivo il mio cuore battere forte quasi a sfondarmi le orecchie. Finalmente mi svegliai in preda all'agitazione e al caldo, cercai di riprendere fiato e sentii che Allison piangeva davvero. Scalciai il lenzuolo e mi precipitai prendendola in braccio e cullandola.
"Ssh piccola tranquilla"
La dondolai cercando di tranquillizzarla. Guardai l'ora erano le 5.
"E' ora di mangiare vero?"
Mi sedetti per allattarla e appoggiai la testa contro lo schienale della poltrona. Avevo fatto proprio uno strano sogno, non lo sognavo da tempo ormai. Dopo un pò guardai Allison che aveva smesso di mangiare e mi guardava. La fissai in quei bellissimi occhi grandi e blu e le sorrisi.
"Che c'è?"
Le accarezzai il piccolo naso e lei mi sorrise pigramente facendo un piccolo verso. Aveva solo tre mesi eppure mi sembrava una bambina così sveglia...bè dati i geni non poteva essere da meno.
"Allora dormiamo un altro pò?"
Mi misi in piedi cullandola per farla addormentare, iniziai a cantare dato che non potevo di certo suonare. Solitamente il piano la faceva crollare all'istante. Dopo che si fu finalmente addormentata tornai a letto anche se per poco dato che poi la sveglia mi svegliò improvvisamente proprio quando mi ero addormentata nuovamente. La voce dello speaker alla radio risuonò nella stanza e schiacciai un tasto per spegnere la radiosveglia. Mi preparai per andare da mia madre e lasciarle Allison prima di andare a lavorare. Una volta preparata anche la piccola ci dirigemmo verso la mia vecchia casa, vedere la tabella di vendita mi faceva ancora un certo effetto.
"Mamma"
"Sere sono qui"
Mi avvicinai verso la sua camera da letto con il passeggino.
"Ehi...che fai?"
"Comincio a dividere delle cose da portare o meno"
"Capisco"
"Dorme?"
"Si"
"E' davvero molto buona"
"Sono stata fortunata"
Dissi alzando le spalle.
"Mi faccio un caffè e corro a lavoro"
"Ok tesoro arrivo subito"
Mi diressi in cucina e accesi distrattamente la tv
"Ehi Dave"
"Ciao Sere"
Si defilò nuovamente e scossi la testa, ormai cresceva a vista d'occhio quel bambino e stava perdendo tutta la dolcezza che aveva prima, probabilmente era normale. Preparai il caffè e presi una tazza in mano attendendo che uscisse dalla macchinetta irrequieta. Sarà stata colpa del sogno. Mi incupii e guardai Allison che dormiva, sospirai pesantemente.
"Le voci sul presunto matrimonio della nostra cara star di Hollywood Jake Thomas si fanno sempre più insistenti"
Lasciai andare la tazza che si frantumò, fortunatamente ancora vuota, sul pavimento.
"E' da un paio di mesi che la notizia continua a circolare, ma sia lui che la bella Audry Taylor continuano a non pronunciarsi sulla cosa. Dobbiamo prenderlo per un si? Io punterei più per un forse. I due come sappiamo si sono conosciuti sul set del film che hanno girato insieme a Parigi e che è uscito nelle sale sei mesi fa, facendo follie al botteghino, ma sappiamo anche che inizialmente le cose sembravano un pò altalenanti tra i due, finchè non si sono stabilizzate. I due sono stati avvistati all'aeroporto di LA probabilmente per tornare a NY dove Audry è nata e cresciuta e dove Jake ha una casa da tempo, ma questo ci riporta al ricordo dell'ex fidanzata del nostro attore."
Lanciai un'occhiata truce verso la tv come se potesse vedermi e la spensi mentre raccoglievo i cocci da terra.
"Sere che è successo?"
"Niente"
Dissi bruscamente pungendomi anche il dito.
"Al diavolo"
"Serena meglio se non bevi quel caffè"
"Tanto sono in ritardo!"
Dissi scocciata alzandomi e prendendo la borsa, mi avvicinai al passeggino e diedi un bacio leggero a Allison
"A più tardi"
Uscii di casa di fretta, ecco il mio sogno, mi sembrava di essere una veggente. Sbuffai sonoramente.

JAKE'S POV

Rientrai in casa chiudendomi la porta alle spalle, Audry si era fermata dai suoi genitori e quindi ero solo. Stare in quella casa faceva un certo effetto, evitavo NY accuratamente e quando ero lì non mi piaceva stare solo in quella casa, troppi ricordi che ancora erano lì. Dopo un anno e mezzo ancora non mi capacitavo di come fosse possibile una cosa del genere. Ma poi mi risposi dicendomi che le cose sarebbero rimaste così per sempre, perchè avrei amato lei più di chiunque altro, avrei solo potuto imparare ad amare qualcun'altro adeguatamente, ed era quello che stavo facendo con Audry. Decisi di fare un giro, non volevo stare in casa. Vagai per un pò nascosto dietro un grande paio d'occhiali da sole, poi una figura familiare si delineò in mezzo ad altri ragazzini alcuni più grandi altri più piccoli.
"Dave?"
Il bambino si girò posando i suoi occhi scuri su di me. Oh no non va bene perchè somigliano così tanto ai suoi? Mi tolsi gli occhiali per farmi riconoscere e gli sorrisi.
"Jake!"
Esclamò sorridendomi e correndo verso di me con il suo zaino addosso, mi abbassai un pò lasciando che mi abbracciasse.
"Wow l'ultima volta che ti ho visto eri molto più basso"
Dissi scherzoso rimettendomi dritto.
"Ho otto anni e mezzo ormai!"
Disse lui fiero mettendo i pugni sui fianchi.
"Sei ancora uno gnometto campione"
"Non è vero!"
Protestò lui.
"Allora? Uscito da scuola?"
Lui annuì energicamente. Improvvisamente un dubbio mi pervase.
"Vengono a prenderti?"
Lui scosse la testa.
"C'è l'autobus"
Tirai un sospiro di sollievo.
"Allora come stai?"
"Bene! Mi sono iscritto ad una squadra di baseball sono bravo!"
"Wow è grandioso piccolo, non avevo dubbi visto? Te lo avevo detto"
Si rabbuiò.
"Avrei voluto che vedessi qualche partita"
Mi incupii anche io.
"Mi dispiace"
"Non è colpa tua"
Disse lui fissandosi le scarpe.
"Ehi"
Mi abbassai sulle gambe alla sua altezza.
"Non è colpa di nessuno ok? Nemmeno di tua sorella"
Bè un pò si. Si ribellò una vocina dentro di me, ma sapevo che Dave ce l'aveva avuta con Serena per un pò, per questo mi aveva chiesto di smettere di chiamarlo.
"Come state a casa?"
"Tutto ok"
"Come sta tua sorella"
"Bene...vive da sola adesso"
Oh
"E lavora"
Corrucciai la fronte.
"Oh si è laureata già?"
Lui scosse la testa. Io rimasi sorpreso.
"Ha lasciato per..."
Improvvisamente si bloccò come se stesse per dire qualcosa che non doveva.
"Mi sa che è meglio se vado"
Disse abbattuto guardando l'autobus che era appena arrivato.
"Va bene..."
"Mi manchi"
Disse triste tenendosi lo zaino con le mani.
"Anche tu Dave...non dire a Serena che ci siamo incontrati ok?"
"Puoi venirmi a trovare anche domani?"
Mi si strinse il cuore, faceva troppo male a tutti.
"Non so se potrò"
"Ok"
Mi disse triste poi prima di andare mi abbracciò e io feci lo stesso.
"Ciao Dave, fa il bravo e tieni d'occhio tua sorella"
Si allontanò e lo vidi salire sull'autobus.

SERENA'S POV

Il giorno dopo mi svegliai ancora più irritata del giorno precedente, così decisi di fare una passeggiata con Allison dato che non lavoravo. Camminavo tranquillamente per la strada quando una ragazza sbucò improvvisamente dal nulla scontrandosi con il passeggino che si scosse facendo piangere la piccola.
"Ehi! Sta attenta!"
Dissi mentre cercavo di consolare Allison.
"Scusa...Sere!"
Alzai lo sguardo sulla ragazza.
"Denise"
Lei mi guardò, poi guardò la bambina, poi mi riguardò.
Io e Denise ci eravamo allontanate definitivamente quando scoprii di essere incinta. Non volevo costringerla a mentire e io non potevo nascondere di certo la cosa, così troncai malamente il rapporto con lei.
"Ciao"
Dissi senza sapere che dire.
"E'..."
No faccio la babysitter!
"Si"
Perchè non menti mai?
"Quanto avrà? Due? Tre mesi?"
"Tre"
Lei mi guardò facendo rapidamente due calcoli.
"Immagino che la tua gravidanza sia stata a termine"
Abbassai lo sguardo. E ora? Si avvicinò e Allison la scrutò con i suoi grandi occhi azzurri. Erano una maledizione per me. Avrei preferito che mi somigliasse di più, avrei potuto fare finta di niente la verità era che nella mia famiglia nessuno aveva gli occhi chiari.
"Che è successo?"
Sospirai alzando gli occhi al cielo.
"Ti serve un disegnino?"
Lei mi guardò male e io mi incamminai verso una panchina dove mi sedetti con accanto il passeggino.
"Probabilmente eravamo troppo ubriachi per essere abbastanza attenti, troppo presi non lo so, so solo che dopo un pò ho cominciato a stare male e...poi...ho fatto il test"
"E non glielo hai detto"
"Era già a Parigi ed era venuta fuori la sua storia con Audry e..."
Alzai le spalle e lei mi guardò severamente.
"Non è un buon motivo per non dirglielo...è per questo che hai troncato anche con me?"
"Non volevo farti tenere questo segreto"
"Non lo terrò nemmeno ora!"
"Denise! Non puoi farmi questo"
"Tu non puoi fare questo a lui ha il diritto di saperlo"
Mi innervosii e sbuffai.
"Si sposa davvero?"
"Cosa?"
"Si sposa davvero?"
La vidi boccheggiare un momento, poi abbassò lo sguardo.
"Audry vorrebbe...me lo ha detto, ma...l'inizio è stato molto turbolento...grazie a te e...ha paura che Jake non ne abbia intenzione, non sa se sarà mai in grado di dimenticarti davvero...Hai un anello"
Mi guardai l'anulare vedendo il piccolo cerchietto con la pietra sopra.
"E' solo un simbolo...non ho nessuna intenzione di sposarmi per il momento"
"Stai con qualcuno?"
"Più o meno"
"Un anello è molto più di più o meno"
"E' solo un simbolo. Non...è complicato"
Mi alzai per andarmene.
"Serena devi dirglielo...o glielo dirò io...senti ci vediamo spesso ok? Lo sai Jason e Jake sono amici, ormai stiamo spesso insieme...non gli mentirò, non terrò questo segreto"
"Denise non sono cose che ti riguardano"
"Sono incinta...da circa un mese...io, io non vorrei mai che qualcuno mi nascondesse una cosa del genere, non vorrei nasconderlo a Jason, non sarebbe giusto nemmeno per questo bambino"
"Io e Jake non stiamo più insieme, non viviamo serenamente la nostra storia da tre anni come te e il tuo fidanzato, questa è una mia decisione e tale deve rimanere"
"La mia decisione invece è quella di non mantenere questo segreto, non farò finta di niente. Non posso. Hai tempo fino a domani, dopo di che lui lo saprà comunque"
Alzai gli occhi al cielo e ripresi la carrozzina mettendomi a camminare velocemente. Sarebbe stato meglio restare a casa. Guardai Allison che si era nuovamente addormentata. Decisi di tornare a casa e sperare di evitare un completo disastro. Una volta lì però mi ritrovai a rigirare spesso fra le mani il telefono, non sapevo che fare. Ero certa che Denise glielo avrebbe detto comunque, ma volevo davvero aspettare che lo facesse lei? Magari lui avrebbe fatto finta di niente...quel pensiero fu come una puntura al cuore. Passai tutto il giorno inquieta e la notte in bianco. Non sapevo davvero cosa fare. Ero perennemente combattuta così come nell'arco dei nove mesi di gravidanza, tutti mi dicevano che stavo sbagliando, ma non potevano capire quanto fosse difficile. Il giorno seguente passò lento e noioso, l'unica gioia era tornare a casa da Allison. Quel giorno cercai anche di evitare Ben, ma non fu molto semplice, fortunatamente riuscii a restare sola almeno la sera, ma di Jake nemmeno una traccia, una punta di delusione si fece largo dentro di me, ma poi mi ripetei che era meglio così. I giorni continuarono a trascorrere e finalmente ebbi un'altro giorno di riposo. Notai che la casa era un disastro e mi misi a riordinarla. Dovevo trovare il modo di far combaciare tutto. Non potevo andare avanti così. Mi sedetti un momento stanca sul divano con in mano un sonaglino di Allison. Sentii suonare alla porta, sbuffai e mi alzai per andare ad aprire, ma mai mi sarei aspettata di vederlo, non più. Portai la mano con il sonaglino dietro la schiena istintivamente.
"Ciao"
Dissi in imbarazzo.
"Denise ha detto che c'era qualcosa che dovevi dirmi...sembrava importante. Non ha voluto dirmi altro. Pensavo non vi parlaste più"
"Si...noi...non parlavamo"
"Posso entrare?"
"Si, certo"
Mi spostai per fargli spazio, una volta dentro misi il sonaglino dentro un cassetto.
"Allora?"
"Veramente io non...ho...senti davvero non so cosa Denise volesse, ma comunque puoi andare"
"Serena ho passato tre interi giorni a pensare se venire o meno, non dirmi che Denise si è inventata tutto, se mi ha detto questa cosa c'è un motivo"
"Non dovresti essere qui"
Lui sospirò pesantemente e si avvicinò nuovamente alla porta. Improvvisamente sentii piangere Allison. Lui mi guardò stranito.
"Scusa io ho da fare"
Aprii la porta d'ingresso per farlo uscire.
"Fai la babysitter adesso?"
Alzai gli occhi al cielo, mentre Allison continuava a piangere.
"Vai"
Dissi bruscamente lasciandolo sulla porta e correndo in camera. Una volta lì presi Allison in braccio e la cullai.
"Tesoro proprio ora dovevi piangere?"
Sussurrai piano, continuai a cullarla poi vidi Jake sulla porta.
"Ti avevo detto di andare"
"E' tua figlia?"
Veramente anche tua!
"Jake, torna a casa tua"
"Quanto ha?"
"Te ne vuoi andare o no?!"
"Rispondi"
Misi Allison giù dopo averla calmata e lo feci uscire.
"Jake tornatene a casa!"
"Dimmi che ti sei scopata qualcun'altro, ma ti prego non farmi questo, non...non puoi averlo fatto sul serio!"
"Si hai ragione, in realtà mi sono data così tanto da fare che non so nemmeno chi sia il padre"
"Oh no signorina non fare la sarcastica con me!"
"Dannazione che vuoi?! Va via da qui e dimenticati di me!"
"Non ci riesco ok?!"
Scossi la testa addolorata, volevo solo che se ne andasse, mi sentii afferrare per le braccia con forza.
"Guardami negli occhi e dimmi che non è come penso"
Era sleale, sapeva perfettamente che non riuscivo a mentirgli.
"Mi dispiace...puoi...andare non voglio trattenerti in nessun modo"
"Dio come hai potuto?!"
Esclamò lasciandomi.
"Jake..."
"NO, non ci sono scuse ok?! Mi hai nascosto una figlia! Come...come si fa a nascondere una cosa del genere!"
"Ascolta..."
"No, non ascolto un bel niente! Va al diavolo! Non pensavo saresti mai arrivata a tanto!"
Uscì velocemente di casa sbattendo la porta e io non potei fare nulla, scoppiai a piangere ero in torto marcio e non aveva motivo per lasciarmi passare questa cosa. Aveva tutte le ragioni del mondo. Tornai da Allison che si era svegliata nuovamente e la portai in salotto con me mentre io continuavo a piangere.

JAKE'S POV

Una figlia! Mi aveva nascosto una figlia! Per un anno! Non solo la gravidanza anche i suoi primi mesi di vita! Era assurdo non riuscivo ancora a capacitarmi, quando Denise mi aveva detto che c'era qualcosa su Serena che avrei dovuto sapere non avrei mai pensato ad una cosa del genere. Avevo pensato inizialmente a qualcosa di brutto, ma poi ripensai al modo in cui Denise me lo aveva detto e di sicuro non era qualcosa del genere. Oddio una bambina. Bè non che sia riuscito poi a vederla, ma la sua stanza era rosa, desumo che sia una bambina. Mi fermai di colpo mentre continuavo a camminare furente. Volevo vederla? Mi faceva strano pensarmi come...padre? Oddio. Mi agitai all'istante. Ero pronto ad essere responsabile di un'altra vita? Ma la bambina era mia...dovevo pur prendermi le mie responsabilità anche se lei non voleva no? Sempre più confuso e nervoso tornai a casa e mi ritrovai Audry seduta sul divano preoccupata.
"Jake! Che fine hai fatto? Mi hai spaventata"
Me n'ero andato all'improvviso correndo senza dire nulla.
"Mi dispiace"
Non sapevo davvero che dirle.
"Dove sei stato?"
"Audry va a casa dai tuoi ho...bisogno di stare un pò da solo"
"Sei andato di nuovo da lei?"
Sospirai passandomi le mani sulla testa tra i capelli.
"Audry non ora ti prego"
"Ancora Jake? Ok sono passata sopra al fatto che praticamente mi hai tradito con lei un anno fa, ma potevo anche capirlo, non sapevamo nemmeno se fosse una cosa seria, non la vedevi da molto e so che l'amavi molto, ma...non posso tollerare che succeda ancora una cosa del genere Jake non ora, non dove siamo arrivati adesso. Io so quello che voglio dal nostro rapporto e te l'ho fatto capire più volte."
"Audry fermati"
"No, no ora mi ascolti. Io ti amo ok? E...faccio finta di niente, ma non me lo hai mai detto Jake, non...non mi hai mai detto ti amo, ti sei sempre limitato a dire anche io e forzatamente, o a rispondermi si certo quando ti chiedevo se mi amavi. Ma la parola amore nei miei confronti dalla tua bocca non è mai uscita. Mi dicevo sempre che prima o poi lo avresti fatto spontaneamente che visto il tuo passato fosse anche normale e più difficile, ma non so se è la verità o se mi stavo solo illudendo. Io so cosa voglio Jake, voglio passare il resto della mia vita con te, mi piacerebbe vivere insieme, mi piacerebbe avere dei figli..."
Alla parola figli il mio stomaco si contrasse.
"Audry, Audry basta ti prego, non andare avanti, non serve."
La guardai triste, non potevo più andare avanti così aveva ragione su tutti i fronti.
"Ti voglio bene davvero...ma...non così tanto da definirlo amore...non così tanto da..."
"Non così tanto quanto ami lei"
"Il problema è che non troverò mai nessuno che amerò abbastanza e mi dispiace"
"Questa città è diventata una maledizione...non volevo venirci...ma non potevo più dire ai miei di salire a LA, avevo bisogno della mia casa, ma sapevo che tornando qui rimettevo te in condizione di legarti a lei"
"Probabilmente lo sono sempre stato al di là della città in cui mi trovavo"
La vidi asciugarsi una lacrima che le rigò il viso.
"Sai una...una sera a Parigi, il primo mese che...che eravamo lì, eri ubriaco, come al solito la sera, e...mentre cercavo di portarti nella tua stanza tu dicevi che non era nella tua natura rinunciare a ciò che volevi, ma che ti stavi sforzando per lei, ti sforzavi sperando che lei ci ripensasse. Non hai mai smesso di amarla, perchè non hai mai rinunciato a lei, questa è la verità. Tu dici di averci rinunciato, ma non è così"
"Audry mi dispiace davvero"
"Va bene...va bene così, avrei dovuto saperlo, in fondo lo sapevo. Addio Jake, buona fortuna"
Quando uscì di casa, mi sentii ancora peggio. Non mi ero comportato molto bene l'avevo illusa, non avrei dovuto, ma con lei stavo meglio, ma era solo un diversivo e l'avevo capito solo in quel momento, avevano ragione Jason e Rachel ogni volta che me lo dicevano. Mi sedetti sul divano, avevo così tanto a cui pensare. Una bambina, una figlia, c'erano così tante domande e non avevo delle risposte.

SERENA'S POV

I giorni seguenti furono terribili, non avevo il coraggio di parlare a Ben, anche se lo vedevo scrutarmi e capire che in qualche modo qualcosa era cambiato. Di Jake nemmeno l'ombra e non sapevo davvero che pensare, ma non era quello che volevo? Nascondendogli tutto? Eppure ora che sapevo che lui sapeva, questo suo non farsi vivo mi tormentava, finchè dopo qualche giorno me lo ritrovai nuovamente sulla porta di casa.
"Pensavo di non vederti più"
Dissi sincera spostandomi per farlo entrare.
"Non era quello che speravi?"
Abbassai lo sguardo colpevole, non lo avevo mai voluto veramente.
"Ho delle domande..."
Lo guardai sedersi sul divano e mi sedetti anche io.
"Perchè non me lo hai detto? Qui non si tratta più di salvaguardare carriere o immagine o altro...è una cosa importante"
"Ho provato a farlo, ma ogni volta che rispondevi al telefono non riuscivo a parlare"
"Eri tu?"
Annuii tristemente. Lo avevo chiamato molte volte appena scoperto della gravidanza e durante i primi 7 mesi, ma poi avevo deciso di non dirgli niente dato che appena rispondeva io perdevo l'uso della lingua.
"Ero spaventata"
"Non è una vera risposta"
Mi disse in tono calmo.
"E' l'unica che ho"
"Hai un anello al dito...ti sposi?"
Scossi la testa.
"E' solo un simbolo"
"Di impegno"
"Di eventuale impegno...è una lunga storia"
"Ho tempo"
Sospirai era il solito testardo.
"Dopo quello che era successo tra noi e scoprii di essere incinta mi confidai oltre che con Carol anche con il ragazzo con cui avevo appuntamento la sera che ci siamo visti e a cui avevo dato buca...lui era, è innamorato di me ed era pronto a starmi vicino e a prendersi cura anche di Allison. Ovviamente ho detto di no, ma...poi non lo so abbiamo iniziato a stare più insieme e...mi ha chiesto di pensarci, avrebbe riconosciuto Allison, le avrebbe fatto da padre...stavo considerando la cosa"
"Ce l'ha già un padre"
"Non c'eri"
"Non lo sapevo"
"Mi dispiace davvero ci ho provato..."
"Io non so cosa fare"
"Jake non voglio forzarti, se non te la senti, non importa, quando sarai pronto Allison sarà qui per conoscerti se vorrai"
"Non intendevo questo...non so più che fare con te. Non riesco a capire perchè sono in grado di perdonarti ogni volta..."
Abbassai lo sguardo sulle mie mani che si torturavano l'una con le altre.
"Jake non sai quanto mi dispiace e quanto mi tormenti ogni volta, ogni giorno, ha i tuoi stessi occhi ed è una piccola punizione ogni giorno. Allison mi ha riempito la vita, la amo come non ho mai amato niente e nessuno, ma allo stesso tempo quando la guardo vedo sempre ciò che ho perso e che ho allontanato da me e me lo merito."
Mi asciugai gli occhi velocemente.
"Non merito tutto questo amore da parte tua, ho fatto soffrire te, Dave per mesi mi ha odiata e non credo che il suo essersi allontanato affettivamente da me sia dovuto solo alla crescita, mi sono allontanata da Denise facendo soffrire anche lei, ho preso in giro in parte Ben e...ho fatto davvero cose terribili nei confronti di tutti"
Sentii le sue mani sollevarmi il viso e poi asciugarmi le lacrime.
"Ti amo e credo che non sarò mai in grado di amare nessun altro"
Lo guardai sentendo il mio cuore battere forte come tre anni prima, il tempo non aveva cambiato le cose.
"Perchè? Jake non merito questo sentimento così forte da parte tua"
"Perchè sei tu quella che mi ha insegnato ad amare, prima non avrei mai nemmeno pensato di poterlo fare, sei tu che mi hai mostrato che sotto l'attore un pò idiota c'era molto di più che valeva la pena mostrare, senza di te non sarei quello che sono oggi, con i pro e contro"
Tornai a piangere ancora e poi lo abbracciai istintivamente.
"Mi dispiace così tanto, mi sei mancato come può mancare l'aria, sono stata in perenne apnea in questo anno e mezzo ed è solo colpa mia"
"Va tutto bene principessa sono qui ora"
Presi a singhiozzare appena lo sentii chiamarmi nuovamente così.
"Ehi basta ora ok? Possiamo ancora sistemare tutto, ma Serena basta colpi di testa se hai un qualche pensiero strano parlane con me ti prego"
Annuii ancora con gli occhi colmi di lacrime.
"Ti amo"
"Ti amo anche io piccola, è tutto ok"
Mi asciugò nuovamente le lacrime e posò delicatamente le sue labbra sulle mie, baciandomi come solo lui sapeva fare e dandomi tutte quelle sensazioni che solo lui sapeva darmi. Allison iniziò a piangere e ci staccammo.
"Vado a..."
"Posso fare io?"
"Sei sicuro?"
"Ehi ho qualche nipote, credo di saperne qualcosa"
Mi disse scherzando, si avviò verso la stanza, mentre io sfilai l'anello che Ben mi aveva regalato e lo seguii, lo vidi avvicinarsi alla culla e prendere piano fra le sue braccia Allison. I suoi occhi si illuminarono e cominciò a cullarla.
"Wow mi somiglia"
"Un bel pò si...ha la mia carnagione un pò più scura, ma per il resto è molto più simile a te"
"Ciao piccola"
Allison dopo che si fu calmata lo fissò e mosse pigramente una mano.
"Posso farlo"
Mi disse poi lui.
"Se tu sei sicuro di volerlo va bene"
"Si lo sono"
Gli sorrisi dolcemente e accarezzai la testa di Allison.
"Allison ti presento il tuo papà"
"La tua casa è in vendita...sono passato di lì per sapere dove abitassi"
"Lo so...me lo ha detto mia madre...mia madre si risposa..."
"Oh...non deve essere facile per te"
"All'inizio è stata dura accettarlo, ma...fra qualche mese compirà quarant'anni e ancora troppo giovane per restare da sola per sempre. E Tom è meraviglioso, va d'accordo con Dave...è esattamente ciò di cui hanno bisogno...è il padre di Carol"
"Oh, interessante"
Alzai le spalle.
"Ho incontrato Dave qualche giorno fa...mi ha detto che hai lasciato il college...per la gravidanza?"
"Non potevo più proseguire con lo stage e fra nausee e quant'altro ho anche interrotto gli studi. Avrei voluto riprenderli, ma devo mantenermi e mantenere un'altra vita quindi...una casa editrice era perfino interessata a qualcosa che stavo scrivendo, ma poi...ho dovuto rinunciare."
"Capisco"
Sentii Allison fare un verso interrompendoci e le sorridemmo.
"Serena ci sono io ora a darti una mano lo sai vero?"
Sospirai accarezzando la testa di Allison.
"Sarà un casino...devo parlare con Ben e...mia madre, i giornali faranno un tale caos..."
"Non mi interessa, andrà tutto bene, dobbiamo solo farlo insieme"
Lo guardai così sicuro di sé e annuii non volevo più separarmi da lui, mai più e non lo avrei fatto. Mi sollevai sulle punte e gli diedi un bacio sulla guancia.
"Insieme"

ANGOLO DI ARI

Eccoci qui alla fine...dopo questo scriverò l'epilogo, vorrei scriverlo e pubblicarlo domani stesso ma non vi prometto nulla, nel caso in cui non ci riuscissi, dovrete aspettare un paio di settimane per averlo, perchè martedì mi laureo e ho la mia migliore amica ospite in casa per dieci giorni <3 Comunque so che la maggior parte di voi si aspettava un passo avanti di Sere nell'immediato, ma non è stato così. Altro salto temporale di un anno, Serena è rimasta incinta dopo la volta al bar e diciamo che come spiega non ha avuto il coraggio di dirglielo e ovviamente ha sbagliato alla grande. Potrebbe sembrare esagerato sicuramente lo è, ma questa è la fine che avevo sempre immaginato. Avevo detto all'inizio che sarebbe stata una storia particolare e piena di caos. Sicuramente è irrealistica, ma io lo avevo già detto, per leggere questa storia si doveva essere pronti ad aprire la mente e fantasticare un pò. Infondo è una fanfiction e queste cose possono succedere solo qui o nei film e a me piaceva l'idea. Spero comunque di non avervi deluso. Ci sentiamo all'epilogo dove farò il resto dei ringraziamenti. Vi mostro i volti di Jason e Denise :)
Jason (Ian Somerhalder)
Danise (Isabel Lucas)

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Epilogo ***


                               

 

 

EPILOGO

"Shakespeare è uno degli autori inglesi più affascinanti che abbiano mai scritto, non fate i superiori come se fosse qualcosa da odiare a prescindere perchè vi sembra lontano da voi, lui è sempre attuale, così come il resto dei classici autori che studieremo l'anno prossimo e che abbiamo incontrato quest'anno. Sono sempre attuali perchè quei sentimenti sono presenti in ogni generazione."
"Perchè non possiamo studiare il suo di romanzo signorina James?"
Alzai gli occhi al cielo sorridendo alla ragazzina davanti a me.
"Tracy io non sono nè la Austin nè Shakespeare, quindi il mio libro resterà una lettura personale vostra se mai vorrete leggerlo"
"Lo abbiamo letto tutti, anzi tutte le ragazze l'hanno letto è diventato un rito di passaggio per noi"
"Addirittura"
Scossi la testa e mi alzai dalla cattedra sulla quale ero seduta.
"A noi basta lei in carne ed ossa invece"
Rimproverai con lo sguardo il ragazzo che aveva parlato mentre i suoi  compagni ridacchiavano.
"Thomas dovresti interessarti alle ragazze della tua età"
"Oh ma lo faccio mi creda! Ma non capita tutti i giorni di avere una prof così sexy"
Sospirai e alzai un sopracciglio. Ricordami di presentarti qualcuno!
"Thomas vuoi andare dal preside anche l'ultimo giorno di scuola?"
Dissi retorica
"Mm no non ci tengo, mi scusi signorina James"
"Bene...manca circa un minuto al suono della campanella, godetevi l'estate, e per favore fate in modo che vi ritrovi tutti l'anno prossimo"
La campanella suonò e i ragazzi si affrettarono ad uscire dalla classe. Io presi le mie cose ed uscii dirigendomi verso l'uscita della scuola.
"Mami, mami!"
Vidi una piccola bimba di tre anni con un vestitino rosa corrermi incontro.
"Amore"
La presi in braccio e le diedi un serie di baci.
"Papà?"
Lei si voltò e vidi Jake circondato da ragazzine comprese quelle della mia classe. Scossi la testa e mi avvicinai.
"Voi non volevate scappare velocemente da scuola?"
Dissi ironica, poi piano si allontanarono.
"A trentun'anni ancora fai questo effetto anche sulle ragazzine come dobbiamo fare?"
"Mm non vengo più a prenderti?"
Corrucciai la fronte
"Non ci pensare neanche!"
Esclamai poi dandogli un bacio veloce.
"Partiamo fra 4 ore dobbiamo andare"
"Hai ragione"
Avremmo passato l'estate a LA nella vecchia casa di Jake, lì il mare era decisamente migliore di quello di NY e ad Allison piaceva un sacco. Da tre anni la nostra vita andava bene, io ero riuscita a finire il college e l'anno passato era stato il primo come insegnate in un liceo di NY. Inoltre ero riuscita a pubblicare un libro che avevo nel cassetto da un sacco di tempo, cosa che non credevo possibile. Mamma si era risposata e Tom era dolcissimo con Dave, finalmente aveva una figura paterna che potesse guidarlo, anche se era molto legato a Jake e quello che diceva per lui era oro. Jake continuava a lavorare ininterrottamente e faceva su e giù da dove lo spedivano a girare. Denise e Jason si erano sposati l'anno precedente e la piccola Rebekah era stupenda ed era diventata inseparabile da Allison. Insomma le cose non potevano andare meglio.
"Allison non ti allontanare"
La bambina corse lungo la spiaggia davanti a noi  mettendosi a scavare poco prima della riva erano le sei del pomeriggio e si stava benissimo in spiaggia. Jake si fermò sedendosi sulla sabbia trascinandomi con lui. Mi abbracciò da dietro imprigionandomi fra le sue braccia e le sue gambe.
"Rimanere così tutto l'anno non si può eh?"
Mi disse lui dandomi un bacio sulla guancia.
"Mm no"
"Wow sai proprio come far sognare qualcuno"
Risi scuotendo la testa.
"A me va bene la realtà perchè è il mio sogno"
"Oh la mia scrittrice"
Girai un pò la testa e gli diedi un bacio.
"L'unica cosa che voglio ora è che cresca felice"
"Lo farà...Sere?"
"Mm?"
"Sono felice finalmente"
Gli sorrisi ampiamente
"Anche io...ti amo e sempre sarà così"
"Lo stesso vale per me"
Mi disse accarezzandomi il viso e baciandomi finchè Allison non ci interruppe scagliandosi su di noi.
"Ehi piccola peste!"
La presi in giro e la portai velocemente vicino a me mentre lei rise, continuammo a giocare lì sulla sabbia tutti e tre insieme, mentre ero finalmente felice della mia vita.
Coelho diceva " Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente l'incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po' di sè, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene. O forse accade perchè doveva accadere. Perchè le anime son destinate a trovarsi, prima o poi". Questo è ciò che è accaduto a me...questo è ciò che auguro a mia figlia.

ANGOLO DI ARI

Eccomi qui anche se con una marea di ritardo vi posto l'epilogo ed abbandono o meglio lascio andare Jake e Serena. Ho cominciato a scrivere questa storia su una base precisa e l'ho fatto perchè ne avevo bisogno. Avevo bisogno di raccontare queste due persone e questo amore un pò strambo, ma per quel che mi riguarda un amore pieno e sincero e bo non so anche se movimentato mi piacerebbe averlo così. Salutare Jake e Serena mi costa tanto ma non potevo andare avanti ancora insomma le cose bisogna concluderle alla fine è giusto così. Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia anche se in silenzio, insomma scrivere in questa sezione è sempre difficile ho letto storie degne di libri e davvero io mi sento una piccola particella qui e aver visto delle persone che la leggevano mi ha riempito il cuore. Grazie a tutte le persone che l'hanno letta e recensita adoro leggere le vostre recensioni è stato bello sapere quello che pensavate e provavate. Grazie a Clara che mi ha spinto a pubblicare. Grazie a Jake e Serena che mi hanno fatto sognare e che continueranno a farlo perchè si nella mia mente ci sono mille scenari mille storie per loro. Alla prossima se ci sarà! Baci Ari.

 

                         

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=992396