Numbers of the Beast: Project Werewolf

di Liquid King
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prologo 2 ***
Capitolo 3: *** Prologo 3. ***
Capitolo 4: *** Prologo 4 ***
Capitolo 5: *** Prologo 5 ***
Capitolo 6: *** Prologo 6 ***
Capitolo 7: *** Prologo 7 ***
Capitolo 8: *** Prologo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 14: *** capitolo 6 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


666: Project Werewolf.

Una notte senza luna… New York, la città delle opportunità. Nei più meschini bassifondi di periferia della Grande Mela si sta svolgendo una delle più brutali lotte di strada. E io ci sono in mezzo…

Un negro mi viene addosso e io lo allontano con un pugno nello stomaco, facendogli traballare la trippa che si ritrova. La situazione è la stessa dall’altra parte, alcuni ragazzi se ne stanno dando di santa ragione con i tirapugni di ferro e i bastoni. Io penso solo al mio avversario che si è rialzato dopo il pugno, dal suo sguardo da tirannosauro infuriato capisco che c’è poco da fare: vuole ancora cazzotti. Sorrido, sfottendolo, e schivo un manrovescio veloce abbassandomi in tempo. Rispondo con un montante ben preciso sul mento barbuto del gorilla facendolo finire nel mondo dei sogni.

Sento un rumore e mi volto alla mia sinistra, un mio compagno sta avendo la peggio. Intervengo effettuando una presa al collo del punk che lo stava malmenando. Il ragazzetto, nonostante abbia le braccia smilze, è molto veloce. Io faccio un cenno al compagno e lui lo accoglie con un grugnito di rabbia e, senza pietà, tira violenti pugni al punk facendogli uscire il sangue dalla bocca. A questo punto lascio la presa e gli mollo un calcio dato con grande forza alla schiena e lui crolla a terra svenuto. Penso che passerà la vita sulla sedia a rotelle. Il caos si fa sempre più forte, io decido di dare una mano ai compagni che sono in difficoltà. Mi scaglio come un leone contro i rivali e, in un modo o nel altro, li faccio secchi. Ho le nocche che mi bruciano e ho diverse ferite al labbro ma non mi fermo, devo conquistare il territorio.

La lotta dura ancora parecchio finché non sento le sirene della polizia, maledetti sbirri! Anche i miei amici sono dello stesso parere, dobbiamo separarci. Mi allontano dal luogo dello scontro iniziando a correre velocemente e scavalco la recinzione di ferro, atterro con una capriola. Devo correre per i vicoli se voglio evitare le autovetture. Le sirene si sentono ovunque dandomi l’impressione di essere circondato. Finire in carcere è l’ultima cosa che vorrei. Se voglio scappare devo passare per la metro. Mi guardo intorno e noto una stradina secondaria per i motociclisti, se non mi sbaglio porta a un sottopassaggio. Accelero il passo e mi accingilo a imboccare la strada ma qualcosa mi ferma. È uno sbirro che mi ha visto e raggiunto. Io digrigno di rabbiamentre alzo le mani.

-Fermati teppista.- Mi chiama con quel nome…tsk, non sono un semplice teppistello, sono un combattente di strada. Ma ora non è il momento di pensarci.

Il poliziotto dalla pelle abbronzata afferra le manette e mi ordina di mettermi faccia al muro. Aspetta che ti faccio una bella sorpresa, sorrido mentre mi volto verso il muro. Mentre mi sta attaccando la prima manetta, io gli mollo un calcio con il tacco della scarpa e lo colpisco alle parti basse. Lui si piega dal dolore e io gli afferro le spalle dopo essermi girato per poterlo guardare in viso. Con quella presa gli sferro delle ginocchiate sulla pancia. Dopo un poco il poliziotto è a terra con il viso sanguinante.

-Bah, hai una famiglia?- Gli chiedo.–Urgh…Sì.- Il viso è paonazzo e spaventato. Quanta pena mi fa quel poliziotto. Gli dico:-Fossi in te lascerei la polizia, non lo dico per te ma per la tua famiglia.- Assumo un tono serio perché non voglio effettivamente ucciderlo ma solo farlo ragionare secondo le regole della strada. Riprendo il discorso: -I poliziotti come te sono più esposti al pericolo, dai retta a me. Per stavolta te la cavi con un naso rotto ma la prossima volta andrà peggio.- Non lo so se il poliziotto abbia afferrato il senso delle mie parole ma spero che rifletta. Mi tolgo la manetta e mi allontano con le mani in tasca. Ora non ho alcuna fretta, posso tranquillamente prendere la metropolitana, inoltre le sirene dalla polizia sono più lontane.

Qualche ora più tardi, sono nell’albergo del quartiere appena conquistato. Il gestore ci ha lasciato delle camere per dormire, molto meglio… ho un sonno impressionante. Mi addormento cullato dal suono del traffico cittadino, il rumore delle auto e dei clacson sono una vera musica per le mie orecchie. La mattina scorre con la mia mente popolata da brutti sogni… stavolta ho sognato un logo molto strano. Non so che voglia dire e né ne voglio sapere.

Tatuaggio di Lycan

Mi alzo dal letto alle tre del pomeriggio e sento una vera fame. Ho saltato la colazione quindi vale fare il pranzo. Esco dall’albergo e mi dirigo al ristorante vicino pronto a mangiare il mangiabile. Dopo un pranzo con i fiocchi penso che sia una buona idea andare in chiesa e pregare per il nostro signore Gesù Cristo. Sono un cattolico fervente perché venni adottato da un convento di frati francescani, i quali mi hanno donato la parola e la conoscenza di Dio. Ogni giorno spendo una parte del mio tempo per dedicarlo alla chiesa.

E oggi non faccio eccezione… entro nella cappella di San Leonardo. Una chiesa in buone condizioni ma deserta. L’odore d’incenso mi stordisce un po’ ma resisto e avanzo a capo chino di fronte al crocifisso del Salvatore. Dico le poche preghiere che conosco e concludo con il segno della croce seguito da un amen.

“Mio signore, oggi io sono di fronte a te. Di spirito umile, lontano dalla superbia e nel caso abbia offeso il tuo nome e la tua opera; perdonami e comprendimi.” Sto inginocchiato ai piedi di Cristo.

Passo qualche ora e viene il momento di andare a casa. Sono le sette e un quarto, neanche tanto tardi. Sotto la porta di casa incontro il giovane che ho salvato dal punk, ieri sera.

-Hm…come stai? La fronte ti fa ancora male?-Commento. Lui mi rispose con un ghigno nervoso. Mi dice che alcuni dei nostri sono stati presi dalla polizia e mi propone di andare a liberarli la sera stessa. Io sorrido sarcasticamente alla sua proposta e aggiungo: -Per farci catturare pure noi? No grazie.- Dicendo questo lo superome ne vado di nuovo sopra. Luke mi ferma:-Aspetta.-

-Cosa c’è?- Mi volto verso di lui con l’aria seccata. Lui mi spinge dentro e controllato che non ci fosse nessuno mi sussurra alcune parole:-Pensaci bene Leonard.- Io alzo lo sguardo al cielo e accetto la missione. –Bada però che non ti salverò la pelle se ci spareranno.- Appuntisco io.

Lui mi sorride e disse il luogo dove avremmo dato assalto al commissariato di polizia. Io odio queste violenze nei confronti degli innocenti, non ritengo giusto uccidere dei padri di famiglia solo per liberare dei compagni che per la loro stupidità si sono fatti catturare. Ma lui mi convince dicendo che non avremmo portato con noi le armi da fuoco.

La sera arriva velocemente e io non volendo ritardare all’appuntamento mi presento con i gli stessi vestiti della giornata. Siamo in sei compreso io e Luke. Sono tutti amici nostri, un po’ mi fa piacere vederli e un po’ mi chiedo come si sono fatti convincere a questa impresa. Luke in quest’occasione si è messo un po’ di ferraglia da rapper e dei maglioni lunghi. Wilson, un altro dei nostri amici indossa un giubbotto antiproiettile con sopra una giacca di cotone marrone.

Gli altri li conosco solo di vista e comunque sono tipi che sanno il loro mestiere. Tra loro vi è anche una ragazza brasiliana, lo capisco dalla pelle olivastra. Devo ammettere che le brasiliane sono donne d’alto rango visto che sta con Luke. –Ok ragazzi, aprite bene le orecchie. Noi sei andremo al commissariato e faremo capire a quegli sbirri che noi, dei Blood Knight, non perdoniamo chi si mette in mezzo, è chiaro?- Un grido d’approvazione accoglie il nostro leader cioè Luke. Io nonostante sono in accordo con quello affermato dal leader in quel momento provo un senso d’amarezza. Perché continuamente in testa penso che questa impresa si risolverà in un bagno di sangue?

Mentre penso a questo mio tragico presentimento, la brasiliana mi rivolge la parola:- Ho sentito parlare di te…sei Leonard Lycan?- La voce mi ipnotizza molto, è calda e seducente. Io mi volto verso di lei… i suoi occhi ambrati si specchiano nei miei occhi color rame. Perché mi sento così focoso? Cercando di nascondere il mio animo irrequieto annuisco. Lei sorride maliziosa squadrandomi con gli occhi. Io mi sento un po’imbarazzato: non sono degno di essere presente al suo cospetto?

-Hm…Non sei male, hai la ragazza?- -No… non ancora.- Rispondo con una certa irruenza. Lei si carezza una chiocca dei suoi lunghi capelli neri e mi ammicca. Cavoli! Ho fatto colpo!

Gli altri sembrano non essersi accorti di nulla. Il piano era questo: con un’auto avremmo sfondato la porta del commissariato e poi avremmo riempito di botte i poliziotti. Io indosserò i tirapugni dorati per l’occasione. Il piano dà i suoi frutti e io, insieme a un ragazzo cinese, un tal Chow Li siamo nell’ ufficio del commissariato e stiamo riempiendo di pugni gli agenti. Io non provavo un’emozione simile negli ultimi tempi… non fino ad oggi. La brasiliana di cui non ricordo il nome si scatena con calci molto veloci e precisi. Diamine, è molto pericolosa in tutti i sensi!

-Andiamo a liberare i nostri amici!- Ordina trionfante Luke mentre nella mano destra stringe le chiavi delle celle. La vittoria sembra nostra ma qualcosa d’imprevisto fa avverare il mio presentimento. Un gruppo di poliziotti molto violenti e con i fucili a pompa fa irruzione nelle prigioni e, senza nemmeno intimarci di arrenderci, apre il fuoco su di noi. Sono in molti e molto arrabbiati… Io mi salvo perché ero vicino alla porta d’emergenza e grazie ad essa riesco ad uscire ritrovandomi al parcheggio delle volanti della polizia. Senza perdere tempo e sentendomi il fiato al collo, rompo con il gomito uno dei finestrini delle auto e parto. Meno male che so collegare i fili come si vede fare in alcuni film, sorrido ma poi il mio sorriso si spenge subito: i miei amici compresala brasiliana sono ancora al commissariato!

-Merda! Devo tornare dentro subito!- Eseguo una manovra automobilistica spericolata e torno indietro, ho il piede a tavoletta sull’acceleratore. Sono molto agitato per la sorte dei miei compari tanto che non bado agli eventuali pericoli derivanti dalla mia azione. Decido di usare l’auto come un arma e cioè usandola come missile. Poco prima dell’impatto contro il muro salto giù. Un bel botto si sente per tutto il commissariato e come mi aspettavo, arrivano poliziotti da ogni dove. Mentre sono tutti distratti, io entro da una delle finestre aperte… il mio obiettivo è liberare i miei amici se sono sopravvissuti. Purtroppo le mie preghiere non vengono esaudite, i miei compagni giacciono al suolo con i visi contorti da smorfie orribili, non si è salvato nessuno. La brasiliana è ancora viva ma in condizioni molto gravi. Io mi avvicino al suo corpo ancora caldo e intriso di sangue fresco che esce dai fori dei pallettoni.

-Leonard…stai bene.- Lei sembra contenta di questo, ma io piango la sua condizione.–Non so nemmeno come ti chiami.-Rispondo con gli occhi piangenti. –Mi chiamo Lucy…che destino crudele.-Lei mi sorride nonostante il viso sporco e il dolore che prova.-Lucy… non c’è nulla che posso fare?- Io le stringo la mano ingioiellata e con le unghie lunghe.–Volevo che tu ti prendessi cura del mio piccolo bambino che ho in grembo… ma temo non sia possibile.- -Mio dio…- sgrano gli occhi dalla sorpresa, lei era incinta? E di chi? -Leonard… prega perché la mia anima possa giungere in paradiso.- Detto ciò l’ultimo baluardo di vita scompare dal suo corpo piacente. Io non riesco ad accettarlo… ma chiudo i suoi occhi e chiudo anche i miei in attesa di essere catturato dalla polizia e fucilato.

Sono passate tre settimane da quel violento episodio… ogni notte, nell’oscurità della mia cella sogno il suo bellissimo viso e il misterioso logo. Non sono stato né fucilato e né ucciso dalla sedia elettrica. Sono stato trasferito alla prigione di Londra…Qui mi trovo bene, cerco di ottenere la buona condotta e mi impegno di essere reinserito nella società. La vecchia vita l’ho quasi dimenticata… Luke ormai è a due metri sottoterra. A dire il vero non la rimpiango affatto quella vita… anzi. Passo il tempo in palestra e soprattutto di fronte al saccone da boxe per incominciare una possibile carriera da pugile, raggiungere il titolo di pesi medi è il mio nuovo obiettivo. Peccato che il destino abbia deciso di non essere gentile e premuroso nei miei confronti. Vinco numerosi premi in denaro derivanti dalle scommesse e mi faccio un nome all’interno del carcere. Dopo un anno vengo scarcerato per buona condotta e ottengo un buon ingaggio dalla federazione locale di pugilato. Mi affibbiarono un soprannome: Wolfman. Forse per via del miei peli in mezzo ai pettorali, molto folti e ordinati tanto da sembrare peli di lupo. Nonostante la vita non priva di agi e comodità il mio animo era comunque molto irrequieto… ho compiuto trentun anni e qualcosa dentro di me sta cambiando e non solo metaforicamente.Mi sento sempre più aggressivo e incline alla violenza… anche per delle sciocchezze. Ciò non mi piace… aumento le visite in chiesa e mi confesso sempre più spesso al sacerdote del paese inglese dove io ora vivo.

-Figliolo, abbi fede in Cristo e non perdere occasione per venire.- Questo mi diceva il parroco. Che Dio mi perdoni ma non mi sta prendendo per il culo? Per dare una risposta a questa domanda non devo aspettare molto poiché, un giorno, in chiesa viene un importante signore… un tipo molto interessante. Sono seduto al mio posto nella panchina vicino alla statua della Vergine. Quando lui viene vicino a me dicendomi:-Giovanotto… se puoi dammi una mano.-Io non comprendo le sue parole dal significato così oscuro ma che mi trasmettono un segnale d’allarme. Poco più tardi le mie orecchie leggermente a punta percepiscono dei rumori molto forti. Il mio olfatto ultimamente molto sviluppato sente un tanfo di carne in putrefazione. –Ragazzo, è ora di usare i tuoi poteri!- Il signore si alza in piedi e noto che è incredibilmente alto. Poco dopo sono in mezzo a una lotta sanguinolenta. Il distinto signore perde la sua calma e gentilezza per poi diventare una furia sanguinaria. Egli, dal suo lungo cappotto, caccia fuori delle baionette e urlando come un ossesso si getta contro gli zombi. Io mi alzo rapidamente per evitare un colpo da parte di uno di quei non morti. Mi difendo energicamente sferrando pugni e calci a destra e a manca. È un assalto imprevisto perché io noto che il signore nonostante combatta come un leone rischia di farsi sopraffare. Decido di aiutarlo nella speranza che, lui, poi mi spieghi qualcosa. Man mano che uccido gli zombi mi accorgo che la mia adrenalina aumenta in modo esponenziale e in più i miei pugni sono sempre più duri e veloci… non credo che sia per gli allenamenti. Un pugno ben piazzato disintegra la massa celebrale di uno di quelle creature. Ok, forse sto esagerando con questa brutalità e poi, in un luogo sacro! Il signore fa volare via gli zombi da una delle vetrate raffiguranti uno dei santi rompendola. Io non ci faccio caso ma la luce lunare è molto più forte. –Che cosa sta succedendo?- Io sento il cuore battere più violentemente… la mia pelle si scurisce e i peli crescono a dismisura a ogni parte del mio corpo. Un dolore mi assale… le ossa si stanno deformando non posso vedere ciò che mi sta accadendo ma posso sentirlo. La ragione umana mi sta abbandonando sempre più rapidamente sostituendosi a una collera cieca… Non provo più pace ma solo una inarrestabile sete di sangue e carne... Fisso la luna con il petto carico di arroganza e ululo. Un ululato simile non è mai stato cosi modulato e battagliero. I miei occhi da color rame sono bianchi come la morte, le mie muscolose mani con gli artigli affiliati fanno a pezzi gli zombi… le mie zampe schiacciano ogni cosa, ogni cranio che si trova al suolo. La mia forza e velocità sovrumana mi permette di afferrare gli zombi e nutrirmi delle loro interiora. La lotta prosegue fino alle prime luci dell'alba. Non mi aspetto che la mia vita non cambi in seguito a quell'evento.


Ecco la fine del prologo, spero che vi sia piaciuto. È la prima volta che mi addento nel mondo di Hellsing e tengo presente che ho visto gli OAV Hellsing Ultimate fino al numero 8 o 9 (non ricordo bene), ma poi non ho potuto vedere più, perché Mediavideo o Megavideo è stato chiuso. Gradisco recensioni positive e negative costruttive. Vi ringrazio per la lettura. Il nuovo capitolo si avrà in tempi lunghi perchè devo prima valutare se l'idea piace (io la proseguirei comunque.) attraverso le visite e le recensioni. Voi potete fare la differenza. Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Prologo 2 ***


Salve, sono tornato con il nuovo capitolo. Incoraggiato dalle visite e dalla recensione di Nyaa, ho deciso di continuare la storia.
Come sempre, attendo le vostre recensioni e buona lettura.


Benvenuto nell'Iscariota XIII, Leonard Lycan.

Sento un forte mal di testa e mi sembra che il cervello debba esplodere da un momento all’altro. Accanto a me c’è il prete che ho incontrato la sera prima… mi guardo in giro. La chiesa è, in parte, crollata. –Che cosa è accaduto?- Mi chiedo, il signore mi risponde di non pensarci e di andare con lui. In pochi minuti vengo a conoscenza che lui è Padre Alexander Andersen, un membro di un’organizzazione denominata Iscariota XIII e lui stesso mi invita a farne parte. Io non ne sono ancora sicuro perché non ci credo. –Come può essere  che il Vaticano abbia un’altra faccia della medaglia?- Espongo i miei dubbi al sacerdote. –Beh, nemmeno io lo so di preciso… ma posso solo dirti che noi della sezione XIII combattiamo contro i nemici di Cristo nostro.- Mi spiega in modo poco preciso ma visto che non ho nulla da fare, lo ascolto.
Padre Andersen mi sorride compiaciuto e aggiunge:-Farai grandi cose, Leonard Lycan!- Mi accorgo solo ora che mi conosce. Lui senza battere ciglio, da buon predicatore mi spiega che io ero stato continuamente controllato e monitorato dalla nascita fino a ora. –Perché?- Gli chiedo con noncuranza. Non mi interessava molto essere perseguitato da una setta. Padre Andersen diventa serio e responsabile, mi prende per un braccio e aggiunge:-Andiamo a Roma, Ernico Maxwell ti sta aspettando!- Io cerco sfuggire alla sua morsa. Non sopporto essere trattato come un moccioso. La mano di Andersen sembra di ferro tanto che la presa è salda! Senza poter dire nulla a chi di dovere, vengo letteralmente trascinato a Roma. Più precisamente alla città del Vaticano… cavoli non me lo aspettavo che fosse così grande. Ad ogni modo posso dire che sono ufficialmente arruolato nell’iscariota 13 e indosso un vestito nero con un cappottone lungo. Ernico Maxwell mi ha preso subito in simpatia e vuole che impari presto il mestiere perché vuole una guardia del corpo. Io non capisco, non ha già Padre Anderson? Ah, lui è proprio un tipo a modo, sapete? Di giorno è un santone mentre di notte è un massacratore. Preferisco la parte del santone… almeno non ti guarda con quegli occhi da maniaco. Sono passate cinque settimane… uhm, trentacinque giorni da quell’incontro alla chiesa di San Antonio da Padova, in occasione di questo evento, il signor Maxwell mi ordina di eseguire una missione per conto della chiesa: Dobbiamo catturare il dottor Jekyll Jr. Secondo quando comunicato da Sua Santità, egli compie esperimenti di mutazione psicologica ed è un eretico.

-Quale buona occasione per dimostrare il tuo valore?- Mi dice Padre Andersen dandomi una pacca amichevole sulla spalla, inoltre mi fa un dono… una croce media con una catenella che mi mette al collo. Io non so cosa dire, sono commosso e allo stesso tempo sento di non meritare una simile attenzione. A parte il fatto che sono un licantropo, non ho nulla di speciale. –Ti sbagli, incarni perfettamente lo spirito di Giuda Iscariota. Sei contro la chiesa nella tua mente ma nello spirito e nel cuore credi fedelmente alla parola di Dio.- Mi spiega il Padre. Queste parole mi danno una tale carica che non posso dire che questo: -Se è questo che vuole il nostro Cristo, amen!- -Amen.- Mi segue il Padre.
La missione si svolgerà a Londra e dovrò affiancare una suora: Yumie. Per rispetto la chiamo suor Takagi. Lei è una tipa molto tranquilla e riservata. Non so molto su di lei, mi dice solo che è stata adottata insieme a Heinkel Wolfe e Ernico Maxwell da Padre Andersen. La sua arma da combattimento è una katana. Mah… odio le armi. preferisco i pugni. Viaggiamo in metropolitana per arrivare nei bassifondi londinesi. –Dunque, Whitechapel… è un luogo di perdizione e di immoralità. Per poterlo trovare suggerisco di separarci.- consiglia la suora. Io annuisco mettendomi le mani dietro la testa e chiudo gli occhi, mi sento un po’ stanco. D’altronde chi non lo sarebbe dopo aver camminato fino a qui? Qualche minuto dopo apro gli occhi, la prima cosa che vedo è la suora che, vedendomi sveglio, si volta da un’altra parte… mi stava fissando? Sembra proprio di sì. Il rossore delle sue guancette m’intenerisce un po’. –Va bene, tu vai a Whitechapel, mentre io andrò verso sud della suddetta cittadina.- gli dico io, usciamo dalla metropolitana e ci incamminiamo verso il centro della periferia. A questo punto ci separiamo come concordato. Mentre la suora va verso nord io vado a sud, speriamo che riesco a trovare il dottore così terminiamo presto questa faccenda prima di notte. Questo è il mio pensiero… le mie gambe proseguono per una direzione ben precisa, mi affido al mio fiuto per trovare la mia preda. Non posso sbagliare perché non ne sono capace. Una casa a due piani si trova in fondo alla via, alla porta non c’è nessuno e i dintorni sono deserti, il tramonto si fa sempre più vicino. Mi avvicino alla porta e sbricio all’interno: nessun odore, nessun suono. I miei occhi possono facilmente adattarsi all’oscurità che imperversa in quella casa. Entro. Le finestre sono barricate da assi di legno marcio, ecco perché non entra la luce. Con un pugno rompo alcune assi, affinché entri la luce… ora posso vedere nell’interno.

È un laboratorio alchemico… vedo numerose provette e flaconi di medicinali. C’è anche una tavola pitagorica al muro. Alcune parole sono rovinate o coperte da un liquido asciutto, sicuramente sangue. Qui c’è stata una lotta violenta, non riesco a capire chi abbia combattuto e contro chi. I miei occhi si posano su un vecchio orologio da polso… non appena i miei polpastrelli toccano l’oro di quell’oggetto, mi viene un capogiro. Vedo tutto sfuocato ma poi riesco a vedere meglio… sono sempre nella stanza di prima solo che è pulita e ordinata… -Dove sono? Che cosa sta accadendo?- I miei occhi vedono cose in colore marrone chiaro… come un film di tanti anni fa. Un signore su una sessantina entra nella stanza e non mi vede… sono invisibile ai suoi occhi. Il vecchietto è senza dubbio il professor Jekyll, che sta facendo? La risposta arriva subito: sta provando una pozione… è spaventoso! Si è trasformato in un mostro! Credo che si chiamerà Hyde. Io per la prima volta, nel duemila, sto assistendo a una storia di più un secolo fa. O no?  La visione cessa lasciandomi vedere solamente il trasformato dottore lasciare la stanza e dirigersi verso il centro di Penny Town, una citta vicina. Sono ancora nella palazzina, ho ancora un dubbio prima di gettarmi all’inseguimento. A chi appartiene il sangue? Decido di usare l’olfatto e, incredibilmente, riesco a farmi un’idea… è di una ragazza. Lei ha combattuto contro un vampiro ed ne è uscita con un po’ di ferite e il vampiro può essersi vaporizzato. Ok, scoprirò il resto solamente se vado dal dottore e parlare con Yumie a fine missione. Decido di usare i miei nuovi poteri e scatto come una saetta, scalando i muri, usando ogni appiglio possibile riesco ad arrivare alla cittadina vicina: Penny Town. Devo trovare il mostro prima che possa fare danni. Non è difficile. Uso l’udito per sentire i rumori… focalizzare i rumori giusti tra gli altri e… cacciare! Ululo e inizio a correre per i tetti del paese, la gente per la strada si ferma e mi guardano meravigliati… c’è chi pensa che sono un’illusione o addirittura fanno finta di nulla. Io nel frattempo ho raggiunto la mia preda… sta correndo per i tetti e semina il terrore. –Nel nome di Sua Santità, le ordino di fermarsi!- urlo per farmi sentire ma il gigante peloso mi guarda e poi si getta su di me. Povero peccatore… io provo compassione per gli ignoranti, non posso biasimarli. Gli mollo un pugno violento allo stomaco ma non ottengo l’effetto sperato, anzi il mio pugno rimbalza su quella pelle gommosa. –Ma che diav…- non faccio in tempo a imprecare che vengo sbalzato via da un pugno violento del mostro. Mi rialzo da alcuni detriti di strada su cui sono finito in seguito al pugno. –Maledizione, non vuoi redimerti? Bene!- Mi alzo in piedi mentre il mio corpo subisce una mutazione diversa dalla prima volta. Ho il viso più lupesco e le zanne più pronunciate, i miei capelli si allungano e si rizzano a mo’ di porcospino la mia trasformazione è incompleta perché non è ancora notte ma aumento la mia forza e l’agilità… le mie mani sono artigliate al punto giusto, ghigno a bassa voce e scatto per il secondo round! La mia mente è concentrata solamente sul mostro e nient’altro… le mie artigliate sono precise e veloci, gli squarcio la pancia, afferro gli intestini del mostro e li strappo via. Non provo più umanità solo puro istinto animale. Il mostro indietreggia ma io non lo lascio scappare anzi gli azzanno la gola per ucciderlo velocemente… a differenza di altri provo pietà per le mie vittime e non traggo piacere nell’ucciderle. Il mostro chiamato Hyde muore agonizzante. –Possa la tua anima trovare la pace attraverso la pietà di Dio che prova verso di te, Amen!- Dico. Scendo dal tetto e durante la discesa perdo la mutazione. Devo ritrovare Yumie e comunicarle della buona riuscita della missione. Come diavolo faccio a trovarla? Beh, presumendo che si trova ancora a Whitechapel… dico che parto da lì. Velocemente però! La notte è prossima e non so se riuscirò a restare umano per un bel po’. Decido di usare i miei poteri di licantropo per arrivare subito ai bassifondi di Londra. Uhm… inizio ad annusare l’aria per sentire il profumo di Yumie. Mmm… trovata. Un lampo di preoccupazione passa nei miei occhi, sento un odore malvagio… che sta succedendo? In pochi salti, sono arrivato alla strada dove ho sentito l’odore di Yumie… chi diavolo è mai quello? Una figura alta e atletica con un lungo drappo bianco che gli copre le spalle e una cinta di cuoio rosso gli stringe il girovita sembra, un cittadino dell’antica Roma. Ha i capelli biondi con alcune strisce nere ai lati. È di spalle e oltre a lui vedo Yumie a terra con un braccio ferito e la katana a qualche centimetro da lei. Lei mi vede e le faccio l’occhiolino. Alzo lo sguardo e vedo la luna piena. Non vorrei farlo ma lo sento… per sconfiggere quel tipo devo trasformarmi… anche se sento un dolore allucinante alla testa e alle ossa. Voi pensate che la trasformazione sia una cosa figa, eh? Beh, avete ragione. Ma avete mai provato a trasformarvi? No, ovviamente no. Quanto sentite una persona gridare mentre si trasforma in lupo pensate che è per fare scena, no? No, infatti, provano dolore fisico per la crescita sproporzionata delle ossa e della crescita dei peli. Pensate… se la mutazione avvenisse in modo errato? Mi sentirei deforme e debole, questo è un rischio che non va sottovalutato! Ad ogni modo, non credo che ve ne importi tanto. La mutazione è completa. Salto giù dal palazzo e atterro con un tonfo molto forte che crea anche delle crepe sul marciapiede.

Avanzo ghignando pronto a difendere la suora. Il misterioso ragazzo si volta mostrando degli occhi azzurri e a vederlo con il viso tranquillo e pacato sembra un angelo. –Attento, è un angelo caduto!- Mi avvisa la suora. Il demonio si rivolta verso la suora e la sta per schiaffeggiare. Se pensa di averne il diritto, si sbaglia! Alza il braccio e poco prima che possa abbassarla gli mordo, con le zanne, la spalla. Il ragazzo urla dal dolore e con una bracciata mi allontana o meglio, sono io a volerlo lasciare.
-Dannazione, come osi mordermi?- Egli si rivolge sfacciatamente a me. Io ghigno, non posso parlare. Noto che il suo braccio si è rigenerato dopo il morso. Interessante. La lotta è iniziata. Io ululo e scatto in avanti cercando di colpirlo ma quello balza verso l’alto e incredibilmente riesce a volare. Sbuffo, non sarà facile acchiapparlo. Perlomeno ci voglio provare! Usando le finestre come appiglio per la scalata mi arrampico verso il tetto di uno dei palazzi e una volta lì con lo sguardo cerco di trovare l’uomo volante… o angelo caduto a dir si voglia. Una botta in testa mi stordisce ma riesco a vederlo. Si muove come un aereo e applica la tattica della toccata e fuga. Se fa così mi fa diventare scemo! Afferro con le mani il consistente tubo d’acciaio che serve per far passare l’aria dei condizionatori del palazzo e mi concentro… appena lo sento vicino a me, faccio roteare la mazza e lo colpisco in fronte. Senza pensarci due volte lo impalo con la mazza di ferro per impedirgli di scappare. Senza più possibilità di fuggire, mi lecco i baffi e inizio la cena.


Eccoci alla fine, spero che il personaggio di Leonard inizi a incuriosirvi. Il prossimo capitolo si avrà fra un paio di settimane. Alla prossima!


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Capitolo 3
*** Prologo 3. ***


Vecchie conoscenze, stai attento Leonard!

Mi alzo dal letto della mia cella personale, è pomeriggio. Sento bussare alla porta. Farfuglio un “avanti” annoiato, ho la testa che mi scoppia. Ad entrare in camera è Wolfe, un’amica di Yumie. –Come sta Suor Takagi?- Le chiedo, sperando di ricevere notizie buone. –È fuori pericolo, se vuoi puoi andare a vedere.- Accetto l’invito e mi alzo levando le coperte e… -Santissima Madre Vergine! Sei nudo!- Wolfe si chiude gli occhi con le mani e il viso si fa paonazzo. Io senza nemmeno coprirmi l’intimo prendo i miei nuovi vestiti lasciati sul tavolo al centro della stanza e mi vesto rapidamente. –Hai messo la maglia al contrario.- Mi fa notare la pistolera. –Oh merda!- Sbuffo e mi tolgo la maglia intima e la rindosso dalla parte giusta. –Puoi toglierti le mani anche se lo so che tenevi le dita aperte.- Le dico mentre mi fiondo alla porta di ferro che è l’uscita. Io e Wolfe camminiamo per il lungo tratto di strada dei sotterranei. –Io ancora non ho capito perché devo stare qui sotto come un roditore.- Borbotto mentre la bionda mi segue a ruota. –Ancora? Sei un lupo mannaro, sei un pericolo per gli umani.- Mi spiega lei alzando le spalle. Mi sento un po’ fuori luogo, sapete. Non mi piace il fatto che essendo un essere sovrannaturale devo vivere come un lebbroso. Wolfe mi carezza la spalla come per incoraggiarmi e non pensarci più. –Chi era la cena di ieri sera?- Le chiedo ironizzando sull’appellativo dato al nemico che aveva minacciato l’integrità di una suora. –La cena? Ah sì, l’angelo caduto… era Jack lo Squartatore.- Io a quella affermazione le rivolgo uno sguardo confuso. Lei accoglie la mia richiesta di chiarimenti e aggiunge con un sorriso: -A Whitechapel c’era un angelo caduto che di tanto in tanto si dilettava a uccidere le donne di malaffare credendo di essere nella parte del giusto ma compiva solo sanguinari omicidi aggiungendo un tocco di macabro. Yumie lo aveva visto e aveva cercato di sconfiggerlo ma come vedesti non ne fu capace.- Io ascolto con molto interesse ogni sua parola e annuisco al termine della spiegazione. –Ho capito.- Siamo finalmente arrivati all’infermeria, Yumie è distesa sul letto. Non so perché ma vedendola con il viso rilassato e i capelli corvini che le incorniciano il viso mi sembra una santa… lentamente mi siedo sulla sedia vicino al letto e nel frattempo contemplo quella visione. Dopo un po’ sento una manona poggiarmi sulla spalla, la riconosco subito, è Alexander. –Padre, pensate che se la caverà?- Chiesi senza distogliere lo sguardo.

-Sicuramente, ora vai a prendere i tuoi effetti personali.- La sua voce suonò come un ordine. Mi alzo ed esco per tornare nella mia cella a completare il mio abbigliamento. Dopo un’ora sono vestito come i membri dell’Iscariota e mi metto la croce al collo. Sono di nuovo di fronte alla porta dell’infermeria e sto per alzare il pugno per bussare quando… -Tu pensi che questo piano funzioni?- La voce è di Yumie, ma che sta dicendo? –Non preoccuparti, finché Leonard fa il suo dovere non ci sono pericoli che gli ritorni la memoria.- Io ridussi i miei occhi a due fessure… penso che dovrò fare molta attenzione e di non fidarmi molto. Busso delicatamente e, ottenuto il permesso, entro. Yumie sta bene, fin troppo. –Come sta la ferita?- Le chiesi con il tono gentile. –Sto bene, sono un po’ spaventata.- Yumie mi sorride e io ricambio. Alexander mi dice che dobbiamo andare con Ernico Maxwell al museo di Londra. –Che novità ci sono?- Domando con una certa curiosità. –Niente domande, vedrai con i tuoi stessi occhi.- Sono le 15, Enrico è come sempre accompagnato da quel signore con i baffi da nonno. Sembra che abbiamo un appuntamento, Enrico indossa degli occhiali da lettura, ma a che gli servono se ci vede benissimo? Comunque io, al fianco destro di Enrico Maxwell, lo seguo come ordinato. Mentre camminiamo noto una signora abbastanza alta con dei capelli molto lunghi che le arrivano fino alla gonna. Mi chiedo chi sia, posso vedere chiaramente il suo sguardo nonostante sia celato dalle lenti degli occhiali e dal buffo cappello. Ernico si rivolge a lei con il tono gentile e dice che siamo in ritardo all’appuntamento. Posso capire bene che non corre buon sangue tra i due. La donna ci accusa di essere degli assassini e di aver attentato alla vita di due dei suoi uomini e anche lei stessa è rimasta vittima. Ignoro questi avvenimenti ma Ernico sembra che ne è benissimo a conoscenza e dice di fregarsene degli avvenimenti di certo deplorevoli al nome della Chiesa fondata da San Pietro. Discretamente chiedo al vecchietto chi sia la donna. Ella, senza dubbio, mostra del carattere forte e deciso. –Lei è integra Fairbrook Wingates Hellsing. È la nipote del famoso Abraham Van Hellsing.- Ascolto con molta attenzione e allo stesso tempo fisso con lo sguardo molto sottile la donna. Abraham Van Hellsing… non lo già incontrato tempo addietro? Mh… Può essere possibile. Il colloquio sta prendendo toni pesanti, Ernico ha già rotto i suoi occhiali e considera la signora in modi volgari e scurrili anche per un uomo di chiesa come lui. Vorrei intervenire per chetare gli spiriti ma qualcuno interviene al mio posto. Non so se è un effetto scenico o sono i miei occhi che ingannano ma un tizio alto il triplo di me e vestito di rosso sbuca dal muro. Ernico lo definisce l’asso della manica dello Hellsing, lo Joker Assassino. Io non posso fare a meno di sorridere quando lui dice che non siamo cambiati da 600 anni. Un momento… seicento anni? Allora è più giovane di me! Non posso nascondere la mia sorpresa. –Mh… che sorpresa.- Io faccio un passo avanti come per voler vedere meglio il misterioso gigante. Il suo sguardo gelido e altezzoso non mi intimorisce, egli punta la pistola bianca a Maxwell, quest’ultimo non si scompone ma chiama Alexander. Il Padre avanza con le baionette e sembra ben determinato a uccidere il vampiro. Capisco che tra i due intercorre una forte rivalità. Entrambi sfoderano le loro armi più micidiali, Il padre stringe la baionetta per mano mentre il vampiro usa due pistole di 2 kili ciascuno, nessun umano potrebbe usarle. Io a questo punto non posso fare a meno di intervenire per evitare una strage:-Padre Alexander, siamo in un luogo pubblico. Ci sono i bambini, lei non darebbe un buon esempio.-. Poggio una mano sulla sua spalla come per calmarlo. –Hai ragione, non c’è atmosfera.- Mi risponde il vampiro. Alexander è dello stesso parere. Entrambi ritirano le loro armi. Il vampiro, in modo altezzoso, afferma:-Torno a dormire,. Mi avete svegliato in pieno giorno, perciò ho ancora sonno.- Fa dietrofront e prende la direzione opposta al Padre Andersen, il quale dice a Maxwell:-Comandante in capo, torno a Roma.- Poi si ferma e aggiunge con un sorriso gentile:-È davvero un museo meraviglioso, la prossima volta vorrei portarci tutti i bambini dell’orfanotrofio.- Maxwell replica con un “D’accordo.” Mentre Alexander si allontana lo sento borbottare: -Lo ammazzerò. Lo ammazzerò sicuramente.-

Integra e Maxwell si ritirano in un bar all’aperto, a parlare di faccende altolocate. Io parlotto con Seras Victoria, la draculina di Alucard. –Capisco, quindi siete diventata una vampira per vendicare vostro padre. Un atto nobile e disinteressato.- Commento mentre osservo a un tavolo in disparte un tizio vestito di bianco con i capelli lunghi e degli occhiali strampalati e seduto al tavolo vi è un signore molto calmo e posato, è basso e grasso. Dev’essere un maniaco della guerra o meglio… un nazista. Ho paura che questo sia l’inizio di qualcosa di molto brutto e inutile. –Perché non mi parlate un po’ di voi signor Lycan?- Mi chiede la ragazzina, io le rivolgo uno sguardo sorpreso che devo aver un che di inquietante visto che Seras si spaventa e fa un visino supplichevole:-Mi scusi, non volevo essere così diretta. Non fa nulla, non fa nulla. Sono abituata a questi comportamenti.- Io scossi la testa e rido. Il comportamento fanciullesco di Seras mi dà un senso  d’allegria. –Non preoccuparti, è normale essere curiosi, vorrei raccontarti tante cose ma il guaio è che non ricordo quasi nulla del mio passato.- Mi affretto a chiarire. –Oh, capisco. Beh, spero che ti ricorderai.- Lei mi dedica un sorriso di conforto -Speriamo, speriamo.- Dico io con uno sguardo un po’ perso nel vuoto. –Beh, se hai qualcosa che è appartenuto a tuo padre, posso scoprire chi lo ha ucciso.- Quello che dico ha un grande effetto sull’animo della bionda. Lei mi rivolge uno sguardo molto riconoscente, però le faccio notare che non prometto nulla. –È già qualcosa!- Mi risponde lei. Mentre i nostri capi concludono il loro appuntamento.

Integra e Maxwell si salutano cordialmente e si ritirano. Io sospiro, sento una profonda paura… una paura di vita. Forse perché i miei ricordi mi stanno ritornando? Impossibile. Chiamo Seras in disparte e le chiedo di accompagnarmi nel luogo dove hanno assassinato i suoi genitori. –Perché temo che non ci vedremo per molto tempo.- aggiungo. Seras chiede l’autorizzazione a Walter, il maggiordomo. Lui lo concede e le chiede di tornare presto. Io lo ringrazio e gli stringo la mano anche per fare conoscenza ma… -Iscariota…- dico a denti stretti e sottovoce. Lui non mi sente ma sa che voglio dirgli. Io e Seras prendiamo la metropolitana per andare alla vecchia casa di Seras. Il viaggio è molto tranquillo e a tratti piacevole. Quando scendiamo dal treno noto che si sta facendo buio, per cui affretto il passo. Io preferisco evitare la notte, altrimenti Seras vedrà la mia vera forma. –Quando manca?- chiedo alla bionda. –Ci siamo, io abitavo in questa palazzina.- Lei mi fa strada e in breve siamo arrivati. La porta è bloccata da nastri gialli della polizia, lei cerca di aprire senza fare molto rumore. Io la lascio fare ma poi dopo qualche minuto sento il mio cuore aumentare di battiti. –Togliti!- Con una manata allontano la poliziotta e sferro un calcio al legno della porta e la spalanco con una cerniera ancora attaccata all’angolo della porta. Vi entro e aspetto la ragazza. –Accidenti, che forza!- Commenta lei, mentre si guarda in giro. –Non è nulla di speciale. Avanti, fammi vedere che cos’hai.- Rispondo mentre prendo un portafoto molto vecchio. Vi è raffigurata una famiglia sorridente. –Mmhh…- Sento di nuovo quel capogiro, anche se non so come mi ritrovo catapultato nel passato e i miei occhi vedono in bianco e nero, probabilmente perché gli avvenimenti sono successi molti anni fa. Vedo la mamma di Seras nascondere la bimba nell’armadio. Poco dopo entrano nella stanza due loschi figuri che uccidono il padre poliziotto con un colpo di pistola e la donna si è subito inchinata al marito morente, non riesco a sentire ciò che dicono ma posso chiaramente comprendere ciò che sta accadendo. Uno dei due uccide la madre con un proiettile sul ventre. La piccola Seras interviene e, con mio grande stupore, ferisce con una forchetta l’occhio del criminale. Ora capisco perché Alucard l’ha trasformata in una draculina, lei si è macchiata del peccato già da piccola…

Il sicario decide di violentare il cadavere della madre sotto gli occhi di Victoria. A questo punto la visone s’interrompe e ora vedo il viso da ragazza di Victoria che mi fissa curiosa. –Uhmm… posso solo dirti che hai già ottenuto la tua vendetta. I due sicari sono stati puniti dalla volontà di Dio. E sappi una cosa fondamentale: Non esiste castigo peggiore dell’ira di Dio.- Annuncio solennemente. Seras sembra insoddisfatta di ciò che ho detto ma io mi avvicino a lei e le poggio la mia mano destra sulla sua spalla destra e aggiungo a bassa voce:-Prenditi cura di Bernadotte.- Detto ciò mi volatizzo come un’ombra nella notte.

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Capitolo 4
*** Prologo 4 ***


Salve a tutti, ecco il nuovo capitolo di Leonard Lycan. Ringrazio chi legge e recensisce, buona lettura!



Una giornata insieme... caccia i soldi, Leonard!

Mi sveglio sul mio letto della mia cella nei sotterranei. Come al solito ho fatto l’ennesimo sogno sul mio logo. Sospiro e mi massaggio le tempie, la testa non mi fa così male come le altre volte. Mi alzo dal letto (se ve lo state chiedendo; è sì, sono di nuovo nudo.) e guardo l’orologio, sono le 9 e mezza del mattino. Meno male che sono andato a dormire presto. Sbadiglio in modo incredibile e mi gratto le parti basse, mi faccio una doccia veloce e prima di salire sopra, decido di scrivere qualche riga sulle mie scoperte nel diario dei ricordi. Questo quadernetto l’ho sempre avuto con me anche prima di entrare nell’Iscariota tredici. Mi siedo sul letto e da sotto il materasso tiro fuori un quaderno dalla copertina gialla, da sotto il cuscino prendo la penna e usando il materasso come tavolo, inizio a scrivere:

Caro pezzo di carta, oggi ho deciso di sporcarti con le mie riflessioni riguardanti le mie mete di memoria. Dunque, oltre al fatto di avere più o meno 700 anni e di dimostrarne solo 32, oltre ad essere un licantropo più potente e antico che la storia ricordi, ho scoperto di avere questo potere (che ho deciso di chiamare Deus’Eye) che è quello di vedere il passato di ogni oggetto che tocco, infatti mi basta pensare di voler conoscere il suo passato ed eccomici trasportato. A seconda dell’oggetto posso avere squarci più o meno lunghi o brevi. Per esempio l’orologio di Jekyll junior ho potuto vedere un evento di qualche settimana fa, mentre col portafoto, ho visto una scena di diversi anni fa. Con il risultato di vedere come se fossi al cinema in bianco e nero o color seppia. Il bello è che non devo pagare il biglietto. L’unico problema risiede al fatto che il passato non può essere cambiato anche se lo volessi. Non so perché ma mi capita di vedere nel mio inconscio anche dei pezzi di futuro e il bello sta che so bene a chi devo dire quei piccoli squarci. Ho visto, per esempio  il futuro di Seras Victoria… è un futuro molto bello ma si concluderà male. Spero che riesca a comprendere le mie parole e perda presto la verginità. A parte questa parentesi senza senso dico che i miei poteri non si limitano a questo.  Grazie al mio olfatto, non solo posso sapere in anticipo che cosa cucinerà il cuoco dell’orfanotrofio ai bambini e salvarli in tempo nel caso cucini la zuppa di cavoli, ma posso capire le intenzioni  di una persona semplicemente annusandola. E quel maggiordomo, Walter… è un vero iscariota. La cosa tragica è che fra non molto ci sarà una spaventosa guerra e numerose vite d’innocenti saranno uccise per delle perversioni di un robot generale. Dovrò intervenire perché ho fatto una promessa…

A questo punto mi fermo  e chiudo il quaderno. Mi alzo e vado a vestirmi (sì, scrivo nudo. Qual è il problema?). Fra non molto devo cercare di trovare certa roba che mi serve. Esco dalla mia cella emi dirigo ai piani superiori. Faccio per svoltare un angolo e le mie orecchie percepiscono una discussione tra Wolfe e Yumie. –Accidenti, proprio non capisco perché non ci hanno voluto portare con loro alla riunione. Pensa… potevamo vedere la regina Elisabetta II, incontrare il famigerato Alucard.- Inizia Wolfe mentre si passa i palmi delle mani dietro la testa. –Beh, noi siamo dei semplici sottoposti. Non siamo degni di tale onore.- Spiega la suora mentre chiude il Vangelo che stringe tra le mani, dovrebbe prima chetare la sua turbolenta amica prima di poter rilassarsi alla lettura. –Onore… bah.- Bofonchia la pistolera. Mmh… devo saperne di più. Svolto l’angolo trovandomi di fronte alle ragazze. –Salve, non trovo Maxwell.- Le saluto. –Ah, Leonard! Ben svegliato, Ernico Maxwell e gli altri sono andati alla riunione con la regina Elisabetta e con lo Hellsing.- Con una carica di buon umore, Yumie mi spiega quello che è successo oggi. Sorrido, devo approfittarne di questo colpo di fortuna. –Beh, visto che siamo solo noi perché non ci concediamo una piccola libera uscita mattutina?- Propongo. –Ma certo! Sono d’accordo con te!- Battendo le mani come una bambina Wolfe sembra essersi dimenticata della riunione e tutto il resto. –Beh, ce lo meritiamo. Va bene.- Accetta anche Yumie. –Ok, aspettatemi. Vado a prendere i soldi!- Io scatto velocissimo lasciando le due ragazze meravigliate. Voi vi stareste chiedendo: Ma dove li tiene i soldi, questo morto di fame? Beh, per prima cosa andiamo in chiesa. Arrivo alla cappella di Roma e vi entro, non c’è ancora nessuno. Mi avvicino alla scatola delle offerte della messa di ieri. Con un colpo di mano apro il lucchetto senza romperlo e alzo la tavola con il buco orizzontale. Accidenti, quante banconote! Allungo la mano per prenderli e li conto: 500 dollari! Faccio la stessa operazione con le altre cassettiere e riesco a mettere insieme un bel gruzzoletto di 10000 dollari. Sono più che sufficienti per una colazione e per le varie spese. Non sono ancora soddisfatto ma vado in un’altra cappella vicina alla prima e faccio razzia: 200000$! Dovrei farlo più spesso! D’altronde lo stipendio è da fame, bisogna integrare.

Torno indietro e incontro due ragazze fuori alla porta del Vaticano. Mi avvicino a loro, sono di spalle. Devono essere straniere in visita al Vaticano. –Hello, are you american? I ‘m Leonard Lycan, can I act as guide?- Chiedo con un accento inglese sperando di non fare errori con la lingua. –A parte che il tuo inglese fa un po’ schifo, non siamo americane! Non ci hai riconosciute?- Loro si voltano e io mi passo la mano sulla fronte meravigliato. Sono Yumie e Wolfe! Con quei vestiti diversi dalla tonaca non le avevo proprio riconosciute. Yumie non porta il velo sulla testa e ha i capelli sciolti, indossa una canottiera leggera e una giacca con le  maniche annodata sul girovita, indossa una gonna che le arriva sul ginocchio e delle scarpe senza tacco bianche, sembrano pantofole ma non lo sono. Stringe alla mano sinistra la sua katana e ha una borsetta su cui all’interno vi sono lo stretto necessario. Wolfe non è da meno: Ha i capelli raccolti in una coda e ha i suoi occhiali preferiti solo che, anziché portarli su, ha le lenti sulla punta del naso. Indossa una camicetta rosa ben abbottonata in basso e scollata sopra lasciando ben vedere il suo davanzale, ha un foulard rosso al collo, un jeans e degli stivali. Dopo la descrizione proseguo. Mi gratto la testa e sorrido. –Bene, i soldi sono in tasca mia. Andiamo?- Ci spostiamo in autobus e arriviamo a piazza Gran di Spagna, dove vi sono dei ristoranti e dei negozi di moda. Facciamo una colazione veloce e… -D’ora da momento in poi, shopping selvaggio!- Urlano le due ragazze battendosi il cinque. Santo dio, non mi sarei aspettato che sarei dovuto fare da porta pacchi e bancomat. Beh, un lato positivo c’è. –Leonard, puoi dirci se questi vestiti ci vanno bene? Sai, non siamo molto sicure.- Mi dicono in coro le due ragazze. Per ogni negozio visitato usciamo con 20 pacchi in più e 500$ in meno ma c’è la prova costume. Infatti secondo i grandi filosofi: Quando una donna si spoglia, mai di fronte a un’altra donna perché criticano troppo il loro fisico, mentre gli uomini sono semplicemente grati.

E io ne sono semplicemente soddisfatto, un solo problema: come terrò a freno l’evidenza in mezzo alle gambe, mentre loro si denudano per provare i vestiti? Sei ore dopo, ho tre pacchi per ogni dito e 150$ in tasca che sono più che sufficienti per l’autobus per il ritorno a casa. Io sono maledettamente sudato e stanco ma ciò fa parte del mio piano (tranne lo shopping, ovvio). Yumie al mio fianco destro, Wolfe al mio fianco sinistro e mi baciano le mie guance:-Grazie di tutto, fratellone!- Io arrossisco un po’ e chiedo alle ragazze di farmi un favoretto.

Devo fare in fretta, ho il pomeriggio a disposizione per rubare i libri dello Hellsing. Da Roma a Londra… dovrò usare l’aereo militare. Nulla di più facile: Corro al primo aeroporto militare e rubo un caccia da combattimento e in meno di due ore sto già sorvolando la magione della società Hellsing. Mi getto dall’abitacolo e usando un paracadute sono atterrato sul tetto del palazzo. Per l’aereo pagherà il Vaticano, tanto hanno già così tanti soldi. Orbene, mi guardo in giro. Niente guardie, meglio. Racchiudo il paracadute nello zaino e messolo in spalla, avanzo con passo veloce e uso la scala antincendio per entrare in una delle finestre che, per grandissima fortuna, è aperta! “Bene, vediamo dov’è la biblioteca.” Cammino normalmente attraversando i corridoi dello Hellsing e per la strada incontro una guardia che porta il distintivo dello Hellsing. –Scusate per la biblioteca?- Chiedo cordialmente. –Al terzo piano, a destra dopo il quarto angolo.- Mi fornisce la spiegazione. –Molte grazie.- E gli mollo un pugno in faccia. Prendo l’ascensore e premo il pulsante del terzo piano. Mi appoggio sulla parete liscia dell’ascensore e mi rilasso. “Certo che le guardie dello Hellsing sono proprio cordiali.” Rido sarcasticamente. Un bip breve mi annuncia che sono arrivato. Le porte si aprono e vengo accolto da circa dodici o tredici canne di fucile delle guardie. –Che c’è? Non si può passare?- Chiedo senza perdere la calma. –Mi sembra di no, che ne dici?- Mi parla un giovanotto quasi della mia età, porta un cappello con la visiera abbassata e porta una treccia da aviatore. Lo riconosco perché ho visto il suo viso sanguinante nel futuro di Seras. –Pip Bernadotte, non è vero?- Dico incrociando le braccia. –Come mi conosci?- Lui mi guarda con lieve sorpresa. –Ti conosco e basta. Fammi un piacere: dì ai tuoi compari di abbassare i fucili.- Dico come sopra solo staccandomi dal muro. –Ma certo.- Pip fa abbassare i fucili con un gesto e alza la sua pistola. –Che credi di fare con questo?- Replico senza preoccuparmi della situazione. Pip fa fuoco con la sua arma e mi centra la fronte, ma a sorpresa degli altri il proiettile rimbalza sulla pelle e cade a terra. –Faresti bene ad ascoltarmi. È per il bene di tutti.- Il mio viso si contrae in una smorfia molto seria e minacciosa. Pip abbassa la sua arma e mi fissa sospettoso:-Ti ascolto.-. Io sorrido e aggiungo: -Mi servono alcuni libri di Licantropia.- Dico mentre esco dalla cabina dell’ascensore e faccio cenno al capitano di seguirmi. –Ascoltami bene e non parlarne con nessuno.- Affermo mentre siamo all’interno della biblioteca e ovviamente le guardie sono fuori. Dopo qualche minuto ho con me i libri che mi servono e ho detto la verità a Pip. –Non preoccuparti, mi porterò il tuo segreto nella tomba.- Mi promette lui, io ridacchio e dico:-Non esageriamo, se usciremo vivi dall’inferno ti offrirò una birra.- Pip sorride e mi dà una pacca amichevole.

Per tornare indietro mi faccio accompagnare da Pip con l’elicottero. Per non farci scoprire, io mi getto dall’elicottero e atterro nel giardino del Vaticano. La prima parte è fatta, speriamo che le ragazze abbiano fatto il resto. Torno nella mia cella e trovo un pacco sul tavolo. Su di esso vi è un biglietto: Grazie per la meravigliosa giornata che abbiamo trascorso insieme, abbiamo preso dalla libreria tutti i libri che ti servivano, spero che trovi quello che cerchi. Yumie e Wolfe.   “Perfetto, spero che riesco a trovare qualcosa riguardante il mio tatuaggio.” Apro il pacchetto e trovo numerosi libri. Bene, stasera non si dorme. Si lavora!


Eccoci alla fine del capitolo. Ora vi annuncio una bella idea che abbiamo avuto io e Leonard su consiglio di Nyaa. In che cosa consiste? Beh nulla di che, potete fare tutte le domande che vi passano per la testa al licantropo e lui vi risponderà. Non è vero, Leo? 

Leonard (sotto la minaccia di una pistola Jackal): Se lo dici tu...

Ovviamente non potete chiedegli cose che riguardano la trama altrimenti si spoilera troppo. Ok? Dichiaro aperto l'angolo del lupo.

Angolo del lupo.

Nota bene: Non più di tre domande per recensore.

Chiedete/recensite numerosi, mi raccomando! A presto!

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Capitolo 5
*** Prologo 5 ***


Dopo un periodo di tempo piuttosto breve ecco il capitolo, spero che vi piaccia e recensite! Vorrei avere un vostro parere su questa storia. Ringrazio a colei che legge e commenta: Zeressa. Ma ringrazio anche chi è passato di qua e legge i capitoli. A presto! 



La fuga! Leonard scompare.
Che dolore alla testa…  sento una forte emicrania. Delle mani mi carezzano la testa. Io allungo la mano e prendo quella  di colei che mi sta carezzando. L’annuso… pesca, è l’odore della pesca. Apro lentamente gli occhi. La prima cosa che vedo è il corpo di Wolfe. Non alzo la testa ma roteo i miei occhi per vederla in viso. Noto anche che non indossa più il vestito dell’Iscariota tredici. Ma indossa una maglia smanicata che sottolinea la sua femminilità e dei guanti. –Buongiorno Leonard. Vuoi un po’ di caffè?- Io alzo stancamente la testa, ho anche un torcicollo doloroso per la notte passata chino sui libri. Mi massaggio il collo nella speranza che si allievi il fastidio. –No, grazie. Il caffè mi rende nervoso.- Rispondo e cerco di riprendere il lavoro. –Scusa ma a che ora mi sono addormentato?- Mi chiedo mentre verifico la pagina a cui sono arrivato prima di addormentarmi. –Non lo so, comunque che cosa stai cercando di preciso? Lo so che non me ne vuoi parlare ma visto che in un certo senso mi hai sfruttata per ottenere quei libri…- Si ferma e io distolgo l’attenzione sul tomo nero su cui il titolo è: La ribellione dei Lycans, per fissarla. –È giusto che mi dici qualcosa, no?-  Termina la frase con un sorrisetto speranzoso. Io fingo di pensarci su e infine dico:-No.- Dopodiché ritorno a leggere. Ma lei purtroppo non si arrende e senza che riesca a fare nulla per fermarla, mi defrauda un appunto che ho scritto ieri sera. Io allungo la mano e cerco di riprendermi il pezzo di carta. Ma lei si allontana e inizia a leggerlo. Io non faccio più nulla perché volente o nolente lei comunque lo avrebbe letto. Posa il foglio sul tavolo e io mi distacco dalla lettura per osservare la sua reazione. –Mmmh… hai trovato informazioni sul tatuaggio?- Mi chiede. Io sospiro, poco o niente. –È più difficile di quello che speravo. So solo che il tatuaggio lo avevo sin dalla nascita e finora non mi ha dato problemi, ma da quando ho “32 anni” faccio questo sogno ricorrente e vedo continuamente questo tatuaggio e delle volte vedo una figura d’ombra che mi chiama disperatamente.- Faccio un’alzata di spalle e sto per aggiungere qualcosa quando… la porta della mia cella si spalanca con un rumore violento e in breve tempo sono trafitto da decine di baionette da tutte le parti. Non riesco a muovermi, ho le mani bucate dalle lame e al muro, le baionette benedette mi tengono fermo. –Tu, vile creatura del diavolo. Preparati a subire il castigo di Dio sulla punta della mia mano.- Con un sorriso fanatico e gli occhi fissi sulla mia persona, Alexander cammina a ritmo regolare e cadenzato. –Alexander… sei impazzito?- Io sento un forte bruciore alle mani e al torace sento il liquido rosso scorrere via dalla mia pelle. Decido di non reagire… d’altronde li perdono, non sanno quello che fanno. Vengo preso e condotto in manette sotto gli occhi stupiti e spaventati di Wolfe che, per tutto il tempo, non ha fatto che mettersi una mano in bocca per non gridare. Sono di fronte a Maxwell e Integra Hellsing. Vedo tutti… Seras, Yumie, Pip, Walter e soprattutto sotto lo sguardo crudele e sadico di Alucard. Siamo tutti riuniti nella sala più grande del palazzo del Vaticano. –Leonard, siete accusato di questi crimini: Furto delle offerte della chiesa per un totale di 200000$, furto di un cacciabombardiere dell’esercito e violazione della proprietà della casa di Integra Hellsing.- Elenca Ernico leggendo su un pezzo di carta. Io non dico nulla ma sposto lo sguardo verso le due ragazze. Si sentono tradite e raggirate, non posso criticarle. Ma la cosa che non mi è chiara è: chi ha avvisato dei miei spostamenti? La suora e la pistolera no, Seras nemmeno, il capitano non ha la faccia del traditore, Alexander è da escludere visto che era all’orfanotrofio e a meno che abbia il potere della onnipresenza, non può saperne nulla di me. Alucard sta sempre con Integra e non minacciavo la sua vita quindi non avrebbe motivo a catturarmi. Maxwell è un idiota, quindi chi è il possibile spione? Un lampo mi attraversa la mente… Walter! “Iscariota!” Penso mentre ghigno rabbioso. Integra si accende un sigaro e mi rivolge una domanda:-Lycan, vorrei sapere le vostre intenzioni. E non provate a mentire che io lo capisco quando uno mente o meno.- Io come preso da un raptus scoppio a una risata irrefrenabile. –Sciocca che non sei altro! Fossi in te guarderei meglio i tuoi sottoposti e non mi riferisco ad Alucard!- La avviso del tradimento di Walter. Ma lei non mi ascolta e aggiunge:-Non potrei mai dubitare del mio maggiordomo! Lycan, recuperi la sua compostezza e mi parli delle sue intenzioni!- Il sigaro si consuma e cade un po’ della cenere. –Integra, le suggerisco di usare Alucard per sciogliergli la lingua.- Interviene a questo punto il maggiordomo. –Mmm... Non so se merita di subire una punizione simile.- Risponde la leader dello Hellsing. –Master! Leonard non è cattivo! Si è persino offerto di aiutarmi a trovare gli assassini dei miei genitori!- Interviene la poliziotta. –E che ha detto?- Chiede Walter. –Ha detto che sono già morti, mi ha fatto persino vedere dove sono sepolti!- La poliziotta si sta infervorando e questo punto interviene Pip Bernadotte per calmarla e la trascina via. Meglio così, lei si sarebbe messa nei guai più grossi se continua così. –Alucard… è tutto tuo.- Integra manda il suo cane ad azzannare un lupo. Io sospiro. Se proprio devo essere strapazzato almeno facciamo in fretta. –Mmh… mi secca di uccidere un verme.- Alucard tira fuori dalla sua giacca rossa la pistola bianca. –Non farmi annoiare. E poi è inutile che fai tanto il duro.- Dice il vampiro. –Ma quanto parli! Spara!- Lo provoco. –Hai fretta di morire, vero?- Alucard sorride e inizia a fare fuoco. –No, semplicemente non ho voglia di morire.-  I proiettili rimbalzano sulla mia pelle con grande sorpresa di tutti. –Mmhh… non sei umano.- Ammette il vampiro. –Già, e non posso ucciderti… lo hai detto centinaia di volte che solo gli umani possono eliminarti.- Rispondo. –Quindi lo sai?- -Sì, che ne dici? Mi lasci andare? O ci squartiamo a vicenda fino a che non viene l’Apocalisse?- -Beh no, basterà che dici ad Integra quello che lei vuole sapere.- Alucard inizia ad usare un altro livello, il livello degli occhi demoniaci. Occhi infernali. Il suo braccio si tramuta in un cane pieno d’occhi. –Devo considerarla una sfida?- Commento. “SCAPPA VIA! NON PUOI UCCIDERLO ANCORA!!!” Una voce di donna mi parla nel cervello. Spicco un balzo che sfonda il tetto del Vaticano e inizio a correre via. L’unica cosa che ho in mente è questa frase: “Sii paziente, ho bisogno di te!” Perché diavolo quella voce di donna mi è maledettamente familiare?


Bene il capitolo è finito, che vi sembra? Spero che vi abbia incuriositi! Ora dichiaro aperto l'angolo del lupo: Le risposte di Leonard alle vostre domande!

*Siglia da TV show*

Uno studio ben arredato secondo la moda Hellsinghiana, con teschi e croci protestanti un pò dappertutto. Due poltrone di pelle nazista capeggiano nella stanza e un lampadario al neon illumina il tutto.

Io (entrando da una tenda rossa e avanzando verso una delle poltrone): Salve a tutti i lettori e lettrici che ci state seguendo su queste pagine. Vi ringrazio per la vostra presenza.

*Si siede sulla poltrona*

Io (alzando una mano invitante): Orbene, ecco a voi il licatropo cattolico: Leonard Lycan!

*Da un'altra tenda entra con il passo un pò incerto il nostro lupo mannaro*

Leonard (sedendonsi sull'altra poltrona): Ciao a tutti...

Io (stringendo un foglio in mano):  Bene, per ora ci sono poche domande ma comunque interessanti! Cominciamo dalle lettrici/lori. Zeressa ti chiede: Come sei riuscito a trasformare due suore perfettine (o quasi) in due scatenate amanti dello shopping?

Leonard: Beh, non penso che sia una cosa straordinaria, fa parte delle donne, comuni e non, dedicarsi alla cura del proprio corpo e spesso, lo fanno dedicandosi allo shopping e comprando con i soldi propri o del padre/marito/fidanziato/qualunqueessereviventecheabbiauncontoinbancapieno. La cosa comunque non mi è dispiaciuta... anzi.

Io (Annuisco): Come hai fatto a resistere per più di sei ore?

Leonard (sudando freddo): Non lo so nemmeno io! Dev'essere per via dei miei poteri, che comprendono anche una pazienza e resistenza prolungata!

Io (mormorando): Non mi sembra, comunque... ci scommettiamo che riceverà telefonate da almeno cento ragazze per averlo come portaborse e bancomat?

Leonard (speranzioso): Le domande sono già finite?

Io (osservando la carta): Purtroppo sì, speriamo che la prossima volta verranno altre recesioni e di conseguenza qualche altra domanda. (puntando la Jackal su Leonard o meglio, sui suoi gioelli.) Qualche cosa in contrario?

Leonard (agitando le mani): No, no, no!

Io (abbassando l'arma): Bene, allora ci sentiremo la prossima volta. Un'altra cosa importante: Non so veramente quando posterò il nuovo capitolo, se lo volete sapere, inviatemi un messaggio con la richiesta, così poi quando lo avrò postato vi ri-invierò un messaggio (niente spam o fesserie varie) che vi avviserà del nuovo capitolo. A voi la scelta e la regola d'oro: Recensite!

A presto!


 

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Capitolo 6
*** Prologo 6 ***


Ecco il nuovo capitolo, finalmente conosceremo le origini di questo ragazzo. Buona lettura! 

La mia storia, una storia lunga 700 anni.

Sono bollato come ricercato e pericolo pubblico sia dall’Iscariota che dallo Hellsing, per non farmi catturare decido di cambiare aria e di dedicarmi alla ricerca di me stesso. Mi trasferisco in Russia e da lì mi dedico alla ricerca delle mie origini e allo stesso tempo seguo gli avvenimenti della guerra dello Hellsing e dell’Iscariota contro un nemico che s’indentifica come il Millenium, i cui componenti sono dei nazisti sopravvissuti alla guerra e che hanno intenzione di ritornare sulla scena. Se non mi sbaglio 50 anni fa, Alucard e Walter insieme al padre di Integra, un certo Arthur Hellsing hanno deliberato questa minaccia. Nel mio appartamento di un sobborgo di Mosca ho studiato e fatto ricerche. Ecco quello che ho scoperto e ricordato dopo tutto il periodo di tempo:

Mi chiamo Leonard Lycan, sono nato nel 1210 in una selva nota come Foreste Casentinesi, non so chi furono i miei genitori ma venni trovato in fasce da un monaco francescano, il cui nome era Francesco di Bernardone che mi battezzò e mi diede questo nome. Crebbi insieme agli altri monaci nella chiesetta di Porziuncola, studiando varie lingue tra cui il latino, il francese e il greco. All’età di cinque anni seguii il frate diventando testimone delle sue opere e soprattutto dell’evento della mansuetudine del lupo che terrorizzava il paesello di Gubbio. Provai una tale ammirazione per il frate che decisi di fare una promessa e cioè, passino gli anni, passino i giorni, nel segno della violenza sarei stato la spada di Dio. Avevo sedici anni quando accanto a un fuoco scoppiettante e un piccolo giaciglio con la coperta sulle gambe scrissi sotto la dettatura del frate, che era al mio fianco… malato e cieco, Il cantico delle creature.  In italiano antico scrissi verso per verso la meraviglia del creato. Piansi molto la morte del Santo. Ma dovetti farmi forza e vivere sotto gli insegnamenti del frate. Conobbi successivamente nel 1283 all’età di 73 anni Fra Jacopone da Todi e passai del tempo con lui e finimmo in prigione. Venimmo liberati alla morte di Bonifacio ottavo, nel 1303. All’età di 95 anni ebbi occasione di conoscere il poeta fiorentino Dante Alighieri e divenni il suo curatore delle opere fra cui quella della neonata Divina Commedia. Nonostante fossi molto vecchio dimostravo l’età di un uomo di 50 anni. Comunque, nel quattrocento e cinquecento ebbi occasione di vivere alla corte dei Medici e di diventare il confidente e curatore di un giovane Lorenzo de Medici. Potei ammirare la sua intelligenza e capacità politica del Rinascimento, alla corte dei Medici potei conoscere anche i noti pittori e scienziati della storia, apprezzai molto il trattato de Il principe di Niccolò Macchiavelli e l’opera del pittore e inventore Leonardo da Vinci, L’Ultima Cena. Il seicento fu un periodo molto difficile, avevo più di trecento anni e dimostravo di avere cento anni. Mi preoccupavo della mia età, avevo paura della solitudine. Conobbi il teatro di Goldoni e cercai di proteggere Galileo Galilei dalla Inquisizione. Avvalendomi della mia anzianità consigliai allo scienziato di conservare i suoi scritti e gli dissi questo:-La società non è ancora pronta per le tue scoperte, fossi in te aspetterei prima di buttarmi.- Galileo non accettò il mio suggerimento e venne bollato come eretico, solo il mio intervento come sommo sacerdote della chiesa lo salvò dal carcere a vita. Ebbi molta premura a conservare i suoi libri e le sue scoperte prima che andassero perdute, in particolare, I Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica. Grazie ad essi, gli altri studiosi ebbero la possibilità di avere le basi su cui si sarebbe fondata l’astronomia e la meccanica. Il settecento era un epoca che passai in completa solitudine e lo dedicai a studiare i testi alchemici per avere la tenue speranza di riacquistare la giovinezza perduta. Agli inizi dell’ottocento riuscii a rallentare il processo d’invecchiamento e addirittura ad invertirlo. Per ogni 10 anni che passavano tornavo giovane di 5 anni.  Più o meno era quello che volevo, conobbi Ugo Foscolo e Giacomo Leopardi, due massimi poeti dell’ ottocento, ma in Manzoni  riuscii a trovare un amico. Imparai la lingua moderna dell’Italiano e passai la vita ad osservare gli avvenimenti della storia. Ma fu con l’avvento del Fascismo che la mia vita divenne molto diversa. Alucard venne svegliato da Arthur Hellsing nonostante ebbe ricevuto il divieto da suo padre Abraham Hellsing, per avere una mano ad eliminare il nemico del mondo. Avevo ottant’anni quando avvenne questo. Volevo intervenire per bloccare la guerra ma non avevo fatto i conti con l’Iscariota 13, i quali illudendosi di controllarmi mi catturarono e mi sottoposero a degli esperimenti e mi chiamarono N°666 per via della loro erronea credenza della mia natura lontana da Cristo. Mi tolsero il processo d’anti invecchiamento e mi fecero il lavaggio del cervello ma soprattutto mi potenziarono i miei poteri latenti di lupo mannaro. Mi liberarono dopo 50 anni e mi fissarono un’età ben precisa di 30 anni e ripristinarono il corretto processo d’invecchiamento. Nemmeno io, ora sono sicuro della mia età. Comunque per due anni pensai di essere un ragazzo qualunque di strada e solamente quando sentii quella voce di donna mi era lentamente tornata la memoria. Se c’era qualcosa che non ho mai dimenticato era la mia incrollabile fede in Cristo.


Bene, un capitolo cortino, è vero ma sicuramente molto rivelatore! Bando alla ciance ecco la seconda edizione dell'angolo del lupo! Leonard è qui di sua spontanea volontà per rispondere alle domande. 

Leonard (legato a una scomodissima sedia da tortura con il bavaglio in bocca): MMMfffff "Liberatemi subito!"

Io (togliendogli lo scotch): Ok, visto che ti sei calmato diamo inizio all'interrogatorio.

Prendo alcuni fogli, sorridendo un pò soddisfatto.

Io: Bene, oggi abbiamo più domande, addirittura tre!

Leonard (sorridendo sarcasticamente): Sai che progresso...

Io (Puntandogli la Jackal): Farò finta di non aver sentito... ora iniziamo con la domanda di Zeressa. (leggo la domanda...) Uhmm... questa è meglio che la risponde Alucard.

Arriva il conte con una musica gotico-metal in sottofondo, con un sorriso grottesco in viso e accompagnato da Seras.

Alucard (sedendosi con grande grazia su una poltrona da imperatore romano con una domestica vampiro a versargli un bicchiere di sangue): Avete richiesto la mia nobile persona?

Io: Sì, perché non avete fermato Leonard prima che scappasse?

Alucard (sorseggiando il liquido): Ma non è ovvio? Se lo uccido, la tua penosa storia finirà subito... (sogghigna).

Io (una vena mi pulsa la testa): Ok, grazie per il suo commento...

Alucard si alza e se ne va sempre seguito a ruota dalla poliziotta. Borbottando una frase che io interpreto così: Bah, che spreco.

Io (sorridendo a Alucard in modo beffardo ): Aspetta e vedrai!

Leonard (riuscendo miracolosamente a levarsi dalla sedia e liberatosi dei lacci): Ok, posso andare a casa?

Io (cambiando i fogli): NO!

Leonard torna a sedersi sconsolato.

Io: Queste sono di una mia carissima amica, una certa BlackNote20. Ti chiede qual'è il paese che tu vorresti andare e come vuoi morire?

Leonard (toccandosi l'intimo): Non è che mi porterà Iella?

Io (Armeggiando una motosega): Prova a dire una cosa simile a una mia amica e ti farò morire come tu NON vorrai!

Leonard: Ok, ok, allora... per il paese, uhmmm... vorrei andare a visitare per almeno una volta la Mecca.

Io (riaggiustandomi gli occhiali): Un'attimo, ma sei musulmano?

Leonard: Ma per l'amor di Dio! No! Voglio solo conoscere le credenze musulmane per conoscere meglio il nostro fratello del deserto e perché no, abbattere i pregiudizi di un'etnia completamente diversa dalla nostra. Conosci il credo del tuo nemico per fartelo amico, no?

Io: Cavoli, questo è proprio un santo!

Leonard: Per morire, invece vorrei morire in guerra o magari... dopo ucciso il mio miglior nemico!

Io: Vorresti suicidarti?

Leonard: In un certo senso... sì!

Io: Mah, che tipo ben strano! Allora concludiamo l'edizione con i ringraziamenti per tutti coloro che hanno letto la mia storia e il capitolo, ringraziamo anche Zeressa e Blacknote20 che hanno commentato e  ci sentiremo forse... domenica!

Leonard (Alzando un dito): Domenica devo andare a messa.

Io: Il pomeriggio!

A presto!



 

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Capitolo 7
*** Prologo 7 ***


Buon giorno e buona domenica! Ecco il nuovo episodio del lupo mannaro più anziano che la storia ricordi! Ci tengo ad aggiungere che al cast dei personaggi s'è aggiunto un nuovo personaggio: Maeko e per chi volesse approfondire la sua storia suggerisco di andare qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1038826&i=1. Nel capitolo farà una veloce apparizione per poi essere stabile nei prossimi capitoli. Vi ringrazio per le recensioni, chi mi segue e legge la mia storia. Buona lettura.


È guerra, vagando per le strade dell'inferno.



Londra è in fiamme, dopo un mese si è scatenata una feroce guerra tra il Millienium, l’Iscariota e Alucard. Cammino per la città di Londra e intorno a me vi è solo rovina e morte. Vedo tantissimi ghoul, soldati tedeschi, membri del Ku Klux Klan ops… voglio dire, armate dell’Iscariota e per ultimo vedo un esercito di cavalieri medievali. Se è l’inferno, è alquanto affollato. Sento un rumore di eliche, alzo lo sguardo e vedo un dirigibile attraversare i cieli di Londra. Mmm… dev’essere il generale. Abbasso gli occhi per poi notare che sono circondato da numerosi ghoul. –Bah, semplice carne vagante.- Commento mentre indosso dei guanti con le nocche spinate e mi schiocco le dita. Mi pongo in attacco e scatto in avanti, per ogni pugno muoiono tre zombi. Mi faccio strada usando le mani e di tanto in tanto salto sui palazzi per trovare un po’ di fiato. Continuo così finché non sento una vampata serpeggiare per le strade. Io spicco un balzo e mi appendo al pennone di un palazzo. Non vedo altro che fiamme… i Ghoul sono periti sotto l’effetto di quest’elemento. Che strano perché sento che è morto qualcuno? Attendo che le fiamme diminuiscano e riprendo a camminare. Il mio udito acuto percepisce il “click” di un fucile. Piego la testa di lato ed evito un proiettile d’argento benedetto. Mmmmm…. Carne giovane e fresca. Una donna avanza verso di me… ha i capelli neri e gli occhi rossi. È vestita con un lungo impermeabile blu scuro e noto che ha un cappuccio alzato. Porta degli occhiali da sole e posso chiaramente vedere i suoi occhi taglienti come le lame che ha addosso. In bocca ha una sigaretta semi consumata, ha delle labbra alquanto sottili e invitanti. Non posso vedere il suo fisico slanciato perché ha un corpetto di metallo. Alle gambe porta un pantalone e una cartucciera con un fodero contenente una pistola a canna lunga. Degli stivali col tacco di cuoio lavorato completano la sua descrizione. Alle mani stringe un fucile a canna rigata provvisto di cannocchiale e spallaccio. –Non fare un passo in più.- La sua voce è molto diversa… dura, autoritaria e altezzosa. –Vorrei farlo ma temo che tu poi mi ucciderai.- Rispondo. –Sei intelligente…- Lei abbassa leggermente la canna. -Dove devi andare?- Le chiedo. –Mmhh… dove vai tu.- Mi risponde. –Non penso che sia un luogo adatto a te.- Faccio notare. –Tsk…- Lei si abbassa il cappuccio e si leva gli occhiali. Io mi sento venire i brividi a tutto il corpo. –Tu… tu… i tuoi lineamenti…- Non riesco ad accettare la verità. –Dove andiamo, allora?- Lei mi sorride mostrandomi i suoi denti bianchissimi e le zanne di vampiro. –No… aspetta. Chi diavolo sei?- Indietreggio turbato. –Maeko, sono la figlia di un angelo e di un conte.- Si presenta e facendo persino un piccolo inchino sfacciato. –Grrr… mi prendi in giro? Come può essere che Alucard abbia avuto una figlia?- Ero seriamente preoccupato. Non solo ci voleva Alucard ma anche la sua copia femminile. –Che c’è? Ti ho spaventato? Tranquillo non ti ucciderò, per ora.- Lei mi parla con la sua voce suadente e a tratti pericolosa. –Quali sono le tue intenzioni?- Le chiedo cercando di stare calmo. –Beh, all’inizio volevo uccidere mio padre. Ma ora credo non avere più obiettivi. Tu?- Lei si passò le mani sui fianchi. –Non… non sono affari tuoi!- Spicco un balzo e scalo tre o quattro palazzi allontanandomi molto da lei. –Spero che non mi venga addosso…- Ansimo molto e mi siedo sul condotto piatto del condizionatore d’aria, non so perché ma sposto lo sguardo dietro di me e lei è proprio dietro di me! Sgrano gli occhi dalla paura. Come cavolo ha fatto ad arrivare prima di me? –Rilassati, voglio conoscerti un po’.- Lei mi carezza la guancia e aggiunge:- Te l’ho detto già che non ti uccido. Sei troppo carino.- Io divento rovente come un pezzo di ferro sui carboni ardenti e lei dice:–Potresti essere un perfetto cagnolino da compagnia e da guardia.- Immediatamente nella mia mente si forma l’atroce visione di me stesso con il collare antipulci, con un osso in bocca e fare le capriole quando lei lo richiede. NO, NO, NO!  Scuoto la testa violentemente e mi alzo con la testa fumante di rabbia. –Te lo scordi carina! Io sono un lupo mannaro millenario e non mi lascio sottomettere da una ragazzetta qualunque!- Sbraito con tutta la forza che ho in corpo. –Ah, sei un lupo eh? E hai anche un nome, scommetto.- -Leonard Lycan.- Mi presento e aggiungo:-E ora che ci siamo conosciuti, ci salutiamo e goodbye!- Scendo dal palazzo con un balzo e faccio uno scatto da centometrista per scollarmi quella donna. Dopo qualche centimetro cerco di riprendere fiato. Ok, concentriamoci. “Devo trovare quella LEI.”  Ecco ora ho ben fisso il mio obbiettivo. Se devo trovare quella donna devo entrare nel Millenium. Accidenti, dov’è Alucard? Sua figlia me lo ha fatto perdere di vista! –Stai cercando mio padre? Sta combattendo contro Walter.- Io mi volto in direzione della voce e impallidisco. –Maeko? Ma perché mi stai addosso? Che ti ho fatto?- A questo punto m’inginocchio di fronte a lei disperato. –Mmmhh… mi piace quando mi supplichi, se continui così forse ti concederò di avere la possibilità di diventare il mio schiavetto!- Lei sogghigna beffarda, io alzo la testa con gli occhi di fuoco. Ma chi ti vuole!

Mi alzo in piedi e le dico in chiaro e in tondo:-Senti… Maeko, giusto? Bene, apri bene le orecchie: Non ho bisogno di nessuno e in più, non ti conosco e non voglio saperne di te, è chiaro?- Lei fa finta di non sentirmi e imprevedibilmente si allontana senza che io possa aggiungere nulla. Beh, in un modo o nell’altro ho ottenuto lo scopo. Quindi se voglio trovare LEI devo trovare il robot. Sorrido e fisso la luna. “Livello 2 sbloccato!” Il mio corpo si fa più robusto e muscoloso, il mio viso si allunga leggermente, le mie orecchie s’appuntiscono e mi si allungano le unghia delle mani. “Livello 3 sbloccato!” Il mio corpo diventa peloso e mi crescono notevolmente le zanne, il muso si allunga, sono altro 1 metro e 86. “Livello 4 sbloccato!” Mi ingigantisco notevolmente e il mio fisico diventa muscoloso, le unghie delle mani sono affilate come rasoi perdo la capacità di parlare e di ragionare. “Livello 5 sbloccato!” Perdo ogni forma umana, le mie mani diventano zampe e divento un lupo gigantesco. Mi fermo qui, il livello 6(66) è troppo pericoloso, posso diventare incontrollabile come Alucard. Ululo e scalo con le mie zampe i palazzi e con un balzo impressionante e una buona dentatura entro nella cabina dello zeppelin.

Livello 2 (o intermedio, poco usata)

Livello 3 (avanzato usata abitualmente)

Livello 4 (o estremo, usato in casi disperati) 

Livello 5 (o hardcore, usata ora)

Livello 6[66] (o proibita, ottenuto con gli esperimenti dell’Iscariota.)

Mi libero dei soldati tedeschi con delle poderose zampate ed esploro lo zeppelin, man mano che avanzo regredisco al secondo livello. Non si sa mai! Uhm… se voglio trovare il maggiore, devo trovare il dottore. Se ricordo bene, porta degli strani occhiali a lente multipla. Cerco di usare l’olfatto ma qualcuno ha attivato le condutture del gas, merda non riesco nemmeno a respirare! Coprendomi la bocca con la mano e agito con l’altra per disperdere i vapori. –Accidenti, devo uscire di qui!- Scatto in avanti per cercare con lo sguardo un boccaporto ancora aperto, lo trovo. Alcune guardie vampiresche lo chiudono e girano due o tre volte la manopola. Io con le mani cerco di rigirarla per uscire dalla stanza piena di gas ma sento le forze mancarmi. Non posso trasformarmi altrimenti consumerei le poche energie che rimangono. Mentre cerco di girare, fisso le mie mani… stanno tornando di nuovo umane!  “No, no! Non può finire così!” Ghigno e con una forza incredibile, giro con violenza il cerchio e… mi rimane in mano. Ora sono definitivamente bloccato! –Ciao, Leonard. Sei in difficoltà?- Quella voce… Maeko! Cerco di capire da dove proviene. Ma non vedo nessuno. Ma certo! Mi sta parlando con la mente… noi licantropi non sappiamo padroneggiare una tecnica simile. –Maeko! Tirami fuori di qui!- Urlo. Dalla porta bloccata si sentono dei rumori di ossa rotte e di grida di lotta, poco dopo si apre e io ormai completamente indebolito mi lascio cadere dall’altra parte. Successivamente scopro che non è una buona idea. Sono caduto addosso a Maeko! –Mi scusi!- Mi alzo con il viso paonazzo e cerco di ricompormi ma mi sento venir meno e cado all’indietro. Qualche minuto mi risveglio in seguito alla somministrazione di acqua potabile in via orale. –Dove sono?- Apro debolmente gli occhi e vedo il viso di Maeko sottosopra. –Sei in mezzo alle mie gambe. Stai meglio?- Lei mi rivolge un sorriso premuroso. –Un attimo… in mezzo alle gambe?- Alzo la testa di scatto rischiando di colpire la testa della vampira.

-Beh, lo vedi che sei molto impulsivo?- Mi bacchetta la ragazza… non posso negarlo. Mi rialzo in piedi e mi pulisco i pantaloni. –Ok, mi fai da guida? Devo trovare il professore.- Le chiedo sperando che non mi neghi il favore. Lei muove la testa a destra e a sinistra e poi di nuovo ad ambo le parti. –È un no?- Azzardo dispiaciuto. Lei non mi dice nulla e si allontana di nuovo. Non posso fare nulla per fermala. –E va bene!- Sbotto arrabbiato. Decido di usare il terzo livello e mi trasformo in lupo mannaro gigante e faccio a pezzi qualunque creatura mi sbarri avanti. Arrivo all’armeria dello zeppelin e incontro… indovinate chi? Seras Victoria. –Seras!- Torno velocemente alla forma umana e corro verso di lei. Lei non appena mi vede mi attacca con il suo braccio spettrale. –Seras! Sono io, Leonard!- Cerco di farmi riconoscere. Beh, certo in questi mesi sono cambiato di molto, capelli lunghi e pizzetto. –Leonard? Tu…- Lei è un po’ confusa ma si ferma, è già qualcosa. –Che fine hai fatto in questi ultimi mesi?- Mi chiede abbassando le ostilità. –Sono stato in Russia e ho seguito gli eventi del millenium per cercare una persona.- Le spiego velocemente. Sento un ululato e un grosso lupo bianco/giallo fa la sua apparizione. –Chi è quello?- -È il capitano Hans… un lupo mannaro!- Mi informa la bionda. Io sorrido e mi calmo. –Un lupo mannaro… finalmente un fratello!- Strillo alzando le mani dalla gioia. La poliziotta mi guarda un po’ strano. Mi avvicino con baldanza al lupo grande e passo al livello 5, divento un lupo gigantesco. Lui, a vedermi così grande e grosso, abbassa la testa come per accettare la mia superiorità. Ha capito di avere a che fare con qualcuno più vecchio di lui e non fiata. Seras mi guarda con gli occhi sgranati. –Allora tu sei… un licantropo!- Lei cerca di accumulare la forza per combattere contro due nemici. Ma la rassicuro… io non la farei mai del male e in più avrei sottomesso il capitano. Entrambi ritorniamo alla forma umana e ci fissiamo. Poi lui si avvicina a me e io gli mordo il collo. Il sangue che esce dalla ferita si concentra alla scapola sua e si forma un tatuaggio rosso, lo stesso che porto io. Lo spettacolo potrebbe sembrare molto yaoi e lo è. Cioè immaginate Hans che mi stringe il bacino, io gli cingo le spalle e poi il morso… ci manca solo la musica in sottofondo. Ci stacchiamo e mi rivolgo alla ragazza:-Seras, prendi con te chi ti è più caro e vattene da qui! Lo zeppelin salterà in aria da un momento all’altro.- Lei riceve il mio messaggio e corre via. Io mi volto verso il maggiore e il mio sguardo vale più di cento parole… peccato che lui abbia frainteso: si leva il pantalone di fronte a me mostrandomi i suoi slip aderenti . Mi vengono le strisce viola per il disgusto e urlo:-Depravato! Dov’è il dottore!?- Lui si riveste velocemente e abbassa gli occhi in segno di scusa, poi mi fa segno di seguirlo e insieme uccidiamo le ultime guardie rimaste. Arrivo alla plancia di controllo e vedo su una piattaforma quella palla di lardo del maggiore e il dottore. –Eccellente… veramente eccellente.- Lui mi fa un applauso. –Sei veramente un abile iscariota… hai tradito quelli dello Hellsing, quelli dell’Iscariota e infine hai spinto uno dei miei uomini a seguire  il tuo cammino. La cosa che non mi è chiara e che mi piacerebbe sentirlo dalla tua bocca è: Perché fai questo? Non per puro piacere come Alucard, non per fede come Alexander, non per onore come Integra, non per vendetta come Walter e non come guerriero come me.- Lui mi punta gli occhi addosso. Io sorrido:-E dalla bocca della bestia uscirono parole blasfeme, amen.- Il maggiore mi sorride:-Lo ammetto, per voi cristiani sono una bestia, ma allora tu chi sei?-. –Io sono la mano destra di Dio e porto la sua ira sulla punta della mia spada!- Rispondo con toni pacati. –Mm… sei ridicolo, come puoi dire questo? Sei più giovane di me persino. Chi sei veramente tu per dirmi quello che devo fare?- Il maggiore si poggia la testa tonda sul pugno della sua mano. –Così come Dio punì gli uomini per la loro arroganza con distruzione della torre di Babele così ti punirà distruggendo lo strumento della tua arroganza.- Rispondo io. –Come farai?- Mi chiede:-Di certo non uccidendoti ma spezzando l’odio che attanaglia i tuoi uomini. Attraverso il perdono.- Replico con una fede incrollabile. –Ah sì? E chi difenderà la tua persona?- -La fede è il mio scudo!- Rispondo. Ma non mi fermo, e aggiungo:-Il  perdono è la spada, la fede è lo scudo, l’umiltà è la corazza, la moralità è la risorsa e la pace è il cavallo! Questo è un cristiano!- Il maggiore mi guarda sbigottito. –Così Dio mandò suo figlio a predicare per il mondo così io stesso mando Alucard a gettarti nelle viscere nell’inferno come l’angelo ribelle, Lucifero. Pensa che ironia… Dio oggi ha usato il male per portare il bene.- Alla mia ultima frase un tipo dall’aria superiore e altezzosa si presenta tutto vestito di nero . –Hmmm… Leonard, che ci fai qui?- È sorpreso di vedermi.  –Hallo Darkettone! Non ti disturbo, voglio solo il professore.- Il nominato si spaventa e alza le braccia in una posa ridicola per sottolineare la sua paura: –Ma che diavolo… chi ti conosce?-. –È vero… non mi conosci ma sai che cosa voglio: LEI.- Rispondo socchiudendo gli occhi. –Schrodinger! Uccidilo!- Ordina il dottore lanciando, come se fosse un sacco, il piccolo gatto mannaro. –Meoww!- Mugola Schro. –Mmhh… Hans! Prendi il professore, io mi occupo del gattino.- Io fisso il mio nemico con un certo ciglio intenerito vista la sua pucciosità. Il capitano si limita ad allargare le braccia e il gatto salta letteralmente addosso al capitano. –Eh? Com’è accaduto questo?- Mi chiedo. Beh meglio così, Hans sembra che, per tutto il tempo, abbia trattato bene il gatto. Vabbè tra mannari ci si intende. – Schrodinger, puoi scendere dalle braccia del capitano? Ora papà deve farmi un piacere.- Gli parlo come a un bambino di cinque anni sperando che non faccia tante storie. Incredibilmente lui ubbidisce subito. –Ok, capitano. Vai a prendere il doc e poi usciamo di qui!- Ripeto l’ordine e lui eseguisce. Io, il capitano e il maresciallo facciamo ciao con la mano ad Alucard e il maggiore porchetta e scattiamo come pazzi verso una zona altamente infiammabile e nel mentre, incontro niente meno che… -Iscariota!- Urlo mentre lo afferro con una bracciata e lo carico sulle spalle. –Ma che? C’è solo una persona che mi chiama in quel modo… Leonard?- Borbotta il giovane Walter. –Sono io, sei così giovane e già vuoi fumare? Il fumo nuoce a te e a chi ti sta intorno.- Azzeccatissimo nel nostro caso. Lo zeppelin sta cominciando a perdere quota. Mi chiedo dove si trova la tett… ehm Seras e la lesb… ri-ehmm Integra Hellsing. Hans mi fa pat pat alla spalla. –Che c’è?- il capitano mi indica col dito un aeroplano tedesco, lo so guidare! –Ben fatto! Tutti a bordo!- Mi metto alla posizione di pilota e avvio tutti i motori, anche quello della macchina del caffè. Con un bel rombo di motori abbandoniamo il dirigibile. –Tutti bene? Il professore che sta facendo?- Chiedo mentre guardo il dirigibile che si allontana. –Sta bene solo che sta piagnucolando.- Mi risponde Schro. –Chiedi dove si trova LEI.- Dico mentre guido e riesco per un pelo ad evitare il big ben, alla regina non piacerebbe sapere che un aereo vagante distrugga un monumento nazionale. –In questo momento, sta a Berlino. In un laboratorio militare.- Mi risponde mentre il capitano gli punta uno dei suoi pistoloni. –Dov’è di preciso?- Chiedo mentre l’aereo prende la nuova direzione. –Aspettate non è che poi mi uccidete dopo che vi ho detto tutto?- Il doc non è stupido ma io lo rassicuro:-Tranquillo, arriviamo a Berlino e vi lasciamo in pace. No? Non sono un assassino.- Lui mi dice le informazioni necessarie e dopo un paio d’ore, è mattino. Il sole splende su in alto, stormi di uccelli volatizzano qua e là… cantando allegri. Finché non vengono risucchiati dalle pale dell’aeroplano. –Walter! La sotto è Berlino?- Chiedo mentre verifico il carburante… siamo già in riserva. –Sì Leonard!- -Bene, dottore!- Chiamo il doc e aggiungo:-Quale mezzo di trasporto prenderete?- -Il taxi, perché?- Non rispondo e apro lo scafo dove si trova lui e cade giù. –Perché lo hai fatto?- Mi chiede il gatto accucciolandosi sulle braccia del capitano. Il corpo del dottore finisce ritto ritto sul tetto di un taxi berlinese, vivo o morto non ci importa. –Non rispondermi… ho capito.- Schro si addormenta sulle gambe di Hans. –Beh, Walter. Che credi di fare?- Domando all’ex maggiordomo dello Hellsing. –Non lo so ancora.- Mi risponde. –Perché non vai da questa? È una ragazza molto brava e gentile. Ti prenderà cura di te.- -No, no, non voglio disturbare…- agita le mani come per rifiutare ma io sorrido e aggiungo:-Ha una quinta o una quarta di seno…- Non finisco di parlare che il foglio di carta su cui ho scritto l’indirizzo scompare dalle mie dita e trova il posto fisso sulle tasche del vestito di Walter. Atterriamo alla piattaforma d’atterraggio della base militare e… -Ragazzi, sapete qual è la parola d’ordine?- Mi rispondono in coro Walter e Schro (il capitano è muto): - Spacco bottilia ammazzo familia!-. Sorrido e scendo dall’aereo, vediamo che c’è da spaccare! Arriviamo fino alla base militare indicataci dal doc, la zona è recintata e ci sono circa otto o nove guardie che pattugliano il perimetro esterno, queste le lascio a Hans. –Capitano, uccidi le guardie che sono qui senza fare troppo chiasso…- Hans annuisce ed estrare i suoi pistoloni a canna lunga. Scavalca il cancello, due guardie gli intimano l’alt, l’alt viene rimandato indietro con una scarica di proiettili che recide le braccia dei due disgraziati. Ok, poi il capitano avanza sparando colpi veloci e perforanti uccidendo le guardie. E l’allarme non è scattato. Entriamo pure noi e avanziamo nella struttura. –Non dobbiamo uccidere i civili, chiaro? Uccidete solo per difesa.- Faccio ricordare ai ragazzi. Che cosa ci avrebbe aspettato all’interno della struttura non lo sappiamo, ma lo scopriamo.



Bene eccoci al finale del capitolo, spero che non abbia deluso le vostre aspettative. Spero che il nuovo look di Leonard vi piaccia almeno in parte, sapete... mi sono ispirato molto al lupo mannaro di Underworld, Lucian. Infatti secondo me così devono essere i veri uomini lupo non come quelli di twilight o come cacchio si scrive, tutti spelati e dall'aria gay, no? Beh, diamo il via all'angolo del lupo: Leonard risponderà alle vostre questioni.

Io (studiando le domande): Mmh... interessante, ci sono molte domande riguardanti la storia. Te la senti Leonard?

Leonard: Hmmm... ok. Sono pronto.

Io: Bene iniziamo con Zeressa, è la prima ad arrivare, vediamo: Leopardi era così depresso come dicono?

Leonard (Sospirando): Ad essere onesto... Leopardi l'ho conosciuto a Napoli, non sapevo che fosse un poeta... pensavo fosse solo un povero malato. Solo dopo la sua morte ho scoperto che era uno dei più grandi emo della storia!

Io: Ehh... non hai torto.

Leonard: Tuttavia le sue opere originali le ho conservate su richiesta della sorella di Antonio Ranieri che era anche mio caro amico.

Io (ascoltando): Quindi possiamo dire che lo ha conosciuto un pò indirettamente grazie ad Antonio, giusto?

Leonard: Esatto!

Io: Beh veniamo alla seconda domanda: Dante ha composto la Divina Commedia sotto l'effetto di stupefacenti?

Leonard: Ma che domande sono? Comunque... al quel tempo non si conoscevano le sostanze come l'oppio e la cannabis, visto che sono state scoperte in America.

Io: Ah, quindi era sano di mente?

Leonard: Certo! Che c'è di strano? Anzi se posso dire la mia, voglio raccontarvi una cosa.

Io: Sia conciso, però.

Leonard: Mentre portavo l'opera integrale all'editoria di Firenze, venne giù un'acquazzone e io per non bagnarmi usai il tomo con ben 9999 pagine come ombrello. Quando alla fine del temporale ero sotto il porticato dell'editoria mi accorsi che la maggior parte delle pagine erano illeggibili e quindi da 9999 si erano ridotte a 999. Non immaginavo di aver fatto un favore alle generazioni successive di studenti.

Io (grattandomi la testa): Quelle 999 non potevi buttarle?

Leonard (sospirando): Non credo che a Dante avrebbe fatto piacere.

Io (ironico): Quindi dovremmo esserti grato per questo?

Leonard: Non lo so.

Io (sbuffando): Accidenti, veniamo a Foscolo.

Leonard (sorridendo): Foscolo, sicuramente è uno da prendere in grande considerazione.

Io: Sì? Perché?

Leonard: Senza dubbio ho apprezzato l'opera dei Sepolcri e l'importazia del ricordare i defunti e i grandi della storia.

Io: Si direbbe che Foscolo ti piace, no?

Leonard: Certamente, proprio non capisco perché i giovani d'oggi non apprezzino queste cose dell'antichità, più o meno recenti.

Io: Non lo so, ma vi sono persone come te che apprezzano questi poeti.

Leonard: Speriamo.

Io: Diamoci da fare, che ne pensi dell'immortalità? O della giovinezza?

Leonard (Incrociando le braccia): Sono d'accordo con Maeko, è una grande fregatura.

Io (cambiando foglio): Indovina un pò? È tornata BlackNote20.

Leonard (spiccando un balzo sulla sedia): La iett... ops.

Io gli rivolgo uno sguardo omicida con gli occhi seminascosti dalle lenti degli occhiali che si illuminano di luce propria (come Padre Alexander).

Io (sempre come sopra): La che?

Leonard (perdendo litri di sudore): Niente, mi sono confuso con un'altra.

Io (Inarcando un sopracciglio): Ah ecco. Bene ecco le domande: Che lingua vorresti imparare e che gesti scaramantici fai di solito?

Leonard (Toccandosi le palle): L'arabo e il russo.

La seconda lo ha risposto con un gesto eloquente.

Leonard:"Sia graziato il signore... non mi si è bruciata la lingua."

Io: Passiamo a Nyaa, salutiamola e ringraziamola per essere arrivata.

Leonard (agitando il braccio come un deficiente alla telecamera): Hallo!

Io: Non c'è la telecamera, genio! Beh, veniamo alle domande: Ti sei fatto la ceretta ultimamente?

Leonard: Già fatto, mentre stavo in Russia.

Io (con un gocciolone in fronte): e come è stato?

Leonard (impugnando il rasoio): chiama a Nyaa e gliela faccio provare!

Io (puntandogli la jackal): Stai composto! Veniamo alla prossima questione: Hai mai saltato una messa?

Leonard: Mai!

Io (dubbioso): Sicuro?

Leonard: Ma certo! Sai che faticaccia trovare una chiesa cattolica in Russia? Ma ce l'ho fatta!

Io: Ok va bene,  te la senti di rispondere a questa domanda?

Leonard (Inarcando un sopraciglio): Perché?

Io: Hai mai fatto Yaoi con qualcuno di Hellsing?

Leonard (alzando le spalle): Chissà che credevo... comunque sì, con il capitano Hans. Però penso di fare anche con Integra.

Io: Ma lei è una donna.

Leonard: Sicuro?

Io: Uhmm... beh abbiamo finito con le domande. Ultima domanda che molti si chiedono: Che hai fatto nei 50 anni che sei stato sotto i ferri dell'Iscariota?

Leonard: Non ricordo.

Io: Va bene, concludiamo l'angolo del lupo con l'annuncio del prossimo capitolo che segnerà la fine del prologo e inizierà la storia vera e propria. La domenica prossima non mancate! A presto! 

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Capitolo 8
*** Prologo 8 ***


Buongiorno a tutti, dopo una settimana eccomi di nuovo con un capitolo tutto per voi! Ah, inoltre volevo chiedervi: Secondo voi, devo mettere l'angolo del lupo all'inizio della storia o va bene così? Fatemi sapere. Proviamo già da ora, Leonard!

 

Leonard (Abbronzato): Eccomi! Che succede?

 

Io: Apriamo l'angolo del lupo, sei pronto per il terzo grado?

 

Leonard (accomodandosi.): Sono tutt'orecchi!

 

Io (sfogliando le carte): Ci sono più di cinque domande. Iniziamo! Ecco Mako!

 

Leonard (abbracciando la streghetta): Non ci posso credere!

 

Io (sorridendo): Già, Mako è venuta in studio per chiederti... Anzi è meglio se lo dice direttamente lei.

 

Mako: Grazie! Allora, com'è il tuo ragazzO ideale? Io prevedo qualcosa di tenero puccioso tipo Schro... uno schota, insomma!

 

Leonard: Mmm... Penso che mi troverei bene con Hans, non sono il tipo da correre appresso le/i bambini/e, come qualcuno che conosco...

 

*Da un'altra parte*

 

Francis Dantes (pulendosi le orecchie): Mi fischiano le orecchie...

 

Torniamo a noi.

 

Mako: Tu che hai provato tutte le torture... hai mai assaggiato al minestra della mensa delle elementari?

 

Leonard: La mangiavo sempre, ho frequentato la stessa scuola della vostra creatrice.

 

Io (ironico): Questo, senza dubbio, ha uno stomaco di ferro. Niente a che fare con Francis che non riesce a bere neanche una scodella di sangue.

 

*Dalla stessa parte di prima.*

 

Francis Dantes (tappandosi le orecchie): Mi rifischiano le orecchie.

 

Ritorniamo a noi.

 

Mako: Se dovessi indossare un abito da sera tipo cenerentola... ce lo descrivi?

 

Leonard (lanciandole un'occhiataccia): No, non mi piacciono simili abiti! Preferisco un vestito stile Final Fantasy! Con cappuccio e catene che spuntano dalle tasche e perché no... qualche lampo che non apre nessuna tasca.

 

Io (pensando): Come l'abito di Sora di Kingdom Hearts, insomma.

 

Leonard (sorridendo): Sì, già.

 

Mako: Va bene, torno dall'autrice.

 

Leonard (con uno sguardo invitante): Non ti muovere, tu stai qui!

 

Mako (dubbiosa): Davvero posso?

 

Io (cambiando foglio): Nessun problema. Veniamo a BlackNote20. Commenti? (fa sbucare nella sua mano una doppietta).

 

Leonard (Abbracciando Mako): Nossignore!

 

Io (caricando i pallettoni a triplo zero): Avrò qualche dubbio... ma andiamo avanti: Lei ti chiede di prenderti cura dei suoi gattini... tra cui uno è nero.

 

Leonard (fissando la canna del fucile): Uhmmm... Ho alternative?

 

Io (posandola): Non lo so, li vuoi o no?

 

Mako (prendendo quello nero): Ma com'è HAWAI! Pensate che vada bene per una strega come me?

 

Io (facendole ricordare): Puoi solamente prenderne cura, ma non è tuo.

 

Mako (coccolandolo): Fa niente.

 

Leonard (prendendo l'altro): Mi ricorda Schro.

 

Io: Fai una domanda a BlackNote20.

 

Leonard (mettendosi il micio in testa come se fosse un cappello): Una qualsiasi? Uhmm... Non mi viene nulla.

 

Io (grattandosi la testa): Nulla?

 

Leonard: Anzi no... ecco: Porti iella?

 

Io (Puntandogli il fucile con i cani alzati e l'indice sul grilletto): Leonard!

 

*In sottofondo si sentono rumori di arma da fuoco e la telecamera si oscura con un messaggio: Le riprese riprenderanno appena l'autore ha finito le munizioni o Leonard sarà morto.*

 

Io (con la canna ancora fumante): Accidenti, dovevo comprare più munizioni!

 

Leonard (illeso): Grazie al cielo!

 

Mako (con la coca cola e i popcorn e i gattini sulle sue gambe): Già finito lo spettacolo?

 

Io (sedendomi e riprendendo i fogli): Purtroppo sì.

 

Leonard: Qual'è la domanda successiva?

 

Io (sorridendo in modo demoniaco): Come sono i rapporti con me e con lo shinigami Dantes?

 

Leonard (battendo l'indice sulla fronte): E lo vengo a dire a te? Manco morto.

 

Mako (prendendo parola): Dillo a me, l'autore andrà in un'altra stanza.

 

Io esco fuori e...

 

Leonard: Allora, i rapporti con l'autore sono un pò tragicomici... come poco prima ma sappiamo anche confidarci e parlare civilmente. L'autore è una persona che nonostante tutto è molto pacifico e non vuole avere rancori da nessuno e spesso è molto legato alle persone che ci tiene veramente. Con Francis invece sono molto turbolenti, io non sopporto lui e lui non mi sopporta. Siamo più rivali che amici... io sono una persona seria che non corre dietro alle donne mentre lui è un essere tentacoloso di sesso! E ho detto tutto!

 

Mako (pensierosa): Wow, veramente l'autore è così? Non me lo sarei mai aspettata!

 

Io (entrando): Avete finito?

 

Mako: Sì.

 

Io (prendendo l'ultimo foglio): Ecco Zeressa! E ovviamente le sue domande. La prima: Walter avendo subito numerosi interventi da parte di Doc ha cominciato a recedere di età fino ad arrivare all'aspetto di un quindicenne e diventava sempre più debole, fino a morire. Qui no?

 

Leonard: A onor del vero, è stato il fumo a ucciderlo, io l'ho fermato prima.

 

Io: Ti è piaciuto stare in mezzo alle gambe di Maeko?

 

Leonard (paonazzo): A dire il vero mi sono alzato subito perché non voglio passare per maniaco sessuale!

 

Io (osservando i fogli): Bene, mi sembra che non ci siano altre questioni... Ah, per chi lo volesse sapere "Spaca botilia amaza familia" è una frase che sta per "Spacco tutto!" credo che fosse rap rumeno o roba simile. Orbene, andiamo alla storia.

 

Three, Two, One...

 

LEI, la moglie di Alucard. La fine dell prologo!

 

-Chi diavolo siete? Come sapete della posizione di questa struttura?- Ci chiede uno degli scienziati parlando in lingua tedesca, Schrodinger mi traduce la parole. –Dì allo scienziato che non abbiamo intenzione di fare una strage, ma vogliamo solo recuperare un cadavere.- Schrodinger ripete tutto in tedesco al capo scienziato. –Cosa? Ma siete pazzi! Quello è tutto ciò che rimane dopo anni di studio!- Una volta ascoltato quello che Schrodinger mi dice, sorrido al dottore. –La pazzia l’avete fatta voi, a buttare tempo e soldi per un pezzo di carne decrepita, su andatevene a casa.- Detto ciò inizio ad annusare… se non mi sbaglio, LEI è nascosta nei sotterranei. –Capitano, maresciallo, maggiordomo. Aspettate qui, vado a prelevare un cadavere e torno. Non fate sciocchezze e non uccidete a nessuno.- Con questa raccomandazione, scendo una ripida scalinata a chiocciola. I miei occhi si abituano presto al buio, non dovrebbero esserci  nemici o trappole. Le porte delle celle sono tutte bloccate… ma l’ultima no. Abbasso il pomello della porta e spingo leggermente… sono un tipo sensibile, sapete? Sento dei lamenti… come se qualcuno si contorcesse nell’oscurità. –Chi è là?- Apro completamente la porta e stringo i pugni. Quello che vedo è molto impressionante: un corpo morto ma ancora vivo si contorce in una posizione anormale, è completamente avvolto da bende giallognole ed è incatenato al muro, non riesco nemmeno a definire bene il sesso di quella persona. “Liberami…” Di nuovo quella voce nella mente, mi guardo in giro… nessuno. Dev’essere quella cosa sul muro a parlarmi, non mi stupisco poi molto, ma sono un po’ dubbioso…

-Mi assicurerai che non mi aggredisci o farai qualche sciocchezza?- Chiedo mentre mi avvicino a una delle catene. “Voglio solo rivedere mio marito… solo lui.” La voce sembra un po’ smorzata dal pianto e capisco ora che si tratta di una donna.  –Va bene.- Con uno strattone spezzo le catene e me la carico sulle spalle. Un paio di ore più tardi sono seduto su una sedia di plastica nella stanza d’attesa. Siamo io, Schrodinger, Hans e Walter. –Beh, ci vuoi spiegare che succede?- Inizia Walter mentre sorseggia un po’ di bibita presa dalla macchinetta. –Nel frattempo perché non ti siedi? Quello che ti racconto può avere delle ripercussioni sul tuo cuore.- Gli rispondo.  Racconto la mia storia incredibile e lascio  sorpresi e affascinati tutti, infine spiego chi è quella misteriosa figura… -Non so quale entità sia esattamente, ma lei già da due anni cercava e talvolta ci è riuscita di contattarmi per chiedermi di portarla via dal laboratorio.- Termino di dire questa frase e arriva un dottore di mezz’età con la calvizie accennata e con i baffoni spioventi. –Signor Lycan? La signorina si è ripresa, se vuole può farle visita.- Noi, i quattro dell’ave Maria ci alziamo simultaneamente e ci scambiamo uno sguardo eloquente e facciamo un cenno veloce ed entriamo nella camera medica, c’è un letto e dei macchinari per la respirazione artificiale. –Hans?- Con lo sguardo rivolto verso la donna avvolta di nuove bende bianche, chiedo implicitamente al capitano di cacciare il dottore per rimanere un po’ da soli. –Beh, il capo vuole stare da solo.- Walter si mette le mani in tasca e si appoggia con le spalle al muro senza però uscire. Il dottore fa un piccolo accenno ed esce. –A noi due, donna!- Rimasti solo noi e la donna mi tiro un pugno sul palmo dell’altra mano e ghigno. –Mmm… Leonard… grazie.- La donna nonostante abbia la maschera respiratoria riesce a formulare delle parole. –Leonard… ho un favore da chiederti… toglimi la maschera respiratoria.- Schrodinger esegue al posto mio e io mi avvicino a lei. Ha il viso completamente coperto, le labbra no. –Dammi il tuo polso… voglio bere un po’ di sangue.- Io e gli altri sussultiamo, lei è una vampira? –Va bene.- Mi tolgo il guanto e mi rimbocco la manica della maglia. –Ecco…- Lei mi morde il polso, mi fa un male incredibile e succhia… succhia in modo incredibile, come se non bevesse da secoli. Chissà se succhia in quel modo, anche… mi scuoto la testa e arrossisco… mio Dio! Che pensieri osceni!

 Un’ora più tardi sono quasi impallidito e sudato, mi ha svenato. Lei incredibilmente inizia a cambiare forma… le spariscono le bende e la carne secca ritorna di nuovo fresca e vitale.

-Cavoli, che bella donna!- Commenta Hans, parlando per la prima volta. Non ha tutti i torti… lei ha i capelli corvini, degli occhi freddi e pungenti come il ghiaccio, un viso liscio e leggermente triangolare, delle labbra sottili e seducenti; s’intravedevano i canini affilati e splendenti. Il suo collo è sottile e armonioso, le spalle sono molto ritte e sorreggevano due braccia molto magre ma sicuramente molto forti in grado di stringere e proteggere le persone che ama, le mani sono lisce e le unghie molto lunghe e ben affiliate. Il petto è la parte di cui tutti gli uomini vorrebbero gettarsi, infatti aveva una terza di seno, molto difficile da trovare, un perfetto connubio di sensualità e grazia. Se Dante fosse qui, avrebbe mandato a quel paradiso Beatrice e avrebbe dedicato a questa una opera dieci volte superiore alla Divina Commedia. Il ventre poi era magro e se qualcuno le avrebbe carezzato quei fianchi ciò sarebbe  bastato per farselo  indurire. Il paradiso in terra purtroppo era coperta da un vello di cotone e quindi non posso descriverla. Ve lo racconterò un altro giorno. –Leonard? Può smetterla di sbavare come un cane con la rabbia? Mi fa un po’ d’impressione.- La sua voce molto dura e autoritaria mi distoglie dai pensieri poco cristiani. –Eh… ehmm… mi scuso per il mio comportamento poco decoroso ma lei è dannatamente bella!- Mi giustifico. –Mmmh… la mia bellezza è stata la mia maledizione.- L’espressione della donna ci fa diventare tutti seri. –Ci puoi raccontare?- Ci mettiamo tutti all’ascolto.

-No, non è il momento.- La donna si alza dal letto e ci regala una paradisiaca visione delle sue gambe e della sua *BIP*… -OMG!- Urliamo in coro con un nosebleed collettivo. –Maiali!!- Lei con ben poca grazia e con un martellone scaccia-pervertito ci fa volare fuori dallo scomparto medico. Una mezz’ora più tardi siamo tutt’e quattro fuori dall’ospedale con un cerottone incrociato sulla fronte e con dei piccoli pezzi di carta di fazzoletto a otturare le narici. –Mi raccomando, non fate parola e non commentate il suo abbigliamento.- Suggerisce Walter; io, Schro e Hans annuiamo simultaneamente tre volte. La lezione di oggi è più che sufficiente.

 -Bene ragazzi, vi ringrazio per aver aspettato fuori. Inoltre vi devo chiedere di accompagnarmi dallo Hellsing.- Lei varca la porta a vetri e si presenta di fronte a noi con dei vestiti dal gusto indubbiamente molto antico e nobile.

-Volete dire a Londra? Mi dispiace, ma in questi tempi è in subbuglio per la guerra contro il Millenium.- Spiega in modo ufficioso e con il timbro leggermente impaurito visto che la donna impugnava ancora il martello e aggiunge rivolgendosi a noi:-Non è vero, ragazzi?- Io, Schro e Hans annuiamo come prima.

Lei non dice nulla ma si passa l’indice sotto al mento pensierosa. Io e gli altri ci scambiamo uno sguardo preoccupato, che cosa ha in mente quella donna? Qualche minuto dopo lei ci fissa e aggiunge:-Ok, sarò la vostra ospite finché non mi porterete allo Hellsing.-

-CHE?!- Urliamo in coro, e a questo punto sbotto:-Andateci voi con le vostre forze, d’altronde mi avete svenato!-   Lei ci fissa in modo molto pericoloso ma io faccio finta di nulla. –Mmh… non avete tutti i torti, però uno di voi deve accompagnarmi! Scegliete voi.- Propone la vampira.

“Hans no, perché è mio sottoposto. Walter no, perché è l’unico che mostra  di avere un po’ di cervello in questa situazione.” A questo punto sto per prendere Schro ma…

-Nyyaaa!- Schro sfodera la sua arma di distrazione di massa: Gli occhi da cucciolo, un piccolo movimento con le orecchie e la mano chiusa a pugno.

-Ok, Walter vacci tu!- Prendo il maggiordomo per il colletto e lo scaglio ai piedi della donna.

 -Ma perché?- Piagnucola il servitore. –Guarda il lato positivo, tornerai da Integra per scusarti e riavere il tuo posto da scansafatiche sottopagato che, giustamente, meriti.- Rispondo e, senza pensarci due volte, prendo i miei due animali e corro via alla velocità della luce.

 Sono passati 2 mesi da quell’evento della guerra contro il Millenium. Le cose cambieranno e in tanto! Nel corso di questi giorni, io e Hans abbiamo deciso di creare un esercito di lupi mannari, per eliminare i pericolosi Ghoul che stanno infestando l’Italia. Io con il fido capitano, andiamo a Roma sotto mentite spoglie per parlare con l’unica donna sopravvissuta alla guerra. Siamo tutti riuniti alla presenza di Sua Santità per ottenere il permesso di agire per conto della Chiesa. –Vostra Eccellenza, io desidero mettere la mia anima e il corpo a disposizione vostra e seguire i vostri insegnamenti.- Con il capo chino e inginocchiato di fronte al trono del papa rivolgo la mia richiesta.

-Mmh… che ne dite, signorina Wolfe? Possiamo aver fede delle sue parole?- Il papa si rivolge alla nuova Redentrice della Chiesa. –Vostra Santità, posso assicurarvi che Leonard e Alucard sono molto rivali e quindi è nostro alleato. Ho visto quello che è capace di fare. Sarebbe un errore ignorare la sua richiesta.- Risponde la donna. Il papa dopo aver riflettuto per un bel po’ decide di concedere l’autorizzazione. Dopo aver ricevuto un documento che ufficializza il mio operato, decido di passare un po’ di tempo con Heinkel e aggiornarmi sugli eventi.

-Heinkel, mi dispiace se per tutto il tempo non mi sono fatto vivo ma ho dovuto chiudere i conti con il mio passato e con me stesso. Ma ora siamo solo io e te.- Inizio io rivolgendomi alla mia amica nel intimità della sua stanza. Lei mi abbraccia e affonda la testa nella spalla. –Leonard, mi sei mancato, sai? Per tutto il tempo non ho fatto a meno di pregare per te… che tornassi presto.- Mi dice mentre aumenta la presa come se avesse paura che io mi allontanassi di nuovo da lei. Io sorrido e cerco di scollarmela di dosso cosicché i miei polmoni mi siano grati. –Non preoccuparti, sono qui.- Riesco a staccarmi da lei per poter guardarla negli occhi. Hans l’ha sfregiata con la sua pistola ma ciò non mi turba, l’ho già perdonato. –Perché non sei intervenuto a salvare Andersen e Yume? Se veramente eri più forte di Alucard potevi aiutarli, io sono sopravvissuta per miracolo.- Mi chiede la donna, la domanda ha una risposta molto ragionevole:-Non dimenticarti che io ero ricercato dalla Chiesa e, molto probabilmente, loro mi avrebbero attaccato tutti insieme, sono longevo ma non immortale e invincibile, ricordatelo.-.

-Capisco.- Lei si stacca completamente dall’abbraccio e si allontana. –Che c’è che non va?- il suo comportamento mi suona strano prima era così affettuosa e felice di vedermi ora sembra fredda. –Leonard…mi piaci…- -Eh? Puoi ripetere?.- Mi sporgo leggermente per cercare di capire, lei arrossisce un po’ e ripete:-Mi piaci…- Ha abbassato ancora di più la voce, diamine… non riesco a sentirla. –Senti, alza di più la voce.- Dico cercando di stare più attento. –MI PIACI!- Lei urla così forte e con il viso come un peperone rosso. La dichiarazione mi lascia sgomentato, non mi aspettavo che lei provasse qualcosa per me. Io sono confuso, non so se dirle che non faccio per lei. –Leonard, non importa se non mi corrispondi… sappi solamente che mi piaci e basta.- Lei sembra aver capito che io non posso dedicarmi all’attività amorosa. –Heinkel… sarà meglio se eviti di affezionarmi. Non funzionerebbe.- Rispondo in modo molto semplice e chiaro.

Non voglio crearle inutili illusioni e non voglio ferirla. –Lo so… per questo ti chiedo… vuoi passare la notte con me?- Sbaglio o questa richiesta ha un doppio senso. Tuttavia voglio sincerarmene:-Heinkel, una notte semplice senza diciamo… sorprese?- Lei annuisce.

–Va bene. Ci vediamo questa sera.- Rispondo mentre lascio la stanza. Mi raggruppo agli altri due cioè Hans e Schro. –Ragazzi, ascoltatemi bene. Per prima cosa dobbiamo trovare altri uomini lupo come noi e credo che ce siano tanti sotto mentite spoglie.- Spiego al capitano e il maresciallo mentre giriamo per le strade di Roma a bordo di un fuoristrada militare. –Come pensi di reclutare il tuo esercito? Magari mettendo un annuncio di giornale?- Dice ironico il catboy.

–Quasi, noi per prima cosa cercheremo dei lupi mannari nelle zone dove sono avvenute gli ultimi avvisamenti poi pian piano ci allagheremo.- Riesco a frenare l’ironia del gatto. –Ho già trovato un lupo mannaro che si aggira per la zona di Vienna. Sta a noi convincerlo ad entrare in gioco. I motivi saranno molti: Fama, potere, onore, vendetta, noia ecc. noi saremo in grado di soddisfare i loro motivi.- Aggiungo mentre passo con il rosso e guadagnandomi un’imprecazione da un altro autista.

–Va bene, inizieremo da lì, allora.- Schro si sporge dai sedili di dietro, -Già, oggi avete la giornata libera. Approfittatevene per comprarvi dei vestiti più nuovi e moderni, indossate i vestiti del millennium da due mesi.- Faccio notare. Dopo svoltato un vicolo arriviamo a una strada piena di bancarelle. –Oggi è il mercato, buona fortuna. Ci vediamo domani.- Dico io mentre porgo una mazzetta di banconote di medio taglio a Schro. Una volta aver lasciato quei due a fare compere io decido di iniziare a cercare un posto dove riunire tutti i lupi mannari. Mentre guido mi passano per la mente i possibili posti e locazioni dove i nostri uomini avrebbero potuto trovare ristoro e riparo. Un palazzo è da scartare, dà troppo dell’occhio. Una piattaforma o un dirigibile aereo, da evitare per due motivi: I Lupi non sanno volare e in più… il Millenium è d’esempio sbagliato. Una foresta? Ci potrebbe stare però dove si troveranno foreste vicino alle città? Troppo difficile!

Sto per rassegnarmi quando la mia macchina sbanda leggermente, sono quasi finito in un tombino semiaperto. Mi fermo con la macchina per controllare gli eventuali danni e, non volendo… guardo all’interno della buca. Ecco l’idea che cercavo! Saremo sottoterra!

Saremo invisibili e allo stesso tempo possiamo spiare chi sta sopra di noi, tenendo in conto che le fognature sono enormi e vaste per gli eventuali inseguitori e noi possiamo seminarli o coglierli di sorpresa. Per il tanfo ci abitueremo e provvederemo a pulire e disinfettare il covo

In preda al euforia per la genialata avuta salgo in macchina e vado dal funzionario delle fognature, mi faccio dare le mappe e i vari strumenti per l’esplorazione fognare. La sera tarda ho già esplorato l’intera struttura e ho trovato anche dei canali di collegamento con la metropolitana e quindi possiamo anche spostarci nelle fognature degli altri stati. Sudato e con il tanfo della sporcizia della fognatura addosso torno da Heinkel. Lei per poco non si spaventa per il mio aspetto grottesco. –Leonard? Ma che ti è successo?- Lei mi aiuta a spogliarmi e mi immerge nella vasca.

Le racconto di tutto quello che ho fatto per la giornata concludendo:-Il covo è quasi pronto, noi lupi vivremo sottoterra di giorno e di notte usciremo fuori per le battaglie. Non è fantastico?- I miei occhi si illuminano di soddisfazione mentre la donna mi insapona la schiena. –Sì, beh… ma Hans che ne dice?- -Non ho ancora detto nulla ma sono sicuro che è la cosa più giusta e saggia da fare.- Rispondo mentre per la mente passano immagini del nostro covo che s’ingigantisce, si riempie di nuovi membri, la successiva formazione di clan devoti a me, disposti a lottare e morire per tutti i motivi di prima cioè quelli detti a Hans.

–Sembra che hai un piano ben preciso e sei molto determinato al tuo scopo. Non posso fare altro che augurarti buona fortuna.- Lei finisce di insaponarmi la schiena e mi lascia completare il resto. Una volta asciugatomi e con la sola mutanda addosso mi tuffo a letto. Poco dopo arriva anche Heinkel e come concordato prima, ci addormentiamo.

Il mattino mi sveglio verso 9 e mezza, non ho il mal di testa. Mi alzo dandomi una grattata all’orecchio con il piede e vado in bagno, alzo la tavoletta e tolgo dalla mutanda il mio drago, il getto anziché andare nel buco va nel muro di sinistra. All’inizio non me ne rendo conto ma poi cerco di correggerlo e dopo qualche sforzo riesco a completare l’opera.

-Senti Heinkel… perché ho urinato come se avessimo fatto sesso?- Non so nemmeno io perché le faccio questa domanda. -Mmm… mi sei venuto dentro sei volte.- Bisbiglia ancora assonnata la ragazza come se è rimasta sveglia per tutta la notte. Mi sveglio completamente e cerco di svegliare la donna con modi poco gentili. –Heinkel! Abbiamo scopato per tutta la notte?!- le chiedo senza mezzi termini. –Ma sì, non vedi i graffi sui pomi del letto e le crepe sui muri?- Mi indica la donna mentre si leva il lenzuolo mezzo strappato e… -OMG!!! Sei tutta piena di graffi!- Io mi allontano subito per prendere il kit di pronto soccorso che si trova in bagno. Qualche minuto dopo che le avevo bendato ogni graffio e riposto la scatoletta rossa, le chiedo:-Che è successo durante la notte?- -Vuoi sapere tutti i particolari?- -È ovvio!- Lei inizia dicendo che qualche minuto dopo che ci eravamo addormentati, mi ero alzato con il busto e con lo sguardo in trance e l’uccello ritto, le avevo strappato la camicetta da notte e… il resto era una pratica sadomaso estrema con maschio dominante.

 –Mio dio… veramente è successo questo?- Io sono seduto a terra con le gambe al petto e mi mordicchio il pollice. –Non preoccuparti, mi è piaciuto e non mi hai messo incinta.- Mi rassicura la donna vedendomi con lo sguardo traumatizzato. –Non è quello, perché diavolo non ricordo nulla?- Rispondo io senza muovermi.

-L’ho visto pure io quel film.- Dice Heinkel. -Eh?- Smetto di cucciare il pollice. -O meglio lo faranno.- Lei si alza dal letto e cerca di mantenersi in piedi. -Ma che dici?- La fisso mentre cerca i resti della sua camicetta da notte. –“Una notte da leoni”, mi piace pure il titolo.- Lei entra in bagno e mi lascia solo.

Un quarto d’ora più tardi (e si erano fatte le 10.) Mi alzo pure io e mi vesto. Accidenti, non devo più dormire con una donna o con un uomo! Altrimenti o inculo o mi inculano! Senza nemmeno mangiare esco dalla casa di Heinkel e le  lascio un biglietto commovente per lei dicendole che non sono pronto ad essere padre e di avere una famiglia ergo mi farà sentire meno stronzo.

 


Eccoci alla fine, spero che vi abbia fatto divertire e inoltre come da voi richiesto ho staccato un pò le parti per agevolare la lettura. Se ci sono errori fatemelo sapere, ok? Il nuovo capitolo sarà postato la domenica prossima. A presto!

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Capitolo 9
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti, ho completato le storie in sospeso. Ora finalmente posso dedicarmi con maggior vigore alla stesura di questa storia (scuola permettendo...). Ecco a voi l'atteso capitolo nuovo.


Leonard Lycan, Undici anni dopo... 

In una grande sala si sta svolgendo una prova di forza, velocità e ferocia tra due lupi mannari. Il primo ha il manto nero e lucido, il secondo il manto giallognolo; si stanno scannando con inaudita violenza e istinto animalesco, incitati anche dagli altri ragazzi che in forma umana urlavano e agitavano le braccia. Accidenti, non me lo sarei aspettato. Li guardo da una postazione più elevata e che mi permette di vedere anche ciò che gli altri non vedono.

-Stop, non sprecate le energie. Ora tocca agli altri!- Dico mentre con la mano impongo di fermarsi.

Altri due ragazzi, Ahamaud e Gray si posizionano in mezzo all’arena.

Ahamaud

VS


Gray

-Ready? Fight!- E in pochi secondi vedo i due ragazzi togliersi le giacche mostrando i loro muscoli michelangeleschi che si gonfiarono per segnalare la loro mutazione in licantropo.

Ululano e scattano in contemporanea per fronteggiarsi in una prova di forza, infatti, si bloccano in mezzo all’arena e, come in una partita di rugby, uno aveva il collo nella spalla dell’altro. Aiutandosi con le spalle e con le gambe cercano di spingere l’avversario fuori dal cerchio sul pavimento. Quei due sono molto amici e non vorrebbero mai uccidersi a vicenda ma preferiscono confrontarsi in questo tipo di competizione. Sorrido, non me lo aspettavo che in soli undici anni abbia formato una vera lega anti-minacce contro la chiesa.

-Patriarca! È arrivata una comunicazione urgente dallo Hellsing.- In quel momento sale sulle scale il mio braccio destro, Hans Gunsche. Non più capitano ma vice-Patriarca.

-Che cosa? In punto in bianco?- Io sgrano gli occhi, è una sorpresa! Prendo la busta e con delicatezza l’apro e vi trovo una lettera. –Hans, supervisiona tu lo scontro mentre mi ritiro nelle mie stanze.-. La mia stanza è composta da un letto come quello  d’ospedale, un tavolo, alcune sedie, uno scaffale pieno di libri tra cui una bibbia e i quattro vangeli ai quali mi dedico ogni giorno prima di mangiare. Inizio subito la lettura.

“Signor Leonard Lycan, siete pregato di arrivare fra tre giorni alla Hellsing Society. I motivi sono molto semplici: Abbiamo il sospetto di un possibile nemico. Portate con voi chi vi pare ma venite disarmati.” Piuttosto corto come lettera, ma non credo che ve ne sarà bisogno… hanno già Alucard, Maeko e tanti altri possibili elementi efficienti per risolvere qualunque situazione. Con questa convinzione appallottolo la carta e la getto nel cestino. Qualche minuto dopo decido di allenarmi, con indosso una canottiera aderente e dei boxer inizio a menare violenti pugni seguiti da finte e movimenti di torso. Il mio sport preferito è il pugilato. A rinforzare la mia passione sono le varie medaglie, coppe e cinture posizionate in ordine cronologico e di valore sullo scaffale vicino alla libreria. Dopo quasi sei ore di puro pugilato contro un grosso saccone di cuoio, mi fermo. Inoltre si sa che se potenzi il tuo corpo anche le tue mutazioni ne traggono giovamento. Tornando a noi, mi fermo e mi asciugo il sudore. Sento bussare alla mia porta.

-Avanti…- Mi chiedo chi sia.

-Patriarca, sono Ihazel.- Si presenta un ragazzo dai capelli bianchi e un fisico prestante e tatuato in tanti parti. È uno dei tanti membri della mia Lega.

-Dimmi tutto.- Io lo invito a sedersi sul divano, mentre io prendo alcune bibite dal frigo-bar a muro e ne offro una al giovane.

-Signore, volevo dirle che abbiamo subito diversi attacchi da alcuni mostri simili a dei vampiri. La cosa strana è che sono neo-vampiri. Gli attacchi sono aumentati molto negli ultimi mesi.- Il ragazzo mi spiega gli avvenimenti con precisione.

-Uhmm… è un fatto strano, andiamo.- Dico mentre mi rimetto la giacca da motociclista.

Usciamo dalla camera e avanziamo per i passaggi fognari che, ormai, sono lindi e puliti dopo ben undici anni.

Arriviamo a una stanza abbastanza grande. Vi siamo io, Ihazel, Schro e Hans.

-Beh, che novità vi sono?- Nonostante sono una persona importante cerco di mantenere un buon rapporto con i miei sottoposti.

-Patriarca, questo ragazzo dice di essere uno di noi.- Commenta Schro. Ah non vi ho detto che il micio è diventato una tigre! È diventato un uomo a tutti gli effetti, ha perso anche un po’ della sua fanciullezza ma è rimasto malizioso e bastardo come sempre.

Io mi volto nella direzione indicata e vedo un giovane con una giacca gialla. Non so chi sia e in più non porta il sigillo della Lega. 

-Sono Leonard Lycan, il Patriarca della Lega. Sei un lupo?- Inizio.

-Sì, sono la guardia del corpo di Mina Tepes.- Risponde il ragazzo.

-Mina? Stai parlando della moglie di Alucard?- Sono sorpreso, anche i miei due compari sono dubbiosi.

-No, la figlia di Dracula.- Mi corregge il giovane.

Sono un po’ perplesso ma chiedo al ragazzo di raccontarmi la sua storia.

-Sono Akira, appartengo al Clan della Terra. Sono il servitore di Mina Tepes, la principessa dei vampiri. Lei è al vertice di una Federazione dei vampiri. Ha sede in Giappone e controlla la sua economia. Ultimamente lei vuole unire tutti i vampiri anche al di fuori del Giappone per, come dire, proteggere i suoi simili.-

A questo punto interviene Ihazel, interrompendo il nuovo arrivato, per chiedere la risposta ai suoi dubbi:-Un momento, ma sei un lupo mannaro al servizio di una vampira?-

-Sì, è stato deciso dalla mia nascita.- -Mmmh… capisco. Continua.- Ihazel si zittisce e lascia proseguire al giovane.

-Dovete sapere che in realtà… è tutta una macchinazione. Mina non ha alcun bisogno di allargare la propria sfera di dominio.- Che strano, mi sembra che Akira sia in stretta confidenza con la padrona… sorrido. Questo mi ricorda qualcuno.

“Integra e Alucard… il rapporto tra Mina e Akira dev’essere uguale a quei due.” Penso mentre con lo sguardo seguo la storia e al contempo studio il ragazzo.

-Mina non è l’unica ad avere il sangue puro ma vi sono tre vampiri molto feroci e sanguinari che vogliono usare la principessa come mezzo per mantenere inalterato il sangue di Dracula.- Il giovane si ferma per riprendere il fiato e pronto a rispondere alle eventuali domande.

-Ragazzo, la tua storia, non è che mi riguardi, ma perché sei venuto fin qua?- E la domanda più usata in questi casi.

-A dire il vero… sono qui per caso. Stavo lottando contro quei vampiri dalla pelle verde e non so come, sono stato catturato dai vostri uomini.- Spiega il ragazzo.

-Mmh, dategli un po’ di cibo, eventuali cure e infine lasciatelo andare. Anzi…- Mi balena un’idea. –Credo che dovrò accettare l’invito della Hellsing Society…-

Un quarto d’ora dopo…

Io, Akira, Ihazel, Ahamaud, Gray e Schro siamo sull treno della linea ferroviaria Roma-Londra il viaggio sarebbe durato due giorni… due giorni di pura noia. Akira mi chiede con curiosità di raccontargli la mia storia.

-Studia la storia.- Rispondo mentre affondo la mente nella lettura del Vangelo secondo Luca.

Siamo arrivati alla stazione londinese, mi sembra di essere come Totò e Peppino alla stazione di Milano. La gente ci guarda un po’ stranita e alcuni, addirittura, ci indicano e ridacchiano. Siamo vestiti con abiti altamente truzzi con l’aria decisa e spavalda saliamo le scalinate che portano alla piazza della stazione e con l’andatura costante avanziamo verso la Hellsing Society.

*Si passa al punto di vista dell’Autore*

Alucard è stravaccato sulla sua sedia e con la mente viaggia nei meandri della sua memoria. Il suo sguardo rosso non lascia trasparire alcuna emozione. Le sue labbra sono piegate in un ghigno innaturale come per farsi beffe di qualunque cosa o qualcuno che gli passa di fronte. Il suo animo è irrequieto e insoddisfatto, non riesce più a trovare godimento nell’uccidere e umiliare. Il vampiro antico si alza dalla sedia e s’inforca gli occhiali dalle lenti color arancio.

“MMh… Integra, da un bel po’ non mi chiama per svolgere le missioni. Possibile che non abbia più bisogno di me?” Si scosse dai pensieri, è inaccettabile che lui, il vampiro perfetto venga messo da parte.

Salì le scale e s’incammina per i corridoi della magione, per la strada incontra Seras.

-Buon giorno Master! Come mai non va per i muri?- La domanda è più che lecita, visto che Seras è abituata a vederselo sbucare dal suolo, dai muri e dal soffitto.

-Mmhh…- Alucard non risponde ma si limita a un cenno e si allontana, proseguendo per la sua strada.

Il cuore del vampiro è molto turbato, sente che qualcuno ha bisogno d’aiuto… ma non riesce a capire chi sia, inoltre si meraviglia lui stesso di provare sentimenti umani nei confronti di una persona che magari non conosce.

-Integra…- Alucard arriva entrando normalmente dalla porta. –Alucard, che cos’hai? Non stai bene?- Integra lo fissa con gli occhi un po’ stupiti.

-Integra… non sto scherzando, ho bisogno d’azione. Devo tornare a massacrare.- Il tono è anche un po’ supplichevole.

La donna non sa proprio che dire, è la prima volta che vede Alucard in quelle condizioni.

-Beh, abbi pazienza. Appena capita qualcosa te lo faccio sapere.- Una volta che Alucard esce dalla stanza, Integra chiude la porta.

Lei sente un fruscio e si volta di scatto. Non esiste legge della logica e dei fenomeni in grado di spiegare quello che accade. La stanza è integra, le porte e le finestre sono chiuse ma ora oltre a Integra che non si era mossa dalla porta, vi erano anche…

-È da molto che non ci vediamo. Non è vero, Integra Fairbrook Wingates Hellsing?- Seduto con i gomiti sulla scrivania di Integra vi è il Patriarca.

Oltre a lui vi sono Schro, seduto a gambe accavallate sul lato destro della scrivania; poi i due "ragazzacci": Ahamaud e Gray in piedi al lato sinistro della scrivania, Ihazel a braccia conserte e con la schiena poggiata al muro. Per ultimo vi è Akira con le mani in tasca.

-Chi siete?- Integra non perde la sua calma e fissa quel licantropo.

-Sono Leonard Lycan, il Patriarca di 600milla uomini-lupo.- Si presenta con un ghigno soddisfatto poi dice:-Veniamo al sodo, questo giovane afferma che una tale Mina Tepes (che non è la Mina che abbiamo incontrato prima) è la figlia del vostro Alucard e ha intenzione di proclamare una guerra nei paesi occidentali dopo aver conquistato l’oriente.-

-Mmh… Leonard?- La voce è molto pacata e gentile.

-Sì?- Leonard inarca un sopracciglio.

-ALZATI SUBITO DALLA MIA POLTRONA! E TU, PALLA DI PELO, LEVA LE TUE CHIAPPE DALLA SCRIVANIA!!!!- Esplode in tutta la sua inequivocabile rabbia la signora Hellsing.

Schro e Leonard si alzano di scatto e lasciano subito il posto alla belva.

-Orbene, devo dire che sono contenta di rivedervi (anche se ci siamo visti si e no due volte), qual è il motivo della vostra visita?- Integra fa per accendere il sigaro ma la mano veloce di Leonard le impedisce di accenderlo.

-Sono allergico al sigaro.- Afferma il mannaro.

-Uhmm… va bene.- Integra ripone il sigaro nella vaschetta portasigari e inizia ad ascoltare.

Akira racconta la sua storia: Egli è un membro della sicurezza personale di Mina Tepes la figlia legittima di Dracula, nata da Lucrezia. Mina seppur abbia il corpo di bambina è molto matura nel carattere ed è tale e quale a suo padre, solo meno violenta e più infantile. Vorrebbe assoggettare anche l’occidente.

-La domanda è perché?- Chiede Leonard.

-I tre grandi vampiri originari: Rozenmann, Ivanovic e Li. Sono loro la causa di tutto. Uno di essi, Rozenmann è il “fidanzato di Mina”. Ma in realtà non è così, è solo una carogna priva di moralità che, sfruttando il debole equilibrio, ha lanciato la sua proposta di matrimonio con la principessa Mina.-

-Ma è ancora minorenne, giusto?- Dice Integra.

-Già ma lui vuole liberarsene o sopprimerla per avere il campo libero al genocidio della razza umana e l’affermarsi dei Vampiri.- Akira stringe i pugni come a mostrare la sua opposizione al folle progetto.

-Mmh… ma perché ti sei rivolto a noi?- Replica il Patriarca. –A dire il vero, volevo chiedervi l’aiuto per fermare questo pazzo.-

-Non è necessario il mio intervento… perché non ti rivolgi ad Alucard? O a Walter?- Leonard sospira, non è il suo campo. E tra l’altro non dovrebbe proprio preoccuparsene visto che è una faccenda di vampiri e lui non è altro che un lupo.

-Ma…- Cerca di rispondere ma non trova argomentazioni e quindi Leonard si alza.

-Beh, mi ha fatto piacere rivedervi tutti. Ragazzi, se volete potete svagarvi, però al mio richiamo fate immediato ritorno, chiaro?- Ordina ai suoi compagni.

In quel preciso momento arriva Seras tutta trafelata e facendo ballonzolare i suoi airbag personali.

-Integra! Alucard è sparito! Non è nemmeno nei sotterranei o nella sua bara.- Lei, con il fiato corto, esprime la sua preoccupazione per il suo padrone.

Ci si affeziona facilmente a un tipo così, eh?

Integra si alza con lo sguardo serio, com’è possibile che lui si sia allontanato da lei?

Leonard si carezza la barba: “Questo è strano… può aver ascoltato la storia di Akira e agito nella sua maniera.”

Come a dare conferma alle parole del lupo antico, uno stormo immenso di pipistrelli neri come la pece si dirige verso la zona della Federazione dei vampiri.

“Papà sta arrivando.” Alucard tornò nella forma normale atterrando con molto tatto sul tetto della torre ove vi è la camera da letto di quella bambina: Mina Tepes.

Come un ladro e un fantasma entra attraversando il muro… la stanza è abbastanza illuminata e ordinata, fra non molto dovrebbe arrivare lei.

“Eccola…” L’udito fino del vampiro percepisce molto bene i passi leggeri e scalzi della ragazzina.

La ragazza entra e chiude dietro a sé il portone, nonostante non sembri, ha percepito qualcosa d’anomalo nella sua stanza.

-Lo so che ci sei, vieni fuori!- La voce è proprio come Alucard ricorda: altezzosa, dura e, sotto sotto insicura.

-Se cresciuta parecchio, non è così?- Alucard è seduto sulla sedia da giardino sulla veranda.

I suoi occhi rosso sangue si specchiano in quelli rosso rubino della figlia.

-Chi sei?- Mina lo fissa con attenzione… ha la sensazione di averlo già visto ma non ricorda dove.

-Dracula, tuo padre. Sono morto e ritornato ben due volte.- Alucard mostra un sorriso che dovrebbe essere affettuoso ma la sua conformazione facciale lo fa apparire un ghigno spietato.


Eccoci alla fine del capitolo, spero che vi sia piaciuto e recensite. Diamo il via all'angolo del lupo!

Arriva in sala Leonard con un pigiama con gli orsetti richiamati e il cuscino sotto braccio. Ha l'aria evidentemente assonnata.

King (suonando la marcia dei bersaglieri con la tromba): Sveglia! Abbiamo domande nuove! Sei pronto?

Leonard (a terra abbracciato al suo cuscino): Rooonnnff....

King (prendendo un gong di notevoli dimensioni): A mali estremi...

*GGGOOOOOOOONNNGGG*

Leonard (alzandosi con il pelo ritto): Eh? Che succede? Maeko è qui? Te lo giuro, non ho annusato la tua biancheria intima! Non mi uccidere!

King (rosso e un pò schifato): Che c**** dici??? Dobbiamo iniziare l'angolo del lupo!

Due ore dopo, il tempo di prepararsi.

King (con un tablet in mano): Ecco le domande.

Leonard (lustrato a nuovo): Niente fogli?

King: Li perdevo sempre quindi... iniziamo?

Leonard: Vai!

King:  Allora Zeressa ha lasciato che sia Alucard a chiederti: Nella descrizione della storia hai detto che puoi ucciderlo, è vero?

Leonard: Beh, nelle mie condizioni non potrei manco fargli il solletico ma la forma 666 (che non sarà ancora usata) forse lo farà impensierire,

King (muovendo le dita): Bene, veniamo a Nyaa.

Leonard (sorridendo): La cocca di Francis, eh? Vediamo...

King: Prenderesti lei e Mako nel tuo plotone?

Leonard; No, non è sano.

King: E...

Leonard; Ho detto tutto.

King (grattandosi la testa): Bah... vorresti palpeggiare Mako?

Leonard: No grazie, preferisco palpeggiare la quarta di Nyaa.

King (fucile alla mano): Un commento sconcio su di lei e ti spiattello al soffitto.

Leonard (mettendosi le braccia in testa): Era per ironizzare!

King (abbassandolo): Bene.

Pensieri del fucile:"Mi sento inutile."

King: Con chi hai perso la verginità?

Leonard: Teoricamente parlando, con una suora del convento dove io vivevo in gioventù. A ventitre anni.

King: Ah... perché teoricamente?

Leonard (unendo gli indici e con lo sguardo vago): Beh, dopo il rapporto lei è rimasta sterile.

King (ironico): Un miracolo?

Leonard (serio): I miei semi sono molto aggressivi come ogni buon lupo mannaro, possono distruggere permanamente le uova delle donne.

King: E come vi riproducete?

Leonard: Beh, non tutte subiscono questo destino ma alcune donne forti possono produrre uova resistenti ai nostri semi.

King (seccato): Okay, non voglio saperne più nulla!

Leonard: Sì, meglio non parlarne...

King: Toh, è arrivata pure BlackNote20. E non porta iella, ma sono i suoi amici.

Leonard (gettando via un corno rosso napoletano): Ah, ti ringrazio.

King (gettando di nascosto un chiodo): Già, era proprio ridicola la tua superstizione. Veniamo alle domande: Vuoi che ti porti dal veternario? Vuoi farti castrare?

Leonard (una vena gli pulsa alla fronte): Mi ha preso per un cane?

King(sottovoce): Una cosa importate per voi lettori. Leonard odia essere definito un cane, dice che non gli si confà alla sua posizione.

Leonard: Che hai detto?

King (sorridendo): Nulla, nulla. Che pettinatura vorresti fare? Descrivi.

Leonard; Ecco...
Poi mi taglierei i baffi e farei la barba alla Jack Sparrow. Che ne dici?

King (impugnando il fucile): Che dico? Che sei ridicolo!

Leonard: Ok! Abbiamo finito! Ci sentiamo la nuova settimana! A presto!


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Capitolo 10
*** Capitolo 2 ***


Salve a tutti! Sono tornato con un nuovo capitolo di Leonard Lycan. Questo capitolo è molto più lungo dei soliti quindi si suggerisce di leggerlo a piccole dosi. Inoltre voglio dare un caloroso benvenuto a un nuovo lettore: Bloody Wolf, grazie per aver deciso di seguire la mia storia, spero di non deludere le tua aspettative. Allora, vista la lunghezza facciamo in anteprima l'angolo del lupo.

King (Con il tablet in mano): Leonard? Dove sei finito?

Leonard (con una tazza di cioccolato e alcuni biscotti gentilmente offerti dalla industria pastificieria della Fundom & c.): Sono qui, tieni.

King (mangiucchiando uno dei dolci offerti da Leonard): Grazie, cominciamo... Maeko afferma che hai annusato la sua biancheria, è vero?

Leonard (>/////<): In sogno...

King: Ok, allora Zeressa ti chiede quale scuola vorresti frequentare.

Leonard: Nel tempo libero insegno letteratura ma non mi spiacerebbe frequentare il Liceo Ishiyama. (ride)

King (sorridendo): Pure a me! Beh la seconda è: Ti prendi Maeko per qualche giorno?

Leonard: Beh sì, qual'è il problema? Se lei è d'accordo...

King (cambiando la pagina con un gesto con le dita): Okay, veniamo a BlackNote20.

Leonard: Sono tutt'orecchi.

King: Preferisci più Mako o Maeko?

Leonard (dubbioso): In che senso?

King: Nel senso che ti piace.

Leonard (spremendosi il cervello): Beh... uhmmm....

*Tre ore più tardi.*

King: E va bene, passiamo a qualcosa di più facile. Hai mai pensato di chiamare un consulente d'immagine?

Leonard (Double Bastard Inside Mode On): Se lo paghi tu, va bene.

King (nascondendosi dietro il tablet): Inquietante... ecco l'ultima domanda: Se sapessi di dover morire domani, quali sarebbero i tuoi ultimi desideri?

Leonard: Il mio ultimo desiderio... Uhmmm.... rispondere alla prima domanda!

King: È senza risposta, eh? A proposito, devo darvi una pessima notizia. A causa di impegni scolastici, la storia sarà sospesa fino a nuovo ordine. Quindi godetevi questa storia.



Leonard Lycan, Battaglie di santi e... Oppai!

Una grande scuola si staglia di fronte a me, potrebbe essere una scuola come tante altre. Potrebbe, ho detto.

-Beh, entriamo?- La voce di Hans mi scuote dai pensieri che rivolgo in modo poco garbato alla signora Hellsing.

-Grrr…umph (espressione di disappunto)…andiamo.- Inizio ad avanzare per il cortile dell’ istituto, noto che ci sono più ragazze che ragazzi.

-È che la scuola è passata da femminile a mista.- Mi spiega Gunsche, leggendo un piccolo libretto con una mano.

-Mmmh…facciamo in fretta. Ehi tu!- Mi rivolgo a due studenti che chiacchieravano in santa pace.

-Dove possiamo trovare il Club dell’Occulto?- Interviene Hans.

I due giovani ci guardano con un certo disappunto e meravigliati, sarà per i nostri abiti da reverendi o cosa? Comunque ci indicano la sala dove ci dovrebbe essere la sede, inutile dire che una volta lì non troviamo nessuno. Hans inizia a perquisire le stanze e la cosa che salta all’occhio è che la doccia si trova proprio a fianco alla stanza principale dove si trova una scrivania (con sedia foderata di verde), un tavolo basso, un divano vicino a esso e delle sedie.

“A chi verrebbe in mente di costruire una doccia qui?” Mi chiedo mentre mi siedo sul tavolo basso.

Rivolgo uno sguardo alla cassettiera vicino al muro con curiosità e decido di andare a vedere. Qualcosa colpisce il mio naso e mi respinge indietro.

-Eh?- Mi gratto il naso e con più attenzione vedo un filo sottile sospeso in aria. Mi chiedo se non è una trappola.

-Leonard, non c’è nessuno.- In quel momento torna il biondo. Io annuisco e mi avvicino alla cassettiera. Apro il primo cassetto.

-What is the fuck???- Detto in coro con un inglese perfetto.

All’interno vi è una serie completissima di reggiseni e mutandine di tutte le taglie e colori.

-Santa Maria vergine dell’Incoronata!-Quest’esclamazione mi lascia un po’ bastito, dov’è che Hans ha imparato un termine simile?

Il fatto è trascurabile… qui c’è roba seria!

-Per la miseria, siamo finiti in una Harem Comedy!- Dico io chiudendo il cassettone. Siamo reverendi noi, non pervertiti.

*Si passa dal punto di vista dell’autore.*

In un'altra sala vi sono due ragazze con entrambe gli occhiali da vista dalla montatura blu.

Sona

Tsubaki Shinra

-Tsubaki, qualcuno s’è intrufolato nella stanza di Rias Gremory. L’avviso?- Chiede la prima cioè la più minuta.

-Uhmm…beh, finché non scopriranno il cerchio magico non ci daranno problemi.- Afferma con la voce tranquilla, la donna dai capelli lunghi mentre osserva da uno schermo ultrapiatto i due licantropi che esaminano la stanza, finché…

-Accidenti! Il biondo ha trovato il sistema per evocare il cerchio magico!- Sona si fece preoccupata. E non aveva torto… Leonard e Hans saltarono in contemporanea nel cerchio.

*Si torna dai due lupi.*

-Avete visto? Non siamo più nella scuola! Siamo in un… siamo di nuovo a scuola!- Hans si guarda in giro con gli occhi confusi.

-No…non senti? C’è un’aria strana…questo lo sento… è l’odore di una battaglia.- Affermo mentre apro una delle finestre.

-Siamo in una dimensione alternativa…non so come ma siamo in un campo di battaglia e in più che si svolge in mezzo a una copia perfetta dell’istituto scolastico.- Spiego a uno spaesato Hans.

-Okay, è come dici tu. Che facciamo?- Mi chiede. –Facciamo quello in cui siamo più bravi, no?- Sorrido mentre m’affaccio dalla finestra.

-Patriarca!- Hans urla e poi si getta addosso a me gettandomi con lui dalla finestra.

Un boato fa crollare la scuola.

-Mi hai salvato…- Dico mentre respiro piano, entrambi siamo a pancia in giù al suolo.

Ci rialziamo rapidi e ci guardiamo in giro… chi ci ha attaccato?

Vediamo due donne… -Siamo state noi… non vi permetteremo d’interferire con la battaglia di Padron Raiser.- Si mettono in posizione d’attacco.

Noi prendiamo in mano le croci al petto, insieme chiudiamo gli occhi e cantiamo (Non so perché ma sento che non siamo solo noi due a cantarla):

Altissimu, onnipotente bon Signore,

Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfano,

et nullu homo ène dignu te mentovare.


Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,

spetialmente messor lo frate Sole,

lo qual è iorna, et allumeni noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de Te, Altissimo, porta significatione.


Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:

in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento

et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.


Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi Signore, per frate Focu,

per lo quale ennallumini la nocte:

ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta et governa,

et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.


Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore

et sostengono infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.


Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullu homo vivente po' skappare:

guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;

beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,

ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate

e serviateli cum grande humilitate.

Con un italiano volgare e antichissimo lodiamo l’opera di nostro Signore e concludiamo con un Amen.

-Voi…siete Esorcisti?- Mi chiede la più piccola delle due e che brandisce una spada.

-Noi siamo uomini di Dio.- Rispondo con un sorriso gentile.

-Beh, visto che siete reverendi. Ci presentiamo, sono Mihae e lei è Siris.- Dice la donna più grandicella ed è vestita con kimono.

-Felicissimi di conoscervi, volete farvi confessare prima di eliminarvi?- Rispondo con sempre quel sorriso gentile.

Hans caccia fuori dalla tunica nera due revolver modello volcano e apre il fuoco sulle due donne. Siris spicca un balzo notevole e punta nella mia direzione con l’intenzione d’eliminarmi.

-Tsk, il tuo avversario è Hans Gunsche!- Dico con l’aria tranquilla. Hans spara alcuni colpi nella sua direzione così lei è costretta ad allontanarsi dalla mia parte.

Hans si sposta velocemente e quindi per la guerriera è difficile colpirlo con la sua spada, così il lupo decide di spararle addosso i suoi proiettili d’argento benedetto. Lei agita la spada e devia i colpi.

-Niente male ragazzina!- Hans ricarica in fretta le pistole e decide di usarne solo una.

-Non sottovalutarmi, pastore!- Ghigna con ostilità Siris.

Hans sorride e i suoi occhi diventano di un giallo luminoso. A quando pare Hans non scherza, ne fa a spese quella simil ninja.

Come un selvaggio scatta all’attacco muovendosi in modo molto rapido e impercettibile all’occhio umano. Cerca di trovare una breccia per infliggerle un attacco spietato ma lei non si fa mica intimorire e contrattacca con affondi molto forti e in grado di fendere l’aria circostante.

-Attacco dall’alto!- Lei spicca un balzo e atterra al suolo con la spada conficcata ad essa. Per il capitano è sufficiente rotolare all’indietro per evitare l’attacco.

-Giga impatto!- La pistola s’illumina di giallo e sembra che tremi per lo sforzo, il capitano chiude l’occhio sinistro e mira con il destro. Si sente un sibilo e l’indice si piega sul grilletto.

Un raggio giallo con piccole scariche d’elettricità rosse viene emesso dall’arma. Il suo effetto è devastante!

-Hans, sei uno stupido.- Gli rimprovero.–Cosa? Che ho fatto?- Hans mi fissa con gli occhi timorosi, non si rende conto che ha solo sprecato le energie.

-Il raggio ha colpito l’avversario, ma non la sua compagna.- Dico e poi alzo la mano come a indicare:-Vedi? Mihae ha un qualche potere di guarigione e proprio ora sta curando la sua amica.-

-Maledizione…-Hans impreca scocciato, sperava di finire presto ma la sua impazienza gli ha fatto un brutto scherzo.

-Grazie Mihae…- La guerriera dai codini lunghi si rialza in pieno delle sue forze. E fa per voltarsi verso la sua compagna ma vede il suo corpo cadere al suolo e scomparire in una luce.

Ritorna a vedere in avanti e vede Hans ricaricare l’arma.

-Mai distrarsi in mezzo a una battaglia.- Dico mentre osservo con le mani dietro la sua schiena.

-Tu…perché lo hai fatto?- Siris fa fatica a contenere la sua rabbia. –Che ha fatto lei piuttosto… ti ha curato!-Hans ritiene il gioco, scorretto.

-Bastardo!- Lei scatta in avanti cercando di sferrare un fendente orizzontale, ma il biondo si abbassa rapido e con un sorriso sfottente fa per sparare un colpo a distanza ravvicinata.

-Non finirà in questo modo!- Siris lo sbilancia con un calcio rotante e corre in avanti sperando di arrivare quando prima alla palestra in mezzo al cortile.

Hans la fissa allontanarsi e tiene la pistola puntata, potrebbe colpirla anche a una distanza elevata ma a mia grande sorpresa, lui abbassa l’arma.

-Mh.. il nemico ha lasciato il campo di battaglia.- Commenta il capitano.

Io sorrido e insieme ci dirigiamo alla boscaglia e decidiamo di fare il punto della situazione.

-Dunque, che facciamo?- Hans si guarda in giro e si accerta che non vi sia nessuno.

-Beh, abbiamo visto che ci sono degli avversari abbastanza tosti, visto che quelle due tipe hanno distrutto la sede dell’occulto, quindi mi sa che dobbiamo muoverci con circospezione. Se solo Schro fosse qui…- L’ultima frase la pronuncio con cruccio.

*Si passa dal punto di vista dell’autore.*

-Attenzione! A tutti i giocatori! Degli intrusi si sono infiltrati nel campo di gioco. Si richiede la presenza di guerrieri in grado di affrontare la minaccia.- La presidentessa avvisa altre persone che sono presenti nella dimensione, esse si stavano affrontandosi in feroci combattimenti e ognuno di essi erano elementi di una scacchiera.

Nella sala principale troviamo un uomo dai capelli lunghi e biondi, dall’aria arrogante e sfrontata. È vestito con una camicia bianca, una giacca e un pantalone rosso. Egli è una Fenice infuocata, un nemico tosto.

-Umpf, seccatori. Isabela, Xuelan, Karlamine… occupatevi di loro.- Disse il tipo attraverso degli speciali comunicatori invisibili ad occhio nudo e posizionati all’interno dell’orecchio. Un strumento magico per comunicare, insomma.

Le donne citate ricevono il messaggio e dalla loro posizione si spostarono in direzione dei nostri due reverendi, insieme a loro si unirono due ragazzine nekocat: Ni e Li.

Nel frattempo nel luogo ove si trovavano le due donne occhialute.

-Vediamo la situazione: Rias ha perso già la sua Torre, la sua Regina sta combattendo contro la Regina avversaria. Con lei vi sono Il Pedone, Il Vescovo e Il Cavaliere. Dalla parte di Phoenix vi sono La Regina che sta combattendo contro la Regina di Rias, Il Cavaliere, le due Torri e le due Pawn si stanno dirigendosi verso i due intrusi.- Afferma Sona.

-Beh, vediamo come se la cavano i due avversari.- Tsubaki si concentra verso lo schermo ove si vi sono inquadrati i due lupi.

*Si torna da Leonard*

Ma che diavolo? Siamo circondati da donne prosperose e con le armi! Io e Hans le fissiamo e ci rendiamo conto che sarà molto difficile uscirne fuori senza essere feriti. Con loro vi è anche Siris.

-Quei due… hanno ucciso Mihae! Non sono normali.- La donna ci fissa con odio avvisando le sue compagne di fare attenzione.

-Leonard…ci dobbiamo trasformare!- Mi consiglia Gunsche, pronto a iniziare la mutazione.

-No, non voglio un bagno di sangue. Ricordatelo, la violenza genera altra violenza.- Gli faccio rimembrare.

Hans mi guarda e poi si concentra verso i nostri avversari.

-Sono molte e sembrano ben preparate.- Dico e aggiungo con rammarico:-Non so se ne usciremo vivi.-

-Oh, oh, oh! Ma guarda… il mio master si arrende per due o tre passere!- Quella voce ci è familiare e sorprende i nostri avversari.

Spostiamo i nostri sguardi e vediamo disteso su un ramo d’albero del cortile e con le gambe a penzoloni quel furfantello di Schrodinger.

-Tu…qui? Già lo avevo dimenticato, tu puoi essere ovunque e anche no.- Sono sollevato di rincontrare quel catboy.

-Ovviamente alla festa si sono voluti aggregare anche loro!- Schrodiger scoppia a una risata fragorosa e beffarda mentre avanza in mezzo alla raduna con i nostri compagni, sono tutti facenti parte del élite: I Santi!

Vedo i loro visi sorridenti e incoraggianti, come a dirmi: Non sei solo! Siamo con te!

-Beh, la situazione si è rovesciata!- Commenta Hans.

Ecco la nostra truppa:

: Ahamaud.

: Gray.

: Ihazel.

: Sergio Leone

: Trevan Poltergeist

: Karol Poltergeist

: Leithian.

I nostri avversari:

: Karlamine.

: Siris

: Isabela

: Xuelan.

: Ni e Li.

Io sorrido e mi rivolgo ai miei compagni: -Fratelli, il momento che tanto aspettavate è giunto. Mostrate a quei demoni la potenza dei Santi.-

I Santi rispondono congiungendo le loro armi in preghiera: -Noi saremo come pastori per te o mio Signore, tu ci hai investito della tua potenza, siamo pronti ad eseguire ciò che tu comandi, faremo scorrere fiumi di sangue riportando a te schiere di anime perse. In nomine patris. et filii et spiritus sancti.-.

-Scegliete il vostro avversario e riportatelo nella retta via.- Ordino. –Come comanda il Padre, noi agiremo.-Rispondono.

-Ma che sta succedendo? Chi sono questi pazzi?- Xuelan si mise in assetto di combattimento.

-Tu sarai la mia avversaria!- Sergio si sistemò una ciocca di capelli azzurri dietro l’orecchio e le rivolse un sorriso, non intenzionalmente, provocante.

Xuelan infiamma, letteralmente, le mani e le gambe. Scatta in avanti con un colpo di kung fu, ma il ragazzo dal viso d’angelo si sposta lateralmente e non attacca.

Si limita ad evitare i colpi e a bloccare. Lei tenta di colpirlo al viso con una gomitata ma per Sergio è sufficiente tirare la testa all’indietro. Si allontanano di un po’. Xuelan ha un po’ di fiatone mentre lui è tranquillo.

-Perché non mi attacchi? Non pensare che puoi schivare sempre.- La cinesina lo aggredisce verbalmente piegando le gambe e preparandosi a un altro assalto frontale.

-Non voglio farti del male… mi limiterò a renderti inoffensiva. È così che ha ordinato Leonard.- Risponde con toni calmi il ragazzo.

-Grrr….-Lei ghigna e, stanca di sentirsi presa in giro, decide di dare il meglio di sé stessa.

Scompare di fronte agli occhi del Santo e ricompare di nuovo al lato destro di quest’ultimo e gli infligge un colpo di ginocchio allo zigomo. Il colpo gli fa piegare il viso di lato e sembra che abbia ottenuto il suo effetto. Lei ritorna subito con i piedi piantati a terra. Sergio sposta la testa verso la donna e resta inespressivo.

-Beh? Ha avuto effetto o no?- Lei non riesce a capire se è in coma o fa solo lo stupido. Sergio non risponde, è bloccato da quella posizione da diversi minuti.

Xuelan s’avvicina con i nervi tesi e pronti a scattare in caso di pericolo. È già arrivata a qualche metro di distanza.

-Oh? Ci sei?- Lei inarcò un sopracciglio. Nessuna risposta.

Non so perché ma lei riprende di nuovo a colpirlo con degli attacchi violenti e combinati. Sergio incassa senza reagire e sempre con uno sguardo un po’ beota.

-Uffa! Non ignorarmi!- Lei fa una faccia un po’ corrucciata mista a depressione. –Non preoccuparti… stavo solo preparando il mio colpo più forte.- Risponde in quel momento Sergio.

La reazione spaventa la ragazza che fa un balzo all’indietro e si posiziona alla difensiva.

-Ma che…- -Buon bagno!- Sergio ridacchiò vedendo la cinesina finire sott’acqua. Vi spiego: Sergio è un lupo mannaro con il potere dell’acqua, per usarla deve caricare l’energia contenuta nei suoi capelli azzurri. Il processo può durare anche parecchio. Vi potrà sembrare un debole ma è perché un tipo pacifico e tranquillo. Tornado al suo potere: ha trasformato il terreno ove si trovava l’avversaria in una pozza d’acqua.

-E ora…- Sergia annullò il suo potere ritrasformando l’acqua in terra. Xuelan resta bloccata dalla vita in basso.

-Liberami subito!- Lei urla e scalpita con le braccia menando pugni a destra e manca.

-Ora che stai ferma, posso…- Il suo sorriso assunse un angolazione inquietante.

“Mio dio… mio dio.” Lei, probabilmente si aspetta di tutto dalla tortura alle cose più sconce.

-Battezzarti.- Sergio prende dalla cintura un piccolo piatto e ci versa un po’ d’acqua santa.

-NO! NO! Sono un demone! L’acqua santa mi può uccidere!- Lei ha gli occhi spaventati e sudava in maniera incredibile.

-Oh, che peccato…- Sergio le versa l’acqua addosso. Lei chiude gli occhi disperata…sperando in una morte rapida. Ma ciò non avviene. Si bagnò solamente il viso.

-Io ti battezzo nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo, Amen.- Disse con solennità.–Amen.- Ripetemmo noi.

-Ma…-Lei non riusciva a capire. –Lo sapevo che eri un demonio ed è per questo che ti ho battezzato, ora sei una pecorella tornata nell’ovile.- Le spiegò il ragazzo.

-Smettila con le fesserie e tirami fuori di qui!- Lei s’infuria ancora di più.

Sergio le mise le mani ai fianchi e la tira fuori dalla terra. Lei poteva sentire il respiro del sacerdote sulla sua testa e le braccia cingerle i fianchi. Lui le carezza la testa.

-Ehmm…non vorrei disturbare. Ma ha vinto Sergio visto che l’avversaria ha perso combattività.- Dice Schro.

-Sì, ben fatto Sergio.- Dico io mentre ringrazio mentalmente che il combattimento sia andato a buon fine.

-Affronteremo noi gli avversari!- Si fanno avanti Karlamina e Isabela.

-Ok. Ihazel e Ahamaud, potete combattere!- Ordino ai due ragazzi.

-Sarà un piacere.- -Non vedevo l’ora!-Esclamarono i due giovani.

-Umpf…non sottovalutateci!- Dice la donna con la mezza maschera vedendo che gli avversari sono due ragazzini.

I due giovani la zittiscono con i fatti: Si strappano la parte superiore dell’abito (come Hulk Hogan prima di ogni incontro. ndAutore). I loro muscoli e le vene pulsano visibilmente mentre il loro viso si deforma. Le orecchie diventano a punta, s’ingigantiscono e sono molto pelosi. Ghignano e scattano all’attacco.

-Ma che sono?- La donna in armatura inizia a ricoprire la lama della sua spada con delle fiamme.

-Grrraaaaarrr!!!- Ihazel cioè il lupo bianco balzò addosso alla donna e con grande vigore inizia a graffiarle l’armatura. Dovette desistere quando lei lo colpì con un fendente infuocato al fianco. Uscì un po’ di sangue ma ciò ebbe l’effetto di farlo infuriare.

Isabela nel frattempo affronta il lupo con il pelo dorato. Se la cava bene, lo affronta a mani nude. Lei gli colpisce una zampa facendolo sbilanciare e con uno scatto rapido sale sulle sue spalle e cerca di soffocarlo con le sue gambe e di tanto in tanto gli colpisce la nuca con dei pugni.

-Beh, non è molto difficile… prendi questo!- Karlamina apre il palmo della mano e da essa spara una sfera di fuoco che prende in pieno il bianco lupo. S’alza un polverone, non si riesce a capire che accade ma poi un’onda d’urto respinge in modo violento la donna con l’armatura, a causa dello spostamento d’aria si dirada il polverone. Ihazel è ancora lì con il muso sanguinante e un pugno al suolo. Ha il fianco che gli sanguina ancora ed ha il pelo sporco di polvere.

Ahamaud, con le zampe umane, cerca di aprirle le gambe per liberarsi dalla presa al collo della donna. Ghigna quando capisce che ha una presa impressionante. Decide, allora, di allungare le braccia e schiacciare la donna, battendo le mani come una pressa idraulica. Lei non si fa sorprendere e molla la presa e si lascia scivolare verso il basso usando la schiena del gigantesco lupo come uno scivolo. Si sposta rapidamente di lato mettendosi così faccia a faccia con il petto del lupo e sferrando un fortissimo montate che mozza il respiro.

-Ben fatto…- Karlamina è felice che la sua amica sia riuscita a sconfiggere uno degli avversari.

-Dannazione…-Hans non è dello stesso parere e vorrebbe affrontare la donna ma io lo fermo e gli dico:-Dai un po’ di fiducia a Ahamaud.-

Come se il ragazzo abbia ascoltato la mia frase si rialza sotto gli occhi sgomentati degli avversari.

-Non va bene così, dobbiamo usare il nostro attacco di coppia.- Secondo Ahamaud è l’unico modo.

-Mi sa che è così.- Ihazel si pulisce il labbro sanguinante. Entrambi i lupi sono tornati normali.

Gli avversari si stanno chiedendo che cosa sia questo attacco di coppia. Beh, non tarderanno a scoprirlo. Senza tanti preamboli i due lupi si mettono a fianco a fianco e si muovono come se uno fosse il riflesso dell’altro… Scattano insieme, poi imprevedibilmente si separano e urlano insieme: Danza Reale!

La loro tecnica è quella che mi ha impressionato in modo particolare, proprio come un ballo reale… Balli con una dama, poi viene uno e vi scambiate la dama. Qui è lo stesso solo che avviene in modo imprevisto: mentre combatti contro uno e pensi di aver capito come affrontarlo, ecco che subito avviene lo scambio! Ti trovi a dover affrontare un altro avversario che non conosci e che usa uno stile diverso. (Spero che vi sia chiaro. Nd Autore.)

Le due donne vennero immediatamente messe con le spalle al muro.

-Come vi sembra?- Dice Ihazel ansimando e tenendosi la mano sulla ferita al fianco.

-Eh, non se lo aspettavano…- Ahamaud si scrocchia le mani. Imprevedibilmente le due donne non hanno il tempo di controbattere che sparirono in una luce forte.

Poco dopo anche Xuelan scompare di una luce bianca.

-Che è successo?- Si chiede Sergio. Anche noi abbiamo la mente piena d’interrogativi.

-Sono state sconfitte e quindi abbandonano il campo.- Spiegò un ragazzo giunto da lì.

-Chi sei?- Chiedo. Qui ci sono cose che non sappiamo e con la mia mente ancora confusa spero che il giovane qui, mi spieghi tutto.

-Sono Yuuto Kiba, sono il cavaliere di Rias Gremory.- Si presenta il giovane, i miei occhi s’illuminano e faccio una faccia terribile.

-Finalmente! Dov’è Rias?- Chiedo in modo un po’ concitato.

-Aspetti, perché vuole lei?- Si fa serio Yuuto.

-Dov’è Maeko? La figlia di Alucard e di un angelo caduto.- Spiego.

-Ah, ho capito… beh, siamo combattendo per lei.- Yuuto sorride e parla con qualcuno all’orecchio.

-Ragazzi, non perdiamo tempo. I giochi sono finiti.- Con questa frase, spingo i miei compagni a concludere la lotta.

Leithian rende subito inoffensiva l’avversaria sparandole addosso una sfera d’energia oscura e Siris crolla a terra svenuta seguita poi da una luce.

-A loro due me ne occupo io.- Schrodiger sorride malizioso fissando le due gatte Ni e Li. Sbaglio o ha fatto un viso alla pedobear?

*Si passa al punto di vista dell’autore*

-Impressionante…non me lo aspettavo che ci fossero anche quei tipi così forti.- Dice Tabatha, rivolgendosi alla presidentessa Sona.

-La Chiesa ha dei validi alleati… non mi piace.- Il viso della presidentessa si rabbuiò molto. Quegli esseri non erano normali… erano neutrali.

Nel frattempo nella zona della palestra vi stavano Rias, Issei e Asia. Quelle tre erano rispettivamente il Re, Il Pedone (x8) e il Vescovo.

-Come dici… vogliono parlare con me?-Rias è una donna dai capelli rosso cremisi e dalle forme generose.

-Che è successo?- A parlare è stato il pedone cioè un ragazzo dai capelli e gli occhi marroni ed è il tipico ragazzo pervertito e incapace ma che ha un’arma… ed è il guanto rosso al braccio destro.

-A quanto pare, abbiamo degli alleati…sono degli esorcisti.- Spiega Rias e decide di richiamare Yuuto e di portare con lui gli esorcisti.

-Mio dio… con loro c’è anche Fred?- La piccola Asia è leggermente turbata. E come darle torto?

Asia Argento.

-Non preoccuparti, non sembra che vi sia Fred o qualche esorcista corrotto.- La tranquillizza il Re.

-Comunque stai tranquilla, ti proteggerò io.- La rassicura Issei. Lei in tutta risposta arrossisce.

-Voglio proprio vedere come fai.- Una voce sorprende tutti.

Di fronte a loro apparirono i Santi, a parlare è stato Sergio Leone. Leonard presenta i suoi compagni al Re e agli altri.

-Che cosa volete?- Rias nota che tutti quegli uomini sono tutti con uno sguardo gentile e compassionevole.

Rias Gramory

-Stiamo cercando una mia cara amica.- Inizia il lupo più anziano.

-Per la precisione, la sua fidanzata.- S’intromette Schro e successivamente messo a tacere dal pugno di Sua Eccellenza, il braccio destro Hans Gunsche.

-Dicevo…Maeko, la figlia di un angelo caduto e del leggendario vampiro Alucard.- Leonard fa finta di nulla e spiega le ragioni della sua visita e aggiunge:-Anche se sento che sono capitato in qualcosa di grosso.-

-Hai ragione.-Rias sente di potersi fidare di quei tipi anche se sono membri della Chiesa. –Sono Rias Gramory e sono l’unica femmina del casato Gramory e il mio avversario (di cui avete eliminato il grosso dei suoi pezzi.) è Raiser Phoenix, il mio fidanzato secondo i miei genitori. Ma io non voglio fidanzarmi con quello spocchioso. E quindi ci siamo sfidando in questa competizione a scacchiera.-

-Ho capito, ma che vuol dire a scacchiera?- Domanda Trevan.

-Ognuno di noi impersona un pezzo degli scacchi. Io sono il Re, Asia è il fante, Yuuto è il Cavaliere e infine Issei è il mio Pedone che ne vale 8. È chiaro?- Spiega anche questo ai nostri lupi.

Yuuto Kiba

-Okay, a quanto siamo?- Chiede Hans.

-Abbiamo perso la Torre (cioè Koneko) e Akeno Himejima sta affrontando la regina avversaria. Il Re è ben protetto nella sala principale della scuola. Ci sono ancora degli avversari che non abbiamo ancora eliminato. Per la precisione un Vescovo e dei Pedoni.- Spiega Yuuto.

-Va bene, se vi aiutiamo a vincere voi ci dite dov’è Maeko. D’accordo?- Propone Leonard.

-Sì, affare fatto.- Rias e Leonard si stringono la mano.

-Bene ragazzi, avete sentito. Leithian, tu occupati della regina e voi due fratelli Poltergeist, venite con me. Gli altri rimangano qui. Hans e Schro, voi proteggete il Re. Sergio fai compagnia al Fante e infine il resto fornirà supporto al Cavaliere e Pedone. Chiaro?- Dà le disposizioni per sferrare l’attacco finale.

-Ascoltatemi bene, i fratelli Poltergeist convinceranno gli avversari ad abbandonare la loro base, quando questo avviene, vi farò un segnale uditivo e voi preparatevi a riempirli di mazzate.- Appunto mentre lasciamo la palestra.

Raiser, ovviamente, non resta con le mani in mano ma richiama a sé tutti i suoi pezzi sopravvissuti per tentare un’ultima difesa. L’unica a mancare all’appello è Yubelluna, la sua regina. Lei sta per eliminare la regina avversaria e giungere aiuto al suo Re.

-Oh, cielo… non te lo permetterò.- Akeno, con la veste sgualcita e le braccia scoperte, scaglia un fortissimo fulmine dorato in direzione del avversaria sperando di impedirle di fornire supporto al Re.

: Yubelluna

: Akeno

-Stupida! I tuoi attacchi non mi fanno nulla!- Grida Yubelluna, ella è una donna molto forte e pericolosa tanto che è l’amante di Raiser. Un violento raggio rosso parte dalla punta del suo scettro puntando verso la rivale. Akeno non si fa sorprendere e scatta in avanti e, roteando il busto, evita il raggio e contrattacca con un raggio elettrico in piena faccia. Il colpo ha il suo effetto e la tett…ehm… la regina viene sbalzata al suolo.

-Perfetto! Non mi resta che concludere!- Akeno fa per caricare il suo colpo più forte ma…

-Lo credi sul serio?- Yubelluna sparisce di fronte a Akeno e ricompare alle sue spalle ferendola con un forte colpo di energia oscura. La regina di Rias si trova nella stessa situazione ove prima si trovava l’avversaria.

-Dannazione…perdonami Rias.- Akeno chiude gli occhi pronta a difendersi ma…

-Lampo oscuro!- una lama di colore viola scuro devia l’attacco di Yubelluna diretto a Akeno.

“Che è successo?” Akeno apre leggermente gli occhi e quello che vede la fa innamorare… un ragazzo dai capelli viola, lo sguardo truce, abito dark e gli orecchini al padiglione auricolare sinistro. Il suo salvatore è di spalle e alla mano destra vi è una lama d’energia oscura.

-Chi diavolo sei tu?- Yubelluna non ha apprezzato l’intervento del misterioso giovane.

-Come hai fatto a riprenderti? Poco fa eri conciata peggio della donna dietro di me.- Chiede in modo spiccio.

-Beh, ho usato il sangue di Fenice che è un potente liquido rigeneratore.- Risponde la donna in mezz’aria non trovandoci nulla di male a soddisfare la curiosità di uno che fra non molto sarebbe rimasto sconfitto di suo pugno.

-Quindi hai barato…- Il ragazzo fa scomparire la lama d’energia oscura dalla mano e alza la mano sinistra come a voler difendere Akeno.

-Io sono il figlio del grande stregone Rasputin, mi chiamo Satamakots Degrobastin Leithianpanstor Rasputin II. Per brevità chiamami Leithian.- Si presenta il ragazzo.–Io sono la regina Yubelluna ricordati questo nome mentre vaghi per l’inferno!-La regina scaglia delle lame d’energia oscura prontamente bloccati da una barriera innalzata dalla magia nera di Leithian.

-Preferisco il paradiso.- Leithian incrocia le braccia a X, poi le piega verso il basso e infine crea due sfere d’energia oscura.

-Bombardamento nero!- Con una grande velocità e forte sincronia di movimento con le braccia lancia ripetutamente le sfere.

Yubelluna rotea il suo bastone e provoca un mini tornando che respinge le sfere che finiscono sul terreno circostante e con l’impatto esplodono.

-Bah, non va bene così.- Leithian alza le braccia al cielo e innalza una cupola protettiva intorno a Akeno.

-Oh cielo! Che fai?- Lei cerca di alzarsi. –Non muoverti! Finché non sarò morto o avrò sconfitto quella baldracca tu sarai li dentro al sicuro.- Leithian le rivolge uno sguardo pericolosamente serio e irruente.

-Umpf…schifoso essere inferiore! Non credere di essere più forte di me, sono la regina!- La donna prosperosa si posiziona in attacco.

-Non sono monarchico, parla di meno e combatti!- Con il tono combattivo e cruento, il figlio del monaco pazzo inizia a creare delle sfere nere che vengono scagliate contro l’avversaria.

“Pensi che lo stesso trucco funzioni?”Lei rotea ancora una volta il bastone creando un mini tornando ma le sfere non fanno nulla. Leithian crea una scimitarra d’energia viola e si scaglia contro l’avversario.

“Non sono così stupido…” Le sfere create da Leithian si muovono in posizioni prestabilite e restano lì, sospese in aria. Leithian stesso cerca di non avvicinarsi troppo alle sfere e di spingere l’avversaria verso uno di esse.

Yubelluna schiva e para continuamente i colpi del ragazzo con un sorrisino di beffa in viso. –Sei carino, ma sei ancora lontano dal mio potenziale.- Lo provoca la donna.

-Tsk…hai una delle mie sfere al tuo lato.- -Cosa?- Lei si volta e vede una delle sfere nere attaccarsi al suo braccio. In pochi secondi anche le altre sfrecciarono verso la loro “compagna” e si attaccarono al corpo della donna.

-Goodbye!- Leithian si allontana in fretta e schiocca l’indice e il pollice sorridendo. Le sfere esplodono.

-Attacco sfere kamikaze nere.- Annuncia soddisfatto il ragazzo. La battaglia sembra finita.

-Non così in fretta bamboccio.- La voce di Yubelluna si fa sentire ed è ancora viva.

-Tsk…sei una tipa tosta…- Si complimenta il giovane. La lotta è ricominciata.

Yubelluna ha i vestiti un po’ più rovinati ed è molto più furente e seria. Lei inizia scagliando dei raggi rossi dalla punta del suo scettro. Leithian salta un po’ ovunque per evitarli e si sposta di lato per sferrare un lampo oscuro alla gamba dell’avversaria. Nonostante abbia subito i danni dall’attacco kamikaze e la gamba sanguinante ha ancora energie per tenere testa al figlio di Rasputin e di questo ne è consapevole quest’ultimo. La regina cerca di ferire l’avversario usando una tecnica diversa… -Multi raggio!- Lei si innalza in aria e crea delle copie di se stessa e insieme scagliano una marea di raggi letali.–Dann…- Leithian non fa in tempo a innalzare la barriera.

Akeno, che ha seguito la battaglia all’interno della cupola, si passa le mani in viso per non vedere la fine che subisce il ragazzo. –Cielo! Povero ragazzo!- Akeno anche se era un’inguaribile sadica provò un po’ di compassione per il suo protettore.

-Ihihihihihihhhihh! Stupido moccioso, era meglio se restava a casa dalla mammina! Ihihihihihihiih!- La sua risatina stridula risultava fastidiosa a chiunque.

Dopo un po’ non c’è nessuno e quindi la regina decide di completare quello che aveva interrotto prima. Si avvicina verso Akeno e le scaglia una sfera più grande rispetto alle altre.

-Ma cosa?- La sfera venne annullata al contatto con la barriera. Ciò sorprese le due donne.

-L’ho sconfitto! Perché la barriera non si è annullata?- Yubelluna si stava arrabbiandosi sul serio, infatti delle venuzze rosse stile anime le riempirono la testa.

-Oh, cielo! A quanto pare… arrabbiarsi non fa per te.- La sfotte con un visino innocente, Akeno.

-Grrrr…non provocarmi!- Urla in tutta la sua poca grazia Yubelluna.

Un forte tornando smuove la polvere e muove i capelli viola della donna. Ciò che sta accadendo è incredibile: Un forte tornando d’energia oscura s’avvicinava molto in direzione verso le due donne.

Nel frattempo, all’entrata del edificio principale, il Patriarca osserva preoccupato il tornando e dice:-A quando pare Leithian s’è incavolato.-

Nella palestra… i Santi rimasti rassicurano le donne, il cavaliere e il pedone dicendo che Leithian aveva deciso di fare sul serio.

Yubelluna continua a fissare il ciclone e poco dopo vede anche due imponenti ali nere, in mezzo a esse vi è Leithian con i denti aguzzi e gli artigli al posto delle mani… sembra inselvaggito.

-Graaaaa!- La forma potenziata di Leithian lo fa sembrare un cavaliere nero con le scaglie e le parti dure e luccicanti al posto delle braccia e delle gambe. Vi spiego come è mutato: In testa ha un elmo nero con alcune linee luminosamente bianche che gli delimitano alcune zone del viso come gli occhi e il naso. Le linee gli formano una T in viso. Ha indosso un’armatura nera luccicante, delle spalliere a semi sfera bianche che uniscono il torso alle braccia e quest’ultime hanno le braccia nere e gli avambracci bianchi. Le mani sono nere e hanno tre artigli che spuntano dalle nocche. Il busto è formato da scaglie, la zone petto e addome sono a forma triangolo rovesciato di colore bianco. Ha una cintura bicolore e ha le cosce nere e le gambe bianche. Alla schiena sfoggia due maestose ali nere. Il suo sguardo è nascosto dalla maschera ma è evidente che sia furioso.

-Oh cielo…- Akeno si siede a terra, non può fare altro che assistere al secondo round.

Leithian inizia ad avanzare schiacciando con le sue gambe le pietre e i sassi che si trovano sul suo passaggio. Yubelluna si alza in volo e si prepara all’attacco. Leithian si sposta in maniera rapida grazie alle sue ali nere e si porta sotto la donna e le afferra le caviglie e la getta al suolo creando dove ella cade un buco notevole. Senza lasciare la presa anzi stringendola ancora di più, la sbatacchia un po’ovunque.

-Oh cielo! Più forte! Bravo così!- Akeno ridacchiava in modo sadico guardando l’operato del ragazzo. Yubelluna perse le forze e scompare in una luce forte.

L’avversaria è stata sconfitta non rimane che liberare Akeno. –Uff… non me lo aspettavo che fosse così tosta.- Dice il ragazzo asciugandosi la fronte e lasciando che la sua mutazione regredisse.

-Oh cielo! Sei stato fantastico!- Akeno gli rivolge uno sguardo d’ammirazione e un po’infatuato…

-Bah…sono abituato alle mazzate del Patriarca. Lui sì che picchia sul serio.- Leithian si pulisce i vestiti e insieme fanno ritorno alla base.

Leonard e i due fratelli sorridono, Leithian ha vinto.

-Mh…qualcosa mi dice che Leithian ci è riuscito.- Trevan spegne la sigaretta consumata sotto il tacco della sua scarpa.

-Non avevo dubbi, gli è servito tutto quell’allenamento.- Leonard si passa una mano sui suoi capelli per sistemarsi alcuni ciuffi ribelli che gli sono finiti sul viso e riprende:-Ascoltatemi, è il momento di tenere fede al vostro cognome: Poltergeist. Voi sapete che significa?-

-Sì.- Rispondono in coro i due fratelli e diventano invisibili di fronte al loro signore.

-Fategli venire i sudori freddi!- Augura loro Leonard.

In quel momento all’interno della sala principale della scuola…

-Non ho notizie di Yubelluna da più di due ore…- Raiser con l’aria nervosa fissava i suoi pezzi rimanenti.

-Non si preoccupi… siamo al sicuro qui, non credo che siano così pazzi da entrare qui dentro.- Cercò di spronare la sua sorella, Ravel Phoenix. Lei sembrava sicura di poter fare qualcosa per il suo fratellone nonostante il suo aspetto regale e capriccioso.

-Non è possibile… ero così vicino alla vittoria.- Raiser si alza dalla poltrona e va a guardare alla finestra… il suo sguardo si perde sulla vallata d’erba del campo.

Quando…un tonfo leggero lo fa voltare verso la scrivania.

-Avete sentito anche voi?- Dice la donna dai capelli azzurri. Lo hanno sentito tutti… il tavolo si è ribaltato di lato da solo.

: Mira

: Burent

Bϋrent con un calcio dal alto distrugge il tavolo.

-È più sicuro.- Commenta la sua azione.

Ma non è finita lì, si sentono strani rumori come se qualcuno bussasse sui muri…

-Che diavolo…- I rumori non sono normali… sembra come un grosso martello che cerca di spaccare le pareti.

-C’è qualcuno qui…- Azzarda la domestica Marion subito concorde con la sua collega Shuriya.

: Shuriya e Maron.

-D’accordo…vediamo di trovarlo.-Propone in modo frettoloso Bϋrent.

Non appena tutti si allontanano dalla sala principale dividendosi in gruppi: Ile e Nel, le due bambine, vanno nelle classi. Burent e Mira vanno nei bagni. Maron e Shuriya esplorano le altre stanze adibite al personale scolastico… per loro è bene, non farlo… ma visto che hanno deciso così… ci facciamo due risate!

Prima di separarsi… -Manteniamoci in contatto con gli strumenti di comunicazione magica fornitaci dalla giura.- Fa ricordare Ravel a tutti, i Phoenix restano nella stanza principale.

Una volta che si separano… dei fruscii e rumori di fondo rendono la comunicazione pressoché impossibile. Avvenimenti paranormali avvengono in maniera simultanea: le porte si bloccano, i mobili temano dapprima più piano e poi più violentemente, la luce scompare e riappare continuamente. Mira, nel bagno vede delle impronte insanguinate e dei passi che si allontanano…chiama la sua compagna ma lei non la sente, quindi Mira decide di controllare e rimane bloccata all’interno di una doccia dello spogliatoio. Burent s’accorge che qualcosa non va e si dirige nella stessa direzione della sua amica e la trova intrappolata nella doccia e nonostante i pugni, i calci e il vetro sottile. Esso non si spezza, ma anzi la fontana della doccia rilascia un liquido rossastro che non accenna a fermarsi. Il resto è immaginabile… Mira muore annegata nella doccia.

Le due bambine armate di motosega camminavano per il corridoio cercando di capire dove si trova quel misterioso rumorista, qualche centimetro dopo sentirono un rumore in una delle aule. Senza alcuna esitazione vi entrano. Una lavagna a muro è caduta.

Ile& Nel

-Dev’essere caduta da sola…- Ipotizzò Ile cercando di autoconvincersi che è stato un semplice caso.

-Già dev’essere così.- Anche Nel ha il cuore che batte più velocemente del normale.

-È ovvio, no?- Una terza voce si sovrappone alle due ragazzine.

-Chi è là?!- Entrambe con le motoseghe attivate puntano in un angolo della stanza. Ciò che vedono è un ragazzo di quattordici o quindici anni, dalla corporatura magra e slanciata. Ha i capelli spettinati e bianchi… gli occhi sono di una vivacità e allegrezza molto rara. Il suo umore in quel momento è molto beffardo e tranquillo.

-Sono Karol e sono invisibile.- Dicendo questo sparisce davanti agli occhi delle due ragazzine.

-Vieni fuori!- Le due ragazzine scattano in avanti e fendono l’aria con le loro armi. Nonostante i loro sforzi sentono solamente una risata molto burlona e inquietante. I banchi si sollevano dal suolo e iniziano a volteggiare per l’ampia aula. Si muovono rapidamente e sembrano voler colpire le uniche persone lì presenti. Ma dopo un po’ le gemelle dopo aver tentato goffamente di schivare le sedie, i banchi e successivamente anche il gommino, le penne, i borselli e gli zaini abbandonati, si rendono conto che in realtà non li colpiscono proprio e quando si avvicinano alla loro direzione subito dopo la cambiano. Si sente un sospiro e poi una voce:-Cambiamo gioco!-. Sulle teste delle due ragazze si formarono dei punti interrogativi…che aveva in mente di fare quel matto? Non passa molto tempo per scoprirlo.

-Le nostre armi!- Quello che avviene è un po’ strano… le motoseghe si liquefano diventando un liquido trasparente come acqua. –Siete senza armi… quindi posso avvicinarmi a voi!- La voce le fece preoccupare molto le due ragazzine che, per difendersi e trovare supporto reciproco, si abbracciano. Ile, improvvisamente si paralizza e il suo viso diventa blu. –Che succede, sorella?- Nel cerca di capire il misterioso malessere. –Mi sta toccando la schiena…è così freddo.- Sulla pelle scivolava qualcosa molto simile a un ghiacciolo che scende lentamente.

Si separano e Ile invita Nel a mostrarle la schiena. –Non c’è nulla…te lo devi essere immaginato.- Cerca di tranquillizzare la sorella mentre quest’ultima si abbassa la maglia. –Ah sì? E questo?- Una voce accompagnata da una pacca al fondoschiena la fa saltare in braccio a Nel.

-Andiamocene di qui! Questo fantasma è un depravato!- Urla a squarciagola Ile e la sorella in tutta risposta scatta verso l’uscita ma c’è qualcosa che impedisce ad entrambe di uscire e questo è…

-Scivoloooo!!!-Grida Nel facendo un capitombolo nel liquido delle loro ex-motoseghe.

-Ma come… ma come… cerco di divertirvi e voi scappate?- Riappare davanti a loro due, Karol con una faccia da finto offeso e uno sguardo un po’ malizioso.

-Ahh!- Urlano le due cercando di rialzarsi. Il ragazzo sbuffa annoiato.

-Qual è il problema? Voglio farvi giocherellare e divertirvi. Sono molto solo e due amiche per scherzare mi avrebbero reso felice.- Parla con la voce un po’ triste.

-Eh?- Ora che lo guardano in quel modo…non sembra così cattivo. Anzi…

Le due sorelle si guardano a vicenda e annuiscono complici, sembrano che abbiano deciso di dare una chance al ragazzo.

-Karol…giusto?- Inizia Ile.

-Sì, mi chiamo Karol Poltergeist. Sono uno spirito.- Si presenta un po’ meglio.

-Liberaci dal liquido… abbiamo deciso di giocare con te.- Nel cerca di apparire gentile.

-Va bene… promettete di non scappare?-Prima di liberarle vuole evitare che una volta libere possano fregarlo.

-No, non scapperemo!- Annuiscono insieme le due ragazzine.

Il ragazzo sorride e con un applauso fa svanire il liquido.

-Ecco.- -Grazie.- Le due ragazze si alzano e iniziano ad interessarsi del loro nuovo amico.

-Che gioco facciamo?- Gli occhi del giovane cercano freneticamente qualcosa da fare.

-Andiamo prima in posto più ordinato.- Propone Nel mentre la sorella guarda con gli occhi un po’turbati il caos combinato dai poteri paranormali del ragazzo.

“Se mentre gioca provoca tutto questo…figuriamoci quando è arrabbiato.” Ile segue i due in un’altra aula. –Mettiti seduto qui.- Invitano il fantasma a sedersi su un banco e gli porgono un foglio e dei colori.

-Sarà una buona idea?- Sottovoce Ile si rivolge a Nel. –Lo so… non è un bambino di due anni ma spero che così stia buono.- Sempre sottovoce risponde.

-Non so disegnare…- Speranza vana… Ile con po’ di pazienza lo guidò a disegnare un piccolo orsacchiotto di peluche.

-Ecco le orecchie… un po’ più aggraziate… non calcare troppo forte la matita…-Un quarto d’ora più tardi è venuto uno scarabocchio bell’e buono.

-Uff…non mi piace.- Già inizia ai primi capricci.

“Mi correggo… è proprio un bimbo!” Sospira Nel e decide di disegnare una farfalla con due paia d’ali. Il disegno non sfugge al ragazzino.

-Che bel disegno… la vuoi la farfalla?-La strana domanda fa stupire le due gemelle. Il ragazzo sorride e mette i palmi sulla carta. Qualche secondo dopo sulla mano prende forma una meravigliosa farfalla blu che inizia a sbattere le ali.

-Incredibile!- Nel osserva la farfalla posarsi delicatamente sul dorso della sua mano.

-Fai un altro disegno e io gli do la vita.- Spiega il giovane.

-Tocca a me!- Ile prende alcuni fogli e comincia a disegnare un pupazzo di peluche. Mentre le due ragazze con il loro nuovo imprevisto amico si divertono. Vediamo che succede a Burent…

Essa ha lo sguardo un po’ vacuo e terrorizzata. –Mira… Mira… che ti ha fatto…- Nella sua mente ha ancora l’immagine della sua amica morta annegata in una doccia di sangue a pochi cm da lei… e non poteva fare nulla per salvarla.

-Ci tenevi così tanto alla tua amica?- Una voce fredda e crudele la fa trasalire… si guarda in giro e non vede nessuno… ma sente la voce.

-Chi è? Non nasconderti!- Lei sfodera i suoi pugnali da lancio, ha la fronte sudata e spaventata.

-Sono proprio di fronte a te… ma tu non mi vedi.- La voce ha un timbro aberrante e riprende:–Lo so che cosa vuoi…-

-Muori!-Lei lancia i pugnali davanti a sé e quelli si conficcano sul muro.

-Non puoi toccarmi… Because I’m a ghost.-La voce e il suo contenuto la terrorizzano.

-Accidenti…non voglio morire!- -Nessuno ha parlato di morte, sei stata tu a cominciare.- Il fantasma mostra il suo viso…bello è d’aspetto e una mezza fraglia gli copre l’occhio destro. Ha l’aspetto di un modello, ha degli occhi gelidi e il labbro ha i bordi leggermente volti verso il basso. Lui s’avvicina a lei… -Ho ucciso la tua amica per restare soli insieme…- La parola “insieme” le martella in testa. -L’ho capito sai? Da come guardi quel biondo… da come mi fissi… vuoi solo quello… nella forma più pura.- Le prende il mento e avvicina il suo viso a quello del tizio.–Aspetta… non so nemmeno come ti chiami…- Burent ha le idee molto confuse.–Chiamami Joe Black…per cominciare.- L’albino passa una mano al fianco della ragazza. Burent sente una fiamma avvolgerle il cuore… seguito da una fitta di dolore al petto.

-Mi dispiace… ma non è il momento. La prossima volta saremo fortunati.- Annuncia in tono funereo.

“Dove diavolo è mio fratello?” Trevan richiama il fratellino attraverso la telepatia.

Nell’aula di prima che è diventata uno zoo vista l’elevata presenza di animali immaginari e non. Il giovane Karol è costretto a lasciare l’orango gigante con cui sta giocando per raggiungere il fratellone e insieme creano un varco per risucchiare i due nemici principali…la famiglia Phoenix.

Leonard vede il varco e capisce che deve chiamare i suoi compagni. Ulula forte e chiaro tanto che tutti possono sentirlo.

-Abbiamo rispettato il patto… ora dicci dov’è Maeko.- Leonard si rivolge a Rias che è appena arrivata insieme ai suoi pezzi della scacchiera e gli altri Werewolves.

-Maledetto! Se non fosse per quel infame che si è intromesso nella mia battaglia, avrei vinto!- Lo sguardo del Re avversario è così furente e sanguinario che decide di causare una strage.

-Lascia fare a noi!- Hans vedendo la pericolosità dell’avversario e temendo per l’incolumità del suo signore scatta all’attacco.

-No! Fermo!- Leonard fa per alzare il braccio, che vede bruciare uno dopo l’altro tutti i suoi compagni.

-Nessuna pietà!- Riaser è totalmente impazzito per la paura di perdere… e a farne spese sono i compagni innocenti del Patriarca…

-È da moltissimo che non combatto…-Leonard si scrocca le dita e fissa con odio il suo avversario.

I suoi compagni sono ancora vivi ma gementi… Rias vorrebbe attaccare il suo avversario ma Issei la ferma.

Issei

-È compito suo.- Le dice indicando il pugile.

La sfida sta per iniziare… chi vincerà?


Eccoci al finale del capitolo, sicuramente vi chiederete: Ma che centrano queste persone con la storia di Leonard Lycan? Ve lo dico... assolutamente nulla, se non per recuperare Maeko. Ho voluto rendere il capitolo più lungo aggiungendoci qualche combattimento qua e là. Spero che vi abbia fatto piacere e alla prossima!
(Se non riuscite a vedere qualche immagine dei personaggi; vicino ho lasciato il nome così potete andare a cercare voi stessi). 

P.s.

Si capisce che mi piacciono gli anime ecchi?

Leonard (ironico): Noooo... per carità!

Beh... A presto!

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Capitolo 11
*** Capitolo 3 ***


Rincontrarsi...

Io avanzo per il campo di battaglia… ho gli occhi che s’illuminano di una luce vermiglia, mi levo il saio di reverendo restando così con una maglia leggera addosso.

-Attento ragazzino… sono campione di pesi massimi di pugilato.- Avverto il mio avversario.

-Chi se ne frega!- Lui scatta in avanti e sferra un pugno molto veloce… ma non abbastanza da sfuggire ai miei occhi. Piego la testa di lato ed evito l’attacco, rispondo con un jab allo stomaco.

Il colpo lo lascia sorpreso, decido di continuare eseguendo un gancio e una serie di combinazioni, tenendo in considerazione di non consumare le energie sferrando attacchi inutili e ciechi. Eseguo una combinazione: Pugno destro, pugno sinistro, pugno sinistro e montante al mento con il braccio destro.

Riaser s’allontana dal raggio dei miei pugni e io m’appresto a mantenermi sulla difensiva. Muovo il busto all’indietro mantenendomi il viso coperto con gli avambracci.  La cosa fondamentale per me, è stancare l’avversario, diminuirgli la resistenza… ma non sempre funziona, spesso i grandi campioni hanno una resistenza molto lunga e il timer può giocare a tuo sfavore.

Ma qui ho tutto il tempo… continuando a muovere il torso e coprendomi la faccia creo una specie di barriera… che può essere facilmente elusa dai professionisti.

Ma il mio avversario non è poi un gran picchiatore. Riaser si stanca di questo ritmo e decide di giocare sporco, vorrebbe colpirmi alle gambe. Io gli rispondo con un calcio laterale che lo ferisce al fianco.

Attenzione… l’attacco utilizzato è della kickboxing. Questa disciplina sportiva è simile al pugilato ma ha origini orientali.

Senza perdere l’equilibrio mi concentro a gonfiagli la faccia… con jab, ganci, montanti, combinazioni e serie.

Il biondo playboy rischia seriamente di afflosciarsi su se stesso, io gli afferro le spalle e lo aiuto a mantenersi in piedi, gli dò anche qualche pacca d’incoraggiamento sulla guancia.

-E…ehi… tutto ok? Sei ancora tra noi? Te la senti?- Nella mia voce non vi è cattiveria o presa in giro.

-Lasciami!- Lui alza le braccia allontanando le mie mani dalle sue spalle e senza che me renda subito conto, lui mi respinge con una forte onda d’urto. Io riesco a mantenermi in piedi, ma gli altri vengono sbalzati via.

-Ha deciso di utilizzare il potere della fenice… ora solo una cosa santa potrebbe fermarlo.- Issei mi spiega mentre è aggrappato al suolo e stringe a sé Rias.

-Ho capito…-Affermo con l’aria tranquilla, faccio un ampio respiro… e poi urlo: -Idropompa!- Dalla mia bocca sparo una violentissimo e potente getto d’acqua che investe la lingua di fuoco. 

La fenice si accascia al suolo e…

-Siamo tornati nel mondo normale!- Schro si guarda in giro mentre mantiene in alto la testa del capitano Hans, il quale è rimasto a terra con la pancia in giù.

-Già… fratelli!- Io allargo le braccia e parlo ai i miei compagni.

-Vi ringrazio per essere giunti in mio soccorso e come ricompensa… vi lascio le donne!- Io rido mentre vedo i miei compari pelosi scattare.

Ora come ora sono più interessato a sapere che fine abbia fatto Maeko.

Il mio avversario è ancora semi-svenuto e noto che nella stanza non solo ci siamo solo noi dei Werewolves ma anche i pezzi della scacchiera di Phoenix e due donne che non ho mai visto prima.

Con degli schiaffi ben piazzati, sveglio il bell’addormentato.

-Ragazzo, abbiamo giocato abbastanza.- Assumo la mia miglior faccia minacciosa (non che ci voglia molto nel mio caso…).

-Che diavolo vuoi da me?! Sei sbucato dal nulla, hai massacrato le mie pedine e mi hai fatto prendere la polmonite!- Raiser è diventato bollente di collera.

-Integra Hellsing mi ha mandato qui con Hans. Lo scopo è ritrovare Maeko, la figlia di Nosferatù e  di un angelo caduto.- Spiego mentre lo osservo.

-Maeko?! Lavora al mio night club come cantante… eccoti l’indirizzo, in cambio non farti più rivedere!- Il biondo mi dà un biglietto del suo locale prendendolo dalla tasca della sua giacca rossa.

-Ok, lo dicevo che le buone maniere servono!- Dico mentre lascio la stanza senza salutare nessuno.

Una volta fuori dalla scuola, parlo al mio compare:-Tu vai a casa, il tuo dovere lo hai fatto. Non preoccuparti per me, recupero Maeko e poi ti informerò via telefono.-

*Dissolvenza stile film sul viso fiducioso e obbediente di Hans che annuisce*

“La notte è giovane…”  mentre penso a ciò, osservo in lontananza l’insegna al neon del locale notturno della fenice.

Per questo evento ho deciso di cambiare il mio look: Cappelli tagliati e tirati all’indietro, una bandana con disegnato sopra un teschio bianco su sfondo nero in capo e la barba rasata. Indosso una maglia bianca a righe rosse orizzontali, un impermeabile nero che nasconde i particolari del mio fisico, un pantalone marrone con l’elastico e per finire un paio di scarpe con il tacco.

“L’ultima volta che io e Maeko ci siamo incontrati ero più o meno così, i vampiri hanno la memoria lunga.” Do un’ultima occhiata in giro prima di iniziare il mio show.

“Spero…” Aggiungo in correlazione a quello pensato prima mentre vado incontro al buttafuori del locale.

-Salve, è qui il locale “Anima danzante”?- Chiedo garbatamente all’omaccione.

-Si, fatti perquisire prima di entrare.- L’omaccione mi controlla con una specie di metaldetector.

Lo lascio fare e poi mi dà il via libera. L’entrata è un po’ penosa ma l’interno è quello di un vero locale di classe. Mi gratto il mento mentre mi avvicino al bancone, se voglio trovare Maeko dovrò chiederlo al barista.

-Scusi, sono qui per vedere Maeko.- Gli chiedo schietto.

-Che novità! Tutti voi siete qui per vederla. Comunque…- Mi riempie un bicchiere con un liquore superalcolico e aggiunge:-Arriva a minuti.-

“Sì, ma da dove?” Mi chiedo mentre sorseggio il beveraggio.

Un scosciare d’applausi si sente per la sala. Mi rendo conto che è caduto il buio più completo, mi guardo in giro spaesato e poco dopo dei riflettori si accendono illuminando un punto del palco. I tendoni si alzano mostrando una donna dai lunghi capelli neri e vestita con degli abiti tipici delle donne russe, una specie di pelliccia bianca con un cappello a cilindro bianco… è Maeko! Ma che ci fa qui?

Rawr!

I have a heart, I swear I do

But just not, baby, when it comes to you

I get so hungry

When you say you love me

Hush, if you know what’s good for you

I think you’re hot, I think you’re cool

You’re the kind of guy I’d stalk in school

But now that I’m famous

You’re up my anus

Now I’m gonna eat you, fool

I eat boys up

Breakfast and lunch

Then when I’m thirsty

I drink their blood

Carnivore, animal

I am a cannibal

I eat boys up

You better run

 I am cannibal

I am cannibal

I’ll eat you up

I am cannibal

I am cannibal

I’ll eat you up

 Whenever you tell me I’m pretty

That’s when the hunger really hits me

 Your little heart goes pitter patter

I want your liver on a platter

 Use your finger to stir my tea

And for dessert I’ll suck your teeth

Be too sweet, and you’ll be a goner

Yep, I’ll pull a Jeffrey Dahmer

Oh ooh whoa oh

Oh ooh whoa oh

Oh ooh whoa oh

Oh ooh whoa oh

Oh ooh whoa oh

Oh ooh whoa oh

Oh ooh whoa oh

Oh ooh whoa oh

 I love you

I warned you

Rawr!

Io ascolto con molta attenzione questa musica… è lei che la canta. Io sorrido. È proprio la sua canzone.

Applaudo con molto vigore mentre lei s’inchina e poi sparisce dietro le quinte. Mi alzo e decido di raggiungerla mentre mi faccio largo tra la gente, con una spallata colpisco un signore molto alto e con i capelli biondi e corti e con una cicatrice in faccia, mi supera. Se la persona che io ho visto fugacemente non fosse morta undici anni fa ci giurerei che fosse Alexander. Scuoto la testa e dico: -Nah, improbabile!-.

Con la mente concentrata su Maeko la raggiungo dietro le quinte. La vedo entrare nella sua stanza. Avanzo e in pochi minuti sono di fronte alla porta che mi separa dalla donna che mi ha salvato la vita sullo zeppelin.

“Ok, non devo fare altro che bussare e…” resto impalato di fronte alla porta e non oso nemmeno alzare il braccio. Qualcosa mi ha paralizzato. Non so spiegarmelo ma provo una profonda emozione e nostalgia e moltissime domande mi affollano la mente. Mi asciugo le mani lievemente sudate sulle cosce e faccio un ampio respiro . Due colpi veloci alla porta.

-Avanti…- La voce m’invita ad entrare. Io abbasso la maniglia e faccio un passo in avanti.

-Si può? Sto entrando.- Dico mentre studio l’ambiente circostante: sembra la stanza di una star hollywoodiana, vi è anche uno specchio da parete con le luci accese. È lì dove si prepara prima dello spettacolo. Sullo schienale della sedia vi è quella pelliccia che lei ha usato durante lo spettacolo canterino.

Le mie mani partono da sole… prendono con lentezza il vestito e strofino sul naso il colletto. Una fiamma di emozioni mi sconvolge l’animo. È come se quella pelliccia avesse catturato una parte dell’essenza di quell’accattivante vampira dal sangue angelico.

Annuso continuamente cercando di imprimere quanto più  possibile quell’odore nelle mie narici, mi fermo dopo un po’ e ripongo tutto al suo posto. Mi guardo in giro ma non noto nessunissima presenza umana…

-Scusate? Sono qui. C’è qualcuno?- Mi levo la bandana e la intasco nel mio impermeabile.

-Avanti…- Una voce come la precedente mi porta verso alcune tende chiuse accanto a un piccolo e modesto guardaroba. Apro con un gesto fulmineo e i miei occhi vedono un pappagallo dal piumaggio giallo e la coda rossa. Un pappagallo che avrà la vita molto breve.

-Che diavolo ci fa un pappagallo vicino alla finestra e con le tende chiuse?- Mi chiedo mentre osservo il volatile comodamente appollaiato sul trespolo.

-Mi chiamo Agri. Sono la mascotte del locale… quella donna dai capelli neri mi ha chiuso qui dentro.- Mi spiega con viva intelligenza. Ok, se risponderà alle mie domande, avrà la vita lunga…

-Senti coso…- Inizio sbrigativamente ma vengo interrotto dalla voce del pappagallo: -Agri! È il mio nome.-

Sospiro e riprovo:-Agri… mi puoi dire dov’è Maeko? Sono un suo vecchio amico…- Cerco di sembrare più calmo possibile.

-Maeko è scappata da qui… non ho capito dov’è ma se farai in fretta puoi raggiungerla.- Mi consiglia il volatile, io sorrido, ringrazio e chiudo di nuovo le tendine.

Esco dalla stanza e facendomi largo tra la gente esco dal locale.

-Ehi voi!- Il buttafuori attira la mia attenzione e io gli rispondo con un jab veloce che lo fa volare sulla palazzina di fronte e atterrare sul letto di un gay che abita lì.

Io mi trasformo in lupo mannaro e decido di seguire le traccia olfattiva lasciata dalla vampira. Mi muovo verticalmente tra le finestre dei palazzi, di tanto in tanto salto tra un palazzo all’altro e  cammino a quattro zampe sui muri come quei videogiochi platform. Il viaggio è lungo e delle volte ho l’impressione di sbagliare strada. Sento dei rumori di lotta provenire da un quartiere piuttosto malfamato. Vedo alcuni vampiri dalla pelle squamata e molto aggressivi, sono alquanto numerosi. Cercano di sopraffare un’unica persona e in più vedo anche un bambino.

“Maeko…” Sospiro mentre la vedo lottare come una leonessa e ben priva di ogni grazia e gentilezza che io ricordo del passato.

Lei con le unghie e con le zanne ben visibili e insanguinate fa a pezzi ogni singolo essere squamoso che le si para avanti. Sembra intenzionata a proteggere quel piccolo ragazzino di sei o sette anni. Mi chiedo perché… l’unica spiegazione plausibile è…

“Un figlio?” Se sì, da quando lo ha avuto?  E inoltre chi sarà il padre? Perché diavolo dovrei importamene di queste cose, quando sappiamo entrambi tutt’è due che lei non mi interessa? E… Leonard ti stai rendendo conto che stai pensando da solo come un imbecille mentre Maeko rischia di farsi ammazzare? Oh… giusto!

Ululo, scatto in avanti e con delle ponderose zampate inizio a fare una strage di vampiri… afferro uno di loro e gli strappo la colonna vertebrale, un altro lo apro in due, ad un altro ancora gli piego la schiena in modo irregolare e per irregolare vuol dire all’indietro. Insomma mi sfogo in modo fantasioso a eliminare i nemici. In breve io e Maeko riusciamo a fare la differenza. Una volta terminata la mattanza ritorno nella mia forma normale. Ovviamente sono semi nudo per la lotta.

-Maeko! Da quanto tempo!- Mi avvicino a lei per abbracciarla ma lei dev’aver  equivocato il mio comportamento visto che mi molla un pugno in pieno naso.

-Fermo! Anche se mi hai aiutato e conosci il mio nome, non sono una tipa facile!- Lei si ricompone e si concentra sul bambino.

-Meno male che non lo sei! Cazzo, hai dei pugni pesanti!- Commento mentre cerco di fermare il flusso di sangue dal mio naso.

-Umpf…  mettiti qualcosa addosso prima di parlarmi!- Lei m’ignora bellamente e carezza il bambino dai capelli biondi.

-Ok…- Io spicco un balzo e prendo l’impermeabile lasciato sul tetto della palazzina e lo indosso.

-Possiamo parlare ora?- Mi ripresento di nuovo di fronte a lei.

-Tsk… non c’è molto da dire, grazie per avermi aiutata, il mio nome lo conosci quindi arrivederci.- Lei si carica il bimbo sulle spalle e fa per andarsene.

-Maeko! Sono Leonard Lycan!- Urlo come per far sentire a tutti la mia identità.

Lei, che si stava allontanando, si bloccò di colpo e si volta nella mia direzione…

-Tu… sei molto cambiato.- Lei mi fissa con gli occhi sgranati.

-Ma sono io! Mi devi un favore!- Dico riferendomi al macello appena compiuto.

-Tsk… credevo che i lupi mannari avessero la memoria lunga, io ti ho salvato quella volta allo zeppelin. Ora siamo pari.- Lei mi sorride e riprende ad allontanarsi.

Io perdo la pazienza, perché diavolo mi evita? Come minimo mi dovrebbe abbracciarmi o almeno chiedermi che fine ho fatto per ben 11 lunghissimi anni!

Con un gesto molto audace le poggio la mia mano destra sulla sua spalla sinistra e tiro in modo tale da farla voltare di scatto e avvicinarla molto velocemente da me. I nostri visi sono molto vicini e posso specchiarmi nei suoi occhi color rosso sangue e lei nei miei occhi color rame.

-Leonard…- I nostri respiri s’intrecciano e posso sentire come lei sia molto emozionata da questo momento.

Io, con estrema crudeltà, m’allontano. –Chi è il bambino?- Le chiedo.

-Uh… ehm…  è il figlio di Integra Hellsing, è il mio padrone.- Lei ha il viso un po’ arrossato ma cerca di mantenere un contegno dignitoso come suo padre.

-Com’è successo?- -Beh, io l’ho salvato da alcuni lupi e abbiamo stretto un patto come Alucard con Integra.- Mi spiega rievocando i suoi ricordi.

-Come ti chiami figliolo?- Con il tono gentile e pacato chiedo al biondino il suo nome.

-Walter Hellsing…- Curioso nome… è lo stesso di Walter, l’ex-maggiordomo di Integra, chissà che fine ha fatto.

-Beh, piacere! Sono Leonard Lycan, sono certo che andremo d’accordo… ti piacciono i lupi mannari?- Io spero in una sua risposta positiva e la possibilità di avere un possibile intermediario tra noi e lo Hellsing.

-No! Puzzano, sono selvaggi e traditori!- Speranza vana! Io resto un po’ sbigottito, non sarà facile conquistarsi la sua fiducia… mentre penso a ciò gli chiedo:-Che ne sai effettivamente dei lupi mannari? Ne hai mai visto uno?-

-No, ma mi fido di Alucard…- Walter si sporge leggermente dalla spalla di Maeko.

“Ancora lui? Mai che non lo incrocio!” Sbuffo seccato, e aggiungo: -Bene, si dà il caso che io sono uno di loro e dimmi… come sono?-

-Sei un lupo mannaro? Sei peggio degli altri! Non hai senso della misura!- Temo proprio che Integra dovrà fare un po’ a meno del suo bambino… “Che arroganza!” Ghigno sommessamente…

-Su, Walter, non fare il maleducato! Costui ci ha dato una mano, mostra un po’ di gratitudine.- Non si sa ma lei ha intuito che rischiavamo di fare a botte ed è intervenuta a fare da paciere, e ancora, si dimostra molto materna nei confronti del bambino.

Geloso? Nossignore! Solo dubbioso… Decido di spiegarle il motivo per cui sono qui.

-Aldilà del semplice motivo di rivederti devo comunicarti che Integra vi vuole in Giappone e… per essere precisi, alla Federazione dei Vampiri.- Lei mi ascolta con vivo interesse e annuisce.

-Ok, se lo dice la padrona, il cane obbedisce…- Lei dice questa frase senza troppa convinzione. Mi sa che sono successe moltissime cose… dovrò approfondire…

Prendo il palmare dalla tasca dell’impermeabile nero  e faccio una veloce telefonata al mio braccio destro… Hans.

-Ho capito, qui la situazione non è normale…- M’informa con il tono gravoso… -Riceviamo segnalazioni per tutta Inghilterra… riguardano i vampiri, l’ultima segnalazione è stata di una famiglia brutalmente massacrata da entità sconosciute ma non vi sono dubbi che siano vampiri.-

-Ordinaria amministrazione allora. Hans, l’obiettivo è questo: mantenere l’ordine e informatemi di eventuali sviluppi.- Dico questo e poi, assicurandomi che Maeko non senta, aggiungo: -Ho visto un tizio che somigliava paurosamente al defunto padre Alexander Andersen. Non so se è un fantasma, un messia mandato sulla terra o qualsiasi cosa… Hans, ascoltami… indaga per conto tuo e vedi che puoi scoprire… conto su di te.-

Chiudo la chiamata e torno da Maeko che, nel frattempo, discute con il piccolo erede dei Hellsing.

-No, è escluso. Non cercherò di ucciderlo! Anche se è un ordine tuo e ti sta antipatico solo perché ti ricordano quei lupi che ti hanno aggredito tempo addietro. L’unica cosa che posso fare è assicurarmi che stai bene e se quel tipo lì, cercherà di nuocerti un capello, io interverrò, è chiaro? E non provare a ingannarmi perché comunque lo verrei a sapere prima del tempo. Ora fa il bravo che ti riporterò da tua madre.- Maeko non si accorge che io sono proprio in sua prossimità e ho l’udito fine.

“Farò finta di nulla… tanto non è importante.” Penso a ciò mentre chiedo a Maeko ciò che vuole fare.

-Andrò prima alla magione degli Hellsing a prendere le mie cose, poi procederò da Integra.- Lei spicca un balzo e atterra sul tetto di uno dei palazzi. Si volta e fa l’occhiolino.

-In gamba, Leo!- Mi saluta e io rispondo con il pollice alzato.


Eh già, sono ancora qua! Non so come ma sono riuscito a scrivere un capitolo abbastanza decente e a postarlo. Purtroppo non so bene se sarò di nuovo fortunato con il prossimo. Mi raccomando lasciatemi una recensione. Io vi lascio una piccola anticipazione... nel prossimo capitolo parleremo di Maeko e del suo rapporto con le persone che conosce. A presto!

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Capitolo 12
*** Capitolo 4 ***


La Federazione dei Vampiri.

Maeko arriva alla villa del casato dei Hellsing, entra per una finestra socchiusa e con il passo felpato s’incammina per i corridoi eleganti e adornati da quadri antichi e qualche vaso di ceramica con i fiori esotici che interrompevano la monotonia dello sfarzo. Walter cammina al fianco della donna, stringendo la sua mano e non nasconde di essere timoroso di tutto quel silenzio che regna.

-Maeko… ma mamma è andata via?- Walter cerca di non spaventarsi e soprattutto confida in Maeko che la vede come una sorellona.

-Secondo Leonard, mamma è via… su, non preoccuparti, andiamo in camera mia.- Lei accede le luci e ciò serve ad allentare il senso di vuoto. La stanza di Maeko è nei sotterranei, quindi bisogna scendere. Maeko mentre attraversa gli stretti e augusti passaggi il suo pensiero, curiosamente, si sposta verso quel licantropo…

“Leo… mi dispiace di essere stata così fredda… ma non devo mostrare debolezza.” Lei si giustifica la sua reazione iniziale, il duro lavoro di assassina a fianco di suo padre l’ha inaridita. L’unica forma d’umanità e comprensione che le è rimasta è Walter… quel piccolo figlio di Integra ingenuo e curioso del mondo… lei con lui è molto più aperta e socievole. E ciò è una debolezza, secondo suo padre. Maeko interrompe il suo flusso di pensieri per aprire la porta della sua camera. Essa è molto semplice ed essenziale. C’è da chiedersi che cosa c’è da prendere… La vampira lascia che il bambino si sieda sul suo giaciglio e lei chiude la porta.

-Aspetta, va bene?- Lei con il tono fermo ma gentile, invita Walter a non fare confusione. Lei prende lo strettissimo necessario per la sua missione… oltre alle armi e corazze da eroina fantasy prende anche alcuni album da disegno. Quello che più le interessa è quello dalla copertina azzurra.

“Qui vi sono i miei ricordi…” Lei infila il libretto nella sua borsa. Se prima pareva una donna nobile ora sembra una sorta di principessa guerriera.

-Walter, andiamo.- Lei esce dalla stanza e prende la direzione per il tetto… ad attenderla vi è un caccia da guerra, simile di quello usato da suo padre contro la portaerei tedesca dieci anni fa.

Lei prende posto di pilota mentre il biondino si accomoda in mezzo alle sue gambe flessuose. Con una certa maestria, inizia la procedura di decollo e aiutandosi con la bussola prende la rotta verso il Giappone. Maeko non sa ancora cosa la attende...

“Che curiosa vicenda… quel lupo sembrava preoccupato per me.” Sorride e aggiunge: “Tsk… sono capace di badare a me stessa, così ho iniziato e così finirà!”

La figlia di Alucard sospira… e incoscientemente passa una mano al collo… vi dondolava una piccola croce d’oro con una pietra rossa. La particolarità è la forma di drago impressa sopra. L’unico ricordo di sua madre…

“Mamma… stammi vicina.” Una lacrima le solca le guance.

Il viaggio non è molto lungo ma all’arrivo, il sole già mostra i suoi raggi arancioni… dà un senso di rinascita eterna.

Ciò che lei vede è una piattaforma con un H disegnata sopra… senza dubbio è una zona d’atterraggio… Lei mentre procede a planare nota che Walter si è addormentato… e da quando?

“Beh, lo terrò in braccio.” Lei apre l’abitacolo, si alza in piedi e con il bimbo sulla spalla fa un balzo e scende.

Si guarda in giro e si sente il suolo abbassarsi… una piattaforma mobile, dunque.

Ad attenderla vi è Seras Victoria… lei è come sempre allegra e giovale. Si offre di prendere in braccio Walter e aggiunge:-Alucard e Mina ti stanno aspettando… fai attenzione, l’aria che si respira è tagliente come un coltello.-

Maeko annuisce e, senza tanti preamboli, prende la sua strada. I suoi sensi di vampira l’avvertono di un pericolo imminente… fa in tempo ad eseguire una capriola all’indietro e vede una figura sfrecciare via dal suo nascondiglio.

-Chi è?!- Maeko estrae dalla fondina una pistola benedetta e la punta al suo aggressore.

-Mh… niente male!- Il tipo è un licantropo… porta i capelli lunghi e indossa un completo elegante e bianco. Lui s’accarezza la barba mentre si presenta:-Sono Alphonse Medici Borgiani ma per lei sono Alphonse. È riuscita ad evitare il mio benvenuto-.

-Devo dire che non l'ho apprezzato molto…- Commenta lei mentre apre il fuoco contro l’elegantone:-Permettimi di ricambiare!-

Alphonse sfrecciò in avanti bloccandole il braccio e cercando di farla cadere a terra. Maeko usa il braccio libero per contrattaccare con un manrovescio rivolto al viso. L’improvvisa reazione fa sbilanciare il Medici facendolo voltare verso il muro del corridoio.

-Ora dimmi che devo fare?!- Lei essendosi liberata dalla presa del tipo afferra i suoi lunghi capelli color del grano e lo sbatte due o tre volte contro il muro.

-Calmati… dio mio.- Il tizio cercò di attutire il dolore della fronte mettendosi una mano.

-Ora dici di calmarmi? Ma non sono ancora arrabbiata.- Lei con molta malizia e gusto sadico gli pesta un piede con il tacco a spillo dei suoi stivali che le arrivano fino alla coscia.

-AAAAAhhh! Lasciami andare!- Lui quasi cercava di non piangere per il dolore. Non si sa perché ma Maeko più vedeva quella faccia da schiaffi più aveva voglia di inferire.

-Maeko! Vedo con piacere che ha già fatto conoscenza con il playboy della Federazione.- A parlare è stato niente meno che… André, il discepolo e amico di Maeko.

-Tu?! Che ci fai qui?- Maeko senza lasciare la presa e, anzi, aggiungendo anche un colpo in pieno stomaco con la canna della sua pistola che non ha lasciato durante la breve colluttazione si rivolse al suo allievo.

-Su andiamo… Integra e tua “sorella” stanno discutendo da molto tempo e gradiscono un tuo parere.- La frase è molto oscura per lei.

-Che intendi dire?- Lei si decide a lasciare il lupo mannaro e dedicarsi all’angelo traghettatore.

-Qualcosa di grosso è nell’aria… mi sa che dovrai rivendicare la tua origine di figlia di Tepes.- Con questa frase la invita a percorrere il lungo corridoio che l’avrà portata al cospetto dei suoi simili.

Maeko la prima cosa che vede è una sala molto ben illuminata ed elegante… come si confà a una persona importante come la figlia legittima di Dracula.

-Salve… con chi ho il piacere?- Maeko non nasconde di sentirsi a disagio e l’unica cosa che le fa mantenere il sangue freddo è l’elsa della spada di sua madre appesa a mò di ciondolo sul collo.

-Mh… così lei è Maeko.- Una bambina di dieci anni avanza di fronte alla donna.

-Sono Mina Tepes, la figlia legittima di Dracula. Sono molto onorata di conoscerti.- Nonostante la gentilezza dimostrata vi è anche una nota di amarezza e di superiorità, soprattutto alla parola: Legittima.

“Che sfrontata…” Maeko sorride e ricambia il saluto.

Qualche minuto dopo arriva anche Alphonse, un po’ malmenato ma ancora vivo.

-Tepes… devo essere onesto, lei è una tipa tosta!- Afferma rivolgendosi all’angelo.

André ridacchia non curandosi dello sguardo di quest’ultimo. Il discepolo non perde mai la fiducia di chi lo ha allevato.

S’aggiunge anche Victoria…

-Maeko, tutto ok! Il piccolo Walter sta dormendo in camera sua…- Maeko sorride e congeda i suoi compari e lo stesso lo fa anche Mina…

-Dobbiamo parlare.- Dice solo questo al lupo biondo il quale annuisce e s’allontana con gli altri.

Una volta soli Mina invita Maeko ad accomodarsi su un divano che sta nella stanza. Maeko s’accomoda e allo stesso tempo si chiede che cosa sia mai successo.

-Fissati bene questo… è l’ultima volta che mi comporto da amica, perché poi saremo rivali.- Puntualizza la bambina mentre s’avvicina a lei.

-Che diamine…?- Lei è sempre più confusa…

-A mezzogiorno arriveranno delle persone alquanto importanti… diciamo che sono dei vampiri originari… Tu comportati bene e allora ne usciremo con sorrisi e pacche sulla spalla ma se commetterai errori allora sarà molto più incasinato di come lo è ora.- Il tono è serio e molto misurato.

-Non sono interessata a questo! Sono qui perché Integra mi voleva! Anzi è ciò che mi ha detto Leonard!- Maeko s’alza di scatto e s’allontana dalla ragazzina… non si sa perché ma a lei le sta molto antipatica.

-Aspetta! Dove vai?- Mina la osserva allontanarsi.

-Me ne torno a casa, il bimbo l’ho riportato da sua madre e a parte questo non ho altro da fare!- Maeko dicendo ciò apre la porta.

“Così vado pure a vedere Leonard…” Lei arrossisce lievemente. Fa per oltrepassare la porta e…

-Chi è Leonard?- Maeko si sente tirare la maglia e voltandosi vede il viso di Mina… è molto diverso da prima… è più fanciullesco e curiosa.

-Leonard? È un amico mio… è un lupo mannaro.- Lei decide di non uscire… almeno non subito.

-Davvero? Interessante! Dimmi di più.- -Uff… ne so poco di lui… chiedi a Integra.- La risposta delude Mina…

-Oh… va bene lo stesso! Per piacere… anche se non ti interessa rimani a pranzo!- Come rifiutarsi a un invito così?

“Almeno.. forse scoprirò qualcosa in più…” Maeko annuisce alla sua simile.   



Accidenti... non lo aspettavo di riuscire a postare questo capitolo per tempo! Ma non ci sperate molto... per il prossimo mi dovrò concedere una pausa di riflessione! Finchè non avrò riordinato la trama... perché mi sto rendendo conto che sta diventando sempre più intricata!

Non ci pensiamo e... via all'angolo del Lupo!

Un nuovo studio rivistato e arricchito con tantissimi gadget come orsi imbalsamati, divano in pelle umana per Leo, una poltrona da ufficio con uno dei braccioli opportunatamente modificato con una prolunga per reggere il telefono e il tablet, tappeto in pelle di ocelot e il tutto con un ampia vetrata che fa entrare la luce.

King avanza per la stanza, si accomoda sulla poltrona e mette l'aria condizionata calda.

King (accendendo il tablet): Bene.... accidenti quante domande! Siamo indietro di ben due capitoli.

Leonard entra nella stanza e si stravacca sul divano a mò d'imperatore romano. Una domestica gli versa un vino pregiato.

Leonard (bevendo): Sono pronto con le domande.

King: Cominciamo con Zeressa, sai? Penso che sia diventata una tua fan...

Leonard: Ne sono onorato.

King: Allora... Se ti sposi dove la farai la cerimonia?

Leonard: Ma ancora devo trovarmi la mia donna!

King: Lo so! Ma se dovresti?

Leonard: Mah... lo lascerei scegliere alla mia sposa... ma non mi spiacerebbe andare in qualche posto con le palme.

King (sospiro): Che originalità!

Leonard: Che c'è di nuovo?

King: Chi avresti scelto come tuo vice al posto di Hans?

Leonard: Uhm... probabilmente Schro... anzi non conviene... allora facciamo il primo che si dimostri abbastanza inteligente e capace di risolvere un equazione.

King: Perchè tu sì? E dimostralo!

King porge a Leo un foglio pieno di Equazioni di primo, secondo, terzo e gradi superiori al terzo.

Leonard (tre ore dopo...): Ecco... risolti tutti!

King (leggendo un foglio pieno di strani segni.): Ehmmm.... ma che sono questi simbolini?

Leonard (sorridendo): Mi dispiace ma non ho ancora appreso appieno la teoria delle siringhe...

King (grattandosi la testa): Eh... penso che vada bene lo stesso. Passiamo a Nyaa.

Leonard (sorridendo mentre la cameriera gli massaggia la schiena): Figo! Che si è inventata?

King: Beh, mi chiede di diventare suo fratellone... è un ottima idea! Sa tanto di proposta matrimoniale ma... il fine è diverso!

Leonard: A parte questo?

King: Sbufff... sei antipatico sai? Vorresti diventare donna?

Leonard (inarcando un sopraciglio): Donna in senso di trans?

King: No, proprio donna, gender bender, insomma!

Leonard: L'idea non mi attira... (rivolgendosi alla massaggiatrice) Donna! Fai più piano, le mani sono pesanti!

King (alza lo sguardo dal tablet mentre cerca le domande): Ma la domestica è andata via una mezz'ora fa... Oh dio...

Leonard (Iniziando a preoccuparsi): King? Che succede? Chi mi sta massaggia.... A-aa-a-- Non respiro...

King (Posando il tablet): Francis! Che diamine!

Francis (con le mani sul collo di Leo): Per causa di questo cane... hai lasciato la mia storia nel dimenticatoio!

King si alza dalla poltrona andando a sbattere con il pacco suo sul bacciolo modificato.

King (cercando di non urlare): Porco Cane! Che dolore! (urla come Massimo Boldi) Francis, a Natale mi concentrerò alla tua storia, va bene?

Francis viene sedato dagli infermieri e lasciato dormine sul divano.

King (con una borsa del ghiaccio in mezzo alle gambe e il tablet): Porca miseria... Quali sono i dolci che preferisci?

Leonard: Tutti!

King: Io preferisco la zeppola. Non resisto!

Francis (parlando nel sonno): Curry Pan...

King fa per dire la prossima domanda ma si blocca... e curiosamente osserva Leonard carezzare la guancia di Francis... King inarca un sopracciglio... in sottofondo salgono dei cuori rosa e una musica indubbiamente  Yaoi si sente.

King: "Secondo te chi è seme nella Francis/Leonard?" Uhmmm... Leonard è più mascolino... direi che tocca a Francis prenderlo nel...

Leonard (preoccupato per lo sguardo un pò perverso del autore): King? Che stai dicendo?

King (riprendendosi): Ehm... nulla! Assolutamente nulla!

King aggiunge nella lista delle cose da fare anche un appuntamento dallo sessuologo.

King: Come vai in greco?

Leonard: Pessimi risultati... ho conosciuto una prof che prima interroga e poi spiega!

King: 'Azzo! Passiamo a BlackNote20, hai mai pensato di dispensare la tua infinita saggezza e conoscenza?

Leonard: Per poi finire torturato, bruciato scorticato vivo? Non ci tengo, grazie!

King: Okay, okay... Le iperbole nemmeno le conosci quindi... beh non so come a lei le vengono attacchi isterici mentre usa il tablet...

Leonard: Yaaahwwww! C'ho un sonno incredibile! Vado a dormire... (prende Francis in braccio)

King: Mah... è presto, io vado a studiare, alla prossima!

King esce dalla stanza e lascia i due OC da soli.... da soli.... avete capito? Da soli....

Al prossimo capitolo! Lasciate le recensioni! A presto!



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Capitolo 13
*** Capitolo 5 ***


Salve a tutti, come promesso è il nuovo capitolo, è un pò corto ma è dovuto alla mia mancanza di tempo. Vi prego di scusarmi e godetevi il capitolo.

Leonard Lycan, Un curioso incontro.

Leonard osservò la ragazza allontanarsi sempre di più… scuote la testa perché è molto amareggiato.

“Dannata Maeko!” Leonard guardò le carcasse già in stato di decomposizione, dei nemici massacrati.

S’avvicinò a quello più vicino a lui e gli prese un pezzo di pelle verdognola… “Non sono normali… anzi sembrano modificati.” Era una tesi che il lupo mannaro sosteneva in quel momento. La cosa non è chiara, queste creature sembravano controllate da qualcuno. Qualcuno che voleva l’eliminazione di Maeko e forse anche delle altre creature della notte. Leonard infilò due dita nel teschio dello zombi-vampiro preso come cavia. Nulla.

“Che strano… mi sarei aspettato di trovare qualche marchingegno o simile nelle zone del cervello.” Anche se sembrava un tipo manesco Leo era anche un buon osservatore. “Ipnosi? Nah… improbabile. Sono creature senzienti, agiscono per istinto, non ragionano.” Leonard lasciò la presa e il cranio andò a sbattere sull’asfalto. Leonard, infastidito di non aver scoperto nulla alzò la gamba e schiacciò il cranio. Il sangue sporcò la suola della sua scarpa.

“Tsk…” Leonard si pulì la suola strofinandola sul pietrisco. Sentì un tuono.

Iniziò a correre e attraversò i viali di Londra senza incontrare nessuno a intralciargli il percorso. Arrivò fino a un tombino. Fu uno scherzo sollevare il coperchio e tuffarsi all’interno.

Ora poteva stare tranquillo… nessuno avrebbe potuto disturbarlo. Iniziò a camminare fino a raggiungere un tunnel che lo avrebbe condotto alla metropolitana. Una volta preso la linea Londra-Roma, iniziò a pensare.

“Maeko… dannazione. Sei stata per ben undici anni con lo Hellsing ma non ti ricordi di un solo membro della nuova Iscariota? O meglio della Lega dei Werewolf? Sei stata con Integra, Seras e…” Leonard digrignò i denti… “Alucard…” Mentre pensò a ciò, gli balenò come un fulmine a ciel sereno, una specie di intuizione.

-Alucard… porca putt…. Lui sa ipnotizzare! Se ipnotizza gli umani perché non dovrebbe fare lo stesso con i ghoul?- Dicendo ciò s’attirò l’attenzione della brava gente presente nel pullman e anche del Predator che in breve avrebbe fatto una strage.

“Oh… cazzo!” Leonard si buttò da uno dei finestrini ampi del treno. Il mentre la brava gente cacciò dalle loro borse, valige ecc. le loro pistole e uno cacciò dalla custodia del contrabbasso anche un fucile AK russo.

Se domani leggerete sui giornali di un massacro trucolento, non è colpa di Leonard, ok?

Andiamo avanti… Leonard arrivò finalmente alla sua base. Ad attenderlo vi era Schro…            

-Salve Leo! Hai sentito le ultime novità?- Schro saltò sulla mia scrivania.

-No, non so di che novità parli.- Leonard si levò l’impermeabile e si cambiò d’abito, indossando così una maglia semplice e una giacca arancione.

-Si dice che a Roma, più precisamente nella città del Vaticano, vi siano segnalazioni frequenti di persone con visioni mistiche.- Schro mentre diceva questo giocherellava con un piccolo tagliacarte.

-Posalo, è pericoloso. E comunque… questo fatto è strano, prima i vampiri, poi la chiesa.- Leonard s’avvicinò a Schro e gli tolse il coltellino dalle mani. Il gesto protettivo fatto dal patriarca venne interpretato dal gatto come un gesto amoroso.

-Patriarca…- Schro cercò di avvicinarsi il più possibile alle sue labbra nella speranza di baciarlo.

-Senti, vai a Roma e vedi che puoi trovare.- Leonard si scansò in tempo per evitare le avances del catboy. Schro cadde dall’altra parte della scrivania, Leonard gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi. Shro non aveva rinunciato alle sua occasione e finse di cadere in avanti finendo con la testa sul petto del lupo.

-Mi perdoni… non volevo.- Schro lo abbracciò. Imprevedibilmente l’abbraccio venne ricambiato.

-Schro… sono etero, non costringermi a prendere severi provvedimenti.- Nonostante la lieve minaccia, il lupo accarezzò la testa del biondino.

-Leo… volevo dirti che… fra una settimana è il mio compleanno.- Il gatto gli confessò che avrebbe voluto passarlo con il suo padrone.

-Oh… capisco.- Leo sorrise e strinse ancora di più il suo piccolo discepolo.

-Facciamo così, oggi visto che non ho nulla da fare, andiamo insieme al parco giochi.- La proposta del patriarca fece agitare le orecchie di gatto di Schro.

Schrodiger mostrò al patriarca due occhioni tenerissimi e un sorriso allegro, niente da fare: Schrodiger era e sarebbe rimasto un bambino.

Il parco giochi dove erano andati era alquanto originale (era stato il catboy a sceglierlo!).

-Accidenti… quegli spettacoli parevano proprio realistici!- Commentò Leonard passando da sotto un insegna su cui vi era scritto a caratteri cubitali: DeadMan Wonderland.

-Vuoi che ti prenda qualcosa, padrone?- Chiese Schrodiger a Leonard mentre quest’ultimo osservava un carretto di dolciumi.

-Una mela caramellata.- Rispose il vecchio lupo.

Mentre il gatto si era allontanato per prendere ciò che desiderava Leonard, quest’ultimo vide qualcosa d’imprevisto.

Una donna indossava un elegante kimono rosso ed emanava un che di mistico e magico. Leo si soffermò ad osservare il suo corpo lungo e le mani con delle dita sottili e semi scheletriche.

“Ma chi diavolo è? Non l’ho mai vista in vita mia.” Il lupo mannaro si lisciò la sua barba cortissima. Si rese conto che quella donna gli faceva il gesto di avvicinarsi.

Leonard, avvicinandosi poté osservarla meglio… aveva dei capelli corvini raccolti in uno chignon e degli occhi color marrone tendente al rosso… simili a quelli di Leonard. Non solo questo ma notò anche la presenza di un ragazzino molto giovane e che portava degli occhiali da studente delle superiori e vestito con una tunica nera. Egli doveva essere il domestico della misteriosa donna, visto che reggeva l’ombrello ed era molto timoroso di lei.

-Tu sei Leonard Lycan?- Lei formulò la domanda con una voce molto delicata e molto gradevole.

-Lo sono…- Leonard aveva terminato la frase che poi s’accasciò al suolo.

-Il desiderio è stato esaudito, il contratto è stato completato, signor Alexander Andersen.- La donna pronunciò quella frase come se il diretto interessato fosse con loro e sorrise.




Eh, lo so.... è una gran bastardata lasciarvi così e sappiate che per conoscere la fine che farà il nostro vegliardo lupetto dovete aspettare due capitoli! Vi aspetto la domenica prossima (salvo complicazioni). A presto!

Angolo del lupo: Leonard risponderà alle vostre domandine che tanto -ine non lo sono!

King (massaggiandosi le tempie): Accidenti... le ultime interrogazioni scolastiche mi hanno mezzo rimbambito anzi... togliamo pure mezzo!

Leonard entra nello studio, si siede e poi attende.

King (cercando le domande sul tablet): Tutto ok? Ti vedo tranquillo.

Leonard (Con l'aria tranquilla): Sì... solo che ho uno strano dolore al didietro.... come se qualcosa di molto ruvido e lubrificato fosse entrato.

King (un gocciolone gli scende sulla fronte): Non mi sembra che tu ne soffra particolarmente.

Leonard: Vuoi scherzare? Ovvio che mi fa male ma devo pur proteggere la mia dignità (o almeno di quello che mi è rimasto!)

King: Ok, diamo il via alle domande. BlackNote ti chiede se tu, vedendo una persona in pericolo mortale lo salveresti? Se quella persona è importante per te?

Leonard (grattandosi i capelli): Mah... dipende dalla natura delle persone.

King: Come?

Leonard: Se è umano allora va protetto, ma se è un dio immortale, allora chi se ne frega!

King: Ma se quella persona che so... è debole contro qualcosa? Per esempio se Maeko fosse debole a un determinato materiale? O fosse così indebolita da non riuscire a difendersi?

Leonard (ghigno sadico): Allora prenderei un martini e una sedia comoda e attenderei che la natura facesse il suo corso...

Maeko (sbucando dal retro dello studio armata di spazzolone e secchio di acqua): Che bell'uomo d'onore che sei! Maledetto bast....

King (meravigliato): "Come ha fatto a conoscere la strada per lo studio?" Ehmm... moderate il tono e tornate pure alle vostre faccende, qui stiamo intervistando....

Maeko (con i denti ghignanti e le vene sulla fronte): Zitto te maledetto occhialuto depravato di anime Ecchi e perdigiorno!

Leonard (terrorizzato e abbracciandosi al suo pony di peluche): Dei illustri! Ha offeso lo sommo autore di codesta FF!

King (facendo un sorrisetto gentile): Ah... è ciò che LEI pensa di me... molto bene.

King alza un braccio e schiocca il medio e il pollice insieme. Maeko magicamente viene legata e imbavagliata.

King (senza smettere di sorridere in modo ambiguo come Sebby-chan): Hai detto che sono un depravato, non è così? Benissimo...

King schiocca di nuovo le dita e apparve dal pavimento una leggendaria macchina, i cui progetti son andati perduti nel periodo della seconda guerra d'indipendenza e ritrovati nelle catacombe di Alessandria da un generale tedesco del terzo reich che li passa a uno studioso italiano Giacomino Siffredi il quale modifica e costruisce la macchina che ora ci troviamo di fronte.

King: Goditi questa macchina del tentacle rape! (chi ha occhi per intendere, intenda!)

Leonard: Mio dio... questo è inumano...

King: Ma và non vedi come si diverte?  Veniamo a noi.

King nota che non ci sono più domande e allora si alza e annuncia:-Ci sentiremo la prossima volta sempre che Maeko si liberi dalla macchina perché sarà lei la protagonista del nuovo capitolo. A presto!-

Maeko (Con il bavaglio in bocca e ormai ridotta all'intimo): MMmmmffffffggggg! (Liberatemi subito!!!!!)

A presto! (Si spera!)


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Capitolo 14
*** capitolo 6 ***


Il paladino dell'Iscariota XIII

Nota dell'autore: Siccome ci sono due Mina, una è la moglie di Alucard (la donna salvata da Leonard Lycan) e quella di "Dance in the vampire boud" per distinguerle ho deciso di mettere il colore giallo per la bambina.


Maeko era veramente impressionata, anche se non lo dava a vedere. Non si aspettava di vedere tantissimi esemplari di tutte le forme e tipi di vampiri. Infatti lei, seduta sul divano del salotto nella sede della confederazione dei vampiri poteva avere un quadro abbastanza preciso della situazione.

“Hmm…” Lei sorseggiando del liquido rossastro ascoltava senza mostrare molto interesse uno dei vampiri. L’unica cosa che aveva afferrato è che faceva parte di una famiglia d’origine europea occidentale trapiantata in Giappone e che lui aveva dell’affinità con lo stress.

Dopo qualche minuto durante il quale pareva che Maeko stesse per mandare a quel paese il turchino, si sentì suonare una campanella.

-Signori e signore. Sua eccellenza Van Tepes di Valacchia, il conte Dracula, morto e risorto diverse volte, vi attende insieme alla figlia legittima Mina Tepes nella sala magna.- Un vampiro dai capelli rossicci e con un elegante completo da maggiordomo avvisò le varie famiglie di presentarsi alla riunione.

Maeko come tutti gli altri si alzò seguendo la lunga massa vampiresca che affluiva verso il portone che conduceva al cospetto del primo e unico vampiro originario.

Alucard indossava degli abiti molto dark, aveva i capelli che si agitavano muovendosi come se avessero vita propria, il suo sguardo era sadico, fremente di orgoglio e inumano.

-Straordinario! Non mi sarei mai aspettato che sarei tornato alle origini…- Iniziò raccontando la sua storia da quando era nato fino ad ora.

(Non vi tengo a scrivere tutta la sua storia perché la conoscete tutti e poi sarebbe una palla madornale ndA)

Le reazioni della confederazione completa furono molto varie, ma ciò non pesò poi tanto ad Alucard che ormai era quasi posseduto da quello che si chiama sete di potere e dominio.

Maeko, com’è ovvio, non ascoltò minimamente ciò che raccontò suo padre perché lei ancora lo odiava per ciò che lui le aveva fatto… cioè nascere vampira. Maeko notò che tra la folla vi era anche una sagoma familiare…

“Signora Integra Hellsing… nonostante lei è un’umana, ha voluto stare al suo fianco. Ma perché?” Maeko senza quasi rendersene conto s’avvicinò a lei per parlarle.

-Oh, Maeko… sei pure tu qui.- Integra con il sigaro in mezzo alle labbra continuava ad osservare il suo servo.

-Integra? Che ci fa qui?- Maeko non sapeva che Integra era l’unica donna la quale Alucard temeva.

-Per una volta voglio lasciargli fare il capo per stavolta- Anche se… lui ne è consapevole…- L’ultima frase la disse con quasi un sussurro.

-Che cosa?- Maeko cercò di sentire un po’ meglio ma venne distratta dall’arrivo di André.

-Chiedo perdono ma il piccolo Walter era irrequieto e voleva stare con lei, signora Hellsing.- Il nuovo maggiordomo degli Hellsing portava con sè il piccolo Walter che ovviamente allargò le braccia appena vide la madre.

Integra prese in braccio il piccolo bambino e poi si rivolse a Maeko.

-Maeko, riguardo a prima… ho un bruttissimo presentimento, non sto scherzando.- Integra si guardò in giro e, inaspettatamente, chiese ad André di accompagnarla fuori.

-Certamente padrona, sarà fatto come lei desidera.- Anche André era dubbioso ma ciononostante non venne meno ai suoi doveri di maggiordomo e guardia del corpo di Integra.

“Ma che diamine avrà voluto dire? Che presentimento aveva?” Maeko si voltò per osservare la riunione, tutto procedeva in modo abbastanza consono e tranquillo, “Che potrebbe mai succedere? Già il fatto di per sé… effettivamente è strano. Mio padre che diventa di nuovo il capo di tutti i vampiri e nessuno che potrebbe ostacolarlo…”. La mezza angelo e mezza vampira notò anche che alla riunione vi era anche una misteriosa donna dai capelli corvini che affermò di chiamarsi Mina Tepes, ma a parte il nome era diversa dall’altra Mina, quella dai capelli biondi e dal petto piatto come una tavola.

Alucard ridacchiava continuamente e la sua legittima figlia parlava anche con l’ausilio dei media a tutti i vampiri presenti o meno alla riunione. Da quello che Maeko era riuscita a comprendere, era questo: Una nuova rinascita di vampiri e la possibilità di condividere con gli umani, la loro esistenza…

Maeko si chiedeva se ciò era fattibile e se non si rivelasse un’arma a doppio taglio.

“Se Leonard fosse qui cosa avrebbe detto?” Lei, d’improvviso, si sentì ripensare a quell’ uomo.

-Probabilmente avrebbe sbuffato e se ne sarebbe andato dalla stanza, Dio solo sa che gli passa per la mente!- A parlare era stato qualcuno di familiare e abbastanza conosciuto da Maeko per vie indirette.

-Tu? Walter?- Maeko vide nientemeno che l’ex-maggiordomo e traditore dello Hellsing.

-Già, ora sono stato promosso a guardia del corpo personale di Mina.- Si presentò il ragazzo dalla straordinaria capacità di controllare i fili.

-Ah…- Maeko preferì voltare lo sguardo piuttosto che ascoltare un altro idiota dalla storia tragica o comunque senza senso.

-Leonard mi ha parlato molto di te.- Walter non era stupido e sapeva bene quali tasti premere per attirare la sua attenzione.

-Mh… e allora?- Maeko finse indifferenza.

-Sei proprio come Leo-sempai ha descritto.- Walter ridacchiò.

-Come?!- Lei si voltò di scatto mostrando degli occhi infuocati ma non solo, dentro di sé era curiosa di sapere ciò che Leonard pensava di lei.

-Testarda, vendicativa, ingenua e pasticciona.- Questi erano i quattro aggettivi per descriverla.

-Mi stai prendendo in giro?- Maeko già stava pensando a un qualche modo per ucciderlo lentamente e dolorosamente.

-Nient’affatto! Sei testarda perché non cedi facilmente, sei vendicativa perché perdoni raramente i torti subiti, ingenua perché non vuoi apprendere e sei impulsiva, pasticciona perché ti cacci sempre nei guai.- Come se fosse una lista della spesa Walter elencò le caratteristiche salienti della vampira.

-Non è affatto vero!- Maeko urlò quasi e poi dovette scusarsi con i vampiri che le stavano intorno.

I vampiri la guardarono come se fosse un’aliena o una pazza. Secondo Leonard, lei era entrambe le cose.

Walter alzò lo sguardo e d’improvviso divenne cupo in viso… senza dire nulla a Maeko iniziò a fare il giro per la sala cercando di attirare il meno possibile l’attenzione su di sé e raggiunse Mina, la moglie di Alucard. Senza dire nulla la prese per un braccio e la trascinò verso l’uscita. Lo sguardo che il maggiordomo le rivolse equivaleva a molte parole. Il comportamento non sfuggì al giovane Akira che si trovava nella sala in veste di guardia reale.

“Ma che diavolo sta accadendo?” Akira si ricordò che Walter si era comportato così dopo aver visto il vetro trasparente sopra le loro teste e che fungeva da sbocco per la luce solare e lunare. Anche Akira alzò lo sguardo.

Qualche secondo dopo lui urlò spaventato, tutti i vampiri compreso Alucard e Mina si voltarono verso di lui.

-Chi diavol…- Non finì la frase che il vetro si ruppe, i cocci caddero sul tavolo e addosso ai presenti mentre in sottofondo si sentì una frase che, purtroppo, Alucard conosceva fin troppo bene…

-Jesus Christ is in heaven. Speak with dead. Noi siamo i portavoce di Dio, i portatori della punizione divina.- Una figura scese con grande violenza e ferocia dal tetto per poi atterrare sul tavolo che si trovava al centro della stanza rettangolare egli non si mosse più, inginocchiato di fronte a tutti.

-La nostra missione è distruggere fino all’ultimo tutti gli stolti che si oppongono alla provvidenza divina.- Dicendo queste parole la gigantesca figura si alzò in piedi e dal cappottone tirò fuori due baionette un po’ particolari.

-Amen!- Urlò con il cuore traboccante di fanatismo religioso e lanciò le nuove super baionette.

Esse erano fatte di un materiale non presente sulla terra e nemmeno su nessun altro pianeta, la loro provenienza era divina. Infatti emanavano una luce celeste che poteva abbagliare gli occhi eretici e la loro lama era più tagliente della spada più affilata.

Esse uccisero con grande precisione e delicatezza i vampiri che ebbero la sfortuna di trovarsi nella sua traiettoria.

-Alexander Andersen! Sei vivo!- Alucard fissò con uno stupore evidente dal suo ghigno smorzato.

-Sono risuscitato… per eliminare la feccia.- Il Paladino del Vaticano scattò in avanti per uccidere a colpo sicuro il rivale/nemico del cattolicesimo e ora anche dell’umanità.

Il buon Akira ignaro della crudeltà mascherata da religiosità di Padre Andersen voleva agire per eliminare l’attentatore e proteggere Mina.

“Non lo fare! Prendila e portala via di qui con gli altri vampiri!” Maeko aveva assistito con sgomento alla brutalità del Padre nel fare a pezzi chiunque si intromettesse nella sua carica contro il Conte.

Akira aveva ricevuto il messaggio telepatico di Maeko e fidandosi di quella ragazza decise di scattare per recuperare la bambina e portarla in salvo. Ma…

-Sciocco!- Alexander sorrise in modo feroce e lanciò una delle baionette in pieno stomaco al giovane. Aveva capito le sue intenzioni.

Nemmeno Alucard lo riconosceva… era diventato più sanguinario e disumano.

Mina fece in tempo a vedere Akira cadere con il sangue alla bocca e, disperatamente, cercava di togliersi la baionetta dalla pancia.

-Akira!- La bambina, dalla rabbia, decise di lasciare ogni buon senso e assunse la forma vera.

Ella era diventata adulta e con i capelli argentati, aveva una specie di corazza che le copriva solo la parte destra del corpo e quest’ultimo era luminoso.

Andersen non perse tempo e decise che avrebbe prima eliminato Mina e poi Alucard.

-Uno o l’altro sempre mostri siete!- Il padre cacciò dal giubbotto due baionette e affrontò la figlia legittima di Alucard a viso aperto.

“Vediamo come se la cava mia figlia!” Alucard, ovviamente sia per orgoglio sia perché è un gran bastardo che si disinteressa degli altri, non volle dar man forte alla vampira.

Mina iniziò con un’artigliata veloce per testare la forza e la resistenza del suo avversario. Il padre iniziò a menare fendenti e muovendosi come se fosse un’anguilla schivava i colpi che la ragazza cercava di inferitigli.

Dopo qualche minuto Andersen con straordinaria precisione tagliò il braccio sinistro della ragazza. Lei non se ne preoccupò perché sapeva di potersi rigenerare.

Maeko decise di intervenire portando via gli eventuali sopravvissuti e incredibilmente collaborarono anche coloro che avevano lo stesso orgoglio e arroganza di Alucard. Per loro era bastato vedere lo sguardo assassino del prete per farli ammansire come cuccioli di cane.

-Presto! Portate via Akira e quelli più capaci restino qui per…- Maeko sentì qualcosa di strano… Sentì rumori di arma da fuoco.

-Oh, i miei compagni sono arrivati.- Andersen sorrise.

Maeko senza pensarci due volte prese il giovane lupo mannaro sulla spalla e, come una disperata fuga contro i predatori, i vampiri scapparono verso l’esterno dell’edificio ma era lì che i predatori attendevano la preda.

I sacerdoti guerrieri armati con delle armi da fuoco, uccidevano senza pietà i vampiri. Maeko vide anche due ragazze che si difendevano in un modo inusuale… una con i capelli rosa usava l’ombrello munito di una speciale tela antiproiettile difendeva la sua amica o forse parente. Erano molto simili tranne per la loro misura di seno.

-Mio dio… questo doveva essere un’occasione di unione e convivenza di umani e vampiri.- Akira commentò con la voce affaticata dalla ferita.

-Umph… non parlare e cerchiamo di salvarci.- Maeko lo riportò alla realtà.

Lei per aiutare le due ragazze aprì la fondina e tirò fuori una 44. Magnum e fornì fuoco di copertura.

Quelle due saltarono giù dal balcone e atterrarono allo stesso piano di Maeko.

-Vi ringrazio molto, prometto che farò il possibile per ricambiare!- Le due vampire erano della famiglia Marker.

-Non si preoccupi signora Elda, porti sua nipote via da qui!- Maeko sorrise e sempre tenendo il lupo mannaro sempre sulla spalla si separò dalle compagne.

“Che cosa posso fare?” L’angelo-vampira decise affidare il ragazzo a suo padre e poi fare il punto della situazione.

In quel momento arrivò un alleato: Hans Gunsche, accompagnato da due werewolves di supporto.

-Maeko… giusto?- Hans si presentò.

Maeko lasciò il ragazzo alle cure dei due lupi e decise di tornare indietro.

-Aspetti!- Hans le strinse il braccio prima che si allontanasse e aggiunse una tragica notizia: Leonard era scomparso!


Bene, vi ringrazio per le recensioni e per tutto il resto. Vorrei fare l'angolo del lupo ma per motivi tecnici è rinviata al nuovo capitolo. Vi aspetto la settimana prossima per vederde che fine ha fatto il nostro caro lupo mannaro. A presto!

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Capitolo 15
*** Capitolo 7 ***


Non credo alle streghe!

(Il punto di vista è di Leonard ndAutore)

“Ma che c***o?” Apro gli occhi e mi guardo in giro. Vedo il soffitto di una casa giapponese… o almeno credo.

Mi alzo con la schiena e noto di portare gli stessi vestiti di prima, ma la cosa più importante è: Dove m*****a sono finito? Se vi state chiedendo perché io sia così sboccato mentalmente è perché odio essere preso per fesso!

Senza tanti complimenti mi alzo dal letto tipicamente giapponese ergo da terra. Non vedo nessuno… apro la porta scorrevole e m’affaccio al corridoio.

Il pavimento e le pareti sono di legno e carta. Cerco di camminare piano cercando di evitare di fare rumore. Apro l’ultima porta che mi separa dall’esterno e mi guardo in giro, non c’è anima viva.

“Proverò a scappare attraverso la boscaglia, devo tornare dai miei compagni… Maeko.” Mi passa come un flash attraverso la mente il visetto di quella donna. Mi viene, anche, in mente il suo spettacolo al night club.

-È una donna abbastanza carina, sai?- Sento una voce alle mie spalle.

-Già… Ehi! Ma chi diavolo è?- Mi volto di scatto con i pugni chiusi e il viso aggressivo.

-Wow… mi sembri piuttosto arrabbiato.- La seconda voce mi sembra quella di un pulcino o comunque vagamente somigliante a un trillare di una campanella.

Non ci credo ai miei occhi. Chi diavolo è quella donna? E quella cosina nera sul tavolo?

-Tu… aspetta, mi ricordo. Tu sei quella donna che mi ha catturato.- Alzo l’indice nella sua direzione.

-Mh… per essere un ragazzino, sei perspicace.- Non so perché ma la voce di quella donna con il corpo d’una anoressica slanciata mi suona molto fastidioso.

-Comunque… Leonard, non pensare minimamente di scappare da qui. Anche perché è inevitabile.- La donna prende dal tavolino del sakè e lo versa nella tazzina, poi riempie un bicchiere normale e me lo porge.

Io m’avvicino con cautela e con un certo sospetto afferro il bicchiere e, appuntato che non contenga sostanze pericolose, lo tracanno tutto d’ un fiato.

-Bene, ora mi dite tutto!- Poso con violenza il bicchiere sul tavolo che, tremando per il colpo fa cadere a terra il piccolo esserino nero.

-Mi chiamo Yuki Ichichara e sono una strega.- Lei aggiunse un certo piglio teatrale alle sue parole. Io, all’inizio la fisso con attenzione, inarco un sopracciglio dubbioso e infine chiudo gli occhi accompagnandomi con le braccia che s’incrociano.

-Beh?- Yuko dapprima mi guarda e poi scambia uno sguardo con l’esserino che resta a terra (ma con la sua tazza piena di sakè in una zampina).

-Non ci credo.- Io apro gli occhi di scatto e la fisso con degli occhi estremamente seri e riflessivi.

Yuko mi guarda come se io avessi detto un’eresia. La sua figura di donna so-tutto-io s’incrinò pericolosamente lasciandola  sotto una luce di una figura da mezz’ebete.

D’un tratto sento delle risate provenire da una porta scorrevole socchiusa.

-Chi è?- Mi volto nella loro direzione e aspettandomi spiegazioni.

Due piccoli strani gemellini. Essi si mettono alle spalle di Yuko e dissero in coro:-Non ci crede!- E giù di nuovo a ridere.

-Mh? Dove diavolo sono finito?- Dico a Yuko ma non mi risponde.

-Accidenti… la cosa è seria.- L’esserino decise di presentarsi.

-Sei Mokona? E sei maschio o femmina?- Gli chiesi ciò visto che non si capisce il suo sesso.

-Sono maschio! E comunque… ti rendi conto di quello che hai combinato?- Mokona mi guarda severamente. Io scossi la testa.

-Yuko è una potentissima strega dimensionale! Fossi in te la rispetterei.- Le cose mi sono abbastanza chiare.

Yuko alza leggermente la testa nella mia direzione.

-Bah, sei più credibile tu che lei.- Affermo indicando Mokona. Questo non deve essere stato molto confortante per quella tizia.

-Ah…- Lei abbassa ancor di più il capo e sembra che un velo di depressione le sia calato in viso.

-Comunque… potete riportarmi a casa? Ho degli affari urgenti da sbrigare.- Batto le mani come a svegliare tutti.

Yuko alza la testa e mi fissa con un certo sgomento. Intuisco anche perché: si sta chiedendo come mai esista un tizio che non crede alle streghe. Lei s’alza dal pavimento e mi s’avvicina.

-Signor Lycan, in questo mondo ci sono lupi, vampiri, preti assassini e quant’altro. Non credete alle streghe?- Mi chiede prendendomi le mani.

-Beh, no. Le streghe sono state tutte eliminate durante la grande caccia dell’inquisizione.- Rispondo rimembrando con la mente le imprese della sacra sede.

-Ah sì? E lo sapete che se non ci credete alle streghe io non vi riporto a casa?- La frase ha un effetto minaccioso ma io semmai sorrido.

-Non preoccupatevi, non mi azzarderei mai a chiedervi una cosa così impossibile. Me la caverò da solo.- Le stringo le spalle e mi allontano.

Senza aggiungere più nulla mi volto e faccio per varcare la porta scorrevole… in meno di 11 secondi e 3 decimi mi ritrovo sbattuto a terra con violenza e con il mio viso in mezzo ai notevoli ammassi di carne morbida in dotazione di Yuko.

-Mio caro e ingenuo lupacchiotto… qui ti sbagli e di grosso anche.- Lei m’ha afferrato per le spalle e mi ha steso con una mossa di judo.

Ora lei, infatti, sta sopra di me e mi ha sbattuto senza neanche tanta grazia le sue bocce in faccia.  

-Ma che diavolo volete fare?- Io resto sbigottito dall’audacia di tal donna.

-Ah… non lo so ancora ma non ti piacerà.- Mi preavvisa lei.

-Ah… Yuko è tornata! Il lupo è spacciato!- I due piccoli gemelli ridacchiano in coro.


Ecco finalmente il nuovo capitolo, mi scuso per la misteriosa scomparsa ma la mia ispirazione fa acqua da tutte le parti. Inoltre annuncio che, per motivi scolastici, la fiction non avrà la puntualità come prima. Ora diamo via all'angolo del lupo.

Per motivi tecnici abbiamo dovuto spostare lo studio in casa Ichihara, il nostro lupacchiotto è stato costret... voglio dire, invitato a stare legato su un tavolo con solo una barra nera della censura a coprigli le nudità. Yuko afferma che non ci saranno problemi e ha insistito per osservare l'evento.

King (seduto a terra con il tablet in mano): Okay, va bene ma è proprio necessario quel completo trasgressivo?

Yuko (indossando una tutina sadomaso e una frusta): Tranquillo... l'ho sedato.

King (dubbioso): Leonard? Ma così come fa a rispondere?

Yuko (frustando il lupo): Ha ancora neuroni per formulare frasi in senso compiuto.

King: Okay, vediamo... Zeressa vorrebbe un dolce di Watanuki... lo può fare?

Mokona (Saltando in direzione della cucina): Nessun Problema!

King: Bene, veniamo alle domande di BlackNote 21! Se tu avessi un budget offerto dalla tua associazione che ne facevi?

Leonard (Mezzo scemo per il sonnifero): Vedo le pecorelle saltare in tondo e mi fanno ciao...

King (prendendo una mazza di ferro): Accidenti... è finito nel mondo di Heidi... (mena un colpo clamoroso sulla capoccia)

Leonard (con un bernoccolo in fronte): What is my destiny? Dragon ball, dragon, dragon, dragon ball!

Yuko: Non si preoccupi (inietta qualcosa alla gola del mannaro.)

Leonard (riprendendosi): Che diavolo è successo? Perché sono legato?

Yuko (fa scroccare la frusta): Fai il bravino... e rispondi alla domanda...

Leonard (sudando freddo): Ehm.... non lo so ma buona parte lo userei per comprarmi quello che mi fa comodo...

King: Ok, la prossima non è più utile visto che è passato e siamo tutti vivi.

Leonard: Che era?

King: La fine del mondo.

Leonard: Accidenti.. quindi è successo sul serio...

King/Yuko/le gemelle/Mokona/Watanuki (con la padella fumante e con il dolce quasi pronto): ????

Leonard (con il fumo alle orecchie): Roberto Giacobbo ha azzeccato per la primissima volta le sue strambe teorie!

*Facepalm unanime*

King (riprendendomi): Passiamo ad altro… quali sono i manga e anime che seguono i tuoi scagnozzi della Lega dei Werewolf?

Leonard: Beh, una volta ho beccato Hans che si leggeva il fumetto di Love Hina, o anche che un gruppetto dei miei confratelli si riunivano a vedere le nuove puntate di Kaichō wa Maid-sama e simili.

King (sorridendo): Ah sì? E il tuo preferito?

Leonard (sbavando): Spice and Wolf.

King: Questo non lo conosco ancora, devo trovarne gli anime subbati in ita.

Leonard ulula come un matto e quindi viene subito sedato con delle pasticche.

King: Ok, possiamo concluderlo. Voglio annunciare anche che per un bel po’ di tempo non si farà l’angolo del lupo e quindi non verranno più risposte alle domande. A presto!

In sottofondo, il profumo del dolce appena pronto e dietro alle quinte si sente questo dialogo fin troppo conosciuto.

Maeko (sogghignando): Grazie Yuko! Quel lupo bastardo ci penserà due volte prima di lasciarmi in mezzo a una guerra (si riferisce al cap. precedente)!

Yuko (mezza ubriaca come sempre): Tranquilla, piccola! Era inevitabile dopotutto! Ah, e porta questo dolce a quella simpatica della tua creatrice. Alla prossima.

Maeko: Sicuro!

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