666: Project Werewolf.
Una notte
senza luna… New York, la città delle
opportunità. Nei più meschini bassifondi di
periferia della Grande Mela si sta svolgendo una delle più
brutali lotte di strada. E io ci sono in mezzo…
Un negro mi
viene addosso e io lo allontano con un pugno nello stomaco, facendogli
traballare la trippa che si ritrova. La situazione è la
stessa dall’altra parte, alcuni ragazzi se ne stanno dando di
santa ragione con i tirapugni di ferro e i bastoni. Io penso solo al
mio avversario che si è rialzato dopo il pugno, dal suo
sguardo da tirannosauro infuriato capisco che c’è
poco da fare: vuole ancora cazzotti. Sorrido, sfottendolo, e schivo un
manrovescio veloce abbassandomi in tempo. Rispondo con un montante ben
preciso sul mento barbuto del gorilla facendolo finire nel mondo dei
sogni.
Sento un
rumore e mi volto alla mia sinistra, un mio compagno sta avendo la
peggio. Intervengo effettuando una presa al collo del punk che lo stava
malmenando. Il ragazzetto, nonostante abbia le braccia smilze,
è molto veloce. Io faccio un cenno al compagno e lui lo
accoglie con un grugnito di rabbia e, senza pietà, tira
violenti pugni al punk facendogli uscire il sangue dalla bocca. A
questo punto lascio la presa e gli mollo un calcio dato con grande
forza alla schiena e lui crolla a terra svenuto. Penso che
passerà la vita sulla sedia a rotelle. Il caos si fa sempre
più forte, io decido di dare una mano ai compagni che sono
in difficoltà. Mi scaglio come un leone contro i rivali e,
in un modo o nel altro, li faccio secchi. Ho le nocche che mi bruciano
e ho diverse ferite al labbro ma non mi fermo, devo conquistare il
territorio.
La lotta dura
ancora parecchio finché non sento le sirene della polizia,
maledetti sbirri! Anche i miei amici sono dello stesso parere, dobbiamo
separarci. Mi allontano dal luogo dello scontro iniziando a correre
velocemente e scavalco la recinzione di ferro, atterro con una
capriola. Devo correre per i vicoli se voglio evitare le autovetture.
Le sirene si sentono ovunque dandomi l’impressione di essere
circondato. Finire in carcere è l’ultima cosa che
vorrei. Se voglio scappare devo passare per la metro. Mi guardo intorno
e noto una stradina secondaria per i motociclisti, se non mi sbaglio
porta a un sottopassaggio. Accelero il passo e mi accingilo a imboccare
la strada ma qualcosa mi ferma. È uno sbirro che mi ha visto
e raggiunto. Io digrigno di rabbiamentre alzo
le mani.
-Fermati
teppista.- Mi chiama con quel nome…tsk, non sono un semplice
teppistello, sono un combattente di strada. Ma ora non è il
momento di pensarci.
Il poliziotto
dalla pelle abbronzata afferra le manette e mi ordina di mettermi
faccia al muro. Aspetta che ti faccio una bella sorpresa, sorrido
mentre mi volto verso il muro. Mentre mi sta attaccando la prima
manetta, io gli mollo un calcio con il tacco della scarpa e lo colpisco
alle parti basse. Lui si piega dal dolore e io gli afferro le spalle
dopo essermi girato per poterlo guardare in viso. Con quella presa gli
sferro delle ginocchiate sulla pancia. Dopo un poco il poliziotto
è a terra con il viso sanguinante.
-Bah, hai una
famiglia?- Gli chiedo.–Urgh…Sì.- Il
viso è paonazzo e spaventato. Quanta pena mi fa quel
poliziotto. Gli dico:-Fossi in te lascerei la polizia, non lo dico per
te ma per la tua famiglia.- Assumo un tono serio perché non
voglio effettivamente ucciderlo ma solo farlo ragionare secondo le
regole della strada. Riprendo il discorso: -I poliziotti come te sono
più esposti al pericolo, dai retta a me. Per stavolta te la
cavi con un naso rotto ma la prossima volta andrà peggio.-
Non lo so se il poliziotto abbia afferrato il senso delle mie parole ma
spero che rifletta. Mi tolgo la manetta e mi allontano con le mani in
tasca. Ora non ho alcuna fretta, posso tranquillamente prendere la
metropolitana, inoltre le sirene dalla polizia sono più
lontane.
Qualche ora più tardi, sono nell’albergo del quartiere appena conquistato. Il gestore ci ha lasciato delle camere per dormire, molto meglio… ho un sonno impressionante. Mi addormento cullato dal suono del traffico cittadino, il rumore delle auto e dei clacson sono una vera musica per le mie orecchie. La mattina scorre con la mia mente popolata da brutti sogni… stavolta ho sognato un logo molto strano. Non so che voglia dire e né ne voglio sapere.
Tatuaggio di LycanMi alzo dal
letto alle tre del pomeriggio e sento una vera fame. Ho saltato la
colazione quindi vale fare il pranzo. Esco dall’albergo e mi
dirigo al ristorante vicino pronto a mangiare il mangiabile. Dopo un
pranzo con i fiocchi penso che sia una buona idea andare in chiesa e
pregare per il nostro signore Gesù Cristo. Sono un cattolico
fervente perché venni adottato da un convento di frati
francescani, i quali mi hanno donato la parola e la conoscenza di Dio.
Ogni giorno spendo una parte del mio tempo per dedicarlo alla chiesa.
E oggi non
faccio eccezione… entro nella cappella di San Leonardo. Una
chiesa in buone condizioni ma deserta. L’odore
d’incenso mi stordisce un po’ ma resisto e avanzo a
capo chino di fronte al crocifisso del Salvatore. Dico le poche
preghiere che conosco e concludo con il segno della croce seguito da un
amen.
“Mio
signore, oggi io sono di fronte a te. Di spirito umile, lontano dalla
superbia e nel caso abbia offeso il tuo nome e la tua opera; perdonami
e comprendimi.” Sto inginocchiato ai piedi di Cristo.
Passo qualche
ora e viene il momento di andare a casa. Sono le sette e un quarto,
neanche tanto tardi. Sotto la porta di casa incontro il giovane che ho
salvato dal punk, ieri sera.
-Hm…come
stai? La fronte ti fa ancora male?-Commento. Lui mi rispose con un
ghigno nervoso. Mi dice che alcuni dei nostri sono stati presi dalla
polizia e mi propone di andare a liberarli la sera stessa. Io sorrido
sarcasticamente alla sua proposta e aggiungo: -Per farci catturare pure
noi? No grazie.- Dicendo questo lo superome ne
vado di nuovo sopra. Luke mi ferma:-Aspetta.-
-Cosa
c’è?- Mi volto verso di lui con l’aria
seccata. Lui mi spinge dentro e controllato che non ci fosse nessuno mi
sussurra alcune parole:-Pensaci bene Leonard.- Io alzo lo sguardo al
cielo e accetto la missione. –Bada però che non ti
salverò la pelle se ci spareranno.- Appuntisco io.
Lui mi
sorride e disse il luogo dove avremmo dato assalto al commissariato di
polizia. Io odio queste violenze nei confronti degli innocenti, non
ritengo giusto uccidere dei padri di famiglia solo per liberare dei
compagni che per la loro stupidità si sono fatti catturare.
Ma lui mi convince dicendo che non avremmo portato con noi le armi da
fuoco.
La sera
arriva velocemente e io non volendo ritardare
all’appuntamento mi presento con i gli stessi vestiti della
giornata. Siamo in sei compreso io e Luke. Sono tutti amici nostri, un
po’ mi fa piacere vederli e un po’ mi chiedo come
si sono fatti convincere a questa impresa. Luke in
quest’occasione si è messo un po’ di
ferraglia da rapper e dei maglioni lunghi. Wilson, un altro dei nostri
amici indossa un giubbotto antiproiettile con sopra una giacca di
cotone marrone.
Gli altri li
conosco solo di vista e comunque sono tipi che sanno il loro mestiere.
Tra loro vi è anche una ragazza brasiliana, lo capisco dalla
pelle olivastra. Devo ammettere che le brasiliane sono donne
d’alto rango visto che sta con Luke. –Ok ragazzi,
aprite bene le orecchie. Noi sei andremo al commissariato e faremo
capire a quegli sbirri che noi, dei Blood
Knight, non perdoniamo chi si mette in mezzo, è
chiaro?- Un grido d’approvazione accoglie il nostro leader
cioè Luke. Io nonostante sono in accordo con quello
affermato dal leader in quel momento provo un senso
d’amarezza. Perché continuamente in testa penso
che questa impresa si risolverà in un bagno di sangue?
Mentre penso
a questo mio tragico presentimento, la brasiliana mi rivolge la
parola:- Ho sentito parlare di te…sei Leonard Lycan?- La
voce mi ipnotizza molto, è calda e seducente. Io mi volto
verso di lei… i suoi occhi ambrati si specchiano nei miei
occhi color rame. Perché mi sento così focoso?
Cercando di nascondere il mio animo irrequieto annuisco. Lei sorride
maliziosa squadrandomi con gli occhi. Io mi sento un
po’imbarazzato: non sono degno di essere presente al suo
cospetto?
-Hm…Non
sei male, hai la ragazza?- -No… non ancora.- Rispondo con
una certa irruenza. Lei si carezza una chiocca dei suoi lunghi capelli
neri e mi ammicca. Cavoli! Ho fatto colpo!
Gli altri
sembrano non essersi accorti di nulla. Il piano era questo: con
un’auto avremmo sfondato la porta del commissariato e poi
avremmo riempito di botte i poliziotti. Io indosserò i
tirapugni dorati per l’occasione. Il piano dà i
suoi frutti e io, insieme a un ragazzo cinese, un tal Chow Li siamo
nell’ ufficio del commissariato e stiamo riempiendo di pugni
gli agenti. Io non provavo un’emozione simile negli ultimi
tempi… non fino ad oggi. La brasiliana di cui non ricordo il
nome si scatena con calci molto veloci e precisi. Diamine, è
molto pericolosa in tutti i sensi!
-Andiamo a
liberare i nostri amici!- Ordina trionfante Luke mentre nella mano
destra stringe le chiavi delle celle. La vittoria sembra nostra ma
qualcosa d’imprevisto fa avverare il mio presentimento. Un
gruppo di poliziotti molto violenti e con i fucili a pompa fa irruzione
nelle prigioni e, senza nemmeno intimarci di arrenderci, apre il fuoco
su di noi. Sono in molti e molto arrabbiati… Io mi salvo
perché ero vicino alla porta d’emergenza e grazie
ad essa riesco ad uscire ritrovandomi al parcheggio delle volanti della
polizia. Senza perdere tempo e sentendomi il fiato al collo, rompo con
il gomito uno dei finestrini delle auto e parto. Meno male che so
collegare i fili come si vede fare in alcuni film, sorrido ma poi il
mio sorriso si spenge subito: i miei amici compresala
brasiliana sono ancora al commissariato!
-Merda! Devo
tornare dentro subito!- Eseguo una manovra automobilistica spericolata
e torno indietro, ho il piede a tavoletta sull’acceleratore.
Sono molto agitato per la sorte dei miei compari tanto che non bado
agli eventuali pericoli derivanti dalla mia azione. Decido di usare
l’auto come un arma e cioè usandola come missile.
Poco prima dell’impatto contro il muro salto giù.
Un bel botto si sente per tutto il commissariato e come mi aspettavo,
arrivano poliziotti da ogni dove. Mentre sono tutti distratti, io entro
da una delle finestre aperte… il mio obiettivo è
liberare i miei amici se sono sopravvissuti. Purtroppo le mie preghiere
non vengono esaudite, i miei compagni giacciono al suolo con i visi
contorti da smorfie orribili, non si è salvato nessuno. La
brasiliana è ancora viva ma in condizioni molto gravi. Io mi
avvicino al suo corpo ancora caldo e intriso di sangue fresco che esce
dai fori dei pallettoni.
-Leonard…stai
bene.- Lei sembra contenta di questo, ma io piango la sua
condizione.–Non so nemmeno come ti chiami.-Rispondo con gli
occhi piangenti. –Mi chiamo Lucy…che destino
crudele.-Lei mi sorride nonostante il viso sporco e il dolore che
prova.-Lucy… non c’è nulla che posso
fare?- Io le stringo la mano ingioiellata e con le unghie
lunghe.–Volevo che tu ti prendessi cura del mio piccolo
bambino che ho in grembo… ma temo non sia possibile.- -Mio
dio…- sgrano gli occhi dalla sorpresa, lei era incinta? E di
chi? -Leonard… prega perché la mia anima possa
giungere in paradiso.- Detto ciò l’ultimo baluardo
di vita scompare dal suo corpo piacente. Io non riesco ad
accettarlo… ma chiudo i suoi occhi e chiudo anche i miei in
attesa di essere catturato dalla polizia e fucilato.
Sono passate
tre settimane da quel violento episodio… ogni notte,
nell’oscurità della mia cella sogno il suo
bellissimo viso e il misterioso logo. Non sono stato né
fucilato e né ucciso dalla sedia elettrica. Sono stato
trasferito alla prigione di Londra…Qui mi trovo bene, cerco
di ottenere la buona condotta e mi impegno di essere reinserito nella
società. La vecchia vita l’ho quasi
dimenticata… Luke ormai è a due metri sottoterra.
A dire il vero non la rimpiango affatto quella vita… anzi.
Passo il tempo in palestra e soprattutto di fronte al saccone da boxe
per incominciare una possibile carriera da pugile, raggiungere il
titolo di pesi medi è il mio nuovo obiettivo. Peccato che il
destino abbia deciso di non essere gentile e premuroso nei miei
confronti. Vinco numerosi premi in denaro derivanti dalle scommesse e
mi faccio un nome all’interno del carcere. Dopo un anno vengo
scarcerato per buona condotta e ottengo un buon ingaggio dalla
federazione locale di pugilato. Mi affibbiarono un soprannome: Wolfman.
Forse per via del miei peli in mezzo ai pettorali, molto folti e
ordinati tanto da sembrare peli di lupo. Nonostante la vita non priva
di agi e comodità il mio animo era comunque molto
irrequieto… ho compiuto trentun anni e qualcosa dentro di me
sta cambiando e non solo metaforicamente.Mi
sento sempre più aggressivo e incline alla
violenza… anche per delle sciocchezze. Ciò non mi
piace… aumento le visite in chiesa e mi confesso sempre
più spesso al sacerdote del paese inglese dove io ora vivo.
-Figliolo, abbi fede in Cristo e non perdere occasione per venire.- Questo mi diceva il parroco. Che Dio mi perdoni ma non mi sta prendendo per il culo? Per dare una risposta a questa domanda non devo aspettare molto poiché, un giorno, in chiesa viene un importante signore… un tipo molto interessante. Sono seduto al mio posto nella panchina vicino alla statua della Vergine. Quando lui viene vicino a me dicendomi:-Giovanotto… se puoi dammi una mano.-Io non comprendo le sue parole dal significato così oscuro ma che mi trasmettono un segnale d’allarme. Poco più tardi le mie orecchie leggermente a punta percepiscono dei rumori molto forti. Il mio olfatto ultimamente molto sviluppato sente un tanfo di carne in putrefazione. –Ragazzo, è ora di usare i tuoi poteri!- Il signore si alza in piedi e noto che è incredibilmente alto. Poco dopo sono in mezzo a una lotta sanguinolenta. Il distinto signore perde la sua calma e gentilezza per poi diventare una furia sanguinaria. Egli, dal suo lungo cappotto, caccia fuori delle baionette e urlando come un ossesso si getta contro gli zombi. Io mi alzo rapidamente per evitare un colpo da parte di uno di quei non morti. Mi difendo energicamente sferrando pugni e calci a destra e a manca. È un assalto imprevisto perché io noto che il signore nonostante combatta come un leone rischia di farsi sopraffare. Decido di aiutarlo nella speranza che, lui, poi mi spieghi qualcosa. Man mano che uccido gli zombi mi accorgo che la mia adrenalina aumenta in modo esponenziale e in più i miei pugni sono sempre più duri e veloci… non credo che sia per gli allenamenti. Un pugno ben piazzato disintegra la massa celebrale di uno di quelle creature. Ok, forse sto esagerando con questa brutalità e poi, in un luogo sacro! Il signore fa volare via gli zombi da una delle vetrate raffiguranti uno dei santi rompendola. Io non ci faccio caso ma la luce lunare è molto più forte. –Che cosa sta succedendo?- Io sento il cuore battere più violentemente… la mia pelle si scurisce e i peli crescono a dismisura a ogni parte del mio corpo. Un dolore mi assale… le ossa si stanno deformando non posso vedere ciò che mi sta accadendo ma posso sentirlo. La ragione umana mi sta abbandonando sempre più rapidamente sostituendosi a una collera cieca… Non provo più pace ma solo una inarrestabile sete di sangue e carne... Fisso la luna con il petto carico di arroganza e ululo. Un ululato simile non è mai stato cosi modulato e battagliero. I miei occhi da color rame sono bianchi come la morte, le mie muscolose mani con gli artigli affiliati fanno a pezzi gli zombi… le mie zampe schiacciano ogni cosa, ogni cranio che si trova al suolo. La mia forza e velocità sovrumana mi permette di afferrare gli zombi e nutrirmi delle loro interiora. La lotta prosegue fino alle prime luci dell'alba. Non mi aspetto che la mia vita non cambi in seguito a quell'evento.
Ecco la fine del prologo, spero che vi sia piaciuto. È la prima volta che mi addento nel mondo di Hellsing e tengo presente che ho visto gli OAV Hellsing Ultimate fino al numero 8 o 9 (non ricordo bene), ma poi non ho potuto vedere più, perché Mediavideo o Megavideo è stato chiuso. Gradisco recensioni positive e negative costruttive. Vi ringrazio per la lettura. Il nuovo capitolo si avrà in tempi lunghi perchè devo prima valutare se l'idea piace (io la proseguirei comunque.) attraverso le visite e le recensioni. Voi potete fare la differenza. Alla prossima!