Biche e fanoje

di Pichichi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Legame ***
Capitolo 2: *** Fumare ***
Capitolo 3: *** Terza classe ***
Capitolo 4: *** Comunismo ***
Capitolo 5: *** Cura ***
Capitolo 6: *** Un cretino ***
Capitolo 7: *** Tango ***
Capitolo 8: *** Un segreto ***
Capitolo 9: *** Innocenza ***
Capitolo 10: *** Cortesia ***
Capitolo 11: *** La palude ***
Capitolo 12: *** Un rinoceronte ***
Capitolo 13: *** La luna ***
Capitolo 14: *** Due ***
Capitolo 15: *** Semplicità (non gli aeroplani) ***



Capitolo 1
*** Legame ***


Genere: Introspettivo, Sentimentale

Parole: 100

LEGAME

 

Stringere un legame significa costruire un ponte; imparare a parlare, chiamarsi “imbecille” per averla delusa, inventarsi un linguaggio tutto segreto, restare vicine tra la folla all’uscita del teatro, accogliere un ingenuo «Andrà tutto bene», abbassare la voce anche se si è sole nella stanza, preoccuparsi dell’assenza senza darlo a vedere, tornare a casa insieme su una Punto color ferro, darsi appuntamento ed essere puntuali, credere in sé perché lei ci ha creduto, avere qualcosa per cui sorridere in silenzio quando intorno non ci sono che urla e litigi, vincere la vergogna per dire: «Io vi voglio bene, lo sapete questo?»

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Capitolo 2
*** Fumare ***


Genere: Introspettivo

Parole: 100

FUMARE

 

Per una sigaretta nel cortile, di notte, bisogna inerpicarsi sulla ringhiera e badare che la cenere non finisca sulla camicia da notte. Ora è chiaro che la cinta di separazione dal campo sportivo non è altro che un muretto assediato dall’edera, il ceppo del pino l’ha seppellito la rena, manca la bombola di metano e le scritte sul muro – Miriam ama Ciro B. – sono sbiadite. Le volute di fumo espirate contro l’aria afosa sono le stesse di qualche anno fa, ma i compagni sono come i gatti: passeggiano senza fermarsi. Gettare il filtro inservibile a terra vuol dire: tutto finito!

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Capitolo 3
*** Terza classe ***


Genere: Romantico
Parole: 104


TERZA CLASSE

 
La terza fila delle poltroncine era la nostra camera da letto e un toast al prosciutto la mia cena solitaria. Stavamo io a destra e tu a sinistra, opponendoci le schiene, e nel mezzo il borsone con gli indumenti; questo perché avevamo litigato.
Ho passato la notte a correre su e giù per il ponte e tremare di fronte al mare tutto nero e violento. Ho desiderato una cabina finché, intenerita, non sei venuta a farmi compagnia, un letto finché non ho chiuso gli occhi sulla tua spalla. Al mio risveglio il mare non faceva più paura. E noi? Abbiamo aspettato insieme l’alba.



Messaggio ai posteri: mai mangiare pesante (ma è meglio non mangiare proprio, va') prima di affrontare un viaggio via nave e mai fidarsi del mare, che alle dieci e trenta appare calmo e alle due di notte scatena l'inferno.

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Capitolo 4
*** Comunismo ***


Genere: Romantico
Avvertimenti: Femslash, Threesome
Parole: 103

COMUNISMO



Tina fa un respiro contro il collo di Lele, che fissa le pagine del libro; il bacio non la smuove.
«Non ti ci porto alla mostra, fa troppo caldo. Chiedilo a Luci.»
«Dorme!»
«Finge. Si alza prestissimo, fa colazione e torna nel letto.»
«È sempre così disordinata.»
Tina abbraccia Luci, che ha scomposto le lenzuola e monopolizzato un cuscino.
«Mi accompagni?»
Il mugugno che ne viene fuori suona come: «Non so guidare.»
Lele ride, Tina prova con le carezze ma viene respinta.
«Insomma, vi siete coalizzate? Se fate così divento…»
«Ah-ah, attenta Tina.»
Qui gelosia è una parola che non si può dire.

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Capitolo 5
*** Cura ***


Genere: Generale, Malinconico

Parole: 110

CURA


Estate dalla nonna, senza genitori. «Mi divertirò da matti!»
Secondo giorno di permanenza, impressioni:
-        Si deve tornare a casa presto, perché nonna mi aspetta sveglia
-        Si devono tener chiuse le finestre di notte e usare con moderazione l’aria condizionata
-        Si devono mangiare verdure e brodaglie
 
Ottavo giorno di permanenza, promemoria “La nonna ha bisogno di”:
-        Mollica di pane e cibi mollicci, perché non si rompa la dentiera
-        Pomata lenitiva sulle vene varicose
-        Parlare, parlare, parlare («Chi è questo con la fisarmonica, nella foto?» «Mio fratello, emigrato in Australia con mio padre. Non lo vedo da quando tenevo dieci anni.»)
-        Una pensione più alta
 

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Capitolo 6
*** Un cretino ***


Genere: Generale
Parole: 110

 

UN CRETINO


 
Trent’anni passati ad imbiancare pareti e rimestare zolle per cosa? «L’università delle figlie» rispondeva lui a chiunque, «e la macchina nuova.»
Tutte fregnate o quasi, pensava, mentre gli tremavano le mani alla firma del documento che gli consegnava quel pezzo di terra.
«Sei stato anni a zappare la terra degli altri per metterti a zappare ancora? Ma sei un cretino!» l’aveva apostrofato la moglie. Lui faceva spallucce, non gli importava. Lì si scordava di tutto.
«Finalmente torni a casa! Dove stavi? Ero preoccupata.»
«Ah, mannaggia» aveva sorriso lui, presagendo la sgridata «stavo al bosco e non mi sono accorto dell’ora.»
«Un cretino ho sposato, un cretino!»
Ma cosa capiva, quella?

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Capitolo 7
*** Tango ***


Genere: Introspettivo
Parole: 106
Annotazioni: Tango è il nome del pallone da calcio utilizzato durante i mondiali del 1978. 

TANGO

 

Quel giorno imparai che cosa significasse avere le palle. Lo sapevano tutti che Carmelo era proprio scarso nel gioco del calcio e nessuno gli passava la palla; poverino, trotterellava a centrocampo rincorrendoci. Mi fece pena e gli diedi una possibilità.
Sbagliai: tirò una sventola scoordinata e potente che andò dritta contro una finestra. Il tempo di udire il crash del vetro ed erano già tutti corsi via, lasciandomi lì come uno scemo. Mi tremavano le gambe e forse per questo non scappai. Mi beccai le urla e assistetti alla barbara scuoiatura del pallone, ma che importava? Ero rimasto lì, a prendermi la colpa. Praticamente un eroe.

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Capitolo 8
*** Un segreto ***


Genere: Introspettivo
Parole: 110



UN SEGRETO


Durante il tragitto verso la residenza di mamma e papà lui non dice una parola e lei lo osserva preoccupata; infine non si trattiene più e domanda:
«Sei proprio sicuro?»
«Hai alternative?»
Lei sa che quella fermezza cela soltanto delusione.
«A me non importa nulla se sei il direttore dell’azienda o un semplice manovale, lo sai?»
Nemmeno la sincerità lo smuove.
«Ai miei sì, però. Hai intenzione di fare la spia?» domanda, colto da un presentimento.
«No.»
«So che pensi, non dovrei mentire. Ma non ne parliamo più.»
Lei ammutolisce, sconfitta; a un tratto sporge la testa fuori dal finestrino e grida:
«Mio marito fa l’agricoltore, va bene? Ridete? Chissenefrega!»

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Capitolo 9
*** Innocenza ***


Genere: Introspettivo
Parole: 109

INNOCENZA

 

Martina oltrepassa il cancello del liceo, vede le sue compagne ridere, strette attorno a qualcosa.
«Che cos’è?»
Ignorando le risatine che scoppiano si sporge e riconosce la confezione di un preservativo.
«Ce l’ha dato la rappresentante d’istituto.»
Allora Martina capisce il motivo di tutti quei garruli gruppetti che animano il cortile. Riesce a cogliere qualche battuta: «Ma non si vergogna? Non sono illegali?»
Durante le lezioni osserva pensierosa le altre che ne scartano uno dopo l’altro, arrossendo e ridendo mentre ci infilano le dita dentro e ne saggiano la resistenza.
«Ne vuoi uno?» la rappresentante la bracca all’uscita. «Sai come si mette?»
«No, grazie. A me non serve più.»

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Capitolo 10
*** Cortesia ***


Genere: Romantico
Parole: 103
Avvertimenti: Femslash


CORTESIA

 
La cortigiana domandò all’ancella per quale motivo stesse piangendo.
«È per il cavaliere.»
Mentre ascoltava la storia della seduzione, dell’idillio e dell’abbandono, la cortigiana si trovò ad inspirare il profumo delicato dell’altra; era capace di coprire anche la puzza di vino che aveva addosso. Lasciò che le parlasse ogni sera dei fiori di cui si prendeva cura finché non conquistò il permesso di venirle più vicino. L’ancella si stupì dei suoi occhi grandi e limpidi; non li notava mai nessuno.
«Dimentica il cavaliere. È solo un presuntuoso.»
Il giorno stesso in cui si scambiarono il primo bacio comparvero due nuove orchidee nel giardino.

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Capitolo 11
*** La palude ***


Genere: Generale

Parole: 107

LA PALUDE

 
Alle tre del pomeriggio Matteo passa davanti al bivio dello scalone. Fa molto caldo e in giro non c’è nessuno se non si conta zio Pietrino, che sta sempre seduto lì.
«Zi’ Pietrino, che fate?»
«Niente.»
«Aspettate qualcuno?»
«Forse passa la corriera. Io controllo e se si ferma ti chiamo.»
Matteo compie la stessa strada a ritroso ogni sera per tornare a casa.
«Zi’ Pietrino, che fate?»
«Niente.»
«È passata la corriera?»
«Eh, no. Mi sono addormentato e non l’ho vista. Domani, quando passa, ti chiamo.»
Matteo non ha mai capito come abbia potuto anche solo immaginare il passaggio di un autobus attraverso una via così piccola.
 
 

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Capitolo 12
*** Un rinoceronte ***


Genere: Generale   
Parole: 110

UN RINOCERONTE

 
Il rinoceronte porta il suo cucciolo ad abbeverarsi lungo il fiume. Nell’avvicinarsi all’acqua il piccolo nota la presenza di un elefante anziano, un altro vigoroso ed un ultimo più piccolo. È felice: ama molto la loro compagnia.
«Dove stai andando?»
«Buonasera!» lo accoglie l’elefante più baldanzoso.
Il cucciolo si volta a metà strada fra suo padre e il gruppo di elefanti. Il rinoceronte lo guarda fisso.
«Quello è tuo padre? Perché è arrabbiato?» s’informa il piccolo elefante.
«Non lo so.»
Il cucciolo è ricondotto indietro dalla collera di quello sguardo. Insieme tornano alla loro prateria. Il silenzio del genitore non va commentato: pare che si tratti di qualche antico screzio.

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Capitolo 13
*** La luna ***


Genere: Introspettivo
Parole:  100

LA LUNA

 
Due persone stanno guardando la luna nello stesso momento.
A lei sembra la più adatta a raccogliere il suo dolore, più femminile e riservata rispetto all’astro diurno; le sembra che possa comprendere, ma non motivare, l’incessante tormento che le infligge un uomo che non ama più.
A lui la luna sembra perfetta e bellissima, la compagna di tante notti; e come la ragazza dagli occhi scuri e le gambe lunghe, si fa ammirare da tutti e a tutti si mostra amica, ma rimane sempre lontana e non è di nessuno.
Due persone guardano la luna insieme e non s’incontreranno mai.
 

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Capitolo 14
*** Due ***


Genere: Introspettivo
Parole: 103



DUE

 
Se c‘è una cosa che la fa andare fuori di testa è sentire la sua presenza lì, sulla poltrona, mentre finisce di lavare i piatti. Le fremono le mani, non sopporta che la guardi mentre cucina o sparecchia, cogliendo l’occasione per spizzicare qualcosa.
Lui la sbircia e tiene il conto di quante stoviglie le restano da sciacquare. Vorrebbe dirle di lasciarlo da solo, di non rompergli la testa con la storia degli spuntini che fanno ingrassare e aumentano il colesterolo e tutta quella roba, di piantarla di criticarlo sempre.
«Sono stanco, vado a riposare un po’.»
«Va bene, caro.»
Un duplice sospiro sollevato.

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Capitolo 15
*** Semplicità (non gli aeroplani) ***


Genere: Romantico
Parole: 110
Avvertimenti: Femslash

SEMPLICITÀ (NON GLI AEROPLANI)

 

«Sei così difficile, certe volte.»
«Cerca di capire…»
«Ma l’hai lasciata, cos’hai da decidere? Ora… possiamo?»
Nessuna risposta. Quella ragazza mi faceva impazzire.
Quando la rividi, pensai che si fosse decisa. Mi posò un libro fra le mani.
«Leggilo, è importante.»
Ero diffidente: credevo mi stesse mettendo alla prova. Lo terminai e capii che forse non era quello il modo di affrontarla. Mi facevo domande su cose poco importanti, come gli aeroplani. Ci rincontrammo, aveva il terrore negli occhi.
«Hai letto?»
«Sì. Ho capito.»
Sorrise, la paura era svanita. Feci per restituirglielo, ma lo rifiutò.
«È tuo.»
«Mio?»
«Sì. A casa ne ho un altro. Aspettavo qualcuno a cui darlo.»





Annotazioni: dopo quindici esperimenti direi che va bene così.

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