In a year, I'll be here waiting for you.

di xnotinvisible
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lost. ***
Capitolo 2: *** Now he is with me, in a way or another. ***
Capitolo 3: *** Is it enough for me? ***
Capitolo 4: *** You are a bitch! ***
Capitolo 5: *** Don't you believe me? ***
Capitolo 6: *** Water with fishes. ***
Capitolo 7: *** Punk'd or Scherzi a Parte? ***



Capitolo 1
*** Lost. ***


Chi poteva essere l'unica sfigata che, durante la sua prima visita a Roma, si perse e smarrì la mappa? Io, naturalmente.
Ma partiamo dall'inizio.
Ormai stanca della mia monotona e regolare vita qui a Milano, bilanciata tra pesante studio e la nonna, decisi di prendermi un giorno di pausa, di staccare la spina. Il problema consisteva nel trovare come occupare lo spazio di ben 24 ore.
Sicuramente vi starete chiedendo chi sono e beh, per ora vi basta sapere che il mio nome è Dafne Williams, ho 16 anni, i capelli scuri e lunghi, gli occhi scuri, niente di particolare. Il resto lo scoprirete solo col passare del tempo, magari leggendo la storia di una parte importante della mia vita che mi ha fatta emozionare e spero che, in qualche modo, riesca a farvi sognare ed entrare nel mio complesso, ma, tutto sommato, divertente mondo.
Torniamo al racconto.
Un giorno stavo passeggiando quando un volantino attirò la mia attenzione. Si parlava di una gita di un giorno a Roma, l'orario per la partenza era previsto intorno alle 23.00, l'arrivo il giorno seguente alla stessa ora. Era perfetto.  
Portai immediatamente i miei soldi all'organizzatrice e dopo circa un mesetto mi trovai sul pullman con il mio fedele lettore mp3 ed un piccolo cuscino per favorire il sonno. 
Dopo qualche ora arrivammo a destinazione, ero la felicità in persona. L'organizzatrice ci diede un appuntamento: eravamo liberi per visitare la città, fare colazione, pranzare e cose così per 6 ore, subito dopo ci saremmo incontrati nello stesso punto per tornare a casa.
Corsi verso una piazza non molto vicina, dove vedevo più persone radunate con un sorriso che andava da un orecchio all'altro: per un giorno ero libera dai compiti, dalle lamentele della nonna e da tutto il resto.
Ero al centro della folla, quando all'improvviso..«Merda.» esclamai.
Avevo avuto la brillante idea di non seguire il gruppo nè di chiedere indicazione. La mappa era magicamente scomparsa dal mio zaino e beh, intorno a me non riconoscevo nessuna faccia familiare che avevo già visto sul pullman.
Wow, ero in una situazione meravigliosa.
Cercai di ricordare il tragitto fatto e lo ripercorsi al contrario ma con scarsi risultati. Era ufficiale: mi ero persa.
Vidi una panchina libera e mi ci buttai sopra. Bevvi un sorso d'acqua per poi portare al petto le gambe, circondarle con le mie braccia e appoggiarci il mento.
Ero stata una cretina.
All'improvviso un ragazzo ricciolino si sedette vicino a me. Indossava dei semplicissimi jeans scuri, delle converse bianche e una maglietta bianca. Non mi preoccupai neanche di alzare lo sguardo, ero distrutta.
Sentii un altro ragazzo sedersi vicino a me. Era la mia giornata o cosa?
«Ehi tu.» disse quest'ultimo.
Lo guardai: era il ragazzo più bello che io avessi mai visto. Aveva degli occhi meravigliosi, erano azzurri ma bisognava guardarli per capire davvero. I capelli erano chiari e racchiudevano alla perfezione il suo viso. Un sorriso dolce si fece velocemente spazio sul volto.
«Dici a me?» sussurai, quasi terrorizzata.
«Ehm..» si grattò la nuca con fare imbarazzato «..veramente mi riferivo al ragazzo vicino a te.»
Ah.
Istintivamente mi girai: degli occhioni verdissimi mi fissavano. 
«Horan vai tranquillo, resto qui un altro pò.» 
«D'accordo.» detto questo, il biondino andò via. Wow, che educazione.
Stavo per ritornare ad abbassare lo sguardo quando il ricciolino mi parlò.
«Ciao! Qualcosa mi dice che ti sei persa, se hai bisogno di una guida, il mio nome è Harry.» Allungò verso di me la mano che, titubante, strinsi.
«Dafne.» 
«Allora, di dove sei?» mi chiese, sorridendo ancora. Aveva una paralisi facciale?
«Milano. Sono qui per una gita di un giorno a cui ho avuto la brillante idea di partecipare facendomi poi trasportare dalla felicità e perdendomi.»
«Wow, dovrebbero darti un premio per l'intelligenza.» ridacchiò.
Era una battuta o cosa? Dovevo ridere per caso? Voleva una monetina?
Mi sforzai di sorridere.
«A che ora dovresti incontrare gli altri?»mi chiese.
«Tra meno di 6 ore.»
«Ti faccio da guida, se ti va.»
Sorrisi, sinceramente questa volta.
«Ti ringrazio di cuore Harry.»
«Ma di niente Daf. Ora andiamo, iniziamo il tour.» Mi porse il braccio che io afferai per iniziare la visita.
Durante tutto questo tempo parlammo del più del meno, in generale di noi senza entrare mai nello specifico.
Il suo nome era Harry Styles, aveva 17 anni ed abitava a Roma dalla nascita. Conosceva la sua città come le sue tasche e non l'avrebbe lasciata per nulla al mondo. Aveva quattro migliori amici: Niall (il tipo incontrato prima), Louis, Zayn e Liam, da come parlava di loro sembravano molto, molto simpatici. Amava i gatti.
Più passava il tempo, più mi accorgevo dell'errore che avevo commesso non prestandogli l'attenzione che meritava. Era un ragazzo fantastico.
Nessuno altro avrebbe accompagnato una perfetta sconosciuta in giro per la città, per poi portarla ad un ristorante e pagare anche il conto, nessuno. Ma lui era diverso.
Aveva ascoltato con interesse dei particolari della mia vita, tipo i voti a scuola o gli amici che frequentavo.
Dopo circa 4 ore e mezzo di cammino, tra risate, patatine fritte ricoperte di ketchup e maionese e sgambetti all'improvviso, arrivammo alla fontana di Trevi.
«Sai cosa si dice di questa fontana?» mi domandò, poggiando la mano sulla mia spalla. Istintivamente circondai la sua vita con le braccia.
«No, cosa?»
«Se lanci una monetina, tornerai a Roma.» ridacchiò.
«E tu credi a questa sciocchezza?»
«No, ma è divertente farlo.» 
Scossi la testa, era un ragazzo con la paralisi facciale completamente perso.
«Facciamo una promessa.» esclamai.
«Certo, dimmi tutto!»
«Tra un anno tornerò a Roma sempre con questo genere di gita..»
«..tra un anno, io sarò qui ad aspettarti.» completò la frase con un sorriso.
Sorrisi a mio volta, contentissima. Ci prendemmo la mano per poi lanciare la monetina nella fontana.
«Promesso.» sussurrò, tenendo gli occhi chiusi.
«Promesso.» dissi, a voce più alta, stringendogli la mano.



Saaaaalve!
Sono tornata con una long questa volta! Mi è venuta quest'idea mentre tornavo da una gita come quella descritta nella storia.
Ci metterò il cuore, aggiornerò il prima possibile. Vi chiedo solo di leggerla e di dirmi le vostre opinioni sinceramente, saranno accettate volentieri.
Vi ringrazio di tutto l'appoggio che mi date con le altre os, vi ringrazio di cuore!
Alla prossima, Vale :)

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Capitolo 2
*** Now he is with me, in a way or another. ***


«Sono a casa!» esclamai, stanca dal lungo viaggio in pullman, entrando in casa.
La nonna era in cucina e si affacciò, sorridendo, dalla porta. «Ciao tesoro mio! Com'è andata?»
«Meglio di quanto potessi mai immaginare!» qualcosa nel mio tono di voce o nella mia espressione la fece insospettire, poichè subito dopo mi chiese «C'è lo zampino di qualche ragazzo, eh? Come si chiama?»
«Harry.»
Sorrisi ancora, inconsapevolmente, ripensando alle piacevoli ore trascorse con lui. Il suo sorriso, le sue fossette, i suoi riccioli, le sue braccia muscolose, il suo profumo..dovevo smetterla, assolutamente. Non potevo innamorarmi di un ragazzo che, per una promessa, avrei visto una volta all'anno. Sempre se avesse rispettato quel patto per me tanto importante.
Mi aveva accompagnata fino al pullman, per poi salutarmi con un abbraccio, un bacio sulla fronte e un bigliettino con su scritto il suo numero di cellulare.
Ero da sempre stata una ragazza timida, quindi dubitavo che l'avrei mai usato, se lui non avesse fatto il primo passo di certo non l'avrei fatto io.
Dovevo ammettere che mi mancava. Era una cosa stupida, veloce, idiota e magari senza senso ma mi mancava davvero. E il pensiero che avrei dovuto aspettare ancora un anno, la bellezza di 365 giorni, per vederlo mi uccideva.
In quel momento la pesantezza della situazione mi cadde addosso, come un secchio pieno di farina gettato in testa per uno scherzo di Halloween.
Avevo sbagliato ad affezionarmi in così poco tempo ad Harry, eppure non riuscivo a pentirmi di averlo fatto. 
Mi aveva aiutata, era stato comprensivo e gentilissimo con me.
«E' carino?» la voce della nonna mi riportò alla realtà.
Per quanto tempo avevo pensato?
«Ha tantissimi capelli ricci e scuri, delle fossette meravigliose, un sorriso che è la fine del mondo e  i suoi occhi..beh, i suoi occhi..» balbettai. Non riuscivo a trovare le parole adatte per descriverli.
Stai facendo la figura dell'imbecille, complimentoni Dafne.
«Ho capito, ti piace.»
Sentii un improvviso calore invadermi le guance. 
In quel momento la vibrazione del mio cellulare interruppe il momento. Quanto potevo amarlo in quel momento? Quanto?
«Nonna vado di sopra, scendo per la cena.» dissi velocemente.
«A dopo.»
Corsi in camera mia, per poi sdraiarmi sul letto e prendere la borsa per rivedere una foto, la nostra foto.
Davanti a me corsero le immagini del giorno precedente.

 
«Ci restano solo dieci minuti!» esclamai, guardando l'orario e accorgendomi di come fosse volato il tempo.
«Lì c'è una cabina per le foto, ce ne facciamo alcune?»
«Il tempo è poco..»
«Solo due! Per favore!» disse, sporgendo il labbro e facendo la faccia da cucciolo. Scossi la testa e lui mi prese la mano, per poi correre verso quella cabina.
Mi sedetti sulle sue gambe, lo sgabellino era solo uno.
Mi circondò le spalle con un braccio e io, circondando la sua vita, poggiai la testa nell'incavo del suo collo, sorridendo.
Prima foto: fatta.
All'improvviso mi diede un bacio sulla guancia e io mi ritrovai a sorridere come una stupida.
Seconda foto: fatta.
Uscendo fuori, le prendemmo.  «Sono bellissime!» esclamò, davvero contento.
Annuii e le dividemmo: io presi la seconda, ovviamente, lui la prima.

 
All'improvviso il mio cellulare vibrò.
Un nuovo messaggio da un numero che non era memorizzato in rubrica. 
Estrassi il foglietto su cui Harry aveva scritto il suo numero dalla tasca dei miei jeans e li confrontai: non erano gli stessi.
Povera illusa.
Gettai il cellulare sul letto per andare in bagno a fare una doccia, senza preoccuparmi di quell'sms. In quel momento l'unica persona che avrei voluto sentire era lui, evidentemente non aveva lo stesso bisogno.
Rimasi sotto la doccia per circa 30 minuti, mi avvolsi in un asciugamano e tornai in camera mia.
Il cellulare vibrò un'altra volta. Era l'avviso sempre di quel messaggio.
Sbuffai e decisi di leggerlo.
"Ciao piccola, sono Harry. Quel deficiente di Louis mi ha fatto cadere il telefono nel water e sono stato costretto a cambiare numero. Sei arrivata a casa? :)"
Ciao piccola, sono Harry.
Ciao piccola.
PICCOLA.
Stavo morendo o cosa? Il mio cuore aveva deciso di perforarmi il petto?
Con mani tremanti gli risposi.
"Ciao Harry! Sì, da quasi un'ora :) grazie del pensiero."
Attesi con ansia la sua risposta, che non si fece attendere per fortuna.
Come avevo potuto avere dubbi su di lui? 
Erano spariti in quel nano secondo.
"Ma figurati! Ti va di parlare un pò? :)
"Ma che domande sono?! Certo che mi va!"
"Perfetto! Che stai facendo?"
Da lì partì una chiacchierata che non durò un'ora o due, ma bensì tutta la giornata fino a quando andai a dormire.
"Harry ora scappo a dormire, ci sentiamo domani se ti va. Buonanotte e grazie ancora una volta di tutto!"
Il suo messaggi arrivò dopo pochissimi secondi.
"Buonanotte e smettila di ringraziarmi. A domani piccola."
Per la prima volta in tutta la mia vita mi addormentai con il sorriso stampato sulla faccia. Ero felice. E questo grazie a lui.
 
La sveglia squillò puntuale alle 6.45. Doveva iniziare una nuova settimana di scuola e io non ero pronta a ritornare alla realtà, ritornare a tutte quelle facce tutte uguali piene di odio e superiorità.
Aprii piano piano gli occhi, feci colazione, mi lavai, indossai velocemente dei vestiti per poi salutare la nonna e andar via.
Durante il tragitto sentii il cellulare vibrare.
Era Harry. "Buongiorno Daf! Non è che potresti tagliarti i capelli, indossare le lenti a contatto e andare a scuola al posto mio?"
Ridacchiai, era un caso perso, l'avevo capito fin dal primo momento.
All'improvviso sentii dei passi provenire dalla mia destra. Alzai lo sguardo.
Erano Kate e le sue ancelle. Vestite tutte uguali, minigonna (se così poteva essere chiamata) bianca, scarpa con un tacco vertiginoso rosa e una camicietta rosa che non lasciava spazio all'immaginazione.
«Adesso la sfigata ride anche da sola!» esclamò divertita colei che si considerava l'ape regina.
«Kate, quando la smetterai di prendertela con me?» chiesi, raccogliendo tutta la pazienza che avevo.
«E tu quando la smetterai di capire che, a causa di quelle serie di cose che sai fin troppo bene, sarai per sempre da sola?»
Gli occhi diventarono immediatamente lucidi e le lacrime stavano per fuoriuscire ma le ricacciai indietro, non dovevo piangere davanti a lei, non dovevo farmi vedere debole di nuovo.
«Preferisco essere da sola piuttosto che avere come amiche persone false, ipocrite e vuote come te!» sbottai, per poi voltarmi e continuare il mio percorso verso scuola.
, era vero, ero sola. , per delle cose successe in passato.
, avevo raccontato ad Harry un mucchio di balle sulla mia vita sociale.
Decisi di passare dal bagno prima di andare a lezione.
Appena misi piede in quella specie di stanzino con dei lavandini e alcuni water, tutti se ne andarono, anche coloro che erano in giro.
Ovvio, ero entrata io.
Mi sciaquai velocemente la faccia ma sentii il mio telefono squillare.
Senza neanche preoccuparmi di controllare chi fosse, risposi. «Pronto?» 
«Dafne! Allora sei viva!» Una volce calda mi riscaldò il cuore, era lui.
«Ciao Harry! Scusami se non ho risposto al messaggio ma ho incontrato delle amiche per strada..sai...»
«Tranquilla, nessun problema. Sei a scuola?»
«Yes! Sono nei bagni, fra due minuti devo andare a lezione, alla prima ora ho storia. Tu?»
«Non lo so! Io sono ancora nel letto, fra pochissimo mi alzo e corro a scuola, qualcosa mi dice che sono in ritardo ma fa nulla.»
Risi di gusto. La campanella suonò.
«Harry sta suonando la campanella, devo proprio andare, scusami.»
«Smettila di farti tanti problemi per ogni minima cosa! Ci sentiamo dopo?»
Sorrisi. «Sì.»
«Ti chiamo appena finisco, a dopo piccola e buona giornata.»
«Anche a te, a dopo.»
Lui era con me, in un modo o nell'altro.
E questo mi bastava.




Eccomi!
Ad una settimana esatta dalla pubblicazione del primo capitolo ho aggiornato, sono o non sono una brava bambina? HAHAHAH
Ma facciamo le serie uwù Da questo capitolo si inizia a capire qualcosa di Dafne, il personaggio principale.
Secondo voi che cosa nasconde? E perchè ha mentito ad Harry?
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite e ricordate.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di recensire.
Grazie di cuore a tutti coloro che, come me nella maggior parte dei casi, sono lettori silenziosi.
Ci vediamo martedì prossimo, spero davvero che questa storia vi piaccia tanto quanto piace a me!
Vale :)

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Capitolo 3
*** Is it enough for me? ***


«Per che ora dovresti essere qui Daf?» mi chiese, dall'altro capo del telefono. Era allegro, sentivo che stava sorridendo e, sapere che lo stava facendo, rilassava e rendeva felice anche me.
«Non lo so Harry, siamo partiti con un'ora di ritardo e delle vecchiette con la vescicola grande quanto la tua testa, cioè meno di metà unghia..»
«Hey!» 
Ridacchiai. «Dicevo..queste vecchiette hanno chiesto di fermarsi più di due volte ad un autogrill e sembravano non volerne uscire più!»
«E con questo?»
Scossi la testa. «Se la scorsa volta arrivai verso le 8.30, arriverò più tardi, no? Sei proprio un idiota Styles.»
«Oh! Giusto..»
«L'hai ammesso finalmente!»
Stavo chiacchierando con il mio Harry Styles dopo un anno dal nostro primo incontro. Quel giorno lo avrei rivisto, sempre grazie a quel tipo di gite a cui ormai ero abbonata.
Avevo scoperto che la signora Richards organizzava queste ogni anno lo stesso giorno, sempre verso Roma. Le avevo già dato i miei nominativi, assicurandole che avrei partecipato sempre. Sì, le dovevo molto. Era lei che mi avrebbe permesso di rivederlo.
Dire che mi era mancato, era pochissimo.
Ci sentivamo ogni giorno, un po' tramite i messaggi e un altro po' tramite le chiamate, che io di gran lunga preferivo, visto che mi permetteva di ascoltare la sua voce.
Ormai era diventato importantissimo per me: pur non avendogli rivelato tutto sulla mia vita, lui ascoltava i miei pianti e i miei singhiozzi, consolandomi dicendomi delle parole dolcissime. Gli insulti a scuola non erano diminuiti, anzi, si era propagati e ora anche parte della città non mi reputava una brava ragazza. Questa cosa mi faceva male, per un errore che io non avevo commesso stavo pagando le conseguenze ed ero sicura che questa tortura non sarebbe finita facilmente.
Oltre alla nonna, ora c'era Harry nella mia vita, a renderla migliore, più allegra e colorata, e a ricordarmi che non dovevo mai perdere la speranza, per nessuna ragione al mondo. Perchè? Perchè, secondo loro, nessuno era tanto importante per le mie lacrime e per spegnere il mio "meraviglioso sorriso".
Nella vita di Harry, invece, non era cambiato granchè. Mi aveva parlato tanto, tantissimo, anche troppo dei suoi migliori amici, ormai mi sembrava di conoscerli già! Mi aveva promesso che me li avrebbe presentati al nostro prossimo incontro, quindi quel giorno avrei dovuto conoscerli.
Infine, avevo scoperto che amavo insultarlo. 
Per me era un segno di affetto e lui lo sapeva, anche se faceva finta di no perchè, appunto, era un deficiente.
Allontanai per un attimo il telefono dall'orecchio. «Mi scusi, signora Richards, tra quanto tempo arriviamo a Roma?»
«Chiamami pure Chiara! Comunque, tra circa 15 minuti.»
Le sorrisi riconoscente. «Grazie mille Chiara!» Ripresi il cellulare.
«Styles ci sei ancora?»
Sentii il rumore di una busta..patatine o biscotti. «Shì, eccomi Diaf!»
Risi. «Patatine o biscotti?»
«Come fai?» 
«Semplice: ho sentito il rumore della busta e hai parlato con la bocca piena, idiota!»
«La smetti di insultarmi?»
«No, mongolo, lo sai che è un segno di affetto. Sono a Roma tra circa 15 minuti, muoviti ad andare alla fermata!»
«Arrivo.» detto questo, chiuse la chiamata. Sorrisi e appoggiai al finestrino.
Lo avrei rivisto dopo un anno, il quale era letteralmente volato, per fortuna.
Chiusi gli occhi, abbandonandomi al mio fedele amico lettore mp3.
Non so esattamente quanto tempo passai, se mi addormentai o restai in dormi veglia ma una gentile signora mi svegliò comunicandomi che eravamo arrivati.
E fu allora che lo vidi attraverso il finestrino, in tutto il suo splendore e fu allora che il mio cuore perse un battito.
Aveva dei jeans, una maglietta verde che metteva in risalto il suo corpo perfetto e delle converse nere ai piedi. Le sue mani erano in tasca e guardava dalla portiera del pullman aperta, cercandomi.
Ringraziai frettolosamente la signora, per poi prendere la mia mega-borsa e scendere.
Mi vide subito e sorrise. Il suo sorriso, oh mio dio.
Dafne respira, respira. 
Non riuscii a controllarmi: gli corsi incontro per poi gettarmi in braccio a lui. Le braccia gli circondavano il collo, le gambe la vita, ero appiccata a lui e sentii le sue braccia muscolose stringermi fortissimo.
«Ciao piccola.» mi sussurò all'orecchio, facendomi rabbrividire.
«Ciao ritardato!» esclamai, guardandolo negli occhi e sorridendo ancora.
Quella con la paralisi facciale ero io questa volta, me l'aveva mischiata. Era una malattia rara ma contagiosa, sicuramente.
«Sei diventata più bella, lo sai?» disse, facendomi scendere e prendendomi per mano.
«E tu sei diventato ancora più bravo a dire le bugie.» strinsi la presa.
Scosse la testa.
«Allora, che si fa oggi?» chiesi, curiosa. Volevo divertirmi, essere sempre con lui.
«Avevo pensato di stare a casa mia, così ti presento i ragazzi e passiamo del tempo con loro! Sono divertentissimi e sicuramente loro..»
Lo interruppi. «Lo so Hazza, lo so. Me l'hai ripetuto come minimo 30 volte al telefono.» 
«Giusto! Vabbè, dicevo, stiamo con loro fino a mezzogiorno, poi ti porto a pranzo fuori e stiamo insieme solo noi due fino a quando non torni al pullman.»
«Perfetto!»
Una cosa buona l'aveva fatta quel ragazzo.
Arrivammo a casa sua in meno di 20 minuti, parlando del più e del meno, facendo battutine quasi ad ogni frase. Sì, con Harry era così.
«Eccoci!» esclamò entrando in casa, lasciandomi la mano.
«Buongi..» iniziai a dire ma non riuscii a terminare la frase perchè qualcosa, o meglio, qualcuno, mi era piombato addosso, soffocandomi.
«No..non respi..» si staccò. Lo guardai: era il bellissimo Zayn.
«Scusa, ogni tanto ho questi attacchi di affetto e non vedevo l'ora di incontrarti! Harry ci parla così tanto di te e da quello che dice si può facilmente intuire che sei una persona meravigliosa! E' stato davvero fortunato ad averti incontrato e anche molto intelligente ad aver deciso di aiutarti e a farti da guida per Roma! Devo ammettere che i casi in cui è intelligente sono rari..quindi ritieniti fortunata anche tu eh! Se non l'avesse fatto, ora lui..»
«Zayn, basta!» quasi urlò Harry, stringendomi a lui abbracciandomi da dietro.
«Non assillarla, sappiamo tutti che sei il tipo coccoloso e affettuoso e chiacchierone e bello nel gruppo ma ora basta! La traumatizzi così!» risero entrambi.
«Okay, hai ragione, scusami Dafne. Io sono Zayn.»
In quel momento altri tre ragazzi arrivarono.
«Io Liam.» disse il ragazzo più alto fra i tre, biondino con un sorriso dolcissimo.
«Io Louis!» esclamò, quasi divertito uno dagli occhi celesti/color ghiaccio e i capelli spettinati.
«Niall, ma mi conosci già.» rispose svogliatamente il biondino che avevo già incontrato. Era bellissimo, okay, ma era proprio antipatico.
In realtà tutti e cinque i ragazzi erano bellissimi, sicuramente avevano fatto un qualche concorso.
«Vado a prendere da mangiare!» esclamò all'improvviso Liam, correndo verso la cucina.
Ridemmo un po' tutti per poi seguirlo.
Ci sedemmo intorno al tavolo, io ero tra Harry e Zayn. Quest'ultimo mi era molto simpatico, ero sicura che saremmo diventati grandi amici.
Parlammo del più e del meno, iniziando piano piano a conoscerci di più.
Aveva ragione il mio idiota preferito: erano ragazzi stupendi! Tranne Niall, ovviamente. Il detto "mai giudicare un libro dalla copertina" aveva proprio ragione.
«Allora..come mai vivete tutti insieme?» chiesi, stringendo tra le mani il mio bicchiere di succo all'ananas.
«E' stata una mia idea.» rispose Louis sorridente. «Eravamo amici stretti da tempo e le nostre situazioni familiari non erano delle migliori, così eccoci qui, insieme, a sostenerci a vicenda.»
«Che bello!» esclamai, sincera.
All'improvviso qualcuno suonò il campanello ed Harry si precipitò a rispondere.
«Ciao amore.» lo sentii pronunciare.
Oh merda.
Oh no.
No, no, no, no, no.
NO.
«Ciao tesoro mio!» squittì una vocetta fastidiosa. 
Poteva benissimo essere il suo nuovo criceto, sì. Magari si chiamava Sciarpina, o Bijoux, come quelle di Hamtaro.
Li vidi entrare, mano nella mano. Lei era bionda, aveva gli occhi verdi e delle poche lentiggini che la rendevano ancora più perfetta. Aveva un fisico che faceva invidia.
«Rose, ti presento Dafne, la mia migliore amica.»
La sua migliore amica, niente di più, niente di meno. Già.
«Sono Rosaline, la ragazza di Harry, piacere.» disse, stendendo il braccio. Strinsi la mano, fingendomi entusiasta.
«Dafne, piacere mio.» pensai per pochi secondi. «Hazza, posso parlarti un secondo in privato?»
Annuì. Uscimmo dalla cucina per andare in soggiorno.
«Perchè non me ne hai parlato?» gli chiesi, visibilmente ferita.
«Doveva essere una sorpresa!»
Una sorpresa? UNA SORPRESA! SERIOUSLY!?
«Una sorpresa..» sussurai, senza convinzione.
«Esatto! Spero che diventiate buone amiche, ci tengo davvero e mi renderebbe ancora più felice. Ora vado di là, devo dare una mano a Malik a sparecchiare.» si alzò, mi baciò la fronte per poi tornare in cucina.
Lui era felice, si vedeva, tutti lo avrebbero notato anche non conoscendolo.
E io? Io ero davvero felice per lui?
Sì, dai. Ero sua amica e, se lui era felice, lo ero anch'io.
Ero sua amica. La sua migliore amica. Ma mi bastava davvero?




in the la la land...MAAAAAAACHIIIIIIIINEEEEEEEEEEE!
ciao bellissimi :) sono tornata, con un giorno di ritardo però D: ieri avevo un matrimonio e ho tentato di aggiornare ieri sera ma la mia connessione era morta, defunta, deceduta e non voleva riprendersi.
Spero che vi piaccia questo capitolo e che continuiate a seguirmi in questa storia :)
Ebbene sì, Hazza si è trovata una ragazza. E chi se lo aspettava? In realtà non era nei miei piani ma poi boh, è capitato e l'ho lasciata ahahah.
Anyway, vedrete i ragazzi in una luce diversa dal solito, Zayn non sarà il solito bellissimo seduttore, Niall il dolce mangione e così via, mi hanno stancata quelle cose, storie che sembrano fatte con lo stampino ma okay.
Va bene, me ne vado D: ahahah grazie ancora una volta a tutti quelli che recensiscono, mettono la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.
Anche a voi che state solo leggendo.
Alla prossima, spero.
Su twitter sono @xnotinvisible, se magari volete chiedermi della storia o volete essere avvisate lì quando aggiorno, ditemelo :)
Vale :)

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Capitolo 4
*** You are a bitch! ***


«Stavo pensando che..» intervenne all'improvviso il cammello, ehm, volevo dire Rosaline.
«Ah, tu pensi?! Caspita, l'evoluzione dei cammelli.» commentai sarcastica, ricevendo una pacca sulla spalla da Malik a cui risposi con un sorriso.
«Dei cammelli?»
«Esatto.»
«E cosa c'entrano i cammelli?! Insomma, non mi starai mica scambiando per quelle piante che..»
«Sono animali.»
«Fa lo stesso. Vabbè, non è così, vero?»
«No, certo che no! Ti stavo scambiando per mia nonna.»
«Tua nonna?»
«Chi vuole sentire una storia?» chiese Louis all'improvviso. Aveva capito che da un momento all'altro sarebbe scoppiata una lite.
Odiavo Rosaline, sentivo che in qualche modo mi avrebbe portato via Harry e non volevo.
Era stata appiccicata a lui tutta la mattinata, era peggio di un adesivo.
«...sono andato da dietro a lei e sbam, l'ho gettata in acqua!» concluse Louis, gettando la testa indietro e incominciando a ridere senza fermarsi. In realtà non ascoltai ciò che stava dicendo, avevo la mente altrove.
Il punto era che..non era battuta e il racconto non era divertente, quindi nessuno stava ridendo, nessuno tranne lui, ovviamente.
Era un vizio del povero, vecchio Tommo: faceva una battuta e rideva da solo.
Ero convinta che, se mai lo lasciassero in una stanza in completa solitudine, sarebbe capace di sbellicarsi dalle risate fino alle lacrime.
Era un tratto che lo caratterizzava: la simpatia.
«Piccola, è ora di andare.» mi sussurò Harry ad un orecchio, indicando l'orologio marroncino appeso alla parete, ormai stanco di ticchettare.
Gli sorrisi, annuendo. «Saluto Rosaline e arrivo.»
Era arrivato il momento di salutare i ragazzi: tra chiacchiere, bicchieri infiniti di succo d'ananas e le "barzellette" di Louis, il tempo era volato.
Mi alzai e mi diressi verso Liam, che mi accolse tra le sue braccia in un abbraccio veloce ma dolcissimo.
«Ciao Liam!» esclamai, stringendolo a me.
«Ciao Dafne! Ci vediamo l'anno prossimo, okay?» annuii, per poi passare a Louis. Quest'ultimo mi sollevò da terra facendomi roteare e ridere.
«Loù! Mettimi giù!» urlai, tra le risate.
«Subito!» esclamò, lasciando di scatto la presa. Istintivamente, per non cadere, mi aggrapai a lui, cosa che fece ridere un po' tutti.
«Smettetela.» sussurai, arrabbiata.
«Piaciuto lo scherzo?!» mi chiese, mettendomi giù e schioccandomi un bacio sulla guancia.
Scossi la testa per poi passare al biondino ossigenato.
«Beh, ciao Horan.»
«Ciao.» si sforzò di dire, alzando la mani in segno di saluto. 
Feci una faccia disgustata per poi passare al mio dolce Zayn.
Mi stritolò in un abbraccio per poi baciarmi la guancia. 
«Ci vediamo l'anno prossimo Dafne!» 
«Sì Malik, tranquillo!» 
«Il fatto è che mi sono già affezionata a te, sei davvero una persona fantastica! Mi hai fatto ridere tanto, spero davvero di sentirti in quest'anno e..»
Malik e il monologo parte 3075.
«Sì Zayn, ci sentiremo, promesso! Ora scappo, vi voglio bene, ci vediamo l'anno prossimo.» sorrisi e mi avviai verso la porta.
«Anche noi!» sentii rispondere in coro.
«Io no.» disse quel biondo tinto, che antipatico. «Neanche io, infatti non mi riferivo a te.»
Detto questo, uscii dalla camera per andare in giardino dove Harry e Rosaline stavano discutendo.
«Ma oggi volevo stare con te, Harreh!» 
«Rosaline ti ho già spiegato tante volte che ho solo un giorno all'anno per stare con Dafne e voglio sfruttarlo, ti vedrò tutti gli altri giorni, cerca di essere comprensiva!»
«Sei una troia!» urlò quella reicarnazione di un cammello, per poi prendere la borsa e correre via con i suoi trampoli, volevo dire, tacchi.
Harry si girò verso di me, sorridendo.
«Ti va di passare il resto delle ore con questa troia?» chiese divertito, indicandosi e passandomi un braccio intorno alle spalle.
«Certo che mi va, l'importante è che non mi rubi il ragazzo!» risi.
«Dove andiamo?» gli chiesi.
«Lo scoprirai.» 
Iniziò a ricorrermi, ridendo e facendo ridere anche me.
Sì, in quel giorno stava solo ed esclusivamente ridendo. Ne avevo proprio bisogno.
Mi portò in un campo immenso, con al centro una tovaglia a scacchi rossi e bianchi, un cestino, dei piattini e delle posate.
«Picnic?» chiesi.
«Esatto!»
«Stai sforzando troppo il tuo cervello, non farlo più altrimenti poi la tua testa si deforma.» mi diede un piccolo schiaffo sulla spalla. «Smettila!»
«Idiota!» gli feci una linguaccia, per poi sedermi e iniziare a mangiare un panino.
Iniziammo a parlare un po' di tutto e io, purtroppo, continuai a mentirgli sulla mia vita a Milano.
«E con Rosaline? Va tutto bene?»
«Può sembrare vuota o stupida» certo, è un cammello «ma fidati Daf, non è così. Mi sto affezionando davvero tantissimo a lei.» 
«Da quanto ci stai insieme?»
«Circa quattro mesi.»
Gli sorrisi, per poi continuare a mangiare. I suoi occhi brillavano quando parlavano di lei ed era molto, molto contento. E dovevo esserlo per lui, fine della storia.
 
 
«Non posso credere che mi stai portando all'acqua park.»
«E invece lo sto facendo!» esclamò, con un gran sorriso stampato sulla faccia.
Il mio povero ebete.
Mi aveva anche comprato un costume da bagno perchè era consapevole che non lo avevo con me.
Ci cambiammo velocemente per poi salire su una scalinata enorme che portava su uno scivolo blu con varie curve.
Avevo sempre odiato il mio corpo e di conseguenza odiavo farmi vedere in costume, ma cercai di non pensarci almeno per quel giorno, non volevo sembrare debole agli occhi di Harry.
«Hazza ho paura.» sussurai.
«Di cosa?»
«Non sono mai salita su questi cosi e non so nuotare tanto bene e..»
Mi strinse le mani. «Hey piccola, ci sono io con te.»
Annuii e gli sorrisi, riconoscente per tutto.
Mi sedetti e lui dietro di me, abbracciandomi per poi posare il mento sulla mia spalla.
«Pronta?»
Sorrisi imbarazzata da quel contatto troppo ravvicinato. «Sono nata pronta.»
Mi strinse a lui. «Sei bellissima.» mi sussurò, per poi baciarmi il collo e scivolare giù.
So solo che mi strinsi a lui fortissimo e chiusi gli occhi: in un attimo mi ritrovai in acqua, con i capelli appiccicati alla fronte e un Harry Styles con i capelli a caschetto bagnati davanti a me.
Scoppiai a ridere guardandolo: era davvero buffo. Ma i suoi occhi venivano messi ancora più in risalto, quel verde cristallino spiccava in quel volto arrossato contornato da ciuffi più scuri del normale e leggermente più arricciati.
Di scatto lo abbracciai.
«Ti voglio tanto bene homo erectus.»
«Anche io Daf!» ricambiò la stretta.
 
 
Uscimmo dalla piscina per stenderci sulle nostre sdraio.
Ero letteralmente in paradiso ed ero convinta che nessuno avrebbe potuto rovinare quel giorno.
Sì, mi sbagliavo.
Una vibrazione interruppe il nostro appassionante discorso sulla riproduzione degli elefanti e sui mille interrogativi che la circondavano.
Sbuffai e guardai il display, leggendo il suo nome.
Gettai il telefono nella borsa, per tornare a sdraiarmi e chiudere gli occhi.
«Non rispondi?» mi chiese Harry.
«No, tranquillo, nessuno di importante.»




Pero te juro que al final sola me voy a levantar, como un rascacieloooooo!
Ciao, ciao, ciaooooo! Ecco il capitolo asfdjgreiha.
Spero davvero che vi piaccia! Un nuovo mistero HAHAHAH, sì, amo i misteri, tutta colpa di PLL DD:
Sono stata un po' titubante (?) sul dialogo iniziale tra Rosaline e Dafne però alla fine ho deciso di metterlo, fatemi sapere cosa ne pensate haha.
Anyway, ringrazio come sempre tutti quelli che leggono, recensiscono, aggiungono la storia a preferite, ricordate e seguite! 
Sono davvero contenta quando leggo i vostri pareri, mi fate capire che non faccio così tanto schifo come scrittrice, solo un pochiiino :')
Ci vediamo martedì prossimo se vi va sdghrewihys.
Su twitter sono @xnotinvisible, se volete essere avvisate dei nuovi capitoli o volete chiedermi qualcosa, sono qui!
Vale uwù

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Capitolo 5
*** Don't you believe me? ***


«Posso farti una domanda, Daf?» mi chiese Harry, spezzando il silenzio che si era creato mentre stavamo mangiando il nostro gelato: io vaniglia e stracciatella, lui cioccolato e panna.
«Perchè chiedi?» gli sorrisi.
Lo vidi avvicinarsi di poco per poi sfiorare col pollice il mio labbro inferiore.
Mi si bloccò il respiro e potei giurare di non aver avuto il cuore in quell'istante.
«Sei talmente piccola che non sai neanche mangiare un gelato come una persona normale!» esclamò divertito, tornando nella sua posiziona iniziale. Scossi la testa, il mio cervello dovevo smetterla di farmi tutti quei film alla velocità della luce, tipo questo.
 
Posizionò la sua mano sotto il mio mento per poi avvicinarsi piano.
Le sue labbra sfiorarono il mio labbro inferiore e io stavo letteralmente tremando. Ci baciammo, per me fu il primo bacio e fui felicissima di averlo dato a lui.
Si staccò lentamente per poi guardarmi negli occhi; i suoi avevano una luce diversa, il verde era più intenso, sembrava che sorridessero.
«Ti amo, piccola mia.»
Una lacrima scivolò veloce dal mio occhio ma lui, veloce, la raccolse con un bacio.
«Ti amo tanto anche io, Hazza.»
 
La sua risata mi riportò nel mondo reale.
Non era la prima volta che succedeva: amavo perdermi nei sogni, vivere in un mondo dove tutto andava come dicevo io e, soprattutto, dove stavo bene, ma bene davvero. Non c'era la nonna che mi rimproverava per ogni cosa che in casa era fuori posto, che si aspettava che fossi la nipote perfetta, che mi dava la colpa per ogni cosa che accadeva in casa; non c'erano Kate e le sue aiutanti a mettermi contro tutta la scuola, il quartiere, la città, a prendermi in giro e odiarmi per qualcosa che non avevo fatto; non c'era Niall a trattarmi male senza conoscermi e a rendersi superiore a tutto e tutti; c'erano solo Harry, Zayn, Liam e Louis.
«Ti sei imbambolata pensando che hai uno dei ragazzi più belli della terra vicino a te?» chiese Hazza, ridendo ancora di più.
Spalancai gli occhi. «E tu hai fatto un corso per rimpicciolire il tuo cervello oppure è una deformazione che hai dalla nascita, idiota?» gli risposi, soddisfatta di quello che avevo appena detto. Ero di natura una persona timida, ma quando conoscevo una persona a fondo mi aprivo tantissimo, diventando una persona più socievole e, soprattutto, sarcastica.
Ho sempre amato il sarcasmo.
«Conclusione, la domanda posso fartela o no?»
«Sei un'idiota. Spara!» dissi, ancora sorridendo. Con lui non era possibile non farlo.
«Perchè hai chiamato Rosaline "cammello"?» posò il suo sguardo nel mio, senza staccarlo neanche per un secondo.
«Non l'ho chiamata..»
«Non negare Daf, ti ho sentita con le mie orecchie.»
Abbassai lo sguardo.
«Non la sopporto.» sussurai.
«Come immaginavo.» disse, sorridendo. «Potresti evitare però di offenderla? Sai, diventa una furia quando si arrabbia, si trasforma completamente! Non vorrei che fossi vittima della sua ira!» ridacchiò.
«Io farò il possibile ma se vedi che per me è difficile trattenermi, cerca di farlo tu in qualche modo.»
«Perfetto.»
 
 
Eravamo dinanzi al pullman, il quale sarebbe partito nel giro di 10 minuti.
«E' arrivato il momento di salutarci di nuovo.» disse Harry al mio fianco, sbuffando.
«Già.» mi voltai verso di lui e notai che era a braccia aperte. Mi ci tuffai dentro, trattenendo le lacrime.
«Non so come farò senza di te.» pensai.
«Ce la farai e poi io sarò con te, non fisicamente ma ci sarò.» 
Che? Aveva letto nella mia mente? O forse..sì, l'avevo detto ad alta voce.
Lo strinsi di più a me. «Ti voglio tanto bene Harry.»
«Anche io piccolina, ci sentiamo per messaggi e stasera ti chiamo.»
Annuii, senza convinzione.
Mi prese il volto tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi.
«Perchè reagisci in questo modo? Sembra che tu abbia paura di tornare a Milano.» Le lacrime iniziarono a scendere, non fermai neanche più a fermarle, era inutile.
«Harry, io ti ho men..»
«Dafne sei l'unica che non è ancora salita sul pullman, sbrigati!» esclamò Chiara alle mie spalle, interrompendo quella confessione che stavo per fare.
Harry mi strinse un'ultima volta, mi diede un bacio sulla guancia per poi spingermi sul pullman. La porta automatica si chiuse.
Sventolai la mano per salutarmi e lui mi rispose con un sorriso, per poi girarsi, infilarsi le mani in tasca e incamminarsi verso casa sua.
Mi sarebbe mancato troppo.
Il mio cellulare vibrò due volte di seguito. Lo presi e controllai i messaggi: uno di Harry e uno da un numero sconosciuto.
"Ciao piccola, hai trovato posto? :)
Okay, non era idiota, di più. Era un pullman con i posti prenotati, come potevo non trovare posto?! 
"Ciao Nene! Lo sai che si sente già la tua mancanza? E' assurdo che mi sia affezionato a te in un solo giorno! Giuro che mi sembra di conoscerti da una vita, forse te l'ho già detto ma Harry ci parla molto spesso di te quindi è come se tu fossi un'amica di famiglia, una di quelle con cui giochi da piccolo e ti ritrovi a condividere pettegolezzi all'età di 13 anni, fino a metterti insieme. Ma questo non succederà, intendo l'ultima parte non succederà D:
Comunque, dove sei? Sei già arrivata a casa? Ti ripeto che mi manchi e boh, spero davvero di sentirti presto. Un bacione, Z."
Zayn il logorroico. 
Sorrisi, avrei risposto a tutti dopo.
Andai velocemente verso il mio posto, per poi buttarmici sopra e chiudere gli occhi: quel pullman non mi avrebbe condotta a Milano, ma all'inferno. 
Feci un sogno molto forte per me, che non facevo da tempo ma che, per un periodo della mia vita, mi tormentava.
Mio padre, con una bottiglia di birra in mano e altre tre messe sul tavolo, vuote, di cui una rotta. Mi guardava con uno sguardo pieno di odio, disprezzo, malignità, per poi portarsi alla bocca la sua bottiglia.
La mamma era con il mio fratellone in un angolo della stanza, gli leggeva le storie davanti al camino acceso. Faceva freddo, tanto freddo.
E io ero seduta sul divano, ranicchiata sotto la mia coperta. Avevo paura.
 
8 mesi dopo.
Con Harry mi sentivo regolarmente, anche più dello scorso anno.
A scuola, purtroppo, era sempre peggio. 
Sull'armadietto trovai un foglio con su scritto "Solo per te, Williams.". Lo staccai per poi ritrovare sull'armadietto una parola scritta col rossetto che mi fece riempire gli occhi di lacrime. Sbattei un pugno per poi correre in bagno.
Mi sciaquai la faccia per eliminare, con scarsi risultati, le tracce del pianto.
Feci respiri profondi per poi uscire: non dovevo farmi vedere debole, non dovevo.
«Hey Dafne.» mi sentii chiamare. Sussultai quando mi vidi davanti un ragazzo un po' strano: gli occhiali erano fucsia, la cravatta a quadri verdi e neri, i jeans gialli e la camicia fucsia, come gli occhiali. Spalancai gli occhi. Non poteva esistere davvero un ragazzo che avesse il coraggio di vestirsi in quel modo a scuola.
«Co..come fai a sapere come mi chiamo?» chiesi, ancora sconvolta.
«Ho i miei informatori. Comunque, piacere sono Charlie.»
«Dafne, ma lo sapevi già.» sorrisi, un po' rassicurata.
«Ascolta, sono nuovo qui, quindi..ti va di accompagnarmi nel laboratorio di chimica?»
«Certo! Anche io ho chimica ora!»
«Bene, andiamo.»
 
 
Durante quella giornata scolastica stetti sempre con lui, conoscendolo meglio.
Era un tipo simpatico e, cosa più importante, non mi aveva giudicata come tutti gli altri facevano senza conoscermi. Inoltre lo stimavo, non gli importava nulla del parere degli altri e avrei voluto essere anche io come lui.
Pochi giorni dopo eravamo seduti insieme a mensa quando il mio cellulare iniziò a vibrare.
«Hazzaaa!» quasi urlai, rispondendo.
«Siamo di buon umore, come posso felicemente constatare.» disse, ridacchiando. Scossi la testa.
«Sì, dopo ti racconto tutto!»
«Chi è?» mi sussurò Charlie.
«Il mio amico di Roma, Harry.» gli spiegai velocemente, senza staccare il telefono dall'orecchio.
«Con chi parli?» mi chiese con un tono quasi freddo dall'altro capo del telefono.
«Con un mio amico, Charlie! E' proprio lui la causa di..» tentai di dire, ma fui interrotta.
«E' lì con te?»
«Sì, ma voglio comunque..»
«Wow.»
«Hazza, non è come sembra, lui è..»
«Buon pranzo Daf.» disse in modo neutro, piatto, chiudendo la conversazione.
«E' un ritardato, perchè non mi ha lasciato il tempo di spiegare?!» quasi urlai.
«Spiegare cosa?» mi chiese il mio nuovo amico, portando alla bocca la sua forchetta di "pasta".
«Avrà pensato che stiamo insieme, che ne so!»
«Assurdo! Geloso?» sorrise.
«Non penso, non è il tipo. Secondo me è arrabbiato perchè non gliel'ho detto.»
«Ma se ci siamo conosciuti pochi giorni fa!»
«Appunto!» sbottai, innervosita.
Non aveva motivo di essere arrabbiato visto che tra me e quel ragazzo non c'era e non ci sarebbe mai stato niente. 
 
 
Arrivata a casa decisi di chiamarlo.
«Pronto?» rispose dopo parecchi squilli, assonnato. Stava sicuramente dormendo e lo avevo svegliato: la mia piccola vendetta.
«Styles ascoltami bene!»
«Daf non ho voglia di litigare..»
«Perchè mi hai risposto in quel modo a pranzo?»
«C'è qualcosa tra di voi?»
«No che non c'è qualcosa! Non c'è niente, siamo solo amici!»
«Perchè ho come l'impressione che tu ti stia vendicando della mia sorpresa con Rosaline?»
«Non mi credi?» chiesi, sbuffando. Non rispose.
«Perfetto, tra quattro mesi lo porterò con me a Roma e ti dimostrerò che non stiamo insieme.»



It's much too quiet in HEEEEEEEEEEEEEEEREEEEEEEEEEEEE! i wanna dissapear *tarataratara*
Eccomi con il nuovo capitolo, spero vi piaccia asidfhgsietr. E' arrivato un nuovo personaggio un po' stravagante, Charlie. Che ne pensate? Vi piace? A me sì, parecchio :D
Sono stata puntuale, sto prendendo questa ff seriamente, amatemi anche solo per questo o:
Ringrazio come sempre chi legge la storia, chi recensisce, chi ha messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite. Apprezzo tantissimo ciò che mi dite su twitter e tramite le recensioni, ve lo dico sempre ma credo che un solo GRAZIE non sia abbastanza. Avete il coraggio, la pazienza e la volontà di leggere questa schifezza, quindi meritate di più HAHAHAH
Vabbè me ne vado o:
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, ve ne sarei grata.
Su twitter sono @xnotinvisible, nel caso qualcuno volesse scrivermi o volesse essere aggiornato ogni volta che aggiorno.

Me ne vado sul serio HAHAHAHAH
Alla prossima, spero. 
Un abbraccio enormissimo *-* 
Vale 

 

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Capitolo 6
*** Water with fishes. ***


«E quindi ora stai salendo sul pullman, Nene?» chiese Malik, ridendo dall'altro capo del telefono.
Era sempre allegro e soprattutto...parlava tanto. Ma gli volevo tanto bene, ci eravamo sentiti moltissimo in questi mesi ed era diventato molto importante per me.
Scossi la testa. Pensavo che Hazza fosse un caso perso..ma lui era perso, ritrovato e perso di nuovo.
«Te l'ho detto prima Malik, se mi stessi a sentire di più invece di parlare continuamente forse non dovrei ripeterti le stesse cose 25 volte!»
«Venticinque volte? Dico, ma sei matta? E' praticamente impossibile sentire una cosa 25 volte e non riuscire a capirla. Cioè sarebbe come sentire una canzone 25 volte di seguito e non ricordarsi neanche il ritmo. Come mangiare 25 piatti di pasta al forno di seguito e non essere sazi. Come..» staccai il telefono dell'orecchio per sistemarmi: gettai il mio zainetto per terra, per poi sedermi sul sedile e ranicchiarmi. 
Presi dalla borsa la mia amata bottiglia di thè alla pesca per poi bere quasi metà bottiglia: ero peggio di un cammello, sì.
Infine riportai il telefono all'orecchio.
«..come andare al mare di seguito 25 volte e non abbronzarsi, come non dormire per 25 ore e non avere sonno, come comprare 25 bottiglie di coca cola e..»
Oh mio Dio.
«Zayn, ti prego basta!» esclamai. Ero sconvolta, non pensavo ne fosse davvero capace.
«Sì, scusa Nene, quando inizio a parlare non riesco a smettere. Mi capita davvero spesso di essere interrotto..»
«Zayn. Mi faresti dormire ora? Sono stanchissima.» sospirai. Ero davvero sfinita.
«Certo Nene, scusami tanto. Ci vediamo fra poco.»
Sorrisi nel sentire quelle parole. Fra poco avrei rivisto tutti. Lo avrei rivisto.
«A fra poco Malik!» chiusi la chiamata.
Guardai verso il finestrino per poi spostare lo sguardo sul mio compagno di viaggio: Charlie.
«Sei davvero stanca o era una scusa per liberarti di quello stura lavandino?» rise, con la sua risat...okay, non ero convinta che potesse chiamarsi risata. Erano versi, urli e strani rumori che provenivano da quel ragazzo con il ciuffo biondo e il resto dei capelli neri.
«Sono stanca davvero, Lee.» sussurai, poggiando la testa sulla sua spalla.
Avevo bisogno di riposare, la notte precedente non ero riuscita a dormire a causa dei ricorrenti incubi.
Mi ero svegliata tutta sudata, con gli occhi gonfi, il cuore a mille e stretta tra le braccia della nonna, che era ormai abituata a doversi svegliare e correre in camera mia per controllare che stessi bene.
Ormai avevo paura di addormentarmi, paura di rivivere quell'incubo che sembrava ogni volta dannatamente reale.
L'unica ad essere a conoscenza di parte della storia era la nonna, la storia completa non la conosceva nessuno ed ero ormai fermamente convinta che non l'avrebbe saputa nessuno. Perchè? Semplice. Se l'avessero saputa nessuno mi sarebbe più stato accanto e o mi avrebbero guardata con uno sguardo pieno di pena e compassione, facendomi diventare vittima oppure mi avrebbero evitata, riempita di insulti e umiliata.
Ripensai al rapporto con Harry: ci sentivamo spesso, come l'anno precedente, ma qualcosa era cambiata, era un pochino più freddo e si irrigidiva subito se nominavo Charlie o se scopriva che era con me quando mi chiamava. Forse era davvero geloso ma non c'era motivo per esserlo ma lui, da bravo ritardato, non lo capiva. Proprio per questo Charlie era lì con me, sperando davvero che cambiasse la sua idea.
 
«Dafne siamo arrivati.» sentii in lontananza. Raccolsi tutte le mie forze per aprire gli occhi. Avevo la testa appoggiata al finestrino e intravidi due figure: Harry e Zayn.
Harry stava ridendo di gusto e mi stava guardando. Probabilmente, anzi sicuramente, mi ero addormentata con la bocca aperta. Wow.
Gli feci la linguaccia per poi scendere velocemente dal pullman, seguita da Charlie, e correre verso i miei due amici.
Con mia grande sorpresa, vidi Harry avvicinarsi per poi spalancare le braccia, aspettandomi. Mi ci tuffai. Mi strinse fortissimo a lui, stavo per piangere, lo sentivo.
«Mi sei mancata da morire, piccola.» mi sussurò, per poi darmi un sonoro bacio sulla guancia.
«Anche tu Hazza, non immagini quanto.» lo strinsi ancora più forte, per poi staccarmi, sorridergli e correre da Malik.
Abbracciai anche lui. «Ciao macho!» 
«Vorrai dire Malik, stupida lumachina.» sorrise. Lumachina?
Ci serviva Zeus. Per Zayn. Zeus-Zayn, Macho-Malik, potevo entrare in un circo.
«Abbracciami e basta.»
Dopo pochi secondi presentai Charlie ai ragazzi.
Harry mi prese per mano e camminammo noi due avanti, Zayn e Charlie dietro. Stavano facendo amicizia e li vedevo molto affiatati.
Osservai le nostre mani intrecciate: amavo stare vicino a lui, avrei dato un rene pur di averlo con me sempre e non solo per un giorno all'anno.
«Rosaline?» chiesi, all'improvviso, alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi. Persi un battito, dov'era la novità?
«Dopo varie liti ha capito che in questo giorno devo dedicarmi solo a te, quindi è a casa, si starà depilando e facendo la manicure.» disse, imitando la voce femminile nelle ultime parole, cosa che mi fece ridere e non poco.
Sorrise. Dio mio, il suo sorriso. «Facciamo come l'altra volta, prima un po' a casa e dopo noi due da soli, mmh? Così stai anche con i ragazzi e con Zayn che non la smetteva più di rompermi le palle.»
«Perfetto.» dissi, stringendo di poco la presa.
 
«Ciao Tommo! Liam, ciao!» esclamai, entrando in casa. Mi salutarono con due baci sulla guancia e un forte abbraccio a tre che apprezzai non poco. Presentai a tutti Charlie.
Entrando in cucina notai Niall.
«Horan.» dissi, in tono neutro.
«Williams.» rispose, allo stesso modo. La nostra conversazione sarebbe finita là.
«Vado a prendere i pop corn e ci vediamo un bel film!» 
Liam e la sua fissazione per il cibo.
«Che ne dici di prendere delle patatine e parlare un po' tutti insieme? E' da un anno che non ci vediamo.»
«Andata!» esclamarono tutti.
Mentre stavo andando a sedermi sul divano vicino ad Harry che mi stava aspettando, Charlie mi diede una pacca sul sedere che mi fece sorridere.
Hazza si alzò con un sorriso amaro sul volto, per poi dire «Vado di sopra.»
No, no, no.
«Harry aspetta.»
«Cosa dovrei aspettare? Che ti baci davanti a tutti o che ti stupri?» mi lanciò un'occhiata piena di..delusione?
«Non capisci proprio, eh?»
La mia voce si stava alzando.
Intorno a noi c'erano solo Charlie, Zayn e Niall.
I miei sospetti erano fondati, sì.
«Cosa dovrei capire? Che state insieme e lo hai portato qui solo per dimostrare qualcosa a noi? O per dimostrare qualcosa a te stessa?»
«Che vuoi dire?»
La situazione stava degenerando.
«Che non hai mai avuto un ragazzo e ora che lo hai ti senti miss mondo! Sei patetica, lo sai?»
Gli occhi mi pizzicarono, non me lo sarei mai aspettata da lui.
«Sei un deficiente, Harry Styles, un ritardato, un idiota, hai la testa talmente piena d'acqua che riesco a vedere i pesci rossi nuotarci dentro, sei..»
«Vedi? Ti nascondi dietro a degli insulti senza senso!»
«Harry, basta, davvero non è come sembra..» cercò di dire Zayn, inutilmente.
«Non è come sembra un corno! Più chiaro di così non può essere!»
«Charlie è gay, porca merda! E' omosessuale, è dell'altra sponda, mettila come vuoi! Sei un idiota davvero Harry!»
«Che cosa..?» sussurò, quasi spaventato.
«Se fossi stato più attento invece di vivere in quella tua stupida convinzione avresti notato che ho passato tutto il tempo con te e che Charlie lo ha passato con Zayn! E indovina perchè?»
Con gli occhi spalancati guardò Zayn, che annuì. «Amico perchè non me ne hai mai parlato..?»
«Non volevo complicarti la vita con i miei problemi!»
Senza neanche dire niente, scappai in camera di Malik con le guance bagnate.
Stavo piangendo, le sue parole mi avevano ferita.
Mi ranicchiai sul suo letto, lasciando scorrere le lacrime.
Nessuno era salito a cercarmi, evidentemente a nessuno importava così tanto di me: non si erano neanche accorti che ero andata via.
Mi mancava mamma, mi mancava anche..no, lui non avrebbe dovuto mancarmi. Anzi, loro non avrebbero dovuto mancarmi.
Strinsi più forte le ginocchia con le braccia.
Qualcuno bussò alla porta, alzai immediatamente la testa e asciugai frettolosamente le lacrime.
«Posso entrare Daf?»
Harry, prevedibile.
«No, vattene via.» La porta si aprì e lui entrò, venendo a sedersi vicino a me. Abbassai la testa.
«Ehi piccolina..» sussurò, avvicinandosi.
«Non chiamarmi così!» sbottai, sentendo nuovamente gli occhi pizzicare.
«Dafne..»
Un singhiozzo, ero messa proprio male.
Mi aveva ferita, come facevano tutti i miei compagni di scuola e la gente del mio paese. Ero convinta che lui fosse diverso, che non mi avrebbe mai detto quelle parole, che non mi avrebbe giudicata. Se avesse saputo tutta la mia storia che avrebbe fatto allora?
Le sue braccia mi circondarono per poi farmi appoggiare sul suo petto.
Non provai neanche a respingerlo, debole com'ero gli avrei fatto il sollettico.
«Mi dispiace piccola, davvero..io non penso quelle cose, lo sai..» sussurò al mio orecchio.
«Perchè eri arrabbiato in quel modo con me?» 
«Ero..» si fermò.
«Eri che?» alzai lo sguardo incontrando il suo. Non mi sarei mai stancata di lui.
«Ero geloso. Tu sei mia, cioè non nel senso di fidanzati ma ti sento solo mia e non voglio che..»
Sorrisi. «Ho capito Hazza.»
«Mi dispiace davvero Dafne, scusami un triliardo di volte.»
«Scuse accettate.» mi strinse e mi baciò la fronte.
«Posso farti una domanda?» chiesi, ancora appoggiata al suo petto. Stava giocando con i miei capelli.
«Certo!»
«Come hai fatto a non accorgerti che Zayn è gay?»
«Non lo so! Me lo sto chiedendo anche io..»
«Cioè si vede! Hai visto come si muove? E come parla, anzi, quanto parla?! E' la persona più logorroica di questo mondo.» risi di gusto ed Harry mi seguì a ruota.
«Perchè Charlie ti ha toccato il sedere e sei rimasta impassibile, anzi, hai sorriso?»
«Perchè è gay Hazza, per lui toccarmi il sedere è come toccare un telefono. Comunque non si spinge oltre, tranquillo.»
«Se dicessi di essere gay potrei toccarti anche io senza ricevere i tuoi insulti?» chiese, sorridendo. Lo colpii su una spalla, ridendo.




But you slip out of my finger tips, everytime you RUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUNNNNN!
Eccomi qua con il nuovo capitolo. Ieri non ho potuto proprio aggiornare perchè sono stata ad uno street team dei Jonas, One direction e del Bieber. Devo dire che mi sono divertita tantissimo e ho conosciuto gente fantastica sgdhuahdgs ma so che non vi interessa quindi passo al capitolo ç_ç
Le visualizzazioni dello scorso capitolo sono diminuite di circa cento persone e le recensioni da 9 sono passate a 5. C'è qualcosa che non va in quello che scrivo? La trama è banale? Non scrivo bene? Vi prego ditemi qualcosa altrimenti vado in crisi. D:
Anyway, come sempre un GRAZIE a tutti quelli che recensiscono, mettono la storia tra preferite, ricordate e seguite.
Grazie anche a te che ora stai solamente leggendo!
Spero che continuiate a seguirmi perchè ci tengo tantissimo a questa storia, ci metto il cuore per scriverla.
Ho scritto un capitolo più lungo per farmi perdonare del ritardo (?) e spero che sia di vostro gradimento.
Beh, ora basta, vi sto annoiando. D:
Alla prossima se vi va asfhsgih.
Vale 

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Capitolo 7
*** Punk'd or Scherzi a Parte? ***


«Willy!» esclamò alle mie spalle Charlie, facendomi sobbalzare.
Preferisco risparmiarvi la descrizione del suo abbigliamento, non vorrei lasciarvi scandalizzati.
«Ma perchè dovete sempre chiamarmi con soprannomi? Non è più semplice chiamarmi Dafne Williams?» chiesi sorridendo sinceramente. Harry mi chiamava quasi sempre "piccola" o "Daf", Zayn "Nene" e lui "Willy". Ma adoravo quei soprannomi, in qualche modo mi facevano sentire amata.
«Lo sai che ti voglio tanto bene quindi non lamentarti!» mi disse per poi darmi un bacio sulla guancia.
«A cosa devo tutta questa gentilezza?»
«Ho una bellissima notizia da darti!»
«Spara.»
Con le mani formò delle pistole, per poi posizionarle davanti a me e «Pum! Pum!»
Portai una mano sulla fronte. «Dimmi che non lo hai fatto davvero..»
«Che non lo hai fatto davvero..»
«Charlie!» quasi urlai.
«Okay, scusa, scusa, la smetto..comunque..»
«Se non lo dici entro due secondi prendo il vassoio ed esco via dalla mensa!»
«Io e Zayn ci siamo messi insieme.»
Spalancai la bocca per poi lasciar che un sorriso prendesse spazio sul mio volto. «Oddio il mio macho e il mio patatino stanno insieme! Sono davvero felice per voi.»
Sorrise anche lui e arrossì. Oddio, era adorabile.
«Sono contento ora.»
Lo abbracciai di slancio. «Se fai soffrire il mio macho ti faccio entrare in camera Belen nuda!» 
Rise.
Ero felice per lui, per loro.
Ma non per me.
Semplice: Charlie era sempre più distante da me, doveva dedicare del tempo a Zayn, chiamandolo, mandadogli messaggi, chattando o facendo la webcam e, per la maggior parte delle volte, si dimenticava di me. 
Pochi giorni fa stavamo giocando a Monopoli, ricevette una chiamata da Malik e se ne andò con "torno fra due minuti", però senza più tornare. 
Mi faceva male questo, però non gli parlai mai di nulla, viveva in un mondo di felicità meritata e io non ero nessuno per rovinargliela.
L'unica nota positiva in tutta la mia vita, come sempre, era Harry, è il pensiero che il mese seguente l'avrei rivisto mi faceva sorridere ancora.
«Col corpo che ti trovi, hai anche il coraggio di mangiare?»
Alzai lo sguardo: Kate. Wow.
Mi voltai di colpo verso Charlie, cercando un suo aiuto, un suo conforto che non arrivò. Sorrideva verso lo schermo del suo cellulare. Ero sola e..
Dovevo andarmene per non scoppiare a piangere e per difendere il mio amicone omosessuale, avrebbero preso in giro anche lui.
Strinsi il mio vassoio con forza per poi dirigermi verso il bagno. Dopo aver sentito un «Ricorda di coprire la tua faccia col vassoio, non voglio che le altre ragazze vomitino per colpa tua, assassina di merda!», sbattei la porta, gettai il vassoio nell'immondizia, no, non avrei mangiato, e mi accasciai per terra.
Iniziai a piangere.
Estrassi velocemente il cellulare dalla tasca e gli inviai un messaggio.
"Hazza ho bisogno di te, appena puoi chiamami."
Portai le ginocchia più vicine al petto, per poi stringerle tra le braccia.
Passai il resto della giornata lì e nessuno si accorse di me.
 
 
Erano le 16.00 e io ero a casa ormai da un bel po'.
E Harry non mi aveva ancora risposto. In realtà non era la prima volta che capitava.
 
Erano passati tre giorni da quando avevo sentito Styles l'ultima volta al telefono. Non rispondeva ai miei messaggi, rifiutava le mie chiamate e non lo trovavo mai in linea.
Iniziavo davvero a preoccuparmi.
Ne parlai con Charlie ma Zayn diceva che non notava niente di strano nei comportamenti dell'amico, ma qualcosa di strano c'era, doveva esserci.
All'improvviso, alle tre di notte, sentii una vibrazione: era il mio telefono. 
Stropicciai gli occhi e lo portai all'orecchio.
«Pronto?» sussurai.
«Preferisci che mandi le telecamere di Punk'd, così ti vedono in America, o di Scherzi a Parte, così ti vedono i tuoi genitori?»
I miei genitori, oh.
«Hazza sei un idiota!»
«Me lo hai già detto taaante volte!» esclamò, ridendo di gusto.
«In questo momento ti sto odiando come non mai, sappilo.»
«In questo momento sto ridendo come non mai, sappilo.»
Continuava a ridere, non la smetteva.
«Sono le tre! Mi hai svegliata e mi hai fatta preoccupare in questi giorni!»
«Scusami per entrambe le cose, volevo ridere un po' per vendicarmi del tuo modo di trattarmi, Daf. Ora torna a dormire.»
«Mi sembra il minimo.»
«Buonanotte piccola.»
«Buonanotte idiota e non fare mai più una cosa del genere!»
«Non ti assicuro nulla.»
 
Era uno scherzo allora. Magari era convinto di essere divertente, ma questa volta non ci sarei cascata, oh no.
 
 
Il mese seguente.
«Sei contenta di partire, vero?» mi chiese Charlie, seduto al mio fianco nel pullman.
«Potrei farti la stessa domanda, ma la risposta è ovvia, come nel mio caso.» risposi, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Harry non si era fatto sentire, l'homo erectus era così convinto di riuscire a farmi uno scherzo, di pessimo gusto anche. Poverino!
Dormii per quasi tutto il viaggio sulla spalla di Charlie, era stato da sempre un ottimo cuscino.
«Willy..» sentii sussurare al mio orecchio all'improvviso.
«Mmh..Giustmiaehr..» blaterai, per poi sistemare meglio il cuscino e cercare di ricominciare a dormire.
«..Willy..»
«Wonka?» stavo proprio dormendo.
«Signorina Dafne Williams, è attesa nell'ufficio del preside.»
Il mio nome per intero? Preside?
Oddio, mi ero addormentata a scuola.
Questo avrebbe aumentato le prese in giro.
Mi alzai di scatto, ritrovandomi davanti la faccia di Charlie, che si teneva la pancia con la mano libera e aveva gli occhi lucidi: non stava ridendo, di più.
Aspetta..
Dov'era il mio banco pieno di scritte?
Era tutto uno scherzo. 
Stavo andando a trovare Harry.
Spalancai gli occhi, idiota di un Charlie!
«Come hai potuto!?» gli urlai contro, tirandogli un pugno sul braccio.
«Guardami la maglia, è piena della tua saliva!»
Arrossii. «E poi siamo arrivati, guarda lì c'è il mio Zaynuccio!»
Sì, lo zainetto.
Scossi la testa e iniziai a prendere le borse. «Willy io vado da Zayn, ci vediamo dopo a casa di Hazza. Ti voglio bene!» mi disse, baciandomi la fronte.
Gli sorrisi per poi mandare un bacio volante al mio macho, che fece una giravolta e mi fece un cuore con le mani.
Cinque minuti dopo scesi, convinta di trovare Harry ad aspettarmi a braccia aperte.
Mi sbagliavo.
Non c'era, non c'era nessuno a prendermi. Percorsi un po' di strada verso casa sua nella speranza di vederlo sbucare da una stradina per farmi spaventare ma mi sbagliavo ancora una volta.
Immediatamente sentii gli occhi pizzicare. Corsi verso casa sua.
Nessuno era davanti alla porta ad accogliermi. Suonai ripetute volte e mi trovai davanti Niall.
«Horan dov'è Harry?» chiesi, con l'affanno.
«Ci..ciao Dafne, vuoi entrare?»
«Voglio solo sapere dov'è.»
«Lui non è qui, mi dispiace.»
Diedi sfogo ad un singhiozzo e mi accasciai per terra.
Vi prego, fate uscire le telecamere.




'Cause all you need to save me is to intervene and make the walls come crashing down..got, got DYNAMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Mi scuso enormemente per il ritardo ma ho una spiegazione plausibile.
Inanzittutto, sono stata in vacanza per ben cinque giorni con i miei zii *-* Ho fatto un bel tour per l'italia: Torino, Mirabilandia, Italia in miniatura e Roma sguaebgdfueba mi sono divertita tantissimo!
Poooi ho voluto saltare una settimana per dare il tempo a tutte le persone che erano in vacanza di leggere il mio capitolo! 
Prima aveva solo 4 recensioni e ora ben NOVE, quindi credo che la mia idea sia stata giusta HAHAH
A proposito delle NOVE recensioni, io boh, non so che dire asdivwif ç_ç sono contentissima che la storia vi piaccia e VI RINGRAZIO DI CUORE PER SEGUIRLA.
Comunque ai ringraziamenti passo dopo (?), ora dico qualcosiiina del capitolo!
E' un po' di passaggio, so che nessuno si aspettava questa cosa e boh, mi piace sorprendervi HAHAHAH
Che fine ha fatto Harry? D:
Fra pochissimi capitoli, forse proprio nel prossimo, si scoprirà cosa nasconde la nostra Dafne. 
Spero davvero che continuate a seguirmi nonostante le schifezze che scrivo çwç
Quindi ora, come sempre, VI RINGRAZIO.
Grazie a chi recensisce, a chi mette la storia tra preferite, seguite e ricordate.
E sì, GRAZIE ANCHE A TE CHE STAI SOLO LEGGENDO.
Su twitter sono @xnotinvisible, se volete essere avvisate dei miei aggiornamenti, se volete farmi delle domande o altro, I'M HERE :)
Un bacione grande grande, grazie ancora di tutto adnvuerwshger.
Vale :)

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