Yesterday. Today. Tomorrow. di Fuuma (/viewuser.php?uid=1725)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A. ***
Capitolo 2: *** B. ***
Capitolo 3: *** C. ***
Capitolo 4: *** D. ***
Capitolo 5: *** E. ***
Capitolo 6: *** F. ***
Capitolo 7: *** G. ***
Capitolo 8: *** H. ***
Capitolo 9: *** I. ***
Capitolo 10: *** L. ***
Capitolo 11: *** M. ***
Capitolo 12: *** N. ***
Capitolo 13: *** O. ***
Capitolo 14: *** P. ***
Capitolo 15: *** Q. ***
Capitolo 16: *** R. ***
Capitolo 17: *** S. ***
Capitolo 18: *** T. ***
Capitolo 19: *** U. ***
Capitolo 20: *** V. ***
Capitolo 21: *** Z. ***
Capitolo 22: *** J2 ***
Capitolo 1 *** A. ***
Titolo: Yesterday. Today. Tomorrow.
Serie: Supernatural Rps
Characters: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Pairing: Jensen/Jared {j2}
Rating: Nc-14
Genre: Slice of life, Fluff
Warning: Slash
Words: 111 x 21
Disclaimers: Gli attori appartengono a loro stessi, quelli di cui si
parla in questa fic sono solo la loro idealizzazione e non si vuole in
alcun modo discutere o riportare i loro gusti sessuali.
Aveva perso il conto delle volte in cui, la notte, la porta della propria
camera si apriva e Jared compariva sulla soglia, l'espressione colpevole di un
cucciolo smarrito e le mani a stropicciare la maglia.
Non l'aveva mai cacciato, Jensen. Neppure una volta.
Si prendeva tempo per guardarlo - morendo silenziosamente per la tenerezza che
quel gigante ispirava.
Spostava il lenzuolo, facendogli spazio accanto a sé e, quando Jared gli
sorrideva con tanta dolcezza, infilandosi nel letto, era costretto a voltarsi
per dargli le spalle, perché non scoprisse il rossore del suo volto.
Ma non importava, era a quel punto che Jared lo abbracciava, poggiando la testa
contro la sua spalla.
Note: Mi ero ripromessa di scrivere una fic sulla J2 ma ogni oneshot che
butto giù, finisce inesorabilmente per diventare una mishalecki nel momento
stesso in cui scrivo il nome di Misha. Lo so, risolverei tutto se non lo
scrivessi, ma come si fa a non pronunciarlo lo stesso? A parte gli scherzi, alla
fine ho preso coraggio e mi sono buttata in una raccolta di 21 drabble, una per
ogni lettera dell'alfabeto (seah, con tutte le fic che ho da finire, ho il
coraggio di cominciare una nuova raccolta... ma non è colpa mia, è l'ispirazione
che è una gran bastarda!).
Alla fine di questa sento che dovrò rifarmi con tante di quelle mishalecki da
riempire il web, ma anche così va bene, perchè il bromance tra questi due mi fa
morire di tenerezza, perchè insieme sono sexydafareschifo e perchè, finchè c'è
Jared, io sono più che felice, ah!
Nelle prime drabble lo slash è appena accennato, è proprio più bromance che
altro e i J2 non sono ancora intesi come una vera e propria coppia, per
diventarlo poi con quelle che seguono.
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Capitolo 2 *** B. ***
Buttò la felpa sul pavimento del set, col
bisogno di liberarsene insieme al sangue finto che la inzuppava. Aveva voglia di
una doccia, ma sarebbe trascorsa un'ora prima di raggiungere il caravan.
Strofinava nervosamente l'asciugamano umido sulla pelle, arrossandola,
maledicendo le braccia che non riuscivano ad arrivare dietro la schiena; sentiva
ancora il sangue di Sam addosso, nel punto in cui si era aggrappato.
Una mano strinse la sua: «Lascia, faccio io.»
Jensen si voltò sorpreso, cercando gli occhi di Jared (o quelli di Sam),
rincuorato della sua presenza. Lo abbassò per la nuca e lo baciò tra i capelli.
Jared non disse niente, delicatamente, iniziò a passargli l'asciugamano sulla
schiena.
Note: Ambientata presumibilmente dopo una
scena in cui Sam è ferito gravemente, mezzo morente o simile.
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Capitolo 3 *** C. ***
Cena a lume di candela.
Sapeva che lui l'aveva immaginata diversamente, in circostanze diverse,
con una persona diversa.
Prese coraggio, sollevando lo sguardo su Jensen, pronto ad affrontare il suo
disagio e ricordargli che le candele sul tavolo del salotto non nascondevano
nulla di romantico.
Si bloccò davanti al suo sguardo attento. La fiammella dorata delle candele si
rifletteva nei suoi occhi, illuminandoli di sfumature nuove che si mischiavano
al verde dell'iride; ancora una volta si rese conto di quanto Jensen fosse
bello. Bello da morire.
«Jared, se ti si fredda la pizza, non ne ordiniamo un'altra.» lo redarguì il più
grande, fraterno.
Jared annuì.
Il blackout era stato una benedizione.
Note: Ambientata nell'appartamento di
Jared, ai tempi in cui lui e Jensen convivevano.
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Capitolo 4 *** D. ***
Dolci, cibo per cani, bibite gassate e,
quando Jared tornò dalla corsia, lo vide stringere tra le braccia altri pacchi
di caramelle che rovesciò nel carrello.
«Questa è la tua spesa?»
«Hai ragione...» si guardò intorno «Ho dimenticato i Corn Flackes!»
Jensen si massaggiò le tempie.
«Mi riferivo a qualcosa di più... sai... frutta, verdura, carne, cibo vero...»
Jared sembrò soppesare le sue parole.
«Ma quello è compito tuo pensarci.» affermò, recuperando una scatola enorme di
Cheerios «Io, invece, sono quello che pensa a mettere dolcezza nella tua
vita.»
Guardando il sorriso raggiante che gli regalò, mentre riprendeva a tirare il
carrello della spesa, come si faceva a non dargli ragione?
Note: Lo ammetto, in questa drabble mi
sento molto vicina a Jared, fosse per me anche il carrello della mia spesa
sarebbe sempre pieno di porcherie y_y |
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Capitolo 5 *** E. ***
E se lo baciassi?
Sapeva fosse un pensiero sbagliato - stupido, fondamentalmente, visto che Jensen
sottolineava sempre con ostinazione quanto fosse etero e virile.
Ma a che diavolo serviva la consapevolezza, quando tutto quello di cui aveva
bisogno era lì, difronte a lui e si schiudeva morbidamente in inviti che la sua
mente interpretava nel più erotico dei modi?
Chiuse gli occhi, ma ritrovò dietro le palpebre l'immagine della bocca carnosa
di Jensen, pronta a tormentarlo.
«Jared?»
E poi, naturalmente, c'era il proprio nome. Dèi, quanto era sexy quando lo
pronunciava.
«Tutto ok, brò?»
Jared sospirò. Ancora una volta, si sentì colpevole nell'assicurargli che non
c'era assolutamente nulla che non andasse. |
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Capitolo 6 *** F. ***
Finse
di dormire.
Aveva il cuore in gola, era sicuro che, se avesse aperto bocca, questo sarebbe
fuggito, uccidendolo all'istante.
Doveva essere un sogno.
Jensen era entrato nella sua stanza, al buio si
era seduto sulla sponda del suo letto ed ora gli carezzava i capelli con la
dolcezza di un amante.
«Jared, ho un problema.» gli mormorò, chinato su
di lui.
Jared aprì gli occhi. I problemi del suo migliore
amico erano anche i propri, era la regola. Era giusto così.
Jensen sorrise, il rossore del volto nascosto nel
buio. Sapeva che il ragazzo fosse sveglio.
«Credo di amarti.»
L'attimo dopo, le braccia di Jared erano strette
al suo collo.
Note: Maledetto fluff, mi sta uccidendo! E
fingerò anche che non sono io a scrivere certe scene, ah! A parte gli scherzi, è
scattata finalmente l'ora dello slash... ci ho pensato su chi si sarebbe dovuto
dichiarare e la scelta è caduta su Jensen. Anche perchè se fosse stato Jared,
avrei dovuto sprecare le altre 15 drabble a riempire di pare Jensen... e anche
no, ecco. E poi questa visione delle cose, boh, mi piaceva e alla fine mi
commuoveva l'idea di un Jared così felice e tanto senza parole da non fare altro
se non gettarsi al collo di Jensen... Bohooo, teneri loro! *li rapisce* |
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Capitolo 7 *** G. ***
Gli aveva detto di essere pronto
(pronto da una vita), ma era stata una cazzata; quello che avrebbero
affrontato era un sentiero inesplorato tanto per Jensen quanto per sé.
Muoveva nervosamente la gamba su e giù, seduto sul letto a una piazza e mezzo,
mentre Jensen, in piedi difronte a lui, gli chiese nuovamente se fosse pronto.
Cazzo sì. O no... ma il punto è che voleva andare a letto con Jensen!
Il più grande annuì e le dita iniziarono a sbottonarlo della camicia,
spingendolo con gentilezza con la schiena contro il materasso.
«Promettimi solo che mi avvertirai se dovessi farti male.»
Ma Jared sapeva che non gliene avrebbe mai fatto.
Note dell'Autore: La drabble dovrebbe
essere vista come un'estrapolazione (?) da un contesto più ampio, in cui
l'iniziativa l'ha presa comunque Jared e a Jensen ha giusto lasciato l'illusione
del comando, giusto per non farlo sentire totalmente privato della sua
virilità ora che ha scoperto di essere attratto da un altro uomo.
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Capitolo 8 *** H. ***
Ho visto la tua ex oggi, ma sicuramente
lo sai, visto che stavi ridacchiando con lei.
Il pensiero aveva preso forma per la decima volta e per la decima volta l'aveva
ricacciato indietro, fingendo di ascoltare il racconto di Jensen sulla sua
giornata, mordendosi l'interno della guancia per trattenere ogni parola lì, in
bocca.
«Oggi ho visto la mia ex.»
Non era stato lui a parlare.
Fissò Jensen.
«Abbiamo parlato.» continuò il ragazzo,
ricambiando lo sguardo.
Non voglio sentire.
Dicevano gli occhi di Jared.
Jensen si sedette al suo fianco, tiracchiandogli i
capelli.
«La prossima volta, però,
non scappare.» mormorò, sorridendo.
L'aveva visto.
«Altrimenti come faccio a presentarle il mio ragazzo?»
Note dell'Autore: La domanda retorica finale di Jensen non è da leggersi in
modo letterale, perché di certo non ce lo vedo a sbandierare i propri ragazzi
così ai quattro venti. E' più inteso come un "ti avrei presentato come mio
amico e la nostra ambiguità avrebbe fatto il resto". Più o meno XD
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Capitolo 9 *** I. ***
Il
dolore era tenuto a bada dagli antidolorifici.
Quando si concentrava su altro (come evitare di sbattere la testa contro il
tettuccio dell'Impala o ricordare le battute), dimenticava il gesso che
avvolgeva la mano ed il polso.
Il problema era il dopo, quando la scena terminava ed i pensieri
confluivano tutti prepotentemente alla mano, insieme al flusso sanguigno e al
dolore.
«Facciamo una pausa.» Jensen mosse un cenno verso il regista.
«Perché? Ce la faccio.» ribatté Jared.
«Lo so, ma io sono stanco.»
Bugiardo.
Gli antidolorifici tenevano a bada il dolore, ma era Jensen ad assicurarsi
sempre che l'ingessatura reggesse e a sistemargli il ghiaccio sulla mano
quando questa si gonfiava.
Note: Ambientata nella seconda season, quando Jared si rompe... uhm... la
mano? Il polso? Non ne ho idea, è comunque ispirata al fatto che per un botto di
puntate nella seconda season si vede Sam con il gesso.
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Capitolo 10 *** L. ***
L'aveva sentito urlare, non aveva badato a
cosa dicesse, era stata la disperazione nella voce di Jared a spaventarlo.
Attraversò di corsa il corridoio, precipitandosi
nel salotto e, lì, osservò con terrore le spalle del ragazzo, tremanti per
l'urlo.
Lo abbracciò da dietro, senza riflettere,
accorgendosi troppo tardi del copione tra le sue mani.
«Che cazzo, Jared...» irritato per l'imbarazzo,
fece per sciogliere l'abbraccio.
«Aspetta.» sussurrò Jared «Abbracciami finché non
smetto di vedermi in testa la tua morte, invece di quella di Dean.»
«Stupido...»
Jensen lo strinse dolcemente.
In quelle scene c'era così tanto di Jared e di
Jensen, che alle volte dimenticavano che a soffrire erano solo Dean e
Sam.
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Capitolo 11 *** M. ***
Misha.
Non aveva nulla contro di lui, ma non gli piaceva quando Jared pronunciava il
suo nome, anche se la maggior parte delle volte era accompagnato da insulti.
«Jensen, hai visto Misha?»
No, Jared, non ho visto quello stronzo.
«No, perché lo cerchi?»
«In macchina ho trovato metà di una merendina
rimasta lì da mesi e volevo sfidarlo a mangiarla.»
Uh, che divertimento, mi chiamo Jared e adoro
bulleggiare Mishi-blue-eyes.
«Buon divertimento, fammi sapere se sopravvive.»
«Ci puoi contare!»
Corse via, ma dopo qualche falcata fece
dietro-front, tornando di fronte all'altro.
«Adoro quando diventi geloso.» mormorò
direttamente sulle sue labbra.
E Jensen decise che Misha gli stava molto più
simpatico, ora.
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Capitolo 12 *** N. ***
Non era una questione di bellezza. Jared
era bello, non c'era alcun dubbio, ma Jensen aveva il fascino del modello, gli
occhi di una tigre, le labbra del desiderio.
Non era la bellezza che invidiava a Jared.
Era tutto il resto.
E glielo bisbigliava all'orecchio, la notte, quando il ragazzo dormiva tra le
proprie braccia, sbattendogli il fiato contro il proprio collo e alle volte
sussurrando il suo nome nel sonno.
Jensen lo guardava dormire, seguendo con gli occhi e con le dita il disegno del
suo volto e, con tutto il cuore, pregava per diventare più simile a lui: più
spigliato, più esuberante, più dolce. Un ragazzo che tutti amavano.
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Capitolo 13 *** O. ***
Osservava
il volto addormentato di Jensen, le ciglia lunghe calate a nascondere gli occhi,
le labbra carnose, il naso dritto su cui le lentiggini avevano fatto il nido e
il modo in cui si strofinava contro il cuscino del divanetto che ospitava il suo
corpo, in confronto, troppo grande.
Attendeva, inginocchiato a terra come un fedele cagnolone, le braccia incrociate
sul petto del ragazzo e un broncio infantile sulle labbra. Non era mai stato
particolarmente paziente.
Si guardò intorno, assicurandosi di essere solo. Quando tornò a Jensen, si
abbassò su di lui, rubandogli un bacio, strappandolo al sonno.
«Mhm... Jared.» borbottò «Perché mi hai svegliato?»
«Perché volevo vedere i tuoi occhi.»
Note: E dopo la drabble in cui è Jared a dormirsela bellamente alla faccia
di Jensen, c'è anche la versione contraria.
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Capitolo 14 *** P. ***
Potevano
dire quello che volevano, fare gratuite illazioni, giudicare; non
sarebbero stati degli stupidi articoli su di loro a fargli smettere di amare
Jensen.
Troneggiò, difronte al più grande, che aveva fatto sprofondare le mani tra i
capelli e, ad occhi chiusi, cercava di capire cosa fosse giusto fare.
«Posso essere meno appiccicoso.» mormorò il più giovane, torturandosi le mani «E
smettere di abbracciarti…»
Jensen sollevò lo sguardo su di lui.
«E,
se vuoi, durante i panel, mi siederò più lontano.»
«Jared…»
«Don’t break up with me….» lo implorò anche con
gli occhi «Please…»
Jensen lo tirò per il polso, per farselo cadere addosso.
«Lasciarti non è tra le opzioni, stupido.»
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Capitolo 15 *** Q. ***
Quando
il tabellone degli arrivi annunciò l’atterraggio imminente dell’aereo da Los
Angeles, le labbra si piegarono in un sorriso carico di dolcezza. Gli occhi
verdi, colmi di un’impazienza quasi infantile, continuarono a puntare l’uscita
del gate, finché la figura slanciata di Jared spuntò tra gli altri passeggeri.
Jensen trattenne il fiato.
Aveva
quasi dimenticato come ci si sentiva ad incrociare lo sguardo vivo e intenso del
ragazzo e cosa si provasse a vederselo correre in contro, incurante del resto
del mondo, come se esistessero solo loro due sul pianeta.
Travolto dal suo corpo, per quanto imbarazzato e restio a dare spettacolo,
ricambiò un abbraccio che diceva più di qualsiasi parola.
«I miss you too.»
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Capitolo 16 *** R. ***
Rimase
immobile. Fermo. Con il fiato trattenuto ed il cuore che batteva in gola.
La
mano di Jared scorreva lenta sul suo petto, assaporando con le dita la
perfezione del suo corpo nudo, percorrendo i muscoli ben modellati e lasciando
baci umidi sulla pelle, quando la bocca sostituì la propria mano.
Jensen si morse il labbro, prima di leccarlo.
Lo
guardò scendere sempre più in basso, sul torace, ancora più giù, sistemandosi
tra le proprie gambe.
Allungò la mano verso i suoi capelli, carezzandoli, cercando infine di
sollevargli il volto, perché i propri occhi si specchiassero nei suoi.
«Sei...» mormorò roco.
Jared
gli sorrise, gli occhi lucidi, le guance arrossate.
«troppo.»
Note: Ok, credo che immaginarmi Jared sopra Jensen, mentre lo
sovrasta in una scena nc-17, mi abbia appena ucciso.
Sob,
voglio del buon sano porn tra questi due (e ovviamente lo pretendo anche
tra Misha e Jared), non è possibile che non sia ancora riuscita ad
arrivarci in nessuna mia fic, se non per questa piccola drabble...
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Capitolo 17 *** S. ***
Sospirò,
sollevando l’ennesima scatola e infilandola nel furgone che avevano noleggiato,
guardandone l’interno riempito dalla propria roba, diligentemente impacchettata.
Jared
gli si fece accanto.
«Ripensamenti dell’ultim’ora?» chiese, il tono sommesso.
Jensen si voltò verso di lui.
«Dovrei?»
«Non
lo so, a me piace l’idea di abitare con te. Ma non voglio che per te sia un
obbligo.»
«Abbiamo già abitato insieme, Jared.»
«Sì,
ma questa volta è diverso. Questa casa sarà tutta nostra. Quindi…
Insomma…» abbassò lo sguardo alle proprie scarpe, stringendosi nelle spalle.
Jensen sorrise, tirandogli i capelli per tirarne il volto verso di sé,
rubandogli un bacio.
«Non
riesco a immaginare un coinquilino ed un compagno migliore di te.»
Note: Ormai lo sapranno anche le pietre, ma sì, i J2 hanno davvero
convissuto per un periodo durante la season 1 o 2 (o entrambe?) in un
appartamento affittato e nella drabble si fa riferimento proprio a quello.
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Capitolo 18 *** T. ***
Ti amo.
Era tra le frasi più semplici da pronunciare, ma Jensen non ne aveva mai
abusato, centellinava i suoi "ti amo", quasi fossero preziosi diamanti da
conservare e proteggere in cassaforte.
Poi, quando Jared non se l'aspettava, li tirava fuori, facendone dono a lui,
guardandolo negli occhi e stringendolo a sé.
«Ti
amo.» sussurrò contro le sue labbra, affondando nell'ennesimo bacio.
E
anche se Jared avrebbe desiderato sentirglielo pronunciare un po' più spesso
-non quanto glielo diceva lui, ma quasi-, gli sorrise e, ancora una volta, seppe
per certo che era vero, che Jensen gli aveva dato il suo cuore e che lui era
l'uomo più fortunato del mondo.
«Grazie.»
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Capitolo 19 *** U. ***
Un passo alla volta, si disse.
«Non
ti mangerà.» gli sussurrò Jensen, spingendolo delicatamente a superare la soglia
di una casa che profumava di dolce al caramello e polpettone.
Jared
prese coraggio, accolto dallo sguardo curioso della madre del più grande. La
conosceva, le aveva parlato più d’una volta, ma presentarsi a cena dai
genitori del proprio ragazzo era diverso.
«Buonasera.» salutò, con un sorriso caloroso; sperava potesse andare bene.
La
donna sorrise di rimando e Jensen prese parola.
«Mom,
ti ricordi di Jared?» il sospiro che si concesse sapeva d’imbarazzo e decisione
«E’ il mio ragazzo.»
E
Jared morì, felice nel sentirsi appellare, per la prima volta, a quel
modo.
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Capitolo 20 *** V. ***
Veloce! Più veloce!
Flesse le gambe, balzando oltre una pila di bagagli.
Il
cuore in gola.
Il
respiro pesante.
Uno
dei treni fischiò, avanzando pigramente sui binari.
Si
gettò in quella direzione.
«...aspetta... ASPETTA!»
Nel
sentire una voce familiare, Jensen si affacciò al finestrino del vagone.
Lo
guardò stupito, non credeva avrebbe fatto in tempo ad arrivare.
«Jared, che diavolo fai?»
«Dovevo...» ansimò, mantenendo a fatica il passo «Dovevo salutarti!»
«Starò via solo una settimana, stupido.»
«Non
significa che non mi mancherai!»
Il
treno prese velocità, lasciandolo indietro.
Non
seppe neppure se Jensen l'avesse sentito, ma quando il cellulare annunciò
l'arrivo di un sms, sorrise leggendolo.
I luv ya, dumbass.
J. |
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Capitolo 21 *** Z. ***
Zitto!
Le dita di Jared coprirono la bocca di Jensen; per qualche lungo secondo, nel
minuscolo stanzino non ci fu altro che il suono del loro respiro e il battito
all'unisono dei loro cuori.
«Jared, non possiamo nasconderci per sempre.» gli aveva detto, liberandosi della
sua mano.
Lui
lo aveva guardato in quel modo che adorava e, insieme, odiava, perché era
in grado di fargli fare tutto quello che voleva.
«Lo
so, ma rimaniamo qui ancora un po'.»
Per l'appunto...
Il
“Jared, ci pagano per lavorare” svanì nel vuoto e Jensen lo abbracciò.
Se
solo gliel'avesse chiesto, sarebbe potuto rimanere con lui in quello stupido
stanzino per tutta la vita.
Note: Ultima lettera dell'alfabeto. Ultima drabble. Ah, e invece no!
Ho
deciso che a chiudere la raccolta ci saranno due ultime drabble splecial, quindi
rimanete sintonizzati su questo canale (?) e, beh, grazie a chi ancora non si è
stancato di tutto questo fluff! ♥ |
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Capitolo 22 *** J2 ***
Jared…
Jared.
Jared!
Amava
rigirarsi il suo nome sul palato, carezzare ogni lettera con la lingua,
assaporandone poi il suono e sorridere intimamente dello sguardo pieno d’affetto
(e di vita e di dolcezza e di attenzione e di tante di quelle cose che Jared
riusciva a rivolgere solo a lui) del ragazzo. Del suo ragazzo.
«Jared.» lo chiamò. Di nuovo. Godendo nell'accorgersi perfettamente del momento
in cui il cuore del più giovane perdeva un battito.
«Sì?»
«Guardami.»
I suoi
occhi nei propri.
«What's
up, Jensen?»
«Niente. Vorrei solo che mi guardassi sempre.»
Jared
gli sorrise intenerito, riversando nello sguardo tutto se stesso: «Lo sai, che
non ho occhi che per te.»
♥
Jensen.
La
prima volta che ne aveva pronunciato il nome, l’aveva trovato strano. La
seconda volta ne aveva scoperto il fascino ed il brivido di piacere che gli
scatenava pronunciarlo, sapendo che gli occhi verdi di Jensen si sarebbero
rivolti a lui.
A
dispetto degli abbreviativi usati nelle fan-fiction, preferiva pronunciarlo per
intero, prendersi tempo per giocare con i suoni delle lettere, sospirandolo,
sussurrandolo, urlandolo o soffiandolo in una risata.
«Jensen. Jensen. Jensen.»
«Jared,
se devi dirmi qualcosa dilla, ma smetti di rovinare il mio nome!» sbottò
l’attore, imbarazzato per tutta quell’attenzione.
Jared
arricciò le labbra, cercando qualcosa da dire.
Sorrise
raggiante.
«Jensen?»
«Jared!»
«Grazie
di esistere.»
E
Jensen tacque, sconfitto.
Note: Ok, lo ammetto, queste ultime due drabble, più che fluff, sono proprio
stucchevoli da carie, ma non ho saputo resistere, mea culpa. In ogni caso, mi
sembrava giusto concoludere la fic con la lettera J (per due) e, che dire,
l'alfabeto è finito, io mi sono divertita a trovare qualcosa da scrivere per
ogni lettera e ringrazio ancora chiunque abbia avuto voglia di leggere questa
piccola raccolta e chi ha lasciato un segno del suo passaggio.
Thanks
<3
THE END |
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