L'essenziale
è invisibile agli occhi, ma notevole al cuore.
Nel
deserto, il silenzio sorprende l'uomo nella sua veste più pura.
Il
deserto è vasto quanto il pensiero. Per attraversarlo, un uomo deve
avere una mente pronta e un buon mantello.
Il
deserto è un luogo magnifico, ma anche il più navigato dei
viandanti finisce col farci l'abitudine.
Nel
deserto manca l'acqua, perché non tutti possano attraversarlo.
Notò
il gruppo di rocce una notte di luna nuova. Da quelle rocce proveniva
un fioco bagliore che sarebbe stato invisibile con la luna piena. Si
chiese cosa potesse essere.
Nel
deserto le leggi dell'ospitalità sono sacre, ma gli sprovveduti
muoiono ugualmente. L'uomo col mantello decise di avvicinarsi a
quelle rocce. Erano molto più lontane di quanto pensasse, tanto che
ci arrivò all'alba.
Era
un ammasso di guglie erose dal vento, un complesso abbastanza vasto.
Nel mezzo c'era scavato un corridoio verso l'interno. Mentre lo
percorreva, l'uomo con il mantello si accorse di camminare su terra,
non più su sabbia. Inoltre iniziava a scorgere qualche pianta, per
lo più Fiori dei Viandanti.
Entrò
in una grotta illuminata da alcune spaccature nel soffitto. Quel
luogo non era nuovo agli uomini, perché per la grotta si osservavano
caratteri antichi e motivi geometrici. Comunque era un luogo in
rovina. Al posto della sabbia, l'altro era ricoperto di polvere,
residuo del tempo.
L'uomo
col mantello si spinse ancora più all'interno, scoprendo un'enormità
di candelabri incrostati di cera. Ora i luoghi che attraversava
assomigliavano molto di più a stanze, sempre occupate dai
candelabri.
In
una stanza con delle colonne, trovò la fonte.
Colmo
di gioia, l'uomo col mantello si inginocchiò a pregare, perché la
sua preghiera era gioia, e la sua gioia era una preghiera. Avrebbe
pianto, ma non aveva più acqua negli occhi. Si addormentò davanti
alla fonte, ancora inginocchiato.
Si
svegliò al tramonto, non sapeva se dello stesso giorno. Tutte le
candele nella stanza con le colonne erano accese, lo specchio d'acqua
rifletteva molta luce. L'uomo col mantello si alzò con uno sforzo.
Non bevve, ma prese ad aggirarsi per le altre stanze. Capitò in una
nella quale le candele non erano ancora state accese. Prossima a
quella, una lunga serie di stanze non illuminate. Andò da quella
parte, svoltò e cambiò nuovamente percorso, finché arrivò in una
stanza dove era presente la luce. Ora aveva davvero sete. Tornò sui
suoi passi e trovò che molte delle stanze buie ora erano illuminate.
Nella stanza delle colonne, trovò un altro uomo. Aveva un lume in
mano e sembrava lo stesse aspettando.
L'uomo
col mantello entrò timidamente nella stanza, e timidamente prese la
sua scodella. L'uomo con il lume fece un cenno di assenso.
L'uomo
col mantello riempì a metà la scodella e bevve. La sua anima
respirò di nuovo, mentre la poca acqua veniva assorbita subito dalla
sua gola.
«Non
conosce l'acqua chi non è assetato» disse l'uomo con il lume.
L'uomo
con il mantello respirò profondamente, poi riempì di nuovo la
scodella e bevve, e poi di nuovo, e di nuovo ancora.
L'uomo
con il lume rimase ad osservarlo a lungo. Quando l'uomo col mantello
ebbe terminato di bere, gli disse: «Vieni con me.»
L'uomo
col mantello mise nella bisaccia la scodella e si alzò per seguirlo.
Percorsero molte stanze, tutte illuminate. La luce calda delle
candele si rifletteva sui rimasugli di intarsi nelle decorazioni.
Ormai si erano praticamente cancellati tutti, mostrando la base di
nuda pietra. Tuttavia, alla luce delle candele, si riscoprivano
frammenti minuscoli che luccicavano come fosse oro in una miniera.
Alla
fine arrivarono davanti ad una stanza buia. L'uomo alzò il lume
davanti a sé ed entrò: l'antro era immenso.
La
caverna non aveva il solito aspetto delle stanze: oltre ad avere una
volta altissima, le sue pareti erano di roccia grezza. Il pavimento
era liscia terra battuta, concepita per rendere stabili gli enormi
scaffali che affollavano l'oscurità. Sugli scaffali erano custoditi
degli oggetti biancastri.
«Sono
candele.» Disse l'uomo con il lume. «Guarda là.»
Poco
più avanti c'era qualche scaffale vuoto.
«Custodisco
questo luogo da quando solo uno di quelli era vuoto.»
«Te
ne sono grato.»
«Qual
è la tua meta?»
«Yggdrasill.»
«Per
questo stai attraversando il deserto. Un viaggio del genere è
ammirevole.»
L'uomo
col mantello non rispose.
«Quanto
tempo credi ti occorrerà?»
«Vasto
è il pensiero del mondo, a confronto con un'anima sola. Sono in
viaggio da quelli che sono tre anni, ma che potrebbero essere anche
tre giorni, o tre secondi. Non so quanto ancora dovrò impiegare.»
«Questo
luogo risale alle epoche antiche. Ora ci crescono le cipolle dolci.
Te le mostro.»
L'uomo
con il lume condusse l'uomo col mantello fino ad un largo chiostro
illuminato dalle stelle. Lo spiazzo era un campo di cipolle dolci.
L'uomo con il lume disse:
«Questo
luogo esiste perché il deserto possa essere attraversato. Prendine,
e concludi il tuo viaggio.»
L'uomo
col mantello pregò nuovamente, mentre l'altro lo lasciava solo. Si
cibò delle cipolle dolci e ne prese altre per continuare
l'attraversata del deserto.
Ripartì
la mattina dopo.
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