Twelve Warnings

di Liberty Bell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 Angst ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 Medieval AU ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 Crossover ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 H/C ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 Fluff ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 What if? ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 PWP ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 Nonsense ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 Song-fic ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 Threesome ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 UST ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 Angst ***





Note:

Attenzione! Si tratta di una raccolta di fic incentrate sugli avvertimenti. Il rating è molto variabile da capitolo a capitolo, all’inizio di ogni capitolo specificherò il rating.
Questa raccolta nasce dall’idea di scrivere una storia per ciascuno degli avvertimenti presenti su EFP.
Ogni capitolo sarà incentrato su un avvertimento, da quelli semplici come angst o fluff, a quelli un po’ più impegnativi e crudi come splatter o PWP.
Tutti i capitolo sono piuttosto brevi, diciamo che come lunghezza vanno dalle 100 alle 500 parole massimo.
Naturalmente il pairing principale è Jon/Arya, perciò, attenzione! Starkcest.
In questo capitolo si parla di angst, anche se angst piuttosto moderato, e il rating è verde.
Mh, nient’altro. Perciò, buona lettura!
Un bacione,
Ceci.

 
 


 

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Twelve Warnings

“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”



 
 

# 01 – Angst
 

Le parole di Catelyn Stark erano impresse a fuoco nella sua mente: “Non sei mio figlio.”

Jon ricordava bene quanto era stato difficile crescere sapendo di non avere una madre, che era solo il frutto di un errore di suo padre.

Aveva sempre sperato che con il passare degli anni magari Catelyn l’avrebbe apprezzato di più, che sarebbe arrivata se non ad amarlo come minimo a tollerarlo. Si era sbagliato.

Sansa l’aveva sempre guardato con odio malcelato, Robb con diffidenza, e Bran e Rickon erano troppo piccoli per pensare anche solo che quello che loro madre diceva potesse non essere vero.

L’unica persona che lo aveva sempre amato come un fratello era stata Arya.

«Sei sempre stato mio fratello, per me.» disse lei, le lacrime agli occhi. Non la vedeva piangere da quando erano piccoli.
Jon l’aveva baciata, e ora la stava guardando. Cercò di imprimersi nella mente il modo in cui appariva Arya ora; bianca, sottile, fragile, quasi spezzata.

Aveva sempre sperato che con il passare del tempo magari Arya l’avrebbe apprezzato di più come uomo, e non come fratello, che sarebbe arrivata ad amarlo e desiderarlo come uomo, e non come fratello.

Si era sbagliato.


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 Medieval AU ***







Note:
Questo capitolo … è veramente AU.
Attenzione, però, perché è un AU particolare: è ambientato alla corte di Enrico VIII, il re famoso per aver messo da parte la prima moglie cattolica per sposare Anna Bolena, portando così il protestantesimo in Inghilterra.
Ho immaginato una Arya che è l’esatto opposto di quella che Game of Thrones ci racconta: questa Arya è … diciamo una Sansa all’ennesima potenza.
Il rating, anche qui, è verdissimo.
Personalmente mi sono divertita moltissimo a scrivere questo capitolo.
E spero che piaccia a voi tanto quanto piace a me.
Un bacione,
Ceci.
 

 
 






Twelve Warnings

“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”



 
 


# 02 – Medieval AU
 

Jon si avvicina, appoggiandosi allo stipite della porta con la spalla.

All’interno della stanza Arya accarezza la testa del suo bambino, le lunghe gonne di velluto drappeggiate sotto di lei.

Jon la guarda, e non può fare a meno di ammirare il modo in cui sua moglie appaia perfetta e curata, un vera signora, seppure abbia partorito da poco più di una settimana.

I suoi capelli sono stretti nel copricapo a falde tipicamente inglese che la regina Caterina D’Aragona ama tanto, i suoi occhi grigi sono fissi sul fagottino tra le sue braccia, un’espressione maledettamente tenera sul viso.

Jon sorride leggermente, entrando nella camera riccamente arredata. Non appena sente i suoi passi, Arya alza il volto dal bambino, e i suoi occhi si accendono quando vede il marito.

«Marito mio.» lo saluta, gioiosa.

«Moglie.» dice lui, scoccandole una bacio sulla guancia. La cameriera, nell’angolo, arrossisce nel vedere quel gesto di tenerezza che il Marchese Snow e sua moglie si scambiano.

«Non dovreste essere a caccia con re Enrico?» domanda lei.

«Il re è troppo impegnato a correre dietro alle sottane della figlia di Tommaso Bolena per andare a caccia con i suoi amici.» risponde lui, senza staccare gli occhi dal viso della giovane moglie.

Lei arriccia leggermente il naso. Resta in silenzio per un momento, come pensando attentamente alla prossima cosa da dire, «Lei sembra … una ragazza aggraziata.»

Il Marchese scoppia a ridere di cuore, «So bene che Anna Bolena non vi piace. Siete fedele alla Regina, moglie mia. E sappiamo tutti che, se Caterina è oro, Anna è peltro. Solamente siete troppo gentile per dirlo.»

Arya abbassa lo sguardo, arrossendo, «Sono una signora. E una signora non parla mai male di un’altra signora.»

«Siete una signora.» conviene Jon accarezzandole una guancia, accarezzando la testa del loro bambino, ancora tra le braccia di Arya, «Non vi amerei se foste diversa.»


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 Crossover ***








Note:

Ed ecco il capitolo Crossover.
Non è solo crossover, è anche un po’ what if?, con il prompt “E se fosse Jon quello da salvare?”
Ho riguardato da poco Pirati dei Caraibi ai Confini del Mondo e non ho potuto resistere a scrivere qualcosa che tenesse insieme Arya Stark e Jack Sparrow.
Il rating è verde.
Non so se giudicare questo capitolo bello, brutto o così così. A voi il giudizio.
Buona lettura!
Un bacione,
Ceci.



 
 
 
 

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“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 


 
 


# 03 – Crossover
 
«Ammainate le vele!» ordina Arya dal ponte di commando, urlando più che può per non lasciare che il fischio del vento e lo sciabordio delle onde copra la sua voce.

L’orizzonte è scuro e il mare ribolle sotto lo scafo della St. George’s Victory. Sta arrivando una tempesta, Arya lo sente nell’aria, come un lupo sentirebbe l’odore del sangue della sua preda. O come sa fare un buon pirata.

«Zuccherino.» la chiama la voce di Jack, mentre avanza verso di lei con il suo passo caratteristico un po’ caracollante, e Arya può giurare di aver sentito una nota di scherno impertinente nella sua voce.

«Capitano Stark, Sparrow.» lo corregge lei con impazienza, voltandosi di scatto.

Lui sorride, «Temo che per me rimarrai per sempre zuccherino, tesoro.»

Lei si trattiene dal roteare gli occhi seccata, e indurisce la mascella, «Sappiamo dov’è l’Olandese?»

Jack non dice niente, e non è mai un buon segno quando Jack Sparrow non ha niente da dire.

Sa che non sarà facile, ma Arya giura, giura che strapperà Jon dalle chele di Davy Jones, anche a costo di dover diventare lei stessa il capitano dell’Olandese Volante.


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 H/C ***






Note:

Era da un po’ di tempo che volevo provare a scrivere qualcosa con questo avvertimento. Qui si parla di Hurt/Comfort (abbreviato in H/C).
Attenzione!Potenziali spoiler per chi non ha segue i libri.
Qui il rating è giallo, ma semplicemente per qualche menzione.
Come sempre, a voi il giudizio. Buona lettura!
Un bacione,
Ceci.
 



 
 





Twelve Warnings


“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 




 
 
# 04 – H/C
 
I metalupi vivevano più a lungo dei semplici lupi, o dei cani. Ma non erano immortali.

Nemmeno Jon, Arya o gli altri Stark lo erano. Prova di questo era la testa di loro padre, infilzata su una picca ai cancelli di Approdo del Re.

Poi era stato il turno di Robb, e di loro madre, e gli dei solo sapevano se Bran e Rickon erano ancora vivi, o se Sansa stava bene.

Erano metalupi, tutti loro. Ma questo non significava che fossero immortali.

Perché tutti gli uomini devono morire.

La perdita delle persone che amava, del suo branco, aveva scavato un buco profondo in Arya, un buco che niente sarebbe stato mai in grado di riempire. E Jon sapeva che Arya non avrebbe nemmeno provato a riempirlo.

Ogni notte lei mormorava frasi incoerenti, che lacrime che minacciavano di scendere dalle palpebre serrate.

Si aggrappava forte a Jon, stringendosi contro il suo corpo, respirando il suo profumo, pregando silenziosamente che almeno lui non la lasciasse.

Perché tutti gli uomini devono morire.

Ma non Jon, non il suo Jon, non l’unica persona che le era rimasta.

Lui la stringeva con forza, non sapendo cos’altro fare se non sussurrare parole confortanti nel suo orecchio, accarezzarle i capelli, baciarle la fronte.

Perché tutti gli uomini devono morire.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 Fluff ***







Note:

E ora un avvertimento più leggero: fluff.
Perciò, attenzione! Livelli di dolcezza da diabete.
Naturalmente il rating è verdissimo.
Mi sono divertita a scrivere questa flash, e spero che vi divertiate anche voi a leggerla.
Un bacione,
Ceci.
 
 







Twelve Warnings



“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 
 




# 05 – Fluff

 L’inverno è terminato.

Arya sente attraverso la stoffa leggera della tunica che indossa l’erba fresca e morbida, sente il profumo dei fiori, sente il tepore del sole primaverile sulla pelle.

Alza gli occhi verso quel cielo limpido, azzurro, verso le nuvole bianche e soffici che lo costellano. Guarda il cielo e ride.

«Perché ridi?» chiede Jon al suo fianco appoggiando il gomito sul prato ed alzandosi per guardarla, il sorriso anche sul suo di volto.

Lei volta il viso verso Jon, «Pensavo a quanto sono fortunata ad aver superato l’inverno, pensavo a quanto sono fortunata ad essere qui, con te.»

Lei sorride, e Jon non riesce proprio a staccare gli occhi dal magnifico sorriso di Arya, quel sorriso che non vede da quando erano bambini, da quando tutti erano ancora vivi e tutto andava bene.

L’inverno è finito da poco e molti cuori sono ancora ghiacciati, ma Arya sorride comunque.

Lei sorride, i capelli ormai lunghi che si arricciano e ondeggiano in quel vento primaverile, il volto pulito, sereno.

Lei sorride, e Jon non riesce a pensare a nient’altro se non a una singola parola.

«Sposami.» dice, sorridendole nell’aria primaverile di Grande Inverno.
 

 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 What if? ***






Note:

Innanzitutto, mi scuso per l'imperdonabile ritardo. Ma a mia discolpa, ho dovuto studiare e fare mille test universitari. E lunedì inizio l'università, quindi non so quanto tempo avrò per scrivere nuove fic, anche se questa (essendo già scritta) continuerà ad essere pubblicata.
E poi vorrei ringraziare Clalla97 e Sigyn per le meravigliose recensioni allo scorso capitolo, alle quali, purtroppo, non sono riuscita a rispondere per mancanza di tempo.
Ma, infine, ecco qui il sesto capitolo. Questa volta si parla di what if?, ossia di “E se …?”
Come sarebbe cambiata la storia se Arya fosse andata alla Barriera da Jon fin da subito, non appena Joffrey ha fatto decapitare Ned? Di conseguenza ho immaginato un' Arya meno dura, più bambina, più spaventata.
Ho immaginato che Jon fosse un semplice Guardiano della Notte e che tra l’altro non siano ammesse in nessun caso donne alla Barriera, nemmeno come “visitatrici”.
Posso dire con assoluta certezza che questo è capitolo che è venuto peggio in assoluto. Non è venuto come avrei voluto e l'ho riscritto tre volte nella speranza che migliorasse. Ma niente da fare, è rimasto così, abbastanza bruttino.
Il rating è verde.
Buona lettura!
Un bacione,
Ceci.
 
 




Twelve Warnings


“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 


 
# 06 – What if?
 
Il ghiaccio ricopre il pavimento di pietra del Castello. Arya pensa distrattamente che non c’è un solo angolo, una sola pietra che il freddo gelido della Barriera abbia risparmiato.

Un uomo dei Guardiani della Notte con gli occhi distanziati la guarda con curiosità e allora lei abbassa la testa, lasciando che il cappuccio le ricada sugli occhi, sperando con tutta sé stessa che nessuno pensi o intuisca la verità.

È arrivata quasi alla fine del corridoio quando una mano le afferra il braccio, tirandola in un angolo lontano dagli altri Corvi, e la ragazza si sente sul punto di urlare.

Serra gli occhi. Ti prego, ti prego, ti prego, si ripete nella mente, come una litania, anche se non sa nemmeno lei bene chi dovrebbe pregare.

Ma, «Stai bene?» dice solo il proprietario della mano. Lei apre gli occhi di scatto, riconoscendo all’istante quella voce.

«Jon.» esala. Lui sorride leggermente.

«Stai bene?» chiede ancora lui, e questa volta Arya lo guarda negli occhi, riconoscendo la preoccupazione nel suo sguardo.

Lei annuisce, «Non posso stare qui,» balbetta, «mi sento osservata, continuamente, come se tutti sospettassero di me.»

Lui aggrotta le sopracciglia, «Nessuno sospetta di te.» dice, chiudendole con una mano il mantello sopra ai suoi vestiti da ragazzo.

Arya deglutisce, «Devi mandarmi via, Jon. Mandami al villaggio più vicino, me la saprò cavare da sola.»

«Mai.» risponde il ragazzo, il tono della voce deciso come lei non l’ha mai sentito, «Non ti manderò via, men che meno adesso.»

«Potrei metterti in pericolo e non voglio che-» protesta lei, ma lui le mette un dito sulle labbra.

«Non ti manderò via. Né ora, né mai.»

Arya alza gli occhi. Non dice, perché sa che non c’è niente da dire.

Ama Jon, probabilmente lo ama da quando erano bambini, e niente, niente avrebbe mai potuto cambiarlo, neppure il fatto che ora si dovesse travestire da ragazzo, neppure il fatto che loro padre sia morto e Sansa sia sola in un covo di serpi.


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 PWP ***






Note:

Scrivere questo capitolo è stata un’impresa titanica. Più che altro perché originariamente era una PWP a rating rosso, che poi ho dovuto rendere a rating arancione per esigenze di regolamento.
Ma l’avvertimento resta comunque: Attenzione!  PWP (ossia “Porn Without Plot” o ancora “Plot? What Plot?”) anche se il rating è arancione. Si parla esclusivamente di lemon (lime, ancora per esigenze di regolamento). E tra l’altro, come sempre, si parla di Jon/Arya, quindi, attenzione! INCEST.
Ah, qui ho immaginato – come tra l’altro ho già fatto in questa raccolta e in altre shot – che Arya sia a Castel Nero, sulla Barriera con Jon.
E niente, come sempre ci terrei molto ad avere tutti i vostri pareri.
Ah, una cosa; come avrete notato, non riesco più ad aggiornare con regolarità, più che altro perchè ho iniziato l'università e nella mia testa c'è solo fisica, fisica e ancora fisica. Ma, ripeto, la storia è completamente scritta, quindi arriverà, anche se non con regolarità. Nel frattempo ringrazio davvero tanto tutte le magnifiche persone che leggono, seguono e commentano. Veramente, grazie per la pazienza che portate :)
Buona lettura!
Un bacione,
Ceci.
 

 
 



 

Twelve Warnings


“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 


 

# 07 – PWP
 
La stanza è gelida, cupa, illuminata dalla luce chiara e fredda dell’alba, a tratti inquietante che penetra dai vetri congelati della alte finestre della stanza di Jon, lì a Castel Nero.

La stanza è gelida, eppure Arya ha il corpo bagnato e lucido di sudore, i capelli umidi, la pelle cosparsa di pelle d’oca a contatto con il freddo della camera.

«Vieni qui.» le dice Jon tendendo le braccia verso di lei.

Arya sorride con malizia e gattona verso di lui, sopra le pellicce, i seni che si muovono con lei, i muscoli delle cosce bianchissime, quasi perlacee, che si tendono mentre va a pochi centimetri da Jon., senza toccarlo realmente. Si lecca le labbra e lo guarda.

«Arya …» dice lui, il tono canzonatorio, quasi di rimprovero, che stona nettamente con l’espressione di piacere dipinta sul suo viso.

«Va bene, va bene.» dice lei, abbandonandosi finalmente contro di lui, parlando contro la pelle di Jon. Si alza, andandosi a sedere sul grembo del ragazzo.

«Ora va molto meglio.» sorride lui, le labbra contro le sue, mentre entra in lei per l’ennesima volta in quella gelida alba grigia che è solo loro.


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 Nonsense ***






Note:

Ok, questo è veramente nonsense. Forse il primo avvertimento che mi sento di aver colto in pieno.
Non ho molto da dire, se non che il rating è verde e che la frase che fa un po’ dal fil rouge alla fic “Noi ci ritroveremo. Ci ritroviamo sempre.”, viene dalla serie tv Alias. E se non l’avete mai vista, guardatela, perché merita davvero.
Buona lettura!
Un bacione,
Ceci.
 
 
 



Twelve Warnings


“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 
 


# 08 – Nonsense
 
Arya si avvicina a passi leggeri.

Jon può vedere chiaramente il suo volto,non più quello di una bambina, sporco di terra e sangue, i suoi occhi grigi dilatati eppure in qualche modo tranquilli, pacifici.

«Noi ci ritroveremo.»sussurra, e gli tende una mano sporca.
 


«Ci ritroviamo sempre.»dice Jon, e Arya spalanca gli occhi contro la fredda luce dell’alba. Sente la gola chiudersi, le manca il respiro, e sente distintamente i polmoni pieni d’acqua, acqua di mare, acqua salata che brucia, e brucia, e brucia.

Jon le tende una mano bianca e pulita, e lei fa di tutto per afferrarla, ma non ci riesce.
 


«Noi ci ritroveremo. Ci ritroviamo sempre.» dice Arya, e questa volta sembra veramente tranquilla.

La sua figura è bianca e pulita.

Jon si chiede distrattamente in che luogo si trovano. Si guarda intorno, notando solo uno spazio bianco, infinito.

Ma quando lei stringe le sue dita attorno alla sua mano, tutto il resto passa in secondo piano.

Cammina con lei, mentre i contorni bianchi di quel luogo infinito si fanno sempre più indefiniti.


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Capitolo 9
*** Capitolo 9 Song-fic ***




Note:

Questa è una cosa un po’ particolare perché formalmente è una song-fic, ma in realtà è anche un’ AU ambientata ai giorni nostri. Ah, sì, attenzione! Sia Jon che Arya potrebbero essere un filino OOC.
La canzone in questione è “Sara” di Antonello Venditti.
E la fic è ambientata a Milano. Sorry guys, ma dovevo mettere un pezzettino della mia magnifica città in questa raccolta.
Il rating è … giallino pallido? E ... boh, é un po' troppo in stile "I Cesaroni" per i miei gusti, e sinceramente non mi piace granchè, perciò a voi il giudizio!
Buona lettura!
Un bacione,
Ceci.

 
 
 



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“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 
 



#09 – Song-fic
 

“Sara, svegliati è primavera.
Sara, sono le sette e tu devi andare a scuola.
Sara, prendi tutti i libri e accendi il motorino.
E poi, attenta, ricordati che aspetti un bambino.”

 

Arya corre fuori di casa il più veloce che può, i libri sotto braccio mentre con la mano libera cerca di chiudersi al meglio il giubbetto leggero sopra la pancia crescente.

Accende il motorino, sentendosi mentalmente in colpa; Jon le ha detto mille volte che non deve andare in giro in moto, perché il rischio di un aborto spontaneo aumenta del dieci percento.

Le sembra quasi di sentire la voce profonda e tranquilla di Jon, in quel momento. A volte odia il fatto che Jon studi medicina, anche se ama il modo con cui lui le ricorda costantemente che c’è un’altra persona dentro di lei.

 

“Sara, se avessi i soldi ti porterei ogni giorno al mare.
Sara, se avessi tempo ti porterei ogni giorno a fare l’amore.
Ma, Sara, mi devo laureare, e forse un giorno ti sposerò.
Magari in chiesa, dove tua madre sta aspettando per poter piangere un po’.”

 

«Sarebbe bello passare una giornata al mare, magari in Liguria, che è vicina.»

«Mi piacerebbe, ma sai che sono un po’ al verde ultimamene. E tra l’altro Montecchi mi sta addosso ogni istante per la tesi …»

«Lo so, lo so.» lo interrompe lei. Sono sdraiati sull’erba del parco della Guastalla, dietro la Statale. Arya si stringe addosso a Jon quando una folata di vento tiepido la colpisce.

Lui le bacia la testa, «Ma se potessi non perderei di certo tempo al mare. Starei chiuso in camera con te per ore, e ore, e ore …»

Lei ridacchia.

«Ma lo sai, mi devo laureare, e poi iniziare il tirocinio, e la specializzazione … e poi ci potremo sposare.»

Lei sorride. Non è mai stata una ragazza romantica, ma la prospettiva di un matrimonio con Jon la fa sentire improvvisamente euforica.
 


“Sara, tu vai dritta non ti devi vergognare,
le tue amiche dai retta a me, lasciale tutte parlare.
Sara, è stato solo amore, se nel banco non c’entri più.
Tu sei bella, anche se i vestiti non ti stanno più.”
 


Ogni giorno, quando entra a scuola, si sente tutti gli occhi puntati addosso.

E quando entra nella classe 5B sente distintamente tutti i commenti che le sue compagne si scambiano alle sue spalle.

«È ingrassata ancora.» dice Serena, e «Se fossi stata lei, io avrei abortito.» le fa eco Giulia.

Ma a lei non importa. Quel bambino è nato dall’amore, e tutto il resto non importa, non conta, nemmeno il fatto che faccia fatica ad entrare nel banco, o che le magliette dell’anno prima non le vadano più bene.


 

“Sara, mentre dormivi l’ho sentito respirare.
Sara, mentre dormivi ti batteva forte il cuore.
Sara, tu non sei più sola, il tuo amore gli basterà.
Il tuo bambino, se ci credi nascerà.
Sara, Sara, Sara …”

 

Arya si sveglia, sfregandosi lentamente gli occhi. Sente il calore del corpo di Jon al suo fianco.

«Ehi.» le sorride lui.

«Mi sono addormentata!» geme lei, tirandosi a sedere sul divano che occupa con Jon. Occhieggia il grosso tomo che lui sta studiando. «Avrei dovuto finire greco.»

Lui le sorride ancora, «Lo sai che mentre dormivi l’ho sentito muoversi?»

«Il bambino?» chiede lei, gli occhi improvvisamente più luminosi.

Jon annuisce. La vede mordersi il labbro e intuisce immediatamente i suoi pensieri, «Ehi, sarai un’ottima mamma. Saremo degli ottimi genitori.» dice, e le posa una mano sulla pancia tonda.

E Arya sorride, perché ci crede veramente. Lei e Jon si amano, e questo basta.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 Threesome ***


 




Note:

Ed ecco che si parla di threesome, o triangolo che dir si voglia.
Attenzione!È una Robb/Arya/Jon. Quindi doppio Starkcest. E slash, sì, anche un filino di slash.
Il rating è giallo pieno.
È … particolare, perciò spero con tutto il cuore che possa essere apprezzata.
Buona lettura!
Un bacione,
Ceci.
 
 
 




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“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 
 



# 10 – Threesome
 

Fin da bambini, c’era sempre stata una strana complicità tra loro tre, una complicità che, a tratti, sfiorava il morboso.

Erano sempre loro tre che giocavano insieme, loro tre che ordivano scherzi, loro tre che rubavano il cibo nelle cucine.

Arya li preferiva a chiunque altro a Grande Inverno. Non era raro che lei pretendesse che fosse Robb ad accompagnarla a letto, e non era raro che nel bel mezzo della notte scivolasse nel letto di Jon, quando i tuoni la spaventavano troppo.

Non era nemmeno raro che a volte dividessero tutti e tre il letto, il viso di Jon nell’incavo del suo collo, un braccio di Robb avvolto saldamente attorno alla sua vita.
 

Arya ha i capelli sudati appiccicati a una guancia e l’armatura ancora per metà indosso quando entra nella tenda di Robb.

Jon è già lì, al fianco di Robb, ed entrambi hanno il viso sporco di terra e sangue, ma un’aria terribilmente soddisfatta in viso.

Lei si avvicina senza dire una parola.

«Abbiamo vinto, l’esercito dei Lannister si è ritirato dopo Forte Freccia.» la informa Robb, senza riuscire a nascondere un sorriso.

La luce rossa del tramonto colora tutto quando loro tre aprono un lembo di velluto rosso per guardare fuori, verso il campo di battaglia.

Jon bacia a fondo Arya sulla bocca, e lei restituisce il bacio a Robb, prima che Robb baci anche Jon, in una sorta di strano ciclo, come un boomerang per cui il bacio di Jon infine ritorna proprio a Jon, dopo essere passato dalle labbra di Arya e Robb.


Il sole illumina di rosso le armature, confondendosi con le macchie di sangue, di vittoriosi e vinti, sull’erba.

Sono sempre stati in tre, fin da bambini, fin da quando giocavano insieme a Grande Inverno.

Sono in tre anche adesso. Sempre in tre, come un unico corpo.

Guardano ancora una volta verso il campo, il sole che proietta una lunga ombra rossa; da lì, tutto il mondo sembra essere loro.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 UST ***







Note:

Sono in ritardo di circa tre settimane, il che è abbastanza imperdonabile (perciò insultatemi pure). A mia discolpa ho studiato circa dodici ore al giorno (non sto scherzando) per l’esame di analisi 1 e meccanica, e la settimana prossima ho statistica.
Mancano ancora altri due capitoli alla fine (il 12 più un bonus che avevo già scritto) e purtroppo non posso promettere che aggiornerò con costanza visto il periodo di esami, e capisco perfettamente se qualcuno (come è già successo) perdesse interesse per questa raccolta – tuttavia mi auguro con tutto il cuore che non accada.
Passando al capitolo, UST sta per “Unresolved Sexual Tension”, tuttavia il rating è verdissimo.
Personalmente trovo questo capitolo un po’ deboluccio, ma a voi il giudizio.
Buona lettura (e grazie ancora per la pazienza che portate verso di me!)
Un bacione,
Ceci.
 
 
 
 






Twelve Warnings


“Oh my darling, you should know,
Since the last time you saw me, I have grown.”

 
 



# 11 – UST
 
È cresciuta.È la prima cosa che pensa Jon quando la ragazza che anni prima era stata la sua sorellina si lancia tra le sue braccia, premendo il viso contro il suo petto.

Jon avverte distintamente i suoi seni morbidi premuti contro il suo stomaco.

La porta alle loro spalle è sigillata, e il fuoco scalda l’aria nella stanza che condividono a Castel Nero, rendendola più mite.

Ogni giorno Jon la vede, vestita da ragazzo, fingere di essere un ragazzino che gli fa da scudiero.

Ma alla sera, quando la notte scende sul Castello, e loro due si ritrovano in stanza insieme, – perché lui non avrebbe mai, mai lasciato che la sua sorellina dividesse la stanza con qualche altro uomo – lei torna ad essere Arya.

Jon darebbe qualsiasi cosa perché lei alla sera tornasse ad essere non la donna Arya, ma la bambina Arya. Sarebbe tutto più facile.

Ma lei lo sta abbracciando, ed è quasi istintivamente che Jon alza la mano per accarezzarle la guancia, scendendo poi con le dita sulle sue labbra belle e piene.

Lei lo guarda con gli occhi grandi e grigi, e per un istante Jon si dimentica come respirare.

«Jon.» bisbiglia solo lei, ed è quasi con sorpresa che lui si accorge di avere le labbra a pochi centimetri da quelle di lei.

Quasi senza rendersene conto si avvicina a lei, mentre la sente trattenere il respiro, le labbra che quasi si toccano.

«Credo … credo che dovremmo andare a dormire.» dice lui, schiarendosi la voce.

Arya ha lo sguardo confuso quando si passa una mano nei capelli scuri, annuendo, facendo un lungo passo indietro, «Sì. Sì.» dice.

Jon si dirige verso la sua parte del letto che condividono, chiudendo brevemente gli occhi.

Non sarebbe stato facile.

 

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