Le sfumature

di Lady Cheshire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cinquanta sfumature di tenebra. ***
Capitolo 2: *** Cinquanta sfumature di luce. ***
Capitolo 3: *** Le sfumature del sole ***
Capitolo 4: *** Le sfumature delle stelle. ***
Capitolo 5: *** Le sfumature dei tuoi occhi. ***
Capitolo 6: *** Le sfumature della nostra musica. ***
Capitolo 7: *** Le sfumature della delusione. ***
Capitolo 8: *** Le sfumature dell'amicizia ***
Capitolo 9: *** Le sfumature della riconciliazione ***
Capitolo 10: *** Le sfumature del nero ***
Capitolo 11: *** 11. Le sfumature del bianco. ***



Capitolo 1
*** Cinquanta sfumature di tenebra. ***


                                          1.Cinquanta sfumature di tenebra 

Il mio nome é Soul Evans, mio padre mi ha voluto pianista e così é stato ma niente nella mia vita va come vorrei. Io sono uno spirito ribelle, voglio una libertà che non mi sarà mai concessa, so perfettamente che la mia vita ruota e ruoterà sempre attorno a quei maledetti 88 tasti bianchi e neri. Io amo il piano, ma questa vita che sono costretto a vivere me lo sta facendo odiare. Forse quella che mi capisce é mia madre, così dolce e allo stesso tempo capace di essere così fredda. Mio padre ha plagiato anche lei, mia madre che era così solare era stata piegata dalla sorte che l'aveva decisa accanto a quell'uomo che é mio padre. Io non era altro che una pedina nelle mani della mia famiglia. Adesso, come ogni mattina, sono seduto al mio piano di ebano che si trova vicino alla mia finestra, quella grande vetrata luminosa é la mia unica porta sul mondo. Ora mi sono sdraiato sul letto, mio padre mi ha informato da poco che mi dovrò esibire ad una festa e vuole che lo faccia con un nuovo pezzo...e io ora dove lo tiro fuori un nuovo brano? Dal cilindro? Mah...chi lo capisce é bravo, mio padre pretende che io schiocchi le dita e scriva un brano? Va beh, ora sto cercando di farmi venire una qualche ispirazione ma la mia testa non é altro che una landa di vuoto assoluto. Qualcuno aveva bussato distogliendomi dai miei pensieri
«Chi é?» avevo risposto un po' seccato
  «Sono io Soul»
«Mamma... Dimmi, cosa c'è?»
  «Senti tesoro...scappa»
«Che?!»
  «Scappa! Esci un po', prendi una boccata d'aria, fai due passi»
«Scusa se mi ripeto ma: Che?!»
  «Figliolo, questo posto non fa per te, dentro di te c'è la luce, non sei adatto a questo mondo tinto di oscurità»
«Mamma, ormai é troppo tardi. In me non c'è più traccia di luce. In me ormai ci sono solo cinquanta sfumature di tenebra»
  «Bambino mio, ormai sei grande quindi presto incontrerai qualcuno che porterà in te la luce...e ora vai, perché non vai al parco? Potrebbe succederti qualcosa di bello»
«Forse hai ragione tu... A dopo mamma» ed ero uscito, ignorando brutalmente le urla di mio padre. Avevo preso la moto ed ero andato al parco dall'altra parte della città, più lontano andavo più mi sentivo meno oppresso. Amavo la velocità, per questo adoravo la mia moto, il regalo di mia madre per il mio 16 compleanno, non appena avevo ottenuto la patente per guidarne una. Il paesaggio scorreva veloce affianco a me, l'asfalto correva veloce sotto le due ruote e in meno di 15 minuti ero a destinazione. Sceso dalla moto e tolto il casco avevo respirato a pieni polmoni l'aria fresca di quel posto. Più che un parco era un boschetto ai limiti della città, quindi era un posto pacifico per stare tranquilli. Mi ero seduto sotto una quercia e mi guardavo attorno ma nulla attirava particolarmente la mia attenzione latente. Mi sono passato la mano nei capelli, ancora schiacciati dal casco, chiaro segno della mia esasperazione mentale.
«Uffa, niente di niente. Ispirazione saltami addosso...ma perché di qui passano solo nonnetti o persone che fanno jojjing?» però erano interessanti da vedere, quelle coppie anziane che, nonostante gli anni, passeggiavano ancora a braccietto, una cosa che va ben lontana dal mio essere...io non ho mai amato una persona, tantomeno una ragazza. Era stato in quel momento che era arrivata lei, come un fulmine a ciel sereno.
 «SOPSTATIIII!» aveva urlato una voce femminile sopra di me, ma non avevo fatto in tempo a mettere a fuoco la cosa che lei mi era già caduta addosso.
«Avvertire un po' prima no, eh?» avevo detto un po' piccato.
 «Scusa solitamente non cado, ma oggi ho messo il piede in fallo...comunque grazie, sto bene»
«Tsk...ma scusa, a casa mia le ragazze non piovono dagli alberi»
 «Ma va? Certo che sei perspicace. Comunque io scappo spesso da casa, saltando tra gli alberi, ma oggi ho preso una storta e sono caduta»
«In pratica sei una scimmia!»
 «Maka-chop!!» e mi ero trovato a essere colpito con un pesante tomo uscito da chissà dove.
«Ma che sei scema?»
 «No...anzi sono piuttosto intelligente»
«Viva la modestia eh? Come ti chiami?»
 «Maka...mi chiamo Maka»
«Avrai un cognome suppongo»
 «Si, di cognome faccio Albarn. Ma non mi interessa il mio cognome, vorrei cambiarlo un giorno...tu come ti chiami?»
«Soul...Soul Evans. Piacere di conoscerti ma ora...potresti alzarti?» avevo chiesto con tutta la gentilezza di cui ero capace, visto che era ancora comodamente sdraiata su di me. Ora che la guardavo bene non era affatto male. Magra e affusolata, i capelli biondo miele legati in due buffe codine e una paio di splendidi occhi color smeraldo.
«Non che tu sia pesante ma, ci stanno fissando tutti» ma lei non accennava minimamente a muoversi.
 «L'ho trovata!» aveva detto puntandomi l'indice sul petto.
«Cosa?»
 «La persona che voglio al mio fianco...»
«Come?»
 «Si, hai capito benissimo. Bene, avevo paura di incappare in un qualche vecchietto» aveva detto alzandosi in piedi e porgendomi una mano, una mano così piccola, sembrava quella di una bambina rispetto alla mia. In effetti era di costituzione minuta...ma era lo stessa carina. Ma che diamine sto dicendo?!
«Senti, Maka quanti anni hai?»
 «Ma che? Non lo sai che non ai chiede l'età ad una ragazza? Comunque ne ho 17»
«Vedo che però non ti fai problemi a rispondere...comunque se ti fa piacere ne dimostri meno»
 «Te la sei cavata...me lo dicono tutti che sembro più piccola. Oh beh, tu invece che mi dici?»
«Che ne ho 18 e ora devo andare...»
 «Oh...capisco» sembrava dispiaciuta, forse non voleva tornare a casa, era la mia stessa espressione di quando me dovevo tornare a casa mia.
«Vuoi fare un giro in moto?»
 «Tu sai andare in moto? Che forza! Ma ce l'hai un casco anche per me?»
«Si...seguimi» e cosi l'ho portata alla moto e le ho dato il casco di riserva che portavo sempre dietro, non si sa mai. L'ho aiutata a salire a sulla moto, poi ero salito davanti a lei.
«Tieniti forte, mi piace andare veloce»
 «Si...» e mi aveva circondato la vita con le braccia esili.
«Ti piacerebbe andare da qualche parte?»
 «Mi piacerebbe vedere... il mare»
«Ma é lontanissimo...va beh, sempre accontentare gli ospiti, no?»
 «Grazie Soul» aveva detto con un luminoso sorriso...mamma aveva ragione, mi era successo qualcosa di molto bello...avevo incontrato lei.

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http://i50.tinypic.com/2vkzui9.jpg <--- Ho fatto un disegno, ma siate liberi di esprimere il vostro dissenso! C: uno di questi divrebbe funzionare...credo...Byebye :D

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Capitolo 2
*** Cinquanta sfumature di luce. ***


                                                      2.Cinquanta sfumature di luce

Il mare distava qualche ora dalla città, ma non avevo saputo dire no a quella ragazza che ora mi stava dietro, osservando curiosa il paesaggio sfrecciarci attorno. Siamo arrivati al mare che erano circa le tre del pomeriggio, una volta fermata la moto Maka era saltata giù ed era volata sulla spiaggia.
 «Ahhh il mare...é bellissimo! Non trovi che sia stupendo?»
«Si hai ragione...ma perché ci sei voluta venire? Siamo in autunno, fa freddo...»
 «Non ti preoccupare inutilmente, oggi non fa tanto freddo su» era strano per me, ma non riuscivo a non preoccuparmi per quella ragazza che avevo conosciuto solo poche ore fa, ma aveva ragione, oggi faceva caldo. Guardavo l'orizzonte, anche a me piaceva il mare. Dovevo ancora scrivere il brano per la festa...ahhh basta! Mentre ero immerso nelle mie ramanzine mentali ero stato investito da una schizzata d'acqua gelata.
«Tu...ragazzina come hai osato? Adesso vedi» avevo lanciato il giubotto sulla sabbia avevo iniziato ad inseguirla e a schizzarla, ma mi teneva testa senza il minimo problema. Le ore erano passate in fretta, infatti tra corse e schizzi si erano fatte le 17 ed eravamo stanchi e bagnati, cioè lei non era bagnata...era fradicia. Adesso era accovacciata vicino a me, tremava leggermente, così avevo preso il mio giubotto e glielo avevo posato sulle spalle, facendola sussultare.
 «Ma co...Soul? Ma a te non serve?»
«Io sono appena umido, tu sei fradicia...direi che serve più a te. Vieni, ti porto a casa se mi dici dove abiti»
 «Abito nella villa sulla collina, ma tu lasciami pure al parco»
«Come vuoi» 
 «No aspetta, stiamo ancora un po' qui, per favore»
«Non hai voglia di tornare a casa?»
 «Mmhhh...é che a casa mi annoio, mi trattano come se fossi di cristallo»
«Come mai?»
 «Da piccola ero cagionevole, ma adesso anche se sono in piena salute continuano a tenermi segregata in casa...quindi scappo»
«Ti capisco, nemmeno io posso uscire spesso, quindi prendo la moto e vado chissà dove»
 «Siamo simili...sei una persona così luminosa»
«Io? Ma per favore, in me non c'è la luce. É sparita da tanti anni»
 «tento a crederlo...come mai non ti fanno uscire?»
«Perché mio padre é pazzo...sono un pianista e quindi pretende che la mia vita comprenda solo quello»
 «Quindi ti non hai mai avuto una vita sociale? Non hai mai avuto una ragazza?»
«Una ragazza? Non ho mai avuto un amico, figurati una ragazza»
 «Sempre più simili...»
«Tu invece sei così solare...come fai a dire che siamo simili lo sai solo tu»
 «Mmhh...»
«Ehi? Ci sei?» ma non mi ero accorto che si era addormentata sulla mia spalla
 «Si vede che non esci spesso...si ma ora io come la porto in moto?» cosi l'avevo fatta sedere tra le mie gambe ed ero partito, ma non potevo andare molto veloce altrimenti rischiavo di perderla per strada. Non sembrava neanche la ragazza che ho conosciuto, sembrava una bambina. Una volta arrivati al parco era ormai quasi buio.
«Ehi bella addormentata, siamo arrivati»
 «Nngh? Oddio mi sono addormentata?»
«No...cosa te lo fa pensare? Davvero, ti porto fino a casa, sei mezza rimbabita»
 «Ma va, ce la faccio benissimo. E poi casa mia non tanto lontana...vedi?» aveva detto indicandomi una grande villa bianca in cima alla collinetta.
«Ve bene, come preferisci»
 «Senti Soul...mi piacerebbe rivederti»
«Non ne vale la pena, Maka. Tu sei troppo luminosa per starmi vicino» avevo detto io accarezzandole la guancia col dorso della mano, lei aveva poi posato la sua mano sulla mia.
 «Perché?»
«Perché in me ci sono cinquanta sfumature di tenebra...tu invece sei fatta solo di luce»
Avevo detto io con un sorriso amaro...da lontano si era sentita una voce chiamare Maka.
 «Deve essere mio padre...fa come vuoi, ma io ti voglio davvero rivedere. Te l'ho detto tu sei la persona che voglio al mio fianco»
«Ve bene, questo é il mio numero di telefono, quando hai voglia di chiamarmi, fallo pure a questo numero rispondo sempre»
 «Grazie Soul...allora ci sentiamo. Ciao!»
«Certo, ciao...» e così era sparita tra gli alberi, proprio come era arrivata.
Una volta arrivato a casa, ho attraversato i corridoi e ho raggiunto il salotto. Mio padre stava controllando delle scartoffie alla scrivania, mia madre stava leggendo un libro sdraiata sul divano.
  «Bentornato Soul!»
«Ciao mamma...papà»
   «Dove sei stato? Perché non stavi scrivendo il brano?»
«Non avevo l'ispirazione per scrivere...»
  «Qualcosa mi dice che l'hai trovata, vero Soul?»
«Mamma...cosa te lo fa pensare?»
  «Il fatto che sei senza giacca, quindi c'è di mezzo una ragazza vero?»
«Sempre una buona osservatrice...beh io vado di sopra. Tranquillo non ti farò sfigurare se é questo che temi» e così me ne sono andato in camera a scrivere ma ancora non riuscivo a focalizzare niente. In quel momento mi era arrivato un messaggio sul telefono:
Grazie per avermi portato al mare, sei stato davvero gentile. Ma se mi dai di nuovo della scimmia ti makacioppo di nuovo con l'enciclopedia.
P.S. Ho ancora il tuo giubotto, grazie per avermelo prestato, vorrei riportartelo. Maka
La conosco da così poco e mi ha già aiutato due volte. In quel momento il brano aveva iniziato a prendere forma nella mia testa.
Makachioppo? E che lingua é scusa? Ma comunque, il giubotto puoi portarmelo domani se vuoi. Soul
La risposta era stata praticamente istantanea
Davvero?! Certo, va bene domani mattina sotto la quercia come oggi? Maka
Va bene, allora a domani Maka. Soul
A domani signor 50 sfumature. Maka
Questa ragazza mi farà morire. Ma grazie a lei adesso il brano era in fase di produzione...grazie Maka! Sono felice di averti incontrato.
 

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Capitolo 3
*** Le sfumature del sole ***


                                                             3.Le sfumature del sole

Ora stavo tornando a casa, non che morissi dalla voglia di farlo ma poi quell'idiota di mio padre si preoccupa. L'uomo che chiamo papà, é un essere di sesso maschile che mi provoca ribrezzo nel più profondo del mio essere, un dongiovanni incallito cosa che ha portato mia madre ad andarsene lasciandomi qui.
 «Ahhh...perché mi hai lasciato qui mamma? Però almeno ho incontrato Soul, finalmente un lato positivo. Ah ma questo é la sua giacca» e così avevo iniziato a correre, sperando che fosse ancora li.
 «Soul! Soul sei ancora qui?» nessuna risposta, era già tornato a casa. 
   «MAKAA! Bambina mia, sei qui...» aveva detto mio padre correndomi incontro per abbracciarmi, ma io mi sono scansata al pelo...facendolo cadere per terra.
   «Maka, perché sei scappata di nuovo? Non ti piace stare col tuo papino?»
 «L'hai capito finalmente»
   «Scherzi a parte...»
 -E chi scherzava?-
   «Non ti fa bene uscire»
 «Quando capirai che ora non sono più cagionevole come da bambina vedremo la neve ad Agosto»
   «Si, in effetti... Ma perché sei bagnata? E di chi é quella giacca?» Ah, dimenticavo di dire che mio padre é estremamente geloso di me...é un tale fastidio.
 «Oggi sono andata al mare...con un amico»
   «Al mare? Ma fa freddo...aspetta amico? Chi é lo sfortunato che ha messo gli occhi su mia figlia?»
 «Papà smettila...»
   «Dovrà passare sul mio cadavere, quello di Spirit Albarn»
 «Maka-Chop!!»
   «Ho capito...come si chiama? Solo questo»
 «Soul...Eater...»
   «Soul Eater? Mai sentito...eppure conosciamo tutti in città...si é comportato bene con te vero?»
 «Un vero gentiluomo» -meglio omettere tutte le volte che mi ha preso in giro...e che lo ho preso a librate in testa-
   «Sarà meglio per lui...Eater, Eater...no non mi viene nulla. Forse lo vedremo alla festa»
 «No...non credo» ero un po' rattristata a questa idea, ma avevo il suo giubotto e il suo numero, in qualche modo l'avrei rivisto. 
Arrivata a casa sono andata subito a lavarmi, un bel bagno mi ci voleva proprio. Mentre ero immersa nell'acqua calda fissavo il mio vestito, nella tasca c'era il mio cellulare. Non sapevo se chiamarlo o meno...non volevo fare brutta figura, ma avevo voglia di sentirlo ancora, di vederlo ancora. Di rivedere quel suo aspetto così particolare, i suoi capelli lattei e quei due occhi magnetici color delle fiamme. Ma non volevo nemmeno risultare appiccicosa...ma da quando io, Maka Albarn, mi faccio tanti problemi? Sono troppo intelligente per farmi questi martellamenti mentali, adesso gli mando un messaggio e la faccio finita.
Grazie per avermi portato al mare, sei stato davvero gentile. Ma se mi dai di nuovo della scimmia ti makacioppo di nuovo con l'enciclopedia.
P.S. Ho ancora il tuo giubotto, grazie per avermelo prestato, vorrei riportartelo. Maka
Aspettavo la risposta, immersa nelle vasca continuando a lanciare occhiate furtive al mio telefono. Finalmente il telefonino avvertiva dell'arrivo di un messaggio.
Makachioppo? E che lingua é scusa? Ma comunque, il giubotto puoi portarmelo domani se vuoi. Soul
Domani? Oh mamma, perché mi sento così agitata? Perché il cuore mi batte così forte? Ahh ma devo rispondere...ehmm vediamo.
Davvero?! Certo, va bene domani mattina sotto la quercia come oggi? Maka
Speriamo di non sembrare troppo esaltata...devo smetterla di farmi tanti problemi.
Va bene, allora a domani Maka. Soul
A domani signor 50 sfumature. Maka
Un po' di ironia fa sempre bene... Ero così felice, mi fa così piacere poterlo rivedere. Dopotutto avevo deciso che era lui la persona che volevo al mio fianco. Una cosa strana, specie se si pensa che ai piedi di quell'albero poteva esserci un' approfittatore o un maniaco. Già molti ragazzi sarebbero pronti a raggirare la figlia di uno degli uomini più ricchi della città, non sarebbe la prima volta ma non mi va di ricordare. A parte le prese in giro si era comportato veramente bene con me, ne era dimostrazione il fatto che mi aveva dato la sua giacca e lui aveva fatto la strada in moto tutto bagnato, per questo gli volevo dare fiducia. Mi aveva ispirato fin da subito, quegli occhi mi avevano attratto in maniera irresprensibile...ormai ero ad un punto di non ritorno.
   «Maka, scendi é ora di cena»
 «Arrivo papà» e cosi ero scesa in sala da pranzo e abbiamo iniziato a cenare.
   «Maka, sei rossa in viso, ti senti male?»
 «No papà, sto bene...» a quanto pare sono una pessima attrice, visto che mio padre mi aveva subito posato una mano sulla fronte.
   «Maka, tu hai la febbre fila a letto»
 «Papà non la sento nemmeno, ci vediamo domani, notte»
E cosi sono andata a letto, ero un po' stanca dopo questa giornata quindi mi sono addormentata subito. Mi sono svegliata presto mi sentivo un po' rimbambita, ma sicuramente era il sonno. Ero andata in bagno a farmi una doccia veloce, quando sono uscita mio padre era in camera mia.
   «Ciao Maka, come ti senti?»
 «Bene papà...mi gira solo un...po' la...testa...»
   «Tu hai la febbre alta, a letto veloce. Ieri hai preso freddo»
 «Ma papà, oggi ho un appuntamento. É importante»
   «É per quel Soul vero? Beh digli che sei malata, vedrai che capirà»
 «Ma...»
   «Niente ma!» quando mio padre si metteva in testa qualcosa non ammetteva repliche.
 «Ahhh, posso andare nella camera con la vetrata?»
   «Si, so che ti piace stare li. Vai pure» era vero, mi piaceva, il letto era vicino ad una grande finestra, immensa. Mi ero messa sotto le coperte e avevo inziato ad osservare il mondo fuori dalla finestra, e così mi sono addormentata.
Nel frattempo, dall'altra parte della città, un ragazzo era addormentato sul suo pianoforte quando un raggio di sole le era andato a finire dritto negli occhi.
  «Mmhh...stupido sole...ahh l'appuntamento é tra un ora e mezza. Vado a farmi una doccia» fatta la doccia ero sceso a fare colazione, fortunatamente in sala c'era solamente mia madre, che mi guardava sorpresa.
    «Soul, che sorpresa. Non scendi mai a fare colazione»
  «Sono venuto perché papà é uscito presto» avevo detto addentando la brioches.
    «...mi mancava fare colazione con mio figlio, ma so bene che per te é impossibile andare d'accordo con lui»
  «Ma tu come ci riesci? A mettere la maschera che lui si aspetta?»
    «Perché lo amo...semplice no? Ora devo andare anche io, ho un impegno con una mia vecchia amica...a dopo tesoro» aveva detto dandomi un bacio sulla guancia. Quando c'era anche lui, per lei ero uno sconosciuto...mia madre é fantastica. 
  «Amore eh? Come avevo letto tempo fa...per amore si può cambiare ogni parte di se stessi...che sciocchezza» eppure io con Maka avevo messo da parte la mia aria strafottente, forse era quel suo aspetto infantile ma non riuscivo ad allontanarla. All'ora dell'appuntamento ero sotto la quercia come mi aveva detto. Ammetto che rivederla mi rendeva felice, i suoi occhi mi avevano stregato, quel verde così intenso mi aveva colpito. Forse era una ragazza un po' strana, insomma era caduta da una albero per poi dirmi che io ero la persona che cercava decidendolo con chissà quale metodo, ma era sempre meglio di quelle ochette che mi propinava mio padre. Era ormai mezzogiorno e lei non era ancora arrivata, stavo iniziando a preoccuparmi, controllavo nervosamente il cellulare ma non c'era nessun messaggio in arrivo. Passavano le ore ma di Maka neanche l'ombra, ma io continuavo ad aspettarla appoggiato a quella quercia, mentre il cielo cambiava di ora in ora le sue sfumature...si era fatta sera ed era iniziata una pioggia leggera.

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Capitolo 4
*** Le sfumature delle stelle. ***


                                                     4.Le sfumature delle stelle

Quando avevo riaperto gli occhi la febbre se ne era andata, ero in piena forma. Fuori si era messo a piovere e la sveglia suonava le 18:02...era sera, ma mi sfuggiva qualcosa, qualcosa che dovevo fare oggi. Il mio sguardo era caduto su una giacca di pelle nera appesa allo schienale...Soul!
 «Oddio, l'appuntamento...sarà tornato a casa» mi dispiaceva da morire non poterlo vedere, possibile che un ragazzo possa farmi questo effetto? A quanto pare si... Forse non ci sarà più ma vale la pena tentare no? Messo la sua giacca in un sacchetto mi sono cambiata, visto che avevo dormito tutto il giorno, e ero uscita senza incontrare, fortunatamente, mio padre. Una volta fuori avevo iniziato a correre, rischiando più volte di cadere e farmi male. Dopo quei minuti che sembravano interminabili ero arrivata in prossimità della quercia. Era il momento della verità, chissà se era tornato a casa oppure rimasto ad aspettarmi. Arrivata alla quercia avevo iniziato a percorrere il perimetro del tronco, rallentata dal fiatone e dalla tensione. Ad un certo punto la mia mano aveva incontrato qualcosa di morbido, una giacca di jeans nera.
«Finalmente sei arrivata...sei un po' in ritardo sai?»
 «Scusa...avevo la febbre, quindi non mi hanno fatto uscire. Mi dispiace tantissimo, non ti ho nemmeno avvertito e tu hai aspettato per tutto questo tempo» ero mortificata ai limiti dell'impossibile.
«Non preoccuparti, non c'è problema. Anzi non saresti dovuta venire se stai male...vieni ti accompagno» aveva detto lui giocherellando con il mio codino bagnato.
 «N-non preoccuparti, ora sto bene...ecco la tua giacca» gli avevo detto porgendogli il sacchetto. Mi faceva piacere che si preoccupasse per me, in quel momento però un ramo si era staccato e mi stava venendo addosso. Il mio corpo era percorso da una potente scarica di adrenalina, ma non riuscivo a muovermi per la paura.
Era li, ferma davanti a me quando il ramo si era spezzato. Fortuna che ho dei buoni riflessi, le avevo afferrato il polso e l'avevo attirata verso di me...adesso eravamo abbracciati a fissare il ramo rotto che era caduto a terra.
«Posso affermare che non hai un buon rapporto con gli alberi» avevo detto io soffocando una risata. 
 «Già lo penso anche io...almeno ha iniziato a spiovere» aveva detto lei allontanandosi, ma io avevo stretto la presa attorno a lei. Volevo che quel momento durasse ancora un po', averla così vicina mi faceva uno strano effetto, seppur piacevole. D'altro canto lei non avevo opposto poi molta resistenza.
 «Soul, ma che fai?»
«Shh...resta così ancora un attimo. Non so perché ma mi da una strana sensazione...é»
 «Piacevole...» aveva completato lei.
 «Esatto» possibile che anche lei provasse le mie stesse sensazioni? I minuti passavano ma nessuno dei due era intenzionato a staccarsi. Abbracciandola mi ero reso conto di quanto fosse minuta, sembrava ancora più piccola se la si paragonava a me che ero di una buona spanna più alto.
 «Soul...ha smesso di piovere»
«Già, si vedono le stelle» 
 «Sono bellissime vero?»
«Già...» forse mi ero un po' tradito dato che stavo guardando i suoi occhi. Ma anche quelle in cielo non erano male, mentre guardava le stelle sembrava una bambina che guarda i fuochi d'artificio per fa prima volta...i fuochi. Stasera facevano i fuochi non lontano da qui.
«Senti Maka»
 «Si Soul?»
«Vorresti vedere i fuochi d'artificio?»
 «Ci sono i fuochi d'artificio? Io non li ho mai visti»
«Ma sei uscita di casa qualche volta?» avevo detto con ironia, beccandomi un Maka-chop, l'ennesimo.
 «Ma mi ascolti quando ti parlo? Da piccola ero sempre malata quindi é ovvio che io non uscissi mai, genio!»
«Va bene! Allora li vuoi vedere o no? »
 «Si! Dicono che siano bellissimi»
«Dipende dai punti di vista, se sono fatti bene sono stupendi. Sono in moto, metti la mia giacca se no ti ammali di nuovo»
 «Va bene...tu ti separi mai dalla tua moto?»
«Neanche morto...la mia moto é il mio oggetto più prezioso»
 «Capisco»  ed eravamo partiti a tutta velocità. Ora che ci penso, lei é la prima persona, a parte me, che é salita sulla mia moto...questa ragazza ha scombussolato la mia vita in soli due giorni. I fuochi li avrebbero fatti su una collina appena fuori città, quindi avevamo raggiunto il posto in pochi minuti. Maka era agitata...
«Qualcosa non va?» le avevo chiesto un po' preoccupato, prima era solo un po' esaltata.
 «C'è che qui é pieno di coppiette...mi mettono a disagio»
«Ahh...» in effetti nemmeno io mi sentivo a mio agio «Andiamo lassù? Si vedono meglio» era un piccolo promontorio, ma nessuno aveva voglia di fare la salita, quindi era vuoto e buio.
 «Si...andiamo» una volta saliti lei si era seduta a gambe incrociate su un ceppo, io a terra con la schiena appoggiata al ceppo. Aspettavamo in silenzio l'inizio dei fuochi.
«Emozionata?»
 «Si, sono curiosa, per me é una cosa nuova»
«Allora ti piaceranno...ecco cominciano»
Soul aveva ragione, erano davvero bellissimi. Sembravano fiori che esplodevano tra le stelle, tingendo il cielo di tanti colori diversi. Mi ero alzata per avvicinarmi al bordo di questo promontorio, Soul mi aveva seguito
«Attenta, il terreno frana»
 «Grazie per avermi portato qui, sono bellissimi...Soul?» lui non stava guardando i fuochi stava guardando...me?
 «Soul, qualcosa non va?»
«No...assolutamente niente» ed era tornato ad osservare il cielo, anche se ogni tanto sentivo il suo sguardo su di me così avevo deciso di continuare ad osservare i colori dei fuochi, ringraziando il buio per aver nascosto a Soul il rossore delle mie guancie. Lo spettacolo era ormai quasi alla fine, stavano sparando i fuochi più grandi. Mentre io osservavo rapita i colori del cielo Soul mi guardava, aveva negli occhi una strana luce.
 «Soul, vuoi dirmi cosa c'è? É tutta la sera che hai questa faccia! Ci sei rimasto male perché non sono venuta vero? Mi spiace, non avresti dovuto aspettarmi tutto il gio...» non avevo finito la frase, Soul mi aveva bloccato. Mi aveva preso il polso con una mano, l'altra l'aveva passata dietro la mia nuca, poi aveva posato la sua fronte sulla mia.
«Shhh...ne é valsa la pena. Maka?»
 «Si?»
Non mi aveva detto niente alla fine, si limitava a  guardarmi con i suoi occhi di fiamme. Poi aveva lasciato il mio polso per mettere la mano sulla mia schiena e attirarmi a se, il mio respiro si era fatto irregolare e affannato. Proprio mentre l'ultimo fuoco scoppiava nel cielo le labbra di Soul si posavano sulle mie, erano calde e morbide...é questo un bacio? É una sensazione fantastica, ma se reagisco così significa che...che Soul mi piace davvero! Io non contavo di innamorarmi davvero di questo ragazzo così diverso da me, in tutto. Avevo letto del primo bacio in un sacco di libri, visto in un sacco di film ma viverlo in prima persona é tutta un'altra cosa. Ci eravamo staccati di malavoglia per mancanza di ossigeno.
 «Soul...»
«Scusami, mi sono lasciato trasportare dagli eventi...non dovevo. Vieni, ti porto a casa» aveva detto porgendomi la mano, che io avevo afferrato. Una volta tornati al parco avevamo fatto ancora un pezzo di strada insieme, non avevamo nessuna voglia di separarci.
 «Senti Soul...»
«Dimmi»
 «Tra una tre giorni c'é una festa per il mio compleanno e beh...ecco io...vorrei che tu venissi»
«Non amo questo genere di eventi Maka...»
 «Ah...non fa niente» ci tenevo che ci fosse anche lui, mi sarebbe piaciuto visto che spesso mi annoiavo.
«Ma farò questo sacrificio...ci sarò»
 «Ah! Grazie Soul, mi hai reso davvero felice oggi...grazie tante»
«Ma figurati, é stato un vero piacere...tutto quanto» aveva detto con la malizia negli occhi e una specie di ghigno sulla labbra. Io ovviamente potevo reagire in un soli modo...
 «Maka-chop!!» e questa volta non mi ero risparmiata.
«Ahi...ma quando la smetterai?»
 «Quando tu la smetterai di farmi arrabbiare...semplice no?»
«Afferrato il concetto...»
 «Bene, io torno a casa altrimenti mio padre chiama la marina. Allora ci vediamo alla festa Soul?»
«Certo...ci vediamo» e così mi sono avviata verso casa, schivando abilmente mio padre, e sono andata a dormire...per la prima volta ero impaziente che arrivasse il mio compleanno.

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Capitolo 5
*** Le sfumature dei tuoi occhi. ***


                                                          5.Le sfumature dei tuoi occhi

Era la mattina del compleanno di Maka, e già aspettavo la festa di quella sera. Ormai era innegabile, quella ragazza mi aveva cambiato radicalmente...ieri non ho nemmeno mandato a quel paese mio padre quando mi ha parlato...che mia madre avesse ragione? Che Maka avesse portato in me la luce che mancava ormai da tanto tempo? Anche per questo ora ero in salotto per chiedere a mia mamma una cosa piuttosto imbarazzante.
«Mamma, cosa vogliono le ragazze per il proprio compleanno?»
   «Uh? Soul, che domanda inaspettata...ti sei innamorato?»
«Basta me ne vado...» perché mia mamma va a parare sempre su quello?
   «No, no Soul aspetta. Volevi sapere cosa potrebbe volere una ragazza giusto?»
«Si, una mia amica compie gli anni oggi. Mi ha invitato e non mi sembra carino non farle un regalo»
   «Oh ma che carino il mio ragazzo! Tornando seri, regalale qualcosa che la stupisca»
«In quello ho già dimostrato di essere capace»
   «Sarebbe a dire?»
«L'ho portata a vedere i fuochi l'altra sera»
   «Bravo, hai capito il concetto. Mi raccomando comportati da gentiluomo.»
«Certo, grazie mamma»
    «Non ho potuto non ascoltare...Soul, mi auguro che la festa non sia stasera»
«E anche se fosse?"
    «Stasera c'é la festa di cui ti avevo parlato, ti avevo anche detto di scrivere un brano nuovo»
«Ma ormai ho accettato...ci resterebbe male»
    «Chi ci resterebbe male?»
«La persona che mi ha invitato, ovvio no? Papà io ci vado...»
    «E invece no...al massimo stasera quando hai finito l'esibizione. E ora vai...dovevi comprare un regalo no?» possibile che mio padre si fosse addolcito? Incredibile, anche se aveva cambiato idea dopo che mia madre gli aveva sussurrato qualcosa all'orecchio.
«Come vuoi papà... A dopo»
    «Ah, Soul sarà una festa in maschera. L'amica di tua madre é una persona originale, e ha organizzato una festa mascherata»
«Va bene...mamma devo ritirare il tuo vestito?»
   «Mi faresti un favore caro»
«Allora io vado...ci vediamo dopo»
E così mi sono trovato a passeggiare per il centro alla ricerca di un regalo per Maka. Era quasi un ora che girovagavo, quando una vetrina aveva attirato la mia attenzione...Pensavo che le sarebbe piaciuto, e così gli avevo preso quello. Era una cosa semplice, senza troppi fronzoli...come lei. Ritirato il vestito di mia madre sono tornato a casa, e sono andato a provare il brano un ultima volta...un brano che avevo scritto dopo averla conosciuta. Avrei voluto che fosse lei la prima ad ascoltarlo...ma c'è sempre qualcuno che mi mette i bastoni tra le ruote. Mentre provavo il pezzo mi era venuta l'illuminazione di avvisare Maka che sarei arrivato un po' tardi.
Maka, stasera arriverò a festa iniziata...mio padre mi ha propinato un impegno. Soul
Mi dispiaceva non poterci essere da subito, ma non potevo fare altrimenti.
Non fa niente, ti capisco anche se ammetto che sono un po' triste. Le feste mi annoiano, se c'eri tu avrei avuto qualcuno con cui fare due chiacchiere...per che ora arriverai, più o meno? Maka
E ora che le dicevo...meglio tenersi sul vago, non volevo rattristarla ancora di più il giorno del suo compleanno.
   «Soul! Cambiati che tra poco usciamo!»
«Ok mamma!» avevo risposto controvoglia.
Cercherò di arrivare il prima possibile, mi farò perdonare te lo prometto. Ora devo andare alla festa dei miei, cercherò di esibirmi subito, così vengo ok? Cerca di divertirti come puoi, é pur sempre il tuo compleanno! A proposito, auguri. Volevo farteli di persona ma a quanto pare dovrò aspettare ancora un po'. A dopo. Soul
Farò il possibile, anche io devo andare che iniziano ad arrivare gli invitati. Mia madre é venuta apposta quindi sono felice, in che senso ti farai perdonare? Maka
Se te lo dico addio sorpresa...vedrai! A dopo. Soul.

E cosi mi ero cambiato con il mio completo nero e la camicia rossa, ed ero sceso all'ingesso. Mia madre era già pronta, bella come sempre. Il vestito acquamarina le stava benissimo, come tutto quello che indossava...forse era per questo che mio padre si era innamorato di lei. Era perfetta in tutto, bellissima e solare. Ammiravo molto mia madre, forse non approvo il suo cambiamento perché si era innamorata, ma chi mi dice che anche mio padre non abbia cambiato qualcosa per lei? 
   «Tesoro stai benissimo! Su metti la maschera» aveva detto lei, posandomi sugli occhi la mescherina nera.
   «Ahh, perfetto. Anche tu sei pronto?»
    «Si andiamo» e così siamo saliti in macchina e abbiamo iniziato ad andare verso la casa dove si sarebbe tenuta sa festa di questa signora. Avevo però deciso di proporre agli invitati il primo brano che avevo scritto, che mi piaceva ma il secondo era più bello, e in quanto tale avevo deciso di farlo sentire solo a lei che lo aveva ispirato. Avevo messo gli auricolari con la musica e chiuso gli occhi, rilassandomi un momento prima dell'esibizione.
   «Soul, sveglia siamo arrivati» mi aveva chiamato mia mamma una volta arrivati.
«Non stavo dormendo...» bene, appena arrivato nella casa mi ero ritrovato in mezzo ad un sacco di gente mascherata, mentre in un piccolo palchetto a parte c'era un bellissimo piano a coda in ebano nero. Era di ottima fattura. Ad un certo punto una donna bionda aveva preso la parola.
     «Grazie a tutti per essere venuti. Oggi é una ricorrenza speciale, il 18 compleanno della mia unica figlia, che però non voleva essere presentata. Quindi é già mescolata tra gli invitati perciò mi resta solo da dirvi una cosa...divertitevi»
Questa donna sembrava molto simpatica, non la solita spocchiosa antipatica...però io volevo essere da un'altra parte. Volevo essere da Maka, almeno mi sarei divertito. Così ero uscito in giardino, era un posto tranquillo visto che tutti erano dentro a ciarlare. Ma non ero solo come mi aspettavo, insieme a me c'era una ragazza, con un abito verde e i guanti lunghi bianchi, nei capelli un giglio bianco. Sul viso una maschera verde e oro con delle piume.
«Tu non partecipi?» avevo chiesto alla ragazza.
 «Aspetto che arrivi una persona...tu?» aveva chiesto lei, senza voltarsi.
«Aspetto di andare da una persona»
 «Nessuno dei due muore dalla voglia di stare qui a quanto pare eh?»
«Già...» aveva detto voltandosi verso di me e avvicinandosi, mostrandomi i suoi occhi verdi. Due occhi che avrei riconosciuto tra mille.
Mi ero voltata per rientrare, era comunque la mia festa e dovevo essere presente. Uffa era iniziata da meno di un'ora e già avevo voglia di scappare, non vedevo l'ora che Soul mi raggiungesse. Chissà chi era il tizio alle mie spalle? Mah, in fondo non mi interessava più di tanto. Mentre rientravo mi era venuto d'istinto guardare in viso questo ragazzo, ed ero stata catturata dai suoi occhi. Due occhi dalle tinte particolari impossibili da dimenticare...due magnetici occhi scarlatti.
 «S-Soul?»
«Maka?! Aspetta sei stata invitata?»
 «Questa é la mia festa! Tu piuttosto non avevi un'esibizione da fare?»
«Si...qui!»
 «Wow...»
«Puoi dirlo forte. Che coincidenza eh?»
 «Le coincidenze non esistono, esiste solo l'inevitabile»
«Vero...senti Maka, io avrei una cosa da darti...ma te la darò quando saranno andati tutti via d'accordo?»
 «Va bene ma i tuoi?»
«Le nostre madri sono amiche, staranno a ciarlare fino a tarda notte, fidati»
 «Ok, come vuoi...vieni rientriamo, sono curiosa di sentirti suonare» e così siamo rientrati, tra il chiacchericcio generale mi mancava il silenzio del giardino. Ma avere Soul al mio fianco mi consolava un po', aveva la mia stessa espressione scocciata. Dopo pochi minuti si era avvicinato un uomo, probabilmente il padre di Soul, infatti...
    «Soul, é ora dell'esibizione vieni. Kami é curiosa di sentirti»
«Ancora non capisco perché abbia chiesto proprio di me, forse perché conosce mamma»
 «Mamma ha sempre avuto buon gusto nella musica. Devi essere bravo» 
    «Tu devi essere la figlia di Kami e di quell'ebete di suo marito, come sei cresciuta!» 
      «Guarda che ti ho sentito...Maka non lo ascoltare, dice solo scemenze vero?»
 «Io concordo pienamente con lei sa?» avevo detto io stringendo la mano al padre si Soul.
     «Maka...» ed ecco che mio padre ricominciava...ahhh che fatica.
    «Fortunatamente hai l'intelligenza di tua madre...bene Soul vai a suonare, così puoi andare a quella festa» aveva detto mio padre, lasciandomi basito. Da quando era così disponibile a lasciarmi fare quello che volevo?
«Veramente ci sono già, per un qualche caso del destino» e poi mi ero avvicinato al piano, al fianco di quella che doveva essere la madre di Maka.
     «Ah! Tu devi essere Soul, vero? Che bel giovanotto, assomigli tanto al tuo papà! Non vedo l'ora di sentirti suonare, tua madre mi ha parlato spesso delle tue doti da pianista»
«La ringrazio...posso cominciare?»
     «Oh, certamente...signori scusate un momento, ora il figlio di una mia cara amica suonerà il piano...prego Soul, la scena é tutta tua» e così avevo iniziato a suonare il piano, il primo brano che avevo scritto che, anche se non mi soddisfava pienamente, lasciava tutti a bocca aperta.
http://www.youtube.com/watch?v=jCSe66pWNmc&feature=related
Una volta terminata l'esibizione ero sceso dal palco tra gli applausi degli invitati, come al solito avevo stupito tutti, ma mi interessava solo un'opinione.
 «Soul...era bellissimo»
«Davvero? Grazie»
 «Ma lo hai scritto tu?»
«Mi sembra ovvio, sono o no un genio?»
 «In effetti...era meraviglioso» Maka era fantastica, riusciva sempre a strapparmi un sorriso, ma non mi ero accorto che qualcuno ci osservava dietro ad una colonna.

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Capitolo 6
*** Le sfumature della nostra musica. ***


                                            6. Le sfumature della nostra musica

Non ci eravamo accorti che era partita della musica e tutti stavano ballando...persino mio padre e mia madre. E lui sorrideva.
 «Guarda sono i tuoi...che bravi, sono al centro dell'attenzione sembrano così...»
«Innamorati»
 «Vero...tuo padre poi la guarda come si guarda un diamante»
«Il più bello di tutti però non é li»
 «Ah no?»
«No... Senti, ti va di...» che vergogna, non ci riesco...
 «Molto volentieri» aveva detto per prendermi sotto braccio e trascinarmi al centro della sala.
«Ma come ci riesci?»
 «A fare cosa?»
«A salvarmi tutte le volte»
 «Mah, chiamalo istinto»
«Istinto? Mah...aspetta questo é un valzer»
 «Eh? Ma io non lo so ballare tanto bene»
«Che scema... Forza metti la mano sinistra sulla mia spalla e con l'altra stringi la mia» avevo detto stringendo la sua mano e posandole l'altra sul suo fianco, stringendola a me.
«E ora segui me...conosci i movimenti base?»
 «Si, iniziamo» e abbiamo iniziato a ballare, era divertente. Sapevo ballare, ma lo avevo fatto pochissime volte...chi le subisce le oche che mi ronzano attorno? Maka da parte sua era molto brava, era aggraziata e leggera.
«Ma davvero non eri brava? A me non sembra proprio»
 «Io ho imparato a ballare, ma non ho mai accettato un invito»
«Pff...davvero?»
 «Si, mi invitavano un sacco di ragazzi, ma io volevo starmene tranquilla»
«Eppure il mio lo hai accettato»
 «Beh, questo perché tu...»
   «Soul, stai ballando?!» ci aveva interrotti una voce femminile.
«Si mamma, e pensare che me l'hai insegnato tu il valzer»
   «Si ma non l'hai mai fatto in pubblico...posso avere questo onore?»
«Ma io...» avevo lasciato in sospeso indicando Maka con la testa, sperando che mia madre capisse.
   «Ah...ok. Ma al prossimo ci conto eh, Soul?»
«Si mamma...dove eravamo rimasti?»
 «Al fatto che io non avessi mai accettato un invito ma, a quanto pare, non sono l'unica»
«Già tu non hai idea di quanto possano essere petulanti le raga...»
 «Dicevi?»
«Niente»
 «Che sono fastidiosa vero? Potevi anche evitare di baciarmi se la pensavi così»
«Maka, aspetta...»
 «No...basta, me ne vado» e aveva iniziato a correre, schivando gli invitati, e per tutta la sera non l'ho più rivista.

Ma perché? Perché aveva detto così? Perché io avevo reagito così? Perché nel suo concetto di ragazze noiose avevo paura di essere compresa anche io? O forse ero semplicemente...gelosa? Si ero gelosa, gelosa che tante ragazze gli girassero attorno al posto mio. Era normale, ero innamorata e di conseguenza ero gelosa del ragazzo di cui mi ero innamorata. Ora sono seduta sul mio letto, davanti alla grande vetrata.
 «Si vedono le stelle...ahhh ma perché sono scappata così? Perché noi donne ci facciamo tutti questi problemi?» non ci capivo più nulla, ero nella confusione più totale. Ero rimasta a rimuginarmi per ore, non so quante, so solo che, ad un certo punto non avevo più sentito il baccano della festa
 “Ora che ci penso Soul aveva detto di dovermi dare una cosa a fine festa...”ad un certo punto avevo sentito della musica in lontananza.
 «Soul...» e così mi ero precipitata in salone e lui era li, seduto al piano, a suonare. Ma non era lo stesso brano che aveva suonato prima, era diverso e dolce.
http://www.youtube.com/watch?v=rhN7SG-H-3k (Chi non ha voglia di ascoltare è River Flows in You)
Lei era li, davanti al piano. Speravo davvero di riuscire a farle cosa provo. Io a parole non sono bravo, non lo sono mai stato, ma con la musica ero bravo e speravo che capisse. Appena avevo alzato gli occhi dalla tastiera lei stava piangendo.
«Perché piangi?»
 «Non sto piangendo... Io non piango mai»
«Ah no? Allora perché hai gli occhi bagnati?»
 «Mai davanti ad altri! É perché era una canzone molto bella, tutto qua»
«Come vuoi...hai capito perché l'ho suonata?»
 «Forse...ma voglio sentirtelo dire...»
«Ok, ma prima...chiudi gli occhi!»
 «Ma che...»
«Fallo e basta» e lei aveva ubbidito, permettendomi di metterle il mio regalo. Un piccolo ciondolo a forma di chiave di violino decorato con piccoli smeraldi.
«Guarda...ti piace?»
 «Ah...Soul, é bellissimo...grazie»
«É pur sempre il tuo compleanno. Maka sai quando ho scritto questa canzone?»
 «No, quando?»
«Dopo che siamo stati al mare...dopo che ti ho incontrata»
 «Soul...»
«Ti prego, dimmi che hai capito non ce la faccio a dirlo a parole...troppo imbarazzante»
 «Pensi che per me sia facile dirtelo?»
«Ma sei una ragazza...»
 «E questo che centra? Solo perché sono una ragazza non é detto che sia facile dirti...che...che...beh insomma hai capito» era la prima volta che la vedevo arrossire.
«Va bene, allora non lo diciamo...facciamo così!«
 «Così com...» non l'avevo fatta finire perché l'avevo baciata. Speravo che quel bacio andasse a sostituire le parole che ne io ne lei riuscivamo a dire. Lei, d'altro canto, non si era fatta pregare e aveva risposto al bacio, posando le mani sul mio petto e io le avevo circondato la vita con le braccia. Era una sensazione strana e bellissima, anche se non avrei mai pensato di poter fare pensieri così mielosi. Le sue labbra erano così morbide che non avevo saputo resistere, ne adesso, ne la sera dei fuochi d'artificio. Sapevano di ciliegia...ci eravamo staccati per mancanza d'aria, lei aveva fatto per staccarsi da me ma io avevo stretto la presa sui suoi fianchi.
 «Soul, puoi lasciarmi adesso»
«No...mi sa che poi scappi di nuovo»
 «Non scapperò...» e così avevo allentato la presa, ma non del tutto.
«A proposito perché prima sei scappata si può sapere?»
 «Ah, beh...ecco io...vedi...»
«Sai prima un sacco di ragazzi ti cercavano e devo dire che la cosa mi ha infastidito non poco»
 «Geloso?»
«Solo un pochino e sappi che mi costa ammetterlo, è molto poco fico... tu?»
 «Poco...» ed eccola arrossire di nuovo, ma lo fa apposta a fare così, manda in avaria i miei ormoni. Avevo posato la mia fronte sulla sua.
«Sarà un relazione parecchio dura»
 «E perché?»
«Perché se mi tenti, i miei ormoni reagiscono di conseguenza» avevo ammesso per poi baciarla di nuovo, stavolta era più travolgente. Avevo dischiuso leggermente le labbra intrecciando la lingua con la sua. 
«Wow, questo si che era forte» avevo detto col fiato leggermente affannato.
«...»   lei, sempre più rossa, si era limitata a stare in silenzio «Hai ragione...» aveva detto in un soffio
«Vuoi che te lo dica vero?»
 «Ti confesso che non mi dispiacerebbe»
«E va bene...tu mi piaci, ecco l'ho detto»
 «Mi aspettavo qualcosina di più...»
«E accontentati...ora tocca a te»
 «Ecco io preferirei di no»
«Eh no, io mi sono sforzato, ora é il tuo turno. Se non me lo dici ti bacio di nuovo»
 «Ahh...beh ecco...io ti...amo»
«Come siamo passionali... Ti amo anch'io» e avevo avvicinato il viso al suo ma lei si era spostata leggermente indietro.
 «Ma non avevi detto che mi baciavi se non ti dicevo niente»
«É sia una punizione che un premio...sei d'accordo vero?»
 «Certo che si» ma non avevo fatto in tempo nemmeno a sfiorarle le labbra perché...
      «Tu dannato teppista, non osare toccare la mia adora...»
 «MAKA-CHOP!»
«Certo che dei violenta»
 «Ne vuoi uno anche tu?»
«Dipende, di Maka-chop anche no» ed era scoppiata a ridere, solare come sempre. Era strano come io mi fossi innamorato follemente di una ragazza che conoscevo da solo una settimana, e che per altro mi era caduta addosso...lei é caduta da un albero, come un raggio di sole con le sue cinquanta sfumature di luce. Sarà una storia interessante! In quel momento…
    «Ma che scenetta romantica…» da dietro ad una colonna era comparso un ragazzo, dai capelli neri e gli occhi dorati.

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Capitolo 7
*** Le sfumature della delusione. ***


                                                  7.Le sfumature della delusione

Da dietro ad una colonna era comparso un ragazzo, alto e slanciato, con un elegante completo nero e bianco e degli strani capelli a strisce, che applaudeva ironicamente.
   «Ma bene... Sembra una scenetta da film» aveva detto con un sorriso sarcastico sulle labbra.
«Tu chi sei?» avevo detto mettendomi sulle difensive e portando un braccio davanti a Maka, oggetto di continui sguardi del ragazzo.
   «Mpf, nessuno che tu debba conoscere. Non sei tu il motivo per cui sono qui...» aveva detto lui avvicinandosi a noi, con passo lento e elegante, quasi atletico, fermandosi proprio davanti a Maka.
«Il vero motivo…è lei» e aveva preso il braccio di Maka e l'aveva attirata a se, senza che io potessi oppormi.
«Te lo chiedo ancora una volta, chi diavolo sei si può sapere?»
   «E va bene, se ci tieni tanto ti accontenterò. Il mio nome é Death the Kid, e sono il fidanzato ufficiale di Maka» a quelle parole mi era crollato il mondo addosso, e il mio sguardo era caduto su di lei, stretta al petto di quello strano ragazzo, con gli occhi spalancati.
   «Maka avanti diglielo anche tu...» ma lei si era limitata al silenzio, con un' espressione colpevole che mi convinse che ciò che aveva detto Kid era la verità.
«Quando pensavi di dirmelo?» avevo detto con tono triste...dopo esserci dichiarati scopro che lei é fidanzata? 
 «Soul...per favore...ascoltami...»
«No basta! Che senso avrebbe? Addio Maka, nonostante tutto é stato bello.»
E me ne ero andato via, nonostante lei mi chiamasse in continuazione dicendomi di tornare indietro. Una volta tornato a casa coi miei genitori, che trovavano strana la mia tristezza, sono andato in camera mia, mi sono tolto la giacca e allentato la cravatta. Poi mi sono sdraiato sul letto
-Perché? Perché non mi ha detto nulla? Eppure aveva detto...perché? Se é ufficialmente fidanzata io cosa sono? Un gioco? Un passatempo? Eppure non la facevo così superficiale...lo sapevo che non valeva la pena prendersela tanto per una ragazza- in quel momento, a rompere le mie riflessioni, era arrivato un messaggio sul mio telefono.
Allora amico, com'è andata con la principessina? Star, la tua eccelsa divinità 
Black Star, é la cosa che nella mia vita si avvicina di più ad un amico. É un tipo strano ed egocentrico, ma si é sempre comportato da buon amico.
Ma quando smetterai di firmarti così? E comunque con Maka é andata uno schifo, é fidanzata!! Mi sono sentito uno schifo. Tsubaki come sta? Soul
Tsubaki é la dolce fidanzata di Star, e pazientissima dal mio punto di vista. É la sua vicina di casa, stanno insieme da quasi due anni.
Tsubaki sta alla grande e ti saluta. Come fidanzata? Chi é costui? Ma non avevi detto che era single? Star (così sei contento?)
Ma non lo so chi é! Un damerino che é saltato fuori, dopo la dichiarazione per altro. E mi ha pure preso per i fondelli, se lo ribecco lo ammazzo!! Ha detto di chiamarsi  Death the Kid. Soul (Si così é più facile)
Kid?! Il figlio del direttore dell' ospedale più grande della città?! Diamine mi spiace dirtelo amico ma non puoi competere! Star
Grazie per la tua sensibilità, sei un vero modello da seguire...cercherò di dimenticarla in qualche modo. A presto amico. Soul
Buona fortuna, é dura dimenticare una delusione...fortunatamente non mi é successo!! Io e Tsubaki stiamo una meraviglia insieme! A presto Soul. Star
Certo che ne aveva di sensibilità, mi veniva pure a sbattete in faccia che la sua relazione andava a gonfie vele mentre la mia era durata si e no dieci minuti. Mah, meglio che vada a farmi una doccia, così mi calmo un po'. Sotto il getto di acqua calda, per quei pochi minuti che ci sono rimasto, ho sentito i pensieri lasciare la mia testa, ho potuto sentirmi rilassato. Come ho potuto dare così tanta fiducia ad una persona? Non é da me, io non mi fido mai di nessuno eppure quella ragazza aveva abbattuto ogni mia difesa. Appena finito la doccia mi sono messo i pantaloni del pigiama e sono tornato in camera mia, mentre mi asciugavo i capelli con un asciugamano. Con mia sorpresa mia madre era seduta sul mio letto, e mi guardava con fare indagatore.
    «Soul, vuoi dirmi che ti prende? Eri così contento poco fa alla festa»
«Mamma tu sapevi che la figlia degli Albarn era fidanzata?»
    «Non ne sapevo nulla...oh tesoro, non sai quanto mi spiace»
«Sto bene mamma, davvero é solo che...fa male...tanto»
    «Lo so tesoro. Tu non sai quanto ho pianto per tuo padre»
«Avresti fatto meglio a lasciar perdere un uomo così»
    «Però tu non lo devo fare, Maka é una ragazza dolcissima non la perdere...non ti arrendere»
«Mamma ormai é troppo tardi...lui é Death the Kid, il figlio del proprietario dell'ospedale più grande della città»
    «E allora? Lui sarà anche Death the Kid ma tu sei Soul Evans! Fai strage di cuori dalla terza elementare, e adesso ti fai portare via la prima ragazza che ti piace dal primo che passa?»
«Mah, ci sto facendo un pensierino...»
    «No invece! Adesso tu ti metti a dormire e domattina la chiami, intesi signorino?!» ok mamma era partita per la tangente.
«Mamma...va bene, farò come vuoi»
    «Bravo il mio bambino...ti voglio solo vederti felice»
«Grazie mamma, buonanotte»
    «Notte caro» e se ne era andata, mi ero messo la maglia del pigiama ed ero andato a dormire, cioè ci avevo provato anche se i risultati scarseggiavano, la mia testa era troppo piena di pensieri, l'unica origine? Lei, e lei soltanto. Il mio raggio di sole ora era distante, ma me lo sarei ripreso...o almeno così speravo.

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Capitolo 8
*** Le sfumature dell'amicizia ***


                                              8. Le sfumature dell'amicizia

Ero ancora li, in mezzo alla sala, tra le braccia di Kid.
«MA SI PUÒ SAPERE CHE DIAMINE TI É PRESO?!» avevo urlato in faccia al ragazzo staccandomi da lui bruscamente.
   «Maka, aspetta un secondo... Ascolta cosa ho da dire...»
«NO CHE NON TI ASCOLTO!!! TI ODIO IMBECILLE!» ed ero corsa via, sotto gli occhi dorati del ragazzo. Non era possibile, non adesso, non davanti a lui, non dopo quello che era appena successo. -Ma perché? Perché adesso? Proprio ora che eravamo riusciti a dircelo chiaramente... Perché mi hai fatto questo Kid?!- 
Piangevo sdraiata a sul mio letto, la porta chiusa a chiave così che nessuno potesse disturbarmi.
- Ora chissà cosa penserà di me? Che sono una ragazza frivola poco ma sicuro...Oh Soul, perché doveva succedere proprio adesso una cosa del genere? Kid, proprio tu che sei...- a rompere i miei pensieri era stata la suoneria del mio telefono.
«Pronto?»
 «Pronto Maka, sono Liz» Elizabet Thompson, la mia prima, ed unica, amica insieme alla sua strana sorella minore.
«Ciao Liz, come mai questa chiamata?»
 «Mah, sesto senso ma sentivo che avevi bisogno di me...hai pianto vero?»
«Si sente così tanto?»
 «Abbastanza...che é successo?»
«Dopo la dichiarazione di Soul, che é stata meravigliosa, mi ha persino dedicato una canzone»
 «Ohh che romantico...continua, é oro per il mio romanzo»
«Scrivi un romanzo?»
 «Più o meno...dimmi»
«Stai scrivendo un romanzo della mia vita sentimentale?»
 «No, tutta la tua vita é il mio romanzo e ora, per favore, continua!»
«Ok, ok... Dopo la dichiarazione Kid se ne uscito dicendo a Soul che é il mio fidanzato, poi lui é corso via. Liz che faccio adesso?»
 «Non so che dirti Maka... Domani facciamo spese!»
«Ma Liz, il tuo guardaroba scoppia»
 «Non spese per me, stranamente, ma per te!»
«E perché? Non ne ho bisogno»
 «CRETINA!! É un' ottimo modo per scaricare lo stress passare un pomeriggio con le amiche»
«Questo é vero, e poi non ci vediamo da un pezzo...facciamo domani al solito posto alle tre?»
 «Ok, ah viene anche un'amica di Patty, si chiama Tsubaki va bene?»
«Certo, grazie Liz»
 «Ma figurati, per le amiche questo ed altro»
«Ciao, a domani» ed avevo chiuso la telefonata, mi ero messa il pigiama e mi ero sdraiata nel letto, pronta a passare una splendida notte in bianco.
Infatti ero ancora sveglia quando i primi raggi di sole erano entrati dalla finestra ma la mattinata era passata piuttosto velocemente e tra poco avrei incontrato Liz e Patty. Avevo indossato un maglioncino azzurro, un paio di jeans bianchi, converse azzurre e un basco bianco sui capelli sciolti. Alle tre ero già nel posto dove solitamente ci incontriamo io, Liz e Patty, ovvero la nostra cioccolateria preferita.
 «Maka ciao!»
«Liz sei sola?»
 «Si Patty é andata a prendere Tsubaki, arriverà a momenti. É molto simpatica e gentile...la dolcezza in persona»
«Sembra una bella persona...»
 «Come stai oggi?»
«Non meglio di ieri ma almeno ho smesso di piangere»
 «Beh é un passo avanti...ecco Patty. Siamo qui!»
  «Eccoci ciao Maka-chan, come stai? Lei é Tsubaki»
    «Piacere di conoscervi, mi chiamo Tsubaki»
«Piacere mio, sono Maka»
 «Allora Maka, solito giro?»
«Negozi e poi torniamo qui per la cioccolata»
   «Io aspetto solo quella ihih»
 «Patty... Non cambierai mai» e così tra chiacchiere e risate ci siamo immerse tra i negozi, dove ho comprato un bellissimo abito verde menta con ricami argento, e poi siamo andati nella nostra amata cioccolateria, Patty aveva raccontato la mia storia a Tsubaki che si era mostrata molto comprensiva e cercava in ogni modo di tirarmi su di morale, era veramente dolcissima.
     «Buongiorno ragazze, era da un pezzo che non ci vedevamo vero?»
«Vero Kirikou, come te la passi?»
     «Alla grande, allora cosa vi porto?»
 «Quattro al latte con marshmellow, e un cestino di biscotti»
     «Cannella o semplici?»
«Tsubaki, sei l'ospite, scegli tu i biscotti» avevo detto, visto che Liz aveva scelto tutto il resto
    «Io direi cannella se per voi va bene»
     «Perfetto, arrivano subito signorine» ed era sparito per prendere altre ordinazioni. Dopo poco era tornato con le nostre tazze.
 «Tsubaki, questo é il nostro posto preferito, fanno la cioccolata migliore della città»
    «In effetti é veramente deliziosa, e i biscotti sono buonissimi e friabili»
   «Biscotti, biscotti, marshmellow, marshmellow...»
 «Patty non urlare... Oh ma perché ci perdo ancora tempo?»
«Che razza di sorelle siete... Che tipe strane mi sono capitate»
 «Beh meglio di nulla no? Vieni, appena finiamo ti accompagniamo al parco»
«Si, grazie» e così abbiamo finito la cioccolata e siamo andate al parco. Vedere quella quercia mi faceva venire un tuffo al cuore, mi faceva davvero male, ma lui non tornerà indietro...stupido Kid, non potevi fare cavolata peggiore ma soprattutto.
«Kid che ci fai qui?!»
   «Ti aspettavo... Maka mi dispiace»
«É tardi per le scuse» e avevo tirato dritto, ignorandolo mentre mi chiamava.
    «Ehm ragazze, il mio ragazzo é al campetto laggiù posso andare a salutarlo?»
 «Certo, veniamo con te. Una ragazza meravigliosa come te deve avere un ragazzo altrettanto fantastico...qual'é dei due?»
    «Quello che sta facendo l'imbecille attaccato al canestro...» aveva detto lei morendo di vergogna, ma io stavi guardando l'altro ragazzo che giocava a basket con lui, quello coi capelli argentei e gli occhi cremisi.
«Soul...»

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Capitolo 9
*** Le sfumature della riconciliazione ***


9. Le sfumature della riconciliazione.

Che cosa ci faceva Maka ai margini del campetto con Tsubaki e due ragazze mai viste prima? Altra domanda che ci faceva quel damerino pochi passi dietro di loro? 
 «Soul...»
   «Maka, non verrai a dirmi che quello é QUEL Soul?!» aveva chiesto scioccata la ragazza coi capelli castano chiaro
 «S-Si...é lui...»
    «Wow... Che gnocco!» aveva urlato la ragazza coi capelli biondi corti
«Sono lusingato...Maka cosa ci fai qui?»
 «Ti sei dimenticato che vivo lassù?»
«Come potrei... E tu che cosa vuoi?» avevo chiesto a Kid
  «Ero venuto per parlare con Maka, tu non mi interessi»
«Meglio così!»
 «Cosa vuoi da me Kid? Non pensi di aver già fatto abbastanza?»
  «Maka, per questo voglio chiederti scusa...»
 «Kid sei mio amico da quando andiamo all'asilo, perché mi hai rovinato così sapendo della mia felicità?!» Che? Ora ero parecchio confuso…
  «Io voglio il meglio per te, e so che lui non lo è»                                                                                           
 «Sono io che decido cosa é meglio per me, e tu sai che sono in grado di farlo, trova un'altra scusa»
  «Ti amo, e questo tu lo sai, tu mi hai rifiutato ma io ti voglio felice, con accanto un uomo che ti ama davvero»
 «Come puoi sapere se lui mi ama davvero o meno? E pensare che c'eri alla dichiarazione!»
  «Poteva mentire Maka, é la prima volta che ti innamori, sei ingenua! Lui potrebbe essere solo un approfittatore, non é la prima volta!» e a quelle parole si era beccato uno schiaffo in faccia da una Maka in lacrime.
 «Non ti permettere mai più di dire una cosa del genere di Soul... Ti detesto Kid!» ed era corsa via...
«Aspetta che significa che siete amici dai tempi dell'asilo? Non eri il suo fidanzato?» avevo chiesto piuttosto sotto trauma
  «Veramente il mio é un amore a senso unico...io e Maka siamo amici d'infanzia e io sono innamorato di lei dalla terza elementare. Mi sono dichiarato ma lei mi ha respinto pur rimanendo mia amica. Però quella sera, quando tu ti sei dichiarato a lei, mi sono ingelosito...cerca di capirmi, é come una sorella per me e la voglio proteggere»
«Cioè tu hai rovinato la nostra possibile relazione perché...eri geloso?»
  «In estrema sintesi...»
«Se non dovessi correre a riprendermi Maka ti spaccherei il naso sai?»
  «Mi ritengo fortunato, più o meno»
   «Su, su ti passerà! Dopotutto per loro era destino» aveva detto la ragazza dai capelli lunghi battendogli la mano sulla schiena.
  «Chi sei? Come ti chiami?»
   «Sono Elizabet e questa é mia sorella Patricia, per gli amici Liz e Patty, piacere»
    «Hello!»
      «Mentre io sono Black Star, la tua somma divinità con la mia Tsubaki»
     «E un piacere Kid» ecco, sta a vedere che la combriccola si allarga, beh meglio così...credo. Se pensi che prima avevo solo quell'imbecille di Star direi che la situazione sta migliorando parecchio.
   «Allora?! Si può sapere che ci fai ancora qui tonto? Vai da Maka spicciati»
«Vero, grazie ehmm...Liz giusto?»
   «Si, corri» ed ero andato a cercarla, anche se sapevo perfettamente dove trovarla e infatti era li alla quercia, beh più o meno. Era seduta su un ramo, testa e schiena appoggiate al tronco, la gamba destra ciondolante.
«Ti ho già detto di non salire più sugli alberi!»
 «Perché?»
«Pensa se cadi addosso ad un altro ragazzo e finisce come con noi due?»
 «Saresti geloso?»
«Io sono geloso anche solo dell’aria che respiri Maka»
 «Davvero?... Soul che cosa pensi di me?»
«Cosa penso di te? Beh, lo sai no? Sei irritante, fastidiosa, pignola, violenta, manesca e hai le caviglie grosse, ma sei anche dolce, gentile e forte»
 «Io intendevo cosa pensi di me adesso»
«Maka é Maka, la ragazza di cui mi sono innamorato dopo soli due giorni. L'opinione che ho di te non cambierà solo perché un damerino era geloso di te»
 «Davvero?»
«Certamente, solo che gradirei che spiegassi all'amico tuo come stanno le cose»
 «Soul, Kid é praticamente un fratello per me. Non posso allontanarlo, puoi sopportarlo?»
«Vedrò cosa posso fare...ora scendi, così da dissipare le mie paure della tua caduta ed eventuale corsa all' ospedale?»
 «Ehmm...»
«Non sai come scendere vero?»
 «Non esattamente, aspetta...»
«Salta...»
 «Che, Soul se salto mi spacco l'os...»
«Ti prendo scema, mica ti lascio cadere per terrAAH» peccato che lei era già saltata, facendomi perdere l'equilibrio e cadere a terra. Come l'altra volta lei era sdraiata su di me.
«Avresti anche potuto aspettare un secondo»
 «Ho messo il piede in fallo...»
«Che novità... Ora però ci alziamo» e l'avevo presa in braccio mettendo un braccio dietro la sua schiena e uno sotto le ginocchia, mentre lei mi avvolgeva il collo con le braccia esili.
 «Ma che...Soul che fai?!»
«Con i tuoi tempi stavamo li a terra fino a domani»
 «Ma...peso, dai mettimi giù»
«Ma scherzi, non pesi nulla»
 «G-Grazie, dai ora lasciami»
«Ma lo vuoi capire che ero io a voler stare così?»
    «Ma che carini sembrano degli sposi...Sposi, sposi ahahah»
   «Maka, avete fatto pace alla fine! Il mio romanzo avrà un enorme successo»
    «Congratulazioni Maka»
     «Ehi Soul un po' di contegno...»
  «Già abbiate almeno la pietà e la decenza di tubare in privato»
 «Kid vuoi un Maka-Chop?»
  «No...Maka ti prego, non lo fare»
 «Makaaaaa...»
  «Addio mondo crudele»
 «CHOP!!» e il damerino era a terra, con la testa fumante per il colpo ricevuto, mentre Liz pensava.
   «Ehi ragazzi, stasera festeggiamo? É l'anniversario di Tsubaki e di quest'ebete, in più loro due hanno fatto pace, di scuse ne abbiamo»
    «Bella idea sorellona! Andiamo all' Under 21?»
   «Si, é strano da dire ma... Ottima idea Patty. Maka tu non sei mai stata in discoteca vero?»
 «No... E tu stai zitto, non fare come coi fuochi»
«Tanto poi é finita bene no?» ed era arrossita fino alla radice dei capelli, risultato? Un Maka-Chop, ovviamente con un enciclopedia di 4000 pagine. Mi chiedo dove lo tenga quel libro
  «Ragazze ci prepariamo da me?»
   «Certo che si, hai un bagno grande come tre stanze»
    «Bene, allora ci vediamo alle 21 al locale! A dopo maschietti» e se ne sono andate...Patty é strana, ora ne ho la conferma.
      «Andiamo anche noi?» aveva chiesto Star
   «Si... Ah Soul, volevo scusarmi, io...»
«Lascia fare, purché non ci metta i bastoni tra le ruote»
   «Certo... Amici?»
«Amici...» e ci eravamo stretti la mano, questo tipo é simpatico quando non...mi  la vita.
     «Ehi voi due, stasera dobbiamo essere a modo e io devo comprare una camicia! Vi volete dare una mossa?! Le divinità non devono mai aspettare!» aveva urlato Star, ormai già in strada. Ci siamo incontrati sotto casa di Kid una volta pronti.

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Capitolo 10
*** Le sfumature del nero ***


                                         10. Le sfumature del nero

Era stata organizzata una -Noire Soire- all'Under 21, o così avevano detto le ragazze, e così era consigliabile vestirsi in scuro o nero, trucco incluso nonostante io non mi trucchi mai. Loro erano semplicemente favolose, Patty indossava una gonna plissetata rossa e un top nero, con degli stivali alti neri in vernice. Liz aveva un abito lungo fino a metà coscia viola coperto di strass e dei sandali neri con dei tacchi da paura. Tsubaki era più semplice ed elegante, con un lungo abito blu senza spalline e il corpetto ricamato in nero e delle ballerine intonate. Io invece il mio abito color verde menta, con uno strato di raso lungo fino alle ginocchia e uno, più lungo, in tulle con delle perline argentate sul corpetto e un nastrino sotto il seno, un paio di ballerine argentate nei piedi e, al collo, il ciondolo di Soul.
   «Bene signore, siamo perfette!» aveva proferito Liz risoluta. Patty continuava a rimirarsi la gonna, mentre Tsubaki si preoccupava per lo spacco, secondo lei un po' troppo profondo. Io invece adoravo questo mio nuovo vestito, anche se ora che ci penso nessuna di noi era in tema con la serata, forse Patty.
    «Allora andiamo, i maschietti ci staranno aspettando»
   «Ma perché li chiami così?»
    «Perché sono dei maschietti, no?»
   «Patty, dovrei farti vedere da un medico, seriamente a volte mi preoccupi»
    «La-La-La...» canticchiava lei, senza curarsi della sorella che urlava come una pazza dietro di lei perché non la ascoltava... La solita storia insomma! Quando siamo arrivati davanti al locale i ragazzi erano già li ad aspettare.
 «Siete qui da molto?» avevo chiesto, non mi piace arrivare in ritardo.
«Un po' ma ne é valsa la pena siete uno schianto!»
     «Soul ha ragione, Tsubaki sei bellissima, adatta ad una meraviglia come me!» com'è che ogni complimento per Tsubaki non era altro che un modo per vantarsi? Devo ammettere che é bravo a rigirare la frittata!
       «Maka, sei bellissima...» aveva detto Kid, impeccabile come al solito, nel suo completo nero e bianco. Soul invece aveva la sua camicia rossa con i primi due bottoni slacciati e dei jeans neri, Star aveva una camicia bianca e dei pantaloni scuri.
«Allora, vogliamo andare?» Soul sembrava impaziente di allontanarmi da Kid, così per farlo contento gli avevo stretto la mano, lui mi aveva guardato con un sorriso. Una volta entrati sono stata investita da un'onda assordante di musica e luci accecanti, che per un attimo mi avevano stordito.
«Tutto bene?» aveva chiesto Soul
 «Si, sto bene, é solo un po' assordante»
«Ahah, beh la prima volta é sempre così»
 «Mah, ora che mi abituo questo posto non é male»
«Meglio così... Vuoi bere qualcosa?»
 «Ok, ma niente alcool, non mi piace»
«Va bene principessina... Cola?»
 «Perfetto!» e ci eravamo avviati verso il bancone della discoteca e ci eravamo seduti sulle sedie.
«Una Cola e un Martini grazie!» aveva detto Soul al barista.
 «Tu bevi?»
«Ogni tanto, dopo un po' ti abitui e la fetta d'arancia che ti mettono attenua il sapore di alcool» aveva detto lui con nonchalance 
 «Ah...» ma non me la sentivo di commentare, i gusti sono gusti no? Kid si stava divertendo, era in pista a ballare con Liz e Patty, o meglio con Liz visto che Patty stava ballando con un ragazzo coi capelli neri e ricci.
«Vedo che il tuo amico si é ripreso in fretta dalla delusione»
 «Liz ha una vitalità travolgente, saprebbe farsi amare da chiunque. Entrerà presto nel cuore di Kid» e devo ammettere che questa cosa mi rendeva felice e triste allo stesso tempo, vedere che il mio rapporto con Kid presto sarebbe cambiato mi intristiva un po' visto che é sempre stato parte della mia vita.
«Stai tranquilla, non cambierà niente tra di voi...»
 «Lo so... Grazie Soul»
«Di nulla, anzi per me é più facile tenertelo lontano»
 «Soul...MAKA-CHOP!»
«Originale... Che male!»
 «Non sai quanto mi soddisfa farlo... La tua testa fa un bel rumore quando la colpisco»
«Ma piantala, ma tu ti porti sempre dietro un enciclopedia di 4000 pagine?»
 «Si, in caso mi annoiassi, e comunque sono 1290 pagine ed é la versione originale di Cime Tempestose e Emilie Bronte... Non é un'enciclopedia!»
«Da brava secchiona che sei! Andiamo a ballare vieni» e mi aveva trascinato in mezzo alla pista a ballare, non c'era nemmeno un po' di somiglianza con l'atmosfera della sera del mio compleanno. Il contatto con le persone, il movimento frenetico, la musica forte e veloce mi facevano venire caldo, avevo il volto arrossato o forse era il corpo di Soul a trasmettermi calore, così vicino al mio.
«Sei stanca?»
 «Un po'... Dove sono gli altri?»
«Non ne ho idea... Star sta litigando col DJ se può esserti utile»
 «Bene, dove c'è quello scemo c'è Tsubaki... Patty sarà di sicuro in un luogo che comprende cibo... Mancano Liz e... Kid? Ma sono loro quelli?» avevo detto scioccata indicando due ragazzi che stavano pacificamente baciano seduti su un divanetto.
«Mmmhh...si, sono loro. Wow, solo due ore e mezza che si conoscono... Liz é brava davvero»
 «Lo é sempre stata, sin dalla scuola media»
«... Che dici seguiamo il loro esempio?» aveva detto con un sorriso malizioso sulle labbra. Mentre io cercavo di dare un senso alle sue parole coperte dalla musica assordante, lui mi aveva circondato la vita con le braccia e mi aveva attirato a se.
 «La musica era troppo forte, non ho capito che hai detto» lui si era avvicinato al mio orecchio
«Non fa niente, te lo mostro» e aveva stretto la presa sui miei fianchi e aveva posato le labbra sulle mie, calde. Per la prima volta avevo dischiuso le labbra permettendo alla mia lingua di cercare quella di Soul, so accarezzavano e cercavano desiderose in una danza meravigliosa e sensuale. La mancanza di ossigeno ci aveva costretto a separarci.
«Certo che sei brava...» aveva detto con la voce roca
 «Mi riterrò lusingata allora... Senti Soul, io torno a casa, sono stanca»
«Va bene, ti accompagno» così abbiamo salutato i ragazzi e siamo usciti dal locale. All'aria fresca della notte il mio fiato accaldato creava piccole nuvole di vapore.
 «Sei a piedi stasera?»
«Più o meno, la moto é a casa di Kid» aveva detto, posandomi la giacca sulle spalle scoperte.
 «Ci siamo allargati eh? Dalla nostra solitudine a questo»
«Direi che é un bel passo avanti... Quando arriva l'estate vorrei portarti ancora al mare se ti va»
 «Certo, mi sono divertita un mondo quel giorno»
«Quando fa caldo é ancora meglio, almeno non ti ammali»
 «Già... Siamo arrivati, sicuro che non ti dispiaccia fare la strada a piedi fino a casa di Kid?»
«No, va bene così, faccio due passi... Senti Maka...»
 «Si?»
«Ehmm... Ecco é che non so bene come dirtelo... Ma lei ci tiene così tanto che non ho saputo dire di no quindi te la dico come viene ok?»
 «Soul, cosa ti prende? Cosa dovrai dirmi di tanto importante da farti agitare così? Piantala con questi complessi e dimmi!»
«Maka, mia madre mi ha chiesto di darti questo. Mia madre é tutta matta e corre bruciando le tappe, non fraintendermi lei ci teneva quindi...» aveva detto porgendomi una scatoletta di velluto rosso. Avevo aperto la scatoletta con mano tremante, dentro c'era un anello in oro bianco, con un piccolo diamante.
 «Che cosa significa?»
«É l'anello di fidanzamento di mia madre... Vuole che lo abbia tu, ma se non vuoi non sentirti obbligata»
 «Mi farebbe molto piacere... Tua madre deve essere una persona molto gentile»
«Si... Senti Maka...» e poi si era avvicinato al mio orecchio e mi aveva sussurrato delle parole che mi avevano reso immensamente felice, e lo avevo abbracciato di slancio.
 «Si, certo che si Soul! Ma forse è meglio aspettare un pò»
«Tutto il tempo che vuoi…Grazie Maka»

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Capitolo 11
*** 11. Le sfumature del bianco. ***


                                      11. Le sfumature del bianco

Restavano solo due cose da fare, scegliere l’abito e aspettare due settimane…un’ eternità in pratica, anche se i 5 anni appena trascorsi non erano stati esattamente corti. Avevamo deciso di frequentare entrambi l’università, ed ora eravamo entrambi laureati, lui in conservatorio, io in giurisprudenza ed ora eravamo ad un passo dal matrimonio e mi stavo avviando verso la boutique di abiti da sposa con Liz, Patty e Tsubaki, che si erano offerte di accompagnarmi. O meglio, Patty e Tsubaki si erano offerte, Liz mi aveva praticamente costretto a portarla con me, sbottando con un:
    «Sono la tua migliore amica da praticamente sempre, è mio dovere essere anche la tua consulente di moda, specie per l’abito delle nozze!» e quindi mi aveva persuaso. Due parole sui miei amici? Liz ha pubblicato il suo romanzo, vendendo oltre tredici milioni di copie, Patty era stata assunta come infermiera in uno studio veterinario, quello del suo fidanzato, e la sua fissazione per gli animali si era rivelata passione e non stupidità. Tsubaki era diventata maestra di scuola elementare, le piaceva un mondo stare in mezzo ai bambini, Star invece preferisce rapportarsi con ragazzi più grandi quindi, incredibile a dirsi, era diventato insegnante di educazione fisica al liceo, dove si rapportava con gli studenti con il suo personalissimo modo di fare, mentre Kid era diventato un medico famoso e direttore dell’ospedale come suo padre.
Tutte e 4 eravamo emozionate, le tanto attese nozze erano incombenti, e si sa, le damigelle sono tese quanto la sposa, chissà il perché. La cerimonia era già stata organizzata in ogni minimo dettaglio dalle mamme, mentre i padri hanno aperto i portafogli… La solita solfa insomma. Ora mi ritrovavo nell’atelier davanti ad una ragazza bionda, con gli occhi azzurri e un sorriso a trentadue denti…la classica Barbie insomma.
      «Ah, signorina Albarn, che piacere, venga la accompagno subito nel camerino» aveva detto, allargando il sorriso e dirigendosi verso il camerino… intanto mi assaliva il terrore. Insomma, sappiamo tutti come sono i gusti delle Barbie in fatto di moda. Fortunatamente, la Barbie ci aveva lasciato, dicendo di avere altri clienti, affidandomi alle cure di due ragazzi, probabilmente gemelli. Lei alta e longilinea, con i capelli castani raccolti in una coda alta e gli occhi azzurri e gentili e l’aria molto professionale, lui invece aveva l’aria più allampanata, i capelli castani un po’ spettinati e gli occhi verdi e simpatici.
       «Salve signorina, mi chiamo Katya, e lui è mio fratello Jake, siamo i suoi assistenti. Allora, lei e la sua amica avevate mandato alcune richieste per alcuni abiti giusto? Io vado a prenderli, Jake accompagna le signorine nel camerino»
      «Agli ordini capo!» aveva detto imitando il saluto militare per poi indicarci il camerino numero 50…ironico vero? Liz, come al solito curiosa fino al midollo, gli aveva posto subito una domanda delle sue.
   «Hei, Jake, come ti trovi a lavorare in mezzo agli abiti da sposa?»
      «Mah, insomma, mi piace molto come lavoro, fin da quando ero piccolo, ma non batto chiodo, sono tutte impegnate» aveva detto facendoci scoppiare tutte a ridere, nel mentre entrava Katya
       «Ma insomma Jake, pensi sempre a quello! Sii più professionale» aveva detto lei mentre portava cinque abiti nel camerino.
      «La fai facile, intanto tu il fidanzato ce l’hai!»
       «Si, si la conosco la tirofila! Venga signorina, la aiuto con il primo abito» e detto questo avevo provato un abito dopo l’altro, sentendo sempre commenti diversi per ognuno. Alla fine la scelta era ricaduta su un abito semplicissimo, con il bustino stretto fino ai fianchi e poi una gonna morbida che scendeva fino alle caviglie, senza strascico, la paura di inciampare era sempre viva in lei, e il velo molto corto, perché le dava fastidio, copriva solo gli occhi. Queste sue due scelte scatenarono le proteste di Liz, sulla sua mancanza di buon gusto e romanticismo. Così, tra un dettaglio e l’altro, era arrivata la tanto attesa mattinata, e lei era sotto le esperte mani di Liz, che le acconciava i capelli con dei piccoli fermagli con gli strass. Non appena ebbe finito anche con il trucco, non riuscivo a riconoscermi nello specchio, sembravo un’altra persona!
     «Sei bellissima amica mia…»
«Tutto merito tuo Liz.» ecco, cominciavo a sentire gli occhi pizzicare.
     «No, sei bella di tuo, io non fatto altro che esaltarlo! E non piangere, che rovini il mio capolavoro!» aveva detto, mentre mi abbracciava. Liz era sempre stata come una sorella, e lo aveva dimostrato in molte occasioni. Era arrivato il momento di andare in giardino, avevamo scelto di evitare la chiesa, troppo banale, e quindi mi ero  messa a percorrere i tappeto rosso, al centro delle due schiere di sedie, a braccetto di mio padre, in elegantissimo smoking. C’erano i vari parenti delle famiglia, mia madre che era venuta apposta, Star che fischiava e Tsubaki che applaudiva composta e con gli occhi lucidi, Patty gioiva esaltata al braccio del suo fidanzato, Luke, Liz piangeva e Kid mi guardava mentre applaudiva compito, come al solito, e mi guardava orgoglioso. Capivo subito cosa voleva dirmi, ed ero felice che nonostante le reciproche relazioni continuiamo ad avere lo stesso rapporto di sempre, Soul aveva ragione. Ed eccolo li, l’uomo che a momenti sarebbe  diventato mio marito, se ne stava in piedi davanti all’altare e si allentava leggermente la cravatta, segno del suo nervosismo. Con il suo completo nero con la camicia vermiglia stava veramente bene, mentre lui si voltava e mi guardava con un sorriso. Non appena lasciato il braccio di mio padre per prendere il suo, Soul si era chinato vicino al mio orecchio per sussurrarmi:
  «Sei meravigliosa…» frase che mi fece arrossire in maniera inverosimile, riusciva sempre a farmi questo effetto nonostante gli anni. Forse non dovrei dirlo, ma la cerimonia era stata molto noiosa, ma finalmente eravamo arrivati al momento dello scambio delle promesse, e le parole che aveva detto Soul quel giorno, non le scorderò mai, mentre mi stringeva le mani aveva detto:
  «Oggi sono qui, davanti a tutti i miei familiari, davanti a tutti i miei amici e, soprattutto davanti a te, amore mio. Sono qui per rendere ufficiale quel ti amo che ti avevo sussurrato sotto quella grande quercia, dove ti ho incontrato per puro caso. Sotto quelle fronde poteva esserci chiunque, ma per fortuna c’ero io, perché il fato o chi per esso aveva deciso che dovevo incontrarti, desiderarti e amarti più di me stesso. Tu, che sei entrata nella mia vita, come un raggio di sole che filtra dalla finestra, mi hai sconvolto, cambiato, reso vulnerabile ma mi hai accettato per quello che ero e che sono, e per questo ti dico grazie. Grazie di esistere, di essere qui, di aver scelto me. E grazie a chi ha scelto di metterti sulla mia strada… Ti amo Maka, e sarà così per sempre» a quelle parole mi ero veramente commossa come mai prima d’ora, infatti quando era venuto il momento dei si, non mi ero nemmeno scomodata a rispondere, mi ero direttamente tuffata su quelle labbra che avevano pronunciato quelle parole stupende, che erano rivolte soltanto a me, e a nessun’altra. Dopo le varie congratulazioni dei parenti, la madre di Soul si era messa a scherzare con noi al ricevimento.
     «Bene, le nozze sono fatte, a quando il battesimo? Io e Kami ci siamo divertite un mondo ad organizzare tutto» e mentre noi ci prendevamo un momento per assimilare l’informazione, i papà protestavano contro le spese folli delle rispettive compagne, anche se ne era valsa la pena. Io e Soul eravamo comunque rimasti scioccati dall’affermazione della donna… Battesimo? Voleva già un nipote? Beh, allora sarebbe stato più facile del previsto.
  «Mamma, non ti sembra di correre, un tantino poco? Cioè per me non ci sono problemi ma…» aveva detto Soul, prendendosi uno sguardo fulminante di mio padre, mentre io ridavo sotto i baffi, cosa che non era sfuggita alle due donne.
   «Cos’hai da ridere Maka?»
«E’ che il nipotino non lo dovrete attendere a lungo!» a quelle parole Soul e mio padre, che stavano litigando, si erano girati con una faccia traumatizzata, mentre il padre di Soul… Aveva una faccia da ebete! Forse già pregustava il momento di quando sarebbe diventato nonno, non era così male come persona se lo sapevi prendere. Le mamme erano già super esaltate, pensavano già ai nomi, lascio intendere. Le faccio più buffe erano quelle di Soul e mio padre, mio marito era…come dire…perplesso. Papà era sotto schok, ma che si aspettava? Che rimanessi casta per tutta la vita? Ma sono convinta che non gli dispiacesse poi così tanto l’idea di essere nonno.
  «Maka, è uno scherzo?»
«No, no, sono serissima. Ho fatto gli esami l’altro ieri» dissi mostrandogli le ecografie.
  «E IO DOV’ERO SCUSA?»
«Maka-Chop! Non urlare ad una donna incinta, non gli fa bene»
  «Ahiii… vedo che però le forze non ti mancano»
«Ovvio, ti devo tenere a bada in qualche modo no?»
  «Mi aspetteranno tempi duri…» aveva detto sarcastico, per poi sorridere. «Posso vederlo?»
«Certo!» avevo detto porgendogli e ecografie, dove era ritratto solo un puntino celeste.
  «Non vedo l’ora che nasca…ti amo Maka, da morire»
«Anche io Soul»

   «Ero io quel puntino mamma?»
«Si Kiara, eri proprio tu, quando eri nella mia pancia»
   «E io stavo qua dentro?» aveva detto indicando la mia pancia
«Si, proprio come il tuo futuro fratellino» avevo detto toccandomi il ventre rigonfio
  «Bene, Kiara, sei soddisfatta?»
   «Si papà, la vostra storia è proprio romantica! Spero di viverne anche io una così, un giorno»
  «Aspetta, non è un po’ presto?»
«Che c’è Soul, sei geloso di tua figlia?»
  «Mia figlia e mia moglie sono solo mie, se le guardano troppo poi si consumano» aveva detto baciandomi la fronte e abbracciare Kiara.
   «Tranquillo papà, ti vorrò sempre bene. Ora vado, devo finire di studiare» ed era salita di sopra tutta contenta.
«La nostra bambina… Chissà se lo dirà anche lui»
  «Lo spero… Maka?»
«Si?»
  «Lo sai che ti amo?»
«Si, lo so, ma non mi stanco mai di sentirtelo dire» un amore che durerà per sempre!

Bene gente che mi ha seguita, con estrema pazienza, e mi scuso se aggiorno solo ora, vi ho lasciato per mesi sospesi al penultimo capitolo, mi scuso fortemente con voi, spero che il finale vi abbia soddifatto. Minori-san vi saluta, e vi aspetta con ansia alle sue prossime storie, se vorrete seguirla. :)

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