La prima impressione serve per stupire con la seconda

di slice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Insopportabilmente vivo ***
Capitolo 2: *** Il sole nei tuoi occhi ***
Capitolo 3: *** Il fratello che io non posso essere ***



Capitolo 1
*** Insopportabilmente vivo ***




Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

Woodstock! Maratona dell'amore libero (?) sezione “fan art”, n. 7











Insopportabilmente vivo



C'è sangue ovunque ed è naturale ai suoi occhi, tanto da fargli venire un moto di nausea. Quando ha cominciato a trovare normale la guerra?
Non c'è una casa in piedi, Tobi si è divertito e Naruto si è scagliato contro di lui come un genin, irresponsabile e irruente. Alla fine, c'era solo il passato dietro quella maschera, niente di così interessante, niente per cui valesse la pena quel mare nero denso di odio in cui si era tuffato volontariamente. Tobi era bravo a parole, aveva un suono sicuro e calmo, si seguiva volentieri.
Se Itachi non lo avesse costretto a fare un passo indietro, Sasuke non avrebbe mai visto tutto quell'orribile quadro generale. Se Itachi non avesse usato parole più sicure e calme di Tobi, permettendogli di perdonarsi, Sasuke non avrebbe potuto dare a Kakashi chakra bastante affinché la tecnica di Tobi svanisse nell'altra dimensione.
La roccia, su cui mette il piede, si sgretola e lo costringe a passare oltre. La luce chiara del rasenshuriken li ha abbagliati tutti, compreso Tobi, che giace scomposto tra due rocce; sono visibili solo due arti. La testa è lontana, per fortuna si vede solo qualche ciuffo nero. È tutto quello che rimane.
Sasuke si avvicina ad uno sperone, ci appoggia una mano per sostenersi e lascia la testa ciondolare in avanti, stremato.
Ha un enorme vuoto nel petto. Non è odio, non è niente. Ed è la cosa più rassicurante e bella che abbia mai provato: è sollievo. Tutto è finito, adesso è libero.
Le labbra si stirano involontariamente e le sue spalle tremano, porta l'altra mano al viso e una goccia salata scivola sul dorso. È tutto finito. È libero.
Si morde il labbro, prima di tirare su la testa e mostrare occhi neri, opachi, occhiaie profonde e sangue rappreso. Un passo dopo l'altro, trova la forza di continuare, senza pretese, fin dove può. Non deve dimostrare niente, è libero di non dimostrare niente, di non vendicare o seguire nessuno.
Naruto mostra solo un piede, il suo corpo pende obliquo su una roccia spaccata in vari pezzi. È svenuto. Lui è l'unico eroe di tutto il mondo degli eroi che sviene dopo aver lanciato una sua tecnica, ed è così arancione che il rosso del suo sangue mantiene un'inquietante armonia.
Sasuke si accuccia, sulla parte di roccia rimasta intatta, si guarda intorno ed è tutto distrutto. Quella è Konoha e non c'è niente che riconosca. Naruto deve sopravvivere anche per questo, non solo perché deve picchiarlo e poi farsi abbracciare, ma deve anche tenere su un villaggio intero. Su quelle spalle arancioni, sotto quegli occhi blu.
La sua maglia è stata mangiata dal fuoco, sull'addome, Tobi ha cercato di prendere la volpe in più di un'occasione. Tutti volevano la volpe, così come volevano lo sharingan. I saldali sono consumati, ma dubita lo siano per via di questa guerra. Tocca la punta del piede che sporge e poi scende sulla caviglia, la afferra e tira. Per fortuna il corpo non si impiglia e con del notevole sforzo - perché quello è un jinchuuriki grasso - lo tira sul suo stesso masso.
Svegliati, idiota.
Lo guarda, osserva ogni piccolo cambiamento. Non gli era più stato tanto vicino. E non gli piace farsi scoprire ad osservare qualcuno in quel modo, ma adesso deve svegliarsi. Perché Sasuke lo sa che è svenuto, lo sa che quando sentirà il suo polso lo scoprirà debole ma presente. Era solo stanco, non c'è motivo di preoccuparsi. Il kunai infilzato nel fianco del jinchuuriki deride stanchi occhi neri, nonostante tutto; non credeva che si sarebbe di nuovo chiesto dove fosse Sakura.
In quel momento non riesce a muoversi, c'è troppo sangue e improvvisamente quell'odore è tragicamente fastidioso. Naruto ha la barba, come si fa a non notare la peluria sul viso di qualcuno così biondo e così sporco di sangue? Spicca una cicatrice, vicino all'orecchio, è corta, lieve, ma è stata abbastanza profonda da imprimersi. Le ciglia lunghe sono sporche, sono pure lunghe, da femmina, ma quello lo sapeva già. C'è davvero tanto sangue, l'odore è forte, nauseante, non riesce a respirare e la testa gli gira. Cede, poggiando una mano accanto al corpo dell'eroe di Konoha, quello che dorme invece di aiutarlo a uscire da quella coltre di polvere acre e confusione.
Il suo coprifronte non c'è. Naruto senza coprifronte è quasi più raro di Kakashi senza maschera. Lui ci crede, ci ha sempre creduto a quel simbolo e se lo è sempre legato in fronte, con orgoglio. Dov'è quel simbolo, ora?
Sasuke guarda in terra, attorno a loro. Non c'è. Quando riabbassa la testa, Naruto ha ancora gli occhi chiusi, ma le labbra non sono più semiaperte, sono chiuse e sono tirate da una parte.
Ma quant'è idiota? Insopportabile.
Sasuke lo ignora. Sospira. Poggia la fronte alla sua, con il respiro pesante e i polmoni pieni di singhiozzi. Almeno avrà ancora qualcosa d'importante su quella testaccia dura.
E per fortuna è ancora insopportabilmente vivo.














Stupida SasuNaru!



I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.



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Capitolo 2
*** Il sole nei tuoi occhi ***




Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
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Woodstock! Maratona dell'amore libero, sezione “fan art”, n. 5











Il sole nei tuoi occhi



Si chiude la porta dietro e la risata di Sakura lo investe. Naruto le si avvicina solo dopo aver messo le chiavi nel cestino all'entrata, ma gli occhi corrono subito alle sue ciocche rosa, sparse sullo schienale del divano.
“Ehy, cosa guardi?”
Lei si volta, gli occhi luminosi si stringono in un sorriso solo per lui.
“Ciao!” gli fa cenno di sedersi e indica in giardino, oltre le fessure del terrazzo del secondo piano dove si trovano.
Naruto si siede e comincia subito a sbirciare, allungando il collo per vedere meglio, mentre lei spiega.
“Ti ricordi quel gatto che puntualmente squadre di genin dovevano riacciuffare?”
Lui annuisce e lei prosegue.
“Quei due piccoletti che giocano sono figli suoi!”
Si ferma e attende la sua reazione. Osserva quindi compiaciuta gli occhi del ragazzo spalancarsi e formare un'espressione davvero buffa.
“Cosa?” dice infatti, lui, “Ma allora era una gatta!”
“Sì, peccato che questa sia la sua ultima cucciolata, è molto vecchia ormai ed è già stato un miracolo che non ci siano state complicazioni in questa gravidanza.”
Non c'è molta tristezza nelle parole di Sakura, è la vita, loro sono grandi e sanno cosa significa, cosa comporta. Sono cresciuti, insieme.
Sakura è stata davvero innamorata di Sasuke nella sua adolescenza e ha creduto di amare Naruto per tutta la vita. Poi ha smesso di pensarci, ha smesso di pretendere di capirsi, di seguire una logica che non c'è mai stata. Ed è caduta su coperte arancioni in un appartamento penoso. Sporco, umido e piccolo. È stato il periodo più bello della sua vita. Trovare un posto loro, ha inaspettatamente complicato la situazione, ma per la sua promozione a chuunin, ha promesso a Naruto che si sarebbe adattata al suo disordine senza farne un problema insormontabile. Avere disordine in una casa che non è tua può anche andar bene, ma vedere casa propria inondata da tutto quell'arancione disordine non è stato facile da gestire; nonostante questa volta la promessa l'avesse fatta lei.
Naruto ha sempre mantenuto le sue promesse. Quando Tobi ha cercato di uccidere Sasuke, Naruto lo ha combattuto e ha vinto; Sasuke è tornato a Konoha per il tempo del processo, poi è evaso di prigione e nessuno ne ha più sentito parlare. Sakura ha ritenuto la promessa mantenuta.
“Che carini!”
Lei si volta a guardarlo, gli occhi blu sono più chiari sotto i raggi del sole, quando quello sparisce dietro a una nuvola, il blu diventa oceano.
Naruto alza il viso, lei fa altrettanto di riflesso: il cielo si sta oscurando, si avvicina un temporale.
“È stata davvero una bella idea quella di mettere il divano sul terrazzo, quest'estate, sai?”
Il chuunin ride, tirandolo su di peso per spostarlo all'interno.
“Tranne quando piove!” suggerisce.
“Oh, be', anche la pioggia ha il suo fascino, è un altro tipo di spettacolo,” lei sorride, si liscia i capelli con una mano e si lascia scivolare sopra i cuscini del divano, sdraiata in malo modo.
“Dici che i gattini la penseranno come te, tra un po'?” la raggiunge e le accarezza un fianco.
“Puoi sempre farli entrare, eh!”
Sakura ride, per via della sua espressione allibita.
“Ah, io?” sghignazza, lui, “ho capito, questa è casa mia solo quando qualcuno deve alzarsi dal divano!”
“Oh, dai, non è una tragedia...”
I raggi di sole diminuiscono, mentre le prime gocce fanno scappare i gatti sotto il porticato.
“Che stronza!”
Naruto la abbraccia e segue con la testa il ritmo veloce del suo petto, la sua risata gli riempie le orecchie.















Una scemata ooc e stupida. Questa cosa è di una banalità sconvolgente. -.- Per ora non c'è stato verso di avere una fan art come Kami comanda, eh! u.ù Uffa.



I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro. Non mi appartengono nemmeno le fan art, eh!



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Capitolo 3
*** Il fratello che io non posso essere ***




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Woodstock! Maratona dell'amore libero, sezione “fan art”, n. 3













Il fratello che io non posso essere



Non c'è niente di difficile, nella sua missione. Il kyuubi è racchiuso in un indifeso bambino. Un bambino così triste e solo che è stato davvero semplice attirarlo a sé.
Itachi porta un ginocchio al petto e osserva la propria ombra, con la luce della luna addosso. Il bambino dorme, accanto a lui.
É stato tanto facile fargli abbandonare tutto, è bastato guardarlo e vederlo davvero. È bastato riconoscere la sua esistenza, osservando il suo dolore con rispetto. Non aveva pianificato di mostrargli il suo, ma quando ha cominciato a correre di ramo in ramo, una manina si è infilata nella divisa e gli ha trovato una foto, addosso.
Sono lui e Sasuke, in quella foto, Sasuke è un fagotto fragile tra le sue mani, appena arrivato al mondo. Lui entrerà a breve all'accademia, invece.
Naruto non ha chiesto niente, se non di potersi tenere la foto fino a destinazione; conosce quel bambino della foto e sa che è solo come lo è lui.
Itachi lo guarda muoversi leggermente, avvolto nel mantello che l'Akatsuki gli ha dato poco tempo prima. È indeciso. I suoi piani non comprendono il rapimento di persone innocenti, ma prevedono che lui conquisti abbastanza fiducia, nell'organizzazione, da potervi rimanere.
Quel bambino è piccolo, lo è talmente che Itachi crede di non esserlo mai stato, così piccolo. Non così tanto. È il futuro di Konoha, quello, esattamente come lo è Sasuke.
Per un momento spera che Sasuke abbia più legami di lui, che non basti così poco per convincerlo ad uscire dal villaggio, a smettere di lottare, spera che Sasuke non si affidi a qualcuno solo osservando il fondo dei suoi occhi. Solo cedendo alla lusinga della comprensione.
La testa bionda di quel bambino si muove, sul legno scuro di quel luogo abbandonato, mezzo bruciato. È come vedere una resa serena: non c'è lotta, ma non c'è nemmeno tristezza. Dorme, come se fosse nel suo letto.
È una missione semplice, nessuno crederebbe mai che lui abbia fallito. Allo stesso modo, nessuno verrà a prendere il bambino, nessuno che non sia almeno interessato a mantenere il nove code a Konoha. Lo uccideranno, piuttosto di lasciare il demone nelle mani di altri.
Kisame scende dal tetto e entra dalla finestra.
“Guarda che frugoletto,” mostra un sorriso che non sembrerebbe dolce neanche senza tutti quei denti aguzzi.
Un rumore li distrae entrambi e, quando Itachi lo attiva, a Kisame pare che lo sharingan ci fosse già, per un istante.

Ha lasciato il bambino nel suo letto. Ha resistito ad andare a vedere come dorme suo fratello solo perché quel bambino biondo lo ha ammaliato. La sua piccola mano è rimasta sulla guancia del suo rapitore, prima di rendergli la foto. Gli occhi di un bambino non dovrebbero essere così profondi, in quelli avrebbe potuto annegare.
Itachi lo sa, quando torna in quel posto vuoto dove ha lasciato Kisame a combattere con una sua illusione, quegli occhi gli rimarranno dentro per sempre. Spera che avranno lo stesso effetto su Sasuke.





(500 parole)













Non mi piace molto. Ma queste dannate cinquecento parole son tutto quello che son riuscita a tirare fuori da quella fan art.



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