Crack, fanon o
canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I
♥ Shipping è un'idea del «
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Woodstock! Maratona dell'amore libero (?) sezione “fan art”, n. 7
Insopportabilmente vivo
C'è
sangue ovunque ed è naturale ai suoi occhi, tanto da fargli
venire un moto di nausea. Quando ha cominciato a trovare normale la
guerra?
Non c'è una casa in piedi, Tobi si è
divertito e Naruto si è scagliato contro di lui come un genin,
irresponsabile e irruente. Alla fine, c'era solo il passato dietro
quella maschera, niente di così interessante, niente per cui
valesse la pena quel mare nero denso di odio in cui si era tuffato
volontariamente. Tobi era bravo a parole, aveva un suono sicuro e
calmo, si seguiva volentieri.
Se Itachi non lo avesse costretto a
fare un passo indietro, Sasuke non avrebbe mai visto tutto
quell'orribile quadro generale. Se Itachi non avesse usato parole più
sicure e calme di Tobi, permettendogli di perdonarsi, Sasuke non
avrebbe potuto dare a Kakashi chakra bastante affinché la
tecnica di Tobi svanisse nell'altra dimensione.
La roccia, su cui
mette il piede, si sgretola e lo costringe a passare oltre. La luce
chiara del rasenshuriken li ha abbagliati tutti, compreso Tobi, che
giace scomposto tra due rocce; sono visibili solo due arti. La testa
è lontana, per fortuna si vede solo qualche ciuffo nero. È
tutto quello che rimane.
Sasuke si avvicina ad uno sperone, ci
appoggia una mano per sostenersi e lascia la testa ciondolare in
avanti, stremato.
Ha un enorme vuoto nel petto. Non è odio,
non è niente. Ed è la cosa più rassicurante e
bella che abbia mai provato: è sollievo. Tutto è
finito, adesso è libero.
Le labbra si stirano
involontariamente e le sue spalle tremano, porta l'altra mano al viso
e una goccia salata scivola sul dorso. È tutto finito. È
libero.
Si morde il labbro, prima di tirare su la testa e mostrare
occhi neri, opachi, occhiaie profonde e sangue rappreso. Un passo
dopo l'altro, trova la forza di continuare, senza pretese, fin dove
può. Non deve dimostrare niente, è libero di non
dimostrare niente, di non vendicare o seguire nessuno.
Naruto
mostra solo un piede, il suo corpo pende obliquo su una roccia
spaccata in vari pezzi. È svenuto. Lui è l'unico eroe
di tutto il mondo degli eroi che sviene dopo aver lanciato una sua
tecnica, ed è così arancione che il rosso del suo
sangue mantiene un'inquietante armonia.
Sasuke si accuccia, sulla
parte di roccia rimasta intatta, si guarda intorno ed è tutto
distrutto. Quella è Konoha e non c'è niente che
riconosca. Naruto deve sopravvivere anche per questo, non solo perché
deve picchiarlo e poi farsi abbracciare, ma deve anche tenere su un
villaggio intero. Su quelle spalle arancioni, sotto quegli occhi
blu.
La sua maglia è stata mangiata dal fuoco, sull'addome,
Tobi ha cercato di prendere la volpe in più di un'occasione.
Tutti volevano la volpe, così come volevano lo sharingan. I
saldali sono consumati, ma dubita lo siano per via di questa guerra.
Tocca la punta del piede che sporge e poi scende sulla caviglia, la
afferra e tira. Per fortuna il corpo non si impiglia e con del
notevole sforzo - perché quello è un jinchuuriki grasso
- lo tira sul suo stesso masso.
Svegliati, idiota.
Lo guarda,
osserva ogni piccolo cambiamento. Non gli era più stato tanto
vicino. E non gli piace farsi scoprire ad osservare qualcuno in quel
modo, ma adesso deve svegliarsi. Perché Sasuke lo sa che è
svenuto, lo sa che quando sentirà il suo polso lo scoprirà
debole ma presente. Era solo stanco, non c'è motivo di
preoccuparsi. Il kunai infilzato nel fianco del jinchuuriki deride
stanchi occhi neri, nonostante tutto; non credeva che si sarebbe di
nuovo chiesto dove fosse Sakura.
In quel momento non riesce a
muoversi, c'è troppo sangue e improvvisamente quell'odore è
tragicamente fastidioso. Naruto ha la barba, come si fa a non notare
la peluria sul viso di qualcuno così biondo e così
sporco di sangue? Spicca una cicatrice, vicino all'orecchio, è
corta, lieve, ma è stata abbastanza profonda da imprimersi. Le
ciglia lunghe sono sporche, sono pure lunghe, da femmina, ma quello
lo sapeva già. C'è davvero tanto sangue, l'odore è
forte, nauseante, non riesce a respirare e la testa gli gira. Cede,
poggiando una mano accanto al corpo dell'eroe di Konoha, quello che
dorme invece di aiutarlo a uscire da quella coltre di polvere acre e
confusione.
Il suo coprifronte non c'è. Naruto senza
coprifronte è quasi più raro di Kakashi senza maschera.
Lui ci crede, ci ha sempre creduto a quel simbolo e se lo è
sempre legato in fronte, con orgoglio. Dov'è quel simbolo,
ora?
Sasuke guarda in terra, attorno a loro. Non c'è.
Quando riabbassa la testa, Naruto ha ancora gli occhi chiusi, ma le
labbra non sono più semiaperte, sono chiuse e sono tirate da
una parte.
Ma quant'è idiota? Insopportabile.
Sasuke lo
ignora. Sospira. Poggia la fronte alla sua, con il respiro pesante e
i polmoni pieni di singhiozzi. Almeno avrà ancora qualcosa
d'importante su quella testaccia dura.
E per fortuna è
ancora insopportabilmente vivo.
Stupida
SasuNaru!
I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.