Like a Butterfly.

di _Enya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Like a Butterfly ***
Capitolo 2: *** Wake up little Liz ***
Capitolo 3: *** Madness ***
Capitolo 4: *** Risvegli ***
Capitolo 5: *** I'm so alone. ***
Capitolo 6: *** Remember this. ***
Capitolo 7: *** Wake Up Little Sam! ***
Capitolo 8: *** Il ritorno del capitolo Otto. ***



Capitolo 1
*** Like a Butterfly ***


 

 

Like a butterfly.


Una piccola farfalla volava delicata tra le foglie del Grande Albero.
Le sue ali variopinte accarezzavano con timore i boccioli ancora verdastri, volteggiavano abili tra le ali di un pettirosso, fuggendo dalle sue grinfie, fiera della propria bellezza che al calar del sole sarebbe sparita, trasformando i suoi colori in un mucchietto di ceneri, oppure destinata a splendere per sempre in una teca di qualche signore importante, che delizia i suoi numerosi ospiti di come è riuscito, in maniera eroica, a rendere quella farfalla eterna.
Ma questo lei non lo sa, non lo può nemmeno immaginare, e per ora sfreggia libera tra le foglie e i pensieri della gente, facendo brillare alla luce del sole le sue ali variopinte, mostrando al mondo beffardo quello che è, una creatura...

Libera.
Questa parola vorticava nella mente della piccola Liz, mentre guardava la bella farfalla volteggiare libera fuori il vetro della propria stanza dove era rinchiusa. Elizabeth la guardava ammirata, gli occhi fissi sulle piccole ali. E per un attimo anche lei si è sentita libera.


Enya's Place

Si, io e una fanfic long. D:
Capitoli corti, un'aura di mistero, una protagonista misteriosa.
Bwahahah-
Non aspettatevi incontri romantici, uomini fighi o relazioni tenere.
Perchè non ci saranno.
Non aspettatevi nemmeno una storiella corta. Perchè già sento che sarà lunghissima D:
Penso di aver detto tutto, nel caso potete sempre scrivermi :3
Fatelo.
Baci appiccicosi,
Enya.

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Capitolo 2
*** Wake up little Liz ***


Wake up little Liz


"Elizabeth, svegliati" una voce dolce entrò nelle orecchie di Liz, scuotendola dal tepore notturno, risvegliandola dal suo sonno per riportarla nel suo mondo, il mondo che non avrebbe mai abbandonato, in netto contrasto con quello che si ostinavano a farle conoscere e amare. Lei quel mondo lo aveva conosciuto, per dodici lunghi anni, e aveva deciso di abbandonarlo, di partire per non tornare più. Eppure i suoi genitori, la gente che le stava intorno la obbligavano a vivere con loro, ad assecondare i loro falsi sorrisi, le loro carezze dolci, continuando a credere che quello era il posto giusto per lei.
Ma chi erano per dirlo?
Elizabeth si svegliò. Aprì lentamente i suoi occhi cechi e si voltò verso la giovane donna, Sam, che ogni giorno si prendeva cura di lei, aspettandola pazientemente sulla soglia del suo piccolo grande mondo, evitando di entrarci, per non distruggere ciò che lei aveva creato.
Liz puntò gli occhi neri in quelli di Sam, trapassandoli da parte a parte. Per quanto riuscisse a vedere la gente, Liz non era aveva mai guardato nessuno, ma ogni qualvolta posasse lo sguardo su Sam riusciva a osservare il suoi lineamenti appuntiti, il naso a punta e i grandi occhi azzurri. Liz era affascinata da quella ragazza, aveva qualcosa di speciale, ma Liz non era mai riuscita a trascinarla nel suo oblio. Sam aveva nervi di ferro e un cuore d'oro, ma sopratutto qualcosa di molto speciale si annidava in lei.
Ma ancora questo non lo sapevano.


Enya's little Place.

Secondo capitolo.
Cosa è successo? Nulla.
Va un po' lenta, lo so.
Cose da aggiungere? No.

Non ho voglia di mettere le foto in questo capitolo, nel prossimo svelerò le loro identità.
Forse.

Ringrazio le dolcissime e tenerissime Anima97 [Che è partita ç_ç] e ObladiOblada e la mia Fujiko
Amatele.
O almeno, visitatele.

-La canzone del capitolo è Wake up Little Susie, la cover di Simon&Garfunkel

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Capitolo 3
*** Madness ***


Madness


"Liz, aprì la bocca"
La stessa frase di sempre, ripetuta con pazienza ogni mattina, con dolcezza. Sam non andava di fretta, le ripeteva tutto con calma, lasciando che le sue parole oltrepassasero la spessa barriera che Liz metteva tra lei e la gente. Lasciava che le parole di Sam fluttuassero tra le nuvole rosate della sua mente, arrivando fino a lei.
Aprì la bocca.
Sam le mise una cucchiaiata di cereali in bocca, ma Liz la rischiuse facendo stridere i denti contro il cucchiaio. Non si scompose, ma delle calde goccioline cominciarono a rigarle le guance, silenziosamente.
Sam le asciugò gli occhi con un fazzolettino morbido, di quelli con le margherite sopra.
Passò il pezzo di carta fin sotto il mento, guardando Liz. Non si aspettava un sorriso, nemmeno un cenno di ringraziamento, dopotutto chi era lei per ricevere un sorriso da Elizabeth?
Le lacrime si fermarono velocemente e Liz riaprì la bocca. Sam le fece bere il resto del latte, ripulendole i piccoli baffetti bianchi. La prese per mano e l'accompagnò nel grande salone, con calma. La fece sedere in una sedia, che spostò davanti una grande finestra, la sua preferita, supponeva.
La guardò un momento, poi se ne andò. Il loro rapporto non doveva essere inquinato da inutili chiacchiere, avrebbero distratto Liz dal suo mondo, e Sam non se la sentiva.
Si sedette all'angolo della stanza, stringendo la mano a una distinta signora, che apparteneva ad una famiglia tanto ricca quanto ingrata. L'avevano abbandonata lì, senza sentire ciò che aveva da dire. Il fascicolo diceva che aveva ottantasei anni, ma ne dimostrava molto meno.
Adele, sempre così diceva il fascicolo, aveva bisogno di parlare, e di raccontare al mondo la sua storia. Nessuno la voleva ascoltare.
Nessuno tranne Sam.
La guardò negli occhi, poi si alzò. Non aveva voglia di parlare.
Prese posto accanto ad un signore distinto, che le sorrise "Trecentoventidue" lei ridacchiò "Ventinove" "Ottocentotrenta"
Sam sorrise.
In quel posto si sentiva felice, si sentiva come in una grande famiglia. Avrebbe potuto avere di più dalla vita?
Non ci aveva mai pensato, e continuava a non chiederselo.


Enya's Little place

Vedo che i lettori aumentano!
Bene! **
...
Non commentiamo, và.

Nulla da dire, non ho tempo di mettere foto quindi, per ora, immaginatele.
Anche se vi ho dato pochissime descrizioni :3
Ringrazio:
Le carissime ObladiOblada e Anima97 (Awww vi adoVo) e Fujiko, a cui è dedicato questo capitoluccio **
Visitatele e leggete le loro storie!
Per favore *occhi da cucciolo*

Ok, la smetto :3

Bacioni a tutti,
Fuè :3

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Capitolo 4
*** Risvegli ***


 

Risvegli


Era novembre.
La neve cominciava a fare capolino dalle nuvole grigiastre. Volteggiava leggera tra i capelli di qualche ragazza, e si posava dolcemente sopra il davanzale di qualche finestra.
Elizabeth la percepiva, riusciva a vederla, filtrata dalla nube che la divideva dal mondo.
Osservava i piccoli fiocchi bianchi scivolare sopra i vetri, girare intorno a se stessi per poi posarsi sopra i capelli rossi di una giovane ragazza, rotolavano sulla sua gonna larga e si suicidavano sui suoi pesanti scarponi neri.
La ragazza saltellava tra le pozzanghere, lasciando che la neve l'accarezzasse. Sfortunatamente inciampò, andando a finire sopra un ragazzo. Le sorrise torvo, e la portò in un vicolo.
Subito dopo una farfalla dalle tinte rossastre si faceva strada tra i cieli grigi.
Liz riaprì gli occhi al mondo, osservando la natura, libera e sincera, così diversa dalla realtà che volevano farle amare.
Rimase con gli occhi aperti ad osservare e vide Sam uscire nel vialetto. Non l'aveva mai vista fuori dall'Istituto, così lontana da lei.
Temeva che non sarebbe più tornata, ma Sam girò di nuovo. Aveva delle lettere in mano.
Alzò lo sguardo verso la sua finestra, e sorrise.
Liz non ebbe tempo di tornare nel suo mondo, le iridi azzurrine di Sam la catturarono all'istante. Sorrise anche lei.
Dalle mani arrossate dal freddo di Sam caddero le lettere con un tonfo sordo.
Iniziò a tremare, senza una reale ragione.
Iniziò a correre.
Liz invece si trovò a pensare a lei, a quando aveva visto nelle sue iridi qualcosa di più profondo. Lei non era una ragazza in grado di formulare pensieri complessi, ma si trovò a pensare che lei era diversa, aveva qualcosa di più ... Uguale a lei. Sam la trattava come una sorella, senza stancarsi mai, lei conosceva il modo con cui voleva essere trattata. E le parole non trovavano spazio. Ma a loro andava bene così.
L'unica cosa di cui avevano bisogno era solo amore.
Liz sentiva che lei era qualcosa di più che una semplice infermiera dai capelli biondo cenere.
Sam era qualcosa di più.
E in quel momento se ne accorse.
Stava per accadere qualcosa che avrebbe cambiato le loro vite.
Era solo questione di ore.


"ELIZABETH!"




Enya's little place:

Di corsa contro il tempo!
Che fatica!
Perciò non ho tempo di mettere la foto... Di nuovo.
D'oh!
Comunque... Beh?
Non ho tempo per dire altro.

Solo che Anima97 e ObladiOblada mi hanno gentilmente chiesto di postare e beh... Sono troppo buona per dire di no D:
Quindi, le ringrazio e ringrazio anche Fujiko!

Ma anche voi che leggete silenziosamente... Anche se un commento è sempre ben gradito u.u
Baci a tutti!

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Capitolo 5
*** I'm so alone. ***


I'm so alone


La porta si aprì di scatto, provocando un rumore sordo alle orecchie dei pazienti.
Pietrificata, con ancora il fiatone e la faccia accaldata, Sam tremava.
Urlò di nuovo il nome di Elizabeth.
Alcuni si misero a piangere, altri scapparono in giardino.
Tranne Liz.
La stanza si era svuotata, lasciando da sole le due ragazze. Sam guardava i lunghi boccoli castani di Liz  ricadere sullo schienale della sedia, mentre la vedeva immobile, con la testa fissa.
Urlò, più forte.
Liz rimase immobile.
Reclinò la testa all'indietro, prendendo un grosso respiro.
In pochi passi affrettati fu davanti a lei.
"Elizabeth, guardami. So che puoi farlo. Per favore, guardami."
Nessuna risposta.
Liz sentì due dita ossute premerle sul mento. Avvertì la pressione, ma si sforzò di non pensarci. Non le era mai capitato di essere così in contatto con una persona, mai.
Tentò di rimanere dietro la propria nube, ma vide che piano piano i suoi amici sparivano lentamente.

"Signor Tasso, amica Pantera, non abbandonatemi!"
"Litzie, noi lo facciamo per te, non vedi che lei ha bisogno di te?
Il piccolo animaletto paffuto indicò una figura sottile appena dietro la nube.
"Non andrò da lei, non ora. Lei mi ha fatto male!"
"Senza di lei però tu sei morta."


Sam cercò di guardare Liz negli occhi, ma erano irrimediabilmente velati.
Quello che Sam non seppe era che erano velati dalle lacrime.
Lacrime che cominciarono a cadere dagli occhi di Sam, lacrime che si infransero sulla sua camicetta viola.
Poi, d'improvviso, la testa di Elizabeth si voltò violentemente. Nell'aria rieccheggiava l'eco di un suono glaciale.
Un suono angosciante.
Il rumore di uno schiaffo.
Dalla porta spuntarono alcune teste, mentre tre giovani infermiere entrarono in sala, rimanendo in disparte.
"IO TI ODIO, ELIZABETH!"
Un altro schiaffo, più forte.
Elizabeth si sforzava di non piangere, sebbene il dolore alla guancia era più forte che mai.
La nube era sparita, ora c'era solo lei. Elizabeth.
"Sam fermati, per favore!"
La più piccola delle tre, Alice, strinse le spalle di Sam, cercando di fermarla. Sam si divincolò, ma le gambe non le ressero più.
Cadde a terra.
"È svenuta?"
La vocina sottile di Atsuko rieccheggiò nella sala. Alice scosse la testa, cercando di farla rialzare.
Sam era a terra, mentre le lacrime cadevano giù dalle guance, per cadere sulle mattonelle nere e bianche.
Dietro di lei, una voce roca e profonda sussurrò:
"Settantacinque."
Alzò la testa di scatto, il viso rosso e bagnato.
Si girò lentamente.
Le pupille erano dilatate, lo sguardo era diverso, più cupo.
Era uno sguardo d'odio.
Si alzò, spingendo con forza l'anziano signore, facendolo cadere a terra.
"Mi sono rotta il cazzo, non ne voglio più sapere di stare qui, siete solo dei malati!"
Si alzò in piedi, barcollando un po'.
Si avviò all'uscita, ma una voce la fermò. Borbottò qualcosa, che Sam non udì.
"Mi dispiace" sussurrò la terza infermiera che era lì, Allison.
Sam cadde di nuovo a terra.

E poi il buio.


Enya's place:

Allora, sono di fretta perchè qualcuno mi dice di MUOVERMI.
Allora (x2) neanche stavolta le foto, ho sempre questa FOTTUTA fretta.
Il capitolo è lungo, ma per favore, non odiate Sam. Lei non lo fa apposta.
I nomi in grassetto, dite?
Sono di tre ragazze dolcissime/bellissime/simpaticissime che adoro, e che continuano a leggere questa brutta storia.
Che dire?
Le amo **
I loro nomi sono:
Anima97, ObladiOblada e la mia Fujiko (E questa volta anche la Rebby :3)
AMATELE.
Niente da dire ma...
Un commento lo lasciate? Eddaje, anche se vi fa schifo, non mi offendo :)

BACI A TUTTI **


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Capitolo 6
*** Remember this. ***


Cadde a terra con un tonfo sordo.
I suoi occhi eravo vitrei, le pupille cristalline riflettevano la poca luce all'interno della sala, mentre la sua pelle si schiariva sempre di più.
Qualcuno la osservava piangendo, altri in maniera rassegnata, altri ancora ridevano.
"È morta?" Adele sussurrava.
"No, sta dormendo. Un lungo sonno" Disse Atsuko abbassando le palpebre di Sam.
"È sotto l'effetto di sedativi, si sveglierà presto" spiegò Alice in modo professionale.
"Siamo in un fottuto manicomio, non puoi parlare così con loro!"
La portarono in una sala scura, guardandosi male, non le andava di litigare,

Sam provò a muoversi.
Si vide in un grande viale, con un casolare vicino. Aveva indosso un abito lungo, nero.
Assottigliò gli occhi. Rabbrividì alla vista di quella casa.
Sei ragazzi uscirono lì, seguiti da seguiti da tre ragazze. Nove facce, nove facce che Sam conosceva bene.
Una di queste corse lontano. Pareva volesse avvicinarsi a lei.
E si avvicinò.
Alcune ciocche biondastre della bimba caddero dallo chignon, facendosi agitare dalla piccola brezza che le circondava.
La bimba si fece strada tra le sterpaglie. Sam vide un boccolo nero cadere sulla sua spalla, si accorse che era il suo, ma non ci fece caso.
Le bambina era un passo da lei, si sciolse del tutto l'acconciatura, mentre il paesaggio cambiava.
Gli otto ragazzi rimasti si apprestavano ad uscire dal casolare, sembravano notevolmente cresciuti.
La pioggia iniziava a cadere lentamente, bagnando le due ragazze.
La bimba si ravviò i capelli, asciutti, e Sam vide che le arrivavano fino alle anche.
D'improvviso la casa dietro di loro prese fuoco. L'atmosfera era cupa, ma le due ragazze continuavano a fissarsi, imperterrite.
Il fuoco le circondò, ma a loro non importava.
La bimba e Sam si fissavano, gli occhi quasi bianchi della piccola e quelli color cioccolato di Sam.
Dalla casa uscì un urlo.
"Ciao bimba, sai che oggi compio dieci anni? Il mio nome è Sam"
Sam rabbrividì. Si sentiva intorpidita, ed aveva un dolore alla spalla.
Aprì bocca per rispondere.

"Bene Allison, ora puoi andare."
Riaprì gli occhi.

Enya's little place:

Bello, vé?
No, mi fa schifo anche a me, è vero.
Allora.
No, non ho sbagliato a dire "gli occhi color CIOCCOLATO di Sam" e "BOCCOLI NERI"
Tenetevelo a mente voi, che io me lo scordo D:
Allora, dovrebbe essere un capitolo importantissimo.
(Scritto di merda)
Beh, insomma, è così.
No, niente foto. NON HO TEMPO ç_ç
I ringraziamenti: Fujiko, Anima97, ObladiOblada.
Il capitolo stavolta è dedicato a quest'ultima (luvvah)
E niente, solo... È importante, ricordatevi gli avvenimenti ç_ç

Baci a tutte :3

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Capitolo 7
*** Wake Up Little Sam! ***


Aprì gli occhi.
Il braccio le faceva male, la testa le girava.
Si guardò intorno, era seduta in un grande studio, e un uomo la fissava.
Si alzò, andando verso di lei, sfiorandole delicatamente la fronte.
"Scotti, Samantha."
Lei sospirò, passandosi la mano sulla fronte.
"Cioè che hai fatto è grave. Elizabeth ti reputa.." fece una breve pausa "va, il suo punto di riferimento, si faceva toccare solo da te, lo sai vero?"
Sam annuì, trattenendo le lacrime. Ci riuscì, dopo vent'anni che uno fa sempre la stessa cosa poi viene spontaneo.
Lui continuava a parlare, recitando a memoria ogni parola del fascicolo di Elizabeth McKinney, fascicolo che Sam conosceva a memoria. Le parole dopo non le riuscì ad ascoltare, nella sua mente solo lei, Elizabeth. Quella ragazza che le aveva sempre fatto compagnia, che era sempre così, immobile.
Rimase lì per un tempo indefinito, poi lui, senza neanche voltarsi, le disse:
"Ed è per questo che lascerai l'Istituto, per un po'."
Sussultò. Non poteva, non doveva. Tutti avevano bisogno di lei lì. E non lo pensava per egoismo.
"Puoi piangere, Samantha. Ma ti pregherei anche di rimanere a distanza da noi."
Uscì dallo studio.
Sam si accasciò su se stessa, ma non riuscì a piangere.
"Dottor Nash, una cosa"
Lui rientrò.
"Lo so che non hai dove andare. Stasera ti verremo a prendere noi. Stai tranquilla."
Lei tornò nel grande salone.
"È finita, vero?"
"Tornerai?"
"È stato bello averti qui."
Alice, Atsuko e Allison la salutarono. Le altre la guardarono con cipiglio, poi la videro sparire.
Rispuntò la sera, con una borsa in mano. Si soffermò nel salone, e si avvicinò a Liz.
Le accarezzò i boccoli castani, la vide sussultare.
Poi uscì, senza rivolgere lo sguardo verso Liz.
Andò via.




Enya's little place:

Allora, aggiorno anche abbastanza presto (alèè!)
In questo capitolo non è successo nulla degno di nota (Non succede mai niente degno di nota qui ç_ç)
Però.
Metto le fotoooo **
[Della serie: Non ho un cazzo da dire, però metto le foto :3]
Aspettate. Prima ringrazio Fujiko, Anima97 e ObladiOblada [Anche Rebby, che non ha recensito e__e]
Devo dirvelo ancora di amarle?
Fatelo.

Quindi, ecco i personaggi!

Atsuko:


Alice:



Allison:




E infine, SAMMY! [Si, è bruttina, ma deve essere così]



Detto questo, mi dileguo.

Lasciatelo un commentino, tanto per sapere se va bene o se mi devo buttare giu nel Tevere ed affogare lentamente.

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Capitolo 8
*** Il ritorno del capitolo Otto. ***


Sam scese dalla macchina.
Non sapeva dove si trovava, in realtà lei non sapeva mai dov'era, in quanto non aveva mai avuto la possibilità di studiare, a malapena sapeva leggere e scrivere. Camminò per un po', fin quando non scorse una casetta seminascosta dalle sterpaglie.
Il dottor Nash la guidò fino alla porta color rosso ciliegia. Bussò e dopo qualche secondo la porta si aprì.
Da lì uscì una donna magra, quasi anoressica, dai lunghi capelli color cenere, ormai striati di grigio.
Appena la vide si gettò contro Sam, soffocandola.
Sam piegò il labbro impercettibilmente, fingendo un sorriso. La donna la baciò su tutto il viso e il dottore la staccò violentemente.
"Entra, Samantha"
Entrarono in casa e la fecero sedere sopra un vecchio divano malmesso. La donna si posizionò nella poltrona a fianco e Sam la osservò. Il viso era smunto, scavato, gli occhi stanchi e le labbra secche. Dietro di lei la foto di quando era giovane, era una bella donna ed aveva qualcosa di terribilmente familiare.
Il dottor Nash prese parola "Allora Samantha. Resterai qui fin quando non deciderò che potrai tornare all'istituto. Potranno passare anche mesi, perciò starai qui. Questa è mia moglie, si chiama Ninette".  Si girò e se ne andò, lasciandola da sola. "Chiamami Nina, per favore" Sam annuì, poi entrò in una cameretta vuota.
Poggiò la piccola valigetta e si sdraiò sul piccolo letto, guardando dalla finestra le sterpaglie.
Chiuse gli occhi.
"Chissà cosa starà facendo Liz, l'ho ferita, stava male, l'ho vista..."

A diversi chilometri di distanza una ragazzina non riusciva a dormire. 
Sanguinava dentro.


Salve a tutti.

Bene, credo di dovermi scusare.
Questo capitolo l'ho scritto durante il "periodo buio" ovvero il 26,08,2011.
Poi l'ho misteriosamente perso.
Scusate le poche parole, ma devo uscire.
Ma questo capitolo, dovevo postarlo. Tengo molto a questa fic, e non voglio abbandonarla per nessuna ragione.
Grazie ai vecchi e futuri lettori e recensori.
Adieu!

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