E guerra avrai...!

di Sissi Bennett
(/viewuser.php?uid=3560)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amelia Jones contro Sirius Black ***
Capitolo 2: *** Mutande e raffreddore ***
Capitolo 3: *** I filtri d'Amore di Penny White ***
Capitolo 4: *** Ad Hogsmade in manette ***



Capitolo 1
*** Amelia Jones contro Sirius Black ***


E guerra avrai…

 

E guerra avrai…!

 

Capitolo uno: Amelia Jones contro Sirius Black

 

Amelia Jones era quasi sicuramente la babbana più bella che avesse mai varcato i cancelli di Hogwarts. Cappelli biondi mossi, occhi scuri lucenti, labbra rosse, un collo bianco perfetto, una spruzzata di lentiggini sul nasino all’insù .

Peccato che tutta quella bellezza fosse nascosta dal suo modo di essere trasandato e distratto. Portava dei grossi occhiali dalle lenti quadrate, era solita legare i capelli in una coda bassa e la sua divisa era perennemente sgualcita e in disordine.

Era molto timida e introversa , adorava leggere, studiare e andare bene a scuola.

Insomma era la classica secchiona sfigata; bella ma pur sempre sfigata!

Era anche uno dei bersagli preferiti degli scherzetti di Sirius Black.

Lui era bello e lo sapeva! Aveva una strana predisposizione a tormentare le persone che non godevano di molta fama tra gli studenti. L’idolo di tutte le ragazzine per i suoi capelli neri, i suoi occhi blu e il suo bel fisico, amava essere sempre al centro dell’attenzione con i suoi migliori amici James Potter, Remus Lupin e Peter Minus.

Tra Amelia Jones e Sirius Black scorreva un odio puro, nato la bellezza di sei anni prima sul treno che li stava conducendo alla scuola di magia e stregoneria per la prima volta.

 

Un ragazzino di appena undici anni spingeva il suo carrello attraverso le carrozze del treno in cerca di un vagone libero.

Camminava velocemente e un po’ spaesato guardandosi intorno senza sapere che fare dato che non conosceva nessuno.

La porta scorrevole di uno scompartimento di aprì e uscì una ragazza che doveva aver più o meno la sua età, bionda con un paio di occhiali sorprendentemente grossi.

Lei doveva passare ma Sirius occupava tutta la strada con i suoi bagagli. Si mise a fissarlo torva mentre batteva il piede a terra impazientemente.

Gli parve subito antipatica e reagì di conseguenza.

“Spostati, quattrocchi!!” esclamò .

“Ehi! A me quattrocchi non lo dici!”

“Sennò che fai?”

“Lo vado a dire al direttore della tua Casa”

“Che paura! Per tua informazione, io devo ancora essere smistato, ma qualunque Casa sarà spero che non ci sarai pure tu!”

 

Il fato volle che entrambi venissero mandati a Grifondoro.

Così da quel momento, avveniva quotidianamente una piccola battaglia, quasi sempre vinta dal ragazzo. Alla fine del loro secondo anno si erano giurati odio eterno in seguito a un brutto scherzo da parte di Sirius che aveva usato su di lei quello che sarebbe stato uno dei suoi incantesimi più frequenti : il Levicorpus.

Quello sarebbe stato il loro settimo anno e ancora non si potevano sopportare, anzi si poteva dire che il rancore che provavano a vicenda continuava a crescere man mano che passavano gli anni. Amelia aveva trovato un’amica in Lily Evans, anche lei di Grifondoro e noto oggetto dei desideri di Potter.

Era l’unica che aveva perso un po’ del suo tempo per conoscerla a fondo e infine aveva scoperta la persona meravigliosa che si celava sotto quell’aria da scontrosa.

Una degna alleata!  la definiva spesso Sirius beccandosi occhiatacce da James, follemente attratto dalla rossa babbana.

Il treno sfregò contro le rotaie nel fermarsi. Le porte si spalancarono e gli studenti uscirono a fiotti affamati come non mai.

Sirius,James , Remus e Peter presero una carrozza tutta per loro, non prima di averla liberata dai precedenti occupanti, cinque ragazzini del terzo anno che intimoriti erano corsi giù senza nemmeno replicare.

In Sala Grande si sedettero nei posti centrali, ovvero di prestigio, del tavolo dei Grifoni e stavano aspettando che tutti gli altri arrivassero.

Remus picchiettava le dita sul tavolo, James giocherellava con la sua forchetta, Sirius faceva un rapido riassunto della popolazione femminile della scuola e Peter non sapeva chi guardare più ammirato.

“Qualcosa d’interessante Felpato?” chiese James curioso.

“Niente di che: Sarah Matter è dimagrita un sacco, Elsie Cradford si è fatto nera, peccato stava meglio bionda, May Phennon ha messo un po’ di chili sui fianchi e…WOW!!!

“Cosa?!” scattarono tutti in piedi guardando nella direzione che indicava Sirius.

Lily Evans era appena entrata e accanto a lei c’era un’altra ragazza.

Aveva una bella chioma bionda e mossa, occhi scuri e brillanti, gambe sode, un sorriso mozzafiato e uno sguardo intenso.

Quella era Amelia Jones.

La osservò sedersi con la Evans.  Ma come era diventata bella??????Si sentiva quasi pentito di averlo maltrattata per sei anni. Noooooo! Era stato divertente, ma ora forse ci si poteva divertire in altro modo.

Silente fece il suo abituale discorso d’inizio anno che ai quattro cominciava sembrare anche piuttosto noioso e privo di fantasia: tutti gli anni era lo stesso, tutti gli anni il preside tentava di scoraggiare (in modo implicito s’intende) i Malandrini a combinare i soliti disastri e a infrangere ogni sacrosanta regola della scuola. Ormai non lo ascoltavamo nemmeno più.

Si abbuffarono a più non posso facendo il possibile per non lasciare nemmeno un avanzo; dopodiché si diressero ai loro dormitori per sistemare i loro effetti personali.

Remus non perse tempo e cominciò a disfare il baule, James ravvivò l’ambiente con la sua bacchetta : fece apparire poster del Quidditch, foto ovunque e riempì la stanza di candele luminosissime. Peter osservava estasiato il lavoro del suo idolo.

Sirius, invece, si era buttato sul letto e stava elogiando il cambiamento impressionante di Amelia Jones.

“Scusa ma se ti piace tanto, perché non le chiedi di uscire?” chiese James come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Ma sei pazzo? Non accetterà mai!” commentò realistico Remus mentre frugava nel suo bagaglio in cerca del pigiama, misteriosamente scomparso.

“E perché mai?!” esclamò Sirius contrariato “Dopotutto le ragazze mi adorano!”

“Con tutto quello che le hai fatto, pensi sul serio che ti adori?!

Remus si grattò la testa confuso: era sicuro di aver ritirato in valigia anche il pigiama, ma dov’era?

“Vi farò vedere io! Sono il Re dell’adulazione! Non state mica parlando di James che cerca di conquistare un ragazza da una vita!”

“Ehi!” ribatté James tirato ingiustamente in causa, ma Sirius era già uscito deciso a parlare con Amelia.

Se la conosceva bene, probabilmente era in Sala Comune a leggere da brava secchiona.

Infatti la vide seduta su una poltrona con un libro aperto sul tavolino e lo sfogliava interessata, strofinandosi ogni tanto gli occhi per il sonno.

“Ma chi si vede! Amelia Jones!” disse il Malandrino con sorriso ammiccante.

“Black!” rispose lei a mo’ di saluto senza alzare lo sguardo ignorandolo completamente.

“Come sono andate le vacanze?”

Santo Cielo, che domanda banale! si disse da solo.

“Parliamoci chiaro, il fatto che io sia diventata bella non ti dà il permesso di rivolgermi la parola!” lo freddò lei.

Sbatté un paio di volte le palpebre confuso “ Scusami?”

“So anch’io di essere cambiata parecchio rispetto all’anno scorso ed è l’unico motivo per cui cerchi di fare una conversazione civile!”

“Sono cambiato pure io!”

“Io ti reputo ancora lo stesso pallone gonfiato, vanitoso, arrogante e pieno di sé di sempre!”chiuse il libro con uno scatto facendo sobbalzare Sirius un po’ sconvolto per la risposta. Si alzò e fece per salire le scale che portavano al dormitorio femminile, ma si girò e aggiunse “ Ah, sei patetico!”

Gli occhi di Sirius divennero due lame ghiacciate. Come osa!

Levicorpus 

Protego” . La mossa di Amelia fu così repentina che Sirius credeva di averla immaginata.

“Ma come hai fatto…?”

“Sono cinque anni che usi quell’incantesimo su di me, sei monotono, dovresti cambiare il tuo repertorio” e salì al Dormitorio.

“ Che peste mi colga se non ti farò trascorrere l’anno peggiore che tu abbia mai passato!Mi hai sentito, Jones, questo sarà l’anno più brutto della tua vita, fosse l’ultima cosa che faccio, hai capito?” le gridò dietro Sirius.

Sentì una porta sbattere violentemente. Sorrise tra sé: quello significava che la ragazza aveva capito benissimo.

Ritornò dai suoi amici furioso come non lo era mai stato. Era umiliato, frustrato, adirato, voglioso di vendetta. Come l’avrebbe pagata quella piccola insolente!

La sua bellezza non l’avrebbe salvata!

“ Non dite una parola!” intimò ai suoi amici quando entrò nella loro camera, sicuro che avessero origliato tutto; curiosi com’erano!

Remus, James e Peter si trattennero dal ridere nel vedere Felpato così rosso dalla rabbia.

“Qualcuno qui ha appena preso il suo primo due di picche” cantilenò James.

Sirius si limitò a un ringhio intimidatorio, la minaccia era chiara: un altro commento e ti azzanno alla giugulare!  

“L’ho ritrovato!!!Remus alzò trionfante il suo pigiama rosso e oro, finalmente ricomparso.

Sirius chiuse le tendine del suo letto con un gesto brusco che lasciava intendere di voler essere lasciato in pace.

Il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi fu Ti farò piangere lacrime disperate, bella secchiona dei miei gufi!

 

In una settimana Amelia era passata dall’appellativo “Secchiona per antonomasia”  a quello di “Amy la bella”  .

In tutto questo due cose in particolare davano fastidio a Sirius: la prima non sopportava (anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto Imperius) che altri ragazzi riuscissero a parlare senza ricevere le frecciatine che a quanto pareva erano riservate solo a lui.

Secondo, odiava che anche lei ora avesse una vita sociale. Ma infine si convinse che sarebbe stato piacevolmente interessante distruggere lentamente la sua fama appena acquisita.

Alla prima ora del lunedì avevano Trasfigurazione. La professoressa McGrannit li attendeva seduta alla cattedra. Gli alunni presero posto.

La McGrannit si alzò e cominciò a spiegare, quando Gazza entrò in classe seguito da una ragazza castana.

Era bassina ma molto raffinata; si vedeva dai modi di fare:  sguardo altezzoso, foulard rosso attorno al collo, capelli raccolti in uno chignon.

Sirius avrebbe scommesso le sue gambe che quella ragazza era francese.

“Oh, certo!” disse la McGrannit accogliendo la ragazza “Vieni, vieni cara…allora questa ragazza viene dalla Francia ( Sirius fece un gesto come dire lo sapevo) e starà con noi per tutto l’anno a Grifondoro…si chiama Turchese Nuvou

Il quartetto dei Malandrini cadde per terra dalle risate, Sirius prima di tutti!

“Cosa c’è?!” trillò la professoressa.

“ Ci perdoni, professoressa” si scusò Remus cercando di ricomporsi.

“ Ma prof! Fa pena il nome Turchese!” spiegò Sirius.

Prima che la McGrannit si potesse infuriare non tanto per l’insulto rivolto al nome ma più per il Prof , Amy intervenne “ Ma sentilo! Ha parlato colui che al il nome di un cane!”

“O questa è bella! Un cane? E poi che cos’hanno di male, scusa?”

“Sono puzzolenti, pulciosi e pericolosi!”

“ Sbaglio o la nostra cara Amelia ha paura dei cani?!

Amy divenne scarlatta dalla vergogna; con tutte le persone che c’erano, Sirius era proprio l’ultima che doveva saper le sue paure.

“Avete finito?!” inveì la McGrannit.

I due ragazzi zittirono. La mente di Sirius intanto stava macchinando il suo prossimo scherzo.

Dopo l’ora di pranzo Amy, Lily erano sedute all’ombra di una quercia a studiare. Turchese si era unita a loro, dato che Lily, essendo Caposcuola, doveva aiutarla ad integrarsi.

Sirius, James, Remus e Peter stavano qualche metro più indietro vicino al lago ad osservarle .

Sirius stava aspettando il momento giusto per mettere in atto il suo piano. Guardò l’orologio: le ore pomeridiane stavano per cominciare e gli studenti si stavano recando a prendere i libri.

Ottimo! Quello che gli serviva era il parco completamente deserto.

Amy mandò avanti Lily e Turchese dicendo che le avrebbe raggiunte poco dopo.

Sirius sorrise maligno “Guardate che le combino!”

Si accertò che tutti se ne fossero andati o per lo meno che nessuno lo guardasse e si trasformò in un grosso cane nero.

Partì alla carica verso Amy che si voltò sgranando gli occhi  per lo spavento.

Fu un attimo: si arrampicò sull’albero per sfuggire al cane che si piazzò sotto la quercia continuando ad abbaiare e ringhiare minacciosamente.

Amy presa dal panico urlò a squarcia gola il nome della McGrannit, del preside e di tutti gli insegnanti, ma nessuno le venne in aiuto, nessuno sentì le sue grida.

Gli amici di Sirius filarono in classe preferendo non immischiarsi.

Tanto non sarebbero stati lì ancora molto, al massimo una mezz’ora e Felpato se ne sarebbe andato permettendo ad Amelia di scendere.

Alle sei e mezza Amelia era ancora lì sul ramo. Il cane pareva essersi calmato e se ne stava seduto a scrutarla.

Sirius se la stava godendo come un matto: non aveva mai visto una persona più paurosa di Amelia Jones. Non aveva avuto nemmeno il coraggio di usare la bacchetta contro di lui per liberarsi!

Decise che poteva bastare, fece dietrofront e fuggì via dietro una roccia. Si ritrasformò in ragazzo.  

Amelia intanto stava scendendo dall’albero ora che la via era libera.

Le si avvicinò con la sua camminata da sono Mr Universo  e le rise in faccia.

Amy alzò le sopracciglia “Cosa diavolo vuoi???

“Tu e il mio cane avete fatto conoscenza, mi pare!”

“Quel coso pieno di pulci era tuo? Tu! Tu…sapevi che avevo paura dei cani e me lo hai aizzato contro!!!!Ora vedrai! Lo dirò subito alla McGran…”   

“Su, forza, corri! Va’ a riferirle tutto! Sarai pure cambiata fisicamente ma resti la solita secchia, sfigata e spiona!”

Se ne andò lasciandola sola con i suoi pensieri.

Credi davvero che io sia così! Non sai con chi hai a che fare, Black!!!

 

“Ehi, Sirius, perché non sei venuto a lezione per tutto il pomeriggio?” chiese Remus, quando Felpato ricomparì in dormitorio.

“Ero occupato con la Jones” rispose buttandosi sul letto.

“L’hai tenuta sull’albero fino adesso?!

“Precisamente fino a dieci minuti fa!” specificò Sirius.

“Stavolta hai esagerato! E se lo andasse a dire alla McGrannit? Il nostro segreto sarebbe scoperto!”

“Calmo, non lo farà! A proposito, dov’è Jamie?”

“Sta parlando con Lily Evans” rispose Peter.

“Civilmente?!Sirius balzò a sedere.

“Beh…da quanto si vede da qui, sembrerebbe proprio di sì” disse Remus sbirciando dalla finestra . Sirius andò a vedere: il suo migliore amico e quella smorfiosa erano una di fronte all’altro e stavano conversando senza tirarsi maledizioni a vicenda.

Il mondo si era capovolto!

 

Amy rientrò in camera e Lily non c’era ancora. Si mise alla scrivania e tirò fuori dalla cartella pergamena e piuma e scrisse alla sua amica babbana.

 

     Cara Betzy,

come te la passi? Scusa se non mi sono fatta sentire per una settimana ma ho avuto molto da fare. Poi quel Black, te lo ricorsi? Te ne avevo parlato, credo; insomma non mi lascia in pace un secondo, oggi ha aizzato il suo cane contro di me e sono dovuta rimanere tutto il pomeriggio su un albero, così ho perso tutte le lezioni pomeridiane e domani i professori mi faranno una ramanzina lunga un chilometro. Lo odio, lo odio e lo odio ancora!!!!E lui odia me!

Tu dicevi che durante l’estate era sicuramente maturato e invece è diventato ancora più infantile e, senti un po’, all’inizio dell’anno ci ha provato perché sono diventata più attraente; ma si può? Dopo tutto quello che mi ha fatto; tranquilla io l’ho mandato a quel paese!

Fammi avere tue notizie, scrivi la lettere e legala alla zampa di Twony.

                                                                                                                             

                                                                                                                                                           Amy

PS: dai da mangiare a Twony se non vuoi che continui a morderti il dito.

 

In quel momento la porta si aprì ed entrò una Lily sognante, che canticchiava e danzava.

Amy la guardò sbalordita. E adesso che era successo?????

Valutò la situazione: cantava una melodia melensa, saltellava da un piede all’altro e aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

O Signore, Lily Evans si era innamorata.  Ma di chi?

“ Allora chi è il fortunato?” chiese Amy senza tanti giri di parole.

“ Cosa?” cadde dalle nuvole Lily troppo presa da quella sua strana euforia.

“ Non fare la finta tonta, canti, balli e sorridi…ti piace qualcuno, chi?”

“Se te lo dico, prometti che non cominci ad urlare?”

“ Ma perché dovrei urlare?!

“James Potter”

Un buffo tremolio all’occhio della ragazza fu seguito da un tonfo sordo: Amy era andata lunga e distesa per terra.

Lily sbuffò sedendosi sul letto…Lo sapevo che dovevo star zitta…pensò fissando il corpo della sua compagna di stanza adagiato sul pavimento.

Preferì non immaginare la sua reazione post-svenimento.

 

Amy era seduta in Sala Grande e stava spiluccando la pancetta che aveva nel piatto.

Il giorno prima dopo essersi risvegliata, non si era più ripresa dallo shock e non aveva dormito tutta notte.

Lily Evans con James Potter….James Potter con Lily Evans! Era una cosa assurda.

Era l’unica ragazza a pensarla esattamente come lei; a credere che Potter e Black fossero solo due esaltati che adoravano stare al centro dell’attenzione.

Non poteva abbandonarla, non poteva mettersi dalla parte di Potter, non poteva unirsi alla massa di ragazzine che urlava ogni volta che passa James o Sirius. Non ora che era in atto una guerra aperta tra lei e Black.

Il ragazzo accanto a lei se ne andò e il suo posto fu subito occupato da un’altra persona.

Amy non osò guardare chi si fosse seduto lì di fianco. Lo scoprì un attimo dopo.

“Amelia…ti trovo bene!”

La voce irritante di Black le giunse alle orecchie come un ronzio fastidioso.

Possibile che dovesse sopportarlo anche di prima mattina!

Decise di ignorarlo, magari se ne sarebbe andato in fretta.

Sirius Black non era però tipo da demordere troppo facilmente.

“Il gufo ti ha morsicato la lingua?”

Sirius avvertì la punta della bacchetta della ragazza premergli minacciosamente contro la gamba.

“Un’altra parola e giuro su ciò che mi è più caro che ti schianto!” lo intimidì.

Lasciò la sua pancetta praticamente intatta, raccolse la borsa da terra e si alzò in piedi decisa ad allontanarsi dal ragazzo.

Ma naturalmente Sirius non odorava farsi mettere i piedi in testa.

“Sei per caso scesa dalla parte sbagliata del letto…o forse dovrei dire del ramo…?”

Amelia sentì un moto di rabbia nascerle nel petto, un odio incontrollato, un desiderio quasi soffocante di vendetta. Si voltò veloce e, estratta la bacchetta, tenne fede al giuramento.

STUPEFICIUM!” non aveva mai lanciato un incantesimo così potente.

Black venne colpito in pieno torace, fu spinto all’indietro e atterrò a terra dopo aver compiuto una giravolta.

Probabilmente si era fatto male; anzi di certo si era fatto male, molto male, ma ad Amy non importava. Era riuscita una volta per tutte a tappargli quella maledetta bocca capace solo di sputare veleno.

Il professor Lumacorno era subito corso accanto al ragazzo privo di sensi e lo aveva risvegliato. Mentre lo aiutava a tirarsi in piedi, la McGrannit, adirata come non mai, assalì letteralmente Amelia con una serie di rimproveri e critiche strillando che il suo comportamento era inaccettabile.

Amelia, però, non ascoltava le parole della professoressa; continuava a fissare Black dritto negli occhi con un’espressione di sfida dipinta sul volto. Non era per nulla pentita del suo gesto. Black ricambiò lo sguardo con altrettanta superiorità.

Il tempo delle battaglie era finito; ora iniziava la guerra

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mutande e raffreddore ***


E guerra avrai…

E guerra avrai…!

 

Capitolo due: Mutande e raffreddore

Remus starnutì e si soffiò il naso provocando l’ilarità dell’intera classe di pozioni.

Lui, James e Peter avevano preso posto uno accanto all’altro per seguire la lezione del professor Lumacorno.

Tutti e tre si stavano chiedendo dove fosse finito Sirius. Era andato a colazione prima di loro e poi non si era fatto più vedere. James fece scorrere lo sguardo per tutta l’aula e fece notare a Remus che non era presente nemmeno Amelia Jones.

Remus inarcò le sopracciglia; seriamente James credeva che Amelia e Sirius avessero bigiato insieme? Amelia non avrebbe mai saltato una lezione, men che meno avrebbe passato del tempo con Sirius volontariamente; quindi i casi erano due: o Felpato la teneva sotto maledizione Imperio oppure entrambi avevano avuto dei problemi.

Lumacorno scrisse gli ingredienti per la pozione sulla lavagna e poi diede loro il permesso d’incominciare.

Peter prese a tagliuzzare minuziosamente le zampe di rana, mentre gli altri due discutevano sulla possibile giustificazione dell’assenza del loro amico.

James continuava a sostenere che Sirius e Amelia si fossero appartati, Remus invece aveva scelto la via della ragione e  ripeteva che era impossibile che Amelia si fosse arresa a Felpato.

Per la serie tra i due litiganti il terzo gode, Peter udì per caso il discorso di due ragazze che erano sedute dietro di lui.

“Ma cosa è successo stamattina in Sala Grande?”stava chiedendo una.

“Non lo sai! Amelia Jones ha schiantato Sirius Black!” rispose l’altra.

Gli occhi di Peter s’illuminarono di soddisfazione: finalmente aveva risolto l’enigma.

Scrollò il braccio di James che  lo ignorò troppo preso dalla discussione con Remus.

“Ti dico che sta con la Jones! Nessuno ragazza ha mai rifiutato Sirius!” disse James con fermezza.

“Dopo che l’ha lasciata su un albero per un intero pomeriggio, credi che l’abbia già perdonato?!” replicò Remus mettendo un paio di ali di pipistrello nel calderone.

“Ragazzi…” cercò d’intromettersi Peter.

Sirius è molto persuasivo!” spiegò James.

“Ragazzi…”

“Ma Amelia non è facile da persuadere!” disse Remus.

“Ragazzi…”

“Cosa c’è Codaliscia?!” esclamarono all’unisono.

La Jones stamattina ha schiantato Sirius a colazione” finalmente era riuscito a parlare.

Ora sicuramente si sarebbero congratulati per aver scoperto la verità.

Le cose andarono un po’ diversamente da come le aveva previste Peter.

“Oppure Amelia si è vendicata!” saltò su James.

“E Sirius è finito in infermeria e Amelia dal preside!” continuò Remus battendo le mani come dire Eureka.

Peter riprese a mescolare l’infuso sconsolato. Non lo avrebbero mai preso sul serio.

 

Sirius era steso su un letto dell’infermeria. Aveva un braccio fasciato, una gamba ingessata e un grosso cerotto sulla nuca.

L’incantesimo di Amelia gli aveva, infatti, procurato una slogatura al polso, una gamba rotta e un taglio dietro il collo.

Madama Chips gli aveva sistemato tutto, ma per precauzione gli aveva fasciato le ferite e aveva deciso di tenerlo lì due o tre giorni per controllarlo.

La professoressa McGrannit gli aveva fatto visita una mezz’ora prima e con lei era venuta anche Amelia. Aveva dubitato subito che lei fosse lì di sua spontanea volontà e di fatti aveva scoperto di avere ragione.

La McGrannit l’aveva obbligata a chiedergli scusa, dopodiché se n’erano andate tutte e due.

Guardò l’ora: era l’una e mezza e nessuno dei suoi amici era ancora andato a trovarlo.

Come per esaudire il suo desiderio: eccoli comparire all’entrata.

“Ehi Felpato come stai?” domandò James.

“Non ti mentirei dicendoti che stavo meglio prima” rispose Sirius tirandosi un po’ su.

“Ma…” cominciò incerto Peter “E’ vero che la Jones ti ha schiantato?”

“Non infierire, ti prego”

“L’avevo detto io che quella è un osso duro” commentò Remus ridacchiando sotto i baffi.

“Aspetta che riprendo le forze e vedi come la concio!”

“Comincia a guarire, poi penserai alla vendetta” suggerì James “ Ora andiamo, torneremo stasera…stammi bene”

Li vide sparire dietro la porta. Incrociò le braccia annoiato. Avrebbe preferito andare a lezione piuttosto che stare confinato per tre giorni in un letto. Un gran vociare gli giunse alle orecchie. Incuriosito saltellò su un piede e raggiunse la finestra che dava sul paro del castello.

Amelia, Lily e quell’altra francese di cui non ricordava il nome, erano in riva al lago e si divertivano schizzandosi con l’acqua.

Vederla sorridere in quel modo lo mandò in bestia. Non solo lo aveva schiantato causandogli un male assurdo,ma aveva anche scampato la sospensione solo perché era una delle alunne migliori della scuola. E lui era costretto a rimanere in infermeria e sentire gli stupidi schiamazzi di quella ragazzina, che nonostante avesse fatto il danno, l’aveva passata liscia e in quel momento scherzava sul lago con le sue amiche.

Irato colpì il vaso che stava sul tavolino lì a fianco e lo gettò sul pavimento mandandolo in frantumi.

Madama Chips corse subito indignata e lo rimproverò. Sirius la mandò senza tanti preamboli a quel paese, tornò nel letto e chiuse le tendine.

 

Ricomparì in sala comune ben quattro giorni dopo. Aveva ripreso la sua camminata spavalda e il braccio era tornato a posto; solo il cerotto era rimasto perché la ferita si doveva ancora rimarginare del tutto.

Appena ebbe messo piedi nel Dormitorio un gran numero di ragazze gli fu addosso.

Lo tempestarono di domande sulla sua salute. Tutti lo accolsero calorosamente; perfino Lily Evans si avvicinò per accertarsi che stesse bene.

Sirius si accorse che quando incrociò lo sguardo con James divenne tutta rossa e sorrise timidamente. Stentò a credere che quella ragazza fosse la stessa che aveva rifiutato Ramoso per tutto quel tempo.

Si sedette sul divano davanti al fuoco e con lui presero posto due ragazze che non esitarono a far scivolare le braccia intorno al suo torace come dei tentacoli.

L’unica che non aveva preso parte ai festeggiamenti per il ritorno del Malandrino era Amelia, seduta davanti al solito tavolo. Stava finendo il tema per Storia della Magia.

Mordicchiò la punta della piuma indecisa su che come concluderlo. Era visibilmente spazientita da quel chiasso che stavano facendo. Per quale motivo, poi? Per Black!

Si voltò verso Sirius che stava baciando una delle due ragazze. Si staccò e giratosi verso l’altra, baciò pure quella.

Amelia distolse lo sguardo disgustata. Il solo aggettivo che poteva caratterizzare quel ragazzo alla perfezione era viziato; abituato ad ottenere tutto e subito, a voler tutto ciò che non che non poteva avere.  Era la persona meno umile che avesse mai conosciuto in vita sua.

Appoggiò la punta della piuma sulla pergamena e riprese il suo lavoro. La risate delle due oche che stava con Sirius le perforò i timpani. Irritata pigiò un po’ troppo la piuma e la sua punta si spezzò. Dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non pietrificare quelle stupide.

Nessuno nella sala badava a lei; nessuno tranne Sirius. Quando aveva baciato la seconda ragazza, aveva gettato un occhio nella sua direzione e aveva notato che Amelia era piuttosto innervosita e forse anche infastidita dal suo comportamento, addirittura poteva giurare di aver visto nella sua espressione una vena di…invidia .

Sorrise soddisfatto, qualcosa gli diceva che anche Amelia Jones sarebbe caduta nella sua tela.

Si scollò quelle due ragazze, della quali già non sapeva più il nome, e la raggiunse.

Amy era talmente concentrata sul suo tema che non prestò attenzione alle gambe della sedia di fronte che si spostavano strisciando rumorosamente contro il parquet.

Si decise ad alzare la testa solo quando Sirius repentino le tolse da sotto il naso la pergamena.

“Allora sei in cerca di guai!” disse lei.

“Ebbene sì! Ma stavolta non ho intenzione di essere la vittima” affermò Sirius.

Amelia appoggiò il mento sul pugno della sua mano aspettando la mossa del ragazzo.

“E se bruciassi il tuo adorato tema?”

Amy allargò gli occhi intimorita…no tutto tranne quello! Aveva impiegato una vita per farlo.

“Uh…uh…ho forse centrato il bersaglio?” ironizzò Sirius.

Amelia intuì che non serviva a niente mostrarsi debole davanti a lui; se l’avesse buttato nel fuoco, ne avrebbe fatto un altro ancora più bello.

“Se proprio devi…” rispose lei.

Sirius sorrise beffardamente; sapeva benissimo che Amelia fingeva solo di essere spavalda, ma in realtà tremava al pensiero di dover riscrivere due rotoli di pergamena.

Mmm…no…bruciare il tuo tema ti farebbe solo prendere un brutto voto, lo recupereresti subito, quello che voglio io è un’umiliazione pubblica, voglio che ogni persona di questa scuola ti veda scioglierti dalla vergogna e dalla frustrazione, mentre il grande Sirius Black avrà vinto ancora una volta!”

“ Sei l’essere più vanesio e sorprendentemente idiota del mondo intero, magico e non!” sibilò Amelia agguantando il suo tema e salendo le scale verso la sua stanza.

Sarà pure come dici tu, sta di fatto che sono il migliore! Pensò Sirius abbassando appena la testa per guardare la gonna di Amy che svolazzava mentre lei saliva i gradini.

Ritornò dai suoi amici: Peter e Remus stava facendo una partita a scacchi magici e James giocava con il boccino d’oro tirandolo in aria e riacchiappandolo.

“Gliene hai dette quattro?” chiese curioso Peter.

“No…è ancora presto, ma quando le restituirò il favore, lo farò in grande!” rispose con una strana malignità negli occhi.

“Io…etciù…credo che sia il caso…etciù…di finirla con…etciù…questi scherzi da bambini…etciù” suggerì Remus intervallando ad ogni parola uno starnuto.

“Santo Cielo Remus, va’ in infermeria prima di infettare a tutta la sala comunetciù!”disse James portandosi una mano alla bocca per lo stupore… “Me lo hai attaccato!!Brutto infame!”

“Non ho…etciù…fatto apposta!”

“Lo spero bene…ETCIU’  l’ultimo starnuto di James fu particolarmente forte.

Sirius prese le distanze dai due amici. L’ultima cosa che gli serviva era un raffreddore.

 

Sirius si strofinò assonnato le palpebre per l’ennesima volta. Remus e James avevano trascorso tutta notte a starnutire e a soffiarsi il naso e lui non era riuscito a prendere sonno.

Erano passati due giorno dal suo ritorno in dormitorio e l’epidemia di raffreddore si era diffusa per tutta scuola; erano pochi quelli rimasti sani.

Sia Sirius che Amelia erano restati buoni e calmi per quel paio di giorni. Amelia, infatti, pareva aver deciso di comportarsi da adulta; Sirius invece stava macchinando qualcosa di veramente imbarazzante.

Finì il porridge e si diresse verso l’aula di difesa contro le arti oscure. Incontrò Peter che andava nella sua stessa direzione. Lo salutò con un cenno della mano.

Questi ricambiò il saluto e si soffiò il naso.

“No Peter! Anche tu…no!” l pregò Sirius.

“E’ colpa di James…etciù…stamattina ha starnutito nel mio latte!” 

Sirius si allontanò disgustato. A costo di nascondersi per un mese nel ripostiglio delle scope, avrebbe evitato tutti per non ammalarsi.

La professoressa Morgana Zacharias era appoggiata alla cattedra. Aveva i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e indossava un abito viola di velluto.

Iniziò a spiegare L’Incanto Patronus. Seduto davanti ai quattro malandrini, c’era il loro zimbello per definizione: Severus Piton.

James diede una gomitata a Sirius indicando Severus.

Mocciosus...gli sillabò a bassa voce e un ghigno perfido si dipinse sulla bocca di Felpato.

James estrasse la bacchetta dalla tasca e mormorò “Wingardiumetciù Leviosa  

Piton invece di levitare, venne sbalzato in avanti finendo addosso alla professoressa.

James non si preoccupò minimamente del danno che aveva fatto e si unì alle risate con tutta la classe.

La professoressa si tirò in piedi insieme a Piton. Aveva i capelli scompigliati e il mantello era sgualcito. Il suo volto, solitamente sorridente, mandava tuoni, fulmini e saette.

“Chi è stato?”

La mano di James scattò in aria. Il ragazzo senza esitare ammise di essere il colpevole.

L’aula esplose in una serie di applausi. James era compiaciuto: nessuna punizione avrebbe potuto cancellare la sua fama.

Sirius si aggrappò al banco per rialzarsi; a furia di ridere era scivolato a terra.

Amelia, nel posto dietro al suo, lo squadrò da capo a piedi… “Patetico” disse.

Stronza” gli rispose.  

Amy strinse gli occhi, poi si girò verso Lily furente; le serviva l’appoggio della sua amica.

Ma la rossa era troppo presa dal contemplare James Potter per prestarle attenzione.

Amy fece un paio di calcoli. Allora i casi erano due: o il mondo andava al contrario o tutti avevano preso una bella botta in testa.

Perfino Turchese era diventata un’accanita fan del quartetto Potter-Black-Lupin-Minus; soprattutto di Remus. Non faceva altro che parlare di quanto fosse intelligente, gentile e simpatico.

“Potter” l’esclamazione della professoressa la distolse dai suoi pensieri “Sai che questo ti costerà una punizione?”

“E’ il prezzo della gloria, professoressa”

Amelia si schiaffò una mano in fronte. Esisteva persona più presuntuosa di James Potter?

Sì…si disse…Sirius Black!

 

Quella sera stessa Amelia, Turchese e Lily andarono in Sala Grande per cenare.

Una brutta sorpresa attendeva la povera Amy.

Tre pezzi di spago erano stati appesi alle pareti della Sala e una serie di mutande, reggiseno e canottiere era stata fissata con delle mollette da bucato.

Lily shockata si voltò verso Amelia: non c’era più. Era già uscita e stava marciando con i pugni stretti lungo i fianchi, diretta verso gli spogliatoi del Quidditch.

Cinque minuti dopo un urlo si sparse per il parco.

Gli ultimi rimasti alle docce erano Sirius e James. Entrambi per poco non finirono al San Mungo dallo spavento.

“SIRIUS BLACK!!!!!!” gridò Amelia spalancando violentemente la porta.

Si bloccò notando che Sirius era nudo ad eccezion fatta per l’asciugamano che aveva legato in vita. James  guardò prima il volto della ragazza che, se inizialmente era rosso dalla rabbia, ora era bordeaux dalla vergogna; poi quello dell’amico che aveva assunto un’espressione maliziosa.

Intuì di essere di troppo, inventò una scusa e se la filò lasciandoli soli.

Amelia si ricompose un attimo; non poteva farsi vedere in imbarazzo da Sirius Black.

“Quale mente perversa potrebbe appendere la mia biancheria in Sala Grande?”

“Quella che è stata schiantata da un certa persona che conosciamo tutti e due!”

“Ma come ti sei permesso?Sono cose private! Hai violato la mia privacy…frugare nel mio baule! Solo un cafone come te poteva farlo e…e…ti vuoi rivestire di grazia?!”

Alla fine non ce l’aveva fatto; averlo lì davanti coperto solo da un pezzo di stoffa la metteva in difficoltà.

“Sarei lieto di farlo dato che sto crepando di freddo, ma tu come al solito sei in mezzo alle scatole!” replicò il ragazzo.

“Ok, io esco, tu ti cambi, poi ti rifaccio i connotati!”

Si diresse alla porta e con l’intento di allontanarsi poggiò la mano sulla maniglia della porta; ma qualcosa  andò storto: non accennava a girarsi.

Ergo non poteva aprire la porta, ergo non poteva uscire, ergo doveva stare con Black.

Panico.

Cercò di forzarla ma non servì a niente.

“Beh…ti sei imbambolata?!” le domandò Sirius.

 “Non si apre”

“Come non si apre?”

“NON SI APRE!”

“Allora usa la bacchetta…per essere una che prende il massimo dei voti, non sei troppo sveglia”

Amelia si dondolò un po’ sui piedi  come una bambina che ha appena combinato un disastro.

“Non ce l’ho” mormorò.

Sirius allargò gli occhi “Che razza di strega sei?”

“Sai com’è! Non aveva previsto di dover venire fino qua! Invece di fare tanto il saputello, aprila tu!”

“Non porto la bacchetta quando gioco a Quidditch”

“Ed ora come fai a vestirti?” chiese Amelia temendo di saper già la risposta.

“Per me puoi anche restare. Detto tra noi: non sei certo la prima a vedermi nudo”

Amelia si scandalizzò ancor di più. Decise di girarsi dall’altra parte. Se lui era un pervertito, non voleva dire che doveva esserlo per forza anche lei!

“Puoi girarti ora, santarellina!” la schernì lui.

“ E adesso?” insistette Amelia.

“E adesso cosa?”

“Che facciamo?”

“Dato che non ho chiuso occhio tutta notte, io mi stendo sulla panca e provo a riposare un po’. Tu fa’ quel che vuoi”

“ E stiamo qui….?

“James sa dove siamo…ci verrà a prendere”

“Perfetto…allora posso stare tranquilla se sono nelle mani di quell’imbecille del tuo amico” ironizzò.

Due ore dopo Sirius era ancora sulla panca, mentre Amy non la smetteva di camminare avanti e indietro per la stanza. Sembrava stesse aspettando davanti ad una sala parto.

Credeva d’impazzire; sola chiusa con Sirius Black per chissà quanto tempo. Ma possibile che ogni volta la sfortuna andasse a beccare lei? Ci sarebbero state centinaia di ragazze che avrebbero dato via la loro nonna pur di passare una notte rinchiuse negli spogliatoi del Quidditch insieme a Sirius e invece il destino chi aveva scelto? Lei! L’unica sulla faccia della terra a non importarle del ragazzo.

Aumentò il passo pestando i piedi.

“Ti dispiace piantarla! Mi gira la testa a furia di guardarti andare avanti e indietro!” le fece presente Sirius.

“Allora tappati gli occhi!” fu la risposta secca di Amy “Ma dov’è finito Potter!!!”

“Datti una calmata…arriverà”

“Uffa!!!!” si lamentò lei sedendosi sulla panca accanto a lui “ Non posso nemmeno vedere Luke!” 

Le orecchie di Sirius si rizzarono come quelle dei segugi “LukeLukePhennon? Il fratello di May Phennon?”

“Si esatto…perché?”

“Ti vedi con quel tipo?”

“Quel tipo ha un nome! E poi no…cioè…stasera avrebbe dovuto invitarmi ad uscire per la prossima gita a Hogsmade

Sirius sbuffò tra il divertito e l’infastidito.

“Problemi?” chiese Amelia.

“Beh…niente da dire sull’aspetto fisico; ma ha il cervello grande come un’arachide. Dalla più intelligente della scuola mi aspettavo qualcosa di più”

“ E che cosa ti fa pensare ti avere un QI più alto?”

“Mi stai paragonando a quel bell’imbusto?” esclamò Felpato saltando a sedere come se fosse stato punto da una vespa.

“No, paragonare vorrebbe dire metterti sul suo stesso piano e lui è di gran lunga migliore di te!” specificò Amelia.

Per Sirius questa era l’offesa più grande che gli si potesse fare. Luke Phennon era uno scimmione che non sapeva ancora distinguere la destra e la sinistra.

“Senti un po’ ragazzina! Non hai il diritto di giudicare: fino a poco tempo fa, tutti ti ritenevano una sfigata!”

La mano di Amelia partì fulminea verso la guancia di Sirius. Il ragazzo le bloccò il polso.

“Non ti conviene” la minacciò.

Lei tolse il braccio dalla presa del ragazzo e disperato mugugnò “Voglio uscire da qui!”

“Se fossi stata Regulus, saresti già morta!”

“Chi è Regulus?”

“Mio fratello…soffre di claustrofobia”

“O mio Dio…ce ne sono altri come te?”

“ E ti sorprenderebbe sapere che sono perfino peggio di me!”

“Stento a crederlo”

“Se al mio posto ci fosse stata mia madre, ti avrebbe già strangolata con le sue mani”

“ E perché mai?”

“Beh…tu…sei Mezzosangue

‘Sta volta non riuscì a fermare la mano di Amelia. Le cinque dita risaltavano sul bianco della pelle di Black.

In quel momento la porta si aprì e James Potter comparì sulla soglia. Amelia non persa tempo, si alzò e scappò fuori scostando malamente Ramoso.

Sirius era restato immobile. Ci mise dieci secondi a realizzare cosa aveva fatto. Non voleva dire Mezzosangue, bensì babbana. Gli era uscito dalla bocca di getto, neanche ci aveva pensato.

Si precipitò fuori pure lui e la chiamò a gran voce. La ragazza era, però, già lontana e non poteva o non voleva sentirlo.

Capì di averla combinata grossa: negli occhi di Amelia aveva letto avvilimento. L’aveva mortificata definendola una Mezzosangue ed era proprio l’ultima cosa che avrebbe voluto fare. Per quanto fosse odiosa, isterica e fastidiosa, nemmeno lei si meritava quell’insulto.

Se possibile l’astio che Sirius provava verso la sua famiglia aumentò ancor più.

Nel suo dormitorio Amelia stava tirando tutti gli accidenti che conosceva contro Black. 

Lily d’altro canto non la stava ascoltando: era stesa sul letto con occhi sognanti.

Amy cominciò seriamente a preoccuparsi; che si stesse davvero innamorando di James Potter?

Dall’altra parte della torre dei Grifondoro, nel dormitorio maschile…

“Anche tu Felpato…chiamarla Mezzosangue!” stava dicendo James.

“Mi è scappato; c’è da dire, però, che quella ragazza riesce a tirare fuori il peggio di me!”tentò di difendersi Sirius.

“Con tutte le volte che l’hai offesa… non credo che questa faccia la differenza” constatò Remus saggiamente.

“Ma vi rendete conto che solo un muro ci separa dalle ragazze!” disse James cambiando discorso. Tastò la parete come se fosse l’entrata di una stanza del tesoro “Quanto darei per poter sentire quello che dice la mia Lily”

“Usa il condotto di aerazione” disse con semplicità Peter.

James lo guardò enigmatico.

“Vedi quella grata. Dietro ci sono dei piccoli tunnel che collegano tutte le stanze per far circolare meglio l’aria” spiegò Peter.

“Peter…io…io…ti adoro!!!!!!” strillò James ringraziandolo in tutte le lingue del mondo.

Peter era al settimo cielo: finalmente aveva fatto qualcosa per il suo idolo, finalmente si era reso utile.

Sirius levò magicamente la grata ed entrò nel canale quadrato seguito da James.  Le ragazze non avrebbero avuto più segreti. Un sogno che si avverava.

Tirandosi spintoni a vicenda, arrivarono sulla camera delle ragazze. Si fermarono coperti dalla grata; quella sarebbe stata un’ottima postazione per origliare.

Lily e Amelia erano le uniche due ragazze presenti e non si erano accorte di niente.

“Lily” cominciò Amy “A te è mai pesato il fatto di essere babbana?”

Lo stomaco di Sirius si ribaltò. Era tutta colpa sua se Amy non si sentiva più a suo agio tra i maghi.

“Affatto…perché?”

“Oggi Black mi ha chiamata Mezzosangue”

“COSA????”

“Non che m’interessi la sua opinione, ma se anche gli altri la pensassero come lui?”

“Allora vuol dire che sono degli stupidi e non sono nemmeno degni di rivolgerti la parola”

“Sei un disastro, Sirius!” gli sussurrò James all’orecchio dopo aver sentito le parole di Amy.

Sirius abbassò il capo rendendosi conto di aver sbagliato.

Etciù!!!!” starnutì Lily contagiando subito anche Amelia.

“Che palle questa epidemia di raffreddore” disse questi.

“Non dirmelo” concordò Lily.

James cominciò a tirare su con il naso. Sirius lo fissò preoccupato. Era diventato tutto rosso, aveva gli occhi lucidi e sembrava si stesse trattenendo dal fare qualcosa.

Intuendo subito cosa stava accadendo, gli tappò il naso.  Qualche secondo e James fece cenno di star bene. Sirius mollò la presa. Grossissimo errore. James piantò uno starnuto da Guinnes dei primati. Sirius abbassò le palpebre terrorizzato. Erano fritti.

Gli occhi di Amelia saettarono sulla grata. Considerando il fatto che, sebbene fossero a Hogwarts, i pezzi di ferro di norma non starnutivano, sospettò che qualcuno stesse facendo il furbo nascondendosi nel condotto di aerazione.

Puntò la bacchetta contro quello. James e Sirius caddero nel dormitorio poiché si erano sbilanciati nell’istante in cui  la grata era saltata via.

“TU!!!!!!!” gridò Lily arrabbiatissima “Pensavo fossi cambiato, invece sei sempre il solito!”

Dalla sua bacchetta uscirono scintille di vari colori che andarono a colpire il sedere del ragazzo dandogli piccole scosse elettriche.

James usò le mani per proteggersi e corse verso la Sala Comune.

Sirius era ancora lì a fissare Amelia. Avrebbe voluto scusarsi ed dirle che non era stata sua intenzione insultarla in quel modo, ma Lily lo prese per le spalle e lo scaraventò sulle scale.

Sirius rotolò per qualche gradino e atterrò con un tonfo sordo sul parquet delle Sala Comune.

Rimase stupito: tutti i suoi compagni Grifondoro si stavano soffiando il naso freneticamente.

Si ritenne molto fortunato a essere ancora sano.

“Beh” disse camminando verso i suoi amici “Pare proprio che io sia immune al raffred… e…etciù!”

O no! L’ho preso anch’io….

“Benvenuto nel club, amico” gli disse James dandogli una pacca sulla spalla.

“Fazzoletto?” Remus gliene porse gentilmente una scatola.

Sirius glielo tolse in malo modo dalle mano e, gettando un’ultima occhiataccia verso i tre che lo stavano prendendo in giro, soffiò forte il naso nel pezzo di carta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I filtri d'Amore di Penny White ***


...E guerra avrai!

Capitolo tre: I filtri d’Amore di Penny White

 

Amelia Jones non era imbarazzata.

Amelia Jones non era irritata.

Amelia Jones non era arrabbiata.

Amelia Jones era FURIBONDA!

Quell’idiota, quel minorato mentale, quel verme, quel deficiente…oserei dire quel pirla aveva origliato tutta la conversazione con Lily.

Quel rifiuto della natura aveva scoperto che lei si sentiva in difetto rispetto alle altre streghe e maghi perché non era Purosangue e di sicuro l’avrebbe presa in giro fino alla morte.

Ormai aveva deciso: l’avrebbe fatto a pezzi, massacrato, torturato e poi avrebbe gettato i resti nel lago in pasto alla piovra. Sarebbe stata una vendetta perfetta.

Lily, però le aveva giustamente fatto notare che, per quanto quel gesto fosse più che giustificato, si trattava pur sempre di omicidio.

Amy aveva riflettuto a lungo ed era arrivata alla conclusione  che quel reato, essendo illegale, fosse addirittura perseguibile dalla legge; ciò significava un biglietto di sola andata per Azkaban.  Doveva trovare un altro sistema per fargliela pagare! Peccato che non fosse proprio così semplice, anche perché Sirius Black era il re degli scherzi e non si faceva prendere per il naso facilmente.

Con la testa appoggiata sul banco Amelia osservò la classe in cerca d’idee. Turchese e Lupin parlavano animatamente. Sirius si destreggiava come al solito tra tre ragazze, Peter se ne stava tutto rannicchiato sulla sua sedia dondolandosi come un bambino.

James stava cercando in tutti i modi di riallacciare i rapporti con Lily.

“Suvvia Lily…!” diceva.

“Per te sono Evans!” rispondeva lei indifferente.

Amy ridacchiò abbastanza soddisfatta. Almeno anche Lily era dalla sua parte ora.

Turchese era ormai andata, non era più possibile salvarla; follemente innamorata di Remus.

La professoressa Zacharias entrò in classe e senza nemmeno salutare, agitò la bacchetta e tutti i banchi schizzarono ai lati della stanza. Gli studenti rimasero fermi sulle proprie sedie a guardare dove prima c’erano i tavoli.

Disse di esercitarsi con l’Incanto Patronus, mentre lei finiva di correggere i compiti del quinto anno. Amelia si mise al centro della stanza, come tanti altri studenti, e agitando la bacchetta creò il suo Patronus; era insolito e particolare; era una medusa. Una piccola coi tentacoli lunghissimi. Accanto a lei Sirius Black proprio non riusciva a far comparire nulla. All’ultimo tentativo un fascio di luce argentea scaturì dalla sua bacchetta senza però produrre nessuna forma distinta. Amy rideva sotto i baffi: Black era proprio negato.

Sirius non poteva sopportare l’idea che lei lo beffeggiasse così apertamente.

“Sai Jones, non credo di aver mai visto un Patronus brutto come il tuo!” esclamò.

“Almeno il mio non è amorfo!” ribatté lei facendo fluttuare la sua medusina fino alle braccia di Black. Con un ultimo colpo di bacchetta la medusa raggiunse il braccio destro del ragazzo e gli diede una leggera scossa.

Sirius ritrasse subito il braccio e con l’altro tirò all’animale una manata. Il Patronus di Amelia si dissolse lasciando come sola traccia una nebbiolina offuscata.

Guardò truce Black. Sgorbio!

“Non quanto te!” rispose lui.

Amelia allargò gli occhi per lo stupore. Lui le aveva forse letto nella mente?

“Sì, Jones, riesco a leggere nella tua mente quando i tuoi pensieri sono concentrati su di me. Il che accade molto spesso…nevvero?”

Amelia dovette ficcare le unghie nella sua stessa carne per non ammazzarlo.

Non poteva, non doveva essere un Legimens. Era uno scherzo…Sirius Black non era capace di leggere nella sua mente. Sirius Black non era in grado di fare una cosa del genere…non a diciassette anni!

Si allontanò il più possibile dal ragazzo. Anche se avesse saputo davvero leggere nel pensiero, non avrebbe potuto da una tale distanza. Si calmò un secondo. A rifletterci bene, Sirius poteva solo sapere cosa Amy pensasse di lui e di certo non aveva una grande stima del ragazzo. Sirius sarebbe finito con il scoprire quello che già conosceva: che lo odiava.

O no?

 

Chiuse l’ennesimo libro che aveva consultato quel pomeriggio. Aveva trascorso tre ore china sulle pagine ingiallite di parecchi volumi per cercare un’idea fulminante per farla pagare a Black.

Non aveva trovato niente. Lily era passata una ventina di minuti prima per dirle di lasciare perdere e di godersi le ultime giornate di sole. Amelia aveva rifiutato: era una questione di principio. Ci doveva pur essere qualcosa!

Si girò verso lo scaffale accanto a lei; non aveva ancora controllato la parte in alto.

Prese la scala a pioli e la fece scorrere fino al centro della libreria e salì. Il suo dito passò da una copertina all’altra, titoli come “Mille pozioni per il giardinaggio” oppure “I metodi migliori per coltivare una mandragola” o ancora “ Come sbarazzarsi degli gnomi”.

Picchiò la testa piano sulla mensola: era finita nel reparto del giardinaggio!

Forse avrebbe potuto trovare qualche pianta capace di strangolare Black; il Tranello del Diavolo avrebbe fatto al caso suo. Afferrò un libro e lo tiro verso di sé. Fece per scendere ma qualcosa attirò la sua attenzione: un piccolo tomo dalla copertina rossa era nascosto dietro tutti gli altri. Allungò il braccio e lo prese; sul davanti in caratteri dorati c’era scritto “I filtri d’amore di Penny White” .

Ecco qua l’idea folgorante! Era perfetto; sarebbe stato spassosissimo vedere l’irraggiungibile Sirius Black sbavare per una ragazza.

Saltò giù con il libro in mano e corse fuori dalla biblioteca travolgendo Madama Pince che stava andando nella sua stessa direzione con un’enorme pila di manuali di pozioni tra le braccia.

Madama Pince volò per terra con tutti i libri e imprecò contro Amelia che quasi non se n’era accorta e correva a perdi fiato.

Scese la scala e svoltò a destra e ancora giù per i gradini. Si trovò in uno dei corridoi adiacenti alla Sala d’Ingresso. E lì sentì delle voci.

Precisamente una risata di una ragazza. Una risata molto stridula che poteva appartenere solo all’oca per antonomasia di Hogwarts: Alice  Smith. Una ragazza dell’ultimo anno, di Corvonero. Molto bella, con i capelli mossi e chiari e gli occhi color del miele. Un bel fisico, giocava nella squadra di Quidditch della sua Casa.

Osservandola da dietro una colonna, la vide chiacchierare animatamente con qualcuno. Ma chi, per quanto stupido fosse, avrebbe potuto tenere una conversazione con una tipa che  non sapeva nemmeno distinguere la destra dalla sinistra?

Si sporse un po’ più il là da dietro la colonna e non fu sorpresa di scoprire che quel qualcuno era niente meno che Sirius Black! L’oca e l’asino!

Sirius drizzò la testa come se una scarica elettrica gli avesse attraversato il corpo. Amelia si nascose per quanto le fosse possibile dietro la colonna; che le avesse letto  nella mente?

No, non era possibile. Era troppo lontana e in più lui era non sapeva neppure che lei fosse lì.

“Tutto bene?” chiese Alice.

“Si…” rispose il ragazzo “Ho solo preso una botta sulla schiena e mi fa un male assurdo…allora sabato andiamo ad Hogsmade insieme?”

Amelia si sciolse dal sollievo…non le aveva letto nel pensiero.

“Non vedo l’ora!” e dopo avergli stampato un bacio veloce sulle labbra, sparì oltre il portone.

Sirius Black e Alice Smith insieme ad Hogsmade? Si trattenne dal ridere. Povero Black…neanche lui si meritava di stare con una simile piaga!

Se però Sirius si fosse innamorata di un’altra, l’appuntamento sarebbe saltato. Sì, doveva farlo per il bene di Black! Ora sì che la cosa si faceva divertente.

Aspettò che anche Sirius se ne andasse , poi uscì dal suo nascondiglio e raggiunse Lily seduta sola al solito posto sotto la quercia.

“Una pozione d’amore!” esclamò prendendo posto affianco all’amica.

“Eh?” mormorò Lily.

“Gli faccio bere una pozione d’amore! Sarà la cosa più buffa che si è mai vista in questa scuola”

“Ma sei matta?” salto su Lily chiudendo con uno scatto il libro che stava leggendo “Lo sai che se ti scoprono, rischi di essere espulsa? E poi sei così fiera di abbassarti al suo livello?”

“Sinceramente sì!” affermò stendendosi sul prato “Come faranno a trovare il colpevole?”

In quel momento una voce che assomigliava tanto a quella di James Potter gridò qualcosa del tipo “Gavettone in arrivo”.

Un attimo dopo si ritrovarono bagnate dalla testa ai piedi. I quattro Malandrini si rotolavano sull’erba dalle risate. Aveva fatto roteare una palla d’acqua dal lago e poi l’avevano lasciata cadere su di loro.

Amelia li guardò in cagnesco “Sono fierissima di abbassarmi al loro livello!”

A qualche metro di distanza Sirius stava raccontando ai suoi amici la sua nuova trovata.

“Sapete che cosa ho fatto credere alla Jones stamattina?” domandò sapendo benissimo che gli altri tre erano impazienti di conoscere la risposta.

“Di essere un Legimens “

“Nooo, dai! E come?” chiese Peter curiosissimo.

“Beh, ho fatto dissolvere il suo Patronus e lei mi ha guardato malissimo. Allora ho pensato che mi stesse insultando silenziosamente…così le ho detto…” e raccontò loro il fatto.

I tre lo fissavano a bocca aperta. “E quella ci è cascata!” concluse lui .

Mentre i quattro prendevano in giro Amelia per aver abboccato allo scherzo del ragazzo, da lontano Remus scorse la figura di Turchese sventolare la mano per farsi notare.

Si alzò, raccolse i suoi appunti e disse ai suoi amici che doveva ripassare Trasfigurazione insieme a Turchese.

“Va’ romanticone!  La tua principessa Turchese ti aspetta!” commentò James divertito.

“Su ragazzi non schernitela!” li pregò Remus.

 “Ma senti che parolone! Dove sono finiti quei ragazzi che non conoscevano nemmeno l’esistenza del congiuntivo?” disse James fingendo dispiacere.

“Quei bravi ragazzi si sono estinti, Jamie!” rispose Sirius mentre Remus raggiungeva Turchese.

Geloso Potter?”

Una voce viscida quanto colui  cui apparteneva, sibilò crudelmente quelle parole.

James e Sirius si voltarono per vedere Severus Piton appoggiato al tronco di un albero.

“Che vuoi dire, Mocciosus?” ringhiò James.

“Finalmente uno di voi ha trovato una ragazza, mentre voi tre… tu Potter sbavi per una Mezzosangue che non ti fila nemmeno e tu Black passi da una ragazza all’altra perché non hai abbastanza coraggio per una storia seria; per non parlare di te Minus, hai mai avuto una ragazza?”

“Perché tu sì?” replicò Peter.

Minus era leggermente alterato, James sfiorava con la punta delle dita la bacchetta pronto ad usarla e Sirius l’aveva già estratta e puntata contro il serpeverde.

Un incantesimo colpì in pieno Piton facendolo cadere; non era arrivato dalla bacchetta di Sirius né di James, bensì da quella di Lily.

“Evans…” sussurrò James incredulo.

“Così impari a chiamarmi Mezzosangue!”  urlò Lily contro Piton ignorando James.

Dopodiché prese Amelia per un braccio e la trascinò via di peso.

 

“Lily datti una mossa!”

“Un secondo ho solo due mani”

Lily Evans e Amelia Jones erano nascoste in uno dei cubicoli del bagno delle ragazze o più comunemente conosciuto come bagno di Mirtilla Malcontenta.

Nella tazza del water  era stato incastrato un piccolo paiolo di bronzo, dal quale usciva una colonna di fumo rosa confetto. Stavano preparando uno dei tanti Filtri d’Amore che Amy aveva trovato nel manuale scritto da Penny White.

Lily prese una manciata di petali di rosa e li gettò nel calderone. Fece la stessa cosa con dei peli di unicorno e dei semi di tulipano.  Si strofinò le mani per pulirle.

“Fatto, ora dobbiamo lasciarla qua per una mezz’ora...” disse Lily.

“No, manca ancora una cosa” la corresse Amelia “Un oggetto che appartenga alla persona di cui Black si deve innamorare”

“E giusto per curiosità…chi sarebbe?”

“La professoressa Morgana Zacharias”

La bocca di Lily si spalancò velocissima “Tu sei matta!”

“No, sono un genio!” rispose Amelia con un’intonazione un po’ sadica.

“E come avresti intenzione di prendere questo oggetto?!”

“Ah non lo so…questo è il tuo compito!”

Lily Evans pregò di aver capito male. Dall’espressione che era dipinta sul volto dell’amica capì che ormai anche lei era dentro fino al collo in quel piano diabolico.

L’ufficio della professoressa Zacharias era di sicuro il più strano di tutti. Era una donna molto particolare, che adorava stare in contatto con la natura. Aveva ricoperto il pavimento di terra e sulle pareti si arrampicavano delle piante verdissime; sembrava una delle serre di Erbologia.

Lily mosse qualche passo incerta in quella stanza; qualcosa le solleticò il piede. Guardò verso il basso e vide un vermicello che cercava di risalire la sua gamba. Trattenendosi dall’urlare, scosse il piede facendo cadere l’animaletto sul terriccio.

Amelia l’avrebbe sentita. Al suo ritorno le avrebbe fatto il pelo e contropelo. In che razza di situazione l’aveva cacciata!

Si affrettò a cercare un oggetto che andasse bene. Ma erano tutti troppo grossi o appariscenti da nascondere nel mantello.

Si grattò la testa confusa; possibile che non ci fosse niente che facesse al caso suo?

Poi la vide, appoggiata sul tavolino vicino alla finestra: una scatolina rossa e argento.

L’aprì e trovò una serie di fotografie. Scongiurando il Cielo che la professoressa non arrivasse proprio in quel momento, ne prese una che ritraeva la Zacharias più o meno alla loro età.

Dovrebbe essere abbastanza personale. Pensò Lily mentre sgattaiolava fuori dall’ufficio e percorreva veloce e silenziosa il corridoio. Quando fu sullo stesso piano del bagno delle ragazze, tirò un sospiro di sollievo. Non l’avevano beccata.

Entrò nel bagno di Mirtilla Malcontenta e gettò ad Amy la foto.

“Ottimo lavoro, Lily” si complimentò Amelia.

“E’ la prima e l’ultima volta che faccio una cosa del genere per te!”

 

Amelia notò con piacere che quella sera in Sala Grande non mancava nessuno. Nella tasca della sua divisa c’era una boccetta contenente un liquido rosa, pronta per essere usata.

Si sedette a pochi posti da Black, provocando il dissenso di Lily che voleva stare il più lontano possibile da James Potter.

Lily si chiese in che modo Amelia avesse intenzione di versare la pozione nel succo di zucca del ragazzo senza essere scoperta.

La risposta arrivò all’incirca a metà cena. Amelia puntò la bacchetta da sotto il tavolo verso Minus, pronunciando a bassa voce un incantesimo.

Improvvisamente dallo stomaco di Peter spuntò un altro braccio. Il ragazzo cacciò un grido.

I tre amici si girarono verso di lui stupiti, iniziando a ridere. Peter, tutt’altro che divertito, li supplicò di farlo sparire.

Sirius, allora, si alzò e, con la bacchetta in mano, raggiunse Peter. I Malandrini erano troppo occupati a sistemare Peter per accorgersi di Amelia che si alzava e con gesto fugace versava un liquido rosato nel calice di Sirius.

La pancia di Peter tornò normale e Sirius si rimise al suo posto.

Afferrò il calice e bevve una lunga sorsata. Amelia era euforica!

All’istante un’espressione sognante gli comparve in volto, mentre appoggiava il mento sul pugno della mano e osservava la professoressa Zacharias.

“Non trovate che Morgana sia particolarmente bella stasera?” chiese.

“Morgana chi?” domandò Remus.

“Zacharias” precisò Sirius.

“Beh…meglio della McGrannit di sicuro!” ridacchiò James.

“Ah! Non capite niente!” disse Sirius.

James, Peter e Remus classificarono quel commento di Sirius come una battuta uscita male; non avevano minimamente idea di quello che era realmente successo al loro amico.

Sirius passò tutta quella sera piegato su un foglio di pergamena a scrivere qualcosa. Gli altri tre lo osservano allibiti: che stesse facendo i compiti? Ma Sirius Black non faceva mai i compiti di sera!

Il mattino dopo, durante l’ora di Difesa Contro le Arti Oscure, Sirius si alzò dal proprio banco e andò dritto verso a cattedra della professoressa.

Si mise su un ginocchio e a testa bassa le porse la pergamena. Tutti erano a bocca spalancata.

“Che cos’è, signor Black?” chiese la Zacharias.

“Il tema sui Patronus”

La classe trattenne il fiato e poi ammutolì: Sirius Black che consegnava un compito in anticipo?

“L’hai già finito?”

“Per lei questo ed altro professoressa!”

James era il più stupito di tutti. Il suo amico era diventato un lecchino. Amelia, invece, soffocava le risate nel braccio mentre Lily la guardava severamente.

Andò avanti così per un paio di giorni. La salutava allegramente, le portava la borsa, stava delle ore a fissarla, elogiava le sue qualità, le faceva complimenti sui vestiti o sulle acconciature.

James si strappava i capelli dalla disperazione, che cosa gli era preso?

Ma l’apice di tutto ciò si raggiunse la notte di tre giorni dopo.

Amelia dormiva tranquilla nel suo letto a baldacchino; stava sognando che la professoressa McGranitt la puniva, poi la scena si trasformò:  c’erano Lily e la piovra gigante. I grossi tentacoli di questa afferravano Lily per la vita e lei urlava. E urlava, urlava e urlava ancora.

Lentamente quelle urla la svegliarono dal suo sogno; però le grida si sentivano ancora. Qualcuno stava strillando, ma non era la voce di Lily che sonnecchiava ancora serena, bensì quella di un ragazzo. Quella di …James Potter.

Amelia si tolse velocemente le coperte da dosso e, balzata giù dal letto e indossata la vestaglia, scese le scale fino arrivare in Sala Comune; dopodiché risalì un’altra rampa verso il dormitorio maschile. Spalancò la porta. In effetti era stato Potter ad urlare,ma non perché si trovasse in pericolo o cose simili; per colpa di Sirius.

James era in piedi sul letto che strillava come una ragazzina indicando il suo amico seduto per terra a ritagliare cuoricini da un cartoncino rosa. Di fronte a lui contro al muro era posato un enorme cartellone che ritraeva la professoressa Zacharias.; attorno alla sua immagine centinaia di cuori e fiori disegnati con incredibile precisione.  Pure Remus si era alzato a causa del fracasso che stava facendo James. Peter nemmeno si era preso la briga di tirare le tendine del letto e ora sbirciava la situazione attraverso un piccolo buco nella stoffa rossa.

“Sirius” cominciò Remus “Che cosa stai facendo?”

“E’ per Morgana” rispose quello con semplicità.

James guardò Remus cercando aiuto “Questo è matto!” dichiarò.

“No, si è proprio bevuto il cervello!” si corresse quando vide Felpato mandare dei baci con la mano alla figura della prof.

“Oh su! Non fate gli immaturi!” li rimproverò Sirius.

“Per la cronaca non siamo noi che disegniamo cuoricini come delle femminucce!!!!” disse Remus.

“TOGLI ALL’ISTANTE QUELLA ROBA ROSA DALLA MIA CAMERA!!!!!!!” urlò James che era allergico a qualunque cosa avesse a che fare con le smancerie.  

Solo allora si accorsero della presenza di Amelia ancora sulla soglia che li fissava spassandosela come non mai nel notare che la sua pozione funzionava meglio del previsto.

“E tu che ci fai qui?” esclamarono i quattro all’unisono.

“Ho sentito delle grida e pensavo fosse successo qualcosa di grave!”

“E’ successo qualcosa di grave…GUARDALO!!!!” disse James.

Amelia sorrise furbetta e, chiudendo la porta dietro di sé, se ne andò.

Amy la mattina dopo fu la prima a trovarsi in Sala Grande. L’unica altra persona presente oltre a lei era proprio Sirius Black.

Amelia alzò gli occhi dal piatto per guardare il ragazzo. Lui nemmeno si era accorto della sua presenza e osservava assorto il tavolo degli insegnanti ancora vuoto.

Solo una decina di minuti dopo gli studenti e i professori cominciarono a fare la loro comparsa. Lily si sedette accanto ad Amelia e i tre Malandrini vicino a Sirius. Quando finalmente tutti furono seduti, Sirius si diresse verso la tavola degli insegnanti e, inginocchiatosi davanti alla professoressa Zacharias, le confessò di essersi innamorato di lei.

La Sala Grande trattenne il respiro prima di scoppiare in una fragorosa risata. Sirius non se ne curò e con un colpo di bacchette fece srotolare un enorme cartellone attaccato sopra l’ingresso. L’immagine della professoressa comparì insieme ad una miriade di cuoricini.

Le risate, se possibile, aumentarono. James si mise le mani nei capelli e si fece piccolo, piccolo sulla panca cercando di nascondersi “Non ci credo…” sussurrò. Peter e Remus erano increduli.

Amelia si era unita alle risa dei suoi compagni e se la stava spassando nel vedere che la sua posizione aveva funzionato alla perfezione.

James, non potendo più reggere l’umiliazione, raggiunse l’amico ancora inginocchiato.

“Che ne dici, Sirius? Ci alziamo e magari cerchiamo di recuperare un po’ di dignità?!”

“No…io la amo….tutti lo devono sapere…IO AMO LA PROFESSORESSA ZACHARIAS!!!”

Al che anche Peter e Remus si unirono a James e portarono via Sirius con la forza.

I quattro sparirono dietro la porta e Lily si girò con occhi fiammeggianti verso Amelia.

“Hai esagerato” sentenziò.

“NO…questa è la cosa più geniale che abbia mai fatto!”

Nel dormitorio James e Remus erano seduti sul letto disperati, mentre Sirius era seduto per terra con le gambe incrociate.

“E’ impazzito! Non c’è altra soluzione….” Cominciò James.

“E se si fosse innamorato davvero della prof. ?”

“No, no …è impazzito…te lo dico io!”

“E se fosse…!”

“Se fosse…cosa?!”

“SE fosse stato stregato…?”

“Un filtro d’amore!” esclamò James battendo le mani.

Gli si avvicinò e gli allargò una palpebra con l’indice e il pollice: la sua pupilla era a forma di cuore. Confermò l’ipotesi di Remus… “Ora la domanda è…chi?

“RAGAZZI!!!” urlò Peter entrando in camera.

“Taci Codaliscia, stiamo cercando di capire chi ha stregato Sirius” lo zittì Remus.

“Appunto…io so…”

“Non riesco a concentrarmi se tu non chiudi quella bocca!” dichiarò James.

“Ma io ho sentito che…”

“ Ma allora lo fai apposta!”

“ AMELIA JONES HA STREGATO SIRIUS BLACK!”

Remus alzò di scatto la testa “ Ho capito! E’ stata Amelia…”

“…Si per fargliela pagare di aver appeso la sua biancheria in Sala Grande!!” gli diede corda James.  Peter mise il muso: tutte le volte la stessa storia! Lui trovava il colpevole e il merito andava a Ramoso e Lunastorta.

Madama Chips stava sistemando in ordine alfabetico gli antidoti per il raffreddore su una lunga mensola, quando i quattro Malandrini piombarono nell’infermeria urlando.

“Ohi!! Cos’è tutto questo baccano?” chiese indispettita Madama Chips.

“Sirius Black…è stato stregato”  spiegò James.

“Una pozione d’Amore” specificò Remus.

Madama Chips alzò le sopracciglia incredula e poco convinta indicò loro un letto vuoto e ordinò di farci sedere il ragazzo.

Madama Chips frugò in un armadietto lì a fianco e tirò fuori uno stecchetto di metallo.

Disse a Sirius di mostrarle la lingua e ci appoggiò sopra lo stecchetto; dopo averlo per bene bagnato di saliva, lo immerse in una fialetta contenente un liquido rosa e aspettò una decina di secondi prima di estrarlo.

Lo stecchetto era diventato rosso. Madama Chips scosse la testa.

“E’ un filtro d’Amore di Penny White” spiegò “Molto potente…direi quasi infallibile”

“Ma si può curare vero?” chiese preoccupato Peter.

“Beh un rimedio ci sarebbe…”

 

“MA CHE STATE FACENDO…RAZZA DI IMBECILLI” gridò Sirius Black quando la sua testa venne ricacciata prepotentemente sotto il getto gelato della doccia.

“Ti salviamo…ora dimmi ti piace la professoressa Zacharias?” domandò insistentemente James.

“La amo!”

“Sotto” disse James mentre Remus rimetteva Sirius sotto l’acqua.

“Secondo te è bella la Zacharias?”

“ Ma si…carina!” borbottò Sirius cercando di non ingoiare l’acqua  fredda che gli cadeva addosso.

“Tu ami la Zacharias?”

“Ma sei matto?! Ti pare che io vada dietro ad una così!!!!”

“E’ guarito” dichiarò Remus chiedendo l’acqua ed aiutandolo ad uscire dalla doccia.

“Ma guarito da cosa???? Io sto benissimo; poi perché mi avete cacciato sotto l’acqua gelata?”

“Sirius … dobbiamo dirti una cosa ….”

 

Amelia camminava con calma lungo il corridoio del terzo piano.

La scena in Sala Grande era stata spassosissima. Sirius Black si era umiliato a vita davanti all’intero corpo studentesco.

Era la vendetta perfetta. Era fiera di se stessa.

Una fitta improvvisa alla pancia la costrinse a fermarsi. Si portò una mano all’addome e si appoggiò con l’altra al muro.

Respirò affannosamente,aspettando che il male cessasse. Ma il dolore aumentò. Piccole goccioline di sudore le imperlavano la fronte e i capelli erano caduti in avanti a nasconderle il pallore al viso. Che le stava succedendo?

Avvertì che il male stava passando e lentamente il respirò divenne regolare. Si rimise dritta, in posizione eretta e tirò i capelli indietro.

Mosse qualche passo, ma una scintilla rossa le sfiorò il braccio e si andò ad infrangere contro la parete di pietra.

Restò immobile per due secondi. Ebbe la brutta impressione di conoscere il suo assalitore.

“Filtri d’Amore! Lo ammetto, Jones, sei stata molto furba, uno scherzo degno di me!”

Amelia sorrise scaltra “Sai Black, certa gente nasce con il dono dell’intelligenza!”

“Chissà se sei anche in grado di difenderti intelligentemente ?”

Amelia estrasse la bacchetta. “Quando vuoi, bell’innamorato!

Sirius con un veloce colpo della mano scagliò un incantesimo per schiantarla. Amelia non ebbe nemmeno il tempo di ribattere; dovette spostarsi di fretta schivandolo per un pelo.

Il ragazzo era proprio arrabbiato. Si chiese se la sua non fosse stata solo una stupida bravata.

Amelia provò a contrattaccare. L’incantesimo andò a vuoto; Sirius l’aveva prontamente bloccato. La guardò compiaciuto; spostò il piede destro in avanti e con tutta l’aria che aveva nei polmoni gridò “Expelliarmus”.

Amelia cadde a terra mentre la sua bacchetta volava chissà dove. Ora era nei guai.

Black avanzò verso di lei con sguardo beffardo puntandole la bacchetta addosso.

Si abbassò, tenendo sempre sotto tiro di bacchetta la ragazza, e mormorò con fare spavaldo e sicuro “Hai fatto la bambina cattiva, Jones, ed ora dovrai essere punita. Chi la fa, l’aspetti”

Gli occhi di Amelia erano diventati due fessure di fuoco. Odio. Riusciva a provare solo odio verso Black. Odio, risentimento, amarezza.

Con tutta la cattiveria possibile, gli sferrò un calcio in pieno ginocchio che si piegò facendolo rovinare sul pavimento. La bacchetta scivolò lontano. Amelia si gettò su di lui e gli tempestò il petto di pugni. Sirius tentava di tenerle ferme le mani, mentre rotolavano per il corridoio.

“Ti detesto!” gli urlò in faccia Amy “Mi hai mortificata, presa in giro, insultata per sei anni”

“Neanche tu sei stata mai uno zuccherino nei miei confronti!” rispose lui a tono.

Riuscì ad immobilizzarle le braccia e la buttò malamente di lato. Si rialzò rapido.

Amy si mise a sedere e lo fissò truce. Si tirò in piedi pure lei e lo spintonò con violenza ripetutamente. “Hai il coraggio di paragonare le mie battutine ai tuoi scherzi pesanti e umilianti! Tutti mi schernivano. Tutti, non un solo ragazzo di questa scuola ha mai pensato che io potessi essere diversa da una secchiona sfigata! Tutto per colpa tua!”

Con un’ultima spinta lo sbatté contro la parete e gli fece picchiare la testa.

Sirius impiegò un decimo di secondo per ribaltare le posizioni e inchiodarla al muro.

“Tu dicevi che io ero un arrogante, uno scansafatiche, uno che nella vita non avrebbe combinato nulla! Scusami se la cosa mi faceva un attimo girare le scatole!”

Amelia avvicinò il viso minaccioso a quello del Grifondoro “IO? Adesso sono io la strega cattiva!” esclamò scandalizzata “Poverino, deve essere stata una vera tortura venire osannato da tutti, mentre io me ne stavo appesa a testa in giù”

Mosse la mano verso il suo volto e gli graffiò la guancia. Black si portò le dite sul segno rosso, ma non se la sentì di replicare. Sotto, sotto sapeva che la ragazza aveva perfettamente ragione.  “Io … io …” biascicò.

Amelia, però, non voleva sentir spiegazioni: gli pestò il piede e, sgusciata via dalla sua presa, si lanciò alla ricerca della sua bacchetta. Sirius intuì le intenzioni di Amelia e fece lo stesso.

Si voltarono contemporaneamente uno verso l’altro con le bacchette puntate.

“Davvero molto divertente, signor Black e signorina Jones, ma il vostro spettacolo è finito. Nel mio ufficio, subito!”

Il sangue di entrambi si ghiacciò nelle vene nell’udire la voce di Minerva McGrannit.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Ad Hogsmade in manette ***


Come vedete non sono morta! Sono tornata a tormentarvi con questa storia.

Mi spiace non avere aggiornato per così tanto tempo, ma avevo un calo d'ispirazione e non mi andava di scrivere di fretta qualcosa che non mi piacesse, anche perchè questo è un capitolo molto importante per lo svolgersi della vicenda; da qui infatti si vedrà un progressivo cambiamento nei due protagonisti.

Ora che il blocco dello scrittore pare essere sparito, spero di essere più costante nel postare nuovi capitoli; comunque non preoccupatevi,  ho intenzione di finire questa storia.

Grazie mille per tutti i commenti!

Capitolo quattro : Ad Hogsmade in manette

 

“E’ stata tutta colpa sua!” sbottò Sirius saltando dalla sedia e puntando il dito contro Amelia.

“Mia? Professoressa, lo sente? Sente che cosa dice? Mai una volta che si prenda le sue responsabilità!” ribatté Amelia alzando il tono di voce.

Da una mezz’ora circa si erano trasferiti nell’ufficio della McGrannit e stavano litigando come una coppia sull’orlo di una crisi matrimoniale.

Minerva aveva cercato di mantenere l’ordine, ma dopo i primi battibecchi, ci aveva rinunciato ed ora si massaggiava le tempie per placare il mal di testa.

“Se tu non mi avessi stregato con quella pozione d’amore!” ricominciò Sirius.

“Se tu non avessi appeso la mia biancheria in Sala Grande!”

“Se tu non mi avessi schiantato davanti a tutti!”

“Se tu non mi avessi lasciata su quell’albero per un pomeriggio intero!”

“Se tu non mi avessi rifiutato il primo giorno ad Hogwarts!”

“Se tu in tutti questi sei anni fossi stato più gentile con me!”

“ORA BASTA!”

Urlò la McGrannit picchiando il pugno sulla scrivania. Si alzò minacciosa sui due poveri e riducendo gli occhi a due fessure spiegò loro la situazione.

“M’importa ben poco dei vostri scherzetti; ora avete diciassette anni e non siete più dei ragazzini del primo anno! Dovete crescere. E se non ci arrivate da soli a convivere civilmente, allora dovremo pensarci noi”.

Qualcosa di sadico nel tono di voce della professoressa preoccupò terribilmente i due Grifondoro. Aveva forse intenzione di rinchiuderli nei sotterranei?

“Sabato prossimo c’è l’uscita ad Hogsmade …” cominciò ma venne interrotta senza alcun ritegno da Sirius che, messa da parte tutta la paura per la punizione, disse “No, professoressa, la prego, non mi tolga l’uscita … avrei un impegno!”

Amelia roteò gli occhi al cielo. Quanto era patetico quel Black! Solo perché doveva incontrarsi con Alice Smith. Era quasi contenta di dover passare il sabato chiusa nella scuola con Sirius, a pulire trofei o ad archiviare i libri della biblioteca; almeno avrebbe avuto la soddisfazione di vedere sfumare l’appuntamento romantico di Black.

Di certo io sono una compagnia migliore di Alice Smith!

“Oh ma puoi stare tranquillo, Black. Andrai ad Hogsmade …” sentenziò la professoressa.

Sirius si rilassò sulla sedia come se un grosso peso gli fosse scivolato via.

“Ci andrete entrambi … e andrete insieme”

Sia Amelia che Sirius si staccarono dallo schienale delle sedie e allungarono il collo verso la McGrannit in attesa di spiegazioni.

“Andrete insieme ad Hogsmade, in manette”

I due sgranarono gli occhi e si fissarono stralunati. Si accasciarono sulle sedie deglutendo.

Sarebbe stata un’interminabile gita.

James Potter osservò ancora una volta Lily Evans prima di fare la sua mossa.

Si avvicinò quatto alla ragazza seduta su una poltrona a leggere. Si piegò in ginocchio e tenne una mano nascosta dietro la schiena.

Lily spostò gli occhi dal libro a James e, dopo aver sollevato un sopracciglio, chiuse il testo tenendo il segno con un dito ed accavallò le gambe in attesa di scoprire che cosa aveva in mente il Grifondoro.

James mosse la mano nascosta verso Lily e le porse una bella rosa bianca.

“So di essere stato un cretino, ma vuoi venire con me sabato ad Hogsmade?”

In quel momento il ritratto si aprì e dal buco nero comparvero le figure di Sirius e Amelia che si spintonavano e litigavano per chi per primo dovesse entrare.

Alla fine inciamparono  sui loro passi e si ritrovarono in Sala Comune con un salto.

Appena Amelia si accorse di James e Lily, consigliò all’amica di accettare l’invito.

“Perché?” chiese Lily stupita.

“Perché io non posso venire con te, devo andare con quell’idiota laggiù!” e fece un cenno distratto verso Sirius.

James si tirò in piedi e fissò interrogativo Sirius “Cos’è ‘sta storia?”

“Lasciamo stare” biascicò Sirius, salendo le scale per i dormitori.

“E’ colpa della McGrannit” si affrettò a mettere in chiaro Amelia “Dato che continuiamo a litigare, lei ha deciso di farci stare a stretto contatto per un giorno intero, ad Hogsmade!”

“E come avrebbe intenzione di farvi stare a stretto contatto?” domandò James.

“Semplice, ci ammanetteranno uno all’altra; credono che dovremo collaborare per forza!”

Un sorriso furbo si fece spazio tra le labbra di Potter “Oh, questa non me la voglio proprio perdere!” e si strofinò le mani “Allora Evans, esci con me?”

 

Un gufo nero picchiettò alla finestra del dormitorio femminile di Grifondoro. Amelia si alzò a fatica dal letto ed andò ad aprire.

Il suo gufo Twony planò nella stanza e andò ad appollaiarsi sullo schienale di una sedia.

Amy slegò la lettera arrotolata alla sua zampa e la stese sulla scrivania.

Era Betzy.

 

Cara Amy,

io sto benissimo. La scuola è una palla, vorrei tanto essere lì con te ad imparare incantesimi, pozioni e cose interessanti. Scusa se ci ho messo tanto a risponderti ma ero piena di compiti.

Nella tua ultima lettera mi hai parlato di Black. È davvero un tipo così fastidioso? Magari quando ti ha chiesto di uscire, l’ha fatto per scusarsi. Certo che anche tu con quel caratterino che ti ritrovi, non devi avergli dato vita facile. Aspetto con impazienza news sulla vostra storia così interessante, chissà che non nasca qualcosa …

                                                                                         Betzy

Ps: il tuo gufo continua imperterrito a mordermi le dita.

 

Amelia sorrise divertita: Betzy e il suo gufo non erano mai andati d’accordo. Rileggendo la lettera, si rese veramente conto di quello che c’era scritto; si soffermò in particolare su due frasi: aspetto con impazienza news sulla vostra storia e chissà che non nasca qualcosa.

Punto primo: quale storia?

Punto secondo: che cosa sarebbe dovuto nascere?

Ci mancava solo che la sua amica si mettesse a tifare per la coppia Black/Jones.

Chissà, cara Betzy, che cosa diresti se sapessi che ci devo uscire insieme 

Accartocciò la lettera e la lanciò nel cestino. In quel momento anche Lily rientrò nella stanza con una faccia paurosamente furente. Forse aveva litigato di nuovo con Potter.

“TU!” gridò con il dito puntato.

Amelia non seppe bene perché, ma ebbe come l’impressione che ‘sta volta non fosse Potter il problema. Si preparò a ricevere la sfuriata.

“TU!” ripeté la rossa con enfasi.

“Io?” provò a dire Amelia.

“Non ti azzardare, sai!” le intimò “Ma dico, cosa diavolo ti è venuto in mente di aggredire Black in quel modo! Lo sai che per colpa tua, io ora non ho più scuse per non uscire con Potter?!”.

“Ah! Ecco dove sta il problema! Non che io debba passare una giornata ammanettata a quell’idiota, ma che a te tocca fare la piccioncina con Potter!”

“Cosa stai insinuando, Amelia?”.

“E’ palese anche ai sassi che James ti attira e non ti dispiace poi tanto trascorrerci un po’ di tempo insieme, o mi sbaglio?”.

Lily divenne di colpo tutta rossa e distolse le sguardo “No, che dici!”

Appunto.

“Ascoltami, Lily: James potrà anche sembrare un deficiente e tutto il resto, ma lasciati dire che qualsiasi altro ragazzo ti avrebbe mandata a quel paese, invece lui non hai mai smesso di farti il filo. Ci tiene davvero a te”.

Lily si stupì del tono amareggiato con cui Amelia aveva pronunciato quelle parole. Pareva quasi volerle mostrare quanto fosse fortunata ad avere dietro un ragazzo simile.

Amelia ormai si era arresa all’evidenza: per quanto Potter potesse non starle simpatico, era evidentemente il ragazzo giusto per la sua amica; uno che non l’avrebbe mai fatta soffrire.

“Piacerebbe anche a me ricevere così tante attenzioni” sussurrò per non farsi sentire da Lily.

 

Il cucchiaio vagavo a vuoto nella minestra di Sirius. Remus lo fissava contando quanti giri avesse già compiuto: 43 secchi.

Gli passò una mano davanti agli occhi. Niente. Lo sguardo di Sirius rimaneva fisso sul vassoio con le patate. Fu James a porre fine a quella staticità.

“Un po’ di vita, su sembri un cadavere!” esclamò tirandogli una manata sulla spalla.

Sirius preso alla sprovvista, si sbilanciò versandosi un po’ della minestra sulla divisa. Imprecò contro l’amico e con la bacchetta si ripulì.

“Si può sapere che cos’hai?” sbottò Remus.

Black gli lanciò uno sguardo di fuoco “Vorrei vedere te se dovessi uscire con la Jones!”

“Beh, non è proprio così male …” mormorò Peter non osando alzare troppo la voce per paura di far arrabbiare ulteriormente Felpato.

“A proposito della Jones” disse James “Ma non vi sembra che stia male?” chiese indicando con il capo la ragazzo dall’altra parte del tavolo.

“Magari! Una bella botta di cagarella! Così non ci devo uscire!” sperò Sirius.

“Io intendevo qualcosa di più serio …” specificò James.

“In che senso più serio?” s’informò Peter.

“Beh” cominciò James avvicinandosi ai tre per non farsi sentire dagli altri “ Sono due giorni che non tocca cibo, l’ho sentita dire di avere spesso nausea e giramenti di testa. Ieri l’ho perfino vista correre in bagno trattenendo a stento il vomito. Per me è incinta!” concluse orgoglioso del suo ragionamento convinto di avere stupito tutti.

Sirius, Remus e Peter restarono qualche secondo in silenzio prima di esplodere in una serie d’offese.

“Ma va a quel paese!”

“James sei peggio di una pettegola!”

Ma il commento di Sirius fu il più tagliente “Lo sai vero che quello che hai detto è fisicamente impossibile?”.

“Perché?”

“Perché per fare un figlio bisogna essere in due e chi vuoi che se la prenda una zucca secca del genere!”.

“Mi pare di ricordar che il primo giorno di scuola non fossi tanto restio ad “intrattenerti” con la zucca secca …” disse Remus.

L’occhiataccia di Sirius valse più di mille insulti.

Poco più in là stavano cenando Amelia, Lily e Turchese. Le ultime due erano intente ad osservare l’amica ingozzarsi di tutto ciò le capitasse a tiro di forchetta.

Dopo il quarto cosciotto di pollo Lily azzardò “Amy, ma ti senti bene?”.

“Certo!” affermò lei con la bocca piena di carne “Perché?”.

“No, nulla. È che di solito non mangi molto ed ora hai fatto fuori due piatti di pasta, quattro pezzi di carne, una quantità smisurata di patate … non è da te”.

“Tranquille ragazze, va tutto bene”.

In verità non andava per niente bene: quella mattina aveva rigettato tre volte e la nausea l’aveva tormentata per tutto il resto del pomeriggio impedendole di toccare cibo.

Ora che il malore pareva essere passato avrebbe addentato anche le gambe del tavolo.

Quel fatto, però, iniziava a preoccuparla: era da quando aveva duellato con Black che puntualmente ogni giorno le saliva quel senso di voltastomaco, che aumentava al pensiero dell’imminente uscita ad Hogsmade. Decise di affogare le sue ansie nel succo di zucca.

“Turchese non è che mi passeresti …” lasciò la frase in sospeso.

Oh no! Ancora …

Si portò una mano alla bocca e sgusciò via dalla panca correndo a più non posso verso la porta, diretta verso il bagno delle ragazze. Ok, c’era decisamente qualcosa che non andava.

 

Quando la sveglia suonò la mattina dopo, Amelia aveva tutto nella mente fuorché l’intenzione di alzarsi. Si era creata un ambiente a parte sotto la sua trapunto rossa, talmente calda e accogliente che non aveva per nulla voglia di scoprirsi nel gelo di fine ottobre.

Si costrinse ad aprire gli occhi per studiare meglio un sistema per rimanere a letto ancora un po’. Sapeva perfettamente che la McGrannit l’aspettava per la punizione, ma il tepore della sua lenzuola si meritava tutta la sfuriata che la prof le avrebbe fatto per il ritardo.

Attraverso le tende però vide l’ombra di una figura seduta sul letto.

Incuriosita si alzò dal letto e sbirciò meglio.

“Turchese !” esclamò “Che ci fai già sveglia?”.

La testa della ragazza scattò dritta e la francesina si voltò agitata mentre nascondeva qualcosa dietro la schiena. Cercò di giustificarsi farfugliando qualche scusa campata per aria.

Amelia la squadrò sospettosa dall’alto al basso.

“Che cosa hai lì?” chiese.

“Nulla” rispose con voce acuta Turchese facendo qualche passo indietro per allontanarsi da Amelia “Nulla d’importante”.

“Non si direbbe da come lo nascondi”.

“Oh no, sai è di Remus e non vuole farlo vedere a nessuno” spiegò.

Amelia capì subito che la sua amica le stava mentendo spudoratamente, ma decise di stare al gioco “D’accordo, allora. Se le cose stanno così”.

Turchese parve per un attimo più sollevata, ma inorridì quando vide Amy lanciarsi sul suo letto, raggiungerla e strapparle con maestria il quaderno dalle mani.

Amy soddisfatta della sua conquista iniziò a sfogliarlo e il suo stupore aumentava sempre più ad ogni pagina.

Erano dei disegni. Dei disegni stupendi: di Hogwarts, dei suoi prati, del campo da Quidditch e poi naturalmente c’erano i Malandrini.

Girò, poi, il quaderno per guardare la copertina; a quel punto non riuscì a trattenere un’esclamazione di incredulità quando lesse a chi appartenevano quegli schizzi.

Sirius Black.

“Turchese … ma questo non è di Remus”.

“Lo so!” piagnucolò lei “Scusa se non te l’ho detto, ma Remus non voleva che ne parlassi con nessuno, anche perché se Sirius sapesse che Rem me l’ha mostrato lo ammazzerebbe”.

Amelia fissò ancora per qualche secondo un ritratto dei quattro.

“Chi l’avrebbe detto che Black avesse questo talento nascosto …” mormorò più a se stessa che alla sua amica.

“Promettimi che non lo dirai ad anima viva!” trillò Turchese.

“Tranquilla, sarò una tomba!” la calmò Amy.

Quando poi Turchese con un sospiro si avviò verso il bagno, Amelia senza farsi notare, aprì il proprio baule e fece accidentalmente cadere l’album di Black.

Non si sa mai; potesse servire.

E con un ghigno furbo sul volto, cominciò a vestirsi.

 

Entrando nell’ufficio della McGrannit, notò con disappunto che la professoressa non era ancora arrivata, ma, in compenso, al suo posto c’era l’essere con cui avrebbe dovuto passare la giornata.

Stravaccato sulla sedia, Black era ancora mezzo addormentato e faticava a tenere su il capo.

Amelia si sedette accanto a lui e posò pesantemente la borsa sulla scrivania di fronte facendo sbattere tutti gli oggetti contenuti contro il legno.

Black si risvegliò dal suo stato di trans e si guardò intorno credendo fosse arrivata la professoressa di trasfigurazione.

“Ah, sei tu” biascicò vedendo Amelia.

Questi gli scoccò un’occhiataccia “Sì, sono io! Chi ti aspettavi?”.

“Jones non  fare la acida già di prima mattina ( era quasi mezzogiorno), pensavo fosse la McFrigida!”.

“No signor Black, la McFrigida è dietro di te” sbottò l’austera insegnante.

Sirius si maledì mentalmente: ma possibile che in quel periodo non gliene andava bene una.

La McFrigida avanzò verso la sua scrivania e squadrandoli con superiorità si sedette.

“Datemi i polsi” ordinò perentoria.

“Prof! Ma è proprio necessario?” la supplicò Sirius sfoderando un sorriso sfavillante nella vana speranza che l’insegnante si sciogliesse un po’.

A rispondere non fu la professoressa, ma Amelia che, certa di ricevere un’ulteriore punizione per colpa del ragazzo, non riuscì a non apostrofarlo con il suo tono tagliente.

“Mi pare evidente, Black, se no non saremo qui”.

“Non parlavo con te, Jones” sibilò a denti stretti Sirius.

“Già è tutta colpa tua se siamo qui! Evita per favore di peggiorare le cose”.

“Ma sentila!” sbottò lui “ Tu la pensi esattamente come me, solo che sei troppo leccaculo per dirlo in faccia ai professori!”.

A quel punto Amelia furente scattò in piedi e puntando il dito contro a Black inveì “Io non sono una leccaculo! Io, al contrario di te, ho un minimo di decenza e so quando devo tacere!”.

Anche Sirius si alzò, sovrastandola per altro di un buon venti centimetri e le puntò a sua volta il dito contro “Sai dove puoi mettertela la tua decenza, per quanto mi riguarda?!”.

“Certo, perché la tua dignità è pari a quella di un verme! E non puntarmi quel dito addosso!”.

“Jones, se potessi ti trasfigurerei in un rospo!!!”.

Entrambi erano vicini a mettersi di nuovo le mani addosso, quando un fiotto di luce blu scaturito dalla bacchetta della McGrannit, andò ad infrangersi contro un vaso mandandolo in mille pezzi. Minerva parlò con voce bassa e ferma mentre gli occhi mandavano dardi infuocati.

“Se vi sento ancora una volta litigare, giuro sulla tomba di mio nonno Osvaldo che vi attacco per i pollici al soffitto dei sotterranei! E ORA DATEMI QUEI MALEDETTI POLSI!”.

I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte: le porsero le mani ed osservarono un paio di manette d’argento materializzarsi attorno ai propri polsi e chiudersi con uno suono metallico.

“Buona fortuna” concluse la McGrannit congedandoli con quello che sembrava un augurio ma che appariva più come una minaccia.

I due Grifondoro uscirono mesti dall’ufficio e appena fuori dalla porta iniziarono a manifestarsi i primi problemi: Sirius infatti tirò dritto e Amelia voltò a destra.

Si ritrovarono un attimo dopo al punto di partenza tirati dalle manette.

Sirius aveva intenzione di passare le ore rimaste prima di andare ad Hogsmade spaparanzato sul divano della Sala Comune, mentre Amelia pensava di impiegare il suo tempo in biblioteca.

Il ragazzo fece il sostenuto per alcuni istanti poi le mostrò il pungo chiuso “Pari”.

Amy stette al gioco.  Dopo aver mosso le braccia e recitato la cantilena, esibirono le loro giocate. Sirius: quattro, Amelia: tre. Il che faceva sette.

La ragazza aveva vinto. E Black fu costretto a seguirla verso il regno di Madama Pince.

 

In sette anni Lily non avrebbe scommesso uno zellino che un giorno si sarebbe trovata in quella situazione: ad Hogsmade, più precisamente ai Tre Manici di Scopa, con un James Potter estremamente gaio e sorridente, seduto davanti a lei.

Da quando erano entrati nel locale, tutti non facevano che guardarli, additarli e sussurrarsi a vicenda pettegolezzi inventati sul momento.

Lily non aveva mai apprezzato stare al centro dell’attenzione, a differenza dell’individuo accomodato dall’altra parte del tavolo, ma non s’innervosì per quello, era irritata per ben altro.

Poteva già immaginare le conversazioni delle persone che affollavano la locanda: finalmente James Potter, dopo anni di pene, era riuscito ad ottenere un appuntamento dalla Evans.

Il fulcro della questione stava nel fatto che Lily non aveva accettato di uscire con Potter.

No. Lily Evans era stata costretta ad uscire con Potter.

Avrebbe voluto alzarsi in piedi e urlarlo ai quattro venti, per mettere ben in chiaro lo stato delle cose. Perché Lily Evans NON voleva, ma era stata costretta ad uscire con Potter.

Perché quella stupida della sua amica si era beccata una punizione con Black.

Perché Turchese era scomparsa con Remus per fare le loro smancerie da piccioncini.

Perché Peter Minus si era dileguato con una scusa inverosimile, dopo che Potter gli aveva lanciato uno sguardo eloquente affinché lo lasciasse solo con lei.

Dunque appurato che Lily Evans era stata costretta ad uscire con Potter, quel pomeriggio proseguì prendendo una piega del tutto inaspettata.

James aveva tentato di farla ridere con alcune delle sue battute, ma notando che lei rimaneva impassibile con uno sguardo truce, decise di cambiare approccio.

C’era un dubbio che gli ronzava nella testa da qualche giorno e chi meglio di Lily Evans poteva soddisfare la sua sete di sapere ( o meglio di curiosità)?

“Evans posso chiederti una cosa?”.

“No, Potter: non uscirò mai più con te, quindi levatelo dalla testa!”.

“Non era quella la domanda”.

Lily mosse la mano svogliatamente invitandolo a continuare.

“La Jones …”

Amelia

“Amelia” ripeté pazientemente James “Sta bene? Insomma mi pare un po’ strana, no?”.

“E’ per colpa del tuo amichetto, la sta facendo diventare matta quel Black”.

Sirius” la corresse come lei aveva fatto poco prima.

“Sirius”.

“Comunque io ho una teoria e tu sei l’unica che me la può confermare”.

“Avanti, sentiamo” sbuffò Lily ormai rassegnata.

“Non potrebbe essere incinta?”.

Passarono alcuni minuti prima che la giovane esplodesse letteralmente in una fragorosa risata; stessa identica reazione avuta dai Malandrini.

Lily dovette tenersi una mano sulla pancia e picchiare l’altra sul tavolo per smettere di ridere; Potter questa volta era veramente impazzito!

“Pensaci bene Lily. Ha sempre la nausea, non magia nulla e poi improvvisamente ha delle strane voglie. Io non credo sia così impossibile come sostenete tutti” disse imbronciato.

Lily sorvolò sul fatto che aveva sentito una strana sensazione quando l’aveva chiamata per nome e riprese subito la parola “Amy non ha un ragazzo”.

“Non serve necessariamente un ragazzo ufficiale per fare …” osservò con fare saggio lui.

La Grifondoro lo interruppe all’istante “Ti assicuro che non è quel genere di ragazza”.

“Pensala come vuoi. I sintomi ci sono tutti però”.

“Si chiama influenza intestinale, Potter” gli ricordò lei.

“Se è una semplice influenza intestinale, perché non va da Madama Chips a farsela curare?”.

Lily fece per replicare ma le mancarono le parole. Restò sovrappensiero. Domanda molto acuta: perché non era andata in infermeria, quando lei stessa glielo aveva suggerito così tante volte?

“No, assolutamente no” ribadì lei poco convinta di quello che stava affermando.

“Non ne sei più così sicura” s’insinuò James.

Lily tacque.

“Se ti può consolare Sirius dice che non la mia teoria non sta né in cielo né in terra; secondo lui nessuno vorrebbe una tipa come la tua amica. Forse solo Mocciosus”.

“Severus!” esclamò Lily allargando gli occhi e nascondendosi in parte sotto il tavolo.

“Basta con questa storia dei nomi! Mi rifiuto di chiamare quell’ammasso di capelli unti per n …”

“Non hai capito niente, idiota!” berciò Lily “E’ appena entrato Sev”.

James si voltò e vide che effettivamente Piton aveva fatto il suo sgradito ingresso nel locale con un paio di amici.

“Perché ti nascondi?” domandò James notando lo strano comportamento di Lily.

“Non voglio che mi veda con te; sono stufa di sorbirmi le sue stupide ramanzine sul fatto che sto sempre incollata a te!”.

“Una parola e lo attacco al lampadario” si offrì James.

“No, sta’ buono!” gli intimò Lily afferrandolo per un braccio e costringendolo a risedersi.

“Si può sapere perché lo odi tanto?” gli chiese.

“Perché è tuo amico, perché tu lo difendi anche quando ha torto, perché ha la tua fiducia e trova sempre un modo per tradirla ma tu lo perdoni lo stesso, eppure non ha ancora capito che meravigliosa creatura sei” lo confessò con una sincerità che sconvolse Lily.

James Potter sapeva essere così amabile e lei non se n’era mai accorta?

“Allora Evans” ghignò James mentre uscivano dai Tre Manici di Scopa  “Davvero stai sempre incollata a me?”.

La ragazza gli tirò una gomitata nelle costole ridacchiando e arrossendo lievemente.

Dovette ammettere che senza quella sua aria da arrogante, James Potter fosse una piacevole compagnia. D’altronde se aveva accettato di uscire con lui, doveva pur avere qualche qualità nascosta.

No Lily  si disse Tu non hai accettato proprio un bel niente.

Tu sei stata costretta ad uscirci assieme.

Considerò che fosse il caso di ripeterselo più volte.

 

Faceva in freddo barbino quel giorno. Per le vie di Hogsmade non c’era anima viva, erano tutti rintanati nei negozi e nei Pub per cercare un po’ di calore.

Sirius e Amelia dopo essere andati da Zonko (o meglio dopo che il ragazzo l’aveva portata a forza da Zonko) aveva deciso di comune accordo di bere qualcosa ai Tre Manici di Scopa. Aprirono la porta del locale e constatarono che metà Hogwarts aveva avuto la loro stessa idea. Così, imbacuccati fino al naso nei loro cappotti, si diressero verso la Testa di Porco. Amelia pensava di morire dal freddo: le manette tintinnavano al suo polso e il metallo gelato continuava a sbatterle sulla pelle senza che lei potesse coprirla con la lana del guanto.

Le venne quasi da piangere quando vide che anche la Testa di Porco era intasata di gente.

Sirius al suo fianco tirò le manette e la costrinse ad uscire sebbene lei si fosse attaccata con l’altra mano allo stipite della porta ben decisa a godere ancora un po’ di quel dolce caldo.

Infine fu proprio Amelia a trascinare il Grifondoro da Madama Piediburro.

“No!” si era impuntato lui “Non ci vengo in quel posto per coppiette”.

“O sì che ci vieni. Per quanto me ne importa tu puoi anche stare qui a crepare di freddo, ma io non ne ho nessuno intenzione e dato che non possiamo separarci …” ed alzò il braccio ammanettato con un sorrisino forzato.

“Non mi va che pensino che mi sono messo ad uscire con te”  sibilò lui

“O allora siamo a cavallo! Nessuno penserà che una ragazza dalla spiccata intelligenza come me possa uscire con un imbecille come te” e chiuse il discorso mentre Sirius grugniva contrariato.

La sala da tè era accogliente e interamente di legno, cosa che donava ad Amelia una sensazione di calore inspiegabile. Sentì che la punta del naso piano, piano le si scongelava.

Presero posto ad un tavolo vicino al fuoco, uno dei pochi ancora liberi.

“Che vergogna” borbottò Sirius mentre con un colpo di bacchetta faceva scomparire e riapparire sullo schienale della sedia il suo cappotto ( unico modo per toglierselo dato le manette) “Mi ero ripromesso di non mettere mai piedi qui dentro”.

Non fece in tempo a finire la frase che una donna un po’ in carne, con uno chignon nero e un grembiulone, si avvicinò sorridendo “Sirius che piacere rivederti!”

 “Hai portato una nuova ragazza!” squittì la donna “Ma che bella! Hai fatto un’ottima scelta ‘sta volta, sai?” si congratulò.

Sirius impacciato stava per chiarire che loro due non erano insieme, ma Amelia, ben decisa a mettere il ragazzo in una situazione molto imbarazzante, ricambiò il sorriso “Beh devo ammettere che sono la migliore cha abbia mai scelto” cinguettò.

Lui le tirò un calcio da sotto il tavolo.

“Bene ragazzi cosa vi porto?”.

“Un tè” ordinò Amy “Caldo, no caldissimo … anzi bollente!”.

“Io un caffè … forte, molto forte” precisò dovendo sopportare la Jones.

Madama Piediburro annotò le ordinazioni e se ne andò passando a fatica tra i tavoli.  

Amelia assunse un’espressione torva. Perché Black in quel posto sembrava di casa?

Meno male che non ci era mai venuto!

“Ci sono venuto un paio di volte, con delle ragazze” spiegò  intuendo i pensieri della giovane.

Amelia si ritrasse un pelo. Che Black le avesse letto nel pensiero come le aveva fatto credere alla lezione della Zacharias? Ma no, era un scherzo.

Non essendone però tanto convinta, preferì comportarsi da indifferente per vedere la sua reazione “Non ti ho chiesto niente”.

“Di solito voi adorate questi posticini romantici”.

“Continuo a non averti chiesto nulla e stai attento a come usi quel voi , io non sono una delle tue ragazze”.

Ma Sirius era partito con uno dei suoi soliloqui senza prestare attenzione ad Amy.

“Madama Piediburro s’illude sempre che io mi sistemi … tu sei un’altra delle sue speranze”.

“Allora rimarrà molto delusa, perché io non sono la tua ragazza!” trillò con voce stridula.

“Nessuna lo è mai stata e tu non fai la differenza”.

“Forse perché io NON SONO LA TUA RAGAZZA?” ‘sta volta il tono si era alzato notevolmente.

“Già non lo sei …” concordò Sirius guardando il pavimento.

Amelia colse questo improvviso cambiamento d’umore ma non scoprì a cosa fosse dovuto, poiché Madama Piediburro aveva portato le bevande.

“Sembrate una coppia molto legata” commentò.

“Oserei dire incatenata” ironizzò Amelia. Black diede uno strattone alle manette sotto il tavolo intimandole di tacere.

“Sono tre galeoni e quattro falci” disse la donna voltandosi per servire gli altri.

Sirius estrasse dalla tasca e posò alcune monete sul legno, poi accorgendosi che la ragazza stava versando il suo tè nella tazza chiese “Tu non metti la tua parte?”.

Amelia alzò gli occhi dalla teiera e sollevò un sopracciglio “Voi far pagare una signora? È così che ti comporti quando porti fuori una ragazza?”.

“Io e te non abbiamo un appuntamento” precisò lui.

“Ma dato che mi hai paragonato così tanto ad una delle tue ragazze, trattami come tale!”.

Con riluttanza Sirius gliela diede vinta e lasciò cadere un altro paio di monete, poi buttò il suo caffè giù d’un sol colpo mentre Amelia, soddisfatta come non mai, sorseggiava tranquillamente il tè. Dolce vendetta.

Il resto del pomeriggio lo passarono in silenzio o a punzecchiarsi, con una curiosissima Madama Piediburro che li spiava da dietro il bancone tra le varie teiere da collezione.

Il pendolo suonò le cinque quando Amelia, arcistufa delle ochette che da un bel pezzo avevano staccato gli occhi dai loro partner per posarli su Black, obbligò il ragazzo a tornare a scuola.

Per raggiungere l’uscita, dovettero attraversare l’intero locale passando accanto ad ogni giovane in adorazione. Ad Amy non sfuggì neanche un sussurro su Black; su quanto gli stesse bene quel cappotto grigio, su come gli risaltassero gli occhi blu in contrasto con la chioma scura, su come la sua bellezza trascurata lasciasse senza fiato.

Ciò che la infastidì oltre ogni misura non furono tali commenti, bensì il fatto che si trovasse pienamente d’accordo con quelle ragazze.

Procedettero sulla via innevata, spintonandosi e facendo sgambetti a vicenda, rischiando più di una volta do compromettere il precario equilibrio dovuto alla strada ghiacciata.

Lungo il tragitto si stagliava sulla sinistra, parzialmente nascosta da alcuni pini la Stamberga Strillante, la casa più infestata d’Inghilterra.

Sirius si fermò ad osservarla e senza pensarci si lasciò sfuggire “Che strana, non l’avevo mai vista da fuori”.

“Be’, di sicuro non l’hai vista dentro” affermò Amelia.

“No … ovvio” mentì lui cercando di rimediare a quella gaffe. Amelia non doveva certo scoprire che una volta al mese lui e i suoi amici se ne andavano per Hogsmade in compagnia di un Lupo Mannaro. Ufficialmente la Stamberga era off-limits anche per i Malandrini.

Poi dalle stesse parole della ragazza trasse un’idea geniale. Perché non spaventarla un po’?

“Jones, perché non andiamo a visitarla?” propose muovendo qualche passo verso lo steccato.

“Forse perché è chiusa?” rispose con sarcasmo lei.

“Non sarà così difficile aprire i sigilli” e lentamente avanzava trascinandosi dietro un’Amelia decisamente titubante.

“Ma-a è la casa più stregata del paese” balbettò.

“Hai paura?” la canzonò.

Bastarono quelle due paroline per convincere Amy ad entrare. Dimostrare a Black di essere una fifona. Tsk! Neanche morta!

Poggiò le mani sulla staccionata e un piede per darsi lo slancio, ma la voce di qualcuno la fermò.

“Cosa stai facendo?”.

Amelia si voltò verso Lily e James di ritorno al castello. Era stata l’amica a parlare ma quello più infuriato sembrava Potter.

“Felpato sei impazzito? Non puoi farle fare certe cose nelle sue condizioni!”.

“Per Merlino, James! Ancora con questa storia?!” replicò Sirius.

“Nelle mie condizioni? Di cosa stai parlando Potter?” s’incuriosì Amy.

“Del fatto che sei evidentemente incinta!” l’aveva detto come se avesse appena annunciato che era pronta la cena.

“COSA?” urlò Amelia ma non poté aggiungere nient’altro, poiché un dolore alla pancia la costrinse a trattenere il fiato.

Lily si avvicinò preoccupata cominciando a credere che l’ipotesi avanzata da Potter fosse vera.

“E’ il bambino?” ne uscì James.

“Ma quale bambino!” riuscì a dire la Jones prima che un’altra fitta la facesse piegare in due, forzando anche Sirius a flettersi, tirato dalle manette.

“Vedete che avevo ragione! È incinta”.

“Non sono incin …” non terminò la frase. Si accasciò sulla neve.

 

Si risvegliò in un letto caldo e confortevole. Realizzò subito di essere in infermeria.

Si guardò un po’ intorno ancora stordita. Solo dopo qualche minuto notò che accanto a lei, addormentato sulla sedia, c’era Sirius Black.

“Dovresti ringraziarlo, sai?” le consigliò una voce.

Madama Chips se ne stava in piedi davanti al suo letto. Le posò una mano sulla fronte.

“Bene, bene” commentò “Ti è passata la febbre. Hai rischiato grosso, non mi capitava da tanto un caso di appendicite magica”.

“Appendicite magica?”.

“Be’, sì, è decisamente più dolorosa di quella normale;cosa credevi di avere, cara?”.

Lo chieda a Potter.

“Madama, perché dovrei ringraziarlo?” disse indicando con la testa Sirius.

“Senza di lui non te la saresti cavata così facilmente: ti ha portato qui in braccio con una mano sola, dato che l’altra era impedita dalle m … ehm” si affrettò a cambiare discorso dopo che la ragazza le lanciò un’occhiataccia alla parola manette “E ha dormito qui tutta la notte”.

L’attenzione di Amelia fu di nuovo catturata da Sirius Black che aveva appena grugnito nel sonno: si era incastrato su quella sedia in una posizione che appariva davvero scomoda.

Nonostante ciò, dormiva tranquillo, il volto rilassato e il respiro regolare. Non era una compagnia così male, dopotutto; almeno finché se ne stava zitto.

“Amy, ti stai bene?” s’informò Lily entrando nella stanza seguita da James Potter che controllava se Madama Chips fosse nei paraggi. Probabilmente era tornata a dormire dato che era ancora mattina presto.

“Sì, ora sì” rispose distogliendo lo sguardo da Black.

“Dunque Jones” esclamò James “Sarà maschio o femmina?” scherzò.

“Non aspetto nessun bambino, Potter! Era solo un caso di appendicite magica”.

“Meno male che doveva essere incinta, eh Ramoso?” biascicò Sirius sbadigliando e stiracchiandosi, svegliato dalle voci dei due.

Lily tirò una sberla sul collo di James concordando in pieno con Black; come aveva potuto pensare che Amelia aspettasse un bambino?? E lei che quasi gli aveva dato retta!

“Vedo che non hai più quella faccia cadaverica” commentò Black con il suo solito tatto. 

Amelia avrebbe tanto voluto mandarlo a quel paese, ma Madama Chips irruppe nella stanza strillando che la sua paziente aveva bisogno di riposo e cacciandoli fuori.

“Se la McGrannit sapesse non siete nel vostro dormitorio a quest’ora …” borbottò mentre si ritirava nella sua stanza e gli altri si allontanavano dall’infermeria.

L’ultimo ad uscire fu Sirius. Amelia ripensò a quello che aveva appena saputo. Di slancio richiamò il ragazzo che si voltò stupito.

“Mi hai portato fino a scuola…” incominciò Amy.

“Non che avessi molta scelta: eri legata a me” tentò di giustificarsi lui un po’ impacciato capendo dove la ragazza voleva andare a parare.

“ … e sei stato qua a dormire” continuò lei.

“Solo perché me l’ha chiesto la McFrigida”.

“Grazie” disse prima che il Grifondoro potesse tirare in ballo qualche altra scusa.

Se è possibile gli occhi di Sirius si allargarono fino a raggiungere le dimensioni del Boccino d’Oro. Non si aspettava che Amelia lo avrebbe detto davvero. Si spettinò i capelli disorientato.

“Di niente” mormorò sparendo oltre la porta.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=125018