SOS Tata - Klaine Sitter

di willbeyoungforever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Red ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Yellow ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Pink ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Blue ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Green ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Purple ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Orange ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Brown ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Grey ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Beije ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - White ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 - Magenta ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 - Light Blue ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Fuxia ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 - Silver ***
Capitolo 16: *** Epilogo - Gold ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Red ***


Sera a tutti!
Per chi non mi conosce sono Ottavia, molto piacere!
Se invece siete alcuni dei miei affezionati lettori...RI-CIAO! <3
Avevo l'idea di una Nanny Klaine che mi vagava per la mente da un po'...Blaine sarebbe un Baby Sitter ideale!
Buona lettura!


Capitolo 1: Red
 
Era una mattina di marzo quando Blaine ricevette la sua lettera d’ammissione ai corsi mattutini alla Julliard di New York.
B. Anderson è stato ammesso al corso di sei mesi di Composizione e Performance dal vivo […] citava quel foglio di carta.
Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi, aspettava quella conferma da un sacco di tempo, ormai aveva quasi perso le speranze di essere anche solo tra la lista delle riserve.
Il ragazzo afferrò il cellulare e compose eccitato il numero del suo fidanzato; sapeva che molto probabilmente si sarebbe arrabbiato perché lo stava disturbando di prima mattina, ma quella notizia non poteva di certo aspettare. La vita di Blaine Anderson stava per cambiare, e l’unica persona con cui voleva condividere la sua gioia era con la sua metà.
“Blaine?” rispose una voce assonnata all’altro capo del telefono.
“Amore! Sei sveglio?!” disse Blaine emozionato.
“No, stavo dormendo, sbrigati a parlare prima che ti riagganci il cellulare in faccia, cosa c’è di così importante per chiamarmi alle 8.00 di mattina?”
“Scusami è che non sono riuscito ad aspettare…” cercò di giustificarsi il ragazzo “…è che…ce l’ho fatta! Sono stato ammesso!”
“Ma cosa stai blaterando, Blaine?” chiese il ragazzo dall’altro capo della cornetta.
“Sono stato ammesso alla Julliard, mi trasferisco a New York il 20 Marzo!” spiegò velocemente Blaine sempre più elettrizzato.
“Come scusa?” domandò la voce dall’altra parte del telefono, in un misto tra stupore e irritazione.
“Si, ti ricordi che avevo fatto domanda?”
“Ma ormai l’anno accademico è iniziato…anzi siamo quasi alla fine…”
“Certo, ma si tratta di un corso di specializzazione mattutino…dura solo sei mesi, ma è una grande opportunità!”
“Se lo dici tu…e mi hai disturbato per questo?”
“Non…non sei contento per me?” domandò Blaine leggermente sconsolato.
Perché il suo ragazzo doveva essere un tipo così difficile da gestire?
“Blaine, mi chiami alle 8.00 di mattina e mi sganci la bomba che tra meno di quindici giorni ti trasferirai a New York per seguire qualche stupido corso musicale, e mi chiedi anche di essere felice per te?” rispose il ragazzo sempre più irritato.
“Adrian perché non capisci che si tratta del mio futuro?” cercò di spiegare Blaine, sforzandosi di mantenere la calma.
“Che futuro, Blaine? Solo uno sciocco può pensare di aver successo nel mondo dello spettacolo…ti ho sentito cantare, è vero sei bravino, ma sei uno su tanti!”
“Non tutti hanno intenzione di studiare economia come te, lo sai questo vero?”
“Blaine, sei un provincialotto pieno di sogni, vai a New York e vedrai che bella sorpresa che ti troverai di fronte…io ti ho avvisato, non azzardarti a tornare da me piangendo!”
“Perché dobbiamo sempre finire per litigare Adrian? Una relazione dovrebbe basarsi sulla fiducia, stiamo insieme da 2 anni ormai, eppure mi sembra che la tua considerazione nei miei confronti sia pari a zero!” sbottò Blaine al telefono, praticamente urlando contro il suo cellulare.
”Non ho intenzione di affrontare ancora questa conversazione, per di più al telefono! Mi piace questo tuo lato sognatore Blaine, ho accettato di mettermi con te proprio perché sei così spensierato e la tua voglia di fare è contagiosa, ma a volte esageri! Come puoi credere di riuscire a sfondare nel mondo della musica!? Rimetti la testa sulle spalle!” lo rimproverò Adrian con voce secca.
“Adrian non mi interessa se non appoggi le mie scelte, io me ne vado a New York, non vedo come tu possa impedirmelo, questo è il mio sogno, mi si è finalmente aperta una strada, scusa se mi attacco a un piccolo spiraglio di luce che ho appena intravisto…non ho certo intenzione di passare tutta la mia vita bloccato in questa fottuta città.” E dicendo queste parole Blaine riattaccò il telefono e lo lanciò sul divano con forza.
Lui e Adrian erano così, due caratteri totalmente opposti. Si erano conosciuti in un club una sera, appena finito il liceo e avevano avuto una notte di passione.
Entrambi pensavano che quella fosse una semplice botta e via, invece ogni sabato si rincontravano in quel locale e finivano sempre a letto. Era stato Blaine a voler ufficializzare quella relazione, basata sostanzialmente sul sesso.
Le premesse non erano delle migliori, infatti i ragazzi passavano più tempo a litigare che altro.
Ma a ogni litigio seguiva una notte di passione e per qualche giorno le cose sembravano essersi sistemate.
Entrambi naturalmente sapevano che le cose non avrebbero potuto continuare così, ma dato che Westerville in quel momento non offriva niente di meglio, nessuno dei due sembrava intenzionato a prendere una nuova direzione.
Adrian era un paio d’anni più grande di Blaine (il ragazzo aveva appena compiuto 24 anni) e frequentava un master di economia. Naturalmente era il primo della classe e tutti i professori lo adoravano. Blaine in confronto si sentiva uno scansafatiche buono a nulla. Per questo un giorno il ragazzo aveva deciso di inviare la richiesta di ammissione alla Julliard per un corso di specializzazione.
Aver ricevuto la conferma di ammissione significava moltissimo per lui, finalmente avrebbe avuto la possibilità di dimostrare che anche lui valeva qualcosa, e che se si fosse impegnato sarebbe riuscito a raggiungere i suoi obiettivi, seppur meno nobili di quelli del suo ragazzo.

 
*

“NO!”
“Ti prego Barbra, smettila di fare i capricci, guarda che chiamo papà!”
“E chiamalo, tanto cosa mi può fare? È solo alto, ma ha paura ad uccidere pure una mosca!”
“Barbra, guarda che papà ti sente!” gridò una voce maschile verso la bambina.
“Finn, ti prego vieni qui a far qualcosa, Barbra è anche figlia tua!”
“Ah io me ne tiro fuori, quel caratterino l’ha preso dalla mamma, non dal papà!”
Rachel sentendo le ultime parole del marito sbuffò sonoramente, e poi tornò ad occuparsi della sua bambina di 6 anni che in quel momento stava saltando sul letto in mutande.
“Barbra, guardami, mamma non può perdere tutto questo tempo deve andare a lavoro, Broadway non aspetta…smettila di saltare come un canguro e vieni qui a mettere questa maglietta, dobbiamo andare a scuola!”
“NO! N-O, Enne, OOOO! Oggi voglio andare a scuola in mutande!” rispose la bambina continuando a saltare sul materasso, mentre Rachel cercava di afferrarla per vestirla con la forza.
Ogni mattina era sempre la solita storia, quella bambina era una peste, se ne inventava di ogni.
“Ma perché?” chiese estenuata Rachel agitando le mani.
“Perché ho visto le foto di papà che è andato a scuola in mutande, e se lo ha fatto papà lo posso fare anche io!” rispose la bambina continuando a saltare sul letto e iniziando a fare anche qualche capriola.
“FIIIIIN! Vedi che è colpa tua! Vieni qui ad aiutarmi! Devo andare a lavoro, ho il taxi giù che mi sta aspettando!”
Finn sbucò nella stanza da letto con tutta la faccia sporca di spuma da barba e un rasoio in mano, guardando la moglie e la figlia confuso.
“E quando sarei andato a scuola in mutande?” chiese il padre pensieroso.
“Ma sì, quella volta che abbiamo fatto il Roky Horror, ma adesso ti prego placca tua figlia che così la vestiamo…” chiese implorante Rachel, mentre la bambina era passata a fare le capriole per tutto il materasso.
“Vieni qui, anguilla!” disse Finn afferrando i piedi della figlia e obbligandola a sdraiarsi. La bambina rideva come una matta e cercava di scalciare per liberarsi.
“Dai, mettile la maglietta…” disse Finn a Rachel, che sfruttò l’occasione per vestire la bambina.
“Barbie non si può andare a scuola in mutande, lo sai?” disse Rachel mentre le metteva i pantaloncini di Jeans.
“Allora perché papà l’ha fatto?” chiese la bambina con fare confuso.
“Perché erano altri tempi…” rispose Rachel e il marito aggiunse “e comunque mi hanno preso in giro tutti!”
“Uhm, ok…” disse la bambina saltando in piedi e abbracciando il collo del suo papà.
“Ti voglio bene papi…ahaha ma mi sono sporcata tutta di schiuma bianca!”
“Barbra sei una bambina impossibile…” disse Rachel, prendendo un fazzoletto e pulendo la faccia della bambina.
Finn fece una linguaccia alla piccola, prima di allontanarsi per tornare in bagno.
“Dai, su metti le scarpe e dammi la mano, il taxi è giù che ci aspetta…”
“Posso mettere i sandali?” chiese la bambina aprendo l’armadio delle scarpe.
“Barbie hai messo i calzini, hai mai visto qualcuno con i calzini e i sandali?” disse esasperata la mamma, mentre indossava l’impermeabile blu scuro.
“Uffa! Ma sono i sandali che mi ha regalato lo zio Kurt…lui mi fa sempre dei regali supermegabelli, e tu non me li fai mai mettere!”
“Senti, fai quello che vuoi, basta che ti muovi! Metti quei sandali con le calze, così tutti a scuola ti prenderanno in giro per l’abbinamento assurdo che hai fatto….ma adesso andiamo!”
“D’accordo…metto le altre scarpe…”
“Brava”
“Ciao papino, noi andiamo!” disse la bambina prima di uscire dall’appartamento, per mano con la sua mamma.
“Ciao principesse, ci vediamo stasera!”
“Ti amo” disse Rachel, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Mamma e figlia corsero giù dalle scale e si tuffarono tra le vie di New York.
Effettivamente un taxi le stava aspettando proprio al ciglio della strada, come ogni mattina da ormai 3 anni.
Rachel finito il liceo era stata ammessa alla NYADA e da lì il passo era stato breve. Le porte di Broadway si erano aperte per lei, e ora aveva il ruolo fisso di Christine nel musical Phantom of The Opera. Questo le comportava una vita di sacrifici, ma quello era il suo sogno, ed era disposta a tutto pur di continuare a viverlo.
Finn alla fine l’aveva seguita nella grande mela, e ora lavorava per la CW, si occupava della gestione degli spazi commerciali, non era propriamente il sogno della sua vita, ma si guadagnava bene. Purtoppo gli orari e i turni erano assurdi, e passava pochissimo tempo a casa.
Barbra era nata ancora prima che Finn e Rachel si sposassero, ed era una bambina fuori di testa. Bassina e minuta, con occhi scuri, lunghi capelli castani e lisci, aveva preso il naso del padre e il carattere della madre, elevato all’ennesima potenza.
Sembrava che non avesse bisogno di dormire, infatti cantava, ballava, saltellava a qualsiasi ora del giorno, tanto che la mamma e il papà erano quasi stati tentati a chiamare un esorcista. A volte desideravano solo sedarla, per passare un momento di pace e tranquillità. La caratteristica distintiva di questa bambina era la sua insana passione per tutte le cose belle. Barbra infatti adorava tutto ciò che era esteticamente carino, dai vestiti agli animali, una sorta di giovane esteta. Lei stessa si considerava la paladina della bellezza, ed era disposta a combattere per far si che due cose belle stessero per sempre insieme, perché era giusto così.
Tra gli altri ragazzi del Glee Club anche Puck e Quinn si erano trasferiti a New York, erano riusciti a riottenere la custodia di Beth che ormai aveva 8 anni, e vivevano in un appartamentino poco distante da quello di Rachel e Finn. Barbra e Beth erano molto amiche, frequentavano la stessa scuola anche se erano in classi diverse, ed entrambe facevano danza.
Kurt dopo la non ammissione alla NYADA non si era lasciato prendere dallo sconforto, era un ragazzo troppo intelligente e talentuoso, sapeva bene che ad ogni porta chiusa corrisponde una nuova opportunità, e infatti era riuscito a scalare le vette di una nota agenzia che organizzava eventi nella grande mela. Le sue spiccate doti musicali gli avevano anche permesso di diventare il più giovane capo reparto del settore musicale.
Il ragazzo poteva ritenersi soddisfatto, aveva solo 25 anni ed era già arrivato ai vertici, anche se qualche volta, in particolare di sera al buio della sua stanza, nel suo letto freddo si sentiva solo. Ma non poteva farci molto, aveva messo davanti la carriera alla vita sociale, era stata una sua scelta, non poteva certo lamentarsi.
Kurt occupava quindi i suoi momenti liberi a casa di Rachel e Finn, giocando e coccolando Barbra, che naturalmente stravedeva per lo zio Kurt.
La bambina era un vero peperino e con la sua parlantina gli faceva dimenticare tutti i suoi problemi.
 
Rachel ormai era da un po’ di giorni che lo stava pensando, ne aveva anche già discusso con il marito: quella situazione era insostenibile. Ogni mattina finiva sempre per arrivare a lavoro per il rotto della cuffia per colpa dei capricci di Barbra.
Avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse con quella piccola peste.
Avevano bisogno di una Baby Sitter.
Per questo un giorno la ragazza mise un annuncio sul giornale e su internet per cercare qualcuno che badasse a quel piccolo uragano.
 

*

 
“Ok, io allora….vado…” disse Blaine, girandosi verso Adrian che lo stava fissando con aria di sufficienza.
“E così lo vuoi fare veramente…” disse il fidanzato, incrociando le braccia.
“Si. Siamo in aeroporto, queste sono le mie valigie, questo è il mio biglietto di sola andata per New York, direi che ormai non c’è più molto tempo per i ripensamenti…” rispose Blaine.
“ E in tutto questo hai avuto tempo per pensare a noi?” chiese Adrian serio.
“Adrian, c’è mai stato un noi?” domandò il ragazzo, passandosi una mano tra i ricci scuri.
“Qualcosa c’è stato…hai intenzione di lasciarti tutto alle spalle?”
“Tu cos’hai intenzione di fare?” rigirò la frittata Blaine.
“Ah no carino, te l’ho chiesto prima io…” disse Adrian riprendendo il controllo della situazione.
Blaine era succube in quella relazione, forse perché non si rendeva conto di quanto in realtà fosse dipendente dalla presenza di Adrian.
“Io…io vorrei provare a rimanere in contatto…non so cosa succederà a New York…ma mi piacerebbe avere qualcuno con cui condividere le mie esperienze…e vorrei che quel qualcuno fossi proprio tu…” disse Blaine con lo sguardo basso, giocherellando con la custodia della sua chitarra.
“Blaine…ti sembro il tipo da una relazione a distanza?” domandò Adrian perplesso.
“Mmmm….no…” rispose Blaine immediatamente.
“Infatti…in più la nostra storia si basa tutta sulla fisicità, come pensi che possiamo farla sopravvivere a distanza?” aggiunse il ragazzo in tono pratico.
“Ma…ma possiamo provarci no? Puoi venire a trovarmi nei week end…tanto comunque in questi due anni non ci vedevamo più di uno o due giorni a settimana…sarebbe la stessa cosa…a parte la distanza…” disse Blaine parlando come una macchinetta. Quando era agitato attaccava a parlare come un pazzo.
“E’ un idea sciocca…” rispose Adrian, e Blaine tornò ad abbassare lo sguardo sconsolato.
Allora quello era un addio. Se lo aspettava.
 “…però forse possiamo provarci…” aggiunse poi il fidanzato. Blaine sentendo quelle parole sollevò i suoi meravigliosi occhi color caramello e guardò Adrian sorridendo felice. Senza pensare molto a dove si trovavano, saltò al collo del fidanzato, abbracciandolo e colmano la distanza con un bacio appassionato.
I due ragazzi senza rendersene conto si spinsero in un bagno di servizio e chiusero la porta alle loro spalle.
Erano già stati insieme la notte precedente, ma non potevano certo lasciarsi scappare quell’occasione per rimarcare nuovamente il loro “amore”.

Free Talk

Allora....come vi sembra questo primo capitolo introduttivo? mi spiace di non essere riuscita a inserire Kurt già da subito, ma arriverà nel prossimo capitolo!
Volevo fare una piccolissima nota... io lavoro con i bambini (in un' area bimbi di un centro commerciale se vi interessa!) più o meno dell'età di Barbra, e il suo personaggio è una specie di mix di tutti i casi più pazzi che mi sono capitati in quasi 3 anni di lavoro (tralasciando i bambini che lanciano le sedie e si spogliano, sia chiaro XD)...quindi diciamo che quasi tutto quello che fa/dice Barbra è ispirato a una storia vera! tenetelo bene a mente!

Se volete farvi un'idea, Barbra fisicamente è più o meno così
E Beth (che arriverà più avanti) è così
Spero veramente che questo inizio vi piaccia, fatemi sapere se vale la pena continuare a scrivere questa storia!
Vi saluto, a presto!
Baci
Ottavia

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Yellow ***


Ehy ciao amici!!!!
Siete già in 40 a seguire questa storia, e vista tutta la fiducia che avete riposto in questa FF dopo solo un capitolo, ho deciso di postare già il secondo, così si entra un po' più nel vivo della storia!



Capitolo 2: Yellow
 
Era il primo di aprile, e Kurt Hummel era seduto nel suo ufficio al decimo piano di un grattacielo, nei pressi di Central Park. Barbra lo aveva appena chiamato dicendo semplicemente: “Zio, Zio…è arrivato!”
Kurt aveva naturalmente chiesto “Chi?” e la piccola aveva risposto ridendo “Ma il pesce d’aprile, no?” e poi aveva riattaccato soddisfatta.
Kurt aveva scosso la testa e si era lasciato contagiare dalla risata cristallina della sua nipotina, poi si era perso a guardare fuori dalla sua finestra gigante.
La vista dal suo ufficio era mozzafiato, riusciva a vedere perfettamente tutti i passanti dato che non era troppo in alto, ma nel contempo poteva godere del fatto che nessuno si accorgesse di lui. Quando non aveva molto da fare, per esempio se stava aspettando una telefonata o una mail si divertiva a fantasticare sulla vita dei turisti giapponesi, sulle famigliole, o sulle coppiette che passavano le loro giornate a poltrire sul prato del polmone verde di New York.
Erano ormai una decina di giorni che l’attenzione di Kurt era stata catturata dalla presenza di un ragazzo non troppo alto, moro e riccioluto, che si fermava tutti i mezzogiorno a prendere il caffè allo Sturbucks all’angolo, rientrando perfettamente nel campo visivo di Kurt.
Il ragazzo prima di tutto era stato attirato dalla chitarra che quello sconosciuto si portava sempre sulle spalle, e poi aveva anche notato il suo discreto gusto nel vestire (Kurt era sempre stato un amante della moda, e quel ragazzo era un vero e proprio piacere per gli occhi).
Velocemente il ragazzo realizzò che quel ragazzo probabilmente era uno studente della Julliard, l’accademia d’arte che si trovava a pochi isolati dal suo ufficio.
Non sapeva perché ma da dieci giorni a quella parte ogni mezzogiorno Kurt alzava lo sguardo e osservava fuori dalla finestra, per vedere se il ragazzo solitario (si perché era sempre solo) fosse già seduto al suo solito tavolino.
Kurt notò che quel giorno il ragazzo non era particolarmente di buon umore. Parlava al telefono, e in mano, oltre alla chitarra, aveva anche un giornale. Kurt lo osservò mentre riattaccava il telefono con foga e si accasciava sulla sedia, tenendosi le mani tra i capelli.
 

*

 
 
“Sono passati solo 10 giorni da quando sono qui, è logico che non ho ancora trovato un lavoro!” sbottò Blaine al telefono, mentre si dirigeva allo Sturbucks per un caffè gigante.
Aveva appena finito lezione, e come suo solito prima di tornare a casa, passava a prendere qualcosa da bere.
“Blaine non prendertela con me, sei tu che hai chiamato, disturbandomi dato che io sono ancora a lezione, piagnucolando perché non pensi di riuscire ad arrivare a fine mese…io ti ho solo consigliato la cosa più ovvia da fare…lasciare tutto e tornare a casa!” disse la voce secca di Adrian dall’altro capo del telefono.
“Ad, ti prego, le lezioni qui sono davvero interessanti, non posso tornare a Westerville, non dopo aver assaporato la libertà di New York!” rispose Blaine scaldandosi
“Allora muori di fame, ma non chiamarmi in lacrime!”
“Sto cercando un lavoro…ho inviato le mie demo ad alcune case musica-“
“Blaine, fammi il favore, se vuoi stare a New York, stacci pure, ma almeno cercati un lavoro vero, anche da McDonald, ma piantala con sta storia del musicista, non andrai da nessuna parte! Guarda se proprio vuoi suonare fallo in mezzo alla strada o sulla metropolitana e poi passa con un cappellino, magari così guadagni qualcosa!” rispose secco Adrian che si stava seriamente spazientendo.
“Questo è da veri stronzi!” disse Blaine in risposta all’offesa ricevuta.
“No B, è la verità, e ora se ti dispiace ho da fare…”.
Blaine sentendo il chiaro suono della conversazione interrottà, spense anche lui il telefono con rabbia, e poi si accasciò sulla sua solita sedia.
Da quando era a New York aveva sentito Adrian solo due volte (escludendo la seduta bollente via skype) ed entrambe le volte avevano finito per litigare al telefono.
New York era fantastica, il corso mattutino veramente interessante, gli altri ragazzi forse un po’ snob ma comunque simpatici. L’unico problema era la vita. Blaine quando aveva deciso di andare a vivere da solo non aveva fatto i conti con le bollette, le spese, l’affitto… dopo soli dieci giorni si era ritrovato con le finanze dimezzate, e aveva capito che doveva trovarsi un lavoro il prima possibile.
Mancavano solo 3 giorni alle vacanze pasquali, e il ragazzo si era imposto di trovare un lavoro prima di quella data.
Per questo motivo quel giorno aveva deciso di seguire il consiglio di Adrian, e di provare a non precludersi nessuna strada. Così, con il giornale alla mano si mise d’impegno e iniziò a sfogliare la pagina degli annunci.
Ne cerchiò alcuni interessanti e poi si dedicò a fare le chiamate per diverse ore. Purtroppo però quasi tutti richiedevano qualche tipo di esperienza, e anche i più ben disposti alla fine gli chiudevano il telefono in faccia.
Blaine sbuffò accasciandosi sul tavolino tenendosi la testa tra le mani.
Era fottuto.
Come avrebbe potuto trovare un lavoro in tre giorni?
Il ragazzo prima di andarsene notò un annuncio in alto a destra della pagina. Si richiedeva una ragazza giovane per fare la Baby Sitter a una bambina di sei anni. Si trattava di stare con la piccola durante le vacanze, e nei giorni feriali invece l’impegno richiedeva solo qualche ora pomeridiana dopo scuola.
Era richiesta una donna, ma per quale strano pregiudizio un uomo non poteva occuparsi di una bambina?
Sarebbe stato facile, a lui erano sempre piaciuti i bambini, senza contare che era disperato.
Per questo senza troppo indugio compose il numero di cellulare di questa signora Berry e attese in linea.
 
 

*

 
“Finn, mancano tre giorni alle vacanze pasquali, Barbra rimarrà a casa per ben 10 giorni, io lavoro, tu pure, Kurt anche….non possiamo mica chiedere a Quinn e Puck di tenercela per tutto il tempo! Quella è capace di distruggergli la casa!” disse Rachel al telefono con il marito.
“Rach, lo so…ma tu hai detto di no a tutte le tate che hanno risposto all’annuncio!” disse Finn dall’altro lato della cornetta
”Per favore Finn! Ma le avevi viste? Una si è presentata al colloquio con la pancia di fuori e un taglio di capelli improponibile…le altre erano…vecchie! Per Barbra ci vuole qualcuno di giovane e scattante! Tua figlia è un uragano, se inizia a correre per strada mi spieghi come può una vecchia starle dietro? Non se ne parla, ci vuole una ragazza atletica e sveglia!”
“Abbiamo ancora tre giorni di tempo…”. Finn cercava sempre di vedere il lato positivo della faccenda.
“Aspetta, ho qualcuno che sta cercando di entrare nella chiamata…ci sentiamo stasera, bacio!” disse Rachel spegnendo la conversazione con il marito e accettando la chiamata in entrata da un numero sconosciuto.
“Pronto?” disse la ragazza
“Signora Berry?” disse una voce maschile.
“Si sono io, chi parla?”
“Sono Blaine Anderson, un ragazzo di 24 anni, chiamo per l’annuncio come Baby Sitter…” disse Blaine tutto d’un fiato.
“Un ragazzo? Davvero?” chiese Rachel stupita.
“Lo so che le può sembrare strano signora…”
“Ti prego dammi del tu, e chiamami Rachel, ho solo 25 anni…”
“Uh, d’accordo, quindi Rachel, volevo dirti che può sembrare strano che io abbia chiamato, e ti assicuro che non ho problemi d’identità, sono consapevole che state cercando una ragazza, ma perché non dare una possibilità anche a un uomo? Piaccio molto ai bambini, sono giovane, pimpante e non sono un maniaco, anzi sono gay!” continuò a parlare Blaine, quello si era trasformato nel colloquio di lavoro più assurdo della sua vita.
“Hai detto che ti chiami Blaine?” chiese Rachel
“Esatto.”
“E cosa ci fai a New York, Blaine? Perché hai bisogno di un lavoro?”
“Frequento la Julliard, un corso mattutino di sei mesi…mi sono trasferito dieci giorni fa e…ecco, semplicemente non penso di riuscire ad arrivare a fine mese se non trovo in fretta un lavoro…”
“Tu sei consapevole che occuparsi di una bambina è un bell’impegno, vero? Per di più qui stiamo parlando di un diavolo…”
“S-si…” rispose Blaine titubante
“Sai anche che se vieni a lavorare per noi, non potrai tornare alla tua città natale nelle vacanze, visto che dovrai stare con Barbra? Io e mio marito lavoriamo praticamente tutto l’anno…non abbiamo molte vacanze…”
“Non è un problema!” rispose velocemente Blaine, aveva bisogno di quel lavoro, al resto avrebbe pensato più avanti.
“Un’ultima domanda…come sei messo fisicamente?”
“Co-come scusa?” chiese stupito il ragazzo.
“Ahahah no, stai tranquillo! E’ che come ti dicevo la mia bambina è una peste, corre e salta da tutte le parti…ho bisogno di un ragazzo atletico e particolarmente sveglio…non vorrei che mi perdessi la figlia dopo due ore!” spiegò Rachel con fare pratico.
“Ah ok! No puoi stare tranquilla…non ho molto tempo per andare in palestra, ma sono abbastanza atletico…comunque possiamo vederci per un caffè o altro, ora sono libero…”
“Mi spiace ma non ho tempo….comunque mi hai convinto…inizi tra tre giorni, ora ti mando un sms per dirti l’indirizzo e anche lo stipendio…grazie Blaine, ci hai salvato la vita!” disse Rachel, e poi la ragazza riattaccò il telefono.
 
Blaine rimase interdetto per quello che era appena successo.
Quando tutte le speranze sembravano perdute, era riuscito a trovare un lavoro.
Il ragazzo compose immediatamente un sms per Adrian, con scritto:
 “Ce l’ho fatta, ho un lavoro!”
Dopo pochi secondi quello rispose:
“Un lavoro vero?”
“Si”
“Allora stasera si festeggia! Skype alle 22?”
Blaine sorrise malizioso leggendo quell’ultimo sms.
Forse le cose stavano per iniziare a girare nel verso giusto.
 

*

 
In casa Hudson c’era fermento quella mattina, come al solito d’altra parte.
Finn era in trasferta di lavoro dal giorno precedente, e Rachel stava preparando la colazione.
Dato che era il primo giorno di vacanze, la ragazza non doveva lottare con la figlia per obbligare a vestirsi, e questo era già una cosa positiva.
Il problema era che la bambina si era svegliata alle 5.30 di mattina iniziando a ripetere “Quando arriva il Baby Sitter? Quando arriva, mamma? Quando? Adesso?”
Rachel aveva cercato di sviare l’attenzione della piccola, spiegandole che mancavano ancora tre ore, e quindi era meglio dormire, ma lei continuava a insistere “Ok, sono passate tre ore? E adesso? E adesso? Dai adesso secondo me ne sono passate addirittura cinque!”
Rachel era stata costretta ad alzarsi, dato che quella pazza non aveva certo intenzione di smettere di torturarla, e aveva così deciso di occupare il tempo cucinando.
Nel frattempo la bambina aveva iniziato a giocare con le bambole, per circa 10 minuti, ma era riuscita a spogliarle tutte in così poco tempo, poi dato che si era annoiata e non aveva intenzione di rivestirle le aveva abbandonate per tutto il corridoio. In seguito si era impegnata a fare uno spettacolino sul divano, che comprendeva canti, balli e una performance di danza classica. Per questo aveva indossato il suo tutù fuxia e aveva messo la musica a tutto volume.
In seguito per qualche strano motivo aveva deciso che era l’ora di diventare un coniglio ballerino, per questo aveva preso un paio di calze collant (sempre fuxia, il suo colore preferito) se le era messe in testa, e aveva iniziato a saltellare per la casa, sempre domandando “Tra poco arriva mamma il Baby Sitter, vero?”
Rachel aveva ormai sviluppato una sorta di dote sopraffina che le permetteva di non sentire tutto il chiasso che faceva sua figlia.
“Dai Barbie, vieni a sederti qui…ti ho fatto i puncakes!”
“Siiiiiii!” rispose la bambina e sempre indossando il suo tutù rosa si precipitò verso il tavolo, inciampando però nelle calze che aveva in testa e catapultandosi per terra.
La piccola iniziò a piangere, e Rachel corse in suo aiuto per verificare se si fosse fatta male.
Dopo qualche coccola e parolina dolce la situazione migliorò, e le due tornarono a tavola.
Barbra sembrava essersi come calmata, e iniziò a mangiucchiare le sue cialde, cospargendole di marmellata.
“Mamma” chiese Barbra con la bocca piena.
“Barbie, cosa ti ho insegnato? Una signorina non parla con la bocca piena…”
La piccola masticò quel boccone gigante e poi chiese “Come hai detto che si chiama il Baby Sitter?”
“Blaine” rispose la madre
“E somiglia a Robert Pattinson o a Taylor Lautner?” domandò la bambina con fare innocente.
Rachel quasi non soffocò con la cialda che stava mangiando sentendo quella domanda.
“Ma che domanda è? E comunque non l’ho mai visto!”
“Ma è gravissimo!” disse la bambina agitandosi sulla sedia “Deve per forza assomigliare a Rob o a Taylor, perché se no non va bene! Io non voglio un Baby Sitter brutto!” spiegò la bambina sempre più agitata.
“Ma possono anche esistere bei ragazzi che non assomigliano a uno di quei due, no?” disse Rachel cercando di ricomporsi. Ogni tanto si domandava seriamente da dove venisse quella bambina. Forse l’avevano scambiata nella culla “Per esempio, guarda papà…” aggiunse poi la donna con fare sognante.
“Si vede che non capisci proprio niente di uomini…” rispose la bambina scendendo dalla sedia con fare di superiorità, e riprendendo a volteggiare con il suo tutù e le sue orecchie fuxia.
In quel momento suonò il campanello, e Rachel non fece nemmeno in tempo ad alzarsi che la sua bambina si era già precipitata alla porta.
La piccola si sollevò in punta di piedi per aprire i catenacci, e quando finalmente ci riuscì spalancò la porta.
“Ehm…ciao…tu devi essere Barbra?” disse Blaine sventolando una mano, particolarmente sconvolto. Non si aspettava certo di trovarsi di fronte una bambina scalza, con un tutù rosa e delle calze collant in testa ad accoglierlo alla porta.
 “Sei bellissimo” furono le parole che la piccola disse a Blaine in risposta a quel saluto, con gli occhioni castani che le brillavano.

Free talk

Che dire, grazie intanto a tutti voi che avete aggiunto la storia tra le seguite/preferite/ricordate e soprattutto grazie a tutti quelli che hanno commentato! Siete stati gentilissimi!
Adrian è nato per essere odiato, quindi non preoccupatevi se avete istinti omicidi nei suoi confronti, è normale (tra l'altro ringrazio Love Mojito per aver partorito il nome da stronzo insieme a me! Grazie cara!).
Barbra invece è una pazza, ma diciamo che shipperà Klaine più di tutte noi messe insieme, e farà di tutto per far mettere insieme Kurt e Blaine, quindi amatela!
Spero di riuscire a pubblicare due volte a settimana...devo solo portarmi avanti con i capitoli!
A presto
Baci e grazie ancora a tutti siete sempre carinissimi!
Se vi va lasciatemi un parere su questo capitolo, così facciamo due chiacchiere!
Otty

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Pink ***


Per vostra (s)fortuna la storia si sta scrivendo abbastanza velocemente, voi siete sempre di più a seguirla, quindi ho deciso di pubblicare già il terzo capitolo. Kurt e Blaine si incontreranno però solo dal cap 4, quindi dovrete pazientare ancora un pochino...
Buona lettura



Capitolo 3: Pink
 
“Ciao Blaine, prego entra!” disse Rachel obbligando la sua bambina a spostarsi dal ciglio della porta. La piccola era rimasta pietrificata ad osservare il suo nuovo baby sitter.
“Io sono Rachel, molto piacere” aggiunse poi la ragazza porgendo la mano a Blaine che ricambiò il saluto.
“Mi piacerebbe farti vedere la casa, ma devo scappare, e comunque sono sicura che appena questa nanerottola si riprende ti farà fare il tour completo di tutte le stanze…non abituartici perché non è mai così silenziosa…” aggiunse poi la donna mentre indossava l’impermeabile blu scuro “Ok, io vado, sul frigo ci sono tutti i numeri di telefono…ci vediamo”.
La ragazza prima di lasciare l’appartamento, schioccò un bacio sulla guancia della sua bambina che era ancora immobile ad osservare Blaine con la bocca spalancata.
Non appena la porta si richiuse alle spalle di Rachel, Blaine iniziò a guardarsi attorno e dopo poco schiarendosi la voce disse: “Ehm…bene…ora siamo soli Barbra…che ne dici di fare conoscenza?”.
Niente.
La bambina non mostrava nessun tipo di reazione. Blaine si stava preoccupando.
“Ehy, piccola…” disse il ragazzo accovacciandosi davanti alla piccola e iniziando a fissarla intensamente “ti ho portato un regalo, una bella scatola di pastelli a cera…ecco li appoggio qui…” aggiunse Blaine senza mai perdere il contatto visivo con Barbra.
La bambina ricambiò quello sguardo per qualche secondo, e poi senza preavviso schioccò un bacino veloce sulle labbra a Blaine, che rimase talmente sconvolto dal quel gesto che cadde sul pavimento.
“Co-come…” stava cercando di domandare, ma la piccola aveva iniziato a gridare e saltellare per tutta la casa che era impossibile chiederle qualsiasi cosa.
Barbra infatti stava correndo attorno a Blaine agitando le braccia mentre diceva “Siiiiii! Ho il baby sitter più bello del mondo! E gli ho anche dato un bacio! Siiiiiii! Sono la bambina più fortunata del mondo!!!!! Mi ha anche fatto un regalo!!! Siiiii! Altro che Robert Pattinson!!!! Blaine è più bello….ed è solo mio!!!!”
Blaine scoppiò a ridere sentendo quello che stava dicendo la piccola: era decisamente un peperino.
“Ok, Barbra…per un attimo ho pensato che fossi una bambina vergognosa…e invece direi proprio di no…adesso calmati ti prego…vieni qui…” cercò di afferrarla, ma la bambina aveva ricominciato a volteggiare come una ballerina per la stanza, così il ragazzo fu costretto ad acchiapparla per le calze collant che aveva in testa, abbracciandola poi stretta stretta. La bambina trovandosi così vicina a Blaine ricambiò immediatamente la stretta dicendo “Blaine, ti voglio già tantissimo bene!”
“Anche io!” rispose il ragazzo, passando poi a farle il solletico sul pancino.
La bambina scoppiò a ridere come una pazza, contorcendosi come un’anguilla tra le braccia del baby sitter, implorando pietà “Ti pregoooo, ti pregoooo….basta basta solleticoooo”
“Solo se tu mi stai a sentire per cinque secondi!” la minacciò il ragazzo divertito.
“O-ok ok!” rispose la piccola e Blaine smise di torturarla.
“Bene, ora che ci siamo calmati, direi che è il momento di fare le presentazioni per bene…Io sono Blaine Anderson il tuo nuovo baby sitter” disse il ragazzo alla bambina che rispose “E io sono “Barbra Rose Hudson, e questa è la mia casa! Vuoi che ti faccio fare un giro?” chiese la bambina, e senza nemmeno aspettare una risposta afferrò il ragazzo per una mano e lo accompagnò in tutte le stanze illustrandogli qualsiasi cosa.
 
“E rieccoci in sala, quello è il pianoforte bianco della mamma, e quella è la televisione del papà” disse la piccola in conclusione del suo tour della casa.
“Grazie piccola” rispose Blaine, sedendosi sul divano e afferrando una fotografia poco distante che ritraeva Barbra con Rachel e un ragazzo alto, che doveva essere suo padre.
“Questo è Finn?” chiese Blaine, per sicurezza.
“Si esatto. Il mio papà è altissimo, lo sai? Io spero di diventare alta come lui quando sono grande!”
Blaine sorrise, mentre la piccola continuava a parlare “Tu la conosci Beth?”
“Chi?” chiese il ragazzo, senza capire.
“Ma si, è nella terza B, ha i capelli biondi lunghi…”
“No piccola, io mi sono appena trasferito a New York…”
“Ah ok, comunque anche lei ha il papà bello alto, si chiama Noah, ma io lo chiamo Puck, perché me l’ha detto lui che lo posso chiamare così….però ha dei capelli strani…comunque Beth la devi conoscere per forza, perché è simpaticissima, facciamo anche danza insieme!”
“Ok, allora un giorno di questi me la presenterai, d’accordo?” chiese Blaine
“Perfetto! E poi devi conoscere anche la sua mamma e il suo papà…Ah! E poi devi conoscere anche lo zio Kurt! Lui è il mio zio preferito! Tutti i vestiti più belli me li ha regalati Kurt!”
“Che Zio gentile” disse il ragazzo in risposta.
“Ed è anche bello! Bello quasi quanto te, lo sai? No forse di più…non lo so dire, perché siete belli diversi…capisci?” cercò di spiegarsi la bambina.
“Non tanto…” rispose il ragazzo sinceramente.
“E’ difficile da spiegare, ma lo zio Kurt sembra un angelo, e quando canta ancora di più! Ha gli occhi azzurri azzurrissimi, ti giuro non ho mai visto nessuno con gli occhi così azzurri! Ti piace l’azzurro, Blaine?”
“E’ uno dei miei colori preferiti” rispose il ragazzo sistemandosi sul divano mentre ascoltava interessato la descrizione del bellissimo Zio Kurt.
“Allora ti piacerà sicuramente mio Zio…perché poi lui ha anche dei vestiti bellissimi, e profuma anche di buono!”
“Wow, questo Kurt sembra il ragazzo perfetto” rispose Blaine sorridendo.
“Sisisi, Kurt è perfetto!”
“E non ha un figlio o una figlia lo zio Kurt, con cui puoi giocare?”
“Oh no! Lo zio Kurt è single! Non so perché non si trova un fidanzato in fretta, lui se lo merita! Mi sa che glie lo devo trovare io…stasera chiedo alla mamma se mi aiuta a scrivere una mail a Taylor Lautner, voglio provare a chiederli se vuole uscire con lo zio, qualche volta….ehy Blaine, non guardarmi con quella faccia! Non hai mai conosciuto un ragazzo che ama gli altri ragazzi?” domandò la bambina quasi rimproverandolo.
“Ehm…ecco io…in effetti questo è il mio caso…” rispose Blaine, certo non si aspettava di dover confessare a una bambina di sei anni che conosceva da meno di due ore i suoi gusti sessuali, ma quella Barbra era decisamente imprevedibile.
“Cosa? Blaine sei Gay?Ma sicuro sicuro? E io come faccio?” domandò la piccola preoccupata.
“ Perché scusa?”
“Perché mi sa che mi sto innamorando di te…” aggiunse Barbra con le lacrime agli occhi.
“No, tesoro…non preoccuparti, anzi ritieniti fortunata…mi piacciono i ragazzi, è vero, ma mi piace anche una ragazza, una sola però!” disse Blaine accarezzando i capelli della piccola, che sentendo quelle parole si preoccupò ancora di più.
“Chi?” domandò con la voce rotta dal pianto.
“Ma sei tu, sciocchina! Barbra Rose Hudson!”
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!” gridò la piccola e poi abbracciò Blaine contentissima.
“Sei fantastico! Lo sapevo, lo sapevo!”
Blaine abbracciò di rimando la bambina, che improvvisamente si staccò dal suo collo per aggiungere “Ho appena avuto un idea fantastica! Perché non diventi il fidanzato dello zio Kurt? Sarebbe la cosa più bella del mondo, perché così non ci separeremo mai! Cosa ne dici? Lo chiamo e gli dico di venire qui? Siete tutti e due belli, e le cose belle devono stare insieme per forza, così diventano ancora più belle!”
”Ehy calmina piccola, io ho già un fidanzato…” cercò di spiegare il ragazzo, con più tatto possibile.
“Come si chiama? E’ bello come lo zio Kurt? Impossibile nessuno è bello come lo zio Kurt…” disse la bambina con la voce seria.
“Si chiama Adrian e vive lontano da qui…e si è abbastanza bello…” rispose Blaine arrossendo leggermente. Cosa gli toccava dire?
“Voglio vedere una foto…così posso dirti se è abbastanza bello per stare con te…”
Disse la piccola, particolarmente seria.
“Ehm, eccola…” rispose il ragazzo, mostrando lo schermo del cellulare alla bambina che poco convinta sbuffò un “Carino….ma non abbastanza per te…” e poi come se colta da improvvisa ispirazione si lanciò sul pavimento e iniziò a colorare con i pastelli a cera nuovi di Blaine, gettandosi tutta quella strana conversazione alle spalle.
 
Per il momento.
 
Perché Barbra Rose Hudson aveva preso quasi tutto dalla mamma, e quando si metteva in testa una cosa raramente non la realizzava.
La bambina aveva appena deciso che Blaine aveva due scelte: o sarebbe stato solo suo, o dello Zio Kurt. Non certo di quell’Adrian.
 

*

“Allora Barbra, com’è andato il primo giorno con il baby sitter nuovo? Ti sta simpatico?” domandò Finn quella sera a tavola. Il padre della piccola era appena tornato e Rachel lo aveva aggiornato su tutto quello che era successo negli ultimi giorni.
“Si, mi piace molto!” rispose la bambina, infilandosi poi in bocca il cucchiaio pieno di cibo.
“E’ un bel ragazzo, e sembra anche simpatico…” spiegò Rachel al marito, che la guardò con una faccia strana “mi devo preoccupare Rach? In questi casi è la moglie che dovrebbe stare in guardia, ma visto che la nostra baby sitter è un uomo, giovane e aitante…”.
Barbra sentendo quelle parole si alzò immediatamente in piedi sulla sedia e sventolando il cucchiaio disse “Alt, papà stammi bene a sentire: io non so cosa vuol dire alitante…”
“Aitante non alitante Barbra e non preoccuparti che non lo sa nemmeno papà” la corresse Rachel.
“Comunque voglio dirti di stare tranquillo, perché la mamma si deve mettere in fila, visto che Blaine è prima mio, e per secondo dello zio Kurt.”
“Cosa c’entra Kurt?” domandò Finn confuso.
“Uff, papi ma perché in questa famiglia siete tutti così lenti a capire? Blaine è Gay, lo zio Kurt è Gay, tutti e due sono super belli, quindi devono fidanzarsi il prima possibile.” Spiegò la bambina quasi spazientita.
“E allora cosa c’entri tu?” domandò Rachel alla piccola mentre la convinceva a tornare seduta composta.
“Perché Blaine ha detto che avrà sempre un posto nel cuore per me, e poi io credo di amarlo…”
Finn quasi non si ingozzò con il vino sentendo l’affermazione della figlia “Come scusa?” chiese preoccupato.
“Sisi, gli ho anche fatto questo disegno, guardate…” disse la piccola estraendo un foglio che teneva in tasca tutto spiegazzato. Ritraeva un cuore rosso con una scritta tutta sbilenca: Blaine + Barbra.
“Barbie, tesoro…dobbiamo parlare…” disse Rachel comprensiva.
“Dimmi, mamma.”
“Tu devi guardare i bambini o le bambine della tua età, Blaine è troppo grande per te…”
“Ma per me non ci sono problemi, perché tra poco io divento grande, e la cosa si sistema…”
“Si cara, ma nel frattempo anche Blaine crescerà, e invecchierà…”
“Non è possibile!” rispose la bambina shockata.
“Eh si, Barbra…funziona così…” aggiunse Finn.
“Nonono è una bugia!” piagnucolò la bambina, agitando le gambe sulla sedia.
“Barbie calma…” disse la madre dopo aver lanciato un occhiata a Finn “penso di poterti spiegare la cosa…ti ricordi quando abbiamo visto insieme il film di Twilight?”
“Si” rispose la piccola tirando su con il naso.
“Ti ricordi cosa diceva sempre Bella a Edward?”
“Che lei sarebbe invecchiata, mentre Edward no perché è un vampiro, e sarebbero stati brutti da vedere…” disse la piccola che si ricordava a memoria tutto quello che avevano detto i personaggi del suo film preferito.
“A te non piacciono mica le cose belle?” chiese il padre alla bambina.
“Si…”
“E secondo te sareste belli da vedere tu e Blaine, tra qualche anno, lui con i capelli grigi e tu invece giovane?
“No…”
“Quindi?” dissero all’unisono i genitori di Barbra
“Quindi non posso amare Blaine…”
“Esatto! Ma puoi comunque volergli bene!” disse Rachel
“E puoi anche dargli il disegno con il cuore!”  aggiunse Finn.
“…Ok…” rispose la bambina un po’ demoralizzata.
La sua prima storia d’amore era finita in un giorno. Ma i suoi genitori avevano ragione, lei e Blaine avevano troppi anni di differenza, non sarebbero mai potuti stare insieme.
Invece Blaine e Kurt avevano più o meno la stessa età.
Loro si che potevano vivere insieme felici e contenti.
 

*

“Ehy Finn…” disse Rachel, richiamando l’attenzione del marito che stava praticamente già dormendo.
“Si…” borbottò quello rigirandosi tra le coperte.
”Sai che quando sono tornata a casa oggi, Barbra stava dormendo?” disse la moglie, quasi in un sussurro.
“COSA?” rispose il marito muovendosi di scatto.
Ogni sera era una sfida far addormentare Barbra, e aveva smesso di fare il pisolino pomeridiano più o meno da 5 anni.
“Mi stai prendendo in giro?” domandò Finn stupito.
“Assolutamente no. Non potevo crederci nemmeno io, ma quando sono entrata in casa, Blaine stava suonando il pianoforte, e Barbra era addormentata sul divano…”
“Assurdo…”
“Lo so…”
“Dovremmo alzargli lo stipendio…” aggiunse Finn pensieroso “quel ragazzo ha del talento…”
“Se riesce anche a far fare i compiti a Barbra, glie lo alzo veramente…” aggiunse Rachel e dopo aver dato il bacio della buona notte al marito, spense le luci della camera.

Free Talk
Sera a tutti! Che dire? spero che questo primo incontro tra Barbra e Blaine vi sia piaciuto! Come potete capire la nostra piccola peste ha in mente un piano diabolico che metterà a punto a partire dai prossimi capitoli!
Lasciatemi passare la citazione bassa da Twilight, ma io mi immagino Barbra come una patita di quel genere di film, non adatti alla sua età ma con attori bellocci che la stuzzicano! Per questo molte volte citerò diversi nomi di attori o cantanti ;-)

Io vi adoro, lo saprete di già ma voglio ripetervelo ancora! Siete tantissimi che seguite questa storia, e già abbiamo il TEAM BARBRA! Non so come ringraziarvi, l'unica cosa che posso fare è pubblicare velocemente i capitoli, sperando di non deludervi!
Tra l'altro quando ho steso mentalmente questo capitolo, avevo in mente una scena in cui a Barbra cadevano i pastelli a cera nel WC, quindi disperata usciva di casa andava in un supermercato e cercava di rubarli...poi si beccava una bella ramanzina dalla mamma...ma purtoppo ho dovuto tagliare tutto per questioni di spazio...ma se vi interessa potrei inserire la scena più avanti...fatemi sapere.

Non fate le timide e lasciate un commentino così facciamo due chiacchiere!
A presto
Baci
Otty

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Blue ***


Cucù! rieccomi qui con il capitolo nuovo! le note alla fine!

Capitolo 4: Blue
 
Il rapporto tra Blaine e Barbra andava sempre più consolidandosi man mano che i giorni trascorrevano. La bambina stravedeva per il suo Baby Sitter che la faceva giocare tutto il giorno (i due avevano più volte organizzato spettacolini dove Blaine suonava il piano e la piccola cantava usando un pennarello come microfono) e la trattava come una principessa. Non la sgridava mai, la riempiva di coccole e la accompagnava a fare lunghe passeggiate a Central Park, o tra i negozi di New York.
Il loro preferito era quello delle M&M’s, dove i due passavano interi pomeriggi ad abbuffarsi di cioccolatini di tutti i colori, o a farsi fotografie tra i peluches e le statue a forma dei diversi personaggi.
La bambina aveva capito che il suo rapporto con Blaine poteva essere solo di amicizia, e da questo punto di vista si era messa il cuore in pace.
Tuttavia continuava a non appoggiare la relazione a distanza del ragazzo con quell’Adrian, che a suo parere era “troppo distante e freddo, perché se si è fidanzati bisogna passare tutto il giorno a darsi i bacini e a farsi le coccole”. La piccola era sempre più convinta che Kurt fosse il ragazzo perfetto per Blaine, e malgrado non fosse ancora riuscita a far incontrare i due, ci stava lavorando.
 
Nonostante tutto l’impegno di quel piccolo cupido, il primo incontro ufficiale tra lo Zio Kurt e Blaine avvenne per puro caso.
 
Era uno degli ultimi giorni di vacanze pasquali e Barbra e Blaine erano rimasti in casa. La bambina aveva passato la mattina a fare i compiti (tra le lacrime. Alla fine Blaine intenerito, si era ritrovato a dover disegnare un elefante con un fiocco gigante in testa che poi la piccola aveva accuratamente colorato) e in quel momento si stavano svagando giocando alle principesse in cameretta.
“Oh ma Blaine, che bellissimo mantello che indossi oggi, dove l’hai preso?” chiese Barbra avvicinandosi al ragazzo che era buffissimo. Blaine infatti per quel gioco era stato costretto ad indossare una coroncina da principessa argento tutta circondata di pelo rosa, e con un lenzuolo (anch’esso rosa) si era creato un lungo mantello. La bambina invece portava una marea di collane e anelli di tutti i colori e una coroncina comprata a Disneyland con orecchie di Minnie annesse.
“Ehm…carissima amica, me l’ha regalata la regina” rispose il ragazzo restando al gioco.
“Noooo!” disse la bambina sottovoce al baby sitter “devi dire che l’hai comprato in un negozio, almeno posso andare a prenderlo anche io!”
“Ah scusa, ehm mi sono sbagliato! Ho comprato questo mantello in quel negozio laggiù, vedi quello a forma di armadio…” si corresse Blaine con voce pomposa.
“Oh amica, è fantastico!” disse la bambina emozionata battendo le manine.
“Barbra perché non posso fare il principe che ti salva, invece della tua migliore amica principessa?” domandò improvvisamente il ragazzo sistemandosi quella buffa coroncina sulla testa.
“Perché oggi ho voglia di giocare alle amiche principesse, dai continuiamo, stavo dicendo…Oh amica, ma è fantastico! Vuoi accompagnarmi?” disse la bambina mentre guardava intensamente negli occhi il baby sitter e gli faceva cenno con la testa di rispondere si.
“Certamente” disse Blaine e dopo aver afferrato la mano della bambina i due si avvicinarono all’armadio.
Dopo aver trafficato tra le lenzuola (per la gioia di Rachel) e aver trovato una federa adatta per fare il mantello di Barbra, la bambina propose di andare a prendere un the.
E nel gergo dell’infanzia, prendere un the, significa sedersi per terra sorseggiando acqua fredda in delle tazzine microscopiche.
La bambina stava cercando il servizio con i fiori, quando improvvisamente suonò il campanello.
“Chi sarà?” domandò la piccola: non aspettavano visite, anche perché Beth era partita con la sua famiglia per tutte le vacanze pasquali.
“Forse è un corriere per Papà…vado ad aprire, tu aspettami qui e non fare disastri, magari ci vorrà un po’, dovrò firmare alcune carte…ok?”
“Vaaaabeeeene” rispose la bambina mentre Blaine usciva dalla cameretta chiudendosi la porta alle spalle.
Il ragazzo, sempre tutto agghindato da principessa, si incamminò lungo il corridoio quando sentì la porta aprirsi e richiudersi e una voce maschile particolarmente irritata parlare velocemente
“Cazzo Rachel, cos’hai a fare il campanello se non rispondi? Menomale che so dove nascondete le chiavi! Comunque sono venuto qui per informarti che la tua brillante idea di contattare i One Direction per il concerto del 4 Luglio è stata proprio una GRANDIOSA idea!”.
Blaine si avvicinò di soppiatto per capire chi stesse parlando e vide una figura maschile, alta e slanciata di spalle che si stava accomodando placidamente sul divano, mentre continuava a parlare, convinto che Rachel fosse in casa, magari in un’altra stanza.
“Pensa, oggi dovevo incontrarmi in ufficio con quei cinque ragazzini e il loro manager, peccato che non sono nemmeno riuscito ad entrarci in ufficio, visto che sono stato assalito da una marea di fan impazzite che hanno passato la notte, e dico la notte, davanti all’ingresso ad aspettarli! E non è finita qui! Perché appena mi hanno visto hanno pensato che fossi parente di uno di quei ragazzi e mi hanno strappato i vestiti di dosso, ma letteralmente! Sono rimasto senza pantaloni, tanto che ho dovuto prendere un taxi in mutande, scappare a casa per cambiarmi e disdire tutto! Altro che One Direction! Al 4 Luglio invitiamo un coro Gospell! Comunque questo significa che ho una mattinata libera, che ho deciso di trascorrere insultando te e le tue idee e facendomi coccolare dalla mia nipotina preferita!”
Blaine che stava ascoltando tutto quell’assurdo monologo all’ingresso della sala, non riuscì a trattenere una risata, tuttavia cercò di mascherarla coprendosi la bocca con la mano.
“Ah ma c’è anche Finn a casa? Ti fa tanto ride-“ disse il ragazzo, voltando la testa e scoprendo che in realtà a ridere non era stato affatto suo fratello, e nemmeno la sua migliore amica, bensì uno sconosciuto vestito con un mantello rosa e una corona di pelo.
“Ma che…” domandò il ragazzo scattando immediatamente in piedi confuso “Tu…tu chi sei?” aggiunse poi.
I due rimasero ad osservarsi immersi in un silenzio imbarazzante per qualche secondo.
Blaine si era completamente perso negli occhi azzurri di quello sconosciuto, mentre l’altro lo stava guardando a metà tra lo sconvolto (per quel look assurdo) e l’interessato.
Dove aveva già visto quel viso?
Ci pensò Barbra a interrompere quel momento. La bambina era appena piombata dalla cameretta gridando “Zio Kurt! Mi sembrava la tua voce!” La piccola si lanciò tra le braccia dello Zio, che ricambiò l’abbraccio ancora un po’ scosso. Non aveva ancora smesso di guardare Blaine incuriosito.
Ci pensò sempre Barbra a fare le presentazioni ufficiali, dato che non stava più nella pelle.
“Zio Zio Zio! Che bello che sei venuto! Vedi quello laggiù? Ecco lui sarà il tuo fidanzato? TiPiaceTiPiaceTiPiace?”
“Scusa?” chiese Kurt, sentendo quelle parole.
“Ciao, io sono Blaine Anderson, il baby sitter di Barbra, tu devi essere lo Zio Kurt, mi ha fatto una testa tanta…” disse Blaine cercando di risolvere la situazione, e porgendo la mano a Kurt che l’afferrò dopo un momento di titubanza.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!” gridò Barbra quando vide i due ragazzi tenersi per mano. Ci mancava poco che iniziasse a lanciare i coriandoli per tutta la stanza.
Immediatamente Kurt, vedendo la reazione spropositata della bambina, staccò la mano da quella di Blaine domandando “ma che le prende?”
“Si è autoconvinta che io e te dobbiamo stare insieme, sai perché io sono gay...”
“Barbra, quante volte devo dirtelo di smetterla di cercarmi un fidanzato?” disse Kurt cercando di attirare l’attenzione della bambina che stava volteggiando per la stanza. Poi rivolgendo nuovamente l’attenzione verso Blaine, aggiunse “pensa che l’anno scorso si è fatta portare da Finn negli uffici della CW, e ha dato una mia foto a Ian Somerhalder, con scritto dietro il mio numero di telefono! Se non l’ho uccisa quella volta è stato un miracolo…”
Blaine scoppiò a ridere e Kurt rimase ad osservare silenziosamente quel ragazzo.
Era veramente bello (anche così conciato da principessa) forse un po’ basso per i suoi gusti, ma prestante, aveva proprio un sorriso contagioso e uno sguardo penetrante.
Ma dove l’aveva già visto?
“Ma noi ci siamo già visti da qualche parte?” chiese improvvisamente Kurt, interrompendo a malincuore la risata di Blaine.
“Uhm…non mi pare…anzi è quasi impossibile…mi sono trasferito da un mese a New York, ho sempre vissuto in Ohio…”
“Si? Che coincidenza! Io, Finn e Rachel abbiamo frequentato le scuole in Ohio, precisamente a Lima! Magari ci siamo incrociati lì…dovremmo avere più o meno la stessa età…”
“Ho 24 anni” rispose Blaine.
“Io 25, e cosa ti ha portato a New York? Lavoro?” domandò Kurt incuriosito.
Blaine a quella domanda si rabbuiò.
Quel ragazzo aveva solo un anno in più di lui e già aveva un lavoro di successo, così come Rachel e Finn. Lui invece era un provincialotto che si aggrappava a un sogno irrealizzabile e che faticava ad arrivare a fine mese.
“Ho detto qualcosa di sbagliato? Se non vuoi dirmelo, non importa, non hai nessun obbligo…” aggiunse Kurt, dopo aver notato lo sguardo triste del ragazzo.
“Nono, tranquillo! E’ che siamo praticamente coetanei, e tu hai già un lavoro di successo, mentre io frequento ancora un corso di specializzazione, e non so cosa farò domani!”
“La mia è stata solo fortuna….vedrai che se sei destinato a fare grandi cose, prima o poi l’opportunità giusta arriverà anche per te…e New York è la città perfetta! Hai fatto la scelta giusta!” lo incoraggiò Kurt, e Blaine pensò immediatamente a quanto quelle parole risuonassero confortevoli e quanto avrebbe desiderato sentirsele dire dal suo ragazzo, che invece continuava a demotivarlo telefonicamente (le poche volte che si degnava di rispondere alle sue chiamate).
“Comunque frequento la Julliard, un corso di musica e performance dal vivo…” aggiunse infine Blaine, sentendosi quasi in obbligo a dare qualche informazione in più a quel ragazzo che si era dimostrato così gentile nei suoi confronti.
“Ah” rispose semplicemente Kurt, avvicinandosi un po’ di più a Blaine, e iniziando a squadrarlo dalla testa ai piedi.
Possibile che quel Blaine fosse il ragazzo solitario dello Sturbucks? Quello con la chitarra e con quel look un po’ retrò? A guardarlo bene sembrava proprio lui…
Mentre lo esaminava, Kurt si stava inavvertitamente avvicinando sempre più a Blaine, che lo osservava confuso senza capire.
C’era però anche una terza persona che li stava osservando.
Si trattava di Barbra.
La piccola si trovava in mezzo ai due ragazzi con il nasino all’insù, gli occhi che le brillavano e le mani unite.
I due ragazzi si erano praticamente dimenticati della sua esistenza, troppo impegnati a studiarsi l’uno con l’altro, fino a quando la bambina non disse a mezza voce “Vi prego baciatevi!”.
Sentendo quella frase Kurt si risvegliò dal suo stato contemplativo e lanciò un’occhiata di rimprovero alla bambina, mentre Blaine tornò a ridere come un pazzo.
“Beh Kurt, dato che ormai sei qui, e hai una mattinata libera visto che il tuo posto di lavoro è letteralmente assediato da fangirl impazzite, direi che potresti rimanere con noi a giocare” disse Blaine, dopo che riuscì a calmarsi da quell’attacco di risa.
“Oh si!” cinguettò immediatamente Barbra “Stavamo per prendere il the! Vuoi giocare con noi? Ti faccio fare la principessa azzurra! Forse ho anche la corona con lo scettro abbinato!”
“Calma pulce!” disse Kurt che già stava per declinare l’invito. Non sapeva perché, ma l’idea di passare del tempo con quel ragazzo lo metteva in agitazione. Tuttavia quando vide gli occhi da cucciolo di Barbra e di Blaine che lo supplicavano imploranti di rimanere, fu costretto a cambiare idea “Eh d’accordo! Ma la corona non la metto, sia chiaro!” aggiunse poi il ragazzo.
I tre si incamminarono verso la cameretta, mentre Barbra continuava a parlare “Zio, Zio! Ma stavate parlando dei One Direction? Mi porti a casa un autografo di Zyan?, anzi no, mi porti a casa proprio Zyan? Daiiiiii perfavoreeeeeee!”
“Che?” chiese Kurt, lanciando un occhiata a Blaine che nel frattempo stava dicendo “Ma Barbie, non avevamo mica deciso che il nostro preferito era Harry?!”
Kurt decise di lasciar perdere, evidentemente quei due viaggiavano su un’altra lunghezza d’onda.
Quando la combriccola entrò in camera, Blaine e Barbra andarono a sedersi subito per terra ai loro soliti posti, mentre Kurt rimase a fissarli sul ciglio della porta.
“Zio, dai vieni! O il the si raffredda!” disse Barbra.
“Ma…ma….io pensavo prendessimo il the veramente…quando giocavo io preparavo il tavolino, con i biscotti, poi mio papà preparava un sacco di the di qualità diverse…” disse il ragazzo quasi vergognandosi.
“Eh noi siamo principesse più spartane…dai vieni a sederti con noi!” lo invitò nuovamente Blaine.
“Per terra?” chiese il ragazzo, preoccupato.
“Ovvio…” risposero gli altri due, che già stavano sorseggiando il finto the.
“Ma…ma….questi pantaloni sono nuovi!” cercò di giustificarsi Kurt. Barbra sentendo quella scusa patetica mise il broncio, mentre Blaine lo canzonò immediatamente in tono malizioso “Beh allora toglili. Dopo aver preso un taxi in mutande, puoi anche giocare con noi senza pantaloni, se hai così tanta paura di sporcarli…per me non è un problema…e per te Barbie?”
“Nono” rispose la bambina agitando la testolina.
Kurt con le guance rosse per la vergogna smise di fare tante scene ed andò a sedersi tra gli altri due, iniziando a sorseggiare la sua acqua fredda.
“Sicuro sicuro che non la vuoi la corona?” chiese ancora Barbra.
“Erano i patti!” rispose subito Kurt, facendo sorridere Blaine, che riprese il gioco del mattino “Ehi amica!” disse, però rivolto a Kurt questa volta “Ma che bella che sei oggi!”.
Kurt sentendo quelle parole, tirò immediatamente una pacca di rimprovero a Blaine sulla coscia, che gli rispose con una linguaccia.
Naturalmente il tutto sotto gli occhi estasiati di Barbra, che era riuscita a fare un passo avanti nel suo piano, chiamato “Klaine”


Free talk

KLAINE, KLAINE, KLAINE, KLAINE!!!! yeeeee li volevate, ed eccoli qui! 
L'idea della scena della coroncina è una delle prime  che mi è venuta in mente, quindi spero che l'apprezziate! Io me lo vedo troppo Blaine con la corona rosa tutta pelosa mentre gioca alle principesse, voi no?

Dio vi prego commentate come avete fatto per lo scorso capitolo, mi avete reso la persona + felice del mondo...tutti a dirmi TEAM BARBRA oppure ODDIO UCCIDIAMO ADRIAN!!!! VI ADORO!!! Quindi fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo (il prossimo lo pubblico venerdì e vi assicuro che ne vedremo delle belle, grazie a Barbra!)

Intanto vi pongo qualche informazioni di servizio:
  • Stiamo cercando lo shipping name x BARBRA e BLAINE....si pensava a ANDERBRA oppure a BARBLAINE (sono tutti e due bruttini, ma scegliete il meno peggio, oppure proponete voi qualcosa!)
  • Poi se ve lo state domandando (magari no, ma ve lo dico lo stesso) si, i titoli dei capitoli sono i colori dei pastelli a cera di Barbra.
  • La cotta di Barbra per i personaggi di Twilight è tratta da una storia vera (così come quella per i 1D).
  • Per quanto riguarda l'episodio dei pastelli a cera mi era venuta l'idea di scrivere una serie di missing moments tra Barbra e Blaine e pubblicarli separati rispetto a questa storia, perchè si potrebbero inserire, ma toglierebbero spazio ai nostri Klaine...vi ispira come idea? Vi piacerebbe leggere delle dis-avventure di quei due nanetti da giardino?
  • Ultima cosa e poi vi lascio sul serio...se avete voglia di seguirmi questo è il mio account twitter e questo è il mio tumblr (non ho una pagina FB autrice, semplicemente perchè non ho nemmeno una mia pagina FB...ma se vi può far piacere potrei aprirla...ditemi voi...pendo dalle vostre labbra!)

Detto questo ringrazio proprio TUTTI TUTTI TUTTI perchè siete incredibili e non smetterò mai di dirvelo!
Vi bacio
a venerdì (o magari se qualcuno di voi segue anche la Calvin Klaine ci becchiamo prima...verso Mercoledì!)
Ottavia



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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Green ***


E' venerdììììì e tutto va bene!!!!
Come promesso vi posto il capitolo, è uno dei miei preferiti, spero che piaccia anche a voi!



Capitolo 5: Green
 
Le vacanze pasquali erano finite sia per Barbra che per Blaine, ed entrambi avevano ripreso a frequentare la scuola. Blaine comunque passava tutti i pomeriggi con la bambina, la andava a prendere a scuola e poi la riportava a casa dove passavano il tempo tra cartoni animati, compiti, disegni, balletti, spettacolini e altri tipi di giochi.
Nel frattempo il ragazzo non si era dato per vinto, e continuava a cercare un ingaggio per un qualche tipo di concerto o esibizione musicale. Purtroppo però la fortuna non aveva ancora bussato alla sua porta.
In più il lavoro come baby sitter lo teneva particolarmente occupato, ed era sempre costretto a declinare tutti le uscite con i suoi compagni di corso.
Il ragazzo sostanzialmente passava le sue serate a leggere nel suo piccolo appartamento o guardando qualche film, ma la maggior parte di volte cadeva stremato sul letto, addormentandosi.
Curare Barbra era un impegno da non poco conto.
Quella domenica sera il ragazzo aveva ordinato una pizza d’asporto e la stava mangiucchiando sdraiato sul letto, mentre chiacchierava con Adrian al telefono. Stranamente per il momento la conversazione stava procedendo bene quella volta, forse perché il ragazzo dall’altro lato della cornetta era più rilassato e meno stressato degli altri giorni.
Blaine aveva incominciato a parlare a macchinetta di Barbra e del suo lavoro come tata in casa Hudson, quando il fidanzato lo interruppe, chiedendo
“Senti Blaine, cos’hai da fare il prossimo week end?”
“Oh…” rispose Blaine un po’ stupito. Non era da Adrian interessarsi così tanto ai suoi spostamenti. Solitamente era lui a dover raccontare quali erano i suoi piani per la settimana, mentre l’altro si limitava ad ascoltare annuendo di tanto in tanto “perché?” chiese quindi incuriosito.
“Pensavo, non ti manca l’Ohio? Il prossimo fine settimana c’è la solita festa qui a Westerville, sarebbe bello se potessi sfruttare quest’occasione per tornare qualche giorno a casa…” disse il ragazzo, in tono di sufficienza.
Blaine rimase particolarmente shockato da quella richiesta, era la prima volta che Adrian manifestava il desiderio di vederlo da quando era partito per la grande mela. Probabilmente voleva solo soddisfare qualche bisogno fisico, ma Blaine trovò la richiesta comunque molto dolce.
“Aspetta che controllo il calendario…” rispose il ragazzo, iniziando a trafficare nel cassetto cercando l’agenda. Sfogliò le pagine velocemente fino ad arrivare ai giorni prestabiliti e poi aggiunse “Cazzo, Adrian! Il prossimo week-end non posso! Finn e Rachel mi hanno chiesto se posso stare con Barbra sabato sera, entrambi sono occupati…è una cosa che so da tempo, senza di me sono fottuti…”
“Bene.” Rispose secco Adrian dall’altro capo del telefono.
“Cosa ne dici della settimana dopo?” cercò di rimediare Blaine “posso provare a chiedere se mi lasciano anche il venerdì libero….così possiamo stare insieme un giorno in più….” continuò a parlare il ragazzo, sempre più velocemente.
“Non importa Blaine…” disse il ragazzo sempre più scocciato.
“Ma certo che importa!”
“No, dal momento in cui stai evidentemente mettendo davanti a me una bambina di 6 anni! Io mi sto esponendo per te cercando di far funzionare questa cosa a distanza, ti ascolto mentre blateri dei tuoi stupidi esercizi musicali e di quell’insopportabile bambina e quando ti chiedo una cosa io, tu non cerchi nemmeno di venirmi incontro!” scoppiò il ragazzo al telefono.
”Ma cosa cazzo stai dicendo Adrian? Non ti sembra che anche io sto cercando di venirti incontro, proponendoti delle date alternative? E scusa se dopo una giornata di lavoro ho voglia di condividere le mie esperienze con il mio ragazzo!” disse Blaine che stava praticamente urlando.
“Hai ancora il coraggio di chiamarlo lavoro…” sussurrò Adrian a mezza voce.
“Con tutte le volte che ti ho chiesto io di venire qui a New York…non mi sembri nella posizione di potermi criticare!” disse ancora Blaine che aveva quasi le lacrime agli occhi. Quella relazione era assurda, lo faceva stare solo male, ma non riusciva proprio a staccarsi da quel ragazzo, nonostante fossero a mille miglia di distanza.
“Scusa se io a differenza tua ho dei corsi seri da seguire, perché punto a diventare qualcuno, non un musicista come te!”
“Perché cazzo non puoi cercare di appoggiare le mie scelte qualche volta? Perché non puoi fare come Kurt che mi ha spronato e incoraggiato a continuare sulla mia strada?” gridò Blaine al telefono senza pensarci.
“Chi è Kurt?” domandò secco l’altro ragazzo.
“Ne-nessuno” rispose Blaine, titubante.
“Ti ho chiesto chi è Kurt.”
“E’ lo zio di Barbra…ma l’ho visto una volta sola e…”
“Allora è questo il vero motivo per cui non torni a casa? Perché hai un altro? Te la fai con questo Kurt alle mie spalle?”
“NO!”
“Non mentire Blaine! Tu fai la bella vita a New York, mentre io sono qui a farmi il culo in Ohio…non sono disposto a farmi prendere in giro da un ragazzino, sappilo. Pensa a come ti stai comportando e solo dopo che avrai messo ordine tra le tue idee fatti risentire. Non ho più nulla da dirti” disse il ragazzo secco, chiudendo la conversazione.
Blaine rimase attonito da tutto quello che era appena successo. Perché Adrian aveva quella capacità di riversare sempre la colpa su di lui?
Blaine come al solito scagliò il telefono lontano e si gettò sul letto a piangere fino a quando le forze non lo abbandonarono, e si addormentò.
 

*

 
Barbra da quando Blaine e Kurt si erano conosciuti continuava a tempestare il baby sitter di domande inopportune sullo zio, del tipo “Lo trovi bello Kurt? Ha proprio dei begli occhi, vero? E poi hai visto come si veste bene? Io quando ero piccola ho provato a farci il bagno insieme, vuoi che ti racconto? Mamma dice sempre che Kurt ha un bel sedere, secondo te è vero?”. Blaine aveva deciso di stare al gioco della bambina, anche perché da quel poco tempo che aveva trascorso con Kurt, l’aveva trovato un ragazzo davvero interessante, oltre che molto attraente. Per questo non aveva problemi a fare apprezzamenti su quel ragazzo, e ogni volta Barbra andava in brodo di giuggiole.
 
L’operazione Klaine stava per prendere una svolta ben precisa, così aveva deciso la bambina.
Nessuno di preciso sapeva da quanto tempo quella piccola peste stesse architettando quel piano e da dove avesse preso spunto. Fatto sta che aveva deciso di agire proprio quel pomeriggio.
Barbra e Blaine avevano appena finito i compiti e avevano deciso di cucinare dei biscotti al cioccolato. La bambina era in piedi sulla sedia con un cappello da cuoco in testa e un grembiule che le arrivava fin sotto i piedi, mentre Blaine era di fronte a lei, che stava mescolando la farina con le uova.
“Poi i biscottini li mettiamo in un sacchettino?” cinguettò la bambina saltellando sulla sedia.
“Ok” rispose Blaine. Il ragazzo quel lunedì era di poche parole: la litigata furiosa con Adrian lo aveva lasciato particolarmente depresso. Fortunatamente Barbra non sembrava essersene accorta.
“Poi ci mettiamo un fiocchetto viola?” chiese ancora la bambina.
“Dove?”
“Come dove? Ma mi stai ascoltando Blaine? Sul sacchettino! Lo voglio regalare a Beth, e il suo colore preferito è il viola chiaro…” spiegò la piccola prendendo un pezzettino di cioccolato che avevano tagliato a pezzettini, mangiandolo.
“Ehy ehy! Se lo mangi tutto poi cosa usiamo?” la rimbeccò Blaine, passandosi una mano sulla faccia per spostarsi un ricciolo, sporcandosi così tutta la fronte di farina.
“Ahahaha Blaine sei così buffo! Sei tutto sporcooooo!” ridacchiò la bambina, e il baby sitter rispose con una linguaccia.
“Comunque, il colore preferito dello zio Kurt è il blu…” aggiunse poi la bambina.
“Si lo so, me l’avevi già detto…” rispose il ragazzo continuando a occuparsi dell’impasto.
“Lo so che lo sai, ma volevo ricordartelo, perché così se vuoi regalare i tuoi biscotti a Kurt, puoi mettere il fiocco blu sul pacchetto…”
“Ahaha okok!” rispose Blaine sorridendo alla piccola “Dai passami il cioccolato che lo mettiamo dentro…senza mangiarlo!” aggiunse poi.
La bambina si inginocchiò sul tavolo, passando le scaglie di cioccolato a Blaine e osservandolo mentre compiva le ultime operazioni.
Il ragazzo divise l’impasto in tanti biscotti e poi li infornò.
“Ecco fatto” disse quello soddisfatto pulendosi le mani.
“Blaine, vai in bagno a lavarti sei tutto sporco” disse improvvisamente la bambina saltando giù dal tavolo e iniziando a spingere il baby sitter in bagno.
“Ehy, ma quanta fretta! Che ti prende?” domandò il ragazzo.
“Non voglio che tocchi i fiocchi con le mani sporche…stai in bagno un po’ ti dico io quando puoi uscire!” ordinò Barbra mentre chiudeva la porta.
“Ma perché?”
“Perché….ehm ecco perché…perché i nastri sono in un posto segreto, e non voglio che vedi dove li tengo!” si inventò la bambina, che in realtà aveva un altro piano.
“Ai suoi ordini!” disse Blaine,che non sospettava nulla.
La bambina soddisfatta della sua “bugia a fin di bene” corse in cucina ed estrasse dalla tasca un foglietto con un numero di telefono.
Poi prese il cellulare di Blaine, che aveva lasciato vicino al piano cottura, e dopo averlo sbloccato (la sera precedente si era fatta spiegare dal papà come fare a sbloccare lo schermo di un Iphone) iniziò a vagare nella rubrica cercando quello di cui aveva bisogno.
“Posso uscire?” chiese Blaine dal bagno.
“Non ancora!” gridò la bambina agitata. Aveva appena imparato a leggere, però era sicura che Adrian iniziasse con la lettera A, quindi doveva essere per forza tra i primi nomi della rubrica.
Niente, Adrian non c’era da nessuna parte. Poi improvvisamente l’attenzione di Barbra cadde su un contatto “Amo…amore…” lesse la bambina sottovoce, e quando realizzò che probabilmente Amore era il modo con cui Blaine aveva salvato il numero di Adrian, sorrise soddisfatta.
Velocemente seguendo le operazioni meccaniche che gli aveva insegnato Finn la sera precedente (il padre aveva domandato alla bambina cosa le servisse imparare tutte quelle cose sulla rubrica degli Iphone, ma la piccola aveva mentito dicendo che era un compito per scuola, e il padre ci aveva creduto) Barbra cancellò il numero di Adrian, sostituendolo con quello che si era scritta sul foglietto.
“Ci siamo?” chiese ancora una volta Blaine dal bagno.
“Ancora due minuti!” rispose la piccola, mentre salvava le modifiche.
Poi sistemò il telefono dove l’aveva trovato, prese i nastri da un cassetto e disse “Ok, ora puoi uscire!”.
Il baby sitter uscì dal bagno guardandosi attorno incuriosito. Barbra osservava Blaine con i suoi occhioni castani e con un fare da angioletto che non le si addiceva per niente.
“Tanto lo scoprirò prima o poi cos’hai combinato…” disse Blaine tirando una pacca scherzosa sul sedere alla bambina.
”Ehy birbante! Non si tocca il sedere alle signorine!” lo rimbeccò la bambina, che non stava più nella pelle per la sua brillante idea.
 

*
 

La prima cosa che fece Blaine quella sera appena rientrato nel suo piccolo appartamento fu chiamare Adrian per scusarsi. Sapeva che non era totalmente colpa sua, anzi non aveva nessun tipo di colpa, ma si sentiva troppo male per come si era conclusa la conversazione la sera precedente, quindi decise di fare lui la prima mossa (come d’altra parte faceva sempre da ormai due anni).
Lasciò la borsa sul pavimento e chiamò il suo fidanzato. Appena quello accettò la chiamata Blaine iniziò a parlare come una macchinetta, anche perché sinceramente non si aspettava nemmeno che quello rispondesse.
“Non dire niente! Fammi parlare! Scusami, scusami, scusami! Sono stato un completo idiota a litigare con te ieri sera! Hai ragione quando dici che non mi sto impegnando abbastanza nel venirti incontro, ma devi anche capire che è difficile per me vivere a New York, l’affitto è caro e non posso perdere nemmeno un giorno di lavoro, perché se no mi tagliano la luce! Però se vuoi posso provare a chiedere a Finn e Rachel se mi danno ugualmente il week end libero per settimana prossima, così vengo lì da te…non mi piace sapere che sei arrabbiato con me! Mi manchi tantissimo! E ti assicuro che non c’è nessun altro…quel Kurt di cui ti ho parlato l’ho visto una volta sola, e per sbaglio! Amore non ti sto tradendo, te lo assicuro! Ho una voglia matta di vederti e di farlo con te”
“Ehm…scusa, ma sei Blaine?” si intromise finalmente la voce dall’altro lato del telefono.
“Kurt? Ma-ma che sta succedendo?” domandò Blaine confuso. Il ragazzo aveva riconosciuto la voce dall’altro lato della cornetta. Istintivamente guardò il cellulare e il numero sul display. Conosceva a memoria quello di Adrian, e non corrispondeva con quello che c’era sullo schermo. Com’era possibile?
“Mi sa che hai sbagliato numero…” ridacchiò Kurt senza riuscire a trattenersi.
“Direi di si, ma com’è possibile? Io non ho il tuo nume…BARBRA!” disse improvvisamente il ragazzo, capendo finalmente cosa aveva combinato quel pomeriggio la bambina mentre lui era in bagno.
“Cosa c’entra mia nipote?” domandò Kurt.
“Ne ha fatta una delle sue…oggi mi ha rubato il cellulare e deve aver sostituito il numero del mio ragazzo con il tuo…” spiegò velocemente Blaine.
“Ma io vorrei capire se se le sogna di notte…” rispose Kurt sconvolto.
“Scusami, comunque…naturalmente tutto quello che ho detto non era per te…” disse Blaine, arrossendo, dato che aveva appena realizzato di quanto si era esposto con uno semi sconosciuto.
”Ovviamente, visto che noi due non abbiamo mai litigato, e non l’abbiamo nemmeno mai fatto!” rispose Kurt, buttandola sul ridere.
“Eh…già…puoi…puoi dimenticare tutta questa telefonata?” chiese implorante Blaine.
“Dipende…se tu ti dimentichi tutta la storia dei One Direction e del taxi in mutande…” rispose Kurt.
“Certo che per esserci parlati due volte, ci siamo sputtanati parecchio…” disse Blaine ridacchiando, mentre ripensava al suo primo incontro con Kurt.
“Hai ragione! Comunque, non per farmi i fatti tuoi, ma sai mi sono sentito tirato in mezzo…cosa c’entro io con il tuo Adrian? Abbiamo per caso instaurato una relazione clandestina io e te e non ne sono al corrente?” domandò Kurt.
“No ecco ti spiego, ieri io e il mio ragazzo abbiamo litigato per le solite cose, lui non appoggia molto la mia decisione di intraprendere una carriera musicale, e forse ha ragione visto che non sto ottenendo nessun tipo di risultato da quando sono qui…”
“Smettila di sottovalutarti Blaine! Non ti ho mai sentito suonare, ma se riesci a far addormentare Barbra devi per forza essere bravissimo!”
“Ahaha chi te l’ha detta questa storia?” chiese il ragazzo.
“Finn, ha chiamato tutti per dirci che il suo baby sitter ha i poteri magici!” spiegò Kurt.
“Oddio!” ridacchiò Blaine.
“E comunque, tornando a noi, non puoi mica pretendere di incidere un album dopo un mese che sei a New York, lo sai vero? Ci vogliono tanti sacrifici per intraprendere questa strada, ma se sei dotato vedrai che riuscirai a realizzare tutti i tuoi sogni!” lo spronò nuovamente Kurt.
“Ecco…vedi, tu sei così…diverso da Adrian…ieri gli ho detto che mi hai incitato a realizzare i miei sogni, e lui si è convinto che lo stessi tradendo con te…” spiegò Blaine.
“Vuoi che ci parlo, per spiegargli l’equivoco?” propose Kurt.
“Nono, sarebbe solo peggio!” rispose velocemente il ragazzo.
“Se lo dici tu…”
“Ora ti lascio, a differenza mia, tu sei un ragazzo impegnato…” disse Blaine.
“Non preoccuparti, stavo leggendo…” rispose Kurt. Un po’ gli dispiaceva chiudere quella conversazione.
“Devo comunque chiamare il mio vero ragazzo per dirgli tutto il mio discorsetto…”
“Se lo dici con tutta la foga con cui l’hai detto a me, ti perdonerà sicuramente…” lo rassicurò Kurt.
“Tu non conosci Adrian…comunque secondo te Finn e Rachel mi potrebbero lasciare il week end libero?” domandò Blaine.
“Questo fine settimana? Non penso…entrambi devono andare a un evento importante fuori città, è da tanto che l’hanno organizzato…” spiegò Kurt.
“lo sapevo…quindi Adrian non mi perdonerà sicuramente…” rispose sconsolato Blaine.
“Dai Blaine, prova comunque, tentare non nuoce…” disse dolcemente Kurt.
“Sei così gentile con me…che ne dici se non cancello il tuo numero di telefono? Magari qualche altro giorno in cui sono superdepresso e ho bisogno di un bella dose di incoraggiamento, potrei chiamarti…” domandò il ragazzo titubante.
“Guarda per me possiamo anche parlare davanti a una tazza di caffè, tanto i miei uffici sono vicini alla tua scuola…” propose Kurt.
“Si? Allora perfetto! Sappi però che ti sei appena messo in un bel casino, visto che dopo ogni telefonata con Adrian esco sempre depresso!” disse Blaine scherzando.
“Mi stai già facendo pentire della mia offerta?”
“Spero di no, in caso pago io il caffè…” suggerì il ragazzo.
“Non dico mai no a un caffè gratis…” rispose Kurt ridacchiando “dai adesso chiama Adrian…” aggiunse poi.
”Hai ragione…buona notte e grazie di tutto…e comunque, a volte l’intervento di Barbra può essere provvidenziale…”
“Fatto sta che quando la vedo le do una bella strigliata…non bisogna immischiarsi nei problemi dei grandi! A presto!” disse Kurt, riattaccando il telefono.
Blaine chiuse la chiamata, sentendosi come sollevato. Parlare con Kurt era stato veramente terapeutico. Quel ragazzo aveva il potere di tranquillizzarlo e farlo sentire speciale, altro che Adrian.

Free Talk

Ciao amici!!!! Allora? Cosa ne pensate? Barbra è o non è una Klaine Shipper all'ennesima potenza? Io l'adoro! <3 TEAM BARBRA IS ON, BITCHES! e a questo proposito guardate cosa mi ha fatto 
 KeepCalmAndDreamOn01 :


 

GRAZIEEEEE! La mia prima FanArt...non sai quanto ti ringrazio!
E presa dall'ispirazione mi sono cimentata anche io, ho pasticciato un po' con photoshop ed è uscito questo! XD

Lo shipping name è un disastro! A ognuno ne piace uno diverso, e in più avete proposto anche nuovi nomi che sono davvero carini! Ve li riassumo qui, vediamo se riusciamo a venirne a capo, se no decido io!

  • Barblaine
  • Barbie Blaine
  • Blarbra
  • Anderbra
  • Brlaine
  • Barbine
  • Blabra
     
Ultima comunicazione di servizio e poi me ne vado veramente lasciando a voi la parola....la raccolta di Missing Moments ha un nome ---> SOS Tata - The Untold Story Of Barbra Rose Hudson....cosa ne dite? Per ora ho scritto solo un capitolo, ma ho parecchie idee...se volete proporre qualche momento che vi piacerebbe leggere basta dirmelo, e io scrivo! (Per ora abbiamo Concerto - Shopping - Pastelli a cera - Ian Somerhalder - Cinema...)
Detto questo ringrazio tutti perchè siete meravigliosi e le vostre recensioni mi fanno sciogliere, quindi continuate così!

SPOILER DAL PROSSIMO CAPITOLO: Barbra affronterà un discorso importante con lo zio Kurt...."Zio, ma tu lo fai sesso?" ................e dopo questa, mi dileguoooooo

Ci sentiremo non prima di Mercoledì, causa Giffoni e l'ultimo esame della sessione estiva proprio Martedì...poi vi prometto che mi dedicherò alla scrittura e avrete aggiornamenti più frequenti!
Grazie a tutti per il tempo che dedicate a questa storia
Baci
Ottavia

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Purple ***


Capitolo 6: Purple
 
Blaine naturalmente non era riuscito ad ottenere il week end libero, quindi aveva passato tutto sabato sera con Barbra. Aveva anche richiamato Adrian che, dopo aver evitato le sue telefonate per tre giorni, si era deciso a rispondere e a perdonarlo.
Kurt invece era stato invitato a pranzo in casa Hudson quella domenica, e visto che non aveva niente di meglio da fare, aveva accettato di buon grado.
Il ragazzo per prima cosa appena entrato in casa, aveva preso da parte Barbra e l’aveva sgridata per lo scherzo dei numeri di cellulare, spiegandole che doveva smetterla di intromettersi nelle questioni dei grandi. La bambina aveva rivolto i suoi occhioni da cucciolo allo zio dicendo che si era molto pentita, e che non l’avrebbe fatto più, ma naturalmente Kurt non ci credeva.
In quel momento i quattro stavano pranzando in cucina, Barbra era tutta contenta perché era riuscita a sedersi in mezzo al suo papà e allo zio Kurt (anche se si era già messa a piangere perché Blaine non era stato invitato).
Rachel essendo vegana aveva cucinato una zuppa di miso. Kurt che era anche lui un salutista stava mangiando di gusto come la cognata, Finn dal canto suo stava cercando di mandare giù quella roba, mentre escogitava un piano per uscire a prendersi una porzione di patatine fritte al più vicino McDonald.
Barbra invece era pensierosa: aveva gli occhi fissi sulle piastrelle della cucina e stava facendo le bollicine nel cucchiaio pieno di zuppa. Naturalmente Rachel l’aveva già ripresa più volte, ma quella era come in trance, e non mostrava nessun tipo di reazione. Kurt provò anche a scuoterla leggermente per un braccio, ma la bambina era troppo persa nei suoi pensieri per accorgersi di quello che le stava accadendo attorno.
Poi improvvisamente ruppe quel suo mutismo volontario, e con fare innocente, chiese:
“Zio Kurt, ma tu lo fai sesso?”
Kurt per poco non si ingozzò con la zuppa che stava mangiando, anzi un pochino gli andò di traverso dato che il ragazzo iniziò a tossire, e Finn fu costretto a tirargli qualche pacca sulla schiena per farlo riprendere.
Intanto Rachel stava cercando di sviare il discorso come meglio poteva “Barbie, vuoi dell’altro pane?”
“No mamma, non vedi che sto facendo una domanda importante allo zio…allora?”
“Barbra non sono cose che si chiedono così su due piedi…” cercò di spiegare Finn il più dolcemente possibile.
“E perché no, scusa?” domandò la bambina senza capire.
“Ma sai almeno cosa vuol dire?” chiese Rachel a sua volta.
“Certo che lo so, me l’ha spiegato Blaine…” disse la piccola innocentemente.
“Devo fare un discorsetto con quel ragazzo…” esordì Finn minaccioso “come siete finiti a parlare di queste cose? E cosa ti ha detto quello lì?”
“Perché ho fatto la stessa domanda che ho fatto allo zio Kurt anche a Blaine…e lui mi ha spiegato che se hai il fidanzato o la fidanzata e se sei innamorato è una cosa normale, per questo poi mi sono detta che tu e mamma lo fate sicuramente perché siete sposati, Blaine lo fa perché ha un fidanzato, ma lo zio Kurt?” spiegò la bambina in modo abbastanza confuso.
Kurt non si era ancora ripreso dallo shock per la domanda; non era mai stato particolarmente a suo agio con questi tipi di argomenti, e in quel momento l’unica cosa che avrebbe voluto fare era tapparsi le orecchie e canticchiare una canzone, ma dato che adesso era un adulto non poteva certo comportarsi ancora in quel modo.
La sua testa stava cercando in tutti i modi di trovare una risposta sensata a quella domanda, ma non gli veniva in mente nulla.
“Allora?” domandò ancora la bambina guardandolo, così come Finn e Rachel.
“Ecco Barbie….sono cose difficili da spiegare…” cercò di tergiversare il ragazzo.
“Cosa c’è di difficile, o si o no!” rispose Barbra in tono pratico.
Kurt prese un bel respiro e poi iniziò il suo discorso “Piccola, come ti ha spiegato Blaine è una cosa normale che avviene quando due persone si amano, dato che al momento non ho un fidanzato la mia risposta è no…”
“Quando stavi con quel ragazzo al liceo, quel Chandler, lo amavi?” chiese ancora la bambina.
Kurt voleva solo sbattere la testa contro il tavolo, o direttamente immergerla nel piatto di zuppa, ma anche questa volta fu costretto a darsi un tono “non so come fai a ricordarti di Chandler, te l’avrò raccontato un sacco di tempo fa, comunque si, gli volevo bene…”
“Ma gli volevi abbastanza bene da fare sesso con lui?” domandò ancora la bambina, sempre più curiosa.
“…diciamo di si…” rispose Kurt sempre più agitato.
“Quindi adesso stai aspettando di trovare una persona a cui voler così tanto bene come ne volevi a Chandler?” aggiunse ancora la piccola.
“Spero anche di più” rispose Kurt in un sussurro.
“Ok grazie, adesso ho capito” concluse la bambina che sembrava finalmente soddisfatta.
Nella cucina piombò un silenzio imbarazzante: Kurt fissava il suo piatto con le guance arrossate, Finn non sapeva bene come comportarsi, anche perché il suo problema principale in quel momento era la fame e la sua voglia di patatine fritte, mentre Rachel si sentiva terribilmente in colpa per tutto quello che era successo.
“Perché non parla più nessuno?” chiese la bambina che evidentemente non aveva colto l’imbarazzo che aleggiava nell’aria.
“Vado un momento in bagno…” disse Kurt, mentre si precipitava nell’altra stanza chiudendosi la porta alle spalle, afferrando il cellulare e cercando un numero in rubrica.
“Ehy Kurt! Che bello senti-“
“Blaine ma che cazzo insegni a Barbra?” tuonò Kurt senza permettere all’altro di concludere la frase.
“Che?” chiese Blaine stupito, senza capire.
“Sai com’è, ho appena dovuto sostenere un’imbarazzante conversazione con mia nipote sul sesso, perché lei dice che ne ha parlato con te!” lo aggredì ancora Kurt.
“Stai calmo! Anche io sono stato assalito da quella piccola peste che ha iniziato a tempestarmi di domande! Sono dovuto stare il più vago possibile, non sai quante cose voleva sapere…oddio Kurt mi spiace, ti avrà messo in una situazione imbarazzantissima!” disse Blaine preoccupato.
“Tu non ti immagini nemmeno…” rispose Kurt leggermente tranquillizzato, visto che a quanto pare anche l’altro ragazzo aveva dovuto subire uno scomodo interrogatorio su quella questione.
“Quella bambina è veramente assurda…le avete spiegato che non deve andare in giro a fare queste domande?”
“No, non sono riuscito a dirle praticamente niente, sono scappato via…” piagnucolò Kurt.
“Oh Kurt, mi sembri molto turbato…vuoi parlarne?” disse Blaine dolcemente.
“Non importa, avrai altro da fare...non preoccuparti…” rispose il ragazzo.
“Piantala Kurt! Tu mi hai ascoltato l’altra sera, e io sono qui per te in questo momento…” disse Blaine in modo convincente.
“Grazie, ma non c’è molto da dire…non sono molto a mio agio a parlare di questi argomenti, in più Barbra ha tirato fuori anche il mio ex…”
“Ti manca?” chiese Blaine comprensivo.
“Nono, assolutamente no, non mi ricordavo più nemmeno della sua esistenza…” dsse Kurt velocemente.
“Allora qual è il problema?” domandò nuovamente il ragazzo.
“E’ che molte volte mi domando se ho fatto la scelta giusta a mettere davanti la carriera alla vita privata…sono soddisfatto del mio lavoro, ma la mia vita mi sembra così…vuota…forse avrei dovuto divertirmi un po’ di più, invece che pensare solo a lavorare…” rispose Kurt in un sussurro, confidandosi con Blaine.
“Kurt…” disse semplicemente l’altro ragazzo.
“No, non dire niente, non compatirmi…è stata una mia scelta, sono un ragazzo forte e se potessi rifare tutto da capo,non cambierei nulla…”
“Allora qual è il vero problema?” domandò Blaine cercando di non risultare troppo invasivo.
“Il problema è che sono un inguaribile romantico, sogno ancora di trovare il principe azzurro con cui passare il resto della mia noiosa vita…”
Tra i due calò un silenzio imbarazzante, poi Kurt riprese a parlare “non so nemmeno perché ti sto raccontando tutto questo…probabilmente ti avrò spaventato…”
“Non dirlo nemmeno per scherzo! Anche se non sono molto bravo a consigliare gli altri, ti posso dire che arrivati a questo punto, possiamo ritenerci praticamente confidenti…” disse Blaine deciso.
“Una specie…” rispose Kurt sottovoce, lottando per non scoppiare a piangere.
“Quindi, quando ti sentirai triste, chiamami così possiamo chiacchierare o magari andare a farci una passeggiata, o a prenderci un caffè… perché comunque vada tu non sei solo, perché hai appena trovato un amico, oltre che un confidente…”
“Grazie…lo terrò a mente…” disse Kurt tirando su con il naso.
”Ci conto! Su con il morale adesso, torna da Barbra e inizia a parlarle del nuovo taglio di Zac Efron, vedrai che si dimentica di tutto quello che stava dicendo prima!” disse Blaine ridacchiando.
“Dovevi dirmelo prima questo trucchetto!” rispose Kurt.
“A presto Kurt!” rispose Blaine dolcemente
“Lo spero…e grazie ancora…” rispose Kurt prima di chiudere la chiamata.
Il ragazzo prima di tornare in cucina, rimase qualche minuto in bagno, ripensando a quella conversazione.
Blaine era davvero un ragazzo d’oro, doveva ritenersi fortunato di aver trovato un amico come lui. Era così gentile, premuroso, dolce…era anche molto carino, e si vestiva anche bene, caratteristica che non guasta mai, proprio come un principe azzurro…
 

*

 
Il lunedì mattina era sempre un trauma in casa Hudson.
Barbra era più capricciosa del solito, e non voleva mai andare a scuola.
Ma quel lunedì le cose erano peggio del solito, perché la bambina aveva deciso che sarebbe dovuta andare alla Julliard con Blaine, per seguire qualche corso di canto, invece che a scuola a fare matematica.
A peggiorare le cose vi era il fatto che quella mattina Rachel fosse già uscita, e tutto era in mano a Finn.
Il ragazzo si stava rigirando tra le mani una gonnellina di jeans per cercare di capire da che parte si dovesse indossare, mentre la bambina continuava a ripetere “Allora oggi è deciso, mi porti da Blaine alla Julliard? Sai dov’è? È vicino ai grattacieli dello zio Kurt…una volta io e Blaine siamo passati a vederla…è poco dietro a Central Park…”
Finn non le prestava particolarmente attenzione, sapeva solo che doveva vestire Barbra e portarla a scuola entro le 8.30, quindi continuava ad annuire ai discorsi della bambina.
“Sei il papà migliore del mondo!” disse tutto d’un tratto la bambina saltando in spalla a Finn, che non capì il motivo di tutto quell’affetto, ma ricambiò la stretta della piccola, dicendo “Sarò anche il papà migliore del mondo, ma non capisco nemmeno qual è il davanti di questa cosa…tu lo sai?”.
Barbra ridacchiando prese la gonna e se la infilò, poi scelse una camicetta bianca a pois rossi, coordinata al fiocchetto che aveva in testa e afferrò la sua cartella, pronta per uscire.
“Non capisco perché la mamma si lamenta sempre dicendo che la fai sempre arrivare in ritardo…guardati qui…sei una brava bambina!” disse l’uomo, afferrando la mano della piccola.
“Certo, perché oggi si va a scuola da Blaine, quindi non voglio arrivare nemmeno un secondo in ritardo!” disse la bambina, mentre Finn la guardava senza capire cosa stesse dicendo.
Naturalmente quando il taxi si fermò davanti alla scuola di Barbra, la bambina iniziò a piangere e a scalciare come una pazza, gridando “Mi hai ingannato! Mi hai detto una bugia! Cattivoooooo”. La piccola si era addirittura attaccata al sedile della macchina e Finn era stato costretto a tirarla per le gambe per obbligarla a scendere.
Quando riuscì nel suo intento, la piccola aveva tutti i capelli scombinati e una faccia arrabbiatissima. Con le braccia incrociate sul petto il padre la condusse a forza all’ingresso della porta e poi disse in modo impacciato “Eccoci qui piccola…non so bene cosa ti sei messa in testa, ma Blaine lo vedrai questo pomeriggio quando verrà a prenderti…dai su entra…”. L’uomo spinse la bambina verso la porta che, sempre con il faccino arrabbiato, rivolse una linguaccia al papà e poi si avvicinò alla porta.
Finn fece il grave errore di fidarsi delle buone intenzioni della sua bambina, e appena la vide oltre la porta d’ingresso, si allontanò di corsa, tornando al taxi, anche perché era in ritardo.
Peccato che l’uomo non avesse fatto i conti con la testa dura di sua figlia. Se la bambina si metteva in testa una cosa, la doveva realizzare a tutti costi.
E quella mattina il suo obiettivo era la Julliard e Blaine.
Per questo non appena il padre svoltò l’angolo con il taxi, la piccola riaprì la porta e, zaino in spalla, uscì da scuola, iniziando a vagare per le vie di New York: obiettivo Julliard.

Free Talk

Saaaaalve amiciiiii!
ecco a voi il nuovo capitolo! Probabilmente dall'anticipazione vi aspettavate di più...fatemi sapere ugualmente se vi è piaciuto!(tra l'altro anche questo episodio è tratto da una storia vera!)
E diciamo che il finale è abbastanza sospeso...continuerà nel prossimo capitolo l'avventura di Barbie alla Julliard e vi assicuro che ne combinerà delle belle!

Stando ai vostri nomi lo shipping name è ufficialmente BARBLAINE :-) 

Se vi interessa l'esame è andato bene quindi sono ufficialmente in vacanza, e posso dedicarmi alla scrittura! Sarà meglio o peggio per voi? Dipende dai punti di vista!
Alla prossima
Baci
Otty

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Orange ***


Capitolo 7: Orange
 
Barbra stava trotterellando da circa dieci minuti per le vie affollate di New York, con il nasino all’insù, guardando i grattacieli, per trovare quello dello zio Kurt. Sapeva che la scuola di Blaine era vicina a dove lavorava lo zio, doveva solo riuscire a raggiungerla.
“Ma qui non ci dovrebbe essere un negozio di scarpe?” si domandò tra se e se la bambina mentre si guardava attorno preoccupata. Era sicura di essere andata nella direzione giusta, eppure non riconosceva nessuna vetrina lì attorno.
“Mi scusi…” chiese la piccola a un signore che stava camminando in quella direzione, tirandogli un poco la giacca. L’uomo si abbassò incuriosito verso la bambina che continuò a parlare, domandando “lei è un uomo raccomandabile?”
Quello sorrise alla bambina e rispose “ti sei persa?”
“Non proprio…cioè forse…volevo sapere se si va di qua per la Julliard, la scuola di Blaine…” domandò la bambina.
“Uhm, non sei propriamente di strada, ma sei sicura che vuoi andarci da sola?” chiese l’uomo.
“Sisi, mi stanno aspettando là” rispose la piccola gonfiando il petto dandosi importanza.
“Allora stammi bene a sentire, devi camminare in questa direzione e tra cinque strade devi girare a destra…” cercò di spiegare l’uomo il più semplicemente possibile.
“E’ questa la destra?” chiese la bambina alzando una mano.
“Si esatto” disse l’uomo “comunque poi riconosci sicuramente l’edificio, è pieno di ragazzi…ma la tua mamma lo sa che vai in giro da sola?” aggiunse poi preoccupato.
“Sisi…” mentì la piccola “Grazie mille signore!” e mentre pronunciava quelle parole , Barbra si era già lanciata di corsa nella direzione indicata.
La bambina contò sulle mani le vie che stava sorpassando, e quando finalmente raggiunse la quinta, svoltò a destra, proseguì dritto per qualche minuto, e finalmente si ritrovò di fronte alla Julliard.
Con gli occhioni sbarrati e un’espressione soddisfatta sul viso, la bambina si incamminò verso l’ingresso a testa alta, iniziando a guardarsi attorno alla ricerca di Blaine.
Non appena Barbra varcò la soglia della scuola, si trovò sommersa da una marea di persone che correvano di qua e di là per i corridoi, trasportando strumenti musicali giganti o costumi di scena particolarmente ingombranti. La bambina barcollò verso una parete cercando di evitare di essere schiacciata da un ragazzo con il suo violoncello, e guardò spaventata tutta quegli sconosciuti: la piccola non aveva messo in conto questo particolare. Trovare Blaine sarebbe stato davvero complicato.
La bambina iniziò a camminare lentamente, evitando tutti quei ragazzi che affollavano i corridoi e che non sembravano nemmeno essersi accorti della sua presenza.
“Scusami!” chiese ancora una volta la bambina toccando la coscia di una ragazza che stava chiacchierando con delle amiche.
“Si?” rispose quella guardandosi attorno.
“Sono qui!” disse Barbra muovendo le braccina per farsi notare.
“Oh ciao piccola! Sei la figlia di qualche insegnante? Ti sei persa?”
Barbra sbuffò annoiata. Perché tutti dovevano pensare che si fosse persa?
Lei era lì di sua spontanea volontà.
La bambina cercò di sorvolare questo particolare, e poi aggiunse “Tu conosci Blaine? Puoi portarmi da lui?”
“Blaine...non mi pare…che corso segue? Com’è fatto?” chiese la ragazza, guardando le amiche per cercare aiuto.
“Segue un corso di musica perché è bravissimo a suonare un sacco di strumenti, e poi è alto così” disse la bambina allungando la manina sopra la testa e alzandosi in punta di piedi “un po’ di più di così forse…e ha i capelli neri tutti ricciolini…”
Le ragazze sorrisero per la descrizione approssimativa della bambina, e poi una disse “mi spiace ma non lo conosciamo…ma se è un musicista dovresti provare al primo piano…”
“Grazie!” rispose la bambina, che poi si lanciò di corsa verso le scale per salire al piano superiore.
Una volta arrivata iniziò a guardarsi nuovamente attorno, esplorando i corridoi, che questa volta erano meno affollati. Decise di provare ad entrare in una classe e schiudendo la porta disse “Blaine? Sei qui dentro?”. Fortunatamente nella stanza non c’era nessuno, a parte una serie di strumenti musicali diversi. La bambina con gli occhi che le brillavano dalla felicità si avvicinò a una batteria e si arrampicò sul seggiolino.
“E’ proprio come quella che aveva papà!” disse e poi afferrò le bacchette un po’ titubante. Barbra lentamente iniziò a battere le bacchette contro la batteria ma dopo poco tempo si lasciò prendere la mano, agitandosi e facendo un gran fracasso. Solo quando una delle due bacchette le partì di mano andando ad incastrarsi tra le corde di una chitarra che era appoggiata contro il muro, la piccola decise che era il momento di darsi una calmata.
Così scesa dal seggiolino uscì velocemente dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
Dopo aver vagato per i corridoi alla ricerca di Blaine senza successo, l’attenzione della bambina fu attratta da un gruppetto di ragazzi in cerchio sul terrazzo. Alcuni di loro stavano suonando vicino a una panchina, altri stavano facendo la base con la voce, e delle ragazze stavano ballando a suon di musica. Barbra li osservò emozionata: quella scuola era come quella di High School Musical (film che la bambina aveva visto più volte con sua mamma): i ragazzi iniziavano a cantare e ballare per i corridoi. La bambina non poteva credere ai suoi occhi. Per di più conosceva anche quella canzone, perché l’aveva cantata più volte con Blaine. Si trattava infatti di Teenage Dreams.
La bambina senza farselo ripetere due volte corse verso quel gruppo di ragazzi e si arrampicò sul tavolo iniziando a ballare seguendo la coreografia degli altri, e a cantare con la sua vocina melodiosa.
I ragazzi non potevano credere a quello che stava succedendo, ma divertiti da quella strana bambina continuarono a suonare, lasciando però la scena a Barbra, che con grande maestria (presa tutta dalla mamma) era riuscita ad ammaliare la folla. Infatti altri gruppi di ragazzi si erano avvicinati al tavolo per vedere cosa stesse succedendo, e ora tutti tenevano il tempo battendo le mani.
Barbra concluse la sua canzone con un volteggio e dei profondi inchini, quando una voce conosciuta la chiamò: “Barbra ma che ci fai qui?”
“Blaine! Che bello ti ho trovato! Mi hai vista, mi hai vista?! Sono stata bravissima!” disse la bambina salutando il ragazzo che stava correndo verso di lei.
“Perché sei qui? Dovresti essere a scuola!” disse il ragazzo preoccupato.
“Ma io non ci voglio tornare più nella mia scuola. E’ brutta! La tua è come quella di High School Musical…voglio rimanere per sempre qua!” spiegò la bambina, mentre Blaine l’afferrava come se fosse un sacco di patate.
“Vieni con me, dobbiamo parlare signorinella!” disse il ragazzo, mentre Barbra salutava tutti i suoi nuovi amici dicendo “ci vediamo domani!”
Blaine condusse Barbra nel bagno dei maschi, che si trovava poco distante e la fece sedere su un lavandino, poi guardandola severo le domandò nuovamente: “Cosa ci fai qua?”
“Sono venuta a trovarti perché mi mancavi tantissimo e non volevo aspettare fino a questo pomeriggio!” disse la bambina cercando di abbracciare il ragazzo che però le bloccò le mani impedendoglielo.
“Lo sai che è sbagliato, vero? Non puoi disturbarmi mentre sono a lezione, ma chi ti ha accompagnata? La mamma o il papà?”
“Sono venuta da sola!” disse la piccola tutta fiera di se.
Blaine la squadrò stupito e poi continuò a parlare “Mi stai dicendo che sei scappata da scuola per venire da me?”
“Uhm…si?” rispose la bambina, e Blaine sentendo quelle parole iniziò ad agitarsi, camminando su e giù per il bagno, passandosi le mani tra i capelli.
“Devo assolutamente riportarti a scuola, tua papà se lo viene a sapere mi licenzia! Sei impazzita Barbra?” disse Blaine alzando la voce e spaventando la bambina.
“Non-non sgridarmi Blaine…io volevo farti una sorpresa…” rispose Barbra abbassando gli occhi e iniziando a singhiozzare.
“Ma ti rendi conto che una bambina non può scappare da scuola e vagare per New York da sola? E se ti fossi persa? E se qualcuno ti avesse fatto qualcosa di male?” spiegò Blaine cercando di contenere il tono di voce.
La bambina tirò su con il naso rumorosamente asciugandosi gli occhi, poi disse “Ti prego Blaine, non odiarmi però…ti prometto che non lo faccio più ma non odiarmi…”
Il ragazzo sentendo quelle parole si avvicinò alla bambina dicendo “Stupidina, mica ti odio…ti ho sgridato perché mi hai fatto spaventare…” poi aggiunse “vieni qui…”.mentre prendeva in braccio la piccola.
“Adesso sbrighiamoci a tornare a scuola…” disse Blaine mentre usciva con Barbra aggrappata al collo.
I due lasciarono l’edificio immergendosi nelle strade di New York, ma dopo qualche metro furono immediatamente fermati da una voce famigliare.
“Ehy Blaine…Barbra…ma voi cosa ci fate qui?”.
Si trattava di Kurt che stava attraversando la strada con un caffè di Sturbucks in mano, vestito di tutto punto, pronto per iniziare una giornata in ufficio.
“Non dovreste essere entrambi a lezione?” aggiunse poi il ragazzo guardando l’orologio per verificare che ora fosse.
Barbra appena vide lo zio, immerse ancora di più la testa nel collo di Blaine.
“Ma che le prende? Fa la vergognosa?” chiese Kurt senza capire cosa stava succedendo.
“Ecco…” cercò di spiegarsi Blaine, ma non sapeva nemmeno da che parte cominciare.
“Blaine, che c’è? Siamo amici, anzi confidenti…quindi direi che mi puoi dire cosa sta succedendo…soprattutto se c’entra mia nipote!” lo rimproverò Kurt con voce severa.
Blaine si perse un momento negli occhi cristallini di Kurt, e poi si decise a raccontare tutta la storia
“Barbra è scappata da scuola per venire a trovarmi…io l’ho sgridata spiegandole che ha fatto una cosa brutta, penso che sia per questo che si vergogna adesso…”
Kurt guardò Blaine sconvolto. “Barbra ma sei impazzita?” disse il ragazzo rivolto alla piccola.
“Ora la sto riportando a scuola, dovrò scusarmi con le maestre…ma soprattutto dovrò spiegare tutto a Finn e Rachel…potrei anche perdere il lavoro…” disse Blaine preoccupato.
“Non dirglielo.” Propose secco Kurt.
“Come?” chiese sconvolto Blaine, che razza di idea era?
“Non dirglielo. Già Rachel è a tanto così dal chiamare un esorcista per questa bambina, se scopre pure che è scappata da scuola è la volta buona che la manda in collegio! E poi si è miracolosamente concluso tutto bene…mi dispiacerebbe tantissimo se tu perdessi il lavoro per una cosa del genere…” disse Kurt, che dopo essersi accorto delle sue parole, si corresse immediatamente “nel senso…intendo per Barbra, per il rapporto che si è creato tra voi…sarebbe brutto dividervi…”
Blaine sorrise leggermente notando quanto Kurt fosse in difficoltà in quella situazione, e di come le sue guance si fossero colorate di rosso, ma decise di non calcare la mano, quindi rispose semplicemente “Mi piace questo tuo lato un po’ da bad boy…in pratica stai chiedendo a tre persone di mentire! E poi come faccio con le maestre?”
“Basta che dici che vi siete svegliati tardi, e non sapevate cosa mettervi…”
“Ma siamo in ritardo di quasi tre ore!” lo rimproverò Blaine.
“Tre ore di ritardo sono più che accettabili quando si ha un’emergenza di stile!” rispose Kurt in tono ovvio, beccandosi un’occhiata di rimprovero da parte dell’altro ragazzo.
“Piccolina, hai capito?” disse Blaine alla bambina obbligandola ad alzare la testa “il tuo zio migliore del mondo ha appena deciso che dobbiamo dire una piccolissima bugia, ma tu devi promettere che non farai mai più una cosa del genere!”
“Prometto” disse la bambina mostrando il mignolino che Blaine afferrò immediatamente.
“Comunque…tua nipote è una pazza…ha intrattenuto tutta la Julliard con uno spettacolo di canto sul tavolo…” disse Blaine a Kurt, cercando di buttare la questione sul ridere.
“Esattamente come sua madre...” disse Kurt sorridendo dolcemente.
“Ho anche suonato la batteria come papà!” disse la bambina, che stava recuperando la sua solita verve.
“Ma dove?” chiese Blaine preoccupato “Hai fatto qualche danno?”
“In una stanza piena di strumenti…comunque non ho rotto niente…mi è solo partita una bacchetta ed è finita tra le chitarre…” spiegò la piccola, mentre Kurt scuoteva la testa rassegnato.
“Ragazzi la compagnia è bella, ma io devo andare…” disse il ragazzo indicando con una mano il suo completo grigio elegante, chiaro segno dell’ “uomo in carriera”.
Blaine si concedette finalmente qualche secondo per osservare quanto stesse bene Kurt con quell’outfit grigio perla, e di come la cravatta fosse perfettamente in tinta con i suoi occhi.
Solo dopo averlo squadrato da testa a piedi si ricordò di avere un ragazzo, e di quanto fosse inopportuno quello che stava facendo.
Così scostò lo sguardo velocemente, e disse “Hai ragione, buon lavoro Kurt…”
“Ciao Zio!” disse Barbra sporgendosi dalle braccia di Blaine per stampargli un bacino sulla guancia.
Kurt le scombinò i capelli e poi le disse “questa è la prima e ultima volta che ti copro le spalle pulce! Non contare su di me quando sarai più grande e mi chiederai di inventarti un alibi per uscire con qualche ragazzo…”. Blaine sentendo quella frase scoppiò a ridere e poi salutò Kurt con un occhiolino avendo entrambe le mani occupate a tenere in braccio la piccola. Ma anche perché adorava vedere Kurt arrossire e agitarsi per delle semplici avance.
 
 
Le maestre fortunatamente credettero a tutta la storia della sveglia mancata e dell’outfit sbagliato, e né Rachel né Finn vennero mai a sapere cos’era successo quella mattina.
Rimase il piccolo segreto di Barbra, Blaine e Kurt.
 
Alla Julliard si continuò a parlare per molte settimane di quella bambina che aveva allestito uno spettacolino su un tavolino della terrazza cantando Teenage Dreams. 

Free Talk

Molti di voi sono già in vacanza, io parto domani per una settimana, spero di riuscire ugualmente a pubblicare utilizzando la connessione di un chiavetta Vodafone, ma non ne sono sicurissima...
Vi è piaciuta questa avventura di Barbie alla Julliard? Spero di si! Fatemi sapere :-)
Grazie a tutti quelli che seguono la storia, la commentano o semplicemente la leggono!
Alla prossima
Ottavia


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Brown ***


Capitolo 8: Brown
 
Blaine si sentiva sempre osservato quando andava a prendere Barbra a scuola. Probabilmente perché era un ragazzo particolarmente giovane e vestito in modo un po’ eccentrico…fatto sta che tutte le altre mamme lo avevano adocchiato fin dal primo giorno.
Per questo motivo il ragazzo arrivava sempre alle 16.30 precise, prendeva Barbra per mano e poi immediatamente si allontanavano dalla visuale di tutte quelle donne.
Quel giorno però il ragazzo aveva fatto male i conti ed era arrivato a scuola troppo presto. Dato che in quella zona non c’era nemmeno un bar dove poter aspettare, Blaine fu costretto ad entrare nel cortile della scuola ad attendere Barbra. Si rintanò immediatamente in un angolino lontano, ma si sentiva ugualmente circondato da tutte quelle mamme, che lo fissavano e parlottavano tra loro.
Blaine si concentrò sul suo cellulare, ma dopo aver scritto un sms a Adrian, non aveva più nulla da fare. Nemmeno Angry Birds riusciva a distrarlo, dato che si sentiva tutti gli occhi puntati addosso. Forse quel mattino avrebbe dovuto scegliere un paio di calzini meno vistosi, o in alternativa un paio di pantaloni un po’ più lunghi, o entrambe le cose. Menomale che a New York la gente ha la mentalità aperta, si trovò a pensare Blaine, mentre si torturava i riccioli agitato.
Improvvisamente un altro uomo, probabilmente l’unico nel raggio di parecchie miglia, gli si avvicinò dicendo: “Ehy amico, ti vedo agitato…non ti piace stare al centro dell’attenzione?”
Era un ragazzo alto e ben piazzato, indossava una semplice t-shirt bianca e dei jeans. La cosa che più saltava all’occhio era sicuramente la sua cresta da moicano.
“Tutt’altro” rispose Blaine “sono un’esibizionista nato…ma tutte queste mamme mi mettono soggezione! Sembra che mi stiano giudicando!”
L’altro ragazzo scoppiò a ridere, mentre si faceva più vicino “Mi sa che stai fraintendendo le cose…queste mamme ti guardano perché gli ispiri sesso!”
“Scusa?” chiese Blaine guardando male l’altro.
“E’ ovvio! La scuola, il parco…questi sono i posti dove si rimorchia di più! Guarda quella donna laggiù, sono almeno 10 minuti che ti sta fissando…e tu sei qui a giocare ad Angry Birds!” disse il ragazzo strappando il cellulare di mano a Blaine.
“Ma a me non interessa!” rispose il ragazzo cercando di riprendersi il telefono.
“Amico, fatti dire una cosa…anche io sono sposato, ma nessuno mi impedisce di scambiarmi qualche occhiata con queste belle mamme…”
“Oh nonono, hai capito male…io sono gay!” disse Blaine come se fosse ovvio, guadagnandosi un’occhiata comprensiva dall’altro ragazzo.
“Ecco spiegato Angry Birds! Perfetto, in questo modo ci sarà più carne per me!”
“Fingerò di non aver sentito nulla Noah…” disse una ragazza bionda avvicinandosi verso di loro. Era molto bella, indossava una semplice gonna ampia lunga fino al ginocchio e una camicetta colorata. La ragazza aveva due caffè in mano, e dopo averne dato uno a quel Noah, rivolse un sorriso a Blaine, aggiungendo: “Mi spiace se mio marito ti ha infastidito…io sono Quinn”
“Oh, ma allora voi siete i genitori di Beth Puckermann!” disse Blaine che aveva riconosciuto il nome della ragazza.
“Si, come fai a saperlo?” chiese Quinn
“Sono il baby sitter di Barbra Hudson…” disse Blaine.
“Veramente? Auguri!” rispose Puck dando una pacca comprensiva sulla spalla al ragazzo.
“Quella bambina è un uragano! Ha preso tutto dalla mamma…” disse Quinn sorridendo.
“Sai eravamo compagni di liceo con i suoi genitori…e adesso Beth e Barbra fanno anche danza insieme…” spiegò Puck, che nel frattempo aveva passato una mano sopra le spalle di Quinn, abbracciandola.
“Sisi so tutto…Barbra mi ha aggiornato! Mi parla sempre di voi!” disse Blaine, notando nel frattempo che la campanella era suonata, e le prime classi stavano uscendo.
La prima ad arrivare fu Beth. Era molto più alta di Barbra, aveva i capelli biondi e lunghi raccolti in una treccia, e indossava un vestitino lilla (il suo colore preferito, come si ricordava bene Blaine) che la faceva sembrare una caramella. La bambina era perfettamente in ordine, e dimostrava anche più dei suoi 9 anni. Appena vide sua mamma la salutò con un bacino sulla guancia, e poi abbracciò suo papà, che le domandò immediatamente com’era andata la giornata.
Blaine si presentò a Beth, che si dimostrò molto felice di poter finalmente conoscere il baby sitter della sua migliore amica Barbra.
Pochi minuti dopo uscì anche la classe di Barbra, e la bambina si precipitò verso Blaine. Aveva tutti i capelli arruffati, un buco nelle calze collant, e la camicetta bianca sporca di sugo. Proprio l’opposto di Beth.
“Ciao Blaineeeee!” urlò la bambina mentre abbracciava felice le ginocchia del ragazzo “Hai finalmente conosciuto Beth, Puck e Quinn! Ti stanno simpatici?”
“Certo piccolina!” rispose Blaine sollevando la bambina “com’è andata oggi a scuola? Come hai fatto a sporcarti la camicia che ti ha regalato Kurt?”
“Ho fatto la lotta con il cibo in mensa, e sono stata messa in punizione! Dici che va via questa macchia? Lo zio Kurt mi uccide se scopre che ho rovinato la sua camicetta…era un regalo!” disse la bambina guardando la macchia rossa tutta incrostata.
“Quando andiamo a casa proviamo a lavarla…” disse Blaine comprensivo, mentre Puck domandava “Conosci anche Kurt?”
“E’ il suo fidanzato!” rispose subito Barbra, procurandosi un’occhiataccia da Blaine.
“L’ho visto un paio di volte…” spiegò immediatamente il ragazzo, cercando di sistemare la situazione.
Barbra borbottò qualcosa e poi si agitò per scendere dalle braccia di Blaine. Una volta messa a terra, corse verso Beth e la prese per mano, iniziando a complottare qualcosa con lei.
“Noi allora andiamo…è stato un piacere conoscervi…” disse Blaine sorridendo a Puck e Quinn.
“Mamma!” disse improvvisamente Beth, richiamando l’attenzione di Quinn “possiamo andare a Central Park con Barbie?”
“Ma forse Barbra e Blaine hanno altri programmi per la giornata…” disse la madre, guardando il bay sitter.
“L’alternativa è andare a lavare i capelli alle bambole…” spiegò Blaine sorridendo.
“Ok, allora è andata!” disse Puck prendendo per mano da una parte Barbra e dall’altra Beth e iniziando ad incamminarsi verso il parco, seguito da Quinn e Blaine.
I cinque una volta arrivati a destinazione si sistemarono sul prato.
Blaine si sedette con Quinn a chiacchierare, mentre Puck correva dietro alle due bambine che ridevano come delle pazze. Il ragazzo infatti si stava fingendo un dragosauro (metà dinosauro e metà drago, animale inventato da Barbra) che le voleva mangiare in un sol boccone.
“Principe Blaine ti prego vieni a salvarci!” gridò Barbra verso il ragazzo, che rispose ridacchiando “allora quando ti fa comodo me lo fai fare il principe, invece che la principessa!”
Blaine si sollevò e corse verso le bambine, parandosi davanti a loro e dopo aver impugnato una spada immaginaria, iniziò una lotta all’ultimo sangue con Puck, che nel frattempo stava “sputando fuoco” dalla bocca.
Le bambine saltellavano alle spalle di Blaine, facendo il tifo x lui, mentre il ragazzo sferrava il colpo di grazia al drago, saltandogli addosso e aggrappandosi alle sue spalle.
Puck cadde a terra con gli occhi chiusi e la lingua di fuori, mentre Blaine mostrava alle bambine i muscoli soddisfatto.
“Batti cinque!” disse Beth a Blaine per congratularsi.
Il ragazzo finita la lotta, tornò a sedersi vicino a Quinn che aveva osservato tutta la scena divertita, mentre il dragosauro Puck era come miracolosamente resuscitato, e aveva ricominciato a rincorrere le bambine.
“Ma non si stanca mai tuo marito?” chiese Blaine, risedendosi affianco a Quinn.
“La domanda giusta è non si stancano mai Beth e Barbra?”
“Beth non so, ma Barbra no di sicuro…” rispose Blaine divertito.
“E’ come vedere una Rachel in miniatura…” disse Quinn con gli occhi sognanti “da Finn ha preso solo il naso!”
“Perché dite tutti così? Rachel era davvero così iperattiva da giovane?” chiese Blaine curioso.
“Direi di si! Chiacchierona, rompiscatole, esibizionista…e che altro? Ah si adorabile!” aggiunse Quinn sorridendo dolcemente.
“Ahaha questa descrizione calza perfettamente anche per Barbie…vi frequentavate spesso tu e Puck con Finn e Rachel?” domandò nuovamente Blaine.
“Frequentavamo tutti lo stesso Glee Club, anche con Kurt…poi le nostre strade si sono divise per qualche anno, e ora ci siamo ritrovati tutti qui a New York…”
“Anche Kurt frequentava il Glee Club?” domandò il ragazzo incuriosito da quella novità.
“Certo! Kurt canta e balla, e da Dio direi…è un vero peccato che non sia riuscito anche lui a sfondare a Broadway…” spiegò la ragazza osservando poi attentamente Blaine.
“Ehy, ma questa espressione cosa significa, mio caro?” aggiunse poi, vedendo la faccia particolarmente colpita e interessata di Blaine.
“Niente, niente!” rispose velocemente quello cercando di distogliere l’attenzione dal suo atteggiamento ambiguo, suscitando però solo maggior curiosità in Quinn che continuò a punzecchiarlo “Blaaaaiiiiine, non me la racconti giusta! Ti piace Kurt? Hai le tue ragioni, è bellissimo e un ragazzo d’oro…fatti avanti! Ha un caratterino particolare, ma sono sicura che potresti essere il suo tipo! Se non fosse stato gay ci avrei provato io!”
“Ma perché tutti cercate di accoppiarmi con Kurt? Anche Barbra si è messa in testa questa idea appena mi ha visto!” rispose il ragazzo arrossendo leggermente.
“Perché vogliamo bene a Kurt, e per lui desideriamo solo tutta le felicità del mondo?” disse Puck che nel frattempo si era seduto affianco ai due, dato che le bambine avevano cominciato a giocare tra loro.
“Comunque ragazzi io sono fidanzato, quindi il problema non si pone neppure!” rispose Blaine deciso a concludere quella conversazione imbarazzante.
“Ma questo non toglie che comunque un po’ ti piace…” disse Puck guardandolo complice.
“Si vede dallo sguardo che hai ogni volta che qualcuno pronuncia il suo nome…”aggiunse Quinn.
“Allora? Non dici niente?” chiese ancora Puck sempre più curioso.
“E va bene…forse un po’ mi piace….lo trovo…interessante…” disse Blaine guardandosi le mani.
“Bingo!” rispose contento Puck agitando una mano verso l’alto “lo sapevo!”
“Si ma state tranquilli, perché non significa nulla…io ho il ragazzo!”
“E’ qui a New York?” chiese Quinn interessata.
“No, è in Ohio…” rispose il ragazzo.
“Ancora meglio…occhio non vede, cuore non duole!” disse semplicemente Puck.
“NOAH!” lo rimproverò immediatamente Quinn “Blaine non farebbe mai una cosa del genere a-“
“a Kurt!” concluse velocemente la frase Blaine.
Quinn guardò maliziosa il baby sitter e poi aggiunse “io stavo per dire al tuo ragazzo dell’Ohio, ma se ti importa di più dei sentimenti di Kurt…”
“Cazzo…sono un caso perso!” si lamentò Blaine sdraiandosi sul prato e coprendosi la faccia con un braccio.
“Amico, sei cotto, solo che ancora non l’hai realizzato…” spiegò Puck divertito.
“Ma non è possibile! Io sono innamorato di Adrian! Stiamo insieme da due anni! Kurt l’ho visto solo un paio di volte…non è possibile!” continuò a lamentarsi il ragazzo gesticolando.
“Kurt ha quest’effetto sulla gente…” lo consolò Quinn.
“Non è possibile, punto e basta! Io sto con Adrian, e Kurt è solo un amico…molto attraente e simpatico…ma solo un amico!” disse Blaine non troppo convinto, tornando a sedersi.
“Ne riparleremo tra qualche mesetto…” disse Quinn, sollevandosi dal prato, togliendosi i sandali e iniziando a correre verso le bambine per giocare con loro.
Blaine rimase pensieroso per qualche istante, poi si rivolse a Puck, chiedendogli implorante:
“La pensi anche tu nello stesso modo? Ti prego, ho bisogno di un consiglio da uomo…”
“Io so solo che se fossi in te, me lo sarei già scopato” disse serio Puck, senza troppi giri di parole.
Blaine sbuffò e tornò a sdraiarsi a terra, cercando di concentrarsi sul suo ragazzo Adrian, sui suoi occhi, sul suo profumo, sul suo fisico….peccato che si trovò a pensare involontariamente a Kurt, cosa che ormai succedeva da parecchie settimane.
 

*

 
“Tra due settimane ho il week end libero, vengo a trovarti a  NY. Arriverò con il primo treno del mattino, ci vediamo in Central Station. Adrian.”
Blaine rimase particolarmente interdetto quando un pomeriggio di metà Maggio lesse quell’sms.
Adrian stava per venire a New York, per lui

Free Talk

CHE CAAAALDO! Ragazze io sto morendo, non so voi!
Comunque...cosa ne dite del capitolo? Puck-Quinn e Beth hanno fatto il loro ingresso e hanno chiarito confuso le idee al nostro B?
E l'sms finale? Lascia presagire qualcosa di buono secondo voi?
I prossimi due capitoli sono tra i miei preferiti, e non vedo l'ora di farveli leggere!
Grazie a tutti quelli che commentano, seguono, leggono la storia! Non smetterò mai di ringraziarvi...
I missing moments sono pronti, non so bene quando pubblicarli però...
alla prossima
Baci
Otty

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Grey ***


Capitolo 9: Grey
 
Blaine cercò di riempire quelle due settimane che lo separavano dall’arrivo di Adrian tenendosi il più occupato possibile. Pulì tutto il suo appartamento più e più volte, andò nuovamente a fare il giro di parecchi locali e case discografiche per lasciare il suo demo, comprò anche una valanga di libri di cucina per imparare a preparare qualche piatto prelibato per Adrian.
In tutto questo il ragazzo continuava a trascorrere le giornate con Barbra giocando a lavare le bambole, al parrucchiere (dove naturalmente Blaine era costretto ad indossare una quantità spropositata di mollettine senza potersi lamentare) allestendo spettacolini e altro.
Andare a riprendere Barbra a scuola era diventato più piacevole, da quando il ragazzo aveva conosciuto Puck e Quinn. Molte volte si incontravano fuori da scuola a chiacchierare del più e del meno, andavano insieme a mangiare un gelato o a giocare nel parco.
Qualche volta Puck aveva anche inscenato uno spettacolino in cui prendeva per mano Blaine o appoggiava la testa sulla sua spalla, fingendosi il suo ragazzo, giusto per agitare un po’ l’animo delle mamme che li osservavano continuamente con occhi curiosi. Grazie a Dio c’era Quinn a sistemare sempre la situazione (quella povera ragazza doveva curare più attentamente Puck rispetto a Beth. Il ragazzo aveva addirittura provato a fare avances alle insegnanti di sua figlia, per cercare di alzarle i voti, senza successo).
Così trascorsero le due settimane che separavano Blaine dall’arrivo di Adrian.
Il ragazzo sabato mattina si vestì di tutto punto, comprò un mazzo di fiori (gli sembrava forse un po’ eccessivo, ma Blaine era un gran romantico) e si presentò in stazione con largo anticipo.
Il ragazzo controllò l’orario di arrivo del treno, e poi si sedette ad aspettare il suo ragazzo, sfogliando distrattamente un giornale.
Il treno era atteso per le 11.00 e non era segnato nessun ritardo.
Blaine era particolarmente emozionato, aveva già programmato tutta la giornata: aveva intenzione di portare Adrian in giro per New York, si era anche fatto riservare un tavolo in uno dei migliori ristoranti di Manhattan.
Blaine non appena sentì l’annuncio dell’arrivo del treno, si precipitò alla banchina. Iniziò a cercare il suo ragazzo tra la folla, ma non riuscì a trovarlo.
Era strano, molto strano. Adrian era parecchio alto, Blaine avrebbe dovuto riconoscerlo immediatamente.
Controllò per sicurezza il numero della banchina, giusto per essere sicuro di non essersi sbagliato.
Non aveva commesso errori.
Quello davanti a se era il treno che proveniva dall’Ohio.
Perché Adrian non c’era?
Blaine prese il telefono e iniziò a comporre il numero del suo ragazzo. Forse Adrian era arrivato in ritardo in stazione e aveva perso il treno.
“Pronto?”
“Ehy Ad, sono in Central Station ad aspettarti, dove sei?” chiese Blaine preoccupato.
“Cosa ci fai lì, Blaine?” chiese Adrian.
“Sono venuto a prenderti…dovevi venire a New York questo week end…” rispose Blaine lentamente.
“Ah già…non ti ho avvisato? E’ saltato tutto, ho un esame e non posso perdere tempo a New York…pensavo di avertelo detto…scusa…” spiegò Adrian distrattamente.
Blaine rimase in silenzio sentendo quella spiegazione. Il mazzo di fiori gli scivolò dalle mani, cadendo vicino ai suoi piedi, mentre una lacrima gli scorreva lungo la guancia.
“Ehy Blaine, non è la fine del mondo, no? Non avrai mica fatto dei programmi per trascorrere questi due giorni con me?” chiese Adrian, rompendo il silenzio che si era creato.
“….Nono, figurati…nessun programma…” rispose Blaine asciugandosi gli occhi e cercando di mantenere una certa compostezza nella voce. Non voleva far credere al suo ragazzo di essere debole, per questo non voleva piangere.
“Scusa B, ma ora devo andare…ci sentiamo più tardi ok?”
“Ok” rispose semplicemente Blaine, mentre Adrian aveva già riattaccato il telefono.
Il ragazzo rimase per un tempo indeterminato a fissare il vuoto, con ancora il cellulare in mano.
Poi colto da uno scatto d’ira, calciò il mazzo di fiori lontano e corse a prendere la metropolitana per tornare a casa.
Quando era così arrabbiato e confuso c’era solo una cosa che gli faceva dimenticare tutti i suoi problemi: la box. Il problema era che il ragazzo non aveva nè soldi nè il tempo per andare in palestra da quando si era trasferito a New York, per questo aveva sostituito il suo hobby con la corsa.
Appena arrivato in casa si cambiò velocemente, indossò un paio di pantaloncini scuri e una t-shirt grigia, chiamò il ristorante per disdire la prenotazione, e poi si tuffò nelle strade di New York, direzione Central Park.
 

*

 
“Pic-nic, Pic-nic, Pic-nic!” gridò Barbra saltellando in mutande per la casa. Non stava più nella pelle, adorava mangiare all’aperto con il suo papà e la sua mamma. In più quella volta era stato invitato anche lo zio Kurt, sarebbe stato tutto perfetto.
“Ti prego Kurt, riesci a vestirla tu? Non ce la faccio più a starle dietro…” chiese disperata Rachel che aveva già tentato inutilmente di fermare sua figlia.
Il ragazzo che era arrivato a casa Hudson con largo anticipo per portare le ultime cose da mangiare, disse: “Barbie è meglio che al tre tu ti faccia trovare immobile come una statua, altrimenti te la vedrai con me!”
Barbra iniziò a ridacchiare, ma quando sentì lo zio iniziare a contare, si immobilizzò in mezzo alla stanza.
“Non so come fai, ma grazie! Quella bambina ascolta solo te o Blaine…” disse Rachel mentre stava sistemando i panini nel cestino.
“Io ancora non capisco perché non abbiamo invitato anche Blaine!” iniziò a lamentarsi la bambina, mentre Kurt le stava infilando un vestitino bianco con dei girasoli.
“L’abbiamo invitato, ma ha detto che non poteva…” rispose Finn che stava disperatamente cercando il momento adatto per infilare una tonnellata di maionese nel suo panino senza che Rachel se ne accorgesse.
“Avrà avuto altro da fare…non può mica passare tutto il tempo con te…” spiegò Kurt, mentre allacciava i bottoni del vestitino della bambina.
“Infatti, poi questo week end veniva a trovarlo il suo ragazzo, non si vedono da un sacco di tempo, avranno avuto delle cose da fare…” continuò malizioso Finn, che come al solito era privo di tatto. Non stava mai attento a nulla, ma chissà perché quella parte di Blaine e del fidanzato se la ricordava.
Kurt rimase un pochino scosso da quella notizia. Era ben consapevole del fatto che Blaine avesse un ragazzo, però sapere che i due avrebbero passato il week end insieme rendeva il tutto più reale. E questo faceva male.
Kurt cercò di scacciare quei pensieri, non voleva rovinarsi la giornata a causa delle sue paranoie. Blaine gli piaceva, ma sapeva fin dall’inizio che avrebbero potuto rimanere solo amici, dato che il ragazzo era già occupato. Allora cos’era quel senso di vuoto che sentiva nello stomaco?
Kurt ci mise un po’ per riprendersi dalla notizia, ma essendo un ottimo attore riuscì a mascherare i suoi problemi stampandosi un bel sorriso sul volto.
I quattro si diressero a Central Park in taxi.
Una volta arrivati cercarono subito una bella panchina all’ombra (Kurt non aveva assolutamente intenzione di sedersi per terra, aveva un paio di pantaloni beije nuovi e non voleva sporcarli) e iniziarono a preparare tutte le cose da mangiare.
Rachel iniziò ad estrarre tutti i panini e le bibite dal cestino, mentre Finn e Barbra avevano iniziato a giocare a Palla poco lontani.
I quattro trascorsero un piacevole pranzetto, tra le chiacchiere e le risate, Barbra riuscì a sporcarsi tutto il vestito con la Coca-Cola dopo meno di 10 minuti, ma per il resto filò tutto liscio.
Finito di mangiare, Finn aveva un gran sonno ma Rachel lo obbligò ad andare a fare una passeggiata romantica per il parco, lasciando Barbra con Kurt.
Kurt era intento a sistemare i piatti e la tovaglia, quando Barbra intravide una figura conosciuta che stava correndo a perdifiato.
“Blaine?” disse la bambina sottovoce stupita di trovare il suo baby sitter che faceva jogging nel parco.
“Come?” chiese Kurt che non aveva sentito.
“Ehm…” la bambina sapeva che se avesse detto allo zio di aver visto Blaine non ci avrebbe mai creduto, o l’avrebbe presa per una fissata, per questo si inventò una scusa, non molto plausibile, ma era la prima cosa che le era venuta in mente “Un lama, zio! Ho visto un lama!”
“A Central Park?” chiese Kurt, guardandosi attorno “Sei sicura?”
“Sisi! Era là in fondo! Ne sono sicura! Vieni, vieni a vedere!” disse la bambina, iniziando a correre nella direzione di Blaine.
“Dove vai, Barbie!” disse Kurt, inseguendo controvoglia la nipotina.
Barbra si lanciò a perdifiato tra le piante, cercando di raggiungere Blaine, solo dopo essersi assicurata che lo zio fosse alle sue spalle.
Quando finalmente lo vide, il ragazzo era voltato di spalle e piegato che si stava toccando le punte dei piedi mentre faceva stretching. Aveva il fiatone e tutti i capelli bagnati di sudore. Barbra lo trovava naturalmente bellissimo, anche vestito con quei pantaloncini della tuta e tutto bagnato. Anche se il desiderio di correre ad abbracciarlo era alto, la bambina si voltò e vide Kurt che ormai la stava per raggiungere. Così con un balzo si nascose dietro un cespuglio, sperando di poter assistere a una scena romantica tra lo zio e Blaine.
“Barbra…Ehy Bar-bra ma do-ve sei…lo zio è vecchio non riesce a starti die-tro!” disse Kurt con il fiatone, fermandosi e guardandosi attorno alla ricerca della bambina.
“Kurt?” chiese Blaine alzandosi dalla sua posizione e voltandosi verso la voce che aveva appena sentito.
“Blaine?” rispose ancora più confuso Kurt  “cosa ci fai qui? Pensavo che…insomma non doveva mica venire…oh lascia perdere!” biascicò il ragazzo arrossendo. Non riusciva a formulare un discorso con un senso compiuto, sia perché non voleva risultare troppo indisponente o impiccione, ma anche perché la vista di Blaine così tutto sudato e con quei pantaloncini della tuta lo aveva destabilizzato.
“Lascia perdere, ho avuto una pessima mattinata…tu invece, sei qui con Barbra per il picnic?” domandò Blaine, e il ragazzo sentendo il nome della nipotina capì immediatamente tutto.
Altro che lama e lama, quella peste ne aveva architettata un’altra delle sue. Kurt si guardò attorno e vide spuntare le scarpine della bambina oltre un cespuglio, e poi con un cenno del capo le indicò a Blaine. Il ragazzo sorrise leggermente, ma dopo poco il suo sguardo tornò serio e concentrato.
“Blaine, mi sembri tormentato…è successo qualcosa?” chiese Kurt comprensivo.
“No Kurt, non preoccuparti…non voglio rovinarti la giornata con i miei problemi…” rispose il ragazzo con poca convinzione.
“E’...è successo qualcosa con Adrian?” chiese esitante Kurt con il cuore in gola. Era da stronzi, ma un po’ ci sperava.
“Diciamo di si…”
“Ne vuoi parlare?” domandò senza pensarci Kurt  “alla fine siamo confidenti, ricordi?”
Blaine sorrise e poi disse “non c’è molto da dire…mi aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi, ma ha avuto un imprevisto ed è saltato tutto…io da bravo sciocco ci avevo anche sperato, avevo addirittura prenotato al ristorante…così ora sono qui a sfogarmi e a passare il tempo correndo…” spiegò Blaine con la testa bassa cercando di non far vedere a Kurt che aveva gli occhi lucidi.
“Oh” disse semplicemente l’altro ragazzo, colpito da quanto fosse tenero questo lato vulnerabile di Blaine “Io ho in mente un’idea migliore per passare il tuo pomeriggio…che ne dici di unirti alla famiglia Berry-Hudson? Hai già mangiato? Abbiamo avanzato un sacco di cose!” propose il ragazzo, sorridendo gentilmente.
“Grazie” rispose Blaine “accetto volentieri!”
Da dietro al cespuglio uscì un gridolino di gioia, e i due ragazzi guardarono in quella direzione divertiti.
“Noi andiamo…Barbra vieni con noi, o preferisci stare qui ad aspettare che torni il lama?” chiese Kurt alzando la voce e scandendo bene le parole.
“Nono arrivo! Mi sa che mi sono sbagliata, era solo un cavallo quello che ho visto!” disse la bambina balzando fuori dal suo nascondiglio.
“Oh Barbra, ma ci sei anche tu! Che bella sorpresa!” disse Blaine fingendosi stupito,
“Si!” rispose la piccola prendendo immediatamente per mano da una parte il suo baby sitter, e dall’altra Kurt, e iniziando a incamminarsi insieme a loro due verso la loro postazione, canticchiando tutta felice una canzoncina perché era riuscita ancora una volta a far avvicinare Kurt a Blaine e Blaine a Kurt.

Free Talk

Buongiorno a tutti!
Miracolosamente grazie al potere della chiavetta internet riesco ad aggiornare la FF...vi dico solo che sono seduta su una panchina con vista cimitero...ma qui è l'unico posto dove prende internet!
Adrian non è arrivato alla fine...ve l'avevo detto di non aver troppe aspettative!
E adesso al prossimo capitolo per scoprire come va il pomeriggio tra i Klaine e Barbra!
Grazie a tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, letto, e inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate!
Al prossimo aggiornamento
Ottavia

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Beije ***


Capitolo 10: Beije
 
Kurt, Barbra e Blaine tornarono alla loro panchina; mentre Kurt era intento a cercare i panini avanzati, Blaine si era già seduto sul prato insieme alla bambina.
Kurt si voltò con il cibo in mano, e lanciò immediatamente un’occhiata sconvolta agli altri due.
“Perché siete li per terra? Cosa ci sono le panchine a fare?” chiese.
“Kurt certo che sei fissato! Il pic-nic va fatto sul prato!” rispose Blaine canzonandolo.
“Non se ne parla, li vedi questi pantaloni? Sono nuovi, e sono beije. Se mi siedo con voi sul prato nel giro di dieci secondi sono diventati tutti verdi” rispose il ragazzo. Blaine stava già per controbattere, ma Kurt questa volta fu più veloce “E non propormi ancora una volta di togliermeli, abbiamo deciso di mettere una pietra sopra a quella storia!”. Blaine rispose alzando le mani e scrollando le spalle in tono innocente.
“Barbra dai vieni a sederti sulla panchina…” disse ancora Kurt, questa volta rivolto alla nipote.
“No, io voglio stare qui con Blaine, perché Blaine profuma di buono!” disse la bambina, abbracciando il baby sitter e spingendolo sul prato obbligandolo a sdraiarsi pancia in su.
“Certo, un buon profumo di sudore!” rispose il ragazzo ridendo di gusto insieme alla bambina mentre le faceva il solletico. Dopo poco i due si sistemarono in una posizione comoda, con Barbra accovacciata vicino al braccio del baby sitter.
Kurt guardava la scena torturandosi il labbro. Voleva veramente unirsi a quei due, ma i suoi pantaloni erano nuovi, e poi chissà quanti insetti c’erano lì nel prato.
“Zio dai! Vieni ad annusare Blaine!” disse la bambina che aveva tuffato il nasino nell’incavo del collo del ragazzo e aveva iniziato ad assaporarne il profumo.
“Barbra sei impazzita? Non puoi chiedere alle persone di annusarsi!” rispose Kurt sconvolto, anche se era curioso di sapere che fragranza usasse Blaine.
“E perché no? Io lo sto facendo!” rispose la bambina in tono ovvio.
Kurt scosse la testa rassegnato, e poi fissò Blaine negli occhi, dato che il ragazzo lo stava già guardando.
“Dai Kurt, fregatene dei tuoi pantaloni e vieni qua con noi…sdraiati che facciamo un gioco!” propose Blaine in tono convincente.
Kurt rimase a fissare titubante il ragazzo, ma poi si convinse a stendersi sul prato insieme a lui e alla nipotina.
Il ragazzo si posizionò a pancia in su con la testa vicino a quella di Blaine, ma con le gambe rivolte nella direzione opposta, mentre diceva “mi devi un paio di pantaloni…”
“Vero che ha un buon profumo?” chiese Barbra cinguettando.
Kurt effettivamente fu immediatamente pervaso da una dolce fragranza di erba umida, mista al profumo di fragole e di mandarino. Il tutto mischiato a un intenso aroma di fiore della passione o forse era orchidea?
Comunque era impossibile che quello fosse il profumo di Blaine, oppure no?
Era la prima volta che Kurt si trovava così vicino al ragazzo, quindi forse poteva veramente trattarsi della sua colonia…
Rain” disse Blaine interrompendo i pensieri di Kurt, che trasalì sentendolo parlare.
“Come?” chiese il ragazzo.
“Il mio profumo, è Rain di Marc Jacobs…ti vedevo intento ad annusare l’aria…” disse Blaine sorridendo sornione.
Quindi quel profumo era veramente quello di Blaine.
Kurt era interdetto.
Per una volta Barbra aveva perfettamente ragione.
Blaine sapeva di buono.
Kurt sorrise in risposta e poi allontanò gli occhi da quelli color caramello dell’altro ragazzo, incapace di sostenere quello sguardo così penetrante, che ormai lo stava fissando troppo intensamente.
“Che-che gioco dovevamo fare?” chiese Kurt, per cercare di deviare il discorso.
“Il gioco delle nuvole” rispose Blaine, attirando a se la bambina e domandandole “ti va verdurina?”
“Siiiii!” rispose Barbra tutta contenta.
“Sai come si gioca Kurt?” domandò poi Blaine alzando gli occhi verso l’altro ragazzo.
“Pen-penso di si…comunque imparo in fretta…cominciate voi…” rispose quello tentennando.
Blaine sorrise e poi iniziò a guardare in alto insieme alla bambina.
“Elefante” disse dopo qualche secondo di silenzio in cui anche Kurt scrutava il cielo senza capire.
“Mucca” rispose la bambina.
“No forse è più probabile dinosauro” disse ancora Blaine.
“Ma cosa diciiiii! E’ un Hamburger!” ribattè la piccola “Anzi, secondo me sembra papà…”
“Ragazzi è chiaramente un omino di marzapane con in mano un ombrello!” replicò Kurt, lasciando gli altri due interdetti.
“E questa come ti è uscita?” chiese Blaine soffocando una risata e meritandosi una pacca sulla spalla da un Kurt stizzito “Perché il tuo elefante è più veritiero? Guarda quello è chiaramente un ombrello!”.
“A me continua a sembrare una proboscide…” aggiunse ancora Blaine, ma solo perché voleva avere l’ultima parola.
Barbra non stava dicendo niente, perché aveva capito che non era il caso di interrompere quella conversazione, e anche perché le stava venendo un gran sonno. Dopo qualche sbadiglio si sistemò più comoda vicino a Blaine e si appisolò.
Kurt e Blaine continuarono ancora a fare il gioco delle nuvole anche senza Barbra, ma dopo poco tempo anche Kurt si addormentò come un bimbo.
Blaine quando si rese conto che l’altro ragazzo aveva smesso di parlare, si sollevò leggermente sul gomito per capire cosa fosse successo, e lo trovò addormentato.
Blaine si perse a contemplare i lineamenti perfetti di Kurt, il suo profilo lineare, la sua pelle chiara, le sue labbra piene leggermente socchiuse, le sue chiarissime lentiggini…
Quel ragazzo era l’incarnazione della bellezza. Blaine se ne rendeva conto sempre di più man mano che lo osservava.
E ogni istante che passava in sua presenza, si rendeva conto che si stava innamorando di lui.
O forse era già troppo tardi? Era già totalmente cotto per quel bellissimo ragazzo che stava dormendo a pochi centimetri da lui?
“Ehy Blaine, cosa ci fai qui?…Ma stanno tutti dormendo?”
Blaine sentendo quella voce fu costretto a distogliere lo sguardo da Kurt, per voltarsi verso Rachel che era alle sue spalle con Finn.
“Si, cambio di programma ed eccomi qui!” rispose il ragazzo che non aveva voglia di rivangare ancora tutta la storia di Adrian.
Era successa solo qualche ora prima, ma grazie all’aiuto di Barbra e soprattutto di Kurt era riuscito a dimenticare tutto, come se Adrian non avesse mai fatto parte della sua vita.
Come se tutto ruotasse attorno a Blaine e Kurt, o al massimo a Kurt e Blaine.
“Oh guarda, anche Kurt si è addormentato…quel ragazzo lavora troppo, glie lo dico sempre!” disse Finn osservando il fratellastro dormire sul prato.
“Anche tua figlia dorme, questo è un vero miracolo, dato che c’è ancora il sole!” rispose Rachel sorridendo al marito.
“La portiamo a casa…” disse Finn sollevando Barbra e mettendosela in braccio “Kurt sembra così tranquillo, mi spiacerebbe svegliarlo …tu hai da fare con il tuo ragazzo o puoi stare con lui?” chiese ancora l’uomo con il suo poco tatto.
“Nono nessun problema, ci penso io a Kurt, voi andate pure…” disse Blaine sorridendo. Così Finn e Rachel presero tutte le loro cose e si allontanarono salutando il loro baby sitter e augurandogli un buon proseguimento di giornata.
Blaine, finalmente solo, si concedette tutto il tempo necessario per osservare Kurt nei minimi particolari.
Non si accorse nemmeno dello scorrere del tempo, tanto era concentrato ad ammirare  quello splendido ragazzo.
Dopo parecchio tempo Kurt si stropicciò gli occhi con una mano e iniziò a guardarsi attorno.
Blaine rimase incantato ancora, fissandolo: i suoi occhi erano di un azzurro così intenso, che il cielo a confronto sembrava grigio.
Kurt si sorprese di trovare Blaine intento ad osservarlo come se fosse una cosa rara ma soprattutto, perché erano soli? Dov’era Barbra? E Finn? E Rachel?
Il ragazzo non fece nemmeno in tempo a chiedere nulla perché Blaine parlò per primo: “Buongiorno raggio di sole” disse sorridendo dolcemente.
“Do-dove sono tutti?” chiese Kurt arrossendo vistosamente per il saluto ambiguo appena ricevuto.
“Sono andati via…da un po’” rispose il ragazzo sempre fissandolo, in un modo che Kurt riteneva ai limiti della legalità.
“E perché tu sei rimasto qui?” chiese ancora il ragazzo, sollevandosi e appoggiandosi su un braccio.
“Perché mi andava…” rispose quello, aggiungendo poi “mi piaceva guardarti dormire, mi rilassa…ha ragione Barbra sembri un angioletto…”
“Quando dormo?” chiese Kurt, pentendosi subito di quella frase da liceale innamorata e civettuola.
“Non solo…” rispose Blaine sempre fissando l’altro ragazzo con i suoi occhi color caramello.
Kurt voleva veramente sostenere lo sguardo di Blaine, d’altra parte i suoi occhi erano così belli e affascinanti, ma non ci riuscì.
Probabilmente per timidezza o insicurezza, Kurt abbassò lo sguardo e muovendosi impacciato, si alzò pulendosi i pantaloni dall’erba.
“Tranquillo” disse Blaine dandogli un’occhiata “non si sono sporcati, forse solo un pochino sul sedere…”. Blaine si rese immediatamente conto di quanto quella frase potesse sembrare ambigua detta da un ragazzo gay, per questo aggiunse velocemente “cioè, non pensare che mi sono messo a guardarti il sedere, l’occhio mi è solo caduto lì e…”
“Sisi tranquillo, capisco perfettamente!” rispose Kurt altrettanto imbarazzato.
“Sei venuto in metropolitana?” chiese ancora il ragazzo cercando di sviare il discorso.
“Come?” domandò Blaine che si stava ancora maledicendo per la sua uscita totalmente fuori luogo.
“Ti ho chiesto se sei venuto a Central Park in metropolitana oppure te la sei fatta di corsa da casa tua?” chiese ancora il ragazzo, sdrammatizzando.
“Ah…si sono venuto in metropolitana…perché?”
“Volevo proporti di dividerci un taxi…sai per tornare a casa…” spiegò il ragazzo in tono ovvio.
“Si ok, perché stiamo andando a casa….è ovvio…” disse Blaine, che in cuor suo avrebbe voluto passare ancora del tempo con Kurt, magari chiacchierando con lui, non solo osservandolo di nascosto tipo stalker.
“Direi di si, ti ho già rubato praticamente tutto il pomeriggio, hai dovuto farmi da balia mentre dormivo…” disse Kurt scusandosi.
“A parte che non è stato un problema, anzi…e comunque dimentichi che il mio fidanzato mi ha dato buca? Non avrei avuto niente di meglio da fare, te lo assicuro…”
Kurt guardò Blaine sorridendo timidamente e poi gli fece un cenno di incamminarsi verso la strada.
I due ragazzi salirono sul taxi e chiacchierando del più e del meno arrivarono quasi subito a casa di Kurt.
“E così tu vivi qui…” disse Blaine guardando fuori dal finestrino impressionato.
Kurt viveva praticamente dietro l’Empire State Building: già di per se l’edificio era incredibile visto dall’esterno, Blaine non poteva nemmeno immaginarsi come fosse il suo interno.
“Si…diciamo che guadagno bene…lavorare come un mulo porta i suoi frutti, in qualche campo…” rispose il ragazzo, mentre apriva la portiera “ci vediamo Blaine, stammi bene…”
“A presto” disse il ragazzo agitando la mano in segno di saluto.
Quando Kurt chiuse la portiera, Blaine si accasciò sul sedile posteriore, iniziando a pensare a quanto già gli mancasse la compagnia dell’altro ragazzo, e di quanto fosse grave questa cosa, in quanto Kurt se n’era andato da meno di 10 secondi.

Free talk

Allora, il pomeriggio è andato come ve lo aspettavate? Meglio, peggio? 
Date tempo al tempo!
Grazie a tutti quelli che seguono la storia (siamo a 100 ragazzi grazie!) , la commentano o la leggono e basta!
Ho finalmente pubblicato il primo missing moments ispirato alla storia...se non l'avete ancora letto, correte a farlo (qui)!

Domani parto per Londra, mi scuso se non riuscirò a rispondere alle recensioni, ma lo farò al mio ritorno...e anche l'aggiornamento della Calvin Klaine slitta a Venerdì quando torno!
Grazie a tutti
baci
Ottavia

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - White ***


Capitolo 11: White
 
Blaine decise di tentare una nuova strategia.
Era evidente che la sua amicizia con Kurt aveva qualcosa di strano, almeno dal suo punto di vista.
Era anche ovvio che la sua relazione con Adrian non poteva continuare così, perché lo stava rendendo pazzo, oltre che infelice.
Per questo Blaine decise di smettere di scrivere sms al suo ragazzo, non facendosi più sentire per un po’ di tempo.
Era stanco di corrergli sempre appresso come un cagnolino.
Se veramente ad Adrian interessava qualcosa di Blaine avrebbe dovuto fare lui il primo passo.
Naturalmente i giorni passarono, ma di Adrian nessuna traccia.
Blaine stava iniziando a perdere le speranze: forse i due avevano già rotto e lui non se n’era accorto?
 

*

 
Era una mattina dei primi giorni di Giugno, e Blaine stava dormendo nel suo letto in mutande. Faceva un caldo assurdo e il ragazzo non aveva ancora avuto il tempo per andare a comprarsi un ventilatore, per questo era costretto a tenere le finestre aperte. Nonostante questo, l’afa lo stava uccidendo, era riuscito ad addormentarsi solo da poche ore, quando il cellulare iniziò a suonare insistentemente.
Blaine maledisse mentalmente chiunque lo stesse disturbando a quell’ora, ma poi pensò che forse poteva trattarsi di Adrian, quindi con un balzo si alzò dal letto e corse ad afferrare il telefono.
“Blaine! Menomale hai risposto!”
Era Rachel, e sembrava anche particolarmente preoccupata.
“Ciao Rachel, hai bisogno? E’ successo qualcosa a Barbra?” domandò il ragazzo, tornando a sdraiarsi sul letto abbattuto.
“Ho bisogno di te, c’entra Barbra ma non è successo niente di grave, tranquillo…” disse la ragazza velocemente “Non ho molto tempo perché sono in ritardo, ma ascoltami, quel genio di mia figlia si è dimenticata di dirmi che domani c’è la scuola aperta…fanno una specie di spettacolino per i genitori, i bambini presentano i lavori che hanno fatto in classe, ci sono dei colloqui con gli insegnanti…”
“E io cosa c’entro in tutto questo?” chiese Blaine senza capire.
“Ho bisogno di un favore gigante…ti pago il doppio, anzi il triplo…ma ti prego, ho bisogno del tuo aiuto!” piagnucolò Rachel.
“Dimmi di cosa si tratta e poi decido…” rispose il ragazzo, ormai particolarmente incuriosito.
“Io e Finn siamo occupati tutto il giorno domani e non abbiamo modo di liberarci…”
“Quindi?” chiese Blaine, anche se ormai aveva capito qualcosa.
“Quindi non è che potresti fingerti il papà di Barbra? Tanto nessuno ha mai visto Finn…” chiese la ragazza in tono supplichevole.
“Si può fare…dovrò saltare le lezioni, ma per una volta posso anche farlo…non mi sembra una cosa così grave comunque…pensavo molto peggio…” rispose Blaine.
“Aspetta…non è finita qui…non mi va che a scuola pensino tutti che Barbra abbia un genitore solo…” aggiunse la donna con cautela.
“Devo andarci con qualcuno?” domandò allora il ragazzo.
“Esatto…visto che Quinn ci va già con Puck non posso chiedere a lei, tutte le altre mie amiche lavorano….quindi pensavo a Kurt…” disse Rachel e poi aggiunse velocemente “potreste fingervi i genitori gay di Barbra…io ho parlato solo con la preside il primo giorno di scuola, quindi le maestre ci crederanno…ti prego è l’unica idea sensata che mi è venuta! Fallo per Barbra!”
Blaine rise di gusto non appena sentì quella proposta,
“Co-cosa c’è da ridere?” chiese Rachel spiazzata.
“Rido perché per me non ci sono problemi…ma non so come la prenderà Kurt questa cosa…e poi lui non lavora domani?” chiese Blaine.
“I suoi orari sono più flessibili rispetto ai miei e di Finn…e comunque non glie l’ho ancora chiesto, ma per Barbra farebbe di tutto…anche fingersi suo padre…almeno spero…” rispose la ragazza.
“Va bè, tienimi informato, a questo punto sono curioso di sapere come si concluderà questa storia…”
“Grazie Blaine, ti adoro! Ci vediamo stasera! Buona giornata!” disse la ragazza, riattaccando.
Blaine appoggiò il cellulare sul comodino e poi guardando il soffitto, si lasciò scappare un sorrisetto.
Fingersi il compagno di Kurt, sarebbe stata un’esperienza interessante…
 

*

“Non se ne parla nemmeno! Rachel, ma sei impazzita? Devo lavorare, e poi chi vuoi che si beva la storia di Barbra figlia mia e di Blaine? Non assomiglia a nessuno dei due…” sbottò Kurt al telefono.
“Dai Kurt, ti prego! Fallo per me e Finn…o per Barbra…” replicò implorante Rachel.
“Assolutamente no!” disse ancora quello convinto.
“Uff, Blaine aveva ragione…” borbottò la ragazza.
“Su che cosa?” chiese Kurt incuriosito.
“Aveva detto che non avresti mai accettato…”
Kurt rimase in silenzio a pensare.
Se avesse accettato quella proposta avrebbe passato un’intera giornata con Blaine fingendosi il suo ragazzo, anzi no peggio, marito.
Sarebbe sopravvissuto a un’impresa così assurda?
Non poteva negare che l’idea un pochino lo stuzzicava, avrebbe passato del tempo solo con Blaine…ma non gli andava di darla vinta a Rachel così facilmente.
“Ti preeeeegooooo” piagnucolò l’amica al telefono “se è necessario ti passo Barbra per convincerti….”
“No guarda mi basti tu con la tua vocina assillante…uff e va bene, ma in cambio mi devi regalare quel completo di Vivienne Westwood che abbiamo visto l’altro giorno…”
“Kurt, tesoro…sono andata a prendertelo ieri, volevo usarlo come asso nella manica per convincerti a partecipare a questo incontro genitori/insegnanti…è già incartato nel mio armadio…” disse la ragazza felice.
“Ti odio, Rachel” rispose il ragazzo, pregustandosi il suo regalo.
“Anche io ti voglio bene Kurt…mando un sms a Blaine, ci vediamo a casa mia domani mattina per le 8.00…vestiti elegante!” disse la ragazza riattaccando il telefono tutta pimpante.
 

*

 
Barbra non aveva dormito quella notte: appena sua mamma l’aveva avvisata di quella novità, ossia Kurt e Blaine come suoi finti genitori per un giorno, aveva iniziato a urlare correndo per casa, piangendo e saltellando dalla felicità, mentre gridava “non riesco a contenere le mie emozioniiiiiiii”.
Rachel le aveva dato una tazza di camomilla gigante, ma non aveva funzionato. Finn dalla disperazione era uscito a fare un giro (approfittandone per comprarsi qualche cibo spazzatura).
La bambina già alle sei di mattina era pronta e vestita di tutto punto, e stava aspettando in piedi davanti alla porta di casa l’arrivo dello zio o del baby sitter.
 
Kurt arrivò a casa Hudson con un incredibile anticipo. Si era vestito di tutto punto, si era sistemato i capelli e si era cosparso di profumo.
Era perfetto. Un papà perfetto.
 
Blaine invece arrivò un pochino in ritardo. Aveva tutti i capelli scombinati e in mano teneva una manciata di cravatte colorate. Appena messo piede in casa disse “Scusate il ritardo…ma la sveglia non ha suonato, e non sapevo che colore si sarebbe vestito Kurt, così ero indeciso sulla cravatta da mettere… ne ho portate un po’, possiamo deciderle insieme…”
Adorabile.
Questo fu il primo pensiero che venne in mente a Kurt, sentendo quella giustificazione.
“Fate quello che volete, io devo scappare, grazie ancora!” disse Rachel velocemente, mandando baci ai tre mentre lasciava l’appartamento.
Blaine si voltò immediatamente verso Kurt, scrutandolo, poi disse tra sé e sé “Grigio…sei vestito di grigio…avrei dovuto immaginarlo…” poi iniziò a far scorrere le sue cravatte cercandone una adatta al completo di Kurt.
Ne sollevò una rosa pallido e una azzurra mostrandole a Kurt con sguardo interrogativo.
Il ragazzo si avvicinò e le prese entrambe in mano, posandole una alla volta vicino al collo di Blaine per decidere quale gli stesse meglio. Poi decise di optare per quella azzurra, probabilmente perché richiamava il colore dei suoi occhi.
Blaine sollevò il mento per indicare all’altro di mettergli la cravatta.
Kurt certo non si aspettava di dover fare una cosa così personale, per questo rimase immobile a fissarlo come un tonto.
“Suvvia Kurt, dobbiamo fingerci una coppia per un giorno…puoi iniziare aiutandomi a vestirmi, maritino…” lo canzonò Blaine, colpendolo con un buffetto sul braccio.
Kurt arrossì leggermente. Sapeva che quella cosa non avrebbe portato a niente di buono…o forse si?
Il ragazzo prese la cravatta e la fece scorrere dietro al collo di Blaine, poi con estrema lentezza l’annodò perfettamente, mentre fissava intensamente negli occhi il ragazzo, ammaliato.
“E-ecco fatto…” disse una volta finito, a mezza voce.
“Grazie” rispose Blaine sorridendo dolcemente.
In tutto questo Barbra era rimasta seduta sul divano mangiando una tazza di latte e cereali, mentre osservava la scena, come se stesse guardando un film.
Kurt improvvisamente si ricordò della presenza della bambina, e si voltò di scatto a guardarla, e così fece anche Blaine.
La piccola con la bocca piena di cereali disse semplicemente “No, vi prego continuate…fate come se io non ci fossi…”.
I due ragazzi imbarazzati come non mai si allontanarono, e poi Blaine disse agitato “Ok ci siamo? Siamo pronti? Si può andare?”.
Barbra balzò giù dal divano divertita, appoggiò la sua tazza di cereali sul tavolino e poi prese per mano i suoi “papà” pronta per andare a scuola, senza fare nessun tipo di capriccio.
 
La “famigliola felice” arrivò a scuola in taxi con largo anticipo.
Naturalmente non appena i due ragazzi scesero dall’auto tutte gli altri genitori iniziarono a guardarli e a parlottare.
Kurt si rabbuiò immediatamente e iniziò a borbottare tra se e se “lo sapevo che non era una buona idea…menomale che a New York la gente ha la mentalità aperta…”
“Tranquillo Kurt, è normale…non penso che ce l’abbiamo con te, o con noi in generale…me l’ha spiegato Puck…dice che in sostanza queste mamme mi avevano adocchiato da un po’, forse adesso scoprire che sono gay le deve aver turbate…” spiegò Blaine come per scusarsi di tutte quelle attenzioni indesiderate.
“Uhm chiaro…” rispose Kurt continuando a guardarsi attorno minaccioso.
“Che ne dici di dar loro qualcosa su cui sparlare?” chiese Blaine in tono malizioso, mentre si avvicinava a Kurt e gli faceva passare una mano lungo i fianco, abbracciandogli la vita.
Kurt rimase momentaneamente spiazzato da quel gesto, ma poi dopo aver osservato lo sguardo complice di Blaine, si lasciò andare rilassandosi. Chiamò Barbra porgendole la mano e invitandola ad unirsi al gruppetto. La bambina naturalmente non se lo fece ripete due volte e si aggregò ai suoi “papà” tutta felice per la svolta che stava prendendo la situazione.
I tre varcarono l’ingresso della scuola sotto gli occhi di tutti, e mentre vagavano per i corridoi, Barbra disse in tono sornione “Vado a cercare Beth, devo raccontarle un sacco di cose!”. La bambina iniziò a correre lungo il corridoio mentre Kurt le gridava “Qual è la tua classe Barbie?” ma quella era già lontana e non si degnò nemmeno di rispondere.
“Bene…” disse Kurt in imbarazzo “forse adesso….potresti anche lasciarmi…” propose Kurt guardando la mano di Blaine ancora stretta sul suo fianco.
“Oh certo…hai ragione…” rispose quello allontanando la mano velocemente.
“Tu sai da che parte dobbiamo andare?” domandò kurt cambiando argomento.
“In I B…penso sia da questa parte…” disse Blaine che in realtà non ne era per niente sicuro, essendo entrato in quella scuola solo una volta.
I due ragazzi entrarono nell’aula con la targhetta “I B” guardandosi attorno. La stanza era totalmente vuota, avevano chiaramente sbagliato.
Blaine iniziò a vagare per la stanza mentre Kurt lo rimproverava “Che fai? Usciamo di qui!”
“Aspetta Kurt…vieni a vedere…” disse il ragazzo avvicinandosi al lato della lavagna, dove erano appesi dei disegni.
“Questi siamo noi…” disse il ragazzo, indicando un disegno che rappresentava due ragazzi che tenevano per mano una bambina. Uno era ricciolo e bassino, l’altro era alto e con i capelli tutti in piedi. La prima figura maschile aveva gli occhi color ambra, la seconda invece azzurro intenso.
“Già…e quella piccoletta in mezzo è Barbra…” disse Kurt guardando interessato il disegno.
“Non sarà difficile per le maestre credere alla storia dei genitori gay, se tua nipote ci ritrae tipo famiglia del Mulino Bianco…” disse Blaine scherzando.
“Hai ragione…” rispose Kurt sorridendo.
Tra i due ragazzi calò un silenzio imbarazzante, interrotto solo dal ticchettio dell’orologio da parete che scandiva il tempo.
“Però sarebbe bello…” pensò d’un tratto Blaine ad alta voce.
“Cosa?” domandò l’altro ragazzo incuriosito.
“…Questa cosa…io e te, no?” chiese Blaine sottovoce e con gli occhi bassi.
“E…Adrian?” domandò Kurt, che non se la sentiva di negare totalmente quello che aveva appena detto l’altro ragazzo.
“Non lo so…non ci sentiamo più dall’episodio di Times Square…” disse Blaine, alzando finalmente lo sguardo e puntando i suoi occhi color miele in quelli di Kurt, mentre si avvicinava a lui…
In quel momento una porta si aprì e una voce maschile disse “Ehy Kurt, Blaine eccovi finalmente!”
Era Puck.
“Cosa ci fate in quest’aula al buio?” continuò il ragazzo  “Tutte le classi sono in palestra…l’incontro inizia lì con uno spettacolino…io e Quinn vi stiamo aspettando…forza!” li incitò.
Kurt come se si fosse risvegliato da un sogno improvviso, iniziò a camminare velocemente seguendo Puck, e così fece anche Blaine.
I tre ragazzi arrivarono in palestra e trovarono lo spettacolo già incominciato.
Tutte i bambini erano schierati su diverse file mentre ballavano e cantavano in coro.
Kurt fece molta attenzione a sedersi il più lontano possibile da Blaine, per questo si inserì in mezzo a Puck e Quinn, mentre si guardava attorno agitato.
Blaine si sedette a malincuore vicino alla ragazza, che immediatamente sussurrò nell’orecchio del moro “E’ successo qualcosa tra te e Kurt?”
“Magari…” rispose quello, e poi tornò a concentrarsi sullo spettacolo di Barbra, domandandosi come si sarebbe potuta concludere la situazione se non fosse entrato Puck proprio in quel momento.

Free Talk

Chi di voi vuole uccidere Puck alzi la mano! 
Ma non preoccupatevi perchè alla fine si riscatterà!
A parte tutto come vi è sembrato il capitolo? Piaciuta questa vicenda scolastica? Volevo inventarmi qualcosa di diverso, spero di esserci riuscita!
Ringrazio tutti voi lettori con le vostre recensioni appassionate e AntiAdrian, e ricordatevi che TEAM BARBRA IS ON!
Ora aggiorno anche i Missing Moments, quindi correte a leggerli!
Alla prossima
Ottavia

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 - Magenta ***


Capitolo 12: Magenta
 
La giornata genitori e insegnanti si concluse senza nessun altro intoppo. Kurt rimase molto schivo e taciturno per tutto il pomeriggio, ma Blaine non ebbe il tempo di chiedergli cosa lo turbasse tanto, perché Barbra continuava a stargli addosso.
Tutte le maestre continuavano a fare i complimenti ai due ragazzi definendoli “una bellissima coppia” suscitando la gioia e l’orgoglio della bambina.
Per di più la giornata era piena di eventi, quindi il tempo effettivo che i due ragazzi trascorsero insieme fu relativamente poco.
Quando si salutarono Kurt si dimostrò ancora molto freddo e pensieroso, per questo motivo Blaine quella sera gli inviò un sms chiedendogli se avesse fatto qualcosa di sbagliato, ma quello non si fece sentire.
 
Kurt non rispose nè a quel messaggio, nè a tutti gli altri che Blaine continuò a inviargli nei giorni successivi.
 

*

Una sera di metà giugno, Blaine stava facendo il suo solito giro mensile per locali a consegnare i suoi demo musicali. Non era ancora riuscito a trovare un ingaggio da quando era arrivato a New York, a parte un’offerta per suonare a una festa di compleanno. Peccato che fosse quella di Beth, e a proporlo era stato Puck, quindi non valeva.
Il ragazzo non sentiva Adrian da parecchio tempo, e lo stesso valeva per Kurt. Ormai il cellulare gli serviva solo per mandare l’sms di buona notte a Barbra (si perché Blaine mandava un messaggino ogni sera alla bambina, che si era fatta comprare un cellulare solo per questo motivo).
Dopo aver consegnato l’ennesimo cd musicale, ed essersi sentito rispondere per la centesima volta “le faremo sapere”, Blaine si diresse in un bar, deciso ad affogare i suoi dispiaceri nell’alcool.
Non era certo sua intenzione ubriacarsi, ma complici lo sconforto per gli ultimi rifiuti e la freddezza di Kurt nei suoi confronti, il ragazzo alzò un po’ troppo il gomito.
Fatto sta che nel giro di un’ora Blaine passeggiava ubriaco per le vie di New York, abbracciando i turisti e dicendogli quanto gli voleva bene (arrivò ad accarezzare un palo della luce scambiandolo per un gatto, ma fortunatamente nessuno era presente x assistere a quella scena).
Nonostante si ricordasse a malapena il suo nome, Blaine riuscì ad arrivare fin sotto casa di Kurt nonostante l’avesse vista una volta sola.
Il ragazzo si diresse immediatamente verso il citofono e premette tutti i tasti in fila, a partire dal primo fino all’ultimo, come se fossero i tasti di un pianoforte.
Dato che era notte fonda, svegliò tutto il palazzo.
Alcuni imprecarono dalla finestra contro di lui, altri lo minacciarono con dei bastoni, un’altra famiglia gli gettò un secchio d’acqua addosso, mancandolo per un soffio.
E poi arrivò Kurt, che non appena mise la testa fuori dalla sua grande finestra, lo riconobbe immediatamente.
Il ragazzo con il suo pigiama di seta blu scuro corse all’ingresso ad aprirgli.
“Ma cosa cazzo stai facendo Blaine a casa mia in piena notte?” chiese praticamente gridandogli addosso.
“Oh Kurt…è così bello…tu sei così bello! Mi parli ancora…che bello!” disse Blaine cercando di fare un discorso di senso compiuto.
“Si Blaine è tutto molto bello, ma adesso torna a casa!” lo rimbeccò ancora Kurt immobile con uno sguardo severo.
“No Kurt, voglio parlare, io voglio…capire…perché c’e l’hai con me?…Cosa ti ho fatto Kurt? Cosa ti ho fatto?” iniziò a chiedere il ragazzo senza riuscire a contenere il tono di voce.
“Queste scenate fatele da un’altra parte!” gridò una voce dall’alto e Kurt fu costretto ad afferrare Blaine per un braccio e condurlo dentro.
“Sei ubriaco perso Blaine, cosa ti salta in mente?” chiese il ragazzo sussurrando.
“Kurt mi mancavi così tanto…sei così profumato…usi lo stesso bagnoschiuma di Barbra? Si per forza, visto che lei mi ha detto che fate il bagno assieme…” rispose Blaine appoggiando la testa sulla spalla di Kurt annusandolo ad occhi chiusi.
“Kurt, facciamo un bagnetto assieme? Voglio profumare come te…” chiese ancora il ragazzo e nonostante la sgradevole situazione Kurt riuscì ad arrossire sentendo quella proposta indecente.
Il padrone di casa condusse Blaine sull’ascensore e poi direttamente nel suo appartamento, mentre quello continuava il suo monologo sconclusionato “Kurt che bella casa…è così…grande! E poi che bella lampada…” disse avvicinandosi a un vaso di fiori “ciao lampada…mi piace che fai questa luce così…verde! Sei strana, ma mi piaci, vogliamo diventare amici? Io mi chiamo Blaine!”.
Kurt rimase a guardare la scena, poi si convinse a fermare il ragazzo, prima che tentasse di far amicizia anche con la lettiera del suo gatto, e chissà cosa sarebbe potuto succedere.
“Blaine vieni con me? Andiamo a sederci…” propose Kurt gentilmente. Non voleva spaventare l’altro, quindi aveva deciso di optare per questi modi gentili.
“Uhm…ok” disse Blaine iniziando a seguire Kurt saltellando per la casa e toccando tutto quello che trovava.
“Blaine tu siediti qui che io ti vado a fare un caffè…” disse Kurt obbligando Blaine a sedersi sul divano “poi quando ti sarai ripreso un po’ chiamiamo un taxi così va-“
Kurt non riuscì a finire la frase perché Blaine l’aveva afferrato per la casacca del pigiama e l’aveva trascinato contro di lui.
Entrambi a questo punto si trovavano sul divano, uno sopra l’altro. Blaine iniziò a baciare Kurt sul collo mentre aveva già infilato una mano nei suoi pantaloni, toccandogli il sedere.
“Che-che cosa stai facendo Blaine?” chiese Kurt scandalizzato, mentre si dimenava per liberarsi.
“Kurt, ti voglio…baciami ti prego…lo so che lo vuoi anche tu…” sussurrò il ragazzo contro le labbra di Kurt, mentre cercava disperatamente di baciarlo, senza riuscirci dato che Kurt continuava a spostare la testa per evitare il contatto.
“No Blaine…piantala…lasciami, lasciami!” disse Kurt con sempre più convinzione, fino a quando non riuscì ad allontanarlo con uno spintone.
Kurt si alzò in piedi ansante, mentre osservava Blaine ancora sdraiato sul divano che lo guardava intensamente.
“Prova a negare il fatto che sei attratto da me!” disse il ragazzo, improvvisamente serio e al pieno delle sue capacità intellettive.
“Io…io…” rispose Kurt tentennando.
“Negalo!” lo incitò ancora Blaine.
“Non posso negarlo, perché ti mentirei…è vero sono attratto da te…ma dimmi una cosa, che fine ha fatto Adrian? Non lo senti più, ma tra voi è finita?” chiese Kurt, che stava praticamente urlando.
“Non lo so…” disse Blaine a mezza voce.
“Perfetto… sappi che io voglio stare con una persona che abbia occhi solo per me. Chi mi assicura che uno di questi giorni non mi abbandonerai per tornare tra le braccia di quell’Adrian? Lascialo, fai chiarezza nei tuoi sentimenti, e solo allora vieni da me…” continuò Kurt, esternando finalmente tutti i dubbi che lo attanagliavano da quel quasi bacio nella classe di Barbra.
Blaine rimase in silenzio. Kurt non poteva sapere se avesse capito perfettamente tutto quello che aveva cercato di dirgli, visto che fino a prova contraria era ancora ubriaco.
I due si guardarono per un periodo indefinito, e poi Kurt disse “vado a farti quel caffè…aspettami qui…”
Il ragazzo andò in cucina, e quando ritornò in sala trovò Blaine accoccolato sul divano come un bambino che dormiva con la bocca aperta.
Kurt lasciò la tazza di caffè sul tavolino, gli sistemò il cuscino sotto la testa e poi gli spostò i capelli dalla fronte, osservandolo intensamente.
Sarebbe stato così semplice lasciarsi andare.
Ma Kurt aveva dei principi e per di più era un gran romantico.
Non si sarebbe mai perdonato un bacio (o altro) con Blaine in quelle condizioni. Senza contare che si sarebbe trasformato in un amante, e Blaine in un traditore.
Tutto sommato poteva ritenersi soddisfatto del suo discorsetto anti-Adrian. Ora doveva solo sperare che Blaine si ricordasse qualcosa di tutta quello, il mattino successivo. O forse sarebbe stato meglio di no?
Il ragazzo si alzò per tornare a dormire, ma per precauzione prima portò un catino vicino al divano, sperando che Blaine non fosse talmente ubriaco da mancarlo, in caso di evenienza.
 

*

“Do-dove sono?” disse Blaine tra se e se mentre si passava una mano tra i ricci e si guardava attorno. Era sdraiato su un divano di un appartamento non suo, fuori era già giorno ed era ancora vestito come la sera precedente. Immediatamente controllò in tasca per cercare il portafogli, il cellulare, le chiavi. Aveva ancora tutto.
Dato che non era nemmeno legato o imbavagliato poteva escludere anche l’opzione “ostaggio”.
Cercò di alzarsi per capire cosa fosse successo, quando sentì una voce salutarlo “Alla buon’ora Blaine…”.
Il ragazzo alzò la testa in direzione della voce, e vide Kurt che sorseggiava una tazza di caffè, vestito di tutto punto e affascinante come suo solito. Stava per ricambiare il saluto e per chiedergli qualche spiegazione, quando sentì l’urgenza di vomitare.
Kurt se ne accorse immediatamente, per questo gridò agitato “il catino, il catino!” e Blaine riuscì ad afferrarlo giusto in tempo.
Kurt, che era particolarmente sensibile a questo genere di scene, si diresse nuovamente in cucina a preparare dell’altro caffè, mentre Blaine cercava di ricomporsi.
Dopo qualche minuto il padrone di casa tornò in sala cercando di rimanere tranquillo.
“Ora ti senti meglio?” chiese porgendogli la tazza fumante e allontanando il catino incriminato.
Non sapeva esattamente cosa e quanto Blaine si ricordasse della sera precedente, ma era più che intenzionato ad indagare.
“Scusami Kurt…ma perché sto vomitando a casa tua?” chiese Blaine confuso.
“Non ti ricordi niente di ieri sera?” domandò a sua volta l’altro ragazzo.
“Uhm…no…” rispose Blaine pensieroso.
“Niente di niente?” insistette Kurt.
“L’ultima cosa che mi ricordo è la mia immagine in un bar…e poi buio totale…oddio Kurt cos’ho combinato?” chiese il ragazzo preoccupato.
Kurt si accasciò su una poltrona sospirando. Forse era un bene che non si ricordasse nulla della sera precedente, almeno avrebbero potuto evitare tutta la parte imbarazzante.
“In sostanza ti sei ubriacato e sei venuto a casa mia, non chiedermi perché, e ti sei messo a chiacchierare con le mie piante…” disse Kurt sdrammatizzando, mentre Blaine lo guardava con i suoi occhioni spalancati.
“E poi?” domandò il ragazzo.
Forse quello era il momento buono per parlare e raccontare cos’era successo dopo, ma Kurt non ce la faceva a svelare tutto, per questo mentì “e poi niente….ti sei sdraiato qui e ti sei addormentato…”.
“Sei sicuro Kurt? Perché quando sono ubriaco faccio e dico cose stupide…non vorrei aver combinato qualcosa…magari ti ho spaventato, o altro…”
“Nono tranquillo…non è successo niente…”.
Perché era vero.
Alla fine non era successo niente.
Non si erano nemmeno baciati.
“Ok” rispose Blaine non molto convinto, ma almeno un pochino più rilassato. Il ragazzo si appoggiò sul divano e poi guardò l’ora. “Oddio Kurt! Ma tu devi andare a lavoro! Me ne vado subito! Scusami!” disse il ragazzo agitato.
“Tranquillo, ho già avvisato che farò un po’ in ritardo…non ci sono problemi…” rispose Kurt sorridendo.
“Per-perché sei così gentile? Pensavo che ce l’avessi con me…sai dopo l’episodio della scuola aperta…” chiese Blaine sottovoce.
“Perché pensi questo?” domandò il ragazzo osservandolo attentamente.
“Bhè non hai più risposto a nessun mio messaggio…” rispose Blaine.
“E secondo te, per quale motivo?” chiese Kurt senza pensarci troppo.
“Non…non so…” piagnucolò il ragazzo, alzando lo sguardo e incatenando i suoi occhi in quelli cristallini di Kurt.
“Fai chiarezza nei tuoi sentimenti e poi ne riparliamo…magari di fronte a una fetta di torta…adesso vai a farti una doccia, il bagno è già pronto…” disse Kurt cambiando discorso.
“Che?” chiese Blaine, riferendosi alla prima parte del discorso.
“Niente storie B, devi arrivarci da solo, sei un ragazzo sveglio…e poi in fondo già lo sai…ora vai!” disse Kurt obbligandolo ad alzarsi dal divano e conducendolo in bagno.
Blaine era sempre più confuso, non capiva esattamente a cosa si stesse riferendo Kurt.
Prima di entrare in bagno si fermò sulla porta e disse “Ieri sera è successo qualcosa d’altro vero? Mi devi aver detto qualcosa e mi stai sfidando a ricordarmelo…non è così?”
“Chi lo sa?” rispose enigmatico Kurt, allontanandosi dal bagno, aggiungendo divertito “Comunque il mio bagnoschiuma è quello verde…ed è lo stesso di Barbra!”
Kurt si sedette sul divano ad aspettare che Blaine si lavasse, leggendo un libro.
Dopo qualche minuto sentì il ragazzo canticchiare “Teenage Dream” oltre la porta del bagno. Per prima cosa gli venne da sorridere, perché quella canzone era anche la preferita di Barbra da circa quattro mesetti, e finalmente capì per quale motivo. Dato che non riusciva a concentrarsi sulla lettura, decise di posare il libro e di chiudere gli occhi, lasciandosi cullare dalla voce di Blaine. Non l’aveva mai sentito cantare prima d’ora, e questo gli dispiacque moltissimo. Quel ragazzo aveva una voce incredibile. Era calda e melodiosa, non aveva mai sentito nessuno cantare così. E lui lavorava nel settore musicale.
Si domandò per quale motivo non fosse ancora riuscito a trovare un ingaggio, date le sue indubbie doti.
Perso in questi pensieri non si accorse nemmeno che adesso Blaine non stava più cantando, bensì stava ripetendo il suo nome.
“Kurt? Kurt?”
Kurt all’ennesimo richiamo, aprì gli occhi velocemente, come se si fosse risvegliato da un dolcissimo sogno, e iniziò a guardarsi attorno.
E poi lo vide.
Blaine era in piedi in salotto, indossava solo un paio di infradito e un asciugamano bianco legato attorno alla vita. Aveva tutti i riccioli umidi, e alcune goccioline d’acqua gli scorrevano dolcemente lungo il petto scolpito, accarezzandogli gli addominali e perdendosi oltre la soglia di quella salvietta chiara.
Kurt non riuscì ad evitare di soffermarsi ad osservare quel corpo, deglutendo sonoramente per l’agitazione. Quando riuscì a distogliere gli occhi dal petto e dai fianchi di Blaine, lo guardò finalmente negli occhi, trovandosi di fronte a un ragazzo a metà tra lo stupito e il divertito che sventolava un Phon elettrico a mezz’aria.
“Non c’è l’adattatore…dove lo posso trovare?” domandò Blaine, probabilmente per l’ennesima volta, Kurt non poteva saperlo.
“Ne-nel cassetto sotto il lavandino…” disse Kurt cercando di darsi un tono.
“I vestiti sono quelli che mi hai messo sul mobile?” chiese ancora Blaine.
“S-si” disse Kurt.
“Ok Grazie…” rispose il ragazzo voltandosi e tornando verso il bagno, permettendo agli occhi di Kurt di godere anche del suo lato B.
 
“Zioooooooooooo” piagnucolò Barbra al telefono con Kurt.
Blaine era ancora in bagno a sistemarsi quando chiamò la bambina.
“Cos’è successo?” domandò Kurt dolcemente mentre si guardava nello specchio del corridoio, sistemandosi un ciuffo ribelle.
“Ieri Blaine non mi ha mandato l’sms della buona notte…forse gli è successo qualcosa di brutto! Lo voglio chiamare ma la mamma dice di non disturbarlo perché adesso è a scuola, e visto che non mi è più permesso andare a trovarlo alla Julia”
“Julliard…” la corresse Kurt “…hai deciso di disturbare me?” aggiunse poi il ragazzo.
“Si perché tu hai sempre una soluzione per tutto, zio Kurt!” disse la bambina agitata.
“Infatti è così…” rispose Kurt sorridendo sotto i baffi “puoi stare tranquilla perché Blaine sta bene…”
“E come fai a saperlo? Magari il mostro che sta nel laghetto a Central Park l’ha mangiato! Io glie lo dico sempre di smetterla di andare a correre di notte nel parco che è pericoloso…” disse la bambina in lacrime.
“Paperotta stai tranquilla! Blaine è sano e salvo!” disse ancora Kurt dolcemente.
“Non ti credo!” lo rimbeccò la piccola.
“Invece dovresti perché è qui con me, e se vuoi te lo posso anche passare…” disse il ragazzo in tono di sfida.
Barbra sentendo quella frase non riuscì più a contenersi. Iniziò a gridare al cellulare stordendo Kurt, che fu costretto ad allontanare l’apparecchio dall’orecchio.
“Che-che ti prende Barbie?” chiese lo zio, preoccupato.
“Lo sapevo! Lo sapevo! Zio hai dormito con Blaine? AAAAAAAAAAAAAAHHHHH! Avete passato la notte insieme!!!!! Finalmente!!!!! Vi siete baciati???? Ti prego dimmelo, dimmelo, dimmelooooooooooooo! Non vedo l’ora di fare la damigella al vostro matrimonio, che colore ci vestiamo zio? Di azzurro? A me piacerebbe tantissimo verde o arancio! Oppure possiamo fare lilla, perché a Beth piace tanto come colore…oppure lilla, verde e arancio! Posso portare le fedi, vero? Vero, vero, vero?!?!?”.
Ok, Barbra era partita in quarta e nessuno sarebbe riuscito a fermarla arrivata a quel punto.
Kurt decise quindi di passare il telefono a Blaine che era appena uscito dal bagno vestito di tutto punto (Kurt aveva scelto dei vestiti che gli stavano da Dio), sganciandogli la patata bollente.
“Barbie…sono Blaine, scusami per ieri sera, ma sono stato un po’ impegnato…” disse il ragazzo.
“A sbaciucchiare lo zio? Non importa, non importa!” disse la bambina ridendo come una matta “ci vediamo questo pomeriggioooooooo” gridò tutta contenta riattaccando il telefono.
Blaine guardò Kurt sollevando le spalle in tono dispiaciuto. L’altro ragazzo rispose semplicemente agitando una mano, indicando che la storia non aveva poi così tanta importanza, visto che entrambi sapevano che non era successo nulla, o forse no?

 
*

 
 
Quando Barbra vide Blaine quel pomeriggio fuori da scuola, iniziò a scrutarlo con occhio indagatore. Blaine si limitò a sorridere imbarazzato, aspettando che quel diavoletto sganciasse la bomba su cui stava chiaramente meditando.
“Allora avete anche fatto sesso tu e lo zio…” disse finalmente la bambina, facendo prendere un colpo al povero Blaine, che si aspettava tutto tranne quella domanda.
“Pe-perché?” domandò a mezza voce.
“Perché quei vestiti sono chiaramente di Kurt…e nei film di papà dopo che hanno fatto sesso si scambiano sempre i vestiti…”.
Ok, Blaine doveva parlare con Finn.
Che razza di film guardava quel ragazzo?
E soprattutto perché li vedeva anche Barbra?

Fre Talk

SALVEEEE
17 recensioni nello scorso capitolo?! voi mi volete morta!!! 
Dato che questo è il mio capitolo preferito (insieme agli ultimi due!) cerchiamo di superare tutti i record di recensioni! <3
SIETE STUPENDE!!!
GRAZIE GRAZIE GRAZIE A TUTTE! Non smetterò mai di dirvelo!
Se vi può far piacere sto lavorando alla mia nuova FF, visto che ormai la CK è praticamente finita, e vi posso spoilerare il titolo? Si dai, ma solo perchè siete voi!
KLAINEFELD - Abito da sposo cercasi
non vi dico altro...a voi le speculazioni!
Nel frattempo ho postato un nuovo MM...correte a leggerlo se non l'avete già fatto!!!

Cosa dire del capitolo? Bhè Drunk!Blaine è Drunk!Blaine...mi sono divertita un mondo a scrivere di lui in quelle condizioni....e quando esce dalla doccia?! 
Barbra c'è stata proprio per poco, ma le sue uscite sono incisive!
Alla prossima e grazie a tutti!
Baci
Ottavia

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 - Light Blue ***


Capitolo 13: Light Blue
 
Kurt sollevò la cornetta del telefono del suo ufficio e compose il numero che si era scritto sulla rubrica. Istintivamente mentre aspettava che dall’altro lato rispondessero, si avvicinò alla finestra del suo ufficio. Era mezzogiorno passato, e il ragazzo come al solito gettò un’occhiata allo Sturbucks per cercare Blaine.
Come previsto il ragazzo era li seduto che stava sorseggiando la sua tazza di caffè pensieroso. Kurt si fermò ad osservare affascinato il modo in cui giocherellava con i suoi riccioli fino a quando una voce maschile rispose alla chiamata:
“Pronto?”
“Salve, sono Kurt Hummel” rispose Kurt velocemente dandosi il contegno richiesto dal suo lavoro “la chiamo per sapere a che ora dobbiamo mandare la macchina per il signor Levine il 7 luglio…”
“Oh salve signor Hummel, stavo giusto per mandarle una mail…” disse l’uomo.
“E’ successo qualcosa?” chiese Kurt.
“Ehm, si il Signor Levine non può partecipare al concerto del 7 Luglio a Times Square…in qualità di agente dei Maroon 5 sono riuscito a trovargli un ingaggio più interessante a Toronto proprio in quel periodo…Adam è molto dispiaciuto…” spiegò la voce in modo annoiato.
“Cosa c’è di più interessante di un concerto ripreso dalle telecamere di MTV per il 7 Luglio in Times Square?” domandò Kurt stizzito.
“Non sono affari suoi, signor Hummel…ci spiace per l’inconveniente, ha ancora qualche settimana per trovare un sostituto…siamo solo a metà Giugno…Arrivederci.” Rispose l’uomo scorbutico, agganciando il telefono.
“Cazzo” disse Kurt una volta realizzato il problema “sono nella merda.Dove lo trovo qualcuno che mi sostituisce Adam Levine e i Maroon 5 in meno di due settimane?”.
Kurt stava organizzando quell’evento da quasi un anno ormai. Si trattava di un grande concerto in Times Square con diversi cantanti. Aveva addirittura perso i pantaloni per riuscire a ingaggiare i One Direction, e adesso i Maroon 5 davano forfait? Era vero che avrebbero dovuto cantare solo un paio di canzoni acustiche in apertura, ma era comunque un problema serio. Aveva un buco nella scaletta e non sarebbe riuscito a coprirlo facilmente. Non con così poco tempo disponibile.
Kurt istintivamente guardò ancora fuori dalla finestra e improvvisamente gli venne un’idea.
Rischiosa, ma era un’idea.
Senza pensarci ulteriormente scattò verso la porta e si diresse verso l’ascensore, premendo il tasto “giù” con insistenza. Dato che quello non arrivava, decise di prendere le scale, e iniziò a correre per uscire dall’edificio.
Una volta fuori gridò “Blaine! Ehy Blaine!” mentre attraversava di corsa sulle strisce pedonali agitando le braccia.
Il ragazzo che si stava alzando dal suo tavolino, lo guardò stupito. Sapeva che lavorava li vicino, ma era da tempo che non lo incontrava in quella zona.
“Ehy Kurt! Che sorpresa!” disse sorridendo dolcemente. Era contento di aver fatto pace con lui, anche se non aveva ancora ben capito com’erano rimasti.
“Blaine! Ho bisogno di te! Ti prego siediti di nuovo…ho una proposta!” disse il ragazzo con il fiatone.
“Indecente?” domandò Blaine mentre tornava al suo posto ridacchiando.
Kurt fece finta di non aver sentito e continuò a parlare.
“Potrei averti trovato un ingaggio...” disse Kurt, aggiungendo poi “importante…”
Blaine si mise subito sull’attenti sentendo quelle parole “Ma non mi hai mai sentito cantare…”
“Ti sbagli…io potrei…averti origliato mentre canticchiavi nella mia doccia…” disse il ragazzo arrossendo leggermente.
“E pensi di poterti basare su questo? E soprattutto non ho nemmeno inciso un cd, come puoi puntare su di me? Tu lavori per i grandi nomi Kurt, non ho intenzione di farti rischiare il lavoro…non mi devi niente…non sono così disperato i-“ iniziò a biascicare Blaine in modo sconclusionato.
“Ti prego, stai zitto. So quello che sto facendo, e ti assicuro non sono io che ti sto offrendo il mio aiuto, ma te lo sto chiedendo…ho bisogno di te e della tua voce…”
“Ok….spiegami meglio…” disse Blaine interessato.
“Adam Levine…” iniziò Kurt ma l’altro lo interruppe subito chiedendo “quello dei Maroon 5?”
“Esatto” disse Kurt  “doveva aprire il concerto del 7 Luglio con un paio di canzoni acustiche in Times Square, solo che mi ha appena chiamato il suo agente dicendomi che per qualche strano motivo ha trovato un impegno più importante…quindi io mi chiedevo se tu pote-“
“Ah nononono, non se ne parla nemmeno! Mi stai per caso chiedendo di cantare in mezzo a Times Square al posto dei Maroon 5? Ma sei impazzito? Non riesco nemmeno a trovare un ingaggio in un piano bar e tu mi chiedi di cantare in mezzo alla piazza più importante dell’America?!” disse Blaine alzandosi dalla sedia gesticolando agitato.
“Blaine ti prego, sono disperato!” disse Kurt piagnucolando
“Non riesco a capire perché lo chiedi a me?” chiese ancora il ragazzo poggiando le mani sul tavolino.
“Perché credo in te, Blaine…” disse Kurt, allungando una mano e afferrando quella dell’altro ragazzo.
Blaine abbasso gli occhi verso le loro mani intrecciate e poi tornò a guardare negli occhi l’altro, totalmente stupito da quel gesto e da quella frase.
“Siediti…” chiese Kurt dolcemente, e Blaine non potè fare altro che assecondare quella richiesta.
Kurt continuò a parlare senza lasciare mai la mano di Blaine “E’ da quando ti ho conosciuto che ti ho detto che non devi abbandonare il tuo sogno, prima ancora di averti sentito cantare io ho creduto in te…”. Blaine fissò Kurt intenerito, mentre l’altro continuava a parlare “Ho già organizzato questo tipo di eventi, tu sei un bel ragazzo, hai talento…sono sicuro che piacerai al pubblico…si tratta di qualche canzone di apertura, prima che inizi a cantare Katy Perry…”
“Katy Perry…” ripetè Blaine sbarrando gli occhi.
“E i One Direction…ma questo non ha importanza! Perché io sarò li a vedere Blaine Anderson, e sono sicuro che sarà il migliore di tutti…”
“Tu…sarai li?” chiese sottovoce Blaine osservandolo negli occhi.
“Ovviamente, sarò dietro le quinte, con te…” rispose il ragazzo, stringendogli la mano per rassicurarlo.
Blaine prese un bel respiro profondo “non penso di farcela…ci saranno tantissime persone…” disse il ragazzo insicuro.
“Blaine” lo rimproverò Kurt nuovamente “ti sto offrendo l’occasione della vita su un piatto d’argento…solo uno stupido non acconsentirebbe…”
“Ma cosa posso cantare?” chiese il ragazzo preoccupato.
“Ho già pensato a tutto! Farai una cover di ogni cantante che ci sarà quella sera, e poi farai un tuo pezzo originale…piacerai tantissimo, ne sono sicuro…a me piaci, e io me ne intendo parecchio!”
“…O-ok…” rispose il ragazzo torturandosi le labbra.
“Perfetto! Ti sarò debitore a vita!” disse Kurt sempre stringendogli la mano e sorridendo dolcemente.
“Ma smettila! Sono io quello che deve ringraziare te…ho appena trovato un ingaggio…in Times Square…il 7 Luglio….Dio non ci credo! Devo avvisare i miei genitori, così potranno venire a vedermi…” disse il ragazzo agitato.
“Non preoccuparti, va comunque in diretta su MTV” disse Kurt senza darci troppo peso.
“Cazzo!”
“Ahaha” Kurt ridacchiò divertito sentendolo imprecare, poi i due si guardarono negli occhi intensamente.
“Grazie…” disse finalmente Blaine a mezza voce: perso com’era in quelle pozze azzurre era già tanto che si ricordava come si faceva a parlare.
I due ragazzi vennero però disturbati da una voce che, poco distanti da loro, disse: “Blaine?”.
Il ragazzo moro alzò lo sguardo e si trovò di fronte Adrian.
“Adrian?” disse shockato allontanando immediatamente la mano da quella di Kurt che stava guardando quel ragazzo, confuso.
“Co-cosa ci fai qui?” chiese ancora Blaine, alzandosi dalla sua sedia e avvicinandosi al suo “fidanzato”.
“Sono venuto a farti una sorpresa…ma a quanto pare ho interrotto qualcosa…” disse il ragazzo guardando verso Kurt minaccioso.
“Oh, nono non è come pensi…” cercò di scusarsi Blaine in modo impacciato.
“Lui è il famoso Kurt?” chiese quello curioso.
“Ehm…si, stavamo solo parlando..”
“Ho visto…” disse il ragazzo sempre più stizzito.
“…Di lavoro…Kurt mi ha appena trovato un ingaggio per un con-“ cercò di spiegare Blaine gesticolando agitato.
“Allora vi lascio alle vostre cose…pensavo di trovarti a lezione, ma a quanto pare sono stato preso in giro per tutto questo tempo…”
“Adrian, ti prego non fare scenate qui in strada…possiamo parlarne in privato?” chiese Blaine, guardando i due ragazzi alternativamente.
Adrian si limitò ad arricciare le labbra indispettito mentre diceva “Se al tuo amichetto non dispiace…”
“Scusami Kurt, ci sentiamo in questi giorni per definire i particolari, ok?” disse Blaine guardando l’altro ragazzo in modo veramente dispiaciuto.
Kurt che era ancora leggermente sconvolto dal risvolto che aveva preso tutta la situazione, disse semplicemente “Certo…nessun problema…”
Blaine e Adrian si allontanarono dal bar, e mentre Blaine era distante si girò nuovamente a guardare Kurt che era rimasto seduto solo al suo tavolino.

 
*

La situazione non stava andando male.
Peggio.
Era un delirio.
Blaine aveva condotto il suo ragazzo nel suo mini appartamento, e una volta chiusa la porta avevano iniziato a litigare furiosamente.
Blaine non riusciva a capire come mai quello avesse preso l’iniziativa di venire a trovarlo fino a New York, quando era più di un mese che non si sentivano.
Adrian invece voleva a tutti i costi sapere che tipo di rapporto ci fosse tra il suo ragazzo e quel Kurt.
Blaine aveva cercato di spiegare che erano solo amici, che non era successo niente tra loro due e che comunque, dato l’atteggiamento distante di Adrian, Blaine ormai non si considerava nemmeno più il suo ragazzo.
Adrian invece continuava a scaricare la colpa sull’altro, sostenendo anche che Blaine non era mai tornato a Westerville in tutto quel tempo, mentre lui in quel momento si trovava proprio li, a New York.
 
Blaine scoppiò a piangere, come al solito.
Era il più sottomesso tra i due e il più dipendente da quella relazione. Adrian lo sapeva bene e ci giocava molto.
Blaine era stanco di essere trattato come il giocattolino sessuale di Adrian, eppure nonostante questo, i due ragazzi finirono ugualmente a letto.
Tra le lacrime (di Blaine) si strapparono letteralmente i vestiti di dosso, e totalmente nudi si gettarono sul letto baciandosi e toccandosi furiosamente, assetati di arrivare presto al dunque.
Blaine con il capo reclinato all’indietro e gli occhi chiusi, tra un gemito e l’altro, si rese conto che il motivo per cui Adrian l’aveva raggiunto fino a New York era quello di scoparselo.
Niente di più, niente di meno.
Non ci sarebbero state coccole, baci o parole dolci, dopo. Tutto si sarebbe concluso come al solito, e così come Adrian era arrivato, se ne sarebbe andato.
Nonostante fosse consapevole di tutto questo, Blaine non riusciva a prendere posizione e cancellare una volta per tutte dalla sua vita quello stronzo.
Si faceva pena da solo, lì nel suo appartamento, avvinghiato al corpo di uno sconosciuto che lo stava scopando.
 
Non c’era amore nell’aria.
 
L’amore di Blaine era lontano in quel momento, magari ancora seduto su quel tavolino dello Starbucks.
 

*

Blaine dopo aver dato un’occhiata ad Adrian addormentato affianco a lui, si rotolò nel copriletto, sporgendosi verso il comodino e afferrando il suo Iphone, per inviare un sms a Kurt.
 
“Kurt, scusami ancora per oggi…l’arrivo di Adrian è stato tutto così improvviso, non me l’aspettavo…era così arrabbiato, dovevo parlargli…scusami se ti ho lasciato solo al bar…spero che non ti sia offeso…e grazie ancora per l’ingaggio, ti sarò debitore a vita!”
 
“Blaine, Adrian è ancora con te?” rispose velocemente quello.
 
“Si, perché?”
 
“Allora passa il tempo con il tuo ragazzo, invece che scrivere a me.”
 
Blaine lesse più volte quel messaggio, lanciando di tanto in tanto delle occhiate al suo ragazzo che dormiva dal lato opposto del letto e non dava segni di aver intenzione di interagire presto con lui.
Particolarmente turbato poggiò nuovamente il cellulare al suo posto, si accartocciò su se stesso in posizione fetale, cercando di riprendere sonno.
Inutilmente.

Free Talk

20 recensioni...c'è...bho! AIUTO! 
GRAZIEEEEEEE!
Comunque, non ho tanto da dire su questo capitolo, secondo me adesso mi prenderete a sassate....ma dai era OVVIO che Adrian tornasse!
Tra l'altro, No Barbra, No Party!
Vedrete che si sistemerà tutto! Non manca tanto alla fine (sigh) solo 3 capitoli (2 + epilogo)
Nel frattempo ho aggiornato anche i Missing Moments e ho postato il primo capitolo della mia nuova FF, ossia Klainefeld - Abito da sposo cercasi  se qualcuno di voi ha voglia di fare un salto anche di qua!
GRAZIE A TUTTE!
Baci
Ottavia

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 - Fuxia ***


Capitolo 14: Fuxia
 
 
Blaine era in piedi in cucina che armeggiava con i fornelli: stava preparando qualcosa da mangiare per cena.
Adrian era addormentato nel letto e non aveva ancora dato segni di vita, ma Blaine non ci badava molto. Era abituato a tutto quello. Anzi era addirittura stupito che fosse ancora a casa sua, dato che era solito andarsene subito dopo aver soddisfatto i suoi bisogni. Ma dato che si trovava in una città sconosciuta, aveva bisogno di un posto per passare la notte.
Blaine continuò ad occuparsi della frittata che aveva sui fornelli quando sentì due mani abbracciarlo per i fianchi.
“Buongiorno” disse il ragazzo un po’ scocciato.
Adrian iniziò a baciarlo sul collo e a far scorrere le sue mani dentro i suoi pantaloncini, massaggiandolo voglioso.
“Scusa Ad, ma in questo momento sono impegnato…” disse Blaine sempre più irritato “E non sei ancora soddisfatto?” aggiunse poi.
Adrian si avvicinò all’orecchio di Blaine sussurrando parole sconnesse che erano più che altro versi, mentre continuava il suo lavoro con le mani.
“Adrian, per favore…lasciami stare…” rispose Blaine dimenandosi da quella presa, ma quello non sembrava capire.
Il ragazzo fu costretto ad abbandonare i fornelli e ad afferrare la mano di Adrian estraendola dai suoi pantaloncini, mentre diceva “Ho detto per favore.”
“Fanculo!” rispose Adrian allontanandosi e tornando sul divano “io volevo solo essere carino…”
Blaine cercò di trattenere tutti i pensieri che gli stavano per fuoriuscire dalla bocca, concentrandosi sulla sua frittata.
Improvvisamente gli suonò il cellulare.
Era Rachel.
“Ehy Rachel…Ciao!” disse il ragazzo rispondendo al telefono.
“Ciao Blaine, tutto bene? Ascolta ho un favorone da chiederti! L’Universal mi ha appena chiamata…avevo fatto il provino per il ruolo di Eponine nell’adattamento cinematografico dei Miserabili, ma era stata scelta Taylor Swift…solo che per qualche motivo si è ritirata e vogliono rivedermi…devo partire domani mattina con il primo volo per LA…potresti saltare le lezioni per qualche giorno e stare con Barbie?” chiese la ragazza implorante.
Blaine lanciò un’ occhiata ad Adrian e poi disse “Puoi aspettare un secondo in linea?”.
Il padrone di casa poggiò il telefono sul petto e poi domandò all’altro ragazzo “Per quanto tempo hai intenzione di stare qui?”
“Perché?” chiese Adrian annoiato.
“Perché potrei avere un impegno di lavoro domani mattina, ma non mi va di lasciarti solo in una città che non conosci…”
“Ho il volo di ritorno dopodomani…” rispose quello “direi che per un giorno puoi saltare il tuo lavoro da badante per divertirti con il tuo ragazzo…”
Blaine sospirò profondamente trattenendo ancora una volta tutti i pensieri che stava facendo e poi riprese la conversazione con Rachel “Rach in questo momento c’è qui Adrian, il mio ragazzo…è venuto a farmi una sorpresa…riparte dopodomani…riesci a lasciare Barbra con qualcun altro per un giorno? Poi tra due giorni ci penso io…” chiese Blaine titubante.
“Posso provare a chiedere a Kurt…si dai facciamo così…Grazie mille, sei un vero tesoro! Divertiti con Adrian!” disse la ragazza felice.
“In bocca al lupo per il callback!” rispose Blaine riattaccando il telefono e tornando ad occuparsi della sua frittata.
 

*

 
Il giorno successivo nel tardo pomeriggio i due ragazzi stavano pomiciando nell’appartamento di Blaine, quando a questo squillò il cellulare.
“Non rispondere…” disse Adrian a mezza voce, mentre stava cercando di catturare nuovamente le sue labbra.
“Ma potrebbe es-essere importante…” disse l’altro, inserendo una mano nei jeans, estraendo il suo Iphone e portandoselo all’orecchio senza nemmeno controllare chi stesse chiamando.
“Si?” domandò Blaine mentre Adrian era intento a slacciargli la camicia e a baciargli il petto.
“Ciao Blaine”
“Kurt?!” disse il ragazzo stupito, e sentendo quel nome Adrian si bloccò immediatamente, mettendosi seduto e osservando il suo ragazzo in modo severo.
“Scusa se ti disturbo, probabilmente sarai impegnato…ma è urgente!”
“Dimmi tutto Kurt” rispose Blaine velocemente sentendo il tono di voce agitato dell’altro ragazzo.
“Sono qui con Barbra…era tutto oggi che si comportava in un modo strano, ma quando si è addormentata sul divano ho iniziato a preoccuparmi seriamente…ho provato a toccarle la testa e scotta terribilmente...” spiegò Kurt.
“Le hai misurato la febbre?” chiese il ragazzo.
“Si, ne ha 39…io non posso uscire per prenderle le medicine…riesci a passare in farmacia e poi venire qui? Mi sto preoccupando perché ha anche iniziato a straparlare e continua a dire il tuo nome…non ti chiamerei se non fosse così importante, ma non so cosa fare! Rachel è lontana, Finn non è raggiungibile…”
“Certo Kurt, non preoccuparti tra meno di trenta minuti sono da te!” disse il ragazzo allacciandosi la camicia e cercando le sue scarpe.
“Grazie mille” rispose Kurt chiudendo la conversazione.
Blaine stava saltellando su un piede cercando l’altra scarpa sparsa per la casa quando Adrian parlò “Stai andando da lui?”
“Sto andando da Barbra, ha la febbre alta e chiede di me” rispose il ragazzo secco.
“Ma c’è anche lui…” domandò ancora il ragazzo.
“Ovviamente, è lo zio e la sta curando al posto mio…” aggiunse Blaine sempre più scocciato. Non aveva voglia di litigare. Non in quel momento.
“Fai tutto quello che ti chiede…è come se fossi il suo cagnolino…lui ti chiama e tu rispondi…”
“Piantala Ad, non adesso…” disse il ragazzo.
“Esci da quella porta e non mi vedrai mai più, io ti sto avvisando…” rispose Adrian schifato.
 
E Blaine non ce la fece più.
Quello era troppo.
Aveva raggiunto il limite di sopportazione.
Così esplose
“Senti Adrian, pensala come vuoi, ma se qui c’è qualcuno che mi tratta come un cane non è certo Kurt ma sei tu! Sei venuto qui, mi hai scopato un paio di volte e domani sei già pronto per andartene…sai cosa ti dico? Non disturbarti nemmeno più a tornare, sono stufo di questa storia, sono stufo di te! Cercati un altro ragazzo da sbatterti a tuo piacimento perché con me hai chiuso! Sei tu che non mi vedrai più! Fottiti!” disse Blaine prendendo i soldi e sbattendo la porta del suo appartamento, precipitandosi verso le strade affollate di New York.
Ci era riuscito.
Aveva lasciato Adrian.
Aveva lasciato il suo passato alle spalle.
Era libero.
Si sentiva finalmente più leggero, come se si fosse tolto un enorme peso di dosso.
Ora era finalmente pronto a incominciare la sua nuova vita a New York.
 

*

 
Blaine corse a prendere le medicine e poi si diresse a casa di Barbra dove trovò un Kurt parecchio preoccupato ad attenderlo.
“Eccomi…” disse Blaine con il fiatone non appena entrò in casa.
“Grazie per essere venuto…” rispose Kurt.
Blaine si diresse immediatamente verso il divano e trovò la bambina sdraiata con una benda bagnata sulla fronte e tutte le guance arrossate.
“Come si fa ad ammalarsi giugno?” chiese il ragazzo accarezzando i capelli di Barbra.
“Blaine?” domandò sottovoce la bambina “Sei tu?”
“Si zucchina, sono qui…” rispose il ragazzo
“Non chiamarmi così…” mugugnò la piccola facendo sorridere Blaine.
“Cosa ti senti?” domandò ancora il ragazzo.
“Sono stanchissima…e mi fa male tutta la gola…”
“Ti ho portato le medicine, ma prima devi mangiare qualcosa…hai fame?” chiese Blaine dolcemente, mentre Kurt guardava la scena poco distante, totalmente affascinato dalla dolcezza del ragazzo.
“No” rispose la piccola.
“Lo immaginavo, ma devi mangiare perché dopo ti sentirai meglio…ti preparo qualcosa di buono con le mie mani, che ne dici?” propose ancora il ragazzo, ma la bambina iniziò a piagnucolare agitandosi.
Kurt si avvicinò accovacciandosi anche lui vicino a Blaine e aggiungendo “Barbie ti va se lo prepariamo io e Blaine insieme?” propose appoggiando la sua mano su quella dell’altro ragazzo.
Barbra abbassò gli occhi sulle mani intrecciate dei due ragazzi e poi rialzando il viso a fatica disse “allora si…però mi dovete imboccare…e lo dovete mangiare anche voi…”
Blaine sorrise rispondendo “ovviamente…torniamo subito…tu riposati intanto…”
I due ragazzi si allontanarono entrando in cucina e improvvisamente l’atmosfera divenne particolarmente pesante.
Blaine poteva ancora sentire il tocco lieve della mano di Kurt sulla sua, ma non aveva certo dimenticato cos’era successo qualche giorno prima.
Fu Kurt a rompere il silenzio dicendo con poca convinzione “Allora…com’è andata con Adrian…vi siete chiariti? E’ stata una sorpresa carina quella che ti ha fatto…”
“L’ho lasciato” disse Blaine secco.
“Scusa?” domandò Kurt totalmente sconvolto.
“Prima di venire qui…mi ha fatto tipo una scenata perché mi hai chiamato, ha anche avuto il coraggio di pormi un ultimatum…o lui o te…” disse Blaine dando spiegazioni.
“E tu?”
“L’ho sbattuto fuori…nel senso me ne sono andato io, ma spero proprio di non trovarmelo ancora tra i piedi quando tornerò a casa…”
Kurt abbassò lo sguardo sorridendo sotto i baffi.
In sostanza Blaine aveva scelto lui. C’era di mezzo anche la questione di Barbra e della febbre, ma Kurt era comunque lusingato.
“E comunque la nostra relazione era assurda, non era destinata a durare...ora mi sono tolto un peso enorme…mi sento pronto a ricominciare da capo!” disse il ragazzo con convinzione osservando interessato Kurt, che nel frattempo si stava fingendo occupato a mescolare la zuppa calda per Barbra.
Il ragazzo portò il cucchiaio alla bocca assaggiandola e poi disse “penso sia pronta…”.
Blaine prese un piatto fondo e lo porse a Kurt che lo riempì, facendo attenzione ad evitare lo sguardo del ragazzo.
I due tornarono in sala e si sedettero ai piedi del divano. Blaine con il cucchiaio in mano cercò di convincere la bambina a mangiare.
“Non la voglio…” si lamentò la piccola.
“Dai fai AAAA, è buonissima!” disse Blaine cercando di persuaderla.
“Non ci credo...prima mangiatela tu e lo zio…” mugugnò la bambina.
Blaine allora avvicinò il cucchiaio alla bocca assaggiando la zuppa, mentre diceva “Mmmm, che buoooona!”.
La bambina storcendo il naso voltò lo sguardo verso Kurt invitandolo a mangiare anche lui.
Blaine senza pensarci troppo immerse il cucchiaio nel piatto e poi lo avvicinò alla bocca di Kurt, che un po’ sconvolto l’aprì lasciandosi imboccare.
Barbra era troppo stanca per fangirlizzare, ma quella scena l’aveva totalmente rapita, anche perché i due ragazzi si stavano fissando intensamente, come se la piccola non fosse nemmeno nella stanza.
Kurt fu il primo a distogliere lo sguardo da quello di Blaine dicendo “Bene…come vedi l’abbiamo mangiata…ora tocca a te…”.
I due ragazzi riuscirono a far mangiare tutta la zuppa alla piccola e poi le diedero le medicine per abbassare la febbre.
“Blaine…” chiese la bambina dopo mangiato “Mi suoni una ninna nanna al pianoforte?”
“Certo…” rispose il ragazzo, alzandosi e avvicinandosi al piano.
Kurt si sedette sul divano, vicino a Barbra accarezzandole i capelli e coccolandola, mentre aspettava che l’altro ragazzo iniziasse a suonare e cantare con la sua bellissima voce.
Blaine si sistemò sul seggiolino e poi iniziò a toccare lievemente i tasti del pianoforte: la stanza si riempì della dolce melodia prodotta da quello strumento, sommata alla voce profonda del ragazzo.
Kurt non poteva credere alle sue orecchie: se possibile, Blaine era ancora più bravo di quando l’aveva sentito di sfuggita sotto la doccia. Kurt ora era completamente sicuro che il pubblico di Times Square l’avrebbe adorato.
Barbra si addormentò immediatamente, e Kurt fece lo stesso, estasiato.
Blaine appena finì di suonare tornò verso il divano sussurrando “Kurt…si è addormentata?” ma le parole gli morirono in bocca quando si accorse che anche il ragazzo stava dormendo.
Sorridendo iniziò a sistemare i cuscini vicino al ragazzo: avrebbe potuto svegliarlo, ma esattamente come la volta nel parco, si rese conto che preferiva soffermarsi a guardarlo perché quando dormiva era assolutamente perfetto. Appena il ragazzo si abbassò verso Kurt sistemandogli il cuscino che aveva sul lato, quello si mosse e con la voce impastata dal sonno disse “Blaine…non andare via…”.
Blaine sorrise dolcemente rispondendo “no Kurt, tranquillo rimango qui…” mentre si sedeva affianco a lui.
Kurt sempre mezzo addormentato si sistemò meglio sul divano, girandosi su un lato e poggiando la testa sul petto di Blaine, mentre sussurrava “Barbie ha ragione quando dice che hai un buon profumo…”.
Blaine sorrise ancora osservando Kurt, poi poggiando il capo sopra quello dell’altro ragazzo si addormentò.
 

*

 
Cosa successe il mattino successivo?
Barbra si svegliò prima dei due ragazzi piena di energie. La febbre le era scesa totalmente e si sentiva piena di vita. Appena la piccola aprì gli occhietti si trovò di fronte la scena di Kurt e Blaine che dormivano abbracciati.
Fu costretta a coprirsi la faccia con un cuscino per evitare di urlare dalla gioia.
Poi decise di immortalare il momento facendo una foto sia con il cellulare di Blaine che con quello di Kurt e glie la impostò come desktop di entrambi i telefoni (tutte cose che le aveva insegnato a fare Finn).
Quando Kurt e Blaine si svegliarono e si ritrovarono così avvinghiati iniziarono una serie di deboli scuse balbettanti a cui non credeva seriamente nessuno dei due: in realtà avevano adorato quel momento di intimità che avevano condiviso, ora che entrambi erano totalmente liberi e più consapevoli dei loro sentimenti.

Free Talk

Ve l'avevo detto che si sarebbe risolto tutto...e sì, possiamo dire ADDIO ad Adrian! Siete contente?! Mi aspetto recensioni con festeggiamenti, perchè lo odiavate tutte!
Naturalmente gran parte del merito va a Barbra!!!! 
Manca solo un capitolo e l'epilogo! Io piango! Non voglio arrivare alla fine di questa FF (anche se i prossimi due capitoli sono i miei preferiti e non vedo l'ora di farveli leggere!!!)
Vabbè, grazie a tutti quelli che hanno letto, recensito, preferito, seguito la storia fino a questo punto! GRAZIEEEEE!!! <3
Al prossimo aggiornamento
Bacioni
Otty

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 - Silver ***


Capitolo 15 – Silver
 
Dopo l’episodio della febbre di Barbra, Blaine e Kurt iniziarono a sentirsi sempre più spesso sia per cellulare ma anche per prendersi un caffè durante le pause pranzo.
La scusa era quella di discutere della scaletta per il concerto di Times Square che si stava sempre più avvicinando, ma entrambi sapevano che in realtà avevano semplicemente voglia di passare del tempo insieme.
Adrian era uscito completamente dalla vita di Blaine (non prima di avergli devastato l’appartamento) quindi adesso il ragazzo poteva pensare liberamente a Kurt senza sentirsi in colpa.
Tuttavia nessuno dei due aveva ancora avuto il coraggio di fare il primo passo.
 
Ancora una volta fu Barbra a sistemare la situazione, questa volta però con l’aiuto di due soci in affari: Beth e Puck.
Era il 5 Luglio e la bambina era a casa della sua amichetta a giocare, quando improvvisamente se ne uscì dicendo “Betty ma secondo te lo zio Kurt e Blaine si sono baciati? Passano un sacco di tempo assieme ma quando io provo a chiederglielo mi dicono che non sono fidanzati…”
“Se ti dicono così allora sarà vero…” rispose la piccola che era molto più matura rispetto alla sua età.
“Comunque si piacciono, ne sono sicura…” rispose la morettina, tornando a pettinare la sua bambola pensierosa “solo che non se lo dicono…”.
“Barbie non ci si deve immischiare nei problemi dei grandi, lo sai vero?” rispose l’altra bambina.
“Lo so, lo so…però io voglio solo aiutare…” disse la piccola mettendo il broncio.
Le bambine stavano giocando con la televisione accesa come sottofondo, e l’attenzione di Barbra venne catturata da una notizia che passò in quel momento al telegiornale:
 
Domani, 6 Luglio in tutto il mondo si festeggia il National Kissing Day. A Times Square per l’occasione è stato organizzato un bacio collettivo alle 7.00 pm. E’ un’occasione da non perdere! Fate una dolce sorpresa ai vostri partner!”
 
“Hai sentito Beth? Hai sentito?!” chiese Barbra saltellando davanti al televisore agitata.
“Si, è un progetto simpatico!” rispose la bambina che però francamente non riusciva a capire tutto l’entusiasmo dell’amica.
“Ma è perfetto!”
“Per cosa?” chiese la biondina guardando confusa Barbra.
“E’ l’occasione perfetta per il primo bacio dello zio Kurt e Blaine!” squittì la bambina che aveva iniziato a correre per la casa cercando dei fogli e dei pastelli.
“Ma come possono trovarsi casualmente a Times Square alle 7.00 di domani?” domandò Beth.
“Ma ce li porteremo noi, ovviamente! Ecco a cosa servono i fogli! Adesso scriviamo una lettera a Kurt da parte di Blaine e una a Blaine da parte di Kurt dicendo di trovarsi verso le 7.00 di domani davanti a….” Barbra ci pensò un momento, poi aggiunse “davanti al negozio di M&M’s e poi se non sono totalmente stupidi vedrai che le cose si sistemeranno da sole!”
“Ma sei sicura che ci conviene fare una cosa così? Magari poi si arrabbiano…” chiese l’altra bambina, ma ormai Barbra era partita per la tangente, non la poteva fermare più nessuno “ma che arrabbiarsi! Ci ringrazieranno a vita! Anzi vedrai che se va tutto bene potrai fare anche tu la damigella al loro matrimonio, sarebbe bellissimo!” rispose la bambina “Scrivi tu? Perché sei più grande, io ho paura di fare qualche errore, poi magari se ne accorgono…”
“Ok, ma prendiamo la penna…secondo me è meglio dei pastelli…” disse l’altra bambina.
Beth e Barbra si concentrarono preparando le lettere, cercando di farle sembrare il più credibili possibile, poi una volta ultimate furono costrette a chiedere l’aiuto di qualcuno per poterle consegnare.
Dopo averci pensato a lungo decisero che l’aiutante migliore per realizzare quel piano poteva essere solo Puck, in quanto il ragazzo era un attivo sostenitore della Klaine.
“Papi” disse Beth “ ci accompagni a fare una cosa importante?”
“Di che genere?” chiese il ragazzo che era intento a fare pesi in camera da letto.
“Te lo spieghiamo per strada…sappi solo che riguarda Kurt e Blaine!” aggiunse Barbra emozionata.
“Se ci sono di mezzo quei due, sono dei vostri! In marcia nani da giardino!” rispose il ragazzo sorridendo alle bambine.
 

*

 
Blaine non era abituato a ricevere posta da quando si trovava a New York, per questo il mattino successivo quando controllò svogliatamente la sua cassetta delle lettere si stupì nel trovare una busta color avorio con scritto in stampatello il suo nome.
Nonostante pensava fosse uno scherzo l’aprì ugualmente, incuriosito.
I suoi occhi color caramello lessero velocemente il messaggio e un sorriso spuntò sul suo viso.
 
“Ciao Blaine.
Ti aspetto a Times Square il giorno 6 Luglio alle ore 6.50 p.m (Puntualissimo perché non mi piace aspettare), davanti al negozio delle M&M’s.
Fino a quel momento non chiamarmi e non scrivermi sms, fa parte della sorpresa.
E’ Importante.
 
XoXo
Kurt”
 
Il ragazzo confuso ma nello stesso tempo divertito da quella strana richiesta ripose la lettera nella tasca dei suoi Jeans.
Chissà che sorpresa aveva architettato Kurt…
 

*

 
Kurt quel mattino controllò come suo solito la posta, aspettava parecchie comunicazioni di lavoro importanti. Certo non si aspettava di trovare una lettera color avorio senza francobollo con scritto solo il suo nome in stampatello. L’aprì e la lesse velocemente:
 
“Ciao Kurt.
Ti aspetto a Times Square il giorno 6 Luglio alle ore 6.50 p.m (Puntualissimo perché non mi piace aspettare), davanti al negozio delle M&M’s.
Fino a quel momento non chiamarmi e non scrivermi sms, fa parte della sorpresa.
E’ Importante.
 
XoXo
Blaine”
“E’ uno scherzo…” pensò Kurt dopo aver riletto tutto un paio di volte “Blaine non è un tipo da scrivere XoXo, a meno che Barbra non lo sta obbligando a guardare Gossip Girl…”
Il ragazzo aveva voglia di chiamare Blaine per chiedere spiegazioni, ma stando alla lettera non poteva. Decise quindi di fidarsi, tanto comunque quel pomeriggio sarebbe dovuto essere a Times Square per controllare come procedeva il palcoscenico per il concerto della sera successiva, avrebbe fatto una sosta al negozio di caramelle, giusto per curiosità ma senza troppe speranze.
 

*

 
Kurt era un ragazzo molto puntuale, odiava far aspettare gli altri, per questo si fece trovare davanti al negozio di M&M’s per le 6.45 iniziando a guardarsi attorno, cercando Blaine tra la folla.
Times Square era sempre particolarmente affollata, ma quel giorno lo era più del solito. In particolare Kurt era stupito dalla quantità immane di coppiette che passeggiava lentamente per mano, come se stesse aspettando qualcosa.
Il ragazzo si poggiò su una parete a braccia conserte, controllando di tanto in tanto l’orologio, mentre mentalmente ripensava agli ultimi preparativi per il concerto del giorno successivo.
Mancavano un paio di minuti alle 7.00 e Blaine non era ancora arrivato, ormai il ragazzo stava perdendo le speranze.
Poi Kurt sentì tutta la gente attorno a lui iniziare a fare un conto alla rovescia.
30-29-28
Forse si trattava di un Flashmob, pensò Kurt, li facevano molto spesso a Times Square.
23-22-21
Kurt pensò che forse era meglio allontanarsi da lì, indossava uno dei suoi completi migliori e temeva che alla fine del conto alla rovescia potesse iniziare una guerra di torte o comunque qualcosa che sporcava molto.
15-14-13
“Kurt! Ehy Kurt!”
Era la voce di Blaine.
“Scusa il ritardo ma ho perso la metro! Stai aspettando da tanto? Chissà quanto lavoro hai da fare…scusami!”
10-9-8
“Non preoccuparti” rispose Kurt sorridendo
“Che sta succedendo?” domandò Blaine
“Non ne ho la più pallida idea, sarà un flashmob…spero niente di pericoloso…“cosa dovevi dirmi?” chiese poi il ragazzo con un tono di voce particolarmente alto per sormontare la folla che contava.
7-6-5
“Io? Niente! Sei tu che mi hai detto di venire qui!” rispose Blaine estraendo la lettera dalla tasca dei jeans e sventolandola di fronte a Kurt.
4-3-2
“Ho ricevuto la stessa lettera…identica!…Ma se non sei stato tu, allora chi…” chiese Kurt senza capire.
1
Tutta la folla allo scadere del conto alla rovescia iniziò a baciarsi mentre i due ragazzi si guardavano attorno con gli occhi spalancati e molto imbarazzati dalla situazione.
Blaine che era rivolto verso il negozio di caramelle vide al suo interno Barbra per mano con Beth e alle loro spalle Puck che li osservavano di soppiatto.
“Barbra!” disse Blaine improvvisamente e l’altro ragazzo si girò rapido guardando in quella direzione. Kurt potè quasi giurare di aver visto Puck fargli un cenno incalzante con la testa, ma non se lo ricordava con certezza.
A dirla tutta Kurt in quel momento era sicuro solo di una cosa: Blaine lo stava baciando, ed era tutto perfetto.
Il ragazzo infatti non aveva nemmeno fatto in tempo a ri-voltarsi per insultare Barbra,che le sue labbra si erano trovate con quelle di Blaine.
Kurt si rese conto che aspettava quel momento da quando aveva visto per la prima volta il ragazzo vestito da principessa, o forse ancora da prima, quando era un semplice e affascinante sconosciuto che prendeva il caffè allo Sturbucks.
Lasciando da parte tutti quei pensieri troppo complessi per quel momento, Kurt sollevò le braccia e le allacciò dietro il collo di Blaine, ricambiando il bacio.
Nonostante i due si trovassero circondati da milioni di persone, era come se fossero da soli, tutto il resto del mondo non esisteva in quel momento. Erano solo Kurt e Blaine che si erano finalmente trovati e stavano condividendo il loro primo e perfetto bacio.
Blaine interruppe momentaneamente il contatto, e con la fronte appoggiata a quella dell’altro aprì gli occhi soffermandosi ad osservarlo estasiato: le guance di Kurt erano leggermente arrossate, le labbra erano di un dolcissimo color ciliegia e aveva gli occhi chiusi e il fiato corto.
“Perché mi guardi così?” chiese Kurt, aprendo lentamente i suoi fantastici occhi azzurri che abbagliarono letteralmente Blaine.
“Oggi è il National Kissing Day…” disse il ragazzo mordicchiandosi il labbro, se l’era totalmente dimenticato, fino a quel momento.
“Non l’avrei mai detto…” rispose Kurt ridacchiando “Barbra sapeva tutto…quella peste…” aggiunse poi.
Blaine diede un bacio a stampo a Kurt, zittendolo “Sei perfetto” aggiunse poi dolcemente.
“Ma smettila…” rispose Kurt giocherellando imbarazzato con i riccioli di Blaine, che nel frattempo gli stava dando un bacino al naso.
“Eh io che temevo in un flashmob pericoloso, tipo con delle torte in faccia…” disse Kurt pensieroso, perso totalmente negli occhi caramello di Blaine.
“A me alla fine questo Flashmob è piaciuto parecchio…” rispose Blaine.
“Ed è appena incominciato…” disse Kurt avvicinandosi alle labbra di Blaine per unirsi in un nuovo, dolcissimo bacio.


Free Talk

Devo commentare? No, perchè se volete io inizio a parlare, ma non so se mi fermo più!
Siamo giunti alla fine anche di questa FF (manca solo l'epilogo....) e mi sono talmente affezionata alla piccola Barbra che mi spiace tantissimo vedere la fine di questa storia! In più voi siete state delle lettrici spettacolari, lo scorso capitolo ha ricevuto 24 recensioni e tutte AntiAdrian! XD vi ho veramente adorate e non potevo credere ai miei occhi!!!
Sul serio, GRAZIE! Non smetterò mai di dirvelo!
Questa scena del bacio è una delle prime che mi è venuta in mente, insieme a quella di Blaine vestito da principessa...spero che renda l'idea il countdown, Times Square piena di gente che si bacia...io me la immagino molto come scena di un film....e per la cronaca, il national kissing day esiste sul serio, ma non penso che facciano questo tipo di flashmob a NY...
Aspetto i vostri pareri...
per i saluti ufficiali (sniff sniff) ci sentiamo con l'epilogo...posso solo dirvi di vestirvi eleganti, perchè siete tutte invitate a un superconcerto!
BACIONI
Otty

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Capitolo 16
*** Epilogo - Gold ***


Vi siete vestiti eleganti? Perchè siamo arrivati al gran finale!

Epilogo - Gold
 
“Kurt, Kurt…dove sei? Non ti vedo!” disse Blaine disperato parlando nell’auricolare mentre lanciava occhiate preoccupate dalle quinte del palcoscenico verso la folla di Times Square.
“Blaine sono vicino al mixer, stai tranquillo, io ti vedo!” rispose Kurt sempre parlando dentro le cuffie.
“Ma io no! E in questo momento ho bisogno di vederti…non penso di potercela fare ad entrare in scena senza di te! Non puoi venire qua un momento…Kuuuurt ti prego! C’è un sacco di gente…e se sbaglio? E se stecco? E se non piaccio al pubblico? Sono ancora in tempo per ritirarmi…” borbottò Blaine velocemente.
“Blaine, smettila! Sarai fantastico, andrai benissimo e piacerai a tutti!” rispose Kurt.
“E chi lo dice?” piagnucolò ancora il ragazzo.
“Lo dico io!” disse Kurt sventolando la mano per farsi vedere da Blaine che era al lato opposto ma stava guardando nella sua direzione “mi vedi? Sto agitando le mani…”
“Si ma sei troppo lontano!” disse il ragazzo tristemente.
“Quando salirai sul palcoscenico saremo più vicini…mancano 5 minuti e poi si entra in scena!”
“Oddio!” rispose Blaine impanicandosi.
“Blaine…respira…”
“Lo sto facendo…”
“Sarai fantastico…” disse Kurt che avrebbe dato qualsiasi cosa per poter essere dietro le quinte a supportare il suo ragazzo invece che lì da basso a dare istruzioni all’omino del mixer “Ti adoro” aggiunse poi.
“Anche io” rispose Blaine rilassandosi un pochino.
“Ricordati di sorridere…Barbra, Finn, Rachel, Quinn, Beth e Puck sono tutti giù per te, forse Barbie è venuta anche per i One Direction, ma questo è un particolare che possiamo omettere…e poi i tuoi genitori ti stanno guardando da casa…Blaine? Blaine mi stai ascoltando?” disse Kurt al fidanzato che non dava più segni di vita.
“Oddio Kurt, mi è appena passata di fianco Katy Perry! Dici che mi prende per pazzo se le chiedo una foto?” biascicò  Blaine emozionato.
“Direi! E adesso non c’è tempo, si stanno abbassando le luci e devi entrare in scena…” lo rimproverò Kurt.
Blaine prese un respiro profondo e iniziò a saltellare sul posto. Si sistemò la maglietta e i pantaloni che (Kurt) aveva scelto per l’occasione e poi quando sentì il presentatore fare il suo nome entrò goffamente in scena.
Un pianoforte lo stava attendendo al centro. Lanciò un occhiata alla folla ma le luci erano talmente accecanti che non riusciva quasi a distinguere i volti delle persone.
Nonostante questo i suoi occhi riuscirono immediatamente a incontrarsi con quelli di Kurt, che aveva scelto una posizione in penombra proprio per poter essere visto.
Il ragazzo stava sorridendo orgoglioso e Blaine si sentì finalmente carico e pronto ad incantare la folla di Times Square con la sua voce.
Il ragazzo si sedette di fronte al pianoforte e dopo essersi schiarito la voce si presentò al pubblico:
“Salve a tutti, sono Blaine Anderson…nessuno di voi mi conosce e questo è un bene, molto probabilmente! Non ho intenzione di rubarvi troppo tempo, anche perché anch’io sono impaziente di sentir cantare Katy Perry! Quindi iniziamo subito!”
Blaine iniziò a cantare alcune cover dei Maroon 5, dei One Direction, alcune Canzoni Disney e il pubblicò lo adorò dalla prima nota.
Tutti cantavano a squarciagola insieme a Blaine e quando il ragazzo annunciò che quella sarebbe stata la sua ultima canzone ci fu una sorta di sommossa popolare.
“Ragazzi, non posso certo cantare io tutta sera, anche se mi piacerebbe! Vi lascio con una delle mie canzoni preferite…Teenage Dream…e vorrei dedicare questa canzone a una persona speciale che ha reso tutto questo possibile…” disse Blaine guardando Kurt negli occhi e sorridendogli dolcemente.
Kurt spalancò gli occhi e iniziò a scuotere la testa imbarazzato facendogli capire di smetterla subito.
“…Kurt Hummel, sei la persona più importante della mia vita” disse Blaine ignorando totalmente le lamentele del fidanzato.
Tra il pubblicò scoppiò un boato di gioia e Blaine iniziò finalmente a cantare la sua ultima canzone.
 

*

 
“Tu…sei….impazzito!” disse Kurt tirando delle pacche a Blaine non appena quello scese dal palcoscenico.
“Perchè?” chiese il ragazzo confuso ma nello stesso tempo divertito nel constatare la reazione spropositata del fidanzato.
“Mi hai messo in imbarazzo davanti a tutta Times Square! Anzi no, davanti a tutta l’America!” disse Kurt rosso come un peperone.
Blaine come risposta abbracciò Kurt stretto, baciandolo “Sei incredibile…”
“Smettila! Questo non è un buon modo per cambiare argomento!” lo sgridò Kurt.
“Grazie…” rispose Blaine sorridendo dolcemente a Kurt “…senza di te non ce l’avrei mai fatta…per questo ho voluto ringraziarti in pubblico…tutti hanno il diritto di sapere quanto sei fantastico…”
Kurt sbuffò imbarazzato, amava i complimenti ma lo mettevano sempre a disagio.
“Ti perdono solo se mi dai un bacino…” chiese Kurt guardando Blaine fisso negli occhi.
Blaine stava per baciarlo ma i due ragazzi vennero interrotti.
“Quand’è successo? Perché noi siamo sempre gli ultimi a sapere le cose?”
Era Rachel che era riuscita a intrufolarsi dietro le quinte con Finn, Puck, Beth e Quinn.
“Ehm…Ciao…” rispose Kurt allontanandosi dalle braccia di Blaine ma tenendolo comunque per mano.
“Io lo sapevo…” rispose Puck sornione “mi ritengo anche un po’ responsabile…”
“Coso, sono felice per te!” disse Finn avvicinandosi al fratellastro e dandogli una pacca sulla spalla.
Kurt e Blaine sorrisero imbarazzati rispondendo alle domande degli amici cercando di rimanere il più neutri possibili.
“Ma dov’è Barbie?” chiese Blaine d’un tratto, rendendosi conto che Barbra non era lì con loro.
“E’ andata a cercare il camerino dei One Direction…” rispose Quinn scuotendo la testa rassegnata.
“C’era d’aspettarselo…” disse Kurt stringendosi al suo ragazzo “Ora vado che tra due minuti è il turno della Perry…” aggiunse poi, schioccandogli un bacio sulla guancia.
Blaine rispose “Fatti fare un autogra-“ ma le parole gli morirono in bocca, in quanto Katy Perry era proprio di fronte a lui, con la sua parrucca blu e il suo vestito di caramelle, che gli stava sorridendo.
“Ehy…” disse la cantante “tu sei Blaine? Ho adorato la tua versione di Teenage Dream…volevo fartelo sapere di persona!”
“Sta-stai scherzando?” biascicò Blaine dopo che Puck gli aveva tirato uno spintone per farlo riprendere.
“No, sto dicendo seriamente! Sei molto bravo! Ora devo entrare in scena, ma se sei libero dopo possiamo fare quattro chiacchiere…” rispose Katy mentre si incamminava verso la ribalta.
Blaine seguì con lo sguardo la ragazza a bocca aperta e poi si tuffò tra le braccia di Kurt felice come una pasqua.
Quel momento di gioia collettiva venne interrotto poco dopo da delle urla.
“Cosa sta succedendo?” chiese Quinn guardandosi attorno.
“Spero che non sia colpa di Barbra…ma ho il presentimento che ci sia il suo zampino…” rispose Rachel, e la ragazza aveva ragione.
Dal fondo del corridoio stava arrivando a gran velocità Harry Styles, un componente dei One Direction, letteralmente inseguito da Barbra che stava gridando “Ti prego Harry, io voglio solo un tuo paio di mutande! Non chiedo tanto!”.
“Liberatemi da questa pazza, vi prego!” urlava il ragazzo facendo lo slalom tra gli addetti alle luci.
Rachel bloccò la bambina e Finn corse immediatamente a scusarsi con Harry in tutte le lingue del mondo.
Barbra offesa per non essere riuscita a recuperare il suo cimelio, si diresse verso Blaine e gli si arrampicò letteralmente addosso.
Il ragazzo si allontanò in un posto più appartato con in braccio la piccola, pronto a farle una ramanzina, ma quella lo prese in contropiede “Sei stato bravissimo!”
“Grazie paperotta!” rispose il ragazzo lusingato.
“Sai qual è il momento che mi è piaciuto di più?” aggiunse poi la piccola.
“No, quale?”
“Quando hai fatto la dedica allo zio Kurt…” disse Barbra affondando la testa nel petto di Blaine tutta contenta.
“E’ stato anche il mio momento preferito!” rispose il ragazzo sorridendo innamorato.
“Sai come si dice in questi casi?” domandò Barbra con fare di superiorità.
“Come?” rispose Blaine, incuriosito.
“Klaine is on, Bitches!”
 
 

- The End -

 

Free Talk

Salve a tutti!
Anche questa volta non so da che parte incominciare per ringraziarvi!
Siamo giunti alla fine di questa FF, e innanzitutto spero che il finale vi sia piaciuto!
Io ho adorato scrivere questa storia e dal riscontro superpositivo che ha ricevuto penso che sia piaciuta parecchio anche a voi...leggere le vostre recensioni deliranti su Barbra, contro Adrian, sui Klaine mi ha riempito di gioia, spingendomi a continuare a scrivere e a portare a termine la FF.
A questo proposito sto seriamente pensando a un possibile sequel, ma momentanemanete ho il vuoto + totale...il fatto è che temo di snaturare la storia...quindi deve proprio venirmi un'idea geniale altrimenti dovrete accontentarvi dei missing moments :-)

Piccola parentesi per una bellissima dedica musicale inerente a questa FF che mi è stata fatta su twitter da colfersexual , sulla musica di One of Us:


What if Barbra's one of us! Just a fangirl like one of us! Just a Klainer freaking out, trying to make her guys kiiiss!


Per ultima cosa, visto che sono in vena di autopubblicizzarmi, se pensate che questa storia vi mancherà almeno un po', potete sempre passare a trovarmi da Klainefeld  la mia nuova Klaine, che per ora è a quota 4 capitoli.

Io non so se questa storia finirà nel dimenticatoio di EFP o altro, fatto sta che ogni volta che riceverò una nuova recensione sarò sempre felicissima, quindi non temete e fatevi sentire, ora più che mai, visto che siamo alla fine
GRAZIE A TUTTI DAL PROFONDO DEL CUORE
Ottavia

 

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