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Autore: willbeyoungforever    05/07/2012    8 recensioni
[Nanny Klaine] Blaine Anderson è appena stato ammesso alla Julliard di New York per un corso di specializzazione musicale, ma ben presto si rende conto che senza lavoro non è in grado di pagarsi l'affitto.
Finn e Rachel sono sposati, vivono a NY e hanno una bambina di 6 anni, Barbra Rose Hudson, tanto bella quanto pestifera.
E in tutto questo come si inserisce Kurt? Bhè, lui è l'affascinante Zio di Barbra, vi basti sapere questo...
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Puck/Quinn
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sera a tutti!
Per chi non mi conosce sono Ottavia, molto piacere!
Se invece siete alcuni dei miei affezionati lettori...RI-CIAO! <3
Avevo l'idea di una Nanny Klaine che mi vagava per la mente da un po'...Blaine sarebbe un Baby Sitter ideale!
Buona lettura!


Capitolo 1: Red
 
Era una mattina di marzo quando Blaine ricevette la sua lettera d’ammissione ai corsi mattutini alla Julliard di New York.
B. Anderson è stato ammesso al corso di sei mesi di Composizione e Performance dal vivo […] citava quel foglio di carta.
Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi, aspettava quella conferma da un sacco di tempo, ormai aveva quasi perso le speranze di essere anche solo tra la lista delle riserve.
Il ragazzo afferrò il cellulare e compose eccitato il numero del suo fidanzato; sapeva che molto probabilmente si sarebbe arrabbiato perché lo stava disturbando di prima mattina, ma quella notizia non poteva di certo aspettare. La vita di Blaine Anderson stava per cambiare, e l’unica persona con cui voleva condividere la sua gioia era con la sua metà.
“Blaine?” rispose una voce assonnata all’altro capo del telefono.
“Amore! Sei sveglio?!” disse Blaine emozionato.
“No, stavo dormendo, sbrigati a parlare prima che ti riagganci il cellulare in faccia, cosa c’è di così importante per chiamarmi alle 8.00 di mattina?”
“Scusami è che non sono riuscito ad aspettare…” cercò di giustificarsi il ragazzo “…è che…ce l’ho fatta! Sono stato ammesso!”
“Ma cosa stai blaterando, Blaine?” chiese il ragazzo dall’altro capo della cornetta.
“Sono stato ammesso alla Julliard, mi trasferisco a New York il 20 Marzo!” spiegò velocemente Blaine sempre più elettrizzato.
“Come scusa?” domandò la voce dall’altra parte del telefono, in un misto tra stupore e irritazione.
“Si, ti ricordi che avevo fatto domanda?”
“Ma ormai l’anno accademico è iniziato…anzi siamo quasi alla fine…”
“Certo, ma si tratta di un corso di specializzazione mattutino…dura solo sei mesi, ma è una grande opportunità!”
“Se lo dici tu…e mi hai disturbato per questo?”
“Non…non sei contento per me?” domandò Blaine leggermente sconsolato.
Perché il suo ragazzo doveva essere un tipo così difficile da gestire?
“Blaine, mi chiami alle 8.00 di mattina e mi sganci la bomba che tra meno di quindici giorni ti trasferirai a New York per seguire qualche stupido corso musicale, e mi chiedi anche di essere felice per te?” rispose il ragazzo sempre più irritato.
“Adrian perché non capisci che si tratta del mio futuro?” cercò di spiegare Blaine, sforzandosi di mantenere la calma.
“Che futuro, Blaine? Solo uno sciocco può pensare di aver successo nel mondo dello spettacolo…ti ho sentito cantare, è vero sei bravino, ma sei uno su tanti!”
“Non tutti hanno intenzione di studiare economia come te, lo sai questo vero?”
“Blaine, sei un provincialotto pieno di sogni, vai a New York e vedrai che bella sorpresa che ti troverai di fronte…io ti ho avvisato, non azzardarti a tornare da me piangendo!”
“Perché dobbiamo sempre finire per litigare Adrian? Una relazione dovrebbe basarsi sulla fiducia, stiamo insieme da 2 anni ormai, eppure mi sembra che la tua considerazione nei miei confronti sia pari a zero!” sbottò Blaine al telefono, praticamente urlando contro il suo cellulare.
”Non ho intenzione di affrontare ancora questa conversazione, per di più al telefono! Mi piace questo tuo lato sognatore Blaine, ho accettato di mettermi con te proprio perché sei così spensierato e la tua voglia di fare è contagiosa, ma a volte esageri! Come puoi credere di riuscire a sfondare nel mondo della musica!? Rimetti la testa sulle spalle!” lo rimproverò Adrian con voce secca.
“Adrian non mi interessa se non appoggi le mie scelte, io me ne vado a New York, non vedo come tu possa impedirmelo, questo è il mio sogno, mi si è finalmente aperta una strada, scusa se mi attacco a un piccolo spiraglio di luce che ho appena intravisto…non ho certo intenzione di passare tutta la mia vita bloccato in questa fottuta città.” E dicendo queste parole Blaine riattaccò il telefono e lo lanciò sul divano con forza.
Lui e Adrian erano così, due caratteri totalmente opposti. Si erano conosciuti in un club una sera, appena finito il liceo e avevano avuto una notte di passione.
Entrambi pensavano che quella fosse una semplice botta e via, invece ogni sabato si rincontravano in quel locale e finivano sempre a letto. Era stato Blaine a voler ufficializzare quella relazione, basata sostanzialmente sul sesso.
Le premesse non erano delle migliori, infatti i ragazzi passavano più tempo a litigare che altro.
Ma a ogni litigio seguiva una notte di passione e per qualche giorno le cose sembravano essersi sistemate.
Entrambi naturalmente sapevano che le cose non avrebbero potuto continuare così, ma dato che Westerville in quel momento non offriva niente di meglio, nessuno dei due sembrava intenzionato a prendere una nuova direzione.
Adrian era un paio d’anni più grande di Blaine (il ragazzo aveva appena compiuto 24 anni) e frequentava un master di economia. Naturalmente era il primo della classe e tutti i professori lo adoravano. Blaine in confronto si sentiva uno scansafatiche buono a nulla. Per questo un giorno il ragazzo aveva deciso di inviare la richiesta di ammissione alla Julliard per un corso di specializzazione.
Aver ricevuto la conferma di ammissione significava moltissimo per lui, finalmente avrebbe avuto la possibilità di dimostrare che anche lui valeva qualcosa, e che se si fosse impegnato sarebbe riuscito a raggiungere i suoi obiettivi, seppur meno nobili di quelli del suo ragazzo.

 
*

“NO!”
“Ti prego Barbra, smettila di fare i capricci, guarda che chiamo papà!”
“E chiamalo, tanto cosa mi può fare? È solo alto, ma ha paura ad uccidere pure una mosca!”
“Barbra, guarda che papà ti sente!” gridò una voce maschile verso la bambina.
“Finn, ti prego vieni qui a far qualcosa, Barbra è anche figlia tua!”
“Ah io me ne tiro fuori, quel caratterino l’ha preso dalla mamma, non dal papà!”
Rachel sentendo le ultime parole del marito sbuffò sonoramente, e poi tornò ad occuparsi della sua bambina di 6 anni che in quel momento stava saltando sul letto in mutande.
“Barbra, guardami, mamma non può perdere tutto questo tempo deve andare a lavoro, Broadway non aspetta…smettila di saltare come un canguro e vieni qui a mettere questa maglietta, dobbiamo andare a scuola!”
“NO! N-O, Enne, OOOO! Oggi voglio andare a scuola in mutande!” rispose la bambina continuando a saltare sul materasso, mentre Rachel cercava di afferrarla per vestirla con la forza.
Ogni mattina era sempre la solita storia, quella bambina era una peste, se ne inventava di ogni.
“Ma perché?” chiese estenuata Rachel agitando le mani.
“Perché ho visto le foto di papà che è andato a scuola in mutande, e se lo ha fatto papà lo posso fare anche io!” rispose la bambina continuando a saltare sul letto e iniziando a fare anche qualche capriola.
“FIIIIIN! Vedi che è colpa tua! Vieni qui ad aiutarmi! Devo andare a lavoro, ho il taxi giù che mi sta aspettando!”
Finn sbucò nella stanza da letto con tutta la faccia sporca di spuma da barba e un rasoio in mano, guardando la moglie e la figlia confuso.
“E quando sarei andato a scuola in mutande?” chiese il padre pensieroso.
“Ma sì, quella volta che abbiamo fatto il Roky Horror, ma adesso ti prego placca tua figlia che così la vestiamo…” chiese implorante Rachel, mentre la bambina era passata a fare le capriole per tutto il materasso.
“Vieni qui, anguilla!” disse Finn afferrando i piedi della figlia e obbligandola a sdraiarsi. La bambina rideva come una matta e cercava di scalciare per liberarsi.
“Dai, mettile la maglietta…” disse Finn a Rachel, che sfruttò l’occasione per vestire la bambina.
“Barbie non si può andare a scuola in mutande, lo sai?” disse Rachel mentre le metteva i pantaloncini di Jeans.
“Allora perché papà l’ha fatto?” chiese la bambina con fare confuso.
“Perché erano altri tempi…” rispose Rachel e il marito aggiunse “e comunque mi hanno preso in giro tutti!”
“Uhm, ok…” disse la bambina saltando in piedi e abbracciando il collo del suo papà.
“Ti voglio bene papi…ahaha ma mi sono sporcata tutta di schiuma bianca!”
“Barbra sei una bambina impossibile…” disse Rachel, prendendo un fazzoletto e pulendo la faccia della bambina.
Finn fece una linguaccia alla piccola, prima di allontanarsi per tornare in bagno.
“Dai, su metti le scarpe e dammi la mano, il taxi è giù che ci aspetta…”
“Posso mettere i sandali?” chiese la bambina aprendo l’armadio delle scarpe.
“Barbie hai messo i calzini, hai mai visto qualcuno con i calzini e i sandali?” disse esasperata la mamma, mentre indossava l’impermeabile blu scuro.
“Uffa! Ma sono i sandali che mi ha regalato lo zio Kurt…lui mi fa sempre dei regali supermegabelli, e tu non me li fai mai mettere!”
“Senti, fai quello che vuoi, basta che ti muovi! Metti quei sandali con le calze, così tutti a scuola ti prenderanno in giro per l’abbinamento assurdo che hai fatto….ma adesso andiamo!”
“D’accordo…metto le altre scarpe…”
“Brava”
“Ciao papino, noi andiamo!” disse la bambina prima di uscire dall’appartamento, per mano con la sua mamma.
“Ciao principesse, ci vediamo stasera!”
“Ti amo” disse Rachel, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Mamma e figlia corsero giù dalle scale e si tuffarono tra le vie di New York.
Effettivamente un taxi le stava aspettando proprio al ciglio della strada, come ogni mattina da ormai 3 anni.
Rachel finito il liceo era stata ammessa alla NYADA e da lì il passo era stato breve. Le porte di Broadway si erano aperte per lei, e ora aveva il ruolo fisso di Christine nel musical Phantom of The Opera. Questo le comportava una vita di sacrifici, ma quello era il suo sogno, ed era disposta a tutto pur di continuare a viverlo.
Finn alla fine l’aveva seguita nella grande mela, e ora lavorava per la CW, si occupava della gestione degli spazi commerciali, non era propriamente il sogno della sua vita, ma si guadagnava bene. Purtoppo gli orari e i turni erano assurdi, e passava pochissimo tempo a casa.
Barbra era nata ancora prima che Finn e Rachel si sposassero, ed era una bambina fuori di testa. Bassina e minuta, con occhi scuri, lunghi capelli castani e lisci, aveva preso il naso del padre e il carattere della madre, elevato all’ennesima potenza.
Sembrava che non avesse bisogno di dormire, infatti cantava, ballava, saltellava a qualsiasi ora del giorno, tanto che la mamma e il papà erano quasi stati tentati a chiamare un esorcista. A volte desideravano solo sedarla, per passare un momento di pace e tranquillità. La caratteristica distintiva di questa bambina era la sua insana passione per tutte le cose belle. Barbra infatti adorava tutto ciò che era esteticamente carino, dai vestiti agli animali, una sorta di giovane esteta. Lei stessa si considerava la paladina della bellezza, ed era disposta a combattere per far si che due cose belle stessero per sempre insieme, perché era giusto così.
Tra gli altri ragazzi del Glee Club anche Puck e Quinn si erano trasferiti a New York, erano riusciti a riottenere la custodia di Beth che ormai aveva 8 anni, e vivevano in un appartamentino poco distante da quello di Rachel e Finn. Barbra e Beth erano molto amiche, frequentavano la stessa scuola anche se erano in classi diverse, ed entrambe facevano danza.
Kurt dopo la non ammissione alla NYADA non si era lasciato prendere dallo sconforto, era un ragazzo troppo intelligente e talentuoso, sapeva bene che ad ogni porta chiusa corrisponde una nuova opportunità, e infatti era riuscito a scalare le vette di una nota agenzia che organizzava eventi nella grande mela. Le sue spiccate doti musicali gli avevano anche permesso di diventare il più giovane capo reparto del settore musicale.
Il ragazzo poteva ritenersi soddisfatto, aveva solo 25 anni ed era già arrivato ai vertici, anche se qualche volta, in particolare di sera al buio della sua stanza, nel suo letto freddo si sentiva solo. Ma non poteva farci molto, aveva messo davanti la carriera alla vita sociale, era stata una sua scelta, non poteva certo lamentarsi.
Kurt occupava quindi i suoi momenti liberi a casa di Rachel e Finn, giocando e coccolando Barbra, che naturalmente stravedeva per lo zio Kurt.
La bambina era un vero peperino e con la sua parlantina gli faceva dimenticare tutti i suoi problemi.
 
Rachel ormai era da un po’ di giorni che lo stava pensando, ne aveva anche già discusso con il marito: quella situazione era insostenibile. Ogni mattina finiva sempre per arrivare a lavoro per il rotto della cuffia per colpa dei capricci di Barbra.
Avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse con quella piccola peste.
Avevano bisogno di una Baby Sitter.
Per questo un giorno la ragazza mise un annuncio sul giornale e su internet per cercare qualcuno che badasse a quel piccolo uragano.
 

*

 
“Ok, io allora….vado…” disse Blaine, girandosi verso Adrian che lo stava fissando con aria di sufficienza.
“E così lo vuoi fare veramente…” disse il fidanzato, incrociando le braccia.
“Si. Siamo in aeroporto, queste sono le mie valigie, questo è il mio biglietto di sola andata per New York, direi che ormai non c’è più molto tempo per i ripensamenti…” rispose Blaine.
“ E in tutto questo hai avuto tempo per pensare a noi?” chiese Adrian serio.
“Adrian, c’è mai stato un noi?” domandò il ragazzo, passandosi una mano tra i ricci scuri.
“Qualcosa c’è stato…hai intenzione di lasciarti tutto alle spalle?”
“Tu cos’hai intenzione di fare?” rigirò la frittata Blaine.
“Ah no carino, te l’ho chiesto prima io…” disse Adrian riprendendo il controllo della situazione.
Blaine era succube in quella relazione, forse perché non si rendeva conto di quanto in realtà fosse dipendente dalla presenza di Adrian.
“Io…io vorrei provare a rimanere in contatto…non so cosa succederà a New York…ma mi piacerebbe avere qualcuno con cui condividere le mie esperienze…e vorrei che quel qualcuno fossi proprio tu…” disse Blaine con lo sguardo basso, giocherellando con la custodia della sua chitarra.
“Blaine…ti sembro il tipo da una relazione a distanza?” domandò Adrian perplesso.
“Mmmm….no…” rispose Blaine immediatamente.
“Infatti…in più la nostra storia si basa tutta sulla fisicità, come pensi che possiamo farla sopravvivere a distanza?” aggiunse il ragazzo in tono pratico.
“Ma…ma possiamo provarci no? Puoi venire a trovarmi nei week end…tanto comunque in questi due anni non ci vedevamo più di uno o due giorni a settimana…sarebbe la stessa cosa…a parte la distanza…” disse Blaine parlando come una macchinetta. Quando era agitato attaccava a parlare come un pazzo.
“E’ un idea sciocca…” rispose Adrian, e Blaine tornò ad abbassare lo sguardo sconsolato.
Allora quello era un addio. Se lo aspettava.
 “…però forse possiamo provarci…” aggiunse poi il fidanzato. Blaine sentendo quelle parole sollevò i suoi meravigliosi occhi color caramello e guardò Adrian sorridendo felice. Senza pensare molto a dove si trovavano, saltò al collo del fidanzato, abbracciandolo e colmano la distanza con un bacio appassionato.
I due ragazzi senza rendersene conto si spinsero in un bagno di servizio e chiusero la porta alle loro spalle.
Erano già stati insieme la notte precedente, ma non potevano certo lasciarsi scappare quell’occasione per rimarcare nuovamente il loro “amore”.

Free Talk

Allora....come vi sembra questo primo capitolo introduttivo? mi spiace di non essere riuscita a inserire Kurt già da subito, ma arriverà nel prossimo capitolo!
Volevo fare una piccolissima nota... io lavoro con i bambini (in un' area bimbi di un centro commerciale se vi interessa!) più o meno dell'età di Barbra, e il suo personaggio è una specie di mix di tutti i casi più pazzi che mi sono capitati in quasi 3 anni di lavoro (tralasciando i bambini che lanciano le sedie e si spogliano, sia chiaro XD)...quindi diciamo che quasi tutto quello che fa/dice Barbra è ispirato a una storia vera! tenetelo bene a mente!

Se volete farvi un'idea, Barbra fisicamente è più o meno così
E Beth (che arriverà più avanti) è così
Spero veramente che questo inizio vi piaccia, fatemi sapere se vale la pena continuare a scrivere questa storia!
Vi saluto, a presto!
Baci
Ottavia
   
 
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