Riesci a leggere la mia mente?

di ieazabel
(/viewuser.php?uid=208396)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guardaroba e strani edifici. ***
Capitolo 2: *** Chiacchiere e panini ***
Capitolo 3: *** Dimenticare. ***
Capitolo 4: *** Casualità e causalità ***
Capitolo 5: *** Verde, come la speranza riposta nei suoi occhi ***
Capitolo 6: *** Un giorno di tregua ***
Capitolo 7: *** Non è vero che ti penso ***
Capitolo 8: *** Come doveva andare ***
Capitolo 9: *** Boom ***
Capitolo 10: *** Maledizione! ***
Capitolo 11: *** Una cosa sola ***
Capitolo 12: *** Ti fidi di me? ***
Capitolo 13: *** Destini e altri disastri. ***
Capitolo 14: *** La tua confusione, la mia illusione ***
Capitolo 15: *** Quello che non accade in un secondo ***
Capitolo 16: *** Non lasciarmi ***
Capitolo 17: *** Qualcosa di buono ***
Capitolo 18: *** La soluzione ***
Capitolo 19: *** Il rumore sordo di un addio ***
Capitolo 20: *** Le cose che non ti ho detto ***



Capitolo 1
*** Guardaroba e strani edifici. ***


Riesci a leggere la mia mente?

Guardaroba e strani edifici





"Pensavo avremmo finito insieme.

So già che mi mancherai, anche se non vorrei."

 

17 genniaio 2012

 

Non ho voglia di alzarmi da questo letto. 
Ho sonno e voglio dormire almeno altri dieci anni di seguito.
Fa freddo e sotto questo piumone sono protetta da tutti i pericoli insediati al di fuor di esso.
Ieri ho compiuto diciotto anni e oggi sono ufficialmente trasferita in un'altra scuola.
Sbaglio o sto facendo pensieri decisamente sconnessi l'uno dall'altro?
Devo alzarmi.

Buongiorno piccolotta! Sei agitata?. Mi piacerebbe avere la stessa vitalità di mia madre alle 7.10 del mattino. Emetto un mugugno indecifrabile. Com'è possibile che dopo diciotto anni che viviamo insieme, mia madre si ostini a continuare a parlarmi prima che io abbia fatto colazione? 

Buongiorno princi! Come ti senti?”, mio padre schiocca un sonoro bacio sulla mia testa. Mugugno ancora una volta mentre addento la mia fetta biscottata meccanicamente. A parer mio, le persone appena sveglie sono tutte ridicole, ma nei film questa triste realtà viene spudoratamente mistificata da attrici perfettamente truccate anche dopo una notte insonne. Io, sogni o incubi che siano, la mattina sembro comunque un quadro di Picasso.

Vabè, ho capito. Quando ti sarai nutrita, ci darai qualche segno di vita.Brava mamma, intuitiva come sempre. Deglutisco sonoramente il succo all'ananas.

Che mi metto stamattina?”, mi sforzo a dire con aria affranta.

Prima o poi te ne andrai da questa casa e io non dovrò più sentire questa domanda e quel giorno, cara mia, io darò una festa.”. Povera illusa: non lo sa che esistono i telefoni?

"Dai, mamma, è importante: che mi metto?". La mia mamma deve volermi veramente bene per potermi sopportare anche a quest'ora del mattino. La guardo pensarci su. E' bella, ma non bella nei canoni prestabiliti dalla società, lei è bella nel senso più puro della parola. E' bella perché attrae le persone per il suo sorriso e per il suo carattere, perché mantiene il pudore dei suoi cinquant'anni -qualità sempre più rara di questi tempi- e alla sua età mi piacerebbe essere come lei. 

"Perché non ti metti il vestito rosa che abbiamo comprato l'altro giorno, con le calze marroni e gli stivaletti di pelle?", propone speranzosa.

"No, non mi va di mettere quello, oggi.", piagnucolo."Ma perché me lo chiedi, allora?! Vedi? Mi chiedi un parere e poi bocci sempre quello che ti propongo, allora non chiedermelo più!". Lo so che sono una rompipalle, ma io vorrei mostrarle quanto lo è lei quando cambia cento volte idea, facendo così impazzire il mio povero papà, che riesce sempre ad assecondarla. Queste deve essere il famoso potere dell'amore di cui si sproloquia tanto.
Mi alzo arrancando e mi dirigo verso il bagno. Dopo essermi data una bella lavata ed aver abbozzato una specie di trucco -il massimo che posso offrire, dati i miei tempi di reazione alla mattina- devo affrontare il dramma che poco prima aveva colpito me e mia madre: il guardaroba. Non che mi importi come mi vedono gli altri, il punto è che voglio piacermi io e, diciamocelo: ci sono giorni in cui ti sentiresti figa anche se indossassi un lenzuolo degli Aristogatti e altri in cui ti senti un mostro pure dopo essere passata sotto le grinfie della più rinomata fashion stylist del pianeta. Per me, stamattina era uno di quei giorni, quindi perché sforzarmi troppo per trovare un look adeguato, quando in ogni caso non mi sarei sentita carina? Bene: vada per la camicia azzurra di papà, pantacollant neri, ballerine di velluto nere, giacchetto di pelle nera e borsa di pelle nera. Sembro una groupie, ma la cosa non mi angustia. Anzi, devo ammettere che andare in una scuola senza obbligo della divisa mi procura un gran senso di libertà. E groupie sia.

Certo: siamo a gennaio, fuori diluvia e tu decidi di indossare le ballerine. Scelta saggia!”. Ok, forse non è stata la scelta più intelligente che io abbia preso in diciott'anni di vita, ma si tratta comunque di una scelta, no?

Sono un tipo temerario! Dopo scuola vado a lottare con i leoni, quindi non aspettarmi”. Il mio tasso d'ironia a quell'ora del mattino è piuttosto scarso, devo ammetterlo.

Wow, oltre che temeraria, sei anche un pozzo di simpatia, eh tesoro? Ora sbrigati, ché papà ti sta aspettando in macchina”. Ehi, frena: sbaglio o mia madre mi ha appena chiamata “pozzo di simpatia”?

Ehm.. Ok. Ciao mami”. Non so se essere più turbata per il pozzo di simpatia o per il fatto che tra meno di mezz'ora dovrò presentarmi a tutte quelle persone sconosciute, che mi faranno le stesse domande tutto il giorno: “Come ti chiami? Da che scuola vieni? Come mai hai cambiato scuola?”. Almeno non dovrò sforzarmi troppo per rispondere: “Isabella Palmer. Sacred Heart High School. Perché il mio rapporto con i professori era basato sull'idea che loro si erano fatti di me e non su ciò che realmente facevo”. Semplice, lineare e conciso. Ma non del tutto vero. Tutto ciò mi riporta al bigliettino che il mio ex ragazzo, nonché ex migliore amico, mi ha lasciato nel diario ieri, prima che me ne andassi: “Pensavo avremmo finito insieme. So già che mi mancherai, anche se non vorrei”. Chi è il folle che vorrebbe che qualcuno gli mancasse, mi chiedo io. Avrei dovuto buttarlo, quel biglietto. Nel frattempo, le gocce solcano il finestrino e sembrano tanti spermatozoi. Questa mia similitudine poetica viene interrotta da mio padre.

Eccoci qui. Buon secondo primo giorno di scuola, princi! Divertiti e non fomentare risse, per piacere”. Non posso fare a meno di sorridere.

E' successo solo una volta ed è stato parecchio divertente, quindi potrei anche farci un pensierino! Ciao papi, a dopo. Ah, e papà: bel gioco di parole”. Chiudo lo sportello senza dosare la forza, come sempre. Attraverso la strada ed eccomi. E così quest'edificio dovrebbe essere una scuola. Sembra piuttosto un centro di recupero, ma dubito possa essere peggiore della scuola precedente. L'atrio è piuttosto spazioso e affianca la segreteria, dove mi dirigo subito in cerca di una faccia competente che mi porti dove devo essere portata. La domanda che sorge spontanea è: perché c'è un acquario vuoto in segreteria? Ma soprattutto, perché c'è un acquario vuoto in segreteria e non c'è una segretaria in segreteria?

Tu devi essere Isabella Palmer”, mi volto ed ecco davanti a me la segretaria. Una donna minuta sui trentacinque anni, castana dagli occhi color ghiaccio, un po' troppo grandi rispetto al viso. Mi rivolge un sorriso dolce e, mettendomi una mano sulla spalla, mi accompagna gentilmente verso la mia classe. Non sono abituata a tutta questa apprensione negli ambienti esterni alla mia famiglia e la cosa mi mette a disagio.

La classe in cui sei stata inserita è la migliore dell'istituto, i ragazzi e le ragazze sono tutti ben disposti. La filosofia della nostra scuola è quella di far sentire ognuno a proprio agio con se stesso e con gli altri. E qui ci basiamo sulla meritocrazia, non sul nome o sulla nomea dell'alunno”. Tutto questo è così incoraggiante che ad un tratto non mi sento più turbata.

Bene, questa è la tua classe. Benvenuta alla Redcliffe, signorina Palmer”. Apre la porta e, ecco: avete presente la storia sul non essere più turbata? Una grande, gigante, mastodontica palla. La segretaria mi ha abbandonata al mio destino. Dove sei, segretaria? Torna qui! Sono abbastanza agitata, ma cerco di dissimulare avvicinandomi con nonchalance alla cattedra.

Ragazzi, date il benvenuto ad una nuova alunna: Isabella Palmer. Si è trasferita qui dal Sacred Heart High School”. Perfetto: due delle risposte che mi ero preparata sono già andate a farsi benedire.

Siate cordiali. Ora, signorina Palmer, decida pure dove sedersi: i posti liberi sono vicino alla signorina Bell, al secondo banco a destra, oppure vicino al signorino Tomlinson, al terzo banco a sinistra”.

Ok, è una scelta semplice: o la ragazza dai capelli rossi e il naso alla francese, o il ragazzo dalla faccia da culo e il sorriso alla Mentadent. Se scelgo lui, sembrerò subito una di quelle che tende a non socializzare con le ragazze, però lei ha un'aria così antipatica.. Andiamo, ma chi voglio prendere in giro? Sono una che ha scelto di indossare le ballerine al posto degli stivali in pieno inverno. Bene, vada per lui. Mi dirigo silenziosamente verso il terzo banco a sinistra e sento addosso il peso degli sguardi pieni di giudizio degli altri studenti. Mi siedo evitando il contatto fisico con Tomsolin, Tomlinson o come si chiama questa faccia da culo accanto a me.

Piacere, Louis Tomlinson. Anche tu non hai saputo resistermi, lo capisco”. Lo guardo con aria interrogativa e, mentre la professoressa esce per andare a prendere un libro che aveva dimenticato in sala professori, rispondo:

Deduco che tu abbia rimorchiato un mucchio di donzelle grazie a questa frase degna di un playboy di provincia. In ogni caso, piacere: Isabella Palmer. Ah, non illuderti: ho scelto questo posto unicamente perché è più lontano dalla cattedra, tu non c'entri nulla”. Io mi giustifico dicendo che quando il Signore stava distribuendo la cordialità, io ero in bagno. E ci sono restata pure durante la distribuzione della gentilezza. Però dai, che approccio sfigato!

Bene così, Tomlinson: neanche è arrivata e già ha capito con chi ha a che fare!”. Una voce profonda rompe il silenzio tra me e il mio nuovo compagno di banco. Mi volto e lo vedo: il sogno di una vita. Ma dove sei stato tu, per tutti questi diciotto anni? 

Non faccio troppi preamboli, oppure mi ritroverò anche io ad essere assalito dalle tue parole. Piacere, Liam Payne”.

I - Isabella Palmer”. Mi vuoi sposare?

 

 

 

Angolo autrice:

Salve a tutte/i!

Questa è la prima ff che scrivo, quindi, vi prego, siate magnanimi!

Sono graditi commenti, critiche e tutto ciò che possa essere costruttivo per la storia, anche se è

solamente l'inizio.

Grazie mille dell'attenzione :)

I.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chiacchiere e panini ***



Riesci a leggere la mia mente?

Chiacchiere e panini




La professoressa di letteratura non ha fatto altro che parlarmi dell'Italia per tutta l'ora. A quanto pare l'aver scoperto delle mie origini italiane è stato molto entusiasmante per lei. Questo la dice lunga su quanto, in generale, possa essere entusiasmante la sua vita. Fortunatamente, dopo un lungo soliloquio su quanto sia bella Roma, su quanto sia buona la pizza a Napoli e su quanto le gondole siano romantiche -la sagra dei luoghi comuni-, è suonata la campanella della ricreazione. Cavolo, ho dimenticato i cracker a casa. Io ho fame. Ho famissima.

Louis, per caso c'è un bar o qualsiasi altra fonte di cibo in questa scuola?”. Mi guarda come se avesse visto Snooki vestita con gusto.
Hai intenzione di rispondermi oppure vuoi continuare a fissarmi con quest'aria inquietante?”, lo ammonisco.
No, scusami, è che siccome non mi rivolgi la parola da quando ci siamo presentati, o meglio, da quando mi hai assalito, volevo accertarmi che stessi parlando con me”.
Sono davvero così testa di minchia?
Sorvolerò sul fatto che se ero girata verso di te e guardavo direttamente te, per forza stavo parlando con te e non c'era bisogno che tu ti accertassi. Comunque, siamo partiti col piede sbagliato: piacere, sono Isabella e non sono sempre così acida”. Cerco di essere a modo. Lui sembra apprezzare lo sforzo e abbozza un sorriso contagioso.
Bene Isabella-che-non-è-sempre-così-acida, io sono Louis e non sono sempre così provolone”. Io avrei detto “sfigato”, ma provolone è un termine più appropriato.
Ritornando al vero motivo per cui mi hai rivolto la parola, al piano inferiore c'è il bar. Se vuoi, posso accompagnarti!”. Che ragazzo educato.
Louis ed io spostiamo le sedie, ma non faccio in tempo ad alzarmi che vengo accerchiata da due ragazze: una delle due è molto alta, longilinee, con lunghi capelli castani che le incorniciano dolcemente il viso ovale. La prima cosa che noto è il suo impeccabile gusto nel vestire: jeans a vita alta, body nero con dei motivi floreali sull'oro, maxi cardigan di maglia lavorata e anfibi neri alti fino al ginocchio. Sembra appena uscita da una rivista di moda. L'altra ragazza, invece, è di qualche centimetro più bassa rispetto all'altra, ma comunque più alta di me -anche se, effettivamente, non ci vuole molto-. Lei è mora ed è impossibile non notare i suoi grandi ed invidiabili occhi verde-acqua. Indossa un cappello rosso di maglia, che si abbina alla camicia a quadri bianca, rossa e blu con le maniche risvoltate. Anche lei indossa le ballerine -beccati questa, mamma!-. 

Piacere, io sono Gwen!”, esordisce con entusiasmo la ragazza alta.
Io Constance”, dice con fare restio la ragazza dagli gli occhi chiari.
Piacere mio, io sono Isabella”. Quante altre volte dovrò ripeterlo oggi?
Bene, ora che vi siete presentate tutte carine, tutte amichette, evviva voi, ti devo accompagnare al bar oppure no?”, Louis si rivolge a me, “Altrimenti vado con Liam”. Ehi, dov'è finito il ragazzo gentile di tre minuti fa? Sarà mica bipolare? L'occhio mi cade subito su Liam. Louis, vattene via, ché a Liam ci penso io.
Sì, bravo Louis, vai al bar con Liam. Isabella viene con noi, ché così le mostriamo anche dov'è il bagno delle ragazze, visto che non penso voi possiate entrare. A meno che uno di voi due non ci nasconda qualcosa, possibilità abbastanza reale”. Ok, io sono acida, ma qui c'è qualcuno che lo è più di me.
Ti sei mangiata pane e simpatia stamattina, eh Cos?”, e mentre lo dice le passa una mano in testa, che le fa cadere il cappello scompigliandole i capelli. Lei arrossisce fortemente, ma non riesco a capire se lo diventa perché irritata o perché imbarazzata. Qualsiasi sia la motivazione, l'attenzione si è spostata su qualcun altro che non sono io e la cosa mi provoca un gran sollievo. Sollievo che, ahimè, dura circa due secondi, visto che la ragazza alta -Gwen, mi pare- si rivolge di nuovo a me. 
Andiamo, ti facciamo fare un mini tour”. Mi fa segno di passare avanti a loro.
Mi piace come sei vestita”, dice guardando la camicia extra large di mio padre.
Grazie, si fa quel che si può”, anche se avrei voluto rispondere “Dillo a mia madre”.

Questa scuola è irreale: il bagno è rosa, un dolce aroma alla lavanda pervade l'ambiente, ma soprattutto è munito di specchi. Andiamo, nella mia vecchia scuola dovevo specchiarmi nel lavabo!
E quindi, come mai sei venuta qui?”, chiede interessata Constance.
Beh, diciamo che il rapporto con i professori non era dei migliori e tantomeno quello con la classe. Quindi, sai, non volevo rovinarmi proprio l'ultimo anno di liceo”. L'amarezza si impossessa delle mie parole. La gente è convinta che la cosa peggiore sia non mancare ad una persona, ma non si rende conto che, in realtà, è molto più grave capire che una persona non ti manca. Soprattutto se si tratta di una persona che una volta significava tanto. Io mi sento così: apatica. Come se i ricordi non fossero i miei, ma della persona che ero solita essere prima; come se non avessi voglia di legarmi a qualcuno perché so già che finirà con il non mancarmi, e non per paura di perderlo.
Isa, ci sei?”. Gwen sventola la propria mano davanti ai miei occhi e mi riporta sulla Terra.
Allora? Com'è la tua prima impressione?”.
Beh, sono solo due ore che sono qui, ma mi sembra di essere capitata nel posto giusto”. Le mie parole sono sincere.
Hai visto com'è bello Harry oggi?”. Gwen si rivolge a Cos con sguardo sognante. Chi è Harry?
Lo dici tutti i giorni. Ormai non ti ascolto più. Ma perché invece di fargli stalking su Facebook, non lo inviti a prendere un caffè con te?”. Bene, quindi non sono l'unica a praticare lo stalking molesto.
Ehi, io non faccio stalking!”. Negare, negare, negare sempre.
No, infatti me lo sono sognata che ieri mi hai saputo dire il numero esatto delle foto in cui è taggato..”. Forse era meglio non negare.
Beh, io.. Non lo inviterò. Io a lui non piaccio, mi sembra abbastanza evidente. Non mi parla, né mi saluta”. Il saluto non si nega a nessuno, neanche al peggior nemico. Qualcuno glielo insegnasse a questo Harry.
Non ti è sorto il dubbio che lui non ti saluta non perché non sia interessato, quanto piuttosto perché tu scappi sempre dal lato opposto al suo quando cerca di farlo?”. Ah, ecco.

Suona la campanella di fine ricreazione e io non ho mangiato, visto che sono rimasta ad ascoltare questa lunga conversazione sulla palese cotta di Gwen per questo Harry. Mentre torniamo in classe, ci aggreghiamo a Louis e Liam che stanno gustando dei panini dall'aspetto invitante. Liam si accorge del mio desideroso sguardo rivolto al suo panino e mi sorride con gentilezza. Spero fosse gentilezza, magari la fame ha fatto passare per gentilezza quella che in realtà era pena.
Guarda che puoi chiedermene un morso, eh. Mica ti mangio!”. Non so come, ma il pensiero del cannibalismo non mi era mai sembrato tanto allettante come in quel momento.
Allora grazie!”, addento il panino come se non mangiassi dal Natale del '98. Entro in classe masticando con gusto, non tanto perché il panino sia buono, quanto perché è stato un ragazzo così bello ad offrirmelo. Mi siedo al mio posto e così fa anche Louis, che mi chiede con imbarazzo:
Allora.. Che te ne pare di Constance?”. La domanda mi spiazza. Che diamine, mi ero preparata quelle risposte e tutti mi pongono domande diverse!
Beh, mi sembra simpatica. Ed è anche piuttosto carina”. E' vero.
Già, specialmente carina”. Arrossisce. Aspetta un attimo: qui qualcuno stava cercando di confidarsi? Non mi ricordo di avergli dato tutta questa confidenza.
Ma ti piace?”, azzardo.
Non ho detto questo. Sei qui da due ore e pensi già di sapere tutto?”. Lo guardo attonita, ma che gli prende?
Sei nella sindrome premestruale, per caso?”, gli chiedo con nonchalance. Lui mi guarda per cinque secondi e scoppia in una risata fragorosa, che non passa inosservata.
Tomlinson e la signorina nuova, se non volete essere cacciati dalla classe, evitate queste risate sguaiate”. Ottimo, il mio primo giorno di scuola e sono già stata rimproverata. Perché non ho scelto quel maledetto secondo banco a destra?

Angolo autrice:

Saaalve!
Questo capitolo è abbastanza lungo, me ne rendo conto, ma spero lo troviate scorrevole!
La storia non sarà sempre così semplice, anzi..

Mi piacerebbe ricevere qualche recensione, per farmi un'idea di ciò che pensate. Ne sarei davvero contenta.
Enjoy!

I.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dimenticare. ***


Riesci a leggere la mia mente?

Dimenticare




Perché hai l'aria di chi c'è sempre.
Perché pensavo non mi lasciassi mai.

 

 

18 gennaio 2012

 

Ho detto che non salto scuola con te, Zayn. A dirla tutta, mi chiedo come ti sia venuto in mente di chiedermelo”. Come si fa ad avere questa faccia tosta?
Ti prego, Isa. Ho bisogno di parlarti”. Ah sì?
Parlarmi di cosa? Di come mi hai lasciata dopo un anno e mezzo perché così saresti potuto andare a letto con Perrie senza sentirti in colpa? Oppure di quello squallido bigliettino che mi hai lasciato prima che cambiassi scuola? Vedi, Zayn, è tardi ed io devo entrare in classe: è il mio secondo giorno qui ed entrare in ritardo non mi sembra l'ideale. Ma parlare di ciò che è giusto o sbagliato con te è inutile, tanto non capiresti mai. Quindi, per favore, vai via e lasciami entrare”. Anche perché sto per piangere e farmi vedere il lacrime da te, ancora una volta, è umiliante.

Lo sai che ho sbagliato. Lo so anche io. Un'altra opportunità non si nega a nessuno. Ti sto implorando. Vieni con me, ti prego”. Una parte di me vorrebbe dirgli di sì, è inutile negarlo. Peraltro stamattina è di una bellezza devastante: i capelli arruffati, lo sguardo assonnato ed implorante. Ha anche indossato la giacca di pelle nera che gli ho regalato per il suo diciottesimo compleanno. Bella mossa, Malik, ma non sarà la giacca di pelle che ho saggiamente comprato a farmi cambiare idea.
Zayn, ti ho detto di no. Vattene via”. Spero di aver camuffato la voce tremante.
Ti farò cambiare idea, vedrai”. Dopo questa frase ad effetto, monta in sella alla sua Kawasaki Ninja verde -quante volte l'ho pregato di rallentare, in viaggio su quella moto-, s'infila il casco integrale e sfreccia via. Bell'uscita trionfale.

Corro in classe e noto con piacere che la mia professoressa di biologia non è ancora entrata. Qui sono tutti in ansia per un qualche compito in classe nella prossima ora -matematica, credo-, mentre io per questa settimana posso stare tranquilla, visto che i professori hanno espressamente detto che avrei iniziato le interrogazioni dalla settimana successiva. Saluto tutti con un sorriso di circostanza e con un discreto movimento della mano. Mi avranno preso per asociale.

Buongiorno, Palmer! Alla buon'ora!”. L'inconfondibile voce di Louis tramuta il sorriso di circostanza in un sorriso vero.
'Giorno, Tomlinson. Ti pregherei di chiamarmi per nome”, cerco di sembrare cordiale, ma dalla sua faccia affranta deduco di non esserci riuscita del tutto.
La mia sfida della settimana è quella di farti diventare meno acida”. Io continuo a chiedermi quand'è che gli ho dato tutta la confidenza che si sta indiscretamente prendendo. Alzo un sopracciglio a mo di disappunto e mentre poso la borsa sul banco, continua:
In ogni caso, come mai questi dieci minuti di ritardo? Ti ho visto con ragazzetto Sono-troppo-bello-e-impossibile qua fuori, eh! Non mi avevi detto di essere fidanzata!”. Chiudo gli occhi, mi prendo dieci secondi per fare training autogeno affinché io non cominci ad urlare. Sono pronta.
Punto primo: per quale motivo mi hai chiesto come mai ho fatto dieci minuti di ritardo, quando poi hai detto che mi hai visto con il ragazzo Bello-e-impossibile? Non ha alcun senso fare una domanda quando si ha già la risposta. Punto secondo: il ragazzo Bello-e-impossibile non è il mio ragazzo. A dire il vero non è proprio niente, per me. Punto terzo: perché avrei dovuto dirti se sono fidanzata o no? Non mi risulta che questi siano affari tuoi, ma, se ci tieni tanto a saperlo, no: non sono fidanzata e penso che eviterò di esserlo per il resto dei miei giorni”. Devo riprendere fiato dopo questo vomito di parole senza controllo. Forse ho esagerato. Sento le guance in fiamme. Lo sguardo di Louis è atterrito, desolato e indispettito. Un lieve senso di colpa mi prende alla sprovvista e mi fa tremare il mento. Zayn Malik, che tu sia dannato per il resto dei tuoi giorni. Ecco chi sono, per colpa tua. No, non è colpa sua. E' colpa mia. Lui non mi ha costretto a diventare nulla, sono io che mi sono imposta di essere così. Ma solo per autodifesa. Che palle, questi sentimenti contrastanti mi uccideranno.
Scusami, Louis. Non volevo essere così dura. Solo che hai tirato in ballo un argomento delicato e io.. Ecco, non sono ancora in grado di affrontarlo”. Odio chiedere scusa, ma stavolta è necessario per la serenità dei nostri giorni da compagni di banco.
No, fa niente. La cosa che mi rattrista è che dovrò ritirare la sfida con me stesso: sei troppo acida!” e inizia a ridere, coinvolgendo anche me. Come si fa ad essere così in pace come il mondo? Qual è il segreto di questo ragazzo? In tutto ciò mi sembra di aver capito che la professoressa di biologia non si presenterà a lezione, così mentre gli altri ripassano matematica per il compito in classe, io mi metto comoda sul mio banco, prendo il mio iPod e il libro che ho iniziato a leggere ieri, “Lo strano caso del Dottor Jeckyll e Mr. Hide” di Robert Louis Stevenson”. Le note di Read My Mind dei The Killers creano una bolla grazie alla quale riesco ad isolarmi dal chiasso che pervade la stanza. Mentre divoro avidamente ogni parola del libro, sento qualcuno che bussa sulla mia spalla. Mi volto con aria irritata e vedo Gwen che mi rivolge un grande sorriso.
Cosa leggi?”, mi domanda incuriosita.
Lo strano caso del Dottor Jeckyll e Mr. Hyde”, le rispondo con garbo.
Come mai lo stai leggendo?”. La domanda è abbastanza insolita. Perché non dovrei leggerlo?
Beh.. Perché la storia mi affascina”. La osservo con aria circospetta e non sopporto il fatto di non capire cosa stia pensando. Paradossalmente, in quel preciso momento, Brandon Flowers canta BEFORE I GO, CAN YOU READ MY MIND?.

Mmh, poi, quando lo finisci, passamelo”, fa l'occhiolino. Le sorrido di rimando e annuisco, nonostante non mi piaccia prestare i miei libri agli altri.
Senti, io e Cos volevamo invitarti ad una festa. E' a casa di Jenna, una ragazza dell'altra classe. Fondamentalmente è un'idiota, ma siccome i genitori partono spesso per lavoro, lei dà sempre mega feste nella sua villa. Ci sarà un po' di gente di scuola. Un bel po' di gente, a dire il vero”. Una festa a casa di una tal Jenna, che fondamentalmente è un'idiota, ma che offre la sua villa?
Ma io non conosco nessuno..”, il mio è uno sguardo da cucciolo di foca.
Conosci me e Cos! E poi verranno anche Louis, Liam e la maggior parte della nostra classe. Dai, sarà divertente! Non farti pregare!”. Oggi troppe persone mi stanno pregando di fare cose che non ho voglia di fare.
Allora va bene, ma solo perché non voglio vederti in ginocchio implorante! Quando sarebbe questa festa?”. Cedo. Lei sorride soddisfatta. Non avevo notato che bel sorriso avesse Gwen.
Questo sabato. Se non vuoi andare sola, prima passa a casa mia, ché Cos ed io ci prepariamo insieme! Alle 8pm a casa mia. La festa inizia alle 10pm”. In questo posto ci sono persone decisamente educate e gentili. Sarà mica un sogno?
Grazie mille, Gwen. E il famoso Harry ci sarà?”. Arrossisce e abbassa lo sguardo per una frazione di secondo e, quando rialza lo sguardo, noto uno scintillio brillante negli occhi.
Sì!” e torna a ripassare.
In effetti una festa è quello che mi serve. Una festa dove c'è musica, tanta gente e da bere. E poi c'è anche Liam, il che renderà tutto più piacevole. A proposito, dov'è Liam? Ancora non l'ho visto, stamattina. Parli del diavolo e spuntano le corna: eccolo entrare in classe, più bello che mai. Anche lui è arrivato notevolmente in ritardo. Batte il cinque a Louis e inizia a parlare delle festa anche lui. I suoi capelli ricci gli conferiscono un'aria sbarazzina che, in realtà, è ben studiata. Indossa una maglia bianca con lo scollo a V, un cardigan grigio di lana pesante con la chiusura Montgomery, jeans scuri abbastanza stretti e un paio di sneakers blu, gialle e verdi. Al di fuori dell'ambiente scolastico potrebbe tranquillamente essere identificato come un modello. Chissà se qualcuno gliel'ha mai detto. Non mi rendo conto di starlo a fissare, ma lui sì e, imbarazzato, mi fa un cenno con la mano e alza le sopracciglia. Bella figura di merda, Isabella. Complimenti a me! Gli sorrido e abbasso subito lo sguardo, infilandomi nuovamente le cuffiette dell'iPod nelle orecchie e mi ritrovo ad ascoltare Blue Jeans di Lana del Rey: JEANS BLU, MAGLIETTA BIANCA, SEI ENTRATO NELLA STANZA E HAI MANDATO A FUOCO I MIEI OCCHI. Allora è vero che il destino è beffardo.

 

Dopo cinque ore di lezione, di cui una passata a consolare Agnes Smith per il compito di matematica andato male, uscire da scuola equivale alla libertà. Purtroppo, la mia libertà è durata all'incirca cinque minuti, considerando che ritrovo Zayn seduto sulla sua moto fuori scuola. Non avevo mai pensato alla possibilità di denunciare qualcuno per stalking, ma questo ragazzo mi sta praticamente esortando a farlo. Fingo di non vederlo, saluto Gwen e Cos e tiro dritto a testa basta.
ISA!”, lo sento urlare il mio nome più volte. Non mi volto. Lui mi rincorre e mi prende per una spalla. Lo guardo con una finta aria sorpresa.
Cosa vuoi ancora?”. Lo odio.
Ho una cosa per te”. Mi guardo intorno e con la coda dell'occhio riesco a vedere Louis, Liam, Gwen e Cos con un altro gruppetto di ragazzi che osservano la scena cercando di capire.

Non voglio nulla da te, eccetto che tu non ti faccia mai più vedere”. Non lo capisci che ti odio?

Dammi due minuti, il tempo minimo per cercare di aggiustare le cose”. Mi sta prendendo in giro?
Pensi che io sia un'idiota, Zayn? Tu hai distrutto quello che avevamo costruito insieme, ed ora credi davvero di poter aggiustare le cose? Ti facevo più intelligente, sai? Non puoi pretendere di costruire qualcosa se mancano i pezzi. E nel caso non l'avessi capito, il pezzo mancante in questione sono io”. Ringhio a voce bassa. Sento i nervi pulsare. Lui non emette suono, semplicemente mi prende la mano e rivolge il palmo verso l'alto. Dalla tasca della giacca prende un pacchettino verde e lo poggia delicatamente sul palmo, richiudendo, in seguito, le mie dita attorno al pacchetto con entrambe le mani. Guardo le sue mani avvolgere le mie. Quel gesto che una volta era così naturale, ora mi sembra creare solamente una matriosca di rabbia e dolore.
Pensaci. Non chiedo altro”. Mi guarda un'ultima volta e se ne va, lasciandomi pietrificata con il pacchettino verde in mano. Da sola. Ancora una volta.
Mai come in questo momento ho desiderato andare ad una festa.

Angolo autrice:

Salve a tutti!
Spero che il capitolo vi piaccia e, soprattutto, spero che abbiate iniziato a capire che tipo è Isa.
Inoltre vi consiglio di ascoltare entrambe la canzoni che ho citato (Brandon Flowers è il frontman dei The Killers, nrd).
Lasciate qualche recensione per favore, il vostro pensiero è sempre gradito!
Enjoy!
I.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Casualità e causalità ***


Riesci a leggere la mia mente?

Casualità e causalità





Sotto le luci, stanotte, mi sono voltato
e mi hai rubato il cuore con un solo sguardo

 

 

21 gennaio 2012

 

Grazie del passaggio, papà. Dopo ti mando un messaggio per farti sapere a che ora torno”. Chiudo la portiera della macchina e mio padre aspetta che io entri nel vialetto che introduce a casa di Gwen. Sì, ancora non ho preso la patente e questa cosa inizia un po' a pesare sia a me che ai miei genitori. Solo che io detesto guidare, è più forte di me! Suono il campanello e, dopo mezzo secondo, Gwen mi apre la porta in accappatoio.
Sono in crisi nera: non ho idea di cosa indossare!”. La sua espressione è corrucciata e pensierosa.
Ciao anche a te, Gwen!”, lei emette una sonora risata.

Scusami! Prego, entra: benvenuta nella mia umile dimora. Fa' come se fossi a casa tua”. Magari fosse casa mia, dico io. L'appartamento è spazioso, curato nel minimo dettaglio, il soffitto è altissimo e solamente il salone è grande come casa mia. Gwen mi accompagna nella sua camera ed io rimango folgorata; è una stanza splendida: sulla destra c'è un grandissimo armadio stracolmo di vestiti, una lunga scrivania di mogano e una grande finestra dalla forma rotonda. Il letto è a soppalco e lo si raggiunge grazie ad una scaletta, anch'essa di mogano. Su tutte le pareti, Gwen ha attaccato ritagli di riviste di moda e varie foto che ritraggono lei e i suoi amici. Questo la dice lunga su che tipo di persona sia ed io ne sono inconsciamente affascinata.
"Ciao Isa!". Alzo lo sguardo e vedo Cos seduta sul letto mentre accarezza un gatto, che suppongo sia di Gwen. "Aspetta un attimo, ché scendo a salutarti per bene. Sempre se prima non inciampo su questi scalini di merda". Gwen alza gli occhi al cielo.
"E' da tre anni che vieni a casa mia e ancora non hai imparato a scendere quegli scalini. Secondo me hai dei problemi!". Cos fa una smorfia e, quando riesce a toccare il pavimento sana e salva, viene a darmi un bacio.
"Allora, ragazzuole, che cosa ci mettiamo?", esordisce Gwen dopo i convenevoli.
"Beh, io avevo pensato di indossare qualcosa di casual..", azzardo.
"Non dirmi che vuoi andare alla festa vestita.. così?". Mi guarda con disappunto e non posso fare a meno di imbarazzarmi. Cosa c'è che non va? In fin dei conti indosso solo un paio di jeans, una maglia blu con lo scollo a barchetta e delle Converse blu. Sono un po' rovinate, ok, ma sono comunque scarpe.
"Beh, io.."
"No. No. No. Non dire nulla. Ci pensiamo noi. E' la tua prima festa qui e dovrai lasciare tutti senza fiato". Cos annuisce alle parole di Gwen e mi fa un occhiolino. Lasciare tutti senza fiato? Ci saranno talmente tante persone che dubito sia possibile lasciare tutti senza fiato. Ma non mi sembra il caso di replicare, visto che sembrano piuttosto sicure di ciò che devono fare.
"Anche perché ho notato come guardi Liam..". Cos è una brava osservatrice e la cosa mi mette a disagio. Forse non sono stata così discreta come pensavo. "L'altra mattina, quando è entrato in classe, non gli hai tolto gli occhi di dosso per cinque minuti buoni". Colta in flagrante.
"Beh, sì, è un bel ragazzo, ma il mio interesse si ferma qui. Voglio dire, neanche lo conosco", mentre mi giustifico non riesco a sostenere i loro sguardi, quindi alzo il mio e noto un enorme pannello bianco pieno di firme e dediche proprio dietro il letto di Gwen.
"Cos'è quello?" chiedo, indicando il pannello. 
"Oh, quello è il pannello che ho messo all'entrata della mia festa dei diciott'anni. Chi voleva, poteva mettere una firma o una dedica", dice distrattamente.
"Hai molti amici..". Lei alza un sopracciglio, mi guarda e mi sorride.
"Conosco molte persone, l'amicizia è un'altra cosa". La sua espressione diventa tesa e Cos, accorgendosene, smorza l'atmosfera.
"Il tuo compleanno quand'è?"
"A dire il vero è stato il 16, il giorno prima di arrivare qui da voi". Non so perché ma in quel preciso istante mi viene in mente il pacchetto che mi ha dato Zayn. Non l'ho ancora aperto. Forse dovrei farlo.
"Ma come? Perché non ce l'hai detto prima?! Allora stasera festeggeremo anche il tuo compleanno!". Cos batte le mani entusiasta e aggiunge: "Motivo in più per bere". Mi fa l'occhiolino.
"Sì, certo, tutto questo è bellissimo, ma se non iniziamo a prepararci, alla festa non ci arriveremo mai. Muovete i vostri culetti e diamoci una mossa!". Gwen mi dà una pacca sul sedere. Sembra conoscermi da sempre. Ci dirigiamo verso l'armadio e Gwen ci dà il via libera per prendere qualsiasi cosa ci piaccia. Mentre per Cos l'imbarazzo è derivato solo dalla scelta, per me è derivato anche dal fatto che Gwen è molto alta e molto magra, al contrario di me, che sono di qualche centimetro più bassa e più formosa. 
"Gwen, dubito i tuoi vestiti possano entrarmi", le dico amareggiata. Non è che io non mi piaccia, anzi, mi ritengo una ragazza abbastanza piacente, solo che ogni volta che devo affrontare il mio corpo davanti agli altri, non mi sento a mio agio. 
"Non devi preoccuparti, anzi: molti dei miei vestiti staranno molto meglio a te, piuttosto che a me, visto che li ho comprati nella speranza che qualche parte del mio corpo lievitasse!" e mentre lo dice, si tocca il petto e il sedere, assumendo un'aria piuttosto buffa. Cos le dà una schicchera in testa.
"Ma piantala! Magari ce l'avessi io il tuo fisico!". Osservo Cos di soppiatto. E' molto formosa: seno grande e fianchi pronunciati. Sembra la tipica ragazza mediterranea dei film anni '40.
"Sì sì, come no. Allora, Isa, prendo i vestiti che sicuramente ti staranno bene. A te neanche te li prendo, tanto l'armadio lo conosci meglio di me!", rivolgendosi a Cos.
Di tutti i vestiti che mi procura, uno mi colpisce particolarmente: si tratta di un vestitino nero lungo fino a metà coscia, con su ricamato del pizzo nero, lo scollo a barchetta e le maniche lunghe interamente di pizzo. Il fatto che abbia la cucitura sul giro vita fa sì che i miei fianchi sembrino più morbidi e, guardandomi allo specchio, mi trovo niente male: elegante e accattivante al tempo stesso. Per quanto riguarda le scarpe -sì, tutte e tre abbiamo lo stesso numero- opto per un paio di semplici decoltè nere di velluto con il plateau, che slancia la gamba. Del make-up, invece, se ne occupa volontariamente Cos, che decide di ispirarsi a Marilyn Monroe: eye liner nero, tanto mascara "ché rende gli occhi da cerbiatta" -sue testuali parole- e rossetto rosso spento. Lascio i capelli sciolti, cosicché il biondo chiaro contrasti con il nero del vestito e i riccioli mi incorniciano perfettamente il viso rotondo. Mi piace avere il collo scoperto, così non indosso alcuna collana, e intendo lasciarmi gli orecchini di zircone, che danno luminosità. 
"Beh, direi che sono pronta!", esulto.
"Beh, direi che sei figa!". Gwen mi guarda come una mamma guarda sua figlia prima del ballo scolastico. Commossa, forse, è il termine giusto. Anche loro sono bellissime: Gwen indossa una gonna nera di tulle a vita alta, una semplice canottiera bianca merlettata, una giacca di pelle nera con le maniche a tre quarti e le spalline borchiate e completa il suo look da rockstar con un paio di anfibi di pelle nera. Cos, invece, opta per un look più "romantico": tubino rosa pallido che lascia scoperta metà schiena, mini cintura rosa antico di velluto che le stringe il punto vita e decoltè di velluto color crema. Mi piacciamo parecchio!

 

La casa di questa Jenna è il delirio. Inutile dire quanto sia grande, figa, supermegaiper la sua villa, ma rimane comunque un delirio: c'è chi vomita sul prato, chi si sveste senza apparente motivo e chi piange urlando a squarciagola "Jason ti amo!". Personalmente io non potrei mai prendermi la responsabilità di dare una festa così, anche perché la mia pigrizia mi impedirebbe di mettere a posto la mattina seguente. In ogni caso, in questo momento ho perso sia Gwen che Cos e le uniche facce amiche che conosco o non sono ancora arrivate o non le vedo perché non ho gli occhiali da vista. L'unica cosa che mi resta da fare è bere, mettermi in un angolo e deridere subdolamente i ragazzi che tentando squallidi approcci con le ragazze. Prendo una birra chiara e, come da programma, trovo un angolino accogliente. Mi trovo ad assistere ad una serie di scene pietose infinite, finché il mio sguardo non si posa su una coppia che si bacia appassionatamente dall'altra parte della sala: lei è seduta sul pianoforte e lui, in piedi, le cinge i fianchi con le mani. Ci sa fare, il biondino. Anche Zayn ci sa fare. No. Isabella, no. Avevi giurato che almeno stasera non ci avresti pensato. Piantala.

"Carini, eh?". Una roca voce maschile interrompe bruscamente il mio monologo interiore. Mi volto e vedo questo ragazzo alto e riccio che attende una risposta con un sorriso beffardo.
"Sono carini finché durano". Ed ecco a voi la vincitrice del premio SONO CINICA E ME NE VANTO: Isabella Palmer!
"Beh, lui lo conosco, è mio amico e intende farla durare. Volere è potere". Ma questo pseudo-filosofo da quattro soldi da dove è uscito?
"Se lo dici tu.."
"Sei sempre così ritrosa verso le persone?". E tu ti sei avvicinato per psicanalizzarmi?
"Se non mi trovi di compagnia, puoi anche tornare da dove sei venuto". Ma chi gli ha chiesto niente.
"No, sei bella. Non sarai di compagnia, ma sei bella e mi piace guardarti e mi piacciono anche i tuoi modi sgarbati". Mi avvicino al suo viso e lo annuso. Non sembra aver bevuto.
"Perché mi hai appena annusato?"
"Volevo accertarmi che tu non fossi ubriaco". Rispondo con nonchalance. Lui si schiarisce la voce.
"Io sono ubriaco e tu ora sei bellissima. Domattina sarò sobrio, ma tu sarai comunque bellissima".
"Ma non era la frase di un film?". Inizia a ridere.
"Sì! Che palle, cercare di conoscerti è più complicato del previsto".
"Allora va' da qualche altra ragazza con la quale è più semplice approcciare, se io ti sembro tanto complicata, no?". Si irrigidisce, inarca un sopracciglio e sorride.
"Ti ho già detto che non me ne vado. E anche se poi ti allontanerai tu, sappi fin da subito che saprò ritrovarti". Oh, andiamo: questo è il quartiere degli stalker!
"Allora ti comunico che sto per allontanarmi. Ma sappi che non ci sarà una ricompensa, nel caso tu mi ritrovassi". Per una frazione di secondo, la luce illumina il suo viso: i suoi occhi sono verde smeraldo e i suoi capelli perfettamente ricci. Ha l'aria di uno che sa quello che vuole e la cosa mi piace da morire.
"Oh, fidati: quando ti ritroverò -perché lo farò- non ci sarà bisogno della ricompensa, perché ti avrò già ottenuta". La sua voce sicura provoca un brivido che mi attraversa la schiena. Mi avvicino al suo orecchio e, prima di allontanarmi, gli sussurro:
"Volere è potere".



Angolo autrice:

Hello people!
Questo è un capitolo di passaggio, diciamo. Spero vi piaccia e spero la storia, che si sta infittendo, vi incuriosisca.
Sono sempre gradite recensioni, così posso capire cosa vi va a genio e cosa no!
Enjoy!
I.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Verde, come la speranza riposta nei suoi occhi ***


Riesci a leggere la mia mente?

Verde, come la speranza riposta nei suoi occhi




"L'ho fatto di nuovo sapendo che sarebbe stato sbagliato,
eppure mi sembrava la cosa giusta
"

 

 

Questa casa ha troppe stanze e il mio senso dell'orientamento è troppo scarso. Mi è sembrato di vedere Cos prendere una birra, ma, seppur la distanza fra noi due fosse breve, l'orda di gente impazzita mi ha impedito di raggiungerla. Di Gwen nessuna traccia. Mi sento un cucciolo di zebra in una fossa piena di leoni. In tutto ciò, riesco a trovare un bagno, finalmente. Temevo avrei dovuto fare la pipì in giardino! Ne approfitto anche per mandare un sms a papà: "Papi, tutto bene. Torno verso le 3 e mezza, mi riaccompagna Constance. Buonanotte!". A dire il vero non mi sono organizzata per il ritorno, ma non voglio che rimanga sveglio per venirmi a riprendere solo perché sono pigra e non voglio prendere la patente. Un modo per tornare lo troverò. Uscendo dal bagno, m'imbatto in Louis: una visione.
"Louis! Finalmente sei arrivato!", urlo entusiasta. Lui si volta verso di me, mi osserva dalla testa ai piedi e mi rivolge un sorriso meravigliato (e meraviglioso).
"Scusami, ci conosciamo? Non penso di averti mai vista prima d'ora!"
"Cretino, stai dicendo che gli altri giorni sono un cesso ambulante?"
"Ah no, ti conosco. La tua acidità è inconfondibile", mi dà una pacca sulla spalla e, mentre distolgo lo sguardo da lui, intravedo la perfezione che cammina. Liam stasera è qualcosa di indescrivibile e la mia bocca ancora semi aperta ne è la dimostrazione.
"Ehi, ma che delirio c'è stasera?", si rivolge solo a Louis, di me non si è neppure accorto. Ho parlato troppo presto: mi sta guardando.
"Cazzo, Isa: sei.. Wow. Sei magnifica". Tu, essere perfetto, proprio tu dici a me che sono magnifica? Posso morire felice.
"Ti ringrazio". Cerco di nascondere la felicita, ma il mio sorrisino soddisfatto mi frega. Questa è quel che si dice un'iniezione di autostima.
"Andiamo a prendere da bere, su". Liam e Louis non considerano nemmeno il tavolo delle birre e passano subito a quello dei cocktail e superalcolici.
"Tu che vuoi, Palmer?"
"Ti ho già detto di non chiamarmi per cognome". Louis alza gli occhi al cielo.
"E dai, cosa vuoi?!". Cosa voglio..
"Un Sex on the beach!". La cosa più leggera che mi viene in mente.
"Ah, vuoi fare sesso su una spiaggia con me? Dovremmo prendere la macchina, ma va bene". Ora è Liam ad alzare gli occhi al cielo e lo guarda con aria di disappunto, anche se non riesce ad evitare di sogghignare. 
"Allora, tre rum e pera". Prende sei bicchierini.
"Scusa, io avevo gentilmente chiesto un sex on the beach!"
"E' un cocktail per femminucce".
"Scusa, cerchi d'insinuare che io non sia una ragazza?".
"Palmer, bevi e stai zitta per un secondo!". Ehi..
"Ecco qui da bere!". Il sorriso di Liam distoglie i miei pensieri da tutti gli insulti che stavo per rivolgere a Louis.
"Allora, a cosa brindiamo?". Mmm.. A me che sono nuova? Egocentrismo del sabato sera.
"Io propongo di brindare al resto della serata!". Liam alza il bicchierino di rum in alto.
"Al resto della serata!", urliamo tutti e tre e buttiamo giù il nostro rum e pera come fosse acqua.

 

Ora, io non so come un rum e pera sia magicamente diventato altri dieci cocktail diversi, ma di una cosa sono certa: sono ubriaca. E neanche poco. E lo deduco dal fatto che, in condizioni normali, non ballerei mai da sola nel bel mezzo di una sala piena di gente che mi incita a continuare. Non so cosa di preciso mi fa giungere alla conclusione che ballare non è più divertente, quindi mi fermo ed esco dalla sala, nonostante qualche coro contrariato dalla mia uscita barcollante. Ma di chi è questa festa? Io non conosco queste persone, cazzo! Però mi fanno ridere. Guarda questa faccia da scemo che mi viene incontro!
"PALMER!". Ah, ma è Louis! Ride come uno scemo urlando il mio cognome. "A PALMER PIACCIONO LE PALME. PALME BLU ROSSE GIALLE E VERDI!".
"No, io preferisco le palme fucsia, Tomlinson e tu, evidentemente, non sei una palma fucsia, quindi non parlarmi!". Acida pure da ubriaca. Se ne va e inizia ad
importunare un altro gruppo di persone. La sua ubriacatura può essere definita "molesta".

"Isa, stai bene?". Ecco Liam. Quanto sei bello.
"Quanto sei bello". 
"Ehm.. Grazie. Anche tu lo sei, molto. Sei sicura di stare bene?". Sì, sto bene. E se mi dici di nuovo che sono bella, starò ancora meglio.
"Sì, sto bene. E se mi dici di nuovo che sono bella, starò ancora meglio". Mi sorride e mi guarda con aria impertinente.
"Sei un bel tipo, lo sai?". Tu sei un bel tipo e lo penso dal primo momento in cui ti ho visto.
"Tu sei un bel tipo e lo penso dal primo momento in cui ti ho visto".
"Ah, capisco. Tu fai parte delle ubriacature dico-esattamente-quello-che-penso". Mentre mi dice questa cosa, si avvicina notevolmente al mio viso. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro, mentre con l'altra mano cerca la mia. O mio Dio, sta per dichiararsi.
"Forse domattina non ricorderai neanche quello che sto per dirti, ma ho capito che sei una persona affidabile. Un po' strana, ma affidabile". E dai, arriva al sodo..
"Mi piace Gwen, da morire, da sempre". Aspetta. Momento, momento, momento. Che cosa? Forse ho sentito male. Forse ho bevuto troppo e non ho capito bene.
"Cosa?"
"Mi piace Gwen! Lo sto dicendo a te perché so che se lo dicessi a Cos, lei glielo andrebbe a riferire subito. Invece pensavo che, dicendolo a te, avresti potuto aiutarmi a conquistarla senza dirle nulla". I miei riflessi mi stanno abbandonando e io, di conseguenza, mi abbandono ad una risatina isterica, sfociando un una chiassosa risata. Quando termino di ridere, lo vedo guardarmi con aria interrogativa e circospetta e, spostando lo sguardo poco più a sinistra, noto il ragazzo riccio di prima poggiato con la spalla destra sullo stipite della porta, a braccia conserte; con una delle due mani tiene un bicchiere rosso di plastica. E' decisamente sexy. Si avvicina a noi con cautela e, dopo aver sfoggiato un sorriso malizioso e divertito, dà una pacca sulla spalla a Liam.
"Ehi, Liam!". Quindi sono amici..
"Guarda chi si vede! Ti stavo cercando prima. Niall è arrivato?". Quando Liam contraccambia la pacca sulla spalla, non posso fare a meno di pensare a quanto siano ridicoli i maschi che, per mostrarsi virili, si picchiano invece di salutarsi, anche quando un "ehi, ciao" sarebbe sufficiente.
"Sì, siamo arrivati insieme. Ora è da qualche parte con Jess". Ah, Niall è il biondino che baciava la tizia sul pianoforte. Almeno credo. Le mie doti intuitive sono piuttosto scarse a questo punto della serata.
"Ma non mi presenti la tua ragazza?". Mi guarda inarcando un sopracciglio, attendendo una risposta da Liam.
"Oh, no! Non stiamo insieme! Lei è la ragazza nuova di cui ti parlavo". Io sono la ragazza nuova di cui gli parlava. Sicuramente gli avrà parlato di me quando gli ha mostrato il piano di conquista di Gwen. Bello schifo.
"Piacere, Isabella Palmer". Mi affretto a presentarmi, perché sento le lacrime che salire come un fiume in piena e non voglio che tutti si ricordino di me come l'ubriacona che piange. Voglio andarmene da qualche altra parte.
"Il piacere è tutto mio, Isabella Palmer". La sua mano è morbida, grande e liscia e la sua stretta è forte e rassicurante. Mi chiedo solo perché non mi dice il suo nome. Ma soprattutto perché da quando Liam mi ha confessato di Gwen mi sono ammutolita. Voglio dire, in fondo lo conosco da tre giorni e caratterialmente non so neanche che tipo sia, quindi che m'importa se gli piace un'altra? 'Fanculo essere razionali. Zayn mi ha lasciata perché ha preferito un'altra. A Liam non piaccio perché preferisce un'altra. Cosa ho io, di preciso, che non va? Questo pensiero malinconico viene -fortunatamente- interrotto dall'espressione preoccupata di Liam alla vista di Louis che si sta rendendo ridicolo davanti a tutti gli invitati, dichiarando di essere in grado di trasformare il vino in acqua. 
"Scusate, ragazzi, vado a recuperare la situazione". Liam mi lascia sola col ragazzo riccio, che si sposta alla mia destra. Avvicina le labbraal mio orecchio, la musica è assordante.
"Ti avevo detto che ti avrei ritrovata". Spostandosi, si porta il bicchiere alla bocca.
"Non è tanto difficile: la casa è solo questa", dico, cercando di sembrare composta.
"Mi sottovaluti, signorina Palmer".
"Sto solo dicendo quello che penso".
"Ti piace Liam?". Sì, ma tanto a lui non piaccio, quindi è inutile.
"No".
"Temevo di sì".
"Ti ho detto di no". 
"Bene, allora, se è così..". Mi prende la mano e, facendosi largo tra la folla, mi trascina in uno degli infiniti bagni della casa di Jenna. Dopo pochi secondi, mi ritrovo seduta sulla lavatrice, mentre lui è esattamente davanti a me, che circonda i miei fianchi con le sue braccia. La tensione nell'aria è palpabile: lui mi vuole tanto quanto lo voglio io e me ne rendo conto perché la luce nei sui occhi lo tradisce. Mi bacia violentemente. Le nostre lingue si intrecciano, creando così una danza veloce e armoniosa. Con la mano destra mi tiene la testa, mentre con la sinistra spinge i miei fianchi contro i suoi. Improvvisamente si stacca.
"Chi sei tu?". La sua voce è frazionata da piccoli gemiti ed è estremamente sexy. Non gli rispondo: non so chi sono. Di certo la ragazza che in questo momento è ubriaca sopra una lavatrice non sono io. Almeno non l' "io" che mi piace mostrare agli altri. 
"Vieni con me". Riprende dalla mia mano e, ancora una volta, mi trascina tra la folla. Dopo diversi tentativi falliti, trova una camera vuota. La stanza è piuttosto ampia e il colore base è il verde: la tappezzeria è verde brillante, le lenzuola sono di un verde spento e la trapunta è di seta verde smeraldo. Prima di chiudere la porta a chiave, il ragazzo riccio si gira verso di me. I suoi occhi: verdi. Avanza lentamente. Non so se è solo per l'alcol o se influisce anche il fatto che con la camicia semi sbottonata e i capelli arruffati assume ancora più fascino, ma so per certo che ho una voglia irrefrenabile di essere baciata come prima. Ora è qui: pochi millimetri dividono i nostri volti, ma la distanza sembra infinita.

"Isabella", pronuncia il mio nome scandendo ogni lettera. "Isabella: non potevi avere un nome più appropriato". Sorride e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sono in estasi. Qualche istante dopo, i nostri corpi sono selvaggiamente avvinghiati senza vergogna, come se i movimenti dell'uno fossero già noti all'altro da tempo. 
Forse stavamo facendo l'amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un giorno di tregua ***


 

Riesci a leggere la mia mente?

Un giorno di tregua



"Ma forse sono innamorato di te
solo quando mi svegli
"

 

 

22 gennaio 2012

 

Che dolore, la testa. Fatico ad aprire gli occhi, me li strofino e sento il mascara che si espande sulle palpebre e sulle guance. Questo letto è comodissimo, dovrei vedere la marca del materasso. Mi posiziono sul fianco sinistro con il gomito poggiato sul cuscino. Il ragazzo riccio, nella stessa posizione, mi guarda e mi sorride.
"Sei bellissima mentre dormi". Allora è vero: ho dormito con un estraneo, nel letto di un'estranea, a casa di un'estranea.
"Che ore sono?". Sento una band metal suonare nella mia testa, mi sta per scoppiare.
"Le 3.10. Ti ho lasciata dormire, non volevo disturbarti.."
"Merda, tra un quarto d'ora devo essere a casa! Hai la macchina?". Ti prego, dimmi di sì, oppure sarò messa in punizione per il resto dei miei giorni.
"Sì, ti accompagno io. Dove abiti di preciso?".
"Non troppo lontano, a dieci minuti da qui. Grazie".
Mentre mi sorride, si rimette i pantaloni e io faccio lo stesso con il vestito di Gwen. Chissà dov'è adesso, non l'ho vista per tutta la serata. In effetti gran parte della serata l'ho passata in questa camera, sarebbe stato difficile vederla. Cerco di darmi una sistemata veloce.
"Lascia perdere, così sei anche più bella". Ma non fa altro che dire che sono bella? Per carità, mi fa piacere, ma almeno variasse un pochino. Lo guardo e abbozzo un sorriso imbarazzato. Sgattaioliamo via dalla stanza e la festa è ancora al suo apice. Passando dal salone all'atrio, riesco a scorgere Cos e Gwen che parlano con due ragazze che non conosco. Vorrei andare lì a salutarle, ma è troppo tardi. 
In macchina sono confusa ed imbarazzata, cosa che lui non sembra essere affatto.
"Grazie ancora per il passaggio".
"Mi hai già ringraziato prima, tranquilla".
"Già.."
"Tutto bene?". Non lo so. Lui è così carino con me, ma non capisco come io posso aver avuto questa mancanza di giudizio.
"Sì, tutto ok. Tu, tutto ok?"
"Mai stato meglio". Mi fa sorridere. 
"Eccoci, casa mia è quella lì". Indico una piccola villetta bianca. Fortunatamente tutte le luci sono spente. Dopo aver accostato di fianco al vialetto, spegne il motore e si volta lanciandomi uno sguardo che non comprendo. In quel momento realizzo che non conosce neppure il suo nome.
"Come ti chiami?". Alza il sopracciglio sinistro e allunga la sua mano verso di me.
"Piacere, Harry Styles". Harry Styles. Aspetta un secondo.. O mio Dio. O MIO DIO. Harry Styles! L'Harry di Gwen!? O mio Dio, mi sento male. Devo avere un'espressione orribile, perché lui mi lancia uno sguardo preoccupato.
"Ehi.. Cosa c'è?".
"Niente, devo scappare, ciao. Grazie ancora". In meno di un secondo sono davanti alla porta di casa e Harry è ancora nel vialetto per accertarsi che io entri prima che se ne vada. Non voglio crederci. Perché non gli ho chiesto prima il suo nome? Perché non mi sono fatta venire lo scrupolo tre ore fa? La casa è silenziosa, tutti dormono e sto attenta a non fare rumore. Entro nella mia camera e alla velocità della luce indosso il pigiama, mi strucco e mi lavo i denti. Spengo la luce e mi metto subito sotto le coperte. Quando si è al buio, prima di dormire, non è possibile mentire a se stessi: io sono andata a letto con Harry, lo stesso Harry per cui Gwen ha una cotta. A mia discolpa, posso dire che non sapevo chi fosse prima di andare a letto con lui. A mio sfavore, però, c'è da dire che potevo risparmiarmi di andare a letto con uno sconosciuto. Mi odio: la mia insicurezza è una mina vagante che cerca conferme scoppiando nei momenti meno opportuni e mi viene da piangere non tanto per quello che ho fatto, ma per il motivo per cui l'ho fatto ed ora non so come uscirne. Chiudo gli occhi e cado in un sonno profondo.

 

Mi risveglio con la luce del sole che colpisce il mio viso ed è una sensazione piacevole, visto che solitamente piove. Dopo essermi stiracchiata per due minuti buoni, guardo l'orologio: 11.34. Esco dalla mia stanza e il silenzio insolito della mia casa mi dice che sono sola. Perfetto: adoro svegliarmi da sola. Scendo in cucina, accendo la radio e preparo la colazione. Le note di The Hardest Part dei Coldplay pervadono la cucina e io mi ritrovo a canticchiare "And the hardest part was letting go, not taking part: you really broke my heart". Come sempre, il destino si prende gioco di me. Porto il computer in cucina e, mentre mangio, entro nel mio account: sono stata taggata in dieci foto della festa; non mi ero neppure accorta che qualcuno stesse facendo delle foto. Fortunatamente nella maggior parte di esse o sono lontana o sono di spalle, tranne due in cui mi si vede bene: la prima ritrae Louis, Liam e me che ridiamo di gusto davanti a dei bicchierini vuoti; nella seconda, invece, sono con Harry: lui mi guarda col bicchiere alla bocca e io che rivolgo il mio sguardo altrove, sempre sorridendo. Pochi minuti dopo, mi arriva la notifica di una richiesta d'amicizia. E' Harry. Accetto o non accetto? Magari accetto tra un po' di tempo. O forse è meglio accettare adesso. Cazzo, è ridicolo: sono andata a letto con questo ragazzo e ora sono titubante sull'accettare questa "amicizia" virtuale. I social network sono un'arma a doppio taglio. Accetto e spengo subito il computer. Lavo la tazza della colazione mentre la radio passa una canzone degli Oasis. Mi pare di aver sentito Liam dire che gli Oasis sono una delle sue band preferite, qualche giorno fa. Tornata in camera, cerco di mettere in ordine la mia scrivania e trovo il pacchetto che mi ha dato Zayn l'altro giorno. Lo apro: una chiave d'argento lavorato. Cosa mi rappresenta? Spero non si tratti della banale "chiave del suo cuore", perché altrimenti gliela tiro in faccia. Mi sforzo, ma non riesco a capire a cosa alluda questo regalo e la mia curiosità mi impedisce di ignorarlo. Gli mando un messaggio.
- Ho aperto il regalo: cosa significa?
Questione di secondi e arriva la sua risposta.
- Al palazzo rosso di Camden. Oggi alle 17.
Ok, che cos'ha in mente? Perché questo ragazzo ha la capacità di mettermi in crisi ogni volta che ho a che fare con lui? E' assurdo come una persona con cui hai passato un anno e mezzo in serenità, senza mai aver avuto paura di essere te stessa, possa diventare un estraneo di cui temi le reazioni e i giudizi. Anche se è lui ad essere in torto, non posso far a meno di pensare che se io fossi stata migliore, lui non mi avrebbe lasciata. Mi arriva un messaggio sul cellulare, ma in realtà sono tre notifiche, quindi accendo nuovamente il pc: la prima è la richiesta per un gioco, la seconda è un commento di Louis alla nostra foto "Perché Liam è l'unico venuto bene?" e, in effetti, ha ragione: Louis ed io sembriamo appena usciti da una casa dell'orrore; la terza notifica è una mail da parte Harry:
- Ho ancora il tuo profumo addosso e l'immagine di te che dormi impressa nella mente. Non mi era mai successo e non nego che la cosa mi spaventa.
Ventinove parole bastano a scatenare un terremoto emotivo. Ventinove parole e vorrei che Harry fosse qui davanti a me, ora. Anche se so che non dovrei volerlo, non dovrei neanche pensarci.
- Spaventa anche me.
- Voglio rivederti.
- Tanto ci vedremo a scuola.
- Voglio vederti da solo.
- Non penso sia la cosa giusta.
- Perché?
- Non posso spiegartelo.
- Spiegami.
- Non posso, te l'ho detto.
- Ti vedi con qualcun altro?
Questo pomeriggio mi vedo con il mio ex ragazzo davanti ad un palazzo rosso a Camden, però per il resto non vedo nessun altro.
- No. Scusami, ma ora devo andare. Ci vediamo.
- Questo tuo essere distaccata mi sta solo invogliando di più ad affrontare questa sfida. Non sottovalutarmi, signorina Palmer: ti ricordo che l'hai già fatto una volta e ti ho fatto ricredere. Fa' come se ti stessi baciando.
Ma chi si crede di essere? Io sarei una sfida, poi? Però la parte del bacio non mi dispiace affatto.

 

 

Sono le 16.30 ed è ora che io esca da casa se non voglio fare tardi all'appuntamento.
"Mamma, io sto uscendo!". Urlo, scendendo le scale.
"Dove vai, amore?"
"A Camden!
"Con chi vai?"
"Alcuni della classe nuova!". Non posso dirle del mio incontro con Zayn, anche perché dopo aver visto in che stato mi ha ridotta quando mi ha lasciata, penso faccia qualche magia voodoo contro di lui.
"Torni a cena?"
"Credo di sì, al massimo ti mando un sms se resto fuori! Ciao mami, a dopo!". E' tardissimo, quindi corro per raggiungere la metro, che per arrivare Camden impiega circa 15 minuti. Esco dalla metro e mi avvio verso il palazzo rosso, che poi è il palazzo davanti al quale Zayn mi ha baciata la prima volta. Romanticone. Sono le 17.10 e di Zayn non c'è traccia. Mi arriva un sms: 
- Suona il citofono, poi vai al terzo piano.
Grazie, genio, ma se non mi dici a quale cognome devo suonare.. Vabè, ne spingo uno a caso, qualcuno mi aprirà. E infatti mi aprono. Mi dirigo al terzo piano e mi ritrovo davanti ad un'immensa porta di legno massiccio: ecco il perché della chiave. La prendo, la infilo nella serratura e apro la porta. L'appartamento è spettacolare: il pavimento è un parquet di legno chiaro e lucido, mentre le pareti e i mobili sono bianchi. E' spazioso e luminoso, un grande rifugio nelle giornate malinconiche. Peccato che Zayn non sia neanche qui. Avanzo, guardo estasiata il salone e il camino ad angolo, il bagno con la grande doccia a vetri, finché non m'imbatto in una stanza completamente priva di mobili. Esattamente al centro della stanza ci sono un proiettore piuttosto antico, di quelli che riproducono le diapositive -uno di quegli aggeggi vintage che piacciono a me- ed un libro. Mi siedo affianco a questi oggetti e riconosco subito il libro: l'avevo lasciato a casa di Zayn qualche mese fa e mi sono sempre dimenticata di farmelo ridare indietro; si tratta di una raccolta di poesie di vari autori, anche stranieri, e in una delle pagine c'è un segno. Sfoglio il libro fino ad arrivare alla pagina indicata: "Non t'amo come fossi rosa di sale" di Pablo Neruda s'imbatte su di me. Tre versi sono sottolineati: "T'amo senza sapere come, né quando né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti". Ed io che ero convinta che non l'avrebbe mai neanche sfogliato, questo libro. Lo poso sulle mie gambe ed accendo il proiettore; una specie di occhio di bue viene proiettato sul muro e le diapositive compaiono con esso: la maggior parte delle foto ritraggono Zayn e me che ci baciamo o che ci abbracciamo, ma quella che mi colpisce di più è una foto che avevo completamente dimenticato, in cui ridiamo e camminiamo per le vie di Madrid, che risale a prima che ci mettessimo insieme, quando eravamo solamente amici. Finite le diapositive, spengo il proiettore e mi alzo in piedi con in libro in mano. Ora il copione vorrebbe che Zayn spuntasse fuori dal nulla, che io mi abbandonassi alla stretta delle sue forti braccia e che ci baciassimo appassionatamente. Invece no. Zayn non spunta fuori e io continuo ad esplorare la casa. Dopo un quarto d'ora, esco da lì e vado a farmi una passeggiata per Camden Town, recandomi subito nel mio negozio preferito, che si trova in una via sperduta e che vende solo oggetti vintage. Comprerei di tutti, qui dentro. Nel frattempo mi arriva un altro sms.
- Amo come si illuminano i tuoi occhi quando vedi qualcosa che ti piace.
Zayn è qui? Non lo vedo. Mi guardo intorno, ma niente: non c'è. Mi sento piuttosto a disagio sapendo di essere osservata e, mentre ripongo il cellulare in borsa, qualcuno mi sfiora un fianco. Zayn è davvero qui, davanti a me, con un enorme mazzo di tulipani arancioni in mano. La mia prima reazione è una risata: una cosa che si era sempre ripromesso era quella di non fare mai gesti romantici perché "questa è la vita reale, mica una commedia anni '80" e, invece, eccolo qui con quest'aria imbarazzata e buffa.
"Sono i tuoi fiori preferiti..".
"Non dovevi".
"Volevo". Non so con quale faccia rifiutarlo. E' vero, ha sbagliato, ma sta facendo del suo meglio per rimediare.
"I fiori, il libro, le diapositive.. Io apprezzo tutto questo, ma non è così che si riconquista la fiducia, Zayn. Non puoi biasimarmi quando ti dico che ci vorrà un po' di tempo".
"Stai dicendo che mi darai un'altra possibilità?".
"Sto dicendo che ci penserò su. Sono tonta, ma non scema. Nessuno vuole soffrire due volte di seguito".
"Prenditi il tuo tempo, io non vado da nessuna parte. Io ti aspetto".
"E se alla fine non dovessi arrivare?".
"E se alla fine non dovessi arrivare, avrò comunque aspettato qualcosa per cui vale la pena aspettare, qualsiasi sia l'esito".
"Perché hai la chiave di quella casa?".
"Mia nonna materna me l'ha lasciata in eredità e, siccome ora ho diciotto anni, quella casa è ufficialmente mia".
"Vai a vivere da solo?".
"Quella era l'idea".
"E non lo è più?".
"Sì, lo è ancora. Solo che il pensiero di svegliarmi solo tutte le mattine in quella casa così grande non mi piace molto". Lo dice e mi guarda con due occhioni dolcissimi. Oh, senti un po': Zayn il solitario che non vuole svegliarsi solo.
"Puoi sempre invitare i tuoi amici.. o le tue amiche..".
"Lo sai anche tu che non era quello che intendevo". Lo so che lo sai. 
"Devo andare". Prendo i fiori e usciamo insieme dal negozio.
"Vuoi un passaggio?". Indica la sua moto.
"Non penso che questo mazzo di fiori sia comodo durante il tragitto. Tranquillo, vado in metro".
"Ok. Ci sentiamo, allora. E Isa.. Io ti aspetto".
"Sì, ci sentiamo". Non mi ero resa conto di quanto tempo fosse passato, sono già le 21.30 e ho dimenticato di avvertire mia madre, quindi prendo il telefono per chiamarla, ma c'è un messaggio proprio da parte sua.
- Tesoro, papà ed io andiamo a cena fuori con Joe e Amber. Manda un messaggio quando sei a casa.
Perfetto, così non dovrò dare a nessuno spiegazioni suoi fiori. Appena tornata a casa, corro in camera e mi butto letteralmente sul letto. Per oggi ne ho avuto abbastanza; spengo il cellulare e non intendo accendere il pc per nessun motivo al mondo. Fino a domattina, Isabella Palmer è scomparsa per tutti. Buonanotte.

 

 


Angolo autrice

Saaalve! Nell'altro capitolo non ho messo l'angolo autrice, lo so, ma andavo di fretta! Scusate!
Fatemi sapere cosa pensate dell'intreccio, ché qua le cose si complicano..
Enjoy!
I.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Non è vero che ti penso ***


Riesci a leggere la mia mente?

Non è vero che ti penso


"Cosa ti costa provare?
La vita è breve, non lo scordare"

 

24 gennaio 2012

 

"No, Louis, quello che dici è semplicemente ridicolo!"
"No, quello che dici tu è ridicolo! Mi stai praticamente dicendo che Rafael Nadal non è forte! Tu sei pazza!"
"Vedi che non capisci niente di quello che dico? Io ho detto che Roger Federer è più forte di lui, non ho detto che non sia forte!"
"Senti, il punto è che Rafa ha avuto una brutta annata.."
"Anche Federer, eppure è sempre il numero 1 del mondo!"
"Ma cosa c'entra?!"
"Senti, ammetti che ho ragione e basta!"
"Mai". O Dio, com'è testardo.
"Di che si parla qui?". Liam si intromette nella nostra discussione.
"Di tennis! La qui presente Isabella Palmer SO-TUTTO-IO sostiene che Rafael Nadal sia meno forte di Roger Federer!"
"Beh, ha ragione. Federer è il più grande campione di tennis di sempre!". Bravo, Liam!
"Visto? Ho ragione io. Come sempre, del resto". La mia faccia è soddisfatta e questo manda in bestia il povero Louis, che si allontana dal nostro banco borbottando. Liam si siede accanto a me, prende una penna e inizia a scarabocchiare sul mio quaderno di arte.
"Scusami, il quaderno è mio. Sai com'è..". 
"Ah, scusami, pensavo fosse quello di Louis". Capisco che Louis possa sembrare un po' particolare, ma dubito che sulla copertina del suo quaderno ci sia scritto "I love boys, shoes and bags". Certo, se non fosse stato per mia madre, neanche il mio quaderno avrebbe quella stupida scritta, però uno si arrangia.
"Senti, ieri non ho avuto occasione di parlarti, visto che eri piuttosto irritabile", forse si riferisce a quando, tra la seconda e la terza ora, ho tirato un astuccio addosso a Louis perché mi aveva chiamata per cognome, "ma volevo chiederti se, per caso, ricordi quello che ti ho detto alla festa di Jenna". Certo che me lo ricordo: ti piace Gwen.
"No, non ricordo neanche di aver avuto una conversazione con te, sinceramente". Gli sorrido cercando di sembrare sincera. Voglio vedere cosa mi dice.
"Ah, beh.. Allora..". Viene salvato in corner dalla campanella di fine ricreazione. La cosa che mi rincuora è che ora c'è la lezione di letteratura internazionale, che poi è la mia materia preferita.

 

"Ora tu mi spieghi come sapevi quelle cose".
"Louis, se tu studiassi le sapresti anche tu".
"No, invece! Quelle cose non le sapeva nessuno, chiaro?"
"Non lo so perché le sapevo, insomma, le avrò lette da qualche parte, forse.."
"Fammi capire: tu sei arrivata una settimana fa, sei indietro con quasi tutti i programmi, vieni interrogata per la prima volta in letteratura e prendi una A perché hai letto qualcosa da qualche parte.. FORSE?!"
"Scusami eh, ma cos'hai da replicare tu che, da quanto ho capito, prendi sempre la sufficienza solo perché punti sulla tua simpatia?"
"Ok, è vero. Modestamente.."
"Non volevo elogiarti, anzi, volevo farti capire quanto sei scemo a non studiare, visto che potresti avere tutti voti eccellenti, se lo facessi". Chi ha il pane non ha i denti, è proprio vero.
"Ho smesso di seguirti quando mi hai dato dello scemo".
"SCEMO!". Louis è quel tipo di persona che odi proprio perché non riesci ad odiarla, anche se ti ci metti d'impegno. E lui, essendo molto intelligente, ha capito di farmi quest'effetto, quindi ci marcia sopra. Paradossalmente la cosa non m'infastidisce. Suonata l'ultima campanella della giornata, ci affrettiamo tutti ad uscire da quella stanza e, mentre varco la soglia della porta e metto le cuffiette dell'iPod, guardo di sfuggita il banco vuoto di Gwen: è dalla sera della festa che non la vedo. Cos ha detto che si è presa la febbre e che le è venuta la tonsillite: sfortuna nera, visto che si perde gli unici giorni soleggiati degli ultimi mesi. Prima o poi dovrò dirle di Harry, non posso vivere col senso di colpa. O forse è meglio chiedere consiglio a qualcuno, prima. Di solito di queste cose ne parlo a mia madre, ma non mi sembra il massimo confidarle che sono andata a letto con uno sconosciuto, da ubriaca. No, direi proprio di no. Louis men che mai: il massimo che potrebbe dirmi è "potevi venire a letto con me" e poi la butterebbe a ridere, cosa che non mi è affatto utile. Perché non Cos? Lei conosce Gwen e mi è sembrata da subito una ragazza con la testa sulle spalle. Un po' scontrosa alle volte, ma comunque a posto. Magari ne approfitto anche per capire che rapporto c'è tra Louis e lei, visto che per cavare di bocca parole sentimentali a Louis ci vorrebbero i riti di tortura maya. E' in momenti come questo che avrei bisogno dell'abbraccio di Hilary, la mia migliore amica da sempre. Da quando è partita per la Korea la sento raramente, ma mi manca come potrebbe mancarmi un arto. "Prendi questo cambiamento come un'occasione per ricominciare da zero, evitando troppe complicazioni", mi aveva detto quando le feci sapere che avrei cambiato scuola. Se questo è il mio approccio ai consigli, è inutile che io ne vada a chiedere uno riguardo questa situazione. In ogni caso, vada per Cos! Tentar non nuoce. Appena riuscirò a muovermi da queste maledette scale caotiche, le chiedo se vuole venire a studiare da me. 
"Cosa ascolti?". Mi volto a sinistra e Harry mi guarda attendendo una risposta, con aria distaccata.
"Scusa, non ho sentito". Tolgo una cuffietta.
"Ti ho chiesto: che cosa ascolti?". Il tono sgradevole con cui mi ripete la domanda mi fa venire voglia di buttarlo giù per le scale.
"Use Somebody dei Kings of Leon".
"Bellissima canzone".
"Lo so".
"Ti sei mai accorta che rispondi spesso dicendo "Lo so"?"
"Magari è perché le cose che affermi sono banali".
"O magari perché sei solo una ragazzina saccente". Ok, adesso sta esagerando. Tutto, ma non saccente. Sceso l'ultimo gradino, lo prendo per un braccio e lo sposto a sinistra dell'atrio, dove c'è meno gente.
"Senti un po', capelli ribelli Styles: io non ti ho fatto assolutamente nulla e, se devo essere sincera, non avrei alcun interesse a farti qualcosa, quindi piantala di fare lo stronzo!". E che cazzo! La sua espressione si rilassa ed emette una lieve risata. Come si diverte a provocarmi.
"Che cosa ti ridi, testa di pera?!". Ma è scemo?
"Se tu non avessi interesse nei miei confronti come dici, allora non staresti qui a rimproverarmi per come ti ho risposto: mi avresti ignorato e te ne saresti andata". 
"La tua toria non è fondata. Non ti sfiora il pensiero che, ad esempio, io vorrei solo un rapporto pacifico e senza tensioni?"
"Per quel poco che ti conosco, posso dire che il rapporto pacifico nel tuo stile". Mi sta dando della polemica? Sento la vena pulsare nella mia fronte. Tempo cinque secondi e me ne vado. 1, 2, 3, 4..
"Bello il mazzo di tulipani che avevi in mano domenica. Te li ha regalati il ragazzo moro che era con te?". No, non ci credo.
"Ti sei messo a spiarmi, adesso?!". I miei occhi fuori dalle orbite.
"Calma: mi interessi, ma spiare non fa parte del repertorio. Ero a Camden con un amico e ti ho vista insieme a quel tipo. Dovresti dirgli di darsi una sistemata ai capelli. State insieme?".
"No. E comunque non sono affari tuoi. Quindi, se vuoi scusarmi, io me ne vado". Mi allontano di pochi metri, per poi tornare indietro verso di lui dopo qualche frazione di secondo.
"E poi proprio tu parli di sistemarsi i capelli?". Lui arrossisce e sfoggia il sorriso di chi ammette di essere appena stato battuto.
"1 a 0 per te, signorina Palmer. Sei un vero osso duro". Arriccio il naso mentre gli sorrido con aria beffarda e mi dirigo in cortile. Cos è ancora qui, per fortuna. Come alla festa, Harry è la causa per cui ho rischiato di fare tardi. Corro da lei, che sta chiacchierando con Louis, Liam, Paulina McDugall (che io continuo a chiamare McNugget, come le crocchette di pollo di McDonald's, ma a quanto pare questo soprannome non le piace) e il biondino della festa, Niall, se non erro.
"Isa, che passo felino!". Sta facendo della palese ironia sulla mia leggiadria durante la corsa. Cosa mi tocca patire!
"Visto, sì? Anni e anni di allenamento! Senti, oggi hai da fare?". 
"No, a parte studiare storia".
"Ti va di studiare insieme a casa mia? Vieni direttamente a pranzo, così avrai anche il grande onore di mangiare un piatto cucinato da me personalmente!"
"Così se muori avvelenata sappiamo già chi accusare".
"Molto simpatico, Louis, davvero. Hai fatto un corso per essere così simpatico o ci sei nato?".
"Per una volta, evitate di discutere?". Liam interrompe il mio turpiloquio sul nascere.
"Va bene, allora avverto mia madre che sono a pranzo da te e andiamo!". Le sorrido mentre si allontana per chiamare sua madre. Nel frattempo, il biondino continua a fissarmi e inizia a darmi sui nervi. 
"Noi due non ci conosciamo, ma io ti ho visto alla festa. Piacere, sono Isabella!". Così magari la pianta.
"Niall, piacere. Anche io ti ho visto alla festa. Ti stavi divertendo eh?". Non so se mi sono immaginata il suo tono malizioso, ma non posso fare a meno di irrigidirmi. Harry aveva detto che è suo amico.. E se gli avesse raccontato tutto? 
"Eh già. Come tutti del resto. Louis soprattutto!". Sposto l'attenzione su di lui e tutti insieme iniziamo a ridere ripensando a Louis che tentava di trasformare l'acqua in vino. Cos si unisce nuovamente a noi.
"Se vuoi possiamo andare!"
"Perfetto! Allora ci vediamo domani, ragazzi!"
"Sì, a domani!". Mentre Cos ed io ci avviamo verso il cancello, mi volto un'ultima volta: il biondino mi guarda ancora.
"Allora, cosa mi cucinerai di buono?". Cos ripone l'attenzione su di lei.
"Penso che ordinerò della pizza. Sai, non è vero che so cucinare: era solo per convincerti!". Scoppiamo entrambe in una fragorosa risata.

 

Angolo autrice:

Salve! 
Questo è un capitolo di passaggio, e, da qui in poi, si cercherà di fare un po' di chiarezza tra i personaggi.

Spero che la storia sia di vostro gradimento!
E ne approfitto per ringraziare il mio primo recensore in assoluto: ZoomIntoMe94. Grazie, grazie, grazie!
Enjoy!

I.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Come doveva andare ***


Riesci a leggere la mia mente?

Come doveva andare




"Diciotto anni sono pochi
per promettersi il futuro"

 

 

Come era prevedibile, Cos ed io stavamo facendo tutto, eccetto studiare storia. Dopo aver letto i primi tre paragrafi, avevamo deciso che per oggi era abbastanza, così siamo scese in cucina per fare uno spuntino.
"Posso farti una domanda?".
"Certo, Cos. Spara!".
"Chi è il ragazzo con la moto che era fuori scuola mercoledì scorso?". Mi schiarisco la voce e strofino gli occhi.
"Il mio ex ragazzo, Zayn".
"Isa, cazzo! Sei stata con quello gnocco atomico?!". Non posso fare a meno di auto compiacermi per qualche secondo, poi emetto una lieve risata.
"Gnocco atomico?".
"Ma l'hai visto? Sembra un modello!".
"Sì, è vero.. E' bellissimo".
"E come mai è il tuo ex ragazzo? Nel senso, perché vi siete lasciati?". Ahia.
"Mi ha tradita con una ragazza della mia vecchia scuola".
"Ah, scusami..", dice abbassando lo sguardo verso la torta alle mele che sta mangiando di gusto.
"E di che? Mica sei stata tu a tradirmi!", le faccio un occhiolino.
"E come mai è venuto sotto scuola?".
"Sta cercando di rimediare. Abbiamo parlato ultimamente, mi ha addirittura fatto una sorpresa e, per quanto mi piaccia, non so se potermi fidare di nuovo".
"Beh, è più che comprensibile. Però, sai, io credo che tutti commettano degli errori ed è giusto che ne paghino le conseguenze. Ma se si fa di tutto per rimediare, soprattutto se si tratta di una persona che hai amato, allora una seconda possibilità non dovrebbe essere negata. Poi, certo, io non so bene come sono andate le cose precisamente, ma tu non hai visto come ti guardava mentre parlavate. Se i suoi occhi avessero potuto parlare, avrebbero urlato a tutti che ti amano". So bene che Cos ha ragione. Lo so perfettamente. Ma la paura che un giorno tutto quello che ho passato si possa ripetere, mi preclude la possibilità di dargli un'altra chance.
"Lo so che hai paura, Isa. Te l'ho detto, è comprensibile, ma secondo me dovresti pensarci bene e non dovresti lasciare che la tua paura ostacoli la tua felicità". Questa ragazza inizia a spaventarmi: non è che legge la mia mente?
"Grazie, Cos. Però ora tocca a me fare una domanda.."
"Non so perché, ma la cosa mi incute timore!"
"Ma che rapporto c'è tra te e Louis? Voglio dire, non penso di essere l'unica ad aver notato che tra voi c'è un'atmosfera piuttosto strana". Arrossisce e aggrotta le sopracciglia.
"Dunque, Louis ed io siamo stati insieme tre mesi durante il primo anno, ma ci siamo lasciati prima dell'estate e per due mesi non ci siamo sentiti. Tornati a scuola, lui si è beatamente fidanzato con una ragazza che aveva conosciuto in vacanza e io sono rimasta come una fessa, senza dirgli nulla. In seguito, io ho iniziato a vedermi con un amico di mio fratello e lui, dopo averlo saputo, mi ha fatto una scenata di gelosia davanti a tutti, dicendo che non è così che ci si comporta. Da quel momento in poi, non ci siamo più parlati come prima, finché quest'anno, durante le vacanze di Natale, non mi arriva un messaggio da parte sua (alle tre di notte, per giunta) che diceva testuali parole: Vaffanculo, è Natale e invece di pensare a tutti i regali che riceverò, penso a te. Non gli ho mai risposto, per orgoglio, credo. Il succo della storia è che ci complichiamo la vita senza motivo, quando sarebbe più facile mettersi insieme, come fanno tutte le coppie che si piacciono". Sgrano gli occhi un po' per la velocità con cui Cos mi è riuscita a raccontare tutto ciò e un po' perché non me l'aspettavo proprio. 
"Isa, ci sei?"
"Sì sì, scusami, solo che.. Cavolo, Cos! Chiedigli di uscire, parlatevi, fate qualcosa!"
"Non farò mai il primo passo. E' stato lui il primo a rovinare tutto".
"Potrei farti lo stesso discorso che mi hai fatto tu poco fa, solo che al posto della paura, qua si tratta di orgoglio. E, fattelo dire, è anche peggio". Mangia l'ultimo pezzo di torta e inizia a giocherellare con le briciole.
"Dici che gli dovrei mandare un messaggio?"
"Sì, Cos! Dai!"
"Glielo mando solamente se tu ne mandi uno a Zayn". Questo è un gioco sporco. Effettivamente ho voglia di vederlo, voglia di chiarirci una volta per tutte.
"Ok, ci sto". Prendo il mio cellulare.

- Cioccolata calda dopo cena?
Dopo cinque minuti, i più intensi di quella giornata, arriva la sua risposta.
- Ti vengo a prendere alle 9.30pm. Mi hai reso felice. A dopo.

"Ti farà piacere sapere che Zayn ed io ci vedremo dopo cena per una cioccolata calda".
"Io invece ho scritto a Louis se domani mi accompagna a fare un regalo".
"Grazie, Cos".
"Tu ringrazi troppo! Comunque ora devo scappare a casa, che tra una chiacchiera e l'altra si sono fatte le 18 e avevo detto a mia madre che sarei tornata per le 17.30!". Accompagno Cos alla porta e ci salutiamo. Mentre salgo nella mia stanza mi rendo conto di aver parlato di tutto, eccetto che della situazione con Harry. Bella mossa, Isabella! Potresti veramente fare l'agente segreto. Sono proprio di coccio, come spesso mi dice mio padre. Quindi, facciamo il punto della situazione: non ho parlato di Harry con Cos, ho un appuntamento con Zayn dopo cena, ho convinto Cos a parlare con Louis e non ho studiato storia. Giornata confusa, direi. Accendo il pc e ho un'altra notifica di richiesta d'amicizia: Niall Horan vuole stringere amicizia con me. Accettiamo. Una nuova mail da parte di Harry.

- Signorina Palmer, gradirei invitarla a mangiare giapponese domani sera. Se sarà così cortese da accettare, renderà queste giornate uggiose le più soleggiate della mia vita. Se accetto l'invito, lui pensa che ormai sono ammaliata e che gli sto dando un'opportunità, mentre io accetterei solo per potergli parlare in privato e dirgli che tra noi non c'è un bel niente, solamente una notte di sesso senza significato. Magari eviterò di essere così dura.
- Signor (che poi "signor", abbiamo la stessa età, tu ed io) Styles, accetto il suo invito. Ma, attenzione, non lo faccio per le motivazioni che crede lei. 
- Bene, signorina Palmer, non m'importa quali siano le reali motivazioni: a me basta vedere il suo viso davanti ad una bella porzione di sushi. Dubito possa esistere un panorama migliore, per me. Il fatto che lei abbia accettato mi fa dedurre che mi abbia perdonato per averla chiamata "ragazzina saccente" questa mattina.
- Prima di affermare certe cose, perché non si fa un bel giretto nel Gran Canyon? Vedrà che il panorama sarà certamente migliore del mio viso davanti ad una bella porzione di sushi. Ora, se non le dispiace, devo andare. Ah, non s'illuda: non basta un piatto di sushi per farsi perdonare. A domani.
- Dovrò osare di più, allora. A domani.

 

Sono le 21.30 e Zayn è, come al solito, puntuale come un orologio svizzero.
"Ehi, stai benissimo". Galante.
"Ti ringrazio. Anche tu, come al solito". Ecco, ora ho esagerato.
Sfrecciamo tra le macchine con quella maledetta moto verde e ad ogni curva, prego di non morire senza aver prima chiarito con Zayn. Finalmente, arriviamo in cioccolateria; entriamo e decidiamo di sederci in un tavolo appartato.
"Allora, come va nella nuova scuola? Sono simpatici i tuoi compagni di classe?"
"Va benissimo. Tutti i miei compagni sono abbastanza simpatici, specialmente alcuni di loro. Ti piacerebbero".
"Hai già fatto conquiste?". Ah ah! Qui qualcuno cerca di velare la sua gelosia.
"Quante bastano per auto compiacermi a dovere". Noto la sua mascella schiudersi.
"Sei sempre la solita".
"Probabilmente lo sarò sempre".
"Isabella, mi manchi".
"Anche tu mi manchi".
"E allora cosa vogliamo fare? Mancarci senza averci?".
"Cosa mi dice che non mi tradirai di nuovo?".
"Pensavo avessi capito. Solo uno scemo avrebbe il coraggio di commettere un errore che precedentemente l'ha fatto stare da cani. Ti posso assicurare che non c'è nulla di peggio che stare male per una propria colpa".
"Posso immaginarlo".
"No, non te lo immagini. Per questo ti sto implorando di riprovarci. Mi manca il sapore delle tue labbra. Mi manca l'odore del tuo bagnoschiuma alla lavanda e mi manca poterti accarezzare i capelli mentre dormi durante un film". Narcolessia portami via!
"Anche a me manca tutto questo. Ma sono successe delle cose mentre non eravamo insieme e.. Sì, insomma.. Devo sistemarle".
"Sei stata con qualcun altro?". Abbasso lo sguardo.
"Isabella, sei stata con qualcun altro?". Perché mi sento in colpa?
"Beh.. Non proprio".
"Che vuol dire non proprio? O sì, o no". Stringe i pugni e mi guarda con uno sguardo truce.
"". Chiude gli occhi come se stesse provando un dolore lancinante. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, finché lui non riprende a parlare.
"Quindi non ti sei fatta troppi scrupoli senza di me. Ottimo, mentre io mi facevo in quattro per farmi perdonare, tu scopavi con un altro!". Non ci credo che l'abbia detto.
"Di che cazzo ti lamenti, eh? Sei tu che mi hai lasciata per farti quella stracazzo di Perrie! E non ti permetto di darmi della puttana per come io ho cercato di ricostruire quello che tu hai distrutto! Vaffanculo, Zayn! Vaffanculo con tutto il mio cuore. Vaffanculo tu, le foto, i fiori e il proiettore. Ti odio". Mi alzo e vado via. Non so neanche dove vado. Non so neanche come tornare a casa, a dire il vero. Fa un freddo cane e ho pure dimenticato il cappello sul tavolo. Vaffanculo un'altra volta. Ora come torno a casa?

"Pronto, chi è?"
"Ehi, sono Isa. Mi vieni a prendere per favore?"
"Dove sei?"
"Vicino alla cioccolateria di Covent Garden"
"Arrivo subito"
"Grazie, Harry"

 

 

Angolo autrice:
Saaalve! Spero che questo capito vi piaccia, perché qui le cose si infittiscono ancora!
Domani parto per Istanbul, quindi non so quando potrò pubblicare il nono capitolo, visto che non sono molto pratica dal cellulare! In ogni caso, buona lettura!
Enjoy!
I.

Ps. Non ho avuto il tempo di rileggerlo, perchiò scusate in anticipo se c'è qualche errore di qualsiasi genere!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Boom ***


Riesci a leggere la mia mente?

Boom




Harry sembra tranquillo e la cosa tranquillizza anche me, se non fosse per i miei occhi gonfi come palloni a causa del pianto isterico appena terminato. Non ha battuto ciglio, non mi ha chiesto nulla, mi ha semplicemente lasciato sfogare. 
"Come hai trovato il mio numero di telefono?". Rompe il silenzio, serio.
"L'ho cercato nella rubrica di una cabina telefonica". E ho scoperto che il nome Harry Styles è piuttosto diffuso, visto che ci ho messo un quarto d'ora a trovare quello giusto.
"Vuoi un fazzoletto?".
"Hai i fazzoletti in macchina?".
"", mi lancia un'occhiata interrogativa.
"Sei uno dei pochi ragazzi che ha con sé i fazzoletti".
"Io sono un ragazzo previdente", mi lancia un sorriso che gli arriva fino alle orecchie, per poi tornare serio dopo qualche secondo. Guardo fuori dal finestrino mentre John Mayer intona "Sono un cattivo ragazzo perché lei neanche mi manca, sono un cattivo ragazzo perché averle spezzato il cuore": questa doveva essere la serata in cui le cose dovevano essere messe a posto. "Quindi non ti sei fatta troppi scrupoli senza di me. Ottimo, mentre io mi facevo in quattro per farmi perdonare, tu scopavi con un altro!", ha detto così. Che grandissima testa di cazzo.
"E' stato il ragazzo di Camden?". Il semaforo è rosso, Harry continua a guardare davanti a sé, mantenendo le mani strette sul volante. Abbasso lo sguardo e sospiro.
"Diciamo di sì. Ma è anche per colpa mia, sapevo che non era una buona idea vederlo, ma l'ho fatto comunque".
"Chi è lui per te?".
"Lui è il mio ex ragazzo, per me il primo ragazzo".
"Ok". Ok? Come ok? Ormai ha iniziato a domandare, continua! Il semaforo diventa verde e, in silenzio, Harry continua a guidare.
"Grazie per essere venuto a prendermi".
"Tu continui a ringraziare troppo. Se non avessi voluto, non sarei venuto. Quindi smettila di ringraziarmi". Ma cosa gli ho fatto? Perché stasera sono tutti acidi?
"Ti ho fatto qualcosa?".
"No".
"Allora perché sei così?".
"Così come?".
"Acido".
"Beh, mica puoi esserlo solo tu". Touché. 
Alle 23 in punto arriviamo davanti casa mia. E' relativamente presto, visto che avevo detto ai miei che sarei tornata a mezzanotte. Harry accosta e spegne il motore, si volta verso di me scompigliandosi i capelli. 
"Allora ci vediamo domani a scuola". Odio il fatto che sia così freddo, ma odio di più il fatto che io odi questa cosa.
"Sì. E la cena?".
"Ah, pensavo che essendoci visti questa sera, la cena fosse saltata". Ma mi sta prendendo per il culo? Da quando in qua il signorino si comporta così? Non posso fare a meno di corrucciare la fronte.
"Sei tu che mi hai invitata, eh".
"Allora andiamo a cena".
"Non devi darmi il contentino, sopravvivo anche senza la nostra cena". La verità è che voglio andarci a questa cena e tutto ciò mi fa rodere il culo.
"Certo che con te non va mai bene niente". 
"Sei tu che cambi idea dal giorno alla notte".
"No, sei tu che sei una rompi palle di livelli cosmici".
"Harry, vaffanculo". Improvvisamente posa delicatamente una mano sulla mia guancia, mi accarezza e mi guarda dritto negli occhi. Si avvicina sempre di più. Sta per baciarmi, sì, sta per farlo. Me lo sento.
"Dopo questa serata, è meglio che tu vada a dormire. Buonanotte, Isa, a domani". Dejà vù: Liam alla festa di Jenna che si avvicina a me per dirmi che, in realtà, gli piace Gwen. Ogni volta che mi aspetto qualcosa, rimango fregata. La mia faccia deve essere un misto di delusione e fastidio, quindi cerco di ricompormi velocemente.
"Buonanotte, Styles". Sbatto la portiera violentemente e corro verso casa. Perché speravo mi baciasse di nuovo? Mi piace davvero o è solo per ripicca nei confronti di Zayn? Deve essere per forza la seconda ipotesi. A me Harry non piace, anzi: mi infastidisce. Sì, mi infastidisce molto. Mi infastidisce come si prenda i miei spazi senza chiedermelo, mi infastidisce come mi guarda, mi infastidisce come si sistema i capelli e mi infastidisce come pensa sempre di avere la meglio su di me. E, proprio in questo momento, dentro al mio letto, prima di cadere nel mondo dei sogni, mi infastidisce come il suo profumo sia rimasto sulla mia pelle.



25 gennaio 2012


Sono le cinque del pomeriggio e sto studiando filosofia, dopo aver tentato per un'ora e mezza di fare matematica con scarsi risultati. Filosofia, almeno, è interessante e, sempre perché il destino è beffardo, sto studiando Schopenhauer: "Quelli che si amano e che sono nati gli uni per gli altri, si incontrano facilmente: le anime affini si salutano già da lontano". Come no. A Schopenhauer vorrei dire che a volte le queste anime non si stanno salutando, ma si stanno mandando a quel paese. In questo preciso istante mi arriva un sms da Zayn, il quindicesimo da questa mattina.

- Prima o poi dovrai rispondermi.
Ha detto bene, prima o poi. Dopo quello che mi ha detto ieri vorrei solo prenderlo a pugni su quel bel faccino che si ritrova. Tempo di posare il cellulare sulla scrivania, mi arriva un altro messaggio. Stavolta è da parte di Cos.
- Sto per uscire con Louis, speriamo bene! Zayn ancora ti scrive? 
Dopo averle raccontato di ieri sera, omettendo la parte di Harry che mi riaccompagna a casa, si è scusata per avermi convinta ad uscirci. Mi ha fatto tenerezza: dietro la corazza che mostra a primo impatto, c'è una ragazza veramente dolce.
- Dai, ché almeno a te andrà bene! Sì, continua, ma lo ignoro. Deve tribolare, lo stronzo! In bocca al lupo xx

Finisco di studiare alle 6.30 pm e siccome Harry passerà alle 8.30 pm, decido di iniziare a prepararmi. Mia mamma si è lamentata del fatto che esco tutte le sere, giustamente. Le ho promesso che questa è l'ultima volta che esco fino a tardi per questa settimana e lei, scettica, ha acconsentito a farmi uscire. Indosso un paio di jeans scuri a vita alta, canottiera bianca a righe nere, giacchetta stile militare verde e ballerine lucide nere. Un filo di eye liner, mascara e sono a posto. Raccolgo i capelli in una treccia laterale. Mi arriva uno squillo da parte di Harry e capisco che mi sta aspettando giù. Scendo le scale e saluto mia madre.
"Carino il ragazzo qui fuori.."
"Mamma, ti sei messa a spiare?!". Lei ride mentre io divento bordeaux.
"Come si chiama?"
"Harry! Ora ciao mamma!"
"Ciao, tesoro. Divertiti con Harry!". Quanto è impicciona. Mi dirigo verso di lui, che mi sorride da lontano. Non posso non pensare alla frase di Schopenhauer: le anime affini si salutano già da lontano. E se invece di salutarsi, si sorridessero? No, Isa, scaccia via questo pensiero. Questa cena serve solo a chiudere per sempre questo strano rapporto, se così può essere definito.
"Signorina Palmer, buonasera".
"Salve, Styles". Con grande galanteria, mi apre la portiera della macchina. Accende il motore e partiamo.
"Ti piace il cibo giapponese?".
"Non l'ho mai assaggiato".
"Bene, allora sarà una prima volta per te". Sorride soddisfatto. Sembra un bambino.
"Stai meglio?". Premuroso.
"Sì, molto rispetto a ieri sera". Mi arriva un altro sms da Zayn.

- Posso passare sotto casa tua?
Che palle.
- No, non ci sono. Ti prego di smetterla, non voglio sentirti.

Harry nota la mia espressione cupa.
"E' lui?".
"".
"Chiunque ti faccia piangere, deve essere un coglione. Un coglione madornale". Scoppio a ridere.
"Hai detto davvero la parola MADORNALE?". Scoppia a ridere anche lui.
"Mi fa ridere il fatto che ti facciano ridere le cose più assurde". Arrossisco. Sembra una cosa romantica, questa. "Ma poco importa, perché il suono della tua risata mi tranquillizza". Ok, allora era davvero una cosa romantica. Peraltro è la prima volta che lo vedo imbarazzarsi dicendo una cosa di questo genere. Arrivati al ristorante, un posto molto carino ed accogliente, ci sediamo in un tavolo appartato che Harry aveva già prenotato. Per le ordinazioni, mi fido delle sue scelte, anche perché io non so minimamente di cosa sia composto il cibo giapponese. Leggendo il menù, o meglio cercando di comprenderlo, rido per un quarto d'ora buono alla vista di una pietanza chiamata "Piri piri", facendo voltare tutte le persone presenti verso il nostro tavolo, camerieri compresi.
"Smettila di ridere, ci stanno guardando tutti!". Harry si guarda intorno con un sorriso di circostanza, imbarazzato e divertito al tempo stesso. Dopo essermi ricomposta, Harry ed io ci scambiamo un lungo sguardo.
"Capisci cosa intendevo prima quando dicevo che ridi per le cose più assurde?".
"Andiamo, PIRI PIRI, Harry! Come puoi non ridere?!".
"Lo sai che se fosse stata un'altra ragazza a ridere in quel modo sguaiato, attirando l'attenzione di tutti, me ne sarei andato seduta stante?".
"Potevi farlo".
"Perché di ogni frase che dico cogli sempre il lato negativo? Ti ho praticamente detto che per me vai bene esattamente così come sei e tu mi dici che potevo andarmene. Non ti rendi neanche conto di quanta fatica io stia facendo per restare al tuo passo e questa è una cosa totalmente nuova per me".
"Cos'ho io di diverso, Harry? Non credo di essere la prima ragazza con cui sei andato a letto".
"No, decisamente no", sogghigna.
"Sì, però non atteggiarti. Non è bello andare a letto con ragazze diverse ogni giorno e trattarle come fazzoletti usa e getta". 
"Lo so che non è bello, ma non conosco altri modi per rapportarmi".
"Questo l'avevo capito, ma se non dai a nessuna delle ragazze con cui scopi l'opportunità di farsi e farti conoscere, non crescerai mai emotivamente".
"Lo sto facendo ora. Lo sto facendo con te".
"Voglio solo capire perché".
"Non c'è un perché. Mi piaci e basta, non ci sono troppe spiegazioni". E' inutile: non me lo dirà mai. O forse non lo sa davvero. Mi sembra spaesato e mi piace vedere com'è realmente, quando non gioca a fare il playboy. La cena scorre piacevolmente e parliamo di tutto: del cambio di scuola, della sua famiglia, dei nostri progetti futuri. E' come se in quel ristorante ci fossimo solamente lui ed io, come se nell'intero mondo ci fossimo lui ed io. Finché una sua frase non mi riporta con i piedi per terra.
"..E così quel giorno ho conosciuto Liam, Steven e Gwen". Gwen. Sento una morsa nello stomaco. Devo chiudere con Harry.
"Si è fatto tardi, chiediamo il conto?". La sua espressione cambia, non capisce la mia improvvisa freddezza.

 

Rieccomi qui, davanti casa mia in macchina con Harry. Mi sto piano piano abituando alla sua presenza nella mia quotidianità. 
"Senti, Harry.. Tu sei una bella persona, anche se la maggior parte del tempo ti trovo insopportabile, e sono contenta che tu ti stia aprendo con me. Solo che io non posso offrirti quello che tu stai cercando".
"Perché?"
"Perché, lo vedi da te: io sono un disastro ambulante, avere a che fare con me è un'impresa. Andiamo, se così non fosse, Zayn non mi avrebbe messo le corna". O Dio, è la prima volta che lo dico ad alta voce.
"Ti ha messo le corna perché è un coglione, non perché tu sei un disastro". Ottima risposta.
"Ok, in ogni caso, non posso".
"Io non capisco, a cena sembrava andasse tutto bene".
"E infatti è così".
"E allora cosa c'è che non va?"
"Harry, accettalo. Sei bello, sei intelligente, sei brillante: non faticherai a trovare un'altra ragazza".
"Ma è te che cerco". Non molla.
"Ti prego, Harry..".
"Fa' come ti pare, Isa. La verità è che neanche tu sai quello che vuoi e preferisci vivere in bilico senza mai prendere una decisione, perché sei codarda. Hai paura di perdere. Ma maturare significa questo: perdere delle cose. Se tu non vuoi accettarlo, allora continua a vivere in questo stato di non scelta, nel purgatorio che ti sei creata, continuando a piangerti addosso. Tu mi piaci, Isabella, e me strafotto se tu non vuoi accettarlo, perché so che anche io ti piaccio, solo che lo neghi a te stessa perché così è più facile. Impara ad accettare la realtà: la vita è fatta di scelte e tu non puoi continuare a scappare per sempre. Ora, se vuoi scusarmi, vorrei tornare a casa. Ho amato la tua compagnia, ma finché tu non farai pace con te stessa, io non ho intenzione di sentirti o parlarti. Buonanotte".

Boom: un colpo in pieno petto, le parole più crude e vere che mi siano mai state dette.
Boom: così Harry Styles è esploso nel mio cuore.



Angolo autrice:

Ok, personalmente, mi piace molto questo risvolto della storia. Sì, molto.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un grazie di cuore a chi mi legge e recensisce.
Enjoy!
I.

Ps. Scusate la spropositata lunghezza del capitolo, ma ormai avevo preso la mano!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Maledizione! ***


Riesci a leggere la mia mente?


Maledizione!



"E' con te che voglio stare
quando il sole cala dentro il mare"

 

25 febbraio 2012

 

E' passato esattamente un mese dall'ultima volta in cui ho parlato con Harry, quella sera a cena. Ha mantenuto la parola data: non mi ha più rivolto la parola. Il massimo è salutarmi se per caso ci incrociamo per i corridoi di scuola. Lui non cede, io cerco di non cedere. L'unico aspetto positivo di questa situazione è che, in questo modo, mi sento meno in colpa quando passo il mio tempo con Gwen. Non che ce ne passi molto, giusto qualche sabato sera e la mattina a scuola. In ogni caso, questa distanza tra me e Harry sta diventando insostenibile, sia perché in un certo senso mi mancano le sue attenzioni, sia perché vorrei non mi mancassero. E la cosa mi sta facendo diventare matta, quindi cerco di esorcizzare questo demone studiando a più non posso, tanto che persino mia madre, ogni tanto, mi obbliga a chiudere i libri definendomi "una psicopatica antisociale". A peggiorare la situazione - perché, si sa, i mali non vengono mai soli - ogni notte alle 3am Zayn mi manda un messaggio. Gli ho risposto solo tre volte, anche perché, voglio dire, non sei tanto furbo: io alle 3 sono nel mondo dei sogni, probabilmente abbracciata a Ryan Gosling. Sai che m'importa dei tuoi messaggi! Per smorzare la tragicità di questo mese, devo dire che Louis ed io siamo diventati molto amici e, anche se lui cerca di non darmelo a vedere, ci tiene molto a me e, infatti, non fa altro che chiedermi cos'ho che non va. Una mattina mi ha persino portato un cornetto al cioccolato per tirarmi su il morale. Lui, invece, il morale ce l'ha su, eccome. Infatti, finalmente, lui e Cos si sono messi insieme e sono la coppia più carina e divertente che mi sia mai capitato di vedere. Anche insolita, a dire il vero. 
"Isa, mi sto annoiando". La lezione di chimica, effettivamente, è piuttosto una rottura di palle.
"Tanto mancano cinque minuti, tra poco usciamo".
"Sei veramente una rompipalle perfettina".
"Non rompermi i coglioni, Lou. Fammi ascoltare".
"Dopo andiamo a pranzo insieme?".
"Non ti vedi con Cos?".
"No, deve andare a comprare non so cosa con sua madre".
"Ok, allora. Però ora taci cinque minuti!". Lo sento sbuffare e mi viene da sogghignare. Suonata la campanella, Louis ed io ci appropinquiamo ad uscire insieme a Gwen, Cos e Liam, che ultimamente è più taciturno del solito. Proprio mentre non ci stavo pensando, vado a sbattere contro Harry, dandogli una sonora testata sul mento.
"Cazzo, stai attenta!". Abbassa lo sguardo toccandosi il mento e mi vede. "Ah, sei tu. Guarda avanti la prossima volta".
"S-scusami".
"Di niente. Ciao".
"Ciao". Wow, abbiamo fatto progressi. Abbiamo scambiato più di cinque sillabe di seguito: devo prenderlo a testate più spesso! Mentre saluta velocemente gli altri, vedo Louis guardarmi con aria interrogativa e ho già il presentimento che questo pranzo sarà decisivo. Almeno per me.

 

Lou opta per un pranzetto italiano "Così ritiri fuori le tue origini!", dice lui. Certo, perché lui è davvero convinto che la pizza inglese abbia lo stesso sapore di quella italiana. Però non me la sento di contestarlo, visto il suo entusiasmo.
"Ma il ragazzetto belloccio con i capelli alti che fine ha fatto?", mi chiede dopo aver spazzolato via tutti i fritti che ci avevano portato. Viva la galanteria.
"Zayn?"
"Eh, sì, lui. Continua a mandarti messaggi?"
"Sì, non manca una sera da un mese".
"Wow, testardo e audace. Deve tenerci".
"Poteva pensarci prima di darmi della puttana". Coglione.
"Certo che siete assurde, voi ragazze: siete capaci di dimenticare anni e anni di galanteria per l'insulto in un momento di rabbia. E poi ce lo rinfacciate tutta la vita, facendoci penare per il vostro perdono".
"Ti vorrei ricordare che prima dell'insulto, per me c'è stato anche il tradimento! Zayn dovrà penare per altre tre vite prima di ottenere il mio perdono!".
"Ok, io non lo voglio giustificare, perché effettivamente ha fatto la testa di cazzo. Insomma, io non potrei mai tradire Cos. Voglio dire, hai visto com'è bella quando ride? E quando piange? E quando parla? E quando si gratta la testa? E quando sbatte le ciglia? E..".
"O MIO DIO, LOUIS. ARRIVA AL PUNTO, CAZZO!". Gli innamorati diventano veramente degli idioti.
"La solita rompicoglioni! Volevo dire.. Non voglio giustificarlo, però lui si era incazzato perché sei stata con un altro e lo so che lui non dovrebbe avere voce in capitolo, però è l'orgoglio maschile! E' il testosterone che gira e ci fa diventare stupidi. Voi ragazze, ecco..Voi dovreste accettare che il principe azzurro non esiste - a parte me, ovviamente. Insomma, non troverete mai nessuno che verrà da voi col cavallo bianco, la pelle perfetta e i capelli lucenti, soprattutto a diciotto anni. Al massimo potete trovare il ragazzo per bene (se siete fortunate) con una Fiat Punto senza un fanale e con i capelli arruffati perché ha dormito poco la notte prima - sempre escludendo me, ovviamente. Infatti Cos è stata fortunata". Lo guardo a lungo prima di rispondergli, in silenzio.
"Ti rendi conto delle stronzate che hai sparato una dopo l'altra?". Louis addenta la pizza con aria noncurante.
"Sei tu che non vuoi accettarlo. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire". O mio Dio, che fatica. Ricomincia a parlare con il boccone in bocca e farfuglia qualcosa.
"Molto elegante, Louis, davvero. Fino a due minuti fa non eri un principe azzurro?". Sorride e manda giù il boccone.
"Anche il miglior principe ha i suoi difetti. Stavo dicendo, ti piace Harry Styles?". Tossisco e rischio di strozzarmi con la mozzarella (troppo) filante della mia pizza margherita. Cazzo, dritto al punto.
"La tua domanda è scaturita da ipotesi, fatti certi oppure solo dalla tua vivace fantasia?".
"La tua faccia dopo averlo colpito con una testata è l'ipotesi; le tue scuse balbettate sono il fatto certo e la mia vivace fantasia preferisco definirla grande capacità intuitiva". Mi ha messa al muro. Stai giocando sporco, Tomlinson. Lo guardo con aria truce e sul suo volto si apre un sorriso beffardo di chi sa di avere ragione.
"Isa, non dirmi che è lui il tipo con cui sei stata!".
"La fanno buona la pizza qui, vero?".
"O MIO DIO, PERCHE' NON ME L'HAI DETTO?". Louis è la prova vivente che i maschi sanno essere più curiosi e pettegoli delle femmine.
"Perché avrei dovuto dirtelo, scusa?"
"Ok, effettivamente sono affari tuoi.. Però, cavolo! Ma lo sai che Gwen è cotta di lui dalle elementari?".
"Grazie, Louis. Tu sai come farmi sentire meglio".
"Deduco che Gwen non lo sappia..".
"Già".
"E dopo quella sera vi siete più visti?".
"Sì, mi ha scritto qualche mail, poi siamo andati a cena e ora non mi parla più".
"La tua capacità di sintetizzare gli eventi è disarmante". Sbuffo.
"Niente, Lou. In pratica: dopo quella sera, si è praticamente dichiarato a me dicendo che gli faccio uno strano effetto, così mi ha invitata a cena, durante la quale mi ero ripromessa di chiuderci, visto che so che piace a Gwen. La sera prima della cena, però, mi sono vista con Zayn, dopo che Cos mi aveva consigliato di uscirci per chiarire, cosa che ovviamente non è accaduta. Così, dopo aver litigato con Zayn ho chiamato Harry, che mi è venuto a prendere. Poi il giorno dopo c'è stata questa benedetta cena dove Harry mi ha detto che se non faccio pace col cervello, non mi parlerà più, motivo per cui è un mese esatto che non mi rivolge parola o quasi". Gli racconto tutto d'un fiato e Lou mi guarda attentamente.
"Preferivo la versione più sintetica".
"Non ti smentisci mai, coglione". Comincia a ridere facendo il verso del maiale e il cameriere lo guarda interdetto, esattamente come me.
"Tu che sei un maschio, o almeno così dice Cos e io mi fido di lei, cosa dovrei fare?".
"Non c'è molto da fare, eh. Se ti piace, prenditi le tue responsabilità e parlane con Gwen. E' una ragazza intelligente, capirà. Certo, non farà le feste, ma se veramente provi qualcosa di forte per lui, non potrà farci nulla. E poi così, magari, si accorgerà di Liam, visto che è una vita che è innamorato di lei". Dovevo immaginare sapesse di Liam, visto che è il suo migliore amico.
"L'ha detto anche a me alla festa. E comunque se Gwen non si accorge di Liam o è cieca o è scema: è un figo ambulante". Louis emette un sospiro disperato.
"E' la tipica storia A-LUI-PIACE-LEI-A-CUI-PIACE-UN-ALTRO-A-CUI-PIACE-UN'-ALTRA. Niente di originale". Ha ragione, il tipico intreccio adolescenziale. Solo che nei telefilm sembra più semplice.
"Prendiamo il conto?".
"Sì, tutte queste storie mi hanno stremato!". Lou ed io usciamo dal ristorante e ognuno se ne torna a casa propria. In autobus ripenso alle sue parole, a come abbia ragione e a come sia difficile metterle in pratica. Prima di prendere una decisione, devo rivedere Harry e capire se si tratta solamente di carenza di attenzioni, oppure di un sentimento vero. Gli mando un sms.

- Dopo diverse lotte con me stessa, ho deciso di mettere da parte l'orgoglio per cinque minuti e scriverti questo messaggio (quindi approfittane, ché altrimenti scade il tempo e torno ad essere la testarda acida che non tolleri!). Che ne pensi di una birra o qualsiasi altra cosa tu voglia (non interpretare male) questo sabato sera? Non te lo chiederei, se non fosse strettamente necessario. Fammi sapere. I.

Certo che se mi metto a pensare che ero stata io a chiedere a Zayn di vederci per sistemare le cose quando poi abbiamo litigato, tutto ciò non promette bene. L'attesa della sua risposta è snervante. Il telefono non fa in tempo a vibrare che ho già aperto il messaggio.

- Non nego di aver sogghignato alla vista del tuo sms. Ti concedo l'uscita solo perché, come dici tu, è strettamente necessario e perché la buona compagnia (quella vera) non si rifiuta mai. Ma non illuderti: dovrai impegnarti, perché neppure i tuoi splendidi occhi verdi mi faranno cedere stavolta. Io non mollo tanto facilmente e credo tu l'abbia capito. A sabato.

Le farfalle nel mio stomaco svolazzano come fosse primavera. Che tu sia maledetto per questo, Harry Styles.

 

 

Angolo autrice

Salve!
Scusate la mia assenza, ma in questi giorni mi sono dedicata principalmente alle vacanze!
Questo capitolo è dedicato alla coppia Isa-Louis, che mi piace particolarmente per il loro affetto strano, ma sincero!
Spero la storia vi piaccia, mi piacerebbe foste un po' più attive, anche per capire se cambiare qualcosa.
Comunque, ringrazio chi mi segue e chi mi recensisce e chi si sta affezionando!
Enjoy!
I.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Una cosa sola ***


 

Riesci a leggere la mia mente?

Una cosa sola



"C'è un po' di me dentro di te,
c'è un po' di te in tutti quelli che incontro
"

 

3 marzo 2012

 

Passeggio per Piccadilly Circus con mia madre, visto che questo è mese di saldi. Mentre passeggiamo e spettegoliamo su tutti quelli che ci circondano, mi ritrovo davanti Louis e Cos mano per la mano: lei tutta presa dalle vetrine e lui che sbuffa dovendosi sorbire la visita di tutti i negozi di vestiti. 
"Isa! Guarda, amore, c'è Isa!". Louis riesce a distogliere l'attenzione di Cos dal negozio ed entrambi mi rivolgono un grande sorriso.
"Isa, Signora Palmer! Anche voi a fare compere?". Entrambi salutano mia madre dandole due baci sulle guance. 
"Sì, figuriamoci se mia figlia si fa sfuggire un'occasione per spendere soldi!". 
"Louis invece non è molto contento di camminare per negozi". Cos e mia madre ridacchiano e sembrano due comari, mentre Louis ed io ci scambiamo uno sguardo ai limiti della disperazione.
"Ok, adesso andiamo mamma!".
"Sì, tesoro, sì, ora andiamo. Ragazzi, è stato un piacere! Buon proseguimento!".
"A voi, arrivederci! Ah, Isa: poi fammi sapere come va stasera". No, Lou, no! Perché l'hai detto?! PERCHE'?! Ora mi aspetterà un'ora di interrogatorio di mia madre, che sa essere più insistente di un agente di CSI. La fatidica domanda di mia madre, infatti, non tarda ad arrivare.
"Che devi fare stasera?".
"Niente mamma, esco", dico distratta mentre mi dimeno tra cento vestiti diversi.
"E con chi?".
"Con gente, mamma".
"Isa, devi uscire con Zayn? Perché in tal caso preferirei tu me lo dicessi. Non ti impedirei di uscirci, ma sai cosa penso di quel ragazzo". Pensi che sia un coglione, lo so, mamma.
"No, non ho alcuna intenzione di uscire con lui". Vedo il suo volto rilassarsi e il suo sguardo farsi sempre più insistente e sulle spine.
"Esco con Harry..". Sorride, un po' perché è riuscita ad avere la mia confessione, un po' perché è contenta che io abbia dei rapporti sociali, visto il mio ultimo mese di auto segregazione in casa.
"Ti piace, tesoro?".
"Lo vorrei capire uscendoci".
"Se ci stai uscendo di nuovo, qualcosa vorrà pur dire". Effettivamente non l'avevo mai pensata sotto quest'ottica.
"Dici?".
"Sai, per conoscere le persone bisogna viverle, bisogna sentire ciò che hanno da dire, tesoro. Poi, certo, a volte ti accorgi che con alcune persone hai solo perso tempo, ma quelle per cui vale la pena stare ad aspettare hanno qualcosa di speciale, anche se non te ne accorgi subito. Quando ho capito di essere innamorata di tuo padre era passato più di un mese dal primo appuntamento, ma poi mi sono ricordata di quanto mi fosse piaciuto il suo sorriso già dal primo momento. Eppure, ti assicuro, ero molto scettica: mi sembrava un po' farfallone, uno di quelli che si fa bello ai tuoi occhi senza esserlo davvero. Invece no. E da quella sera in cui mi ha offerto il gelato alla vaniglia non ci siamo più lasciati". Sentire queste parole da mia madre mi intenerisce. I miei genitori sono l'amore vero e tutto mi sembra più bello.
"Grazie, mamma".
"Tutto quello che voglio è vedere che mia figlia è felice, indipendentemente da chi ha intorno. Prima di scegliere con chi passare la tua vita, perché sei ancora giovane, impara a passarla con te stessa. Vedrai che sarà tutto più semplice. Ora però posa quel vestito, ché quello non è in saldo". 
"Ma hai appena detto che mi vuoi vedere felice!". Iniziamo a ridere insieme e penso al fatto che lei è la donna che vorrei diventare, un giorno.

 

Sono nella macchina, ormai ben nota, di Harry e lui è bello da togliere il fiato: maglietta bianca con lo scollo a V, cardigan di lana blu, giacca scamosciata marrone, jeans e scarpe di camoscio marroni. 
"Posso scegliere una canzone?".
"Certo, l'iPod è nel cruscotto". Prendo l'iPod attaccato al cavo aux della macchina e inizio a scorrere la sua libreria musicale. Ha una predilezione per l'indie e il pop-rock, i generi che piacciono anche a me. Decido di optare per qualcosa di soft e i Kings of Convenience iniziano ad intonare: C'è un po' di me in te, che mette a posto tutto quello che hai perduto. C'è un po' di te in tutti quelli che conosco, riesci a nascondere questo segreto?.
"Ti piacciono?".
"Molto".
"A me piaci tu". Come fa a dire queste frasi con questa nonchalance? Solo lui ci riesce senza sembrare un perfetto idiota.
"E il verde ti dona molto". Mi do un occhiata veloce: ringrazio mia madre per avermi convinta a comprare questo vestito di velo verde. Casual, ma chic.
"Grazie.. Allora, dove stiamo andando?".
"E' una sorpresa". 
"Odio le sorprese".
"Questa ti piacerà, abbi fiducia per una volta". Abbozzo e cerco di capire dove mi sta portando. Questa zona, però, non mi dice nulla. Dopo mezz'ora buona passata a canticchiare e a parlare del più e del meno, Harry parcheggia.
"Siamo arrivati!". Il suo entusiasmo riesce a sovrastare il mio scetticismo. Mi prende per mano e mi guida in mezzo ad un piccolo giardino decisamente poco curato. Arriviamo davanti ad un grande cancello di ferro argentato, circondato da altissime siepi verdi.
"Cos'è?".
"Aspetta e vedrai. Scavalchiamo".
"Sei scemo? Questo è violazione di domicilio! E poi come scavalco col vestito, scusami?!".
"Isabella Palmer, chiudi quella cazzo di bocca, dammi la mano e fidati di me, porca puttana".
"Va bene, non c'è bisogno di essere così aggressivi". Gli do la mano sbuffando. Dopo aver rischiato ripetutamente la morte, riusciamo finalmente a scavalcare il cancello e davanti a me appare un'enorme serra incorniciata da una piscina sulla destra e una splendida veranda di legno bianco sullo sinistra. Harry mi fa cenno di entrare nella serra.
"Togliti la giacca, qui dentro fa piuttosto caldo". Ubbidisco e poso la giacca su una panchina. Ci sono una marea di fiori diversi, di tutte le specie e colori. E' un posto splendido.
"Di chi è questo posto?".
"Era di una ricca famiglia che ora è decaduta. Adesso appartiene al guardiano che se n'è sempre occupato, ma ogni anno, a marzo, parte per andare in Irlanda da sua figlia. I miei mi ci hanno portato quando avevo 7 anni e da quel momento ci sono tornato ogni volta che mi sentivo giù".
"Ora ti senti giù?".
"No, ci ho portato te per dimostrarti che sono pronto a condividere con te qualsiasi cosa mi passi per la mente. Sei la prima persona che ci porto e non vorrei fosse l'ultima volta". Gli metto una mano tra i capelli e lo accarezzo.
"Non capisco perché tu stia facendo tutto questo per me. Proprio non ci arrivo".
"Tu hai scarsa autostima, ecco perché non riesci a capirlo. Da quando ci sei tu nella mia vita, per quanto la tua presenza sia frazionaria e incostante, sento di poter completare tutto quello che ho sempre lasciato a metà. Tu sei il tassello mancante, Isabella. Quando alla festa sono venuto a parlare con te, non lo nego, ero venuto solo perché volevo aggiungerne un'altra alla lunga lista di quelle con cui sono stato. Ma poi mentre facevamo l'amore tu hai detto una cosa e io ho realizzato che tu non eri solo un'altra, ma eri la sola". 
"Cosa ti ho detto? Non me lo ricordo..". Che imbarazzo.
"Davvero non lo ricordi?".
"No.."
"Mi hai detto, guardandomi negli occhi: So già che domattina te ne andrai, ma dammi una prova che questo non è un sogno. Fammi essere un'eccezione. Tu sei l'eccezione, da quella notte in poi. Per me tu sei l'eccezione". 
Lo guardo e mi rendo conto che il sentimento che mi lega a lui è più che semplice carenza di affetto, o semplice attrazione fisica. Il sentimento che ci lega è la consapevolezza di essere due persone eternamente a metà, in bilico tra quello che vorremmo che fosse e quello che è. Siamo due calamite che si attraggono insistentemente, ma col bisogno di lasciarsi per qualche tempo, per poi tornare ad unirsi più forti di prima. Il sentimento che ci lega è dolce e violento al tempo stesso, non è solamente desiderio, ma non è neppure solamente amore. Non so cosa sia, esattamente. Abbiamo bisogno l'uno dell'attenzione dell'altra per riuscire a riempire i nostri cuori e il mio, in questo momento, sta esplodendo. Mi rendo conto che siamo a terra, avvinghiati, che ci dimeniamo con violenza, lui è dentro di me e io vorrei non se ne andasse mai. Siamo una cosa sola, adesso come quella prima notte. Siamo la nostra eccezione in un mondo di eccezioni tutte uguali e questo, può bastare. Ora e per sempre.

 

 

Angolo autrice

Ehilà! 
Allora, che ne pensate? Io adoro la coppia Isa-Harry, non so voi..
Per farmi sapete cosa ne pensate, lasciate qualche recensioncina, ché non fa mai male!
Baci a tutti!
Enjoy!
I.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Ti fidi di me? ***


Riesci a leggere la mia mente?

Ti fidi di me?


"Non lasciarmi senza parole,
Non darmi un bacio d'addio
"

 

5 marzo 2012

 

"Gwen, possiamo parlare un attimo?". E' arrivato il momento. Lei mi guarda interrogativa e mi sorride. La prendo per il braccio e mi intrufolo in una classe vuota. Approfitto dell'ora di buco prima della ricreazione.
"Certo.. Che faccia che hai. Che succede?". Il fatto che lei sia così cordiale non fa altro che mettermi in difficoltà.
"Senti, devo parlarti di una cosa che è successa in questo periodo.."
"Ma è grave?".
"No. Cioè, non lo so. Fammi spiegare".
"Ok, scusami. Vai avanti". Faccio un bel respiro e penso ai consigli di Louis.
"Dunque, premetto che mi sento un po' uno schifo perché so che avrei dovuto parlartene prima, ma ho fatto di tutto per evitare questa situazione, te lo giuro. Solo che quando le cose succedono, c'è un motivo".
"Isa, arriva al punto".
"Mi sono innamorata di Harry", dico tutto d'un fiato. Lei mi guarda impassibile.
"Ci siamo conosciuti alla festa di Jenna. E' successo tutto così velocemente che ha destabilizzato anche me. Voglio dire, siamo partiti dal fatto che non volevo neppure conoscerlo ed ora stiamo insieme. Il fatto è che pensavo che reprimendo il sentimento, noi due avremmo continuato ad essere amiche. Capisci? Solo che non ce l'ho fatta più e l'unico modo per trovare una soluzione è parlarne con te. Lo so che probabilmente non vorrai più rivolgermi la parol.."
"Ferma, ferma. Calma. Isa, non posso fingere di essere contenta. Harry mi piace da quando ho sette anni, anche se è sempre stato un amore platonico. Magari sì, mi ci vorrà un po' per abituarmi a voi due come coppia e non posso garantirti che avrò una gran voglia di vederti tutti i giorni, ma apprezzo che tu sia venuta a parlarmi, anche perché così ho evitato di venirlo a scoprire da sola rimanendoci peggio. Mi passerà, passa tutto. Ma se tu sei davvero innamorata, se entrambi siete davvero innamorati, io non posso farci nulla. E' la cosa più razionale che posso dirti. Quindi smettila di crucciarti, a me passerà". Non pensavo l'avrebbe presa così. Non so se io sarei stata matura come lei se fossi stata nei suoi panni.
"Prima che tu te ne vada, c'è una cosa che voglio dirti: guardati meglio intorno. Hai perso talmente tanto tempo dietro a Harry, che non ti sei neppure accorta che c'è qualcun altro che stravede per te". Corruga la fronte, si guarda intorno ed infine esce dalla classe. Mi sento più leggera. Sapere di poter prendere per mano il proprio ragazzo è una sensazione magnifica, ma c'è solo un'ultima cosa da risolvere: Zayn. Ieri notte mi ha inviato un altro sms, che però non ho ben capito.

- Quando fai l'amore con lui, non ti senti a metà?

Che significa? No che non mi sento a metà. Anzi, sono più intera di prima, completa come non ero mai stata. Secondo Louis è un modo per chiedermi se mi manca almeno un po', oppure per chiedermi chi è più bravo a letto. Ma Louis in questi casi non è molto attendibile. Parli del diavolo e spuntano le corna.
"Allora? Com'è andata? Avete parlato? Vi siete picchiate?!"
"Sì, e ho messo la testa di Gwen nella mia borsa, così quando torno a casa la appendo al muro, come un trofeo".
"Bella idea, mi piace". Alzo gli occhi al cielo.
"Abbiamo chiarito, diciamo. Mi ha detto che non posso pretendere che sarà tutto rose e fiori, ma che le passerà".
"Wow, maturo da parte sua. Fossi stato in lei ti avrei spiaccicato la faccia sulla lavagna e ti avrei usata come cancellino".
"Questo è perché tu sei un animale! E comunque lo ho anche detto di guardarsi attorno, perché piace a qualcuno. Speriamo realizzi che si tratta di Liam".
"A proposito di Liam, oggi gli ho consigliato di dichiararsi".
"Dovremmo aprire un'agenzia matrimoniale, lo sai?".
"Cara la mia Palmer, siamo troppo forti!". Mi abbraccia forte, inaspettatamente. Io lo abbraccio di rimando. E rimaniamo così, per due minuti buoni. Louis è il fratello che non ho mai avuto. In quel momento passano Niall e Harry davanti alla classe e vedo Harry farsi cupo in volto. No, dai, non è possibile: stiamo insieme da un giorno e già si mette a fare l'offeso se abbraccio un mio amico? Suppongo non abbia capito come vanno le cose.
"Vabè, Lou, ora possiamo anche staccarci, che dici?". Mi sposto piano.
"Ti voglio bene", farfuglia a bassa voce.
"Che cosa?".
"Testa di pene! Ho detto testa di pene!". 
"Louis, hai per caso detto che mi vuoi bene?".
"No, mai!".
"Tanto lo so che lo hai detto! Uh, come sei tenero! Anche io te ne voglio, Tomlinson!", gli scompiglio tutti i capelli e lui sbuffa.
"Sei proprio insopportabile!".
"Tanto ormai mi vuoi bene, quindi posso esserlo!", gli urlo mentre esco dalla classe. Mi dirigo verso Niall e Harry, che sono in fila al bar. Sinceramente non capisco se sto simpatica a Niall oppure no, non si sbilancia mai quando ci sono io.
"Ciao Niall".
"Ehi, Isa..". Ecco, questo è il massimo che riesco ad ottenere. Mi avvicino ad Harry con discrezione, ripensando a ciò che mi ha detto ieri, quando abbiamo deciso di metterci insieme: "Cerchiamo di essere discreti, odio le coppie che non fanno altro che scambiarsi effusioni in pubblico". Mentre sto per sfiorargli le labbra con le mie, lui mi prende tra le sue braccia e mi bacia davanti a tutti i presenti. Un gesto così plateale, così vistoso, così lontano dalle parole che mi aveva detto ieri. Un minuto di puro piacere sbattuto in faccia a tutti gli altri studenti: dalle ragazze ignare di chi fossi, ma che avrebbero voluto essere al mio posto, ai ragazzi sorpresi dal fatto che Harry Styles avesse una ragazza da amare anche di giorno e non solo di notte in una camera da letto.
"Ma cosa ti è preso?", riesco a dire appena libera dalla stretta delle sue forti braccia.
"Non voglio che gli altri pensino che tu stai con qualcun altro. Tu sei mia. Sei la mia ragazza". Tutta questa arroganza provoca in me un senso di odio profondo misto a desiderio.
"Ma di cosa stai parlando?".
"Eri piuttosto intima con Louis, prima. Chiunque sia passato davanti quella classe mentre vi abbracciavate, avrà pensato che state insieme". Spero stia scherzando.
"Punto numero 1: Louis è il mio migliore amico e se voglio abbracciarlo, lo abbraccio. Punto numero 2: Io abbraccio chi voglio. Punto numero 3: Louis è fidanzato con Constance e tu lo sai bene. Punto numero 4: Da quando in qua ti importa quello che pensano gli altri? Io non ho bisogno di dimostrare a nessuno che stiamo insieme, perché lo so da sola che è te che voglio ed è te con cui passo il mio tempo. Quindi smettila di dire calzate ed evita di fare il ragazzino". Certo che la sfuriata al bar potevo evitarmela. Harry mi guarda con gli occhi sgranati, sento addosso lo sguardo imbarazzato di Niall e la finta indifferenza di tutti gli altri presenti. Inoltre non mi ero accorta che Louis, Cos, Gwen e Liam fossero dietro di me. Datemi una pala, ché mi scavo la fossa da sola. Ma guarda te se devo fare sempre queste figure di merda. Esco velocemente da lì dentro e vado davanti all'acquario della segreteria. Non so perché. Ci sono quattro pesci: tre grandi e neri e uno piccolo e rosso. Se la mia vita fosse un acquario, in questo momento sarei il pesciolino rosso. Questo mio pensiero viene scacciato via da una carezza sulla mia schiena e riconosco il tocco di Harry.
"Non volevo farti arrabbiare".
"Lo so, ma Harry, non puoi fare così. Non puoi baciarmi davanti a tutti solo per dimostrare che io sono di tua proprietà. Io non sono una cosa, ma una persona e quando tu ti sei messo con me, sapevi a cosa andavi incontro. Sapevi che tipo di persona sono".
"Lo so, Isa. Ma io vorrei che quando hai un problema, tu venissi da me e non da Louis".
"Harry, Louis è un mio caro amico, lo considero un fratello ed è ovvio che mi confido con lui. Ma tu sei il ragazzo che ho scelto, eppure sembra che tu non riesca proprio a fidarti di me. Questa cosa mi fa stare male, lo capisci?".
"Ma io mi fido di te, solo che non sono ancora abituato a tutto questo. Ti chiedo solo di perdonarmi. Perdona questo povero idiota che ti ha fatto incazzare dopo un solo giorno di fidanzamento!". Come posso non perdonare un essere così dolce, con questi occhioni? Lo bacio delicatamente sulle labbra.
"Devo dedurre che mi hai perdonato?"
"Deduci bene, Styles. Ma se mi fai incazzare di nuovo, ti infilo la testa dentro l'acquario".
Mi dà un pizzico sul sedere e mi rendo conto che non sarà facile, che litigheremo spesso, che sarà un'eterna battaglia e spero con tutto il mio cuore che sarà proprio questo a tenerci uniti.

 


Angolo autrice:
Capitolo di passaggio.
Harry e la sua incapacità al rapporto di coppia mi intenerisce tantissimo :)
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Enjoy
I.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Destini e altri disastri. ***


Riesci a leggere la mia mente?

Destini e altri disastri





"L'eccitazione è un sintomo d'amore
al quale non sappiamo rinunciare
"

 

18 marzo 2012

 

Oggi sono la persona più felice del mondo. Non riesco a smettere di sorridere da stamattina, tanto che inizia a farmi male la faccia. Due settimane fa, Cos ha proposto di fare una gita nel paese di campagna in cui abitano i suoi nonni, dove anche lei possiede una casa, approfittando del periodo di ponte che c'è a scuola. Ma la cosa che mi fa entrare in fibrillazione è che partiamo tutti insieme, Harry compreso e questa sarà la prima volta che faremo un'uscita da vera coppia. Lo so, sembro stupida, ma è una cosa a cui tengo tantissimo. Mio padre era abbastanza scettico a mandarmici, proprio a causa della presenza di Harry -per lui sono ancora la piccolina di casa-, ma mamma è riuscita a convincerlo e non le sarò mai abbastanza grata. Ora sono in macchina con Harry, che mi è passato a prendere per poi ritrovarci sotto casa di Cos, dove ci incontreremo con tutti gli altri. Dovremmo essere Harry, Louis, Cos, Gwen, Liam, Allie, Niall, altri tre amici di Niall che non conosco e io. 
"Li conosci gli amici di Niall?"
"Ne conosco solo uno, Josh. Gli altri non so proprio chi siano".
"Ma Allie e Niall stanno ancora insieme?".
"Sì sì, da quasi quattro mesi ormai!"
Proprio mentre parliamo di loro, li vediamo baciarsi vicino alla loro macchina, sotto casa di Cos. Ci fermiamo, scendiamo dalla macchina e salutiamo tutti. Ovviamente manca Cos, lenta come al solito, e i due amici di Niall che Harry non conosce. Josh è decisamente un bel ragazzo, alto, castano e con un viso simpatico. Non sembra essere a disagio in mezzo a persone che non conosce.
"Louis, tu la sai la strada?". Harry ha la fobia di perdersi ed è da ieri che continua ad assillare tutti con il tom tom e la cartina.
"Harry, per la centoventiquattresima volta: SI', CAZZO. LA SO LA STRADA, CALMATI".
"Ehi, domandare è lecito". Che carino quando si offende. Finalmente arriva Cos, con una quantità di valigie spropositata rispetto al numero di giorni che passeremo fuori. Gwen ed io ci guardiamo con aria sconfitta.
"Ti sei portata tutta casa?!", domandiamo insieme. 
"Solo il necessario".
"Stiamo messi bene.."
"Qualcosa da ridire, Liam?".
"No, Cos, figurati. Già che ci stavi potevi portare la Playstation, però!".
"Eh, Liam ha ragione! Cazzo, potevamo portarla". Dopo questa frase di Louis, i ragazzi iniziano un lunghissimo excursus su diversi giochi della Play assolutamente non interessante, che Gwen taglia brutalmente.
"Sì, interessantissimo discorso, però dovremmo partire! Chi manca?".
"Nessuno, gli altri miei due amici mi hanno detto che vanno direttamente al paese e di vederci lì".
"Perfetto, allora come ci dividiamo in macchina?". 
"Visto che siamo in nove e abbiamo due macchine, direi quattro in una e cinque in un'altra".
"Wow, Niall, non ti si può davvero nascondere nulla!", ridemmo tutti alla frecciatina di Louis, Niall compreso.
"Facciamo Harry, Isa, Niall, Josh e Allie e nell'altra io Gwen, Louis e Liam". Cos mi lancia uno sguardo malizioso, alludendo a Liam e Gwen. Tutti speriamo possa succedere qualcosa tra loro in questi giorni, potrebbe essere una grande occasione per Liam.
"Allora si parte!". Ci prepariamo ed inizia il viaggio.

 

Sono già due ore che viaggiamo e manca mezz'ora all'arrivo. Josh dorme come un bambino da quando siamo partiti e, ovviamente, non sono mancate foto imbarazzanti delle sue espressioni mentre è nel mondo dei sogni; Niall non ha fatto altro che chiedere da mangiare, tanto che poco fa Allie gli da dato un pugno in testa per farlo smettere di lamentarsi e quindi in questo momento sono in finto litigio. Io faccio da deejay grazie alla grandiosa libreria musicale dell'iPod del signorino Styles che, mentre guida con i capelli al vento, è di una bellezza devastante. 
"Perché mi fissi?", mi chiede divertito.
"Mi piace guardarti". Mi sorride e mi accarezza una coscia.
"Non vedo l'ora di stare da solo con te".
"Ragazzi, se continuate così, giuro che inizio a vomitare!". Niall sbotta.
"Vedi che sei un cafone?! Piuttosto impara! Tu non sei mai così dolce!". Allie parte di nuovo all'attacco.
"Ma sei una bugiarda! Io ti dico un sacco di cose dolci!".
"
Ah certo..", improvvisamente Allie si rivolge a noi. "Sapete cos'ha fatto un mese fa?".
"No, Allie, che cosa?", Harry ed io siamo esasperati.
"Io gli avevo chiesto di inventarsi un nomignolo dolce per me e lo sapete lui come mi ha chiamata? ..TORTA! TORTA, VI RENDETE CONTO?! E si è giustificato dicendo che mi ha chiamata così perché la torta è dolce!". Harry ed io ci guardiamo per una frazione di secondo e non riusciamo a trattenere le risate. Ridiamo come pazzi, anche Niall sogghigna ed Allie si posiziona a braccia conserte guardando fuori dal finestrino. Dallo specchietto retrovisore, vedo Niall avvicinarsi piano ad Allie, sfiorando le sue guance con un bacio, finché lei, sorridendo, non si gira a baciarlo sulle labbra. In tutto ciò, Josh si sveglia sbadigliando rumorosamente, rovinando l'atmosfera romantica che si era appena creata.
"Quanto manca?", chiede Josh farfugliando.
"Venti minuti e siamo arrivati".
"Dormito bene, Josh?", mentre glielo chiedo, gli porgo la macchinetta fotografica che lo ritraggono in tutta la sua bellezza da dormiente.
"MA SIETE DEGLI STRONZI! MA NO, DAI! SONO TREMENDE!", scoppia a ridere, coinvolgendo tutti noi.

 

Finalmente arriviamo a casa di Cos, anche se chiamarla "casa" mi sembra piuttosto riduttivo, visto che potrebbe tranquillamente essere scambiata per la casa in campagna della famiglia reale. Entriamo in casa e lei ci fa fare un mini tour, cosicché ognuno possa scegliere la propria stanza. L'unico problema è che siamo quasi tutte coppie, eccetto i due amici di Niall (che ancora non sono arrivati, ma dubito facciano problemi nel dormire nella stessa stanza, insieme a Josh) e Liam e Gwen. Liam è tesissimo e Gwen in imbarazzo.
"Ragazzi, io posso anche dormire da solo..". Liam abbassa lo sguardo ed assume un'espressione così dolce che mi verrebbe voglia di coccolarlo all'istante.
"Dovete decidere voi..". 
"Dai, Liam, che sarà mai se dormiamo nella stessa stanza? Al massimo prendiamo quella con i letti divisi!". Le parole di Gwen illuminano il viso di Liam.
"Ok, ci sto!". Louis, Cos ed io non possiamo fare a meno di sogghignare contenti ed Harry mi guarda interrogativo.
"Isa, andiamo in camera a posare le cose?". Ci dirigiamo nella camera al secondo piano, quella con la grande vetrata che ha una vista strepitosa del lago che costeggia la casa. Mi sento una principessa e mi butto sul grande letto a baldacchino ed Harry ci mezze mezzo secondo a raggiungermi. Mentre io sono a pancia sotto, lui si appoggia su un gomito e con l'altro braccio mi accarezza la schiena.
"Come mai ridevate per Liam e Gwen?". Come pretende che io possa rispondergli mentre sono in estasi per i suoi grattini?!
"Isa, mi rispondi?!". MMM, che palle.
"Perché a Liam piace Gwen e vorremmo che lei lo capisse".
"Ah, ecco. E lei quindi non lo sa?".
"No e se non ne approfittano in questi giorni che sono in camera insieme, lui è un cretino e lei una cieca".
"Cie
ca?".

"Certo, Liam è bellissimo, come si fa a rifiutarlo?". Smette di colpo con i grattini e si mette seduto.
"Allora vai in camera con Liam, no?".
"O Signore, Harry! E' un dato di fatto che Liam sia bello! Mica è colpa mia!".
"Quindi stai dicendo che ti piace!". 
"Se la vuoi sapere tutta, a me inizialmente piaceva lui. Poi però mi ha detto di Gwen e mi sono tirata indietro". Mi siedo anche io.
"Quindi io sono un ripiego?!". Come può essere così insicuro di quello che provo per lui?
"Harry fottutissimo Styles, questa è l'ultima volta che te lo ripeto: io voglio te e basta. Potrebbe passare Brad Pitt in boxer che mi propone una focosa notte di sesso, ma io starei comunque con te. Chiaro?".
"Se passasse Megan Fox in perizoma a propormi una focosa notte di sesso, io non riuscirei a dirle no..".
"Vaffanculo, sei proprio uno stronzo". Metto il broncio e mi giro dall'altra parte. Lui mi circonda con le braccia, baciandomi il collo e l'orecchio destro. Così mi fa impazzire.
"Se dovessi scegliere tra il passare una notte di sesso con qualsiasi altra persona al mondo, oppure rimanere a casa giocando al Gioco dell'Oca con te, sceglierei sempre te". Una manciata di secondi dopo queste parole, stiamo facendo l'amore.

 

Sono le 19.30 e dopo aver passeggiato un po' tra i boschi, torniamo a casa per farci le docce e iniziare a preparare la cena. Gli amici di Niall dovrebbero arrivare a momenti, perché hanno fatto tardi a causa di un problema ad una delle ruote della macchina. 
"Cos, siamo vicini ad un minimarket per caso?", chiede Niall, al telefono con uno dei due suoi amici, che non riesce a trovare la casa.
"Sì! Poi digli di avanzare duecento metri e poi sono arrivati!".
"Pronto, Andy? Mi senti? Sì, ecco, Costance dice che dopo il minimarket dovete avanzare per duecento mentri e siete arrivati. Ecco, vedi il lago e la casa enorme? Sì, ecco, sento la macchina". Attacca, inizia a dimenarsi con le braccia in aria ed ecco arrivare una macchina blu. I due accostano ed un ragazzo biondo esce dal posto del passeggero.
"Andy, ce l'avete fatta!". Niall corre a salutarlo.
"Non sai che Odissea. Non volevano più farci partire perché la ruota non era sicura, poi non trovavano quella di ricambio.. Un disastro. Ma finalmente eccoci qui!". Niall ci presenta Andy, un suo amico di vecchia data. Molto socievole, c'è da dire. Mentre stringo la mano ad Andy, guardo di sfuggita l'altro amico di Niall, che scende dalla macchina fumando una sigaretta. Lo guardo meglio. No. Deve essere uno scherzo. Uno scherzo orribile e di cattivo gusto. Non ci voglio credere, forse ho bevuto troppa birra, giù al lago.
"Zayn!". Niall saluta anche lui. Cos e Louis si girano verso di me con gli occhi sgranati, muti come pesci. Devo avere un aspetto orribile, perché Harry si affretta subito a chiedermi cos'ho. 
"Nulla, nulla". Non è scemo e non ci mette molto a riconoscere il ragazzo che aveva visto con me a Camden qualche tempo prima, e non ci mette molto a capire che si tratta del mio ex ragazzo, lo stesso che mi ha fatto piangere quella sera, nella sua macchina. Zayn si avvicina noi e vorrei prenderlo a pugni in tutta la sua bellezza. 
"Salve a tutti", ci sorride e Niall lo presenta. Stringe la mano a Cos, Gwen, Liam, Louis e Allie, ma quando arriva il momento di stringere la mano a me, vorrei solamente stritolargliela.
"Noi due non c'è bisogno che ci stringiamo la mano, ci conosciamo già. Ciao, Isa", mi fa un occhiolino.
"Zayn..". Poi porge la mano a Harry.
"Piacere, Zayn".
"Piacere, Harry. Il ragazzo di Isabella". Provo un senso di timore misto a piacere quando Harry pronuncia quelle parole e riesco a percepire l'imbarazzo di tutti gli altri, mentre Allie, Josh e Andy non capiscono cosa stia succedendo.
"Ah, non sapevo ti fossi fidanzata. Sono contento per te". Ma davvero? Ottimo. Louis smorza la tensione proponendo di entrare in casa  per darci una sistemata e, mentre tutti si avviano, lui si avvicina a me, parlandomi a bassa voce.
"Cazzo, Isa, che situazione.. Sembra un telefilm!". Ha ragione. Stavolta Louis ha proprio ragione: di tutte le persone che avrebbero potuto essere amici di Niall, proprio Zayn?!
"Isa, dai, muoviti!", Harry mi aspetta davanti alla porta e, mentre corro per raggiungerlo, ho la consapevolezza che questi due giorni saranno più lunghi del previsto.

 

 

Angolo autrice:

Zayn è sempre nei paraggi, ricordatevelo! (Magari..)
Spero che la storia vi stia intrigando.. In ogni caso, ringrazio sempre chi mi segue e chi mi lascia recensioni, o critiche, o tutto quello che vi aggrada di più!
Vi mando tanti Zayn volanti!
Enjoy!
I.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** La tua confusione, la mia illusione ***


Riesci la leggere la mia mente?

La tua confusione, la mia illusione




"Io e te siamo il mondo, 
tutto il resto è solo finzione
"

 

 

 

Siamo tutti riuniti a cena nell'immensa sala da pranzo della casa di Cos. Io continuo a dire che avrò bisogno di una piantina di questa reggia, altrimenti non imparerò mai ad orientarmi. Ad esempio, prima di scendere a cena, dovevo andare in bagno e, tutta convinta di aver aperto la porta giusta, mi sono ritrovata nella camera di Louis e Cos mentre Louis -in mutande- era tutto impegnato a cantare a squarciagola "I'm into you" di Jennifer Lopez, con tanto di balletto d'accompagnamento. Precisiamo: la scena è stata impagabile, forse una delle più divertenti a cui io abbia mai assistito, ma dovevo comunque fare la pipì! In ogni caso, il bagno, alla fine, l'ho trovato e quindi ora sono a tavola con tutti gli altri, sana e salva. Gwen e Niall si sono improvvisati cuochi e hanno deciso di cucinare un' ottima pasta al sugo rosa, o almeno così loro ce l'hanno presentata così. Harry ed io abbiamo apparecchiato, mentre c'era chi beveva una birra in giardino, o chi si dilettava a giocare ad Hungry Birds. Morale della favola: quattro a lavorare, e tutti gli altri a cincischiare. In tutto ciò, Zayn e Josh non si sono né visti né sentiti e per quanto la cosa sia decisamente sollevante, allo stesso tempo non mi convince. Non che io abbia qualcosa contro Josh, sia chiaro, è solo che la presenza di Zayn mi turba e questa sua discrezione m'insospettisce parecchio. Comunque ora ci sono anche loro, seduti accanto a Niall alla loro destra e Andy alla loro sinistra. Io mi sono guardata bene dal sedermi vicino a lui, anche perché da quando è arrivato Zayn, Harry non ha fatto altro che tenere il broncio e questo atteggiamento inizia a darmi sui nervi.
"Allora, com'è la pasta?". Prima di rispondere, ci lanciamo tutti un'occhiata d'intesa, consapevoli di dover mentire per non dover sorbire le lamentele di Gwen.
"Buona, buonissima! Però domani cucino io!", Cos azzarda un sorriso falso, ma convincente. Quella pasta era tremenda: in due erano riusciti a creare un OGM, un miscuglio di ingredienti senza senso. Gwen abbozzò un lieve sorriso, non del tutto convinta del commento di Cos.
"Josh, mi passeresti il pane?".
"Non ci arrivo. Zayn, passi il pane ad Harry?". Zayn alza la testa dal piatto e, contro voglia, prende il contenitore del pane e lo passa ad Harry, senza staccargli gli occhi di dosso. Ecco, questa è stata la prima interazione tra loro due e, se proprio devo essere sincera, spero sia anche l'ultima, visto l'atmosfera pesante che sono riusciti a creare in mezzo minuto. 
"Grazie", farfuglia Harry a bassa voce.
"Allora, quando vi siete messi insieme?". Non mi rendo conto che Zayn si sta rivolgendo a me ed Harry, quindi continuo a mangiare senza rispondere. 
"Isa..?", Louis mi dà una leggera gomitata sul braccio.
"Che c'è?".
"Ho chiesto da quanto tempo state insieme". Zayn mi guarda con un sorrisetto beffardo che mi irrita a morte. La prima reazione che ho è quella di tirargli il bicchiere di vino rosso in piena faccia, ma non posso rischiare di andare in galera senza aver prima preso la patente.
"Da qualche settimana", gli rispondo guardandolo dritto negli occhi, evasiva.
"Allora sei tu il tipo di cui mi aveva parlato Isa. Dimmi un po', cosa ti piace fare? I tuoi interessi, intendo", continuando a sorridere, sposta il discorso su Harry, che stringe la forchetta come se volesse disintegrarla. Dove vuole andare a parare?
"Mi piace la musica e seguo parecchio il calcio", dice cercando di sembrare tranquillo.
"Ah, Isa! Vedi com'è strana la vita?! Avevi detto che detestavi i ragazzi appassionati di calcio ed ora sei fidanzata con uno di loro!", l'ironia che contamina questa frase è detestabile e il suo sorrisetto lo è ancora di più. Tutta la tavola è in imbarazzo, compresi me ed Harry.
"Pensa quanto vali poco tu se, alla fine, ho preferito una persona appartenente ad una categoria che detesto". La freddezza con cui pronuncio queste parole è agghiacciante, non so neppure io come sia riuscita a dire questa frase senza urlare. Vedo l'espressione di Zayn farsi più dura, cupa e sento la mano di Harry stringermi la coscia sotto il tavolo.
"Vabè, comunque.. Ragazzi, per domani proporrei una bella gita "into the wild" nel bosco!", fortunatamente Liam smorza la tensione cambiando discorso.
"Io ci sto, ho sempre desiderato fare una cosa del genere. Senza contatto con la città, nutrirmi di bacche..".
"Allie, ora stai leggermente esagerando. E poi io non mi ci nutro con le bacche, non mi fanno neanche da spuntino!". Niall si mette a fare il buffone di corte, probabilmente per salvare la situazione generale e il benessere comune, ma il mio cuore continua a battere all'impazzata per quello che ha detto Zayn. Lo so, non dovrei farci caso, dovrei passarci sopra, ma come fai a lasciarti alle spalle un passato che continua a tornare?

 

Terminata la cena, prendo al volo il mio ipod e mi dirigo velocemente al secondo piano, nella spaziosa terrazza che affaccia al lago. Fa un freddo cane, ma non ho nessuna voglia di rientrare a prendere la giacca e magari, incontrare Zayn. Ma perché ha dovuto comportarsi così da coglione? E non mi riferisco solamente a stasera, ma da quando ha deciso di tradirmi. Come si fa a rovinare un rapporto solo per un mero impulso sessuale? Lo so che ce l'hanno tutti, gli impulsi sessuali, ma, cazzo: se non riesci a tenere a freno il tuo amichetto lì sotto, come pensi di poter tenere le redini della tua vita? Ma soprattutto, perché cazzo sto rimuginando ancora su questa storia? Ormai è acqua passata. Eppure c'è qualcosa di eternamente irrisolto in Zayn, nelle cose che dice, nelle cose che fa e questo pensiero mi fa stare male per lui. Che palle, Isabella. Che megapalle. Perché non impari a fregartene di chi se n'è fregato di te al momento del bisogno? Perché non impari a smettere di pensare? Sarebbe tutto più facile. Dai brani causali parte One and Only di Adele e mi ritrovo a cantare a squarciagola, in piedi, a braccia aperte e ad occhi chiusi.
"I don’t know why I’m scared, I’ve been here before: every feeling, every word, I’ve imagined it all. You’ll never know if you never try to forgive your past and simply be mineeeeeeeeeeeeeeeeee".
Sento qualcuno urlare il mio nome, accompagnato da una lieve risata. Mi volto e vedo Liam e Louis che mi fissano come se fossi pazza.
"Che c'è?", dico togliendomi una cuffietta.
"Ma che stai facendo?".
"Si chiama cantare, Louis, dovresti saperlo bene, visto che sei solito farlo nei momenti di solitudine", alludo alla scena di qualche ora prima.
"Di che parlate?".
"Niente, Liam. A Isa piace scherzare". 
"Sì, sì, come no..". Mi siedo sul dondolo.
"Che scena tremenda, a cena..". Liam si siede accanto a me, mentre Louis si siede a terra. Non capisco perché, visto che è circondato da sedie.
"Diciamo che ho passato cene più tranquille".
"Diciamo che Zayn è un vero stronzo". Louis ed io guardiamo Liam impressionati: era molto difficile che lui si sbilanciasse nei giudizi.
"Beh, perché mi guardate così? E' vero". In quel momento mi rendo conto che io non avevo mai parlato di Zayn con Liam.
"Scusa l'indiscrezione, ma non mi ricordo di averti mai parlato di Zayn..". Liam rivolge uno sguardo a Louis e arrivare alla conclusione non è più tanto difficile.
"D'ora in poi ti chiamerò LOUIS LA SUOCERA!".
"Effettivamente gli si addice..". Liam ed io ci battiamo il cinque.
"Ehi, non capisco perché quest'improvviso accanimento contro di me! Io mi limito semplicemente a fare da portavoce. E poi, dai, è vero: è stato davvero uno stronzo. Almeno poteva evitare la scenata davanti a tutti. Però mi sei piaciuta con quella risposta ad effetto.. Cattivissima!".
"Ho semplicemente detto quello che penso".
"Mah.. Secondo me non è vero". Quest'affermazione di Liam mi fa corrucciare il volto, mentre mi volto a guardarlo, aspettando una motivazione.
"Nel senso, tu gli hai praticamente che lei per te è la feccia, l'ultimo degli ultimi..".
"Esatto".
"Ecco, se però così fosse stato veramente, non ti saresti arrabbiata tanto. Sì, è stata una risposta fredda.. Cattiva, come ha detto Louis, ma io ho captato più delusione che rabbia". Abbasso lo sguardo. Effettivamente Liam ha ragione, non posso negare che io sia ancora delusa. Del resto, il mio monologo interiore di mezz'ora fa girava proprio intorno a quello. 
"Io sono innamorata di Harry".
"Nessuno lo mette in dubbio. Ma tu hai mai chiuso veramente con Zayn? Sei mai andata da lui a dirgli: "abbiamo chiuso per sempre, che ti piaccia o no"?".
"Beh, non proprio".
"Appunto. Isa, te lo dico da amico: se non vuoi che questa situazione continui, devi prenderlo di petto. Perché non ci sei solo tu in mezzo, ma anche Harry, che per quanto possa fare il duro, ne soffre quanto te. Se non di più". Ecco, mi sento una perfetta idiota. Liam è stato la bocca della verità e io non posso replicare. Guardo per un attimo Louis che annuisce e, mentre mi grattugio le mani con le unghie, finisco con l'annuire anche io.
"Avete ragione". 

Mentre ci accingiamo a rientrare, penso al ragazzo d'oro che è Liam. Raramente un ragazzo si mette a fare questo tipo di discorsi e lui è una rarità. Mi sento in debito con lui e devo attivarmi per far sì che tra lui e Gwen accada qualcosa.
"Grazie", sussurro nell'orecchio di Liam e poi corro veloce verso Harry che sta per aprire la porta di camera nostra. Mi butto sulle sue spalle, cingendolo da dietro e gli mordo un orecchio.
"Sei mio". Lui si volta piano.
"Sei mia".

 

 

Angolo autrice:
Un po' di dolcezza finale serviva, dai!
Insomma, cosa ne pensate?! Fatemi sapere!
Enjoy!
I.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Quello che non accade in un secondo ***


Riesci a leggere la mia mente?

Quello che non accade in un secondo






"Io ero lei e lei era me: eravamo un tutt'uno, noi eravamo liberi 
e se c'è qualcuno che me lo chiede, lei è l'unica
"

 


19 marzo 2012



Sono le quattro del mattino, la casa è uno sfacelo, siamo tutti un po' brilli - chi più, chi meno - e nessuno dorme. Niall, Allie, Harry e Gwen stanno tenendo un'intensa partita a "Nomi, cose e città", nonostante l'alcol sia la causa per cui nessuno di loro riesce ad associare l'iniziale delle parole alle determinate categorie. Fino a qualche minuto fa, invece, Cos e Louis si stavano coccolando amabilmente sul divano, peccato che Louis, alla settima bottiglia di Harp Super, abbia iniziato a coccolare un cuscino. Così Cos si è unita a me, Josh, Andy, Zayn e Liam, che ci stiamo giocando ad una sorta di quiz musicale, nel quale a turno uno di noi canta una canzone, mentre gli altri devono indovinare di quale canzone si tratta. Indovinare le canzoni di Andy è semplicissimo, visto che intona solamente quelle degli Oasis. Fortunatamente dopo la cena, Zayn si è dato una regolata e non si è più preso libertà che nessuno gli ha concesso. Diciamo che rispetto a qualche ora fa, l'atmosfera è decisamente più rilassata.
"I'm gonna pick up the pieces and build a Lego House.."
"ED SHEERAN, LEGO HOUSE! AH AH, BECCATEVI QUESTA, SCHIAPPE!". Mio padre mi ha sempre rimproverato di essere troppo competitiva in ogni cosa e, a quanto pare, quando bevo lo sono ancora di più.
"DATEMI UNA I, DATEMI UNA S, DATEMI UNA A, DATEMI IIIISAAAAAAAA!", inizio un ridicolo balletto della vittoria, a mo' di cheerleader, mentre gli altri mi guardano sconvolti.
"Isa, te l'ha mai detto nessuno che quando vinci sei insopportabile?".
"Josh, sbaglio o qui è un perdente che parla?", gli lancio un'occhiata di sfida e lui scoppia a ridere.
"O Dio, come siamo ridotti..". Mi rimetto seduta e, proprio mentre sto per iniziare a cantare, Gwen si avvicina a noi e ci fa una proposta.
"Che ne dite di giocare a Obbligo o Verità?".
"Ma dai, Gwen. E' un gioco stupido", asserisce serio Josh.
"E dai, almeno movimentiamo questa serata!", sembra una bambina per quanto è entusiasta.
"Io jbfieufhuinf sto kjncoiejnf mente". Ci voltiamo tutti verso Louis, che in questo momento è steso sul divano con la faccia spalmata sul cuscino. Iniziamo tutti a ridere come dei pazzi.
"E questa frase criptica significa..?", gli chiede Harry, scuotendogli i capelli. Louis si posiziona a pancia in su e si alza a fatica.
"Ho detto: Io ci sto, ho un sacco di idee in mente".
"Ah, ecco! Dai, Louis docet! Si gioca!", urla Gwen battendo le mani. Ci mettiamo tutti in cerchio e Louis assume improvvisamente un'espressione seria.
"Ciao a tutti, il mio nome è Louis Tomlinson e non bevo da circa cinque minuti". Applaudo.
"Bravo Louis! Ammettere di avere un problema è il primo passo verso la cura!". Louis si alza e viene ad abbracciarmi.
"Tu sì che comprendi i miei problemi". Gli do una pacca sulla spalla e lui si siede nuovamente al suo posto. Nel frattempo, gli altri continuavano a guardarci con aria disorientata e divertita.
"Vabè, dopo questo bel teatrino possiamo cominciare! Allora, chi inizia?", Gwen cerca sostegno dallo sguardo di ognuno di noi, ma nessuno ha intenzione di offrirsi volontario.
"Bene, vorrà dire che comincerò io! Allie, mi passi la bottiglia dietro di te, per favore?". Allie si volta e le porge la bottiglia di birra vuota. Gwen la posiziona al centro del cerchio e la fa girare. Harry ed io ci scambiamo un sorriso affettuoso e, non riuscendo a resistere a quelle labbra, gli ci schiocco sopra un sonoro bacio. E in quel mezzo secondo in cui il mio sguardo si sposta da Harry alla bottiglia che continua a girare, scorgo Zayn che assiste alla scena. Non so perché, ma arrossisco e provo un lieve senso di imbarazzo. 
"Oh oh, Niall! Obbligo o verità?", mentre pronuncia queste parole, Gwen sfodera un sorriso marpione. Mentre tutti sono occupati a fissare Niall, io noto lo sguardo amorevole con cui Liam guarda Gwen. E' proprio cotto, come fa Gwen a non rendersene conto?!
"Obbligo", dice Niall, rassegnato. Gwen si porta la mano sinistra al mento e inizia a sfregarselo, pensierosa.
"Bene, ho trovato: ti obbligo a mangiare la scatola di biscotti al cioccolato in 5 minuti".
"Ma sei pazza, Gwen?! Saranno almeno trenta biscotti!", Allie la guarda con gli occhi del terrore, ma Niall le posa una mano sulla spalla, come per tranquillizzarla.
"Allie, calma: sarà un gioco da ragazzi". Niall corre in cucina a prendere i biscotti, mentre noi lo attendiamo con intrepida curiosità.
"Non ce la farà mai", afferma Josh scuotendo la testa.
"Ti ho sentito. Se ci riesco mi dai venti sterline!".
"Ci sto", i due si stringono la mano: che la scommessa abbia inizio. Niall si posiziona al centro con le gambe incrociate e la scatola tra le gambe. Liam fa partire il cronometro.
"VIA!". Niall inizia ad infilarsi in bocca un'innumerevole quantità di biscotti in una volta sola, mentre Harry, Louis ed io lo incitiamo, gli altri, invece, lo guardano allibiti, ridendo. Dopo 4 minuti e 37 secondi, Niall finisce i biscotti. Lo fissiamo tutti increduli: le nostre mascelle toccano terra.
"Non è possibile.."
"Voglio le mie venti sterline, Josh!". Gli fa l'occhiolino e si rimette al suo posto, abbandonando la scatola vuota dietro di sé. Allie non riesce a staccargli gli occhi di dosso, poi lo abbraccia e gli sussurra nell'orecchio "Questo è il mio uomo". Lui la bacia sulla guancia, finché non si stacca per prendere possesso della bottiglia.
"Ok, ora tocca a me!". Dopo qualche giro, la bottiglia capita verso Harry.
"Styles, obbligo o verità?". Harry si sistema i capelli. Com'è sexy.
"Verità!". Lo guardo con aria di scherno e lui mi fa una linguaccia.
"Vediamo un po'.. Cosa potrei chiederti.. Ah, ecco! Con quante ragazze sei stato a letto?". Harry si irrigidisce ed io con lui.
"Niall..". Cos gli lancia uno sguardo assassino, ringhiando.
"Ehi, ehi.. Tranquilli! Che sarà mai?!". La verità è che lo voglio sapere anche io, quindi cerco di sembrare rilassata. Anche se il sogghigno di Zayn non mi aiuta affatto.
"Ehm.. Dovrebbero essere diciannove". Mi esce spontaneo una risatina isterica, mentre tutti i ragazzi emettono un verso di elogio e le ragazze di disapprovazione. Mi volto verso di lui, che mi guarda imbarazzato. Sembra un ragazzino che è stato appena rimproverato dalla mamma per aver rubato la marmellata.
"Ma la diciannovesima è come se fosse stata la prima. La prima e l'unica". Dopo questa dichiarazione pubblica, gli accarezzo i capelli.
"Anche se per me non sono stati diciannove, vale lo stesso discorso". Ecco. Appena pronunciata quell'ultima parola, mi rendo conto che Zayn è qui e che lui è stato il mio primo ed unico ragazzo prima di Harry. Arrossisco nuovamente e cerco il volto di Zayn: guarda a terra e si morde il labbro superiore, infine si gratta la testa. Noto che Gwen e Cos sono lì ad assistere a quella scena, insieme a me. Fortunatamente nessuno si è accorto di nulla, ma il mio era stato davvero un colpo basso, seppur involontario.
"Ok, tocca a me". Riecco la bottiglia girare e, com'è che si dice? "Quello che non accade in un secolo, può accadere in un secondo"? Mai fu detta cosa più vera. La bottiglia aveva scelto Zayn. Quindi, facciamo il punto della situazione: il mio attuale ragazzo deve: o obbligare a fare qualcosa o chiedere qualcosa di personale al mio ex ragazzo, che io ho appena umiliato involontariamente. Bene, ora datemi un pizzicotto, così mi sveglio. Zayn ed Harry si scambiano diversi sguardi di disprezzo, prima che Harry gli chieda di scegliere tra l'obbligo o la verità.
"Verità". Zayn mi lancia un'occhiata furtiva. Io cerco di evitarla e m'imbatto nella faccia da culo di Louis, che si stava divertendo un mondo. 
"Tu con quante ragazze sei stato?". Ok, cos'era diventato, "Giochiamo a chi ce l'ha più grosso"? Mi sembra si stare all'asilo e mi allontano un po' da Harry, infastidita.
"Tredici". Ecco, questo non lo sapevo. Voglio dire, da Harry me lo aspettavo perché lui mi ha sempre detto di aver avuto tante ragazze, ma da Zayn proprio no. Non che m'infastidisca, più che altro vorrei sapere se tratta del periodo prima di essere stato con me, oppure dopo. Ma devo tenere a bada questa curiosità, perché Zayn non è più affar mio. Liam mi accarezza la schiena, alla vista della mia espressione crucciata ed io mi limito a rivolgergli un sorriso tirato. Zayn prende la bottiglia e la lascia girare. Ci manca solo che la bottiglia si fermi su di me, così abbiamo fatto tombola: il triangolo delle Bermuda. La bottiglia si ferma. Eh no, dai. Ma che cazzo! Non è possibile! Qualcuno lassù devo odiarmi, oppure devo aver fatto qualcosa di male nella mia vita precedente. No, mi rifiuto: non è possibile. Guardo Louis con aria afflitta e lui trattiene una risata.
"Isa.. Cosa scegli?". Sbuffo ed Harry cerca di afferrare la mia mano, ma io sono abbastanza veloce da schivare la sua e posarla sull'altro braccio.
"Obbligo". Tanto qualsiasi cosa scelgo, il coltello dalla parte del manico ce l'ha lui. Pur di finire questo teatrino, sono disposta a mangiarne due, di pacchi di biscotti.
"Baciami". 
"Scusami?". Ma è impazzito, forse?
"Baciami". Harry parte in quarta e si alza in piedi. 
"Ma che cazzo, sei scemo? Lei è la mia ragazza e tu le chiedi di baciarti?! DAVANTI A ME?!".
"Ehi, se tu fossi sicuro di quello che prova, non te la prenderesti tanto".
"Che cazzo cerchi di insinuare?!". Cos ed io ci mettiamo in mezzo.
"Harry, a me non importa di baciarlo. Davvero, il mio ragazzo sei tu. Con o senza il bacio, io sto con te. E' solo uno stupido gioco". Harry mi guarda incazzato nero. Penso che, se potesse, in questo momento mi appiccicherebbe al muro. Si rimette seduto.
"Va bene. Ma, cazzo, una cosa veloce, altrimenti gli spacco la faccia". Mi alzo in piedi e Zayn fa lo stesso. Si avvicina a me con un'aria appagata e un sorriso soddisfatto. Lo odio per questo. Ora la distanza fra noi è questione di millimetri e nella stanza è calata una strana atmosfera. Improvvisamente penso a come sia possibile che un gesto che una volta era così "normale" come un bacio, possa essere diventato un peso. O meglio, un obbligo. Eccoci qui, leviamoci questo dente. Le nostre labbra si sfiorano fino ad attrarsi, imperterrite. Uno, due, tre, quatto, cinque. Lui sfiora la mia lingua con la sua. Sei, sette, otto, nove, dieci. Le nostre bocche si allontanano. Ci guardiamo solamente un altro istante, mi pulsano le tempie, il suo volto è arrossato, disteso. Abbasso lo sguardo e mi volto per tornare al mio posto.
Harry non c'è.

 

 

 

Angolo autrice:

Alloooora, personalmente questo capitolo mi piace assai!
Isa è sempre più incasinata, Harry è sempre più insicuro e Zayn è sempre più determinato: il mix perfetto per un dramma!
Comunque sia, se vi va, lasciate qualche recensione :) Ah, e se ho commesso qualche errore, vi prego di farmelo sapere!
Prima di chiudere, ringrazio howiswrong e ZoomIntoMe94 che, oltre ad essere grandi scrittrici -leggere per credere-, mi seguono sempre. Grazie, ragazze!
Enjoy!
I.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Non lasciarmi ***


Riesci a leggere la mia mente?

Non lasciarmi





"Non voglio che mi abbracci, non voglio che mi preghi:
tutto questo è più grande di noi
"

 

 

"Dov'è andato Harry?!", guardo le espressioni degli altri con aria spaurita. Noto Allie e Josh evitare il mio sguardo e sento ancora il calore del corpo di Zayn aleggiare attorno al mio, di corpo.
"E' salito al piano di sopra", mi risponde Cos. Neanche il tempo di metabolizzare la frase ed ero già a salire a due a due i gradini delle scale.
"Harry?", grido arrivata su. Accendo la luce in corridoio, visto che è tutto buio, e vedo la porta del bagno semi aperta. Mi avvicino lentamente ed apro la porta: Harry tiene i pugni chiusi poggiati sul lavandino, la mascella è serrata e il viso completamente bagnato. Deve essersi sciacquato. Non parla, neanche si gira a guardarmi ed io rimango immobile sullo stipite della porta, senza dire nulla. Lo fisso per tre minuti buoni, finché, finalmente, non apre i pugni e rilassa le sue mani, ancora poggiate ai margini del lavandino. Chiude gli occhi per una frazione di secondo e fa un respiro profondo, poi si ricompone, guardandosi allo specchio. Prende l'asciugamano verde appeso accanto allo specchio, si asciuga e per qualche momento rimane con l'asciugamano sul viso. Involontariamente, mi ritrovo a scrocchiarmi la falange del dito medio della mano sinistra con il pollice e il rumore sordo provocato dallo scrocchio fa sì che Harry si volti verso di me, con l'asciugamano tra le mani. Mi scruta come se dovesse capire quale sarà la mia prossima mossa, ma io non ho prossime mosse. Aspetto che sia lui a fare il primo passo. Posa sciattamente l'asciugamano, si volta verso di me, avvicinandosi. Siamo a circa un metro di distanza l'uno dall'altra e dal suo sguardo deluso intuisco che non tenterà di rendere il metro pochi centimetri. 
"Sinceramente, tu vedi un futuro per noi due?". Mi aspettavo di tutto, ma non questa domanda. Insomma, perché me lo chiede? Assumo un'espressione disorientata.
"Se non lo vedessi, non sarei qui". E' la prima cosa che mi è venuta in mente, la più vera.
"Allora perché l'hai baciato?". O dio, gliel'ho detto prima.
"Te l'ho detto: se non lo avessi fatto, lui avrebbe pensato che m'interessa ancora". 
"E non è così?". Mi sta realmente chiedendo se mi interessa ancora Zayn?!
"Mi sembra evidente".
"E invece non lo è per niente, Isabella. Non è evidente per niente". Sta farneticando.
"Ma cosa stai dicendo?", cerco di sembrare calma. In realtà, gli tirerei tutti gli shampoo che mi circondano.
"Isa, ti prego, non mi prendere per cretino! Ti prego, è una cosa che non tollero!". Inizia ad alzare la voce.
"Harry, non lo sto facendo! Sto solo cercando di capire le tue insinuazioni!". Il mio tono di voce è più alto del suo: sto iniziando ad innervosirmi.
"Insinuazioni?! Insinuazioni, davvero?! Cazzo, Isa, tu hai pensato a quello che avrebbe pensato lui se non l'avessi baciato, non a quello che avrei pensato io se l'avessi fatto! Porca puttana, il tuo ragazzo sono io, non lui!". Mentre urla queste cose, gesticola veementemente. Non ci avevo pensato. Perché ad un tratto il suo discorso mi sembra così logico?
"Harry, se io non l'avessi baciato, cosa avresti pensato? Dimmelo sinceramente". Avrebbe pensato che se non l'avessi fatto sarebbe stato solo per il timore di ricascarci. Ne sono certa.
"Che rispetti il tuo ragazzo". Che cosa?!
"Harry, io non ti ho mancato di rispetto!". Sta scherzando, spero!
"Ah no?! E tu che cosa avresti fatto se io avessi baciato Gwen davanti a tutti, eh?! Dimmelo!". Gli lancio uno sguardo truce, non sapendo cosa rispondere.
"Non lo so..". Harry emette una risatina intrisa d'amarezza.
"Sì che lo sai. Lo sai bene che piaccio a Gwen da un sacco di tempo. Esattamente come tu piaci a Zayn. Pensaci, come avresti reagito?". Aspetta un attimo. Harry sa di Gwen?
"Tu sai di Gwen?", gli chiedo sorpresa.
"Certo che lo so, Isa. Non sono cieco. Ma non è questo il punto". Si passa una mano tra i capelli.
"Non lo so come avrei reagito, Harry! Forse avrei avuto la tua reazione o semplicemente avrei apprezzato il fatto che il mio ragazzo volesse dimostrarmi che, nonostante l'aver baciato un'altra, vuole solo me!". Ok, in questo momento sento che mi sto contraddicendo. Secondo questo principio, dovrei perdonare Zayn, perché nonostante abbia scopato con Perrie, lui è ancora innamorato di me. Isabella Palmer, sei solo un'idiota.
"Parlare con te è inutile", Harry esce dal bagno iracondo, colpendomi una spalla con la sua. Entra in camera ed io lo seguo.
"Harry..", lo prendo per un bracco. Lui mi scosta con un violenza.
"Isa, cazzo, ma come fai ad essere così presa da te stessa da non accorgerti che sono innamorato di te?! Isabella, io ti amo. IO.TI.AMO, lo riesci a capire?!". Sta urlando con tutta la sua voce, mentre io sono immobile con le lacrime agli occhi a fissarlo. Sospira e riprende.
"Senti, io non so come funziona l'amore, fino ad un mese fa pensavo fosse solo una parola usata troppo spesso da persone stupide. L'ho scoperto grazie a te, ad ogni volta che mi guardi e mi sorridi, ad ogni volta che quando sei concentrata ti leghi i capelli, ad ogni volta che mi mordi il braccio per darmi fastidio, ad ogni volta che pronunci il mio nome. Ma adesso ti guardo e vorrei non averlo mai scoperto, se è questo il dolore che provoca. Mi hai deluso e so che sei intelligente abbastanza da capire perché". Una lacrima riga il mio viso, non vorrei piangere davanti a lui, ma non riesco a trattenermi. Una martellata al cuore, ecco cosa sono state le sue parole: sono così concentrata su me stessa che non mi sono resa conto che avrei potuto ferirlo. Vorrei solamente tornare indietro nel tempo ed evitargli questo dolore, che non merita.
"Harry, perdonami". Sussurro a bassa voce. Non riesco a guardarlo negli occhi, ma so che lui sta aspettando che io lo faccia. Si avvicina a me, piano, e asciuga le mie lacrime con i suoi pollici, mentre mi cinge la testa con le mani, delicatamente. Poggia la sua fronte sulla mia e quel contatto mi fa venire i brividi. Finalmente lo riesco a guardare negli occhi: sono così limpidi che mi disarmano e mi sento infinitamente piccola. 
"Custodisco il tuo cuore. Lo custodisco nel mio". Ricordo il verso di quella poesia, me l'aveva letta per telefono qualche sera prima. Singhiozzo.
"Shh.. Prendi fiato". Inizia ad accarezzarmi i capelli. Com'è possibile che questo essere umano sappia sempre cosa dire? Faccio segno di sì con la testa ed emetto profondi respiri.
"Ti ho detto che ti amo ed è vero. Ma, Isa, tu mi ami?". Sbatto le palpebre, cercando di trattenere le ulteriori lacrime.
"Io.. Io sono innamorata di te", rispondo tutto d'un fiato.
"Questo lo so, ma mi ami?". Lo amo? Rimango in silenzio e ritorno ad abbassare gli occhi mordendomi il labbro superiore. Dovrei rispondergli "Sì, Harry, ti amo". Ma perché le parole non escono dalla mia bocca? Rimaniamo così, testa contro testa, come se una forza superiore ci spingesse l'uno contro l'altro, per due minuti, in silenzio. Ma ecco il gesto che temevo, che sapevo avrebbe portato ad una sola conclusione: Harry si sposta e, senza guardarmi, si dirige verso l'armadio. Lo apre e mette le sue poche cose sul letto; in seguito, prende la valigia. No, Harry, ti prego.
"Cosa stai facendo?", domando con la voce rotta.
"Me ne vado". La sua voce è dura, irremovibile.
"No, Harry, non andartene. Possiamo sistemare le cose". Lo supplico, piangendo come una bambina a cui hanno tolto il giocattolo.
"Isa, hai bisogno di tempo e spazio per schiarirti le idee. Devo essere sicuro che i miei sentimenti siano ricambiati appieno, lo capisci? Lo faccio per te, per noi. Non voglio tu sia forzata a stare con me e non voglio soffrirci come un cane". Dice tutto questo mentre sistema le sue cose nella valigia. Era già successo che mi lasciasse tempo per riflettere, ma quella volta, in cuor mio, sapevo ci saremmo ritrovati e un pensiero tremendo s'impossessa della mia mente.
"Harry.. Mi stai lasciando?". Mentre sta per inserire l'ultima maglietta, s'immobilizza e guarda fisso davanti a sé per qualche secondo. Poi si volta verso di me, sempre rigido e i suoi occhi mi colpiscono come fucili.
"".

 

Scendo le scale a testa bassa, dietro Harry, e i miei passi mi sembrano estremamente pesanti. Vorrei saper dire o fare qualcosa per farlo restare, ma la mia mente è annebbiata. Arrivati in salone, l'atmosfera è tesa e gli altri sono in silenzio, a guardarci. Cerco conforto nello sguardo di Louis, che mi guarda insistentemente: capisco che tutti hanno sentito la nostra lite. Oltre l'umiliazione, anche l'imbarazzo.
"Non mi sembra un buon orario per partire, Harry", Niall si avvicina a lui preoccupato.
"Lo so, ma.." ed Harry dice qualcosa a bassa voce, che non riesco a capire. Saluta tutti quanti con un sorriso forzato ed esce dalla porta. Sembro un fantasma mentre mi dirigo in giardino a guardarlo andare via. Apre il portabagagli e ci butta disordinatamente la valigia, si sistema velocemente i capelli, richiude il portabagagli per poi aprire lo sportello. Prima di entrare in macchina mi guarda, da lontano: vorrei urlargli di non andare via, di non lasciarmi, di smetterla, di tornare indietro e baciarmi, ma è tutto inutile. Entra in macchina, accende i fari, mette in moto, fa marcia indietro e si dissolve nell'oscurità. Con lui, va via anche la mia energia. Aspetto altri cinque minuti fuori, con la speranza che Harry torni indietro e mi dica che si tratta di uno scherzo di cattivo gusto, ma niente.
"Isa, entra, ti verrà la febbre se rimani lì!", Cos mi prende per mano e mi introduce in casa. Ho gli occhi gonfi e le labbra secche.
"Che ore sono?", le domando.
"Le 5.30am". Mi guardo intorno, non c'è più nessuno al piano inferiore. Dopo questo bel teatrino devono essere tornati tutti in camera.
"Dai, andiamo a dormire". Constance mi accompagna in camera cercando di essere il più delicata possibile. Entrate in camera, mi siedo sul letto, dove Harry aveva posizionato la valigia, immaginando di essere io quella che lui si è portato con sé e non quella stupidissima valigia. Ricomincio a piangere piano, tirando su col naso. Cos si avvicina a me e mi abbraccia.
"Isa, per qualsiasi cosa, sai che io ci sono. Sono sicura che le cose si sistemeranno, vedrai". Vorrei che credesse veramente nella cosa che ha appena detto, ma apprezzo comunque il tentativo. Le sorrido lievemente.
"Grazie, Cos. Ora, se non ti dispiace, vorrei solamente dormire". Cos mi dà una carezza ed esce, chiudendo la porta dietro di sé. La sento mormorare insieme a qualcuno, ma ignoro di chi si tratta. Tolgo il cardigan e i jeans, per poi indossare i larghi pantaloni del pigiama e una vecchia felpa. Prendo lo spazzolino nel beauty case e a piccoli passi, come un ladro, esco dalla camera per dirigermi in bagno. Mi lavo i denti e mi do una sciacquata al viso, visto che lo specchio riflette un fantasma con gli occhi a palloncino. Sempre a piccoli passi, me ne ritorno in stanza, consapevole di dover dormire in un letto vuoto e freddo. Lo so bene che si tratta solamente di una notte, ma in questo momento mi sembra tutto così assurdo che non riesco a darmi pace. Entro distrattamente, guardando in basso, ma il rumore di un oggetto che cade attira la mia attenzione.
"Zayn, che ci fai qui?".

 

 

Angolo autrice:

Ecco: sarà il tempo grigio, sarà "Rewind" di Paolo Nutini, sarà che sono una regina del dramma, ma questo capitolo è un colpo al cuore.
Seriamente, ho sofferto anche io che l'ho semplicemente scritto!
Ahí, ahí, ahi.. Insomma, cosa ne pensate? Ve gusta o ve rattrista?
Fatemelo sapere, magari con una recensione :)
Enjoy!
I.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Qualcosa di buono ***


Riesci a leggere la mia mente?

Qualcosa di buono




"Ma più di tutto odio il fatto che non ti odio,
nemmeno un po', nemmeno quasi, nemmeno niente
"

 


Lo guardo mentre lui mi fissa spaurito, come se l'avessi colto in flagrante a commettere chissà quale reato. Sposto lo sguardo a terra: il tonfo che aveva attirato la mia attenzione era stato causato dalla caduta del libro di poesie che avevo dimenticato nella borsa, quello che Zayn mi aveva restituito il giorno della sorpresa a Camden. 
"Ora ti metti a frugare nella mia borsa, Zayn?", gli dico raccogliendo il libro.
"No, io volevo solo..". Lo blocco.
"Ti prego, evita di parlare. Vai via, voglio solo dormire". 
"Isa, ti prego, fammi spiegare", non gli do neppure il tempo di finire la frase che mi ritrovo a prenderlo a schiaffi e a pugni, piangendo. Lui cerca di pararsi dalla mia furia, ma non mi dice nulla: evidentemente, capisce che l'unico modo che ha per farsi ascoltare è quello di lasciarmi sfogare contro di lui. Continuo imperterrita e lui continua a farsi colpire, in silenzio, finché non cado per terra, in ginocchio, stremata. Dopo i colpi sordi che gli avevo sferrato, il silenzio è assordante. Zayn si abbassa lentamente, continuando a non parlare. Si siede a gambe incrociate davanti a me, mentre io continuo a guardare in basso.
"Non pensavo sarebbe successo tutto questo..". Mi asciugo le lacrime con la manica della felpa, tiro su col naso e lo fisso.
"E cosa pensavi sarebbe successo, eh? Che dopo avermi baciata, tu ed Harry avreste brindato insieme e poi saremmo andati a fare una scampagnata tutti insieme?", gli rispondo sarcastica.
"Tu, però, avresti potuto rifiutarti di baciarmi..". Non ci posso credere: ha veramente una faccia da culo impressionante!
"Zayn, non rigirare la frittata! Non ti ci mettere anche tu! Io non ho provato nulla baciandoti! Io non ti voglio. NON.TI.VOGLIO. Perché continui ad infierire in tutto quello che faccio? Te l'ho già spiegato una volta: quello che avevamo tu l'hai distrutto, come se nulla fosse. Ed ora sei riuscito a distruggere anche una cosa in cui tu non centri nulla. Il tuo problema, Zayn.. Cazzo! Tu non pensi mai alle conseguenze delle tue azioni! Hai preso alla leggera l'avermi tradito con Perrie e hai preso alla leggera il farti baciare da me davanti ad Harry. Pensi davvero che tu possa sempre risolvere tutto, Zayn? Non credi sia un atteggiamento un po' arrogante da parte tua? Ti sei comportato da ragazzino e, caro mio, io ti conosco: tu non sei un ragazzino. Sei intelligente, hai tanto da offrire, eppure continui a comportarti come un perfetto testa di cazzo. Volevi riacquistare un minimo di rapporto con me? Bene, sappi che mi hai persa. E stavolta è definitivo. Quindi, te lo chiedo per favore, un'ultima volta: esci da camera mia ed evita di parlarmi". Colpito dalla cattiveria con cui ho pronunciato quella manciata di parole velenose, Zayn si strofina gli occhi e si alza. Così faccio anch'io, ma mentre io mi dirigo a letto, lui si avvia verso la porta. Io mi metto sotto le coperte, lui abbassa la maniglia. Si blocca, io mi blocco col lenzuolo in mano, a mezz'aria. Si volta verso di me, io alzo lo sguardo verso di lui. 
"Sai, quando Niall mi ha detto che se fossi venuto avrei trovato anche te ed Harry insieme, mi ero tirato indietro. Ma poi Niall ha insistito e non me la solo sentita di dirgli di no. Ero amareggiato, ma elettrizzato all'idea di poter passare del tempo con te. Voglio dire, non eri felice anche tu mentre prima giocavamo tranquillamente al gioco delle canzoni? Ma poi ti ho visto baciare Harry mentre giocavamo ad Obbligo o Verità e ho pensato che se non avessi fatto un casino con Perrie, in quel momento tu avresti baciato me. Lo so, è infantile, e dovrei dirti che, visto che ti amo, dovrei volere solamente che tu sia felice con chiunque tu decida di esserlo. Purtroppo non sono un tipo di persona così equilibrata e vorrei solamente che la tua felicità la condividessi con me. Ricordi quando abbiamo visto "Into the Wild" a casa mia lo scorso inverno? Ti ricordi cosa diceva il protagonista? "La felicità è reale solo se condivisa". Beh, io ho perso l'unica persona che meritava davvero ogni cosa bella: io ho perso te ed è solo colpa mia. Quindi, penso di meritarmi le tue parole. Sono veramente una testa di cazzo, lo sono sempre, vorrei solo non esserlo stato con te". E' sincero mentre dice queste cose e me ne rendo conto guardando il suo pugno chiuso, come se volesse stritolare qualcosa.
"Lo so, Zayn, ma non si può vivere di "se solo avessi fatto..", perché ormai hai fatto le tue scelte e ne paghi le conseguenze". Una volta, forse, non sarei stata così dura, ma non posso permettergli di appropriarsi ancora delle azioni della mia vita. Mi sorride, mentre arriccio le labbra.
"Perdonami". Esce dalla porta e se ne va. Perdonami. In cuor mio so che l'ho già perdonato, anche se non dovrei. In cuor mio, so che lo perdonerò sempre.

 

 

20 marzo 2012

 

"Isa, svegliati!".
"…No, mamma, ho sonno".
"Se ciao! Isa sono Louis! Sveeeeglia!". Mi stiracchio mugugnando e sbadigliando. La prima cosa che vedo aprendo gli occhi è la strepitosa espressione di Louis che continua a strattonarmi per svegliarmi. 
"Louis, che cazzo, ma lasciami in pace", infilo la testa sotto il cuscino finché, di scatto, non mi posiziono seduta e mi guardo intorno. Non c'è traccia di Harry. Allora è vero: è andato via. Louis mi prende una mano e me l'accarezza.
"Stai meglio?". Beh, diciamo che ho finito la mia scorta di lacrime e che quindi potrei morire disidratata da un momento all'altro.
"Un pochino.."
"Vedrai, ci penserò io a farti stare meglio!". Mentre mi dice questa cosa, tira la mano, quella che stava accarezzando, verso il suo viso, lentamente richiude a mo' di pungo il dito medio, l'anulare, il mignolo e il pollice, lasciando in su l'indice. Ma che fa? Con una mossa repentina, porta il mio dito indice dentro la sua narice destra.
"LOUIS! MA CHE CAZZO FAI?!", gli urlo spostando la mia mano disgustata. Pulisco il mio dito sul suo pigiama e lui inizia a ridere come un matto.
"Sarebbe questo il modo per tirarmi su il morale? Scaccolandoti?!", gli chiedo ridacchiando. Continuando a ridere, lui si stende sul letto con le braccia incrociate dietro la testa e io mi stendo accanto a lui.
"Sai, stanotte io e Cos abbiamo discusso". Lo guardo sorpresa.
"Bella nottata di merda anche per te?".
"Abbastanza".
"Perché avete discusso?". Improvvisamente, intono nella mia mente Sexed up di Robbie Williams. Louis sospira e si gratta il petto.
"Dice che ha paura che io possa fare qualcosa che rovini tutto". Perché Cos dovrebbe pensare una cosa simile?
"E perché scusa?".
"Ma che ne so. Abbiamo discusso proprio per questo. Se n'è uscita con questa cosa e non ne capisco il motivo. E poi perché devo essere sempre io quello che sbaglia? Cos si mette sempre nella posizione di chi giudica e mai di quella che potrebbe sbagliare. E' una cosa che proprio non sopporto". Beh, in effetti è fastidioso.
"E tu gliele hai dette queste cose?". Louis socchiude gli occhi rapidamente.
"Pensi che sia semplice avere a che fare con una persona così? Tempo di spiegarlo e aveva già smesso di parlarmi. Mi sembriamo una coppia sposata da cinquant'anni". E' la prima volta che Louis si apre così platealmente con me e per quanto la cosa mi possa far piacere, mi dispiace davvero per lui. 
"Ehi, siamo due tristoni, lo sai?". Louis mi guarda e mi sorride.
"E il bello è che cinque minuti fa ti ho detto che ti avrei tirato su il morale!".
"Sì e l'unica cosa che hai fatto è stato utilizzare il mio indice per infilartelo nel naso!", gli risposi muovendo l'indice incriminato su e giù.
"Mal comune, mezzo gaudio!".
"Come sei saggio, Lou..". Sempre rimanendo stesi, mi avvicino a lui e poso la mia testa sul suo petto, rannicchiata, mentre lui inizia ad accarezzarmi i capelli. Mi lascio trasportare dal battito del suo cuore, che mi calma. Non c'è bisogno di parole tra noi due e la cosa mi solleva, perché non ho alcuna voglia di parlare. E' come se la grande voragine scavatasi nella mia anima avesse risucchiato tutte le parole che avrei potuto dire e che sono andate perdute. Rimaniamo così e cadiamo in un sonno profondo.

 

 

Dopo esserci svegliati, Louis è andato in bagno per farsi una doccia, mentre io sono scesa in salone, ancora in pigiama. 
"Alla buon ora!", ironizza Gwen, mangiando una fetta di pizza rossa.
"Perché, che ore sono?", le chiedo guardandomi intorno, alla ricerca di un orologio.
"Le 15.30!". 
"Le 15.30!? Qualcuno ha visto il mio telefono? I miei genitori mi avranno chiamato mille volte!". E poi voglio controllare se, per caso, c'è un messaggio di Harry.
"E' sopra il tavolo della cucina".
"Grazie, Liam". Corro in cucina e afferro il telefono. Cazzo: dieci chiamate perse da parte di mio padre e due messaggi da parte di mia madre.

- Sei sveglia? Tutto bene? Baci

- Chiama appena ti svegli, papà si sta alterando.

Chiamo subito mio padre, che risponde dopo mezzo secondo. Mi chiede come va, come non va, cosa abbiamo fatto, a che ora tornerò. Riesco a tagliare velocemente la chiamata dicendogli che gli avrei mandato un sms appena saputo l'orario in cui sarei arrivata. Attacco e, a malincuore, accetto il fatto che Harry non abbia tentato di mettersi in contatto con me. Cosa mi dovevo aspettare? In quel momento realizzo che Harry è andato via in macchina e che, quindi, non ci saranno abbastanza posti per tornare tutti quanti in macchina. Mi dirigo in salone, dove sono tutti riuniti a giocare a carte e ad ascoltare la musica.
"Ragazzi, come facciamo per il ritorno? Non ci sono abbastanza posti..".
"Abbiamo già risolto, viene a prenderci mio padre!", mi risponde Cos, sorridendo. Le sorrido di rimando e vado a sedermi sul divano, continuando a fissare il cellulare, nella speranza che Harry mi dia qualche segno di vita. Niall si siede accanto a me. Ha un ottimo profumo addosso.
"Che profumo hai?", gli chiedo annusandolo.
"Hugo Boss".
"Buonissimo!".
"Grazie", sembra soddisfatto. Aspetta un attimo. Sbaglio o ieri notte Zayn mi ha detto che Niall l'ha convinto a venire qui? Niall è amico di Zayn e Harry. Aspetta. Quindi sapeva che ero l'ex ragazza di Zayn. No, ok. Calma.
"Da quanto conosci Zayn?", cerco di sembrare disinvolta e disinteressata. Lui mi guarda interrogativo, sorpreso da quella domanda.
"Da quando abbiamo 13 anni..".
"Quindi tu sapevi chi ero quando sono arrivata in questa scuola, vero?". Si gratta la fronte, turbato.
"".
"E perché hai invitato Zayn qui se sapevi come stavano le cose?". Inizia a tremarmi una gamba e non riesco a fermarla.
"Isa.. Io.. Mi dispiace".
"Ti dispiace di cosa?".
"Mi sento in colpa".
"In colpa per cosa?!"
"Perché non pensavo sarebbe successo tutto questo disastro".
"Niall, non ti volevo colpevolizzare. Insomma, non è colpa tua se quei due sono dei ragazzini, ma almeno potevi dirmelo. Tutto qui". Il suo volto è seriamente dispiaciuto, gli metto una mano sulla spalla.
"Ehi, tranquillo, non ti devi preoccupare". 
"Davvero, Isa, scusami". Ma perché si scusano con me tutte le persone che non sono Harry?! Gli faccio l'occhiolino.
"Senti, hai per caso notizie di Harry?".
"Sì, il viaggio è andato bene. Ma lui non sta bene per niente..". Inarco le sopracciglia.
"Vado a farmi una doccia". Niall mi sorride e si alza con me, dirigendosi da Allie, tutta presa da una partita a Canasta.
Salgo le scale a due a due, entro in stanza, prendo tutto l'occorrente per farmi la doccia e mentre mia avvio verso il bagno, passo davanti la camera di Liam e Gwen e sento dei rumori.. insoliti. Lo so che non si dovrebbe fare e che è maleducazione, ma mi metto ad origliare. O.MIO.DIO. Ok, sento dei gemiti e dei sospiri. O.MIO.DIO. Inizio a sorridere come una cretina, mentre sbarro gli occhi. Gwen e Liam stanno facendo sesso! Scappo in bagno ed inizio a ridere, un po' per la scena paradossale, un po' perché qualcosa di buono, allora, è successo! 

 

 

Angolo autrice:

Hello babies!
Allora, cosa ne pensate? Finalmente si sta formando la coppia Gwen-Liam, yee!
Per il resto cosa ne pensate? Vi piace?
Fatemi sapere, bellezze!
Enjoy!
I.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** La soluzione ***


Riesci a leggere la mia mente?

La soluzione






"E la parte più difficile è stata lasciar correre, far finta di nulla:
hai davvero spezzato il mio cuore
"

 

 

Lascio che l'acqua tiepida scivoli selvaggiamente su di me, che sono ritta, immobile, sotto la doccia. Apro la bocca e chiudo gli occhi: ora Harry aprirà la porta, si spoglierà, entrerà qui, si scuserà e faremo la doccia insieme. Sento la porta aprirsi. Cazzo, allora non lo sto solo immaginando. La doccia a vetri mi permette di vedere chi è.
"LOUIS, ESCI DA QUESTO BAGNO, CAZZO". Ti pareva? Cerco di coprirmi per quanto possibile, visto che questa doccia non lascia nulla all'immaginazione. Cazzo, che imbarazzo.
"LOUIS, NON RESTARE LA' IMBAMBOLATO, ESCI!", Louis si riprende da quello stato di immobilità improvvisa e invece di uscire, mi tira un asciugamano. Ok, è veramente un cretino. Chiudo velocemente il getto d'acqua e mi metto l'asciugamano addosso. Lo sto uccidendo con lo sguardo.
"Ora tu mi spieghi, brutto idiota che non sei altro, perché non sei uscito, invece di tirarmi un asciugamano". Lo indico. Lui continua a guardarmi con un'espressione indecifrabile.
"Hai intenzione di rimanere lì per sempre? Nel caso non te ne fossi accorto, ho ancora il sapone in testa". Ora mi indico i capelli.
"S-scusami. Non pensavo ci fosse qualcuno! Potevi chiudere a chiave!". Me n'ero completamente dimenticata.
"Beh, tu potevi sentire il rumore della doccia!". Louis si rilassa un pochino e fa per andarsene. Finalmente. Tolgo l'asciugamano e, mentre sto per riaprire la doccia, Louis apre di nuovo la porta. Che scassaminchia!
"Comunque.. Belle tette!". 
"SEI PROPRIO UN COGLIONE!", gli urlo, tirandogli una spugna, ma lui richiude velocemente la porta. Come si fa ad essere così indiscreti?! Bene, ora che Louis mi ha vista completamente nuda, posso dichiararmi la persona più imbarazzata del mondo. Mi sbrigo a fare la doccia, anche perché non voglio che qualcun altro apra la porta e mi veda nuda. Mi vesto e mi do un'asciugata veloce ai capelli: sembro un leone che ha appena combattuto per il cibo. Esco dal bagno e, tanto per coronare questa giornata iniziata così bene, m'imbatto in Zayn che, a quanto pare, stava aspettando che io finissi la doccia. Per lo meno, lui ha avuto la buona creanza di aspettare. Ci guardiamo imbarazzati.
"Finito?", mi chiede, alludendo alla doccia.
"Sì, sì, è libero". Mi sorride, entra in bagno e chiude delicatamente la porta. Sento il rumore della chiave e ripenso a quando, a nove anni, mio padre mi disse che le persone sono esattamente come le porte: "Nessuno è un passpartout, amore mio: nella vita incontrerai persone con cui non riuscirai mai ad aprirti, ed altre a cui non riuscirai mai ad aprire il cuore. Quando troverai chi ha la chiave giusta, senza neanche accorgetene, quella persona avrà già arredato il tuo cuore". Sorrido pensando che, quando me l'aveva detto, io stavo piangendo perché il mio compagno di classe delle elementari si era rifiutato di mettersi con me. Vorrei solo chiedere a mio padre come si fa quando qualcuno ha la chiave del tuo cuore, ma poi la getta via. Come si fa a far traslocare quella persona dal tuo cuore? Entro in camera e inizio a mettere a posto, visto che verso il pomeriggio tardi dovremo tornare a casa. Liam bussa alla mia porta ed entra nascondendo un dolce sorriso. 
"Come va?". Mi chiede, sedendosi sul letto. Alzo gli occhi al cielo.
"Mi fa piacere che tutti mi chiediate come va, però non sono in fin di vita. Sto bene". Forse sono stata un po' troppo acida, ma non sopporto più questa domanda. Cerco di rimediare.
"Piuttosto.. Tu, come va?", gli chiedo con fare malizioso. Liam non riesce a nascondere il sorriso compiaciuto.
"Beh.. E' successo!".
"Lo so". Mi guarda sospettoso.
"E come lo sai?". 
"Vi ho sentiti!", rispondo tranquillamente, mentre continua a mettere a posto i quattro stracci che mi sono portata. Lo guardo un attimo e vedo il suo volto diventare completamente rosso. Inizio a ridere.
"Dai, Liam, tranquillo! Sono cose naturali!", non lo vedo molto convinto, ma ora è sicuramente più rilassato.
"Quindi, state insieme?". Vedo il suo volto oscurarsi un pochino, e smetto di piegare le magliette. Attendo una risposta che non tarda ad arrivare.
"No..". Assumo un'espressione confusa. Come no? Si tocca il mento.
"Beh, ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di basare questo rapporto solo sul.. sesso". Sgrano gli occhi. Non è che io sia scandalizzata dal fatto che sia solo sesso, ma dal fatto che Liam, che è totalmente cotto di Gwen, abbia acconsentito a questa cosa.
"Ma tu sei innamorato di lei!". Gesticolo veementemente. 
"Abbassa la voce Isa", mi fa cenno di abbassare i toni, poi continua.
"Lo so, ma per ora mi faccio bastare questo rapporto. Non mi va di metterle pressione". 
"Ok, posso capirlo, ma se poi lei incontra un altro e ci si mette insieme? Voglio dire, se è solo sesso non avete l'esclusiva". Lo guardo a braccia conserte.
"Senti, non lo so, per ora mi va bene così..", abbassa lo sguardo scocciato.
"Scusami Liam, è solo che mi dispiacerebbe vederti soffrire, tutto qui". Mi siedo accanto a lui e gli sorrido.
"Lo sa qualcun altro oltre me di questa storia?".
"Sì, l'ho detto solo a Louis, non so se Gwen l'ha detto a qualcuno. Per favore, non spargere la voce". Metto la mano sul cuore.
"Parola di lupetto!". Liam mi scompiglia i capelli, anche se è impossibile scompigliarli più di così, e si avvia verso la porta.
"Ah, a proposito di Louis.. C'è qualcosa che dovrei sapere?". Inarco le sopracciglia.
"No, perché?", gli chiedo scettica. Mette la mano sulla maniglia e l'altra l'appoggia al suo fianco.
"Prima mi parlava di qualcosa riguardo ad una tua doccia e alle tue tette..". 
"E' PROPRIO UN COGLIONE!". Liam scoppia a ridere e scappa dalla stanza. Mentre ciondolo la mia testa, rassegnata alla stupidità contagiosa di Louis, prendo il telefono. Un nuovo messaggio. Fa' che sia Harry. Mamma. E quando mai che si avvera una cosa che desidero! Apro l'sms:

- Amore, è appena arrivata una sorpresa per te. Ti voglio bene, a dopo.

Una sorpresa? Che ansia, le sorprese. Sarà di Harry?! O dio, deve essere lui per forza. Chi, altrimenti, mi farebbe una sorpresa? 

- Che sorpresa? Non puoi tenermi sulle spine, mamma!

- La vedrai dopo :-)


Da quando mia madre ha imparato a mettere gli smile nei messaggi, manda smile a chiunque. La adoro! Prendo il mio iPod e mi dirigo in balcone. Inizio ad ascoltare Shadow of The Day dei Linkin park: "A volte le soluzioni non sono semplici, a volte un addio è l'unica soluzione". Voglio tornare a casa, correre da Harry e dirgli che no, un addio non è la soluzione. Non per noi due.

 

 

Angolo autrice:

Aloah,
Capitolo di passaggio e piuttosto corto, PERDONO! Un po' per spiegare la Giam o la Lien (a voi la scelta!)
Allora, di cosa pensate si tratti la sorpresa eheh?
Fatemi sapere se gradite :) e lasciate una recensione, please!
Enjoy!
I.

PPS. Perdonatemi se ci sono errori, ma non ho avuto il tempo di ricontrollarlo!

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Il rumore sordo di un addio ***


Riesci a leggere la mia mente?

Il rumore sordo di un addio




"Quando le cose accadono, accadono e basta;
ma ora non puoi negare di essere stato tu".

 


21 marzo 2012

 

Mia madre mi sveglia alle 9.00 di mattina, accarezzandomi i capelli. Ieri siamo tornati alle 2.00 di notte a causa di un terribile incidente tra una moto e un camion in autostrada. Fortunatamente è domenica, altrimenti non so con quale faccia mi sarei presentata a scuola, visto che non riesco neppure ad aprire gli occhi. Mia madre spalanca le persiane e vorrei avere la forza di urlarle contro, ma la stanchezza ha la meglio persino sulle mie parole.
"Dai, Isa, svegliati!". Mi stiracchio rumorosamente e mia madre mi porge una busta fra le mani.
"Buongiorno, amore", mi dice sorridendo. Mi strofino gli occhi e mi tiro su, seduta, appoggiando la schiena al muro.
"Buongiorno, mamma. Che cos'è?".
"Leggi ed apri", mi dice fremendo. Sembra molto eccitata.

- Per: Sig.na Palmer Isabella
  Da: Theatre, Music and Movie Academy of London 

Mi passo una mano sul viso, incredula. Guardo mia madre, che si sta mordendo il labbro inferiore mentre le trema una gamba. Apro la lettera con cautela, trattenendo il respiro.
"Allora, cosa dice?", mi chiede ticchettando le dita sul letto. Inizio a leggere.
"Cara Signorina Palmer, la informiamo con grande piacere che è stata ammessa nella nostra Accade..". Smetto di leggere ad alta voce e continuo bofonchiando qualche parola qua e là. Stringo la lettera più forte che posso e fisso mia madre con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Lei inizia a battere le mani e mi abbraccia con tutta la gioia che prova, poi si porta le mani alla bocca e sospira piano.
"Amore mio.. Sono così felice..". Ancora non ci credo: avevo mandato la domanda di ammissione a Natale e non avendo ancora ricevuto una risposta, avevo perso le speranze. Cazzo. L'Accademia di Teatro che sogno da tre anni a questa parte ha accettato me. ME. E' un sogno.
"Chiama papà!", mi esorta mamma, passandomi il telefono di casa. Compongo il numero.
"Pronto?".
"Papà?".
"Isa! E' successo qualcosa?".
"Beh, sì..".
"".
"Sono stata presa all'Accademia!".
"Che cosa?! Amore mio, ma è fantastico! Allora ecco cosa voleva la lettera! Tesoro di papà, sono felicissimo per te.. Te lo meriti. Stasera si festeggia!". Cavolo, è strepitoso. Rileggo la lettera attentamente, cercando di metabolizzare che ogni parola stampata lì sopra sia riferita a me. Ma la mia attenzione si focalizza su una frase specifica: "Se la sua media è al di sopra di A-, L'Accademia di Teatro, Musica e Cinema di Londra le permetterà di studiare le discipline in un'altra città europea in cui sia presente la suddetta accademia, pagando vitto e alloggio per i primi 3 mesi di studio". La mia media è A, quindi potrei studiare all'estero. L'idea di andare via è allettante, ma sarà dura convincere mio padre. Voglio dire, mia mamma sì, si dispiacerebbe, ma mi lascerebbe andare. Mio padre, invece, non vorrebbe vedere la sua bambina volare via a chilometri e chilometri da lui. E poi.. Harry. Cavolo, oggi devo vederlo, devo parlarci, devo condividere tutto questo con lui. Lo provo a chiamare, ma non risponde. Forse starà dormendo. Gli mando un sms:

- Ehi, sono tornata. Vorrei vederti per chiarire le cose. Fammi sapere. 

Mentre mi lavo i denti, ripenso a quando ho mandato il video e la domanda d'ammissione. Il video, poi, l'aveva girato Zayn: ha un grande talento per quanto riguarda la regia e il montaggio e devo dire che era riuscito a fare un gran bel lavoro. Forse dovrei dirglielo e ringraziarlo: in fondo, è anche grazie a lui se ho fatto una bella impressione. In ogni caso, è meglio non vederlo, una mail sarà sufficiente. A tal proposito, accendo il pc e accedo col mio account: 13 notifiche, 2 mail e 2 richieste d'amicizia. Accetto l'amicizia di Josh ed Andy, poi passo alle mail: la prima è una mail da parte dei miei compagni delle scuole elementari che vorrebbero fare una cena tutti insieme. La ignoro a priori, visto quello che mi hanno fatto passare quegli idioti quando ero piccola. I bambini sanno essere veramente cattivi e io non dimentico facilmente. La seconda mail è da parte di Liam.

- Ti va di andare a cena fuori stasera con me e Louis?

Mi piace questa storia che ormai mi considerano degna di far parte del loro duo. La verità è che io mi sono sempre trovata meglio a rapportarmi con i maschi, perché si fanno meno problemi di quanti non se ne facciano le femmine. L'unica ragazza con cui io abbia mai avuto un rapporto vero è duraturo è Hilary, anche se è difficile riuscire a farlo rimanere tale da quando è partita per la Corea.

- Non posso! Stasera festeggio.. E, a tal proposito, domani ci vediamo, ché festeggio anche con voi! Ciao omaccione ;)

Passo alle notifiche: varie tag nelle foto di questi due giorni. Scorro velocemente a vederle e ce ne sono un paio che ritraggono me ed Harry : mi sembra di essere tornata al giorno dopo la festa di Jenna, quando per la prima volta vidi una mia foto insieme ad Harry, quando tutto era in forse e ancora non ci appartenevamo. Mi domando se sia ancora così. Leggo alcuni commenti sotto le foto - la maggior parte sono stronzate scritte da Louis-, mi faccio un po' di affari altrui nella Home e mando la mail a Zayn:

- Ehi, mi hanno presa all'Accademia, alla fine. Volevo ringraziarti, perché se non ti fossi preso la briga di aiutarmi con il video, forse non mi avrebbero notata. Grazie.

Infine, entro nel sito dell'Accademia. E' splendido, è il posto adatto a me. Il mio telefono inizia a vibrare, corro a prenderlo: Harry mi sta chiamando. Il cuore batte all'impazzata. Non devo fare voci strane, calma e sangue freddo.
"Pront..", mi cade rovinosamente il telefono dalle mani. 
"MA GUARDA TE, CHE CAZZ.. Harry, ci sei ancora?!". Sento una lieve risata dall'altra parte della cornetta e divento completamente rossa dall'imbarazzo.
"Scusami.. Mi era scivolato il telefono..".
"Figurati. Senti, la mia macchina è dal meccanico, quindi..".
"Vengo io da te?". Azzardo. Lo sento sospirare e lo immagino mettersi una mano tra i capelli.
"Sì. Vieni alle 15". In questo momento urlerei dalla gioia, ma non posso fare un'altra figuraccia.
"Ok, a dopo".
"A dopo, ciao". Non posso fare altro che sperare per il meglio.

 


Sono in autobus da dieci minuti per recarmi a casa di Harry. Sto per rivedere il mio (spero di nuovo) fidanzato, ho il mio amato iPod, sono stata ammessa all'Accademia, quindi cosa potrebbe andare storto? Nulla. E invece no. Ecco, di tutte le persone che avrei potuto incontrare, proprio lei. Eccola lì: l'unica ragione per cui mi dispiace essere bionda è appena entrata in autobus. Perrie. La guardo da lontano e provo solamente pena e disprezzo: da quando è entrata non ha fatto altro che starnazzare con le sue tre amiche oche riguardo una "mega festa troppo figa, cioè, figa al cubo" di un certo Rodrigo. Rodrigo? Ma che cazzo frequentano, il bunga bunga brasiliano? Effettivamente la cosa non mi stupirebbe affatto. Cazzo, mi ha vista. Anzi, mi ha vista e poi ho finto di non averlo fatto. Si sta avvicinando sempre di più, fingendo di essere indifferente e non appena si avvicina sufficientemente inizia a parlare ad alta voce.
"Ah, ragazze, ma lo sapete chi ho risentito poco tempo fa? Zayn!". Ma quanto è stupida?
"Ma come, non è più fidanzato?", le chiede la sua amica, interpretando la parte come un'attricetta di film di serie B.
"No, Isabella l'ha lasciato. Cioè, anche io l'avrei lasciato se mi avesse messo le corna con una troppo più bella di me". Mi lascio sfuggire una risatina. Perrie si volta a guardarmi, fingendo una faccia sorpresa.
"O dio, ma guarda chi c'è! Isa, ciao! Da quanto tempo!", urla sorridendo. La prenderei a calci in culo. Tolgo le cuffie delle orecchie.
"Ciao, Perrie". Mi alzo, visto che alla prossima fermata devo scendere. Perrie mi squadra dalla testa ai piedi.
"Mmm, Isa.. Ti sei lasciata un po' andare, non credi? Quanto avrai preso, almeno 4 chili?". Chiudo gli occhi come se dovessi meditare, poi li riapro e m'incammino verso le porte. Prima, però, mi fermo davanti a Perrie.
"Sai, Perrie, io avrò messo anche 4 chili, ma sono amata da molte più persone di quante tu potrai mai sognarti in una vita intera. E lo sai perché? Perché tu sei un sommelier di cazzi, mentre io no". Noto la sua bocca spalancarsi e sento delle risate da parte di due ragazzi seduti lì vicino. Sommelier di cazzi! Come mi è venuto questo insulto?! Ma soprattutto, Perrie lo sa cos'è un sommelier? In ogni caso, la sua faccia è impagabile ed io posso scendere dall'autobus soddisfatta. Cammino per altri cinque minuti ed eccomi a casa di Harry. Un altro ostacolo da superare. Busso ripetutamente ed Harry viene ad aprirmi. Indossa una maglietta di cotone bianca con lo scollo a V e le maniche corte, jeans scuri stretti e felpa verde militare. E' scalzo ed è bellissimo.
"Entra".
"Grazie". Poso la borsa vicino al divano e rimango in piedi, guardandomi intorno, come se non conoscessi a memoria quella casa.
"Vuoi qualcosa da bere?". Mi chiede lui dalla cucina.
"Un bicchiere di Coca, grazie". Harry mi porta la Coca Cola e mi sorride.
"Andiamo in camera mia".
"Non ci sono i tuoi?".
"No, tornano domani. Sono partiti per un matrimonio".
"E tua sorella?".
"E' con loro".
"E perché tu non sei andato?".
"Perché non mi andava. E poi.. Speravo di vederti". Sorrido non facendomi vedere mentre saliamo le scale. La camera di Harry è piuttosto disordinata, come al solito. Lui si stende sul letto, mentre io mi siedo accanto a lui. Nessuno dei due parla, ma non c'è alcun imbarazzo. Questo mi fa capire molte cose. Voglio dire, quando due persone riescono a rimanere in silenzio senza che ci sia imbarazzo, vuol dire che c'è una profonda conoscenza reciproca.
"Allora? Ci hai pensato?", mi chiede lui.
"A noi due, intendi?". 
"No, al perché i campi di Holly e Benji siano così lunghi. Isa, a noi!". Capitan Ovvio è fra noi.
"Devo essere sincera?".
"Pretendo che tu lo sia. Tu ancora non ti rendi conto quanto sia difficile capire quello che pensi, visto che non ti esprimi mai chiaramente..".
"Ok..", deglutisco. "Sono stata presa all'Accademia". Harry corruga la fronte.
"Quale Accademia?". Mi bagno le labbra con la lingua.
"Non te ne ho mai parlato, perché pensavo che non mi avrebbero presa. Si tratta dell'Accademia di Teatro, Musica e Cinema di Londra..".
"Wow, Isa, non contento. Ma cosa c'entra?", mi domanda, giustamente.
"Beh, c'è la possibilità che io possa partire per studiare in un'altra città europea. Le opzioni sono: Parigi, San Pietroburgo, Barcellona, Lione, Roma oppure Londra". Harry si gratta l'occhio sinistro con la mano destra.
"E tu che hai intenzione di fare?".
"Devo ancora parlarne con mio padre, ma se mi lascerà partire, allora me ne andrò". Abbasso lo sguardo mentre Harry si morde il labbro inferiore. .
"Quando partiresti?".
"Subito dopo il diploma". Si scrocchia il collo, agitato.
"Vedi, Harry, io non ho mai conosciuto una persona come te. Sai, tu sei strano forte, anche se non lo sembri. Anzi, a primo impatto sei proprio un tipo stereotipato: un ragazzo sexy che sa l'effetto che fa alle persone. Ma in realtà tu sei molto di più, sei anche una persona molto insicura e se prima ero dubbiosa al riguardo, dopo che mi hai lasciata ne ho avuto la conferma". Harry sembra confuso.
"Isa, ti prego, dove vuoi arrivare?".
"Harry, il punto è: vuoi dirmi addio adesso, precludendoti i prossimi due mesi insieme, oppure vuoi viverli con me, facendo i conti con tutto quello che verrà dopo?". Sospira e deglutisce, non riesce a star fermo con le gambe.
"Se io passassi con te questi due mesi, cosa ne sarà di me dopo? Vivrei con l'angoscia di te con sei accanto a me. Io non sono abituato, non so gestirle queste cose". Mi guarda spaurito.
"Guarda che l'amore non è arcobaleni e fiorellini rosa, l'amore è per lo più venire a patti con i difetti, cercare dei compromessi, accettare l'altra persona senza fare di tutto di cambiarla".
"Quindi immagino che se anche io ti chiedessi di non partire, tu lo faresti comunque". Lo fisso.
"Se tu mi chiedessi di non partire, vorrebbe dire che non mi ami". Si alza di scatto, arrabbiato.
"E invece tu che parti lasciandomi qui, mi ami?! Ah no, è vero, tu non mi ami: tu sei innamorata di me e basta. Ma vaffanculo, Isabella!". 
"Harry, porca puttana, io sono venuta qui per chiarire! E se tu sei troppo immaturo per capire il mio discorso, allora vaffanculo tu! Io sto cercando di dirti che pur di stare con te, accetterei anche di soffrire a causa della lontananza! Sei veramente un deficiente!". Siamo in piedi entrambi e ci guardiamo in cagnesco.
"Come mi hai chiamato?!", mi urla contro.
"D E F I C I E N T E!". 
"Esci da casa mia", mi intima.
"Volentieri". Esco sbattendo la porta e corro giù per le scale velocemente, prendo la borsa ed apro la porta d'ingresso, ma Harry mi blocca il braccio, mi volta verso di sé e mi bacia. Dopo qualche minuti siamo stesi a terra a fare l'amore. Di nuovo. Ci dimeniamo per più di un'ora ed è un piacere infinito, infernale e una lacrima riga il mio viso. Harry è ancora dentro di me, ma si ferma.
"Cosa ti succede?", mi chiede preoccupato. Le mie lacrime sono sempre più violente e fluenti.
"Ti amo, Harry". Tiro su col naso, Harry mi guarda sbalordito. Gli ho detto che lo amo. Gli ho dato la conferma che cercava e la soppressa coglie anche me. Lui bacia le mie lacrime, fino ad arrivare alla mia bocca. Il dolore di una semplice fine non sarà mai forte quanto quello di una fine preannunciata.

 

Prima di andare via da casa di Harry, lo guardo mentre si sistema i capelli.
"Lo sai che non potrà essere sempre così, vero?". Lui si volta verso di me.
"Così come?".
"Che ogni volta che litighiamo, poi facciamo sesso. Non è come ho intenzione di affrontare le cose". Lui si avvicina a me.
"Non succederà più". Il tono della sua voce non mi sembra incoraggiante.
"Che vuoi dire?".
"Che io e te non stiamo insieme. Questo era un addio". Non dico nulla, non ci provo neanche. E' stato tutto inutile. Apro la porta ed esco. La delusione, la tristezza e l'amore non vanno d'accordo. Harry si è accaparrato i miei sentimenti e mi li ha ridati come se niente fosse.
"Ciao, Harry". Harry cerca di sfuggire al mio sguardo, ma non ci riesce. Io non ho la forza di guardarlo ulteriormente.
"Ciao".
M'incammino verso l'autobus a testa bassa. Metto le cuffie dell'iPod ed inizi ad ascoltare Strawberry Swing dei Coldplay. Allora è così che va. Oggi sono passata ufficialmente dall'età adolescenziale a quella adulta: il passaggio in cui ti accorgi che per quanto cerchi di cambiare le cose, c'è un destino già scritto. Il mio destino, evidentemente, non comprendeva Harry come co-protagonista, ma solamente come comparsa. Sento il mio cuore sgretolarsi lentamente e non vedo l'ora di andare via.

 

 

Angolo autrice:

Un bel calcio in culo all'happy-end.
Questo capitolo ha amareggiato anche me che l'ho scritto, figuriamoci (fatta eccezione per Perrie eheh)!

Allora, cosa ne pensate? Fatemi sapere.
Oggi voglio ringraziarvi tutte voi che mi seguite/recensite/preferite, senza di voi mi sarei scoraggiata.
GRAZIE!
I.

Ps. Questo è ufficialmente uno degli ultimi capitoli, care. Sono un po' triste!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Le cose che non ti ho detto ***


Riesci a leggere la mia mente?

La cose che non ti ho detto




"Questa volta ti sto scrivendo non per dirti che ti odio,
ma per chiederti semplicemente come stai."

 

12 settembre 2012

 

"Isa, corri! Faremo tardi a lezione, su!".
"Eccomi Casey, arrivo!".
Sono tre mesi e mezzo che sono qui e sono tre mesi e mezzo che faccio ritardo sempre alla stessa lezione: arti grafiche. Fortunatamente ho incontrato Casey, la mia compagna di stanza, che mi stimola a sbrigarmi, altrimenti non saprei neppure che faccia ha il professore. I primi tempi, quando entravo in aula, speravo di trovare Louis seduto in fondo ad aspettarmi, ma col passare del tempo mi sono abituata a trovarci Jamie, il ragazzo dai folti capelli rossi, dove prima immaginavo Louis. Alla fine, ho scoperto, ci si abitua a tutto. Comunque, ogni tanto, lo sento: ci vediamo su Skype. Sono contento che gli vada tutto alla grande, ma da una persona splendida come lui c'è da aspettarselo. Harry mi scrive qualche sera, ma non saprei dire come se la passa, Zayn idem. Cos e Gwen non si sono più fatte sentire e non capisco perché, viste le mie svariate mail. Non capisco.. Comunque, la decisione di partire è stata, forse, la più giusta che io abbia mai preso in vita mia: Barcellona è una bella città, rigenerante, oserei dire. Da quando sono qui non ho passato alcun tipo di dramma o di disastro sentimentale di dimensioni macroscopiche. Ogni tanto esco con qualcuno, ma niente di serio: voglio concentrarmi su di me e basta. Anche perché ho imparato una cosa: l'amore è appropriarsi indebitamente delle azioni degli altri e quando, poi, finisce, le tue azioni sono dimezzate, se non completamente prosciugate. Io, invece, voglio tenermele tutte, le mie azioni, ed utilizzarle solamente quando avrò la certezza di poterle condividere con qualcuno. La condivisione, ecco qual è sempre stato il mio problema: la condivisione. Ho sempre avuto così tanta paura di non essere accettata, che alla fine mi sono dimenticata della condivisione. Zayn, Harry.. Loro, sì, mi hanno sempre accettata per come sono, ma nessuno dei due si è mai preoccupato, neanche una volta, di provare a condividere qualcosa con me. Che so, un hobby, un interesse.. Mai niente. Il problema non è accettare, ma condividere.

 

POV Harry

Un'altra serata in un pub. Da quando mi sono messo con Gwen, non facciamo altro che girare tutti i pub nei dintorni del College con i nostri nuovi "amici". Non mi va si stare a polemizzare, davvero, quindi metto su un bel sorriso e vado avanti, come sempre. Guardo Gwen e sì, è bella, prima non l'avevo mai visto sotto questa luce. Forse sarà anche perché Isa aveva oscurato tutto ciò che mi circondava. Forse perché lei ha tirato fuori il peggio di me. O il meglio? Questo ancora non l'ho capito. So solo che certe volte, quando passo davanti casa sua, vorrei semplicemente entrare e dormire nel suo letto, anche se lei non c'è. Vorrei tornare ad avere il suo profumo addosso, anche solo per un minuto, solamente per capire se è davvero lei che mi manca, in quanto persona con pregi e difetti, o se mi manca l'idea che io mi ero fatto di lei. Vorrei capire se queste due versioni coincidono. Ho sentito che tornerà a casa per un settimana a Natale, e non voglio pensare a cosa succederà quando scoprirà che Gwen ed io, ora, siamo una coppia. Gwen non le ha mai risposto alla mail, anche se io le avevo detto di dirglielo, perché tanto Isa, da lì, non avrebbe potuto fare nulla. Ma Gwen non sa che io qualche sera le scrivo, anche se poi non le scrivo mai quello che vorrei scriverle. Voglio litigarci ancora una volta e poi rifare l'amore. Voglio baciarle le lacrime. E poi..
"Sì, un'altra birra, grazie".

 

POV Zayn

"Mamma, sono Zayn".
"Zayn? Chi è Zayn?".
"Tuo figlio".
Oggi deve essere una delle sue tante giornate negative. Entrare qui dentro con la consapevolezza che tua madre non si ricorda chi sei, è frustrante. Vorrei saper fare qualcosa per impedire all'Alzheimer di avanzare, per impedire a questa stupida malattia di privarla dei suoi momenti felici, ma soprattutto per impedirgli di arrivare così presto. Ho sempre saputo che questo tipo di demenza fosse solita colpire le persone anziane, per questo motivo quando mia madre aveva iniziato a dimenticare di andare in lavanderia, o a fare la spesa, io non avevo pensato a questa conclusione. Ma poi ha iniziato a dimenticarsi di indossare i pantaloni, di mettersi le scarpe ed ora non si ricorda neppure di me. Quando ha avuto la prima crisi, ormai quasi due anni e mezzo fa, io non sapevo cosa fare. Ho pianto, non sapevo con chi parlarne, non sapevo neppure se era giusto parlarne. Sono andato a letto con Perrie per sfogarmi, per fingere che la mia vita fosse normale. E poi è successo quel che è successo. A Isa non ho mai raccontato di mia madre, mi vergognavo di rivelarle che soffre di Alzheimer, come se fosse un disonore per me. Ora, invece, mi vergogno di non averglielo detto, mi vergogno di essermi vergognato della persona che amo di più al mondo. Mi vergogno di non aver avuto il coraggio di cambiare le cose.

 

POV Liam

Cavolo, ancora non ci credo che oggi farò il mio primo servizio fotografico! Assurdo.. Io, Liam Payne a fare il modello per una marca di jeans. Cavolo.. Devo mandare assolutamente un sms a Isa! Mi ha detto lei di buttarmi in questo campo e per quanto io non ci credessi, alla fine aveva ragione. Aveva ragione anche su Gwen, che per me ormai è GwenLaStronza. La nostra storia di sesso è andata avanti finché Isa non è partita, ossia finché Harry non era "disponibile". Mi aveva anche fatto credere che tra noi potesse esserci qualcosa di più e poi, da un giorno all'altro, PUFF: scomparsa. "Scusa, ma io e te non potremo mai essere nulla, perché tu mi ami, ma io no". Questo servizio fotografico è per tutte le Gwen del mondo: guardate cosa vi perdete, quando siete superficiali. 
"Liam, sei pronto?".
"Mai stato così pronto in vita mia".


POV Niall

"Allie, mi prenderesti le patatine?".
Stasera c'è la partita e anche stasera, che volevo passare da solo con la mia birra e le mie patatine, Allie è venuta qui. Per carità, io le voglio un bene infinito, ma intendiamoci: io le voglio bene. Stop. Penso che se glielo dicessi, mi prenderebbe a padellate, ma è così: io non la amo. Ormai è diventata una specie di migliore amica, ma devo farmela andare bene, perché non posso svelarmi dal giorno alla notte. Devo far durare questa storia ancora un po', finché non me ne andrò via e sarò finalmente libero di essere chi sono. Mi viene da sorridere ripensando a quello che ho provato a fare a casa di Cos, a marzo: com'ero immaturo, Dio santo! Credevo davvero che creando scompiglio tra Harry, Isa e Zayn, Harry si sarebbe innamorato di me? Come diamine ho fatto ad essere così sciocco? Più che altro mi dispiace per Isa: lei era stata così gentile a consolarmi, quando abbiamo parlato il giorno dopo che Harry l'ha lasciata. Forse, se non fosse per me, ora starebbero ancora insieme. Ma non fa poi molta differenza, si sarebbe in mezzo Louis prima o poi.
"Ecco le patatine, amore!".
"Grazie, piccola".


POV Louis

- Appena ti connetti, contattami!

Devo assolutamente raccontare ad Isa che oggi ho visto la mia professoressa di chimica baciarsi con il Preside del nostro liceo. Raccapricciante. Ci ho messo parecchio a capire di essere innamorato di lei, ma forse credo di averlo fatto da quando l'ho vista la prima volta, quando mi ha risposto male. Ogni momento passato con lei è stato una ventata d'aria fresca e avrei voluto dirglielo. Forse sarebbe rimasta. Ho dovuto confessarlo a Cos, perché io non sono capace di stare con una persona solamente per passare il tempo e per quanto lei abbia apprezzato questa cosa, non mi parla più. E non parla più neanche ad Isa. Si è trasferita a Parigi per lavorare nella casa di moda del padre, almeno così mi hanno detto. Mi manca Isabella Palmer e vorrei farmi tutti i chilometri che ci separato per sussurrarglielo nell'orecchio. "Mi manchi". La potenza di due semplici parole, forse anche più potenti di "Ti amo", perché quando dici ad una persona che ti manca, le stai praticamente annunciando che non riesci a vivere la tua vita completamente, come riusciresti a fare solamente se quella persona fosse accanto a te. E a me Isabella manca davvero.

- Eccomi, sono on line! Chiamami su Skype:)

 

 

 

Angolo autrice:


E così si conclude la mia prima FF.
Oddio, sono triste. Davvero. 
Vi voglio ringraziare tutte: chi mi ha seguita, chi mi ha preferita, chi mi ha ricordata e chi mi ha recensita.
Vi ringrazio e vorrei solamente dirvi che se avete qualcosa da dire a qualcuno, ditegliela, perché poi potrebbe essere troppo tardi:
siamo troppo giovani per vivere col rimpianto di cose non dette, o di azioni mai compiute.
E, un'ultima cosa: anche quando non credete in voi stesse, quando non credete di lasciare un segno nelle persone,
fidatevi: rimarreste sorprese nel sapere a quante persone avete, in realtà, lasciato una vostra traccia nei loro cuori.
Solo che non ve lo dicono.
Con questo passo e chiudo. 
Grazie mille!
I.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1179328