Numbers of the Beast: Project Werewolf di Liquid King (/viewuser.php?uid=114989)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prologo 2 ***
Capitolo 3: *** Prologo 3. ***
Capitolo 4: *** Prologo 4 ***
Capitolo 5: *** Prologo 5 ***
Capitolo 6: *** Prologo 6 ***
Capitolo 7: *** Prologo 7 ***
Capitolo 8: *** Prologo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 14: *** capitolo 6 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
666: Project Werewolf.
Una notte
senza luna… New York, la città delle
opportunità. Nei più meschini bassifondi di
periferia della Grande Mela si sta svolgendo una delle più
brutali lotte di strada. E io ci sono in mezzo…
Un negro mi
viene addosso e io lo allontano con un pugno nello stomaco, facendogli
traballare la trippa che si ritrova. La situazione è la
stessa dall’altra parte, alcuni ragazzi se ne stanno dando di
santa ragione con i tirapugni di ferro e i bastoni. Io penso solo al
mio avversario che si è rialzato dopo il pugno, dal suo
sguardo da tirannosauro infuriato capisco che c’è
poco da fare: vuole ancora cazzotti. Sorrido, sfottendolo, e schivo un
manrovescio veloce abbassandomi in tempo. Rispondo con un montante ben
preciso sul mento barbuto del gorilla facendolo finire nel mondo dei
sogni.
Sento un
rumore e mi volto alla mia sinistra, un mio compagno sta avendo la
peggio. Intervengo effettuando una presa al collo del punk che lo stava
malmenando. Il ragazzetto, nonostante abbia le braccia smilze,
è molto veloce. Io faccio un cenno al compagno e lui lo
accoglie con un grugnito di rabbia e, senza pietà, tira
violenti pugni al punk facendogli uscire il sangue dalla bocca. A
questo punto lascio la presa e gli mollo un calcio dato con grande
forza alla schiena e lui crolla a terra svenuto. Penso che
passerà la vita sulla sedia a rotelle. Il caos si fa sempre
più forte, io decido di dare una mano ai compagni che sono
in difficoltà. Mi scaglio come un leone contro i rivali e,
in un modo o nel altro, li faccio secchi. Ho le nocche che mi bruciano
e ho diverse ferite al labbro ma non mi fermo, devo conquistare il
territorio.
La lotta dura
ancora parecchio finché non sento le sirene della polizia,
maledetti sbirri! Anche i miei amici sono dello stesso parere, dobbiamo
separarci. Mi allontano dal luogo dello scontro iniziando a correre
velocemente e scavalco la recinzione di ferro, atterro con una
capriola. Devo correre per i vicoli se voglio evitare le autovetture.
Le sirene si sentono ovunque dandomi l’impressione di essere
circondato. Finire in carcere è l’ultima cosa che
vorrei. Se voglio scappare devo passare per la metro. Mi guardo intorno
e noto una stradina secondaria per i motociclisti, se non mi sbaglio
porta a un sottopassaggio. Accelero il passo e mi accingilo a imboccare
la strada ma qualcosa mi ferma. È uno sbirro che mi ha visto
e raggiunto. Io digrigno di rabbiamentre alzo
le mani.
-Fermati
teppista.- Mi chiama con quel nome…tsk, non sono un semplice
teppistello, sono un combattente di strada. Ma ora non è il
momento di pensarci.
Il poliziotto
dalla pelle abbronzata afferra le manette e mi ordina di mettermi
faccia al muro. Aspetta che ti faccio una bella sorpresa, sorrido
mentre mi volto verso il muro. Mentre mi sta attaccando la prima
manetta, io gli mollo un calcio con il tacco della scarpa e lo colpisco
alle parti basse. Lui si piega dal dolore e io gli afferro le spalle
dopo essermi girato per poterlo guardare in viso. Con quella presa gli
sferro delle ginocchiate sulla pancia. Dopo un poco il poliziotto
è a terra con il viso sanguinante.
-Bah, hai una
famiglia?- Gli chiedo.–Urgh…Sì.- Il
viso è paonazzo e spaventato. Quanta pena mi fa quel
poliziotto. Gli dico:-Fossi in te lascerei la polizia, non lo dico per
te ma per la tua famiglia.- Assumo un tono serio perché non
voglio effettivamente ucciderlo ma solo farlo ragionare secondo le
regole della strada. Riprendo il discorso: -I poliziotti come te sono
più esposti al pericolo, dai retta a me. Per stavolta te la
cavi con un naso rotto ma la prossima volta andrà peggio.-
Non lo so se il poliziotto abbia afferrato il senso delle mie parole ma
spero che rifletta. Mi tolgo la manetta e mi allontano con le mani in
tasca. Ora non ho alcuna fretta, posso tranquillamente prendere la
metropolitana, inoltre le sirene dalla polizia sono più
lontane.
Qualche ora
più tardi, sono nell’albergo del quartiere appena
conquistato. Il gestore ci ha lasciato delle camere per dormire, molto
meglio… ho un sonno impressionante. Mi addormento cullato
dal suono del traffico cittadino, il rumore delle auto e dei clacson
sono una vera musica per le mie orecchie. La mattina scorre con la mia
mente popolata da brutti sogni… stavolta ho sognato un logo
molto strano. Non so che voglia dire e né ne voglio sapere.
Tatuaggio
di Lycan
Mi alzo dal
letto alle tre del pomeriggio e sento una vera fame. Ho saltato la
colazione quindi vale fare il pranzo. Esco dall’albergo e mi
dirigo al ristorante vicino pronto a mangiare il mangiabile. Dopo un
pranzo con i fiocchi penso che sia una buona idea andare in chiesa e
pregare per il nostro signore Gesù Cristo. Sono un cattolico
fervente perché venni adottato da un convento di frati
francescani, i quali mi hanno donato la parola e la conoscenza di Dio.
Ogni giorno spendo una parte del mio tempo per dedicarlo alla chiesa.
E oggi non
faccio eccezione… entro nella cappella di San Leonardo. Una
chiesa in buone condizioni ma deserta. L’odore
d’incenso mi stordisce un po’ ma resisto e avanzo a
capo chino di fronte al crocifisso del Salvatore. Dico le poche
preghiere che conosco e concludo con il segno della croce seguito da un
amen.
“Mio
signore, oggi io sono di fronte a te. Di spirito umile, lontano dalla
superbia e nel caso abbia offeso il tuo nome e la tua opera; perdonami
e comprendimi.” Sto inginocchiato ai piedi di Cristo.
Passo qualche
ora e viene il momento di andare a casa. Sono le sette e un quarto,
neanche tanto tardi. Sotto la porta di casa incontro il giovane che ho
salvato dal punk, ieri sera.
-Hm…come
stai? La fronte ti fa ancora male?-Commento. Lui mi rispose con un
ghigno nervoso. Mi dice che alcuni dei nostri sono stati presi dalla
polizia e mi propone di andare a liberarli la sera stessa. Io sorrido
sarcasticamente alla sua proposta e aggiungo: -Per farci catturare pure
noi? No grazie.- Dicendo questo lo superome ne
vado di nuovo sopra. Luke mi ferma:-Aspetta.-
-Cosa
c’è?- Mi volto verso di lui con l’aria
seccata. Lui mi spinge dentro e controllato che non ci fosse nessuno mi
sussurra alcune parole:-Pensaci bene Leonard.- Io alzo lo sguardo al
cielo e accetto la missione. –Bada però che non ti
salverò la pelle se ci spareranno.- Appuntisco io.
Lui mi
sorride e disse il luogo dove avremmo dato assalto al commissariato di
polizia. Io odio queste violenze nei confronti degli innocenti, non
ritengo giusto uccidere dei padri di famiglia solo per liberare dei
compagni che per la loro stupidità si sono fatti catturare.
Ma lui mi convince dicendo che non avremmo portato con noi le armi da
fuoco.
La sera
arriva velocemente e io non volendo ritardare
all’appuntamento mi presento con i gli stessi vestiti della
giornata. Siamo in sei compreso io e Luke. Sono tutti amici nostri, un
po’ mi fa piacere vederli e un po’ mi chiedo come
si sono fatti convincere a questa impresa. Luke in
quest’occasione si è messo un po’ di
ferraglia da rapper e dei maglioni lunghi. Wilson, un altro dei nostri
amici indossa un giubbotto antiproiettile con sopra una giacca di
cotone marrone.
Gli altri li
conosco solo di vista e comunque sono tipi che sanno il loro mestiere.
Tra loro vi è anche una ragazza brasiliana, lo capisco dalla
pelle olivastra. Devo ammettere che le brasiliane sono donne
d’alto rango visto che sta con Luke. –Ok ragazzi,
aprite bene le orecchie. Noi sei andremo al commissariato e faremo
capire a quegli sbirri che noi, dei Blood
Knight, non perdoniamo chi si mette in mezzo, è
chiaro?- Un grido d’approvazione accoglie il nostro leader
cioè Luke. Io nonostante sono in accordo con quello
affermato dal leader in quel momento provo un senso
d’amarezza. Perché continuamente in testa penso
che questa impresa si risolverà in un bagno di sangue?
Mentre penso
a questo mio tragico presentimento, la brasiliana mi rivolge la
parola:- Ho sentito parlare di te…sei Leonard Lycan?- La
voce mi ipnotizza molto, è calda e seducente. Io mi volto
verso di lei… i suoi occhi ambrati si specchiano nei miei
occhi color rame. Perché mi sento così focoso?
Cercando di nascondere il mio animo irrequieto annuisco. Lei sorride
maliziosa squadrandomi con gli occhi. Io mi sento un
po’imbarazzato: non sono degno di essere presente al suo
cospetto?
-Hm…Non
sei male, hai la ragazza?- -No… non ancora.- Rispondo con
una certa irruenza. Lei si carezza una chiocca dei suoi lunghi capelli
neri e mi ammicca. Cavoli! Ho fatto colpo!
Gli altri
sembrano non essersi accorti di nulla. Il piano era questo: con
un’auto avremmo sfondato la porta del commissariato e poi
avremmo riempito di botte i poliziotti. Io indosserò i
tirapugni dorati per l’occasione. Il piano dà i
suoi frutti e io, insieme a un ragazzo cinese, un tal Chow Li siamo
nell’ ufficio del commissariato e stiamo riempiendo di pugni
gli agenti. Io non provavo un’emozione simile negli ultimi
tempi… non fino ad oggi. La brasiliana di cui non ricordo il
nome si scatena con calci molto veloci e precisi. Diamine, è
molto pericolosa in tutti i sensi!
-Andiamo a
liberare i nostri amici!- Ordina trionfante Luke mentre nella mano
destra stringe le chiavi delle celle. La vittoria sembra nostra ma
qualcosa d’imprevisto fa avverare il mio presentimento. Un
gruppo di poliziotti molto violenti e con i fucili a pompa fa irruzione
nelle prigioni e, senza nemmeno intimarci di arrenderci, apre il fuoco
su di noi. Sono in molti e molto arrabbiati… Io mi salvo
perché ero vicino alla porta d’emergenza e grazie
ad essa riesco ad uscire ritrovandomi al parcheggio delle volanti della
polizia. Senza perdere tempo e sentendomi il fiato al collo, rompo con
il gomito uno dei finestrini delle auto e parto. Meno male che so
collegare i fili come si vede fare in alcuni film, sorrido ma poi il
mio sorriso si spenge subito: i miei amici compresala
brasiliana sono ancora al commissariato!
-Merda! Devo
tornare dentro subito!- Eseguo una manovra automobilistica spericolata
e torno indietro, ho il piede a tavoletta sull’acceleratore.
Sono molto agitato per la sorte dei miei compari tanto che non bado
agli eventuali pericoli derivanti dalla mia azione. Decido di usare
l’auto come un arma e cioè usandola come missile.
Poco prima dell’impatto contro il muro salto giù.
Un bel botto si sente per tutto il commissariato e come mi aspettavo,
arrivano poliziotti da ogni dove. Mentre sono tutti distratti, io entro
da una delle finestre aperte… il mio obiettivo è
liberare i miei amici se sono sopravvissuti. Purtroppo le mie preghiere
non vengono esaudite, i miei compagni giacciono al suolo con i visi
contorti da smorfie orribili, non si è salvato nessuno. La
brasiliana è ancora viva ma in condizioni molto gravi. Io mi
avvicino al suo corpo ancora caldo e intriso di sangue fresco che esce
dai fori dei pallettoni.
-Leonard…stai
bene.- Lei sembra contenta di questo, ma io piango la sua
condizione.–Non so nemmeno come ti chiami.-Rispondo con gli
occhi piangenti. –Mi chiamo Lucy…che destino
crudele.-Lei mi sorride nonostante il viso sporco e il dolore che
prova.-Lucy… non c’è nulla che posso
fare?- Io le stringo la mano ingioiellata e con le unghie
lunghe.–Volevo che tu ti prendessi cura del mio piccolo
bambino che ho in grembo… ma temo non sia possibile.- -Mio
dio…- sgrano gli occhi dalla sorpresa, lei era incinta? E di
chi? -Leonard… prega perché la mia anima possa
giungere in paradiso.- Detto ciò l’ultimo baluardo
di vita scompare dal suo corpo piacente. Io non riesco ad
accettarlo… ma chiudo i suoi occhi e chiudo anche i miei in
attesa di essere catturato dalla polizia e fucilato.
Sono passate
tre settimane da quel violento episodio… ogni notte,
nell’oscurità della mia cella sogno il suo
bellissimo viso e il misterioso logo. Non sono stato né
fucilato e né ucciso dalla sedia elettrica. Sono stato
trasferito alla prigione di Londra…Qui mi trovo bene, cerco
di ottenere la buona condotta e mi impegno di essere reinserito nella
società. La vecchia vita l’ho quasi
dimenticata… Luke ormai è a due metri sottoterra.
A dire il vero non la rimpiango affatto quella vita… anzi.
Passo il tempo in palestra e soprattutto di fronte al saccone da boxe
per incominciare una possibile carriera da pugile, raggiungere il
titolo di pesi medi è il mio nuovo obiettivo. Peccato che il
destino abbia deciso di non essere gentile e premuroso nei miei
confronti. Vinco numerosi premi in denaro derivanti dalle scommesse e
mi faccio un nome all’interno del carcere. Dopo un anno vengo
scarcerato per buona condotta e ottengo un buon ingaggio dalla
federazione locale di pugilato. Mi affibbiarono un soprannome: Wolfman.
Forse per via del miei peli in mezzo ai pettorali, molto folti e
ordinati tanto da sembrare peli di lupo. Nonostante la vita non priva
di agi e comodità il mio animo era comunque molto
irrequieto… ho compiuto trentun anni e qualcosa dentro di me
sta cambiando e non solo metaforicamente.Mi
sento sempre più aggressivo e incline alla
violenza… anche per delle sciocchezze. Ciò non mi
piace… aumento le visite in chiesa e mi confesso sempre
più spesso al sacerdote del paese inglese dove io ora vivo.
-Figliolo,
abbi fede in Cristo e non perdere occasione per venire.- Questo mi
diceva il parroco. Che Dio mi perdoni ma non mi sta prendendo per il
culo? Per dare una risposta a questa domanda non devo aspettare molto
poiché, un giorno, in chiesa viene un importante
signore… un tipo molto interessante. Sono seduto al mio
posto nella panchina vicino alla statua della Vergine. Quando lui viene
vicino a me dicendomi:-Giovanotto… se puoi dammi una
mano.-Io non comprendo le sue parole dal significato così
oscuro ma che mi trasmettono un segnale d’allarme. Poco
più tardi le mie orecchie leggermente a punta percepiscono
dei rumori molto forti. Il mio olfatto ultimamente molto sviluppato
sente un tanfo di carne in putrefazione. –Ragazzo,
è ora di usare i tuoi poteri!- Il signore si alza in piedi e
noto che è incredibilmente alto. Poco dopo sono in mezzo a
una lotta sanguinolenta. Il distinto signore perde la sua calma e
gentilezza per poi diventare una furia sanguinaria. Egli, dal suo lungo
cappotto, caccia fuori delle baionette e urlando come un ossesso
si getta contro gli zombi. Io mi alzo rapidamente per evitare un colpo
da parte di uno di quei non morti. Mi difendo energicamente sferrando
pugni e calci a destra e a manca. È un assalto imprevisto
perché io noto che il signore nonostante combatta come un
leone rischia di farsi sopraffare. Decido
di aiutarlo nella speranza che, lui, poi mi spieghi qualcosa. Man mano
che uccido gli zombi mi accorgo che la mia adrenalina aumenta in modo
esponenziale e in più i miei pugni sono sempre
più duri e veloci… non credo che sia per gli
allenamenti. Un pugno ben piazzato disintegra la massa celebrale di uno
di quelle creature. Ok, forse sto esagerando con questa
brutalità e poi, in un luogo sacro! Il signore fa volare via
gli zombi da una delle vetrate raffiguranti uno dei santi rompendola.
Io non ci faccio caso ma la luce lunare è molto
più forte. –Che cosa sta succedendo?- Io sento il
cuore battere più violentemente… la mia pelle si
scurisce e i peli crescono a dismisura a ogni parte del mio corpo. Un
dolore mi assale… le ossa si stanno deformando non posso
vedere ciò che mi sta accadendo ma posso sentirlo. La
ragione umana mi sta abbandonando sempre più rapidamente
sostituendosi a una collera cieca… Non provo più
pace ma solo una inarrestabile sete di sangue e carne... Fisso la luna
con il petto carico di arroganza e ululo. Un ululato simile non
è mai stato cosi modulato e battagliero. I miei occhi da
color rame sono bianchi come la morte, le mie muscolose mani con gli
artigli affiliati fanno a pezzi gli zombi… le mie zampe
schiacciano ogni cosa, ogni cranio che si trova al suolo. La mia forza
e velocità sovrumana mi permette di afferrare gli zombi e
nutrirmi delle loro interiora. La lotta prosegue fino alle prime luci
dell'alba. Non mi aspetto che la mia vita non cambi in seguito a
quell'evento.
Ecco la fine del
prologo, spero che vi sia piaciuto. È la prima volta che mi
addento nel mondo di Hellsing e tengo presente che ho visto gli OAV
Hellsing Ultimate fino al numero 8 o 9 (non ricordo bene), ma poi non
ho potuto vedere più, perché Mediavideo o
Megavideo è stato chiuso. Gradisco recensioni positive e
negative costruttive. Vi ringrazio per la lettura. Il nuovo capitolo si
avrà in tempi lunghi perchè devo prima valutare
se l'idea piace (io la proseguirei comunque.) attraverso le visite e le
recensioni. Voi potete fare la differenza. Alla prossima!
|
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Capitolo 2 *** Prologo 2 ***
Salve,
sono tornato con il nuovo capitolo. Incoraggiato dalle visite e dalla
recensione di Nyaa, ho deciso di continuare la storia.
Come sempre, attendo le vostre recensioni e buona lettura.
Benvenuto nell'Iscariota
XIII, Leonard Lycan.
Sento un forte mal
di testa e mi sembra che il cervello
debba esplodere da un momento all’altro. Accanto a me
c’è il prete che ho
incontrato la sera prima… mi guardo in giro. La chiesa
è, in parte, crollata.
–Che cosa è accaduto?- Mi chiedo, il signore mi
risponde di non pensarci e di
andare con lui. In pochi minuti vengo a conoscenza che lui è
Padre Alexander
Andersen, un membro di un’organizzazione denominata Iscariota
XIII e lui stesso
mi invita a farne parte. Io non ne sono ancora sicuro perché
non ci credo.
–Come può essere
che il Vaticano abbia
un’altra faccia della medaglia?- Espongo i miei dubbi al
sacerdote. –Beh, nemmeno
io lo so di preciso… ma posso solo dirti che noi della
sezione XIII combattiamo
contro i nemici di Cristo nostro.- Mi spiega in modo poco preciso ma
visto che
non ho nulla da fare, lo ascolto.
Padre Andersen mi sorride compiaciuto e aggiunge:-Farai grandi
cose, Leonard Lycan!- Mi accorgo solo ora che mi conosce. Lui senza
battere ciglio,
da buon predicatore mi spiega che io ero stato continuamente
controllato e
monitorato dalla nascita fino a ora. –Perché?- Gli
chiedo con noncuranza. Non
mi interessava molto essere perseguitato da una setta. Padre Andersen
diventa
serio e responsabile, mi prende per un braccio e aggiunge:-Andiamo a
Roma,
Ernico Maxwell ti sta aspettando!- Io cerco sfuggire alla sua morsa.
Non
sopporto essere trattato come un moccioso. La mano di Andersen sembra
di ferro
tanto che la presa è salda! Senza poter dire nulla a chi di
dovere, vengo
letteralmente trascinato a Roma. Più precisamente alla
città del Vaticano…
cavoli non me lo aspettavo che fosse così grande. Ad ogni
modo posso dire che
sono ufficialmente arruolato nell’iscariota 13 e indosso un
vestito nero con un
cappottone lungo. Ernico Maxwell mi ha preso subito in simpatia e vuole
che
impari presto il mestiere perché vuole una guardia del
corpo. Io non capisco,
non ha già Padre Anderson? Ah, lui è proprio un
tipo a modo, sapete? Di giorno
è un santone mentre di notte è un massacratore.
Preferisco la parte del
santone… almeno non ti guarda con quegli occhi da maniaco.
Sono passate cinque
settimane… uhm, trentacinque giorni da
quell’incontro alla chiesa di San
Antonio da Padova, in occasione di questo evento, il signor Maxwell mi
ordina
di eseguire una missione per conto della chiesa: Dobbiamo catturare il
dottor
Jekyll Jr. Secondo quando
comunicato da Sua Santità, egli compie esperimenti di
mutazione psicologica ed
è un eretico.
-Quale buona
occasione per dimostrare il tuo valore?- Mi
dice Padre Andersen dandomi una pacca amichevole sulla spalla, inoltre
mi fa un
dono… una croce media con una catenella che mi mette al
collo. Io non so cosa
dire, sono commosso e allo stesso tempo sento di non meritare una
simile
attenzione. A parte il fatto che sono un licantropo, non ho nulla di
speciale.
–Ti sbagli, incarni perfettamente lo spirito di Giuda
Iscariota. Sei contro la
chiesa nella tua mente ma nello spirito e nel cuore credi fedelmente
alla
parola di Dio.- Mi spiega il Padre. Queste parole mi danno una tale
carica che
non posso dire che questo: -Se è questo che vuole il nostro
Cristo, amen!-
-Amen.- Mi segue il Padre.
La missione si svolgerà a Londra e dovrò
affiancare una
suora: Yumie. Per rispetto la chiamo suor Takagi. Lei è una
tipa molto
tranquilla e riservata. Non so molto su di lei, mi dice solo che
è stata
adottata insieme a Heinkel Wolfe e Ernico Maxwell da Padre Andersen. La
sua
arma da combattimento è una katana. Mah… odio le
armi. preferisco i pugni.
Viaggiamo in metropolitana per arrivare nei bassifondi londinesi.
–Dunque, Whitechapel…
è un luogo
di perdizione e di
immoralità. Per poterlo trovare suggerisco di separarci.-
consiglia la suora. Io
annuisco mettendomi le mani dietro la testa e chiudo gli occhi, mi
sento un po’
stanco. D’altronde chi non lo sarebbe dopo aver camminato
fino a qui? Qualche
minuto dopo apro gli occhi, la prima cosa che vedo è la
suora che, vedendomi
sveglio, si volta da un’altra parte… mi stava
fissando? Sembra proprio di sì. Il
rossore delle sue guancette m’intenerisce un po’.
–Va bene, tu vai a Whitechapel,
mentre io andrò
verso sud della suddetta cittadina.- gli dico io, usciamo dalla
metropolitana e
ci incamminiamo verso il centro della periferia. A questo punto ci
separiamo
come concordato. Mentre la suora va verso nord io vado a sud, speriamo
che
riesco a trovare il dottore così terminiamo presto questa
faccenda prima di
notte. Questo è il mio pensiero… le mie gambe
proseguono per una direzione ben
precisa, mi affido al mio fiuto per trovare la mia preda. Non posso
sbagliare
perché non ne sono capace. Una casa a due piani si trova in
fondo alla via,
alla porta non c’è nessuno e i dintorni sono
deserti, il tramonto si fa sempre
più vicino. Mi avvicino alla porta e sbricio
all’interno: nessun odore, nessun
suono. I miei occhi possono facilmente adattarsi
all’oscurità che imperversa in
quella casa. Entro. Le finestre sono barricate da assi di legno marcio,
ecco
perché non entra la luce. Con un pugno rompo alcune assi,
affinché entri la
luce… ora posso vedere nell’interno.
È un
laboratorio alchemico… vedo numerose provette e flaconi
di medicinali. C’è anche una tavola pitagorica al
muro. Alcune parole sono
rovinate o coperte da un liquido asciutto, sicuramente sangue. Qui
c’è stata
una lotta violenta, non riesco a capire chi abbia combattuto e contro
chi. I
miei occhi si posano su un vecchio orologio da polso… non
appena i miei
polpastrelli toccano l’oro di quell’oggetto, mi
viene un capogiro. Vedo tutto
sfuocato ma poi riesco a vedere meglio… sono sempre nella
stanza di prima solo
che è pulita e ordinata… -Dove sono? Che cosa sta
accadendo?- I miei occhi
vedono cose in colore marrone chiaro… come un film di tanti
anni fa. Un signore
su una sessantina entra nella stanza e non mi vede… sono
invisibile ai suoi
occhi. Il vecchietto è senza dubbio il professor Jekyll, che
sta facendo? La
risposta arriva subito: sta provando una pozione…
è spaventoso! Si è
trasformato in un mostro! Credo che si chiamerà Hyde. Io per la
prima volta, nel
duemila, sto assistendo a una storia di più un secolo fa. O
no? La visione
cessa lasciandomi vedere solamente
il trasformato dottore lasciare la stanza e dirigersi verso il centro
di Penny
Town, una citta vicina. Sono ancora nella palazzina, ho ancora un
dubbio prima
di gettarmi all’inseguimento. A chi appartiene il sangue?
Decido di usare
l’olfatto e, incredibilmente, riesco a farmi
un’idea… è di una ragazza. Lei ha
combattuto contro un vampiro ed ne è uscita con un
po’ di ferite e il vampiro
può essersi vaporizzato. Ok, scoprirò il resto
solamente se vado dal dottore e
parlare con Yumie a fine missione. Decido di usare i miei nuovi poteri
e scatto
come una saetta, scalando i muri, usando ogni appiglio possibile riesco
ad
arrivare alla cittadina vicina: Penny Town. Devo trovare il mostro
prima che
possa fare danni. Non è difficile. Uso l’udito per
sentire i rumori…
focalizzare i rumori giusti tra gli altri e… cacciare! Ululo
e inizio a correre
per i tetti del paese, la gente per la strada si ferma e mi guardano
meravigliati… c’è chi pensa che sono
un’illusione o addirittura fanno finta di
nulla. Io nel frattempo ho raggiunto la mia preda… sta
correndo per i tetti e
semina il terrore. –Nel nome di Sua Santità, le
ordino di fermarsi!- urlo per
farmi sentire ma il gigante peloso mi guarda e poi si getta su di me.
Povero
peccatore… io provo compassione per gli ignoranti, non posso
biasimarli. Gli
mollo un pugno violento allo stomaco ma non ottengo l’effetto
sperato, anzi il
mio pugno rimbalza su quella pelle gommosa. –Ma che
diav…- non faccio in tempo
a imprecare che vengo sbalzato via da un pugno violento del mostro. Mi
rialzo
da alcuni detriti di strada su cui sono finito in seguito al pugno.
–Maledizione, non vuoi redimerti? Bene!- Mi alzo in piedi
mentre il mio corpo
subisce una mutazione diversa dalla prima volta. Ho il viso
più lupesco e le
zanne più pronunciate, i miei capelli si allungano e si
rizzano a mo’ di
porcospino la mia trasformazione è incompleta
perché non è ancora notte ma
aumento la mia forza e l’agilità… le
mie mani sono artigliate al punto giusto,
ghigno a bassa voce e scatto per il secondo round! La mia mente
è concentrata
solamente sul mostro e nient’altro… le mie
artigliate sono precise e veloci,
gli squarcio la pancia, afferro gli intestini del mostro e li strappo
via. Non
provo più umanità solo puro istinto animale. Il
mostro indietreggia ma io non
lo lascio scappare anzi gli azzanno la gola per ucciderlo
velocemente… a
differenza di altri provo pietà per le mie vittime e non
traggo piacere
nell’ucciderle. Il mostro chiamato Hyde muore agonizzante.
–Possa la tua anima trovare la pace
attraverso la pietà di Dio che prova verso di te, Amen!-
Dico. Scendo dal tetto
e durante la discesa perdo la mutazione. Devo ritrovare Yumie e
comunicarle
della buona riuscita della missione. Come diavolo faccio a trovarla?
Beh,
presumendo che si trova ancora a Whitechapel…
dico che parto da lì. Velocemente
però! La notte è
prossima e non so se riuscirò a restare umano per un bel
po’. Decido di usare i
miei poteri di licantropo per arrivare subito ai bassifondi di Londra.
Uhm…
inizio ad annusare l’aria per sentire il profumo di Yumie.
Mmm… trovata. Un
lampo di preoccupazione passa nei miei occhi, sento un odore
malvagio… che sta
succedendo? In pochi salti, sono arrivato alla strada dove ho sentito
l’odore
di Yumie… chi diavolo è mai quello? Una figura
alta e atletica con un lungo
drappo bianco che gli copre le spalle e una cinta di cuoio rosso gli
stringe il
girovita sembra, un cittadino dell’antica Roma. Ha i capelli
biondi con alcune
strisce nere ai lati. È di spalle e oltre a lui vedo Yumie a
terra con un
braccio ferito e la katana a qualche centimetro da lei. Lei mi vede e
le faccio
l’occhiolino. Alzo lo sguardo e vedo la luna piena. Non
vorrei farlo ma lo
sento… per sconfiggere quel tipo devo
trasformarmi… anche se sento un dolore
allucinante alla testa e alle ossa. Voi pensate che la trasformazione
sia una
cosa figa, eh? Beh, avete ragione. Ma avete mai provato a trasformarvi?
No,
ovviamente no. Quanto sentite una persona gridare mentre si trasforma
in lupo
pensate che è per fare scena, no? No, infatti, provano
dolore fisico per la
crescita sproporzionata delle ossa e della crescita dei peli.
Pensate… se la
mutazione avvenisse in modo errato? Mi sentirei deforme e debole,
questo è un
rischio che non va sottovalutato! Ad ogni modo, non credo che ve ne
importi
tanto. La mutazione è completa. Salto giù dal
palazzo e atterro con un tonfo
molto forte che crea anche delle crepe sul marciapiede.
Avanzo
ghignando pronto a difendere la suora. Il misterioso
ragazzo si volta mostrando degli occhi azzurri e a vederlo con il viso
tranquillo e pacato sembra un angelo. –Attento, è
un angelo caduto!- Mi avvisa
la suora. Il demonio si rivolta verso la suora e la sta per
schiaffeggiare. Se
pensa di averne il diritto, si sbaglia! Alza il braccio e poco prima
che possa
abbassarla gli mordo, con le zanne, la spalla. Il ragazzo urla dal
dolore e con
una bracciata mi allontana o meglio, sono io a volerlo lasciare.
-Dannazione,
come osi mordermi?- Egli si rivolge
sfacciatamente a me. Io ghigno, non posso parlare. Noto che il suo
braccio si è
rigenerato dopo il morso. Interessante. La lotta è iniziata.
Io ululo e scatto
in avanti cercando di colpirlo ma quello balza verso l’alto e
incredibilmente
riesce a volare. Sbuffo, non sarà facile acchiapparlo.
Perlomeno ci voglio
provare! Usando le finestre come appiglio per la scalata mi arrampico
verso il
tetto di uno dei palazzi e una volta lì con lo sguardo cerco
di trovare l’uomo
volante… o angelo caduto a dir si voglia. Una botta in testa
mi stordisce ma
riesco a vederlo. Si muove come un aereo e applica la tattica della
toccata e
fuga. Se fa così mi fa diventare scemo! Afferro con le mani
il consistente tubo
d’acciaio che serve per far passare l’aria dei
condizionatori del palazzo e mi
concentro… appena lo sento vicino a me, faccio roteare la
mazza e lo colpisco
in fronte. Senza pensarci due volte lo impalo con la mazza di ferro per
impedirgli di scappare. Senza più possibilità di
fuggire, mi lecco i baffi e
inizio la cena.
Eccoci
alla fine, spero che il personaggio di Leonard inizi a incuriosirvi. Il
prossimo capitolo si avrà fra un paio di settimane. Alla
prossima!
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Capitolo 3 *** Prologo 3. ***
Vecchie conoscenze, stai
attento Leonard!
Mi
alzo dal letto della mia cella personale, è pomeriggio.
Sento bussare alla porta. Farfuglio un “avanti”
annoiato, ho la testa che mi
scoppia. Ad entrare in camera è Wolfe, un’amica di
Yumie. –Come sta Suor
Takagi?- Le chiedo, sperando di ricevere notizie buone.
–È fuori pericolo, se
vuoi puoi andare a vedere.- Accetto l’invito e mi alzo
levando le coperte e…
-Santissima Madre Vergine! Sei nudo!- Wolfe si chiude gli occhi con le
mani e
il viso si fa paonazzo. Io senza nemmeno coprirmi l’intimo
prendo i miei nuovi
vestiti lasciati sul tavolo al centro della stanza e mi vesto
rapidamente. –Hai
messo la maglia al contrario.- Mi fa notare la pistolera. –Oh
merda!- Sbuffo e
mi tolgo la maglia intima e la rindosso dalla parte giusta.
–Puoi toglierti le
mani anche se lo so che tenevi le dita aperte.- Le dico mentre mi
fiondo alla
porta di ferro che è l’uscita. Io e Wolfe
camminiamo per il lungo tratto di
strada dei sotterranei. –Io ancora non ho capito
perché devo stare qui sotto
come un roditore.- Borbotto mentre la bionda mi segue a ruota.
–Ancora? Sei un
lupo mannaro, sei un pericolo per gli umani.- Mi spiega lei alzando le
spalle.
Mi sento un po’ fuori luogo, sapete. Non mi piace il fatto
che essendo un
essere sovrannaturale devo vivere come un lebbroso. Wolfe mi carezza la
spalla
come per incoraggiarmi e non pensarci più. –Chi
era la cena di ieri sera?- Le
chiedo ironizzando sull’appellativo dato al nemico che aveva
minacciato
l’integrità di una suora. –La cena? Ah
sì, l’angelo caduto… era Jack lo
Squartatore.- Io a quella affermazione le rivolgo uno sguardo confuso.
Lei
accoglie la mia richiesta di chiarimenti e aggiunge con un sorriso: -A Whitechapel
c’era un angelo
caduto che di tanto in tanto si dilettava a uccidere le donne di
malaffare
credendo di essere nella parte del giusto ma compiva solo sanguinari
omicidi
aggiungendo un tocco di macabro. Yumie lo aveva visto e aveva cercato
di
sconfiggerlo ma come vedesti non ne fu capace.- Io ascolto con molto
interesse
ogni sua parola e annuisco al termine della spiegazione. –Ho
capito.- Siamo
finalmente arrivati all’infermeria, Yumie è
distesa sul letto. Non so perché ma
vedendola con il viso rilassato e i capelli corvini che le incorniciano
il viso
mi sembra una santa… lentamente mi siedo sulla sedia vicino
al letto e nel
frattempo contemplo quella visione. Dopo un po’ sento una
manona poggiarmi
sulla spalla, la riconosco subito, è Alexander.
–Padre, pensate che se la
caverà?- Chiesi senza distogliere lo sguardo.
-Sicuramente,
ora vai a prendere i tuoi effetti personali.-
La sua voce suonò come un ordine. Mi alzo ed esco per
tornare nella mia cella a
completare il mio abbigliamento. Dopo un’ora sono vestito
come i membri
dell’Iscariota e mi metto la croce al collo. Sono di nuovo di
fronte alla porta
dell’infermeria e sto per alzare il pugno per bussare
quando… -Tu pensi che
questo piano funzioni?- La voce è di Yumie, ma che sta
dicendo? –Non
preoccuparti, finché Leonard fa il suo dovere non ci sono
pericoli che gli
ritorni la memoria.- Io ridussi i miei occhi a due fessure…
penso che dovrò
fare molta attenzione e di non fidarmi molto. Busso delicatamente e,
ottenuto
il permesso, entro. Yumie sta bene, fin troppo. –Come sta la
ferita?- Le chiesi
con il tono gentile. –Sto bene, sono un po’
spaventata.- Yumie mi sorride e io
ricambio. Alexander mi dice che dobbiamo andare con Ernico Maxwell al
museo di
Londra. –Che novità ci sono?- Domando con una
certa curiosità. –Niente domande,
vedrai con i tuoi stessi occhi.- Sono le 15, Enrico è come
sempre accompagnato
da quel signore con i baffi da nonno. Sembra che abbiamo un
appuntamento,
Enrico indossa degli occhiali da lettura, ma a che gli servono se ci
vede
benissimo? Comunque io, al fianco destro di Enrico Maxwell, lo seguo
come
ordinato. Mentre camminiamo noto una signora abbastanza alta con dei
capelli
molto lunghi che le arrivano fino alla gonna. Mi chiedo chi sia, posso
vedere
chiaramente il suo sguardo nonostante sia celato dalle lenti degli
occhiali e
dal buffo cappello. Ernico si rivolge a lei con il tono gentile e dice
che
siamo in ritardo all’appuntamento. Posso capire bene che non
corre buon sangue
tra i due. La donna ci accusa di essere degli assassini e di aver
attentato
alla vita di due dei suoi uomini e anche lei stessa è
rimasta vittima. Ignoro
questi avvenimenti ma Ernico sembra che ne è benissimo a
conoscenza e dice di
fregarsene degli avvenimenti di certo deplorevoli al nome della Chiesa
fondata
da San Pietro. Discretamente chiedo al vecchietto chi sia la donna.
Ella, senza
dubbio, mostra del carattere forte e deciso. –Lei
è integra Fairbrook Wingates
Hellsing. È la nipote del famoso Abraham Van Hellsing.-
Ascolto con molta
attenzione e allo stesso tempo fisso con lo sguardo molto sottile la
donna.
Abraham Van Hellsing… non lo già incontrato tempo
addietro? Mh… Può essere
possibile. Il colloquio sta prendendo toni pesanti, Ernico ha
già rotto i suoi
occhiali e considera la signora in modi volgari e scurrili anche per un
uomo di
chiesa come lui. Vorrei intervenire per chetare gli spiriti ma qualcuno
interviene al mio posto. Non so se è un effetto scenico o
sono i miei occhi che
ingannano ma un tizio alto il triplo di me e vestito di rosso sbuca dal
muro.
Ernico lo definisce l’asso della manica dello Hellsing, lo
Joker Assassino. Io
non posso fare a meno di sorridere quando lui dice che non siamo
cambiati da
600 anni. Un momento… seicento anni? Allora è
più giovane di me! Non posso
nascondere la mia sorpresa. –Mh… che sorpresa.- Io
faccio un passo avanti come
per voler vedere meglio il misterioso gigante. Il suo sguardo gelido e
altezzoso
non mi intimorisce, egli punta la pistola bianca a Maxwell,
quest’ultimo non si
scompone ma chiama Alexander. Il Padre avanza con le baionette e sembra
ben
determinato a uccidere il vampiro. Capisco che tra i due intercorre una
forte
rivalità. Entrambi sfoderano le loro armi più
micidiali, Il padre stringe la
baionetta per mano mentre il vampiro usa due pistole di 2 kili
ciascuno, nessun
umano potrebbe usarle. Io a questo punto non posso fare a meno di
intervenire
per evitare una strage:-Padre Alexander, siamo in un luogo pubblico. Ci
sono i
bambini, lei non darebbe un buon esempio.-. Poggio una mano sulla sua
spalla
come per calmarlo. –Hai ragione, non c’è
atmosfera.- Mi risponde il vampiro.
Alexander è dello stesso parere. Entrambi ritirano le loro
armi. Il vampiro, in
modo altezzoso, afferma:-Torno a dormire,. Mi avete svegliato in pieno
giorno,
perciò ho ancora sonno.- Fa dietrofront e prende la
direzione opposta al Padre
Andersen, il quale dice a Maxwell:-Comandante in capo, torno a Roma.-
Poi si
ferma e aggiunge con un sorriso gentile:-È davvero un museo
meraviglioso, la
prossima volta vorrei portarci tutti i bambini
dell’orfanotrofio.- Maxwell
replica con un “D’accordo.” Mentre
Alexander si allontana lo sento borbottare:
-Lo ammazzerò. Lo ammazzerò sicuramente.-
Integra
e Maxwell si ritirano in un bar all’aperto, a
parlare di faccende altolocate. Io parlotto con Seras Victoria, la
draculina di
Alucard. –Capisco, quindi siete diventata una vampira per
vendicare vostro
padre. Un atto nobile e disinteressato.- Commento mentre osservo a un
tavolo in
disparte un tizio vestito di bianco con i capelli lunghi e degli
occhiali
strampalati e seduto al tavolo vi è un signore molto calmo e
posato, è basso e
grasso. Dev’essere un maniaco della guerra o
meglio… un nazista. Ho paura che
questo sia l’inizio di qualcosa di molto brutto e inutile.
–Perché non mi
parlate un po’ di voi signor Lycan?- Mi chiede la ragazzina,
io le rivolgo uno
sguardo sorpreso che devo aver un che di inquietante visto che Seras si
spaventa e fa un visino supplichevole:-Mi scusi, non volevo essere
così
diretta. Non fa nulla, non fa nulla. Sono abituata a questi
comportamenti.- Io
scossi la testa e rido. Il comportamento fanciullesco di Seras mi
dà un senso d’allegria.
–Non preoccuparti, è normale
essere curiosi, vorrei raccontarti tante cose ma il guaio è
che non ricordo
quasi nulla del mio passato.- Mi affretto a chiarire. –Oh,
capisco. Beh, spero
che ti ricorderai.- Lei mi dedica un sorriso di conforto -Speriamo,
speriamo.- Dico
io con uno sguardo un po’ perso nel vuoto. –Beh, se
hai qualcosa che è
appartenuto a tuo padre, posso scoprire chi lo ha ucciso.- Quello che
dico ha
un grande effetto sull’animo della bionda. Lei mi rivolge uno
sguardo molto
riconoscente, però le faccio notare che non prometto nulla.
–È già qualcosa!-
Mi risponde lei. Mentre i nostri capi concludono il loro appuntamento.
Integra
e Maxwell si salutano cordialmente e si ritirano. Io
sospiro, sento una profonda paura… una paura di vita. Forse
perché i miei
ricordi mi stanno ritornando? Impossibile. Chiamo Seras in disparte e
le chiedo
di accompagnarmi nel luogo dove hanno assassinato i suoi genitori.
–Perché temo
che non ci vedremo per molto tempo.- aggiungo. Seras chiede
l’autorizzazione a
Walter, il maggiordomo. Lui lo concede e le chiede di tornare presto.
Io lo
ringrazio e gli stringo la mano anche per fare conoscenza
ma… -Iscariota…- dico
a denti stretti e sottovoce. Lui non mi sente ma sa che voglio dirgli.
Io e
Seras prendiamo la metropolitana per andare alla vecchia casa di Seras.
Il
viaggio è molto tranquillo e a tratti piacevole. Quando
scendiamo dal treno
noto che si sta facendo buio, per cui affretto il passo. Io preferisco
evitare
la notte, altrimenti Seras vedrà la mia vera forma.
–Quando manca?- chiedo alla
bionda. –Ci siamo, io abitavo in questa palazzina.- Lei mi fa
strada e in breve
siamo arrivati. La porta è bloccata da nastri gialli della
polizia, lei cerca
di aprire senza fare molto rumore. Io la lascio fare ma poi dopo
qualche minuto
sento il mio cuore aumentare di battiti. –Togliti!- Con una
manata allontano la
poliziotta e sferro un calcio al legno della porta e la spalanco con
una
cerniera ancora attaccata all’angolo della porta. Vi entro e
aspetto la
ragazza. –Accidenti, che forza!- Commenta lei, mentre si
guarda in giro. –Non è
nulla di speciale. Avanti, fammi vedere che cos’hai.-
Rispondo mentre prendo un
portafoto molto vecchio. Vi è raffigurata una famiglia
sorridente. –Mmhh…-
Sento di nuovo quel capogiro, anche se non so come mi ritrovo
catapultato nel
passato e i miei occhi vedono in bianco e nero, probabilmente
perché gli
avvenimenti sono successi molti anni fa. Vedo la mamma di Seras
nascondere la
bimba nell’armadio. Poco dopo entrano nella stanza due loschi
figuri che uccidono
il padre poliziotto con un colpo di pistola e la donna si è
subito inchinata al
marito morente, non riesco a sentire ciò che dicono ma posso
chiaramente
comprendere ciò che sta accadendo. Uno dei due uccide la
madre con un
proiettile sul ventre. La piccola Seras interviene e, con mio grande
stupore,
ferisce con una forchetta l’occhio del criminale. Ora capisco
perché Alucard
l’ha trasformata in una draculina, lei si è
macchiata del peccato già da
piccola…
Il sicario decide di
violentare il cadavere della madre
sotto gli occhi di Victoria. A questo punto la visone
s’interrompe e ora vedo
il viso da ragazza di Victoria che mi fissa curiosa.
–Uhmm… posso solo dirti
che hai già ottenuto la tua vendetta. I due sicari sono
stati puniti dalla
volontà di Dio. E sappi una cosa fondamentale: Non esiste
castigo peggiore
dell’ira di Dio.- Annuncio solennemente. Seras sembra
insoddisfatta di ciò che
ho detto ma io mi avvicino a lei e le poggio la mia mano destra sulla
sua
spalla destra e aggiungo a bassa voce:-Prenditi cura di Bernadotte.-
Detto ciò
mi volatizzo come un’ombra nella notte.
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Capitolo 4 *** Prologo 4 ***
Salve a tutti, ecco il
nuovo capitolo di Leonard Lycan. Ringrazio chi legge e recensisce,
buona lettura!
Una giornata insieme...
caccia i soldi, Leonard!
Mi sveglio sul mio letto della
mia cella nei sotterranei.
Come al solito ho fatto l’ennesimo sogno sul mio logo.
Sospiro e mi massaggio
le tempie, la testa non mi fa così male come le altre volte.
Mi alzo dal letto
(se ve lo state chiedendo; è sì, sono di nuovo
nudo.) e guardo l’orologio, sono
le 9 e mezza del mattino. Meno male che sono andato a dormire presto.
Sbadiglio
in modo incredibile e mi gratto le parti basse, mi faccio una doccia
veloce e
prima di salire sopra, decido di scrivere qualche riga sulle mie
scoperte nel
diario dei ricordi. Questo quadernetto l’ho sempre avuto con
me anche prima di
entrare nell’Iscariota tredici. Mi siedo sul letto e da sotto
il materasso tiro
fuori un quaderno dalla copertina gialla, da sotto il cuscino prendo la
penna e
usando il materasso come tavolo, inizio a scrivere:
Caro
pezzo di carta,
oggi ho deciso di sporcarti con le mie riflessioni riguardanti le mie
mete di
memoria. Dunque, oltre al fatto di avere più o meno 700 anni
e di dimostrarne
solo 32, oltre ad essere un licantropo più potente e antico
che la storia
ricordi, ho scoperto di avere questo potere (che ho deciso di chiamare
Deus’Eye) che è quello di
vedere il passato di ogni oggetto che tocco,
infatti mi basta pensare di voler conoscere il suo passato ed eccomici
trasportato. A seconda dell’oggetto posso avere squarci
più o meno lunghi o
brevi. Per esempio l’orologio di Jekyll junior ho potuto
vedere un evento di
qualche settimana fa, mentre col portafoto, ho visto una scena di
diversi anni
fa. Con il risultato di vedere come se fossi al cinema in bianco e nero
o color
seppia. Il bello è che non devo pagare il biglietto.
L’unico problema risiede
al fatto che il passato non può essere cambiato anche se lo
volessi. Non so
perché ma mi capita di vedere nel mio inconscio anche dei
pezzi di futuro e il
bello sta che so bene a chi devo dire quei piccoli squarci. Ho visto,
per
esempio il futuro
di Seras Victoria… è
un futuro molto bello ma si concluderà male. Spero che
riesca a comprendere le
mie parole e perda presto la verginità. A parte questa
parentesi senza senso
dico che i miei poteri non si limitano a questo.
Grazie al mio olfatto, non solo posso sapere
in anticipo che cosa cucinerà il cuoco
dell’orfanotrofio ai bambini e salvarli
in tempo nel caso cucini la zuppa di cavoli, ma posso capire le
intenzioni di una
persona semplicemente annusandola. E
quel maggiordomo, Walter… è un vero iscariota. La
cosa tragica è che fra non
molto ci sarà una spaventosa guerra e numerose vite
d’innocenti saranno uccise
per delle perversioni di un robot generale. Dovrò
intervenire perché ho fatto
una promessa…
A questo punto mi fermo
e chiudo il quaderno. Mi alzo e vado a vestirmi
(sì, scrivo nudo. Qual è
il problema?). Fra non molto devo cercare di trovare certa roba che mi
serve.
Esco dalla mia cella emi dirigo ai piani superiori. Faccio per svoltare
un
angolo e le mie orecchie percepiscono una discussione tra Wolfe e
Yumie.
–Accidenti, proprio non capisco perché non ci
hanno voluto portare con loro
alla riunione. Pensa… potevamo vedere la regina Elisabetta
II, incontrare il
famigerato Alucard.- Inizia Wolfe mentre si passa i palmi delle mani
dietro la
testa. –Beh, noi siamo dei semplici sottoposti. Non siamo
degni di tale onore.-
Spiega la suora mentre chiude il Vangelo che stringe tra le mani,
dovrebbe
prima chetare la sua turbolenta amica prima di poter rilassarsi alla
lettura.
–Onore… bah.- Bofonchia la pistolera.
Mmh… devo saperne di più. Svolto
l’angolo
trovandomi di fronte alle ragazze. –Salve, non trovo
Maxwell.- Le saluto. –Ah,
Leonard! Ben svegliato, Ernico Maxwell e gli altri sono andati alla
riunione
con la regina Elisabetta e con lo Hellsing.- Con una carica di buon
umore,
Yumie mi spiega quello che è successo oggi. Sorrido, devo
approfittarne di
questo colpo di fortuna. –Beh, visto che siamo solo noi
perché non ci
concediamo una piccola libera uscita mattutina?- Propongo.
–Ma certo! Sono
d’accordo con te!- Battendo le mani come una bambina Wolfe
sembra essersi
dimenticata della riunione e tutto il resto. –Beh, ce lo
meritiamo. Va bene.-
Accetta anche Yumie. –Ok, aspettatemi. Vado a prendere i
soldi!- Io scatto
velocissimo lasciando le due ragazze meravigliate. Voi vi stareste
chiedendo:
Ma dove li tiene i soldi, questo morto di fame? Beh, per prima cosa
andiamo in
chiesa. Arrivo alla cappella di Roma e vi entro, non
c’è ancora nessuno. Mi
avvicino alla scatola delle offerte della messa di ieri. Con un colpo
di mano
apro il lucchetto senza romperlo e alzo la tavola con il buco
orizzontale.
Accidenti, quante banconote! Allungo la mano per prenderli e li conto:
500
dollari! Faccio la stessa operazione con le altre cassettiere e riesco
a
mettere insieme un bel gruzzoletto di 10000 dollari. Sono
più che sufficienti
per una colazione e per le varie spese. Non sono ancora soddisfatto ma
vado in
un’altra cappella vicina alla prima e faccio razzia: 200000$!
Dovrei farlo più
spesso! D’altronde lo stipendio è da fame, bisogna
integrare.
Torno indietro e incontro due
ragazze fuori alla porta del
Vaticano. Mi avvicino a loro, sono di spalle. Devono essere straniere
in visita
al Vaticano. –Hello, are you
american? I ‘m Leonard Lycan, can I act
as
guide?- Chiedo con un accento inglese sperando di non fare
errori con la lingua. –A parte che il tuo inglese fa un
po’ schifo, non siamo
americane! Non ci hai riconosciute?- Loro si voltano e io mi passo la
mano
sulla fronte meravigliato. Sono Yumie e Wolfe! Con quei vestiti diversi
dalla
tonaca non le avevo proprio riconosciute. Yumie non porta il velo sulla
testa e
ha i capelli sciolti, indossa una canottiera leggera e una giacca con le maniche annodata sul
girovita, indossa una
gonna che le arriva sul ginocchio e delle scarpe senza tacco bianche,
sembrano
pantofole ma non lo sono. Stringe alla mano sinistra la sua katana e ha
una
borsetta su cui all’interno vi sono lo stretto necessario.
Wolfe non è da meno:
Ha i capelli raccolti in una coda e ha i suoi occhiali preferiti solo
che,
anziché portarli su, ha le lenti sulla punta del naso.
Indossa una camicetta
rosa ben abbottonata in basso e scollata sopra lasciando ben vedere il
suo
davanzale, ha un foulard rosso al collo, un jeans e degli stivali. Dopo
la
descrizione proseguo. Mi gratto la testa e sorrido. –Bene, i
soldi sono in
tasca mia. Andiamo?- Ci spostiamo in autobus e arriviamo a piazza Gran
di
Spagna, dove vi sono dei ristoranti e dei negozi di moda. Facciamo una
colazione veloce e… -D’ora da momento in poi,
shopping selvaggio!- Urlano le
due ragazze battendosi il cinque. Santo dio, non mi sarei aspettato che
sarei
dovuto fare da porta pacchi e bancomat. Beh, un lato positivo
c’è. –Leonard,
puoi dirci se questi vestiti ci vanno bene? Sai, non siamo molto
sicure.- Mi
dicono in coro le due ragazze. Per ogni negozio visitato usciamo con 20
pacchi
in più e 500$ in meno ma c’è la prova
costume. Infatti secondo i grandi
filosofi: Quando una donna si spoglia, mai di fronte a
un’altra donna perché
criticano troppo il loro fisico, mentre gli uomini sono semplicemente
grati.
E io ne sono semplicemente
soddisfatto, un solo problema:
come terrò a freno l’evidenza in mezzo alle gambe,
mentre loro si denudano per
provare i vestiti? Sei ore dopo, ho tre pacchi per ogni dito e 150$ in
tasca
che sono più che sufficienti per l’autobus per il
ritorno a casa. Io sono
maledettamente sudato e stanco ma ciò fa parte del mio piano
(tranne lo
shopping, ovvio). Yumie al mio fianco destro, Wolfe al mio fianco
sinistro e
mi baciano le mie guance:-Grazie di tutto, fratellone!- Io arrossisco
un po’ e
chiedo alle ragazze di farmi un favoretto.
Devo fare in fretta, ho il
pomeriggio a disposizione per
rubare i libri dello Hellsing. Da Roma a Londra…
dovrò usare l’aereo militare.
Nulla di più facile: Corro al primo aeroporto militare e
rubo un caccia da
combattimento e in meno di due ore sto già sorvolando la
magione della società
Hellsing. Mi getto dall’abitacolo e usando un paracadute sono
atterrato sul
tetto del palazzo. Per l’aereo pagherà il
Vaticano, tanto hanno già così tanti
soldi. Orbene, mi guardo in giro. Niente guardie, meglio. Racchiudo il
paracadute nello zaino e messolo in spalla, avanzo con passo veloce e
uso la
scala antincendio per entrare in una delle finestre che, per
grandissima
fortuna, è aperta! “Bene, vediamo
dov’è la biblioteca.” Cammino
normalmente
attraversando i corridoi dello Hellsing e per la strada incontro una
guardia
che porta il distintivo dello Hellsing. –Scusate per la
biblioteca?- Chiedo
cordialmente. –Al terzo piano, a destra dopo il quarto
angolo.- Mi fornisce la
spiegazione. –Molte grazie.- E gli mollo un pugno in faccia.
Prendo l’ascensore
e premo il pulsante del terzo piano. Mi appoggio sulla parete liscia
dell’ascensore
e mi rilasso. “Certo che le guardie dello Hellsing sono
proprio cordiali.” Rido
sarcasticamente. Un bip breve mi annuncia che sono arrivato. Le porte
si aprono
e vengo accolto da circa dodici o tredici canne di fucile delle
guardie. –Che
c’è? Non si può passare?- Chiedo senza
perdere la calma. –Mi sembra di no, che
ne dici?- Mi parla un giovanotto quasi della mia età, porta
un cappello con la
visiera abbassata e porta una treccia da aviatore. Lo riconosco
perché ho visto
il suo viso sanguinante nel futuro di Seras. –Pip Bernadotte,
non è vero?- Dico
incrociando le braccia. –Come mi conosci?- Lui mi guarda con
lieve sorpresa.
–Ti conosco e basta. Fammi un piacere: dì ai tuoi
compari di abbassare i
fucili.- Dico come sopra solo staccandomi dal muro. –Ma
certo.- Pip fa
abbassare i fucili con un gesto e alza la sua pistola. –Che
credi di fare con
questo?- Replico senza preoccuparmi della situazione. Pip fa fuoco con
la sua
arma e mi centra la fronte, ma a sorpresa degli altri il proiettile
rimbalza
sulla pelle e cade a terra. –Faresti bene ad ascoltarmi.
È per il bene di
tutti.- Il mio viso si contrae in una smorfia molto seria e minacciosa.
Pip
abbassa la sua arma e mi fissa sospettoso:-Ti ascolto.-. Io sorrido e
aggiungo:
-Mi servono alcuni libri di Licantropia.- Dico mentre esco dalla cabina
dell’ascensore e faccio cenno al capitano di seguirmi.
–Ascoltami bene e non
parlarne con nessuno.- Affermo mentre siamo all’interno della
biblioteca e
ovviamente le guardie sono fuori. Dopo qualche minuto ho con me i libri
che mi
servono e ho detto la verità a Pip. –Non
preoccuparti, mi porterò il tuo
segreto nella tomba.- Mi promette lui, io ridacchio e dico:-Non
esageriamo, se
usciremo vivi dall’inferno ti offrirò una birra.-
Pip sorride e mi dà una pacca
amichevole.
Per tornare indietro mi
faccio accompagnare da Pip con
l’elicottero. Per non farci scoprire, io mi getto
dall’elicottero e atterro nel
giardino del Vaticano. La prima parte è fatta, speriamo che
le ragazze abbiano
fatto il resto. Torno nella mia cella e trovo un pacco sul tavolo. Su
di esso
vi è un biglietto: Grazie per la
meravigliosa giornata che abbiamo trascorso insieme, abbiamo preso
dalla
libreria tutti i libri che ti servivano, spero che trovi quello che
cerchi.
Yumie e Wolfe. “Perfetto, spero
che riesco a trovare qualcosa
riguardante il mio tatuaggio.” Apro il pacchetto e trovo
numerosi libri. Bene,
stasera non si dorme. Si lavora!
Eccoci alla fine del capitolo.
Ora vi annuncio una bella idea che abbiamo avuto io e Leonard su
consiglio di Nyaa. In che cosa consiste? Beh nulla di che, potete fare
tutte le domande che vi passano per la testa al licantropo e lui vi
risponderà. Non è vero, Leo?
Leonard (sotto la minaccia di
una pistola Jackal): Se lo dici tu...
Ovviamente non potete chiedegli
cose che riguardano la trama altrimenti si spoilera troppo. Ok?
Dichiaro aperto l'angolo del lupo.
Angolo del lupo.
Nota bene: Non più
di tre domande per recensore.
Chiedete/recensite numerosi,
mi raccomando! A presto!
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Capitolo 5 *** Prologo 5 ***
Dopo un periodo di tempo
piuttosto breve ecco il capitolo, spero che vi piaccia e recensite!
Vorrei avere un vostro parere su questa storia. Ringrazio a
colei che legge e commenta: Zeressa. Ma ringrazio anche chi
è passato di qua e legge i capitoli. A presto!
La
fuga! Leonard scompare.
Che dolore
alla testa… sento una forte emicrania.
Delle mani mi carezzano la testa. Io allungo la mano e prendo quella
di colei che mi sta carezzando.
L’annuso…
pesca, è l’odore della pesca. Apro lentamente gli
occhi. La prima cosa che vedo
è il corpo di Wolfe. Non alzo la testa ma roteo i miei occhi
per vederla in
viso. Noto anche che non indossa più il vestito
dell’Iscariota tredici. Ma
indossa una maglia smanicata che sottolinea la sua
femminilità e dei guanti.
–Buongiorno Leonard. Vuoi un po’ di
caffè?- Io alzo stancamente la testa, ho
anche un torcicollo doloroso per la notte passata chino sui libri. Mi
massaggio
il collo nella speranza che si allievi il fastidio. –No,
grazie. Il caffè mi
rende nervoso.- Rispondo e cerco di riprendere il
lavoro. –Scusa ma a che ora mi sono addormentato?- Mi chiedo
mentre verifico la
pagina a cui sono arrivato prima di addormentarmi. –Non lo
so, comunque che
cosa stai cercando di preciso? Lo so che non me ne vuoi parlare ma
visto che in
un certo senso mi hai sfruttata per ottenere quei libri…- Si
ferma e io
distolgo l’attenzione sul tomo nero su cui il titolo
è: La ribellione dei
Lycans, per fissarla. –È giusto che mi dici
qualcosa, no?- Termina la frase con un sorrisetto speranzoso.
Io fingo di pensarci su e infine dico:-No.- Dopodiché
ritorno a leggere. Ma lei
purtroppo non si arrende e senza che riesca a fare nulla per fermarla,
mi defrauda
un appunto che ho scritto ieri sera. Io allungo la mano e cerco di
riprendermi
il pezzo di carta. Ma lei si allontana e inizia a leggerlo. Io non
faccio più
nulla perché volente o nolente lei comunque lo avrebbe
letto. Posa il foglio
sul tavolo e io mi distacco dalla lettura per osservare la sua
reazione. –Mmmh…
hai trovato informazioni sul tatuaggio?- Mi chiede. Io sospiro, poco o
niente.
–È più difficile di quello che speravo.
So solo che il tatuaggio lo avevo sin
dalla nascita e finora non mi ha dato problemi, ma da quando ho
“32 anni”
faccio questo sogno ricorrente e vedo continuamente questo tatuaggio e
delle
volte vedo una figura d’ombra che mi chiama disperatamente.-
Faccio un’alzata
di spalle e sto per aggiungere qualcosa quando… la porta
della mia cella si
spalanca con un rumore violento e in breve tempo sono trafitto da
decine di
baionette da tutte le parti. Non riesco a muovermi, ho le mani bucate
dalle
lame e al muro, le baionette benedette mi tengono fermo. –Tu,
vile creatura del
diavolo. Preparati a subire il castigo di Dio sulla punta della mia
mano.- Con
un sorriso fanatico e gli occhi fissi sulla mia persona, Alexander
cammina a
ritmo regolare e cadenzato. –Alexander… sei
impazzito?- Io sento un forte
bruciore alle mani e al torace sento il liquido rosso scorrere via
dalla mia
pelle. Decido di non reagire… d’altronde li
perdono, non sanno quello che
fanno. Vengo preso e condotto in manette sotto gli occhi stupiti e
spaventati
di Wolfe che, per tutto il tempo, non ha fatto che mettersi una mano in
bocca
per non gridare. Sono di fronte a Maxwell e Integra Hellsing. Vedo
tutti…
Seras, Yumie, Pip, Walter e soprattutto sotto lo sguardo crudele e
sadico di
Alucard. Siamo tutti riuniti nella sala più grande del
palazzo del Vaticano.
–Leonard, siete accusato di questi crimini: Furto delle
offerte della chiesa
per un totale di 200000$, furto di un cacciabombardiere
dell’esercito e
violazione della proprietà della casa di Integra Hellsing.-
Elenca Ernico
leggendo su un pezzo di carta. Io non dico nulla ma sposto lo sguardo
verso le
due ragazze. Si sentono tradite e raggirate, non posso criticarle. Ma
la cosa
che non mi è chiara è: chi ha avvisato dei miei
spostamenti? La suora e la
pistolera no, Seras nemmeno, il capitano non ha la faccia del
traditore,
Alexander è da escludere visto che era
all’orfanotrofio e a meno che abbia il
potere della onnipresenza, non può saperne nulla di me.
Alucard sta sempre con
Integra e non minacciavo la sua vita quindi non avrebbe motivo a
catturarmi.
Maxwell è un idiota, quindi chi è il possibile
spione? Un lampo mi attraversa
la mente… Walter! “Iscariota!” Penso
mentre ghigno rabbioso. Integra si accende
un sigaro e mi rivolge una domanda:-Lycan, vorrei sapere le vostre
intenzioni.
E non provate a mentire che io lo capisco quando uno mente o meno.- Io
come
preso da un raptus scoppio a una risata irrefrenabile.
–Sciocca che non sei
altro! Fossi in te guarderei meglio i tuoi sottoposti e non mi
riferisco ad
Alucard!- La avviso del tradimento di Walter. Ma lei non mi ascolta e
aggiunge:-Non potrei mai dubitare del mio maggiordomo! Lycan, recuperi
la sua
compostezza e mi parli delle sue intenzioni!- Il sigaro si consuma e
cade un
po’ della cenere. –Integra, le suggerisco di usare
Alucard per sciogliergli la
lingua.- Interviene a questo punto il maggiordomo. –Mmm...
Non so se merita di
subire una punizione simile.- Risponde la leader dello Hellsing.
–Master!
Leonard non è cattivo! Si è persino offerto di
aiutarmi a trovare gli assassini
dei miei genitori!- Interviene la poliziotta. –E che ha
detto?- Chiede Walter. –Ha
detto che sono già morti, mi ha fatto persino vedere dove
sono sepolti!- La
poliziotta si sta infervorando e questo punto interviene Pip Bernadotte
per
calmarla e la trascina via. Meglio così, lei si sarebbe
messa nei guai più
grossi se continua così. –Alucard…
è tutto tuo.- Integra manda il suo cane ad
azzannare un lupo. Io sospiro. Se proprio devo essere strapazzato
almeno
facciamo in fretta. –Mmh… mi secca di uccidere un
verme.- Alucard tira fuori
dalla sua giacca rossa la pistola bianca. –Non farmi
annoiare. E poi è inutile
che fai tanto il duro.- Dice il vampiro. –Ma quanto parli!
Spara!- Lo provoco. –Hai
fretta di morire, vero?- Alucard sorride e inizia a fare fuoco.
–No,
semplicemente non ho voglia di morire.- I
proiettili rimbalzano sulla mia pelle con grande sorpresa di tutti.
–Mmhh… non
sei umano.- Ammette il vampiro. –Già, e non posso
ucciderti… lo hai detto
centinaia di volte che solo gli umani possono eliminarti.- Rispondo.
–Quindi lo
sai?- -Sì, che ne dici? Mi lasci andare? O ci squartiamo a
vicenda fino a che
non viene l’Apocalisse?- -Beh no, basterà che dici
ad Integra quello che lei
vuole sapere.- Alucard inizia ad usare un altro livello, il livello
degli occhi
demoniaci. Occhi infernali. Il suo braccio si tramuta in un cane pieno
d’occhi.
–Devo considerarla una sfida?- Commento. “SCAPPA
VIA! NON PUOI UCCIDERLO ANCORA!!!” Una voce di
donna mi parla nel cervello.
Spicco un balzo che sfonda il tetto del Vaticano e inizio a correre
via.
L’unica cosa che ho in mente è questa frase:
“Sii
paziente, ho bisogno di te!” Perché diavolo
quella voce di
donna mi è maledettamente familiare?
Bene
il capitolo è finito, che vi sembra? Spero che vi abbia
incuriositi! Ora dichiaro aperto l'angolo del lupo: Le risposte di
Leonard alle vostre domande!
*Siglia da TV show*
Uno studio ben arredato
secondo la moda Hellsinghiana, con teschi e croci protestanti un
pò dappertutto. Due poltrone di pelle nazista capeggiano
nella stanza e un lampadario al neon illumina il tutto.
Io (entrando da una
tenda rossa e avanzando verso una delle poltrone): Salve a tutti i
lettori e lettrici che ci state seguendo su queste pagine. Vi ringrazio
per la vostra presenza.
*Si siede sulla
poltrona*
Io (alzando una mano
invitante): Orbene, ecco a voi il licatropo cattolico: Leonard Lycan!
*Da un'altra tenda entra
con il passo un pò incerto il nostro lupo mannaro*
Leonard (sedendonsi
sull'altra poltrona): Ciao a tutti...
Io
(stringendo un foglio in mano): Bene, per ora ci sono poche
domande ma comunque interessanti! Cominciamo dalle lettrici/lori.
Zeressa ti chiede: Come sei riuscito a trasformare due suore perfettine
(o quasi) in due scatenate amanti dello shopping?
Leonard: Beh, non penso che sia una cosa straordinaria, fa parte delle
donne, comuni e non, dedicarsi alla cura del proprio corpo e spesso, lo
fanno dedicandosi allo shopping e comprando con i soldi propri o del
padre/marito/fidanziato/qualunqueessereviventecheabbiauncontoinbancapieno.
La cosa comunque non mi è dispiaciuta... anzi.
Io (Annuisco): Come hai fatto a resistere per più di sei
ore?
Leonard (sudando freddo): Non lo so nemmeno io! Dev'essere per via dei
miei poteri, che comprendono anche una pazienza e resistenza prolungata!
Io (mormorando): Non mi sembra, comunque... ci scommettiamo che
riceverà telefonate da almeno cento ragazze per averlo come
portaborse e bancomat?
Leonard (speranzioso): Le domande sono già finite?
Io (osservando la carta): Purtroppo sì, speriamo che la
prossima volta verranno altre recesioni e di conseguenza qualche altra
domanda. (puntando la Jackal su Leonard o meglio, sui suoi gioelli.)
Qualche cosa in contrario?
Leonard (agitando le mani): No, no, no!
Io (abbassando l'arma): Bene, allora ci sentiremo la prossima volta.
Un'altra cosa importante: Non so veramente quando posterò il
nuovo capitolo, se lo volete sapere, inviatemi un messaggio con la
richiesta, così poi quando lo avrò postato vi
ri-invierò un messaggio (niente spam o fesserie varie) che
vi avviserà del nuovo capitolo. A voi la scelta e la regola
d'oro: Recensite!
A presto!
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Capitolo 6 *** Prologo 6 ***
Ecco il nuovo
capitolo, finalmente conosceremo le origini di questo ragazzo. Buona
lettura!
La mia storia, una storia
lunga 700 anni.
Sono bollato
come ricercato e pericolo pubblico sia dall’Iscariota che
dallo Hellsing, per
non farmi catturare decido di cambiare aria e di dedicarmi alla ricerca
di me
stesso. Mi trasferisco in Russia e da lì mi dedico alla
ricerca delle mie
origini e allo stesso tempo seguo gli avvenimenti della guerra dello
Hellsing e
dell’Iscariota contro un nemico che s’indentifica
come il Millenium, i cui
componenti sono dei nazisti
sopravvissuti alla guerra e che hanno intenzione di ritornare sulla
scena. Se
non mi sbaglio 50 anni fa, Alucard e Walter insieme al padre di
Integra, un certo
Arthur Hellsing hanno deliberato questa minaccia. Nel mio appartamento
di un
sobborgo di Mosca ho studiato e fatto ricerche. Ecco quello che ho
scoperto e
ricordato dopo tutto il periodo di tempo:
Mi
chiamo Leonard Lycan, sono nato nel 1210 in una selva nota come Foreste
Casentinesi, non so chi furono i miei genitori ma venni trovato in
fasce da un
monaco francescano, il cui nome era Francesco di Bernardone che mi
battezzò e
mi diede questo nome. Crebbi insieme agli altri monaci nella chiesetta
di
Porziuncola, studiando varie lingue tra cui il latino, il francese e il
greco. All’età
di cinque anni seguii il frate diventando testimone delle sue opere e
soprattutto dell’evento della mansuetudine del lupo che
terrorizzava il
paesello di Gubbio. Provai una tale ammirazione per il frate che decisi
di fare
una promessa e cioè, passino gli anni, passino i giorni, nel
segno della
violenza sarei stato la spada di Dio. Avevo sedici anni quando accanto
a un
fuoco scoppiettante e un piccolo giaciglio con la coperta sulle gambe
scrissi
sotto la dettatura del frate, che era al mio fianco… malato
e cieco, Il
cantico delle creature. In
italiano
antico scrissi verso per verso la meraviglia del creato. Piansi molto
la morte
del Santo. Ma dovetti farmi forza e vivere sotto gli insegnamenti del
frate.
Conobbi successivamente nel 1283 all’età di 73
anni Fra Jacopone da Todi e passai
del tempo con lui e finimmo in prigione. Venimmo liberati alla morte di
Bonifacio ottavo, nel 1303. All’età di 95 anni
ebbi occasione di conoscere il
poeta fiorentino Dante Alighieri e divenni il suo curatore delle opere
fra cui
quella della neonata Divina Commedia. Nonostante
fossi molto vecchio dimostravo
l’età di un uomo di 50 anni. Comunque, nel
quattrocento e cinquecento ebbi
occasione di vivere alla corte dei Medici e di diventare il confidente
e
curatore di un giovane Lorenzo de Medici. Potei ammirare la sua
intelligenza e
capacità politica del Rinascimento, alla corte dei Medici
potei conoscere anche
i noti pittori e scienziati della storia, apprezzai molto il trattato
de Il
principe di Niccolò Macchiavelli e
l’opera del pittore e inventore Leonardo
da Vinci, L’Ultima Cena. Il seicento fu un periodo molto
difficile, avevo più
di trecento anni e dimostravo di avere cento anni. Mi preoccupavo della
mia
età, avevo paura della solitudine. Conobbi il teatro di
Goldoni e cercai di
proteggere Galileo Galilei dalla Inquisizione. Avvalendomi della mia
anzianità
consigliai allo scienziato di conservare i suoi scritti e gli dissi
questo:-La
società non è ancora pronta per le tue scoperte,
fossi in te aspetterei prima
di buttarmi.- Galileo non accettò il mio suggerimento e
venne bollato come
eretico, solo il mio intervento come sommo sacerdote della chiesa lo
salvò dal
carcere a vita. Ebbi molta premura a conservare i suoi libri e le sue
scoperte
prima che andassero perdute, in particolare, I Discorsi e
dimostrazioni
matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica.
Grazie ad
essi, gli altri studiosi ebbero la possibilità di avere le
basi su cui si
sarebbe fondata l’astronomia e la meccanica. Il settecento
era un epoca che
passai in completa solitudine e lo dedicai a studiare i testi alchemici
per
avere la tenue speranza di riacquistare la giovinezza perduta. Agli
inizi
dell’ottocento riuscii a rallentare il processo
d’invecchiamento e addirittura
ad invertirlo. Per ogni 10 anni che passavano tornavo giovane di 5 anni. Più o meno era
quello che volevo, conobbi Ugo
Foscolo e Giacomo Leopardi, due massimi poeti dell’
ottocento, ma in Manzoni riuscii
a trovare un amico. Imparai la lingua
moderna dell’Italiano e passai la vita ad osservare gli
avvenimenti della
storia. Ma fu con l’avvento del Fascismo che la mia vita
divenne molto diversa.
Alucard venne svegliato da Arthur Hellsing nonostante ebbe ricevuto il
divieto
da suo padre Abraham Hellsing, per avere una mano ad eliminare il
nemico del
mondo. Avevo ottant’anni quando avvenne questo. Volevo
intervenire per bloccare
la guerra ma non avevo fatto i conti con l’Iscariota 13, i
quali illudendosi di
controllarmi mi catturarono e mi sottoposero a degli esperimenti e mi
chiamarono N°666 per via della loro erronea credenza della mia
natura lontana
da Cristo. Mi tolsero il processo d’anti invecchiamento e mi
fecero il lavaggio
del cervello ma soprattutto mi potenziarono i miei poteri latenti di
lupo
mannaro. Mi liberarono dopo 50 anni e mi fissarono
un’età ben precisa di 30
anni e ripristinarono il corretto processo d’invecchiamento.
Nemmeno io, ora
sono sicuro della mia età. Comunque per due anni pensai di
essere un ragazzo
qualunque di strada e solamente quando sentii quella voce di donna mi
era
lentamente tornata la memoria. Se
c’era qualcosa che non ho mai dimenticato era la mia
incrollabile fede in
Cristo.
Bene, un
capitolo cortino, è vero ma sicuramente molto rivelatore!
Bando alla ciance ecco la seconda edizione dell'angolo del lupo!
Leonard è qui di sua spontanea volontà per
rispondere alle domande.
Leonard
(legato a una scomodissima sedia da tortura con il bavaglio in bocca):
MMMfffff "Liberatemi subito!"
Io (togliendogli lo
scotch): Ok, visto che ti sei calmato diamo inizio all'interrogatorio.
Prendo alcuni fogli,
sorridendo un pò soddisfatto.
Io: Bene, oggi abbiamo
più domande, addirittura tre!
Leonard (sorridendo
sarcasticamente): Sai che progresso...
Io (Puntandogli la
Jackal): Farò finta di non aver sentito... ora iniziamo con
la domanda di Zeressa. (leggo la domanda...) Uhmm... questa
è meglio che la risponde Alucard.
Arriva il conte con
una musica gotico-metal in sottofondo, con un sorriso grottesco in viso
e accompagnato da Seras.
Alucard (sedendosi con
grande grazia su una poltrona da imperatore romano con una domestica
vampiro a versargli un bicchiere di sangue): Avete richiesto la mia
nobile persona?
Io: Sì,
perché non avete fermato Leonard prima che scappasse?
Alucard (sorseggiando
il liquido): Ma non è ovvio? Se lo uccido, la tua penosa
storia finirà subito... (sogghigna).
Io (una vena mi pulsa
la testa): Ok, grazie per il suo commento...
Alucard si alza e se
ne va sempre seguito a ruota dalla poliziotta. Borbottando una frase
che io interpreto così: Bah, che spreco.
Io (sorridendo a
Alucard in modo beffardo ): Aspetta e vedrai!
Leonard (riuscendo
miracolosamente a levarsi dalla sedia e liberatosi dei lacci): Ok,
posso andare a casa?
Io (cambiando i
fogli): NO!
Leonard torna a
sedersi sconsolato.
Io: Queste sono di una
mia carissima amica, una certa BlackNote20. Ti chiede qual'è
il paese che tu vorresti andare e come vuoi morire?
Leonard (toccandosi
l'intimo): Non è che mi porterà Iella?
Io (Armeggiando una
motosega): Prova a dire una cosa simile a una mia amica e ti
farò morire come tu NON vorrai!
Leonard: Ok, ok,
allora... per il paese, uhmmm... vorrei andare a visitare per almeno
una volta la Mecca.
Io (riaggiustandomi
gli occhiali): Un'attimo, ma sei musulmano?
Leonard: Ma per l'amor
di Dio! No! Voglio solo conoscere le credenze musulmane per conoscere
meglio il nostro fratello del deserto e perché no, abbattere
i pregiudizi di un'etnia completamente diversa dalla nostra. Conosci il
credo del tuo nemico per fartelo amico, no?
Io: Cavoli, questo
è proprio un santo!
Leonard: Per morire,
invece vorrei morire in guerra o magari... dopo ucciso il mio miglior
nemico!
Io: Vorresti
suicidarti?
Leonard: In un certo
senso... sì!
Io: Mah, che tipo ben
strano! Allora concludiamo l'edizione con i ringraziamenti per tutti
coloro che hanno letto la mia storia e il capitolo, ringraziamo anche
Zeressa e Blacknote20 che hanno commentato e ci sentiremo
forse... domenica!
Leonard (Alzando un
dito): Domenica devo andare a messa.
Io: Il pomeriggio!
A presto!
|
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Capitolo 7 *** Prologo 7 ***
Buon
giorno e buona domenica! Ecco il nuovo episodio del lupo mannaro
più anziano che la storia ricordi! Ci tengo ad aggiungere
che al cast dei personaggi s'è aggiunto un nuovo
personaggio: Maeko e per chi volesse approfondire la sua storia
suggerisco di andare qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1038826&i=1. Nel
capitolo farà una veloce apparizione per poi essere stabile
nei prossimi capitoli. Vi ringrazio per le recensioni, chi mi segue e
legge la mia storia. Buona lettura.
È
guerra,
vagando per le strade dell'inferno.
Londra è
in fiamme, dopo un
mese si è scatenata una feroce
guerra tra il Millienium, l’Iscariota e Alucard. Cammino per
la città di Londra
e intorno a me vi è solo rovina e morte. Vedo tantissimi
ghoul, soldati
tedeschi, membri del Ku Klux Klan ops… voglio dire, armate
dell’Iscariota e per
ultimo vedo un esercito di cavalieri medievali. Se è
l’inferno, è alquanto
affollato. Sento un rumore di eliche, alzo lo sguardo e vedo un
dirigibile
attraversare i cieli di Londra. Mmm… dev’essere il
generale. Abbasso gli occhi
per poi notare che sono circondato da numerosi ghoul. –Bah,
semplice carne
vagante.- Commento mentre indosso dei guanti con le nocche spinate e mi
schiocco le dita. Mi pongo in attacco e scatto in avanti, per ogni
pugno
muoiono tre zombi. Mi faccio strada usando le mani e di tanto in tanto
salto
sui palazzi per trovare un po’ di fiato. Continuo
così finché non sento una
vampata serpeggiare per le strade. Io spicco un balzo e mi appendo al
pennone
di un palazzo. Non vedo altro che fiamme… i Ghoul sono
periti sotto l’effetto
di quest’elemento. Che strano perché sento che
è morto qualcuno? Attendo che le
fiamme diminuiscano e riprendo a camminare. Il mio udito acuto
percepisce il
“click” di un fucile. Piego la testa di lato ed
evito un proiettile d’argento
benedetto. Mmmmm…. Carne giovane e fresca. Una donna avanza
verso di me… ha i
capelli neri e gli occhi rossi. È vestita con un lungo
impermeabile blu scuro e
noto che ha un cappuccio alzato. Porta degli occhiali da sole e posso
chiaramente vedere i suoi occhi taglienti come le lame che ha addosso.
In bocca
ha una sigaretta semi consumata, ha delle labbra alquanto sottili e
invitanti.
Non posso vedere il suo fisico slanciato perché ha un
corpetto di metallo. Alle
gambe porta un pantalone e una cartucciera con un fodero contenente una
pistola
a canna lunga. Degli stivali col tacco di cuoio lavorato completano la
sua
descrizione. Alle mani stringe un fucile a canna rigata provvisto di
cannocchiale e spallaccio. –Non fare un passo in
più.- La sua voce è molto
diversa… dura, autoritaria e altezzosa. –Vorrei
farlo ma temo che tu poi mi
ucciderai.- Rispondo. –Sei intelligente…- Lei
abbassa leggermente la canna.
-Dove devi andare?- Le chiedo. –Mmhh… dove vai
tu.- Mi risponde. –Non penso che
sia un luogo adatto a te.- Faccio notare. –Tsk…-
Lei si abbassa il cappuccio e
si leva gli occhiali. Io mi sento venire i brividi a tutto il corpo.
–Tu… tu… i
tuoi lineamenti…- Non riesco ad accettare la
verità. –Dove andiamo, allora?-
Lei mi sorride mostrandomi i suoi denti bianchissimi e le zanne di
vampiro.
–No… aspetta. Chi diavolo sei?- Indietreggio
turbato. –Maeko, sono la figlia di
un angelo e di un conte.- Si presenta e facendo persino un piccolo
inchino
sfacciato. –Grrr… mi prendi in giro? Come
può essere che Alucard abbia avuto
una figlia?- Ero seriamente preoccupato. Non solo ci voleva Alucard ma
anche la
sua copia femminile. –Che c’è? Ti ho
spaventato? Tranquillo non ti ucciderò,
per ora.- Lei mi parla con la sua voce suadente e a tratti pericolosa.
–Quali
sono le tue intenzioni?- Le chiedo cercando di stare calmo.
–Beh, all’inizio
volevo uccidere mio padre. Ma ora credo non avere più
obiettivi. Tu?- Lei si
passò le mani sui fianchi. –Non… non
sono affari tuoi!- Spicco un balzo e scalo
tre o quattro palazzi allontanandomi molto da lei. –Spero che
non mi venga addosso…-
Ansimo molto e mi siedo sul condotto piatto del condizionatore
d’aria, non so
perché ma sposto lo sguardo dietro di me e lei è
proprio dietro di me! Sgrano
gli occhi dalla paura. Come cavolo ha fatto ad arrivare prima di me?
–Rilassati, voglio conoscerti un po’.- Lei mi
carezza la guancia e aggiunge:-
Te l’ho detto già che non ti uccido. Sei troppo
carino.- Io divento rovente
come un pezzo di ferro sui carboni ardenti e lei
dice:–Potresti essere un
perfetto cagnolino da compagnia e da guardia.- Immediatamente nella mia
mente
si forma l’atroce visione di me stesso con il collare
antipulci, con un osso in
bocca e fare le capriole quando lei lo richiede. NO, NO, NO! Scuoto la testa
violentemente e mi alzo con
la testa fumante di rabbia. –Te lo scordi carina! Io sono un
lupo mannaro
millenario e non mi lascio sottomettere da una ragazzetta qualunque!-
Sbraito
con tutta la forza che ho in corpo. –Ah, sei un lupo eh? E
hai anche un nome,
scommetto.- -Leonard Lycan.- Mi presento e aggiungo:-E ora che ci siamo
conosciuti, ci salutiamo e goodbye!- Scendo dal palazzo con un balzo e
faccio
uno scatto da centometrista per scollarmi quella donna. Dopo qualche
centimetro
cerco di riprendere fiato. Ok, concentriamoci. “Devo trovare
quella LEI.” Ecco
ora ho ben fisso il mio obbiettivo. Se
devo trovare quella donna devo entrare nel Millenium. Accidenti,
dov’è Alucard?
Sua figlia me lo ha fatto perdere di vista! –Stai cercando
mio padre? Sta
combattendo contro Walter.- Io mi volto in direzione della voce e
impallidisco.
–Maeko? Ma perché mi stai addosso? Che ti ho
fatto?- A questo punto
m’inginocchio di fronte a lei disperato.
–Mmmhh… mi piace quando mi supplichi,
se continui così forse ti concederò di avere la
possibilità di diventare il mio schiavetto!-
Lei sogghigna beffarda, io alzo la testa con gli occhi di fuoco. Ma chi
ti
vuole!
Mi alzo in piedi e
le dico in chiaro e in
tondo:-Senti…
Maeko, giusto? Bene, apri bene le orecchie: Non ho bisogno di nessuno e
in più,
non ti conosco e non voglio saperne di te, è chiaro?- Lei fa
finta di non
sentirmi e imprevedibilmente si allontana senza che io possa aggiungere
nulla. Beh,
in un modo o nell’altro ho ottenuto lo scopo. Quindi se
voglio trovare LEI devo
trovare il robot. Sorrido e fisso la luna. “Livello 2
sbloccato!” Il mio corpo
si fa più robusto e muscoloso, il mio viso si allunga
leggermente, le mie
orecchie s’appuntiscono e mi si allungano le unghia delle
mani. “Livello 3
sbloccato!” Il mio corpo diventa peloso e mi crescono
notevolmente le zanne, il
muso si allunga, sono altro 1 metro e 86. “Livello 4
sbloccato!” Mi
ingigantisco notevolmente e il mio fisico diventa muscoloso, le unghie
delle
mani sono affilate come rasoi perdo la capacità di parlare e
di ragionare.
“Livello 5 sbloccato!” Perdo ogni forma umana, le
mie mani diventano zampe e
divento un lupo gigantesco. Mi fermo qui, il livello 6(66) è
troppo pericoloso,
posso diventare incontrollabile come Alucard. Ululo e scalo con le mie
zampe i
palazzi e con un balzo impressionante e una buona dentatura entro nella
cabina
dello zeppelin.
Livello
2 (o intermedio,
poco usata)
Livello
3 (avanzato usata abitualmente)
Livello
4 (o estremo, usato in casi
disperati)
Livello 5
(o hardcore, usata ora)
Livello 6[66] (o
proibita, ottenuto con
gli esperimenti
dell’Iscariota.)
Mi libero dei
soldati tedeschi con delle
poderose zampate ed
esploro lo zeppelin, man mano che avanzo regredisco al secondo livello.
Non si
sa mai! Uhm… se voglio trovare il maggiore, devo trovare il
dottore. Se ricordo
bene, porta degli strani occhiali a lente multipla. Cerco di usare
l’olfatto ma
qualcuno ha attivato le condutture del gas, merda non riesco nemmeno a
respirare! Coprendomi la bocca con la mano e agito con
l’altra per disperdere i
vapori. –Accidenti, devo uscire di qui!- Scatto in avanti per
cercare con lo
sguardo un boccaporto ancora aperto, lo trovo. Alcune guardie
vampiresche lo
chiudono e girano due o tre volte la manopola. Io con le mani cerco di
rigirarla per uscire dalla stanza piena di gas ma sento le forze
mancarmi. Non
posso trasformarmi altrimenti consumerei le poche energie che
rimangono. Mentre
cerco di girare, fisso le mie mani… stanno tornando di nuovo
umane! “No,
no! Non può finire così!” Ghigno e con
una forza incredibile, giro con violenza il cerchio e… mi
rimane in mano. Ora
sono definitivamente bloccato! –Ciao, Leonard. Sei in
difficoltà?- Quella voce…
Maeko! Cerco di capire da dove proviene. Ma non vedo nessuno. Ma certo!
Mi sta
parlando con la mente… noi licantropi non sappiamo
padroneggiare una tecnica
simile. –Maeko! Tirami fuori di qui!- Urlo. Dalla porta
bloccata si sentono dei
rumori di ossa rotte e di grida di lotta, poco dopo si apre e io ormai
completamente indebolito mi lascio cadere dall’altra parte.
Successivamente
scopro che non è una buona idea. Sono caduto addosso a
Maeko! –Mi scusi!- Mi
alzo con il viso paonazzo e cerco di ricompormi ma mi sento venir meno
e cado
all’indietro. Qualche minuto mi risveglio in seguito alla
somministrazione di
acqua potabile in via orale. –Dove sono?- Apro debolmente gli
occhi e vedo il
viso di Maeko sottosopra. –Sei in mezzo alle mie gambe. Stai
meglio?- Lei mi
rivolge un sorriso premuroso. –Un attimo… in mezzo
alle gambe?- Alzo la testa
di scatto rischiando di colpire la testa della vampira.
-Beh, lo vedi che
sei molto impulsivo?- Mi
bacchetta la
ragazza… non posso negarlo. Mi rialzo in piedi e mi pulisco
i pantaloni. –Ok,
mi fai da guida? Devo trovare il professore.- Le chiedo sperando che
non mi
neghi il favore. Lei muove la testa a destra e a sinistra e poi di
nuovo ad
ambo le parti. –È un no?- Azzardo dispiaciuto. Lei
non mi dice nulla e si
allontana di nuovo. Non posso fare nulla per fermala. –E va
bene!- Sbotto
arrabbiato. Decido di usare il terzo livello e mi trasformo in lupo
mannaro
gigante e faccio a pezzi qualunque creatura mi sbarri avanti. Arrivo
all’armeria dello zeppelin e incontro… indovinate
chi? Seras Victoria. –Seras!-
Torno velocemente alla forma umana e corro verso di lei. Lei non appena
mi vede
mi attacca con il suo braccio spettrale. –Seras! Sono io,
Leonard!- Cerco di
farmi riconoscere. Beh, certo in questi mesi sono cambiato di molto,
capelli
lunghi e pizzetto. –Leonard? Tu…- Lei è
un po’ confusa ma si ferma, è già
qualcosa. –Che fine hai fatto in questi ultimi mesi?- Mi
chiede abbassando le
ostilità. –Sono stato in Russia e ho seguito gli
eventi del millenium per
cercare una persona.- Le spiego velocemente. Sento un ululato e un
grosso lupo
bianco/giallo fa la sua apparizione. –Chi è
quello?- -È il capitano Hans… un
lupo mannaro!- Mi informa la bionda. Io sorrido e mi calmo.
–Un lupo mannaro…
finalmente un fratello!- Strillo alzando le mani dalla gioia. La
poliziotta mi
guarda un po’ strano. Mi avvicino con baldanza al lupo grande
e passo al
livello 5, divento un lupo gigantesco. Lui, a vedermi così
grande e grosso,
abbassa la testa come per accettare la mia superiorità. Ha
capito di avere a
che fare con qualcuno più vecchio di lui e non fiata. Seras
mi guarda con gli
occhi sgranati. –Allora tu sei… un licantropo!-
Lei cerca di accumulare la
forza per combattere contro due nemici. Ma la rassicuro… io
non la farei mai
del male e in più avrei sottomesso il capitano. Entrambi
ritorniamo alla forma
umana e ci fissiamo. Poi lui si avvicina a me e io gli mordo il collo.
Il
sangue che esce dalla ferita si concentra alla scapola sua e si forma
un
tatuaggio rosso, lo stesso che porto io. Lo spettacolo potrebbe
sembrare molto
yaoi e lo è. Cioè immaginate Hans che mi stringe
il bacino, io gli cingo le
spalle e poi il morso… ci manca solo la musica in
sottofondo. Ci stacchiamo e
mi rivolgo alla ragazza:-Seras, prendi con te chi ti è
più caro e vattene da
qui! Lo zeppelin salterà in aria da un momento
all’altro.- Lei riceve il mio
messaggio e corre via. Io mi volto verso il maggiore e il mio sguardo
vale più
di cento parole… peccato che lui abbia frainteso: si leva il
pantalone di
fronte a me mostrandomi i suoi slip aderenti . Mi vengono le strisce
viola per
il disgusto e urlo:-Depravato! Dov’è il dottore!?-
Lui si riveste velocemente e
abbassa gli occhi in segno di scusa, poi mi fa segno di seguirlo e
insieme uccidiamo
le ultime guardie rimaste. Arrivo alla plancia di controllo e vedo su
una
piattaforma quella palla di lardo del maggiore e il dottore.
–Eccellente…
veramente eccellente.- Lui mi fa un applauso. –Sei veramente
un abile
iscariota… hai tradito quelli dello Hellsing, quelli
dell’Iscariota e infine
hai spinto uno dei miei uomini a seguire
il tuo cammino. La cosa che non mi è chiara e
che mi piacerebbe sentirlo
dalla tua bocca è: Perché fai questo? Non per
puro piacere come Alucard, non
per fede come Alexander, non per onore come Integra, non per vendetta
come
Walter e non come guerriero come me.- Lui mi punta gli occhi addosso.
Io
sorrido:-E dalla bocca della bestia uscirono parole blasfeme, amen.- Il
maggiore mi sorride:-Lo ammetto, per voi cristiani sono una bestia, ma
allora
tu chi sei?-. –Io sono la mano destra di Dio e porto la sua
ira sulla punta
della mia spada!- Rispondo con toni pacati. –Mm…
sei ridicolo, come puoi dire
questo? Sei più giovane di me persino. Chi sei veramente tu
per dirmi quello che
devo fare?- Il maggiore si poggia la testa tonda sul pugno della sua
mano.
–Così come Dio punì gli uomini per la
loro arroganza con distruzione della
torre di Babele così ti punirà distruggendo lo
strumento della tua arroganza.-
Rispondo io. –Come farai?- Mi chiede:-Di certo non
uccidendoti ma spezzando l’odio
che attanaglia i tuoi uomini. Attraverso il perdono.- Replico con una
fede
incrollabile. –Ah sì? E chi difenderà
la tua persona?- -La fede è il mio
scudo!- Rispondo. Ma non mi fermo, e aggiungo:-Il
perdono è la spada, la fede è lo
scudo,
l’umiltà è la corazza, la
moralità è la risorsa e la pace è il
cavallo! Questo
è un cristiano!- Il maggiore mi guarda sbigottito.
–Così Dio mandò suo figlio a
predicare per il mondo così io stesso mando Alucard a
gettarti nelle viscere
nell’inferno come l’angelo ribelle, Lucifero. Pensa
che ironia… Dio oggi ha
usato il male per portare il bene.- Alla mia ultima frase un tipo
dall’aria superiore
e altezzosa si presenta tutto vestito di nero .
–Hmmm… Leonard, che ci fai
qui?- È sorpreso di vedermi. –Hallo
Darkettone! Non ti disturbo, voglio solo il professore.- Il nominato si
spaventa e alza le braccia in una posa ridicola per sottolineare la sua
paura: –Ma
che diavolo… chi ti conosce?-. –È
vero… non mi conosci ma sai che cosa voglio:
LEI.- Rispondo socchiudendo gli occhi. –Schrodinger!
Uccidilo!- Ordina il
dottore lanciando, come se fosse un sacco, il piccolo gatto mannaro.
–Meoww!-
Mugola Schro. –Mmhh… Hans! Prendi il professore,
io mi occupo del gattino.- Io
fisso il mio nemico con un certo ciglio intenerito vista la sua
pucciosità. Il
capitano si limita ad allargare le braccia e il gatto salta
letteralmente
addosso al capitano. –Eh? Com’è accaduto
questo?- Mi chiedo. Beh meglio così,
Hans sembra che, per tutto il tempo, abbia trattato bene il gatto.
Vabbè tra
mannari ci si intende. – Schrodinger, puoi scendere dalle
braccia del capitano?
Ora papà deve farmi un piacere.- Gli parlo come a un bambino
di cinque anni
sperando che non faccia tante storie. Incredibilmente lui ubbidisce
subito.
–Ok, capitano. Vai a prendere il doc e poi usciamo di qui!-
Ripeto l’ordine e
lui eseguisce. Io, il capitano e il maresciallo facciamo ciao con la
mano ad
Alucard e il maggiore porchetta e scattiamo come pazzi verso una zona
altamente
infiammabile e nel mentre, incontro niente meno che…
-Iscariota!- Urlo mentre
lo afferro con una bracciata e lo carico sulle spalle. –Ma
che? C’è solo una
persona che mi chiama in quel modo… Leonard?- Borbotta il
giovane Walter. –Sono
io, sei così giovane e già vuoi fumare? Il fumo
nuoce a te e a chi ti sta
intorno.- Azzeccatissimo nel nostro caso. Lo zeppelin sta cominciando a
perdere
quota. Mi chiedo dove si trova la tett… ehm Seras e la
lesb… ri-ehmm Integra
Hellsing. Hans mi fa pat pat alla spalla. –Che
c’è?- il capitano mi indica col dito un
aeroplano tedesco, lo so guidare! –Ben fatto! Tutti a bordo!-
Mi metto alla
posizione di pilota e avvio tutti i motori, anche quello della macchina
del
caffè. Con un bel rombo di motori abbandoniamo il
dirigibile. –Tutti bene? Il
professore che sta facendo?- Chiedo mentre guardo il dirigibile che si
allontana. –Sta bene solo che sta piagnucolando.- Mi risponde
Schro. –Chiedi
dove si trova LEI.- Dico mentre guido e riesco per un pelo ad evitare
il big
ben, alla regina non piacerebbe sapere che un aereo vagante distrugga
un
monumento nazionale. –In questo momento, sta a Berlino. In un
laboratorio
militare.- Mi risponde mentre il capitano gli punta uno dei suoi
pistoloni.
–Dov’è di preciso?- Chiedo mentre
l’aereo prende la nuova direzione. –Aspettate
non è che poi mi uccidete dopo che vi ho detto tutto?- Il
doc non è stupido ma
io lo rassicuro:-Tranquillo, arriviamo a Berlino e vi lasciamo in pace.
No? Non
sono un assassino.- Lui mi dice le informazioni necessarie e dopo un
paio d’ore,
è mattino. Il sole splende su in alto, stormi di uccelli
volatizzano qua e là…
cantando allegri. Finché non vengono risucchiati dalle pale
dell’aeroplano.
–Walter! La sotto è Berlino?- Chiedo mentre
verifico il carburante… siamo già
in riserva. –Sì Leonard!- -Bene, dottore!- Chiamo
il doc e aggiungo:-Quale
mezzo di trasporto prenderete?- -Il taxi, perché?- Non
rispondo e apro lo scafo
dove si trova lui e cade giù. –Perché
lo hai fatto?- Mi chiede il gatto
accucciolandosi sulle braccia del capitano. Il corpo del dottore
finisce ritto
ritto sul tetto di un taxi berlinese, vivo o morto non ci importa.
–Non
rispondermi… ho capito.- Schro si addormenta sulle gambe di
Hans. –Beh, Walter.
Che credi di fare?- Domando all’ex maggiordomo dello
Hellsing. –Non lo so
ancora.- Mi risponde. –Perché non vai da questa?
È una ragazza molto brava e
gentile. Ti prenderà cura di te.- -No, no, non voglio
disturbare…- agita le
mani come per rifiutare ma io sorrido e aggiungo:-Ha una quinta o una
quarta di
seno…- Non finisco di parlare che il foglio di carta su cui
ho scritto
l’indirizzo scompare dalle mie dita e trova il posto fisso
sulle tasche del
vestito di Walter. Atterriamo alla piattaforma d’atterraggio
della base
militare e… -Ragazzi, sapete qual è la parola
d’ordine?- Mi rispondono in coro
Walter e Schro (il capitano è muto): - Spacco bottilia
ammazzo familia!-.
Sorrido e scendo dall’aereo, vediamo che
c’è da spaccare! Arriviamo fino alla
base militare indicataci dal doc, la zona è recintata e ci
sono circa otto o
nove guardie che pattugliano il perimetro esterno, queste le lascio a
Hans.
–Capitano, uccidi le guardie che sono qui senza fare troppo
chiasso…- Hans
annuisce ed estrare i suoi pistoloni a canna lunga. Scavalca il
cancello, due
guardie gli intimano l’alt, l’alt viene rimandato
indietro con una scarica di
proiettili che recide le braccia dei due disgraziati. Ok, poi il
capitano
avanza sparando colpi veloci e perforanti uccidendo le guardie. E
l’allarme non
è scattato. Entriamo pure noi e avanziamo nella struttura.
–Non dobbiamo
uccidere i civili, chiaro? Uccidete solo per difesa.- Faccio ricordare
ai
ragazzi. Che cosa ci avrebbe aspettato all’interno della
struttura non lo
sappiamo, ma lo scopriamo.
Bene
eccoci al finale del capitolo, spero che non abbia deluso le vostre
aspettative. Spero che il nuovo look di Leonard vi piaccia almeno in
parte, sapete... mi sono ispirato molto al lupo mannaro di Underworld,
Lucian. Infatti secondo me così devono essere i veri uomini
lupo non come quelli di twilight o come cacchio si scrive, tutti
spelati e dall'aria gay, no? Beh, diamo il via all'angolo del lupo:
Leonard risponderà alle vostre questioni.
Io (studiando le domande): Mmh... interessante, ci sono molte domande
riguardanti la storia. Te la senti Leonard?
Leonard: Hmmm... ok. Sono pronto.
Io: Bene iniziamo con Zeressa, è la prima ad arrivare,
vediamo: Leopardi era così depresso come dicono?
Leonard (Sospirando): Ad essere onesto... Leopardi l'ho conosciuto a
Napoli, non sapevo che fosse un poeta... pensavo fosse solo un povero
malato. Solo dopo la sua morte ho scoperto che era uno dei
più grandi emo della storia!
Io: Ehh... non hai torto.
Leonard: Tuttavia le sue opere originali le ho conservate su richiesta
della sorella di Antonio Ranieri che era anche mio caro amico.
Io (ascoltando): Quindi possiamo dire che lo ha conosciuto un
pò indirettamente grazie ad Antonio, giusto?
Leonard: Esatto!
Io: Beh veniamo alla seconda domanda: Dante ha composto la Divina
Commedia sotto l'effetto di stupefacenti?
Leonard: Ma che domande sono? Comunque... al quel tempo non si
conoscevano le sostanze come l'oppio e la cannabis, visto che sono
state scoperte in America.
Io: Ah, quindi era sano di mente?
Leonard: Certo! Che c'è di strano? Anzi se posso dire
la mia, voglio raccontarvi una cosa.
Io: Sia conciso, però.
Leonard: Mentre portavo l'opera integrale all'editoria di Firenze,
venne giù un'acquazzone e io per non bagnarmi usai il tomo
con ben 9999 pagine come ombrello. Quando alla fine del temporale ero
sotto il porticato dell'editoria mi accorsi che la maggior parte delle
pagine erano illeggibili e quindi da 9999 si erano ridotte a 999. Non
immaginavo di aver fatto un favore alle generazioni successive di
studenti.
Io (grattandomi la testa): Quelle 999 non potevi buttarle?
Leonard (sospirando): Non credo che a Dante avrebbe fatto piacere.
Io (ironico): Quindi dovremmo esserti grato per questo?
Leonard: Non lo so.
Io (sbuffando): Accidenti, veniamo a Foscolo.
Leonard (sorridendo): Foscolo, sicuramente è uno da prendere
in grande considerazione.
Io: Sì? Perché?
Leonard: Senza dubbio ho apprezzato l'opera dei Sepolcri e l'importazia
del ricordare i defunti e i grandi della storia.
Io: Si direbbe che Foscolo ti piace, no?
Leonard: Certamente, proprio non capisco perché i giovani
d'oggi non apprezzino queste cose dell'antichità,
più o meno recenti.
Io: Non lo so, ma vi sono persone come te che apprezzano questi poeti.
Leonard: Speriamo.
Io: Diamoci da fare, che ne pensi dell'immortalità? O della
giovinezza?
Leonard (Incrociando le braccia): Sono d'accordo con Maeko,
è una grande fregatura.
Io (cambiando foglio): Indovina un pò? È tornata
BlackNote20.
Leonard (spiccando un balzo sulla sedia): La iett... ops.
Io gli rivolgo uno sguardo omicida con gli occhi seminascosti dalle
lenti degli occhiali che si illuminano di luce propria (come Padre
Alexander).
Io (sempre come sopra): La che?
Leonard (perdendo litri di sudore): Niente, mi sono confuso con
un'altra.
Io (Inarcando un sopracciglio): Ah ecco. Bene ecco le domande: Che
lingua vorresti imparare e che gesti scaramantici fai di solito?
Leonard (Toccandosi le palle): L'arabo e il russo.
La seconda lo ha risposto con un gesto eloquente.
Leonard:"Sia graziato il signore... non mi si è bruciata la
lingua."
Io: Passiamo a Nyaa, salutiamola e ringraziamola per essere arrivata.
Leonard (agitando il braccio come un deficiente alla telecamera): Hallo!
Io: Non c'è la telecamera, genio! Beh, veniamo alle domande:
Ti sei fatto la ceretta ultimamente?
Leonard: Già fatto, mentre stavo in Russia.
Io (con un gocciolone in fronte): e come è stato?
Leonard (impugnando il rasoio): chiama a Nyaa e gliela faccio provare!
Io (puntandogli la jackal): Stai composto! Veniamo alla prossima
questione: Hai mai saltato una messa?
Leonard: Mai!
Io (dubbioso): Sicuro?
Leonard: Ma certo! Sai che faticaccia trovare una chiesa cattolica in
Russia? Ma ce l'ho fatta!
Io: Ok va bene, te la senti di rispondere a questa domanda?
Leonard (Inarcando un sopraciglio): Perché?
Io: Hai mai fatto Yaoi con qualcuno di Hellsing?
Leonard (alzando le spalle): Chissà che credevo... comunque
sì, con il capitano Hans. Però penso di fare
anche con Integra.
Io: Ma lei è una donna.
Leonard: Sicuro?
Io: Uhmm... beh abbiamo finito con le domande. Ultima domanda che molti
si chiedono: Che hai fatto nei 50 anni che sei stato sotto i ferri
dell'Iscariota?
Leonard: Non ricordo.
Io: Va bene, concludiamo l'angolo del lupo con l'annuncio del prossimo
capitolo che segnerà la fine del prologo e
inizierà la storia vera e propria. La domenica prossima non
mancate! A presto!
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Capitolo 8 *** Prologo 8 ***
Buongiorno
a tutti, dopo una settimana eccomi di
nuovo con un capitolo tutto per voi! Ah, inoltre volevo chiedervi:
Secondo voi,
devo mettere l'angolo del lupo all'inizio della storia o va bene
così? Fatemi
sapere. Proviamo già da ora, Leonard!
Leonard
(Abbronzato): Eccomi! Che succede?
Io:
Apriamo l'angolo del lupo, sei pronto per il
terzo grado?
Leonard
(accomodandosi.): Sono tutt'orecchi!
Io
(sfogliando le carte): Ci sono più di cinque
domande. Iniziamo! Ecco Mako!
Leonard
(abbracciando la streghetta): Non ci posso
credere!
Io
(sorridendo): Già, Mako è venuta in studio per
chiederti... Anzi è meglio se lo dice direttamente lei.
Mako:
Grazie! Allora, com'è il tuo ragazzO ideale?
Io prevedo qualcosa di tenero puccioso tipo Schro... uno schota,
insomma!
Leonard:
Mmm... Penso che mi troverei bene con
Hans, non sono il tipo da correre appresso le/i bambini/e, come
qualcuno che
conosco...
*Da
un'altra parte*
Francis
Dantes (pulendosi le orecchie): Mi
fischiano le orecchie...
Torniamo
a noi.
Mako:
Tu che hai provato tutte le torture... hai
mai assaggiato al minestra della mensa delle elementari?
Leonard:
La mangiavo sempre, ho frequentato la
stessa scuola della vostra creatrice.
Io
(ironico): Questo, senza dubbio, ha uno stomaco
di ferro. Niente a che fare con Francis che non riesce a bere neanche
una
scodella di sangue.
*Dalla
stessa parte di prima.*
Francis
Dantes (tappandosi le orecchie): Mi
rifischiano le orecchie.
Ritorniamo
a noi.
Mako:
Se dovessi indossare un abito da sera tipo
cenerentola... ce lo descrivi?
Leonard
(lanciandole un'occhiataccia): No, non mi
piacciono simili abiti! Preferisco un vestito stile Final Fantasy! Con
cappuccio e catene che spuntano dalle tasche e perché no...
qualche lampo che
non apre nessuna tasca.
Io
(pensando): Come l'abito di Sora di Kingdom
Hearts, insomma.
Leonard
(sorridendo): Sì, già.
Mako:
Va bene, torno dall'autrice.
Leonard
(con uno sguardo invitante): Non ti
muovere, tu stai qui!
Mako
(dubbiosa): Davvero posso?
Io
(cambiando foglio): Nessun problema. Veniamo a
BlackNote20. Commenti? (fa sbucare nella sua mano una doppietta).
Leonard
(Abbracciando Mako): Nossignore!
Io
(caricando i pallettoni a triplo zero): Avrò
qualche dubbio... ma andiamo avanti: Lei ti chiede di prenderti cura
dei suoi
gattini... tra cui uno è nero.
Leonard
(fissando la canna del fucile): Uhmmm...
Ho alternative?
Io
(posandola): Non lo so, li vuoi o no?
Mako
(prendendo quello nero): Ma com'è HAWAI!
Pensate che vada bene per una strega come me?
Io
(facendole ricordare): Puoi solamente prenderne
cura, ma non è tuo.
Mako
(coccolandolo): Fa niente.
Leonard
(prendendo l'altro): Mi ricorda Schro.
Io:
Fai una domanda a BlackNote20.
Leonard
(mettendosi il micio in testa come se
fosse un cappello): Una qualsiasi? Uhmm... Non mi viene nulla.
Io
(grattandosi la testa): Nulla?
Leonard:
Anzi no... ecco: Porti iella?
Io
(Puntandogli il fucile con i cani alzati e
l'indice sul grilletto): Leonard!
*In
sottofondo si sentono rumori di arma da fuoco
e la telecamera si oscura con un messaggio: Le riprese riprenderanno
appena
l'autore ha finito le munizioni o Leonard sarà morto.*
Io
(con la canna ancora fumante): Accidenti,
dovevo comprare più munizioni!
Leonard
(illeso): Grazie al cielo!
Mako
(con la coca cola e i popcorn e i gattini
sulle sue gambe): Già finito lo spettacolo?
Io
(sedendomi e riprendendo i fogli): Purtroppo
sì.
Leonard:
Qual'è la domanda successiva?
Io
(sorridendo in modo demoniaco): Come sono i
rapporti con me e con lo shinigami Dantes?
Leonard
(battendo l'indice sulla fronte): E lo
vengo a dire a te? Manco morto.
Mako
(prendendo parola): Dillo a me, l'autore
andrà in un'altra stanza.
Io
esco fuori e...
Leonard:
Allora, i rapporti con l'autore sono un
pò tragicomici... come poco prima ma sappiamo anche
confidarci e parlare
civilmente. L'autore è una persona che nonostante tutto
è molto pacifico e non
vuole avere rancori da nessuno e spesso è molto legato alle
persone che ci
tiene veramente. Con Francis invece sono molto turbolenti, io non
sopporto lui
e lui non mi sopporta. Siamo più rivali che amici... io sono
una persona seria
che non corre dietro alle donne mentre lui è un essere
tentacoloso di sesso! E
ho detto tutto!
Mako
(pensierosa): Wow, veramente l'autore è così?
Non me lo sarei mai aspettata!
Io
(entrando): Avete finito?
Mako:
Sì.
Io
(prendendo l'ultimo foglio): Ecco Zeressa! E
ovviamente le sue domande. La prima: Walter avendo subito numerosi
interventi
da parte di Doc ha cominciato a recedere di età fino ad
arrivare all'aspetto di
un quindicenne e diventava sempre più debole, fino a morire.
Qui no?
Leonard:
A onor del vero, è stato il fumo a
ucciderlo, io l'ho fermato prima.
Io:
Ti è piaciuto stare in mezzo alle gambe di
Maeko?
Leonard
(paonazzo): A dire il vero mi sono alzato
subito perché non voglio passare per maniaco sessuale!
Io
(osservando i fogli): Bene, mi sembra che non
ci siano altre questioni... Ah, per chi lo volesse sapere "Spaca
botilia
amaza familia" è una frase che sta per "Spacco tutto!" credo
che
fosse rap rumeno o roba simile. Orbene, andiamo alla storia.
Three,
Two, One...
LEI,
la moglie di Alucard. La fine dell prologo!
-Chi
diavolo siete? Come sapete della posizione di questa struttura?- Ci
chiede uno
degli scienziati parlando in lingua tedesca, Schrodinger mi traduce la
parole.
–Dì allo scienziato che non abbiamo intenzione di
fare una strage, ma vogliamo
solo recuperare un cadavere.- Schrodinger ripete tutto in tedesco al
capo
scienziato. –Cosa? Ma siete pazzi! Quello è tutto
ciò che rimane dopo anni di
studio!- Una volta ascoltato quello che Schrodinger mi dice, sorrido al
dottore. –La pazzia l’avete fatta voi, a buttare
tempo e soldi per un pezzo di
carne decrepita, su andatevene a casa.- Detto ciò inizio ad
annusare… se non mi
sbaglio, LEI è nascosta nei sotterranei.
–Capitano, maresciallo, maggiordomo.
Aspettate qui, vado a prelevare un cadavere e torno. Non fate
sciocchezze e non
uccidete a nessuno.- Con questa raccomandazione, scendo una ripida
scalinata a
chiocciola. I miei occhi si abituano presto al buio, non dovrebbero
esserci nemici o
trappole. Le porte
delle celle sono tutte bloccate… ma l’ultima no.
Abbasso il pomello della porta
e spingo leggermente… sono un tipo sensibile, sapete? Sento
dei lamenti… come
se qualcuno si contorcesse nell’oscurità.
–Chi è là?- Apro completamente la
porta e stringo i pugni. Quello che vedo è molto
impressionante: un corpo morto
ma ancora vivo si contorce in una posizione anormale, è
completamente avvolto
da bende giallognole ed è incatenato al muro, non riesco
nemmeno a definire
bene il sesso di quella persona.
“Liberami…” Di nuovo quella voce nella
mente,
mi guardo in giro… nessuno. Dev’essere quella cosa
sul muro a parlarmi, non mi
stupisco poi molto, ma sono un po’ dubbioso…
-Mi
assicurerai che non mi aggredisci o farai qualche sciocchezza?- Chiedo
mentre
mi avvicino a una delle catene. “Voglio solo rivedere mio
marito… solo lui.” La
voce sembra un po’ smorzata dal pianto e capisco ora che si
tratta di una
donna. –Va
bene.- Con uno strattone
spezzo le catene e me la carico sulle spalle. Un paio di ore
più tardi sono
seduto su una sedia di plastica nella stanza d’attesa. Siamo
io, Schrodinger,
Hans e Walter. –Beh, ci vuoi spiegare che succede?- Inizia
Walter mentre
sorseggia un po’ di bibita presa dalla macchinetta.
–Nel frattempo perché non
ti siedi? Quello che ti racconto può avere delle
ripercussioni sul tuo cuore.-
Gli rispondo. Racconto
la mia storia
incredibile e lascio sorpresi
e
affascinati tutti, infine spiego chi è quella misteriosa
figura… -Non so quale
entità sia esattamente, ma lei già da due anni
cercava e talvolta ci è riuscita
di contattarmi per chiedermi di portarla via dal laboratorio.- Termino
di dire
questa frase e arriva un dottore di mezz’età con
la calvizie accennata e con i
baffoni spioventi. –Signor Lycan? La signorina si
è ripresa, se vuole può farle
visita.- Noi, i quattro dell’ave Maria ci alziamo
simultaneamente e ci
scambiamo uno sguardo eloquente e facciamo un cenno veloce ed entriamo
nella
camera medica, c’è un letto e dei macchinari per
la respirazione artificiale.
–Hans?- Con lo sguardo rivolto verso la donna avvolta di
nuove bende bianche,
chiedo implicitamente al capitano di cacciare il dottore per rimanere
un po’ da
soli. –Beh, il capo vuole stare da solo.- Walter si mette le
mani in tasca e si
appoggia con le spalle al muro senza però uscire. Il dottore
fa un piccolo
accenno ed esce. –A noi due, donna!- Rimasti solo noi e la
donna mi tiro un
pugno sul palmo dell’altra mano e ghigno.
–Mmm… Leonard… grazie.- La donna
nonostante abbia la maschera respiratoria riesce a formulare delle
parole. –Leonard…
ho un favore da chiederti… toglimi la maschera
respiratoria.- Schrodinger
esegue al posto mio e io mi avvicino a lei. Ha il viso completamente
coperto,
le labbra no. –Dammi il tuo polso… voglio bere un
po’ di sangue.- Io e gli
altri sussultiamo, lei è una vampira? –Va bene.-
Mi tolgo il guanto e mi
rimbocco la manica della maglia. –Ecco…- Lei mi
morde il polso, mi fa un male
incredibile e succhia… succhia in modo incredibile, come se
non bevesse da
secoli. Chissà se succhia in quel modo, anche… mi
scuoto la testa e arrossisco…
mio Dio! Che pensieri osceni!
Un’ora
più tardi sono quasi impallidito e sudato, mi ha svenato.
Lei incredibilmente
inizia a cambiare forma… le spariscono le bende e la carne
secca ritorna di
nuovo fresca e vitale.
-Cavoli,
che bella donna!- Commenta Hans, parlando per la prima volta. Non ha
tutti i
torti… lei ha i capelli corvini, degli occhi freddi e
pungenti come il
ghiaccio, un viso liscio e leggermente triangolare, delle labbra
sottili e
seducenti; s’intravedevano i canini affilati e splendenti. Il
suo collo è
sottile e armonioso, le spalle sono molto ritte e sorreggevano due
braccia
molto magre ma sicuramente molto forti in grado di stringere e
proteggere le
persone che ama, le mani sono lisce e le unghie molto lunghe e ben
affiliate.
Il petto è la parte di cui tutti gli uomini vorrebbero
gettarsi, infatti aveva
una terza di seno, molto difficile da trovare, un perfetto connubio di
sensualità e grazia. Se Dante fosse qui, avrebbe mandato a
quel paradiso
Beatrice e avrebbe dedicato a questa una opera dieci volte superiore
alla
Divina Commedia. Il ventre poi era magro e se qualcuno le avrebbe
carezzato
quei fianchi ciò sarebbe
bastato per
farselo indurire.
Il paradiso in terra
purtroppo era coperta da un vello di cotone e quindi non posso
descriverla. Ve
lo racconterò un altro giorno. –Leonard?
Può smetterla di sbavare come un cane
con la rabbia? Mi fa un po’ d’impressione.- La sua
voce molto dura e
autoritaria mi distoglie dai pensieri poco cristiani.
–Eh… ehmm… mi scuso per
il mio comportamento poco decoroso ma lei è dannatamente
bella!- Mi giustifico.
–Mmmh… la mia bellezza è stata la mia
maledizione.- L’espressione della donna
ci fa diventare tutti seri. –Ci puoi raccontare?- Ci mettiamo
tutti
all’ascolto.
-No,
non è il momento.- La donna si alza dal letto e ci regala
una paradisiaca
visione delle sue gambe e della sua *BIP*… -OMG!- Urliamo in
coro con un
nosebleed collettivo. –Maiali!!- Lei con ben poca grazia e
con un martellone
scaccia-pervertito ci fa volare fuori dallo scomparto medico. Una
mezz’ora più
tardi siamo tutt’e quattro fuori dall’ospedale con
un cerottone incrociato
sulla fronte e con dei piccoli pezzi di carta di fazzoletto a otturare
le
narici. –Mi raccomando, non fate parola e non commentate il
suo abbigliamento.-
Suggerisce Walter; io, Schro e Hans annuiamo simultaneamente tre volte.
La
lezione di oggi è più che sufficiente.
-Bene
ragazzi, vi ringrazio per aver aspettato fuori. Inoltre vi devo
chiedere di
accompagnarmi dallo Hellsing.- Lei varca la porta a vetri e si presenta
di
fronte a noi con dei vestiti dal gusto indubbiamente molto antico e
nobile.
-Volete
dire a Londra? Mi dispiace, ma in questi tempi è in
subbuglio per la guerra
contro il Millenium.- Spiega in modo ufficioso e con il timbro
leggermente
impaurito visto che la donna impugnava ancora il martello e aggiunge
rivolgendosi a noi:-Non è vero, ragazzi?- Io, Schro e Hans
annuiamo come prima.
Lei
non dice nulla ma si passa l’indice sotto al mento
pensierosa. Io e gli altri
ci scambiamo uno sguardo preoccupato, che cosa ha in mente quella
donna?
Qualche minuto dopo lei ci fissa e aggiunge:-Ok, sarò la
vostra ospite finché
non mi porterete allo Hellsing.-
-CHE?!-
Urliamo in coro, e a questo punto sbotto:-Andateci voi con le vostre
forze,
d’altronde mi avete svenato!-
Lei ci
fissa in modo molto pericoloso ma io faccio finta di nulla.
–Mmh… non avete
tutti i torti, però uno di voi deve accompagnarmi! Scegliete
voi.- Propone la
vampira.
“Hans
no, perché è mio sottoposto. Walter no,
perché è l’unico che mostra di avere un po’
di cervello in questa
situazione.” A questo punto sto per prendere Schro
ma…
-Nyyaaa!-
Schro sfodera la sua arma di distrazione di massa: Gli occhi da
cucciolo, un
piccolo movimento con le orecchie e la mano chiusa a pugno.
-Ok,
Walter vacci tu!- Prendo il maggiordomo per il colletto e lo scaglio ai
piedi
della donna.
-Ma
perché?- Piagnucola il servitore. –Guarda il lato
positivo, tornerai da Integra
per scusarti e riavere il tuo posto da scansafatiche sottopagato che,
giustamente, meriti.- Rispondo e, senza pensarci due volte, prendo i
miei due
animali e corro via alla velocità della luce.
Sono
passati 2 mesi da quell’evento della guerra contro il
Millenium. Le cose
cambieranno e in tanto! Nel corso di questi giorni, io e Hans abbiamo
deciso di
creare un esercito di lupi mannari, per eliminare i pericolosi Ghoul
che stanno
infestando l’Italia. Io con il fido capitano, andiamo a Roma
sotto mentite
spoglie per parlare con l’unica donna sopravvissuta alla
guerra. Siamo tutti
riuniti alla presenza di Sua Santità per ottenere il
permesso di agire per
conto della Chiesa. –Vostra Eccellenza, io desidero mettere
la mia anima e il corpo
a disposizione vostra e seguire i vostri insegnamenti.- Con il capo
chino e
inginocchiato di fronte al trono del papa rivolgo la mia richiesta.
-Mmh…
che ne dite, signorina Wolfe? Possiamo aver fede delle sue parole?- Il
papa si
rivolge alla nuova Redentrice della Chiesa. –Vostra
Santità, posso assicurarvi
che Leonard e Alucard sono molto rivali e quindi è nostro
alleato. Ho visto
quello che è capace di fare. Sarebbe un errore ignorare la
sua richiesta.-
Risponde la donna. Il papa dopo aver riflettuto per un bel
po’ decide di
concedere l’autorizzazione. Dopo aver ricevuto un documento
che ufficializza il
mio operato, decido di passare un po’ di tempo con Heinkel e
aggiornarmi sugli
eventi.
-Heinkel,
mi dispiace se per tutto il tempo non mi sono fatto vivo ma ho dovuto
chiudere
i conti con il mio passato e con me stesso. Ma ora siamo solo io e te.-
Inizio
io rivolgendomi alla mia amica nel intimità della sua
stanza. Lei mi abbraccia
e affonda la testa nella spalla. –Leonard, mi sei mancato,
sai? Per tutto il
tempo non ho fatto a meno di pregare per te… che tornassi
presto.- Mi dice
mentre aumenta la presa come se avesse paura che io mi allontanassi di
nuovo da
lei. Io sorrido e cerco di scollarmela di dosso cosicché i
miei polmoni mi
siano grati. –Non preoccuparti, sono qui.- Riesco a staccarmi
da lei per poter
guardarla negli occhi. Hans l’ha sfregiata con la sua pistola
ma ciò non mi
turba, l’ho già perdonato.
–Perché non sei intervenuto a salvare Andersen e
Yume? Se veramente eri più forte di Alucard potevi aiutarli,
io sono
sopravvissuta per miracolo.- Mi chiede la donna, la domanda ha una
risposta
molto ragionevole:-Non dimenticarti che io ero ricercato dalla Chiesa
e, molto
probabilmente, loro mi avrebbero attaccato tutti insieme, sono longevo
ma non immortale
e invincibile, ricordatelo.-.
-Capisco.-
Lei si stacca completamente dall’abbraccio e si allontana.
–Che c’è che non
va?- il suo comportamento mi suona strano prima era così
affettuosa e felice di
vedermi ora sembra fredda. –Leonard…mi
piaci…-
-Eh? Puoi ripetere?.- Mi sporgo
leggermente per cercare di capire, lei arrossisce un po’ e
ripete:-Mi
piaci…-
Ha
abbassato ancora di più la voce, diamine… non
riesco a sentirla. –Senti, alza
di più la voce.- Dico cercando di stare più
attento. –MI PIACI!- Lei urla così
forte e con il viso come un peperone rosso. La dichiarazione mi lascia
sgomentato, non mi aspettavo che lei provasse qualcosa per me. Io sono
confuso,
non so se dirle che non faccio per lei. –Leonard, non importa
se non mi
corrispondi… sappi solamente che mi piaci e basta.- Lei
sembra aver capito che
io non posso dedicarmi all’attività amorosa.
–Heinkel… sarà meglio se eviti di
affezionarmi. Non funzionerebbe.- Rispondo in modo molto semplice e
chiaro.
Non
voglio crearle inutili illusioni e non voglio ferirla. –Lo
so… per questo ti
chiedo… vuoi passare la notte con me?- Sbaglio o questa
richiesta ha un doppio
senso. Tuttavia voglio sincerarmene:-Heinkel, una notte semplice senza
diciamo…
sorprese?- Lei annuisce.
–Va bene. Ci vediamo questa
sera.- Rispondo
mentre lascio la stanza. Mi raggruppo agli altri due cioè
Hans e Schro.
–Ragazzi, ascoltatemi bene. Per prima cosa dobbiamo trovare
altri uomini lupo
come noi e credo che ce siano tanti sotto mentite spoglie.- Spiego al
capitano
e il maresciallo mentre giriamo per le strade di Roma a bordo di un
fuoristrada
militare. –Come pensi di reclutare il tuo esercito? Magari
mettendo un annuncio
di giornale?- Dice ironico il catboy.
–Quasi, noi per prima cosa
cercheremo dei lupi
mannari nelle zone dove sono avvenute gli ultimi avvisamenti poi pian
piano ci
allagheremo.- Riesco a frenare l’ironia del gatto.
–Ho già trovato un lupo
mannaro che si aggira per la zona di Vienna. Sta a noi convincerlo ad
entrare
in gioco. I motivi saranno molti: Fama, potere, onore, vendetta, noia
ecc. noi
saremo in grado di soddisfare i loro motivi.- Aggiungo mentre passo con
il
rosso e guadagnandomi un’imprecazione da un altro autista.
–Va
bene, inizieremo da lì, allora.- Schro si sporge dai sedili
di dietro, -Già,
oggi avete la giornata libera. Approfittatevene per comprarvi dei
vestiti più
nuovi e moderni, indossate i vestiti del millennium da due mesi.-
Faccio
notare. Dopo svoltato un vicolo arriviamo a una strada piena di
bancarelle.
–Oggi è il mercato, buona fortuna. Ci vediamo
domani.- Dico io mentre porgo una
mazzetta di banconote di medio taglio a Schro. Una volta aver lasciato
quei due
a fare compere io decido di iniziare a cercare un posto dove riunire
tutti i
lupi mannari. Mentre guido mi passano per la mente i possibili posti e
locazioni dove i nostri uomini avrebbero potuto trovare ristoro e
riparo. Un
palazzo è da scartare, dà troppo
dell’occhio. Una piattaforma o un dirigibile
aereo, da evitare per due motivi: I Lupi non sanno volare e in
più… il
Millenium è d’esempio sbagliato. Una foresta? Ci
potrebbe stare però dove si
troveranno foreste vicino alle città? Troppo difficile!
Sto
per rassegnarmi quando la mia macchina sbanda leggermente, sono quasi
finito in
un tombino semiaperto. Mi fermo con la macchina per controllare gli
eventuali
danni e, non volendo… guardo all’interno della
buca. Ecco l’idea che cercavo!
Saremo sottoterra!
Saremo
invisibili e allo stesso tempo possiamo spiare chi sta sopra di noi,
tenendo in
conto che le fognature sono enormi e vaste per gli eventuali
inseguitori e noi
possiamo seminarli o coglierli di sorpresa. Per il tanfo ci abitueremo
e
provvederemo a pulire e disinfettare il covo
In
preda al euforia per la genialata avuta salgo in macchina e vado dal
funzionario delle fognature, mi faccio dare le mappe e i vari strumenti
per
l’esplorazione fognare. La sera tarda ho già
esplorato l’intera struttura e ho
trovato anche dei canali di collegamento con la metropolitana e quindi
possiamo
anche spostarci nelle fognature degli altri stati. Sudato e con il
tanfo della
sporcizia della fognatura addosso torno da Heinkel. Lei per poco non si
spaventa per il mio aspetto grottesco. –Leonard? Ma che ti
è successo?- Lei mi
aiuta a spogliarmi e mi immerge nella vasca.
Le
racconto di tutto quello che ho fatto per la giornata concludendo:-Il
covo è
quasi pronto, noi lupi vivremo sottoterra di giorno e di notte usciremo
fuori
per le battaglie. Non è fantastico?- I miei occhi si
illuminano di
soddisfazione mentre la donna mi insapona la schiena.
–Sì, beh… ma Hans che ne
dice?- -Non ho ancora detto nulla ma sono sicuro che è la
cosa più giusta e
saggia da fare.- Rispondo mentre per la mente passano immagini del
nostro covo
che s’ingigantisce, si riempie di nuovi membri, la successiva
formazione di
clan devoti a me, disposti a lottare e morire per tutti i motivi di
prima cioè
quelli detti a Hans.
–Sembra
che hai un piano ben preciso e sei molto determinato al tuo scopo. Non
posso
fare altro che augurarti buona fortuna.- Lei finisce di insaponarmi la
schiena
e mi lascia completare il resto. Una volta asciugatomi e con la sola
mutanda
addosso mi tuffo a letto. Poco dopo arriva anche Heinkel e come
concordato
prima, ci addormentiamo.
Il
mattino mi sveglio verso 9 e mezza, non ho il mal di testa. Mi alzo
dandomi una
grattata all’orecchio con il piede e vado in bagno, alzo la
tavoletta e tolgo
dalla mutanda il mio drago, il getto anziché andare nel buco
va nel muro di
sinistra. All’inizio non me ne rendo conto ma poi cerco di
correggerlo e dopo
qualche sforzo riesco a completare l’opera.
-Senti
Heinkel… perché ho urinato come se avessimo fatto
sesso?- Non so nemmeno io
perché le faccio questa domanda. -Mmm… mi sei
venuto dentro sei volte.-
Bisbiglia ancora assonnata la ragazza come se è rimasta
sveglia per tutta la
notte. Mi sveglio completamente e cerco di svegliare la donna con modi
poco
gentili. –Heinkel! Abbiamo scopato per tutta la notte?!- le
chiedo senza mezzi
termini. –Ma sì, non vedi i graffi sui pomi del
letto e le crepe sui muri?- Mi
indica la donna mentre si leva il lenzuolo mezzo strappato
e… -OMG!!! Sei tutta
piena di graffi!- Io mi allontano subito per prendere il kit di pronto
soccorso
che si trova in bagno. Qualche minuto dopo che le avevo bendato ogni
graffio e
riposto la scatoletta rossa, le chiedo:-Che è successo
durante la notte?- -Vuoi
sapere tutti i particolari?- -È ovvio!- Lei inizia dicendo
che qualche minuto
dopo che ci eravamo addormentati, mi ero alzato con il busto e con lo
sguardo
in trance e l’uccello ritto, le avevo strappato la camicetta
da notte e… il
resto era una pratica sadomaso estrema con maschio dominante.
–Mio dio…
veramente è successo questo?- Io
sono seduto a terra con le gambe al petto e mi mordicchio il pollice.
–Non
preoccuparti, mi è piaciuto e non mi hai messo incinta.- Mi
rassicura la donna
vedendomi con lo sguardo traumatizzato. –Non è
quello, perché diavolo non
ricordo nulla?- Rispondo io senza muovermi.
-L’ho
visto pure io quel film.- Dice Heinkel. -Eh?- Smetto di cucciare il
pollice. -O
meglio lo faranno.- Lei si alza dal letto e cerca di mantenersi in
piedi. -Ma
che dici?- La fisso mentre cerca i resti della sua camicetta da notte.
–“Una
notte da leoni”, mi piace pure il titolo.- Lei entra in bagno
e mi lascia solo.
Un
quarto d’ora più tardi (e si erano fatte le 10.)
Mi alzo pure io e mi vesto.
Accidenti, non devo più dormire con una donna o con un uomo!
Altrimenti o
inculo o mi inculano! Senza nemmeno mangiare esco dalla casa di Heinkel
e
le lascio un
biglietto commovente per
lei dicendole che non sono pronto ad essere padre e di avere una
famiglia ergo
mi farà sentire meno stronzo.
Eccoci
alla fine, spero che vi abbia fatto divertire e inoltre
come da voi richiesto ho staccato un pò le parti per
agevolare la lettura. Se
ci sono errori fatemelo sapere, ok? Il nuovo capitolo sarà
postato la domenica
prossima. A presto!
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 1 ***
Ciao a
tutti, ho completato le storie in sospeso. Ora finalmente posso
dedicarmi con maggior vigore alla stesura di questa storia (scuola
permettendo...). Ecco a voi l'atteso capitolo nuovo.
Leonard Lycan, Undici anni
dopo...
In
una grande sala si sta svolgendo una
prova di forza, velocità e ferocia tra due lupi mannari. Il
primo ha il manto
nero e lucido, il secondo il manto giallognolo; si stanno scannando con
inaudita violenza e istinto animalesco, incitati anche dagli altri
ragazzi che
in forma umana urlavano e agitavano le braccia. Accidenti, non me lo
sarei
aspettato. Li guardo da una postazione più elevata e che mi
permette di vedere
anche ciò che gli altri non vedono.
-Stop,
non sprecate le energie. Ora
tocca agli altri!- Dico mentre con la mano impongo di fermarsi.
Altri
due ragazzi, Ahamaud e Gray si
posizionano in mezzo all’arena.
Ahamaud
VS
Gray
-Ready?
Fight!- E in pochi secondi vedo
i due ragazzi togliersi le giacche mostrando i loro muscoli
michelangeleschi
che si gonfiarono per segnalare la loro mutazione in licantropo.
Ululano
e scattano in contemporanea per
fronteggiarsi in una prova di forza, infatti, si bloccano in mezzo
all’arena e,
come in una partita di rugby, uno aveva il collo nella spalla
dell’altro.
Aiutandosi con le spalle e con le gambe cercano di spingere
l’avversario
fuori dal cerchio sul pavimento. Quei due sono molto amici e non
vorrebbero mai
uccidersi a vicenda ma preferiscono confrontarsi in questo tipo di
competizione. Sorrido, non me lo aspettavo che in soli undici anni
abbia
formato una vera lega anti-minacce contro la chiesa.
-Patriarca!
È arrivata una comunicazione
urgente dallo Hellsing.- In quel momento sale sulle scale il mio
braccio
destro, Hans Gunsche. Non più capitano ma vice-Patriarca.
-Che
cosa? In punto in bianco?- Io
sgrano gli occhi, è una sorpresa! Prendo la busta e con
delicatezza l’apro e vi
trovo una lettera. –Hans, supervisiona tu lo scontro mentre
mi ritiro nelle mie
stanze.-. La mia stanza è composta da un letto come quello d’ospedale, un
tavolo, alcune sedie, uno
scaffale pieno di libri tra cui una bibbia e i quattro vangeli ai quali
mi
dedico ogni giorno prima di mangiare. Inizio subito la lettura.
“Signor
Leonard Lycan, siete pregato di
arrivare fra tre giorni alla Hellsing Society. I motivi sono molto
semplici:
Abbiamo il sospetto di un possibile nemico. Portate con voi chi vi pare
ma
venite disarmati.” Piuttosto corto come lettera, ma non credo
che ve ne sarà
bisogno… hanno già Alucard, Maeko e tanti altri
possibili elementi efficienti
per risolvere qualunque situazione. Con questa convinzione appallottolo
la
carta e la getto nel cestino. Qualche minuto dopo decido di allenarmi,
con
indosso una canottiera aderente e dei boxer inizio a menare violenti
pugni
seguiti da finte e movimenti di torso. Il mio sport preferito
è il pugilato. A
rinforzare la mia passione sono le varie medaglie, coppe e cinture
posizionate
in ordine cronologico e di valore sullo scaffale vicino alla libreria.
Dopo
quasi sei ore di puro pugilato contro un grosso saccone di cuoio, mi
fermo.
Inoltre si sa che se potenzi il tuo corpo anche le tue mutazioni ne
traggono
giovamento. Tornando a noi, mi fermo e mi asciugo il sudore. Sento
bussare alla
mia porta.
-Avanti…-
Mi chiedo chi sia.
-Patriarca,
sono Ihazel.- Si presenta un
ragazzo dai capelli bianchi e un fisico prestante e tatuato in tanti
parti. È
uno dei tanti membri della mia Lega.
-Dimmi
tutto.- Io lo invito a sedersi
sul divano, mentre io prendo alcune bibite dal frigo-bar a muro e ne
offro una
al giovane.
-Signore,
volevo dirle che abbiamo subito
diversi attacchi da alcuni mostri simili a dei vampiri. La cosa strana
è che
sono neo-vampiri. Gli attacchi sono aumentati molto negli ultimi mesi.-
Il
ragazzo mi spiega gli avvenimenti con precisione.
-Uhmm…
è un fatto strano, andiamo.- Dico
mentre mi rimetto la giacca da motociclista.
Usciamo
dalla camera e avanziamo per i
passaggi fognari che, ormai, sono lindi e puliti dopo ben undici anni.
Arriviamo
a una stanza abbastanza
grande. Vi siamo io, Ihazel, Schro e Hans.
-Beh,
che novità vi sono?- Nonostante
sono una persona importante cerco di mantenere un buon rapporto con i
miei
sottoposti.
-Patriarca,
questo ragazzo dice di
essere uno di noi.- Commenta Schro. Ah non vi ho detto che il micio
è diventato
una tigre! È diventato un uomo a tutti gli effetti, ha perso
anche un po’ della
sua fanciullezza ma è rimasto malizioso e bastardo come
sempre.
Io
mi volto nella direzione indicata e
vedo un giovane con una giacca gialla. Non so chi sia e in
più non porta il
sigillo della Lega.
-Sono
Leonard Lycan, il Patriarca della
Lega. Sei un lupo?- Inizio.
-Sì,
sono la guardia del corpo di Mina
Tepes.- Risponde il ragazzo.
-Mina?
Stai parlando della moglie di
Alucard?- Sono sorpreso, anche i miei due compari sono dubbiosi.
-No,
la figlia di Dracula.- Mi corregge
il giovane.
Sono
un po’ perplesso ma chiedo al
ragazzo di raccontarmi la sua storia.
-Sono
Akira, appartengo al Clan della
Terra. Sono il servitore di Mina Tepes, la principessa dei vampiri. Lei
è al
vertice di una Federazione dei vampiri. Ha sede in Giappone e controlla
la sua
economia. Ultimamente lei vuole unire tutti i vampiri anche al di fuori
del
Giappone per, come dire, proteggere i suoi simili.-
A
questo punto interviene Ihazel,
interrompendo il nuovo arrivato, per chiedere la risposta ai suoi
dubbi:-Un
momento, ma sei un lupo mannaro al servizio di una vampira?-
-Sì,
è stato deciso dalla mia nascita.-
-Mmmh… capisco. Continua.- Ihazel si zittisce e lascia
proseguire al giovane.
-Dovete
sapere che in realtà… è tutta
una macchinazione. Mina non ha alcun bisogno di allargare la propria
sfera di
dominio.- Che strano, mi sembra che Akira sia in stretta confidenza con
la
padrona… sorrido. Questo mi ricorda qualcuno.
“Integra
e Alucard… il rapporto tra Mina
e Akira dev’essere uguale a quei due.” Penso mentre
con lo sguardo seguo la
storia e al contempo studio il ragazzo.
-Mina
non è l’unica ad avere il sangue
puro ma vi sono tre vampiri molto feroci e sanguinari che vogliono
usare la
principessa come mezzo per mantenere inalterato il sangue di Dracula.-
Il
giovane si ferma per riprendere il fiato e pronto a rispondere alle
eventuali
domande.
-Ragazzo,
la tua storia, non è che mi
riguardi, ma perché sei venuto fin qua?- E la domanda
più usata in questi casi.
-A
dire il vero… sono qui per caso.
Stavo lottando contro quei vampiri dalla pelle verde e non so come,
sono stato
catturato dai vostri uomini.- Spiega il ragazzo.
-Mmh,
dategli un po’ di cibo, eventuali
cure e infine lasciatelo andare. Anzi…- Mi balena
un’idea. –Credo che dovrò
accettare l’invito della Hellsing Society…-
Un
quarto d’ora dopo…
Io,
Akira, Ihazel, Ahamaud, Gray e Schro
siamo sull treno della linea ferroviaria Roma-Londra il viaggio sarebbe
durato
due giorni… due giorni di pura noia. Akira mi chiede con
curiosità di
raccontargli la mia storia.
-Studia
la storia.- Rispondo mentre
affondo la mente nella lettura del Vangelo secondo Luca.
Siamo
arrivati alla stazione londinese,
mi sembra di essere come Totò e Peppino alla stazione di
Milano. La gente ci
guarda un po’ stranita e alcuni, addirittura, ci indicano e
ridacchiano. Siamo
vestiti con abiti altamente truzzi con l’aria decisa e
spavalda saliamo le
scalinate che portano alla piazza della stazione e con
l’andatura costante
avanziamo verso la Hellsing Society.
*Si
passa al punto di vista dell’Autore*
Alucard
è stravaccato sulla sua sedia e
con la mente viaggia nei meandri della sua memoria. Il suo sguardo
rosso non
lascia trasparire alcuna emozione. Le sue labbra sono piegate in un
ghigno
innaturale come per farsi beffe di qualunque cosa o qualcuno che gli
passa di
fronte. Il suo animo è irrequieto e insoddisfatto, non
riesce più a trovare
godimento nell’uccidere e umiliare. Il vampiro antico si alza
dalla sedia e
s’inforca gli occhiali dalle lenti color arancio.
“MMh…
Integra, da un bel po’ non mi
chiama per svolgere le missioni. Possibile che non abbia più
bisogno di me?” Si
scosse dai pensieri, è inaccettabile che lui, il vampiro
perfetto venga messo
da parte.
Salì
le scale e s’incammina per i corridoi
della magione, per la strada incontra Seras.
-Buon
giorno Master! Come mai non va per
i muri?- La domanda è più che lecita, visto che
Seras è abituata a vederselo
sbucare dal suolo, dai muri e dal soffitto.
-Mmhh…-
Alucard non risponde ma si
limita a un cenno e si allontana, proseguendo per la sua strada.
Il
cuore del vampiro è molto turbato,
sente che qualcuno ha bisogno d’aiuto… ma non
riesce a capire chi sia, inoltre
si meraviglia lui stesso di provare sentimenti umani nei confronti di
una
persona che magari non conosce.
-Integra…-
Alucard arriva entrando
normalmente dalla porta. –Alucard, che cos’hai? Non
stai bene?- Integra lo
fissa con gli occhi un po’ stupiti.
-Integra…
non sto scherzando, ho bisogno
d’azione. Devo tornare a massacrare.- Il tono è
anche un po’ supplichevole.
La
donna non sa proprio che dire, è la
prima volta che vede Alucard in quelle condizioni.
-Beh,
abbi pazienza. Appena capita
qualcosa te lo faccio sapere.- Una volta che Alucard esce dalla stanza,
Integra
chiude la porta.
Lei
sente un fruscio e si volta di
scatto. Non esiste legge della logica e dei fenomeni in grado di
spiegare
quello che accade. La stanza è integra, le porte e le
finestre sono chiuse ma
ora oltre a Integra che non si era mossa dalla porta, vi erano
anche…
-È
da molto che non ci vediamo. Non è
vero, Integra Fairbrook Wingates Hellsing?- Seduto con i gomiti sulla
scrivania
di Integra vi è il Patriarca.
Oltre
a lui vi sono Schro, seduto a
gambe accavallate sul lato destro della scrivania; poi i due
"ragazzacci":
Ahamaud e Gray in piedi al lato sinistro della scrivania, Ihazel a
braccia
conserte e con la schiena poggiata al muro. Per ultimo vi è
Akira con le mani
in tasca.
-Chi
siete?- Integra non perde la sua
calma e fissa quel licantropo.
-Sono
Leonard Lycan, il Patriarca di
600milla uomini-lupo.- Si presenta con un ghigno soddisfatto poi
dice:-Veniamo
al sodo, questo giovane afferma che una tale Mina Tepes (che non
è la Mina che
abbiamo incontrato prima) è la figlia del vostro Alucard e
ha intenzione di
proclamare una guerra nei paesi occidentali dopo aver conquistato
l’oriente.-
-Mmh…
Leonard?- La voce è molto pacata e
gentile.
-Sì?-
Leonard inarca un sopracciglio.
-ALZATI
SUBITO DALLA MIA POLTRONA! E TU,
PALLA DI PELO, LEVA LE TUE CHIAPPE DALLA SCRIVANIA!!!!- Esplode in
tutta la sua
inequivocabile rabbia la signora Hellsing.
Schro
e Leonard si alzano di scatto e
lasciano subito il posto alla belva.
-Orbene,
devo dire che sono contenta di
rivedervi (anche se ci siamo visti si e no due volte), qual
è il motivo della
vostra visita?- Integra fa per accendere il sigaro ma la mano veloce di
Leonard
le impedisce di accenderlo.
-Sono
allergico al sigaro.- Afferma il
mannaro.
-Uhmm…
va bene.- Integra ripone il
sigaro nella vaschetta portasigari e inizia ad ascoltare.
Akira
racconta la sua storia: Egli è un
membro della sicurezza personale di Mina Tepes la figlia legittima di
Dracula,
nata da Lucrezia. Mina seppur abbia il corpo di bambina è
molto matura nel
carattere ed è tale e quale a suo padre, solo meno violenta
e più infantile. Vorrebbe
assoggettare anche l’occidente.
-La
domanda è perché?- Chiede Leonard.
-I
tre grandi vampiri originari:
Rozenmann, Ivanovic e Li. Sono loro la causa di tutto. Uno di essi,
Rozenmann è
il “fidanzato di Mina”. Ma in realtà non
è così, è solo una carogna priva di
moralità che, sfruttando il debole equilibrio, ha lanciato
la sua proposta di
matrimonio con la principessa Mina.-
-Ma
è ancora minorenne, giusto?- Dice
Integra.
-Già
ma lui vuole liberarsene o
sopprimerla per avere il campo libero al genocidio della razza umana e
l’affermarsi dei Vampiri.- Akira stringe i pugni come a
mostrare la sua
opposizione al folle progetto.
-Mmh…
ma perché ti sei rivolto a noi?-
Replica il Patriarca. –A dire il vero, volevo chiedervi
l’aiuto per fermare
questo pazzo.-
-Non
è necessario il mio intervento…
perché non ti rivolgi ad Alucard? O a Walter?- Leonard
sospira, non è il suo
campo. E tra l’altro non dovrebbe proprio preoccuparsene
visto che è una
faccenda di vampiri e lui non è altro che un lupo.
-Ma…-
Cerca di rispondere ma non trova
argomentazioni e quindi Leonard si alza.
-Beh,
mi ha fatto piacere rivedervi
tutti. Ragazzi, se volete potete svagarvi, però al mio
richiamo fate immediato
ritorno, chiaro?- Ordina ai suoi compagni.
In
quel preciso momento arriva Seras
tutta trafelata e facendo ballonzolare i suoi airbag personali.
-Integra!
Alucard è sparito! Non è
nemmeno nei sotterranei o nella sua bara.- Lei, con il fiato corto,
esprime la
sua preoccupazione per il suo padrone.
Ci
si affeziona facilmente a un tipo
così, eh?
Integra
si alza con lo sguardo serio, com’è
possibile che lui si sia allontanato da lei?
Leonard
si carezza la barba: “Questo è
strano… può aver ascoltato la storia di Akira e
agito nella sua maniera.”
Come
a dare conferma alle parole del
lupo antico, uno stormo immenso di pipistrelli neri come la pece si
dirige
verso la zona della Federazione dei vampiri.
“Papà
sta arrivando.” Alucard tornò
nella forma normale atterrando con molto tatto sul tetto della torre
ove vi è
la camera da letto di quella bambina: Mina Tepes.
Come
un ladro e un fantasma entra
attraversando il muro… la stanza è abbastanza
illuminata e ordinata, fra non
molto dovrebbe arrivare lei.
“Eccola…”
L’udito fino del vampiro
percepisce molto bene i passi leggeri e scalzi della ragazzina.
La
ragazza entra e chiude dietro a sé il
portone, nonostante non sembri, ha percepito qualcosa
d’anomalo nella sua
stanza.
-Lo
so che ci sei, vieni fuori!- La voce
è proprio come Alucard ricorda: altezzosa, dura e, sotto
sotto insicura.
-Se
cresciuta parecchio, non è così?-
Alucard è seduto sulla sedia da giardino sulla veranda.
I
suoi occhi rosso sangue si specchiano
in quelli rosso rubino della figlia.
-Chi
sei?- Mina lo fissa con attenzione…
ha la sensazione di averlo già visto ma non ricorda dove.
-Dracula, tuo
padre. Sono morto e
ritornato ben due volte.- Alucard mostra un sorriso che dovrebbe essere
affettuoso ma la sua conformazione facciale lo fa apparire un ghigno
spietato.
Eccoci
alla fine del capitolo, spero che vi sia piaciuto e recensite. Diamo il
via all'angolo del lupo!
Arriva in sala Leonard con un pigiama con gli orsetti richiamati e il
cuscino sotto braccio. Ha l'aria evidentemente assonnata.
King (suonando la marcia dei bersaglieri con la tromba): Sveglia!
Abbiamo domande nuove! Sei pronto?
Leonard (a terra abbracciato al suo cuscino): Rooonnnff....
King (prendendo un gong di notevoli dimensioni): A mali estremi...
*GGGOOOOOOOONNNGGG*
Leonard (alzandosi con il pelo ritto): Eh? Che succede? Maeko
è qui? Te lo giuro, non ho annusato la tua biancheria
intima! Non mi uccidere!
King (rosso e un pò schifato): Che c**** dici??? Dobbiamo
iniziare l'angolo del lupo!
Due ore dopo, il tempo di prepararsi.
King (con un tablet in mano): Ecco le domande.
Leonard (lustrato a nuovo): Niente fogli?
King: Li perdevo sempre quindi... iniziamo?
Leonard: Vai!
King: Allora Zeressa ha lasciato che sia Alucard a
chiederti: Nella descrizione della storia hai detto che puoi ucciderlo,
è vero?
Leonard: Beh, nelle mie condizioni non potrei manco fargli il solletico
ma la forma 666 (che non sarà ancora usata) forse lo
farà impensierire,
King (muovendo le dita): Bene, veniamo a Nyaa.
Leonard (sorridendo): La cocca di Francis, eh? Vediamo...
King: Prenderesti lei e Mako nel tuo plotone?
Leonard; No, non è sano.
King: E...
Leonard; Ho detto tutto.
King (grattandosi la testa): Bah... vorresti palpeggiare Mako?
Leonard: No grazie, preferisco palpeggiare la quarta di Nyaa.
King (fucile alla mano): Un commento sconcio su di lei e ti spiattello
al soffitto.
Leonard (mettendosi le braccia in testa): Era per ironizzare!
King (abbassandolo): Bene.
Pensieri del fucile:"Mi sento inutile."
King: Con chi hai perso la verginità?
Leonard: Teoricamente parlando, con una suora del convento dove io
vivevo in gioventù. A ventitre anni.
King: Ah... perché teoricamente?
Leonard (unendo gli indici e con lo sguardo vago): Beh, dopo il
rapporto lei è rimasta sterile.
King (ironico): Un miracolo?
Leonard (serio): I miei semi sono molto aggressivi come ogni buon lupo
mannaro, possono distruggere permanamente le uova delle donne.
King: E come vi riproducete?
Leonard: Beh, non tutte subiscono questo destino ma alcune donne forti
possono produrre uova resistenti ai nostri semi.
King (seccato): Okay, non voglio saperne più nulla!
Leonard: Sì, meglio non parlarne...
King: Toh, è arrivata pure BlackNote20. E non porta iella,
ma sono i suoi amici.
Leonard (gettando via un corno rosso napoletano): Ah, ti ringrazio.
King (gettando di nascosto un chiodo): Già, era proprio
ridicola la tua superstizione. Veniamo alle domande: Vuoi che ti porti
dal veternario? Vuoi farti castrare?
Leonard (una vena gli pulsa alla fronte): Mi ha preso per un cane?
King(sottovoce): Una cosa importate per voi lettori. Leonard odia
essere definito un cane, dice che non gli si confà alla sua
posizione.
Leonard: Che hai detto?
King (sorridendo): Nulla, nulla. Che pettinatura vorresti fare?
Descrivi.
Leonard; Ecco... Poi
mi taglierei i baffi e farei la barba alla Jack Sparrow. Che ne dici?
King (impugnando il fucile): Che dico? Che sei ridicolo!
Leonard: Ok! Abbiamo finito! Ci sentiamo la nuova settimana! A presto!
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Capitolo 10 *** Capitolo 2 ***
Salve a
tutti! Sono tornato con un nuovo capitolo di Leonard Lycan. Questo
capitolo è molto più lungo dei soliti quindi si
suggerisce di leggerlo a piccole dosi. Inoltre voglio dare un caloroso
benvenuto a un nuovo lettore: Bloody
Wolf,
grazie per aver deciso di seguire la mia storia, spero di non deludere
le tua aspettative. Allora, vista la lunghezza facciamo in anteprima
l'angolo del lupo.
King (Con il tablet
in mano): Leonard? Dove sei finito?
Leonard (con una
tazza di cioccolato e alcuni biscotti gentilmente offerti dalla
industria pastificieria della Fundom & c.): Sono qui, tieni.
King (mangiucchiando
uno dei dolci offerti da Leonard): Grazie, cominciamo... Maeko afferma
che hai annusato la sua biancheria, è vero?
Leonard
(>/////<): In sogno...
King: Ok, allora
Zeressa ti chiede quale scuola vorresti frequentare.
Leonard: Nel tempo
libero insegno letteratura ma non mi spiacerebbe frequentare il Liceo
Ishiyama. (ride)
King (sorridendo):
Pure a me! Beh la seconda è: Ti prendi Maeko per qualche
giorno?
Leonard: Beh
sì, qual'è il problema? Se lei è
d'accordo...
King (cambiando la
pagina con un gesto con le dita): Okay, veniamo a BlackNote20.
Leonard: Sono
tutt'orecchi.
King: Preferisci
più Mako o Maeko?
Leonard (dubbioso):
In che senso?
King: Nel senso che
ti piace.
Leonard (spremendosi
il cervello): Beh... uhmmm....
*Tre ore
più tardi.*
King: E va bene,
passiamo a qualcosa di più facile. Hai mai pensato di
chiamare un consulente d'immagine?
Leonard (Double
Bastard Inside Mode On): Se lo paghi tu, va bene.
King (nascondendosi
dietro il tablet): Inquietante... ecco l'ultima domanda: Se sapessi di
dover morire domani, quali sarebbero i tuoi ultimi desideri?
Leonard: Il mio
ultimo desiderio... Uhmmm.... rispondere alla prima domanda!
King:
È senza risposta, eh? A proposito, devo darvi una pessima
notizia. A causa di impegni scolastici, la storia sarà
sospesa fino a nuovo ordine. Quindi godetevi questa storia.
Leonard Lycan, Battaglie di
santi e... Oppai!
Una grande scuola si staglia di
fronte a me, potrebbe essere una scuola come tante altre. Potrebbe, ho
detto.
-Beh, entriamo?- La voce di
Hans mi scuote dai pensieri che rivolgo in modo poco garbato alla
signora Hellsing.
-Grrr…umph
(espressione di disappunto)…andiamo.- Inizio ad avanzare per
il cortile dell’ istituto, noto che ci sono più
ragazze che ragazzi.
-È che la scuola
è passata da femminile a mista.- Mi spiega Gunsche, leggendo
un piccolo libretto con una mano.
-Mmmh…facciamo in
fretta. Ehi tu!- Mi rivolgo a due studenti che chiacchieravano in santa
pace.
-Dove possiamo trovare il Club
dell’Occulto?- Interviene Hans.
I due giovani ci guardano con
un certo disappunto e meravigliati, sarà per i nostri abiti
da reverendi o cosa? Comunque ci indicano la sala dove ci dovrebbe
essere la sede, inutile dire che una volta lì non troviamo
nessuno. Hans inizia a perquisire le stanze e la cosa che salta
all’occhio è che la doccia si trova proprio a
fianco alla stanza principale dove si trova una scrivania (con sedia
foderata di verde), un tavolo basso, un divano vicino a esso e delle
sedie.
“A chi verrebbe in
mente di costruire una doccia qui?” Mi chiedo mentre mi siedo
sul tavolo basso.
Rivolgo uno sguardo alla
cassettiera vicino al muro con curiosità e decido di andare
a vedere. Qualcosa colpisce il mio naso e mi respinge indietro.
-Eh?- Mi gratto il naso e con
più attenzione vedo un filo sottile sospeso in aria. Mi
chiedo se non è una trappola.
-Leonard, non
c’è nessuno.- In quel momento torna il biondo. Io
annuisco e mi avvicino alla cassettiera. Apro il primo cassetto.
-What is the fuck???- Detto in
coro con un inglese perfetto.
All’interno vi
è una serie completissima di reggiseni e mutandine di tutte
le taglie e colori.
-Santa Maria vergine
dell’Incoronata!-Quest’esclamazione mi lascia un
po’ bastito, dov’è che Hans ha imparato
un termine simile?
Il fatto è
trascurabile… qui c’è roba seria!
-Per la miseria, siamo finiti
in una Harem Comedy!- Dico io chiudendo il cassettone. Siamo reverendi
noi, non pervertiti.
*Si passa dal punto di vista
dell’autore.*
In un'altra sala vi sono due
ragazze con entrambe gli occhiali da vista dalla montatura blu.
Sona
Tsubaki
Shinra
-Tsubaki, qualcuno
s’è intrufolato nella stanza di Rias Gremory.
L’avviso?- Chiede la prima cioè la più
minuta.
-Uhmm…beh,
finché non scopriranno il cerchio magico non ci daranno
problemi.- Afferma con la voce tranquilla, la donna dai capelli lunghi
mentre osserva da uno schermo ultrapiatto i due licantropi che
esaminano la stanza, finché…
-Accidenti! Il biondo ha
trovato il sistema per evocare il cerchio magico!- Sona si fece
preoccupata. E non aveva torto… Leonard e Hans saltarono in
contemporanea nel cerchio.
*Si torna dai due lupi.*
-Avete visto? Non siamo
più nella scuola! Siamo in un… siamo di nuovo a
scuola!- Hans si guarda in giro con gli occhi confusi.
-No…non senti?
C’è un’aria strana…questo lo
sento… è l’odore di una battaglia.-
Affermo mentre apro una delle finestre.
-Siamo in una dimensione
alternativa…non so come ma siamo in un campo di battaglia e
in più che si svolge in mezzo a una copia perfetta
dell’istituto scolastico.- Spiego a uno spaesato Hans.
-Okay, è come dici
tu. Che facciamo?- Mi chiede. –Facciamo quello in cui siamo
più bravi, no?- Sorrido mentre m’affaccio dalla
finestra.
-Patriarca!- Hans urla e poi si
getta addosso a me gettandomi con lui dalla
finestra.
Un boato fa crollare la scuola.
-Mi hai salvato…-
Dico mentre respiro piano, entrambi siamo a pancia in giù al
suolo.
Ci rialziamo rapidi e ci
guardiamo in giro… chi ci ha attaccato?
Vediamo due donne…
-Siamo state noi… non vi permetteremo
d’interferire con la battaglia di Padron Raiser.- Si mettono
in posizione d’attacco.
Noi prendiamo in mano le croci
al petto, insieme chiudiamo gli occhi e cantiamo (Non so
perché ma sento che non siamo solo noi due a cantarla):
Altissimu, onnipotente bon
Signore,
Tue
so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad Te
solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente
messor lo frate Sole,
lo
qual è iorna, et allumeni noi per lui.
Et
ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te,
Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et
pretiose et belle.
Laudato
si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per
lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua,
la
quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato
si', mi Signore, per frate Focu,
per lo
quale ennallumini la nocte:
ed
ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per
sora nostra matre Terra,
la
quale ne sustenta et governa,
et
produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et
sostengono infirmitate et tribulatione.
Beati
quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da
Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la
quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a
quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati
quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la
morte secunda no 'l farrà male.
Laudate
et benedicete mi Signore et rengratiate
e
serviateli cum grande humilitate.
Con
un italiano volgare e antichissimo lodiamo l’opera di nostro
Signore e concludiamo con un Amen.
-Voi…siete
Esorcisti?- Mi chiede la più piccola delle due e che
brandisce una spada.
-Noi siamo uomini di Dio.-
Rispondo con un sorriso gentile.
-Beh, visto che siete
reverendi. Ci presentiamo, sono Mihae e lei è Siris.- Dice
la donna più grandicella ed è vestita con kimono.
-Felicissimi di conoscervi,
volete farvi confessare prima di eliminarvi?- Rispondo con sempre quel
sorriso gentile.
Hans caccia fuori dalla tunica
nera due revolver
modello volcano e apre il fuoco sulle due donne. Siris spicca
un balzo notevole e punta nella mia direzione con
l’intenzione d’eliminarmi.
-Tsk, il tuo avversario
è Hans Gunsche!- Dico con l’aria tranquilla. Hans
spara alcuni colpi nella sua direzione così lei è
costretta ad allontanarsi dalla mia parte.
Hans si sposta velocemente e
quindi per la guerriera è difficile colpirlo con la sua
spada, così il lupo decide di spararle addosso i suoi
proiettili d’argento benedetto. Lei agita la spada e devia i
colpi.
-Niente male ragazzina!- Hans
ricarica in fretta le pistole e decide di usarne solo una.
-Non sottovalutarmi, pastore!-
Ghigna con ostilità Siris.
Hans sorride e i suoi occhi
diventano di un giallo luminoso. A quando pare Hans non scherza, ne fa
a spese quella simil ninja.
Come un selvaggio scatta
all’attacco muovendosi in modo molto rapido e impercettibile
all’occhio umano. Cerca di trovare una breccia per
infliggerle un attacco spietato ma lei non si fa mica intimorire e
contrattacca con affondi molto forti e in grado di fendere
l’aria circostante.
-Attacco dall’alto!-
Lei spicca un balzo e atterra al suolo con la spada conficcata ad essa.
Per il capitano è sufficiente rotolare
all’indietro per evitare l’attacco.
-Giga impatto!- La pistola
s’illumina di giallo e sembra che tremi per lo sforzo, il
capitano chiude l’occhio sinistro e mira con il destro. Si
sente un sibilo e l’indice si piega sul grilletto.
Un raggio giallo con piccole
scariche d’elettricità rosse viene emesso
dall’arma. Il suo effetto è devastante!
-Hans, sei uno stupido.- Gli
rimprovero.–Cosa? Che ho fatto?- Hans mi fissa con gli occhi
timorosi, non si rende conto che ha solo sprecato le energie.
-Il raggio ha colpito
l’avversario, ma non la sua compagna.- Dico e poi alzo la
mano come a indicare:-Vedi? Mihae ha un qualche potere di guarigione e
proprio ora sta curando la sua amica.-
-Maledizione…-Hans
impreca scocciato, sperava di finire presto ma la sua impazienza gli ha
fatto un brutto scherzo.
-Grazie Mihae…- La
guerriera dai codini lunghi si rialza in pieno delle sue forze. E fa
per voltarsi verso la sua compagna ma vede il suo corpo cadere al suolo
e scomparire in una luce.
Ritorna a vedere in avanti e
vede Hans ricaricare l’arma.
-Mai distrarsi in mezzo a una
battaglia.- Dico mentre osservo con le mani dietro la sua schiena.
-Tu…perché
lo hai fatto?- Siris fa fatica a contenere la sua rabbia.
–Che ha fatto lei piuttosto… ti ha curato!-Hans
ritiene il gioco, scorretto.
-Bastardo!- Lei scatta in
avanti cercando di sferrare un fendente orizzontale, ma il biondo si
abbassa rapido e con un sorriso sfottente fa per sparare un colpo a
distanza ravvicinata.
-Non finirà in
questo modo!- Siris lo sbilancia con un calcio rotante e corre in
avanti sperando di arrivare quando prima alla palestra in mezzo al
cortile.
Hans la fissa allontanarsi e
tiene la pistola puntata, potrebbe colpirla anche a una distanza
elevata ma a mia grande sorpresa, lui abbassa l’arma.
-Mh.. il nemico ha lasciato il
campo di battaglia.- Commenta il capitano.
Io sorrido e insieme ci
dirigiamo alla boscaglia e decidiamo di fare il punto della situazione.
-Dunque, che facciamo?- Hans si
guarda in giro e si accerta che non vi sia nessuno.
-Beh, abbiamo visto che ci sono
degli avversari abbastanza tosti, visto che quelle due tipe hanno
distrutto la sede dell’occulto, quindi mi sa che dobbiamo
muoverci con circospezione. Se solo Schro fosse qui…-
L’ultima frase la pronuncio con cruccio.
*Si passa dal punto di vista
dell’autore.*
-Attenzione! A tutti i
giocatori! Degli intrusi si sono infiltrati nel campo di gioco. Si
richiede la presenza di guerrieri in grado di affrontare la minaccia.-
La presidentessa avvisa altre persone che sono presenti nella
dimensione, esse si stavano affrontandosi in feroci combattimenti e
ognuno di essi erano elementi di una scacchiera.
Nella sala principale troviamo
un uomo dai capelli lunghi e biondi, dall’aria arrogante e
sfrontata. È vestito con una camicia bianca, una giacca e un
pantalone rosso. Egli è una Fenice infuocata, un nemico
tosto.
-Umpf, seccatori. Isabela,
Xuelan, Karlamine… occupatevi di loro.- Disse il tipo
attraverso degli speciali comunicatori invisibili ad occhio nudo e
posizionati all’interno dell’orecchio. Un strumento
magico per comunicare, insomma.
Le donne citate ricevono il
messaggio e dalla loro posizione si spostarono in direzione dei nostri
due reverendi, insieme a loro si unirono due ragazzine nekocat: Ni e Li.
Nel frattempo nel luogo ove si
trovavano le due donne occhialute.
-Vediamo la situazione: Rias ha
perso già la sua Torre, la sua Regina sta combattendo contro
la Regina avversaria. Con lei vi sono Il Pedone, Il Vescovo e Il
Cavaliere. Dalla parte di Phoenix vi sono La Regina che sta combattendo
contro la Regina di Rias, Il Cavaliere, le due Torri e le due Pawn si
stanno dirigendosi verso i due intrusi.- Afferma Sona.
-Beh, vediamo come se la cavano
i due avversari.- Tsubaki si concentra verso lo schermo ove si vi sono
inquadrati i due lupi.
*Si torna da Leonard*
Ma che diavolo? Siamo
circondati da donne prosperose e con le armi! Io e Hans le fissiamo e
ci rendiamo conto che sarà molto difficile uscirne fuori
senza essere feriti. Con loro vi è anche Siris.
-Quei due… hanno
ucciso Mihae! Non sono normali.- La donna ci fissa con odio avvisando
le sue compagne di fare attenzione.
-Leonard…ci dobbiamo
trasformare!- Mi consiglia Gunsche, pronto a iniziare la mutazione.
-No, non voglio un bagno di
sangue. Ricordatelo, la violenza genera altra violenza.- Gli faccio
rimembrare.
Hans mi guarda e poi si
concentra verso i nostri avversari.
-Sono molte e sembrano ben
preparate.- Dico e aggiungo con rammarico:-Non so se ne usciremo vivi.-
-Oh, oh, oh! Ma
guarda… il mio master si arrende per due o tre passere!-
Quella voce ci è familiare e sorprende i nostri avversari.
Spostiamo i nostri sguardi e
vediamo disteso su un ramo d’albero del cortile e con le
gambe a penzoloni quel furfantello di Schrodinger.
-Tu…qui?
Già lo avevo dimenticato, tu puoi essere ovunque e anche
no.- Sono sollevato di rincontrare quel catboy.
-Ovviamente alla festa si sono
voluti aggregare anche loro!- Schrodiger scoppia a una risata fragorosa
e beffarda mentre avanza in mezzo alla raduna con i nostri compagni,
sono tutti facenti parte del élite: I Santi!
Vedo i loro visi sorridenti e
incoraggianti, come a dirmi: Non sei solo! Siamo con te!
-Beh, la situazione si
è rovesciata!- Commenta Hans.
Ecco la nostra truppa:
:
Ahamaud.
: Gray.
: Ihazel.
:
Sergio Leone
:
Trevan Poltergeist
: Karol Poltergeist
: Leithian.
I nostri avversari:
:
Karlamine.
: Siris
:
Isabela
: Xuelan.
:
Ni e Li.
Io
sorrido e mi rivolgo ai miei compagni: -Fratelli, il momento che tanto
aspettavate è giunto. Mostrate a quei demoni la potenza dei
Santi.-
I Santi rispondono congiungendo
le loro armi in preghiera: -Noi saremo come pastori per te o mio
Signore, tu ci hai investito della tua potenza, siamo pronti ad
eseguire ciò che tu comandi, faremo scorrere fiumi di sangue
riportando a te schiere di anime perse. In nomine patris. et filii et
spiritus sancti.-.
-Scegliete il vostro avversario
e riportatelo nella retta via.- Ordino. –Come comanda il
Padre, noi agiremo.-Rispondono.
-Ma che sta succedendo? Chi
sono questi pazzi?- Xuelan si mise in assetto di combattimento.
-Tu sarai la mia avversaria!-
Sergio si sistemò una ciocca di capelli azzurri dietro
l’orecchio e le rivolse un sorriso, non intenzionalmente,
provocante.
Xuelan infiamma, letteralmente,
le mani e le gambe. Scatta in avanti con un colpo di kung fu, ma il
ragazzo dal viso d’angelo si sposta lateralmente e non
attacca.
Si limita ad evitare i colpi e
a bloccare. Lei tenta di colpirlo al viso con una gomitata ma per
Sergio è sufficiente tirare la testa all’indietro.
Si allontanano di un po’. Xuelan ha un po’ di
fiatone mentre lui è tranquillo.
-Perché non mi
attacchi? Non pensare che puoi schivare sempre.- La cinesina lo
aggredisce verbalmente piegando le gambe e preparandosi a un altro
assalto frontale.
-Non voglio farti del
male… mi limiterò a renderti inoffensiva.
È così che ha ordinato Leonard.- Risponde con
toni calmi il ragazzo.
-Grrr….-Lei ghigna
e, stanca di sentirsi presa in giro, decide di dare il meglio di
sé stessa.
Scompare di fronte agli occhi
del Santo e ricompare di nuovo al lato destro di quest’ultimo
e gli infligge un colpo di ginocchio allo zigomo. Il colpo gli fa
piegare il viso di lato e sembra che abbia ottenuto il suo effetto. Lei
ritorna subito con i piedi piantati a terra. Sergio sposta la testa
verso la donna e resta inespressivo.
-Beh? Ha avuto effetto o no?-
Lei non riesce a capire se è in coma o fa solo lo stupido.
Sergio non risponde, è bloccato da quella posizione da
diversi minuti.
Xuelan s’avvicina con
i nervi tesi e pronti a scattare in caso di pericolo. È
già arrivata a qualche metro di distanza.
-Oh? Ci sei?- Lei
inarcò un sopracciglio. Nessuna risposta.
Non so perché ma lei
riprende di nuovo a colpirlo con degli attacchi violenti e combinati.
Sergio incassa senza reagire e sempre con uno sguardo un po’
beota.
-Uffa! Non ignorarmi!- Lei fa
una faccia un po’ corrucciata mista a depressione.
–Non preoccuparti… stavo solo preparando il mio
colpo più forte.- Risponde in quel momento Sergio.
La reazione spaventa la ragazza
che fa un balzo all’indietro e si posiziona alla difensiva.
-Ma che…- -Buon
bagno!- Sergio ridacchiò vedendo la cinesina finire
sott’acqua. Vi spiego: Sergio è un lupo mannaro
con il potere dell’acqua, per usarla deve caricare
l’energia contenuta nei suoi capelli azzurri. Il processo
può durare anche parecchio. Vi potrà sembrare un
debole ma è perché un tipo pacifico e tranquillo.
Tornado al suo potere: ha trasformato il terreno ove si trovava
l’avversaria in una pozza d’acqua.
-E ora…- Sergia
annullò il suo potere ritrasformando l’acqua in
terra. Xuelan resta bloccata dalla vita in basso.
-Liberami subito!- Lei urla e
scalpita con le braccia menando pugni a destra e manca.
-Ora che stai ferma,
posso…- Il suo sorriso assunse un angolazione inquietante.
“Mio dio…
mio dio.” Lei, probabilmente si aspetta di tutto dalla
tortura alle cose più sconce.
-Battezzarti.- Sergio prende
dalla cintura un piccolo piatto e ci versa un po’
d’acqua santa.
-NO! NO! Sono un demone!
L’acqua santa mi può uccidere!- Lei ha gli occhi
spaventati e sudava in maniera incredibile.
-Oh, che peccato…-
Sergio le versa l’acqua addosso. Lei chiude gli occhi
disperata…sperando in una morte rapida. Ma ciò
non avviene. Si bagnò solamente il viso.
-Io ti battezzo nel nome del
padre, del figlio e dello spirito santo, Amen.- Disse con
solennità.–Amen.- Ripetemmo noi.
-Ma…-Lei non
riusciva a capire. –Lo sapevo che eri un demonio ed
è per questo che ti ho battezzato, ora sei una pecorella
tornata nell’ovile.- Le spiegò il ragazzo.
-Smettila con le fesserie e
tirami fuori di qui!- Lei s’infuria ancora di più.
Sergio le mise le mani ai
fianchi e la tira fuori dalla terra. Lei poteva sentire il respiro del
sacerdote sulla sua testa e le braccia cingerle i fianchi. Lui le
carezza la testa.
-Ehmm…non vorrei
disturbare. Ma ha vinto Sergio visto che l’avversaria ha
perso combattività.- Dice Schro.
-Sì, ben fatto
Sergio.- Dico io mentre ringrazio mentalmente che il combattimento sia
andato a buon fine.
-Affronteremo noi gli
avversari!- Si fanno avanti Karlamina e Isabela.
-Ok. Ihazel e Ahamaud, potete
combattere!- Ordino ai due ragazzi.
-Sarà un piacere.-
-Non vedevo l’ora!-Esclamarono i due giovani.
-Umpf…non
sottovalutateci!- Dice la donna con la mezza maschera vedendo che gli
avversari sono due ragazzini.
I due giovani la zittiscono con
i fatti: Si strappano la parte superiore dell’abito (come
Hulk Hogan prima di ogni incontro. ndAutore). I loro muscoli e le vene
pulsano visibilmente mentre il loro viso si deforma. Le orecchie
diventano a punta, s’ingigantiscono e sono molto pelosi.
Ghignano e scattano all’attacco.
-Ma che sono?- La donna in
armatura inizia a ricoprire la lama della sua spada con delle fiamme.
-Grrraaaaarrr!!!- Ihazel
cioè il lupo bianco balzò addosso alla donna e
con grande vigore inizia a graffiarle l’armatura. Dovette
desistere quando lei lo colpì con un fendente infuocato al
fianco. Uscì un po’ di sangue ma ciò
ebbe l’effetto di farlo infuriare.
Isabela nel frattempo affronta
il lupo con il pelo dorato. Se la cava bene, lo affronta a mani nude.
Lei gli colpisce una zampa facendolo sbilanciare e con uno scatto
rapido sale sulle sue spalle e cerca di soffocarlo con le sue gambe e
di tanto in tanto gli colpisce la nuca con dei pugni.
-Beh, non è molto
difficile… prendi questo!- Karlamina apre il palmo della
mano e da essa spara una sfera di fuoco che prende in pieno il bianco
lupo. S’alza un polverone, non si riesce a capire che accade
ma poi un’onda d’urto respinge in modo violento la
donna con l’armatura, a causa dello spostamento
d’aria si dirada il polverone. Ihazel è ancora
lì con il muso sanguinante e un pugno al suolo. Ha il fianco
che gli sanguina ancora ed ha il pelo sporco di polvere.
Ahamaud, con le zampe umane,
cerca di aprirle le gambe per liberarsi dalla presa al collo della
donna. Ghigna quando capisce che ha una presa impressionante. Decide,
allora, di allungare le braccia e schiacciare la donna, battendo le
mani come una pressa idraulica. Lei non si fa sorprendere e molla la
presa e si lascia scivolare verso il basso
usando la schiena del gigantesco lupo come uno scivolo. Si sposta
rapidamente di lato mettendosi così faccia a faccia con il
petto del lupo e sferrando un fortissimo montate che mozza il respiro.
-Ben fatto…-
Karlamina è felice che la sua amica sia riuscita a
sconfiggere uno degli avversari.
-Dannazione…-Hans
non è dello stesso parere e vorrebbe affrontare la donna ma
io lo fermo e gli dico:-Dai un po’ di fiducia a Ahamaud.-
Come se il ragazzo abbia
ascoltato la mia frase si rialza sotto gli occhi sgomentati degli
avversari.
-Non va bene così,
dobbiamo usare il nostro attacco di coppia.- Secondo Ahamaud
è l’unico modo.
-Mi sa che è
così.- Ihazel si pulisce il labbro sanguinante. Entrambi i
lupi sono tornati normali.
Gli avversari si stanno
chiedendo che cosa sia questo attacco di coppia. Beh, non tarderanno a
scoprirlo. Senza tanti preamboli i due lupi si mettono a fianco a
fianco e si muovono come se uno fosse il riflesso
dell’altro… Scattano insieme, poi
imprevedibilmente si separano e urlano insieme: Danza Reale!
La loro tecnica è
quella che mi ha impressionato in modo particolare, proprio come un
ballo reale… Balli con una dama, poi viene uno e vi
scambiate la dama. Qui è lo stesso solo che avviene in modo
imprevisto: mentre combatti contro uno e pensi di aver capito come
affrontarlo, ecco che subito avviene lo scambio! Ti trovi a dover
affrontare un altro avversario che non conosci e che usa uno stile
diverso. (Spero che vi sia chiaro. Nd Autore.)
Le due donne vennero
immediatamente messe con le spalle al muro.
-Come vi sembra?- Dice Ihazel
ansimando e tenendosi la mano sulla ferita al fianco.
-Eh, non se lo
aspettavano…- Ahamaud si scrocchia le mani.
Imprevedibilmente le due donne non hanno il tempo di controbattere che
sparirono in una luce forte.
Poco dopo anche Xuelan scompare
di una luce bianca.
-Che è successo?- Si
chiede Sergio. Anche noi abbiamo la mente piena
d’interrogativi.
-Sono state sconfitte e quindi
abbandonano il campo.- Spiegò un ragazzo giunto da
lì.
-Chi sei?- Chiedo. Qui ci sono
cose che non sappiamo e con la mia mente ancora confusa spero che il
giovane qui, mi spieghi tutto.
-Sono Yuuto Kiba, sono il
cavaliere di Rias Gremory.- Si presenta il giovane, i miei occhi
s’illuminano e faccio una faccia terribile.
-Finalmente!
Dov’è Rias?- Chiedo in modo un po’
concitato.
-Aspetti, perché
vuole lei?- Si fa serio Yuuto.
-Dov’è
Maeko? La figlia di Alucard e di un angelo caduto.- Spiego.
-Ah, ho capito… beh,
siamo combattendo per lei.- Yuuto sorride e parla con qualcuno
all’orecchio.
-Ragazzi, non perdiamo tempo. I
giochi sono finiti.- Con questa frase, spingo i miei compagni a
concludere la lotta.
Leithian rende subito
inoffensiva l’avversaria sparandole addosso una sfera
d’energia oscura e Siris crolla a terra svenuta seguita poi
da una luce.
-A loro due me ne occupo io.-
Schrodiger sorride malizioso fissando le due gatte Ni e Li. Sbaglio o
ha fatto un viso alla pedobear?
*Si passa al punto di vista
dell’autore*
-Impressionante…non
me lo aspettavo che ci fossero anche quei tipi così forti.-
Dice Tabatha, rivolgendosi alla presidentessa Sona.
-La Chiesa ha dei validi
alleati… non mi piace.- Il viso della presidentessa si
rabbuiò molto. Quegli esseri non erano normali…
erano neutrali.
Nel frattempo nella zona della
palestra vi stavano Rias, Issei e Asia. Quelle tre erano
rispettivamente il Re, Il Pedone (x8) e il Vescovo.
-Come dici… vogliono
parlare con me?-Rias è una donna dai capelli rosso cremisi e
dalle forme generose.
-Che è successo?- A
parlare è stato il pedone cioè un ragazzo dai
capelli e gli occhi marroni ed è il tipico ragazzo
pervertito e incapace ma che ha un’arma… ed
è il guanto rosso al braccio destro.
-A quanto pare, abbiamo degli
alleati…sono degli esorcisti.- Spiega Rias e decide di
richiamare Yuuto e di portare con lui gli esorcisti.
-Mio dio… con loro
c’è anche Fred?- La piccola Asia è
leggermente turbata. E come darle torto?
Asia
Argento.
-Non preoccuparti, non sembra
che vi sia Fred o qualche esorcista corrotto.- La tranquillizza il Re.
-Comunque stai tranquilla, ti
proteggerò io.- La rassicura Issei. Lei in tutta risposta
arrossisce.
-Voglio proprio vedere come
fai.- Una voce sorprende tutti.
Di fronte a loro apparirono i
Santi, a parlare è stato Sergio Leone. Leonard presenta i
suoi compagni al Re e agli altri.
-Che cosa volete?- Rias nota
che tutti quegli uomini sono tutti con uno sguardo gentile e
compassionevole.
Rias
Gramory
-Stiamo cercando una mia cara
amica.- Inizia il lupo più anziano.
-Per la precisione, la sua
fidanzata.- S’intromette Schro e successivamente messo a
tacere dal pugno di Sua Eccellenza, il braccio destro Hans Gunsche.
-Dicevo…Maeko, la
figlia di un angelo caduto e del leggendario vampiro Alucard.- Leonard
fa finta di nulla e spiega le ragioni della sua visita e
aggiunge:-Anche se sento che sono capitato in qualcosa di grosso.-
-Hai ragione.-Rias sente di
potersi fidare di quei tipi anche se sono membri della Chiesa.
–Sono Rias Gramory e sono l’unica femmina del
casato Gramory e il mio avversario (di cui avete eliminato il grosso
dei suoi pezzi.) è Raiser Phoenix, il mio fidanzato secondo
i miei genitori. Ma io non voglio fidanzarmi con quello spocchioso. E
quindi ci siamo sfidando in questa competizione a scacchiera.-
-Ho capito, ma che vuol dire a
scacchiera?- Domanda Trevan.
-Ognuno di noi impersona un
pezzo degli scacchi. Io sono il Re, Asia è il fante, Yuuto
è il Cavaliere e infine Issei è il mio Pedone che
ne vale 8. È chiaro?- Spiega anche questo ai nostri lupi.
Yuuto
Kiba
-Okay, a quanto siamo?- Chiede
Hans.
-Abbiamo perso la Torre
(cioè Koneko) e Akeno Himejima sta affrontando la regina
avversaria. Il Re è ben protetto nella sala principale della
scuola. Ci sono ancora degli avversari che non abbiamo ancora
eliminato. Per la precisione un Vescovo e dei Pedoni.- Spiega Yuuto.
-Va bene, se vi aiutiamo a
vincere voi ci dite dov’è Maeko.
D’accordo?- Propone Leonard.
-Sì, affare fatto.-
Rias e Leonard si stringono la mano.
-Bene ragazzi, avete sentito.
Leithian, tu occupati della regina e voi due fratelli Poltergeist,
venite con me. Gli altri rimangano qui. Hans e Schro, voi proteggete il
Re. Sergio fai compagnia al Fante e infine il resto fornirà
supporto al Cavaliere e Pedone. Chiaro?- Dà le disposizioni
per sferrare l’attacco finale.
-Ascoltatemi bene, i fratelli
Poltergeist convinceranno gli avversari ad abbandonare la loro base,
quando questo avviene, vi farò un segnale uditivo e voi
preparatevi a riempirli di mazzate.- Appunto mentre lasciamo la
palestra.
Raiser, ovviamente, non resta
con le mani in mano ma richiama a sé tutti i suoi pezzi
sopravvissuti per tentare un’ultima difesa. L’unica
a mancare all’appello è Yubelluna, la sua regina.
Lei sta per eliminare la regina avversaria e giungere aiuto al suo Re.
-Oh, cielo… non te
lo permetterò.- Akeno, con la veste sgualcita e le braccia
scoperte, scaglia un fortissimo fulmine dorato in direzione del
avversaria sperando di impedirle di fornire supporto al Re.
:
Yubelluna
:
Akeno
-Stupida! I tuoi attacchi non
mi fanno nulla!- Grida Yubelluna, ella è una donna molto
forte e pericolosa tanto che è l’amante di Raiser.
Un violento raggio rosso parte dalla punta del suo scettro puntando
verso la rivale. Akeno non si fa sorprendere e scatta in avanti e,
roteando il busto, evita il raggio e contrattacca con un raggio
elettrico in piena faccia. Il colpo ha il suo effetto e la
tett…ehm… la regina viene sbalzata al suolo.
-Perfetto! Non mi resta che
concludere!- Akeno fa per caricare il suo colpo più forte
ma…
-Lo credi sul serio?- Yubelluna
sparisce di fronte a Akeno e ricompare alle sue spalle ferendola con un
forte colpo di energia oscura. La regina di Rias si trova nella stessa
situazione ove prima si trovava l’avversaria.
-Dannazione…perdonami
Rias.- Akeno chiude gli occhi pronta a difendersi ma…
-Lampo oscuro!- una lama di
colore viola scuro devia l’attacco di Yubelluna diretto a
Akeno.
“Che è
successo?” Akeno apre leggermente gli occhi e quello che vede
la fa innamorare… un ragazzo dai capelli viola, lo sguardo
truce, abito dark e gli orecchini al padiglione auricolare sinistro. Il
suo salvatore è di spalle e alla mano destra vi è
una lama d’energia oscura.
-Chi diavolo sei tu?- Yubelluna
non ha apprezzato l’intervento del misterioso giovane.
-Come hai fatto a riprenderti?
Poco fa eri conciata peggio della donna dietro di me.- Chiede in modo
spiccio.
-Beh, ho usato il sangue di
Fenice che è un potente liquido rigeneratore.- Risponde la
donna in mezz’aria non trovandoci nulla di male a soddisfare
la curiosità di uno che fra non molto sarebbe rimasto
sconfitto di suo pugno.
-Quindi hai barato…-
Il ragazzo fa scomparire la lama d’energia oscura dalla mano
e alza la mano sinistra come a voler difendere Akeno.
-Io sono il figlio del grande
stregone Rasputin, mi chiamo Satamakots Degrobastin Leithianpanstor
Rasputin II. Per brevità chiamami Leithian.- Si presenta il
ragazzo.–Io sono la regina Yubelluna ricordati questo nome
mentre vaghi per l’inferno!-La regina scaglia delle lame
d’energia oscura prontamente bloccati da una barriera
innalzata dalla magia nera di Leithian.
-Preferisco il paradiso.-
Leithian incrocia le braccia a X, poi le piega verso il basso e infine
crea due sfere d’energia oscura.
-Bombardamento nero!- Con una
grande velocità e forte sincronia di movimento con le
braccia lancia ripetutamente le sfere.
Yubelluna rotea il suo bastone
e provoca un mini tornando che respinge le sfere che finiscono sul
terreno circostante e con l’impatto esplodono.
-Bah, non va bene
così.- Leithian alza le braccia al cielo e innalza una
cupola protettiva intorno a Akeno.
-Oh cielo! Che fai?- Lei cerca
di alzarsi. –Non muoverti! Finché non
sarò morto o avrò sconfitto quella baldracca tu
sarai li dentro al sicuro.- Leithian le rivolge uno sguardo
pericolosamente serio e irruente.
-Umpf…schifoso
essere inferiore! Non credere di essere più forte di me,
sono la regina!- La donna prosperosa si posiziona in attacco.
-Non sono monarchico, parla di
meno e combatti!- Con il tono combattivo e cruento, il figlio del
monaco pazzo inizia a creare delle sfere nere che vengono scagliate
contro l’avversaria.
“Pensi che lo stesso
trucco funzioni?”Lei rotea ancora una volta il bastone
creando un mini tornando ma le sfere non fanno nulla. Leithian crea una
scimitarra d’energia viola e si scaglia contro
l’avversario.
“Non sono
così stupido…” Le sfere create da
Leithian si muovono in posizioni prestabilite e restano lì,
sospese in aria. Leithian stesso cerca di non avvicinarsi troppo alle
sfere e di spingere l’avversaria verso uno di esse.
Yubelluna schiva e para
continuamente i colpi del ragazzo con un sorrisino di beffa in viso.
–Sei carino, ma sei ancora lontano dal mio potenziale.- Lo
provoca la donna.
-Tsk…hai una delle
mie sfere al tuo lato.- -Cosa?- Lei si volta e vede una delle sfere
nere attaccarsi al suo braccio. In pochi
secondi anche le altre sfrecciarono verso la loro
“compagna” e si attaccarono al corpo della donna.
-Goodbye!- Leithian si
allontana in fretta e schiocca l’indice e il pollice
sorridendo. Le sfere esplodono.
-Attacco sfere kamikaze nere.-
Annuncia soddisfatto il ragazzo. La battaglia sembra finita.
-Non così in fretta
bamboccio.- La voce di Yubelluna si fa sentire ed è ancora
viva.
-Tsk…sei una tipa
tosta…- Si complimenta il giovane. La lotta è
ricominciata.
Yubelluna ha i vestiti un
po’ più rovinati ed è molto
più furente e seria. Lei inizia scagliando dei raggi rossi
dalla punta del suo scettro. Leithian salta un po’ ovunque
per evitarli e si sposta di lato per sferrare un lampo oscuro alla
gamba dell’avversaria. Nonostante abbia subito i danni
dall’attacco kamikaze e la gamba sanguinante ha ancora
energie per tenere testa al figlio di Rasputin e di questo ne
è consapevole quest’ultimo. La regina cerca di
ferire l’avversario usando una tecnica diversa…
-Multi raggio!- Lei si innalza in aria e crea delle copie di se stessa
e insieme scagliano una marea di raggi
letali.–Dann…- Leithian non fa in tempo a
innalzare la barriera.
Akeno, che ha seguito la
battaglia all’interno della cupola, si passa le mani in viso
per non vedere la fine che subisce il ragazzo. –Cielo! Povero
ragazzo!- Akeno anche se era un’inguaribile sadica
provò un po’ di compassione per il suo protettore.
-Ihihihihihihhhihh! Stupido
moccioso, era meglio se restava a casa dalla mammina! Ihihihihihihiih!-
La sua risatina stridula risultava fastidiosa a chiunque.
Dopo un po’ non
c’è nessuno e quindi la regina decide di
completare quello che aveva interrotto prima. Si avvicina verso Akeno e
le scaglia una sfera più grande rispetto alle altre.
-Ma cosa?- La sfera venne
annullata al contatto con la barriera. Ciò sorprese le due
donne.
-L’ho sconfitto!
Perché la barriera non si è annullata?- Yubelluna
si stava arrabbiandosi sul serio, infatti delle venuzze rosse stile
anime le riempirono la testa.
-Oh, cielo! A quanto
pare… arrabbiarsi non fa per te.- La sfotte con un visino
innocente, Akeno.
-Grrrr…non
provocarmi!- Urla in tutta la sua poca grazia Yubelluna.
Un forte tornando smuove la
polvere e muove i capelli viola della donna. Ciò che sta
accadendo è incredibile: Un forte tornando
d’energia oscura s’avvicinava molto in direzione
verso le due donne.
Nel frattempo,
all’entrata del edificio principale, il Patriarca osserva
preoccupato il tornando e dice:-A quando pare Leithian
s’è incavolato.-
Nella palestra… i
Santi rimasti rassicurano le donne, il cavaliere e il pedone dicendo
che Leithian aveva deciso di fare sul serio.
Yubelluna continua a fissare il
ciclone e poco dopo vede anche due imponenti ali nere, in mezzo a esse
vi è Leithian con i denti aguzzi e gli artigli al posto
delle mani… sembra inselvaggito.
-Graaaaa!- La forma potenziata
di Leithian lo fa sembrare un cavaliere nero con le scaglie e le parti
dure e luccicanti al posto delle braccia e delle gambe. Vi spiego come
è mutato: In testa ha un elmo nero con alcune linee
luminosamente bianche che gli delimitano alcune zone del viso come gli
occhi e il naso. Le linee gli formano una T in viso. Ha indosso
un’armatura nera luccicante, delle spalliere a semi sfera
bianche che uniscono il torso alle braccia e quest’ultime
hanno le braccia nere e gli avambracci bianchi. Le mani sono nere e
hanno tre artigli che spuntano dalle nocche. Il busto è
formato da scaglie, la zone petto e addome sono a forma triangolo
rovesciato di colore bianco. Ha una cintura bicolore e ha le cosce nere
e le gambe bianche. Alla schiena sfoggia due maestose ali nere. Il suo
sguardo è nascosto dalla maschera ma è evidente
che sia furioso.
-Oh cielo…- Akeno si
siede a terra, non può fare altro che assistere al secondo
round.
Leithian inizia ad avanzare
schiacciando con le sue gambe le pietre e i sassi che si trovano sul
suo passaggio. Yubelluna si alza in volo e si prepara
all’attacco. Leithian si sposta in maniera rapida grazie alle
sue ali nere e si porta sotto la donna e le afferra le caviglie e la
getta al suolo creando dove ella cade un buco notevole. Senza lasciare
la presa anzi stringendola ancora di più, la sbatacchia un
po’ovunque.
-Oh cielo! Più
forte! Bravo così!- Akeno ridacchiava in modo sadico
guardando l’operato del ragazzo. Yubelluna perse le forze e
scompare in una luce forte.
L’avversaria
è stata sconfitta non rimane che liberare Akeno.
–Uff… non me lo aspettavo che fosse
così tosta.- Dice il ragazzo asciugandosi la fronte e
lasciando che la sua mutazione regredisse.
-Oh cielo! Sei stato
fantastico!- Akeno gli rivolge uno sguardo d’ammirazione e un
po’infatuato…
-Bah…sono abituato
alle mazzate del Patriarca. Lui sì che picchia sul serio.-
Leithian si pulisce i vestiti e insieme fanno ritorno alla base.
Leonard e i due fratelli
sorridono, Leithian ha vinto.
-Mh…qualcosa mi dice
che Leithian ci è riuscito.- Trevan spegne la sigaretta
consumata sotto il tacco della sua scarpa.
-Non avevo dubbi, gli
è servito tutto quell’allenamento.- Leonard si
passa una mano sui suoi capelli per sistemarsi alcuni ciuffi ribelli
che gli sono finiti sul viso e riprende:-Ascoltatemi, è il
momento di tenere fede al vostro cognome: Poltergeist. Voi sapete che
significa?-
-Sì.- Rispondono in
coro i due fratelli e diventano invisibili di fronte al loro signore.
-Fategli venire i sudori
freddi!- Augura loro Leonard.
In quel momento
all’interno della sala principale della scuola…
-Non ho notizie di Yubelluna da
più di due ore…- Raiser con l’aria
nervosa fissava i suoi pezzi rimanenti.
-Non si preoccupi…
siamo al sicuro qui, non credo che siano così pazzi da
entrare qui dentro.- Cercò di spronare la sua sorella, Ravel
Phoenix. Lei sembrava sicura di poter fare qualcosa per il suo
fratellone nonostante il suo aspetto regale e capriccioso.
-Non è
possibile… ero così vicino alla vittoria.- Raiser
si alza dalla poltrona e va a guardare alla finestra… il suo
sguardo si perde sulla vallata d’erba del campo.
Quando…un tonfo
leggero lo fa voltare verso la scrivania.
-Avete sentito anche voi?- Dice
la donna dai capelli azzurri. Lo hanno sentito tutti… il
tavolo si è ribaltato di lato da solo.
:
Mira
: Burent
Bϋrent
con un calcio dal alto distrugge il tavolo.
-È più
sicuro.- Commenta la sua azione.
Ma non è finita
lì, si sentono strani rumori come se qualcuno bussasse sui
muri…
-Che diavolo…- I
rumori non sono normali… sembra come un grosso martello che
cerca di spaccare le pareti.
-C’è
qualcuno qui…- Azzarda la domestica Marion subito concorde
con la sua collega Shuriya.
:
Shuriya e Maron.
-D’accordo…vediamo
di trovarlo.-Propone in modo frettoloso Bϋrent.
Non appena tutti si allontanano
dalla sala principale dividendosi in gruppi: Ile e Nel, le due bambine,
vanno nelle classi. Burent e Mira vanno nei bagni. Maron e Shuriya
esplorano le altre stanze adibite al personale scolastico…
per loro è bene, non farlo… ma visto che hanno
deciso così… ci facciamo due risate!
Prima di separarsi…
-Manteniamoci in contatto con gli strumenti di comunicazione magica
fornitaci dalla giura.- Fa ricordare Ravel a tutti, i Phoenix restano
nella stanza principale.
Una volta che si
separano… dei fruscii e rumori di fondo rendono
la comunicazione pressoché impossibile. Avvenimenti
paranormali avvengono in maniera simultanea: le porte si bloccano, i
mobili temano dapprima più piano e poi più
violentemente, la luce scompare e riappare continuamente. Mira, nel
bagno vede delle impronte insanguinate e dei passi che si
allontanano…chiama la sua compagna ma lei non la sente,
quindi Mira decide di controllare e rimane bloccata
all’interno di una doccia dello spogliatoio. Burent
s’accorge che qualcosa non va e si dirige nella stessa
direzione della sua amica e la trova intrappolata nella doccia e
nonostante i pugni, i calci e il vetro sottile. Esso non si spezza, ma
anzi la fontana della doccia rilascia un liquido rossastro che non
accenna a fermarsi. Il resto è immaginabile… Mira
muore annegata nella doccia.
Le due bambine armate di
motosega camminavano per il corridoio cercando di capire dove si trova
quel misterioso rumorista, qualche centimetro dopo sentirono un rumore
in una delle aule. Senza alcuna esitazione vi entrano. Una lavagna a
muro è caduta.
Ile&
Nel
-Dev’essere caduta da
sola…- Ipotizzò Ile cercando di autoconvincersi
che è stato un semplice caso.
-Già
dev’essere così.- Anche Nel ha il cuore che batte
più velocemente del normale.
-È ovvio, no?- Una
terza voce si sovrappone alle due ragazzine.
-Chi è
là?!- Entrambe con le motoseghe attivate puntano in un
angolo della stanza. Ciò che vedono è un ragazzo
di quattordici o quindici anni, dalla corporatura magra e slanciata. Ha
i capelli spettinati e bianchi… gli occhi sono di una
vivacità e allegrezza molto rara. Il suo umore in quel
momento è molto beffardo e tranquillo.
-Sono Karol e sono invisibile.-
Dicendo questo sparisce davanti agli occhi delle due ragazzine.
-Vieni fuori!- Le due ragazzine
scattano in avanti e fendono l’aria con le loro armi.
Nonostante i loro sforzi sentono solamente una risata molto burlona e
inquietante. I banchi si sollevano dal suolo e iniziano a volteggiare
per l’ampia aula. Si muovono rapidamente e sembrano voler
colpire le uniche persone lì presenti. Ma dopo un
po’ le gemelle dopo aver tentato goffamente di schivare le
sedie, i banchi e successivamente anche il gommino, le penne, i
borselli e gli zaini abbandonati, si rendono conto che in
realtà non li colpiscono proprio e quando si avvicinano alla
loro direzione subito dopo la cambiano. Si sente un sospiro e poi una
voce:-Cambiamo gioco!-. Sulle teste delle due ragazze si formarono dei
punti interrogativi…che aveva in mente di fare quel matto?
Non passa molto tempo per scoprirlo.
-Le nostre armi!- Quello che
avviene è un po’ strano… le motoseghe
si liquefano diventando un liquido trasparente come acqua.
–Siete senza armi… quindi posso avvicinarmi a
voi!- La voce le fece preoccupare molto le due ragazzine che, per
difendersi e trovare supporto reciproco, si abbracciano. Ile,
improvvisamente si paralizza e il suo viso diventa blu. –Che
succede, sorella?- Nel cerca di capire il misterioso malessere.
–Mi sta toccando la schiena…è
così freddo.- Sulla pelle scivolava qualcosa molto simile a
un ghiacciolo che scende lentamente.
Si separano e Ile invita Nel a
mostrarle la schiena. –Non c’è
nulla…te lo devi essere immaginato.- Cerca di
tranquillizzare la sorella mentre quest’ultima si abbassa la
maglia. –Ah sì? E questo?- Una voce accompagnata
da una pacca al fondoschiena la fa saltare in braccio a Nel.
-Andiamocene
di qui! Questo fantasma è un depravato!- Urla a squarciagola
Ile e la sorella in tutta risposta scatta verso l’uscita ma
c’è qualcosa che impedisce ad entrambe di uscire e
questo è…
-Scivoloooo!!!-Grida Nel
facendo un capitombolo nel liquido delle loro ex-motoseghe.
-Ma come… ma
come… cerco di divertirvi e voi scappate?- Riappare davanti
a loro due, Karol con una faccia da finto offeso e uno sguardo un
po’ malizioso.
-Ahh!- Urlano le due cercando
di rialzarsi. Il ragazzo sbuffa annoiato.
-Qual è il problema?
Voglio farvi giocherellare e divertirvi. Sono molto solo e due amiche
per scherzare mi avrebbero reso felice.- Parla con la voce un
po’ triste.
-Eh?- Ora che lo guardano in
quel modo…non sembra così cattivo.
Anzi…
Le due sorelle si guardano a
vicenda e annuiscono complici, sembrano che abbiano deciso di dare una
chance al ragazzo.
-Karol…giusto?-
Inizia Ile.
-Sì, mi chiamo Karol
Poltergeist. Sono uno spirito.- Si presenta un po’ meglio.
-Liberaci dal
liquido… abbiamo deciso di giocare con te.- Nel cerca di
apparire gentile.
-Va bene… promettete
di non scappare?-Prima di liberarle vuole evitare che una volta libere
possano fregarlo.
-No, non scapperemo!-
Annuiscono insieme le due ragazzine.
Il ragazzo sorride e con un
applauso fa svanire il liquido.
-Ecco.- -Grazie.- Le due
ragazze si alzano e iniziano ad interessarsi del loro nuovo amico.
-Che gioco facciamo?- Gli occhi
del giovane cercano freneticamente qualcosa da fare.
-Andiamo prima in posto
più ordinato.- Propone Nel mentre la sorella guarda con gli
occhi un po’turbati il caos combinato dai poteri paranormali
del ragazzo.
“Se mentre gioca
provoca tutto questo…figuriamoci quando è
arrabbiato.” Ile segue i due in un’altra aula.
–Mettiti seduto qui.- Invitano il fantasma a sedersi su un
banco e gli porgono un foglio e dei colori.
-Sarà una buona
idea?- Sottovoce Ile si rivolge a Nel. –Lo so… non
è un bambino di due anni ma spero che così stia
buono.- Sempre sottovoce risponde.
-Non so disegnare…-
Speranza vana… Ile con po’ di pazienza lo
guidò a disegnare un piccolo orsacchiotto di peluche.
-Ecco le orecchie…
un po’ più aggraziate… non calcare
troppo forte la matita…-Un quarto d’ora
più tardi è venuto uno scarabocchio
bell’e buono.
-Uff…non mi piace.-
Già inizia ai primi capricci.
“Mi
correggo… è proprio un bimbo!” Sospira
Nel e decide di disegnare una farfalla con due paia d’ali. Il
disegno non sfugge al ragazzino.
-Che bel disegno… la
vuoi la farfalla?-La strana domanda fa stupire le due gemelle. Il
ragazzo sorride e mette i palmi sulla carta. Qualche secondo dopo sulla
mano prende forma una meravigliosa farfalla blu che inizia a sbattere
le ali.
-Incredibile!- Nel osserva la
farfalla posarsi delicatamente sul dorso della sua mano.
-Fai un altro disegno e io gli
do la vita.- Spiega il giovane.
-Tocca a me!- Ile prende alcuni
fogli e comincia a disegnare un pupazzo di peluche. Mentre le due
ragazze con il loro nuovo imprevisto amico si divertono. Vediamo che
succede a Burent…
Essa ha lo sguardo un
po’ vacuo e terrorizzata. –Mira…
Mira… che ti ha fatto…- Nella sua mente ha ancora
l’immagine della sua amica morta annegata in una doccia di
sangue a pochi cm da lei… e non poteva fare nulla per
salvarla.
-Ci tenevi così
tanto alla tua amica?- Una voce fredda e crudele la fa
trasalire… si guarda in giro e non vede nessuno…
ma sente la voce.
-Chi è? Non
nasconderti!- Lei sfodera i suoi pugnali da lancio, ha la fronte sudata
e spaventata.
-Sono proprio di fronte a
te… ma tu non mi vedi.- La voce ha un timbro aberrante e
riprende:–Lo so che cosa vuoi…-
-Muori!-Lei lancia i pugnali
davanti a sé e quelli si conficcano sul muro.
-Non puoi toccarmi…
Because I’m a ghost.-La voce e il suo contenuto la
terrorizzano.
-Accidenti…non
voglio morire!- -Nessuno ha parlato di morte, sei stata tu a
cominciare.- Il fantasma mostra il suo viso…bello
è d’aspetto e una mezza fraglia gli copre
l’occhio destro. Ha l’aspetto di un modello, ha
degli occhi gelidi e il labbro ha i bordi leggermente volti verso il
basso. Lui s’avvicina a lei… -Ho ucciso la tua
amica per restare soli insieme…- La parola
“insieme” le martella in testa. -L’ho
capito sai? Da come guardi quel biondo… da come mi
fissi… vuoi solo quello… nella forma
più pura.- Le prende il mento e avvicina il suo viso a
quello del tizio.–Aspetta… non so nemmeno come ti
chiami…- Burent ha le idee molto confuse.–Chiamami
Joe Black…per cominciare.- L’albino passa una mano
al fianco della ragazza. Burent sente una fiamma avvolgerle il
cuore… seguito da una fitta di dolore al petto.
-Mi dispiace… ma non
è il momento. La prossima volta saremo fortunati.- Annuncia
in tono funereo.
“Dove diavolo
è mio fratello?” Trevan richiama il fratellino
attraverso la telepatia.
Nell’aula di prima
che è diventata uno zoo vista l’elevata presenza
di animali immaginari e non. Il giovane Karol è costretto a
lasciare l’orango gigante con cui sta giocando per
raggiungere il fratellone e insieme creano un varco per risucchiare i
due nemici principali…la famiglia Phoenix.
Leonard vede il varco e capisce
che deve chiamare i suoi compagni. Ulula forte e chiaro tanto che tutti
possono sentirlo.
-Abbiamo rispettato il
patto… ora dicci dov’è Maeko.- Leonard
si rivolge a Rias che è appena arrivata insieme ai suoi
pezzi della scacchiera e gli altri Werewolves.
-Maledetto! Se non fosse per
quel infame che si è intromesso nella mia battaglia, avrei
vinto!- Lo sguardo del Re avversario è così
furente e sanguinario che decide di causare una strage.
-Lascia fare a noi!- Hans
vedendo la pericolosità dell’avversario e temendo
per l’incolumità del suo signore scatta
all’attacco.
-No! Fermo!- Leonard fa per
alzare il braccio, che vede bruciare uno dopo l’altro tutti i
suoi compagni.
-Nessuna pietà!-
Riaser è totalmente impazzito per la paura di
perdere… e a farne spese sono i compagni innocenti del
Patriarca…
-È da moltissimo che
non combatto…-Leonard si scrocca le dita e fissa con odio il
suo avversario.
I suoi compagni sono ancora
vivi ma gementi… Rias vorrebbe attaccare il suo avversario
ma Issei la ferma.
Issei
-È compito suo.- Le
dice indicando il pugile.
La sfida sta per
iniziare… chi vincerà?
Eccoci
al finale del capitolo, sicuramente vi chiederete: Ma che centrano
queste persone con la storia di Leonard Lycan? Ve lo dico...
assolutamente nulla, se non per recuperare Maeko. Ho voluto rendere il
capitolo più lungo aggiungendoci qualche combattimento qua e
là. Spero che vi abbia fatto piacere e alla prossima!
(Se non riuscite a vedere qualche immagine dei personaggi; vicino ho
lasciato il nome così potete andare a cercare voi
stessi).
P.s.
Si capisce che mi piacciono gli anime ecchi?
Leonard (ironico): Noooo... per carità!
Beh... A presto!
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 3 ***
Rincontrarsi...
Io
avanzo per il campo di battaglia… ho gli occhi che
s’illuminano di una luce vermiglia, mi levo il saio di
reverendo restando così
con una maglia leggera addosso.
-Attento
ragazzino… sono campione di pesi massimi di
pugilato.- Avverto il mio avversario.
-Chi
se ne frega!- Lui scatta in avanti e sferra un pugno
molto veloce… ma non abbastanza da sfuggire ai miei occhi.
Piego la testa di
lato ed evito l’attacco, rispondo con un jab allo stomaco.
Il
colpo lo lascia sorpreso, decido di continuare eseguendo
un gancio e una serie di combinazioni, tenendo in considerazione di non
consumare le energie sferrando attacchi inutili e ciechi. Eseguo una
combinazione: Pugno destro, pugno sinistro, pugno sinistro e montante
al mento
con il braccio destro.
Riaser
s’allontana dal raggio dei miei pugni e io
m’appresto a mantenermi sulla difensiva. Muovo il busto
all’indietro
mantenendomi il viso coperto con gli avambracci.
La cosa fondamentale per me, è stancare
l’avversario, diminuirgli la resistenza… ma non
sempre funziona, spesso i
grandi campioni hanno una resistenza molto lunga e il timer
può giocare a tuo
sfavore.
Ma
qui ho tutto il tempo… continuando a muovere il torso e
coprendomi la faccia creo una specie di barriera… che
può essere facilmente
elusa dai professionisti.
Ma
il mio avversario non è poi un gran picchiatore. Riaser
si stanca di questo ritmo e decide di giocare sporco, vorrebbe colpirmi
alle
gambe. Io gli rispondo con un calcio laterale che lo ferisce al fianco.
Attenzione…
l’attacco utilizzato è della kickboxing. Questa
disciplina sportiva è simile al pugilato ma ha origini
orientali.
Senza
perdere l’equilibrio mi concentro a gonfiagli la
faccia… con jab, ganci, montanti, combinazioni e serie.
Il
biondo playboy rischia seriamente di afflosciarsi su se
stesso, io gli afferro le spalle e lo aiuto a mantenersi in piedi, gli
dò anche
qualche pacca d’incoraggiamento sulla guancia.
-E…ehi…
tutto ok? Sei ancora tra noi? Te la senti?- Nella
mia voce non vi è cattiveria o presa in giro.
-Lasciami!-
Lui alza le braccia allontanando le mie mani
dalle sue spalle e senza che me renda subito conto, lui mi respinge con
una
forte onda d’urto. Io riesco a mantenermi in piedi, ma gli
altri vengono
sbalzati via.
-Ha
deciso di utilizzare il potere della fenice… ora solo
una cosa santa potrebbe fermarlo.- Issei mi spiega mentre è
aggrappato al suolo
e stringe a sé Rias.
-Ho
capito…-Affermo con l’aria tranquilla, faccio un
ampio
respiro… e poi urlo: -Idropompa!- Dalla mia bocca sparo una
violentissimo e
potente getto d’acqua che investe la lingua di fuoco.
La
fenice si accascia al suolo e…
-Siamo
tornati nel mondo normale!- Schro si guarda in giro
mentre mantiene in alto la testa del capitano Hans, il quale
è rimasto a terra
con la pancia in giù.
-Già…
fratelli!- Io allargo le braccia e parlo ai i miei
compagni.
-Vi
ringrazio per essere giunti in mio soccorso e come
ricompensa… vi lascio le donne!- Io rido mentre vedo i miei
compari pelosi scattare.
Ora
come ora sono più interessato a sapere che fine abbia
fatto Maeko.
Il
mio avversario è ancora semi-svenuto e noto che nella
stanza non solo ci siamo solo noi dei Werewolves ma anche i pezzi della
scacchiera di Phoenix e due donne che non ho mai visto prima.
Con
degli schiaffi ben piazzati, sveglio il
bell’addormentato.
-Ragazzo,
abbiamo giocato abbastanza.- Assumo la mia
miglior faccia minacciosa (non che ci voglia molto nel mio
caso…).
-Che
diavolo vuoi da me?! Sei sbucato dal nulla, hai
massacrato le mie pedine e mi hai fatto prendere la polmonite!- Raiser
è
diventato bollente di collera.
-Integra
Hellsing mi ha mandato qui con Hans. Lo scopo è
ritrovare Maeko, la figlia di Nosferatù e
di un angelo caduto.- Spiego mentre lo osservo.
-Maeko?!
Lavora al mio night club come cantante… eccoti
l’indirizzo, in cambio non farti più rivedere!- Il
biondo mi dà un biglietto
del suo locale prendendolo dalla tasca della sua giacca rossa.
-Ok,
lo dicevo che le buone maniere servono!- Dico mentre
lascio la stanza senza salutare nessuno.
Una
volta fuori dalla scuola, parlo al mio compare:-Tu vai
a casa, il tuo dovere lo hai fatto. Non preoccuparti per me, recupero
Maeko e
poi ti informerò via telefono.-
*Dissolvenza
stile film sul viso fiducioso e obbediente di
Hans che annuisce*
“La
notte è giovane…” mentre
penso a ciò, osservo in lontananza
l’insegna al neon del locale notturno della fenice.
Per
questo evento ho deciso di cambiare il mio look:
Cappelli tagliati e tirati all’indietro, una bandana con
disegnato sopra un
teschio bianco su sfondo nero in capo e la barba rasata. Indosso una
maglia
bianca a righe rosse orizzontali, un impermeabile nero che nasconde i
particolari del mio fisico, un pantalone marrone con
l’elastico e per finire un
paio di scarpe con il tacco.
“L’ultima
volta che io e Maeko ci siamo incontrati ero più
o meno così, i vampiri hanno la memoria lunga.” Do
un’ultima occhiata in giro
prima di iniziare il mio show.
“Spero…”
Aggiungo in correlazione a quello pensato prima
mentre vado incontro al buttafuori del locale.
-Salve,
è qui il locale “Anima danzante”?-
Chiedo
garbatamente all’omaccione.
-Si,
fatti perquisire prima di entrare.- L’omaccione mi
controlla con una specie di metaldetector.
Lo
lascio fare e poi mi dà il via libera. L’entrata
è un po’
penosa ma l’interno è quello di un vero locale di
classe. Mi gratto il mento
mentre mi avvicino al bancone, se voglio trovare Maeko dovrò
chiederlo al barista.
-Scusi,
sono qui per vedere Maeko.- Gli chiedo schietto.
-Che
novità! Tutti voi siete qui per vederla.
Comunque…- Mi
riempie un bicchiere con un liquore superalcolico e aggiunge:-Arriva a
minuti.-
“Sì,
ma da dove?” Mi chiedo mentre sorseggio il beveraggio.
Un scosciare
d’applausi si sente per la sala. Mi rendo
conto che è caduto il buio più completo, mi
guardo in giro spaesato e poco dopo
dei riflettori si accendono illuminando un punto del palco. I tendoni
si alzano
mostrando una donna dai lunghi capelli neri e vestita con degli abiti
tipici
delle donne russe, una specie di pelliccia bianca con un cappello a
cilindro
bianco… è Maeko! Ma che ci fa qui?
Rawr!
I have a heart, I swear I do
But just
not, baby, when it comes to you
I get so
hungry
When you
say you love me
Hush, if
you know what’s good for you
I think
you’re hot, I think you’re cool
You’re the
kind of guy I’d stalk in school
But now
that I’m famous
You’re up
my anus
Now I’m
gonna eat you, fool
I
eat boys up
Breakfast
and lunch
Then when
I’m thirsty
I drink
their blood
Carnivore,
animal
I am a
cannibal
I eat boys
up
You better
run
I
am cannibal
I am
cannibal
I’ll eat
you up
I am
cannibal
I am
cannibal
I’ll eat
you up
Whenever
you tell me I’m pretty
That’s
when the hunger really hits me
Your
little heart goes pitter patter
I want
your liver on a platter
Use
your finger to stir my tea
And for
dessert I’ll suck your teeth
Be too
sweet, and you’ll be a goner
Yep, I’ll
pull a Jeffrey Dahmer
Oh ooh
whoa oh
Oh ooh
whoa oh
Oh ooh
whoa oh
Oh ooh
whoa oh
Oh ooh
whoa oh
Oh ooh
whoa oh
Oh ooh
whoa oh
Oh ooh
whoa oh
I
love you
I warned
you
Rawr!
Io ascolto con molta
attenzione questa musica… è lei che la
canta. Io sorrido. È proprio la sua canzone.
Applaudo
con molto vigore mentre lei s’inchina e poi
sparisce dietro le quinte. Mi alzo e decido di raggiungerla mentre mi
faccio
largo tra la gente, con una spallata colpisco un signore molto alto e
con i
capelli biondi e corti e con una cicatrice in faccia, mi supera. Se la
persona
che io ho visto fugacemente non fosse morta undici anni fa ci giurerei
che
fosse Alexander. Scuoto la testa e dico: -Nah, improbabile!-.
Con la
mente concentrata su Maeko la raggiungo dietro le
quinte. La vedo entrare nella sua stanza. Avanzo e in pochi minuti sono
di
fronte alla porta che mi separa dalla donna che mi ha salvato la vita
sullo
zeppelin.
“Ok,
non devo fare altro che bussare e…” resto impalato
di
fronte alla porta e non oso nemmeno alzare il braccio. Qualcosa mi ha
paralizzato. Non so spiegarmelo ma provo una profonda emozione e
nostalgia e
moltissime domande mi affollano la mente. Mi asciugo le mani lievemente
sudate
sulle cosce e faccio un ampio respiro . Due colpi veloci alla porta.
-Avanti…-
La voce m’invita ad entrare. Io abbasso la
maniglia e faccio un passo in avanti.
-Si
può? Sto entrando.- Dico mentre studio l’ambiente
circostante: sembra la stanza di una star hollywoodiana, vi
è anche uno
specchio da parete con le luci accese. È lì dove
si prepara prima dello
spettacolo. Sullo schienale della sedia vi è quella
pelliccia che lei ha usato
durante lo spettacolo canterino.
Le mie
mani partono da sole… prendono con lentezza il vestito
e strofino sul naso il colletto. Una fiamma di emozioni mi sconvolge
l’animo. È
come se quella pelliccia avesse catturato una parte
dell’essenza di
quell’accattivante vampira dal sangue angelico.
Annuso
continuamente cercando di imprimere quanto più possibile
quell’odore nelle mie narici, mi
fermo dopo un po’ e ripongo tutto al suo posto. Mi guardo in
giro ma non noto
nessunissima presenza umana…
-Scusate?
Sono qui. C’è qualcuno?- Mi levo la bandana e la
intasco nel mio impermeabile.
-Avanti…-
Una voce come la precedente mi porta verso alcune
tende chiuse accanto a un piccolo e modesto guardaroba. Apro con un
gesto
fulmineo e i miei occhi vedono un pappagallo dal piumaggio giallo e la
coda
rossa. Un pappagallo che avrà la vita molto breve.
-Che
diavolo ci fa un pappagallo vicino alla finestra e con
le tende chiuse?- Mi chiedo mentre osservo il volatile comodamente
appollaiato
sul trespolo.
-Mi
chiamo Agri. Sono la mascotte del locale… quella donna
dai capelli neri mi ha chiuso qui dentro.- Mi spiega con viva
intelligenza. Ok,
se risponderà alle mie domande, avrà la vita
lunga…
-Senti
coso…- Inizio sbrigativamente ma vengo interrotto
dalla voce del pappagallo: -Agri! È il mio nome.-
Sospiro
e riprovo:-Agri… mi puoi dire dov’è
Maeko? Sono un
suo vecchio amico…- Cerco di sembrare più calmo
possibile.
-Maeko
è scappata da qui… non ho capito
dov’è ma se farai
in fretta puoi raggiungerla.- Mi consiglia il volatile, io sorrido,
ringrazio e
chiudo di nuovo le tendine.
Esco
dalla stanza e facendomi largo tra la gente esco dal
locale.
-Ehi
voi!- Il buttafuori attira la mia attenzione e io gli
rispondo con un jab veloce che lo fa volare sulla palazzina di fronte e
atterrare
sul letto di un gay che abita lì.
Io mi
trasformo in lupo mannaro e decido di seguire le
traccia olfattiva lasciata dalla vampira. Mi muovo verticalmente tra le
finestre dei palazzi, di tanto in tanto salto tra un palazzo
all’altro e cammino
a quattro zampe sui muri come quei
videogiochi platform.
Il viaggio è lungo e delle volte ho l’impressione
di sbagliare strada. Sento
dei rumori di lotta provenire da un quartiere piuttosto malfamato. Vedo
alcuni
vampiri dalla pelle squamata e molto aggressivi, sono alquanto
numerosi.
Cercano di sopraffare un’unica persona e in più
vedo anche un bambino.
“Maeko…”
Sospiro mentre la vedo lottare come una leonessa e
ben priva di ogni grazia e gentilezza che io ricordo del passato.
Lei
con le unghie e con le zanne ben visibili e
insanguinate fa a pezzi ogni singolo essere squamoso che le si para
avanti.
Sembra intenzionata a proteggere quel piccolo ragazzino di sei o sette
anni. Mi
chiedo perché… l’unica spiegazione
plausibile è…
“Un
figlio?” Se sì, da quando lo ha avuto? E inoltre chi
sarà il padre? Perché diavolo
dovrei importamene di queste cose, quando sappiamo entrambi
tutt’è due che lei
non mi interessa? E… Leonard ti stai rendendo conto che stai
pensando da solo
come un imbecille mentre Maeko rischia di farsi ammazzare?
Oh… giusto!
Ululo,
scatto in avanti e con delle ponderose zampate
inizio a fare una strage di vampiri… afferro uno di loro e
gli strappo la
colonna vertebrale, un altro lo apro in due, ad un altro ancora gli
piego la
schiena in modo irregolare e per irregolare vuol dire
all’indietro. Insomma mi
sfogo in modo fantasioso a eliminare i nemici. In breve io e Maeko
riusciamo a
fare la differenza. Una volta terminata la mattanza ritorno nella mia
forma
normale. Ovviamente sono semi nudo per la lotta.
-Maeko!
Da quanto tempo!- Mi avvicino a lei per
abbracciarla ma lei dev’aver
equivocato
il mio comportamento visto che mi molla un pugno in pieno naso.
-Fermo!
Anche se mi hai aiutato e conosci il mio nome, non
sono una tipa facile!- Lei si ricompone e si concentra sul bambino.
-Meno
male che non lo sei! Cazzo, hai dei pugni pesanti!-
Commento mentre cerco di fermare il flusso di sangue dal mio naso.
-Umpf… mettiti
qualcosa addosso prima di parlarmi!- Lei m’ignora bellamente
e carezza il
bambino dai capelli biondi.
-Ok…-
Io spicco un balzo e prendo l’impermeabile lasciato
sul tetto della palazzina e lo indosso.
-Possiamo
parlare ora?- Mi ripresento di nuovo di fronte a
lei.
-Tsk…
non c’è molto da dire, grazie per avermi aiutata,
il
mio nome lo conosci quindi arrivederci.- Lei si carica il bimbo sulle
spalle e
fa per andarsene.
-Maeko!
Sono Leonard Lycan!- Urlo come per far sentire a tutti
la mia identità.
Lei,
che si stava allontanando, si bloccò di colpo e si
volta nella mia direzione…
-Tu…
sei molto cambiato.- Lei mi fissa con gli occhi
sgranati.
-Ma
sono io! Mi devi un favore!- Dico riferendomi al
macello appena compiuto.
-Tsk…
credevo che i lupi mannari avessero la memoria lunga,
io ti ho salvato quella volta allo zeppelin. Ora siamo pari.- Lei mi
sorride e
riprende ad allontanarsi.
Io
perdo la pazienza, perché diavolo mi evita? Come minimo
mi dovrebbe abbracciarmi o almeno chiedermi che fine ho fatto per ben
11
lunghissimi anni!
Con un
gesto molto audace le poggio la mia mano destra
sulla sua spalla sinistra e tiro in modo tale da farla voltare di
scatto e
avvicinarla molto velocemente da me. I nostri visi sono molto vicini e
posso specchiarmi
nei suoi occhi color rosso sangue e lei nei miei occhi color rame.
-Leonard…-
I nostri respiri s’intrecciano e posso sentire
come lei sia molto emozionata da questo momento.
Io,
con estrema crudeltà, m’allontano. –Chi
è il bambino?-
Le chiedo.
-Uh…
ehm… è
il
figlio di Integra Hellsing, è il mio padrone.- Lei ha il
viso un po’ arrossato
ma cerca di mantenere un contegno dignitoso come suo padre.
-Com’è
successo?- -Beh, io l’ho salvato da alcuni lupi e
abbiamo stretto un patto come Alucard con Integra.- Mi spiega
rievocando i suoi
ricordi.
-Come
ti chiami figliolo?- Con il tono gentile e pacato
chiedo al biondino il suo nome.
-Walter
Hellsing…- Curioso nome… è lo stesso
di Walter,
l’ex-maggiordomo di Integra, chissà che fine ha
fatto.
-Beh,
piacere! Sono Leonard Lycan, sono certo che andremo
d’accordo… ti piacciono i lupi mannari?- Io spero
in una sua risposta positiva
e la possibilità di avere un possibile intermediario tra noi
e lo Hellsing.
-No!
Puzzano, sono selvaggi e traditori!- Speranza vana! Io
resto un po’ sbigottito, non sarà facile
conquistarsi la sua fiducia… mentre
penso a ciò gli chiedo:-Che ne sai effettivamente dei lupi
mannari? Ne hai mai
visto uno?-
-No,
ma mi fido di Alucard…- Walter si sporge leggermente
dalla spalla di Maeko.
“Ancora
lui? Mai che non lo incrocio!” Sbuffo seccato, e
aggiungo: -Bene, si dà il caso che io sono uno di loro e
dimmi… come sono?-
-Sei
un lupo mannaro? Sei peggio degli
altri! Non hai senso della misura!- Temo proprio che Integra
dovrà fare un po’
a meno del suo bambino… “Che arroganza!”
Ghigno sommessamente…
-Su,
Walter, non fare il maleducato!
Costui ci ha dato una mano, mostra un po’ di gratitudine.-
Non si sa ma lei ha
intuito che rischiavamo di fare a botte ed è intervenuta a
fare da paciere, e ancora,
si dimostra molto materna nei confronti del bambino.
Geloso?
Nossignore! Solo dubbioso…
Decido di spiegarle il motivo per cui sono qui.
-Aldilà
del semplice motivo di rivederti
devo comunicarti che Integra vi vuole in Giappone e… per
essere precisi, alla
Federazione dei Vampiri.- Lei mi ascolta con vivo interesse e annuisce.
-Ok,
se lo dice la padrona, il cane
obbedisce…- Lei dice questa frase senza troppa convinzione.
Mi sa che sono
successe moltissime cose… dovrò
approfondire…
Prendo
il palmare dalla tasca
dell’impermeabile nero e
faccio una
veloce telefonata al mio braccio destro… Hans.
-Ho
capito, qui la situazione non è
normale…- M’informa con il tono
gravoso… -Riceviamo segnalazioni per tutta
Inghilterra… riguardano i vampiri, l’ultima
segnalazione è stata di una
famiglia brutalmente massacrata da entità sconosciute ma non
vi sono dubbi che
siano vampiri.-
-Ordinaria
amministrazione allora. Hans,
l’obiettivo è questo: mantenere l’ordine
e informatemi di eventuali sviluppi.-
Dico questo e poi, assicurandomi che Maeko non senta, aggiungo: -Ho
visto un
tizio che somigliava paurosamente al defunto padre Alexander Andersen.
Non so
se è un fantasma, un messia mandato sulla terra o qualsiasi
cosa… Hans,
ascoltami… indaga per conto tuo e vedi che puoi
scoprire… conto su di te.-
Chiudo
la chiamata e torno da Maeko che,
nel frattempo, discute con il piccolo erede dei Hellsing.
-No,
è escluso. Non cercherò di
ucciderlo! Anche se è un ordine tuo e ti sta antipatico solo
perché ti ricordano
quei lupi che ti hanno aggredito tempo addietro. L’unica cosa
che posso fare è
assicurarmi che stai bene e se quel tipo lì,
cercherà di nuocerti un capello,
io interverrò, è chiaro? E non provare a
ingannarmi perché comunque lo verrei a
sapere prima del tempo. Ora fa il bravo che ti riporterò da
tua madre.- Maeko
non si accorge che io sono proprio in sua prossimità e ho
l’udito fine.
“Farò
finta di nulla… tanto non è
importante.” Penso a ciò mentre chiedo a Maeko
ciò che vuole fare.
-Andrò
prima alla magione degli Hellsing
a prendere le mie cose, poi procederò da Integra.- Lei
spicca un balzo e
atterra sul tetto di uno dei palazzi. Si volta e fa
l’occhiolino.
-In gamba, Leo!- Mi saluta
e io rispondo
con il pollice alzato.
Eh già, sono ancora
qua! Non so come ma sono riuscito a scrivere un capitolo abbastanza
decente e a postarlo. Purtroppo non so bene se sarò di nuovo
fortunato con il prossimo. Mi raccomando lasciatemi una recensione. Io
vi lascio una piccola anticipazione... nel prossimo capitolo parleremo
di Maeko e del suo rapporto con le persone che conosce. A presto!
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 4 ***
La Federazione dei Vampiri.
Maeko
arriva alla villa del casato dei
Hellsing, entra per una finestra socchiusa e con il passo felpato
s’incammina
per i corridoi eleganti e adornati da quadri antichi e qualche vaso di
ceramica
con i fiori esotici che interrompevano la monotonia dello sfarzo.
Walter
cammina al fianco della donna, stringendo la sua mano e non nasconde di
essere
timoroso di tutto quel silenzio che regna.
-Maeko…
ma mamma è andata via?- Walter
cerca di non spaventarsi e soprattutto confida in Maeko che la vede
come una
sorellona.
-Secondo
Leonard, mamma è via… su, non
preoccuparti, andiamo in camera mia.- Lei accede le luci e
ciò serve ad
allentare il senso di vuoto. La stanza di Maeko è nei
sotterranei, quindi
bisogna scendere. Maeko mentre attraversa gli stretti e augusti
passaggi il suo
pensiero, curiosamente, si sposta verso quel licantropo…
“Leo…
mi dispiace di essere stata così
fredda… ma non devo mostrare debolezza.” Lei si
giustifica la sua reazione
iniziale, il duro lavoro di assassina a fianco di suo padre
l’ha inaridita. L’unica
forma d’umanità e comprensione che le è
rimasta è Walter… quel piccolo figlio
di Integra ingenuo e curioso del mondo… lei con lui
è molto più aperta e
socievole. E ciò è una debolezza, secondo suo
padre. Maeko interrompe il suo
flusso di pensieri per aprire la porta della sua camera. Essa
è molto semplice
ed essenziale. C’è da chiedersi che cosa
c’è da prendere… La vampira lascia che
il bambino si sieda sul suo giaciglio e lei chiude la porta.
-Aspetta,
va bene?- Lei con il tono
fermo ma gentile, invita Walter a non fare confusione. Lei prende lo
strettissimo necessario per la sua missione… oltre alle armi
e corazze da
eroina fantasy prende anche alcuni album da disegno. Quello che
più le
interessa è quello dalla copertina azzurra.
“Qui
vi sono i miei ricordi…” Lei infila
il libretto nella sua borsa. Se prima pareva una donna nobile ora
sembra una
sorta di principessa guerriera.
-Walter,
andiamo.- Lei esce dalla stanza
e prende la direzione per il tetto… ad attenderla vi
è un caccia da guerra,
simile di quello usato da suo padre contro la portaerei tedesca dieci
anni fa.
Lei
prende posto di pilota mentre il
biondino si accomoda in mezzo alle sue gambe flessuose. Con una certa
maestria,
inizia la procedura di decollo e aiutandosi con la bussola prende la
rotta
verso il Giappone. Maeko non sa ancora cosa la attende...
“Che
curiosa vicenda… quel lupo sembrava
preoccupato per me.” Sorride e aggiunge:
“Tsk… sono capace di badare a me
stessa, così ho iniziato e così
finirà!”
La
figlia di Alucard sospira… e
incoscientemente passa una mano al collo… vi dondolava una
piccola croce d’oro
con una pietra rossa. La particolarità è la forma
di drago impressa sopra. L’unico
ricordo di sua madre…
“Mamma…
stammi vicina.” Una lacrima le
solca le guance.
Il
viaggio non è molto lungo ma all’arrivo,
il sole già mostra i suoi raggi arancioni…
dà un senso di rinascita eterna.
Ciò
che lei vede è una piattaforma con
un H disegnata sopra… senza dubbio è una zona
d’atterraggio… Lei mentre procede
a planare nota che Walter si è addormentato… e da
quando?
“Beh,
lo terrò in braccio.” Lei apre
l’abitacolo,
si alza in piedi e con il bimbo sulla spalla fa un balzo e scende.
Si
guarda in giro e si sente il suolo
abbassarsi… una piattaforma mobile, dunque.
Ad
attenderla vi è Seras Victoria… lei è
come sempre allegra e giovale. Si offre di prendere in braccio Walter e
aggiunge:-Alucard e Mina ti stanno aspettando… fai
attenzione, l’aria che si
respira è tagliente come un coltello.-
Maeko
annuisce e, senza tanti preamboli,
prende la sua strada. I suoi sensi di vampira l’avvertono di
un pericolo
imminente… fa in tempo ad eseguire una capriola
all’indietro e vede una figura
sfrecciare via dal suo nascondiglio.
-Chi
è?!- Maeko estrae dalla fondina una
pistola benedetta e la punta al suo aggressore.
-Mh…
niente male!- Il tipo è un
licantropo… porta i capelli lunghi e indossa un completo
elegante e bianco. Lui
s’accarezza la barba mentre si presenta:-Sono Alphonse Medici
Borgiani ma per
lei sono Alphonse. È riuscita ad evitare il mio benvenuto-.
-Devo
dire che non l'ho apprezzato molto…- Commenta lei mentre
apre il fuoco contro l’elegantone:-Permettimi
di ricambiare!-
Alphonse
sfrecciò in avanti bloccandole
il braccio e cercando di farla cadere a terra. Maeko usa il braccio
libero per
contrattaccare con un manrovescio rivolto al viso.
L’improvvisa reazione fa
sbilanciare il Medici facendolo voltare verso il muro del corridoio.
-Ora
dimmi che devo fare?!- Lei
essendosi liberata dalla presa del tipo afferra i suoi lunghi capelli
color del
grano e lo sbatte due o tre volte contro il muro.
-Calmati…
dio mio.- Il tizio cercò di attutire
il dolore della fronte mettendosi una mano.
-Ora
dici di calmarmi? Ma non sono
ancora arrabbiata.- Lei con molta malizia e gusto sadico gli pesta un
piede
con il tacco a spillo dei suoi stivali che le arrivano fino alla
coscia.
-AAAAAhhh!
Lasciami andare!- Lui quasi
cercava di non piangere per il dolore. Non si sa perché ma
Maeko più vedeva
quella faccia da schiaffi più aveva voglia di inferire.
-Maeko!
Vedo con piacere che ha già
fatto conoscenza con il playboy della Federazione.- A parlare
è stato niente
meno che… André, il discepolo e amico di Maeko.
-Tu?!
Che ci fai qui?- Maeko senza
lasciare la presa e, anzi, aggiungendo anche un colpo in pieno stomaco
con la
canna della sua pistola che non ha lasciato durante la breve
colluttazione si
rivolse al suo allievo.
-Su
andiamo… Integra e tua “sorella”
stanno discutendo da molto tempo e gradiscono un tuo parere.- La frase
è molto
oscura per lei.
-Che
intendi dire?- Lei si decide a lasciare
il lupo mannaro e dedicarsi all’angelo traghettatore.
-Qualcosa
di grosso è nell’aria… mi sa
che dovrai rivendicare la tua origine di figlia di Tepes.- Con questa
frase la
invita a percorrere il lungo corridoio che l’avrà
portata al cospetto dei suoi
simili.
Maeko
la prima cosa che vede è una sala
molto ben illuminata ed elegante… come si confà a
una persona importante come
la figlia legittima di Dracula.
-Salve…
con chi ho il piacere?- Maeko
non nasconde di sentirsi a disagio e l’unica cosa che le fa
mantenere il sangue
freddo è l’elsa della spada di sua madre appesa a
mò di ciondolo sul collo.
-Mh…
così lei è Maeko.- Una bambina di
dieci anni avanza di fronte alla donna.
-Sono
Mina Tepes, la figlia legittima di
Dracula. Sono molto onorata di conoscerti.- Nonostante la gentilezza
dimostrata
vi è anche una nota di amarezza e di superiorità,
soprattutto alla parola:
Legittima.
“Che
sfrontata…” Maeko sorride e
ricambia il saluto.
Qualche
minuto dopo arriva anche
Alphonse, un po’ malmenato ma ancora vivo.
-Tepes…
devo essere onesto, lei è una
tipa tosta!- Afferma rivolgendosi all’angelo.
André
ridacchia non curandosi dello
sguardo di quest’ultimo. Il discepolo non perde mai la
fiducia di chi lo ha
allevato.
S’aggiunge
anche Victoria…
-Maeko,
tutto ok! Il piccolo Walter sta
dormendo in camera sua…- Maeko sorride e congeda i suoi
compari e lo stesso lo
fa anche Mina…
-Dobbiamo
parlare.- Dice solo questo al
lupo biondo il quale annuisce e s’allontana con gli altri.
Una
volta soli Mina invita Maeko ad
accomodarsi su un divano che sta nella stanza. Maeko
s’accomoda e allo stesso
tempo si chiede che cosa sia mai successo.
-Fissati
bene questo… è l’ultima volta
che mi comporto da amica, perché poi saremo rivali.-
Puntualizza la bambina
mentre s’avvicina a lei.
-Che
diamine…?- Lei è sempre più
confusa…
-A
mezzogiorno arriveranno delle persone
alquanto importanti… diciamo che sono dei vampiri
originari… Tu comportati bene
e allora ne usciremo con sorrisi e pacche sulla spalla ma se
commetterai errori
allora sarà molto più incasinato di come lo
è ora.- Il tono è serio e molto
misurato.
-Non
sono interessata a questo! Sono qui
perché Integra mi voleva! Anzi è ciò
che mi ha detto Leonard!- Maeko s’alza di
scatto e s’allontana dalla ragazzina… non si sa
perché ma a lei le sta molto
antipatica.
-Aspetta!
Dove vai?- Mina la osserva
allontanarsi.
-Me
ne torno a casa, il bimbo l’ho
riportato da sua madre e a parte questo non ho altro da fare!- Maeko
dicendo
ciò apre la porta.
“Così
vado pure a vedere Leonard…” Lei
arrossisce lievemente. Fa per oltrepassare la porta e…
-Chi
è Leonard?- Maeko si sente tirare
la maglia e voltandosi vede il viso di Mina… è
molto diverso da prima… è più
fanciullesco
e curiosa.
-Leonard?
È un amico mio… è un lupo
mannaro.- Lei decide di non uscire… almeno non subito.
-Davvero?
Interessante! Dimmi di più.- -Uff…
ne so poco di lui… chiedi a Integra.- La risposta delude
Mina…
-Oh…
va bene lo stesso! Per piacere…
anche se non ti interessa rimani a pranzo!- Come rifiutarsi a un invito
così?
“Almeno..
forse scoprirò qualcosa in
più…”
Maeko annuisce alla sua simile.
Accidenti...
non lo aspettavo di riuscire a postare questo capitolo per
tempo! Ma non ci sperate molto... per il prossimo mi dovrò
concedere una pausa di riflessione! Finchè non
avrò riordinato la trama... perché mi sto
rendendo conto che sta diventando sempre più intricata!
Non ci pensiamo e... via all'angolo del Lupo!
Un nuovo studio rivistato e arricchito con tantissimi gadget come orsi
imbalsamati, divano in pelle umana per Leo, una poltrona da ufficio con
uno dei braccioli opportunatamente modificato con una prolunga per
reggere il telefono e il tablet, tappeto in pelle di ocelot e il tutto
con un ampia vetrata che fa entrare la luce.
King avanza per la stanza, si accomoda sulla poltrona e mette l'aria
condizionata calda.
King (accendendo il tablet): Bene.... accidenti quante domande! Siamo
indietro di ben due capitoli.
Leonard entra nella stanza e si stravacca sul divano a mò
d'imperatore romano. Una domestica gli versa un vino pregiato.
Leonard (bevendo): Sono pronto con le domande.
King: Cominciamo con Zeressa, sai? Penso che sia diventata una tua
fan...
Leonard: Ne sono onorato.
King: Allora... Se ti sposi dove la farai la cerimonia?
Leonard: Ma ancora devo trovarmi la mia donna!
King: Lo so! Ma se dovresti?
Leonard: Mah... lo lascerei scegliere alla mia sposa... ma non mi
spiacerebbe andare in qualche posto con le palme.
King (sospiro): Che originalità!
Leonard: Che c'è di nuovo?
King: Chi avresti scelto come tuo vice al posto di Hans?
Leonard: Uhm... probabilmente Schro... anzi non conviene... allora
facciamo il primo che si dimostri abbastanza inteligente e capace di
risolvere un equazione.
King: Perchè tu sì? E dimostralo!
King porge a Leo un foglio pieno di Equazioni di primo, secondo, terzo
e gradi superiori al terzo.
Leonard (tre ore dopo...): Ecco... risolti tutti!
King (leggendo un foglio pieno di strani segni.): Ehmmm.... ma che sono
questi simbolini?
Leonard (sorridendo): Mi dispiace ma non ho ancora appreso appieno la
teoria delle siringhe...
King (grattandosi la testa): Eh... penso che vada bene lo stesso.
Passiamo a Nyaa.
Leonard (sorridendo mentre la cameriera gli massaggia la schiena):
Figo! Che si è inventata?
King: Beh, mi chiede di diventare suo fratellone... è un
ottima idea! Sa tanto di proposta matrimoniale ma... il fine
è diverso!
Leonard: A parte questo?
King: Sbufff... sei antipatico sai? Vorresti diventare donna?
Leonard (inarcando un sopraciglio): Donna in senso di trans?
King: No, proprio donna, gender bender, insomma!
Leonard: L'idea non mi attira... (rivolgendosi alla massaggiatrice)
Donna! Fai più piano, le mani sono pesanti!
King (alza lo sguardo dal tablet mentre cerca le domande): Ma la
domestica è andata via una mezz'ora fa... Oh dio...
Leonard (Iniziando a preoccuparsi): King? Che succede? Chi mi sta
massaggia.... A-aa-a-- Non respiro...
King (Posando il tablet): Francis! Che diamine!
Francis (con le mani sul collo di Leo): Per causa di questo cane... hai
lasciato la mia storia nel dimenticatoio!
King si alza dalla poltrona andando a sbattere con il pacco suo sul
bacciolo modificato.
King (cercando di non urlare): Porco Cane! Che dolore! (urla come
Massimo Boldi) Francis, a Natale mi concentrerò alla tua
storia, va bene?
Francis viene sedato dagli infermieri e lasciato dormine sul divano.
King (con una borsa del ghiaccio in mezzo alle gambe e il tablet):
Porca miseria... Quali sono i dolci che preferisci?
Leonard: Tutti!
King: Io preferisco la zeppola. Non resisto!
Francis (parlando nel sonno): Curry Pan...
King fa per dire la prossima domanda ma si blocca... e curiosamente
osserva Leonard carezzare la guancia di Francis... King inarca un
sopracciglio... in sottofondo salgono dei cuori rosa e una musica
indubbiamente Yaoi si sente.
King: "Secondo te chi è seme nella Francis/Leonard?"
Uhmmm... Leonard è più mascolino... direi che
tocca a Francis prenderlo nel...
Leonard (preoccupato per lo sguardo un pò perverso del
autore): King? Che stai dicendo?
King (riprendendosi): Ehm... nulla! Assolutamente nulla!
King aggiunge nella lista delle cose da fare anche un appuntamento
dallo sessuologo.
King: Come vai in greco?
Leonard: Pessimi risultati... ho conosciuto una prof che prima
interroga e poi spiega!
King: 'Azzo! Passiamo a BlackNote20, hai mai pensato di dispensare la
tua infinita saggezza e conoscenza?
Leonard: Per poi finire torturato, bruciato scorticato vivo? Non ci
tengo, grazie!
King: Okay, okay... Le iperbole nemmeno le conosci quindi... beh non so
come a lei le vengono attacchi isterici mentre usa il tablet...
Leonard: Yaaahwwww! C'ho un sonno incredibile! Vado a dormire...
(prende Francis in braccio)
King: Mah... è presto, io vado a studiare, alla prossima!
King esce dalla stanza e lascia i due OC da soli.... da soli.... avete
capito? Da soli....
Al prossimo capitolo! Lasciate le recensioni! A presto!
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Capitolo 13 *** Capitolo 5 ***
Salve
a tutti, come promesso è il nuovo capitolo, è un
pò corto ma è dovuto alla mia mancanza di tempo.
Vi prego di scusarmi e godetevi il capitolo.
Leonard Lycan, Un
curioso incontro.
Leonard
osservò la ragazza allontanarsi
sempre di più… scuote la testa perché
è molto amareggiato.
“Dannata
Maeko!” Leonard guardò le
carcasse già in stato di decomposizione, dei nemici
massacrati.
S’avvicinò
a quello più vicino a lui e
gli prese un pezzo di pelle verdognola… “Non sono
normali… anzi sembrano
modificati.” Era una tesi che il lupo mannaro sosteneva in
quel momento. La
cosa non è chiara, queste creature sembravano controllate da
qualcuno. Qualcuno
che voleva l’eliminazione di Maeko e forse anche delle altre
creature della
notte. Leonard infilò due dita nel teschio dello
zombi-vampiro preso come cavia.
Nulla.
“Che
strano… mi sarei aspettato di
trovare qualche marchingegno o simile nelle zone del
cervello.” Anche se
sembrava un tipo manesco Leo era anche un buon osservatore.
“Ipnosi? Nah…
improbabile. Sono creature senzienti, agiscono per istinto, non
ragionano.”
Leonard lasciò la presa e il cranio andò a
sbattere sull’asfalto. Leonard,
infastidito di non aver scoperto nulla alzò la gamba e
schiacciò il cranio. Il
sangue sporcò la suola della sua scarpa.
“Tsk…”
Leonard si pulì la suola
strofinandola sul pietrisco. Sentì un tuono.
Iniziò
a correre e attraversò i viali di
Londra senza incontrare nessuno a intralciargli il percorso.
Arrivò fino a un
tombino. Fu uno scherzo sollevare il coperchio e tuffarsi
all’interno.
Ora
poteva stare tranquillo… nessuno
avrebbe potuto disturbarlo. Iniziò a camminare fino a
raggiungere un tunnel che
lo avrebbe condotto alla metropolitana. Una volta preso la linea
Londra-Roma,
iniziò a pensare.
“Maeko…
dannazione. Sei stata per ben
undici anni con lo Hellsing ma non ti ricordi di un solo membro della
nuova
Iscariota? O meglio della Lega dei Werewolf? Sei stata con Integra,
Seras e…”
Leonard digrignò i denti…
“Alucard…” Mentre pensò a
ciò, gli balenò come un
fulmine a ciel sereno, una specie di intuizione.
-Alucard…
porca putt…. Lui sa
ipnotizzare! Se ipnotizza gli umani perché non dovrebbe fare
lo stesso con i
ghoul?- Dicendo ciò s’attirò
l’attenzione della brava gente presente nel
pullman e anche del Predator
che in breve avrebbe fatto una strage.
“Oh…
cazzo!” Leonard si buttò da uno dei
finestrini ampi del treno. Il mentre la brava gente cacciò
dalle loro borse,
valige ecc. le loro pistole e uno cacciò dalla custodia del
contrabbasso anche
un fucile AK russo.
Se
domani leggerete sui giornali di un
massacro trucolento, non è colpa di Leonard, ok?
Andiamo
avanti… Leonard arrivò
finalmente alla sua base. Ad attenderlo vi era Schro…
-Salve
Leo! Hai sentito le ultime
novità?- Schro saltò sulla mia scrivania.
-No,
non so di che novità parli.-
Leonard si levò l’impermeabile e si
cambiò d’abito, indossando così una
maglia
semplice e una giacca arancione.
-Si
dice che a Roma, più precisamente
nella città del Vaticano, vi siano segnalazioni frequenti di
persone con
visioni mistiche.- Schro mentre diceva questo giocherellava con un
piccolo
tagliacarte.
-Posalo,
è pericoloso. E comunque…
questo fatto è strano, prima i vampiri, poi la chiesa.-
Leonard s’avvicinò a
Schro e gli tolse il coltellino dalle mani. Il gesto protettivo fatto
dal
patriarca venne interpretato dal gatto come un gesto amoroso.
-Patriarca…-
Schro cercò di avvicinarsi
il più possibile alle sue labbra nella speranza di baciarlo.
-Senti,
vai a Roma e vedi che puoi
trovare.- Leonard si scansò in tempo per evitare le avances
del catboy. Schro
cadde dall’altra parte della scrivania, Leonard gli porse la
mano per aiutarlo
ad alzarsi. Shro non aveva rinunciato alle sua occasione e finse di
cadere in
avanti finendo con la testa sul petto del lupo.
-Mi
perdoni… non volevo.- Schro lo
abbracciò. Imprevedibilmente l’abbraccio venne
ricambiato.
-Schro…
sono etero, non costringermi a prendere
severi provvedimenti.- Nonostante la lieve minaccia, il lupo
accarezzò la testa
del biondino.
-Leo…
volevo dirti che… fra una
settimana è il mio compleanno.- Il gatto gli
confessò che avrebbe voluto
passarlo con il suo padrone.
-Oh…
capisco.- Leo sorrise e strinse
ancora di più il suo piccolo discepolo.
-Facciamo
così, oggi visto che non ho
nulla da fare, andiamo insieme al parco giochi.- La proposta del
patriarca fece
agitare le orecchie di gatto di Schro.
Schrodiger
mostrò al patriarca due
occhioni tenerissimi e un sorriso allegro, niente da fare: Schrodiger
era e
sarebbe rimasto un bambino.
Il
parco giochi dove erano andati era
alquanto originale (era stato il catboy a sceglierlo!).
-Accidenti…
quegli spettacoli parevano
proprio realistici!- Commentò Leonard passando da sotto un
insegna su cui vi
era scritto a caratteri cubitali: DeadMan Wonderland.
-Vuoi
che ti prenda qualcosa, padrone?-
Chiese Schrodiger a Leonard mentre quest’ultimo osservava un
carretto di
dolciumi.
-Una
mela caramellata.- Rispose il
vecchio lupo.
Mentre
il gatto si era allontanato per
prendere ciò che desiderava Leonard, quest’ultimo
vide qualcosa d’imprevisto.
Una
donna indossava un elegante kimono
rosso ed emanava un che di mistico e magico. Leo si soffermò
ad osservare il
suo corpo lungo e le mani con delle dita sottili e semi scheletriche.
“Ma
chi diavolo è? Non l’ho mai vista in
vita mia.” Il lupo mannaro si lisciò la sua barba
cortissima. Si rese conto che
quella donna gli faceva il gesto di avvicinarsi.
Leonard,
avvicinandosi poté osservarla
meglio… aveva dei capelli corvini raccolti in uno chignon e
degli occhi color
marrone tendente al rosso… simili a quelli di Leonard. Non
solo questo ma notò
anche la presenza di un ragazzino molto giovane e che portava degli
occhiali da
studente delle superiori e vestito con una tunica nera. Egli doveva
essere il
domestico della misteriosa donna, visto che reggeva
l’ombrello ed era molto timoroso
di lei.
-Tu
sei Leonard Lycan?- Lei formulò la
domanda con una voce molto delicata e molto gradevole.
-Lo
sono…- Leonard aveva terminato la
frase che poi s’accasciò al suolo.
-Il desiderio è stato
esaudito, il
contratto è stato completato, signor Alexander Andersen.- La
donna pronunciò
quella frase come se il diretto interessato fosse con loro e sorrise.
Eh, lo so....
è una gran bastardata lasciarvi così e sappiate
che per conoscere la fine che farà il nostro vegliardo
lupetto dovete aspettare due capitoli! Vi aspetto la domenica prossima
(salvo complicazioni). A presto!
Angolo del lupo: Leonard risponderà alle vostre domandine
che tanto -ine non lo sono!
King (massaggiandosi le tempie): Accidenti... le ultime interrogazioni
scolastiche mi hanno mezzo rimbambito anzi... togliamo pure mezzo!
Leonard entra nello studio, si siede e poi attende.
King (cercando le domande sul tablet): Tutto ok? Ti vedo tranquillo.
Leonard (Con l'aria tranquilla): Sì... solo che ho uno
strano dolore al didietro.... come se qualcosa di molto ruvido e
lubrificato fosse entrato.
King (un gocciolone gli scende sulla fronte): Non mi sembra che tu ne
soffra particolarmente.
Leonard: Vuoi scherzare? Ovvio che mi fa male ma devo pur proteggere la
mia dignità (o almeno di quello che mi è
rimasto!)
King: Ok, diamo il via alle domande. BlackNote ti chiede se tu, vedendo
una persona in pericolo mortale lo salveresti? Se quella persona
è importante per te?
Leonard (grattandosi i capelli): Mah... dipende dalla natura delle
persone.
King: Come?
Leonard: Se è umano allora va protetto, ma se è
un dio immortale, allora chi se ne frega!
King: Ma se quella persona che so... è debole contro
qualcosa? Per esempio se Maeko fosse debole a un determinato materiale?
O fosse così indebolita da non riuscire a difendersi?
Leonard (ghigno sadico): Allora prenderei un martini e una sedia comoda
e attenderei che la natura facesse il suo corso...
Maeko (sbucando dal retro dello studio armata di spazzolone e secchio
di acqua): Che bell'uomo d'onore che sei! Maledetto bast....
King (meravigliato): "Come ha fatto a conoscere la strada per lo
studio?" Ehmm... moderate il tono e tornate pure alle vostre faccende,
qui stiamo intervistando....
Maeko (con i denti ghignanti e le vene sulla fronte): Zitto te
maledetto occhialuto depravato di anime Ecchi e perdigiorno!
Leonard (terrorizzato e abbracciandosi al suo pony di peluche): Dei
illustri! Ha offeso lo sommo autore di codesta FF!
King (facendo un sorrisetto gentile): Ah... è ciò
che LEI pensa di me... molto bene.
King alza un braccio e schiocca il medio e il pollice insieme. Maeko
magicamente viene legata e imbavagliata.
King (senza smettere di sorridere in modo ambiguo come Sebby-chan): Hai
detto che sono un depravato, non è così?
Benissimo...
King schiocca di nuovo le dita e apparve dal pavimento una leggendaria
macchina, i cui progetti son andati perduti nel periodo della seconda
guerra d'indipendenza e ritrovati nelle catacombe di Alessandria da un
generale tedesco del terzo reich che li passa a uno studioso italiano
Giacomino Siffredi il quale modifica e costruisce la macchina che ora
ci troviamo di fronte.
King: Goditi questa macchina del tentacle rape! (chi ha occhi per
intendere, intenda!)
Leonard: Mio dio... questo è inumano...
King: Ma và non vedi come si diverte? Veniamo a
noi.
King nota che non ci sono più domande e allora si alza e
annuncia:-Ci sentiremo la prossima volta sempre che Maeko si liberi
dalla macchina perché sarà lei la protagonista
del nuovo capitolo. A presto!-
Maeko (Con il bavaglio in bocca e ormai ridotta all'intimo):
MMmmmffffffggggg! (Liberatemi subito!!!!!)
A presto! (Si spera!)
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Capitolo 14 *** capitolo 6 ***
Il paladino
dell'Iscariota XIII
Nota
dell'autore: Siccome ci sono due Mina, una è la moglie di
Alucard (la donna salvata da Leonard Lycan) e quella di "Dance in the
vampire boud" per distinguerle ho deciso di mettere il colore giallo
per la bambina.
Maeko
era veramente impressionata, anche
se non lo dava a vedere. Non si aspettava di vedere tantissimi
esemplari di
tutte le forme e tipi di vampiri. Infatti lei, seduta sul divano del
salotto nella
sede della confederazione dei vampiri poteva avere un quadro abbastanza
preciso
della situazione.
“Hmm…”
Lei sorseggiando del liquido
rossastro ascoltava senza mostrare molto interesse uno dei vampiri.
L’unica
cosa che aveva afferrato è che faceva parte di una famiglia
d’origine europea
occidentale trapiantata in Giappone e che lui aveva
dell’affinità con lo
stress.
Dopo
qualche minuto durante il quale
pareva che Maeko stesse per mandare a quel paese il turchino, si
sentì suonare
una campanella.
-Signori
e signore. Sua eccellenza Van
Tepes di Valacchia, il conte Dracula, morto e risorto diverse volte, vi
attende
insieme alla figlia legittima
Mina Tepes
nella sala magna.- Un vampiro dai capelli rossicci e con un elegante
completo
da maggiordomo avvisò le varie famiglie di presentarsi alla
riunione.
Maeko
come tutti gli altri si alzò
seguendo la lunga massa vampiresca che affluiva verso il portone che
conduceva
al cospetto del primo e unico vampiro originario.
Alucard
indossava degli abiti molto
dark, aveva i capelli che si agitavano muovendosi come se avessero vita
propria, il suo sguardo era sadico, fremente di orgoglio e inumano.
-Straordinario!
Non mi sarei mai
aspettato che sarei tornato alle origini…- Iniziò
raccontando la sua storia da
quando era nato fino ad ora.
(Non
vi tengo a scrivere tutta la sua
storia perché la conoscete tutti e poi sarebbe una palla
madornale ndA)
Le
reazioni della confederazione
completa furono molto varie, ma ciò non pesò poi
tanto ad Alucard che ormai era
quasi posseduto da quello che si chiama sete di potere e dominio.
Maeko,
com’è ovvio, non ascoltò
minimamente ciò che raccontò suo padre
perché lei ancora lo odiava per ciò che
lui le aveva fatto… cioè nascere vampira. Maeko
notò che tra la folla vi era
anche una sagoma familiare…
“Signora
Integra Hellsing… nonostante
lei è un’umana, ha voluto stare al suo fianco. Ma
perché?” Maeko senza quasi
rendersene conto s’avvicinò a lei per parlarle.
-Oh,
Maeko… sei pure tu qui.- Integra
con il sigaro in mezzo alle labbra continuava ad osservare il suo
servo.
-Integra?
Che ci fa qui?- Maeko non
sapeva che Integra era l’unica donna la quale Alucard temeva.
-Per
una volta voglio lasciargli fare il
capo per stavolta- Anche se… lui ne è
consapevole…- L’ultima frase la disse con
quasi un sussurro.
-Che
cosa?- Maeko cercò di sentire un
po’ meglio ma venne distratta dall’arrivo di
André.
-Chiedo
perdono ma il piccolo Walter era
irrequieto e voleva stare con lei, signora Hellsing.- Il nuovo
maggiordomo
degli Hellsing portava con sè il piccolo Walter che
ovviamente allargò le
braccia appena vide la madre.
Integra
prese in braccio il piccolo
bambino e poi si rivolse a Maeko.
-Maeko,
riguardo a prima… ho un
bruttissimo presentimento, non sto scherzando.- Integra si
guardò in giro e,
inaspettatamente, chiese ad André di accompagnarla fuori.
-Certamente
padrona, sarà fatto come lei
desidera.- Anche André era dubbioso ma ciononostante non
venne meno ai suoi
doveri di maggiordomo e guardia del corpo di Integra.
“Ma
che diamine avrà voluto dire? Che
presentimento aveva?” Maeko si voltò per osservare
la riunione, tutto procedeva
in modo abbastanza consono e tranquillo, “Che potrebbe mai
succedere? Già il
fatto di per sé… effettivamente è
strano. Mio padre che diventa di nuovo il
capo di tutti i vampiri e nessuno che potrebbe
ostacolarlo…”. La mezza angelo e
mezza vampira notò anche che alla riunione vi era anche una
misteriosa donna
dai capelli corvini che affermò di chiamarsi Mina Tepes, ma
a parte il nome era
diversa dall’altra Mina,
quella dai capelli
biondi e dal petto piatto come una tavola.
Alucard
ridacchiava continuamente e la
sua legittima figlia parlava anche con l’ausilio dei media a
tutti i vampiri
presenti o meno alla riunione. Da quello che Maeko era riuscita a
comprendere,
era questo: Una nuova rinascita di vampiri e la possibilità
di condividere con
gli umani, la loro esistenza…
Maeko
si chiedeva se ciò era fattibile e
se non si rivelasse un’arma a doppio taglio.
“Se
Leonard fosse qui cosa avrebbe
detto?” Lei, d’improvviso, si sentì
ripensare a quell’ uomo.
-Probabilmente
avrebbe sbuffato e se ne
sarebbe andato dalla stanza, Dio solo sa che gli passa per la mente!- A
parlare
era stato qualcuno di familiare e abbastanza conosciuto da Maeko per
vie
indirette.
-Tu?
Walter?- Maeko vide nientemeno che
l’ex-maggiordomo e traditore dello Hellsing.
-Già,
ora sono stato promosso a guardia
del corpo personale di Mina.- Si presentò il ragazzo dalla
straordinaria
capacità di controllare i fili.
-Ah…-
Maeko preferì voltare lo sguardo
piuttosto che ascoltare un altro idiota dalla storia tragica o comunque
senza
senso.
-Leonard
mi ha parlato molto di te.-
Walter non era stupido e sapeva bene quali tasti premere per attirare
la sua
attenzione.
-Mh…
e allora?- Maeko finse
indifferenza.
-Sei
proprio come Leo-sempai ha
descritto.- Walter ridacchiò.
-Come?!-
Lei si voltò di scatto
mostrando degli occhi infuocati ma non solo, dentro di sé
era curiosa di sapere
ciò che Leonard pensava di lei.
-Testarda,
vendicativa, ingenua e
pasticciona.- Questi erano i quattro aggettivi per descriverla.
-Mi
stai prendendo in giro?- Maeko già
stava pensando a un qualche modo per ucciderlo lentamente e
dolorosamente.
-Nient’affatto!
Sei testarda perché non
cedi facilmente, sei vendicativa perché perdoni raramente i
torti subiti,
ingenua perché non vuoi apprendere e sei impulsiva,
pasticciona perché ti cacci
sempre nei guai.- Come se fosse una lista della spesa Walter
elencò le
caratteristiche salienti della vampira.
-Non
è affatto vero!- Maeko urlò quasi e
poi dovette scusarsi con i vampiri che le stavano intorno.
I
vampiri la guardarono come se fosse
un’aliena o una pazza. Secondo Leonard, lei era entrambe le
cose.
Walter
alzò lo sguardo e d’improvviso
divenne cupo in viso… senza dire nulla a Maeko
iniziò a fare il giro per la
sala cercando di attirare il meno possibile l’attenzione su
di sé e raggiunse
Mina, la moglie di Alucard. Senza dire nulla la prese per un braccio e
la
trascinò verso l’uscita. Lo sguardo che il
maggiordomo le rivolse equivaleva a
molte parole. Il comportamento non sfuggì al giovane Akira
che si trovava nella
sala in veste di guardia reale.
“Ma
che diavolo sta accadendo?” Akira si
ricordò che Walter si era comportato così dopo
aver visto il vetro trasparente
sopra le loro teste e che fungeva da sbocco per la luce solare e
lunare. Anche
Akira alzò lo sguardo.
Qualche
secondo dopo lui urlò
spaventato, tutti i vampiri compreso Alucard e Mina
si voltarono verso di lui.
-Chi
diavol…- Non finì la frase che il
vetro si ruppe, i cocci caddero sul tavolo e addosso ai presenti mentre
in
sottofondo si sentì una frase che, purtroppo, Alucard
conosceva fin troppo
bene…
-Jesus Christ is in heaven.
Speak with dead. Noi siamo i portavoce
di Dio, i portatori della punizione divina.- Una figura scese con
grande
violenza e ferocia dal tetto per poi atterrare sul tavolo che si
trovava al
centro della stanza rettangolare egli non si mosse più,
inginocchiato di fronte
a tutti.
-La
nostra missione è distruggere fino
all’ultimo tutti gli stolti che si oppongono alla provvidenza
divina.- Dicendo
queste parole la gigantesca figura si alzò in piedi e dal
cappottone tirò fuori
due baionette un po’ particolari.
-Amen!-
Urlò con il cuore traboccante di
fanatismo religioso e lanciò le nuove super baionette.
Esse
erano fatte di un materiale non
presente sulla terra e nemmeno su nessun altro pianeta, la loro
provenienza era
divina. Infatti emanavano una luce celeste che poteva abbagliare gli
occhi
eretici e la loro lama era più tagliente della spada
più affilata.
Esse
uccisero con grande precisione e
delicatezza i vampiri che ebbero la sfortuna di trovarsi nella sua
traiettoria.
-Alexander
Andersen! Sei vivo!- Alucard
fissò con uno stupore evidente dal suo ghigno smorzato.
-Sono
risuscitato… per eliminare la
feccia.- Il Paladino del Vaticano scattò in avanti per
uccidere a colpo sicuro
il rivale/nemico del cattolicesimo e ora anche
dell’umanità.
Il
buon Akira ignaro della crudeltà
mascherata da religiosità di Padre Andersen voleva agire per
eliminare
l’attentatore e proteggere Mina.
“Non
lo fare! Prendila e portala via di
qui con gli altri vampiri!” Maeko aveva assistito con
sgomento alla brutalità
del Padre nel fare a pezzi chiunque si intromettesse nella sua carica
contro il
Conte.
Akira
aveva ricevuto il messaggio
telepatico di Maeko e fidandosi di quella ragazza decise di scattare
per recuperare
la bambina e portarla in salvo. Ma…
-Sciocco!-
Alexander sorrise in modo
feroce e lanciò una delle baionette in pieno stomaco al
giovane. Aveva capito
le sue intenzioni.
Nemmeno
Alucard lo riconosceva… era
diventato più sanguinario e disumano.
Mina
fece in tempo a vedere Akira cadere con il sangue alla bocca e,
disperatamente,
cercava di togliersi la baionetta dalla pancia.
-Akira!-
La bambina, dalla rabbia,
decise di lasciare ogni buon senso e assunse la forma vera.
Ella
era diventata adulta e con i
capelli argentati, aveva una specie di corazza che le copriva solo la
parte
destra del corpo e quest’ultimo era luminoso.
Andersen
non perse tempo e decise che
avrebbe prima eliminato Mina
e poi Alucard.
-Uno
o l’altro sempre mostri siete!- Il
padre cacciò dal giubbotto due baionette e
affrontò la figlia legittima di
Alucard a viso aperto.
“Vediamo
come se la cava mia figlia!”
Alucard, ovviamente sia per orgoglio sia perché è
un gran bastardo che si
disinteressa degli altri, non volle dar man forte alla vampira.
Mina
iniziò con un’artigliata veloce per
testare la forza e la resistenza del suo avversario. Il padre
iniziò a menare
fendenti e muovendosi come se fosse un’anguilla schivava i
colpi che la ragazza
cercava di inferitigli.
Dopo
qualche minuto Andersen con
straordinaria precisione tagliò il braccio sinistro della
ragazza. Lei non se
ne preoccupò perché sapeva di potersi rigenerare.
Maeko
decise di intervenire portando via
gli eventuali sopravvissuti e incredibilmente collaborarono anche
coloro che
avevano lo stesso orgoglio e arroganza di Alucard. Per loro era bastato
vedere
lo sguardo assassino del prete per farli ammansire come cuccioli di
cane.
-Presto!
Portate via Akira e quelli più
capaci restino qui per…- Maeko sentì qualcosa di
strano… Sentì rumori di arma
da fuoco.
-Oh,
i miei compagni sono arrivati.-
Andersen sorrise.
Maeko
senza pensarci due volte prese il
giovane lupo mannaro sulla spalla e, come una disperata fuga contro i
predatori, i vampiri scapparono verso l’esterno
dell’edificio ma era lì che i
predatori attendevano la preda.
I
sacerdoti guerrieri armati con delle
armi da fuoco, uccidevano senza pietà i vampiri. Maeko vide
anche due ragazze
che si difendevano in un modo inusuale… una con i capelli
rosa usava l’ombrello
munito di una speciale tela antiproiettile difendeva la sua amica o
forse
parente. Erano molto simili tranne per la loro misura di seno.
-Mio
dio… questo doveva essere
un’occasione di unione e convivenza di umani e vampiri.-
Akira commentò con la
voce affaticata dalla ferita.
-Umph…
non parlare e cerchiamo di
salvarci.- Maeko lo riportò alla realtà.
Lei
per aiutare le due ragazze aprì la
fondina e tirò fuori una 44. Magnum e fornì fuoco
di copertura.
Quelle
due saltarono giù dal balcone e
atterrarono allo stesso piano di Maeko.
-Vi
ringrazio molto, prometto che farò
il possibile per ricambiare!- Le due vampire erano della famiglia
Marker.
-Non
si preoccupi signora Elda, porti
sua nipote via da qui!- Maeko sorrise e sempre tenendo il lupo mannaro
sempre
sulla spalla si separò dalle compagne.
“Che
cosa posso fare?” L’angelo-vampira decise
affidare il ragazzo a suo padre e poi fare il punto della situazione.
In
quel momento arrivò un alleato: Hans
Gunsche, accompagnato da due werewolves di supporto.
-Maeko…
giusto?- Hans si presentò.
Maeko
lasciò il ragazzo alle cure dei
due lupi e decise di tornare indietro.
-Aspetti!- Hans le strinse il
braccio
prima che si allontanasse e aggiunse una tragica notizia: Leonard era
scomparso!
Bene, vi
ringrazio per le recensioni e per tutto il resto. Vorrei fare l'angolo
del lupo ma per motivi tecnici è rinviata al nuovo capitolo.
Vi aspetto la settimana prossima per vederde che fine ha fatto il
nostro caro lupo mannaro. A presto!
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Capitolo 15 *** Capitolo 7 ***
Non
credo alle streghe!
(Il
punto di vista è di Leonard ndAutore)
“Ma
che c***o?” Apro gli occhi e mi guardo in giro.
Vedo il soffitto di una casa giapponese… o almeno credo.
Mi
alzo con la schiena e noto di portare gli stessi
vestiti di prima, ma la cosa più importante è:
Dove m*****a sono finito? Se vi
state chiedendo perché io sia così sboccato
mentalmente è perché odio essere
preso per fesso!
Senza
tanti complimenti mi alzo dal letto tipicamente
giapponese ergo da terra. Non vedo nessuno… apro la porta
scorrevole e
m’affaccio al corridoio.
Il
pavimento e le pareti sono di legno e carta. Cerco
di camminare piano cercando di evitare di fare rumore. Apro
l’ultima porta che
mi separa dall’esterno e mi guardo in giro, non
c’è anima viva.
“Proverò
a scappare attraverso la boscaglia, devo
tornare dai miei compagni… Maeko.” Mi passa come
un flash attraverso la mente
il visetto di quella donna. Mi viene, anche, in mente il suo spettacolo
al
night club.
-È
una donna abbastanza carina, sai?- Sento una voce
alle mie spalle.
-Già…
Ehi! Ma chi diavolo è?- Mi volto di scatto con i
pugni chiusi e il viso aggressivo.
-Wow…
mi sembri piuttosto arrabbiato.- La seconda voce
mi sembra quella di un pulcino o comunque vagamente somigliante a un
trillare
di una campanella.
Non
ci credo ai miei occhi. Chi diavolo è quella
donna? E quella cosina nera sul tavolo?
-Tu…
aspetta, mi ricordo. Tu sei quella donna che mi
ha catturato.- Alzo l’indice nella sua direzione.
-Mh…
per essere un ragazzino, sei perspicace.- Non so
perché ma la voce di quella donna con il corpo
d’una anoressica slanciata mi
suona molto fastidioso.
-Comunque…
Leonard, non pensare minimamente di
scappare da qui. Anche perché è inevitabile.- La
donna prende dal tavolino del
sakè e lo versa nella tazzina, poi riempie un bicchiere
normale e me lo porge.
Io
m’avvicino con cautela e con un certo sospetto
afferro il bicchiere e, appuntato che non contenga sostanze pericolose,
lo
tracanno tutto d’ un fiato.
-Bene,
ora mi dite tutto!- Poso con violenza il
bicchiere sul tavolo che, tremando per il colpo fa cadere a terra il
piccolo
esserino nero.
-Mi
chiamo Yuki Ichichara e sono una strega.- Lei
aggiunse un certo piglio teatrale alle sue parole. Io,
all’inizio la fisso con
attenzione, inarco un sopracciglio dubbioso e infine chiudo gli occhi
accompagnandomi con le braccia che s’incrociano.
-Beh?-
Yuko dapprima mi guarda e poi scambia uno
sguardo con l’esserino che resta a terra (ma con la sua tazza
piena di sakè in
una zampina).
-Non
ci credo.- Io apro gli occhi di scatto e la fisso
con degli occhi estremamente seri e riflessivi.
Yuko
mi guarda come se io avessi detto un’eresia. La
sua figura di donna so-tutto-io s’incrinò
pericolosamente lasciandola
sotto una luce di una figura da mezz’ebete.
D’un
tratto sento delle risate provenire da una porta
scorrevole socchiusa.
-Chi
è?- Mi volto nella loro direzione e aspettandomi
spiegazioni.
Due
piccoli strani gemellini. Essi si mettono alle
spalle di Yuko e dissero in coro:-Non ci crede!- E giù di
nuovo a ridere.
-Mh?
Dove diavolo sono finito?- Dico a Yuko ma non mi
risponde.
-Accidenti…
la cosa è seria.- L’esserino decise di
presentarsi.
-Sei
Mokona? E sei maschio o femmina?- Gli chiesi ciò
visto che non si capisce il suo sesso.
-Sono
maschio! E comunque… ti rendi conto di quello
che hai combinato?- Mokona mi guarda severamente. Io scossi la testa.
-Yuko
è una potentissima strega dimensionale! Fossi in
te la rispetterei.- Le cose mi sono abbastanza chiare.
Yuko
alza leggermente la testa nella mia direzione.
-Bah,
sei più credibile tu che lei.- Affermo indicando
Mokona. Questo non deve essere stato molto confortante per quella
tizia.
-Ah…-
Lei abbassa ancor di più il capo e sembra che un
velo di depressione le sia calato in viso.
-Comunque…
potete riportarmi a casa? Ho degli affari
urgenti da sbrigare.- Batto le mani come a svegliare tutti.
Yuko
alza la testa e mi fissa con un certo sgomento.
Intuisco anche perché: si sta chiedendo come mai esista un
tizio che non crede
alle streghe. Lei s’alza dal pavimento e mi
s’avvicina.
-Signor
Lycan, in questo mondo ci sono lupi, vampiri,
preti assassini e quant’altro. Non credete alle streghe?- Mi
chiede prendendomi
le mani.
-Beh,
no. Le streghe sono state tutte eliminate
durante la grande caccia dell’inquisizione.- Rispondo
rimembrando con la mente
le imprese della sacra sede.
-Ah
sì? E lo sapete che se non ci credete alle streghe
io non vi riporto a casa?- La frase ha un effetto minaccioso ma io
semmai sorrido.
-Non
preoccupatevi, non mi azzarderei mai a chiedervi
una cosa così impossibile. Me la caverò da solo.-
Le stringo le spalle e mi
allontano.
Senza
aggiungere più nulla mi volto e faccio per
varcare la porta scorrevole… in meno di 11 secondi e 3
decimi mi ritrovo
sbattuto a terra con violenza e con il mio viso in mezzo ai notevoli
ammassi di
carne morbida in dotazione di Yuko.
-Mio
caro e ingenuo lupacchiotto… qui ti sbagli e di
grosso anche.- Lei m’ha afferrato per le spalle e mi ha steso
con una mossa di
judo.
Ora
lei, infatti, sta sopra di me e mi ha sbattuto
senza neanche tanta grazia le sue bocce in faccia.
-Ma
che diavolo volete fare?- Io resto sbigottito
dall’audacia di tal donna.
-Ah…
non lo so ancora ma non ti piacerà.- Mi preavvisa
lei.
-Ah…
Yuko è tornata! Il lupo è spacciato!- I due
piccoli gemelli ridacchiano in coro.
Ecco
finalmente il nuovo capitolo,
mi scuso per la misteriosa scomparsa ma la mia ispirazione fa acqua da
tutte le
parti. Inoltre annuncio che, per motivi scolastici, la fiction non
avrà la
puntualità come prima. Ora diamo via all'angolo del lupo.
Per
motivi tecnici abbiamo dovuto
spostare lo studio in casa Ichihara, il nostro lupacchiotto
è stato costret...
voglio dire, invitato a stare legato su un tavolo con solo una barra
nera della
censura a coprigli le nudità. Yuko afferma che non ci
saranno problemi e ha
insistito per osservare l'evento.
King (seduto a terra con il tablet in mano): Okay, va bene ma
è proprio
necessario quel completo trasgressivo?
Yuko (indossando una tutina sadomaso e una frusta): Tranquillo... l'ho
sedato.
King (dubbioso): Leonard? Ma così come fa a rispondere?
Yuko (frustando il lupo): Ha ancora neuroni per formulare frasi in
senso
compiuto.
King: Okay, vediamo... Zeressa vorrebbe un dolce di Watanuki... lo
può fare?
Mokona (Saltando in direzione della cucina): Nessun Problema!
King: Bene, veniamo alle domande di BlackNote 21! Se tu avessi un
budget
offerto dalla tua associazione che ne facevi?
Leonard (Mezzo scemo per il sonnifero): Vedo le pecorelle saltare in
tondo e mi
fanno ciao...
King (prendendo una mazza di ferro): Accidenti... è finito
nel mondo di
Heidi... (mena un colpo clamoroso sulla capoccia)
Leonard (con un bernoccolo in fronte): What is my destiny? Dragon ball,
dragon,
dragon, dragon ball!
Yuko: Non si preoccupi (inietta qualcosa alla gola del mannaro.)
Leonard (riprendendosi): Che diavolo è successo?
Perché sono legato?
Yuko (fa scroccare la frusta): Fai il bravino... e rispondi alla
domanda...
Leonard (sudando freddo): Ehm.... non lo so ma buona parte lo userei
per
comprarmi quello che mi fa comodo...
King: Ok, la prossima non è più utile visto che
è passato e siamo tutti vivi.
Leonard: Che era?
King: La fine del mondo.
Leonard: Accidenti.. quindi è successo sul serio...
King/Yuko/le gemelle/Mokona/Watanuki (con la padella fumante e con il
dolce
quasi pronto): ????
Leonard (con il fumo alle orecchie): Roberto Giacobbo ha azzeccato per
la
primissima volta le sue strambe teorie!
*Facepalm unanime*
King
(riprendendomi): Passiamo ad
altro… quali sono i manga e anime che seguono i tuoi
scagnozzi della Lega dei
Werewolf?
Leonard:
Beh, una volta ho beccato
Hans che si leggeva il fumetto di Love Hina, o anche che un gruppetto
dei miei
confratelli si riunivano a vedere le nuove puntate di Kaichō
wa Maid-sama e simili.
King
(sorridendo): Ah sì? E il tuo preferito?
Leonard
(sbavando): Spice
and Wolf.
King:
Questo non lo conosco ancora, devo trovarne gli anime
subbati in ita.
Leonard
ulula come un matto e quindi viene subito sedato con
delle pasticche.
King:
Ok, possiamo concluderlo. Voglio annunciare anche che per
un bel po’ di tempo non si farà l’angolo
del lupo e quindi non verranno più
risposte alle domande. A presto!
In
sottofondo, il profumo del dolce appena pronto e dietro alle
quinte si sente questo dialogo fin troppo conosciuto.
Maeko
(sogghignando): Grazie Yuko! Quel lupo bastardo ci penserà
due volte prima di lasciarmi in mezzo a una guerra (si riferisce al
cap.
precedente)!
Yuko
(mezza ubriaca come sempre): Tranquilla, piccola! Era
inevitabile dopotutto! Ah, e porta questo dolce a quella simpatica
della tua
creatrice. Alla prossima.
Maeko:
Sicuro!
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