La collanina d'argento

di _Smeralda_
(/viewuser.php?uid=191656)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio (Prologo) ***
Capitolo 2: *** Sogni? No, incubi. ***
Capitolo 3: *** Prima il vecchio e poi l'indovina... ***
Capitolo 4: *** L'inizio di un incubo ***
Capitolo 5: *** Un nuovo arrivato parte 1 ***
Capitolo 6: *** Un nuovo arrivato parte 2 ***
Capitolo 7: *** Il guardiano del ciondolo parte 1 ***
Capitolo 8: *** Il guardiano del ciondolo parte 2 ***
Capitolo 9: *** Quello che il capo vuole lo ottiene parte 1 ***
Capitolo 10: *** Quello che il capo vuole lo ottiene parte 2 ***



Capitolo 1
*** L'inizio (Prologo) ***


Una ragazza con gli occhi azzurri e la pelle chiara come la luna cercava di addormentarsi ma non ci riusciva…
 Perché? Forse per il caldo, forse perché era talmente stanca che non riusciva neanche a dormire o forse perché qualcosa la tratteneva dal farlo… Sapeva che sarebbe successo qualcosa, ma cosa?
Il fatto che il suo ragazzo fosse fuori con gli amici non la tranquillizzava affatto… Una banda di maleducati e incivili, ecco cos’erano. La ragazza non era per niente contenta che lui li frequentasse ma non ci poteva fare nulla. Si mise a sedere sul letto, proprio non riusciva a prendere sonno. Il suo sguardo vagò per un po’ nel buio fino a che non si fermò verso la porta del terrazzo aperta da cui entravano alcuni raggi di luna che illuminavano, anche se pochissimo, la stanza. Con passo felpato si diresse verso il terrazzo. Nel cielo la luna argentata splendeva accerchiata da un manto di stelle, e tutt’intorno pace. Dawn era ferma a contemplare la collanina che lui le aveva regalato qualche giorno prima, una luna d’argento. Indubbiamente era bellissima ma quel piccolo ciondolo non la convinceva, c’era qualcosa di strano e un alone grigio lo avvolgeva. Ma lei non poteva non mettersela, infondo era un regalo fatto col cuore dal suo amato e non voleva deluderlo. Se la tolse per osservarla meglio, i raggi della luna riflettevano su quell’oggetto così misterioso. Il ciondolo all’improvviso si illumino, Dawn spaventata lo lascio cadere sul pavimento mentre dalla porta di casa qualcuno entrava. Un ragazzo con i capelli rossi entrò nella stanza e notando lo sguardo della ragazza si avvicinò per chiederle cosa stesse accadendo…

-Dawn tutto bene?- chiese muovendo la mano davanti al viso della ragazza che sembrava ipnotizzata
-S-sì, sto bene… E tu? Cosa è successo?- chiese notando l’occhio nero del ragazzo
-Niente…-
-Niente?! E quell’occhio nero?- chiese mantenendo la calma mentre raccoglieva la collanina e se la metteva nuovamente al collo
-Solo un rissa, piccola- rispose alzando le spalle e dirigendosi verso il bagno per lavarsi il viso, seguito da Dawn –Come mai sveglia Raggio di Luna, hai fatto un incubo?- continuò lui
-No… Non riuscivo a dormire- rispose a bassa voce mentre osservava la collanina
-Ti piace?- chiese il ragazzo girandosi verso di lei
-Sì, è bellissima e…- si fermò un secondo prima di continuare –E speciale-

Scott alzò un sopracciglio osservando lo sguardo serio e preoccupato della ragazza. Gli stava nascondendo qualcosa e lui lo avrebbe scoperto…

ANGOLO AUTRICE:
Bene... Eccomi qui. Ok, all'inizio non sapevo se metterla... Era nata come One-shot e poi si è "trasformata" XD.
Il prossimo capitolo non sò quando lo metterò perchè come ho detto questa doveva essere una OS...
Ditemi comunque che ne pensate ^^
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sogni? No, incubi. ***


Alcuni si trovano a disagio al buio…
Secondo altri il buio li protegge…
Quale delle due è vera? Entrambe. Il buio può fare paura ma allo stesso tempo proteggerci.

 

La strada era silenziosa e non c’era nessuno, cosa normale visto che era mezza notte passata. O quasi nessuno, una ragazza con i capelli biondi quasi bianchi se ne stava immobile vicino a un lampione. Il cielo venne illuminato da un lampo seguito da un tuono che fece sobbalzare la ragazza che cercava di capire dove fosse finita, e come. Si guardò intorno, sperava di vedere qualcosa a lei familiare ma l’unica cosa che vedeva era il buio.  Già buio, solo quell’odioso buio. Lei non aveva mai avuta paura del buio ma in quel momento, sola in un luogo a lei sconosciuto, ne aveva paura. E come se non bastasse poco dopo iniziò a piovere, la pioggia era fredda e le batteva sulla pelle facendole male. Voleva andarsene, ma dove poteva andare?... Come se qualcuno le avesse letto nel pensiero vide in lontananza un luccichio. Correva mentre la luce si faceva più vicina. Ed ecco finalmente l’aveva raggiunta, anche se sperava di vedere qualcosa di diverso.

***

Dawn si svegliò di scatto… Era tutta sudata e il suo cuore batteva a mille. Guardò l’ora, erano le tre e mezza del mattino. Senti un rumore al suo fianco, si girò e vide Scott che dormiva beatamente al suo fianco e a quella visione non potè fare altro che sorridere. Era stato solo un incubo anche se… L’ultima cosa che aveva visto l’aveva in qualche modo turbata. Era la sua collana, quella luna d’argento, legata al ramo di un albero morto, bruciato. Era stanca per pensare così decise di tornare a dormire.

***

Dei rumori svegliarono Dawn che dormiva tranquilla. Anche se riluttante, si alzò e scese le scale diretta in cucina…

-Scott come mai ti sei già alzato?- domandò mentre si strofinava gli occhi
-Dawn sono le 10.30- disse divertito. La ragazza guardò confusa l’orologio –Raggio di Luna oggi te la sei presa comoda vero?-
-Non mi sono accorta dell’ora- si giustificò lei
-Cosa hai sognato sta notte?- chiese il ragazzo mentre di sedeva a sorseggiare il suo caffè
-Niente d’importante… Tu?-
-Forse ti sembrerà strano ma ho sognato la tua collana- la ragazza si fermò un secondo per capire se aveva sentito bene o se era la sua immaginazione
-L-la mia collana?- chiese girandosi
-Sì, quella con la luna che ti ho regalato- disse tranquillamente mentre continuava a sorseggiare il suo caffè
-E poi?- chiese curiosa la ragazza mentre si versava del succo in un bicchiere
-Come mai ti interessa così tanto?-
-Così, tanto per sapere…- disse mentre si sedeva vicino al ragazzo
-Mmm… Niente. Tu cosa hai sognato?- richiese Scott
-Te l’ho detto… Niente d’importante- rispose semplicemente
-E cioè?- Dawn sapeva che non avrebbe ceduto così decise di rispondere
-Ho sognato che mi trovavo in una strada buia sotto un lampione quando ha iniziato a piovere…- il ragazza la incitò a continuare
-Ho visto un luccichio così ho iniziato a correre verso esso-
-E cos’era?- chiese il rosso alzandosi e mettendo la tazza nel lavello
-La mia collanina… Era legata ad un albero nero, tutto bruciato- concluse
-Ah bel sogno- disse facendo un sorriso verso la ragazza
-E tu? Hai sognato solo la collanina?-
-Esattamente- disse uscendo dalla stanza.

Il ragazzo sapeva che se sarebbe rimasto Dawn avrebbe trovato il modo per capire il suo vero sogno. Scott non capiva, lei portava sempre la collanina malgrado le facesse un effetto strano. Non le avrebbe mai detto cosa aveva realmente sognato, anche se ricordava benissimo quel sogno. Non voleva che lei si spaventasse per uno stupido sogno.

*Inizio sogno*
Scott si trovava davanti a una porta chiusa da cui provenivano degli urli, osservava il muro intorno alla porta… Nero. Decise di entrare ma si pentì subito di averlo fatto. Dentro alla stanza c’era Dawn ma… era tutta insanguinata. Sul viso del ragazzo intanto scendevano delle lacrime. Il ragazzo prese il corpo, ormai senza vita, della ragazza e lo strinse a se. Mentre la stringeva si accorse che sul muro davanti a lui c’era disegnata una luna con del sangue e a terra c’era proprio la collana.
*Fine sogno*


Era tutto strano. Lui non credeva nella magia, a tanto meno nelle maledizioni. Ma quel maledetto ciondolo gli stava facendo pensare il contrario…

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti!!! Ok, spero di non avervi deluso. All'inizio non volevo metterlo questo capitolo ma... L'ho messo malgrado non mi convinca moltissimo.
Bè spero che vi piaccia comunque.
Mi merito una recensione? Decidetelo voi e vi prego... Non ammazzatemi per questa "roba" che ho scritto XD
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Prima il vecchio e poi l'indovina... ***


Scott se ne stava seduto sul divano a pensare. Tra tutti i sentimenti che provava i più forti erano due: il profondo amore per Dawn (anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a lei) e la rabbia verso quella collanina. Sapeva che era stupido provare odio verso un oggetto inanimato ma a lui non importava. Ogni mattina gli tornava alla mente il sogno fatto la notte e in cui, ogni volta, c’era quel maledetto oggetto. Continuava a maledirsi per averlo comprato, ma infondo non era tutta colpa sua, quell’oggetto era come se l’avesse stregato…

-Inizio Flash-back-
Era domenica sera e per le strade non c’era anima viva, oltre a lui. Il ragazzo continuava a camminare mentre la pioggia cadeva ininterrottamente sulla strada. Un piccolo negozietto di antiquariato era ancora aperto. Il negozio era piccolo e tutto in disordine, a fare luce in quel luogo c’erano solo alcune candele. Scott non era tipo da shopping ma decise di entrare e guardare se trovava qualcosa d’interessante. Era da un po’ che gironzolava tra quelle cose antiche quando un lampo illumino il luogo riflettendosi su un piccolo ciondolo che se ne stava in una cassetta di legno foderato di velluto rosso. Curioso si avvicinò e prima che potesse dire qualsiasi cosa un vecchio seduto su una poltrona li vicino gli disse:
- È un pezzo veramente unico ragazzo mio -
Il vecchio si alzò e una candela gli illuminò il volto, fino a prima nascosto nella penombra, mostrando varie cicatrici e alcune di loro non ancora rimarginate completamente.
-Penso che a Dawn piacerebbe…- sussurrò Scott
-Sì, è un ottimo regalo ma sta attento. Ci sono molti segreti e mist…- Scott lo interruppe
-Certamente… Lo prendo-
“È solo un vecchio pazzo” Pensò subito Scott. Ma quella collana comunque era veramente bella, doveva ammetterlo, e sarebbe stato un bellissimo regalo per Dawn. La cosa strana era che appena lui uscì il vecchio aveva chiuso in fretta e furia e il giorno dopo il negozio era sparito…
-Fine Flash-back-

Forse non avrebbe dovuto interrompere il vecchio…
Quel vecchio gli stava per rivelare qualcosa su quel ciondolo… e lui lo aveva interrotto!
Scott doveva decisamente imparare ad ascoltare ciò che dice la gente e ad avere un po’ di pazienza.
-Scott sono pronta, andiamo!- la voce di Dawn interruppe i suoi pensieri
-Ah finalmente! Certo che ce ne hai messo di tempo…- disse sorridendo

I due salirono in auto e partirono. Ogni tanto lo sguardo del ragazzo si posava sulla ragazza che stava seduta sul sedile con gli occhi chiusi. Stava meditando…
-Mediti pure in auto?- chiese tornando a guardare la strada
-Si può meditare ovunque-
Mentre Dawn “meditava” il ragazzo oltrepassò un’auto facendola cadere di lato…
-Ahaha vedi che non si può meditare ovunque?-
-Ah ah ah molto divertente- disse sbuffando
-Siamo arrivati- Scott parcheggiò e i due scesero.
Il dolce profumo di caramelle, dolciumi, frutta candita e popcorn invasero il naso dei due.

***

Dopo vari giri e dopo essersi fermati a mangiare qualcosa di buono i due si avviarono verso il parcheggio. Vicino all’entrata del parco divertimento c’era una tenda rosso bordeaux con delle decorazioni d’oro. Era la tenda di una indovina che diceva di saper “leggere le mani” ma per Scott era solo una fregatura eppure dopo che Dawn gliel’aveva chiesto svariate volte lui era ceduto…
-Cara siediti- aveva detto l’indovina dopo aver preso i soldi…
-Vedo che sei accanto al ragazzo giusto per te, siete fatti l’uno per l’altro. Siete come due tessere di un puzzle, dipendete l’uno dall’altro. La tua anima è pura e il tuo dono usato nel modo giusto…- dopo frasi come quelle delle parole attirarono l’attenzione del ragazzo
–Devi stare attenta però, c’è un alone nero che circonda voi e la vostra vita, tocca a voi scoprire da cosa è causato per poter mettere fine a questo specie di “pericolo”…-
-Bene grazie per aver letto la mano alla mia ragazza, arrivederci- disse Scott trascinando via Dawn che a quelle parole si era come bloccata
-Ricorda cara, la chiave di tutto è l’amore-
-Avanti Dawn andiamo- disse il ragazzo salendo in auto e aspettando che facesse lo stesso la sua ragazza.

Prima di salire Raggio di Luna guardò per un’ultima volta la tenda dell’indovina. Il silenzio che si era creato in auto infastidiva Scott ma prima che potesse dire qualsiasi cosa Dawn gli fece una domanda…
-Scott tu credi all’indovina?-
-No- infondo era vero, non ci aveva mai creduto ma sotto sotto le sue parole lo turbavano
-Quindi non dovrei fare a caso a ciò che ha detto, giusto?- chiese spostando i suoi dolci occhi azzurri sul ragazzo
-Non saprei… Devi dirmelo tu se stava mentendo no? Sei tu che leggi le aure-
- È vero, ma con la sua non ci sono riuscita…-
Scott non rispose… Cosa avrebbe potuto rispondere?

Tornati a casa Raggio di Luna salì le scale e andò in bagno per distendere le sue tensioni con un bel bagno caldo. Il profumo dei suoi sali da bagno l’aiutò a rilassarsi e ha smettere di pensare almeno in quel momento. Sentì bussare alla porta del bagno…
-Dawn posso entrare?- chiese Scott ghignando da dietro la porta
-Mi sto facendo il bagno-
-E allora?-
Dawn lo sapeva che Scott non sarebbe mai cambiato. Ma lo amava per come era.

ANGOLO AUTRICE:
Ecco un nuovo capitolo ^^ Felici? Spero di sì!
Ringrazio chi ha recensito e chi recensirà!!! Inoltre ringrazio tutti quelli che l'hanno messa tra le preferite.
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'inizio di un incubo ***


Ogni tanto bisogna fermarsi a pensare, riflettere…
A volte  ci sfuggono alcuni particolari che ci sembrano insignificanti al momento, ma poi risultano tremendamente utili e indispensabili.

 
Un ragazzo dai capelli rossi se ne stava comodamente disteso sul letto a osservare in silenzio e a pensare. Era strano, Scott non era tipo da fermarsi a pensare, faceva la prima cosa che gli passava per il cervello senza riflettere sulle conseguenze… Invece ora era lì, nel silenzio totale a pensare. Non aveva mai notato la bellezza di un semplice tramonto, era sempre impegnato a fare tutto tranne osservare. Ora gli sembrava tutto tremendamente stupido! Non pensava che una ragazza lo riuscisse  a cambiare ma… Dawn c’era riuscita. Tanti pensieri gli giravano in testa ma tra tutti uno era quello che lo “tormentava” di più: le parole di quell’indovina. Sul serio leggeva che su di loro incombeva un pericolo? No, non poteva essere! Molto probabilmente aveva detto la stessa cosa a molti altri, osservava il comportamento della coppia/persona e poi sparava cazzate. Aveva fatto fatica ad accettare il dono di Dawn e ora doveva credere alle parole di una qualsiasi indovina?! Lui era Scott mica un credulone come tanti. In mente gli tornarono le immagine del reality e di quando era piccolo… Ora capiva perché non si era mai fermato a pensare. La rabbia tornò in lui pensando a come lo trattava suo padre, doveva farlo sempre sembrare un idiota che combinava solo guai e non avrebbe mai combinato nulla nella vita. Un rumore, anzi una voce, lo scosse dai suoi pensieri. La voce proveniva dalla camera degli ospiti che era alla fine del corridoio, non molto lontano dalla loro camera. Uscì dalla loro stanza e vide Dawn vicino alle scale che guardava la camera da cui provenivano le voci intimorita…

-Dawn che hai?- chiese avvicinandosi
-Hai s-sentito anche tu le voci?- la voce le tremava
-Sì, ero uscito per controllare…- la ragazza non rispose e continuò a guardare la stanza da cui continuavano a provenire i rumori –Sembra provengano dalla stanza degli ospiti- la ragazza annuì mentre lei e Scott si avvicinavano in punta di piedi alla porta.

Più si facevano vicini e più le voci erano forti, ora erano più voci anche se prima gli pareva fosse una sola. Cosa doveva fare? Aprire oppure… No, lui era Scott e niente e nessuno lo avrebbe spaventanto, tranne Zanna. Aprì la porta di scatto cercando di sorprendere chi c’era al suo interno come in quei film polizieschi che il suo vecchio si guardava. Scott e Dawn entrarono ma non trovarono nessuno anche se la stanza era un disastro. Le tende e le coperte era strappate, enormi graffi le avevano fatte a brandelli, e tutti i fogli e le cose che c’erano dentro i cassetti e sul tavolo erano sparsi ovunque per non parlare dei muri che prima erano bianco panna ma ora erano macchiati di rosso. La TV era l’unica cosa che non era stata distrutta anzi era accesa e proprio in quel momento stavano trasmettendo le ultime notizie. Parlavano di alcuni strani omicidi…

ANGOLO ILLUMINATA AUTRICE:
Ciao a tutti! Allora lo sò... Questo capitolo è corto e la frase all'inizio centra poco ma questo cap mi serve per il prossimo. Oggi anche se ero esausta mi sono messa a scrivere e indovinate? Mi è venuta l'idea *comincia a correre per la casa urlando: "L'idea l'idea!!! Ho l'idea!"*
Duncan: Tu non sei normale!
Parla lui! Spero che comunque vi piaccia (anche se non è il massimo).
Come sempre ringrazio di cuore quelli che hanno recensito e quelli che recensiranno questo capitolo! ^^
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Un nuovo arrivato parte 1 ***


Dawn si era appena svegliata, era parecchio intontita e non si sentiva per niente bene. Si alzò e buttò uno sguardo alla sveglia sul suo comodino, erano le nove e tre quarti. Appena si alzò in piedi si senti le forze mancargli improvvisamente e prima che potesse muovere un solo passo cadde nuovamente sul letto...

-Raggio di Luna tutto bene?- chiese un ragazzo con i capelli rossi che proprio in quel momento stava entrando nella stanza
-Sì, sono solo un po’ intontita- disse cercando nuovamente di scendere dal letto ma ottenendo lo stesso risultato mentre Scott si avvicinava a lei e le tastava la fronte
-Dawn scotti! Ti conviene rimanere a letto oggi- disse deciso il ragazzo
-N-no io devo…- ma venne interrotta bruscamente dal rosso
-Tu ora non devi fare niente! Solo rimanere a letto…- disse passandosi una mano tra i capelli e sbuffando. Aveva tutte le sfighe di questo mondo… Poteva andare peggio? Ovviamente sì anche se lui sperava il contrario –Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare prima che esca?- chiese infine
-No, grazie. Dove vai?- Scott non rispose e continuò a guardarla negli occhi –Allora?- la ragazza lo sapeva ma voleva sentirselo dire da lui
-Esco con gli altri…- si bloccò osservando lo sguardo contrario della compagna –Andiamo solo a fare un giro!- la ragazza non rispose e si limitò ad annuire anche se era totalmente contraria a tutto ciò
-Ti serve qualcosa prima che esca?- chiese nuovamente Scott
-No, però vedi di non combinare niente…- il ragazzo la salutò e usci di casa senza rispondere.

Dawn rimase qualche altro minuto nel letto e poi si alzò e barcollando si diresse in cucina. La ragazza sarebbe voluta andare a scoprire qualcosa sulla collanina ma a quanto pare avrebbe dovuto rimandare i suoi progetti… Oppure no. Infondo Scott sarebbe tornato solo la sera e lei poteva benissimo uscire senza che lui la scoprisse… Eppure non ne era convinta, qualcosa la bloccava, forse era solo tanto stanca. Prima di tornare in camera sua andò a spegnere la TV e tutte le luci inutili che Scott si era “dimenticato” accese. Ora nella casa regnava il silenzio e l’unica cosa a illuminare le stanze erano degli spiragli di luce che entravano a fatica dalle finestre chiuse dalle tende, era tutto così “tranquillo”. La ragazza si addormentò facilmente, cadde in un sonno profondo tanto che non si accorse nemmeno che qualcuno o qualcosa aveva appena fatto cadere il piccolo mobiletto di legno antico vicino alla porta d’ingresso. Verso mezzo giorno si risvegliò. Si alzò e aprì le grosse tende che davano sul terrazzo per far entrare la luce nella stanza, fuori l’aria era fresca e il tempo ideale per andare a cercare informazioni su quella collanina che ora era sul suo comodino, peccato che lei non poteva uscire. Si vestì e si mise la collana per poi scendere le scale e andare ad aprire tutte le finestre. Mentre si dirigeva verso la cucina notò il mobiletto rovesciato e tutte le cose a terra…

-Ma come ha fatto a cadere?- chiese incredula –Oltre a me n-non c’è nessuno-

Rimise a posto il mobiletto di legno richiudendo i cassetti e iniziano a mettere tutte le cose al suo interno. La testa gli girava così si accucciò a terra e continuò a rimettere tutto in ordine: chiavi, il vaso con i fiori finti, il centrino, il telefono ed infine le scatole e i fogli che stavano nei vari cassetti… Eppure mancava la cornice con la foto di lei e Scott alla festa per la fine del reality. Mentre pensava a dove poteva essere la cornice e se l’avesse spostata sentiva che qualcuno la stava osservando e questo le impediva di alzarsi e voltarsi. Dopo un po’ che era immobile a terra decise di alzarsi e girarsi, appena si girò non notò nessuno e questo la spaventò ancora di più… Chi era stato a far cadere il mobile? Ovviamente non il vento!. Sospirò e si avviò verso la cucina, davanti alla porta c’era la cornice con sopra uno dei fiori finti che poco fa aveva messo nel vaso. Deglutì a fatica e prese tra le mani i due oggetti per osservarli meglio.

-Come fanno ad essere finiti qui? Cos’è uno scherzo?!- mormorò, non sapeva più cosa pensare.

Notò che uno dei petali del fiore bianco era bruciacchiato e macchiato di rosso. Dawn rimise il fiore e la cornice al loro posto ed entrò in cucina per pranzare. Aveva voglia di uscire e allontanarsi per un po’ ma purtroppo il cielo era scuro e minacciava pioggia. La febbre gli era, per fortuna, scesa e il mal di testa era diminuito. Certo l’idea di uscire era la peggiore di tutte ma anche quella che l’allettava di più e poi se doveva succedere qualcosa sarebbe successo comunque no? Inutile opporsi. Salì le scale di corsa diretta verso la sua camera da letto. Prima di entrare udì uno scricchiolio e mentre si voltava per vedere da dove proveniva il rumore vide la porta della camera degli ospiti aprirsi leggermente. Ma cosa stava succedendo? Se lo chiedeva spesso nell’ultimo periodo Raggio di Luna… L’unica cosa certa era che non era sola!. Cercò di non farci caso, entrò in camera e prese le scarpe e se le mise.

-Mi sono tagliata…- disse osservando un taglietto sulla caviglia.

Entrata in bagno si diresse verso il mobile vicino alla finestra per prendere un cerotto, si sedette sullo sgabello e appena rialzò lo sguardo trovo due occhi gialli fluorescenti che la studiavano. Si strofinò gli occhi come per assicurarsi che non stesse sognando ma appena li riaprì quei due occhi che poco prima la studiavano nel buio non c’erano più…

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Scusate il ritardo, pensavo di riuscire a metterlo prima ma sono stata male... Ero un pochetto depressa per una cosa che a voi di certo non interessa quindi andiamo avanti xD
Bene... Ehm... Non doveva andare così in questo capitolo. Doveva essere totalmente diverso ma... E' venuto così.
Piano piano scoprirete di più sul nuovo "ospite" della loro casa che... Ah basta altrimenti vi svelo troppo! Comunque penso che il fiore ricomparirà quindi state attente/i!!!
Spero vi sia piaciuto (sono 946 parole) e ringrazio come sempre chi ha recensito e chi recensirà :)
Ah questa è la parte 1.
_Smeralda_

PS: Ecco da dove ho preso l'idea degli occhi (il gatto non centra niente, sono i suoi occhi):

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un nuovo arrivato parte 2 ***


La ragazza rimase immobile, era come bloccata. Portò la mano al collo in cerca della collana, voleva stringerla e in qualche modo tranquillizzarsi ma non ci riuscì, la collana non era lì. Senza pensarci due volte la ragazza si mise le scarpe e uscì di casa, la collana l’avrebbe cercata più tardi ora voleva solo andarsene. Attraversò il piccolo giardino a passo spedito e raggiunto il cancello lo aprì di scatto per poi chiuderlo con la stessa velocità una volta fuori. Era da due o tre giorni che non riusciva a meditare tranquillamente, o per colpa di Scott o per colpa di quel qualcosa che girava per casa, così decise di andare al parco. Il parco distava circa cinque minuti da casa sua e Dawn decise di andare a piedi. Arrivata la ragazza si diresse verso il piccolo laghetto e si sedette sotto un vecchio salice per poter meditare. Finalmente un po’ di pace pensò tra se e se la ragazza mentre il vento gli scompigliava i capelli e trasportava alcune nubi nere. Poco dopo il sole sparì dietro a quelle nuvole cariche di pioggia e la gente che era al parco cominciò ad andarsene. La ragazza non voleva bagnarsi ma non voleva neanche tornare a casa. Alcune gocce di pioggia la costrinsero ad alzarsi e tornare a casa. La pioggia si fece più forte e non accennava a smettere così Dawn affretto il passo anche se ormai era fradicia. Mentre camminava per una stradina abbandonata sentì un rumore che la fece fermare, una specie di miagolio. Entrò nel vicolo da cui proveniva il verso e dentro una scatola di cartone, anch’essa tutta bagnata, trovò un micio bianco con una macchia nera sulla schiena. Lo prese in braccio e lo strinse a se cercando di non farlo bagnare. Dopo un po’ finalmente arrivò a casa, aprì il cancello ma appena la sua pelle venne a contatto con il metallo nero il suo corpo venne attraversato da un brivido. Entrata a casa posò le chiavi sul mobiletto di legno e si diresse in salotto felice di avere qualcuno con lei. Si sedette sul divano con il micio e accese la TV. Prese il micio e lo mise sul tavolo della cucina mentre lei tirava fuori un piattino e il cartone del latte, versò un po’ di latte nel piattino e lo diede al micio che lo finì in poco tempo visto che era affamato. Il rumore della porta di casa la fece sobbalzare e si accorse che era ancora bagnata.

-Dawn sono tornato- disse un ragazzo dai capelli rossi mentre entrava in cucina
-Scott- disse con un sorriso la ragazza
-E lui chi è?- chiese notando la pallina di pelo che leccava il piattino ancora affamato
-Devo ancora dargli un nome. L’ho appena trovato- rispose calma Dawn mentre prendeva in braccio il gattino
-Ti conviene andarti a cambiare visto che sei fradicia-
-Lo teniamo vero?-
-Ecco io…- disse mentre la ragazza esibiva uno sguardo da cucciolo –Ok- rispose rassegnato
Dawn diede un bacio sulla guancia a Scott e poi salì le scale per andare a cambiarsi lasciando i due da soli. Il rosso prese una birra dal frigo da bere mentre osservava il micio seduto davanti a lui.
-Vuoi anche tu della birra?- chiese al gattino che lo guardava con i suoi piccoli occhietti azzurri.

Il gattino emise un “miao” di risposta e il ragazzo sorrise pensando a cosa gli avrebbe detto Dawn se avesse dato la birra a quella palla di pelo. Scott si diresse verso la porta della cucina ma il miagolio insistente del micio lo costrinse a prenderlo e metterlo a terra. Entrò in salotto seguito dal micio e appena Scott si sedette sul divano il gattino si fiondò sulle sue ginocchia.

-Ma cosa ti salta in mente? Chi cavolo ti credi?!- disse al micetto che si era intanto accoccolato sulle sue ginocchia
-Vedi che gli stai simpatico?- disse Dawn comparendo alle spalle di Scott –Comunque come lo chiamiamo?-
-Vediamo… Che ne dici di Matisse?- disse osservando il gattino mentre cercava di scendere dal divano
-Sì è veramente carino come nome-

Dawn e Scott si misero a guardare la TV mentre parlavano. Intanto il gattino stava esplorando la sua nuova casa, uscì dal salotto e si diresse davanti al portone di casa dove prima aveva visto qualcosa luccicare. Cominciò a osservare tutto per bene, anche se era buio lui riusciva benissimo a distinguere i vari oggetti visto che era un gatto. Era uno scricciolo però si credeva grande come un leone infatti se qualcosa lo spaventava gonfiava la coda, rizzava i peli sulla schiena e soffiava. Di nuovo un luccichio lo attirò e lui si diresse a coda alta verso il mobiletto di legno sotto cui c’era un piccolo oggetto che rifletteva la poca luce che entrava dalla vetrata della porta. Senza pensarci due volte infilò le zampe anteriori sotto il mobile cercando di prendere l’oggetto e non riuscendoci cominciò ad andare avanti e indietro davanti al mobile miagolando. Dawn e Scott lo raggiunsero per vedere cosa aveva, arrivati lo videro intento a cercare di prendere qualcosa sotto il mobiletto.

-Matisse che c’è? Cos’hai trovato?- chiese Dawn chinandosi e prendendo l’oggetto che attirava la curiosità del micio. Appena prese l’oggetto tra le mani rimase quasi di pietra. Era la sua collanina.
-E’ la tua collanina- disse Scott che sembrava molto più tranquillo

Dawn si rialzò e mentre si rimetteva la collana al collo pensava a come poteva essere lì. Era sicura che poco prima di vedere quei due occhi gialli ce l’avesse al collo… Allora come faceva a essere lì?. Il micetto nel frattempo si era nascosto dietro di loro e soffia con la coda gonfia e la gobba a un punto nel buio, vicino a un piccolo tavolino su cui era posata una pianta. I due guardarono il gatto e il punto che stava puntando e da cui a un certo punto provenne un specie di ringhio ma molto più minaccioso e due occhi gialli li osservavano pieni d’ira. Scott prese la prima cosa che gli capitò sotto mano e lo scagliò con furia nel punto da cui proveniva il ringhio mentre Dawn accendeva la luce. Nulla. Non c’era nulla, solamente il vaso rotto che Scott aveva scagliato a terra. Dawn raccolse i pezzi di vaso e li appoggiò sul mobile mentre prendeva il micio in braccio, che aveva iniziato a tremare. Lei e Scott salirono le scale e verso metà scala sentì una sensazione strana alle gambe, le sentiva fredde come congelate. Arrivarono in camera e Scott chiuse la porta alle loro spalle come per paura di essere seguiti mentre Dawn poggiava il micio sul loro letto.

-Cos’è stato secondo te?- chiese Dawn mentre entrava nel bagno di camera loro
-Non so ma non mi è piaciuto- rispose incerto Scott mentre accarezzava il micio che lo osservava con i suoi occhioni azzurri spaventati.
-Dawn?-
-Sì?-
-Secondo te Matisse può diventare un gatto da guardia?- chiese Scott cercando di far sorridere Dawn.

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Bene che ne dite? Spero che vi sia piaciuto.
Come sempre ringrazio chi ha recensito e chi recensirà :)
Il nome del micio me l'ha consigliato Olga (era Matis ma si scrive Matisse)
Cosa succederà a quei poveretti che si sono chiusi in camera? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Mi sà che dal prossimo capitolo inizierete a capire di più. ;)
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il guardiano del ciondolo parte 1 ***


Ormai erano ore che andava avanti così. Era come in quei film horror in cui alla fine la coppia e il gatto (o l’animale che c’è) viene brutalmente uccisa, e questo a nessuno dei due piaceva. I due erano seduti sul letto a osservare la porta, l’unica cosa che li separava da quella bestia.

-Secondo te per quanto reggerà ancora?- chiese Dawn con un filo di voce
-Parli della porta o di quella bestia?-
-Di entrambi- disse mentre la porta riceveva l’ennesimo colpo
-Non so- rispose sperando che fosse tutto solo un sogno, ma a ogni colpo capiva che purtroppo era tutto dannatamente vero.

Fuori dalla porta un essere sfogava tutta la sua rabbia contro quella porta di legno che lo divideva da loro. Ad ogni colpo il dolore che provava alla spalla non faceva altro che aumentare la sua ira, la sua voglia di fargliela pagare. Il gesto compiuto dal ragazzo gli aveva fatto capire che era una sfida, e sarebbe stato lui a vincerla come nelle altre. Potevano chiuderlo fuori quante volte volevano, potevano nascondersi ma prima o poi lui li avrebbe raggiunti e allora sarebbero stati guai. Nei suoi occhi si poteva leggere solo collera che continuava a crescere in lui. Era solo un gioco e prima o poi sarebbe finito, con un vincitore e delle vittime. La colpa non era sua ma di coloro che l’avevano svegliato. Conoscete il detto “Non svegliar il can che dorme”? Ecco era lo stesso. Lui però non era una cane e non ci assomigliava neanche. Era una specie di mutazione dei suoi antenati, i lupi. Era uno sbaglio di madre natura? Forse, ma non gli interessava perché lui era al mondo per una sola ragione. Lui era il guardiano del ciondolo, l’unico e il solo. Era un essere immortale ma provava comunque dolore. Chi l’aveva creato era stato chiaro: chiunque avesse avuto il ciondolo sarebbe stato ucciso. C’era un solo modo per sbarazzarsi di lui e Dawn e Scott dovevano scoprirlo se non volevano morire. Ormai era tutta la notte che continuava a colpire con il suo corpo la porta ma non usava tutta la forza che aveva altrimenti sarebbe già entrato da un pezzo. Aspettava. Il suo istinto gli diceva che non era quella la notte in cui doveva ucciderli, non sarebbe stato divertente. Scese le scale a testa alta e raggiunse il tavolino di legno, lo stesso che aveva fatto cadere per avvertirli che c’era anche lui, si alzò sulle zampe posteriori e prese un fiore. Il fiore bianco con il petalo bruciato e sporco di sangue, lo portò al piano di sopra. Arrivato davanti alla porta lo fece scivolare sotto di essa insieme a un biglietto, voleva giocare. I primi erano solo avvertimenti, ora gli dava dei piccoli indizi e poi sarebbe tutto finito. Li avrebbe uccisi però voleva dargli una possibilità come faceva sempre. Fatto ciò buttò giù la porta della camera degli ospiti e uscì dalla finestra, sarebbe tornato presto.

-Cos’è?- chiese Dawn indicando il foglietto e il fiore
-C’è scritto un indirizzo- disse Scott prendendo il biglietto tra le mani e osservandolo –Comunque mi sa che se n’è andato-
-Speriamo comunque non sono riuscita a sentire la sua aura- disse sconsolata Dawn
-Ti conviene metterti a dormire perché domani usciamo-
-Cosa? Dove?-
-Andiamo a questo indirizzo-
-Ma non sai neanche se esiste e…- Dawn si bloccò davanti lo sguardo deciso di Scott –Ok, notte-

Sarebbe stata una lunga giornata quella a cui andavano incontro.

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Il capitolo volevo metterlo domani ma sono via e inoltre non doveva essere proprio così. 
Mi scuso inoltre se è corto ma non ho tanto tempo, il prossimo sarà più lungo!  
Non è tanto pauroso ma in questo e nella seconda parte capirete chi è il "nemico" dei due piccioncini xD E poi comparirà un'altra persona...
Scopriranno come liberarsene oppure moriranno? Io lo sò, voi no u.u Ma presto scoprirete tutto
Ringrazio chi ha recensito e chi recensira questo capitolo :)
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il guardiano del ciondolo parte 2 ***


La mattina era arrivata troppo presto per Dawn e Scott che ora erano in silenzio ad ascoltare i rumori che provenivano da fuori la stanza. Fuori era tutto silenzioso. Scott prese una mazza dall’armadio e con uno scatto aprì la porta pronto a colpire sul muso la bestia se necessario. Ma non c’era nessuno. Dawn, Scott e il micio scesero le scale in silenzio, nessuno osava fiatare. Non mangiarono nemmeno, volevano uscire da lì. Presero le chiavi, la borsa e il gatto e uscirono mentre un forte vento gli veniva contro come per spingerli dentro a quel luogo da cui se ne stavano andando. Salirono in auto e Dawn mise il gatto nella sua borsa verde scuro in modo che non scappasse.

***

-Guarda che dovevi girare a destra-
-Se non ci sono andato una ragione c’era no?-

Ormai era un po’ che andavano avanti così. Si erano persi, nessuno dei due conosceva quell’ala della città. Dopo vari giri arrivarono all’indirizzo. Tutto in quel luogo sembrava minaccioso come per spaventare la gente e costringerla ad andarsene ma i due non si lasciarono intimidire. Camminarono su quello che doveva essere un marciapiede ma che a causa della sporcizia non si distingueva dalla strada. Dawn se ne stava vicino a Scott, vicino a lui si sentiva protetta. Era tutto così tremendamente silenzioso. I due sobbalzarono appena udirono un urlo straziante. Scott prese Dawn per il polso e aumentò il passo finche i due non si trovarono di fronte a un grosso condominio. Alle finestre c’erano delle sbarre di metallo e i muri, una volta rosa, ora erano scrostati e pieni di muffa. Sia il cancello che il portone erano aperti così entrarono, dovevano andare al numero diciassette. Salirono tre piani di scale visto che l’ascensore era rotto e arrivarono davanti a una porta con il numero 17 scritto in grande. Scott bussò e una voce rozza si fece udire.

-Chi è che rompe?-
-Ehm… Volevamo vederla- disse Dawn più timida. Cosa dovevano dire? Una bestia che ci perseguita mi ha dato il suo indirizzo?!
-Chi siete?- tuonò quello aprendo la porta barcollando. Non si riusciva a vederlo in volto perché era tutto buio.
-E’ la stessa domanda che le volevo farle io- disse Scott non curandosi del fatto che si trovava davanti uno che era circa il doppio di lui. L’uomo scoppiò in una irritante risata che infastidì parecchio Scott.
-Cioè fammi capire… Voi siete venuti a casa mia e ora mi chiedete chi sono io?- scoppiò nuovamente a ridere
-Allora vuole ridere ancora per molto oppure ci dice chi è?- ringhiò Scott, era stanco di essere preso in giro.
-Ehm… Volevamo solo sapere se ci sapeva dire qualcosa su questa collana- chiese Dawn mostrando la collana che portava al collo.
L’uomo non disse nulla e li fece entrare nel suo appartamento. Fece cenno ai due di seguirlo e si diresse nel salotto.
-D-dove l’avete presa?- chiese osservando preoccupato il ciondolo
-Gliel’ho regalata io- disse Scott mentre Dawn osservava la stanza.

Le pareti erano color crema e su di esse si poteva notare vari segni di lotta, sangue e graffi. Le finestre sbarrate erano chiuse da delle semplici tende rosse polverose e sgualcite che impedivano ai raggi di entrare. Sul divano dove erano seduti si potevano notare delle molle che uscivano e dei profondi graffi. Gli armadi in legno erano sporchi mentre sul tappeto dove poggiavano i piedi c’erano delle grosse macchie scure. Tutta la stanza puzzava di morte e sembrava che li qualcuno avesse lottato fino all’ultimo sangue.

-Complimenti bel regalo!- esclamò in modo sarcastico. A Scott quell’uomo non piaceva, gli ricordava suo padre.
-Lui non lo sapeva, nessuno lo sapeva.- concluse Dawn
-E invece io lo sapevo. E glielo stavo per dire ma lui non mi ha voluto ascoltare-
-E’ stato lei a vendermelo?!- l’uomo annuii –Bene se lo riprenda-
-E’ troppo tardi, ora è un vostro problema. Avresti dovuto ascoltarmi ragazzo- l’uomo scosse la testa e aprì le tende mostrando ai due il suo viso
-Vedete tutte queste cicatrici?- i due riuscirono a malapena ad annuire –E’ stato lui. Non ce ne si libera facilmente-
-E come facciamo a mandarlo via?- chiese a bassa voce la ragazza mentre osservava piena di ribrezzo le cicatrici
-L’unico modo è liberarsi della collana dandola a qualcun altro e far capire alla bestia di non tornare- si fermò un secondo –Far capire che sei tu il più forte.-
-E poi se ne andrà?- l’uomo abbassò lo sguardo e sospirò
-In teoria sì. Ma è difficile…- poggiò una mano sul suo braccio fasciato e si tolse le bende scoprendo un braccio sbranato. Dai tagli profondi scorreva ancora del sangue mentre dei lembi di pelle erano per metà staccati. A quella visione Dawn si mise una mano davanti alla bocca per non vomitare e girò la testa. –Ieri come vedete mi ha fatto visita-
-Dovrebbe andare in ospedale- riuscì a dire Dawn mentre l’uomo si rifasciava la ferita con le bende che però erano ormai zuppe
-Non mi piacciono gli ospedali- l’uomo si bloccò e alzò la testa con un sorriso –Ora è qui con noi. Ci sta osservando-
-Dove sei brutta bestia?!- Scott si girò di scatto mentre osservava ogni minimo particolare della stanza. Era stanco di tutto quello. La rabbia prese il sopravvento e nei suoi occhi si poteva leggere solo ira e frustrazione. Un verso molto simile a una risata si senti nella stanza. Era felice di vederlo arrabbiato. Si sarebbe divertito molto di più con qualcuno che reagiva così.
-Devi rimanere calmo altrimenti lo accontenti solamente. Lui gode nel vedervi spaventati e arrabbiati- di nuovo la bestia emise un verso ma questa volta era un ringhio rivolto al vecchio. Quell’uomo gli avrebbe rovinato tutto il divertimento. –Ora andate-

I due uscirono dal condominio. Dawn si stringeva a Scott spaventata e lui osservava immobile il cielo. Dall'appartamento da cui erano appena usciti si potevano udire dei versi e degli urli. D’ora in poi avrebbe sempre ascoltato tutti con pazienza. Questo gli era servito da lezione. Senti nuovamente la rabbia crescere in lui. Quella bestia si prendeva gioco di lui e in qualche modo l’avrebbe pagata…

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Spero che vi sia piaciuto ^^
Non doveva per niente andare così ma va bene lo stesso.
Come sempre ringrazio tutti quelli che hanno recensito e chi recensirà :) Inoltre ringrazio tutti quelli che mi seguono.
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Quello che il capo vuole lo ottiene parte 1 ***


Dawn aprì gli occhi disturbata dalla luce che entrava dalla finestra e rimase parecchio sorpresa quando notò che Scott era già in piedi. Il ragazzo appena notò la ragazza sveglia fece un sorriso forzato e la salutò anche se si vedeva che era parecchio arrabbiato.
-Buongiorno Raggio di Luna- disse mentre chiudeva una delle valigie che stava riempiendo
-Buongiorno… Ma cosa stai facendo?- domandò stropicciandosi gli occhi
-Preparo le valigie per la vacanza- rispose mentre chiudeva anche l’ultima valigia
-Vacanza? Pensavo non ci volessi più andare visto quello che sta succedendo…- il ragazzo si fermò un secondo a pensare
-E credi che io rinunci alle vacanze?!- rispose infine –Ora vestiti che andiamo-
-E Matisse?- domandò la ragazza mentre si alzava e prendeva i vestiti che aveva lasciato fuori Scott
-Lo portiamo con noi, l’aria di montagna farà bene pure a lui. Ora muoviti, io ti aspetto di sotto- e detto questo uscì portando le valigie in auto.
Dawn si vestì in fretta, si sciacquò la faccia e tornò in camera per prendere la collana. Nonostante tutto lei si sentiva legata a quell’oggetto, era un cosa strana da spiegare. Anche se non gli piaceva affatto la storia della maledizione lei non si era mai separata da quella collana, mai. Cominciò a svuotare i cassetti ma non riusciva a trovarla. Sospirò capendo che se era sparita una ragione c’era, e certamente non gli sarebbe piaciuto il perché. Scese le scale e andò in cucina dove Scott stava mettendo Matisse nel trasportino.
-Scott hai visto la mia collana?- domandò mentre uscivano di casa
-Sì, l’ho presa io- Scott chiuse la porta a chiave ed entrò in auto, dopo aver messo il trasportino sui sedili posteriori –Se è vero che segue la collana allora se ne rimarrà lì mentre noi ci godiamo la vacanza- concluse
-Il vecchio proprietario ha detto che segue anche i proprietari, non gli dà pace e…- venne interrottà
-Idiozie! Basta ora faccio di testa mia, come sempre. Vedrai che funziona- Accese il motore e partì.
Dawn sospirò sapendo che quando Scott si metteva in testa qualcosa nessuno poteva fargli cambiare idea.

***

Il rumore di una finestra in frantumi si udì in tutta la casa rompendo il silenzio. Proveniva dalla camera degli ospiti. “Trovo sempre il modo di entrare” pensò ghignando il guardiano “Peccato che quando tornano a casa troveranno questo disastro… Sempre se ci tornano” ghignò nuovamente e emise un verso molto simile a una risata maligna che avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene a chiunque. Si scrollò i pezzi di vetro dal lucido manto nero e attraversò la stanza stando attento a non tagliarsi le zampe. Uscì dalla stanza e attraversò la casa deserta, giusto un giro di ricognizione per poi concentrarsi sul suo vero obbiettivo. Entrò nella sala da pranzo quando un odore di sangue fresco lo fece bloccare, dietro il tavolo Scott aveva preparato una delle sue trappole. “Vuole giocare? Certo, ma lo facciamo a modo mio” pensò mentre raggiungeva la trappola in cui il ragazzo sperava che cascasse ma lui non si faceva fregare così facilmente, si voltò e se ne andò per niente attratto dalla bistecca. Raggiunse il ripiano pieno di libri e vi saltò sopra facendolo crollare. Dopo aver spostato vari libri il guardiano trovò ciò che cercava. La collana. La prese tra le fauci stando attento a non rovinarla e se ne andò felice. Il suo creatore sarebbe stato fiero di lui. Non era l’unico che faceva questo ma era sempre stato il suo preferito, quello di cui andava più fiero. Prima di uscire passò davanti a uno specchio. Si guardo per un po’, era magnifico ma allo stesso tempo terrificante. Era elegante e terribilmente pericoloso. Scoprì le zanne. Al contrario del manto nero come la pece esse erano bianche splendenti e aguzze, pronte a fare a pezzi qualsiasi cosa che si metteva fra lui e la sua vittima. Poi i suoi occhi erano quelli che erano sempre piaciuti di più al suo “capo”. Gialli fluorescenti normalmente oppure rosso fuoco quando era arrabbiato o mentre scatenava la bestia dentro di lui, quando uccideva. Lo eccitava il sangue che gli schizzava addosso e che colava dalle sue zanne macchiandole di rosso bordeaux. Oltre i denti anche gli artigli però erano molto utili, grigi e affilatissimi. Era perfetto per uccidere, una macchina inarrestabile. L’incubo di tutti. Distolse lo sguardo dallo specchio e continuò il suo cammino. Sarebbe tornato dal suo creatore per mostrare il lavoro che fino a quel momento aveva svolto e poi sarebbe andato dalle sue vittime a completare l’opera. Il vecchio proprietario ormai era morto, ovviamente grazie a lui, così si poteva concentrare sulla coppia. Sì, avrebbe fatto un lavoro eccellente come gli aveva raccomandato il capo! Gli aveva detto che erano “speciali” e per questo dovevano avere un trattamento diverso e lui ovviamente non aveva discusso. Quello che il capo voleva lo otteneva sempre…

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! ^^
Chiedo perdono per il ritardo e per il capitoletto corto. Non riuscivo a concentrarmi e la voglia di scrivere se n'è andata via.
Bè comunque ora sono qui con un nuovo capitolo! Che ne dite? Spero vi piaccia.
Chi è il capo? E perchè sti due poveretti sono "speciali"? Lo scoprirete.
Nell'ultima parte ci tenevo a far vedere cosa combinava quella specie di lupacchiotto e come era questo guardiano.
Forse arriverà un secondo guardiano ad aiutare questo ma vedrò cosa fare... Anche perchè come avete visto questo è il "cocco" del capo e non prende ordini facilmente da chi è meno "bravo" di lui xD
Anche questa volta ringrazio chi ha recensito e chi recensirà! :)
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Quello che il capo vuole lo ottiene parte 2 ***


Dawn osservava il paesaggio scorrere veloce davanti al suo finestrino. Tirò giù il finestrino lasciando che l’aria fresca le scompigliasse i capelli. Chiuse gli occhi, sì aveva proprio bisogno di quella vacanza. Continuava ad essere molto preoccupata per la maledizione anche perché il luogo dove stavano andando era parecchio isolato. Tra pochi minuti sarebbero usciti da quel paesino di montagna e sarebbero arrivati nella loro amata casetta.
Dopo qualche minuti finalmente Scott imboccò una stradina in ghiaia e raggiunse la casa. Era stata ristrutturata da poco tempo ma aveva ancora quel fascino antico che Dawn amava.

-Eccoci finalmente- disse Scott scendendo dall’auto e dirigendosi verso il portone della casa –Dawn andiamo!-
-Arrivo- rispose aprendo la portiera dietro per prendere il trasportino con il micio
-E che c***o!- urlò Scott da dentro sbattendo con forza le chiavi sul tavolino in legno della cucina.
Dawn liberò il micio e si chiuse la porta di casa alle spalle. Intanto il micio cominciava ad esplorare la nuova casa.
-Che succede?- domandò Raggio di Luna entrando in cucina
-Guarda qua!- disse indicando un vaso a terra frantumato
-Avanti è solo un vaso. Non roviniamoci le vacanze per un niente-
-Hai ragione Raggio di Luna- disse prendendola per la vita e tirandola a se –Allora godiamoci queste vacanze- concluse baciandola.

***

Il vento soffiava particolarmente forte quella sera facendo piegare i pini mentre alcuni tuoni si sentivano in lontananza. Si poteva udire il fruscio delle foglie di alcuni alberi. Nessuno si muoveva, o così pareva. Infatti un essere dal folto manto color pece camminava indisturbato e senza alcun timore per quei boschi che sembravano deserti. I rami e le prime foglie cadute scricchiolavano sotto le possenti zampe dell’animale. Era quasi arrivato a destinazione.
Ora la vegetazione si faceva più fitta e l’aria molto più fredda ma questo non era un suo problema, non aveva di certo freddo con quella bella pelliccia. Chiuse gli occhi qualche secondo per pensare alle sue prossime mosse ma quei pochi secondi bastarono a farlo distrarre e andarlo a far sbattere contro il tronco di un albero. Sì rialzò e guardò il tronco contro cui era andato a sbattere, “ma proprio qui doveva nascere sto maledetto pino!” pensò infastidito per poi riprendere il suo cammino. Dopo qualche minuto finalmente arrivo davanti a una grotta. Essa internamente era abbastanza grande. Sulla destra c’era un tappeto rosso fuoco, un divano, un piccolo tavolino e una TV mentre sulla sinistra erano stese alcune coperte. Infondo alla caverna c’era una scrivania con dei monitor che mostravano l’interno delle case di alcune persone tra cui quella di Dawn e Scott. Davanti a quei monitor era seduto un ragazzo massiccio dalla pelle ambrata con addosso una felpa verde militare e un capellino arancione. Il guardiano si avvicinò lentamente studiando i movimenti del suo capo per capire di che umore era. Si appostò dietro la sedia del ragazzo e guardò cosa combinava.
“Come pensavo…” si disse mentalmente mentre il suo capo guardava il monitor in cui c’erano i proprietari della collanina che si sbaciucchiavano “è geloso” pensò divertito leggendo la furia negli occhi del capo. Esso sbatté con forza il pugno sulla tastiera rompendola e facendo sobbalzare il guardiano che si era seduto dietro di lui. Il ragazzo intanto pensava a come fosse possibile che quei due lo tradissero così, anzi che lei si fosse messa con quel verme! Non aveva senso. Era lui quello intelligente mentre Scott era solo uno sporco traditore. Con la coda dell’occhio vide che dietro di lui c’era il suo “cucciolo” nero così si girò e prese la collana che il guardiano gli porgeva. Loro non l’avrebbero mai tradito, loro uccidevano i traditori come i suoi ex-compagni di reality ma lo facevano perché era giusto così. Scott e Dawn dovevano pagare per quanto lo avevano fatto soffrire, gli avevano distrutto il cuore. E chi si aspettava che quel tenero ragazzo della porta accanto sempre timido e zitto si trasformasse in un killer? Nessuno ed era per questo che nessuno aveva mai dubitato di lui. Le sue “creature” uccidevano chi secondo lui non era degno di vivere, tutti i traditori come loro. Fece cenno col capo al guardiano di andare e lui senza protestare si alzò e uscì. Ora erano loro la sua famiglia, gli unici che lo ascoltavano malgrado lui non parlasse.

***

Dawn aprì gli occhi sbadigliando e lanciando un occhiata alla sveglia sul comodino che segnava la mezzanotte passata. Si infilò le ciabatte e scese dal letto. Lanciò uno sguardo al ragazzo dall’altra parte del letto e sorrise, si era fatta convincere un’altra volta da lui e aveva ceduto ancora al suo “fascino”. Sbadigliò una seconda volta dirigendosi verso la terrazza. Aprì le tende e uscì in terrazzo per respirare un po’ d’aria fresca. Alzò gli occhi al cielo osservando la luna che splendeva maestosa accerchiata dalle stelle che brillavano più che mai. Un rumore tra gli alberi attirò la sua attenzione. Gli occhi le si riempirono di lacrime mentre dal folto della foresta usciva veloce ed elegante il guardiano che appena la vide ghignò facendo brillare i suo denti alla luce della luna. Quel giorno che a lei pareva bellissimo ora le sembrava solo un orribile incubo.

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! :D
Raga perdonatemi se sono in ritardo ma la voglia di scrivere se n'è andata appena ho visto la faccia della mia professoressa :(
Comunque ora sono qui e auguro (anche se in ritardo) buona scuola a tutti! Buon anno ragazzi/e :)
Non sò che dire di questo capitolo... Spero vivamente che a voi piaccia!
Ora che la scuola è ricominciata aggiornerò ancora meno quindi per il prossimo capitolo vi avviso che dovrete aspettare un pò.
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno recensito e tutti quelli che lo faranno :)
_Smeralda_

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1122807