Di nuovo insieme! di Wendy_BluHand (/viewuser.php?uid=142677)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fiocchi di neve ***
Capitolo 2: *** 2. Tè, cioccolata calda e cappuccino ***
Capitolo 3: *** Di arrivi e partenze ***
Capitolo 4: *** 4. Regali di Natale (in anticipo) e stelle luminose ***
Capitolo 5: *** 5.Di sorprese inaspettate e sensazioni spiacevoli ***
Capitolo 6: *** 6. Rimpatriata! ***
Capitolo 7: *** 7. Maschere, foglie verdi e cristalli ***
Capitolo 8: *** 8. Il portagioie ed il Maho ***
Capitolo 9: *** 9. Maghi bianchi e maghi oscuri ***
Capitolo 10: *** 10. Il bizzarro palazzo ***
Capitolo 11: *** 11. Il palazzo di Fedora e l'indovinello ***
Capitolo 12: *** 12. Il ballo dei Lumi: Elif, Danahir e...la scala della prima torre! ***
Capitolo 13: *** 13. Quarzo giallo:la torre dei ricordi e delle illusioni ***
Capitolo 14: *** 14. Ritorno a Misora ***
Capitolo 15: *** 15. "Jeans and soda" o "Alba di montagna"?No "Yin e Yang"! ***
Capitolo 16: *** 16. A casa di Hoshiyo-san! ***
Capitolo 17: *** 17. A casa di Hoshiyo-san! II parte ***
Capitolo 18: *** 18. Grazie... ***
Capitolo 19: *** 19. Aiko...fighting! ***
Capitolo 20: *** 20. Il tunnel viola ***
Capitolo 21: *** 21. Dovere ***
Capitolo 22: *** 22. Sono Aiko Senoo e sono una strega! ***
Capitolo 23: *** 23. Hazuki e la terza pietra ***
Capitolo 24: *** 24. Frammenti di ametista ***
Capitolo 25: *** 25. Viola e oro: verità amare e riflettori puntati ***
Capitolo 26: *** 26. Stand up! ***
Capitolo 27: *** 27. Quinta torre: zaffiro. ***
Capitolo 1 *** Fiocchi di neve ***
Prima di
iniziare ci tengo a dire che questo è un crossover fra
Beyblade e
Doremì. La storia è ambientata qualche anno dopo
l'ultima serie di
Doremì. Le nostre ojamajo sono tutte divise e lo sono anche
dai loro
cari amici Takao, Max, Rei,Kei e prof.Kappa, che ormai conoscono
davvero tanto bene. La storia sarà concentrata su un alone
di
mistero e un insieme di flashback sul passato. Non mancheranno i
nostri flat 4. Insomma il resto lo vedrete da voi, se vorrete...buona
lettura!:)
Fiocchi di
neve
Salì sul
terrazzo per riposarsi. Il sole batteva sull'edificio bianco con
insistenza. Un caldo come quello era insolito a Marzo. Era stanca,
aveva cercato disperatamente quel ragazzo per tutta la scuola. Quegli
occhi azzurri gli avrebbe riconosciuti fra mille...erano i suoi
occhi. Ne era convinta.
Era la prima
volta che vedeva degli occhi del genere dopo quasi quattro anni.
Quei
quattro anni mi erano sembrati una vita...
Aveva fatto
anche il giro del cortile ma di lui non c'era traccia, sembrava
essersi dileguato nel nulla. Sospirò abbassando lo sguardo
mentre
una leggera brezza le scompigliava i capelli ormai lunghi.
No, non era
lui quel ragazzo...lui non sarebbe mai più tornato
lì...non lo
avrebbe mai più rivisto...
Intrecciò le
mani fra di loro e guardò di sotto. Nel cortile un gruppetto
di
ragazzi stava allegramente parlando seduti sull'erba, consumavano il
loro pranzo ridendo e scherzando fra di loro. L'intervallo stava per
finire ma la ragazza non aveva toccato cibo e non aveva neanche fame.
Credeva di
essere riuscita a stare meglio, a non scattare come un'isterica non
appena le sembrava di vedere uno di loro.
Soprattutto
quando le sembrava di vedere lui. In quei
quattro anni
vedeva i volti che aveva amato ovunque e ogni volta sentiva il cuore
perdere un battito e il respiro le mancava,però subito dopo
si
riprendeva ed era sempre la stessa. Però quel giorno era
diverso,
quel ragazzo sembrava proprio lui. Per
questo era corsa
dietro a quei bellissimi occhi chiari nel disperato tentativo di
poterlo rivedere ancora una volta.
Sentì gli
occhi inumidirsi fino ad appannarle la vista. Era come aver ricevuto
uno schiaffo in faccia,scoprire che quello studente non era chi
cercava... per una volta ci aveva creduto davvero. Aveva sperato fino
all'ultimo però non era accaduto nessun miracolo.
Ehi...scusa?- una voce la riportò alla
realtà...una voce che aveva qualcosa di familiare.
Sgranò gli occhi incredula, non poteva essere vero. Si
voltò di scatto con un grande sorriso stampato sulle labbra,
pronta a riconoscere quella ribelle zazzera bionda e quei fantastici
occhi azzurri ricolmi di luce. Però ancora una volta il
sorriso le morì sulle labbra, non c'era nessuna zazzera
bionda ma bensì degli ordinati capelli chiari e corti. Gli
occhi azzuri erano molto simili ai suoi ma
non erano ricolmi di luce. - Stai bene? - chiese il ragazzo preoccupato
– stai piangendo...- aggiunse in risposta alla sua
espressione strana. Senza accorgersene una lacrima le era scesa lungo
la guancia sinistra, distrattamente si portò una mano al
volto e si asciugò gli occhi. - Forse non è il
momento adatto...ti chiedo scusa.- fece per andarsene ma lei lo
afferrò per un braccio – No, scusami tu! Ti ho
spaventato con la mia espressione da fantasma.- sorrise radiosamente.
Il ragazzo le sorrise di rimando voltandosi. - Tu sei Aiko giusto?-
chiese porgendole la mano – Si!Tu?- rispose la fanciulla
stringendogliela.
- Takeshi! Sei il leader del club di calcio femminile,vero?Volevo
chiederti: sai per caso quando si aprono le iscrizioni per quello
maschile? Sono interessato-
- Certo! Comunque le iscrizioni per il prossimo anno si aprono
giovedì 17 aprile.- rispose portandosi una ciocca di capelli
dietro l'orecchio.
- Hai quattro orecchini!- esclamò Takeshi entusiasta.
- Oh, si! Sono quattro a quest'orecchio e tre al sinistro.-
replicò ridendo – Anche tu hai degli orecchini.-
disse indicando il suo orecchio destro.
- Si! Sono tre anche a me!- ribattè sorridendo. I suoi
orecchini erano decisamente più virili di quelli della
ragazza, soprattutto di quelli a stellina che la sua amica Melody le
aveva regalato al compleanno quattro anni prima.
Tutto sommato
Takeshi era carino e somigliava molto al suo Max.
Però
nessuno sarebbe mai stato come lui.
- Credo sia ora di andare. Le lezioni stanno per cominciare.- disse il
ragazzo avviandosi alla porta – Si, hai ragione. Andiamo.-
sorrise la sua nuova compagna,seguendolo per le scale.
Quella
notte non la dimenticherò mai...anche il tempo si era
fermato...
Adesso si sta meglio!- disse Ami
sfregandosi le mani sulle braccia.
-Si! Hanno acceso il riscaldamento!- ribattè Aiko voltandosi
verso la sua amica. Faceva freddo, era il ventidue Dicembre. In
palestra si teneva una partita di calcio fra i ragazzi della classe,
Aiko e Ami erano sedute su delle sedie e seguivano la partita.
Più tardi avevano deciso di andare a mangiare una pizza per
augurarsi delle buone feste.
- Vado fuori a fare un giro, vieni con me?- chiese Aiko all'amica.
- No, resto qui ancora un po'. Magari ti raggiungo fra poco.- rispose
Ami con lo sguardo fisso sul suo ragazzo.
Fra i giocatori c'era anche Takeshi, sudaticcio ma pur sempre carino.
Aveva stretto una forte amcizia con lui, avevano molte cose in comune.
Mise il cappotto di lana e uscì fuori con le mani affondate
nelle tasche.
Il Natale le era sempre piaciuto, era una bella festa. Piena di amore e
di accortezze. L'ultimo Natale che avevano passato con loro risaliva a
quattro anni prima. Le tornò in mente quando tutti insieme
addobbavamo l'albero nel Maho. Melody era terrorizzata quando il prof.
Kappa e Takao salivano l'uno sulle spalle dell'altro per mettere il
puntale e ovviamente raganella urlava come un'ossessa. Poi dormivano
tutti a zakone*, quasi sempre nella stessa stanza e stavano due o tre
ore a giocare e a parlare prima di addormentarsi.
Le scappò un sorriso affondando il naso nella sciarpa. Si
affacciò alla ringhiera delle scale antincendio quando una
voce la fece sussultare.
- Signorina...così ti prenderai un raffreddore.-
Quello scemo di Takeshi voleva forse ucciderla con questi agguati
improvvisi. Si voltò di scatto pronta a
“rimproverarlo” scherzosamente come al solito,
però la voce le morì in gola.
Ad aspettarla non c'erano corti e ordinati capelli biondi ed occhi
azzurro cielo ma una zazzera bionda e occhi chiarissimi, ricolmi di
luce.
Scivolò lungo la ringhiera adagiandosi a terra senza nemmeno
accorgersene. Si portò le mani al volto e le premette sulle
labbra. Gli occhi le si velarono di lacrime fatte di stelle.
- Ehi, sono io...il tuo Max.- sorrise il ragazzo scoprendo i denti
candidi. Senza neanche accorgersene aveva preso a singhiozzare.
Quella
sera i miei occhi erano pieni di soffici fiocchi di neve.
La
sera in cui tornasti da me cominciò a nevicare.
*Angolo di
Natsumi*
Questa è una
storia che avevo scritto qualche tempo fa! Che volete farci Beyblade
e Doremì mi piacciono troppo insieme!*__*
Qualche
precisazione...zakone vuol dire letteralmente “sonno da
pesci” e
indica delle persone che dormono tutte nella stessa stanza!
Non so che
altro dirvi...spero possa piacere!^^
Kiss!:*
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Capitolo 2 *** 2. Tè, cioccolata calda e cappuccino ***
2.
Tè, cioccolata calda e cappuccino
Misora era
sempre la stessa, non era
mai cambiata ai suoi occhi...probabilmente perchè non si era
mai
allontanata dalla sua città. Doremì,zaino in
spalla era appena
uscita da scuola. Era il 22 Dicembre e non faceva poi tanto freddo
lì
a Misora. Era una città che si affacciava sul mare, era
bella anche
d'inverno ma l'estate era praticamente fantastica. Le vacanze di
Natale si avvicinavano e con esse il dovuto riposo. Non che
Doremì
si ammazzasse di studio...non lo aveva mai fatto in tutta la sua
vita, a partire dalle elementari. Però il solo fatto di
doversi
alzare per rinchiudersi in quell'istituto la seccava alquanto.
All'improvviso un consistente brontolio proveniente dal suo stomaco
la riportò alla realtà...
- Accidenti che fame!- borbottò
portandosi una mano alla bocca dello stomaco, si guardò
intorno e
notò una pasticceria lì accanto. Un dolcetto non
le sarebbe
dispiaciuto, un bignè o qualcosa di simile. Entrò
nel negozio
facendo tinitinnare lo scacciaspiriti posto in alto sulla porta.
-
Buongiorno!- disse pimpante frugando nello zaino alla ricerca del suo
portafoglio a forma di orso, che trovò spiacciccato dal
libro di
fisica e tra l'altro quasi vuoto.
Dovrò accontentarmi di
qualche dolcetto minuscolo all'amarena.
Pensò
sconsolata avvicinandosi ai dolcetti in esposizione. - Salve
signorina! - sorrise l'anziana signora dietro il bancone -
Quale
desidera?-
- Prendo uno di questi all'amarena.- rispose la ragazza
indicando il dolcetto con l'indice.
- Subito! Ecco a te!- replicò
la donna porgendole il fazzoletto con l'agognato "pasto"
all'interno. L'ex streghetta ringraziò e dopo aver pagato
uscì
divorando quel cosetto all'amarena in un attimo. In quel momento si
ricordò di dover andare a comprare il latte per sua madre e
così
stufata e controvoglia si diresse verso il supermercato all'angolo.
Doremì entrò e si alzò sulle punte per
afferrare la bottiglia di
latte al quarto ripiano dello scaffale. La prese e si
allontanò con
gli occhi puntati sulla bottiglia in cerca della data di scadenza (o
sua madre la costringeva a tornare indietro per cambiare confezione
qualora fosse scaduto il contenuto al suo interno). Improvvisamente
cozzò contro qualcuno lasciandosi cadere la bottiglia dallo
spavento.
- Oh, Kami! S-scusa...- balbettò rossa come un pomodoro
- Che razza di imbranata che sono!!- piagnucolò chinandosi a
raccogliere ciò che le era caduto.
Alzò istintivamente il suo sguardo sul
povero malcapitato contro cui aveva cozzato e rimase a bocca aperta
per lo stupore.
- T-takao!- esclamò puntando i suoi occhi rosa in
quelli scuri del ragazzo che aveva di fronte.
- Sorpresa?- sorrise
di rimando inginocchiandosi alla sua altezza. - Sono tornato per
farti una sorpresa...-
Quanti anni erano passati prima
di rivedere quegli occhi sorridenti a Misora?Tanto...troppo
tempo....
- Davvero...non so...- sorrise raggiante
incapace di dire altro. - Doremì! E che diavolo, ti sto
chiamando da
mezz'ora!Ti è caduto questo foglio dal libro di fi- la voce
che
aveva fatto voltare entrambi s'interruppe bruscamente alla scena che
gli si proponeva davanti. Quella voce apparteneva a un ragazzo
abbastanza alto dai capelli blu e gli occhi del medesimo
colore.
- Kotake!- esclamò Doremì alzandosi in piedi. Il
ragazzo
spostò lo sguardo sull'altro, anch'egli dai capelli blu
elettrico.
- Non ci credo...sei Takao?!- chiese alzando un soppracciglio
sorpreso.
- No, sono il cassiere!- sghignazzò l'altro in
risposta.
- Simpatico come un pugno in un occhio.- borbottò
Kotake - Come mai qui?-
- Sono passato a trovare Doremì. -
replicò Takao.
- Ah. Capisco.- ribattè seccato Kotake - Doremì
comunque, stasera alle otto?- chiese porgendole il foglio che aveva
in mano.
- Certo, va bene.- rispose questa afferrando ciò che
quest'ultimo le porgeva.
Kotake guardò Takao con un sorriso
malvagio e questi gli rispose con un'occhiataccia seccata.
L'ojamajo
alzò gli occhi al cielo.
Possibile
che quei due dovevano
sempre litigare?!
Da quando si
erano conosciuti e in
quel breve lasso di tempo che avevano trascorso insieme non avevano
fatto altro che lanciarsi frecciatine e occhiate bieche. I due non si
erano mai sopportati a causa dell'interesse che entrambi nutrivano
verso Doremì.
- Sai, da te me l'aspettavo un "bel ritornato" del genere!-
borbottò Takao a braccia conserte.
- E cosa ti aspettavi, che avrei saltatellato come un'idiota a questa
lieta notizia?!- ribattè l'altro in risposta. La ragazza
sospirò e prima che qualcuno potesse dire qualcos'altro
chiese: - Ragazzi andiamo a prenderci qualcosa da bere?Un
tè, un caffè, una cioccolata calda...-
- Va benissimo.- le sorrise Kotake dirigendosi a passo di marcia verso
l'uscita del supermercato. - Allora andiamo?- aggiunse con insistenza
voltandosi verso i due ragazzi rimasti indietro. Doremì
avrebbe voluto ridere guardando i due ragazzi lì accanto a
lei, con il broncio come se avessero ancora dodici anni. Le
sembrò di essere tornata indietro nel tempo. - Certo,
andiamo!- esclamò pimpante.
Cinque minuti
dopo tutti e tre erano seduti nella caffetteria a pochi metri dal
minimarket. - Allora ragazzi, voi cosa prendete?- chiese
Doremì sfogliando il menù. - Penso un
tè.- rispose Kotake poggiando il menù sul tavolo
- Tu?-
- Penso una cioccolata calda...con i biscotti!- affermo l'ex streghetta
sognante.
- Sei sempre la solita.- mormorò il ragazzo scuotendo il
capo.
- Tu Takao cosa prendi?-
- Mmmmhhh...penso un cappuccino.- rispose questi con fare pensieroso.
I tre ordinarono e dopodichè calò il silenzio. La
ragazza che si trovava in mezzo ai due spostò il suo sguardo
da un ragazzo all'altro.
Ma guaradali un
pò! Non avrei mai immaginato di ritrovarmi oggi con
entrambi. Anzi, pensavo che non avrei mai più rivisto
Takao...che non sarebbe più tornato qui proprio come tutti
gli altri. Invece ora è qui...Non avrei mai pensato di
ricevere un regalo del genere a Natale. Takao è cresciuto e
tanto. Ora è molto più alto, più
magro,ha il viso più affilato e il naso più a
punta. I capelli sono sempre gli stessi e gli occhi scuri sono come al
solito vivaci. Come sono sempre gli stessi i
colori che indossa sopra i jeans chiari, il giallo e il rosso. Sono
sicura però che per il resto non è
cambiato...è sempre lo stesso ragazzino di qualche anno
addietro.
Invece Kotake è KOTAKE. Non esiste qualcuno come lui. Kotake
è cresciuto proprio come Takao. Anche lui è
più alto e ha i lineamenti del volto più decisi,
è più piazzato di spalle e ha le braccia
più lunghe. Gli occhi sono sempre uguali, blu come i
capelli. Anche Kotake è importante, molto importante.
Soprattutto non posso dimenticare quello che mi ha detto l'ultimo
giorno di scuola elementare. Non posso e non voglio. Custodisco
quelle parole nel profondo del cuore...perchè
quelle parole Kotake le ha dette a me e a nessun altro. Questo
è uno dei tanti bei ricordi che ho di lui.
C'è una consapevolezza che non mi abbandona mai. Quella di
avere vicino entrambi...quella di essere certa di non essere
più sola adesso. Perchè io so che i loro occhi e
il loro cuore sono sempre vicino a me....so che non andranno mai
più via.
Il cameriere arrivò con le loro bevande
calde,riportando Doremì alla realtà. Il calore
della tazza scaldò le dita della ragazza che erano come
pezzi di ghiaccio a causa del vento freddo. Prese a parlare
allegramente con entrambi cercando di non far scannare i due ragazzi
sul tavolo.
- Che bello! Adesso arrivano le vacanze di Natale!!Non vedo l'ora...non
ne posso più della scuola!- sbuffò scegliendo un
biscotto dal piatto.
- Giusto...visto che muori sui libri nel tentativo di ampliare il tuo
sapere!- ribattè Kotake con un ghigno, alludendo alla poca
voglia di studiare della ragazza.
- Come ti permetti Kotake?! Non è vero...UFF,UFF,UFF!-
sbuffò incrociando le braccia sotto il seno.
Takao cercando di trattenere la risata quasi si strozzò con
il tè e così l'ex strega si voltò
verso il ragazzo ed esclamò: - Così t'impari!-
Ciò che fece in seguito Kotake la sorprese. Le
accarezzò i capelli con la mano destra e con un sorriso
dolce stampato sul volto. Takao dal canto sospirò spostando
annoiato e contrariato gli occhi altrove. Però l'attenzione
di Doremì fu catturata da un ragazzo sospetto seduto in un
angolo della caffetteria. Aveva grandi occhi verdi e lucidi capelli
neri. Indossava una felpa grigia e dei jeans scuri. Prese le sigarette
che teneva sul tavolo e ne accese una con un accendino nero, fece il
tutto senza mai distogliere lo sguardo da Doremì. Per un
attimo si guardarono dritto nelle pupille e l'ojamajo provò
un senso d'inquietudine. Un brivido lungo la schiena la percorse e
distolse lo sguardo puntandolo sulla sua tazza. Immediatamente il tipo
sospetto si alzò e andò via, scoccando un'ultima
un'occhiata alla ragazza con i suoi penetranti occhi verde oliva. Anche
Takao e Kotake avevano notato questi scambi di sguardi e avevano
seguito con espressione seria il ragazzo finquando non era sparito
oltre la porta.
- Doremì ti accompagno a casa.- disse Takao.
- Vorrai dire: ti accomapagniamo a casa!- aggiunse Kotake alzandosi in
piedi.
*Angolo di Natsumi*
Questo è il secondo capitolo! Ovviamente questo tizio
misterioso comparirà nuovamente nel corso della storia e
sarà importante!:) Non so cos'altro dire...^_^' sto cercando
di scrivere questa storia sforzandomi al massimo delle mie
capacità per farla uscire bene...spero di riuscirci!^^
Poichè adoro molto l'universo di Doremì e anche
quello di Beyblade. Non so come andrà ma voglio provarci e
come ho già detto mi sforzerò perchè
sia una storia decente!^^'
Il prossimo capitolo lo scriverò in settimana, grazie a chi
ha recensito e ha letto!<3
A presto!:)
Kiss!:*
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Capitolo 3 *** Di arrivi e partenze ***
3.
Di arrivi e partenze
Uno squillo. Due squilli.Tre squilli. Quattro squilli. Quel
maledetto cellulare non voleva saperne di smettere di suonare.
Una mano diafana spuntò da un involucro di coperte bianche e
si protese sul comodino, tastando con insistenza la superficie dura del
legno in cerca di qualcosa. La mano delicata cozzò contro un
oggetto vibrante e rumoroso.
Stupido cellulare!
- Pronto?- rispose annoiata e sbadigliante una faccia
curiosa sbucata fuori dal lenzuolo.
- Ehi, cuginetta!- esclamò una voce squillante dall'altra
parte della cornetta - Sei ancora nel letto, dormigliona?!-
la ragazza emise una serie di mugolii infastiditi in segno di protesta
e poi biascicò - Si che sono ancora nel letto. Sono le sette
del mattino e io ho sonno.-
- Momoko,lo sai che devi prendere un aereo a mezzoggiorno, vero?!-
disse il ragazzo con una nota divertita nella voce.
- Si, che lo so!- ribattè secca e indispettita.
Cacchio...è
vero.Dovrò alzarmi adesso...
- Scommetto che sei infastidita perchè ti ho
svegliato a quest'ora!-
- Si, stupido Eisuke! Ieri ho fatto tardi e tu mi chiami alle sette del
mattino!- borbottò l'ex ojamajo reggendosi la testa con una
mano come se temesse di perderla.
Il cugino rise cristallinamente e poi aggiunse - Comunque vengo a
prenderti io all'areoporto, bambolina!-
- Ok. See you later. Bye.-
- Si, ciao!-
La ragazza si buttò praticamente giù dal letto e
si trascinò davanti allo specchio, nel bagno. Capelli biondi
spettinati e grandi occhi verdi. Ci mise un pò a
riconoscersi, sembrava uno zombie. Velocemente si lavò e poi
tornò nella sua stanza per raccattare quelle poche cose
sparse nella stanza per metterle nella valigia preparata il giorno
prima. Afferrò un jeans e una maglia bianca, si
sistemò i capelli come meglio potè e
uscì di casa per salutare una sua amica e fare gli ultimi
acquisti. Mentre camminava il cellulare squillò di nuovo.
- Pronto? -
- Tesoro, sono la mamma! Dove sei?-
- Sto andando a salutare una mia amica e a fare delle compere.-
- Ok. Hai chiuso la porta a chiave? Comunque io e tuo padre per le
undici e un quarto siamo liberi, ti accompagnamo noi all'areoporto.-
- Va bene. Grazie mamma.-
Chiuse la chiamata e si diresse verso una figura snella che agitava una
mano nella sua direzione.
***
Doremì quella mattina si era alzata verso le undici, poi con
il suo pigiamone rosa era scesa in cucina. Si era seduta sulla sedia e
aveva addentato una fetta biscottata allegramente. Finalmente erano
arrivate le vacanze di Natale.
- Buongiorno sorellona!- esclamò una voce squillante alle
sue spalle - Appena puoi ti alzi tardi, eh pigrona?!-
L'ex streghetta sobbalzò e quasi cadde dalla sedia - Tu che
diavolo ci fai qui?!- gracchiò - Mamma aveva detto che eri
uscita anche tu!- si voltò verso la sorella e si ricompose.
- No, ho posticipato l'uscita!- rispose con tono saccente
Bibì - Mi sono organizzata bene la giornata a differenza tua
che pensi soltanto a dormire!- e guardò la maggiore in modo
altezzoso.
- Smettila di guardarmi così pulce!- disse Doremì
riducendo gli occhi a due fessure. E si accorse solo in quel momento di
una cosa.
Bibì era davvero cresciuta. Era più alta e meno
gracile. Il volto non aveva più i lineamenti tanto
infantili. Si accingeva a frequentare le medie. Era una ragazzina
intelligente e in gamba. Inoltre era molto legata a sua sorella anche
se non lo dava a vedere.
Doremì si sciolse in un sorriso.
Sei diventata
grande,Bibì.
- Che hai da ridere?!- chiese stupita e perplessa la
minore - Ah, ho capito.- disse poi assottigliando lo sguardo e
sorridendo maliziosamente - C'è qualcuno vero? Sei
innamorata!- e puntò l'indice contro la maggiore.
Quest'ultima quasi cadde della sedia e balbettò - C-che
diavolo stai dicendo?!- e si allontanò visibilmente dalla
sorella - N-non c'è nessuno! E non sono innamorata!- in
dieci secondi era diventata paonazza.
- Già! Dimenticavo quanto fossi sfigata in amore!- disse
sventolandole una mano sotto il naso con noncuranza - e io che pensavo
che finalmente la mia sorellona avesse trovato qualcuno che la
sopporta.-
- Come ti permetti?! - strepitò l'ex strega stringendo i
pugni e agitandosi visibilmente.
- Comunque è tutta la vita che te lo ripeto, se vuoi ti
presento qualche mio spasimante...sai con il tempo sono aumentati!-
replicò malignamente fissando la sorella con le braccia
incrociate sotto il seno.
Prima che Doremì potesse ribattere, il suo
cellulare vibrò due volte consecutive.
- Credo ti siano arrivati due messaggi.- disse Bibì
indicando il tavolo.
La ragazza più alta delle due prese in mano il telefono.
Aveva ricevuto due messaggi, uno di Kotake e l'altro di Takao. Il
contenuto era lo stesso. Lo lesse e quasi le tremarono le mani.
Bibì sembrò accorgersene perchè le
chiese - Che è successo?- e le si avvicinò
tentando di spiare incuriosita.
Però la giovane ex strega non rispose, era rimasta
inchiodata al pavimento con gli occhi fissi sul display del cellulare,
che recitava tre semplici parole.
Onpu è
tornata.
***
Il viaggio in aereo era stato stancante. Non vedeva l'ora
di sprofondare in un letto e dormire. Aveva del sonno arretrato dalla
notte prima in cui era uscita con la sua amica per scambiarsi i regali
di Natale. Una volta nell'areoporto cercò con lo sguardo
quel cugino fastidioso e poi lo trovò a braccia conserte che
l'aspettava con un sorriso ironico.
- Eisuke!- esclamò correndogli incontro e abbracciandolo.
In fondo non era cambiato molto. Anzi per niente.
Alto e magro con i soliti occhi verdi e i lucidi capelli neri.
- Allora bambolina, com'è andato il viaggio?- le chiese
prendendole il trolley.
- Bene. Però sono stanchissima.- rispose sbadigliando e
strofinandosi gli occhi verdi.
- Lo credo bene. Ora andiamo a casa così potrai riposare.-
disse Eisuke mettendo la valigia nel cofano mentre Momoko si sistemava
sul sedile affianco a quello del guidatore. Subito dopo il cugino la
raggiunse e mise in moto.
- Dove abiti adesso?- chiese l'ex ojamajo mettendo la cintura.
- A Misora.- rispose accendendo il riscaldamento per combattere il
freddo pungente.
La ragazza strabuzzò leggermente gli occhi, le suonava
strano sentire il nome di quella città
così...buttato lì come se niente fosse.
Misora era stata la sua casa.
- Adoro Misora.- sussurrò lasciandosi prendere dalla
nostalgia e abbandonandosi contro il vetro del finestrino.
- Davvero? Come mai?- chiese Eisuke lanciandole occhiate distratte,
troppo occupato a guardare la strada.
- Ho abitato a Misora.- rispose la ragazza bionda chiudendo gli occhi -
Ho ricordi davvero belli legati a questa città.-
Chissà se
l'edificio del Maho sarà ancora in piedi...
- Avevo delle amiche lì.- aggiunse Momoko -
Fantastiche. Tutte fantastiche. Poi ognuna è andata per la
sua strada e ci siamo divise. Però forse una c'è
ancora...-
- E come si chiama? - chiese il cugino con uno strano baluginio negli
occhi che la giovane però troppo stanca, non
notò.
- Doremì.- rispose in un sussurro, voltandosi verso il
ragazzo - Perchè?-
- Niente, curiosità.- ribattè questo serio - Mi
passi le sigarette?- chiese poi alla cugina indicando il pacchetto.
- Dovresti smettere di fumare non ti fa bene!- lo rimproverò
Momoko passandogli contrariata le odiose sigarette.
- Lo so. Però che vuoi farci, una volta che ce l'hai il
vizio, è difficile smettere.- bofonchiò lui
accendendo la sigaretta che stringeva fra le labbra.
- Non impossibile. - lo riprese lei con sguardo severo.
Eisuke rise divertito - Hai ragione, bambolina!- disse poi abbassando
di poco il finestrino.
- Allora,parlami un pò della tua vita a Misora. Ti piaceva
vivere lì quindi?-
- Si, tanto! Perfino la scuola mi piaceva. Avevo dei compagni
favolosi.- rispose la biondina - ma non erano solo i compagni a
piacermi. Ho conosciuto cinque ragazzi particolari e spettacolari. Uno
era cinese, gli volevo un bene dell'anima.-
- Sono andati via anche loro?-
- Si, purtroppo. Sono impegnati.Poi mi sono divertita tanto a Misora.-
- Scendevate in spiaggia quando c'era bel tempo?- chiese Eisuke dandole
un pizzicotto sulla guancia.
- Non troppo spesso. Impegnavamo il nostro tempo facendo dolci o tante
altre cose.- rispose sbadigliando.
Momoko preferì dirgli una mezza verità o avrebbe
dovuto spiegare tante cose.
- Eravamo unite in un modo particolare. Condividevamo una cosa che in
nessun altra amicizia poteva essere condivisa.-
- Cioè?- chiese ancora lui con una strana insisistenza.
- Questo non si può dire...è un segreto.-
mormorò la giovane con un sorriso dolce, cadendo
completamente fra le braccia aperte di Morfeo, cullata dal profumo
delle sigarette al cioccolato di Eisuke.
Quest'ultimo dal canto suo le accarezzò affettuosamente i
capelli.
*Angolo di Natsumi*
Eccomi qui! ^^ ho preferito pubblicarlo oggi perchè fra
mercoledì e giovedì probabilmente avrò
da fare!-.- Maledetta scuola!-.-
Allora, forse un pò cortino però un capitolo di
passaggio. :) ma nonostante tutto ha la sua utilità!
:)
Ringrazio Aikosenoo
e Euterpe_12
che hanno recensito!^_^ grazie!<3
A presto!^.* Kiss!:*
|
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Capitolo 4 *** 4. Regali di Natale (in anticipo) e stelle luminose ***
4.
Regali di Natale ( in anticipo) e stelle luminose
Dopo lo "shock" da cui era derivata quell'emozione tanto
forte, Aiko era rientrata in palestra con Max a cui aveva presentato i
suoi amici e con grande stupore apprese che in realtà
Takeshi e Max già si conoscevano. Erano stati vicini di casa
e amici quando entrambi abitavano ancora in America.
Il giorno dopo la ragazza dai capelli blu uscì di casa per
dirigersi da "Soffi di vetro e bolle di cristallo" il negozio a pochi
metri di casa che vendeva oggetti molto carini e sotto le feste, in
special modo a Natale, vendeva tutto il necessario per le decorazioni.
Entrò nel negozio e rivolse la sua attenzione a delle
palline rosse e dorate.
- Le serve aiuto signorina?- chiese la giovane commessa.
- No, grazie. Stavo dando un'occhiata in giro. Cercavo qualcosa per
addobbare la casa.- rispose Aiko con un sorriso indicando in generale
l'ambiente circostante.
Il negozio era piccolo e strapieno di ogni sorta di decorazione o
utensile per la casa. Alzando lo sguardo verso l'alto notò
una farfalla di quelle che vanno sugli alberi di Natale, interamente
fatta di brillantini. Affascinata si alzò sulle punte nel
tentativo di prenderla ma una mano fu più veloce e sottrasse
la coppia di farfalle alla sua vista (in una confezione c'è
ne erano due).
- Ehi! Le avevo viste prima io!- protestò Aiko voltandosi di
scatto.
- Esatto. Viste, non prese!- replicò un giovane ragazzo
dirigendosi alla cassa per pagare.
L'ex streghetta si trattenne dal non prenderlo a calci e si
voltò cercando di focalizzare la sua attenzione su dei
ghiaccioli dorati.
Alla fine comprò una decina di stelline luminose e un
puntale e ritornò a casa.
-Sono tornata! - esclamò Aiko chiudendo la porta e
sfilandosi le scarpe - Mamma?- chiamò a gran voce.
- Vieni tesoro! Sono in soggiorno, c'è Max qui!- rispose una
voce di donna affacciandosi dalla prima porta. Aiko pimpante
entrò in soggiorno sorridendo - Ciao Max!-
esclamò sedendosi accanto a lui.
- Aiko, ciao!- rispose lui - Sono passato a trovarti!-
- Vuoi del tè anche tu?- chiese una donna alta porgendole un
bicchiere.
- Si mamma! Grazie!- rispose la ragazza - Mi fa piacere Max! Ero andata
a comprare qualche decorazione in più per l'albero!-
- Cos'hai preso?- chiese con interesse il ragazzo biondo.
- Stelline!- esclamò pimpante l'ex streghetta - Mi aiuti a
metterle dopo?-
- Ovvio. Non sono diventato più alto per niente.-
sghignazzò bevendo il tè caldo.
- Notato. Sei diventato più alto di me!- ribattè
facendo la linguaccia in direzione dell'amico.
- Almeno ti rendi utile! Metti il puntale!- disse con un sorriso che
doveva essere "malvagio" ma che agli occhi di Max era soltanto molto
dolce.
Dopo il tè, i due ragazzi si diressero nel salone dove
troneggiava un alto e grosso albero verde, quasi del tutto addobbato.
- Ho visto che tuo nonno sta abbastanza bene!- disse Max aiutandola ad
aprire le confezioni delle stelline.
- Hai visto?! Sta molto meglio!- rispose Aiko sorridente - Anche i miei
genitori ora che stanno insieme, stanno meglio!Sono più
tranquilli!- .
Entrambi cominciarono ad appendere le stelline ai rami artificiali. Max
si alzò sulle punte per mettere il puntale, mentre Aiko
s'infilò dietro l'albero per abbellirlo anche posteriormente.
- Ehi Aiko, ho una sorpresa per te, comunque!- sussurrò Max
infilandosi anche lui dietro l'albero.
- Sorpresa?! - mormorò lei stupita.
- Si. Possiamo definirlo un regalo di Natale.- disse l'amico appendendo
un'altra stellina. Aiko gli prese il braccio e lui si voltò
stupito.
- Tu me l'hai già fatto il regalo di Natale.-
sussurrò la ragazza, sbucando fuori dall'albero.
***
Momoko aveva dormito come un ghiro e la mattina del 24 Dicembre l'unica
cosa che la convinse ad alzarsi un pò prima del dovuto fu
soltanto la voglia di preparare un dolce per quella sera. Si
lavò e si vestì e dopo aver raccolto i capelli in
una coda si mise subito al lavoro.
- La mia cuginetta sta facendo qualcosa di buono?- chiese Eisuke
entrando in cucina.
- Si. Tiramisù di pan di stelle!- rispose la giovane aprendo
la nutella.
- Almeno non posso lamentarmi che tenti di avvelenarmi il giorno di
Natale.- sghignazzò divertito tirando la coda alla cugina
passandole da dietro per giungere in veranda.
- Smettila di tirarmi i capelli!- sbottò inviperita
donandogli generose occhiatacce.
- Non fumo qui solo perchè ho rispetto per il dolce!- disse
divertito afferrando le sigarette sulla mensola e dirigendosi verso il
salone.
- Baka!- esclamò lei cercando di colpirlo con un calcio en
passant.
Dopo circa mezz'ora che era immersa nella preparazione del dolce si
accorse che la finestra era leggermente aperta, allora si diresse verso
di questa per chiuderla e oltre il vetro vide qualcosa che le fece
cadere il cucchiaio dalle mani.
Una ragazza dai lisci e ormai lunghi capelli viola si dirigeva verso
due ragazzi, entrambi dai capelli blu.
Non c'è
nessun dubbio. Sono loro.
Possono passare anche
quarant'anni oppure ottanta. Non ha alcuna importanza. Sarei capace di
riconoscerli sempre.
Non perse un altro minuto, si sfilò il
grembiule e lo gettò via senza importarsene molto. Si
diresse velocemente nell'ingresso, infilò le scarpe e si
catapultò fuori di casa.
- Ehi Momoko! Dove diavolo vai?- chiese Eisuke alla cugina che tra
l'altro aveva lasciato la porta aperta.
Corse verso i tre ragazzi e per quanto la distanza non fosse molta (non
erano molto lontani da casa di Eisuke) le sembrò
un'eternità.
Arrivata alle spalle della ragazza l'abbracciò. Questa
sussultò mentre Kotake e Takao assunsero un'espressione
sbalordita.
- Mo-momoko!- esclamò Kotake sorridendo.
La ragazza dai capelli viola si voltò verso la bionda e per
un attimo rimase in silenzio senza proferire parola alcuna, poi le si
buttò letteralmente addosso, quasi soffocandola in un
abbraccio.
- Onpu...- mormorò ricambiando l'abbraccio.
- Ehi, streghe!Vi siete forse dimenticate di me?!- esclamò
una voce squarciando il silenzio.
Tutti si voltarono e scorsero Doremì a bracce conserte che
era appena arrivata sul luogo, con occhi rosa estremamente lucidi.
Le due ragazze sorrisero dolcemente e poi abbracciarono l'amica con
tanto entusiasmo che quasi capitolarono dalla discesa.
- Ehm ehm ehm.- Takao e Kotake tossicchiarono - Una di queste stregacce
si è dimenticata di salutare alcune persone...- disse con
tono da falso offeso Takao.
- Tra l'altro ci tengo a precisare che in quelle "alcune
persone" ci sarei anche io!- sbottò Kotake impettito.
Momoko sorrise e abbracciò prima Kotake e poi
Takao.
- Comunque che ci fai qui?- chiese Doremì alla bionda.
- Sono venuta a stare per le vacanze da mio cugino Eisuke che ha preso
casa proprio qui.- rispose con un grande sorriso Momoko - E tu Onpu?-
- Io sono tornata qui a fare un salto prima di Natale a casa dei miei
zii. Ho incontrato Kotake e Takao poi, che litigavano e mi hanno detto
che Doremì non era andata via da Misora. Cosa che immaginavo
e infatti mi ero ripromessa di andare da lei prima di ripartire.
Però non sapevo che ci fossi anche tu. Potrei decidere anche
di rimanere per capodanno se ci siete tutti voi. - rispose la ragazza
con un sorriso incredibilmente dolce.
- Che bello!-esclamò Doremì - E io che pensavo di
venire qui e trovare soltanto Onpu e invece ci sei anche tu!-.
Fra le chiacchiere allegre dei ragazzi rieccheggiò anche la
suoneria del cellulare di Takao. Prese il telefono, era un messaggio di
un certo Max.
Lesse il contenuto e non potè far altro che sorridere,
pensando:
Se quello era uno
scherzo del destino, allora era sicuramente uno scherzo bellissimo.
Mentre i ragazzi sprigionavano felicità da
tutti i pori, occhi verdi e sottili li scrutavano in modo sinistro e
per niente rassicurante.
***
- A chi mandi il messaggio?- chiese Aiko saltellando intorno a Max.
- A mia madre.- mentì lui - ci tiene a sapere se sono
arrivato vivo ad Osaka-
- Devi capirla, è pur sempre una mamma!- replicò
la ragazza mettendo la tavola e aggiungendo un posto anche per Max che
aveva accettato di buon grado di restare a pranzo. Nello
stesso istante in cui il cellulare di Max vibrò il
campanello della porta suonò.
- Vado ad aprire!- disse Aiko dirigendosi verso la porta.
Bella ghirlanda sulla
porta di casa Senoo :)
Max lesse il contenuto del messaggio e ridacchiò mentre Aiko
apriva la porta.
- Sorpresa! - esclamò un prof. Kappa non troppo cresciuto in
altezza e dai capelli ancora più folti.
Aiko rimase letteralmente senza parole con la mano sulla maniglia della
porta incapace di aprire la bocca.
Il prof. Kappa, Hazuki, Rei e Kei si stagliavano sulla soglia della
porta.
- Ehi Aiko!- sussurrò la ragazza dai capelli castani con un
sorriso - Non ti fa piacere rivederci? -
la giovane dai capelli blu aprì e chiuse la bocca a
più riprese senza emettere suono alcuno.
- Questa è solo la prima parte del regalo!-
mormorò Max al suo orecchio che nel frattempo l'aveva
raggiunta nell'ingresso.
- Cacchio se sono felice di rivedervi!- esclamò Aiko
trovando finalmente le parole adatte e lanciandosi fra le braccia di
Hazuki e subito dopo in quel del prof. Kappa, di Rei e
dell'inflessibile Kei, anzi sarebbe meglio dire che fu quasi solo lei
ad abbracciarlo. Ma ad Aiko non importava, era sempre stato
così Kei. Altrimenti non sarebbe stato il loro Kei.
Invitò i ragazzi ad entrare e poi rivolse a un sorrisone a
Max e gli disse: - Tu lo sapevi!-
- Ti ho detto che era un regalo di Natale! - si giustificò
lui alzando le spalle.
- Sembra che avremo altri ospiti a cena!- sorrise calorosamente la
mamma di Aiko.
*Angolo di Natsumi*
Eccomiiiiiiiiiiiiiiiii!! ^.^ Questo è il quarto capitolo!
Finalmente sono riuscita a pubblicarlo!:) Anche se un pò
cortino!:)
Allora fra due capitoli inizieranno i casini veri! XDAllora
il tiramisù di pan di stelle è una cosa
favolosa.... :O__ Da provare assolutamente!
Comunque ringrazio Euterpe_12
ed Aikosenoo
che hanno recensito la mia storia! Ringrazio anche chi l'ha messa tra
le seguite o eventualmente chi l'ha solo letta! Grazie tanto! <3
A presto! :) Kiss! ^.* :*
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Capitolo 5 *** 5.Di sorprese inaspettate e sensazioni spiacevoli ***
5. Di
sorprese inaspettate e sensazioni spiacevoli
I ragazzi rimasero a pranzo a casa di Aiko, parlando del
più e del meno, su cosa era accaduto durante quegli anni.
Verso l'una e mezza il signor Koji rincasò con un grande
sorriso stampato sulle labbra.
- Buongiorno gente! Sono a casa!- disse sfilandosi il cappotto e
sfregandosi le mani.
- Ciao papà! Bentornato!- esclamò la ragazza dai
capelli blu affacciandosi sulla porta.
- Ah,Aiko! La mamma è in cucina?-
- Si, sta cucinando! Oggi abbiamo ospiti!-
Il padre assunse un'espressione sorpresa e poi il suo
sguardò vago oltre le spalle della figlia. Scorse i ragazzi
seduti al tavolo e le sue labbra si arricciarono in un sorriso a
trentadue denti e avanzando in soggiorno esclamò - Ragazzi!
Che piacere rivedervi!Aiko mi aveva detto che era tornato soltanto Max!
Non mi aveva parlato anche di voi!- e prese a stringere mani
calorosamente a desta e a sinistra.
- Infatti non lo sapevo neanche io, mi hanno fatto una sorpresa!-
ribattè l'ex streghetta sedendosi affianco ad Hazuki.
- Che bravi ragazzi!- disse il signor Koji - Siete cresciuti tantissimo
dall'ultima volta che vi ho visto!-
- Koji!! Puoi venire un attimo?- la voce della signora Senoo giunse
dalla cucina - ho bisogno del tuo aiuto!-
- Scusatemi ragazzi!- sussurrò l'uomo dileguandosi in un
attimo.
- Allora, stasera che fate? - chiese Aiko rivolgendosi agli amici.
- Non lo so...non so neanche come mi sono trovata qui!- disse Hazuki
ridendo - mi hanno prelevata da casa!-
- Prelevata?!- chiese l'amica vagamente perplessa.
- Si! Qualche giorno fa mentre andavo a scuola ho trovato i ragazzi
davanti il cancello! Sono rimasta meravigliata e mi hanno spiegato che
avevano intenzione di venire qui ad Osaka a Natale per farti una
sorpresa! Sono riusciti perfino a convincere i miei a lasciarmi
venire!- spiegò la ragazza intenta a rifarsi la coda.
- E dove dormirete?-
- Da me, logicamente!- rispose Max prima che qualcun'altro potesse
aprire bocca - Mia mamma aveva un'appartamento qui, le ho chiesto di
darmi le chiavi...ed ecco qua!-
Chissà perchè Aiko aveva il presentimento che
quella sorpresa fosse tutta un'idea del biondino!
- Questa sera potete festeggiare con me se non avete impegni! Restate a
casa mia!- proprose con un sorriso la giovane.
I ragazzi accettarono di buon grado e Aiko si diresse in cucina per
avvisare la mamma del cambiamento di programma.
- Max, credo comunque che dovresti dirgli l'altra "metà"
della sorpresa!- disse Rei afferrando un cioccolatino dal vassoio posto
a centro tavola.
- Lo farò a mezzanotte! Ne ho parlato già anche
con sua mamma, per lei va bene. Ha detto che lei e suo marito hanno
sempre voluto che lei ritrovasse...- ma una gomitata di Kei lo
zittì: Aiko era ritornata dalla cucina. Avevano appena
salvato l'altra "metà" sorpresa!
- Allora popolo! Mi aiutate a portare i piatti? - chiese pimpante
scompigliando i capelli al prof. Kappa. - Certo!- rispose dolcemente
Hazuki alzandosi in piedi.
***
Momoko rientrò in casa e trovò il cugino seduto
in cucina che sorseggiava tranquillamente del tè.
- Erano quelli gli amici di cui mi parlavi?- chiese quando la cugina
riprese la preparazione del dolce.
- Si, erano solo alcuni però!- rispose ficcando il cucchiaio
sporco di cioccolato nella bocca di Eisuke. Il quale dopo averlo
ripulito lo mise nel lavandino - Eri davvero felice non
appena li hai visti! Sono contento che tu li abbia ritrovati!- si
alzò dalla sedia esibendosi in un sorriso sornione e
schioccando un bacio sulla guancia a Momoko.
- Ah, a proposito Suke-kun! Ti dispiace se stasera dopo la mezzanotte
vengono i miei amici qui? - chiese la ragazza afferrandolo per
una mano.
- Scherzi?! Va benissimo! Possono venire quando vogliono!- rispose il
cugino passandosi una mano fra i lucidi capelli corvini.
- Grazie! Sei un angelo Suke!- escalmò Momoko entusiasta
saltandogli addosso e riempendolo di baci.
- Ok ok ho capito!- rise lui costringendola a sedersi sul tavolo - A
patto che non mi secchi con la storia delle sigarette!-
- Lo prometto!- replicò la biondina congiungendo le mani e
facendo gli occhi da cerbiatto.
- Bene. Torno subito, vado a chiamare un attimo papà per
sapere a che ora arriveranno domani mattina!- Eisuke salì le
scale e si diresse nella sua stanza. Nel buio che dominava
incontrastato nella camera le labbra del ragazzo si deformarono in un
orribile ghigno. Ridacchiò e i suoi occhi verdi si
assottigliarono.
- Ti ho sentito.- sussurrò con voce fredda e divertita.
- Mi fa piacere che tu abbia ancora un ottimo udito.-
ribattè una figura avvolta in un manto nero - Allora che
notizie mi porti?-
- Ottime notizie. Lei sarà qui e non da sola.-
mormorò glaciale - Il piano sta funzionando.-
***
- Mamma e papà saranno qui per le undici! Quindi non potrai
dormire fino a tardi, ghiro!- disse Eisuke scendendo le scale e
tornando in cucina.
- Non sono un ghiro! - protestò la ragazza - Comunque il
dolce è in frigo, ora possiamo dedicarci al menù
del cenone!-
- Ti dò una mano!- disse il cugino affiancando Momoko.
Le ore seguenti furono impiegate per cucinare e soltanto verso le otto
l'ex streghetta si convinse che era ora di andare a prepararsi. Si fece
doccia e shampoo e dopo aver asciugato i capelli, mise degli attillati
pantaloni neri una maglia rossa e un coprispalle sempre nero con una
spilla a forma di rosa sopra, sempre nera.
- Guarda che è la vigilia di Natale non la notte di
Ognisanti!- la rimbeccò Eisuke. ridendo.
- Che ridere!- sbottò ironica Momoko - Non capisci un tubo,
il nero snellisce!-
- Ah, già! Scusa! - mormorò il ragazzo cercando
di ricomporsi.
Quella sera l'avrebbero passata con degli amici di lui e poi dopo cena
sarebbero arrivati anche Doremì e gli altri.
Per le nove cominciarono ad arrivare gli amici di Eisuke. Fra questi un
ragazzo dai folti capelli rossi ,sembrava aver fatto la mira a Momoko.
La quale nonostante tutto dovette ammettere che erano tutti molto belli
o affascinanti.
- Allora, tu sei Momoko vero?- chiese il ragazzo dai capelli rossi
durante la cena.
- Si e tu invece ?-
- Io sono Heiji! Piacere di conoscerti!- rispose porgendole la mano
elegantemente. La ragazza ricambiò la stretta con un sorriso
e notò che Eisuke guardava nella loro direzione scoccando
occhiatacce al povero malcapitato. Consumarono la cena chiacchierando
allegramente e non tardò molto che l'orologio
scoccò la mezzanotte e tutti si scambiarono i doni. In quel
momento il campanello suonò e i suoi amici comparvero sulla
soglia della porta.
- Auguri!- esclamò Doremì avvolta in un cappotto
bianco, aveva lasciato i lunghi capelli sciolti tenuti solo da un
cerchietto.
- Entrate!- replicò Momoko invitando i ragazzi ad entrare.
- Fa caldo qui dentro! Avete il camino acceso?- chiese Kotake
spogliandosi del suo cappotto.
- Si, per riscaldare l'ambiente! Altrimenti questa casa è
fredda come il ghiaccio!Venite in soggiorno!- e
guidò i ragazzi verso il tavolo - Questi sono amici di mio
cugino ragazzi!-.
Tutti salutarono educatamente invitando i ragazzi a prendere qualche
dolce.
- Allora, questi sono per voi!- sorrise la ragazza porgendo scatole
impacchettate a ognuno di loro.
- Aspetta! Il tuo regalo è nella borsa!- disse
Doremì alzandosi e uscendo dal caotico soggiorno. Nel
dirigersi verso l'ingresso cozzò contro la spalla di un
ragazzo alto.
Fu un attimo... il respiro le mancò per qualche frazione di
secondo ma a lei sembrò un secolo. La vista le si
oscurò e per non cadere fu costretta a poggiarsi contro il
muro. Un urlo straziante le invase la testa e le orecchie seguito poi
da una risata vuota e fredda.
Tutto tornò normale e Doremì
indietreggiò istintivamente. Il ragazzo la guardava
stralunato e le si avvicinò preoccupato - Ti senti bene? -
- Si si grazie.Un giramento di testa, nulla di più.- rispose
sforzandosi di sorridere.
- Va bene. L'importante è questo.- ribattè il
giovane. Aveva gli occhi verdi e capelli neri e lucenti.
Dove l'ho già
visto questo ragazzo?! Mi è familiare...ma certo! Era al
bar, seduto di fronte a me .
Rabbrividì quando lo vide allontanarsi. Non le
piaceva, non le piaceva per niente.
***
A mezzanotte tutti si erano scambiati i regali e il signor Koji
avvicinandosi alla finestra aveva notato che aveva preso a nevicare.
Tutti si catapultarono fuori per ammirare lo spettacolo muniti di
sciarpa e guanti. Era come vederla per la prima volta la neve...
L'ultima volta che aveva
nevicato a Natale eravamo tutti insieme, tutti riuniti per scambiarci i
regali. E nevicava tanto proprio come adesso...
- Aiko, domani ti andrebbe di fare un salto a Misora?
L'ultima parte del tuo regalo sta lì...- le
sussurrò Max avvicinandosi a lei. La ragazza sorrise, avendo
già un'idea di cosa potesse essere l'ultima parte del suo
regalo...
Deve trattarsi per forza
di loro. In fondo sta nevicando... non c'era altra spiegazione a tutta
quella neve. Un Natale come l'ultima volta...prima di
dividerci ce lo siamo promesso...avevamo fatto un piccolo incantesimo.
Il giorno in cui ci saremo ritrovati tutti sarebbe venuto a nevicare.
Nonostante non siamo più streghe l'incantesimo ha funzionato.
Sorrise radiosa a Max e poi si diresse a casa per prendere
la sciarpa che aveva lasciato sul tavolo. Entrò in soggiorno
e notò che la finestra era leggermente aperta e la tenda si
muoveva sinuosa. Nessuno di loro aveva lasciato la finestra aperta...si
avvicinò per chiuderla e notò che sotto l'albero
c'era ancora un regalo. S'inginocchiò e lo prese in mano,
c'era scritto su un foglietto "
Per aiko!" lo aprì sorpresa. Di chi era quel
regalo?! Tutti glielo avevano consegnato. Stracciò via la
carta e alla vista dell'oggetto al suo interno sgranò gli
occhi. Una piccola farfalla fatta interamente di brillantini luccicava
alla luce del camino. Attaccata a questa c'era un biglietto interamente
bianco. Lesse quelle due parole scritte sopra e per un attimo
sembrò che il cuore le smettesse di battere. Sul bigliettino
erano scritte soltanto tre semplici parole:
Buon Natale principessa,
Leon!
* Angolo di Natsumi*
Scusate il ritardo ma ecco qui il quinto capitolo! XD
Si, finalmente esce fuori qualche nome in più. u.u Ora la
storia (spero XD) dovrebbe cominciare a farsi molto ma molto
interessante!
Scusate ma vado di fretta, vi dico solo che posso aggiornare solo dopo
Mercoledì!Purtroppo!-.- Interrogazione di fisica e latino!
T_T
Comunque ringrazio ancora tutti coloro che mi seguono e recensiscono!
<3 <3 <3 Grazie grazie grazie! <3
A presto popolo!XD Kiss! ^.* :*
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Capitolo 6 *** 6. Rimpatriata! ***
6.
Rimpatriata!
La mattina del 25 Aiko si svegliò avvolta dal
caldo tepore emanato dal piumone. Intontita si guardò
intorno e notò dei fili castani sparpagliati su un cuscino
rosa nella brandina affianco al suo letto. Hazuki aveva
dormito nella sua stanza quella notte poichè i
festeggiamenti,com'è normale che sia, si erano prolungati
fino a notte tarda. Mentre Max, Kai, Rei e il prof.Kappa avevano
dormito nella stanza degli ospiti. Si girò di lato
strusciando la guancia contro la flanella della federa del suo
cuscino...la sua amica stava dormendo seneramente, con le guance
porpora e gli occhi chiusi ornati dalle lunghe ciglia nere. Aiko
sorrise, ne era passato di tempo dall'ultima volta che aveva visto
Hazuki. Alzò gli occhi verso l'acchiappasogni che pendeva
proprio sul suo letto, attaccato ad esso vi era questa piccola farfalla
piena di brillantini, l'aveva messa lei lì la sera prima.
Senza farne parola con nessuno. Si mise seduta e prese la farfalla fra
le sue mani.
Leon...
Pensò il suo nome con una dolcezza
infinita disegnando con il dito i contorni dell'oggetto. Possibile che
era lui quel ragazzo che le aveva portato via l'ultima coppia di
farfalle?!
- Buongiorno!- mormorò la ragazza dagli occhi marroni
interrompendo i suoi pensieri, Aiko sussultò e quasi le
cadde dalle mani la farfalla.
- Buongiorno a te Hazuki! -replicò sfoggiando un sorriso
luminoso e stringendo fra le mani la decorazione - Dormito bene?-
- Benissimo! E tu?-
- Abbastanza bene!- e giù uno sbadiglio. Anche
Hazuki si mise a sedere passandosi una mano fra i lunghi capelli lisci.
- Oggi andiamo a Misora!- esclamò poi pimpante.
- Si! Non vedo l'ora! Secondo me ci saranno tutti gli altri...non vedo
l'ora di riabbracciarli!- ribattè la ragazza dai capelli blu
con enfasi. In quel momento qualcuno bussò alla porta di
ciliegio. - Avanti!- disse forte e chiaro la proprietaria della stanza.
La porta si aprì e Max e gli altri fecero capolino nella
stanza vestiti di tutto punto e con due vassoi fra le braccia.
- Buongiorno!Dormito bene? - chiese Max con un grande sorriso.
- Si! Ad ogni modo potevate anche dirlo che eravate voi,credevo fosse
mia mamma!- rispose Aiko accogliendo il vassoio che il ragazzo le mise
sulle gambe.
Hazuki dal canto suo arrossì leggermente e si
tirò un pò più su le coperte.
- Ehi Hazuki!! Tutto ok?- le chiese gentilmente il prof. Kappa
sedendosi all'estremità del suo letto.
- Oh, si grazie! E tu?- rispose la timida ragazza accettando la
colazione che questi le porgeva.
- Bene, grazie! Il letto era comodissimo tanto che questa mattina non
volevo alzarmi!-
- Siete mattutini!- notò la giovane addentando un cornetto
al cioccolato - Solitamente lo sono anche io ma ero davvero stanca
ieri!-
- Noi siamo abituati!Anche se non ti nascondo che stamattina anche io
volevo trattenermi di più a letto, Kai mi ha aperto le tende
in faccia e mi ha "costretto" a buttarmi giù dal letto anche
a Natale! - spiegò il ragazzo con aria afflitta facendo
scappare qualche risolino ad Hazuki che si portò
elegantemente la mano sulle labbra. Kai, che dal canto suo aveva
sentito tutto, emise un verso di disapprovazione e si seddette sulla
sedia accanto alla scrivania.
- Suvvia Kai!- esclamò la castana - Il professor K
l'ha detto in amicizia!Tu hai dormito bene?-
- Si, abbastanza.- rispose questi incrociando le braccia al petto. Kai
era il più alto fra i ragazzi presenti nella stanza e aveva
un fisico molto allenato. Quel giorno vestiva con una maglia e un jeans
normalissimi e a dirla tutta era abbastanza strano vederlo in quei
panni. Rei sorrise e si sedette sulla scrivania lasciando penzolare le
gambe che ormai data l' altezza sfioravano il pavimento. Rei era un
ragazzo simpatico e tranquillo aveva avuto in passato una cotta per
Momoko. Anche di Kai pensavano che avesse avuto una cotta per Onpu ma
quando Takao stupidamente
glielo aveva chiesto una sera mentre mangiavano onigiri, il bel ragazzo
freddo e distaccato aveva quasi rischiato la morte per strozzamento e
aveva inveito contro l'amico/ compagno/ rivale come se fosse stato
posseduto da un demone giapponese.Reazione abbastanza strana. Mentre per
il prof. K era palese che fosse infatuato di Hazuki e la cosa anche a
distanza di anni non era cambiata, anche se per quanto riguarda Hazuki
non si seppe mai se ricambiava o no il piccolo professore.
- Si scusa! Ci ha mandato stesso lei qui!- ribattè
Max tornando al discorso della loro entrata in scena. - Allora, siete
pronte per andare a Misora? -
- Prontissime!- esclamò Aiko saltando in piedi sul letto.
- A me non sembra. - mormorò Kai - A meno che non
vogliate venire in pigiama. - concluse con una straordinaria vena
ironica che sorprese tutti.
- Wow Kai! Puoi andare a fare cabaret, inizierai una nuova carriera!-
ribattè la ragazza ridendo e guadagnandosi un'occhiata bieca
da parte del ragazzo -Comunque adesso dobbiamo preparaci quindi
sciò! Via dalla stanza grazie! -.
I ragazzi uscirono e dopo una buona mezz'oretta Aiko e Hazuki scesero
in soggiorno e afferrate le giacche il signor Koji diede loro la
notizia che anche lui, sua moglie e suo suocero avrebbero passato la
giornata a Misora da alcuni amici. Presero due macchine per giungere a
destinazione e in circa mezz'ora arrivarono e scoprirono che
gli amici da cui dovevano andare i signori Senoo erano proprio i
genitori di Doremì, i signori Harukaze.
- Che bello essere di nuovo a Misora...mi è mancata
tanto...- disse Aiko scendendo dalla macchina.
- Non dirlo a me...andare a scuola di violino mi tiene lontano da casa
mia...- sussurrò Hazuki incamminandosi con gli altri verso
la porta di casa Harukaze.
La signora Senoo suonò al campanello e immediatamente si
udì una voce fin troppo familiare urlare - IO!!!VADO IO!!!!-
.
- Che diavolo urli?! - replicò una vocetta acuta - E non ti
portare dietro la credenza!-
La porta finalmente si aprì e un volto fin troppo conosciuto
incorniciato da dei lunghi capelli rosa legati in due codini fece la
sua comparsa.
- Salve signori Senoo!- disse sorridendo e poi spalancò
bocca e occhi ed esclamò - Ragazzi!!- e saltò in
braccio ad Aiko, spezzando quasi in due Hazuki,travolgendo il povero
professor K, facendo saltare la testa dal collo a Kai e a Rei e facendo
saltare via qualche costola a Max.
- Ci sei mancata anche tu Doremì!- tradusse Hazuki non
nascondendo,nonostante tutto, un grande sorriso dolce.
Non fecero in tempo ad entrare in casa che Momoko in una svolazzante
gonnellina rossa li accolse con brillanti occhioni verdi.
- Oh, you're so beautiful!!!- esclamò dolcemente
congiungendo le mani al petto.
- Momoko! Give me a Kiss, baby!!- replicò Max allargando le
braccia nelle quali si tuffò la ragazza donandogli un bacio
sulla guancia. Momoko e Max erano sempre stati buoni amici, si
trovavano bene avendo parecchie cose in comune, come il saper parlare
bene in inglese e l'aver soggiornato entrambi in paesi esteri.
La biondina salutò tutti affettuosamente stampando baci
ovunque riuscisse ad arrivare. E poi il verde brillante
incontrò quegli occhi da gatto che davano sul giallo. Rei e
Momoko a distanza di tutti quegli anni si erano incontrati di nuovo.
- Rei...sei diventato così alto...- sussurrò
allungando una mano e sfiorandogli i soffici capelli neri.
- Anche tu sei cresciuta molto...sei davvero bella...-
replicò lui notando al suo polso un nastro rosso che a lui
era molto familiare.
Glielo aveva donato prima di andare via. Kai a quelle
smancerie sbuffò leggermente roteando gli occhi e volgendo
la sua attenzione sulle scale dalle quali scendeva una splendida
ragazza, dai lunghi e lisci capelli viola e un vestititino lilla. Kai
rimase a fissarla cercando di celare la sua sorpresa.
- Kai! Da quanto tempo!- disse correndo nella sua direzione e
buttandogli le braccia al collo. Il ragazzo nonostante la sua freddezza
ricambiò l'abbraccio e un dolce profumo di lavanda
inebriò le sue narici.
Adoravo quel profumo. Il
suo profumo.
Un flash colse entrambi di sorpresa. - Questa era da
fare!- sogghignò Takao con una macchina fotografica tra le
mani.
- Takao!- disse Rei voltandosi nella sua direzione - quasi mi mancavano
queste tue entrate in scena!-
- Allora un pò vi sono mancato! - replicò il
ragazzo poggiando la macchina fotografica sulla mensola.
Anche fra di loro si erano divisi per un pò e anche se non
lo davano a vedere erano felici di ritrovarsi. Mentre Onpu salutava
tutti gli altri con trasporto anche Kotake arrivò
affiancando il suo rivale in amore.
- Kotake!- esclamò Aiko correndo a salutarlo - come stai?-
- Come uno che non ha dormito bene visto che il signor qui presente
Kinomiya mi ha russato nelle orecchie per tutta la notte!-
sbottò acidamente Kotake.
- Io?! Ma sei tu quello che russa come un elefante!- replicò
Takao.
- Non dire cretinate! E poi se anche fosse arrangiati e vai a dormire
da un'altra parte!- starnazzò l'altro come una donnina
isterica.
Infatti se non fosse stato per Doremì che aveva pregato in
cinese il suo compagno delle elementari di ospitare in casa Takao e se
lui non avesse ceduto così miseramente non si sarebbe
ritrovato la notte con un trombone nell'orecchio sinistro, l'orecchio
destro schiacciato nel cuscino e due occhi folli così fuori
da essere scambiato per il pazzo di Psyco. Tutto il numeroso gruppo fu
scosso da una serie di risate.
- Ragazzi il pranzo è pronto!- disse Bibì
affacciandosi dalla porta.
- Arriviamo Bibì!- rispose Doremì prendendo
sottobraccio le sue amiche e dirigendosi verso il soggiorno.
- Momoko tuo cugino oggi non c'è?- chiese Onpu versandosi
dell'acqua nel bicchiere.
- No! Viene più tardi purtroppo ha avuto un piccolo
problemino!- rispose la ragazza.
- Allora gli conserviamo il primo!- disse la signora Harukaze
intromettendosi nel discorso.
Doremì guardò il piatto ricordandosi quando la
sera prima scontrandosi in corridoio con Eisuke aveva sentito quelle
urla orribili e poi quella risata che le aveva fatto accapponare la
pelle.
Per quanto potesse sembrare gentile Eisuke, l'ex ojamajo aveva come la
spiacevole sensazione che nascondesse qualcosa di terribile. Non gli
piaceva per niente.
****
La sala cilindrica era dipinta di un blu cupo e tetro. Nella stessa
stanza si respirava odore di sangue, metallico e nauseante. Seduto su
una sedia dallo schienale particolarmente alto Eisuke aspettava
tranquillamente avvolto in un manto nero. Improvvisamente al centro
della sala comparve una figura inginocchiata.
- Scusa il ritardo! Sono stato trattenuto!- disse la voce da sotto il
cappuccio.
- Non fa nulla. L'importante è arrivare, no?- sorrise e si
portò alle labbra un calice con un liquido rossastro
all'interno.
- Voglio che tu chiami anche i tuoi degni compari per la
missione che sto per affidarti. Siete più indicati per
questo ruolo...avete dimistichezza con i soggetti.-
abbassò il calice e ghignò
malvagiamente.
- Voglio che iniziate domani. Non accetto repliche.- concluse glaciale.
- Come vuoi Eisuke.- il ragazzo si alzò e si diresse verso
l'uscita quando la voce di Eisuke lo bloccò - Buon Natale
Tooru!- e sorrise alzando il calice nella sua direzione.
Tooru non rispose e si chiuse la porta alle spalle.
Devo avvisare gli altri.
Pensò con uno strano malessere dovuto a un
grande peso che gli premeva sullo stomaco causato da una forte nausea e
non da un dolore fisico.
Scomparve nel nulla avvolto dall'oscurità.
*Angolo di Natsumi*
Finalmente sono riuscita ad aggiornare!! XD Ho fatto quelle
stramaledette interrogazioni e mi sono dedicata alla ficcy! ^_^
Come va?? Spero bene!:) a me abbastanza!:) allora, capitolo quasi di
passaggio, qualcosa sta per succedere da quel che si è
capito! XD Se c'è qualche errore perdonatemi non
ho potuto rivederlo per bene!Un pò cortino però
il prossimo sarà molto più luuuungo!:)
Approffitto per ringraziare chiunque abbia recensito, letto e messo fra
le seguite la mia storia! ^_^ grazie, vi adoro! <3
Vado un pò di fretta! A presto!^.* kiss!:*
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Capitolo 7 *** 7. Maschere, foglie verdi e cristalli ***
7.
Maschere, foglie verdi e cristalli
La giornata di Natale trascorse in
tranquillità e si concluse abbastanza bene nonostante verso
le tre del pomeriggio li raggiunse Eisuke, a casa Harukaze.
Doremì, questa volta non avvertì nessun senso
d'inquietudine e si divertì spensieratamente con i suoi
amici.
- Accidenti se fa freddo. - borbottò Kotake
stringendosi nella felpa sul balcone di casa, quella mattina del 26
Dicembre.
- Aspetti l'ibernazione o un rapimento alieno?!- chiese Takao con un
ghigno alle sue spalle.
- Ahahah. Che ridere, signor Kinomiya, le sue battute hanno la
capacità di farmi piegare in due dalle risate.-
sbottò atono il ragazzo voltandosi in direzione del suo
"conquilino temporaneo".
- No aspetta! Stavi poetando?- sghignazzò ancora Takao.
- Aaahh, piantala!- sbraitò il proprietario di casa entrando
e chiudendo il balcone.
Steso sul divano e profondamente addormentato vi trovò il
professor K con ben due plaid addosso che lo coprivano fino alla bocca
mentre dal piano di sopra scendeva un Max assonnato in pigiama, con la
tipica espressione da "americano in vacanza" ed infine Rei che usciva
in quel momento dalla cucina con un bicchiere di latte in mano.
Kotake sospirò e si guardò intorno.
Aspetta,
manca qualcuno a questa marmaglia che mi ha invaso la casa ieri sera.
Dov'è Kai?
Decise di esprimere a parole i suoi dubbi. - Dov'è Kai? -
- Non ti preoccupare, è uscito questa mattina
presto,però tra non molto tornerà.- rispose Rei
sedendosi al tavolo - Comunque mi è sembrato che Eisuke non
stia molto a genio a Doremì. -
- Che intendi, scusa?- chiese Kotake. - L'ho notato ieri, quando lui
è arrivato a casa,aveva un'espressione strana. Secondo me
non gli piace.- disse Rei in tutta sincerità.
- A dir la verità, Eisuke era il tizio che fissava
Doremì quando abbiamo incontrato Takao qualche giorno fa.-
disse il ragazzo dagli occhi blu poggiando la mano sotto il mento con
fare meditabondo.
- Come? Fissava Doremì?- intervenne Max perplesso portando
alle labbra un cornetto al cioccolato.
- Si. Eravamo al bar io, Doremì e Takao e lui stava
nell'angolo e non faceva che fissarla. Poi si è alzato ed
è andato via. Infatti la cosa ci preoccupò e
decidemmo di accompagnarla sino davanti casa. Però ora che
l'ho conosciuto non sembra un cattivo ragazzo, magari quella sera
l'aveva scambiata per qualcun'altra.- spiegò meglio Kotake.
- Però effettivamente la guardava in modo strano. Forse
dovremo fare più attenzione.- mormorò Takao.
Nessuno rispose per circa due minuti poi Kotake si alzò e
sussurrò - Magari si...- si diresse al secondo piano senza
aggiungere altro.
- Ah,
è tornato Kai.- disse Rei scrutando fuori
dalla finestra.
***
Ehi, ma dove sono?
Aggirarsi per le strade di quella
città ormai
disabitata le metteva i brividi. In quel luogo ogni cosa era bianca,
perfino gli alberi erano incolori. Iniziò a camminare senza
una meta
precisa, i suoi passi erano l'unico rumore, c'era così tanto
silenzio che i suoi tacchi creavano l'eco. Quel giorno era vestita in
modo strano, elegante. Le sembrava di essersene accorta solo in quel
momento. Aveva un vestitino blu lungo fino ai piedi, era un abito da
gala quello. I capelli rosa erano raccolti in un'acconciatura
raffinata sulla nuca.Si sentiva davvero bene vestita in quel
modo...il che è strano per una che veste la maggior parte
delle
volte con abiti sportivi. Guardò il suo riflesso nel vetro
di una
finestra di una casa disabitata e sorrise sfiorandosi le labbra con
le dita. Avvertì un tocco lieve sulla spalla e vide
chiaramente nel
riflesso una mano dinoccolata. Si voltò e si
trovò di
fronte ad un uomo con il volto coperto da una maschera e vestito
elegante quanto lei. Il cavaliere misterioso le porse il braccio,che
lei afferrò senza troppe esitazioni, e poi la condusse al
centro
della città e cominciarono a salire innumerevoli scale ma
lei non
sembrava avvertire la stanchezza. Arrivati in cima si trovò
di
fronte ad un maestoso palazzo oro e rosso, aveva sette torri che lo
circondavano, la cui cima era ricoperta da sette pietre preziose:
rubino, onice, zaffiro, diamante, ametista, smeraldo e quarzo giallo.
Quella era un'opera archittetonica strabiliante. Ancora affascinata
fu condotta dentro dall'uomo mascherato e dopo aver superato diversi
corridoi giunsero in un'enorme sala, piena di uomini e donne
mascherati. Il suo accompagnatore le sistemò una maschera
color
cobalto sul volto e la invitò a ballare quella dolce musica
di sottofondo che
allietava gli uomini partecipanti a quella che poteva definirsi
festa. Doremì era curiosa di vedere che faccia avesse quello
strano
individuo che l'aveva portata lì dentro,le sfuggì
un sorriso quando
si sorprese a pensare con imbarazzo che potesse essere Kotake o
magari Takao. Però fra una piroetta e l'altra
notò in fondo alla
sala Onpu che parlando fitto con un ragazzo dai capelli grig, che
senz'altro doveva essere Kai,si sistemava la maschera dorata sul
volto. Un'altra piroetta e vide Takao e Kotake vicino al tavolo delle
bevande intenti a sorseggiare qualcosa in compagnia di Max ed Aiko ma
quest'ultima lanciava occhiate strane a un ragazzo biondo seduto
sulle scale che conducevano al piano di sopra. In un altro punto
della sala Hazuki e il professor K parlavano tranquillamente
con un ragazzo dall'aria educata. Momoko e Rei invece erano
concentrati l'uno sull'altra scambiandosi fra una parola e l'altra
qualche sorriso sgargiante finchè le loro labbra non furono
così
tanto vicine da toccarsi e le loro maschere scivolarono a terra
travolte dalla foga del bacio.
La musica cessò e una voce
familiare sovrastò la
sala dall'alto della balconata del piano superiore. Un brivido freddo
le percorse la schiena.
Eisuke.
-Miei signori, è quasi giunta la mezzanotte!- disse con tono
strascicato. Tutti applaudirono e Doremì non comprese il
perchè. Il ragazzo si chinò verso il suo orecchio
e con voce suadente sussurrò - Ora bisogna togliersi la
maschera.- la ragazza annuì.
-
Prima di sfilarci le maschere è bene che io vi dia una lieta
notizia.- disse il cugino di Momoko dall'alto, Doremì
alzò lo sguardo e vide il suo volto coperto da una maschera
nera dai bordi verdi che richiamavano i sottili occhi felini. - E con
viva e sentita felicità - e qui i suoi occhi baluginarono in
direzione dell'ex streghetta -che io vi annuncio le imminenti nozze di
mio cugino,erede al trono del mondo dei maghi. - ed indicò
il giovane al suo fianco. Tutti gli invitati acclamarono e
applaudirono, facendo largo al cavaliere misterioso per lasciarlo
passare. Il ragazzo salì le scale e raggiunse il cugino
della sua amica sulla balconata che si affacciava sulla sala. Eisuke
poggiò una mano sulla spalla del principe e chiese il
silenzio fra gli invitati con un gesto della mano, in un istante tutti
ammutolirono.
- Credo sia giusto e ragionevole se io ora chieda alla futura sposa
nonchè futura regina di affiancare il suo maritino
quassù! - disse il ragazzo dagli occhi verdi, tutta la sala
fu scossa da dalle risa compiaciute e molti si guardavano intorno in
cerca di una possibile fidanzata del principe. - Su, non essere timida.
Vieni su.- esclamò Eisuke - Forza Doremì sali qui
anche tu! Questa è la vostra festa di fidanzamento, non puoi
mancare sei la festeggiata. - .
Nell'udire quelle parole la ragazza
restò
pietrificata al suo posto, incapace di muoversi. Eisuke aveva appena
detto che il ragazzo con cui aveva ballato fino ad allora sarebbe
stato suo marito.
- Forza, fatemi salire la ragazza con
il vestito blu
ed i capelli rosa! Vieni Doremì non temere!- la
incitò ancora con
gli occhi malvagi e ridenti. Ormai tutti si erano voltati nella sua
direzione così decise di scollare i tacchi dal pavimento e
avanzare
verso la scalinta. Ad ogni gradino sembrava che il suo cuore battesse
più forte, quando fu sull'ultimo gradino temette che il
cuore le
uscisse dal petto. Tuttavia ce la fece e si avvicinò ai due
ragazzi.
Eisuke le prese la mano e facendo volteggiare la povera ragazza su
sè
stessa disse alla folla: - Non è uno splendore miei
signori?!Una
ragazza stupenda, concordate con me? -.
Tra gli invitati si innalzarono
mormorii di assenso.
In quel preciso momento il rintoccare dell'orologio a pendolo
segnò
la mezzanotte, - Ecco la mezzanotte! Via le maschere! E poi ci
dirigeremo verso la sala da gioco.- disse Eisuke - Al mio tre! Uno,
due...e tre!- in un attimo la sala fu riempita da maschere
svolazzanti e di ogni sorta di colore ma ciò che
colpì Doremì
maggiormente fu il fatto di trovarsi accanto un ragazzo dalla
carnagione non molto chiara, dai capelli lisci e viola e gli occhi
del medesimo colore.
Akatsuki!
Pensò sconvolta
allontanandosi da lui di qualche
passo. Il suoi occhi rosa vagarono nella sala e andarono a posarsi su
Kotake e Takao, i loro sguardi feriti la trafissero come pugnali. Due
fendenti dritti al cuore. Le sue amiche la guardavano incredule
mentre gli altri ragazzi non sapevano se essere preoccupati di
più
per Takao e Kotake o per il suo volto sconvolto. A braccia incrociate
dall'altra parte della sala invece vide tre ragazzi. Uno biondo e
dagli occhi azzurri che senz'ombra di dubbio era Leon, l'altro dai
capelli turchesi e gli occhi verdi,quasi acquamarina e l'ultimo dai
capelli castani che a volte sembravano dare un pò
sull'arancione.
Akatsuki, Leon, Tooru e Fujo. I Flat 4
sono al
completo.
Tooru non faceva altro che lanciare
occhiate bieche
ad Onpu probabilmente geloso di Kai. Akatsuki si volse verso di lei
interrompendo i suoi pensieri e lo sguardo che le donò era
carico di
dispiacere.
Uomini in nero avanzavano nella sala
sottostante con
pugnali dall'elsa bianca e blu, stavano mirando ai suoi amici che
voltati di spalle stavano per lasciare la sala per dirigersi dove
Eisuke aveva indicato precedentemente,come tutta l'altra gente
presente del resto. Volevano ucciderli e Doremì non sapeva
neanche
il perchè e a dirla tutta non le interessava, l'unica cosa
di cui le
importava ora era salvarli.
Eisuke si era volatilizzato
compiaciuto con una
ragazza dai ricci capelli rossi e tutti gli altri invitati in sala
erano scomparsi nel nulla. Gli uomini vestiti di nero silenziosamente
ora avevano alzato i pugnali sui suoi amici, su loro che erano tutta
la sua vita.
-NO!- urlò
Doremì e fece per dirigersi al piano di sotto ma Akatsuki
l'afferrò per il polso. - Lasciami Akatsuki!-
gridò divincolandosi dalla sua presa. I ragazzi accortisi
del trambusto si voltarono e per un pelo scansarono la coltellata. -
Lasciala andare!- gridò Takao ad Akatsuki scivolando di
lato. - Non la toccare!- gridò a sua volta Kotake portando
in salvo con se Onpu alla sua destra.
- Mi dispiace,
Doremì!- sussurrò il giovane principe attirandola
a sé – Non posso lasciarti andare ma in qualche
modo posso aiutarti!- si chinò velocemente sul suo braccio
destro lasciato scoperto dal vestito blu e la morse. La ragazza si
lasciò sfuggire un gemito di dolore e si sottrasse alla
presa di Akatsuki. Si guardò il braccio e notò
che all'altezza del morso si era formato un cerchio formato da foglie
verdi.
- Scandirà il
tempo che hai a disposizione per distruggere i cristalli. Se non
distruggerai i cristalli entro un limite di tre giorni, ogni foglia si
colorerà di rosso.- spiegò il capo dei Flat 4
– Questo è l'unico modo che ho per aiutarti. - .
Doremì
si svegliò di soprassalto, la fronte madida di sudore. Si
guardò attorno, era nella sua stanza. Si mise a
sedere...quel sogno strano l'aveva inquietata e non poco. Non era roba
da tutti i giorni sognarsi Akatsuki e gli altri che non vedeva ormai da
una vita. Poi, gli occhi sottili di Eisuke continuavano a
perseguitarla. Si alzò e si diresse verso il bagno, si
guardò allo specchio.
Solita espressione da zombie. Soliti
capelli arruffati, soliti occhi assonnati. Solito pigiama rosa
invernale.
Pensò mentre si spogliava per
infilarsi nella vasca. Sfilandosi
la maglia notò qualcosa che non era "solito" nella sua
quotidianità, a dirla tutta qualcosa che non aveva mai
avuto. Un cerchio di foglie verdi sul braccio destro. Rimase interdetta
per un attimo poi si avvicinò di più allo
specchio e si sfiorò con mano tremante quello strano
simbolo. Il panico la stava assalendo lentamente proprio come un
serpente che per arrivare al tuo collo comincia a strisciare
all'altezza delle tue caviglie per intorcigliarsi con le tue ginocchia
e proseguire viscidamente sul suo ventre e proseguire il cammino. Era
qualcosa che non poteva affrontare da sola. Doveva dirlo alle sue
amiche. Prese il telefono e scrisse un messaggio che inoltrò
a tutte.
Vediamoci a mezzogiorno,
perfavore. Devo parlarvi di una cosa importante.
Entrò nella vasca, immergendosi fino al mento. Nonostante
l'acqua fosse calda fu scossa da un brivido freddo al solo pensiero di
quei pozzi verdi e felini. Chiuse i suoi occhi magenta e si
abbracciò le gambe, cercando di pensare ad altro per
cancellare dalla mente Eisuke. Trovò quel qualcosa
finalmente e distese le labbra in un dolce sorriso, abbandonandosi ai
ricordi che sapevano dell'aspro ma allo stesso tempo dolce profumo di
Kotake, del sorriso splendido di Takao, degli occhi azzurri di Aiko,
del calore freddo di Kai, dell'espressione dolce di Onpu, dell'allegria
contagiosa di Max, degli abbracci di Momoko, dell'affetto pacato di Rei
e del professor K oppure dei premurosi consigli di Hazuki. Ricordi che
sapevano di tutti loro. Loro che erano riusciti a preservarla almeno
per il momento dagli occhi malvagi di Eisuke.
*Angolo di Natsumi*
Mi scuso per il ritardo! :S ma solo ora ho avuto un pò di
tempo per aggiornare! :)
Allora che dire, da questo capitolo in poi si avranno una serie di
casini in cui saranno coinvolti un pò tutti!:)
Come al solito ringrazio chi ha recensito, messo tra le seguite o
soltanto letto la mia storia! ^_^ Grazie tante, vi adoro!<3
<3 <3
Ora scappo perchè è un pò tardino!
^_^' quindi a presto! :) Kiss! ^.* :*
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Capitolo 8 *** 8. Il portagioie ed il Maho ***
8.
Il portagioie ed il Maho
Onpu scura in volto sedeva attorno al tavolo con il mento
poggiato sul palmo della mano. -Andiamo al Maho questa notte. - disse
con voce determinata.
Avevano ascoltato Doremì attentamente, riunite nel
salotto di casa Fujiwara.
- Al Maho?- chiese perplessa Aiko.
- Si. Sono sicura che quello è l'unico posto in cui potremo
ricevere delle risposte alle nostre domande.- rispose seriosa
la ragazza dai capelli viola.
- Bene. Allora a stanotte.- mormorò Doremì.
***
C'erano due cose di cui Kotake era certo. La prima era che la torta
"kinder pinguì" che faceva sua madre era la più
buona dell'universo. La seconda era che Doremì Harukaze non
rifiutava mai una bistecca. Se ciò accadeva doveva esserci sicuramente
qualcosa che non andava e le opzioni potevano essere due: o la fine del
mondo era vicina e con essa la venuta dei quattro cavalieri
dell'apocalisse o era succeso qualcosa di incredibilmente catastrofico
che aveva sconvolto psicologicamente l'animo della giovane ragazza.
Doremì aveva allontanato il piatto da sè e
fissava con sguardo perso un punto indefinito della tovaglia.
- Ehi, stai bene? - chiese il ragazzo dagli occhi blu vagamente
preoccupato.
La giovane annuì poco convinta senza mai alzare lo sguardo.
- Sei sicura? A me sembri pensierosa.-
Nessuna risposta. L'amica non disse una parola.
- Oggi sei stranamente silenziosa. Poi, tu non rifiuti mai una
bistecca. - osservò Kotake volgendo lo sguardo nella sua
direzione.
- Non sto molto bene oggi. Ho mal di stomaco. Tutto qui.- disse
Doremì alzando lo sguardo sull'amico e sorridendo dolcemente.
- Ci vediamo domani.Ciao! - esclamò pimpante dirigendosi
verso la porta di casa di Kotake e lasciandolo lì
imbambolato.
C'era qualcosa che non andava. Sicuramente. Questa era un'altra delle
poche cose di cui era certo.
Doremì.
Afferrò il cellulare e in fretta
digitò un numero.
- Takao? Odio chiamarti. Ma devo. Ho bisogno di parlarti.-
***
Stesa sul letto fissava il soffitto della sua stanza con
il suo cuscino rosa sulla pancia. Aveva mangiato tonno e creacker per
cena, visto che quel giorno non aveva toccato cibo e a dirla tutta non
aveva avuto fame neanche quando aveva ingerito quella misera scatoletta
di tonno ma aveva dovuto farlo. Si alzò la manica della
felpa e vide che quello strano simbolo era ancora lì sul suo
braccio. Inciso nella pelle. Sospirò e rotolò di
lato affondando il volto nelle coperte.
Uff,uff, uff! Questa
proprio non ci voleva!
Pensò riemergendo dall'involucro di coperte.
Fra un'oretta al massimo sarebbe uscita di soppiatto di casa e avrebbe
strisciato fino al Maho nella speranza che qualcuno le avrebbe detto
cosa diavolo era quella cosa che le era uscita sul braccio.
Ora che ci riflettava, era tempo ormai che non entrava nel Maho, era
chiuso da diverso tempo. L'ultima volta che vi era entrata
era il giorno del diploma alle elementari. Si era rinchiusa
lì dentro perchè non voleva che le sue amiche
andassero via. Non voleva che tutto finisse. Chissà che
effetto le avrebbe fatto rientrare lì dopo tanto tempo.
Gettò un'occhiata alla sveglia. Le 22:51. Tra poco sarebbe
sgusciata fuori cercando di non fare troppo rumore.
Si alzò dal letto e si avvicinò alla sua
scrivania, non potè fare a meno di sorridere notando quel
vecchio portagioie lì nell'angolo.
C'era una stramba storia e anche abbastabza assurda dietro quel
portagioie, almeno a detta di Momoko, un giorno se la sarebbe fatta
raccontare. Era un regalo fatto interamente a mano da Takao e Kotake.
Tra l'altro lei non seppe mai perchè quei due che dicevano
di odiarsi tanto avevano fatto un regalo per lei, insieme. Lo
aprì e vide la carta usata per rivestire il cartone ancora
scollata come tempo prima quando gliela consegnarono.
*inizio flashback
Quel giorno era speciale. Era il suo dodicesimo compleanno. Il 30
Luglio. Aveva dato una piccola festicciola nel giardino di casa sua,
invitando pochi intimi. Sedeva per terra insieme alle sue amiche che la
stavano aiutando a legare i festoni fatti dalla mamma con lo spago.
- Spero che ti piaccia la torta alle fragole che ho fatto per te!-
esclamò Momoko sorridendole.
- Tu sei bravissima a fare i dolci, mi piacerà sicuramente!-
ribattè la rosa salendo in piedi sulla sedia per legare
all'estremità del gazebo il festone arancione.
In un tramestio di buste arrivarono Max, Rei, Kai e il prof. K che
salutarono la festeggiata e dopo averle dato gli auguri si misero a
lavoro per aiutare le ragazzine a sistemare gli ultimi addobbi.
- Max, ma Takao non c'è?- chiese Doremì stupita
notando l'assenza dell'amico chiassosso.
- No, arriverà. Prima mi ha chiamato per chiedermi se avevo
della colla da prestargli! - rispose il biondo con un alzata di spalle.
- Colla?! E a che diavolo gli serviva la colla?!- sputò
sorpresa Aiko.
- Non ne ho idea! Non gliel'ho chiesto!-
Verso le otto e mezza tutti i suoi compagni di classe iniziarono ad
affluire a casa Harukaze portando doni e sorrisi. C'era Masaru che si
era appioppato ad Hazuki suscitando il broncio del prof. K , c'era
quell'antipatica di Reika che aveva dovuto invitare per forza, il trio
SOS davvero troppo casinista, Nobuko, Kaori che scattava fotografie a
più non posso rischiando di accecare metà degli
invitati. Però tra tutta quell'ammasso mancava qualcuno -
che non avrebbe mai ammesso- ma per lei molto importante.
Kotake non c'era nonostante le aveva detto che ci sarebbe stato.
Chiese ai suoi comagni notizie di lui ma nessuno seppe risponderle. La
serata trascorreva ma di Takao e Kotake nessuna traccia sembravano
essere scomparsi nel nulla. Sentiva un'amarezza in fondo al suo cuore.
Neanche questo avrebbe ammesso sotto torura ma ci teneva
perticolarmente alla loro presenza.
Kai sedeva su una sedia a braccia incrociate sbuffando ad ogni
schiamazzo dei ragazzi mentre Rei si era appiccicato a Momoko come una
cozza sullo scoglio.
Il ragazzo inflessibile dai capelli grigi si alzò e si
sedette affianco alla festeggiata che si era isolata, seduta sugli
scalini di casa.
- Non dovresti essere lì in mezzo? - chiese con voce fredda
e dura - Sei la festeggiata.- le fece notare con una nota di
ovvietà.
- Si, dovrei. Però non mi va.- rispose in un sussurro.
Per un attimo nessuno dei due parlò poi Kai si
alzò e con un lapidario "Torno subito" era uscito dal
piccolo cancello di casa.
Ok. Nessuno si poteva vantare di aver avuto grandi conversazioni
animate o semplicemente più lunghe di venti minuti con Kai
Hiwatari ma quella di quel sabato del 30 Luglio le batteva tutte.
Trattenne a stento una risatina e recuperando un pò di
buonumore raggiunse gli altri ragazzi, in fondo cavolo! Era o non era
il suo compleanno?!
Dopo vari scherzi, giochi e altre stupidaggini del genere,verso le
dieci e mezza qualcuno suonò al campanello posto di fianco
al cancello.
Ma chi diavolo
è?! Tra l'altro il cancello è aperto!
Si diresse verso il cancello ma non vi trovò
nessuno se non quello che doveva essere un regalo impacchettato alla
meno peggio.
- Doremì chi è?- chiese Hazuki affacciandosi
sopra alla sua spalla.
- Nessuno. Hanno lasciato questo però.- rispose
inginocchiandosi e raccogliendo il dono.
Appiccicato alla carta c'era un biglietto su cui vi era
scritto semplicemente "Tanti auguri " . Rientrò
nel giardino, aprì la carta e rimase piacevolmente stupita
quando vide un portagioie fatto a mano con una carta rossa su cui vi
erano disegnati degli orsacchiotti e dei cuoricini che rivestivano il
cartone. Lo aprì e notò la carta scollata in un
angolo ma ciò che le fece spalancare gli occhi dalla
sorpresa era la foto che vi era all'interno raffigurante lei ed i suoi
amici tutti insieme.
- Scusaci. Non volevamo tardare ma abbiamo avuto un piccolo
imprevisto.- disse una voce alla sua destra. Kotake era affiancato da
Takao con il quale si lanciava occhiate bieche.
- Questo è da parte di entrambi.- disse poi arrossendo e
indicando il portagioie.
-Pensavo non sareste più venuti.- mormorò
Doremì stringendo il regalo fra le mani.
- Scherzi?! Kai è venuto a prenderci a casa poco fa e a
minacciarci di morte lenta e dolorosa se entro dieci secondi non
eravamo qui da te!- esclamò Takao ridendo.
Kai a braccia incrociate era poggiato al muro. - Umpf!-
sbuffò voltando lo sguardo.
Doremì gli sorrise dolcemente.
Grazie Kai.
- Se venite a mangiare e vi perdono!- esclamò
con tono altezzoso la streghetta.
- Va bene. - disse Takao dirigendosi verso il tavolo per poi bloccarsi
a metà strada e voltarsi. - Ehi, lo sai che non ci saremo
persi il tuo compleanno per niente al mondo, veo?-
Doremì sembrò pensarci un pò
sù e poi mormorò : - Lo so. -
Così si concluse il suo dodicesimo compleanno, con un
sorriso di Takao e le gote imbarazzate di Kotake davanti ai sorrisetti
dei suoi compagni.
*fine flashback
****
Chiuse quel ricordo nel suo portagioie e silenziosamente
uscì di casa.
Il Maho sembrava un vecchio edificio trasandato e abbandonato da secoli
ormai. Era la prima ad essere arrivata e quasi sobbalzò
quando avvertì la mano di Onpu posarlesi sulla spalla.
- Sono io.- sussurrò l'amica - Vieni, Aiko è
riuscita ad aprire la porta del retro.-
Seguì la ragazza ed entrò nell'edificio ormai
polveroso, sperando di trovare una soluzione al suo problema.
* Angolo di Natsumi*
Ed eccomi qui!!! XD Nuovo capitolo! Chiedo perdono per il ritardo! :S
Allora, finalmente sapremo qualcosa su quel maledetto simbolo sul
braccio di Doremì nel prossimo capitolo!
Come al solito, ringrazio Aikosenoo per aver recensito! ^_^ E tutti
coloro che l'hanno solo letta!
A presto! :) Kiss! :*
|
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Capitolo 9 *** 9. Maghi bianchi e maghi oscuri ***
9.
Maghi bianchi e maghi oscuri
Certo che se ne era raccolta di polvere in tutti quegli
anni. Avanzarono nel corridoio, il rumore dei passi ovattato dalla
polvere del pavimento. C'era un forte odore di chiuso nel negozio, non
vi entrava più nessuno da anni ormai.
Doremì si ricordava che prima di quell'odore ce n'era un
altro ancora, un altro che sapeva di casa.
Aiko ricordava che quello spazio non era stato sempre vuoto, ricordava
che una volta era pieno.
Hazuki ricordava che in quel periodo dal soffitto pendevano
ghirlande colorate e non ragnatele.
Onpu ricordava un profumo provenire dietro quella porta ormai
ammuffita, un dolce profumo di cioccolto, di miele, di noci.
Momoko invece, ricordava che quel giardino antistante al Maho, ormai
ghiacciato per via dell'inverno d'estate era verde e rigoglioso.
Tirava un vento particolare in quel giardino d'estate, che ora serviva
soltanto ad asciugare i ricordi stesi lì come panni, da un
filo invisibile.
Aiko si fermò al centro di una stanza e si voltò.
- Che facciamo?-
Onpu per tutta risposta aprì la finestra lì
vicino, si affacciò e rivolse lo sguardo al cielo.
- Aspettiamo. Le stelle ci chiedono di pazientare.-
- Le stelle?! - mormorò Doremì perplessa alzando
un soppracciglio.
- Doremì, è soltanto un modo di dire.-
ribattè la ragazza dai lisci capelli blu, intascando le mani
nei jeans - Dobbiamo aspettare la luna piena, che piena ancora non
è! Ovviamente.-
Rimasero tutte in silenzio. Momoko stringendosi nel suo cappotto blu si
accostò a un vecchio mobile, facendolo scricchiolare
pericolosamente. Quasi temette che quell'antico catorcio potesse
abbattersi su di lei e si allontanò di qualche passo.
- Momo-chan, ma cos-? - Hazuki non riuscì a terminare la
frase che il mobile con un fracasso incredibile scivolò di
lato rivelando un varco nel muro.
- Ma che diavolo è? - gracchiò Doremì
sobbalzando.
- Sembrerebbe un labirinto di pietra.- rispose la blu - Forza ragazze,
andiamo!-
- Il tuo spirito d'avventura potrebbe portarti in luoghi pericolosi
Ai-chan! Aspetta per cortesia!- esclamò la castana
afferrando la compagna per il braccio.
Onpu si precipitò verso la finestra, rivolse nuovamente gli
occhi al cielo: luna piena.
- Credo che questo sia una specie di messaggio. -
-Visto? - esclamò Aiko all'amica - Su,ragazze! Andiamo!- e
per prima oltrepassò il varco.
***
Al loro passaggio le torce si accendevano, illuminando anche quegli
strani gerofìglifici impressi nella pietra.
Scenderono poi degli scalini e si ritrovarono di fronte una porta di
legno. Spinsero non senza fatica quella porta e si
ritrovarono in una stanza abbastanza strana. Interamente fatta di veli,
così leggeri che se provavi a soffiarci sopra c'era il
pericolo che tutta la stanza ti cadesse addosso.
- Dove siamo? - sussurrò Onpu guardandosi attorno rapita da
tanto splendore.
I veli che ricoprivano le pareti erano tinti di un leggero verde acqua,
il pavimento soffice al contatto era invece di uno splendente azzurro,
Mentre il soffitto era a dir poco spettacolare. Era di un intenso blu
notte e su di esso luccicavano tanti piccoli scintillii che non erano
altro se non il bagliore delle stelle. C'era anche un letto
lì, un letto a baldacchino, sembrava quello di una
principessa. Le verdi coperte di raso erano praticamente immobili
mentre le tende che lo circondavano sembravano danzare con il vento.
- Non ne ho idea...ma è bellissimo!- rispose Momoko
sorridendo con aria sognante.
Doremì notò un'unica grande finestra formata
dall'intreccio dei veli, incuriosita si spinse verso di essa per
scoprire su che luogo si affacciasse.
Quando si sporse per soddisfare questa sua curiosità rimase
senza fiato per lo stupore. Il panorama che le si presentava era
formato da un'enorme distesa d'erba, oltre questa un folto bosco
rigoglioso e sullo sfondo troneggiavano delle enormi montagne.
Una pace surreale regnava in quel posto, sembrava quasi un dipinto
visto in quel modo. Si accorse di qualcuno che usciva dalla folta
boscaglia. Era una fanciulla che saltellando qua e là
avvolta in un vestito viola cantava e raccoglieva fiori da deporre nel
suo cesto. I capelli rossi svolazzavano al vento mentre il capo era
ornato da una corona di fiori. Sembrò accorgersi della sua
presenza o fu soltanto una sua impressione perchè
alzò gli occhi azzurri nella sua direzione ma poi riprese a
canticchiare e a saltellare come prima.
- Ehi Doremì, vieni a vedere! Le pareti stanno cambiando di
nuovo colore!- la chiamò Hazuki, l'ex streghetta si
voltò verso l'amica e constatò che effettivamente
i veli da verde acqua si erano tinti di rosso. Posò di nuovo
lo sguardo sul panorama e notò che la ragazza era scomparsa
dalla circolazione, non era da nessuna parte. Si chiese dove diavolo
fosse finita, afferrando con le mani la cornice della finestra si
sporse in avanti per controllare se la fanciulla si fosse spostata
vicino al limpido ruscello che scorreva lì affianco.
Però non la vide e proprio quando si era decisa a rientrare
dentro qualcosa l'afferrò per la gola, stringendole il collo
quasi fino a spezzarglielo. Ciò che con tanta violenza le
stava serrando il bavero era un'orribile mano grigia formata da quelle
che più che unghia sembravano artigli.
Attaccata al cornicione di quella stanza volante stava attaccata una
creatura ripugnante. Gli sporgenti e cattivi occhi neri la fissavano
con insistenza, la sua pelle grigiastra e rattrappita sembrava coperta
interamente da vene in rilievo, sulla testa aveva pochi ma lunghi
capelli rosso fuoco. Sul volto aveva dipinto un ghigno malvagio che
scopriva una doppia fila di denti aguzzi. Addosso aveva un vestitio
viola strappato e sporco.
Credette che sarebbe morta soffocata se la sua forza di
volontà non avesse imposto ai suoi muscoli di muoversi e
calciare quell'orrenda creatura che sembrava uscita fuori dagli abissi.
La colpì sull'occhio con tutta la forza che aveva.
Quella bestia disgustosa emise un verso di dolore, mollò la
presa sul suo collo per portare la mano in soccorso alla parte ferita e
Doremì ne approfittò per fuggire e ritornare
nella stanza. - Ragazze!Scappate!- gridò tornando dentro ma
la voce le morì in gola quando vide le sue amiche
imprigionate in quelle che sembravano catene formate da veli rosso
sangue e imbavagliate dai medesimi.
- Ragazze, che cosa sta succedendo? Vi aiuto io!- e fece per correre
nella loro direzione senza pensarci su due volte ma le ragazze scossero
energicamente il capo mugugnando qualcosa di incomprensibile.
- Come...?- mormorò confusa l'ex ojamajo ma prima che
potesse pensare o semplicemente dire qualsiasi cosa due braccia forti
l'afferrarono da dietro, sollevandola da terra.
- Lasciami!!- urlò scalciando come un mulo nel tentativo di
liberarsi. Vide Aiko divincolarsi con espressione inferocita e Hazuki
con occhi estremamente lucidi e preoccupati.
Il suo rapitore la scaraventò sul letto a baldacchino
imprecando, schioccò semplicemente le dita e subito le tende
intorno al letto bloccarono caviglie e polsi della ragazza.
Doremì però non si arrese e tornò a
scalciare e a gridare insulti.
- Ora basta! Stai zitta.- disse una voce calma e fredda - Agitarti non
ti servirà a nulla.-.
La ragazza dai capelli rosa fissò con attenzione il suo
aguzzino ma non scoprì molto del suo aspetto fisico
poichè il suo volto era coperto da un cappuccio nero. Vide
soltanto che era alto, vestito interamente di nero e alla cintola
portava un pugnale accuratamente inserito in una fodera di pelle.
- Adesso tu farai la brava e mi ascolterai attentamente.-
sussurrò con un sorriso.
- Scordatelo bastardo!- sputò velenosamente
Doremì cercando di liberarsi.
L'uomo o meglio il ragazzo perchè dalla voce sembrava molto
giovane, ridacchiò divertito. - Oh, si che lo farai!
Altrimenti le tue amiche si faranno tanto tanto male!- e con un cenno
del capo indicò le ragazze ancora imprigionate, ora
circondate da altri quattro ragazzi incappucciati e vestiti proprio
come il suo interlocutore.
- Non azzardarti a toccarle, maledetto...- ma la figura incappucciata
sorrise maliziosamente e si chinò su di lei. - Allora farai
la brava bambina vero? - sussurrò all'altezza del suo
orecchio, Doremì voltò il capo di lato
infastidita dalla sua voce.
- Scommetto che adesso i poteri da strega ti avrebbero fatto comodo, eh
Doremì?- disse drizzandosi.
La ragazza sgranò gli occhi.
Come fa a sapere il mio
nome?
- Che cosa vuoi da me? - ringhiò voltandosi di
scatto in direzione del ragazzo.
- Cosa voglio io non t'interessa. Ora voglio soltanto che tu mi
prometti di non gridare troppo. - .
Doremì lo guardò allarmata - Che cosa vuoi farmi
lurido bastardo? - urlò scalciando.
- Niente, sta tranquilla! Ora io ti libero il braccio e tu senza fare
storie ti lasci fare un piccolo taglietto.- estrasse dalla fodera il
pugnale che splendette sinistramente.
Sentì la corda allentarsi sui suoi polsi e il ragazzo le si
avvicinò e prese a spogliarla del cappotto,
Doremì tentò di spingerlo via ma inutilmente.
Liberatosi della giacca le strappò con violenza la manica
della maglia scoprendo il simbolo sul suo braccio.
Ghignò malvagiamente - Ti farà un pò
male.- disse puntando il pugnale sul suo braccio ma Doremì
fu più veloce e lo colpì con un pugno dritto sul
labbro.
- Non mi toccare.-
Al suo aguzzino non piacque per niente il suo gesto. - Questo significa
approfittarsi della mia bontà.- mormorò ironico
tastandosi il labbro gonfio e sanguinante.
- Shintani!- canticchiò allegro - Prendi...- e qui
sembrò divagare con lo sguardo in direzione delle amiche -
Prendi la biondina, portala con te e fanne quel che vuoi.-
sottolineò l'ultima parola divertito.
Il ragazzo che fino a quel momento era stato affianco ad Onpu si
diresse verso Momoko e la liberò dai veli afferrandola per
il braccio e trascinandola verso di lui. - Hai sentito? Vieni a farti
un giro con me!- disse il ragazzo stringendo la presa sul braccio della
bionda.
- No! Lasciala andare! Non la toccare tu! Brutto verme schifoso!-
gridò Doremì e fece per alzarsi dal letto e
raggiungere l'amica. Sentì Aiko imprecare nonostante il
bavaglio e la vide stringere i pugni con rabbia.
- Per l'ultima volta, vuoi che le tue amiche non si facciano del male?
Allora stai zitta e ferma.- la bloccò la voce fredda e
calcolatrice della figura in nero alle sue spalle.
Momoko scosse la testa e sussurrò - Doremì no.Non
lo fare!- .
Deglutì - Va bene. Ma lascia in pace le mie amiche.-
affermò calma e controllata.
- La mia parola d'onore.- le mormorò all'orecchio.
Con un cenno del capo ordinò al suo uomo di riportare la
bionda al suo posto dopodichè prese Doremì per il
braccio e incise sul simbolo un taglio profondo che fece scappare a
Doremì un gemito di dolore.
- Fa un pò male, vero? - sorrise e le accarezzò i
capelli - Da brava. Fra poco passa tutto.- .
Ribollì di rabbia e desiderò ardentemente di
spaccargli la faccia e spezzargli tutte e due le braccia. Si morse il
labbro per imporsi di mantenere la calma.
- Al mio capo il tuo simbolo non piace. Sta dando la caccia a
chi ha avuto la brillante idea di incidertelo. Con questo taglietto sul
tuo braccino sarà più contento. - rise nuovamente
e leccò il sangue sulla lama del pugnale.
- Ora dimmi chi è che te l'ha fatto? - chiese riponendo la
daga.
Doremì non mosse un muscolo nè disse nulla ma
ebbe soltanto il tempo di vedere una forte luce accecante e poi sette
tornadi di un bianco splendente illuminarono quell'orrenda stanza, il
suo aguzzino venne ferito al braccio da un lampo rosso. Si morse il
labbro e imprecò poi diede l'ordine di ripartita ai suoi
uomini e si dissolvero.
- Tutto bene Doremì?- chiese una voce rassicurante.
- Si, grazie...- rispose alzando gli occhi sul suo salvatore, rimase
stupita. Akatsuki interamente vestito di bianco le porgeva la mano.
*Angolo di Natsumi*
Scusate il mostruoso ritardo! T_T ma l'importante è che sono
sopravvissuta alle spese Natalizie e sono finalmente riuscita ad
aggiornare!XD
Colpo di scena!XD Allora, c'è sicuramente qualcosa
che non quadra all'interno di questo capitolo!XD C'è puzza
di marcio in Danimarca!XD
Comunque nel prossimo capitolo ricompariranno Kotake, Takao e company!
XD E non saranno molto contenti!XD
Ringrazio Aikosenoo
e Kry333
per aver recensito e chiunque abbia letto e inserito la storia tra le
preferite!:)
Al prossimo aggiornamento!:) Buon Natale! :D
Kiss!:*
|
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Capitolo 10 *** 10. Il bizzarro palazzo ***
10.
Il bizzarro palazzo
Aprì lentamente i due grandi laghi color malva e
una forte luce la investì. Strinse gli occhi infastidita e
volse lo sguardo di lato per sfuggire a quella luce accecante.
Pian piano i suoi occhi si abituarono e si accorse di essere in una
stanza piccola, dalle pareti panna e mobili in legno di quercia.
Si trovava esattamente in un letto bizzarro, fatto in legno, i cui rami
si intrecciavano alla testata e ai piedi del letto. Le lenzuola che la
ricoprivano erano di un bianco splendente, soltanto ai bordi c'erano
dei ricami eleganti verde mela.
Nella stanza alleggiava un dolce profumo di lavanda. Stava quasi per
chiedersi dove fosse finita quando improvvisamente le immagini del
giorno precedente le balzarono agli occhi come se in quel momento le
stessero sfilando davanti agli occhi.
Quel varco di pietra nel Maho, la stanza fatta di veli, il panorama
mozzafiato su cui si affacciava l'unica finestra di quella stanza
volante. La bella ragazza rossa, l'orribile creatura che le serrava la
gola, quei veli rossi
come il sangue, le
ragazze imprigionate, gli uomini in nero, il taglio sul suo braccio e
infine...Akatsuki.
Ora ricordava, dopo averle salvate Akatsuki e i restanti membri di
quello che una volta erano i Flat4, le avevano portate in quella strano
palazzo. Avevano passato la notte lì.
Si alzò dal letto e uscì dalla stanza ma appena
mise piede fuori di lì quasi cadde. Si era dimenticata che
lì il pavimento era un reticolato di rami nodosi e
robusti disposti in modo tale che sembrava fatto apposta per far cadere
la gente. Infatti i rami non costituivano un pavimento continuo e
uniforme ma bensì erano disposti in modo discontinuo. Prima
che toccasse terra una mano le afferrò il braccio e la tenne
in equilibrio.
- Che diavolo Doremì! Ma sei proprio imbranata!-
sghignazzò un ragazzo alto e dal fisico asciutto. Si
scostò dagli occhi il ciuffo turchese. Tooru.
Doremì si premurò di regalargli l'occhiataccia
più bieca del secolo. - Sai com'è, i pavimenti
solitamente non sono formati da stupidi rami nodosi!!-
sbraitò incrociando le braccia sotto il petto.
- Bene, bene, bene. Dunque, è questo il ringraziamento per
averti salvato il popò! - disse candidamente Leon che si
stagliava ora su una porta aperta con le mani in tasca. Tooru rise
lisciandosi le pieghe della sua camicia bianca.
- Personalmente,
è stato Akatsuki a salvarmi! - ribattè la ragazza
tirando fuori la lingua.
- Personalmente,
siamo leggermenti incazzati.-
ringhiò una voce alle loro spalle. Tutti e tre si voltarono
contemporaneamente. Doremì spalancò la bocca
incapace di emettere qualsiasi parola o verso, Leon alzò un
sopracciglio e sul volto di Tooru si dipinse un sorrisino sornione.
Le figure di Takao e Kotake si ergevano a braccia conserte alle loro
spalle.
- T-Takao! Kotake! - esclamò Doremì confusa.
- Non solo!- replicò una voce fredda e calcolatrice quale
quella di Kai che affiancò gli altri due assieme a Max, Rei
e il professor K.
- Che diavolo succede ancora? - borbottò una vocina
assonnata e poi la testa di Aiko fece capolino da sopra la spalla di
Leon.
Max sgranò occhi e bocca indignato e se non fosse stata per
la gomitata di Rei, probabilmente sarebbe rimasto in quella posizione
per un'oretta buona.
Aiko
è appena uscita dalla stanza, sulla cui soglia sta come uno
stoccafisso Leon.
- Ragazzi! - esclamò sorpresa la ragazza dai
capelli blu, sorpassando Leon - Cosa ci fate qui? -
- Cosa ci facciamo qui?! Cosa ci fate voi qui, piuttosto!-
sbottò Max puntando i suoi occhi azzurri in quelli
dell'amica.
- Santo Dio, Max!- disse esasperata - Non fare quella faccia! Di certo
non siamo qui in villeggiatura!-
- Quale faccia?!-
- La faccia da rimbambito che hai adesso!Ti conosco troppo bene e so
altrettanto bene quando sfoderi quest'espressione.-
- Bando alle stronzate.- replicò Kai glaciale - Sapete
spiegarci piuttosto perchè vi trovate qui? -
- E soprattutto perchè siete sparite nel nulla? - aggiunse
Takao imbronciato.
Doremì sospirò. Poi alzò gli occhi su
i suoi amici e mormorò - Una storia lunga.-
- Allora raccontatecela questa storia, perchè non ci staimo
capendo nulla.- sussurrò Kotake aprendo le braccia.
In quel momento da una floreale scala a chiocciola scesero Momoko, Onpu
e Hazuki avvolte in vestaglie colorate.
- Ecco cos'era questa confusione!- esclamò la bionda
raggiungendo Aiko - Cosa ci fate qui?-
- Prima che arrivaste vi abbiamo posto la stessa domanda!-
replicò Kotake.
Tooru aveva piantato i suoi occhi acqua marina su Onpu che le aveva
donato un sorriso dolce in risposta. Kai arricciò le labbra
seccato e volse lo sguardo altrove.
- Credo che dovremo lasciarvi soli, gente!- disse Leon
staccandosi dalla porta - Andiamo Tooru! Lasciamoli chiarire.- detto
ciò i due maghi scomparvero lasciando i ragazzi in un
silenzio imbarazzante.
Per un pò nessuno parlò poi il professor K chiese
- Allora ragazze, senza arrabbiarci. Cos'è successo?
Perchè vi trovate qui?-
- Bisogna iniziare a raccontare tutto dall'inizio.- rispose Hazuki - Da
quello strano simbolo che è uscito sul braccio di
Doremì.-
- Simbolo? - Rei perplesso aveva alzato gli occhi sulla castana.
- Si. Doremì credo sia più corretto se cominci a
parlarne tu.-
La rosa prese un respiro profondo - L'altro ieri sera ho fatto un sogno
strano quando poi mi sono svegliata mi sono trovata questo simbolo sul
braccio.- e qui si alzò la manica del pigiama (tra l'altro
non suo) e mostrò il cerchio formato dalle foglie verdi con
sopra inciso il taglio che le era stato fatto la sera prima.
Tutti attoniti fissarono il simbolo. -Che cosa hai sognato esattamente?
- le chiese Rei preso dalla conversazione.
Doremì raccontò il suo sogno e narrò
di Eisuke con i suoi occhi sottili e qui disse a Momoko che doveva
parlarle di alcune cose. Raccontò anche di Akatsuki e di
come le aveva inciso il cerchio di foglie sul braccio.
Terminò di parlare e tutti si ammutolirono di nuovo chiusi
nelle proprie riflessioni.
- Poi cos' è successo? - la incalzò Max
intascando le mani.
- Poi ne ho parlato alle ragazze e abbiamo deciso che la notte stessa
ci saremo riunite al Maho per vedere se qualche stregone o strega
volesse mettersi in contatto con noi o qualcosa di simile ma a
mezzanotte si è aperto un varco di pietra nel muro, noi lo
abbiamo attraversato e ci siamo ritrovate in una stanza fatta di veli
verde acqua. Mi sono affacciata a una finestra e lì c'era un
panorama favoloso. C'era anche una fanciulla dai capelli rossi che
raccoglieva fiori ma poi la stessa ragazza si è rivelata
essere un mostro orribile che ha cercato di uccidermi. Però
sono riuscita a scapparle ma quando sono ritornata dentro le ragazze
erano state fatte prigioniere da degli uomini in nero e poi uno di loro
mi ha legato al letto presente nella stanza e mi ha inciso questo
taglio sul simbolo con una daga poi per fortuna sono arrivati Akatsuki
e gli altri e ci hanno portato qui. - concluse il racconto in
un silenzio tombale che faceva venire i brividi.
- Perchè non ce ne avete parlato subito? - chiese Takao
mordendosi le labbra.
- Non volevo spaventarvi.- sussurrò Doremì
abbassando lo sguardo.
A Kotake ricordò quando cinque anni prima aveva detto loro
che in realtà erano apprendiste streghe ma avevano
rinunciato per sempre al diritto di diventare streghe vere e proprie.
Anche lì aveva assunto quell'espressione.
- Bè, non ci sei riuscita...ci avete fatto preoccupare e non
poco. - disse il ragazzo - Insomma, sparire così...nel
nulla. Senza un'avvertimento.-
- Odio ammetterlo ma questa volta sono d'accordo con Kotake. Per
fortuna che quando ti ha visto strana mi ha telefonato subito.-
sbottò Takao gesticolando animatamente.
- Un momento, ma voi come ci siete arrivati qui? - chiese Onpu
assumendo un'espressione stupita.
- Eh eh! Indovina un pò? - chiese il Prof. K sorridendo in
modo ebete.
- Ehm...non ne ho la più pallida idea, davvero. -
- Meno male che i nostri campioni non hanno appeso i bey al chiodo! -
cinguettò il piccoletto dai capelli castani.
- Appenderlo al chiodo? Tzè. Anche se dopo la storia di
Brooklyn non abbiamo preso nessuna decisione in merito alla
partecipazione a un nuovo torneo, non significa che abbiamo smesso di
allenarci, anzi. Soprattutto ora che aiutiamo i ragazzini nella
palestra!- disse Takao con un sorriso.
- Quindi ci state dicendo che siete arrivati qui grazie ai vostri
beyblade? - chiese stupita Aiko.
- Più o meno si. Grazie ai Bit power più che
altro.- e qui sorrise come chi la sapeva lunga.
- A dirla tutta non hanno capito manco loro cos'è successo
esattamente.- disse Kotake distruggendo il momento di gloria del suo
rivale in amore.
- Grazie tante, Mr. Simpatia!- sputò velenosamente il
ragazzo dagli occhi scuri.
- Ad ogni modo, non vi azzardate più a farci spaventare in
questo modo!- le riprese Max interrompendo il battibecco.
Proprio in quel momento la porta si aprì e ne
spuntò fuori la capigliatura inconfondibile di Fujo -
Scusate ragazzi, se avete finito di chiarirvi seguitemi.-
- Oh, si! Arriviamo subito!- disse Hazuki concentrando la sua
attenzione sul ragazzo.
Seguirono il giovane per diversi corridoi, attraverso rampe di scale e
porte. Durante il tragitto Max affiancò Aiko e imbarazzato
sussurrò:
- Ehm...dormito bene..uhm,stanotte? -
- No, non ha dormito con me Leon!Se è questo che vuoi
sapere.- ribattè la ragazza con aria furba e rivolgendogli
un sorriso divertito - Era venuto soltanto a svegliarmi.-
- Ah.- replicò secco Max, rosso come un pomodoro.
- Quanto sei scemo!- esclamò Aiko mollandogli un pugno
affettuoso sul braccio. L'amico biondo rise e le scompigliò
i capelli.
Lei lo spintonò facendogli la linguaccia. Cominciarono a
spintonarsi e ridere per metà tragitto.
- Volete piantarla una buona volta si o no? - chiese Kai seccato
voltandosi di scatto.
- Scusa vostra Altezza!- ridacchiò la blu prodigandosi in
inchini spropositati assieme a Max.
Prima o poi li
ucciderò o rischio seriamente di andarmene al manicomio.
Pensò Kai sbuffando e incenerendoli con lo
sguardo. Finalmente arrivarono in una stanza quadrata dove ad
attenderli c'erano i Flat4 al completo.
- Benvenuti!- sorrise Akatsuki elegantemente.
I ragazzi biascicarono un "ciao" solo perchè la buona
educazione lo richiedeva.
- Ascolta Doremì. Il capo della gilda degli oscuri sta dando
la caccia a te particolarmente e alle tue amiche. Il motivo a noi
stregoni bianchi non è chiaro. Stiamo indagando. Quel
simbolo sul braccio te l'ho fatto io con l'unico scopo di aiutarti.
Devi distruggere i cristalli che hai visto sulle sette torri, ognuna
entro un limite di sette giorni. Vedi le sette foglie che formano il
cerchio?Bene, quando la prima foglia si colorerà di blu
significa che il tempo a disposizione per la prima pietra ha cominciato
a scorrere.E così sarà per le altre. Devi stare
molto attenta. - spiegò Akatsuki.
- Aspetta ma perchè devo distruggere questi cristalli? -
chiese l'ex ojamajo confusa e spaventata.
- Perchè se non lo fai una sorte terribile
toccherà te e le tue amiche - rispose pacato il ragazzo -E
anche a chi ti sta intorno.- qui i suoi occhi si soffermarono sul
gruppo dei ragazzi.
- Ah, Doremì!- sussurrò Momoko - Cos'è
che dovevi dirmi? -
- Ecco...volevo parlarti di tuo cugino, Eisuke.- mormorò in
risposta.
Nell'udire quel nome gli occhi di Tooru ebbero un bagliore sinistro che
sembrò cogliere soltanto Kai.
- Vedi secondo me nasconde qualcosa. Quando l'ho urtato per sbaglio a
casa tua,a Natale...ho sentito cose orribili nella mia testa. Poi, in
quel sogno si avveritiva la sua malvagità. E inoltre ogni
volta che incontro i suoi occhi...ho una brutta sensazione.-
spiegò la rosa a disagio.
Come diavolo faccio a
dire ad una mia amica che penso che il suo Itoko adorato sia
il signore del male?!
Momoko per un momento non disse nulla. Poi alzò
gli occhi verdi sull'amica - Non lo so Doremì...io
lo conosco da sempre, non è un cattivo ragazzo. So che con
qualche sua ex è stato un pò stronzo ma nulla di
più.-
- Momo-chan? - la chiamò Doremì.
- Dimmi.-
- So che potrebbe darti fastidio ma...stai attenta.-
La bionda non rispose e Akatsuki intervenne - Eisuke? Bene, ne
parlerò con i consiglieri. Comunque credo sia prudente se
per questa notte restiate qui. Vi mostriamo le stanze.-
I ragazzi in silenzio seguirono i Flat4 attraverso un corridoio
formato, strano ma vero, da bolle di sapone.
- Ah, ragazze! Credo sia opportuno se noi quattro dormissimo assieme a
voi. Doremì potresti stare con me.-
Col piffero, giovane!
Pensò Kotake e sembrò che anche
Takao avesse pensato la stessa cosa perchè entrambi si
opposero alla decisione presa.
- Non è che non ci fidiamo di voi ma preferiamo dormire
anche noi nella stessa stanza delle ragazze.- spiegò con un
sorriso tirato Takao.
Akatsuki sembrò rifletterci un pò e poi
esclamò: - Va bene!- .
- Grandioso!- sorrise Leon - Vado a dire di preparare la cena.- e si
dileguò.
Momoko si avvicinò a Doremì e
l'afferrò per il polso. - Doremì? Senti,
perchè non me ne hai parlato prima di questa storia? -
- Perchè non sapevo come dirtelo. Tu magari non mi crederai
ma ti giuro che ho avvertito davvero quelle sensazioni.- rispose la
rosa premendosi una mano sul petto.
- Non voglio mettere in dubbio la tua parola ma insomma...è
mio cugino.
Io, davvero...- ma Doremì la interruppe.
Sorrideva. - Non ti preoccupare Momoko, capisco perfettamente, sei
confusa, è normale.- replicò prendendole la mano.
- Ehi, Doremì! Ti voglio bene!- disse la bionda.
- Anche io.- le sussurrò la rosa in risposta, abbracciandola.
***
Come al solito la sala cilindrica era avvolta nell'oscurità
più totale e seduto su una sedia dai braccioli di cuoio
stava Eisuke con gli occhi sottili e verdi puntati su un uomo
inginocchiato di fronte a lui.
- Quindi, gli stregoni bianchi hanno fatto la loro comparsa. Me lo
aspettavo.- sussurrò tamburellando le dita sul bracciolo.
- Si, mio signore. Purtroppo abbiamo dovuto battere in ritirata.- disse
il ragazzo inginocchiato senza osare alzare il volto da terra.
- Mpf. Akatsuki ha fatto davvero un ottimo lavoro. Dovrò
premiarlo.- si leccò le labbra e aggiunse - Anche tu sei
stato bravo però, sei riuscito a tagliare il simbolo della
nostra amichetta proprio come ti avevo chiesto.- .
- La ringrazio mio signore.- ribattè lapidario il sottoposto.
- Ora va a curarti. - si alzò e si portò proprio
di fronte al subalterno - Altrimenti come farò? Mi servi.-.
La figura in nero annuì e scomparve.
Un ticchettiò sordo di tacchi a spillo rimbombò
per la sala. - Suono inconfondibile, Noriko!- disse Eisuke voltandosi
con un sorriso.
Una donna abbastanza alta, bianca come la neve e dai capelli rossi si
stava avvicinando a lui. Avvolta in un attillato vestitino nero senza
spalline. Labbra carnose rosse come il sangue e occhi azzurri come il
cielo estivo.
Si sedette al suo posto, sulla sedia dai braccioli di cuoio.
- Allora, ho saputo che c'eri anche tu all'agguato!- disse versandole
un bicchiere di vino.
- Esatto, ho incantato la nostra Doremì con i miei capelli
svolazzanti, ce l'avevo anche quasi in pugno ma mi è
sfuggita. Però poi Masazumi le ha dato un ottimo benvenuto!-
si morse il labbro inferiore divertita - Piuttosto hai ricevuto il
sangue della ragazza? -
- Ovviamente! Masazumi ha usato la sua specialità. Il sangue
che aveva leccato dalla daga l'ha trasformato in lacrime. Ed eccolo
qui!- disse facendo tintinnare una boccetta di cristallo al cui interno
vi era un liquido trasparente, che altro non era se non il sangue di
Doremì sottoforma di lacrime.
- Comunque sono tutte delle belle ragazze!- mormorò Noriko
bevendo un sorso di vino - Qual'è la tua cuginetta? -
- La ragazza bionda e con gli occhi verdi.- rispose secco - Mi auguro
che non le abbiate torto un capello!-
- Uh, ma che carina. No, non preoccuparti, nemmeno sfiorata!-
ribattè accavallando le belle gambe lunghe e sottili. -
Anche se ho visto Shintani lanciarle occhiate interessanti. Le piace a
parere mio.-
- Se si limita a guardarla mi va bene.- sibilò glaciale.
- Allora sarà meglio avvisarlo.- disse la ragazza ridendo.
- Si, sarebbe meglio.- sussurrò Eisuke abbassandosi
all'altezza della donna seduta e avvicinandosi alle sue labbra rosso
fuoco.
- Bene, spero per lui che tu lo faccia allora.- disse in un soffio.
Afferrò il braccio della ragazza e la baciò con
passione. Bacio che lei ricambiò avvinghiandosi a lui che
stringendola dalla vita la sollevò dalla sedia. Nel momento
in cui Noriko aveva infilato le sue diafane mani nella camicia di lui
qualcuno bussò alla porta.
Eisuke alzò gli occhi al cielo seccato. Posò la
ragazza a terra e ringhiò - Avanti!- .
La porta si aprì e Tooru vi entrò. - Chiedo
scusa, disturbo forse? - chiese con un sorriso malizioso.
- Dì quello che devi dire.- sibilò il cugino di
Momoko fulminandolo seduta stante.
- Ok, ok. Porto buone notizie. Siamo riusciti a portare le fanciulle da
noi, nel palazzo. Peccato che ci siano anche quegli impiastri fra i
piedi.- disse Tooru poggiandosi al tavolo.
- Dannati ragazzi!- sbottò seccato Eisuke - Va avanti.-.
- Ecco, Doremì ha un piccolo sospetto su di voi. Pare che si
sia accorta che c'è qualcosa che non va.-
Le labbra di Eisuke si arricciarono in un ghigno. - Ma che ragazza
sveglia! - per niente preoccupato della cosa aggiunse - C'è
altro?-
- Si, ci stiamo conquistando la fiducia delle ragazze.- rispose Tooru.
- Ben fatto! - mormorò - Puoi andare.- .
Tooru abbandonò la stanza con quel peso allo stomaco che
proprio non voleva saperne di andare via.
***
- Ragazzi?Non pensate sia un pò eccessivo? - chiese
Doremì nell'oscurità della stanza.
- Per niente!- rispose Kotake - Giusto?- disse poi lanciando
un'occhiata a Takao al suo fianco.
- Giustissimo!- concordò il blader.
- Ve l'avevo detto che potevo proteggerla io!- disse Akatsuki alla
destra di Doremì.
- Volevamo partecipare!- replicò Takao con un sorriso idiota
che per fortuna, grazie al buio, nessuno vide.
In un enorme letto a baldacchino vi erano stretti come le sardine
Akatsuki, Doremì, Kotake e Takao.
- E poi tutti hanno adottato questo sistema!- rincarò la
dose Kotake.
- Ma gli altri non sono in quattro come noi! - lo rimbeccò
Doremì.
- Momoko, Rei, Onpu, Kai e Tooru si! Anzi sono in cinque!-
sbottò il blader.
- Si ma sono in letti separati, genio! - sbraitò la rosa.
- Dettagli, dettagli.- bofonchiò Kotake, appoggiando per la
prima volta Takao. Uniti contro Akatsuki che non sopportavano
granchè.
Dopo un pò aggiunse con voce maliziosa - Sapete a cosa sto
pensando? -
-Non lo voglio sapere. - annunciò Doremì
esasperata.
- Trovandoci in questo letto ho pensato a quel film in cui quei tre
tizi fanno un menagès a trois! - esclamò
divertito l'amico d'infanzia dell'ojamajo.
- KOTAKE! - lo sgridò Doremì picchiandolo sul
braccio.
- Ehi calma! Non ho insinuato niente!- si giustificò
ridendo.
- Però siamo in quattro! - aggiunse Takao che se la rideva
allegramente - Quindi ne deduco che qualcuno che non sono io se ne
debba andare!-
- Di certo non io!- disse la voce pacata di Akatsuki dall'altra parte
del letto.
- Piantatela e dormite! Perchè non faremo un accidenti!-
sbottò Doremì picchiando Kotake e allungando un
braccio per picchiare Takao che rideva.
- Ovviamente scherzavamo!- dissero i due all'unisono.
- Buonanotte!- cinguettò Akatsuki girandosi di lato.
Sarà una
notte lunga!
Pensò Doremì mentre ascoltava Takao
e Kotake battibeccare.
* Angolo di Natsumi*
Ed eccoci qua!! :) Allora popolo...spendiamo due paroline!! :D
Come ho già citato precedentemente, " C'è del
marcio in Danimarca!! XD"e ora sappiamo anche il perchè.
Sembra proprio qui che i Flat4 stiano facendo il doppiogioco! E sembra
anche che Eisuke abbia la sua amante focosa!XD (Anche se non ve ne
frega un tubo, probabilmente XD)
Cosa accadrà nel prossimo capitolo? Che cosa ha in mente
Eisuke? A cosa gli serve il sangue di Doremì? Le risposte a
queste e altre domande nei prossimi capitoli!! :)
Una precisazione piccina piccina, Itoko per chi non lo sapesse vuol
dire cugino! :3
Ora vi lascio in pace e sparisco!:) Prima però devo
ringraziare le fantastiche persone che hanno recensito il capitolo
precedente alias Aikosenoo
e Kry333!
:3 Grazie! <3 Inoltre ovviamente
ringrazio chiunque abbia anche soltanto letto la
mia storia o inserite fra le preferite! :)
Bene, a presto! :)
Kiss!:*
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Capitolo 11 *** 11. Il palazzo di Fedora e l'indovinello ***
11. Il palazzo di
Fedora e l'indovinello
- Cosa?!- esclamò Takao indignato la mattina seguente.
-
Te l'ho detto! Quel bell'imbusto di Akatsuki ha detto proprio
così a colazione.- ribattè Kotake a bassa voce -
Piuttosto non urlare se non vuoi che ti senta.-
Il
blader aprì e chiuse la bocca più volte prima di
sbottare seccato: - Che cazzo me ne frega se mi sente! Non voglio
vederlo un altro minuto di più neanche se si scoprisse che
in realtà è il portatore del messaggio divino e
tu mi vieni a dire che dobbiamo averlo davanti per altri due giorni?!-
e quasi si strozzò nel tentativo di abbassare di
più la voce secondo le esigenze di un Kotake gesticolante ed
esasperato dal suo vociare altissimo.
Takao
mise le mani sui fianchi ed assunse un'espressione da casalinga
stressata e in quel momento si aprì una porta alle loro
spalle.
-
Che ci fate qui? - chiese Rei con un sorriso luminoso. Kotake gli fece
segno di chiudere la porta e avvicinarsi. Rei obbedì e si
fece vicino ai due ragazzi.
-
Hai sentito che ha detto Gandalf il bianco ai bei tempi? - gli
sussurrò Takao afferrandolo per un braccio.
-
Gandalf il bianco ai bei tempi?- mormorò divertito l'amico
cinese - Con "bei tempi" intendi giovane?-
-
Chi se ne frega che intende!- sbraitò Kotake - Ce l'aveva
con Akatsuki!-
-
Cos'ha detto di scandaloso? -
-
Ha detto che praticamente dobbiamo tenercelo tra i piedi per altri due
giorni!- .
Rei
alzò un sopracciglio e poi esclamò - Ah! Intendi
il nostro breve soggiorno a quel palazzo che ci ha nominato prima?!-
rise e poi aggiunse - Quindi è per questo che
siete amareggiati!- .
-
Senti Rei a me quelli non piacciono per niente!- bofonchiò
Takao - Sono troppo gentili...dà retta a me! Qui qualcosa
bolle in pentola.- e si lasciò cadere su una sedia
lì affianco.
Il
moro sospirò e mormorò - Cercate di sopportarlo
per il bene di Doremì va bene? Stamattina non ha avuto un
bel risveglio.- .
I
due ragazzi dai capelli blu alzarono i loro sguardi allarmati si Rei.
-
Cos'è successo?-
-
Si è sentita male?Ecco perchè non c'era nel letto
quando mi sono svegliato. Pensavo fosse in bagno...-
-
Calmi ragazzi. Adesso vi spiego.
*inizio
flashback*
Tre
ore prima.
Che
sete! L'acqua dev'essere nello stipo.
Si
versò il liquido trasparente in un bicchiere di vetro e lo
bevve tutto. Poi si diresse nel corridoio illuminato da un candelabro
appeso lì sul muro, pronta a tornare nella sua stanza.
Mentre attraversava il corridoio, all'improvviso la luce venne meno.
Tutto
buio. Il candelabro si era spento. Ma di certo non da solo.
-
Kotake? Takao?- chiamò a gran voce voltandosi
nell'oscurità più totale verso la stanza alla sua
sinistra. Nessuna risposta.
-
Akatsuki?- sussurrò avanzando a tentoni.
Una
finestra sbattè e lei sobbalzò. La porta di un
salone era spalancata e sullo sfondo troneggiava una finestra aperta e
la sua tenda lilla che svolazzava al vento notturno. Stava per
andarsene di corsa nella stanza dove dormiva con i ragazzi quando un
odore di fumo dolciastro la prese alla gola.
Ma
che diavolo è? Sembra quasi...cioccolato.
Dove ho già
sentito quest'odore?!
Si
paralizzò terrorizzata.
Quelle
erano sigarette. Ho visto solo una persona fumare quelle sigarette.
Chiuse
gli occhi per un attimo e poi prese a correre per i corridoi e scendere
le scale il più veloce possibile. La stanza semichiusa era
proprio davanti a lei, ancora un piccolo sforzo e ce l'avrebbe fatta.
Bastava
allungare la mano e spingere la porta e sarebbe stata salva...ma si sa,
le cose non vanno mai come dovrebbero.
La
prima cosa che vide furono quegli occhi verdi e felini. Eisuke era
comparso davanti a lei e proprio mentre stava per gridare aiuto la mano
elegante e dinoccolata del ragazzo corse alla sua bocca e premette con
forza.
Doremì
spalancò gli occhi e cercò di strappare via
quella mano fastidiosa dalle sue labbra. Eisuke la spinse contro il
muro contro il quale sbattè il capo.
-
Prova a urlare e ti stacco la testa.- sibilò freddo e
chissà perchè Doremì ebbe
l'impressione che avrebbe tenuto fede alla promessa.
La
ragazza ricambiò il suo sguardo malvagio con un occhiata
confusa che celava una paura folle.
-
Ora io ti tolgo la mano dalla bocca ma tu da brava bambina non fiaterai
va bene?- le sussurrò all'orecchio, la schiena di
Doremì venne percorsa da un brivido e annuì
leggermente.
-
Bravissima.- sorrise divertito il ragazzo abbassando la mano - Adesso
vieni con me.- e afferratala per il polso cercò di
trascinarla in una piccola stanzetta ma la ragazza s'impuntò
con tutte le sue forze con i piedi al pavimento.
-
Che diavolo stai facendo? - ringhiò Eisuke voltandosi con
espressione dura.
Senza
sapere il perchè Doremì sorrise e rispose - Sei
uno stronzo se pensi che io ti segua senza fiatare.- e poi senza
neanche lontanamente immaginare con che coraggio e soprattutto con
quale forza diede una ginocchiata nello stomaco al moro e
fuggì v per la via pù facile, ossia alle sue
spalle. Spalancò la camera da letto nella quale vi erano
Aiko, Max e Leon.
-
Ragazzi! - gridò ma con suo sommo orrore si accorse che la
stanza era completamente vuota.
Sentì
i passi di Eisuke raggiungerla in corridoio ma prima che potesse
tornare indietro, il cugino di Momoko si stagliava sulla porta in tutta
la sua altezza. Doremì indietreggiò mentre il suo
avversario sorrideva vittorioso.
-
Chi è lo stronzo adesso?- chiese e poi rise afferrandole il
polso e trascinandola davanti a sè.
-
Indovina a quale fatina strapperò le ali stanotte? - cinse
Doremì per la vita e le mormorò - Sai ballare?-
-
Lasciami bastardo!- disse la rosa mordendosi le labbra e divincolandosi
dalla sua presa - Che ne hai fatto dei miei amici, eh?- urlò
cercando di spingerlo via.
-
Non ti preoccupare...sono sani e salvi. Ho pensato semplicemente di
spedirli a dormire da un'altra parte, non vogliamo disturbarli,giusto?-
-
Fottitti.- ringhiò la ragazza avventandosi su di lui e
mordendogli il collo nella speranza di farlo allontanare.
Funzionò, perchè imprecando come non mai Eisuke
abbandonò la presa su di lei e indetreggiò di
qualche passo.
-
Piccola mocciosa maledetta!- sbottò il moro avvicinandosi a
lei e torcendole il polso dietro la schiena la mise in ginocchio.
Doremì gemette dal dolore ed Eisuke le sussurrò -
Laverò via l' insolenza che pervade ogni singolo centimetro
del tuo corpo a costo di strapparti la pelle di dosso.-
Si
svegliò di soprassalto. Era sudata e febbricitante. Il suo
respiro era affannoso, il petto si alzava e si abbassava freneticamente.
Un
incubo. Di nuovo quel maledetto di Eisuke.
Si
voltò lentamente con il cuore in gola prima verso sinistra
dove Kotake e Takao dormivano come angioletti poi verso destra dove
Akatsuki era immerso in un sonno profondo.
Decise
di andare a rinfrescarsi e quindi si diresse verso il bagno. Aveva
bisogno di una doccia, si sfilò via la maglia e quando la
manica sfregò contro il suo braccio avvertì un
lieve bruciore. Controllò la causa del suo dolore e vide che
la prima foglia del simbolo si era colorata di blu.
*fine
flashback*
- Ha sognato di nuovo Eisuke, eh? - chiese Takao preoccupato - Comincio
a pensare davvero che lui c'entri qualcosa in questa storia. Faremo
bene a stare in guardia. Momoko ha detto qualcosa al riguardo? -
Rei scosse il capo - No. Non sa proprio cosa pensare o dire. -
- Credo sia normale, è il cugino. Però prima o
poi dovrà prendere una decisione.- mormorò Kotake
- Voglio dire, se davvero si scoprisse qualcosa su Eisuke,
dovrà decidere che cosa fare.- .
Prima che qualcuno potesse rispondere Fujo entrò sorridendo
dalla porta. - Ragazzi, abbiamo già organizzato tutto!
Partiremo fra poco, siete pronti?-
- Fra poco? No, aspetta un secondo! Dov'è che si va?- chiese
il professor K arrivato giusto in quel momento.
Fujo sorrise in un modo tanto gentile quanto odioso - Al palazzo di
Fedora!- .
***
Il viaggio fu affrontato in due enormi carrozze volanti e
Doremì nella prima carrozza non la smetteva di fare domande.
- Come faccio a distruggere i cristalli se non ho più
neanche mezzo potere magico?-
- Non ti preoccupare lo saprai a tempo debito. - rispose Akatsuki
guardando fuori dal finestrino.
- Che significa a tempo debito? Guarda che tolto oggi abbiamo soltanto
due giorni! E poi la foglia diventerà rossa e poi- ma il
mago la interruppe ridendo.
- Che accidenti hai da ridere?- strepitò la rosa sbuffando e
saltando sul sedile.
- Niente. Stai calma, ci sono io. Non ti lascio sola.- le sorrise
candidamente e le accarezzò una guancia.
Takao e Kotake sbuffarono e lanciarono un'occhiataccia ad Akatsuki.
-Wow! Che figata! - esclamò Aiko affacciandosi dal
finestrino - Guardate! Nuvole rosa!- e indicò qualcosa di
soffice e vaporoso che assomigliava a zucchero filato.
- Oh, wonderful!- disse Momoko schiacciando Rei e Kai per affiancare
l'amica al finestrino.
- Momo-chan ti dispiace?- le chiese Rei - Mi stai bucando l'osso con il
ginocchio .-
-Infatti! Levatevi dal finestrino, non c'è niente da vedere.
- replicò Kai incrociando le braccia.
- Oh, ma Kai! Anche tu Rei! Fuori c'è uno spettacolo
meraviglioso!- cinguettò la bionda cingendo le spalle dei
due blader con le braccia.
- Venite a vedere!- disse poi prendendoli per le mani e tirandoli per
farli alzare.
- Vedo bene anche da qui, grazie.- replicò Kai tirando
l'amica per la mano e facendola piombare seduta in mezzo ai due
ragazzi. Momoko rise e a Kai sfuggì un sorriso. Rei si
alzò in piedi e la bionda ex streghetta gli cinse la vita
con le braccia.
- Vengo anche io!- disse pimpante.
- Dove andate? Fuori dal finestrino? - commentò Kai
sarcastico.
- No alla finestra!- rispose Rei con un sorriso divertito.
Aiko e Max si sedettero rispettivamente a destra e a sinistra
dell'amico dai capelli grigi e blu.
- Ma il nostro Kai è diventato ironico! -
sghignazzò la blu attaccandosi al suo braccio.
- Oh, si! Ho sentito che vuole abbandonare la via da campione per
dedicarsi al cabaret!- ribattè Max con un sorriso idiota.
Aiko rise e pizzicò una guancia a Kai che ringhiò
- Vuoi che ti butti di sotto senza rimpianti? -
- Esagerato! Noi stiamo solo scherzando! Un pò di umorismo!
Sù con la vita!- replicò Aiko battendogli sulla
spalla.
Onpu seduta di fronte a loro rise guardando la scenetta.
- E tu che ridi? - chiese Kai scrutando la ragazza con i suoi occhi
profondi.
- Niente! Mi fate ridere tutti e tre insieme.- rispose lanciandogli
un'occhiata divertita.
Il ragazzo si alzò e si sedette vicino all'amica dai capelli
viola e iniziarono a parlare o meglio lei parlava.
Sullo stesso sedile discutevano fra di loro invece Leon e Tooru che di
tanto in tanto lanciavano strane occhiate ai ragazzi che sedevano di
fianco a loro.
Nel frattempo nell'altra carrozza Hazuki seduta fra il professor K e
Fujo parlava loro della sua passione per il violino e i due ascoltavano
rapiti,immuni dal caos che invece era stato creato da
Doremì, Takao e Kotake.
Quando le carrozze toccarono terra e scesero da esse rimasero stupiti
dalla meraviglia che risplendeva davanti ai loro occhi.
- Ehi ma quello è il palazzo del mio sogno!-
esclamò Doremì.
- Il palazzo di Fedora!- la corresse Akatsuki affiancandola - Questo
è il suo nome.-
- Fedora? Perchè proprio Fedora?- chiese Hazuki incuriosita.
- Fedora era il nome della sua prima regina.-
- Oh, capisco. Prende il nome da lei quindi.-
- Si, la regina salvò il mondo magico da un attacco dei
demoni oscuri! Poi quando si sposò fu eretto questo palazzo
in suo onore. - spiegò Fujo con gli occhi puntati
sull'orizzonte.
Attraversarono un ponte di pietra e il palazzo si fece sempre
più nitido. Era bellissimo, tutto rosso e oro con le sette
torri appuntite che lo circondavano, le cui pietre preziose in cima
brillavano alla luce del sole.
Un torrente dall'acqua cristallina scorreva fra due promontori alle
spalle del maniero, lo scrosciare dell'acqua risuonava nell'aria.
- Dove termina questo fiume?- chiese Onpu che aveva seguito il percorso
del fiume visibile con lo sguardo.
- Arriva a valle! Poco distante dalle case del popolo!- rispose Fujo
avvicinandosi al portone di quercia del palazzo.
- Ehi ragazze! La prima pietra da distruggere è il quarzo
giallo. - comunicò con aria seria Tooru alzando lo sguardo
sulla prima torre.
- Come diamine farò? - si lagnò la rosa lasciando
ciondolare il capo.
- Non ti preoccupare! Lo saprai presto.- le sorrise Akatsuki.
Il grande portone di quercia si aprì e una ragazza minuta
con i capelli biondi raccolti in una treccia sorrise e
s'inchinò brevemente.
- Entrate, prego! La padrona vi stava aspettando.-
- Grazie.- replicò Akatsuki entrando per primo, tutti gli
altri lo seguirono a ruota.
Ad accoglierli in un enorme sala azzurra c'era una donna bellissima.
Aveva mossi capelli castani raccolti in un'acconciatura elegante e
smeraldi incastonati al posto degli occhi. Sul capo aveva una sottila
corona d'oro. Aveva le guance leggermente scavate che non gli
conferivano un'aria smunta ma bensì accentuavano la sua
bellezza.Portava un leggero vestito di satin grigio le cui maniche
sfioravano il pavimento.
- Vi ringrazio per aver accettato il mio invito. Voi maghi bianchi,
eterni alleati della mia illustre antenata Fedora, siete sempre
benvenuti in questa reggia.- disse congiungendo le mani sul ventre. La
sua voce era melodiosa e calda e il suo sorriso sembrava illuminare la
stanza.
- Noi siamo lieti di partecipare al vostro ballo. Niente ci rende
più orgogliosi di essere ritenuti gli alleati della vostra
antenata.- rispose Akatsuki inchinandosi.
- Ora Melania vi mostrerà le vostre stanze. Sarete stanchi
ed è giusto che riposiate.- e con un cenno della mano la
ragazza minuta che li aveva aperti richiamò la loro
attenzione e li condusse ai piani superiori dove ognuno di loro aveva
una stanza per sè.
Doremì mentre perlustrava la sua stanza da cima a fondo
sentì bussare alla porta. Andò ad aprire ma
l'unica cosa che trovò fu un foglio di carta ripiegato sul
pavimento. Lo lesse e sbuffò. Proprio a lei doveva capitare
un indovinello? Che diavolo significava?
"Per trovare ciò che risolve il tuo problema, in alto devi
arrivare
dieci, venti, trenta gradoni devi salire senza sotto guardare
e sta ben attenta poiche se lo farai
ogni cosa perderai."
- Uff! Uff!Uff! -sbuffò Doremì - Ma che significa
sta' roba!- guardò ancora una volta quella specie di
filastrocca e sotto si accorse che c'era una firma. Flat4 c'era
scritto. Doremì strinse gli occhi in due fessure.
Così non mi
aiutano per niente! Uff,uff,uff!
In corrridoio in quel momento passò un allegro
Tooru che la scorse con il foglio in mano e sghignazzò -
Problemi d'interpretazione? -
- Muori.- rispose Doremì agitandosi - Questo che diavolo
sarebbe? - chiese sventolando innervosita il foglio sotto il naso del
bel ragazzo.
- Questo è l'unico aiuto che possiamo darti bellezza!-
replicò Tooru e ridacchiando andò via.
- Pronta per il ballo Doremì? - chiese Hazuki dolcemente che
si era affacciata dalla porta di fronte alla sua.
- Cè un ballo? - chiese stupita.
- Si, domani sera! Fujo mi ha detto che si chiama "Ballo dei Lumi".-
rispose l'amica mentre si sistemava la coda.
- Ah, wow. - commentò senza entusiasmo - Prima credo che
dovrei risolvere questo.- e mostrò il foglio alla castana.
- Non preoccuparti Doremì. Ti aiuteremo noi, vedrai lo
risolveremo.- e le sorrise inocoraggiante.
Spero davvero che sia
così.
* Angolo di Natsumi*
Eccomi qua! :) Buona Epifania a tutti!! :) Ci siamo con l'undicesimo
capitolo! :)
Ok. L'indovinello fa a dir poco schifo. Ma abbiate pietà di
me! XD è l'unica cosa che mi è venuta
in mente! XD
Ora le cose cominciano a smuoversi! Dove diavolo andrà
Doremì per trovare finalmente ciò di cui ha
bisogno per distruggere la prima pietra? Riusciranno a risolvere
l'indovinello? Cosa combineranno i Flat4? Kai si darà
davvero al cabaret? XD Spero di no. XD
Insomma questo e altro nel prossimo capitolo! :)
Colgo l'occasione come sempre per ringraziare Aiko_Laury,
Silvia
the best e Kry333
per aver recensito il capitolo precedente! :) Grazie mille! <3 E
inoltre ringrazio chiunque abbia inserito la mia storia fra le
preferite o semplicemente chi l'ha letta! :)
Ringrazio ognuno di voi! <3
Quindi a presto! :)
Kiss!:*
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Capitolo 12 *** 12. Il ballo dei Lumi: Elif, Danahir e...la scala della prima torre! ***
12. Il
ballo dei Lumi: Elif,Danahir e... la scala della prima torre!
Doremì non era mai stata una grande appassionata di
grattacapi,anzi se poteva evitava seccature del genere. Però
quando la posta in gioco riguardava la vita delle sue amiche e la sua
non poteva tirarsi indietro.
Hazuki alla sua destra era scivolata in un sonno profondo.
Non
riuscirò mai, mai e poi mai a decifrare questa robaccia.
Spero almeno che in paradiso poi mi dicano il significato di questa
roba. Perchè di questo passo la sorte terribile che mi ha
accennato Akatsuki, si avvererà se non riesco a risolvere
questo coso. Poi chissà in che diavolo consiste questa
fantomatica sorte terribile.
Si
voltò a guardare l'amica addormentata e pensò che
no, questo non era decisamente il momento di arrendersi.
No,
non lo era. Per loro avrebbe resistitito fino alle sette di mattina
senza chiudere occhio.
Afferrò
di nuovo quello stramaledetto foglio e se lo portò sotto il
naso, stringendo gli occhi in due fessure e rileggendo per la
quarantesima volta il contenuto.
-
Guarda, è più probabile che ci russi addosso che
altro!- esclamò una voce sarcastica alle sue spalle.
Doremì
sobbalzò e si voltò poi per assumere
un'espressione tra il seccato e il divertito. - Quanto sei scemo!Che
fai alzato? -
-
Hazuki mi aveva detto che avevi un bel grattacapo da risolvere e che
lei ti avrebbe aiutata ma sapevo anche che un cervello in
più avrebbe fatto comodo!- le rispose Takao sorridendo
luminoso.
-
Allora, di che si tratta? - chiese sedendosi al suo fianco. La ragazza
non rispose ma fissò la manica del pigiama bianco.
-
Pronto, c'è nessuno?-
-
Si, sono qui.- mormorò portandosi le ginocchia al petto.
-
Mi fa piacere!- sghignazzò l'amico - Ehi...che hai?- chiese
poi fissandola incuriosito.
-
Niente.- mentì tirandosi le maniche della maglia e
allungandole a dismisura.
-
Si, come no.
Non mi freghi...c'è qualcosa che ti preoccupa? -
-
Ecco...- indugiò alzando i suoi occhi magenta sul volto del
ragazzo.
-
Ecco?- la incitò lui a continuare.
-
Insomma...io vi ho trascinati qui con me, ora che finalmente eravate un
pò in vacanza vi ho distrutto le aspettative. Inoltre
potrebbe essere pericoloso, se vi succedesse qualcosa a causa mia non
me lo perdonerei mai...e ora, ora vi devo costringere a stare alzati
per me e io- non riuscì a completare la frase
perchè la mano di Takao le premeva sulle labbra con
gentilezza.
-
Primo: tu non costringi proprio nessuno, se io e Hazuki ora siamo in
piedi è perchè lo vogliamo
noi,
perchè vogliamo aiutarti. Secondo: tu non hai rovinato le
vacanze a nessuno, per noi l'importante è esserci ritrovati
poi il resto...al diavolo! Terzo: Non succederà un bel
niente di niente perchè noi ti aiuteremo e chiuderemo questa
maledetta faccenda.- si prese un attimo di pausa e poi aggiunse - Ergo,
non farti venire queste crisi del cazzo perchè io non ti
lascio sola. Noi siamo qui per te.- lo disse quasi in un sussurro,
flebile.
Doremì
stupita alzò il suo sguardo sul ragazzo. I suoi occhi malva
si ricoprirono di una splendente veste lucida quando incontrarono gli
occhi scuri e determinati di Takao.
Gli
prese la mano e la strinse fra le sue.
-
Ora non vorrai metterti a piangere spero.- disse scompigliandole i
capelli affettuosamente.
-
Takao!- esclamò Doremì saltando dalla sedia e
buttandogli le braccia al collo - Tu...tu...tu sei così
stupido!- e prese a singhiozzargli addosso.
-
Grazie per il complimento, non me l'aspettavo!- replicò il
blader sorridendo - Si può sapere che diamine hai da
piangere ora? -
-
N-niente! - mormorò staccandosi da lui e scuotendo
il capo. Si strappò via le lacrime con il dorso della mano e
sorrise con gli occhi estremamente lucidi.
-
Tu sei più scema di me allora!- proclamò
afferrando il foglio e iniziando a leggere.
Cosa
diavolo è questa roba?!
Pensò
Takao alzando un soppracciglio perplesso. - Ok. Devo ammettere che non
è il massimo.- sentenziò grattandosi la nuca -
Mago Marlino e la sua band si sono sprecati. Qualcosa di traducibile,
no?!- disse più a sè stesso che a
Doremì.
-
Non disperiamo, riusciremo sicuramente a interpretare questo indizio.-
commentò infine poggiando la schiena alla spalliera della
sedia - Allora..."per trovare ciò che risolve il tuo
problema, in alto devi arrivare...dieci, venti,trenta gradoni devi
salire senza sotto guardare"- s'interuppe pensieroso e poi lesse - " e
sta ben attenta poichè se lo farai,ogni cosa perderai."- poi
prese a fissare il foglio come se si aspettasse che questo gli
rivelasse la soluzione.
-
Vedi, è difficile.- si lagnò l'ex streghetta
affondando le mani nei liscissimi capelli magenta - E poi non ho uno
straccio di potere e nemmeno le ragazze ce l'hanno. Come
farò a distruggere il cristallo anche se risolvessimo
questo...questo schifo!-
e lo indicò con disprezzo.
-
Non ti preoccupare! Pensiamo a risolvere questo coso e poi per i poteri
non tediarti troppo. Akatsuki stesso ti ha detto che saprai a tempo
debito come fare. - la rassicurò l'amico - Forza,
mettiamiamocela tutta!- e le sorrise incoraggiante.
***
-
Che fate in piedi a quest'ora? -
La
voce calma e rassicurante di Rei lo riscosse leggermente.
-
Rei! Stavo aiutando Doremì con quest'accidenti di rompicapo.
- rispose Takao voltandosi con aria stanca verso l'uscio della porta.
-
Rompicapo? -
-
Si. Gliel'hanno dato i Flat4, hanno detto che è l'unico modo
che hanno per aiutarla a trovare ciò di cui ha bisogno per
distruggere il quarzo giallo.- spiegò l'amico poggiando la
testa sul divanetto su cui lui e Doremì si erano seduti
qualche attimo prima - L'unica cosa che abbiamo capito è che
potrebbe essere un luogo, parla di gradini da salire.-
borbottò passandosi una mano sul volto.
Doremì
si era addormentata in posizione fetale con la testa appoggiata sulle
sue gambe.
Rei
gli prese il foglio dalle mani e gli diede un'occhiata veloce -
Effettivamente sembrerebbe trattarsi di un luogo. - sussurrò
alzando gli occhi verso il tavolo e accorgendosi solo in quel momento
che c'era anche Hazuki che dormiva con la testa sulle braccia.
-
Non mi ero accorto che c'era anche lei. Comunque potevate chiederci una
mano, vi avremo aiutato volentieri.-
-
Lo so, ma hanno detto che non ce ne era bisogno... -
-
Domani mattina rivediamo il rompicapo tutti insieme. Andiamo a letto
ora, sono le quattro e un quarto.- disse Rei e fece per alzarsi.
-
Aspetta un attimo, tu che fai in piedi alle quattro del mattino?-
chiese Takao con un sorriso curioso.
-
Ero con Momoko, non riusciva a prendere sonno, sono rimasto con lei
finchè non si è addormentata.-
confessò il blader cinese leggermente in imbarazzo -
Comunque andiamo a letto, ora!- e si avvicinò alla sedia su
cui sonnecchiava accasciata Hazuki.
-
Mmmhh, va bene.- sussurrò Takao con un sorriso malizioso.
Rei
fece finta di non averlo udito e prese fra le braccia la ragazza
castana che sembrò non accorgersi di nulla.
-
Sù, andiamo.- mormorò dopo che il blader dai
capelli blu, a sua volta, aveva preso in braccio
Doremì che dormiva sonni profondi.
Portarono
le ragazze nelle loro stanze e Takao prima di uscire mise il foglio sul
comodino e le scoccò un bacio sulla guancia.
***
Si svegliò e la prima cosa che vide fu la stoffa ocra usata
per il letto a baldacchino. Si mise a sedere e notò qualcosa
che prima nella stanza non c'era.
Sul busto di quello che doveva essere un manichino stava come esposto
uno dei più bei vestiti che avesse mai visto. Era bianco e
lungo, le maniche erano fatte in modo che sembravano dover avvolgere il
braccio di chi l'avrebbe indossato. Erano trasparenti e davano sul
lilla, colore che si ripeteva sugli orli della scollatura e della gonna
del vestito.
Forse quello era il vestito che avrebbe dovuto indossare al ballo,
stava quasi per rallegrarsi pensando alla prospettiva di passare una
bella serata ma poi il ricordo del rompicapo le lascio l'amaro in
bocca. E quando si ricordò che la notte prima lei, Takao e
Hazuki non erano riusciti a cavare un ragno dal buco si
angosciò nuovamente e sprofondò nel letto.
- Buongiorno Doremì!- cinguettò Onpu quando la
vide entrare nel salone - Anche tu hai trovato un vestito da sera nella
stanza stamattina? -
- Ah, si. - rispose atona - Però ho anche ritrovato quello
stupido indovinello. Tra l'altro, non ho risolto ancora niente.-
- Ed è per questo che adesso cercheremo di risolverlo tutti
insieme.- disse Rei sedendosi al tavolo e invitando anche gli altri a
fare lo stesso. Lessero quelle quattro righe e per un attimo nessuno
parlò.
- Mmmhhh...potrebbe trattarsi di una corda sospesa su un precipizio.-
sentenziò Aiko rompendo il silenzio.
- Naaa. Dove la trovi una corda sospesa su un precipizio?- chiese
Tetsuya quasi sdraiandosi sul tavolo per rileggere il contenuto.
- E che ne sai?! Può darsi che ci sia una stanza segreta.-
- E se invece fosse su un cornicione?- propose Momoko.
- Cornicione? Chi è l'idiota che metterebbe qualcosa su un
cornicione?! No, è impossibile.- commentò Kai.
-Come vanno le ricerche? - chiese Leon entrando nella stanza dopo due
ore e trovandoli come disperati chinati sul tavolo. Inutile dire che si
beccò le occhiatacce più bieche del millennio.
- Secondo te?- chiese truce Doremì.
- Dico che non va.-
- Puoi dirlo forte.- replicò Kotake depresso.
- Sono venuti a chiamarvi per il pranzo. Primo piano, quarta sala. -
annunciò prima di sparire per le scale.
- Restiamo ancora un pò e poi scendiamo. Facciamo almeno
qualche altro tentativo.- mormorò Rei poggiando il mento sul
palmo della mano.
- Taeja! Porta le coperte alla quarta scala!- si udì in quel
momento nel corridoio.
-Quarta scala? Uffa! Proprio lì devo portarle? La torre del
quarzo giallo giusto? - chiese sbuffando una voce femminile.
- Si! Proprio non vuoi andarci lì, eh?-
- No, Kris!Mi sento male solo a pensarci...è una vera
seccatura ogni volta che devo entrare nella prima torre. Si muove tutto
ed è così vuoto lì sotto, mi vengono i
brividi.Poi, a che diavolo servono lì delle coperte?!-
ribattè la ragazza chiamata Taeja.
- Smettila di lamentarti, sei tu quella che sbaglia ogni volta che ci
va!Guardi sempre dalla parte sbagliata! Quante volte devo ripeterti che
non devi guardare le scale?Dai, ti accompagno io!- disse il ragazzo ed
entrambi i giovani che dovevano appartenere alla
servitù,andarono via.
- Questi proprio qui devono mettersi a parlare delle coperte?! Mah.-
borbottò Tetsuya infastidito.
Purtroppo i tentativi andarono a vuoto e scesero a pranzo di cattivo
umore.
***
Con l'umore sotto le scarpe Doremì si preparò
ugualmente per il ballo, indossò il vestito e si
legò i capelli in una coda liscia che le arrivava a
metà schiena. Utilizzò i trucchi che le erano
stati messi sulla specchiera e poi uscì avviandosi
tacchettando nell'ingresso dove erano riuniti gli altri ragazzi.
Aiko era avvolta in uno svolazzante abito azzurro senza spalline, lungo
e svasato. Al polso aveva un bracciale di raso con sopra una rosa blu.
I capelli lisci invece erano raccolti in una treccia che ricadeva sulle
spalle nude.
- Cavolo, quanto sei bella Aiko!- esclamò Doremì
raggiungendola.
- Oh, per favore Doremì! Mi sento una bambolina!-
sbuffò arrossendo leggermente.
- Non fare la solita! Stai benissimo, la matita blu poi ti dona
proprio!-
- Grazie...Onpu mi ha dato una mano! Anzi, una bella mano!- disse
ridendo.
Momoko invece, indossava un vestito rosso che s' incrociava sul petto e
si legava dietro il collo, lasciandole buona parte della schiena
scoperta. I bellissimi capelli biondi erano sciolti e dalle orecchie
pendevano degli splendidi orecchini rossi e oro.
Hazuki, dal canto suo, indossava un vestito a sirena di un arancio
sbiadito. La parte di sopra era ricoperta da brillantini colorati. I
capelli castani erano diventati una cascata di boccoli perfetti. Quella
sera non portava gli occhiali e le palpebre avevano bellissime
sfumature.
Infine Onpu aveva un bel vestito viola, la prima parte era un corpetto
fatto di pizzo mentre la gonna era lunga e a balze. I capelli erano
raccolti in un semplice chignon sulla testa.
Max era rimasto come uno stoccafisso a guardare Aiko. I suoi occhi
azzurri si erano praticamente incollati addosso alla ragazza.
- Bè, ti sei incantato? - chiese l'amica sventolandogli una
mano sotto il naso.
- No...è che...non ti ho mai visto così,
così elegante.- balbettò lui arrossendo e
abbassando lo sguardo. Aiko sorrise e ridacchiò.
- Neanche io ti ho mai visto così elegante.-
mormorò - E devo ammettere, signor Mizuhara che questa sera
sta davvero bene!-
Max le sorrise nella sua camicia bianca e poi le prese istintivamente
la mano.
Takao scese gli ultimi scalini sistemandosi la giacca, seguito da un
Testuya avvolto dentro dei pantaloni blu notte.
- Allora, andiamo?- chiese Rei.
Tutti annuirono e si diressero verso l'enorme salone che avrebbe
ospitato il ballo. La sala era stata addobbata per l'occasione ed era
piena di tulle, pizzi e frac.
- Wow! Questo posto è davvero magnifico!- esclamò
entusiasta Hazuki guardandosi attorno.
- Mpf! Ancora non avete visto niente.- sussurrò Tooru alle
sue spalle. I flat4 erano appena arrivati tirati a lucido.
- Come siamo belle questa sera! - disse Akatsuki con un sorriso - Stai
davvero bene, Doremì!-
- Ti ringrazio!- rispose la ragazza leggermente in imbarazzo.
In quel momento la folla che occupava il salone si scisse e la regina e
il re fecero il loro ingresso.
Lei era fantastica come sempre, quella sera indossava un lungo vestito
blu e argentato. Le maniche come al solito sfioravano il pavimento e la
scollatura profonda rendeva giustizia al seno prosperoso della donna.
Tanti piccoli fiori le decoravano i mossi capelli castani. Gli occhi
sorridenti e il portamento grazioso e fermo allo stesso tempo tipico di
una donna aggraziata ma decisa.
Al suo fianco camminava un uomo che i ragazzi non avevano mai visto
prima d'ora. Alto, bronzeo e dagli occhi neri. I capelli scuri e
ribelli, le labbra come disegnate in un sorriso. Vestito con
un'uniforme champagne e dai bordi dorati, alcune medaglie appuntate
sulla sinistra. La spada sottile e dall'elsa d'argento pendeva dal suo
fianco sinistro, assicurata a una fascia dorata che gli
cingeva la vita. Tipico vestito da cerimonia di un uomo appartenente
all'esercito. La mano guantata di bianco stringeva elegantemente quella
curata e diafana della moglie. Presero posto sui troni,posti in fondo
alla sala e con un cenno della mano del re si diede il via ai balli.
Erano davvero la coppia più bella della sala.
Doremì fu trascinata via da Testuya lungo la tavolata del
buffet, Aiko e Max sedevano a un lato della sala e parlavano, Takao
parlava allegramente con Momoko e Rei, Il professor K mormorava a Onpu
e Kai qualcosa di malvagio su Fujo che aveva invitato Hazuki a ballare
mentre Akatsuki, Leon e Tooru sorseggiavano un bicchiere di vino seduti
accanto ad altri uomini vestiti di verde.
Il buffet passò così, fra un ballo e l'altro poi
la regina alzandosi in piedi e attirando l'attenzione di tutti disse: -
I miei ospiti vogliano seguire me e mio marito nella sala di fronte per
consumare la cena.- sorrise e prendendo la mano del re si diresse
nell'altra sala, seguita da tutti.
- Dopo tutta quella roba che c'era al buffet, c'è anche la
cena?!- esclamò Takao che aveva raggiunto i suoi compagni
sbalordito.
- Non credo che mi entrerà tutto. Probabilmente
esploderò prima della fine della serata. -
bofonchiò il professor K premendosi una mano sullo stomaco.
Presero tutti posto ad un tavolo lunghissimo e dopo circa mezz'ora
cominciarono a portare varie portate. Hazuki diede un'occhiata ai
coniugi reali e si accorse di quanta freddezza vi era fra quei due. Non
si erano sfiorati per tutto il tempo, l'unico contatto fisico che
avevano avuto era stato quando si prendevano la mano per passare da una
sala all'altra.
- Secondo te quelli si amano davvero? - le sussurrò Momoko
all'orecchio.
- Sinceramente non saprei risponderti. Sono così...freddi.-
disse l'amica con un'alzata di spalle - Non sembrano quasi umani.- .
- Cos'è il ballo dei lumi? - chiese Onpu al ragazzo alla sua
destra.
- Un ballo che si tiene ogni anno, è uno spettacolo
mozzafiato! - rispose Tooru.
-In che consiste esattamente? - chiese ancora la ragazza incuriosita.
- Allora il ballo si ripete ormai da cinquecento anni! Secondo la
leggenda di Elif e Danahir. Lei era la figlia del re delle foreste
dell'est, lui figlio del re delle terre del nord. Erano
innamorati ma le loro famiglie erano ostili fra di loro e non avrebbero
potuto soffrire un matrimonio del genere. I due giovani s'incontravano
segretamente stando ben attenti a non farsi scoprire da nessuno.
Però un giorno il fratello di Elif, Thurf venne assassinato
dal cugino di Danahir, Dresdhan. Si dice che Thurf fosse innamorato
della stessa donna di cui era innamorato anche Dresdhan quindi al
seguito di un litigio il primo perse la vita per mano del secondo.
Ovviamente come potrai immaginare scoppiò una guerra e per i
giovani era sempre più difficile incontrarsi
poichè se fossero stati scoperti ora le conseguenze
sarebbero state molto gravi. - spiegò Tooru - Non riuscendo
più a resistere un giorno di più senza vederlo,
Elif si recò al loro posto solito, dove i due
s'incontravano, e attese il suo innamorato a cui aveva detto attraverso
un messagero alato che l'avrebbe aspettato lì. Danahir
proprio mentre stava per fuggire via furtivamente
sentì un generale di suo padre citare come luogo di
combattimento proprio il posto dove la fanciulla lo stava aspettando in
quel momento. Gli eserciti sarebbero stati lì entro poco
tempo. Disperato,senza più pensare, prese il suo cavallo e
corse velocissimo dalla sua innamorata che trovò seduta su
di un tronco.Proprio mentre le stava intimando di scappare via i due
giovani furono sorpresi da entrambi gli eserciti. Ovviamente i re erano
a dir poco furiosi e il padre di Elif minacciava di uccidere Danahir. A
nulla servirono le richieste disperate della giovane e le spiegazioni
di lui, a nulla servì urlare il loro amore perchè
la spada del re delle foreste dell'est trapassò il corpo del
giovane che cadde in terra e volgendosi verso la ragazza le
parlò di tutto l'amore che nutriva per lei. In lacrime Elif
afferrò la spada di Danahir e si trafisse prima che qualcuno
potesse fermarla. I due padri piansero lacrime amare e si maledirono
per essere stati così stupidi da non aver accettato il loro
amore. Proprio quando tutto era ormai perduto e i due giovani in fin di
vita stavano per lasciare questo mondo, scese su di loro il re dei
folletti che disse di essere lì per salvare la vita dei due
giovani che si erano amati davvero e che meritavano di vivere dopo aver
sofferto tanto a causa delle ostilità fra le due famiglie.
Dopo aver recitato l'incantesimo i due giovani furono salvi e tutti
festeggiarono felici. Le loro nozze celebrate la notte stessa furono
contornate da tanti piccoli lumi che in realtà erano piccoli
folletti che danzavano intorno a loro. -
- Wow! Che storia romantica!- esclamò Onpu sognante.
- Quindi che cosa succederà stasera? - chiese Kai
interrompendo il momento poetico.
- Ci sarà un ballo e tanti piccoli esserini ti danzeranno
intorno. - rispose con un sorriso sornione il ragazzo.
- Davvero?! Voglio ballare anche io!- s'intromise Onpu portandosi alle
labbra il bicchiere - Faccio un giro con te e un altro con Kai.-
- Va benissimo.- disse Tooru anche se in realtà non andava
bene proprio niente. Questo dovette averlo pensato anche Kai, il quale
nonostante non ballasse mai non obbiettò.
Quando tutti ebbero finito di mangiare il re e la regina condussero gli
ospiti fuori e giunti in prossimità di una radura
aspettarono in silenzio. Dopo circa dieci minuti il cielo stellato
cominciò a riempirsi di tanti piccoli luimi danzanti che
volteggiavano nell'aria, il re e la regina diedero il via al ballo e
lentamente gli ospiti si unirono a quella magica danza.
Doremì invece camminava con Takao, Testuya e Akatsuki lungo
il perimetro del castello.
- Allora, non ci siete arrivati alla fine? - chiese con le mani dietro
alla schiena.
- No. Non so davvero cosa fare.- borbottò la ragazza
sconsolata, alzò la testa verso la torre dalla punta di
quarzo giallo.
- Ah, già! Senti Akatsuki, ma che diavolo c'è
nella torre dalla punta di quarzo giallo? Oggi abbiamo sentito due
servi che si lamentavano perchè dovevano portare delle
coperte lì dentro.- chiese Testuya al giovane stregone.
- Effettivamente è un pò pericolosa. La salita
delle scale ti crea qualche problema se non stai attento potresti farti
male.- rispose Akatsuki.
- Ah davvero? Perchè? -
- Perchè se guardi le scale mentre stai salendo i gradini
potresti anche morire. Certi narrano che sotto la scalinata vi sia
qualcosa di altamente pericoloso che potrebbe farti cadere.Sembra una
cosa stupida ma è così. - spiegò il
ragazzo intascando le mani.
- Cosa hai detto? - chiese Doremì fermandosi di botto, i tre
alzarono lo sguardo su di lei e videro i suoi occhi sbarrati e pieni di
una nuova consapevolezza.
- Ho detto che potresti cadere.- ripetè Akatsuki a braccia
conserte.
"Si muove tutto ed
è così vuoto lì sotto, mi vengono i
brividi."
"Guardi
sempre dalla parte sbagliata! Quante volte devo ripeterti che sotto le
scale non devi guardare?"
"Per trovare
ciò che risolve il tuo problema, in alto devi arrivare"
dieci,
venti, trenta gradoni devi salire senza sotto guardare
e
sta ben attenta poiche se lo farai
ogni
cosa perderai."
I discorsi di quei due ragazzi le balzarono subito in mente.
Certo, adesso
è tutto chiaro!
Pensò la ragazza sorridendo. Si diresse verso
Akatsuki e prendendogli il volto fra le mani gli stampò un
bacio sulla guancia.
- Grazie Akatsuki! Ti adoro! - esclamò e corse via sotto gli
occhi increduli e le espressioni sbalordite di Kotake e Takao. Nella
corsa si sfilò i tacchi per correre più veloce.
- Ehi ma dove stai andando? - le urlò dietro Testuya.
- Alla torre di quarzo!- gli gridò lei in risposta entrando
di nuovo nel palazzo.
Takao e Kotake si scambiarono un'occhiata e poi presero a correrle
dietro raccogliendo una scarpa a testa.
- Doremì! Aspettaci!- urlò Takao salendo per le
scale.
Doveva entrare nella prima torre, ciò di cui aveva bisogno
era proprio là.
Che idiota! Ce l'avevo
proprio sotto il naso!
Arrivò alla quarta scala e prese a salire le
scale velocemente sforzandosi di non guardare sotto. Gli occhi fissi
davanti a sè. Non sapeva ciò che quelle scale
custodivano ma qualunque cosa fosse se avrebbe guardato sotto sarebbe
stata spacciata. La porta era davanti a lei, qualcosa brillava al
centro del legno chiaro. Bastava salire altri due gradini e ce
l'avrebbe fatta ma sfortunatamente inciampò nell'orlo del
vestito e cadde a terra e con orrore quando aprì gli occhi
si accorse di averli piantati sul marmo del gradino a due centimetri
dal suo naso.
I gradini preso a tremare e a spaccarsi. - Oh merda!-
ringhiò e cercò di rimettersi in piedi e
raggiungere la porta della quale riuscì a sfiorare solo il
legno perchè le scale si frantumarono e lei cadde nel vuoto
mentre quelli che sembravano tentacoli lunghi e verdi cercavano di
lambirla per i fianchi. Cadde a terra e quando
alzò lo sguardo vide una creatura orrenda, enorme e tutta
verde Al centro aveva una bocca piena di denti affilati e tre lingue
bavose all'interno. I lunghi tentacoli viscidi si agitavano e quello
più a destra stava per schiantarsi prepotentemente nella sua
direzione. Doremì urlò e corse via ma quel luogo
era circolare e non aveva via d'uscita. Con le spalle al muro
deglutì. Era finita.
Il tentacolo verde e viscido si stava avvicinando lentamente a lei
quando un rumore metallico attirò la sua attenzione, subito
dopo uno scricchiolare sinistro risuonò nell'aria. Il
tentacolo si fermò e tutto sembrò bloccarsi. In
un attimo un rumore assordante le rimbombò nella testa e le
colonne alle spalle di quella bestiaccia infernale si abbatterono con
forza su di lei che con un gemito assordante smise di muoversi. Dal
fumo che si era creato a causa delle colonne cadute uscirono cinque
figure che lei riconobbe subito.
-Ragazzi! - esclamò con un grande sorriso.
Takao, Rei, Kai e Max stringevano nelle mani i loro beyblade.
Dragoon, Dranzer, Driger
e Draciel.
Doremì non potè fare a meno di
sorridere. - Non mi aspettavo che avreste fatto cadere le colonne con i
beyblade.- disse avanzando nella loro direzione.
- Testuya ci ha dato l'idea!- ribattè Max con un sorriso
smagliante.
Kotake arrossì leggermente e poi con un ghignetto
ribattè - Credo che un bacio adesso ce lo meritiamo anche
noi!- .
La ragazza rise e prima che qualcuno potesse muoversi qualcosa
dall'alto cadde proprio ai suoi piedi. Si chinò per vedere
cosa fosse e quando lo vide sbarrò gli occhi. Era l'oggetto
che brillava al centro della porta della torre.
Era piccolo e a forma di fiore, rosa. Molto simile al suo
vecchio jingle set.
In un attimo solo quasi cinque anni di vita le passarono davanti agli
occhi.
Lo raccolse e si raddrizzò, i ragazzi le sorrisero
incoraggianti.
Strinse forte nella mano il piccolo oggetto a forma di fiore. Non era
ancora finita ma ce l'avrebbe fatta.
*Angolo di Natsumi*
Sono ritornata! XD Con un pò di ritardo ma ce l'ho
fatta!XD
Allora, ora le cose cominciano a farsi più intricate! Siamo
quasi nel pieno della faccenda! :) Nel prossimo capitolo
cercherà finalmente di distruggere il quarzo giallo! :)
Più in là nella storia i nostri blader saranno
molto ma molto importanti e Testuya non sarà da meno! :)
Sono stata circa cinque secoli per scrivere quella storiella orrenda
alla Romeo e Giulietta che racconta Tooru!XD Purtroppo è
l'unica cosa che mi è venuta in mente! XD
Bene gente, come sempre colgo l'occasione per ringraziare quei tesori
che hanno recensito lo scorso capitolo ossia LadyDream,
Aiko_Laury
e Kry333!
Ovviamente ringrazio anche chiunque abbia inserito la storia fra le
preferite o chi l'ha semplicemente letta!Grazie mille! <3
<3 <3
Quindi a presto! :)
Kiss!:*
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Capitolo 13 *** 13. Quarzo giallo:la torre dei ricordi e delle illusioni ***
13.
Quarzo giallo: la torre dei ricordi e delle illusioni
Guardò
a lungo l'oggetto nelle sue mani. Era sicuramente più
difficile da usare rispetto a quello precedente...oppure più
facile. Non lo sapeva ancora.
Era sottile a differenza del suo vecchio jingle set. Sulla superficie
erano disposti cinque piccole pietre colorate in modo tale da formare
una stella. Rosa, arancione, blu, viola e giallo erano i colori delle
pietre che risplendevano alla luce della luna che filtrava dall'alto.
- Allora? - chiese Testuya con un sorriso, rompendo il magico silenzio
che si era creato.
- E-ecco, non so come si fa...è diverso dal mio vecchio
jingle set.- mormorò in risposta mantenendo lo sguardo fisso
sul piccolo oggetto.
- Diavolo! Un modo ci sarà!- esclamò Takao
grattandosi la testa.
- Ehi Doremì! - esclamò una voce dall'alto della
voragine in cui era stata risucchiata. Tutti alzarono lo sguardo e
scorsero Hazuki affacciata sopra le loro teste e affiancata dalle altre
quattro ragazze.
- Prova a premere le pietre una alla volta.- disse la castana indicando
il piccolo oggetto.
- Eh? E tu come lo sai? - chiese in risposta incredula.
- Ce l'ha detto un ragazzo.- sussurrò con un sorriso.
- Un ragazzo...?- mormorò perplessa alzando un soppracciglio
in direzione dell'amica.
- Oh, ma chi diavolo se ne importa chi gliel'ha detto! Fallo e basta!-
sbottò Aiko seccata muovendo le braccia animatamente.
La rosa fece come le amiche dissero. Premette le pietre in senso orario
e dopo neanche dieci secondi una forte luce la investì,
fasciandole il corpo perfettamente. Quando la luce si
esaurì, l'abito di Doremì era completamente
diverso.
Era un corto vestito rosa fatto di seta, al centro del petto si era
inserito il suo nuovo jingle set a forma di fiore. Non aveva maniche ma
indossava degli scaldamuscoli eleganti,ricoperti dello stesso velo che
ricopriva anche la gonna. Gli stivali erano anch'essi rosa e arrivavano
più o meno a metà ginocchio. I capelli erano come
sempre legati in due chignon.
Ora devo trovare il
modo per risalire. E cercare di aprire quella porta. Sono
certa che per distruggere il quarzo giallo c'è bisogno di
entrare dentro la torre...non vedo altra soluzione.
Si morse il labbro in cerca di una soluzione. - Come diavolo faccio a
risalire? - sbottò innervosita Doremì.
- Tutto qui il problema?- chiese Takao scettico - Puoi passare dal
valico che abbiamo creato nel muro per venire qui sotto!- disse
indicando il buco nero inghiottito dalle tenebre.
- Perchè non me l'avete detto prima? Accidenti a voi!-
sbraitò facendo la linguaccia ai ragazzi. Non
aspettò neanche una risposta che si fiondò nel
buio e si ritrovò nel corridoio di pietra scuro, dopo averlo
superato sbucò al primo piano e fece tutte le scale di corsa
per poi sbucare affannata al quarto piano e per poco non ricadde nella
voragine.
- Doremì stai un pò attenta una buona volta!-
borbottò Aiko mettendo le mani sui fianchi.
- Non è colpa mia, ero presa dalla corsa!- sbottò
inacidita.
- Si come no. Piuttosto hai pensato a come arrivare alla porta?
C'è un bel buco sotto di noi, come avrai notato.-
ribattè la blu lanciando un'occhiata evasiva al panorama
circostante.
Cacchio. Non ci avevo
pensato...uff,uff,uff!
- Oh,
no! Vero. Come diavolo ci arrivo adesso?! Non so ancora usare bene
questo coso!- si
lagnò dandosi una manata sulla fronte. Neanche detto che la
terra tremò sotto i suoi piedi.
- Ma non era morto quel mostro orrendo?- chiese Onpu appoggiandosi a
Momoko.
- Ti giuro che era morto stecchito! - le disse Doremì in
risposta.
Dalla terra lentamente iniziarono ad uscire massiccie corde d'oro che
si diramarono e si legarono fra di loro per formare un ponte
all'apparenza resistente che conduceva verso la porta della prima torre.
- Ma che diavolo...?- mormorò stupita e ammirata la ragazza.
- Forza! Vai!- le disse la voce rassicurante e calda di Akatsuki alle
sue spalle. Si voltò verso di lui e gli sorrise. -
Ti ringrazio!- disse semplicemente e s'incamminò cautamente
sul ponte.
Si trovò di fronte alla porta e si accorse che
questa era socchiusa. Rimase vagamente perplessa, quando si accorse che
non aveva serratura, nè maniglia. Come se la chiave per
aprirla fosse stato in realtà il jingle set che era
incastonato al centro del legno chiaro.
La spinse e prima di entrare sentì in lontananza la voce di
Hazuki che le intimava di stare attenta. Entrò con i sensi
allarmati nella stanza e sobbalzò quando il
lampadario,appeso al soffitto,sprigionò una forte luce
giallognola. La stanza era quasi vuota se non fosse stato per il fatto
che addossato alla parete di fronte c'era un vecchio baule.
Tutto qui?
Pensò avvicinandosi un pò di più al
baule. Si guardò intorno un pò smarrita, poi
s'inginocchiò a terra e sollevò lentamente la
parte superiore del baule che cigolava a causa dei cardini arrugginiti.
Dentro c'erano un sacco di fogli vecchi e lettere, tante tante lettere.
Al suo interno vi era un dolce profumo di ginepro.
Prese a rovistare fra tutte quelle carte, senza sapere neanche lei il
perchè. Le finì fra le mani una lettera che le
era familiare. Anzi, una lettera che conosceva fin troppo bene. La
rigirò fra le mani e quando lesse il nome scritto sul retro
capì di non essersi sbagliata. Sapeva perfettamente che non
era il momento di perdersi in stupidaggini del genere ma non c'era
nient'altro in quella stanza oltre quelle lettere e in fondo sperava
che quel vecchio pezzo di carta potesse aiutarla in qualsiasi modo.
Aprì la busta e iniziò a leggere.
"Ciao Doremì,
lo so, non è molto che sono andato via. Lasciare Misora non
è stato per niente facile ma necessario."
Le bastò leggere il primo rigo per ricordare.
Per catapultarsi nel passato, senza volerlo.
***
Sedeva sul prato verde,
fra i fiori mentre un venticello estivo cercava di scompigliarle i
capelli rigorosamente legati. La scuola era finita, ora l'aspettavano
le medie. Lei e le altre avevano rinunciato per sempre al diritto di
diventare streghe, avevano rinunciato per sempre a ciò per
cui avevano lottato così duramente. L'avevano fatto per
qualcosa di più grande, quindi andava bene così.
Stava cercando di accettare con un sorriso la partenza delle sue amiche
che dovevano andare via da Misora. Era difficile, aveva pianto, tanto.
Però era una cosa che doveva accettare. Un giorno le avrebbe
riviste, si consolò con questo.
Era immersa in questi
pensieri quando sentì i suoi passi calpestare l'erba soffice
e avvicinarsi gentilmente a lei.
- Doremì. -
la chiamò sedendosi accanto a lei.
- Takao, ciao!-
esclamò la rosa pimpante - Ti stavo aspettando!- si volse
verso l'amico con un grande sorriso.
Lui ricambiò
con un sorriso leggero. Puntò gli occhi scuri sul fiume che
avevano di fronte. Era bellissimo. Splendeva alla luce rossa del
tramonto.
- Come stai? - chiese il
blader prendendo a giocherellare con un filo d'erba.
- Bene. Insomma...le
ragazze mi mancano tanto però deve andare così!
Le rivedrò un giorno,non molto lontano.- rispose determinata.
- Si...questo
è certo.- replicò Takao a gambe incrociate - Un
giorno ci rivedremo tutti. Nessuno si dice mai addio per sempre.-
aggiunse con voce flebile.
Per un attimo nessuno
parlò. Doremì adorava quel silenzio pacifico che
si creava quando erano soli, lei e Takao. Sorrise verso l'orizzonte e
chiuse gli occhi, in pace con sè stessa.
- Doremì...-
mormorò Takao con decisione.
- Mh? Dimmi.- rispose
voltandosi e rivolgendogli uno dei suoi sorrisi più belli.
- Parto. Vado via da
Misora.-
-Eh? -
Fu come ricevere uno
schiaffo in pieno volto. Il sorriso le morì sulle labbra, il
tempo sembrò fermarsi.
Takao aveva piantato i
suoi occhi scuri su di lei cercando di infonderle una forza e una
determinatezza che proprio non le arrivò.
- Per quanto? -
sussurrò abbassando lo sguardo.
- Non lo so. Anche gli
altri vengono via con me. Abbiamo altri tornei da fare, ci
vorrà molto tempo...forse qualche anno.- rispose il ragazzo
senza distogliere gli occhi da lei.
Doremì aveva
immaginato che se andava via Takao sarebbero andati via anche tutti gli
altri. Sentì un groppo alla gola e le lacrime agli angoli
degli occhi spingere per uscire fuori.
Stavano andando tutti
via. Chi per una ragione chi per un'altra, tutti andavano via da Misora.
- Ti rivedrò
un giorno?- chiese semplicemente alzando gli occhi estremamente lucidi
sul volto del blader.
- Tornerò.-
le soffiò lui all'orecchio, sfiorandole con le labbra la
guancia.
***
Per
un attimo esistevamo solo io e lui su quel prato, eravamo eterni in
quel momento. Più eterni del tempo stesso.
Continuò a leggere e si fermò ad un altro rigo.
"Detesto anche soltanto scriverlo ma devo dire che sei in buone mani.
Testuya è lì con te...e mi ha rivelato che ti
proteggerà. Mi ha detto che ti starà sempre
affianco, non ti mollerà un secondo. Con tua enorme sorpresa
devo dirti che sono contento. "
Era incredibile come anche soltanto una parola, un rigo, una frase
possa suscitare nelle persone ricordi di ogni sorta.
***
Stava bussando a quella
dannata porta da circa venti minuti ormai ma dall'altra parte neanche
una mosca sembrava volare.
La signora Harukaze, un
pò sovrappensiero,lo aveva condotto davanti
la stanza appena era arrivato. Gli aveva detto che sua figlia
non aveva voluto mangiare neanche una mollica di pane e lasciandogli il
vassoio con il cibo lì, aveva chiesto al ragazzo di vedere
se riusciva lui a farle ingoiare almeno un chicco di riso.
- Ehi Doremì?
Vuoi aprirmi? Non voglio invecchiare davanti la tua porta.-
sbottò il giovane incronciando le braccia al petto.
- No! Per favore
Testuya, lasciami in pace!- rispose una voce femminile da dietro la
porta.
- Stammi a sentire,
signorina! Se ora non apri subito questa stramaledetta porta, la sfondo
e te la faccio arrivare dall'altra parte della città.-
ribattè Kotake intascando le mani.
Dopo circa un minuto
sì udì la chiave scattare nella toppa e
così il ragazzo afferrato il vassoio entrò nella
stanza.
Doremì era
seduta sul suo letto, con le gambe strette al petto e i capelli sciolti.
- Allora, che
è successo adesso? Pensavo che la fase depressione
pre-diploma l'avessi superata. - disse Testuya poggiando il vassoio sul
comodino e sedendosi anche lui sul letto.
La ragazza non rispose e
si strinse più forte le gambe.
- Allora? - insistette
Kotake abbassando la testa all'altezza di quella di lei.
- Non vuoi parlare?
Almeno mangia!- disse e fece per alzarsi e prendere la ciotola di riso
ma la giovane gli prese il polso e glielo strinse.
- Hai cambiato
idea?Bene, dimmi tutto.- e si risedette con un sorriso.
- Takao e gli altri
vanno via.- mormorò senza mai sciogliere la presa sul polso
dell'amico.
Testuya non rispose
subito ma per un attimo guardò la scrivania di fronte a
sè.
- Lo so, me l'hanno
detto.- disse con naturalezza - Dov'è il problema?-
Doremì lo
guardò sconcertata. - Il problema è che io non li
rivedrò più, ecco qual'è il problema.-
sussurrò sentendo di nuovo le lacrime bruciarle gli occhi.
Kotake
sospirò e poggiò le braccia sulle ginocchia,
piegandosi in avanti.
- Non ce la faccio a
pensare che non rivedrò mai più persone a cui
voglio bene e con le quali ho condiviso tantissime cose, dalle
più frivole alle più importanti.Davvero,
è così- ma fu interrotta da qualcosa di duro che
le colpì la testa.
- Ahia!- si
lamentò guardando male Testuya in piedi davanti a lei, con
il vassoio vuoto in mano.
- Sei scemo? Mi hai
fatto male!- mugolò la ragazza piagnucolando.
- Te lo sei meritato!
Piantala di dire sciocchezze del genere!- la rimproverò -
Vuoi davvero bene loro? Si? Allora smettila di piangere.-
aveva lo sguardo duro Kotake ed era serio.
- Anche per loro
è difficile lasciare Misora! Ma devono farlo!Ehi,
è così che va!- disse il ragazzo allargando le
braccia e poggiando il vassoio sul comodino.
- Stammi a sentire ora.
Tutti faranno delle scelte nella loro vita prima o poi, per volere o
per forza di cose. Se le ragazze sono andate via è
perchè c'è un motivo valido
dietro,così come per i ragazzi! Solo perchè
prendiamo strade diverse dobbiamo dimenticarci tutti gli uni degli
altri? No. Solo perchè ad un certo punto non possiamo
più vederci così frequentemente come ora dobbiamo
dirci addio? No. Ok, non potremo vederci per un pò, che
saranno giorni o mesi oppure anni, non ha nessuna importanza. E sai
perchè? -
Doremì scosse
il capo perplessa.
- Perchè in
questo lasso tempo in cui non potremo incontrarci faremo di tutto anche
soltanto per scrivere una lettera, fare una telefonata o
scrivere soltanto anche uno stupido messaggio. E sai perchè
tutto questo? - non aspettò neanche una risposta
vera che disse -Perchè non ci dimenticheremo mai gli uni
degli altri.Perchè saremo esattamente qui dentro. -
si avvicinò alla ragazza picchiettandosi il petto sinistro.
- Qui, per sempre.-
sussurrò inginocchiandosi davanti a lei e poggiando la
fronte contro quella di Doremì.
La ragazza le cinse il
collo con le braccia esile e lo strinse a sè con tutta la
forza che aveva.
- Per sempre.-
ripetè Doremì al suo orecchio.
***
La rosa depose via quella lettera un pò tramortita e riprese
a frugare nel baule finquando non s'imbattè in un'altra
lettera. Non l'aveva mai vista prima.
L'aprì e iniziò a leggerne il contenuto.
"Ciao Doremì,
arriverò nel pomeriggio a casa tua. Devo comunicarti una
notizia."
Improvvisamente tutto intorno a lei mutò.
***
Il tè era
pronto. Prese la teiera con la presina, attenta a non scottarsi, era
bollente. La portò verso il tavolo imbandito con biscotti di
ogni genere. Rigorosamente comprati, perchè lei non se la
cavava granchè bene con la cucina. Versò il
tè al limone nelle due tazzine.
Il campanello
suonò e lei si diresse nell'ingresso e aprì la
porta.
- Takao! Che bello
vederti! Mi sei mancato tantissimo!- esclamò la giovane
donna abbracciandolo e sorridendo.
Era bellissima come
sempre, indossava un vestito a fiori e aveva i capelli legati in un
unico grande chignon. Profumava, di fiori.
- Entra pure, vieni.-
disse facendogli strada e conducendolo nel salotto.
- Allora, come sta
Hilary? - chiese aggiungendo dello zucchero nella sua tazzina.
- Hilary sta bene,
grazie. Adesso è al terzo mese. - rispose Takao addentando
un biscotto al cioccolato.
- Che bello! Testuya ed
io verremo a trovarvi presto! Non appena torna da questa dannata
missione.- disse sorridendo e portandossi la tazzina fumante alle
labbra - Sai, mancano tre giorni e finalmente ritorna a casa! Non vedo
l'ora, è stato via tre mesi! Quando tornerà
daremo una gran bella cena!- pronunciò queste ultime parole
con aria sognante.
- Doremì?
Ricordi quella notizia di cui dovevo parlarti?- chiese Takao facendosi
subito serio.
- Si, certo! Dimmi. -
rispose accennando ad un sorriso.
Il volto del ragazzo
s'incupì. - Mi ha chiamato ieri Takeshi e mi ha chiesto di
darti la notizia personalmente.- sussurrò poggiando un
gomito sul tavolo.
- Notizia? Che notizia?-
chiese incuriosita perdendo un pò di luminosità
negli occhi.
Takeshi era l'amico che
avevano in comune Max e Aiko, aveva frequentato le superiori con la
blu. Era entrato nell'esercito con Testuya qualche anno addietro.
- Vedi, non so davvero
come dirtelo...mi mancano le parole.- prese un grande respiro e chiuse
gli occhi - Doremì, Testuya...Testuya...-
- Testuya cosa? Takao?-
chiese allarmata l'amica alzandosi in piedi. Le mani le tremavano ed
erano sudate.
- Per favore, stai
calma.- mormorò tetro alzandosi a sua volta - Testuya non ce
l'ha fatta, non c'è più.-
Le mancò la
terra sotto i piedi e si sentì morire. Testuya non c'era
più, era morto. Morto a tre giorni dal ritorno. Non sarebbe
più ritornato.
Gli occhi fissi a terra,
vuoti, spenti. Tremò impercettibilmente e si
accasciò lentamente a terra, non si sentiva più
le gambe.
Takao le si
avvicinò e s'inginocchiò a sua volta affianco a
lei, cercando di trattenere le lacrime.
- Testuya...-
sussurrò congiungendo le mani in grembo.
Testuya che sorrideva
per lei, Testuya che le chiedeva di sposarla, Testuya che le portava la
cartella all'uscita da scuola, Testuya che la baciava sul balcone di
casa.
- Testuya...Testuya, il
mio Testuya!- gridò afferrandosi la testa fra le mani e
pianse tutte le sue lacrime, pianse contro il petto di Takao, pianse
tutta la sua disperazione, pianse tutta la notte abbracciata a Takao.
Continuò a piangere anche i giorni seguenti.
Al funerale rivide tutti
i suoi amici, gli abbracciò tutti, uno ad uno. Onpu era
impegnata all'estero per recitare in un nuovo film, Rei e Momoko si
erano trasferiti in Cina e si sarebbero sposati, Hazuki era incinta
proprio come Hilary.
Quando tutti andarono
via, una vocina interiore preso possesso di lei.
"Sei sola" le
sussurrò "Sei rimasta sola! Nessuno
resterà con te, Testuya è morto. Ti era rimasto
solo lui."
- No, non è
vero! Stai zitto!- ringhiò.
***
Doremì era saltata in piedi e la lettera era caduta a terra.
Ciò che aveva visto era orribile, più brutto di
qualsiasi incubo. Alzò lo sguardo al soffitto e si accorse
che le mura le si stavano stringendo addosso, indietreggiò
spaventata.
- Non puoi scappare, è inutile! Il tuo destino è
questo! Rimarrai sola!- sibilò la voce fredda e cattiva dal
fondo del baule.
- Non è vero! Bugiardo!- gli gridò in risposta -
Chiudi il becco!-
- Dici questo perchè sai che ciò che hai visto si
avverrerà! Resterai sola! Tutti ti lasceranno sola. Hai
visto? - chiese con una punta di malignità - Morto Testuya,
tutti ti hanno lasciato sola. Ognuno si creerà la sua vita!-
- No, lui non morirà!- urlò stringendo i pugni.
La voce esplose in una risata gelida e priva di allegria.
- Non hai capito ragazzina. La morale non compromette la morte di
nessuno...vuol farti capire solo una cosa: che tu resterai sola. SOLA
PER SEMPRE. Niente più Takao, niente più Testuya,
niente più Hazuki od Aiko! Non resterà
più nessuno. SOLA.-
Le pareti si strinsero ancora di più intorno a lei, di
questo passo l'avrebbero schiacciata. D'altronde che importanza aveva?
Meglio morire ora, tanto l'aspettativa di una vita senza nessuno di
loro non l'allettava per niente.
Come aveva anche soltanto potuto pensare che sarebbero rimasti tutti
insieme? No, non era affatto possibile. Tutti sarebbero andati via e
lei sarebbe rimasta sola.
***
- Che diavolo sta succedendo lì dentro?- chiese Aiko
mordendosi il labbro inferiore per il nervosismo - Non sopporto l'idea
di non essere potuta entrare con lei ad aiutarla!-
- Non lo so. Sono preoccupata.- disse Hazuki torturandosi le mani.
- Ehi, Doremì? Tutto bene? Doremì!-
gridò Aiko sporgendosi sul ponte fatto di corde d'oro.
Nessuna risposta.
- Accidenti! Non risponde!- sbraitò Takao -
Doremì!- urlò poi a sua volta affiancando l'amica
blu.
- Doremì, ci senti? - gridò Kotake - Cavolo,
rispondi! Doremì!-
- Forza Doremì! Puoi farcela dannazione!- esclamò
Max conficcandosi le unghia nella carne.
- Non farci aspettare. Avanti Doremì.- disse Kai glaciale e
decisa ma con una nota di enfasi nascosta sotto quelle parole.
***
Le pareti stavano per schiacciarla con il loro peso. Era la fine, lo
sentiva. Sarebbe morta lì.Chiuse gli occhi e una lacrima le
scese lungo la guancia. Il silenzio che regnava su di lei fu interrotto
da un distinto vociare che proveniva da lontano, da chissà
dove.
Le voci si fecero sempre più alte, più forti.
Più aumentavano e più si accorgeva che in
realtà quelle voci, le conosceva tutte.
Aiko, Takao, Testuya, Max e perfino Kai. E tante altre voci si
aggiunsero alle loro e Doremì si accorse di conoscere anche
quelle.
Stavano gridando tutti il suo nome, la stavano incitando, credevano in
lei. Erano lì per lei.
Le bastò un attimo per capire.
Le bastò ricordare tutti i loro volti sorridenti.
Le bastò ricordare le parole di Testuya.
"Perchè non ci dimenticheremo mai gli uni degli altri.
Perchè saremo esattamente qui dentro."
"Qui, per sempre."
Le bastò ricordare quell'unica parola che Takao le aveva
soffiato all'orecchio, quel "Tornerò."
Vi si aggrappò con tutte le sue forze, perchè
lei, anche grazie a Testuya, ci aveva creduto davvero in quella parola.
Le bastò questo per capire di non essere sola.
Una luce improvvisa si liberò dal jingle set situato al
centro del suo petto. Le pareti si allontanarono sempre più
velocemente e un rumore assordante come di vetro che si spacca si
diffuse nell'aria.
In un secondo tutto finì. Doremì era in ginocchio
a terra, ansimava ma sorrideva. Ce l'aveva fatta.
- Doremì! Il quarzo giallo! L'hai distrutto! -
gridò Aiko sbracciandosi ed esultando.
La rosa si volse nella sua direzione, ora che poteva vederli visto che
la stanza era esplosa con il quarzo che vi era sopra, e sorrise con le
ultime forze.
Si guardò il braccio, la prima foglia si era colorata di
verde.
Era davvero bello essere di nuovo strega.
* Angolo di Natsumi*
Ehi gente! Salve! :) Scusate il ritardo! Ho avuto parecchio da fare in
questo periodo! ^_^'
Ragazzi, scusate ma ho dovuto reinserire il capitolo perchè
avevo commesso un pò di errori di distrazione e ho dovuto
aggiustarli e spero che non mi sia sfuggito niente!^_^ ' Allora, questo
capitolo è stato un parto! Ci ho messo davvero tanto per
scriverlo! Ma ce l'ho fatta! U_U XD *hero*
Purtroppo vado di fretta, quindi salto subito ai ringraziamenti.
Ringrazio Kry333, Silvia the
best e Aiko_Laury per
aver recensito lo scorso capitolo! Ovviamente ringrazio anche chiunque
abbia inserito la storia fra le preferite o eventualmente chi l'ha solo
letta! Grazie di cuore! <3 <3<3
Per delucidazioni sulla storia, chiedetemi tutto nelle recensioni o
dove volete voi! :)
A presto, bellissimi! ^^
Kiss!:*
|
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Capitolo 14 *** 14. Ritorno a Misora ***
14.
Ritorno a Misora
Chiudendosi quella porta di diamanti alle spalle
si dileguò in un minuto. Sicuramente non era mai stata
così imbarazzata come in quel momento.
Certo, era accaduto altre volte di arrossire fino alla punta dei
capelli per aver causato qualche guaio ma mai come quel giorno.
Scusarsi con i coniugi reali per aver distrutto un'ala del loro
favoloso castello non era stato per niente facile. Inoltre era
diventata di un colore molto simile al bordeaux balbettando quelle
quattro parole che si era sentita in dovere di pronunciare. La
regina all'inizio, si era mostrata parecchio sorpresa ma poi
si era sciolta in un sereno sorriso mentre il marito era a dir poco
divertito.
Akatsuki aveva spiegato loro che probabilmente sarebbero tornati per
far saltare in aria le altre sei torri a causa di una certa missione
importante e i due sovrani avevano risposto che sarebbe stato meglio
cambiare residenza per il momento. Effettivamente era la soluzione
migliore.
Sarebbero partiti il giorno stesso per tornare a Misora. Si diedero
appuntamento davanti al portone a mezzogiorno in punto
perciò ebbero il tempo di ridarsi una sistemata prima di
andare via.
Doremì entrò nella sua stanza e si sedette sul
letto. Era incredibile quanto era successo la sera prima. Fino a
qualche giorno prima era sicura di non farcela...ma ora erano tutti
lì, sani e salvi.
Si scoprì il braccio sinistro e guardò la foglia
di un verde accecante brillare nella stanza. Sorrise vittoriosa.
Si, andrà
tutto bene.
A mezzogiorno erano tutti nell'atrio. Salutarono i sovrani
con la loro corte e si diressero nelle carrozze con le quali erano
arrivati.
- Fantastico! Si torna a casa!- esclamò il professor K
stiracchiandosi - Sono stanchissimo! Non vedo l'ora di andare a letto.-
- Effettivamente la stanchezza comincia a farsi sentire.- disse Hazuki
poggiando la testa contro il sedile - E tu Doremì? Sei
stanca? -
- Si, abbastanza!- rispose accasciandosi contro il finestrino -
Purtroppo non abbiamo dormito granchè.-
- Lo credo bene! Bisognava festeggiare! - esclamò Takao con
un sorriso.
Vederli lì,tutti stanchi ma felici rincuorò
Doremì. Era stata così in ansia per le loro vite
che quel momento le sembrava il regalo più bello che avesse
mai ricevuto. Non avrebbe sopportato di perderli. Ripensò a
quell'orribile illusione nella prima torre, quella in cui Testuya era
morto in guerra. Quella in cui il suo amico non sarebbe più
tornato da lei. No, nella realtà non ce l'avrebbe fatta a
sopportarlo, era un dolore troppo grande.
Spostò il suo sguardo sul ragazzo che rideva e chiacchierava
tranquillamente. Ora lui era lì, stava bene ed era questo
ciò che contava.
Ripensò anche a quelle lettere che le avevano suscitato
ricordi importanti...quando Takao era andato via era stata male.
Però un giorno di molti anni prima non avrebbe mai
immaginato che una separazione da quella testa calda le avrebbe fatto
tanto male.
***
Passeggiava tranquilla
con il suo gelato sotto il sole che annunciava una calda estate. La
scuola era chiusa per le vacanze estive. Non poteva che esserne felice
dato che a lei lo studio proprio non voleva saperne di entrarle in
testa.
La gente camminava
frettolosamente al suo fianco incespicando e borbottando. Era
divertente vedere i grandi, perchè per lei non avevano altro
nome se non quello. Si, si divertiva decisamente ad osservare i grandi.
Erano sempre di fretta e
a momenti non si accorgevano nemmeno dove mettevano i piedi. I grandi
erano un pò più sfortunati, erano costretti ad
andare a lavoro anche d'estate mentre le scuole erano chiuse.
Si sedette su una
panchina all'ombra per godersi il suo gelato e osservare la gente che
correva via velocemente. Vide passare una signora scintillante,avvolta
in una maglia verde mela e dietro di lei un signore rosso come un
peperone con le infradito e i bermuda color crema. Quelli probabilmente
non andavano a lavoro ma erano semplicemente in vacanza.
La gente che andava a
lavoro aveva il volto più corrucciato e seccato come quel
tizio con una valigetta in mano che si faceva largo tra la folla
lasciando svolazzare la sua giacca aperta.
Si alzò in
piedi decisa a proseguire la sua passeggiata continuando a leccare il
suo gelato a tre gusti. Si fermò davanti una vetrina che
esponeva i costumi per il mare. Ce n'era uno a pezzo intero tutto
azzurro con un grande fiocco bianco, poi c'era un due pezzi rosso con
un fiore nero sulla coppa sinistra. In basso invece c'era un costume da
uomo, blu a fantasia hawaiana.
Quello con il fiocco
faceva decisamente per lei. Lo avrebbe comprato o meglio avrebbe
chiesto a sua madre o a suo padre un anticipo sulla paghetta.
Si accorse di aver
finito il gelato ai suoi gusti preferiti: pistacchio, cioccolato e
banana.
Avrebbe ricomprato anche
quello. Decisamente.
C'era voluta la mano di
Dio per convincere sua madre a darle un anticipo sulla sua misera
paghetta. Si era dovuta prestare anche ad attività
controproducenti per la sua pigrizia come fare la spesa o andare a
buttare la spazzatura. Però ne era valsa la pena.
Si. Perchè
Doremì a fine settimana stringeva fra le sue mani quella
preziosissima banconota che non aspettava altro che essere spesa.
Quello stesso pomeriggio
uscì e passò davanti la gelateria. Avrebbe voluto
comprare anche un altro gelato ma non era sicura che i soldi sarebbero
stati sufficienti. Magari se dopo aver acquistato il costume le sarebbe
rimasto qualcosa sarebbe ritornata in gelateria.
Entrò nel
negozio e dopo aver illustrato alla commessa ciò che
desiderava, pagò e uscì. Soddisfatta e felice del
suo nuovo acquisto trotterellò verso la gelateria. Nella sua
spensierata passeggiata lasciò ondeggiare la busta con il
costume avanti e indietro.
Era quasi arrivata e
già pregustava il sapore del pistacchio quando un tornado si
abbattè su di lei e cadde a terra con un tonfo.
Riaprì gli
occhi dopo l'urto e vide di fronte a sè, seduto sul di
dietro e con una mano sulla schiena un ragazzino.
Era poco
più di un bambino, occhi nocciola e arruffati capelli blu.
Aveva pressapoco la sua età. Un viso rotondo e la carnagione
più scura della sua.
Borbottava
qualcosa,dolorante e sembrava quasi non essersi accorto di avere
un'altra persona davanti.
Doremì era
rimasta abbastanza colpita da quel ragazzino, le ricordava qualcuno.
Spostò lo sguardo un pò più in
là e vide a terra accanto a loro due la busta dalla quale
era uscito fuori il suo costumino. Però ciò che
la fece rabbrividire dall'orrore era che del gelato si era bellamente
spiaccicato sull'azzurro cielo del suo nuovo acquisto. Ciò
che fu ancora peggio fu riconoscere i suoi gusti preferiti spiaccicati
sul suo nuovo acquisto.
Pistacchio, cioccolato e
banana.
Questo era un trauma.
Solo in quel momento il
demolitore di costumi si accorse di essere andato a sbattere addosso a
qualcuno.
- Ah, scusa! Non ti
avevo visto.- cominciò a dire accennando a un sorriso
imbarazzato.
Però la
ragazzina non sembrò udirlo. Le orecchie le si erano
praticamente tappate, guardava il suo nuovo costume come se le avessero
appena detto che il suo pesciolino rosso si era suicidato.
- Stai bene? -
provò a chiederle Takao vagamente perplesso.
Lei annuì per
niente convinta e indicò l'oggetto a terra. L'altro
iniziò a pensare davvero che la bambina avesse qualche
problema. Guardò nella direzione indicata e si accorse che
il suo gelato aveva macchiato irrimediabilmente un costume azzurro che
giaceva a terra come una vecchia pezza.
- Ah, scusami tanto. Non
volevo accadesse una cosa del genere...mi dispiace.- si
scusò Takao grattandosi il capo.
Doremì non
rispose ma abbassò lo sguardo tetra e non disse una parola.
- Ehi, ti ho chiesto
scusa.- ripetè il giovane incrociando le gambe.
- Doremì!-
gridò una donna in lontananza correndo nella loro direzione
- Santo cielo! Stai bene? La signora Hiroshi mi ha detto che ti sei
scontrata per strada e ti eri fatta male!- aggiunse inginocchiandosi
davanti la ragazzina.
Dev'essere
sua madre.
Pensò il
ragazzino. La donna si voltò verso di lui e chiese - Tu stai
bene, caro?-
- Si certo. Va tutto
bene, grazie.- rispose un pò perplesso.
Alla fine la mamma di
Doremì insistette per portarlo a casa con loro per
controllare che stesse realmente bene e lo trascinò via.
La casa dei signori
Harukaze ( cognome notato sul campanello) era abbastanza grande e
modesta. La donna lo fece accomodare in soggiorno in
compagnia della figlia e sparì dicendo che avrebbe cercato
di togliere via una macchia che difficilmente se ne sarebbe andata.
- Sei arrabbiata per il
costume? - chiese lui di punto in bianco fissando i suoi bizzarri
capelli rosa.
- Un pò.-
mormorò - Il fatto è che era da parecchio che
desideravo comprarlo. Non potevi stare più attento?!
Accidenti a te!- e si voltò verso di lui mostrandogli una
faccia alquanto infantile.
-Uff, uff, uff! -
sbuffò in seguito incrociando le braccia.
- Che sarà
mai...un costume! Se è per questo io ci ho perso un gelato!-
ribattè seccato.
- Non è la
stessa cosa! Un costume è più importante!-
replicò lei - A proposito, anche a te piace il gelato con il
pistacchio, il cioccolato e la banana?-
- Vuoi scherzare?
Semplicemente è il mio preferito! -
- Davvero? Anche il mio!
- esclamò entusiasta - Come ti chiami? - chiese poi
dondolandosi sulla sedia.
- Takao, Takao Kinomiya.
E tu invece sei Doremì, giusto?-
La ragazzina
annuì convinta e gli strinse la mano.
- Takao se vuoi puoi
usare il telefono per chiamare i tuoi genitori!- disse la signora
Harukaze affacciandosi dal balcone.
- Grazie! Lo faccio
subito.- rispose prendendo la cornetta e chiamando nonno Ryunosuke.
Qualche settimana dopo,
Doremì era stesa sul suo letto con il ventilatore acceso. Il
caldo era diventato opprimente, non potevi mettere il naso fuori di
casa nelle ore di punta.
Mentre era immersa nei
suoi pensieri qualcuno bussò alla sua porta. Dopo qualche
secondo la testa della madre fece capolino e disse - C'è
qualcuno che desidera vederti di sotto.- e richiuse la porta.
La ragazzina scese al
primo piano e dirigendosi in soggiorno,trovò Takao che rosso
in volto stringeva fra le mani una busta.
Doremì
assunse un'espressione stupita e gli chiese - Tu che ci fai qui? -
- Sono venuto a darti
questo! - rispose e meccanicamente gli allungò la busta. La
prese fra le mani e quando ne estrasse il contenuto saltò
dalla gioia.
Takao si era preso la
briga di ricomprarle il costume che le aveva macchiato.
- Grazie mille!-
esultò felice saltellandogli attorno.
- Sembravi
così infelice quando si è macchiato e
così te l'ho ricomprato. Ci tenevi tanto.-
borbottò con un sorrisino.
Doremì
riguardò fra le sue mani il costume e sorrise gioiosa.
***
L'atterraggio delle carrozze su Misora servì per farla
riemergere dai suoi ricordi.
- Eccoci arrivati!- disse Fujo con un sorriso spalancando la portiera.
I ragazzi scesero e alzarono gli occhi sul cielo stellato, doveva
essere mezzanotte passata.
Prima di salutarli Akatsuki disse - Ah, già! Ovviamente i
vostri genitori sanno che siete stati in vacanza tutti insieme...erano
sotto un mio incantesimo. Altrimenti immaginate il loro spavento non
trovandovi più nel letto!- sorrise e sparì
insieme agli altri ragazzi e le carrozze.
- Mah...a me non piace lo stesso! - esclamarono all'unisono Testuya e
Takao.
***
- Akatsuki? Stamattina Eisuke mi ha detto che vuole vederti.- disse
Leon guardando fuori dal finestrino.
Il ragazzo non rispose ma credeva già di sapere
perchè Eisuke desiderasse vederlo.
*Angolo di Natsumi*
Buonasera o meglio Buonanotte dato che sono le tre meno un quarto!XD
Scusate il ritardo ma nei giorni precedenti ho avuto parecchio da fare.
Come ve la passate? :) Io abbastanza bene! :)
L'ispirazione mi ha colto in questa notte oscura e profonda! XD
Bè, come si dice meglio tardi che mai! XD
Allora, questo è un capitolo di tregua dopo tutto il casino
successo precedentemente. Qui si narra un pò del primo
incontro tra Doremì e Takao...insomma un'altra full
immersion nel passato. :)
Bene...ora le domande del secolo! XD Che cosa vorrà mai
Eisuke da Akatsuki? Ci sarà da preoccuparsi? Eisuke
è viscido o no? I coniugi reali cambieranno davvero
residenza? Doremì e compagni saranno entrati dalla finestra
data l'ora tarda? Le risposte a queste domande e altro ancora solo nel
prossimo numero di " Blader, streghe e gossip!" XD
Ok. Era pessima. XD
Allora ora evaporo prima prima che mi cacciate via a calci! XD
Però prima i ringraziamenti! :)
Ringrazio Kry333
e
Aiko_Laury per aver recensito lo scorso capitolo! :) E
ringrazio Kiki
Hiwatari, Kry333,LadyDream
e Silvia
the best per aver inserito la storia fra le preferite e
ringrazio anche chi l'ha soltanto letta! :) Grazie di cuore! <3
|
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Capitolo 15 *** 15. "Jeans and soda" o "Alba di montagna"?No "Yin e Yang"! ***
15.
"Jeans and soda" o "Alba di montagna"? No "Yin e Yang"!
Distrutta dalla stanchezza, Momoko si era lasciata cadere sul divano di
casa di suo cugino. Si era ripromessa di mettersi subito a letto ma il
sonno la prese proprio mentre si era accucciata sul divano verde e
morbido.
Eisuke scese le scale in tuta e scorse la cugina profondamente
addormentata sul divano.
Si
bloccò sulle scale e si morse un labbro nervoso.
Certo,
erano stati in gita tutti assieme. Come se lui non sapesse la
verità.
Akatsuki si era premurato di dirgli che Doremì aveva dei
sospetti su di
lui e che stava mettendo in guardia Momoko.
Tsk.
Ragazzina! Non riuscirai ad allontanarla da me. Non hai speranze di
convincerla.
Già,
Akatsuki. Era un bravo servitore ma avrebbe fatto meglio a tenerlo
d'occhio...
***
Tre
ore prima.
I
passi nel lungo corridoio gli annunciarono in anticipo l'arrivo del suo
ospite. Tre colpi secchi alla porta.
-
Avanti.- disse semplicemente Eisuke con gli occhi fissi sul vetro della
finestra.
Akatsuki
entrò e chiuse la porta. Il suo superiore era di spalle
davanti la finestra. Cercò di restare calmo.
-
Voleva vedermi Eisuke? - chiese con tono pacato.
-
Si, volevo vedere proprio te.- mormorò voltandosi verso di
lui - Vieni, vieni più vicino.- sorrise cordiale facendogli
cenno.
Il
ragazzo non se lo fece ripetere due volte e raggiunse Eisuke,
posizionandosi di fronte a lui.
-
Allora, ho saputo che la nostra piccola amica ha recuperato i poteri e
che è riuscita a distruggere la prima pietra.-
mormorò glaciale
puntando i suoi occhi verdi su di lui.
-
Si, mio signore. Mio malgrado, devo ammettere che ce l'ha fatta. -
ribattè Akatsuki sostenendo lo sguardo impenetrabile del suo
capo.
-
Allora, devo dire che l'ho sottovalutata. Davvero brava...è
riuscita ad
arrivare alla porta nonostante fosse crollato metà
pavimento.-
commentò con un sorriso sornione Eisuke.
-
Ha sorpreso anche noi, signore.- replicò il giovane.
-
Mpf. Però...se potessi, mi congratulerei.-
sussurrò con una risatina
malvagia - Soprattutto perchè è riuscita a
raggiungere la porta
nonostante non sapesse usare il suo nuovo jingle set.-
pronunciò le
ultime parole lentamente.
Akatsuki
sudò freddo, se avesse scoperto che in realtà era
stato lui a crearle
il ponte fatto di corde per raggiungere la porta, era sicuro che non
l'avrebbe presa per niente bene. Malgrado tutto, restò
immobile con lo
sguardo fisso davanti a sè.
Eisuke
non fece altro che aggirarlo, fermandosi alle sue spalle.
-
Sei un bravo sottoposto Akatsuki.- sussurrò al suo
orecchio - Uno dei
più forti.Tuttavia, questo non ti autorizza ad andare contro
i miei
ordini.- lo superò e aprì la finestra.
-
Perciò bada bene, se scopro che tu stai aiutando le
streghette in
qualsiasi modo non te la caverai. Il mondo va avanti anche senza i
più
forti.-sibilò queste parole con freddezza mentre la luce
lunare
illuminava il suo volto pallido.
-
Tu hai qualcosa da riferirmi? - chiese senza voltarsi.
-
Sissignore. Doremì ha dei sospetti su di lei. Pensa che lei
abbia
qualcosa a che fare con il suo simbolo, sta cercando di condizionare
gli altri, anche sua cugina.- riferì queste parole senza la
minima
espressione.
-
Mpf. Ma tu guarda un pò.- disse divertito Eisuke poggiandosi
contro il
davanzale - Sta cercando di mettere in guardia la mia Momoko? Non ci
riuscirà. E sai perché?- non aspettò
neanche una risposta che riprese -
Perchè la mia piccola e dolce cuginetta non
dubiterà mai del suo itoko
che l'adora e la riempie di attenzioni e affetto. -
ridacchiò e
staccandosi dalla finestra si avvicinò al tavolo. Prese un
pacchetto di
sigarette e se ne portò una alle labbra.
-
Vuoi? - chiese porgendogli il pacchetto.
-
No,grazie.- rispose Akatsuki incrociando le braccia.
-
Fra poco sarà il momento dello smeraldo, Aiko
dovrà tenersi pronta.-
sorrise lasciando cadere la cenere nel contenitore apposito.
***
Ghignò
avvicinandosi alla ragazza addormentata. Si sedette al suo fianco e la
scosse leggermente.
-
Momo...ehi, Momo-chan! Svegliati, è tardi.- le
sussurrò dolcemente. La ragazza mugugnò qualcosa
agitando le gambe e voltò la testa dall'altro lato.
Eisuke non si diede per vinto e la scosse nuovamente - Dai, Momoko!
Svegliati!Vai a metterti a letto.- disse accarezzandole i capelli.
L'ex streghetta aprì gli occhi lentamente e
sbattè le palpebre più volte prima di mettere a
fuoco il viso affilato del ragazzo. Sussultò e si mise a
sedere.
- Eisuke...- mormorò assonnata accasciadosi di colpo - Sei
sveglio a quest'ora?-
- Si, stavo aspettando il tuo ritorno. Ero di sopra a farmi una doccia.
Allora, com'è andata la vacanza? - chiese come se niente
fosse.
Momoko indugiò qualche secondo
prima di rispondere e poi si ricordò le parole di Akatsuki.
- Oh, great! Ci siamo divertiti tantissimo!- esclamò felice,
congiungendo le mani.
- Sono contento per voi.- ribattè Eisuke semplicemente - Ora
vai a letto, devi essere stanca! Domani mi racconterai i dettagli.-
- Ok! Goodnight!- sorrise Momoko e schioccandogli un bacio sulla
guancia si diresse al piano di sopra.
- Uffa!! E che cazzo!- sbraitò
Testuya saltando in piedi spazientito.
- Se sei un rimbambito che non sa manco giocare a shangai, non
prendertela!- sogghignò malignamente Takao puntandogli
contro un bastoncino.
Doremì rise guardando i due compagni seduti a terra.
- E tu che hai da ridere?!- chiese inacidito all'amica.
- Niente, stavo pensando che siete un perfetto duo comico!- rispose
quella cacciando fuori la lingua.
- Che sta succedendo? - chiese Aiko, affacciandosi sulla soglia della
porta.
- Niente, Testuya ha perso di nuovo a Shangai.- rispose Takao con un
sorriso divertito.
- Non è colpa mia!Sono questi dannati bastoncini che non
fanno altro che muoversi!- sputò velenosamente il ragazzo
incrociando le braccia.
- State giocando a Shangai?- chiese la blu con gli occhi che brillavano
- Anche io! Anche io!- e lasciò cadere a terra il cartone
che stava portando fra le braccia.
- Non prima che io abbia sfidato a duello Takao!- esclamò
Testuya puntando il suo bastocino contro il ragazzo ancora a terra.
- Stai scherzando, vero?- chiese quello alzando lo sguardo.
- No, che non sto scherzando!- rispose divertito l'altro - E dai!
Alzati! Torniamo un pò bambini!- sorrise punzecchiandolo con
il bastoncino.
- Il problema è che voi non avete mai smesso di esserlo!-
disse Rei, entrato giusto in quel momento.
- Rei, qualora tu non ne fossi al corrente, ti ignoreremo per la tua
battuta poco simpatica e veritiera!- ribattè Takao ridendo e
alzandosi in piedi.
- Takao, in questo preciso istante mi hai degnato della tua attenzione!
- replicò il blader cinese.
- Rimandiamo il dibattito a dopo. Ora devo fronteggiare il mio
"temibile" avversario!- esclamò il ragazzo dagli occhi
scuri, ingaggiando un duello a suon di bastoncino con il suo rivale in
amore.
- Chi perde paga una pizza all'altro!-
- No, chi perde paga un pranzo al ristorante all'altro.-
- Neanche per idea! Facciamo che chi perde va a fare la spesa per tutta
la settimana, visto che soggiorni a casa mia al momento.-
- E se facessimo che chi perde lava i panni per una settimana? -
- Due settimane!-
- No, dieci giorni!-
- Invece di dire tutte queste cretinate, che ne dite di darci una mano
a ripulire?- chiese Onpu mettendosi in mezzo ai due.
- L'avremo fatto a momenti.- bofonchiò Testuya abbassando il
bastoncino e grattandosi la nuca.
- Dai, forza! C'è tanto da fare e se vogliamo finire presto,
dobbiamo collaborare tutti. - li rimprovero la viola con un cipiglio da
maestrina severa.
- E va bene! Riprenderemo dopo il nostro duello.- si arrese Takao
chinandosi per raccogliere da terra il gioco.
Avevano deciso di dare una ripulita al Maho, di renderlo più
ospitale. Non avevano ancora un'idea precisa di cosa farci ma per il
momento andava bene anche soltanto rimetterlo in ordine. Magari sarebbe
stato semplicemente il loro rifugio in nome dei vecchi tempi oppure
sarebbe potuto diventare ancora una volta un negozio.
- Caspita! Quanta polvere!- esclamò il professor K
riemergendo da sotto un tavolo vecchio - Ci metteremo mille anni a
pulire tutto!-
- Ci vuole solo un pò di pazienza! Purtroppo è
stato chiuso per un sacco di tempo. - disse Hazuki mentre lucidava una
finestra.
Si erano divisi in due gruppi, il primo era incaricato di pulire il
piano di sopra mentre il secondo il piano di sotto. Ad Hazuki e al
professor K era toccato il secondo piano.
- Certo che è proprio un bel lavoro.- commentò il
piccoletto dai capelli castani - E questo cos'è?- chiese poi
incuriosito chinandosi per raccogliere qualcosa.
- Che hai trovato? -
- Un libro, più esattamente si direbbe un ricettario.-
rispose quello rimuovendo la polvere dalla copertina.
- Potrebbe essere di Momoko.- spiegò la castana
avvicinandosi.
Il prof. K prese a sfogliare le pagine ruvide del libro, c'erano
immagini di dolci di ogni sorta, il loro bell'aspetto era davvero
invitante.
- Accidenti, queste foto mi mettono una fame.- borbottò il
ragazzo poggiandosi una mano sullo stomaco.
- Già. Comunque credo che dovremo chiederle se è
suo.- disse Hazuki prendendo il libro in mano e nel mentre si voltava
per dirigersi al piano di sotto, qualcosa cadde a terrra.
- Che cos'è?- chiese incuriosita inginocchiandosi per
raccogliere un foglio bianco.
- Non ne ho idea...è caduto dal libro.-rispose l'amico
avvicinandosi a lei.
- Sembrerebbe una lista.- disse la ragazza leggendo i primi righi - Si,
è decisamente una lista.-
- Una lista? E su cosa?-
- Una lista su ciò che avremo fatto da grandi!- rispose lei
ridendo - L'abbiamo fatta tanto tempo fa.-
Prima che il prof. potesse dire qualsiasi altra cosa la testa bionda di
Momoko comparve sulla porta.
-Ehy guys! Pensavamo di mangiare stesso qui per cena. Abbiamo
ordinato qualcosa al ristorante cinese...ehi, tutto bene? - chiese poi
notando le loro facce.
- Si, certo! Scendiamo subito.- ribattè prontamente Hazuki
mettendo nella tasca dei jeans la lista.
I ragazzi sedevano tutti a terra su dei cuscini che la signora Harukaze
aveva lasciato loro, andando a fare la spesa.
- Cacchio, che fame che ho!- esclamò Max afferrando le
bacchette.
- Quanto ci manca per finire?- chiese Aiko deglutendo.
- Siamo a buon punto, massimo due giorni e credo che ci sbrighiamo.-
rispose Rei prendendo posto tra Momoko e Kai.
- Ah, ragazze! Guardate cos'abbiamo trovato di sopra!-
esclamò Hazuki attirando l'attenzione di tutti.
Sfilò il foglio bianco dalla tasca e lo mise al centro del
pavimento.
- Che cos'è?- chiese Takao a bocca piena.
- " Viaggio a Parigi?", " Due settimane in Cornovaglia", questa
sembrerebbe una lista!- lesse Max divertito.
- Oh, mio Dio! Dove l'hai trovata?!- esclamò Onpu
strozzandosi quasi con l'acqua.
- In un libro di ricette al piano di sopra!- spiegò
tranquillamente Hazuki.
- Aspettate ragazzi, questa sembra interessante..." matrimonio a
Pattaya"!- lesse Testuya afferrando il foglio.
- No, questa è ancora meglio! " Matrimonio a Mosca"! - disse
Takao, sbirciando dalle spalle dell'altro ragazzo - Secondo me, questo
l'ha scritto Onpu! Mi ci gioco tutto! Magari sognava di sposarsi con
Kai!- ghignò il blader.
Il volto di Onpu divenne pericolosamente simile al viola dei suoi
capelli prima di saltare sulle spalle di Takao per picchiarlo.
- Non è vero, scemo!-
- Ah, no? Quale persona sana di mente va a sposarsi in Russia con una
temperatura vicino ai -30°?!-
- Non prendermi in giro, cretino!-
Tutti i presenti risero, tranne Kai che si limitò a
fulminare con lo sguardo il compagno prima di ignorare il resto del
gruppo.
- Villa in campagna con portico...questa è fattibile!- disse
Max affacciandosi da sotto il braccio di Testuya.
- Già, potremo andare ad abitarci tutti insieme!Non mi
dispiacerebbe!- commentò Takao scorrendo la lista con gli
occhi.
- La numero 17 è la migliore! Aprire una pasticceria in
Danimarca!- disse Testuya - Questa sei tu, Momoko! Non ci sono dubbi!-
- A proposito di nuovi propositi! Ragazzi, ho deciso che alla fine di
quest'anno cambierò scuola! - annunciò Onpu
rimettendosi a sedere.
- E dove andrai? - chiese Doremì stupita.
- Pensavo di trasferirmi nella tua stessa scuola!- rispose con un
sorriso dolce.
- Davvero? Mi renderesti felicissima!- esclamò la rosa
saltandole al collo.
- Effettivamente ora che mi ci fate pensare...come faremo a vederci
quando torneremo a scuola? Sarà difficilissimo. Soprattutto
per me.- si rabbuiò la bionda.
- Già, fra poco si torna a scuola...- mormorò
Hazuki - Dobbiamo chiedere ad Akatsuki come fare...anche
perchè non possiamo risolvere questa faccenda se siamo
distanti.-
- Si, chiederemo a lui...sicuramente ci dirà come fare.-
concordò Doremì.
- Ragazze, cambiando argomento...che cosa ne facciamo del Maho? -
chiese Aiko guardandosi attorno.
Tutti la guardarono con uno strano cipiglio.
- Intendo dire...vogliamo farne di nuovo un negozio,solo con le nostre
forze!Oppure un rifugio in un certo senso...solo nostro.-
spiegò la blu.
- Sai che non ci ho ancora pensato? E se diventasse una libreria?-
propose Doremì.
- Si e i libri chi te li dà?- disse Takao spezzando
l'atmosfera.
- E se lo rimodernassimo e lo facessimo diventare un caffè?
- propose Momoko con occhi sognanti.
- Sai che non è una cattiva idea?Potremo provarci!- sorrise
Aiko entusiasta.
- Però...sarebbe un'idea molto carina!- annuì il
prof. K a gambe incrociate.
- Si, apriamo un caffè e poi andiamo ad abitare tutti
insieme nella villa con il portico! Non male come prospettiva!- rise
Testuya e porgendo la lista ad Hazuki aggiunse - Ehi, aggiungete anche
questo alla lista! Apertura di un caffè, in
società con Testuya Kotake!-
-E noi chi siamo, scusa? I vicini di casa?- s'infervorò
Takao - Aggiungi anche i nostri nomi!Tra l'altro potremo chiamarlo "
Ojamajo & Blader!"-
- Scordatelo, fa schifo!- sbottò Kotake - E poi, io dove
sarei, scusa? Secondo me dovremo chiamarlo "jeans and soda"!-
- Jeans and soda? Orrendo! Farebbe andare alla toilette anche i
piccioni stitici!-
- Andare alla toilette? Vuoi fare il raffinato adesso? -
- Un titolo decente adesso te lo dò io: "Alba di montagna "!-
- Vuoi scherzare? Sembra più una taverna per boscaioli!-
- Non capisci niente!-
- "A passi di kung fu e zollette di zucchero"!-
- Ma dove li trovi questi titoli?Solo perchè tu fai
taekwondo* non significa che dobbiamo dare un nome così
orrendo al caffè! -
Testuya indignatissimo stava per replicare ma Max decise di intervenire.
- Ragazzi basta!Sono orrendi tutti i nomi che avete proposto! -
sbottò seccato.
- E sentiamo che cosa ci proponi tu, James Dean dei giapponesi? -
chiese Takao con un'occhiataccia.
- Lo " Yin e Yang caffè"!- rispose semplicemente.
- Sai che non è male?!- mormorò Aiko - Non
è per niente male!-
- Si, ha ragione Aiko! Piace anche a me!- intervenne Rei che era stato
in silenzio fino a quel momento.
- Voglio dire, state scherzando? Era meglio la taverna dei boscaioli a
questo punto!- esclamò indignato il blader.
Doremì e Momoko non avevano fatto altro che ridere da quando
i due ragazzi avevano iniziato il battibecco.
- Effettivamente se devo dare un mio parere, preferisco diecimila volte
la proposta di Max.- disse Kai lapidario - Takao, forse è
meglio se continui a fare il blader e basta!- osservò dopo
aver bevuto un sorso d'acqua.
- Ecco che torna l'umorismo morto di Kai Hiwatari!- ghignò
Aiko che, non perdeva mai occasione di tartassare il ragazzo dai
capelli grigi.
- In realtà ha una carriera da grande attore comico davanti
a sè!- aggiunse come sempre Max.
- Chiudete il becco.- fu la risposta secca del giovane che aveva tutta
l'intenzione di ignorarli.
- Comunque dobbiamo rivedere il nome per il caffè...lo " Yin
e Yang"...pff! Banale.- commentò aspramente Testuya.
- Assolutamente d'accordo con te! Terrificante!- concordò
Takao, annuendo ad ogni parola.
In quel trambusto generale terminarono la cena e decisero di dormire al
Maho nei sacchi a pelo, così da riprendere le pulizie la
mattina dopo.
- Allora buonanotte!- disse Rei rigirandosi nel suo letto provvisorio.
- Buonanotte!- risposero in coro Onpu e Hazuki.
- Ragazzi...che ne dite dei " Koala degli alberi più alti"?-
propose Takao prima di spegnere la luce.
- Ehi Takao?- lo chiamò Kai.
- Si?- chiese lui speranzoso.
- Dormi.- sibilò freddo.
Sbuffando spense la luce.
- Faceva così schifo?- chiese poi a Max al suo fianco.
- No...era solo incredibilmente orrendo.- rispose il biondo con un
sorriso.
- Buonanotte!-
- 'Notte.- borbottò prima di girarsi indignato nel sacco a
pelo.
* Angolo di Natsumi*
Eccomi qui, gente! :) Chiedo perdono per l'estremo ritardo. Avrei
dovuto aggiornare mille anni fa ma la scuola mi ha sommerso di impegni.
^_^'
Ma come si dice...meglio tardi che mai! XD
* Allora, come probabilmente molti di voi sapranno il taekwondo
è un'arte marziale. :) Se vi state chiedendo
perchè Testuya la pratichi, non lo so! XD
L'ho pensato ieri sera sotto la doccia, se ci tenete a saperlo! XD
(cosa di cui dubito XD)
Ancora una volta capitolo di passaggio! :)
Se vi state invece chiedendo a che cosa alludeva quella brava persona di
Eisuke parlando di Aiko, lo scoprirete solo nelle prossime puntate! XD
Ok. I nomi proposti da Takao e Testuya sono a dir poco orrendi, ma mi
sono divertita a scrivere quel pezzo. XD
Però se ci sarà un caffè vi prometto
che non avrà un nome in stile "taverna dei boscaioli"!XD
Per quanto riguarda la villa in campagna con il portico devo
confessarvi che è un mio sogno nel cassetto!*__* Un
giornò mi farò una villa in campagna con tanto di
portico e terrazza. Magari quando io e un mio eventuale marito saremo
vecchi ci ritireremo lì. u.u Si, decisamente! u.u XD
Ora però non divaghiamo, popolo! XD Passiamo ai
ringraziamenti. :)
Allora, ringrazio coloro che hanno recensito ossia Aiko_Laury
e Kry333! Poi, ringrazio le persone che
hanno inseritp la mia storia fra le preferite: Kiki
Hiwatari, Kry333,
Lady
Dream e Silvia
the best! E logicamente ringrazio anche soltanto chi l'ha
letta! Grazie infinite! <3 <3 <3
Ora vi lascio fiorellini miei! :*
A presto! :)
Kiss! :*
|
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Capitolo 16 *** 16. A casa di Hoshiyo-san! ***
-
Quante volte devo ripetertelo?Piantala.-
-
Ti sto dicendo che l'ho visto davvero.-
-
Non ci credo! Vuoi solo spaventarci.-
-
Non è vero! L'hai sentita anche tu la vecchia Hoshiyo! Ce
l'ha raccontato proprio lei che si aggira da queste parti.-
-
Però non è vero che tu l'hai visto!-
-
Ti sto dicendo che è la verità! Non è
vero Kai?-
Il
ragazzino che era stato interpellato, sedeva a terra con la schiena
contro il muro. Aprì gli occhi di scatto quando si
sentì chiamare e piantò le sue belle iridi sui
due ragazzini che aveva di fronte.
-
Così pare.- disse semplicemente lapidario.
-
Che significa " così pare"?!- sbraitò il biondo
incrociando le braccia - L'hai visto anche tu!-
-
Di sfuggita. Non possiamo esserne certi.- rispose l'altro alzandosi in
piedi.
La
ragazza dai capelli blu sbuffò sonoramente. - Secondo me
è solo una stupida leggenda!- esclamò
solennemente - Storie per spaventare i bambini. - aggiunse in
seguito, disegnando cerchi sul pavimento.
-
Si, come no...tu intanto ti sei spaventata!- sghignazzò il
biondo.
-
Max, sei proprio uno scemo!- ribattè Aiko puntellandosi
sulle ginocchia per alzarsi - Kai, dove stai andando?-
-
Fuori.- rispose il ragazzino dai capelli grigi prima di chiudersi la
porta scorrevole alle spalle.
-
Stai attento. Si sta facendo buio.- lo ammonì la blu,
rivolgendogli un'occhiata eloquente.
-
Forza ragazzi! A letto!- li chiamò una donna anziana dalla
cucina - Basta parlare di mostri.-
- Obaachan! - esclamò Onpu mentre si risistemava i capelli
davanti lo specchio - Puoi dire a Max e Aiko che non esiste nessun
mostro leggendario che si aggira da queste parti? Non fanno che
parlarne da stamattina!-
- Perchè io e Kai l'abbiamo visto!- ribattè Max
esasperato.
Una curiosa piega all'insù deformò le labbra
raggrinzite della donna. I piccoli occhi scuri balenarono di un
bagliore sinistro alla luce dell' unica candela ancora accesa nella
stanza. Avvolta nel chimono colorato la signora soffiò sulla
cera bianca e con un risolino sussurrò - E chi lo sa!- e
uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Le schiene degli undici ragazzini furono percorsi da un brivido.
- Ehi, Onpu! Tua nonna è sempre così macabra?!-
piagnucolò il prof. K stringendosi nel lenzuolo che emanava
un leggero profumo di peonia.
- L'ha fatto apposta! Voleva spaventarci!- ribattè la viola
divertita.
- Comunque Hoshiyo - san sa perfettamente che io e Kai l'abbiamo visto!-
- Max, può darsi che era semplicemente un animale
selvatico!- s'intromise Momoko girandosi dalla loro parte.
- Momo-chan, gli animali normali non hanno gli occhi rossi! Poi quello
era...grosso!- ribattè il biondo mettendosi a sedere.
- Volete stare un pò zitti?Qui c'è gente che sta
cercando di dormire!- disse stizzito Takao.
- Piuttosto io direi gente che è spaventata a morte e non
vuole sentire più la parola mostro!- lo derise Testuya
colpendolo sul braccio.
- Non sono spaventato, idiota!- gli ringhiò contro il
blader.
- Testuya, Takao! Smettetela di gridare o sveglierete obaachan!- li
rimproverò Doremì.
- E basta! - disse Rei alzandosi in piedi e dirigendosi verso il tavolo
a tentoni alla ricerca di una candela, giusto quel giorno la corrente
aveva deciso di abbandonarli.
- Dove vai Rei?- chiese Momoko stringendosi le gambe al petto.
Per tutta risposta il ragazzo aiutato anche dai raggi lunari
accese una candela. - Cercavo questa!- disse tornando al suo posto.
- Per fare cosa, esattamente? Raccontarci un'altra bella storia come
quella di Hoshiyo-san?!- esclamò Kotake ironico.
- No! Avevo semplicemente sentito un rumore.- .
Alle sue parole tutti si ammutolirono e prima che qualcuno potesse
spezzare il silenzio surreale che si era creato un cigolio sinistro,
proveniente dal corridoio, raggiunse le loro orecchie.
- Perchè sono venuto? Perchè? -
piagnucolò nuovamente il prof. K mangiandosi quasi le
coperte.
Onpu strinse il braccio dell'impassibile Kai e Doremì quasi
si fuse con il muro.
- Un momento, dov'è Hazuki? - chiese il balder cinese
notando l'assenza dell'amica.
- F-forse è in bagno.- mormorò Momoko cercando di
tenere ferma la voce.
Il cigolio si ripetè ma questa volta più forte e
Rei si avvicinò con passo felpato alla porta della loro
stanza, l'aprì lentamente, mentre tutti trattenevano il
fiato.
- Aspetta, vengo con te.- disse Kai alzandosi in piedi e raggiungendo
l'amico. Entrambi si avventurarono nel lungo corridoio avvolto dal
buio. Il cigolio continuava insistentemente.
- Sembra venire dall'ultima porta in fondo.- sussurrò il
corvino con la candela fra le mani.
Raggiunsero lentamente la porta color ebano e proprio mentre Kai aveva
posato la mano bianca e fredda sulla maniglia che un coro di urla li
fecero sobbalzare.
- Ragazzi! Che diavolo è successo?- gridò Rei
irrompendo nella stanza con Kai.
- Niente! Hazuki ci ha fatto prendere un colpo!- rispose Takao con una
mano sul petto.
- Scusate...forse sono arrivata all'improvviso.- si scusò la
castana arrossendo.
- Mi avete fatto diventare quasi i capelli bianchi.- disse Rei con voce
truce.
- Pensa a noi, stavamo per avere una sincope.- ribattè
Testuya poggiando la testa contro il muro.
Kai si limitò a fulminarli tutti con lo sguardo. In quel
preciso istante la nonna di Onpu fece la sua comparsa sulla soglia
della porta.
- Che è successo ragazzi? Vi ho sentiti urlare.- chiese la
donna avvolta in una vestaglia rossa.
- Nulla, obaachan! Hazuki è entrata all'improvviso nella
stanza e ci ha spaventati.- spiegò Onpu cercando di
tranquillizzare la nonna.
- Vi chiedo ancora scusa, ragazzi. Ero andata in cucina a bere.- disse
Hazuki con un sorriso imbarazzato.
- Tranquilla. Eravamo noi a essere troppo agitati!- le sorrise Aiko di
rimando.
- Hai detto che eri in cucina?- chiese Rei perplesso.
- Si, stavo bevendo.- rispose l'amica innocentemente.
- Allora che diavolo era quel cigolio che proveniva dall'ultima stanza
in fondo?!Lì dentro non c'è nessuno.-
sussurrò Kai, esprimendo lo stesso dubbio dell'amico cinese.
- Ah, quello!Dev'essere la finestra. Ogni tanto cigola di notte,
è normale!- spiegò la donna con un sorriso -
Allora, non pensateci più! Buonanotte ragazzi!-e detto
ciò si avviò nel lungo corridoio.
- 'Notte Hoshiyo-san! - mormorò in riposta Rei con lo
sguardo fisso a terra.
- Ma come diavolo fa a vivere da sola in questo postaccio?!-
starnazzò Takao non appena la porta si fu richiusa.
- La donna più coraggiosa che io abbia mai conosciuto...ci
scriverò un libro sopra!- aggiunse il prof. K che non aveva
fatto altro che tremare dall'inizio della serata.
- Andiamo a letto, non pensiamoci più.- disse semplicemente
Aiko con un'alzata di spalle.
- Soprattutto cerchiamo di non allontanarci, meglio evitare.-
mormorò Momoko sdraiandosi e coprendosi con le coperte.
- Allontanarsi? Me la faccio addosso piuttosto che oltrepassare quella
porta.- replicò il castano rabbrividendo.
Kai si mise a sedere completamente al buio. Quel rumore non apparteneva
sicuramente a una finestra che cigolava. Ne era certo.
Alzò lo sguardò sulla finestra, i vetri
trasparenti lasciavano intravedere il paesaggio all'esterno. I grandi
alberi verdi stavano compatti sullo sfondo, non una foglia si muoveva.
Le stelle brillavano nel cielo e la luna illuminava tutto con il suo
chiarore argentato. Tutto sommato poteva definirsi anche un bel posto
se non fosse stato per quei grandi occhi rossi che lo scrutavano fra
gli alberi del bosco.
Ah, era certo anche di un'altra cosa: quella notte nessuno avrebbe
chiuso occhio.
16.
A casa di Hoshiyo-san!
In macchina regnava il silenzio più assoluto. Il signor
Harukaze si era proposto di accompagnarli in campagna della nonna di
Onpu per passare un week-end nel verde e in tranquillità.
Almeno, questo era quello che i ragazzi gli avevano raccontato. In
realtà, la motivazione era ben diversa.
Akatsuki li aveva raggiunti il giorno prima per comunicarli che a
giorni sarebbe arrivato il momento di distruggere la seconda pietra ma
per farlo avevano bisogno di una chiave.
Chiave che serviva per aprire la porta della seconda torre,
diversamente dalla prima volta in cui non ce n'era stato bisogno.
Ovviamente il caso volle che quella dannata chiave si trovasse proprio
nei dintorni della casa della nonna di Onpu e ovviamente dovevano
trovarla loro.
Quando arrivarono la casa modesta di Hoshiyo -san si stagliava
all'orizzonte, poco più sotto del simpatico boschetto che
avrebbe dovuto ospitare l'adorabile creatura dagli occhi rossi. Erano
ormai quasi quattro anni che non ci mettevano piede.
Scesero dall'auto e prendendo le valigie salutarono il padre di
Doremì. - Mi raccomando, in guardia ragazzi!- disse l'uomo
con un sorriso prima di fare retromarcia e sparire. Il prof. K avrebbe
volentieri riaccompagnato a Misora il signor Harukaze se non fosse
stato per Kai che l'aveva trascinato fuori dall'auto senza troppi
complimenti.
- Ti prego, fa che sia morto.- mormorò truce guardando di
sottecchi il bosco.
- Dai, muoviti! Andiamo!- lo spronò Max, cercando di
soffocare le risate. Davanti la porta di casa li attendeva la donna
anziana con qualche ruga in più ma un sorriso più
ampio. I capelli completamente bianchi, stretti in uno chignon sul
capo.
- Obaachan!- esclamò Onpu correndole incontro e
abbracciandola.
- Ciao tesoro! Stai bene?- chiese dolce la nonna ricambiando
l'abbraccio.
- Si, nonna!E tu?- rispose la viola respirando il suo profumo, peonia.
- Tutto bene, cara. Su, ragazzi! Entrate dentro! Vi preparo del
tè.- disse Hoshiyo-san entrando in casa.
Tutti presero posto intorno al basso tavolo, la casa era molto vecchia.
Era quasi una casa tradizionale se non fosse stato per la corrente
elettrica e qualche altro aggeggio elettronico. La nonna di Onpu
abitava in una campagna poco lontano da Misora e qui da oltre cent'anni
si diceva che quei posti fossero abitati da una creatura infernale, la
bestia dagli occhi rossi la chiamavano gli uomini di quei luoghi.
- Allora come va la scuola? - chiese la donna versando del
tè nei bicchieri di ceramica.
- Bene, l'anno sta per giungere al termine e credo proprio che
cambierò scuola, sai nonna?- rispose Onpu sgranocchiando un
biscotto - Torno a Misora.-
- Davvero?Buon per te! E voi?- chiese poi rivolta ai ragazzi.
- Non lo sappiamo anocora con esattezza, anche
perchè alleniamo dei ragazzini in una palestra di beyblade
però staremo molto tempo a Misora.- rispose Rei a voce degli
altri suoi compagni.
- Ora come ora abito in America ma anche io penso di fare il cambio,
voglio tornare in giappone.- spiegò con un sorriso Momoko.
- Per me le cose sono più facili, abito e frequento la
scuola ad Osaka. Però Misora ed Osaka sono davvero
vicinissime, credo che non ci sarà bisogno di cambiare.-
disse Aiko soffiando nella sua tazza.
- Lo stesso vale per me, io abito a Misora. Prima che ci rincontrassimo
tutti, non tornavo quasi mai a casa. Dormivo nel collegio della mia
scuola. Però ora posso tranquillamente restare a casa e
recarmi a scuola con la metropolitana. Senza bisogno di cambiare.-
rispose Hazuki versandosi dello zucchero nel tè.
- Mentre tu, Doremì vai a scuola proprio a Misora. Come
Testuya d'altronde. Giusto?-disse la donna rivolgendosi ai due ragazzi
che annuirono a bocca piena.
- Sono contenta per voi. L'amicizia è una cosa molto
importante...guai a chi vive senza.- annunciò saggiamente la
donna, scartando un pacco di biscotti al limone.
- Ehm...Hoshiyo-san? Che lei sappia...quella brutta bestiaccia
è ancora viva? - chiese il prof. K guardandosi intorno.
- L'altra volta ha fatto un'escursione giù al mercato...gli
serviva qualche patata per cucinare.- rispose la donna esplodendo poi
in una risata rauca.
- Spero vivamente che sia morta.- bofonchiò il piccoletto.
- E chi lo sa.- ribattè la donna divertita.
- Per carità, l'ultima volta che ha detto così ho
passato la notte in bianco.- disse con sguardo afflitto il
castano.
Verso mezzogiorno l'anziana signora andò a stendere i panni
fuori e i ragazzi rimasero in casa per dare una mano in cucina.
- Piuttosto, dov'è finito quel babbuino di Akatsuki?- chiese
ad un certo punto Testuya tagliando un pezzo di pane.
- Non lo so...spero che se lo sia mangiato la bestia dagli occhi
rossi.- rispose Takao con un sorriso idiota.
- Sempre se non muore d'indigestione la povera bestiola!-
esclamò Kotake addentando una fetta di formaggio.
- Magari! Così schiatta!- disse il prof. K speranzoso.
- Si! Così ci liberiamo anche di Akatsuki! Come si
dice...prendere due piccioni con una fava!- ribattè il
blader divertito.
- Ha detto che ci
raggiungerà nel pomeriggio.- replicò Aiko
spezzando le risate dei due ragazzi.
- Spero che ci fornisca almeno qualche indizio per trovare quella
chiave maledetta.- sbuffò Doremì sonoramente.
- Certo che vi aiuteremo. Altrimenti cosa ci facciamo qui?!- disse una
voce alle loro spalle. Tutti si voltarono e scorsero Leon poggiato al
davanzale della finestra aperta con un sorriso a trentadue denti.
- Oh, no! Ci mancava solo lui!- mormorò seccato Max.
- Leon!Dove sono gli altri?- chiese Onpu vagamente sorpresa.
- Arriveranno nel pomeriggio. Hanno un pò da fare.- rispose
questi scavalcando ed entrando dentro casa.
- Esiste la porta.- disse truce il biondo brandendo minacciosamente un
paio di forbici.
- Sono contento di vederti anche io Max!- esclamò il ragazzo
divertito.
Leon era vestito semplicemente con un jeans ed una felpa e stringeva
fra le mani un braccialetto. - Momoko, questo è tuo! Me lo
hai lasciato per sbaglio, quando sono venuto a prenderti a New York.- e
porse l'oggetto alla bionda che ringraziò.
Ora che le feste erano finite da un pezzo tutti erano tornati a casa
propria e ogni volta che dovevano riunirsi per distruggere una delle
pietre, Akatsuki aveva detto loro che lui stesso o uno degli altri tre
li avrebbero riportati a Misora. Esercitando un incantesimo che
permetteva di far scorrere il tempo in modo diverso in modo che un
giorno, agli occhi degli altri
appariva come un minuto. Così da non destare sospetti.
- Leon! Buongiorno!- cinguettò la vecchia Hoshiyo- san
rientrando con la cesta vuota.
- Buonagiorno a lei, obaasan!Le ho raccolto tutti gli ortaggi come mi
aveva chiesto!- disse il biondo con un sorriso.
- Grazie mille, ragazzo! Ti va di rimanere a cena?-
- Perchè no? La ringrazio!-
Max aprì e chiuse la bocca come un rimbambito. La vecchia
Hoshiyo-san conosceva dunque quel rompipalle di Leon. Un brutto
presentimento si stava affacciando nella sua mente...qualcosa gli
diceva che avrebbe dovuto sopportare Leon per tutto il week-end.
Sospirò seccato.
*Angolo di Natsumi*
Ed eccomi ritornata!:) Finalmente sono riuscita ad aggiornare! XD
Come va, gente? :) Spero bene...a me abbastanza! :)
Allora, il capitolo si apre con l' "epopea" (XD) che porterà
alla distruzione della seconda pietra con una variante però,
che non sto qui a rivelarvi. u.u
Bene, piccole precisazioni. :)
La scuola sta per concludersi perchè ormai siamo a Marzo e
l'anno scolastico in Giappone si chiude proprio in questo mese. :)
Don't worry, alla fine riusciranno ad aprire il bar, nonostante tutto!
XD Lo so che non c'entrava niente, però. XD
Se volte sapere se il prof. K morirà di terrore o se
scapperà a piedi fino a Misora,se Max ucciderà
Leon, se Takao e Testuya cercheranno di progettare un nuovo piano
omicida per liberarsi di Akatsuki seguitemi nella prossima puntata.
XD
Bene, è tempo di ringraziamenti. :) Ringrazio coloro che
hanno recensito lo scorso capitolo: Kry333,
Silvia
the best e Aiko_laury.
Inoltre ringrazio chi ha messo la storia fra le preferite: Kiki
Hiwatari, Kry333,
Lady
Dream e Silvia
the best. E ovviamente ringrazio che legge soltanto. :)
Grazie mille! <3
A presto, giovani! :)
Kiss!:*
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Capitolo 17 *** 17. A casa di Hoshiyo-san! II parte ***
17.
A casa di Hoshiyo-san! II parte
-
Ottimo come sempre Hoshiyo-san!- trillò Leon a fine pasto,
donando all'anziana donna uno dei suoi sorrisi migliori.
Max si voltò dall'altra parte del tavolo borbottando
qualcosa d'incomprensibile ma non difficile da immaginare. Il mago fece
finta di non udire e esibendosi in un altro dei suoi sorrisi smaglianti
si alzò e disse: - Ora vado Hoshiyo-san! Si è
fatto tardi per me. A domani.- e sparì oltre la porta.
- Ehi, gente! Mi ritiro in bell'ordine...ho così sonno che
gli occhi mi si chiudono da soli.- borbottò Takao
stiracchiandosi e sbadigliando.
- Credo che ti seguirò a ruota.- concordò Aiko
alzandosi per dirigersi nella stanza - Questo viaggio ci ha distrutti.-
e sparì nel corridoio di legno.
Entro mezzanotte tutti dopo aver augurato la buonanotte alla nonna di
Onpu si diressero in quella grande stanza di legno che il prof. K
odiava più di ogni altra cosa al mondo.
- Ci credete che dopo essere stato qui dentro ho fatto gli incubi per
una settimana?!Una settimana!- gracchiò il piccoletto
entrando di malavoglia nella camera.
- Piantala di lagnarti!- esclamò secco Testuya buttandosi
sul primo letto che Hazuki e Momoko avevano sistemato a terra qualche
attimo prima.
- Facile parlare per te! Non sai come mi sono sentito!- si difese il
prof. K aggiustandosi il cuscino.
- Oddio!- esclamò l'altro alzando gli occhi al cielo - Ormai
è passato! Goditi questa notte in santa pace che domani
sarà un inferno con Leon e quegli altri tre babbei fra i
piedi alla ricerca della chiave.-
- Basta parlare ragazzi! Ho sonno...fate silenzio...-
mormorò Onpu stringendosi nelle coperte e chiudendo le
palpebre appesantite dalla stanchezza.
Tutte le luci si spensero e la casa calò nel silenzio
più totale.
***
- Arriva...Oh, si che arriva!-
- Puoi giurarci...arriverà!-
- Scende giù per il paese...scende giù dal bosco.-
- Presto arriverà e un solo boccone farà.-
Nel piccolo soggiorno risuonarono le risate di un uomo e di una donna,
tutti intenti a guardare fuori dalla finestra.
- Ora che l'hanno capito anche i muri che arriverà...potete
entrare e chiudere quella dannata finestra?- chiese Leon seduto in
poltrona, lanciando occhiate nervose ai due tizi.
- Cosa c'é? Hai forse freddo?- lo schernì la
donna voltandosi di scatto e lasciando oscillare i rossi capelli sulle
spalle.
- Piantala Noriko! Entra dentro se non vuoi che qualcuno ti veda.-
ribattè il giovane inacidito.
La donna chiamata Noriko si morse le labbra tinte di rosso e
ticchettando si avvicinò al mago - Come vuoi! La casa
è tua!- e si sedette sul bracciolo della poltrona.
- Avverto i suoi passi felpati nell'erba...si fa sempre più
vicina!- esclamò l'uomo allontanandosi dalla finestra -
Sempre più vicina.-
sussurrò a un soffio dall'orecchio di Leon. Poi
scoppiò a ridere, senza un motivo preciso.
- Ho sempre sospettato che all'interno di questa setta non ve ne fosse
uno normale!Evidentemente non sbagliavo.- sbottò alzandosi
di scatto e accostandosi alla credenza. Vi posò contro il
capo e prese un grande respiro.
Uno, due, tre, quattro,cinque passi. Due occhi rossi
nell'oscurità.
***
- Davvero bella la luna questa notte!- sussurrò Momoko
stringendosi nella sua felpa fucsia.
- Si...è uno spettacolo. Conosco un posto in cui
c'è una vista fantastica. Un giorno vorrei portarti, ti va?-
chiese Rei sedendosi affianco a lei.
- Certo che mi va! Resterei tutta la notte a guardare la luna...a
guardare il cielo.- rispose la bionda issandosi sulle mani per sedersi
sul muretto anche lei.
Resterei tutta la vita a
guardare te.
Rei avrebbe voluto dirglielo ma riuscì soltanto
ad esclamare: - Spero tu sia paziente, ci vorrà un bel
pò di tempo per arrivarci. Il posto di cui ti parlo si trova
in Cina, nella mia terra!- si maledisse mentalmente per non essere
riuscito nel suo intento.
- Mi piace viaggiare. I love it!- replicò Momoko in risposta
con un grande sorriso - Poi, non ti nascondo che mi piacrebbe tanto
vedere la Cina! Non ci sono mai stata! -
- Allora è arrivato il momento! Appena questa storia
sarà finita ti ci porto!- le sussurrò
incoraggiante il blader.
Momoko e Rei erano sgattaiolati fuori quando tutti si erano
addormentati, entrambi non avevano sonno e così avevano
deciso che sarebbe stato meglio andare a fare due passi.
- Ci conto!- sorrise la ragazza puntando i suoi occhi verdi in quelli
dorati di lui.
Erano davvero vicini, così vicini che lui poteva sentire il
profumo dei suoi capelli. Profumavano di fragola ma non era
particolarmente forte. A lui piacevano davvero tanto, da quando si
erano conosciuti avevano sempre avuto quell'odore.
Rei allungò una mano e sfiorò le dita sottili di
Momoko. Così, senza un motivo. La ragazza alzò lo
sguardo su di lui, abbastanza stupita dal gesto. Il blader fece per
ritirare immediatamente la mano ma le dita bianche e affusolate si
strinsero intorno al suo polso.
Il suo sorriso splendette dentro lo specchio dei suoi occhi avorio. Le
due mani s'incrociarono l'una con l'altra.
Momoko poggiò il capo contro la spalla di Rei e chiuse gli
occhi.
- Rei?-
- Dimmi.-
- Sono contenta che tu sia tornato.-
- Anche io. Contento di aver ritrovato te.-
- Un indovino me l'aveva detto.-
- Cosa?-
- Mi aveva detto che avrei ritrovato qualcosa d'importate.-
-...-
- Quel qualcosa d'importante eri tu.-
Si abbracciarono sotto quel vecchio portico.
***
Qualcuno aveva preso a russare come un trombone là dentro.
Il rumore veniva dai letti sistemati sotto la finestra, quindi ne
dedusse che si trattava di Takao. Quel maledetto vizio non l'aveva mai
abbandonato.
Per un attimo si vide in ginocchio accanto al compagno per soffocarlo
con un cuscino...purtroppo soltanto una fantasia.
I suoi occhi attenti si mossero nel buio della stanza e piano piano
familiarizzarono con l'ambiente. Tutti sembravano profondamente
addormentati tranne Rei e Momoko che se l'erano allegramente svignata
fuori credendoli tutti addormentati. Non sapendo che lui era sveglio
come non mai a causa di Takao.
Gli occhi puntati al soffitto non visibile, chissà se
sarebbe riuscito a chiudere occhio per le quattro del mattino.
Avvertì un cigolio proveniente dalla porta di
servizio...dovevano essere i due fuggiaschi di ritorno. Udì
uno sbattere di finestra. Si drizzò a sedere rapidamente.
Le orecchie tese,pronte a cogliere qualsiasi rumore. La finestra
sbattè nuovamente. Non erano Rei e Momoko, altrimenti
avrebbero dovuto già essere lì.
Si alzò e lentamente raggiunse la porta scorrevole della
stanza, l'aprì e si affacciò nel corridoio nero
come l'inchiostro. Sembrava tutto normale, decise di andare a dare
un'occhiata in cucina.
La porta di servizio era aperta e un leggero vento fece tintinnare lo
scacciaspiriti appeso al soffito. Si avvicinò per
richiuderla ma una mano fredda gli bloccò il braccio. Kai si
voltò di scatto e si scostò di lato mentre
l'altra figura cozzò contro la credenza.
Sentì una voce femminile imprecare in inglese e dal tono
riconobbe Momoko.
- Momoko. Vuoi fare attenzione?!- sussurrò Kai seccato.
- Fai attenzione tu piuttosto! Mi hai spaventata!- protestò
la ragazza massaggiandosi il braccio.
- Ah, ti ho spaventata? Sei tu che sei arrivata come un fantasma con
quella mano ghiacciata! Potevi almeno dirmi che eri tu!-
sbottò in sua difesa il blader dai capelli argentati.
- Comunque non chiudere la porta! Rei sta rientrando!- disse la bionda
gonfiando le guance.
-Improvvisamente due braccia cinsero la vita del ragazzo che
saltò in avanti provocando uno strillo terrorizzato nell' ex
streghetta che si aggrappò al suo braccio.
Subito dopo una risata riempì la cucina.
- Ah! Kai si è spaventato!- trillò Aiko
congiungendo le mani dietro la schiena.
- Dovevo immaginarlo che fossi tu.- sibilò tetro l'Hiwatari
con uno sguardo omicida - Comunque non mi sono spaventato!-
- Ah, no? Allora perchè sei saltato sul frigorifero? Volevi
dargli una ripulita?- lo derise la blu.
- Ero soltanto sorpreso!- sbottò inacidito, lanciandole
un'occhiataccia.
- Certo! Ora si dice sorpreso!-
- Se non la pianti la ripulita la dò a te!-
- Ti sembro un frigorifero?-
- No, ma una lampada con le frange blu si!- sussurrò con un
ghigno maligno il ragazzo.
Aiko spalancò la bocca interdetta, puntando un dito contro
di lui mentre Momoko cercava di trattenere le risate.
- Lampada?Mi hai chiamato lampada?- strillò con voce
particolarmente acuta.
- Una bella lampada ma pur sempre una lampada!- ripetè
l'altro con una nota divertita nella voce.
- Una lampada eh? E va bene te la dò io la lampada!-
gracchiò la ragazza prendendo la rincorsa e saltandogli
sulle spalle.
- Che diavolo stai facendo?- chiese stupito Kai lottado contro le
braccia di lei che lo stringevano con una forza impressionante.
- Non sono una lamapada!- si lagnò Aiko mentre l'amico
afferratala per il braccio la lasciava scivolare via dalle spalle.
- Una lampada perchè sei molto alta non per altro.- aggiunse
Kai tentando di tenere lontana la furia della ragazza, ma invano
perchè lei si aggrappò al suo collo in un
tentativo di procurargli un qualche tipo di dolore.
- Tanto non mi fai niente, scen- ma il povero malcapitato non fece in
tempo a finire la frase che i denti bianchi di Aiko gli morsero il lobo
dell'orecchio, facendogli esclamare una serie di imprecazioni e
maledizioni.
- Che sta succedendo qua dentro? - chiese Rei rientrato giusto in quel
momento.
- Niente! Kai ha dato della lampada ad Aiko!- rispose Momoko che si era
goduta lo spettacolo.
- Rei, che diavolo ci facevi fuori?- chiese l'amico accortosi solo in
quel momento del blader cinese.
- Avevo visto qualcosa muoversi nell'erba. Mi sono insospettito e ho
controllato...però sembra sia tutto apposto.- rispose quello
chiudendo la porta di servizio.
- E tu che facevi in piedi?-
- Ho sentito la porta cigolare e una finestra sbattere così
mi sono alzato.-
- Una finestra sbattere? Se è per questo sta continuando a
farlo.- disse Doremì arrivata giusto in quel momento nella
stanza con il resto dei ragazzi.
- Di nuovo?-
- Si. Indovina un pò da dove proviene? Dall'ultima porta in
fondo.- ribattè truce Max incrociando le braccia.
- Cazzarola! Sapevo che non dovevo tornarci qui!- piagnucolò
il prof. K guardandosi intorno visibilmente terrorizzato.
- Stai calmo, vedrai che è solo una coincidenza.- lo
rassicurò dolcemente Hazuki.
- Troppe coincidenze.- sibilò Testuya rabbuiato.
- Perchè? Perchè questo maledetto aspetta giusto
il nostro ritorno per fare una visitina a casa di Hoshiyo-san?!- si
lamento nuovamente il prof.
- Adesso andiamo a vedere! State attenti!- mormorò Rei
avviandosi verso il corridoio.
- No, adesso ce la svigniamo! Veloci!- ribattè l'esperto di
beyblade afferrando Hazuki e Onpu per il braccio.
- Non andremo da nessuna parte invece! Andiamo a controllare!-
replicò freddo Kai.
- Anche io sono propenso a svignarcela! Facciamo così,
andiamo a controllare e se c'é la bestia ce la squagliamo
alla grande e se proprio ci insegue e vuole qualcosa, gli diamo in
pasto Akatsuki e la sua band!- propose Takao cercando inutilmente di
sdramatizzare ma ricevendo l'approvazione da parte dei ragazzi.
- Basta con le chiacchiere! Andiamo allora!- disse Aiko e tutti
s'incamminarono lungo il corridoio in silenzio. Lo sbattere continuo
della finestra continuava incessantemente e a questo si aggiunse un
nuovo rumore adesso. Il raschiare di unghie sulla porta.
Testuya sentì Doremì stringergli così
forte il braccio che gli sembrò che il sangue non circolasse
più nelle. Deglutì e chiuse gli occhi, quando li
riaprì il legno scuro della porta fu la prima cosa che vide.
La mano di Kai si poggiò sulla maniglia e proprio quando
stava per aprirla la voce di Onpu lo fermò.
- Non dovremo armarci di qualcosa? Se c'è davvero un mostro
lì dentro,cosa pensate di fare?! Combatterlo a mani nude?!-
- Vero! Che coglioni che siamo!- ribattè Takao colpendosi la
fronte con una mano - Vado a prendere il bastone che c'è
nell'entrata!- e detto fatto tornò indietro stringendo fra
le mani il legno duro.
Kai afferrò nuovamente la maniglia. Quel dannato rumore lo
stava mandando fuori di testa. Si morse il labbro così forte
che sentì il sapore metallico del sangue in bocca. Qualunque
cosa ci fosse lì dentro sembrava impaziente di affondare gli
artigli nella loro carne. Cercò di non pensarci e strinse
convulsamente la maniglia.
- Kai, quando vuoi.- mormorò Takao deciso. Il blader dai
capelli argentati annuì. Contò mentalmente fino a
tre.
Uno, due...tre!
Spalancò la porta e tutti balzarono indietro,chi urlando,chi
al contrario incapace di emettere alcun suono. La stanza era
praticamente vuota.
C'era una poltrona di pelle posizionata davanti a un camino spento,
vecchi mobili coperti da teli bianchi. Una stanza praticamente
abbandonata.
- Questa stanza la conosco!- disse Onpu avanzando di qualche passo -
Quando ero piccola mio nonno veniva a sedersi sempre qui. Dopo la sua
morte la chiusero a chiave.-
- Dopo la sua morte? Perchè?- chiese Max incuriosito.
- A dire la verità non l'ho mai capito...- rispose la viola
confusa.
La finestra era aperta come previsto. Rei si avvicinò per
chiuderla ma questo gli fu impossibile.
Ogni volta che ci provava la finestra si riapriva automaticamente.
- Cominciò a pensare che la finestra debba stare aperta per
farvi entrare qualcuno...o qualcosa.- mormorò Rei voltandosi
verso gli amici.
- Non poteva restare aperta per farvi entrare Peter Pan?!-
sussurrò il prof. K mangiandosi quasi le mani.
- Visto? Io e Kai non eravamo pazzi! Qualcosa qui c'è
davvero!- sbottò Max ignorando le lamentele dell'altro.
Prima che qualcuno potesse ribattere la porta di servizio
sbattè di nuovo e tutti si precipitarono in cucina dove
rimasero paralizzati dal terrore.
Sulla porta completamente aperta stava sulle quattro zampe una grande
bestia nera e grigia. Era alta più o meno quanto il tavolo,
ogni zampa era grande quanto la testa di un bambino, gli occhi rossi
come carboni ardenti fissavano malignamente i ragazzi.
Il naso arricciato scopriva le zanne bianche e lunghe mentre dalla gola
fuoriusciva un ringhio orrendo. Al collo stava appesa tramite un
laccio, una chiave. Completamente d'oro. Gli occhi blu di Aiko si
soffermarono prima sulla chiave e poi incontrarono gli occhi rossi
della bestia. Si guardarono intensamente prima che quest'ultima
balzasse all'indietro e corresse verso il bosco.
- Che diavolo era quella cosa?- chiese confuso Takao - Poi
perchè non ci ha attaccato? Ed è andata via
così? E la finestra? Aperta per lasciare entrare quella
belva?-
- Sembrava quasi che volesse soltanto mostrarsi...come un
avvertimento.- replicò Hazuki.
- Ha la chiave.- disse semplicemente Aiko - La chiave ce l'aveva al
collo.-
- Come?-
In quel momento entrò la vecchia Hoshiyo con una mantella
sulle spalle.
- Nonna devi dirci qualcosa?- chiese Onpu con occhi lucidi.
*Angolo di Natsumi*
Questo capitolo è dedicato ad una persona importante per me.
Questo è per il mio angelo. Sono passati tre anni ma tu sei
sempre nel mio cuore. Mi manchi. Ti voglio tanto bene.
Ehilà gente! :) Sono tornata, un pò in ritardo ma
eccomi qui! :)
Come ve la passate? :) A me va abbastanza bene! ^_^ Domani ho assemblea
d'istituto! XD
Allora questo è il diciassettesimo capitolo! Spero vi
piaccia! ^.^
Sembra che la famosa bestia abbia la chiave che serve per aprire la
porta della seconda torre! :)
Mi sono divertita a scrivere questo capitolo, specialmente la parte in
cui Aiko assale Kai! XD Bè, lui le ha dato della lampada! XD
u.u
Poi, Rei e Momoko! :3 Li adoro! ^_^
Il prof. K di questo passo tornerà davvero a piedi a Misora
di questo passso! XD
Per scrivere questo capitolo sono stata ispirata dalle canzoni degli
Shinee! *__* Adoro quei cinque ragazzi, me li sposerei tutti! *__*
Ora passiamo ai ringraziamenti! :)
Ringrazio Kry333,
Silvia the best e Aiko_Laury per aver recensito!:)
Ringrazio anche Kiki
Hiwatari, Kry333, Lady Dream e Silvia the best per aver
inserito la storia fra le preferite! :) Un grazie va anche a chi l'ha
soltanto letta! :)
Grazie mille! :)
A presto, stelle leggiadre! :) XD
Kiss! :*
|
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Capitolo 18 *** 18. Grazie... ***
18.
Grazie...
Il silenzio faceva da padrone in cucina. Nessuno osava fiatare, tutti
seduti intorno al tavolo avevano lo sguardo rivolto in basso o
semplicemente sembrava assorto in chissà quali pensieri.
- Nonna?
- sussurrò Onpu poggiandole la mano sul braccio, quasi per
richiamarla al presente.
La donna alzò i piccoli occhi, stanchi per gli anni pesanti,
e rivolse a tutti uno sguardo ambiguo. Sospirò.
-
Cominciò tutto tanti anni fa, quando io ero solo una
ragazzina di sedici anni.- disse con voce tremante Hoshiyo-san.
-
Devi sapere che in questo piccolo villaggio sono creciuta grazie ai
sapori della cucina di mia madre e le virtù che un villaggio
così piccolo poteva donarti. Fra di queste
c'era l'amicizia. Ebbi un lunghissimo rapporto di amicizia con due
ragazzi. Uno era tuo nonno, l'altro si chiamava Muneyaki. Era il
migliore amico di tuo nonno.- l'anziana donna prese un respiro profondo
e poi continuò - In verità, eravamo tutti e tre
uniti da un legame speciale. Ci legava qualcosa di viscerale, di
profondamente intimo. Un'intimità pura e casta. Credo
derivasse dal fatto che essendo cresciuti insieme, non ci siamo
lasciati mai. Non passava giorno e talvolta notte senza che ci
vedessimo. Ma ahimè. Si diventa adulti e nascono il
desiderio, la passione e l'amore. Lentamente l'amicizia fra me e tuo
nonno divenne amore e sentivamo il bisogno di stare da soli delle volte
-.
- Mi sembra più che normale.-ammise con sincerità
la dolce Hazuki.
- Si che lo è. Però la vita sa essere crudele.
Vedete, Muneyaki con il tempo si era innamorato di me ma io non
ricambiavo il suo amore. Totalmente persa negli occhi di tuo nonno, non
mi accorsi di ciò che Muneyaki stava per compiere.
Follemente innamorato di me non riusciva più a sopportare l'
amore che mi legava a Keisuke. Non provò nemmeno a mettersi
fra di noi, voleva troppo bene a tuo nonno per fargli del male. Allora,
una notte salì sulla cima della montagna più alta
del villaggio e aspettò che la bestia lo divorasse. Quando
ce ne accorgemmo, corremo sulla montagna e riuscimmo ad evitare che la
bestia lo sbranasse. - alzò lo sguardo sugli altri
ragazzi e spiegò - Mio marito era un cacciatore, quindi
riuscì a salvare la vita di Muneyaki...almeno
così credevo. Purtroppo proprio quando Keisuke era ad un
passo per uccidere la bestia, Muneyaki saltò in avanti e
spingendo mio marito di lato si avventò sulla bestia e la
trafisse con la chiave che questa portava al collo. Se non poteva
morire allora avrebbe voluto vivere lontano da noi...avrebbe voluto
cambiare vita. Così non ci avrebbe più rivisto,
lontano dagli occhi lontano dal cuore.- la voce della donna fu scossa
da tremiti.
- Nonna, cosa vuol dire? -
- La bestia è Muneyaki.- rispose Kai con la sua voce di
ghiaccio. Tutti assunsero un'espressione sbalordita. La donna si
limitò a stringere le labbra raggrinzite.
- L'unico modo per uccidere la bestia era quello di trafiggerla con la
stessa chiave che porta al collo...ma ad una condizione. Verrai
trasformato anche tu in bestia, prenderai il suo posto.-
proseguì la donna - Muneyaki non voleva
più vederci ma io e Keisuke non potevamo abbandonarlo. Non
poteva lasciarlo da solo. Avrebbe sofferto tanto a causa degli istinti
animali. Per evitare che divorasse gli abitanti del villaggio a causa
della fame, ogni settimana gli lasciavamo della carne nell'ultima
stanza infondo e lui ogni giovedì notte, entrava dalla
finestra della stanza dove quasi sempre sedeva tuo nonno.- l'anziana
signora concluse il suo racconto nel silenzio generale.
Tutti si erano ammutoliti, stupefatti dalla storia. L'unico rumore
udibile era l'insistente ticchettio dell'orologio appeso al muro.
- Tu ragazza mia!- disse ad un tratto la donna, facendo sobbalzare
tutti - Vuole qualcosa da te!- e afferrò la mano di Aiko.
- Io? Cosa vuola da me?- mormorò la blu leggermente
shoccata, di certo non aveva dimenticato l'intenso sguardo che il lupo
le aveva lanciato ma tutto quello le suonava incredibilmente strano.
- Credo che vuole che lo liberi dalla sua condizione di
schiavitù in cui è costretto. Solo tu puoi
farlo.- Hoshyio- san sembrava animata da una determinazione che le
ardeva gli occhi.
- Si, ma come?- chiese Onpu abbastanza confusa e spaventata.
- La chiave! Devo togliergli la chiave!- esclamò Aiko
illuminata.
- Togliergli la chiave? Certo! Niente di più facile!
Togliere via dal collo di una bestia una chiave! Non potevi sperare di
meglio.- disse il prof. K animato da una crisi isterica.
- Datti una calmata! Credo che Aiko abbia ragione. Deve portargli via
la chiave. Ci guadagnamo noi e ci guadagna lui. -
asserì Momoko stringendosi nella felpa.
- Allora è deciso! Domani sera andrò al monte.-
sussurrò la blu mordendosi le labbra.
***
Non sapevano perchè diavolo Aiko dovesse addentrarsi da sola
su per quella dannata montagna, non sapevano nemmeno perchè
loro dovevano stare al limitare del bosco come degli idioti. Non
sapevano neanche il perchè si fossero fidati ciecamente di
Leon o meglio Max non sapeva neanche perchè cavolo non
avesse protestato quando quel gambero deficiente aveva detto loro che
Aiko avrebbe dovuto affrontare tutto da sola, proprio come
Doremì.
Max sentì una leggera presa sulla sua spalla e
quando si voltò vide Kai fermo al suo fianco, muto e con lo
sguardo fisso davanti a sè.
Sarebbe andata bene.
Aiko Senoo poteva essre definita una della ragazze
più coraggiose della sua scuola. Non aveva mai paura di
nulla o quasi. Riusciva ad affrontare qualsiasi situazione senza
tremare e a testa alta.
Malgrado tutto, doveva ammettere che quel momento rientrava nella
situazione "quasi", sopra citata. Avanzava lentamente fra gli alberi,
con le orecchie tese pronta ad afferare qualsiasi rumore o a percepire
il più piccolo movimento. Di lì a poco sarebbe
uscita allo scoperto. Strinse l'elsa di quella strana spada che le
aveva donato Leon e continuò ad avanzare. Improvvisamente
udì una serie di fruscii fra gli alberi, si voltò
di scatto e le sembrò che qualcosa di nero fosse fuggito
via. Sentì il cuore tremarle, prese un respiro profondo.
Percepì i passi della bestia dietro di lei, si
voltò con cautela. I due occhi rosso sangue la fissavano con
insistenza. La vide arricciare il naso e scoprire le zanne bianche come
la neve. Quando si accorse che la bestia stava per scagliarsi contro di
lei, Aiko prese a correre velocemente fra gli alberi gettandosi
occhiate nervose alle spalle. La bestia la inseguiva ringhiando, la
ragazza non si spiegava perchè si comportasse in quel modo
se voleva che lo liberasse. Cominciava a farle male il fianco sinistro,
sfiancata dalla corsa. Quando si accorse che non poteva continuare a
correre per sempre si fermò e afferrata la spada si
voltò di scatto, colpendo l'animale lungo le costole. La
bestia guaì e si accasciò a terra.
Aiko guardò la lama e sopra non vi vide alcuna goccia di
sangue. Spostò lo sguardo sull'animale e si accorse che non
perdeva sangue. Era come se quella non fosse una spada normale ma
bensì qualcosa che ti procurava dolore all'interno del corpo.
Si riscosse, non era quello il momento di pensare ma doveva agire. Si
avvicinò alla bestia, pronta a strapparle via la chiave e a
donarle così la libertà. Sì
inginocchiò al suo fianco e protese la mano verso la chiave
che luccicava alla luce lunare.
Riuscì soltanto a sfiorarla con l'indice perchè
qualcuno afferrandole i capelli l'aveva trascinata indietro, facendole
cadere la spada dalla mano. Si era distratta come una scema e non si
era accorta di quell'uomo che si stava avvicinando. Infatti, in piedi
dietro di lei c'era un uomo vestito di nero. Un mago oscuro.
Sgranò gli occhi quando lo vide, che diavolo voleva la setta
oscura ora?
- Mi dispiace interromperti, ma vedi non posso lasciarti prendere la
chiave con così tanta facilità.-
sussurrò l'uomo inginocchiandosi accanto a lei.
- Lasciami imbecille!- ringhiò la ragazza divincolandosi
dalla sua presa.
- Non posso! Scusa, non ho niente contro di te ma devo ucciderti.-
ribattè il mago rinforzando la presa fra i suoi capelli e
sfilando dallo stivale un pugnale sottile e affilato.
- Aufwiedersehen!- esclamò l'uomo divertito ma prima che
potesse fare qualsiasi altra cosa, un lampo di luce bianca lo
colpì in pieno, facendo urlare Aiko.
Leon si materializzò accanto alla ragazza.
- Leon!- esclamò lei sconvolta.
- Forza, non c'è tempo! Prendi la chiave, presto!-
gridò lui indicando la bestia.
Il mago oscuro si era nel frattempo rialzato. Il cappuccio che gli
copriva il volto gli era ricaduto sulle spalle. Contrasse la mascella
pronunciata e i suoi occhi baluginarono in direzione del mago biondo.
- Avrei dovuto immaginarlo!- sussurrò con disprezzo - Il
lupo perde il pelo ma non il vizio.- sfilò dalla cintola un
pugnale particolare, rosso e oro. Lo scagliò contro Aiko.
Leon veloce come il vento corse in direzione del pugnale e
deviò la sua direzione con un lampo di luce, si
buttò sul ragazzo e rotolarono a terra.
- Leon!- urlò la ragazza con quanto fiato aveva in gola.
Non giunse nessuna risposta se non un urlo di dolore. Senza perdere
tempo Aiko strappò con violenza la chiave dal collo
dell'animale. La bestia si bloccò e sgranò gli
occhi. Il rosso rubino delle sue iridi si colorò lentamente
di verde. Sotto lo sguardo spaventato e stupito della ragazza, la
bestia balzò in piedi e dopo averle toccato il braccio con
il muso corse via.
Aiko saltò in piedi a sua volta e corse verso il punto in
cui Leon era atterrato con il mago oscuro. Si guardò intorno
in cerca del ragazzo biondo ma non vide nessuno.
Dove diavolo era finito?
Prima che potesse lasciarsi prendere dal panico, qualcuno a passi
pesanti si avvicinò alle sue spalle. Si voltò si
scatto e sussultò quando vide Leon tenersi il braccio
sanguinante ma sorridente.
Senza pensarci due volte Aiko lo abbracciò. Poi gli chiese -
Dove eri finito?-
- Mi ero trasportato altrove con lui. Ho preferito cambiare panorama.-
sorrise - La chiave?-
- Presa!-esclamò pimpante, mostrandogliela.
Tornò indietro,al limitare del bosco con Leon. Supportandolo
a causa del braccio ferito.
Era riuscita a prendere la chiave ma ora c'era un grande ostacolo da
affrontare. La scala della seconda torre.
Ce l'avrebbe fatta.
***
Erano tanti anni che non entrava in quella stanza. Erano tanti anni che
non aveva avuto il coraggio di guardare in faccia lui. Seduta sulla
poltrona in cui Keisuke era solito sedere, attendeva.
Dalla finestra spalancata, entrò agilmente quella strana
creatura nera, atterrando sul tappeto rosso.
Le sembrò di non respirare più quando la bestia
alzò i suoi grandi occhi su di lei. Verdi come la speranza.
- Muneyaki.- sussurrò in un soffio.
Allungò una mano tremante verso il capo dell'animale.
Sfiorò il suo soffice pelo.
Una lacrima rigò il voltò della donna, la stessa
lacrima cadde dalle foglie verdi di Muneyaki.
Poggiò il muso sulle ginocchia di Hoshyio-san e
sembrò quasi che le dicesse: "mi dispiace".
Questo lesse nei suoi occhi verdi. Un dolore forte tanto da fargli
scoppiare il cuore.
- Grazie...- sussurrò Hoshyio-san - Grazie per essere
tornato...-
Così restarono a lungo e sembrò che nella stanza
alleggiasse la presenza di Keisuke.
Ancora una volta, tutti e tre insieme, per l'ultima volta.
* Angolo di Natsumi*
Chiedo scusa per il ritardo! ç__ç So di essere in
un ritardo da far schifo!! Ma non ho potuto aggiornare prima!
>__<
Chiedo venia!! T_T
Comunque meglio tardi che mai! Su, su con la vita! XD (me lo dico da
sola XD )
Allora gente, come va? é tanto che non ci si sente! :)
Allora in questo capitolo abbiamo visto protagonista Aiko che
aprirà la seconda porta! :D
Dunque, dunque! Fra qualche capitolo torneranno al centro
dell'attenzione anche Doremì, Testuya e Takao! :)
Bene, una scena che mi è piaciuto scrivere è
sicuramente quella fra Max e Kai! In realtà entrambi
preoccupati per Aiko! :)
Un silenzio colmo di mille parole! :)
Bene...ora passiamo ai ringraziamenti! :)
Ringrazio coloro che hanno recensito lo scorso capitolo: Kry333
e Aiko_Laury! Ringrazio anche chi ha inserito la storia
fra le preferite ossia Kiki
Hiwatari, Silvia the best, Lady Dream e Kry333!
Ovviamente un ringraziamento va anche a chi l'ha soltanto
letta!
Grazie di cuore! <3
p.s. Buona Pasqua! ^_^
A presto! :)
Kiss! :*
|
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Capitolo 19 *** 19. Aiko...fighting! ***
Doremì
si era svegliata nel cuore della notte e non le era servito alzare la
manica del pigiama per scoprire a che cosa fosse dovuto quel bruciore.
Lo
smeraldo doveva essere distrutto...ma non sarebbe stata lei a farlo,
questa volta.
19.
Aiko...fighting!
La
luce flebile penetrava dalle persiane della finestra e un raggio dorato
la colpì in volto. Grugnì e si voltò
di lato. Non aveva nessuna intenzione di alzarsi.
Avvertì
qualcosa scuoterle leggermente le spalle e dovette sostituire quel
"qualcosa" con qualcuno quando aprendo lentamente gli occhi scorse il
volto dolce di Hazuki fissarla con un sorriso.
-
Ehi...che ci fai qui?- mormorò assonnata stropicciandosi gli
occhi.
-
Siamo venuti a svegliarti. Siamo nel palazzo di Fedora.- rispose la
castana con la solita calma.
Ci
vollero circa cinque minuti affinchè Aiko immagazinasse
quelle informazioni.
Mmmmmhhh.
Il palazzo di Fedora. Di nuovo. Bene, non ricordo neanche come ci sono
arrivata. Il mio alzheimer precoce colpisce ancora.
Hazuki
ha detto: " Siamo venuti a svegliarti.", noi chi?
Si
puntellò sui gomiti e scorse altre quattro figure nella
stanza che non riuscì a mettere bene a fuoco. Si
lasciò cadere nuovamente sul cuscino e si coprì
gli occhi con un braccio.
-
Dovresti alzarti sai?!- disse una voce che doveva essere dotata anche
di un corpo visto che la blu la avvertì chiaramente sedersi
sul letto.
-
Non rompere Max, ho sonno.- ribattè la ragazza agitando le
gambe.
-
Non lagnarti sempre, hai dormito abbastanza!- replicò
l'amico afferrandola per il braccio e tirandola a sè.
-
Ho sonno...voglio dormire!- piagnucolò Aiko abbandonando la
testa sulla spalla di lui.
-
Anche io avevo sonno quando quell'imbecille di Leon è venuto
a svegliarmi stanotte.- commentò la voce fredda di Kai sulla
soglia della porta.
-
Ah, sei qui!- esclamò vivacemente la ragazza.
-
No, sono a Caracas.- replicò il blader con il suo volto
impassibile.
Max
e Aiko si scambiarono un'occhiata complice e poi all'unisono
esclamarono - L'umorismo di Kai Hiwatari! Tataratata -tatà!-
.
-
Adesso anche la colonna sonora? Pessimi. - mormorò il
ragazzo dai capelli argentati.
-
Stai facendo progressi però!- disse Aiko raddrizzandosi e
sedendosi in modo civile.
-
Farò finta di non avere udito queste stupidaggini. Piuttosto
alzati, gli altri sono di sotto.-e detto ciò Kai si
dileguò.
***
Me lo
aspettavo.- disse semplicemente Aiko quando le fu spiegato dagli altri
che doveva distruggere lo smeraldo per portare a termine ciò
che aveva iniziato a casa di Hoshiyo-san.
-
Te lo aspettavi? Buon per te. Comincio ad odiare questo posto.-
borbottò il prof. K guardandosi attorno.
-
Da sola. Proprio come Doremì. Intesi? -le chiese Akatsuki
serio.
-
Intesi.- rispose la blu decisa puntando i suoi occhi sul ragazzo che
aveva di fronte.
Il
pomeriggio stesso l'ex streghetta armatasi di tutto il suo coraggio
prese la chiave d'oro che aveva custodito tanto gelosamente e
cominciò a salire la scala della seconda torre. I suoi amici
la guardavano mentre si avvicinava alla porta. L'avrebbero aspettata
alla base della scale, di più a loro non era concesso.
Quando
fu ad un soffio dalla porta si ritrovò a fissare quello
strano aggeggio incastonato nel legno. Era a forma di fiore, sulla
superficie vi erano inserite cinque pietre colorate, il loro
allineamento formava una stella. Rosa, arancione, blu, viola e giallo.
I colori erano gli stessi che aveva il nuovo jingle set di
Doremì. Quello doveva essere il suo, non aveva dubbi.
Infilò
la chiave d'oro nella serratura e girò, questa scatto e la
porta si aprì lentamente. Il jingle set cadde sul pavimento.
Lo guardò per circa cinque secondi, aveva addirittura paura
di raccoglierlo. Se non avesse varcato quella porta, nessuno
sarebbe stato in grado di dirle che diavolo sarebbe successo
là dentro. L'avrebbe scoperto in prima persona.
Prese un respiro profondo e stringendo il jingle set fra le mani
entrò. La porta si richiuse con uno schianto.
Strinse convulsamente la mano intorno a quella piccola farfalla. Quella
stessa farfalla che lui le aveva regalato a Natale, la stessa che le
aveva sottratto al negozio. Era preoccupato. Nervoso. Preoccupato e
nervoso. Entrambi. Non avrebbe dovuto preoccuparsi così
tanto per lei, avrebbe dovuto fare l'esatto contrario. Si
voltò e notò gli occhi di Max fissi sulla sua
mano stretta intorno al piccolo oggetto.
- Sarai anche preoccupato ma io non mollerò.- gli
sussurrò affiancandolo.
- Di che cosa stai parlando?-
- Sai benissimo di cosa sto parlando. Non rinuncerò ad Aiko
tanto facilmente...-
- Allora che il gioco abbia inizio.-
Gli occhi freddi di Kai penetrarono le schiene dei due ragazzi.
- Dite che ce la farà?- chiese Momoko mordendosi il labbro.
- Sicuramente! Se ce l'ho fatta io ci riuscirà sicuramente
anche lei.- le rispose Doremì con un sorriso, nel tentativo
di rincuorare l'amica.
***
Si morse l'interno della guancia interna quando sentì la
porta sbattere alle sue spalle. Ovunque fosse, non riusciva a vedere
nulla. Era buio pesto e sentiva l'ansia salirle. Non aveva idea di cosa
l'aspettasse e preferiva non pensarci. L'avrebbe scoperto a tempo
debito, tempo che era ormai vicino.
Qualcosa si mosse intorno a lei, sentì la testa girarle
vorticosamente.
- C-che sta succedendo? - chiese pur sapendo che non avrebbe ricevuto
risposta.
Improvvisamente una forte luce la investì. Si
guardò intorno disorientata e si accorse di trovarsi in una
sala bianca popolata da ragazzi e ragazze vestiti con i colori
più stravaganti. Chi in piedi con un drink in mano, chi
seduto comodamente in poltrone di velluto a parlare e a scambiarsi
occhiate complici. Sembravano provenire da ogni parte del mondo. Tutti
diversi ma in realtà tutti uguali. Sembravano tutti
così belli con i loro occhi di colori diversi ma che in
realtà esprimevano tutti la stessa cosa, che lei non
riusciva ad afferrare. Nessuno sembrava averla notata, tutti presi
dalle loro conversazioni. Stava quasi per chiedersi cosa diavolo ci
facesse lì in mezzo quando improvvisamente una bellissima
ragazza con una maschera le passò di fianco e sfiorandole
una mano le sussurrò: - Seguimi.- .
Aiko l'avrebbe anche fatto se quella non fosse scomparsa nel nulla
proprio due secondi dopo. Shoccata, la cercò in tutta la
sala con lo sguardo. Si voltò di scatto e la
trovò poggiata alla ringhiera di un balcone. Sorrise e le
fece segno di avvicinarsi. Lentamente si diresse verso la ragazza dagli
occhi ridenti.
- Cosa vuoi da me?- le chiese quando le fu davanti.
- Voglio solo aiutarti...non ti fidi di me?-
- Difficilmente mi fido delle persone...figurarsi di chi non conosco
per nulla.-
- Voglio soltanto aiutarti a fare chiarezza...ne hai bisogno.- disse
con un sorriso dolce. La prese per mano e la condusse all'interno della
sala.
- Dove mi stai portando?-
- Devi solo rilassarti, rilassati e tutto andrà bene.-
sussurrò la ragazza dai lisci capelli castani offrendole un
bicchiere dall'aria invitante. Nonostante tutto Aiko sapeva che non
doveva accettarlo, sentiva dentro di sè che non doveva
berlo. Prese il bicchiere fra le mani, lo guardò e dopo aver
serrato le labbra come se fosse una muta promessa a non lasciar passare
neanche una goccia di quel liquido, poggiò il drink sul
tavolino che aveva di fronte.
- Non sei abbastanza rilassata? Allora credo tu abbia bisogno di una
mano...- disse la ragazza, alzandosi e sfiorandole la fronte.
Una forte debolezza s'impadronì della blu e
l'ultima cosa che vide, prima di scivolare in un sonno profondo, furono
un paio di occhi brillanti fissarla.
Questa volta si trovava in uno strano corridoio vellutato di viola.
Cominciava ad essere stanca di tutti quei cambi di ambiente, sentiva
chiaramente il nervosismo salirle. Ora chiunque fosse stato l'idiota
che si divertiva a rimbambirla l'avrebbe pagata anche a costo di
picchiarlo a mani nude.
Intorno a lei c'erano quattro porte nere, facevano un pò
paura ma qualcuna doveva aprirla. Decisa si diresse verso la porta alla
sua destra e l'aprì senza pensarci due volte e
rischiò di rompersi il naso quando un pallone quasi la prese
in faccia. La palla rotolò a terra e una ragazzina dai
capelli blu e grandi occhi del medesimo colore corse a prenderla.
- Q-quella sono io!- esclamò stupefatta.
- Ai-chan! Dove è finita la palla?-
gridò un ragazzino dalla zazzera bionda
raggiungendola.
- Non ti preoccupare Max, l'ho presa! Hai tirato troppo forte.- rispose
la blu stringendo la palla colorata fra le mani.
- Ti va di fare un giro sull'altalena? - le chiese Max indicando
l'unica altalena appesa a un robusto ramo di un albero poco lontano da
loro.
- Mmmmhhh...si! Però scommetto che va anche a te!- rispose quella con gli occhi
vispi - Quindi facciamo così!Chi arriva prima
all'albero andrà sull'altalena!- aggiunse con determinazione.
L'Aiko adulta era decisamente sconvolta....quello non era altro che un
ricordo. Perchè stava rivedendo quei ricordi?!
- Va bene! Accetto!- esclamò Max porgendole la mano che lei
strinse.
- Allora...pronti...via!- gridò Aiko ed entrambi presero a
correre, Max la guardò con la coda dell'occhio, Aiko neanche
se ne accorse presa com'era dall'azione. Il ragazzo notando un sasso
lì vicino vi inciampò sopra di proposito, cadendo
in ginocchio e lasciando che l'amica arrivasse all'albero.
Aiko si voltò verso di lui con un sorriso
vittorioso ma accorgendosi che era caduto assunse un'espressione
stupita.
- Non mi ero accorta che eri caduto...stai bene? -chiese avvicinandosi
a lui.
- Si, sto bene. Non ti preoccupare.- rispose Max sorridendole.
- Vuoi che rifacciamo la corsa? In fondo sei caduto,non è
giusto.- notò la ragazzina mettendo le mani sui fianchi.
- No, va bene. Eravamo alla fine ed io ero indietro...avresti comunque
vinto tu!- replicò il biondino cercando di essere
convincente.
Se avesse scoperto che in realtà era caduto di proposito per
farla vincere, Aiko non l'avrebbe presa granchè bene.
- Mmmmhhh...va bene.- asserì poi lei, andandosi a sedere
sull'altalena.
Max trattenne a stento una risata e poi si posizionò dietro
l'altalena e prese a spingere l'amica.
- Sali anche tu!- disse dopo un attimo Aiko stringendosi sul sedile per
fare posto anche a Max.
- Vuoi condividere il podio della vittoria con me?- chiese lui
scherzosamente.
- Solo per oggi!- rispose facendogli la linguaccia.
Max s'infilò in diagonale e prese posto a gambe divaricate.
- Ai-chan ti piacciono le farfalle?- chiese poi intrappolandone una
nella mano.
- Si, quelle bianche sono le tue preferite vero?!- disse una voce
fredda alle sue spalle.
Aiko si voltò e sbarrò gli occhi stupita. - Kai!-
esclamò meravigliata.
* Angolo di Natsumi*
Ok. Faccio schifo, lo so. Potete prendermi anche a sprangate se volete,
sono in un ritardo mostruoso. T_T
Chiedo mille e mille volte scusa ma vi giuro non ho proprio avuto un
attimo di respiro...oggi ho fatto la prova d'esame e non pensavo di
arrivarci a quest'ora di notte! XD
Spero che mi perdoniate nonostante il ritardo raccapricciante!
Allora come ve la passate? ^^
Siamo arrivati al diciannovesimo capitolo e c'è un colpo di
scena...Kai è arrivato in quel posto sperso dal Signore!
Come avrà fatto? E soprattutto perchè
è lì? Lo scopriremo solo nella prossima
puntata!XD Ci tengo a precisare che attraverso l'apertura di
queste porte, scriverò dei frammenti di passato dei ragazzi.
:)
Bene passiamo ai ringraziamenti. Un grazie speciale va a Kry_333
e Aiko_Laury per aver recensito e altrettanti
ringraziamenti vanno a chi ha inserito la storia fra le preferite o a
chi l'ha semplicemente letta. Grazie a tutti voi. <3
A presto! :)
Kiss! :*
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Capitolo 20 *** 20. Il tunnel viola ***
Inesorabile
quella goccia continuava a cadere a terra con un ritmo di straordinaria
regolarità. La schiena di Aiko venne percorsa da un brivido.
Brvido che non seppe spiegarsi. Puntò i suoi occhi blu in
quelli di Kai, scuri penetranti e forti. Lentamente alle sue spalle le
risate sue e di Max scomparivano, allontanandosi sempre più.
Un leggero vento le sconvolse i capelli. Il suo amico era immobile di
fronte a lei, non smetteva mai di guardarla, non le staccava gli occhi
di dosso.
-
Aiko!- la chiamò un'altra voce.
La
blu si voltò lentamente, Max, il suo Max la guardava
dall'altra parte.
Solo
in quel momento si rese conto del perchè si trovasse
lì, che cosa doveva fare.
Improvvisamente
si sentì spogliata di ogni veste, di ogni sicurezza e
corazza. Era caduto tutto.
Improvvisamente
si sentì così fragile ed esile come mai lo era
stata in vita sua.
Smettila...sei
una ragazza forte. Non hai paura di queste sciocchezze.
La
sua testa continuava a ripeterselo.
Aiko,
basta. Ho detto basta.
Una
goccia di pioggia le solcò il volto.
Bene,
ora inizia anche a piovere...fantastico.
Un'altra
goccia le solcò l'altra guancia. Si morse il labbro
inferiore con rabbia.
Inizia
a piovere proprio forte.
Sempre
più gocce copiose s'infransero sul suo volto.
Maledetta
pioggia.
Si abbandonò su se stessa e cominciò a
piangere senza nessun freno
.20.
Il tunnel viola
Non sapeva da quanto tempo esattamente stesse piangendo.
Le sembrava un'eternità. Ad ogni singhiozzo si sentiva
più libera ma anche più arrabbiata.
Erano suoi, entrambi.
- Finito? - le chiese una voce di ragazza.
Smise di singhiozzare e alzò gli occhi su chi aveva parlato.
Era la ragazza che aveva incontrato alla festa. Era lei che l'aveva
condotta lì.
- Che cosa vuoi da me, eh? - sbottò saltando in piedi -
Perchè mi fai questo?! Perchè vuoi obbligarmi a
farlo? -
la bella fanciulla fu scossa da una serie di risolini.
- Calma, calma. Stai calma. Io non ti obbligo a fare nulla.- rispose
con voce mielosa.
- Di che cosa stai parlando? - sussurrò Aiko stringendo i
pugni.
- Vedi cara, è una cosa inevitabile. Sarebbe accaduto prima
o poi. Non puoi farci proprio niente. Non puoi pensare di andare avanti
così.- replicò la sua interlocutrice lisciandosi
una piega del vestito - ora bando alle ciance, seguimi piuttosto.- e
l'afferrò per la mano.
- Dove mi stai portando? - chiese l'ex streghetta troppo scossa anche
solo per opporsi alla forza della ragazza.
- Lo vedrai.- cinguettò questa con una punta di
malignità.
La condusse in un tunnel stretto e dalle pareti foderate di velluto
viola. Arrivate in fondo la sua accompagnatrice scostò la
tenda e immediatamene furono catapultate in un altro luogo.
- Dove siamo? -
- Zitta e guarda.-
Tokyo. Quella era la bella e seducente Tokyo. Cosa diavolo ci facevano
loro a Tokyo?!
- Mi raccomando ragazzi, non aprite a nessuno. Per la cena vi ho
lasciato qualcosa in cucina oppure se volete potete chiamare il
ristorante cinese.- la voce familiare di una donna l'attirò.
Si guardò intorno e scorse un gruppo di persone vicino a un
portone. Riconobbe la donna che aveva parlato, era la cugina di
Doremì. Intorno a lei stavano il fidanzato e tutti i suoi
amici. Sulla soglia del portone c'erano lei e Kai.
Ora ricordava. Erano andati un week-end dai cugini di Doremì
a Tokyo, per visitare un pò la città. I cugini
avevano un'appartamento nel centro della capitale. Quindi durante la
vacanza avevano soggiornato tutti lì. I due cugini avevano
progettato una visita ai monumenti più importanti ma Aiko e
Kai non volevano andarci perchè li avevano visti
così tante volte che erano stufi e quindi avevano espresso
il desiderio di rimanere in casa.
- Non capisco perchè non volete venirci... bah.-
borbottò Takao.
- Te l'abbiamo ripetuto cento volte!- rispose la blu - Non ci va di
rivederli per la trecentesima volta.-
- Contenti voi...ci vediamo dopo. Ciao.- e sventolando la mano si
allontanò con gli altri.
Aiko e Kai ritornarono a casa.
- Allora...cosa vuoi mangiare? - chiese la ragazza sedendo sul divano.
- Quello che vuoi.- fu la risposta lapidaria del ragazzo.
Mh. Da quando lo conosceva Kai non era mai stato loquace. In quel
momento rimpianse fortemente la presenza di Max...il suo inseparabile
compagno.
Aiko e Kai non avevano mai parlato molto, potevano definirsi amici ma
fino a quel momento non c'era niente di forte che li univa. Il blader
era strano.
- Pizza oppure cinese? - chiese
ancora sventolando il volantino del ristorante cinese.
Kai non la degnò nemmeno di uno sguardo e si
limitò a risponderle: - Decidi tu.- e si chiuse in un
mutismo detestabile.
Aiko si lasciò prendere dallo sconforto e si
abbandonò sulla sedia di fronte a lui.
- Ok, vada per il cinese.- mormorò affranta.
Dopo aver fatto la prenotazione chiuse la telefonata e disse: - Oggi
niente domicilio quindi dovremo andare a prendere il cibo noi.-
-Ok.- un monosillabo e la conversazione crepò miseramente.
Un'insopportabile senso di disagio la invase e cominciò a
torturarsi le mani in grembo. Spiò con la coda dell'occhio
il blader che se ne stava seduto immobile a fissare il muro.
Cominciò a cambiare più volte posizione
schiacciandosi le gambe sotto il peso del corpo. Il suo nervosismo era
così palpabile che Kai si voltò nella sua
direzione senza dire una parola, si limitò a fissarla. La
blu rimase agghiacciata con lo sguardo fermo.
Perchè
mi sta fissando in quel modo, sono forse un alieno?!
Il ragazzo si rigirò senza dire una parola.
Quel comportamento la inquietava e non poco. Quando tutti gli altri
sarebbero tornati, avrebbe chiesto a Max delle istruzioni per trattare
con l'amico, si era sempre chiesta come facessero a farlo parlare...se
parlava. L'unico problema era che sarebbero tornati a notte fonda
quindi lei di conseguenza avrebbe dovuto passare tutto quel tempo con
Kai. Doveva trovare velocemente qualcosa da fare.
-Vieni con me a ritirare le porzioni?- chiese lei ad un tratto.
-Si. - risose semplicemente e la conversazione morì
nuovamente, semmai era risorta.
Lanciò occhiate nervose all'orologio, era ora di andare
anche perchè ci avrebbero messo qualche minuto per trovare
il ristorante secondo le istruzioni che la ragazza le aveva dato a
telefono.
-Ehi Kai! Vieni, è ora. Andiamo! - esclamò Aiko
alzandosi e sparendo nella stanza per prendere il suo portafogli.Quando
tornò in soggiorno Kai era già in piedi davanti
la porta.
-Prendi le chiavi. - le ricordò il ragazzo già
sul pianerottolo.
- Si, certo. Devo prendere anche i fazzoletti in cucina quindi
non me le dimentico, tranquillo!- replicò la blu sfoderando
uno dei suoi grandi sorrisi.
Subito Aiko uscì e insieme si recarono alla ricerca del
ristorante che trovarono senza difficoltà nel giro di cinque
minuti. Kai senza dire una parola le si mise davanti e pagò,
poi senza fiatare uscì dal locale senza lasciarle il tempo
di parlare. Senza accorgersene la streghetta si ritrovò a
sorridere come un'ebete. Era un tipo strano Kai.
Si diressero verso casa e Aiko iniziò a canticchiare un
motivetto, lasciando ondeggiare la busta con le pietanze mentre come al
solito il freddo blader non la degnava neanche di un'occhiata di
sfuggita. Quando giunsero dinanzi al portone lo trovarono aperto e
quindi cominciarono a salire le scale.
-Per fortuna che stanno al primo piano...altrimenti credo sarei morta
di fame se avessi dovuto fare un'altra rampa di scale!-
esclamò la ragazza pimpante accendendo la luce nel
pianerottolo.
-Le chiavi.- mormorò Kai a braccia conserte poggiato alla
porta.
- Ah, si! Scusa! Che stupida!- ridacchiò Aiko e
infilò una mano nella giacca. Tastò in lungo e in
largo ma l'unica cosa che sentì sotto le dita fu la stoffa.
- Non è possibile! Devono essere qui!- mormorò
tastandosi anche le tasche dei jeans e della felpa. Alzò il
suo sguardo perplesso sul suo compagno e sussurrò: -
Kai...ehm, credo ci sia un piccolo problema...-
- Non me lo dire. Hai lasciato le chiavi sul tavolo.- disse quello
senza scomporsi.
- Ehm...ecco, insomma...ehm...ok, si.- si arrese infine lasciando
ciondolare il capo sul petto.
Il ragazzo chiuse gli occhi e poi si voltò e uscì
fuori dal portone, lasciando la povera streghetta allibita.
- Ti muovi?-le chiese il ragazzo voltandosi poi nella sua direzione e
scoccandole un'occhiata fra l'annoiato e il disperato. Nonostante tutto
ad Aiko veniva da ridere perchè era in una situazione
strana. Scese le scale cercando di non scoppiargli a ridere in faccia
per una questione di rispetto e anche perchè probabilmente
di quel passo l'avrebbe uccisa.Sedettero entrambi su una panchina a
circa dieci centimetri l'uno dall'altro. Kai poggiava le braccia sulle
sue gambe e sembrava molto interessato a squadrare il pavimento mentre
Aiko si strofinava le mani rivolgendo gli occhi verso l'alto, forse in
cerca di un segno divino.La cosa più buffa era che da quando
erano in vacanza,lui si era premurato di rivolgerle la parola solo per
apostrofarla con quel tono che non seppe tradurre. Questo, invece, era
un altro di quei momenti in cui non aveva mai avuto il piacere di
trovarsi. Non sapeva esattamente come comportarsi. Si sentiva
esattamente a metà fra una crisi di panico e dal
sganasciarsi a terra dalle risate. Le motivazioni principali erano tre:
1) Erano a Tokyo. E lei aveva dimenticato su un tavolo le chiavi del
loro unico tetto temporaneo.
2) Era da sola con una persona che probabilmente non aveva mai inserito
la parola “dialogo” nel suo vocabolario personale.
3) Avrebbero quasi certamente passato tutta la notte fuori, fino almeno
all'una di notte, aspettando il ritorno degli altri...a meno che...
Kai era strano, parecchio...ma lei era folle.
Cominciò a ridere come una stupida e fu allora che il blader
si voltò con l'espressione più sconvolta che
riuscisse a mettere su. Lui era quasi su una crisi di nervi e lei
rideva? Cosa diavolo aveva da ridere come una rimbabmbita ora?!
Non seppe se fosse il caso di iniziarsi a preoccupare o no. Fatto sta
che Aiko aprì la busta e gli mise sulle gambe la sua
porzione.
- Mangiamo, no? Almeno quello.- disse semplicemente iniziando a cibarsi
sotto lo sguardo indecifrabile dell'amico.
Una pazza e uno strano. Tokyo ne avrebbe viste delle belle quella notte.
Stavano mangiando su una panchina senza dirsi una parola finquando non
ebbero finito la loro porzione entrambi. Aiko si era alzata per gettare
nel cestino le carte e quant'altro e quando ritornò verso
l'amico gli si fermò affianco e lo afferrò per il
polso.
- Non vorrai stare tutta la notte ad aspettare che cali la luna spero!
- esclamò la ragazza inginocchiandosi accanto a lui.
- Cosa vuoi che facciamo, genio?!- replicò Kai secco.
- Aspettami qui!- saltò in piedi e corse via.
Tornò poco dopo munita di carta e pennarello nero, la
guardò interrogativo.
- Al ristorante cinese hai pagato tu, i miei soldi dovevano servire
anche a qualcosa.- gli disse con un sorriso furbo, senza pensarci due
volte poggiò il foglio sulla gamba di Kai e
iniziò a scrivere qualcosa in fretta e furia.
- Questo lo attacchiamo alla porta, così sapranno dove
siamo. Tanto loro hanno un altro mazzo di chiavi.- sorrise Aiko e corse
ad attaccare il foglio alla porta e poi scese altrettanto velocemente.
Lo afferrò per il braccio e lo condusse nella zona viva
della città.
- Ora si può sapere dove diamine stiamo andando? - chiese
facendosi largo fra la gente.
- Andiamo a fare un giro. Non potevamo di certo starcene tutto il tempo
sulla panchina...vieni! Andiamo, ho visto una cosa che m'interessa.-
affermò e se lo trascinò via.
Kai sospirò e strinse il braccio di Aiko per condurla su un
marciapiede.
Guardò i suoi occhi brillare...la notte era lunga e Tokyo
era davvero troppo grande.
*
Angolo di Natsumi*
Salve!
:D Indovinate chi è riuscita ad aggiornare prima di quanto
si era ripromessa??? :D Solo per voi il ventesimo capitolo! <3
Spero che vi piaccia, ho preferito dividere la storia in due parti,
così nella seconda ci inserisco anche la distruzione dellas
seconda pietra!
Quest'episodio tratta proprio degli albori, quando erano dei
giovincelli spensierati e si erano conosciuti da poco...così
si capirà poco a poco il perchè Aiko abbia
così tanta confidenza con il nostro Kai. Una situazione
abbastanza bizzarra. XD
Bando alle ciance, se vi piacciono le caramelle gommose,i cuscini con
tante tante ma tante piume, le tende da capeggio fatte con le lenzuola,
le bolle di sapone e le candele profumate non perdetevi il prossimo
capitolo! :)
La cosa più importante, cioè un grandissimo
grazie a chi ha recensito, letto o inserito fra i preferiti la storia!
<3 <3
Tratto dal 21 capitolo:
- Dovrai darmi una
risposta prima o poi!- lo minacciò Aiko brandendo quella che
doveva essere una spada (ma che in realtà era solo una
gruccia) contro di lui.
- Mi avrai fatto un
incantesimo per essermi ridotto a questo.- replicò l'altro
abbassandole l'arma.
La blu rise e quasi non
cadde dal letto. - Nessun incantesimo...sei tu che ti sei rimbambito!-
ribattè rotolando su un lato.
- Andiamo bene.-
commentò Kai amaro – Dormiamo, và.-
- Neanche per idea, devi
ancora darmi una risposta.- esclamò l'amica indignata.
- Aiko spegni quella
candela puzzolente e dormi.-
P.s:
Scusate per la lunga assenza comunque! :)
A presto! :)
Kiss! :*
|
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Capitolo 21 *** 21. Dovere ***
21.
Dovere
-
Ora possiamo tornare a casa?-
-
Casa? Quale casa? Voglio ricordarti che siamo rimasti fuori!-
-
Era in senso metaforico. E comunque chissà di chi
è la colpa?!-
-
Eddai! Ci stiamo divertendo almeno!-
-
Siamo in piedi da due ore.-
-
Non fare il pensionato! Dai, andiamo lì!- .
Kai
si sentì trascinare con forza via. Da quando erano rimasti
chiusi fuori di casa, non avevano fatto altro che girare tra un chiosco
e l'altro. Per meglio dire, Aiko lo trascinava senza interpellarlo qui
e là. Quello che il povero malcapitato si chiedeva era:
perchè giusto quella sera doveva essere festa?!
Guardò
seccato il chioschetto dei pesci rossi in cui la sua compagna
d'avventure cercava di pescarne uno.
Non
potè altro che restarne meravigliato quando con sua enorme
sorpresa ci riuscì.
-
Guarda com'è carino! Dovremo dargli un nome!- disse Aiko
sventolandogli il sacchetto di plastica con il pesce all'interno, sotto
il naso.
-
E ora cosa ne facciamo? - chiese Kai, al contrario per niente
entusiasta.
-
Me lo tengo, è ovvio!- replicò l'altra indignata.
-
Sei incredibile.- mormorò il ragazzo fra i denti.
-
Prossima tappa: caramelle gommose!- esclamò Aiko afferrando
Kai per la mano.
Ne
comprò in quantità industriali, tanto che il
blader pensò che se quella notte non avesse fatto
indigestione, sarebbe potuta rientrare nei nuovi supereroi.
-
Vieni, sediamoci.- disse la blu dirigendosi fuori dalla folla con il
suo sacchetto di caramelle. A Kai non sembrò vero sentirla
dire quella parola, la seguì senza lamentele ed entrambi si
sedettero sul bordo di una fontana.
-
Dici che dovremo tornare indietro e aspettarli? - chiese Aiko fissando
il suo ultimo acquisto.
-
No, pensavo che un materasso gonfiabile in questa fontana potrebbe
starci.- ribattè ironico. La blu non potè
trattenersi dal ridere ed esclamò: - Però, non
immaginavo che fossi così spiritoso!-
-
Andiamo.- ribattè l'altro.
-
Kai? - la voce della streghetta lo bloccò. La ragazza si
alzò e si mise davanti a lui, stringendo la busta del
pesciolino rosso fra le mani.
-
Mh?-
-
Ecco...c'è una cosa...una cosa che voglio dirti.-
mormorò alzando i suoi occhioni blu su di lui.
Kai
attese e per un attimo credette che fosse un'altra stupidaggine ma
quando si accorse della sua espressione seria, ricambiò il
suo sguardo determinato con i suoi occhi scuri. Attese, sembrava in
difficoltà.
-
Kai...- lo chiamò ancora e poi più nulla.
Perchè l'unica cosa che udì e che vide fu l'acqua
che gli danzava attorno. Riemerse subito dopo e si voltò
subito verso Aiko che tossendo a sua volta riemergeva dalla fontana.
-
Ma che diavolo...?-
-
Scusate ragazzi. Il mio amico mi ha spinto,non vi avevo proprio visto!
Non avevo intenzione di cadervi addosso...mi dispiace!- disse un
ragazzo avvicinandosi con un sorriso ebete.
Era
praticamente bagnato dalla testa al sedere perchè due
imbecilli avevano deciso di giocare a spintonarsi giusto davanti a loro
due?!
-
Non ve la siete presa vero?- chiese sempre lo stesso ragazzo.
Una
sola occhiataccia bastò per mettere il ragazzo in fuga, il
quale biascicando qualche altra scusa si era perso nella folla insieme
al suo amico deficiente.
Certo,
perchè avrebbe dovuto prendersela?! Era finito solo in una
fontana dall' acqua ghiacciata.
-
Kai!- gridò improvvisamente Aiko facendolo sobbalzare.
Raggiunse la ragazza che in preda al panico scuoteva l'acqua con le
mani.
-
Oddio Kai! Kai dove sei?! Ti prego, vieni qui! Perfavore vieni qui!-
sussurrò la ragazza girando intorno alla fontana.
-
Ehi, io sono qui.- disse lapidario il blader.
-
Kai, Kai, Kai!- continuava a chiamare insistentemente.
-
Vuoi piantarla! Ho detto che sono qui!- sbottò il ragazzo
seccato.
-
Ma no! Non tu!- ribattè Aiko gesticolando freneticamente. -
Oh, eccoti qui!- sussurrò dolce prendendo fra le mani il
piccolo pesciolino rosso e rimettendolo nella busta di plastica con
dell'acqua - Poverino! Nella caduta si era perso!- .
Kai
era allibito. - Scusa, hai chiamato il pesce con il mio nome? - chiese
esterrefatto.
-
Ah, si! Ci ho pensato nel tragitto! L'ho chiamato così in
onore di questa nottata!- rispose semplicemente l'amica con un sorriso.
-
Non so se essere più stupefatto per il fatto che il pesce
abbia il mio nome o perchè tu sei più preoccupata
per lui che per te stessa, visto che sei quasi tutta bagnata.- disse
scuotendo il capo.
-
Guarda che sono preoccupata anche per te, ti prenderai un raffreddore.-
replicò candidamente.
-
Dai, sbrigati! Andiamo! - mormorò Kai afferrandola per il
braccio.
-
Dove stiamo andando? - chiese incuriosita.
-
In albergo.- rispose l'amico.
-
In albergo? E perchè?-
-
Perchè siamo tutti bagnati e ad aspettare gli altri non
conviene, ci ammaleremo sicuramente. Pago io.-
-
E secondo te ci fanno entrare in hotel conciati in questo modo? -
-
Diremo che siamo appena tornati da Osaka dove piove a dirotto. Gli
ombrelli ci si sono rotti e siamo venuti in metropolitana. Poi se ci
infiliamo le giacche non noteranno tutta quest'acqua. Inoltre abbiamo
la fortuna di non essere bagnati tutti. - spiegò velocemente
fermandosi e mettendo la giacca - E nascondi quel maledetto pesce!-
aggiunse poi.
Dopo
avergli fatto la linguaccia anche Aiko si mise la giacca e
seguì Kai nell'albergo.
Dieci
minuti dopo erano in una doppia. Kai era stato abbastanza bravo nel
mentire e lavorarsi il tizio. A turni si erano dati una sciacquata e
ora sedevano entrambi sul letto, muniti di accappatoio, in silenzio.
-
Certo che è strano...voglio dire, non mi sarei mai
immaginata di trovarmi in una stanza d'albergo con te.- disse al
ragazzo che si era alzato e si era diretto verso il bagno.
-
Aiko, perchè c'è Kai nel lavandino? - chiese il
blader dai capelli d'argento.
-
Perchè almeno per il momento sta in uno spazio
più grande. Sta più ri...- s'interruppe e
puntò i suoi occhi pieni di una strana luce su di lui -
L'hai chiamato Kai! - .
-
Come avresti voluto che lo chiamassi?! Anche se non sono lo stesso
onorato dal fatto che un pesce abbia il mio nome. - ribattè
l'amico sedendosi su una sedia.
-
Caramella? - propose Aiko lanciandogli il sacchetto.
-
No, grazie. Piuttosto sposta tutti i tuoi acquisti dal letto.- rispose
l'altro.
-
Guarda cos'ho comprato! - e tirò fuori da un sacchetto una
serie di candele gialle. - Candele profumate alla vaniglia!-
-
La cosa dovrebbe interessarmi?!-
-
Accendiamone qualcuna!- esclamò la ragazza entusiasta,senza
badare a lui.
Kai
sospirò, ormai sconfitto dall'iperattività di
quella ragazza. La vide indaffarata ad accendere le candele. Mentre un
leggero odore di vaniglia cominciava ad impadronirsi della
stanza,notò quanto fossero lucidi e di un colore
così intenso i capelli di Aiko alla flebile luce della
candela.
Si
soffermò sulla soglia del bagno per guardarla con
attenzione. Era la prima volta che fissava così una persona.
Era la prima volta che la guardava così a lungo.
-
Senti, non ho ancora sonno! Che ne dici di fare qualcosa? Qualcosa di
interessante?- chiese la ragazza ad un tratto alzando gli occhi di
scatto.
-
Kai? -
-
Mh...?-
-
Perchè non mi rispondi? Stai...sorridendo...?-
mormorò la blu puntellandosi sulle ginocchia.
Il
ragazzo si riscosse e subito si affrettò a rispondere: - No,
non sto sorridendo...stavo pensando.-
-
E a cosa?- chiese allora incuriosita.
-
Non sono affari che ti riguardano.-
Aiko
rise e gli lanciò dietro un cuscino. - Sei proprio una
mummia!- lo apostrofò tirando fuori la lingua.
Kai
s'irrigidì, se pensava di infastidirlo in quel modo barbaro
allora non aveva capito un accidenti di niente. Non avrebbe ceduto alle
sue provocazioni infantili.
Non
le rispose e si limitò a voltarle le spalle e ad
incamminarsi nella direzione opposta alla sua. Sul suo volto si era
già dipinto un ghigno di vittoria, quando qualcosa di
morbido ma allo stesso tempo consistente,lo colpì
nuovamente alla schiena.
La
sua noncuranza non aveva scalfito l'animo seccante della streghetta.
Decise, tuttavia di mantenere la calma. Si
inginocchiò,afferrò il cuscino e lo depose con
naturalenzza sul letto, si sfilò le ciabatte e si stese
supino sul materasso.
-
Stai cercando di ignorarmi?-
Sveglia la ragazza.
-
Va bene. Fa un pò come vuoi.- replicò
indispettita Aiko.
Anche
soltanto per un attimo a Kai era piaciuto credere che si fosse davvero
arresa, cosa che in realtà non era accaduta. La blu aveva
strisciato silenziosamente al suo fianco, il soggetto aveva gli occhi
chiusi, e improvvisamente lo aveva morso. Si, quel tirannosauro con la
parrucca lo aveva morso sul braccio, procurandogli un grido di dolore
che la sua personalità rigida non era riuscita a trattenere.
-
Sei pazza?- sbottò seccato.
-
Avevo capito benissimo che mi stavi ignorando deliberatamente. Gradirei
essere ascoltata quando parlo.- e fece per andarsene indignata
finquando qualcosa di abbastanza grande non la colpì sulla
nuca. Si voltò di scatto ma trovò Kai nella
stessa identica posizione di prima solo che ora ai suoi piedi c'era un
cuscino e di certo lì non ci era arrivato da solo.
-
Kai, sei stato tu? - chiese avvicinandosi minacciosa con l'arma del
delitto fra le mani.
-
Ti sembra che io mi sia mosso in qualche modo?!-
-
Di certo il cuscino non ha i piedi.-
-
Non ho tempo da perdere con queste stupidaggini.- e si voltò
su di un lato cercando di non sorridere come un fesso, cosa che non era
assolutamente da lui.
Anche
se un pò idiota si sentiva, l'aveva fatto davvero. L'aveva
colpita con il cuscino, un gesto così infantile. Non da lui,
certamente.
Proprio
mentre stava prendendo in considerazione l'idea di farsi una capatina
dallo psicologo per ragioni del tipo " Ho perso me stesso, è
stato risucchiato via da un tirannosauro con la parrucca", la cuscinata
arrivò forte sul suo braccio. Restò per un attimo
immobile. Il numero dello psicologo lo avrebbe trovato più
tardi, ora era giunto il momento di tirare fuori gli artigli. Voleva la
guerra? E guerra avrebbe avuto quella lampada con le tende blu. Si
alzò velocemente e afferrato il primo cuscino che gli
capitò sotto mano, ingaggiò un duello
strabiliante con Aiko in piedi sul letto. Faceva tanto " Pirati dei
Caraibi" anche se probabilmente visti da un povero terzo dovevano
sembrare due dementi in piedi su un letto che cercavano di svuotare i
cuscini dalle piume.
Effettivamente
fra una botta e l'altra, la stanza si era riempita di piume svolazzanti
che danzavano loro intorno, insinuandosi nei capelli o peggio in bocca
o nel naso.
-
Basta, basta! Aspetta un attimo!- esclamò Aiko con le
lacrime agli occhi dalle risate - Come spiegheremo questo disastro al
proprietario dell'albergo?-
-
Semplice. Non lo spiegheremo.- rispose lapidario l'altro.
-
Vuoi dire che nasconderemo i cadaveri?-lo incalzò lei.
-
Si. Vuol dire che ce ne sbarazzeremo prima che tu abbia il tempo di
dire "dranzer"! - replicò il blader sedendosi sul letto.
Aiko
si chiese perchè diavolo avrebbe dovuto dire "dranzer" ma
poi lasciò perdere e si sedette a sua volta sul letto.
Kai
invece si diresse in bagno e quando tornò restò
per un attimo in silenzio, abbastanza stupito. Aiko sedeva davanti a
quella che era una pessima imitazione di una tenda di campeggio fatta
con le lenzuola.
-
E quello cos'è esattamente?- chiese Kai senza riuscire a
trattenersi questa volta.
-
Come cos'è?! Una tenda di campeggio mi sembra ovvio.-
rispose con sufficienza l'amica.
-
Un'abominevole tenda di campeggio, vorrai dire. E perchè
è sorta qui,di grazia?-
-
Perchè c'è una cosa che voglio mostrarti. Vieni
dentro.- e senza lasciargli il tempo di dire altro s'infilò
nella "costruzione."
Kai
non riusciva a credere che lo stava facendo davvero. Ora era in
ginocchio in procinto di entrare in una tenda raccapricciante e dalle
dubbie fondamenta. Neanche da bambino aveva mai fatto qualcosa del
genere. Cercò di non pensarci e scostando le lenzuola si
affacciò all'interno della dimora.
-
Dai, sbrigati! Entra.- disse Aiko facendogli segno con la mano.
-
Cos'è che dovevi farmi vedere esattamente?- chiese, cercando
di non badare al fatto che erano nascosti sotto delle lenzuola in una
camera d'albergo.
-
Questo!- esclamò e da un altro sacchetto tirò
fuori un braccialetto, con un iniziale sopra. Una "A".
-
Per te!- e glielo porse - Per ricordarci sempre di questa notte. Io ne
terrò uno con la "K". - spiego infilando il suo.
Kai,
davvero senza parole guardava il bracciale.- E perchè me
l'hai dato proprio qui dentro?-
-
Perchè brillano ma per vederli avevo bisogno di
più buio.- rispose semplicemente la blu. Effettivamente le
due lettere illuminavano il piccolo spazio.
-
Quello cos'è?- chiese ancora il blader spostando
l'attenzione su uno strano cilindro.
-
Bolle!- sussurrò entusiasta, prendendolo e iniziando a
soffiare nel piccolo cerchio.
-
Potresti smetterla di bombardarmi? Lo spazio è
già abbastanza ristretto e soffocante.- sbraitò
spazientito.
-
Questo invece è un tagliacarte a forma di pugnale.-disse
ancora la ragazza, sfilandolo dal sacchetto così bruscamente
che la lama di legno dell'oggetto la tagliò sul dorso della
mano.
Aiko
lasciò subito cadere il tagliacarte portandosi la mano
ferita alle labbra. Kai l'afferrò per il polso e la
portò fuori dalla tenda.
-
Ferma. Faccio io.- disse conducendola verso il bagno - Accidenti a te!
Vuoi stare più attenta?!- .
Le
mise la mano sotto l'acqua e prese a tamponarle delicatamente la ferita.
Aiko
lo osservava in silenzio, senza dire una parola. Non emise nemmeno un
verso di dolore quando Kai le fasciò la mano.
La
ragazza sorrise...era come se l'avesse fatto spontaneamente, come se
gli fosse uscito naturale. Curarla.
-
Fai più attenzione la prossima volta.- la
rimproverò con un cipiglio severo.
-
Scusa...non volevo farti spaventare.- sussurrò Aiko con un
sorriso - Grazie.- aggiunse prima di tornare nella stanza.
Kai
la seguì subito dopo e la trovò sdraiata sul
letto, intenta a fissare il soffitto. Anche lui le si sdraiò
affianco.
-
Aiko, cos'è che stavi per dirmi prima che ci bagnassimo
nella fontana?- chiese lui ad un tratto. Doveva essersi proprio
rimbambito per parlare così tanto.
-Eh?-
mormorò stupita - Ah, si...ecco. Niente di chè.
Volevo chiederti se tu avevi un nome migliore per Kai- pesce.-
mentì alla fine.
-
Bè...a quanto vedo poi hai fatto da sola.-
commentò il blader disinteressato.
-
Ora ho io una cosa da chiederti invece.- disse Aiko, alzandosi sui
gomiti.
Il
ragazzo si voltò nella sua direzione. - Perchè mi
hai fasciato la mano? Voglio dire, perchè ti sei offerto di
medicarla proprio tu?-
Kai
rimase spiazzato, non si aspettava certo una domanda del genere.
Perchè si era offerto di curarla?
Bella
domanda. In realtà non lo sapeva neanche lui il
perchè. Gli era uscito
naturale...perchè...perchè voleva farlo.
-
Perchè incapace come sei, saresti morta dissanguata.-
rispose acido lui.
-
Ah-ah! Che ridere!- esclamò la streghetta ironica -
Bugiardo! Non è vero! Perchè?-
-
Aiko. Dormi.- ribattè cinico il blader.
-
Scordatelo. Ora lo voglio sapere.- insistè lei afferrando la
gruccia appesa all'armadio su cui una volta c'erano i suoi vestiti
bagnati, che ora erano rovinati a terra.
- Domani mattina ci alziamo alle sette.- disse senza motivo Kai.
- Dovrai darmi una risposta prima o poi!- lo minacciò Aiko,
brandendo quella che doveva essere una spada ( ma che in
realtà era solo una gruccia), contro di lui.
- Mi avrai fatto un incantesimo per essermi ridotto a questo.-
replicò l'altro abbassandole l'arma.
La blu rise e quasi non cadde dal letto. - Nessun incantesimo...sei tu
che sei rimbambito!- ribattè rotolando su un lato.
- Andiamo bene.- commentò Kai amaro - Dormiamo,
và.-
- Neanche per idea. Devi darmi ancora una risposta.- esclamò
l'amica indignata.
- Aiko spegni quella candela puzzolente e dormi.- sibilò
spegnendo l'abatjour.
L'amica sbuffò e si sdraiò completamente sul
letto. - Tanto prima o poi me lo dirai.- sussurrò contro la
sua schiena.
- Come va la mano?- le chiese allora Kai.
- Più o meno...mi fa ancora un pò male.- rispose
Aiko guardandosi la mano nell'oscurità della stanza.
Improvvisamente un'altra mano calda afferrò la sua.
Intrecciando le sue dita con le proprie. Le due lettere, "A" e "K"
splendevano contro il buio che regnava incontrastato.
Sorpresa si voltò alla sua sinistra e mormorò: -
Hai cambiato idea, vuoi dirmelo ora?-
- Dovere.- disse semplicemente. Ad Aiko sembrò quasi che
avesse un'intonazione più dolce, più morbida.
Forse lo aveva immaginato...ma una cosa la sapeva.
Il gesto di Kai non era stato dettato solo dal dovere. Era qualcosa di
più forte. Lo leggeva nelle loro due mani intrecciate, nella
sua presa salda, nei due bracciali che cozzavano l'uno contro l'altro.
Sorrise e si addormentò.
***
Fu immediatamente catapultata all'indietro. Quando toccò di
nuovo terra, tornò a respirare regolarmente. Ciò
a cui aveva assistito fino ad ora erano i suoi ricordi più
preziosi. Kai e Max. Max e Kai. I loro occhi ancora la fissavano
insistentemente, ancora le ruotavano attorno.
Avvertì la presenza della ragazza al suo fianco, si
voltò per guardarla negli occhi, un odioso sorriso le era
dipinto sul volto.
Stava cercando di farla cadere, in tutti i modi. Però no,
non ce l'avrebbe fatta. Perchè lei, Aiko Senoo, avrebbe
lottato. Chi era quella ragazza per dirle cosa doveva fare? Nessuno. Le
sue decisioni riguardavano solo ed unicamente lei.
Fin da bambina aveva sempre avuto una vita non molto facile. I suoi
genitori si erano divorziati quando era davvero piccola. Da quel
momento aveva vissuto con suo padre. Un uomo umile e gentile, un
tassista. Gli dava una mano come poteva, aiutandolo con la casa. Quando
si era trasferita a Misora, aveva fatto la conoscenza di persone
fantastiche. Gente che l'amava davvero. La sua vita era cambiata. I
suoi genitori erano tornati insieme e ora lei aveva finalmente
ritrovato le persone più importanti della sua vita. Kai e
Max facevano parte di queste. Ed ora che le cose volgevano per il verso
giusto, non avrebbe permesso a quella stronza di rovinare tutto.
Ciò che Kai aveva detto quella notte non era poi
propriamente falso.
Alcune cose si dovevano fare per il dovere. E quella era una di quelle
cose, il dovere nei confronti delle persone che amava. Era per loro che
doveva
combattere, non piangere. Doveva
assolutamente combattere.
Alzò lo sguardo e con determinazione lo
puntò sulla ragazza.
* Angolo di Natsumi213*
Eccomi ritornata! :) Come va? :)
Ora che finalemente questa maledetta scuola è finita ( si
spera), avrò molto più tempo di aggiornare! XD *
lancia coriandoli e saltella per la casa*
Mi siete mancati tutti tantissimo!^^ Mi è mancato anche
scrivere, tanto! :)
Allora, questo ventunesimo capitolo vede la fine del ricordo fra Aiko e
Kai. Dolce, non trovate? :3
Ho preferito scrivere della distruzione della pietra la prossima volta,
altrimenti qui fa notte! XD
Vi annuncio che ora rivedrò un pò la scaletta
perchè ho intenzione di accellerare i tempi,
sennò qui arriviamo a Natale 2013! XD
Bando alle ciance, passiamo alle cose più importanti! :3
Un ringraziamento e un bacio grande grande va ad Aiko_Laury
e Kry333
che hanno recensito lo scorso capitolo! <3
Un grazie e un altro bacio va anche a quelle fantastiche
persone che hanno letto e inserito la storia fra le
preferite: Aiko_Laury,
Kiki
Hiwatari,Kry333,
Lady
Dream e Silvia
the best! <3
Grazie mille! ^_^
Dunque che altro? Credo più nulla. Allora beibeee (?)...a
parte quest'inglese da sedia elettrica (XD), ci sentiremo presto! :)
Quindi a presto miei cari cuoricini, dolcetti e chi ne ha
più ne metta! :) (Si, in questo periodo mi sento dolce! :3)
Kiss! :* :* :*
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Capitolo 22 *** 22. Sono Aiko Senoo e sono una strega! ***
22.
Sono Aiko Senoo e sono una strega!
- Allora, cos' hai da guardare? - chiese divertita la
ragazza poggiando una mano sul fianco destro e rivolgendole uno sguardo
di sfida.
Aiko non rispose, si limitava a fissarla con i suoi occhi blu. Era
irritante notare come quella bellissima ragazza fosse così
maledettamente sicura di sè. Certa che l'avrebbe fatta
cadere, certa che non l'avrebbe lasciata uscire da quella stanza, se
non morta. Piena di sicurezza, piena di certezze. Ne aveva tante di
certezze.
E lei? E lei cos'aveva dalla sua parte?
Ci pensò ma nonostante la determinazione, non
riusciva a trovare niente che la potesse aiutare per sbarazzarsi di
lei. Perchè quell'affascinante ragazza era il suo
avversario, il suo ostacolo da abbattere per distruggere lo smeraldo e
raggiungere i suoi amici.
- L'indecisione frega.- sibilò ad un tratto la fanciulla,
lasciando ondeggiare i capelli lisci.
- Di che cosa stai parlando? -
- Della tua indecisione che sta condizionando anche la tua battaglia.-
rispose candidamente con voce melodiosa - Il tuo non sapere cosa fare
che sta distruggendo la tua persona e tutto ciò che ti
circonda. L'insicurezza rende deboli.- e sembrò assaporare
quelle ultime parole.
- Che cosa stai dicendo?Sono tutte stupidaggini. Stai cercando di
mettermi in difficoltà.- mormorò di rimando l'ex
streghetta.
- Oh no, cara. Sei tu che stai cercando di convincerti di
questo...perchè è la pura verità.-
-Stai zitta. - ringhiò Aiko digrignando i denti.
- Oh, ma la nostra eroina perde subito la pazienza.- la
schernì l'altra avanzando di qualche passo.
La blu era sicura che se si fosse avvicinata un altro pò le
sarebbe saltata al collo e le avrebbe strappato tutti i capelli.
Cominciava a mal sopportarla, stava cercando in tutti i modi di
provocarla e anche se sapeva di dover mantenere la calma, difficilmente
ci sarebbe riuscita.
- Ascoltami, so di che cosa parlo...ci sono passata anche io.-
sussurrò con voce dolce. Senza neanche accorgersene era ad
un palmo dal suo volto. Gli occhi vuoti e penetranti a due centimetri
dal suo naso.
- Non darti pena, cara...- sussurrò alzando una mano nel
tentativo di accarezzarle i capelli.
- Non mi toccare.- gridò la blu schiaffeggiandogliela.
- Dovresti darle ascolto, sai?- disse una voce flebile alle loro
spalle. Si voltò e vide una figura farsi sempre
più vicina. Lo riconobbe come uno dei tanti ragazzi che
erano presenti in quell'enorme sala. Era abbastanza singolare. Alto e
pallido. Magro, molto magro. Il suo polso era sottile, forse
più del suo. Capelli corti e lisci, di un colore chiaro e
innaturale. Occhi gentili e strettamente a mandorla. Era vestito tutto
di bianco e nella mano destra reggeva la maschera che indossava nel
salone. Ora era praticamente accanto a loro e nonostante la situazione
non potè non notare quanto fosse bello. Si
ritrovò a pensare che se fosse stato una donna, sarebbe
stata bellissima. Poi si diede dell'idiota e si concentrò
sul nuovo venuto.
- Te lo dico senza problemi, dovresti darle ascolto...oppure finirai
per perdere completamente te stessa.- continuò quello con la
sua voce sottile quasi quanto il suo polso.
- Perchè dovrei fidarmi di te?Non ti conosco neanche.-
rispose Aiko allontanandosi di poco.
- Vedi, non ci conosciamo davvero neanche noi stessi. Sai chi
è il peggior nemico dell'uomo?- le sue labbra presero la
piega di un sorriso dolce - Sé stesso. - sussurrò
poi, intascando una mano.
- Anche tu vuoi imbambolarmi con i tuoi discorsi filosofici?
Bè caro, non è giornata.- ribattè la
blu acida.
- Tu non sai chi sei.- le disse il ragazzo dai lineamenti delicati -
Proprio noi stessi siamo le creature più pericolose e
infide. Spesse volte il nemico è proprio dentro di noi. Un
cattivo consigliere...per questo devi fare affidamento sugli altri.
Solo così puoi essere aiutata.-
- Aiutata a fare cosa?- gridò la ragazza con tutto il fiato
che aveva in gola - Il tuo ragionamento fa acqua da tutte le parti.
Quello che dici non ha senso. Perchè dovrei fidarmi di te?
Oppure di lei?- ed indicò con un cenno del capo la fanciulla
- Mi fido solo di me stessa.-
- Questo è l'errore, vedi.- replicò quello senza
scomporsi - Ti sei autoconvinta che non hai bisogno degli altri e ti
sei abbandonata a te stessa, chiunque voglia porti la mano o il cuore, viene
respinto dalla tua continua indecisione dettata dalla tua forte
convinzione.-
- Oppure dal numero notevole di mani.- commentò con una
punta di malvagità la bella ragazza.
Max, Kai e anche Leon. Forse erano loro quelle mani che
conosceva così bene.
Non aveva mai pensato di essere indecisa a volte, anzi lei era stata
sempre una ragazza forte che se l'era sempre cavata da sola.
Forse era proprio questo il punto... era sempre stata brava a cavarsela
da sola, senza l'aiuto di nessuno. Forse quel tipo aveva ragione.
Però lei e Max erano sempre stati uniti da un forte senso di
amicizia fin da quando si erano conosciuti. Anche se forse era
altrettanto vero che molto spesso, quando stava male, aveva respinto la
presenza di alcune persone tra cui anche lui, che volevano solo starle
vicino. Una parte di lei non aveva mai voluto il supporto di nessuno
nelle questioni serie.
Porgerle il cuore...si sentì male. Davvero c'era qualcuno
che le stava porgendo il cuore? Si. Quella parola le faceva paura.
Cuori che forse conosceva meno delle loro mani. In un attimo si
sentì confusa. Lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Si chiese
perchè aveva stretto forte la mano di Kai quella notte a
Tokyo, perchè adorava alla follia il sorriso di Max e si
sentiva così bene fra le sue braccia, perchè il
suo cuore aveva fatto quel salto mortale a Natale,quando aveva ricevuto
la farfalla di Leon.
Non sapeva comunque rispondersi. Lo aveva fatto d'istinto...lo aveva
fatto perchè si.
Si sentì ancora più stupida, aveva avuto fino a
quel momento l'amore di quei ragazzi e per lei era sempre stato
scontato. Perchè lei non si era mai soffermata a pensarci
davvero. Ora capiva perchè era stata così male
quando si era dovuta separare da loro, perchè aveva tremato
ed era scoppiata in singhiozzi alla vista di Max quella sera, sulle
scale antincendio della palestra, con la neve che danzava intorno a
loro. Ora capiva perchè le mancava stuzzicare Kai,
perchè ogni volta che vedeva le nuvole grigie coprire il
cielo,pensava a lui. Capiva cos'era quel senso di vuoto quando Leon era
andato via e pensava di non rivederlo mai più.
Perchè tutto quell'amore diretto o indiretto che fosse le
riempiva la giornata...ma Aiko sapeva bene che quell'amore non poteva
tenerselo tutto lei, che era troppo per lei, che avrebbe dovuto cederne
un pò. Sapeva che un giorno avrebbe dovuto scegliere o lo
avrebbero fatto loro. Non sarebbero rimasti così per sempre.
Si morse il labbro e i suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime.
Abbassò istintivamente lo sguardo.
Il bel ragazzo si mosse nella sua direzione e si posizionò
alle sue spalle. L'abbracciò silenziosamente.
- So quanto è difficile...però se tu verrai con
noi, ti aiuteremo a trovare te stessa.- le sussurrò
all'orecchio.
La bella ragazza che l'aveva accompagnata nel viaggio le strinse le
mani e con un grande sorriso mormorò: - Starai bene, vedrai
-.
Mentre Aiko lottava contro le sue lacrime, si accorse di come quello
spazio ristretto si stesse riempendo dei ragazzi che avevano popolato
la festa in quella sala bianca. Improvvisamente si sentì
soffocare e la stanza divenne fredda...cosa stava succedendo?
Si sentiva male, tanto. Afferrò istintivamente il braccio
del ragazzo che le stringeva le spalle. Sgusciò lentamente
da sotto e si voltò a guardarlo, quasi a chiedergli
spiegazioni.
L'alta figura pallida ora sembrava...diversa. Era diventato
inquietante, le sue labbra avevano assunto un'increspatura particolare,
deformandosi in un sorriso malvagio. Le sue pupille mandavano bagliori
sinistri. Aiko si diede per la decima volta dell'imbecille.
Sapeva,maledizione, sapeva che quegli occhi gentili, davvero troppo
gentili non avrebbero portato a nulla di buono.
Pensava che la fine era vicina quando ad un tratto accadde.
Sentì un calore umano
divampare sulla sua coscia. Si portò istintivamente la mano
alla tasca dei jeans e tastò qualcosa di solido. Come aveva
fatto a dimenticarsene...il jingle set.
Lo tirò fuori e proprio come aveva fatto Doremì,
premette le pietre in senso orario e improvvisamente il suo vestito
cambiò.Un corto vestito blu notte di seta le fasciava il
corpo, mentre le maniche erano fatte di velo nero. Le scarpe anch'esse
nere di pella lucida, sfoggiavano un tacco non molto alto. Il suo
vestito era diverso da quello di Doremì. Il jingle set
s'inserì comodamente sul polso della manica sinistra,
trasformandosi in una decorazione del vestito. Si accorse di quella che
sembrava una penna blu sottile che il jingle set le aveva lasciato
sulla mano. Brillava di una luce intensa. Appena lo strinse nella mano,
l'oggetto si allungò e divenne uno scettro. Alto e sottile,
sulla cui cima stava una palla di cristallo che brillava. Era stupita.
In quel momento sentì una voce nelle sua testa e non seppe
se esserne spaventata inizialmente ma quando udì la voce di
Leon si rilassò.
- Aiko, ascoltami. Quando usi lo scettro devi dire solo una parola.
Chou*.- disse velocemente il ragazzo.
Quando la blu vide il bel ragazzo delicato correre contro di lei, non
ci pensò due volte a puntare lo scettro contro di lui e ad
esclamare: - Chou!- .
In un attimo una marea di farfalle blu si liberarono e ricoprirono
completamente il giovane che scomparve.
La ragazza che lo accompagnava sgranò gli occhi.
Aiko sorrise vittoriosa. - Sai, ho riflettuto su quello che mi avete
proposto e la mia risposta è no. Mi dispiace ma pensandoci
io so chi sono. Non ho bisogno di trovare un bel niente.- disse
avvicinandosi - Sono Aiko Senoo e ho quasi diciotto anni. Sono nata e
vivo tutt'ora ad Osaka. So perfettamente di non poter tenere tutto
l'amore che mi danno quei tre ragazzi per me ma ciò non ti
riguarda minimamente.Le mie scelte sono solo mie. Mi fido di me stessa
e anche di chi amo. Perchè se sono quello che sono ora
è solo grazie a loro.- concluse il suo discorso in
un silenzio spaventoso mentre tutti quei ragazzi scomparivano in nubi
nere. In un attimo la bellissima fanciulla che aveva daventi si
tramutò in una creatura orrenda. Il voltò si
deformò in una smorfia orrenda, le labbra si sformarono e
gli occhi si dilatarono. I capelli si allungarono a dismisura e
arrivarono a colpirla in volto a sorpresa mentre lo scettro volava
dall'altra parte della stanza. Quei sottili fili castani le stringevano
la gola e subito quell'orrenda bestia le fu sopra.
- No, tu sei solo una stupida ragazzina che morirà per la
troppa insolenza.- la sua voce era così terribile che
avrebbe fatto gelare il sangue nelle vene a chiunque. Però
Aiko non si arrese, afferrò la ragazza per il collo con una
mano e si avvicinò a un soffiio dalle sue labbra deformate.
- No, tu
non sei nessuno. Qual'è il tuo nome? Non ce l'hai. Non hai
un nome, non c'è nessuno che ti ama, nessuno che ti aspetta
e morirari sola. Mentre io anche se oggi tu mi uccidessi, non
verrò mai dimenticata perchè sono amata. Ho delle
persone che mi amano.- ringhiò soddisfatta.
La ragazza non sembrò gradire quelle parole e strinse di
più la presa intorno al suo collo, Aiko strinse la sua di
rimando. Poi dal jingle set sul suo polso sinistro scivolò
via un liquido dorato che appena toccò il volto della
fanciulla, sembrò iniziare a frantumarlo come una bambola di
porcellana.
- Che cosa mi hai fatto?- urlò quella ritirando via i
capelli e iniziando a indietreggiare sconvolta - Che diavolo sei? Chi
sei?-
- Aiko Senoo, te l'ho detto. Ah...sono anche una strega.- rispose di
rimando.
Dopo un urlo anomalo la ragazza si accasciò sul pavimento e
si frantumò in mille pezzi.
Aiko allora senza perdere altro tempo afferrò lo scettro, lo
puntò sopra la sua testa dove risplendeva lo smeraldo, e
dalla palla di cristallo uscì un getto di luce che con un
fracasso terribile distrusse la pietra.
In quel momento si precipitarono dentro tutti i suoi amici, tra cui
Doremì vestita anche lei da strega che non appena la vide,
le corse incontro e l'abbracciò.
- Ha fatto un pò troppo casino ma lo smeraldo è
andato distrutto. - disse ricambiando l'abbraccio - Tu che ci fai
vestita così? -
- Akatsuki mi ha detto che era meglio se mi preparavo per l'evenienza e
mi stava imparando ad usare i miei poteri. Anche se io sapevo che non
ce ne sarebbe stato bisogno perchè tu sei grande!- rispose
quella sbaciucchiandola.
La blu spostò il suo sguardo su tutti i suoi amici e non fu
mai così felice di vederli. I suoi occhi si soffermarono
più a lungo su Max e Kai e sorrise loro in modo dolce. Erano
l'uno affianco all'altro e mentre Max le sorrideva raggiante, sul volto
di Kai sembrava si fosse dipinto un accenno di sorriso.
- Stasera si va in pizzeria, offro io.- esclamò Takao
poggiando un braccio sulla spalla di Momoko.
- Facciamo fifty-fifty!- ribattè Testuya.
In quel momneto entrarono anche i FLAT 4 che si affiancarono alla
streghetta. - Ben fatto Aiko!- disse entusiasta Leon.
Guardò i tre ragazzi...a quello ci avrebbe pensato dopo, ora
era il momento di riposare e festeggiare il bentornato nel mondo della
magia.
* Angolo di Natsumi 213*
Buonaseraaaaaaaaa! :) Anzi buonanotte, dato l'orario! XD
Mi scuso per il leggero ritardo, ma in questi giorni ho avuto davvero
da fare! E non sono stata con le mani in mano gente! Nossignore. u.u Ho
scalettato e ho scalettato anche tanto. è_è
Quindi miei cari signori, ho il piacere (?) di annunciarvi...*rullo di
tamburi*...che la storia avrà all'incirca 34 capitoli!
Purtroppo per voi. è_è XD E anche per la mia
sanità mentale che non è troppa già
adesso! XD
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia e che il nuovo look di
Ai-chan non vi dispiaccia! XD E *Chou in giapponese vuol dire
farfalle,l'ho trovato proprio adatto dato l'incantesimo! (:
Quindi prima di tutto spero passiate una buona estate piccoli cornetti
alla nutella (?)! ^_^
E soprattutto voglio ringraziare Aiko_Laury
e Kry333
per aver recensito! <3 <3 E chi ha inserito la storia fra
le preferite ossia: Aiko_Laury,
Kiki Hiwatari, Kry333, Lady Dream e Silvia the best!
<3 <3 Grazie anche a Sarahmanga
per averla inserita fra le ricordate! <3
Grazie davvero ragazze, siete preziose! <3 mi date la forza per
continuare la storia! <3 <3 Vi amo!! *__* <3
Ok, dopo queste sdolcinerie (?) degne della migliore nutelleria, vi
saluto! :) XD
Quindi piccoli fiorellini di campo, a presto! :D e grazie ancora! :)
Kiss! :*
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Capitolo 23 *** 23. Hazuki e la terza pietra ***
23.
Hazuki e la terza pietra
Doremì si era praticamente abituata al simbolo
inciso sul suo braccio. Stava lì e lei non poteva farci
proprio un'accidenti di niente. All'inizio lo detestava e la inquietava
parecchio ma ora lo guardava con meno paura. Il solo fatto che due
delle sette foglie si fossero colorate di verde la faceva stare meglio.
Quando era a casa tendeva sempre a coprirlo per nasconderlo dai suoi
genitori mentre a volta, di notte lo fissava. Stava in piedi davanti
allo specchio con la maglia del pigiama fra le mani e semplicemente lo
guardava. Ce l'avrebbero fatta, insieme.
Quando in cucina stava cercando invano di preparare quello stupido
frullato alla fragola, avvertì un maledetto bruciore sul
braccio. Non si spaventò più di tanto, ormai
conosceva quel dolore. Nonostante tutto le cadde il cucchiaio dalla
mano, andando ad imbrattare il pavimento bianco della cucina.
- Doremì, sei davvero distratta. Vuoi fare attenzione?!- la
rimproverò Bibì chinandosi per pulire il liquido
rosa.
- Ok, ho capito che il tuo frullato fa schifo come qulasiasi cosa che
cucini ma non c'è bisogno di fare quella faccia!- la
schernì ancora la sorella con un sorriso scemo dipinto sul
volto.
Doremì non rispose, anzi sembrò quasi non averla
udita.
- Ehi, tutto bene?- le chiese Bibì, assumendo un cipiglio
preocupato.
La ragazza si riscosse e sfoderando uno dei suoi sorrisi
annuì. - Senti Bibì, io vado...vado un attimo da
Momoko a chiederle aiuto per il frullato, dì alla mamma che
torno per cena.- disse sfilandosi il grembiule e precipitandosi di
sotto.
Non sapeva esattamente chi avvertire, poteva toccare a chiunque. Non
appena uscì fuori dalla porta, dovette soffocare un urlo.
- Leon! Mi hai spaventata, scemo!- starnazzò la strega
portandosi la mano al petto.
- Scusa, scusa. No volevo...- rispose con un sorriso - Sono venuto a
portarti novelle.- aggiunse poggiandosi al muro.
- E quali sarebbero? -
- So il nome di colei che dovrà distruggere l'ametista.-
cantilenò allegro.
- E chi è?- chiese un'assatanata Doremì.
- Indovina!- cinguettò il mago.
La ragazza pensò bene di investirlo con un'occhiataccia da
oscar, non aveva tempo per queste stupidaggini.
- E va bene, va bene. Te lo dico.- sbuffò Leon -
Hazuki-.
Il ragazzo non aveva neanche finito di parlare che la strega si era
già diretta a passo di marcia verso casa dell'amica.
- Amami!- le gridò il mago con un sorriso idiota - Senza di
me non l'avresti mai saputo!- continuò stizzito quando
l'amica non lo degnò di una risposta.
***
Akatsuki si sentiva davvero stanco...non sapeva esattamente neanche lui
di cosa. Però stanco, tanto stanco. Si era allenato tanto
quel giorno, per migliorare ulteriormente i suoi poteri. Non sentiva
più la mano destra a furia di evocare il sacro fuoco. Si
accasciò lungo la parete della stanza. Chiuse gli occhi e
l'unica immagine che gli apparve fu lei.
Doremì. La sola persona che avesse voglia di vedere in quel
momento. Gli ritornò in mente quando qualche giorno prima,
l'aiutava ad esercitarsi con i suoi nuovi incantesimi. Non era tenuto a
farlo, anzi non avrebbe dovuto farlo ma lo faceva. Non poteva lasciarla
così, non poteva non afferrare la sua mano nel momento del
bisogno. Ad Eisuke la situazione non sarebbe piaciuta. A lui non
importava, era qualcosa che gli dettava il cuore. Questo doppiogioco lo
stava dilaniando. Un giorno sarebbe andato via da quel luogo. Si
sarebbe creato una vita.
Degna di essere chiamata tale.
***
Hazuki non sapeva come prendere la notizia. Ora toccava a lei e non
sapeva se ce l'avrebbe fatta. Non nascose un certo timore.
Prima di varcare la terza porta, Fujo l'aveva presa da parte per dirle
una sola parola: churippu*.
- Ti salverà.- le aveva sussurrato all'orecchio prima di
lasciarla andare con un grande sorriso.
Hazuki era abbastanza stupita...churippu.
Quando fu abbastanza vicina alla porta, le bastò girare il
suo jingle set al centro del legno e la porta scattò.
Quando era così facile aprire la porta, non sapevi mai cosa
aspettarti all'interno della stanza. Le mani le tremavano. Quando era
in procinto di spingere la porta una voce la costrinse a voltarsi.
- Hazuki-chan!-
Il prof. Kappa.
- Buona fortuna!Sono sicuro che andrà bene! -
disse il ragazzo con sicurezza.
Hazuki si voltò e gli sorrise come non aveva mai fatto in
vita sua. Ti voglio bene.
Lo pensò ma non lo disse. Ora si sentiva un pò
più coraggiosa. Varcò la soglia della porta e
tutti deglutirono.
***
La porta le si richiuse alle spalle lentamente. Quella era la stanza
più bella che avesse mai visto. Le pareti raffiguravano i
paesaggi più disparati: montagne, villaggi sulle colline,
castelli, regge. Il soffitto invece rappresentava un vero e proprio
cielo, con le nuvole dipinte. Al centro della camera c'era un tavolino
rotondo con quattro sedie intorno. Sul tavolo c'erano tazzine e vassoi
pieni di biscotti. Tutt'intorno mobili bianchi con rifiniture verdi. La
sua attenzione fu attirata da una credenza molto alta, al cui interno
c'era un servizio da piatti di ceramica. Una sedia a dondolo di legno
stava affianco a una finestra. Notò un'apertura nel muro,era
un'arco che sicuramente conduceva da qualche parte. Avvertì
dei rumori come di pentole e stoviglie. Hazuki sapeva che la prudenza
non è mai troppa, quindi decise di trasformarsi in strega.
Afferrò il suo jingle set e premette le pietre nell'ordine
che le era stato detto dalle sue amiche. In un attimo il suo corpo fu
investito da una luce arancione e quando questa svanì, il
suo abito era cambiato. Diverso sia da quello di Doremì che
da quello di Aiko. Era a giromaniche e bianco fino alla vita dove vi
era un fiocco arancione e una gonna a palloncino del medesimo colore.
Sulle spalle era intrecciato e le sue scarpe, arancioni anche quelle,
avevano un tacco non molto alto ed erano legate alla caviglia con un
fiocco di seta. I suoi capelli erano come sempre acconciati in una coda
mentre il jingle set aveva assunto la forma di un nastro che ora le
fasciava il polso. Però prima le aveva lasciato un regalino,
un anello d'argento all'anulare destro, la cui pietra al centro
splendeva di un brillante arancione.
Raccolse tutto il suo coraggio e si diresse verso l'arco pronta ad
affrontare la causa di quel trambusto. Proprio mentre era in procinto
di entrare nella stanza da dove provenivano quei rumori
s'imbattè in una fanciulla e per poco non dette in un urlo.
Anche quella sembrò spaventarsi ma poi rise cristallinamente.
- Oh, mio Dio! Scusa!- disse dolcemente.
Era davvero una bella ragazza. Aveva dei lunghi capelli castani
ondulati, occhi blu come il mare e labbra rosse come il sangue. Era
alta più o meno quanto lei e portava un abito celeste a
maniche corte. Fra le mani reggeva una ciotola piena di cioccolata.
- Mi devi davvero scusare! Non ti avevo sentito rientrare Hazuki-chan!
Non sei dispiaciuta perchè sto preparando una torta, vero?-
chiese con aria mortificata.
Perchè doveva essere dispiaciuta? Proprio non lo capiva. Si
sentiva confusa. Poi lei sapeva il suo nome.
- No, figurati.- rispose gentilmente la ragazza con un sorriso. Era
meglio stare al gioco.
- Dai! Vieni pure! Non avrai vergogna di entrare nella tua cucina!-
esclamò quella strana tizia, sospingendola nella stanza.
Aveva detto: "Tua cucina". Quale cucina? Ora la cosa cominciava a
inquietarla. Il suo sesto senso la stava mettendo in guardia. Doveva
tenere gli occhi aperti.
Anche la cucina era abbastanza grande. Tutta sporca di farina ed in
disordine. C'erano stoviglie ovunque.
- Non preoccuparti! Non appena avrò infornato questa,
pulirò tutto.- le disse sempre la ragazza con un sorriso.
Notò che al collo aveva un ciondolo con un nome inciso
sopra. Non riusciva a leggerlo bene, si avvicinò di
più. Moira. C'era scritto Moira. Forse era quello il suo
nome.
- Sei arrivata giusto in tempo per il tè. Sai, visto le tue
attuali condizioni non vorrei farti sforzare molto...è per
questo che ho deciso di trasferirmi un pò da te.-
continuò a dire la presunta Moira mentre s'indaffarava
attorno a della panna.
Attuali condizioni? Di quali condizioni stava parlando?
Decise ugualmente di continuare la farsa e sorrise. - Lo sai che ti
ringrazio m-molto per questo. N-non so cosa farei senza di te.-
balbettò la strega in imbarazzo. Non riusciva a credere che
stesse improvvisando in quel modo spudorato.
- Oh, tesoro! Lo sai che io per te ci sarò sempre! Tutte le
volte che vorrai, io sarò qui per te.- sussurrò
la fanciulla abbracciandola.
Hazuki ricambiò l'abbraccio a disagio.
In quel momento sentirono una porta aprirsi e la ragazza completamente
entusiasta esclamò: - Oh, dev'essere Shintani! - e
fluttuò nell'altra stanza.
La strega la seguì. Il nome Shintani le ricordava qualcosa
ma non sapeva dire esattamente cosa.
Il ragazzo che era appena arrivato era alto e bello. Aveva capelli
biondi quasi bianchi e occhi azzurro ghiaccio.
- Moira!- esclamò quando la ragazza le buttò le
braccia al collo e lo baciava a stampo.
- Oh, ciao Hazuki!- disse notando poi la sua presenza - Mi dispiace che
tu debba sopportarci per un mesetto buono.- aggiunse poi ridendo.
- Oh, no Shintani! Per me è sempre un piacere avervi in
casa!- replicò la castana cercando di sembrare
più naturale possibile.
- Sai, non ci sogneremo mai di lasciarti sola ora che Fujo non
c'è.- ribattè il ragazzo tranquillamente
-Soprattutto con quella piccola sorpresa.- e la indicò con
il capo.
Fujo? Sorpresa? Oddio...forse stava giungendo a una conclusione non
molto piacevole in quel momento. Quei due credevano che lei fosse
incinta.
Il nome Shintani continuava a ronzarle in testa, l'aveva già
sentito e anche la sua voce non le giungeva nuova.
Improvvisamente una mano le strinse la spalla stampandole un bacio
sulla tempia.
- Come sta la nostra mammina nonchè futura sposa, hn?-
chiese il nuovo arrivato prendendo posto al tavolo.
-Come vedi bene, Muneyaki! - rispose Moira senza lasciarle il tempo di
riflettere.
- Meglio per tutti!- commentò il nuovo arrivato afferrando
un biscotto. Era più alto di Shintani ma di una bellezza
più marcata. Aveva capelli neri e folti e occhi grigi. E poi
sulla mano vide qualcosa. Una cicatrice, lungo il dorso della mano. Un
segno riconoscibile fra mille, si sentì quasi male.
Muneyaki era il ragazzo che l'aveva legata con quelle tende in quella
stramaledetta stanza che era collegata al Maho, era uno dei maghi
oscuri che le aveva imprigionate quella notte quando un altro dei suoi
compagni aveva tagliato Doremì sul braccio.
Non si sbagliava, ne era sicura. L'unica cosa che aveva visto del suo
aguzzino erano le mani e quella cicatrice non poteva assolutamente
dimenticarsela.
- Oh mio Dio...- sussurrò afferrandosi la testa.
- Oh, Santo cielo tesoro! Ti senti male?- le chiese Moira correndo
subito da lei.
Vide i due ragazzi guardarla sospettosi e allora portò
prontamente una mano al ventre. - No, non preoccuparti cara. Era un
giramento di testa!- si affrettò a dire sedendosi sulla
sedia, fra Muneyaki e la ragazza.
-Ti preparo acqua e zucchero.- mormorò Moira correndo subito
in cucina.
Si strinse le mani in grembo e solo in quel momento si accorse di avere
Shintani di fronte. La sua voce continuava a suonarle familiare.
Shintani. Shintani. Shintani. Shintani. Shintani.
Improvvisamente ebbe un flashback.
"Prendi la biondina,
portala con te e fanne quel che vuoi."
Questo era l'ordine che gli era stato dato dall'aguzzino di
Doremì quella notte.
"Hai sentito? Vieni a
farti un giro con me."
La sua voce. La sua sibilante e profonda voce le rimbombò
ora nella testa.
Si ritrovò a fissarlo mentre parlava con Muneyaki. I suoi
occhi azzurri da bravo ragazzo, non la ingannavano per niente ora.
Perchè lei sapeva che Shintani era tutto fuorchè
un bravo ragazzo. Non avrebbe esitato a fare del male a Momoko, anzi la
cosa sembrava che lo divertisse.
Un forte senso di nausea le prese la bocca dello stomaco.
In quanto a Muneyaki, la sua presa era forte e salda e sicuramente non
aveva nulla da invidiare al suo amico.
Senti il sangue tremarle nelle vene.
E ora che cosa avrebbe fatto?
* Angolo di Natsumi213*
Salve a tutti! :D
Scusate il leggero ritardo ma sapete com'è, questo maledetto
caldo m'impedisce di fare qualsiasi cosa. -.-'
Come va? :) Diciamo che nonostante le elevate temperature io me la cavo
piuttosto bene. :)
Spero che questo capitolo vi piaccia, ci sono stata qualche giorno per
pensare ai dettagli e poi è uscito fuori questo! XD
Qui vediamo la nostra dolce e timida Hazuki alle prese con la sua
prova. :) Diciamo anche che non è proprio in una bella
situazione. XD
E poi quella Moira...che ne pensate? :) Strana, vero? :) Effettivamente
è altrettanto strano il fatto che questi tizi si siano
trasferiti a casa sua. XD Tutta la storia è strana comunque.
XD Devo smetterla di scrivere la notte! XD
Sono "amici" di famiglia, questo verrà spiegato
bene nel prossimo capitolo! :)
Poi abbiamo un depresso Akatsuki, povero lui...<3
Infine il nuovo look di Hazuki, vi piace? :)
Piccole precisazioni, *"Churippu" vuol dire tulipano e nel prossimo
capitolo si capirà il perchè. :)
Poi per quanto riguarda le allusioni che fa Hazuki su Shintani, se non
ricordate potete andare a dare un'occhiata al cap. 9. Maghi bianchi e
maghi oscuri. Giusto per una rinfrescata. :)
Comunque bando alle ciance e passiamo come sempre ai ringraziamenti!
<3
Ringrazio Aiko_Laury
e Kry333
per aver recensito! <3 <3 Ringrazio anche Aiko_Laury,
Kiki Hiwatari, Kry333, LadyDream e Silvia the Best per
aver inserito la storia fra le preferite! <3 <3 <3
Grazie anche a
Sarahmanga per averla inserita fra le ricordate! <3
Un grazie va anche a chi l'ha soltanto letta! <3
A presto! :)
Kiss! :*
|
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Capitolo 24 *** 24. Frammenti di ametista ***
Salve a tutti! So di essere un pò in ritardo ma purtroppo
fra una cosa e l'altra non ho avuto un pò di tempo e a causa
della connessione neanche il modo! -.- Ultimamente la connection salta
di continuo e temo che sia il modem che mi sta per salutare. XD
Comunque fra problemi tecnici, compleanni e altro ce l'ho fatta lo
stesso! XD Meglio tardi che mai, no?! ;D
Comunque ecco a voi il ventiquattresimo capitolo, spero vi
piaccia.
Ci vediamo sotto, a fine pagina beibee (?) <3
24.
Frammenti di ametista
Ogni volta che metteva piede in quella stanza lo investiva
un nauseante odore di sangue. Represse il disgusto e
arricciò il naso. Cominciava a non sopportare la vista di
quella stanza scura e cilindrica.
- Vieni, vieni Fujo. Non essere timido.- la voce sibilante di Eisuke
percorse la sua schiena come un essere viscido e invertebrato e
s'insinuò nel suo orecchio.
- Salve mio signore. - disse con un sorriso caldo che non si addiceva
per niente a quel luogo austero.
- Qui c'è il tuo amico Tooru. Voglio che voi supervisionate
qualcosa con me.- proseguì stoico l'uomo, alzandosi dalla
sedia.
Tooru stava in piedi al lato destro della poltrona, a braccia
incrociate e con il volto scuro.
- Se non erro, oggi tocca alla piccola Hazuki, giusto?- non
aspettò risposta e aggiunse - Vedremo insieme come se la
cava. Sapete, dopo i due grandi successi della scorsa volta la cosa mi
ha incuriosito parecchio. Non conoscono i loro poteri e già
fanno una bella strage,bizzarro eh?-
- Alquanto signore.- rispose Fujo senza mai abbandonare il suo sorriso.
Eisuke non era un'idiota. Neanche loro erano degli idioti e sapevano
perfettamente perchè erano stati convocati lì.
Eisuke aveva il sospetto che loro quattro stessero aiutando le ojamajo,
anzi ne aveva quasi la certezza. Aveva capito che c'era qualcosa che
non andava e ora aveva inscenato questa pagliacciata della supervisione
per tenere d'occhio le loro reazioni. Visti i precedenti di Fujo con
Hazuki, ovviamente l'aveva convocato e Tooru era
lì solo per non destare sospetto.
Il cugino di Momoko si avvicinò al tavolo d'ebano al centro
della sala. Su di esso c'era una grande sfera di cristallo.
- Prego, accomodatevi. Non mordo mica.- sussurrò Eisuke con
un ghigno.
I ragazzi si sedettero e il loro capo fece altrettanto. Poi
passò una mano sull'oggetto rotondo e questò
rivelò immagini sfocate che poi si fecero sempre
più nitide e chiare.
- Oh peccato! Hanno già iniziato.- disse il ragazzo dagli
occhi felini e verdi.
Fujo temette quasi che si fosse lasciato sfuggire un respiro quando
vide Hazuki seduta al tavolo con Shintani e Muneyaki.
Non andava bene, per niente bene.
***
Hazuki s'impose mentalmente di darsi una calmata, se avesse stretto di
più le mani sarebbero andate in cancrena e poi non
voleva che quei due si accorgessero del suo disagio. Muneyaki
spostò l'attenzione su di lei e cordialmente le chiese: -
Sicura di sentirti bene Hazuki? Sei molto pallida.-
- Oh, si. Sto bene è solo che sono un pò stanca.
- si affrettò a rispondere la castana .
- Effettivamente si vede cara, dovresti riposare...non ti fa bene stare
alzata così a lungo.- intervenne Moira accarezzandole i
lunghi capelli.
- Moira ha ragione e poi si è fatto tardi...credo che
dovremo andare tutti a letto.- propose Shintani alzandosi da tavola.
- Certo caro, vado a coprire la torta e andiamo tutti a letto. Sono
sicura che domani mattina sarà ancora più buona!-
esclamò dirigendosi verso la cucina.
- Sicuramente...ma non so se domani mattina potremo assaggiarne un
pezzo.- disse Muneyaki posando i suoi occhi grigi sulla strega.
Quelle parole fecero rabbrividire la fanciulla che spostò il
suo sguardo sulle decorazioni della tazza.
- Scusatemi ma sono davvero stanca...vado a letto. Buonanotte!-
esclamò poi Hazuki alzandosi di scatto e salendo le scale
che presumibilmente portavano al piano di sopra.
Si aggirò per quei corridoi dalla carta da parati floreale e
dal profumo di margherita. Quella sembrava proprio una casa delle
bambole e l'idea di esserci finita dentro la inquietava parecchio.
Spesse volte quelle casette avevano qualcosa di sinistro, l'aveva
sempre pensato. Notò una stanza dalla porta bianca e sopra
aveva un cartello tutto colorato e in caratteri eleganti c'era scritto:
Hazuki e Fujo.
Abbassò la maniglia ed entrò. Era una stanza
grande, il letto matrimoniale troneggiava contro il muro e un enorme
armadio verde occupava tutta una parete. Era tutto così
perfettamente in ordine che forse era troppo anche per lei.
- Non dev'essere facile per te.- la voce di Muneyaki la fece sobbalzare.
- C-come? -
- Intendo, ora che Fujo è via per lavoro...dev'essere
difficile dormire in un letto così grande da sola.-
sussurrò il ragazzo poggiato allo stipite della porta.
- Oh, un pò...ma il solo pensiero che ritornerà
mi consola. Poi questo letto non è così
grande...ci ho fatto l'abitudine.- rispose con un sorriso tentando di
non fare trasparire l'incredulità per quello che stava
dicendo.
- Capisco...allora dormi bene.- le sussurrò Muneyaki
chinandosi su di lei e scoccandole un bacio sulla fronte.
- Anche tu...buonanotte.- mormorò la ragazza di rimando.
Quando il ragazzo fu andato via, chiuse la porta e si sedette sul letto.
Da quanto tempo era lì? Chissà cosa stavano
pensando gli altri. E soprattutto che cosa avrebbe dovuto fare?! Quei
tizi non l'attaccavano, forse stavano cercando di farle saltare i
nervi. Decise di andare in bagno per rinfrescarsi il volto, magari si
sarebbe calmata. Uscì silenziosamente dalla stanza e
partì alla ricerca di un bagno, cercando di ignorare il
cuore che batteva all'impazzata.
Quando finalmente ne trovò uno aveva la porta semichiusa e
sbirciando al suo interno vide Moira in accapatoio con i capelli
avvolti nell'asciugamano. Sembrava stesse parlando da sola ma guardando
con attenzione si accorse che non era così. Aveva lo sguardo
rivolto nel lavandino, pieno d'acqua.
- A dirla tutta sembra essersi accorta di qualcosa, secondo me ha
riconosciuto Shintani o Muneyaki, oppure entrambi. Ovviamente sembra
sospettare di noi...ma d'altronde chi non lo farebbe?!- la
sentì dire mentre si toglieva l'asciugamano dalla testa e
liberava una fluente chioma... fulva. Hazuki strabuzzò gli
occhi...quella donna era l'orribile bestia che aveva attaccato
Doremì, quell'abominio che si era finta una bella fanciulla
dai capelli rossi.
- Quando si sarà addormentata, uccidetela Noriko.-
sibilò un'altra voce proveniente dal lavandino.
Quella voce la conosceva fin troppo bene. Era la voce di Eisuke, ne era
certa al cento per cento.
- Come desideri Eisuke.- rispose candidamente la donna. Hazuki non
volle sentire altro e se la svignò. Rientrò nella
stanza e poggiò la testa contro la porta, prese un respiro
profondo.
***
Eisuke si era allontanato per andare a dialogare con Noriko,
così Tooru e Fujo erano rimasti davanti alla sfera e
ovviamente avevano anche visto Hazuki che spiava la rossa. Sorrisero
vittoriosi e prima che Eisuke tornasse, Tooru colpì la sfera
e la lasciò rotolare via sul pavimento.
- Che cosa fai?- gli chiese stupito Fujo.
- Ci ho salvati. Se hazuki non verrà presa alla sprovvista
da quei due idioti, con chi credi se la prenderà?!- rispose
l'amico - Perchè ora che lui sta parlando con quella
stronza, gli unici a tenerla d'occhio siamo noi due. E ovviamente ci
ammazzerebbe se non gli dicessimo una cosa del genere, ossia che Hazuki
ha scoperto tutto. Di conseguenza perderla di vista perchè
accidentalmente abbiamo fatto cadere la sfera, ci giustificherebbe. -
concluse con un sorriso maligno.
Fujo scosse il capo cercando di non ridere. Tooru era un caso
particolare.
- Mio signore, chiedo scusa ma abbiamo fatto accidentalmente cadere la
sfera.- disse il giovane avvicinandosi ad Eisuke.
- Fate più attenzione, diavolo.- replicò il
ragazzo stizzito. Con un gesto della mano fece librare l'oggetto in
aria che tornò al suo posto.
- Chiedo perdono.- sussurrò il mago in modo teatrale.
***
Regnava il silenzio in quella maledetta casa e altrettanto
silenziosamente un'ombra scura scivolò davanti la stanza
della streghetta. La porta si aprì senza emettere alcun
suono e la figura nera entrò nella stanza. Riconobbe quella
che doveva essere la fanciulla beatamente addormentata. Si
avvicinò e afferrate le coperte, le tirò via di
scatto. Non ebbe neanche il tempo di imprecare quando vide e
constatò che sotto quelle coperte non c'era altro che due
cuscini messi lì per fare volume, poichè una voce
lo colse di sorpresa e altrettanto fece l'incantesimo che l'aveva
colpito.
- Churippu!- aveva esclamato Hazuki e dalla pietra brillante
dell'anello erano usciti un vortice di petali di tulipano che avevano
avvolto il giovane ricoprendolo di tagli.
Ora sapeva che cosa doveva fare. Corse via, giù per le scale
diretta in soggiorno. Le urla del ragazzo, avevano attirato
gli altri due e lei doveva assolutamente distruggere la pietra. Sentiva
dei passi alle sue spalle e una mano che quasi stava per afferrarla.
Vide la pietra brillare sulla sua testa in soggiorno e prima che
potesse muovere un solo muscolo, qualcuno la buttò a terra.
Hazuki urlò battendo la testa contro la credenza. Dai
ripiani caddero alcuni piatti che s'infransero sul pavimento. Gli occhi
agguerriti della rossa la guardavano, a cavalcioni su di lei.
- Sei più sveglia di quanto credessi!- ringhiò
tenendola ferma per le braccia.
- Lasciami stare!- gridò Hazuki divincolandosi e scalciando.
- No, non uscirai da questa stanza bambola! Nè viva
nè morta!- le gridò di rimando cercando di
soffocarla e stringendole le mani intorno al collo sottile.
Se non sarebbe riuscita a liberarsi dalla sua presa, probabilmente
sarebbe morta. Non poteva permetterselo. Afferrò la donna
per i capelli e tirò con tutta la forza che aveva ma quella
sembrava non volere mollare e allora non ebbe altra scelta. Prese uno
dei cocci che erano lì a terra e lo conficcò con
disperazione nella spalla della rossa, procurandole un taglio profondo
e un urlo di dolore. Almeno aveva allentato la presa e Hazuki ne aveva
approfittato per spingerla via e correre verso il tavolo. L'ametista
costituiva il soffitto del soggiorno. Si stava velocemente
chiedendo come distruggere la pietra quando notò uno dei
suoi petali di tulipano a terra. Le venne un'idea folle e decise di
giocarsi il tutto per tutto. Prese il petalo, salì in piedi
sul tavolo proprio mentre Shintani stava scendendo di corsa le scale,
dopo aver liberato Muneyaki dai petali ne dedusse, lanciò il
petalo con tutta la sua forza e questo colpì la pietra. Si
conficcò nel soffitto. Niente, la sua idea aveva fatto
cilecca e adesso non sapeva che cosa si sarebbe dovuta inventare. Vide
il sorriso dipingersi sul volto di Shintani, pronto per dirigersi nella
sua direzione. Era finita. Proprio mentre stava per gettare la spugna,
uno scricchiolio attirò l'attenzione dei presenti. Tutti
alzarono lo sguardo sul soffitto e con sommo piacere di Hazuki, videro
delle profonde crepe percorrere tutto il viola dell'ametista.
Scese velocemente dal tavolo e si riparò in
cucina. Proprio mentre aveva messo il piede nella stanza,
sentì un fragoroso rumore. Il soffitto del soggiorno era
praticamente crollato. Due attimi dopo udì la porta della
torre aprirsi e la voce dei suoi compagni riversarsi dentro.
Uscì allo scoperto e tutti la guardarono in silenzio.
- Cavolo Hazuki-chan! Hai fatto più casino di
Doremì e Aiko!- esclamò Takao entusiasta rompendo
il ghiaccio.
Noriko e Shintani erano scomparsi e probabilmente si erano portati via
anche Muneyaki. Sentì le braccia di Momoko stringerla
felice. Ricambiò l'abbraccio con il sorriso sulle labbra ma
con l'amaro in gola. Come avrebbe fatto a dirle che suo cugino non era
effettivamente quello che credeva, che i sospetti di Doremì
erano fondati?
Vide tutti gli altri sorridere e scherzare. Il giorno dopo avrebbe
affronatato la questione con la bionda, per il momento si sarebbe
goduta il loro amore e la loro compagnia. Non vide Fujo e Tooru fra di
loro, ma sapeva che dovunque fossero stessero sorridendo con lei.
*Angolo di Natsumi213*
Eccoci qui, come promesso a fine pagina! :)
Allora popolo come va? :) Fa di nuovo caldo e si fa fatica persino a
pensare! XD
Comunque questo è il ventiquattresimo capitolo! Cosa ne
pensate? :)
Abbiamo visto Hazuki più agguerrita che mai, pronta
a giocarsi il tutto per tutto pur di riuscire nel suo intento! :)
Per quanto riguarda Tooru e la sua geniale idea di far rotolare la
sfera per non essere accusati di nulla, sembra abbia funzionato.
Altrimenti che cosa avrebbero dovuto raccontare ad Eisuke? Loro
l'avevano vista dalla sfera. :) Piuttosto ora è Momoko a
dovere affrontare la realtà costituita dalla vera
malvagità di Eisuke.
Chiedo scusa per il ritardo, nonostante tutti gli ostacoli e i vari
intoppi cerco di fare del mio meglio. :)
Tulipani per Hazuki! Non so perchè ma mi ricordano tanto
lei. :)
Ora passiamo ai ringraziamenti. <3
Ringrazio Aiko_Laury
e Kry333
per aver recensito lo scorso capitolo. <3 <3 Grazie a
Aiko_Laury, Kiki Hiwatari,
Kry333, Lady Dream e Silvia
the best per aver inserito la storia fra le preferite!
<3 <3 <3
Grazie a Sarahmanga
per averla inserita fra le ricordate e grazie a chi l'ha soltanto
letta! <3 <3
Davvero grazie grazie grazie! <3
Bene mes trésors, a presto! :)
Kiss! :*
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Capitolo 25 *** 25. Viola e oro: verità amare e riflettori puntati ***
25.
Viola e oro: verità amare e riflettori puntati
Hazuki aveva ben pesato le parole da utilizzare con Momoko ma alla fine
il risultato non fu dei migliori lo stesso. A volte il contenuto di
ciò che si vuol dire è così scioccante
che non ha importanza il tipo di parole che utilizzi. Non avrebbe
saputo immaginare la reazione dell'amica ma l'avrebbe scoperto quel
pomeriggio.
Hazuki
aveva cercato di dirglielo nel modo migliore per non urtare la
sensibilità della bionda ma questa non la prese molto bene.
Momoko
se ne stava seduta su quel piccolo divano giallo, composta e con le
labbra serrate.
-
Momo-chan? - la chiamò quasi timidamente.
-
Sei sicura che fosse la sua voce? - sussurrò la bionda.
-
Si...era la sua voce quella proveniente dal lavandino. Ne sono sicura.-
rispose la castana lisciandosi la gonna in modo nervoso.
-
Voglio dire, non potresti esserti sbagliata? Ci saranno tante persone
con la voce simile alla sua!- esclamò ad un tratto l'amica,
puntando gli occhi verdi su un punto indefinito del pavimento.
Hazuki
le si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lei. Doveva
essere difficile accettare una cosa del genere, una verità
così scottante...specialmente se riguarda una persona della
quale ti fidi ciecamente.
-
Tesoro, senti...- mormorò questa dolcemente e fece per
toccarle i capelli ma Momoko scattò in piedi e si
allontanò.
-
No, non ho bisogno di nessun conforto! Senti Hazuki, tu sei mia amica e
ti voglio bene ma non puoi dirmi questo!- sbottò voltandosi
verso di lei - Eisuke è mio cugino e lo conosco praticamente
da una vita! So com'è fatto...non è
malvagio,lui...lui è un bravo ragazzo...e- ma questa volta
fu interrotta da Doremì che era appena entrata nella stanza.
-
Momoko! Sappiamo che è difficile ed orribile accettare una
cosa del genere ma devi crederci! Te l'ho detto anche io! Ti misi
già in guardia da lui, credici! Ti prego...- disse la rosa
seria come poche volte.
-
Doremì, la tua può essere soltanto suggestione!
Insomma, l'hai sognato quella notte in cui ti è comparso il
simbolo sul braccio! Credo sia normale che tu ti sia spaventata!-
replicò la fanciulla nervosa.
-
E va bene! Ammettiamo che quello sia stato solo uno stupido sogno! Ogni
volta che lo guardo negli occhi, ho una bruttissima sensazione! Un
brivido mi percorre la schiena! E poi a Natale? Ricordi? Te ne parlai!
Quando l'ho scontrato in corridoio ho provato delle cose orribili!-
ribattè la rosa agitandosi sul posto - Come se non bastasse
l'ho sognato di nuovo! E se vuoi saperla tutta, a me non sembrava un
banale sogno! Era così reale! Persino l'odore delle sue
sigarette era reale!- concluse nel silenzio generale.
La
bionda non rispose, era in piedi davanti a lei mentre un Hazuki molto
preoccupata sedeva ancora sul divano.
-
Momo-chan...te l'ha detto anche Hazuki. Ti prego...stai attenta...-
sussurrò Doremì con voce morbida.
-
Che succede qui? - chiese Kotake stupito, sulla soglia della porta.
Nessuno
rispose, anzi la bionda marciò verso l'uscita e
andò via.
Doremì
sospirò e si abbandonò sul divano, accanto
all'amica.
-
Avete litigato?- chiese il ragazzo entrando nella stanza con Takao e
Kai.
-
No, non proprio...- mormorò in risposta - Discusso, direi.-
e poggiò il mento sul palmo della mano.
-
Abbiamo provato a dire a Momoko che i sospetti su Eisuke probabilmente
sono realtà ma lei non l'ha presa tanto bene.- disse Hazuki.
-
Uff,uff,uff!- sbuffò Doremì a braccia conserte.
-
Capito. Effettivamente non dev'essere facile.- replicò Takao
sedendosi sulla sedia - Però cavolo! Voglio dire...Eisuke ha
proprio la faccia da signore del male! Soprattutto gli occhi!- aggiunse
in seguito.
-
Il problema è che Momoko non l'ha mai visto
così.- ribattè il suo rivale in amore poggiando
le braccia sulle gambe.
-
Non credo che Eisuke sia l'unico che bisogna sospettare.- intervenne
Kai glaciale come sempre.
-
Che vorresti dire?- chiese Doremì stupita.
-
Sto parlando dei vostri quattro salvatori. State attente, è
meglio non fidarsi troppo.- sussurrò lapidario. In quel
preciso istante Onpu,versione streghetta, varcò la soglia.
-
Ragazzi, tutto bene?-
-
Si. Oh, sei già pronta per entrare nella torre?- chiese
Hazuki, alzandosi.
-
Si, ero di là con Tooru! Mi stava dando qualche consiglio.-
rispose con un sorriso timido.
Il
vestito di Onpu era davvero molto grazioso. Era viola, aderente e lungo
fino al ginocchio. La parte superiore, ossia fin sotto il seno, era
fatta di camicia. Le maniche erano corte e a sbuffo. Anche le scarpe
erano viola e con poco tacco. I lisci capelli erano acconciati con uno
strano fermaglio nero. Appuntata sulla camicia c'era una spilla che
altro non era se non il suo jingle set.
***
Anche
per Onpu non era stato difficile aprire la porta, il problema era
ciò che avrebbe trovato dentro. Quando si chiuse la porta
alle spalle, ripensò ad alcuni momenti della sua vita.
Realizzò che da quando aveva conosciuto Doremì e
le altre, la sua vita era cambiata. Aveva compreso quanto era diventata
importante per lei,la felicità di chi amava. Quindi
qualsiasi cosa ci fosse lì dentro, l'avrebbe affrontata per
loro.
Immersa
nei suoi pensieri, non si era accorta dell'ambiente circostante. A
primo avviso, non l'aveva riconosciuto ma poi lentamente divenne sempre
più chiaro. Era in piedi in mezzo a dei posti vuoti,erano
davvero tanti. Poi vide qualcosa di enorme troneggiare sotto. Un palco.
Strabuzzò gli occhi. Cosa ci faceva un palco lì?
Era da qualche tempo che non saliva su uno. Il suo manager le aveva
detto che era bene allontanarsi un pò dalla scena per poter
creare qualcosa di nuovo. L'ultima volta aveva partecipato ad un drama
e poi basta. La vita dell'idol non era così semplice. Scese
di sotto e si avvicinò titubante. Era nervosa, aveva tutti i
sensi all'erta. Le parve così strano, per la prima volta
dopo tempo, si sentì così piccola di fronte a
quell'enorme palco. Era strano vederlo da quel punto di vista, come una
spettatrice. Un pò le mancava quell'atmosfera.
Decise
comunque di non abbassare la guardia, qui qualcuno stava giocando con
lei.
-
Onpu-chan.-
***
Era
arrabbiata, frustrata, abbattuta. Non sapeva bene come definire il suo
stato d'animo. Aveva chiesto a Leon di portarla via dal deserto palazzo
di Fedora per riportarla a casa, a Misora. Percorreva le vie della
città con aria assente. Non avrebbe voluto andarsene via
così ma aveva bisogno di stare da sola. Perchè
doveva essere Eisuke quello malvagio? Perchè dovevano
lasciarsi suggestionare e puntare il dito contro suo cugino? Momoko lo
conosceva bene, non poteva essere lui l'artefice di tutto.
Alzò
lo sguardo da terra, era quasi arrivata a casa. Ora avrebbe passato un
pò di tempo con lui, magari si sarebbe sentita meglio.
Eisuke aveva sempre avuto il potere di farla sorridere.
Aprì
la porta ed entrò. L'accolse un profumo di cioccolato,
doveva aver fumato da poco. Con suo stupore non lo trovò in
cucina nè in soggiorno. Stava quasi per chiamarlo quando
udì un rumore provenire dal piano superiore.
Cominciò a salire le scale alla ricerca di quel tintinnio,
doveva essere caduto qualcosa. Sentì la voce di Eisuke
provenire dalla stanza da letto e stava quasi per entrare se non avesse
udito una seconda voce.
-
Allora Shintani, vi siete fatti fregare dalla ragazzina.-
sibilò fredda la voce del cugino.
Momoko
s'immobilizzò dietro la porta.
-
Ci è sfuggita la situazione di mano, signore. Quella ragazza
si è rivelata essere più sveglia di quello che
credevamo. - rispose la seconda voce calma.
Alla
bionda era familiare, altrochè. Shintani era stato uno dei
loro aguzzini quella notte al Maho. Quella voce era la sua.
Spiò
dal buco della serratura e riuscì a scorgere questo bel
ragazzo biondo in ginocchio e delle gambe, Eisuke doveva essere in
piedi.
-
Mpf. Santo Cielo, com'è seccante avercela quasi fatta e
restare poi con un pugno di mosche. Mi stanno davvero innervosendo.-
sospirò il ragazzo dagli occhi verdi.
-
Ascoltami bel giovane. Spero che abbiate preparato qualcosa di
entusiasmante per la nostra piccola idol.- aggiunse in seguito
sedendosi sul letto.
-
Oh mio signore, vi assicuro che non ci siamo mai divertiti tanto ad
organizzare un'illusione come questa. - rispose Shintani con un ghigno.
-
Spero che questa volta riuscirete a ghermirla o dubito che i tempi in
cui potremo divertirci ancora saranno così vicini.-
mormorò glaciale.
Momoko
aveva sentito abbastanza, scese al piano di sotto silenziosamente e poi
corse via come non aveva mai fatto in vita sua. Sentiva le lacrime
pungerle gli angoli degli occhi ma non si fermò.
Avvertì una forte fitta al fianco sinistro ma non le
importava, voleva andare via da quel posto, via da quello schifo.
Le
altre avevano ragione, Eisuke non era chi credeva.
Si
fermò solo quando fu abbastanza lontana, era piegata su
sè stessa. L'odore di cioccolato le aveva impregnato i
capelli ma non le piaceva più come una volta. Ora l'unica
cosa che le procurava era nausea.
Si
rialzò e continuò a correre finchè non
s'imbattè in qualcuno che le afferrò i polsi.
Urlò e si divincolò furiosamente, agitando le
braccia e cercando di allontanare il suo ostacolo. Si calmò
solo quando si accorse che la presa non era quella decisa di Eisuke
nè quella forte e stritolatrice di Shintani. Era gentile e
calma. Alzò lo sguardo sul proprietario delle mani che la
tenevano ferma e riconobbe il volto di Doremì. L'amica
cercava di sorriderle e tranquillizzarla, guardandola nei suoi occhi
troppo verdi e lucidi persino per delle foglie bagnate di rugiada.
Momoko
non disse nulla, guardò Rei e Kotake accanto a lei. Poi si
gettò fra le braccia di Doremì e pianse senza
alcun freno.
Eisuke
aveva congedato Shintani ed era sceso di sotto. Gli era sembrato di
sentire un rumore. Avrebbe potuto pensare di esserselo immaginato se
non avesse trovato quella molla rosa per capelli a terra. Era di
Momoko. La strinse fra le dita con rabbia.
***
Onpu
si voltò di scatto ma non vide nessuno. Quello era uno dei
momenti in cui doveva tenere gli occhi ben aperti. Cercò di
tenere a mente tutti i consigli di Tooru.
-
Onpu!- la voce questa volta proveniva dal backstage. Si
avventurò guardinga, pronta a scattare se ce ne fosse stato
bisogno. Il backstage era praticamente vuoto, si portò
davanti la porta di una waiting room. C'era scritto: "Onpu Segawa" .
Decise di entrarvi con il cuore in gola. Neanche lì dentro
c'era anima viva. Solo oggetti come gli abiti di scena e il necessario
per il trucco e parrucco. Quella era la sua waiting dress room, se la
ricordava bene. Si avvicinò a un vestito che le era piaciuto
particolarmente, era bianco. Lo indossava sempre con un fiore fra i
capelli. Sorrise. Ricordò di averlo messo quando aveva
duettato con un altro idol, nonchè suo amico. Pensare a lui
la faceva sorridere ma le portava anche tanta nostalgia e tristezza.
Haru era il suo nome, avevano stretto subito amicizia.
-
Onpu.- quella voce l'aveva chiamata ancora. Questa volta si
voltò di scatto e ciò che vide le fece cadere il
vestito dalle mani. Haru era in piedi davanti alla porta e poi si
dissolse.
C'era
un'altra cosa che non quadrava in quel luogo di stranezze. Haru era
morto da qualche tempo.
*Angolo
di Natsumi213*
Salve
a tutti! :) Eccomi qui con il venticinquesimo capitolo! :)
Allora
che ve ne pare? :)
Finalmente
abbiamo introdotto anche la prova di Onpu. Abbiamo assistito alla
reazione di Momoko che non l'ha presa troppo bene e alla sua delusione
e al suo dolore alla verifica di ciò che le era stato detto.
Per
Onpu avevo pensato a qualcosa di forte e caratteristico. Poi ho pensato
che lei è una strega ma anche un idol. Quindi cosa poteva
esserci di più caratteristico per un idol se non un palco?!
:) Poi per il suo look, ho pensato a qualcosa di più
elegante dato il soggetto. :) Che ne dite? :)
Effettivamente
anche il nostro Kai ha ragione, Eisuke non è l'unico ad
essere sospettoso. ;)
Quindi
gente, se volete scoprire come andrà a finire la vicenda di
Onpu e questo misterioso ragazzo di nome Haru, non perdetevi il
prossimo capitolo! :)
Chiedo
scusa per il ritardo ma solo ora ho trovato tempo di aggiornare. :)
Cerco sempre di fare del mio meglio per la storia. :)
Comunque
ora passiamo ai ringraziamenti piccole perle di mare (?) . Ok, questa
era oscena. XD
Allora,
ringrazio Aiko_Laury e Kry333 per
aver recensito lo scorso capitolo. <3 <3
Ringrazio Aiko_Laury,
Kiki Hiwatari, Kry333, Lady Dream e Silvia
the best per
aver inserito la storia fra le preferite! <3 <3 Grazie a Sarahmangaper
averla inserita fra le ricordate e un grazie va anche a chi l'ha
soltanto letta! <3 <3
Grazie
a tutti! <3
Bene
miei piccole fragoline, volevo chiedervi prima di eclissarmi, la
lunghezza dei capitoli vi va bene così? Oppure la preferite
più lunga, più corta, extra large, extra small o
altro? :) XD
Insomma
ditemi voi! :)
P.s.
Buon Ferragosto se non ci sentiamo prima di allora! :)
P.p.s. Avevo tolto il capitolo perchè mi ero accorta di aver
fatto un errore. Comunque tutto risolto! :)
A
presto! :)
Kiss!
:*
|
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Capitolo 26 *** 26. Stand up! ***
Lavorare
le era sempre piaciuto. Nonostante fosse sempre occupata, amava il suo
lavoro. Onpu era una semplice ragazzina all'apparenza. Solo in
apparenza.
Onpu
era anche un idol. Una nuova stella, l'ennesima che si aggiungeva al
quel particolare firmamento. Cantare e recitare, era questo
ciò che il suo lavoro comportava. Era brava Onpu, tanto. A
volte si sentiva stanchissima ma il supporto dei suoi fan e delle sue
amiche la spronavano a non gettare mai la spugna e a continuare a
sorridere sempre. Qualsiasi cosa fosse accaduta, lei avrebbe continuato
a sorridere.
Onpu
però era soprattutto un'apprendista strega. Questo erano in
pochi a saperlo, ovvero solo le sue amiche ma doveva essere
così. Per la viola era importante la sua formazione di
apprendista, un giorno sarebbe diventata una strega a tutti gli
effetti. Onpu e le sue amiche studiavano duramente per realizzare il
loro sogno, era uno dei suoi obbiettivi più importanti.
Quella mattina però la sua vita da idol la chiamò
alle sei in punto. Avrebbe dovuto prendere parte in un drama ma non da
sola. Le avevano detto che uno degli idol più famosi di
tutto il Giappone avrebbe recitato la parte del protagonista insieme a
lei. La ragazzina non se ne curò, anzi preso il suo copione
iniziò a leggerlo e a evidenziare le parti più
importanti. Seduta con il capo chino sui fogli bianchi era assorta nel
suo lavoro quando un vociare rumoroso la distrasse. La gente dello
staff si stava affaccendando perchè il "signorino" era in un
mostruoso ritardo. Onpu sbuffò seccata e si
estraniò da tutto quel caos.
Chi
diavolo pensava di essere quel ragazzetto?! La star delle star?! Non lo
conosceva di persona ma quell'atteggiamento di
superficialità la snervava.
Dopo quasi un'ora lei era a buon punto con il suo copione.
Sorrise soddisfatta e decise di prendersi una pausa per bere un
bicchiere d'acqua. Si alzò e si avvicinò al
tavolo su cui c'era la bottiglia. Si stava versando l'acqua nel
bicchiere quando una voce la fece sobbalzare e voltare di scatto.
-
Ciao! Tu sei Onpu, vero? Io sono Haru Ishikawa. Piacere di conoscerti.-
s'inchinò brevemente e le porse la mano.
I
suoi grandi occhi viola si posarono su di lui e poi lo fissò
con un'intesità tale che il ragazzo credette di avere
qualcosa fuori posto.
La
verità era che vederlo sui giornali era completamente
diverso dal vederlo dal vivo. Le riviste pullulavano di articoli e foto
su di lui e i suoi cinque compagni. Si, perchè Haru faceva
parte di uno dei gruppi più in voga degli ultimi tempi, una
di quelle band che hanno tanta fama fra le ragazze e che hanno le
giuste basi per restare immortalate nella storia della musica
giapponese. Haru era il main vocalist del suo gruppo. La ragazzina
potè constatare che i suoi occhi dal vivo erano
più lunghi e bassi ma il suo sorriso era brillante come
nelle foto che tante volte aveva visto. Profilo perfetto, naso dritto,
capelli fantastici. Dovevano essere neri come il petrolio ma ora erano
tinti di un castano cioccolato. Era davvero bello se è
possibile ancora di più di persona.
La
sua mano dinoccolata era protesa verso di lei. Onpu si riscosse e la
strinse.
-
Spero di lavorare bene con te.- esclamò il ragazzo.
Si
sedette al tavolo e iniziò a dare un'occhiata al copione. -
Vediamo un pò di che tratta questa storia.-
bofonchiò, voltando distrattamente le pagine.
La
viola prese posto vicino a lui e si ritrovò a fissarlo di
nuovo. Anche quella era superficialità, arricciò
il muso infastidita.
In quel momento una penna
rotolò giù dal tavolo e Haru fece uno scatto
improvviso per raccoglierla, si chinò di lato e un profumo
leggero colpì le narici di Onpu. Era un odore che le
ricordava la mela cotta, come quelle che si trovano nelle torte di
mele, fatte al forno. Non era uno di quei profumi che ti dava alla
testa, era leggero, si sentiva solo se ci si avvicinava. Le piaceva
l'odore che aveva Haru. Riemergendo da sotto il tavolo con la penna in
mano le sorrise ancora. Onpu si mise composta sulla sua sedia e si
concentrò sullo scritto.
26. Stand
up!
Quella
stanza le aveva riportato alla mente tanti ricordi. E senza un
perchè aveva pensato subito a lui. Si strinse il
vestito al petto.
-
Onpu.- quella voce l'aveva chiamata ancora. Si voltò di
scatto e ciò che vide le fece cadere il vestito dalle mani.
Haru era in piedi davanti alla porta.
C'era
un'altra cosa che non quadrava in quel luogo di stranezze. Haru era
morto da qualche tempo.
Non
esitò e corse fuori dalla waiting dress room.
Scivolò lungo il corridoio e spuntò sul palco. Lo
vide ancora, seduto a gambe incrociate per terra, il sorriso stampato
sulle labbra.
Onpu
sentì il cuore tremarle in petto. Non per paura ma per il
dolore. Tutta quella sofferenza che aveva rinchiuso in un ripostiglio
del suo cuore dopo che Haru se ne era andato via. Ed ora che era
lì davanti a lei, quell'oceano di angoscia aveva sfondato la
porta del suo animo e l'aveva avvolta tutta, penetrando nelle sue vene.
-
Onpu. Sempre bello vederti.- le disse il ragazzo con il suo solito
sorriso brillante.
-
H-Haru...- mormorò con labbra tremanti.
-
E' tanto che non ci si vede...stai bene?- parlava come se tutto fosse
normale ma la viola sapeva che non era così.
-
Haru...tu non dovresti essere qui...- gli disse con occhi estremamente
lucidi.
Il
ragazzo prese a cantare, per lei. Lo faceva sempre quando Onpu era
giù di morale. Sempre quella canzone. La sua voce era
esattamente la stessa, bella e forte. Lo ascoltava modulare quelle
parole dolci e trasformarle in quella melodia che le era
così familiare. Quante volte si era lasciata cullare dalla
voce di Haru, quante volte quelle note avevano cancellato la stanchezza
dal suo volto.
Si
accorse di quanto Haru le mancasse, di che vuoto avesse lasciato nella
sua vita. Nei primi tempi dalla sua scomparsa, la notte Haru le mancava
così tanto che sentiva lo stomaco stringerle e afferrava il
cellulare, anche soltanto per guardare il suo numero in rubrica. Era
ancora lì, intatto. A volte aveva l'impulso di chiamarlo ma
tanto sapeva che mai più nessuno avrebbe risposto dall'altra
parte. Sapeva che non avrebbe sentito la voce calda e accogliente di
Haru. Aveva nostalgia delle loro chiamate notturne. Così si
addormentava, sperando magari di potergli parlare nei sogni.
Onpu
voleva scoppiare in lacrime, come una bambina. Incurante della sua
prova, incurante di tutto il resto. Però c'era qualcosa che
le diceva di non farlo, qualcosa che le frenava le lacrime agli angoli
degli occhi.
Haru
aveva smesso di cantare e le si era avvicinato.
-
Ricordi? I giornalisti pensavano che io e te fossimo fidanzati.- disse
il ragazzo con le mani in tasca - Specialmente quando ti ho dedicato
quella canzone. In verità non capivano un accidenti di
niente.- il giovane sembrava quasi essere reale.
La
canzone che le aveva dedicato se la ricordava benissimo. "Stand up" era
il suo titolo.
Non era propriamente una canzone d'amore, era particolare, una canzone
che era interamente sua. Haru l'aveva scritta apposta. Era piena di
parole importanti, quelle parole che ti restano dentro. La incoraggiava
a non mollare mai e a fronteggiare tutte le avversità. Haru
la chiamava spesso "piccola" e le accarezzava i capelli.
Chiunque fosse dietro a quella storia, aveva fatto saltare il tasto
giusto.
- Ti è possibile pensare nel luogo in cui ti trovi?- chiese
a mezza voce la ragazza.
- Non lo definirei pensare...ma so che tu pensi me,piccola. Questo lo
so.- rispose lui alzando una mano e accarezzandole i capelli.
Non sentì il suo tocco, non sentì la sua mano
sfiorarle la chioma....non avvertì nulla. Si morse le labbra
e cercò nuovamente di trattenere le lacrime.
- Devi essere felice...voglio che tu sia felice.-le sussurrò
contro il suo capo. L'aveva abbracciata e stretta a sè. La
testa contro il suo petto freddo. La cullava dolcemente.
- Resterò sempre con te...qualsiasi cosa succeda,
sarò sempre al tuo fianco. Però tu non mollare,
non adesso.- disse con voce ferma. Onpu alzò gli occhi per
guardarlo e lesse in quegli occhi neri quella sicurezza che a lei
mancava. Prima che potesse replicare Haru sparì dalle sue
braccia e mentre lei cercava invano di afferrarlo, lo vide
sorridere...per l'ultima volta.
- Haru!- gridò con quanto fiato aveva in gola.
- Non andare via...non di nuovo...- sussurrò con la voce
spezzata.
- Santo cielo! Tutto questo è davvero commovente!-
l'apostrofò un'aspra voce da donna. Onpu cercò la
proprietaria di quella voce e guardando fra i posti vuoti, vide una
donna dalla pelle bianca e dai ricci capelli biondi.
- Tu chi sei?!- ringhiò la viola scattando sull'attenti.
- Non t'importa chi io sia...probabilmente l'ultima persona che
vedrai.- rispose quella alzandosi e dirigendosi verso di lei. Aveva un
vestito verde e nero, aveva occhi color dell'ambra. Ciò che
le fece rabbrividire l'intera schiena però fu altro.
Scricchiolava ad ogni passo e solo in quel momento si accorse che i
suoi arti erano proprio come quelli di una barbie. Era una bambola
vivente. Nel farsi più vicina vide che i suoi occhi erano
rotondi e mobili, le ciglia lunghe e nere e le sue pupille si
spostavano da una parte all'altra procurando lo stesso rumore di biglie
che rotolano sul pavimento.
- Tu non sei vera...- disse Onpu sbaloridta.
Eisuke aveva davvero delle creature subdole ai suoi ordini.
- E tu tra un pò non sarai più viva!-
replicò la bambola e si produsse in una risata idiota. Le
sembrava di essere finita in un film dell'orrore. Quello strano essere
si fermò di botto e sbattè le palpebre
ripetutamente. La ragazza non sapeva proprio che aspettarsi. Poi
improvvisamente la bambola bionda spalancò la bocca rossa
con uno scatto e vomitò un fiume verde acido che
annientò metà del palco su cui erano. Stava per
raggiungerla e se ciò fosse accaduto l'avrebbe bruciata
viva. Onpu cominciò a correre e quando capì che
quella roba l'avrebbe inseguita ovunque, si gettò
giù dal palco e corse disperatamente verso i posti situati
più in alto, per prendere tempo. Sentiva quella stupida
risata rieccheggiare nell'aria. Quella specie di barbie era
inquietante. Cercò di mantenere la calma e ricordare
ciò che Tooru le aveva detto. La parola che le si addiceva
era "ribon*", Tooru le aveva detto che questo era il nome del suo
incantesimo. Con orrore si accorse che la bambola l'aveva raggiunta
facendo scricchiolare sinistramente il collo. Sorrise e la fascia che
aveva in vita si slegò e improvvisamente la colpì
in volto, con un urlo perse l'equilibrio e sarebbe rotolata
giù dalle scale se una delle pietre sulla sua spilla- jingle
set, non si fosse illuminata e una sfera rossa l'avesse avvolta e
posata delicatamente dove prima c'era metà palco.
Haru aveva ragione, si trovò a pensare. Aveva ragione su
tutto. Doveva alzarsi in piedi e combattere contro quell'essere
demoniaco. Perchè c'era qualcosa per cui valeva la pena
vivere, per cui valeva la pena uscire vittoriosi da quella stanza. Lui
non c'era più, non sarebbe mai più ritornato ma
lei doveva essere felice perchè lui voleva che fosse
così. Perchè oltre quella porta c'erano tante
persone che aspettavano il suo ritorno. C'erano Doremì,
Hazuki, Aiko, Momoko, Takao, Kai, Rei ,Max, Testuya e tutti gli altri a
cui sarebbe mancata da morire...proprio come a lei era mancato e
mancava Haru. Non avrebbe permesso agli altri di provare qualcosa del
genere...era il momento di fidarsi delle parole del suo amico.
Tutto ciò che le aveva raccomandato Tooru le
tornò improvvisamente alla mente. Afferrò la
spilla e la lanciò in aria, quando le ritornò fra
le mani si era trasformata in una bacchetta. Quell'orribile bambola era
arrivata di sotto e stava per spalancare la bocca di nuovo ma questa
volta Onpu fu più veloce, puntò la bacchetta
verso di lei e gridò: - Ribon!-.
Aveva quasi paura di sbagliare qualcosa e di non riuscire
nell'incantesimo ma dalla punta della bacchetta uscì un
nastro rosso che avvolse la bambola e sembrò quasi
stritolarla, sentì come un rumore di ceramica infranta.
Quell'essere aveva ugualmente spalancato la bocca e quel liquido verde
era comunque fuoriuscito ma il nastro sembrava impermeabile all'acido.
Il fiocco ritornò al suo posto e lasciò andare
quel corpo vuoto pieno di crepe...era davvero fatto di ceramica. La
bionda cadde a terra con un sonoro tonfo. L'aveva sconfitta...distrutta
letteralmente. Prima che potesse muovere un muscolo, quel luogo
iniziò a restringersi...doveva ancora distruggere la pietra
che come al solito si trovava troppo in alto. Il diamante brillava ad
un'altezza considerevole. Se non avrebbe fatto qualcosa al
più presto, sarebbe morta schiacciata dalle pareti.
- Accidenti!- esclamò saltellando agitata - Tooru non mi ha
detto come distruggerlo!- si lamentò guardandosi intorno.
Allora istintivamente si ricordò del fermaglio appuntito fra
i capelli...lo sfilò dalla crocchia e lo lanciò
con tutta la sua forza verso il diamante. Sarebbe pure dovuto servire a
qualcosa. Non appena l'oggetto nero toccò la pietra questa
si distrusse in mille pezzi. Onpu restò per un attimo
imbambolata e poi corse via verso la porta, prima di uscire si
voltò per l'ultima volta e in un frammento di diamante le
sembrò di vedere il volto di Haru. Sorrise e si
buttò fra le braccia dei suoi amici.
* Angolo di Natsumi213*
Salve dolcetti al cioccolato! ^w^ Come va? Vi chiedo scusa per il
ritardo ma un pò di vacanza ci stava! :) Spero che anche voi
abbiate passato delle belle giornate! :)
Ecco svelato il mistero di Haru! Da quello che avete capito, anche Haru
era un idol e un amico della nostra Onpu che è venuto a
mancare. La nostra streghetta aveva un rapporto speciale con lui ed
è per questo che ha sofferto della sua mancanza ma ha anche
capito che deve essere felice e godersi i suoi amici.
Mi è piaciuto scrivere questo capitolo e spero che piaccia
anche a voi! :)
* Ribon in giapponese vuol dire fiocco e ho pensato che fosse
abbastanza sofisticato per Onpu.
La parte iniziale narra del primo ricordo che Onpu ha di Haru.
Ora passiamo i ringraziamenti! :) Ringrazio Kry333
e Aiko_Laury
per aver recensito lo scorso capitolo! <3 <3
Ringrazio Aiko_Laury,
Kiki Hiwatari, Kry333, Lady Dream, Sarahmanga e Silvia
the best per aver inserito la storia fra le preferite!
<3 <3 <3 Un grazie va anche a chi l'ha soltanto
letta! <3 <3
Grazieeeeeeeeee!! :3 Vi amo tutte!! ^^ XD
Ora eclisso gioie! :) Ci sentiamo presto!
Kiss! :* :*
|
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Capitolo 27 *** 27. Quinta torre: zaffiro. ***
27.
Quinta torre: zaffiro.
Rannicchiata sotto il tepore della coperta, Momoko cercava
di riposare. Non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte,
dopo aver appreso la verità su Eisuke non era più
tornata a casa. Onpu le aveva detto che poteva restare da lei fino a
quando ne avesse avuto bisogno.
Era stato come ricevere una pugnalata nello stomaco.
Aveva continuato a piangere fra le braccia di Doremì per
dieci minuti circa. Poi si era calmata e allora l'avevano riportata al
palazzo di Fedora, ormai disabitato per permettere loro di compiere la
missione.
Si riscosse quando sentì il cellulare vibrare
contro il legno del comodino. Tirò fuori una mano e lo
afferrò. Quando lesse il messaggio ebbe quasi l'impulso di
gettarlo via dalla finestra. Era Eisuke.
Momo-chan, dove sei
finita? Sei rimasta a dormire da una delle tue amiche?
Rispondimi presto, mi
sto preoccupando. Ti voglio bene.
Momoko non seppe se rispondere. Non voleva vederlo, nè
sentirlo. Poi, chi le garantiva che lui non sapesse già dove
si trovava? Non poteva fidarsi di lui. Però una risposta per
mantenerlo buono ci stava.
Ciao Itoko-kun. Non ti
preoccupare, sto bene. Tornerò presto a casa. Ti voglio bene
anche io.
Inviò il messaggio, aveva preferito rispondere
in quel modo per non dare nell'occhio.
-Giù dalle brande cara! Oggi tocca a te! -
esclamò una voce fin troppo familiare sedendosi sul suo
letto.
- Tooru?- chiamò lei, riemergendo dalle coperte.
- In persona! Basta piagnucolare e seguimi!- rispose il bel ragazzo -
Datti una sistemata, ti aspetto di sotto.- sorrise ed
evaporò.
Senza tanti tentennamenti, Momoko si apprestò ad eseguire
l'ordine.
***
- Dunque si trova a casa di Onpu? - chiese Eisuke sul divano di casa.
- Si, mio Signore. Ha dormito da lei questa notte.- rispose Fujo in
ginocchio, con il capo chino.
In quel momento vibrò un cellulare, il ragazzo dai verdi
occhi felini lo prese e lesse il messaggio. Sorrise perfidamente.
- La ragazzina ha evitato di dirmi dove si trova. - mormorò
freddo - Comunque sono quasi sicuro che abbia sentito la mia
conversazione con Shintani. Ho trovato la sua molla per i capelli a
terra e poi ho sentito sbattere una porta. A voi non ha detto
nulla?-
- No, signore. A noi in particolare non hanno detto nulla.-
mentì il sottoposto.
- Bene, significa che me ne accerterò di persona. D'altronde
oggi tocca proprio a lei.- si alzò e disparve in una nube
nera.
***
Momoko si sentiva abbastanza nervosa, spesse volte era sicura ma in
quel periodo la forza l'aveva abbandonata. Aveva cercato di fare tesoro
di tutti i consigli e gli aiuti che i Flat4 le avevano fornito. Proprio
come per Onpu, le era stato consigliato di trasformarsi prima. Ora
fissava il suo jingle set che aveva assunto una forma alquanto strana.
Era diventato uno di quei bracciali d'oro che si attorcigliano intorno
al braccio, la forma le ricordava un pò un serpente. Il suo
abito era abbastanza semplice. Bianco e oro. Monospalla, l'unica manica
presente era stretta e aderente mentre sull'altro braccio nudo vi era
il bracciale. Le scarpe erano più o meno come quelle delle
altre, bianche e con il cinturino. I capelli biondi erano legati in una
normale treccia.
Per la maggior parte di loro, era stato abbastanza facile prendere il
jingle set... il che comportava una fatica maggiore una volta entrati
nella torre. La bionda era un pò preoccupata...non sapeva
cosa aspettarsi. Lei era l'ultima e dai racconti delle altre ne era
uscito che le prove erano terribili.
- Momoko? Il momento è arrivato.- disse Rei sulla soglia
della porta.
La ragazza si alzò e prima che lui potesse precederla, la
sua mano lo bloccò. Momoko sorrideva e Rei potè
notare una luce diversa nei suoi occhi.
La streghetta si puntellò sui piedi e scoccò un
bacio a fior di labbra al ragazzo e senza dire nulla lo prese per mano.
La lasciò solo quando si decise a salire su per la torre,
sotto gli sguardi divertiti dei suoi amici.
- Heilà Rei! Non ci avevi detto niente.- esclamò
Takao con aria maliziosa, quest'ultimo lo ignorò pensieroso.
Momoko era proprio davanti la porta, prese un profondo respiro e la
spinse.
Il luogo in cui si trovava era un incanto. Era di fronte a un piccolo
boschetto, di sera. Illuminato da tante lucciole. La ragazza era
rimasta stupita da quel meraviglioso paesaggio. Si avvicinò
cautamente ai primi alberi...sembrava non ci fosse nulla di pericoloso.
Improvvisamente sentì strisciare qualcosa accanto ai suoi
piedi, anzi per poco non lo pestò. Un viscido serpente si
era eretto accanto alle sue gambe e prima che Momoko potesse fare
qualsiasi cosa, quella creatura parlò.
- Buonassera sssignorina!- sibilò con voce squillante.
-No...aspetta! Stai parlando?- chiese Momoko sbalordita.
- Ssi, ssto parlando proprio a te. - rispose quell'essere sibilante -
Tu hai bissogno di me ed io di te!- .
- Sorry?- replicò la strega alzando un sopracciglio.
- Asscoltami. Tu hai bissogno di distruggere lo zaffiro, giusto? Io ho
ciò che ti sserve per farlo.- ribattè il serpente
muovendo la testa in modo sinistro.
- What are you talking about?-
- Per disstruggere la pietra hai bissogno di quessto.- e
spalancò la bocca dalla quale uscì l'elsa di un
pugnale.
Momoko tra il disgustato e lo stupito chiese: - E quindi?-
- Quindi io ti darò il pugnale sse tu mi aiuterai a
recuperare tutti i diamanti della mia corona.- rispose dopo aver
ingoiato l'oggetto.
Quella storia aveva dell'incredibile, le sembrava di essere finita in
un racconto dei fratelli Grimm. Perchè mai un serpente
doveva possedere una corona?!
- E va bene. Dove devo cercare?- si arrese infine la fanciulla.
- Per tutto il ssentiero del bosco.- disse quello con noncuranza.
- Eh? Cosa?- mormorò la bionda interdetta.
- Hai capito benisssimo. Risspetta il nosstro patto.- sibilò
il suo viscido e strisciante amico.
Momoko stava per avviarsi lungo il sentiero quando la vocetta
squillante la fermò.
- Fai attenzione! Potrebbero nasscondersi diversse inssidie fra gli
alberi di quessto bossco.- e detto ciò si
smaterializzò.
La strega avanzò con il cuore in gola, l'ultimo avvertimento
del serpente le aveva messo una certa inquietudine addosso. L'immagine
di Eisuke le danzò davanti, scosse il capo e
proseguì. Doveva assolutamente farcela.
Le lucciole illuminavano la strada davanti a lei.
- Dove devo cominciare a cercare?Questo bosco è
così grande.- si lamentò a gran voce.
Cominciò a rovistare fra i cespugli e vide qualcosa
brillare. Entusiasta si chinò a raccogliere quel piccolo
diamante luminoso e quando rialzò gli occhi dette in un urlo.
Per un attimo le era sembrato vedere nell'oscurità un paio
di occhi verdi e perfidi scrutarla.
Occhi che purtroppo conosceva fin troppo bene. Si allontanò
lentamente e riprese a camminare, si voltò di nuovo verso
quel punto ma non vide nulla.
*Angolo di Natsumi213*
Salve a tutti! Chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto parecchio da
fare! :)
Allora come va? :) Io domani inizio la scuola e la cosa mi destabilizza
e non poco. -.-
Rialzarsi presto è qualcosa di davvero duro da affrontare.
-.-"
Vorrei volentieri passare l'anno a fare qualcosa di totalmente diverso
ma purtroppo è arrivato l'autunno o quasi. :)
Questo è il nuovo capitolo! Finalmente anche la nostra
Momoko sta per compiere la sua missione. L'ultima fra le ojamajo.
Quando ho iniziato a scrivere questa storia non avrei mai immaginato di
arrivare così lontano. :') * commossa*
Comunque tutte quelle "s" nelle battute del serpente sono dovute al suo
suono sibilante, non sono io che mi sono rincoglionita! XD Ok, forse un
pò. XD
Ad ogni modo ora passiamo alle cose serie: i ringraziamenti. Per voi,
persone favolose! ^.^
Ringrazio Aiko_Laury
e
Kry333 per aver recensito il capitolo! <3 <3
Ringrazio Aiko_Laury,Kiki
Hiwatari, Kry333, LadyDream, Sarahmanga e Silvia
the best per aver inserito la storia fra le preferite!
<3 <3 Un Grazie va anche a chi l'ha soltanto letta!
<3
Grazie mille! <3 Vi adoro! ^.^
Ora eclisso perchè devo andare a letto, domani devo alzarmi
presto! T_T
Quindi, ci risentiremo a breve! :)
Kiss! :*
|
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