I hear it's wonderful in California.

di _nicksbum
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hello Beautiful. ***
Capitolo 2: *** I was sitting at home watching TV all alone. ***
Capitolo 3: *** There's a whale in the pool with my mother. ***
Capitolo 4: *** Everything's gonna be alright. ***



Capitolo 1
*** Hello Beautiful. ***


Tonight I'm gonna fly 'cause I could go across the world,
see everything and never be satisfied if I couldn't see those eyes.
 

 

 

 

nome: Kirsten Jamie Bills.

data di nascita: 15 agosto 1992

luogo di nascita: Los Angels, California.

residenza: Toluca Lake, LA.

capelli: castano scuro.

occhi: verdi.

altezza: 1.67

segni particolari: un carattere veramente di merda.



Questo era quello che c'era scritto sulla sua carta d'identità, a parte il caratttere che era l'unica cosa che la gente sapeva su di lei, dopo il suo nome e il fatto che dovevano assegnarla alla categoria dei ricchi di Los Angeles.

Suo padre, Mark Bills, era uno dei più importanti discografici della zona di Los Angeles. Aveva lavorato con grandi artisti come Beyoncè, Lady Gaga, Backstreet Boys e tanti altri.
Si, erano ricchi, ma questa ricchezza a Kirsten non serviva molto. Certo, aveva tutto ciò che una ragazza della sua età potesse desiderare. Possedeva ogni genere di aggeggio tecnologico, che tra l'altro non sapeva nemmeno usare, era piena di vestiti e la sua cabina armadio era quasi al limite, ma questo non era ciò che una ragazza della sua età cercava per essere felice.
Il signor Bills era spesso fuori casa per lavoro e lei si ritrovava a girovagare per la grande villa in cui abitavano, incontrando di tanto in tanto la baby sitter.
Questo fino a 6 anni fa.
Sua madre Charice, era morta quando Kirsten era ancora piccola, lasciandola sola con suo padre e i domestici, fino a quando non erano arrivate Jayenne e sua figlia Jennipher.
Jayenne e Jennipher erano diventate parte integrante della famiglia quando, 6 anni fa, il signor Bills decise di sposare Jay, adottando così anche la figlia che col tempo divenne la migliore amica di sua figlia Kirsten.
In quanto a Jayenne, era la sua matrigna, ma non poteva essere più distante di così dal significato classico di quella parola. Lei per Kirsten era come una mamma e Jay le voleva bene come ne voleva alla sua figlia naturale Jenn.
Kirsten si era mai sentita in imbarazzo con loro, forse grazie alla grande capacità di entrambe di mettere a proprio agio l'interlocutore impegnato a parlare con loro. Avevano entrambe una parlantina diffusa e sapevano riempire gli imbarazzanti silenzi delle conversazioni con battute di spirito che facevano ridere spesso tutti quanti.
Kirsten e Jenn frequentavano entrambe la Toluca High School e nonostante fossero ricche e belle, non facevano parte del gruppo dei popolari. No, loro erano le losers, le sfigate, anzi Kirsten era la sfigata, Jenn no.
Questo perchè a scuola, oltre alla gente che potrebbe essere definita normale, c'erano anche i vips, quei ragazzi che erano diventati famosi, vuoi perchè avevano preso parte a qualche trasmissione su Disney Channel o perchè semplicemente avevano avuto fortuna nel campo del canto e della recitazione.
Le popolari o stars, come le chiamavano Kirsten e Jenn, erano capitanate da una bella e oca Miley Cyrus, circondata sempre da due o tre galline urlanti che cambiava ogni tre o quattro giorni per far vedere che lei aveva tanti amici.
Era lei la regina dei corridoi, delle lezioni, dei voti arruffianati, delle cheerleaders e chi ne ha più ne metta.
Nonostante tutto però, Jenn aveva più fortuna di Kirsten nelle amicizie, grazie solo al fatto che aveva un carattere più espansivo e molto meno polemico.
Kirsten amavo definirsi una sognatrice, un'anima libera.
Al contrario di Jennipher, che frequentava feste ogni santissimo giorno, lei preferiva rimanere a casa a leggere un libro o a guardare un buon film in compagnia del suo grasso gattone rosso, Grint.
La sua vita non era perfetta ma a lei andava bene così.
Dopotutto era felice o almeno così credeva.
Credeva di conoscere tutto della vita, credeva di comprendere l'amore e la gioia e la tristezza e il dolore.
A ripensarci si dava della stupida, una vera stupida.
Non aveva capito niente, fino a quando non incontrò lui e la sua vita cambiò per sempre, prendendo una piega che mai si sarebbe aspettata.
Lui, Nicholas.







Holaaaa!

eccomi qui a pubblicare la mia prima fan fiction sui Jonas Brothers (le persone che amo di più al mondo, insieme a Demi, Taylor Swift e i One Direction.......... e mia nonna, lol)..............  allora, che dire.. questo è solo il prologo e probabilmente se mi lascerete qualche parere vi posterò il primo capitolo anche domani..
poi non so quando aggiornerò perchè non è ancora completamente finita e sinceramente sono arrivata al decimo capitolo e sono ad un punto morto, quindi mi sa che cambierò qualcosa prima di arrivare fin lì.

cooooomunque, dal prologo si capisce che la ragazza è ricca e per niente fiziata e che Nicholas le cambierà la vita... e fin qui ci siamo, ahah, la storia è ambientata quando Nick aveva 17 anni, quindi era piccino... e anche se ieri ha fatto 20 anni a me ispiravano i suoi ricci che poi sono miserabilmente scomparsi (çç RIP curls) e quindi l'ho adattata a quando lui aveva i ricci, ahah

e basta... che dire, spero vi piaccia come prologo e spero la seguirete.


LOVE YOU ALL.
Sil, :3 

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Capitolo 2
*** I was sitting at home watching TV all alone. ***


Beautiful boy with big brown eyes, tell me who's that?
Who's that?

 

 

 

 

 

 

 

 

"Sai chi verrà a studiare qui?"

Mancavano esattamente due giorni all'inizio delle lezioni e Jenn, indaffarata come sempre con i preparativi per il ritorno a scuola, era super eccitata da un paio di giorni per la comparsa di un nuovo studente.

Solo oggi ne aveva scoperto il nome e quanto pare era impaziente di rivelarlo alla sorella.. come se a lei importasse!

"Sentiamo", disse Kirsten, alzando gli occhi dalla lettura del nuovo libro di Nicholas Sparks.

"Nick Jonas", esclamò febbricitante, guardandola con un moto di speranza del tutto inutile. Kirsten alzò un sopracciglio, poi tornò al suo libro. "Potresti almeno mostrati entusiasta una volta tanto, sai?", le chiese la sorella sbuffando e buttandosi in fianco a lei, facendola ondeggiare sul divano morbidissimo.

"Yu- uh", esclamò la castana con tono da funerale che fece sbuffare l'altra ancora. "Non so nemmeno chi sia..", continuò.
“Ma come? Nick Jonas.. i Jonas Brothers..... mai sentiti?”
Kirsten scosse la testa. “No e non m'interessa...”, esclamò. “Scusa, ma lo sai come la penso..”

"Già.. 'non bastavano la Cyrus e il suo branco di oche o la Gomez che mi copia i compiti e quell'idiota di Bieber che mi sta dietro come un cagnolino, ora doveva arrivare pure questo Jonas!'..", esclamò imitando perfettamente la voce di sua sorella. L'altra sorrise, suo malgrado.

Sua sorella era brava a farla ridere, dopotutto. "Hai dimenticato anche che ci saranno bambine urlanti in piena tempesta ormonale che, vedendolo, sverranno in mezzo ai corridoi come quando è arrivato Josh Hutcherson!"

"Già.. scusa se me ne son dimenticata!", le rispose alzandosi e dirigendosi in cucina.

Kirsten sperò che ora l'avrebbe lasciata in pace; voleva leggere quel libro, ma le venne in mente una cosa e non riuscì a trattenersi. "Non esci con Phe oggi?" chiese alzando leggermente la voce.

"Si, dovrebbe arrivare tra poco", le rispose con voce soffocata, segno che si stava ingozzando di qualche schifezza in cucina.

Kirsten non si capacitava del fatto che sua sorella mangiasse come una mucca in piena fertilità e non ingrassasse di un milligrammo. "Vieni con noi?", le chiese affacciandosi dalla soglia dell'altra stanza.

Scosse la testa.

Non le andava di fare il terzo incomodo. Certo, Christopher era il suo migliore amico, ma non voleva di certo disturbarli mentre si scambiavano effusioni fin troppo esplicite. Già dovevo sorbirsi ogni singolo dettaglio delle notti di fuoco che passavano a casa di lui, in dose doppia, ovviamente.

Amava definirli Phe², ChristoPHEr e JenniPHEr. Era una cosa ridicola, ma a lei piaceva.

"Sai.. potresti uscire qualche volta.. mica mangiamo!", commentò Jenn tornando in salotto. "E poi oggi non saremo soli, ci saranno anche gli amici di Phe"

"Non mi va.. voglio finire questo libro", le disse sventolando quelle pagine intrise di amore e passioni e avventure.

"Come vuoi sorellina.. sappi che rimarrai zitella e sola, con quel gatto grasso come unica compagnia, se continui così....", ribadì come ogni volta che toccavano l'argomento, interrompendola nuovamente.

"Preferisco essere così che fingermi qualcuno che non sono", rispose acida l'altra sapendo di averla punta nel vivo.

Jennipher sapeva che sua sorella odiava il fatto che stesse sempre in mezzo a quelli popolari solo per farsi vedere ed era anche l'unica cosa sulla quale, puntualmente, litigavano.

"Sarà... in ogni caso il discorso su Nick Jonas non è chiuso", fece, tornando all'attacco, ma Kirsten fu salvata dal suono del campanello.

Phe era arrivato giusto in tempo. Diede un leggero bacio sulla guancia alla sua migliore amica, poi trascinò la sorella fuori casa, liberandola da quella tortura con un sorriso. Sapeva come farla felice, l'aveva sempre saputo.

 

Quando sentì il campanello suonare si precipitò alla porta e si affrettò ad aprire, convinta che fosse Jay, di ritorno dalla seduta di pilates.

Ciò che non si aspettava era una signora sui quaranta, bella e solare che le porgeva un pacchetto tenendolo in bilico su altri tre pacchi simili.

"Ciao cara.. sono Denise", esclamò con voce dolce. "Ti stringerei la mano ma sono impegnate entrambe.. comunque sono la tua nuova vicina di casa"

Annuì. Aveva sentito, forse da Jay che sarebbero arrivati dei nuovi vicini. "Piacere mio signora, io sono Kirsten, mia madre non c'è ma appena torna le dirò di passare a presentarsi.." rispose con il tono più stucchevole che riuscì a trovare.

"Oh, certo cara", le sorrise.

Le piaceva quella signora. Non sembrava la solita diva di Hollywood.

Le sorrise anche lei mentre si allontanava lungo il vialetto, poi si accorse di non averla nemmeno ringraziata. "Signora.... Denise.. aspetti!", lei si voltò sorridendole ancora. "Volevo dirle grazie per i dolcetti", rispose sincera.

Lei alzò le spalle e sempre con quel sorriso meraviglioso sul viso rispose: "Non preoccuparti cara.. spero ti piacciano, li ha fatti mio figlio! Lui li chiama Bluscotti!".

Così dicendo si allontanò per bussare alla porta dei Gomez, sempre con quel sorriso e quella gentilezza.

Kirsten tornò in casa e si diresse in cucina dove, con lentezza smisurata, aprì l'involucro di carta che conteneva quegli strani biscotti.. o Bluscotti, come aveva detto la signora.

Capì immediatamente perchè li aveva chiamati così. Erano blu, blu elettrico ed erano grandi quanto un pancake. Non sembravano molto invitanti, ma li assaggiò titubante e rimase piacevolmente sorpresa della dolcezza e del gusto eccezionale che facevano rimanere sul palato.

Il figlio doveva essere un cuoco provetto.

"Però..", mormorò tra sè come segno di apprezzamento, portandosi tutto il sacchetto con i Bluscotti in camera, dove tornò alla lettura del suo libro di Nicholas..... Sparks.

 

 

Era appena uscita dal bagno, quando sentì il campanello suonare. Si avvolse un asciugamano intorno al corpo e corse ad aprire la porta.
Questa volta era davvero Jayenne, di ritorno dalla sua seduta di pilates giornaliera.
La salutò e corse a vestirmi, poi tornò in salotto, dove trovò sua madre già distesa sul divano, intenta a sfogliare un giornale.

"Mamma”, esclamò. Aveva iniziato a chiamarla mamma il giorno di Natale dello stesso anno in cui era venuta ad abitare con loro e Jay ne era parsa felicissima. “Vado a fare una passeggiata..”

“Okay tesoro.. non tornare tardi....”, le rispose sorridendole. “Tua sorella è fuori con Chris?”
Annuì, prima di scoccarle un bacio sulla guancia, afferrare la sua tracolla e uscire di casa.
L'aria di Los Angeles in questa stagione era sempre umida; si avvicinava la stagione delle piogge anche se lì, le piogge, erano praticamente inesistenti.
Iniziò a correre per scrollarsi di dosso ogni minima confusione, ogni piccolo dolore o stress. Non correva da troppo tempo, anche se amava farlo, e le serviva.

Corse per tutta Toluca Lake, fino al bar dove lavorava una certa Lish, una ragazza con cui parlava spesso; lavorava part-time al bar e faceva dei piccoli lavoretti per le famiglie ricche della zona, il tutto per mantenersi gli studi alla Los Angeles University. Era una ragazza intelligente, a differenza di molta gente che conosceva, era simpatica e amava parlare con lei.
Le loro conversazioni erano interessanti e Kirsten passava ore al bar solo per parlare con lei.
Quel giorno però non poteva fare tardi, così passò solo a salutarla e a prendere una bottiglietta d'acqua fresca.

Tornando a casa, infilò le cuffie e alzò il volume al massimo per escludere ogni suono.
Amava la musica e ne approfittava sempre, quando correva, per ascoltare le nuove canzoni che sua sorella aveva l'abitudine di caricarle sull'iPod ogni sera.

Correva, persa nei pensieri, quando sentì un forte contraccolpo e cadde a terra.
La testa le doleva e la fronte pulsava leggermente.
“Ahia..”, mormorò massaggiandosi la fronte, rialzandosi e osservando la scena.
Davanti a lei, un ragazzo alto, moro, bellissimo e con una faccia da prendere a schiaffi, si massaggiava il petto, dove probabilmente era andata a sbattere Kirsten con la testa.
“Hey.. stai bene?”, chiese allungando una mano verso di lei, ridacchiando.
Annuì. “Tu?”

“Bene... hai la testa dura, eh?”, commentò ancora ridendo.

“Già... scusa, io.. non ti ho visto e..”
Scosse la testa, avvicinandosi ancora un po'.
Kirsten arrossì, non sapendo bene per quale motivo; di solito non era timida con i ragazzi anzi, era una stronza, anzi nemmeno quello; era così timida che si mostrava stronza per evitare che la gente la prendesse in giro più del dovuto; ma con quel ragazzo sembravo essere tornata quella bambina che, alle elementari, arrossiva quando qualcuno le rivolgeva la parola.

“Non preoccuparti.. l'importante è che tu stia bene”, sorrise gentile.

Era davvero bello e i suoi occhi scuri.. oh, i suoi occhi. Kirsten si perse a guardare quelle iridi scure, ma poi, per evitare figure, cosidette 'di merda', esclamò “Non.. non ti ho mai visto qui”.

Il ragazzo scosse la testa e spiegò “Ci siamo appena trasferiti, io e la mia famiglia..”, disse indicando la casa in fianco a quella di Kirsten. Lei la osservò per un attimo, ripensò a quella signora gentile con quei fantastici biscotti, fece due più due ed esclamò “Li hai fatti tu quei biscotti?”
“Quali biscotti?”
“Ehm.. tua madre si chiama Denise, giusto?”, chiese lei, per assicurarsi di non aver preso un abbaglio.
“Si, è mia...”, commentò, poi si interruppe. Kirsten lo vide allargare lo sguardo, in un lampo di consapevolezza. “Oh, hai assaggiato i Bluscotti di Nick?”, le chiese ridacchiando.
Annuì. “Sono buoni”, rispose lei, come per giustificarsi.
“Oh, si, buonissimi.. ma non mangiarne troppi, ti fanno impazzire!”
“E tu lo sai perchè...”, esclamò scherzando.
Lui rise e Kirsten pensò fosse ancora più bello, con quei denti bianchi e perfetti.
“Perchè Nick li cucina fin da quando è piccolo e io e Kevin abbiamo fatto una gara una volta e poi siamo stati svegli per due notti di seguito... c'erano troppi zuccheri!”, rise mentre le spiegava quella storia assurda e divertente.

“Mmmh, Nick? Kevin? Sono i tuoi fratelli?”, chiese Kirsten curiosa.
Lui si sedette sul muretto che divideva le loro case e lei, con titubanza, si accomodò in fianco a lui, osservandolo.
“Si.. Kevin è il più grande, poi ci sono io, poi c'è Nick e infine Frankie..”, spiegò indicando sulle dita affusolate il numero dei suoi fratelli.
“Caspita! Tutti maschi?”
Annuì. “Mia madre ha sempre desiderato una femmina, ma dopo il quarto maschio ci ha rinunciato”, rise, illuminando il suo sguardo.

Annuì anche lei, senza sapere cosa dire.
“E tu?”
“Io... abito qui”, spiegò Kirsten indicando la sua casa e lui si stupì. “Si, sono la tua vicina di casa.. e abito con mio padre, con la mia matrigna e con la mia sorellastra che amo con tutto il cuore..”, sorrise; non pensava di averlo mai detto a nessuno, ma era la verità.
Amava sua sorella forse più di sè stessa.

“E' una bella cosa”, fece lui, sorridendole teneramente.

Lei annuì, poi si alzò.
“Beh.... io vado”, commentò sorridendo a sua volta, nell'imbarazzo più totale.

Lui annuì, si alzò e si diresse verso la cassetta della posta, alla quale, prima dello scontro con Kirsten, stava attaccando il cartellino con il nome della famiglia, che lei non riuscì a leggere.

Alzò una mano in segno di saluto e la ragazza si diresse verso il vialetto di casa sua.
Era quasi alla porta quando lo sentì chiamarla. Si stava sbracciando per attirare l'attenzione. “Come ti chiami?”, esclamò.
“Kirsten!”, urlò lei di rimando.

“Io sono Joe!”, le disse. “Ciao Kirsten!”
“Ciao Joe”, sorrise ed entrò in casa.
Si appoggiò con la schiena al legno caldo della porta, mordendosi il labbro per trattenere un sorriso, ripensando allo sguardo luminoso di Joe.
Era entusiasta dell'incontro con quel ragazzo, tanto che sua sorella, tornata circa mezz'ora prima di lei, se ne accorse subito. Era curiosa, continuava a chiederle cos'avesse, ma Kirsten cercò di tenerlo per sè, anche se ci riuscì per poco.

Sua madre, abituata a tenere d'occhio il vicinato, si era subito accorta che aveva parlato con Joe prima di tornare a casa e durante la cena ne approfittò per farle alcune domande spinose.
Sua sorella, ovviamente, era tutt'orecchie.


“Così si chiama Joe?”.
Era tardi.
Avevano visto un film insieme alla madre e adesso si erano rifugiate in camera e Jennipher non aveva perso nemmeno un secondo per chiederle informazioni su quel ragazzo.
Annuì alla sua domanda, senza alzare lo sguardo dal suo libro.
“E com'è?”
“Carino”, mormorò fingendosi poco interessata alla conversazione. In realtà pensava fosse molto più che carino, ma non voleva darle nessun pretesto per provarci con Joe. Sua sorella, nonostante fosse la fidanzata storica di Christopher, amava cinguettare con i ragazzi, senza mai fare nulla. Si divertiva così.

Kirsten lo trovava squallido, ma Christopher ne era a conoscenza e non le diceva nulla. Se era contento lui, a lei andava bene.

Comunque, in qualche modo voleva tenere Joe tutto per sè, anche se era un pensiero assurdo.. poteva essere fidanzato, poteva essere gay.
“Solo carino?”
“Si, Jenn. Solo carino”, annuì chiudendo il libro con un gesto secco e infilandosi sotto le coperte.
“Non ti credo.. domani voglio verificare con i miei occhi”, pigolò ancora, annuendo tra sé.
“Come preferisci..” rispose l'altra con una scrollata di spalle. “Io ora provo a dormire.. quindi se ti deve chiamare Chris, vai in camera tua”
La sentì sbuffare e allontanarsi, chiudendosi la porta alle spalle.

Kirsten si rannicchiò su sè stessa e si addormentò quasi all'istante.








Holaaaaaa!
visto che due persone si sono degnate di recensire, ho deciso di postare subito il primo capitolo.
lo so, non è granchè.... ma spero vi sia piaciuto comunque :)

entra in scena Ccciosef che sarà fondamentale in questa storia (da un certo punto di vista, molto più di Nicholas, lol) coooomunque.... nel prologo ho dimenticato di dirvi che ovviamente Miley non penso veramente che sia così stronzetta e oca come la descrivo qui... ma mi pareva adatta a fare la 'reginetta' della scuola... PERCHE' E' FIGHISSIMA! gosh!

eee.. ecco, non so che altro dirvi. Sono a corto di fantasia, perciò... adios!
LOVE YOU ALL.


Sil, :3 

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Capitolo 3
*** There's a whale in the pool with my mother. ***


I don't wanna share you with

nothing else, I gotta have you to myself... I'm jealous, yeah!

I'm jealous!


 

 

 

 

Il mattino dopo si svegliò presto e silenziosamente si cambiò, poi uscì di casa e fece il suo giro di corsa mattutino.

Si fermò al bar dove trovò Lish seduta al bancone. A quell'ora del mattino, lei era l'unica cliente. Scambiarono due parole, Kirsten comprò la sua solita bottiglietta d'acqua e tornò a casa.

All'imbocco della via, rallentò fino a camminare. Arrivata davanti a casa di Joe lanciò un'occhiata alle fineste aperte, ma non vide nulla; nessun movimento proveniva dalla casa.

Così si affrettò a percorrere il vialetto ed entrare nella sua abitazione.

Trovò sua madre sveglia, intenta a bere una tazza di latte.

"Buongiorno tesoro, sei andata a correre?", le chiese con un sorriso sincero.
"Si mamma.. ma ora vado un po' in giardino  a prender eil sole, se non hai bisogno"

"No, tesoro, vai pure", le sorrise e Kirsten annuì per poi correre in camera sua, indossare in fretta il costume e uscire in giardino, dove si stese sulla sdraio a bordo piscina.

Si mise a leggere fino a quando non sentì delle risate provenire al di là della staccionata. Si alzò e si avvicinò lentamente, curiosa.

Lo spettacolo che le si presentò davanti la fece sorridere.

Joe e i suoi fratelli stavano giocando in piscina come dei bambini, anche se il ragazzo più grande, Kevin, se non ricordava male, dimostrava all'incirca vent'anni.

Quando Joe venne affogato dal fratello, Kirsten scoppiò a ridere, accorgendosi troppo tardi i tre paia di occhi che la fissavano.

Joe uscì dall'acqua e a lei venne un mezzo infarto.

Era il più bel ragazzo che avesse mai visto e non scherzava. Lì vivevano molti bei ragazzi e bastava andare a Malibù per trovarne di tutti i gusti, ma nel moro c'era qualcosa di spettacolare che la lasciò senza fiato.

"Mi prendi in giro, Kirsten?", chiese lui facendo una faccia fintamente offesa.
"No, Joe.. non mi permetterei mai", rispose lei, sarcastica, trattenendo le risate. Lui scosse la testa ridendo e la ragazza notò i fratelli di lui fissarli, curiosi.

"Visto che sei in costume vieni di qui, così vediamo chi riderà poi", commentò il ragazzo in tono di sfida, incrociando le braccia al petto.

Lei lo guardò enigmatica, ci pensò su per un nanosecondo, poi annuì.

Corse in casa, avvisò sua madre che sarebbe andata dai vicini e si precipitò a casa di Joe che non le diede nemmeno il tempo di mettere piede in giardino che l'aveva già buttata in piscina.

Quando Kirsten si avvicinò al bordo, sconvolta e completamente fradicia, vide il ragazzo ridere di gusto, tenendosi le mani sulla pancia.

I suoi fratello lo guardavano sconvolti e si avvicinarono alla ragazza con sorrisi comprensivi.
Quello che Kirsten pensava fosse Nick si presentò e lei ne ebbe la conferma. "Tu sei?", chiese lui in tono gentile.

"La vostra vicina di casa", rispose la mora. "Mi chiamo Kirsten", aggiunse scostandosi i capelli bagnati dal viso. A quel punto anche Kevin si presnetò con un sorriso e dopo pochi secondi si ritrovarono gli schizzi dovuti al tuffo di Joe in piena faccia.

"Ma fa sempre così?", chiese la ragazza rivolta ai due fratelli, mentre osservava Joe, quasi con compassione. "Sempre” risposero in coro.

"Eddai Kirsten, non sarai arrabbiata", esclamò Joe quando notò la faccia di lei. Digrignava i denti, fissandolo.

"Nooo.. avevo giusto vogli adi essere buttata in acqua", rispose acida. "Non avresti fatto il bagno prima o poi?"
"Avrei preferito poi..", risposi piccata. "Invece ora..". Kirsten lasciò la frase in sospeso e sbuffò e Joe la guardò di sottecchi, non perdendosi nemmeno un suo movimento.

Era bella, non di quelle bellezze di cui ti accorgi subito e che ti paralizzano; era di una bellezza quasi celata.

Joe si rese conto che probabilmente Kirsten non sapeva nemmeno di apparire bella alla vista degli altri. Molti dettagli gli davano da pensare a questa cosa, come il fatto che tenesse le braccia incrociate sul seno, o il fatto che lasciasse ricadere i capelli davanti al viso, quasi per fare in modo di nascondersi alla vista degli altri.
Era timida, di questo se n'era accorto subito, ma era un dettaglio che gli piaceva.
Si poteva dire che Kirsten l'aveva colpito fin da subito.
In quel momento, però, Nick parlò, distraendo entrambi dai propri pensieri. "Quanti anni hai?", chiese, rivolto a Kirsten, guardandola attentamente, quasi quanto il fratello poco prima.
"Diciassette, voi?", rispose la ragazza. "Ah, chiamatemi Kiki.... odio il mio nome", aggiunse prima di venir afferrata per la vita da Joe ed essere buttata sott'acqua.
Quando riemerse, guardò male il ragazzo di fronte a sè che, ancora con la mano sul suo fianco, la guardava con quello sguardo che le aveva fatto battere il cuore la prima volta che l'aveva visto, quello sguardo da bambino spensierato e felice.
Esclamò "Sii serio per due minuti, per favore", dandogli un buffetto sul capo.
Lui chiuse gli occhi al suo tocco, poi li riaprì e annuì.
Nick, a quel punto, rispose "Io ho la tua età, Kevin ne ha ventidue e Joe venti, anche se gliene daresti due, da come si comporta", esclamò con un sorriso.
Kirsten rise, osservando Joe che la fissava quasi senza pudore, soffermandosi su ogni parte di lei raggiungibile dal suo sguardo.

Lei, sentendosi osservata, arrossì leggermente, per poi tornare a concentrarsi su Nick, il quale sembrava voler attirare l'attenzione della ragazza su di sè, a tutti i costi.
"Quindi vai ancora a scuola, giusto?"
"Si.. inizio domani alla Toluca High School"
"E' anche la mia scuola", rispose Kirsten sorridendo. "Sono al terzo anno.. in teoria dovresti esserci anche tu"
"Già, infatti", fece lui sorridendole ancora.
Era bello, in maniera differente rispetto a suo fratello Joe. Quest'ultimo riusciva ad apparire sexy con una semplice occhiata, mentre Nick sembrava dolce e romantico.
Kirsten, guardandosi attornò, scorse l'altro fratello di Joe, Kevin, intento a parlare al telefono, così tornò a concentrarsi sui due che aveva davanti.
I due fratelli sembrava stessero parlando a sguardi, ma quando si accorsero di quello della ragazza su di loro, si ricomposero, facendo finta di niente.

Joe fissava il fratello con uno sguardo che Kirsten non riuscì a decifrare, ma quando lui parlò, sentì nella voce di lui una nota acida che non gli si addiceva. "Beh", disse rivolgendosi a Nick, "Almeno conosci già qualcuno"

Il fratello, probabilmente non accortosi di nulla, annuì e sorrise a Kirsten che ricambiò in un gesto spontaeo e naturale.

A quel punto Kevin si avvicinò a loro. "Danielle arriva domani, starà qui fino a domenica..", annunciò.

Nick e Joe si scambiarono uno sguardo divertito e malizioso e Kevin sbuffò. "Smettetela", esclamò.
"Che succede?", chiese allora Kirsten.
"Danielle è la mia fidanzata e questi due pensano che se lei verrà qui un paio di giorni, noi faremmo... beh, sesso, visto che lei mi provoca di continuo", mi spiegò Kevin arrossendo.
"E cosa c'è di male?", chiese ancora la ragazza, non capendo quale fosse il problema. Kevin le sembrava abbastanza adulto per poter far sesso con chi voleva.

Joe le si avvicinò. "Ecco, vedi.. la nostra famiglia è molto religiosa e noi tre abbiamo deciso di fare un voto di castità, rimanendo vergini fino al matrimonio", spiegò ad una Kirsten leggermente sconvolta. "Ovviamente non è una cosa che tutti possono capire. Di solito la gente non lo fa, giudica e basta.. ma finchè noi sappiamo il perchè di questa scelta, allora è okay", concluse, per la prima volta rimanendo serio.
"L'abbiamo sconvolta", esclamò Nick, avvicinandosi a Kirsten che era rimasta a bocca aperta, immobile, di fronte a quella rivelazione. "Vedete? Non dice nulla"

"Forse pensi sia una cosa stupida o senza senso, ma per noi è importante", aggiunse Kevin serio.

Joe posò una delle sue grandi mani sulla spalla di una Kirsten ancora immobile e lei, forse scossa dal contatto con il ragazzo, si riscosse. "No", disse. Fissò i tre ragazzi di fronte a lei, poi aggiunse in tono flebile "E' una bella cosa"
"Come?", chiesero in coro i tre.
"Ho detto che è una bella cosa.. vuol dire che aspetterete di farlo con la persona giusta. Non lo trovo stupido, lo trovo romantico.. è bello"

Si ritrovò a sorridere inconsciamente, fissando i tre fratelli che la guardavano stupiti.
"Davvero?", chiese Joe. "Romantico dici?"
"Già..", mormorò lei osservandolo.

Percepì nello sguardo di lui un pizzico di malizia, mentre la osservava e arrosì nuovamente. 


Un urlo squarciò l'aria e tutti e quattro si voltarono verso l'abitazione di Kirsten.

Dalla staccionata s'intravedeva la testa bionda di sua sorella Jennipher che li fissava scioccata, con le mani davanti alla bocca e gli occhi brillanti.

Kirsten sentì i ragazzi trattenere il fiato e si chiese il perchè di quella reazione.

Uscì in fretta dalla piscina e si affrettò verso la staccionata alla quale Jenn era aggrappata. Fissava i tre fratelli con sguardo quasi allucinato. "Jenn, che succede?", chiese Kirsten preoccupata, scambiando un'occhiata con Joe che le rivolse uno sguardo indecifrabile.

"Loro sono.. loro.. loro..", balbettò. Prese fiato ed esclamò "I Jonas Brothers" e svenne.

Kirsten si portò le mani alla bocca, poi con uno scatto quasi felino, corse lungo il vialetto per raggiungere la sorella. Voleva soccorrerla in qualche modo, ma si bloccò in mezzo al vialetto di casa quando si ricordò le parole di Jennipher e Joe, che stava correndo dietro di lei, le finì addosso, facendola cadere e cadendo a sua volta sopra di lei.

Quando Kirsten si voltò, si ritrovò il volto di Joe a pochi centimetri dal suo e trattenne il fiato. La consapevolezza di averlo davanti le precipitò addosso e i suoi occhi saettarono ovunque, pur di non guardare negli occhi di lui.

Joe sospirò e si alzò, poi le tese la mano che la ragazza afferrò tremante.
"E siamo a due", mormorò lui, sorridendole dolcemente, ricordando la caduta che li aveva fatti incontrare il giorno prima.

"Già", rispose Kirsten, per poi voltarsi e correre da Jennipher.

La fece rinvenire, ma si rese conto che la sorella la guardava quasi con cattiveria. Le riservò uno sguardo perplesso e Jenn si affrettò a spiegare. "Tu li conosci e non me li presenti? Tu ti diverti con loro e non mi dici nulla?"

"Io... non sapevo fossero loro.. lo sai che non li seguo e..", cominciò la ragazza, ma si trattenne, ricordandosi improvvisamente dei ragazzi alle sue spalle.

"Come facevi a non saperlo Kirsten?", chiese la bionda in tono duro. "Non lo sai come si chiamano?" 

"Si, ma..", la mora non sapeva cosa risponderle. Era vero che non sapeva fossero i Jonas Brothers, pensava di aver trovato finalmente dei ragazzi non famosi, ma non era così.

Loro erano l'apoteosi del successo.

Ma Jennipher non avrebbe capito. Lei amava circondarsi di persone famose, lei amava stare al centro dell'attenzione. Lei adorava tutto questo.

Kirsten no.

"Jenn.. è così che ti chiami?", intervenì Kevin in quel momento. La sorella annuì più volte. "Kirsten davvero non sapeva chi fossimo, altrimenti non ci avrebbe chiesto i nostri nomi..... e forse era m eglio che non lo scoprisse, vero?", aggiunse, rivolgendosi alla diretta interessata.

Lei era confusa. Lui la stava proteggendo da sua sorella, era strano, ma la sua ultima affermazione non riuscì a capirla. "Cioè?", chiese.

"Non avevi pregiudizi prima", rispose Joe, serio. "Ora penserai che Kevin e Nick siano perfetti e io l'idiota del gruppo", continuò spiegandole l'affermazione di Kevin.

Kirsten sentì lo sguardo di Jennipher su di sè, ma non si voltò. Continuò ad osservare i tre fratelli per qualche attimo, poi rispose "Che fossi un idiota lo pensavo anche prima", con tono divertito e con un sorrisetto malizioso nei confronti di Joe che scosse la testa e sorrise, mentre i suoi fratelli ridacchiavano. "Comunque mi sembrate dei tipi a posto e nonostante siate famosi, credo che potremmo passare del tempo insieme", annunciò.

"Quale onore, madame", esclamò Joe facendole la linguaccia mentre Nick, quasi nello stesso momento, con un sorriso leggero, chiedeva "Davvero?"
"Si, così avrai due persone che conosci, domani a scuola", rispose Kirsten, indicando se stessa e la sorella che nel frattempo si era alzata da terra e fissava i tre fratelli con sguardo sognante.

"Ci odieranno quelle là", commentò ridacchiando.

"Chi sono quelle là?", chiese Nick. "Miley e la sua cricca di oche senza cervello", rispose Kirsten senza vergogna, beccandosi poi uno schiaffo sul braccio da parte di Jenn che spostava lo sguardo su Nick ad intermittenza. "Ma che hai?", le chiese scioccata.
"Sono stati insieme", sussurrò, continunando ad indicare Nick che nel frattempo stava cercando di trattenere le risate. La bocca di Kirsten si aprì in una 'o' quasi perfetta e a quel punto anche Joe e Kevin scoppiarono a ridere.
"Tu sei stato con quella?", domandò quasi urlando. "Oh mio dio!"

La faccia schifata che fece poco dopo, fece ridere ancora di più Nick che esclamò "Non preoccuparti... è una storia vecchia"
"Ma tu..... Oh, che schifo", continuò lei.
"Miley non è così brutta, però..", disse Kevin.
"No, non lo è.. è bellissima.. il mio disgusto è per il fatto che sia un'oca", precisò Kirsten. "Un'oca non può stare con te.. dai", esclamò, indicando Nick che scosse la testa continuando a ridere, mentre i suoi capelli ricci seguivano l'ondulazione del capo.

La ragazza era sicura che anche Joe li avesse, anche se sicuramente preferiva tenerli corti, come in quel caso, ma Nick con quei piccoli boccoli che ricadevano davanti al viso, aveva un'aria troppo dolce. 

Rideva spesso, di questo se n'era accorta, ma il sorriso non si allargava mai quanto quello dei fratelli e si chiese perchè. Le labbra a forma di cuore gli donavano un'aria sincera e gli occhi scuri erano perforanti.. o forse era lei a sentirsi osservata.

"Quindi non vi parlate?"

"Diciamo che lei parla e io non l'ascolto..", le spiegò. Jenn e Kevin risero, mentre Joe li osservava in disparte, attento ad ogni mossa di entrambi.

Si era accorto dell'attenzione particolare che Nick concedeva a Kirsten, ma decise che per il momento non se ne sarebbe preoccupato; era sicuro che Nick vedeva in Kirsten un'amica, solo quello, niente di più; non come lui che in lei vedeva tutt'altro che un'amica.

Spostò lo sguardò sulla mano che la ragazza posò in quel momento sul braccio del fratello, poi posò gli occhi nuovamente sul suo viso, mentre lei esclamava "Perfetto, andremo d'accordo".

 

Poco dopo si ritrovarono tutti nella piscina di casa Jonas.

Nick e Kevin erano intenti a fare tuffi acrobatici e Jennipher li guardava incantata, come se quello fosse uno spettacolo mozzafiato.

Kirsten, invece, era seduta a bordo piscina e guardava Joe, poco distante da lei, che fissava il cielo azzurro sopra le loro teste. Continuava a far vorticare i piedi nell'acqua e sembrava pensieroso.

La ragazza si immerse, si avvicinò lentamente al moro, poi uscì di scatto dall'acqua, schizzandolo ridendo.

Rise anche lui, distraendosi dal guardare il cielo e posando lo sguardo su Kirsten, poi si rabbuiò all'improvviso e si accostò a bordo vasca, senza più guardarla.

Lei si avvicinò ancora e gli diede una leggera gomitata al fianco. "Che hai?", chiese, sinceramente curiosa. Lui le lanciò un'occhiata perforante e scosse la testa. "Niente", disse.

Poi s'immerse in acqua e si allontanò, andando verso suo fratello Nick.

Kirsten rimase interdetta per qualche istante; non si era aspettata una risposta esaudiente alla sua domanda, ma nemmeno un misero 'niente'. Nonostante tutto, venne distratta dalle voci di due donne che uscirono in quel momento dalla porta sul retro.

Denise, la madre dei ragazzi, stava uscendo in giardino con una signora che si potrebbe benissimo definire obesa, anche se il suo viso sembrava gentile e rideva come una bambina alle affermazioni della prima.

Quando Denise ci vide, si avvicinò e ci sorrise. "Vedo che avete fatto amicizia", disse, rivolta alla ragazza. "Erano buoni i biscotti?", chiese.

Kirsten annuì in imbarazzo, scambiando un'occhiata con Nick che le sorrise.

"Comunque mi spiace buttarvi fuori, ma io e Loreen vorremmo fare due chiacchiere qui"

"Ma mamma.. non potete stare in salotto? Ci stavamo divertendo", esclamò Joe con voce lamentosa. Jennipher lo guardava quasi estasiata, come se non avesse mai visto niente di più bello.

Kirsten se ne accorse e si frappose fra i due, in un gesto che sarebbe dovuto sembrare spontaneo, ma che in realtà era perfettamente calcolato per coprire la visuale di Joe alla sorella.

"Potete venire da noi", disse. "Anche noi abbiamo la piscina.."

"Sicura che non sia un problema?", chiese Denise, mentre i ragazzi seguivano questo breve scambio di battute come fosse una partita di tennis.

"Non si preoccupi", rispose la ragazza, dirigendosi verso la scaletta.

Uscì per prima dalla piscina, seguita a ruota dagli altri quattro.

Denise le sorrise nuovamente e lei ricambiò; quella donna doveva essere molto gentile e premurosa.

L'ultimo ad uscire fu Nick e Kirsten si ritrovò a fissarlo intensamente, ma quando si accorse del suo sguardo, si affrettò a distogliere il proprio, arrossendo visibilmente.

Non voleva sembrare una di quelle ragazze che fissano i ragazzi solo perchè sono mezzi nudi, come stava facendo la sorella. Jennipher, infatti, li stava spogliando con gli occhi, come se non fossero abbastanza nudi e quando Joe decise di saltare la staccionata con un agile salto, per arrivare alla piscina prima di tutti, lei lo seguì, rischiando di rompersi una gamba.

Kevin e Nick, invece, percorsero il vialetto insieme alla mora, ridendo dell'agilità molto scarsa di Jennipher. La ragazza sentiva lo sguardo dei due fratelli addosso, respirò a fondo cercando di non arrossire.

Era abituata agli sguardi insistenti dei ragazzi, ma non la toccavano più di tanto, invece le occhiate che le lanciavano loro la riempivano d'imbarazzo.

Non sapeva spiegarne il motivo.



Si divertirono fino a quando il sole non tramontò e i ragazzi non vennero richiamati a casa da Denise.

Al momento dei saluti, Jennipher sembrava stesse per scoppiare a piangere e si ritrovò stretta in un abbraccio da Kevin, mentre Nick la rassicurò dicendole che si sarebbero visti tutti il giorno dopo.

Joe, invece, era intento ad osservare Kirsten che, con lo sguardo posato sulla sorella, sorrideva leggermente; forse era felice per Jennipher, non lo sapeva.

Si avvicinò cauto e le toccò una spalla, lei si voltò e gli sorrise.

"Ehi, hemm.. allora ci vediamo domani?", chiese dubbioso, passandosi una mano sulla nuca, in palese imbarazzo. Lei annuì e gli sorrise. "Si.. dopo scuola vengo da voi, Nick vorrebbe che gli spiegassi qualcosa sulle materie di quest'anno", gli disse.

Lui si sentì scuotere a quell'affermazione.

Gli dava fastidio che venisse da loro per aiutare Nick. Voleva che li andasse a trovare per stare con lui, non per Nick.

Forse lei, visto l'improvviso cambio di espressione del ragazzo e il serrarsi della mascella, aggiunse "Ma poi possiamo guardarci un film insieme se ti va"

Lo guardò dubbiosa. Aveva capito che Joe era attratto da lei, si era resa conto degli sguardi che lui le lanciava e ne era lusingata, soprattutto perchè ricambiava appieno le sue attenzioni. Aveva anche capito che probabilmente era geloso del fratello e sorrise tra sè quando, alla sua ultima frase, lo vide rilassarsi improvvisamente.

"Va bene", disse di getto, il moro.

"Okay.. a domani allora"
"A domani Kiki" 


 

Jenn era entusiasta. Non faceva altro che sorridere e parlare della giornata passata insieme ai Jonas Brothers, dicendo che si era divertita molto, soprattutto perchè, ora che conosceva Nick, poteva far morire d'invidia le altre ragazze.
Alla sorella stava iniziando a dar fastidio questo suo comportamento.
Nick era quello che, tra i tre fratelli, le stava più simpatico, forse perchè aveva percepito una certa affinità tra i loro caratteri, molto simili. Non le avrei permesso di usarlo solo per arrivare in alto nella scala sociale della scuola.


Dopo cena si chiusero in camera di Kirsten e Jenn si mise subito a chattare con le sue amiche, parlando della nuova conoscenza fatta quel giorno.. la sorella si perse a guardare fuori dalla finestra e notò subito che la camera di fronte alla sua era abitata da uno dei ragazzi.
Vedeva l'ombra seduta sul letto con qualcosa di molto simile ad una chitarra in mano.
Non capì chi fosse, così riprese il suo libro e tornò alla sua lettura, fino a quando, a mezzanotte, cacciò Jenn nella sua stanza e si addormentò seduta stante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Holaaaaaaaa,

ebbene si, ho aggiornato :D
sono entrati in scena Nick e Kev e.... si inizia a capire leggermente il rapporto che si verrà a creare tra i vari personaggi......... ovviamente non in modo chiaro, sennò sarebbe inutile che continuassi a scrivere, lol

che dire.. spero vi piaccia e se vi va, lasciate qualche recensione, anche negativa :3

 

LOVE YOU ALL,

SIL, :3 

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Capitolo 4
*** Everything's gonna be alright. ***


Through the sorrow,
through the fights,
don’t you worry ’cause everything’s gonna be alright.






Venni svegliata da un rumore fastidioso, un rumore a cui non ero più abituata: la mia sveglia.
Aprii gli occhi e realizzai qualche istante dopo che oggi sarebbe rincominciata la scuola.
Nuovo anno, nuove torture, nuovi estenuanti compiti a casa e in classe, nuove persone che mi avrebbero preso di mira dandomi della sfigata.
A scuola, se in questi anni non ci fosse stato Phe, probabilmente sarei morta.
Mi preparai e scesi in cucina per fare colazione. Ci trovai mia sorella, ancora assonnata, che mangiucchiava una disgustosa poltiglia dentro ad una tazza. Evitai di chiederle cosa fosse.
Jenn era fissata con tutti quegli alimenti che lei definiva 'sani', ma che in realtà non erano sani per niente, era fissata con diete e corsi di ginnastica per dimagrire.
Odiava fare sport, ma voleva rimanere in forma, perciò si sforzava di mangiare quelle schifezze di alimenti 'sani'.
Io, invece, amavo correre e nuotare, perciò, ogni tanto, mi permettevo di mangiare qualche vera schifezza, come un pacchetto di patatine o una coppetta di gelato.
Non ero magra, ma nemmeno grassa. Diciamo che mantenevo il mio peso forma e compensavo il cibo che ingerivo, correndo.
Buongiorno”, le dissi pimpante. Lei odiava il mio essere così mattiniera e io, spesso, facevo apposta per irritarla.
Ciao”, mormorò come se a parlare fosse un cadavere.
Bella giornata, non è vero?
Già.. wow”. Si scolò la sua tazza e si diresse in bagno, mentre io, ridacchiando, afferrai un paio di fette biscottate e uscii in veranda, in attesa che Phe passasse a prenderci.
Era l'unico, di noi tre, ad avere la macchina poiché io avevo paura a guidare, mentre Jenn non aveva voglia di fare l'esame.. si, era molto pigra.
Stavo osservando la strada, in cerca della macchina blu di Phe, quando sentii qualcuno chiamarmi.
Mi voltai e trovai Nick che scendeva i gradini, diretto verso casa mia. Lo raggiunsi e lo salutai con un buongiorno che gli fece comparire una smorfia schifata sul viso. “Che c'è? Non è un buongiorno per te?”, chiesi sorridente.
Non direi.. oggi è il primo giorno di scuola, sarò quello nuovo e per di più tutti mi assaliranno perchè non sono abituati a vedermi lì... sarà uno schifo
Vedrai che sarà perfetto invece”, gli dissi. “Ah, se non vuoi essere etichettato come uno sfigato, anche se non credo a te possa succedere una cosa del genere, ti consiglio di starmi lontano”, aggiunsi.
Perchè?” Dalla sua espressione capii che non credeva io fossi una sfigata a scuola.
Io, se non fosse per il mio migliore amico, a scuola potrei sotterrarmi per tutte le cose cattive che mi dicono o che mi fanno.. sono una sfigata, anzi no.. sono LA sfigata”, sorrisi, sperando di farlo ridere, ma lui non mosse un labbro.
Davvero? Voglio dire.. non sembri così sfigata
Già..
Beh, a me non interessa cosa dicono gli altri, quindi se vuoi un amico in più che ti protegga da queste maldicenze puoi contare su di me”, esclamò fiero e sorridente.
Ricambiai in automatico, sentendo il cuore fare uno sbuffo. Mi faceva piacere che Nick si fosse offerto di starmi accanto, mi faceva sentire accettata da un'altra persona diversa da Christopher.
Grazie”, mormorai, rossa d'imbarazzo. “E tu puoi contare su di me per qualsiasi cosa
Ci stringemmo la mano e credo che in quel momento, un tacito accordo si fosse formato tra di noi.
Eravamo diventati, in qualche modo, amici.
Quel silenzio ricco di promesse venne scalfito dal suono di un clacson e dall'arrivo di Phe, che parcheggiò la sua macchina sul vialetto di casa mia.
Scese, si diresse verso di noi, mi diede un bacio sulla guancia, poi squadrò Nick che gli sorrise gentile e allungò una mano verso di lui, presentandosi “Io sono Nick.. tu devi essere Christopher, giusto?
Phe annuì "Chiamami Phe" e sorrise anche lui, ricambiando la stretta.
Può venire con noi a scuola, vero?”, chiesi a Phe.
Nick fece per protestare, ma lo zittii subito. Non volevo sentire scuse. Era mio amico, in qualche strano modo, perciò sarebbe venuto con noi.
Phe annuì, ma non aggiunse altro perchè fu interrotto dall'abbraccio di Jenn che gli saltò addosso e incominciò a sbaciucchiarlo.
Mi voltai imbarazzata e sentii Nick ridere, mentre mi fissava. “Ti da fastidio?”, mi chiese a bassa voce.
No, m'imbarazza
Perchè?
Non lo so, sinceramente”, confessai sincera. Non lo sapevo davvero.
Anche nei film, non riuscivo mai a vedere le scene di baci, affettuosità, sesso. Non sapevo perchè e per ora non volevo saperlo.
Nick annuì tra sé, poi mi seguì sull'auto, prendendo il posto sui sedili posteriori accanto a me.

La giornata, contro ogni aspettativa, passò in fretta, ma si dimostrò esattamente come io e Jenn avevamo pensato che fosse.
Appena Nick mise piede a scuola, tutto il corpo studentesco femminile gli si avvicinò, chiedendo una foto, un abbraccio o semplicemente di poterlo toccare.
Rimasi a distanza.
Non volevo che mi associassero a lui, altrimenti sarebbe passato come 'quello che sta con la sfigata', perciò mi scansai e proseguii da sola, fino a quando non mi sentii affiancare e notai Phe che mi sorrideva, qualche passo dietro di me.
Hai già perso Jenn?
E' andata con le sue amiche.. lo sai com'è”, mi disse come per scusarla. Annuii.
Lo sapevo com'era fatta.
Stava con lui solo quando ne aveva voglia, ma lui questo non voleva vederlo, perchè l'amava ed era accecato, fin troppo, da questo sentimento.
Avevo cercato molte volte di fargli aprire gli occhi, ma niente era servito.
E tu hai perso Nick..
Nick è un amico, Jenn è la tua ragazza.. e poi per lui è il primo giorno, non voglio che passi per amico mio
Ma mi par di capire che lo sia
Forse”, mormorai, raggiungendo il mio armadietto, accanto a quello di Phe. Posammo i libri che non ci sarebbero serviti e ci avviammo verso la classe.
Una cosa importante da sapere su noi due, frequentavamo ogni lezione insieme.
Per chi ci vedeva da fuori poteva pensare che la coppia fossimo io e lui. A ben pensare, io trascorrevo molto più tempo con lui rispetto a Jenn.
Loro stavano insieme solo perchè lui era troppo stupido per lasciarla e lei troppo furba per non approfittarsene.
Quando entrammo in classe, la trovammo vuota, tranne che per uno studente, nascosto dietro un libro di testo che teneva al contrario.
Lo guardai per un attimo, poi riconobbi i riccioli che sbucavano da dietro il libro e iniziai a ridacchiare.
Phe mi guardò in modo strano, così accennai a Nick e sorrise anche lui.
Sai.. devi essere proprio bravo a leggere, se riesci a farlo pure al contrario!”, esclamai ridendo in direzione di Nick che si guardò un attimo intorno, individuò me e Phe e sospirò di sollievo. “Pensavo fosse qualche ragazzina impazzita
Mi spiace per te, ma siamo solo noi due”, disse Phe, sedendosi alla destra del ragazzo che lo guardò sorridente. “Ti dispiace se ci sediamo qui? Kiki non lenirà la tua immagine, te lo giuro”, commentò serio facendo ridere Nick.
Sbuffai, buttando i libri alla sinistra del riccio e mormorai “Divertente. Davvero, davvero divertente Phe
Nick rise ancora e mi ritrovai a fissarlo, sorridendo a mia volta. “Comunque mi farebbe piacere se vi sedeste qui”, disse. “E anche se, la prossima volta, mi faceste compagnia nei corridoi”, aggiunse guardandomi di sottecchi. “Non lasciarmi solo un'altra volta in mezzo a quelle vipere, per favore
Se me lo chiedi con quella faccia come faccio a dirti di no?”, gli risposi in un sussurro, poiché in quel momento era entrata la professoressa.
Sentii Phe mormorare “Se vuoi qualcosa da lei, fai la faccia da cucciolo, funziona sempre.. oppure comprale delle caramelle
Hey, testa vuota! Non rivelare tutti i miei segreti”, commentai facendogli un pizzicotto sul braccio, per poi rintanarmi dietro Nick ed usarlo come scudo.
Vidi Phe sbuffare, rivolsi un sorriso a Nick che ricambiò, poi seguii la lezione, senza più nessuna distrazione; amavo letteratura.

 

pov nicholas.

Com'è andata a scuola, tesoro?
Bene mamma..”.
Ero a casa.
Ero esausto.
Non avevo voglia di parlare.
Nessuna novità da raccontare?
No, a parte che Kiki mi ha fatto conoscere un suo amico che mi sta davvero simpatico.. per il resto niente di nuovo”, commentai.
Era sera.
Mia madre era appena tornata da una giornata di shopping con Joe e ovviamente, da buona madre, doveva farmi il terzo grado per sapere com'era andata la giornata, ma io volevo solamente andare a dormire.
Mamma, sono un po' stanco.. ne parliamo domani, va bene?
Lei annuì, mi schioccò un bacio sulla fronte, cosa che faceva fin da quand'ero piccolo e mi lasciò andare in camera.
Entrai con l'intento di buttarmi sul letto, ma lo trovai occupato.
Joe se ne stava seduto sul bordo del materasso, intento a lisciare il mio lenzuolo. Lo fissai per qualche attimo, poi esclamai “Che vuoi Joe? Sono stanco..
Ti ruberò solo un minuto, promesso”, mi disse serio.
Joe non era mai serio, perciò annuii perchè la cosa, lo dovevo ammettere, mi aveva incuriosito.
Voglio chiedere a Kirsten di uscire... pensi sia una buona idea?
M'immobilizzai e sentii lo stomaco scombussolarsi all'improvviso. “Cosa?
Voglio chiedere a Kirsten..
Ho capito, ho capito”, esclamai alzando le mani per fermarlo. “Sinceramente Joe? No, non credo sia una buona idea.. vedi, anche sei mio fratello, so che sei un completo stronzo con le ragazze e Kirsten.. lei non è il tipo da botta e via, quindi cercatene un'altra fratello.. è meglio”, conclusi in tono freddo, un tono che non mi capitava mai di usare con mio fratello.. mi chiesi il perchè di quella strana novità.
Mi spogliai, m'infilai i pantaloni della tuta e mi buttai sul letto accanto a mio fratello.
Come fai a sapere com'è? Non la conosci nemmeno!”, mi disse, scaldandosi subito.
Non lo so.. è una sensazione. Sappi solo che, se ce la farai ad uscire con lei e succederà qualcosa, starò dalla sua parte
Perchè? Sono tuo fratello!
Appunto.. so che sarebbe colpa tua........... a prescindere
Joe sbuffò, si alzò e andò alla porta. “Sei più irritante di Kevin a volte”, disse. “Buonaotte
Buonanotte a te”.
Sorrisi, voltandomi verso la finestra.
Avevo scoperto, la sera prima, che la stanza di Kiki era proprio di fronte alla mia.
Non che volessi spiare qualcosa, ma mi sentivo bene a vedere quella luce accesa e quella ragazza che, ogni tanto, si alzava e prendeva a ballare in mezzo alla stanza, con la luce soffusa che rifletteva strane ombre dietro di sé.
Ero contento di averla come amica, anche se l'avevo appena conosciuta. Mi sembrava una persona sincera e sperai di non pentirmene.
Chiusi le palpebre e mi addormentai all'instante.

 

pov Kirsten

Mi svegliai di soprassalto, sudata e tremante.
La luce filtrava attraverso le tapparelle abbassate e notai che era ancora notte. Lanciai uno sguardo alla sveglia e mi accorsi che erano solo le tre.
Perchè diamine mi ero svegliata? Ah, giusto.. quel sogno.
Era assurdo.
Non potevo sognare certe cose, io non sognavo certe cose, mai.
Eppure quella notte l'avevo fatto e anche la notte prima... tutta colpa di Joe Jonas.
Scostai le lenzuola, mi alzai e scesi in cucina per bere un bicchier d'acqua.
L'acqua ghiacciata scivolò lungo la mia gola, rischiarandomi le idee e tornai in camera, cercando di riaddormentarmi.
Chiusi gli occhi; quando li riaprii notai mia sorella che, silenziosa, si aggirava per la mia stanza.
Jenn, che cosa diamine stai facendo?”, chiesi scattando a sedere e osservandola.
Si bloccò e mi rivolse un sorriso tirato.
Heem, ecco io..
Osservai le sue mani e vidi la mia maglietta preferita stretta tra i suoi artigli. Quella è la mia maglietta”, le dissi calma e assonnata.
Lo so, volevo metterla oggi.. posso?”, mi chiese con sguardo da cucciola che aveva imparato a fare, copiandomi.
Annuii e mi ributtai sul letto. Non avevo voglia di discutere con lei di prima mattina. La sentii esultare e la vidi uscire dalla mia stanza saltellando.
Chissà da dove aveva tirato fuori tutta quell'energia oggi.


Stavo disegnando distrattamente sul quaderno d'inglese, cosa che non facevo mai e Phe se ne accorse subito.
Che ti passa per la testa oggi?
Lo guardai confusa, ritornando alla realtà. “Cosa?”, chiesi.
Lui battè la matita sui miei scarabocchi. Abbassai lo sguardo e rimasi immobile, senza fiato.
Avevo disegnato degli occhi, non dei semplici occhi, i suoi occhi: Joe.
Lo guardai con sguardo da cucciolo ferito e lui sorrise. “Dopo ne parliamo cara, non mi sfuggi”, mormorò facendomi l'occhiolino e tornando a seguire la lezione.
Per fortuna Nick non seguiva quel corso insieme a noi; avrebbe riconosciuto subito quegli occhi.
Arrossii e abbassai la testa, appoggiandola sul banco.
Sbuffai e sentii Christopher ridacchiare silenziosamente. Scossi la testa e mi persi nella voce della professoressa, intenta a spiegare un complicato aneddoto su Shakespeare.

Allora?
Allora cosa?
Ti avevo detto che non mi saresti sfuggita.. allora che succede?”, mi chiese Phe.
Eravamo a mensa e lui, dopo essersi seduto in disparte da tutti, ha ripreso da dove si era fermato qualche ora prima.
Avevo sperato che dimenticasse, ma Phe era molto curioso.
Di chi sono quegli occhi, Ki?”, chiese ancora.
Abbassai lo sguardo sul mio piatto di lasagne mollicce e mormorai “Joe”, quasi in un sussurro.
Joe? Joe il fratello di Nick? Quel Joe?
Arrossii. “Si, Phe, quel Joe
Ti piace?
Alzai lo sguardo su di lui. Notai che era curioso, ma anche apprensivo.
Pensai al sogno di stanotte e a quello della notte scorsa e le mie gote si fecero ancora più rosse.
Mi chiedevo se avessi dovuto dirgli di quei sogni, mi fidavo di lui, era sempre stato un buon amico, ma.... non mi ero mai trovata in una situazione del genere.
Lo guardai ancora e poi annuii. “Lo conosco da quattro giorni e sono due giorni che lo sogno... non è normale, Phe
Abbassai ancora lo sguardo, stuzzicando la mia lasagna, ancora intatta nel piatto.
E' una semplice cotta, Kiki...
Ma è la prima e.... mi sento in imbarazzo
Andrà tutto bene, vedrai”, il suo sorriso rassicurante mi fece calmare leggermente, anche se gli occhi di Joe mi spuntavano ancora davanti agli occhi, come in un sogno ad occhi aperti.
Annuii, incominciando a mangiare, seguita da Phe che continuava a fissarmi pensieroso e dubbioso sul mio stato d'animo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Holaaaaaaaaaaaa,

eccomi di ritorno.
Allora, ci ho messo un pò ad aggiornare perchè ho come un blocco dello scrittore (?) e non sapevo come aggiustare alcuni pezzi, scusatemi çç
Anyway... la nostra Kirsten ammette di avere una cotta per Joe.............. ma si tratterà solo di una cotta o sarà qualcosa di più? Non lo so nemmeno io, quindi aspettate.. ahah

Nicholas, invece, si sente qualcosa sullo stomaco quando parla di Kiki con Joe..... cosa sarà?
E Joe? chiederà a Kirsten di uscire?


mmmh, okay.... queste sono le domande a cui anch'io devo rispondere, ahahhahah e quindi vi saluto.
LOVE YOU ALL,

SIL, :3 

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