Forgive me

di Bella Finally Cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Decisioni ***
Capitolo 2: *** Ritorno ***
Capitolo 3: *** Di nuovo a Forks ***
Capitolo 4: *** Insieme ***
Capitolo 5: *** Chiarimenti ***
Capitolo 6: *** Visite ***



Capitolo 1
*** Decisioni ***


 

 

Erano sei mesi che non la vedevo, che non vedevo il suo sorriso, che non sentivo la sua voce.Da sei mesi la mia vita era finita, finita in uno 


 

sguardo, in una frase: “Sarà come se non fossi mai esistito”.

 

 

Non riuscivo più a vivere avvolto nelle domande, nei 

 

pensieri.

 

Come sta? Quant'è cambiata? Se tornassi mi vorrebbe sempre bene?

Chissà...forse si era fidanzata...forse mi aveva dimenticato, in fondo era quello che gli avevo chiesto io,no?!

 

L'avevo convinta dicendogli che non l'amavo più...come aveva fatto a credere ad una bestemmia simile? Forse non aveva abbastanza fiducia in me. Era d

 

avvero convinta che non l'amassi più?!

Erano mesi che non vedevo più nessuno, mesi che non sapevo niente della mia famiglia.

Ora ero avvolto nello sconforto, non riuscivo a non pensare a lei, non avevo mai smesso in questi maledetti 6 mesi.

Almeno adesso sapevo che era felice. Non ne ero del tutto sicuro.

 

Davvero era felice? E se fosse stata triste e depressa?

Volevo accertarmi che fosse felice, ma come?

Alice non sarebbe riuscita a stare lontana da lei.

 

Degli altri non se ne parlava.

L'unica cosa era andare a verificare di persona, ma come potevo? Come potevo starle lontano, guardarla felice senza correre ad abbracciarla?

Per prima cosa dovevo riuscire ad uscire da quella soffitta.

Per fortuna ero un vampiro, altrimenti i mie occhi sarebbero rimasti accecati con tutto quel buio.

 

I miei occhi erano rimasti accecati, accecati perché erano stati abituati a vedere quella stella che mi aveva illum

 

 

inato la vita, e che poi era scomparsa.

 

Mi alzai in piedi, rimanendo un po' ricurvo per non sbattere nel soffitto, troppo basso.

Presi le mie poche cose, aprì la porta e scesi le scale molto lentamente.

Il portiere si stupì, vedendomi uscire dopo tanto tempo.

Non gli prestai la minima attenzione e uscì dalla porta principale, quella porta che non avrei ma più varcato.


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Capitolo 2
*** Ritorno ***


Cominciai a correre nel bosco, nello scuro bosco brasiliano che aveva accolto il mio sconforto, che mi aveva consolato quand'ero triste.

Gli dissi addio, perché sapevo che una volta vista non sarei più riuscito a starle lontano, mai più.

Ero stanco di provarci, stanco!

Andai verso l'aereoporto ed accesi il telefono dopo mesi.

Tante chiamate perse da Alice, due da Esme, tre da Emmett e... quello che lessi mi sconvolse, non ci credevo.

Strizzai gli occhi, sperando che fossi rintontito dentro quel buco.

Bella mi aveva chiamato? Lei aveva pensato a me, povero mostro senza cuore?

La chiamata risaliva a tre mesi prima.

Intanto ero giunto davanti al grande edificio.

In circa mezz'ora arrivai nell'aereo.

Quello fu il viaggio più lungo della mia vita, il più penoso.

Tante domande e nessuna spiegazione o risposta.

Come poteva aver pensato a me dopo tutto quello che le avevo fatto?

Mi amava ancora o voleva farmi sapere che era felice? Che magari aveva trovato l'amore della sua vita.

Scesi dall'aereo.

Seattle, aria di casa, aria di quel paradiso dove avevo trovato il mio angelo personale, quell'angelo che avevo tanto ferito andandomene.  

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Capitolo 3
*** Di nuovo a Forks ***


Chiamai un taxi e andai verso Forks.

Dio mio , da quant'è che sarei voluto tornare lì!

Non avevo avuto mai il coraggio di tornare, avevo paura che lei mi avrebbe sbattuto la porta in faccia vedendomi.

Intanto chiamai Alice.

“Pronto?!”

“Alice, sono io, Edward.”la mia voce era timorosa e tremava

“Edward, dove sei, come stai, perché hai chiamato?”

“Allora, sto bene, sono in taxi, ti ho chiamato perché sono a Forks.”

“Come? Che ci fai a Forks? Non volevi...”

“No Alice, non ce la faccio più, è troppo, mi manca...”

“Capisco, io sono a casa...passa qui...”

“Ok...arrivo...ah Alice...grazie..”

“Niente figurati...a dopo..”

In poco tempo arrivai davanti alla vetrata di casa mia.

Appena alzai la testa mi cadde l'occhio sul mio pianoforte...la sua ninna nanna...basta Edward...devi rimanere lucido !!!

Alice si fiondò subito ad aprirmi.

Appena mi vide mi gettò le braccia al collo e mi abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo.

“Fratellone mi sei mancato...”

“Anche tu Alice...io vorrei...”

“Lo so cosa vuoi...vuoi andare da lei...non riesco a vedere niente...non so perché...mi dispiace...”

“Non ti preoccupare...ora io vado...”

“Edward aspetta...” Io non la feci finire e mi fiondai verso il garage per prendere la mia Volvo.

Appena saltato su, feci rombare il motore.

Partì a velocità pazza.

Per la strada rallentai notevolmente, l'abitudine si andare piano per non spaventarla era rimasta...no, falla finita , Edward !!!

Parcheggiai a pochi isolati da casa Swan.

Se avessi avuto un cuore, sarebbe battuto a 100 all'ora.

Mi fermai davanti al vialetto, presi un grande respiro e mi avvicinai.

Lei era in casa, sola...sola per poco.

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Capitolo 4
*** Insieme ***


Suonai il campanello.

Sentendo quel rumore squillante sussultai.

La porta si aprì.

Sulla soglia c'era una ragazza poco più alta di quanto la ricordassi, con capelli più scuri.

I suoi occhi color cioccolato erano sempre gli stessi.

La sua bocca rimase socchiusa, i suoi occhi diventarono lucidi e le lacrime si ammucchiarono alla soglia degli occhi.

Una lacrima scese lungo la sua guancia.

I suoi occhi tra il sorpreso, l'incredulo e il felice.

Eccolo, l'amore della mia vita.

“Edaward...sei tu??” Strizzò gli occhi, pensando che fossi un'allucinazione.

“Bella...” Un suono simile al suo nome uscì dalla mia bocca.

Non riuscivo a parlare, a guardarla senza sentirmi terribilmente in colpa.

Ad un tratto successe qualcosa di strano, di insolito.

La vista si offuscò e una goccia d'acqua scese lungo la mia guancia.

Stavo piangendo...dopo novanta anni stavo piangendo di nuovo.

Lei guardò sconvolta la lacrima che mi rigava il volto.

Mi guardò negli occhi e si gettò tra le mie braccia.

“Perché te ne sei andato, perché?! Edward perché?”

Tra un singhiozzo e l'altro riusciva a dire qualche cosa.

Gli baciai la fronte e la strinsi forte, cercando di non farle male.

Dopo qualche minuto si calmò e rimase con la faccia sul mio petto.

Non riuscivo ancora a crederci, a credere che dopo tempo lei era tra le mie braccia.

Chissà com'era stata, cosa era successo.

“Vuoi entrare?” Mi chiese ancora scossa.

Io annuì, volevo vedere se aveva trovato le mie foto, quelle che avevo lasciato sotto il pavimento l'anno prima. Così entrai nella familiare casa che aveva accolto i nostri sogni.

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Capitolo 5
*** Chiarimenti ***


Ci sedemmo in cucina.

“Perché sei tornato? Mi avevi detto che...” disse stringendo i denti.

Probabilmente ricordare le faceva male.

Cercava di fare un tono convinto, la mia Bella voleva sembrare forte.

“Io...ti ho mentito...”

Mi guardò con la faccia di uno che ha appena visto un fantasma.

Capì che voleva che le spiegassi, ed io malvolentieri iniziai.

“Quel giorno quando Jasper ti ha attaccata io ho avuto davvero paura di perderti, di doverti dire addio. Quindi decisi che forse era meglio che sparissi dalla tua vita, che per te era più salutare e conveniente avere una vita normale e che non era giusto che per stare con me avresti dovuto rischiare di morire ogni giorno e rinunciare a un futuro, a dei figli.... Non potevo tollerarlo, così me ne sono andato, poi abbiamo incontrato Victoria e l'abbiamo seguita fino in Brasile dove io sono rimasto per tutto questo tempo.

Stavo giorno e notte in una soffitta piena di topi pensando a te e a quanto forse ti avevo fatto star male. Però ero convinto di farlo per te...che con una vita normale saresti stata più felice e che...”

Non mi fece finire.

“...tu non capisci che sono stata malissimo, anzi, stavo male fino a cinque minuti fa, quando ti sei presentato a casa mia...perché lo hai fatto...io volevo, anzi, voglio stare con te... non mi interessa se dovrò affrontare la morte per te...io lo farò...”

Le misi delicatamente la mano sulla guancia e la accarezzai.

Mi sorrise appena.

Mi avvicinai piano a lei e le diedi un leggero bacio sulle labbra.

Lei si gettò tra le mie braccia ma poi ebbe un dubbio.

“Edward ma...prima hai pianto o mi sbaglio? Come??”

“Non lo so Bella...forse l'amore che prove per te supera anche le leggi della natura....non so spiegarmelo...”

Stava per aggiungere qualcosa quando il campanello suonò.

Si alzò piano dalla sedia e raggiunse la porta.

La mia Bella, mi amava così tanto che mi aveva aspettato per 6 mesi.

In un secondo mi giunsero dei pensieri molto familiari.

Prima che potessi rendermene conto, un ragazzo alto dalla carnagione scura varcò la soglia.

Era sempre tra i piedi, ma se Bella teneva a lui, io non avrei fatto altro che abituarmi.

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Capitolo 6
*** Visite ***


“Che ci fai tu qui??” Disse minaccioso.

Non dissi niente perché fu Bella a rispondergli a ruota.

“Edward fino a prova contraria è il mio ragazzo, quindi può venire quando vuole...” Era convinta, grintosa e sentirgli dire che io ero il suo ragazzo mi colmò d'orgoglio e d' amore.

“Ma...Bella...lui...insomma ti ha lasciata...”

“Non importa perché io lo amo, e questo non può cancellarlo nessuno, nemmeno il tempo.”

Mi guardò con aria di sfida e io intensificai lo sguardo.

Uscì dalla porta furioso.

Bella tornò e mi abbracciò felice.

“Menomale che sei tornato...non resistevo più senza di te...”

“Anch'io non ce la facevo più, non potevo più starti lontano...giuro che non me ne andrò mai più e staremo insieme per sempre...”

“Per sempre?? Quindi tu hai deciso di...?”

“Bhé...se comunque vuoi che sia io a trasformarti, ho la mia condizione...”

“Quale condizione?”

“Che poi sarà per sempre...”

“E' quello che voglio anch'io...”

Presi un forte respiro e quindi una grande quantità d'aria che poi buttai giù in una sola frase.

“Sposami, Bella”

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