Would you lie to me, baby?

di hemademebelieve
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The return. ***
Capitolo 2: *** We're not the same, don't you think, Liz? ***
Capitolo 3: *** The bet. ***
Capitolo 4: *** I know everything about you. ***
Capitolo 5: *** There was a girl that i liked... ***
Capitolo 6: *** Party I. ***
Capitolo 7: *** Party II ***
Capitolo 8: *** Mattew. ***
Capitolo 9: *** ..and sometimes i steal you a kiss. ***
Capitolo 10: *** Relationship. ***
Capitolo 11: *** I love you. ***
Capitolo 12: *** You're the best Troy in the world. ***
Capitolo 13: *** You're a liar. ***
Capitolo 14: *** My worst enemy. ***
Capitolo 15: *** Together nothing can stop us now. ***
Capitolo 16: *** Idea. ***
Capitolo 17: *** What you mean to me. ***



Capitolo 1
*** The return. ***


Chimica o matematica? Mancavano solo due dannatissimi mesi alla fine della scuola e in tutto quel lasso di tempo non avevo ancora imparato l'orario scolastico.
Mi ricordai che, essendo mercoledì, il giorno prima avevo avuto matematica, per cui avrei dovuto sicuramente prendere il libro di chimica.
Chiusi l'armadietto ed entrai nella classe di chimica, raggiungendo Amber e Megan, le mie due migliori amiche.
-Hey Lindsay, pronta per il test a sorpresa di chimica?- esordì Meg.
-Stai scherzando, vero?!- sgranai gli occhi.
Amber accennò alla lavagna, sulla quale c'era scritto 'Oggi test a sorpresa di chimica'.
-Fanculo!- sbottai, prendendo posto e iniziando a tirare fuori una penna dalla borsa, mentre il prof iniziava a consegnare le verifiche.
Ripassare la lezione che aveva spiegato due giorni prima era proprio una delle cose che non mi era passata minimamente per la testa la sera prima, quando ero bellamente occupata a mettermi lo smalto, mentre in tv guardavo una delle mie soap opera preferite.
Il prof mi allungò il compito e velocemente lo afferrai, sbuffando.
-Signorina Cale, qualcosa mi dice che non ha studiato eh?- commentò sarcastico il prof.
-Cosa glielo farà mai pensare?- risposi a tono, mantenendo il sarcasmo.
-Ah, stia attenta a come mi risponde, non vuole mica finire dalla preside, giusto?- ribattè lui.
-Beh se mi permettesse di saltare questo test, ci andrei volentieri dalla preside!- dissi, facendo ridere tutta la classe.
-Allora l'accontento, vada pure!- sbottò il prof, fulminandomi con lo sguardo e indicandomi la porta.
Feci spallucce e mi alzai.
Per lo meno avrei saltato quel dannatissimo test.
E tanto la preside era un'amica di mia madre, non mi avrebbe fatto nulla, anzi, mi avrebbe anche offerto dei cioccolatini conoscendola.
Stavo per aprire la maniglia della porta della classe, quando qualcuno, dall'esterno, mi precedette e mi imbattei dinnanzi alla donna da cui stavo andando.
-Salve signora preside!- salutai.
-Buongiorno, signorina Cale.- rispose cortesemente lei.
Mi conosceva, ma ovviamente non poteva darmi del 'tu' in ambito scolastico.
Solo dopo mi accorsi che dietro di lei c'era qualcuno.
Sbattei più volte le palpebre, incredula di quello che i miei occhi stavano vedendo.
Non poteva essere veramente tornato.. E perchè poi?
-Signorina Cale, prenda posto per favore..- mi invitò la preside, indicandomi un banco libero in prima fila.
Feci come lei mi aveva richiesto e mi sedetti, mentre la donna, seguita dal ragazzo, si faceva spazio nell'aula.
Tra le file dietro di me si elevò un mormorio.
Evidentemente nessuno sapeva del suo arrivo.
-Ma guarda chi si rivede!- esclamò felice il prof di Chimica.
-Bene ragazzi, suppongo che tutti sappiate chi sia lui, no?- esordì poi la preside, indicando il biondo di fianco a lei. Era decisamente cambiato rispetto a quando l'avevo visto l'ultima volta. Il ciuffo non gli andava più a coprire la fronte, ma era sollevato verso l'alto, a mo' di cresta. Si era alzato tantissimo e la maglietta a maniche corte attillata lasciava intravedere quei pochi pettorali che aveva, segno che stava andando in palestra. E quegli occhi poi, che scrutavano ogni angolo di quella classe e che finivano per posarsi su tutte le persone presenti in cerca di qualche dettaglio che gli riportasse alla mente i vecchi tempi, erano rimasti sempre gli stessi. In essi si poteva chiaramente vedere ancora quella sua aria da bambino che non era mai scomparsa, nonostante fossero passati quasi 4 anni e nonostante in quel momento la sua espressione fosse abbastanza seria.
Distolsi lo sguardo imbarazzata, quando i miei occhi si andarono ad incrociare con i suoi.
Decisi di prestare nuovamente attenzione alle parole che stava pronunciando la preside, nonostante me ne fossi persa un bel po'.
-..ma è lo stesso ragazzo di 4 anni fa, certo un po' cresciuto eh, ma dovete trattarlo come sempre, come se in questi 4 anni lui fosse sempre venuto a scuola con voi, va bene? Grazie mille e Justin prendi pure posto di fianco a lei- concluse il discorso, indicandomi.
Justin andò a sedersi nel posto che gli era stato assegnato poco prima.
Dovevo stare calma, non potevo cedere così.
Avrei semplicemente fatto la figura della stupida.
Oh al diavolo, non mi sarebbe importato nulla di ciò che gli altri avrebbero pensato di me.
Mi alzai di scatto dalla sedia e corsi fuori dalla classe, senza dare importanza a ciò che mi stava ulrando dietro il prof di chimica.
Corsi fuori in cortile e mi sedetti su una panchina.
Cercavo di calmare quel respiro irregolare, ma tutto ciò che riuscì ad ottenere furono delle lacrime che presero a solcarmi il viso.
Non poteva essere vero; lui non poteva essere tornato per davvero.


-LOOK AT ME NOW!-
Ringraziamo tutti Chris Brown per il titolo dello space :D 
Ok, non iniziamo a sfasare fin da subito. 
Beh, questo è il primo capitolo di quella che sarà una nuova FF su Giustino Bibiér. (Sì, l'ho scritto apposta così, non sono scema LOL)
Spero vi piaccia e vi dico solo che ne vedremo delle belle. 
E se non vi dispiace.. mi lascereste qualche recensione? Grazie mille! :)
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 2
*** We're not the same, don't you think, Liz? ***


Dopo circa una mezz'oretta riuscii finalmente a tranquillizzarmi.
Andai in bagno a sciacquarmi la faccia, per poi rientrare nella classe di chimica.
-Scusi prof, è che..- sospirai, consapevole di non poter finire quella frase.
-Signorina Cale che non si ripeta più- disse serio il prof.
Annuii, per poi raggiungere il mio posto dietro a Amber.
Scrutavo Justin, che in quel momento era attento alle parole che uscivano dalla bocca del professore; strano, pensai: lui che stava attento alle lezioni? Che miracolo era mai successo durante tutto quel tempo in cui non l'avevo visto?
Seguivo con lo sguardo ogni suo gesto; ogni cinque minuti si passava una mano tra i capelli, cercando di sistemarli, nonostante fossero già perfetti.
Abbassai lo sguardo sul cellulare e guardai l'orario: erano le 12.55; nel giro di 5 minuti sarebbe suonata la campanella che segnava la fine delle lezioni.
-Perfetto, dato che mancano solo 5 minuti possiamo terminare qua.. Bieber ho bisogno di parlarti un attimo, vieni qua per favore..- esordì il prof di chimica.
Justin si alzò dalla sedia e raggiunse la cattedra, con la sua solita camminata che mi faceva sempre ridere.
Notai che aveva i pantaloni che erano molto più giù rispetto al solito, nonostante portasse la cintura, lasciando intravedere un gran lato B. Infatti, a quella vista, molte ragazze iniziarono a confabulare qualcosa con le proprie vicine di banco.
Scossi la testa contrariata.
Riportai lo sguardo sul cellulare, per dare un'occhiata a twitter, quando fui interrotta dal prof.
-Signorina Cale, venga un momento qua per favore..- mi invitò poi.
Sussultai, per poi alzarmi.
Più mi avvicinavo a Justin, più sentivo le gambe cedere; specialmente ora che mi trovavo al suo fianco.
Cercai di mantenere la calma, e dimostrarmi il più sciolta possibile.
-Mi dica prof..-
-Allora, dato che il signorino Bieber è appena arrivato, ho bisogno di qualcuno che lo aiuti a integrarsi col programma e gli spieghi alcune cose. E voglio che quel qualcuno sia tu: nonostante il tuo caratterino, sei la più brava della classe nella mia materia, per cui..-
Sbarrai gli occhi.
-No prof non posso!- risposi, forse anche troppo velocemente.
-Non accetto obbiezioni, mi spiace!
Sbuffai.
-D'accordo..-
-Bene, in fondo basterà solo che vi incontrerete un pomeriggio per dirgli tutto il programma e se lui avrà dei dubbi su qualche argomento sarà compito tuo seguirlo e aiutarlo. E in consiglio abbiamo deciso che lo aiuterai con tutte le materie.-
Sgranai ancora di più gli occhi.
Quanto male potevano volermi quei dannatai professori per farmi diventare il tutor di Bieber?
-Ma prof! Non posso seguirlo in tutte le materie! Ho gli esami anch'io quest'anno, devo studiare e mancano solo due mesi! Non posso lavorare doppio solo per lui!- protestai.
-Che problema c'è? Studierete insieme! Suvvia signorina Cale, ha idea di quante ragazzine vorrebbero essere il tutor di Justin Bieber? Noi le offriamo questa oppurtinità gratis, dovrebbe anche ringraziarci per ciò!- rise, proprio nello stesso momento in cui la campanella suonò.
In un attimo il prof si dileguò.
Ero rimasta senza parole.
Se solo avessi potuto, avrei ceduto molto volentieri il mio posto a qualche ragazzina urlante.
Farsi il culo per 4 anni per studiare, per poi arrivare a due mesi dagli esami a fare da tutor a un deficiente, come Justin.
Erano usciti tutti dalla classe, così andai a prendere le mie cose e feci per uscire anch'io, quando Justin mi afferrò un polso.
-Hey Liz aspetta!- sussultai.
Nessuno mi chiamava più Liz. Non da quando lui se n'era andato.
Sapevano tutti che quel soprannome mi portava alla luce i ricordi legati a lui, e sapevano quanto mi facesse male ricordarlo. Per cui tutti quanti avevano smesso di chiamarmi Liz e avevano iniziato a chiamarmi col mio nome completo.
Posai gli occhi in quelli di lui.
-Beh, dato che d'ora in poi sarai il mio tutor fino alla fine della scuola e dato che ho bisogno di mettermi in pari con voi.. quando ci vediamo?- chiese poi.
Sospirai.
Ormai avevo accettato. O meglio, mi avevano costretta ad accettare e non potevo tirarmi indietro.
-Quando vuoi..- dissi flebilmente.
-Oggi pomeriggio da me?-
-D'accordo.. devi darmi l'indirizzo di casa tua però..- dissi poi.
-Giusto.. dammi il tuo telefono.- feci come mi aveva chiesto e glielo consegnai.
Lo vidi scriverci su un numero, il suo numero, e scrivere una via.
-Ci vediamo alle 3.30, a dopo.. e grazie.- mi fece un occhiolino per poi dileguarsi.
Quella era la prima conversazione che avevamo avuto dopo 4 anni.
Si insomma, nella mia mente l'avevo immaginata molto diversa; immaginavo che ci saremmo rivisti, parlati del più e del meno, di com'era cambiata la nostra vita.. di sicuro non immaginavo che ci saremmo accordati sul quando andare da lui per aiutarlo con le cose di scuola.
Anche se, pensandoci, forse era meglio che fosse andata così. 
Com'era cambiata la nostra vita? O meglio, la sua? Perchè la mia era sempre la solita stessa noia.
Alzarsi la mattina alle 7, andare a scuola, seguire quelle dannate lezioni, tornare a casa, studiare, uscire con le amiche e svagarsi.
Lui invece avrebbe potuto parlarmi per ore e ore di quello che faceva nella vita; di come non potesse più andare in giro senza essere riconosciuto; di come girasse il mondo.
Che poi, a dirla davvero tutta, se avessi potuto, avrei preferito non conversarci proprio.
No, non l'odiavo. Semplicemente nutrivo un senso di risentimento nei suoi confronti.
Non mi era mai andata giù come mi avesse lasciato per andare a seguire il suo sogno.
Nulla in contrario sul fatto che lo stesse facendo per lui, e che fosse quello che davvero amava fare, perchè io per prima lo avevo spronato a inseguire quella sua passione.. Semplicemente non sopportavo chi era diventato.
E non tolleravo come, in poco tempo, si fosse dimenticato di me.
I primi periodi mi chiamava quasi sempre, poi, man mano, aveva iniziato a farsi sentire sempre meno.
Negli ultimi due anni, non mi aveva mai fatto una chiamata, nemmeno nel giorno del mio compleanno per farmi gli auguri.
Essì che in passato era stato uno dei miei migliori amici.
E faceva male, malissimo, venire dimenticata così.
 
Ero in perfetto orario. Esitai qualche minuto, prima di suonare il campanello di quella che era la casa di Justin.
Vista da fuori pareva una casa comunissima.. Strano per uno abituato a vivere nel lusso da quasi 4 anni.
Quando la porta si aprì, fece capolineo la mamma di Justin.
-Oh mio dio! Liz sei tu?!- esclamò abbracciandomi.
-Ciao Pattie, sì, sono proprio io!- risposi ridendo, e abbracciandola a mia volta.
-Dio, ma come sei cresciuta! E che signorina bellissima che sei diventata!- arrossii, imbarazzata.
-Grazie..- le sorrisi.
-Vieni, entra pure, Justin mi ha detto che sei qui per dargli una mano con la scuola.. Sali pure le scale e la prima porta a destra è la sua stanza.- mi sorrise.
Ringraziai e presi a percorrere il tragitto che mi era stato indicato.
Bussai e la voce cristallina di Justin mi diede il permesso per entrare.
La sua camera non era particolarmente grossa.
Le pareti erano dipinte di blu e al centro della stanza c'era un grande letto matrimoniale.
Attaccato alla parete opposta c'era una scrivania su cui era appoggiato un portatile.
C'era un grande armadio gigantesco e qualche mensola qua e là su cui erano appoggiati alcuni dei tanti premi che Justin aveva vinto.
-Ciao..- salutai.
-Hey Liz!- era al computer, su twitter e vedevo che stava controllando le menzioni e rispondendo a qualche fortunata fan.
Per quanto rancore potessi provare nei confronti di Justin, dovevo ammettere che amavo il rapporto che aveva instaurato con le sue fans.
Loro c'erano sempre per lui e lui c'era sempre per loro.
Cercava sempre di renderle felici, rispondendole su twitter, dedicando loro canzoni e facendo cose che pensava potessero farle sorridere..
Ma in realtà non sapeva che, anche con un solo sorriso, poteva migliorare di gran lunga le loro giornate.
-Posso chiederti un favore Justin?- chiesi, sedendomi sul suo letto.
-Se vuoi che risponda su twitter anche a te, non c'è problema!- rispose ridendo.
Accennai un sorriso.
Nonostante tutto, era sempre il solito idiota.
-No, non è quello.. Puoi smettere di chiamarmi Liz per favore?-
Justin si interruppe per un attimo e si girò a guardarmi con un sopracciglio alzato.
-Perchè non posso chiamarti Liz?-
Ecco, perchè non poteva?
Come potevo spiegargli che era per colpa sua? 
Che odiavo quel soprannome perchè mi ricordava lui e tutti gli anni passati con lui?
-Perchè non lo sopporto..- dissi poi.
-Ma ti ho sempre chiamato così..- disse, con un velo di tristezza nella voce.
Feci spallucce.
-Sono cambiate tante cose..- risposi poi.
-Ad esempio?- chiese lui.
-Tu. E io.-
Si alzò e si venne a sedere di fianco a me.
-Non siamo più gli stessi dici, eh Liz?-
Così da vicino, non potevo non notare quanto il suo viso fosse perfetto. 
Non presentava alcun segno di imperfezione.
-Penso che dovremmo iniziare con chimica..- dissi, concludendo quella conversazione che sapevo sarebbe diventata ingestibile.

-LOOK AT ME NOW!-
Ok sono riuscita ad aggiornare finalmente! :D
Beh, vi ringrazio per le recensioni al primo capitolo, mi fa piacere sapere che la storia vi incuriosisca già.
La protagonista ancora non ha un volto. O meglio, io me la immagino nella mente, ma ancora non ho trovato nessuna che la rappresenti. 
Ma non temete, entro il prossimo capitolo giuro che troverò il volto della ragazza per questa FF e ci farò un banner ee
Detto ciò, vado che tra poco dovrebbe arrivare Giustino all'arena e.e *si spera*
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 3
*** The bet. ***


-E poi?- chiese Meg, sgranando gli occhi.
-E poi cosa?- domandai a mia volta.
-Oh andiamo, non far finta di non aver capito! Dopo che lui ti ha detto che non eravate più gli stessi tu che hai risposto?!- esclamò Amber.
Avevo appena finito di raccontare loro ciò che era successo quando ero andata da Justin il giorno prima.
O meglio, erano state loro a insistere per raccontarglielo.
-Niente, ho cambiato argomento..-
-Cosa?! Sei per caso scema?!- urlò Meg.
-Senti non avevo voglia di intromettermi in discorsi da cui poi non sarei riuscita ad uscire!- mi giustificai.
-Oh sentiamo perchè non ne saresti riuscita ad uscire?- mi fulminò Amber.
-Perchè.. perchè non ero pronta a parlarne! Insomma, neanche sapevo sarebbe ritornato! In questi anni non avevo mai preso in considerazione l'ipotesi che un giorno sarebbe potuto ripiombare qua!- spiegai.
-Oh certo.. senti, non è che tu hai qualche sentimento irrisolto verso il bel biondino e hai paura di parlare con lui?- mi punzecchiò Meg, mentre Amber se la rideva.
Quelle due erano impossibili: in quanto a farsi gli affari loro erano davvero pessime. Sì insomma, erano le mie migliori amiche, ma sapevano che c'erano certi argomenti di cui non volevo parlare. E Justin era proprio uno di quelli.
-Cosa?! Oh andiamo, non dire cavolate!- sbottai, offesa.
Come poteva insinuare che provassi qualcosa per Justin?
Ok, in passato avevo avuto una piccola cotta per lui, che non gli avevo mai confidato, ma ormai era acqua passata.. O almeno lo credevo.
-Quindi tu mi stai dicendo che non ti interessa più Justin?- continuò Meg.
-Esatto, non mi importa più nulla di lui..- risposi prontamente.
-Quindi non ci sarebbe nessun problema se noi ti proponessimo una scommessa, vero Lindsae?- esordì Amber.
-Una scomessa?- chiesi, senza capire.
-Già.. devi far innamorare Justin di te e poi lasciarlo, spezzandogli il cuoricino.. Tanto non ti importa più nulla di lui, giusto? Non sarà mica un problema accettare questa sfida, no?- mi chiese, sorridendomi beffarda.
Sgranai gli occhi.
Come potevano essere così.. stronze?
Va bene, avevo detto che non mi importava più nulla di Justin, ma non ero di certo il tipo che giocava con i sentimenti altrui.
-E se ce la faccio, cosa vinco?- domandai curiosa.
Amber fece spallucce.
-Diciamo che.. ti regaleremo un bel viaggio a Londra?
-Cosa? Davvero lo fareste?-
-Certo.. solo se vinci però!- puntualizzò Meg.
-E se invece perdi.. dovrai dichiarare a Justin che in passato avevi avuto una cotta per lui!- aggiunse Amber.
Ci pensai su per qualche secondo.
In fondo era da diciotti anni che vivevo a Stratford e andare a Londra era sempre stato il mio sogno.
Mi pareva un'offerta più che allettante.
E come avevano detto loro.. io non avrei avuto nulla da perdere.
Ce la potevo fare.
Nel caso avessi perso, avrei semplicemente dovuto dire a Justin che in passato avevo avuto una cotta per lui. Nulla di che, era storia vecchia ormai.
-D'accordo, accetto.- dissi infine poi.
Mi alzai dal tavolo dove stavamo pranzando e feci per recarmi al mio armadietto, a prendere i libri che mi sarebbero serviti l'ora dopo.
-Ah Lindsae ricorda: hai tempo fino all'ultimo giorno di scuola, dato che il giorno dopo lui riparte!
Perfetto: avrei avuto due mesi di tempo.
Ossì, ce l'avrei fatta eccome.
Avrei vinto quella dannata scomessa.
 
Finalmente anche la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò.
Stavo uscendo da quella sottospecie di carcere minorile quando qualcuno mi si affiancò.
-Allora prof, dato che deve ancora finire di dirmi il programma di matematica e storia e spiegarmi quelle cavolo di equazioni le andrebbe di venire a pranzare da me?- esordì Justin, ridendo.
Mi fermai a guardarlo.
-Justin le equazioni erano nel programma delle medie! Le medie! Dovresti già saperle fare da cinque anni ormai!
-Lo so, ma non le ho mai capite!- disse alzando le spalle.
Scossi la testa con disapprovazione.
-Direi che avevo ragione quando dicevo che eri un idiota..- sussurrai a bassa voce, riprendendo a camminare con lui al mio fianco.
-Hai detto qualcosa?-
-Io? Nulla! D'accordo, vengo da te, così vedo di finire di darti i programmi!-
Justin mi sorrise felice e io ricambiai.
Arrivammo a casa sua e, non appena entrati, mi accorsi che Pattie non c'era.
-E Pattie?- chiesi curiosa, mentre Justin buttava sul divano il suo zaino.
-E' partita stamattina con delle amiche, andavano a fare 'un'uscita tra donne'.. così l'ha chiamata lei.. comunque sta via fino a dopodomani.- spiegò lui.
-Ho capito..-
Mangiammo una pizza velocemente e iniziammo subito con lo studio.
Justin era decisamente un caso disperato.
Anche l'equazione più facile del mondo lui non la capiva.
In quanto al livello di attenzione era un disastro.
Ogni ora aveva bisogno di almeno un quarto d'ora per riprendersi, il che era tutto dire.
Alla fine, erano le sette ed ero ancora a casa sua.
-Resti a cena?- chiese lui.
-No, non vorrei essere di disturbo..- spiegai, alzandomi e andando a raccattare le mie cose.
-Ma va, non dirlo nemmeno! Poi dai, sono solo, non mi dispiace un po' di compagnia!
-Allora va bene, grazie!- gli sorrisi.
-Beh.. ti va un po' di pasta?- mi propose poi.
Lo guardai scettico.
-La sai cucinare?-
-Certo! Dubiti per caso di me?- disse, avvicinandosi.
-Uhm.. sì.- risposi ridendo.
-Oh, ma grazie!- ribattè, facendo l'offeso e ritornando ai fornelli dove stava mettendo su la pentola con l'acqua per la pasta.
-Offenditi pure tanto non mi interessa!- sorrisi, mordendomi un labbro.
Justin mi fulminò con lo sguardo.
-Vabbè allora puoi anche andare a casa tua se non ti interessa nulla!- disse freddo.
Sapevo perfettamente che stava scherzando, per questo rimanevo al gioco.
-D'accordo, ciao.- feci spallucce, presi la borsa e feci per uscire fuori di casa, seguita dallo sguardo incredulo di Justin, che corse a fermarmi prendendomi per un polso.
Sussultai a quel tocco.
-Dai su, scherzavo!-
Mi girai, sorridendo beffarda.
-Anch'io..- dissi, scoppiando a ridere.
Alla fine Justin riuscì nell'impresa di fare una pasta che, a dirla tutta, non era neanche poi tanto male.
Dopo cena ci sedemmo sul divano a cercare un programma decente in tv. Dopo aver fatto zapping su tutti i canali e non aver trovato nulla che ci allettasse, decidemmo di spegnerla.
-Justin?
-Sì?- il biondo si girò dalla mia parte e fece incontrare i nostri sguardi.
-Perchè sei tornato?- gli chiesi timidamente.
-Perchè mia madre voleva che mi diplomassi qua con voi.. con gli amici di vecchia data. Diciamo che ha preso questa scelta dopo una sfuriata contro di me..-
Aggrottai le sopracciglia, quasi a volerlo intimare di continuare.
E lui lo fece.
-Nell'ultimo periodo diciamo che mi ero un po' rincretinito.. Mi concentravo più sulle feste, che sulla scuola.. E tra feste, concerti, incontri coi fans e tutte queste cose, stavo esplodendo. Così mia madre ha deciso di dare un taglio a tutto questo e riportarmi qua per concludere i miei studi..- spiegò infine.
-Bieber tu sì che sei un ragazzo trasgressivo..- dissi, prendendolo in giro.
Il biondo sorrise.
-Beh, di te che mi dici? Ti senti ancora con Ryan e Chaz?-
Oh Justin, ti riferisci per caso a coloro che mi sono stati vicini quando tu te n'eri andato e poi ti eri dimenticato di noi? 
-Sì..- risposi.
-Stamattina ho visto Ryan e ci ho scambiato quattro chiacchiere.. gli è passata la cotta che aveva per te in passato eh?- disse ridendo.
-Così pare..- dissi, imbarazzata.
-Che poi mi sono sempre chiesto perchè lo hai respinto..-
Sgranai gli occhi.
-Non sono domande da fare Bieber, no, no..- risi e mi alzai dal divano.
-Mi vuoi per caso lasciare qui senza sapere la risposta?- disse, facendo una faccia da cucciolo bastonato.
-Non usare quella faccia, lo sai che l'ho sempre odiata!
-Eddai.. perchè lo hai respinto?
Cercai di resistere, ma..
-Perchè mi piaceva un altro! Sei contento? Bene, ora devo andare a casa! Ciao Justin, è stato un piacere, grazie di tutto, ci vediamo domani!- dissi tutto d'un fiato. Presi la borsa e mi recai all'ingresso.
Cercai di aprire la porta, senza riuscirci.
Eppure Justin non l'aveva chiusa..
-Dai ti accompagno, non mi fido a lasciarti andar..
-Justin, non si apre la porta!- lo interruppi.
-Come no?- ribattè lui serio.
Cercò di aprirla anche lui.
-Ok proviamo con la chiave..- prese la chiave e iniziò a far girare la serratura.
-Oltre la metà non gira!
Ad un tratto un rumore metallico, simile ad una chiave spezzata, riecheggiò per la stanza.
-Justin ti prego, non dirmi che..-
Il biondo prese a sventolarmi davanti agli occhi la chiave rotta.
-Perfetto, metà chiave è rimasta dentro la serratura..- disse poi.
Sospirai.
-Chiamiamo un fabbro!- proposi.
-Sì certo, alle undici di sera del venerdì stai tranquilla che arriverà un fabbro solo per te!- ribattè sarcastico Justin.
-E ora che si fa?- chiesi, cosciente di quella che sarebbe stata la sua risposta.
-Penso che dovrai passar la notte qua..-

-LOOK AT ME NOW!-
Oggi faccio figo e quindi il titolo dello space è verde, perchè mi andava così. *sì, sono una ragazza tragry come Bieber e.e AHAH*
Comunque, spero che questo capitolo non vi abbia annoiato troppo perchè so che era tremendamente lungo, solo non mi andava di spezzarlo perchè è già spezzato in due in pratica (?)
Detto ciò, vin ringrazio per le recensioni e per aver messo questa storia tra le preferite/seguite.
Sono felice che questa storia vi piaccia.
Spero di riuscire ad aggiornare in fretta :)
Inoltre come avrete notato ho fatto il banner (vi piace?), che come protagonista ha Miley Cyrus. Diciamo che sì, fisicamente Liz me la immagino come lei. 
Grazie mille e al prossimo capitolo!
p.s: nel prossimo capitolo capirete meglio i sentimenti di Liz a riguardo di Justin e la scomessa. #peace
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 4
*** I know everything about you. ***


Uscii dal bagno con indosso una maglietta di Justin abbastanza lunga da coprirmi il sedere.
Mi sentivo tremendamente tanto in imbarazzo, ma non potevamo far in altro modo.
-Penso di odiarti, davvero..- mugugnai alle spalle del biondo che stava dando un ultimo sguardo a twitter.
Si girò e rimase a contemplarmi dall'alto verso il basso e viceversa, soffermandosi un po' troppo sulle mie gambe scoperte.
-E smettila di guardarmi!- protestai, avvicinandomi a lui per vedere cosa stesse scrivendo.
-Hai avvisato tua madre?- mi chiese poi.
-Sì, le ho detto che dormivo da Meg e non ha fatto storie fortunatamente..
-E così il 19 giugno esce il tuo nuovo album eh?- gli sorrisi, dopo aver letto alcuni tweet.
-Esatto e sarà un album del tutto diverso rispetto a quelli precedenti!- spiegò entusiasta.
-Il primo singolo di questo album era boyfriend, vero? Lo hai rilasciato verso la fine di marzo se non sbaglio..- dissi, continuando a guardare la sua timeline, dove ogni 10 secondi comparivano più di 10000 tweet, per non parlare delle menzioni che erano letteralmente impossibili da leggere.
-A quanto vedo sei rimasta informata sulla mia musica, eh?- rispose felice Justin.
Lo guardai.
-No, semplicemente Meg ascoltava quella canzone dieci milla volte al giorno.- spiegai, distruggendo il suo entusiasmo.
Scoppiai a ridere.
-No vabbè dovresti vedere la tua faccia in questo momento! E' bellissima!- dissi con le lacrime agli occhi dal troppo ridere.
Mi buttai sul suo letto a pancia in su e lui mi raggiunse.
-Non ti ricordavo così simpatica Liz, davvero..- ribattè con sarcasmo, provocando in me un'ulteriore risata.
-Dillo che ci sei rimasto male!- esordii, cercando di riprendermi da quella ridarella.
-Vorrei anche vedere, pensavo che una delle mie migliori amiche del passato fosse rimasta aggiornata sulla mia vita e la mia musica!- protestò lui.
Mi feci immediatamente seria: stavamo entrando in un argomento scottante.
-Beh sai com'è, pensavo anch'io che 'uno dei miei migliori amici del passato' continuasse a farsi sentire nonostante la sua notorietà!- ribattei, offesa.
-Sai che non è così facile quando si diventa famosi! Tra impegni, interviste e tour la mia vita è diventata un casino! Ho dovuto cambiare numero di telefono una cosa come dieci volte in questi anni e avevo perso i vostri numeri!- cercò di giustificarsi.
-Ah sì? E com'è che quello di Chaz non l'hai perso?-
Il biondo rimase interdetto. Avevo toccato un punto cruciale per lui.
Perchè sì, se ve lo state chiedendo Chaz era sempre rimasto in contatto con Justin in tutti quegli anni.
-Ho sempre chiesto di Ryan e di te a Chaz..- ammise lui.
-Come no..- risposi sarcastica.
-In terza superiore ti sei rotta il braccio in seguito ad una caduta mentre giocavi a pallavolo; l'anno scorso sei uscita con il capitano della squadra di football e ci hai passato una serata fantastica, peccato solo che poi lui si è fidanzato con una del terzo anno; Meg e Amber le hai conosciute l'anno dopo che io me ne sono andato e, infine, a novembre eri con loro due al concerto che avevo tenuto a Toronto.- elencò un punto alla volta facendomi sgranare sempre di più gli occhi.
Allora era vero: era davvero rimasto informato sulla mia vita.
Dannato Chaz, non avrei più dovuto riferirgli nulla.
Eppure del concerto non gli avevo mai detto nulla, come faceva Justin a saperlo?
-Se ti stai chiedendo come faccio a sapere del concerto è perchè ti ho vista. Eri in terza fila e potrei giurare di averti vista con le lacrime agli occhi per quasi tutto il tempo.-
Mancò poco che non mi strozzai con la mia stessa saliva.
-B-beh ti stai sbagliando. Erano le luci che mi facevano gli occhi lucidi.. E comunque ero venuta al concerto solo per accompagnarci Meg, ha una piccola fissa per te..- mi affrettai a dire.
Justin scoppiò a ridere.
-Le luci? Tu stai venendo a parlare con uno che sta quasi 25 ore su 24 sotto i riflettori e mi vieni a parlare delle luci che ti facevano gli occhi lucidi?-
Sbuffai, alzandomi dal letto e scendendo giù in cucina a prendermi un bicchiere d'acqua.
Poco dopo Justin mi raggiunse giù.
-Eddai, non te la sarai mica presa per la storia delle luci, eh?- disse, appogiando le sue mani sui miei fianchi.
Il cuore prese a battermi a mille.
Che mi stava succedendo?
-No..- biascicai.
Ero certa che in fondo a quel concerto Justin non mi avesse notata, dato che non avevamo incrociato i nostri sguardo nemmeno una volta.
Ed era vero, avevo pianto per quasi tutta la serata, perchè rivederlo lì dopo tanto tempo, su quel palco, a cantare per migliaia di persone era un'emozione incredibile.
Sospirai.
Mi voltai e incrociai i suoi occhi.
Quegli occhi di un color caramello intenso, che poche volte avevo visto annebbiati dalle lacrime.
Justin era sempre stato un ragazzo che preferiva farsi vedere sempre sorridente e felice, anche se delle volte c'era qualcosa a turbarlo o a farlo star male.
E l'idea che un giorno sarei dovuta essere io la causa della sua sofferenza, mi faceva stare male.
Sapevo che Justin, nonostante per molti anni non si fosse fatto sentire, teneva ancora a me. E me ne aveva dato la prova qualche attimo primo, dimostrandomi che era davvero rimasto a conoscenza di ciò che avevo fatto in quel periodo di tempo.
Tra me e lui c'era sempre stato un rapporto strano. 
Scherzavamo, ridevamo, ci prendevamo in giro e tra noi due regnava un'armonia incredibile.
Fino a che io non iniziai a provare qualcosa.
Fino a che il mio cuore non iniziò a battere più veloce ogni qualvolta che Justin mi abbracciasse o, semplicemente, mi inviasse un messaggio per chiedermi come stessi.
Avevo sempre tenuto tutti quei sentimenti nascosti, convinta che prima o poi sarebbero passati.
Ed era stato così; fino a che non l'avevo rivisto.
Meg e Amber proponendomi quella scommessa erano state davvero delle stronze; sapevano che, al contrario di ciò che avevo detto, di Justin mi importava ancora, almeno come amico.
Ma in realtà ero stata io la più stupida di tutte nell'accettare quella scommessa.. Ma ormai la cosa era stata fatta; non potevo tirarmi indietro, giusto?
-Ero orgogliosa di te. Mi sembrava insurreale vederti cantare su quel palco davanti a tutte quelle persone. Insomma, mi sembra ieri che a malapena volevi cantare davanti a noi, i tuoi migliori amici, e adesso invece guardati.. sei il sogno di un sacco di ragazze.- dissi ridendo.
-Che ci vuoi fare se sono bravo e bello?- rispose atteggiandosi.
-Io direi anche modesto e cretino!- ribattei, facendolo scoppiare a ridere.
Improvvisamente Justin mi cinse in un abbraccio.
Respirai a pieni polmoni il suo profumo.
Quanto mi era mancato in tutto quel periodo di tempo? 
-Mi sei mancato un sacco Justin..- gli sussurrai.
In tutta risposta, il biondo mi strinse più forte a sè, provocando una reazione simile ai fuochi d'artificio all'interno del mio cuore e del mio stomaco.

-LOOK AT ME NOW-
No, non state sognando: ho davvero aggiornato in due giorni! ahahah
Beh, dopo aver letto tutte quelle meravigliose recensioni mi era venuta una voglia incredibile di postare il continuo, per cui eccolo qua!
Che dire? Vi ringrazio per le recensioni, per aver messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Ve ne sono davvero grata.
Il prossimo capitolo arriverà per mercoledì penso, così poi vi faccio lo sclero per Believe #yo AHAHAH
Va bene, mi dileguo.
p.s: se vi va passate da queste due storie sempre su Justin. Le scrive una mia amica tanto sfigata ( ♥ ) però sono stupende :3 "Hey, he's my idol" http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=911098 e "remember love" http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=989199&i=1 :)
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Capitolo 5
*** There was a girl that i liked... ***


La mattina successiva, quando aprii gli occhi mi accorsi di essere appoggiata con la testa sul petto di Justin.
Sorrisi e fui invasa da uno strano senso di felicità.
Subito ricordai che la sera prima, quando dovevamo andare a dormire, Justin aveva insistito nel farmi dormire nel suo letto e alla fine avevo accettato e, abbracciata a lui, mi ero addormentata.
Mi sporsi a guardare l'orario sulla sveglia che c'era sul comodino di Justin.
Segnava le sette e mezza.
Mi tirai su di botto e scossi Justin per svegliarlo.
-Justin, svegliati! Dobbiamo andare a scuola!-
-Sì, e come ci andiamo se la porta è ancora bloccata?- mugugnò, aprendo leggermente gli occhi.
-Ah, è vero.. me n'ero completamente dimenticata..- borbottai, per poi sbuffare e rimettermi stesa sul letto.
Sentivo lo sguardo del biondo fissò su di me.
-Non succederà nulla se per una volta non andiamo a scuola, sai?- mi girai, a fulminarlo con lo sguardo.
-Si dia il caso che per me cambia eccome.- risposi acida.
-Come siamo lunatici di prima mattina!- questa volta fu il suo turno di sbuffare.
-Grazie al cazzo! Sono chiusa in una dannatissima casa in tua compagnia, mi spieghi come posso fare ad essere felice e solare?!- ribattei.
Justin rise.
-Sai quanti milioni di ragazze pagherebbero per essere qui con me ora?-
Feci una smorfia, per poi alzarmi e dirigermi al piano di sotto a prepararmi un caffè.
Poco dopo fui raggiunta da Justin.
-Ho chiamato il fabbro.. Arriva per le otto a sistemare la porta.- annunciò poi.
-Ok..- risposi, sorseggiando un po' del mio caffè. -Dato che ormai a scuola non ci andiamo, cosa facciamo stamattina?- continuai poi.
Justin fece spallucce.
-Non so, tu che vuoi fare?-
-Mi piacerebbe fare un giro per il centro, ma con te non si può..- sussurrai poco dopo.
-In che senso che con me non si può?- chiese, senza capire.
-Sei Justin Bieber, te lo ricordi? Non ho voglia di uscire e venire inseguita da milioni di paparazzi, pronti a scattare foto su foto e a scrivere qualsiasi tipo di cavolata sul fatto che mi vedano in giro con te!- spiegai.
-E così hai paura a uscire col sottoscritto eh?- disse ridendo.
-Non è quello il punto, e lo sai!- risposi prontamente.
-Ah no? Allora usciamo se non hai paura!- ribattè lui.
-D'accordo!- grugnii.
-Perfetto!- rispose sorridente lui.
Alle otto, puntuale, arrivò il fabbro che, dopo una buona mezz'oretta, fu costretto a cambiare la serratura, in quanto era irriparabile.
Nel frattempo io andai al piano di sopra a vestirmi.
Quando scesi nuovamente di sotto trovai Justin già pronto per uscire.
-Possiamo andare!- esordii.
Uscimmo da casa di Justin e iniziammo camminare l'uno al fianco dell'altro.
Erano appena le nove di sabato mattina e in giro non c'erano molte persone, se non qualche studente in ritardo che correva per raggiungere la scuola.
Mi faceva strano essere nuovamente lì con lui a camminare per le strade di Stratford.
Era mancato da quella città per un sacco di tempo e le poche volte che ci veniva era per salutare i suoi parenti e non ci stava quasi mai più di tre giorni.
Il ricordo di tutti quei pomeriggi trascorsi con lui, prima che diventasse famoso, si fece spazio nella mia testa.
Come avevo fatto per tutto quel tempo a stare senza di lui, senza vedere quello che era il suo meraviglioso sorriso? 
Scossi la testa.
Mi stavo perdendo in dei pensieri assurdi.
Avevo un obbiettivo: vincere la scommessa con cui Meg e Amber mi avevano sfidato.
Non avevo in mente ancora un piano.
Tutto ciò che stavo facendo con Justin era semplicemente essere me stessa.
Ma sarebbe davvero bastato tutto ciò per farlo innamorare di me? 
E poi non avevo mai preso in considerazione il fatto che magari non fossi per nulla il tipo di Justin..
Ecco appunto.. qual'era il tipo di ragazza ideale per Justin? 
Mora? Bionda? Occhi azzurri o verdi?
Mi voltai verso di lui e presi a scrutare ogni minimo dettaglio su quel volto, dove non era presente nemmeno un'imperfezione.
-C'è un posto in cui vorrei passare, anche per soli 5 minuti..- disse poco dopo, interrompendo i miei pensieri.
-Che posto?- chiesi curiosa.
-Lo vedrai dopo..- Justin si girò verso di me, facendomi un occhiolino. 
-D'accordo, andiamo..- bonfinchiai.
Camminammo per una decina di minuti fino a che non arrivammo davanti ad un edificio.
O meglio, all'edificio.
Non appena lessi quella scritta mi bloccai di colpo, mentre Justin, sorridente, si andava a sedere sugli scalini.
Gli stessi scalini su cui sedeva quando aveva dodici anni; dove si metteva a cantare per raccimolare qualche soldo così da poter aiutare Pattie; gli stessi scalini dell'Avon theatre.
Rimasi a fissarlo per un po'.
Era stranissimo l'effetto che mi faceva rivederlo nuovamente lì.
-Ti prego, il mio cuore sta per avere un infarto..- sussurrai poco dopo, portando una mano sul cuore e  sedendomi sul cemente di fronte a lui.
Il biondo rise.
-E' bello tornare qua.. Voglio dire, è da qua che tutto è iniziato. Guarda che bella la stella lì!- esordii felice, indicando la stella che un anno prima era stata messa lì dal comune di Stratford in suo onore.
-Ti ricordi quando mi accompagnavi qua con Chaz, Caitlin e gli altri?- disse, sorridendo.
-Oh sì, rimanevi qua per ore e ore! Non ti stancavi mai!- risposi, ridendo.
-Ti manca solo la chitarra, il cappellino e sarebbe esattamente come quasi sei anni fa..- aggiunsi poi.
Restammo in silenzio per qualche momento, fino a che le voci di alcune ragazze non ci giunsero alle  orecchie.
-Ma quello è Justin Bieber!- urlò una di loro.
Poco dopo, dalla strada scrutammo un paio di figure femminili avvicinarsi frettolosamente a noi.
Eccitate come non mai, le ragazze chiesero di poter scattare una foto con Justin, che fece loro anche due autografi.
Felici di aver incontrato quello che era il loro idolo, dopo averlo abbracciato, si allontanarono salterellando.
A quella vista scoppiai a ridere.
-E' assurdo quello che tu riesca a fare su queste ragazze, davvero! Ti sono così grate per ogni minima cosa!- dissi poco dopo.
-In realtà sono io che devo ringraziarle. E' grazie a loro se ora mi trovo in questa posizione; senza di loro non sarei nulla.
-Beh, se non fossi diventato famoso saresti ancora un povero sfigato e saresti rimasto in compagnia nostra.. E chi lo sa.. Magari ti saresti fidanzato con Caitlin; ricordo che c'era una grande intesa fra voi due..- lo stuzzicai poi.
Justin mi guardò con gli occhi sbarrati.
-Stai scherzando, vero? Caitlin l'ho sempre vista solo come un'amica! C'era sì una ragazza che mi piaceva, ma non era Caitlin!- spiegò.
-Mi vuoi dire che Caitlin non era e non è il tuo tipo?- domandai, incredula.
Insomma, Caitlin era sempre stata una ragazza meravigliosa ed era apprezzata da tutti.
Non era possibile che non piacesse ad uno come Justin.
-Sì.. e no.. Caitlin era ed è perfetta, diciamo. E' bellissima fisicamente e caratterialmente è simpaticissima, dolcissima, ride ad ogni mia battuta ed è una ragazza con cui posso parlare tranquillamente.. Però lei.. lei non è..- lo guardai, incitandolo a continuare. -..lei non è quella giusta per me, ecco.- concluse poi.
Lo guardai senza capire.
-E chi era allora la ragazza che ti piaceva?- chiesi, spinta dalla curiosità.
-Questo non si può dire..- obbiettò.
-Eddai! Lo sai che di me ti puoi fidare!- lo spronai.
Justin rise, facendo di no con la testa.
-Un piccolo indizio?- chiesi.
-D'accordo.. Diciamo che lei è sempre stata un capitolo importante della mia vita.. E lo è tuttora.. In passato non se n'è mai accorta.. E diciamo che nemmeno io me n'ero accorto fino a che non sono partito e ho iniziato a girare per il mondo.- disse poi.
-Uhmm.. ho capito. Ultima domanda: la conosco?-
-Sì.- sorrise lui.

-LOOK AT ME NOW!-
Non sono morta, giuro!
Mi dispiace tantissimo di averci messo quasi due settimane ad aggiornare, ma questo capitolo è stato un parto quasi!
Davvero, non avevo ispirazione. Scrivevo e cancellavo, scrivevo e cancellavo, alla fine oggi ho cancellato tutto e riscritto.
Spero che, nonostante tutto, vi sia piaciuto e che ci sarà qualche recensione ç_ç
Il prossimo giuro che lo metto entro 5 giorni al massimo! 
Grazie di tutto l'interesse che state dimostrando per questa storia, è importante per me! :)
p.s: avete preso Believe? non pensate che sia assolutamente kjdnhvkdjnvkdjnhvkdnvkvnrvjkfd? *O*
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Capitolo 6
*** Party I. ***


-E’ una ragazza che conosco, lui ne era innamorato quattro anni fa e non è Caitlin.. con chi uscivamo quattro anni fa? Pensa Lindsay, pensa..- ragionai ad alta voce, mentre giocavo con quella cosa che tutto sembrava, al di fuori di un purè. Del resto era il cibo della mensa, non potevo aspettarmi chissà cosa.
Meg e Amber sedevano di fronte a me e mi guardavano curiose. Le avevo raccontato tutto ciò che era accaduto venerdì sera a casa di Justin e si erano limitate al commentare con un ‘peccato però non sia successo niente, il che ti porta molto lontana dal vincere la scommessa..’.
-Ma certo! C’erano anche Abbie e Mayon che uscivano con noi! Deve essere per forza una di loro due! Corro a strappare qualche altra informazione da Bieber!- prontamente mi alzai e uscii dalla mensa, lasciando le mie due migliori amiche perplesse.

Lo cercai per tutta la scuola senza trovarlo da nessuna parte. Che non fosse venuto a scuola? In lontananza scorsi Chaz e andai a chiedergli se sapesse dove fosse.
-Hey Chaz, sai dov’è Justin?-
-Sì, è in palestra a fare due tiri a basket, perchè?- rispose curioso lui.
-Devo chiedergli una cosa.. Comunque grazie!- gli feci un occhiolino e mi diressi verso la palestra, ma ad un tratto mi bloccai e mi voltai nuovamente a guardarlo. –Ah comunque, la prossima volta che Justin parte per un tour potresti  evitare di raccontargli tutti gli aspetti della mia vita tramite telefono?- dissi ridendo. Chaz alzò le spalle. –E’ Justin che mi chiedeva di voi, io mi limitavo a rispondere alle sue domande- si giustificò.

Arrivai in palestra, ma non trovai nessuno.
-Justin?- provai a chiamare, ma senza ricevere nessuna risposta.  Ad un tratto mi sentii cingere i fianchi.
Sobbalzai  e mi girai di scatto.
-Oddio Justin.. sei per caso pazzo?! Non farlo mai più, ho appena perso ottant’anni!- dissi portandomi una mano sul cuore che aveva improvvisamente iniziato a battere più velocemente.
-Che ci fai qui?- domandò poi.
-Ok allora.. la ragazza che ti piaceva era bionda o bruna?- esordii.
-Ancora con questa storia? Eddai.. comunque era castana..-
-Ah-ah! Era Abbie, per forza!- dissi trionfante.
Justin scoppiò a ridere.
-Abbie.. Abbie Synd?!- disse con le lacrime agli occhi.
-Beh, che c’è di male?- chiesi senza capire.
-Oh andiamo! Lo sanno tutti che non la sopportavo! Sei decisamente fuori strada!-
-Ma non è possibile! Non c’erano altre ragazze castane nella nostra compagnia! Ah.. ho capito.. questa ragazza non usciva con noi!-
Justin si portò una mano sul volto, in segno di esasperazione.
-Non ce la fai proprio te, eh?- disse, prima di avvicinarsi pericolosamente al mio volto. –Pensa bene a tutte le ragazze con cui uscivamo e che conoscevamo entrambi, ok? E non andare a guardare in altre compagnie.. Era una ragazza con cui io condividevo un sacco e tu ancora più di me.. E se non lo capisci con questo, devo dire che sei davvero ingenua..- mi sussurrò a cinque millimetri dal volto.
Sentivo il viso andarmi a fuoco e il cuore impazzire dentro al petto. Evidentemente avevo la febbre.. Insomma, non potevo provare ancora quelle emozioni per Justin, no? Erano passati quattro anni e lui era un capitolo vecchio, non potevo riaprirlo.
-I..io.. Oh andiamo, non c’era nessuno in compagnia che fosse castana oltre ad Abbie!- esclamai.
Justin si allontanò di colpo e mi diede le spalle, iniziando a camminare.
-Un consiglio: vai a casa e guardati allo specchio.- mi urlò poi.
-Cos’è un insulto? Sappi che se è per questo sei brutto pure tu!- ribattei.
Brutto lui?” Se non fosse stato che Justin era ancora in palestra sarei scoppiata a ridere da sola. Avevo appena detto una bella e grossa cazzata.  
-No, non lo è! Comunque fatti trovare pronta per le sette, stasera c’è la festa di Ryan e ci andiamo insieme, che tu voglia o no!- concluse, per poi uscire dalla palestra.
Ryan? Festa? Io? Justin? Io e lui? E da quando poi chiedeva, o meglio mi impartiva ordini così?

Corsi fuori dalla palestra, ma di Justin non c’era traccia, così ritornai da Chaz, dove trovai anche Ryan.
-Tu!- lo puntai con un dito. –Cos’è questa storia che fai una festa? E perché Bieber vuole che vada con lui?!- domandai. -Do una festa perché ho casa libera, no? E poi è una festa dove entri solo in coppia, penso che piuttosto che andare con qualche ochetta, Justin abbia preferito venire con te, dato che ti conosce da molto tempo e si fida di te..- spiegò lui.
-Ah.. d’accordo..- mi soffermai a ragionare bene su quello che mi aveva appena detto. –Aspetta, cosa?! Perché mai fai una festa dove si entra solo in coppia?!- proprio in quel momento suonò la campanella.
-Oh guarda.. la campanella, mi dispiace Lindsay ma devo andare.. Ci vediamo stasera, vedete di non far tardi tu e Justin eh!- detto ciò, Ryan si dileguò per i corridoi della scuola in compagnia di Chaz.
Sospirai.
Sarebbe stata una lunga giornata, e ancora più lunga sarebbe stata la serata.

-OGGI LO SPACE NON AVRA' TITOLO, ANCHE SE QUESTO E' GIA' UN TITOLO DI PER SE' (?)-
Come avete potuto vedere mi è tornato il computer e ho subito sfornato il capitolo, ollè!
Allora l'ho diviso in due perchè il prossimo sarà concentrato tutto sulla festa e.e
E poi chissà chi è la famosa ragazza che piaceva a Bieber.. sì vabbè, l'abbiamo capito tutti tranne la diretta interessata, ma fa niente :')
Detto questo, sto notando che la storia non me la caga più nessuno, ma fa niente, io vi amo comunque <3 ahahahah
Grazie mille a chi ancora se la caga :')
Tanto amore per voi.
Se volete qua trovate una OS che ho scritto con @Neverlethimgo su EFP che è una figona e scrive storie kjvfkjnbrkjn (andatevele a leggere che meritano un sacco e.e) : 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1135630&i=1
E qui ne trovate una che ho scritto io stamattina, che ero tanto depressa AHAHAH : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1156240&i=1
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Capitolo 7
*** Party II ***


-Non so cosa mettere..- sbuffai, appoggiata all’anta dell’armadio con la mano destra, mentre con la sinistra tenevo vicino all’orecchio il telefono, con cui stavo parlando con Mary, una mia compagna di scuola, con cui avevo legato abbastanza, e alla quale avevo raccontato della scommessa con Meg e Amber.
-Mettiti qualcosa che rispecchi il tuo essere, no?- propose lei.  –Sì, così va a finire che alla festa ci vado in jeans e maglietta..- sbuffai .  –Devo vestirmi in un modo un po’.. non so.. devo farmi notare da Bieber!- spiegai.
-Sei davvero determinata a vincere quella scommessa, eh?- esordii Mary.  Annuii, cosciente del fatto che lei non poteva vedermi. –Sì, voglio dimostrare a Meg che si sbaglia e che non provo più nulla per Justin.. E stasera sarà una serata perfetta per iniziare a far innamorare Bieber di me!- dissi, con forse un po’ troppo di ottimismo.
-Uhmm.. quindi mi stai dicendo che hai un piano?- afferrò al volo lei. –Potrebbe essere..- risposi, mentre scorrevo uno ad uno tutti i vestiti che avevo in quell’armadio. –E in cosa consisterebbe?- chiese curiosa. –Diciamo che stasera cercherò di farmi notare e provocarlo un pochino.. Del resto, l’occhio fa sempre la sua parte, no? E man mano cercherò di uscire con lui ed essere semplicemente me stessa, sperando che lui si innamori del mio carattere..- le spiegai poi.
Mary rimase per qualche secondo in silenzio. –Non funzionerà.- annunciò poi. –Grazie per il supporto eh..- dissi sarcastica. –Oh andiamo, stiamo parlando di Justin Bieber, la popstar, famosa in tutto il mondo ce l’hai presente? Con tutte le ragazze che può avere, secondo te, andrà a innamorarsi di una come te? Io non voglio essere cattiva Linsday e non sto dicendo che tu sei una brutta ragazza, ma devi ammettere che è molto difficile che lui si metta con una come te.. Insomma, fino a tre mesi fa era insieme a Selena Gomez, una delle ragazze più belle del pianeta, come puoi pretendere che si innamori di una semplice ragazzina di un piccolo paesino, come te?- non sapevo se ero più delusa per via delle sue parole, o se perché a pronunciarle era stata lei, una delle amiche di cui mi fidavo di più.
-Sai cosa Mary? Certo, tu conosci Justin Bieber, la popstar internazionale, ma non conosci Justin, il semplice ragazzino di un piccolo paesino, proprio come me. E ora scusa, ma devo scegliere cosa mettermi, ciao.- riattaccai, arrabbiata.
Era bello sapere quanto le tue amiche ti supportassero.. Se c’era una cosa che non avrei mai fatto sarebbe stata proprio quella di trattare Justin come una popstar internazionale. Non mi interessava nulla della sua fama, per me rimaneva sempre lo stesso ragazzino con una grande passione per la musica.

Alla fine optai per un vestitino nero senza spalline, che arrivava a metà coscia e scelsi un paio di tacchi neri. Lasciai i lunghi capelli mossi cadermi liberi sulle spalle e mi truccai con un filo di matita e mascara. Insomma, era un look abbastanza semplice e raffinato allo stesso momento.
Puntuale, alle sette Justin suonò al campanello di casa mia; afferrai la borsa e corsi giù di fretta, trovando un Justin decisamente bellissimo nei suoi jeans neri e maglietta bianca, impegnato in un’imbarazzante conversazione con mia madre.
-Ok mamma, io e Justin usciamo, non aspettarmi in piedi, ciao!- interruppi quella conversazione, afferrando al volo una mano di Justin e precipitandomi fuori da quella casa.
 –Hey, hey, frena un attimo! Cos’è tutta sta fretta?- Justin mi fermò, tirandomi per il braccio con cui lo stavo trascinando io, pochi attimi prima. –Ho appena messo fine ad una conversazione imbarazzante con mia madre, dovresti essermi debitore!- esclamai.
Justin scoppiò a ridere. –No dai, mi stavo divertendo a parlare con lei..- disse poi. –Comunque stasera sei bellissima..-
Senza volerlo, arrossii. –Grazie..-
Come da buon gentiluomo, Justin mi aprii la portiera e mi fece salire in macchina. Il tragitto da casa mia a quella di Ryan durò all’incirca una decina di minuti, durante i quali passai il tempo a guardare fuori dal finestrino.
Una volta arrivati, scesi da quella macchina e quando bussammo alla porta, la figura di Ryan venne ad aprirci.
-Ragazzi!- esordì quest’ultimo, salutandoci. –Ah Linsday quanto sei bella! E che bella coppietta che fate!- continuò poi.
Arrossii, imbarazzata, ancora una volta. Sapevo di essere una ragazza abbastanza carina, ma ogni volta che qualcuno mi faceva un complimento arrossivo senza volerlo.
All’interno di quella casa la musica rimbombava sulle pareti e un odore di alcool misto a quello di fumo aleggiava per la casa. Notai che c’erano già delle persone ubriache fradice che ballavano in pista: segno che la festa era già ad un buon punto.
-Vado a prendere da bere, va bene?- propose Justin. Annuii e lo vidi allontanarsi verso il bancone degli alcolici.

Mi guardai attorno, spaesata. C’era un sacco di gente della scuola, che conoscevo; continuai a guardarmi attorno, quando mi soffermai su una persona in particolare: non poteva essere lui, non poteva davvero essere a quella festa; era stato cacciato da scuola due anni prima, come poteva essere lì? Feci di tutto per nascondermi e non farmi vedere, ma capii che fu troppo tardi quando Mattew mi si avvicinò e, prepotentemente, mi catturò a sé.
-Che cosa ci fai qui Mattew? Non ti avevano cacciato da scuola?- dissi acida, provando a staccarmi da quello che era stato il mio incubo per quasi un anno. Ryan non poteva averlo invitato davvero, sapeva cosa avevo passato per colpa sua.
-Beh, è abbastanza facile infiltrarsi alle feste, non te l’hanno detto?- mi rispose, ridendo. –Mi sembra che io e te abbiamo qualche conto in sospeso, no?- continuò poi, avvicinandosi a me. Provai di tutto per staccarmi da lui, ma la sua stretta era troppo forte; più si avvicinava, più provavo senso di disgusto.  Mi guardai attorno, in cerca di qualche figura familiare che potesse aiutarmi: di Justin, Chaz e Ryan non c’era traccia.
-Mollami Mattew!- protestai. –Non ci penso nemmeno- ribattè rapido lui, continuando con quella sua risatina irritante.
-Che dici se io e te andiamo in un posto da soli eh? Magari di sopra, in una camera da letto..- mi sentii rabbrividire. –Lasciami, lasciami!- urlai disperata, tirando dei pugni sul suo petto, che sembravano non fargli nulla. Sentivo gli occhi farsi sempre più gonfi; la gente intorno a me ballava, facendo finta che non stesse succedendo nulla. Tutto ciò che speravo in quel momento era di vedere la figura di Justin apparire e portarmi lontana dalle grinfie di quel mostro.
-Che cosa succede qui?- alzai lo sguardo e incontrai gli occhi di Justin. Di botto, Mattew mi lasciò andare.
Liz, tutto bene?- Justin non fece tempo ad avvicinarsi, che mi buttai tra le sue braccia, piangendo. –Che cosa le hai fatto?- sbottò infuriato verso di Matt. –Oh guarda un po’, Bieber che prende le difese di quella puttanella, questa sì che è bella! Quanto la paghi per i suoi servizietti?- esclamò quest’ultimo ridendo.
-Cosa hai detto? Come l’hai chiamata?!- urlò Justin, lasciandomi.. –Justin ti prego, non far nulla..- sussurrai.
-Puttanella, ecco come l’ho chiamata, perché questo è quello che è.- continuò ridendo Mattew.
Successe tutto in un attimo: Justin sferrò un sinistro nella guancia del moro, che cadde a terra. Subito iniziò a tirargli ripetuti calci e pugni. Ad un certo punto Mattew si alzò e tirò un pugno sulla guancia destra di Justin, facendolo sanguinare dal labbro. Si era trasformata in una vera e propria rissa, il tutto per colpa mia.
Non sapevo che fare. Provai a chiamare Justin e chiedergli di smetterla più volte, ma il biondo pareva non sentirmi. Ci volle l’arrivo di Chaz, Ryan e di altri due ragazzi che non conoscevo per dividerli.
-Non provare più a chiamare Liz ‘puttanella’!- urlò Justin, prima che Chaz e Ryan lo alzassero da sopra di Mattew.

Chaz e Ryan portarono Justin in cucina e li raggiunsi.
-Noi vi lasciamo soli..- disse Chaz, uscendo dalla cucina, seguito a ruota da Ryan.
Aspettai che i due ragazzi furono usciti del tutto, per poi girarmi, soffermarmi qualche istante a guardare Justin seduto sul tavolo della cucina, e buttarmi a capofitto fra le sue braccia.
-Sei stato un idiota! Non sai quanto mi hai fatta spaventare!-
Justin, in tutta risposta, mi strinse più forte a sé. –Ti ha dato della puttanella, come potevo starmene senza far nulla? Possono insultare me quanto vogliono, ma non devono toccare le persone che amo..- spiegò poi, nascondendo la sua testa nell’incavo della mia spalla.
Rabbrividii. –Le persone che ami?-
Justin alzò il viso, guardandomi dritto negli occhi. –Sì, le.. le persone di cui mi interes..-
Non gli lasciai il tempo di finire la frase, che subito feci incontrare le nostre labbra.
Il biondo rimase interdetto per qualche istante e poi iniziò a rispondere a quel bacio che, man mano, diventava sempre più passionale. Dietro di esso si celavano milioni di sentimenti, un sacco di ‘mi manchi’ non detti e tanti ‘scusa’ e ‘grazie’ mai ammessi, forse per il troppo orgoglio.
Nel frattempo, mille farfalle vorticanti si erano impossessate del mio stomaco, mentre il mio cuore impazziva all’interno del mio petto.
Lo avevo baciato sì, come previsto dal piano.. Ma sapevo perfettamente che quel bacio non aveva nulla a che fare con quella scommessa.

-LOOK AT ME NOW- 
Ma, torniamo alle origini con il vecchio titolo dello space e.e AHAHAH
Che dire di questo capitolo? Sono abbastanza contenta di come sia uscito, dai. 
Capirete meglio chi è Mattew dal prossimo capitolo, ma di sicuro, come avete già visto, non è di certo un bel tipo..
Anyway, penso che mi butterò giù da un ponte perchè alla fine sta storia non se la caga nessuno.. No scherzo, però boh, è abbastanza brutto vedere che nessuno se la incula, ma vabbè evidentemente fa davvero tanto schifo çç 
Colgo comunque l'occasione per ringraziare quelle 4 in croce che recensiscono, le 14 che l'hanno tra le preferite e le 16 che la tengono tra le seguite.
Almeno voi me la cagate :')
Spero di aggiornare in fretta.. vi dico solo che la prima parte del prossimo capitolo sarà concentrata ancora su questa serata, però sarà più love love e meno violenta (?) ahahah :)
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Capitolo 8
*** Mattew. ***


Salutati Chaz e Ryan, uscimmo da casa di quest’ultimo. Erano appena le dieci, non avevo voglia di tornare a casa, ma non avevo nemmeno voglia di rimanere a quella festa dove sapevo si aggirava anche Mattew..
Il fatto che Justin mi avesse difesa pur di rimetterci la sua stessa pelle mi aveva davvero colpita, tanto che, spinta da non so quale impulso, lo avevo baciato.
E, onestamente, quel bacio mi era piaciuto fin troppo.
Mi voltai a guardare Justin che camminava a qualche passo da me.
Il suo sguardo era fisso sulla strada davanti a sé, e lasciava trasparire la rabbia che ancora lo opprimeva.
-Conoscendoti, rimarrai incazzato per almeno una settimana per questa storia, non è vero?- azzardai, buttandola sul ridere. Il biondo si voltò a guardarmi. –Cosa dovrei fare? Dovrei ridere e scherzare sul fatto che mi sono appena picchiato con uno, che solo dio sa cosa ti ha fatto in passato e cosa ti avrebbe fatto stasera se non fossi intervenuto?!- sbottò. Abbassai lo sguardo, imbarazzata. Quello che mi aveva fatto Mattew era una storia che odiavo raccontare: mi riportava alla mente ricordi che avevo sempre cercato di cancellare.

Entrammo nel parco di Stratford e ci andammo a sedere su una panchina vicina alle altalene dove da piccoli salivamo sempre, facendo a gara a chi andasse più veloce.
Restammo in silenzio per un bel po’, fino a che non mi decisi ad interrompere quell’insopportabile silenzio.
-Iniziò tutto quand’ero a metà della seconda superiore..- sentii lo sguardo di Justin spostarsi su di me. –Mattew aveva in comune con me il corso di italiano e spagnolo; inizialmente non mi faceva impazzire, ma lui continuava a insistere. Alla fine avevo deciso di uscirci insieme e mi stava anche incominciando a piacere; era carino, gentile, stavo bene con lui e mi faceva dimenticare di.. di una persona che mi mancava terribilmente tanto, ecco.. Eravamo insieme da due mesi e lui insisteva sempre col fatto che volesse andare a letto con me, ma io rispondevo sempre che non me la sentivo. Avevo appena compiuto 16 anni, e non me la sentivo di fare questo grande passo con uno come lui..- -Ma tu lo amavi?- mi interruppe Justin. Rimasi con lo sguardo fisso sullo scivolo che si trovava di fronte a me. Un sacco di volte mi ero posta quella domanda, anche dopo che la nostra storia era finita e alla fine ero riuscita a darmi una risposta. –No- dissi secca. –Non lo amavo.. In quel periodo c’era una persona per cui avevo più che una cotta.. Lui, lui è sempre stato il ragazzo con cui divertirmi un po’.. Ma non mi sarei mai spinta oltre con lui.. Forse a quell’epoca non l’avevo ancora capito, ma ora come ora, ti posso dire che sapevo che non era quello giusto per me..- continuai. Justin sembrò quasi sollevato da questa mia risposta. –Ma poi tutto cambiò, lui cambiò. Iniziò a trattarmi ogni giorno sempre peggio.. Era diventato più freddo e più irascibile. Un giorno litigammo pesantemente e, fra una cosa e l’altra, Mattew mi tirò uno schiaffo in pieno viso..- sentii Justin muoversi nervosamente di fianco a me. –Pensai che l’avesse fatto perché accecato dalla troppa rabbia, che non si sarebbe più ripetuto, allora avevo lasciato correre e non l’avevo mai detto a nessuno.. Una settimana dopo, mi trovavo a casa sua ed eravamo da soli; lui iniziò a parlare di quell’argomento, a dirmi che non dovevo avere paura e dovevo fidarmi di lui, ma io ero ancora della mia idea. Iniziò a baciarmi e a infilare le sue mani sotto la mia maglietta; stanca di quella situazione mi alzai, gli urlai contro e feci per uscire da quella casa, ma lui mi bloccò, mi tirò ancora una volta uno schiaffo, mi fece cadere a terra e..- feci un respiro profondo, mentre qualche lacrima iniziò a rigarmi il viso: ricordare era fin troppo doloroso. -..e mi tirò un calcio nello stomaco. Poi mi saltò addosso e con violenza iniziò a spogliarmi. Piangevo, provavo a resistergli, ma lui era troppo forte, lo supplicavo di smetterla, ma lui non mi ascoltava. Si tolse tutti i vestiti anche lui e.. il resto puoi immaginarlo. Fu una vera e propria tortura per me. Mattew continuò a usarmi in quella maniera fino alla fine della scuola. Io non avevo detto a nessuno di tutto ciò che era accaduto, perché avevo troppa paura di Mattew, diceva che se ne avessi parlato con qualcuno, avrebbe fatto anche di peggio.. Non so cosa intendesse con quelle parole, so solo che ero troppo spaventata da lui per dirlo a qualcuno e scappare via da quella situazione. Alla fine arrivò l’estate e finalmente tornai a respirare un po’, dato che lui partii per Londra e ci rimase per tutti e tre i mesi di vacanza. Quando la scuola ricominciò, l’incubo andò avanti; avevo paura a parlare anche solo con Meg e Amber, che avevo conosciuto in seconda.. Alla fine, capii che quello che mi stava facendo era davvero troppo: mi stava distruggendo la vita. Un giorno raccontai tutto a Meg e Amber, che mi portarono a parlare con la psicologa della scuola. Quest’ultima mi fece delle foto a tutti i segni che Matt mi aveva lasciato e andò a parlare col preside, che chiamò i suoi e miei genitori e raccontarono loro tutto. Quel giorno fu l’unico in cui vidi piangere entrambi i miei genitori.. Ovviamente il preside espulse Matt dalla scuola e i suoi genitori, indignati da quel figlio a cui erano certi di aver trasmesso validi valori, insistettero per farlo trasferire in un college a Londra.. Ora non so perché è tornato, per quel che so deve ancora finire l’anno anche lui a Londra..- conclusi il mio discorso e notai che Justin si alzò dalla panchina dove eravamo seduti e mi tese una mano. L’afferrai e mi alzai. Intrecciò le sue dita con le mie e iniziò a camminare senza proferire parola.
Ad un tratto mi accorsi che una lacrima gli aveva rigato la guancia sinistra. Mi fermai e mi posizionai di fronte a lui. Con un pollice gli asciugai il viso. –Perché piangi?- mi faceva strano vederlo così; l’ultima volta che l’avevo visto piangere era perché Pattie non aveva voluto comprarli una macchina e aveva all’incirca sette anni. Sorrisi, al pensiero. –Come puoi stare così serena, sapendo cosa ti ha fatto quel viscido? Io.. io davvero non so cosa dire! Perché io non sapevo nulla di questa storia? Perché Chaz non mi ha mai detto nulla?!- urlò. –Justin, stai calmo, ti prego.. Chaz non te l’avrà detto perché era una cosa che non ti riguardava.. Eri lontano e anche volendo non avresti potuto far nulla..- spiegai.
Justin abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo e farlo incontrare col mio. –Odio il fatto di non esserci stato per te quando più avevi bisogno di me; odio il fatto di non aver potuto far nulla per impedire a quel mostro di farti quel che ti ha fatto!- fissai Justin sbalordita per quel che aveva appena detto. Del resto, era pur sempre uno dei miei migliori amici (tralasciamo il fatto che qualche ora prima l’avessi baciato) ed è normale che i migliori amici reagiscano arrabbiandosi quando vengono a sapere qualcosa di brutto che ti è successo, no?
-Mi sento così inutile in questo momento! Io.. io..- Justin non finì la frase, che si sporse in avanti per far incontrare le sue labbra con le mie.
Era da quattro anni che non avevo un migliore amico, ma per quel che ricordavo, fra migliori amici non ci si bacia nel modo in cui stava facendo lui, no?  

-LOOK AT ME NOW-
Lollino sono le 0.20 e io sto postando ora.. w me! 
Comunque vi avevo detto che il capitolo si sarebbe sviluppato solo in una prima parte sul continuo della serata, ma alla fine ho cambiato idea, anche perchè la storia tra Liz e Mattew è stata molto lunga da scrivere. A riguardo di ciò, voleo dirvi che mi dispiace se ho urtato la sensibilità di qualcuno, anche se comunque ho descritto le scene moooolto alla larga, anche perchè non sono capace di scriverle LOL
Comunque ho notato un incremento di recensioni e persone che hanno aggiunto questa storia alle preferite, seguite e ricordate: GRAZIE MILLE DAVVERO.
Spero di poter notare questo incremento anche coi prossimi capitoli :)
Ora spengo il pc e vi rispondo alle recensioni tramite telefono.
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 9
*** ..and sometimes i steal you a kiss. ***


Mr. Redyll blaterava ormai da un’ora su certe formule che solo dio sapeva a cosa mi sarebbero servite nella vita vera, dato che non avrei mai fatto il dottore, medico, chimico o tutto ciò in cui servisse l’applicazione di formule e calcoli.
Cosa volevo fare in futuro? Ancora non ne ero completamente certa. Il college era una possibile opzione.. Anche se non ero completamente sicura del fatto di voler studiare ancora. Ma d’altro canto, la psicologia e il giornalismo erano due cose che mi attiravano decisamente tanto. Forse in futuro  avrei preso una delle due facoltà; l’unica cosa di cui ero certa era che, una volta diplomata, mi sarei presa un anno sabbatico e lo avrei passato a realizzare uno dei miei più grandi sogni: visitare alcune delle mie città preferite, come New York, Los Angeles, Parigi e Tokyo.
Studiare non mi era mai piaciuto particolarmente tanto, ma era una cosa che sapevo dovevo fare per me e per quello che sarei diventata in futuro. Andavo bene in tutte le materie; solo in matematica avevo poco più della sufficienza, ma non mi importava: l’importante era riuscire a uscire da quella dannata scuola. Lì non sopportavo quasi nessuno, tutti mi sembravano così falsi e così uguali. Seguivano tutti il modello del tipico ragazzo che fuma, partecipa a feste ogni sera e per dimostrare a tutti di quanto lui sia ‘avanti’, il giorno dopo va in giro a raccontare di quanto abbia bevuto e di quante tipe si sia scopato. Per non parlare delle ragazze poi, una manica di galline che fra un po’ erano anche in grado di chiamare ‘amore’ persino i water della scuola. Poche erano le persone che si salvavano e che, a differenza degli altri avevano dei propri ideali.
Ero ormai con la testa appoggiata sul banco da quando era iniziata la lezione e il prof sembrava non esserne accorto. Con lo sguardo raggiunsi il banco vuoto di Justin, che quel giorno non era venuto a scuola.
Lui, almeno, a differenza di tutti gli altri un suo stile lo aveva. Del resto era anche una popstar di fama internazionale, era ovvio che non si lasciasse influenzare da quello che gli altri pensassero di lui.
Chi l’avrebbe mai detto che quel ragazzino che andava sempre in giro con vestiti più larghi di lui e un semplice berretto da baseball, un giorno sarebbe diventato una celebrità, amato da milioni e milioni di ragazze? E che poi sarebbe ritornato per gli ultimi due mesi alle ‘origini’ solo per concludere un dannato anno scolastico e diplomarsi?
Onestamente da quando era tornato non avevo fatto molto caso a come si fosse ambientato nuovamente a scuola. Per quel che vedevo, stava sempre con Chaz, Ryan e qualche amico di vecchia data. Non mi sembrava avesse fatto chissà quante nuove conoscenze, se non forse per  qualche giocatore di football e qualche cheerleader, fra le quali c’era anche Lessie, irresistibile rompiscatole con un nome da cane, che ci provava spudoratamente con Justin. Era più forte di me: ogni volta che gli si avvicinava mi faceva salire i nervi. E non che fossi gelosa, no.. Semplicemente non mi andava giù come si pavoneggiasse in presenza di Justin.
Finalmente la campanella suonò, sancendo così la fine della giornata scolastica. Una volta sull’uscio dell’edificio Meg a Amber mi si affiancarono. –Che fai oggi?- chiese quest’ultima. –Pensavo di andare a casa di Justin a vedere perché non c’era..- risposi. –Oh, che carina, ti preoccupi per lui..- commentò Meg. –Non mi preoccupo per lui, semplicemente voglio sapere perché non c’era.. E poi tanto dovevo comunque andarci, dato che dovevo finire di spiegargli delle cose di chimica..- inventai. Meg e Amber risero. –Come no..- dissero sarcastiche.
-Boh, io ancora mi chiedo perché vi considero mie migliori amiche.. No davvero, ultimamente tra la scommessa assurda che mi avete proposto e il fatto che mi date contro ogni volta che dico qualcosa, non so più cosa pensare. C’è mi volete davvero così male?- commentai più con me stessa, che con loro.
-Suvvia, un giorno ce ne sarai riconoscente..- rispose Meg. –Ho i miei dubbi..- ribattei velocemente.
Salutai le due ragazze e mi recai verso casa di Justin.

Una volta arrivata suonai, e la figura del biondo comparse sulla soglia.
-Hey Liz, che ci fai qui?- mi chiese curioso, spostandosi di lato, lasciandomi il passaggio libero per entrare.
-Ho visto che non eri a scuola ed ero passata a vedere perché..- spiegai velocemente.
-Oh, che carina ti sei preoccupata per me!- esclamò felice Justin. –Non mi sono preoccupata per te, ero solo curiosa..- risposi arrossendo. –Oh certo, come no.. Comunque non c’ero perché stamattina avevo delle interviste, e quindi non sono potuto venire.- disse, sedendosi sul divano e facendomi cenno di raggiungerlo.
-Beh ti sono mancato così tanto?- scherzò. –Sì tantissimo, non puoi immaginare quanto!- dissi sarcastica. –Oh allora questo non potrà che renderti felice..- si avvicinò al mio viso e congiunse le nostre labbra, iniziando a baciarmi lentamente. Dannato Bieber, non era possibile che con un solo bacio riuscisse a mandare così in subbuglio i miei ormoni.
Dopo qualche secondo si staccò. –Mi ha fatto felice solo in parte.. sai com’è, mi sei mancato davvero tanto..- dissi, facendo sorridere il biondo che capii le mie intenzioni. Mi si avvicinò nuovamente e riprese a baciarmi.
Stavolta mi staccai io per prima. –Sì, direi che adesso può andare.- sancii, facendo ridere il biondo, che si alzò e si recò verso la cucina a prendersi un bicchiere d’acqua.
-Pattie?- chiesi notando l’assenza della donna. –E’ partita ancora con le sue amiche ed è andata a Parigi per una settimana.. Ultimamente si sta dando ai viaggi..- spiegò, facendo spallucce.
-Uh.. Parigi, la città dell’amour..- -Sì, proprio quella.- mi diede corta, muovendo un po’ troppo il bicchiere e buttandosi addosso gran parte dell’acqua. Scoppiai a ridere. –Ti chiamavano idiota.. E facevano bene!- lo presi in giro. –Ah grazie eh..- sbottò facendo il finto offeso.
-Vado su a cambiarmi, vieni anche tu?- mi chiese. Annuii e lo seguii al piano di sopra.
Una volta in camera sua Justin si fiondò sull’armadio alla ricerca di una maglietta, per poi tirarne fuori una bianca.
Si tolse quella bagnata e notai i tatuaggi che aveva sul petto. –Lo so che ho un fisico da urlo, però non guardarlo così a lungo che si rovina!- esordì. Scoppiai a ridere. –In realtà stavo guardando i tatuaggi.. Quello lì è il segno della tua famiglia, vero?- chiesi, indicando il tatuaggio più piccolo e ricordandomi ciò che mi aveva detto Justin prima ancora che diventasse famoso. –Sì.. allora non sono l’unico a ricordarsi le cose dell’altra eh?- domandò felice.
Arrossii, imbarazzata. –Ho una buona memoria, ecco tutto..- farfugliai, alzando le spalle e andandomi a sdraiare sul suo letto.
-No, ma fai come se fossi a casa tua eh!- disse sarcastico Justin, e venendo a sdraiarsi al mio fianco. -Certo!- esclamai ridendo.
Restammo qualche secondo in silenzio.
-Beh, allora che facciamo oggi?- domandai poi.
Justin si girò a guardarmi. –Io direi che possiamo restare qua tutto il pomeriggio a parlare e..- velocemente si avvicinò a me e mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra inaspettato. -..ogni tanto ti rubo qualche bacio.- soffiò a qualche millimetro di distanza da me, sorridendomi, per poi riprendere a baciarmi, questa volta con più enfasi.

-LOOK AT ME NOW!-
11 recensioni? c'è ma kjrfnkjnbkj, grazie mille, davvero :')
Volevo approffittare di questo space per dirvi di tenervi pronte perchè adesso i prossimi 2/3 capitoli comprenderanno molti momenti smielati tra Liz e Justin ee
Poooi.. avrei aggiornato prima anche perchè io il capitolo l'avevo scritto tutto lunedì, se non che poi mi si è chiuso word e io ovviamente non avevo salvato. *brava Simona, brava* Quindi dopo un momento 'perchèèè dio, perchèè?! uccidetemi vi pregooo', ho dovuto riscriverlo quasi tutto, di conseguenza è anche venuto più schifoso rispetto a prima e il risultato è questo capitolo abbastanza smorto D':
Giuro che mi rifaccio coi prossimi.
Per ultimo volevo dirvi che ieri ho caricato un video su youtube, che riprende un po' la storia di Liz e Justin (infatti i protagonisti del video sono Miley, che è il volto di Liz, e Justin ee) 
Se volete vederlo lo trovate qua 
http://www.youtube.com/watch?v=rgXZdi_4Taw e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :)
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 10
*** Relationship. ***


I giorni passavano sempre più veloci e ormai anche Maggio era volto al suo termine. Ancora due settimane e si sarebbero tenuti gli esami, che poi avrebbero conseguito al diploma. Non potevo nascondere la mia felicità nel sapere che presto avrei concluso quel percorso scolastico che mi era sempre sembrato infinito, ma che, ripensandoci, era trascorso abbastanza in fretta.
L’unica mia preoccupazione era Justin.. Insomma, cosa sarebbe successo una volta che ci saremmo diplomati? Lui sarebbe tornato alla sua vita mondana, quella dove ha a che fare con fans, concerti, interviste, photoshoot e chi più ne ha più ne metta, mentre io avrei continuato la mia vita, decidendo se iniziare a lavorare fin da subito o se andare al college.. E di noi? Cosa ne sarebbe stato di noi due? Ci saremmo persi di vista nuovamente e poi, per qualche strano caso del destino, ci saremmo rincontrati dopo anni? O peggio ancora, non ci saremmo più rivisti?
In quei giorni che avevo trascorso con lui, tutto sembrava andare alla grande; insieme ci divertivamo, scherzavamo.. ci trovavamo bene, ecco. Ma ancora non avevamo osato parlare su quello che c’era tra noi. Non avevamo toccato l’argomento ‘ma noi due cosa siamo? Amici? Una coppia?’; del resto nessuno, se non Meg e Amber che tenevo costantemente aggiornate per via di quella scommessa, erano a conoscenza del fatto che ogni tanto io e lui ci scambiassimo qualche bacio.. Mi era impossibile negare a me stessa che tra noi due non ci fosse proprio nulla, perché era ovvio che qualcosa di incredibilmente forte ci legasse. Qualcosa che ancora non aveva un nome. Tutto ciò che sapevo era che ogni qualvolta Justin mi abbracciasse, o mi baciasse, il mio stomaco pareva infestato da migliaia di farfalle vorticanti e il mio cuore impazziva anche al minimo tocco da parte sua.
Non ero mai stata un’esperta in amore, ma.. non è forse così che ci si sente quando ci si inizia a innamorare di una persona?
Scossi la testa riprendendomi da quei pensieri: non potevo, e non volevo innamorarmi di lui. Avevo ancora una scommessa da vincere e per quanto male mi facesse dover prendermi gioco così di Justin, presto o tardi avrei dovuto mettere a fine a ciò che c’era tra noi.. Ma prima ancora, dovevo capire cosa c’era tra noi.
 
 
Era un tranquillo giovedì pomeriggio e mi trovavo con Justin sul letto di camera mia. Mia madre era a lavoro e sarebbe tornata la sera tardi, per cui ne avevo approfittato per invitare Justin da me per studiare insieme e, una volta terminato, ci eravamo sdraiati sul mio letto a rilassarci.
-Justin?- esordii poco dopo. –Sì?- -Dobbiamo parlare di una cosa..- mi alzai a sedere. –Insomma, tra me e te.. cosa c’è?-chiesi, insicura. Justin si alzò a sedere anche lui e sorrise. –Sapevo che prima o poi saremmo arrivati a parlare di questo..- rispose, portandosi una mano dietro alla testa per grattarsi.
-Io, in realtà non lo so.. So che quando sono con te mi trovo incredibilmente bene, mi diverto.. Quando ti ho rivista, il mio cuore ha iniziato a battere fortissimo ed è stato come se quel vuoto che per anni avevo sentito, fosse finalmente stato riempito.. Onestamente mi piace un sacco il rapporto che c’è tra noi, con te posso tranquillamente parlare di tutto e divertirmi; la cosa più bella è che le prese in giro tra noi non mancano mai, così come non mancano mai gli abbracci e i baci.. Semplicemente tutto ciò mi fa stare bene, tu mi fai stare bene.. E se devo metterla anche su quell’aspetto sei davvero molto carina.. Insomma, in tutto ciò voglio dirti che mi piaci, ecco..- confessò, abbastanza insicuro.
Era forse una fitta al cuore quella che sentivo? Mi stavo forse per sentire male per tutto ciò che Justin mi aveva appena confessato?
-Per me.. Si ecco, per me è lo stesso..- sussurrai, facendo sorridere immensamente il biondo.
-Quindi.. cosa facciamo? Diventiamo una coppia fissa?- chiese il biondo alzando le spalle.
-Mizze, complimenti, hai appena vinto il premio per ‘la peggiore proposta di fidanzamento’.- lo presi in giro, facendolo ridere. –Scusa, non ci so fare con queste cose, mi sembra tutto così imbarazzante..- si difese. –Stai tranquillo, non mi importa di questo onestamente.. Solo che, per quanto vorrei, io ancora non me la sento di essere una coppia vera e propria.. Insomma, tra due settimane dovremo affrontare gli esami e poi.. Poi tutto finirà, tu partirai, avrai un sacco di impegni.. E io non ce la farei mai a mantenere un rapporto a distanza e in ogni caso non potremmo, capisci?- ammisi, abbassando lo sguardo.
Per quanto in parte ciò che avevo detto fosse vero, sapevo perfettamente che c’era un altro motivo ben più grande che mi opprimeva.
Justin mi sollevò il mento, facendomi così alzare lo sguardo e facendolo incontrare col suo.
-Hey, non è detto che tutto finirà.. Io e te ci potremo sempre vedere, io verrò da te il più possibile e se vorrai, potrai venire in tour con me.. Non è di questo che ti devi preoccupare.- mi sorrise. Per quanto la sua fosse un’ottima proposta, non potevo. Chi glielo diceva che non volevo mettermi con lui per quella dannata scommessa? Che mi sentivo già un verme nel fargli quello che gli avrei fatto senza essere insieme, figuriamoci se poi fossi diventata anche la sua ragazza?
-Io.. non lo so.. ne usciremo scottati entrambi, di questo ne sono certa..-risposi, indecisa.
-Liz, ti fidi di me? Vedrai, andrà tutto bene..- tentò di convincermi.
Sospirai ancora una volta.
-Io vorrei davvero tanto, ma..- no Lindsay, non gli puoi dire di quella maledettissima scommessa.
-Ma?- mi esortò a continuare. –E va bene..- cedetti. –Però promettimi che, qualsiasi cosa accadrà, ti ricorderai che tra me e te ogni cosa è stata reale, che io ti voglio davvero bene, e tutto ciò che accadrà non dipenderà dal mio volere, ok?-
Justin mi guardò corrucciando le sopracciglia. –Non capisco, perché dovrebbe succedere qualcosa?- -Justin, promettimelo e basta!- mi affrettai a rispondere.
-D’accordo, se per te è così importante, allora va bene, te lo prometto..-
Tirai un sospiro di sollievo, così da potermi finalmente rilassare.
-Quindi, ora io e te stiamo insieme giusto?- esordii poi il biondo.
-Acuta osservazione..- lo presi in giro ancora una volta, per poi avvicinarmi al suo volto e lasciargli un bacio sulle labbra. –Ah, questa cosa mi piace, fallo ancora..- mi sorrise malizioso. Feci per dargli un altro bacio, ma, a due millimetri dal suo volto mi bloccai. –No- risposi secca, alzandomi dal letto e mettendomi di fronte a lui. –Ma sarai stronza!- ribatté offeso lui. –Dai su, andiamo giù che ci portiamo avanti con lo studio..- gli tesi una mano, aspettando che lui la prendesse e intrecciasse le sue dita con le mie, ma non fece altro che rimanere a fissarmi incredulo. Alla fine la sua espressione cambiò in un sorriso. –D’accordo..- disse con una voce che mi convinceva ben poco. Afferrò la mia mano e, anziché alzarsi dal letto, mi tirò verso di sé, facendomi cadere sopra di lui. Scoppiai a ridere. –Mi rifiuto categoricamente di scendere a studiare altra roba! Dai su, solo quelli che non hanno nulla da fare si mettono a portarsi avanti con i compiti!- protestò.
-Appunto, noi abbiamo qualcosa da fare? Non mi sembra!- gli feci notare, dandogli un leggero buffetto sulla guancia. Justin ribaltò le posizioni; questa volta mi trovavo io sotto di lui.
-Non abbiamo nulla da fare dici? Io direi di sì invece..- mi rispose, avvicinandosi ancora una volta al mio viso e facendo incontrare le sue labbra con le mie, per poi approfondire quel bacio, facendo incontrare anche le nostre lingue.

-LOOK AT ME NOW-
Buonasira (?) a tutti.
Allora finalmente sono riuscita ad aggiornare. Purtroppo questo caldo mi sta davvero uccidendo e tutta la mia ispirazione e voglia di scrivere va a farsi fottere.
Che poi tipo è una cosa strana, perchè durante il giorno non ho voglia di scrivere, poi vado a dormire e non vedo l'ora che sia il giorno dopo per scrivere, ma poi quando arriva il giorno dopo non scrivo D: Ma questo non vi interessa.... Vabbè AHAHAH
Come potete vedere i due tenerelli si sono confessati e ora sono insieme, anche se Liz ha tanti dubbi, è insicura perchè come tutti ben sapete c'è ancora la scommessa in atto, e per quanto lei provi tutti quei sentimenti per Justin, proprio non ne vuole sapere di mollare la scommessa, lol.
In ogni caso volevo anche dirvi che tutte le scene di baci e ste cose, sono scene che io onestamente NON amo scrivere.. Io sono più tipo da scene in cui si litiga e ste cose. Però ovviamente mi ci vogliono anche delle scene in cui è tutto rosa e fiori, da far venire il diabete e mi dispiace se queste scene non sono descritte molto bene, ma proprio non mi riesce e.e
Infine volevo dirvi che l'1 parto e torno il 18 agosto.. Questo cosa vuol dire? Che non aggiornerò! No dai, io la chiavetta di internet ce l'ho, solo che essendo in montagna in Trentino, la copertura di rete non è delle migliori, per cui internet funziona maluccio. (almeno, l'anno scorso era così, non so se quest'anno cambia qualcosa, ma lo spero) In ogni caso almeno un aggiornamento proverò a farlo. E se Dio me la manda buona, ne faccio anche due.
Infine, una mia amica super figa che mi ha dato ispirazione per questi nuovi capitoli, ha deciso di fare un video su questa FF che è una cosa wjknkgfnjfkgjbfnkbjnfgbkjnfbkjnbkfjgnb, io quasi piangevo nel vederlo. Se lo volete vedere (e vi consiglio davvero di vederlo) lo trovate qua: 
http://www.youtube.com/watch?v=eTVKrq0eRPs&list=FL-6lWgJZbQ1Xh_UvQMzeX8g&index=1&feature=plpp_video
Bene, dettovi tutto ciò, vi lascio..
Grazie mille e buone vacanze a tutte! 
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

 

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Capitolo 11
*** I love you. ***


Più i giorni passavano, più mi sentivo felice. E il motivo del mio buon umore sapevo perfettamente quale fosse.. O meglio chi fosse: Justin. Ogni momento con lui mi pareva magico; sapeva sempre come farmi ridere o come tirarmi su il morale, ma di ciò non mi stupivo: ne era sempre stato capace. E in quanto a romanticismo era davvero unico: mi riempiva sempre di baci, abbracci e non si risparmiava dal farmi qualche regalo ogni tanto. Se così lo si poteva definire, era davvero il ragazzo perfetto. E io gli volevo davvero un bene immenso, tanto che stavo iniziando a rivedere i piani per quella scommessa..
Più il tempo passava, più realizzavo di quanto fosse stupido quello che stavo facendo e che l’unico motivo per cui non avevo già posto fine a quella scommessa era l’orgoglio. Dire a Justin che in passato avevo avuto una cotta per lui non era niente. Non ora che avevo completamente perso la testa per lui e stavamo insieme. Nemmeno vincere il viaggio a Londra mi faceva più piacere.
Semplicemente non volevo darla vinta a Meg e Amber; volevo dimostrare loro che potevo vincere benissimo quella scommessa.
Ma da quando avevo iniziato a stare con Justin, stavo iniziando a capire che pur di non perdere quel ragazzo una seconda volta, sarei stata capace di tutto, anche di rinunciare al mio dannato orgoglio e a perdere quell’idiozia di scommessa, dandola vinta alle mie due migliori amiche.
 
Mancava ormai solo una settimana all’inizio degli esami e quasi tutti gli studenti passavano quante più ore possibili sui libri, per prepararsi alle prove che sarebbero presto iniziate. Tutti, tranne me e Justin.
Noi due dedicavamo solo due ore al giorno allo studio, e ci sembravano anche troppe. Non eravamo dei geni, ma le cose che studiavamo ci rimanevamo facilmente in testa, per cui andavamo sul sicuro: saremmo riusciti a passare quegli esami con grande tranquillità.
Le altre ore che trascorrevamo insieme le passavamo a mangiare, guardarci i film e a prenderci in giro.
 
Era un tranquillo Lunedì sera, ed eravamo a casa mia. Mia madre era in viaggio per lavoro e non sarebbe tornata prima di una settimana. I miei genitori erano separati e mio padre viveva in America.
Avendo quindi casa libera, ne approfittavo e facevo rimanere a dormire da me Justin, che era più che felice di restare la notte.
Eravamo sul mio letto e stavamo ricordando alcuni episodi di quando eravamo bambini.
-E poi c’è quello dove eravamo in campeggio e tu pensavi ci fosse un mostro, dato che avevi visto delle ombre muoversi, e dalla paura ti sei pisciato addosso. Avevamo sei anni, ma me lo ricordo come se fosse ieri!- esclamai, ridendo a crepapelle. –Non mi sono pisciato addosso per quello! Mi scappava un sacco la pipì e..- ribatté offeso Justin, senza però riuscire a trovare una scusa adeguata.
-E cosa? Sentiamo!- lo spronai, continuando a ridere.
Il biondo fece una smorfia, che si tramutò poi in un sorriso malizioso. –Dato che ti piace tanto ridere..- si mise a cavalcioni sopra di me e iniziò a farmi il solletico. –No.. no! Justin basta ti prego!- urlai esasperata, tra una risata e l’altra.
Il ragazzo parve avere pietà di me e si fermò.
-Ecco, grazie a te mi fa male la pancia ora.. ti odio!- mi lamentai, alzandomi leggermente da sotto di lui e appoggiandomi con la schiena alla spalliera del letto. Justin si avvicinò al mio viso con un sorrisetto stampato sul volto e a fior di labbra mi sussurrò: -Mi odi, o mi ami?- per poi baciarmi.
-Decisamente la prima opzione..- ribattei, mordendogli il labbro.
Justin sorrise, per poi iniziare a baciarmi con più ardore il collo.
Infilò una mano sotto la mia maglietta e prese ad accarezzarmi lentamente la schiena. A quel contatto rabbrividii. Capii le sue intenzioni.
Subito mi vennero in mente delle immagini che avrei fatto di tutto per dimenticare: il volto di Mattew che rideva beffardo di me, le sue sudice mani che mi privavano con furore dei vestiti e la violenza con cui tutte le volte entrava dentro di me.
-No Justin fermo!- esclamai, allontanandolo da me, e alzandomi di botto.
Rimasi a fissarlo col cuore che mi esplodeva nel petto. Justin lentamente si alzò e si avvicinò a me.
Gli bastò guardarmi negli occhi per capire quale fosse il problema. –E’ per Mattew vero?- chiese, accarezzandomi il viso con una mano, e portandomi dietro all’orecchio una ciocca di capelli.
Annuii, tenendo lo sguardo basso.
Dopo l’esperienza con Mattew non ero più andata a letto con nessun altro ragazzo. La violenza dei suoi gesti mi era rimasta fin troppo impressa e non ero mai riuscita a spingermi oltre con un ragazzo.
Justin mi alzò il mento con un dito.
-Guardami Liz..- incrociai nuovamente i miei occhi con i suoi. –Non ti farei mai del male, lo sai. Io non sono come lui. Ti puoi fidare di me..- mi lasciò un leggero bacio a stampa sulle labbra e appoggiò la sua fronte contro la mia. –Io.. ti amo.- sgranai gli occhi per via di quello che avevo appena sentito. –Provo queste emozioni per te da quando avevamo quattordici anni.. Non era Caitlin, non era Abbie, sei tu la stupida di cui ero cotto in passato e non sai per quanto tempo ho desiderato dirti tutto ciò.-  
-Hai aspettato anche di dirmi che ero una stupida?- dissi, facendolo ridere. –Ti sembrerà assurdo ma in passato ho avuto anch’io una cotta per te.. che credo che non possa essere definita ‘cotta’, perché continuo a provare le stesse emozioni di allora. La verità è che.. ti amo anch’io.- sorrisi, per poi sporgermi verso di lui e baciarlo.
Justin mi abbracciò. –Allora, ti fidi di me?- mi sussurrò vicino all’orecchio. –.- risposi sicura.
Il biondo continuò a baciarmi e nel frattempo mi prese in braccio, per poi dirigersi verso il letto e adagiarmi delicatamente su di esso.
-So che è tanto quello che ti chiedo, ma.. dimenticati di Mattew, fai finta che sia questa la tua prima volta.- mi disse dolcemente.
Mi lasciò qualche bacio sulla bocca, e sul collo, per poi fermarsi, sfilarmi la maglietta e buttarla in qualche angolo della stanza. Feci lo stesso con la sua.
Con un gesto deciso sganciò il reggiseno e fece finire anche quello sul pavimento.
Ribaltai le posizioni e iniziai a baciarlo agli angoli della bocca, sul collo e sul petto. Gli slacciai la cintura, e gli sfilai i pantaloni.
Il biondo poi fece lo stesso con me, ribaltando nuovamente le posizioni.
Justin si soffermò qualche secondo a fissarmi. –Sei bellissima..- mormorò poi. –Non è vero..- lo baciai e gli sorrisi. –Credimi se ti dico che sei perfetta.- mi disse serio, per poi riprendere a lasciarmi baci e qualche morso su tutto il corpo.
Nel giro di qualche minuto finirono sul pavimento anche i miei slip e i suoi boxer.
Restammo qualche secondo a fissarci. Entrambi lo volevamo ed eravamo sicuri di noi stessi.
Sapevo che Justin era diverso da Mattew e mi fidavo di lui.
-Non ti farò mai del male, ricordatelo sempre..- mi sussurrò, prima di farmi completamente sua.
 
Quella fu una notte incredibile; per la prima volta mi sentii veramente amata e la paura che per anni avevo nascosto per colpa di Mattew, fu finalmente libera.
Quella la potevo davvero considerare la mia prima vera volta, avvenuta con il ragazzo che amavo davvero e che sapevo non mi avrebbe mai ferita, o almeno non nel modo in cui aveva fatto quel mostro.
In quella notte poi, capii che rinunciare alla scommessa era davvero ciò che avrei dovuto fare.
Così, il giorno dopo, dissi a Meg e ad Amber di farsi trovare alle dieci nel bagno delle ragazze.
 
-Avete vinto.- esordii, entrando in quel bagno. Le due ragazze mi guardarono con finta faccia sorpresa.
-Quindi, rinunci davvero alla scommessa?- annunciò Meg. –Per curiosità, come mai rinunci? Mi sembravi sulla buona strada: lui si è innamorato di te, bastava solo che lo lasciassi e avevi vinto il tuo bel viaggio a Londra..- continuò poi Amber.
-Perché lo amo. E non voglio fare quello che prevedono i patti. Lo ferirei inutilmente e, oltre a lui, ferirei anche me stessa. Non si gioca con i sentimenti delle persone, non quando quei sentimenti sono veri- conclusi.
Le due sembrarono esultare dalla gioia.
-Aah, lo sapevamo che avresti finito con l’innamorarti anche tu di lui! Lo abbiamo fatto apposta a proporti quella scommessa! Sapevamo che non avresti potuto giocare coi suoi sentimenti, non se anche tu provavi qualcosa per lui!- esclamò al settimo cielo Meg.
Corrucciai le sopracciglia senza capire. –Fatemi capire, avevate programmato tutto? Sapevate che sarebbe andata a finire così?!- urlai sorpresa.
Le due annuirono.
-Io non ho parole!- dissi, per poi scoppiare a ridere.
-Ma dicci una cosa.. Quando lo hai capito che rinunciare a questa scommessa era la cosa più giusta da fare?- mi chiese curiosa Amber.
-Diciamo che era già da qualche giorno che ci pensavo, ma ieri notte ho capito che era la cosa più giusta da fare..- lasciai intendere.
-Non mi dire che..?! Tu e lui?!- annuii. -No, sono troppo felice per voi!- urlò Meg, venendo ad abbracciarmi.
Dopo cinque minuti le salutai e mi affrettai a tornare in classe.
Finalmente mi sentivo più libera.
Sapere che non c’era più quella scommessa in ballo mi dava un sollievo incredibile.
 
 
Questo, assomigliava tanto a un lieto fine, ma tutti sanno che i finali felici esistono solo nelle favole.
All’insaputa delle tre ragazze, rannicchiata su un gabinetto, sedeva Lessy, la capo cheerleader, che aveva origliato tutta la conversazione delle ragazze, aveva capito di cosa stavano parlando ed era pronta a tutto pur di diventare lei la ragazza di Justin Bieber, la famosissima popstar, piena di soldi.

-LOOK AT ME NOW-
Velocissimo space per dirvi che siete delle fighe, che vi ringrazio per tutte le recensioni, per tenere questa storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Sì, sono in montagna e son riuscita ad aggiornare dopo appena 5 giorni dall'ultimo capitolo, viva me!
E in più come avete visto la scommessa non esiste più OLLE'.
Se la scena dove i due fanno fiki-fiki (cit. Sims AHAH) non vi è piaciuta, mi spiace per voi ma non son brava in ste cose ve l'ho già detto °-°
Come avete poi visto le ultime righe sono scritte in 3° persona perchè ovviamente Liz non poteva sapere che nel bagno c'era Lessy e quindi non avrebbe potuto raccontarlo in 1° persona LOL
Detto ciò vi saluto e tenetevi pronte che presto inizieranno i casini e.e
Tanto amore. <3
Ah, ho dimenticato di dirvi che ho ritenuto adatto ai due dirsi a vicenda 'ti amo', perchè alla fine i due, pur stando insieme solo da tipo due settimane, già da prima il sentimento c'era, infatti già avevano iniziato a scambiarsi baci e ste cose, solo che non era una cosa ufficiale, diciamo. E in ogni caso i due si sono sempre amati fin da quando erano appena quattordicenni. Per cui mi sembrava adatto dirsi questi 'ti amo', in una situazione del genere. Non sono proprio una che toh si mettono insieme e il giorno dopo si dicono 'ti amo'. Ci tenevo a precisarlo. (: 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ee
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 12
*** You're the best Troy in the world. ***


-Signorina Cale cosa ci fa ancora nel corridoio? La campanella è suonata da dieci minuti e la scuola si è già praticamente svuotata tutta!- esordii Justin, giungendo alle mie spalle e facendomi sobbalzare dallo spavento.
-Nulla, stavo prendendo alcune cose dall’armadietto..- risposi, sovrappensiero. Justin mi guardò perplesso. –Cosa c’è che non va?- mi domandò poi, appoggiandosi al mio armadietto. –E’ solo che..- sospirai, guardandomi attorno -..mi fa così strano pensare che questo era il nostro ultimo giorno di scuola in assoluto. Che è finito davvero tutto..-  spiegai.
-Dimentichi che abbiamo ancora gli esami.. Finché non passiamo quelli, non è del tutto finita.- mi fece notare lui. –Sì lo so, ma io mi riferisco al fatto di alzarmi presto la mattina, venire a scuola con controvoglia, trascorrere sei ore infernali di lezione mentre commento con Meg e Amber i vestiti dei professori, vedere te tutti i giorni..- Justin mi avvicinò a sé e appoggiò la sua fronte contro la mia. -Tutte queste cose mi mancheranno infinitamente tanto..- ammisi poi.
-Beh, all’ultimo punto non devi nemmeno pensarci: se mi seguirai nei tour promozionali, concerti, eventi e tutte queste cose potremo comunque continuare a vederci tutti i giorni- mi sussurrò lui, prima di lasciarmi un delicato bacio sulle labbra. Si allontanò leggermente e mi tese la mano. –Andiamo, ora?-
Annuii e chiusi l’armadietto per poi seguirlo.
-Allora Liz come pensi di passare la nostra famigerata ‘notte prima degli esami’?-
-Rimanendo a ripassare, come pensi che la trascorra?- risposi. –Non so, magari a casa mia, in un letto, io, te..- alzò un sopracciglio in modo malizioso, lasciandomi intendere ciò a cui si riferiva. –Justin!- lo ripresi, dandogli una piccola sberla sul braccio. –Sei un idiota..- continuai poi e accennando un sorriso.
-Uh, come fei fuffettibile.- disse, imitando Sid dell’Era Glaciale. –Ma il gene della deficienza lo hai sempre avuto o è scoppiato oggi tutto d’un botto?- lo presi in giro, facendolo ridere, mentre uscivamo dal cancello della scuola.
-Sempre avuto, baby- mi rispose, mettendosi su gli occhiali da sole e cercando di fare il figo.
Appoggiai una mano sul volto in segno della mia disperazione.
Era davvero possibile che stessi con un deficiente del genere?
-Comunque, ti stavo dicendo. La notte prima degli esami non puoi passarla sui libri a studiare, andiamo! Ho saputo che Lessie dà un festa, le ho già detto che ci andiamo!- esclamò entusiasta.
Mi bloccai di colpo, facendo arrestare anche la sua camminata.
-Tu hai fatto cosa?!- sbraitai. –Ho detto a Lessie che andiamo alla sua festa, cosa c’è di sbagliato?- rispose poco dopo, con aria ovvia.
Io alla festa di quella gallina non ci sarei mai andata. Né, tantomeno, con Justin: tutti avrebbero avuto gli occhi puntati su di noi, ma più che altro quella schifosissima cagna avrebbe cercato in tutti i modi di farsi notare da lui, dato che era più che evidente che aveva una cotta per lui, e io avrei passato tutta la serata con i nervi tesi, cercando di non commettere un omicidio.
-Spero che tu stia scherzando. Perché l’hai fatto?! Perché le hai detto che ci saremmo andati senza prima chiedermi se volevo andarci?!- lo aggredii.
-Perché pensavo che ci volessi andare!- urlò esasperato lui.
-Beh, hai pensato male!- ribattei acida, riprendendo a camminare con lui al mio seguito.
Poco dopo arrivammo davanti a casa mia. –Beh ciao.- lo salutai, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Mi aveva fatto davvero arrabbiare il fatto che avesse deciso una cosa anche per me, senza prima consultarmi.
-Liz, aspetta..- mi sentii afferrare un polso, e mi girai di scatto. –Spiegami almeno perché non vuoi andare a quella festa.- disse calmo Justin.
Feci un respiro profondo, cercando di sbollire la rabbia.
-Non sopporto Lessie. Non sopporto come ti guarda, come ti gira attorno. Si vede lontano un miglio che ha una cotta per te.. E non voglio andare ad una festa dove rimarrò tutto il tempo a guardarla mentre cerca di attirare la tua attenzione!- spiegai.
Justin mi guardò con le sopracciglia corrucciate. –Andiamo, sono tutte stronzate! Non è vero che Lessie ha una cotta per me; ci ho parlato un sacco di volte, sono solo un amico per lei, me ne sarei accorto se no!-
Rimasi immobile per qualche secondo.
Era davvero così deficiente? Come aveva potuto non accorgersi di come quella gli sbavasse dietro?
Ero arrivata davvero al limite.
-Senti vaffanculo, vacci tu a quella stupidissima festa, io non ci vengo. Ciao Bieber.- strattonai il polso, per allentare la sua presa e corsi in casa, sbattendomi la porta alle spalle.
-Che succede Lindsay?- disse mia madre, arrivando dalla cucina. –Nulla, solo che Justin è un deficiente.-
Salii in camera, buttai la borsa per terra e mi lanciai sul letto a capofitto, massaggiandomi le tempie.
Era stata decisamente una giornata stressante. Per quanto mi sarebbero mancati alcuni aspetti della scuola ero contenta che fosse finita. Dopo quello che era successo con Justin non avevo nemmeno voglia di ripassare: tanto ero abbastanza preparata per gli esami.
 
 Il sabato e la domenica li trascorsi entrambi sdraiata sul divano e guardare la tv. Justin aveva provato a chiamarmi più volte e mi aveva mandato una ventina di messaggi, ma non avevo proprio voglia di rispondergli, così come non avevo voglia di uscire.
Il giorno dopo sarebbero iniziati gli esami e avrei dovuto rivedere Justin, per cui mi sarei chiarita lì con lui.
 
-Tesoro, io stasera ho una cena di lavoro, penso che tornerò tardi. Non aspettarmi in piedi.- mi disse mia madre prima di uscire. –Una cena di lavoro la domenica sera? Non è che hai trovato una nuova fiamma mamma? Guarda che non mi offendo se me lo dici eh!- vidi mia madre sorridere beffarda, segno che avevo centrato il punto. –D’accordo, mi hai beccata.. Non torno stanotte, ci vediamo domani sera..- detto questo, uscii, lasciandomi sola, con i miei pensieri.
Era davvero così che volevo trascorrere la mia ‘notte prima degli esami’, come l’aveva chiamata Justin? Mangiandomi una pizza e rimanendo a guardare la tv fino alle undici, per poi andare a dormire, mentre il mio ragazzo si divertiva ad una festa con una stupida gallina?
Corsi di sopra a prendere il telefono e composi subito il numero di Justin.
Uno.. due.. tre squilli e finalmente rispose.
-Pronto?- no, non gli avrei chiesto scusa tramite telefono.
-Justin?-
-Liz?-
-Dove sei?-
-Alla festa di Lessie perché?- fanculo, aveva davvero ascoltato le mie parole e c’era andato. Perché i ragazzi fanno quello che gli si dice solo quando non dovrebbero farlo? Eppure riflettendoci non sentivo nessuna musica di sottofondo..
-E perché non sento nessuna musica assordante, chiacchiericcio di persone, risate e cose così?-
-Perché sono uscito fuori con un mio amico a fumare..- mancò poco che mi strozzai con la mia stessa saliva.
-Ma tu non fumi!- urlai.
-Ogni tanto qualche sigaretta sì…-
-E quando avresti iniziato?-
-Due anni fa..-
Rischiai di morire nuovamente.
-No, tu stai scherzando. Anche perché se non scherzi ti prendo a pugni non appena ti vedo.-
Vidi la maniglia della portafinestra girare lentamente, ma non aprirsi dato che era chiusa a chiave.
-Justin c’è un violentatore alla finestra che sta cercando di entrare, potrei morire stanotte..- dissi spaventata, ma con un tocco di ironia. Si sperava.
-Quindi? C’è qualcosa che vuoi dirmi?- chiese, indifferente lui.
-Io ti dico che qualcuno sta cercando di entrare dalla finestra e tu mi rispondi così?! Ma vaffanculo oh!-
-Apri la finestra.- mi ordinò con tono asciutto lui.
-No, e se poi è qualcuno che cerca di uccidermi?-
-Aprila, ora!-
Mi avvicinai alla finestra e lentamente feci girare la serratura. L’aprii e mi ritrovai di fronte Justin. Spostai lo sguardo da lui, al suo telefono, per passare al mio. Riattaccai, capendo il tutto e buttai il cellulare sul letto.
-Fanculo, mi hai fatto perdere dieci anni di vita! Passare dalla porta come tutti i comuni mortali no? E poi non dovresti essere alla festa della cagn.. di Lessie?- mi corressi, mettendomi a toccare qualsiasi cosa trovassi sulla scrivania, in modo da dargli le spalle.
-Ti stavo prendendo in giro, forse?!- domandò retoricamente. –Guarda te, io mi arrampico su per la tua balconata, rischiando la morte e non sento nemmeno un ringraziamento.- commentò in modo scherzoso. –Comunque mi dispiace se abbiamo litigato venerdì.. Non volevo prendere l’iniziativa senza di te, è solo che pensavo che ci volessi andare a quella festa..- sussurrò poi, tornando serio.
Non potevo più resistere, per quanto mi avesse fatto arrabbiare ero contenta che fosse venuto e che si stesse scusando.
Mi girai e gli corsi incontro, fiondandomi tra le sue braccia. –Scusa, scusa, non dovevo aggredirti così, mi dispiace. E’ solo che Lessie mi fa incazzare, non la sopporto..- mi giustificai.
 Alzai il volto e incrociai il suo sguardo.
-Ti amo..- mi sussurrò, prima di baciarmi lentamente.
-Anch’io..- ricambiai, baciandolo più appassionatamente. –Ma..- continuai poi.
-Ma?- mi incitò lui. –Tu non fumi vero?- chiesi, guardandolo in cagnesco. In tutta risposta, il biondo scoppiò a ridere. –No era per farti incazzare ancora di più..-
-Per questa volta chiuderò un occhio, solo perché abbiamo appena fatto pace!- sancii. -Senti.. mia mamma stasera non c’è e non torna fino a domani mattina, per cui, non so, non è che vuoi restare qua e..- lasciai capire a Justin le mie intenzioni, che mi sorrise beffardo sulle labbra, mentre si avvicinava al mio letto e mi faceva sdraiare lentamente su di esso.
-Uh signorina Cale, da quando lei è così vogliosa?- mi prese in giro.
-E ma perché io sono una verissima Belieber e ho sempre sognato di poter venire a letto con te c’è! Io ti seguo dal 1988, pensa te, mi merito questa notte con te ihih!- feci una voce stile bimbe minchia e la risata a cavallo, facendolo ridere e, di conseguenza, scoppiai a ridere anch’io.
-Pensa te, mi conosci da prima ancora che i miei mi concepissero!- mi sorrise, lasciandomi qualche bacio qua e là sul viso. –Certo, io ho predetto la tua nascita, cosa credi? Nel 1988 sono andata da tua mamma e le ho detto ‘Guarda Pattie fra 6 anni ti nascerà un figlio pirla, che sarà amato da milioni di ragazze, una buona parte formato purtroppo da bimbe minchia, ma questo è un piccolo dettaglio, però sarà solo di una ragazza’ e Pattie, che aveva appena 12 anni, ma era già intelligente mi ha risposto con un ‘Cazzo un figlio pirla non lo voglio!- continuai poi. –Eh.. però l’è toccato e non ha potuto faci nulla..- conclusi il mio racconto, sospirando e cercando di rimanere seria, mentre Justin rideva a crepapelle.
Amavo la sua risata, era il suono che mi rallegrava di più al mondo. Saperlo felice, faceva stare bene anche me.
-Dimmi un po’, chi è la ragazza a cui appartengo?- mi chiese poi.
-Oh, è una ragazza bellissima, altissima, simpaticissima..-
-Levissima, purissima e modestissima eh!- mi interruppe lui, prendendomi in giro. –Soprattutto modesta.. Ma ha avuto un buon insegnante, questo è da dire!- ribattei, riferendomi chiaramente a lui.
Justin mi baciò, per poi sussurrarmi a qualche millimetro di distanza: -E questa ragazza sa che lei è solo mia e che io la amo?-
Sorrisi e lo baciai. –Uhmm.. glielo riferirò.- risposi.
-Ho una sorpresa per te!- Justin si alzò velocemente dal letto e tirò fuori dai pantaloni una piccola scatoletta, che conteneva sicuramente un gioiello.
Mi alzai dal letto e lo raggiunsi.
-No ti prego, la proposta di fidanzamento no, siamo troppo giovani per sposarci!- feci la melodrammatica, sapendo perfettamente che all’interno di quella scatoletta c’era di tutto, fuorché un anello.
-Ma smettila..- mi riprese Justin, mentre lentamente apriva la scatoletta.
Misi a fuoco il piccolo oggetto e lo sollevai dalla custodia. Era una piccola catenella d’argento con un ciondolo a forma di ‘J’ attaccato ad essa.
-E’ bellissima..- sussurrai, incantata. –Grazie, davvero..- sorrisi e gli riconsegnai la catenella, per poi spostarmi i capelli di lato, in modo da permettergli di mettermela al collo. Quando ebbe fatto, mi guardai allo specchio e la esaminai: era davvero stupenda.
-E’ meravigliosa, la adoro.- lo raggiunsi e lo baciai con tutta me stessa.
Era una semplice catenella con la sua iniziale, ma per me significava tantissimo.
-Sono contento che ti piaccia. Diciamo che è un simbolo: come per dire che io sono solo tuo e tu sei solo mia. Io ovviamente non porto collane di quel genere, perché sono un maschio e sarebbe al quanto bizzarro..- disse, facendomi scoppiare a ridere.
-Tutto questo però mi ricorda qualcosa. Tu che entri dalla finestra, la collana con la tua iniziale.. Sembra proprio..- rimasi a rifletterci un attimo.
-Sì, ok, si dia il caso che io abbia visto tutti e tre i film di high school musical per colpa di Jazmyn e abbia preso un po’ di ispirazione, mi hai sgamato..
Risi e congiunsi le mie mani dietro il suo collo.
-Sei il Troy migliore del mondo.-  sussurrai poi.

-LOOK AT ME NOW-
Faccio schifo, lo so.
Non aggiorno da 17 giorni.
Son tornata sabato che ero distrutta, dopo essere stata male la notte per non aver digerito e tutto il giorno prima per via del ciclo (ed ero anche al lago, mentre mia sorella e mia cugina si facevano bellamente il bagno e io non potevo nemmeno crogiolarmi dal dolore perchè ero in pubblico e.e). Che bello, proprio (':
Comunque ora sono qui, ho scritto questo capitolo lungo lungo che spero vi piaccia e che spero sia valsa la pensa di aspettare.
So che ormai questa storia non se la scagacazza più nessuno, però mi sembra giusto continuarla e finirla per quelle poche che la seguono.
Un ultimo avvertimento: tenetevi pronte perchè penso che dal prossimo capitolo iniziano i casini.
Grazie mille a chi segue questa storia (:
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 13
*** You're a liar. ***


I giorni passarono velocemente e, fortunatamente, anche gli esami, che erano andati bene sia a me che a Justin: avevamo ufficialmente finito la scuola e il pensiero non poteva che rallegrarmi.
Durante la cerimonia del diploma Justin fu chiamato sul palco per dire qualcosa e mi accorsi che mia madre aveva iniziato a piangere non appena lui si era avvicinato al microfono, pronto per il suo discorso.
E menomale che ero io sua figlia” pensai sarcastica.
-Vorrei solo dire che questi ultimi due mesi sono stati fantastici.. Sono tornato, ho ritrovato i miei vecchi professori che hanno  fatto di tutto per aiutarmi a mettermi in pari con gli altri; ho ritrovato i miei amici più cari e ho anche fatto nuove conoscenze. E, la cosa più importante di tutte, ho ritrovato una delle persone più importanti della mia vita e che amo con tutto me stesso.- sentii gli occhi di tutti puntati su di me, così sorrisi e imbarazzata abbassai la testa. –Sono certo che tutto ciò che ho imparato qua mi servirà sempre in futuro, e sicuramente, se ci sarà una scuola dove farò studiare i miei figli, quella scuola sarà proprio questa. Grazie mille a tutti.-  Justin sorrise, per poi scendere dal palco e tornare a sedersi di fianco a me, mentre alcuni ragazzi si complimentavano con lui per il suo discorso.
Ben presto la cerimonia fu conclusa e l’annuncio del party a casa di un certo Ted, fu sparso fra tutti i diplomanti.
-Allora Liz, ci andiamo o no alla festa di Ted?- mi chiese Justin, tenendomi per mano, mentre tornavamo a casa.
Come vuoi tu. Per me va bene, basta che non ti avvicini a quella Lessie..- lo squadrai.
Il biondo scoppiò a ridere. –Perché mai dovrei avvicinarmi a Lessie? Sei tu la mia ragazza!- si fermò, appoggiando le mani sui miei fianchi e lasciandomi un lieve bacio sulle labbra.
Alzai le spalle. –Non si sa mai, tu stalle alla larga comunque. Non so perché, ma ho un cattivo presentimento per stasera..-
-Oh andiamo, cosa mai dovrebbe succedere? Sei sempre troppo catastrofica te..- Justin riprese a camminare, superandomi. Lo raggiunsi. –Sarà, ma è un presentimento che ho..-
 
Com’era possibile che la festa fosse iniziata da appena mezz’ora e metà della gente che era presente fosse giù ubriaca? Era una cosa che davvero non concepivo. Ok, vai ad una festa, vuoi divertirti, ma non è possibile che alle otto e mezza di sera tu ti ritrova già ubriaca.
Probabilmente però ero io che ero strana, dato che non ero proprio un tipo da festa: piuttosto che ballare per ore con dei tacchi che mi uccidevano i piedi, bere qualsiasi alcolico il barista mi passasse e strusciarmi su ogni ragazzo presente in sala, preferivo di gran lunga rimanere a casa, vestita con una tuta, a cenare con la pizza e guardandomi un fantastico film.. il tutto magari in compagnia di Justin.
Scossi la testa contrariata, e cercando di farmi spazio tra la folla, andai alla ricerca di Justin, che mi aveva lasciato una decina di minuti prima per andare a prendere qualcosa da bere, ma ancora non era tornato.
Lo cercai in cucina, dove, quando aprii la porta, non trovai nessuno se non una Lessie, stranamente sola, impegnata a scolarsi una bottiglia di vodka.
Feci una smorfia, disgustata. –Che hai da guardare, sfigata?-
-Io? Nulla. Stavo solo cercando il mio ragazzo, tesoro- la provocai. La ragazza appoggiò la bottiglia sul tavolo, guardò verso la mia direzione e sorrise compiaciuta. Mi sarei voluta girare a vedere chi ci fosse, ma non volevo distogliere l’attenzione dal suo sguardo perché, conoscendola, avrebbe pensato che ero così debole e sfigata da non reggere al suo confronto.
-Ah il tuo ragazzo, dici? Quello per cui hai fatto una scommessa con le tue amiche, vero?- sbarrai gli occhi. Come faceva ad essere a conoscenza di quella storia? -Cos’è che prevede la scommessa? Ah sì, un bel viaggio a Londra.. E come lo vincerai? Ah basta solo che lo lasci, è vero. Beh, sei sulla buona strada direi.. Ti auguro davvero di vincere, così Justin capirà con che razza di puttana sta..- continuò poi, sorridendo compiaciuta.
-E tu come fai a saperlo?- sussurrai appena. –Tesoro.. – mi fece il verso lei. –Io so sempre tutto. Andiamo, ma non ti vergogni a prendere per il culo Justin in questo modo? Una persona che si fidava e si fida di te? Che darebbe un rene via per te? Tu non lo meriti, e lui non merita di stare con una come te.-
Rimasi in silenzio per qualche secondo, per riflettere sulle parole che mi aveva appena detto. Di sottofondo si sentiva solo la musica che proveniva dall’altra stanza, dato che avevo lasciato la porta aperta.
-E chi meriterebbe.. te? E comunque si dia il caso che quella scommessa..- non feci tempo a finire quella frase che la cagna mi interruppe.
-Certo, io almeno saprei amarlo davvero e non lo prenderei in giro come stai facendo tu.- ribattè, accusandomi.
-Ma non farmi ridere. Tu lo vuoi solo perché lui è Justin Bieber ed è pieno di soldi. Cosa vuoi fare? Farti scopare e rimanere incinta di suo figlio? Così magari vivrai sempre felice e piena di soldi eh. Tu non sai nemmeno cosa significa la parola ‘amore’!- le urlai contro.
-No? Io forse non lo so, ma almeno io sui ragazzi non faccio scommesse.-
-Peccato che alla fine quella scommessa..- questa volta non fu Lessie a interrompermi.
-Basta, non voglio sentire più la parola ‘scommessa’ un’altra volta.- esordii la voce di Justin. Sbarrai gli occhi e mi voltai, incrociando lo sguardo deluso, ferito e arrabbiato del biondo.
Ecco chi aveva visto Lessie quando aveva guardato dietro di me. Quella lurida cagna sapeva che dietro di me c’era Justin e lo aveva fatto apposta a farmi parlare di quell’argomento.
-Lessie, lasciaci da soli, per favore.- disse con tono duro lui, senza però distogliere i suoi occhi dai miei.
La ragazza fece come gli aveva chiesto, o meglio ordinato Justin ed uscii dalla cucina, chiudendosi la porta alle spalle.
Eravamo soli e di fronte a me c’era un Justin che stava per esplodere dalla rabbia.
-Ora, cercando di mantenere i nervi calmi.. vuoi spiegarmi cosa diamine è questa storia?!- mi domandò, cercando di rilassarsi, ma ottenendo l’effetto contrario.
Così, feci un respiro profondo e iniziai a raccontargli fin dal primo giorno in cui era tornato e della scommessa con Meg e Amber.
-Quindi tu hai scommesso con loro che se io mi fossi innamorato di te e poi tu mi avresti lasciato, avresti vinto un viaggio a Londra?!- annuii, piena di vergogna.
-Sì, ma non era per Londra.. Era perché volevo dimostrare loro che per te non provavo più nulla, ma invece, standoti accanto in questi due mesi mi sono ricreduta! Ho finito con l’innamorarmi davvero di te! E alla fine a Meg e Amber ho detto che non potevo più portare a termine quella stupidissima scommessa e quindi è andato tutto in fumo.. perché ti amo..- posai una mano sul braccio di Justin che, con un movimento brusco, lo spostò e fece due passi indietro.
Sentivo le lacrime salire e il cuore rompersi in mille pezzi.
-Hai fatto tutto per una scommessa..- sussurrò più a se stesso, che a me.
-No, assolutamente no! Ogni momento con te, ogni minuto, tutti i miei sentimenti.. tutto questo è stato vero! Non ho mai finto nulla con te..- scoppiai in lacrime.
Il biondo rimase qualche minuto a ripensare a ciò che gli avevo appena detto, per poi scuotere la testa.
-Sei una bugiarda.- disse freddo come il ghiaccio. –Justin, ti prego, non sto mentendo..- sussurrai.
-Dimmi, quando avresti pensato di dirmi di questo stupido giochetto che ti sei divertita a fare?- mi chiese, con voce tagliente.
Rimasi in silenzio, senza riuscire a trovare nessuna risposta adatta.
 –E’ finita. Non voglio più vederti, Lindsay. Mi fai schifo.- concluse, per poi girarsi e uscire dalla porta, lasciandomi sola con le mie lacrime e quella fitta dolorante al cuore.
 
-LOOK AT ME NOW-
AND I'D GO BACK TO DECEMBER ALL THE TIMEEEEE!
Bene, W Taylor Swift.
Detto ciò, finalmente ho aggiornato e da come avete letto, bum, è scoppiata la bomba (?)
Era tipo da tantissimo che non vedo l'ora di scrivere questi capitoli con i litigi *O*
Sì, amo i litigi, LOL.
Comunque volevo dirvi che oggi è un anno che sono su EFP *yeeeh, viva me, applausi* occhei basta. AHAH
Non ho altro da dirvi, se non che ci vediamo al prossimo capitolo (:
Ah, se volete domandarmi qualcosa, oltre che su twitter, mi trovate anche qua http://ask.fm/xjbieberslaugh

Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}
p.s: dite ciao al nuovo banner, LOL

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Capitolo 14
*** My worst enemy. ***


Nulla. Non sentivo più nulla, da quando Justin mi aveva lasciata. Un vuoto senza fine si era impossessato del mio corpo, della mia testa, delle mie emozioni e, come un buco nero, si era risucchiato via tutta la mia voglia di vivere, tutta la mia felicità, tutto ciò che ero.
E la cosa peggiore era che, a consolarmi non c’era nessuno.
Ero rimasta da sola. Avevo perso la persona a cui tenevo di più al mondo, a cui mai avrei voluto far del male. Eppure glielo avevo fatto; e ora ne pagavo le conseguenze. Accettare quella scommessa era stata la cosa più stupida di sempre, indipendentemente dal fatto che alla fine ci avessi rinunciato, perché nemmeno questa mia azione era riuscita a non far accadere l’inevitabile: Justin lo era venuto a sapere e, giustamente, mi aveva lasciato. Mi aveva detto che gli facevo schifo e che non voleva rivedermi mai più. Parole che nella mia testa continuavano a rimbombare ininterrottamente, seguiti da insulti come ‘stupida’, ‘deficiente’, ‘illusa’ e ‘carogna’. Sì, perché tutto ciò che ero era un mix di quegli aggettivi.
Mia madre entrò senza bussare nella mia stanza e si venne a sedere sul mio letto, dove ero rannicchiata, immobile, da quando mi ero svegliata. Non avevo idea di quanto tempo fosse passato. Né di che giorno fosse. Del resto, da quando lui se n’era andato dalla mia vita non avevo più fatto molto, se non piangere, dormire, starmene a letto a pensare allo schifo di persona che fossi diventata e ogni tanto mangiare e bere, solo perché me lo imponeva mia madre.
-Lindsay.. sono 5 giorni che praticamente vivi sotto quelle coperte, non pensi che uscire a prendere un po’ d’aria ti farebbe bene?- mi chiese preoccupata.
-Onestamente? No.- risposi, affondando la faccia nel cuscino.
-Non puoi rimanere a letto per sempre! E’ solo un ragazzo che ti ha lasciato, succede nella vita, ne troverai uno migliore..- cercò di convincermi, mentre mi toglieva le coperte.
Mi girai a pancia in su, rimanendo a fissare il soffitto. Sospirai. –Mamma, non troverò mai nessuno come Justin..- decretai poi.
-Questo è quello che pensi tu; magari dopo esci di casa e puff, ti scontri con la tua vera e propria anima gemella!- risi, leggermente. Era buffo il modo in cui mia madre cercasse di tirarmi su di morale.
-Magari vado a fare una passeggiata ora.. Prima mi faccio una doccia però..- annunciai infine.
Forse aveva ragione lei: prendere un po’ d’aria non mi avrebbe fatto altro che bene.
Velocemente mi alzai dal letto e mi infilai sotto il getto tiepido della doccia. Non mi importava se eravamo nel bel mezzo di una giornata calda d’estate: quando facevo la doccia, anche se fuori si moriva, dovevo avere l’acqua tiepida. Il freddo era davvero una delle cose che sopportavo di meno.
Uscita dalla doccia, legai i lunghi capelli mossi in una coda alta e indossai un pantaloncino di jeans e una canotta bianca.

Raggiunsi mia madre in soggiorno, impegnata a fare zapping tra i canali; ad un tratto notai un primo piano di Justin. –Ferma qua!- urlai di botto e capii di ciò che si trattava: Justin era da Jimmy Fallon per un’intervista.
-Allora Justin, in queste ultime settimane sei stato fotografato più volte in compagnia di una bellissima ragazza..- esordì il presentatore e sullo schermo dietro di loro comparve una foto mia e di Justin, mentre camminavamo mano nella mano. Sbarrai gli occhi: non ero a conoscenza di quella foto. –Vuoi dirci qualcosa in più su di lei?- continuò poi Jimmy.
-Sai che non mi piace parlare della mia vita privata, ma..- iniziò il biondo. Rimasi con alcuni secondi col fiato sospeso in attesa di quello che avrebbe potuto dire. -..lei è una ragazza di cui ero innamorato, ma non è più la stessa.. E’ cambiata e, se è quello che volete sapere, no, non stiamo più insieme.-  rispose, con un tono di delusione più che evidente nella sua voce.
-Oh.. quindi il nostro Justin ha avuto una delusione d’amore eh?-
Justin alzò le spalle, scocciato. –Succede nella vita. Voglio dire, chi non conosce persone che poi si rivelano l’esatto contrario di ciò che si pensava? Lei era così, è stata falsa e doppiogiochista con me. Mi spiace solo di non essermene accorto prima.- sbottò. Mi sentii il mondo crollare addosso.
Più che rilasciare un’intervista, si stava sfogando come avrebbe fatto con un suo amico.
Un sentimento, simile alla rabbia, prese il posto della tristezza. Insomma, era vero: avevo sbagliato e l’avevo ammesso. Eppure lui mi stava mettendo in ridicolo davanti al mondo intero.

Infuriata come non mai, uscii di fretta di casa e iniziai a camminare nervosamente verso una destinazione non definita.
Più ci pensavo, più mi saliva il nervoso. Andiamo, poteva essere arrabbiato quanto voleva, ma come si permetteva di dire quelle cose in pubblico? Quella era una questione fra me e lui, non fra me, lui e il mondo intero.
Ero stata una stronza, e tutti quegli insulti me li meritavo tutti, ma un trattamento del genere proprio no.
Continuavo a camminare spedita, senza dar troppa retta al dove mi stessi dirigendo e alle persone che mi stavano circondando.
Ad un tratto andai a sbattere contro a qualcuno incappucciato, che portava un paio di occhiali da sole.
-Guarda dove vai!- esordii scontrosa una voce famigliare. Lo osservai meglio e capii subito.
-Oh, simpatico come sempre eh Bieber!- risposi, più acida che potei.
-Visto? Almeno io sono simpatico e non falso come qualcun’altro!- ribattè velocemente.
-Beh, io almeno a differenza tua le mie cose personali le tengo per me, e non le vado a raccontare a Jimmy Fallon!- mi stavo davvero innervosendo ancora di più. –Forse perché Jimmy Fallon non ti inviterà mai al suo show, dato che non sei nessuno?!- domandò, retoricamente. Questo era davvero troppo; era decisamente la goccia che faceva traboccare il vaso.
Istintivamente gli mollai una cinquina sulla faccia e il biondo rimase con lo sguardo fissò sul terreno.
-Puoi dirmi tutto quello che vuoi, puoi usare qualsiasi parola tu voglia perché è vero, sono stata una stronza a fare quella scommessa. Ma ti ho già spiegato che alla fine ci avevo rinunciato perché tenevo troppo a te, e ti ho chiesto scusa. Più di così io non posso fare, ma non credo di meritarmi tanto fino all’umiliazione.- dissi seria. –Non me lo merito, davvero, non dopo tutto ciò che ho passato per colpa tua.. Credi che sia stato davvero facile per me vederti scomparire così dopo 14 anni di amicizia? Credi che sia stata una passeggiata abituarmi alla tua assenza? Per non parlare di quando sei tornato.. Ti sei mai messo nei miei panni? No, tu non ci hai mai minimamente pensato a me! Ma del resto hai ragione: qui sei tu la superstar, io invece non sono nessuno.. Sai cosa? Stavolta sono io che sono schifata da te!- detto ciò, mi voltai e iniziai a correre verso casa.
Prima sarei arrivata, prima mi sarei sfogata e prima sarei stata meglio. O almeno, lo speravo.
In un attimo mi vennero in mente le parole di mia madre: 'magari dopo esci di casa e puff, incontri la tua vera anima gemella'. Altro che anima gemella, Bieber era appena diventato il mio peggior nemico.


-LOOK AT ME NOW-
Mi dispiace di averci messo così tanto, ma questo capitolo è stato un parto, in tutti i sensi.
Come avete visto Bieber caro ha fatto un po' lo stronzetto e Lindsay s'è incazzata.
Il prossimo capitolo spero di postarlo entro mercoledì, prima che inizi la scuola. (per tale proposito, buona fortuna a tutti, anche a quei poveracci che iniziano domani: siamo con voi)
Ah poi sono indecisa per la fine di questa storia.. che dite, la facciamo finire bene, o male? e.e ahah
Infine, colgo l'occasione per ringraziare tutti quanti che seguono questa storia.
Much love. 
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 15
*** Together nothing can stop us now. ***


Era davvero possibile cambiare i propri sentimenti in così poco tempo? Dimenticarsi di ciò che si provava prima per dar posto a qualcos’altro di nuovo, di diverso? Perché questo era riuscito a fare Justin. Lentamente si stava dimenticando di me e si stava lasciando travolgere ‘dall’irrefrenabile passione provocata dall’amore di Selena Gomez nei suoi confronti’, o almeno, così diceva “E!News”. Eh sì che erano passate appena due settimane dal nostro ultimo incontro.. Com’era possibile che lui avesse già fatto spazio nel suo cuore per un’altra? La cosa mi dava parecchio fastidio, più che altro perché io, ingenua come mio solito, continuavo a pensare a lui, a chiedermi cosa avrei potuto fare per sistemare le cose, a domandarmi di cosa fosse successo se non avessi mai accettato quella scommessa.
Come sarebbero andate le cose in quel caso? Io e Justin ci saremmo comunque riavvicinati in quel modo? Avremmo fatto l’amore insieme comunque? E poi ci saremmo fidanzati?
Scossi la testa per riprendermi da quei pensieri.
Secondo me non è vero che Justin sta davvero con quella Selena..- esordii mia madre raggiungendomi sul divano. Rimasi a fissarla a lungo, in attesa che lei continuasse il suo discorso. –Non può averti davvero dimenticata, non così in fretta. Se n’è andato per 4 anni e quando è tornato hai scoperto che per tutto questo tempo ha continuato a interessarsi della tua vita e di quella dei vostri amici. E’ impossibile che in neanche tre settimane si sia scordato di te per uno stupidissimo litigio.- concluse poi, sorridendomi.
Sospirai. –Mamma non è stato uno stupido litigio.. è stata tutta colpa mia. E’ venuto a sapere di quella cosa e lui era ovvio che fosse incazzato, magari avrei dovuto lasciargli un po’ di tempo per sbollire, invece non ho fatto altro che accusarlo e dirgli che mi faceva schifo quando l’ho rincontrato.. Sono stata una stupida.- sussurrai più con me stessa, che con lei.
 Mia madre mi cinse le spalle, cercando di tirarmi su di morale. –Perché non ci ritenti? Se gli vuoi davvero bene come dici, allora non è il caso di riprovare a parlare con lui e chiarire la situazione?-
-Dici che starebbe ad ascoltarmi?-
-Questo non lo so, puoi solo scoprirlo tentandoci.. Vado, se no faccio tardi a lavoro, ciao Lindsay a stasera.- mi lasciò un bacio sulla testa per poi raccogliere la sua borsa ed uscire di casa.
Rimasi un attimo a rielaborare tutto ciò mi aveva appena detto mia madre. In fondo aveva ragione, no? Non avevo nulla da perdere.
Andare da lui mi sembrava anche la soluzione migliore: avremmo chiarito quella situazione che si era andata a creare e avremmo fatto chiarezza sui nostri sentimenti.
Velocemente mi alzai e composi il numero di Justin.
Uno.. due.. tre squilli.. al quarto finalmente si decise a rispondere.
-Liz, che vuoi?- rispose brusco.
-Voglio parlarti..-
-Mi pare che già l’abbiamo fatto. Non abbiamo altro da dirci.- capii la sua intenzione di voler riattaccare il telefono e mi affrettai di rispondergli.
-No questa volta sul serio! Ti prego, ho bisogno di alcuni chiarimenti.. Poi ti giuro che se vorrai, scomparirò dalla tua vita..- dissi lieve, con un velo di tristezza nella voce.
Mi aveva fatto arrabbiare quel giorno, fino al punto che gli avevo detto che mi faceva schifo, ma scomparire dalla sua vita era una delle ultime cose che volevo fare.
Sentii Justin trattenere il fiato per qualche secondo dall’altra parte della cornetta.
-D’accordo. Raggiungimi a casa mia fra mezz’ora. A dopo.-
Misi giù il telefono e mi affrettai a raggiungere il bagno per farmi una doccia, dove avrei dato sfogo ai miei pensieri.
Cos’avrei potuto dire una volta di fronte a lui?
Hey Justin, ma è vero che stai con la Gomez e ti sei già dimenticato di me, di noi?’ no, troppo diretto.
Hey, allora come va con la Gomez?’ tattica del ‘dimostriamoci stronze’? no, troppo infantile e non mi avrebbe portato a nulla.
Finito di lavarmi, mi rivestii e in men che non si dica, raggiunsi casa di Justin in perfetto orario.

Una volta sulla soglia di casa sua, esitai qualche minuto prima di suonare il campanello; mi feci coraggio e suonai.
La porta si aprii, rivelando la figura di Justin e quella di.. Selena Gomez? Che ci faceva a casa di Justin?
 -Io.. ho.. ho interrotto qualcosa per caso?- chiesi con voce tremolante.
-No tranquilla, Selena è qui per un motivo preciso. Entra..- mi disse Justin, spostandosi di lato per farmi passare.
Una volta raggiunto il salotto vi trovai altre due persone sedute sul divano.
-Che cosa? Qualcuno vuole spiegarmi?-
-Signorina?- uno dei due uomini si voltò dalla mia parte. –Cale.. Lindsay Cale. Ma cosa? Qualcuno vuole spiegarmi che sta succedendo?- mi affrettai a rispondere. –Bene, siamo i rispettivi legali del signorino Bieber e della signorina Gomez. Lei è qui perché riteniamo che sia giusto metterla al corrente di quel che sta succedendo.- mi voltai verso di Justin, che era appoggiato allo stipite della porta che collegava il soggiorno alla cucina, e lo trovai con lo sguardo basso fisso su un punto del pavimento.
Selena mi affiancò e prima che l’uomo potesse continuare a parlare, intervenì.
-Senti mi dispiace, Justin mi ha raccontato di voi e io non avrei mai voluto che sarebbe andata a finire così. Davvero, noi non vorremmo, ma siamo obbligati..- la guardai con aria interrogativa. –Io.. io non capisco. Cosa state cercando di dirmi?- chiesi flebilmente.
-Signorina Cale, Justin e Selena hanno una relazione d’amore per la stampa. Sappiamo benissimo ciò che c’è stato fra lei e il signorino Bieber, ma ormai quel che è stato è stato. Ora lui sta con Selena, almeno è questo ciò che dobbiamo far credere al mondo là fuori. E ci sembra opportuno chiederle di allontanarsi e lasciare in pace Justin, in quanto altrimenti, renderebbe complicata la faccenda. E più che un consiglio, questo è un obbligo che le imponiamo, altrimenti pagherà delle conseguenze.- mi sentii il mondo crollare addosso.
-COSA?!- esclamò Justin, che sembrò essersi ripreso da quello sottospecie stato di trance in cui era finito.
-Lei sta scherzando, vero?- domandai incredula. –VERO?!- esclamai. Mi voltai verso di Justin: -Justin ti prego dimmi che stai scherzando, che tutto ciò non sta davvero succedendo!- senza neanche accorgermene due lacrime rigarono il mio viso, seguite ben presto da altre.
-Mi dispiace signorina Cale, è così che deve andare..- si intromise l’altro uomo che fin’ora non aveva ancora parlato. Feci due passi indietro, lanciai un’ultima occhiata a Justin e corsi fuori da quella casa.

Tutto quello doveva essere un incubo. Andiamo, Justin che si metteva con la Gomez solo per pubblicità? Che rinunciava a noi due solo per avere qualche fottutissimo articolo o soldo in più? No, quello era semplicemente un incubo. Si, dovevo star per forza sognando: nel giro di qualche secondo mi sarei risvegliata.
Ma la mia teoria si rivelò sbagliata quando sentii delle goccioline di pioggia bagnarmi il viso e il corpo.
Avevo corso per quanto? Due, tre isolati? Avevo perso completamente il senso dell’orientamento.
Non capivo più niente e non riuscivo a distinguere cosa mi attorniava.
Mi sedetti sulla prima panchina che trovai e mi lasciai andare ad un pianto liberatorio, mentre la pioggia continuava a scendere più fitta.
Mi coprii la testa con il cappuccio della felpa che indossavo, anche se nel caso mi fossi presa un accidente, mi sarebbe interessato ben poco. In quel momento tutto ciò che volevo fare era piangere e urlare.
Tutto ciò era così surreale: non poteva star capitando per davvero. E non a me.
Poco dopo qualcuno si sedette al mio fianco e mi strinse a lui. Mi lasciai abbracciare da quello che riconobbi come Justin per via del suo profumo.
-Ti prego, dimmi che non è vero..- singhiozzai.
-Andiamo, ti porto a casa..- si limitò di rispondere.
Mi alzai di botto e iniziai a dargli contro. –No, Justin no! Ero venuta da te per parlare, per chiarire, capire cosa c’era tra di noi e ora mi sono sentita dire tutto questo! Ti rendi conto: stai fingendo davanti a milioni di persone! Fingi che va tutto bene, che ami Selena, quando non è vero, niente di tutto ciò è vero!-
-Liz per favore, non è il posto adatto per parlarne.- disse con tono fermo lui.
-Liz un bel niente! Mi vedi? Vedi come sto solo per colpa tua?! E a te sembra non fregartene niente!- sbottai.
Justin si avvicinò, mi afferrò per i polsi e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
-Credi davvero che non mi interessi nulla?! Credi che io non ci stia male?! Mi sento morire dentro! Ma purtroppo questa non è una cosa che ho scelto io, o che ha scelto Selena, ci è stata imposta a tutti i costi, altrimenti avrebbero disdetto a entrambi il contratto che ci lega alle nostre case discografiche e avremmo dovuto rinunciare a tutto!- spiegò.
Abbassai lo sguardo.
-Quindi tu hai semplicemente deciso di rinunciare a me, anziché perdere tutto.. Hai fatto bene sai?- mi dissi asciugandomi le lacrime con la manica della felpa. –Avrei fatto lo stesso anch’io se mi fossi ritrovata a scegliere tra la mia carriera o una persona come me..- sorrisi, nervosa, mentre dai miei occhi continuavano a scendere quelle goccioline salate.
-No, no, non ho rinunciato a te! Quando prima il mio legale ti ha detto che avresti dovuto restare lontana da me, nemmeno io lo sapevo, infatti ne sono rimasto sorpreso.. Non voglio dover rinunciare a te, ma non voglio nemmeno rinunciare a ciò che amo fare di più al mondo: ovvero cantare..- lentamente si avvicinò a me; posò le mani sul mio volto e appoggiò la sua fronte contro la mia.
-Quattro anni fa, prima che me ne andassi mi dicesti una cosa. Mi dicesti che per nessun motivo  al mondo avrei dovuto smettere di inseguire il mio sogno e non mi sarei dovuto arrendere nemmeno di fronte alla difficoltà più grande che avessi potuto incontrare. E ora sto continuando a seguire quel consiglio. Ce la faremo, insieme troveremo una soluzione, te lo prometto. Non voglio perderti per nulla al mondo.- si sporse in avanti, facendo incontrare le mie labbra con le sue. Quanto mi erano mancate tutte queste sensazioni?
Lentamente mi staccai.
-Posso considerarmi perdonata per la questione della scommessa e per il fatto che ti ho detto che mi facevi schifo?- chiesi sottovoce, facendolo scoppiare a ridere.
-Certo che puoi.- mi rispose, prima di abbracciarmi più stretta a sé.

-LOOK AT ME NOW-
Ok, come al solito, sapete già che mi dispiace per averci messo così tanto, però dai, questo capitolo è abbastanza lungo e spero che vi piaccia, anche se non mi convince più di tanto, boh boh..
D'ora in poi non dirò più entro quanto spero di postare il prossimo capitolo perchè come sapete non riesco mai a rispettare la data che mi prefisso perchè sono un fail vivente :(
In ogni caso vi ringrazio tantissimo per le recensioni e per chi tiene questa storia nelle seguite/preferite/ricordate. 
Ah poi volevo precisare che contro Selena non ho nulla, anzi la amo, amo la coppia Jelena solo che mi sembrava oppurtuno infilare altri casini nella storia e non mi è venuto in mente nient'altro e.e 
Infine se ci dovessero essere errori mi dispiace, ma non ho riletto perchè sto decisamente dormendo in piedi e ancora devo fare degli esercizi di matematica. Che Dio mi assista.
Detto ciò, vi saluto.
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 16
*** Idea. ***


Lentamente aprii gli occhi e mi ritrovai appoggiata sul petto accogliente di Justin. Ricordai che la sera prima, dopo aver fatto pace sotto la pioggia, ci eravamo recati a casa di Justin, dove ci eravamo fatti entrambi una doccia e, abbracciati l’uno all’altro, ci eravamo addormentati.
-Buongiorno..-sussurrò flebilmente lui. Alzai lo sguardo, incontrando il suo.
-Giorno.. da quanto tempo sei sveglio?- mi sporsi in avanti, appoggiando dolcemente le mie labbra sulle sue. –Da una mezz’oretta..- rispose stringendomi a sé. –E sei rimasto qui tutto il tempo?-
Il biondo fece spallucce e annuì. –Dormivi così bene appoggiata a me, e mi dispiaceva spostarmi. Rischiavo anche di svegliarti.. Come stai stamattina?- mi domandò premurosamente.
Sorrisi. –Qui fra le tue braccia sto anche fin troppo bene. E te, come stai?- gli chiesi a mia volta.
Justin mi lasciò un bacio fra i capelli. –Bene, stamattina ho pensato a delle ipotetiche soluzioni per il nostro problema e, fra tutte, quella che mi è sembrata più logica è quella di presentarti ufficialmente alla stampa e ai miei fans. Essere onesto con loro, e dire apertamente che sei la mia ragazza.-
Rimasi un attimo perplessa da ciò che aveva appena detto. –Pensi davvero che i fans mi accetteranno? E con la casa discografica, come facciamo?-
-Se sono veri fans, allora sì, ti accetteranno. Andiamo, anche se fingessi una relazione con Selena ci sarebbe questo problema: non si può essere amati da tutti. Alla casa discografica in fondo ciò che importa è fare soldi: magari potresti accettare di rilasciare qualche intervista alla stampa dove parli del nostro rapporto..-
-E così non avremmo più un briciolo di privacy..- obbiettai. Restammo in silenzio per qualche secondo.
-Se la casa discografica accetterà, per me andrà bene. Farò tutte le interviste di questo mondo, basta che non ti portino via da me.- dissi poco dopo. Spostai gli occhi sul volto di Justin e lo trovai con un sorriso a 32 denti. –Davvero accetti?-. Annuii –Davvero, davvero.- Il biondo mi strinse ancora più forte a sé e mi stampò un bacio sulla guancia. –Chiamo Scooter e gli propongo la cosa.- disse entusiasta.
Velocemente si alzò, afferrò il suo iphone e si diresse al piano di sotto, lasciandomi sola nella sua stanza.
Mi sdraiai nuovamente sul letto, afferrai il lenzuolo e chiusi gli occhi.
Tutto ciò che desideravo era che quelli della casa discografica accettassero la proposta di Justin.
Sarei stata disposta a far di tutto, pur di non perderlo.
Poco dopo sentii dei passi risalire le scale e la figura di Justin fece capolino nella stanza.
-Sei ancora qui?- disse ridendo, raggiungendomi e sdraiandosi al mio fianco.
-Sì.- risposi con la faccia affondata nel cuscino. –Allora?- chiesi poi, sollevandola e guardandolo interrogativa.
-Scooter ha detto che proverà a proporglielo e a insistere. Se non accetteranno dovremo ricorrere a qualcos’altro.-
-Qualcos’altro del tipo?- chiesi senza capire.
-Ancora non lo so di preciso, ma qualcosa con cui dovranno accettare per forza..-
-Dai forza, scendiamo a fare colazione.- si alzò e lo seguii.
 
Justin era ormai al telefono da un quarto d’ora. Scooter lo aveva chiamato per riferirgli della decisione presa da quelli della casa discografica in merito alla sua proposta: sentivo che discuteva e diceva cose del tipo ‘no Scooter, non possono fare così andiamo!’, il che significava chiaramente che avevano rifiutato e bisognava trovare un’altra soluzione.
Lo raggiunsi in soggiorno e, quando si accorse della mia presenza, riattaccò, liquidandolo con un ‘ci sentiamo dopo’.
-Non hanno accettato, vero?- lo precedetti.
Il biondo fece una smorfia, annuendo. –Io.. mi dispiace, troveremo un’altra soluzione, davvero..-
Gli sorrisi debolmente. –Stai tranquillo dai.- mi avvicinai a lui, accarezzandogli dolcemente una guancia.
-Nel caso in cui non riuscissimo a far nulla, potremo sempre vederci di nascosto, no? Sarà difficile, lo so, però.. a mali estremi, estremi rimedi.- propose lui.
Rimasi interdetta per qualche secondo. In fondo aveva ragione. Per quanto male mi avrebbe potuto fare vederlo baciare o abbracciare Selena Gomez in pubblico, dovevo accettarlo. Dovevo riuscire a ingoiare il groppo e realizzare che era l’unico modo per stare insieme, senza che nessuno dei due perdesse qualcosa.
Annuii. –Sì.. sì, certo..- dissi, abbassando lo sguardo.
Justin, prontamente, mi sollevò il mento con un dito, in modo da far sì che il mio sguardo si incatenasse col suo.
-Liz, lo faremo solo se tu sei d’accordo, non voglio vederti star male..- mi sussurrò flebilmente.
Sospirai. –Lo so, e io non voglio far star male te nuovamente. Se questa è l’unica soluzione che abbiamo per continuare a stare insieme, senza che tu perda il tuo contratto, allora va bene, lo accetterò. Mi farà male vedere le foto di te che baci Selena, ma va bene così, perché so che sarà tutta una finzione.- mi avvicinai al suo viso e gli lasciai un piccolo bacio sulle labbra.
-Ti amo Lindsay Cale, lo sai vero?-
Gli sorrisi. –Ti amo Justin Drew Bieber, lo sai vero?-
Justin sgranò gli occhi, segno che gli era appena venuta un’idea geniale.
-Che è successo?- gli domandai. –E se… uhmm.. sarebbe una mossa azzardata, però.. Devo chiamare Scooter! Spera solo che la cosa vada a buon fine!- mi liquidò, prendendo il telefono e uscendo di casa.
-Quel ragazzo è matto..- commentai ad alta voce, ridendo.
Speravo che, qualsiasi cosa gli fosse venuta in testa, riuscisse a realizzarla.
 
-LOOK AT ME NOW-
*dlin dlon* comunicazione di servizio: il prossimo è l'ultimo capitolo.
Mi dispiace davvero tanto dirvelo così, ma purtroppo non so davvero più come continuare questa storia, per cui scriverò l'ultimo capitolo e la FF si concluderà.
Però ho già in mente alcune nuove FF, una è sempre su Justin e diciamo che, se tutto va in porto, dovrebbe essere un'idea abbastanza diversa dal solito.
Mi dispiace anche per il fatto che vi ho fatto aspettare quasi due settimane e poi questo capitolo si è rivelato corto, ma ho preferito spezzarlo e raccontarvi l'idea di Justin nell'ultimo.
Quindi boh, spero mi perdonerete e nulla, cerco di aggiornare in fretta :)
Grazie mille a chi tiene questa storia tra le preferite, seguite, ricordate e chi recensisce.
Siete meravigliose davvero.
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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Capitolo 17
*** What you mean to me. ***


-Dai fidati, vieni con me!- mi disse Justin, mentre mi trascinava da una parte all’altra del backstage del concerto che stava facendo per beneficienza.
-Sì ok, però se evitassi di staccarmi il polso trascinandomi di qua e di là mi faresti un favore..- commentai, facendolo ridere. –Allora, vuoi spiegarmi qual è il tuo piano, sì o no?- chiesi, fermandomi e facendolo fermare a sua volta.
-Diciamo che in parte già lo sai: hai presente cosa volevamo fare all’inizio?- annuii. –Ecco, dato che la casa discografica non ci ha dato il permesso di farlo, noi lo faremo comunque senza che la casa discografica lo sappia. Vedremo che reazione avranno le fans e, se saranno delle reazioni buone, la casa discografica non potrà far nulla se non che accettare il fatto che io e te stiamo insieme!- disse entusiasta.
Sgranai gli occhi: non poteva aver elaborato un piano così stupido. C’erano troppi rischi!
-Dimmi che stai scherzando, ti prego..- Justin corrucciò le sopracciglia, segno che ciò che aveva appena detto non era uno scherzo.
-Ci sono troppi rischi.. E se le fans non lo accetteranno? Cosa faranno quelli della casa discografica? Rischi troppo, non voglio che tu lo faccia!- protestai.
-Oh Liz andiamo, è l’unica soluzione possibile! Lo accetteranno, fidati di me..- mi prese il viso tra le sue mani e mi stampò un leggero bacio sulle labbra.
Il nostro discorso fu interrotto da un collaboratore di Justin che lo informava che lo show sarebbe incominciato di lì a pochi minuti e che doveva posizionarsi.
-Ti amo.. e andrà tutto bene. Ora rimani qua, non ti muovere, vengo a prenderti verso la fine dello show..- mi lasciò un bacio sulla fronte e se ne andò.
Maggior parte dello show lo passai lì dietro alle quinte, torturandomi il labbro inferiore dal nervoso.
Avevo paura delle reazioni delle fans. Cosa avrebbero fatto? E se avessero iniziato a fischiarmi dietro?
E se Justin stesse mettendo a rischio la sua carriera inutilmente?
Era quello che più mi preoccupava; non volevo che lui perdesse tutto per colpa mia.
Ad un tratto sentii Justin che chiedeva di fermare la musica.
Salii sul palco, rimanendo a lato, in modo da non farmi vedere dai fans, ma solo da Justin.
-Ok allora, ho bisogno di dirvi una cosa. Come sapete, noi nasciamo per crescere, per imparare, per sbagliare e.. per amare. Quanti in questo posto amano qualcuno?-  un coro di urla si alzò. –Ecco, tutti quanti amiamo qualcuno, magari quel qualcuno è la persona giusta, magari è la persona sbagliata.. Presto o tardi ognuno di noi troverà la persona giusta per sé. Voi tutte mi amate, vero? E vorreste solo la mia felicità, no?- altre urla invasero quell’arena. –Quindi, io sono convinto che le mie vere fans, e non parlo solo di quelle che sono qui stasera, ma di tutte quelle che sono là fuori, sapranno accettare il fatto che io ho finalmente trovato la persona giusta per me.- mi sentii rabbrividire.
Sentii un leggero brusio alzarsi dall’arena.
Justin continuò poi il suo discorso. –So che probabilmente molte di voi non sopporteranno l’idea di me e questa ragazza insieme, ma.. con lei sono davvero felice, sapete? La conosco da quando siamo nati praticamente, è la mia migliore amica, è la mia confidente ed è la mia ragazza. Lei mi conosce e mi ama per chi sono davvero e questo ve lo assicuro, dato che quando sono tornato nella mia città per completare i miei studi, la prima volta che mi ha visto è scappata via piangendo, mi ha urlato contro un sacco di volte, mi prende in giro tutti i giorni, mi tratta come un ragazzo normale e mi ha perdonato, anche se per 4 anni me ne sono andato via da lei senza farmi mai sentire. Che razza di stupido che sono stato vero? L’ho fatta soffrire per ben 4 anni eppure lei è ancora qui, per me.- il mio battito cardiaco accelerò e una lacrima solcò il mio viso. Non riuscivo a credere che Justin stesse veramente dicendo tutte quelle cose su di me, su di noi, di fronte a tutte quelle persone. Stava parlando di me, descrivendomi come una ragazza fantastica, dimenticandosi che però, anch’io l’avevo fatto soffrire per via di quella scommessa e che, anche lui mi aveva perdonata.
Il biondo si girò a guardare verso la mia direzione. Lentamente tra il pubblico iniziarono a elevarsi alcune urla e alcune domande.
-Volete vedere di chi sto parlando?- domandò Justin, sorridendo. La risposta fu più che ovvia.
Venne verso di me, mi afferrò una mano e mi trascinò sotto i riflettori.
-E’ lei la ragazza che amo. Si chiama Liz, e la amo con tutto me stesso!- spiegò Justin sorridente.
Mi guardai attorno, ero spaventata.  E ora? Che avrebbero fatto le fans?
Sentii la mano di Justin stringere di più la mia, quasi a volermi infondere forza. Mi girai a guardarlo e lo trovai già intento a fissarmi. Gli sorrisi, come per dirgli che, nonostante tutto, se avevo lui al mio fianco stavo bene.
Incredibilmente, dalla platea iniziò a elevarsi un coro di ‘Justin e Liz’ che andò a riecheggiare per tutta l’arena.
Ero incredula, e così come lo ero io, lo era anche Justin. Nessuno dei due si sarebbe aspettato quella reazione dai fans.
-Grazie mille davvero.. Vorrei terminare questa canzone cantandovi un pezzo che ho scritto recentemente-
Sul palco salì Dan Kanter, il suo chitarrista, che gli porse un microfono.
-Questa è per te Liz- mi sorrise e gli sorrisi di rimando.
Non mi interessava se in quel momento avevamo 15.000 occhi puntati su di noi: per me c’eravamo solo io e lui.
 

Here I am with
All my heart I hope you
Understand I know I let
You down but I'm never
Gonna make that mistake
Again you brought me
Closer to who I really am
Come take my hand

 
Lentamente si avvicinò a me e mi porse la mano che,
senza stare a pensarci troppo a lungo, afferrai.

I want the world to see
What you mean to me
What you mean to me

 
Spiegare come mi sentivo in quell momento era impossibile.
Nessun aggettivo, nessuna sensazione sarebbe mai stata in grado di spiegare
l’effetto che mi faceva quel ragazzo.


Just know that I'm sorry I never
Wanted to make you feel so small
Our story is just beginning we'll let
The truth brake down these walls, oh yeah
And every time I think of you I think of how
You pushed me through and showed me
How much better I could be


Here I am with all my heart
I hope you understand I know
I let you down but I'm never
Gonna make that mistake again
You brought me closer to who
I really am come take my hand
I want the world to see
What you mean to me.

 
La canzone terminò e, con il viso inondato dalle lacrime, mi fiondai tra le braccia di Justin.
-Grazie, grazie, è la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me. Ti amo tantissimo, lo giuro.-
Il biondo, in tutta risposta, mi strinse più forte a sé, affondando il naso nei miei capelli.
Lo show terminò presto, mentre la nostra storia, beh, quella, come aveva detto Justin nella sua canzone, era appena iniziata.
 
 
 

 5 anni dopo.


-VAFFANCULO JUSTIN VAFFANCULO!- sbraitavo, in quella dannatissima macchina. Tutto mi irritava in quel momento, non potevo sopportare nessuno, né tantomeno lui, era solo per colpa sua se in quel momento stavo così male.
-Stai calma, per favore!- cercava di tranquillizzarmi lui.
-MA STAI CALMA COSA?! PORCA PUTTANA, GUIDA QUESTA FOTTUTISSIMA AUTO PER CUI HAI SPESO I MILIONI E MUOVITI AD ARRIVARE, NON CE LA FACCIO PIU’!- urlai, in preda al dolore peggiore.
Cercavo di fare respiri profondi, ma non servivano a nulla.
Sherylin, nome su cui c’eravamo già accordati, stava per nascere, e non ne voleva sapere di aspettare che quel coglione di suo padre raggiungesse finalmente l’ospedale.
-E’ TUTTA COLPA TUA SE IO STO COSI’ ORA, LO SAI VERO?! MA IO DICO, NON POTEVI NASCERE DONNA E IO UOMO?! COSI’ TI SUBIVI TU IL CICLO PER CIRCA 40 ANNI DELLA TUA VITA E TUTTI I PARTI! IO AVREI AVUTO SOLO IL PROBLEMA DI METTERT INCINTA E VIA!-
-Ok amore, stai decisamente delirando.. Grazie a dio siamo arrivati.- Il biondo si affrettò a parcheggiare e ad aiutarmi a farmi scendere dalla macchina.
In preda  a delle contrazioni incredibili, entrai nell’ospedale, dove presto fui cambiata e preparata al parto.
-NON CE LA FACCIO PIUU’!- mi lamentai, stringendo la mano di Justin fino a farla diventare viola.
-Hey, hey Liz guardami: andrà tutto bene, ok? Fai dei respiri profondi..- cercò di aiutarmi il biondo, spostandomi i capelli dalla fronte sudata.
-Signora il bambino è in posizione, ora, faccia delle spinte decise, forza!- mi disse poi la dottoressa.
Iniziai a spingere con tutta me stessa, volevo porre fine a quella tortura, mi sembrava quasi di star per morire.
-Ancora un'altra, forza!- mi incitò l’ostetrica. Sentivo la mano di Justin che stringeva di più la mia, quasi come se fosse lui quello che stava partorendo e che aveva bisogno di supporto.
-Eccolo, eccolo, vedo la testa!- esclamò entusiasta la donna. –Forza signora Cale, l’ultima spinta!-
Feci come richiesto e, finalmente, il pianto di un neonato riecheggiò per la sala.
Esausta, mi accasciai sul cuscino, sorridendo.
-E’ stata bravissima signora, eccola qui, è una femminuccia..-
Fasciata in una copertina viola, l’ostetrica mi porse la bambina fra le braccia.
Scossa da un brivido, le sorrisi e, dolcemente le lasciai un bacio sulla fronte.
Era così strano pensare che quella piccola creatura provenisse dall’amore che legava me e Justin. Guardai quest’ultimo, che, commosso, si stava asciugando una lacrima che gli era scesa.
La donna riprese nuovamente la bambina tra le sue braccia, dicendomi che l’avrebbero lavata e avrebbero fatto tutti i controlli.
Chiusi gli occhi per qualche secondo e li riaprii subito, trovando Justin intento a fissarmi.
-Ce l’hai fatta..- mi sussurrò dolcemente, lasciandomi un bacio sulla fronte. –Sei stata bravissima.-
-Ce l’abbiamo fatta.. Nelle ultime due ore credo di averti tirato dietro non so quanti insulti..- risposi, provocando la sua risata.
-Non importa.. Hai appena dato alla luce mia, nostra figlia, dio.. Mi sembra solamente ieri che annunciavo al mondo quanto ti amavo e ora, guardaci..- mi disse continuando a sorridere.
-Siamo diventati grandi insieme.. Tu quel giorno hai rischiato tutto per me, ancora mi sembra assurdo pensare che alla fine la casa discografica ha accettato il fatto che noi due stessimo insieme..- commentai, sorridente.
Era impossibile nascondere la gioia dai nostri volti in quel momento.
-Sono così orgogliosa di noi due..- aggiunsi poi.
-Anch’io lo sono, anch’io.. Ti amo, ti amo, ti amo- mi rispose lui, lasciandomi continui baci a stampo sulle labbra.
-Ti amo di più io.- gli sorrisi a fior di labbra.
Poco dopo fummo interrotti dal bussare della porta.
-Scusatemi, ecco a voi la vostra bambina- l’infermiera porse la piccola, che era stata ripulita completamente, a Justin.
-Come si chiama?- chiese poi la donna, tirando fuori una cartelletta su cui annotare il tutto.
Spostai lo sguardo dalla bambina su Justin, che, prontamente, rispose: -Sherylin, Sherylin Bieber-

-FINE-


-LOOK AT ME NOW-
Ed è ufficialmente finita.
Un po' mi dispiace, un po' son contenta perchè ho visto che ormai questa storia non la stava seguendo più nessuno, per cui..
Diciamo che questa FF è stata una mia vittoria e una mia sconfitta.
Mi ha fatto capire quanto mi piaccia scrivere quando sono ispirata, e mi ha fatto capire che per avere successo bisogna continuare a fare un lavoro costante e scrivere aggiornando costantemente, cosa che mi sono resa conto di non saper fare.
Per questo per il momento mi prendo una pausa da EFP, perchè tra la scuola e i vari impegni non me la sento di iniziare subito una nuova FF. 
Preferisco iniziare a scriverla, e quando avrò già qualche capitolo pronto, inizierò a postare. 
Per il momento ringrazio infinitamente le 49 persone che hanno questa storia tra le preferite, le 6 che la tengono tra le ricordate, e le 44 che la seguono.
Ringrazio coloro che hanno sempre recensito, in particolare @Belieber4Choice, la mia Giuliettin che mi segue sempre.
E infine, grazie anche a coloro che hanno sempre letto, senza però recensire. 
Grazie davvero a tutte.
Spero di tornare presto a occupare un piccolo spazio di EFP con una mia nuova FF :)
p.s: la canzone che canta Justin è What You Mean To Me di Starstruck.
Simo. {@xjbieberslaugh_ on twitter}

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