S come Seblaine

di Ofelia20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A come Ansia ***
Capitolo 2: *** B come Biscotto ***
Capitolo 3: *** C come Cinquanta Sfumature di Grigio ***
Capitolo 4: *** D come Dottore ***
Capitolo 5: *** E come Elefanti ***
Capitolo 6: *** F come Fatina ***



Capitolo 1
*** A come Ansia ***


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A come … Ansia

 

Continuava a fissare la maestosa tenda di velluto rosso porpora che copriva il palco dove da lì a pochi minuti avrebbe dovuto esibirsi per le Regionali di canto corale; lei se ne stava lì, imponente, come se lo stesse osservando accigliata, mossa solo dai piccoli spostamenti d’aria che gli altri membri del gruppo creavano passandole dietro di corsa. Così, Blaine Anderson, preferiva concentrarsi sulla tenda del palco del McKinley piuttosto che affrontare i suoi problemi: la recente rottura con il suo ragazzo, con la quale avrebbe dovuto ballare fianco a fianco durante la competizione; l’immagine dell’altro che non riusciva a cancellare dalla sua testa, tanti, troppi pensieri che avrebbero offuscato la sua mente se solo gliene avesse dato modo. Come avrebbe potuto concentrarsi sulle parole da cantare, sui passi da fare se avesse permesso loro di rompere quella barriera che aveva creato per non farli scappare?

“Tra un minuto siamo in scena!” sentì dire alle sue spalle senza preoccuparsi neanche di riconoscere e dare un volto a quella voce. Cercò di prendere un respiro ma le gambe presero a tremare, la sua gola era tanto secca che sembrava avesse appena finito di ingoiare tutta la sabbia del deserto, cercò di ripetersi nella mente le parole della canzone ma quello che ne uscì fu solo un singhiozzo di parole sconnesse. Si trascinò contro una cassa nera per evitare di cadere, osservò i palmi delle mani fradici di sudore e si accorse che anche lo sguardo stava cominciando ad oscurarsi.

Ansia?” questa volta non dovette sforzarsi per riconoscere quella voce, gli bastò alzare lo sguardo per scorgere quei penetranti occhi verdi che lo fissavano intensamente e quel sorriso sempre beffardo che per notti intere non aveva fatto altro che sognare.

“Se- Sebastian! Cosa ci fai qui? Non dovresti essere in platea insieme agli altri?” balbettò Blaine cercando di ridare al suo cuore il suo normale ritmo naturale.

“Si, ma sono passato per prendermi i miei meritati complimenti. Siamo stati grandi prima vero?” rispose l’altro avvicinandosi pericolosamente a Blaine.

“Devo darti ragione. Sei stato eccezionale in Glade you came!” si complimentò il ragazzo mentre davanti ai suoi occhi balenarono di nuove le immagini di Sebastian che si muoveva a ritmo della canzone, un brivido gli si aggrappò su per la schiena.

“Già. Ma tornando alla mia domanda, ansioso per la performance?” domandò di nuovo, quasi premurosamente Sebastian.

“Si, non mi è mai successo prima. Sono convinto che sarà un disastro e le Nuove Direzioni non andranno alle Nazionali per causa mia, e non mi vorranno più vedere, e…” Blaine stava andando in iperventilazione e gli occhi cominciavano a riempirsi di lacrime. L’altro lo interruppe prendendogli dolcemente ma con decisione il viso tra le mani, costringendolo a calmarsi.

“Ehi adesso smettila!” si accorse che il tono che stava usando era acido e secco come al solito così cercò di addolcirlo, “Andrà tutto benissimo. Sei il più bravo e il più sexy di ogni coro di scuole pubbliche di tutto il mondo!” ancora una volta la sua personalità stava avendo la meglio, e di nuovo cercò di riprendersi. “Guardami Blaine, sappiamo entrambi che sei il migliore e che non puoi sbagliare. Io sarò lì in platea a guardarti e non puoi deludermi, hai capito?”

“Credi davvero che io sia sexy?” era rimasto talmente tanto colpito dalle sue parole che l’unica cosa che usci dalla sua bocca fu questa.

“Si. E spero che questo riesca a calmarti” Sebastian prima di lasciare un delicato bacio sulle labbra di Blaine, di quelli che lui non era solito dare ma che con la loro semplicità riescono a farti tremare il cuore. Sorridendo si allontanò, era arrivato il momento per l’altro di andare in scena. Era riuscito a resettare ogni suoi pensiero, l’unica cosa che voleva adesso era rendere il suo Sebastian fiero di lui.

 

 

Eccomi di nuovo! Una raccolta Seblaine con prompt che seguono le lettere dell’alfabeto come mi ha insegnato la LadyPalma! Quindi dovrete dare la colpa a lei per questa mia pazzia! ^_^

 

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Capitolo 2
*** B come Biscotto ***


B come Biscotto

 

Chiunque aveva inventato il detto: “La prima volta non si scorda mai” aveva ragione. Questo si ritrovò a pensare Blaine seduto intorno al tavolo delle sua cucina dopo aver passato per la prima volta una notte insieme a Sebastian. Era stata la loro prima volta insieme, ed entrambi erano certi che non se ne sarebbero mai dimenticati.

“Buongiorno” gli sussurrò all’orecchio Sebastian dopo aver fatto il suo ingresso in cucina appena uscito dalla doccia, con solo un asciugamano avvolto intorno alla vita e ancora qualche piccola gocciolina d’acqua che gli scorreva sul collo.

“Buongiorno a te, tesoro” cinguettò l’altro sorridendogli serafico e porgendogli prontamente una tazza piena di caffè. “Il mio caffè non sarà come quello del Lime Bean ma dovrai accontentarti”

“Andrà benissimo. Per rifare quello che abbiamo fatto questa notte sarei pronto anche a bere catrame” forse era questo il massimo livello di romanticismo di Sebastian, ma bastò per far arrossire l’altro e  iniziare a farlo ridere in modo quasi isterico.

“Ti dispiace se inzuppo il mio biscotto?” chiese cercando di cambiare discorso Blaine ignorando il doppio senso che invece afferrò subito l’altro.

“ Perche adesso me lo chiedi? Non mi sembra che ieri mi sia dispiaciuto” e le sue labbra si aprirono in quel suo solito sorriso mordace.

“Come?”

“Niente lascia perdere.” Rispose ridacchiando Sebastian scuotendo la testa colpito dall’ingenuità dell’altro.

“Allora posso inzupparlo? Il mio caffè è finito e tu ne hai ancora.” chiese di nuovo Blaine continuando a guardarlo accigliato.

“Certo che puoi. Però poi devi farmi inzuppare il mio” disse il ragazzo rivolgendogli uno sguardo che era tutto un programma.

“Ma tu non hai un biscotto!”

“Oh si che ce l’ho…

 

Ammetto che non sono molto soddisfatta, ma cos’altro potevo scrivere con il prompt biscotto? ^_^

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Capitolo 3
*** C come Cinquanta Sfumature di Grigio ***


C come “Cinquanta Sfumature di Grigio”

 

“Cosa stai leggendo?” chiese Sebastian sedendosi di fronte a Blaine intorno ad un tavolino del Lima Bean leggermente irritato dal fatto che il suo ragazzo preferisse leggere piuttosto che parlare con lui.

“Un libro” rispose senza troppa attenzione il ragazzo senza alzare gli occhi dalle pagine.

“Oh questo lo vedo! Ti stavo chiedendo il titolo” l’altro non riuscì a trattenere il suo tono sarcastico mentre cercava di scorgere da sé il titolo del libro che però rimaneva coperto dalle dita di Blaine.

“Oh Cinquanta Sfumature di Grigio. Lo conosci?” pronunciò quel nome con uno strano orgoglio e quando finalmente si decise ad alzare lo sguardo per rivolgerlo al suo ragazzo gli occhi castani sembravano brillare di luce propria, Sebastian lo aveva visto così eccitato solo quando parlava di Katy Perry.

“Anche tu leggi quella robaccia? Dio Blaine come ti fai possedere dalle mode!”

“Possedere … Credo che tu abbai scelto una parola adatta al libro”

“Ah si perché?” domandò Sebastian curioso di sentirsi spiegare la trama del libro dal suo ragazzo.

“Perché al protagonista Christian Grey piace possedere e sottomettere le sue donne. E fa firmare loro un contratto nel quale accettano o meno di praticare sesso estremo e sadomaso, oppure tecniche di bondage, frustini e roba varia” cercò di usare i termini tecnici che aveva imparato dai primi capitoli del libro.

Mmh comincia ad apprezzare questo libro. Cosa altro fa questo Mister Grey” Anche se cercava di non darlo a vede, Sebastian era estremamente divertito nell’ascoltare Blaine parlare di certe cose.

“Oh c’è un frase che mi piace da morire, e sono sicuro che piacere anche a te! Senti qua: “Io non faccio l’amore, io fotto senza pietà” recitò con voce grave leggendo tra le righe della pagine che teneva aperta davanti a sé.

“Wow un tipo romantico quindi” commentò in modo sarcastico.

“Stai zitto Seb! Mister Grey è l’uomo che tutti vorrebbero”

“Dai allora, vieni con me!” Disse con una punta di gelosia afferrando la mano del suo ragazzo e trascinandolo verso l’uscita del locale.

“Dove andiamo?”

“A fotterti senza pietà”

 

Non voglio commentare questo romanzo. ^_^ Ma questo è senz’altro uno dei miei prompt preferiti!

 

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Capitolo 4
*** D come Dottore ***


D come Dottore

 

“Sebastian Smythe certe volte sai essere davvero odioso!” urlò Blaine uscendo dalla camera del suo ragazzo sbattendo rumorosamente la porta. “Davvero non ti capisco! 6,3 miliardi di persona nel mondo, sei continenti e proprio te dovevo incontrare!”

“Bravo vedo che hai studiato la tua lezione di geografia! Sono sicuro che la tua stupida professoressa della tua stupida scuola pubblica ti darà una A” gli ringhiò contro l’altro raggiungendolo fino in cucina, sul viso un’espressione mista tra il divertito e l’irritato.

“Smettila, mi hai fatto davvero arrabbiare oggi!” il volto di Blaine aveva preso una tonalità rosso cremisi, si passò una mano tra i capelli incurante di scompigliarseli e diede le spalle al suo ragazzo.

“Io dovrei smetterla? Non ti sembra di stare esagerando? Quello non significa niente…

“Non significherà niente per te! Ma per me è importante. Non so se riuscirò mai a perdonarti!” anche se non poteva vederli Sebastian era certo che i grandi occhi del suo ragazzo si stavano riempiendo di lacrime.

“Blaine dannazione era soltanto uno stupido costume di Halloween!”

“No! Era il mio costume di Halloween! E non era stupido!” Blaine stornò a guardare negli occhi il suo ragazzo, per quanto lo amasse in quel momento proprio non riusciva a perdonarlo.

“Se tu chiami un costume da Robin, cucito a mano da te, non stupido, davvero non so cosa dovrò aspettarmi da te per il prossimo Halloween!” esclamò Sebastian esasperato senza riuscire davvero a comprendere il motivo di quello stupido litigio.

“Non dovrai aspettarti più niente da me ad Halloween, perché io non passerò mai più questo giorno con te!”

“Credo che tutti i dolcetti a forma di bara che hai cucinato e mangiato ti abbiamo fatto male. Ne riparleremo domani.”

“No! Sei tu che mi hai fatto male Sebastian! Ti avevo chiesto soltanto di lavare il mio costume di Halloween con acqua fredda e poco detersivo perché la mia lavatrice è rotta, e tu cosa hai fatto? L’hai lavato con acqua calda e candeggina!” Gli occhi di Blaine si erano ridotti a due fessure mentre teneva l’indice puntato contro il petto dell’altro e lo accusava sempre più preso dalla rabbia.

“Ma te l’ho già detto che non l’ho fatto apposta!” cercò di difendersi Sebastian.

“Lo so. Ti credo che non l’hai fatto apposta. Non sei stato attento, tutto qui. Ma è questo il punto, ti costava così tanto stare attento a me per una volta? Non è solo per il costume che sono arrabbiato, e perché tu non hai pensato a me” la voce di Blaine si era ridotta quasi ad un sussurro sulle ultime parole, la rabbia aveva lasciato spazio alla delusione e tutta la forza che aveva avuto fino a quel momento per accusare il suo ragazzo si era trasformata in lacrime che scendevano calde e lente dai suoi occhi.

“Blaine ti ho già chiesto scusa un centinaio di volte. Mi dispiace che il tuo costume ora sia soltanto una calzamaglia sbiadita, ma ti giuro che se potessi tornare indietro starei più attento” Sebastian era sinceramente dispiaciuto per quello che aveva fatto.

“Ma non puoi farlo. Quindi lasciamo in pace. Ti prego!” rispose l’altro dirigendosi verso il divano. Chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi, voleva solo che quella giornata passasse in fretta.

***

“Blaine! Blaine! Su andiamo, lo so che sei sveglio! Apri gli occhi Blaine!” il ragazzo aprì gli occhi dopo essere stato letteralmente strattonato dal suo mondo onirico, si guardò intorno in cerca di un indizio che gli indicasse quante ore aveva passato a dormire. “È già sera Blaine! Muoviti o faremo tardi!”

“Tardi per cosa? Che ci fai ancora qui?” bofonchiò mettendosi a sedere sul divano.

“Sono ancora qui perché tecnicamente questa è casa mia e tu ti sei addormentato sul mio divano!” gli rispose Sebastian incrociando le braccia.

“Bene allora tolgo il disturbo!” Blaine fece per alzarsi ma l’altro riuscì a bloccarlo tenendolo per la manica della camicia.

“Dai Blaine. Ti prego resta e dammi la possibilità di rimediare. E vieni con me ad indossare il costume per la festa di questa sera” il ragazzo si sforzò di far uscire dalla sua voce un tono dolce.

“Quale festa? E soprattutto quale costume?”

“Ho chiamato i tuoi amici sfigatelli del Glee e hanno detto che c’è una festa da Breadstix e che se vogliamo possiamo andare lì con loro.” Si affrettò a spiegare Sebastian prime che l’altro ragazzo potesse inondarlo di altre domande. “E per il costume mi dispiace ma non sono riuscito a trovarne uno come quello che ti ho distrutto. Però ho rovistato un po’ tra i vecchi costumi che abbiamo in soffitta ed ho trovato questo. Dovrebbe essere della tua taglia” aggiunse aprendo una scatola impolverata che aveva lasciato ai suoi piedi, e mostrando quello che sarebbe dovuto essere il costume per Halloween di Blaine.

“Seb io non mi vestirò da Giovane Marmotta” rispose l’altro, mentre squadrava la tuta color cachi con il sopraciglio alzato e le braccia incrociate.

“Dai ti prego! È l’unico che ho e che potrebbe andarti! Non fare storie e metti questo dannato costume!” le parole del ragazzo somigliavano più ad una minaccia che ad un invito.

“Devo ammettere che sono colpito, non avrei mai pensato che avresti rovistato in soffitta per cercarmi un nuovo costume o che avresti chiamato i miei amici per portarmi ad una festa. Quindi, ti darò un’altra opportunità ma al prossimo sbaglio non riuscirai a farti perdonare così facilmente” disse Blaine prima di posare un leggere bacio sulle labbra del suo ragazzo per poi sparire in bagno a cambiarsi.

Quando uscì, fiero del suo costume da Giovane Marmotta che includeva anche un cappello con tanto di pelliccia si stupì per l’immagine che si ritrovò davanti.

“Sebastian ma ma indossi un costume anche tu?”

“Già. Credi che questo sia abbastanza per farmi perdonare?” disse il ragazzo facendo un giro su se stesso per mettere in mostra il suo bel costume da dottore.

“Credo proprio di si” rispose l’altro lasciandogli un altro bacio sulle labbra di Sebastian.

“Ehi sia chiaro che io ho messo questo costume anche per dopo. Quando torniamo dalla festa si gioca “al dotore”.

 

Ciao a tutti e soprattutto Buon Halloween!! Adoro questa non-festa che da noi quasi tutti criticano e voi? Che ve ne pare di questa One-Shot a tema? Avevo scritto una cosa completamente diversa per questo prompt ma ho deciso di cambiarlo questa notte intorno alle tre e mezza tipo! ^_^  Mi scuso per gli eventuali errori ma non ho avuto il tempo di rileggerla e volevo troppo postarvela oggi! Un immenso grazie a chi segue questa raccolta e per chi ha perso un po’ del suo tempo a commentarla. Grazie alla prossima!! <3

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Capitolo 5
*** E come Elefanti ***


“Oddio Seb guarda ci sono le scimmie!” esclamò un euforico Blaine trascinando letteralmente il suo ragazzo vicino al recinto degli animali. Sebastian invece, continuava a maledirsi per aver accettato di andare allo zoo per la loro “Uscita Alternativa del Martedì Pomeriggio”, che lui stesso definiva una delle tante idiozie che inventava Blaine.

“Guarda Sebbie! Ci sono anche i cammelli!” e di nuovo tirò dietro di se l’altro verso il nuovo recinto.

“Si li vedo non c’è bisogno che urli come una bambina di cinque anni! E non chiamarmi Sebbie!” sbottò spazientito Sebastian guardandosi intorno schifato.

“Oh mio Dio! Laggiù ci sono lemuri!” Blaine scattò con energia verso la piccola gabbia piena di piccoli animaletti con enormi occhi colorati.

“Si hai visto che carini?! Adesso possiamo anche tornare a casa…” azzardò l’altro sperando in una risposta positiva.

“No! Dobbiamo ancora vedere i lupi, gli ippopotami e gli orsi!” piagnucolò Blaine spalancando gli occhi e prendendo a camminare lungo il sentiero lastricato. “Oh ci sono gli elefanti!” aggiunse fermandosi a guardare i mastodontici animali.

“Devo ammettere che ho sempre avuto una particolare simpatia per gli elefanti” disse Sebastian fermandosi d osservarli.

“Senti se devi fare qualche battuta squallida sulla lunghezza della loro proboscide tienitela per te.” Lo avvertì il ragazzo.

“Ma no! Dico sul serio mi piacciono.”

“Io preferisco i panda! Peccato che qui non ci siano…” rispose serio Blaine. “Bene adesso andiamo a vedere le tigri!”

“Ti prego Blaine andiamo a casa. Non ce la faccio più!”  esclamò esasperato il povero Sebastian sedendosi su una panchina intagliata in un tronco.

“Ma siamo appena arrivati! Che ti prende Sebbie?” gli chiese preoccupato l’altro sedendosi vicino a lui.

Niente… è solo che io odio lo zoo! Mi fa stare male vedere questi poveri animali rinchiusi dentro a delle gabbie.” Confessò il ragazzo abbassando lo sguardo. Blaine rimase piacevolmente colpito dalle parole del suo ragazzo, non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da lui.

“Potevi dirmelo non ci saremo venuti!” gli disse accarezzandogli i capelli.

“Si ma tu volevi tanto venirci. Ma lascia perdere continuiamo il nostro giro!” rispose Sebastian scuotendo la testa e alzandosi velocemente dalla panca .

“Assolutamente no piccolo elefantino mio! Adesso noi torniamo a casa e non torneremo più in uno zoo, promesso!” Blaine gli prese la mano e si avviarono verso l’uscita.

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Capitolo 6
*** F come Fatina ***


F come Fatina

“Non sono ubriaco!” alitò un alticcio Blaine sul viso del suo interlocutore. “Guarda cosa riesco a fare!” aggiunse piegando il ginocchio destro restando così in precario equilibrio sull’altra gamba.

“Si certo” commentò sarcastico Sebastian avvicinandosi per sorreggerlo.

“Oh Dio guarda Seb! Sono un fenicottero rosa!” esclamò Blaine ignorandolo, dopo aver analizzato la sua posizione ricordando inoltre di aver indossato una maglietta del colore di quegli animali con tanto di papillon abbinato durante tutta la serata.

“Ecco. Credo che questo provi proprio il fatto che tu non sei ubriaco!” gli rispose Sebastian cercando di trascinarlo in casa, ma il ragazzo non aveva nessuna intenzione di muoversi, barcollando iniziò a gracchiare e a muovere le braccia come se stesse per prendere il volo da un momento all’altro.

 “Ti prego finiscila! Sveglierai i vicini cosi!” gli piantò una mano sulla bocca per zittirlo poi con forza lo costrinse ad incamminarsi lungo il vialetto del giardino di casa mentre chiudeva a chiave gli sportelli dell’auto. Cercando le chiavi di casa nella tasca dei pantaloni fu costretto a stringersi nella sua giacca di pelle, era notte inoltrata e faceva freddo, ma questo Blaine sembrò non notarlo. Incurante della condizioni atmosferiche, e stranamente anche del fatto che l’effetto del gel sui suoi capelli fosse svanito e che i piccoli ricci cominciavano a riaffiorare, se ne stava con la testa poggiata al muro adiacente alla porta con un sorriso ebete stampato sulle labbra e continuava a suonare il campanello di casa come un bambino. “Lo trovi divertente?” gli ringhiò Sebastian.

“Molto!” rispose ridacchiando Blaine prima di fermarsi per osservare attentamente il suo ragazzo estrarre le chiavi ed infilarle nella serrature, con uno scatto si frappose tra la porta e Sebastian e rivolgendogli il miglior sguardo malizioso ed infilandogli le sue mani gelide sotto la maglietta iniziò ad urlare: “Seb perché non lo facciamo qui in mezzo al giardino? Ti prego! Non me ne frega niente se i vicini ci vedranno!”

Per quanto l’idea lo attirasse, Sebastian purtroppo dovette rifiutare l’invito del ragazzo e costringerlo ad entrare in casa. Poi, proprio come se avesse appena adottato un bambino capriccioso, dovette portarlo in bagno, minacciarlo per fargli lavare i denti, spogliarlo, cosa che faceva sempre con piacere ma non questa volta, e poi purtroppo mettergli il pigiama, il tutto mentre Blaine sghignazzava, gli faceva proposte oscene difficili da rifiutare oppure cantava le canzoni dei cartoni animati della Disney.

“Quante volte ancora dovrò dirtelo? Io non sono ubriaco tesoro!” ripeté per la centesima volta quando finalmente entrambi se ne stavano sotto le coperte.

“Cerca di dormire Blaine! Ne riparleremo domani mattina quando dovrò darti un’aspirina per il mal di testa”

“Uffa ma io non ho sonno!” si lamentò Blaine accentando la luce e sedendosi in mezzo al letto con il miglior broncio che riuscì a sfoggiare.

“Non possiamo sempre fare la stessa storia ogni volta che un tuo amico sfigato compie gli anni! La prossima volta che ti vedrò alzare troppo il gomito ti ucciderò!” Sebastian era sfinito dalla serata e dalle altre volte in cui il suo ragazzo aveva bevuto, nei prime tre quarti d’ora risultava anche simpatico e divertente ma poi finiva per diventare un vero fardello.

“Tu hai sonno Seb?” chiese Blaine dolcemente leggermente offeso dal tono del suo ragazzo.

“Certo che ho sonno, tesoro!”

“D’accordo allora…. Ti lascio dormire. Ehi! Aspetta ti è caduta una ciglia!” aggiunse eccellendo come i bambini nell’arte del temporeggiare, poi stringendo la ciglia chiara del ragazzo aggiunse: “Su alza il cuscino. Dobbiamo metterla lì sotto se vuoi che a fatina arrivi!”

“Ma quale fatina?”

“La fatina delle ciglia!”

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