Non devo cedere.

di Pure_Red_Fire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non devo cedere. ***
Capitolo 2: *** La rimembranza di Alice ***
Capitolo 3: *** Il mostro ***
Capitolo 4: *** Quello che le madri possono dare ***
Capitolo 5: *** Il sussurrare di Luca ***
Capitolo 6: *** Venezia che muore ***
Capitolo 7: *** Come un verme ***
Capitolo 8: *** Apparenze ***
Capitolo 9: *** Forse ho paura ***
Capitolo 10: *** Colpa di chi? ***
Capitolo 11: *** Papà...? ***
Capitolo 12: *** Incubi. ***
Capitolo 13: *** Vittorie ***
Capitolo 14: *** L'importanza del non reagire ***
Capitolo 15: *** Oscurità...? ***
Capitolo 16: *** Finalmente sola. ***
Capitolo 17: *** Passato ***
Capitolo 18: *** Regole ***
Capitolo 19: *** Ricordi ***
Capitolo 20: *** Corde ***
Capitolo 21: *** Cosine... ***



Capitolo 1
*** Non devo cedere. ***


Irene é una ragazza di 14 anni.
Irene é tormentata.
Ogni giorno guarda fuori dalla finestra e guarda negli occhi la sua pazzia.
Non cede.
Non cederà mai.
Come tutti i giorni arriva a scuola, e Alice, Marco, Luca e Isabella sono lì, ad aspettarla, come sempre.
Loro non sanno che lei sta lottando, che lotta tutti i giorni, 24 ore su 24.
Non devo cedere.
Ormai é solo quello il suo pensiero, a malapena mangia, e appena nessuno la può vedere, vomita.
Allora il sapore amaro della bile si mischia al sapore della sua vita, non li distingue più.
Le crisi di panico, i ricordi, le voci e le immagini che crede di vedere, e sentire, si sovrappongono.
Non devo cedere. Non ora.
Saluta i suoi amici, e entrano in classe.


Le lezioni passano.
I ragazzi decidono di uscire, per fare un giro insieme. Passano le ore, dei ragazzi non si sa più nulla.
Irene corre, si guarda indietro urlando, guardando i suoi amici. Loro sono fermi.
Corre e arriva a casa.
Il giorno dopo non va a scuola.
Sul giornale c'é scritto: "Quattro ragazzi trovati morti, massacrati a colpi d'accetta da una loro amica instabile. I genitori delle vittime chiedono spiegazioni all'assassina."
Irene ha ceduto.

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Capitolo 2
*** La rimembranza di Alice ***


Alice non se lo sarebbe mai aspettato.
Era convinta che avrebbe avuto un futuro, voleva laurearsi, avere figli.
Ma é stata spenta prima.
Irene lo sapeva, che Alice voleva avere un futuro.
Allora perché l'aveva fatta a pezzi?!
La madre di Alice cammina verso il manicomio minorile e entra nella stanza di Irene.
"Ciao, Irene. Come stai?"
"Come se mi avessero succhiato tutta la linfa vitale."
"Ma tu sei qui. Sei viva. Alice no. Perché?"
Nessuna risposta, Irene guarda distrattamente fuori dalla finestra e le sfugge una lacrima.
"Credo sia stata tutta colpa mia."
"Questo -disse la donna- questo lo so già."
Uscì dalla stanza lasciando Irene sola.
Pensó a Alice, al suo futuro spezzato e allora andó in bagno.
Litri di bile giallastra scendevano dalle sue labbra. L'amaro ormai era quasi dolce.
L'infermiera giunge prontamente, ma Irene la scaccia.
Comincia a piangere, senza rendersi conto del motivo, aveva in mente solo la sua migliore amica, morta per mano sua.
Forse provava dolore.
Tornò in bagno e vomitó ancora. Questa volta non scacció l'assistenza medica, ma rifiutó i farmaci.
Si sentiva vuota.

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Capitolo 3
*** Il mostro ***


Buondí! Questo capitolo sarà narrato da Irene, perché ho voglia che sia lei a parlare.

Mi portano fuori, perché dicono che chiusa in quella stanza non guariró mai.
Ma ormai é tardi, e non sono recuperabile.
Con me ho un coltellino, a loro insaputa. Giro nel parco e trovo una lucertola. La prendo e la sventro col coltellino. Il suo sangue lava via la mia sofferenza.
O almeno così sembra.
So solo che un sorrisetto mi compare sulle labbra.
"Oh cielo! -urla un'infermiera- Qualcuno venga qui!"
Arriva la mia psicologa, mi guarda e va a parlare con l'infermiera.
Origlio, ma l'unica cosa che riesco a sentire é l'infermiera, che dice una frase che mi ferisce.
"Quella ragazzina é un mostro! Un mostro!"
Sono considerata alla stregua di un incubo, di qualcosa di viscido e schifoso, come gli intestini della lucertola che ho smembrato.
Ma forse ha ragione. Non vado neanche in bagno, vomito lì dove sono.
Una dottoressa arriva mi metto a piangere.
"Andiamo... -dice lei- Suvvia, non piangere."
Non le do ascolto e vomito ancora.
Sono ridotta a spegnere vite per essere felice.

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Capitolo 4
*** Quello che le madri possono dare ***


Ho una visita.
Mia madre.
Preferirei fosse venuto un boia, ma invece arriva mia madre.
"Se é per dirmi quanto ti ho delusa, esci di qui."
"Irene... Sai che ti voglio bene, vero?"
"Non é vero."
"Irene, sono tua madre, certo che te ne voglio!" dice lei urlando.
La verità é che non mi ha mai amata. Mai una carezza, un abbraccio, una ninnananna o una storia quand'ero bambina.
Per lei amare era comprare tutto quello che volevo e soddisfare ogni mio capriccio, pur di zittirmi.
"Una madre non è questo."
"Che intendi? Che intendi?! Pensi che io sia felice di essere la madre di un'assassina!? Di essere tua madre?"
"Appunto. Una madre ama i suoi figli, che siano mostri o meno."
"Non capisci? Non lo capisci? Ora vieni con me, ti porto fuori di qui."
"No, grazie. Preferisco stare qui. E non vederti più."
"Non ne hai bisogno. Di stare qui."
"Invece sì. Sono schizofrenica. E anche bulimica e sadica. É quello che ha detto la dottoressa."
"No... Bugie... Mia figlia non é così... Tu non puoi essere così!"
"Allora, forse, non sei mia madre. Io sono così. Ed é colpa tua. Di tutte le volte in cui mi hai sminuita, trattandomi male e facendomi sentire una merda. Mi dispiace, ma non lo sopporto più. Ora scusa, ma devo..."
Vomito.
Addosso a lei.
"Ah! Fai schifo! Me ne vado!"
In quel momento entra una ragazza nella mia stanza.
"Tu sei Irene? -mi chiede- Io sono la tua nuova psicologa, quella che avevi prima si é ritirata. Il mio nome é Angelica."
Piangendo, le rispondo: "Ciao Angelica... Benvenuta nella mia schifosa vita, nella vita del mostro."

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Capitolo 5
*** Il sussurrare di Luca ***


I suoi occhi in quel momento erano probabilmente i più tristi, i più angosciati e sofferenti.
Luca, era lui che aveva sofferto di più, era lui che Irene aveva massacrato peggio.
Forse lo aveva fatto solo perché lui provava la più vasta gamma di sentimenti positivi che lei conoscesse.
Sì, perché lui era felice, e Irene ne era, in qualche modo, invidiosa.
Ogni notte sognava il massacro, ogni notte il viso cha la colpiva di più era quello di Luca.
Luca aveva capito.
Aveva capito che Irene lottava, che sua madre la odiava, aveva capito tutto.
Irene non lo poteva sopportare.
Come non poteva sopportare che la sua migliore amica a poco a poco la stesse abbandonando, per andare con le persone "in", con i popolari.
Sì, Alice era morta per quello.
Luca, però era morto in modo diverso.
Luca non aveva lottato, lui subiva, come sempre aveva subito Irene.
Per un momento ha sofferto, come Irene, aveva provato tristezza come Irene.
Un attimo dopo i suoi occhi la stavano perdonando, e lui sussurró un debole "Ti amo", per il quale Irene aveva continuato a massacrare, e per cui aveva vomitato il giorno dopo.
Ogni notte sognava quel "Ti amo", pur non ricambiandolo.
Per colpa di quel "Ti amo", per colpa di Luca, aveva ucciso anche gli altri, in quel vicolo.
Un'altra volta lui provava un bel sentimento, anche in punto di morte.
Irene ne provò uno la prima volta mentre lo uccideva.

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Capitolo 6
*** Venezia che muore ***


Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare...
Ascoltando la musica riesco a rilassarmi.
Ma anche a pensare a loro.
La dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi,
Venezia la vende ai turisti...

Qualcuno venderá mai la mia?
Di tutte le esperienze che mi hanno segnata, questa è quella che rimarrá di più.
Non so se hai parenti sconvolti ha fatto del male...
Vederli morire ammazzati, morire da soli.
Venezia che schifo! Venezia ti riempie il cervello di fatalità.
Del resto del mondo non sa più una sega, Venezia é la gente che se ne frega.

Comprare o smerciare Venezia, sarà il mio destino.
Per mille finestre, c'è solo il vagito di un bimbo che é nato,
c'è solo la sirena di Mestre.

Ognuno, affondando, ognuno ha lasciato qualcosa.
Novella Duemila e una rosa, sul suo comodino...
Irene ha lasciato la morte.
Chissà se ai parenti sconvolti ha fatto del male...
Vederli morire ammazzati, morire da soli...
E tutto per colpa mia.

Note: Questo capitolo é una song-fic sulla canzone Venezia,
di Alloisio, poi cantata anche da Guccini. Le parti in corsivo sono della canzone... Il resto é Irene che parla...

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Capitolo 7
*** Come un verme ***


"Ogni giorno é una notte.
Nel senso che é scuro e triste.
No, non é una notte, perché la notte mi piace.
É un buco, un buco nero che mi divora.
E lo fa procedendo dall'interno, so che per il bene mio e degli altri devo stare qui...
Ma mi sento un animale in gabbia.
E non uno di quelli maestosi e belli, ma di quelli schifosi, pericolosi, indesiderati.
Quasi... Come se fossi uno scarafaggio, no un verme.
Ecco, un verme gigante.
E tutti, da sempre, cercano di schiacciarmi e sbarazzarsi di me.
Ti prego, aiutami."
"Irene, ti giuro che ti aiuteró. -risponde Angelica- Ne andasse della mia intera carriera."

Note: Capitolo scritto mentre ascoltavo "La Notte" di Arisa.

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Capitolo 8
*** Apparenze ***


Mi sveglio alle quattro del mattino, con il grido di Isabella nelle orecchie.
Un urlo agghiacciante.
In ogni colpo che le davo c'era la crudeltà dei suoi insulti.
Ultimamente avevamo litigato.
Diceva che non voleva farsi vedere con una "sfigata mezza emo" come me.
Le ho risposto di andarsene, allora.
Ma lei voleva stare con gli altri e sosteneva che io dovessi andarmene.
No. Nessuno sceglie per me.
Allora per ogni colpo le urlavo tutto quello che le avrei voluto dire.
"Scusa! Scusa Irene, scusa! Non dirò più niente del genere, scusa!"
Le sue urla erano persino fastidiose.
Ora sono strazianti.
At the last time we saw you, you looked so much older.
Quel giorno Isa sembrava davvero più grande.
Solo un'impressione, che nascondeva una fragilità forse maggiore della mia.

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Capitolo 9
*** Forse ho paura ***


Forse ho paura.
Paura di sapere che vuol dire essere me.
Non voglio sapere se starò per sempre qui, perché temo che la risposta sia "Sì".
Ma non mi importa, dopotutto.
Con un gesto ho distrutto tutto il mio mondo.
Una lacrima scende e percorre la mia guancia.
Come ho potuto?
Vorrei il sincero sorriso di mia madre.
Ma quel sorriso non esiste, non é mai esistito.
Vorrei che qualcuno fermasse il fuoco che mi brucia.
Ma ho perso tutto.
Forse però a qualcuno manco...
Spero di no, ho già fatto soffrire abbastanza persone.
Compresa me.
Sono stata disarmata di tutto.
Probabilmente anche della mia dignità.
Bile.
Giù, per lo scarico solo bile.

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Capitolo 10
*** Colpa di chi? ***


"Rilassati -mi dice Angelica- Respira, pensa alla cosa più positiva che ti venga in mente."
"La musica."
"Perfetto."
Dallo stereo parte la lieve musica di una canzone.
"Ho messo una delle tue canzoni preferite."
Missing, degli Evanescence.
"Respira... Così... Brava Irene... Pensa positivo..."
Le immagini del massacro mi passano nella mente veloci.
Mi metto a urlare.
"Shhh... Non é successo nulla..."
"Invece sì. Invece sì. Angelica aiuto. Mi sento sempre più schiacciata verso qualcosa, qualcosa che non so cosa sia! E se ci penso non capisco dove mi trovo, e non respiro bene e poi... Poi vomito! Poi vomito!"
"Bevi dell'acqua. Non è colpa tua. Niente é colpa tua."
Annuisco, ma so che non é così... Non svanirá nulla.
In un attimo tutto può cambiare, ma tutto può restare uguale.
Oppure si ci può abbandonare al niente.
Cosa che non intendo fare.

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Capitolo 11
*** Papà...? ***


Ho sentito una voce.
Mi giro e un uomo sulla quarantina mi guarda.
"Oh cielo... Sei.."
"Sì, Irene... Sono tuo padre."
Baby I've been here before, I've seen this room and I've walked this floor.
"Cosa!?"
Mio padre, l'ultima volta che lo vidi avevo tre anni ed era andato via di casa.
"Scusa se sono stato un pessimo padre."
"No, tu proprio non lo sei stato."
"Probabilmente hai ragione, perciò voglio farmi perdonare da te. Posso?"
Indica la sedia vicino alla mia.
"Fai pure."
Ricordo il motivo per cui ci aveva abbandonate.
Non sopportava più nostra madre.
"Dopotutto non ti biasimo."
"Che intendi?" mi chiede lui.
"Te ne sei andato. Ma non da me, da mia madre, lo capisco."
"Scusa... Scusami tantissimo."
Mi abbraccia.
Ricambio.
"Mi sei mancato, papà. Ho fatto un casino."
"Sei mia figlia. Non importa."
Forse é stato più presente lui negli ultimi due minuti che mia madre in 14 anni.
"Ora... Facciamo le cose che i padri e le figlie fanno insieme."
"In un manicomio?"
Pessima mossa, pà.
"Beh... Potremmo... Non so... Dimmi tu."
"Hei potremmo sventrare lucertole insieme!" é il mio primo pensiero.
Ma lo accantono per "Potremmo chiacchierare un po'..."
Allora ho un attimo di respiro.
Riesco per un attimo a essere felice senza ferire.
Potrei abituarmi...

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Capitolo 12
*** Incubi. ***


Sto camminando in un vicolo buio, e ho in mano un'accetta.
Quella stramaledetta accetta.
Mi avvicino alla mia vittima e mi metto a ridere.
Uno.
Per ogni volta che sono stata abbandonata.
Due.
Per ogni volta che sono stata derisa.
Tre.
Per ogni volta che sono stata ferita.
Ogni ingiustizia, un colpo.
Gli schizzi di sangue si trasformano in oro, che mi orna come se fossi importante.
Infine decido di guardare in faccia la mia vittima.
Papà.
Mi sveglio sudando freddo e urlando.
Lui é lì, che mi guarda preoccupato.
Scoppio in lacrime ma lui mi abbraccia.
"É tutto ok. Su, piccola mia."
É stato solo un incubo.
Mio padre non l'ho distrutto.
Non lui, non l'unica speranza che ho.
Non chi, insieme ad Angelica, mi ha davvero a cuore.

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Capitolo 13
*** Vittorie ***


Mentre parlo con mio padre sento una voce.
Una voce terribilmente familiare.
"Michele?! Che ci fai qui?!"
La voce di mia madre.
Ho un mancamento, ma mio padre mi sorregge.
"Sai com'è, volevo vedere mia figlia. -risponde lui acido quasi quanto lei- E tu?"
"Io sono venuta a riprendermi ciò che é mio."
"Ciò che è tuo?! Ciò che è tuo, hai detto? Irene non é un oggetto."
"Papà... Ti prego mandala via... Non voglio vederla..."
"Come ti permetti, ingrata?"
"Irene ti é stata fin troppo grata."
"Papà mi gira la testa..."
Mi guarda preoccupato, poi si rivolge a mia madre.
"Loretta, basta. Ora vattene. É Irene a dover scegliere, nessuno può permettersi di scegliere al suo posto."
"Michele, per piacere! So benissimo che sceglierebbe me..."
Ad un certo punto intervengo io.
"No, tu non sai nulla, e questa tua ultima affermazione lo prova. Vattene."
Lei esce stizzita, fulminando mio padre con uno sguardo pieno di odio.
Ho vinto io.
Abbiamo vinto noi.

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Capitolo 14
*** L'importanza del non reagire ***


Marco aveva sbagliato, ma forse era solo per il troppo dolore.
Irene non intendeva ucciderlo, almeno all'inizio.
"Irene, é troppo, non sei in te smettila subito, dammi quella cosa."
La buttó a terra e le prese l'ascia.
La sua ascia.
Irene, prontamente, gli sferró un calcio nei testicoli.
Lui molló la presa sull'arma e si concentró sulle sue parti basse.
Irene afferrò l'oggetto e lo decapitó.
Un lago di sangue si formò sotto lo sguardo incredulo di Alice.
"Tu, amica mia, sei la prossima." disse Irene ad Alice.

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Capitolo 15
*** Oscurità...? ***


"AAhhhh! Non... Non uccidermi!"
Mi sveglio da un incubo e vedo che mio padre sta guardando la mia faccia, è sconvolto.
"Irene... Tutto bene?"
"Sì... Credo... Solo incubi."
Però scoppio in lacrime e papà mi abbraccia.
Vorrei solo che non smettesse più.
Mi sento strana... Quasi avessi un presentimento strano.
Ad un certo punto noto qualcosa.
Qualcosa di strano e terrificante.
"Ma... Tu sei... Alice!! Cosa vuoi da me?!"
Mio padre sì guarda intorno, poi mi informa che non c'è nulla.
Ma io la vedo, mi fissa con i suoi occhi verdi.

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Capitolo 16
*** Finalmente sola. ***


Non nego di essere terrorizzata.
Era Alice.
Non riesco a respirare e mi viene l'ansia.
Era proprio lei.< />
Ed era proprio vestita come quel giorno.
"Irene..."
É lei.
"Cosa vuoi... Dimmi cosa vuoi."
"Sei la mia migliore amica, non ti abbandoneró!"
Mi sta... Abbracciando?!
Dopo quello che le ho fatto?
"É il perdono che muove il mondo."
"Ma... Sei... Tipo... Un... Angelo?! O sei un demone??"
"Un... Beh lo definiresti fantasma... Ma io sono qui per aiutarti ad accettare il passato... E a cambiarlo."
"...Cambiarlo?"

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Capitolo 17
*** Passato ***


"Alice... Credi che io sia pazza?"
"Sì... Ma solo al seguito del massacro... Immagina che non ci sia mai stato..."
"Lo so... Ho fatto la più grossa cagata della mia vita..."
"Non volevo arrivare a quello... Se mi prendi la mano posso portarti a vedere cosa sarebbe successo..."
"Okay..."
Una luce fortissima mi viene addosso. Vedo mia madre, vedo me, e vedo Alice. Quella viva.
Io ad un certo punto impazzisco e uccido mia madre.
Torniamo al presente.
"Oh... Mio... Dio..."
"Lo so... Dobbiamo creare insieme una prospettiva di vita felice per tutti. Dobbiamo farlo in questo modo: dobbiamo fare capire a tutti coloro che hanno fatto un errore dove hanno sbagliato. Tu hai capito, perciò sei a posto... Proviamo con gli altri."

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Capitolo 18
*** Regole ***


"Il punto è... Che negli universi paralleli che ha questa realtà, si è riscontrata un'anomalia... Perciò in tutti tu sei un'assassina.
Tuttavia, questo può cambiare... Ma significherebbe "uccidere" questo universo...
Ma non so come fare. Puoi essere solo tu a farlo.
Io so queste cose perché quando sono morta, invece di andare "in un posto migliore" sono finita in una prigione.
Una specie di gabbia di vetro...
Ma ho infranto le regole venendo qui. E così... Solo tu puoi fare qualcosa."
"Prigione? E a chi era destinata?"
"Purtroppo non lo so..."
"I..Io.. Non mi crederanno mai! Sono matta!"
"Vedrai... Vedrai che in qualche modo... Ti aiuteró!"

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Capitolo 19
*** Ricordi ***


"Mio padre?"
"Beh sì... Insomma... Anche se non ti crederà capirá... Credo..."
"Come credi?"
"É solo... Un tentativo..."
"Oh... Okay... Ma ricorderó qualcosa?"
"No. Ora vai da tuo padre."

"Papà... Voglio cancellare il passato. Forse... Se tu non avessi lasciato la mamma a quel modo... Beh se aveste divorziato mantenendo i contatti..."
"Capisco... Tuttavia non posso fare nulla..."
"Prima di uccidere l'universo devo avere la certezza che tu non ripeta errori... Capito?!"
"Cosa?! Irene... É tutto a posto piccina?"
"No, ma fingiamo di sì."

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Capitolo 20
*** Corde ***


"Irene!! Irene riesci a sentirmi?"
"Io... Io non ce la faccio più! Basta, papà, basta! Voi non volete capire e io non vivrò mai in serenità! Alice, aiuto!"
"Irene! Sono qui! Respira, non ti accadrà nulla!"
"Invece sì!"
"Possiamo fermarlo! Insieme possiamo fermarlo!"
"Cosa?! Cosa?!"
"Il cerchio assassino. Dobbiamo solo trovare le Corde e cosa le ha turbate."
"Cosa diavolo sono le Corde?"
"Le regole dell'universo."

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Capitolo 21
*** Cosine... ***


"Papà... Prometti di fidarti di me...?"
"Certo, é ovvio."
"Dobbiamo scappare, fare un viaggio attraverso le dimensioni e uccidere questo universo."
"Ma che ca... Ehm, Irene, per piacere piccina... Puoi spiegarti meglio?"
"Alice ti spiegherà meglio... Mentre dormirai."



"PAPÀ?! ANGELICA?!"
Sono sconvolta.
Ho beccato mio padre e Angelica a fare le "loro cosine"...
Questo é un trauma bello e buono! Come farò a superarlo??!
"I-Irene... Beh sì... Insomma... Ehm... Aspetta, mi vesto e arrivo."
Aspetto mio padre per cinque minuti. Non sarei MAI dovuta entrare nella sua stanza...
"Beh... Io e Angelica siamo diventati piuttosto... Intimi..."
"Direi molto intimi... Papà, sei proprio un inguaribile romantico..."
Ad un certo punto arriva Angelica, che in modo molto persuasivo trascina mio padre in camera...

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