Tutta colpa di un sogno

di Prue786
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il lillipuziano (parte prima) ***
Capitolo 2: *** Il lillipuziano (parte seconda) ***
Capitolo 3: *** Il lillipuziano (parte terza) ***



Capitolo 1
*** Il lillipuziano (parte prima) ***


Tutta Colpa Di Un Sogno

 

 

Sulla scia di “ Una luce e…” (che purtroppo ancora non ho finito di trascrivere… colpa degli esami e della poca volontà…ahi me!) una nuova, strana FF uscita fuori davvero a causa di un sogno…

Solo una cosa, non sono molto pratica e forse i personaggi sono un tantino OOC.

Tengo a precisare che, nonostante li abbia presi, strapazzati e rimandati indietro (anche questa volta), i personaggi di Captain Tsubasa non sono miei ma del grande Yoichi Takahashi !

Grazie in anticipo per l’attenzione!

AVVISO: Per capire appieno la storia si dovrebbe dare una occhiata alla FF sopra citata.

 

 

IL LILLIPUZIANO (parte prima)

 

Una soleggiata giornata di primavera. L’aria è tiepida e profuma di fiori. Il canto delle rondini sembra quasi un invito ad uscire fuori a godere del risveglio della natura. Tutto ispira calma e serenità…

“Accidenti, sono in ritardo!”

Ansimo salendo velocemente una scalinata esterna.

“Ma guarda un po’ se, con tre macchine, in casa, l’unica che deve restare a piedi sono io! Fortuna che è passata quell’anima buona… uff…”

Entro nella casa trafelata e, dopo pochi attimi per riprendermi ed una rassettata ai jeans chiari, entro nella prima stanza alla mia destra fingendo di essere la ragazza più rilassata del mondo ...

“Oh, cavoli!”

L’aria da “sono appena uscita da un corso di yoga” va a farsi benedire perché la mia espressione diventa a dir poco allibita quando vedo, fra un gruppo di invitati alla festa, Jenny, la fidanzata di Philip Callaghan che guarda preoccupata davanti a sé.

Mi volto anch’io nella stessa direzione e fortunatamente rimango senza parole (altrimenti avrei urlato… credo…) perché vedo davanti ai miei occhi una scena fuori da qualsiasi normale immaginazione: Mark Lenders e Philip Callaghan che litigano animatamente! Il bomber della Nazionale Under 21 Giapponese ha in mano uno strano arnese di difficile definizione e inveisce, anzi, sembra quasi voler provocare il difensore che d’altra parte non si fa pregare.

C’è da dire che i battibecchi fra Mark e Philip non hanno nulla di straordinario, anzi sembra che Lenders ci provi gusto a vedere Callaghan che si inalbera.

Il problema, per me, in questo momento, però, non sono le loro urla, ma il fatto stesso che sono lì, in quella stanza, a dar spettacolo davanti a persone che non sanno della loro esistenza e che, fra l’altro, e questa forse è la cosa peggiore, mi conoscono.

Improvvisamente il litigio sembra giungere al culmine: Mark punta minacciosamente l’arnese che ha in mano contro Philip e, senza attendere oltre, ne fa uscire un raggio color arancio che colpisce in pieno il n° 12 dell’Under 21, uscendo poi velocemente dalla stanza.

Lo ammetto, la scena mi ha lasciata completamente senza parole e, più spaventata che altro, non sono riuscita a muovere un solo muscolo; solo quando la “tigre” scompare dalla visuale, mi scuoto e con orrore scopro che Callaghan è scomparso… volatilizzato…

Quasi istintivamente raggiungo il posto dove prima si trovava il ragazzo, nell’inginocchiarmi con fare insensato sul pavimento, vedo la cosa più strana della mia vita (almeno fino a quel momento): Philip è ancora lì, più intontito che mai, ma le sue dimensioni non superano i 7 centimetri .  Guardo il giovane inclinando la testa e, con l’aria di una bambina che prende in mano una bambola di porcellana, lo afferro e lo consegno nello mano di Jenny che, evidentemente è ancora scioccata per la scena di prima perché non batte ciglio nel vedere come è stato ridotto il fidanzato.

Sospiro e, guidata solo dalla frustrazione esco dalla stanza e comincio a guardare da una parte all’altra fin quando non noto, vicino alla porta d’ingresso un gruppo di persone che chiacchierano tranquillamente… in mezzo a loro riconosco Benji che però non sembra essersi accorto di non essere più a Fijisawa!

Mi avvicino velocemente a lui e, senza troppi preamboli chiedo: “Hai visto Mark?

Il giovane mi guarda tranquillamente e ancora più tranquillamente mi fa cenno fuori “è uscito!” Resto alquanto perplessa per la tranquillità della risposta, ma scuoto il capo e mi precipito all’esterno dove faccio appena in tempo a vedere Ed Warner, 2° portiere dell’Under 21, che entra in una macchina argentata seguito da Lenders. Non riesco a pronunciare nemmeno una parola che l’auto sfreccia via mentre un brivido di terrore mi percorre la schiena…

“Io conosco quella macchina… e non è di Ed, né di Mark”

Scuoto il capo cercando di non pensarci, per il momento, e rientro dentro.

“Ma che cavolo sta succedendo qui? … Mark che si atteggia a moderno Mago Merlino, mezza Under 21 catapultata qui, Patty che quando serve non c’è mai…”

Alzo lo sguardo e mi accorgo di essere di nuovo nella… stanza del misfatto dove, Jenny, è seduta, bianca come un cencio, su una sedia, Philip, non si sa perché, è in mezzo alla stanza e Price chiacchiera tranquillamente con gente e me sconosciuta.

“Bene!” esclama portando i pugni sui fianchi “Penso proprio che nella prossima partita dovrete fare a meno di una difensore!”

Il giovane portiere si gira e comincia a guardarmi come se fossi impazzita.

“Ecco com’è stato ridotto Philip Callaghan!” Indico l’esserino a terra nello stesso momento in cui qualcuno urla: “Ehi, è un Lillipuziano! Se lo porto al mercato delle pulci, posso venderlo!”

A quelle parole scoppia una sonora risata mentre mi si gela il sangue nelle vene nel rendermi conto della grande cavolata che ho appena fatto.

“Accidenti, ma perché parlo sempre a sproposito?” Mi mordo la lingua e senza neanche pensare (ormai sembra diventata l’abitudine) afferro il mini giocatore ed esco dalla stanza, cominciato a dirigermi dalla parte apposta all’ingresso. Avverto qualcuno che mi urla qualcosa, ma non ci faccio caso, infilandomi nella prima stanza vuota che trovo, il bagno, e chiudendo la porta a chiave.

“Accidenti…”

 Sospiro e vado a sedermi sull’orlo della vasca.

“Ma che diavolo sta succedendo?”

Sbuffo e abbasso lo sguardo mentre tambureggio con i piedi nella speranza di cercare di calmarmi in qualche modo, ma il rumore ritmico riesce solo a snervarmi di più… una mattinata cominciata come le altre… beh come le altre non proprio però, nel complesso normale… Mi alzo di scatto cominciando ad camminare avanti e indietro…

 “Ehi, ti dispiacerebbe lasciarmi andare?”

Mi volto a guardare la mia mano e vedo Philip tutto imbronciato che sta cercando di liberarsi dalla mia stretta. Sorrido divertita.

“Scusa, mi ero completamente dimenticata di te!”

Appoggio il giovane sulla vasca e lo lascio andare.

“Rincuorante, davvero!”

“Noto con piacere che ti sei ripreso dallo schoc!”

Faccio una smorfia mentre il calciatore si sgranchisce le gambe.

“Non lo so se mi sono ripreso… tu sai cos’è successo?... A proposito, se non sbaglio sei quella ragazza che ogni tanto compare agli allenamenti, giusto?”

“Ehm…” Guardo il ragazzo un po’ in dubbio.

“Si, sono io… almeno credo… sono l’… amica di Patty!”

“Già, come sospettavo… allora, cosa mi è successo?”

“Dunque… ehm… mettiamola così!” Mi siedo sulla vasca e guardo negli occhi il giovane, per quanto è possibile.

“Mark Lenders ha usato uno strano oggetto e ti ha rimpicciolito!”

“Fantastico!”

Philip non si scompone più di tanto, e questo mi lascia alquanto perplessa.

Comincia a camminare e, allargando le braccia esclama: “È ovvio che si tratta solo di un sogno, quindi non c’è da preoccuparsi!”

“Fantastico!”

Questa volta sono io a dirlo.

“Almeno qualcuno che la prende con fil…”

Qualcuno bussa violentemente alla porta.

“Bussano! Forse dovresti aprire!”

Mi alzo sbruffando

“Ma dico io, neanche in bagno si sta tranquilli!... Chi è?”

“Sono io, Benjiamin, apri!”

Faccio scattare la chiave nella serratura e socchiudo la porta. Il volto sconcertato del ragazzo fa capolino nella stanza.

“Mi spieghi che sta succedendo?”

“Eccone un altro!” Sospiro ad apro la porta, facendo entrare.

“Allora, che ci fai qui!”

“Ti prego, una domanda alla volta! E poi che significa cosa ci faccio qui? Semmai cosa ci fate voi qui? Questa mattina sapevo di andare ad una fasta in famiglia e… e improvvisamente mi trovo davanti Mark e Philip che litigano e… ah ì, che nervi!”

Agito le braccia in aria, esasperata.

“Ok, ok, però non perdiamo la testa, altrimenti è finita! Dov’è Philip?

 Benji si gira intorno mentre afferro il calciatore in miniatura e lo faccio vedere al giovane.

“Eccolo qui!”

“Oh, ciao Phil, tutto bene?”

“Certo, tanto sto sognando…!”

Il portiere lancia un’occhiata eloquente alle parole del compagno di squadra e a me non resta che sospirare scuotendo il capo.

“Questo è veramente troppo! Io mi licenzio… chiamiamo l’FBI e affidiamo a loro il caso!”

“Hai forse battuto la testa? È l’idea più balzana che ti sia mai venuta in mente! Dobbiamo stare calmi e, prima di fare qualsiasi altra cosa, raccontami come sono andate le cose!”

“E va bene…”

 

*  *  *

“Quindi, se ho capito bene, qui in giro dovrebbe esserci un Mark Lenders più psicopatico del solito, giusto?!”

“Se vuoi metterla così…!

“Ok, trovare Mark è scontato, ma, per il momento sembra la cosa più complicata…”

“E allora che proponi di fare?”

Il giovane alza le spalle.

“Beh, innanzitutto usciamo da questo… bagno!”

Il suo viso assume un’aria contrariata mentre posa lo sguardo sulle mattonelle a quadri.

“Prendi Philip, andiamo a recuperare Jenny e poi… ce la filiamo!”

“Ma come accidenti parli?”

Faccio salire Callaghan in una mano e cercando di non sballottarlo troppo vado ad aprire la porta.

“Perché, che ho detto di strano!”

Scuoto il capo.

“Niente, Price, proprio niente!”

 

*  *  *

Pochi minuti e il portiere esce dalla stanza dove poco prima ha avuto inizio il tutto, parlando con tranquillità con una Jenny che sembra in vena di fare tutto tranne che stare ad ascoltarlo. Quando si accorge della mia presenza sgrana gli occhi e domanda in un sussulto: “Philip sta bene?”

“Si, certo!”

“E dov’è? Voglio vederlo!”

“Ehm… si, ma non qui!”

Lancio un’occhiata a Benji che annuisce ed esclama: “Bene, ora usciamo da qui, sto diventando intollerante a questo posto!”

I due si avviano e sto per seguirli quando mi sento bloccare da una mano sulla spalla.

“Si?”

Mi volto e il sorriso mi muore sulle labbra, diventando una smorfia grottesca.

“Ciao… Ant… come va?”

Il ragazzo dai capelli corvini sparati in aria che mi si para davanti mi fissa con aria interrogativa e, dopo un sospiro, esclama: “Ti ho accompagnata qui dieci minuti fa, non penso siano potute cambiare tante cose!”

“Eh… si, penso tu abbia ragione!” annuisco molto vivacemente e ridacchio con aria stupida.

“Comunque, ero venuto a portarti questa!” esclama mostrandomi una borsa nera.

Sorrido sollevata.

“Ah, che gentile, grazie! Non mi ero neppure accorta di averla dimenticata!"

“Già, però volevo chiederti una cosa…”

Comincia a gelarsi il sangue nelle vene ma continuo a sorridere come se tutto a meraviglia.

“Ecco, ho parcheggiato la macchina qui fuori una decina di minuti fa, per venirti a cercare… sono uscito pochi secondi fa e… beh, ti sembrerà assurdo, ma non c’è più!”

“Eh… ma… sei- sei sicuro di aver guardato nella direzione giusta? Può darsi che l’hai parcheggiata in un altro posto, no? Succede!”

Faccio spallucce e sorrido cercando di essere convincente.

“No, sono sicuro di aver guardato bene, la mia macchina è scomparsa!”

“Ehm… si, ecco… io, non mene intendo di queste cose, non so nemmeno di che tipo di macchina hai… potesti chiedere in giro…”

“Si, così mi prenderebbero per un pazzo visionario!” il giovane incrocia le braccia al petto e inarca le sopracciglia.

“Ma, sei sicuro di non aver lasciato le chiavi dentro?”

A quella domanda cala il silenzio.

Scuoto lentamente la testa pensando: “ Non è possibile! Dimmi che non l’hai fatto per davvero! Avanti, dillo!”

“Ok, non adesso dobbiamo andare!” Prorompe all’improvviso Benji, con aria risoluta.

Lo guardo con aria incredula continuando a scuotere il capo ma il giovane portiere mi da una spinta in direzione del portone.

“Alla prossima, amico!”

Mi sorpassa trascinandosi dietro Jenny, mentre all’improvviso mi ricordo che ho in mano un essere umano e con uno scatto apro la mano con il terrore di aver schiacciato Philip durante la conversazione.

Fortunatamente non è successo nulla di irreparabile anche se il giovane sembra un tantino scombussolato e mi fissa con aria decisamente truce. Accenno un sorriso e affretto il passo, ma vengo bloccata nuovamente.

“Tu sai qualcosa e non vuoi dirmela!”

Fisso il ragazzo con aria confusa.

“Cosa?”

“Perché, sennò, avresti tutta questa fretta di andartene?”

Evito di guardarlo negli occhi d esclamo: “Ascolta, adesso non è proprio il momento, ho davvero da fare… devo andare, ciao-ciao!”

Mi giro e, con pochi passi sono fuori. Scendo velocemente la scalinata.

“Hai capito perché sono stressata?” Sibilo tra i denti al povero Callaghan che si limita solo a sussurrare: “Se quest’incubo non finisce in fretta, sarò io quello stressato!”

Il rombo di un motore mi fa voltare appena in tempo per fare un salto indietro ed evitare che i miei piedi finiscano sotto un’ auto rossa fiammante con Price al volante.

“Su, avanti, sali!”

Annuisco solamente, ma non faccio neppure in tempo a chiudere lo sportello che il giovane riparte a tutta velocità.

 

“Attento!” Urlo mentre vedo un animale in mezzo alla strada.

Il portiere sterza bruscamente e per poco Philip non vola contro il parabrezza.

“Ma da dove cavolo è spuntata quella pecora?” Sbraita Benji inviperito.

“Pe-pecora?... Quella era una pecora?” Chiedo ancora traumatizzata dalla manovra.

“Si che era una pecora! Accidenti a lei, per poco non ci faceva ammazzare… ma dove cavolo vivi?”

“Ehm, Benji, guarda che puoi andare anche più lentamente, non stiamo inseguendo nessuno…”

“Scherzi? Guido sempre a questa velocità!”

“Ho capito!” Esclamo alterata. “Ma siamo su di una strada di campagna, non sull’autostrada! Ma chi ti ha insegnato il codice stradale?”

“Adesso non incominciare! Mi sembri mia madre!”

Sono sul punto di rispondere ma mi freno e inspiro profondamente, scuotendo la testa: “Se ci ammazziamo gli faccio causa… anche dall’altro mondo!”

Incrocio le braccia e metto il broncio, guardando fuori dal finestrino.

“E ora dove accidenti vado? Questo diavolo di posto non lo conosco!”

La macchina si ferma ad una biforcazione prima di segnaletica.

Faccio finta di non sentire e riprendo a guardare fuori.

“Oh, accidenti, sei tu che vivi qui! Devi pur saper qual è la strada giusta!” la voce del giovane è alquanto stizzita.

“…Bene, allora vuol dire che ne prenderò una a caso… oh, andiamo se è per la storia di prima, sappi che non ho nessuna intenzione di chiedere scusa!”

Mi volto e rispondo con un: “Chi? Offesa, io? Ma sei forse matto?” Mi giro nuovamente: “Non mi chiamo Benji Price!” sghignazzo e non dico più nulla.

“Da quand’è che sei diventata così acida?”

“Lo sono sempre stata!”

“Evidentemente non me ne sono mai accorto!”

“Infatti!”

“Ma voi dello spirito di squadra non ne avete mai sentito parlare?”

“Ecco, Phil, spiegaglielo tu a questa ragazzina!”

“Ragazzina a chi?”

Stringo i pugni e fisso il conducente.

“Ahi!”

“Ohi, scusa Philip!” lancio un’occhiata all’esserino che ho in mano.

“E comunque, mister lavoro di squadra, se non hai idea di dove vuoi andare, come faccio ad indicarti la strada?”

“Sua altezza mi scuserà se non ho idea di dove siamo!”

“Ma…”

“La volete smetter di fare i bambini! Piantatela!”

La voce ci Jenny ci fa sussultare.

“Je… Jenny…” Balbetta Price quasi intimorito.

“Si, avete capito bene, ne ho abbastanza dei vostri battibecchi, non vi sopporto più! E adesso voglio sapere dov’è Philip!”

Fisso la giovane senza trovare il coraggio di dire nulla e istintivamente guardo la mia mano dove vi è un Callaghan con un sorriso soddisfatto in volto. Lancio un’occhiata al portiere che con un cenno del capo indica la ragazza sul sedile posteriore e senza osare contraddire nessuno, porgo il n°12 alla giovane che lo prende delicatamente senza aprire bocca.

Sono quasi tentata di promettere il massimo dello sforzo per riportarlo alle sue dimensioni naturali, ma mi mordo la lingua.

Il suono di un clacson ci fa voltare.

“Benissimo, ci mancava la coda! Ed ora?” Price tamburella sul volante, infastidito.

“Beh, prendine una a caso, tanto ci ritroveremo più o meno alla stessa posto!” Sorrido con aria innocente mentre il giovane riparte mugugnando far sé: “Prima o poi ti elimino dalla faccia della terra, essere inutile!”

Faccio finta di non aver sentito, rispondendo con un’alzata di spalle.

“Dì un po’, quel ragazzo è il proprietario della macchina che hanno preso Ed e Mark?”

“Chi?... Ah, si, proprio cosi!” Sospiro ripensando all’accaduto di poco prima e, improvvisamente mi viene un dubbio.

“Ehm, Benji, spero che questa macchina sia tua, vero?”

Il giovane ridacchia

“Hai visto che bolide! Certo che è mia!”

“Perfetto, almeno ci eviteremo altri guai!”

”Ma si può saper per chi mi hai preso? Sono un calciatore, non un ladro di macchine!”

“Si, certo, a proposito di calciatori, ma che cavolo di fine hanno fatto gli altri?”

“Beh, in effetti dovevano esserci anche loro… ma a quanto sembra non hanno fatto in tempo per il… cambio di nazione!”

“Magnifico, qualche altra bella notizia?”

“Io non ho certo paura di dover fronteggiare Lenders da solo! L’ho già steso una volta e posso farlo di nuovo!”

“A si? Guarda che non l’hai steso… si è beccato solo un pugno inoltre, se la memoria non ti fa cilecca, mi sembra che lui te l’abbai restituito!” Esclamo incrociando le braccia.

“Uhm? Dettagli!”

“Si, ma dimentichi che con lui c’è un qualcuno con una cintura nera di karaté…”

“Oh, e quanto la fai lunga!”  

Benjiamin parcheggia sul ciglio della strada e spegne il motore.

“Ed ora che si fa?”

“Ecco… dunque, vediamo… a dire il vero non ne ho idea… siamo ad un punto morto ancora prima di cominciare!”

“Ma, non avete detto che Lenders e Warner sono andati via con l’auto di quel ragazzo?!”

“Si, certo!”

“E allora, la cosa più semplice ed ovvia da fare è quella di denunciare il furto alla polizia!”

“Ma certo, Phil ha ragione! Che stupidi, perché non ci abbiamo pensato prima?” Price gira la chiave e mette in moto la macchina.

“Dov’è il commissariato più vicino?”

“Calma, un attimo! Cosa ci andiamo a fare dalla polizia, se non sappiamo nemmeno la targa della macchina ?”

”E allora…?”

“Parti e segui le mie indicazioni!”

“Perché, scusa?”

Faccio spallucce.

“Torniamo indietro e, volente o nolente, ci portiamo dietro Anthony!”

“Finalmente cominci a ragionare!” Sghignazza il giovane cominciando a premere sull’acceleratore.

“Ah, ah, ah… tu, invece, stai diventando sempre più simpatico!”

 

 

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Capitolo 2
*** Il lillipuziano (parte seconda) ***


IL LILLIPUZIANO (parte seconda)

 

 “Allora, tu entri, lo porti in macchina e partiamo senza tante storie!”

“Va bene!” Annuisco distrattamente, sbirciando fuori.

Esco dall’auto e, guardandomi intorno, comincio a salire le scalinate esterne. Sono sul punto di entrare all’interno dell’abitazione quando qualcosa mi fa girare…

“Eccolo!” Penso sorridendo e precipitandomi di nuovo giù, rischiando di finire a terra: “Si, va beh, ormai la giornata ha preso una brutta piega!”

Scuoto il capo e mi avvicino ali giovane che, ignaro della mia presenza si sta guardando intorno con tutta l’aria di aver perso qualcosa. Senza tante cerimonie lo afferro per un braccio e prendo a trascinarlo.

“Ehi, ma che ti prende? Non te ne eri andata?”

“Già, cambiamento di programma!”

Il ragazzo si ferma.

“Ma che sta succedendo? Sei strana!”

All’esclamazione sghignazzo.

“Ti assicuro che questo è ancora niente!”

Raggiungiamo la macchina e lo faccio salire sui sedili posteriori, mentre io ritorno al mio posto.

“Hai fatto in fretta!”

“Si, fortunatamente si!

“Ehm, dove stiamo andando?” Chiede il ragazzo appena l’auto si rimette in moto.

“A denunciare il furto!” Esclama Jenny con un sorriso.

“Ah… ciao… ehm, ascolta, ma sono tuoi amici?”

“Mi sembra ovvio, no?”

“Uhm... “ Anthony mi fissa con aria perplessa per poi guardare Benji.

“Ci conosciamo già?”

“Come dici?” Il portiere gli lancia un’occhiata e torna a guardare la strada.

“Hai un’aria familiare!”

“Ecco fatto!” Penso tra me: “Ora siamo nei guai!”

“No, non penso, è la prima volta che ti vedo!”

“Strano, eppure mi sembra di…!”

“Ma si, è venuto qualche giorno qui quando facevamo il liceo, eh-eh, devi averlo intravisto in quel periodo!”

Sorrido con aria speranzosa mentre il ragazzo inarca le sopracciglia pensieroso.

“Uhm… si, forse hai ragione…!”

“Forse ha visto la partita che abbiamo giocato con la Nazionale Italiana !”

Un brivido mi percorre la schiena a sentire Philip che pronuncia quelle parole.

Anthony si guarda intorno mentre Jenny ha assunto un’aria allarmata.

“Ma chi…?”

“Il Commissariato, accosta!” Urlo più del dovuto ed apro la portiera prima che la macchina sia ferma.

“Scendiamo! Prima facciamo la denuncia e prima ce ne andiamo!” Parlo senza neanche tentare di riflettere.

“Ma che stai farneticando?”

Benji scende dall’auto e scuote la testa.

Gli rispondo con un sorriso tirato.

“Allora, Ant, sbrigati, dai! Jenny, voi…ehm, cioè, forse è meglio se rimani qui!”

La giovane annuisce e sorride con aria sollevata, mentre, fa le sue mani scorgo Callaghan con in viso un’aria contrariata.

Scuoto testa e prendo a camminare velocemente.

“Accidenti a me e alla mia linguaccia!”

“Cerca di calmarti, ti farai prendere per pazza!” Price mi precede ed entra nell’edificio.

“Ma che vuole, io sono calma, anzi, calmissima, mah…” Faccio spallucce e lo seguo.

 

“Benissimo, ora che avete denunciato il furto, potete anche andare a casa, se ci saranno novità sarete avvisati!”

Un poliziotto di mezz’età ci guarda sorridendo con aria bonaria… forse un po’ troppo bonaria.

“Senta… io… ecco, forse non servirà a nulla, ma, ho visto, poco prima del furto due persone alquanto sospette…!”

“Beh, possiamo fare un identikit e controllare se hanno precedenti!”

“Ehm… ecco… “

Mi guardo intorno un po’ dubbiosa.

“Ehi!”

L’urlo di Anthony fa sobbalzare tutti.

“Ehi, quella è la mai macchina!”

“Cosa?” Chiede il poliziotto, ma il giovane sfreccia via senza dire altro.

“Aspetta, dove stai andando! Accidenti!”

Faccio qualche passo e mi volto.

“Stavolta non me li faccio scappare!” Esclama Benji cominciando a correre.

“Cos… ma… aspetta!!!”

Cerco, per quanto è possibile, di seguire il giovane, ma una volta uscita, lo vedo già in auto.

“Sali, presto!”

Mi infilo al volo nella vettura e mentre allaccio la cintura di sicurezza esclamo: “Prendiamo Anthony!”

“Ok…”

Price frena bruscamente affiancando il giovane che, senza farselo dire, salta all’interno.

“Presto, dobbiamo raggiungere la mia macchina!”

“Agli ordini!”

Un’improvvisa accelerata e ci ritroviamo a rincorrere un’auto grigia per stradine poco idonee alle corse automobilistiche.

“Ancora non hanno capito con chi hanno a che fare… vi faccio vedere come li raggiungiamo!”

“Si, ti credo, ma possibilmente vorrei rimanere viva…!”

“Disfattista…!”

Sollevavo le sopracciglia mentre penso: “Dì quello che vuoi, ma io ci tengo alla mia pelle!”

Non ho neanche finito di formulare il pensiero che intravedo una macchina color verde scuro che sta per uscire da un incrocio.

“Rallenta… “

Suggerisco senza troppa convinzione. Il portiere preme ancora di più il piede sull’acceleratore e, alla vista dell’auto, che non accenna a fermarsi, inizia a pigiare con foga sul clacson: “Togliti di mezzo, mezzacartuccia!”

Sfrecciamo senza ritegno a pochi metri dall’auto e il giovane sghignazza soddisfatto.

Rimango rigida per qualche secondo per poi girarmi dietro dove Anthony sembra non essersi accorto proprio di nulla e Jenny mi fissa scuotendo lentamente la testa.

Riprendo a guardare la strada e in lontananza noto una macchia grigia che si avvicina sempre più.

“Ah-a, vi abbiamo raggiunti!”

L’auto davanti a noi gira all’improvviso a sinistra, scomparendo dalla visuale.

“Dove vogliono andare?”

“Io… non ne ho idea, non mi sembra di aver mai girato da quella parte…” Dichiaro con aria un po’ preoccupata.

Arriviamo anche noi allo stesso punto e il conducente gira senza porsi tanti problemi.

“Sbaglio o quello era un divieto d’accesso?” Dice Jenny poggiando una mano sul sedile anteriore.

“Infatti, è la strada che abbiamo fatto prima!” Esclama Anthony con tranquillità.

 “Perfetto, stiamo andando contromano, prima o poi saranno costretti a ferm…”

Price si interrompe per sterzare bruscamente e permettere il passaggio all’auto che procede in senso contrario.

“Dicevi?” Domando sarcasticamente.

“Oh, al diavolo!”

 Un’altra sterzata e la macchina si ritrova a correre con le due ruote destra, fuori dalla carreggiata.

“Be… Beeeenji-ji, ra-ral-ll-lenta-ta-a-a…!” Esclamo singhiozzando, mentre l’auto saltella tranquillamente sulla ghiaia.

Mi risponde solo una grugnito mentre infilo le unghie nel sedile e cerco di pensare ad altro.

Abbiamo ormai perso di vista la macchina di Anthony quando ci ritroviamo nuovamente al punto di partenza.

“Dove sono?” Chiede Anthony con foga.

“Accidenti!” Benji picchia violentemente con le mani sul volante.

“Li abbiamo persi…!”

Mi mordo un labbro sospirando.

“Abbiamo rischiato di ammazzarci e non abbiamo concluso nulla!” Penso fissandomi le scarpe.

Nell’auto è sceso il silenzio e a romperlo è una voce “fantasma”: “Ora dobbiamo solo sperare che li trovi la polizia!”

“Ma…”

“Ben, smettila!” Esclamo prima che il mio ex compagno di classe possa insinuare qualcosa.

“Cosa?” Il giocatore mi fissa come appena sceso dalle nuvole.

Alzo le spalle.

“Ehm… sii positivo!”

“Ma che dia…”

“A proposito!” Anthony interrompe il dialogo privo di senso: “Da dov’è uscita la storia dei due sospetti?”

Deglutisco e sorrido con aria innocente.

“Ecco, vedi, la… la situazione in cui ci troviamo…” Comincio senza sapere dove potrei andare a finire: “…è più complicata  di quello che potrebbe sembrare e… ecco, non sempre si può fare quello che si ritiene giusto…”

Evito lo sguardo del giovane e improvvisamente comincio a sentimi come ad un esame... quando cerco in tutti i modi di arrampicarmi sugli specchi: “Quindi, se dico o faccio qualcosa che ti sembra strano, sorvola!

Ant mi guarda con aria stralunata.

“Ehi!”

La voce di Philip si fa risentire e tre paia di occhi fissano Jenny che diventa improvvisamente paonazza, voltandosi verso il finestrino dove Callaghan sta tranquillamente guardando fuori.

“Ma quello è…”

“Ma che… com’è arrivato qui?” Quasi urla Benji, prima che la ragazza possa esclamare: “Rob Denton!” Con aria sorpresa e sollevata.

“Ehm… credo che non ci sopporti più!” Sussurro a Price che guarda con soddisfazione il compagno di squadra che, in quello stesso momento, si sta guardando intorno con aria spaesata.

“Non ditemi che si è accorto solo ora di quello che è successo!” Esclamo con aria insicura.

“Aspettate qui, vado a prenderlo!”

Mi volto verso il giovane portiere che, senza attendere oltre, apre lo sportello ed esce dalla macchina.

“Però, se continuiamo così, staremo un po’ strettini in questo… bolide!” Penso lanciando un’occhiata ad Anthony che sembra alquanto disorientato.

“Adesso non mi dirai che quello è uno dei due sospetti che hai visto?!”

A quelle parole scoppio a ridere.

“Ma no! Come ti viene in mente una cosa del genere!”

Il giovane alza le spalle e sorride, facendo la linguaccia.

“Lenders e Warner!”

“Cosa?”

Guardo il finestrino e poi Jenny, che ha la mano sulla maniglia dell’auto.

“Lì!” Indica con un dito.

In quel momento avverto una brusca frenata.

“La mia macchina!”

“Oh, smettila, tu e la tua dannata macchina!” Sbotta Jenny innervosita, aprendo il portello.

“Ci sono cose più importanti, come Philip, ad esempio!” Esce e chiude con violenza la porta.

“No, Jenny… aspe… sì, va beh!”

“A si, beh, io non so chi sia questo Philip.” Apre anche lui la porta ed esce.

“Dove credi di andare?”

“A riprendermi la macchina, ovvio!”

“Ma… perché nessuno mi dà ascolto?” Sferro un pugno al sedile mentre la mia attenzione viene catturata dal portello dell’auto grigia che si apre.

“No, non di nuovo!”

Esco dalla macchina :”Voi due, fermatevi!”

Vedo l’oggetto di dubbia natura venir fuori dall’auto seguito da Mark che, senza neanche esser sceso, lo punta verso i ragazzi.

“Jenny, Anthony, accidenti a voi… se non venite qua!... cacchio!”

Aumento il passo senza avere la minima idea di cosa fare e, prima che possa farmi venire qualcosa in mente, l’aggeggio viene puntato verso Benji.

“Fermo!!!”

Un fascio arancione viene sprigionato dall’oggetto e, mentre Rob cerca di spingere lontano l’amico, la luce colpisce entrambi.

Jenny e Anthony si bloccano e non muovono più un passo mentre l’auto grigia riparte senza neanche attendere che lo sportello si sia chiuso.

“E ora? Che devo fare?” Mi chiedo guardandomi attorno spaesata.

Con fare insensato torno indietro e, posizionandomi al posto di guida dell’auto di Benji, metto in moto e spingo a tappeto l’acceleratore, facendo spaventare Jenny e Anthony quando sfreccio a pochi metri di distanza.

Ora, ammetto di non essere un pilota eccezionale, ma comincio ad avvertire l’adrenalina che sale sempre più e una voglia matta di raggiungere i due fuggiaschi mi fa aumentare ancora di più la velocità.

Uno sguardo allo specchietto retrovisore e due figure che si stanno sbracciando, mi fanno di colpo ricordare qualcosa o, per meglio dire, qualcuno.

“Oh, mammina! Benji e Rob!”

Freno bruscamente e, mentre l’idea che possa averli (involontariamente) investiti comincia a martellarmi in testa, cerco di tornare indietro il più velocemente possibile.

Mi fermo ad una decina di metri dal luogo dove dovrebbero essere i ragazzi e scendo dal mezzo, mentre vedo Jenny ed Anthony che si avvicinano.

“Che fine hanno fatto?” Chiede subito la ragazza ignorando le continue proteste di Philip affinché lo lasci andare.

“Io… io non lo so!”

“So-sono scomparsi all’improvviso!”

Anthony mi afferra una spalla cominciando a stringere convulsamente.

“Non sarà che…” Sussurra la giovane, mentre mi guarda senza riuscire a continuare.

“Jenny, lasciami andare ti prego, devo cercare i miei compagni!” Callaghan si sforza per cercare di uscire dalla mano della ragazza.

“Dove sono finiti?” Urla Anthony con il volto rosso.

“Fai silenzio, per piacere e lasciami andare!” Esclamo stizzita mentre avverto una stretta allo stomaco.

“Vado a vedere cos’è successo!” dichiaro più per convincere me stessa a farlo, che per informare gli altri.

Mi volto e cerco di camminare con passo fermo, con gli occhi che guardano a terra, voltandosi furiosamente da una parte all’altra.

D’un tratto mi blocco e mi inginocchio a terra con cautela: “Ragazzi?”

Cammino carponi: “Dove vi siete cacciati?... Avanti, uscite fuori!”

Deglutisco… la gola secca: “Dai, così mi fate venire un colpo!”

“Ehi, Einstein, siamo qui!”

Alzo lo sguardo e scorgo, poco distante, due esserini che si avvicinano.

Mi rilasso e quasi mi viene da ridere a vederli conciati in quel modo.

“Qualcuno mi spiega cos’è successo?” Chiede Rob con aria frastornata, per poi aggiungere: “E tu che ci fai qui?”

Sospiro: “Non lo so!”

“Sai, a volte me lo chiedo anch’io!”

“Price, taci!”

“Già, è quello che dovresti imparare a fare tu, qualche volta!”

“Ti sto ignorando… avanti, vi porto in macchina!”

Prendo i due… giocatori mignon fra le mani e raggiungo la giovane che sorride con aria sollevata.

“Tutto a posto, vero?... A parte…”

“Si, per fortuna si!” Esclamo alzando le mani.

“Cosa pensi di fare ora?”

La domanda mi manda  nel panico.

Fisso la ragazza con aria imbambolata e solo allora realizzo che siamo rimaste solo noi due a dover districare quella matassa…

“Allora, cos’è successo?”

“… già, noi due ed Anthony, che se ora non la smette di urlare…”

“Ehi, mi stai ascoltando?”

“Basta!”

Questa volta è Jenny a strillare.

“Smettila di urlarmi nelle orecchie!”

Inarco le sopracciglia.

“Jenny ha ragione, stai diventando insopportabile!”

“Ma…”

“Ant, per piacere, devi lasciaci un attimo da sole!” Esclamo nascondendo entrambe le mani dietro la schiena.

“Bene, anzi, benissimo! Potevi anche dirlo prima se la mia presenza ti dà tanto fastidio!”

Il ragazzo mi fissa con aria offesa, stinge i pugni e si allontana.

“Ma no… Anthony, io non…” Lo guardo andare via, in direzione della costruzione.

“Accidenti!” Quasi urlo pestando un piede a terra.

“Forse potresti parlargli…” Jenny mi poggia una mano sul braccio, ma scuoto la testa e, guardando a terra, esclamo: “Andiamo in macchina, lì staremo più tranquilli!”

“Come vuoi!”

“Ho cose più importanti a cui pensare…”

Cammino lentamente, seguendo Jenny verso l’auto.

“Non posso perder tempo dietro alle sue lamentele!” Inarco le sopracciglia e stringo le labbra.

“Siamo nel pieno di una vendetta fra calciatori e non c’è bisogno che  anche lui…”

“Quella è la macchina dell’incrocio!”

L’esclamazione di Philip interrompe i miei pensieri.

“Quale?” Chiede Benji con interesse.

“Quella verde che ha appena parcheggiato!”

Alzo lo sguardo nel momento in cui tre della quattro portiere si aprono.

“Non è possibile!” Sussurro non riuscendo a reprimere un sorriso.

“Patty!”

Comincio a correre mentre la ragazza in questione alza lo sguardo poco prima che le butti le braccia al collo.

“Ehi, fai attenzione, ci siamo noi qui!”

Ignoro la voce.

“Sei arrivata, per fortuna! Sono stata sul punto di strangolarlo!”

La giovane rimane un attimo senza parole non so se per la sorpresa o per il fatto che l’ho mezza stritolata.

“Chi? Cosa? Che ci fai qui?” Domanda la ragazza un po’ sorpresa.

“È successo di tutto!”

“Ci credo bene, ma chi è che vuoi strangolare?”

“Benji!”

“Si, adesso è sempre colpa mia!”

Patty si volta, non riuscendo a capire la provenienza della voce.

“Che ha fatto Benji?” Chiede incuriosito Holly.

“Per poco non ci siamo ammazzati grazie alla sua guida spericolata, è insopportabile!”

“Senti chi parla!”

“Guida spericolata?” Chiede Patty continuando a guardarsi intorno.

“Si, non salirò mai più in macchina quando ci sarà lui al volante… a proposito che fine avete fatto? Ormai eravamo circondate da microbi!”

“Ti riferisci per caso a noi?”

“Benji?” Chiede dubbioso Baker, avvicinandosi.

“Ragazzi, siamo qui!” Esclama Rob con aria divertita.

“Ehm… ma…”

Patty abbassa lo sguardo, fissa i due ragazzi fra le mie mani per poi fissarmi.

“Che vi è successo?” Domanda Holly avvicinando la testa per guardare meglio gli amici.

“Abbiamo sbagliato lavaggio e ci siamo ristretti!” Ridacchia Denton.

“Io ci rinuncio! Sono in una gabbia di matti!” Esclama Price coprendosi il viso con una mano.

“Io…” Comincia Gatsby sospirando: “Credo che dovrete spiegarci un po’ di cose!”

 

 

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Capitolo 3
*** Il lillipuziano (parte terza) ***


IL LILLIPUZIANO (parte terza)

 

Mi appoggio con un sospiro alla macchina di Price e incrocio le braccia al petto.

“E questo è tutto!” Sussurra Jenny con aria rassegnata abbassando la testa, mentre Philip, in piedi sul tetto dell'auto, la fissa con aria sconsolata.

“Secondo voi sarà stato il troppo allenamento a far ammattire Mark?” Chiedo con una smorfia.

“È una cosa assurda!” Patty continua a camminare avanti e indietro con un’     espressione incredula dipinta sul volto: “Eppure è quello che è successo!”

Philip si siede sul tetto della macchina e sbuffa rumorosamente: “Questa situazione comincia a darmi sui nervi… Eh… ma quando sarà tutto finito cambierò i connotati a quel Lenders…”

“Philip, smettila, ci manca solo che vi prendiate a pugni!” Jenny scuote il capo e lancia un’occhiata indignata al ragazzo.

"Ma non può essere, non posso credere che Mark..." Comincia Holly inarcando le sopracciglia.

"E invece devi crederci... e vuoi sapere perché? Perché è un babbuino, ovvio!” Ribatte Benji con aria annoiata, anche lui sul tetto dell'auto.

Hutton guarda il ragazzo e si volta verso Baker che alza le spalle: "Sembra impossibile che abbia potuto fare una cosa del genere ai suoi compagni di squadra!" Tom mette le mani sui fianchi e sposta lo sguardo su un punto indefinito.

"Però dovete ammettere che i rapporti fra lui e Benji non sono stati sempre idilliaci e anche con Philip ha avuto diversi battibecchi!" Esclamo spalancando gli occhi.

Jenny alle mie parole si volta e mi lancia un'occhiata.

“Ma dai! Anch'io all'inizio non potevo soffrire Oliver, ma non mi sono mai sognato di ridurlo alle dimensioni di un telefono cellulare… e poi, allora, Rob che centra? È assurdo!” Esclama Price sbuffando.

Mi giro a guardarlo: “Secondo me Mark non voleva colpirlo!”

“Cosa?” Domanda Patty .

“Beh...” Le lancio un'occhiata: “È  stato lui a buttarsi su Benji per evitare che venisse colpito!”

“E invece si sono rimpiccioliti tutti e tue!" Sussurra Jenny accigliandosi.

Annuisco e torno a guardare  i tre mini giocatori.

“Io, invece, mi domando, più che altro, con che diavoleria ha combinato tutto questo macello! Ne ho viste tante nella mia vita, ma una macchina del genere non credo sia stata ancora inventata!” Baker sospira e prende a camminare.

“Avete detto che aveva una forma inusuale!” Holly si avvicina all'auto e mette una mano sul tetto guardando i compagni.

Faccio spallucce: “Sì, beh, non sembrava né una pistola, né un fucile... più che altro dava l'idea di un giocattolo... tutta colorata di giallo!” Alzo di nuovo le spalle: “Non ho mai visto una cosa del genere!”

“Allora cosa facciamo?” Chiede Patty guardando uno per uno i presenti.

“Non abbiamo nulla in mano... neanche una traccia o che so io, siamo ad un punto morto!” Baker scuote mestamente la testa e si sente Price sbuffare rumorosamente.

“Inoltre non siamo in Giappone e non abbiamo nessuna idea di dove possano essersi nascosti Mark ed Ed... sempre che non si siano persi, il che è decisamente probabile dal momento che non hanno idea di dove si trovino!” Dico tutto d'un fiato tirando poi un lungo respiro.

“Warner...” Sussurra Benji con aria assorta.

“E allora volete aspettare qui finché la soluzione non vi piova dal cielo?” Chiede Jenny con tono duro.

 Patty si volta a guardarla e per qualche secondo nessuno parla.

“Vedrete che prima o poi Mark si farà vivo!” Esclama all'improvviso Rob: “Non può lasciarci così per sempre, siamo suoi amici, no?”

“Già!” Esclamo con aria tetra.

“Comunque dobbiamo fare qualcosa! Non può andarsene in giro a miniaturizzare i compagni di squadra senza un motivo apparente!” Sbotta Baker incrociando le braccia al petto.

Holly lo fissa un tantino sorpreso: “Sì, hai ragione, ma come vedi siamo ad un punto morto!”  

Stringo le labbra di fronte alla cruda verità di quell'affermazione e mi allontano di qualche passo dall'auto inarcando un sopracciglio nel vedere un ragazzo che punta dritto verso di noi con passo spedito: “Anthony?" Mi chiedo un po’ sorpresa.

Il giovane si ferma a qualche metro da me si mi guarda incerto per poi avvicinarsi.

“Hanno chiamato dalla polizia!” Esclama mostrandomi il cellulare: “Sono riusciti a trovare la macchina e ora posso andare a riprenderla!”

Annuisco in silenzio prima di esclamare: “Perfetto! Così ora non dovrai più preoccuparti!”  

Anthony alza le spalle: “Sì, è vero!”

Mi giro a guardare Patty che mi lancia un’occhiata confusa. Apro la bocca per dirle qualcosa, ma il mio amico esclama: “Se non è troppo disturbo, avrei bisogno di un passaggio.”

“Mi volto di scatto e rimango a fissarlo per qualche secondo: “Ehm… a… aspetta un attimo!” Balbetto facendo qualche passo indietro prima di girarmi.

“Accidenti!”

“Che c’è? È successo qualcosa?” Chiede Patty poco convinta.

“Ancora quel tipo!” Esclama Benji mettendosi in piedi per guardare meglio.

“La polizia ha trovato la macchina con la quale sono fuggiti Mark e Ed!”

“Cosa?”

Annuisco solamente e lancio un’occhiata ad Anthony che sta aspettando poco lontano: “Ora che facciamo?” Chiedo guardando gli altri.

“Beh, non penso che l’abbiano trovata con loro due dentro!” Borbotta Philip con aria annoiata.

“Però ora sono a piedi!”

L’attenzione ricade su Hutton che alza le spalle: “Sempre che non abbiano chiamato un taxi o preso un’altra macchina!” Aggiunge subito.

“Escludo il taxi!” Dico scuotendo la testa: “E per la macchina… beh, quella di Anthony aveva le chiavi all’interno quando l’hanno presa!”

“Quindi siamo a cavallo!” Esclama Denton facendo un salto.

“Sembrerebbe di sì…” Baker inarca un sopracciglio e lancia un’occhiata al ragazzo moro poco più in là: “Ma che sta aspettando?”

“Ah, giusto, dimenticavo!” Mi massaggio dietro la nuca: “Vorrebbe un passaggio fino alla centrale!”

“Potremmo vedere se la polizia ne sa di più!” Dice Patty con aria pensierosa: “Tanto, anche rimanendo qui, non risolveremo nulla!”

“Io ci sto!” Esclama Jenny con fare deciso: “Non abbiamo nulla da perdere!” La giovane guarda il suo ragazzo sull’auto e Philip annuisce: “Sì, sono d’accordo anch’io!”

“Quindi è deciso?” Domanda Hutton.

“Credo proprio di sì!” Baker muove qualche passo in direzione dell’auto verde.

Mi guardo intorno e lancio un’occhiata al ragazzo ancora in attesa indicandolo con un gesto della testa: “Sarà meglio che non salga nella stessa macchina con Benji, Rob e Philip… non vorrei traumatizzarlo!” Esclamo con un sorriso.

“Sì, certo!”

I ragazzi annuiscono e Jenny prende i tre giovani sull’auto.

“Prendo la tua auto, Price!” Non riesco a non sorridere mentre il giovane guarda il veicolo con aria allarmata.

“Perché?”

Faccio spallucce: “Qualcuno dovrà pur portarvi fino alla centrale, o sbaglio?”

Apro la portiera per poi richiuderla: “Mi stavo dimenticando la cosa più importante!” Penso scuotendo la testa, mentre gli altri cominciano a dirigersi verso l’altra auto ad eccezione di Patty, che si accomoda sul sedile anteriore di quella di Benji, e avvicinandomi ad Anthony.

“Allora?” Chiede il ragazzo con aria impaziente.

“Non c’è problema, possiamo andare!”

“Alleluia!” Esclama l’altro aprendo le braccia e precedendomi in direzione del’auto: “Pensavo non vi decideste più! Sembravate una giuria in attesa di decidere il verdetto! Non dovevate condannare nessuno, solo darmi un passaggio!” Anthony si ferma con la mano sulla portiera e mi fissa con aria imbronciata: “O non sono degno di ricevere tale dono?”

Lo guardo sbattendo le palpebre, perplessa, e mi limito a sorridere con aria innocente: “Andiamo!”

 

*  *  *

Sono trascorsi ormai più di venti minuti da quando Anthony è entrato in una delle stanze della centrale, e ancora non accenna ad uscirne.

Sbuffo e mi muovo sulla sedia: “Ma che stanno combinando?”

“Staranno facendo degli accertamenti!” Esclama Patty seduta vicino a me.

È l’unica che è scesa; gli altri sono rimasti ad aspettare in macchina il nostro ritorno.

“Hm? Per assicurarsi che sia davvero il proprietario?”

“Sì, credo di sì!” La giovane sospira e fissa il vuoto.

“Che cè?” Chiedo con un mezzo sorriso: “Ti stai annoiando anche tu?”

“No, è solo che… ecco, mi sembra ancora tutto così assurdo!” La giovane scuote la testa: “Tutta questa situazione: i ragazzi in quelle condizioni, Ed e Mark che fanno i fuggiaschi… non è normale!”

Annuisco in silenzio e guardo il pavimento.

“E poi non capisco come, Ed Warner, possa aiutare Mark in una storia del genere!”

Mi giro di scatto verso la ragazza e la fisso con aria curiosa.

“Cioè, come avrà fatto a convincerlo?”

“Devi ammettere, però, che anche solo credere ad una cosa del genere…”

Patty alza le mani: “Va bene, ho capito, tutta la faccenda ha del surreale, però…”

“Non credi che Lenders sarebbe stato il primo a ridere in faccia a chiunque gli avesse offerto in… regalo quella cosa ch usa come arma?” Domando con una smorfia.

“Tu credi che gliel’ abbia data qualcuno? In effetti è la cosa più sensata… non avrebbe certo potuto prendere quell’affare in un mercatino delle pulci!” Gatsby stringe gli occhi e rimane in silenzio per qualche secondo prima di sbottare: “Ok, diamo per scontato che qualcuno abbia dato quell’oggetto a Mark!”

“E sia riuscito a convincerlo che non è un giocattolo!” Aggiungo con un sussurro.

“Esatto! E a questo punto dobbiamo dare per scontato anche il fatto che Lenders sia impazzito perché non è normale che conci in quel modo i compagni di squadra, ti pare?” Patty si volta con aria indignata e continua: “Gli sarebbe stato difficile fare tutto da solo ed ha cercato aiuto… mi sembra quasi normale che abbia chiamato Ed…” Scuote la testa: “Mi rifiuto di ragionare ancora su questa storia! È completamente senza logica, punto!” Gatsby incrocia le braccia a rimane in silenzio.

“L’unica cosa certa è che siete stati catapultati qui all’improvviso senza volerlo e senza nessun avviso… di nessun genere!” Guardo una porta che si apre e intravedo Anthony.

“Siamo sicuri che non stiamo dormendo?” Chiede Patty con poca convinzione.

Sorrido leggermente e mi alzo quando il mio amico mette un piede fuori dalla stanza: “Forse sarebbe la spiegazione più plausibile!”

Il ragazzo si volta e ci fa segno con la mano prima di avvicinarsi mostrando con aria soddisfatta le chiavi che ha in mano.

“Bene, ora la smetterai di piagnucolare!” Bisbiglio con un sorriso.

“Guarda ch è anche colpa tua… se non ti fossi dimenticata la borsa…” Comincia mentre usciamo dall’edificio.

“Sì, sì, ho capito, è colpa mia!” Borbotto distrattamente guardando la strada. Mi blocco all’improvviso e afferro Anthony per la maglia: “Ehi! Ti sei ricordato di chiedere dove l’avessero trovata?”

“Non ce n’è stato bisogno!” Alza le spalle e aumenta il passo.

“Bene, e allora dov’era?”

“Non te lo dico!” Risponde semplicemente l’altro.

Apro la bocca per poi richiuderla. Lancio un’occhiata a Patty che chiede: “Perché, scusa?”

Anthony si ferma e ci guarda: “A cosa vi serve saperlo?”

“Ma… niente, solo curiosità!” Cerco di sorridere con aria convincente, ma l’altro non sembra voler mollare.

“Allora se è così non c’è bisogno che vi dica nulla!”
Respiro a fondo e cerco di farmi venire in mente qualcosa: non me lo ricordavo così rompiscatole e la cosa riesce ad irritarmi.

“Ascolta… ehm… Anthony!” Patty fa un passo verso il ragazzo: “Perché non ci dici quello che vogliamo sapere e la finiamo qua? O vuoi costringermi a diventare violenta?”

Sgrano gli occhi e fisso Gatsby, ma Anthony non sembra impressionato da quelle parole. Inarca un sopraciglio e sta per dire qualcosa quando si sente urlare: “Avete fatto?”

Ci giriamo contemporaneamente tutti e tre e vediamo Holly fuori dall’auto che si avvicina lentamente.

“Che strano…” Sussurra Anthony: “Anche lui ha un’aria familiare.”

Sposto automaticamente gli occhi a terra.

“Stiamo cercando di farci dire dove hanno trovato l’auto!” Sbuffa Patty.

“Perfetto, allora abbiamo una traccia, diciamo!”

“Traccia? Traccia per cosa?” Anthony ci guarda con aria confusa.

“Ehm… no, ecco…” Guardo gli altri due giovani in cerca di aiuto, ma inutilmente.

“Già prima ho avuto qualche dubbio… non è che conoscete chi mi ha rubato la macchina e ora lo state cercando?”

Sobbalzo senza volerlo a quella domanda e deglutisco.

“Sì, è così, ma non sappiamo perché l’abbiano fatto!” Esclama Hutton con aria seria: “È per questo che dobbiamo trovarli!”

“Ah, sono più persone?”
Holly annuisce: “Sono due nostri amici!”

Anthony mi fissa con un sorriso tirato come a sfidarmi a inventare un’altra scusa.

“Adesso che sai tutto ci dici, per favore, dov’è il posto?” Domanda Patty esasperata.

Anthony sospira e annuisce.

 

*  *  *

“Non capisco come sia riuscito Holly a convincerlo con due singole frasi!” Borbotto tra me mentre sono al volante dell’auto.

“Forse il tuo amico voleva solo sapere la verità e quello che ha sentito gli è bastato!” Patricia guarda con una certa apprensione fuori dal finestrino.

“Eccoci!” Esclamo vedendo una piazzola di sosta al lato della carreggiata. Metto la freccia e dopo qualche metro mi fermo spegnendo l’auto.

“Sicura che sia questo il posto?” Chiede Patty con aria leggermente contrariata guardando il panorama intorno.

“Sicurissima!” Sospiro e scendo dal mezzo.

Una folata di vento mi schiaffeggia il viso portando con sé un intenso profumo di fiori.

Inspiro profondamente e chiudo gli occhi assaporando l’aria fresca e pulita. Pochi istanti e il rumore di un auto mi fa riaprire gli occhi.

La macchina verde si ferma e i tre passeggeri scendono.

Jenny infila la testa nell’auto e sembra discutere da sola per qualche istante prima di sospirare rassegnata, e aprire il palmo di entrambe le mani.

Distolgo lo sguardo e prendo a fissare il castagneto che ci circonda e che segue la strada da ambo i lati. Sorrido leggermene mentre cammino per qualche metro costeggiando la piazzola.

“Potrebbero essere ovunque!” Si sente gemere Jenny.

Mi volto e la vedo scuotere mestamente la testa con aria afflitta.

“Se sono qui, in mezzo a tutti questi alberi, non li troveremo mai!” Rincara la dose Patty.

“Però c’è una nota positiva!” Dico cercando prima di tutto di convincere me stessa: “Da questa parte non sono andati!” Indico un punto oltre la piazzola e Baker si affaccia notando il brusco pendio: “Molto probabilmente hai ragione!”

Alzo le spalle e incrocio le mani dietro la testa: “Però potrebbero essere ovunque… uffa!”

“Ehi, abbiamo compagnia!” Holly si allontana di poco per poi girarsi: “È il tuo amico!”

“Che cosa?” Domando incredula: “Cos’è venuto a fare?” Mi chiedo incrociando la braccia al petto e fissandolo mentre si avvicina.

“Però non è sicuro che si siano inoltrati fra gli alberi!”

La voce di Patty mi fa voltare.

“Infatti sarebbe stato più semplice seguire la strada!” Le fa eco Tom.

“Dove si arriva proseguendo da qui?”

Mi giro ma non vedo nessuno e sobbalzo lievemente ricordando lo stato in cui trovano tre giovani.

“Ecco, per arrivare al prossimo centro abitato ce ne vuole… però ci sono diverse case lungo la strada!”

“Allora potremmo andare a chiedere!” Esclama Holly.

“Non è una cattiva idea!”

Anthony si avvicina a mi tira una pacca sulla schiena: “Come procedono le ricerche?”

Sorrido con aria poco convinta: “Perfettamente, come vedi!”

“Ancora lui? È un incubo!” La voce di Benji mi fa rabbrividire.

“La vuoi piantare! Così ti sente!” Philip sibila molto rumorosamente e si vede Jenny che si volta di scatto camminando velocemente verso le auto.

“Ma cosa…?”

“Bene, perché non andiamo a vedere se qualcuno ha visto qualcosa?” Domando alzando la voce più del dovuto. Ma non vi è risposta alla mia proposta perché un improvviso bagliore cattura l’ attenzione dei presenti.

Sembra provenire da dietro gli alberi, dall’altro lato della strada.

“Cos’è sta…?”

“Jenny?!” Patty comincia a correre nella direzione in cui vi era prima la giovane che sembra essere scomparsa all’improvviso.

“Non può essere!” Penso guardando con apprensione fra gli alberi senza riuscire a vedere nulla.

“Jenny, stai bene?... ragazzi!” Gatsby è inginocchiata a terra e ci guarda con preoccupazione: “Anche Jenny è…” Fissa Anthony con aria allarmata e non finisce la frase.

“Cos’è successo? Dov’è finita quella ragazza?” Il giovane mi stringe una spalla, ma l’unica cosa che riesco a dire è: “Credo che non dovremo più andare a cercarli…”

“Come sei perspicace!” Esclama qualcuno dall’altro lato della strada.

“Mark!” Hutton fa un passo avanti cercando di individuarlo.

“Vedo che ci sei anche tu, Oliver… beh, peggio per te!”

Finalmente si vede qualcuno farsi avanti; pochi istanti e Mark Lenders ci sorride con un ghigno mentre fra le mani stringe un oggetto giallo dall’aspetto bizzarro.

 

 

 

 

per Haibara88: ciao, mi dispiace per aver aggiornato con tutto questo ritardo^^; però mi fa davvero piacere sapere che la fanfic ti piace! Baci! (ps: grazie per averla inserita nei preferiti!)

 

 

per Saretta1381: ehm… sì, in effetti è un po’ un delirio, questa fanfic… ma dopotutto non lo sono un po’ anche i sogni, alle volte?^^ Il povero Philip è stato sfortunato a capitare nel mio subconscio, ma vedrai che una soluzione verrà trovata! Baci!

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