Gelato alla fragola

di eleanor89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Note importanti:

a)In questo primo capitolo appariranno molti jonin, probabilmente alcuni mai sentiti, ma non preoccupatevi, non saranno protagonisti, e comunque a fine capitolo metterò una breve nota su tutti per spiegare chi sono, nel caso siate curiosi.

b)Non sono certa che questa storia sia ooc per i due protagonisti poiché Anko è apparsa si e no due volte, e Kakashi non lo capisco tanto, e non si vedono mai nella vita di tutti i giorni.

c)La canzone cantata più avanti altro non è che il ritornello della famosa Bad Touch dei Bloodhound Gang, detto così magari non capirete, ma vi consiglio di ascoltarvela, riconoscerete e capirete XD.

d) mi ero ripromessa di pubblicare solo una volta finita, ma per un impegno o l’altro rimando sempre, quindi non so quando potrò aggiornare ancora.



Questi personaggi non sono miei ma di Kishimoto, la fic non è a scopo di lucro ecc. ecc…

Buona lettura!!!







Gelato alla fragola.







"AAAAAAAAAAH!!! NON LO SOPPORTO!!!"

"dai non te la prendere!"

"ma è sempre così... antipatico con me!"

"... lo è con tutti..."

"e non dirlo così!! è il tuo compagno di squadra, dovresti preoccupartene!"

"non essere arrabbiata, dai..."

"mi fa ribollire..."

"Sembrano le parole di un' innamorata, Anko. Beh si sa che chi disprezza... ahia!"

"non dirlo neanche per scherzo!"

"ma su... secondo me sareste perfetti assieme, tu il sole e lui la luna..."
"appunto, troppo diversi! e poi a me non piace... la luna. é triste. A me piacciono le cose allegre, i soli! sono un sole e voglio un sole a farmi compagnia!"

"non so quanti soli ci possano essere in giro... ma lo troverai di sicuro!"

"anche tu sei un sole Obito-kun..."

"eh eh...già."

"..."

"... aspetta... vuoi dire che..."

"a me piaci tu Obito-kun..."

Anko morse, o per meglio dire azzannò, i suoi dango. Si guardò attorno.

Era seduta accanto a Iwashi e Kurenai, che aveva appena permesso ad Iruka di sfiorarle il pancione per sentire il bambino calciare.

Di recente aveva cominciato ad uscire di nuovo con loro, ancora depressa per via della morte di Asuma, e tutti facevano a gara per avere la sua attenzione, per rallegrarla.

"non è certo una novità, Kurenai è sempre stata la beniamina di tutti..."

Appena poco più avanti, seduti intorno ad un tavolino rotondo del bar, stavano Gai, Genma, Ibiki ed Ebisu. Che bevevano. Idea terribile con Gai presente.

Al bancone stavano Raido e Aoba, che continuavano a spettegolare dei fatti che accadevano a Konoha; in un tavolo più appartato Tsunade e Jiraya giocavano a carte, mentre Shizune osservava preoccupata la donna, vista l'ora tarda.

Sorrise e si voltò a guardare alle proprie spalle.

Seduto sul davanzale della finestra vi era Kakashi, intento a leggere il suo inseparabile libro.

Poco più in la era in corso una gara di bevute tra Kotestu e Izumo; quasi scoppiò a ridere pensando che loro erano i cosiddetti guardiani delle porte di Konoha.

-l'ho sentito, l'ho sentito!- strepitò Iruka, facendole quasi scivolare il dango di mano.

-cos'hai sentito, Iruka?- chiese interessata Suzume, che già da tempo tentava di catturare la sua attenzione

-il bambino!-

-Iruka, a meno che tu non scopra di essere incinto, evitami gli infarti! sembri una donnicciola!- lo sgridò acidamente Anko, mentre esplodeva un coro di risa e prese in giro per il povero Iruka, che si risedette imbarazzato.

Colse un incoraggiante sorriso di Shizune rivolto proprio a lui, e sorrise sorniona.

"piacerà anche a lei? potrò ricattarla? devo indagare..."

Kurenai le versò dell'altro tè.

-grazie...- mormorò, perdendosi ad osservare il liquido nella tazza.

Non riusciva a spiegarsi come quella breve conversazione con Obito le fosse tornata alla mente qualche minuto prima.

-tutto bene?- le chiese gentile l'amica.

-si, perché?- chiese a sua volta, con lo sguardo perso nel proprio tè.

perché mi hai ringraziata, cosa che non fai mai. E perché guardi quella tazza come se ci fossero tutte le risposte del mondo...-

-magari...- sospirò.

-Anko?-

-manca solo un mese, eh?-

-a cosa?-

-al parto, sorella mia!-

-oh non mi ci far pensare...- mormorò con preoccupazione Kurenai, carezzandosi il ventre.

-paura?-

-abbastanza...-

-paura di cosa?- chiesero simultaneamente Iruka e Shizune, che si era appena avvicinata a loro rinunciando a trascinare Tsunade fuori da li.

Era da tanto che non erano presenti proprio tutti in quel bar, ed un po’ di svago avrebbe fatto solo del bene.

-del parto...- mormorò ancora Kurenai.

-ok, ho già sentito troppo!- esclamò Iwashi alzandosi in piedi, -signore mie, io raggiungo gli altri!-

-ma che femminuccia anche tu...- lo prese in giro Anko, alzandosi a sua volta.

Era ora di smetterla di pensare ai vecchi ricordi.

Si volse verso la finestra, e con un piccolo balzo si sedette accanto a Kakashi.

-Hataaaaaake...- lo chiamò.

Kakashi sollevò di malavoglia lo sguardo dal suo libro. Quando Anko lo chiamava "Hatake" e per giunta con quel tono di voce, quasi sicuro significava guai.

-cosa vuoi?-

-asociale.-

-ah. volevi dirmi questo?-

-mi serve aiuto. Vorrei organizzare qualcosa per Kurenai...- cominciò lei, facendo dondolare le gambe.

Kakashi si rassegnò a chiudere il libro.

-non credo di aver capito. Precisa.-

-se ti è sfuggito, aspetta un bambino.-

-non mi era sfuggito, e allora?-

Dannazione, perché doveva essere sempre tanto freddo?

-una festa!-

-...una festa?-

-una festa!-

-...una festa.-

-... la smettiamo?-

-meglio si. Ma io che c'entro?-

-beh, sei convalescente! e visto che come sensei sei inutilizzabile per ora, e che i tuoi allievi sono seguiti da Yamato, puoi darmi una mano ad organizzarla!- esclamò lei con la solita energia.

-... inutilizzabile...-

-... e poi... uh? ti sei depresso?- chiese chinandosi verso di lui.

-... lascia stare...- rispose lui, guardandola con un misto di rabbia, offesa e depressione.

-ma hai dovuto riusare lo sharingan ipnotico nell'ultima missione, quindi per ora sei inutile, no?!-

-...-

-Kakashi?-

-io ti odio.-

-io invece ti amo tantissimo...- sorrise lei, fissandolo con occhi furbi.

-bello, allora sposiamoci.-

-quando vuoi!-

-e quando dovrei aiutarti, sentiamo...-

-uno di questi giorni per esempio potresti farmi un elenco di chi è amico di Kurenai, tu che conosci tutti... e poi mi puoi accompagnare a fare la spesa!-

-ma anche no... e comunque com'è che ti dai tanto da fare per gli altri oggi? non è da te...-

-vorresti dire che sono un egoista?-

-esattamente.-

Furono interrotti da un urlo, ed il rumore di uno sgabello che cadeva.

Si voltarono e scoprirono che Gai era sopra il tavolo, e aveva preso un cucchiaio come microfono. Genma ed Ebisu morivano dal ridere e applaudivano, mentre Ibiki quasi terrorizzato si stava velocemente dileguando, sostituito da Kotestu e Izumo che abbandonata la loro gara avevano cominciato a percuotere il tavolo come se fosse una batteria. Ebisu tentava di mostrarsi indignato, ma inevitabilmente si univa alle risate degli altri.

-... non posso credere che l'abbiano fatto ubriacare di nuovo...- sussurrò Kakashi.

-sta per cantare, vero?-



-

Do it now

You and me baby ain't nothin' but mammals-



(Fallo adesso

Tu ed io baby non siamo altro che mammiferi)



-dimmi che non la sta cantando davvero... non quella...-

-sai che devi fermarlo tu prima che peggiori, eh?-

-ma perchè io?!-

-sei il suo rivale...-

-ma io...-



-So let's do it like they do on the Discovery Channel

Gettin' horny now!-

(quindi facciamolo come lo fanno loro

sul Discovery Channel

Arrapiamoci ora!)



-oh no!!! che schifo!-

-te l'avevo detto...- gli ricordò Anko, mentre Kakashi sfrecciava verso il tavolo per tirarlo giù.

Sbadigliò, e guardò il cielo dalla finestra. Erano le due di notte, e ancora stavano tutti li a non far nulla. Era un periodo relativamente calmo.

Andò al suo tavolo e prese la propria borsa dalla sedia. Kurenai la vide.

-ehi dove vai?-

-a casa a dormire... dovresti andare anche tu.-

-mi accompagna Shizune tra poco... strano che te ne vada così presto...-

-non mi sento molto bene...- non mentiva, era tutto il giorno che stava male. Era andata al bar per distrarsi un po’.

-ora capisco perché sei strana, allora a domani. Riguardati!-

Passò accanto ai due sennin, che per nulla distratti dalla disastrosa voce dell'improvvisato cantante continuavano imperterriti la loro partita, e vide che l'uomo bleffava: infatti aveva delle carte poco favorevoli in mano; allora mentre lo superava alzò una mano verso Tsunade. sollevando due dita in segno di vittoria.

"fregato..." pensò ridacchiando.

Uscì all'aria aperta senza salutare nessuno, respirando a pieni polmoni e guardando nuovamente il cielo.

Era incredibilmente stellato.

"ecco perchè ho ripensato ad Obito prima... anche quella volta c'era un cielo simile..." pensò sospirando.

"..."

"..."

"...ah!"

"... baka... come si fa ad inciampare in quel modo?"

"... c'è buio... co-comunque... dicevamo..."

"non essere nervoso, lo so che ti piace Rin. Lo so perfettamente, l'ho detto solo per mettertene a conoscenza. Per togliermi un peso, ecco."

"ah. beh... questo non mi fa stare molto meglio... e non voglio che tu ci soffra... ecco..."

"...come soffri tu per lei?"

"già... lei ama Kakashi, accidenti a lui... oh scusa, vedi? ti farò star male se dico queste cose!"

"non essere stupido... sono sempre la solita Anko, non devi risparmiarti. Io sono una dura!"

"capisco... no, non capisco, come hai fatto a tenertelo dentro fino ad ora?"

"... boh?"

"... ma che risposta è?!!"

"ero troppo impegnata a litigare con Kakashi per avere il tempo di parlarne o pensarci quando ero vicino a te."

"l'avevo detto io..."

"cosa?"

"vedrai, il tuo è solo un amore fraterno, od una cotta passeggera. Il tuo destino è con Kakashi! Lo amerai di certo!"

"ma non puoi restare serio due minuti? e non è così! no!"

"si!"

"vedrai!"

"scommettiamo?"

"e cosa?"

"se hai ragione tu... sarò gentile con Kakashi una settimana, e arriverò in orario, se ho ragione io, mangerai del gelato alla fragola!"

"bleah! ci sto! e vincerò!"

"... ah, domani devo andare in missione con gli altri nel paese delle rocce... ho tutte le intenzioni di imparare ad usare lo sharingan!"

"e allora mi allenerò il più possibile con Orochimaru-sensei e ti supererò!"

"sapevo l'avresti detto..."

"oh quando tornate dalla missione? presto?"

"ci proveremo... se tutto va bene si!"





Non era andato bene per niente, pensò Anko osservando il cielo stellato. Proprio per niente.

Obito era morto in missione.

Lei aveva seguito Orochimaru, che aveva cominciato a sfruttare al massimo le sue potenzialità, ma nel peggiore dei modi.

Sospirò per la seconda volta.

Non era andato tutto bene, affatto.

-quanti sospiri...-

La voce alle sue spalle la fece sobbalzare.

-e non ti sei neppure accorta che ero qui...-

-sei scemo o cosa Kakashi?-

-sii più gentile con chi vuole farti un favore...- la riprese lui, fermandosi di colpo non appena incontrò i suoi occhi. Lucidi.

-un favore? allora mi aiuterai?- gli chiese euforica.

-mh.-

-ottimo! ma perchè mi hai seguita?-

-perchè Kurenai ha detto che stai male, ed allora...- lasciò cadere la frase a metà.

-e allora non è sicuro per una giovane ragazza ingenua andare in giro da sola la notte!- concluse lei.

-giovane ragazza ingenua? dove? ma soprattutto ragazza?-

Kakashi dovette abbassarsi di colpo per evitare il pugno della donna.

-appunto...-

"ora che ci penso se sta male avrà gli occhi lucidi per la febbre... che stupido sono... Non ho mai visto Anko piangere, mai."

-screanzato... e pure stronzo.-

-aaah, mi pareva strano che dicessi soltanto "screanzato".-

Mentre si scambiavano frecciate e battute a questo modo, camminarono verso l'abitazione di Anko. Kakashi si accorse che nonostante la conoscesse da anni, non sapeva dove vivesse. Non sapeva più molto di quella donna.

La conosceva bene, durante la sua infanzia erano stati a stretto contatto, e lei aveva stretto una forte amicizia con Obito, forse perchè entrambi erano piuttosto spensierati, e spesso si coalizzavano per tentare di far uscire lui, Kakashi, dal suo guscio. E finivano inevitabilmente per litigare. Sforzandosi non riusciva a ricordare neppure un momento passato con la ragazza del tutto privo di litigi, o urla, o qualche tentato omicidio da parte sua.

O meglio, uno solo.

Quando era tornato dalla missione in cui avevano perso Obito.

Allora l'aveva vista silenziosa, l'aveva vista abbracciare Rin, per quanto avesse capito che non le stesse particolarmente simpatica, e l'aveva vista rivolgergli un sorriso incredibilmente dolce e affettuoso. L'aveva vista diversa.

Poi aveva seguito Orochimaru.

-eccoci qui, questa è casa mia, ti inviterei a bere qualcosa ma a parte il fatto che c'è un casino immenso, sono esausta e ti crollerei addosso.- annunciò Anko.

Kakashi osservò la piccola casa che aveva di fronte, circondata da un giardino ben curato.

Anko si accorse che osservava i fiori.

-è Kurenai a tenerli belli... ama i fiori.-

-lo so. è molto gentile.-

-chi, Kurenai? quella donna è una santa!- esclamò lei, senza traccia di umorismo o invidia nella voce.

Semplicemente sorridente.

Kakashi si perse un momento ad ammirarla, era più unico che raro che lei si mostrasse femminile o tantomeno dolce.

Anche lei lo guardò, in attesa di un saluto. Si rese conto di essere emozionata come una ragazzina, e temette di arrossire.

-ah allora ci vediamo domani giusto? prepara una lista di invitati e passa verso le cinque di pomeriggio, se sto ancora dormendo sfonda la porta! Poi faremo la spesa! notte!- disse lei tutto d'un fiato, per poi entrare in casa sbattendo la porta, lasciandolo allibito sul selciato.

"e chi ha detto che vengo anche a fare la spesa????!!! non mi toccherà sfacchinare come immagino, ne???!!!"

Anko intanto si era appoggiata alla porta e lasciata scivolare piano a terra.

Si portò una mano al cuore, che le batteva furiosamente nel petto.

Naturalmente le era capitato altre volte di emozionarsi davanti ad un uomo, specie se molto bello.

Poi magari ci usciva assieme, a volte ci andava a letto, e finiva li.

Ma questa volta che le era successo?

Per tutto l'ultimo tratto di strada sino a casa, entrambi erano sprofondati nei loro pensieri, ed Anko aveva cominciato ad avvertire la presenza di Kakashi come un fastidio, qualcosa che le provocava agitazione. E poi quando lui l'aveva guardata in quel modo incomprensibile, poco prima...

Rise di se stessa, si stava davvero comportando come una ragazzina, e solo perché un ghiacciolo era stato gentile con lei una volta tanto.

Si alzò in piedi, andò in cucina, tracannò una birra in tutta tranquillità mentre con la mano libera tirava fuori una vaschetta di gelato alla panna e al cioccolato dal frigo, poi accese la tv e mise i cartoni animati, lasciandosi cadere sul divano.

-preparati a morire, stupido struzzo!- esclamò guardando allo schermo il suo adorato Willie il coyote che preparava inutili trappole.

Affondò un cucchiaio nella grande vaschetta e prese una porzione enorme di gelato alla panna.

"Obito-kun... io il gelato alla fragola... non lo mangerò mai!"





*****************

Come promesso, ecco spiegati i mezzo sconosciuti presenti, se così si possono chiamare:

Genma Shiranui: beh lui lo sapete, altri non è che l'esaminatore del torneo durante la terza fase dell'esame di selezione dei chunin e prese il posto dell'amico Hayate Gekko ucciso dal ninja della sabbia Baki. Porta sempre in bocca un Senbon che può lanciare a grande velocità e infondere del proprio Chakra.

Raido: compagno di squadra di Genma e assistente del terzo Hokage.

Iwashi: compagno di Raido e Genma.

Suzume: una insegnante dell’accademia (quella che insegnava le composizioni floreali a Sakura ed Ino, e alle kunoichi in generale)

Aoba: un jonin che combatte per il villaggio della foglia durante l’invasione.

Ibiki: è l’esaminatore della prima parte dell’esame per diventare chunin.

Izumo e Kotetsu: guardiani delle porte di Konoha.





Spero sia tutto chiaro, se non lo fosse, chiedete! ^^

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Capitolo 2
*** 2 ***


Holà!!! Sono contenta che il primo capitolo vi abbia incuriosito!!! Spero che anche questo vi piaccia… non è molto lungo, sto cercando di imparare a non scrivere poemi…



Kakashi si dirigeva lentamente verso la casa di Anko, leggendo Icha Icha Paradise.

Non era molto convinto di quello che stava facendo. Non era da lui.

Però aveva notato lo sguardo triste che Anko aveva avuto tutta la serata precedente. E questo non era da lei.

Arrivò davanti alla porta che ancora rifletteva se fuggire via o no. Ma optò per il no. Quella donna era una belva umana, una volta avutoci a che fare era meglio non stuzzicare il suo lato assassino.

Bussò più volte, ma nessuno rispose. Allora ricordò le parole della sera prima.

"devo sfondare la porta?"

Abbassò la maniglia e scoprì che era aperto. Imbronciato entrò nella casa, chiedendo permesso.

Si accorse che da una stanza poco più in la provenivano delle voci e vi si diresse; entrò in quello che scoprì essere un soggiorno comunicante con una cucina, e si guardò attorno. Era piuttosto in ordine, tranne per qualche bottiglia di birra vuota sul tavolo insieme a delle ciotole di ramen. Gli ricordò la stanza di Naruto, sebbene questa avesse un tocco appena più femminile. Riconobbe il profumo di Kurenai, probabilmente lei ed Anko coabitavano, e lui non ne sapeva nulla. Da quando era morto Asuma non era riuscito a parlare molto con Kurenai, e quanto ad Anko, lui e lei si limitavano a conversazioni superficiali e veloci.

"di certo le bottiglie sul tavolo ed il ramen sono opera di Anko... se la sarà spassata ieri notte... e meno male che stava male… beh conoscendola potrebbe anche pensare che la birra valga quanto una medicina." pensò, mentre lo sguardo andava alla tv accesa, da cui provenivano le voci udite prima; solo allora si accorse della sua presenza. La donna dormiva saporitamente sul divano, coperta da una giacca di Kurenai; per terra una vaschetta di gelato vuota.

Sorrise sotto la maschera, avvicinandosi a lei.

-Anko?- tentò di chiamarla.

Lei si strinse un po’ nel giaccone, lamentandosi appena.

Illuminata soltanto dalla luce azzurrina della tv gli parve in qualche modo dolce. La cosa lo spaventò.

-Anko?- ritentò.

-Ti do due secondi per scappare.- mugugnò lei, voltando la testa dall'altra parte.

-la festa a Kurenai...- disse lui velocemente, sapendo che due secondi non erano abbastanza.

Anko spalancò gli occhi e si mise a sedere, facendo così cadere la giacca che la copriva. La guardò stordita, toccandola con una mano, poi sorrise.

-giusto, giusto... dammi mezz'ora.-

-... e perchè mi hai detto di venire alle cinque?-

-per la cronaca sei in ritardo anche tu, sono le sei meno un quarto; e poi mi servivi da sveglia, mica potevo dirlo a Kurenai!-

-vivete assieme?-

-lei sta al piano di sopra, anche se ora non è in casa. Come puoi capire non possiamo fare nulla qui se vogliamo che sia una sorpresa.- rispose lei alzandosi in piedi, -ora vado a farmi una doccia veloce. Tu fa come se fossi a casa tua!-

-...capito.- concluse lui, sedendosi su una sedia e riaprendo il proprio libro.

-per quanto tu ti possa sforzare, le donne faranno sempre più tardi di te!- esclamò lei, correndo di sopra con la consueta energia.

Torno giù dopo un'abbondante mezz'ora che ancora si aggiustava i capelli con una serie di fermagli in bocca.

-dove accidenti sta il mio giaccone?-

Kakashi non rispose, immerso nella lettura.

-ehi Kaka-chan, portami a fare colazione!-

Sollevò lo sguardo dal libro aggrottando la fronte.

-colazione alle sei di pomeriggio... ehi dovrei offrirtela io?-

-certo! sei l'uomo no?-

-ho come la sensazione che tutta questa storia possa essere solo una scusa per farti offrire i pasti...-

-eeeeh... può essere!- esclamò lei allegramente, reinfilandosi il giaccone.

Notò che era vestita in modo diverso, una maglia a collo alto nera, una corta gonna bianca e degli stivaletti neri. Lei si accorse che la guardava.

-c'è troppo freddo per stare leggeri come sempre!-

-capisco... d'altronde siamo in inverno...-

Stava cercando di fare conversazione? lui? Fu il primo a sorprendersene.

-ma perché, sto male?-

-no, assolutamente!- rispose subito lui, un po’ perché era vero, un po’ perché quella donna era davvero violenta. Se avesse tardato a rispondere… non voleva immaginarlo.

-bene tesoro, allora andiamo!-

-tes... ah già, dimenticavo che ci sposeremo... allora, quando preferiresti celebrare le nozze?-

-agli inizi d'estate, così se mi salta in testa di abbandonarti all'altare e fuggire con Ibiki, possiamo scappare in qualche località esotica!-

-confortante. Penso che non inviterò Ibiki al matrimonio.-

Giunsero in un locale, dove Anko poté felicemente consumare i suoi dango per "colazione" prosciugando il denaro del jonin, che prese soltanto un bicchiere d'acqua.

-stai facendo dieta o cosa?- gli chiese afferrando uno spiedino.

-e me lo chiedi?-

-non hai altri soldi? che razza di spendaccione!-

-...-

-allora stella, la lista?-

-non chiamarmi stella... comunque pensavo di invitare tutti quelli presenti ieri sera...-

-mi sembra giusto... quanti eravamo? ehm... diciassette, con Kury diciotto. Poi?-

-poi direi che i suoi genitori o almeno i parenti più stretti, e visto che la festa è per il bambino... anche la madre di Asuma, ed il fratello... e quindi Konohamaru...-

-ho capito, e magari anche gli allievi... quindi oltre ai genitori dei due meno la buon'anima di Saturobi, il fratello di Asuma con famiglia... beh mi sembra ovvio che dovremmo chiamare Naruto e compagnia bella, si imbucherebbero comunque...-

-Quindi scrivi... si, ho capito, scrivo io: familiari, Konohamaru ed i compagni, I miei allievi, Ino, Shikamaru, Choji, Hinata, Kiba, Shino, Tenten, Neji e Lee; per un totale di venti, più noi diciotto, e siamo a trent'otto.-

-arriviamo almeno a quaranta! chiamiamo anche... chi?-

-ma perché dovremmo arrivare a quaranta?- le chiese confuso.

-perché a trent'otto è brutto, facciamo cifra tonda tonda amore mio!-

-amore mio?- si lasciò sfuggire Gai che andava al proprio tavolo con un vassoio tra le mani.

Entrambi si voltarono, e Kakashi lo salutò sorridendo con un cenno della mano.

-certo! Kakashi è il mio orsacchiotto peluchoso!-

-IL TUO CHE????- urlò Gai, facendo voltare metà della clientela. Genma e Raido che lo aspettavano qualche tavolo più in là si affrettarono a raggiungerlo divertiti.

Kakashi chiuse gli occhi e contò mentalmente fino a dieci, ma prima di arrivare al cinque sentì un braccio di Anko insinuarsi attorno al suo, e le sue curve premere sul proprio fianco.

-ma come non lo sai? io ed il mio pucciolo ci sposeremo...- la sentì dire con voce eccessivamente smielata. Non gli fu necessario aprire gli occhi per immaginare Gai bianco come un cadavere, ma sentì che il vassoio che teneva in mano rischiava più volte di cadere a terra. Alla fine li aprì di malavoglia e lanciò un'occhiataccia ad Anko.

-che tu sia maledetta...-

-non essere timido pappagallino!-

-pappagallino?!-

-per i capelli!-

-maledetta!-

-pappagallino!

-serpe!-

-guarda guarda, ed io che stavo per dire a Gai che scherzavi; invece sembrate proprio una coppietta!- li sfotté la voce di Jiraya poco più in la, mentre Anko rideva di gusto.

-non credo proprio...- replicò con rassegnazione il povero Hatake.

-ho sentito, in ordine: "peluchoso", "pucciolo" e "pappagallino". - lo informò Genma piantandosi davanti a loro, mentre Gai boccheggiava invano, tentando di capire fino a che punto i due scherzassero.

-tu lo sai che ti prenderemo in giro per sempre, vero?- lo informò premurosamente a sua volta Raido.

-ne prendo atto.-

-ma che avete da prendere in giro voi? Kakashi è moooolto fortunato...- esclamò Anko in tono sensuale, facendoli voltare tutti verso di lei.

Il primo a riprendersi fu Genma, a cui era caduto il senbon dalla bocca:

-... ma... bastardo!- urlò con tutto il cuore.

-hai capito il jonin tutto freddo sempre sulle sue...- commentò Raido, tirandosi dietro Gai ormai in catalessi e Genma invidioso che si lamentava.

-aaah! e bravo Kakashi!- si complimentò Jiraya, versandosi del sakè.

Kakashi non era riuscito a proferire parola dal canto suo. Ma una serie di immagini nate da Anko che gli si premeva addosso, dalla sua voce sensuale, e dalle pagine di Icha Icha Paradise che stava leggendo, avevano fatto capolino nella sua mente e non riusciva a liberarsene.

-e tu ero-sennin che ci fai quì?- chiese Anko.

-non chiamarmi ero-sennin anche tu!- la pregò l'altro disperato.

-ci devi provare ancora con la figlia del proprietario? guarda che Tsunie non si ingelosisce così!-

-MA CHE DICI?!!! E POI A ME DI TSUNADE NON IMPORTA!-

-secondo me invece avete buone probabilità di finire insieme...- disse Anko alzandosi dal tavolino; aveva appena intravisto il proprietario armarsi di spatola.

-sul serio?- le chiese il sennin sospettoso dopo qualche secondo di riflessione.

-si, però se te la vuoi portare a letto ti conviene sbrigarti...- continuò lei ad alta voce, facendo voltare stavolta proprio tutti i clienti, e tornare indietro i tre amici.

-e perché?!- chiese lui sconvolto.

-perché alla tua età... vuoi vedere che proprio l'unica volta buona fai cilecca?-

Kakashi si portò una mano alla bocca, già protetta dalla maschera, per evitare di ridergli in faccia, unico a trattenersi.

-AAAH! DANNATA UCCELLO DEL MALAUGURIO!-

-il tuo uccello sarà del malaugurio, io ti assicurò che non ne ho...-

-ANKO!- fecero Gai e Raido, mentre Genma non respirava quasi più dal ridere.

La voce più alta a levarsi però fu quella del padrone del locale:

-CON CHI DEVI PROVARCI TU?!! MIA FIGLIA è UNA RAGAZZA SERIA!!!-

I cinque, lieti del loro misfatto, fuggirono all'esterno.

-Anko sei veramente unica...- mormorò Kakashi, anche se non era chiaro fosse un complimento o un'offesa.

Si voltò a guardarla, e si accorse che anche lei rideva come non mai, le guance arrossate e gli occhi lucidi che si voltarono gioiosi a guardarlo.

Fu lieto che la maschera nascondesse il proprio viso, la propria espressione.

-ma che avete combinato?- chiese una voce dolce dinanzi a loro.

-salve Kurenai!- la salutò, improvvisamente galante Genma, ancora col fiatone.

-sfottevo Jiraya!- esclamò Anko.

-dalle urla che ho sentito... lo prendevi in giro per le sue capacità sessuali forse?-

-certo! così almeno se mai riuscirà ad arrivare al dunque, ecco che gli verranno le paranoie da prestazione e farà cilecca comunque!-

-quanto sei perfida!- rise la donna.

-Kurenai non dire certe cose, mi fa impressione...- mormorò Gai.

-certe cose, cosa?- chiesero entrambe le donne.

-è vero, lei è quella innocente...- mormorò invece Raido.

-vi riferite a quando ho detto "capacità sessuali"?- chiese ancora Kurenai, e gli altri risposero con una smorfia di disgusto.

-aspetta aspetta...- cominciò Anko incupendosi.

-certo! tu sei quella dolce e innocente!- confermò Genma.

-che cosa?- chiese nuovamente, allibita, Kurenai.

-…come sarebbe a dire TU sei quella dolce e innocente? E io che sarei?- sbottò Anko minacciosa.

-posso farvi notare che io sono incinta?- si intromise di nuovo l'altra donna.

-ecco ragazzi, io devo andare...- disse Raido, facendo qualche passo indietro, terrorizzato da Anko.

-no, non volevo dire che...- cominciò Genma già in preda al panico.

-e voi lo sapete come si resta incinta vero? voglio dire, niente cavoli o cicogne...- continuava Kurenai.

-ti prego non lo dire...non continuare... - la bloccò Kakashi, che sembrava quasi addolorato dalle sue parole.

-ALLORA?! IO SAREI QUELLA COME?!- urlò imperterrita Anko.

-beh tu sei più... spigliata?- tentò di dire Gai nell’unico momento di totale silenzio da parte degli altri.

Nessuno osò più fiatare.

-ci vediamo domani, Anko.- salutò infine Kakashi, sparendo in una nuvola di fumo.

-io devo giusto andare a fare dei controlli...- mentì Kurenai, dileguandosi.

-RAIDO ASPETTA!- strillò Genma correndogli dietro più veloce che poteva.

-spigliata eh?- chiese Anko, facendo schioccare le dita delle mani e sollevandosi le maniche.

Un ghigno sadico le apparve sul volto. Gai deglutì con fatica.

Sentiva che la sua ora era vicina

<><><><>

Risposte ai commenti! <><>

Irene Adler : davvero Anko non è dei tuoi preferiti? Io la adoro, è così impulsiva e agitata alla Naruto! XD Iruka non può non essere la vittima di quel gruppo di jonin assatanati…

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Lupus : aaah!! Mi hai mandata per qualche secondo in crisi totale con la storia del sole… beh si può dire che sia un sole durante l’eclissi... *se la cava così* scherzi a parte effettivamente hai ragione, ma dopotutto Obito si riferisce alla Anko ragazzina che conosceva lui… E nessuno sa com’era, visto che me la sono allegramente inventata di sana pianta…

<><>

Mina : Anko gentile… effettivamente anche Kakashi avrai notato che c’è rimasto quando l’ha vista così… e Kakashi stesso le ha chiesto come mai non è egoista come al solito… eh eh eh… beh Anko è una pazza sicuramente ma in fondo nella mia fic Kurenai vive con lei, e questa donna me la immagino molto materna, quindi verrà spontaneo essere gentili con lei… Iruka mischino… non so quanto saprà tirar fuori! XD

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Mizukaze: wow! Fuori di testa siamo in due!!! Sono felice che ti piaccia tanto! Si, il paring va supportato!! E se fai caso alle fic che ho scritto, di tanto in tanto appaiono quei due e sono sempre assieme! Yeeeah

!
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Akami: Nee-chan! Grazie mille! Sai già come andrà avanti e commenti lo stesso!! Sei tanto gentile!sarai sempre la prima a leggere ciò che scrivo!

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Bambi88 : davvero li trovi I.C? *cade in ginocchio e ringrazia* grazie anche del commento!

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Hermione93: grazie a te del commento! Vale quello che ho scritto per Akami, sei stata molto gentile!

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Hime_chan: adoro farlo cantare ubriaco! Grazie per il commento!

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Kakashina93: romantica? Io sono una dura! Dura!!! (si, amo le romanticherie.) come vedi tento di aggiornare presto, almeno i capitoli già scritti… una volta arrivata al punto in cui mi sono fermata naturalmente dovrete tutti attendere di più.

<><>

Spero che continuerete a seguirmi e possibilmente a commentare!! Grazie! Al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 3
*** 3 ***


Ooooh!!!! Non mi aspettavo tanti commenti o che riscuotesse tanto successo! E dire che l’ho scritta davvero senza pretese né nulla! Mi rischiarate la giornata!!! Grazie mille a tutti! e scusate se questo capitolo è corto!

La voce esasperata di Kakashi fu udibile fino dall'altra parte della strada:

-FARESTI PERDERE LA PAZIENZA AD UN MORTO! ASCOLTA BENE: IO NON SONO PUCCIOSO, NON SONO PUCCIOLOSO, CUCCIOLOSO NÉ TANTOMENO LOLLOSO! E POI COSA VORREBBE DIRE LOLLOSO???!!!-

-si, si, certo ciccino!- gli rispose Anko con un gran sorriso, dandogli una leggera pacca sulla testa.

Kakashi affondò il viso su una mano, mentre Anko cominciava a gustarsi il suo ramen.

-ci sarebbe il conto...- li richiamò Ichiraku

-paga il ragazzo qui! dia a lui!-

Kakashi affondò ancora.

-bene, per rendere questo appuntamento ufficioso, occupandoci della festa, dobbiamo decidere cosa comprare... mi stai ascoltando?-

-stai disperdendo anni di stipendio in pochi giorni, sai?-

-mica sono miei! dicevamo...-

Kakashi si sedette accanto a lei, mentre la donna continuava a chiacchierare, e mangiò il proprio ramen in silenzio. Non riusciva a capire come o da quanto tempo, ma trovava piacevole sentirla parlare, ascoltare i toni a volte allegri a volte burberi della sua voce, o quelli più fievoli che usava quando intimidita da qualcosa.

Come quando qualche minuto prima si era fermata un momento ad osservare un pupazzo nella vetrina di un negozio, e quando le aveva chiesto se le piacevano, lei aveva abbassato la testa imbarazzata, e aveva mormorato qualcosa come: "mi piacciono da quando ero bambina, forse perché non ne ho mai avuti..."; aveva sollevato poi lo sguardo ancora a testa bassa, tentando di leggergli in faccia ciò che pensava. E lui l'aveva trovata incredibilmente attraente. E strana.

Una donna come lei, che diceva volgarità imbarazzanti persino per lui, e che sapeva mettere al proprio posto chiunque, di tanto in tanto si imbarazzava per le piccole cose. Ma in fondo era sempre stata così, una contraddizione.

-allora, Kurenai ed i ragazzi non possono bere alcolici, quindi dobbiamo togliere sedici persone. Quanto sakè dovremmo prendere per sedici persone? e quanta birra? senza contare l' acqua... venti litri di ogni bibita andranno bene?-

-ecco... quanto?!-

-dai almeno un litro a testa...-

-un litro a testa di sakè, di acqua e di birra?-

-io riuscirei a berli... e anche di più.-

-si ma io penso agli umani... e poi i soldi per tutta questa roba?-

-beh faremo una colletta, e poi non serve dover pagare per forza.- aggiunse abbassando la voce.

Kakashi sgranò gli occhi.

-cos'hai in mente?-

-te lo spiego fuori... e da mangiare che prendiamo?-

-dolci direi... ah, visto che le tue feste me le immagino come delle specie di droga-party...-

-ehi!-

-…direi che per così dire "in prima serata" invitiamo ragazzi e famiglia, e poi noi. E per i ragazzi direi di prendere magari anche qualcosa che piaccia a loro...-

-e bravo il mio festaiolo! poi noi ci godiamo le ore tarde! tanto a Kurenai si sono invertiti gli orari e passa la notte sveglia!-

-certo che sono bravo, sono pur sempre il tuo amante segreto, no?-

Anko scoppiò a ridere divertita.

-a proposito, il povero Gai non s'è visto oggi...- continuò lui esitante.

-se l'è cercata. Ah, quando li informi della festa?- liquidò subito l’argomento lei.

-percepisco un "tu" perenne nelle tue frasi, immagino che dovrò informarmi sempre io dei gusti dei ragazzi...-

-certo! io sono la mente, tu il braccio.-

-andiamo bene...-

-scusa perché non facciamo un barbecue per loro, e magari prendiamo anche del ramen per Naruto? Poi dei dolci per tutti, ed il gioco è fatto!-

-...mh... hai ragione.-

-vedi che la mente sono io?- lo provocò, allargando le braccia ed indicandosi.

-cerca di non combinare guai piuttosto... non sappiamo se i genitori di Kurenai apprezzeranno tutto quel sakè ed il resto...-

-ho già pensato anche a questo, che credi! stasera accompagnerò Kurenai ad una festa in famiglia, da brava coinquilina, e vedrò di osservarli bene! Poi passerò da voi al bar e vi farò sapere.-

-tu ad una festa seria? ti vorrei proprio vedere...- si lasciò sfuggire Kakashi.

-cosa vorresti dire?!-

Fortunatamente per Kakashi furono interrotti da Ayame, la figlia di Ichiraku, che chiese se volessero prendere altro.

-a meno che non serviate dango, no grazie.- scherzò Kakashi.

-a dire il vero, oggi mio padre ne ha preparati...-

Infatti non appena Ichiraku aveva riconosciuto Anko, sapendo i suoi gusti, si era subito premurato di prepararne.

-ah!! allora hai sentito il mio cucciolo? Portane, li mangio andando via!-

-ma perché non sto mai zitto...-

Uscirono dal negozio di ramen, e cominciarono a passeggiare, mentre Anko mangiava raggiante.

-hai uno stomaco senza fondo...- le fece notare Kakashi.

-devo crescere!- rispose lei con un sorriso.

-ma sentila... ora dove vai?-

"perché gliel'ho chiesto? da quando mi interessa dove va?"

-a dire il vero non ne ho idea... tu vai alla pietra dei caduti? vuoi che ti accompagni?-

-... d'accordo.-

da tanto che non vado a trovare anche io Obito-kun...- disse lei, mordendosi poi le labbra. Le era sfuggito quel "kun".

-Obito-kun?- ripeté lui stupito.

-mi viene ancora spontaneo pensarlo così!- si giustificò lei.

-già... se non ricordo male andavate proprio d'accordo... eravate così simili...- si accorse di aver pensato ad alta voce, e si voltò a guardarla. Lei lo osservava incuriosita.

-a volte mi ricordi Naruto.- aggiunse infine.

-e a me Naruto ricorda lui...- aggiunse lei dolcemente, sorridendogli. Kakashi spostò subito lo sguardo altrove, il cuore che non riusciva a rallentare.

-perché tutti e tre siete imprevedibili, irritanti e allegri. Però siete anche persone di cui ci si può fidare ciecamente- disse infine, sentendosi arrossire.

-grazie mille per l'irritante! ha ha! scherzi a parte, grazie davvero per il "fidare ciecamente" ma non sono d'accordo... ti devo ricordare chi era il mio sensei?-

-non importa... non è stata colpa tua, e poi sbaglio o non sei più dalla sua parte?- le chiese guardandola; lei aveva portato le mani al collo, là dove a volte il sigillo maledetto bruciava, impedendole di dormire.

-non sbagli, certo, ma ho commesso fin troppi errori, e mi sembra anche troppo generoso paragonarmi a Obito-kun, o a Naruto.-

"l'ho fatto di nuovo! ancora quel kun!"

Kakashi restò in silenzio nuovamente, riflettendo sulle sue parole.

-ne ero follemente cotta poi... per me era la perfezione fatta a persona.- si decise a dire.

-chi?- chiese Kakashi stordito, riemergendo dalle proprie riflessioni.

-come chi? Obito-kun!-

-stai scherzando?- le chiese senza nascondere di essere sconvolto.

-è proprio vero che voi uomini non vi accorgete di nulla se non ve lo si sbatte in faccia! Scommetto che se togliessi la maschera ora, avresti la stessa espressione che aveva lui quando gliel'ho detto!-

-e glielo avevi anche detto?!!- chiese sempre più scioccato.

-ma si! Anche se sapevo del suo amore per Rin... poi siete partiti per quella missione... però ero quasi convinta che tu te ne fossi accorto!-

-non sei così leggibile come pensi... sei sempre stata incomprensibile ai miei occhi.- ammise inconsciamente lui.

-oh Kakashi-chan, ma questo è ammmore!- esclamò lei, calcando esageratamente le "m" e prendendolo a braccetto.

-allora, quanti figli dobbiamo avere?-

-tre! due femmine ed un maschio!-

-il maschio primogenito immagino...-

-no, lui sta in mezzo e si lascia comandare dalle altre due.-

-perfetto.-

-stiamo arrivando... io ti lascio quì, d'accordo?-

-non passi a salutarlo come avevi detto?-

-no, al momento sono offesa con lui, quando mi passa, vado!-

Kakashi rimase in silenzio, poi tentò di ragionare con lei.

-... Anko... tu non puoi offenderti con una persona che non c'è più da anni, così all'improvviso, lo sai?-

-invece si!-

Decise di lasciar perdere, e attese che liberasse il braccio dalla sua presa.

Lei lo fece, ma senza smettere di guardarlo con un'espressione che non poté non definire "adorabile".

-cosa c'è ancora?- chiese con preoccupazione e sotto sotto incanto.

-domani raccatterai i soldi e mi accompagnerai a fare la spesa?-

-...-

-daaaai!- lo pregò, facendogli gli occhi dolci e sorridendo allegramente.

-va bene...-

-bravo pucci pucci!-

-Anko... io non ho mai pregato nessuno, mai. Ma questa volta sono pronto a mettermi in ginocchio: ti scongiuro, ti imploro, non chiamarmi mai in pubblico con questo soprannome...-

-ti posso chiamare Hachiko?- chiese allora.

-no.- rispose.

-taralluccio?- tentò.

-no.- rispose nuovamente.

-piccolo spaventapasseri mio?- suggerì.

-no!- esclamò scandalizzato.

-tanto continuerò a sfottere e lo sai.-

-voglio almeno tentare di dissuaderti.- le comunicò con voce priva di speranza.

-impossibile!-

-ti faccio vedere la mia faccia senza maschera.-

-allora si.- disse subito lei.

-no.-

-come no?! l'hai proposto tu!-

-mi aspettavo che non accettassi!-

-un giorno ti vedrò, dovessi spiarti quando fai la doccia!-

-potresti...- cominciò lui con un lampo di divertimento nello sguardo.

-se dici potresti unirti a me, ti castro con un calcio.-

-molto femminile.-

-grazie.-

-a stanotte, Anko.-

-ci vediamo al bar, tanto devo passare per farmi controllare da Shizune e vedere se sono presentabile a dei genitori... coccolino mio!-

Risposte ai commenti:

Bambi88: graaazie! Sono felice che la trovi così divertente, io purtroppo quando sono alla tastiera perdo la capacità di trovare le cose divertenti… non me ne rendo conto, quindi vado alla cieca!

Hermione93: vero che mi somiglia? Sono terribile! XD

MartyTorsy: grazie grazie grazie!!! XD

Mina: sono morta leggendo il tuo commento… effettivamente Anko spera proprio che a Jiraya venga un coccolone! Per quanto riguarda il matrimonio con Kakashi, io non vedo dove sia il problema, purché mi invitiate. Perché voglio la bomboniera. O meglio, in confetti della bomboniera.

Akami: tutti quelli che mi conoscono dicono che mi somiglia… devo spaventarmi? XD

Third Moon: sono contenta di averti fatto piacere la coppia!! Il mio destino si compie!!! XDDDD!

Brucy: non morire!! Mi servono commenti!!! XD scherzo! Piuttosto spero che continuerai a divertirti tanto anche con questo capitolo!

Mizukaze: Sasuke deve imparare a portarti rispetto!!! Grazie mille per i complimenti!! (si anche a me piace leggere/scrivere poemi, questo è un po’ un esperimento…)

Lupus: so che erano riflessioni, poi hai fatto bene, mi hai “passato” un mucchio di immagini suggestive di soli, eclissi ecc… ma che vuol dire “salato”?? XD lo so, sono scema! Sono contenta ti sia piaciuto!

kakashina93: divinamente? *_____* (gode) grazie tantissimo!!! Spero di non deluderti!

Irene Adler: su questo Genma ci scriverei un poema, lo adoro anch’io!!! Gai se lo merita dai… non l’ha fatto apposta, ma se la cerca sempre la saccagnata… per i soprannomi mi stavo scervellando (allora, cosa si può dire ad un ragazzo che lo faccia sprofondare in pubblico? Naturalmente poi sfrutterò tali capolavori per chiamare il ragazzo della mia amica quando sarà in mezzo alla gente…)

Hime_chan: penso che valga “due pesi, due misure”. Perché se Kakashi si azzardasse a darle un soprannome imbarazzante, Anko lo ucciderebbe a colpi di dango… grazie del commento!!!



Al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** 4 ***


Questo è il più corto di tutti… e ho anche sbagliato e postato il quinto prima, che lo compensa in lunghezza… perdonatemi!!!!

*si inchina chiedendo perdono*

Erano le sette di sera, e Kakashi si sentiva stranamente agitato.

Temeva fosse per l'arrivo di Anko.

Temeva che d'ora in poi si sarebbe potuto sentire in ansia ogni qualvolta avesse avuto un appuntamento con lei.

"sarebbe una tragedia... e poi come si possono avere idee romantiche con Anko? sarebbe lei l'uomo della situazione..."

I cosiddetti amici attorno a lui non lo aiutavano. Anzi se la ridevano di gusto.

-ma sbaglio o quello che vedo chiuso è proprio Icha Icha Paradise? Cosa c'è, non ne hai più bisogno ora che c'è lei?- stava giusto dicendo Jiraya.

-lei chi?- s'intromise subito Iwashi.

-Anko!- rispose Raido con un gran sorriso.

-scherzando scherzando stareste proprio bene assieme...- commentò Genma, sollevando un' enorme quantità di commenti anche da parte degli altri.

Quando gli animi si furono calmati, anche perché Kakashi stava cercando di non dargli corda e di non usare il chidori per metterli a tacere, fu il turno di Gai.

-Te la auguro con il cuore...- borbottò soltanto, sfiorandosi l'occhio nero.

Tutti scoppiarono a ridere, ed una volta tanto anche Kakashi si unì a loro.

-tu pensa a non bere troppo alle feste!- lo rimbrottò Iruka, sedendosi accanto a loro.

-e perché?- chiese innocentemente Gai, che immancabilmente scordava le sue terribili canzoni da sbronza, provocando un altro accesso convulso di risa. Genma dovette gettare via il senbon, perché più volte aveva rischiato di inghiottirlo.

-non diteglielo... la prossima volta lo riprendiamo con la telecamera!- propose allegramente Iwashi.

Shizune si stava avvicinando al loro tavolo, ed Iruka si ricompose appena.

Gli altri ovviamente lo notare, e partirono nuovi sorrisetti maliziosi.

-Oh Anko, stai d'incanto!- proruppe raggiante Shizune guardando oltre le loro spalle.

-dici? da quanto non usavo un kimono...-

Tutti gli uomini si voltarono verso Anko, che sorrideva divertita ed imbarazzata dal commento.

Indossava un semplice kimono arancione chiaro coi fiori bianchi ed un nastro viola legato intorno alla vita che terminava in un fiocco; portava i capelli sciolti, che le arrivavano sino a metà schiena, incorniciandole il bel viso appena truccato e donandole un'aria davvero angelica, quasi impensabile da associare a lei.

Le reazioni degli uomini seduti al tavolo furono simultanee.

A Jiraya andò di traverso il sakè, e cominciò a tossire quasi soffocato.

Iwari che dondolava sulla sedia fu salvato in extremis da un' Iruka ancora a bocca aperta, prima che si schiantasse al suolo.

Raido e Genma che brindavano lasciarono cadere i bicchieri, che fortunatamente atterrarono sul tavolo senza traboccare, e la fissarono con occhi spalancati.

Kakashi si era completamente immobilizzato, e solo quando sentì un dolore al petto si rese conto che non respirava guardandola chiacchierare con Shizune.

-ma è Anko?- chiese a bassa voce Gai appena ripresosi, che fino a poco prima la guardava imbambolato.

Iruka tentò di annuire, e quando Anko ridacchiò per qualcosa che aveva detto Shizune, tutti si tesero verso di lei.

Poi, lentamente, ogni testa si spostò verso Kakashi, che la guardava con tanto d'occhi. Sentendosi osservato tornò ad osservare i jonin, e le loro espressioni perverse dicevano tutto.

-Shizune, tu che hai sempre di tutto in quella borsa, dalle un fermacapelli carino!- ordinò Tsunade raggiungendole.

-lei pensi a lavorare...-

-chi se ne sbatte! ecco, questo con il fiore è carino, mettilo di lato...-

-TSUNADE-SAMA!-

-cosa? ah certo, chi se ne importa, non chi se ne sbatte...-

-non credo fosse questo il problema...- commentò Anko.

-già! Deve lavorare!-

Gai cominciò a dare gomitate al suo eterno rivale.

-muoviti dai...-

-cosa?- chiese Kakashi senza capire.

-accompagnala!- sussurrò Genma spostandosi dietro di lui.

-ma io...-

-non vorrai fargli fare la strada da sola, no?- continuò, massaggiandogli le spalle come un allenatore di pugilato al proprio pupillo.

-vai vai! non fare il solito ghiacciolo!- lo incitò Gai.

-ma siete impazziti tutti?- chiese ancora Kakashi.

A tradimento, con l'aiuto di Iruka, lo sollevarono e spinsero contro le donne, che si voltarono a guardarlo meravigliate.

-mh? Che accidenti fai?- proruppe Anko.
Kakashi, nel panico, non seppe cosa rispondere. Alla fine chiese:

-sei sola?-

-Kurenai mi aspetta già dai suoi.-

-ah... allora...-

-allora?- fece Anko.

-allora?- fecero tutti gli altri.

Kakashi li fulminò con lo sguardo, prendendo tempo.

-v-vuoi che ti accompagni?-

"AAAH!!! STO BALBETTANDO COME UN IDIOTA!!! QUALCUNO MI UCCIDA!!!" urlò poi mentalmente

Anko invece non sembrò accorgersene.

-d'accordo, immagino che quelli ti stiano rendendo la vita impossibile!-

-ma come?!! Noi non facciamo nulla!- si lamentò Iruka.

-Anko sei stupenda!- esclamò Genma.

-Anko ti amiamo!- urlò invece Iwashi.

Kakashi dovette trattenersi dal prenderli a pugni.

-anche io... mi amo!- rispose lei.

-cattiva!!-

-ehi Kakashi, riprenditi Icha Icha!- lo chiamò Raido.

-ma dai! dirlo davanti ad una signora...- lo bloccò Genma indicando Anko che rideva.

-ti pare... una volta ho provato anche io a leggere quel libro!-

-e come ti è sembrato?- le chiesero tutti incuriositi.

-figurarsi, i tre quarti di quel libro li ho praticati in prima persona, e non spendo soldi in quella che potrebbe essere la mia biografia!... Allora andiamo?- rispose lei senza dar peso alle parole, imboccando poi la porta.

Tutti loro ammutolirono, mentre Tsunade annuiva come se fosse d'accordo e Kakashi guardava la copertina sul tavolo, tentando di collegare Anko alle scene che aveva letto.

-... dicevamo?- chiese Iruka, scuotendo la testa come per svegliarsi.

-che Kakashi si deve prendere il libro...- mormorò Gai con un filo di voce.

-tienitelo tu e fatti una cultura...- disse Kakashi lasciandoli di stucco, e seguendo Anko.

Camminarono fianco a fianco silenziosamente, mentre Kakashi la guardava con la coda dell'occhio.

-hai visto che brava? non ti ho chiamato neanche pucci pucci!-

-te ne sarò eternamente grato.-

-poi mi spieghi perché hai balbettato.-

-...-

-domani passo a casa tua e ti faccio sapere come sono i genitori, così andiamo a far compere!-

-d'accordo.-

Si ritrovarono entrambi a pensare a malincuore che presto questa storia sarebbe finita, e non avrebbero avuto scuse per vedersi.

-mi ci stavo abituando.- disse lei ad alta voce. Del resto era lui ad essere il "ghiacciolo" dei due, lei era sempre stata sfacciata. Non poteva che cominciare lei il discorso.

-a cosa?-

-a farmi offrire da te tutto il cibo di Konoha.-

-anche io.-

Era il massimo che potevano dirsi, ma entrambi capirono.

-non mi hai ancora detto la tua! come sto?- chiese lei sorridendo e volteggiando davanti a lui.

In realtà già mentre si vestiva non poteva fare a meno di chiedersi come lui l'avrebbe giudicata.

-stai bene.- rispose lui ostentando indifferenza.

-oh così mi commuovi!- lo derise lei.

Lui la fissò negli occhi.

-sei splendida, davvero, Anko.-

Lei mise di girare stupita, e si fermò per guardarlo.

-però... così va meglio davvero!- sbottò infine, arrossendo.

La trovò ancora più irresistibile con le guance arrossate, e allungò una mano fra i suoi capelli senza riuscire a riabbassare il braccio in tempo.

Lei lo guardò, spalancando appena gli occhi, mostrandosi confusa ed imbarazzata come non mai.

-avevi una foglia tra i capelli...- mentì lui, e la sentì rilassarsi appena.

-tolta?- chiese.

-tolta.- rispose lui, riabbassando la mano. Sconvolto molto più di lei.

Lo stava mandando in tilt.

-sai quel bar dove tengono le latte di birra incustodite sul tetto? dove vanno tutti a rubare... pensavo che se ne prendessimo una neppure se ne accorgerebbero...-

-stai scherzando?-

-affatto.-

-e se ti beccano?-

-non mi beccano se mi dai una mano. Tu distrai la tizia al bancone.-

-io?!! e come?!!- Questo lo preoccupava più di rubare.

-basta che ti sfili la maschera per mangiare! non vedi come hai ridotto Ayame facendolo? ti fa gli occhi dolci perennemente! e giurerei che anche il padre ha fatto lo stesso più di una volta!-

-cosa?!! mi vuoi vendere?!!-

-per non spendere denaro in più? eeeehm... si?-

-ma Anko!-

-non fare storie, devi solo abbassarla un , e farti vedere in faccia!-

-ah. quindi stai dicendo che sono carino?- chiese lui guardandola in maniera eloquente.

-ma smettila! devo prenderti a botte?-

-non sei per niente femminile se fai così...-

-CHE HAI DETTO?-

-...-

-perché non mi fai vedere la tua faccia? così posso dirti davvero se sei carino o no!- propose lei, mutando atteggiamento all'improvviso. Non riusciva a nascondere la curiosità nella voce.

-ancora?-

-Anko lascialo in pace...- la rimbrottò una voce familiare.

-ciao Kurenai! come va la festa?- la salutò Kakashi.

-daaaai!!! ti faccio vedere tutte le mosse che conosco di Icha Icha Paradise!- continuò Anko.

-VERAMENTE?!-

-ANKO!- la sgridò Kurenai, afferrandola per un braccio e tirandola via con se.

-NON DIMENTICARMIIII!!!!- strillò Anko.

Kakashi potè sentire la voce di Kurenai rimbrottare ancora l'amica, dicendole di non fare la melodrammatica. Sorrise tra se e se prima di reincamminarsi al bar. Ed il sorriso si allargò al pensiero di cosa avrebbe fatto ai suoi sventurati cosidetti amici, che gli avevano fatto fare una figuraccia.

le risposte ai commenti direttamente al prossimo cap, perchè ho combinato un casino -.- cmq Hachiko è un nome molto comune tra i cani giapponesi, come il nostro Billy!

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Capitolo 5
*** 5 ***


Nuovo capitolo, stavolta un po’ più lungo. Ed il prossimo vi avverto, comincerà di tanto in tanto ad essere più triste… naturalmente la parte comica non mancherà mai, però diciamo che è meglio se vi godete per bene questo! Gente avvisata… XD



Il giorno dopo Anko arrivò inspiegabilmente in orario.

Si sentiva irrequieta, non era inusuale per lei essere agitata, ma questa era emozione.

Oltretutto lei che non curava tanto il proprio aspetto fisico aveva messo a soqquadro l'armadio, alla ricerca dei vestiti da indossare, e dopo un lungo bagno dove aveva sfruttato le creme ed i sali di Kurenai, si era persino appena truccata, e aveva lasciato i capelli sciolti, per poi legarseli con stizza. E tutto questo sotto lo sguardo sornione dell'amica.

Che non aveva tardato ad attaccare.

"mi spieghi che accidenti hai da guardare?"

"come siamo di buon umore, ne Anko?"

la prendeva in giro?

"se mi osservi mi innervosisco!"

"e come mai? in genere non ti turbi così facilmente... a meno che..."

"a meno che?"

"Anko ti ricordi della scommessa di cui mi avevi parlato?"

scommessa?

"ti ho parlato di molto scommesse... comunque si sta facendo tardi, se devi parlare parla!"

"tu che intendi arrivare in orario? miracolo! beh, io vado di sotto..."

si stava avvicinando alla porta, ma non sembrava convinta.

"nuove voglie?"

"si, a vederti mangiare gelato alla panna per tutto l'inverno... ah a proposito..."

di nuovo quel dannato sorriso sornione.

"mh?”

"nel frizer c'è del gelato alla fragola."

"... carogna!"

Sobbalzò quando lo vide leggere sdraiato su di un’amaca in giardino. Ecco, lui era proprio il tipo che lei avrebbe classificato "da amaca".

Certo, c'era anche da dire che oltre ad essere piuttosto indifferente verso il mondo almeno all'apparenza, dava tutto per i propri amici e allievi, inoltre sapeva anche lui essere gentile o galante, come le aveva dimostrato; ad aggiungersi a ciò c'era la sua voce calda e fredda al tempo stesso, che non avrebbe saputo definire altrimenti, e quello sguardo spesso tormentato, quel sorriso che traspariva dalla sua maschera a volte divertito.

Anko non era sciocca, si era accorta che quando stavano assieme passava la maggior parte del tempo a sorridere, ma non sapeva come interpretare ciò, se come una presa in giro o...

Si pizzicò non vista un fianco, cancellando questi pensieri.

-Yo Kakashi!- lo salutò allegramente.

Lui chiuse il proprio libro. Altro fatto insolito.

-oggi si va a fare la spesa?-

-esatto!-

-... a comprarla?-

-anche.-

-oh, Anko!-

-non fare storie coniglietto...-

lo afferrò per un braccio obbligandolo ad alzarsi violentemente.

-sempre più femminile...- commentò lui massaggiandosi la spalla.

-ha parlato l'uomo virile...-

-hai messo un nuovo profumo?- le chiese improvvisamente.

-che? ah, opera di Kurenai...-

-buono.-

-...grazie.- rispose stordita. E appagata. - Ma tanto lo facciamo lo stesso.- aggiunse perfidamente.

-cosa facciamo?- chiese lui con una punta di malizia nella voce.

-parlo della birra, Kakashi, la birra. Se speri di portarmi a letto con un solo commento sul profumo, ti va già male.-

-però ieri stavi promettendo qualcosa.- le ricordò divertito.

-tu però dovresti togliere la maschera.-

-in certe situazioni me la toglierei comunque...- le fece notare lui.

-e allora siamo apposto. Guarda che dico sul serio, eh.-

-dici sul serio?-

-scommettiamo?-

Lui rimase in silenzio qualche secondo.

-a che pensi?- gli chiese incuriosita.

-che come uomo d'onore non dovrei accettare perché sarebbe poco rispettoso nei tuoi confronti... ma c'è tutto il resto della mia mente che grida di farlo.- concluse battendosi un dito sul mento.

Anko cominciò a ridere come una forsennata, e alla fine dovettero fermarsi perché si potesse sedere e continuare a ridere in tutta tranquillità.

Fu così che li trovarono Genma, Raido ed Iwashi.

-ma voi siete sempre in giro?- li salutò Kakashi.

-si.- risposero i tre guardando Anko.

-yo gente!- li salutò lei imitando Kakashi, per poi continuare a ridere.

-ma che le hai fatto?- chiese Raido.

-ora capisco! la droghi per uscire con te!- lo accusò Genma.

-è drogata al naturale...- spiegò Kakashi con poca convinzione.

-ok, mi sto calmando.- disse Anko cercando di smettere di ridere.

-di che chiacchieravate voi piccionc... voi?- si corresse velocemente Iwashi, vedendo la mano di Kakashi posarsi sul coprifronte.

“Meglio non sfidarlo” si disse.

-di sesso!- urlò quasi lei, tornando a ridere.

I tre sorrisero divertiti per poi guardare Kakashi.

Il quale, dato che parlavano proprio di questo, una volta tanto non aveva l'aria di chi viene ingiustamente maltrattato. E loro, naturalmente, se ne accorsero.

-pervertito!- urlarono insieme.

-no, io...- tentò di giustificarsi lui.

-pervertito!- gridarono nuovamente.

Anko si alzò in piedi, scostandosi un ciuffo dal viso.

-visto che ci siete anche voi, tutti arruolati!-

-cosa?- chiese Genma sospettoso e già pronto a fuggire se necessario.

-ora voi tre mi accompagnerete a fare compere per la festa! Ci siamo fatti dare i soldi anche da Tsunade, quindi stavamo andando a procacciarci il cibo-

-possiamo comprarne anche per noi?- chiese prontamente Iwashi, ricevendo una spinta di Raido.

-su! ora andiamo!-

-se ci sono loro posso andarmene a casa?- fu la domanda di Kakashi, ma Anko come al solito lo imprigionò tenendolo a braccetto.

-ma no, trottolino, tu resti qui!- gli rispose, provocando le risa convulse degli altri tre.

-un secondo.- le disse lui, liberandosi del suo braccio. Si voltò verso di loro e sollevò il coprifronte, lasciando scoperto l'occhio con lo sharingan. I tre si bloccarono spaventati.

-finito?- chiese.

-finito.- annuirono gli altri contemporaneamente.

-possiamo andare.- riprese a dire lui, e per abitudine le porse il braccio destro, che Anko fu lieta di afferrare.

Fare la spesa richiese più tempo di quanto immaginassero, perché non appena Anko si ritrovò dentro il supermercato e realizzò di avere una somma piuttosto ingente in tasca, perse letteralmente il controllo.

-Prendiamo questo, questo, questo e questo. Oh, guarda quello!-

-oddio ha sclerato!- esclamò Iwashi rivolto a Raido.

-qualcuno la blocchi...- fu la preghiera spaurita di quest’ultimo.

Udirono le voci di Kakashi e Genma che tentavano di starle dietro.

-Anko stai buona...-

-non puoi comprare tutta questa roba! E quello poi cos'è?!!-

-RAIDO! IWASHI!- li chiamò la donna con voce cantante.

I due s’irrigidirono.

-Si?- azzardò Iwashi.

-PRENDETE DEI CARRELLI!- ordinò la donna.

-SE LI PRENDETE ORA, VI UCCIDO!- strillò Genma.

-SE NON LI PRENDETE SUBITO VI UCCIDO IO!- urlò allora Anko con una nota minacciosa nella voce.

Iwashi e Raido si guardarono spaesati, e via via disperati, sentendo i tre avvicinarsi.

Alla fine si decisero, uno prese i carrelli e li spinse verso i tre, l'altro alzò le mani a dire che non aveva fatto nulla; poi entrambi corsero ad aspettarli fuori.

Dopo tre ore e mezza uscirono carichi di buste e scatoloni, e trovarono i due fuggitivi seduti a terra ed intenti a fumare. Anche loro furono riempiti sin sopra la testa, mentre Anko teneva le due buste più leggere e trotterellava a capo della comitiva.

Qui c'è qualcosa che non mi torna affatto.- mormorò Genma rivoltò a Kakashi.

-io non ho ancora capito come fa a comandarci.- sussurrò lui.

-tutta questa roba dove la mettiamo?- chiese Raido.

-al palazzo dell'Hokage. Ci pensa lei, anche la festa sarà la. - rispose Anko.

-e poi dove andiamo?-

-in un bar, Kakashi spiegaglielo tu.-

E Kakashi spiegò il piano di Anko ai tre che man mano spalancavano gli occhi.

-ma tu non sei mica tanto normale, lo sai?- le disse infine Raido.

-io lo direi a Kakashi che l' ascolta.- asserì Iwashi.

-quindi noi ti aiuteremo a prendere le latte giusto?- chiese Genma che non sembrava affatto turbato.

-esatto.-

-ma Genma!- sbraitarono suoi compagni.

-ma su! quante volte sono salito in quel tetto anche io...- disse lui con nostalgia.

-eccone un altro...- si lamentò Kakashi.

-zitto tu che parli di sesso a vanvera con lei!- lo rimbeccò.

-IO COSA?-

-se lui si toglie la maschera io ho promesso di fargli praticare ciò che legge. Ecco di che parlavamo- spiegò Anko ai tre.

-AAAAH!- fu l'intenso commento urlato da loro.

-ovviamente scherziamo, stupidi...- aggiunse Kakashi.

-ma io non sto scherzando!- esclamò Anko con aria innocente.

-AAAAH!-

Kakashi si batté una mano sulla fronte. Che quella donna fosse una punizione divina era ormai assodato.

E che si divertisse sadicamente ad umiliarlo o a distruggergli la reputazione, anche questo era chiaro.

Ma cosa ancora peggiore, lei era capace di riuscire a manipolarlo a suo piacimento.

Ripensò a ciò, mentre si trovava suo malgrado ad essere galante fino all'eccesso con la barista, mentre sapeva bene che sul tetto Anko tiranneggiava sui tre obbligandoli a fare tutto loro. Era quel tipo di donna a cui era impossibile dire di no, volenti o nolenti.

E a lui piaceva. L'aveva capito ormai.

Non era come quando erano ragazzini, con nessuno aveva un’intesa simile. E sapeva che lei lo capiva meglio di chiunque altro, senza che ci fosse un perché.

E naturalmente c'era l'attrazione fisica a peggiorare le cose. Avrebbe tolto la maschera anche subito, se avesse avuto l'occasione di baciare quelle labbra così invitanti.

Ecco perché aveva deciso di non abbassarla mai in sua presenza, la tentazione sarebbe stata troppo forte. E lei lo avrebbe ucciso se non si fosse controllato.

Quando si stringeva a lui, e sentiva il suo calore, ed il suo profumo, iniziava a non ragionare più, e cercava sempre pretesti per allontanarla. Quella mattina infatti, quando aveva sentito il suo profumo che s’insinuava prepotente attraverso i sensi, il primo istinto era stato di tirarla a se con forza e baciarla. E non solo baciarla, naturalmente.

-finirà male...- borbottò, versandosi da bere.

-cosa finirà male?- sentì chiedersi a due centimetri dal suo orecchio destro.

Rischiò di cadere dallo sgabello e si aggrappò al bancone.

-Tsu...Tsunade-sama, mi ha spaventato a morte...- riuscì a dire sorridendole debolmente.

-cosa finirà male?- chiese la donna prendendo posto accanto a lui.

-non dovrebbe lavorare ora? dov'è Shizune?-

-l'ho seminata. Ora tocca a te rispondere.-

"E se sapesse che gli altri sono di sopra a..." cominciò a pensare temendo il peggio.

-c'entra forse un'energica donna dai capelli viola?- chiese lei, guardandolo indagatrice.

-ma no! riflettevo su...- cercò disperatamente una scusa, confermando l'idea che Tsunade si era fatta.

-oh che carino! finalmente ti dai un po’ da fare eh?-

"ma questa è come Jiraya?" penso innervosito.

-No, Hokage-sama... io...-

-Sei passato da Tsunade-sama a Hokage-sama, segno che sei imbarazzato...-

"maledetta!"

-No... allora... sono preoccupato per questa storia della festa, abbiamo appurato si che i genitori di Kurenai saranno felicissimi di festeggiare la figlia, ma essendoci anche i ragazzi non vorrei che le cose ci sfuggissero di mano...-

-Bella scusa, mi piace.- commentò la donna.

Kakashi ridacchiò nervosamente, attendendo con ansia il ritorno degli altri.

-Sai io conosco il tuo passato, e ti prego di accettare un consiglio.-

Smise di ridacchiare e la guardò sorpreso.

-Provaci. Sarebbe la volta buona che ti vedremo felice.-

-Provaci?-

-Non nel senso maligno del termine. Prova a lasciarti andare con lei. Non fare il solito ghiacciolo.-

Quante volte si era sentito chiamare in quel modo nelle ultime settimane?

-Dovrei fare come Genma?-

-Se non altro lui rimorchia! E poi scherza... però con Anko potrebbe fare anche centro se tu non ti dai una mossa.- aggiunse poi con indifferenza.

-Kaka... oh salve Hokage-sama.- Anko si era appena affacciata alla porta, ed era quasi sbiancata vedendola.

-Buongiorno Anko, sei venuta a riprendertelo?-

-Esatto. Cosa farebbe senza di me...-

-si me lo dico anch'io...-

L'uomo si sentì improvvisamente in mezzo ad una congiura contro di lui. Cosa doveva fare?

Lottare o arrendersi?

-datti una mossa, abbiamo degli invitati da invitare ed una festa da festare!-

-quello che dici non ha senso...- le fece notare Kakashi, prima che lei gli prendesse la mano per tirarlo fuori di li, sotto lo sguardo beffardo di Tsunade.

-mi è preso un accidenti! perché non mi hai detto che c'era l'Hokage?- gli chiese stizzita appena usciti per la strada.

-ma che ne sapevo! e anche tu, fare le cose così all'improvviso!-

-ah adesso sarebbe colpa mia?-

-no aspetta, adesso è colpa mia!-

-non sei per niente collaborativo!- esclamò lei lasciandogli andare la mano.

-ha parlato proprio lei... tu sei una despota!-

Poco più in là stavano tornando i loro tre "aiutanti", ma vedendoli litigare si bloccarono.

-che facciamo?- chiese Raido.

-tra moglie e marito non mettere il dito.- disse saggiamente Genma, che li guardava con le braccia incrociate al petto ed atteggiandosi a superiore.

-ooh...- fece Iwashi guardando prima lui e poi i due.

-quindi anche quando tu e Hana litigate non ci dobbiamo intromettere?- chiese amabilmente Raido.

-MA CHE DICI?-

-chi?! Parli della figlia degli Inuzuka? è carina!- disse l'altro con molto allegria.

-PETTEGOLI!!!-

-ma che state facendo voi tre?- li chiamò Anko, mentre Kakashi li osservava imbronciato in un angolo, anch'esso con le braccia incrociate e la schiena contro un muro.

-parliamo delle storie amorose di Genma...- rispose allegramente Raido, mentre Genma tentava invano di bloccarlo.

-interessante! venite a parlarne quì!- li chiamò Anko già in sovreccitazione.

-piuttosto io penso che andrò nel negozio degli Yamanaka, a vedere che fiori ci sono per Kurenai...- disse Genma.

-fiori?- chiesero tutti, mentre Kakashi si staccava dal muro e si affiancava ad Anko.

-beh, un regalo ci vuole.-

Lo strillo di Anko fu udibile persino per Tsunade che ancora si trovava al bar.

I poveri jonin, dopo aver timorosamente allontanato le mani dalle orecchie, la guardarono sconvolti. Kakashi aveva avuto la malaugurata idea di avvicinarsi a lei, ed ora cercava di non cadere a terra poiché l'urlo gli aveva quasi perforato i timpani.

-Anko che ti è preso?- riuscì infine a chiedere.

-IL REGALO!!! IO NON GLIEL'HO ANCORA CERCATO, ME N'ERO SCORDATA!!! ED IO SONO LA MIGLIORE AMICA! SONO LA MADRINA DEL PICCOLO!!! COME FACCIO?!! COSA LE PRENDO?!!-

-ti prego non urlare...- disse lui con voce spezzata, tornando a coprirsi le orecchie con le mani.

Poi vide la sua espressione irrimediabilmente triste, e sospirò.

-ti do una mano io, d'accordo?-

lei lo guardò con gratitudine, mentre un largo sorriso si faceva spazio sul suo viso.

-davvero Kakashi-chan? davvero davvero?-

-davvero...-

"e non guardarmi così..."

-grazie!!!- urlò lei, buttandogli le braccia al collo.

In verità, anche se non l'avrebbe mai ammesso, lei stessa stava approfittando della situazione.

-ehm... Anko cara, ti possiamo aiutare anche noi eh...- cominciò Genma.

-si, si. Qualunque cosa ti serva!- disse Iwashi ridendo.

Kakashi fece loro cenno di sparire e scoppiarono a ridere tutti. Anko lo liberò infine dalla sua stretta, leggermente arrossita ma con un gran sorriso.

-scusa!- gli disse, mostrandogli però di non essere per nulla pentita.

-dai, andiamo a prendere quei benedetti fiori... e poi se non vi spiace io vi lascio.-

-ma no! dopo andiamo un po’ a bere qualcosa!- gli propose lei, dandogli una gomitata.

-veramente io…- cominciò lui, interrotto da una risata cristallina.

Poco più in la stavano sopraggiungendo Kurenai in compagnia di Suzume, ed insieme ridacchiavano tenendosi a braccetto.

-KURE-CHAN!- urlò Anko, facendo nuovamente pentire al povero Kakashi di non aver messo i tappi per le orecchie.

-ciao Anko!-

-che fate?-

-abbiamo traumatizzato Iruka!- esclamò allegramente la donna.

-cosacosacosa?-

-sai che se parli di sesso con Iruka gli viene un infarto? È così candido!- dichiarò Suzume.

-verissimo! Ci ha sentite parlare ed è diventato bordeaux! Che ridere!- affermò Kurenai ancora ridacchiando.

-MA NO! VOGLIO TURBARLO ANCHE IO!!!- strepitò Anko.

-Abbiamo definitivamente perso Kurenai…- mormorò Kakashi, mentre gli altri uomini annuivano affranti.

Accanto a loro sfrecciò Shizune, alla perenne ricerca dell’Hokage. Rendendosi conto dell’insolito gruppetto che stava in mezzo alla strada, tornò indietro, temendo fosse accaduto qualcosa.

-che fai?- le chiese Anko

-cerco Tsunade… e voi? Che succede?-

-andiamo a scioccare Iruka!- la informò allegramente Kurenai.

-ci penso io, lo farò piangere!- rispose allegramente Anko.

-vuoi venire?- chiese cortesemente Suzume, sebbene avesse notato le occhiate che di tanto in tanto i due si lanciavano, e che non le piacevano per nulla.

Shizune parve pensarci un secondo, poi prendendo atto del fatto che mai e poi mai sarebbe riuscita a trovare Tsunade alzò le spalle e si unì alla comitiva.

-MA COME?!! ANCHE TU?- fu l’urlo maschile generale.

-anche tu cosa?- chiese lei stupita.

-vedi, ci vedono come delle sante, a me e te.- le spiegò Kurenai.

-capisco…- fu la sua risposta, seguita da uno sguardo curioso lanciato verso gli uomini che la guardavano quasi supplicanti, in una tacita richiesta di assenso.

-che scemi!- esclamò Anko, tirando Shizune per un braccio e portandola via.

-ci ha abbandonato… beh io vado comunque dagli Yamanaka…-

-perché dagli Yamanaka?- chiese Kurenai ancora a portata di udito. Genma s’irrigidì. Si era tradito.

Anko lo avrebbe distrutto.

-perché fa il filo alla figlia degli Inuzuka!- rispose per lui Anko, provocando un mormorio di assenso generale da parte delle donne.

-MA CHE CAVOLO, SENTI TUTTO TU?-

-naturale Genma caro, io sono una donna!- rispose lei portandosi un dito alle labbra e guardandolo adorabilmente.

“Genma caro?” pensò Kakashi.

-come sei carina… va, va a spettegolare…- fece Genma già conquistato da quello sguardo.

-ti fai rigirare come nulla…- commentò Raido.

-lo capisco…- disse Iwashi.

- finitela…- mormorò irritato Kakashi, sussurro perfettamente udibile nel completo silenzio di quella strada. Tre sguardi interrogativi si volsero verso di lui.

-che c’è?- chiese stupito Genma.

Già, che cosa gli era preso? Perché gli dava tanto fastidio ora il comportamento di Genma?



[però
con Anko potrebbe fare anche centro se tu non ti dai una mossa]

Maledetta Tsunade, lei e le sue previsioni amorose! E poi a lui cosa importava?

Era già a quel punto?

-…-

E ora che scusa si doveva inventare?

-se restate qui a chiacchierare finisce che il negozio chiude. Io ora vado, ci si vede in giro.-

“meno male…” pensò Kakashi, sospirando.

-qui gatta ci cova…- sussurrò Genma ai compagni.

-indaghiamo?-

-indaghiamo. E se serve, aiutiamo!-

Risposte ai commenti!!!

Bambi88: a chi lo dici… grazie del commento!.

Third Moon: anche secondo me quei due hanno bisogno di ironia… anche se dal prossimo cap cercherò di mettere anche un po’ di realismo in più, perché nella vita non si è sempre allegrissimi!!! Purtroppo… (io ci provo eh! XD)

Brucy: grazie del perdono!!! Stavo per sbattere la testa contro lo schermo ieri per lo shock!

Mina: il tuo commento mi ha fatto proprio ridere… Anko assatanata… beh ma coi bei ragazzoni di Konoha posso anche capire!!!

Hermione: in questi giorni sarò poco a casa, xk ora che è estate sono fisso fuori… più che altro scrivo le fic!

TsunadeHokage: eccoti servita! XD

Kakashina93: (la prossima volta posso abbreviare il nome? Kaka93 o quello che ti salta in testa…) oddio che commento che fa salire l’autostima!!! Continua a fare commenti simili, mi raccomando!!!

Mizukage: anche a me!!

XD

Akami: sorellaaaaaaa!!!!

Lupus: non hai capito? Ma nieeente… *fischietta* grazie del commento!

Hime_chan: l’altra è finita male perché doveva rientrare tutto in un grande progetto *_*… scherzi a parte, non prometto nulla… leggimi la mente… XD

Perdonatemi se non rispondo ai commenti del terzo, ma a quest’ora non ce la farei, e finirei col non postare… oggi è cominciata la mia estate, e sto ancora tentando di tornare in me…

Al prossimo!!!

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Capitolo 6
*** 6 ***


Salve a tutti! Ci sono un paio di note doverose di inizio capitolo, prima che vi chiediate: “eeeeeh???!”

Il passato di Anko me lo sono inventato di sana pianta, questo perché:

a) il passato di Anko è stato citato solo negli episodi animati, quelli completamente inventati da loro e non da Koshimoto.

b) io non ho visto neanche quelli.

Perciò in poche parole io l’ho fatta partire con Orochimaru, come ho già detto, poco dopo la morte di Obito, e l’ho fatta tornare qualche anno dopo da sola a Konoha.

Tutto qui per ora!

Buona lettura!!!

P.S. non è poi così triste come avevo annunciato, non spaventatevi °_°

Anko passeggiava per la strada, ripensando agli ultimi giorni; erano stati diversi dai soliti, che trascorreva più che altro in solitudine, esclusa la compagnia di Kurenai che non in quel periodo naturalmente non era certo molto socievole. Sembrava stesse riprendendosi anche lei soltanto in quell’ultima settimana, forse perché il parto era vicino, forse perché Anko stessa le trasmetteva serenità, con la sua allegria contagiosa.

Allegria che doveva in particolar modo a Kakashi.

Perché con lui non si sentiva sola o incompresa, lui la accettava così com’era e non le chiedeva nulla, tanto meno di cambiare.

Anko si chiese improvvisamente perché. In fondo lei stessa a volte si sarebbe presa a schiaffi, si trovava irritante e immatura. Probabilmente perché voleva recuperare il divertimento e la spensieratezza persi in quegli anni al seguito di Orochimaru, ma era pur sempre troppo impetuosa.

“lui invece è sempre così controllato… ogni tanto lo faccio ridere o urlare, ma si calma subito… pensandoci bene mi è sempre venuto spontaneo cercare di farlo smuovere un po’, odio le cose che non cambiano mai… ma non odio lui… che cosa strana…” si disse, procedendo avanti.

Quel pomeriggio sarebbero andati insieme a cercare un regalo per Kurenai, e poi quel fine settimana ci sarebbe stata la festa.

“e dopo… e dopo tornerà tutto come prima… non ci vedremo tanto spesso e resteremo in rapporti più o meno amichevoli…”

Si chiese perché questo pensiero la facesse stare tanto male, era infatti come avere un peso sul petto che la soffocava.

Si fermò dal fruttivendolo per prendersi due mele, e cominciò a mangiarne una.

Cercò di portare la sua attenzione a qualcos’altro, e volse lo sguardo al cielo.

“Anko… sei proprio tu?”

“ciao Gai… hai riconosciuto subito la mia voce, eh?”

“ma tu… dove cavolo eri finita?!

“ero con Orochimaru-sensei, lo sai…”

“accendo la luce…”

“no!”

“come no? Non possiamo stare a luci spente nella mia camera dal letto, qualcuno potrebbe scoprirci e fraintendere…”

“è meglio se non accendi la luce…”

“…che succede?”

“non voglio che tu mi veda così.”

“così come?”

“… mi serve aiuto… ho bisogno che tu vada a chiamare l’Hokage.”

ma che cos’hai?”

“non pensarci… puoi andare a chiamarla per me?”
“certo…”



Automaticamente portò una mano al sigillo sul proprio collo, graffiandolo con le proprie unghie.

Quel giorno non lo avrebbe mai scordato.

Era tornata, ed era crollata subito. Aveva rincontrato tutti i suoi vecchi amici, e loro l’avevano vista in quello stato.

Col sigillo maledetto che ormai le aveva invaso tutto il corpo, segno che Orochimaru l’aveva definitivamente abbandonata a se stessa.

Ed era stato lui ad occuparsi di lei, a bloccarlo. Senza una parola di rimprovero, senza alcuno sguardo saccente.

Era cresciuto molto, da quando si erano entrambi allontanati l’uno dall’altra, da quando lei aveva lasciato Konoha.

Senza rendersene conto urtò un cestino poggiato a terra, e proseguì dritta. Fu una voce stridula a farla fermare.

-delinquente! Almeno abbi la decenza di chiedere scusa!- la rimproverò un’anziana donna che andava a raccogliere il cesto lasciato incustodito.

-mi perdoni, ero sovrappensiero…- rispose lei educatamente. Si sorprese lei stessa, se era così gentile stava proprio male…

-ah, sei tu. Dovevo immaginarlo!- disse improvvisamente la donna, con un lampo di indignazione negli occhi, mentre la bocca si piegava in una smorfia di disgusto.

-… non ho nessuna voglia di sfidarti anche oggi Gai.- disse stancamente Kakashi, passeggiando per le vie di Konoha, con le mani che facevano da segnalibro a Icha Icha Paradise, fintanto che Gai lo torturava psicologicamente.

-toccherà a te stavolta scegliere la sfida! Se perderò…- continuò l’altro ignorandolo.

-pieni di vita come sempre…-

-salve Kurenai!-

-yo…-

-hai per caso visto Anko, Kakashi?-

-io? No…- rispose lui, chiedendosi perché ormai tutti dessero per scontato che vivessero in simbiosi.

-strano… doveva essere qui in giro…-

-ti accompagniamo a cercarla se vuoi! Lascia che ti regga le buste!- esclamò Gai afferrando le buste della spesa della donna.

-ma sono leggerissime!-

-lascia stare, lascialo fare, così non mi darà il tormento…- la pregò invece Kakashi.

Portata dal vento giunse la voce di Anko, poco più avanti:

-Come scusi?!-

-speriamo non si stia cacciando nei guai…- mormorò Kurenai.

-non ci conterei troppo…- fu il commento di Kakashi, quasi divertito.

-ah, sei tu. Dovevo immaginarlo!-

-non capisco…-

-tu sei quella dannata!-

-capisco ancora meno, signora…-

-era ovvio… si sa che accanto alle mele stanno sempre i serpenti!-

-come scusi?!-

-cosa sei tornata a fare qui? Perché non te ne sei rimasta con quel traditore?- chiese la vecchia in un sibilo.

Anko la guardò stordita poi comprese, e sorrise amaramente. In quel momento sopraggiunsero Kakashi, Kurenai e Gai, ma tutti furono bloccati da quest’ultimo, che si fermò dietro la bancarella del fruttivendolo.

-ma che fai?-

-non credo che Anko vorrebbe che assistessimo…- sussurrò Gai. Tutti loro avevano udito le parole della vecchia.

-senta, io non ho fatto nulla. Mi vede anche lei, ho combattuto anche io contro Orochimaru quando ce n’è stata occasione…- si fermò, poiché la vecchia era improvvisamente arrossita di rabbia.

Le parve un cobra pronto all’attacco.

Analogia infelice in quel momento.

-mio figlio è morto combattendo contro quel mostro!-

Anko spalancò gli occhi, per poi tornare seria improvvisamente; il suo sguardo si era incupito, e la vecchia ne fu spaventata. Senza lasciarle il tempo di parlare, affermò:

-basta guardarti in faccia per vederlo!-

-vedere cosa?- chiese Anko senza mutare espressione.

-Orochimaru.-

-io sono solo Anko.- rispose, con minor decisione.

-un serpente può cambiare pelle quanto vuole, ma resta sempre un serpente, non te lo scordare!- disse quella, quasi volesse lanciarle una maledizione.

Kurenai fremette, e Gai le pose una mano sul braccio per calmarla. Kakashi rimase impassibile per tutto il tempo, almeno ad un occhio poco esperto; ma Gai sentì il dovere di sfiorare anche lui, poiché aveva notato lo sguardo truce comparso nel solo occhio visibile.

-signora… con una pelle come la mia, chi bada più al serpente!- replicò lei in tono scherzoso, lanciando la mela in aria verso la donna, che la afferrò senza capire, semplicemente irritata dalle sue parole leggere, -e si mangi una bella mela alla salute nostra!- aggiunse poi facendo un largo sorriso, e voltandosi con decisione indietro.

I tre ancora nascosti persero tutta la loro indole violenta, e sospirarono di sollievo, mentre la donna restava con un palmo di naso.

-beh… io vado tanto non serve certo consolarla…- disse infine Gai.

-si… solo lei poteva prenderla così…- commentò Kurenai

-io la seguo.- dichiarò Kakashi, lasciandoli di stucco.

-aspetta!- lo seguì subito Kurenai.

La raggiunsero immediatamente, poiché la donna era uscita dai cancelli di Konoha ed i suoi vestiti e i suoi capelli erano l’unica nota diversa nel verde del bosco.

-ma dove va?- sussurrò Kurenai.

-ora la chiamiamo…- le rispose Kakashi.

E stava aprendo la bocca, quando fu bloccato dal suono del pugno di Anko che si abbatteva su di un albero. Nel tronco si creò una linea di frattura e l’albero ondeggiò paurosamente, mentre Anko ritirava la mano insanguinata portandosela alla bocca e leccando appena via il sangue com’era abituata a fare.

“quella vecchiaccia balorda… no, in fondo ha ragione… se no non me la prenderei tanto…” rifletté lei, cercando di ignorare il dolore pulsante che stava risalendo il braccio. Quasi certamente si era rotta le dita.

“Fa niente.” Pensò, lieta che il dolore fisico avesse cancellato il turbine di pensieri che l’aveva investita alle parole della vecchia e che la stava facendo impazzire.

Decise di passeggiare un po’ per la foresta, prima di andare in ospedale a farsi dare una sistemata alla mano, poteva resistere ancora prima che il dolore diventasse insopportabile, e così s’incamminò.

-se l’è presa eccome… che stupida sono stata…-

-no. Kurenai la conosci. È impossibile da capire… e sa mascherare ciò che prova alla perfezione.-

-ma tu avevi capito. Altrimenti non l’avresti seguita.-

-ne so qualcosa di maschere.- rispose lui.

Una frase semplice, ma che diceva molto di lui.

Kurenai improvvisamente si sentì triste, triste per la sua migliore amica che ancora soffriva, triste perché Kakashi capiva fin troppo bene la sofferenza dopo averne passata tanta, triste perché Asuma non era li con lei, a dirle che si preoccupava sempre troppo. Non si rese conto di piangere finché Kakashi non le posò una mano sulla guancia, cogliendo una sua lacrima. Un gesto affettuoso, di semplice amicizia, che le diede il coraggio di abbracciarlo, quasi dovesse essere lui quello rincuorato.

“brucia…”
“lo immagino.”

Ka-Kakashi? Sei tu?”

“non ti preoccupare, tra poco sarà tutto finito.”

“… ti hanno… mandato per uccidermi, allora?... capisco… beh sbrigati, perché fa da-davvero male.”

“non devo ucciderti.”

“no?”

“no.”

“e allora che… fai?”

“non lo vedi che sto tracciando dei segni a terra? Forse posso bloccare il sigillo.”

“e non mi ucciderà nessuno?”

“direi di no.”

“… n-non mi puniranno?”

“perché ho la sensazione che tu voglia essere punita?”

“perché… i cattivi… pagano sempre.”

“Anko, tu non s…”

“ANKO-CHAN!”

“Kurenai…”

“ANKO!”

“Gai… ragazzi… ci siete tutti…”

“oh cielo, Anko-chan, come sei ridotta? Cosa sono tutti questi segni neri?”

“un sigillo… mi sta uccidendo…”

“andrà tutto bene, vedrai…”

“Kakashi si occuperà di te!”

“e poi faremo una mega festa!”

“si! Hanno ragione! festeggeremo il tuo ritorno!”

tutti insieme!”

T-tutti insieme?... ah!…”

“ora uscite. Bisogna sbrigarsi.”

“d’accordo Kakashi…”

resisti Anko-chan, noi ti aspettiamo fuori!”

“si…”

“…”

“…”

“che casinisti…”

“non li capisco… sono stati troppo gentili… io…

“sono amici.”

“amici miei?”

Anche. Ti vogliono bene, per quanto strano possa sembrare.

“… mi sei mancato Hatake.”

“… il sigillo ti ha proprio dato alla testa…



-Shizune!- urlò Anko, vedendola appena svoltato l’angolo del corridoio.

-che c’è?- chiese la donna, che stava per raggiungere l’ufficio dell’Hokage.

-mi puoi curare la mano? Mi stavo allenando e mi sono fatta male!- esclamò lei, accorgendosi solo ora della presenza silenziosa di Kakashi, che se ne stava seduto poco più avanti in compagnia di Kurenai. E non a caso; entrambi erano andati ad aspettarla li, sapendo che sarebbe arrivata poco dopo. Anche se in realtà era passata già un’ora.

-e voi che ci fate qui?- chiese Anko.

-controlli…- mentì Kurenai, mentre Shizune le rivolgeva un’occhiata interrogativa.

-bene, datti una mossa!- la richiamò Anko, sventolando il braccio davanti a lei.

-che hai?- chiese Shizune, prendendola delicatamente per il polso. Anko dovette trattenersi dal gemere, e poi sorrise allegramente.

-mi sono spezzata le dita!-

-quali?-

-tutte!-

Kurenai sussultò, mentre Kakashi evitò di mostrare sorpresa, almeno esteriormente.

-ma come hai fatto??!! Hai preso a pugni un muro?!-

Anko scoppiò a ridere.

C’era andata fin troppo vicina.

Ci volle qualche minuto perché Shizune terminasse di curarla, e dopodiché le fasciò la mano.

-ecco. Non ho potuto saldare tutte le fratture ovviamente, e dovrai portare le fasciature per qualche giorno, d’accordo? Torna domani!-

-si, ti ringrazio!-

Kakashi le si avvicinò, mentre Kurenai si dileguava, avendo compreso che era meglio lasciarli soli.

-dobbiamo prendere il regalo…- sussurrò. Anko rabbrividì sentendolo tanto vicino, e si scostò per guardarlo in faccia.

-si! Che bello!- esclamò, simulando una gioia che in realtà non provava.

“presto… sta finendo troppo presto…” era il suo unico angosciante pensiero.

-andiamo?- chiese, porgendole ancora una volta senza rendersene conto il braccio. I pensieri cupi di Anko svanirono come vapore nell’aria a quella vista, e la donna scoppiò a ridere afferrandogli il braccio.

-cosa c’è?- chiese lui senza capire.

-sei così tenero quando mi dai il braccio Kakashino!- esultò lei, stringendo ancor più la presa.

“sei tu ad essere tenera…” pensò lui guardandola ridere, maledicendosi poi per simili idee.

-tornando al regalo… Una vestaglia supersexy da donna in attesa?-

-ma no!-

-scommetto che non ti avvicineresti neanche ad un sexy shop, ne?-

-direi proprio di no!... meno male che ti sto accompagnando io…-

-ed un vestito per il bambino?- propose lei.

-questo mi sembra adatto.-

-allora le prendiamo un vestitino. È deciso.-

-prendiamo? Lo facciamo insieme?-

-ah, volevi farlo per conto tuo? D’accordo allora!-

-no, no! Meglio se lo prendo con te… non saprei da dove cominciare…-

-Kakashi…- mormorò lei cambiando tono.

-cosa c’è?- chiese lui ostentando ancora una volta indifferenza, nonostante avesse notato lo sguardo perso della donna.

-prima ripensavo a delle cose… ti ricordi quando mi hai sigillato il marchio maledetto?-

-certo.- rispose semplicemente lui.

-io non ragionavo molto… beh come sempre. Però quella volta tu stavi per dirmi qualcosa, ne sono certa, ma siamo stati interrotti dagli altri. Te lo ricordi?-

-… a dire il vero no, mi spiace. Era importante?-

-no, non credo. Era solo una curiosità: è la prima volta che mi torna alla mente…- replicò lei con lo sguardo nuovamente perso.

-ma che colore prendiamo il vestito?- chiese lui cambiando argomento.

-bianco. Non sapendo se è maschio o femmina… o un colore del genere.- rispose subito lei.

-d’accordo.-

-Kakashi?-

-mh?-

-prima o poi ti lascerai guardare senza maschera?- il tono era tornato stuzzicante come sempre.

-va bene…- si arrese lui.

“succeda quel che succeda…” pensò, osservando Anko gioire della propria vittoria, col braccio dalle dita rotte alzato verso il cielo.

Sollevò anche lui lo sguardo.

“mi hai chiesto cosa volevo dirti?” le chiese mentalmente, fissando le nuvole.

“Anko, tu non sei cattiva e non vai punita! Non è stata colpa tua! So cosa vuol dire sentirsi responsabili di qualcosa, e non voglio che sia così anche per te.

Anko io ti voglio bene. Non lascerò che nessuno ti uccida.

Lascia fare a me d’accordo?

Ho perso fin troppe persone…

E adesso stai così, proprio tu…

Io ti proteggerò, ora e sempre!

Perciò…

Fidati, ci penserò io a te!”



Risposte ai commenti:

Akami: grazie mille!!! ^^ si io adoro Genma, è di sicuro completamente ooc (spero per lui) ma lo amo!!!

Lupus: fammi sapere anche per questo capitolo!! Grazie del commento è scontato da dire sempre vero? XD

Brucy: l’idea di liquefarmi stile l’urlo mi ha fatto scompisciare… comunque addirittura me ne sono resa conto solo dopo qualche minuto, perché per fortuna ho l’abitudine di rileggere quello che ho appena postato visto che con l’html sono un incapace…

Third Moon: non ti piacerebbe avere un tipo come Kakashi geloso di te? Aaaaah…. Si infatti… beh qui comincio a parlare anche del rapporto con Anko con gli altri Konohaniani… secondo me è impossibile che qualcuno, con la gente chiusa e gretta che c’è, non la odi…

Hermione93: ti dico solo che oggi sarò fuori dalle due alle “inserire orario”. Farò in tempo solo a postare questo capitolo prima di andare a prepararmi… però appena mi connetto ti cerco!

Mizukaze: spero non siano serviti I fazzoletti!!! Com’è vero che sono l’ultima a notare se scrivo qualcosa di divertente, sono anche l’ultima a commuovermi per le cose tristi (mie). Comunque non penso che questo fosse eccessivamente triste… poi si vedrà più avanti… più scrivo e più mi rendo conto che questa storia prende pieghe che non sospettavo… °_°

Hime_chan: eh eh eh… vuoi che gli amici scassa… volevo dire, premurosi non si occupino anche di loro?! XD

Mina: notare che quei poveracci di Raido ed Iwashi sono succubi di Genma quindi non so quanto siano squadra XDD!

kakashina93: tanti baci? Essendo io comunque un animo romantico…. Beh più o meno, non posso certo dirti di no… ma non è ancora il momento… devo farvi soffrire uh uh uh!

Irene Adler: nessun problema per il ritardo, e ti ringrazio! Io non mi rendo conto se esagero… mai… anche nella vita reale… *aura inquietante*

bambi88: per i prossimi capitoli niente, perché sono già stati scritti… ma un burroso lo inserirò sicuramente più avanti!!!! XD!

Ciao a tutti e grazie ancora per i commenti!!! Ah se vi viene in mente qualche soprannome da dare ad un uomo che lo farebbe morire in compagnia degli amici, consigliate pure!!!! ed un'ultima cosa: in questi flashback se così si posso chiamare Anko, Kakashi e gli altri sono ancora ragazzini, solo un pò più grandi...

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Capitolo 7
*** 7 ***


Yeah!!!! Nuovo capitolo!!! E prima parte della festa! Inizialmente nasceva come unico, ma mi sono fatta prendere la mano… e poi volevo far apparire qualche altra coppietta!!! XD! Credo si possa dire che le mie fic sono tutte collegate, fanno tutte parte della dimensione “Eleanor” ecco perché in un certo senso le coppie che appaiono qui e che ho già citato sono… una sorta di continuo delle altre fic (?)… beh per chi voleva sapere come se la stanno passando gli Ino, Shika, Neji, Tenten, Hinata, Naruto ecc ecc delle altre mie storie: ecco a voi…

grazie a tutte le anime buone che leggono questa storia!!! XD

Il giorno della tanto sospirata festa era arrivato.

Quel giorno Anko non avrebbe dovuto far altro che presentarsi li e festeggiare, al resto avrebbero pensato gli altri, e ad accompagnare Kurenai al palazzo dell’ Hokage con una scusa ci sarebbero stati i suoi allievi.

E lei infatti non pensava minimamente alla festa; per la prima volta nella sua vita non era in prima fila a raccogliere sakè. Se ne stava appoggiata al bordo della sua vasca da bagno a fissare il vuoto, avvolta dal tepore dell’acqua e della schiuma, senza alcuna voglia di muoversi, priva di forza di volontà.

Ricordò che il giorno prima si era messa d’accordo con Kakashi.

-domani mi passi a prendere?
-perché dovrei?

-così ho un motivo per alzarmi dal letto… altrimenti dormirei!

-non verresti alla festa che TU hai organizzato?

-in questo periodo dormirei e basta…

-va bene, va bene.

“devo alzarmi e prepararmi prima dell’arrivo di Kakashi…” pensò, senza tuttavia muoversi. Ormai l’acqua stava diventando gelata, e cominciava ad aver freddo, ma si sentiva comunque stanca morta. Aveva anche passato la notte in bianco, senza capire il perché, o meglio, senza volerlo ammettere.

Si alzò e si avvolse in un asciugamano, rabbrividendo. Andò svogliata in camera sua, non preoccupandosi degli schizzi d’acqua che inondavano il pavimento ad ogni movimento dei suoi capelli zuppi. Si rese conto che non poteva vestirsi prima di asciugarli, e tornò al bagno. Afferrò l’asciugacapelli e fece per appoggiarlo al lavandino, prima di rendersi conto che anche questo era zuppo un attimo prima di venirne fulminata.

Decisamente, era una giornata no.

Asciugò i capelli, indossò un abito viola corto a maniche lunghe e lasciò i capelli sciolti. Forse avrebbe dovuto indossare qualcosa di più allegro, ma quel giorno non vestiva di nero soltanto perché andava a festeggiare una nascita. Il nero forse avrebbe portato sfortuna, si disse, malgrado rappresentasse il senso quasi di lutto che sentiva. In fondo il lutto cos’era se non la tristezza per via di una separazione?

Kakashi del tutto ignaro dei sentimenti che ora la donna provava si stava vestendo come al solito, una delle comodità della tuta da jonin era che poteva essere considerata sia sportiva sia elegante poiché simboleggiava un alto grado ninja. Non era affatto preoccupato dalla prospettiva di non vedere più Anko, principalmente perché era convinto che non sarebbe cambiato nulla. Era molto più preoccupato dal cambiamento avvenuto in Anko negli ultimi giorni.

Era sempre stata una ragazza vitale, e doveva dirlo, seccante.

Era diventata una donna vitale, e doveva dirlo, splendida.

Ma in quei giorni gli era parsa in tutt’altre sembianze, quasi spenta. Triste.

E non voleva assolutamente accettarlo, ma si stava preoccupando da morire.

Che c’entrasse nuovamente Orochimaru o il segno maledetto? Che le fosse accaduto qualcosa?

Come poteva scoprirlo se non chiedendolo a lei stessa?

Uscì di casa tentando di mantenere un passo tranquillo, nonostante avesse una gran voglia di correre. Farlo non sarebbe servito a nulla, era anche in anticipo, per la prima volta nella sua vita, e decise di passare davanti al monumento ai caduti. A salutare Obito.

Lo raggiunse qualche minuto dopo, e stette a guardarlo in silenzio. Poi parlò:

-ciao Obito… ti chiederai che ci faccio qui, avendo una bella donna da accompagnare ad una festa. La verità è che sono preoccupato per lei… ma non credo di essere in grado di parlare faccia a faccia… cosa faresti tu?-

Lo sapeva già questo.

“credo che Rin sia triste per qualcosa…”

“E allora che intendi fare? Perché lo dici a me?”

“non essere sempre così scontroso, accidenti! Siamo i suoi compagni di squadra, i suoi amici, ed è nostro dovere far si che sia felice!

non è affatto nostro dovere, il nostro dovere è svolgere le missioni che ci affidano”

“sei troppo insensibile! Se un’amica ha un problema bisogna parlarle!”

“se qualcuno vuole parlare dei propri problemi, non aspetta che glielo chiedano gli altri!”

“che vuoi dire?”
“lascia stare…non ci arriveresti.”

“no, che vuoi dire?”

“che non te ne parlerà di certo solo perché glielo chiedi tu! Se volesse parlarne ci cercherebbe lei.”

“non capisci tu allora.”

“…”

“non è tanto l’obbligarla a parlarne. Conta che sappia che ci siamo. Che sappia di potersi confidare senza problemi. Conta che sappia di non essere sola, Hatake.

“fa come ti pare, non ho tempo da perdere.”

“va al diavolo, sei pieno di te sempre e comunque…

“e va bene così.”

“ne riparleremo quando sarai tu ad essere preoccupato per qualcuno”



.

-come sempre avevi ragione… devo chiederle cos’ha e dirle che sono qui per lei, vero? … conoscendola mi scoppierà a ridere in faccia però… con Rin era più facile, lei era una ragazza molto dolce. Beh forse sotto sotto anche Anko lo è, ma molto sotto. A proposito, si è fatto tardi. Io vado amico mio, augurami buona fortuna!

“Buona fortuna.”



Kakashi si bloccò, poi si allontanò scuotendo la testa, divertito dalla propria immaginazione.

“Si... La mente a volte gioca brutti scherzi…”

Si diresse a passo più spedito verso l’abitazione di Anko, non sapeva di quanto fosse in ritardo ma era quasi certo che anche per soli cinque minuti quel giorno l’avrebbe fatto fuori.

Arrivò dinanzi al giardino e si fermò, esterrefatto, di fronte alla candida figura di Anko, avvolta dal suo abito viola. La donna poggiava le braccia sul muro del davanzale della sua finestra, piegandosi in avanti e guardando verso il cielo. Una leggera brezza, gelata, le scostava i lunghi capelli dal viso, rivelando uno sguardo molto triste e assorto, tanto assorto da non essersi neppure accorta che Kakashi era arrivato e la contemplava estasiato.

“la devo chiamare? Resterei a guardarla per ore… però… quel suo sguardo triste…

-Anko!-

“... lo voglio cancellare.”

Anko abbassò lo sguardo sorpresa, non si era neppure accorta che fosse li.

-ciao Cippy! Adesso scendo!- lo salutò, sparendo dalla sua vista. Qualche secondo dopo apparve alla porta, e Kakashi poté ammirarla da vicino.

-Cippy?- le chiese.

-nome adatto ad un pappagallino.- rispose lei.

-… ti detesto.- fece Kakashi dopo qualche secondo, necessario ad assimilare ciò che gli aveva detto.

-oh amore mio, così mi fai piangere!- esclamò lei superandolo e voltandosi verso di lui, con i pugni poggiati sul viso come se volesse asciugarsi le lacrime.

-Anko?-

-dimmi Cip?-

-stai benissimo oggi.-

-grazie!-

Lei si voltò nuovamente verso la propria strada, improvvisamente agitata. Avrebbe volentieri urlato e saltato, ma si controllò nonostante tutto.

“mi ha detto che sto bene! Mi ha detto che sto bene!” cantilenò nella propria mente. “oddio sto regredendo a quindicenne… no, aspetta. Io non lo sono mai stata davvero! E allora: mi ha detto che sto bene! Mi ha detto che sto benissimo!”

Arrivarono al palazzo dell’Hokage, mentre Anko chiacchierava allegramente tentando di indovinare la reazione di Kurenai alla sorpresa, e Kakashi la guardava di tanto in tanto, osservando confuso come ogni traccia di tristezza fosse sparita.

“finge?”

-presto presto, venite! Sta arrivando!!!- esclamò Gai alle finestra.

-salve sensei!- lo salutò Sakura, facendogli cenno di avvicinarsi.

Presto fu udibile la voce di Kiba:

-no guardi, non ho la minima idea del perché l’Hokage ci abbia chiamati…-

-probabilmente una missione…- suggerì Hinata.

La porta si aprì e Kiba si affrettò a raggiungere Anko e gli altri al centro della stanza, seguito a ruota da Hinata rossa in viso e Shino calmo come al solito. Infine entrò la festeggiata.

-SORPRESA!!! AUGURI!!!- urlarono tutti, lasciandola sconvolta.

“non è il mio compleanno…” fu il suo primo pensiero, quando levò gli occhi su un festone appeso al soffitto, e comprese.

Portò le mani al viso mentre un gran sorriso si faceva spazio sul suo viso e gli occhi le si inumidivano.

-oh Kami… - riuscì solamente a dire.

-beh il discorso lo lasciamo a quando sei sbronza, ok?-

-ANKO!-

-ma come vi è saltato in mente?- riuscì a chiedere asciugandosi furtivamente un occhio.

Genma riemerse tra la folla e le si avvicinò con un balzo, mettendole una mano dietro le spalle e facendola così voltare verso Anko.

-questa splendida donna ha avuto l’idea!- spiegò, mentre partivano alcune urla come “viva Anko!” e “brava ragazza!”

La brava ragazza in questione si schernì dicendo:

-labbiamo fatto tutti insieme…-

-ma piantala!- esclamò Genma.

-si è impegnata tantissimo, soprattutto lei.- aggiunse Iwashi.

-con l’aiuto del braccio destro Kakashi.- concluse Raido.

-come “braccio destro”?- domandò Kakashi facendosi avanti, -io sono quello serio dei due.-

-ma stai zitto tu!- lo rimbeccò Anko ridendo.

-e io che pensavo vi vedeste sempre per chissà quale motivo…- sospirò Kurenai, sorprendendoli.

-scusa?- chiese Anko.

-ma si, aspettavo una tua confessione in cui mi dicevi: Oh Kure-chan, mi sono innamorata ed io e Kakashi ci siamo fidanzati…-

-primo: l’avrei chiamato cuccioletto e non Kakashi. Secondo: se mi fidanzassi penso che lo farei sapere a tutta Konoha in cinque minuti, volendo esagerare. Quindi tu saresti la prima.-

Genma si fece strada tra tutti, e le si mise davanti prendendole le mani e sollevandole.

-Vuoi fidanzarti Anko? Ci sono io!-

-lo dico alla Inuzuka…- minacciò Raido.

-ti ho detto che non è la mia fidanzata!- gli urlò Genma.

“mica suonava tanto male quello che ha detto Kurenai…” pensò invece Kakashi, trattenendo l’impulso di liberare le mani di Anko dalla stretta di Genma con un pugno diretto a lui.

-beh allora, che aspettiamo? Qualcuno metta un po’ di musica!- li incitò Anko.

Un’ora esatta dopo, Anko sedeva su un tavolo tracannando una bottiglia di birra, osservando con divertimento i festeggiamenti intorno a lei. Iwashi le si sedette accanto.

-Anko?-

-si?-

-all’inizio non dovevamo fare una festa tranquilla con allievi e genitori di Kurenai e poi spassarcela?-

-si.-

-e come siamo finiti così?- le chiese indicando intorno a se.

Dopo un’ora di festa la situazione era questa:

Il padre di Kurenai teneva banco con Raido, Genma, Ebisu e Suzume, raccontando storielle a quanto sembrava divertentissime. Bastava guardare come gli altri rischiavano di cadere a terra dalle risate.

La madre di Kurenai si era lanciata in una sfida a poker con Tsunade e Jiraya, e stava clamorosamente vincendo contro entrambi, mentre fumava quello che aveva tutta l’apparenza di un sigaro e rideva sguaiatamente.

Gai stava preparando l’occorrente per il karaoke, brillo.

Shizune ed Iruka tentavano di bloccare Gai, perché non ricominciasse con le sue canzoni orribili.

Naruto mangiava ramen come se quello fosse il suo ultimo giorno di vita, mentre Choji e Lee tentavano di fermare Sakura, intenzionata a picchiare Sai.

Neji, Tenten, Ino, Shino, Hinata e Shikamaru erano dispersi.

Kakashi sdraiato su un divano leggeva Icha Icha Paradise.

Kurenai, Aoba ed Ibiki giocavano a tombola.

Infine Akamaru e Puck in giardino si sfidavano a chi riportava prima un rametto a Kiba; nonostante il secondo fosse un ninja non aveva saputo resistere all’ebbrezza del riporto.

E naturalmente la musica era ormai a tutto volume e c’erano diverse sedie ribaltate a terra, bottiglie mezzo piene che si rovesciavano sui tavoli ed al centro della sala stava un pentolone capovolto, di cui si ignorava la provenienza.

-non lo so, però è divertente!- esclamò lei, interrotta quasi subito da Aoba:

-corri Iwashi! Kotetsu e Izumo si sfidano in giardino a chi la fa più lontano!-

Anko rischiò di soffocare nella birra e scoppiò a ridere senza riuscire più a fermarsi, mentre Iwashi borbottava qualche scusa sul loro essere “veri uomini” e correva a vedere.

Qualche secondo dopo, alcune note sconosciute rimbombarono per la stanza.

-Gai è al microfono…- annunciò Iruka distrutto.

-che canzone sarà?- si chiese Kakashi, e Anko lo guardò sorridendo e scuotendo la testa.

-la vedo male…-

-Se lo vuoi,
tutto è possibile!

Nulla è inafferrabile,

senza un limiteee!-

Cominciò a cantare l’uomo, dandosi ad improbabili smorfie accattivanti.

-… e se andassimo a vedere dove sono finiti i ragazzi?- propose Kakashi.

Anko si unì a lui con gioia, poiché Gai continuava ad essere irrimediabilmente stonato, ed inoltre era curiosa di sapere dove fossero i più piccoli.

-dove potrebbero essere?-

-a pomiciare.-

-Anko!-

-ah no?-

La donna spalancò la porta che dava su un terrazzo buio, circondato da alberi e piante. Subito alla loro sinistra con un movimento convulso Ino si staccò da Shikamaru, che stava appassionatamente baciando tenendolo ancorato al muro.

-aah… si danno da fare più di te…- disse Anko con una nota di rimpianto.

-ma…?!- il povero Kakashi non seppe cosa dire, ma incontro lo sguardo della Yamanaka, che dal colpevole andava al malizioso.

-cercavate forse anche voi un posto in cui… chiacchierare?- chiese con aria furba.

-Ino!- la richiamò Shikamaru, tentando di farla tacere.

-no! Io… volevo solo sapere dov’eravate finiti visto che siete sotto la nostra responsabilità…- si giustificò lui.

Poco più avanti, tra i tronchi si udì la voce di Tenten:

-che ha detto?-

-una scusa patetica sulla responsabilità.- rispose Ino.

-tipico…e dire che legge quella roba tutto il giorno…-

-che dici!- la richiamò un'altra voce accanto alla sua.

-oh Neji, non gli crederai sul serio!-

-ci siete anche voi due?- chiese in un fil di voce il jonin, ormai del tutto sfibrato dalle parole dure delle due.

-te l’avevo detto che si davano da fare!- lo rimbeccò Anko tirandolo per un braccio dentro.

-ehm, non è come sembra…!- tentò di dire Shikamaru.

-ma piantala! La credi scema?-

-Ino!-

-tranquilli ragazzi, basta che quando avete finito ve ne andate. Shikamaru hai il rossetto dappertutto, il tuo quoziente alto usalo per capire quando hai perso e non è il caso di contar balle.- fu l’ultimo commento di Anko prima di chiudere la porta.

Shikamaru si portò una mano al viso.

-davvero ho rossetto dappertutto?-

-solo su bocca, guance e collo. E colletto.-

-solo?- ripeté lui sarcastico.

-potresti averne di più.- fu il suo saggio commento.

-oh. Beh allora hai ragione…- disse lui sorridendo e circondandole la vita con le braccia.

-ah, Shika?- lo chiamò, sussurrando il suo nome con fare seducente.

Lui sembrò per un attimo sorpreso, poi il suo sguardo si fece più intenso.

-dimmi…-

-il mio rossetto non andrà mai via dalla tua camicia.-

-me lo sarei dovuto aspettare…- mormorò sconsolato.

-però mi ami lo stesso vero?-

-eh? Si, si… certo che Anko-san era carina con quel vestito…-

Il colpo e il lamento di dolore che seguì giunse fino alle orecchie di Tenten e Neji.

-hai sentito?- chiese Tenten.

-fregatene.- fu il commento secco di Neji, che tentava di tornare alla loro precedente occupazione.

Tenten si scostò da lui e si mise le mani sui fianchi.

-… per favore?- tentò.

Lo sguardo della ragazza s’indurì.

-… ti amo tantissimo…?- tentò ancora.

-se aggiungi anche “piccola” ti lancio addosso tutte le mie armi.- lo minacciò.

-e allora che c’è?- chiese esasperato lui.

-non usare toni di comando con me! Se stiamo insieme siamo pari in tutto!-

ma se comandi tu…” fu tentato di dire, ricordando poi che la sua ragazza era piuttosto suscettibile quando aveva le mani sui fianchi.

-hai ragione…- ammise infine, desideroso di porre fine alla discussione.

-ecco…- disse lei addolcita abbracciandolo.

-e comunque Shikamaru ha detto che trova Anko-san carina, ecco perché Ino l’ha colpito…-

-ma tu non la trovi carina, VERO?!-

-assolutamente!!!-

“io ero un ninja freddo e spietato… come mi sono ridotto a questo?” si chiese. Poi incontrò lo sguardo della ragazza, e improvvisamente non ebbe più motivo di chiedersi nulla.

Sentì solo un’ultima volta la voce di Shikamaru.

-lo sai che scherzavo! Certo che picchi come un ragazzo!-

E un ultimo tonfo.

-com’erano cariiini!!!- esclamò Anko tornata dentro.

-certo certo… piuttosto come va la mano?- le chiese gentilmente.

-oh, ormai è guarita!- rispose lei, sedendosi strategicamente davanti al tavolo con gli alcolici.

Furono nuovamente separati dalla folla, infatti Raido, Iwashi e gli altri li avevano sentiti e chiedevano tutti notizie sulla salute di Anko. Gai continuava invece a cantare a tutto spiano.

Verso l’una di notte infine riuscirono a convincere anche gli altri a fare il karaoke, troppo stanchi per dire di no.

Quando fu il turno di Kurenai, che non poteva essere esonerata in quanto festeggiata, questa si tirò dietro Anko.

-non voglio!- strepitò Shizune, afferrata al volo dall’amica.

-andiamo! Sarà divertente!-

-Kurenai, stai cominciando a somigliarmi!- si lamentò Anko.

-tutti quelli che ti hanno troppo tempo attorno finiscono per somigliarti!- replicò lei.

Anko sorrise, poi il suo viso perse colore.

-Anko?- Kurenai si fermò, sembrava che l’amica stesse per svenire da un momento all’altro.

-senti… io passo, canto dopo, va bene?-

-va bene, ma ti senti male?- le chiese preoccupata.

Intorno a loro si stava facendo silenzio, ed Anko non poté dir nulla.

-che succede?- chiese Kakashi.

-mi si sarà semplicemente abbassata la pressione…- mormorò lei, andando a sedersi.

-a quest’ora?-

-oh scusa Izumo, non sapevo che la notte smettesse di scorrerti il sangue.- ribatté lei acida.

-cattiva!-

Poco dopo Kurenai e Shizune cominciarono a cantare in perfetta sincronia. Rosse in viso, visibilmente agitate e divertite al tempo stesso, passavano metà del tempo a ridere e l’altra metà a cercare di cantare, mentre il pubblico applaudiva e le invocava.

Anko si accorse appena della presenza di Tsunade accanto a lei.

-ti senti davvero male fisicamente?-

-no, Tsunade-sama.-

-lo immaginavo.-

-sa quando basta una parola a far partire una catena di pensieri uno dietro l’altro, e ci si perde?-

-si. È quello che è successo a te?-

-direi di si.-

-c’entra Kurenai quindi?-

-in un certo senso… in questo periodo sono più pensierosa del solito, sa? Strano, io non penso mai…-

-almeno te ne rendi conto… è già qualcosa…-

Giunse l’ultima strofa della canzone. Anko si voltò afferrando una bottiglia di birra come se fosse un microfono e si unì a loro. Tutti si voltarono a guardarla.

“faccio schifo in tutto il resto, ma almeno cantare…

La sua voce solitamente incontrollata, che passava da toni bassi a toni striduli in un istante secondo l’umore, ora seguiva quella melodia come se fossero una cosa sola, e pur ridendo mentre cantava, non sbagliava una nota. Alla fine vi fu un’ovazione da parte di tutti per le tre cantanti improvvisate e applausi a non finire.

-Anko hai davvero una bella voce!- si complimentò Kurenai raggiungendola.

Anche Gai, Iruka e Kakashi si sedettero accanto a loro, mentre Tsunade andava dai genitori di Kurenai per continuare la loro chiacchierata.

-ha ragione, canti benissimo!- confermò Iruka

-davvero fantastica! Una voce giovanile!- strillò Gai, euforico per via della sbronza

-perché non l’hai mai detto?-chiese Kakashi tentando di evitare che l’amico/nemico cadesse a terra.

Si voltarono tutti sistemandosi intorno ad un piccolo tavolo sgombro, in cui stava una bottiglia, usata fino a poco prima dal gruppo di Genma, Ebisu e Ibiki per fare appunto il gioco della bottiglia.

-obbligo o verità?- propose inaspettatamente Kurenai. Gli altri la guardarono sbalorditi.

-ma sei Kurenai o un clone?- chiese Anko.

-non è che hai bevuto alcolici vero?- chiese invece preoccupato Iruka.

-non ne avete il coraggio?- li provocò lei.

-comincio io!- esclamò Anko facendo ruotare la bottiglia. Questa puntò per ultimo Iruka.

-oh no…-

-bene bene… di, Iruka, obbligo o verità?-

-verità…-

-ti piace Shizune?- chiese subito lei crudelmente, mutando il colore del viso di Iruka in un rosso vermiglio.

-verità!- ordinarono nuovamente insieme Kakashi e Gai.

-… non è che io… ecco insomma…- cominciò a farfugliare.

-si o no?!- lo aggredì Anko.

-si! Cioè… è simpatica e gentile ecco. Una brava ragazza.-

Anko prese a battere le unghie sul tavolino, ed Iruka ebbe difficoltà a deglutire.

-si.- ammise infine.

-OLè!- strepitò Anko, mentre Kakashi gli lanciava occhiate maliziose, Gai rideva della grossa senza neanche ascoltare davvero la risposta e Kurenai gli sorrideva dolce.

-tocca a me girare… Kurenai! Obbligo o verità?-

-obbligo.-

-coraggiosa!- commentò Anko.

-sarò buono per via delle tue condizioni… devi dire a Tsunade-sama che è vecchia. Dopo potrai dirle che stai facendo questo gioco.- concluse Iruka. Gli altri inorridirono.

-meno male che sei stato buono!- sbottò Gai.

Kurenai si alzò in piedi tenendo poggiate le mani sul tavolo, e cercando l’Hokage con lo sguardo.

Quando la trovò, il suo sguardo si fece scuro, e Gai e Kakashi tremarono, mentre Iruka assisteva a braccia conserte e Anko la guardava ammirata e sbigottita.

-TSUNADE-SAMA, LEI è UNA VECCHIA!-

Il silenzio piombò nella sala, mentre la donna lentamente si voltava con sguardo assassino.

-come hai detto?-

-dico che è vecchia. Naturalmente lo dico soltanto perché gioco ad obbligo e verità, ed IRUKA MI HA OBBLIGATO!-

-IRUKA!!!-

-non vale così!- riuscì soltanto a dire lui, prima di ritrovarsi costretto a correre per salvare la propria vita.

Kurenai intanto aveva fatto nuovamente girare la bottiglia.

-Anko?-

-verità!- rispose subito.

-…che cos’hai?-

***************

Fine capitolo!!! Che in realtà era metà di un capitolo unico… ma lasciamo la suspance, si!!! (no.)
ah, per chi non lo sapesse, la canzone "cantata" da Gai era "Tutto è possibile" dei "Finley".

Risposte ai commenti:

Brucy: il passato di Anko è tutto qui, nella mia malvagia testolina uh uh uh… °_° per me alla fine temo che profondo sia sinonimo di triste… dovrei andare dallo psichiatra? Per l’html sappi che lo odio con tutta me stessa e ti appoggio…

Lupus: felice che ti piaccia!!! In realtà questo capitolo l’avevo scritto meglio… ma poi… il computer… si è formattato da solo… e ho perso tutto… compreso questo capitolo che non avevo ancora passato ad Akami per farglielo leggere… quindi io l’ho visto in un ottica del tutto fredda e spietata (ti odio! Scriviti in fretta! Io ti avevo già fatto!) e non mi ero resa conto che fosse dolce… meglio così! ^^

bambi88: sono riuscita ad inserire diversi nomignoli nei capitoli più avanti *_*! Grazie a te!!! Anche io lo voglio un Kakashi…

Hime_chan: *Gongola* grazie mille!!! ^^! Io adoro Anko proprio perché la immagino così…

Third Moon: come la vecchiaccia ne conosco circa seimila… purtroppo! Magari esistessero solo nelle fic! Non si dovrebbero mai giudicare le persone dal loro passato, e anzi, non si dovrebbero giudicare e basta, specie se non le conosci! Grazie del commy! Oltre alle riflessioni che mi hai fatto fare, sono lieta che lo sforzo per entrare nella psicologia dei personaggi sia apprezzato, anche perché Kakashi non l’ho mai capito proprio per nulla…

kakashina93: ye! ^_^/ anche io li adoro assieme!!! Specie nel prossimo capitolo!!! Vedrai °°…

Irene Adler: i pc complottano contro di noi… spero ti piaccia anche questo cap!!! ^^

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Capitolo 8
*** 8 ***


Ecco la seconda parte! D’ora in poi aggiornerò meno velocemente, perché gli altri capitoli non li ho ancora scritti! Qui appariranno tutte le coppie, innamorate e non XD. Alla fine capirete…

-…che cos’hai?-

“lo sapevo… ecco perché ha voluto fare questo gioco…” pensò subito Anko, capendo al volo la domanda.

-che razza di verità è questa?- chiese Gai, subito zittito da Kakashi.

-in generale dici?-

-no, solo per adesso, o meglio, per prima.-

-no… non era un capogiro… mi è venuta solo in mente una cosa…-

Kurenai le parve stupita. Anko si guardò attorno, forse non era il momento migliore per parlare, erano presenti anche Gai, per quanto non comprendesse le loro parole, e Kakashi. Ma in fondo di lui si fidava, pensò, e questo era già tanto.

-credi sia una buona idea vivere noi tre insieme? Il bambino, io e te? Non sarebbe meglio chiedere ospitalità ai tuoi quando nascerà?- se Kurenai prima era stupita, ora era esterrefatta.

-non vuoi più convivere con me?- chiese infatti.

-convivere… diciamo “conquilinare”, non siamo ancora fidanzate…-

-coabitare, Anko, coabitare, e comunque cosa succede? Hai paura che il bambino ti disturbi?-

-ma assolutamente no! Non lo dico per me!- le sfuggì di bocca prima che potesse rendersi conto di averlo davvero detto. Ora non avrebbe avuto scuse, non avrebbe mollato fino ad averle fatto dire tutto.

-e per chi allora?- fu la domanda che come si aspettava le porse.

Gai crollò con la testa sul tavolo, distraendole.

-adesso lo porto via io…- mormorò Kakashi.

-sinceramente… non credi che per il bambino potrebbe essere… pericoloso?-

-cosa?-

-la mia influenza…-

Kurenai la fissò sbalordita, poi guardò Kakashi, incontrandone lo sguardo.

-tu l’hai capita?-

-no, no.-

-ma insomma!- Anko battè una mano sul tavolo, -ora parliamo senza ipocrisie… è chiaro che io potrei avere una cattiva influenza sul piccolo! Sono pur sempre un’ex allieva di Orochimaru! Potrei influenzarla negativamente… questo voglio dire… quindi sarebbe meglio… Kurenai?- si bloccò notando che l’amica tremava leggermente.

-questa è colpa di quella vecchia…-

-quale vecchia?-

-quella a cui hai dato la mela.-

-ah! La vecchiaccia! No, ti sbagli, lo pensavo già prima… ehi, come cavolo fai a sapere della vecchiaccia?!- chiese guardando anche Kakashi che aveva già spostato lo sguardo per non incontrare il suo.

-lo pensavi già prima? LO PENSAVI GIÀ PRIMA?!-

-KuKurenai-chan?-

-no, Kurenai-chan un cazzo! Stammi bene a sentire ora!-

-hai detto cazzo…-

-hai detto una parolaccia…-

-smettetela tutti e due! Kakashi sta zitto! Anko! Ora ascolta!-

Anko si mise quasi sull’attenti. Se c’era una persona che a Konoha poteva davvero far paura, oltre a Tsunade quando le si dava della vecchia, era Kurenai arrabbiata. Forse perché sono le persone sempre tranquille e posate quelle più pericolose quando perdono il controllo.

Kakashi si ritrovò tra i due fuochi. Anche Anko non era certo famosa per il suo carattere facile quando cominciava a irritarsi. Se anche lei se la fosse presa… meglio cercare le possibili vie di fuga con lo sguardo, per sicurezza.

-tu, stupida donna, sei una persona meravigliosa.-

-eh?- fu così sorpresa da dimenticarsi dell’ordine di fare silenzio.

-l’unica influenza negativa che potresti avere sul piccolo o piccola, è quella di insegnargli a mangiare continuamente gelato anche d’inverno. Basta. Non c’è altro. Anko… come ti può essere venuta in mente una cosa simile! Insomma, come sei non dipende da chi hai imparato a combattere. Tu sei una donna fantastica, e non lo dico per pietà o chissà cosa… tu sei la prima persona, che è riuscita a farmi sorridere… dopo la morte di Asuma.- il tono si era rapidamente abbassato e addolcito. Anko la guardava con gli occhi sgranati.

-Kurenai, io…-

-dico davvero… tu mi sei sempre stata accanto, ti sei dimostrata dolce, gentile, affidabile… hai dato tutto per me. Come quando uscivi con 40° di caldo per andare a prendermi del pane appena sfornato, come quando mentre ero depressa ti occupavi di tutte le mie cose, disdicevi i miei impegni o svolgevi i miei compiti senza dire nulla… pensavi davvero che non me ne fossi mai accorta? Anko non sei solo la mia migliore amica, sei una sorella per me. La persona a cui ora mi affido di più. E conto su di te anche per questo bambino, perché se seguirà te sarà sicuramente un bravo bambino.-

Anko la guardava con occhi sgranati.

-oh Kurenai-nee-san!!! Sei tu che tiri fuori il lato buono delle persone!- esclamò saltandole al collo e facendola scoppiare a ridere.

-la solita esagitata…-

Anko la lasciò andare e la guardò.

-tu hai un che di “mamma” già con tutti… è spontaneo aiutarti, e sarai fantastica anche col futuro mostriciattolo…-

-Anko, non è che ti stai commuovendo per caso?- chiese divertita l’amica, notando i suoi occhi lucidi.

-oh, mi hai fatto un discorso tanto carino che ci starebbe bene!!! E comunque no!- si contraddisse lei stessa, passandosi una mano su un occhio.

-come sei carina!-

-smettila!!!-

-sei adorabile, Anko!-

La ragazza si voltò, con un urlo inarticolato di frustrazione si voltò dando le spalle a tutti, portandosi le mani alla testa. Kurenai e Kakashi risero.

La conoscevano bene, se si portava le mani alla testa significava che Kurenai aveva fatto centro, ed ora era imbarazzata a morte.

Kakashi pensò che anche se si erano allontanati, gli erano rimasti impressi tutti i suoi più piccoli gesti, e tutti i loro reconditi significati.

Come quando si mordeva appena il labbro inferiore, e significava che si aspettava una reazione negativa alle sue parole.

Come quando senza malizia si rigirava una ciocca di capelli e stava pensando seriamente a qualcosa.

O come quando portava le mani dietro la schiena stringendole l’un l’altra, e allora era addolcita e divertita al tempo stesso, e si preparava magari a combinare qualcosa.

O appunto quando si metteva le mani sulla testa, perché era davvero imbarazzata; alle volte arrossiva, fatto molto raro, ed in quel caso voltava anche il viso.

In quell’istante fece irruzione Iruka, ancora vivo ma terrorizzato, che rischiò di schiantarsi contro Shizune.

-oh, Shizune-san, mi perdoni…- balbettò assumendo una colorazione scarlatta.

-non si preoccupi… piuttosto Tsunade-sama le ha fatto male?-

Allora entrò anche Tsunade, e vedendoli la sua smorfia di rabbia si tramutò in un sorriso. La donna si volse verso Jiraya.

-noi dobbiamo ancora finire la partita, vecchiaccio.-

Iruka la guardò sbalordito. E lo fu ancora di più quando vide alle spalle di Shizune Genma agitare un cartellone con la scritta:

“SII UOMO!”



-tutto bene?- chiese Shizune vedendolo sobbalzare.

-ecco…-

Kakashi lesse il cartellone e tornò a guardare Anko.

Kurenai lesse il cartellone e si congedò dai due dicendo che doveva accompagnare alla porta i genitori.

-mi chiedevo... vorrebbe ballare?- riuscì infine a dire Iruka. Shizune lo guardò sorpresa, poi sorrise.

-Anko, quei due stanno per ballare… non vorremo lasciarli soli…-

-è un invito Kakashino?- chiese lei voltandosi nuovamente verso di lui.

Genma, Raido e Iwashi picchiettarono sul banco di Ebisu, che faceva da dj.

-metti un lento.- sussurrarono.

-ma io…-

-metti un lento!- urlarono senza alzare la voce e battendo una mano contro il banco.

Subito partirono le note di una canzone d’amore.

-se te la senti… in fondo questa è anche la serata dei cospiratori…- rispose Kakashi, riferendosi alla loro “cospirazione” per organizzare la festa.

-mh…- Anko fece qualche passo indietro, portando le mani dietro la schiena, -va bene! Ma spero per te che tu sappia ballare per entrambi!- disse sorridendo.

Kakashj le sorrise di rimando.

-non ti serve saper ballare, con questa canzone basta stare vicini e muoversi a tempo di musica..-

-è una scusa per starmi vicino vicino? Ammettilo!- scherzò lei, e Kakashi la prese galantemente per mano, portandola in mezzo alla stanza, dove già altri avevano cominciato a ballare. Ovvero coloro che erano rimasti sobri, quindi soltanto loro due, Iruka e Shizune, Aoba che aveva invitato Suzume e infine le coppie di chunin rimaste.

Per questi ultimi in realtà era stato più un obbligo, nato dal fatto che Naruto aveva chiesto ad Hinata di ballare, avendola vista seduta da sola a guardare all’esterno dalla finestra. Per una reazione a catena Neji e Shikamaru si erano ritrovati trascinati in pista. Sakura, che non aveva intenzione di essere da meno, aveva puntato Kiba, che aveva accettato con gioia, dato che non pensava che qualcuna lo avrebbe mai chiamato per questo.

-io non so ballare, Ino… te l’ho detto mille… che fai?-

Ino aveva abbracciato Shikamaru e poi gli aveva dato un dolce bacio sulla guancia.

-tu tienimi stretta a te e dondola, no?- chiese sorridendogli invitante.

Shikamaru si perse nel suo sguardo, e la strinse più forte tra le braccia.

-ogni suo desiderio è un ordine…- si sentì dire, mentre nella sua mente faceva capolino l’ombra di suo padre ghignante.

-Na-Naruto-kun…- Hinata tentava il più possibile di non balbettare, ma quando Naruto le aveva messo le braccia intorno alla schiena, era ammutolita del tutto.

-dimmi Hinata!-

-per… perché… no, lascia stare…-

-cosa? Dai, dimmelo!- insistette lui, con la solita vivacità.

-perché… non hai chiesto di ballare a Sakura invece che a me?- si costrinse a dire.

-oh! Beh, tu eri sola soletta…-

-ah.- Hinata si sentì delusa, poi penso che fosse irragionevole sentirsi così, sapeva bene che Naruto era interessato soltanto a Sakura.

-lo sai… i capelli lunghi ti stanno davvero bene!-

-eeeh?- Hinata non riuscì a trattenersi, finendo con l’arrossire ancora di più.

-r-rispetto a prima…- Naruto fu il primo al sorprendersi per il proprio balbettare.

“come posso metterla a suo agio? Hinata è così timida…”

-gra-grazie…-

-Hinata, mi racconti cosa avete fatto di bello tu e quegli altri mentre sono mancato in questi ultimi due anni?-

Hinata si rilassò appena. Ora poteva distrarsi un po’. Ma non riuscì a trattenere un gran sorriso di gioia, al sentire le mani di Naruto che si stringevano di più intorno a lei.

-spero che tratti bene Hinata, altrimenti…-

-sembri proprio un vero fratello maggiore, Neji.- lo prese in giro Tenten.

-non dire sciocchezze…- tentò di difendersi lui.

“ma perché non riesco ad usare un tono più decente?!” si chiese subito, ma notò che Tenten non aveva reagito.

-se non vuoi ballare, non balliamo.-

La guardò stranito. Ma chi era questa ragazza così accondiscendente?

-continui a dire sciocchezze…- borbottò, finendo di portarla al centro della sala.

Tenten sorrise.

La psicologia inversa funzionava sempre.

-non sapevo ti piacesse ballare…- mormorò Suzume.

-sai com’è…- rispose Aoba, pregando che lei non gli chiedesse altre spiegazioni.

-certo che Iruka e Shizune sono davvero carini!-

-come??! Credevo che… insomma…-

-che mi piacesse Iruka? No, era solo una simpatia…-

-bene!!! ... ehm… Volevo dire…-

-eh?-

-Kiba, grazie per avermi assecondata!-

-non c’è problema!- rispose lui felice.

Sakura sorrise.

-come va l’allenamento con Tsunade-sama?- le chiese, sorprendendola.

-tutto bene! Come mai me lo chiedi?-

-ecco… trovo che fare il ninja medico sia molto bello… e poi mi chiedo sempre se si possono imparare cure anche per gli animali…-

-pensi ad Akamaru? Chiederò a Tsunade-sama! Ti ci vedrei a curare animali in generale, sai?-

-davvero?!- chiese Kiba stupito, ridacchiando quasi. In genere la gente lo vedeva piuttosto animalesco ed agitato. Lui vedeva i medici come raffinati e calmi, una visione che aveva sempre avuto fin da bambino.

-tu sei sempre così tenero con Akamaru… saresti un ottimo medico, ne sono certa!-

La mente di Kiba andò in tilt alla parola tenero. Decise che prima o poi avrebbe sposato Sakura. Sicuramente.

-ragazzi! Noi non balliamo?- chiese divertito Genma.

-ma vade retro!- si ritirò Raido.

-non ci provare neanche, malato!- esclamò Iwashi.

-non fate i timidi!!! Lo sapete che vi amo entrambi!- ribatté lui molto divertito, con fare ammiccante.

-sei veramente una sagoma…- sbottò una voce femminile accanto a lui.

-AAAH!!! E tu che ci fai qui?- chiese Genma sconvolto.

-sono venuta a portare Kiba a casa, ma lo vedo impegnato ora…- rispose Hana guardando il fratello.

-beh… si… effettivamente…- farfugliò Genma, sotto lo sguardo allibito degli amici.

-ma chi è quella? La sua fidanzata?- continuò lei.

-n-non… so. Può essere… a quell’età… cioè a qualsiasi ma… soprattutto…-

-Iwashi…- chiamò Raido a bassa voce.

-si?-

-ma si sta rincoglionendo?-

-oh guarda, non lo so.- rispose con tono indignato, mettendosi una mano sul fianco.

-allora, Shiranui, tu quando mi inviti a ballare?- esclamò Hana improvvisamente.

A Genma per un momento parve che tutta la stanza fosse diventata silenziosa. Poi si riscosse.

-ma certo! Vuoi tu Hana Inuzuka ballare col qui presente essere meraviglioso?- la invitò, tentando di recuperare la sua faccia tosta.

-no! Io volevo ballare con te!-

-spiritosa…-

-è davvero una bella serata…- disse Shizune, per fare conversazione.

-lo penso anche io…- rispose Iruka.

-Kurenai sembra felice dopo tanto tempo…-

-ne sono lieto, merita tutto il bene del mondo.-

-concordo!-

-Shizune…-

Il cartello “sii un uomo” di Genma era impresso a fuoco nella sua mente.

-… uno di questi giorni, potremo rivederci da soli?-

Shizune sollevò il viso guardandolo interrogativamente. Poi arrossì appena mentre gli occhi le si illuminavano. Ad Iruka parve di guardare un angelo.

-mi farebbe molto piacere!-

-sembra che abbiamo dato il via ad una gara di ballo…- disse Anko guardandosi attorno.

-hai ragione… beh, si seguono sempre i migliori…-

-ma sentilo…-

Kakashi le mise le braccia attorno alla vita, attirandola a se, e Anko portò le mani intorno al suo collo, restando però appena a distanza.

-cosa succede? È strano che tu chieda a qualcuno di ballare…- gli chiese, guardandolo negli occhi.

-oggi mi sono svegliato bene…- rispose lui.

-dico sul serio!-

-a dire il vero mi stavo preoccupando un po’ per te in questi giorni.- ammise lui, aspettandosi una risata di scherno dall’altra. Che non giunse.

-come mai?- sul volto di Anko vi era semplicemente stupore. Lo stava guardando ad occhi spalancati.

-mi sei sembrata… triste.-

-oh.- Anko abbassò la testa con lo sguardo perso. Kakashi pensò che probabilmente tentava di ricordare quando si fosse mostrata triste ai suoi occhi. Che si fosse immaginato tutto?

-è stato un periodo un po’ strano…- disse infine lentamente senza guardarlo, -capita anche a me poi di deprimermi…- l’ultima parte cambiò in tono un po’ scherzoso ed un po’ di ovvietà.

-giusto.-

-però… mi fa molto piacere che tu ti sia preoccupato per me!- riuscì a dire infine lei.

“al diavolo l’orgoglio… per una volta…”

-Anko… per qualsiasi cosa, qualsiasi problema… puoi parlarne con me. Certo, da ragazzini non eravamo proprio grandi amici, ma ora siamo cresciuti. Se ti serve una spalla, o anche solo un po’ di compagnia non farti problemi. Mi fa piacere passare del te…mpo-con-te.-

Verso la fine aveva rischiato di incepparsi. Questo perché Anko si era improvvisamente stretta a lui, appoggiando il viso contro il suo petto. Le era parso che sospirasse di sollievo, ma sarebbe stato così strano che non riuscì a capire se l’avesse fatto davvero.

-grazie. Grazie di cuore.-

Forse non andava così male, forse quella serata non era poi l’ultima per loro.

E sentirsi stretta tra le sue braccia la faceva sentire protetta, come mai si era sentita da quando era stata morsa da Orochimaru.

E a proposito del segno maledetto, come le accadeva sempre in quel periodo dell’anno, le stava dando noie, la testa le girava, e ormai era troppo stanca, nonostante fosse abituata a stare alzata fino all’alba. Quello era infatti il periodo in cui le era stato imposto, e ogni anno le creava problemi. Di lì a qualche giorno non si sarebbe neppure potuta alzare dal letto.

-… ora rientro a casa…- mormorò, allontanandosi appena da lui.

L’uomo reputò che fosse colpa dell’imbarazzo per quello che si erano appena detti.

-va bene, vuoi che ti accompagni?-

-no, ma grazie!- rispose lei con un sorriso di gratitudine.

-sembri quasi dolce, Anko…- disse lui, ben sapendo che rischiava grosso.

-a volte si, ma solo nelle notti di luna piena. Allora mi trasformo in una ragazza.- rispose lei allegra, avvicinandosi nuovamente a lui.

Prima che lui potesse opporre resistenza gli abbassò appena la maschera sulla guancia destra e vi posò un bacio, per poi rimetterla a posto.

-non ti ci abituare, ma ti ringrazio davvero. E non ti ho neanche abbassato la maschera del tutto visto che c’è tanta gente, ringrazia anche tu!- scherzò lei.

-grazie…- ripeté lui automaticamente, troppo felice e scioccato al tempo stesso per poter anche solo pensare.

Anko rise, augurandogli la buonanotte. Attraversò la stanza, sentendo qualche sguardo furtivo su di se da parte degli allievi di Kakashi e da diversi jonin.

Tsunade le fece il segno dell’ok prima che Jiraya le aprisse la porta.

-che scemi…- sbottò lei divertita, procedendo verso casa.

Dopo soli cinque minuti, sentì di essere seguita; si voltò e riconobbe la sagoma di Kurenai.

-hai mollato la festa?-

-ti volevo accompagnare. Siamo arrivate a quel periodo dell’anno, vero?-

-già… tu sei una delle poche a saperlo… anzi ti devo ancora ringraziare per come mi hai aiutata l’anno scorso. Ma quest’anno pensa a te, va bene? Io mi arrangerò!-

-non dire sciocchezze, siamo amiche, no? E ci aiuteremo l’un l’altra… e poi ora hai anche un bel ragazzo dalla tua… un ragazzo che hai baciato sulla guancia, nonostante tu mi abbia detto che non baci mai gli uomini, ma ti limiti ad altro…-

-ricordi sempre tutto eh?-

-una che ti dice: “io faccio sesso tranquillamente, ma i baci se li scordano” non te la dimentichi facilmente…- le fece notare.

-i baci sono troppo intimi…- borbottò lei.

-ecco, lo vedi?!-

-non vuol dire niente…- borbottò.

-ti contraddici… e poi non mi convincerai mai, e lo sai…- disse Kurenai prendendola a braccetto.

-ti rendi conto che a quest’ora sto già crollando?-

-non lamentarti, tra qualche giorno rimpiangerai questi momenti.-

-… ah, grazie. Tu si che sai consolare la gente…-

-ma è vero!-

-si, lo so! Non ripeterlo!- le urlò istericamente, scoppiando poi a ridere e scuotendo la testa.

Alzò lo sguardo al cielo stellato. E di nuovo ripensò ad Obito, a quello che le aveva detto.

Stavolta però, sorrise mentre lo faceva.

Chissà se il gelato alla fragola aveva ancora un sapore troppo cattivo per lei.





In quell’esatto momento, alla festa:

-Posso avere l'onore di ballare con una così giovine donzella?-

-ehm… Gai-sensei?-

-si, oh dolce bocciuolo sbocciato?-

-NejiGai-sensei vuole ballare con Lee?-

-tu non hai visto niente, Tenten, non hai visto niente…-

Risposte ai commenti:

bambi88: ma sai… *ricarica il lanciafiamme*, il mondo è bello perché è vario… *prende la mira su una bambola woodo con scritto: “Bambi88”*… si hai ragione, Kakashi è taaaanto coccoloso e distruggere gli amici maschi è cosa buona e giusta U_U

Lupus: XDDDD! Ma chi te lo fa fare di leggere alle due??!!! L’ho interrotto solo perché se no veniva di dieci pagine… ma interromperò più spesso se tutti sclerate così!!! *scappa*

Third Moon: Cipo? Che carinooo!!! XD! Si guarda… Kakashi dovrebbe essere emo, se tutti dicono anche nel manga che Sasuke e lui sono uguali… però Kakashi sorride spesso! Ci sono un sacco di cose che non tornano per me…

Tsunadehokage: dopo questo capitolo allora mi ucciderai tu! XD

Mizukaze: se posso spoilerare, presto… mooolto presto…

Irene Adler: dimmi cosa ne pensi allora di tutte queste coppie! XD (SakuKiba non ci ho mai pensato, diciamo che era per non lasciarla sola…) si, la coppia è Genma e Hana Inuzuka come hai potuto leggere… e Raido e Iwashi lo sfotteranno per sempre per questo… bello avere amici, eh? XD

Akami: grazie mille!!! ^^

Hime_chan: mi spiaaace! Ma ti accontenterò ben presto!!! Questi capitoli erano già scritti…e poi è tutto calcolato con precisione perché possa finire come voglio uh uh uh

kakashina93: grazie mille!!! Non sai quanto mi piacerebbe essere davvero una brava scrittrice con la S maiuscola…

Brucy: no, infatti profondo non vuol dire triste, lo so bene… eppure in questo caso non so… mi sa di triste! XD… comunque che sia profondo o triste, se è più completo meglio così!

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Capitolo 9
*** 9 ***


Uh uh uh… cos’ho scritto… meno male che doveva essere qualcosa di tranquillo e divertente… si si… basta non lo dirò più, è come i propositi di giugno: “l’anno prossimo studio dall’inizio giorno per giorno”, cosa che poi non si fa mai. Beh ho smesso di fare quei propositi e smetterò anche di tentare di fare fic chiamandole leggere. Comunque per come ho finito il capitolo, mi ucciderete. Anche io lo farei… sto cercando di aggiornare sempre il prima possibile, quindi spero che mi seguiate ancora! Ah, un ultima cosa, da brava ingrata che sono ho scordato di dire che nello scorso cap, l’ultimissima parte tra Gai e Lee è nata dal suggerimento della mia carissima amica AKAMI! Grazie geniaccia!! XDD

-yo Anko.-

-yo Kakashi.-

-cosa stai facendo?-

-mangio.-

-… si, lo vedo, ma… sopra il monumento ai caduti?-

-è in onore di Obito-kun.-

Detto questo la donna saltò agilmente giù dal monumento, trovandosi faccia a faccia con Kakashi.

-cosa mangi?- chiese, osservando la vaschetta ormai quasi vuota che teneva in mano.

-Gelato. Gelato alla fragola, vuoi?- rispose lei sorridendo.

-… ma tu non hai praticamente scritto trattati quando eri ragazzina contro il gelato alla fragola? Mancava soltanto che sfilassi coi cartelli…-

Anko scoppiò a ridere di gusto.

-ho perso una scommessa.-

-contro chi?-

-contro Obito-kun.-

Kakashi soppesò l’idea di farle notare ancora una volta che Obito era morto da parecchi anni ormai, ma decise di lasciar perdere, e si sedette accanto ad un tronco.

-va bene, mi passi il cucchiaio?-

-si.-

Poco dopo, quando ebbero terminato di ripulire la vaschetta, Anko si lasciò andare ad un sospiro.

-forse ho rivisto la mia posizione contro questo gusto.-

-io l’ho confermata. A me piace sempre.-

-e dire che è a me che piace il dolce, e a te il salato.-

-…e ad Obito il piccante, mentre a Rin piaceva l’amaro se non sbaglio…-

-già… questo dice un po’ di noi forse…- mormorò lei, guardando il cielo terso.

-Anko volevi dirmi qualcosa per caso?-

La donna si mise a sedere meglio, guardando l’unico occhio scoperto.

-a dire il vero non mi aspettavo di vederti qui a quest’ora. È appena mezzogiorno…-

Infatti era uscita solo perché ora il segno maledetto era calmo. Soltanto quando il sole era alto nel cielo e non vi erano ombre lei godeva di ottima salute. Quella sera però sarebbe partita per qualche giorno con Kurenai, prima che fosse troppo tardi.

-già, ma stasera dovrò andare in perlustrazione col team di Genma, per fare “riabilitazione” come dice Tsunade. Insomma, Genma lascerà tutto quello che c’è da fare a me.- si lamentò lui. Anko sorrise divertita.

-ve la caverete… anche io e Kurenai staremo via qualche giorno…-

-l’altro giorno poi ti ha accompagnata lei a casa? Voglio dire, dopo la festa…-

-si.-

Stavolta fu Kakashi a sospirare di sollievo. Perlomeno non era andata via con un uomo.

-Kakashino mio?- la donna aveva avvicinato le ginocchia al proprio petto, circondandole con le braccia, e lo guardava con un bagliore sinistro negli occhi.

-inizio ad aver paura?-

-ma no!!! Tu sei il mio passerotto patatoso burroso!-

-… queste te le studi la notte?-

-ho mandato una lettere ad un amica per farmi consigliare.-

-stai scherzando?-

-no.-

-lo sapevo. Cosa vuoi?-

-visto che non ci vedremo per tanto tempo… non è che per favore ti lasceresti guardare ora senza maschera? Siamo soli soletti…-

Kakashi si stava già alzando.

-oh! È tardi…-

Anko scattò come un cacciatore di fronte alla sua preda, atterrandolo al suolo e sedendosi a cavalcioni su di lui, mentre le sue mani trattenevano le braccia dell’altro ai polsi.

-tu… ti rendi conto di quanto sia equivoca questa posizione?!! E poi come hai fatto, eri tutta raggomitolata!!!-

-saltare addosso agli uomini è la mia specialità!- rispose lei con un sorriso.

-se qualcuno potesse scattarci una foto… gli altri non mi crederanno mai…- mormorò lui.

La guardò, i capelli scompigliati le ricadevano sul viso, gli occhi lo guardavano pieni di malizia, e la bocca era piegata in un sorrisetto curioso. Decisamente troppo pericoloso.

Per lei.

Portò le mani alla maschera continuando a guardarla, mentre gli occhi di lei si facevano più grandi e luccicanti nell’aspettativa. Come un bambino che riceve un regalo e si appresta a scartarlo.

Anko sussultò guardandolo.

Ora aveva visto Kakashi senza maschera.

-allora?- chiese lui sollevando un sopracciglio.

-sono fortunata a sposarmi con te!- rispose lei ridendo.

-lieto di piacert…- si bloccò. Era troppo, troppo bella. Specie ora che rideva, così vicina a lui.

In un istante ribaltò le loro posizioni cogliendola di sorpresa. A differenza di lei però non le tenne le braccia, la lasciò libera di fare qualsiasi movimento, anche colpirlo se lo riteneva opportuno.

Lei lo guardò, arrossendo di botto e sgranando gli occhi.

-Mitarashi…-

-mh?- fece lei, troppo imbarazzata e stupita per poter dire altro.

-lo sposo può baciare la sposa?-

Lei non rispose, facendogli temere il peggio, poi gli sorrise addolcendo lo sguardo e Kakashi si abbassò su di lei, finchè le loro labbra non si toccarono. Subito lei spostò le mani sul suo viso, seppur a occhi chiusi voleva continuare a vederlo, imprimerselo nella mente. Lo avvicinò ancora a se, mentre lo obbligava quasi con violenza a schiudere le labbra e baciarla con maggior foga.

“vuoi sempre comandare tu…” pensò per un attimo lui, prima di abbandonarsi totalmente a ciò che bramava da tanto.

Mezzogiorno ormai era passato, e per di più il cielo si era rannuvolato. Improvvisamente Anko sentì una fitta alla base del collo e si ritrasse spingendolo leggermente via. Kakashi si mise a sedere, sorpreso e confuso.

-Anko?-

-scusa…- mormorò lei, prima di gemere di dolore e mettersi seduta a sua volta.

-Anko!- esclamò lui, ora preoccupato. Le aveva fatto male in qualche modo?

Lei gli lesse quella domanda negli occhi e, pur stando attenta a non suggerirgli la natura del proprio dolore, si mise a sedere e disse:

-tu non c’entri… adesso devo andare!-

-aspetta!- la chiamò, allungando una mano verso il suo braccio. Lei gli sfuggì velocissima balzando in piedi.

-facciamo così: ti spiegherò tutto quando tornerò, va bene?-

Kakashi si rese conto che ormai stava tremando.

-promesso?-

-promesso.- concluse lei, voltandosi e correndo via.

Kurenai guardava fuori dalla finestra. Il cielo andava sempre più scurendosi e prometteva pioggia.

A Konoha pioveva raramente, e spesso annunciava tragedie o sofferenza.

Sospirò. Nei prossimi due giorni avrebbe visto una quantità enorme di sofferenza.

Anko era riuscita si e no ad arrivare a quella specie di capanno abbandonato in mezzo alla foresta, ed era rimasta in silenzio tutto il tempo, cattivo segno. Ora era riuscita a disfare la borsa e poi si era gettata sul letto in un vano tentativo di riposo. Sospirò nuovamente, osservando con sospetto la valigetta piena di medicine ed antidolorifici che le era stata fornita dalla Hokage in persona. Se se ne era occupata Tsunade non poteva mettere in dubbio che fossero abbastanza o anche in eccesso, ma a lei sembravano inequivocabilmente poche. Forse perché già un anno prima aveva passato dei giorni simili. Però Asuma era accanto a lei, custode del suo stesso segreto, e tutto le sembrava più facile. Stavolta era sola. Soltanto lei, Anko e Tsunade sapevano del problema del marchio, e la donna non aveva ovviamente potuto lasciare Konoha, mentre Anko dal canto suo non aveva voluto mettere in mezzo altre persone.

Quando le aveva suggerito di parlarne almeno a Kakashi aveva cominciato a strepitare ed agitarsi come un’ ossessa, urlava che non voleva essere di peso a nessuno, le supplicava di lasciarla andare sola se non se la sentiva di restare, giurava che in quel caso non avrebbe serbato rancore, che avrebbe compreso. Kurenai si era resa conto che ormai l’amica non controllava più i nervi, era inutile tentare di parlamentare.

Ed eccola lì, lontana da Konoha, in ansiosa attesa che l’altra cominciasse ad essere torturata ad anni di distanza dal proprio sensei disumano. E con la pancia che le doleva senza un motivo valido.

-Kure-chan?-

Kurenai si voltò e la guardò preoccupata. Cominciava ad essere pallida. Ben presto sarebbe diventata cerea come un fantasma. “posto che non lo diventi, il fantasma…”

Un’altra leggerissima fitta al ventre, dovuta alla preoccupazione.

-dimmi Anko.-

-grazie… per esserci sempre…-

-non è da te ringraziare, specie prima che ti facciano un favore…-

-dopo non riuscirò a farlo probabilmente…- rispose lei amaramente. Le mani cominciavano a tremarle troppo per i suoi gusti, ed il marchio che prima le dava brividi di freddo ora cominciava a scaldarsi più del sopportabile.

-ti preparo una tisana… comincia a prendere le pastiglie…-

Anko sorrise mentre s’incamminava a fatica, barcollando e sostenendosi al muro. Solo a Kurenai poteva venire in mente di farle una tisana. Era come offrirle un’aspirina dopo averle fatto crollare una casa addosso, ma l’apprezzò moltissimo.

Quando la tisana fu pronta tenne la tazza stretta fra le mani. Il suo calore le dava una sensazione di benessere che s’irradiava per tutto il corpo, le sembrava quasi un peccato berla. Sebbene fino a poco prima stesse sudando, ora sentiva una morsa gelida attanagliargli la testa, e brividi di freddo scuoterla con violenza impietosa. Le mani che dapprima tremavano in modo appena percettibile ora erano scosse da veri e propri spasmi. Ben presto sarebbero parse preda della convulsioni.

Per questo voleva godersi quel calore il più a lungo possibile. Avvicinò lentamente la tazza alla bocca, lasciando che le labbra sfiorassero quel liquido caldo e bevendone appena; da sopra la tazza i suoi occhi osservavano timidamente l’amica che le dava le spalle indossando un grembiule chiaro, e che si affaccendava per risistemare i fornelli, illuminata dalla tenue luce quasi arancione che rischiarava la stanza ora che il sole era nascosto.

Sorrise. Aveva capito perché non voleva bere quella tisana che avrebbe dato un po’ di calore a quel suo corpo ormai gelido. Se lo avesse fatto poi sarebbe tornata a cercare conforto tra le coperte che la chiamavano dall’altra stanza, irresistibili. E non avrebbe più avuto quella sensazione.

Sensazione di famiglia.

Quasi rise di se stessa. Era una donna adulta ormai, aveva passato di tutto nella sua vita. E nonostante tutto, sebbene quella baracca non rappresentasse altro che una cella di isolamento, sebbene Kurenai non avesse un sorriso sincero sulle labbra ma solo una smorfia di ansia e tentativo di consolazione che le tirava il viso, sapeva di madre. Glielo aveva detto anche giorni prima alla festa, no?

“tu hai un che di mamma…” mai parole le parvero più vere.

E lei aveva proprio bisogno di quella dolce presenza volta a coccolarla e rassicurarla. A dirle che sarebbe andato tutto bene. Anche se Kurenai non era la sua mamma, anche se nulla sarebbe andato bene.

Kurenai si voltò, e guardò l’amica sorseggiare la tisana con calma, gli occhi ora bassi persi in chissà quali pensieri.

-andrà tutto bene, Anko.-

L’altra sobbalzò, e alzò lo sguardo sorpresa. Poi il suo volto si addolcì. Mandò giù più velocemente la tisana, recuperando un po’ di colore sulle guance ceree.

-vado a stendermi, anche se tra poco probabilmente avrò un caldo assurdo.-

-va bene. Dopo passerò da te.- le rispose lei, lasciando che si alzasse da sola. Sapeva bene che orgogliosa com’era si sarebbe offesa a morte se l’avesse presa di peso. Vide un altro sorriso di gratitudine prima che scomparisse dal soggiorno. Kurenai sospirò, accarezzandosi come d’abitudine il ventre, cercando quasi conforto nel bambino in arrivo.

-non è possibile… più sfigati di noi non esiste…- sbottò Genma, saltando di ramo in ramo. Ormai si stava facendo buio completo, nonostante il sole non fosse ancora tramontato.

-basta Genma…- si lamentò Iwashi, mentre un fulmine spazzava via le ombre, come se qualcuno avesse scattato una gigantesca fotografia.

-ma insomma! E oltretutto sta piovendo, e sembra che stia arrivando il temporale del secolo. Certo. Noi siamo in mezzo a questo bosco del cazzo, soli, senza riparo, coi nemici addosso, perché non mandare al diavolo anni di statistiche climatiche all’improvviso…-

-anni di statistiche climatiche?- ripeté Kakashi.

-deve essere proprio incazzato se si esprime così…- commentò Iwashi, rischiando di inciampare in un ramo bagnato.

Ormai pioveva fortissimo, e la foresta sembrava essere diventata una grande distesa paludosa, il verde tramutato in nero, il solido in liquido o melmoso.

-sapete, mi pare che qui intorno ci sia un rifugio, mentre aspettiamo i soccorsi possiamo andare la…- disse Kakashi, avvertendo altri chakra vicini.

-meno male che ci sei tu Kakashi… ormai ci stanno raggiungendo, e con questo tempaccio…-

-si certo, perché Genma è inutile, grazie Kakashi…- fece Genma scocciato.

-non volevo dire questo.-

-ragazzi…- li chiamò Kakashi.

-lo so, ma permettimi di sfogarmi un po’, sai la ferita al braccio fa leggermente appena ma solo un po’ male.-

-sono ferito anche io, ma non provoco gli altri…-

-ragazzi…- tentò ancora.

-e ora cosa stai facendo secondo te?-

-non ti provoco, esprimo solo una mia considerazione.-

-ragazzi!-

-cosa c’è?- chiesero i due contemporaneamente.

-Raido dov’è?-

Il silenzio piombò tra i tre.

Era andata via la luce, il generatore doveva essere saltato, o questo fu ciò che pensava Kurenai.

La donna rifletté se uscire fuori e riattivarlo sotto il temporale o accendere qualche candela in giro per la casa.

Sentì Anko gemere nell’assoluto silenzio qualche stanza più in là.

“quando sarà in crisi potrebbe volere più luce possibile… meglio accenderlo…” pensò, illuminando la strada davanti a se con una candela. Doveva riuscire a ricordare l’esatta posizione degli interruttori, perché ovviamente la candela avrebbe avuto breve vita con quella pioggia incessante.

D’improvviso un leggero rumore esterno la mise all’erta. Qualcuno cercava di entrare.

Subito portò mano ad un kunai, ponendolo davanti a se per protezione, maledicendo le gocce che sbattevano con violenza sui vetri che le impediva di comprendere se vi fossero altri rumori ovattati o peggio da che parte venissero. Si rese immediatamente conto che l’improvvisa mancanza di corrente potesse essere opera di quel misterioso aggressore e il suo sguardo volò là, dove stava la camera di Anko. Doveva proteggere lei, prima di qualunque altra cosa.

A farla sussultare furono un improvviso botto alla porta, seguito dal suo aprirsi rumoroso ed una serie di imprecazioni di una voce maschile.

La sagoma scura intravide il brillio dell’arma di Kurenai ed estrasse repentinamente a sua volta un’arma. La donna si preparò all’attacco, quando il generatore si rimise in funzione.

Non era stato l’aggressore che ora le puntava un coltello alla gola a manometterlo, anche perché…

-Kurenai?!!-

-Raido!-

Le armi tornarono immediatamente al loro posto, mentre una Kurenai sgomenta e preoccupata faceva sedere l’amico zuppo e forse ferito su una sedia.

-che ci fai qui?-

-siamo in missione e abbiamo incontrato nemici. Solo, più di quanti ci aspettavamo…-

-siamo? Chi?-

-io e gli altri, e anche Kakashi. Che ora dovrebbero essere in arrivo. Gli ho detto che sarei venuto a controllare se questo posto è sicuro, e tu che ci fai qui?-

Giunsero improvvisamente voci dall’esterno. Voci molto arrabbiate.

-la luce è accesa!-

-se è lui, lo spacco.-

-stai calmo, Genma…-

-no!!! Mi è preso un accidenti!-

-se non è lui, state pronti. Poi lo andremo a cercare e… lo spaccherai?-

-sfotti, sfotti Hatake…-

Kurenai e Raido si scambiarono uno sguardo. Raido andò ad aprire ancora zoppicante la porta, e si fermò sullo stipite.

-siete arrivati!- li salutò.

-…siete arrivati? SIETE ARRIVATI?!!-

-Genma non urlare! Vuoi attirare tutti i nemici del paese?!-

Genma smise di urlare per passare alla carica. Superando i due compagni esausti si buttò addosso all’amico, facendolo cadere a terra con un grido soffocato.

-TI RE… ti rendi conto dello spavento che ci siamo presi quando sei sparito?-

-… ma io ve l’avevo detto che venivo qui in avanscoperta, siete voi che non mi avete sentito…-

-con questo tempaccio come vuoi che ti senta?!-

-tecnicamente non è colpa mia.-

-tecnicamente sei un coglione.- soggiunse Iwashi. Che poi sollevò lo sguardo sulla stanza.

-KURENAI?!!- urlò sorpreso, venendo subito sgridato da Kakashi in arrivo.

-non urla… KURENAI?!!-

La donna alzò un braccio in segno di saluto e sorrise divertita. Genma si era alzato da sopra Raido e aveva subito cercato di riprendere un po’ di contegno.

-KURENAI?- la chiamò allora anche Anko dalla sua stanza. Aveva sentito dei rumori sospetti, ma non capiva cosa stesse succedendo.

-è la voce di Anko?- chiese subito Kakashi.

-scusate, prima di ogni altra cosa, se siete seguiti, non conviene sbarrare tutto?- chiese Kurenai.

-si hai ragione. Stanno anche arrivando gli ANBU. Oddio, più o meno stanno arrivando. Con questo tempo le ricetrasmittenti non fanno il loro dovere…- le spiegò Genma, improvvisamente calmo e affabile. Kurenai pensò divertita al vero Genma, quello che poco prima si era lanciato come una belva contro Raido con la scusa di volerlo uccidere, mentre voleva solo assicurarsi che fosse vivo e vegeto.

-meglio così. Io penso alla camera da letto.- rispose allora, dirigendosi da Anko.

-ragazzi…- li chiamò a voce appena udibile Iwashi, non appena furono soli.

Gli altri tre si voltarono verso di lui.

-…cosa sta succedendo?-

-sinceramente non lo so.- rispose Kakashi.

-ma è preoccupante.- aggiunse Raido.

-e la voce di Anko era strana.- concluse Genma, facendo ammutolire tutti.

-forza, andiamo a sbarrare tutto!- esclamò infine Iwashi.

Kurenai si sedette accanto ad Anko, che stava raggomitolata a letto con espressione sofferente. Aveva le coperte sin sopra la bocca, e la guardava con gli occhi di una donna che attendeva la morte con ansia. Ormai tutto il corpo era scosso da sussulti e tremiti.

-sono arrivati Kakashi, Genma, Raido e Iwashi. Sono piuttosto malconci e…-

-va bene, va bene…- rispose lei con voce roca.

-mi dispiace, so che vuoi che nessuno sappia, ma…- lasciò cadere la frase nel vuoto. Non sapeva neppure lei cosa dire, era tutto assolutamente imprevisto.

-sono dei bravi ragazzi.- disse infine Anko, -puoi dire tutto tu a loro?-

-come?- chiese Kurenai, certa di non aver capito bene.

-ti chiederanno… è inutile mentire. Racconta pure tutto. Tanto se resteranno… mi sentiranno bene stanotte…-

Quasi a riprova di ciò che aveva detto, uno scossa la fece quasi saltare a sedere. Ricadde indietro con un rantolo, mentre le mani e le braccia sembravano scosse da convulsioni.

Kurenai le mise una mano sul viso, spostando i capelli che le erano andati sugli occhi, e la sentì bollente. Sapeva che se avesse dato un’occhiata al marchio ora, l’avrebbe trovato più grande. E la pelle intorno ad esso rossa come per una scottatura.

-oh Anko…-

-sta cominciando… va via.-

Senza dire una parola Kurenai si alzò e lasciò la stanza, chiudendo la porta dietro di se.

Tornò in soggiorno, dove trovò i tre amici intenti a medicarsi. Tutti alzarono gli occhi su di lei e la guardarono in modo strano.

Kurenai si chiese il perché, poi sedendosi accanto a loro osservò il proprio riflesso sul pugnale di Raido che stava sul tavolo e comprese.

Sembrava che in quei due minuti avesse perso tutta la sua abituale espressione calma. Improvvisamente la stanchezza si faceva vedere anche attraverso il suo aspetto, e soprattutto i suoi occhi.

“è proprio vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima” pensò, osservando come da questi s’irradiasse un sentimento simile alla disperazione.

Quando alzò nuovamente lo sguardo trovò tutti gli occhi puntati su di se.

-Kurenai, che cosa succede?- si decise a chiedere Kakashi, poggiando i gomiti sul tavolo e unendo le mani davanti al viso. Non solo la sua posizione, ma lo sguardo stesso corrucciato le fecero pensare a Sasuke Uchiha.

Gli altri tre attesero immobili che lei dicesse una parole, pendendo dalle sue labbra.

Kurenai sospirò, conscia che ormai il silenzio in quel soggiorno diventava insopportabile, era la pioggia stessa in aumento a metterle fretta.

Poi si decise a parlare.



Si, finisce così questo capitolo. Si, sono odiosa. In teoria non doveva finire così, nella mia cara menticciola dovevo andare più avanti, ma ho visto che erano già cinque pagine così e mi sono detta “dai, lasciamo alla prossima!” però almeno c’è stato un primo bacio, quindi siate pietosi XDD!

Risposte ai commenti:

Third Moon: si infatti… Kakashi è così… Kakashoso… ah il gioco della bottiglia, caro amico che resolve I problemi di noi che scriviamo… Gai e Lee li devo alla mia amica che mi ha detto: scrivi questo… XD

kakashina93: con Gai? Se ci vuoi ballare tu, ok! Io no eh… io ballo con Itachi. Sai, lui è così tenero e coccoloso, che se lo lascio da solo me lo prendono…

Hime_chan: finalmente è arrivato il bacio!!! Anche io non vedevo l’ora… primo ma non ultimo, ovvio!!! Perché far star male Anko se non c’è il nostro pappagallino a consolarla? XD

Brucy: *si mette a scrivere d’impegno* non cadereee!!! Con questo cap di sicuro non sei morta cadendo dalla sedia dal ridere, comunque nonostante abbia detto che presto finirà, prometto che alla fine aggiungerò almeno uno o due capitoli di nuovo allegri.

darkmoon87: non uccidermi, ma come puoi leggere nella risposta prima della tua, non sta ancora finendo ^^’’… comunque grazie del commento!!!

Tsunadehokage: soddisfatta per l’attesa? XD ringrazia la voglia di mettermi seduta a scrivere, che scarseggia…

Lupus: *schiva la mazza ferrata, salta sopra dei nemici, prende un fungo, si ingigantisce e va con super Gigi a salvare la principessa* grazie del commento! XD

bambi88: *le discussioni su con chi deve stare Shika si risolvono davanti ad una bottiglia di whisky ed un karaoke*Hina/Naru sono così pucciosi!!! ^^

mizukaze: certo che non mi annoi!!! Spoiler: Kurenai racconterà cos’ha Anko. Non te lo aspettavi eh? XDD!

*scappa prima che la pesti*

AL PROSSIMO!!!!!

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Capitolo 10
*** 10 ***


Eccomi!!! Ve lo avevo detto che vi avrei fatto aspettare di più… oltretutto non ho neppure il tempo di correggere il capitolo ora, quindi perdonate eventuali errori di scrittura! Grazie a tutti per i commenti!

-tutti voi sapete che ad Anko per prima è stato impresso il sigillo maledetto.-

I quattro annuirono, senza mutare espressione.

-e che è stata l’unica su dieci a sopravvivere.- aggiunse Kurenai. Raido e Iwashi le parvero vagamente sorpresi, forse non sapevano o forse non ricordavano.

-allora… forse ciò che accade ad Anko dipende dal fatto che il segno maledetto era ancora in fase di sviluppo quando è stato testato su di lei, o forse è così per tutti, non lo so…- fu interrotta dal rumore di un oggetto di vetro che si infrangeva a terra. Tutti volsero le loro teste verso il corridoio che dava alla camera della donna. Kurenai cominciò a parlare più velocemente.

-ogni anno, in occasione dell’anniversario del morso, Anko comincia a stare male. Già una settimana prima i capogiri e la stanchezza la lasciano intontita. Allora io e Asuma l’abbiamo sempre portata qui, prima del giorno… di quel giorno, del giorno dell’anniversario. E allora che il segno impazzisce.-

-impazzisce?- chiesero contemporaneamente Kakashi e Genma.

-in qualche modo deve essere entrato in contatto col midollo spinale. In quel giorno, ovvero stanotte, Anko è in crisi totale. Soffre incredibilmente.- spiegò lei stancamente.

-sintomi?- chiese Raido, versandosi una birra e cercando di perdere lucidità il più presto possibile.

-dolori fortissimi dappertutto. Convulsioni, crampi, allucinazioni di ogni sorta, tendenze autolesionistiche, stati paranoici alternati a stati iperattivi e depressione. Per fortuna dura soltanto una notte, o non sopravviverebbe.- concluse la donna, rabbrividendo lei stessa alla sfilza di orrori che aveva nominato. Sollevò lo sguardo verso gli amici. Raido non cercava neanche più di bere, era semplicemente crollato con la testa sul tavolo, scuotendola all’infinito. Iwashi aveva lo sguardo perso sulla luce artificiale che illuminava la stanza, Genma invece aveva preso a far roteare a tutta velocità il senbon che teneva sulla bocca, cercando quasi di tagliarsi. A far sobbalzare tutti fu l’improvviso rumore causato dal pungo di Kakashi che si abbatteva sul tavolo.

-e noi cosa ci facciamo qui? Perché non andiamo da lei?- chiese quest’ultimo, cercando di nascondere il tremore alle mani. Raramente gli capitava di perdere la calma ed era più unico che raro che gli tremassero le mani. Ma il sorriso dolce che Anko gli aveva rivolto l’ultima volta che si erano visti ora bruciava nella sua mente, facendogli provare sempre più pena, e più rabbia. Se solo avesse potuto avere Orochimaru tra le mani, ora. E non solo quel sorriso, ma anche la sua risata divertita, il suo sguardo malizioso, il suo volto rosso di imbarazzo sotto di lui ora facevano a gara nella sua testa.

-meglio di no. Prima di tutto perché nel bel mezzo delle allucinazioni potrebbe scambiarci per chissà cosa e, fidati, io e Asuma abbiamo tentato di tutto. Ma ci siamo resi conto che se tollerava me nei momenti di minor dolore, la presenza di lui, forse proprio perché uomo, la rimandava completamente in crisi. Lei stanotte avrà la convinzione di essere in compagnia di Orochimaru. Rivivrà il momento del morso… tutto. Se vedesse uno di voi potrebbe tentare di ucciderlo, o peggio ancora…-

-peggio ancora?- azzardò Iwashi, pur non volendo avere risposta.

-è ovvio che se si sta riprendendo da una allucinazione e si rende conto di vedere la realtà, e ci trova li, in camera con lei scambiandoci per lui, si uccide.- rispose Genma, lanciando uno sguardo a Kurenai, che annuiva.

Un nuovo colpo sordo li fece sobbalzare. Nuovamente dalla camera di Anko. Poi un altro.

Kakashi chiuse gli occhi, prendendosi la testa tra le mani, ignorando le occhiate interrogatorie degli altri.

-penso stia… battendo la testa contro il muro, per non sentire troppo dolore.- mormorò Kurenai abbassando progressivamente la voce.

-sarà una notte lunghissima, vero?- chiese Raido sconsolato.

Poi cominciarono le urla.

Lunghe grida inarticolate di dolore, supplichevoli, che terminavano in singhiozzi disperati.

Kurenai guardò l’orologio appeso al muro, osservando lo scorrere troppo lento delle lancette. Era passata solo un’ora da quando aveva cominciato ad urlare. E sebbene ora avesse la voce più roca e le grida si spegnessero più velocemente, Anko stava ancora urlando. Pensava sempre di essersi abituata, fino a ritrovarsi nuovamente in quella baracca.

Nessuno aveva più parlato. Iwashi e Raido si erano lasciati andare sul divano, l’uno coprendosi la testa con un cuscino, l’altro cercando di non piangere e conficcandosi le unghie nei palmi delle mani. Genma camminava avanti e indietro, intorno al tavolo, si fermava davanti ai disegni sulle pareti, fatti forse da qualche bambino che aveva abitato quel luogo, anche se in realtà non li vedeva neppure. Al termine della prima mezzora era dovuto andare al bagno, a sputare sul lavandino il senbon distrutto e tutto il sangue che ormai gli riempiva la bocca tagliuzzata. Dopo, appena tornato in cucina, sentendo ancora la bocca e la lingua pulsare di dolore, aveva infilato un altro senbon in bocca. Presto sarebbe dovuto andare a sputare anche quello.

Kakashi invece guardava attraverso gli assi che sbarravano la finestra. Osservava la pioggia cadere e di tanto in tanto qualche movimento nemico. Dopo tanti anni avrebbe avuto nuovamente voglia di piangere per qualcuno.

Ma se lo avesse fatto, Anko non glielo avrebbe mai perdonato. La vera Anko certo non lo sarebbe venuta a sapere, ma quella che si era fatta spazio nella sua testa si. Lo avrebbe guardato con rimprovero e offesa.

Si morse le labbra, tentando di convincersi che quelle urla non c’erano.

Ogni lungo strillo, ogni singhiozzo di dolore, si imprimeva nella loro mente, spazzava via i pensieri, lasciandoli vuoti in balia del prossimo.

E tra un urlo e l’altro aleggiavano i fantasmi dei precedenti, dando loro l’impressione di sentirla urlare anche quando non lo faceva.

Ormai Kakashi era al limite, stava per alzarsi e fare irruzione nella stanza, consapevole di esserle inutile.

Cadde il silenzio nella casupola. A tutti ci volle un po’ per capirlo, ma alla fine Iwashi lasciò andare il cuscino, e Raido e Genma smisero di farsi del male per non sentire.

Spostarono lo sguardo verso Kurenai per chiedere spiegazioni, ma la donna sembrava avesse già calcolato tutto, e stava togliendo un pentolino dal fuoco e versandone il contenuto in una tazza.

-per favore uno di voi mi passa quelle pastiglie?-

Iwashi e Raido si precipitarono insieme per aiutarla.

-gli antidolorifici glieli dai ora?- chiese Genma inarcando le sopracciglia.

-non servono per il dolore del segno, servono per limitare almeno i dolori per ciò che si provoca lei. Per esempio se sbatte la testa al muro, se prende a pugni qualcosa, se si graffia…-

-Kurenai… è finita?- chiese Kakashi speranzoso.

-Si. La prima crisi è andata… è la più leggera ma in genere dopo ha la gola distrutta come potete immaginare, e le porto sempre una tisana…- mentre Kurenai rispondeva i quattro impallidirono.

Kakashi non riuscì a trattenersi:

-la prima? La più leggera?-

-ora non ha avuto allucinazioni. Solo dolore fisico. Sarà peggio quando sentirà l’altro tipo di dolore.- spiegò tristemente la donna.

-mi sento male… e mi sento anche un bastardo al pensiero che lei sia così e io abbia il fegato di lamentarmi…- mormorò Iwashi sfinito.

-è naturale… anche io e Asuma stavamo male, e poi ci sentivamo in colpa perché ci sembrava di non averne il diritto.-

-e adesso? Quando starà di nuovo male?-

-tra un po’… per ora le porto questa.- e detto ciò Kurenai uscì dalla stanza, attenta a non far cadere la bevanda calda.

-Anko?- chiamò a bassa voce mentre apriva.

-ehi…- sussurrò l’altra, che non poteva alzare la voce poiché aveva la gola in fiamme.

Kurenai si sedette accanto a lei e attese che si mettesse a sedere. Poi le poggiò il vassoio con la tazza e gli antidolorifici sulle gambe e le accarezzò i capelli scompigliati. Come sempre quando entrava in quella stanza, teneva la luce spenta, lasciando che entrasse soltanto la luce della porta. E come sempre, fu lieta di non vederle il viso, anche se immaginava l’espressione stravolta.

Anko lasciò che il liquido le riempisse la gola con calma, trattenendo i gemiti di dolore e aspettando che la tisana facesse il suo dovere. Poi si sforzò di parlare.

-quei tre… mi coccoleranno tanto domani…- mormorò con un rapido sorriso.

Kurenai ridacchiò sommessamente.

-li hai sconvolti parecchio.- ammise.

-sai… mi spiace non essere eroica, ma farei qualunque cosa, qualunque cosa, pur di far finire tutto questo ora. Sono terrorizzata.- mormorò Anko, sentendo un improvviso groppo in gola. Aveva voglia di piangere più di tutto, ma anche facendolo le cose non sarebbero cambiate; peggio ancora, la sua mente avrebbe potuto farle avere allucinazioni ancora peggiori prendendo spunto dal suo cedimento. Kurenai l’abbracciò stretta, una tentazione in più.

-mi dispiace… è quasi finita, io sono con te.-

-lo so… lo so…-

Udirono un lieve bussare al muro accanto alla porta.

-ehi… possiamo vederla?- chiese timidamente Genma. Kurenai guardò Anko, e questa annuì sorridendo.

-si, venite.-

Uno dopo l’altro entrarono tutti nella stanza, imbarazzati e senza sapere cosa dire, lieti solo di vederla seduta e sorridente, per quanto non fossero certi della sua espressione nella penombra.

-questa è l’ultima volta che potrete entrare stanotte.- li informò Anko.

-ma perché non ci hai mai detto nulla?- chiese Raido accucciandosi a terra davanti al letto.

-a che sarebbe servito?- chiese lei.

-gli antidolorifici li hai presi?- chiese premurosamente Iwashi, e fu più che felice di sentirla ridere.

-non ancora, mamma.-

-adesso come ti senti? Cioè, che domanda stupida…-

-tranquillo, Genma. Ora come ora mi sento stanchissima e mi fa male dappertutto. Ma sto comunque meglio di prima e di come sarò tra poco.- rispose con una nota di rassegnazione.

-sarà l’ultima volta. Troveremo un modo per farti passare tutto ciò, vedrai.- le garantì inaspettatamente Kakashi, e Anko volle credergli.

-ora prendi una pastiglia.- ordinò gentilmente Kurenai.

-si. Dai ragazzi, ci vediamo domattina. Tranquilli, qualunque cosa sentirete, sopravvivrò.- e ancora, un’ultima nota di rassegnazione, come se volesse un finale ben diverso a quel supplizio.

Gli altri se ne accorsero, e uno dopo l’altro come era entrati, uscirono col cuore a terra. Kurenai riprese il vassoio e uscì, lasciando soltanto Kakashi, che si avvicinò a lei.

-te lo prometto.- aggiunse Kakashi.

-lo so.- rispose lei, tentando di sorridere ancora. Le forze la stavano rapidamente abbandonando e ora tremava come in preda ad un gran freddo, sebbene sentisse il segno e la spalla su cui lo portava bruciare.

-vai, non è necessario che tu mi veda così.-

-ho visto di peggio. Ho visto anche Gai nudo alle terme sai?-

La donna scoppiò a ridere, sentendo il dolore affievolirsi appena.

-questo non me lo dovevi dire, spero per te che stanotte non mi appaia in sogno o in qualche allucinazione.-

-me ne assumo la responsabilità.- rispose lui, spostandosi appena, ancora non deciso ad andarsene, cercando di prendere tempo. Anko fraintese e lo trattenne per un braccio, in una morsa di ferro.

-cosa c’è?- chiese lui, non ottenendo risposta.

-Anko, se vuoi che rimanga, io resto.- disse, pensando che non sarebbe stato poi tanto semplice mantenere ciò che aveva detto. Ma la donna faceva già no lentamente con la testa, mentre la presa si allentava.

-scusa. Vado in paranoia ogni tanto.- si giustificò.

-non fa niente.- rispose lui, avvicinandosi e posandole un bacio sulla fronte.

Avrebbe voluto consolarla, avrebbe quasi voluto che piangesse, che si lamentasse, perché così almeno avrebbe potuto fare qualcosa. Ma quella donna era irrimediabilmente orgogliosa.

-perché siete sempre tanto gentili?- chiese lei, più a se stessa che non a lui.

-non me lo merito.- rispose lei subito. E lo pensava davvero, lo sapevano entrambi.

-si invece.- Kakashi ricordò le parole che si erano scambiati quando era appena tornata. Lui convintissimo di poter porre fine ad ogni suo problema, e così era rimasto, sino ad un’ora prima.

Lei era sempre convinta di essere cattiva? Di aver bisogno di punizioni?

Ricordava parola per parola quello che stava per dirgli quel giorno, la sua prima ammissione sincera di affetto, almeno ad alta voce. Ripescò nella sua mente quelle parole, e decise che fosse ora di usare almeno le ultime, finalmente.

-no invece.- replicò lei, se non altro per abitudine.

-Anko?-

-mh?- rispose lei, aspettandosi una delle sue solite ripicche alle sue contraddizioni.

-Io ti proteggerò per sempre. Stanotte è andata così, non sapevo nulla, ma ora mi impegnerò al massimo, è una promessa. Perciò fidati di me, penserò io a te.-

Anko rimase quasi a bocca aperta, ignorando il dolore che ora le stava lentamente risalendo le gambe bloccandole. Non si aspettava sicuramente una frase simile.

-oh.- rispose perciò, sporgendosi per guardarlo meglio.

-cosa stai facendo?-

-mi chiedo chi tu sia in realtà.- rispose lei, ostentando sincerità.

-non ti dirò mai più nulla di carino.-

-no, dai, tu sei il mio Kashino sbarluccicoso spatoloso gingoloso brillioso e puccioloso!-

Kakashi rifletté un momento sulla nuova sfilza di aggettivi della donna, chiedendosi se avesse mai sentito qualcuno dire “sbarluccicoso, gingoloso, brilloso o spatoloso” o sei mai gli avessero dato simili appellativi. Poi giunse ad una intuizione.

-la tua amica ti ha scritto una nuova lettera?-

-in realtà è un’altra amica ancora. Quella dell’altra volta mi ha espresso tutta la sua invidia per averti come mio amoruccio caro e futuro marito.-

-ah bene… no, aspetta: invidia per cosa?-

-ti trova bello! Non sei contento?-

-ma allora le conosco?- chiese sorpreso.

-no, ma loro conoscono te.- disse lei.

-… questo si che mi fa paura.-

-meglio se vai ora…- mormorò improvvisamente lei sobbalzando. Una fitta l’aveva avvertita dell’arrivo di una nuova crisi.

-si. Anko?-

-cosa?- chiese lei, con lo sguardo già reso vacuo dal dolore.

-ti amo.-

Si avvicinò a lei, dandole un leggero bacio sulle labbra, e si alzò in piedi.

Anko si lasciò ricadere sul letto, senza poter parlare per via del dolore, cercando di non urlare e al tempo stesso di dirgli qualcosa.

-non sforzarti di rispondere. Ora vado, chiudo la porta?- le chiese, costringendosi a non prendere a pugni i mobili mentre passava. Anche se lei non se n’era neppure accorta, alla nuova fitta di dolore si era conficcata le unghie con tanta forza nelle braccia che teneva incrociate, da far scorrere rivoli di sangue. Non sopportava di vederla così.

-si.- rispose flebilmente lei.

E la stanza tornò nel buio assoluto.

Anko restò sola.

Non per molto.

Per la seconda volta si ritrovarono chi a gironzolare istericamente per la stanza, chi a conficcarsi le unghie nella mano, chi a spolverare un tavolo già splendente, chi a coprirsi la testa con un cuscino e chi a guardare fuori picchiettando con una mano sul davanzale.

Questa volta però vi erano state poche urla e sembravano più di paura che di dolore. Kakashi si chiese il perché.

Poi comprese, non appena Anko urlò:

-sensei!-

Tutti involontariamente sospirarono. Ora compresero qual’era l’altro dolore di cui parlava Kurenai.

-SENSEI!- l’invocazione si ripetè, stavolta più disperata.

-non lo faccia! Non lo faccia! NON LO FACCIA!-

Anko continuò a ripetere a lungo queste tre parole, mentre i visi degli altri si oscuravano.

Seguirono rumori di oggetti che si rompevano e altre urla. Poi il supplizio ricominciò.

-SENSEI!!!-

Un urlo più forte degli altri, che diede il via a nuove grida.

Anko urlava chiamando il suo maestro, grida simili a ululati di un lupo ormai morente, pieni di paura, rabbia, dolore.

E continuava, stavolta non bastava certo un’ora per placare i fantasmi che si agitavano in lei.

Kurenai si chiuse in bagno a lungo e nessuno la vide per almeno un’ora. Sentirono solo lo scorrere dell’acqua, forse cercava di non pensare più a nulla.

Raido pensò che avrebbe probabilmente accettato di affogare con gioia, se gli avessero promesso che dopo questa vita non ci sarebbe stato un inferno simile a quello su cui finire.

Anche il temporale continuava. Come avevano predetto solo poche ore prima, che adesso sembravano anni, stava arrivando una tempesta vera e propria.

Come se cielo e marchio fossero d’accordo.

-SENSEI! SENSEI! SENSEI!!!-

Piangeva, gridava e piangeva. Il cielo stesso piangeva, tuonava e piangeva. E Kakashi colpiva sempre più forte il davanzale su cui stava seduto, pregando che qualcosa lo distraesse, invano.

La notte ormai stava per finire, si avvicinava l’alba. E probabilmente erano vicini anche i soccorsi ormai. Più di una volta le loro ricetrasmittenti tentarono di mettersi in funzione. Significava che si stavano avvicinando.

Ma a quel punto non serviva più forse.

Come Genma aveva amaramente dedotto poche ore prima, con le urla di Anko in quello stato tutta la notte, nessuno si sarebbe mai avvicinato a vedere che succedeva. Probabilmente i nemici erano già lontani, terrorizzati.

-ragazzi…- Kurenai li chiamò, appena entrata nella stanza.

-Anko sta bene?-

-più o meno. Non ha voluto che entrassi… credo che finalmente sia svenuta ma…-

Raido esplose:

-Genma! SMETTILA DI FARE AVANTI E INDIETRO ORA!- aveva cercato di convincerlo tutta la notte con le buone, e ora che la tensione si era allentata non era più riuscito a trattenersi.

-STAI ZITTO!- urlò l’altro, evidentemente pronto alla rissa, pur di sfogarsi.

-ma, cosa, Kurenai?- chiese invece Iwashi ignorandoli.

La donna non rispose, ma corse nuovamente in bagno.

-ecco, guardate cosa avete fatto!- esclamò lui vedendola scappare.

-noi?- chiesero Genma e Raido.

Kakashi si alzò senza dire una parola, e tutti gli sguardi si rivolsero a lui.

-è quasi l’alba. Finiamola, dobbiamo pensare alle donne prima di tutto.-

-cosa c’è da pensare? Dopo aver passato la notte a sentirne urlare una, sinceramente non penso di essere utile a qualcosa. A nulla anzi, nella vita.- replicò scoraggiato Raido

Kurenai riapparve dal bagno, esausta più di prima, con il viso pallido e tirato, e le occhiaie scure sotto gli occhi. Come gli altri del resto.

-tutto bene?- chiese Kakashi preoccupato. Sembrava stesse per svenire da un momento all’altro.

-no.-

-Kurenai-chan?- la chiamò Genma.

-scherzavamo…- mormorò Raido.

-fanno sempre così.- spiegò Iwashi con aria rassicurante.

-mi si sono rotte le acque.- disse in un soffio la donna, guardandoli terrorizzata.

Ma mai quanto la guardavano loro.

-… ti si sono cosa?-

Ok, diciamo che la parte triste è quasi finita!!!!! I love you gente! Anche la fic presto finirà… mi mancherà! ç______ç

Risposte ai commy:

Mizukaze: mandamelo pure, tanto a casa ho già Itachi, che al momento mi sta spolverando I mobile. Perché lui mi ama taaaanto… e perché altrimenti darò a Sasu-chan la sua foto mentre dorme abbracciato a Poppy, il suo cane peluche. Lo scorso capitolo in realtà doveva finire così, con Kurenai nei casini sola con quei quattro incapaci. Meglio no? XD

Hime_chan: andava bene il bacetto? Li ho anche fatti dichiarare, cosa che tra l’altro non capita spesso nelle mie fic, quindi… *seguace del “prima state assieme, poi vi conoscete abbastanza da amarvi” che si ribella al suo credo*

Kakashina93: come puoi notare, effettivamente ora sono più lenta XD. Kakashino preoccupato? Io direi che sta sclerando di brutto XD

Third Moon: era abbastanza sentito? Non era proprio un bacio, ma il “ti amo” dai, quello andava bene! ^^ la tua fic era molto bella, ho letto appena ho visto la tua recensione!

Hermione93: grazie mille! Immaginavo una simile reazione XD

Darkmoon87: spero di averti soddisfatta! Grazie del commento!

Tsunadehokage: sono troppo felice quando mi dite che vi sto facendo piacere Anko!!! XD

Brucy: soprannomi inseriti in tempo reale XD non so come ringraziarti per il tuo commy. E non ho paura di vederti affilare le armi, se mi conoscessi sapresti che per me è un invito a nozze!!! Yeah! Guerra!

Lupus: come ti ho già detto su msn, quasi pensavo di non scriverla più questa storia, ma dopo I vostri commenti, come potrei? XD spero che la piega continui a piacerti °_° e fammi sapere della tua amica fan di Deidy-chan.

Bambi88: ormai sei ufficialmente amica di Anko XD. Ah, al prossimo ci diamo al rum e cantiamo ancora eh!

Irene Adler: non c’è problema per i commenti! La statua se c’è in diamanti grazie. Mi piacciono le cose sbrillucicose ah, sin dall’inizio mi vedevo Anko a mangiare gelato sulla tomba di Obito, e naturalmente Kakashi la raggiunge XD!

Al prossimo capitolo! Meno triste finalmente! Anche perché vedremo i quattro grand’uomini alle prese con Kurenai e le sue doglie…

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Capitolo 11
*** 11 ***


-Asuma… questa è tutta colpa tua…- mormorava sconsolato Genma. Non era il primo a rivolgersi all’amico quel giorno.

-NOOO!!! NOOOOOO!!!- strillava Raido, prendendosela col muro.

-voglio piangere… posso piangere?- chiese Iwashi al cuscino, che ovviamente non rispose.

-ah!- gemette Kurenai.

In un baleno si precipitarono tutti da lei.

-siediti Kurenai…- la invitò gentilmente Kakashi, pallidissimo sotto la maschera.

-ti porto… cosa ti porto?- chiese febbrilmente Raido.

-voglio la mamma…- piagnucolò Iwashi, senza spostarsi dal divano dove stava accucciato.

-Asuma… vieni e prenditi le tue responsabilità…- borbottò Genma al fantasma dell’amico.

-ragazzi, per favore… AH!- dovette trattenersi dall’urlare, mentre i quattro la guardavano come si guarderebbe una persona con tre occhi ed i tentacoli.

-Kakashi… tu sei quello intelligente. Cosa facciamo?... COSA FACCIAMO?!- strillò Raido strattonandolo.

-ma che ne so?!! Ti sembro un dottore?-

-UN DOTTORE!- urlò Kurenai, facendoli sobbalzare.

-come?- tentò di chiedere Genma, avvicinandosi a lei.

-lo sapevo io che me ne dovevo restare a casa…- mormorò Iwashi ormai perso nel suo mondo.

-ANDARE A CERCARE UN DOTTORE!!!- urlò Kurenai, col viso contratto in un’espressione di pura furia. Poi si portò le mani al ventre.

-tesoro, non…- cominciò Genma.

-NON CHIAMARMI TESORO! USCITE A CERCARLO!- la voce salì di parecchie ottave.

-Iwashi vai tu.- ordinò Kakashi.

-dovevo andare a fare il piastrellista io, il piastrellista…- rispose Iwashi.

-allora, non ne so molto, ma devi respirare profondamente. Espira, inspira… - disse Genma, per quanto terrorizzato dalla donna. E faceva bene.

-NON DIRMI DI RESPIRARE, O SARAI TU A SMETTERE DI FARLO!!!- urlato ciò come una belva si voltò verso Iwashi che teneva ancora le dita artigliate sul cuscino, lo afferrò per il colletto e gli portò con violenza il viso davanti al suo.

-I SOCCORSI NON STAVANO ARRIVANDO? PORTAMI QUI SHIZUNE! PORTAMI QUI UN DOTTORE! ORA! O VI UCCIDO TUTTI PRIMA DI MORIRE!-

A queste parole, Iwashi sembrò magicamente risvegliarsi. Ovvero le sue pupille si dilatarono per il terrore di incrociare quegli occhi arrossati e portatori di morte, e le mani lanciarono via il cuscino mentre abbandonava di gran carriera il divano.

-è posseduta…- sussurrò Raido che stava ben nascosto ad osservare la scena da sopra le spalle di Kakashi.

-ragazzi… probabilmente noi non sopravviveremo a questo parto, ma mettiamocela tutta.- li incoraggiò Kakashi.

Genma tornò ad avvicinarsi con molta cautela a Kurenai, che fissava con odio un punto indefinito della stanza.

-ascolta… per favore… adesso… credo dovresti fare come ti ho detsuggerito io… ti prego non uccidermi!- aggiunse subito, coprendosi la testa con le mani.

Kurenai chiuse gli occhi ed inspirò profondamente.

Raido la guardava con le mani davanti alla bocca e gli occhi spalancati, quasi temesse da un momento all’altro che la donna si rivelasse un angelo della morte e gli falciasse via la testa. Ed in effetti era proprio questo ciò che pensava.

ma perché in Icha Icha Paradise non si parla anche di questo?” pensava invece Kakashi, per la prima volta deluso dal proprio libro preferito.

Una fitta al basso ventre la fece gridare, e gli uomini gridarono con lei, come se sentissero dolore a loro volta.

In quel momento Iwashi tornò, quasi sfondando la porta e rischiando di cadere.

-ne ho trovati un paio!-

-di dottori?- chiese ammirato Raido.

-non proprio…-

-cosa vuol dire non proprio?- sibilò con voce pericolosamente minacciosa Kurenai, che ora stringeva il braccio a Genma per sfogare il dolore.

-c’è stato un contrattempo, effettivamente nemici ce n’erano ancora e Shizune è rimasta con gli ANBU, non sono riuscito a raggiungerla…-

-Kurenai-sensei?- Sakura entrò di corsa, rischiando di cadere addosso ad Iwashi. Dopo di lei entrarono anche Shikamaru, Ino e Naruto.

-Kakashi-sensei, che succede?- chiese quest’ultimo.

-ragazze… voi che studiate da Tsunade…- cominciò Kakashi, non sapendo bene cosa dire.

Kurenai urlò nuovamente.

-KURENAI-SENSEI!- Ino le si avvicinò velocemente, chinandosi di fronte a lei.

-mi si sono… rotte le acque…- spiegò con tono appena più gentile la donna, mentre stritolava letteralmente il braccio a Genma.

-sta male anche lei?- chiese invece Sakura all’uomo, che cercava di non emettere suono ma ormai non resisteva più.

Tutti tacquero per qualche istante.

-rotte… le acque?- ripeté Ino, mentre un sospetto si faceva strada nella sua mente.

-beh ragazze, pensateci voi.- le invitò Raido.

-COME TI ASPETTI CHE DUE RAGAZZINE MI FACCIANO PARTORIRE!- ruggì Kurenai.

-cosa significa rotte le acque?- chiese Naruto a Kakashi.

-non è il momento, ora Kurenai è un po’… nervosa.-

-IO NON SONO ANCORA UN NINJA MEDICO, E COMUNQUE NON SONO UNA GINECOLOGA O UN OSTETRICA!- strillò Sakura.

-NON SIAMO IN GRADO! COSA VI ASPETTATE, EH?- urlò Ino rabbiosamente.

-ora le isteriche sono tre…- sospirò Shikamaru.

Kurenai si accasciò su se stessa. La situazione andava dal tragico al comico, ma sapeva che presto si sarebbe volta semplicemente in tragico.

-oddio… è la fine…- mormorò disperata.

-adesso posso piangere anche io?- chiese Iwashi distrutto.

-non è il momento di piagnucolare questo.-

La sua voce roca fece nuovamente piombare il silenzio, rotto solo da un bisbiglio di Sakura:

-Anko…san?-

La donna si reggeva tenendosi appoggiata al muro. I capelli sciolti lasciati davanti alle spalle non riuscivano a nascondere la chiazza scura di sangue che scendeva dal collo fino al ventre. La maglia che aveva indossato prima di mettersi a letto, lunga fino alle ginocchia e bianco, era strappata in più punti e chiazzata di sangue. Era pallida come un fantasma, quel lividore che Kurenai aveva temuto di vedere la notte prima, aveva gli occhi arrossati e cerchiati dal sonno e tremava percettibilmente. Ma era in piedi da sola, e Kurenai si rese conto che di li a poco sarebbe stata meglio, anche se aveva sempre evitato di mostrarsi a lei o ad Asuma prima del pomeriggio del giorno dopo, occupata a mettere garze e trucco per nascondere le ferite e apparire normale.

-che le è successo?- chiese Ino sconvolta.

-ho combattuto.- rispose lei, mostrando di voler chiudere il discorso. Del resto sentiva di essere sincera.

Si guardò attorno, osservando le condizioni della stanza, senza soffermarsi troppo sulle espressioni sorprese, preoccupate o persino spaventate degli altri.

-Kakashi, Genma, c’è un'altra stanza da letto da quella parte, portate Kurenai la. Iwashi, va a chiamare Shizune il più presto possibile. Ino, cerca asciugamani, Sakura segui Kurenai e tranquillizzala. Raido, metti a bollire dell’acqua. Naruto, Shikamaru, serve qualcosa di tagliente e sterile, andate con Raido e mettete un kunai a bollire. Kurenai…-

Ne incontrò lo sguardo, addolcendo appena il proprio:

-andrà tutto benone.- la rassicurò, schiarendosi poi la gola arsa dalla sete, - e maltrattali pure, oggi puoi.-

Kurenai le sorrise di rimando, sollevata. Poi una nuova fitta cancellò quella’attimo di serenità, facendole assumere una posa minacciosa.

-allora? Mi dovete aiutare?- chiese rivolta a Kakashi e Genma, che ancora fissavano imbambolati Anko.

Come se avesse dato il via tutti scattarono eseguendo gli ordini della donna, che intanto era andata a sedersi sul davanzale, stendendo le gambe su di esso.

Poggiò la testa contro il muro socchiudendo gli occhi.

“Ti prego Asuma, vigila su di lei…” pregò, spostandosi appena perché qualcosa di fastidioso le premeva sulle mani. Aprì gli occhi e osservò con disappunto il davanzale scheggiato e con grosse crepe, chiedendosi come mai fosse ridotto a quel modo. Inchinandosi meglio notò alcune leggere striature di quello che le parve sangue, mentre una fitta lancinante le esplodeva alla base del collo, dove qualche minuto prima si era trafitta con un kunai e in seguito aveva graffiato con le proprie unghie con tutta la forza che aveva.

Shizune entrò in quell’istante, aggrappandosi alla porta e ansimando.

-dov’è?! Anko, ma stai bene?-

La sua domanda ebbe immediatamente risposta, poiché Kurenai dall’altra stanza si lasciò sfuggire un grido di rabbia, e un istante dopo uno shuriken si conficcò a terra sotto i loro occhi.

-NON DIRMI DI STARE CALMA!-

Anko guardò Shizune.

-si, ho capito.- annuì Shizune, correndo dalla donna.

Ino e Sakura la seguirono, mentre Kakashi e Genma si lanciavano fuori di corsa.

-NON VOGLIO VOI UOMINI IN MEZZO! Voi non ne capite nulla!-

Anko pensò di non aver mai udito tanto disprezzo nella voce dell’amica, e sorrise tra se e se.

Ritirò le gambe, permettendo ad un Kakashi sbigottito di sedersi accanto a lei.

-paura eh?- riuscì a mormorare, sentendo fitte alla gola. Aveva urlato troppo, pensò rabbuiandosi.

-mai avuta tanta in vita mia…- rispose Kakashi, passandosi una mano fra i capelli.

Posò lo sguardo sulla donna.

-come hai fatto a ferirti a quel modo? Devi farti curare…-

-dammi le mani.- ordinò.

La guardò stupito.

-come?-

-dammi le mani e vedrai.-

Kakashi le porse le mani e lei vi posò un kunai che teneva nascosto in una tasca.

-ma questo… è mio! Quando l’hai preso?-

-ieri notte, quando ti ho trattenuto per un braccio, ricordi?-

-… è servito almeno?-

-si. Sto meglio così.- rispose lei annuendo.

Mentre con una mano rimetteva il kunai al suo posto, con l’altra andò a spostare la lunga ciocca che copriva il taglio, osservandolo attentamente. Anko rabbrividì sotto il suo tocco e rimpianse che lui la sfiorasse soltanto per accertarsi delle sue condizioni. Poi improvvisamente ricordò la frase del giorno prima, quel “ti amo” sussurrato prima di quel tenero bacio sulla fronte.

-anche io.- mormorò.

-che cosa hai detto?- le chiese lui, lasciando andare i suoi capelli.

Anko abbassò lo sguardo sulla mano che teneva sospesa. Ed improvvisamente notò le nocche ferite. Ripensò alle condizioni del davanzale, e finalmente comprese. Sollevò lo sguardo verso di lui e finalmente sorrise.

A Kakashi quel sorriso aperto e sincero scaldò il cuore.

Intanto Kurenai aveva preso ad urlare più forte, ormai il bambino stava per nascere.

Genma, neanche fosse il padre, stava raggomitolato a terra e dondolava fissando con sguardo spento Raido, che dal canto suo ne era terrorizzato.

Iwashi pregava tutti i santi del cielo che la donna smettesse di urlare, mentre Naruto guardava spaurito la zona da cui arrivavano le grida della neo mamma. Lui aveva chiamato Sakura perché andassero a salvare il loro sensei, non si aspettava certo questo!

E dall’altra parte della stanza Shikamaru faceva le stesse riflessioni, era venuto soltanto perché Ino aveva seguito gli ANBU e Shizune, voleva proteggerla, e ora si ritrovava a tranquillizzare Genma.

-non si preoccupi, Shizune ci sa fare…-

-se qualcosa va storto, ci passeremo noi, lo sai? Ti rendi conto di in che condizioni è Kurenai?- disse l’uomo, spaventandolo.

-un ultimo sforzo, è quasi fatta!- la voce incoraggiante di Shizune fece trarre un sospiro di sollievo a tutti gli uomini, sollievo mozzato dalla serie di imprecazioni che seguirono da parte di Kurenai.

-se non altro è quasi finita- disse ancora Genma, voltandosi e trovandosi a parlare col nulla. Shikamaru era già fuggito dagli ANBU fuori con la scusa delle sigarette. Che neanche aveva con se.

-ma ora starai bene?- chiese Kakashi, poggiandosi al muro.

-non ancora. Certo, stanotte era peggio delle altre, ma per i prossimi giorni sarò ancora vagamente debole… e poco lucida.-

-sei mai stata lucida?-

Anko ridacchiò divertita.

-no, certo che no.-

Il pianto che tutti aspettavano fece calare il silenzio nella stanza. Poi esplosero le grida e i cori.

-è nato!!! È nato!!!-

-o è nata!!! Si!!!-

Shikamaru corse nuovamente dentro giusto in tempo per afferrare al volo Ino che si era lanciata su di lui.

-maschio o femmina?- chiese Kakashi alzandosi in piedi e dando una mano ad Anko perché si alzasse anche lei.

-maschio.- rispose Sakura, asciugandosi un rivolo di sudore che le scendeva dalla fronte.

-siete state bravissime, Sakura-chan!- esclamò Naruto.

Kurenai teneva il bambino abbracciato guardandolo amorevolmente. Cercava di rammentare se avesse mai visto cosa più bella o perfetta. Alzò appena lo sguardo quando gli altri la raggiunsero.

-oh cielo, è troppo piccolo!- esclamò Raido ridendo.

-ciao piccolo…- lo salutò dolcemente Genma, sfiorando con un dito la guancia delicata del bambino.

-voglio un bambino!- si lamentò Iwashi guardandolo.

-si beh, quando stai per partorire chiamami.- disse Shizune sorridendo.

-chissà se Hana…- cominciò Genma, bloccandosi subito.

-SE HANA?- urlarono tutti, compresa Kurenai che lo guardava sconvolta.

-niente! Pensiamo al piccolo…- rispose Genma imbarazzato.

-Genma, non fare cazzate eh…- lo avvertì Raido.

-no io ce lo vedo come papà.- sbottò Anko.

-veramente?- chiese Genma.

-si… sei un bambino anche tu. Vi divertireste molto…- dichiarò lei divertita.

-oh… grazie.- rispose lui sarcastico.

-Kuma.- disse Kurenai.

-come?- chiese Kakashi.

-Kuma. Si chiamerà così. Anche se mi piace molto il nome Seiki.-

-Kuma eh? La prima sillaba del tuo nome e l’ultima di Asuma… mi piace. Perché non lo chiami con entrambi i nomi e lasci che sia lui a decidere crescendo?- suggerì Anko.

-Kuma Seiki Saturobi.- disse Kakashi ad alta voce.

-ti piace Ku-chan?- chiese dolcemente la donna al piccolo che per tutta risposta vagì.

-cariiino…- fece Naruto.

-è così adorabile!- disse Ino stringendosi le mani al viso. Shikamaru le cinse la vita con un braccio, tirandola appena a se.

-ehi vuoi provare a tenerla in braccio?- chiese Kurenai ad Anko che stava ancora sporta verso di lei.

-sono sporca di sangue…- mormorò lei dispiaciuta.

-aspetti…- Sakura le portò un asciugamano con cui avvolgere il bambino, già circondato dalle bende.

-dai… tu sei la zietta…- la incoraggiò Kurenai.

L’amica, con gli occhi che le brillavano prese il piccolo tra le braccia. Il piccino la fissò tranquillo.

-gli piaci…- commentò Shizune.

-è troppo dolce…- disse Anko guardandolo con occhi sognanti.

-posso provare a tenerlo anche io?- chiese timidamente Sakura.

-certo.- rispose Kurenai con un sorriso. Esausta ma raggiante.

-prendi il bambino.- disse Anko.

-Un attimo, tolgo l’asciugamano.-

-prendi il bambino.- ripeté lei perentoria.

-Anko…- la chiamò Kurenai preoccupata, mentre Sakura si precipitava a prenderlo.

Anko fece un gesto con la mano, ambivalente per loro, e uscì subito. Kakashi la seguì e la vide accasciarsi su una sedia.

-te l’avevo detto che dovevi farti curare…- disse preoccupato.

-no, in questi giorni sverrò comunque spesso, non c’entra.- lo avvertì lei, incrociando le braccia sul tavolo e poggiandoci la testa.

-ragiona più che valida per fermare l’emorragia ti pare? Shizune!- chiamò Kakashi.

-arrivo!- rispose la donna.

-fragola?-

-mh?-

-noi i nostri figli come li chiameremo?-

Kakashi ci pensò su.

-cosa ne pensi di Akemi la primogenita, Namiko l’altra e il maschio Yuji?-

-mi piacciono molto…- rispose lei con un sorriso stanco.

Shizune si avvicinò a lei e le scostò i capelli. Nel frattempo Kakashi uscì all’esterno e fu raggiunto poco dopo da Naruto.

-ehi, Kakashi-sensei?- lo chiamò, con un tono di voce tanto simile a quello spesso usato da Jiraya da farlo rabbrividire. Si voltò nascondendo la propria preoccupazione a guardarlo e scorse un gran sorriso malizioso sul suo viso.

-cosa vuoi?-

-ma lei e Anko-san…- disse lui, lasciando cadere il discorso con un’occhiata d’intesa.

Si guardò attorno, notando con sollievo che gli ANBU erano seduti troppo lontani per udirlo.

-sei troppo piccolo per pensare a queste cose.-

-cosa?!! Ho quindici anni!-

Bene, era riuscito a sviare l’argomento.

-in questi giorni…- la voce di Sakura li fece sobbalzare entrambi, ognuno distratto per i suoi motivi, -… dicevo, in questi giorni Anko-san dice che sarà molto debole… e Kurenai non sarà in casa ma all’ospedale. Ci pensi, Kakashi-sensei, cosa farebbe un gentiluomo?-

Sakura poi si avvicinò prendendo Naruto per un orecchio e incurante delle proteste e dei lamenti del ragazzo lo trascinò dentro.

Kakashi guardò la porta ormai chiusa.

Da quando era lui a seguire i consigli dei suoi allievi? E soprattutto da quando Naruto si accorgeva anche di queste piccole cose?

Scrollando la testa piuttosto incerto e impensierito rientrò nella casupola.

Sapeva bene che nei prossimi giorni Anko sarebbe stata fin troppo simile ad una damigella bisognosa d’aiuto.

E lui? Lui era un cavaliere pronto a correrle in soccorso?

Guardò la damigella bisognosa sollevare lo sguardo verso di lui, e sorridergli piegando appena a lato la testa, divertita dalle discussioni di Genma, Raido e Iwashi.

Si, lo era.

Genma fece il suo ingresso, rigirando il senbon sulle labbra con un sorriso.
-ehi gente… Iwashi è svenuto di brutto…-

********************************

Fine gloriosa di un ninja pieno di coraggio… ti voglio bene Iwashi!!! XDDD

Risposte ai commenti:

Third Moon: Gvazie gvazie ^^…. Credo ci siano altri due capitoli e basta…

Mizukaze: non lo facevi già? Io ad Itachi non gli faccio pulire giusto giusto il bagno, ma solo perché c’è Kisame per questo.

Lupus: finalmente potrai illuminarmi oh uomo: cosa vuol dire angast? °° … io sadica? Uh uh uhnaaa… scherzavo!

Tsunadehokage: grazie a te per i commenti!

Kakashina93: per fortuna non si é dovuto mettere Kakashi a fare da ostetrico, penso sarebbe svenuto all’istante… vedi Iwashi… non ha pianto ma c’è andato vicino XD

Brucy: io paura? XDDD! Non mi conosci bene, o avresti paura tu… ah per il contatto ti ho mandato un email con il mio indirizzo, se non l’hai vista guarda fra la posta indesiderata, spesso le mette li. Altrimenti mi mandi tu il tuo così ti aggiungo e ci sentiamo XD

Hermione93: ma perché io non mi accorgo mai di scrivere cose angoscianti? °° io riassumo tutto in “triste” e via. XD grazie mille per il bel commento!! ^_-

Bambi88: certo che offri tu, io sono perennemente a corto!! XD. Kakashi ti terrà sempre nei suoi pensieri… come essere spaventoso, però anche interessante! Conta questo, no?

Irene Adler: si… Orochimaru è un gran disgraziato… per non dire altro… però alla fine è colpa mia se appare così… tanto prima o poi scrivo una fic che ve lo farà adorare! XDD

Hime_Chan: yes! Anche io aspetto il suo “ti amo”, qui c’è un accenno, poi naturalmente un bel TI AMO non lo toglie nessuno XD!

Darkmoon87: ci godo a interrompere sempre così! Grazie del commento!

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Capitolo 12
*** 12 ***


Penultimo capitolo!!! Vi ho fatto penare eh? Beh l’ispirazione con questo caldo magari non passa, ma la voglia di scrivere si! Anche perché io non ho condizionatori in camera… ok, lo so, sto cercando di farvi pena e non funziona, devo essere più veloce XD ma visto che per gli altri capitoli lo sono stata, da meravigliosa ragazza che sono non vi prometto niente XD!

Fatemi sapere se vi piace anche questo capitolo, spero di non essere stata troppo “gnè gnè”!

Tutti i ninja erano ora intorno al piccolo lettino celeste dove riposava Kuma. Tsunade era addirittura estasiata alla vista del piccolo e aveva abbandonato definitivamente il suo lavoro per quel giorno pur di poterlo coccolare. Era venuto a trovarlo persino Jiraya e ora insieme a Tsunade erano loro a sembrare i genitori del bambino, tanto lo lodavano e accarezzavano.

-lavete visto? È così grassottello!- esclamò Lee vedendo i suoi compagni di squadra chiacchierare con Kurenai, stesa sul suo letto con il viso che esprimeva pace e dolcezza da ogni angolazione.

-oh si! Lo vorrei tanto un bambino!- sbottò Tenten, mentre a Neji andava di traverso il caffè.

-ma…!- riuscì infatti soltanto ad esclamare.

-cosa?- gli chiese Tenten esibendo il suo sguardo più angelico.

-un bambino?!!-

-si! Un bambino! Ma sta tranquillo Neji, non sarebbe con te!- concluse lei, voltandosi e facendo finta di nulla.

A Neji ci volle qualche secondo per assimilare la risposta.

-… EHI! COME SAREBBE A DIRE?!!-

-sssht!- lo zittì Tsunade, -non urlare!-

- sc-scusi Hokage-sama…- balbettò impaurito.

-visto che hai fatto una faccia tanto terrorizzata… ehi Lee, tu saresti disposto ad avere figli?- chiese mostrandosi offesa.

-certo! E gli insegnerei ad essere dei veri giovani!- rispose subito lui, incontrando lo sguardo furioso di Neji.

-cosa c’è?- chiese senza capire.

-io e te ce la vediamo dopo.- lo minacciò gelandolo col suo sguardo di ghiaccio.

-buongiorno!- salutò tutti cordialmente Kakashi.

-buongiorno!- lo salutarono tutti.

-Kakashi!!! Noi due abbiamo una sfida in sospeso!!!-

-Gai-sensei non è il momento!- lo rimbrottò Tenten.

-giusto, lascia che saluti Kuma.- ordinò imperiosa Tsunade.

-Tsunade-sama, la prego… solo qualche documento…- intanto implorava Shizune.

Alla fine, dopo una buona mezzora di suppliche fu accontentata. Nella stanza rimasero soltanto Kakashi, Genma e Shizune che stava lavorando li all’ospedale.

-quanto ti tratterranno qui?- chiese Genma.

-qualche giorno…- rispose lei con insofferenza.

-su, meriti tutto il riposo del mondo.- fece lui affettuoso.

-ma tu non sei preoccupata per te…- intuì Kakashi.

-mh… Anko…-

-Anko sa vivere da sola, è adulta ormai!- scherzò Genma.

-non si è ancora ripresa, è accaduto tutto questa notte… è molto debole.- gli fece notare.

-ora che ci penso ha detto che sarebbe svenuta molte volte in questi giorni…- ricordò Kakashi.

-è quasi ora di pranzo, magari dopo passiamo a trovare anche… Kurenai?- la donna aveva sussultato.

-oh no…-

-cosa?- chiese Kakashi preoccupato.

-oh no…- ripeté con disperazione.

I due la guardarono nervosi.

-vedete… quella donna è incredibilmente… pericolosa in cucina! Già quando sta bene rischia di mandare a fuoco la casa. Letteralmente, non esagero. Non è che senza dirle nulla uno di voi potrebbe portarla a pranzo fuori?-

-certo! C’è Kakashi, no?- rispose subito Genma.

-ehi!-

-di solito sono io a preparare i pasti… ricordo ancora quando per fare una frittata è riuscita a dar fuoco alle tende… per favore Kakashi!-

-si, si, non c’è problema. Ma non diamolo troppo per scontato.- aggiunse lanciando un’occhiataccia a Genma.

-non fare il timido… lo sappiamo…- disse l’amico ammiccante.

-lo sappiamo cosa?- chiese stupito.

-gli sguardi che vi siete lanciati ieri…- rispose lui con aria maliziosa.

Kakashi guardò Kurenai.

-stamattina Anko è passata a trovarmi e so tutto…- dichiarò la donna annuendo.

-tutto cosa?- chiese Genma.

-sta zitto e vieni con me. Andiamo da Anko.- disse velocemente Kakashi afferrandolo per il colletto e spingendolo fuori.

Kurenai ridacchiò, spostandosi a sedere sopra il cuscino e osservò il bambino dormire tranquillo. Sperò con tutte le sue forze che Kakashi fosse paziente con Anko, specie in quei giorni. Ma più in generale sempre, vista la sua assurda insensibilità nelle questioni di cuore.

Kure-chan…”

“dimmi.”

“stanotte Kakashi mi ha detto che mi proteggerà sempre.”

“davvero?”

si, ha detto che penserà lui a me.”-

“oh! Che carino!”

“…e ha detto che mi ama.”

“…”

“… Kure-chan?”

“AAAAAAH!!! È GRANDIOSO!!! E tu?”

“ecco… non potevo parlare. La risposta è rinviata.”

“ho capito.”

“Kurenai?”

“si?”

“… ma secondo te… io gli piaccio davvero?”

“… oh… non posso crederci!!! Sei assurda!”

“cosa?”

“ANKO!!!



Anko respirava a fatica e dovette strisciare contro il divano per rialzarsi. Stava indubitabilmente meglio e sarebbe migliorata di minuto in minuto, ma per ora aveva difficoltà persino a camminare. E ancora di più a capire cosa faceva. Dal brontolio del suo stomaco intuiva che era quasi ora di pranzo, perciò decise di farsi se non altro un panino.

Ma davanti ai fornelli la colpì il profumo della salsa che aveva lasciato quella mattina Shizune a casa loro. Si ripromise di ringraziarla calorosamente per il pensiero e pensò di farsi un piatto di riso.

Mise a bollire l’acqua, rischiando peraltro di ustionarsi gravemente e cercò qualche ingrediente. Prese una bustina dal cassetto in stato quasi di trance, rendendosi vagamente conto che quello non era il sale. Passò una frazione di secondo prima che si rendesse conto che quello era un leggero esplosivo e ancora riscuotendosi dalla trance lo lasciò semplicemente andare; capì all’istante che sarebbe finito sul fuoco del fornello acceso, e recuperando di botto la lucidità si buttò a terra un attimo prima che esplodesse.

Uno scoppio piuttosto leggero nonostante il boato, che ruppe anche la pentola facendo volare mille schegge dappertutto, fracassando un vetro della finestra, un vaso sul tavolo e conficcando pezzi di metallo nel muro.

Anko rimase a terra. Poi scoppiò a ridere sommessamente, poggiando la testa sul pavimento.

“cose che so fare solo io… così imparo a tenere sempre tutto in disordine…” pensò divertita.

Circa a venti metri da li stavano arrivando Kakashi e Genma, che sentendo lo scoppio rischiarono l’infarto.

-non ci credo! Veniva da casa sua?-

-speriamo non abbia davvero fatto saltare tutto!-

Corsero trafelati sino alla casa notando immediatamente la finestra rotta e spalancarono la porta di casa.

-Anko!- chiamò Kakashi.

-sono in cucina!- li chiamò lei, mentre si rialzava faticosamente.

-Anko-chan, che è successo?- le chiese preoccupato Genma guardandosi attorno.

-ehm… non sono brava in cucina.- rispose lei ridacchiando e grattandosi la testa con una mano.

-si una cosa è non essere bravi, una cosa è far esplodere… cosa cucinavi?-

-riso.-

I due la guardarono, prima scettici, poi scioccati. Infine rassegnati.

-ma come si fa…- borbottò Kakashi.

Anko ridacchiò nuovamente, divertita. I due la guardarono ancora, sorridendo inconsciamente. Sembrava già passato un secolo da quando le sue urla riempivano loro la testa. Ma quando la donna smise di ridere e barcollò pericolosamente, Kakashi la afferrò al volo tra le sue braccia rendendosi conto che erano passate solo poche ore.

-ho capito, Kakashi, prendi questa donna pericolosa e portala a mangiare fuori, io resto qui a pulire.- annunciò Genma.

-tu che cosa? Lo faresti?!- chiese Anko con una nuova luce negli occhi.

-naturale! Sai quanti jenin creduloni posso trovare all’accademia? Li convincerò che si tratta di un allenamento speciale!- rispose lui battendosi una mano sul petto.

-Genma…- lo richiamò Kakashi.

-lo so, lo so… chiamerò Iwashi e Raido.- mormorò lui scocciato.

Anko gli sorrise, colpendolo sulla spalla con un leggero pugno.

-ahia!-

-sempre a sfruttare quei due…-

-sempre a colpire la gente dove è già ferita tu…-

- tanto lo dico ad Hana che sei a casa mia!-

-non ti ci mettere anche tu con questa storia adesso!-

Ridendo al fianco di Kakashi uscì in giardino; l’aria fresca le diede energia e stirò le braccia sopra la sua testa; ma nel farlo la ferita alla base del collo la fece sussultare costringendola a riabbassarle di botto acuendo così il dolore.

-sei ancora un po’ pallida…- notò Kakashi.

-non assomiglio un casino al sensei, ne?- chiese Anko allegra, guardando il proprio riflesso su di una pozza d’acqua rimasta dalla sera precedente. Era proprio inverno anche lì a Konoha se non era ancora evaporata completamente, rifletté, e la cosa non le dispiaceva affatto.

-non dire queste cose…- la rimproverò bonariamente lui.

-come sta la tua mano?- gli chiese improvvisamente voltandosi a guardarlo.

-la mia mano?- ripeté senza capire.

Lei gli prese la mano che il giorno prima aveva usato per colpire il davanzale. I guanti che coprivano le dita solo fino alle nocche lasciavano intravedere i graffi.

-come lo sai?- chiese stupito.

-io so tutto.- rispose lei, fermandosi.

-che fai?- chiese ancora fermandosi a sua volta.

-temo di essere sul punto di svenire…-

-che cosa?- riuscì a domandare lui, prima di trovarsela nuovamente tra le braccia, stavolta priva di conoscenza.

Si guardò attorno. Conoscendo la sua fama, oltretutto ingiustificata, di dongiovanni e anche di pervertito per via dei suoi gusti letterari, chiunque l’avesse visto con Anko incosciente avrebbe pensato male.

Passò un braccio sotto le sue gambe, sollevandole, mentre con l’altro stringeva la presa sulle sue spalle e saltò prima su di un muro, poi su un tetto. E correndo sui tetti arrivò finalmente a casa sua.

Quando Anko aprì gli occhi, la prima cosa che la colpì fu il profumo. Le lenzuola su cui era avvolta profumavano di pulito più di quanto ci si potesse aspettare da del semplice tessuto. Poi notò il rumore di acqua scrosciante che proveniva da qualche luogo vicino.

Dove si trovava?

Inoltre la stanza era avvolta nella penombra, e la luce che filtrava dalle tapparelle aveva tutta l’aria di essere quella del tramonto,

“ma come è possibile, se era appena l’una del pomeriggio quando Ka…”

Si sollevò cautamente guardandosi attorno.

“sono nel letto di Kakashi?” si chiese, fissando con sospetto un comò che non conosceva. Ma riconobbe la foto su di esso.

La foto del suo vecchio team, Rin sorridente e lui ed Obito che si guardavano in cagnesco.

Capì di essersi incantata a guardarla soltanto quando si rese conto che l’acqua non scorreva da un pezzo.

Mettendosi a sedere lasciò che il lenzuolo fresco le ricadesse sulle gambe incrociate, e si guardò le mani.

Aveva impressione che stonassero in quel bianco.

Aveva sempre avuto impressione di stonare col bianco.

Ecco perché le sue lenzuola erano sempre colorate. Queste la mettevano in soggezione.

Lo sentì arrivare prima che aprisse la porta e si voltò verso di essa, poggiando le braccia sul letto.

Kakashi entrò nella stanza dopo aver fatto la doccia, vestito con una semplice felpa nera e dei jeans chiari che indossava spesso in casa, privo di maschera e coi capelli ancora umidi; la guardò e si sorprese di trovarla già sveglia.

-potevi dormire ancora, visto che la notte scorsa l’hai passata in bianco. Kurenai diceva che… che… che probabilmente avresti dormito fino a domani.-

Rischiò di bloccarsi guardandola meglio. Lei aveva uno sguardo attento e curioso, poiché di sicuro non capiva come fosse arrivata li stordita com’era. Si era appena sporta verso di lui ancora seduta, ed una spallina della canottiera che portava le era scivolata giù dalla spalla non bendata, mentre i capelli sciolti coprivano l’altra.

Se avesse saputo cosa aveva provocato la sua vista in quel momento alla donna, forse non ne sarebbe stato tanto intimidito, ma si ritrovava assolutamente bloccato.

“neanche fossi un ragazzino…” pensò.

-sono svenuta… e mi hai portata a casa tua?... comunque non è necessario che io resti qui, non voglio disturbare…- disse infine lei titubante, tirandosi su la spallina con una mano.

-no, resta!- sfuggì a Kakashi.

Lei lo guardò sorpresa.

-a casa tua?-

-finché non torna Kurenai… perché no?- chiese lui con aria sbarazzina, avvicinandosi al letto per prendere un asciugamano dal comò.

Anko lo guardò meglio.

-ma lo sai che stai proprio bene vestito così, stellina?-

-ma un soprannome almeno maschile no?- chiese lui tra il divertito ed il tormentato.

-ma stellina è tanto carino!-

Lui non rispose neppure e aprì il cassetto col sorriso sulle labbra.

-non sei molto leggibile, anche senza maschera.- notò Anko.

-e guarda che per ora siete in pochissimi ad avermi visto senza… ritieniti un’eletta.-

“Kakashi?”

“si?

“un’ultima cosa… Anko mi ha detto di ieri notte, e della tua dichiarazione, se così vogliamo chiamarla.”

“e allora?”

“… oggi mi ha fatto una domanda.”

“che domanda?”

“secondo te gli piaccio?”

“…”

“…”

“… stai scherzando?”

“no.”

“ah.”

“già.”

“è pazza lo sai?”

si. Buona fortuna con lei!”

“Grazie… pensò che ne avrò bisogno.”

ha ha ha! non credo, ti ha baciato, no?”

“beh si… e con questo?”

ma non lo sai? Lei non bacia mai nessuno, neppure sulle guance. Lo giudica troppo intimo, ecco...



-ti sei perso?-

-come?-

-ti sei perso nei tuoi pensieri? Guardi gli asciugamani con aria strana.-

-no, no. Dimmi, vuoi che ti compri qualcosa di preciso per cena?- le chiese sedendosi sul letto.

Lei sgranò gli occhi.

-beh, se devo cucinare vorrei sapere se vuoi qualcosa in particolare…- aggiunse lui.

Anko si avvicinò e dopo avergli poggiato le mani sul viso per attirarlo a se lo baciò con ardore per parecchi minuti, prima di liberarlo.

-… cavolo Anko, a saperlo cucinavo per te ogni giorno!- disse lui riprendendo fiato.

-la scommessa…- disse lei a bassa voce.

-la scommessa?-

-quella fatta con Obito. Litigavamo sempre su di te.-

-su di me?!- ormai Kakashi si ritrovava a ripetere qualunque cosa gli dicesse, senza riuscire a capire di cosa stesse parlando.

Lei gli prese le braccia portandolo sopra di se e coricandosi sul letto.

-diceva che io ti amavo, che era destino che stessi con te. E nel caso avessi riconosciuto che era vero…-

-cosa avresti dovuto fare?- chiese incuriosito, mentre il suo volto si avvicinava nuovamente al suo e la guardava con dolcezza.

-mangiare del gelato alla fragola.-

Fu Kakashi a sgranare gli occhi ora, dopo aver compreso finalmente il senso delle sue parole. E di quelle dette giorni prima davanti alla tomba di Obito.

Quando parlò, la sua voce era ancora più bassa di quella di lei.

-allora mi ami?-

-si. E sappi che se tu non ti fai vedere a volto scoperto, io non bacio mai nessun uomo.-

“lo so.” pensò lui prima di baciarla nuovamente. “ma perché Kurenai mi avrà detto di quel suo discorso? Per farmi capire che è confusa?... no, forse per farmi capire che ha bisogno che io le dica proprio tutto…”

-cosa fai?- gli chiese quando lui si allontanò nuovamente da lei.

-non posso approfittare di te in queste condizioni… sei ancora poco lucida. E oltretutto hai una spalla gravemente ferita.-

-ah si, la spalla... Cosa vuol dire sei poco lucida?! Non credi che ti amo?!-

-no, ci credo. Ma voglio fare le cose con calma, ok? Non voglio essere uno di quelli che frequenti solo tu, che pensano solo al sesso.-

Il sorriso che lei gli regalò fu la migliore ricompensa.

-ho capito.- disse mettendosi a sedere a sua volta e annuendo serena.

“com’è carina…”

-e poi purtroppo devo andare a fare la spesa… altrimenti mi tratterrei di più…- aggiunse a malincuore.

-si va bene. E prendi quello che ti pare, a me va bene tutto.-

-Anko?- la chiamò. Se andava chiarito tutto, andava fatto ora.

-si?-

-noi due… stiamo insieme. Giusto?-

Lei lo guardò sorpresa e poi felice, facendolo intenerire.

-si?-

-si. Se qualcuno te lo chiede, tu sei la mia donna. Va bene?-

-va bene!- esclamò lei sorridendo dolcemente e annuendo.

“com’è carina!” pensò nuovamente, trattenendosi dal baciarla ancora. Doveva resistere, seguire i propri propositi.

-invito anche quei tre che ti stanno ripulendo casa, va bene?-

-si.-

-sei accomodante.-

-ho baciato un bell’uomo.- rispose lei ostentando serietà.

-se ti bacio fai tutto quello che voglio? Interessante…-

-mh… non dovrebbe essere il contrario però? Io appena sarò di nuovo intera dovrò pur sempre mantenere la mia promessa.-

-promessa?- le chiese sorpreso. Non ricordava che lei gli avesse fatto una promessa.

-se tu mi avessi mostrato il viso…-

“...ti faccio vedere tutte le mosse che conosco di Icha Icha Paradise!”

Kakashi dovette far pressione psicologica su se stesso per obbligarsi a stare fermo nella propria posizione.

-fai sul serio?-

-si ma sai… ora non sono lucida, quindi niente.- disse facendogli il verso.

“lo sapevo. Sono un…”

-Ok. Ok. Ora vado. Prima di fare una qualsiasi pazzia.-

Anko scoppiò a ridere, lasciandosi scivolare nuovamente sul lenzuolo.

E Kakashi dovette farsi nuovamente pressione psicologica.

-dobbiamo solo ritirare le schegge della pentola… e cose così. Mentre le donne non ci sono. Mi raccomando non frugate nei cassetti, Anko ci ammazza!-

-dai Genma, non lo faremmo mai!- sbottò Raido, prendendo scopa e raccoglitore.

-Iwashi dov’è?-

-in giardino, credo stia prendendo i vestiti puliti appesi per Kurenai.-

Genma annuì deciso, andando a cercare l’amico. Sperava che non stesse combinando guai.

Il senbon gli cadde di bocca quando lo raggiunse.

Corse in casa, afferrò Raido per un braccio e lo trascinò con se a guardarlo.

Iwashi, in grembiule e bandana, battipanni alla mano, fischiettava allegro mentre sbatteva la roba appesa.

-Iwashi?- sussurrò Raido appena udibile.

-e oplà!- fece l’altro stendendo un lenzuolo, per poi voltarsi e vederli. –allora, che fate qui in giardino?- chiese loro allegro.

-ma che… che cazzo fai?- chiese Genma frastornato. Vederlo con quel grembiule bianco e quella bandana sulla testa, che lo rendeva simile ad una massaia, era stato un colpo troppo forte.

-stendo la roba!-

-si, intuivo, ma…-

-wow… e dire che io me la devo far lavare ancora da mia madre…- mormorò Raido.

Quattro occhi spalancati lo guardarono.

-l’ultima frase la cancelliamo.- disse quello con decisione.

-però sei proprio bravo… guarda come sono puliti…- disse Genma tentando di non badare alla bandana o almeno di non fissarla.

-mamma voleva che facessi il lavandaio… a me non sarebbe dispiaciuto. O magari il fioraio, ma c’erano già gli Yamanaka col loro monopolio assoluto…-

-scusa… ma perché fai il ninja?!-

-è ciò che ho trovato di più vicino al piastrellista!-

Provarono la sensazione di aver perso qualche passaggio importante della mente di Iwashi, sensazione molto familiare ai due.

-yo!- li salutò Kakashi, col volto nuovamente coperto, per poi bloccarsi alla vista accecante di Iwashi.

-ah, non guardare noi!- esclamò Genma alzando le mani.

-mi raccomando, pulisciti le scarpe sul tappetino prima di entrare in casa.- lo avvertì Iwashi.

-oh per l’amor del cielo…- disse schifato Raido.

-ha bisogno di un’iniezione di maschiosità…-

-semmai mascolinità, Genma.- lo corresse Kakashi.

-quello che è. Direttamente iniettata li.-

Davanti alla propria abitazione Kakashi si sentiva molto come un padre che porta a spasso i bambini, con quei tre che non facevano altro che litigare su cosa era virile o meno, o su cose a lui incomprensibili dove si comparava il mestiere di piastrellista a quello di ninja.

Arrivati davanti alla porta non dovette neppure toccare la maniglia, che già Anko apriva la porta per salutarli. Indossando anche lei un grembiule ed una bandana, con una naturale differenza abissale rispetto all’effetto che poteva procurare Iwashi.

-visto che se non altro sono brava almeno a pulire ho dato una sistemata alla cucina!- spiegò lei indicando il grembiule. In segno di riconoscenza aveva deciso di spolverare un po’, cosa che già faceva a casa propria ed in quella di Kurenai, in cambio della sua cucina.

I quattro erano ancora immobili come statue a guardarla.

-mmh, che buon profumo! Cos’avete preso?- chiese affiancandosi a Kakashi e osservando la busta che teneva tra le mani.

-un po’ di tutto e naturalmente dei dango per te… -

-ah bene! Allora visto che ormai mi sono un po’ ripresa, apparecchio io!- disse lei afferrando la busta e andando dentro con grazia, conferitale principalmente dallo svolazzare del grembiule.

-rischio l’epitassi…- sbottò Raido.

-un mio sogno iniziava proprio così…- asserì Genma.

-piantatela.- disse secco Kakashi.

-giusto ragazzi, sono pur sempre fidanzati…- scherzò Iwashi.

-non avete capito… io e Anko stiamo davvero insieme.- dichiarò Kakashi spostando il volto di lato e guardandoli con l’unico occhio visibile minaccioso.

I tre rimasero a bocca aperta.

La cena trascorse bene, Anko non si sentì mai debole, e comunque gli altri furono premurosi e costantemente all’erta per lei, sebbene alla fine tre di loro fossero troppo ubriachi per preoccuparsi di qualcosa.

-li lasciamo a dormire qui?- chiese infatti, guardandoli dormire beatamente ammassati sul tavolo.

-mi sa di si. Lascia.- le disse, vedendola pronta a sparecchiare.

-se devo stare qui per qualche giorno, ti voglio aiutare.- affermò la donna con tono che non ammetteva repliche.

-sei in convalescenza.- si ribellò lui, prendendo un bicchiere rotto e gettandolo nella spazzatura.

-attento ai cocci. No, Kurenai è in convalescenza. Io sono solo stanca.- replicò lei.

-sarà solo per qualche giorno, e sei un ospite. Ahi!- ribatté, stringendo troppo i piccoli cocci di vetro che prendeva e tagliandosi un dito.

-incapace, ti avevo detto di stare attento! E comunque anche gli ospiti aiutano. Non dico certo che cucinerò, ma sparecchiare mi sembra il minimo.- disse lei, prendendogli automaticamente la mano e portandosi il dito alla bocca.

-che fai?-

-tolgo le schegge, incompetente.-

-ah grazie…- mormorò lui sarcastico, mentre lei succhiava il sangue dal suo dito e con esso la scheggia.

Si rese poi conto che stava per avere una reazione del tutto sbagliata al suo gesto un po’ troppo tardi.

-ecco fatto.- esclamò lei tornando ai suoi piatti.

“un secondo di più ed i miei buoni propositi vanno a farsi benedire… sarà più difficile del previsto trattenermi.”

-li lavo io. Tu va a dormire.- la bloccò lei perentorio.

-va bene, ma solo perché oggi sono troppo stanca.-

-ti senti male?- si preoccupò lui.

Lei lo spinse contro la dispensa abbassandogli la maschera, baciandolo ancora con veemenza e accarezzandogli per contrasto dolcemente i capelli sulla sua nuca.

-mi sento male?- gli chiese dopo il bacio, poggiando la fronte sulla sua.

-no…- mormorò lui con un sorriso ammaliato.

“molto, molto più difficile del previsto…”

-dai su, andiamo a letto.-

-come scusa?-

-a dormire… hai detto tu che non dobbiamo fare nulla…-

Anko lo stava tentando col sorriso sulle labbra e la solita faccia da schiaffi.

-ma io dormo sul divano almeno stanotte. Hai bisogno di stare comoda.- le disse, malgrado la sua mente gli stesse urlando di seguirla.

-no, tanto ho bisogno di compagnia… avrei dormito con Kurenai oggi…- mormorò lei imbarazzata.

-come mai?- le chiese curioso, pentendosene subito non appena la guardò negli occhi.

-perché quando apro gli occhi…- cominciò lei con tono quasi spaventato, per poi calmarsi subito, -quando apro gli occhi, ho bisogno di avere qualcuno vicino. Così so che è tutto finito anche se è buio.- concluse, portandosi una mano sulla ferita al collo.

Kakashi la abbracciò dolcemente, come nessuno aveva mai fatto se non Kurenai.

-è davvero tutto finito… te l’ho promesso, no? L’anno prossimo non sarà così. Non sarà così mai più…-

Anko ridacchiò appena, godendo della morbidezza della sua felpa e respirando il suo profumo.

-coshai da ridere?- le chiese sorridendo.

-ti do una settimana prima di scappare da me. E questo perché mi conoscevi da prima di iniziare a frequentarmi sul serio.-

-una settimana eh? Ti stupirò.- le disse con convinzione, accarezzandole i capelli mentre ancora la teneva vicina a se.

-ve… vedremo…- rispose Anko, lasciandolo fare.

-tra poco mi fai le fusa?- le chiese divertito.

-mh… si… può darsi…-

A malincuore si separò da lei e le fece nuovamente strada verso la camera da letto, dove si coricarono vicini.

Kakashi la tirò nuovamente a se e riprese ad accarezzarle i capelli per farla rilassare, mentre lei lo abbracciava con un braccio e chiudeva gli occhi sorridendo.

Non sapeva da dove mai giungesse quella convinzione, ma quella notte era certa che non si sarebbe svegliata impaurita mille volte, che non avrebbe avuto incubi, che non si sarebbe rigirata mille volte sul materasso perché scomoda.

Anzi, aveva la netta impressione che avrebbe dormito bene come non mai.

E non riusciva a togliersi quel sorriso tranquillo dalla faccia.

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Risposte ai commenti!

Hime_chan: mia invenzione… a me neanche piaceva molto il nome “Kuma” per questo ne ho aggiunto un altro… però dopo la ricerca che mi sono fatta su internet per trovare un nome che avesse le loro sillabe non potevo non tenerlo XD

Third moon: quella del piastrellista è piaciuta anche a me, cosa rara XD L’immagine di Kakashi che mi hai dato mi spaventa molto XDD! Ah comunque Naruto ogni tanto ha dei modi di fare alla Jiraya, o delle espressioni perverse… non so se hai visto i filler, ma anche negli episodi trasmessi in Italia, dove volevano vedere il viso di Kakashi, Naruto fa certe facce…

Mizukaze: Kisame però è in bagno perchè me lo deve pulire… e dice che non è vero che ci sta bene! Ma lasciamolo perdere, va... grazie del commento!!! ^^

Brucy: su, un li ho lasciati soli, no? Certo che non potevo non mettere in mezzo Genma e compagnia bella, li amo troppo… Kurenai che li tratta malissimo è il tuo idolo? Posso capire XD ma secondo me tutte le donne al suo posto avrebbero fatto questo e anche peggio…

Bambi88: primo: scritto dell’esame… esame… paura O_O secondo: si, se lo ricorda, tranquilla, quella con Anko è solo una copertura XD e terzo: tranquilla, puoi tranquillamente odiare le InoShika XDD, e si Genma è tanto spupazzoso

Darkmoon87: davvero era dolce? O_O… comunque per i nomi teoricamente stavano scherzando… leggi bene il teoricamente perché se scriverò un continuo sarà uno spoiler XD

Lupus: grazie della spiegazione! ^^/ e anche di avermi ricordato oggi che dovevo scrivere il capitolo perché se no me ne sarei scordata XDD. Si, farò il mio dovere, tranquillo! XDDD


Irene Adler: SI, SI… Genma ha già fatto tutti i suoi programmini… sembra scemo ma… e probabilmente hai ragione anche sull’aumento di popolazione XD. Contavo sull’effetto “casino” dei ninja ^^

Kakashina93: si infatti ^^ sono felice che ti abbia fatto ridere tanto!!!

Tsunadehokage: la risata alla Oro.chan? XDDD, comunque si, in queste situazioni i maschietti sono quello che sono....

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Capitolo 13
*** 13 ***


Eccomi qui! Ultimo capitolo, più una sorta di epilogo suggeritomi come sempre da Akami XD. Ringrazio immensamente chi ha seguito la storia e chi l’ha commentata, Lupus che ha sopportato le mie intelligentissime domande come “alcol è quello che si usa per disinfettare o quello che beve”, Akami che si deve sorbire le mie pippe mentali e Brucy che deve fare lo stesso, ed in più mi ha fornito l’ultima splendida canzone di Gai di cui non ricordavo l’esistenza. ( Hey Baby di Dj Otzi, famosissima). Potrebbe (probabilmente) esserci un seguito di questa storia… chissà… per ora vi basti questo! XD i ringraziamenti ai commentatori come sempre alla fine! Grazie ancora mille a tutti e buona lettura!

Kakashi sbuffò appena alla vista della familiare porta del locale dove tutti loro si riunivano nelle sere tranquille.

Gli ultimi giorni aveva approfittato della scusa di doversi prendere cura di Anko ancora debole e non era più venuto, ma quella sera Anko si era impuntata per sbatterlo fuori di casa.

Gli aveva strillato che non poteva smettere di divertirsi solo per lei, e che ora stava più che bene.

Peccato che lui fosse ben felice di non dover uscire per andare al bar, perché malgrado la presenza allegra degli amici se ne sarebbe stato comunque per i fatti suoi a leggere e avrebbe potuto farlo benissimo anche a casa.

Ed inoltre, ragione più importante che non le aveva detto, passare le serate in sua compagnia, sia che stessero guardando la tv con lei appoggiata alla sua spalla, sia che stessero riordinando e lui si lasciasse scappare qualche occhiata verso di lei sorprendendosi di quel clima così familiare eppure non forzato che si era creato, come se non avessero che convissuto in vita loro, era ciò che preferiva.

Senza di lei si sentiva fuoriposto ovunque. Assurdo come la sua vita fosse cambiata in qualche settimana, e soprattutto come lui non ne fosse spaventato. Aveva sempre pensato che non avrebbe mai neppure convissuto con una donna, troppi problemi, ed invece ora avrebbe passato tranquillamente tutte le sue serate a casa.

Certo, Anko quando si metteva sapeva essere pestifera. Come quando proprio quella mattina era andata ad allenarsi di nascosto da sola nella foresta della morte, nonostante usare il chakra fosse ancora pericoloso.

Era andato a prenderla lui, chiamando anche Gai e Genma con sé, con cui era in contatto tramite ricetrasmittenti.

Sorrise pensando alle sue canagliate.

La guardò con aria di rimprovero. Lei invece sorrise in segno di scusa, togliendogli la maschera e baciandolo, sapendo bene quanto lui si lasciasse corrompere.

La ricetrasmittente aveva gracchiato.

-Kakashi l’hai trovata?- stava chiedendo Gai.

-io non la trovo…- disse Genma.

Anko gli fece cenno di toglierla e continuare a baciarla, ma lui scosse la testa.

-si, è qui con me. Ora torniamo.-

Lei si mise le mani sui fianchi, insoddisfatta.

-ma di preciso dov’era scusa? Dove sei?-

Lo guardò ancora, stavolta con lo stesso sorriso malizioso che aveva sempre prima di tentarlo. Andando alle sue spalle lo circondò con le braccia e cominciò a baciargli lentamente il collo. Kakashi fece per spostarla via, ben conscio che con la forza che aveva messo non avrebbe smosso una foglia.

-ecco… ehm…

Doveva ragionare di nuovo, lo sapeva, ma Anko risaliva inesorabilmente proprio verso il punto che più gli piaceva e stava velocemente perdendo le capacità di parlare e di comprendere.

-siamsiamo proprio al ce…n…tro…-

-tutto bene? Non vi sarete mica persi…-

-mh!-

Dovette trattenersi, perché Anko aveva cominciato a mordicchiargli l’orecchio, mentre con le mani gli accarezzava il viso ed il petto.

-come?-

-ho detto NO! Ora arriviamo!- e detto questo lanciò via la ricetrasmittente.

Anko si stacco subito, guardandolo poi con uno sguardo innocente quasi da bambina e un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

-sei veramente una strega.- le disse sconsolato.

-si, lo so. Andiamo Kashi-chan?- rispose lei senza mutare espressione.

Il suo sorriso si allargò pensando alle occhiate curiose di Gai e a quelle sospettose di Genma quando erano tornati.

A distrarlo fu il pianto o meglio gli strilli di quello che era diventato il “nipotino adorato” di tutta Konoha.

Kurenai aveva affidato Kuma a Genma, che non si sa come finiva sempre con l’essere a casa sua o di Kakashi al momento giusto, e Genma se l’era portato al locale, poiché il bambino, oltre ad essere adorabile e ad aver conquistato tutti loro, era anche una peste. Per quanto piccolo non faceva che piangere o strillare con voce acutissima non appena non c’era la mamma, e ora Genma lo guardava disperato.

L’aveva passato a Raido, che tentava di cullarlo alla bell’e meglio, dopo che il piccolo aveva carinamente graffiato a sangue Iwashi. Questi dopo aver compreso che no, quel bambino non gli voleva affatto bene, aveva provato a darlo a Gai. In poche parole aveva fatto il giro del locale, senza trovare pace.

-avrà fame?- chiese Kakashi entrando.

-ha appena mangiato e digerito.- rispose Ebisu che dopo la digestione del piccolo si stava appunto lavando la maglietta dopo aver saltato il bancone del bar tra le proteste del povero gestore.

-il pannolino?-

-pulito.- rispose Jiraya, indicando con disgusto un Ibiki morente ricoperto di borotalco e Kotetzu ed Izumo che avevano avvolto in almeno cinque buste il pannolino prima di prenderlo con le unghie per lanciarlo nel cassonetto più vicino.

-vuoi provare tu?- chiese speranzoso Aoba, che lo teneva in braccio a debita distanza da qualunque cosa potesse stracciare via, mentre Kuma tentava di prendergli gli occhiali.

-dammi qui…- rispose lui avvicinandosi.

-ecco, adesso lo zio Aoba ti da allo zietto Kakashi…-

-zietto… non ho ancora trent’anni…- sbottò Kakashi, pensando alle miriadi di zietti e ziette che aveva già quel bambino.

Tentò di cullarlo ma il bambino si lamentava o piangeva. Era nervosissimo e non vi era modo di calmarlo.

-persino tu non ce la fai…-

-ehi Kakashi, è vero che stai insieme ad Anko?- chiese Izumo, ovviamente dopo aver messo tra loro una lunga distanza.

-ringrazia che ho il piccolo in braccio… ringrazia…- rispose Kakashi.

-ma allora è vero!- esclamò Tsunade, battendogli una pacca sulla spalla così forte che Shizune dovette spostarsi davanti e Kakashi e bloccarlo prima che inciampasse col pargolo tra le braccia.

-qualche problema?- chiese Anko spalancando la porta e facendo la sua entrata trionfale col cappotto marrone svolazzante ed un dango alla bocca.

-assolutamente! A quando le nozze?-

-non lo so! Ah Ibiki, non sei invitato! L’ha detto Kakashi!-

-cosa?- chiese Ibiki che non seguiva il discorso.

-solo perché tu hai detto che mi avresti tradito con lui…- aggiunse Kakashi previdentemente, mentre il piccolo tornava a piangere.

-oh coccolino della zia! Non siete neanche capaci di tenere questo angioletto!- fece Anko, afferrando il bambino e stringendoselo al seno.

-seee, angioletto…- disse sarcastico Genma.

-secondo voi farà infezione?- chiese Iwashi mostrando a tutti la sua mano ferita.

-si, morirai dolorosamente.- rispose Raido.

-davvero?!!-

-no, Iwashi non… non…-

Tutti piano si volsero verso Anko e Kuma. Che ridacchiava divertito mentre la donna scuoteva la testa vicino al suo viso, facendo volare le ciocche sciolte sopra il suo naso.

-ma quanto sei bello? Eh? Lo sai?- chiese Anko con voce dolce, ridacchiando col piccolo che agitava le mani per prenderle i capelli.

-figlia di…- cominciò Tsunade stordita.

-ma… COME?!!- fu il commento di Jiraya.

Anko continuò a far dondolare il bambino per la stanza, canticchiando a voce bassa una ninna nanna e dopo solo qualche minuto il piccolo chiuse gli occhi addormentato.

-ecco… aveva solo sonno.- spiegò lei, adagiandolo sulla carrozzina.

-…wow.- fecero tutti a bassa voce.

Allora arrivò Kurenai.

-perdonate il ritardo! C’era più gente di quanto credessi… Kuma dov’è? Ha fatto il bravo?-

-dorme. Si, certo, è stato buono buono.- rispose Anko.

-Kakashi, porta via Anko prima che la faccia fuori.- sibilò Suzume.

-perché?- chiese Kurenai senza capire, mentre Anko scoppiava a ridere.

-oh non lo so, da quando ci sono io dorme…-

Kakashi la prese per un braccio e la portò fuori prima di doverle fare scudo col suo corpo per proteggerla da Aoba, Suzume, Kotetsu e Izumo, mentre lei continuava a ridere.

-ehm tesoro? Ti spiacerebbe chiudere la bocca?- la riprese Kakashi.

-ascolta pasticcino mio…- disse lei, ignorandolo con ostentazione.

-che c’è?-

-domani torno a casa di Kurenai.-

-oh.-

Improvvisamente si sentì strano. Non aveva mai avvertito una sensazione simile prima, e non sapeva come spiegarla.

-però… tu mi verrai a trovare, no?- gli chiese lei a fatica.

-tutte le volte che vorrai. Anzi, mettiti a cucinare quando mi vorrai vedere, sentirò l’esplosione e correrò da te.-

-ah-ah, divertente! Guarda che sto imparando! Ieri mi sono preparata un’insalata!-

-e un panino con marmellata, giusto.- rispose lui divertito.

-esattamente.- concluse lei spocchiosamente guardandolo di sottecchi. Le sorrideva, ma le sembrava anche in qualche modo malinconico.

Si guardò velocemente attorno, spostando la testa a destra e a sinistra e constatando che in strada non vi era nessuno, prima di spingerlo in mezzo alle piante.

-Anko?!-

-togli la maschera Kashi-chan?-

Lui sorrise ancora abbassandola velocemente. Il suo sguardo invece si fece malizioso.

-se mi volevi baciare potevi dirlo subito, senza provocare gli altri al bar per restare soli…-

-non ti montare bello.- lo prese in giro lei, dandogli un leggero schiaffo. Lui le bloccò la mano a mezz’aria dopo averlo ricevuto.

-che cattiva… mi tratti sempre male…-

-oh povera gioia…-

Anko si sollevò sulle punte dei piedi per poterlo baciare; tornò giù aspettando che fosse lui a chinarsi su di lei e mentre lo baciava una seconda volta lo abbracciò.

Kakashi si separò dalle sue labbra, pur restando col viso a contatto col suo.

-sei strana…-

-eh eh… me lo dici tutte le volte che mi mostro un pochino più affettuosa…-

-si è vero… perché effettivamente è strano…- disse lui dandole un bacio sulla guancia e ricambiando l’abbraccio.

-non hai mentito.-

-certo che no… ma a che proposito?-

-è passata più di una settimana e sei ancora qui con me.-

-io… io non ti lascerò mai.-

Ascoltò con assoluta tranquillità il cuore di lei accelerare, come ogni qualvolta le diceva che l’amava o che non l’avrebbe mai lasciata.

Se il prezzo da pagare per stare con Anko era di doverla rassicurare di tanto in tanto e ascoltare il suono rassicurante del suo cuore, lui sarebbe stato ben lieto di farlo.

Lei si allontanò da lui, donandogli uno dei suoi rari sguardi pieni di amore che lo facevano sciogliere.

-andiamo a casa? Voglio dire, a casa tua.-

-felice che la consideri anche tua.- la tranquillizzò lui sollevandosi la maschera e riprendendo a camminare.

-sai che è strano? Alla fine non ho resistito a stare da sola senza di te a casa. Sono dovuta venirti a prendere!- esclamò lei.

“sapessi io come stavo…”

-posso capirti, io sono un uomo fantastico.-

-si… quasi quanto Genma.-

-… questa era cattiva. Specie per Genma visto che farà una brutta fine uno di questi giorni…-

-sei un tipetto geloso mio chupa chupa?-

-abbast… mio chupa chupa no! Ti prego!-

Anko rise di cuore, come spesso ormai le capitava con lui. Quasi si ritrovò a ringraziare quel segno maledetto.

-cosa faresti senza di me…- scherzò lei.

-si… sono d’accordo.- affermò lui serio.

Allungò un braccio prendendola per mano prima di proseguire con lei qualche passo più indietro. Non aveva bisogno di guardarla in faccia per immaginare l’espressione deliziosa che lei aveva in quel momento. Bastava stupirla con qualche gesto d’affetto per vederla. E lui l’amava.

Amava ogni sua espressione.

Arrivati a casa sua, Anko non accennò a lasciargli andare la mano mentre guardava con attenzione il pavimento.

-Anko… ti serve qualcosa?-

-mh? Ah no, no…- rispose lei scuotendo la testa e lasciandogli andare la mano.

Poi fece uno dei suoi sorrisi.

-ehi… adesso a che pensi?- le chiese capendo che genere di sorriso fosse.

-vieni con me e te lo spiego.- rispose lei con tono che lasciava intendere cosa volesse.

-sei sicura?- le chiese lui togliendosi definitivamente la maschera e avvicinandosi a lei.

-Si. Così manterrò anche la mia promessa di farti vedere cosa so fare di Icha Icha Paradise!.-

-oooh… Lo fai solo per la promessa?-

-La prima volta di stasera per metà si.-

-La pri… si, penso che tu sia sicura.- disse, rispondendo da solo alla propria domanda e togliendosi il giubbotto.

-anche io non… voglio lasciarti mai.- aggiunse lei più seria e più intimidita. Sembrava dal suo sguardo che si aspettasse di vederlo ritrarsi.

-buono a sapersi. Allora noi due staremo insieme per sempre, sei d’accordo?- le chiese avvicinandosi a lei e prendendole il viso tra le mani.

-ci conto Hatake.-

Quel pomeriggio, senza neppure essersi dati appuntamento, al bar c’erano quasi tutti. Come quel giorno lontano in cui ad Anko era venuto in mente di organizzare la festa per Kurenai, con la differenza che erano presenti anche i vari chuunin più piccoli.

Mancavano soltanto Anko, Suzume e Shizune, che insieme erano andate in giro per un’uscita tra donne, e le uniche rappresentanti dell’altro sesso erano Kurenai e Tsunade, quest’ultima impegnata a giocare insieme a Kuma con Jiraya.

Gli uomini non avevano ancora cominciato a bere e stavano ascoltando le grandi gesta di Genma che tentava di invitare Hana ad uscire, raccontate da quelli che circa cinque minuti prima Genma aveva smesso di considerare suoi amici: Raido ed Iwashi.

Niente sembrava poter turbare la tranquillità e quasi monotonia di quel giorno. La vita stava tornando come prima anche per Kakashi, con la solita differenza che ora era allietata da Anko ogni qualvolta tornava da una missione.

Si, niente sembrava poter turbare la tranquillità e quasi monotonia di quel giorno, meno l’entrata di Tenten trafelata che andò quasi a schiantarsi contro il tavolo della Hokage.

-Tenten!- la chiamarono Gai e Neji.

-Tsunade-sama… rissa… bagni…- ansimò la ragazza.

-come?- chiese la donna, restituendo Kuma alla madre.

Ino entrò di corsa, col viso paonazzo per la corsa e un sorriso estremamente divertito in volto:

-C’è una rissa ai bagni pubblici femminili!-

Tsunade e Kurenai si voltarono a guardarsi in faccia.

-ANKO!- urlarono insieme.

-possibile che non la si possa lasciare sola un momento?!- sbottò Kakashi alzando gli occhi al cielo.

-credo ci sia di mezzo anche Shizune!-

-Shi…? Oddio, questa non me la perdo proprio!- esclamò Tsunade scoppiando a ridere e alzandosi di corsa.

-rissa! Rissa!- gridò eccitata Ino seguendola.

-TSUNADE-SAMA!- la richiamò esasperato Ebisu.

-ehm volevo dire… andiamo a fermarle!!!- si corresse uscendo per la strada.

-bagni femminili?... oh no… mia sorella è li oggi…- disse improvvisamente ad alta voce Kiba.

Genma saltò in piedi di scatto e corse fuori, seguito dai compagni.

-vengo anche io!!!- annunciò Jiraya già sfregandosi le mani.

-Jiraya…. JIRAYA!- esclamò Kurenai che ancora era immobile al tavolo.

-si?- chiese il sannin, facendosi poi piccolo piccolo di fronte all’ira della donna e al suo sguardo furioso.

-CONTROLLAMI KUMA! AH, ADESSO ANKO LE PRENDE!- urlò correndo anche lei fuori e gelando gli uomini presenti.

-Kurenai-sensei?- fecero allibiti i suoi allievi.

-ohi ohi…- mormorò Iruka.

-corri!- lo incitò Kakashi abbandonando il suo libro e seguendo il gruppo di scalmanati.

Gli uomini come previsto furono gli ultimi ad arrivare, seguiti da Kiba, Naruto, Neji, Lee e Shikamaru che era corso anche lui controvoglia se non altro per tirare fuori la ragazza dai guai, visto che amava buttarcisi a capofitto.

Si fermarono tutti davanti agli stabilimenti da cui provenivano urla disumane e rumori di oggetti che andavano in frantumi. E lasciando tutti a bocca aperta, la prima ad uscire fu Shizune, urlante e recalcitrante, trascinata di peso da Suzume terrorizzata e da Kurenai.

-LASCIATEMI!- urlò la donna furiosa, col sangue che scendeva dal labbro spaccato.

-e che sei matta?!- strillò sconvolta Suzume.

-NO! IO DEVO AMMAZZARE QUELLA…-

Fu interrotta da un’altissima bestemmia di Hana, che veniva trascinata fuori a forza da Ino, Tenten e Tsunade che le imprecava contro.

-ti vuoi calmare?! Anche tu, Shizune non ci posso credere….! Dov’è Anko?!-

-SPERO CHE STIA AMMAZZANDO QUELLA STRONZA FIGLIA DI PUTTANA!-, urlò Hana, guardando ancora dentro i bagni pubblici per poi indicare con un dito, - SI, A TE STO DICENDO, PROBLEMI? VIENI! VIENI Qui CHE TI AMMAZZO!- strepitò inferocita, mentre anche il fratello e Genma correvano per fermarla.

-Shizune!- esclamò Iruka stupefatto.

-eh? Oh, ciao.- lo salutò, tirando su una manica ormai strappata della maglietta.

Allora uscì anche Anko, tenuta saldamente da Tsunade che la lasciò andare solo dopo aver richiuso la porta.

Anko cadde direttamente a terra e li rimase, ridendo tanto forte da calmare persino Hana.

-meno male…- sospirò Suzume lasciandosi cadere a terra. Per pura fortuna aveva trovato quelle due giovani chuunin da mandare in cerca di aiuto o non sarebbero uscite vive.

Scoppiò il caos, ogni uomo scommetteva su chi avesse vinto, su cosa avesse scatenato la rissa, tutti cercavano di avvicinarsi alle tre.

-Anko…- la voce cavernosa e soprattutto spaventosa di Kurenai li fece zittire tutti.

Anko si tirò a sedere e guardò Kurenai, mostrando a tutti un taglio profondo sopra il sopracciglio e diversi lividi che cominciavano a comparirle sulle braccia.

-ciao!- la salutò alzando una mano e sorridendo innocentemente.

-ma che ciao, baka!- urlò Kurenai dandole un colpo sulla testa.

-aho!-

-ti sta bene! Guiarda come ti sei ridotta! Ma che è successo?!-

-parlerò solo in presenza del mio avvocato!-

-siamo state provocate da quelle CAPRE ZOCCOLOIDI!-

-NEE-SAN!- urlò Kiba tappandole la bocca.

-ma insomma! Shizune, pure tu ti fai contagiare da queste teppiste?- sbottò Tsunade, seccata per la fatica e nascondendo il reale divertimento.

-ehi!!!- gridarono insieme Hana e Anko.

-hanno iniziato loro.- rispose Shizune offesa.

Anko si alzò in piedi.

-è partito tutto da me, se la prenda pure con me Tsunade-sama.-

-NON è VERO!- strepitarono le altre due.

Tsunade guardò prima Anko, poi le altre.

-mettetevi d’accordo…-

-quelle là stavano provocando Anko.- spiegò Hana.

-e io gli ho tirato un pugno.- continuò Shizune.

-ho capito, andiamo a parlarne nel mio palazzo, visto che questo comportamento vi costerà… hai iniziato tu la rissa?!- quasi urlò Tsunade.

-avevano rotto. Se lo meritavano.- la difese Hana incrociando le braccia.

-e se potessi tornare indietro lo rifarei anche solo per sentire il naso di quella che si rompe ancora.- concluse Shizune lasciando tutti a bocca aperta.

-oh Shizune cara, ti meriti proprio una birra!-esclamò infine Anko, beccandosi una spinta da Kurenai.

Tsunade sbuffò.

-facciamo così… chiuderò un occhio per stavolta visto che siamo in pubblico e non mi sembra il caso di indagare, e sinceramente mi è venuto il mal di testa. Poi voglio finire di coccolare il mio nipotino. Però andiamocene da qui, credo che anche se le loro compagne le stanno cercando di calmare quelle abbiano ancora voglia di vendicarsi…-

-CHE VENGANO!- urlò Hana, liberandosi con una spinta del fratello e di Genma.

-Hana, ti prego stai calma…- fece quest’ultimo.

-ah Genma, ci sei anche tu?-

Raido e Iwashi dovettero far desistere Genma dal suicidio dopo quell’affermazione.

-se devono ancora fare rissa… io scommetto sui nostri.- disse Tenten.

-quanto?- chiese Ino.

-ragazze, non mi sembra il caso…- disse Neji.

-non incitatele…- commentò sbuffando Shikamaru.

-… scommettiamo i nostri fidanzati, chi vince li prende entrambi.- propose Tenten.

-COSA?!!-

-si dai!- accettò Ino.

-SI DAI CHE?!-

Anko intanto era rimasta pensierosa.

-però sarebbe divertente finire la rissa, dopotutto… ehi!-

Kakashi sollevò Anko mettendosela in spalla.

-questa la ritiro io. Voi pensate alle altre.-

-non sono mica ubriaca trillino!-

Naruto e Sakura si voltarono lentamente a guardare il loro maestro.

-se fate anche solo un commento vi rimando all’accademia.- minacciò Kakashi mentre si avviava.

-… nessun commento…- mormorò Sakura.

-… impossibile…- continuò Naruto.

-ehm… Hana... vieni con me? Mi sembra che anche tu abbia bisogno di cure…- la chiamò il fratello.

-lo dici per me o per avvicinarti alla ragazza dai capelli rosa?-

-ZITTA!-

Genma venne in suo soccorso, senza neppure sperarci troppo.

-Hana, vieni con me? Non ho secondi fini…-

La ragazza lo guardò.

-peccato, mi sarebbe piaciuto che tu avessi secondi fini.- disse lei incamminandosi.

-non dire queste cose in mia presenza!- si lamentò Kiba portandosi le mani alle orecchie.

Genma rimase paralizzato finché lei non si voltò nuovamente.

-allora? Vieni con me!-

-si!!!- obbedì lui di corsa.

-il nostro piccolo Genma…- sospirò Iwashi fingendosi commosso e poggiando un gomito sulla spalla del compagno.

-è giusto che gli uccellini quando crescono lascino il nido…- disse Raido annuendo.

Iruka intanto si avvicinò a Shizune.

-Shizune, ti posso accompagnare?-

-si grazie…- rispose lei, ravviandosi i capelli con stizza.

-… sei bellissima quando ti arrabbi…- commentò lui guardandola ammirato.

Shizune arrossì di botto e si scordò del nervoso mentre lo seguiva, incerta se chiedergli qualcosa o meno.

-certo che… gli unici uccellini nel nido siamo noi ormai…- commentò Iwashi con meno allegria.

-… fidanzatevi tra voi.- suggerì Tsunade.

Iwashi tolse lentamente il braccio dalla sua spalla, mentre Raido faceva due passi laterali.

-dobbiamo trovarci una donna al più presto.-

-si, sono d’accordo.-

Anko protestò divertita per tutto il viaggio ma Kakashi colse il tono scherzoso e non accennò a lasciarla andare sino a casa sua, dove la pose sopra il tavolo con delicatezza.

-E adesso? Mi violenti?- chiese lei facendo dondolare le gambe.

-Si. In pieno giorno. Sul tavolo. Col rischio di farmi castrare.- rispose Kakashi, frugando nei cassetti.

-cosa cerchi?-

-questa.- rispose lui tirando fuori la tipica cassetta del pronto soccorso e facendola ridere.

-cosa c’è?- le chiese con un mezzo sorriso.

-mi vuoi curare? Tu?-

-io so fare tutto.- rispose lui spostandosi davanti a lui.

-questo è vero.- convenne lei, per poi guardarlo con aria curiosa.

-e ora cosa c’è?- chiese ancora, trasformando il mezzo sorriso in uno intero.

-non te la togli la maschera?- lo pregò lei.

-no, mi indurresti in tentazione e finirei col non medicarti più.-

-se te la togli dopo ti faccio vedere una cosa nuova che ho imparato leggendo icha icha…- lo tentò lei.

-così non vale…- mormorò lui fissandola con attenzione per capire se mentisse.

-allora ritiro tutto.-

-sei una scocciante…- bofonchiò lui tirando giù la maschera e gettandola sul tavolo dietro di lei.

-mi piace guardarti in faccia. Così so che espressione hai.- spiegò lei.

-ora brucerà un po’. Ah si? E come mai?- chiese, mentre delicatamente le tamponava il taglio con del cotone imbevuto di alcol.

-non lo so. Perché… vorrei sempre capire a cosa pensi. Non puoi sempre dovermi dire tutto, però vorrei sapere cosa senti.-

Si guardarono in silenzio.

-quello che ho appena detto suonava troppo male detto da me, dimenticatelo o te la faccio pagare.-

-adoro farti dire le cose che tieni nascoste, ti imbarazzano. E diventi adorabile.-

-adorabile?!! Ahi!- si agitò lei.

-ti avevo detto di stare ferma e comunque la risposta è si, arrossisci e sei troppo carina.- affermò lui, ben sapendo che era un suicidio dirle una cosa simile, ma che sarebbe arrossita ancora di più.

E infatti arrossì, e contemporaneamente gli tirò un calcio ad una gamba.

-ahia.- disse lui con calma continuando a disinfettare.

-scemo… spupazzolino scemo.-

-grazie. Non è colpa mia se sei adorabile…-

-smettilaa!!! Accidenti a te! Uffa, non è giusto!-

-cosa? Devo arrossire anche io?- sghignazzò lui.

-lo sapevo… sapevo che dovevo stare con Genma.- commentò lei esasperata.

-tsk… non ci staresti bene come con me.- sbottò lui.

Lei gli sorrise, posandogli una mano sulla guancia.

-sei geloso amore mio? Io sono solo tua. Ti amo tanto che non potrei mai neanche pensare ad altri, tu sei la mia vita.- gli disse dolcemente, sorridendogli ancora e accarezzandogli la guancia con delicatezza.

A Kakashi si mozzò il respiro, mentre il viso raggiungeva il colore di quello di Anko.

-IIIIIH!!! SEI ARROSSITO! SAPEVO CHE CE L’AVREI FATTA!!!-

Kakashi dovette quasi aggrapparsi al tavolo.

-lo sapevo… non avresti mai detto qualcosa di così carino…-

-io le cose le penso e basta!- disse lei saltando giù dal tavolo e facendogli una linguaccia.

-ah-ah! Però ammetti che le pensi!-

-può darsi.- rispose lei annuendo e abbracciandolo alle spalle.

-ah, non mi hai detto come si è scatenata la rissa.- le ricordò, godendosi quell’abbraccio caloroso.

-uh… una tizia che non conosci mi stava sfottendo e ha cominciato a blaterare sul mio rapporto con Orochimaru. Shizune si è innervosita e gli ha spaccato la faccia con un pugno.-

-tipico qui a Konoha, giudicare in questo modo…- disse lui a denti stretti, stringendo con rabbia i pugni.

Mai, mai e poi mai avrebbe ammesso che la rissa era iniziata quando tre galline avevano cominciato a parlare dei loro uomini, Kakashi, Iruka e Genma, e che solo dopo fossero passate alle offese personali, chiamandole rispettivamente con epiteti come serpente, prostituta del traditore, leccapiedi dell’Hokage, bamboccia, cagna e uomo travestito; tutto questo lo avevano detto dopo che una aveva concluso spiegando cosa avrebbe fatto ad Iruka beccandosi un cazzotto in pieno viso della dolce Shizune.

Ma immaginava bene la faccia soddisfatta di Kakashi ad una rivelazione simile, quindi aveva omesso la prima parte del litigio.

-non te la prendere biscottino… io mi sono sfogata, e anche divertita se vuoi saperlo.-

-si, ci avrei scommesso…- disse lui voltandosi per abbracciarla a sua volta.

La donna si strinse a lui, chiudendo gli occhi.

-è vero quello che ti ho detto prima.-

-bene… perché anche tu sei la mia vita.- rispose lui con voce calda.

-mh… come siamo lollosi…-

Kakashi non riuscì a trattenersi dal ridere, dandole un bacio fra i capelli.

-resti qui stanotte?-

-senti la mia mancanza?- chiese separandosi da lui e dondolando le spalle.

-sinceramente? Questi due mesi, vederti solo la sera o il pomeriggio e non averti a dormire qui sono stati un inferno. E parlo anche solo di saperti al letto a dormire vicino a me, al sicuro.-

-romantico…- disse lei sorpresa.

-no, sono serio…- la contraddisse lui.

-si ma anche romantico… comunque mi hai convinta. Kurenai può passare una notte sola… oltretutto Suzume è quasi sempre a casa a fare da baby sitter, quindi siamo entrambe più libere…- ragionò lei.

-allora resti?- chiese lui.

-si. Anche a me manca dormire vicino a te… e dire che lo abbiamo fatto sole poche volte… dai dipendenza.- aggiunse in tono di rimprovero.

-altro che Genma.- la stuzzicò.

-mh…-

-dai dillo… su…- le chiese tirandole una guancia con due dita.

-si. Hai ragione.- ammise lei infine.

-allora prendo i tuoi biscotti, che non si sa come sono sempre nella mia credenza, e li porto in camera. Così ci sediamo e ne mangiamo davanti alla tv come piace a te.- dichiarò lui che ormai conosceva bene i suoi gusti.

-SIII!!!- strillò lei, e approfittando della sua distrazione gli saltò sulle spalle.

Invece che ribellarsi come credeva, lui mise le mani sulle sue gambe per sostenerla e con il pacco di biscotti in bocca cominciò a correre verso la sua stanza.

Anko rischiò di morire dal ridere, mentre si teneva stretta intorno al suo collo per non cadere, lasciando che i capelli argentati del jonin le solleticassero il viso.

Entrambi non erano mai stati più felici in vita loro nonostante non fosse accaduto nulla di clamoroso. Era solo una normale giornata insieme, resa meravigliosa dalla sua stessa semplicità.

Molti la chiamavano routine, vita di tutti i giorni, ma per loro era qualcosa di nuovo, che speravano sarebbe continuato per sempre.

E così sarebbe stato.





-e allora… e uno, due, tre, quattro:

Heeeeeeey baby,
UH - AH!
I wanna knooow if you'll be my girl


Heeeeeeey baby,

UH- HA!
I wanna knoooow if you'll be my girl!-



-MITICO GAI!!!- strillò Tsunade facendo ondeggiare un boccale di birra sopra la sua testa.

-è ubriaco, ma stavolta meno stonato…- commentò Shizune, prima di venire trascinata via da Anko.

-ma che fa?- chiese Tsunade a Jiraya, prima di accorgersi che si era addormentato sul tavolo dopo la sbronza colossale.

Sorridendo divertita si appoggiò alla sua schiena per ascoltare meglio, e non vide il sorriso che si faceva strada fra le labbra del sennin tutt’altro che dormiente.

-When I saw you walking
down the street


I said "Thats the kind of
girl I'd like to meet"


"She's so pretty, looks just fine"
I'm gonna make her mine all mine-



E mentre cantava queste parole indicava le donne presenti, che ridevano divertite.

-Kurenai!!!- urlò Anko, tenendo Shizune per un braccio e trascinandola via.

-Kurenai-sensei…- mormorò Hinata guardandola sparire.

-ehi, Hinata, avviciniamoci al palco!- la chiamò Naruto.

Vedendo che la ragazza lo guardava scioccata le si avvicinò e cingendole le spalle con un braccio la portò con se.

-che carino… finalmente la nota…- disse Sakura sorridendo.

-carino…- ripeté Kiba guardando però Sakura.

-

Heeey baby,

UH- AH!
I wanna know if you'll be my girl


Heeey baby,

UH-AH!
I wanna know if you'll be my girl-



-Gai-sensei è il migliore!- esclamò Rock Lee ammirato.

-ma per favore…- si lamentò Tenten spingendolo via.

-è terrificante…- commentò Neji.

-se non altro voi due non potete costringerci a ballare.- disse Shikamaru.

Aveva parlato troppo presto.

Ino non gli diede neppure il tempo di sbuffare trascinandolo in mezzo alla sala e obbligandolo a ballare.

-lo comanda a bacchetta…- constatò Neji.

-balliamo!-

-si, Tenten…-

-Suzume!- gridò Anko, chiamandola a se.

-eh?- fece la donna, distogliendo l’attenzione da Aoba.

-When you turn and walk away
That's when I wanna say

"Come on baby, give me your word"


I wanna know, I wanna know
When you turn and walk away-



-Cosa vuoi fare Anko?- chiese preoccupata Shizune.

-Il ritornello cantiamolo assieme!!! L’ultimo! Dai Hana!- esclamò lei obbligandole ad affiancarsi tutte a Gai.

-ma io…- tentò di ribellarsi Suzume, senza successo.

-inutile, quando si impunta.- le disse Kurenai.

-e allora datemi un microfono!- strepitò allegra Hana.

Kakashi guardava Anko scuotendo la testa, assolutamente conscio di quanto quella donna sapesse rendere tutti suoi complici. Genma osservava Hana a bocca aperta, come del resto Iruka ammirava Shizune. Aoba si spostò in prima fila.

-TUTTI INSIEME GENTE!!!- urlò Anko scoppiando a ridere.

Tutte insieme si misero le mani sulle spalle l’un l’altra dondolando e ridendo, mentre Gai dava il ritmo.

-That's when I wanna say
"Come on baby, give me your word"
I wanna know if you'll be my girl
Heeey baby,

UH-AH!
I wanna know if you'll be my girl

UH-AH!

Heeey baby,

UH-AH!

I WANNA KNOW IF YOU’LL BE MY GIRL!-



-possibile che non ci siamo ancora trovati una donna? Forse è meglio… guarda quelli la fissati a guardarle…- sbottò Raido.

-… le donne non ci servono…- disse Iwashi appena comprensibile mettendo giù il ventesimo bicchierino di liquore vuoto.

-esatto! Noi siamo uomini tutti d’un pezzo!... Però io non voglio restare l’unico single- finì col lagnarsi.

-ci sono io per te!- esclamò l’altro agitando il ventunesimo bicchierino.

-dico sul serio! E smettila di bere che sei ciucco!-

-…hai dei capelli così lucenti…-

-SMETTILA DI BERE!-

-quanto sei carina quando ti arrabbi…-

-carina?... Iw…Iwashi?-

-…coccolina dolce…- lo ignorò sorridendogli con occhi da triglia.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-

Risposte ai commenti!

Frencis: cara, non c’è problema!!! Grazie mille per aver commentato questo e comunque ti perdono solo se tu ne scrivi tue! °°… scherzo, però grazie davvero XD

Brucy: alla fine ho convinto anche l’ispirazione, visto? Ora devi farmi sapere cosa ne pensi di questo… e hai visto? Grazie alle tue canzoni ce l’ho fatta!!! Grazie due volte!

Laury84: piace molto anche a me! Qual cosina l’ho messo… no? XD ah, la coppia KakaAnko è fantastica, anche io ne cerco sempre! Non sapevo fosse la prima, ora ho un motivo in più per vantarmi coi miei che tanto non ne capiscono nulla XDDD

Lupus: ti ho già ringraziato nell’introduzione, ma lo faccio di nuovo! Grazie grazie grazie!!! E per la KibaKarin non mi sono dimenticata eh! Ciao dalla tua amica spocchiosa! XD

Darkmoon87: spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Grazie del commento!!!

Lisey91: addirittura?! Bene bene!!! E grazie mille per il bravissima!!! Non me lo merito, ma spero di migliorare sempre più!

Tsunadehokage: ku ku ku anche a te comunque grazie! Anche a me spiace che sia già finito! ^^

Bambi88: anche stavolta ho beccato un tuo esame? Sono felice che tu ti sia sciolta!!! ^^ nessun assillo, sono felice anche di saperti piena di vita nonostante gli esami, sembrerà scemo ma mi affeziono allegramente ai commentatori, e saperti sopravvissuta è un bene!

Hime_chan: Kakashi si è trattenuto la bellezza di una settimana, vedi? XD grazie ad Anko poi ha smesso… quei due per me sono la coppia perfetta… lui fissato col libro e lei con la pratica XDDD vabbè che naturalmente lui poi si sfissa Iwashi ha un che di femmineo a volte.. ma nel finale rivela la sua vena da latin lover macho man, con quella che crede una donna XDDDD

Kakashina93: probabilmente lo farò, ma prima farò diverse altre fic che ho in testa, non solo su Naruto… non ti preoccupare, sentirai ancora parlare delle AnkoKaka XDDD (tanto li ficco in ogni storia U_U

)

YuYu@17: la prima volta? È un onore allora ^^… grazie dell’adorazione, se mi inviassi denaro apprezzerei XDD scherzi a parte, non metterti dubbi che NON ESISTONO perché devo prima leggere IO una tua fic e giudicare se è scritta bene o no, e sicuramente lo sarà.(notare la supponenza XD)! E grazie mille davvero per la recensione! Allegria!!! XDDD *sclera*

Se commenterete ancora (°° si) risponderò nel prossimo capitolo dedicato alle risposte ai commy (questo per non farvi venire un colpo vedendo che ho aggiornato)… Ancora mille grazie, e poi che dire? Niente, i saluti finali alla prossima!!!! ……… si vede che non voglio lasciarvi in pace eh? XD

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Capitolo 14
*** ringraziamenti ***


Un enorme grazie a tutti coloro che hanno letto e a tutti coloro che hanno commentato, perché è soprattutto per voi che riesco a terminare le mie storie, che altrimenti resterebbe sul pc per mesi e mesi prima che la voglia di finirle arrivi… spero che continuerete a seguire le mie fic! ^^

e ora le risposte ai commentatori dell’ultimo capitolo:

Yumi_chan: anche io li adoro!!! Grazie mille per il commento ^^

Frencis94: te la presterei volentieri guarda, io sono strapiena… l’unica cosa che mi rallenta è il caldo… prego il dio cammello dei condizionatori affinché arrivi un po’ di fresco anche a me…

Hime_chan: devi ringraziare Akami che me l’ha fatta saltare in testa XD Ora ho un’altra fic che rimandavo da tempo in corso, quindi per il seguito dovrai attendere… (E intanto mi pubblicizzo la nuova XD)

Jaly Chan: ti ringrazio, e mi fa molto piacere di essere riuscita a farti apprezzare la storia nonostante non sia uno dei tuoi paring preferiti!

Bambi88: grazie mille del commento gentilissimo ^^. Sono lietissima che le scene siano risultate credibili e anche di averti fatto sorridere con questa storia. E si, Neji lo sfotterò per sempre, fa così il duro che per me è fantastico farlo in stile Nara, schiavetto della sua donna XDD

Rina: sono contenta che tu l’abbia seguita per tutto questo tempo, e il seguito come ho già detto esisterà, ma ci vorrà ancora un bel po’ di tempo! Per quanto riguarda il dilemma… temo non lo sapremo mai… XD

Sumire90: addirittura?! Davvero grazie!!!!

Third Moon: oh, infatti cerco sempre di dare alle mie storie la possibilità di rientrare in qualsiasi descrizione, mi piace che tocchino ogni genere! Mi ha scioccato l’immagine di Kakashi vecchio più che altro… è troppo bello per invecchiare, resterà giovane per sempre °°…

Tsunadehokage: grazie mille per aver sempre commentato, e per un Kakashi personale mettiti in fila ^_-

Kakashina93: commento bello e inquietante XD non ho intenzione di farmi seppellire, ma ora sto scrivendo un’altra storia, poi toccherà al continuo se tutto va bene!

Lupus: vivo dei tuoi commenti *_*! Se sono riuscita a mantenerli IC è un miracolo XD e sono felicissima che ti sia davvero piaciuta ^^! Ci sentiremo poi per msn, visto che tanto mi dai una mano per la storia nuova (O_O ß titolo da non scordare) e la definizione del mio stile “teatrale” mi ha mandato in tilt da soddisfazione… mi piace anche solo sentire la parola…

Irene Adler: si!!! Sono contenta di aver diffuso la mia parola XD scherzo! Grazie tantissimo per i commenti e per aver letto la storia!

Un grazie ancora a tutti, mi mancherete!!! T_T/ *si fa prendere dai sentimentalismi*

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