Guerra con se stessa : quando l'ossessione e l'instabilità arrivano al limite.

di CallMeLoopy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** è solo la storia di una ragazza. ***
Capitolo 2: *** Questo incubo che non avrà mai fine. ***



Capitolo 1
*** è solo la storia di una ragazza. ***


Aveva solo 9 anni. Non sapeva ancora cosa gli sarebbe successo, un po' più in la. I suoi occhi brillavano di luce, che guardava avanti nel futuro. Così piccola e ingenua, ma speciale.
"Tu da grande farai grandi passi, sei nata per essere una vincente!" Gli dissero le maestre, sorridendogli.
"G-grazie..." lei era molto timida, diventava rossa per un niente.
Fino a quando non sentii qualcosa in lei che stava cambiando. Lei stava crescendo, ma, si stava deviando, così, senza alcuna ragione.
Era solo timida, ma gli altri attorno a lei non lo erano affatto.
*forse...forse è meglio rimanere qui, non voglio parlare con gli altri...bimbi...*
"Tu sei solo strana, sei solo una pazza"
Queste furono le prime volte che lei sentì queste parole.
"SEI STRANA"
Rimbombavano nella testa di una bambina di 9 anni, che aveva già abbastanza cervello per capire.
Un anno dopo, 10 anni, dei bambini iniziarono a dargli fastidio nella sua classe, lei non ci vide più.
Il suo primo attacco isterico generò rabbia e...un cambiamento radicale. Nei suoi occhi non c'era più quella luce, nei suoi occhi albergava solo la rabbia.
"La bambina non sta bene, la bambina non sta bene"
Dicevano i suoi genitori, mentre la sorellina più piccola piangeva accanto al letto dove lei svenne.
"La bambina non sta bene"
Sente ancora gli schiaffi e i graffi del nonno dietro l'orecchio, intento a fermare una sua crisi imminente, quando si arrabbiava quasi nessuno riusciva a placare la sua rabbia.
Una volta finite le elementari, lei era tranquilla:
"Adesso inizio la scuola media, adesso sarò più grande, avrò nuovi amici con cui giocare, e uscire! Non vedo l'ora e ne sono così felice."
Lei aveva già due amiche a cui era molto legata, erano migliori amiche. Lei aveva un rapporto stretto con il fratellino. con cui giocava a calcio sempre. Lei era un mancato maschio.
Lei un giorno indossava la tuta, l'altro era elegante. Lei era speciale, a modo suo.
Lei aveva due genitori incompetenti. Era come abbandonarla per strada. 
Non sapevano il significato della parola figli, semplicemente questo. La facevano andare in giro sporca, trasandata. Lei non se ne rendeva neanche conto.
Quando iniziarono le medie non sapeva neanche cosa gli stesse per accadere. Gli avrebbe cambiato la vita, ancor di più.

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Capitolo 2
*** Questo incubo che non avrà mai fine. ***


Voleva affacciarsi alla vita con un sorriso, voleva riprendere il sorriso che gli fu strappato. Quando gli balzò alla mente il ricordo della prove per la recita di quinta elementare. "TU MI HAI ROTTO IL CAZZO!" Gli urlò contro il padre. Erano solo semplici capricci di una bambina, cosa che, forse, il padre non poteva capire. "DEVI SOLO MORIRE! PERCHè SEI NATA!!" La rincorse per casa, le sue gambe erano più possenti e la raggiunse di fretta, mentre lei tentava invano di scappare. Uno, due, tre schiaffi in faccia. Poi, si toccò, era sangue. Riuscì solo a vedere le chiavi di casa con del sangue sopra. *prenderò una sciarpa per coprire la ferita, nessuno la vedrà.* "Sei bellissima, sembri una matrioska." Gli dissero i nonni quando lei li raggiunse un po' dopo. "Con questo giubbotto sei tenerissima" Lei sorrise. Imparò a sorridere per nascondere tutto sin da piccola. Quando arrivò il primo giorno di scuola, susseguito da vari attacchi di panico nei giorni precedenti, lei era impaurita. Si mise la sua maglia larga da basket, jeans larghi e si avvio per la scuola. *Tutta questa gente..io...ho tanta paura...* Il primo posto che trovò lo prese. Prima fila. Non riusciva a parlare, mentre delle ragazzine molto loquaci già facevano amicizia. Passarono i giorni, e lei era sola. "Quella è strana" iniziarono a dire dei ragazzini. "Che non parli perchè ti hanno mangiato la lingua? Ti sei ammutolita perchè ti sei vista allo specchio e ti sei spaventata?" Lei scoppiò in lacrime, mentre la classe la derideva. Fece amicizia con due ragazze. Loro erano molto gentili. Ma lei era troppo instabile per stare con della gente. Allora si buttò nel teatro scolastico. Ma ogni pomeriggio scappava dalla sua aula, lei voleva stare sola. Ogni giorno si andava a rifugiare al sottoterra della scuola, dove ballava e cantava. Li si sentiva libera, solo con se stessa. Gli avevano solo spezzato le ali. "Puzzi, sei zozzosa, puzzi" Era così tutti i giorni. "Non ti voglio toccare, mi infetti. Tu sei pazza." Allora decise di mettersi a banco unico, infondo alla classe. Lei tornava a casa e trattava male la sua famiglia come sfogo. Era sola. La madre non stava bene. La madre aveva problemi psicologici. "Tua madre è pazza come te! Oggi vedremo lo spettacolo!" gli dissero all'ultima ora. Usciti da scuola, si accerchiarono attorno alla madre, e iniziarono ad insultarla. La madre non ci vedeva più, e buttò uno schiaffo ad un ragazzo. Partì la rissa, sotto i suoi occhi. Lei non poteva fare che piangere, le lacrime erano un fiume che non si poteva fermare. Le sue amiche la presero solo in giro. Ogni giorno non poteva entrare in classe che erano insulti, davanti alle professoresse che non facevano nulla, stavano a guardare. Come quando successe una delle cose, per lei, più grave. Erano tutti in fila per andare in palestra. Si accerchiarono contro di lei. Gli ridevano in faccia. "Ridicola! Fai solo ridere" e iniziarono a picchiarla con delle scarpe da calcetto. "A te non ti scoperà nessuno, sei un cesso" dicevano le ragazze, mentre il professore impassibile si faceva i fatti suoi. Il giorno stesso lei rimase nello spogliatoio, per poi scapparsene. Arrivò al primo piano della scuola, non ce la faceva più. *voglio che tutto questa abbia una fine*

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