Il profumo del desiderio

di nicochan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Federico ***
Capitolo 2: *** Mi piace ma che non lo sappia! ***
Capitolo 3: *** Praga ***



Capitolo 1
*** Federico ***


Federico. Era il quarto anno di liceo. Lo avevano bocciato ed era finito nella nostra classe. All'inizio  tutto di lui mi irritava. La sua voce forte, il suo accento pesante,  l'eccessiva magrezza, il naso enorme e storto. Era uno che si faceva. In precedenza aveva anche lasciato la scuola per un po', era andato via di casa ed aveva perso il controllo. Era un tossico proprio come Luca, il mio ex. Quell'ex per il quale piangevo la notte, ancora incredula che mi avesse lasciata e speranzosa di un suo ritorno, nonostante fosse passato più di un anno. Era un arrogante e presuntuoso. Così sicuro di sè, troppo sicuro di sè.
 
La prima volta che l'ho guardato davvero in faccia sono rimasta qualche secondo a fissarlo. Volevo distogliere lo sguardo ma non ci riuscivo. Lui mi ha riportata alla realtà con un "Ohoh! Mi ascolti?". Non sapevo neanche di che cosa stesse parlando. Ero un po' delusa. Scrutandolo per bene mi ero accorta di quanto poco fossero belli i suoi tratti. Vista la sua enorme autostima e il successo che sapevo riscuoteva tra le ragazze mi ero abituata a pensare che fosse uno di quelli normali ma carismatici. In effetti se si tralasciava il fatto del naso, meno evidente quando lo si guardava frontalmente, nell'insieme non era male. Guardandolo davvero però ci si accorgeva che il suo viso era l'incastro di tanti elementi imperfetti e poco attraenti. Mi sono detta che l'aspetto fisico non mi era mai interessato neanche quando un tipo mi piaceva. Che me ne fregava di crearmi un'opinione estetica circa un compagno di classe, per di più fastidioso? "Ma no, solo per capire cosa ci trovano quelle che gli vanno dietro" mi sono risposta. 
Sono un'insicura. Vorrei sempre piacere agli altri, soprattutto ai ragazzi. Fantastico sulle dichiarazioni d'amore che mi potrebbe riservare questo o l'altro. Senza che necessariamente mi piacciano. Sono un'insicura pessimista quindi so che non è possibile che i sogni diventino realtà. Con lui è cominciata così. Immaginavo che tra tutte le compagne di classe lui ci provasse con me. Io l'avrei senz'altro rifiutato, ovvio. 
Mi adoperavo per piacergli. Lasciavo intendere di avere confidenza con le droghe, anche quelle pesanti, e di essere piuttosto disincantata e cinica nel motivare il perché uno sceglie drogarsi. Della serie ma quali grossi problemi, uno lo fa perchè gli piace e basta.  
Ma a forza di pensarci mi è piaciuto davvero. Così tanto da non riuscire a stargli vicina per paura di tradirmi. 

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Capitolo 2
*** Mi piace ma che non lo sappia! ***


A distanza di cinque anni lo ritrovo casualmente su facebook, come persona che potrei conoscere.  Visito il suo profilo  e mi ritrovo ad arrossire davanti allo schermo. Mi fa ancora un certo effetto, come tutte le cose che avrebbero potuto essere e non sono state. Qualcun altro parlerebbe di rimpianti.   
 
Quell'anno di scuola è stato uno dei pochi che mi ha visto abbastanza allegra di fronte agli impegni accademici. La mattina mi auguravo che lui fosse presente e quando lo vedevo fumare l'ultima sigaretta davanti al cancello il mio alteratissimo ritmo cardiaco si stabilizzava. I giorni in cui non c'era invece la tipica morsa allo stomaco rendeva le lezioni ancor meno gradevoli del solito. La mia paura più grande era che abbandonasse la scuola, visto che i suoi risultati si confermavano essere scarsi e che aveva fatto lo stesso un anno prima. Se così fosse stato le possibilità di vederlo si sarebbero attestate in prossimità dello zero, vista la distanza geografica che ci separava (una cinquantina di km) e gli stili di vita del tutto opposti. 
 
Mi crogiolavo nella bellezza di sentirmi attratta da qualcuno che non fosse il mio ex. Mi bastava questo, non volevo assolutamente espormi con lui anche perché il rischio di derisione era alto, visto il tipo.  Con il mio ex continuavo a vedermi per qualche ora di sesso nostalgico.  Lui mi chiamava ed io correvo, consapevole di farmi usare ma incapace di rinunciare anche a questo squallido contatto. Perseveravo ad amarlo ma il mio ritrovato interesse per il genere maschile mi lasciava sperare che più prima che poi l'avrei dimenticato.
 
Io e Federico scherzavamo spesso e con altrettanta frequenza ci scontravamo ironicamente. Era una specie di giocoforza volto a determinare chi di noi due fosse più stronzo nei confronti dell'altro e in generale nei confronti della vita e del microcosmo scolastico. Le battutine di scherno si sprecavano. Io non perdevo occasione per lasciargli intendere di non trovarlo interessante, così da sviare qualsiasi possibile sospetto. Aveva, lo ribadisco, una grande autostima. Una volta, l'ennesima in cui parlava di se stesso in termini entusiastici, gli ho buttato li che poteva avere tanti pregi ma non era di sicuro un tipo modesto. "Ma funziona con le tipe di solito questo tuo sentirti er mejo?" gli ho chiesto. La sua risposta è stata indicativa "Ma si guarda e gli altri lo trovano pure fastidioso. Pensa che sto con la più bella del mio paese e tutti stanno lì a dirle che io non faccio per lei, che non la merito!". "Incredibile...non avrà né occhi né orecchie questa!" gli ho risposto ridendo appena prima che entrasse la prof e io mi girassi verso il mio banco senza che lui potesse ribattere.  Sentivo i suoi occhi puntati sulla mia schiena...
 
Ero gelosa di chiunque gli parlasse per più di due minuti. Quando è arrivata in classe una bambolina francese per fare l'anno all'estero le mie compagne si sono messe a scommettere in quanto tempo lui ci avrebbe provato con lei. "Allora non farti sotto in due giorni con la nostra nuova compagna se no la dai vinta a tutte! Io ho detto che te la tiri troppo per non aspettare almeno una settimana", ho ammiccato quella mattina in cortile. Lui serissimo ha ribattuto che non era per niente interessato e che avrebbe dimostrato a tutte quanto non avesse bisogno di buttarsi sull'ultima arrivata. Quanto sorridevo nel mio cervello in quel momento!
 
Un giorno che pioveva ed io come al solito non avevo l'ombrello eccolo ad offrirmi riparo sotto al suo nel tragitto dalla scuola alla fermata dell'autobus. Quattro minuti interminabili!  La vicinanza era tale che mi sentivo una specie di insegna luminosa sopra la quale c'era scritto "Guardatemi! Sono persa di questo tipo e lo bacerei ora!". Nel consueto tentativo di mostrare un'equilibrio mentale del quale ero del tutto priva cercavo di stargli il meno accostata possibile, tanto che lui ha finito per esclamare "Che cavolo fai a due metri da me, finirai per bagnarti! Avvicinati che mica ti mangio!"...A quel punto non so di che colore sono diventata, credo tra il rosso magenta ed il fucsia. 
Le cose si sono complicate quando siamo andati in gita a Praga per quattro giorni...

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Capitolo 3
*** Praga ***


Gita di quarta superiore. Stare con lui per quattro giorni. Anche senza che ci sia alcun intimità, vederlo da mattina a sera. Praticamente un sogno. O almeno era quello che immaginavo. Nella realtà una dell'altra classe che era in gita con noi gli si è incollata tipo cozza e lui era più che contento. Però continuava a punzecchiarmi, quando si ricordava di andare oltre. La seconda sera mi ha chiesto di salire da lui per fumare. La mia risposta è stata "Certo, purché tu venga a prendere per mano me...e Silvia". Silvia era una mia compagna di classe che ho tirato in mezzo per dissimulare. Fatto stà che lo splendido Federico è davvero venuto a prenderci e ci ha condotto in camera sua per mano. Inutile dire che dentro di me c'erano mille emozioni. Emozioni che sono svanite quando ho capito che nella sua stanza c'erano praticamente entrambe le classi. E soprattutto quando l'ho visto dormire accanto alla bambolina francese. Nonostante tutto ero comunque felice. Perché i miei pensieri non erano più concentrati sul mio ex.

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