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di SeleneLightwood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Great ideas, evil plans ***
Capitolo 2: *** Maybe we could ***
Capitolo 3: *** Sherlock ***
Capitolo 4: *** The Gollum complex ***
Capitolo 5: *** Liar, scared, fighter ***
Capitolo 6: *** Maybe it's not too late ***



Capitolo 1
*** Great ideas, evil plans ***


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"Life is not about waiting for the storm to pass, it's about learning to dance in the rain"

 

Ai meravigliosi gleek che ho incontrato al Lucca Comics,

e a quelli che ancora devo conoscere.

Rendete le mie giornate semplicemente qualcosa di più.

 

 

Capitolo uno

"Great ideas, evil plans"

 

 

“Anderson, chico, ti si sta per slogare la mascella. Smettila di guardarlo così, por l’amor de dios. Finirà che ti cascheranno i bulbi oculari, o cascherà a lui il culo per l’intensità con cui gli stai sbavando addosso”.

Blaine si domanda ogni santo giorno cosa c’è che non va nella sua vita. La metà delle volte la risposta è Santana Lopez. In una qualche esistenza precedente deve essere stato un serial killer di cuccioli o Joker, o qualcosa del genere, perché non vi è altra spiegazione riguardo alla sfiga che lo perseguita. Il karma, probabilmente. Chissà quanti gattini ha fatto fuori.

C’è un’orribile nuvola nera che gira per il McKinley da quando si è trasferito, un anno fa, e Blaine Anderson è perennemente sotto di essa, senza ombrello, aggrappato ad un parafulmini.

Per metterla in metafora, insomma.

“Non gli sto sbavando addosso” risponde acidamente Blaine, schiarendosi la gola e sistemandosi attentamente il cravattino a quadri. Da alla ragazza una lieve spintarella in direzione della classe nel vano tentativo di distrarla. “Sbrigati, o faremo tardi a lezione di biologia”.

Santana lo fulmina con un’occhiataccia, afferrando a sua volta Brittany per un polso e trascinandosela dietro.

“In ritardo?” domanda Brittany perplessa, incespicando per seguirli lungo il corridoio fino alla porta del laboratorio di bio. “Non possiamo essere in ritardo, la professoressa McGee mi ha promesso che avremmo studiato la composizione della polvere di fata!”

“Siamo già in ritardo per la lezione, hobbit” soffia Santana, tendendosi verso di lui come una gatta. “Perché tu ti sei fermato per fingere di allacciarti le scarpe – Cristo, Blaine, i calzini - per poi lasciarti ipnotizzare dal dondolio dei fianchi di un certo ciuffo rosa. Sai come li chiamiamo questi, a Lima High?”.

Blaine alza gli occhi ambrati al cielo e si sistema la tracolla. “Adolescenti nerd sfigati senza speranza, il tutto in spagnolo?” la anticipa, già sapendo dove vuole andare a parare.

Santana ghigna. “Stalker”.

Brittany, in mezzo a loro, fa scorrere lo sguardo dall’uno all’altra e alza le spalle. “Scusa, San, ma mi piaceva di più quella di Blaine”.

A volte la vita è davvero ingiusta.

Blaine sospira e le due ragazze lo precedono entrando in classe, ma lui si volta verso il corridoio e sporge la testa giusto in tempo per vedere un familiare ciuffo rosa scomparire dietro l’angolo, sfuggente come sempre.

 

*

 

Un’altra cosa che Blaine si domanda tutti i giorni è come diavolo è diventato amico di Brittany e Santana.

Non lo sa. Boh. Non l’ha mai capito, è semplicemente successo che la coach Sylvester l’ha acciuffato per i corridoi, narcotizzato, rapito e ricattato, costringendolo a fare da tutor alle due cheerleader per riportare la loro media in una posizione meno vergognosa. Santana, quando gli è stato comunicato, l’ha guardato come avrebbe guardato un insetto particolarmente orribile – o un goblin, o Shrek in persona – e non ha perso una sola occasione per insultarlo o prenderlo in giro da allora.

Solo che con il tempo Blaine ha imparato che quello è il modo in cui generalmente la ragazza dimostra il suo affetto. E lui si prende più insulti di tutti, quindi…

…quindi dovete immaginare la vostra cellula divisa a metà e…

“Anderson, dimmi che non stai davvero prendendo appunti, por favor”.

Blaine solleva un sopracciglio – geometrico, come ama definirlo Santana – e sottrae il foglio alla vista della cheerleader, sfortunatamente sua compagna di banco.

“No” sussurra per non farsi sentire dall’insegnante. “L’ho già studiato alla Dalton, questo argomento. Sto progettando la mia prossima campagna militare in Civilization IV”.

Santana gli lancia uno sguardo schifato e gli ruba il foglio dalle mani, afferrando una penna e iniziando a scrivere furiosamente.

Blaine sospira – perché, perché è ancora aggrappato al parafulmini? – e attende pazientemente qualsiasi insulto la ragazza sia in procinto di mettergli per iscritto.

Brittany, dall’altro lato del banco, sta placidamente disegnando un arcobaleno sul libro. Beh, se non altro l’ha disegnato per collegare due cellule.

La povera campagna militare ricompare tra le sue mani un istante dopo.

Sei disgustosamente nerd, non riesco a capire perché continuo a gironzolare intorno a te. Saresti carino, se non fossi gay come il quattro di luglio e indossassi dei maledetti calzini, dios. Allora, vogliamo parlare del tuo piccolo problema con ciuffo rosa?

E Blaine ci prova a negare, perché gli risponde Non ho idea di cosa tu stia parlando. E gironzoli intorno a me perché ti ho salvato la pagella, provi una qualche contorta soddisfazione nel prendermi in giro e sei lesbica, Santana. Per i calzini non so che dirti, non ricordo di averne mai comprati.

Passa il foglio alla ragazza in divisa e attende pazientemente che lei sgrani gli occhi o inizi a picchiarlo violentemente davanti a tutta la classe, come sempre.

Santana afferra la penna e lo punzecchia sull’avambraccio prima di rispondere in fretta.

Sei fortunato, Blaine Anderson. Io e Britt abbiamo deciso che a) ti saranno comprati calzini, una montagna di calzini e b) ti aiuteremo ad entrare nei pantaloni di ciuffo rosa.

Sapeva che prima o poi sarebbe successo – non hai come pseudo migliori amiche Santana e Brittany senza conseguenze – quindi Blaine si limita a scuotere la testa e scribacchiare sotto al commento della ragazza.

Io non voglio entrare nei suoi pantaloni, San. E non voglio dei calzini. Sto benissimo così. 

E quei pantaloni sono talmente stretti che non ci entrerei nemmeno ricoperto di lubrificante, vorrebbe aggiungere, ma si trattiene. Sarebbe come infilarsi una mela in bocca e offrirsi a Santana su un piatto d'argento con contorno di patate. 

Santana sbircia la risposta da sopra la sua spalla – visto che è basso – ma non ha il tempo necessario a strappargli il foglio dalle mani perché Brittany la precede ed estrae i pastelli.

“Oh, non di nuovo” geme Blaine massaggiandosi la base del naso oltre gli occhiali. Santana ha l’aria di essere indecisa se dare una martellata in testa a Brittany o baciarla davanti a tutta la classe. Uh, forse più la seconda, vista da quest’angolazione.

Entrambi attendono pazientemente che Brittany finisca di scrivere il suo piccolo, arcobalenoso monologo, e quando finalmente il foglio – che una volta era un’ottima campagna – viene restituito loro, si piegano entrambi su di esso per leggere.

Blaine Warbler,

in quanto delfino, è tuo dovere unirti al tuo branco di delfini, e non quelle brutte copie di nerd che ti porti in giro vestiti da personaggi di Harry Potter. Soprattutto perché quello vestito da Voldemort mi spaventa. Sei sicuro che non ci siano squali, sotto a quei costumi?

In qualità di rappresentante d’istituto ti ordino di seguire i nostri consigli, così Santana la smetterà di lamentarsi del secchio che deve portarsi dietro per raccogliere la tua bava da lumaca ogni volta che passa Hummel e noi potremo tornare a fare le nostre cose da ragazze senza rischiare di farti deprimere.

Santana esibisce un sorriso soddisfatto di fronte alla sua espressione basita, girandosi verso Brittany per lanciarle un bacio.

Brittany accarezza la spalla del ragazzo con affetto. “Mi piace Kurt, stareste bene insieme. Ma devi mettere i calzini, Blaine”.

Blaine scuote la testa con tanta energia da farsi quasi cadere gli occhiali dalla faccia.

“Ragazze, non posso. Andiamo, mi avete visto? Sono il peggior sfigato dell’intero McKinley, un caso disperato, l’obiettivo preferito della squadra di football. Non mi ha mai notato in un anno, non lo farà di certo adesso. No, lasciamo perdere, ok? Va bene così”.

Santana inarca un sopracciglio e gli pesta un piede da sotto al tavolo, guadagnandosi un gemito di dolore da parte di Blaine e un’occhiataccia dell’insegnante. Tante volte Blaine pensa che Santana gli gironzoli intorno solo perché si diverte a malmenarlo.

“Va bene così come, esattamente? Continuerai a guardarlo da lontano senza avere le palle di chiedergli di uscire? Gli muori dietro! Stupido Anderson, è per questo che vogliamo…darti una sistemata, ecco. Cos’hai da perdere? Facciamo un tentativo! Sono stufa di vederti ogni giorno vagare per i corridoi come un’anima in pena nella speranza di andargli a sbattere addosso o cose del genere, dios. Ti fa sembrare più patetico di quanto tu non sia già. E tu parli tramite citazioni del Signore delle Mosche”.

“Signore degli Anelli, Santana. Il signore degli Anelli” la corregge esasperato. Santana gli lancia un’occhiata da ‘beh? E io cosa ho detto?’ e Blaine scuote la testa con cupa rassegnazione.

In effetti cosa gli costa fare un tentativo? Magari Santana sa davvero come attirare l’attenzione di Kurt – che non guarda mai nessuno in faccia, figuriamoci. Però tentar non nuoce.

Che bella idea che ha avuto, prendersi una cotta per l'essere più sfuggente - e probabilmente pericoloso - di tutta la scuola. 

“Tu oggi vieni a casa di Brittany e vedrai che quando avremo finito con te, Frollo, Hummel non riuscirà più a toglierti gli occhi di dosso”. 

Inutile farle notare che è Frodo, Blaine sa che peggiorerà solo le cose. Santana lo prenderà per sfinimento, probabilmente piombando a casa sua e interrompendo una lunga ed elaborata partita a D&D con il solo scopo di rapirlo, quindi tanto vale arrendersi subito.

 

Oh, beh. Tanto male non potrà fare, vero? Vero?

 

*

 

Fa tanto, tanto male.

“Blaine, smettila di agitarti come una medusa, non riesco a fare niente!” ringhia Santana esasperata, scivolando più vicina a lui sul letto di Brittany e tenendogli la faccia con una mano.

Blaine ha le lacrime agli occhi e si sta internamente maledicendo con tutti gli incantesimi che conosce per aver acconsentito a quella tortura anziché starsene a casa e farsi una bella ruolata. O expare. Maledizione, che gli passa per la testa? Non riuscirà mai a ottenere la fata d'acqua se non expa. 

Farsi aiutare da Santana e Brittany a conquistare Kurt Hummel, lo skank più stravagante dell’intera scuola? Ma che splendida idea, Blaine, complimenti! Masochista.

M-mi sento come se mi stessi strappando la faccia, per Godric!” geme il ragazzo, afferrando il lenzuolo dietro di lui con una mano e trovandoci invece la coda del gatto di Brittany. Ops.

Santana gli blocca la mascella con una mano e gli scivola di più in grembo, strusciandosi contro i suoi fianchi.

“Stai fermo, Nerderson

La mia faccia!”

Brittany entra in quel momento con tre bicchieri di succo d’arancia e una grattugia per il parmigiano sottobraccio, li osserva perplessa per un attimo e domanda: “Ma Santana, non avevamo deciso di non uccidergli le sopracciglia?”

Santana allontana la pinzetta dalla faccia di Blaine e sospira. “Lo so, Britt, ma vuoi davvero presentarlo davanti ad Hummel con questi cosi? Ci potrebbero spiegare il teorema di Pitagora!”

Blaine mugugna una supplica, incapace di muovere il viso, e cerca di attirare l’attenzione di Brittany per farsi salvare da Santana. La ragazza bionda piega di lato la testa e si siede sul letto di fianco a loro, afferrando a sua volta una pinzetta.

“Il teorema di Pitagora non è sulle tartarughe marine?”

Oh, dio.

 

*

 

“Ora, Anderson, guardati allo specchio e dimmi che non ti piaci” canticchia Santana un’ora e mezza – e tante lacrime – dopo.

Blaine socchiude appena gli occhi e li richiude immediatamente. “Oh, dio” sussurra con voce strozzata. “Cosa avete fatto alla mia faccia? Sembro – Sembro – aiuto”.

Le sue sopracciglia non hanno affatto cambiato forma, sembrano solo un po' meno folte e un po' più…umane? Sì, forse si potrebbero definire umane. Però, quanto bruciano, Merlino!

“Guarda che Hummel ha una pelle praticamente perfetta e ti posso assicurare che vive con la pinzetta per le sopracciglia in tasca, perché –“

“Il piercing al sopracciglio sinistro. Sì, l’ho notato. Così come ho notato quello alla lingua”.

Santana sorride maliziosamente e gli artiglia le spalle, piazzandosi dietro di lui – tanto è basso. “Lo so che l’hai notato, nano. Eccita persino me quando lo vedo”.

Blaine arrossisce violentemente, causando le risatine di Brittany e i singhiozzi strozzati dell’ispanica.

“Bene, ora che abbiamo risolto la questione sopracciglia, passiamo alla seconda della lista” decreta Santana, sistemandosi le pieghe della gonna. “Britt?”

Brittany abbassa lo sguardo sul foglio tutto colorato che ha appena strappato dalle grinfie del gatto.

“Punto numero due” legge, lanciando un'occhiata offesa all'animale. “Cospargere le sigarette di Lord Tubbinghton di burro”.

Sia Blaine che Santana - che la palla di pelo del gatto - rimangono immobili a fissarla. “Punto numero tre?”

“Punto numero tre: bruciare i papillon. In alternativa, tagliuzzare i papillon e utilizzarli come bandana”.

Blaine fa un passo indietro e si spiattella contro la parete. “Sta’ lontana da me e dai miei cravattini, Sauron”.

Santana borbotta qualcosa che suona sospettosamente come 'Melodrammatico'.

 

 

 

*

 

 

Dopo due ore di torture - in altro modo non saprebbe definirle, purtroppo. La morte di Kakashi è stata molto meno dolorosa da sopportare -  la situazione ha raggiunto un livello drastico. 

Blaine sembra una comparsa di The Walking Dead. Se ne sta seduto sul letto, tremante, dopo aver preso parte all'esperienza più traumatica della sua intera esistenza - pari forse solo al finale di Final Fantasy X. Oh, quello  che è un trauma.

"Ti stanno benissimo, Anderson, non fare quella faccia" borbotta Santana squadrandolo a lungo. "Stavolta sarà Hummel che non riuscirà a guardare da nessun'altra parte se non questi meravigliosi, attillatissimi jeans".

"Non respiro" pigola Blaine tastandosi le cosce strizzate nel tessuto scuro. Niente, non sente più niente. Paralizzato dalla vita in giù. Oh, dio, dovrà strisciare sui gomiti fino ai piedi di Kurt Hummel e chiedergli di uscire sperando di impietosirlo. "La mia circolazione, non sento più il sangue che mi scorre nella parte inferiore del corpo. Mi hai ucciso. Salazar, ci sei riuscita, mi hai ammazzato".

Brittany gli si siede vicino, accarezzandogli il ginocchio. Oh, dio, non sente più nulla. 
"San, sei sicura che non sia sotto shock? Lo shock è pericolosissimo, potrebbe trasformarsi in un'anguilla, e io ho paura delle anguille. Sai che stanno complottando per conquistare il mondo".

Santana ghigna malignamente. "Aspetta di rivedere Hummel e quel suo fisico da urlo strizzato in pantaloni il doppio attillati. Vedrai come ti circolerà il sangue verso sud".

Tirargli una cuscinata è l'unica cosa che può fare, perché Blaine non riesce a muoversi.

 

 

*

 

 

"No, no e poi no. Te lo scordi" esclama Blaine, indietreggiando velocemente verso la porta. Maledizione, è chiusa a chiave. "Dovrai passare sul mio cadavere, Santana. E noi siamo gay".

Santana si limita a sorridergli, un po' come ti sorriderebbe un alien prima di picchiettarti sulla spalla e divorarti dall'interno. Che è precisamente ciò che Santana ha intenzione di fare. Più o meno. Dove Merlino è la sua bacchetta magica quando serve?

"Brittany dice che Kurt bacia da dio" commenta con nonchalance, dando dei colpetti al letto per invitarlo a sedersi vicino a lei. Sì, proprio ora che Blaine ha vinto la forza di gravità ed è riuscito a muovere le gambe in semi-cancrena. "Non vorrai mica fare una brutta figura perché non sai baciare, vero?"

Blaine serra le labbra in una morsa quasi dolorosa quando Santana si alza e fa un passo verso di lui. Ok, le ragazze lo terrorizzano. Blaine è gay, per le mutande di Silente, perché diavolo dovrebbe baciare Santana?

"Non sono affari tuoi. Ti ho lasciato torturarmi per le scorse quattro ore, Lopez. Quattro ore che avrei potuto passare davanti alla play station con il mio amato Resident Evil 6, o magari a complottare un vero piano per chiedere a K-Kurt di uscire. Non ti sei divertita abbastanza?"

Santana sembra sinceramente offesa. "Sto solo cercando di aiutarti" lo rimprovera. Oh, dio, è seria. "Puoi pensare alle formule matematiche, se vuoi". Non sta succedendo, non sta succedendo. Un incubo, Blaine, è solo un incubo. Ora compariràSuperMario, ti dirà che dovete salvare Peach e - "Forse hai solo paura di non essere abbastanza bravo" lo provoca la cheerleader. 

Ok, questo è troppo. 

Con uno scatto quasi felino Blaine fa un passo avanti e afferra Santana per i gomiti, facendo scontrare le labbra con quelle della ragazza. 

Il valore della derivata di f(x) calcolata in X con 0 -

Blaine le morde delicatamente il labbro inferiore e Santana si stacca da lui ad occhi sgranati, appoggiandogli le mani sul petto. 
"Cazzo, Anderson. Sai baciare".

Qualcuno mi uccida, per favore. Sto per dare di stomaco.

 

 

*

 

 

 

"Un ultimo consiglio" gli dice Santana fermandolo sulla porta di casa di Brittany. Blaine ormai ha esaurito tutte le lacrime, le battutine in nerdese e le formule matematiche, quindi non gli resta che voltarsi e affrontare il suo destino. Un po’ come Harry che va spontaneamente nella Foresta Proibita e si fa fare secco da Voldemort. 

"Sentiamo".

"Domani mattina non mettere il gel" gli suggerisce la ragazza, facendogli l'occhiolino. Blaine sbatte le ciglia un paio di volte. Forse è un tic nervoso.

"Dovrai strappare il tubetto dal mio corpo freddo e morto". 

Brittany compare alle spalle di Santana, i grandi occhi azzurri ricoperti di lacrime. 

"Sapevo che Lord Tubbington ti avrebbe ucciso, alla fine!" sussurra stringendolo in un abbraccio stritolare. "Mi dispiace, Blaine, ora sei un fantasma? Potrai comunque provarci con Kurt? Perchè bacia davvero bene! Se sei un fantasma puoi sentirlo, se ti bacia?"

E sì, forse la nuvola nera che Blaine si porta appresso e che non fa altro che ficcarlo nei guai è proprio di fronte a lui, sullo stipite della porta, nella diabolica forma di due cheerleader.

 

*

 

Santana si appoggia con un sorriso allo stipite della porta, stringendo Brittany in un abbraccio mentre guardano Blaine Anderson allontanarsi con passo incerto verso la sua auto.

“Credi che la mia idea funzionerà?” domanda Brittany sottovoce mordendosi il labbro preoccupata. Santana le sorride e bacia via quel piccolo broncio con leggerezza, appoggiando la testa sulla sua spalla.

“Ma certo che funzionerà, piccola. Tu hai idee straordinarie. Dobbiamo solo avere pazienza”.

 

*

 

Quella sera Blaine torna a casa dolorante, psicologicamente distrutto e pericolosamente in bilico sul parafulmini.

Gettandosi sul letto e accoccolandosi sotto le coperte, non può fare a meno di domandarsi se funzionerà. Perché dopotutto potrebbe: guardandosi allo specchio di Brittany si è riconosciuto a stento, con il viso arrossato, quei pantaloni così stretti euh, niente papillon.

Kurt Hummel è un tipo particolare, sembra appena uscito da un libro. Ogni volta che ci pensa, a Blaine quasi viene da ridere perché era ovvio che si sarebbe preso una cotta senza speranza per uno come Kurt, Santo Gandalf. Ciuffo rosa e aria silenziosamente pericolosa compresi.

Blaine sospira e afferra un libro a caso dalla pila sul comodino. Ha bisogno di distrarsi, perché se pensa finirà per avere in testa solo Kurt. E al momento Kurt è il maggiore dei suoi problemi: è il fulmine che sta per piombare su di lui e ridurlo a nient’altro che un mucchietto di insignificante cenere.

 

*

 

Blaine si sente osservato. Nel senso di molto, molto osservato. Ha qualcosa tipo gli occhi di mezzo corridoio puntati addosso, ci sono un paio di mandibole che stanno spazzando il pavimento e a Susan Jones sono appena caduti i libri di mano.

Sembra quasi l’incubo che ha avuto un paio di mesi fa, nel quale si presentava a lezione di economia domestica vestito da druido, con tanto di barba e libro di incantesimi, circondato da persone vestite da Stonehenge, e tutti lo fissavano.

Solo che ora è reale e lui è vestito da Blaine Anderson. O meglio, la versione ampiamente riveduta e corretta – e mutilata –made in Brittana. E tutti lo fissano lo stesso.

Fa un altro paio di passi e si lancia nel bagno dei ragazzi con un’agilità ninja che non sapeva di possedere, evitando per un pelo Brittany e Santana. Una volta nel cubicolo – energicamente chiuso a chiave perché non ci tiene a farsi infilare la testa nel water di nuovo, grazie tante – Blaine si prende un momento per osservare il modo in cui è conciato.

Se non fosse stato un malvagio piano pre-organizzato avrebbe detto di essersi vestito senza mettersi prima gli occhiali – e lui è piuttosto miope, quindi questo la dice lunga sul suo stato. I jeans attillati gli stanno letteralmente tagliando via le gambe e probabilmente presto si ritroverà privo della parte inferiore del corpo. Quella superiore non è tanto male, in fondo indossa solo una t-shirt scura e una sciarpa verde oliva. Niente caviglie di fuori, dei maledettissimi calzini e un paio di vecchissime converse di suo fratello completano il tutto.

Sembra un fattone. No, peggio. Non sembra Blaine Anderson.

E inizia a realizzare ora che potrebbe essere un problema se il non-Blaine Anderson finisse per piacere a Kurt.

Kurt, con il quale non ha nemmeno mai parlato, perché Blaine è schifosamente timido. Canta nel Glee Club, una volta sul palco riesce ad esibirsi di fronte a migliaia di persone e contemporaneamente saltare sui mobili e poi – poi si ritrova davanti Kurt Hummel e balbetta.

Cosa che sta succedendo proprio adesso. Merda.

“Uh – i-io, ehm”.

Fantastico, Blaine, fantastico. Ora lanciagli un Oblivion e scappa!

Davanti a lui – quando diavolo è uscito dal cubicolo, Blaine nemmeno se lo ricorda – c’è Kurt in carne ed ossa, ciuffo rosa pallido, piercing al sopracciglio, naturalmente inarcato, pantaloni praticamente cuciti addosso e occhi azzurri a poca distanza dai suoi.

Oh, e la sua bocca si sta muovendo.

“…cosa diavolo ti è successo, Anderson?”

E un momento. Perché Kurt sa il suo nome? E perché è appena arrossito? E perché Silente non ha mai detto ad Harry di Ariana? 

No, aspettate, sta andando fuori tema.

 

 

Angolino Selene

Ebbene, eccoci qui con la mia nuova long. Spero di non partire in sordina, si vedrà! Questo primo capitolo molti di voi probabilmente lo hanno già letto durante la Klaine Week, dove avevo annunciato che si sarebbe trasformato in una long. Quindi eccomi qui!

Il secondo capitolo arriverà domani, tanto per non farvi aspettare troppo! :D In ogni caso, il mio giorno di aggiornamento, escluso domani, rimarrà il martedì come per On My Way!

Stay tuned, quindi, e ci riaggiorniamo (ah-ah) domani!

Per chi volesse contattarmi su faccialibro o twitter, qui i link:

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Baci, Selene

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Maybe we could ***


Capitolo 2

Capitolo 2

"Maybe we could"

 

  

Blaine Anderson ha il cervello un po' fuori fase e lo sanno davvero tutti. Se dovesse tracciare un diagramma di statistica noterebbe delle capacità di concentrazione ad intermittenza, che vanno da altissimi picchi durante le sue partite ad Assassins Creed II, le ore al pianoforte o le lezioni di chimica a vergognosi momenti di totale black out, durante i quali la sua testa decide di dare forfait per isolarsi in un qualche universo parallelo. Sempre, irrimediabilmente nel momento meno opportuno, proprio come ora. 

Il fatto che Blaine abbia avuto il tempo di pensare alla statistica e agli universi in quei due secondi che impiega Kurt Hummel per smettere di arrossire come un peperone - facendo curiosamente a pugni con il rosa shocking del ciuffo, tra le altre cose - la dice lunga sullo stato disperato in cui vertono le sue cellule celebrali. 

Una volta aver scientificamente dimostrato a se stesso di essere completamente partito per la tangenziale, Blaine si arrende all'evidenza e capisce che ci sono due possibilità: a) Kurt è un'allucinazione partorita dal suo cervello, che in realtà lo ha messo KO per schermare l'atroce dolore delle pinzette di Santana sulle sue sopracciglia (maledetta figlia illegittima di Sauron, glie la pagherà); oppure b) il ragazzo è perfettamente reale lì di fronte a lui ed è perfettamente perfetto, gli ha appena domandato che diavolo gli fosse successo e Blaine sta ancora balbettando come - beh, come un perfetto idiota.

"Io - cosa?" chiede con un filo di voce passandosi una mano sul viso, dando dimostrazione del suo notevole acume. Kurt lo sta ancora fissando con l'aria di uno che non sa che farsene dell'immagine che si trova di fronte.

Alla fine sembra essere il primo a riscuotersi da quello scambio di sguardi e la sua mascella rientra nelle dimensioni normali - per un attimo Blaine aveva temuto che se la fosse slogata.

"Niente" risponde lentamente, continuando ad osservarlo di sottecchi mentre si incammina dondolando leggermente verso uno dei lavandini. "Domanda idiota, ignorami". 

Prima non l'ha notato, ma la voce di Kurt ha una cerca musicalità, una nota malinconica in un mare di freddezza. Senza apparente motivo - di nuovo al discorso del cervello fuso e la concentrazione di un opossum - Blaine si chiede se nessuno abbia mai fatto caso a quella nota fuori posto nella voce del ragazzo di fronte a lui.

Un’eventuale risposta si fa attendere troppo, a quanto pare, perché lo sguardo azzurro di Kurt si gela di nuovo e lui torna indifferente e misterioso come sempre. Si passa una mano tra i capelli, scompigliando le ciocche rosa che finiscono per ricadergli distrattamente sulla fronte, e poi finisce per sfiorare delicatamente il piercing al sopracciglio. Gli da le spalle e apre con un gesto secco il rubinetto dell'acqua, sciacquando via quella che sembra vernice rossa - Blaine sta pregando in elfico che non sia sangue - dalle mani.

Il rumore dell'acqua che sgorga dal rubinetto quasi copre il mormorio che sfugge dalle labbra di Blaine: "No, io - scusa, è che mi hai colto di sorpresa".

Vorrebbe prendere a testate la porta del cubicolo dal quale è uscito. Tra tutti i posti nei quali si sarebbero potuti incontrare, proprio il bagno? 

Ci manca solo che Kurt annunci di sapere dov'è l'entrata della Camera dei Segreti, il che potrebbe essere un grosso problema, perché Blaine ancora non ha padroneggiato l'uso del Serpentese. Non che non ci stia provando, ma questo è un dettaglio che non è necessario divulgare.

Kurt finisce silenziosamente di lavarsi le mani, sul viso un'espressione illeggibile. "Ti ho colto di sorpresa" ripete senza guardare Blaine negli occhi. Non tiene lo sguardo basso, semplicemente fissa un punto del lavandino davanti a sé mentre si asciuga le mani.

Blaine non ha idea di cosa pensare - il suo cervello è andato KO minuti fa, ricordate? - soprattutto perché non ha mai avuto l'occasione di osservare il ragazzo che ha attirato tanto la sua attenzione così da vicino. Kurt è sempre sfuggente, silenzioso e in qualche modo si muove per i corridoi come se stesse danzando su un campo minato, lasciandosi alle spalle gli sguardi incuriositi di Blaine. 

Tuttavia non si erano mai rivolti la parola fino ad ora, non si conoscevano e Blaine si era sempre limitato ad osservare il bordo della sua giacca di pelle ondeggiare e svanire all'angolo di ogni corridoio.

Perché, quindi, ora stanno intrattenendo questa bizzarra conversazione nel bagno dei ragazzi?

Kurt si passa le dita inumidite dall'acqua dietro al collo e socchiude gli occhi, così che Blaine riesca a intravedere solo una sottile linea azzurra, forse grigia, oltre le lunghe ciglia. 

Con la mano libera Kurt inizia a frugare nella tracolla alla ricerca di chissà cosa. Da quella distanza Blaine riesce a vedere abbastanza chiaramente che le nocche di entrambe le mani sono ancora arrossate.

Forse è l'aspetto apparentemente tranquillo, seppur freddo e distante, di Kurt, forse semplicemente è davvero fuori di testa, ma Blaine trova il coraggio per rispondere. 

"Beh" esala con un'alzata di spalle, sentendosi già le guance in fiamme. "Non pensavo sapessi come mi chiamo".

Kurt si volta leggermente verso di lui e solleva elegantemente un sopracciglio - quello libero dal piercing.

 

Il perché è strano che il ragazzo conosca il suo nome è chiaro ad entrambi e nessuno sente, infatti, la necessità di dirlo ad alta voce.

Blaine è uno degli sfigati nerd più patologici dell'intero McKinley, è gay ed è nel Glee Club: se la gente sa come si chiama è solo per via delle vignette davvero suggestive su di lui nei bagni dei maschi. Blaine si ritrova ardentemente a sperare che non sia proprio quello il motivo per cui Kurt conosce il suo nome. Ormai è diventato quasi immune agli insulti, ma ricorda molto bene le notti spese a soffocare i singhiozzi nel cuscino e non ha intenzione di riviverne nessuna.

Kurt è ancora palesemente sulla difensiva e tiene gli occhi socchiusi come quelli di un gatto particolarmente diffidente. Si studiano con curiosità fino a che Blaine non arrossisce e Kurt - beh, la reazione di Kurt è più sorprendente dell'ultimo numero di Death Note.

Alza le spalle, ostentando noncuranza mentre abbassa lo sguardo sulla sigaretta che si sta rigirando tra le dita sottili, e dice: "Mio fratello Finn è nel Glee Club. Parla continuamente di te e di quando hai baciato Rachel Berry ad una festa particolarmente alcolica, e di come al suddetto bacio è seguito un favoloso duetto con un paio di microfoni ricoperti di glitter".

"Oh" commenta Blaine avvampando. Finn parla di lui con Kurt? Si appunta mentalmente di assassinare quel bietolone idiota per non aver mai menzionato durante il Glee Club il suo fratellastro skank, quando invece è chiaro che parla dei suoi compagni di canto a casa. "Beh, ero un po' ubriaco e Rachel era molto convincente - ma sono gay. Molto gay".

Avete presente quei momenti in cui vorreste prendere a craniate il muro fino a svenire? Ecco, questo è uno di quelli.

Perché insomma, si può sapere che accidenti sta blaterando?

Cerca disperatamente qualcosa da dire che non somigli ad un'altra dichiarazione a cuore aperto - stupido, stupido Blaine che non sa tenere la boccaccia chiusa - perché beh, Kurt Hummel gli piace, lo intriga e il suo obiettivo era chiedergli di uscire, non fare il coming out più ridicolo del mondo. 

E Kurt sa che ha baciato Rachel! Vergognati, Anderson. Non si baciano le ragazze ubriache.

Dev'esserci qualcosa di bacato nel suo cervello visto che meno di venti ore prima ha baciato anche Santana. Ed era sobrio - più o meno. 

Alla fine se ne esce con la frase più stupida sulla faccia della terra.

"Aspetta, Finn è tuo fratello?"

Complimenti, impressionalo con il tuo spirito di osservazione!

I neuroni che dimorano nella sua scatola cranica hanno assunto le sembianze di Santana e Brittany e al momento sono impegnati a malmenarlo brutalmente con una clava e Blaine sente di meritarselo. Prende a tormentarsi il bordo della sciarpa con entrambe le mani, spostando il peso da un piede all'altro. Che diavolo sta facendo? Che qualcuno gli allunghi un Tardis, presto! 

Kurt non alza nemmeno gli occhi dalla sigaretta che si sta ancora rigirando tra le dita. 

"Fratellastro" lo corregge, scuotendo leggermente la testa. La totale mancanza di reazioni al suo ridicolo coming out lo destabilizza, ma non riesce a vedere i suoi occhi, quindi Blaine non può dichiarare la battaglia persa in partenza. Non ancora, almeno.

Alcuni ciuffi rosa ricadono disordinatamente sulla fronte di Kurt e lui non si prende la briga di spostarli. 

"Mio padre ha sposato sua madre l'anno scorso e io mi sono ritrovato il pacchetto Hudson versione integrale, disordine al limite del disgustoso e immensa idiozia compresi" dichiara con noncuranza.

Ed eccolo, un altro dettaglio in apparenza insignificante: la lieve nota di affetto nella sua voce. Visto che si tratta pur sempre di Finn Delicatezza di un Tirannosauro Hudson Blaine è indeciso se fargli le congratulazioni o le condoglianze, quindi opta per un silenzio perplesso.

Perché Kurt gli sta parlando della sua famiglia? Meglio ancora, perché Kurt gli sta parlando? 

Dall'espressione sul viso del ragazzo, sembra si stia chiedendo la stessa identica cosa. 

La verità è che, visto così da vicino, sembra solo un ragazzo molto riservato e particolarmente scostante, ma non pericoloso. Strano, perché se incontrato per i corridoi Kurt ha l’aria di uno capace di staccarti la testa di netto in caso dovessi entrare nel suo spazio vitale.

Ha uno sguardo che pietrifica e un'invidiabile espressione intimidatoria. Blaine non ha mai visto giocatori di football o bulli avvicinarsi a lui. Neanche guardarlo male, se è per questo, nonostante Kurt sia palesemente gay.

Ci sono delle storie che girano sul conto di Kurt, di quelle che ha sentito da Santana, che l'ha saputo da Mercedes, che ne ha parlato su facebook con Tina, che l'ha letto sul giornalino della scuola di Jacob Ben Israel.

Le voci che Blaine ha sentito - e delle quali fa fatica a fidarsi, ma non c'è modo di sapere se sono vere o castelli di carta di qualche idiota - riguardano l'ultima volta che uno dei bulli, tale David Karofsky, trasferitosi prima dell'arrivo di Blaine, ha provato a tirare una granita in faccia a Kurt. Stando a suddetti pettegolezzi, Kurt ha dato dimostrazione delle sue spettacolari abilità nelle arti marziali o qualcosa del genere, tanto che nessuno ha più dubitato della sua pericolosità.

 

Blaine non si aspettava niente di tutto ciò. Decisamente. Eppure eccolo qui, ad intrattenere una bizzarra chiacchierata con Kurt Hummel in persona, come se fosse perfettamente normale per due sconosciuti fare una cosa del genere. Nel bagno dei ragazzi. 

Non che la cosa gli dispiaccia, anzi. Semplicemente i piani di Brittany e Santana di solito non finiscono con un successo ma con un viaggio al pronto soccorso e mesi di terapia e psicologi.

Soprattutto, però, c'è il fatto che Kurt non parla. Blaine non l'ha mai visto rivolgere la parola a qualcuno che non siano le skank, e anche in quei casi non sembra davvero amichevole.

"Quindi" riprende Kurt, che non sembra intenzionato ad alzare il viso ma nemmeno ad abbandonare la loro allucinante conversazione. "Eri nel bel mezzo di un esperimento di chimica ed hai accidentalmente dato fuoco al tuo armadio, così sei stato costretto a rifarti il guardaroba?".

Stanno davvero parlando del rinnovato look di Blaine, appoggiati ad un lavandino, a meno di due metri l'uno dall'altro, in un bagno vuoto? Forse Blaine è stato drogato. Sì, non c'è altra spiegazione: quella è la peggiore delle sue allucinazioni. 

Visto che è un'allucinazione, quindi, Blaine può tranquillizzarsi e comportarsi da persona folle quale è, no?

"Mi piacerebbe dirti che sì, il mio armadio ha preso fuoco, così come la metà superiore delle mie sopracciglia" risponde con un sorriso, appoggiando la schiena al muro. Suddette sopracciglia ancora gli fanno un male cane, per inciso, e non per un disastroso caso di autocombustione. "Ma no, purtroppo non è così. Sarebbe stato terribile, una delle vie per Narnia distrutte così velocemente".

Kurt alza gli occhi nei suoi e Blaine trattiene il fiato al luccichio di divertimento che scorge nelle sue iridi azzurre. 

Magari Kurt Hummel non pensa che sia fuori di testa - o uno sfigato - perché ci sono più libri che preservativi sul suo comodino, in fondo.

Insomma, il succo della storia è che quel poco di neuroni che ancora resistevano stoici tra le oscure pareti del suo cranio ormai sono belli che andati. Stecchiti, morti, kaput. I loro scheletri giaceranno nella camera - del suo cervello - per sempre. *

L'assurdità della situazione nella quale si trova al momento lo fa quasi ridacchiare istericamente.

"Sono stato rapito da Santana e Brittany, le cheerleader" chiarisce con un sospiro e il cuore incastrato in una scomoda posizione dalle parti del suo esofago. Merlino, si può morire soffocati dal battito del proprio cuore? Che morte ridicola! "Evidentemente la mia vita era troppo semplice, perché pare che si siano svegliate ieri mattina con l'intenzione di trasformarmi in questo...uhm". 

Non saprebbe come meglio definirsi, quindi si limita ad enfatizzare l'ultimo termine ed accompagnarlo con un gesto eloquente verso se stesso. "Questo".

La sua allucinazione inarca il sopracciglio libero dal piercing come a dire "Ah". Se è per il riferimento alle Cronache di Narnia - perché non riesce a parlare come una persona normale, per Salazar, almeno una volta nella vita? - o perché Kurt ha una vaga idea di cosa significhi finire tra le grinfie di Brittany e Santana, Blaine non ne ha idea.

Apre la bocca per chiedergli se conosce anche le due cheerleader, da un lato terrorizzato all'idea che la conversazione possa morire lì senza che lui abbia la più pallida idea di cosa fare, quando la campanella che segna la fine della prima ora e l'inizio della seconda fa sobbalzare entrambi, riecheggiando fastidiosamente nel bagno vuoto.

Blaine si volta verso Kurt, imbarazzato - E adesso che accidenti dovrei fare? - e rimane di nuovo senza fiato nel vedere che l'espressione di Kurt è cambiata di nuovo, veloce come un lampo. 

È come se ogni emozione gli sia scivolata via dal viso, lasciando il posto unicamente a freddezza e diffidenza. Kurt fa un passo verso la porta del bagno e oh, ecco perché tutti pensano che sia pericoloso: ha un'espressione dura, i lineamenti tirati e un'aria semplicemente intimidatoria.

"Ehm" mormora Blaine, mordendosi un labbro timidamente. "Magari potremmo-"

Ma Kurt sembra essere distratto da tutt'altro, e in fondo lui non sa nemmeno come finirla, quella frase. Parlarne un'altra volta? Da un'altra parte? Prendere un caffè insieme? Sposarci e trasferirci a Diagon Alley? Magari preferisci Hogsmeade. 

Ed ecco che degenera di nuovo.

Kurt gli lancia un’ultima occhiata, carica di qualcosa che Blaine davvero non sa decifrare, e gira i tacchi.

"Ci si vede in giro" è tutto quello che dice prima di scivolare oltre la porta e scomparire, veloce come è arrivato. Che cosa diavolo è appena successo?

Rimane a fissare il punto in cui Kurt è svanito più sconcertato e confuso che ferito e l’improvviso silenzio in cui è calato il bagno sembra quasi portare con sé l’eco delle parole di Blaine.

Magari potremmo- potremmo cosa?

 

*

 

Kurt scivola velocemente lungo il corridoio - ancora deserto, grazie al cielo - trattenendo il fiato fino a che non raggiunge l'uscita secondaria della scuola, quella che da direttamente sul parcheggio. A quest'ora della mattina è vuoto anche quello, visto che tutti sono all'interno dell'edificio, perciò si sente immensamente grato per l'eccellente tempistica con la quale la campanella è suonata. 

Forse.

Kurt non è mai davvero grato che la campanella suoni. Significa esporsi alla folla del corridoio, significa rischiare che un bel giorno uno dei giocatori di football si ricordi che ehi, quello è Kurt Hummel, non è forse un gay sfigato anche lui? Picchiamolo! e poi-

Poi. 

Sa come difendersi, eccome se lo sa. L'episodio con lui l'ha dimostrato ampiamente e da allora tutti gli sono stati alla larga ma la gente dimentica in fretta e lui ha promesso che non sarebbe più successo nulla del genere. Mai, mai più.

Quanto gli rimane prima che qualcuno si accorga che se colto alle spalle, preso da solo, contro un gruppo di giocatori di football o hokey non c'è molto che possa fare per tenersi al sicuro? 

Ricorda perfettamente perché è diventato uno skank.

 

Si rende conto distrattamente di avere ancora la sigaretta tra le dita e se la infila dietro l'orecchio con un gesto stizzito, ancora troppo tentato all’idea di prendersi a schiaffi da solo. Che diavolo gli passa per la testa, fermarsi a parlare con quel ragazzo? 

Inutile che fingi di non sapere come si chiama, gli suggerisce la sua coscienza. Va bene, d'accordo, con Blaine Anderson. Contenti? Questo non cambia le cose.

Kurt si sente uno stupido per essersi permesso un tale momento di debolezza. Per uno sconosciuto, poi, e solo perché sembrava così perso, e confuso, e dolce…

È chiaro che non stava pensando con il cervello, in quel momento. Non stava pensando e basta. 

Non è forse riuscito ad andare avanti senza problemi fino ad ora? Non parla praticamente con nessuno che non siano le altre skank, Quinn o Finn, viene lasciato in pace - molti hanno paura di lui - e sembrava che sarebbe riuscito a sopravvivere al suo ultimo anno di liceo. 

Al sicuro nel suo armadio c'è il calendario sul quale spunta con ferocia i giorni che mancano al diploma e alla fine di quell'inferno. Non vi è una singola mattina in cui Kurt non desideri dare fuoco a quello stupido pezzo di carta. Troppo, troppo tempo. Non riuscirà a reggere quella farsa ancora a lungo, l'episodio del bagno è solo il primo segno di cedimento. Eppure pensava che ce l'avrebbe fatta. 

 

Che cosa diavolo è successo, allora? Cos'ha quel Blaine Anderson in più degli altri da spingerlo a rivolgergli la parola? 

Perché qualcosa l'ha spinto a rimanere in quel bagno invece di girare i tacchi tacchi ed andarsene e Kurt non riesce davvero a capire cosa.

Il suono fastidioso della seconda campanella lo avvisa che gli studenti ormai sono tutti in classe, quindi è ora di muoversi. Meglio passare per ritardatario sfrontato la metà delle volte che finire nel bel mezzo del caos del corridoio. 

Mentre si incammina velocemente verso l'aula di Francese - regola numero uno della sopravvivenza al McKinley Inferno High: sempre spostarsi velocemente dal punto A al punto B - lascia che il pensiero del ragazzo nel bagno gli scivoli via dalla mente. 

E' stato solo un episodio, continua a ripetersi come un mantra. Mi ha colto di sorpresa, un momento di debolezza. Non succederà di nuovo.

Quando si trova davanti alla porta della classe riesce quasi a crederci.

Tuttavia non riesce a togliersi dalla testa l'ultima frase che Blaine Anderson ha lasciato a metà, aprendo un mondo di possibilità e incertezze. Un semplice mormorio di parole che rimane per tutta la mattinata, anche quando fugge velocemente da una lezione all'altra, anche quando lancia sguardi glaciali al resto del mondo. 
Magari potremmo- potremmo cosa?

Qualcosa nell'equilibrio precario che è la sua vita si è spezzato ma Kurt ancora non se n'è accorto.

 

 

 

 

 

Note dell’Autrice

 

Tah dah! Scusate se non ho pubblicato prima, ma sono senza internet da venerdì e dovevo finire di scrivere questo capitolo, quando mi sono accorta che erano già tipo 3000 parole e passa, quindi ho detto, oh! Pubblichiamo! :D

So che non succede molto in questo capitolo, so che i primi sono pallosi, so che vi starete scartavetrando il cervello perché non capite che diavolo c’ha Kurt che non va.

Abbiate pazienza fino a martedì prossimo, dal terzo capitolo in poi le cose si movimentano parecchio!

Per quanto riguarda quella vaga vena di angst in questo capitolo…in questa storia di angst non ce ne sarà molto, è più che altro un partire da una situazione schifida ed arrivare all’ammmore Klaine. Però un pizzico appena appena c’è. Niente di traggico, giusto un filino.

Siete avvisati! :D

Un indizio: nel prossimo capitolo, Kurt darà prova delle sue…abilità, e Blaine ricorderà la prima volta che ha davvero visto Kurt.

A martedì!

 

Selene

 

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Capitolo 3
*** Sherlock ***


Capitolo 3

Capitolo 3
"Sherlock"

 

 

Blaine vorrebbe clonarsi e stringersi la mano da solo, perché quella settimana compie il miracolo. Detto così magari può sembrare un po' esagerato ma non può fare a meno di essere estremamente orgoglioso di se stesso: è riuscito a sfuggire a tre tentativi di sequestro di persona a mano armata, due attacchi terroristici a mensa durante la pausa pranzo e un tentato omicidio da parte di Brittany e Santana. Per ben sette giorni.

Dovrebbero dargli una medaglia al merito, oppure farlo entrare direttamente nella CIA, l'FBI o il KGB. O tutti e tre insieme.

Ok, forse il tentato omicidio non conta perchè può essere considerato un 'incidente'. Dopotutto Santana non voleva mica investirlo davvero con la sua macchina, no?

...minimo era pure premeditato.

In ogni caso Blaine riesce ad avere un minimo di respiro solo lunedì mattina, a ben dieci giorni dall'incontro con Kurt. Le due cheerleader sono state costrette a dichiarare una tregua per via dell'addestramento militare di Sue Sylvester, meglio conosciuta come Mefistofele.

La donna - se così può essere definita, considerato che ha sposato se stessa, si è fatta togliere i dotti lacrimali, si è fatta congelare l'utero e si nutre di ossa di opossum e broccoli frullati - ha costretto tutte le cheerios ad ore ed ore di allenamento a suon di insulti strillati al megafono, il cui eco raggiunge l'altra parte della scuola. Roba da far arrossire uno scaricatore di porto irlandese.

Conclusione: Santana e Brittany non si fanno vive da tre giorni. Devono essere troppo sfinite persino per attuare il piano A, rincorrerlo per i corridoi cercando di atterrarlo e malmenarlo con il mocio del bidello.

Blaine sente di poter tirare un meritato e lungo sospiro di sollievo, come se avesse appena superato un boss particolarmente difficile a Final Fantasy, di quelli che ti fanno trattenere il respiro fino a che non li vedi stecchiti a terra.

E pensare che stamattina si era anche vestito sui toni del beige per mimetizzarsi con gli armadietti. Se non altro Brittany non l'avrebbe visto nemmeno se ci fosse andata a sbattere.
Santana è tutta un'altra storia, ma Santana viene da Lima Heighs, ci vede come un falco e Blaine ha avuto in passato un debole assaggio di cosa tutto questo significhi. Non ha nessunissima intenzione di replicare l'esperienza.

"Ehi, Blaine!"
Blaine sobbalza e si volta di scatto, portandosi una mano al cuore, già pronto ad un'eventuale fuga d'emergenza in bagno o in classe o in un tombino, magari (che idea geniale!), ma davanti a lui c'è solo Mercedes, perplessa come non mai.

"Oh- per l'amor di Salazar, Mercedes, mi hai fatto prendere un infarto" sibila, appiattendosi contro il proprio armadietto e facendosi scudo dietro l'amica per sbirciare il corridoio affollato. Niente gonnelline, capelli biondi e insulti in spagnolo. E' salvo, per ora.
Mercedes lo osserva come se fosse venuto a scuola vestito da Legolas. Di nuovo.

"Ti stai ancora nascondendo da Brittany e Santana". Non è una domanda, è più un rimprovero esasperato. Cosa giustificatissima, tra l'altro, visto che è stata proprio lei a trovarlo intento a nascondersi in uno dei cestini dell'immondizia del corridoio fuori dall'aula del Glee Club.

Blaine non risponde, concentrandosi invece sul rallentare il proprio battito cardiaco prima di avere un infarto e rendendo chiaro che sì, si sta ancora nascondendo e sì, non sa per quando dovrà farlo.
Mercedes alza le spalle con noncuranza, evitando il suo sguardo neanche fosse un basilisco. Forse crede che sia pazzo. Può darle torto?

"Volevo solo sapere che canzone hai intenzione di portare per il compito di questa settimana, e se ti andava di fare qualcosa in duetto. Avevo pensato ad Adele o...non so, Florence + the Machine? La seconda è di una tonalità un po' bassa, ma ci si può lavorare".
Blaine sorride amorevolmente prima ai suoi libri di astronomia, poi alla ragazza. "Non so, devo ancora decidere il tema. Ti faccio sapere, ok?"

Non ha la più pallida idea di che canzone portare al Glee, venerdì, dato che il compito di Schuester si è rivelato più difficile del solito.

'Stati d'animo: sceglietene uno e rappresentatelo con una canzone'.

 

Di per sé è un tema quasi banale ma a Blaine non sono mai piaciute le cose ovvie, quindi vuole venirsene fuori con un tema ed una canzone originali. Se non altro per differenziarsi da Tina, che farà l'innamoramento, o Rachel, la disperazione per l'amore perduto. Qualcosa che non c'entri con l'amore no, eh?

"Sì, tranquillo" gli risponde Mercedes, trascinandosi dietro la tracolla con uno sbuffo. "Tanto abbiamo fino a venerdì per decidere. Allora, hai intenzione di dirmi perché Santana ti da la caccia?"
Meglio di no, pensa Blaine tormentandosi il labbro inferiore tra i denti. "Niente di che, è una storia lunga" risponde invece, stringendosi nelle spalle. Mercedes lo osserva di sottecchi ma lascia correre, segno che, almeno in parte, se l'è bevuta.

In fondo non ne sta parlando con lei per lo stesso motivo per cui sta evitando Brittany e Santana come la peste bubbonica, e si sente vagamente in colpa per questo.
La verità è che se la situazione gli è sfuggita di mano così tanto - completo makeover*, pazzia, forme leggere di stalking da corridoio, avete presente? - non può incolpare nessun altro se non se stesso.

Tutto è iniziato in maniera ridicola, davvero: Santana l'ha beccato ad osservare Kurt più del solito. Ok, quella volta Blaine gli stava guardando il sedere, ma Kurt l'aveva colto alla sprovvista, comparendo così davanti a lui, e Blaine non era riuscito a staccare gli occhi in tempo. Da lì si è scatenato più o meno l'inferno, dato che Brittany ha deciso che lui deve assolutamente chiedergli di uscire prima della fine del mondo e Santana l'ha appoggiata pienamente. Non è ancora riuscito a capire se l'ispanica l'ha fatto per amore di Brittany o semplicemente perché si diverte a vederlo contorcersi sotto di lei mentre viene minacciato con una pinzetta per le sopracciglia e un gatto obeso.

Oh, chi vuol prendere in giro, naturalmente la seconda.
Comunque, il fatto che Blaine a forza di osservare Kurt per i corridoi abbia sviluppato una sorta di adorazione per il suo ciuffo rosa, quindi una specie di cotta per il ragazzo, è un dettaglio talmente insignificante che non andrebbe nemmeno citato.
Non vuole parlarne con Brittany e Santana perché c'è qualcosa che lo frena - oltre alla tutela della privacy, ma Brittany nemmeno sa il significato della parola 'discrezione' - e in ogni caso si è reso conto che non saprebbe cosa dire.
Che si sono incontrati, che hanno parlato? Che è stato strano?
Sfortunatamente, Blaine sa di non poter evitare le due ragazze ancora per molto: presto riusciranno a coglierlo di sorpresa - quando meno se l'aspetta, sempre quando meno se l'aspetta - rapirlo, legarlo ad una sedia e chiuderlo in uno sgabuzzino buio per poi minacciarlo con lo scopino del bagno. Non vuole arrivare a tanto: se è il suo sangue che vogliono, lo avranno. E poi ha come l'impressione che Santana e Brittany gli nascondano qualcosa. Come fanno a sapere tante cose su Kurt, per esempio, o perché ne parlano come se lo conoscessero.
E poi perché Finn non ha mai menzionato il suo fratellastro durante una qualsiasi delle prove del Glee Club? Insomma, vivono insieme!

Persino Kurt non si è fatto problemi nel rivelarglielo - con suo sommo stupore, deve ammetterlo - e non ha fatto una piega quando Blaine ha nominato le due ragazze.

C'è qualcosa che gli sfugge e non riesce a sbrogliare la matassa, ma vuole indagare e il suo interesse per l'argomento - per Kurt - lo spaventa.

Era facile mettersi l'anima in pace e osservarlo da lontano. Ora che ci ha parlato, per quanto breve sia stata la loro conversazione, muore dalla voglia di svelare il misero che è Kurt Hummel.
Stalker, gli suggerisce la vocina nella sua testa.

Oh, ignoralo e inizia a fare domande in giro, gli sibila l’altra.

Perfetto, ci mancava solo il complesso di Gollum*. Quand’è che inizierà a perdere capelli e camminare tutto gobbo? Non sarà un bello spettacolo.  

Eppure freme all'idea di risolvere il mistero, da bravo uomo di scienza.

Il fatto che ha un debole per Kurt non c’entra nulla.

Sì, come no, Sherlock.

In ogni caso, c’è una sola persona che conosce alla perfezione tutti i fatti del McKinley, i retroscena, le storie sporche, e Blaine è fortunato. Se chiede, forse non verrà gettato in un cassonetto.

 

*

 

Noah Puckerman, meglio conosciuto come Puck, o ‘quel vandalo delinquente’ è celebre per essere andato a letto con tutte le ragazze della scuola – esclusa Rachel a causa delle sue gambe sigillate, e Tina perchè, beh, Mike. E Mercedes. Ok, forse non proprio tutte tutte – almeno due volte. E si sa quanto le ragazze del McKinley siano chiacchierone.

Puck è solito farle spettegolare per evitare il momento coccole post-sesso: in questo modo lui non deve coccolare ragazze delle quali ricorda sì e no il nome, e viene persino informato di qualsiasi evento, grave o insignificante che sia, che ha luogo entro i confini del liceo McKinley di Lima – a volte anche oltre.

Blaine non sa se essere disgustato o ammirato, a questo punto. Se condividesse la filosofia di vita del ragazzo a quest’ora gli avrebbe già eretto un tempietto elogiativo e si sarebbe proclamato supremo sacerdote del Puckanesimo.

Oppure sarebbe in prigione.

 

Noah Puckerman è un genio del male, un criminale con un cuore d’oro, un buon amico – ogni tanto – e un ottimo compagno per Call of Duty. E’ anche introvabile, al momento.

Blaine avrebbe voglia di prendere a testate l’anta dell’armadietto. Possibile che quando serve a lui, Puck scompare?

Dopo aver passato al setaccio l’intera scuola – sgabuzzini e bagni chimici compresi, e persino dentro gli armadietti dello spogliatoio dei giocatori di football perché non si sa mai - si arrende a chiedere di lui in giro.

I primi che gli capitano sotto tiro sono Mike e Tina, intenti a salutarsi con un certo entusiasmo proprio nel bel mezzo del corridoio. Blaine preferirebbe mangiarsi un cravattino piuttosto che piombare lì ed interromperli, ma non può fare altrimenti.

Si incammina lungo il corridoio, pregando in elfico tra sé e sé. Fa che Mike mi veda, fa che Mike mi veda...

C'è un lieve tossicchiare, poi un suono molto simile a quello che farebbe un lavandino appena sturato, e Mike si volta verso di lui con un sorriso.

"Blaine! Eccoti, ma dov'eri finito? Brittany ti ha cercato per tutta la scuola armate di retino per i pesci!"

Mike, oh Mike, salvezza mia.

"Io - uhm. Ero in giro. Ragazzi, avete visto Puck?"

Tina lo osserva con una certa preoccupazione. "Blaine, dobbiamo preoccuparci? Perché cerchi Puck?"

Menti, gli suggerisce la vocina nella sua testa. E fallo in fretta. Ed evita il contatto visivo, ti farà scoprire!

Blaine abbassa gli occhi sui suoi libri e alza le spalle, ostentando indifferenza. "Mi aveva chiesto di aiutarlo in Geografia Economica".

Tina scuote la testa e Mike ridacchia.

"Sospensione senza obbligo di frequenza" dichiara il ragazzo. "Pare che abbia disseminato l'aula di arte di mele intagliate a forma di...cose. E la signorina Mason è inciampata in una di queste, si è rotta un femore e si è fatta venire un esaurimento nervoso. Figgins non ha gradito, ecco".

Per quanto Blaine apprezzi la creatività di Puck, questa non ci voleva.

"Oh, fantastico" borbotta tra sé e sé.

"Ragazzi, io vado a Francese" sospira Tina, sistemandosi una ciocca scura dietro l'orecchio e sporgendosi per baciare Mike sulle labbra. "Ci vediamo dopo alle prove del Glee. Blaine, che canzone porti?"

Blaine alza le spalle in risposta e distoglie lo sguardo, arrossendo vagamente, quando Mike risponde entusiasticamente al bacio.

Passa qualche secondo, poi Tina sussurra qualcosa all'orecchio del suo ragazzo e se ne va.

"Quindi" esordisce Mike sistemandosi lo zaino in spalla. "Che lezione hai ora?"

Blaine controlla l'orario e si lascia sfuggire un gemito. "Educazione fisica" biascica nello sconforto più totale.

Perché, perché deve subire quella tortura? Se si esclude la boxe, Blaine ha qualche serio problema con gli sport. Specialmente quelli che coinvolgono corde o quadri o - peggio di tutti - palloni da basket.

Mike gli lancia un'occhiata comprensiva - grazie al cavolo, tu sei un giocatore di football! - e dichiara: “Io ho ora buca. Dai, ti accompagno”.

Si incamminano in un silenzio tranquillo lungo il corridoio, che però a Blaine suona molto come una marcia funebre, e Mike è il primo a romperlo.

“Allora, qual è il vero motivo per cui cercavi Puck?”

Uhm. Beccato.

Mike lo domanda con l’aria di chi sta pensando ‘non dirmi che hai una cotta per lui’, quindi Blaine inorridisce mentalmente e si affretta a spiegare.

“Sai che lui sa sempre tutto di tutti, no? Avevo bisogno di chiedergli una cosa su – su Kurt. Kurt Hummel”.

Complimenti, Holmes, davvero. Tu si che sai come essere discreto!

Mike trattiene rumorosamente il respiro e Blaine alza gli occhi dal pavimento, incuriosito.

“Lo conosci?” domanda perplesso dalla sua reazione.

Mike gli lancia una lunga occhiata inquisitoria. “Perché vuoi saperlo?” chiede con un tono strano. Non è arrabbiato, ma sembra guardingo.

A quanto pare la fama di pettegoli del McKinley oggi è stata ufficialmente smentita. Nessuno sa niente. O meglio, nessuno vuole dire niente, il che è anche peggio.

Blaine opta per una mezza verità. “Lo vedo spesso in corridoio e l’altro giorno ci siamo casualmente incontrati in bagno – in realtà gli sono andato a sbattere addosso per sbaglio – e abbiamo scambiato due parole. Ero solo curioso, è...Particolare. Molto particolare. Meravigliosamente particolare. “...un tipo curioso”.

Mike inarca un sopracciglio con aria stupita. Il ragazzo è un’arma a doppio taglio: non è un gran pettegolo, quindi non andrà a riferire al mondo che Blaine ha chiesto di Kurt – forse nemmeno a Tina – ma la cosa cade anche a suo svantaggio, perché non gli dirà di Kurt.

“Ha parlato con te?” domanda l'asiatico, rallentando il passo e scrutando il suo viso in cerca di chissà cosa. Blaine si limita ad annuire. Perché è così sconvolto dal fatto che Kurt abbia parlato con – ah, giusto. Kurt non parla.

“Ma – ma lui non parla con nessuno” borbotta infatti Mike freddamente, arricciando il naso con un gesto stizzito. “Non più” si corregge un attimo dopo.

“Quindi lo conoscevi”.

Mike esita, poi sul viso gli compare un’espressione amareggiata.

“Eravamo amici”.

Fino a che non si salutano, in palestra, Blaine non riesce a strappargli nient’altro.



*


Blaine si è arreso, alla fine della giornata, ad affrontare Brittany e Santana. Non che le cheerleader abbiano appeso manifesti con la sua faccia promettendo denaro in cambio del suo scalpo, ma non sa cos’altro fare: dopo essere uscito mezz’ora prima da educazione fisica con del ghiaccio istantaneo premuto sulla faccia – pallavolo, che sport atroce – ha incontrato Tina di ritorno da Francese e l’ha placcata in corridoio, chiedendogli a bruciapelo di Kurt. Tutto quello che ha ottenuto è stato un singhiozzo e un paio di enormi occhi a mandorla lucidi, prima che Tina scappasse letteralmente nel bagno delle ragazze.

Ma che diavolo…?

 

Qualsiasi cosa abbia combinato Kurt Hummel prima che Blaine si trasferisse al McKinley…beh, sembra esserci finito di mezzo l’intero Glee Club.



*



Brittany è miracolosamente sola nell’aula vuota di Spagnolo, intenda a disegnare con i pastelli il ritratto di – uhm, Rachel divorata da una pianta carnivora? Allegorico.

“Ciao, Brit”.

La ragazza alza di scatto la testolina bionda al suono della sua voce. “Blaine! Ti ho cercato per tutta la scuola, perfino sotto alle piante di piselli del corso di giardinaggio! Dov’eri?”

Blaine lancia un'occhiata di sfuggita al disegno: non sa se è più somigliante Rachel alla vera Rachel, o la pianta carnivora alla vera Rachel. Si chiede, a livello di subconscio, cosa tutto ciò possa significare.

“In giro. Devo farti delle domande, Brit”.

Brittany assume un’aria terrorizzata e Blaine si affretta a chiarire. “No, non di scuola, tranquilla! Volevo solo sapere…che cosa sai di – beh, io –“ Blaine si domanda se non farebbe prima a somministrare del maledetto Veritasserum all’intera scuola.

“Oh” lo interrompe Brittany candidamente, facendogli segno di sedersi sul bordo del banco di fronte a lei. “Volevi sapere di Kurt”.

Blaine strabuzza gli occhi e si da accidentalmente una manata in faccia, strappandosi un gemito di dolore quando si colpisce inavvertitamente il livido sotto all’occhio. Sì, quello a forma di gomito di Jacob Ben Israel, pericoloso pallavolista.

“Non c’è bisogno di lamentarsi, andiamo! Non devi essere geloso!” esclama Brittany puntandogli contro un pastello a cera color oro.

“…geloso?” mormora Blaine appoggiandosi al banco con un sospiro.

Perché, perché si è cacciato in questa situazione? Ah, sì. Il ciuffo rosa.

“Beh, io e Kurt siamo stati insieme per una settimana” dichiara Brittany come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

A Blaine quasi escono gli occhi fuori dalle orbite – carino, ritrovarsi con due bulbi oculari penzolanti sulla faccia. “Cosa?”

Brittany alza le spalle e a Blaine viene in mente una frecciatina di Santana, durante la loro ‘seduta di ri-modernizzazione’.

Brittany dice che Kurt bacia da dio.

 “Siamo stati insieme una settimana” ripete Brittany con un sorriso dolce. “Poi ci siamo lasciati e lui ci ha cantato sopra – era il compito del Glee di quella settimana. Cantarci sopra, non stare con me – ed è tornato a sguazzare nel mare dei delfini. Bacia bene, però”.

Ok, Blaine ha ufficialmente il cervello in pappa e la mascella è arrivata talmente a terra che sta spazzando il pavimento.

“Kurt era nel Glee Club?” biascica aggrottando le sopracciglia.

Per chissà quale strano motivo l’immagine mentale che ha del ragazzo stride terribilmente con il canto corale coreografato. Sarà per l’aria pericolosa? Sarà per il ciuffo? I piercing? Il fatto che non parla?

Però canta, a quanto pare. O per lo meno cantava.

“Certo che era nel Glee Club” esclama Brittany, più a se stessa che a Blaine.

“E poi che è successo, Brit?” domanda Blaine avvicinandosi a lei e resistendo all’impulso di prenderla per le spalle. Ti pareva che di tutta la scuola, le informazioni le aveva Brittany S. Pierce?

Il viso candido della cheerleader si rabbuia e lei aggrotta le sopracciglia.

“Non lo so” sussurra, tornando a colorare le foglie della sua pianta carnivora. “Ma è stato qualcosa di brutto, perché dopo non c’era più Kurt”.

Blaine si ributta a sedere contro il banco con un sospiro.

Cosa accidenti è successo per far diventare Kurt così come è ora?

“Ora scusami, Blaine, ma devo andare” borbotta Brittany dopo un po’, raccogliendo le sue cose alla rinfusa. “Devo assistere all’incontro di Wrestling tra la coach Sylvester e Lord Tubbington”.

Blaine lancia un'ultima occhiata al foglio.

Sì, è la pianta carnivora, che assomiglia a Rachel. 

 

*

 

Blaine si sta avviando verso il parcheggio, perso nei suoi pensieri, alla fine della giornata.

Di Kurt anche oggi nemmeno l'ombra, sembra come scomparso nel nulla.

Blaine alza una mano per sistemarsi gli occhiali sul naso, gesto che compie sempre quando è pensieroso, prima di ricordarsi che li ha tolti in favore delle lenti a contatto, così lascia cadere la mano lungo il fianco e spinge l'ultima porta che lo separa dal parcheggio.

Un istante dopo viene spinto contro l'ultima fila di armadietti ed il suono metallico del colpo riecheggia lungo tutto il corridoio, ormai deserto.

"Ehi, Anderson, cosa ci facevi oggi negli spogliatoi, cercavi qualcuno da spiare?"

Blaine tiene la testa bassa e non risponde, perchè rispondere è un po' come offrirsi su un piatto d'argento con una mela in bocca ed un contorno di patate arrosto.

Uno dei suoi assalitori - sono sempre più di tre, mai uno. Certe lezioni vanno date in gruppo - lo spinge di nuovo contro l'armadietto. "Che fai, principessa, non rispondi?"

"Buttiamolo nel cassonetto!" esclama qualcuno ridendo. A Blaine fischiano le orecchie e non è sicuro di riuscire a muoversi per davvero.

C'è un altro suono metallico, però - qualcuno deve aver sbattuto la mano sull'armadietto di fianco a dove si trova - che sembra risvegliare qualcosa nella sua memoria.

 

"Allora, principessa, ti sembra educato sbandierarci la tua perversione così sotto il naso proprio al ballo?"

Un colpo metallico. Il cassonetto.

"Picchiamolo, picchiamolo".

"Che fai, principessa, non rispondi?"

 

Inizia a correre e magari loro non se lo aspettano, ma sono almeno il doppio di lui e sono quattro. Non riesce ad arrivare nemmeno a metà parcheggio che l'hanno già afferrato di peso, ridendo a più non posso, e l'hanno gettato nel cassonetto più vicino.

"E vedi di rimanerci!"

Blaine non fiata, si morde a sangue il labbro pur di rimanere in silenzio, e aspetta che le voci e i passi si allontanino prima di sporgersi fuori dal cassonetto verde scuro.

Deve aver appoggiato male il ginocchio quando è caduto dentro, perchè ora è dolorante e riesce ad appoggiarlo a stento.

La cosa che lo disgusta di più è che il primo pensiero è che ehi, perchè diavolo ha appoggiato così la gamba, ormai dovrebbe esserci abituato.

Fa leva sulla gamba sana e sulle braccia e scivola fuori dal cassonetto, atterrando sull'asfalto del parcheggio con un saltello privo di equilibro e togliendosi una buccia di banana dalla spalla con un verso disgustato.

 

Quando alza gli occhi lo vede, proprio lì, a meno di dieci metri di distanza, appoggiato al muro. Ha una sigaretta tra le mani ed è quasi nascosto dalla penombra del lato del parcheggio coperto dal tetto e le grate, ma la sua figura è comunque inconfondibile.

Kurt lo sta osservando uscire dal cassonetto con la mascella tirata un luccichio di rabbia negli occhi, inconfondibile anche a quella distanza. Si guardano per un istante e Blaine abbassa gli occhi, mortificato. Scompare per tutta la settimana e poi salta fuori proprio mentre lo buttano in un cassonetto, meraviglioso.

Per un attimo Blaine ha l'impressione che Kurt voglia avvicinarsi, ma quando rialza gli occhi lui si è già voltato e se ne sta andando a passo di marcia.

Naturalmente, pensa Blaine. Piramide sociale.


Vederlo allontanarsi, per qualche strano motivo, gli lascia uno spiacevole vuoto allo stomaco.

 

*

 

Kurt si passa una mano sul viso sudato e riprende a percorrere la sua stanza su e giù. Dannazione, che diavolo gli prende? Perché non può semplicemente spegnere il cervello e smettere di pensare?

Apre un cassetto, estrae una scatola nera e la butta sul letto.

Un respiro profondo, un secondo. Un terzo per sicurezza.

Calmo. Rimani calmo.

Non sa cosa diavolo gli stia prendendo, perché improvvisamente ha voglia di massacrare di botte Azimio e la sua cricca, per via di un'altra persona.

E Kurt aveva promesso che non sarebbe più successo.

Estrae dalla scatola il primo shuriken, se lo rigira tra le mani con aria pensierosa.

Perché  proprio Blaine Anderson? Cos'ha di diverso?

Lancia la stelletta voltandosi con uno scatto fulmineo proprio contro il cartellone appeso al muro, distante una decina di metri, e manca il bersaglio al centro di molto. Quella sfera rosso fuoco sembra quasi prendersi gioco di lui.

Forse rivede se stesso in Blaine. Forse è quello che l'ha sconvolto.

Lancia un'altra stelletta, con più violenza. Manca il bersaglio.

No, non può essere. Blaine Anderson sembra essere il suo esatto opposto. Magari Kurt se lo vuole semplicemente portare a letto. Lancia la stelletta, manca il bersaglio. Ride di se stesso: non è quel tipo di skank. Non è quel tipo di persona. Non è e basta.

Magari il punto sta proprio in Blaine: ha qualcosa di diverso dagli altri, forse negli occhi, forse nel sorriso, forse dentro, dove Kurt non può vedere davvero, eppure è così chiaro. Blaine deve aver smosso qualcosa in lui in quel bagno - magari prima ancora - e non solo il silenzio, non solo la freddezza. Kurt si sente come se Blaine gli avesse fatto sentire la mancanza di un sorriso genuino regalandogliene uno. Come se gli avesse fatto tornare la voglia di combattere.

Lancia l'ultima stelletta della scatola.

Centro.

Il cartellone cade con un tonfo.

*

Blaine ha deciso di passare il finesettimana al Lima Bean a scrivere minuziosamente la sua relazione sui buchi neri. Il binomio astrofisica - rifornimento perpetuo di caffé è quello vincente e si dedica al compito più che volentieri. Oh, la sua amata astrofisica!

Non sta aspettando nessuno, quindi quasi si strozza con il suo stesso medium drip quando la sedia libera al suo tavolo viene spostata indietro e qualcuno si siede. Blaine alza lo sguardo di scatto e si trova davanti un ragazzo seduto proprio di fronte a lui con un caffé in mano, un sorrisetto sulle labbra e un paio di occhi chiari anche troppo familiari.

 

 

 

 

Note dell'Autrice



Lo so che avevo detto che in questo capitolo Blaine si sarebbe ricordato della prima volta che ha visto Kurt, ma ho deciso di farvi stare un'altro po' sulle spine perché la storia si è notevolmente allungata, nella mia testa (naturalmente xD come sono prolissa!) e quindi ecco, BUM, non lo saprete prima di qualche capitolo! :)

Scusate per la lieve vena di Blangst, ma ci andava per forza. Il miniflashback del suo primo ballo potevo risparmiarvelo, direte voi. Purtroppo no, si è scritto da solo.


Per quanto riguarda le abilità di Kurt...forse ve ne state facendo lentamente un'idea.
Sì, è pericoloso esattamente come sembra.
In ogni caso, CLIFFHANGER FINALE, buahahahaha!

Ok, non fatemi del male, io vi voglio bene! Signori, si aprono le scommesse! Chi è appena entrato al Lima Bean e si è seduto PROPRIO di fronte a Blaine?
Ah, ultima nota: dal prossimo capitolo comparirà un personaggio che in una nerd!Blaine/qualcosa!Kurt ancora non si era mai visto (almeno credo-spero), quindi...qualcuno ha ipotesi?
Sono curiosa di sapere cosa pensate!

A martedì,
Selene!

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Capitolo 4
*** The Gollum complex ***


GleeHead, ora puoi esclamare "Per Salazar

GleeHead, ora puoi esclamare "Per Salazar!"




Capitolo 4

"The Gollum complex"

 




"Sebastian?" domanda Blaine perplesso. 
Il ragazzo si allenta il nodo della cravatta rossa e blu e lascia cadere la tracolla a terra.
"No, Finnick dall'oltretomba" risponde acidamente slacciandosi anche i bottoni dorati del blazer. "Non guardarmi come se mi fosse cresciuta un'altra testa, ti prego. Chi ti aspettavi?"
Blaine solleva le sopracciglia di fronte al lieve ghigno del ragazzo seduto al suo tavolino, ma non dice 'non te perché dovresti essere alle lezioni pomeridiane della Dalton' né 'non mettere in mezzo Finnick, bastardo che non sei altro'. 

L'argomento Finnick è un argomento tabù per entrambi. Blaine, effettivamente, è ancora in fase di vedovanza. A quanto pare Sebastian si è già ripreso dal trauma della sua - uhm, dipartita.
Blaine sposta il portatile e i libri di astrofisica con un sospiro pesante e anche un po' esagerato e Sebastian finalmente si concentra su di lui.
"Ehilà, Gollum" esclama allegramente, come accorgendosi solo ora di non averlo ancora salutato.
Blaine ignora il soprannome come meglio può, tanto ormai ci ha fatto l'abitudine, e gli passa una bustina di zucchero di canna guadagnandosi un sorriso meno malizioso e più tendente alla gratitudine. 

Il Warbler si passa una mano tra i capelli e si stiracchia lentamente, rovesciando l'intera bustina nel caffè.
"Cosa c'è di meglio di un pomeriggio passato a farsi strada tra un girone e l'altro a Dante's Inferno* e poi una meritata pausa caffè con il proprio compagno di merende nerd?" esala, prendendo un lungo sorso dalla sua tazza e facendo l'occhiolino al barista mentre passa per prendere l'ordinazione del tavolo di fianco al loro.
Blaine segue con la coda dell'occhio il ragazzo biondo, che ha appena assunto una colorazione rosso fuoco troppo simile ai bordi della giacca di Sebastian e sembra star sudando freddo mentre appunta le ordinazioni sul proprio taccuino con mani tremanti.
"Il fatto che suddetto caffè sia corretto. O il biondino che ancora non hai conquistato, immagino" risponde Blaine, riprendendo a sfogliare pigramente il libro fino a raggiungere la pagina giusta.

Dopotutto il segreto per trattare con Sebastian è non trattare con Sebastian.
Inizia a leggere il primo paragrafo, cercando di ignorarlo. Cosa che a Sebastian Smythe proprio non va giù.

"Mhpf" lo interrompe, sbuffando leggermente dal naso. Prende un altro lungo sorso di caffè - corretto, appunto - e i suoi occhi si illuminano di malizia come le lucine di un albero di Natale. "Si da il caso che il biondino in questione ieri sera sia sgattaiolato via molto furtivamente dalla mia stanza, Smigòl".

 

Blaine scuote la testa perché solo Sebastian può essere il peggior nerd sulla faccia della terra e contemporaneamente passare ogni weekend  con un ragazzo diverso in un club diverso, e Sebastian ridacchia, leccandosi le labbra con enfasi e piegandosi all'indietro sulla sedia con le mani dietro la testa. Al cameriere cade di mano il taccuino.

"'Bas, smettila di metterlo a disagio, per Godric" decide di rimproverarlo Blaine alla fine. Non vuole avere il ragazzo sulla coscienza. "Sembra che stia per partirgli un embolo. Cosa gli hai fatto?"  

Sebastian gli lancia il suo miglior sguardo innocente, avendo addirittura la faccia tosta di mostrarsi offeso dalla sua accusa. "Fatto niente. Dici a me? Colpa sua. Sono un uomo d'onore, io".

"Sebastian".

"Blaine".

Oh, beh, se non altro stavolta ha usato il suo nome.

"Sebastian".

"Gimli?"

"Boromir?"

"Legolas!"

"Aragorn!"

"Saruman!"

"Nazgul!"

C'è un momento di silenzio, in cui Blaine fissa Sebastian e Sebastian fissa Blaine e l'intero Lima Bean fissa Blaine e Sebastian, poi entrambi scoppiano a ridere sopra al tavolino, incapaci persino di prendere fiato tra un singhiozzo ed un'altro.

La risata aperta e sincera di Sebastian, la prima vera di quella giornata, riporta Blaine indietro di un paio di anni, dritto al periodo in cui frequentava la Dalton e aveva conosciuto il ragazzo.

Sebastian Smythe si era trasferito da Parigi a Westerville portando con sé un bagaglio di diffidenza, sorrisi maliziosi e proposte sconce nei posti più impensati, trasformando le giornate di Blaine alla Dalton Academy, e tra gli Warblers, in vere e proprie guerre di trincea.
Sebastian ci aveva provato con lui in tutte le maniere possibili, usando tutti i trucchetti che conoscesse e comprandosi l'aiuto di mezza scuola. Solo che a Blaine Sebastian non piaceva in quel senso e tendeva a ripeterglielo giornalmente - ok, ogni cinque minuti - rimanendo, naturalmente, inascoltato.
Fino a che non erano diventati amici. In effetti il modo in cui era successo rimaneva uno mistero.

Fortunatamente non c'era voluto molto perché Blaine vedesse oltre quel Sebastian, oltre quella maschera che portava avanti ogni giorno, oltre il blazer che indossava con orgoglio: era bastato farlo entrare in camera sua e piazzarlo davanti ad Assassin's Creed, perché dove non arrivavano i gesti o le parole, arrivava Ezio Auditore.

Ricordava quell'episodio come un dei più buffi della sua intera esistenza: Sebastian aveva fissato il muro della sua stanza interamente ricoperto di poster, locandine di film fantasy e disegni, e poi si era voltato verso di lui, aveva alzato le spalle e aveva commentato: "Beh, pensavo di sbatterti al muro e strapparti i vestiti di dosso, ma non potrei mai farmi uno che si fa le seghe con i poster di Legolas".
Si era seduto a gambe incrociate sul suo letto, aveva afferrato il joystick e aveva borbottato: "Beh? Non vieni, hobbit?"

Da quel momento in poi Blaine aveva considerato la guerra di trincea conclusa e Sebastian aveva davvero smesso di provarci con lui ed era diventato il suo migliore amico. E il suo 'compagno di merende nerd', come amava definirsi il ragazzo.
Blaine ha realizzato, con il tempo, di essere stato fortunato: Sebastian è una persona straordinaria, se gli si da l'opportunità di farsi conoscere. Se non avesse smesso di provarci con lui, o Blaine avesse ceduto, ora non sarebbero amici.
E Blaine non sa cosa farebbe senza Sebastian. Il ragazzo sa essere una vera spina nel fianco, non ha un minimo di autocontrollo quando si parla di linguaggio o educazione, è il miglior compagno di gilda che si possa desiderare in un gioco online, è antipatico, stronzo, cinico e spesso egoista e competitivo - la loro lotta per gli assoli all'interno degli Warblers si è conclusa solo con il trasferimento di Blaine al McKinley, dopotutto.
Eppure ogni volta che Blaine ne ha bisogno - prima ancora di rendersene conto lui stesso - Sebastian c'è. A modo suo, con i suoi tempi e i suoi metodi, spesso l'esatto opposto di ciò che Blaine pensa di volere, ma c'è.
Sì, Blaine si ritiene molto fortunato.

Quando l'attacco di risatine isteriche si esaurisce - Blaine nel frattempo si becca un'occhiata ingelosita del tutto ingiustificata da parte del cameriere - Sebastian scuote la testa e gli ruba il libro di astrofisica da sotto le mani. 

"Andiamo, ancora con questa roba?" brontola, chiudendo il volume con un tonfo e buttandolo dall'altro capo del tavolo.

Blaine conosce Sebastian come le sue tasche, quindi non ha nessuna intenzione di farsi fregare. Ha il vago sospetto di sapere perché è quando dovrebbe essere a lezione di Francese Avanzato alla Dalton Academy.

"Seb, perché non mi dici il vero motivo per cui se qui? Perché non è il cameriere e non è il caffè. Chi è talmente idiota da guidare due ore da Westerville a Lima per del caffè?" chiede Blaine osservandolo attentamente in faccia alla ricerca di segni di cedimento

Sebastian non prova nemmeno a fingere, consapevole del fatto che Blaine se ne accorgerebbe. Si fruga nelle tasche, borbottando comunque qualcosa molto somigliante a 'però James è davvero bravo a letto' che Blaine sceglie di ignorare per il bene della sua psiche ed estrae l'iphone, porgendolo a Blaine con un'occhiata inquisitoria.

Sullo schermo è ancora aperta una serie di sms, apparentemente scambiati tra Sebastian e- oh. Oh.

Da: Sauron

Smythe.

 

A: Sauron

Tempismo eccezionale, Lopez. Sappi che hai interrotto un meraviglioso torneo di Tekken.

 

Da: Sauron

L'hobbit mi è sfuggito tutta la settimana, c'entra tu-sai-chi e sospetto il coinvolgimento del complesso di Gollum e la cosa no me gusta. Sarà sicuramente nella Contea, quindi placcalo e interrogalo. Trascinalo a Mordor, se necessario. 

 

A: Sauron

Sono già in macchina. E no me gusta nemmeno a me.

 

Blaine alza gli occhi in quelli verdi del ragazzo di fronte a lui.

"Non so se essere più spaventato dal fatto che tu e Santana complottate alle mie spalle e vi scambiate messaggi sulla mia inesistente vita sentimentale, Sebastian, o dal fatto che suddetti messaggi sono a tema Signore degli Anelli, cosa che lei nega giornalmente di conoscere".

Sebastian scrolla le spalle con nonchalance. 

"Glie li hai fatti vedere tu, i film" commenta come se fosse la cosa più normale del mondo.

"Touché".

Il complesso di Gollum
è il frutto del primo incontro tra Santana e Sebastian. Il Warbler continuava a domandare a Blaine perché diavolo ogni volta che lo chiamava al cellulare c'era una ragazza che gli urlava dietro una sequela di insulti - la metà in spagnolo - e Blaine aveva finito per farli incontrare per un caffè al Lima Bean. Un'uscita a tre, insomma.
Avrebbe dovuto immaginare che Sebastin e Santana insieme avrebbero avuto la stessa potenza distruttiva di un intero arsenale di armi atomiche. Nel giro di dieci minuti lo avevano mandato talmente tanto fuori di testa che Blaine aveva inziato ad interrogare la propria coscienza su come assassinarli entrambi senza dare nell'occhio. E su dove nascondere i cadaveri.
Fin qui niente di strano, se non fosse per il fatto che l'aveva fatto a voce alta, e Santana e Sebastian l'avevano guardato come se avessero avuto davanti uno scarafaggio particolarmente interessante.
Poi il gene nerd di Sebastian si era acceso come la sirena dei vigili del fuoco e il ragazzo gli aveva diagnosticato con un ghigno il complesso di Gollum. Ovvero: Blaine Anderson parla con la voce della propria coscienza, premurandosi addirittura di avere un'opinione completamente differente da quella della sua stessa testa. Proprio come Gollum e Smigòl.
Da quel giorno Blaine non è più uscito con Sebastian e Santana insieme, ma il danno ormai è fatto: ora ogni volta che Blaine si trova a pensare attentamente a qualcosa, uno dei due salta su e lo accusa di star parlando con l'altro Blaine.
Ma tornando al presente...


Blaine si sofferma sull'ultimo messaggio inviato da Sebastian.
Sono già in macchina
.
Aveva ragione: Sebastian ha saputo da Santana degli ultimi avvenimenti ed ha mollato tutto per correre a prenderlo a schiaffi o farlo ragionare.
"Mordor?" domanda con un sopracciglio triangolare inarcato, restituendogli il cellulare. Sebastian sbuffa.
"La Dalton" spiega riponendo il telefono in tasca. "A quanto pare gli Warblers hanno ancora una buona influenza su di te".
Blaine lo guarda con un certo scetticismo, visto che l'ultima volta che è stato alla Dalton è stato lui a trascinare l'intero coro in una versione live di Super Mario Bros nel parco. Quindi, chi è la buona influenza ora?
"Non fare quella faccia, non ho mai detto di essere d'accordo con Sauron in gonnella" lo rimprovera Sebastian giocherellando con la tazza di caffé ormai vuota.
"Allora" esala alla fine, mentre un ghigno malizioso scivola al solito posto sulle sue labbra. "Hai intenzione di dirmi di questo Kurt? Finalmente te lo sei fatto nei bagni della scuola?"
Blaine gela e inorridisce, guardandosi intorno freneticamente alla ricerca di facce altrettando scandalizzate. Grazie al cielo nessuno sembra averlo sentito.
Odiandosi per il viso che sa di avere in fiamme, tira un calcio a Sebastian da sotto al tavolo e sibila: "Che cosa - che cosa stai blaterando? E cosa ne sai tu di tutta questa storia?"
Sebastian gli lancia un'occhiata profondamente offesa e grugnisce in risposta: "Beh, Sauron mi ha raccontato del tuo cambiamento di stile - come se non l'avessi notato, quanto sei idiota? E il gel, Blaine? Dov'è il gel? - e di ciuffo rosa che a quanto pare non ti è così indifferente, perché a detta loro ti guardava in corridoio. E Brittany ha detto che vi siete parlati in bagno, quindi scusami se salto alle conclusioni! E poi il bagno, Blaine, dai." Alza le mani per imitare un paio di virgollette in aria. "Un pompino ci stava tutt-"
"Abbiamo solo parlato, razza di ninfomane che non sei altro!" lo riprende Blaine sottovoce, interrompendo quella che sicuramente sarebbe stata un'interessante lezione su cose che l'intera clientela del Lima Bean non ha bisogno di sapere. E poi, Kurt lo guardava in corridoio? "Non gira tutto sempre intorno al sesso, 'Bas!"
A quella frase Sebastian lo guarda come se fosse impazzito. "Per te, forse" dice con calma. Si sporge verso Blaine con uno strano sguardo. "Hai almeno la più pallida idea di cosa sia uno skank? Oltre al ciuffo, i piercing, le sigarette e l'aria agghiacciante, naturalmente, che a mio parere dovrebbero tenere uno come te lontano centordici chilometri".
Blaine apre la bocca per rispondere, certo che si razza di idiota, ma qualcosa lo blocca. Perché - beh, in effetti. Che diavolo è uno skank?
Il luccichio di vittoria negli occhi di Sebastian è fastidioso come non avere abbastanza pozioni vita a Sacred.
Sebastian indica con un cenno della testa il suo portatile. "Sfrutta la connessione wi fi di questo buco e cercalo su google, Gollum, e smettila di interrogare l'altro Blaine. Nessuno di voi due ha le risposte".
Blaine scuote la testa, apre Safari e inizia a digitare skank mentre borbotta: "Non capisco dove vuoi -"
La frase gli muore sulle labbra quando i suggerimenti di google gli sfilano davanti agli occhi.
Promiscuo.  
Sebastian osserva la spiegazione da sopra la sua spalla e sospira.
Sciocco, stupido, illuso. Blaine vorrebbe prendersi a schiaffi da solo. Come ha fatto a non capire, a non pensarci prima? Kurt - gli skank - che idiota che è stato.
"Io non - ok, non -" balbetta, chiudendo la pagina internet ed evitando lo sguardo di Sebastian.
Il ragazzo però non è in vena di essere genitle, oggi.
"Dubito di doverti spiegare che significa, hai la prova vivente proprio davanti a te. Nel vocabolario vicino a promiscuo c'è la mia foto" dice con voce ferma. "Blaine. Guardami, cazzo".
Blaine si decide ad alzare gli occhi. Sebastian non lo sta prendendo in giro, né sta ridendo di lui. Sembra solo - triste.
Illuso illuso illuso. Credevi di piacergli?
"Probabilmente va con un ragazzo diverso ogni sera - per quanto la popolazione di gay dell'Ohio sia scarsa" dice Sebastian lentamente, quasi con grazia. "Tu - non credo che ti vedesse in maniera diversa. Non farti illusioni, Blaine. Non è diverso da come mi comporto io, con la differenza che almeno i ragazzi nel mio letto poi ci dormono. Lui probabilmente nemmeno ce li fa arrivare, al letto".
Blaine sa che probabilmente Sebastian ha ragione, eppure ammetterlo a voce alta al momento è fuori discussione.
"Non lo conosci" borbotta abbassando di nuovo lo sguardo. Sebastian sospira e fa per dire qualcosa, ma il suo cellulare prende a squillare proprio in quel momento. Blaine non ha nemmeno la voglia di sorridere perché la suoneria è il tema di Lost.
Sebastian gli lancia uno sguardo di scuse - più unico che raro, da parte sua - ed estrae l'iphone dalla tasca del blazer.
"Che diavolo vuoi, Sterling?" borbotta con enfasi. Il cellulare emette un ronzio sordo - la risposta di Jeff.
"Cosa?!" esclama Sebastian incredulo, allontanando il telefono dall'orecchio e fissandolo per un istante come se gli avesse fatto qualche torto. "Possibile che non posso lasciarvi soli per due ore che - sì, sì, Duvall, però adesso smettila di - ok. Cazzo, ragazzi, stavo - Ok, arrivo".
Blaine gli lancia un'occhiata abbattuta.
"Devo andare, disordini tra gli Warblers. Mentali, oserei aggiungere. Da quando te ne sei andato quel posto è diventato una gabbia di matti, mi sembra di fare il babysitter, non il leader". E Sebastian non glie l'ha mai davvero perdonato, di essersene andato, ma questo nessuno dei due l'ha mai ammesso a voce alta.
Il Warbler inizia a raccogliere le sue cose per poi fermarsi e appoggiare una mano sul braccio di Blaine, costringendolo a guardarlo negli occhi.
"Non mi interessa se Santana e Brittany pensano che sia il ragazzo ideale, si sbagliano e io lo so perché non è poi tanto diverso da me - esclusi i piercing". Ha un'aria seria mentre parla, non da Sebastian, e questo gli fa morire la risposta il gola. "Non fare cavolate o cose di cui potresti pentirti, Blaine, perché certe cose non può dartele indietro nessuno e lo sai. Lascia avvicinare troppo quel ragazzo e ti spezzerà il cuore, e poi mi toccherà sporcarmi le mani per spezzargli le gambe. Non vuoi finire come me, Blaine. Fidati".
Blaine continua a non dire nulla, ma entrambi sanno che non ce n'è bisogno. Non è la prima volta che affrontano quell'argomento e Blaine sa che Sebastian detesta parlare di Jacob. Sa quanto gli è costato dover raccontare del suo passato a Blaine e sa quanto odi riprendere il discorso.
Quindi annuisce, dice solo "Lo so" e Sebastian se ne va senza dire un'altra parola.
Senza il suo migliore amico a farlo sorridere il Lima Bean è un po' più vuoto e non ha nemmeno più voglia di finire il progetto di astrofisica.
Sta per raccogliere tutte le sue cose e tornarsene a casa per un paio d'ore massacranti ad Halo 2 durante le quali gli è permesso smettere di pensare a qualsiasi altra cosa, quando la porta del Lima Bean si apre di nuovo e contemporaneamente il suo cellulare segnala l'arrivo di un sms.

Da: 'Bastian

Ragazzo con piercing e ciuffo rosa nel parcheggio, dubito ci sia modo di fraintendere la sua identità. Per l'amor di dio, Blaine, non fare cazzate di cui poi potresti pentirti.


Blaine alza il viso dal suo cellulare e si ritrova a guardare Kurt Hummel dritto negli occhi.

 

 

 

Note dell'Autrice

Lo so, questo capitolo è più corto del previsto, ma ehi. Aveva ragione chi diceva che era Sebastian ad entrare al Lima Bean, però ehi, sorpresa finale!
Il capitolo è così corto perché...non lo so, ragazze, mi è venuto così :) Naturalmente porta più domande che risposte, lo so :) Ho calcolato che questa storia avrà circa 10-11 capitoli più l'epilogo, ma conoscendomi mi dilungherò su cose e quindi sarà quasi sicuramente più lunga.
Scusate per il ritardo, ma ieri ho iniziato a dare ripetizioni di inglese e l'ansia non mi ha permesso di scrivere nemmeno quattro righe XD

A martedì prossimo!
Selene

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Capitolo 5
*** Liar, scared, fighter ***


Nota: Rating arancione acceso per questo capitolo (non per smut, non per smut

Nota: Rating arancione acceso per questo capitolo (non per smut, non per smut!). Scusate in anticipo per l’intensità dei pensieri di Santana e Sebastian che non sono affatto censurati, ma dubito che uno dei due tenda a inzuccherare ciò che pensa nella propria testa, quindi. Sono molto...diretti? Oh beh. 


 

Capitolo 5
"Liar, scared, fighter"



Kurt sa di aver avuto un numero considerevole di pessime idee nell'ultimo anno e mezzo e nello specifico una marea di davvero pessime idee solo nelle ultime due settimane. Tanto per citarne qualcuna, il farsi sconvolgere l'esistenza da un paio di occhi color miele, oppure iniziare a pensare che forse è arrivato il momento di smettere di nascondersi, perchè vale davvero la pena far finta di non essere se stessi? 

Un'altra pessima trovata da aggiungere alla lista è quella di - beh, proprio adesso, visto che il cervello bacato di Kurt ha inserito il pilota automatico e dopo scuola ha seguito Blaine Anderson, sopraccitato occhi color miele, supremo nerd del Liceo McKinley, fino al Lima Bean.

Inoltre, invece che rinsavire e andarsene, oh dio, Kurt è rimasto a bighellonare nel parcheggio abbastanza a lungo da trasformarsi in un ghiacciolo estremamente patetico esposto alla fredda aria di novembre. 
Sotto forma di ghiacciolo, quindi, ha avuto l'occasione di notare che Blaine non è propriamente solo, no. C'è una sorta di belloccio impomatato in una patetica divisa da scuola privata - blu, rosso e grigio, sul serio? - seduto proprio davanti a lui. 
Il suo ragazzo?
Ora, Kurt sa perfettamente che Blaine è gay: se anche non ci fossero stati gli omofobici studenti del McKinley a dare il tormento a Blaine, la cosa sarebbe stata fin troppo ovvia a causa dei papillon, delle bretelle e beh, di tutto Blaine in generale.

Inoltre ha sentito dire che è single.
E poi il suo gay-radar è abbastanza efficiente. Di sicuro è migliorato da tutta la faccenda dell'anno scorso. 
Sì, l'argomento tabù, ciò di cui nessuno parla.

Tu sei pazzo, gli suggerisce la sua coscienza. Cosa ci fai ancora qui a fare lo stalker quando nell'ultimo anno non hai praticamente rivolto la parola a nessuno? Stai forse pensando di buttare il piano sopravviviamo al liceo nel cesso? Così, senza motivo?

Kurt calcia via una lattina vuota con stizza. Il motivo c'è eccome: si è bevuto il cervello e vuole capire perchè improvvisamente ha voglia di parlare con Blaine Anderson. 

Viene strappato ai suoi pensieri e riportato sul pianeta terra dal campanello all'entrata del Lima Bean: tizio impomatato con blazer è appena uscito dal locale con l'aria di uno che sta andando piuttosto di fretta, incespicando elegantemente lungo il parcheggio verso una grossa auto, nera e dall'aria costosa. 
Kurt rimane particolarmente stupito quando il ragazzo in divisa lo nota e gli lancia una lunga, gelida occhiata calcolatrice, ma poi pensa ciuffo rosa, piercing, aria non esattamente amichevole. 
Mr Scuola Privata dev’essere stato praticamente educato a guardare quelli con il suo aspetto con freddezza: probabilmente ha seguito delle lezioni per farlo al meglio.

Anche se…

Quello sguardo gelido si protrae più a lungo del necessario, quasi fosse personale, come se l'altro volesse intimidirlo. È un'occhiata che Kurt conosce bene, visto che di solito la riserva lui stesso a tutti quelli che si avvicinano troppo. 
Eccetto Blaine. 

Sostiene lo sguardo di Mr Divisa, rifiutandosi di abbassare gli occhi: guardare da un'altra parte, addirittura a terra, è un segno di debolezza che non può permettersi. Kurt non è debole. 
O, almeno, non quando si tratta di damerini impomatati provenienti dalla Dalton Academy. 
Il primo a distogliere lo sguardo e ritirarsi da quella silenziosa battaglia è proprio l'altro ragazzo. Kurt lo osserva attraversare il parcheggio fino alla sua auto, estrarre le chiavi ed il cellulare e salire dal lato del guidatore. 

Ora o mai più.

Il suo cervello deve aver ripreso la modalità pilota automatico, perchè quasi senza volerlo Kurt si ritrova a spingere la porta del Lima Bean fino ad aprirla e rabbrividire al calore improvviso. 
Fingere di fare la fila per il caffè sembra la prima buona idea della giornata. Che sta facendo, è impazzito, perchè è entrato, magari Blaine non lo vede, sta guardando il cellulare, magari - 
Blaine alza gli occhi, leggermente sgranati, che si posano immediatamente su di lui neanche avesse un radar per individuarlo.

La battaglia interiore che sta avendo luogo nella sua testa, sotto la notevole massa di ricci, è talmente evidente che ce l'ha scritta in faccia. Blaine rimane a fissarlo da lontano per un altro lungo momento, poi sembra come svegliarsi da uno stato di trance e scuote la testa, riponendo il cellulare e raggiungendolo con due ampie falcate. 

"Ehi" lo saluta allegramente, affiancandosi a lui lungo la fila. Kurt combatte ferocemente con l'istinto di allontanarsi di un passo. Blaine non è troppo vicino, ma è comunque più vicino di quanto ci sia stato chiunque altro, esclusa la sua famiglia, negli ultimi tempi, ed allontanarsi è una reazione involontaria. 
Ma non lo fa: si passa una mano sul viso, sopra al piercing al sopracciglio, vecchia abitudine dura a morire, e rimane immobile dov'è, accompagnando il suo 'ehi' con un cenno della testa. 

Blaine ha un sorriso stupendo e questo Kurt l'aveva già notato la prima volta 
che l'aveva visto, ma ora sembra un po' diverso. Gli illumina gli occhi. 


Non essere scortese, per l'amor del cielo, lo supplica la sua testa. Puoi abbandonare cinismo e stronzaggine e dire qualcosa di carino così da non rendere questo pomeriggio da stalker seriale completamente inutile? 

Kurt osserva la fila e commenta: "Sei qui per un caffè extra large post lezione di storia?" 
Blaine scrolla le spalle quasi timidamente. "Non proprio" ridacchia, forse un po' a disagio. "E poi a me storia - beh, piace, ecco".
Complimenti, Hummel, davvero. Magari è anche la sua materia preferita. 


Blaine non è a disagio perchè sta parlando con Kurt. Blaine è a disagio perchè pensa che Kurt lo consideri un secchione? Ma se anche Kurt non ha un voto più basso di A! 


Ma questo Blaine non lo sa. 
"È la tua materia preferita?" chiede, cercando di non farla suonare come un'accusa.

Blaine arriccia il naso in un modo tanto sexy quanto adorabile e Kurt rinuncia a fare chiarezza nel suo stesso cervello. Ci penserà più tardi, ora vuole solo godersi una delle poche conversazioni tranquille che ha avuto negli ultimi tempi. 

"Non esageriamo" gli risponde Blaine passandosi una mano tra i capelli, di nuovo senza gel, selvaggiamente ricci. Kurt sente l'improvviso bisogno di metterglieli a posto e poi scompigliarlo di nuovo e si morde nervosamente un labbro al pensiero. "Preferisco chimica, fisica, cose così". 

Deve ammettere che senza gel, occhiali, papillon e bretelle Blaine attira lo stesso l'attenzione su di sé. No, che diavolo sta dicendo, Blaine attira ancora di più l'attenzione su di sé. Gli aveva dato l'impressione di essere un ragazzo timido e gentile, ma ad osservarlo più da vicino Kurt riesce quasi a vedere dei guizzi di malizia, ed una sicurezza che prima non c'era. Di sicuro non è l'innocente nerd che sembra.

"E tu? Come mai da queste parti?" chiede Blaine con genuina curiosità, come se parlassero delle loro giornate facendo la fila al Lima Bean tutti i giorni. Come se fosse un'abitudine. Kurt può quasi sentire il proprio cuore espandersi dolorosamente all'idea e - perchè diavolo ha continuato ad infliggersi una forzata solitudine se ora tutto è peggiorato, amplificato, e si ritrova a pendere dalle labbra di Blaine, aggrappandosi ad ogni parola? Perchè passare un anno e mezzo a schermarsi da tutti in tutti i modi possibili e poi farsi divorare dal desiderio bruciante di farsi conoscere da Blaine?

 
La risposta gli viene in mente d'improvviso e finalmente è il primo pezzo del puzzle che va al posto giusto. Per qualche stupido, irrazionale motivo Kurt non vuole che Blaine veda in lui Kurt Hummel, lo skank, quello strano, la versione intoccabile di se stesso che ha creato e dietro alla quale si nasconde. (Vigliacco). 
Kurt vuole che Blaine veda - beh, solo Kurt. 
Ora, che risposta dare a Blaine? Ti sto stalkerando da questo pomeriggio senza apparente motivo solo perchè, dopo non averti aiutato l'altro giorno, ero talmente arrabbiato da riprendere in mano gli shuriken dopo un anno e vorrei spezzare le ossa, una ad una, ad Azimio, solo per vederti sorridere. 


"Caffè extra large post lezione di storia" risponde invece, e Blaine scoppia a ridere di gusto. È un suono talmente spensierato e coinvolgente che l'angolo della bocca di Kurt scatta verso l'alto quasi automaticamente e dio, aveva dimenticato quanto amasse far ridere qualcuno con le sue battutine ciniche. 
Non che stia sorridendo, sia chiaro. È solo l'angolo della sua bocca piegato verso l'alto. 
...sta sorridendo?


Blaine si passa l'indice sul naso, probabilmente un gesto abitudinario, lasciandosi sfuggire un piccolo sospiro. È sconcertante come riesca ad entrare ed uscire dalla modalità nerd imbarazzato a piacimento. 


"Ascolta, per l'altro giorno..." esordisce Blaine, spostando ostinatamente lo sguardo sulla fila di persone davanti a loro. "Mi - mi dispiace per quello che è successo".
Kurt solleva entrambe le sopracciglia, pensa ma di che diavolo stai parlando?


Forse si riferisce alla loro conversazione nel bagno. Anche fosse, perchè si sta scusando? 


"Ma - cosa?" mormora cercando di incrociare lo sguardo dell'altro ragazzo. Blaine sposta il peso da una gamba all'altra. 
"Beh, non dev'essere stato un bello spettacolo vedermi uscire da un cassonetto" borbotta avvampando. Kurt sgrana gli occhi perchè seriamente?

Ti hanno gettato in un cassonetto e io non ho fatto nulla per fermarli e tu ti scusi perchè ti ho visto con una buccia di banana in testa?


"Non è la prima volta che succede" dice Kurt irrigidendo impercettibilmente la mascella. Dovrebbe essere una domanda ma sarebbe inutile visto che entrambi sanno già che è così. No, non è la prima volta. Kurt l'ha visto succedere tutto il maledettissimo anno, li ha sentiti parlare di Anderson, quella checca, e non ha mai mosso un dito per evitare a Blaine quell'ingiustizia. 
"No, è già successo" conferma infatti il ragazzo di fronte a lui, abbassando gli occhi per fissarsi intensamente i lacci delle Converse. "Ma non è - voglio dire, in un certo senso me la sono cercata".
"Oh?" commenta Kurt, sentendo il familiare guizzo di rabbia nel petto. Come sarebbe a dire, se l'è cercata? Non crederà veramente di aver fatto qualcosa che giustificasse essere gettato in un cassonetto!
"Sono andato negli spogliatoi dei ragazzi a cercare Puckerman per una - cosa del Glee, e al momento non stavo ragionando, è chiaro che non stavo ragionando, ma..." 
Blaine scrolla le spalle, alzando finalmente lo sguardo da terra. "È un po' una dichiarazione di guerra, no? Il ragazzo gay che passeggia per gli spogliatoi. Evita, Sebastian me lo dice tutte le volte, quanto odio dargli ragione" Alza gli occhi al cielo. "Insomma, se avessi evitato di entrare lì probabilmente mi avrebbero lasciato in pace".


Probabilmente avrebbero trovato un'altra scusa per tormentarti perchè non hai idea di quanto sia eccitante lo sguardo spaventato di qualcuno a cui stai per fare del male, pensa Kurt, improvvisamente nauseato. Lui lo sa, l'ha provato sulla propria pelle. 


È ufficialmente senza parole. Non riesce davvero a capire come può Blaine pensare di esserselo anche solo lontanamente meritato. 
Sta per infrangere la regola numero due - niente contatto fisico, nessuno entra nel tuo spazio personale - per prendere Blaine per le spalle, scuoterlo e ficcargli in testa che non è colpa sua, che ci vuole una dose spropositata di idiozia, incoscienza e coraggio per non scappare a gambe levate dall'altra parte del paese, che lo ammira così tanto, che in realtà chi si meriterebbe quel trattamento è Kurt, che è un vigliacco. 
Kurt vorrebbe fare tutte queste cose e ha già aperto la bocca per dire qualcosa, quando il respiro gli si blocca in gola e le parole non escono perchè lui non riesce a muoversi.

Non riesce a fare nulla perché alle spalle di Blaine c'è David Karofsky, mano nella mano con una ragazza bionda dall'aria tranquilla, e lo sta guardando dritto negli occhi. 


Il primo istinto è quello di scappare via e mettere tra sé e Karofsky quanti più chilometri possibile. 


(Chissà se anche a lui sono rimaste le cicatrici, visibili e non, chissà se sono le stesse, chissà se lo sono mai state. Se David ha mai capito fino a fondo, se bruciano allo stesso modo. Kurt ne ha anche troppe e per quanto cerchi di camuffarle non può nasconderle a se stesso. Kurt si sente spezzato.)


Il secondo istinto, comunque, è quello di fare un passo avanti e mettersi tra Karofsky e Blaine. 
Non che pensi che Blaine sia debole; semplicemente sa di cosa è capace Karofsky e sa di cosa è capace lui stesso, e Blaine è l'ultima persona che dovrebbe finire in mezzo a quel tipo di battaglia. 


Quella volta, un anno e mezzo fa, non è stata solo fisica: Kurt non si è limitato a fargli quanto più male possibile. È stata verbale e non è affatto sicuro di averla vinta. 
Nonostante il bisogno inspiegabile di proteggere Blaine sia forte, quello di scappare lo è ancora di più. 
Codardo, pensa mentre borbotta un frettoloso 'scusa, devo andare, ci vediamo' a Blaine, che ha l'aria smarrita e gli occhi spalancati. Si volta di scatto e praticamente corre fuori dal Lima Bean, sei un debole senza un minimo di spina dorsale, e due paia di occhi lo seguono fino a che non scompare nel parcheggio. 

Può ancora sentire la parola 'vigliacco' bruciargli addosso come se glie l'avessero incisa con un coltello sulla pelle candida della schiena. 

* 

Santana non ha la più pallida idea di come consolare qualcuno, dios, e Blaine lo sa benissimo, quindi come gli è venuto in mente di correre da lei e non da Brittany? 
Brit è molto più brava con questo genere di cose. Insomma, lei è la metà dolce e tenera, mentre Santana...beh, se la chiamano Sauron ci sarà un motivo, no?


Eppure Blaine è seduto sul suo letto con la testa riccioluta tra le mani e grazie a dio Santana ha visto abbastanza film strappalacrime da avere almeno una vaga idea di cosa fare. 
Perciò dieci minuti dopo il ragazzo si ritrova con una tazza di tè bollente in una mano, una vaschetta di gelato nell'altra e una ciotola di marshmellow in grembo.


Santana sospira, piuttosto soddisfatta del suo operato nonostante l'aria profondamente depressa di Blaine. 
"Escucha, Anderson" esordisce con quello che nella sua testa è un tono paziente. "Se non mi dici qual è il problema non posso urlarti contro e buttarti fuori di casa. Voglio dire, uhm, aiutarti. Perciò habla, e fallo ahora".


Blaine alza gli occhi da cucciolo bastonato abbandonato sull'autostrada, con il cucchiaino di gelato che ancora gli pende dalle labbra e Santana pensa, evviva, sono fottuta. 

Nessuno resiste agli occhi dolci di Blaine Anderson. Nemmeno Sauron. 

"Prima di tutto" esordisce Blaine togliendosi il cucchiaino dalla bocca. "Come ti viene in mente di complottare con Sebastian? Tu non hai idea di cosa-"


Santana lo interrompe lanciandogli un peluche a caso e Sebastian esclama, con quell'aria da aristocratico consumato profondamente offeso: "Ehi, io sono qui! "

Ah, già, si era quasi dimenticata di aver chiamato al cellulare Sebastian quando Blaine si era presentato alla sua porta bagnato fradicio per via dell'acquazzone che c'era fuori, e che il Warbler aveva fatto retromarcia e guidato di nuovo fino a Lima senza battere ciglio.

Spesso il suo lato buon- va beh, meno malvagio si stupiva dell'amicizia che legava Sebastian e Blaine. Poi il suo lato più malvagio aggiungeva che sarebbero stati degli ottimi scopamici, se solo fossero stati minimamente attratti l'uno dall'altro. 

"Traditore" sibila Santana in direzione di Sebastian, seduto sulla poltrona all'angolo della stanza, con la divisa della Dalton slacciata e la cravatta perennemente allentata. "Non starmi tra i piedi o te ranco la cabeza con mi manos!"


"Punto primo, mi hai chiamato tu" le fa notare Sebastian stizzito. "Punto secondo...puoi per favore comunicare con noi in una lingua a tua scelta tra inglese, francese ed elfico? Sono le uniche che capiamo, lo spagnolo è da sobborgo". 

Blaine borbotta qualcosa di sospettosamente somigliante a "ma io parlo il Serpentese" ed entrambi gli lanciano un'occhiata schifata.

 "Ho detto che pretenderò il tuo scalpo, se non la smetti di incasinargli il cervello. Già è loco di suo, non puoi mettertici anche tu!"
Sebastian alza gli occhi al cielo. "Mi scusi, vostra maestà, per non essere sempre d'accordo con le cazzate che escono dalla vostra regale bocca!" sibila di rimando. "E per aver espresso la mia modestissima, inutile opinione al riguardo! Non succederà un'altra volta, mi taglierò la lingua!" 

Santana gli sta letteralmente ringhiando contro. "Te l'ho lasciato dieci minuti e guarda come ne è uscito! È regredito allo stadio di Nerderson! "

Blaine sbuffa sonoramente, troncando la colorita risposta di Sebastian sul nascere.

"Finitela di urlarvi contro, mamme" li rimprovera, sollevando le sopracciglia triangolari che Santana ha cercato con tanto impegno di estirpare. "Sebastian è liberissimo di esprimere la sua opinione, ma voi due tendete a dimenticarvi che posso decidere con la mia testa, quindi no, Santana, Sebastian non mi ha fatto il lavaggio del cervello".

Santana sembra seriamente intenzionata ad assassinarli entrambi. 
"E allora che cosa diavolo è successo?"

Sebastian sta guardando Blaine, ora, con lo stesso sguardo inquisitorio della ragazza, e lui si vede costretto a confessare. 
"Ho incontrato Kurt al Lima Bean" mormora con scarsa convinzione. "E stavamo parlando normalmente fino a che lui non si è bloccato all'improvviso, è diventato pallido come un cencio ed è scappato a gambe levate - di nuovo". 


La cheerleader alza le spalle con noncuranza. "È sempre così sfuggente, è fatto così. E poi questo nuovo look, applausi per zia Santana, ti sta una meraviglia. Probabilmente gli hai fatto venire un'erezione solo parlandoci ed era troppo timido per chiederti di risolvere il problema".
La mascella di Blaine ciondola da quarte parte all'altezza delle sue ginocchia, ormai. 
È inutile che fa tanto l'innocente, Santana sa benissimo che non vede l'ora di entrare nei pantaloni di Kurt Hummel. 
Sebastian fa un verso piuttosto stizzito. "E che l'hanno inventata a fare la masturbazione?" 
Blaine scuote la testa con aria melodrammatica prima di lanciare un'occhiata obliqua a Sebastian. "C'è dell'altro".


Santana alza le braccia al cielo. "Que pasa, adesso, tu e la cornacchia qui avete deciso di farvi suore?"
Il leader degli Warblers sembra sinceramente inorridito. 

"Santana, non traumatizzare la cornacch- Sebastian".
La cheerleader sbuffa. E allora che gusto c'è?

"Sono tutt'orecchi, chico".

Blaine esita, si morde il labbro e aggrotta le sopracciglia e sarebbe anche adorabile se non fosse snervante per prima cosa. 

"Beh, tu sapevi che gli skank - Kurt, lui - insomma, ho scoperto che sono il tipo di persone che - lui -"


Santana assesta una giornalata in testa a Sebastian con enfasi, sbottando: "Non gli hai fatto il lavaggio del cervello un cazzo, Smythe!"

Si volta verso Blaine, ignora i lamenti del Warbler e prosegue. "Gli skank tendono ad andare a letto con un tipo diverso ogni sera, sì". 


Sebastian esplode come una bomba ad orologeria. "Sei pazza? Speravo che almeno tu non lo sapessi! Blaine, dimmi che il tuo cervello idiota non ha davvero preso in considerazione l'idea di farti scopare dal primo che trovi! Perchè anche se ti dico di farlo almeno una volta al giorno, dannazione, sai che non dico sul serio! Vuoi davvero buttare nel cesso la tua prima volta per qualcuno che si ricorderà a malapena il tuo nome, il giorno dopo?"

"Da quando sono cazzi tuoi, esattamente?” gli grida contro Blaine. “Cosa ti fa credere di potermi fare la morale? E perchè diavolo vi sto permettendo di impicciarvi nella mia vita sentimentale?"
Blaine è paonazzo in volto, Sebastian ha il fiatone e Santana pensa wow, fermi tutti, cosa? 

"Ok, calmiamoci. Sebastian, per l'amor di dio, fammi finire. Mi hai mai sentito dire che Kurt è così, Blaine? Perchè non so se l'hai notato, ma è strano persino per essere uno skank. Sì, ha i piercing, i capelli assurdi e l'aria di uno che ti spezzerebbe tutte le ossa se potesse e, fidati, può, ma l'hai guardato davvero? So che hai notato come si comporta! Perchè non permette a nessuno di avvicinarsi o toccarlo, nemmeno a Quinn Fabrey, quindi dubito che si lasci scopare da uno sconosciuto diverso a sera. Non fare l'idiota, non hai mai messo le etichette alle persone. Non vorrai cominciare ora".


Brittany la ucciderà, forse ha detto troppo, ma per una volta sente di aver fatto la cosa giusta.

"Non ti sto spingendo verso Kurt perchè voglio divertirmi a guardare mentre ti spezza il cuore". Lo sto facendo perchè Brittany è convinta che non lo farà e che potrete salvarvi a vicenda, ed io mi fido di Brittany. 
Sebastian lancia una gelida occhiata a entrambi prima di raccogliere le sue cose e dirigersi verso la porta a passo deciso. Si volta verso Blaine, scuotendo la testa. "Ti conosco meglio di te stesso, non infilarti in un casino del genere se non hai l'assoluta certezza che quel tipo sia diverso." Ma chi è che ha una certezza assoluta al riguardo, Bas? "Se dovessi fare qualche puttanata non so se rimarrò abbastanza a lungo da raccogliere i pezzi, Blaine. Faceva abbastanza pena su me stesso".


Sebastian lancia un'ultima occhiata cinica a Santana e si chiude la porta alle spalle con un tonfo.
Lei e Blaine rimangono in silenzio fino a che non sentono sbattere anche la porta d'ingresso. Quando il rumore dell'auto del Warbler non è altro che un eco la cheerleader è la prima a parlare.

"Ma che diavolo gli prende?"

Perchè Smythe si porta a letto un ragazzo diverso ogni volta che mette piede allo Scandal e Blaine si lamenta giornalmente del fatto che il warbler gli suggerisca di fare un po' di sano sesso - e Santana si è sempre detta ferocemente d'accordo. Quindi perchè improvvisamente Sebastian ha deciso di professarsi paladino della castità quando probabilmente sta ancora digerendo l'ultimo pompino che ha fatto? 

Blaine la sta guardando come se avesse captato i suoi pensieri - Santana deve davvero accertarsi che non legga nella mente - e il ragazzo posa da parte la vaschetta di gelato e lancia un'occhiata preoccupata in direzione della porta.

"Gli prende che, anche se non sembra, l'argomento prima volta gli sta molto a cuore. E sai come è fatto Sebastian, detesta che gli altri vedano che tiene a qualcosa o qualcuno."


Santana assume un'aria pensierosa. "Non è che la cornacchia ha una cotta per te?" domanda scrutando il viso di Blaine in cerca di chissà quale segno. 
Blaine stavolta le scoppia letteralmente a ridere in faccia e si offenderebbe, se non fosse per il fatto che Blaine sembra un po' più tranquillo. 
"Se Sebastian ha una cotta per me io sono Lady Gaga" esala tra una risata e l'altra. "San, siamo troppo amici, sarebbe - ugh, strano!" 

Entrambi ridacchiano perchè guardatelo, Blaine Anderson che fa smorfie talmente ridicole che potrebbero essere usate come cura contro la depressione. 
Blaine smette d singhiozzare e alza su di lei lo sguardo da cerbiatto illuminato dai fanali di un'automobile.

"Quindi tu pensi che Kurt non - voglia solo portarmi a letto o cose così?" 


Santana ha imparato a conoscere Blaine molto bene nell'ultimo anno, per quanto non gli piaccia affatto ammetterlo, e sa che il ragazzo tende a saltare parecchi passaggi fondamentali, perchè a quanto pare nella tua testa è tutto o niente, Nerderson, e 
dopotutto lui e Kurt non hanno intrattenuto più di un paio di conversazioni e una lunga serie di occhiate nelle quali praticamente si spogliavano a vicenda. 


Normalmente non sarebbe abbastanza per decretare che ehi, Anderson, a quanto pare Hummel ti muore dietro, ma Santana conosceva Kurt e vedere nel suo sguardo quel breve lampo del vecchio Kurt è abbastanza per decretare che la cosa può funzionare e Brittany ha maledettamente ragione.

Se il folle, sorprendente piano di Brittany funziona non solo la biondina sarà felice come una pasqua, e quindi lo sarà anche Santana, ma - e soprattutto - finalmente Anderson avrà qualcuno con cui sfogare la frustrazione sessuale.

E saranno tutti contenti. Dio, non è abituata a far felici tutti. Sente il bisogno di sfogarsi con qualche cattiveria. 


"Allora, hobbit" esordisce, sventolando nella direzione di Blaine una custodia di plastica. "Mentre processi l'incredibile fatto che Hummel non è solo interessato al tuo lato da Usignolo - ah ah - che ne dici di farti fare il culo a strisce dalla sottoscritta a Call of Duty?" 


Un guizzo di malvagità attraversa lo sguardo ambrato di Blaine. "Fatti sotto, Sauron".


*


Sebastian è un cazzo di irresponsabile, dannazione, e non dovrebbe guidare quando è così arrabbiato.

Ecco perchè la lancetta del contachilometri tocca i centotrenta e poi i centoquarantacinque. Sebastian è un cazzo di irresponsabile menefreghista. 

La strada sfreccia velocemente oltre il finestrino, il parabrezza e Sebastian pensa non mi frega niente, sono cazzi suoi se quella sottospecie di ragazzino pieno di ferraglia gli spezza il cuore. Santana non capisce e Brittany ha dimostrato di essere oh così affidabile, certo!
La lancetta segna i centocinquanta ma chissenefrega, Blaine è un idiota. 

Sebastian scuote la testa con decisione anche se non c'è nessuno a guardarlo.

Nessuno dovrebbe azzardarsi a pensare che lui è così com'è per via di chissà quale schifosissima esperienza passata e oh, compatite tutti il povero Sebastian, ora è cinico, crudele e stronzo perchè qualcuno gli ha spezzato il cuore! 


Stronzate. Lui si è semplicemente svegliato una mattina dopo una festa a Montmaitre - Parigi, sempre Parigi - nudo nel letto di un ragazzo che conosceva a malapena. Non era di certo innamorato di questo tipo, né voleva intraprendere una relazione in nessun modo o altre cose smielate del genere. Non è mica Blaine.

Questo non significa che Sebastian è un idiota senza cervello. 
Sebastian è egoista e narcisista, si rifiuta di essere compatito e non ricorda un cazzo della sua prima volta perchè era ubriaco fradicio e probabilmente metà dei drink erano drogati e deve aver fatto un male cane, perchè aveva ferite ovunque e si era sentito aperto a metà e - chi cazzo l'ha deciso che sarebbe stato il passivo?

E non ricorda nemmeno se ha usato un preservativo, e se Jacob fosse stato sieropositivo? 

Quindi no, Sebadtian Smythe non ha avuto il cuore fatto in mille pezzi da un ragazzo che amava.

Sebastian ha avuto la dignità in mille pezzi, se stesso, qualcosa che non tornerà mai indietro perchè semplicemente è andata, e Jacob se n'è tornato in Inghilterra la mattina dopo senza una cazzo di spiegazione e lui ha dovuto raccogliere i pezzi e convivere con la consapevolezza di aver gettato via qualcosa di importante per se stesso. 

Perciò no, non rimarrà a guardare mentre Blaine si fa scopare da uno così simile a Jacob, che gli riderà in faccia la mattina dopo e che diventerà la peggior cosa che Blaine abbia mai fatto a se stesso. 
La lancetta tocca i centosessanta e la rabbia scivola via nel vortice di velocità. 


* 


Kurt è nel parcheggio della scuola quando le sente: risate di scherno, un gemito strozzato, altre risate, il tonfo di un corpo gettato in un cassonetto, un altro gemito. Passi che si allontanano, silenzio. 
Neanche un singhiozzo. 
Allora Kurt pensa Fanculo, smettila di scappare, e corre verso i cassonetti. 




Note
 

Devo dire solo due cose: uno, scusate per il ritardo. Due...Sebastian e Blaine sono solo migliori amici. nulla di più, ma neanche nulla di meno. Voi non vorreste evitare al vostro migliore amico una cosa del genere? Also, Sebastian si sbaglia su Kurt. :-)  
A mercoledì prossimo! 

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Capitolo 6
*** Maybe it's not too late ***


 

Capitolo 6

"Maybe it’s not too late"

 

*

 

Kurt arriva sempre troppo tardi.

Era troppo tardi per dire a sua madre che non gli piacevano le femmine come agli altri bambini quando lei era morta in quell'incidente, era troppo tardi per rimediare agli errori fatti con i ragazzi del Glee Club, era troppo tardi per non provocare Karofsky quel maledetto giorno della lite.

E ora questo: è troppo tardi perché i giocatori di football hanno già girato l'angolo e anche se Kurt vorrebbe con tutta l'anima rincorrerli, gridargli dietro che sono dei vigliacchi e massacrarli di botte sa che non servirebbe a niente, perché hanno già fatto quello che hanno fatto e lui non c'era.

Il parcheggio è improvvisamente silenzioso e vuoto, eccezion fatta per Blaine che sembra non averlo notato o, se l'ha fatto, lo sta ignorando mentre si sporge oltre il bordo del cassonetto maleodorante.

E' ricoperto di granita alla ciliegia e sta tremando come una foglia, se per il freddo o la paura Kurt non sa dirlo. Guardarlo è come ricevere un pugno nello stomaco, e quando geme sommessamente per aver solo appoggiato la mano sinistra al lato del cassonetto a Kurt si spezza definitivamente il cuore.

"Dio, no" gli sfugge dalle labbra quasi in automatico, perché quello che ha di fronte è non solo la più grossa ingiustizia sulla faccia della terra, ma anche uno spettacolo macabro da bloccarti il respiro in gola.

Un istante dopo Kurt è premuto contro il cassonetto e sta aiutando Blaine a venirne fuori, ignorando la sua flebile protesta, facendo leva sul bidone lì di fianco e tentando di toccargli il meno possibile la mano, visto che non sembra in grado nemmeno di appoggiarla alla sua spalla.

"Whoo, piano, piano" mormora quando Blaine atterra maldestramente sul cemento. Il ragazzo riccio riesce a mettersi in equilibrio sulle proprie gambe dopo aver barcollato un po' e Kurt lo lascia andare con delicatezza, tenendosi comunque pronto a prenderlo al volo in caso gli cedano le ginocchia. Sta ancora tremando e non sembra in grado di fermarsi.

Non ha ancora alzato il viso da quando Kurt è arrivato, oltretutto, e non ha detto una parola. Forse è sotto shock.

Kurt si morde ansiosamente un labbro, un'abitudine che credeva di aver perso da tempo. Com'è che si riconosce una commozione celebrale?

"Ce la fai?" domanda il più delicatamente possibile, parlando a bassa voce per evitare di spaventarlo. Blaine annuisce, ancora silenzioso e con il viso ostinatamente rivolto verso il basso. Fa un passo incerto in avanti per allontanarsi da Kurt ma sta tremando troppo e incespica.

Quasi sensa pensarci Kurt gli cinge la vita con un braccio e lo aiuta a reggersi in piedi, guardandosi intorno quasi freneticamente.

"Aspetta, dobbiamo trovare un posto dove sederci" mormora con il cuore in gola. Blaine è decisamente troppo vicino, ma Kurt non può fare altrimenti e la cosa in realtà non lo infastidisce come succede con qualsiasi altra persona eccetto suo padre.

Blaine alza debolmente la mano sana e si pulisce il viso con la manica della maglia, ma alla fine annuisce e Kurt tira un impercettibile sospiro di sollievo. Blaine, per quanto sembri scosso, è reattivo, il che è un buon segno.

A pochi metri di distanza ci sono i gradini dell'ingresso sul retro e Kurt lo aiuta a raggiungerli con calma, cercando di non scivolare via dal corpo a contatto con il suo fianco.

Blaine non gli ha ancora permesso di guardarlo in viso.

Una volta che entrambi sono seduti Kurt fa scivolare via lentamente il braccio, intrecciandosi le mani in grembo.

Se ne stanno semplicemente così, seduti in silenzio, per cinque minuti buoni, fino a che i tremiti di Blaine non sono diventati sporadici.

"Blaine" mormora alla fine Kurt, sperando che l'altro ragazzo colga il senso di colpa nella sua voce incrinata. Ha così tante domande, ma ognuna è stupida a modo suo e Kurt teme di avere già le risposte.

Stai bene? Certo che no.

Sono stati i giocatori di football? Li ha visti con i suoi occhi.

Potrai mai perdonarmi per essere semplicemente rimasto a guardare? Perché dovrebbe?

"Puoi guardarmi, per favore?" domanda invece, voltandosi verso Blaine speranzosamente. Coraggio, Blaine, è il primo passo.

Sa perché Blaine sta evitando il suo sguardo, o almeno una parte delle motivazioni: guardare in faccia Kurt al momento significa ammettere di essere in difficoltà, significa ammettere di avere un problema di fronte a un quasi sconosciuto (non sono amici, attualmente non sono niente), di star soffrendo, di aver voglia di piangere. E Kurt ci è passato, sa cosa significa, e provava la stessa, identica cosa ogni volta. Solo che lui non è mai stato abbastanza coraggioso da alzare il viso e farsi aiutare. Ha aspettato fino al punto di rottura e poi ha distrutto tutto.

Blaine, a differenza sua, è molto coraggioso.

Alza il viso con una smorfia e le mani che Kurt fino ad ora ha tenuto intrecciate in grembo si stringono una all'altra con forza. Se allenta la presa finirà per sfiorare il labbro spaccato di Blaine con i polpastrelli o, ben peggio, alzarsi e rincorrere Azimio e la sua cricca, e continuare a prenderli a calci fino a che non smettono di muoversi o respirare. Ha bisogno di un'ancora.

A quanto pare il liquido rosso che sgocciola lungo il mento di Blaine non è solo colorante per granite numero tre.

Ha bisogno di un'ancora molto, molto convincente.

Datemi un buon motivo per non farli a pezzi.

Trattiene rumorosamente il fiato quando fa scorrere lo sguardo dalle labbra di Blaine ai suoi occhi e li trova socchiusi, stanchi, arresi.

Non ti arrendere mai. Non farlo.

"Non mi hanno picchiato" sono le prime parole che sussurra Blaine, talmente piano che Kurt per un attimo pensa di essersele immaginate, fino a che l'altro non riprende a parlare con voce più chiara. "Non lo fanno mai, hanno troppa paura di finire in guai più seri. Mi sono spaccato il labbro perché cadendo ho sbattuto la faccia sul lato del cassonetto".

Non è di nessuna consolazione e lo sanno entrambi. Kurt rimane in silenzio, stringendo ancora di più le mani una nell'altra.

Blaine scuote la testa e alza le spalle; il tremolio delle sue gambe è diventato quasi impercettibile.

"Sembro un personaggio appena uscito dall'ultimo Saw?" mormora senza un briciolo di ironia nella voce.

Se Kurt non si sentisse il cuore in gola e lo stomaco chiuso in un nodo doloroso riderebbe.

"Un po'" risponde sinceramente mentre Blaine abbassa di nuovo gli occhi verso terra. "E la mano?"

Il ragazzo riccio la solleva leggermente per esporla alla sua vista. "Mi ci sono appoggiato sopra quando sono caduto dentro. Pessimo atterraggio, non potrò mai essere lo stuntman di Capitan America. A meno che non imparo a cadere decentemente. Uhm".

Kurt socchiude gli occhi azzurri. Com'è possibile per Blaine scherzare in un momento del genere? Tuttavia decide di stare al gioco.  "Non sei troppo basso per fare lo stuntman di Capitan America? Perché l'attore è alto tipo due metri".

Blaine ridacchia leggermente, rauco e tremolante, e fa per abbassare la mano, ma Kurt l'ha già presa tra le sue per esaminarla attentamente.

Finge di non sentire Blaine trattenere il respiro al suo tocco inaspettatamente delicato, concentrandosi unicamente sul polso del ragazzo. Sta iniziando a gonfiarsi.

Le persone stanno alla larga da lui, in genere, e questo ha aiutato a diffondere la voce che Kurt non sia particolarmente...delicato. Non ha fatto nulla per fermare le voci. Sono solo un'ulteriore strato di protezione.

"Non credo sia rotto" decreta infine, sorridendo debolmente a Blaine. "Ma dovresti comunque vedere l'infermiera, perché di sicuro è una storta".

Il ragazzo incredibilmente ricambia il sorriso, e i suoi occhi ambrati ricadono sulla sua mano, ancora stretta tra quelle di Kurt. Kurt finisce per spostarle e nascondersele in tasca, arrossendo. Le nocche sono ancora coperte da qualche cicatrice sottile.

Se anche Blaine l'ha notato, non fa domande di nessun genere.

"Ok" risponde, evidentemente soddisfatto nel non aver fatto tremare la voce.

Guarda Kurt, poi di nuovo le proprie scarpe, poi ancora Kurt. "Grazie per avermi aiutato" dice alla fine con un sorriso.

A Kurt si blocca il respiro in gola. "Non dire stronzate" sbotta con più rabbia di quanta intendesse. "Non ho fatto un bel niente, ti ho solo aiutato ad uscire da un cassonetto. Qualsiasi essere umano decente lo farebbe". L'ultima volta sono rimasto a guardare.

Ma Blaine scuote la testa e si sfiora il labbro con l'indice. "Non loro. E non eri obbligato a farlo".

La cosa che disgusta Kurt più di tutte è che è vero: non era obbligato.

Avrebbe dovuto, che è diverso in talmente tanti modi...

"Non che - voglio dire..." inizia a blaterare Blaine, improvvisamente nel panico. "Non sai quanto ti sono grato per avermi aiutato, e -"

"Facciamo così" lo interrompe Kurt prima che Blaine possa dire qualcosa di stupido come 'è la scala sociale del McKinley', o magari 'era meglio se mi lasciavi lì dentro a marcire'. "Tu la smetti di scusarti ogni volta che ci vediamo perché ti vedo uscire dai cassonetti".

Blaine lo osserva con attenzione, un misto tra stupito, sorpreso e imbarazzato. "E tu?" domanda circospetto.

Kurt distoglie lo sguardo dal suo labbro sanguinante, rabbuiato. "E io un bel niente. Cos'è, ti aspetti che ti chieda di proclamare in giro le mie gesta di grande salvatore?" L'ultima volta sono rimasto a guardare, dannazione, Blaine.

"Non sono un eroe. Ogni tanto mi comporto da essere umano. Questo non significa che ho fatto chissà che per te. Ti ho solo tirato fuori da un cestino dell'immondizia gigante".

Blaine sembra particolarmente in disaccordo, ma non commenta. Kurt sospira e si alza in piedi, spolverandosi i jeans scuri.

"E ora ti accompagno in Infermeria, ma prima dobbiamo - uhm, darti una ripulita? Se ti presenti così l'Infermiera farà domande".

Prima che possa tirare fuori la mano dalla tasca per aiutare Blaine ad alzarsi, però, il ragazzo è già in piedi.

Kurt si rende conto che Blaine è molto più forte di quello che sembra, o di quanto gli altri gli diano credito. Un qualsiasi altro ragazzo a quest'ora starebbe piangendo in un angolino della scuola. Lui stesso si nascondeva in aula canto a piangere.

I primi tempi, per lo meno.

"Ho un cambio di vestiti nell'armadietto, finisco sempre per prendermi qualche granitata" dice Blaine vagamente imbarazzato, sfilandosi attentamente il cardigan zuppo di granita e rimanendo in camicia, anch'essa bagnata in più punti, e cravattino. Kurt gli lancia un'occhiata fugace e deglutisce. Non è il momento, non è il momento.

"Come sai che non voglio che l'infermiera faccia domande?" chiede Blaine osservandolo incuriosito e decisamente meno spaventato di prima mentre barcolla un po' e poi appoggia il peso del suo corpo su una gamba sola.

Kurt gli lancia una lunga occhiata. "Perché nemmeno io ho mai voluto che ne facesse".

 

*

 

L'infermiera Sanders di casi come quello di Blaine deve averne visti troppi, quindi pone le solite domande di rito quando li vede entrare in infermeria. Blaine si è cambiato nel bagno deserto mentre Kurt aspettava fuori dalla porta, rosso come un peperone. Blaine non ha chiesto a Kurt di andarsene; in realtà non gli ha nemmeno domandato perché è rimasto. Ha semplicemente accettato di farsi accompagnare senza battere ciglio. Chissà, forse è perché Kurt è talmente ovvio che gli ha letto il senso di colpa in faccia. Deve aver capito che non avrebbe accettato un 'ce la faccio da solo' per risposta.

"Signor Anderson, come si è ridotto in questo modo, esattamente?" domanda la donna, sfoggiando il suo miglior sguardo materno. "A me può parlarne, c'è il segreto professionale. Se non vuole, non uscirà da questa stanza. Signor Hummel, ci lascerebbe soli un momento?"

Kurt lancia uno sguardo indeciso a Blaine, che scuote la testa.

"No, non c'è bisogno" mormora Blaine strizzando appena gli occhi quando l'infermiera gli passa il disinfettante sul labbro. "Sono inciampato nel parcheggio perché non stavo guardando dove andavo, ho sbattuto il viso e mi sono appoggiato sulla mano senza pensare, tutto qui. Kurt mi ha aiutato ad arrivare in Infermeria".

La donna non sembra affatto convinta, ma in fondo sanno tutti e tre che è una bugia bella e buona. "Ne è sicuro, signor Anderson?"

Blaine stavolta non guarda Kurt mentre risponde. "Sicuro".

L'infermiera Sanders - Mallory, ricorda Kurt - sembra profondamente insoddisfatta, ma continua a medicare Blaine in silenzio mentre Kurt se ne sta appoggiato allo stipite della porta.

Una volta terminato di fasciargli il polso - è solo una slogatura, niente di grave - sorride a Blaine e gli da le ultime indicazioni in caso la mano si gonfi troppo.

Blaine la ringrazia gentilmente e sono entrambi quasi fuori dalla porta quando la voce dell'infermiera Sanders li raggiunge.

"Signor Hummel, può rimanere per un istante?"

Blaine gli lancia uno sguardo a metà tra il preoccupato e il perplesso e Kurt gli fa cenno silenziosamente di andare avanti. Il ragazzo sembra combattuto, ma non obietta ed esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

"Mi dica, signora Sanders" mormora Kurt, troppo stanco per mantenere la solita facciata di freddezza.

La donna gli sorride tristemente. "E' un po' che non ci vediamo, Kurt. Per fortuna, aggiungerei".

Quando Kurt rimane in silenzio davanti alla sua affermazione la donna sospira e continua. "Non è caduto, non sono stupida, sono un medico. E per quanto tu possa dargli una ripulita, quel ragazzo odora come il pranzo marcito della mensa di ieri" esala pazientemente, spostando un paio di antibiotici da un armadietto ad un altro. "Ma nessuno di voi due aprirà bocca al riguardo, quindi vado direttamente al sodo". Cerca lo sguardo di Kurt fino a che lui non alza gli occhi nei suoi.  "Se è vittima di bullismo, se siete vittima di bullismo...Non dovete fare tutto questo da soli, dovresti saperlo. Guardati, Kurt. Che stai facendo?"

Sono le stesse parole che la donna gli ha rivolto la settimana prima dell'incidente con Karofsky, le stesse identiche parole. Quel giorno non aveva avuto la risposta, ma ora le cose sono diverse.

Ciò che non è cambiato è il liceo McKinley. Non ci sarà mai nessuno a difendere quelli come Blaine (quelli come Kurt) dalla crudeltà degli altri. Kurt ha dovuto fare da sé. Come sempre.

"Sto tenendo me e loro alla larga da quest'infermeria, signora Sanders".

 

*

 

Blaine è appoggiato agli armadietti di fronte alla porta dell'Infermeria, dolorante ma almeno in condizioni meno pietose, e lo sta aspettando.

"Non ho detto nulla" lo rassicura Kurt immediatamente, preoccupandosi di tenere la voce bassa e di infonderci una vena di disapprovazione perché beh, il fatto che lui avrebbe fatto la stessa cosa non la rende automaticamente la cosa giusta. Quello che ha detto alla signora Sanders è la pura verità, comunque: non è solo se stesso che sta tenendo lontano dall'infermeria. E' dolorosamente consapevole del fatto che sa difendersi, dopo l'incidente.

Blaine scuote la testa e si lascia sfuggire un sorriso.

"Lo so" risponde semplicemente. Ha un modo di arricciare il naso che in un'altra situazione Kurt troverebbe adorabile.

D'accordo, forse anche in questa.

Si incamminano insieme verso il parcheggio e Kurt nota che Blaine sta facendo di tutto per non zoppicare, ma lascia correre e lo accompagna fino alla porta.

Progresso: oggi ha toccato un ragazzo e non è successo niente. Niente drammi, niente fughe improvvise. Semplicemente un ragazzo aveva bisogno di lui e lui l'ha aiutato.

Più o meno.

"Senti" esordisce Kurt quando ormai sono arrivati al portone d'uscita e possono parlare a voce alta con più libertà. Andiamo, Kurt, non è difficile. Morirai con il senso di colpa se non lo fai. "Mi - mi dispiace. Per non aver - beh, sarei potuto intervenire prima. Anche l'altra volta, so che mi hai visto". Blaine si volta verso di lui con uno sguardo curioso ma non arrabbiato e Kurt si sente ancora peggio. Perché Blaine non lo odia per non aver mosso un dito per evitare che lo sbattessero qua e là a piacimento, quando è estremamente evidente che Kurt possiede le capacità per fermare almeno parte di quei bastardi?

"Mi sento in colpa" ammette alla fine, non senza una certa fatica. Ma è quello che si è detto quando è corso verso i cassonetti prima, no? Fanculo, basta fare il codardo. Ora ha tutte le intenzioni di metterlo in pratica, anche se non ha idea di come fare.  "Non ho fatto niente per fermarli, avrei potuto fare qualcosa, voglio dire -"

"Tutti hanno paura di te a scuola" commenta Blaine dal nulla, ma forse non è poi così fuori tema. Sì, la maggior parte della gente lo teme, dopo l'incidente.

Forse Blaine ha sentito le voci, non sarebbe una sorpresa, ma - ma Blaine lo guarda negli occhi e sorride lievemente. "Perché io no?"

La frase lo colpisce dritto allo stomaco e Kurt fa lo sforzo immane di sollevare il sopracciglio con il piercing (tanto per ricordare a Blaine e a se stesso che lui è pur sempre uno skank) e scrollare le spalle. Kurt sa che la riposta non è affatto perché in realtà sono innocuo, ma Blaine lo sa?

"Dovresti?" domanda di rimando, consapevole del fatto che il suo rigirare le frittate è un'arte. "Ora, posso finire di scusarmi riguardo alla mia assoluta vigliaccheria o hai altre domande idiote? O battute da nerd?"

Blaine distoglie lo sguardo e Kurt si sente avvampare.

Cretino, riesci a mettere in piedi una conversazione decente? "Scusa, io-"

"Ehi, non mi hai offeso" lo rassicura Blaine con un sorriso e un gesto blando della mano non fasciata. Oh, questa è nuova. "Per me nerd è un complimento, sono orgoglioso di ciò che sono. Che è esattamente il motivo per cui non permetto a quegli idioti di influenzarmi. Possono buttarmi nei cassonetti quanto vogliono, tra nove mesi il liceo sarà finito e io sarò fuori da Lima e dallo stato".

Kurt avrebbe voglia di sorridere, perché oh, a quanto pare condividono un sogno, e domandargli dove vorrebbe andare, cosa vorrebbe studiare in futuro. Ma significherebbe entrare nel personale, diventare amici, e Kurt non sa se è pronto. Dio, non sa se vuole davvero uscire dalla gabbia che si è costruito intorno.

"Rimane il fatto che io -" ...di solito non parlo con le persone. "-non ho fatto niente e - non sei neanche un po', che so, arrabbiato? Non hai voglia di insultarmi? Tirarmi dietro delle ciambelle, prendermi a pugni, qualcosa?"

Blaine ridacchia e sul suo viso compare una smorfia dolorante quando il gesto riapre il taglio sul labbro.

"La voglia di prenderti a pugni sale ad ogni volta che cerchi di scusarti per una cosa così assurda" gli risponde passandosi la lingua sulla ferita. Kurt sente improvvisamente molto caldo. "Senti, so che praticamente non ci conosciamo, ma non ti permetterò di rotolare nel senso di colpa perché non hai fatto niente".

"Ma io non ho fatto niente." gli fa notare per l'ennesima volta Kurt con più freddezza di quanta intendesse. "Sono rimasto a guardare mentre ti inseguivano e ti gettavano in un cassonetto".

"Non significa niente".

"Non significa niente perché non mi avresti permesso di intervenire in ogni caso"  tira a indovinare Kurt, e sa di averci preso in pieno dalla faccia colpevole e orgogliosa di Blaine. Chiunque pensi che questo ragazzo è debole si sbaglia di grosso. 

"No, non te l'avrei permesso" conferma duramente Blaine. "E non perché è la mia battaglia o qualche altra idiozia da macho del genere, ma perché non permetterei mai a t- a qualcun altro di rischiare di essere preso di mira per me".

"Non voglio alleviare il mio senso di colpa. Non significa niente il fatto che ci conosciamo appena" sibila Kurt, anche se spera che Blaine non gli chieda cosa vuole, perché non lo sa.

Blaine lo osserva a lungo.

"Bene, vuoi crogiolarti nel senso di colpa?" Prende un respiro profondo e i suoi occhi dorati sono più speranzos che mai. "Prendi un caffè con me venerdì dopo scuola".

Kurt spalanca gli occhi, come a dire 'sei serio? Ma mi hai guardato bene?' Il sorriso di Blaine è diventato improvvisamente malizioso.

"Un caffé. Dopo Scuola. Io e te" dice Kurt cercando di mantenere un tono di voce normale. Il suo stomaco nel frattempo è sconcertantemente in subbuglio per almeno una quarantina di motivi diversi, tra cui Blaine Anderson gli ha davvero appena chiesto di uscire? E anche che diavolo stai facendo, Kurt Hummel? Tu non esci con le persone.

"Ottime capacità riassuntive" commenta Blaine, e sembra sul punto di fargli addirittura l'occhiolino, tanto che Kurt scoppierebbe a ridere se fosse da lui e sopratutto se al momento non fosse troppo occupato a morire asfisiato. "Sì, un caffé. Così ci conosceremo meglio e la prossima volta che succede - e succederà - potrai dire 'non ho fatto niente'. Perché non ti farò intervenire comunque".

"Vuoi che ci cosciamo meglio" esala Kurt, la voce stranamente ferma.

Perché non sta dicendo di no? Perché non sta dicendo di no?

Perché dovrebbe dire di no?

"Già" sorride Blaine, evidentemente soddisfatto di avergli messo i piedi in testa incastrandolo in questo modo.

"Bene".

"Bene".

Ma Kurt è pur sempre Kurt Hummel, quindi gli lancia lo sguardo più glaciale del suo repertorio, che a quanto pare gli scivola addosso come se fosse acqua, e gli porge il palmo aperto.

Blaine lo fissa perplesso per un istante, poi fa per stringergli la mano, come se dovesse sigillare il patto, e Kurt alza gli occhi al cielo.

"Il tuo cellulare, Blaine. Così posso lasciarti il mio numero". Ecco, Anderson, beccati questa. Kurt sarà anche impazzito a rivolgere la parola a qualcuno a scuola oltre alle skank, ma almeno non ha completamente perso la faccia. 

Blaine splanca gli occhi, tanto da sembrare una sorta di cucciolo di labrador particolarmente felice - con un labbro massacrato e l'odore della granita alla ciliegia ancora tra i capelli - e gli porge il cellulare, dove Kurt digita il suo numero e fa squillare il suo iphone.

Vorrebbe quasi prendere a schiaffi Blaine quando alza le sue triangolarissime sopracciglia in un'espressione buffissima quando sente che la sua suoneria è Bad, Mikael Jackson.

"Bene" ripete Kurt restituendogli il cellulare.

"Bene" gli fa eco Blaine con un sorriso raggiante.

Oh, quello è il modo più strano per ottenere un appuntamento che Kurt abbia mai visto in tutta la sua vita.

Eppure mentre Blaine si volta con un ultimo sorriso raggiante e cammina – zoppica – verso l’uscita e la sua auto, Kurt si passa la mano sul ciuffo rosa e pensa che forse l’unica cosa per cui non è arrivato troppo tardi è – beh, Blaine.

 

*

 

Blaine praticamente saltella fino alla macchina, un po' perché il ginocchio gli fa davvero male, un po' perché oh mio dio, l'ha fatto davvero?

Sì, l'ha fatto davvero, sul suo cellulare c'è il numero di Kurt e venerdì prenderanno un caffé insieme e ok, probabilmente Kurt passerà il pomeriggio a fare battutine acide ma la verità è a Blaine piace questo lato di lui. Lo rende...speciale.

Però, deve ammettere di essere sorpreso di se stesso. Non pensava di avere il sangue freddo - o il coraggio, o la faccia tosta - di chiedere a Kurt di uscire così. Sperando che Kurt lo consideri una sorta di mezzo appuntamento. O comunque un'uscita.

Il telefono gli vibra nella tasca e segnala l'arrivo di un nuovo messaggio. Blaine legge il nome con il cuore che gli martella nel petto.

 

Da: Kurt

Ore 17: 14

Fai battute da nerd solo quando sei agitato, lo sai?

 

Blaine sorride, si prende un momento per stappare mentalmente lo spumante e risponde: "No, non l'avevo mai notato. Questo non conta comunque come qualcosa che sai di me, mi dispiace". E aggiunge una faccina che fa l'occhiolino tanto per essere sicuro.

 

Il suo telefono si illumina un'ultima volta.

 

Da: Kurt

Ore 17: 16

Non-fat mocha grande. Ora anche tu sai qualcosa di stupido su di me.

A venerdì, Blaine.

 

 

 

 

 

Note dell’Autrice

Atroce ritardo, non ammazzatemi, ho scritto il capitolo oggi. Bene, non so, questo capitolo mi terrorizza, sarà la cosa più ooc sulla faccia della terra, non lo so.

Kurt si da una smossa, yay. Avrei potuto fargli fare molte più pare mentali, ma non volevo portarla alla lunga e direi che succede già abbastanza.

Ora, qualcuna di voi vuole provare ad indovinare che diavolo è successo tra Kurt e Karofsky? Nel prossimo capitolo: l’appuntamento per il caffè, Blaine viene beccato in pieno da Santana e Sebastian, e Kurt decide di ricambiare l’invito con qualcosa di completamente diverso J Staremo a vedere J

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