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"Life is not about
waiting for the storm to pass, it's about learning to dance in the rain"
Ai
meravigliosi gleek che ho incontrato al Lucca Comics,
e a quelli che ancora devo conoscere.
Rendete le mie giornate
semplicemente qualcosa di più.
Capitolo uno
"Great ideas, evil
plans"
“Anderson,chico, ti si sta per
slogare la mascella. Smettila di guardarlo così,por
l’amor dedios. Finirà che ti cascheranno i bulbi
oculari, o cascherà a lui ilculoper l’intensità con cui gli stai
sbavando addosso”.
Blaine si domanda ogni santo
giorno cosa c’è che non va nella sua vita. La metà delle volte la risposta èSantanaLopez. In una qualche esistenza precedentedeveessere stato un serial killer di
cuccioli oJoker, o qualcosa del genere, perché non vi è
altra spiegazione riguardo alla sfiga che lo perseguita. Il karma,
probabilmente. Chissà quanti gattini ha fatto fuori.
C’è un’orribile nuvola nera
che gira per ilMcKinleyda quandosi
è trasferito, un anno fa, e Blaine Anderson è perennemente sotto di essa, senza
ombrello, aggrappato ad un parafulmini.
Per metterla in metafora,
insomma.
“Non gli sto sbavando
addosso” risponde acidamente Blaine, schiarendosi la gola e sistemandosi
attentamente il cravattino a quadri.Da allaragazza una lieve spintarella in
direzione della classe nelvanotentativo di distrarla. “Sbrigati,
o faremo tardi a lezione di biologia”.
Santana lo fulmina con
un’occhiataccia, afferrando a sua volta Brittany per un polso e trascinandosela
dietro.
“In ritardo?” domanda
Brittany perplessa, incespicando per seguirli lungo il corridoio fino alla
porta del laboratorio dibio. “Non possiamo essere in
ritardo, la professoressaMcGeemi ha promesso che avremmo studiato la
composizione della polvere di fata!”
“Siamo già in ritardo per la
lezione,hobbit” soffia Santana, tendendosi verso
di lui come una gatta. “Perché tu ti sei fermato per fingere di allacciarti le
scarpe – Cristo, Blaine,i calzini- per poi lasciarti ipnotizzare dal
dondolio dei fianchi di un certo ciuffo rosa. Sai come li chiamiamo questi, a
Lima High?”.
Blaine alza gli occhi
ambrati al cielo e si sistema la tracolla. “Adolescenti nerd sfigati senza
speranza, il tutto inspagnolo?”
la anticipa, già sapendo dove vuole andare a parare.
Santana ghigna. “Stalker”.
Brittany, in mezzo a loro,
fa scorrere lo sguardo dall’uno all’altra e alza le spalle. “Scusa, San, ma mi
piaceva di più quella di Blaine”.
A volte la vita è davvero
ingiusta.
Blaine sospira e le due
ragazze lo precedono entrando in classe, ma lui si volta verso il corridoio e
sporge la testa giusto in tempo per vedere un familiare ciuffo rosa scomparire
dietro l’angolo, sfuggente come sempre.
*
Un’altra cosa che Blaine si
domanda tutti i giorni è come diavolo è diventato amico di Brittany eSantana.
Nonlosa.Boh. Non l’ha mai capito, è semplicemente
successo che lacoachSylvesterl’ha
acciuffato per i corridoi, narcotizzato, rapito e ricattato, costringendolo a
fare datutoralle
due cheerleader per riportare la loro media in una posizione meno vergognosa.
Santana, quando gli è stato comunicato, l’ha guardato come avrebbe guardato un
insetto particolarmente orribile – o ungoblin, oShrekin
persona – e non ha perso una sola occasione per insultarlo o prenderlo in giro
da allora.
Solo che con il tempo Blaine
ha imparato che quello è il modo in cui generalmente la ragazza dimostra il suo
affetto. E lui si prende più insulti di tutti, quindi…
“…quindi dovete
immaginare la vostra cellula divisa a metà e…”
“Anderson, dimmi che non
stai davvero prendendo appunti,por favor”.
Blaine solleva un
sopracciglio –geometrico,come ama definirlo Santana – e
sottrae il foglio alla vista della cheerleader, sfortunatamente sua compagna di
banco.
“No” sussurra per non farsi
sentire dall’insegnante. “L’ho già studiato alla Dalton, questo argomento. Sto
progettando la mia prossima campagna militare inCivilizationIV”.
Santana gli lancia uno
sguardo schifato e gli ruba il foglio dalle mani, afferrando una penna e
iniziando a scrivere furiosamente.
Blaine sospira – perché,perchéè ancora aggrappato al parafulmini?
– e attende pazientemente qualsiasi insulto la ragazza sia in procinto di
mettergli per iscritto.
Brittany, dall’altro lato
del banco, sta placidamente disegnando un arcobaleno sul libro. Beh, se non
altro l’ha disegnato per collegare due cellule.
La povera campagna militare
ricompare tra le sue mani un istante dopo.
Sei disgustosamente nerd,
non riesco a capire perché continuo a gironzolare intorno a te. Saresti carino,
se non fossi gay come il quattro di luglio e indossassi dei maledetti calzini,dios. Allora, vogliamo parlare
del tuo piccolo problema con ciuffo rosa?
E Blaine ci prova a negare,
perché gli rispondeNon ho
idea di cosa tustiaparlando.
E gironzoli intorno a me perché ti ho salvato la pagella, provi una qualche
contorta soddisfazione nel prendermi in giro e sei lesbica, Santana. Per i
calzini non so che dirti, non ricordo di averne mai comprati.
Passa il foglio alla ragazza
in divisa e attende pazientemente che leisgranigli occhi o inizi a picchiarlo
violentemente davanti a tutta la classe,come
sempre.
Santana afferra la penna e
lo punzecchiasull’avambraccio primadi rispondere in fretta.
Sei fortunato, Blaine
Anderson. Io eBrittabbiamo deciso che a)tisaranno
comprati calzini, una montagna dicalzinie b) ti aiuteremo ad entrare nei
pantaloni di ciuffo rosa.
Sapeva che prima o poi
sarebbe successo – non hai comepseudomiglioriamiche Santana e Brittany senza
conseguenze – quindi Blaine si limita a scuotere la testa e scribacchiare sotto
al commento della ragazza.
Io non voglio entrare nei
suoi pantaloni, San. E non voglio dei calzini. Sto benissimo così.
E quei pantaloni sono talmente
stretti che non ci entrerei nemmeno ricoperto di lubrificante, vorrebbe
aggiungere, ma si trattiene. Sarebbe come infilarsi una mela in bocca e
offrirsi a Santana su un piatto d'argento con contorno di patate.
Santana sbircia la risposta
da sopra la sua spalla – visto che èbasso– manon ha il tempo necessario a
strappargli il foglio dalle mani perché Brittany la precede ed estrae i
pastelli.
“Oh, non di nuovo” geme
Blaine massaggiandosi la base del naso oltre gli occhiali. Santana ha l’aria di
essere indecisa se dare una martellata in testa a Brittany o baciarla davanti a
tutta la classe. Uh, forse più la seconda, vista da quest’angolazione.
Entrambi attendono
pazientemente che Brittanyfiniscadi scrivere il suo piccolo,arcobalenosomonologo,
e quando finalmente il foglio – che una volta era un’ottima campagna – viene
restituito loro, si piegano entrambi su di esso per leggere.
Blaine Warbler,
inquanto delfino, è tuo dovere unirti al tuo branco di
delfini, e non quelle brutte copie di nerd che ti porti in giro vestiti da
personaggi di Harry Potter. Soprattutto perché quello vestito da Voldemort mi
spaventa. Sei sicuro che non ci siano squali, sotto a quei costumi?
In qualità di
rappresentante d’istituto ti ordino di seguire i nostri consigli, così Santana
la smetterà di lamentarsi del secchio che deve portarsi dietro per raccogliere
la tua bava da lumaca ogni volta che passa Hummel e noi potremo tornare a fare
le nostre cose da ragazze senza rischiare di farti deprimere.
Santana esibisce un sorriso
soddisfatto di fronte alla sua espressione basita, girandosi verso Brittany per
lanciarle un bacio.
Brittany accarezza la spalla
del ragazzo con affetto. “Mi piace Kurt, stareste bene insieme. Ma devi mettere
i calzini, Blaine”.
Blaine scuote la testa con
tanta energia da farsi quasi cadere gli occhiali dalla faccia.
“Ragazze, non posso.
Andiamo, mi avete visto? Sono il peggior sfigato dell’interoMcKinley, un caso disperato, l’obiettivo
preferito della squadra di football. Non mi ha mai notato in un anno, non lo
farà di certo adesso. No, lasciamo perdere, ok? Va bene così”.
Santana inarca un
sopracciglio e gli pesta un piede da sotto al tavolo, guadagnandosi un gemito
di dolore da parte di Blaine e un’occhiataccia dell’insegnante. Tante volte
Blaine pensa che Santana gli gironzoli intorno solo perché si diverte a
malmenarlo.
“Va bene cosìcome, esattamente?
Continuerai a guardarlo da lontano senza avere le palle di chiedergli di
uscire? Gli muori dietro!StupidoAnderson, è per questo che
vogliamo…darti una sistemata, ecco. Cos’hai da perdere? Facciamo un tentativo!
Sono stufa di vederti ogni giorno vagare per i corridoi come un’anima in pena
nella speranza di andargli a sbattere addosso o cose del genere,dios.Ti fa sembrare più patetico di
quantotunon sia già.
E tu parli tramite citazioni del Signore delle Mosche”.
“Signore degli Anelli,
Santana. Il signore degli Anelli” la corregge esasperato. Santana gli lancia
un’occhiata da ‘beh? E io cosa ho detto?’ e Blaine scuote la testa con cupa
rassegnazione.
In
effetticosa gli costa fare un tentativo? Magari Santana sa davvero come
attirare l’attenzione di Kurt – che non guarda mainessunoin faccia, figuriamoci. Però tentar
non nuoce.
Che bella idea che ha avuto,
prendersi una cotta per l'essere più sfuggente - e probabilmente pericoloso -
di tutta la scuola.
“Tu oggi vieni a casa di
Brittany e vedrai che quando avremo finito con te,Frollo,
Hummel non riuscirà più a toglierti gli occhi di dosso”.
Inutile farle notare che èFrodo, Blaine sa che
peggiorerà solo le cose. Santana lo prenderà per sfinimento, probabilmente
piombando a casa sua e interrompendo una lunga ed elaborata partita aD&Dcon
il solo scopo di rapirlo, quindi tanto vale arrendersi subito.
Oh, beh. Tanto male non
potrà fare, vero?Vero?
*
Fa tanto,tantomale.
“Blaine, smettila di
agitarti come una medusa, non riesco a fare niente!” ringhia Santana
esasperata, scivolando più vicina a lui sul letto di Brittany e tenendogli la
faccia con una mano.
Blaine ha le lacrime agli
occhi e si sta internamente maledicendo con tutti gli incantesimi che conosce
per aver acconsentito a quella tortura anziché starseneacasa e farsi una bellaruolata. Oexpare. Maledizione,
che gli passa per la testa? Non riuscirà mai a ottenere la fata d'acqua se nonexpa.
Farsi aiutare da Santana e
Brittany a conquistare Kurt Hummel, loskankpiù stravagante dell’intera scuola? Ma
che splendida idea, Blaine, complimenti!Masochista.
“M-misento
come se mi stessi strappando la faccia,per Godric!” geme il
ragazzo, afferrando il lenzuolo dietro di lui con una mano e trovandoci invece
la coda del gatto di Brittany.Ops.
Santana gli blocca la
mascella con una mano e gli scivola di più in grembo, strusciandosi contro i
suoi fianchi.
“Stai fermo,Nerderson”
“La mia faccia!”
Brittany entra in quel
momento con tre bicchieri di succo d’arancia e una grattugia per il parmigiano
sottobraccio, li osserva perplessa per un attimo e domanda: “Ma Santana, non
avevamo deciso di non uccidergli le sopracciglia?”
Santana allontana la
pinzetta dalla faccia di Blaine e sospira. “Lo so,Britt, ma vuoi davvero presentarlo davantiadHummel con questicosi? Ci potrebbero spiegare
il teorema di Pitagora!”
Blaine mugugna una supplica,
incapace di muovere il viso, e cerca di attirare l’attenzione di Brittany per
farsi salvare da Santana.La
ragazza bionda piega di lato la testa e si siede sul letto di fianco a loro,
afferrando a sua volta una pinzetta.
“Il teorema di Pitagora non
è sulle tartarughe marine?”
Oh, dio.
*
“Ora, Anderson, guardati
allo specchio e dimmi che non ti piaci” canticchia Santana un’ora e mezza – e
tante lacrime – dopo.
Blaine socchiude appena gli
occhi e li richiude immediatamente. “Oh, dio” sussurra con voce strozzata.
“Cosa avete fatto alla mia faccia? Sembro – Sembro –aiuto”.
Le sue sopracciglia non
hanno affatto cambiato forma, sembrano solo un po' meno folte e un po'
più…umane? Sì, forse si potrebbero definire umane. Però, quanto bruciano,Merlino!
“Guarda che Hummel ha una
pelle praticamente perfetta e ti posso assicurare che vive con la pinzetta per
le sopracciglia in tasca, perché –“
“Ilpiercingal
sopracciglio sinistro. Sì, l’ho notato. Così come ho notato quello alla
lingua”.
Santana sorride
maliziosamente e gli artiglia le spalle, piazzandosi dietro di lui –tanto è basso. “Lo so che
l’hai notato, nano. Eccita persinome quandolo vedo”.
Blaine arrossisce violentemente,
causando le risatine di Brittany e i singhiozzi strozzati dell’ispanica.
“Bene, ora che abbiamo
risolto la questione sopracciglia, passiamo alla seconda della lista” decreta
Santana, sistemandosi le pieghe della gonna. “Britt?”
Brittany abbassa lo sguardo
sul foglio tutto colorato che ha appena strappato dalle grinfie del gatto.
“Punto numerodue” legge, lanciando un'occhiata offesa
all'animale. “Cospargere le sigarette di LordTubbinghtondi burro”.
Sia Blaine che Santana - che
la palla di pelo del gatto - rimangono immobili a fissarla. “Punto numero tre?”
“Punto numero tre: bruciare
i papillon. In alternativa, tagliuzzare i papillon e utilizzarli come bandana”.
Blaine fa un passo indietro
e si spiattella contro la parete. “Sta’ lontana da me e dai miei cravattini,Sauron”.
Santana borbotta qualcosa
che suona sospettosamente come 'Melodrammatico'.
*
Dopo due ore di torture - in
altro modo non saprebbe definirle, purtroppo. La morte diKakashiè
statamolto menodolorosa da sopportare - la
situazione ha raggiunto un livello drastico.
Blaine sembra una comparsa
diTheWalkingDead.
Se ne sta seduto sul letto, tremante, dopo aver preso parte all'esperienza più
traumatica della sua intera esistenza - pari forse solo al finale di FinalFantasyX.
Oh, quellosìche è un trauma.
"Ti stanno benissimo,
Anderson, non fare quella faccia" borbotta Santana squadrandolo a lungo.
"Stavolta sarà Hummel che non riuscirà a guardare danessun'altra parte se non questi meravigliosi,attillatissimijeans".
"Non respiro"
pigola Blaine tastandosi le cosce strizzate nel tessuto scuro. Niente, non
sente più niente. Paralizzato dalla vita in giù. Oh, dio, dovrà strisciare sui
gomiti fino ai piedi di Kurt Hummel e chiedergli di uscire sperando di impietosirlo.
"La mia circolazione, non sento più il sangue che mi scorre nella parte
inferiore del corpo. Mi hai ucciso.Salazar, ci sei
riuscita, mi hai ammazzato".
Brittany gli si siede
vicino, accarezzandogli il ginocchio. Oh, dio, non sente più nulla.
"San, sei sicura che non sia sotto shock? Lo shock è pericolosissimo,
potrebbe trasformarsi in un'anguilla, e io ho paura delle anguille. Sai che
stanno complottando per conquistare il mondo".
Santana ghigna malignamente.
"Aspetta di rivedere Hummel e quel suo fisico da urlo strizzato in
pantaloniil doppio attillati. Vedrai come ti circolerà il
sangue verso sud".
Tirargli unacuscinataè
l'unica cosa che può fare, perché Blainenon
riesce a muoversi.
*
"No, no e poi no. Te lo
scordi" esclama Blaine, indietreggiando velocementeverso laporta.
Maledizione, è chiusa a chiave. "Dovrai passare sul mio cadavere, Santana.
Enoisiamo gay".
Santana si limita a
sorridergli, un po' come ti sorriderebbe un alien prima di picchiettarti sulla
spalla e divorarti dall'interno. Che è precisamente ciò che Santana ha
intenzione di fare. Più o meno. DoveMerlinoè la sua bacchetta magica quando
serve?
"Brittany dice che Kurt
bacia da dio" commenta connonchalance, dando dei
colpetti al letto per invitarlo a sedersi vicino a lei. Sì, proprio ora che
Blaine ha vinto la forza di gravità ed è riuscito a muovere le gambe in
semi-cancrena. "Non vorrai mica fare una brutta figura perché non sai
baciare, vero?"
Blaine serra le labbra in
una morsa quasidolorosa quandoSantana si alza e fa un passo verso di
lui. Ok, le ragazze lo terrorizzano. Blaine ègay, per le mutande di
Silente, perché diavolo dovrebbe baciareSantana?
"Non sono affari tuoi.
Ti ho lasciato torturarmi per le scorse quattro ore,Lopez. Quattro ore che avrei potuto passare
davanti alla playstation con il mio amatoResidentEvil6, o magari a complottare un vero
piano per chiedere a K-Kurt di uscire. Non ti sei divertita abbastanza?"
Santana sembra sinceramente
offesa. "Sto solo cercando di aiutarti" lo rimprovera. Oh, dio,è seria. "Puoi pensare
alle formule matematiche, se vuoi". Non sta succedendo, non sta
succedendo. Un incubo, Blaine, è solo un incubo. Ora compariràSuperMario, ti dirà che dovete salvarePeache
- "Forse hai solo paura di non essere abbastanza bravo" lo provoca la
cheerleader.
Ok, questo è troppo.
Con uno scatto quasi felino
Blaine fa un passo avanti e afferra Santana per i gomiti, facendo scontrare le
labbra con quelle della ragazza.
Il valore della derivata
di f(x) calcolata in X con 0-
Blaine le morde
delicatamente il labbro inferiore e Santana si stacca da lui ad occhi sgranati,
appoggiandogli le mani sul petto.
"Cazzo, Anderson.
Saibaciare".
Qualcuno mi uccida, per
favore.Sto per dare di stomaco.
*
"Un ultimo
consiglio" gli dice Santana fermandolo sulla porta di casa di Brittany.
Blaine ormai ha esaurito tutte le lacrime, le battutine innerdesee
le formule matematiche, quindi non gli resta che voltarsi e affrontare il suo
destino. Un po’ come Harry che va spontaneamente nella Foresta Proibita e si fa
fare secco da Voldemort.
"Sentiamo".
"Domani mattina non
mettere il gel" gli suggerisce la ragazza, facendogli l'occhiolino. Blaine
sbatte le ciglia un paio di volte. Forse è un tic nervoso.
"Dovrai strappare il
tubetto dal mio corpo freddo e morto".
Brittany compare alle spalle
di Santana, i grandi occhi azzurri ricoperti di lacrime.
"Sapevo che LordTubbingtonti
avrebbe ucciso, alla fine!" sussurra stringendolo in un abbraccio
stritolare. "Mi dispiace, Blaine, ora sei un fantasma? Potrai comunque
provarci con Kurt? Perchè bacia davvero bene! Se sei un fantasma puoi sentirlo,
se ti bacia?"
E sì, forse la nuvola nera
che Blaine si porta appresso e che non fa altro che ficcarlo nei guai è proprio
di fronte a lui, sullo stipite della porta, nella diabolica forma di due
cheerleader.
*
Santana si appoggia con un
sorriso allo stipite della porta, stringendo Brittany in unabbraccio mentreguardano
Blaine Anderson allontanarsi con passo incerto verso la sua auto.
“Credi che la mia idea
funzionerà?” domanda Brittany sottovoce mordendosiil labbro preoccupata. Santana le sorride e bacia
via quel piccolo broncio con leggerezza, appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Ma certo che funzionerà,
piccola. Tu hai idee straordinarie. Dobbiamo solo avere pazienza”.
*
Quella sera Blaine torna a
casa dolorante, psicologicamente distrutto e pericolosamente in bilicosul parafulmini.
Gettandosi sul letto e
accoccolandosi sotto le coperte, non può fare a meno di domandarsi se
funzionerà. Perché dopotutto potrebbe: guardandosi allo specchio di Brittany si
è riconosciuto a stento, con il viso arrossato, quei pantaloni così stretti euh, niente papillon.
Kurt Hummel è un tipo
particolare, sembra appena uscito da un libro. Ogni volta che ci pensa, a
Blaine quasi viene da ridere perché eraovvioche si sarebbe preso una cotta senza
speranza perunocome
Kurt,SantoGandalf. Ciuffo rosa e aria silenziosamente
pericolosa compresi.
Blaine sospira e afferra un
libro a caso dalla pila sul comodino. Ha bisogno di distrarsi, perché se pensa
finirà per avere in testa solo Kurt. E al momento Kurt è il maggiore dei suoi
problemi: è il fulmine che sta per piombare su di lui e ridurlo a nient’altro
che un mucchietto di insignificante cenere.
*
Blaine si sente osservato.
Nel senso di molto,moltoosservato. Ha qualcosatipo gliocchi
di mezzo corridoio puntati addosso, ci sono un paio di mandibole che stanno
spazzando il pavimento e a SusanJonessono appena caduti i libri di mano.
Sembra quasi l’incubo che ha
avuto un paio di mesi fa, nel quale si presentava a lezione di economia
domestica vestito da druido, con tanto di barba e libro di incantesimi,
circondato da persone vestite daStonehenge, e tutti lo
fissavano.
Solo che ora è reale e lui è
vestito da Blaine Anderson. O meglio, la versione ampiamente riveduta e
corretta – e mutilata –madeinBrittana. E tutti lo fissano lo stesso.
Fa un altro paio di passi e
si lancia nel bagno dei ragazzi con un’agilitàninjache
non sapeva di possedere, evitando per un pelo Brittany e Santana. Una volta nel
cubicolo – energicamente chiuso a chiave perché non ci tiene a farsi infilare
la testa nel water di nuovo, grazie tante – Blaine si prende un momento per
osservare il modo in cui è conciato.
Se non fosse stato un
malvagio pianopre-organizzatoavrebbe detto di essersi vestito senza
mettersi prima gli occhiali – e lui è piuttosto miope, quindi questo la dice
lunga sul suo stato.Ijeans
attillati gli stanno letteralmente tagliando via le gambe e probabilmente
presto si ritroverà privo della parte inferiore del corpo.Quella superiorenon
è tanto male, in fondo indossa solo una t-shirt scura e una sciarpa verde
oliva. Niente caviglie di fuori, dei maledettissimicalzinie un paio di vecchissime converse di
suo fratello completano il tutto.
Sembra unfattone. No, peggio. Non sembra Blaine Anderson.
E inizia arealizzareorache potrebbe essere un problema se il
non-Blaine Anderson finisse per piacere a Kurt.
Kurt, con il quale non ha
nemmeno mai parlato, perché Blaine è schifosamente timido. Canta nel Glee Club,
una volta sul palco riesce ad esibirsi di fronte a migliaia di persone e
contemporaneamente saltare sui mobili e poi – poi si ritrova davanti Kurt Hummel
ebalbetta.
Cosa che sta succedendo
proprioadesso.Merda.
“Uh – i-io, ehm”.
Fantastico, Blaine,
fantastico. Ora lanciagli unOblivione scappa!
Davanti a lui – quando
diavolo è uscito dal cubicolo, Blaine nemmeno se lo ricorda – c’è Kurt incarne ed ossa, ciuffo rosa pallido,piercingal sopracciglio, naturalmente
inarcato, pantaloni praticamente cuciti addosso e occhi azzurri a poca distanza
dai suoi.
Oh, e la sua bocca si sta
muovendo.
“…cosa diavolo ti è
successo, Anderson?”
E un momento. Perché Kurt sa
il suo nome? E perché è appena arrossito? E perché Silente non ha mai dettoadHarry di Ariana?
No, aspettate, sta andando
fuori tema.
Angolino
Selene
Ebbene, eccoci qui con la
mia nuova long. Spero di non partire in sordina, si vedrà! Questo primo
capitolo molti di voi probabilmente lo hanno già letto durante la KlaineWeek, dove avevo annunciato che si
sarebbe trasformato in una long. Quindi eccomi qui!
Il secondo capitolo arriverà domani, tanto per non
farvi aspettare troppo! :D In ogni caso, il mio giorno
di aggiornamento, escluso domani, rimarrà il martedì come per On My Way!
Stay tuned, quindi, e ci riaggiorniamo (ah-ah) domani!
Per chi volesse contattarmi su faccialibro
o twitter, qui i link:
Blaine Anderson ha il
cervello un po' fuori fase e lo sanno davvero
tutti. Se dovesse tracciare un diagramma di
statistica noterebbe delle capacità di concentrazione ad intermittenza,
che vanno da altissimi picchi durante le sue partite ad AssassinsCreed II, le ore al
pianoforte o le lezioni di chimica a vergognosi
momenti di totale black out, durante i
quali la sua testa decide di dare forfait per isolarsi in un qualche
universo parallelo. Sempre, irrimediabilmente nel momento meno opportuno,
proprio come ora.
Il fatto che Blaine
abbia avuto il tempo di pensare alla statistica e agli universi in quei
due secondi che impiega Kurt Hummel per
smettere di arrossire come un peperone - facendo curiosamente a pugni con
il rosa shocking del ciuffo, tra le altre cose - la dice lunga sullo
stato disperato in cui vertono le sue cellule celebrali.
Una volta aver
scientificamente dimostrato a se stesso di essere completamente partito per la
tangenziale, Blaine si arrende all'evidenza e capisce che ci sono due
possibilità: a) Kurt è un'allucinazione partorita dal suo cervello, che in
realtà lo ha messo KO per schermare l'atroce dolore delle pinzette di Santana
sulle sue sopracciglia (maledetta figlia
illegittima di Sauron, glie la pagherà);
oppure b) il ragazzo è perfettamente reale lì di fronte a lui ed
è perfettamente perfetto, gli ha appena domandato che diavolo gli fosse
successo e Blaine sta ancora balbettando come - beh, come un perfetto
idiota.
"Io -
cosa?" chiede con un filo di voce passandosi una mano sul viso,
dando dimostrazione del suo notevole acume.
Kurt lo sta ancora fissando con l'aria di uno che non sa che farsene
dell'immagine che si trova di fronte.
Alla fine sembra essere
il primo a riscuotersi da quello scambio di sguardi e la sua mascella rientra
nelle dimensioni normali - per un attimo Blaine aveva temuto che se la
fosse slogata.
"Niente"
risponde lentamente, continuando ad osservarlo di sottecchi mentre si incammina
dondolando leggermente verso uno dei lavandini. "Domanda idiota,
ignorami".
Prima non l'ha notato,
ma la voce di Kurt ha una cerca musicalità, una nota malinconica in un mare di
freddezza. Senza apparente motivo - di nuovo al discorso del cervello fuso e la
concentrazione di un opossum - Blaine si chiede se nessuno abbia mai
fatto caso a quella nota fuori posto nella voce del ragazzo di fronte a lui.
Un’eventuale risposta si
fa attendere troppo, a quanto pare, perché lo sguardo azzurro di Kurt si gela
di nuovo e lui torna indifferente e misterioso come sempre. Si passa una
mano tra i capelli, scompigliando le ciocche rosa che finiscono per ricadergli
distrattamente sulla fronte, e poi finisce per sfiorare delicatamente il
piercing al sopracciglio. Gli da le spalle e apre con
un gesto secco il rubinetto dell'acqua, sciacquando via quella che sembra
vernice rossa - Blaine sta pregando in elfico che non sia sangue - dalle mani.
Il rumore dell'acqua che
sgorga dal rubinetto quasi copre il mormorio che sfugge dalle labbra di Blaine:
"No, io - scusa, è che mi hai colto di sorpresa".
Vorrebbe prendere a
testate la porta del cubicolo dal quale è uscito. Tra tutti i posti nei quali
si sarebbero potuti incontrare,proprioil bagno?
Ci manca solo cheKurt annunci di sapere dov'è
l'entrata dellaCamera deiSegreti, il che potrebbe essereun grosso problema, perché Blaine
ancora non ha padroneggiatol'uso
del Serpentese. Non che non cistia provando, ma questo è un
dettaglio che non è necessario divulgare.
Kurt finisce
silenziosamente di lavarsi le mani, sul viso un'espressione illeggibile.
"Ti ho colto di sorpresa" ripete senza guardare Blaine negli occhi.
Non tiene lo sguardo basso, semplicemente fissa un punto del lavandino davanti
a sé mentre si asciuga le mani.
Blaine non ha idea di
cosa pensare - il suo cervello è andato KO minuti fa, ricordate? - soprattutto
perché non ha mai avuto l'occasione di osservare il ragazzo che ha attirato
tanto la sua attenzione così da vicino. Kurt è sempre sfuggente, silenzioso e
in qualche modo si muove per i corridoi come se stesse danzando su un campo
minato, lasciandosi alle spalle gli sguardi incuriositi di Blaine.
Tuttavia non si
erano mai rivolti la parola fino ad ora, non si conoscevano e Blaine si era
sempre limitato ad osservare il bordo della sua giacca di pelle ondeggiare e
svanire all'angolo di ogni corridoio.
Perché, quindi, ora
stanno intrattenendo questa bizzarra conversazione nel bagno dei ragazzi?
Kurt si passa le
dita inumidite dall'acqua dietro al collo e socchiude gli occhi, così che
Blaine riesca a intravedere solo una sottile linea azzurra, forse grigia, oltre
le lunghe ciglia.
Con la mano libera Kurt
inizia a frugare nella tracolla alla ricerca di chissà cosa. Da
quella distanza Blaine riesce a vedere abbastanza chiaramente che le nocche di
entrambe le mani sono ancora arrossate.
Forse è l'aspetto
apparentemente tranquillo, seppur freddo e distante, di Kurt, forse semplicemente è davvero fuori di testa, ma
Blaine trova il coraggio per rispondere.
"Beh" esala
con un'alzata di spalle, sentendosi già le guance in fiamme. "Non pensavo
sapessi come mi chiamo".
Kurt si volta
leggermente verso di lui e solleva elegantemente un sopracciglio - quello
libero dal piercing.
Il perché è strano che
il ragazzo conosca il suo nome èchiaroad entrambie nessuno sente, infatti,la necessità di dirlo ad alta voce.
Blaine è uno degli
sfigatinerdpiù patologici dell'intero
McKinley, è gay ed è nel Glee Club: se la gente sa come si chiama è soloper via dellevignette davvero suggestive
su di lui nei bagni dei maschi. Blaine si ritrova ardentemente a sperare che
non siaproprioquello il motivo per cui Kurt
conosce il suo nome.Ormai è
diventato quasi immune agli insulti, ma ricordamolto bene le notti spese asoffocare i singhiozzinel cuscino e non ha intenzione di
riviverne nessuna.
Kurt è ancora
palesemente sulla difensiva e tiene gli occhi socchiusi come
quelli di un gatto particolarmente diffidente. Si studiano con curiosità
fino a che Blaine non arrossisce e Kurt - beh, la reazione di Kurt è più sorprendente
dell'ultimo numero di Death Note.
Alza
le spalle, ostentando noncuranzamentre
abbassa lo sguardo sulla sigaretta che si sta rigirando tra le dita sottili, e
dice: "Mio fratello Finn è nel Glee Club. Parla continuamente di te e di quando hai baciato Rachel Berry
ad unafestaparticolarmente alcolica, e
di come al suddetto bacio è seguito un favoloso duetto con un paio
di microfoni ricoperti di glitter".
"Oh"commenta Blaine avvampando. Finn parla di lui con Kurt? Si appunta mentalmente di
assassinare quel bietolone idiota per non aver mai menzionato durante il Glee Club il suo fratellastro skank,
quando invece è chiaro che parla dei suoi compagni di canto a casa. "Beh, ero un po' ubriaco eRachel era molto convincente - ma
sono gay. Molto gay".
Avete presente quei
momenti in cui vorreste prendere a craniate il muro
fino a svenire? Ecco, questo è uno di quelli.
Perché insomma, si può
sapere che accidenti sta blaterando?
Cerca disperatamente
qualcosa da dire che non somigliadun'altra dichiarazione a cuore
aperto - stupido, stupido Blaineche
non sa tenere la boccaccia chiusa - perché beh, Kurt Hummel
gli piace, lo intriga e il suo obiettivo era chiedergli di uscire, nonfare il coming
out più ridicolo del mondo.
E Kurt sa che ha baciato
Rachel!Vergognati,
Anderson.Non si
baciano le ragazzeubriache.
Dev'esserci qualcosa di bacato nel suo cervello
visto chemeno di venti ore
prima ha baciato anche Santana. Ed era sobrio - più o meno.
Alla fine se ne esce con
la frase più stupida sulla faccia della terra.
"Aspetta,Finn è tuo fratello?"
Complimenti,
impressionalo con il tuo spirito di osservazione!
I neuroni che dimorano
nella sua scatola cranica hanno assunto le sembianze di Santana e Brittany e al momento sono impegnati a malmenarlo brutalmente
con unaclava e Blaine sente
di meritarselo.Prende a
tormentarsiil bordo della
sciarpa con entrambe le mani, spostandoilpeso da un piede all'altro. Che
diavolo sta facendo? Che qualcuno gli allunghi un Tardis,presto!
Kurt non alza nemmeno
gli occhi dalla sigaretta che si sta ancora rigirando tra le dita.
"Fratellastro"locorregge, scuotendo leggermente la
testa. La totale mancanza di reazioni al suo ridicolo coming
out lo destabilizza, ma non riesce a vedere i suoi occhi, quindi Blaine non può
dichiarare la battaglia persa in partenza. Non ancora, almeno.
Alcuni ciuffi rosa
ricadono disordinatamente sulla fronte di Kurt e lui non si prende la briga di
spostarli.
"Mio padre ha
sposato sua madrel'anno
scorso e io misono ritrovato
il pacchetto Hudsonversione
integrale,disordine al limite
deldisgustosoe immensa idioziacompresi" dichiara con
noncuranza.
Ed eccolo, un altro
dettaglio in apparenza insignificante: la lieve nota di affetto nella sua voce.
Visto che si tratta pur sempre di Finn
Delicatezza di un Tirannosauro Hudson Blaine è indeciso se fargli le
congratulazioni o le condoglianze, quindi opta per un silenzio perplesso.
Perché Kurt glista parlando della sua famiglia?Meglio ancora, perché Kurt gli staparlando?
Dall'espressione sul
viso del ragazzo, sembrasi
stia chiedendo lastessa
identica cosa.
La verità è che, visto
così da vicino, sembra solo un ragazzo molto riservato e particolarmente
scostante, ma non pericoloso. Strano, perché se incontrato per i corridoi Kurt
ha l’aria di uno capace di staccarti la testa di netto in caso dovessi entrare
nel suo spazio vitale.
Ha uno sguardo che
pietrifica e un'invidiabile espressione intimidatoria.Blaine non ha mai visto giocatori
di footballo bulli
avvicinarsi a lui. Neanche guardarlomale,
se è per questo, nonostante Kurt siapalesemente
gay.
Ci sono delle storie che
girano sul conto di Kurt, di quelle che ha sentito da Santana, che l'ha saputo
da Mercedes, che ne ha parlato su facebook con Tina,
che l'ha letto sul giornalino della scuola di Jacob Ben Israel.
Le voci che Blaine ha
sentito - e delle quali fa fatica a fidarsi, ma non c'è modo di sapere se sono
vere o castelli di carta di qualche idiota - riguardano l'ultima volta che
uno dei bulli, tale David Karofsky, trasferitosi
prima dell'arrivo di Blaine,ha
provato a tirare una granita in faccia a Kurt. Stando a suddetti pettegolezzi, Kurt ha
dato dimostrazione delle sue spettacolari abilità nelle arti marziali o
qualcosa del genere, tanto che nessuno ha più
dubitato della sua pericolosità.
Blaine non si aspettava
niente di tutto ciò.Decisamente.Eppureeccolo qui, ad intrattenere una
bizzarra chiacchierata con Kurt Hummel in persona,
come sefosse perfettamente
normale per due sconosciuti fare una cosa del genere. Nel bagno dei ragazzi.
Non che la cosagli dispiaccia, anzi.Semplicemente i piani di Brittany e Santana di solito non finiscono con un successo
ma con unviaggio al pronto
soccorso emesidi terapia e psicologi.
Soprattutto, però, c'è
il fatto che Kurt non parla. Blaine non l'ha mai visto rivolgere la
parola a qualcuno che non siano le skank, e anche in
quei casi non sembra davvero amichevole.
"Quindi"
riprendeKurt, che non sembraintenzionato ad alzare il viso ma
nemmeno ad abbandonare la loro allucinante conversazione. "Eri nel bel
mezzo di un esperimento di chimica edhai
accidentalmente dato fuoco al tuoarmadio,
così sei stato costretto arifarti
il guardaroba?".
Stanno davvero parlando
del rinnovato look di Blaine, appoggiati ad un lavandino, a meno di due metri
l'uno dall'altro, in un bagno vuoto?Forse
Blaine è stato drogato. Sì, non c'è altra spiegazione: quella èla peggiore dellesue allucinazioni.
Visto che è
un'allucinazione,quindi,
Blaine può tranquillizzarsi e comportarsi da persona folle quale è, no?
"Mi piacerebbe
dirti che sì, il mio armadioha
preso fuoco,così come lametà superiore delle mie
sopracciglia" risponde con un sorriso, appoggiando la schiena al muro. Suddette sopracciglia ancora gli fanno
unmale cane,per inciso, e non per un disastroso
caso di autocombustione."Ma
no,purtropponon è così. Sarebbe
stato terribile,una delle vie
per Narnia distrutte così velocemente".
Kurt alzagli occhi nei suoi e Blaine
trattiene il fiato alluccichio
di divertimento che scorgenelle
sue iridi azzurre.
Magari Kurt Hummel non pensa che sia fuori di testa - o uno sfigato -
perché ci sono piùlibri che
preservativi sul suo comodino, in fondo.
Insomma, il succo della
storia è che quel poco di neuroni che ancora resistevano stoici tra
le oscure pareti del suo cranio ormai sono belli che andati. Stecchiti, morti, kaput. I loro scheletri giaceranno nella
camera - del suo cervello - per sempre. *
L'assurdità della
situazionenella quale si
trova al momentolo faquasiridacchiare istericamente.
"Sono stato rapito
da Santanae Brittany, le cheerleader"chiarisce con un sospiro e il cuore
incastrato in una scomoda posizione dalle parti del suo esofago. Merlino, si può morire soffocati dal battito del
proprio cuore? Che morte ridicola!"Evidentemente
la mia vita era troppo semplice, perché pare che si siano svegliate ieri
mattinacon l'intenzione di
trasformarmi in questo...uhm".
Non saprebbe come meglio
definirsi, quindi si limita ad enfatizzare l'ultimo termine ed accompagnarlo
con un gesto eloquente verso se stesso. "Questo".
Lasua allucinazioneinarca il sopracciglio libero dal
piercing come a dire "Ah".Se è peril riferimento alle Cronache di Narnia -perché
non riesce aparlare come una
persona normale,per
Salazar, almeno una volta nella vita? - o perché Kurt ha una vaga idea di
cosa significhi finiretra le
grinfie di Brittany e Santana, Blaine nonne haidea.
Apre la bocca per
chiedergli se conosce anche ledue
cheerleader, da un lato terrorizzato all'idea che la conversazione possa morire
lì senza che lui abbia la più pallida idea di cosa fare, quando la campanella
che segna la fine della prima ora e l'inizio della seconda fa sobbalzare
entrambi, riecheggiando fastidiosamente nel bagno vuoto.
Blaine si volta verso
Kurt,imbarazzato -E adesso che accidentidovrei fare?- e rimanedi nuovo senza fiato nel vedere che
l'espressione di Kurt è cambiata di nuovo, veloce come unlampo.
È come se ogni emozione gli sia scivolata via dal
viso, lasciando il posto unicamente a freddezza e diffidenza.Kurt fa un passo verso la porta del
bagnoeoh, ecco perché tutti
pensano che sia pericoloso: ha un'espressione dura, i lineamenti tirati e
un'aria semplicemente intimidatoria.
"Ehm" mormora
Blaine, mordendosi un labbrotimidamente.
"Magari potremmo-"
Ma Kurt sembra essere
distrattoda tutt'altro, ein fondo lui non sa nemmeno come
finirla, quella frase.Parlarne
un'altra volta? Da un'altra parte? Prendere un caffè insieme? Sposarci e
trasferirci aDiagonAlley? Magari preferisci Hogsmeade.
Ed ecco che degenera di
nuovo.
Kurt gli lancia
un’ultima occhiata, carica di qualcosa che Blaine davvero non sa decifrare, e
gira i tacchi.
"Ci si vede in giro"
è tutto quello che dice prima discivolare
oltre la portae scomparire,
veloce come è arrivato. Che cosa diavolo è appena successo?
Rimanea fissare il punto in cui Kurtè svanitopiùsconcertato e confuso che ferito e
l’improvviso silenzio in cui è calato il bagno sembra quasi portare con sé
l’eco delle parole di Blaine.
Magari potremmo-
potremmo cosa?
*
Kurtscivola velocemente lungo il
corridoio - ancora deserto,grazie
al cielo-trattenendo il fiato finoa che non raggiunge l'uscita
secondaria della scuola, quella che da direttamente sulparcheggio. A quest'ora della
mattina èvuoto anche quello,
vistoche tutti sono
all'interno dell'edificio,perciò
si sente immensamente grato per l'eccellente tempistica con la quale la
campanella è suonata.
Forse.
Kurt non è mai davvero
grato che la campanella suoni. Significa esporsi alla folla del corridoio,
significa rischiare che un bel giorno uno dei giocatori di football si ricordi
cheehi, quello è Kurt Hummel, non è forse un gaysfigatoanche lui? Picchiamolo!e poi-
Poi.
Sa come difendersi,
eccome se lo sa.L'episodio
conluil'ha dimostrato ampiamente e da
allora tutti gli sono stati alla larga ma lagente dimentica in fretta e lui ha
promesso che non sarebbe più successo nulla del genere. Mai, mai più.
Quanto gli rimane prima
che qualcunosi accorga che se
colto alle spalle, preso da solo, contro un gruppo di giocatori di football o hokey non c'è molto che possa fare pertenersi al sicuro?
Ricorda perfettamenteperchéè diventato uno skank.
Si rende conto
distrattamente di avereancorala sigaretta tra le dita e se
la infila dietro l'orecchio con un gesto stizzito, ancora troppo tentato
all’idea diprendersi a
schiaffi da solo.Che diavolo
gli passa per la testa, fermarsi a parlare con quel ragazzo?
Inutile che fingi dinon sapere come si chiama, gli suggeriscela sua coscienza.Vabene, d'accordo, con Blaine
Anderson. Contenti? Questo non cambia le cose.
Kurt si sente uno
stupido peressersi permesso
un tale momento di debolezza.Per
uno sconosciuto, poi, e solo perché sembrava così perso, e confuso, e dolce…
È chiaro che non stava
pensando con il cervello, in quel momento. Non stava pensando e basta.
Non è forseriuscito ad andare avanti senza
problemifino ad ora?Non parla praticamente con nessuno
che nonsianole altre skank,
Quinno Finn,vienelasciato in pace - moltihannopauradi lui- e sembrava che sarebbe
riuscito a sopravvivere al suo ultimo anno di liceo.
Al sicuro nel suo
armadio c'è il calendario sul quale spunta con ferocia i giorni che mancano al
diploma e alla fine di quell'inferno. Non vi è una singola mattina in cui Kurt
non desideri dare fuoco a quello stupido pezzo di carta. Troppo, troppo tempo.
Non riuscirà a reggere quella farsa ancora a lungo, l'episodio del bagno è solo
il primo segno di cedimento. Eppure pensava che ce l'avrebbe fatta.
Che cosa diavolo è
successo, allora? Cos'ha quel Blaine Anderson in più degli altri da spingerlo a
rivolgergli la parola?
Perché qualcosa l'ha
spinto a rimanere in quel bagno invece di girare itacchitacchiedandarsenee Kurt non riesce davvero a capire
cosa.
Il suono fastidioso
della seconda campanella lo avvisa che gli studenti ormai sono tutti in classe,
quindi èora di muoversi.
Meglio passare per ritardatario sfrontato la metà delle volte chefinire nel bel mezzo del
caos del corridoio.
Mentre si incammina
velocemente verso l'aula di Francese -regola
numero uno della sopravvivenza al McKinley Inferno High: sempre spostarsi
velocemente dal punto A al punto B - lascia che il pensiero del ragazzo nel
bagno gli scivoli via dalla mente.
E' stato solo un
episodio, continua a ripetersi come
un mantra.Mi ha colto di sorpresa, un momento di debolezza. Non succederà di nuovo.
Quando si trova davanti
alla porta della classe riesce quasi a crederci.
Tuttavia non riesce a
togliersi dalla testa l'ultima frase che Blaine Anderson ha lasciato a metà,
aprendo un mondo di possibilità e incertezze. Un semplice mormorio di parole
cherimane per tutta la
mattinata, anche quando fugge velocemente da una lezione all'altra, anche
quando lancia sguardi glaciali al resto del mondo. Magari potremmo- potremmo cosa?
Qualcosanell'equilibrio precario che è la
sua vita si è spezzatoma Kurt
ancora non se n'è accorto.
Note dell’Autrice
Tahdah! Scusate se non ho
pubblicato prima, ma sono senza internet da venerdì e dovevo finire di scrivere
questo capitolo, quando mi sono accorta che erano già tipo 3000 parole e passa,
quindi ho detto, oh! Pubblichiamo! :D
So che
non succede molto in questo capitolo, so che i primi sono pallosi, so che vi
starete scartavetrando il cervello perché non capite che diavolo c’ha Kurt che
non va.
Abbiate
pazienza fino a martedì prossimo, dal terzo capitolo in poi le cose si
movimentano parecchio!
Per
quanto riguarda quella vaga vena di angst in questo
capitolo…in questa storia di angst non ce ne sarà
molto, è più che altro un partire da una situazione schifida
ed arrivare all’ammmoreKlaine.
Però un pizzico appena appena c’è. Niente di traggico, giusto un filino.
Siete
avvisati! :D
Un indizio:
nel prossimo capitolo, Kurt darà prova delle sue…abilità, e Blaine ricorderà la
prima volta che ha davvero visto
Kurt.
Blaine vorrebbe clonarsi e
stringersi la mano da solo, perché quella settimana compie il miracolo. Detto
così magari può sembrare un po' esagerato ma non può fare a meno di
essere estremamente orgoglioso di se stesso: è riuscito a sfuggire a tre
tentativi di sequestro di persona a mano armata, due attacchi terroristici a
mensa durante la pausa pranzo e un tentato omicidio da parte di Brittany e Santana. Per ben sette giorni.
Dovrebbero dargli una medaglia
al merito, oppure farlo entrare direttamente nella CIA, l'FBI
o il KGB. O tutti e tre insieme.
Ok, forse il tentato omicidio
non conta perchè può essere considerato un 'incidente'. Dopotutto Santana non voleva mica investirlo davvero
con la sua macchina, no?
...minimo era pure premeditato.
In ogni caso Blaine riesce ad
avere un minimo di respiro solo lunedì mattina, a ben dieci giorni
dall'incontro con Kurt. Le due cheerleader sono state costrette a dichiarare
una tregua per via dell'addestramento militare di Sue Sylvester, meglio
conosciuta come Mefistofele.
La donna - se così può essere
definita, considerato che ha sposato se stessa, si è fatta togliere i dotti
lacrimali, si è fatta congelare l'utero e si nutre di ossa di opossum e
broccoli frullati - ha costretto tutte le cheerios ad
ore ed ore di allenamento a suon di insulti strillati al megafono, il cui eco
raggiunge l'altra parte della scuola. Roba da far arrossire uno scaricatore di
porto irlandese.
Conclusione: Santana e Brittany non si fanno vive da tre giorni. Devono essere
troppo sfinite persino per attuare il piano A, rincorrerlo per i corridoi
cercando di atterrarlo e malmenarlo con il mocio del
bidello.
Blaine sente di poter tirare un
meritato e lungo sospiro di sollievo, come se avesse appena superato un boss
particolarmente difficile a Final Fantasy, di quelli
che ti fanno trattenere il respiro fino a che non li vedi stecchiti a terra.
E pensare che stamattina si era anche vestito sui toni del beige per mimetizzarsi con
gli armadietti. Se non altro Brittany non l'avrebbe
visto nemmeno se ci fosse andata a sbattere.
Santana è tutta un'altra storia, ma Santana viene da
Lima Heighs, ci vede come un falco e Blaine ha avuto
in passato un debole assaggio di cosa tutto questo significhi. Non ha nessunissima
intenzione di replicare l'esperienza.
"Ehi, Blaine!"
Blaine sobbalza e si volta di scatto, portandosi una mano al cuore, già pronto
ad un'eventuale fuga d'emergenza in bagno o in classe o in un tombino,
magari (che idea geniale!), ma davanti a lui c'è solo Mercedes, perplessa
come non mai.
"Oh- per l'amor di
Salazar, Mercedes, mi hai fatto prendere un infarto" sibila, appiattendosi
contro il proprio armadietto e facendosi scudo dietro l'amica per sbirciare il
corridoio affollato. Niente gonnelline, capelli biondi e insulti in spagnolo.
E' salvo, per ora.
Mercedes lo osserva come se fosse venuto a scuola vestito da Legolas. Di
nuovo.
"Ti stai ancora
nascondendo da Brittany e Santana". Non è una
domanda, è più un rimprovero esasperato. Cosa giustificatissima,
tra l'altro, visto che è stata proprio lei a trovarlo intento a nascondersi in
uno dei cestini dell'immondizia del corridoio fuori dall'aula del Glee Club.
Blaine non risponde, concentrandosi
invece sul rallentare il proprio battito cardiaco prima di avere un infarto e
rendendo chiaro che sì, si sta ancora nascondendo e sì, non sa per quando dovrà
farlo.
Mercedes alza le spalle con noncuranza, evitando il suo sguardo neanche fosse
un basilisco. Forse crede che sia pazzo. Può darle torto?
"Volevo
solo sapere che canzone hai intenzione di portare per il compito di questa
settimana, e se ti andava di fare qualcosa in duetto. Avevopensato ad Adele o...non so, Florence + the Machine?La seconda è
di una tonalità un po' bassa, ma ci si può lavorare".
Blaine sorride amorevolmente prima ai suoi libri di astronomia, poi alla
ragazza. "Non so, devo ancora decidere il tema.
Ti faccio sapere, ok?"
Non ha la più pallida idea di
che canzone portare al Glee, venerdì, dato che il
compito di Schuester si è rivelato più difficile del
solito.
'Stati d'animo: sceglietene uno
e rappresentatelo con una canzone'.
Di per sé è un tema quasi
banale ma a Blaine non sono mai piaciute le cose ovvie, quindi vuole venirsene
fuori con un tema ed una canzone originali. Se non altro per differenziarsi da
Tina, che farà l'innamoramento, o Rachel, la disperazione per l'amore perduto. Qualcosa
che non c'entri con l'amore no, eh?
"Sì, tranquillo" gli
risponde Mercedes, trascinandosi dietro la tracolla con uno sbuffo. "Tanto abbiamo fino a venerdì per decidere. Allora, hai
intenzione di dirmi perché Santana ti da la
caccia?" Meglio di no, pensa Blaine tormentandosi il labbro inferiore tra i
denti. "Niente di che, è una storia lunga" risponde invece,
stringendosi nelle spalle. Mercedes lo osserva di sottecchi ma lascia correre,
segno che, almeno in parte, se l'è bevuta.
In fondo non ne sta parlando
con lei per lo stesso motivo per cui sta evitando Brittany
e Santana come la peste bubbonica, e si sente vagamente in colpa per questo.
La verità è che se la situazione gli è sfuggita di mano così tanto -
completo makeover*, pazzia, forme leggere di stalking da corridoio, avete presente? - non può incolpare
nessun altro se non se stesso.
Tutto è iniziato in maniera
ridicola, davvero: Santana l'ha beccato ad osservare Kurt più del solito. Ok,
quella volta Blaine gli stava guardando il sedere, ma
Kurt l'aveva colto alla sprovvista, comparendo così davanti a lui, e Blaine non
era riuscito a staccare gli occhi in tempo. Da lì si è scatenato più o meno
l'inferno, dato che Brittany ha deciso che lui deve
assolutamente chiedergli di uscire prima della fine del mondo e Santana l'ha
appoggiata pienamente. Non è ancora riuscito a capire se l'ispanica l'ha fatto
per amore di Brittany o semplicemente perché si
diverte a vederlo contorcersi sotto di lei mentre viene minacciato con una
pinzetta per le sopracciglia e un gatto obeso.
Oh, chi vuol prendere in giro, naturalmente la seconda.
Comunque, il fatto che Blaine a forza di osservare Kurt per i corridoi abbia
sviluppato una sorta di adorazione per il suo ciuffo rosa, quindi una specie di
cotta per il ragazzo, è un dettaglio talmente insignificante che non andrebbe nemmeno citato.
Non vuole parlarne con Brittany e Santana perché c'è
qualcosa che lo frena - oltre alla tutela della privacy, maBrittany nemmeno sa il significato della parola
'discrezione' - e in ogni caso si è reso conto che non saprebbe cosa dire.
Che si sono incontrati, che hanno parlato? Che è stato strano?
Sfortunatamente, Blaine sa di non poter evitare le due ragazze ancora per
molto: presto riusciranno a coglierlo di sorpresa - quando meno se l'aspetta, sempre
quando meno se l'aspetta - rapirlo, legarlo ad una sedia e chiuderlo in uno
sgabuzzino buio per poi minacciarlo con lo scopino del bagno. Non vuole
arrivare a tanto: se è il suo sangue che vogliono, lo avranno. E poi ha come
l'impressione che Santana e Brittany gli nascondano
qualcosa. Come fanno a sapere tante cose su Kurt, per esempio, o perché ne
parlano come se lo conoscessero.
E poi perché Finn non ha mai menzionato il suo
fratellastro durante una qualsiasi delle prove del Glee
Club? Insomma, vivono insieme!
Persino Kurt non si è fatto
problemi nel rivelarglielo - con suo sommo stupore, deve ammetterlo - e non ha
fatto una piega quando Blaine ha nominato le due ragazze.
C'è qualcosa che gli sfugge e
non riesce a sbrogliare la matassa, ma vuole indagare e il suo interesse
per l'argomento - per Kurt - lo spaventa.
Era facile mettersi l'anima in
pace e osservarlo da lontano. Ora che ci ha parlato, per quanto breve sia stata
la loro conversazione, muore dalla voglia di svelare il misero che è Kurt Hummel. Stalker, gli suggerisce la vocina nella sua testa.
Oh, ignoralo e inizia a fare domande in giro, gli sibila l’altra.
Perfetto, ci mancava solo il
complesso di Gollum*. Quand’è che inizierà a perdere
capelli e camminare tutto gobbo? Non sarà un bello spettacolo.
Eppure freme all'idea di
risolvere il mistero, da bravo uomo di scienza.
Il fatto che ha un debole per
Kurt non c’entra nulla.
Sì, come no, Sherlock.
In ogni caso, c’è una sola
persona che conosce alla perfezione tutti i fatti del McKinley, i retroscena,
le storie sporche, e Blaine è fortunato. Se chiede, forse non verrà gettato in
un cassonetto.
*
NoahPuckerman,
meglio conosciuto come Puck, o ‘quel vandalo
delinquente’ è celebre per essere andato a letto con tutte le ragazze della
scuola – esclusa Rachel a causa delle sue gambe sigillate, e Tina perchè, beh, Mike. E Mercedes. Ok, forse non proprio
tutte tutte – almeno
due volte. E si sa quanto le ragazze del McKinley siano chiacchierone.
Puck è solito farle spettegolare
per evitare il momento coccole post-sesso: in questo modo lui non deve
coccolare ragazze delle quali ricorda sì e no il nome, e viene persino
informato di qualsiasi evento, grave o insignificante che sia, che ha luogo
entro i confini del liceo McKinley di Lima – a volte anche oltre.
Blaine non sa se essere
disgustato o ammirato, a questo punto. Se condividesse la filosofia di vita del
ragazzo a quest’ora gli avrebbe già eretto un tempietto elogiativo e si sarebbe
proclamato supremo sacerdote del Puckanesimo.
Oppure sarebbe in prigione.
NoahPuckerman
è un genio del male, un criminale con un cuore d’oro, un buon amico – ogni
tanto – e un ottimo compagno per Callof Duty. E’ anche introvabile, al momento.
Blaine avrebbe voglia di
prendere a testate l’anta dell’armadietto. Possibile che quando serve a lui, Puck scompare?
Dopo aver passato al setaccio
l’intera scuola – sgabuzzini e bagni chimici compresi, e persino dentro gli
armadietti dello spogliatoio dei giocatori di football perché non si sa mai
- si arrende a chiedere di lui in giro.
I primi che gli capitano sotto
tiro sono Mike e Tina, intenti a salutarsi con un certo entusiasmo proprio nel
bel mezzo del corridoio. Blaine preferirebbe mangiarsi un cravattino piuttosto
che piombare lì ed interromperli, ma non può fare altrimenti.
Si incammina lungo il
corridoio, pregando in elfico tra sé e sé. Fa che Mike mi veda, fa che Mike
mi veda...
C'è un lieve tossicchiare, poi
un suono molto simile a quello che farebbe un lavandino appena sturato, e Mike
si volta verso di lui con un sorriso.
"Blaine! Eccoti, ma dov'eri finito? Brittany ti ha cercato per tutta la
scuola armate di retino per i pesci!"
Mike, oh Mike, salvezza mia.
"Io - uhm. Ero in giro. Ragazzi, avete visto Puck?"
Tina lo osserva con una certa
preoccupazione. "Blaine, dobbiamo preoccuparci? Perché cerchi Puck?"
Menti, gli suggerisce la vocina
nella sua testa. E fallo in fretta. Ed evita il contatto visivo, ti
farà scoprire!
Blaine abbassa gli occhi sui
suoi libri e alza le spalle, ostentando indifferenza. "Mi aveva chiesto di
aiutarlo in Geografia Economica".
Tina scuote la testa e Mike
ridacchia.
"Sospensione senza obbligo
di frequenza" dichiara il ragazzo. "Pare che abbia disseminato l'aula
di arte di mele intagliate a forma di...cose. E
la signorina Mason è inciampata in una di queste, si
è rotta un femore e si è fatta venire un esaurimento nervoso. Figgins non ha
gradito, ecco".
Per quanto Blaine apprezzi la
creatività di Puck, questa non ci voleva.
"Oh, fantastico" borbotta
tra sé e sé.
"Ragazzi, io vado a
Francese" sospira Tina, sistemandosi una ciocca scura dietro l'orecchio e
sporgendosi per baciare Mike sulle labbra. "Ci vediamo
dopo alle prove del Glee. Blaine,
che canzone porti?"
Blaine alza le spalle in risposta
e distoglie lo sguardo, arrossendo vagamente, quando Mike risponde
entusiasticamente al bacio.
Passa qualche secondo, poi Tina
sussurra qualcosa all'orecchio del suo ragazzo e se ne va.
"Quindi" esordisce
Mike sistemandosi lo zaino in spalla. "Che lezione hai ora?"
Blaine controlla l'orario e si
lascia sfuggire un gemito. "Educazione
fisica" biascica nello sconforto più totale.
Perché, perché deve subire
quella tortura? Se si esclude la boxe, Blaine ha qualche serio problema con gli
sport. Specialmente quelli che coinvolgono corde o quadri o - peggio di tutti -
palloni da basket.
Mike gli lancia un'occhiata
comprensiva - grazie al cavolo, tu sei un giocatore di football!- e dichiara: “Io ho ora buca. Dai, ti
accompagno”.
Si incamminano in un silenzio
tranquillo lungo il corridoio, che però a Blaine suona molto come una marcia
funebre, e Mike è il primo a romperlo.
“Allora, qual è il vero motivo
per cui cercavi Puck?”
Uhm. Beccato.
Mike lo domanda con l’aria di
chi sta pensando ‘non dirmi che hai una cotta per lui’,
quindi Blaine inorridisce mentalmente e si affretta a spiegare.
“Sai che lui sa sempre tutto di
tutti, no? Avevo bisogno di chiedergli una cosa su – su Kurt. Kurt Hummel”.
Complimenti, Holmes, davvero.
Tu si che sai come essere discreto!
Mike trattiene rumorosamente il
respiro e Blaine alza gli occhi dal pavimento, incuriosito.
“Lo conosci?” domanda perplesso dalla sua reazione.
Mike gli lancia una lunga
occhiata inquisitoria. “Perché vuoi saperlo?” chiede con un tono strano. Non è
arrabbiato, ma sembra guardingo.
A quanto pare la fama di
pettegoli del McKinley oggi è stata ufficialmente smentita. Nessuno sa niente.
O meglio, nessuno vuole dire niente, il che è anche peggio.
Blaine opta per una mezza
verità. “Lo vedo spesso in corridoio e l’altro giorno ci
siamo casualmente incontrati in bagno – in realtà gli sono andato a sbattere
addosso per sbaglio – e abbiamo scambiato due parole. Ero solo curioso,
è...” Particolare.
Molto particolare. Meravigliosamente particolare. “...un
tipo curioso”.
Mike inarca un sopracciglio con
aria stupita. Il ragazzo è un’arma a doppio taglio: non è un gran pettegolo,
quindi non andrà a riferire al mondo che Blaine ha chiesto di Kurt – forse
nemmeno a Tina – ma la cosa cade anche a suo svantaggio, perché non gli dirà di
Kurt.
“Ha parlato con te?” domanda
l'asiatico, rallentando il passo e scrutando il suo viso in cerca di chissà
cosa. Blaine si limita ad annuire. Perché è così sconvolto dal fatto che Kurt
abbia parlato con – ah, giusto. Kurt non parla.
“Ma – ma lui non parla con
nessuno” borbotta infatti Mike freddamente,
arricciando il naso con un gesto stizzito. “Non più” si corregge un attimo
dopo.
“Quindi lo conoscevi”.
Mike esita, poi sul viso gli
compare un’espressione amareggiata.
“Eravamo amici”.
Fino a che non si salutano, in
palestra, Blaine non riesce a strappargli nient’altro.
*
Blaine si è arreso, alla fine
della giornata, ad affrontare Brittany e Santana. Non
che le cheerleader abbiano appeso manifesti con la sua faccia promettendo
denaro in cambio del suo scalpo, ma non sa cos’altro fare: dopo essere uscito
mezz’ora prima da educazione fisica con del ghiaccio istantaneo premuto sulla
faccia – pallavolo, che sport atroce
– ha incontrato Tina di ritorno da Francese e l’ha placcata in corridoio,
chiedendogli a bruciapelo di Kurt. Tutto quello che ha ottenuto è stato un
singhiozzo e un paio di enormi occhi a mandorla lucidi, prima che Tina
scappasse letteralmente nel bagno delle ragazze.
Ma che diavolo…?
Qualsiasi cosa abbia combinato
Kurt Hummel prima che Blaine si trasferisse al
McKinley…beh, sembra esserci finito di mezzo l’intero Glee
Club.
*
Brittany è miracolosamente sola
nell’aula vuota di Spagnolo, intenda a disegnare con i pastelli il ritratto di
– uhm, Rachel divorata da una pianta carnivora? Allegorico.
“Ciao, Brit”.
La ragazza alza di scatto la
testolina bionda al suono della sua voce. “Blaine! Ti ho cercato per tutta la
scuola, perfino sotto alle piante di piselli del corso di giardinaggio! Dov’eri?”
Blaine lancia un'occhiata di
sfuggita al disegno: non sa se è più somigliante Rachel alla vera Rachel, o la
pianta carnivora alla vera Rachel. Si chiede, a livello di subconscio, cosa
tutto ciò possa significare.
“In giro. Devo farti delle
domande, Brit”.
Brittany assume un’aria terrorizzata e
Blaine si affretta a chiarire. “No, non di scuola, tranquilla!
Volevo solo sapere…che cosa sai di – beh, io –“ Blaine
si domanda se non farebbe prima a somministrare del maledetto Veritasserum all’intera scuola.
“Oh” lo interrompe Brittany candidamente, facendogli segno di sedersi sul
bordo del banco di fronte a lei. “Volevi sapere di Kurt”.
Blaine strabuzza gli occhi e si
da accidentalmente una manata in faccia, strappandosi un gemito di dolore
quando si colpisce inavvertitamente il livido sotto all’occhio. Sì, quello a
forma di gomito di Jacob Ben Israel, pericoloso pallavolista.
“Non c’è
bisogno di lamentarsi, andiamo! Non devi essere geloso!” esclama Brittany puntandogli contro un pastello a cera color oro.
“…geloso?” mormora Blaine
appoggiandosi al banco con un sospiro.
Perché, perché si è cacciato in questa situazione? Ah, sì. Il ciuffo rosa.
“Beh, io e Kurt siamo stati
insieme per una settimana” dichiara Brittany come se
fosse la cosa più ovvia del mondo.
A Blaine quasi escono gli occhi
fuori dalle orbite – carino, ritrovarsi con due bulbi oculari penzolanti sulla
faccia. “Cosa?”
Brittany alza le spalle e a Blaine
viene in mente una frecciatina di Santana, durante la loro ‘seduta di ri-modernizzazione’.
Brittany dice che Kurt
bacia da dio.
“Siamo stati insieme una
settimana” ripete Brittany con un sorriso dolce. “Poi ci siamo lasciati e lui ci ha cantato sopra – era il compito
del Glee di quella settimana. Cantarci sopra,
non stare con me – ed è tornato a sguazzare nel mare dei delfini. Bacia bene, però”.
Ok, Blaine ha ufficialmente il
cervello in pappa e la mascella è arrivata talmente a terra che sta spazzando
il pavimento.
“Kurt era nel Glee Club?” biascica aggrottando le sopracciglia.
Per chissà quale strano motivo
l’immagine mentale che ha del ragazzo stride terribilmente con il canto corale
coreografato. Sarà per l’aria pericolosa? Sarà per il ciuffo? I piercing? Il
fatto che non parla?
Però canta, a quanto pare. O
per lo meno cantava.
“Certo che era nel Glee Club” esclama Brittany, più
a se stessa che a Blaine.
“E poi che è successo, Brit?” domanda Blaine avvicinandosi a lei e resistendo
all’impulso di prenderla per le spalle. Ti pareva che di tutta la scuola, le
informazioni le aveva Brittany S. Pierce?
Il viso candido della
cheerleader si rabbuia e lei aggrotta le sopracciglia.
“Non lo so” sussurra, tornando
a colorare le foglie della sua pianta carnivora. “Ma è stato qualcosa di
brutto, perché doponon c’era più Kurt”.
Blaine si ributta a sedere
contro il banco con un sospiro.
Cosa accidenti è successo per
far diventare Kurt così come è ora?
“Ora scusami, Blaine, ma devo
andare” borbotta Brittany dopo un po’, raccogliendo
le sue cose alla rinfusa. “Devo assistere all’incontro di Wrestling tra la coach Sylvester e Lord Tubbington”.
Blaine lancia un'ultima
occhiata al foglio.
Sì, è la pianta carnivora,
che assomiglia a Rachel.
*
Blaine si sta avviando verso il
parcheggio, perso nei suoi pensieri, alla fine della giornata.
Di Kurt anche oggi nemmeno
l'ombra, sembra come scomparso nel nulla.
Blaine alza una mano per
sistemarsi gli occhiali sul naso, gesto che compie sempre quando è pensieroso,
prima di ricordarsi che li ha tolti in favore delle lenti a contatto, così
lascia cadere la mano lungo il fianco e spinge l'ultima porta che lo separa dal
parcheggio.
Un istante dopo viene spinto
contro l'ultima fila di armadietti ed il suono
metallico del colpo riecheggia lungo tutto il corridoio, ormai deserto.
"Ehi, Anderson, cosa ci
facevi oggi negli spogliatoi, cercavi qualcuno da spiare?"
Blaine tiene la testa bassa e
non risponde, perchè rispondere è un po' come
offrirsi su un piatto d'argento con una mela in bocca ed un contorno di patate
arrosto.
Uno dei suoi assalitori - sono
sempre più di tre, mai uno. Certe lezioni vanno date in gruppo - lo
spinge di nuovo contro l'armadietto. "Che fai,
principessa, non rispondi?"
"Buttiamolo nel
cassonetto!" esclama qualcuno ridendo. A Blaine fischiano le orecchie e
non è sicuro di riuscire a muoversi per davvero.
C'è un altro suono metallico,
però - qualcuno deve aver sbattuto la mano sull'armadietto di fianco a dove si
trova - che sembra risvegliare qualcosa nella sua memoria.
"Allora, principessa, ti
sembra educato sbandierarci la tua perversione così sotto il naso proprio al ballo?"
Un colpo metallico. Il
cassonetto.
"Picchiamolo,
picchiamolo".
"Che fai,
principessa, non rispondi?"
Inizia a correre e magari loro
non se lo aspettano, ma sono almeno il doppio di lui e sono quattro. Non riesce
ad arrivare nemmeno a metà parcheggio che l'hanno già afferrato di peso,
ridendo a più non posso, e l'hanno gettato nel cassonetto più vicino.
"E vedi di rimanerci!"
Blaine non fiata, si morde a
sangue il labbro pur di rimanere in silenzio, e aspetta che le voci e i passi
si allontanino prima di sporgersi fuori dal cassonetto verde scuro.
Deve aver appoggiato male il
ginocchio quando è caduto dentro, perchè ora è
dolorante e riesce ad appoggiarlo a stento.
La cosa che lo disgusta di più
è che il primo pensiero è che ehi, perchè diavolo ha
appoggiato così la gamba, ormai dovrebbe esserci abituato.
Fa leva sulla gamba sana e
sulle braccia e scivola fuori dal cassonetto, atterrando sull'asfalto del
parcheggio con un saltello privo di equilibro e
togliendosi una buccia di banana dalla spalla con un verso disgustato.
Quando alza gli occhi lo vede,
proprio lì, a meno di dieci metri di distanza, appoggiato al muro. Ha una
sigaretta tra le mani ed è quasi nascosto dalla penombra del lato del
parcheggio coperto dal tetto e le grate, ma la sua figura è comunque
inconfondibile.
Kurt lo sta osservando uscire
dal cassonetto con la mascella tirata un luccichio di rabbia negli occhi,
inconfondibile anche a quella distanza. Si guardano per un istante e Blaine
abbassa gli occhi, mortificato. Scompare per tutta la settimana e poi salta
fuori propriomentre lo
buttano in un cassonetto, meraviglioso.
Per un attimo Blaine ha
l'impressione che Kurt voglia avvicinarsi, ma quando rialza gli occhi lui si è
già voltato e se ne sta andando a passo di marcia.
Naturalmente, pensa Blaine. Piramide
sociale.
Vederlo allontanarsi, per qualche strano motivo, gli lascia uno spiacevole
vuoto allo stomaco.
*
Kurt si passa una mano sul viso
sudato e riprende a percorrere la sua stanza su e giù. Dannazione, che diavolo
gli prende? Perché non può semplicemente spegnere il cervello e smettere di
pensare?
Apre un cassetto, estrae una
scatola nera e la butta sul letto.
Un respiro profondo, un
secondo. Un terzo per sicurezza.
Calmo. Rimani calmo.
Non sa cosa diavolo gli stia prendendo, perché improvvisamente ha voglia di
massacrare di botte Azimio e la sua cricca, per via
di un'altra persona.
E Kurt aveva promesso che non
sarebbe più successo.
Estrae dalla scatola il primo shuriken, se lo rigira tra le mani con aria pensierosa.
Perchéproprio Blaine Anderson? Cos'ha
di diverso?
Lancia la stelletta voltandosi
con uno scatto fulmineo proprio contro il cartellone appeso al muro, distante
una decina di metri, e manca il bersaglio al centro di molto. Quella sfera
rosso fuoco sembra quasi prendersi gioco di lui.
Forse rivede se stesso in
Blaine. Forse è quello che l'ha sconvolto.
Lancia un'altra stelletta, con più
violenza. Manca il bersaglio.
No, non può essere. Blaine
Anderson sembra essere il suo esatto opposto. Magari Kurt se lo vuole
semplicemente portare a letto. Lancia la stelletta, manca il bersaglio. Ride di
se stesso: non è quel tipo di skank. Non è quel tipo
di persona. Non è e basta.
Magari il punto sta proprio in
Blaine: ha qualcosa di diverso dagli altri, forse negli occhi, forse nel
sorriso, forse dentro, dove Kurt non può vedere davvero, eppure è così
chiaro. Blaine deve aver smosso qualcosa in lui in quel bagno - magari prima
ancora - e non solo il silenzio, non solo la freddezza. Kurt si sente come se
Blaine gli avesse fatto sentire la mancanza di un sorriso genuino
regalandogliene uno. Come se gli avesse fatto tornare la voglia di combattere.
Lancia l'ultima stelletta della
scatola.
Centro.
Il cartellone cade con un
tonfo.
*
Blaine ha deciso di passare il
finesettimana al Lima Bean a scrivere minuziosamente
la sua relazione sui buchi neri. Il binomio astrofisica
- rifornimento perpetuo di caffé è quello vincente e
si dedica al compito più che volentieri. Oh, la sua amata astrofisica!
Non sta aspettando nessuno,
quindi quasi si strozza con il suo stesso medium drip
quando la sedia libera al suo tavolo viene spostata indietro e qualcuno si
siede. Blaine alza lo sguardo di scatto e si trova davanti un ragazzo seduto
proprio di fronte a lui con un caffé in mano, un
sorrisetto sulle labbra e un paio di occhi chiari anche troppo familiari.
Note dell'Autrice
Lo so
che avevo detto che in questo capitolo Blaine si sarebbe ricordato della prima
volta che ha visto Kurt, ma ho deciso di farvi stare un'altro po' sulle spine
perché la storia si è notevolmente allungata, nella mia testa (naturalmente xD come sono prolissa!) e quindi ecco, BUM, non lo saprete
prima di qualche capitolo! :)
Scusate
per la lieve vena di Blangst, ma ci andava per forza.
Il miniflashback del suo primo ballo potevo risparmiarvelo, direte voi. Purtroppo
no, si è scritto da solo.
Per quanto riguarda le abilità di Kurt...forse ve ne
state facendo lentamente un'idea.
Sì, è pericoloso esattamente come sembra.
In ogni caso, CLIFFHANGER FINALE, buahahahaha!
Ok, non fatemi del male, io vi voglio bene! Signori,si
aprono le scommesse! Chi è appena entrato al Lima
Bean e si è seduto PROPRIO di fronte a Blaine?
Ah, ultima nota: dal prossimo capitolo comparirà un personaggio che in una nerd!Blaine/qualcosa!Kurt ancora non si era mai visto
(almeno credo-spero), quindi...qualcuno ha ipotesi? Sono curiosa di saperecosapensate!
"Sebastian?" domanda Blaine
perplesso.
Il ragazzo si allenta il nodo della cravatta rossa e blu e lascia cadere la
tracolla a terra.
"No, Finnick dall'oltretomba" risponde
acidamente slacciandosi anche i bottoni dorati del blazer. "Non
guardarmi come se mi fosse cresciuta un'altra testa, ti prego. Chi ti aspettavi?" Blaine solleva le sopracciglia di fronte al lieve
ghigno del ragazzo seduto al suo tavolino, ma non dice 'non te perché dovresti essere alle lezioni pomeridiane della
Dalton' né 'non mettere in mezzo Finnick,
bastardo che non sei altro'.
L'argomento Finnickè un argomento tabù per entrambi. Blaine, effettivamente, è ancora in fase di vedovanza. A
quanto pare Sebastian si è già ripreso dal trauma della sua - uhm, dipartita. Blaine sposta il portatile e i libri di astrofisica
con un sospiro pesante e anche un po' esagerato e Sebastian finalmente si
concentra su di lui.
"Ehilà, Gollum" esclama
allegramente, come accorgendosi solo ora di non averlo ancora salutato. Blaine ignora il soprannome come meglio può, tanto
ormai ci ha fatto l'abitudine, e gli passa una bustina di zucchero di canna
guadagnandosi un sorriso meno malizioso e più tendente alla gratitudine.
Il Warbler
si passa una mano tra i capelli e si stiracchia lentamente, rovesciando
l'intera bustina nel caffè.
"Cosa c'è di meglio di un pomeriggio passato a farsi strada tra un girone
e l'altro a Dante's Inferno* e poi una meritata
pausa caffè con il proprio compagno di merende nerd?" esala, prendendo un
lungo sorso dalla sua tazza e facendo l'occhiolino al barista mentre passa per
prendere l'ordinazione del tavolo di fianco al loro. Blaine segue con la coda dell'occhio il ragazzo
biondo, che ha appena assunto una colorazione rosso fuoco troppo simile ai
bordi della giacca di Sebastian e sembra star sudando freddo mentre appunta le
ordinazioni sul proprio taccuino con mani tremanti. "Il fatto che suddetto caffè sia corretto. O il biondino che ancora non hai conquistato, immagino"
risponde Blaine, riprendendo a sfogliare pigramente
il libro fino a raggiungere la pagina giusta.
Dopotutto il segreto per
trattare con Sebastian è non trattare
con Sebastian. Inizia a leggere il primo paragrafo, cercando di ignorarlo. Cosa che a
Sebastian Smythe proprio non va giù.
"Mhpf"
lo interrompe, sbuffando leggermente dal naso. Prende un altro lungo sorso di
caffè - corretto, appunto - e i suoi occhi si illuminano di malizia come le
lucine di un albero di Natale. "Si da il caso che
il biondino in questione ieri sera sia sgattaiolato via molto furtivamente
dalla mia stanza, Smigòl".
Blaine scuote la testa perché solo Sebastian può essere
il peggior nerd sulla faccia della terra e contemporaneamente passare ogni
weekendcon un ragazzo diverso in un club
diverso, e Sebastian ridacchia, leccandosi le labbra con enfasi e
piegandosi all'indietro sulla sedia con le mani dietro la testa. Al cameriere
cade di mano il taccuino.
"'Bas,
smettila di metterlo a disagio, per Godric"
decide di rimproverarlo Blaine alla fine. Non vuole
avere il ragazzo sulla coscienza. "Sembra che stia per partirgli un
embolo. Cosa gli hai fatto?"
Sebastian gli lancia il suo
miglior sguardo innocente, avendo addirittura la faccia tosta di mostrarsi offeso
dalla sua accusa. "Fatto niente. Dici a me? Colpa
sua. Sono un uomo d'onore, io".
"Sebastian".
"Blaine".
Oh, beh, se non altro
stavolta ha usato il suo nome.
"Sebastian".
"Gimli?"
"Boromir?"
"Legolas!"
"Aragorn!"
"Saruman!"
"Nazgul!"
C'è un momento di silenzio,
in cui Blaine fissa Sebastian e Sebastian fissa Blaine e l'intero Lima Bean fissa Blaine e Sebastian, poi entrambi scoppiano a ridere sopra
al tavolino, incapaci persino di prendere fiato tra un singhiozzo ed un'altro.
La risata aperta e sincera
di Sebastian, la prima vera di quella giornata, riporta Blaine indietro di un paio di anni, dritto al periodo in
cui frequentava la Dalton
e aveva conosciuto il ragazzo.
Sebastian Smythe si era trasferito da Parigi a Westerville
portando con sé un bagaglio di diffidenza, sorrisi maliziosi e proposte sconce
nei posti più impensati, trasformando le giornate di Blaine
alla Dalton Academy, e tra gliWarblers, in vere e proprie guerre di trincea.
Sebastian ci aveva provato con lui in tutte le maniere possibili, usando tutti
i trucchetti che conoscesse e comprandosi l'aiuto di
mezza scuola. Solo che a Blaine Sebastian non piaceva
in quel senso e tendeva a ripeterglielo giornalmente - ok, ogni cinque
minuti - rimanendo, naturalmente, inascoltato.
Fino a che non erano diventati amici. In effetti il
modo in cui era successo rimaneva uno mistero.
Fortunatamente non c'era
voluto molto perché Blaine vedesse oltre quel
Sebastian, oltre quella maschera che portava avanti ogni giorno, oltre il blazer
che indossava con orgoglio: era bastato farlo entrare in camera sua e piazzarlo
davanti ad Assassin'sCreed,
perché dove non arrivavano i gesti o le parole, arrivava Ezio Auditore.
Ricordava quell'episodio
come un dei più buffi della sua intera esistenza:
Sebastian aveva fissato il muro della sua stanza interamente ricoperto di
poster, locandine di film fantasy e disegni, e poi si era voltato verso di lui,
aveva alzato le spalle e aveva commentato: "Beh, pensavo di sbatterti al
muro e strapparti i vestiti di dosso, ma non potrei mai farmi uno che si fa le
seghe con i poster di Legolas".
Si era seduto a gambe incrociate sul suo letto, aveva afferrato il joystick e aveva borbottato: "Beh? Non vieni, hobbit?"
Da
quel momento in poi Blaine aveva considerato la
guerra di trincea conclusa e Sebastian aveva davvero smesso di provarci con lui
ed era diventato il suo migliore amico. E il suo 'compagno di merende nerd',
come amava definirsi il ragazzo. Blaine ha realizzato, con il tempo, di essere stato
fortunato: Sebastian è una persona straordinaria, se gli si da
l'opportunità di farsi conoscere. Se non avesse smesso di provarci con
lui, o Blaine avesse ceduto, ora non sarebbero amici.
E Blaine non sa cosa farebbe senza Sebastian. Il
ragazzo sa essere una vera spina nel fianco, non ha un minimo di autocontrollo
quando si parla di linguaggio o educazione, è il miglior compagno di gilda che
si possa desiderare in un gioco online, è antipatico, stronzo, cinico e spesso
egoista e competitivo - la loro lotta per gli assoli
all'interno degliWarblers
si è conclusa solo con il trasferimento di Blaine al
McKinley, dopotutto.
Eppure ogni volta che Blaine ne ha bisogno - prima
ancora di rendersene conto lui stesso - Sebastian c'è. A modo suo, con i suoi
tempi e i suoi metodi, spesso l'esatto opposto di ciò che Blaine
pensa di volere, ma c'è.
Sì, Blaine si ritiene molto fortunato.
Quando l'attacco di
risatine isteriche si esaurisce - Blaine nel
frattempo si becca un'occhiata ingelosita del tutto ingiustificata da parte del
cameriere - Sebastian scuote la testa e gli ruba il libro di astrofisica da
sotto le mani.
"Andiamo, ancora con
questa roba?" brontola, chiudendo il volume con un tonfo e buttandolo
dall'altro capo del tavolo.
Blaine conosce Sebastian come le sue tasche, quindi non ha
nessuna intenzione di farsi fregare. Ha il vago sospetto di sapere
perché è lì quando dovrebbe essere a lezione di Francese Avanzato alla
Dalton Academy.
"Seb, perché non mi dici il vero motivo per cui se qui? Perché non è il cameriere e non è il caffè. Chi è talmente idiota da guidare due ore da Westerville
a Lima per del caffè?" chiede Blaine
osservandolo attentamente in faccia alla ricerca di segni di cedimento.
Sebastian non prova nemmeno
a fingere, consapevole del fatto che Blaine se ne
accorgerebbe. Si fruga nelle tasche, borbottando comunque qualcosa molto
somigliante a 'però James è davvero bravo a letto' che Blaine
sceglie di ignorare per il bene della sua psiche ed estrae l'iphone, porgendolo a Blaine con
un'occhiata inquisitoria.
Sullo
schermo è ancora aperta una serie di sms, apparentemente scambiati tra
Sebastian e- oh. Oh.
Da: Sauron
Smythe.
A: Sauron
Tempismo eccezionale,
Lopez. Sappi che hai interrotto un meraviglioso torneo di Tekken.
Da: Sauron
L'hobbit
mi è sfuggito tutta la settimana, c'entra tu-sai-chi
e sospetto il coinvolgimento del complesso di Gollum
e la cosa no me
gusta. Sarà sicuramente nella Contea, quindi placcalo e interrogalo.
Trascinalo a Mordor, se necessario.
A: Sauron
Sono già in macchina. E no me gusta nemmeno a
me.
Blaine alza gli occhi in quelli verdi del ragazzo di
fronte a lui.
"Non so se essere più
spaventato dal fatto che tu e Santana complottate alle mie spalle e vi
scambiate messaggi sulla mia inesistente vita sentimentale, Sebastian, o dal
fatto che suddetti messaggi sono a tema Signore degli Anelli, cosa che lei nega
giornalmente di conoscere".
Sebastian scrolla le spalle
con nonchalance.
"Glie li hai fatti
vedere tu, i film" commenta come se fosse la cosa più normale del mondo.
"Touché".
Il complesso di Gollum è il frutto del primo
incontro tra Santana e Sebastian. Il Warbler
continuava a domandare a Blaine perché diavolo ogni
volta che lo chiamava al cellulare c'era una ragazza che gli urlava dietro una
sequela di insulti - la metà in spagnolo - e Blaine
aveva finito per farli incontrare per un caffè al Lima
Bean. Un'uscita a tre, insomma.
Avrebbe dovuto immaginare che Sebastin e Santana insieme
avrebbero avuto la stessa potenza distruttiva di un intero arsenale di armi
atomiche. Nel giro di dieci minuti lo avevano mandato talmente tanto fuori di
testa che Blaine aveva inziato
ad interrogare la propria coscienza su come assassinarli entrambi senza
dare nell'occhio. E su dove nascondere i cadaveri.
Fin qui niente di strano, se non fosse per il fatto che l'aveva fatto a voce
alta, e Santana e Sebastian l'avevano guardato come se avessero avuto davanti
uno scarafaggio particolarmente interessante.
Poi il gene nerd di Sebastian si era acceso come la sirena dei vigili del fuoco
e il ragazzo gli aveva diagnosticato con un ghigno il complesso di Gollum. Ovvero: Blaine
Anderson parla con la voce della propria coscienza, premurandosi addirittura di
avere un'opinione completamente differente da quella della sua stessa testa.
Proprio come Gollum e Smigòl.
Da quel giorno Blaine non è più uscito con Sebastian
e Santana insieme, ma il danno ormai è fatto: ora ogni volta che Blaine si trova a pensare attentamente a qualcosa, uno dei
due salta su e lo accusa di star parlando con l'altro Blaine.
Ma tornando al presente...
Blaine si sofferma sull'ultimo messaggio inviato da
Sebastian.
Sono già in macchina.
Aveva ragione: Sebastian ha saputo da Santana degli ultimi avvenimenti ed ha
mollato tutto per correre a prenderlo a schiaffi o farlo ragionare.
"Mordor?" domanda con un sopracciglio
triangolare inarcato, restituendogli il cellulare. Sebastian sbuffa.
"La Dalton"
spiega riponendo il telefono in tasca. "A quanto pare gliWarblers hanno ancora una buona influenza su di
te". Blaine lo guarda con un certo scetticismo, visto che
l'ultima volta che è stato alla Dalton è stato lui a trascinare l'intero
coro in una versione live di Super Mario Bros nel
parco. Quindi, chi è la buona influenza ora?
"Non fare quella faccia, non ho mai detto di essere d'accordo con Sauron in gonnella" lo rimprovera Sebastian
giocherellando con la tazza di caffé ormai vuota.
"Allora" esala alla fine, mentre un ghigno malizioso scivola al
solito posto sulle sue labbra. "Hai intenzione di dirmi
di questo Kurt? Finalmente te lo sei fatto nei bagni della scuola?" Blaine gela e inorridisce, guardandosi intorno
freneticamente alla ricerca di facce altrettando
scandalizzate. Grazie al cielo nessuno sembra averlo sentito. Odiandosi per il viso che sa di avere in fiamme, tira un
calcio a Sebastian da sotto al tavolo e sibila: "Che cosa - che cosa stai blaterando?
E cosa ne sai tu di tutta questa storia?"
Sebastian gli lancia un'occhiata profondamente offesa e grugnisce in risposta:
"Beh, Sauron mi ha raccontato del tuo
cambiamento di stile - come se non l'avessi notato, quanto sei idiota? E il gel, Blaine?
Dov'è il gel? - e di ciuffo rosa che a quanto pare non ti è così indifferente,
perché a detta loro ti guardava in corridoio. E Brittany ha detto che vi siete parlati in bagno,
quindi scusami se salto alle conclusioni! E poi il bagno,
Blaine, dai." Alza le mani per imitare un paio
di virgollette in aria. "Un pompino ci
stava tutt-"
"Abbiamo solo parlato, razza di ninfomane che non sei altro!"
lo riprende Blaine sottovoce, interrompendo quella
che sicuramente sarebbe stata un'interessante lezione su cose che l'intera
clientela del Lima Bean non ha bisogno di sapere.
E poi, Kurt lo guardava in corridoio? "Non gira tutto sempre intorno al
sesso, 'Bas!"
A quella frase Sebastian lo guarda come se fosse impazzito. "Per te, forse"
dice con calma. Si sporge verso Blaine con uno strano
sguardo. "Hai almeno la più pallida idea di cosa sia uno
skank? Oltre al ciuffo, i
piercing, le sigarette e l'aria agghiacciante, naturalmente, che a mio parere
dovrebbero tenere uno come te lontano centordici
chilometri". Blaine apre la bocca per rispondere, certo che si
razza di idiota, ma qualcosa lo blocca. Perché - beh, in effetti. Che
diavolo è uno skank?
Il luccichio di vittoria negli occhi di Sebastian è fastidioso come non avere
abbastanza pozioni vita a Sacred.
Sebastian indica con un cenno della testa il suo portatile. "Sfrutta
la connessione wifi di
questo buco e cercalo su google, Gollum, e smettila
di interrogare l'altro Blaine. Nessuno di voi due ha le risposte". Blaine scuote la testa, apre Safari e inizia a
digitare skank mentre borbotta: "Non
capisco dove vuoi -"
La frase gli muore sulle labbra quando i suggerimenti di google gli sfilano
davanti agli occhi. Promiscuo.
Sebastian osserva la spiegazione da sopra la sua spalla e sospira. Sciocco, stupido, illuso. Blaine vorrebbe
prendersi a schiaffi da solo. Come ha fatto a non capire, a non pensarci prima?
Kurt - gli skank - che idiota che è stato.
"Io non - ok, non -" balbetta, chiudendo la pagina internet ed
evitando lo sguardo di Sebastian.
Il ragazzo però non è in vena di essere genitle,
oggi. "Dubito di doverti spiegare che significa, hai la prova
vivente proprio davanti a te. Nel vocabolario vicino a
promiscuo c'è la mia foto" dice con voce ferma. "Blaine. Guardami,cazzo". Blaine si decide ad alzare gli occhi. Sebastian non
lo sta prendendo in giro, né sta ridendo di lui. Sembra solo - triste. Illuso illusoilluso. Credevi di
piacergli?
"Probabilmente va con un ragazzo diverso ogni sera - per quanto la
popolazione di gay dell'Ohio sia scarsa" dice Sebastian lentamente, quasi
con grazia. "Tu - non credo che ti vedesse in maniera
diversa. Non farti illusioni, Blaine. Non è
diverso da come mi comporto io, con la differenza che almeno i ragazzi nel mio
letto poi ci dormono. Lui probabilmente nemmeno ce li
fa arrivare, al letto". Blaine sa che probabilmente Sebastian ha ragione,
eppure ammetterlo a voce alta al momento è fuori discussione.
"Non lo conosci" borbotta abbassando di nuovo lo sguardo. Sebastian
sospira e fa per dire qualcosa, ma il suo cellulare prende a squillare proprio
in quel momento. Blaine non ha nemmeno la voglia di
sorridere perché la suoneria è il tema di Lost.
Sebastian gli lancia uno sguardo di scuse - più unico che raro, da parte sua -
ed estrae l'iphone dalla tasca del blazer.
"Che diavolo vuoi, Sterling?" borbotta con
enfasi. Il cellulare emette un ronzio sordo - la risposta di Jeff.
"Cosa?!" esclama Sebastian incredulo,
allontanando il telefono dall'orecchio e fissandolo per un istante come se gli
avesse fatto qualche torto. "Possibile che non posso
lasciarvi soli per due ore che - sì, sì, Duvall, però adesso smettila di - ok.
Cazzo, ragazzi, stavo - Ok, arrivo". Blaine gli lancia un'occhiata abbattuta.
"Devo andare, disordini tra gliWarblers. Mentali, oserei aggiungere. Da quando te ne sei andato quel posto è diventato una gabbia di
matti, mi sembra di fare il babysitter, non il leader". E Sebastian
non glie l'ha mai davvero perdonato, di essersene andato, ma questo nessuno dei
due l'ha mai ammesso a voce alta.
Il Warbler inizia a raccogliere le sue cose per poi
fermarsi e appoggiare una mano sul braccio di Blaine,
costringendolo a guardarlo negli occhi.
"Non mi interessa se Santana e Brittany pensano
che sia il ragazzo ideale, si sbagliano e io lo so perché non è poi tanto
diverso da me - esclusi i piercing". Ha un'aria seria mentre parla, non da
Sebastian, e questo gli fa morire la risposta il gola.
"Non fare cavolate o cose di cui potresti pentirti, Blaine, perché certe cose non può dartele indietro nessuno
e lo sai. Lascia avvicinare troppo quel ragazzo e ti spezzerà il
cuore, e poi mi toccherà sporcarmi le mani per spezzargli le gambe. Non vuoi
finire come me, Blaine. Fidati". Blaine continua a non dire nulla, ma entrambi sanno
che non ce n'è bisogno. Non è la prima volta che affrontano quell'argomento e Blaine sa che Sebastian detesta parlare di Jacob. Sa quanto
gli è costato dover raccontare del suo passato a Blaine
e sa quanto odi riprendere il discorso.
Quindi annuisce, dice solo "Lo so" e Sebastian se ne va senza dire
un'altra parola.
Senza il suo migliore amico a farlo sorridere il Lima
Bean è un po' più vuoto e non ha nemmeno più voglia di finire il progetto di
astrofisica.
Sta per raccogliere tutte le sue cose e tornarsene a casa per un paio d'ore
massacranti ad Halo 2 durante le quali gli è permesso
smettere di pensare a qualsiasi altra cosa, quando la porta del
Lima Bean si apre di nuovo e contemporaneamente il suo cellulare segnala
l'arrivo di un sms.
Da: 'Bastian
Ragazzo con piercing e ciuffo rosa nel parcheggio, dubito ci sia modo di
fraintendere la sua identità. Per l'amor di dio, Blaine,
non fare cazzate di cui poi potresti pentirti.
Blaine alza il viso dal suo cellulare e si ritrova a
guardare Kurt Hummel dritto negli occhi.
Note
dell'Autrice
Lo so, questo capitolo è più corto del previsto, ma
ehi. Aveva ragione chi diceva che era Sebastian ad entrare al
Lima Bean, però ehi, sorpresa finale!
Il capitolo è così corto perché...non lo so, ragazze, mi è venuto così :)
Naturalmente porta più domande che risposte, lo so :) Ho calcolato che questa
storia avrà circa 10-11 capitoli più l'epilogo, ma conoscendomi mi dilungherò
su cose e quindi sarà quasi sicuramente più lunga.
Scusate per il ritardo, ma ieri ho iniziato a dare
ripetizioni di inglese e l'ansia non mi ha permesso di scrivere nemmeno quattro
righe XD
Nota: Rating arancione acceso per questo capitolo (non per smut, non per
smut
Nota: Rating arancione
acceso per questo capitolo (non per smut, non per smut!). Scusate in anticipo per l’intensità dei pensieri di Santana e Sebastian che non sono affatto
censurati, ma dubito che uno dei due tenda a
inzuccherare ciò che pensa nella propria testa, quindi. Sono molto...diretti?
Oh beh.
Capitolo 5
"Liar, scared, fighter"
Kurt sa di aver avuto un numero considerevole di
pessime idee nell'ultimo anno e mezzo e nello specifico una marea di davvero pessime idee solo nelle ultime
due settimane. Tanto per citarne qualcuna, il farsi sconvolgere l'esistenza da
un paio di occhi color miele, oppure iniziare a pensare che forse è arrivato il
momento di smettere di nascondersi, perchè vale davvero la pena far finta di
non essere se stessi?
Un'altra pessima trovata da aggiungere alla lista è quella di
- beh, proprio adesso, visto che il
cervello bacato di Kurt ha inserito il pilota automatico e dopo scuola ha
seguito Blaine Anderson, sopraccitato occhi color
miele, supremo nerd del Liceo McKinley, fino al Lima Bean.
Inoltre, invece che rinsavire e andarsene, oh dio, Kurt è rimasto a bighellonare nel parcheggio abbastanza a lungo da
trasformarsi in un ghiacciolo estremamente patetico esposto alla fredda aria di
novembre. Sotto forma di ghiacciolo, quindi, ha avuto
l'occasione di notare che Blaine non è propriamente solo, no. C'è una sorta di
belloccio impomatato in una patetica divisa da scuola privata - blu, rosso e
grigio, sul serio? - seduto proprio
davanti a lui. Il suo ragazzo? Ora, Kurt sa perfettamente che Blaine è gay: se
anche non ci fossero stati gli omofobici studenti del
McKinley a dare il tormento a Blaine, la cosa sarebbe
stata fin troppo ovvia a causa dei papillon, delle bretelle e beh, di tutto Blaine in generale.
Inoltre ha sentito dire che è single. E poi il suo gay-radar è abbastanza efficiente. Di
sicuro è migliorato da tutta la faccenda dell'anno scorso. Sì, l'argomento tabù, ciò di cui nessuno parla.
Tu sei pazzo, gli suggerisce la
sua coscienza. Cosa ci fai ancora qui a
fare lo stalker quando nell'ultimo anno non hai praticamente rivolto la
parola a nessuno? Stai forse pensando di buttare il piano sopravviviamo al
liceo nel cesso? Così, senza motivo?
Kurt calcia via una lattina vuota con stizza. Il motivo c'è
eccome: si è bevuto il cervello e vuole capire perchè improvvisamente ha voglia
di parlare con Blaine Anderson.
Viene strappato ai suoi pensieri e riportato
sul pianeta terra dal campanello all'entrata del Lima Bean:
tizio impomatato con blazer è appena
uscito dal locale con l'aria di uno che sta andando piuttosto di fretta,
incespicando elegantemente lungo il parcheggio verso una grossa auto, nera e
dall'aria costosa. Kurt rimane particolarmente stupito quando il
ragazzo in divisa lo nota e gli lancia una lunga, gelida occhiata calcolatrice,
ma poi pensa ciuffo rosa, piercing, aria non esattamente amichevole. Mr
Scuola Privata dev’essere stato praticamente educato a guardare quelli con il suo aspetto con freddezza:
probabilmente ha seguito delle lezioni per farlo al meglio.
Anche se…
Quello sguardo gelido si protrae più a lungo del necessario,
quasi fosse personale, come se
l'altro volesse intimidirlo. È un'occhiata che Kurt conosce bene, visto che di
solito la riserva lui stesso a tutti quelli che si avvicinano troppo. Eccetto Blaine.
Sostiene lo sguardo di Mr Divisa,
rifiutandosi di abbassare gli occhi: guardare da un'altra parte, addirittura a
terra, è un segno di debolezza che non può permettersi. Kurt nonè
debole. O, almeno, non quando si tratta di damerini
impomatati provenienti dalla Dalton Academy. Il primo a distogliere lo sguardo e ritirarsi da
quella silenziosa battaglia è proprio l'altro ragazzo. Kurt lo osserva
attraversare il parcheggio fino alla sua auto, estrarre le chiavi ed il
cellulare e salire dal lato del guidatore.
Ora o mai più.
Il suo cervello deve aver ripreso la modalità pilota
automatico, perchè quasi senza volerlo Kurt si ritrova a spingere la porta del
Lima Bean fino ad aprirla e rabbrividire al calore
improvviso. Fingere di fare la fila per il caffè sembra la
prima buona idea della giornata. Che sta facendo, è impazzito, perchè è
entrato, magari Blaine non lo vede, sta guardando il cellulare, magari - Blaine alza gli occhi, leggermente sgranati, che
si posano immediatamente su di lui neanche avesse un radar per individuarlo.
La battaglia interiore che sta avendo luogo nella sua testa,
sotto la notevole massa di ricci, è talmente evidente che ce
l'ha scritta in faccia. Blaine rimane a fissarlo da lontano per un altro
lungo momento, poi sembra come svegliarsi da uno stato di trance e scuote la
testa, riponendo il cellulare e raggiungendolo con due ampie falcate.
"Ehi" lo saluta allegramente, affiancandosi a lui
lungo la fila. Kurt combatte ferocemente con l'istinto di allontanarsi di un
passo. Blaine non è troppo vicino, ma è comunque più vicino di quanto ci sia
stato chiunque altro, esclusa la sua famiglia, negli ultimi tempi, ed
allontanarsi è una reazione involontaria. Ma non lo
fa: si passa una mano sul viso, sopra al piercing al
sopracciglio, vecchia abitudine dura a
morire, e rimane immobile dov'è, accompagnando il suo 'ehi' con un cenno
della testa.
Blaine ha un sorriso stupendo e questo Kurt
l'aveva già notato la prima volta che l'aveva visto, ma ora sembra un po' diverso.
Gli illumina gli occhi.
Non essere
scortese, per l'amor del cielo, lo
supplica la sua testa. Puoi abbandonare
cinismo e stronzaggine e dire qualcosa di carino così
da non rendere questo pomeriggio da stalker seriale
completamente inutile? Kurt osserva la fila e commenta: "Sei qui per
un caffè extra large post lezione di storia?" Blaine scrolla le spalle quasi timidamente.
"Non proprio" ridacchia, forse un po' a disagio. "E poi a me
storia - beh, piace, ecco". Complimenti,
Hummel, davvero. Magari è anche la
sua materia preferita.
Blaine non è a disagio perchè sta parlando con
Kurt. Blaine è a disagio perchè pensa che Kurt lo consideri un secchione? Ma se
anche Kurt non ha un voto più basso di A!
Ma questo Blaine non lo sa. "È la tua materia preferita?" chiede,
cercando di non farla suonare come un'accusa.
Blaine arriccia il naso in un modo tanto sexy quanto
adorabile e Kurt rinuncia a fare chiarezza nel suo stesso cervello. Ci penserà
più tardi, ora vuole solo godersi una delle poche conversazioni tranquille che
ha avuto negli ultimi tempi.
"Non esageriamo" gli risponde Blaine passandosi una
mano tra i capelli, di nuovo senza gel, selvaggiamente ricci. Kurt sente
l'improvviso bisogno di metterglieli a posto e poi scompigliarlo di nuovo e si
morde nervosamente un labbro al pensiero. "Preferisco chimica, fisica,
cose così".
Deve ammettere che senza gel, occhiali, papillon e bretelle
Blaine attira lo stesso l'attenzione su di sé. No, che diavolo sta dicendo,
Blaine attira ancora di più
l'attenzione su di sé. Gli aveva dato l'impressione di essere un ragazzo timido
e gentile, ma ad osservarlo più da vicino Kurt riesce
quasi a vedere dei guizzi di malizia, ed una sicurezza che prima non c'era. Di
sicuro non è l'innocente nerd che sembra.
"E tu? Come mai da queste parti?" chiede Blaine con
genuina curiosità, come se parlassero delle loro giornate facendo la fila al Lima Bean tutti i giorni. Come
se fosse un'abitudine. Kurt può quasi sentire il proprio cuore espandersi
dolorosamente all'idea e - perchè diavolo ha continuato ad infliggersi una
forzata solitudine se ora tutto è peggiorato, amplificato, e si ritrova a
pendere dalle labbra di Blaine, aggrappandosi ad ogni parola? Perchè passare un
anno e mezzo a schermarsi da tutti in tutti i modi possibili e poi farsi
divorare dal desiderio bruciante di farsi conoscere da Blaine?
La risposta gli viene in mente d'improvviso e
finalmente è il primo pezzo del puzzle che va al posto giusto. Per qualche
stupido, irrazionale motivo Kurt non vuole che Blaine veda in lui Kurt Hummel,
lo skank, quello strano, la versione intoccabile di
se stesso che ha creato e dietro alla quale si nasconde. (Vigliacco). Kurt vuole che Blaine veda - beh, solo Kurt. Ora, che risposta dare a Blaine? Ti sto stalkerando
da questo pomeriggio senza apparente motivo solo perchè, dopo non averti
aiutato l'altro giorno, ero talmente arrabbiato da riprendere in mano gli shuriken dopo un anno e vorrei spezzare le ossa, una ad
una, ad Azimio, solo per vederti sorridere.
"Caffè extra large post lezione di storia" risponde invece, e
Blaine scoppia a ridere di gusto. È un suono talmente spensierato e
coinvolgente che l'angolo della bocca di Kurt scatta verso l'alto quasi
automaticamente e dio, aveva dimenticato quanto amasse far ridere qualcuno con le
sue battutine ciniche. Non che stia sorridendo, sia chiaro. È solo
l'angolo della sua bocca piegato verso l'alto. ...sta sorridendo?
Blaine si passa l'indice sul naso, probabilmente
un gesto abitudinario, lasciandosi sfuggire un piccolo
sospiro. È sconcertante come riesca ad entrare ed
uscire dalla modalità nerd imbarazzato a piacimento.
"Ascolta, per l'altro giorno..." esordisce Blaine, spostando ostinatamente lo sguardo sulla
fila di persone davanti a loro. "Mi - mi dispiace per quello che è
successo". Kurt solleva entrambe le sopracciglia, pensa ma di che diavolo stai parlando?
Forse si riferisce alla loro conversazione nel
bagno. Anche fosse, perchè si sta scusando?
"Ma - cosa?" mormora cercando di
incrociare lo sguardo dell'altro ragazzo. Blaine sposta il peso da una gamba
all'altra. "Beh, non dev'essere stato un bello
spettacolo vedermi uscire da un cassonetto" borbotta avvampando. Kurt
sgrana gli occhi perchè seriamente?
Ti hanno gettato in
un cassonetto e io non ho fatto nulla per fermarli e tu ti scusi perchè ti ho
visto con una buccia di banana in testa?
"Non è la
prima volta che succede" dice Kurt irrigidendo impercettibilmente la
mascella. Dovrebbe essere una domanda ma sarebbe
inutile visto che entrambi sanno già che è così. No, non è la prima volta. Kurt l'ha visto succedere tutto il
maledettissimo anno, li ha sentiti parlare di Anderson, quella checca, e non ha mai mosso un dito per evitare a Blaine
quell'ingiustizia. "No, è già successo" conferma infatti il ragazzo di fronte a lui, abbassando gli occhi
per fissarsi intensamente i lacci delle Converse. "Ma non è - voglio dire,
in un certo senso me la sono cercata". "Oh?" commenta Kurt, sentendo il
familiare guizzo di rabbia nel petto. Come sarebbe a dire, se l'è cercata? Non
crederà veramente di aver fatto qualcosa che giustificasse
essere gettato in un cassonetto! "Sono andato negli spogliatoi dei ragazzi a
cercare Puckerman per una - cosa del Glee, e al
momento non stavo ragionando, è chiaro che non stavo ragionando, ma..." Blaine scrolla le spalle, alzando finalmente lo
sguardo da terra. "È un po' una dichiarazione di guerra, no? Il ragazzo
gay che passeggia per gli spogliatoi. Evita,
Sebastian me lo dice tutte le volte, quanto odio dargli ragione" Alza gli
occhi al cielo. "Insomma, se avessi evitato di entrare lì probabilmente mi
avrebbero lasciato in pace".
Probabilmente
avrebbero trovato un'altra scusa per tormentarti perchè non hai idea di quanto
sia eccitante lo sguardo spaventato di qualcuno a cui
stai per fare del male, pensa Kurt,
improvvisamente nauseato. Lui lo sa, l'ha provato sulla propria pelle.
È ufficialmente senza parole. Non riesce davvero a capire
come può Blaine pensare di esserselo anche solo lontanamente meritato.
Sta per infrangere la regola numero due - niente
contatto fisico, nessuno entra nel tuo spazio personale - per prendere Blaine
per le spalle, scuoterlo e ficcargli in testa che non è colpa sua, che ci vuole
una dose spropositata di idiozia, incoscienza e coraggio per non scappare a
gambe levate dall'altra parte del paese, che lo ammira così tanto, che in realtà chi si meriterebbe quel trattamento è
Kurt, che è un vigliacco. Kurt vorrebbe fare tutte queste cose e ha già
aperto la bocca per dire qualcosa, quando il respiro gli si blocca in gola e le
parole non escono perchè lui non riesce a muoversi.
Non riesce a fare nulla perché alle spalle di Blaine c'è
David Karofsky, mano nella mano con una ragazza
bionda dall'aria tranquilla, e lo sta guardando dritto negli occhi.
Il primo istinto è quello di scappare via e
mettere tra sé e Karofsky quanti più chilometri
possibile.
(Chissà se anche a
lui sono rimaste le cicatrici, visibili e non, chissà se sono le stesse, chissà
se lo sono mai state. Se David ha mai capito fino a fondo, se bruciano allo
stesso modo. Kurt ne ha anche troppe e per quanto cerchi
di camuffarle non può nasconderle a se stesso. Kurt si sente spezzato.)
Il secondo istinto, comunque, è quello di fare un
passo avanti e mettersi tra Karofsky e Blaine. Non che pensi che Blaine sia debole; semplicemente
sa di cosa è capace Karofsky e sa di cosa è capace lui stesso, e Blaine è l'ultima persona
che dovrebbe finire in mezzo a quel tipo di battaglia.
Quella volta, un anno e mezzo fa, non è stata solo
fisica: Kurt non si è limitato a fargli quanto più male possibile. È stata
verbale e non è affatto sicuro di averla vinta. Nonostante il bisogno inspiegabile di proteggere
Blaine sia forte, quello di scappare lo è ancora di più. Codardo, pensa mentre borbotta un
frettoloso 'scusa, devo andare, ci vediamo' a Blaine,
che ha l'aria smarrita e gli occhi spalancati. Si volta di scatto e praticamente
corre fuori dal Lima Bean, sei un debole senza un minimo di spina
dorsale, e due paia di occhi lo seguono fino a che non scompare nel
parcheggio. Può ancora sentire la parola 'vigliacco' bruciargli addosso come se glie l'avessero incisa con
un coltello sulla pelle candida della schiena.
*
Santana non ha la più pallida idea di come
consolare qualcuno, dios,
e Blaine lo sa benissimo, quindi come gli è venuto in mente di correre da lei e
non da Brittany? Brit
è molto più brava con questo genere di cose. Insomma, lei è la metà dolce e
tenera, mentre Santana...beh, se la chiamano Sauron
ci sarà un motivo, no?
Eppure Blaine è seduto sul suo letto con la testa
riccioluta tra le mani e grazie a dio Santana ha visto abbastanza film
strappalacrime da avere almeno una vaga idea di cosa fare. Perciò dieci minuti dopo il ragazzo si ritrova con
una tazza di tè bollente in una mano, una vaschetta di gelato nell'altra e una
ciotola di marshmellow in grembo.
Santana sospira, piuttosto soddisfatta del suo
operato nonostante l'aria profondamente depressa di Blaine. "Escucha, Anderson" esordisce con quello che nella sua
testa è un tono paziente. "Se non mi dici qual è il problema non posso
urlarti contro e buttarti fuori di casa. Voglio dire, uhm, aiutarti. Perciò habla, e fallo ahora".
Blaine alza gli occhi da cucciolo bastonato
abbandonato sull'autostrada, con il cucchiaino di gelato che ancora gli pende
dalle labbra e Santana pensa, evviva,
sono fottuta.
Nessuno resiste agli occhi dolci di Blaine Anderson. Nemmeno Sauron.
"Prima di tutto" esordisce Blaine togliendosi il
cucchiaino dalla bocca. "Come ti viene in mente di complottare con Sebastian?
Tu non hai idea di cosa-"
Santana lo interrompe lanciandogli un peluche a caso e Sebastian esclama, con quell'aria da
aristocratico consumato profondamente offeso: "Ehi, io sono qui! "
Ah, già, si era quasi
dimenticata di aver chiamato al cellulare Sebastian quando
Blaine si era presentato alla sua porta bagnato fradicio per via
dell'acquazzone che c'era fuori, e che il Warbler aveva fatto retromarcia e
guidato di nuovo fino a Lima senza battere ciglio.
Spesso il suo lato buon- va beh, menomalvagio si stupiva
dell'amicizia che legava Sebastian e Blaine. Poi il suo lato più malvagio
aggiungeva che sarebbero stati degli ottimi scopamici,
se solo fossero stati minimamente attratti l'uno dall'altro.
"Traditore" sibila Santana in direzione di Sebastian,
seduto sulla poltrona all'angolo della stanza, con la divisa della Dalton
slacciata e la cravatta perennemente allentata. "Non starmi tra i piedi o te ranco la cabeza con mimanos!"
"Punto primo, mi hai chiamato tu" le fa notare Sebastian
stizzito. "Punto secondo...puoi per favore comunicare con noi in una
lingua a tua scelta tra inglese, francese ed elfico?
Sono le uniche che capiamo, lo spagnolo è da sobborgo".
Blaine borbotta qualcosa di sospettosamente somigliante a "ma io parlo il Serpentese"
ed entrambi gli lanciano un'occhiata schifata.
"Ho detto che
pretenderò il tuo scalpo, se non la smetti di incasinargli il cervello. Già è
loco di suo, non puoi mettertici anche tu!" Sebastian alza gli occhi al cielo. "Mi scusi,
vostra maestà, per non essere sempre d'accordo con le cazzate
che escono dalla vostra regale bocca!" sibila di rimando. "E per aver
espresso la mia modestissima, inutile opinione al riguardo! Non succederà un'altra
volta, mi taglierò la lingua!"
Santana gli sta letteralmente ringhiando contro. "Te
l'ho lasciato dieci minuti e guarda come ne è uscito! È regredito allo stadio
di Nerderson! "
Blaine sbuffa sonoramente, troncando la colorita risposta di
Sebastian sul nascere.
"Finitela di urlarvi contro, mamme" li rimprovera, sollevando le
sopracciglia triangolari che Santana ha cercato con tanto impegno di estirpare. "Sebastian è liberissimo
di esprimere la sua opinione, ma voi due tendete a dimenticarvi che posso decidere
con la mia testa, quindi no, Santana, Sebastian non mi ha fatto il lavaggio del
cervello".
Santana sembra seriamente intenzionata ad assassinarli
entrambi. "E allora che cosa diavolo è successo?"
Sebastian sta guardando Blaine, ora, con lo stesso sguardo
inquisitorio della ragazza, e lui si vede costretto a confessare. "Ho incontrato Kurt al Lima Bean" mormora con scarsa convinzione. "E stavamo
parlando normalmente fino a che lui non si è bloccato all'improvviso, è
diventato pallido come un cencio ed è scappato a gambe levate - di nuovo".
La cheerleader alza le spalle con noncuranza.
"È sempre così sfuggente, è fatto così. E poi questo nuovo look, applausi per zia Santana, ti sta una
meraviglia. Probabilmente gli hai fatto venire un'erezione solo parlandoci ed
era troppo timido per chiederti di risolvere il problema". La mascella di Blaine ciondola da quarte parte
all'altezza delle sue ginocchia, ormai. È inutile che fa tanto l'innocente, Santana sa benissimo che non vede l'ora di
entrare nei pantaloni di Kurt Hummel. Sebastian fa un verso piuttosto stizzito. "E
che l'hanno inventata a fare la masturbazione?" Blaine scuote la testa con aria melodrammatica prima
di lanciare un'occhiata obliqua a Sebastian. "C'è dell'altro".
Santana alza le braccia al cielo. "Quepasa, adesso,
tu e la cornacchia qui avete deciso di farvi suore?" Il leader degli Warblers sembra sinceramente
inorridito.
"Santana, non traumatizzare la cornacch-Sebastian". La cheerleader sbuffa. E allora che gusto c'è?
"Sono tutt'orecchi, chico".
Blaine esita, si morde il labbro e aggrotta le sopracciglia e
sarebbe anche adorabile se non fosse snervante
per prima cosa.
"Beh, tu sapevi che gli skank
- Kurt, lui - insomma, ho scoperto
che sono il tipo di persone che - lui -"
Santana assesta una giornalata
in testa a Sebastian con enfasi, sbottando: "Non gli hai fatto il lavaggio
del cervello un cazzo,
Smythe!"
Si volta verso Blaine, ignora i lamenti del Warbler e
prosegue. "Gli skank tendono ad andare a letto
con un tipo diverso ogni sera, sì".
Sebastian esplode come una bomba ad orologeria.
"Sei pazza? Speravo che almeno
tu non lo sapessi! Blaine, dimmi che il tuo cervello idiota non ha davvero preso in considerazione l'idea
di farti scopare dal primo che trovi! Perchè anche se ti dico di farlo almeno
una volta al giorno, dannazione, sai che non dico sul
serio! Vuoi davvero buttare nel cesso la tua prima volta per qualcuno che si
ricorderà a malapena il tuo nome, il giorno dopo?"
"Da quando sono cazzi tuoi,
esattamente?” gli grida contro Blaine. “Cosa ti fa credere di potermi fare la
morale? E perchè diavolo vi sto permettendo di impicciarvi nella mia vita
sentimentale?" Blaine è paonazzo in volto, Sebastian ha il
fiatone e Santana pensa wow, fermi tutti,
cosa?
"Ok, calmiamoci. Sebastian, per l'amor di dio, fammi finire.
Mi hai mai sentito dire che Kurt è così, Blaine? Perchè non so se l'hai notato,
ma è strano persino per essere uno skank. Sì, ha i piercing, i capelli assurdi e l'aria di uno che ti
spezzerebbe tutte le ossa se potesse e, fidati, può, ma l'hai guardato davvero? So che hai notato come si comporta!
Perchè non permette a nessuno di avvicinarsi o toccarlo, nemmeno a QuinnFabrey, quindi dubito che
si lasci scopare da uno sconosciuto diverso a sera. Non fare l'idiota, non hai
mai messo le etichette alle persone. Non vorrai cominciare ora".
Brittany la ucciderà, forse ha detto troppo, ma
per una volta sente di aver fatto la cosa giusta.
"Non ti sto spingendo verso Kurt perchè voglio
divertirmi a guardare mentre ti spezza il cuore".
Lo sto facendo perchè Brittany è convinta
che non lo farà e che potrete salvarvi a vicenda, ed io mi fido di Brittany. Sebastian lancia
una gelida occhiata a entrambi prima di raccogliere le sue cose e dirigersi
verso la porta a passo deciso. Si volta verso Blaine, scuotendo la testa.
"Ti conosco meglio di te stesso, non infilarti in un casino del genere se
non hai l'assoluta certezza che quel
tipo sia diverso."Ma chi è che ha una certezza assoluta al riguardo, Bas?
"Se dovessi fare qualche puttanata
non so se rimarrò abbastanza a lungo da raccogliere i pezzi, Blaine. Faceva abbastanza pena su me stesso".
Sebastian lancia un'ultima occhiata cinica a
Santana e si chiude la porta alle spalle con un tonfo. Lei e Blaine rimangono in silenzio fino a che non
sentono sbattere anche la porta d'ingresso. Quando il rumore dell'auto del
Warbler non è altro che un eco la cheerleader è la prima a parlare.
"Ma che diavolo gli prende?"
Perchè Smythe si porta a letto un
ragazzo diverso ogni volta che mette piede allo Scandal e Blaine si lamenta
giornalmente del fatto che il warbler gli suggerisca di fare un po' di sano
sesso - e Santana si è sempre detta ferocemente d'accordo. Quindi perchè
improvvisamente Sebastian ha deciso di professarsi paladino della castità quando probabilmente sta ancora digerendo l'ultimo
pompino che ha fatto?
Blaine la sta guardando come se avesse
captato i suoi pensieri - Santana deve davvero accertarsi che non legga nella mente - e il ragazzo posa da
parte la vaschetta di gelato e lancia un'occhiata preoccupata in direzione della
porta.
"Gli prende che, anche se non sembra, l'argomento prima
volta gli sta molto a cuore. E sai come è fatto Sebastian, detesta che gli
altri vedano che tiene a qualcosa o qualcuno."
Santana assume un'aria pensierosa. "Non è che
la cornacchia ha una cotta per te?" domanda scrutando il viso di Blaine in
cerca di chissà quale segno. Blaine stavolta le scoppia letteralmente a ridere
in faccia e si offenderebbe, se non fosse per il fatto che Blaine sembra un po'
più tranquillo. "Se Sebastian ha una cotta per me io sono
Lady Gaga" esala tra una risata e l'altra.
"San, siamo troppo amici, sarebbe - ugh, strano!"
Entrambi ridacchiano perchè guardatelo, Blaine Anderson che fa smorfie talmente ridicole che
potrebbero essere usate come cura contro la depressione. Blaine smette d singhiozzare e alza su di lei lo
sguardo da cerbiatto illuminato dai fanali di un'automobile.
"Quindi tu pensi che Kurt non - voglia solo portarmi a
letto o cose così?"
Santana ha imparato a conoscere Blaine molto bene
nell'ultimo anno, per quanto non gli piaccia affatto ammetterlo, e sa che il
ragazzo tende a saltare parecchi passaggi fondamentali, perchè a quanto pare nella tua testa è tutto o niente, Nerderson, e dopotutto lui e Kurt non hanno intrattenuto più di
un paio di conversazioni e una lunga serie di occhiate nelle quali praticamente
si spogliavano a vicenda.
Normalmente non sarebbe abbastanza per decretare che ehi,
Anderson, a quanto pare Hummel ti muore dietro, ma Santana conosceva Kurt e vedere nel suo sguardo
quel breve lampo del vecchio Kurt è abbastanza per decretare che la cosa può
funzionare e Brittany ha maledettamente ragione.
Se il folle, sorprendente piano di Brittany funziona non solo
la biondina sarà felice come una pasqua, e quindi lo sarà anche Santana, ma - e
soprattutto - finalmente Anderson avrà qualcuno con cui sfogare la frustrazione
sessuale.
E saranno tutti contenti. Dio, non è abituata a far felici
tutti. Sente il bisogno di sfogarsi con qualche cattiveria.
"Allora, hobbit"
esordisce, sventolando nella direzione di Blaine una custodia di plastica.
"Mentre processi l'incredibile
fatto che Hummel non è solo interessato al tuo lato da Usignolo - ah ah - che ne dici di farti fare il culo
a strisce dalla sottoscritta a Call of Duty?"
Un guizzo di malvagità attraversa lo sguardo
ambrato di Blaine. "Fatti sotto, Sauron".
*
Sebastian è un cazzo di
irresponsabile, dannazione, e non dovrebbe guidare quando
è così arrabbiato.
Ecco perchè la lancetta del contachilometri tocca i
centotrenta e poi i centoquarantacinque. Sebastian è un cazzo
di irresponsabile menefreghista.
La strada sfreccia velocemente oltre il finestrino, il
parabrezza e Sebastian pensa non mi frega
niente, sono cazzi suoi se quella sottospecie di
ragazzino pieno di ferraglia gli spezza il cuore. Santana non capisce e
Brittany ha dimostrato di essere oh così affidabile, certo! La lancetta segna i
centocinquanta machissenefrega, Blaine è un
idiota.
Sebastian scuote la testa con decisione
anche se non c'è nessuno a guardarlo.
Nessuno dovrebbe azzardarsi a pensare che lui è così com'è per via di chissà quale schifosissima
esperienza passata e oh, compatite tutti
il povero Sebastian, ora è cinico, crudele e stronzo perchè qualcuno gli ha
spezzato il cuore!
Stronzate. Lui si è semplicemente svegliato una mattina
dopo una festa a Montmaitre - Parigi, sempre Parigi -
nudo nel letto di un ragazzo che conosceva a malapena. Non era di certo
innamorato di questo tipo, né voleva intraprendere una relazione in nessun modo
o altre cose smielate del genere. Non è mica Blaine.
Questo non significa che Sebastian è un idiota senza
cervello. Sebastian è egoista e narcisista, si rifiuta di
essere compatito e non ricorda un cazzo della sua
prima volta perchè era ubriaco fradicio e probabilmente metà dei drink erano
drogati e deve aver fatto un male cane, perchè aveva ferite ovunque e si era sentito aperto a metà e
- chi cazzo
l'ha deciso che sarebbe stato il passivo?
E non ricorda nemmeno se ha usato un preservativo, e se Jacobfosse stato sieropositivo?
Quindi no, SebadtianSmythe non ha avuto il cuore fatto in mille pezzi da un
ragazzo che amava.
Sebastian ha avuto la dignità
in mille pezzi, se stesso, qualcosa che non tornerà mai indietro perchè
semplicemente è andata, e Jacob se n'è tornato in Inghilterra
la mattina dopo senza una cazzo di spiegazione e lui ha dovuto raccogliere i pezzi e convivere con
la consapevolezza di aver gettato via qualcosa di importante per se stesso.
Perciò no, non rimarrà a guardare mentre
Blaine si fa scopare da uno così simile a Jacob, che
gli riderà in faccia la mattina dopo e che diventerà
la peggior cosa che Blaine abbia mai fatto a se stesso. La lancetta tocca i centosessanta e la rabbia
scivola via nel vortice di velocità.
*
Kurt è nel parcheggio della scuola
quando le sente: risate di scherno, un gemito strozzato, altre risate,
il tonfo di un corpo gettato in un cassonetto, un altro gemito. Passi che si
allontanano, silenzio. Neanche un singhiozzo. Allora Kurt pensa Fanculo, smettila di scappare, e corre verso i cassonetti.
Note Devo dire solo due cose: uno, scusate per il
ritardo. Due...Sebastian e Blaine sono solo migliori amici. nulla
di più, ma neanche nulla di meno. Voi non vorreste evitare al vostro migliore
amico una cosa del genere? Also, Sebastian si sbaglia
su Kurt. :-) A mercoledì prossimo!
Era troppo tardi per dire a sua madre che non gli
piacevano le femmine come agli altri bambini quando lei era morta in
quell'incidente, era troppo tardi per rimediare agli errori fatti con i ragazzi
del Glee Club, era troppo tardi per non provocare Karofsky quel maledetto giorno della lite.
E ora questo: è troppo tardi perché i giocatori di
football hanno già girato l'angolo e anche se Kurt vorrebbe con tutta l'anima
rincorrerli, gridargli dietro che sono dei vigliacchi e massacrarli di botte sa
che non servirebbe a niente, perché hanno già fatto quello che hanno fatto e
lui non c'era.
Il parcheggio è improvvisamente silenzioso e vuoto,
eccezion fatta per Blaine che sembra non averlo
notato o, se l'ha fatto, lo sta ignorando mentre si sporge oltre il bordo del
cassonetto maleodorante.
E' ricoperto di granita alla ciliegia e sta tremando
come una foglia, se per il freddo o la paura Kurt non sa dirlo. Guardarlo è
come ricevere un pugno nello stomaco, e quando geme sommessamente per aver solo
appoggiato la mano sinistra al lato del cassonetto a Kurt si spezza
definitivamente il cuore.
"Dio, no" gli sfugge dalle labbra quasi
in automatico, perché quello che ha di fronte è non solo la più grossa
ingiustizia sulla faccia della terra, ma anche uno spettacolo macabro da
bloccarti il respiro in gola.
Un istante dopo Kurt è premuto contro il cassonetto e
sta aiutando Blaine a venirne fuori, ignorando la sua
flebile protesta, facendo leva sul bidone lì di fianco e tentando di toccargli
il meno possibile la mano, visto che non sembra in grado nemmeno di appoggiarla
alla sua spalla.
"Whoo, piano,
piano" mormora quando Blaine atterra
maldestramente sul cemento. Il ragazzo riccio riesce a mettersi in equilibrio
sulle proprie gambe dopo aver barcollato un po' e Kurt lo lascia andare con
delicatezza, tenendosi comunque pronto a prenderlo al volo in caso gli cedano
le ginocchia. Sta ancora tremando e non sembra in grado di fermarsi.
Non ha ancora alzato il viso da quando Kurt è arrivato,
oltretutto, e non ha detto una parola. Forse è sotto shock.
Kurt si morde ansiosamente un labbro, un'abitudine che
credeva di aver perso da tempo. Com'è che si riconosce una commozione
celebrale?
"Ce la fai?" domanda il più delicatamente
possibile, parlando a bassa voce per evitare di spaventarlo. Blaine annuisce, ancora silenzioso e con il viso
ostinatamente rivolto verso il basso. Fa un passo incerto in avanti per
allontanarsi da Kurt ma sta tremando troppo e incespica.
Quasi sensa pensarci Kurt gli
cinge la vita con un braccio e lo aiuta a reggersi in piedi, guardandosi
intorno quasi freneticamente.
"Aspetta, dobbiamo trovare un posto dove
sederci" mormora con il cuore in gola. Blaine è
decisamente troppo vicino, ma Kurt non può fare altrimenti e la cosa in realtà
non lo infastidisce come succede con qualsiasi altra persona eccetto suo padre.
Blaine
alza debolmente la mano sana e si pulisce il viso con la manica della maglia,
ma alla fine annuisce e Kurt tira un impercettibile sospiro di sollievo. Blaine, per quanto sembri scosso, è reattivo, il che è un
buon segno.
A pochi metri di distanza ci sono i gradini
dell'ingresso sul retro e Kurt lo aiuta a raggiungerli con calma, cercando di
non scivolare via dal corpo a contatto con il suo fianco.
Blaine
non gli ha ancora permesso di guardarlo in viso.
Una volta che entrambi sono seduti Kurt fa scivolare via
lentamente il braccio, intrecciandosi le mani in grembo.
Se ne stanno semplicemente così, seduti in silenzio, per
cinque minuti buoni, fino a che i tremiti di Blaine
non sono diventati sporadici.
"Blaine" mormora
alla fine Kurt, sperando che l'altro ragazzo colga il senso di colpa nella sua
voce incrinata. Ha così tante domande, ma ognuna è stupida a modo suo e Kurt teme
di avere già le risposte.
Stai bene? Certo che no.
Sono stati i giocatori di football? Li ha visti con i
suoi occhi.
Potrai mai perdonarmi per essere semplicemente rimasto a
guardare? Perché dovrebbe?
"Puoi guardarmi, per favore?" domanda invece,
voltandosi verso Blaine speranzosamente. Coraggio,
Blaine, è il primo passo.
Sa perché Blaine sta evitando
il suo sguardo, o almeno una parte delle motivazioni: guardare in faccia Kurt
al momento significa ammettere di essere in difficoltà, significa ammettere di
avere un problema di fronte a un quasi sconosciuto (non sono amici, attualmente
non sono niente), di star soffrendo, di aver voglia di piangere. E Kurt ci è
passato, sa cosa significa, e provava la stessa, identica cosa ogni volta. Solo
che lui non è mai stato abbastanza coraggioso da alzare il viso e farsi
aiutare. Ha aspettato fino al punto di rottura e poi ha distrutto tutto.
Blaine, a
differenza sua, è molto coraggioso.
Alza il viso con una smorfia e le mani che Kurt fino ad
ora ha tenuto intrecciate in grembo si stringono una all'altra con forza. Se
allenta la presa finirà per sfiorare il labbro spaccato di Blaine
con i polpastrelli o, ben peggio, alzarsi e rincorrere Azimio
e la sua cricca, e continuare a prenderli a calci fino a che non smettono di
muoversi o respirare. Ha bisogno di un'ancora.
A quanto pare il liquido rosso che sgocciola lungo il
mento di Blaine non è solo colorante per granite
numero tre.
Ha bisogno di un'ancora molto, molto convincente.
Datemi un buon motivo per non farli a pezzi.
Trattiene rumorosamente il fiato quando fa scorrere lo
sguardo dalle labbra di Blaine ai suoi occhi e li
trova socchiusi, stanchi, arresi.
Non ti arrendere mai. Non farlo.
"Non mi hanno picchiato" sono le prime parole
che sussurra Blaine, talmente piano che Kurt per un
attimo pensa di essersele immaginate, fino a che l'altro non riprende a parlare
con voce più chiara. "Non lo fanno mai, hanno troppa paura di finire in
guai più seri. Mi sono spaccato il labbro perché cadendo ho sbattuto la faccia
sul lato del cassonetto".
Non è di nessuna consolazione e lo sanno entrambi. Kurt
rimane in silenzio, stringendo ancora di più le mani una nell'altra.
Blaine
scuote la testa e alza le spalle; il tremolio delle sue gambe è diventato quasi
impercettibile.
"Sembro un personaggio appena uscito dall'ultimo Saw?" mormora senza un briciolo di ironia nella voce.
Se Kurt non si sentisse il cuore in gola e lo stomaco
chiuso in un nodo doloroso riderebbe.
"Un po'" risponde sinceramente mentre Blaine abbassa di nuovo gli occhi verso terra. "E la
mano?"
Il ragazzo riccio la solleva leggermente per esporla
alla sua vista. "Mi ci sono appoggiato sopra quando sono caduto dentro.
Pessimo atterraggio, non potrò mai essere lo stuntman di Capitan America. A
meno che non imparo a cadere decentemente. Uhm".
Kurt socchiude gli occhi azzurri. Com'è possibile per Blaine scherzare in un momento del genere? Tuttavia decide
di stare al gioco."Non sei troppo
basso per fare lo stuntman di Capitan America? Perché l'attore è alto tipo due
metri".
Blaine
ridacchia leggermente, rauco e tremolante, e fa per abbassare la mano, ma Kurt
l'ha già presa tra le sue per esaminarla attentamente.
Finge di non sentire Blaine trattenere
il respiro al suo tocco inaspettatamente delicato, concentrandosi unicamente
sul polso del ragazzo. Sta iniziando a gonfiarsi.
Le persone stanno alla larga da lui, in genere, e questo
ha aiutato a diffondere la voce che Kurt non sia particolarmente...delicato.
Non ha fatto nulla per fermare le voci. Sono solo un'ulteriore strato di
protezione.
"Non credo sia rotto" decreta infine,
sorridendo debolmente a Blaine. "Ma dovresti
comunque vedere l'infermiera, perché di sicuro è una storta".
Il ragazzo incredibilmente ricambia il sorriso, e i suoi
occhi ambrati ricadono sulla sua mano, ancora stretta tra quelle di Kurt. Kurt
finisce per spostarle e nascondersele in tasca, arrossendo. Le nocche sono
ancora coperte da qualche cicatrice sottile.
Se anche Blaine l'ha notato,
non fa domande di nessun genere.
"Ok" risponde, evidentemente soddisfatto nel
non aver fatto tremare la voce.
Guarda Kurt, poi di nuovo le proprie scarpe, poi ancora
Kurt. "Grazie per avermi aiutato" dice alla fine con un sorriso.
A Kurt si blocca il respiro in gola. "Non dire
stronzate" sbotta con più rabbia di quanta intendesse. "Non ho fatto
un bel niente, ti ho solo aiutato ad uscire da un cassonetto. Qualsiasi essere
umano decente lo farebbe". L'ultima
volta sono rimasto a guardare.
Ma Blaine scuote la testa e si
sfiora il labbro con l'indice. "Non loro. E non eri obbligato a
farlo".
La cosa che disgusta Kurt più di tutte è che è vero: non
era obbligato.
Avrebbe dovuto,
che è diverso in talmente tanti modi...
"Non che - voglio dire..." inizia a blaterare Blaine, improvvisamente nel panico. "Non sai quanto ti
sono grato per avermi aiutato, e -"
"Facciamo così" lo interrompe Kurt prima che Blaine possa dire qualcosa di stupido come 'è la scala
sociale del McKinley', o magari 'era meglio se mi lasciavi lì dentro a
marcire'. "Tu la smetti di scusarti ogni volta che ci vediamo perché ti
vedo uscire dai cassonetti".
Blaine lo
osserva con attenzione, un misto tra stupito, sorpreso e imbarazzato. "E
tu?" domanda circospetto.
Kurt distoglie lo sguardo dal suo labbro sanguinante,
rabbuiato. "E io un bel niente. Cos'è, ti aspetti che ti chieda di
proclamare in giro le mie gesta di grande salvatore?" L'ultima volta sono
rimasto a guardare, dannazione, Blaine.
"Non sono un eroe. Ogni tanto mi comporto da essere
umano. Questo non significa che ho fatto chissà che per te. Ti ho solo tirato
fuori da un cestino dell'immondizia gigante".
Blaine
sembra particolarmente in disaccordo, ma non commenta. Kurt sospira e si alza
in piedi, spolverandosi i jeans scuri.
"E ora ti accompagno in Infermeria, ma prima
dobbiamo - uhm, darti una ripulita? Se ti presenti così l'Infermiera farà
domande".
Prima che possa tirare fuori la mano dalla tasca per
aiutare Blaine ad alzarsi, però, il ragazzo è già in
piedi.
Kurt si rende conto che Blaine
è molto più forte di quello che sembra, o di quanto gli altri gli diano
credito. Un qualsiasi altro ragazzo a quest'ora starebbe piangendo in un
angolino della scuola. Lui stesso si nascondeva in aula canto a piangere.
I primi tempi, per lo meno.
"Ho un cambio di vestiti nell'armadietto, finisco
sempre per prendermi qualche granitata" dice Blaine vagamente imbarazzato, sfilandosi attentamente il
cardigan zuppo di granita e rimanendo in camicia, anch'essa bagnata in più
punti, e cravattino. Kurt gli lancia un'occhiata fugace e deglutisce. Non è il
momento, non è il momento.
"Come sai che non voglio che l'infermiera faccia
domande?" chiede Blaine osservandolo incuriosito
e decisamente meno spaventato di prima mentre barcolla un po' e poi appoggia il
peso del suo corpo su una gamba sola.
Kurt gli lancia una lunga occhiata. "Perché nemmeno
io ho mai voluto che ne facesse".
*
L'infermiera Sanders di casi
come quello di Blaine deve averne visti troppi,
quindi pone le solite domande di rito quando li vede entrare in infermeria. Blaine si è cambiato nel bagno deserto mentre Kurt
aspettava fuori dalla porta, rosso come un peperone. Blaine
non ha chiesto a Kurt di andarsene; in realtà non gli ha nemmeno domandato
perché è rimasto. Ha semplicemente accettato di farsi accompagnare senza
battere ciglio. Chissà, forse è perché Kurt è talmente ovvio che gli ha letto
il senso di colpa in faccia. Deve aver capito che non avrebbe accettato un 'ce
la faccio da solo' per risposta.
"Signor Anderson, come si è ridotto in questo modo,
esattamente?" domanda la donna, sfoggiando il suo miglior sguardo materno.
"A me può parlarne, c'è il segreto professionale. Se non vuole, non uscirà
da questa stanza. Signor Hummel, ci lascerebbe soli
un momento?"
Kurt lancia uno sguardo indeciso a Blaine,
che scuote la testa.
"No, non c'è bisogno" mormora Blaine strizzando appena gli occhi quando l'infermiera gli
passa il disinfettante sul labbro. "Sono inciampato nel parcheggio perché
non stavo guardando dove andavo, ho sbattuto il viso e mi sono appoggiato sulla
mano senza pensare, tutto qui. Kurt mi ha aiutato ad arrivare in
Infermeria".
La donna non sembra affatto convinta, ma in fondo sanno
tutti e tre che è una bugia bella e buona. "Ne è sicuro, signor Anderson?"
Blaine
stavolta non guarda Kurt mentre risponde. "Sicuro".
L'infermiera Sanders - Mallory, ricorda Kurt - sembra profondamente insoddisfatta,
ma continua a medicare Blaine in silenzio mentre Kurt
se ne sta appoggiato allo stipite della porta.
Una volta terminato di fasciargli il polso - è solo una
slogatura, niente di grave - sorride a Blaine e gli
da le ultime indicazioni in caso la mano si gonfi troppo.
Blaine la
ringrazia gentilmente e sono entrambi quasi fuori dalla porta quando la voce
dell'infermiera Sanders li raggiunge.
"Signor Hummel, può
rimanere per un istante?"
Blaine
gli lancia uno sguardo a metà tra il preoccupato e il perplesso e Kurt gli fa
cenno silenziosamente di andare avanti. Il ragazzo sembra combattuto, ma non
obietta ed esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
"Mi dica, signora Sanders"
mormora Kurt, troppo stanco per mantenere la solita facciata di freddezza.
La donna gli sorride tristemente. "E' un po' che
non ci vediamo, Kurt. Per fortuna, aggiungerei".
Quando Kurt rimane in silenzio davanti alla sua
affermazione la donna sospira e continua. "Non è caduto, non sono stupida,
sono un medico. E per quanto tu possa dargli una ripulita, quel ragazzo odora
come il pranzo marcito della mensa di ieri" esala pazientemente, spostando
un paio di antibiotici da un armadietto ad un altro. "Ma nessuno di voi
due aprirà bocca al riguardo, quindi vado direttamente al sodo". Cerca lo
sguardo di Kurt fino a che lui non alza gli occhi nei suoi."Se è vittima di bullismo, se siete
vittima di bullismo...Non dovete fare tutto questo da soli, dovresti saperlo.
Guardati, Kurt. Che stai facendo?"
Sono le stesse parole che la donna gli ha rivolto la
settimana prima dell'incidente con Karofsky, le
stesse identiche parole. Quel giorno non aveva avuto la risposta, ma ora le
cose sono diverse.
Ciò che non è cambiato è il liceo McKinley. Non ci sarà
mai nessuno a difendere quelli come Blaine (quelli
come Kurt) dalla crudeltà degli altri. Kurt ha dovuto fare da sé. Come sempre.
"Sto tenendo me e loro alla larga da quest'infermeria,
signora Sanders".
*
Blaine è
appoggiato agli armadietti di fronte alla porta dell'Infermeria, dolorante ma
almeno in condizioni meno pietose, e lo sta aspettando.
"Non ho detto nulla" lo rassicura Kurt
immediatamente, preoccupandosi di tenere la voce bassa e di infonderci una vena
di disapprovazione perché beh, il fatto che lui avrebbe fatto la stessa cosa
non la rende automaticamente la cosa giusta. Quello che ha detto alla signora Sanders è la pura verità, comunque: non è solo se stesso
che sta tenendo lontano dall'infermeria. E' dolorosamente consapevole del fatto
che sa difendersi, dopo l'incidente.
Blaine
scuote la testa e si lascia sfuggire un sorriso.
"Lo so" risponde semplicemente. Ha un modo di
arricciare il naso che in un'altra situazione Kurt troverebbe adorabile.
D'accordo, forse anche in questa.
Si incamminano insieme verso il parcheggio e Kurt nota
che Blaine sta facendo di tutto per non zoppicare, ma
lascia correre e lo accompagna fino alla porta.
Progresso: oggi ha toccato un ragazzo e non è successo
niente. Niente drammi, niente fughe improvvise. Semplicemente un ragazzo aveva
bisogno di lui e lui l'ha aiutato.
Più o meno.
"Senti" esordisce Kurt quando ormai sono
arrivati al portone d'uscita e possono parlare a voce alta con più libertà. Andiamo,
Kurt, non è difficile. Morirai con il senso di colpa se non lo fai.
"Mi - mi dispiace. Per non aver - beh, sarei potuto intervenire prima.
Anche l'altra volta, so che mi hai visto". Blaine
si volta verso di lui con uno sguardo curioso ma non arrabbiato e Kurt si sente
ancora peggio. Perché Blaine non lo odia per non aver
mosso un dito per evitare che lo sbattessero qua e là a piacimento, quando è
estremamente evidente che Kurt possiede le capacità per fermare almeno parte di
quei bastardi?
"Mi sento in colpa" ammette alla fine, non
senza una certa fatica. Ma è quello che si è detto quando è corso verso i
cassonetti prima, no? Fanculo, basta fare il codardo. Ora ha tutte le
intenzioni di metterlo in pratica, anche se non ha idea di come fare."Non ho fatto niente per fermarli, avrei
potuto fare qualcosa, voglio dire -"
"Tutti hanno paura di te a scuola" commenta Blaine dal nulla, ma forse non è poi così fuori tema. Sì,
la maggior parte della gente lo teme, dopo l'incidente.
Forse Blaine ha sentito le
voci, non sarebbe una sorpresa, ma - ma Blaine lo
guarda negli occhi e sorride lievemente. "Perché io no?"
La frase lo colpisce dritto allo stomaco e Kurt fa lo
sforzo immane di sollevare il sopracciglio con il piercing (tanto per ricordare
a Blaine e a se stesso che lui è pur sempre uno skank) e scrollare le spalle. Kurt sa che la riposta non è
affatto perché in realtà sono innocuo, ma Blaine
lo sa?
"Dovresti?" domanda di rimando, consapevole
del fatto che il suo rigirare le frittate è un'arte. "Ora, posso finire di
scusarmi riguardo alla mia assoluta vigliaccheria o hai altre domande idiote? O
battute da nerd?"
Blaine
distoglie lo sguardo e Kurt si sente avvampare.
Cretino, riesci a mettere in piedi una
conversazione decente? "Scusa, io-"
"Ehi, non mi hai offeso" lo rassicura Blaine con un sorriso e un gesto blando della mano non
fasciata. Oh, questa è nuova. "Per me nerd è un complimento, sono
orgoglioso di ciò che sono. Che è esattamente il motivo per cui non permetto a
quegli idioti di influenzarmi. Possono buttarmi nei cassonetti quanto vogliono,
tra nove mesi il liceo sarà finito e io sarò fuori da Lima e dallo stato".
Kurt avrebbe voglia di sorridere, perché oh, a quanto
pare condividono un sogno, e domandargli dove vorrebbe andare, cosa vorrebbe
studiare in futuro. Ma significherebbe entrare nel personale, diventare amici,
e Kurt non sa se è pronto. Dio, non sa se vuole davvero uscire dalla gabbia che
si è costruito intorno.
"Rimane il fatto che io -" ...di solito non
parlo con le persone. "-non ho fatto niente e - non sei neanche un
po', che so, arrabbiato? Non hai voglia di insultarmi? Tirarmi dietro delle
ciambelle, prendermi a pugni, qualcosa?"
Blaine
ridacchia e sul suo viso compare una smorfia dolorante quando il gesto riapre
il taglio sul labbro.
"La voglia di prenderti a pugni sale ad ogni volta
che cerchi di scusarti per una cosa così assurda" gli risponde passandosi
la lingua sulla ferita. Kurt sente improvvisamente molto caldo. "Senti, so
che praticamente non ci conosciamo, ma non ti permetterò di rotolare nel senso
di colpa perché non hai fatto niente".
"Ma io non ho fatto niente." gli fa notare per
l'ennesima volta Kurt con più freddezza di quanta intendesse. "Sono
rimasto a guardare mentre ti inseguivano e ti gettavano in un cassonetto".
"Non significa niente".
"Non significa niente perché non mi avresti
permesso di intervenire in ogni caso"tira a indovinare Kurt, e sa di averci preso in pieno dalla faccia
colpevole e orgogliosa di Blaine. Chiunque pensi
che questo ragazzo è debole si sbaglia di grosso.
"No, non te l'avrei permesso" conferma
duramente Blaine. "E non perché è la mia
battaglia o qualche altra idiozia da macho del genere, ma perché non
permetterei mai a t- a qualcun altro di rischiare di essere preso di mira per
me".
"Non voglio alleviare il mio senso di colpa. Non
significa niente il fatto che ci conosciamo appena" sibila Kurt, anche se
spera che Blaine non gli chieda cosa vuole, perché
non lo sa.
Blaine lo
osserva a lungo.
"Bene, vuoi crogiolarti nel senso di colpa?"
Prende un respiro profondo e i suoi occhi dorati sono più speranzos
che mai. "Prendi un caffè con me venerdì dopo scuola".
Kurt spalanca gli occhi, come a dire 'sei serio? Ma mi
hai guardato bene?' Il sorriso di Blaine è diventato
improvvisamente malizioso.
"Un caffé. Dopo Scuola.
Io e te" dice Kurt cercando di mantenere un tono di voce normale. Il suo
stomaco nel frattempo è sconcertantemente in subbuglio per almeno una
quarantina di motivi diversi, tra cui Blaine
Anderson gli ha davvero appena chiesto di uscire? E anche che diavolo
stai facendo, Kurt Hummel? Tu non esci con le
persone.
"Ottime capacità riassuntive" commenta Blaine, e sembra sul punto di fargli addirittura
l'occhiolino, tanto che Kurt scoppierebbe a ridere se fosse da lui e sopratutto se al momento non fosse troppo occupato a
morire asfisiato. "Sì, un caffé. Così ci conosceremo meglio e la prossima volta che
succede - e succederà - potrai dire 'non ho fatto niente'. Perché non ti farò
intervenire comunque".
"Vuoi che ci cosciamo
meglio" esala Kurt, la voce stranamente ferma.
Perché non sta dicendo di no? Perché non sta dicendo di
no?
Perché dovrebbe dire di no?
"Già" sorride Blaine,
evidentemente soddisfatto di avergli messo i piedi in testa incastrandolo in
questo modo.
"Bene".
"Bene".
Ma Kurt è pur sempre Kurt Hummel,
quindi gli lancia lo sguardo più glaciale del suo repertorio, che a quanto pare
gli scivola addosso come se fosse acqua, e gli porge il palmo aperto.
Blaine lo
fissa perplesso per un istante, poi fa per stringergli la mano, come se dovesse
sigillare il patto, e Kurt alza gli occhi al cielo.
"Il tuo cellulare, Blaine.
Così posso lasciarti il mio numero". Ecco, Anderson, beccati questa.
Kurt sarà anche impazzito a rivolgere la parola a qualcuno a scuola oltre alle skank, ma almeno non ha completamente perso la faccia.
Blainesplanca gli occhi, tanto da sembrare una sorta di cucciolo
di labrador particolarmente felice - con un labbro massacrato e l'odore della
granita alla ciliegia ancora tra i capelli - e gli porge il cellulare, dove
Kurt digita il suo numero e fa squillare il suo iphone.
Vorrebbe quasi prendere a schiaffi Blaine
quando alza le sue triangolarissime sopracciglia in
un'espressione buffissima quando sente che la sua suoneria è Bad, Mikael Jackson.
"Bene" ripete Kurt restituendogli il
cellulare.
"Bene" gli fa eco Blaine
con un sorriso raggiante.
Oh, quello è il modo più strano per ottenere un
appuntamento che Kurt abbia mai visto in tutta la sua vita.
Eppure mentre Blaine si volta
con un ultimo sorriso raggiante e cammina – zoppica – verso l’uscita e la sua
auto, Kurt si passa la mano sul ciuffo rosa e pensa che forse l’unica cosa per
cui non è arrivato troppo tardi è – beh, Blaine.
*
Blaine
praticamente saltella fino alla macchina, un po' perché il ginocchio gli fa
davvero male, un po' perché oh mio dio, l'ha fatto davvero?
Sì, l'ha fatto davvero, sul suo cellulare c'è il numero
di Kurt e venerdì prenderanno un caffé insieme e ok,
probabilmente Kurt passerà il pomeriggio a fare battutine acide ma la verità è
a Blaine piace questo lato di lui. Lo
rende...speciale.
Però, deve ammettere di essere sorpreso di se stesso.
Non pensava di avere il sangue freddo - o il coraggio, o la faccia tosta - di
chiedere a Kurt di uscire così. Sperando che Kurt lo consideri una sorta di
mezzo appuntamento. O comunque un'uscita.
Il telefono gli vibra nella tasca e segnala l'arrivo di
un nuovo messaggio. Blaine legge il nome con il cuore
che gli martella nel petto.
Da: Kurt
Ore 17: 14
Fai battute da nerd solo quando sei agitato,
lo sai?
Blaine
sorride, si prende un momento per stappare mentalmente lo spumante e risponde: "No,
non l'avevo mai notato. Questo non conta comunque come qualcosa che sai di me,
mi dispiace". E aggiunge una faccina che fa l'occhiolino tanto per
essere sicuro.
Il suo telefono si illumina un'ultima volta.
Da: Kurt
Ore 17: 16
Non-fatmocha grande. Ora anche tu sai qualcosa di stupido su di
me.
A venerdì, Blaine.
Note dell’Autrice
Atroce ritardo, non
ammazzatemi, ho scritto il capitolo oggi. Bene, non so, questo capitolo mi
terrorizza, sarà la cosa più ooc sulla faccia della
terra, non lo so.
Kurt si da una smossa, yay. Avrei potuto fargli fare molte più pare mentali, ma
non volevo portarla alla lunga e direi che succede già abbastanza.
Ora, qualcuna di voi vuole
provare ad indovinare che diavolo è successo tra Kurt e Karofsky?
Nel prossimo capitolo: l’appuntamento per il caffè, Blaine
viene beccato in pieno da Santana e Sebastian, e Kurt decide di ricambiare l’invito
con qualcosa di completamente diverso J
Staremo a vedere J