I'll wait for you

di Renegade_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Hi ***
Capitolo 3: *** I Hate You ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La pioggia batteva forte alle finestre. 
Il cielo era buio,buio e spento. 
Pioveva ormai da ore,e sembrava non volesse smettere.Nessuno osava abbandonare le proprie case.Il vento piegava ai suoi ordini alberi e cespugli.Niente riusciva a resistergli. 
Seduta sulla poltrona più vicina al camino fissavo il libro che avevo tra le mani senza leggere nulla,in realtà. 
Era accaduto tutto così velocemente,che quasi non ci credevo e invece,era trascorso un anno. 
Ero in macchina con Darren,mio fratello. 
Le strade erano bagnate,e le ruote scivolavano silenziosamente su di esse. 
Successe tutto così in fretta che non me ne resi conto. 
Un'auto,guidata da un ubriaco,ci venne addosso. 
Vidi scintille,frammenti di vetro schizzare in aria,e poi il buio. 
Venni svegliata dalla voce burbera di un medico,che mi spiegò per sommi capi ciò che era accaduto. 
Finsi di ascoltarlo,ma i miei occhi perlustravano la camera alla ricerca di mio fratello,ma di lui non c'erano tracce. 
In camera con me solo due vecchie,che dormivano. 
Cominciai a pensare al peggio;evidentemente avevo stampato in viso ciò che pensavo,perchè il medico si fermò,e la sua espressione si addolcì.
"Tuo fratello ha avuto un po' di complicazioni." mi spiegò. "E' in coma" proseguì dopo una breve pausa,poi capendo che volessi restare sola,lasciò la camera. 
Impossibile.Doveva essere un sogno.Come poteva mio fratello essere in coma? 
Aveva promesso che saremmo rimasti insieme per sempre insieme,che non mi avrebbe mai abbandonata. 
Ma perchè essere pessimisti? Si sarebbe risvegliato e tutto sarebbe tornato come prima. 
E invece no,mi sbagliavo. 
La sua situazione peggiorava giorno dopo giorno e non c'era la minima traccia di ripresa,nulla. 
Ricevevo visite da parte dei miei amici tutti i giorni,nella speranza di riuscire a risollevarmi il morale. 
Ma l'unico che davvero desideravo vedere non c'era. 
Poi,un giorno,venne mia madre a farmi visita. 
Rimanemmo per tutto il tempo in silenzio,e dopo circa quindici minuti,si alzò,si diresse verso la porta e la schiuse. 
"Vado via,Bonnie.Non cercarmi ed io non cercherò te.Dimenticami ed io dimenticherò te." disse col suo tono severo,poi,non lasciandomi neanche il tempo di parlare,andò via. 
Le lacrime cominciarono a scivolare lungo le guance. 
Non erano lacrime di tristezza.No,erano lacrime di rabbia.Com'era possibile che,dopo tutto quello che ci stava accadendo,mia madre decidesse di abbandonarci?Aveva scelto davvero il momento giusto per farlo. 
Il dottore mi disse che mi avrebbero dimesso quel pomeriggio stesso. 
Le mie due anziane compagne di stanza avevano preso male la notizia,in quanto mi ritenevano in grado di alleggerire l'atmosfera. 
"Vi verrò a trovare tutti i giorni." promisi alla signora Elizabeth. 
"Quindi non vedremo più nemmeno quel bel giovanotto che veniva a farti visita tutti i giorni.Peccato." disse la signora Theresa. 
"Quale ragazzo?" le chiesi perplessa. 
"Quello che ogni notte resta al tuo fianco e che va' via prima che il medico ti svegli per darti le medicine.Com'è che si chiama?Ah,si,Harry.Sembra così innamorato." esclamò l'anziana prima che lasciassi la camera assieme alla mia migliore amica. 
Guardai il gesso che avevo al polso sinistro e c'era la sua firma,la firma di Harry.L'avrei riconosciuta ovunque. 
Mi aveva chiesto di aspettarlo.Un solo anno e sarebbe stato mio. 
E così feci. 
Lo aspettai,giorno dopo giorno,per un anno intero.Infondo l'avevo aspettato per tutta la vita un anno in più non avrebbe cambiato ciò che provavo per lui. 
Mio fratello era morto,mia madre non era tornata,ed io vivevo con mio padre in quell'enorme casa. 
Sentii bussare al campanello,andai ad aprire e mi ritrovai Harry difronte che mi sorrideva,e che mi guardava con quei suoi meravigliosi occhi verdi,e con i suoi capelli ricci ormai bagnati.
 
 
 

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Capitolo 2
*** Hi ***


//So che il capitolo è corto,ma leggete anche lo spazio autrice sotto cc 


*10 anni prima* 

"Dai Darren,accompagnami al parco!" esclamai saltellando. 
"Sono grande,cosa penserebbero i miei amici se mi vedessero accompagnare la mia sorellina al parco?" sbuffò mio fratello mettendosi seduto. 
"Non sei poi così grande,sai? Hai solo 11 anni,mentre io ne ho 8,e poi papà dice sempre che la più matura sono io,quindi,accompagnami al parco prima che vada a chiamare papà!" urlai correndo verso la porta; Darren sbiancò,e mi raggiunse,facendomi mollare la presa sulla maniglia. 
"Mi cambio,e ti accompagno al parco,ora però esci da camera mia!" sbraitò aprendo la porta con forza. 
Lo guardai cercando di trattenere le risate,poi mi diressi in giardino per fare colazione. 
"Perchè hai impiegato così tanto tempo a vestirti?" chiesi a Darren. 
Eravamo nell'auto di famiglia,l'autista faceva praticamente finta di non sentir le nostre liti,anche se di tanto in tanto gli scappavano dei sorrisini. 
"Ma perchè non chiudi quella boccaccia?" mi chiese lui stizzito. 
"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda" lo rimproverai incrociando le braccia al petto. 
"Per i prossimi cinque minuti,farò finta che tu non esista." mi avvertì lui. 
Sbuffai,e mi voltai verso il finestrino,osservando con attenzione ogni singola persona che mi capitava d'avanti. 
Cinque minuti dopo,l'auto si fermò di fronte ad un grande parco,salutammo Frank,l'autista,ed entrammo. 
"Allora Bonnie,cosa vuoi fare?" mi chiese Darren accarezzandomi la testa. 
"Voglio andare sull'altalena!" esclamai strattonandogli il braccio,lui mi afferrò la mano,e iniziò a correre verso l'altalena. 
"Trovo davvero inutile,che tu sia venuta qui al parco per una stupida altalena,quando a casa ne abbiamo tre." borbottò mio fratello. 
"Sta zitto,per favore..E,guarda!" esclamai indicando tre ragazzi. "Quelli non sono i tuoi amici? Su,va da loro." 
"Ci vediamo qui alle 11:30,non un minuto in più,intesi?" 
"Certo signore. Adesso però vattene!" esclamai spingendolo in direzione degli amici,aspettai che lui si allontanasse,e poi mi sedetti sull'altalena,fermandomi di tanto in tanto,per assicurarmi che le mi scarpette in vernice nera,stessero bene. 
Poco dopo,mi fermai,scesi dall'altalena,sistemai le pieghe del vestito color panna,sistemai il fiocco che avevo tra i capelli e mi sedetti su una panchina. 
Andare al parco da soli,era una vera scocciatura,e mi resi conto di essere l'unica senza amici. 
Tutti gli altri bambini giocavano con i loro compagni,mentre io me ne stavo per conto mio seduta su una stupida e scomoda panchina; le madri guardavano da lontano e amorevolmente i propri bambini,e i padri gli lanciavano occhiate affettuose da dietro il giornale. 
Distolsi lo sguardo da quel bel quadretto,e presi a guardare le mie gambe oscillare avanti e dietro,pensando a quanto la mia vita fosse strana. 
Mi ero trasferita dall'America all'Inghilterra,quando avevo sei anni,non avevo ancora amici perchè studiavo con un insegnante privato,ed ero sempre sola con mio fratello o con Mary,la domestica,perchè i miei erano sempre in giro per lavoro. 
Non avevo ami avuto una vera festa di compleanno,ed era già tanto se me ne ricordassi io. 
"Ciao!" esclamò qualcuno sedendosi accanto a me. 
Alzai lo sguardo,ed incontrai gli occhi verdi di un bambino dai capelli ricci,che sorrideva gentilmente,mettendo in mostra delle adorabili fossette. 
Lo fissai con un'espressione impassibile,e voltai il viso dall'altra parte. 
"Io sono Harold,ma puoi chiamarmi Harry." continuò il bambino. 
"Non posso parlare con gli sconosciuti." gli dissi fissando un fiore. 
"Sono Harry,non sono uno sconosciuto." disse il bambino ridendo. 
Mi lasciai scappare un sorriso,e mi voltai dalla sua parte. 
"Io sono Bonnie." mi presentai sorridendo. 
"Quanti anni hai,Bonnie?" mi chiese Harry. 
"Ho otto anni,tu?" 
"Anche io ho otto anni!" esclamò Harry contento. "Non ti ho mai visto a scuola,però.." continuò lui. 
"Io non studio a scuola,studio a casa con un insegnante privato." lo informai. 
"Che forza! Almeno non dovrai svegliarti presto!" esclamò ancora il bambino. 
"Già,peccato che però non ho amici.." mormorai abbassando il capo. 
"Sarò io tuo amico,ti va?" mi propose Harry. 
"Certo che mi va!" esclamai felice. 
"Adesso devo andare..Ci vediamo domani qui alle quattro. Ciao!" mi salutò Harry lasciandomi un bacio sulla guancia,prima di dirigersi tra le braccia della madre. 



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AVEVO COMPLETAMENTE SCORDATO DI AVERE QUESTA FF! 
Bene,dopo questa introduzione urlata,volevo dirvi che ho scritto questo capitolo tramite cellulare,quindi mi scuso per tuuuutti gli errori che troverete,e per il modo osceno in cui sarà uscita fuori..Ho anche la febbre,eh. 
Bene,probabilmente nessuno la leggerà o recensirà,perciò non dovrei nemmeno preoccuparmi HAHA no cc 
Mi lasciate una recensione? 
Rossella.

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Capitolo 3
*** I Hate You ***


*12 settembre 2010*
 
Erano passati otto anni dal mio primo incontro con Harry, e da quel giorno non ci eravamo più lasciati. Eravamo diventati migliori amici.
Era la mattina del primo giorno di scuola,ed ero in bagno pettinando i miei lunghi capelli,quando mi squillò il cellulare a causa di un messaggio da parte di Harry,che mi diceva di scendere perchè era giù ad aspettare.
Legai i capelli in una treccia,recuperai la borsa,salutai i miei,e corsi fuori in giardino,dove ad aspettarmi c'erano Harry e Bea,nostra amica,che come al solito litigavano.
"Che succede stavolta?" chiesi a Bea, mentre abbracciavo Harry.
"Ha iniziato lui." si limitò a dire Bea.
Guardai Harry che sorrise imbarazzato,poi mi raggiunse e mi misi un braccio intorno alle spalle.
"Allora,bellezze,pronte per il primo giorno di scuola?" ci chiese Harry.
"Io sì..ma tu sei troppo tranquillo,Harry..hai paura?" gli chiese Bea, ammiccando.
Alzai gli occhi al cielo,e iniziai a canticchiare,facendo finta di non sentirli.
"Mi stai attaccando da quando sono passato a prenderti..Posso sapere cos'hai?" le chiese Harry, irritato.
"Sei tu che mi irriti." gli rispose Bea.
"E voi irritate me." li interruppi, allontanandomi da loro.
Ogni giorno era sempre la stessa storia con quei due. Litigavano,poi facevano pace,litigavano e facevano pace,rompendo sempre le scatole a me.
"Scusa Bonnie,ma.." iniziò a dire Harry.
"Ma nulla,sono già abbastanza nervosa di mio,poi vi ci mettete anche voi. Posso sapere perchè state sempre a litigare?" gli chiesi.
"Ecco.." Harry iniziò a parlare,ma fu interrotto da una gomitata di Be,che lo fulminò con lo sguardo.
"Nulla,ci vogliamo troppo bene,ecco perchè litighiamo." disse Be, scoppiando a ridere.
Annuii lentamente,e mi allontanai un po',non tanto da non sentire quello che i due si stavano sussurrando.
"Se le dici qualcosa,Harry,giuro che non arriverai a fine anno."  lo minacciò Bea.
"Sei tremenda, voglio dirle la verità,non puoi impedirmelo." sbottò Harry.
"Invece sì. La faresti soffrire,e non voglio che lei soffra,non se lo merita." continuò la ragazza.
"Chi ti dice che soffrirebbe?" le chiese Harry, con un tocco di nervosismo nella voce.
"Sappiamo tutti come sei,Harry, prova a farla soffrire,e giuro che ti strappo i capelli uno ad uno." tagliò corto Bea e correndomi dietro.
Mi voltai verso Harry che era rimasto fermo con le braccia lungo i fianchi,si voltò verso di noi,mi sorrise,e poi mi raggiunse,stampandomi un bacio sulla guancia.
"Pronta per entrare in quell'inferno?" mi chiese Harry, indicando la scuola con un dito.
"Si,beh..più o meno.." mormorai, sconfortata.
"Non preoccuparti Bonnie,andrà tutto bene." cercò di rassicurarmi Bea, stringendomi di più la mano.
"No,rientrerò lì e ricomincerà tutto di nuovo. Ben ricomincerà a prendermi in giro,si stancherà delle parole,e inizierà a pestarmi come lo scorso anno." gli dissi con gli occhi pieni di lacrime.
"Dovrà solo provare a toccarti,Bonnie,e giuro che quelle mani gliele taglio." disse Harry.
"Non preoccuparti Bonnie,ci siamo noi." continuò Bea.
"Certo,come lo scorso anno. Ti ricordi Harry? Stava per spaccarti il naso! Io credo che dobbiate solo starmi lontani,quest'anno." gli dissi attraversando il portone di legno.
"Non dire scemenze,Bonnie." mi avvertì Bea.
"Non potrei mai starti lontano." sussurrò Harry.
A malincuore sorrisi,e abbraccia prima Bea e poi Harry.
"Cerchiamoci degli armadietti e corriamo in classe." disse Harry.
Eravamo in mensa,seduti come sempre al nostro solito tavolo,quando Della,una cheerleader,si avvicinò a noi.
"Hai avuto ciò che desideravi,Wilson,Ben ha dovuto cambiare scuola,spero tu sia contenta." starnazzò quell'oca.
"Non potrebbe essere più felice." rispose Bea.
"Attenta,Walker,non mi piace il  modo in cui ti rivolgi a me...E poi non dovrebbe cantar vittoria,ci sono sempre gli altri." le disse Della.
"Sì,beh,adesso,Della,potresti lasciarci in pace?" le chiese Harry, leggermente irritato e preoccupato.
"Sei davvero carino,peccato che te la fai con gli sfigati,Styles." detto ciò, Della sculettò via verso il suo tavolo.
Mi voltai verso Harry,che beveva tranquillamente un po' d'acqua.
"Che c'è?" mi chiese, ridendo.
"Oh,nulla." gli risposi arrossendo.
Maledetto Harry e maledette le sue fossette. Bea parve accorgersi del mio turbamento,così deviò il discorso su una partita di basket.
Dopo scuola,andammo a fare un giro al parco, dopodiché salutai Harry e Bea,e mi diressi verso casa.
"Daaarren,sono a casa!" urlai, per farmi sentire da mio fratello.
"Ciao peste!" esclamò, raggiungendomi in soggiorno.
"Com'è andata a scuola?" gli chiesi sedendomi sul divano.
"Bene..cioè,mi avrai visto come minimo venti volte tra i corridoi." mi fece notare.
"Sì,vero..Mamma e papà?" gli chiesi, guardandomi intorno.
"Fuori per lavoro,dovrebbero rientrare per la cena." mi disse Darren, smanettando col cellulare.
"Bene,io vado a fare un bagno,ci vediamo dopo." recuperai la borsa,e salii al piano di sopra.
Corsi in bagno e riempii la vasca,feci partire la musica,e mi immersi nell'acqua bollente.
Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi,ma il sorriso di Harry mi lampeggiava d'avanti agli occhi.
Dovevo ammettere a me stessa,che Harry mi piaceva...dalla prima volta che ci eravamo incontrati. A volte stargli vicino era insopportabile; vederlo con qualcuna mi faceva male,ma dovevo accontentarmi di essere la sua migliore amica.
Dopo mezz'ora,decisi di vestirmi per la cena,così mi avvolsi nell'accappatoio,e iniziai a vestirmi.
Infilai il vestito,le ballerine in vernice abbinate,e poi legai i capelli in uno chignon ordinato.
Mi sedetti a leggere sulla poltrona in camera, aspettando che la domestica venisse a chiamarmi.
Quando tre ore più tardi scesi al piano di sotto,i miei e mio fratello discutevano a tavola.
"Buonasera." salutai, prendendo posto accanto a Darren.
"Bonnie,cara,vorremmo parlare dei tuoi problemi a scuola." esordì mio padre.
"Problemi? Quali problemi? Ho dei voti altissimi,e un comportamento adeguato,non mi pare di aver problemi." lo interruppi.
"Invece sì,hai dei problemi." ribatté mia madre.
"Abbiamo parlato con Harry e Bea,ci hanno raccontato per filo e per segno tutto quello che hai subito lo scorso anno.." riprese mio padre.
"Ma adesso va tutto bene,Ben è stato espulso,ha cambiato scuola..sono sicura che andrà tutto bene." biascicai.
"Nessuno ci dice che tu sia davvero al sicuro lì dentro!" esclamò mio padre, infuriato.
"Quindi?" gli chiesi, intimorita.
"Quindi riprenderai a studiare a casa." continuò mia madre.
Guardai Darren supplicante,ma lui distolse lo sguardo.
"Mamma..papà..non potete farlo.." balbettai con le lacrime agli occhi.
"Non ti impediremo di vedere Harry e Bea,ma non potrai raggiungere nessun posto a piedi,ti accompagnerà sempre l'autista,e sarai seguita da Mary,la domestica. Non voglio sentire proteste." finì mio padre.
Mi alzai da tavola,e corsi in camera mia,composi velocemente il numero di Harry,e aspettai che rispondesse.
"Ti odio!" gli urlai non appena rispose,riagganciai,e mi gettai ai piedi del letto a piangere.
Il cellulare continuava a squillare,ma non avevo voglia di sentire nessuno. Sapevo che Harry e Bea l’avevano detto ai miei con i più sani principi,lo avevano fatto solo per proteggermi,ma mi avevano fatto perdere quel poco di libertà che i miei,con gli anni,mi avevano concesso.
Ero arrabbiata,avevo detto loro di non parlarne con nessuno,che erano problemi miei,che potevo cavarmela da sola,ma no,dovevano sempre fare a modo loro.
Sentii bussare alla porta,mi alzai asciugando le lacrime,aprii la porta,e mi trovai di fronte Harry,che mi guardavo arrabbiato.
”Si può sapere che ti è preso?” mi chiese, sedendosi sul mio letto.
”Da domani ricomincerò a studiare a casa.” Gli dissi solamente.
”Che cosa?!” esclamò, alzandosi velocemente.
”Cosa ti aspettavi? Avete sbandierato a mio padre tutto ciò che mi ha fatto Ben..” tentai di sperare,ma poi ricominciai a piangere.
”Mi dispiace,Bonnie.” Mi sussurrò Harry, abbracciandomi.
Sentivo il mio cuore battere forte,e speravo che Harry non lo sentisse. Appoggiai il viso bagnato nell’incavo del suo collo,e lasciai che mi stringesse più forte.







ANGOLO DELL’URLO.

SAAAAAAAAAAAAAAAAALVE,GEEEEEEEEENTE.
Come state? Com’è andato il Natale? Che vi ha portato Babbo Natale?
Vi ringrazio per le recensioni al capitolo precedente,e spero davvero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento..se è così,lasciatemi una piccola recensione çç
Adios,
Rossella.
//perdonate gli innumerevoli errori che troverete,ma non rileggo mai ciò che che scrivo çç

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