Prince&Princess: la sorella di Caspian di Yu_ (/viewuser.php?uid=87904)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come incontrai i re di Narnia ***
Capitolo 2: *** La tavola di pietra,l'incoronazione e la storia di Narnia ***
Capitolo 3: *** Il sogno e Cair Paravel ***
Capitolo 4: *** Come glielo dico che sono sua sorella? ***
Capitolo 5: *** A volte è sbagliato dire la verità perchè fa male da morire. Fidatevi, l'ho provato sulla mia pelle. ***
Capitolo 6: *** Caspian quando vuole sa essere veramente cattivo. E io gli do pure retta. ***
Capitolo 7: *** Caspian deciditi!!Vuoi fare pace sì o no? ***
Capitolo 8: *** La mia prima e stupida battaglia ***
Capitolo 9: *** Il giorno dopo la battaglia ***
Capitolo 10: *** La storia della Regina Miriam X (ovvero io) e di come arrivò a Narnia ***
Capitolo 11: *** Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero: Cappello dove devo andare?Una decisione veloce è gradita! ***
Capitolo 12: *** Oddio Draco quanto sei stupido! ***
Capitolo 13: *** Che bello!Ci siamo persi! ***
Capitolo 14: *** La più grande scoperta: l'armadio funziona ancora! ***
Capitolo 15: *** Prime lezioni con la bacchetta e discorsi stupidi con mio fratello ***
Capitolo 16: *** I fratelli diventano sempre più stupidi quando ci sono di mezzo le battaglie. ***
Capitolo 17: *** Non vedevamo proprio l'ora che arrivassero i telmarini. La cosa si complica. ***
Capitolo 18: *** Ce la possiamo fare! ***
Capitolo 19: *** Strategie. ***
Capitolo 20: *** La lettera ***
Capitolo 21: *** L'incontro con Miraz ***
Capitolo 22: *** Ansia pre battaglia ***
Capitolo 23: *** La battaglia - parte 1 ***
Capitolo 24: *** La battaglia - parte 2: Le cose si complicano ***
Capitolo 25: *** La battaglia - parte 3: Al Ministero ***
Capitolo 26: *** La battaglia - parte 4: Atto finale ***
Capitolo 27: *** La fine di tutte le sofferenze ***
Capitolo 28: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 29: *** L'incoronazione - parte 1: Al castello ***
Capitolo 30: *** L'incoronazione - parte 2: A Cair Paravel ***
Capitolo 31: *** Cinquant'anni dopo ***
Capitolo 32: *** Prossima destinazione: Hogwarts ***
Capitolo 1 *** Come incontrai i re di Narnia ***
Tornai
a casa dopo il mio primo giorno di scuola. Avevo appena cominciato il
terzo
superiore. Sembravo una turca: avevo dei pantaloni larghi blu (tipico
delle
turche) e anche la mia canottiera era larga, ma nera. Infine le mie
inseparabili Converse nere: tipico di me. Ero anche abbastanza
abbronzata. I
miei lunghi capelli ricci erano sciolti sulle spalle.
“Mamma
sei in casa?” dissi.
Nessuno
rispose. In quel momento partì una musica. Si, ecco era
quella di “Volare”. Poi
sbucò William Moseley nelle vesti di re Peter e si mise a
cantare:
“Penso
che un sogno così non ritorni mai più, mi
dipingevo le mani e la faccia di
blu.”.
Si
fermò davanti a me e con la sua spada si inchinò.
Non sapevo che fare. Tutto ciò
era strano e irreale. Mi inchinai anche io, mi sembrava la cosa
più giusta da
fare. Dietro di lui mi venne incontro Skandar Keynes nei panni di re
Edmund e
cantò il pezzo dopo.
“Poi
d’improvviso venivo dal vento rapito e cominciavo a volare
nel cielo infinito…”.
Anche
lui venne davanti a me e si inchinò con la spada. Dopo
sbucò il principe
Caspian e si mise a cantare:
“Volare
ooh cantare ooooh nel blu dipinto di blu, felice di stare
lassù.”.
Venne
davanti a me e si inchinò. Dietro di lui Anna Popplewell, la
regina Susan
cantò:
“E
volavo volavo felice più in alto del sole ed ancora
più su, mentre il mondo
pian piano spariva negli occhi tuoi blu.”.
Fece
un inchino con la sua splendida veste viola e se ne andò
seguendo Edmund
/Skandar verso sinistra. Infine Georgie Henley cantò:
“Una
musica suona soltanto per te.”.
Si
inchinò e se ne andò verso destra. Si misero in
due file davanti a me. Alla mia
destra c’erano Peter, Caspian e Lucy e alla mia sinistra
c’erano Edmund e
Susan. Tutti insieme cantarono il ritornello di
“Volare”. All’ultima nota tutti
si inginocchiarono. Infine comparvero Miraz e il generale Glozelle.
Susan
mormorò:
“Per
la cerimonia però hai bisogno ha bisogno di vestiti decenti.
Certo, senza
togliere niente a quelli che ha, però per Narnia
è più adatto questo.”.
Mostrò
un vestito viola identico al suo. A quel punto dissi:
“Aspettate…oh
oh…non ci posso credere! Voi siete i re e le regine di
Narnia e voi…”.
“Tu.”mi
interruppe Caspian.
“…e
tu
sei il principe Caspian!” ricominciai. “Ma voi
state sbagliando persona. Io non
sono una regina. Non lo sono mai stata. Perchè proprio me?
Guardate come sono
vestita: questo è il mio stile, non vestiti larghi e lunghi.
E poi scusate, ma
di quale cerimonia state parlando?”.
“La
tua incoronazione.” risposero tutti in coro.
“Vieni,
mettitelo! Non c’è nessun errore, tranquilla, tu
sei la prescelta, ti
spiegheremo tutto quando sarai a Narnia con noi, quindi accetta il tuo
destino
e vieni che ti aiuto a metterlo perché sai
com’è…indossando questo potresti non
essere tanto esperta su come si mette” disse Lucy.
“Grazie…mia
regina.”riuscii a dire.
“Oh
no
dammi del tu. Anche Caspian te l’ha detto. Dai del tu anche
agli altri re. A
Glozelle e a Miraz naturalmente dai del voi. E questa regola vale per
l’incoronazione…”
Uscii
dalla mia stanza.
“Sono
un po’ ridicola, lo so. Mi abituerò”.
“Vieni,
affrettiamoci, entriamo qua.” disse Susan ignorandomi.
“Il
mio armadietto della sala? Dove tengo i piatti? Ma voi state
scherzando! Sapevo
che un armadio c’entrava con questa storia ma non
è il mio! E poi se si rompono?
Mia madre mi uccide!” dissi io.
“Dai
su non c’è tempo di discutere! Entriamo e
basta!” ribattè lei. Attraversammo
l’armadio e sbucammo sotto Cair Paravel.
“Siamo
a Narnia?” dissi io.
“Beh
tu che dici?” rispose re Edmund.
“Ma
non
c’erano rovine.” ribattei.
“E’
una lunga storia.” mormorò Caspian.
“Trumpkin…Trumpkin
dove sei?” chiamò Peter.
“Sono
qua re Peter”.
“Bene,
portaci alla tavola di pietra. Dobbiamo fare
un’incoronazione!” esclamò Peter.
“Ma
io
che c’entro?! Se siete voi i re e le regine di un tempo non
capisco cosa
c’entri io. La profezia diceva due figli di Adamo e due
figlie di Eva, non due
figli di Adamo e tre figlie di Eva” gli dissi.
“Su
non è il momento di perdere tempo! Ti spiegheremo
dopo.” rispose Lucy.
“E
Aslan?” a quella mia domanda tutti si fermarono di botto e
Susan disse un
“dopo” a denti molto stretti. Attraversammo una
gola sul fiume che vi scorreva.
“Sono
fermi, immobili” affermò Lucy.
“Beh,
sono alberi.” dissi io.
“Un
tempo danzavano.” ribatté lei.
“E
ora?” chiesi.
“Gli
ha fatto talmente schifo quello che loro ci hanno che si sono chiusi in
se
stessi.” mormorò Trumpkin con ripugnanza indicando
Glozelle e Miraz.
“Scusalo,
dopo ti diciamo.” disse Edmund bisbigliando.
“Non
possiamo passare per Beruna?”.
“No.”
disse
Caspian facendomi l’occhiolino per farmi capire che mi
avrebbero raccontato
tutto in seguito. Notai che il generale Glozelle e Miraz erano legati
mani e piedi
con delle corde. Mah chi lo sa. Evitammo Beruna, ma ci ritrovammo su
un’insenatura, poco più a est. Scendemmo dalla
barca e ci dirigemmo verso un edificio
incassato nella roccia e in mezzo agli alberi. Caspian slegò
le caviglie a
Glozelle e a Miraz e lui gli stava dietro con la spada puntata.
“E
questa sarebbe la tavola di pietra?? Nel sacrificio di Aslan era
all’aperto. Ma
siete sicuri??” interrogai io.
“Quale
sacrificio?” domandò Edmund.
“Ma
nessuno, Miriam si sarà di sicuro sbagliata!”
disse Susan enfatizzando l’ultima
frase.
“Non
gli avete detto niente?” le sussurrai.
“Ma
no, ovviamente.” rispose.
“Scusa
non lo sapevo.” mi scusai
“Per
fortuna non ti ha creduto!” esclamò.
“Già.”
risposi.
“Ehi,
aspetta,
ferma! Come fai a conoscere tante cose di noi?!” disse a quel
punto Peter
incredulo.
“I
racconti del professor Diggory spiegano tutto. Al di là di
Narnia voi siete
delle persone normali: tu sei Anna, tu Georgie, tu Skandar e tu
William.”.
“Ma
questo non cambia le cose, o forse sì. Aspetta, tu consci il
prof Diggory? E
che ti ha detto?”. Susan era più sbalordita di
Peter.
“Tutto
ciò che vi ho raccontato.” dissi.
“E
tu
non l’hai detto a nessuno vero??” disse Edmund. Per
un attimo ero rimasta
incantata: era veramente carino.
“No,
certo
che no…” riposi.
Dietro
di noi c’era Caspian che borbottava a Miraz e a Glozelle di
andare avanti. Doveva
essere talmente arrabbiato con loro da trattarli male anche se uno era
suo zio
e uno solo un generale. Ma quello con cui ce l’aveva di
più credo fosse Miraz. Si
capiva anche dal modo con cui gli diceva:
“Forza
Miraz, vai avanti, cammina santo cielo!!”.
Se per
caso non camminava lui ci andava pesante poi con i calci. Dai racconti
non me
lo ricordavo così Miraz. Insomma, un tempo era un tiranno e
assassino e adesso lasciava
conciare in quel modo da suo nipote Caspian. Non so, forse mi faceva
anche un
po’ pena. Glozelle no, invece. Forse era pure peggio di
Miraz. Lui al contrario
mi faceva ribrezzo. Ma questa era una mia impressione a prima vista.
Poteva
essere pure il contrario. Pensavo a cosa andavo incontro, pensavo se
quella
fosse stata la cosa giusta. Pensavo a Peter, Lucy, Susan, Edmund e
Caspian e al
loro coraggio a regnare, i primi quattro su Narnia e l’ultimo
su Telmar.
“Cos’hai?”
mi disse Lucy.
“Niente”
risposi semplicemente.
Mentre
rimuginavo sui miei pensieri ecco che stavamo per entrare dentro la
tavola di
pietra.
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Capitolo 2 *** La tavola di pietra,l'incoronazione e la storia di Narnia ***
La tavola di pietra era un
luogo quasi sotterraneo dentro un
edificio costruito alla meglio peggio dagli abitanti di Narnia. Dopo il
portone
c’era una grande stanza in cui fauni e centauri forgiavano e
lavoravano le
armi. Dopo questa c’era un lungo cunicolo con delle fiaccole
ai lati che lo
illuminavano. Sulle pareti di roccia c’erano dei disegni: due
ragazze a cavallo
di un leone, due ragazze e due ragazzi su dei troni, un fauno con un
ombrello.
”Ma queste siete
voi, Susan e Lucy, a cavallo di Aslan, quando
stavate andando alla battaglia contro la Strega
Bianca.
Questi siete voi, miei re, sui troni di Cair Paravel e
questo…questo è il fauno
Tumnus, il tuo amico in questo regno Lucy.”.
Appena finii il mio
discorso, tutti mi guardavano strano, soprattutto
i quattro re.
”Ma ti ha
raccontato proprio tutto di noi.”mormorò Susan.
”Sì
so tutto meno quella cosa che continuate a nascondermi.”.
”Non ti
preoccupare”disse Caspian. ”Dopo
l’incoronazione
saprai tutto.”.
Quel posto sembrava un
po’ strano, forse era stato costruito
come luogo di rifugio…ma da cosa? Forse era ciò
che dovevo sapere dopo.
Questo continuo
“dopo” cominciava a darmi un po’ fastidio
perché ero tanto curiosa. La tavola di pietra era come
l’avevano lasciata, c’era
solo una piccola differenza: era diventata una stanza con tutte le
gesta di
Aslan sulle pareti. In mezzo c’era la Tavola
di pietra, una tavola con delle incisioni spezzata a
metà dopo il sacrificio di Aslan. Mancavano solo le corde,
ma quelli erano solo
piccoli dettagli. Un particolare mi colpì: c’era
ancora un pezzo di pietra su
cui si erano sedute Lucy e Susan tristi per l’apparente morte
di Aslan.
”Qui
avrà luogo la tua incoronazione.”disse Caspian.
Peter andò a
chiamare gli abitanti di Narnia. Uscì dalla
tavola di pietra e prese il suo cavallo, quello di Edmund e quello di
Caspian.
Suonò il corno di Susan e gli abitanti di Narnia saltarono
fuori. Ad un certo
punto tutti abbandonarono la stanza e se andarono fuori. Io gli andai
dietro. Fuori
c’erano persone che mai avrei pensato di vedere: fauni,
centauri, minotauri, nani,
animali parlanti. Erano tutti molto forti e uniti. Si disposero in
ordine
crescente. All’entrata, i centauri sfoderarono le loro spade
e le piegarono
tipo a tetto. Io andai sotto per prima e dietro di me, Lucy e Susan a
piedi e
Caspian, Edmund e Peter sui loro cavalli mi seguirono. Dopo i centauri
c’erano
i minotauri e anche loro fecero lo stesso con le loro spade. Dopo
ancora
c’erano i fauni, a seguire i nani e infine gli animali
parlanti. Arrivai
davanti alla tavola di pietra e mi girai: i re e le regine erano in
ginocchio
davanti a me. Tutti arrivarono lì dentro e si disposero
dietro alla fila dei re
e delle regine.
Peter si mise a camminare
e arrivò davanti a me e disse:
”Io, re Supremo
Peter il Magnifico, Signore di Cair Paravel
e Imperatore delle Isole Solitarie vi do in dono la mia spada,
affinché vi
serva per combattere al meglio.”.
Se ne ritornò
al suo posto. Poi partì Susan e venne davanti
a me
”Io, Regina
Susan la
Gentile vi do in dono il mio arco e le mie
frecce.”.
Mi aiutò a
metterlo e se ne tornò in fila.
”Io, Re Edmund
il Giusto vi dono il mio scudo affinché
possiate proteggervi.”.
Non mi ero neanche accorta
che era arrivato lui, al
contrario di Lucy che arrivò in un batter
d’occhio. All’inizio sembrava un po’
titubante, ma poi disse:
”Io, Regina Lucy
la
Gaia vi dono il mio pugnale.”.
Infine Caspian: era fermo
lì davanti a me. Avevo uno strano
presentimento: chi era veramente?
”Io, principe
Caspian, futuro Re di Telmar vi dono il mio
elmo.”.
Si portò
davanti Miraz e Glozelle che riuscirono a dire a
denti stretti:
”Noi abitanti di
Telmar vi doniamo tutto ciò che abbiamo.”.
Dopo tutta quella roba e
quelle riverenze dissi:
”Allora…grazie
davvero di tutto. Siete molto uniti e….forti
e avete della bella roba…”.
Susan mi diede una
gomitata.
”Che ho
detto?”.
Lei non disse niente e la
cerimonia andò avanti e un fauno
porse a Edmund un cuscinetto con sopra una corona. Arrivò
davanti a me e me la
mise sul capo. Dopo l’incoronazione, Susan mi fece cenno di
andare avanti e mi
disse:
”Dopo di
te.”.
Messi spada, arco, frecce,
pugnale, elmo e scudo passammo
per il cunicolo e uscimmo fuori dalla tavola di pietra. Inciampai. I re
mi
guardarono un po’ male e alla fine dissi:
”Non ci so
camminare con queste scarpe!”.
A parte la mia figuraccia
devo dire che l’incoronazione fu
un momento bellissimo. Per una volta mi ero sentita trattata come ero
veramente, non come una bambina. Fuori c’era il vento e il
mio vestito
svolazzava di qua e di là. Mentre camminavo Peter mi
spiegò cosa avrei dovuto
fare. Avrei dovuto togliere la spada dalla custodia e dire:
”Per Narnia! Per
Aslan!”.
Arrivata fuori, gli
abitanti di Narnia ripresero la loro
formazione e io arrivai in cima. Anche i re si inchinarono. Ma io in
fondo chi
ero che anche i re di Narnia e Caspian si inchinassero a me?
Presi la spada di Peter e
la tirai fuori. Fece un suono scintillante
che mai avrei pensato. Certo che pesava veramente tanto. A quel punto
urlai:
”Per Narnia! Per
Aslan.”e gli altri ripeterono.
Questa sembrava
più un’incoronazione di battaglia che
regale.
”Potete
andare”disse Lucy in tono gentile.
”Allora”cominciò
Peter infilandomi la cintura. ”Qua terrai
la mia spada e il pugnale di Lucy.”e me la legò.
”Qui a tracolla,
va il mio arco. Queste tre cose le devi
portare sempre con te.”disse Susan.
”Invece lo
scudo, l’elmo e tutto il resto ti serviranno più
avanti nelle battaglie. Adesso dobbiamo andare a Cair
Paravel…o perlomeno a
quel che ne resta.”sentenziò Edmund.
”E la che
dobbiamo fare?”chiesi.
”Bhe recuperiamo
le nostre cose come armi e armature”disse
Peter. ”Trumpkin, vieni con noi?”
”Sì
vostra maestà.”rispose.
”Di loro che ne
facciamo?”chiese Lucy.
”Li lasceremo da
qualche parte e poi manderemo una lettera a
Lord Sopespian se li vuole riprendere.”rispose Caspian.
”Noi andiamo a
prendere la barca e tu fai il tuo dovere.
Raggiungici sull’insenatura a est di Beruna.”gli
disse Susan.
Riandammo alla tavola di
pietra e dentro c’era in una stanza
una barca con lo stemma di Telmar.
”E’
questa?”chiesi.
”Sì.”rispose
Lucy.
Trasportammo la barca
sull’insenatura e circa un quarto
d’ora dopo arrivò Caspian.
”Ora voglio
sapere tutto! La verità voglio! Su, forza, raccontate,
ho aspettato anche troppo!”esclamai.
”Allora….dobbiamo
cominciare dall’inizio! Chi
racconta?”disse Edmund.
”Wow,
interessante come inizio.”dissi ironica.
”Bhe io credo
che questo spetti a Trumpkin, o perlomeno la
prima parte.”disse Peter.
”Allora…”cominciò
Trumpkin. ”1300 anni fa i nostri re e le
nostre regine se ne tornarono nel loro paese d’origine, a
Finwley.”.
”Si chiama
Finchley!”ribattè Edmund.
”Vabbè,
quello che è. Ma non dovevo raccontare?
Comunque….Tutti
cominciammo a chiederci dove eravate finiti. Trovammo i vostri vestiti,
le
vostre armi e armature e le riponemmo nei vostri forzieri. Pensavamo vi
avessero rapito. Inoltre, dopo poco, da Telmar scomparve la sorella di
Caspian.”.
Lui cambiò
subito espressione, come se piangesse.
”Non si seppe
mai se morì, se venne rapita. Telmar, quindi
se la prese con noi e attaccò Cair Paravel. Ci fu una lunga
guerra che dura
ancora oggi e i telmarini ci sterminarono quasi tutti. I supersiti si
rifugiarono nella foresta. Aslan questa volta non venne in nostro
aiuto. Ci ha
abbandonati. Gli alberi si sono talmente inorriditi da questa cosa che
si sono
chiusi in se stessi. Da allora non danzano più e gli animali
sono diventati
selvatici.”raccontò Trumpkin.
”Poi mi zia
Prunaprismia rimase incinta e una settimana fa
ha dato alla luce un maschio. Il mio maestro mi venne a svegliare come
faceva
tutte le sere. In genere a quell’ora andavamo ad osservare le
stelle e mi
raccontava la storia di Narnia. Per questo so così tante
cose di voi. Quella
sera ero stanco e gli dissi di aspettare altri cinque minuti. Quando mi
comunicò che non avremmo osservato le stelle mi chiesi
subito cosa sarebbe
successo. Io e lui ci nascondemmo nell’uscita secondaria ed
entrò Glozelle con
i suoi uomini. Spararono con le balestre sul mio letto: volevano
uccidermi. Il
mio maestro mi disse di fuggire nella foresta perché
lì non mi avrebbero
seguito perché loro la temono. Prima di andarmene lui mi
diede il corno di
Susan. Mentre ero nella foresta battei la testa e caddi dal mio
cavallo. Da una
casetta uscirono lui e Nikabrik. Io avevo paura e suonai il corno che
richiamò
qui loro quattro. Mi risvegliai con il tasso e Nikabrik
perché lui era stato
catturato dai telmarino. Trumpkin venne salvato da
Susan.”disse Caspian.
“Poi mentre
stavamo andando a Beruna incontrammo Caspian che
era insieme agli abitanti di Narnia. Poi arrivammo a Beruna dove
stavano
costruendo il ponte e Caspian scorse tra gli alberi suo zio e Glozelle.
Li
catturò e ce li portammo in giro fino a che Trumpkin non ci
raccontò la
profezia….”finì Lucy.
“Scusa, quale
profezia? Io so che era stato predetto che due
figli di Adamo e due figlie di Eva avrebbero sconfitto la Strega
Bianca e avrebbero
governato Narnia. Solo questo. E poi diceva due e due, non due e tre.
Io non
c’entro! Non è possibile, non può
essere…non…”dissi incredula.
“Ehi, ferma,
rallenta non abbiamo finito il racconto. C’è
una profezia mai svelata che noi siamo andati a cercare sulla tavola di
pietra,
dove sono state scritte le leggi su cui si fonda Narnia. Questa
profezia è
così: Quando di Telmar l’invasore avrà
un discendente traditore, una figlia di
Eva sarà ritrovata e Narnia sarà salvata.
L’invasore
è Miraz, e tutti i Caspian che l’hanno preceduto.
Il traditore è lui.”disse Edmund rivolgendosi a
Caspian. ”La figlia di Eva sei
tu. Tutto torna. Narnia presto sarà liberata da questi
parassiti!”esclamò
Edmund.
”Ehi, ma
cos’hai?”mi chiese Peter.
”Sto riflettendo
su un punto della profezia che mi è poco
chiaro: perché la figlia di Eva sarà ritrovata?
Perchè non trovata?”risposi.
”Bhe
c’è solo un ri di differenza.”disse
Susan.
”E poi
perché devo anche venire a Cair Paravel? Insomma, le
mie cose ce l’ho già.”dissi.
“Ed è
qua che ti sbagli. Prima che Telmar ci attaccasse, sulla
spiaggia vedemmo una ragazza che assomigliava alla regina Susan. La
rincorremmo, ma lei scappò sotto la grotta e
sparì. Recuperammo i suoi vestiti
e li mettemmo in un altro baule, sempre a Cair Paravel. Vi torneranno
utili.”disse Trumpkin.
”Ah, va
bene.”risposi.
“Sarà
meglio riposare…domani dobbiamo continuare il
viaggio.”disse Susan.
”No…devo
tornare indietro, la tavola di pietra è senza
difesa.”disse Caspian.
”Ora
è notte: vacci domattina.”ribattè
Edmund.
”Il ponte
potrebbe essere finito da un momento all’altro, non
c’è tempo, devo tornare.”adesso Caspian
aveva un’aria molto terrorizzata.
Fischiò e subito un grifone arrivò e lo
portò via.
”Stai
attento!”gli disse Susan.
Se ne andò.
Quella notte feci uno strano sogno: ero al
castello di Telmar e c’era Caspian davanti a me terrorizzato.
Poi arrivò Miraz
davanti a me con la balestra e cercò di prendermi.
Arrivò Caspian che mi prese
e rotolammo fuori dal ponte levatoio. Caddi sotto dove c’era
uno strapiombo di
cinquecento metri e mi ritrovai nel mio mondo.
Ecco il mio nuovo
capitolo! Spero vi piaccia! Recensite per
favore J
Miriam
|
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Capitolo 3 *** Il sogno e Cair Paravel ***
“Noooooooooooo!!!
Caspian!!”urlai e mi risvegliai di colpo.
”D-d-dove sono?!
Caspian….Caspian dov’è?!
Ahhhhhhhhhhhhh”ri
urlai come una pazza scatenata.
”Calmati era
solo un brutto sogno. Sei qui con noi e stiamo
andando a Cair Paravel e Caspian è alla tavola di pietra a
proteggere gli
abitanti di Narnia da Miraz e dal suo esercito.”disse Peter.
”Miraz!
Oddio…Miraz mi vuole uccidere?!”dissi sempre
più
terrorizzata.
”Ehm…no,
non ci risulta. Vuole uccidere Caspian perché vuole
il trono libero per suo figlio, non te.”disse Edmund.
”Allora sognavo
e basta?”domandai.
”Sì e
anche di brutto perché sono parecchi minuti che
cerchiamo di tranquillizzarti.”rispose Susan ironica.
”Dormi in mezzo
a noi, magari stai più tranquilla.”mi disse
Lucy.
”Grazie.”risposi.
Mi rimisi giù,
ma non riuscii a dormire. Rifeci lo stesso
sogno e mi risvegliai di colpo urlando come prima.
”Hai intenzione
di farci dormire questa notte?”mi disse
Susan.
”Non ci
crederete, ma ho rifatto lo stesso sogno di prima. Non
sembra neanche un sogno in effetti.”le risposi.
”Avete ragione
vostra maestà! Questo non era un sogno, ma
piuttosto una premonizione. Anzi, forse nemmeno questa
era.”disse Trumpkin.”.
“Hai ragione!
Come se fosse una cosa accaduta in passato, ma
che si ripeterà perché il sogno è
stato fatto due volte.”precisò Lucy.
“Perché
proprio tu però?”mi chiese Edmund.
“E’
quello che mi sto chiedendo anch’io”gli risposi.
“Ma non
capite?”disse Peter.
“Che cosa
dovremmo capire?”gli chiese Susan.
“La profezia che
dice della figlia di Eva ritrovata, la
premonizione, la ragazza scomparsa. Tutto
torna…tu…tu sei…tu sei la sorella di
Caspian.”disse Peter.
Quando mi disse
così svenni. Ero in piedi e credo di aver
fatto un bel botto. Sentii delle voci offuscate che dicevano:
”Si
riprenderà?”era Edmund.
“E’
solo uno svenimento, Ed!”questa invece era Susan.
“Non avresti
dovuto dirglielo in modo così brusco e
repentino. Con queste cose ci vuole pazienza, Peter!”questa
Lucy.
“Se non glielo
dicevo così come sennò? Fa più male
una
ferita così o una così che ci giri
intorno?”di nuovo Peter.
“Non discutete.
Ormai la regina è tanto che è svenuta.
Dovremmo fare qualcosa.”questo era l’inconfondibile
Trumpkin.
“La
respirazione…”prima che potesse finire la frase
Susan lo
interruppe dicendo:
“No, Ed, non
fare il tonto: lei respira e poi così non
migliorerai la situazione.”.
“Vicino, anzi
qui davanti a noi c’è il fiume. Bagnamole la
testa, magari si sveglia. Vai tu Peter, io le sto reggendo le
gambe!”Lucy, la
più premurosa.
Mi era sembrato anche di
sentire qualcuno che diceva ”quanti
sono?”. Se non sognavo, chiunque l’avesse detto mi
ricordava il mio compagno Elia,
quando ero svenuta a scuola l’anno prima.
Ad un certo punto sentii
qualcosa di freddo sulla fronte. Mi
risvegliai dallo svenimento. Tutti mi fissavano.
“Allora,
sentite, di che stavamo parlando?”dissi
rialzandomi.
Tutti fissavano male Peter
e in un certo senso anche me.
“Cosa
c’è?”chiesi.
“Niente…
niente.”rispose Susan.
“Tutto
bene?”mi chiese Lucy sottovoce.
“Sì.”risposi.
“Bhe, allora,
praticamente, tu hai fatto un sogno che non
era proprio un sogno…”cominciò Susan.
“…ma
una premonizione…”la interruppe Trumpkin.
“…di
una cosa successa in passato…”disse Edmund.
“Tu saresti
la…”riprese Lucy.
Mi stava cominciando a
girare la testa.
“…sorella
perduta di Caspian.”concluse Peter.
Svenni di nuovo.
“Peter, lo sai
che sei proprio cretino?”disse Susan.
“Non
c’è rimedio. A questo punto secchiata
d’acqua, siete
d’accordo?”disse Edmund.
Sulla mia faccia sentii
l’acqua come se sopra di me ci fosse
stata una cascata. Mi rialzai di scatto.
“Edmund, questa
me la paghi!”esclamai.
Lo rincorsi sul fiume fino
a che non lo bagnai. Tutti
parteciparono. Ci bagnammo tutti, ma l’importante era stare
insieme e
divertirsi.
“Vogliamo andare
a letto? Domani dobbiamo viaggiare. E’
tardi!”disse Susan.
“Hai ragione
Susan! Però ricordatevi: io non sono debole di
sentimenti, sono svenuta solo perché avevo sonno. Tanto
l’ho capito: Caspian è
mio fratello.”dissi.
Tutti si misero a ridere
seguito da frasi tipo:
”Sì,
certo, come no!”.
La notte passò
tranquilla. Dormii in mezzo a Susan e Lucy
che mi tennero stretta affinché non svenissi di nuovo. La
mattina dopo Lucy fu
la prima ad alzarsi. La sentii e Susan le disse:
”Dove
vai?”
“Nella foresta a
cercare il fiore di fuoco per la mia
boccetta: sta finendo il liquido. Vieni con me?”
“Ok,
va bene.”disse Susan.
Mi
riaddormentai. Ad un certo punto
sentii delle voci urlare e dentro di me pensai che Lucy e Susan fossero
in
pericolo. Mi alzai di scatto e mentre prendevo le frecce,
l’arco e la spada
dissi urlando:
“Peter,
Edmund, Trumpkin, alzatevi!
Lucy e Susan sono in pericolo.”.
Balzarono
subito in piedi, ma io
ero gia andata.
“Lucy,
Susan, dove siete?”le
chiamai.
“Siamo
qui, aiutaci.”urlò Lucy
terrorizzata.
Arrivai
sul posto e vidi una tigre
sotto un albero dove c’erano Lucy e Susan. Aveva tra le
spalle il pugnale di
Lucy, ma ancora non era morta. D’improvviso ebbi una forte
scarica di
adrenalina e presi una freccia e puntai dritta su una zampa. Cadde a
terra. Le
tirai un’altra freccia, dritta sul cuore e poi presi la spada
e gliela
conficcai nel petto. Nel frattempo erano arrivati i Pevensie e Trumpkin.
“Grazie.”mi
dissero Lucy e Susan.
“Dovere.
Voi qui non servite a
niente morte. Tieni, questo è tuo! Non lo dimenticare
più.”dissi porgendo
l’arco e le frecce a Susan. I fratelli si arrabbiarono.
“Ma
che stavate facendo? Susan e il
tuo corno? Potevate morire.”gli disse Peter.
“Però
non è successo…”intervenni.
“No,
lascia stare, me la vedo io
con lui. Stavamo solo raccogliendo i fiori di fuoco, quando ci siamo
imbattute
in questa tigre. Non so dov’è il mio
corno…”disse Susan.
“E’
il tuo, se non lo sai tu chi lo
deve sapere?”ribattè Peter.
“No,
scusa dimenticavo che ce l’ha
Caspian.”. Susan quasi ringhiò.
“Piantatela!
Almeno non ci dovremmo
preoccupare del cibo.”disse Edmund.
La
lite era
finita. Trumpkin tolse la pelle dell’animale e prese la carne.
“Ma
dove la mettiamo?”chiesi.
“Qua
ho un vecchio
fazzoletto.”rispose Susan.
“Almeno
sai renderti utile!”la stuzzicò
Peter. Lei lo guardò male, ma lo ignorò.
“Grande!”esclamò
Edmund facendo
altrettanto.
Dopo
aver preso carne a sufficienza
riprendemmo la nostra barca per andare a Cair Paravel. Non eravamo
molto
distanti. Dopo qualche chilometro, infatti, uscimmo dal fiume e ci
ritrovammo sull’Oceano
Orientale. Mezz’ora dopo eravamo sotto le mura, o quel che
restava, di Cair Paravel.
“Certo
che è conciata veramente
male.”dissi.
“Puoi
dirlo forte! Ci hanno
attaccato con dei massi lanciati con delle strutture di
legno...”rispose Trumpkin.
“Le
catapulte?”domandai.
“Esatto.”rispose
Trumpkin.
“Come
si fa ad arrivare
sopra?”interrogai.
“Seguici.”disse
Peter.
In
mezzo alle piante c’era una
scalinata molto lunga. Noi la salimmo e in breve arrivammo a quello che
anticamente era il castello dei quattro troni. Gli scalini per salire
erano
168. Quando ci arrivammo, in mezzo vidi e riconobbi i quattro troni, o
perlomeno quello che restava di loro. Rividi nella mia mente tutti i
momenti
dell’incoronazione e poi quella frase di Aslan
”Quando si è re o regine di
Narnia si è sempre re o regine.”
“Ehi,
sei rimasta incantata?”mi
chiese Trumpkin.
“No,
stavo ricordando la loro
incoronazione…Lucy la Gaia,
Edmund il Giusto, Susan la Dolce
e Peter il Magnifico. Peccato, io non avrò mai un soprannome
perché non sono
regina di Narnia...”risposi.
“No,
non dire così. Ti abbiamo
appena incoronato regina di…”mi disse Susan. Non
la lasciai finire.
“Io
in realtà sono una persona
normale”le risposi.
“Tutti
noi quattro sono persone
normali Miriam. Renditene conto! Non puoi cambiare le
cose!”esclamò Peter.
“Ok
allora lasciamo fuori il mondo
reale da questa storia. Io sono comunque regina di Telmar. Quando
arriverà
Aslan non sarò più regina di
Narnia…”dissi calma.
Volevo
staccargli la testa.
“Senti,
Aslan qui non c’è e tu sei
regina sia di Telmar sia di Narnia.”rispose Peter duro.
Lui
e Edmund spostarono una parete
e dietro apparve un portone di legno. Anche quello, come del resto
tutto il
castello dei troni, era mezzo sgangherato.
“Ed,
dammi la torcia.”disse Peter.
Lui gliela porse e scendemmo le scale.
Arrivammo
in una grande stanza con
cinque bauli di pietra. Almeno questa si era mantenuta abbastanza
intatta.
Aprii il mio. Era pieno di vestiti: uno bianco, sbracciato e semplice,
una
gonna di velluto viola, una rossa, un vestito blu con le maniche
lunghe, uno
azzurro e bianco, uno nero e corto al ginocchio, uno arancione e
giallo, tre
camicie, due bianche e una azzurra, un corpetto bianco, due jeans
neri(avete
capito bene: erano jeans), un paio di pantaloni di fustagno neri, il
pezzo
sopra dell’armatura con la maglia di ferro, stivali in pelle
e quattro paia di
scarpe con il tacco. Mi meravigliai molto della presenza
dell’armatura: a
Telmar le donne non combattevano.
“Ma
come la portiamo tutta questa
roba? Ci vorrebbe una canoa per persona e noi ne abbiamo una
sola!”dissi.
“Vi
ho portato apposta quattro
canoe.”.
“Caspian!”disse
Susan e subito sul
suo volto si aprì un gran sorriso. Già sentivo la
testa girare. Mi misi una
mano sulla fronte.
”No,
no, no, no…”bisbigliò Edmund
venendo verso di me. “Senti, perché io e te non
andiamo a prendere una boccata
d’aria?”.
Mi
portò fuori poi disse:
”Non
avrai intenzione di svenire di
nuovo, vero?”.
“No,
no, ma ero sul punto di farlo…”gli
risposi.
“E
per fortuna che non eri debole
di sentimenti. Ma hai intenzione di dirglielo?”mi chiese.
“Ma
certo che sì. Sono sua sorella
e non sa nemmeno che esisto. Tanto lo verrebbe a sapere da qualcuno di
Telmar
che mi conosce. Comunque ora mi devo ancora riprendere, quindi glielo
dirò tra
qualche giorno.”gli dissi. Poi arrivarono tutti.
“Ma
cosa le è successo?”mormorò
Peter a Edmund.
“Stava
per risvenire.”gli rispose.
“Glielo
dirà?”.
“Sì,
tra qualche giorno perché ora
è ancora troppo presto.”.
Caspian
fischiò e subito un’enorme
fenice portò su le cinque canoe. Con alcuni viaggi portammo
le nostre cose
ognuno su una canoa. La fenice riportò giù le
canoe una per volta visto che
adesso erano molto più pesanti di prima.
“Vi
hanno attaccato i
telmarini?”chiese Lucy a Caspian.
“No,
ma il ponte è quasi finito.”le
rispose.
Riscendemmo
i 168 scalini e le
canoe erano sulla spiaggia.
”Ognuno
deve prenderne
una?”domandai. Che domanda stupida: ovvio.
“Sì.”risposero
tutti insieme.
“Ma
c’è un piccolo problema: non so
pagaiare…”risposi.
“Magari
potrei insegnarti io…”si
offrì Caspian.
No,
cavolo, questa non ci voleva.
Tutti mi guardarono malissimo. Di sicuro ero sbiancata.
“No,
Caspian, tu aiuta Lucy, ci
penso io a lei…Tutto ok?”disse Susan prima rivolta
a Caspian e poi a me.”Sei
sbiancata, non puoi continuare così, devi
dirglielo…ogni volta che lo vedi o
sbianchi o svieni.”riprese.
“Ce
la faccio…domani glielo dico! No,
non ce la faccio.”piagnucolai.
“Senti,
dobbiamo mantenere la
calma…là fuori c’è
Miraz…c’è anche una battaglia da
combattere…Se stai così non
ci sarai molto utile, che invece è ciò che devi
essere! Fatti coraggio.”mi
confortò. Non riuscii a resistere e mi misi a piangere.
“No,
no, ok, va bene, allora
osservami. Si pagaia così: devi mandare i remi in avanti e
spingere l’acqua
indietro. Siamo d’accordo? Allora provaci! Piantala
sennò lui qualche domanda
comincerà a farsela.”. Susan cercò si
sdrammatizzare la situazione e di
consolarmi.
Per
colpa delle mie stupide scenate
sentii Caspian bisbigliare a Lucy:
”Ma
cos’ha?”e lei rispose che non
lo sapeva.
Quando
li sentii, smisi di fare la
fontana condannata a piangere per l’eternità. Non
volevo che lo scoprisse
subito, o semmai non in questa maniera.
“La
fontana ha bisogno di un
fazzoletto?”scherzò Peter.
“Magari.”gli
risposi.
Lui
me lo lanciò. Sopra c’erano le iniziali
P.P. Mi asciugai il viso, che ormai doveva essere già rosso
per le lacrime.
”Sembri
un pomodoro.”mi urlò Edmund
dalla sua canoa.
“Ma
che simpatico, si, davvero, un
comico nato, molto divertente!!”gli ri urlai.
“In
effetti, un po’ ragione ce
l’ha.”affermò Lucy.
“Ma
quanto sono simpatici i
Pevensie. Guardate, adesso rido.”risposi.
“Evviva,
è tornata felice!”esultò
Susan.
“Sì,
grazie a voi.”risposi.
Questo
è il mio nuovo capitolo. Spero vi piaccia e vi prego
di recensire.
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Capitolo 4 *** Come glielo dico che sono sua sorella? ***
Scusate,
sono
imperdonabile, ma dovevo dividerlo perchè era venuto lungo
14 pagine. Comunque
vi lascio al capitolo e vi prego di recensire per dirmi che ne pensate.
Così tra
scherzi e risi giungemmo dove avevamo dormito la
notte prima.
“Che dite,
mangiamo?”chiese Lucy.
“Io credo di
sì.”le rispose Edmund.
“Mamma mia, ma
pensi sempre a mangiare!! Però non capisco
come fai a rimanere così magro.”esclamò
Susan.
Dentro di me pensavo:
”Ce la posso fare, ce la devi fare…su,
dai, non sarà mica la fine del
mondo”perché il giorno dopo gli avrei detto la
verità. Mi stavo preparando psicologicamente per chiedergli
dove avesse
lasciato Miraz e Glozelle. Adesso glielo dico.
“Caspian, ma
mentre noi preparavamo le canoe tu che stavi
facendo con Miraz e Glozelle?”.
“Li ho portati
vicino a Beruna, dentro il boschetto. Gli ho
detto che non si dovevano muovere da lì fino a che Sopespian
non li fosse
venuti a prendere in qualche modo. Gli ho scritto una lettera dicendo
che si
trovavano al decimo albero a nord del faggio
rosso…”rispose.
“Tipo una caccia
al tesoro quindi?”gli chiesi.
“Più
o meno. Ma già li avranno trovati…il decimo
albero a
nord del faggio rosso è abbastanza noto a noi di Telmar.
Stasera andremo a
vedere: secondo me non ci sono più.”rispose.
“Se lo dici
tu…”commentai.
Mangiammo la carne della
tigre. Devo dire che era abbastanza
buona. Prima di riprendere le nostre canoe i Pevensie si appartarono a
confabulare di qualcosa.
“Senti Caspian,
se non sono indiscreta, posso chiederti di
raccontarmi un po’ di tua sorella?”chiesi.
La sua espressione
cambiò. Di sicuro lo presi un po’ alla
sprovvista. Non si immaginava certo che sua sorella fosse davanti a
lui, ma
dovevo chiederglielo. Volevo capire chi ero e come ero.
“Sì,
allora…”balbettò lui.
“Non sei
obbligato se non vuoi.”lo tranquillizzai.
“No, no, non
è quello, non è un problema. Lei era 14 anni
più piccola di me e si chiamava esattamente come
te.”trasalii. ”Mia madre morì
subito dopo il parto ma lei no. Qualche mese dopo morì anche
mio padre. Quando
era già abbastanza grande, tipo l’età
tua, scomparve. Mio zio diede la colpa a
Narnia e si scatenò la guerra. Io non gli ho mai creduto.
Lei era una persona
fantastica. Era gentile e le volevo un mondo di me. Quando scomparve si
creò
come un vuoto dentro di me che però dopo qualche anno si
richiuse. Per questo
non faccio fatica a parlarne.”mi raccontò.
Non gli credevo. Gli si
leggeva negli occhi, sulla faccia,
dappertutto. Gli dispiaceva e adesso era triste per colpa mia. Mi
sentivo uno
schifo. Non mi uscivano le parole.
“Caspian, mi
dispiace.”fu quello che riuscii a dire. Lo
abbracciai.
“Allora,
andiamo?”incitò Susan.
“Pevensie!!!!Dove
eravate finiti?”gli domandai sospettosa.
“Ad allenarci
per le battaglie!”rispose Edmund. Riprendemmo
le nostre canoe. Susan tornò con me e mi chiese:
”Allora?Cosa gli
hai detto?”.
“Gli ho chiesto
come ero e quale fosse la mia storia.”le
risposi. ”Per lui ero molto importante, anche se dopo qualche
anno dalla mia
scomparsa la sua ferita si è richiusa.”.
“Senti, noi
Caspian lo conosciamo abbastanza bene. Se
sapesse che tu sei sua sorella ci chiederebbe di proteggerti quando lui
non
c’è. Quindi considerati parte della
famiglia.”mi informò.
“Io non so
davvero che dire…grazie, grazie, grazie
mille.”dissi abbracciandola.
Dopo poco arrivammo
all’insenatura a est di Beruna.
“Andiamo a
vedere se Glozelle e Miraz sono ancora
lì?”chiesi.
“Con grande
piacere. Se ci sono ancora gli faccio anche la
linguaccia.”disse Peter.
Arrivati sul luogo non
c’erano più. Le corde giacevano a
terra tagliate.
“Ah, che
fregatura!!! Per una volta che volevo fare qualcosa
di costruttivo…”esclamò Edmund.
“Su, andiamo
alla tavola di pietra.”disse Lucy.
Le canoe pesavano molto
con tutta quella roba. Io ad un
certo punto inciampai. Lo so che non sono molto stabile. Per quanto lo
sono ho
portato le stampelle due volte nell’arco dell’anno.
“Serve una
mano?”mi chiese Caspian.
“No, no, grazie,
faccio da sola.”risposi con disinvoltura. Inciampai
di nuovo.
“Sicura?”mi
richiese.
“Assolutamente
sì.”risposi.
Gli altri stavano
guardando la scena divertiti. Poi, come se
non bastasse caddi all’indietro dentro la canoa.
“Ma sei una
frana!”scherzò Edmund.
“Non
c’è bisogno che me lo dici lo so da
me.”gli dissi.”E’
ancora valida la proposta dell’aiuto?”dissi
rivolgendomi a Caspian.
Venne verso di me e mi
rialzò. Arrivammo alla tavola di
pietra e andammo in una stanza dove c’erano cinque
“letti” fatti alla “come
viene viene”con le coperte.
“Ne dovremo
aggiungere un altro.”sentenziò Lucy.
“Oh, tranquilli,
faccio da sola. Calmi, sono capace di farmi
un letto con quattro coperte. Prima di sera avrò rimesso a
posto questa
stanza.”le risposi.
Sulle pareti avremmo messo
le nostre canoe. Sul soffitto
c’era una striscia di ferro: li avrei messo i vestiti. In
mezzo alla stanza
c’era una colonna bassa e larga per le armi.
“Sicura? Se vuoi
ti aiuto, resto qui con te”si offrì lei.
“Ok, va bene, ma
non ora. Io vado a fare pratica con l’arco
e la spada. Loro mi aiuteranno.”le dissi.
Mi cambiai
l’abito e misi quello bianco perché sentivo
caldo. Presi arco, frecce e la cintura rossa dove c’erano il
pugnale e la
spada. Andai fuori e Susan, Peter e Edmund mi stavano aspettando.
“Su come
funzionano arco e frecce ho visto che non hai
problemi visto che hai affrontato quella tigre. Devi prendere solo i
bersagli
da lontano. Prova a batterci.”disse Susan in tono scherzoso.
“Accetto
volentieri la sfida. E chi dovrei battere che è
così bravo?”chiesi scherzando anche io.
“Me e Lucy.
Provaci se ci riesci!!”ora parlava in tono di
sfida.
In linea c’erano
dieci bersagli. Susan tirò e al primo colpo
fece centro. Poi fu la volta di Lucy con il suo pugnale. Quasi centro.
Provai
io. Con gli sport non me la cavavo bene. Sulla pagella ho avuto prima
sette e
poi otto. Sono nota come un’imbranata per quanto riguarda gli
sport. Ci provo,
ma non sempre riesco. Il tiro con l’arco mi è
sempre piaciuto, ma non c’avevo
mai provato.
Primo tiro: la freccia si
conficcò in un albero.
“Caz…cioè,
volevo dire…razzo.”dissi in maniera stupida.
“Evitiamo le
parolacce? Comunque riprova, magari ti riesce
meglio.”disse Susan un po’ alterata (intendo
arrabbiata, per non dire un’altra
parola…).
Secondo tiro: centro.
“Siiiiiiiii. Ce
l’ho fatta!!!”urlai a squarciagola.
“Brava, ma come
hai fatto?!”chiese Susan incredula.
“Non lo so, e
questa volta non ci credo nemmeno io. Un
attimo fa la freccia era andata a schiantarsi contro un
albero.”le risposi.
“Riprovaci,
almeno fai pratica.”mi consigliò Lucy.
Riprovai una dozzina di
volte. La freccia non mancò mai il bersaglio,
anche se magari non andava al centro. Fu una grande soddisfazione e
anche una
sorpresa. Se ci fosse stata la mia (bastarda) prof di ginnastica sono
sicura
che mi avrebbe dato dieci anche se le sto antipatica.
“Recupera le
frecce e vai da loro che ti insegneranno a
diventare brava con la spada.”disse infine Susan soddisfatta
del suo lavoro.
“Ok.”risposi.
Raccolsi le frecce e le rimisi a posto.
Andai dove erano Peter,
Edmund e Caspian. Tirai fuori la
spada di Peter.
“Allora…ehm…come
si fa?”chiesi un po’ titubante.
“Così.”rispose
Edmund e mi colpì facendomi cadere la spada.
“Ma sei stupido
o ci fai? Non sono brava come te!!”esclamai
arrabbiata.
“Ma
davvero…sei stupido Ed??”esclamò Peter.
“Non avevi detto
che si imparava solo con tanta
pratica?”ribattè Edmund divertito.
“Sì,
ma così è un po’ troppo, non
credi?”lo rimproverò.
Io intanto avevo
recuperato la mia spada.
“Secondo me
no.”rispose Caspian in anticipo.
Cavolo, tre contro uno. Va
bene che magari nelle battaglie
gli sfidanti erano più di uno, ma questa era la mia prima
volta. Caspian mi
colpì. Ma quanta forza aveva? Non riuscivo a resistergli.
Comunque la spada non
mi cadde ma, anzi, riuscii a combattere. Dietro di me stavano arrivando
Peter e
Edmund. Senza pensarci su due volte diedi un calcio a Caspian che cadde
a
terra. Edmund stava per colpirmi, ma gli feci cadere la spada.
Agguantai una
freccia e gliela tirai. Lui la prese per salvarsi la pelle, ma un
telmarino
sarebbe stato già morto. Caspian si era rialzato. Non
demordeva, ma io ero più
furba e gli tirai il pugnale. Fuori due. Ma chi si credevano di essere
combattendo in tre contro una povera ragazzina indifesa? Ora la
battaglia era
tra me e Peter ma riuscii a metter al tappeto anche lui. Alla fine gli
puntai
la spada.
“Allora, visto
che siete tanto bravi e soprattutto gentili
avete ancora voglia di scherzare con me?”dissi ironica.
“Ma come hai
fatto?!”. Edmund era incredulo.
“Sai, io ho
poteri…ma scherzo, non lo so nemmeno io. Ah, la
freccia. Caspian, il mio pugnale. Grazie.”gli risposi.
Susan e Lucy ci avevano
osservato. Tornai da loro.
“Brava!”mi
sussurrò Lucy.
“Io vado a
riordinare quella specie di camera.”dissi.
“Posso
aiutarti?”mi chiese Lucy.
“Ma certo.
Allora…fammi pensare…sì!Ci servono
nove legni
lunghi.”le risposi.
“Ah,
sì? Ok.”disse lei un po’ titubante.
Portammo i nove legni
nell’entrata sotto gli sguardi strani
di Susan, Edmund e Peter.
“Ci servono
anche degli spaghi e anche 36 coperte se ce le
abbiamo.”affermai.
“Ma che ci
dobbiamo fare con tutta questa roba?”chiese Lucy
sempre più stupita.
“Facciamo sei
coperte per uno: cinque sotto la schiena e con
una ci si copre. Con i legni e lo spago ci facciamo una specie di
scarpiera.”le
risposi.
Arrivammo dentro la
“camera”.
“Mentre io lego
i pali, tu sistema le coperte come ti ho
detto. Quando hai fatto, vieni qua, che ti insegno, così mi
aiuti.”le dissi.
Uscii dalla stanza e andai
dove facevano le armi. Mi feci
tagliare i legni a metà. Rientrai e mi misi subito al
lavoro. Con lo spago feci
un nodo parlato e comincia ad intrecciarlo sui legni, mentre Lucy
continuava a
sistemare le coperte. Quando ebbe finito venne da me e le feci vedere
come
intrecciare lo spago. In poco più di due ore finimmo. Finite
le legature,
appiccammo i legni con lo spago rimasto sulle strisce di ferro che
erano in
alto e poi ci appoggiammo le scarpe.
“I
cuscini?”chiese Lucy.
“Possiamo farli
addoppiando le coperte e poi sopra
appoggeremo le nostre corone.”le risposi.
“Ma Caspian non
ce l’ha…”disse lei.
“Tranquilla,
gliela faccio io.”.
Tutto questo ci
portò via un’altra mezz’ora. Ormai erano
le
dieci di sera.
“Vuoi un
tè?”mi chiese Lucy.
“Sì,
magari, per favore.”le risposi.
Mi sdraiai di traverso sui
letti di Edmund, Caspian e mio.
Il giorno dopo avrei detto la verità a Caspian. Mentre ero
agitata e aspettavo
Lucy mi addormentai. Non dormivo, ma era più un dormiveglia.
Sentii le voci
offuscate dei Pevensie e di Caspian, ma non riuscivo a distinguerle
bene.
“Comincia a
starmi simpatica.”.
“Lo credo, lei
è…ahi Peter, perché quel calcione??Ah
già…”.
“Edmund voleva
solo dire che sta simpatica pure a noi.”.
“Brave, di chi
è stata l’idea della scarpiera?
Originale.”.
“L’idea
è sua. È molto creativa.”.
Intanto ero fra le braccia
di qualcuno che mi stava
spostando sul mio letto. Non sentii più nessuna voce. Fui
avvolta dal sonno più
totale.
|
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Capitolo 5 *** A volte è sbagliato dire la verità perchè fa male da morire. Fidatevi, l'ho provato sulla mia pelle. ***
Feci un altro sogno
strano. Io, Caspian e Miraz stavamo
facendo un duello dove risultò vincente l’ultimo,
quindi ci doveva uccidere.
Caspian mi disse:
“Quando ti
faccio l’occhiolino tu scappi e te ne vai via.”.
Io annuii. Mentre Miraz si
era distratto io scappai nella
foresta. Lo udii mentre diceva a Caspian in tono durissimo:
“Dov’è?
Dov’è andata? Allora, parla!!!!”lui non
rispondeva.
Miraz prese la spada e
uccise Caspian. Scappai più veloce
che potevo. Quando fui lontana dal luogo urlai:
”Caspiaaaaaaan!”
e mi
svegliai urlando. Stavo piangendo. Lui si svegliò di
soprassalto e disse
urlando anche lui:
“Che
c’è?Che succede?”.
“No, Miriam, di
nuovo?”. Edmund era sbalordito. Io intanto
ero lì a fissare il vuoto come una stupida ebete che non
sapeva che fare.
“Ohi, ma ci
sei?”mi chiese Lucy. Non davo nessun segno di
esserci né fisicamente né moralmente. Fissavo
ancora il vuoto e non ci stavo
capendo niente.
“Preparatevi che
questa risviene…”disse Susan.
“NO, STO BENE!
Non vi preoccupate! State solo zitti che non
ci capisco più niente!”urlai.
“Finalmente da
segni di vita!”esclamò Peter.
“Statte zitto
Peter!!”esclami nel mio dialetto (sono
castiglionese doc). Stavo facendo mente locale per ricordarmi qualcosa
del mio
sogno.
“Perché
hai urlato il mio nome?”mi chiese Caspian.
“Ora ricordo. Ho
urlato il tuo nome perché ti ho sognato!”risposi
calma.
“Eh no, Miriam,
un'altra volta?”disse Edmund, ma nessuno ci
fece caso.
“Miraz ci voleva
uccidere, io sono scappata, ma tu…Miraz ti
ha ucciso.”risposi.
“Dammi la
mano.”dissi.
“Cosa?”risposi.
“Dammi la mano.
Per qualunque cosa ci sono qua io per te,
capito? Miraz non ucciderà ne me ne te!”disse.
“Classico
atteggiamento da fratello maggiore.”mi sussurrò
Lucy.
La notte passò
tranquilla e la mattina Caspian mi chiese se
fosse tutto a posto. Mi allenai tutta la mattina con la spada,
l’arco e le
frecce e imparai ad andare a cavallo.
“Carina la
corona che mi hai fatto, grazie.”mi disse Caspian
correndo dopo pranzo.
“Senti, dovrei
parlarti…”dissi. Volevo dirgli la
verità.
“Non ora, vado
di fretta.”rispose lui.
“E
dove?”chiesi.
“A procurarsi
armi a sufficienza per le battaglie.”rispose
Susan arrivando da dietro.
Saccheggiarono i carri con
le armi di Miraz e tornarono
vittoriosi. Caspian mi fece l’occhiolino e andò
dentro. I giorni intanto
passavano, ma Caspian non aveva mai tempo per parlare. Ogni volta mi
preparavo,
ma lui niente.
“Cacchio, non
riesco a parlarci. Tento, ma lui ha sempre
qualcosa di meglio da fare.”dissi un giorno a Susan.
“E tu
rapiscilo.”rispose lei.
“In che
senso?” le chiesi.
“Mentre parla
con qualcuno te lo porti via e ci parli.”e se
ne andò sorridendo.
Finalmente dopo tanto
tempo ci riuscii. Mentre stava
parlando con Trumpkin lo portai via al primo piano della tavola di
pietra,
fuori.
“Come mai mi hai
preso e mi hai portato qui?”mi chiese
sospettoso.
“Scusa ma ti
devo parlare…”dissi titubante.
“Ok,
dimmi.”disse.
“Devi
promettermi, però, che dopo quello che ti dirò
rimarremo amici.”lo ricattai.
“Dipende da
cos’è…”disse lui. Perfetto.
Già ero in
difficoltà perché non sapevo come dirglielo, in
più ci si metteva anche lui che
faceva il difficile. Bastava dire sì. Nient’altro.
“Allora non te
lo dico”lo ricattai ancora.
“No, ok, lo
giuro.”promise.
“Allora, io ho
quattordici anni meno di te…”cominciai.
“No, aspetta,
non dirmi che ti piaccio…”mi interruppe.
“Ehi, ma sei un
Narciso pauroso!”esclamai. “Comunque no
anche se non posso certo negare che, però, sei un bel
ragazzo.”ricominciai.
“Comunque, stavo
dicendo che ho quattordici anni meno di te,
come tua sorella…e, non mi interrompere, mi chiamo come lei.
Poi c’è la
profezia che dice della figlia di Eva ritrovata. Ti ricordi quel ri di
differenza? Significa secondo me che chi era destinato a venire qui,
già veniva
da Narnia prima di arrivare nel mio mondo. Bhe io non sono mai stata
brava con
le parole quindi andrò direttamente al sodo.
Io…io…sono…tua
sorella…”dissi
ancora.
Lui era un po’
incredulo. Mi sentivo che sarebbe successo
qualcosa che non mi sarebbe piaciuto. Tipo perderlo sia come amico che
come
fratello.
“Cosa? Che stai
dicendo????”disse dopo alcuni secondi di
silenzio.
“Che sono tua
sorella…”risposi scandendo lentamente le
parole.
“E cosa te lo fa
pensare?”.
“Bhe te
l’ho detto, e poi, ho fatto un sogno premonitore di
una cosa accaduta a me quando ero a Telmar e che si
ripeterà. Peter mi ha
aiutato a capirlo. Miraz mi voleva fuori dai piedi. E poi
c’è il sogno di ieri
sera. Non ti dicono niente tutte queste cose?”.
I Pevensie erano sotto, ma
era evidente che ci stavano
guardando. Caspian si alzò e la sua espressione divenne dura.
“Tutto questo
è impossibile…io non ti credo!!!”.
“Cosa?
Perchè?”stavamo cominciando a discutere.
“Come posso
crederti in base a ciò che mi hai detto?”.
“E tu pendi che
queste siano tutte coincidenze?”.
“Sì,
assolutamente. Tu NON sei mia sorella e io non ti
credo. Vado sotto.“.
“Ah,
Caspian…”.
“Che
c’è?”mi chiese stizzito.
“Amici come
prima?”chiesi speranzosa. Mi aveva trattato male
ma non credevo fosse così stronzo da non parlarmi
più. Non ci avrei creduto se
me l’avesse detto.
“Non so che
risponderti…adesso provo tanta rabbia mista a
indifferenza…”mi
rispose e si avviò per andarsene.
“Mia avevi fatto
una promessa…”cominciai ma lui fece un
gesto tipo “ma vai al diavolo”e mi fermai
lì senza continuare la frase.
Rimasi lì ferma
immobile non so per quanto. Le sue parole mi
colpirono molto. Significava che non mi voleva quasi più
bene. Perché si è
arrabbiato così tanto?! Non lo capivo. Avevo perso mio
fratello e anche il mio
migliore amico. Volevo piangere, ma le lacrime facevano fatica a
scendere. La
mia vita stava diventando vuota. Già me lo sentivo. Sentivo
la sua mancanza. La
vita è ingiusta. Cavolo, ma perchè non ci
credeva? Dove avevo sbagliato? Gliel’avevo
detto troppo di fretta? Non riuscivo a trovarmi una risposta. Ora che
ci penso
credo di starci più male di lui. Meglio se ero stata zitta
almeno non avrei
combinato tutto questo casino perché lui è
importante per me. Mentre riflettevo
su ciò che era appena passato Susan e Lucy vennero da me e
mi dissero:
“Ti abbiamo
portato da mangiare. Sono ore che stai qui ferma
e immobile. Cosa ti ha detto?”.
“Scusate ragazze
ma non ho fame…e comunque non mi
crede.”risposi triste.
“Cosa? Ne hai
voglia di parlare?”mi chiese Lucy.
“Tanto non
c’è niente da spiegare, insomma, non mi crede e
non so nemmeno se siamo più
amici…”spiegai.
“Perché?”Peter
era arrivato ed era dietro di me.
“Pensa che siano
tutte coincidenze.”gli risposi.
“E tu ci stai
male?”mi chiese Edmund. Colpo basso. Non
volevo dimostrargli le mie debolezze.
“No, non
è questo. Non capisco perché prova indifferenza
dopo che gliel’ho detto. Mi sento anche un po’ in
colpa per averglielo
detto…”gli risposi senza mostrare veramente i miei
sentimenti.
“Vado a parlarci
tanto sarà sotto a sfogarsi contro un
albero.”sentenziò Peter.
“No, non
farlo…questa è una faccenda tra me e lui. Ti
prego
Peter. Capisco che sono tua amica però ora no…ti
prego.”lo scongiurai.
“Ok, ok,
tranquilla non gli dirò niente. Ora andiamo a
dormire perché domani sarà un’altra
giornata pesante e il ponte è quasi finito
e dobbiamo provvedere alla nostra difesa.”disse Peter.
Si era sbagliato: Caspian
non era a sfogarsi contro qualche
albero ma era già lì che dormiva. Fui la prima ad
entrare. Mi fermai di botto e
trasalii.
“Cosa
succede…ah, ho capito.”disse Edmund.
Bastardo. Caspian aveva
cambiato letto. Adesso vicino a me
c’era Edmund. Per poco non mi misi a piangere. Questo era
ingiusto. Lasciai
perdere. Non volevo fare nessuna scenata per poi svegliare Caspian e
parlare
con lui.
“Conta su di me
per qualche sogno strano.”disse Edmund.
Annuii.
Lo fissai a lungo. In quel
momento lui era l’unico che
potesse colmare il vuoto che mi aveva causato Caspian. Mi stavo
innamorando? Bho.
Per ora simpatizzavo e basta anche se lui era molto carino anche come
modi.
Quella notte non feci nessun sogno strano ma ci pensò Edmund
a farmi dormire
poco. Ci trovammo faccia a faccia ed eravamo molto vicini, forse anche
troppo.
Mi svegliai e anche lui era mezzo sveglio.
“Forse
è meglio se ci giriamo.”gli sussurrai.
“Sì,
sì.”rispose.
Solo io mi girai e quando
mi accorsi che lui non lo fece gli
ri sussurrai:
“Edmund, tutti e
due.”.
“Già,
già.”rispose.
Secondo me non era del
tutto sveglio. Una cosa mi fece però
balzare di colpo.
“Edmund,
Edmund,
svegliati!!!!!!”gli dissi.
“Eh,
eh, sì, che succede?!”secondo
me dormiva quando gli avevo detto di girarsi.
“Caspian
non è più nel suo
letto!”ero agitatissima.
“I
telmarini!Cerchiamolo!Peter…”.
“No,
non svegliarlo. Andiamo solo
noi due. Se poi quelli di Telmar ci sono li svegliamo.”gli
dissi.
“Hai
ragione. Andiamo.”rispose.
Presi
la mia roba per combattere e
andai con lui. Caspian era fuori dalla tavola di pietra. Feci per
tornare
indietro ma Edmund mi trattenne per la spalla.
“Parlaci!”mi
disse. Come se fosse
facile. Inventai una scusa.
“Non
ho voglia. Ho sonno!”risposi.
“Non
puoi continuare ad evitarlo! Vai
a parlarci. Ti aspetto qui.”mi incitò.
Ero
a corto di idee. Cosa potevo
dirgli? Che mi dispiaceva? No. Tentare ancora una volta di fargli
capire in
tutti i modi che sono sua sorella? No. Allora cos’altro?
Intanto mi stavo
incamminando verso Caspian. Non ero pronta ma ugualmente gli chiesi:
“Cosa
fai qui a quest’ora di notte?”.
“Io
stavo riflettendo e tu
invece?”chiese lui. Fin qui tutto bene.
“Bhe,
Edmund mi ha svegliato, poi
ho visto che tu non c’eri e abbiamo pensato ai
telmarini…”.
“No,
no, vi avrei chiamato. Adesso
torna a letto!”.
“E
tu non vieni?”.
“No,
resto qui ancora un po’ a
riflettere…”.
Me
ne stavo andando quando finì la
frase:
“…su
ciò che mi hai detto. Mi hai
scioccato.”e me ne andai senza commentare.
Salve!!
Scusate se ho aggiornato in ritardo ma il viaggio a
Cannes mi ha tenuta impegnata. Un grazie speciale a LittleCullen che
recensisce
sempre. Grazie anche perchè sei l'unica che lo fa. Senza di
te non riuscirei a
continuare. Grazie tantissimo.
|
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Capitolo 6 *** Caspian quando vuole sa essere veramente cattivo. E io gli do pure retta. ***
“Allora?”chiese
Edmund impaziente.
“Allora
cosa?”dissi io.
“Che ti ha
detto?”insistette lui.
“Ah,
sì, scusa. Mi ha detto che l’ho
scioccato…”.
“Non ti
preoccupare, prima o poi ti crederà. Adesso andiamo
a dormire che mi sembri molto assonnata…”concluse
lui.
Mentre tornavamo in
camera, Susan ci stava venendo incontro
tutta agitata.
“Ma dove eravate
finiti?! Mi avete fatto preoccupare!!! E
Caspian dov’è?! Dio, ma perché siete
tutti svegli a quest’ora?”disse, anzi,
urlò.
“Caspian
è lì e non ha voglia di dormire. Noi siamo usciti
perchè eravamo preoccupati, ma ora stavamo tornando a
letto…”le risposi.
“Ok, ma
avvertite la prossima volta…”. Susan
tirò un sospiro
di sollievo.
“Se ci fosse
stato qualche telmarino da sbudellare lo
avremmo fatto. E poi non volevamo
svegliarvi!!”esclamò Edmund in un tono che
non piacque molto alla sorella.
“Ma che
spiritoso!!”si limitò a dire lei.
Tornammo a dormire in
silenzio. La mattina dopo Caspian non
c’era. Mi voleva evitare? Se era così forse non
aveva le palle abbastanza da
affrontare la situazione. Neanche per tutta la mattina si fece vedere.
Come
sempre feci tanta pratica. Anche se non me la cavavo male, avevo ancora
tante
cose da imparare. Quella giornata che sembrava essere normale si
trasformò
nella più brutta della mia vita. Io ero fuori con Susan e
Lucy.
“Ma avete visto
Caspian?”dissi ad un certo punto.
“Per tutto il
giorno non si è fatto vedere…”mi
rispose Lucy.
“Però
dovrebbe essere tornato. Guarda se è dentro. Se trovi
Peter e Edmund ce li mandi qua?”disse Susan.
“Ok!”risposi.
Mi avviai dentro. Stavo
per entrare in camera, quando dentro
sentii delle voci. Stavano discutendo! Uno era Caspian e
l’altro…l’altro era
Peter!
“Senti, tu e i
tuoi fratelli statene fuori dalla faccenda
Miriam-Caspian, è chiaro?”questo era Caspian.
“E
perchè dovremmo? Insomma, visto che qualcuno non le crede
noi le stiamo dando conforto. Perché non le
credi?”.
Peter mi stava difendendo.
Però gli avevo detto di non
andarci a parlare. Vabbè…ormai…
“Come potrei in
base a ciò che mi dice?”. Caspian era
indignato e anche un vero testardo e zuccone.
“Allora per te
sono tutte coincidenze…”.
“Sì.
E tu, visto che parli tanto, le crederesti?”.
“Sì.
E tanto che ci siamo perché non vuoi esserle più
suo
amico come prima?”.
“Come
potrei?”.
“Non
è una risposta valida. Lei sta soffrendo. Non lo fa
vedere perché è troppo orgogliosa, ma so che
soffre.”.
Ma perché tutti
scoprono i miei punti deboli? Non sono brava
a nascondere i miei sentimenti…
“Non mi
importa!!”.
Cosa aveva detto?? Avevo
di sicuro sentito male.
“Perché?
E’ tua sorella maledizione!”.
“Non mi importa,
ok? Non mi im-por-ta!”.
No! Purtroppo avevo
sentito benissimo. Non gli importava di
me. Che stronzo!
Ci furono delle grida e
cercando di trattenere le lacrime
aprii la porta con un calcio e urlai:
“Basta!!
Smettetela di litigare per me!!! Caspian mi avevi
fatto una promessa!! Che saremmo rimasti amici. Visto che di me non ti
importa più
niente scordati la mia amicizia.”Me ne andai da
lì. Dovevo sfogarmi. Mentre
uscivo, Caspian mi urlava:
“No, aspetta,
parliamone, non volevo…”ma non mi importava
perchè io l’avevo già mandato al quel
paese con lo stesso gesto che mi aveva
fatto lui. Adesso ero io la menefreghista. Provavo troppa rabbia e mi
diressi
verso i bersagli e tirai più frecce che potevo. Peter mi
aveva seguito e cercò
di dirmi qualcosa tipo “dai lascia perdere, non ti
preoccupare!”ma non lo
sentii. Presi la spada, ma lo mancai perché si
scansò evitando di farsi male.
Da lì cominciò un piccolo duello. Ad un certo
punto gli feci un taglio su un
braccio e lo disarmai. Stavo ancora trattenendo le lacrime. Gli avevo
fatto
male ma lui cercò di ironizzare dicendo:
“Potresti
battere cento telmarini contemporaneamente senza
farti neanche un graffio.”.
Dopo poco tornai in me e
gli dissi:
“Oddio, scusa
Peter. Non volevo. È stata una reazione a quella
cosa di prima. Scusa, perdonami. Non era mia intenzione, ma quando mi
arrabbio
io…”.
“Tranquilla non
è niente…”mi interruppe.
“Cosa?? Dovrei
stare tranquilla?? Insomma, dobbiamo fare una
battaglia. Io ti ho fatto male! Come puoi batteri così? Su,
alzati!”gli dissi
preoccupata.
“Cosa?”.
“Alzati! Andiamo
a prendere dell’acqua e delle bende.”.
“Ma no, sto
benissimo!”continuava a insistere.
“Cacchio Peter!!
Stai perdendo sangue. Non farmi arrabbiare
di più. Se ti ho fatto male è anche colpa tua! E
non farmi dire parolacce sennò
tua sorella si arrabbia!!”.
“Perché?!”chiese
innocente.
“Ti avevo detto
di non dire niente a Caspian e tu non l’hai
mantenuta.”.
“Guarda che
è stato lui a parlarmi per primo.”si difese.
“Veramente? Che
bastardo! Questo mi incazzare ancora di più.
Non mi vuole più bene. Ma perché non mi sono
stata zitta sul fatto che sono sua
sorella?”.
A quel punto mi misi a
piangere. Peter mi abbracciò e poi mi
disse:
“E per fortuna
che non volevi dire parolacce. Comunque ora
basta. Parlaci.”.
“No!!! No, no e
no! Stavolta è lui che fa il primo passo. Ha
voluto fare il bastardo? Ora ne paga le
conseguenze!!”esclamai.
“Andiamo. La mia
ferita peggiora.”mi incitò lui.
“Hai
ragione.”risposi.
Andammo dentro. Vedevo
Peter che si teneva stretta la ferita
e respirava anche a fatica. La sua camicia era tutta sporca di sangue.
Facevo
fatica a star vicino al sangue. Sapeva di ruggine e faceva schifo. Lucy
e Susan
erano nel corridoio.
“Mio Dio,
Peter!! Cosa…?”. Susan era preoccupatissima.
“Oh, niente,
dettagli…”dissi facendo la misteriosa.
“Ma come
dettagli?? Insomma…”. Lucy era dello stesso umore
di Susan.
“Scusate, mentre
voi è giusto che vi preoccupiate per vostro
fratello, lui si sta dissanguando. Vogliamo andare??”dissi
impaziente. In fondo
era colpa mia se si ritrovava con un braccio mezzo sfasciato. Andammo
nella
tavola di pietra. La ferita per fortuna si arrestò.
In quel momento
arrivò Edmund e dietro di lui c’era Caspian.
Aveva pure il coraggio di farsi vedere dopo quello che aveva detto?
Fossi stata
in lui mi ero già trasformata in uno scarafaggio. Non volevo
nemmeno sentirlo
nominare.
“Ehi, ma
cos’è successo? Peter ma cos’hai
combinato?”chiese
lui.
“E’
esattamente quello che vorremmo sapere da lui e da
Miriam!!”esclamò Susan.
“Scusate…Miriam,
Caspian ti vorrebbe parlare…”disse Edmund
rivolgendosi a me.
“No, non se ne
parla. A parte che non voglio parlarci, e poi
se mi deve dire qualcosa è lui che viene qui e me lo chiede
di persona. Chi sei
tu, il suo schiavetto? Ha influenzato anche te?”urlai nella
speranza che
Caspian mi sentisse.
Peter si alzò e
mi disse e senza che i suoi fratelli lo
sentissero mi disse:
“Ti prego, non
litigare anche con lui. Domani assalteremo
Telmar e dobbiamo rimanere uniti.”.
Stavo per dire qualcosa,
quando ricominciò:
“Sh, non dire
niente.”.
Caspian comparve
improvvisamente da dietro l’angolo e mi
disse:
“Vieni con
me!”.
“Ma non ci penso
nemmeno!”.
Lui mi prese per un
braccio. Io cerci di fare resistenza ma
lui mi sollevò sulla spalla e mi portò via mentre
Edmund mi disarmava, cioè mi
toglieva spada, pugnale e frecce.
Guardate come sono stata
brava?A questo giro ho aggiornato prima. Vorrei ringraziare tantissimo
chi ha
messo la mia storia sulle preferite e sulle seguite e anche
LittleCullen che
recensisce sempre. Ma a parte lei vorrei un po’
più di commentini.
Grazie grazie a tutti.
|
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Capitolo 7 *** Caspian deciditi!!Vuoi fare pace sì o no? ***
Io intanto mi ero messa a
scalciare e a urlare. Non ci
volevo andare con Caspian. Mi aveva detto delle cose troppo brutte.
“Caspian mettimi
giù! Hai capito? Non farmi arrabbiare! Hai
visto cosa è successo a Peter, vero? Pevensie!!!!!! Venitemi
a prendere, vi scongiuro.
Se non lo fate giuro che ve la faccio pagare! Caspian!! Ok, prometto di
seguirti ma scendimi. Ok, ti dico cosa penso! Sei la persona
più testarda,
orgogliosa e stupida che abbia mai conosciuto. Non mi credi!! Ma dove
mi stai
portando, eh? Io non ci vengo a Beruna. I telmarini mi fanno schifo. Tu
mi fai
schifo. Cosa? No, non fare quello che stai per fare. No, Caspian. Stai
giocando
con il fuoco. No, Caspian, bada a cosa fai. Caspian, no, no, no,
no…”.
Troppo tardi. Mi aveva
buttato in acqua! Cioè, dopo aver
detto che di me non gli importava niente osava pure buttarmi in acqua?
Non
doveva farlo. Lo avrei ucciso. Riemersi dall’acqua e gli
urlai:
“Ma sei
cretino?”.
“Questo
è per chiederti scusa…”rispose
sorridendo.
“Tu sei fuori,
credimi. E non hai nemmeno molta fantasia. E
sei stupido. Bel modo di chiedere scusa!”risposi irritata.
“Senti, era
l’unico modo. Dopo quello che ti ho detto sapevo
che non mi avresti rivolto più la parola. Quello che ho
detto è stato orribile.
Non volevo. Di te mi importa. Scusa.”disse con aria afflitta.
Un po’ però mi
faceva tenerezza, ma non volevo togliermi dalla faccia la mia aria
dura. Anche
lui doveva soffrire un po’. Un po’ per uno non fa
male a nessuno. Chissà se
anche lui conosceva questo detto.
“Mi
credi?”gli chiesi. Avevo toccato il tasto dolente.
“N-n-no.”rispose
dopo qualche secondo.
“Io non ti
perdono se non mi credi. Ciao, io torno dagli
altri così ne dico quattro anche a loro.”dissi.
Stavo sentendo veramente
freddo. Quello stupido non mi aveva dato nemmeno il mantello per
proteggermi
dal freddo. Feci per andarmene, ma lui mi prese per un braccio e mi
disse:
“Aspetta. Io
voglio tornarti amico.”.
“E vuoi
rinnegarmi? Cavolo è così difficile da spiegarsi?
Sono
tua sorella. È inutile fingere che sia
diverso!”esclamai.
“Senti
perché non troviamo un compromesso?”.
“Caspian
l’amicizia non si compra ma te la devi guadagnare e
non è così che risolverai le cose e
poi…”non avevo finito la frase che mi
abbracciò più forte che poteva. Quasi mi
stritolò. Poi mi baciò sulla testa e
io arrossii un po’. Mi sciolse dall’abbraccio e
disse:
“Io voglio
tornarti amico come prima. Per me sei veramente
importante.”era la terza volta che me lo
ripeteva.”Però tu non vuoi tornarmi
amica come prima e ti capisco. Anzi mi chiedo se non mi odi.”.
“Sì,
un po’ sì. Insomma dopo aver detto che non mi
credi e
che di me non te ne frega niente…”la stavo
buttando sul ridere.
“Hai riso, ma
non era questo il punto. Amici e basta?”.
“Va
bene.”.
“Perdonato?”.
“Sì e
no. Non del tutto amici.”conclusi e poi lo schizzai.
“Ah
sì?”mi schizzò anche lui. Tanto ero
già tutta bagnata.
Si mise un mantello sulla spalla e mi risollevò. Come prima
mi riportò alla
tavola di pietra mentre urlavo:
“Caspian fammi
scendere. Posso tornare là da sola. Non
scappo. Ti sto appiccicata come una sardina. Caspian almeno dammi un
mantello,
sento freddo. Nemmeno quello? Eddai sono tutta intirizzita, il vestito
di Susan
è davvero pesante. Guarda che prendo la spada. Ehi ma
dov’è?! Ah già Edmund.
Edmund crepa e vai a quel paese!!!!”.
Dopo il mio monologo(non
mi ascoltava nessuno. Nemmeno
Caspian) eravamo arrivati alla tavola.
“Sei tutta
bagnata!”esclamò Lucy.
“Certo visto che
il signor Caspian per farsi perdonare mi ha
buttato nel fiume. E Peter come sta?”chiesi.
“Starebbe meglio
se tu non avessi dato di matto”disse Susan.
“Scusate
non…”.
“Lo
sappiamo”mi interruppe Edmund porgendomi la spada.
“Edmund so che
eri d’accordo con lui, ma rivorrei anche il
pugnale, l’arco e le frecce!”esclamai.
“Eccoli,
subito.”disse con un sorrisetto.
“E non fare quel
sorrisetto da ebete…sembri ancora più scemo
di quanto non sembra.”dissi ironica.
“Grazie hai
molta stima di me…”.
“Eddai Ed,
scherzavo!”esclamai.
Ormai era tardi e andammo
in camera.
“Oh, ora non ho
voglia di spostare il letto, rimaniamo
così.”disse Edmund.
“Ehi, ma
Peter?”chiesi.
“Ci aveva detto
che veniva a letto…magari si è alzato un
attimo.”ipotizzò Lucy.
Mi misi dentro il letto
mentre osservavo Edmund che faceva
lo stesso.
“Perché
mi guardi in quel modo?”chiese sospettoso. Avevo
fatto lo sguardo troppo profondo. Si era capito cosa volevo dire con
quello
sguardo.
“Bho,
perché ne ho voglia.”mentii.
“Ok, ma ora
dormi.”mi sussurrò.
Mi addormentai quasi
subito senza accorgermi che non mi ero
cambiata il vestito bagnato. La mattina Peter mi svegliò
molto presto
dicendomi:
“Miriam
svegliati. Ti ricordi quella cosa? Dobbiamo
prepararci.”.
“Cosa? Chi?
Peter come stai? Dove sei stato? Guarda che è
presto, io non mi alzo!”io ero mezza addormentata.
“Dai, su,
forza!”mi incitò.
“Sento
freddo!”esclamai.
“Certo visto che
hai dormito così e che sei ancora bagnata.
Guarda che casino!! Hai bagnato anche le mie
coperte!”scherzò Edmund.
“Allora vuoi
alzarti sì o no?”mi chiese Caspian.
“La seconda
opzione è la migliore. Io non mi alzo!”.
“Pronti?”Cosa
aveva detto Caspian? Pronti? A cosa? Mi
sollevarono di peso. Quando mi resi conto di ciò che
volevano fare era troppo
tardi. Volevano buttarmi in acqua. Di nuovo. Respirai e il mio corpo
fece
splash in acqua. Riemersi dall’acqua, mi ci sedetti e
esclamai:
“Basta, ok, sono
sveglia. Avete vinto!”.
“Cambiati.”mi
raccomandò Edmund.
“Puoi dirlo
forte. Sento un freddo cane. E poi tu devi stare
solo zitto. Scommetto che sei stato tu a suggerire l’idea.
Scusate, ma che ore
sono?”.
“Sono le cinque
e mezzo del mattino!”esclamò Peter.
“Cosa?”chiesi
supersbalordita.
“Sono le cinque
e mezzo.”disse questa volta Caspian.
“Ma siete
sicuri?”domandai.
“Ma
naturalmente.”rispose Edmund.
“Ok,
ciao.”dissi e mi misi a correre nella foresta. Loro mi
vennero dietro ma raggiunsi la tavola di pietra prima di loro.
“Ma che ti hanno
fatto?!”mi chiese Lucy.
“Aspetta,
lasciami indovinare: non ti volevi alzare e loro
ti hanno buttato in acqua.”la interruppe Susan.
“La tua
intelligenza non ti tradisce!”esclamai.
“L’idea
è stata di sicuro di quegli stupidi dei miei
fratelli. Caspian non c’entra niente. Adesso
cambiati.”disse Susan.
“No, faccio
dopo. Credo che Peter ci debba dire qualcosa.”risposi.
“Almeno mettiti
questo”disse Lucy porgendomi il suo
mantello.
Andammo nella tavola di
pietra. Peter aveva riunito proprio
tutti: noi, i centauri, i fauni eccetera.
“Il ponte
è quasi finito e gli uomini e le macchine da
guerra di Miraz sono sull’altro versante pronti ad
attraversarlo. Al castello
non ci saranno tante protezioni.”cominciò a
parlare Peter.
“Che cosa
dovremmo fare, vostra maestà?”domandò
il piccolo
Ripicì, un topo che teneva più al suo onore che
alla sua vita.
“Bisogna essere
pronti ad un loro attacco. Dobbiamo
aspettarci di tutto!”esclamò Caspian.
“No, Caspian, se
ci attaccano siamo finiti. Ci vuole un
piano.”disse Peter.
“Cosa intendi
dire?”chiese Lucy.
“Dobbiamo agire
prima noi!”esclamò Peter.
“Vorresti
attaccare Telmar? Nessuno ha mai conquistato quel
castello. Peter, restiamo qui, dammi
retta.”ribattè Caspian.
“Io mi sento
sicuro sotto terra.”intervenne il tasso
Trafolanter.
“Potremmo
resistere all’infinito se siamo ben
equipaggiati!”esclamò Susan.
“Sentite io
apprezzo molto quello che avete fatto, ma questa
non è una fortezza, è una tomba.”disse
Peter.
“Ma è
difendibile!”esclamò Edmund.
“Allora Edmund
non ha capito proprio niente. Se ci attaccano
moriremo tutti.”ribattè Peter.
“Senti Peter,
perché non aspettiamo? Ti ricordi chi ha
sconfitto la strega bianca?”intervenni io.
“Tu non
c’eri e poi non c’è
tempo!”esclamò lui urlando.
“No, non
c’ero, ma le cose le so!”ribattei.
“Aslan si
è fatto attendere abbastanza a lungo. Non
aspetterò ancora.”disse a me. ”Se riesco
a farvi entrare vi occuperete delle
guardie?”ripeté rivolto ai centauri.
“Qual
è il tuo piano?”gli chiese Edmund.
“Tu entrerai per
primo e farai dei segnali con la torcia.
Poi arriveremo noi con le fenici. Prenderemo il precettore di Caspian e
io e
Susan uccideremo Miraz. Caspian e Miriam apriranno la grata e tu farai
entrare
le nostre truppe con un altro segnale. Alla fine il castello
sarà conquistato.
Siamo d’accordo?”ci illustrò lui.
Tutti annuirono.
“Adesso andate a
prepararvi”concluse Peter.
Susan fu la prima ad
arrivare in camera e disse ai ragazzi:
“Ah, ah,
ah…no, prima le ragazze!”.
“Sì,
ma fate veloci, il tempo stringe.”esclamò Peter.
“A che ora
andiamo?”chiese Lucy.
“Alle undici.
Lucy, comunque tu non vieni.”disse lui.
“Perché?”.
“E’
troppo pericoloso!”.
“Non
è giusto! Io voglio venire!”ringhiò
lei. Era la prima
volta che lo faceva.
“No Lucy,
è per il tuo bene!”esclamò Edmund.
“E da quando tu
fai il serio?”gli chiese arrabbiata.
“Da quando
è in gioco la tua vita!”disse calmo.
“Ma piantala!
Non ti è mai importato di me non ci credo che
cominci adesso! Io non sono più una
bambina!”urlò.
“Lucy non dire
cazzate io…”.
“Smettetela!
Lucy vieni dentro. E tu non dire parolacce!”disse
Susan ai due fratelli.
“Susan non fare
tanto la grande!”esclamò Edmund.
Susan guardò
Edmund malissimo. Che colpa ne aveva lui? Si
preoccupava solo di sua sorella. Entrammo in camera. Lucy era
arrabbiatissima.
“Non ne posso
più! Mi trattano come se fossi una che non sa
badare a sé stessa! Stupido Peter, stupido Edmund! Non li
sopporto più! Io sono
grande e non mi servono loro!”esclamò
più calma.
“Comunque hanno
ragione. E non dovevi comportarti in quel
modo con Edmund.”obiettò Susan.
“Non difenderli!
A Edmund non è mai importato niente di
me!”ringhiò.
“Dici? Non
giudicarlo! Lui fa un po’lo stupido e a volte ti
prende in giro, ma lui è così di carattere.
Quando siamo state attaccate da
Maugrim hai visto come si è subito precipitato a salvarti
con Peter? Lui ti
vuole bene, ma non lo vuole dimostrare.”le disse Susan.
“E poi non ti
preoccupare. Vedrai che Peter la prossima
volta ti farà venire. Se attaccassero Telmar saresti tu a
guidare chi resterà
qui.”la consolai.
“Non vanno
tutti? Peter fa restare qui qualcun’altro che non
deve morire secondo lui?”chiese Lucy ancora arrabbiata.
“No, non vanno
tutti e piantala di fare questi
discorsi!”esclamò Susan.
“Dai su fai un
sorriso!”la incoraggiai.
Fece un mezzo sorriso, ma
poi tornò seria. Io tolsi il
vestito bagnato e mi misi quello bianco.
“Credo che
dovresti metterti una camicia sotto.”mi disse
Lucy.
“Giusto!”esclamai.
Ne presi una bianca e me
la misi sotto.
“Questa?”mi
chiese Lucy riferendosi all’armatura.
“Ce l’hai. A
Telmar le donne non combattono. Comunque devi prima metterti la maglia
di ferro
così e poi quando hai fatto ti lego il sopra
dell’armatura.”disse Susan.
Feci come mi disse e poi
lei me la legò strettissima. Era
veramente pesante! Uscimmo dalla stanza e Caspian quando mi vide
cambiò subito
espressione.
“Che
c’è?”gli chiesi.
“Questa…questa
è l’armatura che avevo fatto per mia
sorella…”balbettò.
Rimanemmo per qualche
secondo in silenzio.
“Allenatevi
tutte.”. Peter sviò il discorso.
“Come
se servisse a qualcosa”sbuffò
Lucy.
Tutto
il giorno non facemmo altro
che prepararci. Nel pomeriggio dormimmo due o tre ore. Quella sera
mangiai
pochissimo: ero agitatissima perché potevo anche morire.
Nessuno parlava.
Ad
un certo punto Peter disse:
“E’
ora! Andiamo. Mi raccomando
state tutti calmi. Lucy, affido a te la tavola di pietra.”mi
stava guardando.
”Stai
tranquilla! Andrà tutto
bene.”cercò di calmarmi Caspian.
Niente
poteva calmarmi. Le gambe mi
tremavano. Fuori faceva abbastanza freddo e il mio vestito bianco
svolazzava di
qua e di là.
“Ehi!”esclamò
Lucy.
“Che
c’è?”chiese Caspian.
“Edmund
ti voglio bene! Ragazzi vi
voglio bene! Buona fortuna.”.
Il
fratello la abbracciò e tutti
facemmo lo stesso. Poi ci avviammo.
“Voi
siete con me?”ci chiese Peter.
“Fino
alla morte!”esclamammo.
Le
fenici arrivarono e ci portarono
via.
Salve!
Scusate il ritardo. LittleCullen sono contenta che
l'altro capitolo ti sia piaciuto. Recensite!
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Capitolo 8 *** La mia prima e stupida battaglia ***
L’esercito sotto
si muoveva lentamente. Saremmo arrivati in
dieci minuti se non fosse stato così lento. Ormai erano ore
che volavamo.
“Tutto
bene?”mi chiese Susan.
All’inizio non
capii e le chiesi:
“Cosa?”.
“Come
stai?”ripetè lei.
“Male e
agitata!”risposi.
“Mi raccomando
state attenti e guardatevi sempre e
spalle.”ci avvertì Peter.
“Peter sei
monotono!”esclamò Edmund.
“Ma che
spiritoso!”ribattè Peter.
“In queste
occasioni ci serve un po’ di umorismo! Potrebbe
essere l’ultima battuta che faccio!”si difese lui.
“Ecco
Telmar!”urlò Susan.
Mi prese un colpo e
cominciavo ad avere il voltastomaco. La
fenice scaricò Edmund su una torre e cominciò
l’assalto. Nessuna delle guardie
di sotto si accorse di Edmund tranne una che lo stava mirando e che
Susan
uccise. Le fenici ci scaricarono là.
“Andiamo!”esclamò
Peter piano.
Andammo verso la torre del
precettore e ci salimmo sopra.
Caspian bussò e poi sussurrò:
“Maestro?”.
Aprì la porta e
a uno a uno entrammo calandoci con una
corda. Dentro non c’era nessuno.
“Devo
trovarlo.”disse Caspian.
“Non hai
tempo!”esclamò Peter.
“Io devo
salvarlo! Senza di lui nessuno di noi sarebbe
qui!”esclamò.
“Va bene. Miriam
vai con lui: in due fate prima. Io e Susan
ci occuperemo di Miraz.”concluse Peter.
Peter e Susan risalirono
con la corda. Caspian mi prese per
un braccio e si mise a correre.
“Dove
andiamo?”gli chiesi
“Nelle segrete
dove ci sono le prigioni. Dai corri! C’è poco
tempo!”esclamò.
In cima alle scale
c’erano due guardie che mettemmo fuori
combattimento senza problemi.
“Stai qui a fare
il palo mentre libero il mio precettore”mi
disse. Annuii.
Si stava dirigendo verso
la cella, quando urlai:
“Caspian, le guardie!!!”.
Presi le frecce dal mio
arco e ne colpii qualcuna. L’ultima
sopravvissuta diede un calcio a Caspian che cadde a terra. Io la uccisi.
“Caspian?
Caspian, stai bene?”chiesi preoccupata.
“Sì,
ma non preoccuparti, il tempo stringe. Andiamo!”.
Corremmo lungo il
corridoio fino a che non trovammo la
cella.
“Presto, le
chiavi!”esclamò.
“Non le
trovo!”dissi. O cazzo. Ma perché sono
così sdatta?
“Miriam!!! Cazzo
ma stacci attenta!! Non possiamo liberarlo
se non le trovi!!”esclamò.
“E da quando tu
dici parolacce?”gli chiesi, mentre
continuavo a cercare.
“Da quando ho
conosciuto voi!”esclamò
“Ma non Susan.
Lei non dice parolacce.”.
“Ma questo non
c’entra niente!”.
Mentre lui parlava le
trovai e le trovai e gliele porsi. Mi
guardò storto, ma poi con riconoscimento.
Entrò e
slegò il povero maestro.
“Cosa ci fate
qui principe?”gli chiese esterrefatto.
“Vi libero
maestro!”obiettò Caspian.
“Se Miraz lo
sapesse…”si preoccupò.
“Oh, lo
saprà molto presto…gli daremo la vostra
cella.”rispose sicuro di sé.
Io stavo scendendo le
scale. Li sentivo.
“Non
sottovalutate Miraz come hanno fatto Miraz e vostra
sorella.”lo avvertì.
“Caspian,
abbiamo poco tempo!”esclamai apparendo da dietro
le scale.
“Mia
regina…voi siete viva! E siete qui! Dovete andarvene! Ma
come siete…”era più incredulo di prima.
“Lunga storia
maestro.”risposi.
“Cosa? Miraz ha…e lei
è…”.
Io gliel’avevo
detto che ero sua sorella, non doveva essere
tanto sbalordito.
“Mi
dispiace…”rispose il maestro dispiaciuto.
“Maestro,
scappate!! Miriam, noi andiamo!”disse Caspian.
Mi prese per un braccio e
andammo al primo piano. Mi
guardava storto.
“Io te
l’avevo detto!”dissi con aria innocente.
Lui mi ignorò.
Ci fermammo.
“Senti, apri la
grata e fai entrare gli abitanti di Narnia.”disse.
“E
tu?”domandai. E ora che altro aveva da fare? Che altre
idee imbecilli si era fatto venire?
“Ho un piccolo
conto in sospeso con mio zio…”.
“No, Caspian,
sai che non ce la farò da sola. E poi è troppo
pericoloso. Per te intendo!”.
“No, tu ce la
farai! Sei stata bravissima fino ad ora! Qualunque
cosa succeda
sappi…”esitò”…che
ti voglio bene. Ora vai, veloce!”esclamò. Si
stava avviando, quando tornò indietro e mi
abbracciò. Era bello averlo finalmente
accanto come un fratello. Lui ripartì. Il maestro era venuto
verso di me e gli
chiesi:
“Maestro, dov’è
l’uscita?”.
“Da quella
parte!”.
Corsi verso destra e andai
verso la grata. Non riuscivo a
muoverla di un centimetro. Accidenti a me e al mio problema di essere
sdatta. E
se deludevo Caspian? Dopo dieci minuti il massimo che ero riuscita a
fare erano
dieci centimetri.
“Caspian, ma
quanto ci metti? Dai, muoviti! Non ce la
faccio!”pensavo tra me e me.
Edmund era sulla torre
sopra di me. Ancora non si vedeva nessuno,
nemmeno gli uomini di Miraz.
“Ehi Ed, dove
sono tutti gli altri?”gli sussurrai.
“E io che ne
so?! E’ mezzora che aspetto
quassù!”rispose.
Mi girai e continuai il
mio lavoro. Volevo chiedergli
un’altra cosa, ma appena mi girai gli urlai:
“Edmund, le guardie!!”.
E successe tutto in
fretta. Caspian, Peter e Susan
arrivarono correndo e Peter disse:
“Ed, dai il
segnale alle truppe!”.
Per fortuna vennero in mio
aiuto.
“Ma dove cavolo
eravate finiti? Scusate, ma da sola non ce
l’ho fatta e questo e quello che sono riuscita a
fare.”fu quello che riuscire a
dire per giustificarmi.
“Non
preoccuparti!”disse Peter sollevando la grata. Gli
uomini di Miraz stavano per arrivare.
“Peter,
andiamocene, non c’è tempo! Per chi lo stai
facendo?! Cazzo, Peter, rispondimi!”disse Susan.
“E da quando tu
dici parolacce?”gli chiese Caspian.
“Da quando sono
incazzata con mio fratello.”rispose fredda.
“Ma ci sta per
essere una battaglia e voi vi mettete a
discutere di questo?”dissi spazientita.
La grata era alzata e gli
abitanti di Narnia entrarono nel
castello. Anche i telmarini si erano preparati e lo scontro ebbe
inizio. Sul
cammino di ronda c’erano in fila dieci telmarini con le
balestre che stavano
puntando Caspian.
“Caspian
spostati!”gli urlai e fece appena in tempo.
Tirai una freccia a uno
degli arcieri e il resto lo fece
Edmund. Miraz osservava la scena dall’alto. In quel momento
provavo tanto odio
nei suoi confronti. Mentre combattevo con la spada, qualcosa mi cadde
addosso:
era Trumpkin. Tanti narniani morirono in quella stupida battaglia.
Miraz, in
quel momento aveva dato l’ordine di chiudere la grata. Un
ariete
coraggiosissimo la fermò sopra le proprie spalle. Peter
urlò:
“Ritirata!”.
Portai Trumpkin ad un
centauro e gli dissi:
“Portalo
fuori!”.
Io intanto continuavo a
combattere con la spada e le frecce.
Un telmarino ad un certo punto mi fece cadere la spada e fece cadere
pure me.
Non sapevo a chi rivolgermi: Susan era già fuori, Caspian
non lo vedevo e
Peter…bho. Non potevo vederlo perché se non fosse
arrivato, probabilmente sarei
morta. Mi rialzò e mi disse:
“Vattene da qui!
Se muori la gente di Narnia è perduta!”.
“No, non ti
lascio!”.
Si girò e fece
fuori un soldato.
“Ma non lo
capisci che stanno tutti cercando di
ucciderti?”adesso me lo urlò come un
rimprovero.”Vai via!”mi stava spingendo
verso la grata ma feci resistenza. Scappai e uccisi altre guardie. In
quel
momento uscì Caspian dalle scuderie con tre cavalli: su uno
c’era lui, su uno
il maestro e uno era per Peter. Ritornò e prendermi e mi
urlò:
“Tieniti forte a
me, okay? Ti porto via di qui, anzi,
andiamo via!”.
Mi aggrappai alle redini e
misi un piede sulla staffa. Miraz
ci tirava con la balestra per ucciderci. Dopo cinque secondi che
uscimmo
l’ariete crollò. Il ponte si stava chiudendo
imprigionando i narniani rimasti
destinati a morte certa.
“Tieniti
forte!”mi urlò Peter.
Il piede mi
scivolò dalla staffa, quando ero sospesa a più
di 500
metri
da terra. Non so come fece Peter a reggermi. Atterrammo con un salto
dall’altra
parte e cacciai un urlo perché sbattei la schiena. Nessuno
sembrava avermi
sentito, mescolato alle urla dei narniani.
“Perché
devi fare sempre di testa tua? Potevi morire! Ma non
lo capisci questo?”mi rimproverò.
“Io volevo solo
aiutarti.”dissi a scatti.
“Aiutarmi?”era
incredulo.
In quel momento lo odiavo.
Stavo per piangere: non potevo
essere più triste di così. Poi pensai e mi venne
in mente Edmund. Dov’era? Non
potevo credere che fosse morto. Doveva sapere cosa provavo.
“Più
ne sono morti meglio è.”risposi con rabbia.
“è
questo il tuo ragionamento? Senza di te la profezia non
si avvererà mai e quel bastardo di Miraz non si
toglierà mai di torno!”.
“Peter smettila!
Non hai ragione!”esclamò Susan.
“Tu non ti
impicciare.”le intimò.
“Ricordati che
sono ancora incazzata con te! Non hai
ragione! E non fare tanto il grande!”ribattè lei.
“Peter, ti
sembra che la profezia si avverata? Stasera
abbiamo solo perso!”esclamai.
“Per colpa
vostra!”e guardò me e Caspian.
”Perché non mi hai
dato ascolto? Perchè sei…”.
“Basta, ti prego
basta!”cominciai a singhiozzare. Caspian
che fino ad ora era stato lì ad osservare scese da cavallo e
mi prese in
braccio. Urlai come una pazza.
“Cos’hai?”mi
chiese Caspian premuroso.
“Mi fa male la
schiena perché l’ho sbattuta. E poi mi sento
da schifo…”dissi tra un singhiozzo e
l’altro.
“Senti, lascia
perdere quello che dice Peter, okay?”mi
sussurrò.
Mi mise sul suo cavallo e
partimmo. Non so quanto ci
mettemmo perché fu Caspian a svegliarmi e mi disse:
“Svegliati
dormigliona! Siamo arrivati!”.
Questa volta sono
riuscita ad aggiornare prima. Sarebbero graditi più
commentini visto che solo
LittleCullen lo fa. Ringrazio chi ha messo tra i preferiti e tra le
seguite.
x LittleCullen: la parte
del corpetto è sul prossimo cap. Grazie tantissimo x le tue
recensioni!!!!XDDDDDD!!!
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Capitolo 9 *** Il giorno dopo la battaglia ***
Lo guardavo in maniera
strana. Non rispondevo. Mi girava la
testa e metà dei miei neuroni si erano fusi.
Perché? Mi accorsi che ero
adagiata sull’erba davanti alla tavola di pietra.
“Stai bene? Ti
fa male la schiena?”mi chiese.
Feci sì con la
testa. Ce l’avevo ancora con Peter.
“Ce la fai a
camminare?”mi chiese ancora.
Anche questa volta feci
sì con la testa. Mi tirò su e mentre
camminavamo mi sorreggeva. Ci avviammo verso l’entrata e Lucy
era sulla soglia.
“Cosa
è successo?”chiese.
“Chiedilo a
loro!”esclamò Peter. Era ancora arrabbiato con
me. Anzi con noi perché aveva citato anche Caspian nella sua
lista nera del
cazzo. Alzai la testa e incrociai il suo sguardo. Lo fulminai.
“Anzi, Miriam
non c’entra niente, solo alla fine…chiedilo a
Caspian!”esclamò.
Ma che coraggio! Si faceva
intimidire da uno sguardo! O
forse aveva capito di aver sbagliato? Caspian mi rimise a terra. Che
voleva
fare?
“Caspian che
vuoi fare?”gli sussurrai..
“Pensavo avessi
perso il dono della parola. Stai tranquilla,
do una bella lezione al signor Peter!”
“No, Caspian,
che…”non finii la frase perché si era
già
rialzato.
Mi stavo preoccupando. Non
era il momento di litigare. C’era
gente mezza morta tra noi e lui voleva litigare?
“Cosa ho fatto,
Peter?” gli chiese.
“E me lo chiedi
pure? Se avessi rispettato il piano senza
lasciarlo in mano di tua sorella molti soldati sarebbero qui
vivi!”ribattè
Peter.
“Primo: non
tirare in ballo mia sorella! Lei non c’entra
niente”esclamò.
Alla parola mia sorella
alzai leggermente la testa. Mia
sorella! Aveva veramente detto mia sorella. Che bello!
“E’
tua sorella quando ti fa
comodo…”insinuò Peter.
Colpo basso per Caspian.
Non se l’aspettava di certo!
“Questa
è un’altra storia!”gli vidi chiudere i
pugni mentre
lo diceva.”Secondo: se tu fossi rimasto qui come ti avevo
detto lo sarebbero di
sicuro!”.
“Guarda che ci
hai chiamati tu!”.
“Che cretino che
sono stato!”.
“No, ti sbagli.
Ciò che non dovevi fare era proporti a capo
di quella gente!”gli disse Peter.
“Non sono certo
io quello che abbandonato Narnia.”ribattè
Caspian.
“Tu
l’hai invasa. Nessuno della tua gente ha diritto di
governarla. Né tu, né Miraz, né tua
sorella, né tantomeno tuo padre!”.
“Basta
Peter!”gli urlò Susan. Lo sapeva anche lei che
aveva
oltrepassato il limite.
Caspian voltò
la sua faccia verso di me. Suo padre. L’aveva
detto. Suo padre. Mio padre. Nostro padre. Aveva gli occhi gonfi di
rabbia e di
lacrime. Si rigirò, ma la sua mano era sulla spada. Prima
che potesse fare
qualcosa di insensato mi alzai e dissi:
“Senti Peter, ti
dico una cosa! Io non voglio governare
Narnia e nemmeno Caspian! Tu sei sbucato dal mio armadio e mi hai
portato qui! Basta!”mi
prese una fitta alla schiena e caddi a terra. Edmund si
inginocchiò vicino a me
e disse:
“Scema, stai
bene?”.
“Benissimo!”risposi
decisa.
Anche Caspian e Peter
vennero verso di me.
“Che avete da
guardare?”chiesi. Peter se ne andò verso le
sue sorelle.
“Stai
bene?”mi chiese Caspian.
“Sì,
però dovresti controllare i tuoi
sentimenti…”gli
sussurrai all’orecchio.
“Senti, io vado
un attimo dentro. Non ti muovere, ok? Stai
ferma qui.”disse ignorandomi.
Corse dentro. Il centauro
adagiò Trumpkin a terra vicino a
me e Lucy prese la sua boccetta e versò una goccia nella sua
bocca. Lui si
riprese come se niente fosse. I Pevensie mi fissavano.
“Si
può sapere cosa accidenti avete da guardare?”dissi
acida.
“Ti fa davvero
così male?”mi chiese Susan.
Provai ad alzarmi e
cacciai un urlo e risposi:
“Sì,
direi di sì.”
Susan si alzò e
si portò via Peter con lei.
“Cosa potremmo
fare per voi, Vostra Maestà?”chiese Trumpkin
che ormai si era rimesso.
“Niente, dovremo
aspettare che mi passi!”risposi.
“No, aspetta, ci
sono: perché…Lucy, dammi la tua
boccetta!”esclamò Edmund.
“Cosa vuoi
farci?”gli chiese lei.
“Tu dammelo.
Miriam girati!”.
“No, non ci
penso nemmeno!”.
“Dai, non ti
faccio niente!”.
“No.”.
“E’
per il tuo bene!”.
“No! Il bustino
e l’armatura mi stringono e non ce la
faccio!”.
Speravo non facesse
ciò che stava per fare: stava per
slacciarmi sia l’armatura, sia il bustino…
La cosa era imbarazzante!
Cioè voleva dire…che voleva dire?
Niente…però.
Dopo avermeli slacciati mi sollevò la camicia quel tanto che
bastava per
scoprire un bel livido.
“Oddio! Hai dato
una bella botta! Se non vuoi girarti almeno
gira la testa!”esclamò.
“Ne basta una
goccia, sennò sverrebbe per alcune
ore!”precisò Lucy.
Susan e Peter si erano
spostati e stavano andando dentro.
“Dai, su, gira
la testa!”esclamò lui.
“Ci sto
provando!”ribattei.
Non ci riuscivo
!Perchè? Lucy e Edmund mi girarono tutto di
peso. Di conseguenza strillai come se fossi una pazza. Mi versarono una
goccia
di liquido e sentii tutta una cosa strana nel mio corpo. Come se mi
fossi fatta
di energia. Un’iniezione di energia pura. Non era nemmeno un
bruciare, ma come
se qualcuno mi avesse…non so spiegarlo. Energia. Energia e
adrenalina. Comunque
anche se stavo bene ero stesa ad occhi chiusi.
“Svegliati! No,
oddio, l’ho uccisa!”esclamò Edmund.
“Ehi, non
scherzare! Sono vivissima!”esclamai mettendomi
seduta.
“Certe volte fai
paura!”esclamò.
“Ma dove sono
tutti?”chiese Lucy.
“Caspian mi
aveva detto che andava dentro e che tornava
subito.”risposi.
“Però
è già tanto che è dentro. Secondo me
è successo
qualcosa, andiamo!”esclamò Edmund.
Corremmo dentro e lui
aveva ragione. Quello che vidi fu la Strega
Bianca dentro un blocco
di ghiaccio e Peter che stava andando verso di lei. Susan era ferma in
mezzo
alla stanza come se fosse ipnotizzata. Lucy si diresse subito verso
Nikabrik
che stava per uccidere Trumpkin. Io, invece di restare ferma dissi a
Edmund:
“Vieni!”.
Lui andò verso
un lupo, mentre la fenice era già stata
uccisa. Diedi una spinta a Peter e gli dissi:
“Ma che cosa
volevi fare?”.
A terra c’era
anche Caspian. Lei, con quella voce soffice e
soave mi chiese:
“E tu chi sei,
cara? Un’altra che vuole liberare Narnia? Vieni,
una goccia del tuo sangue basterà.”.
“Sono quella che
ti impedirà di tornare al potere. Tu
stasera morirai definitivamente.”feci per ucciderla, quando
lei mi disse:
“Fermati un
attimo. Io non morirò mi finchè il signore
oscuro è in vita. Sì, è tornato e io
mi riunirò a lui per…ahhhhhh!”si
interruppe perché Edmund aveva rotto il blocco di ghiaccio
in cui si trovava e
se n’era andata. Dovetti indietreggiare per non essere uccisa
dal ghiaccio. Ero
ancora scioccata. Cosa c’entrava questo signore oscuro? Chi
era? Cosa voleva?
“Miriam stai
bene?”mi chiese Lucy tutta preoccupata.
“Sì,
tutto ok!”risposi.
Caspian e Peter si erano
rialzati.
“Ci
dispiace”disse Peter.
“E’
solo quello che sai dire?”gli urlò Susan.
”Ma vi rendete
conto di cosa…”.
“Lascia
stare…”la interruppi. “Discutere con
loro è una
battaglia persa. Si devono sempre mettere in competizione per essere
l’uno
meglio dell’altro!”.
“Hai ragione.
Vieni, Lucy andiamo.”disse.
Andammo fuori e Lucy mi
chiese:
“Tutto
bene?”.
“Sì
ragazze. Vogliate scusarmi ma voglio stare un po’ da
sola…”risposi.
“Sì,
ti lasciamo.”disse Susan.
Tornai indietro e mentre
andavo verso le scale della
terrazza incontrai Peter e Caspian. Li guardai della serie:
“Complimenti!
Sì, bravissimi!”.
Passai in mezzo a loro e
gli diedi una spallata e salii.
Sentivo i loro occhi addosso. Di sicuro stavano pensando la stessa cosa
tipo:
“Siamo due
cretini e due egoisti.”.
Oppure era quello che
volevo che pensassero. Salii le scale
di corsa e mi ritrovai al primo piano. Fuori era nuvoloso ma da
lì vedevo
tutto, anche il fiume. Cosa voleva dire la Strega
Bianca con la frase: ”Io
non morirò mai finchè il Signore Oscuro
è in vita?”.
Chi era questo Signore
Oscuro? Cosa voleva? Lo trovavo
alquanto strano! Insomma, nella storia di Narnia non c’era
mai stato un oscuro
signore. Chi poteva essere? Magari apparteneva al mio mondo! O ad un
mondo
dentro il mio mondo che però non conoscevo. Poi ripensai a
quello stupido di
mio fratello e di Peter. Si può essere così
scemi? Stavano per riportare in
vita la
Strega Bianca!
Che cosa orribile! Oltre ai telmarini ci sarebbe stato un problema in
più: il
suo ritorno! Poi ripensai alla mia storia. Chi ero veramente? Da dove
venivo? Volevo
chiederlo al maestro ma volevo solo stare lì da sola
all’aria aperta.
Come vi sembra questo
capitolo??? Ditemelo con qualche
commentino!!!!
LittleCullen: grazie tante
delle tue recensioni!!!!! Senza
di te non riuscirei ad andare avanti!! Grazie mille Fra!!!!!
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Capitolo 10 *** La storia della Regina Miriam X (ovvero io) e di come arrivò a Narnia ***
“Posso
disturbarvi?”proprio la persona che stavo cercando.
Il maestro era
lì in piedi davanti a me.
“Certo!”risposi.
“A dire il vero stavo addirittura per venirvi a
cercare.”.
“Come
mai mia
Regina?”mi chiese. “Ditemi.”.
“Ecco,
ora che
ho scoperto che Caspian è mio fratello vorrei sapere la mia
storia”spiegai. ”Nel
mio mondo sono solo Miriam e abito in un piccolo paese in Italia. Come
posso
ritrovarmi in un altro mondo e per di più sorella di un
principe e regina? E’
strano, no?”dissi.
“Ecco,
vedete,
vostra madre morì subito dopo avervi
partorito.”cominciò. “Dopo qualche mese
morì anche vostro padre.”.
“Come?”lo
interruppi.
“Beh,
ecco…”ma
si interruppe.
Lo stavo
fissando in attesa della verità. Era quella che volevo. Ero
la figlia di
Caspian IX e non poteva negarmela, né a me né a
mio fratello. Avevo il diritto
di sapere.
“Vostro
padre
fu ucciso da vostro zio Miraz.”disse infine.
“Miraz
non è
mio zio!”esclamai. “Non sono la nipote di un
assassino!”.
Lui rimase
colpito dalle mie parole. Mi dispiace, ma quando odi, odi fino in
fondo, anche
se chi odi è un tuo parente.
“Lui
è
malvagio…”cominciò.
“Ma che
novità!”esclamai con finto sarcasmo.
“Scusatemi,
potrei continuare?”chiese.
“Sì,
scusatemi
voi!”esclamai.
“Miraz
voleva
e vuole tutt’ora prendere il posto come re e voleva mettere
sua moglie come
regina e avrebbe fatto di tutto per avere un erede. Vi
lasciò crescere e quindi
Caspian si affezionò a voi. Era convinto che se voi foste
cresciuta e vi foste
affezionata a vostro fratello, una volta che voi non ci foste stata
più lui se
ne sarebbe andato.
Quando avevate
sedici anni vi fece sparire. Vi convinse che dovevate andare a fare una
gita
all’aria aperta. Le guardie vi abbandonarono su una spiaggia
e voi aspettaste
tutto il giorno in attesa che vi venissero a riprendere. Ciò
non avvenne e voi
spaventata andaste sotto la scogliera e scompariste. Miraz diede la
colpa a
Narnia e si scatenò questa guerra, anche se la vera causa
è lui.
Qualche giorno
fa, infine, voleva uccidere Caspian e completare la sua opera. Quando
ve ne andaste
Caspian ne uscì distrutto ma non se ne andò mai
come aveva pensato Miraz.
Non si
è mai
arreso anche se diceva sempre che era un ricordo passato. Non
è più stato
felice come quando lo era con voi.”finì il
racconto. “Non dovreste essere
arrabbiata con lui”aggiunse. “Vuole vendicarsi con
Miraz ed è contento che
siate tornata. Gli ci vorrà del tempo prima che ritorni
quello di una volta.”.
“Scusate…Miriam
scusami tanto! Io non volevo e…”.
Caspian era
appena arrivato e aveva parlato. Non gli diedi il tempo di finire la
frase
perché mi alzai, andai verso di lui e lo abbracciai
più forte che potei. Anche
lui dopo un po’ fece lo stesso.
“Non
importa,
hai fatto quello che avremmo fatto tutti.”lo tranquillizzai.
“Ah,
riguardo
a Peter…”disse. “Mi ha chiesto di
chiederti scusa da parte sua…”.
Divenni seria.
Che stupidi che sono certi ragazzi!
“Che
c’è?”mi
chiese con un sorrisetto strano.
“Se
vuole le
mie scuse, me le deve fare di persona, soprattutto per come si
è
comportato!”risposi.
“Sei
ancora
arrabbiata con lui?”mi chiese.
Non risposi.
Mi limitai a fare una di quelle facce che è impossibile alla
gente da
decifrare.
“Ti
capisco…”commentò.
Non so come
lui ci riuscì. È già si vedeva proprio
che mi conosceva, che era mio fratello.
Ero la persona più orgogliosa del mondo perché
avevo un fratello così.
Lui
andò verso
il maestro e si mise a sedere. Io feci lo stesso.
“Maestro,
ormai sapete quanto io odi Miraz.” Cominciò.
“Ma perché non mi avete mai
parlato di come è…”esitò.
“…morto mio padre?”.
“Ecco,
vedete
mio principe, ho faticato tanto per salvarmi la pelle dopo che questa
guerra
iniziò.”spiegò. “Mia madre
discendeva dai Nani Neri dei Monti del Nord e quindi
anche io…beh, sì, sono un nano.”.
“Cosa?”disse
Caspian sbalordito.
“Sì,
sono un
nano. Sono quasi come voi umani perché mio padre lo
era.”.
Caspian
continuava a fissarlo. Gli diedi una botta e lui si girò
verso di me e poi di
nuovo verso il maestro.
“Io per
caso
ero davanti alla porta socchiusa della camera di vostro padre.
Lì venni a
conoscenza del segreto di tutti i tempi: vostro zio era ed è
tutt’ora un mago.
Tutto quello
che ho visto è stato che gli lanciava una maledizione e che
poi lo uccideva con
una spada.”raccontò.
Guardai
Caspian: respirava piano, nemmeno si sentiva. Era strano e aveva gli
occhi
lucidi. Gli accarezzai il braccio per dargli conforto.
“Quando
lo
scoprii mi giurai di non dire niente né a voi né
a nessun altro. Se con qualche
incantesimo avesse scoperto che io sapevo o che lo avevo raccontato a
voi io
sarei morto e voi non sareste qua.
Principe, voi
state
per diventare la più grande contraddizione della storia:
l’uomo di Telmar che
ha salvato Narnia, il che è tutto dire.”.
Avevo
ascoltato tutto ed era incredibile!
“Ora
scusatemi, scendo.”disse il maestro.
Si alzò
e si
avviò verso le scale.
Una goccia
cadde sui pantaloni di Caspian.
“Caspian
tutto
a posto?”gli chiesi.
“Sì,
tranquilla, era solo uno sbadiglio…”rispose
cingendomi le spalle.
A quanto
pareva nemmeno lui era capace di nascondere i suoi sentimenti. Alla
storia
dello sbadiglio non ci avrebbe creduto nessuno.
Ad un certo
punto qualcosa mi distrasse. Dieci persone erano appena apparse nel
prato. Li
vedevo benissimo e potevo sentire le loro voci.
C’era un
ragazzo moro con gli occhiali che diceva:
“Dove
siamo
andati a finire?”.
“Harry,
è una
passaporta!”gli rispose una ragazza che
all’apparenza sembrava cinese.
“Sono
morto? Sono
morto? Sono nell’aldilà?
Aiuto!”urlò un ragazzo biondo.
“Sta’
zitto
Malfoy, lasciami andare!”gli rispose un ragazzo con i capelli
rossi.
“Aiuto!!!
Aiuto!!”continuava
ad urlare quello con i capelli biondi.
Quello con i
capelli rossi gli diede un calcio e lui svenne. Poi gli disse:
“Finalmente
stai zitto!”.
“Che
stai
guardando?”mi distrasse Caspian.
“Secondo
te
chi sono quei ragazzi laggiù?”gli chiesi
indicandoli.
“Non lo
so!”disse
all’inizio. “Ma potrebbero essere telmarini! Vieni,
veloce, andiamo a
vedere!”esclamò.
“Ma non
possono essere! Guarda come sono vestiti! Sembrano ragazzi normali come
me!”gli
urlai ma ormai si era avviato e lo dovetti seguire.
Quando scesi
si vedevano soldati che correvano di qua e di là. Io ero
l’unica che non si
stava preoccupando minimamente della situazione. Non avevo nemmeno
tirato fuori
le armi. Tutta tranquilla mi stavo avviando fuori. Ero arrivata alla
porta
quando vidi che li stavano tenendo ognuno per i capelli e con una spada
o un
coltello puntato sulla gola.
Non avrei
fatto in tempo ad arrivare, li avrebbero uccisi, quindi tirai fuori
l’arco e la
mia freccia che si andò a conficcare contro un albero.
Tutti si
girarono e io corsi più veloce che potevo.
“Che
stai
facendo?”mi urlò Caspian.
“No,
Caspian,
voi che state facendo! Siete dei cretini!”.
Susan mi
guardò male.
“A voi
sembrano telmarini, vero? Vi state sbagliando di grosso! Ma non vedete?
I loro
vestiti non vi ricordano niente? Io ero vestita alla stessa maniera!
Non sono
telmarini!”spiegai. “E abbassate queste
armi!”.
Tutti fecero
come gli avevo detto.
“Però,
che
caratterino!”commentò un ragazzo alto e dai
capelli rossi facendo l’occhiolino
al suo gemello.
Mi girai e li
vidi: tutti i ragazzi dell’Ordine della
Fenice…più uno.
“Ma io
vi
conosco!”esclamai. “Tu sei Harry Potter e insieme a
te c’è tutto l’ordine della
fenice e…Malfoy!”.
Chissà
che ci
faceva: lui non aveva mai aderito all’Ordine della Fenice.
“Ma
perché tu
conosci sempre così tanta gente?”mi chiese Edmund.
“Il
professor
Diggory era il nonno di…”.
“…Cedric
Diggory!”. Harry finì la frase per me.
“Ma ora
vogliamo sapere una cosa…”disse Fred.
“Dove
siamo?”lo interruppe George.
“Cosa ci
facciamo qui?”aggiunse Fred.
“E
soprattutto
chi siete voi?”ridisse George.
“Miriam,
chi
sono loro?”mi chiese Susan.
“Bhe,
ecco
sono…”dissi.
“Adesso
ve lo
diciamo. Credo di sapere perché Silente teneva il Cappello
Parlante trasformato
in passaporta nel suo ufficio.”disse Hermione.
Ehi gente!!! Sono
tornata!!! Lo so sono imperdonabile ma non avevo ispirazione!! Per
niente,
neanche a cercarla!!! Non so come mai ma ora mi è tornata!!!
Sarà stato
l’ultimo film delle cronache di Narnia??
Mah, chi lo
sa!!!
Ora voglio
ringraziare tantissimo chi legge, chi mette tra i preferiti e tra le
seguite.
Ora i commenti
singoli a chi recensisce!
_Sister_: Fra
come ti ho già detto ho ripreso a scrivere!!! Spero di
ricevere ancora le tue
recensioni!!! Le adoro e ti adoro!!!
MooN94: scusa,
ma non mi ero accorta che recensivi anche tu!!! Finalmente,
fin’ora era solo
_Sister_ a recensire ora ci sei anche tu!! Sono contentissima che ti
piaccia,
mi hai dato un sacco di soddisfazione!!! Grazie mille!! Spero che anche
altra
gente venga a recensire e leggere la mia storia, mi farebbe molto
piacere!!! E
spero che ti piaccia anche questo capitolo!!!
Non sono
sicura, ma forse cambierò il titolo alla
storia…casomai ve lo farò risapere.
Vi
prego
commentate!!! Grazie ancora a MooN94 e _Sister_!!!
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Capitolo 11 *** Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero: Cappello dove devo andare?Una decisione veloce è gradita! ***
“Allora?”gli
chiese Lucy curiosa. “Chi siete?”.
“Veniamo
dalla
scuola di magia e stregoneria di
Hogwarts.”cominciò Ron.
“Hogwarts?”chiese
Caspian.
“E’
una scuola
di magia!”esclamò Luna.
“Quindi
voi
siete maghi e streghe?”chiese Peter.
“Beh,
è
ovvio…”rispose Fred.
“Allora,
non
so, dateci una dimostrazione…”propose Susan.
“Non
possiamo
fare magie fuori dalla scuola!”esclamò Hermione.
“Qua
sì.”
dissi. Tutti si girarono verso di me. “Insomma, Narnia
è governata dalla grande
magia e io credo che dove c’è magia si possa fare
magia.”.
“Expelliarmus!”esclamò
Malfoy disarmando Ginny. Lei lo fulminò con lo sguardo.
“Ma sei
stupido?”gli disse lei.
“Ma era
spettacolare!”esclamò Peter.
“Come vi
chiamate?”gli chiese Edmund.
Tutto
l’Ordine
della Fenice si presentò e anche noi facemmo lo stesso.
“Ma come
siete
arrivati qui?”chiese di nuovo Caspian.
“Allora,
a
Hogwarts c’è una preside che ci ha impedito di
usare la magia per difenderci
dal mago oscuro che è tornato in circolazione:
Voldemort.”spiegò Harry.
“Abbiamo
fatto
un’associazione segreta, l’Ordine della Fenice, ma
sfortunatamente…”.
“…lei
ci ha
scoperto.”lo interruppe Neville.
“Però
siamo
riusciti a sfuggirle perché fortunatamente
nell’ufficio di Silente, il nostro
vecchio preside, abbiamo trovato questa passaporta che ci ha portato
fino a
qui.”finì George.
“E
Malfoy che
c’entra?”chiesi.
“Questi
stupidi mi hanno trascinato qui!”esclamò lui duro.
“Ma se
eri tu
che ci rincorrevi insieme alla Umbridge!”gli rispose Fred.
Malfoy
balbettò qualcosa che nessuno riuscì a capire.
“Aspetta,
voi
avete detto che il mago oscuro è tornato?”chiesi.
“Purtroppo
è
così!”esclamò Ginny.
“Perché
ce lo
chiedi?”mi domandò Cho.
“Così
per
sapere…”risposi incerta. Eppure quel nome mi
diceva qualcosa.
“Invece
hai
fatto bene a chiederglielo!”esclamò ad un tratto
Caspian.
“Perché
scusa?”gli chiese Susan.
“Ehi
combacia
tutto!”esclamò ancora una volta.
“Combacia
tutto cosa?”gli chiesi io.
“La Strega
Bianca ha parlato di un
mago oscuro, ricordi?”mi disse. Annuii.
“Il
maestro ha
detto che Miraz è un mago e che ha ucciso mio padre con una
maledizione…”.
“L’Avada
Kedavra!”lo interruppe Hermione.
“Sì,
è
possibile, ma personalmente non ne capisco niente di
magia.”le rispose.
Tutti ci
guardavano stupiti perché la conversazione era ormai tra me
lui.
“E da
loro un
certo Voldemort o mago oscuro è
tornato.”continuò. “Forse questo
potrebbe
essere il motivo perché loro sono qui ora, no?”
“Caspian,
sei
un genio!”esclamai.
“Ehi, ma
cos’è
questa storia?”domandò Edmund.
Caspian
raccontò brevemente cosa stava succedendo. Poi Hermione ebbe
un’illuminazione:
“Voi
avete
detto che alla fine ci sarà una battaglia,
giusto?”. Tutti annuimmo.
“Anche
noi
contro Voldemort.”proseguì. “E se
facessimo un patto?”.
“Di che
si
tratta?”le chiese Peter.
“Noi vi
insegniamo a combattere con le bacchette e voi con le armi!”.
Peter ci
pensò
poi disse:
“Non
male se
sconfiggeremo Miraz!”.
Però,
il
signorino era allegro. Ancora non mi aveva chiesto scusa. Dopo aver
risposto a
Hermione si mise a guardarmi. Fantastico! Sentivo i suoi occhi addosso.
“Peter
che hai
da guardare?”gli chiesi secca.
Lui non disse
niente. E dove era finito il suo arrogante modo di fare? Se
n’era andato in
vacanza insieme all’umiltà?
“Interrogato,
il morto non rispose!”borbottai, ma evidentemente lui mi
sentì perché distolse
lo sguardo da me e fissò il vuoto con uno sguardo da cane
bastonato.
Intanto i
membri dell’Ordine della Fenice stavano parlando.
Chissà che dovevano decidere.
Malfoy come al solito non stava partecipando. Che stupido asociale! E
ora sì
che Peter era riuscito a farmi innervosire. Quel maledetto idiota!
“Abbiamo
deciso che per prima cosa, per questioni di praticità vi
divideremo nelle
quattro case di Hogwarts.”spiegò Harry.
“Sono tipo delle squadre. Ad Hogwarts
la scuola è come la famiglia: ogni buona azione le
farà guadagnare punti, ogni
cattiva azione le farà perdere punti. Le case sono
Tassorosso, Serpeverde,
Corvonero e Grifondoro. In base alle vostre capacità il
Cappello Parlante
deciderà dove mettervi. Avete
capito?”finì.
Come al solito
annuimmo come dei cretini. Siamo cretini.
“Quel
coso
parla?”chiese Susan ridacchiando e anche un po’
sbalordita.
“Innanzitutto
è un cappello!”la rimbeccò George.
“E se siamo maghi perché un cappello non
dovrebbe parlare?”.
“George…”lo
ammonì Hermione.
Si scambiarono
degli sguardi ma nessuno ci fece caso. Volevano dire di smetterla. Si
era già
capito che Susan e George non sarebbero andati tanto
d’accordo.
“Adesso
quando
vi chiamerò vi metterò il Cappello Parlante sulla
testa e lui stabilirà in che
casa mettervi.”disse Hermione.
“Mamma
mia
Hermione, mi sembri la McGranitt…”commentò
Ron.
Lei lo
fulminò
con lo sguardo.
“Allora
fallo
tu Ron, visto che sei tanto bravo!”esclamò Ginny
sarcastica.
“Ma che
spiritosa!”esclamò offeso. “Non si
può più fare nemmeno una battutina?”.
“Possiamo
continuare?”li
interruppe Harry.
“Allora
vediamo semf0B82bjhlZpqs
Content-Disposit.
“Tu sei Caspian, vero?”e lo indicò.
Lui annuì e si alzò. Andò verso di lei
e gli mise il Cappello Parlante sulla
testa. Veramente la testa non gliel’aveva nemmeno toccata che
urlò:
“Serpeverde!”.
“Lui
diventerà
come me: il Cappello Parlante mi ha fatto lo stesso giochetto cinque
anni
fa!”borbottò Malfoy. “Non vedo
l’ora di vederlo combattere!”.
“C’è
da
andarne proprio fieri, sì!”gli disse Ginny.
“Perché
scusa?”chiesi io.
“Serpeverde
è
la casa che ha formato i più pericolosi maghi
oscuri.”rispose Luna.
“Cazzate!”esclamò
Malfoy.
“E
allora che
mi dici di Voldemort, idiota?”esclamò Ginny.
“Ma mio
fratello non è cattivo!”intervenni.
“Magari
qualcuno della vostra famiglia lo
è…”ipotizzò Luna.
La risposta la
sapevo già: Miraz. Caspian tornò a sedersi.
Sembrava tranquillo, ma forse
nessuno gli aveva detto di essere finito in una casa di maghi oscuri.
“Poi,
Susan,
vieni qua!”esclamò Hermione.
Lei si
alzò e
Hermione le mise il Cappello Parlante sulla testa. Quando
cominciò a parlare
lei sobbalzò.
“Di
sicuro hai
una bella testa, intelligente e vedo coraggio da vendere, quindi ti
metterò
a…Grifondoro!”.
“Spero
di non
doverle insegnare…”commentò George.
“Non la
sopporti, vero?”gli chiesi.
“Non mi
ha
fatto una buona impressione!”esclamò. “Ma
quel coso parla?”le fece il verso. “Siamo
maghi veri e non gente babbana
che lo fa per finta!”esclamò lui.
“Dovresti
conoscerla meglio. Non è così come la descrivi
tu!”gli dissi.
“Ma non
ci
penso nemmeno!”esclamò.
“Adesso
tocca
a Miriam!”disse Hermione chiamandomi.
Mi alzai e
andai verso di lei. Il Cappello era pieno di toppe.
“Sono
molti
anni che faccio il cappello…”commentò
come se sapesse leggermi nel pensiero.
“Comunque, vedo molta voglia di mettersi alla prova, di
andare avanti e di
provare cose nuove. Vedo ambizione e coraggio, ma anche
lealtà.
Ma dove ti
metto? Hai un po’ le caratteristiche di tutte e quattro le
case, ma forse è
meglio che ti metta a Serpeverde!”.
Hermione mi
tolse il Cappello e tornai a sedermi. E per fortuna che era indeciso.
Ora ero
con mio fratello, sangue del mio sangue. Sono cattiva anche io? No.
Se mio
fratello non lo è non lo sono nemmeno io.
“Stai
bene?”mi
disse Cho.
Feci sì
con la
testa, ma non riuscivo a parlare.
“No,
perché
sembri un cadavere…”mi disse.
“Ma
veramente?”le chiesi.
Lei
annuì. Ma
perché mi comportavo in quel modo? Eppure Caspian sembrava
tranquillo, no?
“La tua
qualità principale è la saggezza e sei leale e
gentile, quindi credo che ti
metterò a Taasorosso!”.
Lucy era
appena andata nella casa di Tassorosso. Lei sì che era una
brava persona. Era
perfetta in tutto. Che fortuna che aveva.
Poi Hermione
chiamò Edmund.
“Sei
molto
coraggioso, ma l’essere cocciuto ti distingue da tutti gli
altri, quindi sarai
un Corvonero!”.
E ora mancava
solo Peter. Il bello doveva ancora venire. Volevo proprio sentire che
gli
diceva.
“Il tuo
coraggio supera tutti gli altri. Sei molto intelligente e questo
è il giusto
carattere che deve avere un vero Grifondoro!”.
Sul fatto che
lui era intelligente avevo qualcosa da ridire. Non avevo mai conosciuto
una
persona più stupida. Secondo me il Cappello si sbagliava di
grosso.
Lui se ne
tornò a sedere ed era allegro. Beato lui. A quanto pareva
anche lui era
perfetto in tutto.
“Adesso
scriverò gli insegnanti e gli allievi, ok?”disse
Hermione.
Tirò
fuori la
bacchetta e cominciò a scrivere nell’aria.
- HERMIONE, RON
LUCY (Tassorosso)
- HARRY,
GEORGE, NEVILLE
PETER, SUSAN (Grifondoro)
- LUNA,
CHO
EDMUND (Corvonero)
- GINNY,
FRED, MALFOY
CASPIAN, MIRIAM (Serpeverde)
“Hei, io
ho un
nome, stupida mezzosangue!”esclamò Draco
inferocito.
“Non ci
riprovare!”gli intimò Hermione.
“Sennò
che
fai?”la provocò. “Oddio che
paura…”e ora stava facendo tutte mosse strane. Che
incredibile deficiente.
Senza pensarci
due volte Hermione tirò fuori la bacchetta e urlò:
“Stupeficium!”.
Malfoy cadde a
terra e non si mosse più.
“Ma che
gli
hai fatto?”le chiese Peter curioso.
“Tranquillo,
non è morto, anche se penso che farebbe davvero un favore
all’umanità!”disse.
“L’ho solo schiantato!”esclamò
poi soddisfatta.
“Ma la
prossima volta vacci piano.”le disse George.
“Vorrei
vedere
te al mio posto.”le disse lei.
“Prende
in
giro anche noi Weasley, ma io ci passo sopra o gli rifilo una Pasticca
Vomitosa
nel tè!”le rispose.
“Reinnerva!”disse
Hermione e Malfoy ricominciò a muoversi.
“Che
avete da
guardare?”chiese gelido mentre si alzava.
“Ehi
Granger,
guarda che io con i Weasley non ci sto, è
chiaro?”ricominciò ad urlare.
“Che
pensi che
noi abbiamo voglia di stare con te?”gli disse Ginny.
Lui le
lanciò
un’occhiataccia.
“Sai, Malfoy, anche io ho un
nome!”gli disse
Hermione. “Ma a me non importa niente se non ci vuoi stare!
Tu ci hai voluto
seguire e ora tu fai tutto quello che ti diciamo noi!”.
Malfoy diede
un calcio a terra. Era arrabbiato.
“Ehi
Hermione,
mi faresti un favore?”le chiese George.
“Dipende
da
cos’è…”gli rispose lei.
Lui mi fece
l’occhiolino e poi le bisbigliò:
“Non
è che
potrei fare a cambio con mio fratello? Perchè Susan non
è che mi stia così
tanto simpatica…”.
“Senti,
fate
come vi pare, basta che vi cambiate solo voi due.”.
“Grazie
mille!”disse lui contento e si avvicinò al
fratello.
“Ehi
Fred, mi
fai un favore?”.
“Che
vuoi? Con
te non c’è mai da scherzare.”gli disse
Fred. “L’ultima volta che ti ho dato
retta ci siamo ritrovati con barba e capelli
bianchi…”.
“Facciamo
cambio casa?”gli chiese lui ignorandolo.
“Non se
ne
parla!”.
“Perché?”.
“Perché
io ora
sono un serpeverde!”.
“E cosa
c’entra?”.
“C’entra
che
io per questo breve soggiorno qui sono un serpeverde e non cambio idea
solo
perché me lo chiedi tu…”rispose Fred
non sapendo dove fosse il problema.
“E
allora?”.
George era un po’ perplesso.
“E
allora
significa che per un po’ saremo separati anche se i nostri
affari li
continueremo a fare insieme.”gli rispose Fred confortandolo e
dandogli una
pacca sulla spalla.
“Lo sai
Fred
che sei veramente stronzo?”.
“Lo
so!”.
Dopo questo
breve battibecco tra i gemelli, Hermione richiamò la nostra
attenzione.
“Come si
svolgono le vostre giornate qui?”ci chiese.
“In
genere
facciamo pratica.”le rispose Edmund.
“Tutto
il
giorno?”chiese Neville.
“No,
quando
non sappiamo che fare andiamo a fare delle escursioni o ci prepariamo a
difendere qui.”disse Peter.
“O la
mattina
o il pomeriggio dovrete trovare il tempo di allenarvi con
noi…”spiegò Harry.
“E voi
con
noi…”disse Caspian.
“Bhe,
è
assolutamente ovvio.”sviò Hermione.
Chissà perché…
“Io
direi di
cominciare subito.”disse Peter fermo.
“Peter
non
fare il secchione!”esclamò Edmund. “Non
sono nemmeno arrivati e tu già vuoi
cominciare a combattere!”.
“Edmund,
io
non voglio cominciare a combattere.”disse Peter.
“Io intendevo fargli visitare
i luoghi in cui dovremo combattere e in cui siamo stati, quindi io
direi di
andare subito dopo pranzo.”.
Peter era
allegro.
C’era da
essere allegri?
Io non ci
vedevo niente di allegro.
Doveva essere
pieno di sensi di colpa per come mi aveva trattato e
invece…lui era allegro.
“Andiamo
a
pranzo?”chiese Ron.
“Sì!”rispose
Lucy.
“Ma tu
mangi e
basta?”lo rimproverò Hermione.
“E
allora?”ribattè lui e lei non rispose.
Ritornammo
dentro e prendemmo ciò che ci avevano preparato i nani e i
fauni. Poi uscimmo
fuori e cominciammo a mangiare.
“Dove
andiamo
Peter?”gli chiese Susan.
“Sorpresa!”esclamò.
Tutti noi
eravamo in cerchio e Malfoy si era allontanato. Era solo.
“Io
provo a
parlargli!”dissi decisa.
“Io non
lo
farei…”mi avvertì Ginny.
“Non
costa
niente provare, no?”.
Mi alzai e mi
diressi verso di lui.
Gente,
eccomi qua!!! Ho aggiornato prima di quanto pensavate!!
Voglio
dire una cosa: HO UFFICIALMENTE CAMBIATO TITOLO!
Adesso
la ff si chiama Prince&Princess: la sorella di Caspian.
Il
titolo me l’ha suggerito MooN94 che ringrazio tantissimo
perché mi consiglia e
mi sopporta.
Anzi,
questo capitolo è dedicato a lei.
Ringrazio
chi legge, chi ha messo la storia tra i preferiti e le seguite.
E
un ultimo ringraziamento va a _Sister_ senza la quale non riuscirei a
continuare.
|
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Capitolo 12 *** Oddio Draco quanto sei stupido! ***
“Ciao!” lo salutai amichevolmente.
“Uhm…” si limitò a dire lui.
Ma perché certa gente è così difficile?
Dopo essere arrivata vicino a lui mi sedetti. Almeno un tentativo dovevo farlo. La cosa importante era essere uniti per combattere insieme. E io dovevo provarci.
“Siamo tutti lì, perché non vieni anche tu?” gli domandai calma.
“Io? Insieme a quegli stupidi mezzosangue amici di Potter?” esclamò. “Non se ne parla!”.
“Però rifletti: alla fine dovremo combattere tutti insieme e non credo che se stai qui da solo faremo amicizia…” obiettai.
“E IO dovrei fare amicizia con loro?” chiese.
“O chi se non tu?” urlai. “Vedi altre persone difficili e ostili agli altri?”.
Ecco, in quel momento mi guardò malissimo. Cazzo, stavo peggiorando la situazione. Ma perché a volte non chiudo la bocca?
“Ti ho già detto che io con quelli lì non ci faccio amicizia.” ripeté irritato.
“Se non vuoi farla con loro almeno falla con noi, mica ci schifiamo…”.
E anche questa volta mi guardò malissimo.
“Scusami se sono dura, solo che non riesco a essere diversa con le persone come te…”.
“Cosa ho che non va?” mi interruppe.
“Vuoi proprio saperlo?” gli dissi.
“Sì, perché io mi vedo tanto normale, ma gli altri pensano che io sia strano.” mi urlò contro. “A parte quelli di Serpeverde che naturalmente mi sostengono.”.
“Ecco, ma lo vedi come sei?” gli urlai contro pure io. “Sei un presuntuoso del cavolo! Fregatene di ciò che dicono gli altri! E smettila di fare l’attaccabrighe e di rompere. Inoltre ti isoli se non c’è la tua banda, senza non sei nessuno. Non fai amicizia e ti chiudi in te stesso.”.
“Tu non sai niente di me!” esclamò con il suo tono duro.
“Non mi sembra perché ti ho appena descritto per come sei veramente e non per come vuoi apparire!” obiettai.
“E tu chi sei per giudicarmi?”.
Stava cominciando a stufarmi, lui non era così.
“Sono la prima, forse stupida persona che ti ha chiesto di essere amico con me, Edmund, Lucy e tutti gli altri.” esclamai. “Non ti sto chiedendo di essere tutto rose e fiori con Harry e gli altri. Almeno però potresti fare uno sforzo con noi!”.
“Con voi posso anche provarci, con gli altri no!” disse.
“Ma infatti è ciò che ti ho chiesto. Ti ho detto che non ci schifiamo e non dovresti farlo nemmeno tu!” esclamai.
“Io non mi schifo!”.
“Non mi sembra se prendiamo in considerazione il tono con cui mi hai detto ‘con voi posso anche provarci’!” obiettai.
“In verità voi siete babbani e gli altri mezzosangue…”.
“E questo che vuol dire?” domandai gelida.
“Che siete sotto di me!” disse compiaciuto di sé stesso.
“E tu cosa sei?” domandai.
“Purosangue, cioè la razza che domina sui mezzosangue e soprattutto sui babbani!”.
“Ah, sì? Vogliamo proprio vedere?” dissi.
Mi ero alzata e la mia mano era scivolata sull’impugnatura del pugnale. Lo presi e glielo misi sulla gola.
“Vogliamo proprio vedere chi comanda? Eh, Draco, visto che non vuoi essere chiamato per cognome?” gli urlai. “Ti ho già detto che non conti niente, per una volta scendi dal quel piedistallo!”.
“Mi hai fatto arrabbiare!” esclamò.
Frugò nella tasca della felpa ma non trovò ciò che cercava: la bacchetta. Io intanto avevo rimesso a posto il pugnale e mi ero rialzata.
“Ce l’hai tu, vero?” disse in tono calmo.
“Beh, sono furba!” esclamai. “Quindi se la vuoi riavere ti conviene venire con me.”.
“Perché dovrei venire con una persona che ricatta la gente?” si lamentò. “Non è giusto! Voglio Pansy, Tiger e Goyle!”.
L’avevo fatto alzare, l’avevo preso per la felpa e lo stavo spingendo verso gli altri. Mi guardano tutti. Ci guardavano tutti. Era una sensazione strana avere gli occhi addosso.
“Ti prego, cerca di essere amichevole!” gli sussurrai.
“E tu fai meno la leccaculo!” esclamò.
“Hai ricevuto il messaggio?” esclamai tirandolo per la giacca. “Cerca di essere amichevole!”.
“Va bene, va bene! Sennò chissà che altro mi fai!” acconsentì in tono duro. “E piantala di tirarmi per la felpa: mi dà fastidio!”.
Arrivammo al centro del cerchio dove tutti avevano appena finito di mangiare.
“Ciao ragazzi! Lui è Draco.” dissi in tono solare. “Non ha avuto modo di presentarsi prima, ma ora ha molta voglia di fare amicizia e di conoscerci meglio, vero?”.
Lui annuì con un’aria molto da funerale. Cominciai a fare le presentazioni.
“Loro sono i Pevensie: Lucy, Susan, Edmund e Peter.” li indicai e loro lo salutarono con la mano con finto entusiasmo tanto da sembrare quattro cretini. “Lui invece è mio fratello!”.
“Pia…piacere di conoscervi!” rispose Draco con un finto sorriso.
Harry e gli altri erano letteralmente sconvolti per il cambiamento che ero riuscita a fargli fare. Almeno un passo avanti l’avevo fatto.
“Io direi che possiamo prepararci per questa mini escursione.” disse Peter.
Ci alzammo e andammo dentro la tavola di pietra a preparare le nostre cose.
“Si può sapere come diavolo hai fatto?” mi chiese Ginny stupefatta.
“Dici con Draco?”.
“Sì, come hai fatto?” disse Harry. “Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!”.
“Devi solo urlargli un po’ che poi alla fine si calma!” risposi.
“Io una volta gli ho tirato un pugno, ma non è servito a molto…” intervenne Hermione. “Continua a chiamarmi mezzosangue.”.
“Sai, penso che dopo che l’hai schiantato la smetterà.” la rassicurai.
“Ehi Miriam, puoi venire un momento?” mi disse una voce.
Mi staccai dal gruppo delle ragazze e tornai all’entrata.
“Cosa vuoi Peter?” gli dissi fredda.
“Ti dovrei parlare…” disse facendomi strada in camera. Anche se controvoglia acconsentii.
Entrammo e lui si chiuse la porta alle spalle.
“Te lo ridico Peter: cosa vuoi?” ripetei fredda. “Ti sei comportato male con me fino ad ora! Non capisco cosa tu possa volere!”.
“Lo so, ma sono qui per chiederti scusa.” disse. “Mi sono comportato da schifo e voglio rimediare!”.
“Non mi parli da quando siamo tornati e ora pretendi che ti perdoni dopo una semplice scusa? Non è così che funziona il mondo!” risposi facendo per andarmene.
“La colpa è anche tua se abbiamo perso!” mi urlò.
A quel punto mi volta, andai verso di lui e gli diedi uno schiaffo.
“Anche Susan te l’ha detto! Non hai ragione! Che colpa ne ho io se non sono riuscita ad aprire la grata perché ero sola e in più sono anche sdatta? Voglio proprio che me lo spieghi! E non sarebbe una cattiva idea se ogni tanto la smettessi di essere presuntuoso! Hai trattato male anche Caspian! Fra tutti e due fate a gara a chi vuol fare più il grande! Ma chi vi credete di essere? Non siete nemmeno capaci di guidare della gente in battaglia!”.
Finalmente mi ero sfogata. E che cavolo! Dopo un po’ sì, ma poi alla fine uno si stufa! Quando è troppo è troppo!
“Ah, maledizione!!! Mi fai spiegare invece di avere attacchi da matta?”.
“Io non ho attacchi da matta, sei tu che mi provochi!”.
“Io ti sto chiedendo scusa anche per il comportamento di adesso! So che non è colpa tua, ma dovevo trovare qualcuno su cui scaricare il mio fallimento! Ti sta bene?” urlò.
Non so cosa mi trattenne dal dargli un altro schiaffo. Mi chiede scusa in quella maniera? Ma che bel modo!
“Sì, ora sono molto più contenta! Ma almeno le tue scuse potresti farle meglio!” esclamai.
“Anche tu però dovresti capire…” si giustificò.
“Cosa dovrei capire?” urlai.
Non c’era niente da capire! Quello che aveva detto era più che sufficiente.
“Senti, io ho quattro presone da proteggere: tu, le mie sorelle e mio fratello. In più c’è anche un esercito e…”.
“Caspian non è tra le persone da proteggere, vero?” lo interruppi.
“Caspian è grande abbastanza da fare da solo!” esclamò.
Sì, certo! Tanto se gli capita qualcosa sono io quella che soffre. Che nervi!!
“Senti, non ti basta perdonarmi? Ho fallito e mi dispiace!” mi stava implorando.
Riflettei un po’, ma alla fine presi la mia decisione: l’avrei perdonato.
“Scuse accettate.” dissi.
Lui venne verso di me e mi abbracciò più forte che poteva e quasi mi stritolò. Poi sentii qualcosa di umido sulla mia spalla.
“Peter!” dissi. “Non starai piangendo, vero?”.
“No, no…”.
“Peter, stai piangendo! Perchè? Questa data è da ricordare gente! Peter Pevensie piange perché è ferito dal suo orgoglio!”.
Poi come se niente fosse successo scoppiò a ridere.
“Peter? Peter? Certo che sei strano…Due secondi fa piangevi e ora ridi come un pazzo…” commentai.
In quel momento entrò Susan.
“Perché sta ridendo?” chiese.
“Perché è completamente impazzito!” esclamai ironica.
Poi entrò Edmund che guardò malissimo il fratello.
“Non è che per caso quei maghi gli hanno fatto qualche maleficio?” chiese.
“No, probabilmente sono io.” risposi.
“Edmund, mica parlavi di noi, vero?” esclamarono i gemelli Weasley.
“No, ragazzi, tranquilli, era solo una figura grammaticale!” li rassicurò.
“Peter, dacci un taglio!” esclamò Susan.
“Ma che cos’è questa confusione?” chiese Lucy entrando.
“Peter, la vuoi smettere?” ridisse Susan.
“Tuo fratello non sta bene!” disse Edmund rivolto a Lucy.
“E’ anche tuo fratello!” gli rispose lei.
“No, no! Io non ho un fratello matto!” esclamò lui.
“Io non sono matto!” esclamò tutto d’un tratto Peter.
“Finalmente hai smesso! Cominciavo a non sopportarti più!” esclamai.
Per tutta risposta lui cominciò a imitarmi facendo tutti dei versi e delle mosse strane. Io naturalmente mi misi a ridere.
“Pure tu? Eh, ma non è possibile!” esclamò Susan.
Edmund si chinò su di me e si mise a farmi il solletico. Risi ancora più forte.
“Edmund, non ti ci mettere pure tu!” gli disse Susan mentre anche lui rideva.
“Almeno io sono tornato normale!” disse Peter.
“Non interessa a nessuno!” esclamò Susan. “Ora trova un modo per dividerli!”.
“Ragazzi ma che succede?” domandò Caspian entrando con tutto l’Ordine.
“Penso sia chiaro, no?” disse Susan, ora arrabbiata.
“Smette uno e comincia l’altra!” esclamò George. Susan lo fulminò con lo sguardo.
“Ma se andiamo avanti così apriamo la Fabbrica del Sorriso!” disse Hermione e gran parte della gente si mise a ridere.
Io stavo morendo: c’era Edmund che non la smetteva e io che ridevo come una pazza rotolandomi di qua e di là.
“Ora basta! Edmund vieni via!” gli intimò Susan.
“No, Susan non si fa così!” esclamò George. “Levicorpus!”.
Finalmente smisi di ridere. Quello che vedevo era Edmund sospeso a mezz’aria sopra di me.
“George, non è divertente! Mettimi subito giù!” esclamò Edmund.
“Sì, subito!” disse lui.
Non feci in tempo ad alzarmi che Edmund mi piombò sopra. Cavolo, anche se era magro pesava lo stesso! Tutti mi vennero incontro dicendo:
“Ma si sarà fatta male?”.
“George sei un cretino!” esclamò Ginny.
“Oddio, Miriam, stai bene?” mi chiese Edmund.
“Edmund, hai la testa dura e mi sei precipitato nello stomaco!” dissi dolorante.
“Scusami tanto! Però guarda il lato positivo: io sto bene!”.
“Edmund stai zitto e levati dalle palle, ché pesi!” esclamai.
Non ci eravamo accorti, ma ci fissavano tutti.
“E voi che accidenti avete da guardare?!” dissi acida.
“Quando avete finito possiamo anche andare.” disse Peter.
Ci rialzammo e Caspian disse:
“Certo che con voi ci vuole pazienza…”.
“Caspian…” lo ammonii.
“Sì, scusa.” disse. “Dai salta su. Ho voglia di portarti fino alle canoe.”.
Gli salii sulle spalle.
“Grazie Caspian!” esclamai e lo baciai sulla guancia.
Passammo accanto a Edmund e gli dissi:
“Ciao Edmund!”.
“Ehi, non è giusto!” esclamò. “Peter, mi porti?”.
“Col cavolo Edmund!” esclamò suo fratello. “Vai con le tue gambe.”.
Edmund tornò sui suoi passi e gli feci la linguaccia.
“Quando fai così non ti sopporto…” sbuffò.
“Ma è questo il bello di essere me, no?” risposi. “Sono fatta così.”.
“E a volte non sei per niente divertente!” esclamò una voce fredda da dietro.
“Ehi, Draco, rilassati!” lo ammonii.
“Rivoglio la mia bacchetta!” esclamò.
“Quando avrai capito come ci si comporta se ne riparlerà!” dissi.
“Stronza!”.
“Draco smettila!” lo ammonì Edmund.
“E’ tutto sotto controllo!” lo rassicurai.
Draco ci passò avanti con un’aria veramente contrariata.
“Che tipo strano…” commentò Caspian.
“Ha solo bisogno di un po’ di amicizia, tutto qui.” dissi.
Arrivammo alle canoe e Caspian mi rimise a terra.
“Peter, cos’hai in mente?” gli chiese Lucy.
“Tante belle cose per oggi pomeriggio!” esclamò lui.
“Tipo?” esclamò Susan.
“E’ una sorpresa!” disse lui.
“Basta che non ci perdiamo!” esclamò Luna.
“Tranquilla, lui è un maestro nel perdersi!” scherzò Edmund.
“Ma quanto sei spiritoso Ed!” esclamò Peter.
Gli altri risero alla battuta di Edmund. Ma come faceva a essere così?
“Se prima di notte vogliamo partire…” disse Caspian.
“Sì, hai ragione. “ rispose Peter. “Dovete andare massimo in tre su ogni canoa. Chi non sa pagaiare deve andare con uno di noi.”.
“Io so farlo!” esclamò Neville.
A quella notizia gran parte dei suoi amici rimase a bocca aperta.
“Allora puoi insegnare a chi non è capace…” gli disse Peter sorridendo.
Mi diressi verso una canoa e ci saltai dentro.
“Draco, puoi venire un attimo?” lo chiamai.
Venne verso di me e disse scocciato:
“E ora che altro vuoi?”.
“Tieni, riprenditela!” gli dissi porgendogli la bacchetta.
La riprese e se ne tornò dove era.
“Un grazie sarebbe sufficiente!” gli urlai, ma non si voltò.
“Posso venire con te?” mi chiese Ginny.
“Ma certo!” esclamai.
Vidi Hermione e Draco salire con Peter, Ron con Susan, Fred e George con Edmund, Harry con Lucy, Cho con Caspian e Luna con Neville.
Eravamo sull’insenatura a est di Beruna.
“Seguitemi!” esclamò Peter.
Ci infilammo dentro un fiumiciattolo e partimmo.
Ciao a tutti!!!! Come va? Eccomi ancora qua con nuovo capitolo!!
Ultimamente aggiorno molto spesso! E questo lo devo tutto a MooN94 che legge quello che scrivo e che mi sopporta!!!! Grazie, non finirò mai di dirti grazie.
E poi naturalmente c’è _Sister_ che pure lei mi sopporta e legge i miei scleri. E ringrazio tanto anche lei!
Ora che dire? Questo è il mio nuovo capitolo!
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino o una piccola recensione. A mio parere era un po’ stupido…però sta a voi decidere!!!
Un bacio!
Miriam. |
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Capitolo 13 *** Che bello!Ci siamo persi! ***
“Ehi
Ginny, mi insegni qualche incantesimo?” le chiesi.
“Che
tipo?” mi disse. “Perché ce ne sono
diversi: quelli Evanescenti, quelli di
Appello, di Difesa e molti altri.”.
Non
risposi subito. Sinceramente non sapevo bene quale potevo imparare, per
me
erano tutti uguali. Poi mi voltai verso la canoa in cui
c’erano Edmund e i
gemelli.
“Non
ti sembra che Edmund e i tuoi fratelli stiano confabulando un
po’ troppo?” le
dissi e lei fece sì con la testa.
“Perché
non me ne insegni uno per disturbarli un po’?”.
“C’è
quello che ha fatto prima George a Edmund…” disse.
“E
allora che ne dici di farli divertire un po’?”
proposi.
“Ci
sto!” esclamò e le diedi il cinque.
“Prima
di fare l’incantesimo facciamo un po’ di
prove.” cominciò. “Il movimento che
devi fare con la bacchetta è questo: agitare e
colpire.” e me lo fece vedere.
“Così?”
dissi provando.
“Sì,
esatto. Adesso, mentre fai quel movimento pronuncia
‘Levicorpus’ puntando la
bacchetta verso di me per prova.”.
Presi
la sua bacchetta e feci come mi disse e in breve tempo Ginny si
trovò sospesa a
mezz’aria.
“Brava!”
esclamò Hermione dalla sua canoa.
“Adesso,
molto lentamente abbassa la mano.” mi disse Ginny.
Nel
giro di qualche secondo lei tornò sana e salva nella canoa.
“Come
prima volta devo dire che non è stata niente
male!” si complimentò.
“Grazie!”
le dissi.
I tre
erano ancora lì che confabulavano. Nemmeno si erano accorti
che avevo appena
fatto volare Ginny.
“Ma
secondo te che ore sono?” le chiesi.
“Non
lo so, forse sono le cinque…” rispose lei
vagamente.
“Ok,
sono pronta!” esclamai. “Edmund non sarà
così tanto contento.”.
“Ricordati
il movimento!” si raccomandò.
Mi
concentrai e fissai Edmund. Gli puntai contro la bacchetta e pronunciai:
“Levicorpus.”.
Lui
cominciò a fluttuare mentre si guardava intorno spaesato.
Quando si rese conto
che ero io a tenerlo sospeso cominciò a dire un sacco di
cose a cavolo:
“Miriam
mettimi giù subito! Non sei per niente divertente! Smettila!
Questa me la
paghi, in qualunque modo!” Oddio, come urlava. “Voi
due siete gemelli e maghi! Fate
qualcosa!” disse poi ai gemelli.
Alla
fine lo rimisi sulla barca, ma non come avevo fatto con Ginny, lo feci
cadere
proprio di botto. Io e gli altri ridevamo.
Peter
intanto stava accostando e disse:
“Ragazzi,
ci fermiamo per un po’.”.
Accostai
pure io e scesi insieme a Ginny.
“Sai
Miriam, mi sa che ti conviene correre…” mi
sussurrò Ginny.
Mi
girai e vidi Edmund che stava correndo a tutta birra verso di me. Oh
cazzo! Di
quel passo mi avrebbe raggiunto subito. Non sapevo da che parte
correre. Alla
fine decisi di andare dritta. Lui mi arrivò quasi subito e
come un felino mi
buttò in acqua. A quel punto mi tuffai e cominciai a
nuotare. Lui fece lo
stesso e mi mise la testa sott’acqua. Quando riemergemmo
scoppiammo a ridere.
Che scarsa che ero!
“Hai
avuto la tua rivincita!” gli dissi. “Sei contento
ora?”.
“Certo
che sì!” esclamò. “Prima mi
hai fatto prendere un colpo.”.
Sorrisi.
Mi voltai un attimo e quando mi rigirai lui era ancora lì
che mi fissava.
“Ed,
che c’è?” gli chiesi.
“No,
niente, è che…”.
“Ragazzi…”
lo interruppe Caspian. “Dovete venire immediatamente.
È successa una cosa non
tanto bella.”.
Ci
guardammo stupiti e uscimmo dall’acqua. Che poteva mai essere
successo?
Edmund
e Caspian si misero a correre, ma io non riuscivo a stargli dietro.
“Prova
a non farti aspettare!” esclamò Edmund girandosi
verso di me.
“Edmund,
attento, c’è…” non feci in
tempo a finire la frase che andò a sbattere contro
un albero dalla corteccia piuttosto spinosa. Cacciò un urlo
spaventoso. Io gli
passai avanti. Quando non lo vidi più dietro di me chiamai
Caspian e lui si
fermò.
“Vado
a vedere che fine ha fatto quell’imbecille.” gli
dissi.
“Ok,
ma non ci mettete ore!” esclamò.
Tornai
indietro. Era lì vicino all’albero che si stava
tastando la guancia. Era piena
di corteccia mista a sangue che piano piano scendeva.
“Quanto
sarai cretino?” gli dissi.
“Ti
prego toglimela!” esclamò.
Ne
tolsi un po’, e scoprii dei taglietti. Non erano ben puliti,
un po’ di
corteccia era andata lì dentro.
“Cosa
ho?” mi chiese impaziente.
“Tranquillo,
sei ancora vivo.” gli dissi. “Ora andiamo, gli
altri ci aspettano.”.
Stava
per toccarsi la guancia ma lo fermai prendendogli la mano.
“Non
ti toccare.” gli dissi. “E ora stai al mio
passo.”.
“E
se
sali sulle mie spalle? Tanto sei leggera.”.
Acconsentii
e in breve arrivammo dove erano anche gli altri. Stavano tutti in
cerchio e
Peter, Caspian, Lucy e Susan si guardavano intorno.
“Ed,
Miriam” cominciò Peter. “Voi vi
ricordate questo posto per caso?”.
Scesi
dalle spalle di Edmund e cominciai a guardarmi intorno pure io. Poi
andai verso
il fiume e mi guardai sia a destra che a sinistra. L’ordine
ci guardava un po’
male.
Comunque
quel posto non mi ricordava niente, non c’ero mai stata,
né me ne avevano mai
parlato. Un pensiero mi balzò in testa: non è che
ci eravamo persi?
Alla
domanda di Peter io e Edmund scuotemmo la testa.
“Cazzo,
cazzo, cazzo!” esclamò Peter preoccupato.
“Peter
che succede?” gli chiese Lucy.
“Peter!”
esclamò Susan.
“Mica
ci saremo persi?” azzardò Caspian.
“Sì.”
disse
Peter in un sussurro.
“Come
sì?” disse Hermione.
“Ci
siamo persi.” spiegò. “Devo aver preso
il ruscello sbagliato e mi dispiace. Per
questa notte ci accamperemo qui e domani riprenderemo il
cammino.”.
“Ma
dove volevi portarci?” gli chiese Luna sognante.
“A
Cair Paravel.” rispose
lui.
“E
certo
che hai sbagliato!” esclamai. “E’ il
primo ruscello che porta a Cair Paravel,
non il terzo!”.
“Scusate,
io sono desolato!” disse dispiaciuto. “Ora vado a
caccia per rimediare qualcosa
da mangiare. Ed, Caspian, venite con me?”.
Loro
fecero sì con la testa.
“Noi
che facciamo?” chiese Ron.
“Io
direi
di accendere un fuoco.” proposi.
“Hai
ragione!” disse Lucy.
“Ecco
la legna!” esclamò Cho facendo atterrare sul
terreno più di dieci legni.
Ma
Edmund dove era? Aveva tre tagli sulla guancia e lui andava pure a
caccia? Ma
che cosa intelligente.
“Edmund,
torna subito indietro! Non ti porto a caccia in questo
stato!” esclamò Peter.
“Scusa
Peter, non mi ricordavo!” esclamò tornando
indietro. “Ora vado!”.
“Miriam,
mi serve un favore…” disse venendo verso di me.
“Sì,
vuoi che ti curi i tagli.” obiettai.
“Sì,
o
magari…” disse. “Lucy, mi dai una goccia
di quell’affare?”.
“Guarda
che per tre tagli mica muori!” esclamò lei.
“E poi se lo prendessi ti farebbe
svenire per alcune ore, quindi non penso che ti convenga.”.
“Lacarnum
Inflamare!” esclamò Hermione e la legna prese
fuoco.
“Siediti
qui!” gli indicai un albero vicino al fiume.
“Ringrazia che ho con me una
pinzetta, sennò avrei dovuto fare tutto con le mani e fidati
sarebbe stato
molto peggio.”.
Andai
vicino al fuoco e ci misi sopra la pinzetta per disinfettarla e poi
tornai da
lui.
“Ma
che gli hai fatto?” disse indicandola. “Mica mi
brucerai, vero?”.
“Sì,
ti do fuoco e poi ti seppellisco facendoti a pezzettini!”
esclamai ironica.
“Divertente!”
commentò lui.
“Dai,
l’ho solo disinfettata. Stai tranquillo.” lo
rassicurai. “Ora manda indietro la
testa. Forse ti farò un po’ male.”.
“Ok,
però fai piano.”.
“Sono
solo un po’ di schegge!” esclamai. “Se
stai fermo facciamo in fretta.”.
Cominciai
il mio lavoro. L’avevo già fatto una volta su me
stessa e mi ricordo che mi ero
fatta un po’ male. Speravo di non ripetere la stessa cosa su
di lui.
Poi la
sua testa tornò dritta.
“Ti
ho
fatto male?” gli chiesi.
“No.”.
“Allora
manda indietro la testa!” esclamai e lui obbedì.
Il
primo taglio ricominciò a sanguinare dopo poco.
“Hai
un fazzoletto?” gli chiesi.
“Sì,
tieni!” e me ne porse uno con le sue iniziali.
Lo
bagnai nel fiume e poi gli tamponai il taglio.
“Senti
ti tengo la testa con la mano, sennò vedo che da sola non ci
sta.” esclamai.
Borbottò
qualcosa che non riuscii a capire. Dopo un po’ il primo
taglio era privo di
schegge e passai al secondo.
Si
vedeva che un po’ gli faceva male, solo che non lo voleva
dire. Anche il
secondo taglio ricominciò a sanguinare.
“Edmund,
stai fermo sennò ti faccio ancora più male.
Casomai stringi il mio braccio.
Tanto ho quasi fatto.” lo rassicurai.
Dopo
circa cinque minuti estrassi l’ultima scheggia.
“Fatto!”
esclamai.
“Grazie
mille!” disse facendo per alzarsi.
“No,
stai fermo qui!” esclamai. “Tienici il fazzoletto,
magari smette di
sanguinare.”.
“Sanguino?”.
“Sì,
perché sei stupido!” dissi ironica.
“Come hai fatto a non accorgerti
dell’albero?”.
“Stavo
urlando a te…” mi rispose sorridendo.
“Eh
già!” esclamai. “Ora dammi il fazzoletto
che lo ribagno.”.
Lo
bagnai e glielo misi sulla guancia. Mi guardava, ma non come lo faceva
di
solito. Era uno sguardo molto più intenso. Il bello era che
era la seconda
volta che lo faceva.
“Edmund,
cosa ho?” gli chiesi.
“No,
così…” rispose vago. “Oh,
guarda, Peter e Caspian sono tornati con un bel
bottino!” sviò il discorso. Quel ragazzo non me la
raccontava giusta.
I due
erano tornati con un bel po’ di carne di cervo.
“Io
direi di cuocerlo…” propose Caspian.
“Ed,
ma la tua guancia…”. Peter aveva gli occhi sbarrati
“Tranquillo,
tra poco starà meglio.” lo rassicurai.
“Tra
poco intendi quando ogni goccia del suo sangue sarà uscita
dal suo corpo?”.
“No,
intendo dire che non sono dei tagli gravi e quindi non
morirà dissanguato!” esclamai.
Susan,
Lucy e tutti gli altri stavano chiacchierando davanti al fuoco. Caspian
mise a
cuocere la carne e poi la mangiammo. Certo, non era il massimo,
però era
mangiabile.
Harry
si mise a raccontare delle avventure che aveva vissuto insieme a Ron e
Hermione. Poi anche gli altri parlarono e quando fu la volta di Luna
dissi
scherzando:
“Parla,
O falce di Luna Calante…”.
“Oh,
ti
prego, lascia stare D’Annunzio!” esclamò
Susan.
“Chi?”
chiese Luna.
“Lo
conosci?” le chiesi ignorando Luna.
“A
scuola studio letteratura italiana.” affermò.
“Scusate,
ma dovrei parlare io, non voi” esclamò
l’altra sempre nel suo tono sognante.
Dopo
che lei finì Neville disse:
“Io
ho
sonno!”.
“Hai
ragione, ora dormiamo.” disse Peter.
Gli
altri si alzarono e io andai verso Edmund.
“Fammi
vedere i tagli.” gli dissi.
Si
tolse il fazzoletto e sembrava tutto a posto.
“Bene,
non sanguinano più, però tienici ugualmente il
fazzoletto.” gli suggerii. “Meno
lo esponi alla polvere e meglio è.”.
Ora
stavo cominciando a sentire freddo. Fino a quel momento non me ne ero
accorta
ma con il vestito sbracciato non era poi così caldo.
Incrociai
le braccia per farmi caldo, però non passava.
“Senti
freddo?” mi chiese Caspian. Annuii.
“Se
dormi vicino a me magari ne senti meno.” mi propose
sorridendo.
Mi
stesi a terra e lui mi abbracciò.
“Va
meglio?” mi chiese. Annuii di nuovo. Dopo poco mi addormentai.
Sognai
tante persone che non avevano a che fare nessuna con l’altra.
Poi di colpo mi
svegliai. Ero nello stesso punto in cui mi ero addormentata. Sopra di
me c’era
una giacca a coprirmi. Rispetto a prima però mancava
qualcosa. Alla mia
sinistra c’era Edmund rannicchiato su se stesso come la sera
prima. Alla mia
destra però c’era Susan. Dov’era finito
Caspian?
Mi
misi seduta e lo vidi vicino al fiume. Mi alzai, presi la giacca e
andai verso
di lui.
“Caspian,
che ci fai qui a quest’ora?” gli chiesi.
“Non
riuscivo a dormire.” rispose. “E tu?”.
“Mi
sono appena svegliata da un sogno stranissimo dove tra
l’altro c’eri anche tu.”
risposi. “Non ti ho visto e sono venuta a
cercarti.”.
“Fico!”
commentò.
“E’
strabiliante sentire come sia cambiato il tuo linguaggio.”
dissi.
“Tu
e
i Pevensie ne siete la causa.” obiettò.
“Già…”.
“Hai
visto che bel cielo stellato?” mi disse indicandolo.
Alzai
lo sguardo e vidi tanti puntini bianchi che brillavano.
“Che
bello!” esclamai.
“Sai,
anche a papà piacevano e la notte a volte mi portava con
sé a vederle.” mi
raccontò.
“Tuo
padre doveva essere molto buono.” dissi.
“Miriam,
ti prego, non chiamarlo tuo padre.
Anche tu eri e sei sua figlia!” esclamò.
“Papà
doveva essere molto buono.” riformulai la frase.
“Era
splendido. Ci voleva bene veramente e non ci lasciava mai da soli. Si
divertiva
a stare con noi.” mi disse.
“Tu
ed
io eravamo affezionati veramente a nostro padre, vero?”
domandai.
“Molto.
Se solo penso alla fine che ha fatto. Miraz lo ha ucciso nel modo
più brutto.” disse.
“La sera andai a letto. La mattina mi svegliai di buon umore
e lo andai a
cercare. Aprii la porta e quello che vidi fu tanto sangue e lui morto
sul
letto. Miraz era lì e cercava di calmarmi. Proprio lui che
lo aveva ucciso! Però
gliela farò pagare! Lo ucciderò!” aveva
gli occhi gonfi e le lacrime cominciarono
a scendergli sulle guance.
“Caspian.”
non dissi altro e lo abbracciai. “Non fare
così…” non sapevo che altro dirgli
per consolarlo.
“No,
lasciami finire.” continuò. “Dopo la sua
morte niente è più stato come prima,
però c’eri tu. Riuscivi a farmi ridere nei momenti
in cui ero uno straccio.
Quando lui morì tu eri piccola e incapace di capire la
situazione. Quando mi
vedevi triste cercavi sempre di farmi ridere e ci riuscivi. Penso che
eri
diventata la mia unica ragione di vita, l’unica ragione per
cui non mi sono
ucciso.
Poi,
dopo un po’ ricominciai a vivere e a ridere senza il tuo
aiuto.
Quando
avevi sedici anni ti venni a cercare, ma non c’eri. Ti cercai
tutto il giorno.
Miraz disse che eri stata rapita dagli abitanti di Narnia. Io non ci ho
mai creduto.
Tu non puoi capire quanto tu mi sia mancata con il tuo sorriso e la tua
voglia
di vivere. Io sono troppo orgoglioso e non ho mai dimostrato a nessuno
questo
mio lato fragile. Ti voglio bene anche se a volte sono un po’
duro con te.” ora
stava piangendo.
“Tu
non sei mai stato duro con me. Anche io ti voglio bene anche se non mi
ricordo
niente della vita che avevo qui.” continuava a piangere e le
lacrime scendevano
velocemente sul suo viso. Glielo presi tra le mie mani. “Non
essere triste,
sono tornata e voglio farti ridere ancora!”.
Gli
asciugai le lacrime. Alla fine mi sorrise e mi baciò sulla
fronte.
Poveretto,
chissà quanti anni erano che si voleva sfogare, che voleva
dire al mondo la sua
versione. E quando stava male faceva stare male pure me.
Chiacchierammo
un altro po’ e poi ci addormentammo di nuovo.
La
mattina fummo svegliati da Lucy che urlava:
“Svegliatevi!
Peter, non ti eri perso! Guarda dove siamo!”.
Chissà
dove saranno andati a finire i nostri cari personaggi? A
voi le ipotesi!
Eccomi
tornata con un nuovo capitolo!
Scusate,
è un mese che non aggiorno, ma la scuola mi impegna
molto e non ho molto tempo di scrivere. Tranquilli,
continuerò ancora a
scrivere questa storia.
All’inizio
non funzionava, ma nel tempo ha recensito molta più
gente e voglio proprio ringraziarli!
Grazie
veramente di cuore. Senza di voi non potrei andare
avanti.
Grazie
a MooN94 che mi sopporta e mi sostiene.
Grazie
a _laura17_ che mi ha fatto un recensione neutra ma la
ringrazio ugualmente per aver espresso il suo parere.
Grazie
a FrancyPevensie che a quanto pare ha apprezzato
veramente la mia storia. Grazie mille di tutti i tuoi complimenti!
Alla
prossima!
Miriam.
|
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Capitolo 14 *** La più grande scoperta: l'armadio funziona ancora! ***
“Lucy
tappati quella bocca!” esclamò Edmund.
“Peter,
svegliati! Non ci siamo persi!” continuò lei.
“Lucy,
ora smettila!” le intimò Susan.
“Se
sto urlando da qualche minuto un motivo ci sarà, non
credi?” ribattè lei.
“Allora
sentiamo!” esclamò Peter scocciato.
“Cosa c’è?”.
Intanto
tutti gli altri si erano svegliati, pronti ad ascoltarla.
“Guarda
dove ho sbattuto la testa! Guarda Peter! Lo riconosci?”
esclamò indicando un
palo grigio ricoperto da piante rampicanti. Lui si alzò in
piedi e lo osservò
meglio.
“Hai
capito dove siamo?” esclamò Lucy.
“Il
lampione!” esclamò Peter incredulo.
“Il
lampione? Quindi siamo vicino all’armadio!” ne
dedusse Susan.
“Ma
come abbiamo fatto ad allontanarci così tanto?”
chiesi da sotto la giacca di
Caspian.
“Che
hai detto?” mi chiese Peter.
Mi
tolsi la giacca di Caspian per parlare meglio e ripetei la domanda.
“Non
ne ho la più pallida idea.” esclamò.
“In
effetti è strano: l’altra volta abbiamo impiegato
giorni per andare da qui alla
Tavola di pietra, mentre oggi ci abbiamo messo solo poche
ore!” osservò Edmund.
“Senti,
non mettiamoci a discutere, l’importante è che non
ci siamo persi!” ribattè
Peter.
“Quando
avete finito i dialoghi tra voi ci spiegate che succede?”
disse Hermione.
Peter
spiegò brevemente i fatti e sugli altri apparve il sorriso
perché erano sicuri
di non essersi persi. Ci alzammo in piedi e ci dirigemmo verso le
canoe, tranne
Edmund e Caspian.
“Scusate,
dove state andando?” gli chiese Peter.
“Visto
che siamo qui tanto vale fare un giretto.” rispose Edmund.
“Ma
ti
ha dato di volta il cervello?” lo rimproverò il
fratello. “L’ultima volta che
siamo passati per lì ci siamo ritrovati nel nostro mondo e
non siamo più potuti
tornare qua. Per non parlare dei casini che sono successi nella nostra
assenza!”.
“Però
io penso che se vado anche io con lui questo non
accadrà.” intervenne Caspian.
“Io sto a Narnia e in qualche modo devo tornarci.”.
“Vi
state mettendo nei guai!” esclamò Peter.
“Io
vado con loro!” esclamò Luna in tono sognante.
“Ma
allora vado pure io!” sentenziò Neville.
“Io
ci
sto!” esclamò Cho.
“Anche
io!” disse Susan.
“Ma
che stai facendo?” la rimproverò Peter.
“Caspian
ha ragione: lui sta qui e in qualche modo deve tornarci, quindi
torniamo anche
noi!” esclamò lei.
Anche
tutti gli altri aderirono e anche Peter dovette cedere. Edmund e
Caspian avevano
il sorriso sulle labbra, come se avessero appena conquistato qualcosa.
Cominciammo a seguire Edmund e i suoi fratelli attraverso un vialetto
sterrato
e ricoperto di erba. C’erano tanti alberi.
Oddio
che affermazione cretina. Se siamo in una foresta cosa pensi che ci sia
la
sabbia? A volte mi meraviglio della mia stupidità.
“Ragazzi,
datemi retta, quel passaggio ormai si è chiuso!”
esclamò Peter.
“E
questi secondo te che sono? Visoni morti?” disse Edmund
indicando dei cappotti.
“Non
ci credo!” esclamò Susan.
“Ma
allora non si è mai chiuso!” esclamò
Lucy.
“E
allora perché da di là non siamo più
potuti tornare?” chiese Peter.
“E
chi
lo sa?” disse Susan. “L’importante
è che adesso possiamo andare a trovare il
professore!”.
“Il
professor Diggory?” chiese Cho.
“Sì,
proprio
lui!” dissi.
“Grandioso!”
esclamò lei con finto sarcasmo.
Continuammo
ad andare verso l’armadio.
“Ahi
Caspian!” esclamai.
“Ehi
Susan, la vuoi finire?” le disse Peter.
“Ragazzi,
non urlate!” esclamò Lucy.
“Io
certo che urlo se mi acciacchi i piedi!” obiettò
Edmund.
“Harry,
la pianti di inciampare?” gli disse Ron.
“Scusa
ma è troppo buio e non ci vedo.”.
“Luna,
non spingere!” esclamò Hermione.
Io ero
schiacciata tra Peter e Ginny. Lei mi spinse in avanti e persi
l’equilibrio.
Uscimmo dall’altra parte dell’armadio con un gran
frastuono.
“Ma
che succede?” esclamò il professor Diggory
alzandosi velocemente da un letto.
Sulla
sua faccia apparve un’espressione di stupore vedendoci
improvvisamente in
camera sua.
“Professor
Diggory!” esclamò Peter.
“Ma
voi siete i quattro fratelli Pevensie?” chiese.
“Sì!”
esclamò
Edmund.
“Quanto
siete cresciuti ragazzi!”
Poi
sbirciò dietro di loro e squadrò me e Caspian.
“E
loro chi sono?” chiese infine.
“Io
sono il principe Caspian!” si presentò lui.
“Il
principe di Telmar?” disse sbalordito.
Caspian
annuì.
“Mio
re!” fece per inchinarsi ma lui lo fermò.
“Questa
è mia sorella, la regina Miriam decima, ma forse lei la
conosce solo per Miriam.”
mi presentò.
“Miriam,
quanto tempo era che non ti vedevo!” esclamò.
Guardò
ancora dietro e squadrò adesso tutto l’Ordine.
“E
voi
chi siete?” gli domandò.
“Penso
che lei mi conosca bene e pure gli altri!” intervenne Cho.
“Io sono Cho Chang.”.
Sul
viso del professore apparve un filo di tristezza.
“La
ragazza del mio Cedric?” le chiese.
Lei
annuì.
“Ma
allora voi siete i ragazzi di Hogwarts. E tu”
indicò Harry. “Tu sei Harry
Potter, colui che ha riportato il corpo del mio Cedric. Non sai quanto
te ne
sono grato!”.
La
povera Cho si stava per mettere a piangere, quando Harry
arrivò e l’abbracciò
per consolarla.
“Ma
che ci facevate a Narnia? E perché il passaggio non si
è chiuso?” domandò il
professore.
In
breve spiegammo quale era la situazione a Narnia e il professore ne
rimase
sbalordito.
“Ma
come è possibile? Un mago a Narnia? Non si era mai sentita
una cosa del genere!
Dovete assolutamente saperlo combattere!”.
Cominciò
a camminare su e giù per la stanza.
“Dovete
addestrarli!” esclamò rivolgendosi
all’Ordine. “E’ l’unica
soluzione. Conto su
di voi per la liberazione di Narnia. Su tutti voi.” e li
indicò uno per uno.
“Da
quanto mi avete raccontato però posso dedurre una
cosa.” riprese. “A Narnia è
successo qualcosa talmente tremendo da far riaprire alcuni, forse tutti
i
passaggi che da qui portano lì.”.
“Professore,
non capisco.” dissi.
“Come
ti spieghi che il mio armadio, il tuo armadio e il Cappello Parlante si
siano
risvegliati così di colpo?” disse.
In
effetti aveva ragione: tre portali riaperti uno dopo l’altro.
La cosa era
strana.
“E
sono certo che c’è una sorta di comunicazione tra
Hogwarts e Narnia. Che cosa
strana la magia.” disse. “E sono più che
sicuro che c’è ancora un ultimo
portale da sbloccare.”.
“In
che senso?” chiese Peter.
“Non
lo so, io sto solo facendo delle ipotesi. Quattro erano i troni di Cair
Paravel, quattro eravate voi…”.
“E
allora?” disse Edmund.
“Ma
è
così difficile da spiegare?” disse il professore
scocciato. “A Narnia è sempre
stato tutto collegato.”.
“Caspian
ci ha chiamato…” disse Susan.
“E
siete sicuri che non c’è solo qualche battaglia di
mezzo?” disse il professore.
Tutti
si zittirono immediatamente.
“Dobbiamo
andare via subito!” esclamò ad un certo punto
Caspian.
“Perché?
Che succede?” chiese Hermione.
“Il
tasso ne sa qualcosa.” rispose cupo.
“Cosa?
Significa che non ci hanno detto tutto?” esclamò
Peter incredulo.
Caspian
annuì. Salutammo velocemente il professore e riattraversammo
l’armadio per
tornare a Narnia.
“Caspian,
ci dici che succede?” gli chiese Harry.
“Dopo
che sono scappato ho incontrato Trumpkin, Nikabrik e Trafolanter.
Mentre ero
disteso su un letto con una benda in testa ho sentito il tasso parlare
di
qualcosa riguardo dei portali. Non avevo preso in considerazione la
cosa perché
non sapevo che cosa fosse. Diceva che secondo lui era un segno che
fossi
arrivato con il corno della regina Susan…”
spiegò velocemente.
Salimmo
sulle canoe. Peter riuscì a ritrovare la strada per fortuna
e arrivammo a
Beruna in breve tempo. Fermammo le canoe sulla solita insenatura e
Caspian
cominciò a correre.
“Caspian!”
gli urlai ma lui era già partito.
“Ce
la
fai a trasportarla?” chiesi a Ginny indicando la mia canoa.
“Sicuro!”
esclamò lei.
Rincorsi
mio fratello ma lui era già arrivato.
“Dov’è
il tasso?” domandò impaziente ad un fauno.
Lui si
limitò ad alzare le spalle. Tirò fuori la spada e
io affrettai il passo.
“Ti
ho
chiesto dov’è il tasso!”
esclamò dividendo le parole.
“Caspian!”
urlai e appena arrivai accanto a lui gli diedi una spinta.
“Che ti prende?”.
“Cerco
il tasso!” rispose.
“Ma
si
fa con calma!” esclamai.
“Scusa.”
disse rivolgendosi al fauno.
“Non
preoccupatevi mio Signore!” rispose lui calmo ma titubante.
“Dov’è
Trafolanter?” gli chiesi poi io con calma.
“Penso
dentro…” rispose incerto.
Caspian
ricominciò a correre.
“Ehi!”
esclamai. Lui si girò e io indicai il tasso mentre lavorava.
“No!”
gli
dissi quando stava ripartendo con la mano sulla spada. “Ci
parlo io!”.
Andai
verso di lui e lo convinsi ad uscire.
Fuori
c’erano tutti ed erano in attesa del nostro ritorno.
“Che
succede?” chiese Susan.
“Eccoli!”
esclamò Malfoy in tono sprezzante. “I babbani che
giocano a fare i re e che
cercano invano delle porte.”.
Lo
guardai malissimo, poi guardai Hermione che stava facendo la stessa
cosa.
“Lo
uccido io o ci pensi tu?” le dissi.
“Cosa
sai dei quattro portali?” sentii Caspian
Mi
girai subito per ascoltarlo. Ci avrebbe pensato Hermione. Al diavolo
quello che
diceva quello stupido di Malfoy.
“Si
dice che siano quattro e che debbano essere liberati da quattro persone
diverse.” spiegò.
“Continua!”
lo esortò Caspian.
“In
genere appaiono in momenti di conflitto.” disse.
“Fino ad ora è successo solo
tre volte. La quarta ed ultima, quando saranno di nuovo liberati
verrà
sprigionata una forza talmente grande da riuscire a cacciare tutto il
male
contro i nemici.”.
“E
quindi tu pensi che questa sia la quarta volta?” gli chiese
Caspian.
“Finora
non c’è niente di accertato, ma io credo che
questa sia la volta buona.”.
“Quindi
potrebbero essere anche solo sciocchezze?” chiese Peter.
“Sono
solo favole che si tramandano, generalmente di padre in
figlio.” rispose il
tasso. “Ma c’è di più.
Un’altra profezia è legata a questo.”.
“Ancora?”
domandò Edmund. “Ma quante profezie
esistono?”.
“Mio
re, credetemi, questo posto stupisce sempre più anche
me.” affermò il tasso.
“E
cosa direbbe questa profezia?” chiese Lucy.
“Quando
i ragazzi i quattro portali libereranno, essi sui troni di Cair Paravel
siederanno e gli antichi re supremi di un tempo gli lasceranno il posto
con
ardimento.” recitò il tasso.
“Ma
se
la profezia esiste si può accertare guardando sulla Tavola
di pietra…” intervenne
Susan.
“Abbiamo
già controlla Vostra Maestà, ma non è
stata trovata.” rispose il tasso. “Resta
la scelta: crederci o no.”.
“E
perché non ce l’hai detto subito?” gli
domandò Lucy.
“Pensavo
non fosse così importante…” rispose
come dispiaciuto.
“Puoi
andare!” gli dissi e lui tornò a lavorare.
“Che
facciamo?” chiese Luna.
“Tu
ci
credi Caspian?” gli domandai ignorando Luna.
“Ai
portali?” disse. “Sì! Ne abbiamo appena
liberato uno.”.
“E
gli
altri tre?” gli chiese Hermione.
“Siamo
in un vicolo cieco, ma quello di prima poteva essere un
inizio.” disse Caspian.
“Ma
poteva essere una coincidenza, no?” disse Susan.
“Voi
credete sempre alle coincidenze!” esclamò mio
fratello.
“Guarda
che eri tu quello delle coincidenze!” ribattei. “Io
me lo ricordo!”.
“E
comunque per me non lo è! Per me esistono e dobbiamo
cercarli!” si indignò.
“Ma
Caspian, non abbiamo delle prove da quanto ho capito.” gli
ricordò Ron.
Caspian
era esasperato, nessuno gli credeva.
“Chi
la pensa come me allora?” chiese infine.
Io,
Edmund, Lucy, Harry e Cho alzammo la mano.
“Bene!”
esclamò Caspian alzandosi.
“Dove
vai?” gli domandai.
“A
riflettere!” esclamò arrabbiato. “Sai,
ogni tanto fa bene.”.
Lo
guardai male. Io che gli avevo fatto? Se era arrabbiato non se la
doveva
prendere con me! Mi alzai anche io e incrociai le braccia.
“Scusami!”
disse sorridendo e allargando le braccia. Io lo abbracciai.
“Ma mi sono rotto! Nessuno
mi crede!”.
“Io
sì!” esclamai.
“Perché
tu mi vuoi bene!” disse rassegnato.
“Perché
io ti credo!” ribattei. “E naturalmente ti voglio
bene!”.
Si
sciolse dall’abbraccio e si avviò dentro.
“Caspian
aspetta!” esclamò Susan seguendolo.
“Che
facciamo?” ripeté Luna.
“E
se
cominciassimo ad allenarci?” propose Edmund.
Ci fu
un coro di assenso.
“Però
cominciamo noi perché siamo a corto di
personale…” dissi guardando verso la Tavola
di pietra.
“Ma
non abbiamo spade.” disse Ginny.
“Né
vogliamo averle!” esclamò Malfoy.
“Stai
zitto!” esclamarono i gemelli insieme.
“Non
esiste un incantesimo per duplicarle?” disse Lucy.
Hermione
si alzò e cominciò a duplicare la sua e poi
l’arco, le frecce e il pugnale.
Tutti fecero come lei tranne Malfoy.
“Penso
ti convenga.” gli consigliai. Sbuffò e poi fece
come gli dissi.
“Dividiamoci
per casa e cominciamo!” esclamò Harry entusiasta.
Eccomi
con il nuovo capitolo! Come vi sembra?
Solo
come al solito in ritardo! Credetemi, io ho un sacco di
voglia di scrivere ma questa cavolo di scuola mi riempie di compiti.
>.<
Per
fortuna che ora però arrivano le vacanze e sinceramente non
vedo l’ora! Se non aggiorno prima auguro a tutti voi una
buona Pasqua! ^^
Poi
volevo ringraziare _Sister_, MooN94 e FrancyPevensie. Grazie
di cuore, veramente. Senza di voi non saprei come andare avanti.
Al
prossimo capitolo gente.
Vi
anticipo solo che sarà molto stupido! Spero che vi
piacerà! :D
Miriam.
|
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Capitolo 15 *** Prime lezioni con la bacchetta e discorsi stupidi con mio fratello ***
Salve a
tutti! Come sono andate le vacanze? Spero meglio delle
mie perché il giorno di Pasqua sono stata male e volevo
andare ad un concerto.
_Sister_ ne sa qualcosa! Però ho aggiornato, questa volta
leggermente prima del
previsto! Contenti? :D
Allora per
prima cosa ringrazio chi legge, chi mette tra i
preferiti o le seguite e soprattutto chi ha recensito l’altro
capitolo:
FrancyWeasley e P e r l a. Grazie di cuore, davvero!
FrancyWeasley:
non mi uccidere ti prego!!! :D
E poi
ringrazio anche i recensori generali della storia:
_laura17_, MooN94 e _Sister_.
Ah, vi
avviso, questo capitolo è molto stupido a mio parere,
però mi sono divertita molto a scriverlo! Spero piaccia
anche a voi.
L’ultima
cosa poi vi lascio al capitolo: volevo dedicarlo ad un
mio amico. Si chiama Andrea e visto che in questo capitolo cito il
sorbo (che è
una pianta) e lui è soprannominato così mi ha
fatto pensare a lui.
Ecco il
capitolo! :D
Io
avrei dovuto insegnare a Ginny, Fred e Malfoy. Certo, se Caspian fosse
tornato
subito sarebbe stato molto più semplice. Ci dividemmo come
deciso in precedenza
e gli altri cominciarono subito.
“Non
sei un’esperta, vero?” mi chiese Fred.
“No,
sapete, ho imparato da poco e poi non c’è stata
nessuna spiegazione con me.
Peter, Edmund e Caspian mi stavano attaccando e io ho
reagito.” spiegai. “Però
se aspettate qui lo vado a chiamare, così mi
aiuta.”.
Mi
stavo avviando dentro quando sentii Malfoy dire:
“Perdente!”.
Quello
era veramente troppo! Ci sta la presa in giro, ma dopo un po’
basta.
Tornai
subito indietro con la mano sulla spada pronta a tirarla fuori dal
fodero da un
momento all’altro.
“Penso
che tu voglia batterti a duello con me, vero?” gli dissi.
“Io
non volevo!” esclamò.
“In
piedi!” esclamai con la spada puntata. “In
piedi!” ripetei.
Vedendo
che non lo faceva gli feci saltare tutti i bottoni della camicia. Fred
rise.
Malfoy si alzò subito.
“Fred,
Ginny, osservate!” gli dissi.
Malfoy
alzò la spada.
“Forza!”
lo incitai. “Vediamo che sai fare! Così scopriremo
chi è il perdente!”.
Cominciò
lo scontro. Non se la cavava male, ma si muoveva come un ubriaco.
Schivai un
suo colpo e gli andai dietro. Lui si girò, ma gli feci
cadere la spada e poi
gli puntai la mia. Ci fissammo per qualche secondo, poi rimisi la spada
nel
fodero e dissi a Fred e Ginny:
“Vado
a cercare mio fratello!”.
“Cavoli!”
commentò Fred. “E poi non sapresti insegnare,
eh?”.
“So
combattere, insegnare è diverso!” dissi
soddisfatta.
Mi
diressi verso l’entrata e dissi:
“Caspian?
Ci sei?”.
Poi
avanzai e andai davanti alla porta della camera. Da lì
sentii delle voci.
“Ma
perché non mi credi Susan?” questo era Caspian.
“Perché
è impossibile!” esclamò.
“Perché
tu dubiti di tutto, vero?” le disse lui.
“Sempre!”
urlò lei. “Se vuoi saperlo io sono stata
l’ultima a credere nell’esistenza di
questo mondo! Perchè io sono razionale!”.
“Sei
razionale quando non devi!” le urlò lui.
“I portali esistono e tu ti devi
fidare.”.
“No!”
disse
lei.
“Allora
non c’è nient’altro da dire!”
esclamò. “Vado a combattere!”.
“Caspian!”
urlò lei. Dalla voce si capiva che stava piangendo.
“Susan…”
disse lui. “Se non ti fidi di me come
puoi…”.
A quel
punto entrai. Erano abbracciati e si guardavano.
“Scusate,
se volete me ne vado.” dissi imbarazzata.
“No.”
disse
Caspian. “Stavamo per arrivare.”.
“Caspian,
mi servi!” esclamai. “Non so come fare, so
combattere, ma non so insegnare.”.
“Arrivo!”
esclamò seguendomi, ma fissando per l’ultima volta
Susan.
Uscendo
la guardai pure io.
“Che
c’è?” mi chiese sospettoso.
Fissa
la stanza da dove era appena uscita Susan.
“Che
c’è?” ripetè.
Gli
sorrisi e guardai indietro.
“Non
far finta di non aver capito!” esclamai.
“Non
so di che parli!” si difese.
Continuai
a guardarmi indietro molte volte.
“Avanti,
cammina!” disse svoltando gli occhi al cielo. Poi sorrise.
“Mannaggia alle
sorelle pettegole!” esclamò cingendomi le spalle e
baciandomi sulla fronte.
Ma che
impicciona che ero! E che pettegola! Però mi divertivo. Lo
sapevo, gli si
leggeva negli occhi: gli piaceva Susan. Erano carini.
“Smettila
di guardarmi in quel modo!” esclamò Caspian.
“Ok,
scusa tanto!” esclamai continuando a guardarlo.
“Dopo
me la paghi!” mi minacciò.
Arrivammo
fuori dove Ginny, Fred e Malfoy stavano aspettando. Gli altri
già si
allenavano: erano buffi, si muovevano goffi, ma non andavano
così male!
Caspian
cominciò a fare la sua spiegazione dettagliata e io gli
facevo da cavia e
combattevo per farli allenare. L’unico che sembrava non
essere entusiasta era
Malfoy. Lo sapevo, mi odiava perché mi stava guardando male.
Gli avevo solo
rotto la camicia, nulla di più. Lui se l’era
cercata.
Era
l’unico che però non si applicava. Fred stava
diventando sempre più bravo e
Ginny aveva una grinta da far paura. Lei sì che avrebbe dato
del filo da
torcere ai telmarini.
“Io
ci
rinuncio!” esclamò Malfoy gettando la spada a
terra. Poi tirò fuori la
bacchetta e si ricucì la camicia.
“Io
un’altra volta non glielo rispiego!” esclamai.
“Se
vuoi ci penso io!” propose Ginny.
“No,
tranquilla!” esclamai. “Quando ha voglia
ritorna!”.
“Certo
che lui è proprio strano.” commentò
Fred. “Ma sei davvero così scemo come
sembri?” gli urlò ridacchiando.
“Fred,
non provocarlo…” gli intimai.
“Non
ho paura di uno che si tira indietro!” urlò ancora.
Malfoy
si alzò e con fare deciso venne verso di noi.
“Ora
vediamo chi si tira indietro, Weasley!” esclamò
raccogliendo la spada.
Loro
cominciarono a combattere. Malfoy era bravo, solo che non aveva voglia.
Dopo un
po’ nessuno dei due aveva perso e Caspian disse:
“Io
mi
intrufolo! Questi ragazzi ci sanno fare!”.
Così
diventò un duello a tre. Alla fine anche io e Ginny ci
aggregammo. Gli altri ci
stavano guardando. Alla fine Caspian uscì vittorioso, ma
dovette congratularsi
con tutti, anche con Malfoy. Naturalmente lui fece finta di non
sentire, anche
se si vedeva che era orgoglioso.
“E
la
mia sorellina è diventata brava!” si
complimentò Caspian.
“Grazie
Caspian!” esclamai.
“Basta
così per oggi!” esclamò Peter.
“Complimenti a tutti!”.
“E
oggi pomeriggio lezioni di magia!” esclamò Harry.
Pranzammo
e poi cominciammo ad allenarci con la magia. Loro non riuscirono a
duplicare le
loro bacchette perché avevano detto che era impossibile,
quindi andarono a
prenderle ad Hogwarts con la passaporta. Andarono via solo Harry,
Hermione,
Ron, Fred, Ginny e Neville. Gli altri restarono.
Avevo
notato che stranamente Susan se n’era stata quasi sempre da
sola nelle ultime
ore.
“Eccola
là!” la indicò George.
“E’ proprio strana quella ragazza! Un momento parla
e
non si azzitta un attimo e proprio non la sopporto. Due secondi dopo
invece è
lì da sola, muta e ferma.”.
“Devi
solo saperla prendere.” gli dissi. “Ma poi non ti
stava antipatica?”.
“Se
fosse sempre in quel modo non darebbe fastidio a nessuno!”
esclamò.
Mi
guardai in giro per il prato e tutti non stavano facendo niente. Non
avendo
niente da fare pure io mi limitai a fissare Edmund.
“Ehi,
ti sei incantata?” mi chiese George.
“No,
la nostra piccola regina è innamorata!”
esclamò Caspian che era venuto accanto
a me.
“Ma
stai zitto!” esclamai schiaffeggiandolo più volte
sulla schiena.
“E
chi
sarebbe il fortunato?” mi chiese George.
“Secondo
te chi stava guardando?” gli disse Caspian ridendo.
“Ora
smettetela! Tutti e due!” esclamai.
“Ma
veramente?” mi chiese ancora George.
“Ma
certo che no!” esclamai.
Mi
voltai verso Caspian e vidi che stava facendo sì con la
testa.
“Ehi,
smettila!” piagnucolai.
Per
fortuna Harry e gli altri riapparvero e cominciammo. Guardavo Caspian
malissimo
e lui ridacchiava.
“Che
ridi?” gli dissi, ma lui continuava. Sbuffai e svoltai gli
occhi al cielo.
“Abbiamo
trovato queste bacchette. A turno provatele. Se nessuna vi va bene o ne
servono
altre le andiamo a prendere!” esordì Ron.
Aspettai
che gli altri avessero finito prima di provarne qualcuna.
Sull’impugnatura di
ognuna c’era un’etichetta con scritto il nome di un
albero e la caratteristica
di un animale. Ne provai una dove c’era scritto acero e crine
di unicorno. La
agitai nell’aria, ma colpii Neville che volò in
aria e ricadde subito a terra.
“Oddio!”
dissi andando verso di lui. “Neville, stai bene?”
gli domandai.
Intorno
a lui si erano radunati anche gli altri.
“Sì,
non è successo niente!” disse alzandosi.
“Sicuro?”
gli domandai. Lui fece sì con la testa.
“Scusa!”
gli dissi.
“Niente,
tranquilla!” disse lui.
“Se
non uccidessi nessuno sarebbe meglio.” commentò
Edmund.
“No,
non voglio!” esclamai. “Non voglio avere certi
crimini sulla coscienza.”.
Tornai
dove ero prima e raccolsi le bacchette che avevo lasciato a terra.
Caspian mi
fece l’occhiolino. Questa volta gliel’avrei fatta
pagare, a lui e alle sue
prese in giro.
Presi
una bacchetta in cui c’era scritto sorbo e crine di Thestral.
La agitai verso
Caspian e lui cadde a terra come Neville.
“Oh,
scusami tanto Caspian!” lo canzonai.
“Che
sorella stupida che ho!” esclamò rialzandosi.
Poi ne
presi un’altra: c’era scritto tiglio e corda di
cuore di drago. La provai e
questa volta nessuno cadde a terra. Si accese come una luce sopra di me
e poi
scomparve.
“Ti
ha
scelto!” disse Fred.
“Ehi
Caspian, sei rimasto solo tu!” gli disse Ron.
“Guarda,
ce n’è una come quella di tua sorella!”
esclamò Peter. “Provala, magari visto
che siete fratelli ce l’avete uguale anche se noi quattro ce
l’abbiamo tutte
diverse.”.
Gliela
lanciò e lui la prese al volo. La agitò e
successe quello che era successo a
me. Ci dividemmo in case e Ginny cominciò a spiegare gli
incantesimi.
“Il
primo che vi insegneremo è l’Expelliarmus.
È noto anche come Incantesimo di
Disarmo.” cominciò.
“E
naturalmente serve per disarmare l’avversario!”
intervenne Fred.
“Capitan
ovvio!” esclamò Ginny. Io risi.
“Dovete
agitare la bacchetta in questo modo.” e fece vedere il
movimento che mi aveva
insegnato sulla barca: agitare e colpire. In definitiva non era
difficile, solo
che io avevo imparato il Levicorpus.
“Avete
capito?” ci chiese lei.
Io e
Caspian facemmo sì con la testa.
“Ehi
tu!” Ginny si rivolse a Malfoy. “Hai intenzione di
collaborare oppure no?”.
Lui
non rispose.
“Bene,
lo prenderò per un sì!”
esclamò lei.
“Weasley,
tu non hai proprio capito niente!” esclamò lui.
“Col cavolo che io combatto!”.
“Ma
tu
non hai dato una risposta concreta, sei stato zitto!”
esclamò Fred. “Non
conosci il detto <<Chi tace
acconsente>>?”.
“E
questa da dove salta fuori?” gli chiese la sorella.
“E’
un
detto babbano!” spiegò lui.
“L’ho sentito dire a papà qualche tempo
fa.”.
“Allora?”
disse Malfoy scocciato. “Che devo fare?”.
“Ti
alleni con noi!” lo fulminò Ginny.
Dovette
alzarsi e cominciare a combattere.
|
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Capitolo 16 *** I fratelli diventano sempre più stupidi quando ci sono di mezzo le battaglie. ***
Eccoci
di nuovo qua!
Su
questo capitolo ci sono delle
AVVERTENZE (in realtà è solo
una :D): è
molto, ma molto più stupido dell’altro! A vostro
rischio e pericolo se lo
leggete! xD
Spero
che vi piacerà comunque!
L’ho
scritto quasi tutto mentre stavo andando a Fermo a fare un esame al
conservatorio! Il viaggio era pieno di curve quindi non so che cosa
è venuto
fuori! L’esame è andato bene e male
perché ho bocciato una prova che devo
ridare a settembre!
Ringrazio
come al solito tutti, in particolare FrancyWeasley e P e r l a.
Se
vi può interessare l’ho scritto ascoltando le
seguenti canzoni (anche se con la
storia in sé non c’entrano molto!):
Slave
me – Scorpions
Rock
zone – Scorpions
Ego brain – System of a down
Somebody to love – Queen
I want to break free – Queen
The show must go on – Queen
Bohemian Rhapsody – Queen
Don’t stop me now – Queen
The march of the swordmaster –
Rhapsody of
fire
Sugar – System of a down
Mad world – Gary Jules (colonna
Sonora di
Donnie Darko)
Sweet
home Chicago – Blues Brothers
Come
premesso non c’entrano niente, ma mi andava di scriverle lo
stesso!
Ora
vi lascio al capitolo!:D
“Io
controllo!”disse Ginny.
“Scusa,
non
dovrei farlo io?”le disse Fred. “Io sono al settimo
anno e tu al quarto. Ho un
po’ più di esperienza!”.
“Ma se
tra te
e George di grazia se in due riuscite a prendere ‘Oltre Ogni
Previsione’ “lo
prese in giro lei.
“Ma ai
G.U.F.O. siamo passati!”le ricordò.
“Allora
prego,
controlla tu!”gli cedette il posto Ginny.
“Posso
controllare io?”chiese Malfoy.
“No!”esclamarono
Ginny e Fred insieme.
“Io mi
alleno
con Ginny!”esclamai facendo la linguaccia a Caspian.
Ora lui si
sarebbe dovuto allenare e sorbire Malfoy. Mio fratello mi
fulminò con lo
sguardo. Era la mia vendetta!
“Ora
disarmami!”mi disse Ginny che era davanti a me.
Mi concentrai
per bene e poi dissi:
“Expelliarmus!”.
Un lampo di
luce rossa uscì dalla mia bacchetta che però non
fece saltare via quella di
Ginny.
“La
scuoti
troppo!”mi disse Fred.
Riprovai
scuotendola meno ma non funzionò ugualmente.
“Ora era
troppo in alto!”mi disse tirandomi giù il braccio.
“Riprova
come
hai fatto ora ma con il braccio più basso.”mi
consigliò.
Feci come mi
disse e questa volta la bacchetta di Ginny saltò via.
“Esatto!”esclamò
Fred.
“Bravissima!”si
complimentò Ginny.
Naturalmente
Caspian ebbe la fortuna di riuscirci subito.
“La
fortuna
del principiante!”esclamai ma lui non ci fece caso.
Continuammo
per altre ore per perfezionare l’incantesimo, poi Harry disse
che per quel
giorno poteva bastare. Fuori era quasi buio, ma Caspian mi chiese
ugualmente:
“Andiamo
a
vedere a che punto è quel ponte?”.
“Sarebbe
quasi buio…”gli dissi.
“Sei con
me,
che ti capiterà mai?”mi disse.
Alla fine
acconsentii. Non poteva accadermi nulla con lui.
“Noi
andiamo a
vedere il ponte!”disse Caspian.
“Ok, ma
state
attenti!”lo avvertì Peter.
Uscimmo fuori
e ci avviammo verso la foresta che ci divideva dal fiume.
“Perché
mi
avresti fatto allenare con quel deficiente?”mi chiese.
“Semplicemente
per il fatto che non mi ci volevo allenare io!”esclamai
varcando la soglia
della foresta. “L’hai detto tu, è
un…”.
“Zitta!”mi
interruppe.
“Ehi, ma
che…”.
“Zitta
ho
detto!”esclamò.
“C’è qualcuno!”.
Entrambi
tirammo fuori la spada.
“Allora
torniamo indietro!”gli dissi.
Ad un certo
punto qualcuno arrivò da dietro e mi puntò un
pugnale alla gola. Caspian non
fece in tempo a girarsi che stava già combattendo con un
altro soldato di
Telmar che fece fuori.
“Butta a
terra
la spada!”mi intimò l’uomo.
“Buttala!”.
Feci come mi
disse e la spada di Peter cadde sull’erba umida.
“Lasciala!”esclamò
Caspian.
“Non sei
tu a
fare le condizioni!”esclamò il soldato.
“Mostra
rispetto alla tua regina!”esclamò Caspian.
“Il mio
unico
re è Miraz!”esordì. “Ora
butta la spada a terra anche tu se non vuoi che la tua
amichetta finisca con la gola tagliuzzata.”.
“Caspian…”dissi
con voce roca.
“Buttala
a
terra!”esclamò ancora.
Vedendo che
non lo faceva aumentò la pressione sulla mia gola e sentii
qualcosa di caldo
scendere lungo il mio collo.
“Se
provi ad
aumentare la presa…”lo minacciò Caspian
buttando la spada.
Il soldato mi
sollevò per portarmi via, ma poi si fermò di
colpo.
“Lasciala
andare!”intimò una voce familiare alle mie spalle.
Caspian
raccattò la sua spada.
“Altrimenti?”gli
disse il soldato.
“Altrimenti
sarà la tua gola a finire
tagliuzzata!”esclamò ancora la voce.
Il soldato
allentò la presa. Gli diedi una gomitata nello stomaco, ma
girandomi di scatto
sentii la lama del pugnale solcare la mia guancia e poi il naso. Me la
tastai e
il sangue stava scorrendo da due tagli. Non importava.
Raccolsi la
spada. Il soldato si era liberato da quello che avevo scoperto essere
Edmund.
Mi aveva salvato. Anche gli altri erano arrivati e c’erano
altre guardie.
Malfoy combatteva con la spada con un soldato. Anche se se la cavava
bene era
in netto svantaggio.
“Draco,
usa la
bacchetta!”gli urlai mentre ne uccidevo un altro. Si
tastò ma non la trovò.
Presi la mia e corsi dietro di lui dicendo:
“Stupeficium!”.
Anche se non
l’avevo imparato la guardia cadde a terra. I soldati erano
stupefatti.
“Ed!”esclamai
indicando dietro di lui.
Una guardia
stava arrivando. Per fortuna che l’avevo avvertito.
Alla fine
alcuni soldati erano fuggiti, altri morti e Peter era riuscito a
trattenerne
uno.
“Io non
penso
che al tuo capo farebbe piacere sapere che avete agito senza il suo
permesso.”gli disse cattivo.
“Quei
ragazzi…”disse il soldato. “Avete visto
che hanno fatto? Era magia!”.
“E ti
conviene
non dire niente al tuo generale!”esclamò Caspian.
“Non gli farebbe piacere.”.
“Lasciatelo
andare!”esclamò Susan. Poi si avvicinò
e gli prese il mento tra le dita. “Tornatene
da dove sei venuto, codardo!”esclamò infine.
Peter lo
lasciò e lui corse velocemente verso il fiume
“Ci
spiavano!”osservò Caspian.
Si girò
verso
di me e poi sbiancò.
“Sei
coperta
di sangue!”esclamò sgranando gli occhi.
“Stai
tranquillo!”lo rassicurai.
“No, ora
andiamo!”si indignò lui. “Quella ferita
non mi piace.”.
“Ma ha
quasi
smesso di sanguinare!”ribattei.
“Io
intendevo
quella sulla gola!”.
Vedendo che
non mi muovevo mi prese in collo.
“Non
c’era
bisogno…”gli dissi.
“Vengo
anche
io!”disse Edmund.
Arrivammo alla
Tavola.
“Dell’acqua
e
delle bende, per favore!”disse Edmund alla gente che
lavorava. Mi portarono in
camera.
“Le
prendo
io!”disse Caspian uscendo.
“Grazie
Edmund!”gli dissi.
“Ma di
che…”disse. “Più che altro se
sei tonta!”.
Piano piano la
stanza si affollò di gente. Mi sentivo tanto stupida. Avevo
il vestito sporco e
la faccia tutta rossa sia di sangue sia per la fatica. Caspian
riapparve e mi
pulì la ferita e mi fasciò.
“Secondo
voi
glielo dirà?”chiese Lucy.
“Sì.”rispose
Caspian. “Lo uccideranno, ma è obbligato a
dirlo.”.
“Questo
vuol
dire che siamo nei guai…”commentò
George.
“Puoi
alzarti!”mi disse mio fratello.
“Finalmente!”esclamai.
Uscii fuori
mezza intontita e mangiai tantissimo.
“Mi sa
che le
ferite fanno aumentare la
fame…”commentò Hermione e ridemmo.
Dopo cena gli
altri andarono dentro e io e Caspian restammo fuori a guardare le
stelle.
“Lo sai
che mi
hai fatto prendere un bello spavento prima?”mi disse lui
mentre mi sdraiavo con
la testa sopra le sue gambe mentre mi accarezzava i capelli.
“Già…si
è
visto da come sei sbiancato vedendomi
insanguinata…”commentai.
“Tu non
hai
idea di come mi sarei sentito se avessi dovuto perderti di
nuovo.”disse.
“Non
dirlo a
me.”dissi. “Se non ci fosse stato
Edmund…”.
“E fu
così che
gli occhi della regina diventarono a forma di
cuore…”mi prese in giro lui.
“Zitto
che a
te piace Susan!”esclamai.
“Non
è
vero!”esclamò!”esclamò.
“Sì.”.
“No…”.
“Sì”.
“Ehm
no…”.
“Sì!”.
Lo guardai
sorridendo e lui ricambiò.
“E va
bene
sì!”.
“Ah, lo
sapevo!”.
“E che
mi dici
di Edmund?”mi disse ora lui.
“Ma stai
zitto!”risposi.
“Ops,
qualcuno
è innamorato!”urlò lui come un pazzo.
“Deficiente!”commentai.
Ad un certo
punto si affacciò Susan che disse:
“Caspian,
che
ti succede?”.
“Oh,
niente!”esclamò lui ora serio.
“Uh,
Caspiaaaaaaaaaaaaaaaaaan!”dissi come una cretina.
“Miriaaaaaaaaam!”disse
lui come me.
Alla fine
scoppiammo entrambi a ridere.
“Scusate,
la
potete smettere di urlare?”.
Peter era
uscito e ci fissava imbambolato.
“Scusa!”gli
disse mio fratello.
“Tre
tagli ti
hanno dato alla testa…”commentò Peter
rientrando.
“Allora
ti
piace?” mi chiese.
“Ma
chi?”gli
dissi.
“Edmund,
tonta!”esclamò.
“No…”risposi
vaga.
“Strano,
a me
sembrava di aver sentito dire da lui qualcosa su di
te…”disse.
“Veramente?”gli
chiesi speranzosa.
Mi accorsi troppo
tardi che mi ero tradita da sola.
“Allora
lo
ammetti?”mi disse e io annuii rassegnata.
“Me lo
racconti che ti ha detto?”dissi ora impaziente.
“Io
l’ho detto
solo per farti vuotare il sacco!”esclamò.
“Brutta
canaglia di un fratello! Per non dire altre parole!”esclamai
alzandomi.
Cominciai a
fargli il solletico.
“Brutto…bastardo…Caspian…decimo…principe…di
Telmar!”esclamai dividendo le parole.
“Dai
scusa, te
lo dico!”urlò. “Però
smettila!”.
“Ma
allora ha
veramente detto qualcosa?”gli chiesi.
“Sì…”.
“E
cosa?”.
“Che sei
carina!”.
Oh. Non sapevo
che dire. Non me lo sarei mai aspettato.
“Rimasta
senza
parole, eh?”mi disse.
“No,
è che non
me l’aspettavo.”dissi sognante.
“Mi
sembri
Luna…”commentò e io sorrisi.
“Ma
provaci
con Susan!”esclamai.
“Ma
come?”mi
chiese.
“Cazzo,
Caspian, sei un bel ragazzo!Usa…”mi bloccai.
“No, niente, lasci che ci provi
lei.”.
In quel
momento mi guardava con una faccia da punto interrogativo, ma poi
scoppiò:
“Uh…ahahahaha!
Hai confessato!”.
Ora ero io che
lo guardavo male.
“Smettila!”esclamai.
Tanto non la
piantava. Ricominciai a fargli il solletico. Poi fu il contrario: era
lui che
lo faceva a me e poi di nuovo io che lo facevo a lui.
“Vogliamo
smetterla entrambi e avviarci dentro?”gli proposi.
“Direi
di
sì!”concordò.
Ci alzammo e
lui mi cinse le spalle.
“Io mi
devo
cambiare il vestito…”dissi.
“E io ti
voglio bene!”esclamò abbracciandomi.
“Pure
io!”ricambiai.
Alcuni ragazzi
erano alla Tavola e qualcuno in camera. Entrata in essa vidi subito che
era
enorme.
“Gli
abbiamo
fatto un incantesimo!”mi spiegò Ron.
“Bravi!”mi
complimentai.
Guardai in
cerca di un vestito e ne trovai uno rosso identico a quello bianco.
Feci uscire
un attimo gli altri e mi cambiai velocemente, poi uscii dalla stanza
per andare
verso la Tavola.
Lungo
il corridoio incontrai Malfoy che andava nella direzione opposta alla
mia.
“Ehi,
aspetta!”esclamò.
Mi voltai e
lui era davanti a me.
“Grazie…”disse.
“Come
scusa?”.
“Grazie!”esclamò.
“E per
cosa?”.
“Per
avermi
salvato prima.”rispose. Riuscii a intravedere un mezzo
sorriso sulla sua
faccia. “Senza di te non sarei qui. Grazie
davvero.”.
Poi fece una
cosa inaspettata: mi abbracciò. Ero stupita tantissimo!
Ricambiai l’abbraccio.
“Di
niente!”dissi infine e lui andò in camera.
Che
tipo! Quel
gesto era stato strano ma mi aveva colmato di felicità: non
tutti i giorni
Draco Malfoy decide di diventare educato e di abbracciare qualcuno.
Andai alla
Tavola: chiacchierammo un po’ di strategie di combattimento e
poi andammo a
dormire.
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Capitolo 17 *** Non vedevamo proprio l'ora che arrivassero i telmarini. La cosa si complica. ***
Nei giorni
seguenti ci allenammo di continuo. Imparammo nuovi incantesimi per
combattere e
difenderci. Non era sicuro che li avremmo utilizzati ora che i
telmarini lo
sapevano. Per un po’ nessuno parlò dei quattro
portali anche se io e Caspian
ogni tanto ne parlavamo tra di noi e ipotizzavamo i posti in cui
potevano
essere, ma più ci pensavamo e più ci sembrava
impossibile. Ogni tanto qualcuno,
tra cui anche Edmund e Susan, ci chiedeva che avevamo da ridere quella
sera che
guardavamo le stelle. Entrambi fummo molto vaghi. Al solo pensiero
veniva da
ridere anche a noi. Che serata che era stata.
“Caspian
sta
lentamente tornando quello di prima.”mi disse il maestro
qualche giorno dopo.
“Vi ho visti qualche sera fa. Mia regina, voi non sapete da
quanto tempo non
rideva in quel modo.”.
Sorrisi.
“Vi
vuole
bene!”.
Sorrisi
ancora.
I tagli sulla
faccia erano guariti e lì mi tolsi le bende, mentre Caspian
insistette sul
fatto che tenessi ancora quelle sulla gola perché sosteneva
che ancora non era
guarito. Io non ci credevo, me lo diceva solo per stare più
tranquillo, ma per
lui l’avrei fatto.
Ormai mi
divertivo: i giorni non erano più tutti uguali come prima.
Però mi insospettivo
sempre di più perché spesso trovavo Edmund, Fred
e George che parlavano fitto
fitto. Chissà che avevano da confabulare? Li trovai molte
volte in questa
maniera. L’importante era che non tramavano contro di noi, ma
tanto era
impossibile.
Tutto sembrava
andare per il meglio. Nessun telmarino nelle vicinanze, nessuno che ci
spiava,
nessuno che ci attaccava. Tutto questo però era destinato a
durare ben poco.
Dopo dieci giorni successe. Tanto lo sapevo che doveva accadere.
Come al solito
ero seduta sulla terrazza a guardare il panorama, quando vidi qualcosa
di
inaspettato: tra gli alberi c’era l’esercito dei
telmarini. Saranno state
almeno quattro armate di fanti davanti, due armate di cavalieri, le
catapulte
più altre due armate di fanti. Il ponte era finito e questa
volta erano venuti
a dichiararci guerra per davvero, se non attaccarci subito.
Decisi di
scendere immediatamente per avvertire gli altri. Erano tutti alla
Tavola e
ridevano e scherzavano. Arrivai correndo.
“Venite
subito!”esclamai.
“Che
succede?”mi chiese Caspian.
Io non
risposi. Mi voltai e cominciai a correre.
“Miriam!”mi
chiamò Susan.
“Dove
cavolo
vai?”mi chiese Ron urlando.
Salii le scale
e arrivai sulla terrazza. Le truppe nemiche erano schierate e davanti a
tutti
c’era Miraz su un cavallo bianco e ognuno su un lato il
generale Glozelle e
lord Sopespian entrambi su un cavallo marrone.
“Ci
spieghi
che…”.
Peter era
arrivato insieme a tutti gli altri. Caspian arrivò da dietro
e mi abbracciò.
“Non ti
preoccupare…”mi sussurrò.
“Non
devo
preoccuparmi?”urlai. “Ma hai visto quanti sono? Noi
saremo sì e no la metà!”.
“E ora
che
facciamo?”chiese Harry.
“Io
direi di
scendere e capire che vogliono.”propose Edmund.
“E’
chiaro
quello che vogliono!”esclamò Hermione.
“Significa
scontro aperto!”esclamò Lucy.
“Scendiamo
comunque e capiamo come vogliono
procedere!”sentenziò Peter.
Scendemmo
velocemente e ci avviammo fuori. Intanto tutto il nostro esercito era
uscito e
osservava i nostri avversari. Eravamo veramente pochi. Appena uscimmo
l’esercito si fece largo per farci passare.
“Guardiamoli
male!”esclamò male.
“Se
servisse a
qualcosa…”gli dissi.
“Se non
stai
zitto sarò io a guardarti male!”lo
rimbeccò Susan e lui si zittì.
Arrivammo
davanti al nostro esercito tutti in fila: noi, i sei re di Narnia
eravamo in
mezzo e ai lati c’era l’Ordine della Fenice. Tra
noi e Miraz c’erano solo cento
metri di distanza. Un soldato nemico suonò un corno e il
generale Glozelle
scese da cavallo e srotolò una pergamena. Poi la sua voce
risuonò per tutto il
campo:
“Re
Miraz, re
di Telmar e di Narnia desidera conferire con i capi
dell’esercito dei
protestanti narniani tra un’ora e mezza. Sono pregati di
presentarsi.”.
I protestanti?
E da quando? Per quanto ne sapevo erano loro che erano venuti a rompere
per
qualcosa che non avevamo commesso.
“Dobbiamo
rispondere.”disse Susan voltandosi verso Peter.
“Peter?!”gli
disse Cho.
“Che gli
dico?”ci chiese.
“Digli
che va
bene!”rispose Caspian. “Però
l’incontro avverrà in quello spazio circolare
laggiù.”e lo indicò. Era circondato da
colonne mezze diroccate.
“Forse
è
meglio che non glielo dica il re, ma uno che fa le sue
veci…”intervenne Neville.
“Fai
tu?”gli
chiese Peter. Lui annuì.
“Per
ampliare
il suono della voce metti la bacchetta vicino alla gola e dì
Sonorus.”gli
consigliò Hermione.
“Ma lo
so!”esclamò lui.
La sua voce
risultò il triplo più forte quando
parlò.
“I veri re di Narnia accettano. Tra
un’ora
e mezza conferiranno con re Miraz in quello spiazzo circolare
laggiù.”e lo
indicò.
I telmarini
restarono stupiti dalla sua voce e anche dal fatto che aveva detto
“i veri re di Narnia”.
Vidi lord
Sopespian sussurrare qualcosa a Miraz, ma lui scosse la testa. Nessuno
rispose,
ma era evidente che accettavano. Tutto l’esercito si
girò e tornarono verso la
foresta.
“Miei
re, che
succede?”ci chiese un fauno.
“Non lo
sappiamo.”rispose Caspian. “Dobbiamo aspettare
quello che ci dirà Miraz.”.
Andammo
dentro.
“Che
facciamo?”chiese Ron.
“Dobbiamo
prima capire che vogliono.”gli rispose Lucy.
“Ma ora
dove
sono andati?”gli chiese Harry.
“Conoscendo
Miraz si accamperanno nella foresta per tenerci
d’occhio.”rispose Caspian.
Alcuni si
sedettero sulla tavola, altri in terra. Gli altri cominciarono a
parlare e noi
re ci mettemmo da una parte.
“Non
venire
Caspian!”gli dissi, ma lui fece finta di non sentirmi.
Mi alzai in
piedi e lo convinsi a venire con me.
“Ho
visto la
tua reazione!”.
“E io la
tua!”esclamò.
“Scusa.”gli
dissi infine.
“No,
scusami
tu.”mi disse. “Forse non dovrei venire. Se lo
vedessi ancora lo ucciderei.
Almeno credo.”.
“Io ho
paura.”dichiarai.
“Hai
ragione
ad averne.”concordò.
“Non ho
paura
della guerra.”insistetti. “Ho paura di perdere te e
tutti gli altri.”.
Gli occhi mi
si stavano riempiendo di lacrime. Lui mi abbracciò.
“Senti,
nessuno e ripeto nessuno ci separerà. Non devi permetterlo
di farlo di nuovo!”.
Mi sciolse
dall’abbraccio e mi asciugò le lacrime.
“Ehi,
vedi di
tirare fuori quella grinta. So che ce l’hai.”.
Sorrisi. Le
sue parole mi facevano sempre tornare il buon umore.
“Andiamo!”esclamai.
Tornammo dai
Pevensie.
“Allora
vieni?”gli chiese Susan.
“Ancora
non lo
so.”rispose lui.
“Che
vorrà
Miraz secondo voi?”chiese Edmund.
“Farci
un ricatto
o qualcosa del genere.”risposi.
“Ma i
portali?”disse ad un certo punto Cho alzandosi.
“Dobbiamo
concentrarci sulla battaglia.”le disse Peter cercando di
mantenere la calma.
“Mi
sembrava
che tu prima avessi detto che non sapevi che dovevamo
fare!”ribattè lei.
“Ma una
battaglia ci sarà! E’ un dato di
fatto!”urlò lui. “Secondo te che ci fa
l’esercito? E’ venuto a darci in
benvenuto?”.
“Se li
trovassimo sarebbe più semplice.”intervenne
Caspian.
"Allora
tu li vai a cercare mentre io guido la gente in battaglia, va
bene?"strillò Peter. “Non abbiamo più
tempo! Miraz vorrà darci un
ultimatum.”.
“Ci
inventeremo qualcosa!”esclamò Edmund.
Peter era
esasperato e stava per uscire di testa.
“A
quelli si
può dire di no poche volte!”esclamò.
“La
fantasia
non ci manca!”dichiarai.
“Devo
risponderti male, cazzo?”gridò. “Ma per
cosa ci siamo allenati a fare? Per poi
morire? Vacci tu là, io non voglio perdere le persone che
amo!”.
“Peter,
basta!”esclamò Lucy. “Se cominciamo a
litigare tra noi è finita.”.
La tensione in
quel momento era al massimo.
“Abbiamo
scoperto che Cho ha le palle di dire
qualcosa!”bisbigliò Edmund.
Sorrisi. Susan
invece lo schiaffeggiò sul braccio.
“Ma la
smetti
di dire parolacce?”disse fulminandolo con lo sguardo.
Dopo questo
battibecco con Peter un’ora e mezzo volò via e noi
re cominciammo ad avviarci
fuori.
“Scusami.”mi
disse Peter. “Non volevo risponderti in quel modo.”.
“Non
importa!”lo rassicurai.
“Faccio
così
perché sono preoccupato.”si giustificò.
“Non sei
il
solo…”aggiunsi.
Mi
abbracciò.
La cosa mi sorprese: lui, Peter, quello coraggioso e orgoglioso era
addirittura
più preoccupato di me. Si scusò anche con gli
altri, pure con suo fratello e
con Caspian (che all’incontro con Miraz non venne).
Fuori
c’erano
sette troni: davanti ai sei disposti per noi ce n’era uno per
Miraz. Se fosse
stato per me sarebbe stato in piedi.
Ci sedemmo e
aspettammo.
“Ma che
persona puntuale…”commentò Edmund.
“Zitto,
che
sta arrivando!”esclamò Susan indicandolo.
Non era solo:
i nostri soldati lo stavano scortando.
“Buonasera!”disse
quando arrivò.
“Siete
in
ritardo!”gli fece notare Peter.
“Perdonatemi,
re Peter.”si scusò.
“Sedetevi
pure!”gli disse Edmund.
“Però
non vedo
mio nipote Caspian.”disse Miraz.
“Dov’è?”.
“Non
sono
affari che vi riguardano!”lo aggredii.
“Capisco,
è solo
troppo codardo per venire…”disse.
“No!”esclamò
una voce alle nostre spalle. Era lui. “Ero solo un attimo
impegnato.”.
Ero felice che
fosse lì, così gliele avrebbe cantate a Miraz.
“L’essere
codardo è l’ultima cosa che mi si
addice.”aggiunse.
Miraz si mise
a ridere.
“Avete
qualcosa da ridire?”domandai. Smise subito.
“Ma voi
chi
diamine siete?”mi chiese.
Lo guardai
negli occhi. Ma era stupido o ci faceva?
“Non
siamo qui
per discutere di identità!”incalzò
Peter. “Perché volevate conferire con
noi?”.
“Mi sono
stufato di questa guerra!”.
“Allora
perché
non la smettiamo e viviamo in pace?”propose Susan.
“Di
sicuro
sapete che Narnia mi ha portato via mia nipote, vero?”.
“Ma
falla
finita!”tuonò Caspian. “Lo sanno tutti
che la volevi togliere di torno per poi
togliere di torno pure me.”.
“Come
puoi…”.
“Tu non
devi
neanche nominarla mia sorella!”esclamò alzandosi.
“Caspian!”esclamò
Peter.
Lui si rimise
subito a sedere.
“Vi do
tre
giorni per decidere.”ci avvertì Miraz.
“A quel punto vi attaccheremo e poi
sarete veramente estinti.”.
Ora era
cattivo. La sua espressione era cattiva.
“Volete
duellare insomma.”disse Lucy.
“Proprio
così!”rispose lui. “Il mio è
un ultimatum.”.
“Le cose
però
si possono fare anche con calma!”esclamò Lucy
indignata. “Si può trattare.”.
Prima che
Miraz potesse dire qualcosa intervenne Edmund.
“Non si
può.
Ci vuole eliminare del tutto.”.
“Avete
tre
giorni di tempo!”ci avvertì ancora Miraz.
“Perché
allora
non ci avete attaccato subito?”gli chiese Susan.
“Ho
pensato
che fosse corretto informarvi sulle mie intenzioni.”.
“Non sei
mai
stato corretto, mica comincerai ora?”lo canzonò
Caspian.
Gli pestai un
piede.
“Non
abbiamo
altro da dirci.”disse Miraz ignorando mio fratello.
“Avete tre giorni.”.
Ci alzammo e
lui si congedò.
“Lunga
vita ad
Aslan!”esclamò Edmund.
Mentre stavamo
tornando dentro Miraz mi prese per un braccio.
“Tu hai
un
volto familiare.”mi disse sorpreso. “Chi diamine
sei?”.
“Lasciala
immediatamente!”esclamò Caspian puntandogli la
spada. “Lasciala!”.
“Caspian,
ti
sei fatto la ragazza?”lo prese in giro lo zio.
“Lasciala
ho
detto!”.
Alla fine mi
lasciò e i nostri soldati lo riportarono al suo campo.
Eccolo
qua pronto il nuovo capitolo!
Dai,
questa volta ho aggiornato leggermente prima, anche perché
la scuola finalmente
è finita *ride compiaciuta* e poi perché da
domenica vado ad un campus per
musicisti, quindi ho deciso di farvi una piccola sorpresina.
Spero
vi piaccia. La pacchia per i nostri eroi è finita. Una
battaglia è in arrivo.
Che succederà? A voi le ipotesi! :D
Ah,
tra l’altro voglio ringraziare chi ha recensito
l’altro capitolo, ovvero
FrancyWeasley, SummerEnd ( che è una nuova lettrice e che
ringrazio molto! I
nuovi lettori fanno sempre piacere!:DD), MooN94 (che senza di lei non
so come
farei ad andare avanti! Grazie! Questo capitolo è tutto per
te!) e P e r l a.
Ah,
e poi ci sono naturalmente quelli che hanno messo la storia tra
preferite/seguite/ricordate. Grazie, grazie, grazie.
Alla
prossima.
Miriam.
|
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Capitolo 18 *** Ce la possiamo fare! ***
Caspian mi
portò dentro. Era veramente furioso, si vedeva dalla faccia
che aveva. Stavolta
Miraz non l’avrebbe passata liscia, ne ero sicura.
“Se ti
toccava
ancora, io giuro che…”non ce la fece nemmeno a
finire la frase per quanto era
arrabbiato.
“Stai
calmo
Caspian!”cercai di tranquillizzarlo. “Forse ha solo
capito chi sono…”.
“Non
doveva
toccarti nemmeno se l’avesse capito del
tutto!”continuò.
“Calmati,
ti
prego!”gli dissi afferrandolo per le braccia.
“No!”urlò.
“Ma che
succede?”disse Edmund arrivando dalla Tavola.
“Non
riesco a
farlo calmare!”risposi.
“Posso
aiutarti?”mi chiese.
“No,
tranquillo!”risposi. “Ci penso io.”.
Lui se ne
tornò dall’altra parte. Forse non gli avevo
risposto nemmeno tanto bene, ma ora
dovevo preoccuparmi di mio fratello.
“Caspian
guardami!”esclamai,
ma lui non lo fece. “Guardami, cazzo!”.
Alzò
leggermente lo sguardo e i suoi occhi marroni incrociarono i miei.
“Non mi
ha
fatto del male!”ripetei. “Non devi
preoccuparti!”.
Mi
fissò per
qualche secondo e dopo un po’ sembrò tornare in
sé stesso.
“Oddio,
scusami, non volevo comportarmi così!”disse
abbracciandomi.
Intanto gli
altri erano arrivati e ci guardavano interrogativi.
“L’esercito
vuole sapere che succede!”ci informò Peter.
“Bene!”disse
Caspian. “Raduniamoci fuori!”.
“Puoi
ridarmi
il corno?”gli chiese Susan.
“Sì,
scusami!”rispose lui sorridendole.
Io, come al
solito, gli feci l’occhiolino che lui ricambiò con
un’occhiataccia. Poi uscimmo
fuori e lei lo suonò. In breve tempo tutti accorsero per
capire. Peter
amplificò la sua voce e Harry disse:
“Muffliato.”e
poi tracciò un cerchio intorno a noi.
“Così
i
telmarini non ci sentiranno!”ci spiegò lui.
Anche noi
avevamo un esercito bello grosso, ma saremmo stati la metà
di quello dei
nemici.
“Miraz
ci ha
dato un ultimatum!”cominciò Peter. “Tra
tre giorni, se non avremo deciso cosa
fare ci attaccherà. Il suo scopo è quello di
eliminarci del tutto.”.
L’esercito
era
scoraggiato. Erano sicuri di andare incontro a morte certa.
“Questo
però
non accadrà!”esclamò dopo un attimo di
pausa. Tutti lo guardarono. “Guardate il
lato positivo!”disse sorridendo. “Dalla nostra
parte noi abbiamo la magia, loro
solo le armi. Noi guardiamo lontano, loro hanno una mente chiusa.
Vogliono
eliminarci per avere il territorio libero. Ci hanno provato e per un
periodo ci
sono anche riusciti. Li abbiamo lasciati fare e hanno preso le nostre
terre, le
nostre case e le nostre famiglie!”il suo tono di voce stava
salendo. “Ma questa
volta sarà diverso. Non li lasceremo fare! Combatteremo!
Perchè noi non siamo i
loro schiavetti!”esclamò sempre più
acuto. Tutto l’esercito si era alzato in
piedi. “Non posso fare quello che vogliono! E noi glielo
faremo capire! Insieme!
Tra tre giorni combatteremo e gli faremo capire loro non sono nessuno e
che non
possono fare quello che vogliono!”urlò infine.
Ecco, ora si
era gasato troppo. Il problema era che ora tutto l’esercito
lo era e cominciava
ad urlare:
“Sììììììììì!
Vai!
Yeeeeeee!”.
“Per
Narnia!”urlò Caspian e l’esercito
rispose urlando la stessa cosa.
“Per
Aslan!”urlò Peter e l’esercito
ripetè.
“Ora
alleniamoci!”esclamò Edmund.
L’entusiasmo
era ancora sulle loro facce.
“Complimenti
Peter!”gli dissi. “E’ stato
illuminante!”.
“Grazie!”rispose.
“Discorso
epico!”mi complimentai e lui mi sorrise.
“Era di
sicuro
un discorso epico, ma accadrà?”disse Edmund.
“Ma
perché
devi sempre rovinare l’atmosfera gioiosa?”lo
rimbeccò il maggiore. “E poi ci
inventeremo qualcosa di sicuro! Una scorciatoia si trova
sempre!”.
“Anche
in tre
giorni?”disse il minore e lui non rispose.
“Stasera
ognuno di noi penserà a qualcosa!”intervenne Susan.
“Come se
fosse
facile…”intervenne George.
“Almeno
la
volontà di provarci!”ribattè lei.
“Dai,
su, non
discutiamo!”esclamò Lucy.
“L’agitazione ci gioca brutti
scherzi…”.
“Repello
babbanum!”esclamò Ron.
Noi lo
guardammo perché non sapevamo cosa significasse.
“E’
per i
babbani.”spiegò. “Così se ci
spiano vedranno solo che ci alleniamo con le armi
e non con le bacchette.”.
“Dovrei
sapere
di che parli?”gli disse Caspian.
“I
babbani
sono persone che non hanno poteri magici!”intervenne Hermione.
“Geniale
Ron!”esclamò Luna.
“Grazie!”esclamò.
“Ma non
ti
gasare!”lo ammonì Hermione.
Appena lei si
girò lui le fece la linguaccia. Che carino! Mi misi a ridere.
“Ho una
sorella troppo furba per i miei gusti!”commentò
Caspian.
“E io un
fratello troppo stupido per capire.”ribattei.
“Brutta
peste!”esclamò.
“Vuoi
vedere?”lo provocai.
Tirai fuori la
spada e lui fece lo stesso.
“En
garde!”esclamai
e cominciammo a combattere.
Schivai un suo
colpo e lui fece un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
Stranamente
me la stavo cavando bene. Gli altri guardavano la scena divertiti. Ad
un certo
punto Caspian mi fece cadere la spada che purtroppo non feci in tempo a
prendere. Quindi tirai fuori il pugnale. Ero un po’
svantaggiata però cercavo
di mettercela tutta, ma niente, mi cadde anche quello. Allora presi una
freccia
e tesi l’arco.
“Non
oserai!”disse.
“Oh,
invece
oso!”lo sfidai.
Non la lanciai
contro di lui, ma in alto, e nel frattempo che lui la guardava presi la
spada
da terra.
“Sei
furba
cara!”osservò.
“Più
di te
sicuro!”esclamai sicura di me.
Combattemmo
qualche altro minuto poi finimmo incrociando le nostre spade.
“Sei
brava!”si
complimentò. Il suo tono di sfida era svanito.
“Grazie!”esclamai.
Gli altri ci
batterono le mani. Poi cominciammo ad allenarci per case e anche con le
bacchette.
Malfoy sembrava leggermente più amichevole con noi re.
Acconsentiva sempre a
combattere e parlava di più.
Poi la sera
arrivò in fretta. Dal campo nemico provenivano rumori di
armi: anche loro si
stavano preparando. Qualunque cosa gli avessimo detto loro ci avrebbero
dichiarato guerra. I telmarini non erano persone di parola. Non so cosa
mi
spingeva a dire questo, forse il solo fatto che io un tempo appartenevo
a
quella razza.
Delle voci mi
distolsero dai miei pensieri: Susan e George stava discutendo
nuovamente.
“Io non
li
sopporto più!”esclamò Ginny.
“E per
fortuna
che non dovevamo litigare…”aggiunse Edmund.
“George
piantala!”gli intimò la sorella.
“Stanne
fuori!”esclamò lui.
“Susan!”esclamò
Peter.
“Ha
cominciato
lui!”l’accusò lei.
“Ma lo
vedi
che sei una bambina?”disse lui.
Gli occhi di
Susan ardevano di rabbia e sembravano dardi infuocati.
“Oh, ma
basta!”esclamò Neville. “Non dobbiamo
litigare.”.
“Qualcosa
non
vuole farci stare uniti!”affermò Hermione.
“Lo sento.”.
Susan era
sparita.
“Dov’è?”chiese
Caspian.
Alzai le
spalle.
“Noi
andiamo
dentro!”esclamai tirando Caspian per una manica.
Andammo
dentro.
“Io ne
approfitterei…”gli dissi.
Mi
guardò male
e poi svoltò gli occhi al cielo. Attraversammo il corridoio
e vedemmo che lei
stava venendo verso di noi. Piangeva.
“Susan,
che ti
succede?”le chiese Caspian mettendosi davanti a lei.
Lei lo
abbracciò
e lui naturalmente ricambiò. Decisi di tornare indietro per
concedergli un po’
di privacy.
Harry rimosse
la protezione. Aveva fatto bene a mettercela: li vedevamo, ci stavano
spiando.
Erano delle persone veramente sleali.
“Che
dite, ne
mettiamo una anche per stasera?”chiese Cho.
“No…”risposi.
“Manterranno la promessa, sennò non si sarebbero
messi là.”.
“Come
volete
voi.”.
Richiamammo
dentro l’esercito e andammo a mangiare. Caspian e Susan erano
in corridoio che
ci aspettavano. Lanciai a Caspian uno sguardo molto eloquente. Lui mi
sorrise
facendo finta di non capire, ma io volevo sapere di più.
Sì, lo so, ero molto
impicciona, soprattutto se si trattava di mio fratello. Con lui stavo
bene,
anche se in quel momento l’agitazione saliva ogni momento di
più. E avevo anche
paura, era maggiore della prima battaglia. Harry e Ron dopo cena fecero
una
porta e la misero all’entrata. Era una bella idea: riparava
dal freddo e dal
nostro lato era trasparente, cosicché noi potevamo vedere i
nemici, ma loro no.
“Non
è
prudente stare fuori stasera.”esordì Caspian.
“Amplieremo le camere così ci
entreremo tutti.”.
Il nostro
esercito non faceva caso alle bacchette. Ci guardavano un po’
perplessi, ma
erano contenti di avere un’arma in più.
Dopo cena
rapii Caspian e lo portai in terrazza.
“Come ho
già
detto, non è prudente stare
fuori…”ribadì.
“Ma
tecnicamente noi non siamo sul prato, siamo comunque
sull’edificio…”precisai.
“Ok!”disse.
“Lo so che ti piacciono le stelle.”.
“Non
sviare il
discorso!”esclamai. “Lo sai perché sono
qui!”.
“Sei
proprio
un’impicciona!”esclamò lui.
“Una buona volta fatti gli affari tuoi!”.
Sorrisi. Ero
ansiosa di sapere, ma lui non parlava.
“Devo
aspettare molto?”gli chiesi. “O devo farti il
solletico?”.
“Ok, ora
te lo
dico.”cedette. “Si sentiva in colpa e ha detto di
aver sbagliato a trattare
male George. Io ho cercato di farle capire che poteva rimediare. Un
po’ si è
calmata alla fine…”.
“E
basta?”gli
dissi.
“Scusa,
ma che
altro dovevo fare?”mi chiese stupito.
“Ma
guardati!”esclamai. “Sei un figo assurdo, con un
fisico da paura! Sfodera un
po’ il tuo lato sensuale!”.
Mi guardava ad
occhi spalancati.
“Fisico
hai
detto?”mi chiese ancora più sbalordito.
“Come fai a…”.
“Intuito!”lo
interruppi. “Mica avrai pensato che ti avessi visto mentre ti
spogliavi!”.
Scosse la
testa e rimase a fissare il vuoto per alcuni secondi. Forse era troppo
imbarazzante per lui un argomento del genere.
“Dici
davvero?”mi chiese ancora spiazzato.
“Mica ti
direi
una cavolata!”esclamai. “Se tu vivessi nel mio
mondo avresti centinaia di
ragazzine stupide che ti sbavano addosso.”.
“Nessuno
mi
aveva mai fatto un complimento così!”disse.
“Forse
perché
qui non ci sono abbastanza donne.”ipotizzai.
“Ci
sono, ci
sono.”disse “Solo che io non sono uscito quasi mai
dal castello.”.
“Per una
volta
Miraz ha fatto qualcosa di giusto, no?”dissi.
Lui mi
guardava interrogativo.
“Se non
avesse
tentato di ucciderti, tu non saresti mai scappato, non avresti mai
chiamato i
re e non avresti mai conosciuto Susan.”spiegai.
“Sei
troppo
intelligente!”mi disse. “Ma avrei potuto chiamarli
in qualunque momento. Il
corno ce l’aveva il Maestro.”.
“Non
l’avresti
fatto!”precisai. “Il corno si sente e Miraz ti
avrebbe ucciso senza pensarci.”.
“Ma
insomma! Vuoi
proprio dare tutto il merito a lui?”mi disse.
“Io
facevo per
dire!”mi difesi. “Il merito è tutto tuo!
Sei un figone del cavolo Caspian!”.
Sembrava
imbarazzato,
però sorrise.
Il cielo
quella sera era nuvoloso e a malapena si vedeva la luna.
“Secondo
te
che stanno facendo?”mi chiese indicando la foresta.
“Non
so…”risposi.
Restammo un
altro po’ lì, però in silenzio.
“Quanto
amo
queste stelle.”commentai.
“Lo so,
me
l’hai già detto!”mi disse.
“Somigli così tanto a papà.”.
“Penso
pure
tu.”affermai.
“No.”rispose.
“Lui non si tirerebbe indietro di fronte alle
difficoltà. Io ho paura di
perderti.”.
“Anche
io!”lo
confortai. “Però penso che se fosse qui ti direbbe
che sei stato bravissimo
fin’ora e di continuare ad andare avanti.”.
A quel punto
mi sorrise.
“Caspian,
devi
farti la barba!”cambiai discorso.
“Ma tu
non ci
stai mai zitta?”sbuffò.
“Potrei
chiedere a Susan se gli uomini le piacciono con o senza la
barba.”proposi.
“Sei
veramente
una palla! Andiamo giù?”disse cambiando discorso
anche lui. Sorrisi e poi dissi
di sì.
Erano tutti in
camera e Peter stava ripetendo ancora una volta di pensare a cosa dire
a Miraz.
Susan era in un angolo. Provai a parlarle, ma non alzò
nemmeno lo sguardo,
quindi ci rinunciai. Dopo poco quasi tutti crollammo a causa del sonno.
Ehilà
bella gente!
Buon
pomeriggio a voi! Che caldo che fa. Non ne posso più!
>.<
Visto
che brava? Ho aggiornato in anticipo. :D
Ma
veniamo al capitolo. Più che altro è di
passaggio. Le cose vere cominceranno
nel prossimo capitolo. Perdonate la mia poca modestia, però
devo ammettere che
vado fiera del discorso di Peter. Mi è piaciuto un sacco
scriverlo. Lo
definirei epico (come lo definisce anche la protagonista! :D).
I
discorsi con Caspian sono abbastanza stupidi, come al solito.
Ringrazio
chi ha recensito l’altro capitolo ovvero SummerEnd, MooN94 e
FrancyWeasley e
chi ha messo tra preferite/seguite/ricordate.
Vi
annuncio che ho quasi finito di scrivere questa storia su carta.
Mancano
solamente due capitoli! ç___ç
Oddio,
dopo chissà quanto mi ci vorrà per copiarli tutti
(e chissà quanti saranno
perché i capitoli su carta vengono lunghissimi, a volte
anche 10 pagine e
quindi mi tocca ridividerli, quindi, prima che la finirò al
computer passerà
del tempo).
Dopo
ho in mente una storia su Harry Potter (di cui ho già
scritto 8 capitoli).
Alla
prossima!
Miriam!
|
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Capitolo 19 *** Strategie. ***
“No
Lucy, no!”
esclamò Peter. “Non se ne parla!”.
Ecco, eravamo all’ennesima discussione. Era dal giorno prima
che cercavamo di
studiare un piano, ma niente sembrava fare al caso nostro. In
più il giorno
dopo avremmo dovuto comunicare le nostre decisioni a Miraz, altrimenti
ci
avrebbe attaccato. Tanto lo avrebbe fatto comunque, però uno
ci poteva provare.
“Falla parlare Peter!” disse Edmund. “Non
ci ha nemmeno detto la sua nuova
brillante idea.”.
“Fai poco lo spiritoso Edmund!” esclamò
Lucy.
“Ma io l’ho capito, l’ha già
accennato l’altro giorno!” disse Peter ignorando
la sorella.
“Allora sentiamo la tua teoria!” lo
sfidò lei.
“Tu vuoi andare a cercare Aslan.”
esclamò Peter.
“Sì, e allora?”.
“Se i telmarini ti trovassero? Se ti uccidessero?”
sbraitò Peter. “Hai una vaga
idea di come mi sentirei? Io non voglio averti sulla
coscienza!”.
“Potrei accompagnarla!” proposi.
“No, tu mi servi qui.”esclamò Peter.
“Ma non abbiamo scelta!” parlò Susan per
la prima volta. “Personalmente nemmeno
io sono contenta di mandare Lucy da sola nella foresta, ma stavolta
è diverso.
La magia non verrà da noi, dovremo essere noi ad andare a
cercarla. Secondo me
questo è quello che ci vuole dire Aslan.”.
“Allora sei d’accordo…”le
disse Peter sbalordito.
“No, ma non c’è scelta, se non lo
cerchiamo perderemo.”.
“I telmarini la vedranno e la inseguiranno. Vuoi vederla
morta?”. Non c’era
verso di far ragionare Peter.
“Possiamo trovare un diversivo.”intervenne Caspian.
“Miraz deve seguire le
tradizioni del popolo e deve dimostrare coraggio.”.
“Che vuoi dire?” gli chiese Edmund.
“Se noi gli proponessimo un corpo a corpo?”
continuò Caspian. “Non oserebbe
rifiutare, è troppo orgoglioso.”.
“Ma chi si scontrerà?” domandai.
“Voi ragazze no di sicuro!” esclamò
Edmund.
“Che abbiamo che non va?” chiese Lucy stizzita.
“Lucy, lascia stare, ti prego!” esclamò
Caspian.
“Mi sembra logico decidere chi deve combattere.”
disse Edmund che si voltò
verso Peter e Caspian.
“Tocca a me!” disse Peter. “Ma sono
contrario che tu vada nel bosco.”disse
infine a Lucy.
“Possiamo accompagnarla.”dissi ancora.
“Voi servite qui!” insistette Peter.
“E allora Peter ti attacchi e vado da sola a cercare Aslan e
i portali.”ribattè
Lucy.
“Ancora con questi portali?” esclamò
Peter. “Ma allora non avete capito che non
esistono!”. Lucy sbuffò.
“Possiamo farla accompagnare da uno
dell’Ordine.”proposi.
“Ci servono anche loro!”esclamò Peter.
“Se devi dare retta a chi ci serve, tutti sono
importanti!”ribattei.
“E se ci andassi da sola?”chiese di nuovo Lucy.
“No!”esclamammo tutti insieme.
“Come non detto!”commentò lei.
“L’accompagno io!”dissi decisa.
“Servi a Caspian!”esclamò Peter.
“Qua sono quella che seve di meno: Susan guida gli arcieri,
Caspian la
cavalleria, Edmund i fanti e tu combatti.”dissi.
“Ma tu vorresti combattere?” mi chiese Edmund.
“Sì.”risposi. “Ma voi servite
più di me, quindi se a voi va bene l’accompagno
io.”.
“Io mi fido di mia sorella e se dovessero incontrare
difficoltà so che lei proteggerà
Lucy in qualunque modo.”affermò Caspian.
“Concordo con lui!”esclamò Edmund.
“E’ una combattente straordinaria e non ho
mai visto nessuno che, come lei, impara così in
fretta.”.
Naturalmente Caspian mi fece l’occhiolino. Era veramente un
rompipalle.
“Posso confermare dopo aver visto la sua tenacia nella prima
battaglia.”disse
Peter. “Mai visto nessuno così testardo, a parte
mio fratello…”.
Edmund sorrise e pure io.
“Mi hanno preso le parole dalla
bocca!”esclamò Susan. “Posso solo dire
che sono
d’accordo con loro.”.
“Anche io.”intervenne Lucy. “Ti voglio
tanto bene e ti dico grazie perché mi
accompagni.”.
Oh cavolo! In quattro erano riusciti a farmi commuovere…
“Grazie ragazzi!”esclamai abbracciandoli. Caspian
mi baciò sulla fronte come al
solito. “Ho ricevuto più complimenti in questi
cinque minuti che in sedici anni
di vita.”.
Alla fine mi sciolsi dall’abbraccio.
“Sì, però smettila di piangere,
no?”mi disse Edmund asciugandomi una lacrima.
Sorrisi. Poi sbirciai dietro di me e vidi Caspian con la coda
dell’occhio che
stava cercando di trattenere le risate in tutti i modi. Eh no, stavolta
aveva
davvero superato il limite. Giuro che l’avrei ammazzato se
non l’avesse fatto
Miraz.
“Che ne dite, vogliamo informare prima l’Ordine e
poi tutto l’esercito?”propose
Peter e tutti fummo d’accordo.
“Usate il meno possibile le bacchette!”si
raccomandò Caspian all’Ordine. “Di
sicuro lo sapranno e metteranno in atto ogni tipo di strategia per
capire che
intenzioni abbiamo.”.
“Ma non siamo così abili con le
armi!”disse Hermione.
“No, ma che dici!”le disse Peter. “Te la
cavi!”.
Aveva fatto un complimento a Hermione? Io e Caspian avevamo trovato
un’altra
cavolata di cui sparlare. Ci sembravamo delle vecchiacce di 80 anni che
non si
fanno mai gli affari loro. Poi ebbi un flash e mi venne in mente lui e
io
vecchi seduti sulla terrazza di un palazzo (o Cair Paravel o Telmar).
Accanto a
lui c’era una donna dai lunghi capelli bianchi che pur
essendo anziana aveva
comunque un bel viso: era Susan. Lei e Caspian si tenevano la mano.
Accanto a
me un uomo dai capelli bianchi, ma simpatico come lo era da giovane:
quello era
Edmund. Io e Caspian spettegolavamo come al solito.
“Ehi, bella addormentata?”.
Susan mi distolse dai miei pensieri
“Chissà a che
pensava…”commentò Caspian.
“Stupido!”esclamai. “Pensavo a me e a te
da vecchi, ok?”.
“Ma certo!”disse lui.
“Ma io ti uccido!”esclamai.
“Scusate, rimandate a dopo i vostri propositi di
uccidervi.”disse Peter.
“Dobbiamo comunicare agli altri le nostre
intenzioni.”.
Li chiamammo e gli parlammo del nostro piano. Anche a loro andava bene,
tranne
a Trumpkin che insisteva nel fatto di non mandare Lucy nel bosco.
“Non sarà sola!”esclamò
Edmund.
Dopo questo si tranquillizzò e anche lui
acconsentì. Ognuno tornò ad allenarsi
per conto proprio. Malfoy era in un angolo. Era tanto che non si
isolava,
soprattutto da noi re. I rapporti con l’Ordine erano ancora
freddi.
“Stai bene?”gli chiesi. Fece sì con la
testa.
“Tutto questo dovrebbe gasarmi, e invece mi toglie tutto
l’entusiasmo.”affermò.
“Perché?”.
“Ehi, Miriam!”esclamò Edmund.
“C’è tuo fratello che ti
cerca.”.
Mi alzai continuando a guardare Draco.
“Stai tranquilla, te lo dirò un’altra
volta.”mi disse.
Andai a cercare Caspian e vidi che stava parlando con Peter.
“Caspian, mi volevi?”chiesi interrompendoli.
“In verità volevo chiamare tutti.”disse
lui. “Dobbiamo decidere chi mandare da
Miraz per dirgli che vogliamo fare.”.
Chiamò solo gli altri re e Caspian ripeté quello
che aveva detto a me.
“Il re non può andarci.”disse Lucy.
“Deve andarci qualcuno che fa le sue
veci.”.
“Non sarai tu!”esclamò Peter.
Lei si rassegnò, già era tanto se la mandava nel
bosco con me.
“E se ci andassi io?”proposi, ma avevo fatto male.
“Stai scherzando, vero?”disse.
“No…”risposi.
“Miraz ti ha quasi
riconosciuto!”esclamò. “Hai una vaga
idea del fatto che
potrebbe ucciderti?”.
“Voglio vedere la sua faccia, ok?”ribattei.
“Non te lo permetterò!”urlò.
“Nemmeno se l’accompagno io?”intervenne
Edmund. Tutti si voltarono verso di
lui. “Cosa ho che non va?”.
“Tu niente, Ed!”disse Caspian.
“E’ lei che vuole uccidere!”.
“Allora tu non sei un telmarino!”dissi.
“Non lo conosci proprio il tuo popolo.
Non possono uccidermi! Non possono violare un patto. Di sicuro vorranno
fare in
modo che siamo noi a violarlo per poterci attaccare.”.
Rimase in silenzio, consapevole del fatto che avevo ragione.
“Va bene!”disse rassegnato. “Ma tu Edmund
tienila d’occhio! Lo sai com’è fatta,
no?”.
“Certo!”esclamò lui sorridendo.
Caspian si calmò un pochino e per sdrammatizzare mi fece
l’ennesimo occhiolino.
Ok, ora ero veramente stufa! Tirai fuori la bacchetta ed esclamai:
“Tarantallegra!”.
Lui cominciò a saltellare come un deficiente.
“Ehi! Perché?”mi disse Susan.
“Lo sai lui il perché!”esclamai
sorridendo.
“No, dai, smettila!”esclamò.
“Ma no dai!”esclamai. “Sei più
figo così!”.
Quanto godevo!
“Giuro che te la faccio pagare!”urlò lui.
“Forse è il caso di smetterla, no?”mi
disse Lucy.
“No!”le dissi.
“Per favore ragazzi!”esclamò Caspian
disperato. “Almeno voi non aiutatela!”.
Susan tirò fuori la bacchetta ed esclamò:
“Finite!”.
Caspian smise subito di saltellare.
“Grazie!”esclamò.
“Insettino, dopo me la paghi!”disse infine a me.
“Ma certo!”dissi sicura di me.
“Anzi, mi vendico ora!”esclamò
atterrandomi e cominciando a farmi il solletico.
Quando alla fine si decise a smetterla dissi:
“Però devi ammettere che la mia idea era un
po’ più originale della tua.”.
“Zitta!”esclamò. “E ora
alleniamoci un pochino, dai!”.
Come al solito si ripeteva la solita routine quotidiana. Non si poteva
biasimarli, era chiaro. C’era sempre tanta tensione e si
vedeva che anche gli
altri erano spaventati. Peter ad esempio si allenava come un cane,
senza
smettere un secondo, se non per mangiare o per parlare di strategie.
Noi
cercavamo di dirgli di calmarsi un po’, ma lui niente,
continuava imperterrito.
Forse a volte era anche più cocciuto di suo fratello.
Lui invece sembrava più rilassato. Anche l’Ordine
era abbastanza calmo.
Malfoy ultimamente era strano: mi cercava sempre, ma non riusciva mai a
dirmi
quella cosa che ormai rimandava da tempo, anche perché la
maggior parte delle
volte era Edmund o Caspian ad interromperci. E poi c’erano
sempre Edmund, Fred
e George che a volte si appartavano e parlavano fitto fitto.
Chissà che avevano
da dirsi…
Finimmo l’allenamento molto più tardi del solito.
Decisi di non mangiare. Non avevo
fame. Caspian invece insistette, ma io non cedetti e me ne andai in
terrazza.
Buonasera
a tutti voi. Aggiorno molto tardi e soprattutto molto in ritardo. Spero
sappiate perdonarmi, ma tra vacanze e stage musicale non sono riuscita
a
trovare il tempo di scrivere. Mi dispiace, sono stata crudele.
Ah, dimenticavo. Il capitolo è dedicato a FrancyWeasley.
Senza di lei che mi
diceva “Quando aggiorni?” non so se avrei
aggiornato oggi. Grazie davvero!
<3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Anche questo è un
pochino di passaggio,
come quello precedente. Volevo dirvi che la storia l’ho
finita di scrivere su
carta (state tranquilli, ancora prima che la scrivo tutta al computer
passerà
un bel po’ di tempo, quindi non dovete preoccuparvi!). Ho
quasi pianto: è la
storia a cui tengo di più.
Ora non so più che scrivere. Ah sì: recensite! xD
Alla prossima ragazzi!
Miriam.
|
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Capitolo 20 *** La lettera ***
Mi misi a
sedere. Ormai quello era diventato il mio luogo preferito: da
lì si vedeva
tutto, ma più che altro le stelle. Le amavo tantissimo e
potevo stare lì ore a
guardarle.
“Disturbo?”mi
chiese una voce dietro di me. Era Edmund e aveva una pergamena in mano.
“Certo
che
no!”esclamai.
“Tra
poco
arriveranno anche Caspian e gli altri…”disse lui.
“Dobbiamo scrivere qualcosa
da leggere a Miraz, non solo da dire.”.
“Ok.”dissi.
Lui mi sorrise. Aveva un sorriso stupendo ed estremamente contagioso,
infatti
sorrisi pure io.
Mise in terra
la pergamena e poi tirò fuori un calamaio e una penna e
posò anch’essi a terra.
“Edmund?”lo
chiamò una voce femminile dal basso.
“Che
vuoi
Lucy?”le chiese lui scocciato.
“Vieni
un
attimo?”.
Lui
sbuffò,
poi disse:
“Torno
subito!”e scese trascinando i piedi.
Mentre lui
scendeva, stava salendo Caspian.
“Te
l’ha già
detto Edmund?”mi chiese sedendosi accanto a me.
“Detto
cosa?”gli
domandai.
“Di
quello che
scriveremo a Miraz!”esclamò.
“Ah,
sì,
certo!”gli dissi.
“Scusa,
ma tu
a che pensavi?”mi chiese lui.
“Oh, a
niente!”risposi vaga.
“Sì,
certo,
come no.”disse incerto. “Non continuare a
nasconderti dietro un dito.”.
Sbuffai. Non
pensavo che fosse così faticoso avere un fratello che non si
fa gli affari
suoi.
“Lo so a
che
pensavi.”aggiunse.
Ecco il mio
piccolo psicologo. Non era poi così divertente.
Ci fu un
attimo di silenzio.
“Oh, ma
hai
visto prima che bel complimento che Peter ha fatto a
Hermione?”gli dissi
cambiando argomento.
“Non ti
sfugge
niente!”esclamò sorpreso.
“Potrebbe
scapparci qualcosa, tu che dici?”ipotizzai.
“Forse…”rispose
lui vago.
“Sembriamo
davvero delle vecchiacce che non fanno che spettegolare dalla mattina
alla
sera!”esclamai.
“Eh
già!”concordò. “Comunque si
vede che la tua non è una cottarella come
un’altra!”.
“E ora
che
cosa c’entra?”gli chiesi.
“Fammi
finire
il discorso!”esclamò.
“Mi
prendi in
giro?”gli dissi.
“No,
stavolta
è una cosa seria!”esclamò.
“Si vede come lo guardi. È uno sguardo intenso e
profondo. Generalmente una persona lo fa quando è veramente
innamorata.”.
“Da
quando fai
anche lo psicologo?”gli dissi.
“Non
faccio lo
psicologo!”dichiarò. “Certe cose si
capiscono a pelle!”.
Lo guardavo
con una faccia da punto interrogativo.
“Come te
lo
spiego? Ah ecco!”continuò. “Prendi Harry
e Cho per esempio. Non è una cosa che
durerà a lungo. Nei loro sguardi non
c’è abbastanza intesa. Lei non fa niente
per essere sé stessa e soprattutto felice.”.
“Se tu
vivessi
nel mio mondo dovresti davvero fare lo psicologo.”commentai.
“Ancora
con
questa storia?”sbottò.
“E’
la verità!”mi
difesi. “E poi guadagnano un sacco!”.
“La
smetti di
sparare cavolate e fai la persona seria per una volta?”si
lamentò.
“E
allora che
mi dici del rapporto che c’è tra te e
Susan?”chiesi.
“Pero
fortuna
che dovevi smetterla di dire cavolate!”esclamò.
“Ora ero
seria!”lo rimbeccai.
“In
questo
caso non sono io che devo giudicare…”disse.
“Secondo
me
sareste una splendida coppia!”affermai e le sue guance si
tinsero leggermente
di rosso.
“Che fai
arrossisci?”lo presi in giro.
“Ma
zitta
va!”ribattè lui.
“Ma hai
visto
che prima solo perché le hai fatto gli occhi dolci ha fatto
smettere
l’incantesimo che ti avevo fatto?”dissi sorridendo.
“Smettila!”esclamò.
In quel
momento arrivarono i Pevensie.
“Ma voi
due
che avete sempre da chiacchierare?”ci domandò
Peter.
“Spettegolare,
piuttosto.”disse Edmund.
“Sono
molti
anni che l’aspetto.”disse Caspian. “Ora
l’ho ritrovata e non me la lascio
sfuggire.”. Sorrisi.
“Facciamoci
venire qualche idea per questa specie di tema.”disse Susan
cambiando argomento.
“Come lo cominciamo?”.
“Caro
Miraz!”esclamò Edmund.
“A
questo
punto mandalo direttamente a quel paese, che fai prima.”disse
Lucy. “Bisogna
essere formali. Non è una persona qualunque.”.
“Per me
è uno
zerbino da piedi!”disse Caspian.
“Lasciamo
stare ciò che è lui per te?”intervenne
Peter.
Caspian
alzò
le mani in segno di resa.
“E se la
cominciamo tipo: Io, Re Peter il Magnifico, imperatore
di…”mi interruppi. Non
mi ricordavo su che terre regnava.
“Secondo
me è
giusto come inizio.”disse Caspian.
“Sì,
non è
male.”commentò Susan.
“E dopo
tutte
le presentazioni, signore di quello e di quell’altro che
mettiamo?”disse
Edmund.
Peter aveva
una faccia della serie “posso strangolarlo da un momento
all’altro”.
Era signore di
talmente tanti posti che nemmeno si poteva ricordarne il nome. Anche
lui poteva
capirci un pochino.
“Ci
scriviamo
le nostre intenzioni, o meglio, le intenzioni di Peter.”disse
Susan.
“Il
combattimento.”disse lui.
“E
basta?”chiese Edmund.
“Mica
vorrai
scrivere un poema, vero?”esclamò Caspian.
“Io
però
metterei una condizione.”intervenne Lucy. “Chi
perde sarà ucciso e il popolo si
arrenderà senza ulteriori scontri.”.
“Perfetto!”disse
Peter e anche gli altri furono d’accordo.
“Chi va
a
parlarci scriverà queste quattro cose!”disse Susan
guardando me e Edmund.
“Cosa?”disse
lui. “Nemmeno un piccolo aiutino?”.
“Ve ne
abbiamo
dato fin troppo.”disse Peter e poi tutti cominciarono a
scendere le scale.
“Almeno
tu,
Caspian!”esclamai.
“No, mia
cara,
fate da soli!”disse lui. “Buonanotte!”.
Rimanemmo solo
io e Edmund.
“Allora
che
scriviamo?”mi domandò.
“Io,
Peter il
Magnifico signore di quello, di quell’altro e di
quell’altro ancora.”dissi.
“Tanto
per la
cronaca, se volete vi ricordo di quali terre sono
sovrano!”disse una voce alle
nostre spalle. Peter era in piedi contro il muro e stava mangiando una
mela.
“Ehi,
non
darti troppe arie!”esclamai.
“Il mio
era
puro scopo informativo!”si difese continuando a darsi arie.
Il fratello non
riuscì a trattenere le risate.
“Comunque
se
hai fatto di ridere posso sempre dirvi di cosa sono
signore.”disse infine.
“Se
aspetti un
minuto!”esclamai. Presi carta e penna e cominciai a scrivere.
“Peter
il
Magnifico, grande re di Narnia, Imperatore delle Isole Solitarie, Lord
di Cair
Paravel, Cavaliere dell’Ordine più nobile del
Leone e Flagello dei lupi.”disse.
“Ma
quanti
cavolo di titoli hai?”disse il fratello.
“Quanti
ne
bastano.”rispose lui.
“Ma
smontati
un pochino!”esclamai ironica.
“Mi ritengo offeso.”disse con una punta di amarezza.
“Poverino!”esclamai.
“Vi
lascio
lavorare. La regina stasera vuole essere troppo
simpatica!”disse scendendo.
“Vedere
tuo
fratello che sclera è spettacolare!”esclamai.
“Non sai
quanto!”ribattè Peter dalle scale.
“Appunto!”esclamò
Edmund mettendosi a ridere.
“Dai,
dai
scriviamo qualcosa che prima finiamo, prima
dormiamo!”esclamai.
“Che
mettiamo?”mi chiese.
“Dai,
che ti
detto!”esclamai.
“Ma non
scrivevi tu?”mi interruppe.
“La
mente sono
io! Tu sei il braccio!”gli dissi. “E poi scrivo
abbastanza male.”.
“Va
bene!”acconsentì prendendo la penna e la
pergamena. “Però secondo me scrivi
bene.”disse
commentando ciò che avevo scritto prima.
“Perché
mi ci
sono impegnata.”gli dissi.
Ci fu un
attimo di silenzio.
“Allora
che
scrivo?”mi chiese.
“Prima
di
scrivere senti se va bene.”gli dissi. “Io metterei:
sfido domani a mezzogiorno
Miraz…”
“Non
sarebbe
meglio re?”mi interruppe e lo guardai malissimo.
“Forse meglio usurpatore!”.
“Meglio!”dissi.
“…l’usurpatore Miraz in un corpo a corpo
sul campo di battaglia. Il perdente
avrà la resa totale e sarà ucciso e il suo popolo
sottomesso.”.
“Basta?”mi
chiese lui.
“Sì,
ti va
bene?”gli dissi.
“Sì,
però ora
dovrei scriverlo.”.
Gli dettai e
in breve tempo finimmo. Poi ci sdraiammo a pancia in su e osservammo un
po’ le
stelle stando in silenzio. Poi vidi che c’erano rimasti dei
fogli di pergamena.
“Vuoi
giocare
a tris?”gli domandai destandolo dai suoi pensieri.
“Tris?”mi
chiese.
“Sì,
tris!”affermai. “Tu come lo chiami?
Filetto?”.
Mi guardava
con una faccia da punto interrogativo.
“Vuoi
dirmi
che non lo conosci?”esclamai sorpresa.
Presi un
foglio e disegnai una pergamena.
“Quello
dove
devi mettere crocette e pallini…”.
“…e
devi
metterne tre in fila.”concluse lui.
“Allora
lo
conosci!”esclamai. “Ma allora mi prendi in
giro?”.
“No,
all’inizio non avevo capito.”si
giustificò. “Da me si chiama Three.”.
“Eh
vabbè,
tris o three è uguale.”mormorai.
“Non
proprio!”precisò.
“Sempre
così
pignolo!”lo punzecchiai.
“Dai,
comincia!”disse cambiando discorso.
“Però
io sono
la crocetta!”gli dissi.
“Ma no,
volevo
essere io la x!”si lamentò.
“Chi
tardi
arriva male alloggia.”dissi facendogli la linguaccia.
Cominciammo a
giocare e alla fine lui era in vantaggio.
“Ma la
vuoi
smettere di vincere?”gli dissi.
“Non
è mica
colpa mia.”disse innocente.
“Ah
no?”dissi
in tono di sfida. Gli tirai una goccia di inchiostro sotto
l’occhio.
“Ehi!”urlò.
“Vuoi vedere che io stasera trovo il modo di farti diventare
mora?”.
Aveva la
boccetta dell’inchiostro in mano.
“Non
oserai!”mormorai.
“Io
invece
oso!”.
Cominciai a
correre in tondo sulla terrazza e lui mi rincorreva con la boccetta in
mano.
Poi mi fermai di colpo e urlai:
“Un
telmarino!”.
Ci
cascò in
pieno e si voltò dove gli avevo indicato. Andai verso di lui
e lo spinsi verso
il muro. La bottiglietta era in bilico. Poi cercò di
spingermi lui e io cercai
di fare resistenza, ma caddi lo stesso all’indietro e lui
sopra di me. Mi fissò
per qualche secondo e io gli tirai un altro po’ di
inchiostro. Il suo vestito
si sporcò.
“Ma tu
vuoi
proprio la guerra!”esclamò versandomi
l’intera boccetta.
Cercai di
evitarlo, ma non ci riuscii e l’inchiostro mi cadde sul
vestito, sulla faccia e
sui capelli.
Edmund si
alzò
e mi guardò soddisfatto.
“Comincia
a
correre!”esclamai.
All’inizio
mi
guardò divertito, ma poi quando mi alzai cominciò
a correre veramente giù per
le scale. Lo rincorsi e arrivai nel corridoio. Vidi delle boccette
d’inchiostro
ed ebbi un’idea. Presi la bacchetta e pronunciai:
“Wingardium
Leviosa!”.
Se ne
sollevarono alcune e ricominciai a correre portandomele dietro. Quando
vidi
Edmund esclamai:
“Oppugno!”.
Le boccette si
schiantarono e lui non riuscì a schivarle tutto, quindi si
sporcò anche lui.
Evitò l’ultima perché aveva tirato
fuori la bacchetta e aveva detto:
“Protego!”.
Quella
tornò
verso di me e l’afferrai al volo. La svitai e corsi verso di
lui cercando di
buttargliela addosso. Un po’ ci riuscii, ma poi anche io
finii con l’essere
tutta sporca di inchiostro. A quel punto eravamo pari e cominciammo a
ridere
come due cretini. Non mi ero mai divertita così tanto come
quella sera.
“Io
direi di
tornare di sopra, sennò qua facciamo confusione e svegliamo
gli altri.”gli
dissi.
“Perché
noi
fin’ora non l’abbiamo fatta, vero?”mi
rimbeccò e gli feci la linguaccia
Lentamente
tornammo sopra, ma dopo quel piccolo combattimento eravamo entrambi
esausti.
Inoltre, visto che avevo cominciato a rompere come una bambina di tre
anni, mi
diede vinta la partita a tris. Poi si piegò e qualcosa
penzolò dal suo collo.
“E
questa?”gli
chiesi.
“Me
l’ha
regalata mio padre.”rispose.
“E’
molto
bella!”mi complimentai. “Non dovresti
nasconderla!”.
“Io non
la
nascondo!”si difese, ma non ci riuscì molto bene,
però il discorso finì lì.
Stemmo qualche
altro minuto a parlare d’altro, però dopo i miei
occhi cominciarono a farsi
pesanti perché avevo sonno. Dopo poco mi addormentai addosso
a Edmund. Sentii
lui che mi posava dolcemente a terra e che mi copriva con una giacca.
Poi
crollai completamente.
Salve
a tutti! Sì, lo so aggiorno con molto ritardo, ma purtroppo
la scuola è
ricominciata e visto che andrò in Irlanda con lo scambio a
dicembre mi stanno
concentrando compiti e interrogazioni tutti in questo periodo. Cavoli,
non ce
la faccio già più!
Comunque
spero che vi piaccia. Chiedo umilmente perdono!
Ringrazio
comunque di cuore FrancyWeasley che ha recensito anche
l’altro capitolo! Grazie
davvero!
Al
prossimo capitolo.
Miriam.
|
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Capitolo 21 *** L'incontro con Miraz ***
La mattina dopo
una forte luce colpì i miei occhi. Era già
giorno da molto quando mi svegliai. Molto lentamente provai ad aprire i
miei
occhi. Come la sera prima ero coperta con la giacca di Edmund ed ero
girata a
pancia in su. Lui era girato verso di me, tutto rannicchiato come se
sentisse
freddo e dormiva profondamente. Non l’avevo notato ma le
nostre mani erano
intrecciate. Rimasi decisamente sorpresa.
Mi tolsi la
giacca e la misi addosso a lui. Poi, visto che
gli altri ancora non erano venuti a chiamarci, decisi di rimettermi a
dormire.
Però questo pensiero non durò a lungo. Sentii un
po’ di trambusto e poi
qualcuno che saliva le scale.
“E
questo come lo chiami?”urlò una voce femminile.
“Susan,
vai sotto…”le disse una voce maschile.
“Ci penso
io.”.
Sentii dei
passi che scendevano le scale.
“Miriam…”mi
sussurrò una voce all’orecchio. Era Caspian.
“Miriam, svegliati…”.
“Devi
arrivare sempre nei momenti meno opportuni
tu!”sbottai.
“Perché?”chiese
lui.
“Perché
mi stavo per riaddormentare!”esclamai.
“Dai,
su, alzati!”mi incitò con il suo tono sempre dolce.
Piano piano
riaprii gli occhi e lo vidi che andava verso
Edmund a svegliare pure lui che ancora dormiva profondamente.
“Edmund…”lo
chiamò. “Edmund…”disse ancora
più e più volte
anche se lui non dava segni di volersi alzare. Poi cominciò
a scuoterlo e alla
fine si svegliò di soprassalto.
“Che
succede?”disse agitato.
“Niente
Ed!”esclamò mio fratello.
“Buongiorno!”.
Edmund
sbuffò. Mi misi seduta e soffocai uno sbadiglio.
“Posso
chiedervi che diavolo è successo?”ci chiese
Caspian.
Io e Edmund ci
guardammo e poi ci voltammo verso di lui con
sguardo da punto interrogativo.
“Sotto
è tutto sporco di nero e ci sono dei vetri rotti in
terra.”spiegò. “Qui è
esattamente la stessa cosa e tu Miriam sembra che ti sei
tinta i capelli…”.
Io e Edmund ci
riguardammo e poi scoppiammo a ridere.
“Ehm,
piccolo scontro...”dissi.
“Sì,
beh, avevi perso…”commentò Edmund.
“No,
ti spiego.”dissi vedendo il volto interrogativo di mio
fratello. “Stavo perdendo a tris e gli ho tirato una goccia
di inchiostro. Da
qui abbiamo cominciato a tirarci intere boccette di inchiostro
rompendole
tutte.”.
Ci guardava
malissimo.
“Ma
dopo mettiamo a posto eh!”lo rassicurò Edmund.
“Voi
due siete proprio matti!”esclamò sorridendo.
“Comunque
sotto l’Ordine ha già provveduto a ripulire il
vostro macello. Potete farlo qui
voi?”.
Entrambi
annuimmo.
“Noi
vi aspettiamo di sotto.”ci disse infine. “Tra poco
dovrete andare da Miraz.”.
Prima di
scendere naturalmente lo stupido mi fece il segno
dell’ok con le dita. Cominciavo quasi ad abituarmi, ormai le
volte che gli
avevo detto di smetterla non riuscivo a contarle più.
“Allora,
ci servono acqua e un secchio.”disse Edmund ancora
assonnato.
“Ma
no, Ed!”esclamai tirando fuori la bacchetta.
“Tergeo!”esclamai e subito tutto
l’inchiostro si ritirò al suo interno.
“Giusto,
giusto.”disse lui.
“Buongiorno
Ed!”gli dissi.
“Come
avrai notato ho ancora molto sonno.”affermò.
“E
comunque stai bene mora.”.
“No,
mi è sempre piaciuto il mio colore
naturale.”dissi.
“Non mi ci vedo.”.
“Ora
anche per forza!”.
“Ma
saranno solo quattro peli colorati di nero.”.
“Secondo
me ci staresti bene allora!”insistette.
Lo ringraziai e
poi scendemmo sotto. Tutti gli altri erano
fuori, nello spiazzo dove il giorno dopo avrebbe avuto luogo lo scontro
tra Peter
e Miraz. Erano tutti seduti in cerchio.
“Grazie
per aver ripulito il nostro casino!”esclamai rivolta
verso di loro.
“Di
niente!”rispose Fred.
“Certe
idee però potete avercele solo
voi.”commentò Peter.
“Come
si fa a litigare per una partita a tris?”si
domandò
Susan.
“Almeno
apprezza l’originalità.”le disse Lucy.
Nel frattempo
noi ci eravamo seduti.
“Almeno
avete scritto qualcosa?”domandò Caspian.
“Ma
certo!”esclamai. “Mica abbiamo giocato tutta la
sera a
tris!”.
“E
che avete scritto?”domandò Ginny.
“L’abbiamo
lasciato sopra.”disse Edmund rialzandosi.
“Ed,
faccio io.”dissi fermandolo. “Accio
pergamena!”.
Essa
arrivò direttamente nelle mie mani.
“Scusate,
a volte di dimentico di essere quasi un mago.”si
giustificò lui.
Passai il
foglio a Peter che poi lo passò agli altri.
“Diciamo
che per due che litigano a tris è davvero niente
male.”commentò infine.
“Bravi!”.
“E
ora che si fa?”domandai.
“Ora
vi andate a preparare e poi andrete da Miraz.”disse
Peter.
“E
voi?”gli chiese Edmund.
“Allenamento!”rispose
Caspian. “E preparazione delle armi.”.
“Cominciamo
allora!”disse Malfoy entusiasta.
Per un momento
tutti lo guardarono, poi si alzarono e
distolsero lo sguardo.
“Vengo
con te!”esclamò Susan dirigendosi verso di me.
“Così
ti aiuto.”.
“Aspetta
Susan!”esclamò Hermione e noi ci girammo verso di
lei. “Te lo pulisco io il vestito, anche se con i capelli non
posso fare
niente.”.
Con un colpo
della bacchetta il mio vestito tornò rosso
fuoco come prima.
“Se
non puoi far tornare i suoi capelli come prima perché
non la fai tutta mora?”propose Susan.
“Solo
se lo vuole lei.”le rispose Hermione.
“Ma
io voglio!”esclamai e con un altro colpo di bacchetta
diventarono neri.
“Stai
bene!”esclamò Susan.
“Grazi
Herm!”dissi, poi io e Susan andammo dentro.
Lei mi
sistemò per bene l’arco e tutto il resto. Mi
strinse
l’armatura e fui pronta.
“Ma
tu e mio fratello?”mi chiese mentre uscivamo.
“Cosa?”le
chiesi colta alla sprovvista.
“Lo
sai…”disse lei sorridendo.
“Allora
vogliamo parlare di TE e mio fratello?”esclamai.
Beccata. Mica se l’aspettava.
“Lasciamo
perdere?”disse e fui d’accordo con lei.
Uscimmo fuori e
Edmund era già pronto con la spada nel
fodero e un grosso leone disegnato sul davanti della casacca. Lo
raggiunsi.
“Mi
raccomando, state attenti!”si raccomandò Caspian.
“Soprattutto tu!”disse rivolgendosi a me.
Lo salutai e
poi feci lo stesso anche con gli altri prima di
andare con Edmund verso il campo nemico.
“Tutta
mora?”mi chiese.
“Sì.”risposi.
“Ottima
scelta!”commentò.
“Grazie.”.
Pian piano
avanzammo verso i nostri avversari.
“Senti,
Miri, chi annuncerà a Miraz le nostre
intenzioni?”mi
chiese. Come? Come mi aveva chiamato?
“Scusa?”gli
dissi per farmelo ripetere ed essere sicura di
aver capito bene.
“No,
dico, chi parla con Miraz?”ripetè.
“No,
io dicevo il nome…”gli dissi.
“Ah
sì, Miri.”esclamò. “Che
c’è, non ti piace?”
“Certo
che mi piace!”esclamai. “Eh che non me
l’aspettavo!”.
“E’
più corto e poi ti si addice di più
perché sei
piccolina!”disse. Wow!
Chiacchierando
non ci eravamo quasi resi conto che eravamo
arrivati. C’era una sorta di cancello davanti al quale
stavano delle guardie.
Appena ci videro incrociarono le loro lance davanti a noi. Che
accoglienza
carina!
“Che
volete abitanti di Narnia?”disse la prima guardia in
tono sprezzante.
Edmund strinse
la sua mano intorno al fodero della spada.
“Vorremo
conferire con Lord Miraz.”dissi in tono educato.
“Re!”precisò
la seconda guardia.
“Perdonatemi!”esclamai.
“Vorremmo conferire con re Miraz.”.
“Non
possiamo farvi passare, abitanti di
Narnia!”esclamò la
prima guardia con lo stesso tono sgarbato di prima.
“Sai,
la cosa è strana.”disse Edmund in tono sarcastico.
“Tu
pretendi che il titolo del tuo re venga rispettato. Anche noi
pretendiamo che
voi rispettiate i nostri!”.
Gli diedi uno
schiaffo sul braccio.
“Io
sono re Edmund e potete chiamarmi anche abitante di
Narnia perché è questo ciò che
sono.”continuò. “Ma dovreste inchinarvi
entrambi
alla vostra sovrana, la regina Miriam X, sorella del principe Caspian
X! Il
nome non vi dice niente?”.
Lo stupore si
dipinse sui loro volti.
“Fateli
passare!”disse una voce autoritaria alle loro
spalle. Era il generale Glozelle.
Le due guardie
tolsero le lance e ci aprirono il cancello.
Entrammo e ci fermammo davanti a lui.
“Vi
faccio strada!”disse incerto.
Forse aveva
sentito ciò che aveva detto Edmund?
“Non
ce n’era bisogno!”gli sussurrai riferita a quello
che
aveva fatto.
“Sì
che ce n’era!”esclamò indignato.
“Questa gente deve
capire con chi ha a che fare e soprattutto deve abbassare la
cresta!”.
Ad un certo
punto il generale si fermò e ci disse di
aspettarlo lì. Lui continuò ad andare avanti e io
decisi di andargli dietro.
“Dove
vai?”mi chiese Edmund.
“Lo
seguo!”esclamai.
“Ma
che diavolo dici?”strepitò lui. “Vuoi
farti uccidere?”.
“Esiste
l’incantesimo di Disillusione che rende
invisibili.”dissi.
“No,
non ti ci faccio andare!”esclamò. “Miraz
è un mago e
soprattutto non è stupido. Sa riconoscere un incantesimo
quando lo vede.”.
“Ma
potremmo scoprire i loro piani!”esclamai.
“E se
ti uccidono perché li hai
sentiti?”ipotizzò. “Lo sai
che Caspian ucciderebbe me?”.
“Almeno
ci ritroveremmo nell’aldilà.”dissi e non
appena
finii la frase diventai invisibile.
“No,
ti prego!”imprecò. “Non voglio averti
sulla
coscienza!”.
“Torno
subito, aspettami!”dissi.
“Non
ti stai rendendo conto della cazzata che stai
facendo.”esclamò lui, ma io ero già
partita.
Mi misi a
correre e ben presto trovai il generale. Stava
andando verso un casotto in legno con la porta chiusa. Bussò.
“Avanti!”disse
la voce di Miraz.
Il generale
entrò e si chiuse la porta alle spalle. Restai
fuori, potevo comunque sentire tutto.
“Ditemi
generale!”esclamò.
“Ci
sono il re e la regina di Narnia che vorrebbero
conferire con voi.”lo informò.
“Finalmente
si sono decisi!”disse. “Fateli passare!”.
“Per
il vostro piano?”domandò il generale.
“Come
previsto!”gli rispose Miraz. “Sappiamo che sanno
manovrare la magia, quindi ho contattato alcuni Mangiamorte ancora
fedeli al
Signore Oscuro. Raduneremo un esercito e appena uno di loro si
lascerà sfuggire
un incantesimo loro arriveranno dal nulla. A quel punto li
annienteremo!”concluse soddisfatto. “Ora
chiamateli!”.
Cominciai a
correre più veloce che potevo perché non dovevo
farmi sentire e soprattutto dovevo essere da Edmund prima del generale
per non
far capire che l’avevo seguito.
Quando arrivai
lui stava camminando avanti e indietro
impaziente.
“Dovresti
esercitare cautela!”gli dissi togliendo
l’incantesimo di Disillusione.
“Tu
mi fai preoccupare!”esclamò indicandomi e io
sorrisi.
“Almeno
hai scoperto qualcosa?”mi chiese acido.
“Perché io
non ci trovo niente da ridere!”.
“Non
vorrei interrompere i tuoi pensieri poco carini verso
di me, ma ti spiace se te lo dico dopo?”gli sussurrai
all’orecchio.
Sentivo i passi
del generale sull’erba secca e i rami
staccati.
“Venite!”esclamò
poco più tardi.
Lo seguimmo e
arrivammo allo stesso casotto dove era andato
prima. Ci aprì la porta e aspettò che entrassimo
prima noi, poi lui ci seguì e
si chiuse la porta alle spalle. Miraz era seduto su una poltrona e
attorno a
lui c’erano seduti altri Lord di Telmar.
“Buonasera!”ci disse e Edmund rispose al saluto.
“Ditemi,
miei re!”ci esortò.
Edmund mi
passò il foglio di pergamena e cominciai a
leggere. Dopo aver finito la arrotolai.
Miraz aveva la
stessa espressione di prima. Non era cambiato
di una virgola!
“Perché
dovrei accettare?”ci chiese.
“Perché
dovreste rifiutare?”ribattè Edmund.
“Ma
perché dovrei accettare?”insistette lui.
“Fino
a qualche mese fa ci credevate estinti.”rispose Edmund
pronto.
“E lo
sarete veramente!”esclamò lui.
Quanta
sfacciataggine! Perché era così sicuro di
vincere?
Erano superiori sia in numero sia con le armi, ma non con la mente e il
cervello.
“Quindi
non avete nulla da temere!”obiettò Edmund.
“Oppure
avete paura di quattro selvaggi e di un re che ha la metà
dei vostri anni?”.
Ora Miraz era
rimasto spiazzato.
“Non
si sta parlando di coraggio.”ribattè con tono
autoritario.
“Quindi
rifiutate con coraggio.”disse Edmund traendone le
conclusioni.
Ero decisa a
sfottere Miraz. Lo guardava con quel tono da
duro ma si vedeva che aveva paura.
“Ma
voi che siete il re non dovreste essere il più forte e
coraggioso?”dissi. “Non dovreste essere il primo
che accetta subito senza
indugiare?”.
“State
zitta!”mi interruppe.
Feci un passo
avanti. Edmund cercò di trattenermi ma non ci
riuscì.
“Che
fate? Vi tirate indietro?”dissi ancora. “Vi
comportate
da vigliacco?”.
“Ho
detto che dovete stare zitta!”. Miraz tirò fuori
la
spada e me la mise sul collo. I Lord accanto a lui si irrigidirono di
colpo. Edmund
tirò fuori la sua, ma il generale lo fermò. I
suoi occhi erano colmi di rabbia
e preoccupazione.
“Molto
tempo fa, una barca sotto Cair Paravel e una bambina
scomparsa. Tutto questo ti dice niente?”lo provocai.
“Che
state dicendo?”. Il terrore era dipinto sul suo volto.
“Quella
bambina scomparsa ero io.”risposi.
“Mio
re, che storia è questa?”esclamò Lord
Sopespian. Miraz
non rispose. Non ne aveva il coraggio.
“Chi
siete?”mi chiese Sopespian.
“Sono
la regina Miriam X, sorella di Caspian X e futura
sovrana di questa terra.”.
Miraz era
stupito quanto tutti i Lord presenti. La spada gli
cadde dalla mano cadendo sopra al tavolo davanti a lui e Edmund mi
tirò
indietro vicino a lui. Mi strinse forte a sé.
Si sentiva un
mormorio da parte dei Lord.
“Abbiamo
sentito bene? Miraz l’ha fatta sparire?”.
“E’
tornata la regina!”.
“Ma
come è possibile? Non l’avevano rapita gli
abitanti di
Narnia?”.
“Come
ha potuto il nostro re?”.
“Silenzio
per favore!”esclamò Miraz e subito tutti tacquero.
“Dovete sperare che la spada di re Peter sia più
affilata della sua penna!”esclamò
duro. Non aveva gradito la figuraccia.
“E
voi dovete solo sperare che Caspian non lo venga a
sapere.”dissi indicandomi il collo.
“Andiamo!”mi
sussurrò Edmund tirandomi per un braccio.
“Generale,
accompagnateli fuori!”ordinò Miraz.
“Certo,
mio re!”disse lui incerto.
Per tutto il
tragitto fino al cancello non aprimmo bocca. Il
generale ci salutò con un inchino e Edmund con un gesto
della testa. Ci allontanammo
e quando superammo gli alberi che ci separavano dal campo nemico
potevamo
finalmente stare tranquilli.
Ta daaaaaaaaaan!xD
Con il mio solito
(stavolta
enorme) ritardo eccomi ad aggiornare. Sono davvero lenta e mi dispiace
un sacco,
ma lo scambio in Irlanda mi ha preso davvero molto tempo. Spero
sappiate
perdonarmi!:)
Ringrazio FrancyWeasley e
SummerEnd che recensiscono sempre e hanno tanta pazienza con me. Grazie
di
cuore!
Alla prossima (sperando di
aggiornare più in fretta!).
Miriam.
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Capitolo 22 *** Ansia pre battaglia ***
“Ma sei
completamente impazzita?”mi disse Edmund.
“No, era
necessario!”esclamai.
“Farti
mettere
una spada sulla gola era necessario?”.
“Non
avrei mai
immaginato la sua reazione.”ribattei. “E poi non mi
avrebbe mai fatto del male!
Vuole fare in modo che siamo noi a violare il patto.”.
“Quella
gente
non la puoi prevedere!”esclamò lui.
“In
questi
casi sì!”insistetti.
Continuammo a
continuare nell’erba alta.
“Non lo
diciamo a Caspian, vero?”dissi sicura della sua risposta.
“Ma mi
prendi
in giro?”esclamò. “Certo che
no!”.
“Non ci
credo
che hai paura di lui!”dissi.
“Non ho
paura
di lui, ma quando si tratta di te cambia
completamente!”esclamò.
“Se lo
dici
tu…”risposi ridacchiando.
“Invece
di
ridacchiare perché non mi dici che hai scoperto?”.
“Io non
ridacchio.”ribattei.
“Allora
me lo
dici sì o no?”ripetè ignorandomi.
Gli raccontai
brevemente ciò che avevo sentito.
“Quindi
non
possiamo usare la magia, giusto?”mi disse alla fine.
“Non
è che non
possiamo, non dobbiamo!”esclamai.
“Quindi
siamo
svantaggiati…”affermò.
“Capitan
ovvio!”esclamai.
“E anche
l’ordine è svantaggiato. Con le armi se la cavano,
ma non bene come
noi…”affermò di nuovo.
“Capitan
ovvio
colpisce ancora!”esclamai.
“Ma la
smetti?”sbottò.
“Guarda
che
sei tu!”esclamai.
“Ah
certo, è
sempre colpa mia! Ti metti nei guai è colpa mia, fai casini
è colpa mia.”si
lamentò. “C’è una volta in
cui la colpa è tua?”.
“Mmm no,
non
credo.”risposi.
Non rispose.
Poverino, ci era rimasto male. Però mi divertivo a
punzecchiarlo in quella
maniera.
Dopo circa due
minuti eravamo tornati alla Tavola. Erano tutti fuori che si allenavano
e
appena ci videro arrivare smisero e corsero verso di noi. Ci guardavano
con
aria interrogativa.
“Che
volete?”chiese Edmund.
“Ma
secondo te
che vorranno?”gli dissi ovvia.
“Appunto,
ma
sei stupido?”gli disse Susan.
“Sì,
lasciamo
stare!”esclamò Peter. “Piuttosto,
raccontateci cosa vi ha detto.”.
“Questo
non è
il posto più adatto.”dissi.
Ci spostammo
dentro e ci sedemmo in cerchio.
“Muffliato!”esclamai.
“Ehi, ma
che
cosa sono tutte queste protezioni?”mi chiese Fred.
“Ora ve
lo
dico”risposi.
“Miraz
ha
accettato anche se abbiamo dovuto convincerlo.”li
informò Edmund.
“Cosa?”chiese
Caspian incredulo.
“Sì,
stava per
rifiutare quando poi lei lo ha convinto ad accettare.”disse
riferito a me.
“Peter,
lui ha
paura di te. Approfitta di questa cosa!”esclamai.
“Lo
farò…”rispose lui.
“Ma
oltre
questo? Ha detto altro?”chiese Hermione.
Né io
né
Edmund sapevamo come dirglielo.
“Allora?”insistette
Ginny.
“Non
dobbiamo
usare la magia.”dissi.
“Perché?”chiese
l’Ordine in coro.
Raccontai anche
a loro quello che avevo sentito.
“No,
è
impossibile!”esclamò Ron.
“Ci
spiavano e
quindi diventa automaticamente possibile.”dissi.
“Giocano
sporco alla grande!”esclamò Neville.
“E fanno
anche
di peggio!”aggiunse Caspian.
“E ora
che facciamo?”chiese
Lucy.
“Dobbiamo
usare solo le armi, non la magia.”risposi.
“Ma noi
non ce
la caviamo così bene!”esclamò George.
“Vedi
alternative?”sbottò Draco.
“Ehi,
scusate,
ma chi ha detto che ci sarà una
battaglia?”intervenne Edmund. “Il patto non
prevede questo!”.
“Fidati,
ci
sarà!”esclamò Caspian.
“E’ quello che vogliono!”.
“Non li
facciamo scendere in battaglia!”propose Peter.
“Sì,
e secondo
te noi stiamo dentro a guardare mentre voi vi andate a far
uccidere?”protestò
Hermione.
“No,
però
potete stare con Susan e gli arcieri!”ribattè lui.
“Non
c’entriamo tutti!”esclamò Cho.
Infine
calò il
silenzio. Non sapevamo che fargli fare. Se scendevano in battaglia le
probabilità di morire per loro erano alte, ma loro volevano
farlo anche a costo
della vita.
“Io
combatterò!”esclamò
ad un certo punto Ginny. “Chi è con me?”.
Tutto
l’Ordine
alzò la mano.
“Andate
incontro a morte certa!”li avvertì Peter.
“Tutte
le
volte che combattiamo contro i Mangiamorte ci
andiamo!”esclamò Harry. “Una
volta in più o in meno cambia qualcosa?”.
“Fate
come
volete, ma ricordatevi che la battaglia è
domani.”li avvertì ancora Peter.
“Alleniamoci,
no?”disse Cho.
Tutti si
alzarono e andarono fuori. Rimanemmo solo io e mio fratello.
“Voi non
venite?”ci chiese Lucy.
“Sì,
tra un
attimo.”le disse lui e lei si avviò
all’esterno.
“No, ti
prego,
non ricominciare con le tue solite battutine!”esclamai.
“Volevo
parlare di Miraz.”.
Oddio.
Perché
voleva parlare di Miraz? Magari aveva scoperto che mi ero quasi fatta
uccidere
per farlo accettare? No, era impossibile. Era furbo e loquace ma non
poteva
averlo capito.
Non avevo
motivo di preoccuparmi e quindi dovevo fare la faccia più
naturale possibile.
“Spiegati
meglio.”gli dissi.
“In che
modo
lo hai convinto a cedere?”mi chiese.
“Gli ho
parlato di orgoglio.”risposi.
“E
basta?”mi
chiese. “Che altro gli hai detto?”
“Solo
quello…”risposi titubante e mi tradii da sola.
“Non sai
mentire, non a me almeno.”mi sgamò.
Avevo mentito
malissimo. E ora che gli potevo raccontare? Se gli dicevo del fatto che
Miraz
mi aveva messo la spada sulla gola potevo pure dire addio a Edmund.
“Ora sa
chi
sono.”gli dissi alla fine.
“Gli hai
detto
chi sei?”mi chiese e annuii senza guardarlo.
“Tanto
lo
avrebbe scoperto da solo in qualche modo”disse.
“Non sei
arrabbiato?”gli domandai stupefatta.
“E
perché
dovrei?”mi chiese.
“Per il
mio
comportamento scavezzacollo…”risposi.
“Mi
rendo
conto che è stata molto azzardata come mossa, ma non ti
avrebbe torto un
capello davanti all’intero Consiglio dei Lord”.
Potevamo dire
che Edmund era ancora nel regno dei vivi.
“E poi
c’era
Edmund che ti avrebbe difeso a qualunque costo!”aggiunse
ammiccando.
“Caspian,
smettila!”lo avvisai, ma lui continuava a ridere.
“Ehi,
questa
volta hai rotto!”lo avvertii ancora. “Vuoi che ti
faccia passare la voglia di
ridere?”lo ricattai. “Ricordati che questa volta
non ci sarà Susan a salvarti
il culo!”.
A quel punto
smise subito.
“Andiamoci
ad
allenare che è meglio!”disse cingendomi le spalle.
“Ho
vinto!”gli
sussurrai.
“Non ci
giurerei, piccola peste!”.
Fuori sembrava
che fosse in corso una battaglia vera e propria. Peter sembrava un
dannato.
Secondo me aveva bisogno di qualcosa per i nervi ed era troppo agitato
per i
miei gusti. Avevo provato anche a tranquillizzarlo dicendogli che Miraz
aveva
paura di lui (tra l’altro era anche vero), ma nemmeno quello
era servito.
Combattei
anche contro di lui, ma resistetti poco e caddi a terra. Caspian mi
rialzò.
“Vacci
piano
con lei!”esclamò.
“Scusami
Caspian.”disse Peter.
“Tranquillo,
combatti normalmente!”lo rassicurai. “Quando saremo
in battaglia i telmarini
non avranno pietà di me.”.
Ci allenammo
fino a sera. Alla fine eravamo esausti e stanchissimi.
L’esercito si ritirò
nelle proprie stanze quasi subito.
Noi mangiamo
tutti insieme, ma eravamo tutti zitti. Io avevo paura. Tutto
l’entusiasmo del
pomeriggio e le chiacchierate con mio fratello erano niente. E se fossi
morta
lì?
Mi alzai e
andai fuori in terrazza. In quella stanza c’era troppa
tensione ed era
insopportabile.
Volevo cercare
di mandar via quei brutti pensieri.
Sentii dei passi
dietro di me. Qualcuno mi aveva seguito. Salii le scale e mi sedetti
contro il
muro. Dopo qualche secondo arrivò anche l’altra
persona: era Malfoy.
“Torna
giù!”esclamò.
“No,
c’è una
tensione assurda!”risposi.
“Perché,
tu
sei contenta?”.
“No!”urlai. “Ma cerco di scacciare via i
brutti pensieri. Ho una famiglia sia
di qua sia di là!”.
“Tutti
abbiamo
bene o male una famiglia.”affermò.
“Io ho
trovato
mio fratello da poco! Che faresti al posto mio se tu fossi quasi
consapevole di
perderlo?”.
Non rispose.
Era rimasto incantato.
Arrivò
un’altra persona e stavolta era Caspian.
“Draco, ti vogliono sotto.”disse a lui che scese le
scale a testa bassa.
Mio fratello
si sedette accanto a me e mi prese il viso tra le mani.
“Che
hai?”mi
chiese ma io non risposi. Lo abbracciai e basta.
“Ti
voglio
bene!”gli dissi.
“Anche
io!”disse ricambiando l’abbraccio.
“Troviamoci
qualcosa da fare!”proposi.
“C’è troppa tensione!”.
“Che
cosa?”mi
chiese.
“Avete
qualche
strumento musicale?”gli chiesi.
“Noi no,
ma i
fauni sì”.
“Chiediamoglieli!”esclamai.
Scendemmo
sotto e come previsto loro ce l’avevano. Avevano anche flauti
e qualche liuto.
“Ora
puoi
spiegarmi chi li suona?”mi chiese.
“Io so
suonare
il flauto”dissi. “Di voi nessuno sa
farlo?”.
Scosse la
testa.
“Dai, in
qualche modo facciamo.”.
Entrammo nella
stanza dove c’erano gli altri. La tensione si era
alleggerita, ma di poco.
“A che
servono?”disse Cho indicando gli strumenti.
“Adesso
alleggeriamo un po’ questa tensione.”esordii.
“Chi sa suonare il liuto?”.
Nessuno
alzò
la mano o rispose. Avevano dei musi talmente lunghi che a breve
avrebbero
toccato terra.
“Potete
incantarli?”dissi all’Ordine.
Hermione
tirò
fuori la bacchetta, fece un incantesimo e lo strumento
cominciò a suonare una
dolce melodia.
Tutti erano
ancora a sedere tristi. La prima ad alzarsi fu Ginny. Una intelligente.
“Beh,
che
volete fare?”disse lei. “Volete restare
lì a fissare il pavimento tutta la
sera?”.
Alla fine si
alzarono anche loro.
“Grazie.”le
sussurrai e lei mi sorrise.
“Valzer!”esclamai
e il liuto cominciò a suonarne uno di Strass.
“Forza, formate le coppie e
cominciate a ballare.”li esortai.
Vidi Caspian
andare verso Susan e cominciarono la danza. Io mi misi a sedere in
terra a
suonare il flauto.
“Sei
brava.”mi
disse Edmund che era seduto accanto a me.
“Non
balli?”gli
chiesi smettendo di suonare.
“La mia
dama
sta suonando.”disse. Voleva ballare con me!
“Ma la
tua
dama può anche incantare un flauto.”obiettai
sorridendo.
Feci in quel
modo e cominciò a suonare da solo. Edmund mi porse la mano,
la afferrai e mi
alzai. Poi mi mise le mani sui fianchi e io sulle sue spalle.
“Ora
devo
confessarti una cosa…”disse. “Non so
ballare.”.
“La cosa
non
mi sorprende!”esclamai. “La maggior parte dei
ragazzi non sa ballare.”.
“Allora
insegnami.”mi disse.
Ci guardammo
negli occhi, ma io abbassai lo sguardo.
“Muovendoci
di
lato devi alzare prima un piede e poi l’altro
così.”spiegai mostrandogli come
fare. Cominciò ad alzare i piedi, ma sembrava un soldatino.
“Guarda
che
mica è una marcetta…”gli dissi.
“Sono
negato
per questo tipo di ballo.”confessò.
“Non
è
difficile…”.
“Vabbè,
fortuna che sono in buone mani.”mi sorrise.
“Posso
cambiare?”disse ad un certo punto Peter.
“Proprio
ora
che avevo imparato!”si lamentò Edmund fermandosi.
“Dai,
metto
una cosa che ti piace!”esclamò. “Break
dance!”.
La musica
cambiò completamente: da lenta a energica.
“Peter
vuole
mettersi in mostra.”commentai.
“Peter
sei un
grande.”esclamò Edmund.
“Sai
ballarla?”.
Peter nel
frattempo si era messo a fare mosse di break dance sotto lo sguardo
stupito e
attonito di tutti.
“Sì.”rispose.
“Tu?”.
“Diciamo
che
la mia amica Alexandra mi insegna quando a scuola non abbiamo niente da
fare.”.
“Ma
veramente?”mi chiese stupefatto e io annuii.
“Vieni!”mi disse poi.
“Io non
ballo!”lo avvertii.
“Perché?”.
“Perché
non
sono brava come voi.”dissi.
“E
allora?”.
“Devo
proprio?”chiesi.
“Sì
cara!”esclamò.
Anche Edmund
cominciò a ballare. Cavoli, erano davvero bravi. Se ci fosse
stata Alexandra
chissà che avrebbe detto. Secondo me sarebbe letteralmente
impazzita.
“E
tu?”mi
disse Edmund.
“Ma ne
so fare
solo tre!”mi lamentai.
“Fammele
vedere ugualmente!”esclamò.
Mi guardai
intorno in cerca di aiuto e scorsi il sorriso di Caspian. Era davvero
contento
abbracciato a Susan.
Mi
inginocchiai, poggiai la testa a terra di lato e poi mi sollevai con le
braccia.
“Non
è
male!”esclamò Peter.
Poi misi un
braccio a terra e misi tutto il peso sul gomito e sollevai il corpo.
Per la terza
ed ultima che sapevo fare poggiai la testa a terra e tirai su le gambe
facendo
una verticale. Era tutto lì, non sapevo fare altro. Gli
altri ci fecero
l’applauso.
“Ehi,
finita
la guerra voglio qualche lezione!”esclamò Fred.
“Se
saremo
ancora vivi…”disse Cho.
“Stai
zitta!”esclamò Ginny.
“Che
musica
volete?”chiese Lucy. Ballava con Fred!
“E se io
dico
Queen o Led Zeppelin o System of a down?”dissi.
“Ma che
roba
è?”chiese Neville.
“Rock.”rispose
Hermione. “Musica babbana.”.
“Ma
queste non
puoi ballarle!”esclamò Susan.
“Appunto,
pogaaaaaaaaaaaaaaa!”dissi.
“Cosa?”chiese
lei.
“Pogaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”e
cominciai ad andare addosso alla gente mentre
“Cigaro” dei System of a down
risuonava per tutta la stanza.
“No, no,
mettiamo le Sorelle Stravagarie!”disse Harry che si era
appena preso una
gomitata in faccia.
“Chi?”chiese
Caspian.
“E’
un gruppo
famoso tra noi maghi.”disse George. “Sono
ganzi!”.
Gli strumenti
partirono a suonare la loro musica. Non era poi così male.
Naturalmente
non eravamo a coppie. C’era Edmund vicino a me che era
scatenato come un pazzo.
Lo stesso era Caspian: di sicuro non aveva mai sentito una canzone del
genere,
ma non se la cavava per niente male. Ma la sorpresa della serata fu
Lucy:
quella ragazza si muoveva benissimo, quasi come una dea. Naturalmente
tutti
rimasero stupefatti e le fecero i complimenti.
Poi ad un
certo punto Susan gridò:
“Tango!”
e la
musica cambiò completamente.
Proprio un
tango doveva mettere? Era troppo appassionata come musica.
“Devo
insegnarti?”dissi a Edmund.
“Credo
di
sapere come si balla!”esclamò.
Mi prese in
vita e cominciammo a ballare. Era bravo e sapeva trasportarmi facendomi
provare
una marea di emozioni. Alla fine del pezzo le nostre facce erano molto
vicine.
Stavamo facendo il caschè e i nostri nasi si sfioravano. La
cosa era
imbarazzante. Evitai di guardarlo negli occhi.
“Vuoi
ballare
con tuo fratello?”mi chiese Edmund quando finimmo il
caschè.
Acconsentii e
cambiammo coppia. Lui era allegro e sognante.
“Da
quanto
tempo non ti divertivi in quel modo?”gli chiesi.
“Troppo!”esclamò.
“Diglielo
Caspian!”esclamai indicando con lo sguardo Susan.
“La veneri quando la
guardi.”.
“Ti
prego,
no!”esclamò. “Io guardo in quel modo
pure te.”.
“Ma non
penso
proprio!”lo corressi.
Dovette
arrendersi. Sapeva che avevo ragione.
Comunque
ballava molto bene.
“Chi ti
ha
insegnato?”gli domandai.
“La mia ex-nutrice.”.
“Perché
ex?”.
“Miraz
l’ha
cacciata perché continuava a raccontarmi la storia di
Narnia.”.
Alla fine
tornai danzare con Edmund. Ballai con tutti: i gemelli, Neville, Harry,
stranamente con Malfoy, Ron, con le ragazze e infine con Peter. Varie
musiche
si succedettero: dall’hip hop ai balli di gruppo, dalla
musica da discoteca
(che tra l’altro nemmeno mi piaceva) ai latini americani e
così via. Fu una
serata memorabile e ci divertimmo un sacco.
“Sei
brava a
far sciogliere la tensione.”si complimentò Caspian.
Poi Peter
arrivò e mi abbracciò.
“Che
succede?”gli
chiesi, ma lui non rispose. “Battaglia in arrivo?”.
Fece sì con la testa.
“Andrà
tutto
bene!”lo rassicurai baciandolo in fronte.
“Ti
voglio
bene!”mi disse infine.
Dopo un
po’
decidemmo di andare a dormire. La mattina ci saremmo dovuti alzare
abbastanza
presto per prepararci.
Avevo ancora
paura per il giorno dopo. Avevo paura di perdere Caspian, ma decisi di
non
rimuginarci più sopra.
Per
addormentarmi pensai alla giornata e alla serata che avevo appena
passato.
Ehilààààààààààààààà!
Sono
in ritardo come al solito anche se devo dire che stavolta sono stata
più brava,
visto che l’ultima volta avevo aggiornato dopo 4 mesi.
Stavolta dopo due, però
so che è comunque tardi.
Ci
ho messo parecchio a scriverlo perché è quasi
interamente fatto da discorsi
diretti. Spero che non diventi troppo peso come capitolo.
Volevo
ringraziare FrancyWeasley che recensisce sempre! Grazie di cuore!:)
Questo
capitolo è dedicato alla persona più pazza che
abbia mai incontrato (che ho
citato nel capitolo per la sua passione per la break dance): si chiama
Alexandra, è la mia vicina di banco e una delle mie
più grandi amiche.
Non
credo di dover aggiungere altro. State pronti, la battaglia finale sta
per
avvicinarsi! *rullo di tamburi* Preparatevi per il gran finale (no,
come minimo
mancano ancora più di dieci capitoli, quindi non allarmatevi
:D).
Alla
prossima gente!
Miriam
PS:
i gruppi che cito nel capitolo (Led Zeppelin, Queen e System of a down)
non
stanno lì per caso. Sono i miei gruppi preferiti. Ci tenevo
a dirvelo J
|
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Capitolo 23 *** La battaglia - parte 1 ***
Naturalmente
quella notte non dormii bene. L’agitazione mi faceva proprio
dei brutti
scherzi, anche se la sera prima non ero proprio dello stesso umore.
Saranno
state le cinque del mattino e io ero già sveglia.
“Miri,
che hai?”mi chiese Caspian accarezzandomi i capelli.
Non
riposi. Feci finta di dormire.
“Tanto
lo so che non stai dormendo!”insistette.
“Stai
tranquillo, sto bene.”mentii.
“Non
raccontarmi cavolate. Sai che con me non funziona.”mi
sgamò.
“Ho
pensieri.”ammisi.
“Se
ci pensi è peggio.”obiettò.
“Che
perle di saggezza!”commentai.
“Ehi,
prendi poco in giro.”disse. “Dormi.”.
“Sono
spiacente di interrompervi…”disse Fred alzandosi e
accendendo le torce.
“Ma
che cavolo…”imprecò Edmund colpito
dalla luce improvvisa.
“…ma
noi dell’Ordine abbiamo un problema: non abbiamo le
armature.”.
“Che
cosa?”esclamò Peter scattando in piedi sul letto.
“E voi lo dite ora?”.
“Pensavamo
lo sapeste…”disse Ron.
“In
fondo siamo maghi e non ci servono protezioni quando
combattiamo”si giustificò
Harry.
“E
ora?”disse Lucy.
“Dobbiamo svegliare l’esercito per farle
fare.”disse Susan.
“No,
non li svegliare.”disse Hermione. “Forse possiamo
incantare i macchinari.”.
“O
forse possiamo sempre rubarle a quelli di Telmar!”disse
Edmund che nel
frattempo si era svegliato.
“Pessima
idea Ed!”gli dissi.
Gli
altri si alzarono e cominciarono a prepararsi.
“Ho
un’idea!”esclamai.
“Spara!”esclamò
George.
“Le
ragazze dovranno combattere con i vestiti, giusto?”
“Ovvio!”esclamò
Susan.
“Trasformiamo
le loro gonne in vestiti! È possibile?”proposi.
“Sì,
ma dobbiamo dividerci il lavoro”disse Hermione.
“Alcuni restano qui, gli altri
vanno a fabbricare armi e armature.”.
Stavano
tutti zitti.
“Facciamo
che i ragazzi vanno di là e noi ragazze stiamo
qua?”disse Ginny.
Naturalmente
non ci fu nessuna risposta.
“Ma
vi svegliate?”esclamò Lucy. “Non
c’è un minuto da perdere!”.
Gli
altri mormorarono qualcosa e poi i ragazzi cominciarono ad andare
nell’altra
stanza.
“Io
posso combattere con i pantaloni?”domandai. Lo trovavo molto
più comodo.
“E’
abitudine delle donne combattere con la gonna.”disse Susan.
“Quindi no.”.
Sbuffai.
Avrei trovato sicuramente un modo per farlo anche senza il suo
permesso. Non mi
era mai piaciuto seguire le regole e lei non era certo mia madre.
Nel
giro di mezz’ora le gonne diventarono dei lunghi vestiti
neri. Poi dall’altra
stanza si sentì un grande scoppio. Ci affacciammo e
c’erano i gemelli che
ridevano come pazzi e Ron abbastanza con dei pezzi di ferro in mano.
“Siete
due idioti!”esclamò infuriato. “A forza
di fare i vostri giochetti ci siete
riusciti a farla esplodere!”.
“Mica
l’abbiamo fatto apposta!”si giustificò
Fred che ancora ridacchiava.
“Ma
certo!”disse lui. “E ora come facciamo?”
“Duplichiamo
quelle che abbiamo già fatto!”propose Neville.
“Quanto
avete?”chiese Cho dopo che ebbero finito di discutere.
“Non
molto.”le rispose Harry.
“E’
quantificabile?”disse Susan.
“Venti
minuti.”le disse Peter.
Io
e le altre tornammo dentro.
“Vogliamo
cominciare a prepararci?”disse Lucy.
Chiudemmo
la porta a chiave. Dovevo trovare davvero il modo di mettere i
pantaloni sotto
la gonna senza farmi vedere.
Poi
ebbi un’idea.
Avevo
già messo il bustino con sotto una sorta di coprispalle e
sopra la maglia di
ferro. Poi avevo messo delle calze e sopra la gonna rossa. Presi i
pantaloni di
fustagno, li nascosi sotto la gonna e con la scusa di andare a prendere
il
pugnale che avevo lasciato nella Tavola di Pietra (naturalmente non era
vero) uscii
dalla stanza.
“Caspian,
vieni un attimo?”lo chiamai.
Lui
si staccò dal gruppo e mi seguì attraverso il
lungo corridoio. Appena fummo
abbastanza lontani presi i pantaloni e li diedi a Caspian.
“Ma
che…?”.
“Tienili
un attimo!”esclamai.
“Si
può sapere perché mi hai chiamato?”mi
domandò.
“Devo
fare un lavoretto e tu devi farmi da palo.”risposi.
“Chissà
perchè ho paura…”esclamò.
“Non
è un problema mio…”dissi.
Mi
guardò malissimo.
“E
se ti dicessi di no perchè non mi
fido?”azzardò.
“Non
lo farai!”esclamai.
“E
tu come fai ad esserne così certa?”
“Ti
conosco.”.
Non
seppe controbattere. Poi arrivammo alla Tavola.
“Quindi?
Che dovrei fare?”mi chiese ancora.
“Non
essere insistente!”esclamai. “Passami i
pantaloni.”.
“Non
potevi fare questo in camera con le altre?”mi
domandò.
“La
tua ragazza mi rompe!”risposi. “Io voglio
combattere con i pantaloni, ma lei
non mi lascia il permesso. Quindi li metterò sotto alla
gonna, così alla
battaglia quando me la toglierò non potrà
sicuramente dirmi niente.”.
“Susan
non è la mia ragazza!”esclamò.
“E
chi ti dice che parlavo di lei?”dissi. Ahahahahahahah,
l’avevo beccato.
“Era
palese!”disse incerto.
“Comunque
lo sarà presto!”gli dissi.
Svoltò
gli occhi al cielo e sbuffò.
“Quindi
in definitiva che dovrei fare?”cambiò argomento.
“Guardare
che non arrivi nessuno”.
Mi
slaccia la gonna e quella cadde a terra sollevando un gran polverone.
“Ma
fai piano!”esclamò lui girandosi verso di me,
però si rigirò subito, come se
fosse imbarazzato.
“Ci
vuole molto?”chiese ancora.
“Come
scusa?”dissi. “Se non ti giri non ti
sento!”.
Si
girò titubante. Sì, era visibilmente imbarazzato
nel vedermi solo con un paio
di calze color carne. Comunque quando si voltò avevo
già i pantaloni.
“Hai
finito?”mi domandò.
“Eh,
aspetta che mi rimetto la gonna, sennò tutto questo a che
è servito?”dissi.
La
tirai su ed era tutta impolverata. Riuscii ad allacciarla e cominciai a
camminare.
Mi muovevo in modo goffo ed era impossibile correre velocemente. Come
diavolo
facevano le altre? Per me era un’impresa.
“Sei
buffa.”commentò Caspian e sorrisi.
Tornammo
dall’altra parte.
“Ci
hai messo tanto!”constatò Lucy.
“Non
l’ho trovato!”esclamò.
“E
dove ce l’hai allora?”mi chiese Ginny.
Sapevo
benissimo dove era. Guardai un po’ in giro in camera e poi lo
trovai.
“Ma
per caso ti sei rotolata in terra?”mi domandò
Susan. “Sei tutta impolverata.”.
Cavoli,
ero davvero tutta sporca di polvere. Speravo non si fossero accorte di
niente.
“Che
facciamo ora?”chiese Luna.
“Dobbiamo
dire all’esercito di prepararsi.”disse Susan
distogliendo lo sguardo da me.
Guardai
i vestiti delle ragazze dell’Ordine: erano molto belli, ma
incutevano
leggermente paura visto che erano tutti neri.
Ci
volle quasi tutta la mattina per preparare tutto e verso
l’ora di pranzo si
cominciarono a vedere alcuni uomini di Miraz.
Peter
era il più agitato, anche se cercava di non darlo a vedere.
Dopo
aver pranzato andai con Lucy e Caspian a preparare il cavallo.
“Conto
su di te.”mi disse Caspian. “Anzi su di
voi.”. Poi ci abbracciò.
Infine
ci incontrammo con gli altri, forse per l’ultima volta.
Salutai prima i ragazzi
dell’Ordine, in particolare George, Fred, Hermione e Ginny.
Poi anche Malfoy.
Mi abbracciò talmente forte che stava per stritolarmi.
In
seguito fu il turno di Susan. Stavamo entrambe per metterci a piangere.
Dopo ci
fu Lucy, ma tanto l’avrei accompagnata, quindi
finchè eravamo insieme eravamo
entrambe al sicuro.
Successivamente
Caspian mi abbracciò.
“Ti
voglio bene sorellina!”esclamò.
“Anche
io fratellone!”.
“Nessuno
ci dividerà mai! È una promessa!”mi
rassicurò e non feci che aumentare la presa
intorno alla sua vita.
Poi
si staccò e salutò Susan, mentre io Peter. In
quel viaggio avevamo litigato
tante volte, ma restava comunque il migliore amico del mondo.
“Stai
calmo!”lo rassicurai. “Fallo per me!”.
“Sì!”mi
disse.
“Tanto
vincerai.”gli dissi abbracciandolo nuovamente.
Dopo
fu la volta di Edmund. Gli corsi incontro e lui mi sollevò
da terra mentre mi
abbracciava. Mi baciò sulla guancia. Probabilmente arrossii,
ma in quel momento
non mi importava. Ricambiai il bacio sulla guancia. Quando mi mise
giù ci
guardammo negli occhi. Poi guardai Susan e Caspian e stavano molto
vicini. Gli altri
si stavano salutando tra di loro.
“Prima
di questa battaglia dovrei dirti una cosa…”mi
disse Edmund.
“Arrivano!”esclamò
Ginny.
“Cosa?”gli
chiesi velocemente.
“Mi
sa che dovrò dirtelo dopo.”rispose lui.
“Bene,
cercherò di non morire allora!”esclamai.
“Non
devi farlo in nessun caso.”.
“Ti
voglio bene!”esclamai abbracciandolo per l’ultima
volta.
“Anche
io!”.
L’esercito
era già tutto fuori in formazione compatta. Peter si stava
avviando
all’esterno, ma non era convinto. Forse sapevo come farlo
combattere per bene.
“Peter!”lo
chiamai.
“Che
c’è?”.
“La
smetti di fare così?”lo provocai.
“Così
come?”mi disse stupito.
“Hai
paura!”esclamò.
“Non
ne ho!”ribattè.
“Ma
certo che ce l’hai, si vede lontano un miglio!”.
“Stai
zitta!”urlò.
“Peter,
quell’uomo mi ha quasi ucciso, ha quasi ucciso mio fratello,
ha ucciso la tua
gente! Mi ha fatto scomparire come cancellata dal mondo. Oggi
c’è in ballo
anche la tua famiglia. Vuoi che questo accada di nuovo? Lo vuoi davvero
Peter?”.
“No!”urlò
furioso.
“Allora promettimi che ora vai lì fuori e gli dai
una bella lezione! Fallo
Peter! Per il tuo popolo!”.
Schizzò
subito fuori. Era proprio in quel modo che volevo vederlo. In un certo
senso
ero fiera del mio lavoro.
“Miriam,
muoviti!”mi disse Caspian tirandomi per il braccio.
“Scusa,
ma dovevo svegliarlo un pochino.”mi giustificai.
“Allora
sei perdonata.”disse.
“E
con Susan?”gli chiesi.
“Ma
ti pare il momento?”esclamò esterrefatto.
“Sì,
mi pare il momento.”esclamai indignata.
“Dai,
te lo dico dopo la battaglia.”
“Ma
lo fate tutti apposta allora!”esclamai. “Prima
Edmund e ora tu! Siete
incredibili! Non è che vi siete messi
d’accordo?”.
“Ah
perché anche lui deve dirti
qualcosa…”mi fece l’occhiolino.
“Nemmeno
ti rispondo.”esclamai.
Arrivammo
nella stanza dove c’erano il cavallo e Lucy. Entrambe ci
salimmo sopra aiutate
da mio fratello.
“State
attente!”si raccomandò.
“Tranquillo!”esclamò
Lucy.
“E’
di lei che non mi fido.”scherzò lui.
Gli
feci la linguaccia e lui sorrise.
“Ora
andate!”esclamò.
“Ciao
Caspian!”esclamammo io e Lucy insieme e poi partimmo verso la
foresta.
Tra
gli alberi intravidi lo scontro che era già cominciato.
Scorsi Peter che in
quel momento era appena caduto a terra dopo un calcio di Miraz. Non
osai
guardare altro. Tirai avanti e ci addentrammo sempre di più
nella foresta. Il
nostro cavallo non era particolarmente veloce perché anche
Lucy aveva la sua
bella armatura. Sembrava più grande vestita in quel modo.
Non capivo perché suo
fratello non voleva farla scendere in battaglia. A volte pensavo che a
volte
era più matura lei che sua sorella. Aveva un potenziale
assurdo.
“Secondo
te dov’è?”le chiesi.
“In
teoria dovrebbe essere in questa foresta per salvarci. Lui non vorrebbe
la
distruzione del suo popolo, no?”.
“Non
credo.”dissi poco convinta. Fino ad ora mi sembrava che fosse
stato a guardare.
Non aveva impedito che il suo popolo fosse sterminato. Non aveva fatto
proprio
niente per salvarci. Almeno questa volta si sperava sarebbe venuto da
noi.
All’improvviso
sentimmo dei fruscii e dei rumori, come di zoccoli.
“Aslan?”urlò
Lucy.
Ma
non era lui. Lo sapevo. Infatti poco dopo sbucarono dei soldati
telmarini che
ci stavano inseguendo.
“Lucy,
sono gli uomini di Miraz!”esclamai.
Tirai
le redini e il cavallo si fermò.
“Che
fai?”mi chiese Lucy.
“Ho
promesso a tuo fratello che ti avrei protetto in qualunque modo.
L’ho promesso
anche a me stessa.”le dissi e poi scesi dal cavallo.
“Stai
attenta!”mi mise in guardia.
“Sì,
ma tu vai!”esclamai.
“Ti
voglio bene.”.
“Anche
io!”.
Lei
partì. Ora ero da sola contro i telmarini.
Poi
li sentii arrivare. Erano quattro cavalli. Cominciai a tendere
l’arco. Quando
sbucarono dalla curva uccisi il primo soldato, poi il secondo e anche
il terzo.
Il quarto scese da cavallo con la spada levata. Anche io presi la mia e
cominciammo a duellare.
Ad
un certo punto la spada mi volò via e caddi a terra.
“Stupida ragazzina che vuol giocare a fare la
regina.”mi canzonò. Cercai le
frecce ma non le trovai.
“Io
sono la tua regina!”ribattei.
“No,
il mio re è solo Miraz.”disse maligno.
“Sì,
certo, e a Voldemort piacciono i babbani.”esclamò
una voce alle sue spalle. Era
George che mirò e lo uccise.
“Ehi
che ci fai qui?”gli chiesi.
“Ho
visto dei soldati che si staccavano dalla mischia e ho pensato che
sarebbero
venuti a cercarvi.”rispose.
“E
come hai fatto a trovarci?”domandai.
“Mi
sono smaterializzato!”esclamò.
“Ma
sei impazzito? E se arrivano i Mangiamorte?”esclamai
incredula.
“Sarebbero
arrivati subito.”mi rassicurò e poi lo ringraziai.
“Come
sta andando lo scontro?”chiesi infine ansiosa.
“Entrambi
sono feriti, però non sta andando male. Peter sta dando del
filo da torcere a
Miraz.”rispose.
Ora
ero più tranquilla.
“Andiamo?”dissi.
“Sì,
afferra il mio braccio.”.
Feci
come mi disse e ci smaterializzammo. Arrivammo come dei fulmini sulla
terrazza
dove c’erano tutti gli arcieri. Susan sobbalzò.
“Perché
siamo arrivati quassù?”chiesi a George.
“Non
lo so.”rispose lui.
“Ma
tu che ci fai qui?”mi chiese Susan.
“Dov’è mia sorella?”.
“Sta
bene.”la rassicurai. “Ho dovuto combattere contro
alcuni telmarini che ci avevano
seguito e ho dovuto farla andare avanti da sola.”.
George
scese.
“Tuo
fratello ha bisogno di te.”mi informò.
“Vado!”esclamai.
Decisi
di non prendere le scale, quindi optai per saltare direttamente sulla
terrazza
sottostante. Arrivai con un gran balzo. Giunta lì decisi che
era ora di
togliermi la gonna. La slacciai e rimasi in pantaloni.
“Non
cambierai mai”mi urlò Susan da sopra.
Le
sorrisi e poi scesi ancora più in basso fino ad arrivare a
terra. Avanzai verso
il luogo del duello che era terminato. Peter era salvo e Caspian stava
per
uccidere Miraz. Urlò ma poi conficcò la spada a
terra. Gli disse qualcosa e poi
si girò per tornare dove c’erano Peter, Edmund e
l’Ordine. Dietro di lui
intravidi il generale che stava preparando la balestra che
puntò verso Caspian.
“Caspian,
giù!”urlai correndo verso di lui.
Si
abbassò e la freccia continuò verso Peter.
Fortunatamente arrivai in tempo e la
bloccai con lo scudo.
“Come
mai sei qui?”mi chiesero Edmund, Peter e Caspian insieme.
“E
Lucy?”mi chiese Peter.
“Sta
bene!”dissi.
“Grazie!”esclamarono
Peter e Caspian abbracciandomi.
“Meno
male che mi hai dato ascolto Peter.”gli dissi.
“Meno
male che mi hai detto quelle cose! È stato un
bene!”.
“Non
penso che quelli di Telmar manterranno la
promessa.”intervenne Edmund.
Sopespian
aveva ucciso Miraz con una freccia di Susan.
“Tradimento!”esclamò.
“Tradimento!”.
Guardai
Edmund e poi corsi verso Caspian. Salii su un cavallo e andammo dentro.
“Vostra
Maestà?”chiese un centauro.
“Come
previsto i nostri nemici non hanno rispettato
l’accordo.”spiegò. “Dobbiamo
aspettare il primo suono, poi correremo verso sinistra. Dopo aver
contato fino
a dieci romperemo le colonne e poi usciremo fuori. Avete
capito?”.
Ci
fu un coro di sì.
“Come
la vedi?”gli domandai.
“Non
so, però i telmarini sono tanti.”rispose.
Aspettammo
qualche minuto in silenzio e poi sentimmo il segnale.
“Caricaaaaaaaaaaaaaa!”esclamò
Caspian e cominciammo a correre. “Uno!”.
“Due!”dissi
io.
“Tre!”Caspian
mi sorrise.
“Quattro!”sorrisi
anche io complice.
“Cinque.”.
“Sei.”.
“Sette.”.
“Otto.”la
tensione si faceva sentire dentro di me.
“Nove.”.
“Dieci!”.
“Oraaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”urlò
mio fratello e cominciammo a rompere le colonne.
Però
forse non avevamo valutato l’aspetto negativo: il soffitto ci
stava crollando
addosso.
“Non
è stata una buona idea Caspian!”esclamai.
“Fidati,
lo è!”mi rassicurò.
I
massi continuavano a cadere. Se non ci fossimo sbrigati ad uscire
saremmo di
sicuro morti schiacciati. Poi in lontananza intravidi
l’uscita e mi ci fiondai
urlando:
“All’attaccoooooooooooooooo!”.
Fuori
vidi cosa era successo: avendo rotto le colonne il soffitto era
sprofondato ed
essendo sotto terra i cavalli nemici erano caduti in una grande buca
mentre
correvano verso di noi.
“Geniale
Caspian!”gli urlai.
Accennò
un sorriso, ma poi si girò subito perché
l’esercito telmarino avanzava.
Lo
scontro era definitivamente iniziato.
Saaaaaaaaaaaaaalve
a tutti!
Ecco
il nuovo capitolo! Come avete visto lo scontro è appena
iniziato. Diciamo che questo è una sorta di capitolo di
passaggio prima della
battaglia vera e propria che durerà parecchi capitoli
(già vi avviso che non vi
liberete così presto di me xD).
Ringrazio
SummerEnd che ha recensito l’altro capitolo e che
ancora mi segue. Spero ti piaccia anche questo capitolo J
Ringrazio
chi legge, chi mette tra le
preferite/seguite/ricordate.
Mi
dispiace, ma oggi non ho molto tempo per le spiegazioni che
vado di fretta.
Al
prossimo capitolo!
Miriam
|
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Capitolo 24 *** La battaglia - parte 2: Le cose si complicano ***
Susan e gli arcieri erano
ancora sulla terrazza e tiravano
frecce a più non posso. Nel frattempo i telmarini avevano
cominciato a lanciare
massi con le catapulte. Quello era un grosso svantaggio. Oltre che ai
soldati
bisognava stare attenti pure a quelli e le cose si complicavano.
Con il cavallo aggirai la
buca e tirai altre frecce con la
balestra. Un soldato venne verso di me con la spada levata e lo uccisi
anch’esso con una freccia.
Un altro arrivò
e mi fece cadere da cavallo. Ero a terra
stordita. Poi vidi qualcosa di luccicante e, rendendomi conto che era
una spada
e non facendo in tempo a prendere la mia alzai le mani ed essa mi
colpì. Sentii
subito il sangue scorrere caldo prima sulle mani e in seguito sulle
braccia.
Poi arrivò qualcuno e uccise il soldato.
“Grazie.”dissi.
Edmund, il mio salvatore, era in piedi
davanti a me e mi aiutò a rialzarmi.
Poi un cavaliere venne
verso di noi. Presi il pugnale e
glielo tirai, poi corsi subito a riprenderlo.
Sopra di noi le fenici
stavano scagliando massi sui telmarini.
Glozelle e Sopespian
osservavano la scena lateralmente.
Erano quasi divertiti vedendo che ci stavano per sconfiggere.
Riuscivo a vedere Peter
che si stava battendo eroicamente.
L’unico che non riuscivo a vedere era mio fratello. La cosa
non mi metteva
allegria. Naturalmente sapevo che era un guerriero forte e valoroso,
però avevo
uno strano presentimento. Tornai indietro verso l’entrata
della Tavola, ma non
c’era. Continuai a guardarmi intorno, ma niente. Poi lo
sguardo mi cadde sulla
buca: era lì disteso e privo di senso. Mi sentii morire.
“Non fare
l’idiota!”disse una voce alle mie spalle.
“Non
buttarti.”.
“No!”esclamai.
Draco mi prese per il braccio.
“Non risolverai
niente!”urlò.
“Non dirmi cosa
devo o non devo fare!”esclamai liberandomi
dalla presa.
Mi buttai dentro cercando
di schivare le frecce e corsi
velocemente verso di lui.
“Caspian!
Caspian! CASPIAN!”lo chiamai scuotendolo. Non
rispose. “Caspian, dovevi dirmi una cosa!”esclamai
con le lacrime agli occhi.
“Me l’avevi promesso. Svegliati, ti prego! Sei
forte e so che puoi farcela.”.
Mentre cercavo di farlo
rinvenire un telmarino si accorse di
noi e venne con la spada levata. Bastò tirargli una freccia
che lui morì. Andai
poi verso di lui, gli diedi un calcio e mi ripresi la freccia. Lo
guardai per
l’ultima volta con disprezzo e infine tornai da Caspian. Era
ancora immobile e
pallido.
Mi aveva promesso che
sarebbe rimasto vivo a qualunque
costo. Perché non aveva mantenuto ciò che aveva
detto?
Mentre pensavo al peggio
lui mosse le ciglia e improvvisamente
aprì gli occhi. Lo sapevo, non poteva essere morto.
“Caspian!”esclamai
abbracciandolo più forte che potevo.
“E’
finita la battaglia?”mi chiese.
“Veramente non
siamo nemmeno a metà!”risposi.
“Allora andiamo
a farli fuori sorellina!”esclamò alzandosi.
“Glozelle mi ha fatto svenire, ma evidentemente non aveva
abbastanza coraggio
da uccidermi viso che ero il suo principe.”.
“Lo sai che mi
hai fatto prendere un colpo vedendoti in quel
modo?”gli dissi.
“Non
succederà più, fidati.”mi
rassicurò sorridendo.
Mi prese per mano e
risalimmo la buca. La battaglia
continuava e sembrava non aver fine. C’erano morti da
entrambi i lati.
Sicuramente era stato sciocco credere di poterli battere.
“Che
hai?”mi chiese mio fratello.
Schivai una freccia
buttandomi a terra. Lui duellò con un
telmarino e quando ebbe finito gli risposi:
“Stiamo
perdendo.”.
“Non avverrà, te lo dico io.”.
Avevo qualche dubbio al
riguardo. L’esercito era sempre più
vicino e ci dovemmo separare. Intravidi Fred (o forse era George) che
uccideva
un telmarino. Salii di nuovo sul cavallo, ma questa volta in piedi e
cominciai
a tirare frecce a destra e a sinistra. Ad un certo punto vidi che le
fenici
cadevano a terra morte: la causa era il fatto che i telmarini avevano
cominciato a tirare delle lance. Adesso eravamo ancora di
più in svantaggio.
Poi vidi il sole oscurato: una di esse stava per cadere proprio sopra
di me.
Feci un salto all’indietro e piombai di schiena a terra poco
prima che essa si
schiantasse. Era una cosa orribile vedere quella strage.
“Vieni
via!”disse una voce alle mie spalle.
Di nuovo Malfoy. Per
girarsi e dirmi di andarmene venne
colpito da un soldato. Che stupido! L’ultima cosa che doveva
fare era perdere
la concentrazione. Mi alzai e corsi verso di lui. Mi abbassai per
schivare l’attacco
del soldato, però mentre mi rialzavo quello mi
ferì vicino alla spalla. Non
badai al dolore, ma pensai a farlo fuori.
“Ancora
tu?”dissi a Draco. “Brutto idiota, vedi che se
pensi
a tutto meno che a combattere dopo combini casini?”.
Poi sentii una fitta al
braccio. La mano mi tremò e la spada
mi cadde dalla mano.
“Che ti
succede?”mi chiese.
“Penso che lo
vedi.”risposi indicando il braccio. Ora
perdevo sangue anche da lì oltre che dalle mani. Lui
tirò fuori la bacchetta.
“Che vuoi
fare?”gli chiesi.
“Ti rimetto a
posto quel taglio.”rispose.
“Dietro!”urlai
vedendo un telmarino alle sue spalle. Lui si
girò e lo colpì talmente forte che svenne.
“Non puoi
farlo!”esclamai. “Arriveranno i
Mangiamorte!”.
“Non mi
importa!”esclamò.
“Ma a me e al
mio popolo sì!”ribadii. “Ti prego,
lasciami
qui e vai a combattere.”.
Cercò di
aiutarmi ad alzarmi ma lo respinsi.
“Salvati. Non
preoccuparti per me.”.
Riuscii a convincerlo.
Corse via guardandomi per l’ultima
volta.
Il mio braccio sanguinava
parecchio, ma decisi di alzarmi
sapendo che bene o male potevo farcela.
“Puntiamo
dentro!”urlò Peter.
Tutti andammo verso la Tavola,
ma poi mi fermai di botto: i telmarini ce
lo stavano impedendo. I massi stavano colpendo l’entrata in
modo da bloccarci
il passaggio. La terrazza crollò. Caddero le mie speranze:
su quella terrazza
c’erano tutti i miei ricordi più belli come le
chiacchierate con Caspian e la
serata con Edmund. Susan stava per cadere di sotto e sicuramente si
sarebbe
fatta molto male. Per fortuna Trumpkin la afferrò. Vidi il
terrore dipinto sul
volto di Caspian. Ad un certo punto Trumpkin dovette lasciare la presa
perché
Susan gli scivolò dalla mano. Fortunatamente cadde su una
trave che si era
inclinata. Il salto da lì non era tanto alto.
Raggiunsi gli altri che
erano davanti alla porta. Caspian
spalancò gli occhi vedendo la mia ferita. Lo ignorai.
“Come
stai?”mi chiese Draco.
“Tutto
ok!”risposi.
“Insomma ci
stanno battendo.”disse Susan che era riuscita a
scendere.
“Ma noi non
glielo permetteremo!”esclamò Hermione decisa.
“Esatto!”esclamò
Edmund. “Dobbiamo fargli il culo!”.
“Ed!”lo ammonì la sorella.
“Non mi importa
Susan!”esclamò. “Io voglio che questi
parassiti si levino di torno.”.
“Lo
faranno.”disse Ron.
“Allora andiamo
là e facciamogli vedere chi siamo!”urlò
Peter. “Per Narnia!”.
Cominciammo a correre.
“Per
Narnia!”ripetemmo.
Fu il momento in cui ci
battemmo meglio. Peter e Edmund ci
avevano dato una carica assurda che ci voleva in momenti del genere.
Essi si
lanciarono sui telmarini. Le prime file avevano formato con gli scudi
una sorta
di muro protettivo. Alcuni leopardi riuscirono a sfondarlo e a
toglierli di
mezzo. Edmund era già pronto ad affrontare le seconde.
Neville era in mezzo e
io decisi di mettermi sull’altro lato. Insieme a Trumpkin
riuscimmo a sfondare
anche la seconda fila. Diedi un calcio ad un soldato che cadde addosso
ad un
altro come nel domino. Esultai, ma la cosa durò poco
perché un guerriero stava
per colpirmi. Poi cadde subito a terra a causa di una freccia. Mi girai
e vidi
Trumpkin ancora con l’arco tirato.
“Non dovete mai
abbassare la guardia.”mi avvertì.
“Guardatevi sempre le spalle.”.
Partì
nuovamente a combattere. Aveva ragione, non dovevo
distrarmi perché sennò facevo come Draco:
combinavo solo casini.
Mi voltai per vedere come
era messa la situazione sul lato
sinistro quando vidi qualcosa di strano: Susan era trascinata via da un
telmarino che le teneva la spada sulla gola.
“No!”dissi.
“Susaaaaaaan!”.
Corsi verso di lei, ma
qualcuno mi afferrò la vita. Mi
divincolai, ma non riuscii a liberarmi.
“Lasciami!
Lasciami!”imprecai mentre l’altro stava
trascinando Susan fuori dal campo e lontano dalla battaglia. Diedi poi
un
calcio al soldato e riuscii a fuggire. Corsi di nuovo verso di lei.
Colui che
la teneva allentò la presa e lei ne approfittò:
gli diede una gomitata nello
stomaco e si liberò.
“Idiota!”gli
urlò Susan puntandogli la spada.
“Idiota sarai
tu!”ribattè quello.
“Nei tuoi
sogni!”esclamai arrivando. Susan mi guardò con
sguardo complice. Il telmarino si mise a ridere.
“Ti sembra
divertente?”gli disse Susan.
“No, voi mi fate
ridere.”ci derise. “Voi che volete giocare
a fare le regine!”.
“Questa te
l’ha detta Miraz o è tutta farina del tuo
sacco?”lo schernii.
“Voi due mi
avete stufato!”esclamò.
“Anche
tu!”.
Presi la rincorsa e con un
calcio lo colpii e lui cadde a
terra.
“Ben
fatto!”esclamò Susan. “Ma guarda tu se
dobbiamo
metterci pure a discutere con gente del genere.”.
“Già!”concordai.
“Ora andiamo!”.
Ci tuffammo nuovamente
nella mischia. Ad un certo punto noi
re e tutto l’Ordine ci trovammo insieme. I telmarini
arrivavano sempre più in
massa e non ce la facevamo a fronteggiarli. Poi accadde tutto
velocemente. Tra
urla e rumori di spade che si incrociavano vidi un lampo di luce rossa
preceduto da qualcuno che urlava:
“Stupeficium!”.
Ci girammo verso colui che
l’aveva detto: era stato Draco.
“Sei un
idiota!”esclamò Ginny. Lui si mise le mani sul
viso
consapevole del fatto che sarebbero arrivati i Mangiamorte.
“Stupido!”esclamarono
i gemelli insieme.
Guardai il cielo: le
nuvole si raggrupparono velocemente a
formare un grande buco nel cielo.
“Stanno
arrivando!”disse Peter.
“Di nuovo tu!
Ancora tu! Sempre tu!”urlai a Draco. “Non
finirò mai di dirti che sei un deficiente!”.
“Mi
dispiace!”si scusò.
“Si
può capire cosa hai nella testa? Prima fai le cose e poi
dici che ti dispiace? Ma dove vivi?”esclamai furiosa.
“Il mio popolo perderà e
sarà solo colpa tua. Tienilo bene a mente!”.
“Eccoli!”esclamò
Luna.
Arrivarono sulle scope
come fulmini dal cielo: scagliavano
maledizioni a destra e a sinistra.
“Giù!”esclamò
Caspian buttandomi a terra.
“Caspian…”dissi
vedendo che la situazione degenerava.
“Tranquilla,
escogiteremo qualcosa.”mi rassicurò.
“Stiamo
perdendo.”gli dissi.
“Arriverà
Aslan.”disse. “Ne sono sicuro.”.
“Nemmeno Aslan
può sconfiggere Voldemort.”affermai.
“Correte verso
la foresta!”esclamò Peter.
Tutti cominciammo a
dirigerci dietro la Tavola di Pietra. I
telmarini esultavano. Tirai fuori la bacchetta.
“Protego!”esclamai,
ma nel farlo inciampai e caddi a terra.
“Miriam!”urlò
Edmund che tornò indietro per aiutarmi. “Stai
bene?”.
“Sì,
più o meno.”risposi rialzandomi. “Ma
perché
scappiamo?”.
“Moriremo.”rispose.
“E nasconderci a
che servirà?”domandai. “Affrontiamoli!
Noi
sappiamo usare la magia!”.
“L’esercito
no.”.
Ad un certo punto
cominciò a fare freddo e si stava formando
tutto ghiaccio intorno a noi.
“Che
succede?”chiese Edmund.
“Potrebbero
essere i Dissennatori.”affermai.
“Chi?”disse
stupito.
“Non possono
essere loro.”disse Fred ignorando Edmund.
“Perché?”gli
chiesi.
“Prova a
ridere.”.
Ci provai e ci riuscii.
Allora cosa poteva essere?
“Non possiamo
ritirarci un’altra volta!”esclamò Susan.
“Peter, prendi una decisione decente!”.
“Non mi importa,
io adesso torno lì insieme
all’esercito.”disse
Caspian uscendo dalla foresta e io lo seguii.
“Non mi dai
nemmeno il tempo di parlare!”esclamò Peter.
“Non
c’è tempo per parlare in
battaglia!”ribattè mio
fratello. Stavano per litigare di nuovo.
“Come se non lo
sapessi.”.
“Per
Narnia!”urlò Caspian ignorandolo, ma si
bloccò: il
ghiaccio ormai ci circondava.
“No!”dissi
avendo capito la causa.
Si nascondeva, ma era
stata lei, lo sapevo. Cominciammo a
correre di lato verso il campo di battaglia. Riposi la spada nel fodero
perché
ormai potevo fare tutto con la bacchetta. Schiantai una decina di
telmarini.
Poi dovetti affrontare un Mangiamorte e lì le cose si fecero
più complicate.
Schivavo le maledizioni ma non riuscivo a reagire. Poi
nell’attimo in cui si
distrasse lo schiantai. Il nostro esercito era nettamente calato ma,
con mia
sorpresa, anche i telmarini non erano rimasti in molti.
Poi la vidi: bianca come
il latte, occhi azzurri come il
ghiaccio e fredda come la neve. Era la Strega
Bianca. Come poteva
essere tornata in vita? Ci pensai su e poi mi vennero in mente le sue
parole:
io non morirò finchè è in vita
l’Oscuro Signore. Quindi dipendeva da Voldemort.
Era viva a causa sua.
“E
quella?”disse Neville indicandola.
“E’ la
protetta di Voldemort.”gli risposi.
“Aslan, ma dove
sei quando ci servi?”imprecò Edmund
vedendola.
“E’ la
fine.”disse Susan.
“No, non
può!”si indignò Caspian.
“Possiamo farcela!”.
“Come?”lo
sfidò Peter
“Improvvisiamo!”disse
Hermione indicando la Strega che avanzava con
lo
scettro in mano. “Dobbiamo urlare al mio tre
Ventus!”.
“Sicura?”disse
Ron.
“Ma ti pare che
mi sbaglio?”lo fulminò lei.
Facemmo come ci disse e
dalle nostre bacchette uscì un getto
d’aria potentissimo che fece cadere dalla scopa molti
Mangiamorte. Poi sentii
un canto e tutti si voltarono: era un uccello rosso che ammaliava.
Appena toccò
terra però prese fuoco creando una barriera e infine di
trasformò in Lucy.
“Lucy?”disse
Peter.
“Venite! Non
c’è tempo!”esclamò lei
riportandoci nella
foresta.
“Guidate
l’esercito!”ordinò Peter
all’Ordine.
“Hai trovato
Aslan?”le chiese Susan e lei annuì.
“Allora
perché ci sta facendo morire?”chiese Edmund.
“Fermo!”esclamò
Lucy. “Non può aiutarci finchè non
avremo
sbloccato l’ultimo portale.”.
Tutti quelli che non ci
avevano creduto rimasero stupefatti.
“Io ve
l’avevo detto!”esclamò Caspian. Peter
aveva la bocca
spalancata.
“E mi servi
proprio tu Caspian.”continuò Lucy.
“Perché?”.
“Sarai uno dei
prossimi a sedere a Cair Paravel.”gli disse
Lucy.
“E
allora?”. Caspian non capiva.
“Ricordati la
profezia e capirai!”esclamò lei. “Ora
devi
venire subito con me.”.
Improvvisamente mi sentii
afferrare e qualcuno mi mise la mano
davanti alla bocca.
“Stai
zitta!”mi sussurrò lei.
La Strega
Bianca
mi aveva preso. Mi agganciò una pietra sul piede e mi
portò sopra al fiume.
Riusciva a sorreggermi anche se non era né morta
né viva: era a metà, tipo uno
spirito. Nessuno si accorse di niente finchè non
parlò.
“Tu non andrai
da nessuna parte, mio principe!”esclamò lei e
tutti si voltarono.
“Miriam!”esclamò
Susan.
“Lasciala
subito!”le intimò Caspian tirando fuori la spada.
“Qui le
condizioni le metto io!”esclamò lei.
“Caspian fai
qualcosa!”lo esortò Edmund.
“Che cosa
vuoi?”le chiese Peter. La strega si rivolse a
Caspian.
“Di sangue di
Adamo ne basta una goccia e io sarò libera.
Fallo, mio principe, e lei vivrà. Fallo e tua sorella non
morirà.”.
“Caspian, non
farlo!”esclamai per quanto mi era possibile.
“Vai con Lucy.”.
“Zitta!”esclamò
lei puntandomi il suo scettro.
“Caspian,
muoviti! Che stai aspettando?”lo esortò Peter.
Tirò fuori la spada e si fece un taglio su una mano.
“Ascolta
Peter!”esclamò la Strega.
“No.”dissi
debolmente mentre Caspian avanzava con la mano
grondante di sangue.
“Caspian
fermati!”esclamai con le lacrime che cominciavano a
scorrermi lungo le guance.
“Non ti
lascerò di nuovo!”mi disse. “Se devi
morire io verrò
con te.”.
“Il ragazzo
è intelligente!”commentò la Strega.
La sua mano e quella di
Caspian stavano per toccarsi.
Sentivo l’adrenalina salire all’interno del suo
corpo. Improvvisamente da
dietro dieci voci urlarono:
“Avada
Kedavra!”.
Dieci lampi di luce verde
volarono verso la Strega che
lasciò la presa
su di me. Velocemente entrai in acqua. Il sasso legato alla mia
caviglia mi
trascinava sempre più velocemente sul fondo del fiume. Mi
mancava l’aria e
nessuno sembrava essersi accorto del fatto che ero precipitata. Toccai
il
fondo. Scossi le braccia per cercare di risalire, ma non ci riuscii.
Non
riuscii nemmeno a sganciarlo. Dopo qualche minuto sentii le forze venir
meno e
mi accasciai a terra sperando che qualcuno sarebbe venuto a salvarmi.
Il mio
ultimo pensiero fu Caspian. Poi non ce la feci a resistere ancora e i
sensi mi
vennero meno. Infine il nulla.
Ehilà! Eccomi
con il nuovo
capitolo! Ho aggiornato un giorno prima (in genere aggiorno dopo
più di un
mese, stavolta un giorno prima :333 Mi sento potente xD)
Che ne dite? Le cose
cominciano
a complicarsi un pochino, ma cos’è la vita senza
un po’ di complicazioni?
E ho anche interrotto il
capitolo sul più bello (vabbè, bello si fa per
dire D: ) e ora mi odierete per
questo, sicuramente. Volevo creare un po’ di suspence.
Per parecchio non ci
sarò! Dopo domani
vado al mare, poi riparto per uno stage di musica e poi vado di nuovo
al mare. Mi
dispiace, dovrete aspettare un po’ per il prossimo.
Ultima cosa: vorrei
ringraziare
la mia nuova lettrice, Smile__, che ha recensito l’altro
capitolo! Mi fa tanto
piacere avere nuovi lettori :3
Alla prossima carissimi!
Miriam
|
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Capitolo 25 *** La battaglia - parte 3: Al Ministero ***
Ciao a tutti!
Eccomi di nuovo qua con il capitolo!
Pensavo di metterci molto di più a scriverlo e invece eccomi
qua pronta per
postare J
Prima di leggere vorrei dirvi delle
cose (ve lo dico, questo capitolo mi è parso strano):
- Troverete
un Draco un pochino diverso. Un Draco che è sempre lo stesso
diciamo, ma con la differenza che odia le arti oscure e i Mangiamorte.
- La
protagonista farà un gesto inaspettato nei confronti di
Draco. Nonostante negli altri capitoli l’avesse trattato
male, qui si rivela un po’ più umana nei suoi
confronti. Diciamo che diventa capace di capirlo!
Ho già detto troppo, quindi
vi
lascio al capitolo! Buona lettura!
Miriam
PS: grazie mille a Smile__ e
SummerEnd che hanno recensito l’altro capitolo! Siete
favolose :D
“Dai,
respira!”esclamò qualcuno.
Le voci erano indistinte.
Ero già morta? Oppure dovevo
ancora soffrire?
“Andate a
combattere!”esclamò qualcun altro.
“Io non la
lascio.”disse un altro ancora.
“Ma voi non
conoscete nessuna magia?”chiese una.
Non ci fu nessuna
risposta. Forse stavo sognando. O forse
ero semplicemente a metà, in una sorta di limbo in attesa di
entrare nel regno
dei morti come gli antichi egizi.
“Cazzo! Non
può morire! Non ora!”esclamò uno con
voce rotta.
Delle mani si posarono sul
mio petto e cominciarono a farci
pressione. Il mio cervello cominciò a connettere. Riuscivo a
capire le voci e
soprattutto non ero morta. Uno. Due. Tre. Uno. Due. Tre.
Tossii e aprii gli occhi
di colpo. Ero adagiata sulla riva
del fiume.
“Oddio!”esclamò
Edmund. “Miri!”.
Mi tirò su e mi
abbracciò più forte che poteva. Era
così
dolce quel ragazzo.
“Ed.”dissi
addormentata e ricambiando l’abbraccio.
“Ci hai fatto
prendere un bello spavento!”esclamò Lucy.
“Miriam!”ora
fu il turno di Caspian. Era tutto bagnato e con
gli occhi velati di lacrime. “Non devi farmi mai
più una cosa del genere,
capito? Mai più! Ti credevo già morta e
io… io… io…”.
Gli accarezzai i capelli
dolcemente, come una madre ad un
figlio piccolo.
“Caspian!”gli
dissi. “Non sarei mai morta. Avrei continuato
a lottare. Te l’ho promesso, ricordi? Non ti avrei mai
abbandonato! Non di
nuovo!”.
Le lacrime continuavano ad
uscire dai suoi occhi. Anche
Edmund e Lucy mi abbracciarono.
“Ragazzi,
calmatevi, ora sto bene!”esclamai.
Restammo qualche altro
minuto in quel modo. Sembrava come se
ancora non credessero al fatto che io ero ancora viva.
“Ma gli altri
dove sono?”chiesi.
“A
combattere!”esclamò Lucy.
Oh, giusto! Ancora eravamo
nel bel mezzo della battaglia. E la Strega?
Che fine aveva
fatto? E i Mangiamorte? E i telmarini? Troppe domande avevo in testa.
“Caspian, devi
venire con me, ricordi?”disse infine Lucy.
“Vieni anche
tu!”lui si rivolse a me.
“Non mi caccio
nei guai.”lo rassicurai.
“Ti voglio
accanto!”esclamò.
“Allora vi
dispiace se vengo pure io?”disse Edmund.
“Dobbiamo
sbrigarci!”esclamò Lucy.
Ci alzammo in piedi.
Barcollai un pochino.
“Ce la
fai?”mi chiese mio fratello.
“Certo!”mentii.
In verità mi sentivo molto debole visto che
non avevo respirato per diversi minuti.
“Sicura?”mi
chiese Lucy.
“Assolutamente!”esclamai
cercando di essere il più
convincente possibile.
“Afferrate il
mio braccio!”ci ordinò e appoggiammo le nostre
mani su di esso.
Lei cominciò a
correre molto velocemente, ma noi non
riuscivamo a starle dietro.
“Rallenta
sorella!”esclamò Edmund.
“Zitto!”gli
urlò lei.
Lei continuava ad
aumentare di velocità. Chiusi gli occhi e
quando li aprii nuovamente qualche secondo dopo eravamo su una piazza
davanti
ad un albero. In lontananza riuscivo a scorgere il castello di Telmar.
Che ci
facevamo là?
“Benvenuti Re e
Regine di Narnia.”esordì una voce. “Vedo
che
siete al completo!”.
Ci girammo tutti. Un
enorme leone con una criniera
foltissima era apparso dietro di noi. Rimasi stupefatta davanti a tanta
maestosità e regalità che quella creatura
trasmetteva. Avendo capito chi era subito
mi inginocchiai in segno di rispetto.
“Alzati, Miriam,
Regina di Telmar e di Narnia.”mi disse
dolcemente e io mi rimisi in piedi.
“Aslan, non
avrei mai pensato di incontrarvi!”esclamai. Il
leone rise.
“Eccomi
qui!”disse poi.
“Aslan, di che
si tratta?”gli chiese Caspian.
“L’ultimo
portale è proprio quell’albero davanti a
te!”lo
informò.
Caspian si
girò, lo guardò e poi avanzò.
Sfiorò la corteccia
con un lieve tocco delle dita e l’albero cominciò
a sciogliersi. Alla fine si
aprì: dall’altra parte si vedevano bene le
colline, ma sapevo che una volta
passati da lì non si poteva tornare indietro. Infine una
forte luce illuminò
tutto il paesaggio circostante.
“Aslan, che
succederà adesso?”gli chiese Caspian.
“Ci
aiuterai?”domandò Lucy.
“Ma certo, mia
cara.”rispose il leone. “Verrò in vostro
aiuto come ho sempre fatto e sempre farò.”.
“Ma questo
portale?”chiese Edmund.
“Attraversatelo
e sarà completamente libero.”ci spiegò
il
leone.
“No,
è troppo semplice!”disse Edmund diffidente.
“Se lo
attraversiamo ci ritroveremo nel mio mondo e qui
accadrà davvero un putiferio!”esclamai.
“Miriam!”mi
chiamò il leone. Forse avevo espresso la mia
opinione in maniera irrispettosa. “Ti fidi di me?”.
“Ma
certo!”esclamai.
“Allora
attraversa l’albero insieme agli altri re e nulla ti
accadrà.”mi rassicurò.
Mi girai verso di loro che
vennero verso di me.
“Prendiamoci per
mano.”propose Lucy.
Caspian si mise davanti a
me
“No, fai andare
tua sorella per prima.”gli consigliò Aslan.
“Solo affrontando le sue paure potrà
vincerle.”.
Lui andò in
fondo. Dietro di me c’era Edmund che strinse la
sua mano sulla mia. Quello mi dava davvero forza e coraggio. Mentre
attraversavo chiusi gli occhi e poi precipitai. Non sentivo
più il terreno
sotto i miei piedi e già pensavo al peggio. Cominciammo
tutti ad urlare. Ci
girava la testa e non riuscivamo a scorgere la fine di quel vortice. Ad
un
certo punto la mano di Edmund si staccò dalla mia.
“Ed!”strillai,
ma non mi sentì perché era più in
basso di
me.
Poi, piano piano
rallentammo fino a toccare i piedi in terra.
Gli altri erano accanto a me ed eravamo tornati sul luogo della
battaglia che
ancora impazzava. Tutti e quattro tirammo un sospiro di sollievo
vedendo che
eravamo ancora a Narnia.
Appena avevamo toccato
terra era successa una cosa
straordinaria: la stessa luce di prima aveva invaso il campo di
battaglia e un
vento fortissimo aveva travolto i Mangiamorte facendoli tornare
indietro nel
buco creato dalle nubi. La luce sovrastò quelle nuvole scure
e la voragine si
richiuse. I Mangiamorte se n’erano andati e non potevano
più tornare. Il nostro
esercito esultò.
“Miriam!”esclamò
Susan abbracciandomi
“Sei
viva!”aggiunse Peter, anch’esso abbracciandomi.
“Sì,
a quanto pare!”risposi ricambiando l’abbraccio.
“Ora possiamo
usare la magia quanto vogliamo!”constatò Ron.
“E allora
annientiamoli.”disse Luna con aggressività.
“Harry!”urlò
Cho.
Ci girammo e a terra
c’era Harry accasciato, come se fosse
svenuto.
“Harry!”disse
ancora.
“Che
succede?”chiese Lucy.
“Oh, ma fatti da
parte!”ruggì Ginny rivolta a Cho. “Si
vede
proprio che non lo conosci per niente!”.
“Cos’ha?”domandò
Luna.
“Voldemort
può entrare nella sua mente.”spiegò
Hermione. “E
gli fa vedere le vittime che uccide.”.
Cho si era offesa, si
vedeva dallo sguardo.
“Harry!”lo
chiamò Ron.
Aveva gli occhi sbarrati e
non si muoveva. Faceva quasi
paura.
Peter uccise un telmarino
che stava venendo verso di noi.
Non potevamo stare ammucchiati in quella maniera. Eravamo bersagli
facili visto
che ancora era in corso la battaglia.
Improvvisamente Harry si
mosse e scattò in piedi.
“Sirius!”esclamò.
“Che succede Harry?”gli chiese Neville.
“Sirius
è in pericolo!”esclamò fremente.
“Ma
dov’è?”gli chiese Hermione.
“Voldemort lo
sta torturando al Ministero!”disse. “Non
c’è
tempo!”.
“Noi veniamo con
te!”esclamò Edmund.
“Non sai nemmeno
di che si tratta!”lo rimbeccò la sorella.
“Abbiamo
promesso di aiutarli come loro di aiutare
noi!”insistette Edmund.
“E qui chi lo
guida l’esercito?”lo rimbeccò Peter.
“Possiamo
fermare il tempo!”propose Fred.
“Sì,
ma solo chi pronuncia l’incantesimo può muoversi
come
gli pare.”lo corresse Hermione.
“Possiamo sempre
dirlo tutti insieme!”intervenne George.
“Non
funzionerà.”disse Hermione.
“Tentar non
nuoce.”dissi.
“Allora
afferrate la mia bacchetta e al tre urlate Aresto
Momentum.”.
Facemmo come ci disse e il
tempo si fermò. Erano tutti
immobili. Facevano quasi ridere.
“Sei un grande
George!”esclamò Luna
“Chi
l’avrebbe mai detto?”commentò Hermione.
“Dobbiamo
sbrigarci!”esortò Harry.
“Ma come ci
arriviamo?”chiese Lucy.
“E poi
cos’è questo Ministero?”chiese Caspian.
“Possiamo
Smaterializzarci!”propose George ignorando mio
fratello.
“Mi devo
rimangiare le parole?”lo fulminò Hermione.
“Noi non
sappiamo farlo!”.
“Perché
nessuno ci spiega mai niente?”borbottò Caspian.
“Non
è questo il momento!”esclamò Draco.
“Alla fine come
ci andiamo?”chiese Cho.
“La
passaporta!”esclamò Neville.
“Giusto,
Neville!”esclamò Fred.
“Accio
cappello!”urlò Ginny e il Cappello Parlante
atterrò
davanti a noi. “Ora afferratelo!”.
Lo prendemmo e subito
cominciammo a girare come se fossimo
sulle giostre. La terra scomparve e una voragine si aprì
sotto di noi, un po’
come era successo quando prima io, Lucy, Edmund e Caspian avevamo
attraversato
l’albero. Inoltre intorno a noi era tutto buio e non si
vedeva un accidenti.
“Oddio!”urlò
Susan.
“Lasciate la
passaporta!”urlò dopo qualche minuto Hermione.
“Voi ci volete
uccidere, l’ho sempre saputo!”esclamò
Edmund.
“Tu lasciala e
vedrai che alla fine non sarà tanto male!”gli
intimò Hermione.
Lui ubbidì e
anche io feci come lui. Cominciammo a
precipitare molto velocemente all’interno della voragine.
Lì cominciai ad avere
paura e urlai. Ci saremmo schiantati come minimo!
Infatti noi re cademmo a
terra con dei tonfi sordi (ma non
come avevo immaginato) mentre l’Ordine arrivò
camminando dall’alto.
“Te
l’avevo detto che non vi avremmo
ucciso!”esclamò
Hermione rivolta a Edmund. Lui la guardò con una smorfia, ma
accettò volentieri
la sua mano che lo aiutava ad alzarsi.
Mi guardai intorno: i muri
erano tappezzati con piccole
mattonelle nere e in mezzo alla stanza c’era una fontana
enorme. Quell’edificio
era enorme e come minimo avrà avuto una cinquantina di
piani. C’era una sorta
di poster enorme che raffigurava un uomo calvo sulla sessantina.
L’immagine si
muoveva! Era una cosa pazzesca che mai avrei immaginato.
C’erano
parecchie porte che davano su degli ascensori. Tutto
era molto silenzioso e sembrava che non ci fosse nessuno.
“Ma dove diavolo
siamo?”chiese Susan.
“Questo
è il Ministero della Magia.”spiegò
Fred. “E quello
raffigurato lassù è Cornelius Caramell, il nostro
Ministro della Magia!”e
indicò il poster enorme. Noi lo guardavamo interrogativi.
“E’
come il governo babbano e il presidente della
Repubblica.”intervenne Hermione.
“Ah!”esclamò
Edmund.
“Non siamo
venuti qui per una visita turistica!”sbottò
Harry.
“Scusaci!”disse
Peter.
“Dov’è
Sirius?”domandò Ron a Harry.
“Dietro la
stessa porta che sogno ormai da mesi, ovvero
quella dell’Ufficio Misteri.”rispose lui.
“Sirius è là dentro e Voldemort lo
sta torturando.”.
“E allora
muoviamoci!”esclamò Hermione.
Entrammo dentro una di
quelle porte che effettivamente si
rivelarono ascensori. Esse si chiusero e partimmo a tutta birra. Non
essendomi
aggrappata a niente caddi addosso a mio fratello dando una bella
testata sul
manico della sua spada. Gli altri cominciarono a ridere.
“Ahi!”esclamai.
“Tonta!”mi disse mio fratello aiutandomi a
rialzarmi. “Se ci sono dei manici un
motivo ci sarà, non credi?”.
Gli feci il verso e lui
sorrise.
“Sei buffa quando fai quelle
facce.”commentò mentre gli altri continuavano a
ridere.
“Ehi, voi, la
volete finire?”esclamai.
Poi una voce
esclamò:
“Ufficio Misteri!”e loro cessarono subito la risata.
La porta si
spalancò e davanti a noi si aprì un lungo
corridoio. In fondo ad esso c’era una porta con una maniglia
che sembrava un
teschio.
“E’questa!”esclamò
Harry.
Tirammo fuori le nostre
bacchette e avanzammo. Harry, che
era in testa al gruppo, aprì la porta. Quando si chiuse alle
nostre spalle
eravamo completamente al buio.
“Lumos!”esclamò
e la sua bacchetta si accese.
Intorno a noi
c’erano tantissimi scaffali con delle palle di
vetro con all’interno del fumo su ogni ripiano.
“Sirius?”lo
chiamò Ron.
“Alla fine di
tutto potremmo sapere che cosa ci facciamo
qui?”disse Edmund. Susan gli pestò un piede e
capì che doveva tacere.
Harry cominciò
a camminare più velocemente.
“Harry!”esclamò
Ginny, ma lui continuò ad andare avanti
imperterrito guardando dei numeri sugli scaffali in corrispondenza
delle palle.
Chissà cosa erano?
Poi ci fu un gran rumore.
Tutti ci girammo e vedemmo che la
porta si stava spostando.
“Anche la
porta!”imprecò Edmund.
Harry si fermò
e cominciò a guardarsi intorno nel buio.
“Dovrebbe essere
qui!”esclamò Harry.
“Harry, su
questa palla c’è il tuo
nome!”esclamò Luna.
“Cosa?”.
“Su questa palla
c’è il tuo nome!”ripetè lei.
Lui tornò
indietro. La prese in mano e la osservò meglio.
Poi si sentì una voce che proveniva proprio dalla palla.
Riuscii a comprendere
solo una frase: nessuno dei due può vivere se
l’altro sopravvive.
“Harry!”esclamò
Lucy ad un certo punto.
Delle figure incappucciate
avanzavano verso di noi
nell’oscurità. Erano i Mangiamorte. Chi lo sa,
magari erano anche quelli che
prima erano apparsi dal nulla a Narnia.
“Dov’è
Sirius?”chiese Harry tornando davanti con la palla.
Noi ci disponemmo a
raggiera in maniera tale che potevamo
tenere d’occhio tutti i lati anche se ormai eravamo
circondati.
“Dovresti
imparare a riconoscere la differenza tra sogno e
realtà!”lo schernì il Mangiamorte
davanti a lui togliendosi la maschera.
“Dov’è
Sirius?”ripetè Harry.
“Non ti
è nemmeno passato per l’anticamera del cervello il
fatto che forse il Signore Oscuro stava solamente giocando con la tua
mente?”disse ridendo.
Malfoy improvvisamente si
girò di scatto. L’orrore si
dipinse sul suo volto.
“Papà?”esclamò
sorpreso.
“Draco!”esclamò
lui altrettanto sorpreso. “C-Che ci fai
qui?”.
Ci fu un attimo di
silenzio. Draco era immobile davanti a
me, come paralizzato. Poi si riprese come se niente fosse.
“No, la domanda
è che cosa ci fai tu qui, e per di più con
la veste da Mangiamorte!”. Ok, ora il suo tono era veramente
schifato.
“Draco, non
è come sembra!”disse il padre calmo.
“Cosa non
è come sembra?”esplose. Era arrabbiato, anzi,
infuriato.
“Draco, calmati,
ti prego!”gli sussurrai, ma lui non mi
sentì.
“Che succede
Lucius?”chiese una vocina di donna dietro di
lui. Sembrava quasi la voce di una bambina. “Potter non vuole
darti la
profezia?”.
“Non
è quello Bella!”esclamò lui.
“E allora
cosa?”disse lei. Poi si guardò intorno.
“Oh, ma
guarda, quello è Dracuccio!”.
“Papà,
da quando lei è diventata Bella per
te?”ruggì Draco.
“Avevi detto che avevi perso tutti i contatti, che era una
codarda e una
vigliacca e poi la chiami addirittura Bella invece di
Bellatrix?”.
“Figliolo,
calmati!”cercò di rimediare il padre.
“Non mi
calmo!”esclamò lui. “Fai combriccola con
loro! Che
diavolo sei?”.
“Non ti
riguarda!”.
“Non mi
riguarda?”insistette lui. “Cazzo, sono tuo figlio e
ho diritto di sapere che razza di feccia sei diventato!”.
“Portami
rispetto!”tuonò Lucius. “E portalo anche
a tua
zia!”.
“Perché
dovrei portare rispetto ad una squilibrata evasa di
prigione e a un Mangiamorte convinto?”. Il ragazzo era
furente di rabbia.
“Non sono un
Mangiamorte!”gridò Lucius.
“Vallo a dire al
tuo
Signore se ne hai il coraggio!”lo
schernì Draco. “Ma tu di coraggio non ne
hai! Sei solo un codardo e un ipocrita.”.
“Draco, ne
parliamo a casa.”.
“Io a casa non
ci torno!”urlò. “Mi fai
schifo!”.
Il padre avanzò
e gli diede uno schiaffo che risuonò per
tutta la stanza. Entrambi gli orgogli, sia quello del padre, sia quello
del
figlio erano stati feriti.
“Resti comunque
un codardo! E uno schifoso! E un ipocrita! E
un traditore! E …”.
“Draco,
basta!”lo interruppi.
Respirava molto
velocemente e potevo sentire il suo battito
cardiaco molto accelerato. Di colpo la sua mano si chiuse sulla mia.
Cominciò a
stringerla più forte che poteva.
“Stai
tranquillo
Draco! Sfogati quanto vuoi! Sono qui!”.
Questo fu il mio pensiero.
Perché sapevo cosa voleva dire
essere traditi. Sapevo cosa voleva dire essere feriti
nell’orgoglio. Sapevo
cosa voleva dire essere abbandonati.
Il padre comunque lo
ignorò.
“Adesso, Potter,
dammi quella profezia.”incalzò.
“Perché
serve a Voldemort?”disse Harry. “Perché
dovevo
prenderla io?”.
“Tu osi
pronunciare il suo nome?”sputò Bellatrix.
“Tu,
lurido mezzosangue!”.
“Di certo non ho
paura di un nome!”disse Harry sicuro di sé.
“Stiamo molto
calmi!”esclamò Lucius frapponendosi tra i due.
“Allora Potter, le profezie possono essere prese solamente
dal suo destinatario
e quella è indirizzata a te. Fidati, se me la consegnerai
saprai il segreto
della tua cicatrice. Perché il Signore Oscuro non poteva
avvicinarsi a te.
Perché sei protetto.”.
“Non dar retta a
quello schifoso!”esclamò Draco.
Tutti rimasero sorpresi.
Era la prima volta che lui dava un
consiglio a Harry. Era la prima volta che si schierava con loro
dell’Ordine.
Harry fece finta di non
averlo sentito. Faceva tutto parte
del piano ovviamente! Non avrebbe mai consegnato la profezia a Lucius.
Avanzò. Le loro
mani si stavano per toccare quando lui urlò:
“Ora!”.
Vari
“Stupeficium” volarono nell’aria. Draco
mollò la mia
mano e corse nella direzione opposta alla mia.
“Draco!”esclamai.
Sicuramente avrebbe cercato suo padre per
avere la sua vendetta.
“Perdonami, non
posso lasciarlo fuggire!”rispose.
Lo lasciai andare.
Sicuramente sarebbe riuscito a trovare la
porta. E poi suo padre nongli avrebbe torto un capello.
Un Mangiamorte mi
bloccò la strada ad un certo punto.
“Stupeficium!”esclamai,
ma lui respinse l’incantesimo.
“Levicorpus!”riprovai
e questa volta lui volò in aria.
Continuai a correre, anche
se non vedevo più nessuno. Dove
erano finiti tutti gli altri?
Improvvisamente alla mia
sinistra vidi un lampo di luce
rossa e mi diressi là. Era stata Luna.
“Dove sono gli
altri?”le chiesi.
“Stavo per farti
la stessa domanda!”rispose lei.
Poi dall’altra
parte una voce urlò:
“Reducto!”e le profezie esplosero.
Gli scaffali cominciarono
a cadere l’uno addosso all’altro.
“Corri,
Luna!”esclamai.
La presi per un braccio e
cominciammo a correre velocemente
per cercare l’uscita. La porta si era spostata. Riuscii a
scorgerla in
lontananza ed esortai Luna muoversi per non essere travolte da tutti
quei vetri
e dagli scaffali.
Perché mi ero
separata dagli altri? Dov’era Caspian? E
Edmund? E Peter? E Lucy e Susan?
Un vetro (o forse anche
più di uno) mi solcarono la faccia.
Ero a pochi metri dalla porta e mi ci lanciai contro aprendola. Con mia
sorpresa non mi ritrovai nel corridoio, ma precipitai nel vuoto.
“Lunaaaaaa!”la
chiamai, ma non sentii nessuna risposta.
Intravidi il pavimento!
Cominciai a recitare le mie ultime
preghiere perché mi sarei sfracellata come minimo. Invece
con mia sorpresa
rimasi sospesa a mezz’aria a pochi centimetri dal pavimento.
Poi caddi a terra
davanti ad un’arcata vuota.
“Eccola!”esclamò
una voce alle mie spalle.
Mi girai: era Caspian. Gli
corsi incontro e lo abbracciai.
Avevo temuto di averlo perso un’altra volta.
“Manca
Luna!”esclamò Neville.
“Era con me, ma
non so se ha oltrepassato la porta.”lo
informai.
Lui guardò in
alto speranzoso, ma non arrivò nessuno.
“Vi giuro che li
uccido ad uno ad uno questi
Mangiamorte!”esclamò furioso. “Prima i
miei genitori, ora Luna! Non è
possibile!”.
Dopo quelle parole una
figura precipitò dall’alto come me e
si fermò a pochi centimetri da terra prima di toccare il
pavimento: era Luna.
Era immobile con la faccia più pallida del suo solito.
“Luna!”esclamò
Neville gettandosi su di lei.
“Cos’è
successo?”chiese Harry.
“Io non lo
so!”esclamai agitata. “Era dietro di me!”.
“Lucy, la tua
boccetta!”esclamò ad un tratto Peter.
“Cosa?”disse
Neville.
“Lasciatela
fare!”esclamò Edmund.
Lucy prese il cordiale e
versò una goccia del liquido nella
bocca di Luna. Dopo qualche minuto cominciò a muoversi e
infine aprì gli occhi.
Neville l’abbracciò.
“Ho fatto un
sogno strano!”esclamò lei. “Mi cadeva
addosso
uno scaffale.”.
Ridemmo. Evidentemente non
era stato un sogno, ma ciò che le
era accaduto.
“Harry, non
potremmo andarcene via?”propose Hermione.
“Sirius non è qui, non c’è
motivo di restare.”.
“Sento delle
voci!”esclamò lui. “Non le sentite anche
voi?”.
“Io riesco a
sentirle!”concordò lui.
Io non sentivo nessuna
voce. Cosa era successo? Erano impazziti
tutti e due?
Mentre cercavamo di capire
se ci fossero davvero quelle voci
riapparvero i Mangiamorte.
“Giù!”esclamò
Harry tenendosi stretto la profezia.
Sentii la mano di Caspian
staccarsi dalla mia. Qualcuno mi
prese in vita. Cercai di divincolarmi, ma non ci riuscii in nessun
modo. Quel
qualcuno mi mise addirittura una mano sulla bocca per impedirmi di
urlare.
Chiusi gli occhi. Volevo che quell’incubo finisse
all’istante. Ero stanca.
Erano ore che combattevo e non vedevo l’ora di fermarmi.
Quando li riaprii un
Mangiamorte mi teneva in vita con la
bacchetta puntata vicina alla testa. L’incubo era destinato
ad andare avanti.
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Capitolo 26 *** La battaglia - parte 4: Atto finale ***
Gli altri erano davanti a
me, ognuno con un Mangiamorte
anche loro. L’unico libero era Harry, anche se davanti a lui
c’era Lucius.
“Lasciami,
lasciami!”esclamò Draco divincolandosi.
“Smettila o ti
uccido!”esclamò il Mangiamorte.
“Tu non torcerai
nemmeno un capello a mio figlio,
Macnair!”tuonò Lucius girandosi.
“Perché
invece non mi fai uccidere?”lo canzonò suo figlio.
“Sei un Mangiamorte convinto!”.
Il padre non lo
ascoltò e si girò verso Harry per impedirsi
di avere uno scatto d’ira.
“Potter, dammi
la profezia ora oppure guarda i tuoi amici
morire!”esclamò.
Guardai Caspian e lui fece
la stessa cosa con me. Il terrore
si dipinse sui nostri occhi. Beh, almeno c’era qualcosa di
positivo: eravamo
insieme.
“Non dargliela,
Harry!”urlò Neville.
Un brivido mi
passò attraverso tutto il corpo.
“Paura,
eh?”mi fece il mio Mangiamorte.
“Non di
voi!”esclamai sicura di me.
“Tanto morirete
tutti!”mi schernì. “La paura non fa che
aumentare questa consapevolezza.”.
“Questo lo dici
tu!”ribattei.
Harry non
ascoltò Neville e consegnò la profezia a Lucius.
Avrebbe fatto di tutto pur di salvare i suoi amici, anche dare la sua
vita. E
questo gli faceva onore.
Lucius la prese in mano e
chiuse gli occhi gustandosi il
sapore della vittoria.
Poi verso
l’arcata vuota vidi una luce e poi si materializzò
un uomo dai lunghi capelli neri e ricci e una piccola barbetta: era
Sirius.
Si diresse verso Lucius.
“Lascia stare il
mio figlioccio!”esclamò e poi gli
rifilò un
pugno.
Il mio Mangiamorte
allentò per un attimo la presa. Mi girai
e gli diedi uno schiaffo. Poi da dietro qualcuno lo
schiantò. Mi girai e c’era
una strega alta dai capelli viola.
“Grazie!”esclamai.
“Di
niente!”rispose lei. “Però dovete andare
via. Qui ci
pensiamo noi adesso! Devi radunare gli altri!”.
Feci segno di aver capito
e cominciai a correre per cercare
gli altri schivando i vari lampi di luce. Vidi Peter in lontananza che
combatteva.
“Peter!”urlai
e lui si girò. “Aiutami a radunare gli altri!
Ce ne dobbiamo andare via subito!”.
“Ok!”disse
lui.
Corsi della direzione
opposta alla sua, solo che non feci
caso a dove andavo, quindi mi scontrai con Draco. Lui mi prese prima
che
cadessi oltre l’arcata vuota.
“Ehi, hai visto
mio padre?”mi chiese.
“No.”risposi.
Mi lasciò e
ripartì.
“Ehi,
aspetta!”lo fermai mettendomi davanti a lui. “Che
vuoi
fare?”.
“Prima non ho
avuto abbastanza tempo!”rispose fuori di sé.
“Ma ora ci vuole una bella lezione!”.
“No,
fermati!”esclamai. “Ora dobbiamo andare via! Questi
qua
fanno sul serio! Ci uccideranno!”.
“Mi ha mentito
per tutti questi anni, non posso passarci
sopra!”disse. “Scusami!”e mi spinse a
terra continuando a camminare. Aveva
individuato suo padre.
Subito mi rialzai da terra
e lo presi per la camicia, ma
riuscì a liberarsi. Cercai di farlo inciampare, di
spingerlo, ma lui continuava
imperterrito.
Arrivammo dove
c’era un duello tra Harry, Sirius e Lucius.
“Draco!”esclamò
il padre e in quel momento Sirius lo
schiantò.
“Ti prego,
lasciami!”mi disse Draco.
Sentii poi Bellatrix che
diceva:
“Avada Kedavra!”e poi una luce verde e rossa che
veniva verso di noi.
“Miriam!”urlò
Caspian lanciandosi su di me.
Io, lui e Draco cademmo
tutti addosso a Sirius a pochi
centimetri dall’arcata vuota. Mio fratello mi
precipitò di peso sullo stomaco e
cacciai un urlo spaventoso. Stavo per vomitare il pranzo di prima.
Bellatrix rise a
crepapelle. Cercai di alzarmi ma Caspian
non si muoveva. Bellatrix scappò e Harry la
inseguì. Draco e Sirius riuscirono
a tirarsi su da terra.
“Caspian,
alzati!”esclamai.
Lui era immobile.
“Caspian, dai,
non è il momento di fare
l’imbecille!”dissi
ancora, ma senza successo.
Lo sollevai, ma ricadde a
terra a peso morto. Cominciai a
scuoterlo prendendolo per le spalle.
“Ehi!”esclamai.
“Caspian!”.
Lo schiaffeggiai, ma lui
rimaneva fermo.
“Che
succede?”chiesero Sirius e Draco insieme.
“Ma non
vedete?”esplosi.
“Posso?”disse
Sirius chinandosi verso di lui.
Mise due dita sul suo
collo in corrispondenza della
carotide. Poi toccò i polsi per sentire se il suo cuore
batteva ancora. Infine
provò a fare un incantesimo no verbale. In quel momento ebbi
paura. Paura che
quella maledizione non fosse andata a vuoto come avevo pensato. Paura
che
avesse colpito lui.
“Allora?”disse
Draco.
“Mi
dispiace.”disse Sirius affranto.
La mia paura divenne
realtà. Rimasi immobile. Avevo capito
bene? Probabilmente no, era impossibile, non poteva essere morto! Non
lui! Non
il mio Caspian. Non mio fratello! Non di nuovo! No, no no! Io e Sirius
ci eravamo
sbagliati e lui si sarebbe rialzato come quando era finito nella buca
spinto
dal generale Glozelle. Ma non accadde niente di tutto questo.
Volevo dire che li odiavo
tutti, ma di colpo persi tutte le
parole. Non avevo più niente da dire di fronte al corpo
freddo e immobile di
mio fratello.
Le lacrime cominciarono a
rigarmi il viso. Mi accasciai su
di lui mentre ancora Mangiamorte e Ordine ancora combattevano e lo
abbracciai
anche se non poteva più sentire quel calore. Gli accarezzai
i capelli e poi la
barba che naturalmente non si era fatto. Lo baciai sulla guancia come
se fosse
servito a qualcosa.
Di colpo mi passarono
davanti agli occhi le immagini dei
nostri momenti più belli. Di quando l’avevo
ritrovato. Di quando mi aveva
consolato. Di quando chiacchieravamo di cose stupide. E lì
sentii la rabbia
salirmi in corpo.
“Nooooooooooooo!”esplosi.
“Mi
dispiace!”mi disse Draco accovacciandosi vicino a me.
Non risposi. Mio fratello
era fermo davanti a me. Non c’era
nulla da fare ormai, non più.
“Non puoi
restare qui, sei un bersaglio facile!”mi disse
Draco.
“Io non lo
lascio!”urlai abbracciando il corpo di Caspian.
“Dobbiamo
andarcene!”esclamò tirandomi per un braccio.
“L’hai detto tu prima!”.
“Perché
non te ne vai a cercare tuo padre per soddisfare la
tua sete di vendetta mentre io rimango ancora con lui e poi cerco
Bellatrix?”esclamai.
“Tu soddisfi la tua, io la mia!”.
“Ora capisco
perché ti hanno messo a
Serpeverde!”commentò
Draco. “Sei proprio come noi!”.
“Draco, ma che
diavolo vuoi?”.
“Andare
via!”.
“No!”.
“Per
favore!”mi prese un braccio.
“Lasciami!”dissi
alzandomi di scatto e scandendo le parole.
“Non puoi stare
qui per l’eternità!”continuò
a tirarmi.
“Lasciami ho
detto!”.
“Andiamo!”.
“Vaffanculo!”esclamai
rifilandogli un pugno nello stomaco.
Lui si piegò in
due cadendo a terra. Non volevo farlo
veramente, ma spinta dall’ira, dalla tristezza,
dall’odio e dal fatto che mi
aveva stufato è stata la prima cosa che mi era passata per
la mente. Fu una
cosa impulsiva.
Mi girai verso Caspian
dando le spalle a Draco e provai a
sollevarlo, ma era veramente pesante. Riuscii a trascinarlo fino ad un
angolo e
lo adagiai lì. Draco se n’era andato. Era quello
che voleva e aveva fatto la
cosa migliore.
Io dovevo saldare un conto
in sospeso. Stavolta mio fratello
era davvero morto. Era morto davanti a me e non potevo passarci sopra,
quindi
raggiunsi Harry nella stanza accanto per avere la mia vendetta. Lui
stava già
infliggendo la Maledizione Cruciatus a
Bellatrix.
“Crucio!”mi
aggiunsi e lei cominciò a contorcersi ancora di
più a terra.
“Che stai
facendo?”mi chiese lui.
“Quello che devo
fare!”risposi e gli occhi mi si bagnarono
nuovamente di lacrime. “Ha ucciso mio fratello!”.
“Caspian?”domandò
incredulo e io feci sì con la testa. “Mi
dispiace!”.
Harry tolse la bacchetta e
dopo poco lo feci pure io! Doveva
soffrire di più, ma avrei aspettato.
Lui la disarmò.
Tirai fuori la spada e piombai sopra di lei
mettendogliela sulla gola.
“Che pensi di
fare, ragazzina?”mi schernì.
“Come ci si
sente Bellatrix?”dissi io. “Come ci si sente a
stare dalla parte della vittima?”.
“Non riuscirai
ad uccidermi!”esclamò sicura di sé.
“E chi lo
dice?”la sfidai.
“Io!”esclamò
una voce fredda alle mie spalle.
La vidi sorridere come non
mai. Aveva vinto. Di nuovo.
Mi girai: Voldemort era in
piedi dietro di me e teneva per i
capelli mio fratello. Aveva la stessa smorfia di dolore che aveva
prima, ma era
in grado di respirare e di vedere. In poche parole era miracolosamente
vivo.
Mi alzai e mi misi le mani
sul viso. Ero incredula! Era
impossibile. L’Anatema che Uccide l’aveva colpito
in pieno petto! Eppure lui
era lì, davanti a me.
Altre lacrime mi rigarono
il viso, ma stavolta erano lacrime
di gioia. Non l’avevo perso! Lui era ancora lì.
“Capisco la tua
sorpresa, ma lui era stato solo
schiantato!”spiegò Voldemort.
Feci per avvicinarmi ma
lui mi bloccò.
“Non ti
avvicinare!”esclamò puntandogli la bacchetta alla
testa. Mi fermai. “Adesso lascia andare Bellatrix o tuo
fratello morirà
veramente stavolta!”.
Mio fratello era vivo. Non
avevo più motivo di vendicarmi.
“Andiamo, questa
non è la tua guerra!”disse il Signore
Oscuro scuotendo Caspian che cominciò a urlare di dolore.
“Smettila!”.
Presa dal terrore che
avrebbe potuto ucciderlo misi la spada
nel fodero. Lei si alzò da terra e riprese la sua bacchetta.
“Mio signore,
guardate quanta carne al fuoco che
c’è!”esclamò lei con
quell’odiosa voce da bambina.
“Taci
Bellatrix!”esclamò Voldemort. “Mi occupo
io di loro!
Ora vai!”.
“Certo mio
Signore!”esclamò le chinando la testa. Si mise a
correre verso l’altra stanza.
Voldemort non aveva ancora
lasciato mio fratello. Perché?
Avevo bisogno di abbracciarlo per accertarmi che non fosse tutto frutto
della
mia immaginazione.
“Puoi
lasciarlo!”esclamò Harry. “Come hai
detto tu questa
non è la loro guerra!”.
“Non
sarà la loro guerra, ma io so tutto di loro.”disse
con
voce gelida. “Conosco il passato della regina Miriam e le
paure del principe
Caspian.”.
Lui continuò ad
urlare. Non doveva essere piacevole essere
tenuto per i capelli.
“Stai
fermo!”gli intimò il Signore Oscuro.
“E’
impossibile!”esclamai.
“Tu pensi
così, vero?”disse ridendo. Sapevo a cosa stava
pensando e non seppi resistere alla curiosità. Dovevo sapere
cosa c’entrava lui
con me e la mia famiglia.
“Legilimens!”esclamai
ed entrai nella sua mente, più
precisamente in un ricordo.
Non riuscivo bene a
distinguere il posto in cui ero perché
era buio.
“Miraz,
alzati!”esclamò una voce fredda. Era proprio
quella di Voldemort! Cosa
c’entrava con Miraz?
“Chi
osa
disturbare…?”si interruppe vedendo il Signore
Oscuro. “Mio Signore!”.
“Muoviti,
non ho tutta
la notte!”gli intimò.
Miraz
si alzò dal
letto. La moglie sembrava non aver sentito niente, infatti
continuò a dormire
tranquillamente. Quando fu fuori dalla stanza prese una torcia.
“Stupido!
Usa la
bacchetta!”lo schernì l’altro.
“Lumos!”esclamò
dopo
aver riposto la torcia.
Cominciarono
a
camminare lungo un corridoio fino a che non arrivarono davanti ad una
porta
molto alta.
“Hai
paura?”chiese
Voldemort e Miraz scosse la testa.
Aprirono
quel portone:
nel mezzo della stanza c’era un letto con un uomo che dormiva
coperto fino al
collo. Ai lati c’erano dei mobili tipici dei nobili re. Alla
mia sinistra una
scrivania con dei fogli: chiunque fosse la persona che dormiva scriveva!
Miraz
inciampò e fece
cadere un vasetto rompendolo. L’uomo che dormiva si
svegliò di colpo.
“Miraz,
che succede?”gli
chiese assonnato e in parte coglievo una punta di paura nelle sue
parole.
“Avada
Kedavra!”esclamò e una luce verde partì
dalla sua bacchetta.
“Noooooooooo!”urlai.
Fin’ora
non l’avevo
capito! Che sciocca che ero stata. Miraz, Voldemort, il castello,
l’uomo! Il
ricordo che avevo visto era il ricordo della morte di mio padre!
Avrei
dovuto
svegliarlo e portarlo via con me! Lui era lì, tranquillo e
beato e incurante
della situazione. Non sapeva di morire. Solo che essendo un ricordo non
potevo
fare niente. Provai a dare un pugno a Miraz, ma andò a
vuoto! Era solo un
ricordo.
Dopo
averlo ucciso
tirò fuori la spada e gliela ficcò in mezzo alla
pancia per far sembrare che
l’avevano ucciso con quella.
Perché
Voldemort mi
stava facendo questo? Perché mi faceva vedere quelle cose?
Poi
la stanza
scomparve e di colpo si fece giorno. Ora ero in un corridoio,
probabilmente il
corridoio della sera prima. Un ragazzo stava camminando lungo di esso.
“Caspian!”esclamai.
Era
proprio lui e avrà
avuto più o meno 17 anni. Era uguale a adesso, solo con i
capelli leggermente
più corti e senza quella leggera barbetta che gli contorna
il mento.
In
quel momento era
felice e stava andando verso la porta della sera prima, quella dove
c’era mio
padre morto.
“No!”esclamai,
ma lui
non poteva sentirmi.
Aprì
la porta ed
entrò.
“Buongiorno
padre!”esclamò,
ma si bloccò di colpo vedendo la spada conficcata nel suo
corpo.
“No!”esclamò
di nuovo
correndo verso il letto.
Lo
seguii ed entrambi
vedemmo il sangue. Lui gli prese le spalle e cominciò a
scuoterlo sapendo che
comunque non si sarebbe mai risvegliato.
Osservai
mio padre per
un attimo: era identico a Caspian. Stessi occhi, stessa barba, stessi
capelli. Io
non gli somigliavo per niente. Probabilmente avevo preso tutto da mia
madre.
Mio
fratello corse
fuori verso un’altra camera. Aprì la porta e al
suo interno c’erano Miraz e sua
moglie che dormivano.
“Svegliatevi!”esclamò
Caspian agitato e con le lacrime che avevano cominciato a scendere
lungo le sue
guance.
“Caspian!
Che
succede?”chiese la zia anche lei ignara di tutto.
“Mio
padre!”urlò lui
sconvolto. “E’ stato ucciso!”.
“Come
è
possibile?”chiese Miraz alzandosi dal letto. Era sorpreso:
che bravo attore.
Anche
la zia si alzò e
abbracciò Caspian come se fosse suo figlio. Miraz nel
frattempo andò ad
avvertire le guardie.
“Tenete
lontano
Miriam!”aggiunse. “Lei non deve vedere!”.
“Caspian,
stai
tranquillo, ok?”gli disse la zia dolcemente.
“Adesso vai da tua sorella e prova
a spiegarle la situazione.”.
Lui
annuì e uscì dalla
stanza. Mentre camminava alla mia ricerca incontrò una
bambina piccola dai
lunghi capelli mossi e con una bella veste bianca: ero io.
“Caspian,
che cos’è
tutta questa confusione?”gli chiese lei.
“Se
vieni da un’altra
parte te lo spiego per bene.”disse cercando di sorridere.
“Perché
hai
pianto?”chiese ancora lei e poi si girò verso la
stanza del padre. “E perché ci
sono tutte quelle persone davanti alla camera di
papà?”.
“Ti
prego, vieni con
me!”esclamò lui prendendola per un braccio.
“No!”.
La
bambina corse verso
la stanza e l’aprì vedendo il corpo insanguinato
di suo padre steso sul letto.
Lei cominciò a piangere di fronte a quella visione. Miraz,
che non era riuscito
a fermarla, andò subito da lei per consolarla.
“Esci
da qui e vai da
tuo fratello.”le disse calmo.
Lei
uscì subito di
corsa e andò da Caspian abbracciandolo. Lui la prese in collo e la
portò in camera sua
adagiandola sul letto.
“Cosa
è
successo?”riuscì a chiedere tra le lacrime.
“Papà
non è più con
noi.”rispose lui anch’esso piangendo.
“E’ stato ucciso.”.
Lei
cominciò a
piangere ancora di più. Caspian si stese accanto a lei e le
accarezzò i
capelli. Poi la strinse forte a sé.
“Non
ti abbandonerò mai Miriam! È
una
promessa!”esclamò Caspian.
Alla
fine si
addormentarono insieme, mano nella mano.
La
scena cambiò per la
terza volta. Ero in una barca insieme a due guardie e ad una ragazza:
ero
sempre io, solo parecchi anni dopo.
Ero
più alta, i
capelli castano-rossicci mi arrivavano sotto le spalle e avevo un
vestito
azzurro corto al ginocchio e stretto in vita.
“Vostra
Maestà, ma non
avevate un vestito un pochino più lungo?”le chiese
una delle due guardie.
“Non
ho mai amato i
vestiti lunghi.”rispose felice. “Io sarei
addirittura per fa indossare i
pantaloni alle donne.”.
“Maestà,
con tutto il
rispetto, ma questa è
un’assurdità!”esclamò
l’altra guardia quasi inorridita.
“Forse
sì.”disse lei.
“O forse no. Vi immaginate che comodità per
correre, per camminare, per
cucinare e per muoversi in generale?”.
Non
risposero
consapevoli che la giovane regina aveva ragione.
La
barca cominciò ad
accostarsi alla riva. Ci stavamo fermando. Scendemmo tutti e quattro su
una
spiaggia con un’apertura sotto uno scoglio.
“Non
possiamo
abbandonarla!”bisbigliò una guardia
all’altra.
“Lo
so!”esclamò
l’altra. “Ma io non voglio morire.”.
“Che
facciamo?”chiese
la regina.
“Noi
andiamo a
prendere delle provviste.”la informò la prima
guardia. “Voi aspettate qui.”.
La
giornata passò
velocemente, ma le guardie non tornarono. La ragazza era impaurita e
cominciò a
guardarsi intorno e a chiamare i loro nomi. Poi arrivata sotto lo
scoglio
scomparve nel nulla.
La
scena cambiò di
nuovo. Mi guardai intorno e riconobbi il Ministero della Magia. Ero
tornata
nella vita reale.
Ora ricordavo tutto
ciò che era successo nella mia vita
precedente. Respiravo a fatica al ricordo di mio padre morto nel letto.
“Piaciuti questi
bei ricordi?”mi chiese Voldemort ridendo.
“Lascia mio
fratello!”gli intimai urlando di rabbia. “Io ho
lasciato andare via Bellatrix.”.
“Expelliarmus!”esclamò
Harry verso di lui che però respinse
l’incantesimo.
“Harry,
Harry, Harry!”lo canzonò il
Mago Oscuro. “Che pensavi di fare?”.
Harry gli sputò
e questa fu una grande offesa per il Signore
Oscuro. Lasciò Caspian che fece un bel botto in terra e si
concentrò su Harry.
Io corsi verso mio fratello.
Lo abbracciai
più forte che potevo. Prima avevo temuto di
averlo perso per sempre e al pensiero mi scendevano ancora le lacrime.
“Stai
bene?”gli chiesi e lui fece sì con la testa.
“Poi ero io
quella che si cacciava nei guai, vero?”gli
dissi. “Mi hai fatto prendere un colpo!”.
“Radunate gli
altri e andate via!”esclamò Harry mentre
combatteva.
Io e Caspian ci alzammo da
terra, lui mi cinse le spalle e
cominciammo a correre verso l’altra stanza.
“Ma non possiamo
abbandonarlo!”esclamai.
Caspian si girò
e poi disse:
“E quello chi
è?”.
Un uomo alto con una lunga
barba bianca era appena comparso.
“Vieni!”esclamai
entrando nella stanza dell’arcata vuota.
“Ma chi
era?”chiese ancora.
“Harry è in buone mani.”risposi.
“Quello è il mago più famoso e potente
del
mondo.”.
“Allora che
facciamo?”mi chiese.
“Raduniamo gli
altri, prendiamo Harry e torniamo a
Narnia.”risposi. “Quando li hai trovati troviamoci
qua.”.
Corsi verso la parete
sinistra e dietro alcuni massi
crollati c’erano Lucy, Luna e Cho.
“Dobbiamo andare
via!”.
Ci facemmo strada in mezzi
ai combattimenti tra Auror e
Mangiamorte e trovammo Draco.
“Draco
andiamo!”esclamai.
“Come? Adesso
vuoi andare via?”esclamò furioso. “Mi
era
sembrato di capire che volessi morire qui insieme a tuo
fratello!”.
“Idiota, non
stare a perdere tempo!”esclamai. “Mio fratello
è vivo e vegeto.”.
Fece una faccia strana, ma
poi ci seguì. Ci ritrovammo
davanti all’entrata della stanza con Caspian.
“Siamo
tutti?”chiese lui. Mi girai e annuii.
“La passaporta
ce l’hai tu, Hermione?”le chiesi e lei fece
si con la testa.
Entrammo nella stanza.
Voldemort e Harry combattevano ancora,
ma Harry era a terra.
“Veloci!”esclamai.
Corremmo velocemente verso
di lui, lo afferrammo e il
Ministero scomparve.
Si riaprì
nuovamente una voragine e piano piano intravidi le
colline di Narnia.
“Lasciate!”esclamò
Ron.
Cademmo tutti a terra e
nel preciso istante in cui eravamo
arrivati la battaglia era ricominciata di colpo.
“Sono
stanca!”esclamò Luna.
“Ce la fai a
resistere?”le chiese Neville.
“Certo!”rispose
lei.
“Io mi sono
rotta!”esclamò Ginny. “Vediamo di
concludere
velocemente!”.
“Aslan?”chiese
Susan.
“Abbiamo
liberato i portali!”esclamò Peter. “Non
ci serve
lui!”.
Poi sentimmo dei rumori
verso la foresta, come di rami e
radici spezzati: gli alberi avevano preso vita e stavano distruggendo
con la
loro forza le catapulte dei telmarini. Il nostro esercito
esultò.
“All’attacco!”urlò
Peter.
Ci lanciammo contro i
nemici. Lucy era davvero molto brava e
precisa. Li faceva fuori uno dopo l’altro senza dare il
minimo segno di
stanchezza. Non capivo perché suo fratello non voleva farla
combattere. Probabilmente
perché era la sua sorella minore e gli sembrava piccola e
indifesa.
“Attiriamoli sul
fiume!”esclamò un soldato telmarino vedendo
che ora erano in netto svantaggio.
“A
Beruna!”urlò Sopespian.
Un altro soldato
suonò un corno per avvertire gli altri che
dovevano spostarsi.
“Inseguiamoli!”esclamò
Peter.
“No
Peter!”esclamai. “E’ una
trappola!”.
“Non temere, so
quello che faccio!”mi rassicurò. “Non
andranno lontano. Si fermeranno davanti al fiume.”.
Tutto il nostro esercito
cominciò a correre loro dietro.
“Schieratevi a
semicerchio!”ordinò Caspian. “Dobbiamo
bloccarli!”.
Arrivammo velocemente al
limitare della foresta. Superai l’esercito
e arrivai davanti insieme agli altri re e all’Ordine. I
telmarini si erano
fermati come aveva detto Peter.
Ne vidi la causa: davanti
a Lord Sopespian, sopra al ponte
che avevano costruito c’erano un leone enorme dalla folta e
maestosa criniera. Aslan.
Era davvero venuto a salvarci.
Alcuni soldati telmarini
si girarono verso di noi. Lentamente
tirai fuori la spada in segno di difesa.
“E’
solo un leone!”urlò un telmarino.
“All’attacco!”urlò
Sopespian.
Il suo cavallo
cominciò a correre e alcuni soldati gli
andarono dietro, mentre altri passavano per il fiume.
Poi Aslan ruggì
di colpo e Sopespian si fermò a metà del
ponte.
Stavo per esultare. Ormai
avevamo vinto. Era quasi
impossibile e quasi non riuscivo a crederci.
Dopo qualche secondo
cominciammo a sentire uno scroscio d’acqua.
Guardai il cielo, ma era limpido e sereno. Nelle vicinanze non
c’erano cascate.
Allora cosa stava succedendo?
Poi vidi che il livello
dell’acqua del fiume cominciava a salire
sempre di più. Alcuni soldati cercarono di tornare indietro.
“Voi non andate
da nessuna parte!”esclamò Edmund con la
spada levata.
Cominciarono a correre in
avanti. Il rumore si faceva sempre
più vicino. Improvvisamente una gran massa d’acqua
arrivò impetuosamente. Poi prese
le sembianze di un uomo d’acqua con barba e capelli: era il
dio narniano dell’acqua.
Con le sue braccia riuscì a sradicare il ponte e a
sollevarlo. Sopra c’era
rimasto solo Sopespian. I suoi soldati schizzavano da tutte le parti.
Chi tentava
di fuggire (e noi glielo stavamo impedendo in tutti i sensi), chi
tornava
indietro, chi cercava di salvarsi.
Sopespian
cominciò a scuotere la spada contro il dio come se
fosse servito a qualcosa. Una spada non può niente contro
l’acqua. Il dio
riprese le sembianze di una grande onda e lo travolse con il suo corso.
Dopo poco
l’acqua tornò alla sua solita altezza.
Vedemmo il terrore sui
volti dei telmarini. Avevano perso. Sapevano
di aver perso.
Aslan ruggì di
nuovo.
“Insomma?”disse
Edmund ancora con la spada levata.
“Penso che tu
non sia così stupido come vuoi farci
credere!”esclamò
Lucy. “Abbiamo vinto, caro!”.
“Non ci
credo!”esclamò Susan incredula fissando i
telmarini.
“Credici
cara!”le disse Caspian.
“Sì!”esclamarono
i gemelli dandosi il cinque.
Era chiaro ormai: avevamo
vinto e la battaglia era finita. Tutte
le nostre preoccupazioni erano finite.
Eccomi qua con il nuovo
capitolo! :D
Beh, da come termina
sembrerebbe
che tutto sia finito qui, ma ancora ho altri capitoli da postarvi! Mi
dispiace
ma non vi libererete così presto di me xD
Volevo ringraziare coloro
che
hanno recensito l’altro capitolo, ovvero Smile__ e Lily45
(mia nuova fan :D) e vorrei
scusarmi con quest’ultima perché le avevo promesso
che avrei aggiornato prima,
invece non ci sono riuscita. Però c’è
una spiegazione a tutto.
Mi sono messa a fare una
correzione (grammaticale) dei primi capitoli. Li avevo scritti tra la
seconda e
la terza media e il mio stile era ancora molto acerbo. Quindi se volete
dare un’occhiata
li ho corretti un pochino (pur sempre mantenendo cosa avevo scritto).
Inoltre
ho cambiato l’età della protagonista (ora ha
sedici anni, non più tredici).
Ecco perché ho
aggiornato in
ritardo. E poi mi ci è voluto un sacco per scriverlo! Ti
giuro, non finiva più
e poi è venuto lunghissimo D:
Bene gente, mi pare di
aver
detto tutto! Alla prossima,
Miriam
|
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Capitolo 27 *** La fine di tutte le sofferenze ***
Trumpkin passò
davanti a noi e attraversò il fiume insieme
agli altri arcieri puntando i loro archi e le loro frecce contro i
nemici.
“Non provate a
muovervi!”urlò lui. “Non avremo problemi
a
lanciarvi addosso le nostre frecce!”.
Gettarono le loro armi a
terra.
Anche noi attraversammo il
fiume e arrivammo davanti a
Aslan. Ci inginocchiammo
“Fatevi avanti,
re e regine di Narnia.”ci esortò il leone.
I Pevensie si alzarono e
passarono avanti lasciando me,
Caspian e l’Ordine più indietro. Noi non eravamo
niente, solo combattenti che
erano stati utili per la liberazione di Narnia.
“Tutti!”esclamò
Aslan rivolto a me e Caspian. No, ok, non
eravamo solo combattenti, forse qualcosa contavamo. “Ora il
destino di Narnia
dipende anche da voi due, i prossimi re e regina di questa
terra.”.
E i Pevensie? Su cosa
avrebbero regnato? Sarebbero tornati a
casa per lasciare spazio a due giovani senza arte né parte
(almeno per quanto
riguardava me)?
Io, ancora incerta, mi
misi accanto a Lucy e Caspian accanto
a Edmund.
“Ti dobbiamo
porgere le nostre scuse, Aslan.”esordì Peter.
“Non ti abbiamo creduto. Solo Lucy, Miriam e Caspian
l’hanno fatto. Noi non
meritiamo tutto questo.”.
“Peter.”disse
il leone. “Voi non avete nessuna colpa. Tutti
facciamo degli sbagli e questo è stato il vostro. Chiediti
perché il tuo
appellativo è Magnifico.
Perché sai
sempre ristabilire la situazione proprio come un re.”.
“Cosa
succederà ora, Aslan?”chiese Lucy.
“Una cosa per
volta, mia cara, una cosa per volta.”rispose
lui.
Dietro di noi Trumpkin
insieme a Ripicì e all’Ordine stava
facendo mettere in riga tutti i soldati che avevano già
posato le loro armi.
“Chi sono quei
giovani fanciulli?”chiese Aslan. “Vorrei
ringraziarli per i servigi resi a Narnia.”.
“Sono maghi
venuti da un altro mondo anche loro.”spiegai.
“Fanno parte dell’Ordine della Fenice.”.
“Li porto qua,
se vuoi.”propose Edmund.
Il leone fece
sì con il capo e Edmund si precipitò subito da
loro. Dopo qualche minuto attraversarono il fiume e davanti alla
maestosità del
leon si inginocchiarono pure loro, pur non conoscendo le nostre usanze.
“Alzatevi! Al
massimo sono io che devo inginocchiarmi
dinanzi a voi.”li esortò. “Non credo ci
siano parole per esprimervi la mia
gratitudine. Per questo riceverete un encomio speciale. Senza di voi
forse
Narnia sarebbe perduta ora.”.
“Ma noi non
abbiamo bisogno di niente.”disse Neville
umilmente.
“Mio caro
ragazzo, la tua umiltà è smisurata e per questo
tuo dono sarai sempre ripagato.”disse Aslan.
“Aslan, volevo
presentarti un mio amico.”lo informò Lucy.
“Portalo qui
davanti a me.”disse lui sorridendo.
Lucy andò a
chiamare Trumpkin. Lui credeva nell’esistenza di
Aslan, ma dopo l’invasione dei telmarini aveva cominciato a
pensare che fosse
un fantasma frutto dell’immaginazione di tutti quelli che
avevano tramandato racconti
oralmente.
Infatti quando
arrivò era molto titubante. Sembrava quasi
che tremasse mentre si inginocchiava.
“V-v-vostra
Maestà.”balbettò.
Aslan fece un ruggito da
far rizzare i capelli in testa.
Trumpkin chiuse gli occhi e li riaprì solo quando smise di
ruggire.
“Ora ci
credi?”gli disse Lucy. Entrambi sorrisero.
“Aslan, ora che
ne facciamo di loro?”gli domandai indicando
i telmarini.
“Dovremo
stabilire nuove leggi, no?”disse Susan.
“Naturalmente,
ma per ora forse è meglio tenerli fermi
là.”rispose Aslan.
Trumpkin tornò
a fare il suo lavoro.
“Miei re e
regine, seguitemi. Anche voi dell’Ordine,
prego.”ci esortò Aslan.
Lo seguimmo e dovemmo
attraversare nuovamente il fiume. Per
me era troppo alto e non toccavo. Mi toccò nuotare, poi
arrivò Caspian che mi
prese sulle spalle e mi portò fino all’altra riva.
“Grazie!”esclamai.
“Per te questo
ed altro.”esclamò lui.
Passammo attraverso la
foresta e arrivammo davanti al campo
di battaglia. Era una cosa indescrivibile per quanti corpi insanguinati
vi
erano. Mi dispiaceva per loro. Alcuni li avevo uccisi anche io e
inoltre erano
vittime di una guerra di cui non c’entravano niente. Mi
strinsi a mio fratello.
Era una cosa che non potevo guardare ancora.
“Tranquilla,
è tutto finito.”mi sussurrò
all’orecchio.
“Ma come
facciamo a seppellirli tutti?”disse Lucy.
“Non sappiamo
nemmeno i loro nomi!”aggiunse Edmund.
Per tutta risposta Aslan
ruggì. Mi staccai da Caspian. Sopra
il campo scese tipo una polvere argentea che impediva la vista. Quando
si
dissolse i corpi erano spariti e sul campo c’erano solo armi.
“Ma dove sono
finiti?”chiese Hermione.
“Ora sono in un
posto migliore di quello da cui sono
venuti.”rispose Aslan. “Riposano in
pace.”.
“Ora dove
andiamo?”chiese Harry.
“A Telmar
c’è un’intera popolazione che aspetta di
sapere
l’esito di questa battaglia.”rispose il leone.
“Dovrete prendere delle
decisioni stasera.”.
“Allora
è meglio fare veloci!”esclamò Peter.
“Caspian,
quanto ci vuole per arrivare a Telmar?”.
“Da qui non lo
so.”rispose lui.
“Fidatevi di me
e se correrete in breve tempo
arriverete.”disse il leone. “Chiamate a rapporto il
popolo di Telmar!”.
“Ma
come…”disse Edmund.
“Fate come vi
dico.”ripetè Aslan.
Ci prendemmo tutti per
mano e cominciammo a correre. Il mio
corpo e quelli degli altri cominciarono a sparire piano piano.
“Ma che
succede?”chiese Ginny.
Io ormai ci avevo fatto
l’abitudine. Con tutte le stranezze
che mi erano capitate da quando ero arrivata a Narnia questo era niente.
La Tavola
di pietra e la foresta scomparvero mischiando i loro colori. Poco tempo
dopo si
ricominciarono a definire i contorni: le montagne in lontananza, un
castello
sullo sfondo, un paesino arroccato e una piazza con un albero, la
stessa in cui
eravamo prima di finire al Ministero e la stessa del portale.
“Dove
siamo?”chiese Ron.
“Questa
è la piazza principale di
Telmar.”spiegò Caspian.
“Susan, suona il
tuo corno!”ordinò Peter.
“Ma io non ce
l’ho con me…”disse lei.
“E scusami, dove
ce l’avresti?”esclamò Peter.
“Tieni
Susan.”disse Caspian porgendoglielo.
“Grazie.”rispose
lei arrossendo.
Lo suonò tre
volte e piano piano la gente cominciò a
riempire la piazza. Nel giro di venti minuti tutto il popolo era
lì davanti a
noi. Tutti si chiedevano cosa fosse successo, chi avesse vinto, dove
fosse
finito il loro re e le loro facce esprimevano tutte emozioni diverse.
Chi era
sconvolto nel vederci tutti feriti, chi sorpreso nel vedere che eravamo
ancora
vivi, chi triste, chi con un mezzo sorriso e chi ansioso. Poi apparve Aslan e la gente
cominciò ad
impaurirsi, ad urlare e a scappare.
“Calmatevi!”disse.
Appena videro che parlava tutti si
zittirono subito e lo stupore si dipinse sulle loro facce.
“Popolo di
Telmar.”esordì Peter. “Il vostro re
è morto e il
vostro esercito ha perso. Siamo qui per comunicarvi le nostre
intenzioni.”.
Il terrore si dipinse sui
loro volti: avevano paura della
loro sorte perché quando si perde una guerra al popolo vinto
può accadere
qualunque cosa.
“Non
temete!”ricominciò Peter. “Per voi
stabiliremo nuove
leggi. La vostra vita sarà come quella di sempre, non
subirà variazioni. Non
sarete venduti come schiavi, né torturati, né
uccisi. Siete stati portati ad
una guerra di cui non sapevate le motivazioni. Però tutto
questo a delle
condizioni: se scoppieranno delle rivolte esse verranno subito domate,
i
responsabili trovati e puniti come è giusto che sia.
Combatteremo il pacifismo
con il pacifismo, la violenza con la violenza.”.
La gente ora era molto
più sollevata e acclamò le parole di
Peter.
“Ci saranno
delle nuove incoronazioni e saranno rese
pubbliche. Tutti potrete assistere, telmarini e narniani ma in pace e
tranquillità, senza asti.”continuò e lo
acclamarono di nuovo. “Pertanto vi
invito a dare ugualmente il benvenuto ai vostri nuovi sovrani: re
Caspian X, Re
Edmund, la regina Miriam X e la regina Lucy.”.
Ci furono applausi e grida
di approvazione e poi tutti si
inginocchiarono davanti a noi.
“Mentre alla mia
destra i nuovi regnanti, l’Ordine della
Fenice di Hogwarts!”.
“Regnanti?”domandò
Hermione incredula.
“Ve
l’aveva detto che avreste ricevuto un encomio
speciale!”disse Susan sorridendo.
Poi una donna si fece
strada tra la folla. Ella si
inginocchiò ai piedi di Caspian piangendo. Il silenzio era
sceso tra la folla.
Caspian era rimasto spiazzato e non sapeva che fare.
“Cosa vi
affligge, mia cara?”domandò poi.
Lei alzò lo
sguardo e fu in quel momento che la
riconoscemmo: era nostra zia.
“Zia?”dissi
incredula. Caspian, incredulo quanto me, la
aiutò a rialzarsi.
“Perdonatemi!”disse
ancora piangendo.
Caspian la
abbracciò: mi ritornò in mente il ricordo di
Voldemort in cui lei abbracciava mio fratello dopo la morte di nostro
padre.
“Non hai colpe
di niente!”la rassicurai.
“Miriam…”disse.
“Sei sempre più bella! E pensare che non ti
ho nemmeno vista crescere!”.
“Come ho
già detto tu non c’entri niente.”ribadii.
“Esatto!”concordò
Caspian. “E per questo verrai a vivere con
noi e ti aiuteremo a crescere tuo figlio.”.
“Non me lo
merito.”confessò lei.
“Proprio
perché dici così, lo meriti!”intervenne
Aslan.
“Vi
ringrazio!”esclamò lei.
Le cingemmo le spalle e la
portammo tra di noi.
“Come vi
chiamate?”le domandò Lucy.
“Prunaprisimia.”rispose
lei.
“Siete la
benvenuta.”la accolse Peter sorridendo.
Poi anche
un’altra donna si fece largo tra la folla. Era
molto diverso da mia zia: meno dolce, con lineamenti più
marcati.
“Miei…re!”disse
quasi schifata. “Siamo in molte ad aver
mandato dei mariti in guerra. Dove sono finiti?”.
“Mi duole
annunciare che in molti sono morti in questa
sanguinosa battaglia.”la informò Aslan.
“I deceduti riposano in pace nel
cimitero. I sopravvissuti a breve torneranno qui e potrete
riabbracciarli senza
problemi.”.
La donna tornò
indietro e vedendo che avevamo finito di
parlare anche il popolo in breve si dissolse.
“Zia, per questa
sera stai dove sei stata fin’ora.”le disse
Caspian. “Domani ti verremo a prendere.”.
“Grazie!”esclamò
abbracciandoci. “E grazie anche a
voi!”disse agli altri. Loro sorrisero e lei tornò
indietro.
“Bel discorso
Peter!”si complimentarono i gemelli insieme.
“Ormai
è un esperto di discorsi del genere!”esclamai e
lui
sorrise.
“Domani andremo
a Cair Paravel!”disse Aslan interrompendoci.
“E ora dove
vai?”gli chiese Lucy.
“Non
preoccuparti mia cara.”rispose lui.
“Veglierò su di
voi.”.
Detto questo
cominciò a camminare e nel giro di poco sparì.
Noi ci avviammo verso la Tavola.
Cominciammo
a scendere dal paese verso la valle. Io mi ero staccato dal gruppetto
iniziale.
Lì ridevano, scherzavano e si godevano la pace. Io pensavo
ancora a mia zia,
vittima delle menzogne di Miraz, rimasta vedova e con un figlio piccolo
da
crescere.
“Che
hai?”. Edmund interruppe i miei pensieri.
“Pensieri, tanti
pensieri.”risposi vaga.
Lui stette zitto. Non
domandò né il perché né a
chi erano
riferiti. Amavo la sua discrezione in situazioni simili, ma capii che
voleva
saperne di più e in un certo senso avevo voglia di parlarne
con lui.
“Il
comportamento di mia zia mi ha colpito molto. Non sapevo
niente di lei e non pensavo sbucasse di nuovo fuori così
all’improvviso!”spiegai. “Non pensavo
nemmeno che mi volesse così bene.”.
“Beh, erano
tutte marionette nelle mani di Miraz, compresa
sua moglie.”constatò lui. “E poi scusa,
come si fa a non volere bene ad una
persona come te?”.
“Perché
non lo chiedi a Miraz?”domandai sarcastica.
“Ma
piantala!”ribattè lui cingendomi le spalle.
Ora ero davvero a mio
agio. Il pensiero di mia zia già era
lontano e niente poteva farmi cambiare umore. Lui era perfetto e nulla
poteva
farmi stare bene come in quel momento.
“Senti io
volevo…”cominciò.
“Ehi, voi due!
Volete muovervi?”esclamò Susan e cominciammo
ad accelerare il passo.
“Che
dicevi?”gli domandai.
“Oh dai, nulla
di importante.”mi rassicurò. “Prima o
poi te
ne parlerò.”.
Raggiungemmo velocemente
gli altri.
“Ragazzi, non so
voi, ma io non è che mi senta molto
bene…”disse Fred.
“Non sei il
solo!”disse Peter indicando il polso slogato.
“Nessuno di noi
è messo bene!”constatò Lucy.
“Allora
è meglio muoversi che appena arrivati al campo i
nani e i fauni sapranno sicuramente cosa fare.”disse Susan.
“Ma se
provassimo a correre come abbiamo fatto poco
fa?”propose Caspian. “Arriveremmo molto
prima.”.
“Potremmo
provare.”concordò Peter.
Ci prendemmo nuovamente
per mano e cominciammo a correre.
Fortunatamente l’incantesimo di Aslan su di noi non era
ancora svanito e in
breve tempo ci ritrovammo sul campo di battaglia ormai ripulito anche
di tutte
le armi.
Non eravamo soli: tutti i
combattenti erano con le loro
famiglie ed erano stati tutti curati. Su quel campo come minimo
c’erano più di
cinquemila persone.
“Lunga vita ai
nostri re!”ci accolsero inchinandosi.
Poi tra di loro si fecero
strada Trumpkin, Trafolanter,
Ripicì e i suoi topi e altri due nani. Ognuno reggeva una
spada.
“Vostre
Maestà.”cominciò Trumpkin.
“Abbiamo pulito le vostre
spade e ora ve le offriamo come simbolo di riconoscenza.”.
Presi la mia: era
così bella e scintillante alla luce del
tramonto.
“Non dovete
ringraziare solo noi.”disse Peter.
“L’Ordine ha
fatto buona parte del lavoro. È anche grazie a loro se siamo
qui.”.
“Popolo di
Narnia, rendete omaggio all’Ordine della Fenice
di Hogwarts che ci ha dato un grande aiuto contro
Telmar.”esordì Caspian.
Tutti si inginocchiarono
nuovamente.
“Miei re, avete
bisogno di cure.”osservò Ripicì.
Ognuno andò o
dai nani o dai fauni, esperti guaritori.
Diciamo che nel giro di qualche ora eravamo quasi tutti rimessi in
sesto. Mi
alzai dalla brandina che avevano preparato per me e decisi di andare
verso la Tavola.
La prima terrazza era
crollata proprio davanti alla porta e quindi l’intero
edificio era inagibile e
non ci si poteva più entrare. La seconda terrazza, ovvero
quella in cui stavo
con mio fratello, era crollata a metà. Mi dispiaceva
perché dentro quel posto,
seppur scomodo e polveroso, c’erano un sacco di ricordi.
Mi misi seduta davanti
alla discesa che portava all’entrata.
Cominciarono a riaffiorare i ricordi e con essi anche un po’
di malinconia. Poi
pensai al mio futuro e in quel momento qualche lacrima solcò
il mio viso. Lo
sapevo, potevo tornare nel mio mondo da un momento all’altro,
ma non volevo
andarmene proprio ora che avevo ritrovato mio fratello. Nel mio mondo
è una
cosa che mi era sempre mancata e ora che l’avevo trovata non
potevo perderla
così.
Mi tornò in
mente il “Carpe Diem” di Orazio che significava
“Cogli l’attimo”. Forse in quel momento
era ciò che dovevo fare. Non piangere
davanti ad un edificio ormai vecchio e pericolante, ma andare dagli
altri e
divertirmi, perché sarei potuta andarmene in qualsiasi
momento.
“Hai intenzione
di stare lì tutta la sera?”mi chiese una
voce alle mie spalle. Era Edmund.
“No, infatti
stavo per tornare indietro.”risposi girandomi.
Lui cambiò
subito espressione vedendo che qualche
lacrimuccia scendeva ancora sul mio viso, ma comunque non chiese niente.
“Pensavo
nuovamente.”aggiunsi. “A cosa succederà
dopo.”.
“Non pensare al
futuro, pensa al presente.”mi suggerì
sedendosi accanto a me.
“Ho paura di
perdere mio fratello quando torneremo nel
nostro mondo.”dissi.
“Non lo
perderai.”mi rassicurò.
“Grazie!”esclamai
abbracciandolo e lui ricambiò.
Sentii dei passi alle mie
spalle. Mi girai e vidi Draco
dietro di noi.
“Pevensie,
potrei parlarle un minuto?”chiese freddo.
“Mmm,
vediamo…”disse lui. “No!”.
Draco lo guardò
pieno di odio e poi tornò indietro senza
proferire parola.
“Ehi, ma sei
stato cattivissimo!”esclamai.
“Diciamo che
abbiamo un conto in sospeso.”spiegò vagamente.
“Sei stato
cattivissimo lo stesso!”dissi. “Devo anche
chiedergli
scusa. L’ho mandato a quel paese durante la
battaglia.”.
“Hai fatto
bene!”esclamò e lo guardai male. “Se era
per una
buona causa.”aggiunse per discolparsi.
Decisi di non continuare a
criticarlo per il suo
comportamento con Draco e cambiai discorso.
“Secondo te
potrò tornare lì dentro?”chiesi
indicando la
Tavola.
“Magari quando
sistemeremo tutto.”rispose. “Sai, mi
piacerebbe tornarci e riprendere quelle splendide corone che avevi
fatto a me,
ai miei fratelli e a Caspian..”.
“Ehi, non
prendermi in giro!”esclamai.
“Non era una
presa in giro!”si giustificò. “Era la
pure
verità.”.
“Devo
crederti?”domandai sospettosa.
“Credimi!”.
Lo osservai per
l’ennesima volta. Potevo sentire il suo
profumo e il suo cuore che batteva attraverso il suo petto caldo.
Quegli occhi
color nocciola, quelle lentiggini che gli contornavano il viso, quei
capelli
neri e ribelli e quella frangetta che gli copriva la fronte fino alle
sopracciglia mi facevano perdere la ragione.
“Sarebbe pronta
la cena!”esclamò Susan.
Gli altri avevano acceso
il fuoco e avevano già cominciato a
mangiare. Io e Edmund ci alzammo e andammo verso di loro. Per una sera
mangiai
decentemente e senza la paura di essere attaccati da un momento
all’altro e fu
una bella serata. Dopo cena giocammo a ruba bandiera (scarsa fantasia
nel
decidere qualcosa da fare) e ci divertimmo un sacco. Io ero contro mio
fratello
e naturalmente persi sempre tranne una volta in cui Trumpkin
chiamò il numero 7
(il nostro) e lui si era distratto un attimo, quindi approfittai della
situazione e riuscii a vincere. La mia squadra era abbastanza
equilibrata e
c’erano tutti gli estremi: io e Edmund che eravamo veramente
scarsi, lui si
metteva a ridere ogni volta che suo fratello gli fregava la bandiera da
sotto
il naso. Fred si divertiva a far vincere Lucy perché
sennò lui avrebbe vinto
sempre. Gli unici che si impegnavano a fondo erano Ginny (che era
contro,
quindi si può solo immaginare la competizione che
c’era tra di loro), Harry
(che era contro Draco e quindi valeva la stessa cosa) e Susan (che era
contro
George e anche per loro valeva la stessa cosa). Gli altri andavano
normalmente.
Nell’altra squadra invece c’era molto
più spirito. A parte Peter che quando
toccava a lui rideva come un cretino insieme al fratello e Lucy che si
arrabbiava
quando Fred la faceva vincere, gli altri erano molto più
bravi di noi. La cosa
si vide anche dal risultato finale: vinsero tre partite a una.
“Ve le abbiamo
fatte vincere!”esclamò Edmund.
“Certo,
certo!”disse Caspian.
“Ti rode la
sconfitta, vero Ed?”lo stuzzicò la sorella Lucy.
“Ahahahahah ti
piacerebbe!”gli rispose lui per le rime.
“Meglio perdere che vincere perché te lo concedono
gli altri.”.
“Oh Edmund caro,
non è mica colpa mia se Fred correva
piano.”si discolpò lei.
“Cara Lucy,
avresti perso sempre…”disse Fred e lei sorrise
abbassando lo sguardo.
Peter era veramente su di
giri e non l’avevo mai visto
sorridere in quel modo.
“Da quanto tempo
non ti divertivi così?”gli chiesi.
“Troppo!”rispose
lui.
“Sono contenta
di vederti di nuovo felice!”gli dissi.
Lui per tutta risposta mi
sollevò da terra e cominciò a
girare.
“Peter, tu hai
bevuto troppo!”commentai.
“Ma se nemmeno
c’era il vino!”esclamò lui.
“Sei tu quella
rincoglionita!”.
“Ti prego, ora
comincia davvero a girarmi la testa!”lo
implorai. “Mettimi giù.”.
Fece come gli dissi, ma
dovetti sedermi perché mi girava
tutto. Che scemo. Lo vidi correre verso Caspian, abbracciarlo e
baciarlo sulle
guance. Caspian era visibilmente stupito, ma sorrise ugualmente davanti
allo
strano comportamento di Peter.
Poi mi si
avvicinò una figura: era Lucy.
“Possiamo
parlare?”mi chiese.
“Certo,
siediti!”esclamai.
“No, andiamo
più lontano.”mi bisbigliò
all’orecchio.
Mi alzai e ci allontanammo
dal cerchio del fuoco.
“Che mi devi
dire?”le chiesi.
“Guarda che
l’ho capito, sai?”.
“Ma
cosa?”.
“Che sei
interessata a mio fratello Edmund.”.
Ero rimasta spiazzata
questa volta. Innanzitutto non pensavo
l’avesse capito, ma poi non pensavo volesse parlarmi proprio
di questo.
“Sai che prima o
poi ce ne torneremo nel nostro mondo?”mi
avvertì.
No, no e no! Non volevo,
ma mi tornarono alla mente tutti i
pensieri e le insicurezze di prima. Io non volevo pensarci e lei mi
aveva
sbattuto in faccia la realtà.
Feci sì con la
testa. Se parlavo mi mettevo a piangere.
“Secondo me ti
conviene dirglielo.”mi consigliò.
“E se la cosa
non è corrisposta?”chiesi.
“Anche se non
fosse, ma ne dubito grandemente dato il suo
comportamento, comunque non ci rivedremo mai più, quindi non
dovrai né
vergognarti né chiedere scusa.”.
“E invece che
dovrei fare con mio fratello?”domandai.
“Stai con lui
finchè puoi.”rispose. “Aslan potrebbe
richiamarci in qualsiasi momento.”.
“Non vuoi
andartene, vero?”le chiesi.
“No e
sinceramente non ne capisco il motivo!”esclamò
indignata. “Perché non posso stare qui e
governare? Perché devo tornare in un
mondo pieno di falsità e incoerenza? Perché deve
esserci sempre la parola fine
a tutto?”.
“Non lo
so.”risposi. “Ma almeno tu sei fortunata. Io lascio
un fratello…”.
“Mi
dispiace.”scoppiò Lucy e a quel punto non seppi
resistere nemmeno io. Ci abbracciammo e piangemmo insieme.
“Ragazze?”ci
chiamò una voce. Era Peter. Alzai il volto
rosso e coperto di lacrime.
“Che vi
succede?”chiese inginocchiandosi davanti a noi.
“Sai che prima o
poi ce ne andremo?”gli feci notare e lui
annuì. “E non ti dispiace neanche un
po’?”.
“Certo che mi
dispiace!”esclamò abbracciandoci. “Ma
sono
sicuro che la cosa non avverrà prima di una settimana o due.
Ci sono tante cose
da fare, come incoronazioni, nuove leggi e molto. Non
c’è bisogno di
preoccuparsi per ora.”.
Dopo qualche minuto ci
calmammo e smettemmo di piangere. Poi
tornammo insieme a tutti gli altri ancora con un po’ di
tristezza in noi.
“Si
può sapere che ti succede stasera?”mi chiese
Caspian.
“Niente, ho solo
capito che questo non è il momento di preoccuparsi
per cose future!”risposi. “Ti voglio bene e non
voglio pensare a cosa succederà
quando tornerò nel mio mondo.”.
“Ricordati
sempre che questo qui è il tuo vero mondo.”mi
disse. “Anche quando te ne andrai.”.
“E’
per questo che ti voglio bene!”gli dissi.
Dopo questo mi appoggiai a
lui e piano piano mi addormentai.
Ehilà! Salve a
tutti!
Ce l’ho fatta ad
aggiornare
anche questa volta, però mi dispiace un po’
perché più capitoli scrivo e più mi
avvicino alla fine D: Come sapete è la storia a cui tengo di
più in assoluto
(visto che è stata anche la prima che ho scritto).
Passiamo ai ringraziamenti.
Vorrei dire grazie a SummerEnd, Lily45, Smile__, Fiammetta Scott (nuova
lettrice ;D) e rachele1999 (anche lei nuova lettrice). Grazie, mi fate
sempre un
sacco felice! :D
Che altro dire?
Al prossimo
capitolo :D
Miriam
|
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Capitolo 28 *** Finalmente a casa ***
Quando aprii gli occhi il
sole era già sorto. Caspian e gli
altri dormivano ancora. Provai in tutti i modi a riaddormentarmi, ma
senza
successo, quindi decisi di alzarmi. Senza fare rumore tornai dove ero
la sera
prima, cioè davanti alla Tavola di Pietra. Cominciai a
osservarla per bene,
quando qualcosa oscurò il sole sulla mia destra: era Aslan.
“Cosa ti
affligge, mia cara Miriam?”mi chiese.
“Non voglio
tornare nel mio mondo.”risposi. “Non voglio
lasciare mio fratello.”.
“Non devi
preoccuparti di ciò che sarà, pensa al tuo
presente.”mi consigliò il leone. “Sul
futuro si deciderà in seguito.”.
Aslan riusciva sempre far
riflettere le persone.
“Non
c’è modo di farla tornare
normale?”chiesi indicando la Tavola.
“Solo tu puoi
scoprirlo.”mi disse e poi sparì così
come era
apparso.
Il solo difetto di Aslan
era che lasciava i discorsi
incompleti e quindi le cose le dovevi capire da solo. Il problema era
che non
tutti erano esseri supremi intelligenti come lui
Poi improvvisamente mi
ricordai della gonna che avevo tolto
prima della battaglia. Era in mezzo alle macerie. Pur sapendo che era
pericoloso mi ci diressi e cominciai a spostare i massi per cercarla.
Appena
toccai il primo, esso si sollevò in aria e tornò
esattamente al suo posto, cioè
dove era prima di cadere. Ne toccai un altro e accadde la stessa cosa.
Non
riuscivo a capire come poteva essere successo, ma sicuramente ero
contentissima. Cominciai a toccarli tutti e nel giro dieci minuti la Tavola
di Pietra era
tornata come nuova.
Poi in mezzo al prato vidi
qualcosa di rosso. Corsi fino a
quel punto e constatai che era un pezzo di stoffa. Lo sollevai e lo
guardai
meglio: era la mia gonna (o meglio quello che rimaneva di essa). Era
tutta
impolverata e naturalmente rotta da alcune parti. La presi e decisi di
andare
dentro.
Aprii la porta della
camera e con mia sorpresa vidi che era
intatta, come la sera prima della battaglia in cui ci eravamo messi a
ballare
per scacciare via le nostre preoccupazioni.
Riposi la gonna dentro la
mia canoa. Più tardi avrei pensato
ad un modo per aggiustarla. Dovevo assolutamente informare gli altri
dell’accaduto e non stavo più nella pelle dalla
felicità.
Uscii dalla stanza e
sentii un gran trambusto.
“Ma come
è possibile?”chiese una voce che mi
sembrò quella
di Hermione.
“Aslan?”propose
la voce di Lucy.
Aumentai il passo.
“Ehi, ma
dov’è mia sorella?”questo era Caspian.
“Miriam?”mi
chiamò Draco.
Arrivai e li trovai tutti
all’entrata.
“Eccoti!”esclamò
Susan.
“Ma tu hai visto
che cosa è successo?”mi domandò Luna.
“Ti sei alzata
prima di noi.”constatò Peter. “Hai visto
chi
è stato?”.
Esitai un attimo: non
sapevo che dire. Non volevo fare la
presuntuosa. Non era nel mio stile.
“Non vorrei
vantarmi”cominciai. “Ma sono stata io. Non
chiedetemi come, so solo che quando ho cominciato a toccare le macerie
esse
sono tornate al loro posto.”.
Rimasero sbalorditi. Non
mi avrebbero creduto come minimo e
avrebbero pensato che ero pazza.
“Veramente?”chiese
Trumpkin e annuii.
“Straordinario!”esclamò
Ripicì.
“C’è
tutto.”li informai. “E’ come se non fosse
mai successo
niente.”.
Gli altri avanzarono piano
e poi alla fine corsero in
camera.
“Grazie!”esclamò
Edmund abbracciandomi e sollevandomi da
terra. Le mie guance si tinsero leggermente di rosso.
“Adesso puoi
riprenderti la corona che ti avevo fatto.”gli
dissi.
“Assolutamente!”esclamò.
Mi posò a terra
e anche lui andò subito in camera urlando:
“Ehi, ragazzi!
E’ qui la festa??”.
A
quell’esclamazione cominciai a ridere come
un’idiota.
Perché lui era un idiota, un simpatico idiota di cui ormai
ero innamorata persa.
Anche io andai in camera.
Tutti erano indaffarati a mettere
a posto le loro cose e l’Ordine duplicava le canoe
perché non bastavano per
tutti.
“Ma che
è successo alla tua gonna?”mi chiese Susan.
“Niente!”risposi
innocente. Ci penso un attimo e poi si ricordò
cosa le era successo. Mi guardò malissimo.
“Però quando saremo di nuovo a
palazzo la aggiusto!”esclamai infine alzando le mani.
“Quali sono i
vostri ordini, maestà?”chiese Trumpkin a
Peter.
“Aslan ci ha
chiesto di andare a Cair Paravel.”rispose lui.
“Scusate, miei
re.”intervenne Ripicì. “Non vorrei
sembrare
né impiccione né scortese. So di non esserne
degno, ma il mio sogno più grande
è sempre stato quello di incontrare il grande
Aslan.”.
“Dopo quello che
hai fatto per noi è
d’obbligo!”esclamò
Lucy. “E vieni pure tu, Trumpkin!”.
Dopo circa
mezz’ora finimmo di caricare le canoe e partimmo.
Per fortuna questa volta Peter azzeccò il ruscello giusto.
Il viaggio parve
breve perché naturalmente se ci si diverte il tempo passa
più velocemente. I
ragazzi dell’Ordine facevano dei giochi con l’acqua
e si divertivano a
schizzarci.
Alla fine approdammo sulla
spiaggia sotto il palazzo. Le
rovine spiccavano sulla collina.
“Benvenuti, re e
regine di Narnia.”.
La voce di Aslan
risuonò per tutto quel tratto di costa. Ci
girammo e lui era dietro di noi.
“Benvenuti anche
a voi, Trumpkin e Ripicì!”.
Il topolino appena lo vide
fece subito un profondo inchino.
“E’
una gioia e un onore per me essere qui
oggi!”esclamò.
“Desideravo tanto fare la vostra conoscenza!”.
“Beh, il piacere
è mio, piccolo ma coraggioso Ripicì!”.
“Grazie, Vostra
Maestà!”disse il topo rialzandosi.
“Come mai ci hai
richiamati qua?”gli chiese Peter.
“Siete stati
bravi, ragazzi miei, avete combattuto con
valore e lealtà.”cominciò.
“Avete salvato questa terra e ve ne sono davvero
molto grato.”.
“Ma cosa
c’entra Cair Paravel?”chiese Susan.
“Ai tempi
dell’Età dell’Oro è in questo
palazzo che siete
stati incoronati e in cui avete vissuto fino alla vostra
scomparsa.”rispose il
leone. “Molti anni or sono e voglio farvi tornare
là con la stessa magia come
successe secoli fa.”.
“E’
impossibile!”esclamò Susan. “Insomma,
è tutto in
rovina.”.
“A Narnia niente
è impossibile!”esclamò Lucy sorridendo
complice con Aslan.
“Quindi non
vivremo a Telmar?”chiese Caspian.
“Una cosa per
volta, mio caro, una cosa per volta.”rispose
lui.
Aslan intonò un
canto dolce e melodioso. Dava davvero gusto
ascoltarlo: quietava l’animo, metteva allegria e faceva venir
voglia di saltare
dalla gioia. Insomma, la cosa più bella che abbia mai
ascoltato.
Guardai verso la roccia e
vidi che piano piano il castello
si ricostruiva. I massi tornavano al loro posto (proprio come avevo
fatto io
con la
Tavola
di Pietra), le erbacce scomparivano, le scale si ricostruivano e tutto
tornava
come milletrecento anni prima. Era davvero una cosa fantastica e allo
stesso
tempo indescrivibile.
Dopo circa cinque minuti
il castello era tornato normale.
Aveva un tetto di vetro circolare che corrispondeva alla sala dei
quattro troni.
C’erano molte finestre ed erano enormi. Doveva essere un
castello immenso,
arioso e luminoso data la quantità delle finestre.
Edmund scoppiò
a ridere per la felicità e Lucy abbracciò il
leone.
“Grazie
Aslan!”disse.
Eravamo tornati a casa.
Quella era la nostra vera casa.
“Possiamo
andare?”chiese Susan.
“Ma
certo!”esclamò Aslan. “E’
vostro!”.
Noi re ci avviammo per la
scalinata, ma ben presto ci
accorgemmo che l’Ordine era rimasto indietro.
“Voi non
venite?”chiese Peter.
“Noi non
c’entriamo niente.”esclamò Hermione.
“Non siamo re
e non è casa nostra.”.
Peter andò
verso di lei, le prese la mano e le fece un
inchino.
“Non
importa!”esclamò. “Sei una mia amica e
chiunque sia mio
amico è il benvenuto in casa mia.”.
Lei sorrise e poi insieme
all’Ordine ci avviammo sulle scale
verso il palazzo lasciando le canoe sulla spiaggia. Quando fummo su (le
scale
erano davvero tante) ci fermammo davanti al portone: era molto grande e
maestoso. Peter lo aprì e davanti a lui apparve un grande
corridoio con colonne
bianche. In fondo ad esso c’era una scalinata molto ampia.
Sulle pareti erano
appesi molti quadri che ritraevano i quattro re
dell’Età dell’Oro alla loro
prima incoronazione. Continuammo ancora salendo le scale e arrivammo di
fronte
ad un altro portone.
“Aprilo!”disse
Peter a Caspian.
“Perché
io?”domandò lui stupito.
“Perché
so che devi essere tu a farlo.”rispose lui
sorridendo.
Mio fratello
aprì cautamente la porta e davanti a noi si
innalzò un grande salone con un tetto di vetro e in fondo i
quattro troni. I
troni dell’incoronazione.
Tutti rimanemmo
all’inizio della stanza stupiti dalla
bellezza del salone e dalla maestosità dei troni.
Poi Susan e Peter
avanzarono e si girarono verso di noi.
“Ora tocca a
voi.”disse Peter.
“Che
intendi?”gli chiese Caspian.
“Noi ormai siamo cresciuti, invecchiati e lasceremo il posto
ad altri
re.”spiegò lui guardandoci.
“Ma è
impossibile!”esclamai.
“Ti sbagli mia
cara. Peter ha ragione.”.
Anche Aslan era arrivato.
“Voi sarete i
prossimi re.”disse ancora.
“Ma noi siamo
già stati re.”osservò Lucy.
“Non re supremi,
però.”disse Aslan. “Voi vi sottovalutate
e
non dovreste. Siete molto più saggi di quanto
credete!”.
Una cosa era certa: sarei
diventata regina. Ma che sarebbe
successo quando me ne sarei andata insieme ai Pevensie e
all’Ordine? Sarebbe
rimasto solo mio fratello a governare da solo. Da solo. Avrei affidato
a lui la
mia stessa vita, ma non poteva restare da solo un’altra volta.
“Aslan,
però tu sai che proveniamo da un altro
mondo…”cominciai. “Quando ce ne andremo
che succederà?”.
“Mia cara, ora
è tutto diverso!”rispose lui. “Liberando
i
portali si è sprigionata una forza immensa che
rimarrà nell’aria fino alla fine
di Narnia. Questa energia ha fatto riaprire i passaggi con il vostro
mondo e a
causa di questa forza rimarranno aperti per molto tempo. A questo punto
sta a
voi decidere se restare, se tornare o se fare una vita a
metà. Ora siete voi i
padroni del vostro destino.”.
Avevo sentito bene? Avevo
davvero sentito bene? Potevo fare
come volevo. Una vita a metà è una cosa
complicata, ma avrei trovato un modo
per riuscire a farla. Una volta avevo sentito Hermione parlare di una
certa
giratempo, tipo una clessidra che ti faceva tornare indietro nel tempo.
Sicuramente me la sarei fatta prestare per riuscire a fare tutto. Se ci
riusciva lei a seguire così tante lezioni in così
poco tempo, perché non potevo
riuscirci io facendo una vita a metà?
Aslan si avviò
su per le scale.
“Dove vai
Aslan?”gli chiese Lucy.
“Non
preoccupatevi per me, riflettete sul vostro
futuro.”rispose e se ne andò.
Tutti cominciammo a
mormorare e piano piano la sala si
riempì di risate e chiacchiere. Caspian prese Susan per un
braccio e la
trascinò da una parte.
“E tu che
farai?”le chiese.
“Io non lo
so...”rispose lei sorpresa. “Mi serve
tempo.”.
“Però
hai intenzione di restare?”le chiese ancora.
“Io qui sto bene
e sono felice, ma lo sono anche nel mio
mondo.”rispose lei.
“Devi fare una
scelta adesso.”la avvertì Caspian.
“Cosa faresti al
posto mio?”gli chiese lei.
“Io resterei se
ci fossero di mezzo persone a cui voglio
bene.”le rispose lui.
“Le persone a
cui vogliono bene qui sono probabilmente molte
di più di quelle a cui voglio bene nel mio
mondo.”commentò lei. “Quindi magari
posso restare qui.”.
“Non devi farlo
perché te l’ho detto io.”le disse
Caspian
dolcemente.
“Non lo faccio
perché me l’hai detto
tu.”mormorò lei. “Me
l’hai fatto capire tu. Qui c’è qualcuno
a cui tengo più di tutti. Il mio
affetto verso questa persona supera tutto ciò che lascerei
se restassi qui.”.
“E, se posso chiedere, chi è?”disse lui.
Ma era scemo oppure
estremamente intelligente? Lo sapeva,
perché doveva chiederglielo?
“Lo
sai.”ripose lei sorridendo.
Lo prese per la camicia e
lo portò a sé. Si guardarono per
un attimo prima di unirsi in un bacio.
Nessuno tranne me se ne
accorse perché erano tutti impegnati
a chiacchierare.
Ero proprio contenta e
tutti dovevano sapere cosa era
successo. Come perdersi una scena così importante?
Cercai Peter. Sicuramente
non l’avrebbe presa bene poiché
anche se non lo dava a vedere era davvero geloso di sua sorella. Quando
lo
trovai gli sussurrai:
“Guarda!”.
Come previsto non la prese
bene. Diventò tutto rosso,
strabuzzò gli occhi e poi tornò subito normale.
“Ehm…
dai, sono contento!”esclamò battendo le mani.
Il suo comportamento non
mi era del tutto chiaro, ma se era
contento allora io ero più felice di lui.
Anche io cominciai a
battere le mani. Pure gli altri se ne
accorsero e ci seguirono a ruota.
Susan e Caspian si
staccarono e lei era diventata tutta
rossa. Poi entrambi sorrisero mentre noi continuavamo a guardarli.
“Non
c’è niente da vedere
qua!”esclamò Caspian ironico.
“Ragazzi,
vogliamo andare a prendere le nostre
canoe?”propose Peter e cominciammo ad avviarci per le scale.
Feci
l’occhiolino a Caspian. Per la prima volta non
svoltò
gli occhi al cielo ma mi sorrise a trentadue denti e mi mostro il
pollice della
mano. Ero proprio felice per loro. Poi si presero per mano e li lasciai
da soli
nella Sala dei Troni.
“Lo sapevi,
vero?”mi chiese Edmund che mi era venuto
accanto.
“Se non lo
avessi saputo l’avrei capito di sicuro!”risposi.
“Però
lo sapevi…”insistette
“Sì,
certo che lo sapevo!”esclamai. “Non ci voleva
nemmeno
così tanto per comprenderlo.”.
“Ora
capisco…”disse.
“Che
cosa?”.
“Quelle lunghe
chiacchierate che facevi con lui dopo
cena…”rispose. “Era per
quello.”.
“E non
solo.”aggiunsi. “Perché sei
così stupito?”.
“Perché
io non parlo molto con le mie sorelle.”rispose
dispiaciuto. “Susan è troppo grande e se vuole
parlare di qualcosa lo fa o con
Peter o con Lucy. Con Lucy ho finito di litigarci da poco.”.
“Beh, non
è troppo tardi per aggiustare le cose.”gli
consigliai. “Devi capire che è un sacco di tempo
che non stavo con mio fratello
e in tanti anni di assenza le cose si accumulano.”.
Vedemmo Susan e Caspian
passarci avanti abbracciati e
stavolta noi rimanemmo in fondo da soli.
“Non
l’avevo capito che era innamorata di Caspian.”disse.
“Ed, non fare
così!”mi indignai. “Hai ancora una vita
per
conoscerla e capirla meglio.”.
Mi abbracciò.
“Grazie!”esclamò.
“Grazie per farmi sentire sempre bene.”.
“Non mi costa
nulla.”dissi accarezzandogli i capelli neri.
Mi stampò un
bel bacio sulla guancia. Tentai con tutte le
mie forze di non arrossire, ma probabilmente fu un tentativo vano. Ci
guardammo
negli occhi ed eravamo molto vicini.
“Ma vi
muovete?”disse una voce facendoci staccare
immediatamente. Era George. “Oh
scusate…”.
“Stavamo
arrivando.”dissi.
“Certo!”esclamò
come se fosse stata una presa in giro.
Andammo verso le scale e
le scendemmo senza parlare. Alcuni
già stavano risalendo con le canoe. Gli avevano fatto un
incantesimo, perché
pesavano troppo e non potevano essere portate su a mano, quindi
volavano. Una
volta arrivati sulla spiaggia Fred ce le incantò e poi
tornò sopra velocemente
ad occuparsi della sua canoa lasciandoci nuovamente da soli. Mentre
tornavamo
su non parlammo.
“Secondo te
avrò una stanza?”gli chiesi quando eravamo
già
all’interno del palazzo.
“Ma
certo!”rispose lui. “Questa è la nuova
Cair Paravel. Ci
deve essere per forza.”.
Caspian mi stava
aspettando nella sala dei quattro troni.
“Miri,
vieni!”esclamò quando arrivai.
Mi prese per mano e
cominciò a correre lungo un corridoio.
“Caspian,
rallenta!”esclamai ridacchiando.
Arrivò davanti
a una porta e la spalancò. Subito una luce mi
colpì gli occhi. Poi la guardai meglio: era la nostra camera.
“Ti
piace?”mi chiese entusiasta.
Annuii.
“Nostra?”chiesi.
“Nostra!”.
Ci entrai: era circolare.
Sulla sinistra c’era una grande
vetrata e un letto matrimoniale. Davanti a me invece c’erano
due letti separati
da due comodini. Sulla destra c’era uno scrittoio e due
poltrone. Poi
tutt’intorno c’erano mobili di legno pregiato.
Vicino ai due letti c’era una
porta che portava al bagno.
“E’
stupenda!”esclamai.
“Lo sapevo che
ti sarebbe piaciuta!”esclamò lui felice.
“Vai
a prendere la canoa, così sistemi le tue cose.”.
Andai nella Sala dei Troni
dove l’avevo lasciata e la
trascinai fino in camera facendo uno sforzo immane. Era davvero pesante
senza
l’incantesimo di Fred.
Entrata in camera
cominciai a mettere a posto le mie cose.
Mentre facevo questo mio fratello andò a farsi una doccia.
Cercai un vestito
pulito e tra i tanti che avevo vidi quello con cui ero sparita. Quello
era
perfetto per una normale serata tra re.
Dopo circa venti minuti
Caspian uscì dal bagno e ci entrai
io. Anche quello era circolare con al centro una grande vasca rotonda.
Mio
fratello l’aveva svuotata e già ci aveva rimesso
l’acqua. Mi ci immersi quasi
completamente: era bollente. Era bellissimo riuscire finalmente a farsi
un
bagno caldo. L’acqua del fiume era sempre e costantemente
fredda. Non volli
farmi scappare quell’occasione e quindi rimasi un buon quarto
d’ora a godermi
quell’acqua calda che sognavo da mesi.
Poi uscii e mi vestii
velocemente. Infine mi asciugai i
capelli, me li appuntai e me ne andai dal bagno. Vidi Caspian sdraiato
sul
letto che dormiva beatamente e mi diressi verso di lui. Mi dispiaceva
svegliarlo perché era stupendo mentre dormiva, ma dovevamo
andare a prendere la
zia a Telmar. Mi sedetti accanto a lui.
“Caspian…”lo
chiamai e lui si svegliò di soprassalto. “Ehi,
l’era in cui ci svegliavamo in questo modo è
finita!”lo rassicurai sorridendo.
“Ancora mi ci
devo abituare.”mi disse.
“Ti
capisco.”gli dissi.
“Come mai mi hai
svegliato?”chiese, ma non come un
rimprovero.
“Dobbiamo andare
a prendere la zia.”gli ricordai.
“Hai
ragione!”esclamò lui improvvisamente.
“Allora
andiamo!”esclamai alzandomi dal letto.
“E questo
vestito così corto?”mi chiese.
“Lo trovo molto
più comodo!”gli risposi.
“Ti sta molto
bene.”disse.
Lo ringraziai e uscimmo
dalla camera. Raggiungemmo la sala
dei quattro troni dove c’erano già tutti. Avevano
ognuno un vestito nuovo,
anche i ragazzi dell’Ordine: le ragazze con quelli lunghi, i
ragazzi con i
pantaloni di fustagno e una camicia larga.
“Per una volta
potevi anche evitare di fare
l’anticonformista, non credi?”mi
rimbeccò Susan osservando il mio vestito.
“E’
comodo!”esclamai scocciata.
“Ed è
anche carino!”si complimentò Lucy.
“Grazie.”.
“Io e Miriam
dobbiamo andare a prendere nostra zia a
Telmar.”li informò Caspian. “Voi
venite?”.
Gli altri annuirono.
Attraversammo la sala e scendemmo le
scale. Non ci avevo fatto caso prima, ma intorno al palazzo
c’era un gran
giardino pieno di fiori e piante.
Sulla spiaggia
c’erano otto cavalli pronti a galoppare e a
portarci a destinazione. Naturalmente ci dovevamo andare in coppia
perché
eravamo esattamente il doppio. Decisi di prendere le redini di uno di
essi e
quindi ci salii sopra.
“Posso?”mi
chiese una voce: era Edmund.
“Ma
certo!”risposi felice che me l’avesse chiesto lui.
Scorsi Malfoy ancora sulla
spiaggia. Ci stava guardando
malissimo e aveva una faccia molto contrariata. Chissà con
chi ce l’aveva. Era
un ragazzo davvero strano.
“Sicura di voler
prendere le redini?”mi chiese Edmund.
“Certo!”esclamai.
“Comunque bel
vestito!”mi disse.
“Grazie!”.
Cavolo, quel vestito
faceva davvero un sacco di scena. Alla
faccia di Susan la per fettina (senza offesa naturalmente).
Peter si girò
per vedere se eravamo tutti e partimmo al
galoppo. Per arrivare ci volle circa un’oretta e mezza tra le
varie soste. Dopo
un po’ non ce la facevo più e Edmund prese il mio
posto.
“Te
l’avevo detto che non reggevi!”mi disse.
“Dove sta il
problema?”esclamai e lui non rispose.
Telmar era diversa
rispetto al giorno prima: c’era una
sensazione di pace e le persone erano in giro. Tutti ci accolsero
benevolmente
e poi ci indicarono la via per la casa della zia.
Scendemmo per una stradina
sotto il paese. Lei stava in una
casetta a dir poco minuscola con un piccolo giardino. Caspian
bussò.
Lei ci venne ad aprire:
aveva una veste da casa, ma non di
certo tipica dell’ex moglie del re.
“Caspian!”esclamò
abbracciandolo. “Allora sei venuto
veramente!”.
“Io mantengo
sempre le mie promesse!”le disse lui.
“Hai preparato
le tue cose?”gli chiesi.
“Tanto non sono
molte…”disse lei tristemente.
“Ma
perché stavi qui e non al castello?”le
domandò Caspian.
“Sono una
donna…”rispose lei. “A Telmar le donne
non possono
governare da sole, quindi mi hanno cacciato.”.
“Sapendo che
avevate anche un figlio da mantenere?”chiese
Edmund scandalizzato e lei annuì.
“Dovrebbero
imprigionarli solo per questo!”si indignò Peter.
“E’ una crudeltà.”.
“Tanto quello
che è fatto è fatto!”si
rassegnò lei.
“Sobespian mi aveva mandata via. Ora è morto e ha
pagato per quello che ha
fatto.”.
Andò in
un’altra stanza e poi ci portò suo figlio.
“Ti dispiace
tenerlo un secondo?”mi chiese.
Me lo porse e lo tenni in
braccio mentre lei prendeva le
ultime cose. Il piccolo dormiva tranquillo e beato.
“Ecco
fatto!”esclamò la zia. “Possiamo
andare.”.
Uscimmo dalla casa e
quando la zia si fu sistemata sul
cavallo le porsi il bambino e poi salii insieme a Edmund come prima.
Dopo poco
arrivammo a casa e le mostrammo la sua stanza che non era lontano dalla
nostra.
Io poi andai in camera mia e mi rilegai per bene i capelli.
Quando uscii nuovamente
incontrai Peter. Sembrava che mi
stesse aspettando.
“Ah
eccoti.”esclamò agitato. “Puoi dire a
tuo fratello di
andarci piano con Susan?”.
“Peter,
calmati.”cercai di tranquillizzarlo.
“Dimmi che lo
farai!”esclamò.
“Sì,
lo farò!”esclamai prendendolo per le spalle.
“Però ora
datti una calmata!”.
Dopo qualche secondo
tornò in sé.
“E’
normale che tu sia geloso.”gli dissi.
“In fondo
è sempre mia sorella.”spiegò.
“Anche Caspian
farebbe così se ti vedesse sbaciucchiare Edmund.”.
Aveva l’aria di
uno che la sapeva lunga. A quanto pare anche
lui l’aveva capito.
“Lui mi prende
solo in giro!”mi difesi.
“Ora fa
così.”disse lui. “Voglio vedere quando
ci si troverà
davanti quello che farà.”.
Riflettei un attimo.
Avrebbe davvero reagito in quel modo?
Beh, da come si comportava non sembrava. E poi non ce lo vedevo mio
fratello
come tipo geloso. Protettivo magari, ma non geloso.
“Perché
tu pensi che un giorno o l’altro mi ritroverò a
sbaciucchiare Edmund?”gli domandai cambiando argomento.
“E’
possibile…”rispose lui vago.
“Certo, come
no.”dissi.
“Scommettiamo?”propose
lui.
“Non ho voglia
di perdere nemmeno un centesimo con
te!”esclamai.
“Perché
sai già che accadrà.”.
“Perché
se accadrà non voglio perdere nemmeno un centesimo
con te.”riformulai la frase.
“Fai come ti
pare.”si rassegnò. “Poi vedremo chi
aveva
ragione.”.
Lo guardai male prima di
dirigermi in sala da pranzo. Non
avevo voglia di ammetterlo. Le mie emozioni erano così ovvie
che non potevo
nemmeno smentirmi. Era un po’ fastidiosa come cosa.
La sala da pranzo aveva un
bel lampadario con pendenti di
cristallo e in mezzo c’era un bel tavolo di legno lavorato.
Le sedie erano in
pelle e tutt’intorno c’erano affreschi e mobili
d’epoca.
Mi misi a sedere anche se
non era ancora arrivato nessuno.
“Già
fame?”mi fece una voce alle mie spalle facendomi
sobbalzare: era Draco.
“No, sono solo
un pochino in anticipo.”risposi.
Lo osservai meglio. Con
gli abiti in stile narniano stava
proprio bene.
“Non voglio fare
tanti rigiri di parole, quindi andrò dritto
al sodo.”disse.
“Dimmi
tutto.”.
Poi qualcuno
spalancò la porta.
“Miriam, mi
servi un secondo!”esclamò George.
“Eh no
Weasley!”esclamò Draco. “Prima ci sono
io!”.
“Peccato che mi
serve urgentemente in cucina!”ribattè il
gemello.
“Calmatevi!”esclamai
guardandoli. “Ora vado giù in cucina e
quando torno mi dirai ciò che devi dirmi.”.
Seguii George al piano di
sotto. Il motivo “urgente” per cui
mi aveva chiamato era che dovevo sentire se ciò che aveva
preparato Lucy era
giusto o no di sale. Che idiozia. Il bello era che ci stetti un buon
quarto
d’ora. In un certo senso ero davvero curiosa di sentire cosa
aveva da dirmi
Draco. Era un botto di tempo che rimandava e anche io mi ero un pochino
stufata.
Quando tornai su lui non
c’era. Uscii dalla sala da pranzo e
mi misi a cercarlo. Feci il giro di tutto il castello, ma non lo
trovai. Mentre
stavo per rassegnarmi incontrai Edmund. Teneva una mano sulla faccia.
“Ehi Ed, hai
visto Draco?”gli domandai e lui mi fece segno
di no.
“Va tutto
bene?”gli chiesi.
Si tolse la mano dalla
faccia e scoprì un livido evidente
sotto l’occhio sinistro.
“Che diavolo ti
è successo?”.
“Sono andato a
sbattere contro una mensola!”rispose.
Non so perché,
ma sapevo che ciò che mi aveva detto non era
vero.
“Sei
sicuro?”domandai ancora e lui fece segno di sì, ma
non
gli credei.
“Edmund, non
mentire a me!”esclamai. “Chi te lo ha
fatto?”.
“Nessuno, te
l’ho detto!”rispose. “Sono solo andato a
sbattere contro una mensola.”.
“Sai, puoi
provare a convincermi meglio con qualche scusa un
pochino più decente…”mormorai.
“Ti dico che
è andata così.”.
“Non ti
credo!”.
“Fidati!”.
Ero determinata a scoprire
chi gliel’aveva fatto. Tirai
fuori la bacchetta dal vestito e urlai:
“Legilimens!”.
Entrai nel ricordo di
Edmund. Erano lui e Draco.
“Pevensie,
mi sono
stufato!”esclamò Draco furioso. “Sei
proprio una persona odiosa, quasi quanto
Potter. Il problema è che io non mi faccio mettere i piedi
in testa dai
fighettini.”.
“Non
nego di essere un
fighettino ma io non ho fatto niente di male!”si difese
Edmund.
“Non
hai fatto niente
di male?”esclamò lui prendendolo per il colletto
della camicia. “Tu non hai
idea di quello che hai fatto! Non ci arrivi perché sei
troppo stupido!”.
“Allora
perché non ti
prendi ciò che vuoi? Cosa ti impedisce di farlo? La tua
timidezza?”.
Draco
gli tirò un
pugno e Edmund cadde a terra urlando di dolore. L’altro corse
via senza nemmeno
vedere se gli aveva fatto male o meno. Bene non gli aveva fatto di
sicuro e non
era di sicuro sua intenzione.
Il ricordo finì.
“Ma che diavolo
è successo?”esclamai. “Perché
quell’idiota
ti ha dato un pugno?”.
Silenzio.
Perché non voleva dirmelo? In fondo si fidava di
me.
“Edmund,
guardami!”esclamai. “Che hai fatto?”.
Ancora silenzio. Per caso
avrei dovuto usare la
Maledizione Cruciatus?
“Edmund non
costringermi a fare cose che non vorrei fare!”urlai.
“Secondo lui
faccio troppo il simpatico ora che diventerò
pure re.”rispose infine. “Ho fatto lo sbruffone con
lui e si è arrabbiato.”.
Silenzio. Non sapevo se credergli, ma decisi che stavolta diceva la
verità.
“Aspetta qui che
guardo se trovo una pomata.”gli dissi.
“Non dirlo a
Draco.”mi disse. “Ti prego.”..
Lo ignorai e andai a
vedere se c’era qualche medicina. Draco
era un idiota e Edmund quasi quanto lui. Si può litigare per
cose del genere? È
stupido quanto insensato!
Trovai la pomata, tornai
da Edmund e gliela diedi.
“Grazie!”esclamò.
“Sperando che
faccia effetto su questo bel faccino!”esclamai
e lui tornò in camera sua.
Andai in sala da pranzo
decisa a parlare con Draco (ma non
del litigio, sia chiaro). Avrei fatto finta di non sapere niente o
perlomeno di
essermi bevuta la storia della mensola. Quando entrai lo vidi. Feci per
parlarci, ma venni bloccata da Hermione. Insomma, arrivata alla fine
della
serata non ero riuscita ad avere un dialogo con lui.
La cena fu molto
divertente: c’erano suonatori che erano
venuti a vedere il nuovo castello e si erano fermati per allietarci con
le loro
canzoni. Erano davvero bravi e le loro musiche mi ricordavano
l’oriente del mio
mondo. Mentre ascoltavo Edmund mi sciolse i capelli che ero riuscita ad
acconciare in uno chignon quasi perfetto per la cena.
“Potrei avere un
istinto omicida!”esclamai. “Ci avevo messo
parecchio per farlo!”.
“Ma stai meglio
così!”.
“Questo non ti
giustifica!”esclamai. “Senti caldo!”.
“Dai te lo
rifaccio, così mi perdoni.”si rassegnò.
In qualche modo
riuscì a rifare la crocchia, anche se molto
peggio di come era prima. Infatti dopo qualche minuto si sciolse.
“Ops!”esclamò
recuperando il fermaglio. “Ci riprovo…”.
Tentò di nuovo,
ma anche questo tentativo fallì miseramente.
“Sei un
parrucchiere veramente pessimo!”commentai.
“E’
colpa dei tuoi capelli!”si difese lui. “Sono
troppi,
ricci e non c’entrano in questo fermaglio.”.
“Certo, ora
diamo la colpa ai ricci!”.
“Esattamente!”esclamò
giocando con essi.
“Almeno rendimi
il fermaglio!”esclamai e lui me lo posò
sulle mani.
Gli osservai meglio il
livido e un pochino si era sgonfiato.
Gli altri si erano bevuti perfettamente la storia della mensola.
“Ha fatto
effetto.”dissi.
“Un
pochino!”esclamò. “Grazie.”.
Continuò a
giocare con i miei capelli fino a che i musicisti
non smisero di suonare. Dopodiché lo salutai e andai verso
camera mia. Vidi
Caspian e Susan che si stavano baciando in un angolino del corridoio.
Ridacchiai e poi feci finta di non vederli e entrai in camera. Cercai
nell’armadio qualcosa per dormire. Trovai solo camicie da
notte bianche.
Rimasi un po’
male. Io ero abituata a dormire con una maglia
enorme o al massimo anche con un pantalone di una tuta.
“Perché
fissi l’armadio?”mi chiese Caspian che era appena
entrato.
“Cerco qualcosa per dormire!”esclamai.
“La scelta non
sembra vasta.”obiettò.
“Non
è che mi presteresti una tua camicia?”gli chiese.
“Perché?”.
“Le camicie da
notte sono scomode…”.
Andò verso il
suo armadio, ne tirò fuori una e me la porse.
“Ehi, non ti ci
abituare!”esclamò. “Non pensare che ti
presterò camicie per tutta la vita!”.
“Grazie!”esclamai
stampandogli un bacio sulla guancia.
Andai in bagno e mi
cambiai velocemente. Quando uscii lui
era già nel letto matrimoniale.
“Posso?”gli
chiesi avvicinandomi.
“Certo!”esclamò
facendomi posto. “La mia camicia ti sta
grande.”.
“E’
quello che deve essere”.
Mi cinse le spalle.
“Ah, Peter mi ha
chiesto di dirti di andarci piano con Susan.”.
“E tu puoi
tranquillamente dirgli che non sarò
frettoloso!”esclamò.
“Su questo non
avevo dubbi caro!”esclamai.
Ci fu un attimo di
silenzio.
“Se io mi
mettessi con Ed, tu che faresti?”gli chiesi.
“Sarei
contento.”rispose.
“Non
geloso?”.
“Forse un
pochino.”rispose. “Ma non molto.”.
Sorrise. Sarei annegata
nel suo sorriso che era magnifico.
“Ti voglio bene,
Caspian!”esclamai.
“Anche io
cara!”.
Detto questo mi appoggiai
a lui, chiusi gli occhi e mi
addormentai fantasticando sui giorni che sarebbero venuti.
Ma salve cari J
Eccomi qua a postare
finalmente
(era tipo più di un mese che non aggiornavo D:). Scusatemi,
ma di solito scrivo
la sera e quasi tutte le sere ho avuto prove per concerti vari D: Non
uccidetemi, vi prego :D
Ma veniamo al capitolo
(che tra
l’altro nemmeno mi piace ed è per questo che ci ho
messo tanto a scriverlo D:).
Qualcuno magari ancora non sarà rimasto contento
perché vuole questo benedetto
bacio tra Edmund e Miriam, però dai, diciamocelo: in questo
c’è stato il bacio
tra Caspian e Susan, il che è tutto dire :D Li trovo molto
carini insieme :D
Ragazzi, ci stiamo
avvicinando
alla fine. Ci sono rimasti tre o quattro capitoli purtroppo D: E il
bacio… boh,
non so *la lettrice si diverte a far arrabbiare i lettori che prima o
poi la
uccideranno se non vedranno questo maledetto bacio*
Buon Halloween a tutti :D
Miriam
|
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Capitolo 29 *** L'incoronazione - parte 1: Al castello ***
“Incoronazione, incoronazione! Domani l’incoronazione dei nuovi re!”.
“Siete invitati a partecipare all’incoronazione dei nuovi re di Narnia!”.
“Udite, udite: sabato mattina, presso il castello di Cair Paravel avrà luogo l’incoronazione dei re di Narnia!”.
Questo era ciò che la gente andava dicendo da giorni. I narniani erano tutti in festa e in fibrillazione. Avevano addobbato le loro case con fiori e stoffe che ritraevano il nostro stemma con Aslan il leone. Perfino a Telmar c’erano manifesti su manifesti.
Tutte le sartorie erano aperte poiché tutti cercavano il vestito migliore per la cerimonia imminente. Lavoravano senza sosta per produrne addirittura di nuovi. Infatti tutto il popolo era stato invitato al grande evento.
Al castello l’atmosfera era festosa, ma allo stesso tempo anche tesa. I nani e i castori avevano preparato anche loro dei vestiti fantastici. Io avevo insistito dicendo che potevo benissimo mettere quello corto (avevano tanto lavoro da fare loro), ma Susan aveva dichiarato che non dovevo nemmeno provare a presentarmi con quel vestito con aria talmente minacciosa che non osai dire di no.
Anche l’Ordine era contento anche se non sapeva della sorpresa che tutti noi stavamo per fargli. Anche loro sarebbe diventati sovrani. Sapevamo che ne sarebbero stati felici e quindi avevamo deciso di non dirglielo.
Ma eccoci arrivati al fatidico giorno.
Caspian mi svegliò di buon’ora. Saranno state circa le sei e mezza. Era talmente presto che non ne capivo il motivo.
“Ma perché?”gli domandai.
“Devi prepararti per bene!”esclamò lui. “E comunque anche gli altri sono già svegli, forse anche da più tempo di noi.”.
“E va bene, ora mi alzo!”dissi rassegnata.
Feci scivolare le coperte in fondo al letto lasciando scoperte le gambe dato che avevo solo la camicia di Caspian. Appena scesi mio fratello scoppiò a ridere.
“E ora che c’è?”dissi scocciata.
“Guarda i tuoi capelli!”ridacchiò.
Andai davanti allo specchio e vidi che erano più scompigliati del solito.
“Voglio proprio vedere come farà la parrucchiera a sistemarteli!”esclamò.
“Siamo spiritosi questa mattina!”esclamai sarcastica. “Perché non pensi ai tuoi?”.
“Anche se sono lunghi non raggiungeranno mai i tuoi livelli!”ribattè. “E poi sono lisci i miei!”.
“Ti faccio pentire di essere nato!”esclamai. “Non far diventare questa giornata il delitto a palazzo invece che l’incoronazione a palazzo!”.
Alla fine si decise a smettere e uscimmo dalla stanza per andare a fare colazione. Là c’erano solo Lucy, Edmund e alcuni membri dell’Ordine tra cui Draco, Hermione, Luna, Ron e Neville.
“Per fortuna che erano tutti in piedi, vero?”dissi a Caspian uccidendolo con lo sguardo.
“Loro sì!”si difese lui.
“Ma non sono tutti.”precisai.
Svoltò gli occhi al cielo, poi ci mettemmo a sedere ad aspettare gli altri e fare colazione tutti insieme.
“Buongiorno!”mi disse Edmund. “Pronta per il gran giorno?”.
“Sì e no.”risposi. “Ho tanto sonno!”e guardai male Caspian.
“Dai, che quello ti passa!”esclamò cingendomi le spalle.
Draco ci stava fissando malissimo. Dopo l’episodio di qualche sera prima se io e Edmund scambiavamo due parole non faceva altro che guardarci in malo modo. Ma dove stava il problema? Aveva tirato un pugno a Edmund solo perché aveva fatto lo sbruffone. Non capivo perché doveva continuare a fare così. Lo ignorai, tanto ormai era da quella sera che non mi parlava nemmeno. Affari suoi. Era lui che doveva dirmi qualcosa.
Appoggiai la testa sulla spalla di Edmund e chiusi gli occhi decisa a stare i quel modo solo per qualche secondo, ma non ci riuscii. Mi addormentai di nuovo.
Poi dopo poco Edmund mi diede un colpetto e io mi svegliai disorientata.
“Capisco che hai tanto sonno!”esclamò. “Però ora si mangia!”.
Mugolai in segno di disapprovazione. Non volevo alzarmi da quella posizione così comoda.
“Dai che c’è una bella norcina!”disse.
A quella parola scattai subito. Quello era il mio piatto preferito composto da pasta, panna e salsiccia.
“Dove?”chiesi guardandomi intorno.
Gli altri scoppiarono a ridere e guardai male Edmund.
“Se non lo dicevo non ti saresti mai svegliata!”si giustificò.
“Visto che comunque su questa tavola c’è ogni ben di Dio sei perdonato!”esclamai indicandola.
Infatti mangiai tutto ciò che mi era possibile. Avevo bisogno di forze ed energie.
“Guarda che dopo non ti entra il vestito…”mi prese in giro Fred.
“Spiritoso!”esclamai.
“Poi voglio vedere come pettinerai questi capelli…”disse Caspian.
“Insisti ancora?”esclamai.
“I suoi capelli sono perfetti!”mi difese Susan. “E’ inutile che la prendi in giro.”.
Caspian la guardò e poi la zittì con un bacio. Lei sorrise. Erano troppo belli insieme.
Peter sembrava ancora un pochino geloso di sua sorella. Quindi mi diressi verso di lui.
“Caspian ha detto che andrà piano.”lo informai.
“Lo spero!”.
“Calmati, tra poco ci incoronerai!”esclamai dandogli un amichevole bacio sulla guancia.
Poi uscii dalla stanza e mi diressi in camera per prepararmi. Caspian era già lì e mentre mi aspettava si era rimesso sul letto.
“Vorrei tanto mettere questo vestito corto…”dissi osservandolo.
“Rischieresti la morte con Susan in giro…”mi avvertì Caspian.
“Lo so…”risposi. “Ma so già che quello che metterò ora sarà scomodissimo e pesantissimo”.
“Allora fai così: stasera torni su e ti metti questo!”mi consigliò.
“E chi mi dice che Susan non prenderà un coltello e me lo pianterà nella schiena?”ipotizzai.
“Ma dai, non è mica così lei!”la difese.
“Sì, ma quando vuole riesce veramente a incutere paura!”.
“Anche tu a volte!”esclamò. “Soprattutto quando ti arrabbi.”.
Lo guardai male sperando di riuscirci.
“Mi dispiace, ma stavolta è stato davvero un tentativo fallito!”commentò.
“Aspetta che ci riprovo.”.
Feci la faccia più cattiva che abbia mai fatto. Mio fratello scoppiò a ridere.
“Mi dispiace, ma oggi mi sa che non è giornata!”.
“Sei un piccolo bugiardo!”urlai.
“No, ehi, ho detto la verità!”esclamò continuando a ridere.
Poi bussarono alla porta. Caspian scese velocemente dal letto sfuggendo alle mie grinfie e andò ad aprire ridacchiando ancora.
Entrarono quattro persone facendo un piccolo inchino: due donne e due uomini. Ma chi diavolo erano?
“Accomodatevi.”disse Caspian tirando fuori delle sedie.
“State tranquillo mio re, noi siamo qui al vostro servizio!”disse il primo uomo in modo serio.
“Come preferite…”rispose Caspian.
“Vogliamo cominciare?”disse la seconda donna entusiasta.
“Ma a fare cosa?”chiesi e tutti si girarono sconvolti verso di me.
“Ah perdonami Miriam, non ti avevo avvertito.”disse Caspian. “Loro sono i nostri preparatori!”.
Cosa? Preparatori? Quindi questo voleva dire che mi sarei dovuta sorbire ben due ore di trucco e parrucco! Oh signore! Stavo per sentirmi male.
“Per questioni di praticità sarebbe più comodo per noi andare in bagno e voi restare in camera.”esordì la prima donna.
“Non vi è problema alcuno!”esclamò il secondo uomo.
“Signore…”disse Caspian alle due dame. “In bocca al lupo con i capelli di mia sorella!”e poi scoppiò a ridere.
Loro mi guardarono e fecero davvero uno sforzo immane per trattenere le risate. Stavolta guardai davvero molto male Caspian. Infatti cambiò subito espressione. Beh, almeno stavolta c’ero riuscita a mettergli un po’ di paura.
“Fossi in te non riderei così tanto!”esclamai. “Signori, mio fratello vorrebbe fare una ceretta il prima possibile! Non immaginate nemmeno che foresta ha sotto quei pantaloni!”.
Detto questo entrammo e l’ultima dama chiuse la porta a chiave. Potevo ritenermi soddisfatta di quello che avevo detto a Caspian. Mi sentivo molto malefica, ma l’idea di mio fratello che si faceva una ceretta era troppo divertente.
Smisi di pensarci (altrimenti mi sarebbe venuto da ridere) e mi concentrai su quello che avrei dovuto fare. Osservai meglio le mie preparatrici. Entrambe avevano dei vestiti enormi come quello che avrei dovuto indossare io. La prima ce l’aveva viola, l’altra rosso. Messe vicino stonavano tantissimo, però erano molto belli. I loro corpetti avevano delle perle cucite e i loro capelli erano legati in deliziosi chignon retti da una retina in cui erano incastrati dei fiori. Le maniche dei vestiti avevano dei pezzi di stoffa svolazzanti dello stesso colore degli abiti. Il trucco era leggero, ma allo stesso tempo risaltava i loro occhi.
“Il mio nome è MaryJane…”esordì la prima, quella bionda con il vestito rosso.
“Io sono Melanie…”disse la seconda, quella con i capelli carota.
“Molto piacere!”esclamai. “Con cosa cominciamo?”.
“Con il vestito, altrimenti i capelli si rovinerebbero.”rispose Melanie.
Già sentivo la noia salirmi addosso. Volevo uscire di lì il prima possibile.
“Prego, Vostra Maestà, accomodatevi dietro quel separè laggiù!”disse MaryJane indicandone uno oltre la vasca da bagno.
Mi ci diressi e scoprii che dietro di esso c’era una doccia.
“Ma devo farmi pure la doccia?”domandai perplessa dato che l’avevo fatta la sera prima.
“Certo, ma senza lavarvi i capelli.”mi informò Melanie.
Che cosa antipatica. Odiavo fare la doccia di mattina.
Mi appuntai i capelli per non bagnarli, poi mi spogliai e feci scorrere un pochino l’acqua per farla venire calda. Quando mi ci misi sotto cacciai un urlo pauroso: era gelida.
“Che succede Vostra Maestà?”chiese Melanie.
“E’… ghiacciata!”esclamai.
“L’acqua fredda fa bene!”esclamò MaryJane. “Tonifica!”.
Come se non lo avessi saputo. Per tutto il tempo della guerra mi ero lavata in un fiume con l’acqua gelida. Ora che potevo approfittare dell’acqua calda erano arrivate quelle due a farmi prendere una polmonite!
Cercai di fare più velocemente possibile. Quando spensi l’acqua cercai il mio asciugamano ma non lo trovai.
“Scusate, non vorrei essere noiosa, ma dov’è il mio asciugamano?”chiesi.
“Perdonatemi, ve lo passo subito!”esclamò Melanie.
Mi asciugai e poi mi diedero il vestito: era azzurro chiaro. Misi prima la gonna. Come avevo previsto era davvero pesante. La allacciai e poi mi porsero il sopra del vestito. Era a maniche lunghe e sia davanti sia dietro si intrecciava con dei fili. Davanti ci riuscii da sola, ma dietro ci volle l’aiuto delle due dame.
“Ragazze, non… respiro…”dissi loro per quanto mi era possibile.
Infatti me l’avevano stretto talmente forte che veramente non riuscivo a respirare. Lo allentarono subito, ma mi cadde e rimasi in reggiseno.
“Perdonateci, Vostra Maestà.”esclamò MaryJane imbarazzata.
Lo ritirarono su e finalmente riuscirono a trovare una via di mezzo.
Poi passammo ai capelli. A differenza di quanto diceva Caspian-lo-stupido riuscirono a fare un’acconciatura perfetta. Me li lavarono, li asciugarono dolcemente e cominciarono a legarli e intrecciarli a formare una treccia. Poi la arrotolarono e la appuntarono per fare uno chignon. Intorno ci incastonarono delle perle. Dal mezzo della crocchia presero una ciocca e la arricciarono facendola ricadere sulle mie spalle. Infine mi truccarono: mi misero una polvere nera sugli occhi che poi ripassarono con una pennina e resero le mie ciglia incredibilmente lunghe. Quei trucchi non avevano niente a che fare con quelli del mio mondo. Erano diversi, molto più belli e brillanti e sembravano addirittura magici. Poi mi misero un po’ di rossetto rosso sulle labbra.
Presero le scarpe e me le portarono. Erano nere, di raso, con un tacco che all’inizio mi sembrava decisamente troppo alto, ma che poi non lo era così tanto. Mi alzai in piedi e mi guardai allo specchio: facevo davvero una bella figura.
Erano state davvero brave, anche se all’inizio avevo dubitato di loro.
“Siete magnifica!”esclamò Melanie.
“Splendida direi!”aggiunse MaryJane.
“Lo devo solamente a voi!”le ringraziai sorridendo. “E dopo sarete presenti?”.
“Naturalmente!”esclamò MaryJane.
“Vi accompagniamo da vostro fratello!”disse Melanie aprendo la porta.
Uscii per prima e loro chiusero la porta. Caspian mi stava aspettando seduto sul letto perché lui aveva finito da un bel pezzo.
Le dame uscirono facendo un inchino. Appena mio fratello mi vide si alzò e venne verso di me.
“Insomma come è andata la ceretta?”gli domandai sarcastica.
“E con i capelli?”ribattè lui con lo stesso tono.
“Beh, i miei capelli, come puoi vedere, sono perfetti!”esclamai.
“E i miei peli sono intatti!”esclamò lui tirando su i calzoni.
Scoppiammo a ridere a causa della nostra stupidità.
“Ora lasciamo da parte le cavolate!”disse. “Sei stupenda!”.
“Grazie!”.
Lo guardai meglio. Aveva un paio di pantaloni di fustagno blu scuro che si infilavano dentro gli stivali marroni. La camicia bianca ritraeva un leone. I suoi capelli erano stati tirati all’indietro e ricadevano fluenti sulle spalle. I suoi occhi erano stati messi in risalto e non c’era la minima traccia di barba sul suo volto. Gli accarezzai il mento.
“Finalmente senza barba!”esclamai.
“Almeno sarai contenta!”.
“Sono contenta di tutto!”esclamai. “E sei un figo pure tu!”.
Mi sorrise a mò di ringraziamento.
“Vostra Altezza, vogliamo ora dirigerci verso il corridoio?”esordì lui.
“Naturalmente mio re!”esclamai. “Molte ore or sono che vaneggio aspettando questo momento.”.
Scoppiammo di nuovo a ridere come due idioti. Era bello riuscire a scherzare con lui anche in un giorno importante come quello.
Lui mi offrì il braccio e io lo afferrai uscendo a braccetto dalla stanza.
Saremmo dovuti andare a Telmar dove sarebbero stati incoronati i membri dell’Ordine. Poi avremmo fatto il corteo da Telmar a Cair Paravel e lì avremmo pranzato e poi ci sarebbe stata la nostra incoronazione. Il pomeriggio avremmo fatto tutti un discorso e si sarebbero svolti dei giochi degli spettacoli in nostro onore. La sera ci sarebbe stato una sorta di rinfresco e poi ancora balli e concerti.
Io e Caspian scendemmo nelle scuderie. Il castello era quasi vuoto: o erano tutti a prepararsi oppure erano già tutti a Telmar. Gli altri re e l’Ordine erano tutti lì intenti a preparare ognuno il proprio cavallo. Eravamo stati noi a chiedere di non essere accompagnati in delle carrozze. Ci saremmo sentiti decisamente fuori luogo dato che non c’eravamo abituati.
Comunque anche loro erano magnifici: i vestiti erano stupendi, ma comunque tutti quel giorno sembravano più belli.
Andai verso il mio cavallo: era nero con delle piccole macchie bianche vicino agli occhi.
“Dire che sei meravigliosa è dire poco…”mi disse una voce alle mie spalle: era Edmund.
“Posso concordare con mio fratello?”si intromise Peter.
“Grazie!”esclamai. “Ma vorrei proprio sapere a quante altre persone l’avete detto prima di me…”.
“Io a dire la verità aspettavo proprio te per aprire bocca sulle altre…”mi disse Edmund.
Peter nel frattempo si era allontanato, di sicuro per fare altri complimenti in giro, ma anche per lasciarci un momento da soli.
“E devo dire che loro sono niente in confronto a te!”continuò avvicinandosi.
Con una mano mi sfiorò la guancia e poi afferrò il mento. Il suo occhi color nocciola fissavano i miei.
“E’ ora di andare…”urlò Caspian entrando.
Ma che diamine! Perché tutte le sante volte doveva arrivare sempre sul più bello? Perché, Caspian, perché?
“Andiamo!”disse Edmund contrariato.
Salì sul suo cavallo bianco e io sul mio. Scoprimmo una strada molto più corta del normale che collegava direttamente il castello di Cair Paravel a quello di Telmar. La gente non la utilizzava molto perché era sospesa su uno strapiombo. Impiegammo circa mezz’ora.
Arrivammo al castello e dopo essere scesi da cavallo ci dirigemmo tutti nella Sala Grande. Aslan già era lì.
“Benvenuti re e regine di Narnia!”esordì e noi ricambiammo il saluto. “Subito una cosa devo rivelare.”.
Tutti si voltarono. Ero certa che volesse dire all’Ordine della loro prossima incoronazione.
“O re e regine di Narnia, come sapete, non sarete gli unici ad essere incoronati.”proseguì. “Anche voi, che fate parte dell’Ordine della Fenice diverrete sovrani per i servigi resi a questo mondo. Quattro di voi saranno re supremi, gli altri consiglieri, ma tutti avranno lo stesso potere politico.”.
I ragazzi dell’Ordine erano rimasti un pochino perplessi. Non se l’aspettavano davvero.
“Ma noi non c’entriamo niente.”disse Hermione. “Un giorno dovremo tornare a Hogwarts e affrontare altre battaglie e…”.
“Ma falla finita Hermione!”la interruppe Draco. “Insomma, dall’altra parte, quando siamo scappati abbiamo fermato il tempo. Possiamo quanto vogliamo. Accetta una cosa una buona volta!”.
“Non siamo in grado!”lo rimbeccò Cho.
“Si vede proprio che sei una Corvonero!”ribattè Draco. “Vi tirate sempre indietro per tutto! Ma che avete nel cervello?”.
“Calma, ragazzi, calma!”tuonò l’imponente voce di Aslan. “Litigare non serve a niente. Avete tutti una parte di ragione, ma se vi ho scelto per governare su queste terre un motivo ci sarà. Siete forti e intelligenti e questo basta per diventare re. Poi il resto viene da sé.”.
“Vostre Maestà, comincia ad arrivare gente!”ci informò Trumpkin. “Prendete i vostri posti.”.
Andammo nella stanza accanto lasciando la porta socchiusa. Trumpkin aprì il portone e subito la stanza di riempì di gente. Non ci sarebbe entrata tutta.
“Accidenti! Accidenti!”esclamò Hermione. Era rossa quanto il suo vestito.
“Hermione che succede?”le chiesi.
“Sono agitata!”esclamò isterica. “Non ce la faccio!”.
“Calmati!”la rassicurò Susan.
“E’ solo un’incoronazione.”le disse Lucy sorridendo.
“Ma come avverrà?”chiese Luna.
“E’ probabile che vi chiamino uno ad uno visto che non ne sapevate niente.”rispose Peter.
“Poi saprete esattamente quello che dovrete fare.”aggiunse Edmund. “Ve lo sentirete dentro.”.
Guardai attraverso la porta socchiusa: come previsto la sala era già piena e pure la piazza e tutto il corso.
Aslan ci fece segno di uscire e ci disponemmo vicino al portone attaccati contro il muro.
Il giorno più bello della mia vita stava per cominciare.
Buon pomeriggio a tutti :D
Eccomi con questo nuovo capitolo (che non mi piace per niente, nemmeno come l’ho scritto D:). Stavolta ho aggiornato decisamente prima!
Qualcuno e non faccio nomi probabilmente vorrà uccidermi o cruciarmi perché ancora non ho messo quella famosa scena! D:
Non disperate, dai, la speranza è l’ultima a morire ;)
Ringrazio chi mi ha recensito l’altro capitolo, ovvero tinny, catty456, Fiammetta Scott, Lily45 e rachele1999 :D
Grazie davvero
Al prossimo capitolo,
Miriam
PS: siamo a -3 capitoli alla fine D: |
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Capitolo 30 *** L'incoronazione - parte 2: A Cair Paravel ***
“Benvenuti!”esordì
Aslan. “Siamo tutti riuniti qui oggi per
celebrare i nostri nuovi re!”.
Ci fu un attimo di
silenzio.
“Per un lungo
periodo questa terra ha conosciuto solamente
la guerra ed è giusto che ora ci sia un periodo di
prosperità.”.
Mentre Aslan continuava a
parlare ci chiamò una voce: era
Trumpkin.
“Vostre
Maestà.”sussurrò. Lui e altri quattro
nani avevano
in mano ognuno un cuscino con due corone su ciascuno.
“Dovete portarli
su e il più piccolo tra di voi porrà le
corone sui capi dei nuovi re.”disse.
“Sei
tu!”mi disse Caspian.
“Ma
come?”chiese Peter. “Non è
Lucy?”.
“Io ho un anno
in più!”esclamò lei.
“Sei
scandaloso!”sbottò Susan. “Non sai
nemmeno l’età di tua
sorella!”.
“E tu sei
noiosa!”ribattè lui. “Ti metti a
discutere anche
il giorno dell’incoronazione!”.
“Ma
smettetela!”esclamò Edmund. “A volte
sembro più maturo
io di voi!”.
Susan e Peter trattennero
la risata. Fortunatamente il
diretto interessato non se ne accorse, altrimenti sarebbero iniziati
nuovi
battibecchi.
Passando nei corridoi
laterali arrivammo in cima alla sala.
Aslan stava per chiamare i membri dell’Ordine uno ad uno. Il
silenzio era sceso
nella sala.
“Ecco a voi la
duchessa Cho Chang, la Grintosa, primo membro
interno del Consiglio e spadaccina di
Narnia.”esordì il leone.
Lei venne avanti per il
corridoio centrale. Avanzava
lentamente ed era molto titubante. Sfoggiava un lungo vestito bianco
che
contrastava con i suoi capelli corvini che ricadevano dolcemente sulle
sue
spalle. Quando arrivò in cima, salì i tre scalini
e fece un piccolo inchino
quando arrivò davanti ad Aslan. Poi andò davanti
ad un trono. A quel punto
presi la corona d’oro che era sul cuscino di Lucy e gliela
posi sul capo.
Accennò un sorriso.
“Ecco a voi il
duca Ron Weasley, il Rosso, secondo membro
interno del Consiglio e spadaccino di Narnia.”.
Anche lui
attraversò il corridoio centrale. Aveva un’aria
leggermente contrariata, ma forse era una conseguenza del suo
portamento fiero
e sicuro. Anche lui fece un inchino e andò davanti al trono
opposto rispetto a
quello di Cho. Posi una corona d’oro anche sulla sua testa e
poi me ne tornai
al mio posto.
“Ecco a voi la
duchessa Luna Lovegood, la Sognatrice, terzo
membro interno del Consiglio e arciere di Narnia.”.
Camminò sul
corridoio con la sua solita aria sognante. Il
suo vestito era color argento e svolazzava di qua e di là e
i capelli erano
raccolti in un delizioso chignon. Si inchinò e poi
andò vicino a Cho. Presi la
corona d’argento dal cuscino di Edmund e gliela posai sul
capo.
“Ecco a voi il
duca Fred Weasley, il Burlone, quarto membro
interno del Consiglio e arciere di Narnia.”.
Lui sfoggiava un completo
rosso scuro intonato con i suoi
capelli. Quando arrivò sul trono vicino a quello di Ron gli
andai davanti
lasciando la corona d’argento sopra la sua testa.
“Ecco a voi il
duca George Weasley, il Buontempone, quinto
membro interno del Consiglio e cavaliere di Narnia.”.
Lui era vestito
esattamente come suo fratello e con fare
compiaciuto arrivò vicino a Luna. Presi la corona
d’oro dal cuscino di Susan e
gliela posai sulla testa. Mi fece l’occhiolino.
“Ecco a voi il
duca Draco Malfoy, il Testardo, sesto membro
interno del Consiglio e cavaliere di Narnia.”.
Venne avanti con la sua
veste verde e la sua solita aria
strafottente e arrogante. Non era contento di essere seduto vicino a
Ron e
quando gli misi la corona d’oro mi rivolse un sorriso che era
quasi una
smorfia.
“Ecco a voi la
regina Ginny Weasley, la Cacciatrice, membro
esterno del Consiglio e sovrana di Telmar.”.
Si fece avanti con la sua
veste blu sorpresa di essere una
delle due regine. Era indescrivibile l’emozione sulla sua
faccia. Presi la
corona d’argento dal cuscino di Caspian e gliela posi in capo.
“Ecco a voi re
Neville Paciock, il Coraggioso, membro
esterno del Consiglio e sovrano di Telmar.”.
Venne avanti titubante e
incerto, come il suo solito. Cercai
di rassicurarlo con lo sguardo quando gli posai la corona in testa.
“Ecco a voi la
regina Hermione Granger, la Brillante, membro
esterno del Consiglio e gran sovrana di Telmar.”.
Rossa in faccia come il
suo vestito avanzò velocemente, i
capelli castani raccolti ai lati della nuca. Quando le posai la corona
d’oro
dal cuscino di Peter mi sembrò come se tremasse.
“E infine ecco a
voi re Harry Potter, il Prescelto, membro
esterno del consiglio e gran sovrano di Telmar.”.
Mentre avanzava verso il
suo trono, quello centrale, il
mantello marrone gli andava di qua e di là. Gli misi la
corona in testa: aveva
il sorriso stampato in faccia.
I dieci si misero tutti a
sedere.
“Possa la vostra
saggezza e la vostra lealtà illuminarci
finchè vivrete. Sono certo che governerete questa terra con
giustizia.”disse
Aslan sorridendo.
La folla esultò
e cominciarono applausi e grida di
acclamazione.
“Sei stata
brava.”commentò Edmund.
“Grazie.”risposi.
Mi abbracciò di
colpo.
“Ehi!”esclamai.
“Come mai?”.
“Perché
sì.”rispose. “Perché per me
sei unica, stupenda e
rara. Perché io…”.
“Vostre
Maestà…”ci chiamò
Ripicì.
Mi sciolsi
dall’abbraccio e vidi Caspian che mi faceva il
pollice all’insù. Edmund sbuffò, ma poi
ascoltò il topo.
“Tra poco
dobbiamo andare fuori perché dovete chiudere il
corteo.”disse.
“Adesso ci
sarà un corteo fino a Cair Paravel, dove avrà
luogo l’incoronazione dei re di Narnia.”disse Aslan
rivolto alla gente.
La gente
cominciò ad uscire dalla sala e a disporsi ai lati
della strada per farci passare.
“Sono regina, ti
rendi conto?”trillò Hermione.
“E’ un
bene, no?”le dissi. Era davvero felice in confronto a
qualche minuto in cui tremava di paura a causa
dell’agitazione.
“E ora che
facciamo?”chiese Harry.
“Disponetevi a
coppie come siete nei troni.”ordinò Peter. “Si va a Cair
Paravel.”.
Harry e Hermione che
aprivano il corteo reggevano lo
stendardo con lo stemma. Ci facemmo largo tra la folla che ci seguiva.
Io ero
in coppia con mio fratello. Oggi era più bello del solito:
sembrava cambiato,
era diventato un uomo dal portamento fiero e sicuro, pronto a governare
su
Narnia. Durante il corteo tenne sempre un atteggiamento fiero e quasi
non batté
ciglio. Susan lo venerava con lo sguardo e lui ne era consapevole. I
fauni
dietro di noi cominciarono a suonare e a ballare. Impiegammo circa
un’ora e
mezza per arrivare, ma nessuno sembrava essere stanco. Il nostro lungo
cammino
finì dentro la sala dei quattro troni.
“Caspian…”bisbigliai,
ma lui non mi sentì.
“Caspian!”esclamai
con più forza e lui si girò.
“Dimmi.”disse.
“Ma ora si
pranza, vero?”gli chiesi. Mi era venuta una fame
da lupi.
“Veramente ora
ci incoroneranno…”disse.
Rimasi sbigottita. Io
avevo capito che dopo la prima
incoronazione ci sarebbe stato il pranzo. Uffa, avrei dovuto aspettare
un’altra
ora come minimo.
“Ehi, sembra che
hai visto un fantasma.”mi canzonò.
“Ho
fame!”mi lamentai.
“Dai, non
pensarci!”mi rassicurò.
“State
zitti!”sussurrò Susan.
Ci zittimmo, ma Caspian mi
fece l’occhiolino. Poi avanzammo
ancora in mezzo alla folla e alla fine io, lui, Edmund e Lucy ci
ritrovammo
davanti ai quattro troni. I membri dell’Ordine erano seduti
su delle sedie
laterali, cinque a destra e cinque a sinistra. Con la coda
dell’occhio sbirciai
all’indietro e vidi che dietro di noi non c’erano
più né Susan né Peter. Era
giunto il grande momento. I fauni smisero immediatamente di suonare e
si
spostarono per far passare il grande leone.
“Benvenuto
popolo di Narnia!”cominciò. “In questo
palazzo
oggi celebreremo i nuovi re di Narnia come mille anni fa.”.
Breve pausa. Quasi nessuno
respirava da quanto silenzio
c’era. Era davvero un momento magico.
“In nome
dell’Ordine del Leone ecco a voi la regina Miriam, la
Virtuosa.”.
Peter, che faceva la
stessa cosa che avevo fatto io nel
palazzo di Telmar, prese una coroncina d’argento dal
cuscinetto di Susan e me
la posò sulla testa. Mi sorrise, ma non era uno dei suoi
soliti sorrisi. Il suo
voleva dire “Sono fiero di te”. Ricambiai il
sorriso.
“In nome delle
Isole Solitarie, ecco a voi re Caspian, il
Navigatore.”.
Quando Peter
arrivò per posargli sulla testa la corona
d’argento, mio fratello dovette abbassarsi perché
era un pochino più alto di
lui.
“In nome dello
sfavillante Mare dell’Est ecco a voi la
regina Lucy, la Valorosa.”.
La sua corona era uguale a
quella che la sorella aveva
portato in passato. Quasi cadde all’indietro
dall’emozione quando il fratello
gliela posò sulla testa.
“E in nome del
grande Bosco dell’Ovest ecco a voi re Edmund,
il Giusto!”.
Lui, il nuovo re,
risplendeva nella sua veste color argento
come nessuno aveva mai fatto. Peter non sembrava dispiaciuto, anzi, era
orgoglioso e felice per fratello.
Ci sedemmo tutti sui troni.
“Quando si
è re o regine di Narnia si è sempre re o
regine!”ripetè Aslan la frase tanto amata.
“Possa la vostra grandezza
illuminarci finchè resterete in vita.”.
La folla
acclamò.
“Lunga vita a re
Edmund! Lunga vita alla regina Lucy! Lunga
vita a re Caspian! Lunga vita alla regina Miriam!”.
Sorrisi e quasi mi venne
da piangere per la felicità.
“E ora, che
inizi il banchetto!”finì Aslan.
Tutte le persone
cominciarono a dirigersi verso la sala da
pranzo. Lacrime di gioia solcarono davvero il mio viso. I gemelli se ne
accorsero.
“Eh no bella
mia!”esclamò Fred.
“Così
ti va via il trucco…”disse George.
“E poi mica
vorrai dare spettacolo, vero?”aggiunse Fred.
“Insomma, sei la
nuova regina!”disse George guardandosi
intorno. “Un pochino di contegno!”.
“Ma voi due
zitti mai, eh?”li rimproverai smettendo di
piangere.
“Ecco, lo
vedi?”strepitò Fred. “Hai il trucco
colato!”.
“Dove?
Dove?”dissi correndo in cerca di uno specchio.
“Ce
l’abbiamo fatta a farla
smettere!”bisbigliò George.
Io li adoravo. Tra tutte
le persone che avevo conosciuto
loro erano davvero le migliori. Iniziai subito a ridere.
“Visto?”disse
Fred.
“Però
hai veramente il trucco scolato…”osservarono
insieme.
“Non ci
credo!”esclamai.
Fred alzò le
spalle. Non gli credevo, ma dovevo avere una
conferma. Mi girai verso Edmund.
“Ed, ho il
trucco sbaffato?”gli chiesi.
“Ma dai pure
retta a quei cretini laggiù che ora si stanno
sbellicando dalle risate?”disse lui indicando i gemelli.
“Sei magnifica come
sempre!”.
Sentii le guance avvampare
e anche le sue si erano
leggermente tinte di rosso.
Nel frattempo Fred e
George se l’erano svignata e erano
spariti nella sala da pranzo.
“E se andassimo
anche noi a mangiare?”proposi.
Lui annuì e ci
indirizzammo anche noi verso il banchetto.
La sala era tutta
addobbata con gli stemmi reali ed era
piena di cose da mangiare. Credo che in quel giorno presi almeno un
chilo. Feci
a gara con i gemelli a chi mangiava di più. Naturalmente
vinsero loro e per
questo mi presero in giro tutto il giorno. Dopo pranzo ci spostammo
sulla
terrazza che dava sulla spiaggia. Lì Edmund, da nuovo re,
fece un discorso
parlando delle nuove leggi, del nuovo governo, delle tradizioni, di
ciò che
sarebbe successo. Un discorso da vero re supremo che durò
circa mezz’ora. Poi
ci furono dei giochi sportivi in nostro onore, come lotta, incontri di
spade e
gare di tiro con l’arco (erano pacifici, non moriva nessuno).
Poi ci fu uno
spettacolo di danza e un concerto con flauti e liuti organizzato dai
fauni. Le
driadi intonarono vari canti e fu tutto molto bello ed entusiasmante.
Dopo questo pomeriggio
intenso arrivò l’ora di cena.
“Vuoi continuare
con la gara?”mi chiese George.
“No,
grazie!”risposi. “Mi fate ingrassare e dopo non mi
entrano più i vestiti!”.
Entrambi scoppiarono a
ridere.
“Ma smettetela!
Dopo come posso mantenere la mia linea e
rimanere bella e magra?”.
Risero ancora
più forte.
“Allora andate a
quel paese!”esclamai facendo per andarmene.
“Accidenti a me che mi confondo con voi!”.
“Aspetta!”mi
chiamò Fred. “Perché non vai da
Edmund?”.
Continuarono a ridere.
“Perché
se non sparite dal mio raggio visivo vi picchi
entrambi!”esclamai e loro scapparono a gambe levate.
Ora la sala era tutta
illuminata con un lampadario gigante
ed era piena di gente. C’erano altri re e principi venuti da
altre terre. Non
mancavano satiri, fauni, centauri, nani e driadi venuti per acclamarci.
Le cose
da mangiare erano buonissime e c’era ogni ben di dio, come
piatti tipici
narniani che nel mio mondo non esistevano. Conobbi tantissime persone.
Dopo il banchetto
cominciarono i balli. A noi re venne
chiesto di aprire le danze. Ballai con mio fratello e le musiche erano
simili a
quelle rinascimentali del mio mondo.
Dopo il primo ballo
lasciai andare mio fratello e ballai con
Peter.
“Secondo me
è la serata buona.”mi disse.
“Per
cosa?”chiesi ingenuamente.
“Dai, che hai
capito…”disse.
Svoltai gli occhi e
continuai a ballare.
“Ehi, se vuoi ti
lascio andare…”continuò.
“Vuoi pensare a
ballare e chiudere quella bocca?”lo
rimproverai.
Mi sorrise malizioso, ma
poi non osò dire altro. Dopo la
seconda danza ballai con Fred.
“Lo sai che
è carina?”mi disse.
“Ma
chi?”gli chiesi.
“Lucy!”esclamò
a bassa voce. Spalancai la bocca.
“Che
c’è?”disse.
“Vai a ballare
con lei immediatamente!”esclamai.
“Ma
perchè?”.
“Tu fallo e
basta!”esclamai accompagnandolo, anzi,
spingendolo da lei che stava ballando con Malfoy. Ci scambiammo e lui
ballò con
me.
“Felice?”mi
chiese.
“Certo!”esclamai.
“Perché tu non lo sei?”.
“Sì…”biascicò.
Sapevo che non lo era. Si
limitava ad avere quella solita
aria da superiore che lo caratterizzava.
“Che
hai?”gli chiesi.
“Niente, stai
tranquilla…”rispose, ma non fu affatto
convincente. Fece un sorrisetto forzato per rassicurarmi. Risposi al
sorriso,
ma non ero affatto convinta. Qualcosa non gli andava bene e si vedeva
tanto!
Ad un certo punto Edmund
venne verso di noi.
“Mi fai questo
onore?”disse con voce profonda e offrendomi
la mano.
Draco nemmeno ci
guardò e subito si staccò in cerca di
qualcun’altra con cui ballare. Era proprio insopportabile
quando faceva così.
“Certo che vi
faccio questo onore, mio re!”risposi facendo
un inchino.
Il ballo che feci con lui
fu il più bello. Sapeva
trasportarmi e coinvolgermi come nessun altro.
“Senti…”mi
disse lui alzando lo sguardo verso di me.
“Ehi
Miriam!”mi chiamò George. “Posso ballare
con te?”.
Edmund svoltò
gli occhi al cielo.
“Mi dovevi dire
qualcosa?”gli chiesi.
“No,
tranquilla!”esclamò sarcastico. “Tanto
c’è ancora tutta
la sera, no?”.
Mi sembrò
guardasse male George. Infatti anche lui quando
gli passò accanto fece una faccia strana, a mo’ di
scusa.
Dopo di lui ballai anche
con estranei, come altri principi o
re che erano stati invitati. Tante persone mi consigliarono di
cominciare a
mettere gli occhi su qualcuno, ma nessuno di loro mi aveva colpito
particolarmente. E poi a me piaceva Edmund, di certo non me ne andavo
con il
primo principe che passava.
Alla fine ero stanchissima
e in quella stanza era talmente
caldo che non riuscivo a respirare. Decisi quindi di uscire fuori in
terrazza.
Mi sedetti sulle scalette che portavano in giardino e tolsi le scarpe.
Anche
quelle avevano cominciato a farmi veramente male.
In un certo senso ero
uscita anche per osservare le stelle e
in modo particolare la luna. Era enorme, del colore dell’oro
e si specchiava
perfettamente nell’acqua del mare formando un cerchio quasi
perfetto. Potevo
stare lì ore a guardarla senza mai stancarmi. Infatti non so
quanto stetti lì
fino a quando una voce mi distolse dai miei pensieri.
“Ehilà!”esclamò
Edmund. “Come mai qui tutta sola?”.
“Non ne potevo
più!”risposi. “Dentro quella stanza non
si
respira, quindi sono uscita a prendere una boccata
d’aria.”.
Si sedette accanto a me.
“E scommetto che
non sei uscita solo per la troppa afa, ma
anche per osservare le stelle.”constatò.
“Sì!”esclamai.
“Da Cair Paravel si vedono molto meglio
rispetto alla Tavola di Pietra.”.
Lui sorrise mostrando i
suoi denti perfetti.
“Sembra
giorno.”osservò.
“Davvero!”dissi.
“Stasera la luna è speciale, emana una luce
particolare. La trovo stupenda.”.
“Tu sei
stupenda!”esclamò deciso.
Rimasi spiazzata. Avevo
forse sentito male? Ero
completamente rincoglionita?
Mi voltai verso di lui per
chiedere spiegazioni, ma vidi che
piano piano la sua faccia si stava avvicinando alla mia. Sapevo cosa
stava per
succedere, quindi non osai dire niente. Abbassai lo sguardo e i miei
occhi
incontrarono i suoi. E accadde tutto velocemente. Posò
delicatamente le sue
labbra sulle mie e risposi al bacio senza esitare. Mi mise una mano
sulla guancia
e io nei suoi capelli. La sua lingua entrò nella mia bocca e
incontrò la mia.
Cominciarono a muoversi insieme, l’una che seguiva il
movimento dell’altra. Ad
un certo punto ci staccammo.
“Non sai quanto
ho aspettato questo momento.”gli dissi.
“Anche
io!”esclamò.
Stavolta fui io a
baciarlo, però con molta più foga e
più
intensamente. Mise le mani sui miei fianchi e mi strinse forte a
sé. Poi sentii
degli schiamazzi misti a risate e urletti. Poi un applauso.
Edmund si
staccò e ci girammo: una folla capitanata dai
gemelli ci aveva appena visti baciare. Sentii le guance avvampare.
Sorrisi e mi
rimisi le scarpe pronta per tornare dentro.
“Re e regina,
cosa avete da dirci?”disse Fred a mo’ di
intervista.
“Dico, Fred, che
ho imparato il mestiere e che non ci metto
niente a farvi uno scherzo.”disse Edmund.
La folla (in cui
c’erano anche i suoi fratelli, l’Ordine e
Caspian) rise.
“Va bene
ragazzi, qui non c’è niente da
vedere!”esclamò
George. “Circolare!”.
Presi la mano di Edmund e
posai di nuovo le mie labbra sulle
sue e andammo dentro. I fauni stavano ancora suonando. Sbirciai e vidi
che
tutti ci guardavano sorridendo. Scorsi poi una testa bionda che
sbaciucchiava
una driade.
“Ma è
Draco!”esclamai indicandolo.
“Che
ipocrita!”esclamò Edmund incredulo. “Che
ipocrita! Ti
prego, posso ucciderlo?”.
“Perché?”esclamai.
“Ora che ha combinato? Sta sbaciucchiando
una driade, non credo sia un crimine, no?”.
“Come ben sai
l’occhio nero me l’ha fatto
lui!”urlò. “Ma non
ti ho mai detto il vero motivo. Mi ero messo d’accordo con i
miei fratelli e i
ragazzi dell’Ordine che se ti si avvicinava loro dovevano
distrarre o te o lui
con una qualunque stronzata. Tu gli piacevi e secondo quelli
dell’Ordine non
aveva mai provato un sentimento del genere per qualcuno.”.
Rimasi di stucco.
“Lo so, sono
stato proprio un egoista. Ho messo davanti
solamente i miei sentimenti, non pensando che stavo facendo del male a
lui e
pensando che tu potessi ricambiare i miei.”disse.
“Mi dispiace.”.
Ero incredula. Aveva fatto
tutto questo per me. Non nascondo
che quella era stata davvero una cosa egoista, ma l’aveva
fatto per me. Lo
baciai senza pensarci due volte. Qualunque cosa avesse fatto per
allontanarmi
da casa non importava in quel momento.
“Non
importa!”esclamai e lui sorrise.
Lo portai in mezzo alla
sala e continuammo a ballare per
tutta la sera. Non ero mai stata così felice come in quel
momento. Mi piaceva e
sapevo che lui provava la stessa per me.
Poi ci mettemmo a sedere
poiché eravamo esausti.
“Posso chiederti
una cosa?”gli domandai.
“Ma
certo!”esclamò.
“Un
po’ di tempo fa ho visto che parlavi fitto fitto con
Fred e George.”cominciai. “Che avevate da
dirvi?”.
Esitò un attimo.
“Mi hanno
chiesto se volevo andare a lavorare con loro nel
negozio di scherzi che hanno a Diagon Alley.”disse infine.
“Mi insegnavano i
segreti del mestiere.”.
Avevo paura di
chiederglielo, ma lo feci comunque.
“E tu cosa hai
risposto?”.
“Che ci avrei
pensato…”disse. “Ma ora che ci sei tu
credo
che dirò di no…”.
“No, non puoi
dire di no!”esclamai. “Avete lavorato insieme
fino ad ora, non puoi buttare tutto all’aria!”.
“Non avevo dato
una risposta sicura!”insistette.
“Ma puoi fare un
po’ di qua e un po’ di
là!”esclamai.
“Potete lavorare anche a distanza!”.
“Secondo te
è possibile?”chiese.
“Sì!”esclamai.
“E non voglio che rinunci a ciò che ti piace
fare per me! Qualunque decisione prenderai sappi che ti
sosterrò.”.
Mi baciò
delicatamente mordicchiandomi le labbra.
Facemmo l’ultimo
ballo e dopo circa mezz’ora la serata finì
con degli stupendi spettacoli pirotecnici e tutti cominciarono ad
andare via.
La sala era una confusione paurosa, ma avremmo messo a posto il giorno
dopo.
Cominciai con il dare la buonanotte a tutti.
“Sarai contenta
spero!”esclamò Malfoy sprezzante.
“Spero pure
tu!”ribattei.
Mi guardò
malissimo, poi girò i tacchi e andò dritto in
camera sua senza nemmeno salutare gli altri.
Salutai Edmund baciandolo
appassionatamente.
“Ehm…”esclamò
Caspian.
“Arrivo.”gli
dissi. “Tu nel frattempo puoi salutare Susan.”.
“Grazie del
permesso, mia regina, ma l’ho già
fatto!”disse.
Sbuffai. Diedi un ultimo
bacetto a Edmund e poi mi diressi
con mio fratello in camera.
Entrai e subito mi buttai
sopra il suo letto.
“Ehi, avevamo
deciso che quello stasera era mio!”esclamò, ma
non mi alzai. “Hai capito?”.
Rimasi lì ad
osservare il soffitto.
“Forse non mi
sono spiegato bene!”.
Piombò sopra di
me e cominciò a farmi il solletico. Cominciai
a ridere e a urlare.
“Smettilaaaaaa!”esclamai.
“Ma certo che no
signora Pevensie!”mi schernì.
Continuò fino a
quando non lo implorai di smettere.
Il fermaglio, le forcine e
le perline erano in terra e i
miei capelli erano tutti scompigliati.
“Dovresti
vederti!”esclamò.
“Pensa per te!”ribattei.
Mi alzai dal letto e mi
diressi in bagno per togliermi il
vestito e struccarmi.
“Ma veniamo alle
cose serie.”mi urlò dalla camera. “Stai
con
Edmund?”.
“Così
pare!”risposi provando un pizzico di imbarazzo.
Misi la camicia di
Caspian, mi tolsi il trucco velocemente e
tornai in camera.
“Sono contento
per te!”esclamò abbracciandomi.
“Finalmente
ce l’hai fatta, anche se devo ammettere che un pochino sono
geloso.”.
Alzai lo sguardo e lo
strinsi ancora più forte a me.
“Ed è
per questo che ti voglio un bene
dell’anima!”esclamai.
“Sei unico e mai ti sostituirò. Sarai per sempre
il mio fratello, il mio
consigliere e il mio migliore amico.”.
“Ti prego, dormi
qui con me!”esclamò.
“Con molto
piacere!”concordai.
Mi sdraiai accanto a lui.
Anche se era davvero molto tardi
non avevo sonno. Lo guardai addormentarsi mentre gli carezzavo i
capelli. Era incredibile
come un persona come lui poteva essere dura e forte e allo stesso tempo
così
fragile. Tutto ciò non importava. Era mio fratello e gli
volevo bene così com’era.
Andava tutto bene.
Buon anno miei cari :DDDDD
Avete che visto che bel regalino
che vi sto facendo? Vi ho postato il capitolo il primo
dell’anno. Però non è un
capitolo come un altro! Eh, già, finalmente
l’avete avuto il vostro bacio :DD
Siete contente? Così almeno non continuerete a mandarmi
minacce di morte o roba
varia xD
Mi dispiace solo che la prima parte
del capitolo sia un pochino noiosa, però ammettetelo, la
fine è bella :D
È stato proprio bello
scrivere
questo capitolo! Mi ci sono proprio divertita.
Poi ho svelato un po’ di
cose: perché
Edmund, Fred e George parlavano fitto fitto e perché Draco
ha dato un pugno a
Edmund J
Bene, con questo vi saluto, vi
auguro ancora buon anno e al prossimo capitolo!
Miriam
PS:
mancano solo 2 capitoli D:
|
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Capitolo 31 *** Cinquant'anni dopo ***
Quella era una piovosa
serata di novembre. Sembrava che
stesse per venire giù il diluvio universale. Osservavo la
scena dal divano del
salotto. Sopra di me c’era una coperta e stavo sorseggiando
il mio tè. Poggiai
la tazza sul tavolino davanti a me, spostai la coperta e mi alzai.
“Avete bisogno
di qualcosa, Vostra Maestà?”mi chiese
Melanine, la mia dama di compagnia.
“Stai
tranquilla, cara, posso fare benissimo da sola.”.
“Siete
sicura?”mi disse ancora e annuii.
“Puoi
andare!”le dissi e lei si congedò con un piccolo
inchino.
Anche se non ero
più giovane come un tempo ce la facevo ad
arrivare in camera per prendere un coprispalle. Nel tragitto verso la
stanza
non incontrai quasi nessuno tranne qualche servitore che mi
salutò
cordialmente. In quel momento il castello era vuoto.
Caspian e Edmund erano
usciti a fare una sorta di gita con i
miei figli, Elyon e Oliver.
Susan era in bagno e stava
facendo la doccia e guai a chi l’avrebbe
disturbata.
Lucy invece si trovava in
salotto, ma ormai dormiva da ore.
La sera prima era stata sveglia fino a tardi per finire di giocare a
scacchi
con Peter. Dove fosse lui in quel momento invece era difficile dirlo: o
era da
qualche parte a coccolare sua moglie, Alexandra de Finnegan, una nobile
delle
Isole Solitarie, oppure istruiva i suoi nipoti, ovvero i figli di Susan
e
Caspian, Caleb e Jimmy. I due ragazzi ne combinavano più di
Fred e George e per
di più erano proprio gemelli.
La zia era morta circa
dieci anni dopo la fine della guerra
e toccò a noi crescere mio cugino, Henry. Lui non viveva
più con noi dopo che
si era sposato. Ogni tanto però passava per Cair Paravel e
ci veniva a
salutare.
L’Ordine aveva
dovuto far ritorno a Hogwarts. In quel
momento quindi ero sola.
Tornai in salotto dove
Lucy ancora dormiva come un ghiro e
mi misi a fantasticare e a ripensare agli anni dopo la nostra
incoronazione.
Il caro Fred si era
innamorato della nostra Lucy e
viceversa, mentre Peter faceva la corte a Hermione. Quindi alla fine si
erano
formate due belle coppie. Il clima di tensione tra Susan e George si
era
attenuato tanto che alla fine erano diventati amici molto stretti.
Io avevo attuato una sorta
di movimento femminista che si
concluse più che bene: più diritti per le donne,
potevano combattere, indossare
pantaloni e fare anche lavori che facevano solo gli uomini.
Edmund aveva deciso di
accettare il lavoro con i gemelli e
quindi lavorava a distanza e ogni tanto anche lui andava a Diagon Alley
per
spiegare loro a cosa stava lavorando.
Poi l’Ordine se
ne andò tra lacrime e singhiozzi a causa del
ritorno di Lord Voldemort, il mago più pericoloso di tutti i
tempi. Lui aveva
ucciso il loro preside, Albus Silente e dovettero tornare anche
perché Harry
doveva cercare degli Horcrux per distruggere Voldemort. Quando
trovavano tempo
(tra una battaglia e l’altra) ci venivano a trovare.
L’unica che
però si faceva vedere poco era Hermione e Peter
si preoccupava sempre. Un giorno fece una scenata assurda e sembrava
quasi
impazzito.
“Ma
dove sarà finita?
Perché non viene più? Che fine ha
fatto?”si chiese Peter.
“Dov’è? Starà bene
ora che è tornato Voldemort?”.
“Sai,
non lo sappiamo
nemmeno noi dove sia finita!”lo aveva informato Fred.
“Per
quanto ne
sappiamo è sparita con Ron e Harry.”aggiunse Fred.
“Ed
è tanto su cui
basarsi, no?”urlò. “Abbiamo in mano
tutti gli indizi per trovarla!”.
“Stanno
cercando di
distruggere Tu-Sai-Chi, mica si stanno divertendo tutti insieme
appassionatamente!”insistette Fred.
“E
sono ad un passo
dal farlo come dal tornare, vero?”gridò Peter
esasperato.
“Secondo
me si sta
sbaciucchiando Ron!”disse George con non chalance.
Fred
gli acciaccò un
piede. Aveva esagerato ora.
“Oh
ma certo
che…”Peter si bloccò.
“Aspetta, lei e Ron cosa???”.
Era
diventato rosso di
rabbia e improvvisamente afferrò George per il colletto.
“Ho
solo detto che
stavano CUCINANDO insieme!”esclamò lui
visibilmente impaurito.
“Amico
calmati!”disse
Fred a Peter. “Prendi del Whisky Incendiario! Ti
tirerà su!”.
“Che
cosa?”sbraitò
Peter. “Adesso volete dare fuoco al castello? Voi siete
matti!”.
Uscì
dalla stanza e
gli si erano davvero drizzati i capelli in testa. Entrai nella stanza e
i
gemelli si stavano davvero sbellicando dalle risate.
“Ma
che avete
combinato?”chiesi loro.
“E’
veramente fuori di
sé!”esclamò George.
“Gli
abbiamo offerto
del Whisky incendiario e ha capito che volevamo dare fuoco al
castello!”aggiunse Fred.
“Non
vi smentite
mai!”dissi loro e cominciai anche io a ridere.
Vedere
Peter
arrabbiato in quel modo era sempre un bello spasso.
Quel ricordo mi mise
subito allegria perché i gemelli mi facevano
sempre questo effetto e Caleb e Jimmy me li ricordavano un sacco.
Comunque dopo
quell’episodio Peter si era calmato e gli avevamo spiegato
ancora una volta che
Hermione non si presentava perché era con Ron e Harry per
una buona causa. Era
comunque preoccupato, ma cercava di non darlo a vedere.
Meno di un anno dopo
l’accaduto, l’Ordine comparve a Narnia
al completo anche con Harry, Hermione e Ron. C’erano anche
due nuove membri:
Dean Thomas e Seamus Finnegan.
Erano lì per un
motivo e dopo che si furono presentati ci
spiegarono subito il problema.
Peter
corse incontro
ad Hermione, l’abbracciò
e la baciò
appassionatamente. Mentre lui era al settimo cielo (non la vedeva da
sei mesi)
lei non sembrava dello stesso umore. Era felice di vederlo, ma era
palese che
qualcosa era cambiato.
Ron
invece era molto
contrariato e stava guadando male Peter.
“Che
succede?”chiese
Lucy che era corsa tra le braccia di Fred.
“Siamo
qui perché
abbiamo bisogno del vostro aiuto!”esordì Neville
che nel frattempo era
diventato più alto.
Osservandoli
meglio
avevano tutti il volto ricoperto di ferite. Cosa diavolo era successo a
Hogwarts?
“Che
dobbiamo
fare?”chiese Caspian.
Edmund
non era ancora
arrivato.
“Dov’è
Edmund?”domandai a Susan.
“Qualcuno
mi ha
chiamato?”disse entrando nella Sala. Mi cinse le spalle e
posò un delicato
bacio sulle mie labbra.
“Forse
è meglio se
ripetete il motivo per cui siete qui.”dissi perché
nemmeno io avevo ascoltato.
“Voldemort
è tornato
ormai da tre anni, ma adesso è più forte che mai:
ha preso il comando del
Ministero, della Gazzetta del Profeta e di
Hogwarts.”ripetè Harry.
“In
poche parole vuole
farci fuori.”aggiunse George.
“Abbiamo
davvero
bisogno del vostro aiuto!”esclamò Ron.
“Noi
c’eravamo quando
voi eravate in difficoltà!”aggiunse Ginny.
“E
quando dovremmo
partire?”chiese Susan.
“Subito!”rispose
George.
“Immediatamente?”chiese
Peter.
“Cosa
della parola
subito non ti è chiaro, Peter?”ironizzò
Edmund e Peter fece una smorfia.
“In
questo momento è
fuori dai confini di Hogwarts.”insistette Fred.
“Fra poco romperà le barriere e
non risparmierà nessuno!”.
“Che
stiamo
aspettando?”disse Lucy.
“Vado
a prendere le
bacchette!”esclamò Edmund.
“Accio
bacchette!”disse Luna.
Arrivarono
fluttuanti
dal corridoio e presi subito la mia al volo. Quando
l’afferrai mi sentii subito
più forte.
“E
il regno?”chiese
Peter.
“Non
è il momento per
decidere. Quando toccava a noi nessuno ci ha chiesto
niente!”ribattè Ron.
“Tu
non puoi
capire!”esclamò Peter. “Tu non sei
re!”.
“Posso
capire
benissimo!”ribattè l’altro.
“Abbiamo combattuto una guerra che non era la
nostra e per poco non ci abbiamo rimesso la pelle! Ce lo
dovete!”.
“Calmati
Ron!”esclamò
Seamus.
Convocammo
velocemente
i nostri consiglieri migliori il cui capo era Trumpkin e affidammo loro
temporaneamente il regno.
“Avete
la mia parola
Vostre Maestà!”esclamò lui.
“Il
regno è in buone
mani!”esclamò Caspian.
“Allora
andiamo?”disse
Luna.
Tutti
ci eravamo fatti
avanti tranne Peter che era rimasto un po’ indietro.
“Peter,
ti vuoi
muovere?”lo rimbeccò Hermione.
Poi
lo prese per una
manica e lo portò con sé nel vortice della
Smaterializzazione.
Dal quel momento in poi i
miei ricordi non sono così nitidi.
Eravamo arrivati a Hogwarts e c’era veramente una gran
confusione: gente che
scappava, gente che correva e gente che combatteva.
I ragazzi del primo anno
erano scortati nella stanza delle
necessità da alcuni professori e da lì avrebbero
attraversato un passaggio che
li avrebbe condotti a Hogsmeade e quindi al sicuro.
Ah, sì, mi
ricordo dell’ultima parte della battaglia.
“Dividetevi
e
proteggete Hogwarts!”esclamò Harry. “Io,
Ron e Hermione dobbiamo cercare
l’ultimo Horcrux qui nel castello.”.
Prendemmo
strade
diverse.
“Ed!”urlai
vedendo che
stava andando nella direzione opposta alla mia.
Lui
si girò e subito
mi corse incontro. Ci abbracciammo più forte che potemmo e
poi ci baciammo con
foga. Un bacio veloce, ma intenso. Un bacio corto, ma energico.
“Cerca
di non
morire!”mi disse.
“Anche
tu!”esclamai.
Non
eravamo tipi da
“ti amo”. Eravamo giovani e stupidi e la
consideravamo una cosa più grande di
noi, quindi momentaneamente avevamo decisi di non dircelo.
Lui
corse verso il
corridoio, mentre io ero uscita fuori e ero salita su una torre.
Iniziai ad
aspettare. La situazione non era delle migliori. La barriera che
circondava
Hogwarts stava per cedere.
Dopo
cinque minuti si
ruppe e i Mangiamorte piombarono su di noi. Quelli sulle scope si
scagliarono
tutti addosso a me. Riuscii a schiantarne alcuni, ma non resistetti a
lungo e
quindi tornai dentro, dove la situazione era anche peggiore.
Schivai
alcune
maledizioni e schiantai altri Mangiamorte. Iniziai a correre: ero
rimasta da
sola e non vedevo più nessuno di mia conoscenza. Il panico
mi assalì e non
riuscivo nemmeno a vedere dove andavo. Ad un certo punto andai a
sbattere
contro una colonna e caddi a terra. Tentai di rialzarmi, ma il sangue
scendeva
copiosamente dal mio naso e mi girava la testa. Nonostante
ciò decisi di non
arrendermi e iniziai nuovamente a correre. Finalmente riuscii a trovare
Harry,
Ron, Edmund, Lucy, Fred e Percy, suo fratello.
Non
feci in tempo
nemmeno a salutarli che il corridoio esplose e volai
dall’altra parte. Quando
l’esplosione finì e si fu ristabilita la calma
realizzai che cosa era successo:
Fred era a terra immobile e Lucy si stava disperando sopra di lui
piangendo
ininterrottamente.
Ron
e Percy urlarono
di rabbia e per la prima volta vidi Ron piangere.
“Lucy,
cos’è
successo?”le chiesi.
“Lui
è…”non riuscì a
finire la frase.
Riflettei
un attimo.
Non poteva finire così! Lui, Fred, non poteva andarsene. Non
così. Non senza
averci fatto un altro scherzo.
“La
tua boccetta
Lu!”esclamai.
Mi
guardò
interrogativa.
“La
tua
boccetta!”insistette Edmund.
Frugò
nella tasca dei
pantaloni e la tirò fuori. Ne versò una goccia
nella bocca di Fred.
Per
qualche secondo
rimanemmo tutti col fiato sospeso e il tempo sembrò
fermarsi. Poi Fred riaprì
gli occhi e Lucy lo stritolò.
“Fred
che scherzo era
mai questo?”gli chiesi abbracciandolo.
“Degno
di Tiri Vispi
Weasley!”esclamò lui.
“La
battaglia non è
ancora finita!”esclamò Harry.
“E
allora cosa stiamo
aspettando?”esclamò Fred.
“Se
ti cacci in
qualche altro guaio vedi che ti faccio eh!”lo
ammonì Lucy.
Ricominciammo
a
combattere. Questa volta però non volevo farlo da sola.
Presi per mano Edmund.
“Insieme!”esclamai.
“Insieme!”ripetè.
Ci
baciammo e poi
l’aria esplose nuovamente. Un lampo di luce bianca ci divise
e caddi a terra
battendo la testa. Edmund era dall’altra parte del corridoio
a terra proprio
come me. Poi persi i sensi.
Mi
risvegliai distesa
nella Sala Grande. Mio fratello mi abbracciò più
forte che mai e anche gli
altri. Mi raccontarono che Harry aveva finalmente sconfitto Voldemort e
che
Luna e Neville si erano messi insieme. Furono entrambe delle belle
notizie.”
A quel punto noi tornammo
a Narnia e anche l’Ordine ci
seguì.
Successe però
quello che nessuno voleva che succedesse:
Hermione lasciò Peter. La maggior parte di noi o lo sapeva o
comunque l’aveva
già capito.
In genere non veniva a
trovarci perché non aveva voglia di
vedere Peter (tranne quando era partita con Ron e Harry).
All’inizio era
davvero innamorata di Peter. Lo vedeva quasi
come un principe azzurro. Poi però aveva iniziato a passare
tanto tempo con Ron
e aveva ricominciato a provare qualcosa di più che una
semplice amicizia per
lui.
Lei mi aveva raccontato
che durante la battaglia di Hogwarts
aveva baciato Ron. Non poteva più continuare a mentire a
Peter e quindi quando
tornarono a Narnia lei glielo disse.
Noi naturalmente ci
mettemmo ad origliare tutta la
conversazione. Ci aspettavamo che lui come minimo avrebbe dato di
matto. Ron
era già pronto fuori dalla stanza con una spada in caso
l’avesse sfiorata. Però
non successe niente del genere.
Parlarono per circa
mezz’ora e poi uscirono dalla stanza. Mi
ricordo che Peter era bianco come uno straccio. Lui e Hermione si
salutarono
abbracciandosi, poi lei andò da Ron. Peter corse via.
Ron e Hermione tornarono a
Diagon Alley con la passaporta e
io andai a parlare con Peter. Stava malissimo. Non capiva
perché l’avesse
lasciato per “quel Roscio”.
Da quel giorno non fu
più lo stesso. La cosa non gli andò
giù per molto tempo fino a quando non conobbe Alexandra de
Finnegan, una
contessa delle Isole Solitarie.
Un giorno la incontrammo
io, lui, Lucy, i gemelli e Luna.
Eravamo in giro nella foresta perché non avevamo niente da
fare e lei era lì:
lunghi capelli rossi e occhi verdi da far paura. Si era persa e non
riusciva a
ritrovare la strada per tornare a casa. Lei ci spiegò
più o meno dove abitava e
Peter che conosceva la strada si offrì di accompagnarla.
Da quel momento
cominciarono a vedersi spesso e quindi si
misero insieme e dopo quattro anni si sposarono.
Eravamo tutti molti felici
anche perché il loro non fu il
solo matrimonio: io mi sposai con Edmund, Caspian con Susan, Lucy con
Fred,
Harry con Ginny, Luna con Neville, Ron con Hermione e George con
Angelina, una
strega di Hogwarts.
Inoltre dalla morte di
Miraz non c’era stata più nessuna
guerra ed eravamo riusciti a riunificare le terre e a raggiungere la
pace in
tre anni.
E dopo ciò per
tutti arrivarono i figli.
Io e Edmund avemmo per
primo un maschio che chiamammo Oliver
e a distanza di tre anni Elyon, una ragazza bella e vivace che era
tutta suo
padre. Si volevano bene come me e Caspian e sembravano la nostra copia.
Susan e mio fratello
invece ebbero due gemelli, Caleb e
Jimmy. Nessuno riusciva a spiegarsi perché fossero
così tanto simili a Fred e
George. Ne combinavano anche più di loro facendo dannare i
genitori.
Poi fu la volta di Lucy e
Fred. Loro ebbero solo una figlia,
Helen, che era quasi identica alla madre (tranne per i capelli che
erano
rossi), ma con il carattere del padre. A volte si divertiva a fare
scherzi
insieme a Jimmy e Caleb.
Poco dopo nacque Jack, il
figlio di Alexandra e Peter. Lui
dopo molto tempo era diventato un famoso navigatore e commerciante,
quindi a
casa ci stava veramente poco.
I figli
dell’Ordine li conoscevamo poco perché stavano a
Hogwarts e ci vedevamo poco.
Comunque Harry e Ginny
ebbero tre figli: Albus Severus,
James Sirius e Lily Luna.
Ron e Hermione due, Hugo e
Rose.
Luna e Neville una sola,
Janis, strana come la madre ma
forte e coraggiosa come il padre.
George e Angelina uno,
Fred.
Questo era ciò
che era accaduto in cinquant’anni.
Qualcosa mi distolse dai
miei pensieri: avevano bussato alla
porta.
Andai ad aprire senza far
scomodare i servi. Caspian, Edmund
e i miei figli erano appena tornati tutti bagnati fradici.
“Entrate
immediatamente!”esclamai facendomi da parte.
“Mamma, oggi ci
siamo divertiti un sacco con papà e lo
zio!”esclamò Elyon.
“E’
vero!”concordò Oliver. “Sparivano e
riapparivano facendo
spaventare la gente.”.
Mi girai verso Edmund e
vidi che stava facendo segno ai
nostri figli di stare zitti. Lo guardai male.
“Ma che
bell’esempio che danno questi re ai loro
sudditi!”commentai. “E come avete fatto?”.
Loro non risposero.
“Caspian, tu
c’entri qualcosa?”gli chiesi e lui scosse la
testa.
“Allora
sarò costretta a scoprirlo da sola.”conclusi.
Tirai fuori la bacchetta e
la puntai verso Edmund.
“Vuota le
tasche!”esclamai.
“Va bene, hai
vinto!”esclamò arrendendosi. “Ho usato la Polvere
Buiopesto
Peruviana!”.
Tutti scoppiammo a ridere.
“Mamma sei
proprio imprevedibile!”esclamò Elyon.
“Ed è
per questo che l’ho sposata!”esclamò
Edmund dandomi un
veloce bacio sulle labbra.
“Dai, sorellina,
fatti dare un abbraccione forte
forte!”esclamò Edmund allargando le braccia.
“Sei bagnato
fradicio!”esclamai. “Guai a te se ci
provi!”.
“Dici che non ne
avrei il coraggio?”.
Lo guardai e poi iniziai a
correre per quel che me lo
permetteva il vestito.
“Tanto ti
raggiungo!”esclamò. “Quel vestito
è decisamente
troppo ingombrante!”.
Infatti ciò
accadde: arrivò e mi abbracciò da dietro. Subito
sentii il vestito tutto umido.
“Ti voglio bene
pure io Caspian!”esclamai.
Quando ci staccammo mi
cinse le spalle e tornammo dagli
altri che nel frattempo si stavano sbellicando dalle risate.
“Mamma posso
abbracciarti?”mi chiese Oliver.
“E io non sono
da meno!”esclamò Elyon.
“Ehi, lasciate
stare vostra madre!”disse Edmund.
Alla fine tutto
culminò con un abbraccio di gruppo.
Risultato? Ero tutta bagnata anche io. Nonostante ciò era un
bel momento e
niente poteva rovinarlo.
Ad un certo punto
però vidi Edmund cadere e accasciarsi a
terra.
“Ed! Edmund! Ed,
che succede? Ed!”esclamai mettendomi vicino
a lui e cominciando a scuoterlo.
Sembrava uno svenimento,
ma non sembrava dare segni di
risposta.
“Papà!”esclamarono
Elyon e Oliver.
Improvvisamente anche
Caspian cadde proprio come Edmund.
“Ma che
succede?”esclamò Elyon.
“Caspian!”urlai
con le lacrime che già mi solcavano il viso.
“Elyon vai a
chiamare qualcuno!”esclamò Oliver e lei
partì
correndo.
Poi anche io sentii le
forze venir meno. Mi accasciai
accanto a Caspian e Edmund sotto le urla di Oliver. Il mio cuore
batté ancora
per qualche altro minuto.
Poi cessò.
E vidi il buio.
Salve a tutti!
Chiedo perdono per questo
mio immenso
ritardo causato dalla scuola D:
Pensavo di aggiungere un
altro
capitolo, ma non ho davvero avuto tempo, quindi ho scritto direttamente
questo
(tinny, perdonami D: ). L’ultima parte probabilmente
è un pochino noiosina
perché non sapevo come descrivere i matrimoni e i vari figli
D:
Finale scioccante, eh?
Tranquilli, tutto si risolverà nel prossimo capitolo e per
il meglio (:
Aspettate ma…
il prossimo è
l’ultimo capitolo D:
Oddio…
oddio… sto per mettermi a
piangere :’(
Vi giuro, è la
storia a cui
tengo di più e mi dispiacerà un sacco quando
davvero finirà L
Grazie per le recensioni
nell’altro capitolo J
Alla prossima L
Miriam
|
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Capitolo 32 *** Prossima destinazione: Hogwarts ***
“Uhaaaaaaaaaaaaaaaa!”urlò
una voce, mentre entravo in camera mia.
Sobbalzai
e poi urlai
anche io! Il mio spavento fu così grande che non si poteva
nemmeno immaginare.
Poi
la porta si scostò
leggermente e Edmund sbucò da dietro.
“Ed!”esclamai.
“Ma sei
completamente impazzito? Mi hai fatto spaventare a morte!”.
Edmund
scoppiò a
ridere.
“Sei
un
idiota!”esclamai.
“Quanto
adoro quando
ti arrabbi!”esclamò continuando a ridacchiare.
“Se
non la smetti ti
faccio vedere io eh!”.
“E
come?”disse
sorridendo in un modo a cui non potevo resistere.
Mi
tirò a sé e mi
baciò appassionatamente. Intrecciai le mie mani nei suoi
capelli e lo strinsi a
me. Lui chiuse la porta e piano piano mi fece indietreggiare fino ad
arrivare
al letto. Mi sedetti e poi mi sdraiai. Si fermò, mi
guardò un attimo e poi
ricominciò.
Sentivo
il suo respiro
affannato mentre ci baciavamo. Le mie mani cercarono la sua camicia e
cominciarono a sbottonarla. Adesso riuscivo a toccare la sua pelle
liscia, i
suoi addominali, i suoi muscoli.
Mi
carezzò il collo e
piano piano arrivò alla cerniera del corpetto. Me la
slacciò e poi me lo sfilò.
In
breve tempo, tra
baci e carezze rimanemmo entrambi nudi e la stanza si riempì
di gemiti.”.
Ma che
diavolo…?
Che stava succedendo?
Perché quel ricordo? Ero morta, oppure
solo svenuta?
Aprii gli occhi piano
piano. Ancora non riuscivo a vedere
nitido. Quando iniziai a riprendere conoscenza realizzai che ero ancora
viva.
Ero a terra su un pavimento che mi pareva alquanto familiare, ma non
era quello
di Cair Paravel.
Mi alzai da terra e mi
trovai davanti… i mobili di casa mia.
No, fermi tutti! Quello
era solo un brutto sogno dal quale
ancora dovevo svegliarmi. Chiusi gli occhi di nuovo e mi misi le mani
davanti
al viso, mi stropicciai gli occhi e alla fine molto lentamente li
riaprii.
Non era successo
assolutamente nulla! Ero proprio a casa mia
e non mi ero sognata un bel niente.
Guardandomi allo specchio
notai che ero vestita esattamente
come quando i re di Narnia erano venuti a prendermi. Ero ritornata
precisamente
a quel giorno.
L’unica
differenza era che in quel momento ero da sola.
Niente vestiti sfarzosi. Niente armi. Niente re. Niente Ordine. Niente
“Volare”. Niente di niente.
Ma non potevamo essere
spariti così dal nulla e soprattutto
tutti insieme. Un motivo ci doveva pur essere.
Pensai ai miei figli. Li
avevo praticamente lasciati da soli
con il regno.
E Caspian? Oddio Caspian!
E ora come avrei fatto senza il
miglior fratello mai esistito?
E Edmund e gli altri?
Indubbiamente si trovavano in
Inghilterra, a Finchley a farsi domande su domande come me.
L’unica cosa di cui
ero certa era che sicuramente non si ricordavano di me.
Tutte queste cose mi
misero una tristezza assurda e non
resistetti. Scoppiai a piangere.
Perché?
Perché mi avevano fatto andare a Narnia se poi dovevo
tornarmene a casa?
È il genere di
cose che proprio odio. Avrei preferito non
esserci andata e quindi non aver mai conosciuto mio fratello.
Così non avrei
sofferto.
Decisi di uscire in
giardino. L’aria stava cominciando a
diventare consumata dentro quel salotto. Mi sdraiai sull’erba
fresca appena
tagliata. Ricordai tutti i bei momenti passati con Caspian. Per una
volta dopo
anni ero riuscita a trovare un fratello dolce che mi stava vicino e mi
consolava nel momento del bisogno.
E invece no! Le cose sono
belle finchè durano. Il sogno di
Narnia era durato più di cinquant’anni e come dal
nulla era comparso dal nulla
si era dissolto. Non avevo avuto nemmeno il tempo di salutare qualcuno.
Dopo circa venti minuti
immobile sul prato decisi di
rientrare.
Accesi la radio, ma non
c’era nessuna canzone interessante.
Niente sembrava più interessante in quel momento.
Allora presi un cd dei
Queen e lo inserii nello stereo.
Magari le loro canzoni mi avrebbero rallegrato. Purtroppo nemmeno
quelle
funzionarono, anzi, peggiorarono la situazione. Non era mai successa
una cosa
del genere. Di solito mi mettevano di buonumore.
Spensi la radio. Che
potevo fare?
Improvvisamente ebbi
un’idea. Mi girai verso l’armadio.
Magari potevo provare ad attraversarlo di nuovo, ma sicuramente non
funzionava
più.
Poi vidi sbucare qualcosa:
sembrava metropolvere. Cosa
poteva significare? Magari il passaggio non si era chiuso del tutto e
potevo
tornare indietro a Narnia. O magari faceva davvero tutto parte di un
incubo che
si sarebbe dissolto appena riattraversato l’armadio. Ed era
seriamente quello
che speravo.
Aprii le ante e un soffio
di aria calda mi arrivò in faccia.
La speranza si riaccese: forse potevo davvero tornare.
Ci entrai facendo
attenzione a non far cadere i piatti.
Appena sbucai
dall’altra parte però non mi ritrovai sulla
spiaggia di Narnia. Sinceramente non somigliava a nessun posto in cui
fossi mai
stata. Sembrava una specie di limbo.
“Dove diavolo
sono?”mi chiesi tra me e me.
“C’è nessuno?”.
“Miriam!”esclamò
una voce profonda dietro di me.
Mi girai. Il grande leone,
colui che governava l’equilibrio
di Narnia era davanti a me.
“Aslan!”esclamai
abbracciandolo.
“Che ci fai qui,
mia cara?”mi chiese.
“Sinceramente
non lo so…”risposi. “Io volevo solo
tornare a
Narnia!”.
“E hai tentato
nello stesso modo con cui ti ci hanno portato
la prima volta?”mi domandò.
Annuii.
“Ma dove mi
trovo?”chiesi. “E’ la tua
terra?”.
“No, la mia
terra si trova oltre i confini del
mondo.”rispose. “Sei nel posto in cui sono stati
tutti quelli che hanno cercato
di tornare a Narnia attraverso una maniera ovvia.”.
“Ma qui non
c’è nessun altro!”esclamai.
“Perché
sei stata tu la prima a farlo!”esclamò il leone.
“Questo posto lo hai inaugurato tu e ciò ti fa
onore!”.
“Perché
scusa?”.
“Vuol dire che
ti sei affezionata veramente a Narnia e che
la porti nel cuore.”.
“Affermazioni
esatte!”dissi. “Però vorrei tornare
veramente
lì, superare questo posto e arrivare
lì!”.
“Mia cara
Miriam, mi dispiace dirtelo, ma non potrai tornare
a Narnia. Almeno non per il momento.”.
“Ma
Aslan!”esclamai. “Avevi detto che i passaggi di
Narnia
sarebbero rimasti aperti per sempre!”.
“Non ho detto
questo!”precisò. “Ho detto che sarebbero
rimasti aperti per un lungo periodo!”.
“Sessantasette
anni ti pare un lungo periodo?”strepitai.
“Non hai
capito!”esclamò lui. “I passaggi in
questo momento
sono aperti, ma non per te, Peter, Edmund, Susan e Lucy!”.
“Ma
perché?”urlai.
“Voi siete
morti!”ruggì il grande leone. “Se
tornaste lì
loro impazzirebbero perché siete morti e non vi
crederebbero. Sareste come dei
fantasmi!”.
“Ma ti pare
logico?”gli chiesi. “Siamo morti tutti insieme!
I miei figli, quelli di Caspian e Susan, quelli di Peter e Alexandra,
insomma,
tutti quelli al castello non sono scemi! La cosa non desta
sospetti?”.
“Calmati!”esclamò
calmo. “Questo era il vostro destino e
nemmeno io posso cambiarlo!”.
“Ma ti rendi
conto? Non ho nemmeno salutato mio
fratello!”dissi con voce rotta. “Per una volta ero
riuscita a trovare una
persona buona, un fratello che nella vita reale non ho! Lui era tutto
per me!
Era protettivo, a volte geloso, ma gli volevo bene per questo. Quando
ero
triste lui c’era, sempre pronto in ogni momento ad asciugarmi
le lacrime.
Faceva lo stupido quando mi prendeva in giro per via di Edmund e quando
facevamo discorsi cretini. Era orgoglioso, tremendamente orgoglioso.
Tutto
questo era Caspian. E io vorrei vederlo almeno per l’ultima
volta.”.
“Miriam, non
tutto è perduto…”disse il leone.
“Che vuoi
dire?”gli domandai asciugandomi le lacrime.
“Ho detto che
per il momento
non potrai tornare a Narnia. Magari in futuro potremo avere ancora
bisogno di
voi…”rispose vago.
“E mio
fratello?”chiesi ancora.
“Tu ti fidi di me?”mi domandò.
“Ma
certo!”esclamai.
“Allora stai
sicura che lo rivedrai molto presto, molto
prima di quanto tu possa immaginare!”concluse.
Ci fu una breve pausa.
“Credo che sia
arrivato il momento di salutarci.”disse
infine.
“Ti
rivedrò ancora?”gli chiesi abbracciandolo.
“Naturalmente!”rispose.
“Ma un giorno, mia cara, un
giorno!”.
Iniziai di nuovo a
piangere.
“Non disperare,
non è la tua ultima volta qui!”mi
consolò.
“Ma mi
dispiace!”esclamai.
“Lo so, ma
è arrivato il momento di andare.”mi
esortò.
Mi avviai verso
l’armadio, ma guardai un’ultima volta Aslan.
Mi sorrise e io andai avanti. Aprii l’anta
dell’armadio e rotolai fuori rompendo
un numero incredibile di piatti.
“Questa non ci
voleva!”esclamai. “E ora chi la sente mia
madre?”.
Poi sentii qualcosa
spuntare dalla tasca dei miei pantaloni:
era la mia bacchetta.
“Reparo!”urlai
contro i piatti rotti, ma non accadde nulla.
Ancora per un attimo avevo
sperato che potessi ancora fare
magie. Prima di avere uno scatto di rabbia la presi, la rimisi in tasca
e
uscii.
Non ce la facevo a stare
un attimo di più in casa. Mi sarei
fatta una bella passeggiata e quando mi fossi calmata sarei rientrata.
Cominciai a camminare per strada molto velocemente. In genere era
così che
sfogavo parte della mia rabbia.
Ero quasi arrivata davanti
alle scuole medie, quando
inciampai e caddi distesa a terra. La cosa strana era che avevo il
dizionario
di latino in mano. L’avevo preso prima di uscire? Non mi
sembrava…
Però quando ero
caduta si era rotto tutto (già che era
vecchio). Si erano sparse addirittura le pagine. Mi rialzai e cercai di
recuperare le pagine. Un ragazzo alto corse verso di me.
“Tutto a posto?
Stai bene?”mi chiese.
Che strano. Conoscevo
molto bene quella voce, ma era
impossibile.
“Sì,
tutto a posto!”esclamai.
Lui mi aiutò a
recuperare le pagine sparse per la strada.
Ancora non l’avevo visto in faccia. Aveva un paio di jeans
lunghi, una maglietta
a maniche corte nera e converse nere. Io nel frattempo cercavo di
ricomporre il
vocabolario. Sfogliandolo mi soffermai sulla lettera n e in particolare
mi
colpì la parola Narnia. C’era scritto
“antico nome della città di Narni”. Ma
che volevano dire tutte queste cose? Erano solo coincidenze?
“Mi dispiace, ma
una pagina è volata via…”si
scusò
porgendomi le altre.
Lo guardai per bene. No,
era impossibile. Non poteva essere
lui. Mi alzai in piedi.
“Caspian!”esclamai.
Prima che potesse dire
qualcosa lo abbracciai più forte che
potevo.
“Miri!”.
“Come
può essere?”gli chiesi. “Insomma, sei
tu! Vivi a
Narnia! Come puoi stare qui?”.
“Una volta sono
venuto qua, nel tuo mondo, ricordi? Questo
mi ha in un certo senso legato qui.”rispose.
“Pensavo di
averti perso!”gli dissi.
“Anche io.
Quando mi sono risvegliato qui è stato strano.
Sapevo di non essere più a Narnia, ma sapevo cosa dovevo
fare: aspettare. E
aspettando sono comparsi i Pevensie uno dopo l’altro. Mancavi
solo
tu.”raccontò.
“E loro dove
sono?”gli domandai impaziente.
Mi indicò i
tavolini della pizzeria proprio lì davanti.
Erano seduti lì e ci guardavano.
Su un altro tavolino
c’era Elia, il mio compagno di scuola,
quello stupido. Era insieme ai suoi amici e guardava i Pevensie in
maniera
strana.
“Ma almeno si
ricordano qualcosa?”domandai a Caspian.
“Si ricordano
tutto!”esclamò e io sorrisi.
“Puoi scusarmi
un attimo?”dissi.
“Ma
naturalmente!”rispose. “Credo che Edmund sia
impaziente
di salutarti…”.
Mi fece
l’occhiolino. Non si smentiva mai eh! Continuava ad
essere stupido quando si trattava di queste cose. Gli feci la
linguaccia e poi
attraversai la strada. Mi stavano aspettando.
Gli feci segno di non
alzarsi perché prima dovevo prendermi
una piccola rivincita.
Andai verso il tavolo di
Elia e posai il dizionario di
latino davanti a lui.
“Questo domani
me lo metti sotto il banco!”ordinai.
“Oh, ma che vuoi
da me?”mi disse scontroso.
“Te
l’ho appena detto!”.
“Perché
non ce lo porti tu, secchiona?”disse ridendo di me
con i suoi amici.
Eh no, questo non doveva
dirmelo. Non ancora! Ero al limite
e mi ero veramente stufata.
Venivo da Narnia, diamine!
Ero una regina e sapevo
combattere e difendere il mio orgoglio! Avevo combattuto ben due
battaglie e
mai l’avevo fatta passare liscia a chi mi prendeva in giro!
Gli rifilai un pugno
talmente forte in faccia che cadde a
terra e il suo enorme naso iniziò a sanguinare.
“Voglio il mio
dizionario sul banco domattina!”esclamai di
nuovo e lui non seppe controbattere.
A quel punto andai verso
il tavolo dei Pevensie. Li osservai
meglio: erano…wow!
“Ma siete
davvero fighi oggi!”esclamai.
Abbracciai Lucy, Susan e
Peter. Quando arrivai a Edmund non
seppi resistere. Lo baciai con foga stringendolo forte a me. Mi erano
mancate
le sue labbra giovani e carnose sulle mie. Intrecciai le mie mani
dietro al suo
collo.
“E’ un
po’ che ti aspettiamo, sai?”mi disse Susan. A
malincuore mi staccai e mi girai verso di lei.
La guardai un attimo ed
era veramente bella. Aveva i capelli
legati in un elegante chignon. Portava una canottiera rosso fuoco e dei
jeans
molto aderenti. Le scarpe erano dei tacchi a spillo che si intonavano
con la
canottiera.
“Davvero?”le
chiesi.
“Almeno due
ore…”rispose Lucy.
“Ma come siete
arrivati qui?”domandai loro.
“Con
questo!”esclamò Edmund tirandomi qualcosa.
“Ti ricorda
niente?”.
Me lo rigirai tra le mani.
“Il Cappello
Parlante!”esclamai.
“Ci ha portato
fino qui!”affermò Peter.
“Tuo fratello
invece si trovava già qua!”disse Susan.
“Già,
e ho anche aspettato un bel po’ prima che
arrivaste!”esclamò Caspian da dietro le mie spalle.
Ora che ce li avevo tutti
davanti li guardai meglio. Edmund
aveva un paio di jeans lunghi, converse e la maglia degli Who, mentre
Peter ce
l’aveva dei Pink Floyd. Lucy invece aveva un vestitino verde
molto carino.
Caspian una giacca di pelle e occhiali da sole tondi. L’unica
vestita fuori
luogo ero io.
“Mi ha chiamato
Fred!”esclamò Lucy.
“E loro dove
sono?”chiesi impaziente.
“Esattamente
dove devono stare!”esclamò Caspian.
“E in cui
andremo anche noi!”aggiunse Susan.
“Dopo ti
spieghiamo…”mi sussurrò Peter.
“E insomma tu
dove sei stata?”mi chiese Edmund.
“Ho cercato di
tornare a Narnia attraverso
l’armadio…”risposi.
“Ma non ci sei
riuscita, vero?”mi disse Susan.
“No,
però ho incontrato Aslan!”esclamai.
“E che ti ha
detto?”mi chiese Caspian.
“Che per ora non
possiamo tornare, ma che forse in futuro
potrebbero avere ancora bisogno di noi.”risposi.
“Sarebbe davvero
bello…”disse Peter improvvisamente triste.
“Che hai
Pete?”gli chiesi.
“Quando ce ne
siamo andati Alexandra è rimasta a
Narnia…”rispose.
“Dai, la
rivedrai!”lo consolò Susan. “In fondo ha
detto che
torneremo, no?”.
Annuii.
Lucy che nel frattempo era
andata da una parte per parlare
al telefono con Fred tornò.
“Non
è ancora capace a usare il telefono che ancora chiama feletono!”esclamò
sorridendo. “Ma se ho
capito bene ci aspettano tutti quanti alla stazione di King’s
Cross a Londra!”.
“E poi che
facciamo là?”le domandai.
“Hogwarts!”esclamarono
tutti insieme.
“Oddio,
veramente?”esclamai.
“Ma
certo!”rispose Caspian.
“Inizia una
nuova avventura, non stupirti!”mi disse Peter.
“E con che cosa
ci andiamo?”domandai.
“Con
questo!”esclamò Susan indicando il Cappello
Parlante.
“Ma non dobbiamo farci vedere dai babbani.”.
“Quindi usiamo
quelle!”aggiunse Edmund indicando delle moto
nere al lato della pizzeria.
Ero rimasta a bocca
aperta. Erano delle Harley Davidson.
Forse erano completamente impazziti, ma l’idea mi piaceva.
“E voi sapete
guidarle?”chiesi.
“Tranne Caspian.
Infatti guido io!”esclamò Susan dandogli un
bacetto sulle labbra.
“Allora che
stiamo aspettando?”disse Lucy.
Ci incamminammo verso le
moto, ma prima mi fermai di nuovo
al tavolo di Elia.
“Ora che ci
penso il dizionario mettimelo
nell’armadietto!”gli dissi sprezzante.
“Non credo che tornerò a scuola! Almeno
per un bel po’!”.
Non osò
rispondere. Non dopo il cazzotto che gli avevo
rifilato.
Edmund mi cinse le spalle.
Salì sulla moto e aiutò anche me
visto che erano così alte.
“Verso Hogwarts
e oltre!”esclamò Peter.
Edmund mise in moto e
partimmo a tutta birra.
Sinceramente non sapevo
che cosa aspettarmi, andavo verso
l’ignoto. Non tornare a Narnia per un po’ mi
dispiaceva, ma conoscevo bene i
miei figli e sapevo che sarebbero stati in grado di governare con
saggezza e
giustizia. Un giorno li avrei rivisti, ne ero certa!
Una nuova avventura stava
per iniziare e non mi importava.
Ero con le persone che più amavo, con i Pevensie, con
Edmund, con Caspian e
niente era più importante di questo. Sarei andata a
Hogwarts, la scuola che
avevo sempre sognato di frequentare.
Ero semplicemente felice.
E dovevo solo dire grazie
ad Aslan.
The
End
E fu così che le lacrime
cominciarono a scendere lungo il mio viso! D:
Ebbene sì, eccoci giunti al
capitolo finale di quello che considero il mio piccolo capolavoro!
È stata la
mia prima FF, la prima che ho deciso di scrivere in seguito ad un
sogno. La
cosa è iniziata così, quasi per gioco e poi un
giorno una mia amica mi ha
parlato di questo sito. Quindi ho cominciato a svilupparla e quindi
eccomi qua!
Finirla è stato brutto, ma
purtroppo tutte le cose hanno la parola fine (anche se io la odio
questa parola
xD).
Come avete potuto notare si
conclude bene e non come pensavate nell’altro capitolo xD
Ma ora veniamo ai ringraziamenti!
Devo veramente ringraziare tutti,
ma proprio tutti: chi l’ha messa tra le preferite
(angie_ange, Dream96,
Fiammetta Scott, KaMiChAmA EllY, Lily45, Livingyoungwildandfree,
MrNiam,
Muffins, risotto, tinny e weasley_fg), chi tra le ricordate (Lily45,
Maddi97 e
tinny), chi tra le seguite (Alambil, AliAliEfp, AniaS, bertuccia95,
GilmoreGirl_, Lils_lover, Lily45, LittleWitch_, LuceLu, Muffins,
Penelope
Potter, piccola_cullen, SummerEnd, tinny, _Mik_ e _Sister_).
Grazie a chi ha recensito (scusate
se non faccio la lista, ma non riesco a ritrovare l’elenco di
chi mi ha
recensito D: ), senza la quale non sarei riuscita ad andare avanti.
Grazie a chi ha solo letto: anche
voi mi date conforto e soddisfazione.
Questo capitolo è per tutti
voi, ma
in particolar modo voglio dedicarlo ad un mio caro amico. Diciamo che
ultimamente mi sono ispirata parecchio a lui per scrivere il
personaggio di
Caspian proprio perché mi ci sono avvicinata parecchio e ho
avuto l’occasione
di conoscerlo meglio. Lui è il mio migliore amico, quello di
cui sono gelosa,
quello con cui parlo di cavolate ma anche di cose interessanti, quello
un po’
scemotto, quello che sa sempre consolarmi e cui voglio un bene
dell’anima. In
poche parole ha tutte le caratteristiche di Caspian.
Insomma, questo capitolo finale (ma
anche la storia in generale) è per te, Mattia!
Perché ti voglio troppo bene e
non ti cambierei assolutamente con nessuno!
Dopo quest’ultima dedica vi
devo lasciare!
Non vi dirò più “al prossimo
capitolo”, ma “alla prossima storia”.
Miriam <3
PS:
tinny, mi riferisco
specialmente a te! Sto pensando ad un sequel, ma (e dico MA xD) non
farci
troppo la bocca perché non è detto che lo scriva
(:
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