Tornai
a casa dopo il mio primo giorno di scuola. Avevo appena cominciato il
terzo
superiore. Sembravo una turca: avevo dei pantaloni larghi blu (tipico
delle
turche) e anche la mia canottiera era larga, ma nera. Infine le mie
inseparabili Converse nere: tipico di me. Ero anche abbastanza
abbronzata. I
miei lunghi capelli ricci erano sciolti sulle spalle.
“Mamma
sei in casa?” dissi.
Nessuno
rispose. In quel momento partì una musica. Si, ecco era
quella di “Volare”. Poi
sbucò William Moseley nelle vesti di re Peter e si mise a
cantare:
“Penso
che un sogno così non ritorni mai più, mi
dipingevo le mani e la faccia di
blu.”.
Si
fermò davanti a me e con la sua spada si inchinò.
Non sapevo che fare. Tutto ciò
era strano e irreale. Mi inchinai anche io, mi sembrava la cosa
più giusta da
fare. Dietro di lui mi venne incontro Skandar Keynes nei panni di re
Edmund e
cantò il pezzo dopo.
“Poi
d’improvviso venivo dal vento rapito e cominciavo a volare
nel cielo infinito…”.
Anche
lui venne davanti a me e si inchinò con la spada. Dopo
sbucò il principe
Caspian e si mise a cantare:
“Volare
ooh cantare ooooh nel blu dipinto di blu, felice di stare
lassù.”.
Venne
davanti a me e si inchinò. Dietro di lui Anna Popplewell, la
regina Susan
cantò:
“E
volavo volavo felice più in alto del sole ed ancora
più su, mentre il mondo
pian piano spariva negli occhi tuoi blu.”.
Fece
un inchino con la sua splendida veste viola e se ne andò
seguendo Edmund
/Skandar verso sinistra. Infine Georgie Henley cantò:
“Una
musica suona soltanto per te.”.
Si
inchinò e se ne andò verso destra. Si misero in
due file davanti a me. Alla mia
destra c’erano Peter, Caspian e Lucy e alla mia sinistra
c’erano Edmund e
Susan. Tutti insieme cantarono il ritornello di
“Volare”. All’ultima nota tutti
si inginocchiarono. Infine comparvero Miraz e il generale Glozelle.
Susan
mormorò:
“Per
la cerimonia però hai bisogno ha bisogno di vestiti decenti.
Certo, senza
togliere niente a quelli che ha, però per Narnia
è più adatto questo.”.
Mostrò
un vestito viola identico al suo. A quel punto dissi:
“Aspettate…oh
oh…non ci posso credere! Voi siete i re e le regine di
Narnia e voi…”.
“Tu.”mi
interruppe Caspian.
“…e
tu
sei il principe Caspian!” ricominciai. “Ma voi
state sbagliando persona. Io non
sono una regina. Non lo sono mai stata. Perchè proprio me?
Guardate come sono
vestita: questo è il mio stile, non vestiti larghi e lunghi.
E poi scusate, ma
di quale cerimonia state parlando?”.
“La
tua incoronazione.” risposero tutti in coro.
“Vieni,
mettitelo! Non c’è nessun errore, tranquilla, tu
sei la prescelta, ti
spiegheremo tutto quando sarai a Narnia con noi, quindi accetta il tuo
destino
e vieni che ti aiuto a metterlo perché sai
com’è…indossando questo potresti non
essere tanto esperta su come si mette” disse Lucy.
“Grazie…mia
regina.”riuscii a dire.
“Oh
no
dammi del tu. Anche Caspian te l’ha detto. Dai del tu anche
agli altri re. A
Glozelle e a Miraz naturalmente dai del voi. E questa regola vale per
l’incoronazione…”
Uscii
dalla mia stanza.
“Sono
un po’ ridicola, lo so. Mi abituerò”.
“Vieni,
affrettiamoci, entriamo qua.” disse Susan ignorandomi.
“Il
mio armadietto della sala? Dove tengo i piatti? Ma voi state
scherzando! Sapevo
che un armadio c’entrava con questa storia ma non
è il mio! E poi se si rompono?
Mia madre mi uccide!” dissi io.
“Dai
su non c’è tempo di discutere! Entriamo e
basta!” ribattè lei. Attraversammo
l’armadio e sbucammo sotto Cair Paravel.
“Siamo
a Narnia?” dissi io.
“Beh
tu che dici?” rispose re Edmund.
“Ma
non
c’erano rovine.” ribattei.
“E’
una lunga storia.” mormorò Caspian.
“Trumpkin…Trumpkin
dove sei?” chiamò Peter.
“Sono
qua re Peter”.
“Bene,
portaci alla tavola di pietra. Dobbiamo fare
un’incoronazione!” esclamò Peter.
“Ma
io
che c’entro?! Se siete voi i re e le regine di un tempo non
capisco cosa
c’entri io. La profezia diceva due figli di Adamo e due
figlie di Eva, non due
figli di Adamo e tre figlie di Eva” gli dissi.
“Su
non è il momento di perdere tempo! Ti spiegheremo
dopo.” rispose Lucy.
“E
Aslan?” a quella mia domanda tutti si fermarono di botto e
Susan disse un
“dopo” a denti molto stretti. Attraversammo una
gola sul fiume che vi scorreva.
“Sono
fermi, immobili” affermò Lucy.
“Beh,
sono alberi.” dissi io.
“Un
tempo danzavano.” ribatté lei.
“E
ora?” chiesi.
“Gli
ha fatto talmente schifo quello che loro ci hanno che si sono chiusi in
se
stessi.” mormorò Trumpkin con ripugnanza indicando
Glozelle e Miraz.
“Scusalo,
dopo ti diciamo.” disse Edmund bisbigliando.
“Non
possiamo passare per Beruna?”.
“No.”
disse
Caspian facendomi l’occhiolino per farmi capire che mi
avrebbero raccontato
tutto in seguito. Notai che il generale Glozelle e Miraz erano legati
mani e piedi
con delle corde. Mah chi lo sa. Evitammo Beruna, ma ci ritrovammo su
un’insenatura, poco più a est. Scendemmo dalla
barca e ci dirigemmo verso un edificio
incassato nella roccia e in mezzo agli alberi. Caspian slegò
le caviglie a
Glozelle e a Miraz e lui gli stava dietro con la spada puntata.
“E
questa sarebbe la tavola di pietra?? Nel sacrificio di Aslan era
all’aperto. Ma
siete sicuri??” interrogai io.
“Quale
sacrificio?” domandò Edmund.
“Ma
nessuno, Miriam si sarà di sicuro sbagliata!”
disse Susan enfatizzando l’ultima
frase.
“Non
gli avete detto niente?” le sussurrai.
“Ma
no, ovviamente.” rispose.
“Scusa
non lo sapevo.” mi scusai
“Per
fortuna non ti ha creduto!” esclamò.
“Già.”
risposi.
“Ehi,
aspetta,
ferma! Come fai a conoscere tante cose di noi?!” disse a quel
punto Peter
incredulo.
“I
racconti del professor Diggory spiegano tutto. Al di là di
Narnia voi siete
delle persone normali: tu sei Anna, tu Georgie, tu Skandar e tu
William.”.
“Ma
questo non cambia le cose, o forse sì. Aspetta, tu consci il
prof Diggory? E
che ti ha detto?”. Susan era più sbalordita di
Peter.
“Tutto
ciò che vi ho raccontato.” dissi.
“E
tu
non l’hai detto a nessuno vero??” disse Edmund. Per
un attimo ero rimasta
incantata: era veramente carino.
“No,
certo
che no…” riposi.
Dietro
di noi c’era Caspian che borbottava a Miraz e a Glozelle di
andare avanti. Doveva
essere talmente arrabbiato con loro da trattarli male anche se uno era
suo zio
e uno solo un generale. Ma quello con cui ce l’aveva di
più credo fosse Miraz. Si
capiva anche dal modo con cui gli diceva:
“Forza
Miraz, vai avanti, cammina santo cielo!!”.
Se per
caso non camminava lui ci andava pesante poi con i calci. Dai racconti
non me
lo ricordavo così Miraz. Insomma, un tempo era un tiranno e
assassino e adesso lasciava
conciare in quel modo da suo nipote Caspian. Non so, forse mi faceva
anche un
po’ pena. Glozelle no, invece. Forse era pure peggio di
Miraz. Lui al contrario
mi faceva ribrezzo. Ma questa era una mia impressione a prima vista.
Poteva
essere pure il contrario. Pensavo a cosa andavo incontro, pensavo se
quella
fosse stata la cosa giusta. Pensavo a Peter, Lucy, Susan, Edmund e
Caspian e al
loro coraggio a regnare, i primi quattro su Narnia e l’ultimo
su Telmar.
“Cos’hai?”
mi disse Lucy.
“Niente”
risposi semplicemente.
Mentre
rimuginavo sui miei pensieri ecco che stavamo per entrare dentro la
tavola di
pietra.