The peacemaker di bloodingeyes (/viewuser.php?uid=66367)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Venivano chiamati pacificatori
sociali e la loro era una
particolare casta della società vampirica. Il loro unico
compito era quello di
rasserenare gli animi del popolo e dei nobili, di appianare qualsiasi
divergenza e fare in modo che tutti potessero vivere una vita
tranquilla e
felice. Erano tenuti in gran considerazione persino dal re, che
richiedeva i
loro servizi quando la situazione a corte si faceva tesa. Erano quasi
tutti
ragazzi giovani e belli, spesso anche nobili, che passavano le loro
giornate ad
intrattenere altri uomini. Erano, agli occhi di Zane, soltanto delle
puttane di
alto borgo, nulla più. In realtà, ne capiva
l’utilità sociale: fra i vampiri le
donne erano così poche da potersi quasi definire delle
rarità. Il gene del
vampirismo non attecchiva bene al cromosoma X mentre era molto facile
che si
legasse all’Y, per cui per ogni vampira c’erano
circa 100-150 vampiri maschi.
Da qui si capiva perché questi pacificatori
fossero così importanti per la società:
l’astinenza sessuale non fa bene a
nessuno.
Però
Zane non si riusciva a capacitare del fatto che suo padre lo stesso
incoraggiando, quasi costringendo, a diventare un frequentatore di
quell’ambiente. Lui non era interessato a fare sesso con
altri ragazzi: lui era
fidanzato ad una ragazza, era uno dei pochi fortunati che avrebbero
avuto una
donna accanto per il resto della vita e non capiva perché
avrebbe dovuto
interessarsi anche agli uomini. Ma suo padre fu irremovibile su
quell’argomento
e un giorno lo portò con sé alla Casa, il
bordello della città. Prima di
scendere dalla carrozza suo padre gli diede un ciondolo con attaccato
un grosso
rubino
-Non
te lo togliere per nessuna ragione- gli disse l’uomo
tremendamente serio mentre
se ne metteva al collo uno simile e il suo volto si trasfigurava per
magia,
dandogli tutt’altro aspetto –nessuno deve sapere
che siamo qui- il giovane
annuì e si mise a sua volta il ciondolo addosso,
nascondendolo sotto la camicia
e la giacca. Si specchiò nel vetro della carrozza ritrovando
ancora un bel viso
pallido, i capelli neri raccolti in una treccia stretta e i suoi occhi
di un
rosso sano ed intenso, ma era un po’ differente: in naso un
po’ storto, le
sopracciglia con una curva diversa e le labbra più sottili.
Sul suo polso
destro era sparita la cicatrice che aveva da quando era nato e,
immaginò,
doveva essere sparita anche la voglia sul retro collo. Suo padre fu il
primo ad
uscire dalla carrozza e quasi si fiondò dentro la Casa che,
non fosse stata per
l’insegna sopra la porta, sarebbe sembrata una delle tante
della via. Le mura
bianche e le finestre grandi, decorate da intarsi floreali, due
alberelli di
rose rosse ai lati del grande portone di legno chiaro e
nient’altro di
particolare. Una casa come tutte le altre. Zane entrò e fu
stupito da non
ritrovarsi già davanti qualche coppietta che amoreggiava, ma
in un piccolo
atrio con diverse porte, molti dipinti di paesaggi e nature morte e una
grande
scalinata che portava ai piani superiori. Al centro
dell’atrio c’erano alcuni
divanetti color crema e un tavolo su cui erano appoggiati alcuni
giornali, una
scatola di sigari con portacenere e un vaso di fiori. Non si sentivano
sospiri
o altri gemiti sessuali, solo una melodia tranquilla e piacevole. Zane
era
sorpreso, si era aspettato un ambiente decisamente più
discinto, con uomini che
scopavano da tutte le parti, in tutte le posizioni e invece quella
continuava a
sembrare una casa normale
-Ragazzo,
entra, non ho tutta la giornata!- lo richiamò suo padre
impaziente, stava di
fianco ad un altro ragazzo della stessa età di Zane con i
capelli biondi
raccolti in una coda e gli occhi rossi molto intensi, segno che aveva
mangiato
da poco. Era bello, dovette ammettere, alto e magro, vestito con gusto
e con un
sorriso piuttosto piacevole. Zane gli prese una mano e gliela
baciò, come era
costume fare, e il ragazzo fece altrettanto
-Sono
Aaron, molto piacere- si presentò per poi aggiungere rivolto
verso mio padre
–volete che vi accompagni alla stanza di Rama?-
-No,
no! Faccio da solo… occupati piuttosto mio
figlio… potrebbe scappare se non lo
si tiene d’occhio, non era molto felice di venire qui,
pensava di trovare gente
mezza nuda appena entrato… -
-Papà-
sibilò bloccandolo il ragazzo sapendo che il genitore poteva
diventare
decisamente logorroico se ci si metteva d’impegno
-Va
bene… - fece lui sorridendogli –ci vediamo
più tardi-
-Si,
sparisci… - l’uomo non se lo fece ripetere e si
fiondò su per le scale
-Vi
accompagno dal vostro ragazzo- fece Aaron precedendolo nel corridoio
-Non
sei tu?-
-No,
signore io non sono che un accompagnatore… -
-Ah-
fece l’altro. Aaron si fermò davanti alla terza
porta a destra prima del fondo
e bussò due volte senza ricevere risposta. Sbuffando
aprì la porta ed entrò,
chiedendo di aspettare all’ospite che però
entrò lo stesso –Safi! Sveglia! Il
tuo cliente è già arrivato, che figure ci fai
fare?- brontolò Aaron mentre
tentava di srotolare quel gigantesco bozzolo di coperte sopra al letto
–Safi!-
lo chiamò ancora prima di finire lungo disteso sul letto,
con un altro ragazzo
mezzo nudo sopra
-Preso!-
fece l’altro ridendo
-Safi!
Smettila di fare lo scemo! Stai facendo aspettare il nostro ospite-
-Si,
si!- fece l’altro annoiato, lasciando andare Aaron mentre si
risistemava i
capelli. Li aveva lunghi e castani, leggermente ondulati, la pelle era
meno
pallida del normale e il suo corpo era semplicemente perfetto: neanche
un
grammo di grasso, i muscoli ben delineati ma non tanto da poterlo
definire
palestrato, non era molto alto ma era bellissimo. Zane più
che eccitarsi si
ingelosì, avrebbe voluto essere lui così bello e
perfetto
-Oh!
Signore, scusate se vi ho fatto aspettare!- fece Aaron, scendendo dal
letto
dopo aver fulminato per un ultima volta l’altro ragazzo che
tornò a distendersi
placido sul letto –Safi vi soddisfa?- chiese. Zane
guardò il ragazzo sul letto
e annuì. Che altro poteva fare in fondo? Aaron sorrise
compiaciuto e fece per
uscire, lasciandoli soli, ma non si dimenticò di redarguire
un’ultima volta
Safi, che gli rispose ridendo. Quando la porta si chiuse Zane si
avvicinò al
letto dove l’altro ragazzo era rimasto disteso ad aspettarlo
placidamente,
giocherellando con la sveglia
-Ciao,
io sono Safi,- fece sorridendogli e guardandolo negli occhi per la
prima volta.
Zane rimase sorpreso nel guardarlo in viso per la prima volta da
così vicino.
Era bello, davvero bello: labbra piene e rosee, un naso dritto, gli
zigomi poco
pronunciati e, in complesso, un viso piuttosto dolce e attraente. Ma
quello che
shoccò Zane furono gli occhi: il destro era rosso mentre il
sinistro era blu
come il mare. Era il primo vampiro che Zane avesse mai visto con gli
occhi di
un colore diverso dal rosso ed era eccezionale, bellissimo. Safi gli
sorrise e
si sedette
-Vi
piaccio?- chiese il ragazzo accarezzandogli la guancia e i capelli
-I
vostri occhi sono bellissimi- venne normale rispondere a Zane, che
però si
diede subito dello stupido: che risposta idiota era quella?
Probabilmente
l’altro se lo era sentito dire milioni di volte. Invece Safi
sobbalzò sorpreso
e si ritirò, un po’ imbronciato
-Nessuno
trova gli occhi di un mezzosangue belli- rispose acido, nascondendo il
viso
dietro i capelli. Zane glieli scostò e lo fece voltare
delicatamente
-Io
li trovo splendidi- gli disse sinceramente. Safi lo guardò
per qualche istante,
cercando di capire se mentisse o se lo stesse prendendo in giro, ma
alla fine
sorrise a sua volta
-Grazie-
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Zane
tornò alla Casa circa una quindicina di volte in meno di tre
mesi. Quando si
accorse di quante volte si fosse recato in quel posto in
così poco tempo rimase
lui stesso basito: non pensava neppure di ritornare dopo la prima
volta. Non
che se ne fosse andato insoddisfatto, tutt’altro, ma non
pensava di essere una
persona che aveva bisogno di quel tipo di compagnia e di quel modo per
calmarsi. Certo, doveva ammettere che dopo qualche ora con uno dei
ragazzi
della Casa era decisamente più rilassato e contento ma, da
ritrovarsi
soddisfatto da una sporadica visita, a diventare cliente abituale
c’era un bel
passo. Zane non voleva essere uno di quei nobili che passavano la
metà della sua
vita nei bordelli, non lo voleva decisamente.
Sfortunatamente
fra il suo proposito e la realtà c’erano due
ostacoli: primo suo padre che
continuava a incoraggiarlo a frequentare la Casa e secondo, sempre suo
padre,
che aveva capito di aver fatto centro al primo colpo con Safi. Zane ne
era
rimasto ammaliato già dal primo incontro ma poi ancora di
più. Safi era
sicuramente un ragazzo unico, fra i vampiri quell’allegria e
quella
spensieratezza che lo contraddistinguevano erano una vergogna. I
vampiri non
sorridevano mostrando i denti, con tutto il sentimento e la
felicità che a Safi
illuminavano il viso e gli occhi, e sicuramente nessuna altro giocava
fuori e
sotto le coperte come faceva lui. Zane ne era affascinato, gli piaceva
vederlo
sorridere e alle volte si trovava coinvolto nelle sue risate, tanto che
poi le
guance gli facevano male per mezza giornata.
Il
padre di Zane aveva iniziato a fissargli appuntamenti su appuntamenti
con tutti
i ragazzi ma spesso Zane rifiutava. Solo quando notò che gli
unici appuntamenti
che gli era impossibile respingere erano quelli con Safi
capì di aver fatto
centro.
Zane
si ritrovava ad essere tremendamente impaziente quando veniva fissato
un
appuntamento con Safi e, si accorse, ogni volta peggiorava. Temeva
terribilmente
che avrebbe iniziato a fiondarsi nella Casa come suo padre ma
l’idea di poter
avere ancora Safi fra le sue braccia, di baciarlo, di sentirlo ridere,
cancellava tutto. Voleva chiedere a suo padre se sentiva anche lui la
stessa
cosa quando andava da Rama, ma aveva paura che poi si sarebbe dilungato
su
particolari che nessun figlio voleva sentirsi raccontare dal proprio
genitore.
Safi
si stava sistemando i capelli quando Zane entrò: aveva
questa fissazione di
intrecciare ogni mattina fra i capelli dei dischetti dorati che
tintinnavano ad
ogni movimento, l’aveva visto senza solo due volte e solo
perché si era appena
svegliato
-Buona
sera signore- fece Safi alzandosi per andarlo a salutare con un bacio.
Zane lo
strinse per i fianchi per non dover interrompere quel bacio e
l’altro ragazzo,
ridendo, lo portò al letto senza smettere di baciarlo
–mi sembrate impaziente,
signore, vi è successo qualcosa?- gli chiese Safi mentre si
separavano per
riprendere fiato
-Nulla-
gli rispose semplicemente Zane. Non intendeva dirgli che,
semplicemente, non
vedeva l’ora di rincontrarlo. L’altro ragazzo
alzò appena un sopracciglio e gli
sorrise, non gli aveva creduto ma non voleva contraddirlo quindi
tornò a
baciarlo, litigando con i bottoni della camicia così
dannatamente piccoli. Zane
però lo bloccò
-Ho
un regalo per te- l’altro ragazzo lo guardò
sorpreso
-Per
me?-
-Si…
ho pensato che ti avrebbe fatto piacere, non è normale fare
dei regali al
proprio… preferito?- gli
fu difficile
dire l’ultima parola perché aveva il suono di
qualcosa di sbagliato, sporco.
Safi spalancò gli occhi, sorpreso
-Sono
il vostro preferito?- chiese sconcertato
-Si,
immagino di si… -
-Ma
siete sicuro?-
-Penso
di si… - fece Zane, impacciato da quelle domande
–comunque lo vuoi il regalo o
no?- aggiunse rudemente per cambiare discorso
-Si-
gli rispose l’altro ragazzo sorridendo entusiasta. Zane si
alzò e andò a
raccattare il sacchetto che aveva lasciato all’entrata e lo
consegnò all’altro
ragazzo che lo aprì senza indugio, estraendo una bottiglia
dal collo molto
lungo contenente un liquido rosato. Sull’etichetta nera e
dorata si leggeva
“Carsher” in caratteri nobili –oh! Mio
Dio! È vero? Cioè, non è uno scherzo,
vero?- chiese sorpreso ed eccitato Safi
-Si,
è vero Carsher dell’Altro Mondo- gli rispose Zane,
sorridendo di quella
reazione così entusiasta –avevi detto di volerlo
assaggiare e così me lo sono
procurato- aggiunse con una scrollata di spalle, come se non fosse
importante
-Ma
è Carsher!- fece l’altro ragazzo, rigirando e
ammirando la bottiglia come fosse
una reliquia sacra –Costa dei milioni solo berne un calice!
La bottiglia sarà
costata… -
-Il
suo giusto- lo interruppe Zane per poi aggiungere –allora lo
beviamo?- Safi
andò a prendere due bicchieri mentre l’altro
stappava la bottiglia
-Persino
l’odore è magnifico- fece Safi, per poi arrossire
e aggiungere –non dovevate
farlo… -
-Perché
no?- gli chiese Zane stupito
-Perché
io sono solo mezzo vampiro-
-Lo
so, e allora? Ti farà stare male?-
-No,
non penso… però io non sono un vampiro-
-E
allora?- chiese ancora, non comprendendo dove fosse il problema
-A
nessuno piacciono i bastardi- gli rispose tristemente Safi
-A
me piaci- gli rispose Zane, alzandogli il mento e spostando i capelli
per
poterlo guardare negli occhi –sei splendido-
l’altro arrossì e sorrise
-Siete
probabilmente l’unico di questo mondo che la pensa
così… -
-Tanto
meglio… - gli rispose Zane sorridendo mentre faceva
tintinnare i bicchieri
l’uno contro l’altro –così
sarai solo mio- e detto questo si portò velocemente
il bicchiere alle labbra per nascondere l’imbarazzo dovuto a
quella frase così
sdolcinata che gli era scivolata dalle labbra con una naturalezza
indecente.
Safi gli sorrise e bevve a sua volta, spalancando gli occhi quando
sentì il
sapore. Il Carsher era una particolare miscela di sangue umano, vino
bianco di
uve Chardonnay e vaniglia, detto anche lo “Champagne dei
Vampiri”, era il più
ricercato e pregiato dei vini. Il sapore era indescrivibile: non sapeva
né di
sangue, né di vino ma aveva un gusto unico, mentre
l’odore era delicato e la
fragranza di vaniglia era a mala pena accennata
-È
delizioso!- Zane rise per la sua espressione sconcertata
-Sono
felice che ti piaccia- gli disse mentre ne beveva un altro sorso. Safi
finì a
sua volta il contenuto del suo bicchiere e si allungò a
baciare l’altro ragazzo
-Adesso
lasciate che vi ringrazi a dovere- gli sussurrò suadente
mentre riprendevano a
baciarsi e carezzarsi sempre più intimamente.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Zane
si rigirò fra le coperte del suo letto. Era sveglio da ormai
un ora, cosa
insolita per lui, ma pensieri davvero strani lo stavano tormentando.
Cosa
provava? Cosa realmente sentiva per Safi? Negli ultimi tempi avrebbe
quasi
potuto assicurare che lo amava ma era davvero così, oppure
stava scambiando la
lussuria per vero amore? Il piacere che provava a letto era indubbio ma
poi
cos’era quello strano rimestamento di stomaco che sentiva
tutte le volte che lo
vedeva e quella tristezza quando lo doveva lasciare? Erano anche quelli
sentimenti legati al sesso oppure c’era
qualcos’altro?
Il
giovane vampiro si alzò ringhiando dal letto pensando a
quanto fossero stupidi
e complicati i sentimenti. La sua tata Kashe, un vecchietto di 18.700
anni, si
sorprese quando lo trovò già vestito e impegnato
-Signorino,
qualcosa non va?- chiese la vecchia tata mentre rifaceva il letto e
resettava
la stanza. I movimenti rallentati e la schiena gobba lo facevano
sembrare
ancora più vecchio di quanto in realtà non fosse
-No…
è che… non so… - borbottò
Zane
-State
male, signorino? Non vi ho mai visto così… - si
preoccupò il vecchio
prendendogli le mani fra le sue che erano brutte, adunche e rugose ma
che al
ragazzo ricordavano tanto l’infanzia e le uniche carezze che
avesse mai
ricevuto. Kashe l’aveva cresciuto al posto dei suoi genitori:
suo padre era
sempre stato troppo impegnato nei suoi affari e nelle sue visite alla
Casa,
mentre sua madre, perché Zane aveva anche una madre e non
due padri,
semplicemente non era in grado di occuparsi di un bambino: era troppo
bella,
troppo unica, troppo viziata per poter pensare a qualcosa che non fosse
sé
stessa. Kashe e gli altri servi erano stati l’unica famiglia
di Zane. Niente
genitori, niente fratelli, Zane era profondamente legato a tutti i suoi
servi
ma a Kashe in particolare: quel vecchio vampiro gobbo, zoppo e sdentato
che da
piccolo lo terrorizzava per quanto era brutto adesso era
l’unico di cui si
fidasse
-Kashe…
possibile io mi sia innamorato?- chiese alla tata
-Penso
sia possibile- gli rispose il vecchio mentre gli risistemava la camicia
–penso
di aver visto in voi qualche segno d’amore e sarebbe
bellissimo se vi foste
innamorato della vostra futura sposa… - Zane
sobbalzò a quelle parole. Era
fidanzato a Catalina, l’aveva quasi dimenticato. E dire che
meno di 6 mesi
prima la vampira era sempre nei suoi pensieri Ora, invece, nei suoi
pensieri
c’era sempre e solo un sorriso e una coppia di occhi, uno blu
e uno rosso
-E
se non mi fossi innamorato di Catalina? Se mi fossi innamorato di un
ragazzo?-
fece Zane
-Sarebbe
altrettanto bello- gli rispose Kashe con una smorfia che il ragazzo
aveva
imparato a riconoscere come un sorriso
-E
se fosse un pacificatore sociale?- il sorriso della tata
sbiadì un poco
-Andrebbe
un po’ meno bene, ma se smettesse di esercitare la sua professione non ci sarebbero
problemi… -
-E
se fosse mezzo umano?- chiese ancora Zane. La tata lo guardò
negli occhi e
sospirò
-No,
signorino… questo non andrebbe bene-
-Lo
temevo-
-Signorino…
- fece per dire la tata ma venne subito interrotto
-È
solo che non so più che fare! Lo so che non dovrebbe neanche
interessarmi: è un
ragazzo, un pacificatore e pure mezzo umano… capisco che
dovrebbe essere solo
un passatempo ma, per quanto mi sforzi di considerarlo solo una cosa
passeggera, un divertimento, proprio non ci riesco e non capisco
perché… io ho
paura di essermi innamorato, non ne sono sicuro ma non andrebbe per
niente
bene, vero? In fondo questo tipo di matrimoni sono altamente
screditati… e poi…
-
-Signorino-
lo richiamò Kashe con il suo sorriso ghignante
–calmatevi, vi prego… a tutto
c’è una soluzione… - gli
assicurò carezzandogli una guancia protettivo
-Ma…
- cercò di ribattere Zane. La tata però lo
tacitò nuovamente
-Capisco
siate spaventato: siete così giovane e conoscete
così poco del mondo e di voi
stesso, ma datemi retta: se c’è qualcuno che
riesce farvi balbettare, arrossire
e preoccupare tutto insieme allora non lo dovete lasciare andare per
nessuna
ragione-
-Io
non balbetto- borbottò Zane, arrossendo fino alla punta
delle orecchie
-Ma
arrossite e sorridete come solo gli innamorati sanno fare-
-Quindi
sono innamorato?- chiese il ragazzo
-Si,
e vi prego di non dirlo come se fosse una brutta malattia o una
condanna a
morte-
-Sono
innamorato- ripeté il giovane per poi rimanere in silenzio
-Signorino?-
fece la tata per richiamare la sua attenzione
-Kashe
mi prometti che non dirai niente a nessuno?- gli chiese, allora, il
ragazzo
-Ve
lo prometto solo ad una condizione, signorino: che mi sveliate il nome
del
ragazzo che vi ha così stregato-
-Safi-
gli rispose con un sorriso, arrossendo sempre di più
–si chiama Safi-
-Siete
decisamente innamorato- fece Kashe ridendo a sua volta mentre gli
carezzava le
guance e i capelli –e sono così felice per voi-
Zane
aprì il giornale e lesse pigramente le notizie di quel
giorno mentre aspettava
che Safi si liberasse. Era la prima volta che gli capitava, solitamente
gli
bastava chiedere e lo trovava sempre pronto, non doveva mai aspettare
-Signore-
lo richiamò un accompagnatore –Safi si
è liberato, fra pochi minuti potrete
andare- Zane annuì e sorrise spontaneamente, ringraziando.
Un altro vampiro,
più vecchio della media dei ragazzi della casa, gli si
affiancò mentre si
risistemava la giacca
-Desiderate
qualcosa?- gli chiese Zane, infastidito dallo sguardo
dell’altro
-Siete
venuto per Safi?- gli chiese lo sconosciuto
-Si,
perché?-
-Oh,
nulla, semplicemente ve lo sconsiglio… non è poi
questo gran che!-
-E
io penso che non siano affari vostri- ribatté Zane.
L’altro alzò le mani in
segno di resa
-Vi
stavo solo dando un consiglio, non offendetevi! Io l’avevo
provato ancora
quando era appena arrivato ed era penoso però, visto quante
volte è stato
richiesto questo mese, pensavo fosse migliorato. Invece, niente:
è ancora il
bastardo lagnoso dell’ultima volta-
-Ritirate
quello che avete appena detto- ringhiò Zane alzandosi in
piedi di scatto
-Perché
dovrei?- fece l’altro strafottente. A dividerli prima che
cominciasse una rissa
arrivò uno degli accompagnatori
-Signore
potete andare- fece il ragazzo verso Zane per poi aggiungere
–Safi ormai
dovrebbe essere pronto… - Zane ringhiò un ultima
volta e si diresse verso la
camera da letto. L’aveva irritato quel dannato nobile, perso
nei suoi pensieri
non si accorse subito che Safi non c’era. Si
guardò attorno nella stanza,
cercandolo, ma non lo vide. Il letto era integro, tutto era nel solito
ordine
ma Safi non c’era. Stava per tornare nella hall quando si
accorse di una gamba
che spuntava da dietro il letto e capì che, come al solito,
Safi stava giocando
-Ti
ho visto- rise Zane mentre girava attorno al letto aspettandosi che
l’altro
ragazzo, ora che era stato scoperto, si alzasse e lo abbracciasse o lo
baciasse, o entrambe le cose. Rimase impietrito invece quando lo vide.
Era legato
con le mani dietro la schiena alla sponda del letto, aveva una benda a
coprirgli gli occhi e una specie di laccio in bocca. I vestiti erano
completamente stracciati e il corpo del ragazzo, scosso da tremiti, era
livido
e sporco di saliva e sperma. Zane si inginocchiò, coprendolo
con le lenzuola e
togliendogli quel laccio dalla bocca e la benda. Safi lo
guardò assottigliando
gli occhi pieni di lacrime, cercando di metterlo a fuoco e, quando ci
riuscì
sorrise
-Ciao-
disse con voce roca e bassa il ragazzo mentre tremava e le lacrime
scendevano
dalle sue guance in silenzio. Zane l’abbracciò di
slancio per poi liberarlo
dalle corde che gli tenevano imprigionati i polsi
-Chi
ti ha fatto questo?- gli chiese. Safi però non rispose,
cercando invece di
alzarsi
-Scusate,
devo andarmi a ripulire… - sussurrò il ragazzo ma
ricadde in ginocchio senza
forze, rischiando di svenire. Zane lo afferrò prima che
cadesse e lo distese
sul letto, coprendolo di nuovo –mi spiace, non sono tanto in
forma oggi… -
sussurrò Safi a fatica
-Non
fa nulla- gli assicurò Zane, accarezzandolo dolcemente sul
viso, cercando di
non sfiorare dove il laccio aveva stretto lasciando degli orribili
segni rossi
-Mi
spiace- sussurrò un’ultima volta Safi prima di
perdere conoscenza. Zane si alzò
di scatto e uscì dalla stanza, l’altro nobile era
ancora nell’atrio ad
importunare e palpeggiare un altro ragazzo
-Hey!
Tu!- gli urlò Zane. L’altro non ebbe neppure il
tempo di voltarsi che si
ritrovò steso a terra da un pugno in faccia che gli ruppe il
naso e gli spaccò
un labbro
-Ma
che vi prende?- urlò stupito il nobile cercando di
tamponarsi il sangue che
usciva copioso dal naso e dalla bocca
-Osa
ancora avvicinarti a Safi e ti ammazzo!- gli intimò Zane
-Siete
impazzito? Mi avete dato un pugno per un bastardo?- urlò
sconcertato il nobile.
Zane ringhiò un'altra volta più ferocemente e
l’altro urlò terrorizzato –va
bene, va bene! Non lo tocco più! Me ne vado!-
fuggì via a gambe levate, con
ancora il sangue che gli usciva a rivoli dal naso e non
tornò più alla Casa.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Il
padre di Zane stava guardando il ragazzo da un po’ e non
poteva trattenersi dal
sorridere
-Sei
impaziente- gli disse
-Non
è vero- gli rispose il figlio continuando a leggere il
giornale
-Si
che lo sei, altrimenti ti saresti accorto di stare leggendo il giornale
alla
rovescio- Zane sussultò e guardò il quotidiano
che teneva fra le mani per poi
appallottolarlo e gettarlo sul fondo della carrozza
-Sono
solo sovrappensiero- si difese mettendo il broncio. Suo padre sorrise e
gli
rispose con un verso poco convinto
-Preoccupato
per il tuo preferito?- gli chiese
-Non
è il mio preferito-
-Ah
no?- fece suo padre piuttosto scettico
-No,
è… è il mio amante!-
-Stessa
cosa- gli rispose suo padre, che non trovava differenza fra i due
termini –ma
mi spieghi cosa ci trovi?- gli chiese l’uomo
–cioè… è umano, è
particolare e
immaginavo che ti sarebbe piaciuto ma non mi aspettavo così
tanto… cos’ha che
gli altri non hanno?-
-È
umano- gli rispose Zane–e sorride come nessun’altro
vampiro è in grado di fare-
il padre di Zane non capì ma il ragazzo non si aspettava che
capisse, se
l’avesse fatto se ne sarebbe innamorato anche lui.
Safi
era sul letto, dentro un bozzolo di coperte, intento a fissare il vuoto
più
assoluto con in mano una tazza di the fumante. Zane si sedette al suo
fianco,
carezzandogli la guancia
-Ciao-
gli fece dolcemente. Safi si voltò a guardarlo e
cominciò di botto a piangere
–hey! Che succede? Stai male? Ti hanno fatto del male?- gli
chiese Zane
apprensivo mentre gli toglieva la tazza dalle mani perché
non si scottasse
-No,
scusi… sto bene… - gli assicurò Safi
fra le lacrime
-Sei
ben poco convincente- gli rispose Zane facendolo ridere per un attimo
–Cos’è
successo?- gli chiese ancora, dolcemente, cercando di sciogliere almeno
un poco
quel bozzolo di coperte dove si era rintanato
-Vi
state per sposare?- gli chiese Safi a bruciapelo, tanto che Zane rimase
imbambolato a fissarlo
-Si-
ammise
-Quando?-
-Fra
una settimana o poco più-
-Con
una vampira?- chiese ancora Safi
-Come
fai a saperlo? Te lo ha detto mio padre?-
-No,
me lo ha detto lei… Catalina- Zane ammutolì e ci
mise parecchio prima di
riuscire a riprendersi
-L’hai
incontrata?- gli chiese sorpreso
-È
venuta questa mattina, voleva parlarmi… -
-E
cosa vi siete detti?- chiese sempre più rigido Zane. Safi si
asciugò gli occhi
e sfiorò il ciondolo rosso che pendeva dal collo di Zane
-Mi
ha rinfacciato che lei sa chi siete, che sa qual è la vostra
identità, quel’è
il vostro vero volto… mentre io non sono neanche sicuro se
Zane sia il vostro
vero nome-
-Lo
è- gli assicurò l’altro
-Non
è questo il punto- fece Safi –il fatto
è che voi siete fidanzato e per giunta
con una donna, una vampira! Era la prima volta che vedevo una vampira
in vita
mia… non dovreste essere qui con me! Siete stato fortunato a
trovare una donna,
non dovreste farla soffrire in questo modo-
-Catalina
non soffre perché non le sono fedele- sbuffò Zane
irritato –lei ha solo paura
che non la sposerò e che non potrà avere i miei
soldi… se non fosse una donna
non si sarebbe neppure potuta avvicinare a me, figurasi sposarmi!-
-La
stessa cosa può dirsi di me- borbottò Safi
–se non fossi stato un pacificatore
voi non vi sareste mai neanche avvicinato a me-
-Non
è vero!- gli assicurò Zane.
L’occhiataccia che gli riservò Safi
però fu più
esaustiva di mille parole e Zane dovette ammettere che era vero: in
un'altra
situazione non l’avrebbe mai considerato. Safi era bellissimo
e unico ma era in
parte umano e gli umani erano una razza inferiore ai vampiri. Loro
così deboli
e imperfetti. Per un vampiro avere anche solo un antenato umano era un
grandissimo disonore
-Non
dovreste più venire qui- gli disse Safi, raggomitolandosi
ancora di più nelle
coperte –non dovete trattate vostra moglie in questo modo,
non è giusto per
nessuno-
-Ma
io non la amo!- cercò di difendersi Zane
-Allora
perché la sposate?-
-È
un matrimonio combinato… non posso sottrarmene-
-Persino
io so che ci sono almeno 80 modi per sottrarsi ad un matrimonio
combinato!-
Safi lo guardò irritato. Lui era mezzo umano ma non era
stupido: conosceva le
leggi dei vampiri e sapeva che nessuno, fra la gente comune e i piccoli
nobili,
era costretto al matrimonio.
-Per
me non valgono quei modi- gli disse Zane con amarezza
-Perché?
Siete così in alto nella gerarchia nobiliare da dover
sottostare alle leggi
straordinarie?- Zane ammutolì e si alzò, dandogli
le spalle. Safi rimase nel
suo bozzolo a guardarlo in silenzio per alcuni minuti e poi
sospirò, capendo
che l’altro non gli avrebbe risposto. Safi aveva capito da
molto tempo che
l’altro era un nobile e da qualche tempo aveva persino capito
che era piuttosto
in alto nella gerarchia ma non si sarebbe mai aspettato che fosse
così nobile a
dover sottostare alle leggi straordinarie, quelle che permettevano ai
vampiri
nobili di rimanere il più puri e incontaminati dal sangue
umano e che davano
loro grandi poteri e privilegi. Zane non aveva ammesso di appartenere a
quella
casta, ma il suo silenzio era molto più eloquente
–va bene- disse Safi,
cercando di non pensare che era in compagnia di un vero nobile, e
cercando di
essere il più rilassato possibile -penso di essere troppo
invadente… in fondo
voi non venite qui per sentirvi fare la predica, giusto?- Zane si
voltò appena
a guardarlo mentre Safi si alzava e le coperte scivolavano via e
rimanevano sul
letto. Safi andò affianco all’altro ragazzo, che
ancora non lo guardava, gli
accarezzò la spalla, scendendo il braccio e
intrecciò le dita con le sue. Zane
allora si voltò e lo baciò sulla fronte,
scendendo fino alle labbra. Safi
svestì entrambi fra un bacio e l’altro e poi lo
condusse sul letto sfatto
-Non
posso dirti chi sono, Safi, proprio non posso… - gli disse
Zane fra un bacio e
una carezza, guardandolo diritto negli occhi –ma sappi che se
potessi, se ci
fosse un solo modo per rompere il mio fidanzamento lo farei e ti
sposerei
immediatamente… -
-Anche
se non sono completamente vampiro?- gli chiese Safi sorpreso
-Non
mi interessa cosa sei, ti amo per quello che sei- gli disse Zane
baciandolo
-Mi
amate?- ripeté sempre più sorpreso Safi
-Si…
hemm… a quanto pare si… - balbettò
Zane mettendosi a sedere, arrossendo, impacciato
nell’esternare i suoi sentimenti –cioè
mi piaci e… mmm… non ti vorrei mai
lasciare e… sto dicendo un mucchio di scemenze, rendendomi
ridicolo-
-No-
gli assicurò Safi sorridendo –non siete ridicolo,
mi fa molto piacere sentirvi
dire queste cose: che mi volete, che vi piaccio…
nessun’altro me l’ha mai
detto-
-E
io ti piaccio?- gli chiese Zane, cercando di non far tremare la voce
per
l’emozione
-Si,
mi vi amo anch’io- gli assicurò Safi allungandosi
a baciarlo ma l’altro si
ritirò
-Smettila
di darmi del Voi, santo cielo! È troppo freddo! Chiamami per
nome!-
-Zane-
sussurrò l’altro ragazzo più e
più volte mentre riprendevano a baciarsi e a
rotolarsi nel letto.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Zane
si alzò dal letto svogliatamente mentre la sua tata apriva
le tende e gli
serviva la colazione: due briosce con confettura sanguigna
all’odore di lampone
e il chai: una miscela di the, latte, sangue e varie spezie. Il giovane
vampiro
non si era svegliato di buon umore quella mattina perché non
era riuscito a
ritagliarsi, fra i vari appuntamenti, neppure una mezz’ora da
condividere con
Safi e questo lo irritava oltre ogni dire. La sua tata Kashe gli
preparò ai
piedi del letto la sua tenuta da cavallo e iniziò ad
elencargli gli impegni di
quella mattina
-Il
duca di Auvex e i suoi paggi vi aspettano per la cavalcata mattutina,
dopodiché
si uniranno a voi per la seconda colazione anche i lord di Termira e de
la
Vallè… -
-Allora
dovevo magiare meno questa mattina… - sbuffò Zane
mentre con un morso mangiava
mezzo cornetto, sporcandosi di ripieno tutta la faccia
-Non
fate il bambino- lo ribeccò bonariamente la tata per poi
continuare –avete un
udienza da vostro padre, una cosa di mezz’ora al
massimo… poi c’è la lezione di
tiro con l’arco, il maestro di buone maniere e quello di
letteratura si sono
scambiati la lezione e quindi prima di mangiare avrete
letteratura… poi c’è il
pranzo e le lezioni del pomeriggio: danza, portamento e poi gli
appuntamenti…
alle 16 Catalina vi verrà a trovare… -
-Che
palle!- sbuffò Zane
-Signorino,
è la vostra fidanzata! È normale che voglia stare
con voi! Soprattutto ora che
manca così poco al matrimonio-
-Palle!-
-Signorino,
non usate questo linguaggio scurrile!- lo ribeccò la tata.
Zane si imbronciò e
fu di pessimo umore per tutta la cavalcata. Il suo umore non
migliorò neppure
di fronte alla torta con doppia glassatura che gli servirono alla
seconda
colazione. Ma fu l’imminente incontro con suo padre a
demoralizzarlo del tutto.
Proprio non ne aveva voglia di vederlo, temeva che gli volesse
aggiungere altre
lezioni o, peggio, che gli iniziasse a raccontare qualche altro
terribile
aneddoto sulla vita coniugale. In fondo al matrimonio mancavano solo 3
giorni
-Buon
giorno padre- lo salutò il ragazzo formalmente ma
l’uomo non gli prestò molta
attenzione e gli lanciò un mantello mentre si preparava a
sua volta per uscire
-Rama
mi ha mandato un messaggio- gli spiegò lanciandogli una
lettera aperta e
stropicciata
-E…
quindi?- fece il ragazzo, non capendo quell’agitazione
-Mi
ha chiesto di portarti alla Casa, a quanto ho capito il tuo amante deve parlarti al più
presto ma,
come al solito, tua madre ha intercettato la tua posta e non te
l’ha fatto
sapere- la madre di
Zane era fortemente
contraria alla frequentazione del Casa, trovava fosse disdicevole che
l’unico
figlio ed erede, prossimo alle nozze, passasse tutto il suo tempo in
compagnia
di un pacificatore. Alla donna, in realtà, dava molto
più fastidio che il
figlio si interessasse ad un mezzo umano. Non avrebbe fatto tutte
quelle storie
se Zane si fosse intrattenuto con un qualsiasi altro ragazzo che fosse
stato un
vampiro puro
-Sai
se sta bene?- gli chiese Zane mettendosi a sua volta il mantello sulle
spalle
-No,
Rama non mi ha detto nulla, mi ha solo detto di arrivare prima delle 3
ma non
il perché… -
-Signore
la carrozza è pronta- li avvisò uno dei servi.
Lasciarono casa in tutta fretta
senza dire niente a nessuno. Zane era tremendamente preoccupato che
fosse
successo qualcosa di brutto a Safi.
Zane
entrò nella stanza senza bussare e quello che
trovò lo sorprese e lo bloccò sul
posto. Safi era seduto sul bordo del letto, in parte arrotolato nelle
coperte
come era solito fare quando era pensieroso o comunque preoccupato ma
era,
soprattutto, bellissimo. Si era lisciato i capelli che ora scivolavano
attorno
al suo viso, impreziositi da dischetti dorati e gemme rosse e blu come
i suoi
occhi. Aveva un colorito più roseo e sano del solito e anche
le labbra
sembravano più rosse
-Ciao-
lo salutò Safi sorridendo. Zane si riscosse e fece alcuni
passi per andargli
incontro ma si bloccò di colpo quando l’altro si
alzò in piedi, scoprendosi
completamente. Portava un abito strano, come Zane non ne aveva mai
visti, di
una stoffa nera e lucida. Era un vestito che lasciava le spalle e le
braccia
scoperte, scendendo fino a terra a sfiorare il pavimento. Quando Safi
si
muoveva la gonna si apriva appena e lasciva intravedere quello che
c’era sotto.
Ai polsi, alle caviglie e sui fianchi erano fissati sottili anelli e
catenine
d’oro con incastonati rubini e smeraldi. Zane non riusciva a
parlare tanta era
la sorpresa
-Sono
così contento… - gli sussurrò Safi
avvicinandosi e sfiorando le sue labbra in
un bacio dolce e leggero –temevo non saresti riuscito a
venire… - Zane si
riscosse e ricambiò il suo bacio con ardore stringendo
l’altro ragazzo a sé. Gli
accarezzò i fianchi e la schiena nuda mentre il bacio
diventava sempre più
passionale, affamato. Si ritrovarono stesi sul letto, Zane
già completamente
svestito sopra l’altro ragazzo che non riusciva a slacciarsi
l’abito
-Tienilo-
gli sussurrò Zane baciandolo su tutto il collo, scendendo
lentamente sulla
spalla per poi guardarlo in viso –sei splendido- gli disse
tornando a baciarlo
mentre intrufolava la mano sotto il vestito per accarezzarlo fra le
gambe, poi
aggiunse –cos’è successo?
Cos’ho fatto per meritarmelo?- Safi sorrise e
ricambiò, masturbando a sua volta l’altro ragazzo,
lo baciò ancora per qualche
minuto prima di rispondergli
-Devo
tornare a casa- gli disse. Zane si bloccò di colpo e lo
fissò stupito
-Come?-
chiese, sperando di aver capito male
-Mamma
sta male e mi ha chiesto di tornare a casa per aiutarla con il
negozio… inizia
ad avere una certa età e… -
-Non
puoi!- lo bloccò Zane, staccandosi da lui
-Sarà
solo per un po’ di tempo- gli assicurò Safi
-Quanto?-
gli chiese duramente l’altro. Non voleva che se ne andasse e
lo irritava che
non gliene avesse parlato prima
-Qualche
mese-
-Non
se ne parla- sentenziò Zane –non te ne puoi andare
per così tanto tempo-
-Si
invece- ribatté Safi, irritandosi
-No.
E comunque non sarebbe meglio far venire lei qui e chiudere il negozio?-
-Non
siamo tutti nobili e pieni di soldi come te, la gente normale ha
bisogno di
lavorare! E comunque mia madre è una strega e io non ho
abbastanza soldi per
pagarle il visto per farla stare qui-
-Una
strega?- chiese stupito l’altro –ti preoccupi per
una strega? Quelle non hanno
bisogno di cure!-
-È
mia madre!- gli urlò contro Safi –non è
una semplice strega: è mia madre! E ha
bisogno di me! Non mi puoi impedire di andare da lei!- Zane
ammutolì da quello
scatto d’ira. Era la prima volta in assoluto che vedeva Safi
arrabbiato e non
gli piaceva troppo essere lui la causa di quel malumore così
cercò di calmarlo,
di scusarsi
-Quando
parti?- gli chiese più calmo
-Fra
qualche ora- gli rispose Safi, sfidandolo con lo sguardo a ribattere.
Zane
sospirò, stanco, ma cercò di sorridere
-Almeno
sono arrivato in tempo per un addio decente-
-Fra
qualche mese sarò di nuovo qui per te- gli
assicurò Safi, abbracciandolo e
tornando a sorridere. Zane lo baciò a sua volta, cercando di
rilassarsi, ma in
realtà voleva solo urlare e imprecare. L’idea di
non vederlo per così tanto
tempo lo demoralizzava. Se poi ci aggiungeva che presto si sarebbe pure
sposato
con una donna che ormai non desiderava più…
Zane
ritornò a casa e la prima persona che incontrò fu
sua madre. La vampira, a
differenza di quello che si era spettato, lo salutò felice.
La cosa lo
insospettì parecchio ma non ebbe tempo per chiedere
spiegazioni perché venne ad
interromperli Catalina. La sua giovane promessa sposa quel giorno era
in uno
dei suoi vestiti preferiti: di color blu – azzurro: cobalto,
come era solita
puntualizzare, con dei ricami bianchi, lungo fino ai piedi ma con una
scollatura molto abbondante. I capelli ricci e neri come la notte
erano, come
al solito, perfettamente in ordine e anche il trucco sembrava perfetto,
anche
se Zane non ne capiva molto di quel genere di cose. Catalina era bella
ma non
era Safi e Zane non provava molto quando la vedeva
-Ho
una sorpresa- gli disse lei dopo i vari saluti
-Fantastico-
fece Zane con poco interesse
-Sono
incinta- disse la vampira a bruciapelo, lasciandolo sconvolto e
sorpreso –siete
felice?- gli chiese ancora, visto che l’altro non parlava
-Estasiato-
le rispose Zane mentre in realtà pensava che davvero
iniziava ad odiare le
sorprese.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Safi
si guardò attorno smarrito. Non capiva esattamente cosa ci
facesse in quel
posto, perché fosse stato fermato alla dogana fra il mondo
degli umani e quello
dei vampiri, non capiva perché era stato messo in cella
prima e ora portato in
quel posto: al cospetto del principe dei vampiri. Non aveva mai visto
il
principe da così vicino, l’aveva intravisto solo
qualche volta, da molto
lontano nei cortei, e sulle monete. Era giovane e incredibilmente
elegante,
sembrava essere piuttosto alto anche se da seduto non era facile dirlo,
aveva i
capelli neri lucidi e gli occhi rossi molto profondi. Era anche bello,
quasi
perfetto, però sembrava una persona tremendamente seria e
fredda, qualcuno con
cui è meglio non scherzare. Il principe non gli aveva ancora
prestato attenzione,
né gli aveva dato la parola, gli aveva però
accordato di sedersi mentre lui
finiva di leggere un fascicolo che uno dei suoi consiglieri gli aveva
portato.
Quello di sedersi era stata già una grandissima concessione
e Safi non ne
capiva il motivo
-Ebbene-
esordì il principe ridando i fogli a uno dei suoi
consiglieri –la situazione mi
pare chiara: il tuo visto per tornare nel mondo umano non è
più valido-
sentenziò con freddezza per poi congedarlo ma Safi,
tentennante, provò a
chiedergli perché non poteva tornare a casa. Il principe
aggrottò semplicemente
le sopracciglia ma tanto bastò per raggelare il ragazzo
–mi pare ovvio… - gli
disse, comunque, il reale –nella tua condizione non
è mai stato concesso a
nessuno di andare nel mondo umano-
-Quale
condizione, sire?- chiese perplesso Safi
-Non
è concesso andare fra gli umani quando si aspetta un
bambino, non te l’hanno
detto?- chiese irritato. Safi spalancò gli occhi
–non sapevi di essere
incinto?- gli chiese il principe, accorgendosi del suo stupore
-No,
non lo sapevo- ammise Safi toccandosi lo stomaco shoccato prima di
scoppiare a
piangere.
La
stanza che gli avevano accordato al ricovero per quelli come lui,
quelli in
dolce attesa, era molto grande e spaziosa, bianca e pulita. Safi aveva
appena
finito di mettere in ordine le sue cose, aiutato da un vecchietto, un
volontario di quel posto, e si era disteso sul letto. Aveva cercato di
non
pensarci per tutto il giorno, mantenendosi impegnato ma ora la
realtà della
situazione lo stava tormentando.
Aspettava
un bambino. Un piccolo esserino stava crescendo dentro di lui. Safi si
accarezzò lo stomaco, cercando i primi segni della
gravidanza, ma trovò il suo
ventre piatto come sempre e, per un attimo, sperò che i
medici si fossero
sbagliati: lui aveva sempre usato tutti i metodi contraccettivi
esistenti ed
era sempre stato molto preciso e metodico nell’assumerli.
D’altra parte però
era anche felice: aveva sempre voluto un bambino e sperava non ci fosse
nessun’errore.
Sapeva
che un bambino mezzo sangue non era ben visto dalla società,
soprattutto se
figlio di un pacificatore, e sapeva quante angherie e prese in giro
avrebbe
dovuto sopportare perché anche Safi le aveva sperimentate.
Ma non aveva il
coraggio di abortire, lo voleva quel bambino, anche se
l’avrebbe dovuto
crescere da solo. Non poteva di certo andare da tutti i suoi clienti a
chiede
di fare il test di paternità, né voleva farlo
-State
bene?- gli chiese un volontario, diverso da quello del pomeriggio,
mentre gli
serviva la cena
-Si,
grazie… siete molto gentile- Safi sbadigliò e si
mise a tavola. Si era
appisolato senza neanche accorgersene mentre si accarezzava il ventre
-Nausea?
Vertigini?-
-No,
sto bene… ho solo una gran fame-
-Allora
mangiate e non esitate a chiedermene ancora- quando Safi
finì aiutò il vecchio
vampiro a sparecchiare e si offrì di aiutarlo a pulire ma
l’altro lo fece
stendere nuovamente a letto –non preoccupatevi di me, sono
ancora in forma
nonostante i miei anni e voi avete bisogno di riposo… oh!
Sembra abbiate delle
visite … -
-Visite?-
ripeté il ragazzo sorpreso. Il vecchio annuì e
uscì per far entrare un altro
vampiro e lasciargli la loro privacy –come mi hai trovato?-
gli chiese Safi
agitato
-Kashe
era la mia tata- gli rispose Zane mentre chiudeva la porta
–gli ho parlato così
tanto di te che ti ha riconosciuto senza neanche averti mai visto- si
sedette
sul letto dove Safi era disteso e lo baciò sulla fronte
mentre gli accarezzava
lo stomaco –come stai?- chiese dolcemente
-Bene-
-E
il bambino?-
-Hanno
fatto un paio di controlli alla dogana ma quelli specifici arriveranno
fra qualche
giorno, sembra comunque che sia tutto apposto-
-E
di chi… ?- cercò di chiedere Zane ma Safi lo
interruppe
-Non
è tuo- gli disse seccamente per poi aggiungere
–sono incinta da 3 settimane e
in quel periodo non ci siamo visti neanche una volta- Zane rimase in
silenzio,
lo guardò in viso, perso. Gli accarezzò lo
stomaco e sospirò
-Sei
sicuro?- chiese ancora
-Si,
non è proprio possibile sia tuo-
-Capisco-
fece Zane prima di rimanere ancora in silenzio
-Zane,
mi spiace- sussurrò Safi accarezzandogli la mano che era
rimasta ancora ad
accarezzargli la pancia. L’altro sorrise e lo
baciò ancora una volta
teneramente
-Non
fa nulla… - gli assicurò per poi chiedere
–è per questo che te ne stavi
andando? Perché era rimasto incinta?-
-No,
non ne avevo proprio idea… sono stati quelli alla dogana ad
accorgersene…
dovevo davvero andare da mia madre-
-Sta
molto male?- gli chiese Zane
-Abbastanza…
non credo ne morirà ma sta male sul serio- Zane si prese
qualche minuto per
pensare e poi gli propose di farla venire nel loro mondo
-Non
ho i soldi per il visto- gli disse Safi
-Non
ti preoccupare, lo pago io- gli assicurò Zane e, prima che
l’altro potesse
obbiettare, aggiunse –ti amo… anche se non porti
in grembo il mio bambino ti
amo lo stesso, voglio che tu sia tranquillo e felice e voglio
aiutarti… non mi
costa niente pagare un visto per tua madre se questo ti rende felice-
-Ma…
- cercò di obbiettare Safi
-Niente
ma! È un regalo: zitto e accettalo-
-Sei
un tiranno- lo prese in giro il ragazzo per poi allungarsi a baciarlo
–grazie-
Zane
si buttò sul divano, esausto, mentre sua madre e Catalina
continuavano a
cianciare fra di loro vagliando i nomi migliori per il nascituro. Il
padre di
Zane, come il ragazzo, stava cercando da ore di congedarsi ma le due
donne non
li lasciavano andare via. Zane occhieggiava il pancione della giovane
vampira e
non poteva fare a meno di pensare che non era poi tanto più
grande di quello di
Safi e sperava che il piccolo di Catalina aspettasse ancora un
po’ a nascere.
Sperava ancora, in cuor suo, che gli esami fossero stati sbagliati e
che il
bimbo nel grembo di Safi fosse suo. Lo desiderava ardentemente.
La
gravidanza di Catalina gli aveva dato tempo: il matrimonio non era
permesso se
uno dei due sposi era incinta perché non bisognava
affaticarlo. La gravidanza
fra i vampiri era spesso complicate e non andava, in molti casi, a buon
fine;
era quindi presa davvero molto seriamente persino dalla legge. Le neo
mamme non
potevano fare, per legge, quasi nulla: potevano solo stare a letto,
dedicarsi
ad hobby poco faticosi, fare corte passeggiate accompagnate e,
più in generale,
essere coccolate. Così le nozze erano slittate fino alla
nascita del bambino
che Zane sperava sarebbe avvenuta il più tardi possibile
-Stai
bene, cara?- chiese la madre di Zane in tono preoccupato alla nuora
-Si,
io… - cercò di rispondere Catalina ma poi
iniziò ad urlare e Zane capì che
stava per diventare padre del bambino sbagliato.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Zane
si alzò e poi tornò a sedersi, si
rialzò nuovamente, girò attorno al tavolo e,
infine, si rimise nuovamente a sedere. Era agitato, teso e impaziente.
Al piano
di sotto sua madre stava preparando una gran festa per la nascita del
bambino,
nonostante avesse appena poche ora di vita e neppure Zane
l’avesse ancora
visto.
Era
tradizione che il padre non vedesse i figli finché non fosse
stata accertata la
buona salute e la paternità del neonato. Era solo una
scemenza ma i suoi
genitori ci tenevano molto, così Zane non aveva ancora visto
suo figlio. Non
sapeva neanche lui come avrebbe reagito nel trovarselo davanti: era suo
figlio,
il suo stesso sangue ma non era nato dalla persona giusta. Catalina non
era la
persona con cui avrebbe voluto avere un figlio né con cui
voleva passare il
resto della vita. Zane era preoccupato, era arrabbiato e stanco e
quando il
medico uscì dalla camera di Catalina si sentì
distrutto.
Sapeva
che da quel momento in avanti non avrebbe più potuto vedere
Safi, che anche
l’ultima speranza di poter stare con lui era morta. Sarebbe
stato disdicevole
continuare a frequentarlo dopo la nascita del figlio di Catalina, la
madre di
Zane glielo avrebbe proibito categoricamente. Zane aveva sperato,
pregato che
il figlio di Catalina non nascesse così presto ma un mese di
differenza era
troppo. Sospirando, si alzò e andò dal medico per
sentirsi dire che era tutto
apposto, che il bambino era in splendida forma e ricevere i migliori
auguri e
le sue congratulazioni. Poi sarebbe andato da Catalina e dal neonato,
avrebbero
aspettato il notaio e avrebbero dato al bambino il nome di Nikolay,
come
concordato in precedenza. Ci sarebbe poi stata la festa e il bambino
sarebbe
stato presentato al resto della società. Dopo qualche
settimana il matrimonio e
il resto della vita insieme.
Zane
non si sentiva pronto, non voleva quel futuro, lo spaventava dover
andare
avanti da solo. Catalina non sarebbe mai riuscita ad aiutarlo, a
sollevarlo di
morale quando tutto andava a rotoli, quando i suoi generali,
consiglieri e
sudditi gli si sarebbero rivoltati contro come succedeva
periodicamente, quando
il primo disguido l’avrebbe fatto preoccupare per giorni e
giorni, togliendogli
il sonno e l’appetito. Lei non sarebbe mai riuscita ad essere
una moglie, lei
era come la madre di Zane: era una donna, un essere così
raro e viziato da non
riuscire a pensare a nient’altro che a sé stessa.
Si maledì in quegli orribili
istanti per essere andato a letto con lei, per aver ascoltato sua madre
che lo
spingeva fra le braccia della sua fidanzata. Si sarebbe dovuto
trattenere. Ma
il danno era fatto e il medico era davanti a lui per dichiarare la
condanna.
Zane era finito
-Mi
spiace signore- gli disse il dottore con aria grave e seria
–ho rifatto gli
esami 5 volte ma tutti hanno dato lo stesso risultato: quello non è vostro figlio- Zane lo
guardò
stupito, confuso, pensando che fosse un pessimo scherzo ma quello non
sembrava
stare scherzando. Il giovane vampiro entrò nella stanza dove
Catalina aveva
partorito: teneva fra le braccia il suo bambino e sorrideva felice.
Quando lo
sentì entrare alzò lo sguardo e gli sorrise
-Non
è mio… - sussurrò Zane, ancora
sconvolto
-Non
ti sono stata fedele- ammise Catalina, senza smettere di sorridere
–ma non
penso ti dispiaccia, vero?- Zane scosse la testa e sorrise a sua volta
-Chi
è il padre?- chiese. Catalina gli sorrise semplicemente e
Zane capì, chiamò il
capo delle sue guardie che accorse immediatamente, teso e vigile. Gli
indicò la
stanza e gli sorrise prima di dirgli –vai a conoscere tuo
figlio- quello
spalancò gli occhi stupito, poi sorrise e corse da Catalina
e dal loro bambino.
Zane
li lasciò soli e andò a dare la notizia si suoi
genitori. Sua madre la prese
male, molto male. Minacciò di mettere al rogo sia Catalina
che il figlio e di
castrare il capitano delle guardie. Si diede al lancio delle fioriere
contro
chiunque le capitasse a tiro e poi si ritirò urlando e
sbraitando nella sua
camera, continuando a distruggere tutto quello che le capitava sotto
mano. Il
padre di Zane rimase in silenzio finché sua moglie non se ne
fu andata,
dopodiché si sedette e sospirò
-Temevo
ci avrebbe uccisi- disse
-Ad
un certo punto l’ho pensato anch’io-
annuì Zane
-Cos’hai
intenzione di fare?- gli chiese suo padre
-Sinceramente
non ci avevo pensato- ammise il ragazzo –penso che
darò qualche settimana di
congedo a lui, lascerò che Catalina si riprenda e poi
vedremo dove sistemarli-
-E
Safi?- gli chiese suo padre
-A
lui non ho ancora pensato-
-Sai
che se mettesse al mondo un figlio tuo sarebbe un gran casino, vero?-
-Continua
a dire che non è mio… -
-Ma
se lo fosse? Hai intenzione di riconoscerlo?-
-Assolutamente-
gli rispose senza la minima insicurezza Zane
-Sai
che tua madre scatenerebbe l’inferno, vero? Sei preparato a
questo?-
-Si-
gli rispose Zane e sapeva che per Safi sarebbe stato pronto ad
affrontare
qualsiasi cosa, solo che non era pronto a farlo così presto:
proprio in quel
momento entrò Kashe, un sorriso stampato in volto e gli
occhi pieni di lacrime
-È
nato, è vostro- disse più e più volte,
stupito e felice –Safi, ha partorito! Ha
partorito vostro figlio- Zane si alzò e gli corse incontro
-Sei
sicuro?- gli chiese eccitato
-Si,
è vostro, è vostro!- ripeté il vecchio
vampiro e Zane iniziò a ridere e urlare
di gioia.
Safi
era davanti alla finestra, seduto su una sedia a dondolo, coperto e
arrotolato
in un grosso panno. Era più pallido del solito e stanco ma
sorrideva felice e
sereno al fagottino che teneva fra le braccia. Zane gli si
avvicinò e si
inginocchiò ai suoi piedi con il cuore che sembrava volergli
scoppiare, tanta
era la felicità. Si guardarono e si sorrisero a vicenda, non
si dissero nulla
ma bastò quello sguardo.
Safi
appoggiò la testolina del bimbo sulla sua spalla e
scoprì un piccolo pezzo
della schiena. Proprio alla base del collo c’era una piccola
voglia a forma di
cuore. Zane la sfiorò con la punta delle dita, temendo fosse
solo un sogno ma
era tutto vero: Safi aveva messo al mondo suo figlio e quella voglia ne
era la
prova. Quel piccolo segno era sulla pelle di tutti i suoi parenti da
generazioni: suo padre, suo nonno, il suo bis-nonno, il suo trisavolo e
anche
quelli venuti prima avevano quel segno. E ora c’era anche
quel piccolo esserino
fra le braccia di Safi. Sarebbero state fatte tutte le analisi e i test
ma Zane
sapeva di stare guardando suo figlio
-Come
si chiama?- chiese accarezzando la testolina piena di capelli
sottilissimi del
bambino con la massima delicatezza, temendo di fargli male
-Ho
pensato di chiamarla Anastasia- gli disse Safi
-È
femmina?- gli chiese stupito e l’altro sorrise annuendo. Zane
scattò in piedi e
gli prese il viso baciandolo felice.
Zane
decise di far passare una settimana dalla nascita di sua figlia prima
di
togliersi il medaglione e di rivelare la sua vera identità.
In quel lasso di
tempo Safi si riprese dal parto ed entrambi coccolarono Anastasia come
una
principessa. Catalina si sposò con il capitano delle guardie
e andarono a
vivere nella villa che lui aveva comprato con i suoi risparmi. La madre
di Zane
distrusse mezzo castello e decise di allontanarsi dalla capitale per
qualche
decennio, proprio non ne voleva sapere della nipote. Il padre di Zane
invece
l’adorò dal primo incontro e iniziò a
viziarla con infiniti regali. Quando
tutto si fu più o meno sistemato Zane andò da
Safi per parlargli, anche se in
realtà non aveva la minima idea di cosa dirgli. Fu Safi a
tranquillizzarlo, a
dirgli che sarebbe andato tutto bene e che niente sarebbe cambiato: fu
in quel
momento che Zane capì di aver trovato la persona giusta, un
compagno della vita
e non ebbe più alcuna paura o insicurezza. Si tolse il
medaglione dal collo e
si mostrò per la prima volta con il suo vero aspetto
-È
uno scherzo?- gli chiese Safi, dopo un lunghissimo silenzio
-No,
sono io- gli assicurò l’altro, scostandogli i
capelli dal viso e carezzandogli
la guancia. Safi rimase ancora in silenzio, cercando di assimilare
quella
scoperta
-Ho
fatto sesso con il principe- sussurrò shoccato, portandosi
le mani ai capelli
-E
mi hai dato anche una splendida bambina - aggiunse il principe. Safi
rimase
ancora in silenzio per poi voltarsi di scatto e dargli un pugno sul
braccio
-Mi
hai mentito! Non ti chiami Zane!- sbottò irritato
-È
il mio secondo nome: tecnicamente non ho mentito-
-Si
invece!- si impuntò Safi facendolo ridere
-Va
bene, ho mentito… ma se ti dicevo il mio primo nome mi
riconoscevi subito: solo
io, in tutti i mondi, devo portare il nome di Astralion-
-Nome
orribile-
-Concordo,
ma mia madre è una donna molto testarda-
-Io
continuerò a chiamarti Zane-
-Va
bene- rise l’altro. Safi l’abbracciò e
chiuse gli occhi fra le sue braccia:
quel calore che sentiva non era cambiato, solo il viso di Zane era
cambiato ma
lui era ancora il vampiro di cui si era innamorato e neanche le sue
origini
regali avrebbero potuto cambiare quel sentimento.
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