The peacemaker

di bloodingeyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


            Venivano chiamati pacificatori sociali e la loro era una particolare casta della società vampirica. Il loro unico compito era quello di rasserenare gli animi del popolo e dei nobili, di appianare qualsiasi divergenza e fare in modo che tutti potessero vivere una vita tranquilla e felice. Erano tenuti in gran considerazione persino dal re, che richiedeva i loro servizi quando la situazione a corte si faceva tesa. Erano quasi tutti ragazzi giovani e belli, spesso anche nobili, che passavano le loro giornate ad intrattenere altri uomini. Erano, agli occhi di Zane, soltanto delle puttane di alto borgo, nulla più. In realtà, ne capiva l’utilità sociale: fra i vampiri le donne erano così poche da potersi quasi definire delle rarità. Il gene del vampirismo non attecchiva bene al cromosoma X mentre era molto facile che si legasse all’Y, per cui per ogni vampira c’erano circa 100-150 vampiri maschi. Da qui si capiva perché questi pacificatori fossero così importanti per la società: l’astinenza sessuale non fa bene a nessuno.

Però Zane non si riusciva a capacitare del fatto che suo padre lo stesso incoraggiando, quasi costringendo, a diventare un frequentatore di quell’ambiente. Lui non era interessato a fare sesso con altri ragazzi: lui era fidanzato ad una ragazza, era uno dei pochi fortunati che avrebbero avuto una donna accanto per il resto della vita e non capiva perché avrebbe dovuto interessarsi anche agli uomini. Ma suo padre fu irremovibile su quell’argomento e un giorno lo portò con sé alla Casa, il bordello della città. Prima di scendere dalla carrozza suo padre gli diede un ciondolo con attaccato un grosso rubino

-Non te lo togliere per nessuna ragione- gli disse l’uomo tremendamente serio mentre se ne metteva al collo uno simile e il suo volto si trasfigurava per magia, dandogli tutt’altro aspetto –nessuno deve sapere che siamo qui- il giovane annuì e si mise a sua volta il ciondolo addosso, nascondendolo sotto la camicia e la giacca. Si specchiò nel vetro della carrozza ritrovando ancora un bel viso pallido, i capelli neri raccolti in una treccia stretta e i suoi occhi di un rosso sano ed intenso, ma era un po’ differente: in naso un po’ storto, le sopracciglia con una curva diversa e le labbra più sottili. Sul suo polso destro era sparita la cicatrice che aveva da quando era nato e, immaginò, doveva essere sparita anche la voglia sul retro collo. Suo padre fu il primo ad uscire dalla carrozza e quasi si fiondò dentro la Casa che, non fosse stata per l’insegna sopra la porta, sarebbe sembrata una delle tante della via. Le mura bianche e le finestre grandi, decorate da intarsi floreali, due alberelli di rose rosse ai lati del grande portone di legno chiaro e nient’altro di particolare. Una casa come tutte le altre. Zane entrò e fu stupito da non ritrovarsi già davanti qualche coppietta che amoreggiava, ma in un piccolo atrio con diverse porte, molti dipinti di paesaggi e nature morte e una grande scalinata che portava ai piani superiori. Al centro dell’atrio c’erano alcuni divanetti color crema e un tavolo su cui erano appoggiati alcuni giornali, una scatola di sigari con portacenere e un vaso di fiori. Non si sentivano sospiri o altri gemiti sessuali, solo una melodia tranquilla e piacevole. Zane era sorpreso, si era aspettato un ambiente decisamente più discinto, con uomini che scopavano da tutte le parti, in tutte le posizioni e invece quella continuava a sembrare una casa normale

-Ragazzo, entra, non ho tutta la giornata!- lo richiamò suo padre impaziente, stava di fianco ad un altro ragazzo della stessa età di Zane con i capelli biondi raccolti in una coda e gli occhi rossi molto intensi, segno che aveva mangiato da poco. Era bello, dovette ammettere, alto e magro, vestito con gusto e con un sorriso piuttosto piacevole. Zane gli prese una mano e gliela baciò, come era costume fare, e il ragazzo fece altrettanto

-Sono Aaron, molto piacere- si presentò per poi aggiungere rivolto verso mio padre –volete che vi accompagni alla stanza di Rama?-

-No, no! Faccio da solo… occupati piuttosto mio figlio… potrebbe scappare se non lo si tiene d’occhio, non era molto felice di venire qui, pensava di trovare gente mezza nuda appena entrato… -

-Papà- sibilò bloccandolo il ragazzo sapendo che il genitore poteva diventare decisamente logorroico se ci si metteva d’impegno

-Va bene… - fece lui sorridendogli –ci vediamo più tardi-

-Si, sparisci… - l’uomo non se lo fece ripetere e si fiondò su per le scale

-Vi accompagno dal vostro ragazzo- fece Aaron precedendolo nel corridoio

-Non sei tu?-

-No, signore io non sono che un accompagnatore… -

-Ah- fece l’altro. Aaron si fermò davanti alla terza porta a destra prima del fondo e bussò due volte senza ricevere risposta. Sbuffando aprì la porta ed entrò, chiedendo di aspettare all’ospite che però entrò lo stesso –Safi! Sveglia! Il tuo cliente è già arrivato, che figure ci fai fare?- brontolò Aaron mentre tentava di srotolare quel gigantesco bozzolo di coperte sopra al letto –Safi!- lo chiamò ancora prima di finire lungo disteso sul letto, con un altro ragazzo mezzo nudo sopra

-Preso!- fece l’altro ridendo

-Safi! Smettila di fare lo scemo! Stai facendo aspettare il nostro ospite-

-Si, si!- fece l’altro annoiato, lasciando andare Aaron mentre si risistemava i capelli. Li aveva lunghi e castani, leggermente ondulati, la pelle era meno pallida del normale e il suo corpo era semplicemente perfetto: neanche un grammo di grasso, i muscoli ben delineati ma non tanto da poterlo definire palestrato, non era molto alto ma era bellissimo. Zane più che eccitarsi si ingelosì, avrebbe voluto essere lui così bello e perfetto

-Oh! Signore, scusate se vi ho fatto aspettare!- fece Aaron, scendendo dal letto dopo aver fulminato per un ultima volta l’altro ragazzo che tornò a distendersi placido sul letto –Safi vi soddisfa?- chiese. Zane guardò il ragazzo sul letto e annuì. Che altro poteva fare in fondo? Aaron sorrise compiaciuto e fece per uscire, lasciandoli soli, ma non si dimenticò di redarguire un’ultima volta Safi, che gli rispose ridendo. Quando la porta si chiuse Zane si avvicinò al letto dove l’altro ragazzo era rimasto disteso ad aspettarlo placidamente, giocherellando con la sveglia

-Ciao, io sono Safi,- fece sorridendogli e guardandolo negli occhi per la prima volta. Zane rimase sorpreso nel guardarlo in viso per la prima volta da così vicino. Era bello, davvero bello: labbra piene e rosee, un naso dritto, gli zigomi poco pronunciati e, in complesso, un viso piuttosto dolce e attraente. Ma quello che shoccò Zane furono gli occhi: il destro era rosso mentre il sinistro era blu come il mare. Era il primo vampiro che Zane avesse mai visto con gli occhi di un colore diverso dal rosso ed era eccezionale, bellissimo. Safi gli sorrise e si sedette

-Vi piaccio?- chiese il ragazzo accarezzandogli la guancia e i capelli

-I vostri occhi sono bellissimi- venne normale rispondere a Zane, che però si diede subito dello stupido: che risposta idiota era quella? Probabilmente l’altro se lo era sentito dire milioni di volte. Invece Safi sobbalzò sorpreso e si ritirò, un po’ imbronciato

-Nessuno trova gli occhi di un mezzosangue belli- rispose acido, nascondendo il viso dietro i capelli. Zane glieli scostò e lo fece voltare delicatamente

-Io li trovo splendidi- gli disse sinceramente. Safi lo guardò per qualche istante, cercando di capire se mentisse o se lo stesse prendendo in giro, ma alla fine sorrise a sua volta

-Grazie-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Zane tornò alla Casa circa una quindicina di volte in meno di tre mesi. Quando si accorse di quante volte si fosse recato in quel posto in così poco tempo rimase lui stesso basito: non pensava neppure di ritornare dopo la prima volta. Non che se ne fosse andato insoddisfatto, tutt’altro, ma non pensava di essere una persona che aveva bisogno di quel tipo di compagnia e di quel modo per calmarsi. Certo, doveva ammettere che dopo qualche ora con uno dei ragazzi della Casa era decisamente più rilassato e contento ma, da ritrovarsi soddisfatto da una sporadica visita, a diventare cliente abituale c’era un bel passo. Zane non voleva essere uno di quei nobili che passavano la metà della sua vita nei bordelli, non lo voleva decisamente.

Sfortunatamente fra il suo proposito e la realtà c’erano due ostacoli: primo suo padre che continuava a incoraggiarlo a frequentare la Casa e secondo, sempre suo padre, che aveva capito di aver fatto centro al primo colpo con Safi. Zane ne era rimasto ammaliato già dal primo incontro ma poi ancora di più. Safi era sicuramente un ragazzo unico, fra i vampiri quell’allegria e quella spensieratezza che lo contraddistinguevano erano una vergogna. I vampiri non sorridevano mostrando i denti, con tutto il sentimento e la felicità che a Safi illuminavano il viso e gli occhi, e sicuramente nessuna altro giocava fuori e sotto le coperte come faceva lui. Zane ne era affascinato, gli piaceva vederlo sorridere e alle volte si trovava coinvolto nelle sue risate, tanto che poi le guance gli facevano male per mezza giornata.

Il padre di Zane aveva iniziato a fissargli appuntamenti su appuntamenti con tutti i ragazzi ma spesso Zane rifiutava. Solo quando notò che gli unici appuntamenti che gli era impossibile respingere erano quelli con Safi capì di aver fatto centro.

Zane si ritrovava ad essere tremendamente impaziente quando veniva fissato un appuntamento con Safi e, si accorse, ogni volta peggiorava. Temeva terribilmente che avrebbe iniziato a fiondarsi nella Casa come suo padre ma l’idea di poter avere ancora Safi fra le sue braccia, di baciarlo, di sentirlo ridere, cancellava tutto. Voleva chiedere a suo padre se sentiva anche lui la stessa cosa quando andava da Rama, ma aveva paura che poi si sarebbe dilungato su particolari che nessun figlio voleva sentirsi raccontare dal proprio genitore.

Safi si stava sistemando i capelli quando Zane entrò: aveva questa fissazione di intrecciare ogni mattina fra i capelli dei dischetti dorati che tintinnavano ad ogni movimento, l’aveva visto senza solo due volte e solo perché si era appena svegliato

-Buona sera signore- fece Safi alzandosi per andarlo a salutare con un bacio. Zane lo strinse per i fianchi per non dover interrompere quel bacio e l’altro ragazzo, ridendo, lo portò al letto senza smettere di baciarlo –mi sembrate impaziente, signore, vi è successo qualcosa?- gli chiese Safi mentre si separavano per riprendere fiato

-Nulla- gli rispose semplicemente Zane. Non intendeva dirgli che, semplicemente, non vedeva l’ora di rincontrarlo. L’altro ragazzo alzò appena un sopracciglio e gli sorrise, non gli aveva creduto ma non voleva contraddirlo quindi tornò a baciarlo, litigando con i bottoni della camicia così dannatamente piccoli. Zane però lo bloccò

-Ho un regalo per te- l’altro ragazzo lo guardò sorpreso

-Per me?-

-Si… ho pensato che ti avrebbe fatto piacere, non è normale fare dei regali al proprio… preferito?- gli fu difficile dire l’ultima parola perché aveva il suono di qualcosa di sbagliato, sporco. Safi spalancò gli occhi, sorpreso

-Sono il vostro preferito?- chiese sconcertato

-Si, immagino di si… -

-Ma siete sicuro?-

-Penso di si… - fece Zane, impacciato da quelle domande –comunque lo vuoi il regalo o no?- aggiunse rudemente per cambiare discorso

-Si- gli rispose l’altro ragazzo sorridendo entusiasta. Zane si alzò e andò a raccattare il sacchetto che aveva lasciato all’entrata e lo consegnò all’altro ragazzo che lo aprì senza indugio, estraendo una bottiglia dal collo molto lungo contenente un liquido rosato. Sull’etichetta nera e dorata si leggeva “Carsher” in caratteri nobili –oh! Mio Dio! È vero? Cioè, non è uno scherzo, vero?- chiese sorpreso ed eccitato Safi

-Si, è vero Carsher dell’Altro Mondo- gli rispose Zane, sorridendo di quella reazione così entusiasta –avevi detto di volerlo assaggiare e così me lo sono procurato- aggiunse con una scrollata di spalle, come se non fosse importante

-Ma è Carsher!- fece l’altro ragazzo, rigirando e ammirando la bottiglia come fosse una reliquia sacra –Costa dei milioni solo berne un calice! La bottiglia sarà costata… -

-Il suo giusto- lo interruppe Zane per poi aggiungere –allora lo beviamo?- Safi andò a prendere due bicchieri mentre l’altro stappava la bottiglia

-Persino l’odore è magnifico- fece Safi, per poi arrossire e aggiungere –non dovevate farlo… -

-Perché no?- gli chiese Zane stupito

-Perché io sono solo mezzo vampiro-

-Lo so, e allora? Ti farà stare male?-

-No, non penso… però io non sono un vampiro-

-E allora?- chiese ancora, non comprendendo dove fosse il problema

-A nessuno piacciono i bastardi- gli rispose tristemente Safi

-A me piaci- gli rispose Zane, alzandogli il mento e spostando i capelli per poterlo guardare negli occhi –sei splendido- l’altro arrossì e sorrise

-Siete probabilmente l’unico di questo mondo che la pensa così… -

-Tanto meglio… - gli rispose Zane sorridendo mentre faceva tintinnare i bicchieri l’uno contro l’altro –così sarai solo mio- e detto questo si portò velocemente il bicchiere alle labbra per nascondere l’imbarazzo dovuto a quella frase così sdolcinata che gli era scivolata dalle labbra con una naturalezza indecente. Safi gli sorrise e bevve a sua volta, spalancando gli occhi quando sentì il sapore. Il Carsher era una particolare miscela di sangue umano, vino bianco di uve Chardonnay e vaniglia, detto anche lo “Champagne dei Vampiri”, era il più ricercato e pregiato dei vini. Il sapore era indescrivibile: non sapeva né di sangue, né di vino ma aveva un gusto unico, mentre l’odore era delicato e la fragranza di vaniglia era a mala pena accennata

-È delizioso!- Zane rise per la sua espressione sconcertata

-Sono felice che ti piaccia- gli disse mentre ne beveva un altro sorso. Safi finì a sua volta il contenuto del suo bicchiere e si allungò a baciare l’altro ragazzo

-Adesso lasciate che vi ringrazi a dovere- gli sussurrò suadente mentre riprendevano a baciarsi e carezzarsi sempre più intimamente.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Zane si rigirò fra le coperte del suo letto. Era sveglio da ormai un ora, cosa insolita per lui, ma pensieri davvero strani lo stavano tormentando. Cosa provava? Cosa realmente sentiva per Safi? Negli ultimi tempi avrebbe quasi potuto assicurare che lo amava ma era davvero così, oppure stava scambiando la lussuria per vero amore? Il piacere che provava a letto era indubbio ma poi cos’era quello strano rimestamento di stomaco che sentiva tutte le volte che lo vedeva e quella tristezza quando lo doveva lasciare? Erano anche quelli sentimenti legati al sesso oppure c’era qualcos’altro?

Il giovane vampiro si alzò ringhiando dal letto pensando a quanto fossero stupidi e complicati i sentimenti. La sua tata Kashe, un vecchietto di 18.700 anni, si sorprese quando lo trovò già vestito e impegnato

-Signorino, qualcosa non va?- chiese la vecchia tata mentre rifaceva il letto e resettava la stanza. I movimenti rallentati e la schiena gobba lo facevano sembrare ancora più vecchio di quanto in realtà non fosse

-No… è che… non so… - borbottò Zane

-State male, signorino? Non vi ho mai visto così… - si preoccupò il vecchio prendendogli le mani fra le sue che erano brutte, adunche e rugose ma che al ragazzo ricordavano tanto l’infanzia e le uniche carezze che avesse mai ricevuto. Kashe l’aveva cresciuto al posto dei suoi genitori: suo padre era sempre stato troppo impegnato nei suoi affari e nelle sue visite alla Casa, mentre sua madre, perché Zane aveva anche una madre e non due padri, semplicemente non era in grado di occuparsi di un bambino: era troppo bella, troppo unica, troppo viziata per poter pensare a qualcosa che non fosse sé stessa. Kashe e gli altri servi erano stati l’unica famiglia di Zane. Niente genitori, niente fratelli, Zane era profondamente legato a tutti i suoi servi ma a Kashe in particolare: quel vecchio vampiro gobbo, zoppo e sdentato che da piccolo lo terrorizzava per quanto era brutto adesso era l’unico di cui si fidasse

-Kashe… possibile io mi sia innamorato?- chiese alla tata

-Penso sia possibile- gli rispose il vecchio mentre gli risistemava la camicia –penso di aver visto in voi qualche segno d’amore e sarebbe bellissimo se vi foste innamorato della vostra futura sposa… - Zane sobbalzò a quelle parole. Era fidanzato a Catalina, l’aveva quasi dimenticato. E dire che meno di 6 mesi prima la vampira era sempre nei suoi pensieri Ora, invece, nei suoi pensieri c’era sempre e solo un sorriso e una coppia di occhi, uno blu e uno rosso

-E se non mi fossi innamorato di Catalina? Se mi fossi innamorato di un ragazzo?- fece Zane

-Sarebbe altrettanto bello- gli rispose Kashe con una smorfia che il ragazzo aveva imparato a riconoscere come un sorriso

-E se fosse un pacificatore sociale?- il sorriso della tata sbiadì un poco

-Andrebbe un po’ meno bene, ma se smettesse di esercitare la sua professione non ci sarebbero problemi… -

-E se fosse mezzo umano?- chiese ancora Zane. La tata lo guardò negli occhi e sospirò

-No, signorino… questo non andrebbe bene-

-Lo temevo-

-Signorino… - fece per dire la tata ma venne subito interrotto

-È solo che non so più che fare! Lo so che non dovrebbe neanche interessarmi: è un ragazzo, un pacificatore e pure mezzo umano… capisco che dovrebbe essere solo un passatempo ma, per quanto mi sforzi di considerarlo solo una cosa passeggera, un divertimento, proprio non ci riesco e non capisco perché… io ho paura di essermi innamorato, non ne sono sicuro ma non andrebbe per niente bene, vero? In fondo questo tipo di matrimoni sono altamente screditati… e poi… -

-Signorino- lo richiamò Kashe con il suo sorriso ghignante –calmatevi, vi prego… a tutto c’è una soluzione… - gli assicurò carezzandogli una guancia protettivo

-Ma… - cercò di ribattere Zane. La tata però lo tacitò nuovamente

-Capisco siate spaventato: siete così giovane e conoscete così poco del mondo e di voi stesso, ma datemi retta: se c’è qualcuno che riesce farvi balbettare, arrossire e preoccupare tutto insieme allora non lo dovete lasciare andare per nessuna ragione-

-Io non balbetto- borbottò Zane, arrossendo fino alla punta delle orecchie

-Ma arrossite e sorridete come solo gli innamorati sanno fare-

-Quindi sono innamorato?- chiese il ragazzo

-Si, e vi prego di non dirlo come se fosse una brutta malattia o una condanna a morte-

-Sono innamorato- ripeté il giovane per poi rimanere in silenzio

-Signorino?- fece la tata per richiamare la sua attenzione

-Kashe mi prometti che non dirai niente a nessuno?- gli chiese, allora, il ragazzo

-Ve lo prometto solo ad una condizione, signorino: che mi sveliate il nome del ragazzo che vi ha così stregato-

-Safi- gli rispose con un sorriso, arrossendo sempre di più –si chiama Safi-

-Siete decisamente innamorato- fece Kashe ridendo a sua volta mentre gli carezzava le guance e i capelli –e sono così felice per voi-

 

Zane aprì il giornale e lesse pigramente le notizie di quel giorno mentre aspettava che Safi si liberasse. Era la prima volta che gli capitava, solitamente gli bastava chiedere e lo trovava sempre pronto, non doveva mai aspettare

-Signore- lo richiamò un accompagnatore –Safi si è liberato, fra pochi minuti potrete andare- Zane annuì e sorrise spontaneamente, ringraziando. Un altro vampiro, più vecchio della media dei ragazzi della casa, gli si affiancò mentre si risistemava la giacca

-Desiderate qualcosa?- gli chiese Zane, infastidito dallo sguardo dell’altro

-Siete venuto per Safi?- gli chiese lo sconosciuto

-Si, perché?-

-Oh, nulla, semplicemente ve lo sconsiglio… non è poi questo gran che!-

-E io penso che non siano affari vostri- ribatté Zane. L’altro alzò le mani in segno di resa

-Vi stavo solo dando un consiglio, non offendetevi! Io l’avevo provato ancora quando era appena arrivato ed era penoso però, visto quante volte è stato richiesto questo mese, pensavo fosse migliorato. Invece, niente: è ancora il bastardo lagnoso dell’ultima volta-

-Ritirate quello che avete appena detto- ringhiò Zane alzandosi in piedi di scatto

-Perché dovrei?- fece l’altro strafottente. A dividerli prima che cominciasse una rissa arrivò uno degli accompagnatori

-Signore potete andare- fece il ragazzo verso Zane per poi aggiungere –Safi ormai dovrebbe essere pronto… - Zane ringhiò un ultima volta e si diresse verso la camera da letto. L’aveva irritato quel dannato nobile, perso nei suoi pensieri non si accorse subito che Safi non c’era. Si guardò attorno nella stanza, cercandolo, ma non lo vide. Il letto era integro, tutto era nel solito ordine ma Safi non c’era. Stava per tornare nella hall quando si accorse di una gamba che spuntava da dietro il letto e capì che, come al solito, Safi stava giocando

-Ti ho visto- rise Zane mentre girava attorno al letto aspettandosi che l’altro ragazzo, ora che era stato scoperto, si alzasse e lo abbracciasse o lo baciasse, o entrambe le cose. Rimase impietrito invece quando lo vide. Era legato con le mani dietro la schiena alla sponda del letto, aveva una benda a coprirgli gli occhi e una specie di laccio in bocca. I vestiti erano completamente stracciati e il corpo del ragazzo, scosso da tremiti, era livido e sporco di saliva e sperma. Zane si inginocchiò, coprendolo con le lenzuola e togliendogli quel laccio dalla bocca e la benda. Safi lo guardò assottigliando gli occhi pieni di lacrime, cercando di metterlo a fuoco e, quando ci riuscì sorrise

-Ciao- disse con voce roca e bassa il ragazzo mentre tremava e le lacrime scendevano dalle sue guance in silenzio. Zane l’abbracciò di slancio per poi liberarlo dalle corde che gli tenevano imprigionati i polsi

-Chi ti ha fatto questo?- gli chiese. Safi però non rispose, cercando invece di alzarsi

-Scusate, devo andarmi a ripulire… - sussurrò il ragazzo ma ricadde in ginocchio senza forze, rischiando di svenire. Zane lo afferrò prima che cadesse e lo distese sul letto, coprendolo di nuovo –mi spiace, non sono tanto in forma oggi… - sussurrò Safi a fatica

-Non fa nulla- gli assicurò Zane, accarezzandolo dolcemente sul viso, cercando di non sfiorare dove il laccio aveva stretto lasciando degli orribili segni rossi

-Mi spiace- sussurrò un’ultima volta Safi prima di perdere conoscenza. Zane si alzò di scatto e uscì dalla stanza, l’altro nobile era ancora nell’atrio ad importunare e palpeggiare un altro ragazzo

-Hey! Tu!- gli urlò Zane. L’altro non ebbe neppure il tempo di voltarsi che si ritrovò steso a terra da un pugno in faccia che gli ruppe il naso e gli spaccò un labbro

-Ma che vi prende?- urlò stupito il nobile cercando di tamponarsi il sangue che usciva copioso dal naso e dalla bocca

-Osa ancora avvicinarti a Safi e ti ammazzo!- gli intimò Zane

-Siete impazzito? Mi avete dato un pugno per un bastardo?- urlò sconcertato il nobile. Zane ringhiò un'altra volta più ferocemente e l’altro urlò terrorizzato –va bene, va bene! Non lo tocco più! Me ne vado!- fuggì via a gambe levate, con ancora il sangue che gli usciva a rivoli dal naso e non tornò più alla Casa.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il padre di Zane stava guardando il ragazzo da un po’ e non poteva trattenersi dal sorridere

-Sei impaziente- gli disse

-Non è vero- gli rispose il figlio continuando a leggere il giornale

-Si che lo sei, altrimenti ti saresti accorto di stare leggendo il giornale alla rovescio- Zane sussultò e guardò il quotidiano che teneva fra le mani per poi appallottolarlo e gettarlo sul fondo della carrozza

-Sono solo sovrappensiero- si difese mettendo il broncio. Suo padre sorrise e gli rispose con un verso poco convinto

-Preoccupato per il tuo preferito?- gli chiese

-Non è il mio preferito-

-Ah no?- fece suo padre piuttosto scettico

-No, è… è il mio amante!-

-Stessa cosa- gli rispose suo padre, che non trovava differenza fra i due termini –ma mi spieghi cosa ci trovi?- gli chiese l’uomo –cioè… è umano, è particolare e immaginavo che ti sarebbe piaciuto ma non mi aspettavo così tanto… cos’ha che gli altri non hanno?-

-È umano- gli rispose Zane–e sorride come nessun’altro vampiro è in grado di fare- il padre di Zane non capì ma il ragazzo non si aspettava che capisse, se l’avesse fatto se ne sarebbe innamorato anche lui.

 

Safi era sul letto, dentro un bozzolo di coperte, intento a fissare il vuoto più assoluto con in mano una tazza di the fumante. Zane si sedette al suo fianco, carezzandogli la guancia

-Ciao- gli fece dolcemente. Safi si voltò a guardarlo e cominciò di botto a piangere –hey! Che succede? Stai male? Ti hanno fatto del male?- gli chiese Zane apprensivo mentre gli toglieva la tazza dalle mani perché non si scottasse

-No, scusi… sto bene… - gli assicurò Safi fra le lacrime

-Sei ben poco convincente- gli rispose Zane facendolo ridere per un attimo –Cos’è successo?- gli chiese ancora, dolcemente, cercando di sciogliere almeno un poco quel bozzolo di coperte dove si era rintanato

-Vi state per sposare?- gli chiese Safi a bruciapelo, tanto che Zane rimase imbambolato a fissarlo

-Si- ammise

-Quando?-

-Fra una settimana o poco più-

-Con una vampira?- chiese ancora Safi

-Come fai a saperlo? Te lo ha detto mio padre?-

-No, me lo ha detto lei… Catalina- Zane ammutolì e ci mise parecchio prima di riuscire a riprendersi

-L’hai incontrata?- gli chiese sorpreso

-È venuta questa mattina, voleva parlarmi… -

-E cosa vi siete detti?- chiese sempre più rigido Zane. Safi si asciugò gli occhi e sfiorò il ciondolo rosso che pendeva dal collo di Zane

-Mi ha rinfacciato che lei sa chi siete, che sa qual è la vostra identità, quel’è il vostro vero volto… mentre io non sono neanche sicuro se Zane sia il vostro vero nome-

-Lo è- gli assicurò l’altro

-Non è questo il punto- fece Safi –il fatto è che voi siete fidanzato e per giunta con una donna, una vampira! Era la prima volta che vedevo una vampira in vita mia… non dovreste essere qui con me! Siete stato fortunato a trovare una donna, non dovreste farla soffrire in questo modo-

-Catalina non soffre perché non le sono fedele- sbuffò Zane irritato –lei ha solo paura che non la sposerò e che non potrà avere i miei soldi… se non fosse una donna non si sarebbe neppure potuta avvicinare a me, figurasi sposarmi!-

-La stessa cosa può dirsi di me- borbottò Safi –se non fossi stato un pacificatore voi non vi sareste mai neanche avvicinato a me-

-Non è vero!- gli assicurò Zane. L’occhiataccia che gli riservò Safi però fu più esaustiva di mille parole e Zane dovette ammettere che era vero: in un'altra situazione non l’avrebbe mai considerato. Safi era bellissimo e unico ma era in parte umano e gli umani erano una razza inferiore ai vampiri. Loro così deboli e imperfetti. Per un vampiro avere anche solo un antenato umano era un grandissimo disonore

-Non dovreste più venire qui- gli disse Safi, raggomitolandosi ancora di più nelle coperte –non dovete trattate vostra moglie in questo modo, non è giusto per nessuno-

-Ma io non la amo!- cercò di difendersi Zane

-Allora perché la sposate?-

-È un matrimonio combinato… non posso sottrarmene-

-Persino io so che ci sono almeno 80 modi per sottrarsi ad un matrimonio combinato!- Safi lo guardò irritato. Lui era mezzo umano ma non era stupido: conosceva le leggi dei vampiri e sapeva che nessuno, fra la gente comune e i piccoli nobili, era costretto al matrimonio.

-Per me non valgono quei modi- gli disse Zane con amarezza

-Perché? Siete così in alto nella gerarchia nobiliare da dover sottostare alle leggi straordinarie?- Zane ammutolì e si alzò, dandogli le spalle. Safi rimase nel suo bozzolo a guardarlo in silenzio per alcuni minuti e poi sospirò, capendo che l’altro non gli avrebbe risposto. Safi aveva capito da molto tempo che l’altro era un nobile e da qualche tempo aveva persino capito che era piuttosto in alto nella gerarchia ma non si sarebbe mai aspettato che fosse così nobile a dover sottostare alle leggi straordinarie, quelle che permettevano ai vampiri nobili di rimanere il più puri e incontaminati dal sangue umano e che davano loro grandi poteri e privilegi. Zane non aveva ammesso di appartenere a quella casta, ma il suo silenzio era molto più eloquente –va bene- disse Safi, cercando di non pensare che era in compagnia di un vero nobile, e cercando di essere il più rilassato possibile -penso di essere troppo invadente… in fondo voi non venite qui per sentirvi fare la predica, giusto?- Zane si voltò appena a guardarlo mentre Safi si alzava e le coperte scivolavano via e rimanevano sul letto. Safi andò affianco all’altro ragazzo, che ancora non lo guardava, gli accarezzò la spalla, scendendo il braccio e intrecciò le dita con le sue. Zane allora si voltò e lo baciò sulla fronte, scendendo fino alle labbra. Safi svestì entrambi fra un bacio e l’altro e poi lo condusse sul letto sfatto

-Non posso dirti chi sono, Safi, proprio non posso… - gli disse Zane fra un bacio e una carezza, guardandolo diritto negli occhi –ma sappi che se potessi, se ci fosse un solo modo per rompere il mio fidanzamento lo farei e ti sposerei immediatamente… -

-Anche se non sono completamente vampiro?- gli chiese Safi sorpreso

-Non mi interessa cosa sei, ti amo per quello che sei- gli disse Zane baciandolo

-Mi amate?- ripeté sempre più sorpreso Safi

-Si… hemm… a quanto pare si… - balbettò Zane mettendosi a sedere, arrossendo, impacciato nell’esternare i suoi sentimenti –cioè mi piaci e… mmm… non ti vorrei mai lasciare e… sto dicendo un mucchio di scemenze, rendendomi ridicolo-

-No- gli assicurò Safi sorridendo –non siete ridicolo, mi fa molto piacere sentirvi dire queste cose: che mi volete, che vi piaccio… nessun’altro me l’ha mai detto-

-E io ti piaccio?- gli chiese Zane, cercando di non far tremare la voce per l’emozione

-Si, mi vi amo anch’io- gli assicurò Safi allungandosi a baciarlo ma l’altro si ritirò

-Smettila di darmi del Voi, santo cielo! È troppo freddo! Chiamami per nome!-

-Zane- sussurrò l’altro ragazzo più e più volte mentre riprendevano a baciarsi e a rotolarsi nel letto.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Zane si alzò dal letto svogliatamente mentre la sua tata apriva le tende e gli serviva la colazione: due briosce con confettura sanguigna all’odore di lampone e il chai: una miscela di the, latte, sangue e varie spezie. Il giovane vampiro non si era svegliato di buon umore quella mattina perché non era riuscito a ritagliarsi, fra i vari appuntamenti, neppure una mezz’ora da condividere con Safi e questo lo irritava oltre ogni dire. La sua tata Kashe gli preparò ai piedi del letto la sua tenuta da cavallo e iniziò ad elencargli gli impegni di quella mattina

-Il duca di Auvex e i suoi paggi vi aspettano per la cavalcata mattutina, dopodiché si uniranno a voi per la seconda colazione anche i lord di Termira e de la Vallè… -

-Allora dovevo magiare meno questa mattina… - sbuffò Zane mentre con un morso mangiava mezzo cornetto, sporcandosi di ripieno tutta la faccia

-Non fate il bambino- lo ribeccò bonariamente la tata per poi continuare –avete un udienza da vostro padre, una cosa di mezz’ora al massimo… poi c’è la lezione di tiro con l’arco, il maestro di buone maniere e quello di letteratura si sono scambiati la lezione e quindi prima di mangiare avrete letteratura… poi c’è il pranzo e le lezioni del pomeriggio: danza, portamento e poi gli appuntamenti… alle 16 Catalina vi verrà a trovare… -

-Che palle!- sbuffò Zane

-Signorino, è la vostra fidanzata! È normale che voglia stare con voi! Soprattutto ora che manca così poco al matrimonio-

-Palle!-

-Signorino, non usate questo linguaggio scurrile!- lo ribeccò la tata. Zane si imbronciò e fu di pessimo umore per tutta la cavalcata. Il suo umore non migliorò neppure di fronte alla torta con doppia glassatura che gli servirono alla seconda colazione. Ma fu l’imminente incontro con suo padre a demoralizzarlo del tutto. Proprio non ne aveva voglia di vederlo, temeva che gli volesse aggiungere altre lezioni o, peggio, che gli iniziasse a raccontare qualche altro terribile aneddoto sulla vita coniugale. In fondo al matrimonio mancavano solo 3 giorni

-Buon giorno padre- lo salutò il ragazzo formalmente ma l’uomo non gli prestò molta attenzione e gli lanciò un mantello mentre si preparava a sua volta per uscire

-Rama mi ha mandato un messaggio- gli spiegò lanciandogli una lettera aperta e stropicciata

-E… quindi?- fece il ragazzo, non capendo quell’agitazione

-Mi ha chiesto di portarti alla Casa, a quanto ho capito il tuo amante deve parlarti al più presto ma, come al solito, tua madre ha intercettato la tua posta e non te l’ha fatto sapere- la  madre di Zane era fortemente contraria alla frequentazione del Casa, trovava fosse disdicevole che l’unico figlio ed erede, prossimo alle nozze, passasse tutto il suo tempo in compagnia di un pacificatore. Alla donna, in realtà, dava molto più fastidio che il figlio si interessasse ad un mezzo umano. Non avrebbe fatto tutte quelle storie se Zane si fosse intrattenuto con un qualsiasi altro ragazzo che fosse stato un vampiro puro

-Sai se sta bene?- gli chiese Zane mettendosi a sua volta il mantello sulle spalle

-No, Rama non mi ha detto nulla, mi ha solo detto di arrivare prima delle 3 ma non il perché… -

-Signore la carrozza è pronta- li avvisò uno dei servi. Lasciarono casa in tutta fretta senza dire niente a nessuno. Zane era tremendamente preoccupato che fosse successo qualcosa di brutto a Safi.

 

Zane entrò nella stanza senza bussare e quello che trovò lo sorprese e lo bloccò sul posto. Safi era seduto sul bordo del letto, in parte arrotolato nelle coperte come era solito fare quando era pensieroso o comunque preoccupato ma era, soprattutto, bellissimo. Si era lisciato i capelli che ora scivolavano attorno al suo viso, impreziositi da dischetti dorati e gemme rosse e blu come i suoi occhi. Aveva un colorito più roseo e sano del solito e anche le labbra sembravano più rosse

-Ciao- lo salutò Safi sorridendo. Zane si riscosse e fece alcuni passi per andargli incontro ma si bloccò di colpo quando l’altro si alzò in piedi, scoprendosi completamente. Portava un abito strano, come Zane non ne aveva mai visti, di una stoffa nera e lucida. Era un vestito che lasciava le spalle e le braccia scoperte, scendendo fino a terra a sfiorare il pavimento. Quando Safi si muoveva la gonna si apriva appena e lasciva intravedere quello che c’era sotto. Ai polsi, alle caviglie e sui fianchi erano fissati sottili anelli e catenine d’oro con incastonati rubini e smeraldi. Zane non riusciva a parlare tanta era la sorpresa

-Sono così contento… - gli sussurrò Safi avvicinandosi e sfiorando le sue labbra in un bacio dolce e leggero –temevo non saresti riuscito a venire… - Zane si riscosse e ricambiò il suo bacio con ardore stringendo l’altro ragazzo a sé. Gli accarezzò i fianchi e la schiena nuda mentre il bacio diventava sempre più passionale, affamato. Si ritrovarono stesi sul letto, Zane già completamente svestito sopra l’altro ragazzo che non riusciva a slacciarsi l’abito

-Tienilo- gli sussurrò Zane baciandolo su tutto il collo, scendendo lentamente sulla spalla per poi guardarlo in viso –sei splendido- gli disse tornando a baciarlo mentre intrufolava la mano sotto il vestito per accarezzarlo fra le gambe, poi aggiunse –cos’è successo? Cos’ho fatto per meritarmelo?- Safi sorrise e ricambiò, masturbando a sua volta l’altro ragazzo, lo baciò ancora per qualche minuto prima di rispondergli

-Devo tornare a casa- gli disse. Zane si bloccò di colpo e lo fissò stupito

-Come?- chiese, sperando di aver capito male

-Mamma sta male e mi ha chiesto di tornare a casa per aiutarla con il negozio… inizia ad avere una certa età e… -

-Non puoi!- lo bloccò Zane, staccandosi da lui

-Sarà solo per un po’ di tempo- gli assicurò Safi

-Quanto?- gli chiese duramente l’altro. Non voleva che se ne andasse e lo irritava che non gliene avesse parlato prima

-Qualche mese-

-Non se ne parla- sentenziò Zane –non te ne puoi andare per così tanto tempo-

-Si invece- ribatté Safi, irritandosi

-No. E comunque non sarebbe meglio far venire lei qui e chiudere il negozio?-

-Non siamo tutti nobili e pieni di soldi come te, la gente normale ha bisogno di lavorare! E comunque mia madre è una strega e io non ho abbastanza soldi per pagarle il visto per farla stare qui-

-Una strega?- chiese stupito l’altro –ti preoccupi per una strega? Quelle non hanno bisogno di cure!-

-È mia madre!- gli urlò contro Safi –non è una semplice strega: è mia madre! E ha bisogno di me! Non mi puoi impedire di andare da lei!- Zane ammutolì da quello scatto d’ira. Era la prima volta in assoluto che vedeva Safi arrabbiato e non gli piaceva troppo essere lui la causa di quel malumore così cercò di calmarlo, di scusarsi

-Quando parti?- gli chiese più calmo

-Fra qualche ora- gli rispose Safi, sfidandolo con lo sguardo a ribattere. Zane sospirò, stanco, ma cercò di sorridere

-Almeno sono arrivato in tempo per un addio decente-

-Fra qualche mese sarò di nuovo qui per te- gli assicurò Safi, abbracciandolo e tornando a sorridere. Zane lo baciò a sua volta, cercando di rilassarsi, ma in realtà voleva solo urlare e imprecare. L’idea di non vederlo per così tanto tempo lo demoralizzava. Se poi ci aggiungeva che presto si sarebbe pure sposato con una donna che ormai non desiderava più…

 

Zane ritornò a casa e la prima persona che incontrò fu sua madre. La vampira, a differenza di quello che si era spettato, lo salutò felice. La cosa lo insospettì parecchio ma non ebbe tempo per chiedere spiegazioni perché venne ad interromperli Catalina. La sua giovane promessa sposa quel giorno era in uno dei suoi vestiti preferiti: di color blu – azzurro: cobalto, come era solita puntualizzare, con dei ricami bianchi, lungo fino ai piedi ma con una scollatura molto abbondante. I capelli ricci e neri come la notte erano, come al solito, perfettamente in ordine e anche il trucco sembrava perfetto, anche se Zane non ne capiva molto di quel genere di cose. Catalina era bella ma non era Safi e Zane non provava molto quando la vedeva

-Ho una sorpresa- gli disse lei dopo i vari saluti

-Fantastico- fece Zane con poco interesse

-Sono incinta- disse la vampira a bruciapelo, lasciandolo sconvolto e sorpreso –siete felice?- gli chiese ancora, visto che l’altro non parlava

-Estasiato- le rispose Zane mentre in realtà pensava che davvero iniziava ad odiare le sorprese.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Safi si guardò attorno smarrito. Non capiva esattamente cosa ci facesse in quel posto, perché fosse stato fermato alla dogana fra il mondo degli umani e quello dei vampiri, non capiva perché era stato messo in cella prima e ora portato in quel posto: al cospetto del principe dei vampiri. Non aveva mai visto il principe da così vicino, l’aveva intravisto solo qualche volta, da molto lontano nei cortei, e sulle monete. Era giovane e incredibilmente elegante, sembrava essere piuttosto alto anche se da seduto non era facile dirlo, aveva i capelli neri lucidi e gli occhi rossi molto profondi. Era anche bello, quasi perfetto, però sembrava una persona tremendamente seria e fredda, qualcuno con cui è meglio non scherzare. Il principe non gli aveva ancora prestato attenzione, né gli aveva dato la parola, gli aveva però accordato di sedersi mentre lui finiva di leggere un fascicolo che uno dei suoi consiglieri gli aveva portato. Quello di sedersi era stata già una grandissima concessione e Safi non ne capiva il motivo

-Ebbene- esordì il principe ridando i fogli a uno dei suoi consiglieri –la situazione mi pare chiara: il tuo visto per tornare nel mondo umano non è più valido- sentenziò con freddezza per poi congedarlo ma Safi, tentennante, provò a chiedergli perché non poteva tornare a casa. Il principe aggrottò semplicemente le sopracciglia ma tanto bastò per raggelare il ragazzo –mi pare ovvio… - gli disse, comunque, il reale –nella tua condizione non è mai stato concesso a nessuno di andare nel mondo umano-

-Quale condizione, sire?- chiese perplesso Safi

-Non è concesso andare fra gli umani quando si aspetta un bambino, non te l’hanno detto?- chiese irritato. Safi spalancò gli occhi –non sapevi di essere incinto?- gli chiese il principe, accorgendosi del suo stupore

-No, non lo sapevo- ammise Safi toccandosi lo stomaco shoccato prima di scoppiare a piangere.

 

La stanza che gli avevano accordato al ricovero per quelli come lui, quelli in dolce attesa, era molto grande e spaziosa, bianca e pulita. Safi aveva appena finito di mettere in ordine le sue cose, aiutato da un vecchietto, un volontario di quel posto, e si era disteso sul letto. Aveva cercato di non pensarci per tutto il giorno, mantenendosi impegnato ma ora la realtà della situazione lo stava tormentando.

Aspettava un bambino. Un piccolo esserino stava crescendo dentro di lui. Safi si accarezzò lo stomaco, cercando i primi segni della gravidanza, ma trovò il suo ventre piatto come sempre e, per un attimo, sperò che i medici si fossero sbagliati: lui aveva sempre usato tutti i metodi contraccettivi esistenti ed era sempre stato molto preciso e metodico nell’assumerli. D’altra parte però era anche felice: aveva sempre voluto un bambino e sperava non ci fosse nessun’errore.

Sapeva che un bambino mezzo sangue non era ben visto dalla società, soprattutto se figlio di un pacificatore, e sapeva quante angherie e prese in giro avrebbe dovuto sopportare perché anche Safi le aveva sperimentate. Ma non aveva il coraggio di abortire, lo voleva quel bambino, anche se l’avrebbe dovuto crescere da solo. Non poteva di certo andare da tutti i suoi clienti a chiede di fare il test di paternità, né voleva farlo

-State bene?- gli chiese un volontario, diverso da quello del pomeriggio, mentre gli serviva la cena

-Si, grazie… siete molto gentile- Safi sbadigliò e si mise a tavola. Si era appisolato senza neanche accorgersene mentre si accarezzava il ventre

-Nausea? Vertigini?-

-No, sto bene… ho solo una gran fame-

-Allora mangiate e non esitate a chiedermene ancora- quando Safi finì aiutò il vecchio vampiro a sparecchiare e si offrì di aiutarlo a pulire ma l’altro lo fece stendere nuovamente a letto –non preoccupatevi di me, sono ancora in forma nonostante i miei anni e voi avete bisogno di riposo… oh! Sembra abbiate delle visite … -

-Visite?- ripeté il ragazzo sorpreso. Il vecchio annuì e uscì per far entrare un altro vampiro e lasciargli la loro privacy –come mi hai trovato?- gli chiese Safi agitato

-Kashe era la mia tata- gli rispose Zane mentre chiudeva la porta –gli ho parlato così tanto di te che ti ha riconosciuto senza neanche averti mai visto- si sedette sul letto dove Safi era disteso e lo baciò sulla fronte mentre gli accarezzava lo stomaco –come stai?- chiese dolcemente

-Bene-

-E il bambino?-

-Hanno fatto un paio di controlli alla dogana ma quelli specifici arriveranno fra qualche giorno, sembra comunque che sia tutto apposto-

-E di chi… ?- cercò di chiedere Zane ma Safi lo interruppe

-Non è tuo- gli disse seccamente per poi aggiungere –sono incinta da 3 settimane e in quel periodo non ci siamo visti neanche una volta- Zane rimase in silenzio, lo guardò in viso, perso. Gli accarezzò lo stomaco e sospirò

-Sei sicuro?- chiese ancora

-Si, non è proprio possibile sia tuo-

-Capisco- fece Zane prima di rimanere ancora in silenzio

-Zane, mi spiace- sussurrò Safi accarezzandogli la mano che era rimasta ancora ad accarezzargli la pancia. L’altro sorrise e lo baciò ancora una volta teneramente

-Non fa nulla… - gli assicurò per poi chiedere –è per questo che te ne stavi andando? Perché era rimasto incinta?-

-No, non ne avevo proprio idea… sono stati quelli alla dogana ad accorgersene… dovevo davvero andare da mia madre-

-Sta molto male?- gli chiese Zane

-Abbastanza… non credo ne morirà ma sta male sul serio- Zane si prese qualche minuto per pensare e poi gli propose di farla venire nel loro mondo

-Non ho i soldi per il visto- gli disse Safi

-Non ti preoccupare, lo pago io- gli assicurò Zane e, prima che l’altro potesse obbiettare, aggiunse –ti amo… anche se non porti in grembo il mio bambino ti amo lo stesso, voglio che tu sia tranquillo e felice e voglio aiutarti… non mi costa niente pagare un visto per tua madre se questo ti rende felice-

-Ma… - cercò di obbiettare Safi

-Niente ma! È un regalo: zitto e accettalo-

-Sei un tiranno- lo prese in giro il ragazzo per poi allungarsi a baciarlo –grazie-

 

Zane si buttò sul divano, esausto, mentre sua madre e Catalina continuavano a cianciare fra di loro vagliando i nomi migliori per il nascituro. Il padre di Zane, come il ragazzo, stava cercando da ore di congedarsi ma le due donne non li lasciavano andare via. Zane occhieggiava il pancione della giovane vampira e non poteva fare a meno di pensare che non era poi tanto più grande di quello di Safi e sperava che il piccolo di Catalina aspettasse ancora un po’ a nascere. Sperava ancora, in cuor suo, che gli esami fossero stati sbagliati e che il bimbo nel grembo di Safi fosse suo. Lo desiderava ardentemente.

La gravidanza di Catalina gli aveva dato tempo: il matrimonio non era permesso se uno dei due sposi era incinta perché non bisognava affaticarlo. La gravidanza fra i vampiri era spesso complicate e non andava, in molti casi, a buon fine; era quindi presa davvero molto seriamente persino dalla legge. Le neo mamme non potevano fare, per legge, quasi nulla: potevano solo stare a letto, dedicarsi ad hobby poco faticosi, fare corte passeggiate accompagnate e, più in generale, essere coccolate. Così le nozze erano slittate fino alla nascita del bambino che Zane sperava sarebbe avvenuta il più tardi possibile

-Stai bene, cara?- chiese la madre di Zane in tono preoccupato alla nuora

-Si, io… - cercò di rispondere Catalina ma poi iniziò ad urlare e Zane capì che stava per diventare padre del bambino sbagliato.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Zane si alzò e poi tornò a sedersi, si rialzò nuovamente, girò attorno al tavolo e, infine, si rimise nuovamente a sedere. Era agitato, teso e impaziente. Al piano di sotto sua madre stava preparando una gran festa per la nascita del bambino, nonostante avesse appena poche ora di vita e neppure Zane l’avesse ancora visto.

Era tradizione che il padre non vedesse i figli finché non fosse stata accertata la buona salute e la paternità del neonato. Era solo una scemenza ma i suoi genitori ci tenevano molto, così Zane non aveva ancora visto suo figlio. Non sapeva neanche lui come avrebbe reagito nel trovarselo davanti: era suo figlio, il suo stesso sangue ma non era nato dalla persona giusta. Catalina non era la persona con cui avrebbe voluto avere un figlio né con cui voleva passare il resto della vita. Zane era preoccupato, era arrabbiato e stanco e quando il medico uscì dalla camera di Catalina si sentì distrutto.

Sapeva che da quel momento in avanti non avrebbe più potuto vedere Safi, che anche l’ultima speranza di poter stare con lui era morta. Sarebbe stato disdicevole continuare a frequentarlo dopo la nascita del figlio di Catalina, la madre di Zane glielo avrebbe proibito categoricamente. Zane aveva sperato, pregato che il figlio di Catalina non nascesse così presto ma un mese di differenza era troppo. Sospirando, si alzò e andò dal medico per sentirsi dire che era tutto apposto, che il bambino era in splendida forma e ricevere i migliori auguri e le sue congratulazioni. Poi sarebbe andato da Catalina e dal neonato, avrebbero aspettato il notaio e avrebbero dato al bambino il nome di Nikolay, come concordato in precedenza. Ci sarebbe poi stata la festa e il bambino sarebbe stato presentato al resto della società. Dopo qualche settimana il matrimonio e il resto della vita insieme.

Zane non si sentiva pronto, non voleva quel futuro, lo spaventava dover andare avanti da solo. Catalina non sarebbe mai riuscita ad aiutarlo, a sollevarlo di morale quando tutto andava a rotoli, quando i suoi generali, consiglieri e sudditi gli si sarebbero rivoltati contro come succedeva periodicamente, quando il primo disguido l’avrebbe fatto preoccupare per giorni e giorni, togliendogli il sonno e l’appetito. Lei non sarebbe mai riuscita ad essere una moglie, lei era come la madre di Zane: era una donna, un essere così raro e viziato da non riuscire a pensare a nient’altro che a sé stessa. Si maledì in quegli orribili istanti per essere andato a letto con lei, per aver ascoltato sua madre che lo spingeva fra le braccia della sua fidanzata. Si sarebbe dovuto trattenere. Ma il danno era fatto e il medico era davanti a lui per dichiarare la condanna. Zane era finito

-Mi spiace signore- gli disse il dottore con aria grave e seria –ho rifatto gli esami 5 volte ma tutti hanno dato lo stesso risultato: quello non è vostro figlio- Zane lo guardò stupito, confuso, pensando che fosse un pessimo scherzo ma quello non sembrava stare scherzando. Il giovane vampiro entrò nella stanza dove Catalina aveva partorito: teneva fra le braccia il suo bambino e sorrideva felice. Quando lo sentì entrare alzò lo sguardo e gli sorrise

-Non è mio… - sussurrò Zane, ancora sconvolto

-Non ti sono stata fedele- ammise Catalina, senza smettere di sorridere –ma non penso ti dispiaccia, vero?- Zane scosse la testa e sorrise a sua volta

-Chi è il padre?- chiese. Catalina gli sorrise semplicemente e Zane capì, chiamò il capo delle sue guardie che accorse immediatamente, teso e vigile. Gli indicò la stanza e gli sorrise prima di dirgli –vai a conoscere tuo figlio- quello spalancò gli occhi stupito, poi sorrise e corse da Catalina e dal loro bambino.

Zane li lasciò soli e andò a dare la notizia si suoi genitori. Sua madre la prese male, molto male. Minacciò di mettere al rogo sia Catalina che il figlio e di castrare il capitano delle guardie. Si diede al lancio delle fioriere contro chiunque le capitasse a tiro e poi si ritirò urlando e sbraitando nella sua camera, continuando a distruggere tutto quello che le capitava sotto mano. Il padre di Zane rimase in silenzio finché sua moglie non se ne fu andata, dopodiché si sedette e sospirò

-Temevo ci avrebbe uccisi- disse

-Ad un certo punto l’ho pensato anch’io- annuì Zane

-Cos’hai intenzione di fare?- gli chiese suo padre

-Sinceramente non ci avevo pensato- ammise il ragazzo –penso che darò qualche settimana di congedo a lui, lascerò che Catalina si riprenda e poi vedremo dove sistemarli-

-E Safi?- gli chiese suo padre

-A lui non ho ancora pensato-

-Sai che se mettesse al mondo un figlio tuo sarebbe un gran casino, vero?-

-Continua a dire che non è mio… -

-Ma se lo fosse? Hai intenzione di riconoscerlo?-

-Assolutamente- gli rispose senza la minima insicurezza Zane

-Sai che tua madre scatenerebbe l’inferno, vero? Sei preparato a questo?-

-Si- gli rispose Zane e sapeva che per Safi sarebbe stato pronto ad affrontare qualsiasi cosa, solo che non era pronto a farlo così presto: proprio in quel momento entrò Kashe, un sorriso stampato in volto e gli occhi pieni di lacrime

-È nato, è vostro- disse più e più volte, stupito e felice –Safi, ha partorito! Ha partorito vostro figlio- Zane si alzò e gli corse incontro

-Sei sicuro?- gli chiese eccitato

-Si, è vostro, è vostro!- ripeté il vecchio vampiro e Zane iniziò a ridere e urlare di gioia.

 

Safi era davanti alla finestra, seduto su una sedia a dondolo, coperto e arrotolato in un grosso panno. Era più pallido del solito e stanco ma sorrideva felice e sereno al fagottino che teneva fra le braccia. Zane gli si avvicinò e si inginocchiò ai suoi piedi con il cuore che sembrava volergli scoppiare, tanta era la felicità. Si guardarono e si sorrisero a vicenda, non si dissero nulla ma bastò quello sguardo.

Safi appoggiò la testolina del bimbo sulla sua spalla e scoprì un piccolo pezzo della schiena. Proprio alla base del collo c’era una piccola voglia a forma di cuore. Zane la sfiorò con la punta delle dita, temendo fosse solo un sogno ma era tutto vero: Safi aveva messo al mondo suo figlio e quella voglia ne era la prova. Quel piccolo segno era sulla pelle di tutti i suoi parenti da generazioni: suo padre, suo nonno, il suo bis-nonno, il suo trisavolo e anche quelli venuti prima avevano quel segno. E ora c’era anche quel piccolo esserino fra le braccia di Safi. Sarebbero state fatte tutte le analisi e i test ma Zane sapeva di stare guardando suo figlio

-Come si chiama?- chiese accarezzando la testolina piena di capelli sottilissimi del bambino con la massima delicatezza, temendo di fargli male

-Ho pensato di chiamarla Anastasia- gli disse Safi

-È femmina?- gli chiese stupito e l’altro sorrise annuendo. Zane scattò in piedi e gli prese il viso baciandolo felice.

 

Zane decise di far passare una settimana dalla nascita di sua figlia prima di togliersi il medaglione e di rivelare la sua vera identità. In quel lasso di tempo Safi si riprese dal parto ed entrambi coccolarono Anastasia come una principessa. Catalina si sposò con il capitano delle guardie e andarono a vivere nella villa che lui aveva comprato con i suoi risparmi. La madre di Zane distrusse mezzo castello e decise di allontanarsi dalla capitale per qualche decennio, proprio non ne voleva sapere della nipote. Il padre di Zane invece l’adorò dal primo incontro e iniziò a viziarla con infiniti regali. Quando tutto si fu più o meno sistemato Zane andò da Safi per parlargli, anche se in realtà non aveva la minima idea di cosa dirgli. Fu Safi a tranquillizzarlo, a dirgli che sarebbe andato tutto bene e che niente sarebbe cambiato: fu in quel momento che Zane capì di aver trovato la persona giusta, un compagno della vita e non ebbe più alcuna paura o insicurezza. Si tolse il medaglione dal collo e si mostrò per la prima volta con il suo vero aspetto

-È uno scherzo?- gli chiese Safi, dopo un lunghissimo silenzio

-No, sono io- gli assicurò l’altro, scostandogli i capelli dal viso e carezzandogli la guancia. Safi rimase ancora in silenzio, cercando di assimilare quella scoperta

-Ho fatto sesso con il principe- sussurrò shoccato, portandosi le mani ai capelli

-E mi hai dato anche una splendida bambina - aggiunse il principe. Safi rimase ancora in silenzio per poi voltarsi di scatto e dargli un pugno sul braccio

-Mi hai mentito! Non ti chiami Zane!- sbottò irritato

-È il mio secondo nome: tecnicamente non ho mentito-

-Si invece!- si impuntò Safi facendolo ridere

-Va bene, ho mentito… ma se ti dicevo il mio primo nome mi riconoscevi subito: solo io, in tutti i mondi, devo portare il nome di Astralion-

-Nome orribile-

-Concordo, ma mia madre è una donna molto testarda-

-Io continuerò a chiamarti Zane-

-Va bene- rise l’altro. Safi l’abbracciò e chiuse gli occhi fra le sue braccia: quel calore che sentiva non era cambiato, solo il viso di Zane era cambiato ma lui era ancora il vampiro di cui si era innamorato e neanche le sue origini regali avrebbero potuto cambiare quel sentimento.

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