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La verità è che questa fanfiction avrebbe dovuto chiamarsi Lubrificante.
E invece.
*
Chapter 1
Warmth of thefireplace
A volte il cervello umano fa cose strane. Ti fa vedere un’immagine al posto di un’altra, ti fa dimenticare gli appuntamenti, immagazzina informazioni a comparti stagni per poi perdersele chissà dove, ti fa sentire voci.
E poi c’è il cervello di Sebastian Smythe, che ti porta indietro nel tempo di due anni, in una sorta di universo parallelo, sotto forma di fantasma, come punizione divina e tentativo di impartire una lezione tramite il Natale Warbler più assurdo nella storia dei Natali Warbers.
Senza un cazzo di motivo, tra l’altro. Ma ecco com’è andata.
*
Sebastian non ha mai propriamente odiato il Natale. Certo, non ha mai sopportato la neve perché non riesce a rimorchiare se è appallottolato in un piumino, con una stupida sciarpa ed una stupida cuffia; e poi c'è stata quella volta che ha boicottato per noia la cena della Vigilia a casa dei suoi nonni materni, a Parigi, correggendo le escargot con un cocktail micidiale di vodka, paprika, lassativo in polvere e voilà, merci!; e non sopporta i regali di Natale perché nessuno riesce mai ad azzeccare quello giusto per lui; e detesta l'ottanta percento delle canzoni a tema, e-
Ok, forse Sebastian odia il Natale. Però è reciproco, perché il Natale odia Sebastian con la stessa intensità.
Non è che sia un Grinch (il verde gli sta da schifo), o una sorta di moderno Scrooge (anche le rughe gli stanno da schifo), però la maggior parte delle 'cose' che succedono a Natale non gli vanno proprio giù.
Per esempio: sono tutti più buoni per principio.
Lui ha passato tutto l'anno a fare il santarellino - maledetto Blaine e i suoi occhi da cucciolo bastonato e David Karofky e la sua enorme palla di sensi di colpa - quindi non avrebbe diritto a, che so, un pompino extra?
Caro Babbo Natale, negli ultimi mesi non ho ricattato, accecato, complottato né dato fuoco a proprietà scolastiche - Jeff Sterling non conta e quello è stato un incidente. Quand'è che troverò un belloccio da farmi sotto l'albero di Natale?
Insomma, Sebastian Smythe e i sette giorni precedenti al venticinque dicembre non hanno un buon rapporto. Sono ai ferri corti.
Naturalmente la provvidenziale sfiga natalizia doveva metterci lo zampino.
Chiamatelo Karma, iella, giustizia divina, Apocalisse, come diavolo vi pare, fatto sta che Sebastian sta per interrompere un intero anno da bravo ragazzo per prendersi la sua meritata vendetta proprio una settimana e mezza prima di Natale.
Il Warbler spalanca la porta della sala comune con stizza, calciando via una pallina rossa e blu caduta dall'albero già interamente addobbato. L'oggetto rotola fino al caminetto acceso e si ferma lì con un lieve ding.
Nessuno troverà mai il cadavere di Hunter, il che significa che il suo è un piano geniale, naturalemente. Gli farà ingoiare quel maledetto fischietto, poi lo strangolerà con la cravatta della Dalton, lo farà a pezzi con le sue mani e sotterrerà i resti nell'enorme parco della scuola. Tanti pezzetti di Hunter 'guardatemi, sono il supremo reggente dell'universo e non sono nemmeno bisessuale' sparsi per il giardino, sopra ai quali cresceranno dei meravigliosi bucaneve, possibilmente macchiati di sangue. Potrebbe persino ricattare Nick e Jeff per convincerli a fare il lavoro sporco per lui.
Mr Scuola Militare sarebbe sottoterra e tutti i suoi problemi sarebbero finalmente finiti: niente più frecciatine su Blaine, niente più stringere i denti perché Hunter da sfoggio dell’odio nei suoi confronti in modi davvero ingegnosi, niente più Hunter e basta.
Sì, può funzionare.
Accoppare Lo Stronzo sarà il suo regalo di Natale per gli Warblers, donato dall'alto della sua immensa magnanimità, corredato da un contorno di patate e spirito di sacrificio. E poi la gente dice che è egoista!
Ebbene, se c'è qualcosa che Sebastian odia più del Natale, quello è il Soffiatore di Pifferi. Battutine sconce a parte.
C'è solo un problema, qualcosa di piccolo, peloso e insignificante che Sebastian non ha preso in considerazione al momento dell'ideazione del suo malvagio complotto.
Il fattore x, il termine scatenante della proverbiale sfiga di Natale made in Smythe.
Il demoniaco felino di Hunter.
In realtà è questione di un attimo, ma è come se quella diabolica botola di pelo e lardo sapesse.
Il ragazzo si avvicina al camino per raccogliere la pallina caduta dall'albero, il calore del fuoco lo investe in pieno e lui fa un passo indietro.
Un semplice passo all'indietro ed ecco che la creatura del demonio gli s’infila tra le gambe con un miagolio di battaglia, lui la maledice mentre perde l'equilibrio e -
Sbam.
Sbatte la sua regale fronte sul bordo metallico del camino e fa davvero caldo e - e - sono fiocchi di neve luminosi, quelli?
Non è possibile perché beh, non lo è e basta, ma è come se stesse cadendo dentro al camino e l'ultima cosa che pensa prima che tutto si faccia buio è cazzo che morte ridicola.
Oh, guardate. Luccica!
*
La prima cosa che Sebastian realizza una volta ripresa coscienza di sé è che sta effettivamente uscendo dal camino nel quale è caduto; la seconda è che suddetto camino è acceso; la terza è che non sta andando a fuoco come dovrebbe se fosse davvero sdraiato carponi in mezzo alle fiamme.
E, per quanto non sia possibile, è esattamente ciò che sta succedendo. Ora, lui non è mai stato incline agli attacchi di panico, anzi: si considera una persona profondamente razionale.
Perciò.
Che diavolo sta succedendo?
I really can't stay...
Sebastian riesce a mettersi in equilibrio su di un ginocchio, appoggiando le mani per terra – o meglio, tra le fiamme - e si decide ad uscire del tutto dal camino acceso, facendo leva sul bordo contro il quale neanche trenta secondi fa ha sbattuto la testa. Ahia.
A proposito. Dov'è la progenie di Satana sotto forma di felino?
But baby, it's cold outside...
Spazzola via gli ultimi residui di cenere dalla manica del blazer con la mano, visto che è appena uscito da un dannato camino e chi diavolo è, Babbo Natale? e lancia un'occhiata alla stanza, decidendo momentaneamente di ignorare il fatto di essere diventato – momentaneamente - ignifugo.
Si trova ancora nella Sala Comune degli Warblers, eppure c’è qualcosa di diverso che gli sfugge. Non è come se avesse la risposta sulla punta della lingua, comunque: sembra più qualcosa di estremamente importante che gli scivola via dalle mani come fumo.
Fa un incerto passo avanti, dal momento che la razionalità sta prendendo di nuovo il sopravvento e, diamine, non può essere caduto nel camino per poi riemergere dallo stesso. La gente normale non cade nei camini - e ne esce indenne -, e si sforza di osservare con più attenzione, cercando di cogliere tutti i dettagli.
La stanza è più luminosa, decisamente più calda. Quante ore è rimasto svenuto dentro al camino, esattamente? E nessuno è venuto a cercarlo?
I've got to go away...
La candela sul tavolino è accesa, mentre quando è entrato nella stanza era spenta. Quella rossa che stava sopra al camino era accesa, e ora – ora è spenta.
E poi non c'era un albero di Natale proprio all'angolo, tra l’altro, dal quale è caduta la pallina che lui ha calciato via e che ha involontariamente causato questo bizzarro inconveniente? Ma l'albero di Natale non c'è.
But baby, it's cold outside...
E si sbaglia, o quando è entrato nella stanza non c'era musica?
Perché questa è - sembra proprio - e loro sembrano - ma che diavolo - ok.
Ok.
A parte il suo cervello che sta andando ad intermittenza come le lucine dell’albero di Natale – che è magicamente scomparso, porca miseria – ma non sta succedendo davvero.
Sta succedendo davvero? Ma non è possibile!
This evening has been - so very nice!
Sebastian sgrana gli occhi tanto da farli arrivare alle dimensioni di due arance, dal momento che davanti a lui sono appena comparsi due ragazzi, all'incirca della sua stessa età, praticamente dal nulla. Come se fossero spuntati dal pavimento come piantine!
Indossano entrambi la divisa della Dalton, stanno cantando uno all'altro e sì, sono proprio Kurt e Blaine.
E no, non l'hanno visto uscire dal camino grazie ai suoi poteri ignifughi.
Difatti, si stanno comportando come se Sebastian non fosse appena uscito da una dimensione parallela o qualcosa del genere.
Ma soprattutto - ed è qui che Sebastian si convince di essere completamente impazzito, kaput, fuori come un lampione fulminato – Kurt e Blaine non dovrebbero affatto essere alla Dalton Academy la settimana prima di Natale, perché Blaine si è trasferito al liceo McKinley un anno fa e Kurt si è diplomato e vive a New York City, cazzo.
I'll hold your hands, they're just like ice!
Oh mio dio, il gatto di Hunter l’ha ucciso.
Morto stecchito, ecco cos’è. Ucciso da un felino, cazzo, un dannato sacco di pelo! Uno spolverino lardoso, un – un – uno swiffer!
My mother will start to worry...
Sì, Sebastian dev’essere stato ammazzato da un gatto lardoso mentre complottava l'omicidio del suo acerrimo nemico e ora a quanto pare è condannato a passare l'eternità a guardare Kurt e Blaine che cantano, nel più profondo girone dell’inferno.
Quale Dio è così crudele da imporgli una cosa così atroce?
Beautiful, what's your hurry?
Eh, di che si preoccupa. Certo. Tanto è morto.
Insomma, è perfettamente normale tirare le cuoia sbattendo la testa sul camino e ritrovarsi qui. Perfettamente normale.
E adesso?
Kurt e Blaine continuano a non guardare nella sua direzione, ignorandolo completamente mentre girano uno intorno all'altro attraverso la stanza a mo’ di trottole. Si stanno sorridendo maliziosamente in modo talmente zuccheroso che Sebastian sente il bisogno di vomitare la colazione e farsi un'iniezione di insulina, tipoora.
Che almeno gli facessero le condoglianze per la sua tragica, triste morte!
Invece no, Kurt è troppo occupato a fare l’occhiolino a Blaine ed entrambi sono troppo occupati a cantare uno stupidissimo duetto natalizio che parla dell’entrare nei pantaloni l’uno dell’altro perché oh, fuori fa freddo.
Grazie al cazzo, pensa Sebastian lanciando uno sguardo veloce alla finestra. Sta nevicando da matti, cretini.
My father will be pacing the floor...
Blaine sta praticamente inseguendo le labbra di Kurt attraverso la stanza e il ragazzo dagli occhi azzurri sembra nient'altro che estremamente soddisfatto al riguardo anche se sta arrossendo - ma forse è il calore del camino - e Sebastian caccia indietro i conati di vomito, sforzandosi di produrre il colpo di tosse più rumoroso di tutto il suo repertorio. Ne esce un suono un po’ strangolato, ma ci si può accontentare.
Kurt e Blaine lo ignorano, continuando a sgusciare di qua e di là come anguille.
Coff. Coff.
Un'altro coff.
Niente.
I due piccioncini ora sono appoggiati ai divani al centro della stanza, uno di fronte all'altro mentre cantano con natalizio entusiasmo, e Sebastian sbuffa stizzito.
Ti pareva che l’inferno gli desse cotanta amabile compagnia?
Put some records on while I pour!
Lo shock finalmente entra in circolo nelle sue vene – sempre che ce le abbia ancora. Se è morto il sangue scorre lo stesso? E gli batte il cuore? E fermi tutti, può ancora avere un’erezione, vero? – quando Kurt nel tentativo di sfuggire a Blaine plana come un uccellino prima contro di lui, poi letteralmente attraverso di lui.
Fermi tutti.
Kurt Hummel gli è appena passato attraverso come se fosse un fantasma.
Sebastian guarda in basso verso il resto del suo magnifico corpo e uhm, forse avrebbe dovuto aspettarselo.
È trasparente. No, davvero, è una sorta di – di fantasma incorporeo o qualche altra cazzata del genere. Come se la sua immagine fosse sbiadita, come se fosse – Un riflesso. Sebastian è diventato un riflesso.
Oh, but it’s cold outside…
“Cazzo” borbotta sottovoce, passandosi una mano tra i capelli in preda ad un leggero attacco di panico. “La smettete di cinguettare, pappagallini?” sibila verso Kurt e Blaine. “Sto cercando di ragionare con il mio cervello fantasma, qui”.
È una sensazione strana, riesce a toccarsi, ma è come se il suo intero corpo fosse scivoloso, come se fosse soffice e inconsistente come fumo. Come se fosse – ricoperto di lubrificante, ecco!
Chi ha bisogno delle spiegazioni poetiche, dopotutto? Sì, scientificamente parlando – e la mente di Sebastian è molto scientifica – è come se fosse ricoperto da capo a piedi di lubrificante. Ogni volta che cerca di toccarsi, scivola via con facilità.
Oddio, se non fosse che è preoccupato per la sua vita post mortem si stringerebbe la mano da solo per il doppio senso.
Tuttavia Sebastian è pur sempre Sebastian, quindi si complimenta con il proprio straordinario cervello per aver tratto una conclusione così intelligente nonostante il panico che gli attanaglia le viscere.
Ora rimane solo da capire che diavolo sta succedendo e perché.
“Merda, merda. Ehi, Anderson! Blaine, mi senti?”
God, your lips look delicious…
Sì, col cavolo. Blaine, a mezzo metro da lui, piega la bocca in una sorta di broncio e abbassa lo sguardo dorato sulle labbra di Kurt, che è vicinissimo; Kurt diventa rosso come un peperone ma continua imperterrito a cantare e il ragazzo riccio sembra avere qualche difficoltà nel guardare il controtenore negli occhi.
Se Sebastian non fosse diventato un cazzo di fantasma lo troverebbe davvero ilare.
“Porca miseria, come faccio, non posso essere morto a diciassette anni, sono Sebastian Smythe” mormora tra sé e sé, visto che Blaine e Kurt non possono sentirlo comunque. “Sono Sebastian Smythe e sono – sono morto.Dio, se sono un fantasma tormenterò Hunter per il resto della sua esistenza, gli farò vivere il peggiore dei film horror, morirà tra le peggiori sofferenze”.
Una volta superata la vergogna di essere inciampato su un gatto, naturalmente.
Volgendo nuovamente la sua attenzione a se stesso e al suo attuale stato di ectoplasma, Sebastian geme sommessamente e cerca qualcosa da afferrare, tentando di ignorare i due cretini che ora si sono accucciati davanti al pianoforte e stanno premendo tasti a caso, poveri idioti.
La sua mano passa oltre la candela di cera bianca sul tavolino come se niente fosse e il cuore gli finisce da qualche parte verso lo stomaco. Prova con il tavolino stesso e poi anche la pianta natalizia lì di fianco, e passa attraverso anche a quelli.
“Ma porca-” impreca il cuore che gli batte a mille. “E adesso?”
Fantastico, non può neanche tirare a quei due idioti oggetti a caso nella speranza di far notare la sua mistica presenza. Dannazione.
But baby, you’ll freeze out there…
Mentre Blaine si sposta nuovamente verso il divano, cercando di convincere Hummel tramite una canzone a darglielo – ehi, tutto questo sforzo per una sveltina? Certo che Kurt è esigente – Sebastian si getta sul divano, cercando di fare mente locale.
Sorprendentemente non passa attraverso all’oggetto, ma si limita ad aleggiarci sopra, sentendosi un po’ – scivoloso.
Ah, la storia del lubrificante, giusto.
Ok, non c’è motivo di andare nel panico. Sicuramente ci sarà una spiegazione logica – e scientificamente provata – a tutto ciò, tipo che in realtà il vero sé è ubriaco fradicio in uno dei bagni dello Scandals o qualcosa di simile.
O forse è stecchito per davvero.
Mentre Sebastian cerca di tenere a bada il panico per la sua improvvisa dipartita Kurt si porta all’altro lato del divano. Le fiamme del camino creano dei curiosi giochi di luce sulla sua pelle chiara, dalla quale Blaine sembra avere una dipendenza un po’ malsana, a giudicare da come lo guarda. Bleah, sono così platonici!
I ough to say no, no no…
Dunque, è un fantasma ma può ancora sedersi sugli oggetti e, entro un certo limite, toccare se stesso. Appendice lubrificante inclusa nel discorso, niente doppi sensi voluti. Forse.
Più che un fantasma è un ombra, però, o starebbe fluttuando, no? Invece Sebastian cammina per terra e di certo non ha improvvisamente imparato a volare, e non è azzurrino. È solo un po’ sbiadito.
E poi c’è la grande domanda.
Ma è morto o no?
Mind if I’m moving closer?
Forse è nel limbo, riflette sistemandosi più comodo al centro del divano e passandosi una mano sul mento –scivola! – con fare pensieroso. Forse si trova in un luogo a metà tra i due aldi-qualcosa e deve trovare il modo per tornare indietro.
Kurt e Blaine, ai lati opposti del divano, si fanno un cenno in contemporanea, arrossiscono e sorridono imbarazzati e – oh, che stanno facendo? No no no no, insomma, non fatelo. Non fatelo. Non-
Dio, l’hanno fatto.
Sebastian viene compresso in una sorta di panino fantasma tra i due, che gracchiano le ultime note – falsetto, Blaine, seriamente? – e si fanno sempre più vicini, saltellando sul divano come due cavallette sotto effetto di droghe pesanti fino a trovarsi spalla a spalla con Sebastian in mezzo, strizzato a mo’ di acciuga sotto sale.
Oh, but it’s cold outside!
Blaine si volta leggermente verso Kurt una volta che lo stereo diffonde le ultime note di Baby it’s cold outside e gli sorride, avvampando e perdendo un po’ della sua malizia e sicurezza quando Kurt stira la bocca in quel suo strano sorriso tutto labbra e niente denti. Sembra senza fiato.
Sebastian reprime l’ennesimo conato di vomito, un po’ per la zuccherosità da diabete di questi due, un po’ per il fatto che Blaine ha guardato attraverso di lui.
Sia Kurt che Blaine sono piuttosto rossi in faccia ma, di nuovo, forse è solo il calore del camino.
Ormai non c’è più modo di mal interpretare la situazione: se i due potessero vederlo decompressato tra loro come una sardina probabilmente non se ne starebbero così a guardarsi amorevolmente negli occhi.
Beh, Blaine scivolerebbe via inorridito (lubrificante, lubrificante!) e Kurt lo picchierebbe con una pianta, probabilmente.
"Sono fottuto" geme Sebastian.
“Sono contento di aver fatto questo duetto” commenta sognante Kurt.
"Sono sicuro che saresti molto meglio tu di quella ragazza" dice Blaine con una luce maliziosa negli occhi.
“Sonodavvero fottuto”. Tanto per metterci un po’ di enfasi, ecco.
Kurt guarda Blaine con quella luce negli occhi che Sebastian ha notato fin dalla prima volta che li ha visti insieme, quando ancora era talmente pazzo da provarci con Blaine.
Kurt guarda Blaine come se Blaine fosse la cosa più disgustosamente perfetta sulla faccia della terra.
Il controtenore, comunque, si riprende subito e Blaine si alza, liberando Sebastian dall’abbraccio involontario nel quale era stato racchiuso.
Avrebbe potuto spostarsi, certo, ma abbiate pietà. È un fantasma da quanto, cinque minuti? Ancora non se la sente di passare volontariamente attraverso Blaine.
Kurt sorride a Blaine, guardando dritto attraverso Sebastian, che non può far altro che alzare gli occhi al cielo, e si sposta un ciuffo di capelli dalla fronte, dicendo: “Quindi, il Kings Island Christmas Spectacular*?”
Mhm. Dove l’ha già sentito questo spettacolo?
Blaine ricambia il sorriso con aria vagamente colpevole – e fidatevi, Sebastian ne sa riconoscere una quando la vede – e si limita ad annuire in risposta.
Quindi è così che passerà il resto della sua misera non-esistenza? A guardare Kurt e Blaine che si sbavano addosso senza ottenere neanche un minimo di azione? (Ammesso e concesso che sia morto davvero). Perché è palese che al momento questi due non stiano ancora insieme, quindi Sebastian dovrà patire chissà quanti mesi di Kurt e Blaine che giocano ai migliori amici senza poterli neanche insultare?
La tasca dei suoi pantaloni vibra quando Blaine si avvicina lentamente alla grande vetrata di fronte al tavolino. Sebastian si tasta il sedere e oh, non si era accorto di avere ancora dietro il cellulare!
L’applicazione non c’è, però in compenso è stata attivata la sveglia, e c’è una nota allegata.
E la nota dice – aspetta, cosa?
“Oh mio dio, guarda là”.
…E adesso che diavolo vuol dire?
Fantastico, il destino gli sta mandando un segnale dall’aldilà o l’aldiquà o ovunque diamine si trovi e lui come dovrebbe interpretarlo, esattamente?
Non è preparato per questo genere di cose, non può stare qui a fare il fantasma del Natale passato – perché è ovvio che questo non è il Natale 2012, ma il Natale 2010, dannazione – e ricevere segni perché lui non è un maledettissimo medium o chissà che!
A quanto pare il medium non serve, perché Blaine guarda fuori dalla finestra con perplessità, poi guarda Sebastian – cioè, Kurt, dietro Sebastian – e gli fa cenno di avvicinarsi.
“Oh mio dio, guarda là!” esclama Kurt, sporgendosi in avanti, apparentemente dimentico del duetto e dello spettacolo di Blaine.
Aspetta, ripeti ripeti ripeti?
E mentre Blaine, Kurt e Sebastian – in mezzo a loro, sotto forma di qualsiasi cosa sia ora – si sporgono verso la finestra per osservare sconcertati il panorama esterno la porta della Sala Comune degli Warblers si spalanca ed entra di corsa Jeff Sterling, con l’aria di qualcuno che ha appena scoperto che quest’anno compierà gli anni due volte.
“Ragazzi” esala una volta ripreso fiato, con un sorriso largo da un orecchio all’altro. “Le strade sono completamente bloccate e il meteo ha segnalato bufera di neve praticamente da Cincinnati a oltre Lima! Siamo bloccati alla Dalton fino a data ignota!”
Blaine sembra estremamente sorpreso, Kurt è inorridito – forse starà pensando a quanto la neve rovini la sua pelle o chissà che – Sterling ha la solita faccia da ebete e Sebastian…
Sebastian spalanca le braccia e geme rumorosamente.
“Fatemi capire” sibila a nessuno in particolare. “Sono un fantasma e sono bloccato alla Dalton durante il cazzo di Natale 2010 con fuori una bufera di neve e tutti gli Warblers chiusi qui dentro? E che cazzo dovrei fare tutto il tempo, scusate?!”
Il cellulare gli vibra tra le mani un’altra volta.
“Era il narratore” c’è scritto tra le note.
Oh, no, te lo scordi, signor ti do le indicazioni con l’IGhost. Col cavolo che Sebastian Smythe si mette a tenere una sorta di diario di bordo della sua esperienza post-mortem!
“Credo che dovresti” risponde la nota.
“Credo che dovresti chiamare tuo padre, Kurt” mormora Blaine poggiando una mano sulla spalla di Kurt con fare amorevole. “Digli che non potrai ritornare a casa fino a che la tempesta non sarà finita e le strade saranno libere”.
Sì, ripete Sebastian sull’orlo delle lacrime. Che morte del cazzo.
*
*Il “Kings Island Christmas Spectacular” è lo spettacolo dove Blaine deve cantare con una ragazza la canzone Baby It’s Cold Outside, quindi è il motivo per cui Blaine chiede a Kurt di provare il duetto flirtoso con lui. Il Kings Island è un parco a tema a Cincinnati, Ohio.
Note di Natale di Selene
Happy Warbler Week a tutti!
E Buon Natale!
Poche cose: questa storia è principalmente Klaine, ma come avrete avuto modo di notare abbiamo il narratore più cazzuto del mondo, Sebastian Smythe! Kurt e Blaine sono uno spettacolo, ma lo sono ancora di più visti con gli occhi di Sebastian!
E sì, Sebastian li seguirà ovunque.
E no, questa ff non si trasformerà in una Seblaine o una Kurtastian. :) Giusto per essere chiari fin da subito.
Ho fatto in modo di inserire tutti gli Warblers, in un modo o nell’altro, quindi vedrete. Anche Hunter, che farà un cameo nell’ultimo capitolo (Ovvero il giorno facoltativo, con il prompt Lume di Candela – no, non è una hunterbastian xD).
Fondamentalmente è un’AU long in nove parti: Sebastian è tornato indietro di un anno – scoprirete come e perché insieme a lui – e gli Warblers rimangono bloccati alla Dalton dal 17 dicembre (tra l’altro la data di oggi) fino al 26 dicembre mattina.
Kurt e Blaine compresi, che non stanno ancora insieme. Ma ehi, chissà che sarebbe successo se fosse andata così, invece che come nel telefilm?
Seb è qui per raccontarcelo!
Posterò, secondo le regole della Warblers Christmas Week, una volta al giorno. Quindi niente, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate di questa follia!
Piccolo spoiler: Avete presente il già citato Kings Island Christmas Spectacular?
Per quanto al momento si
senta abbandonato nel più oscuro e crudele girone dell’Inferno, Sebastian
inizia a pensare di non essere davvero morto morto.
Nella merda fino al collo,
quello sì. Bloccato nel passato, incastrato in un incubo, potenzialmente in
coma indotto a causa dell’incidente con Palla di Pelo Satanica, ma stecchito
ancora no.
Non è trapassato, insomma.
E non pensate che sia in
fase di negazione o stronzate simili, né che abbia qualcosa in sospeso
nell’aldiquà. O nell’aldilà.
Anche se c’è quel Mark
dello Scandals che gli deve cinque dollari e un bel lavoretto.
Secondo voi è considerata
una questione in sospeso?
Perché se così fosse sarebbe
un problema: la Guida per Principianti su come fare un Pompino
Fantasma non l’ha scritta ancora nessuno.
*
Ha sempre pensato che Jeff
ha qualcosa che non va, ma così è a livello patologico.
È stupidità degenerativa
allo stadio terminale, ecco. Se l’idiozia fosse una malattia Jeff sarebbe già
con un piede nella fossa.
Sebastian arriccia il naso,
assumendo la più convincente delle sue espressioni schifate, e si limita a
guardare il biondo che saltella impazientemente tra la finestra e Hummel.
L’espressione di Kurt è
spaventosamente simile alla sua, nonostante sia mitigata dal sopracciglio non
inarcato, che nel linguaggio del corpo delle checc- del ragazzo significa sono esasperato dalla tua tenerezza.
“Che c’è, Hummel, gli
Warblers sono troppi da gestire tutti insieme? Hai paura che mettano su
un’orgia?” commenta ad alta voce, nella speranza di farsi sentire da Kurt.
Forse se dice abbastanza
cattiverie il controtenore finirà per notare la sua mistica presenza o qualcosa
del genere e lo rispedirà a calci nel camino, dritto al suo amato presente.
Non è il modo ideale per
tornare indietro ma per stavolta può
accontentarsi.
Kurt, in questa sorta di
limbo o universo parallelo, sembra immune alle sue frecciatine – e alla sua
voce, e alle sue lamentele, e a Sebastian in generale – perciò viene
puntualmente ignorato.
Se non fosse incorporeo e
scivoloso come il lubrificante gli tirerebbe volentieri la Stella di Natale in testa.
“Hai ragione” mormora Kurt
estraendo il cellulare dalla tasca e osservandolo pensieroso. “E poi preferisco
che non si muova con questo tempo. Sarebbe capace di venirmi a prendere
nonostante le strade bloccate”.
Sebastian alza gli occhi al
cielo – e ti pareva, Hummel ha un padre iperprotettivo – ma Jeff batte le mani
e saltella oltre la sua figura evanescente per arrivare ad arpionare la manica
del blazer di Kurt.
“Ma le strade sono chiuse,
la polizia ha bloccato tutto. Là fuori è praticamente la Lapponia! E Wes ha
richiesto una riunione d’emergenza”.
L’espressione da folle esaltato
del biondo è terrorizzante. Come fa Hummel a non esserne raccapricciato?
Sebastian avrebbe fatto un passo indietro, al posto di Kurt!
Ma Kurt sembra non temere
la follia di Sterling.
Stando attento a non attraversare Kurt, Sebastian sbircia lo sfondo del cellulare oltre la sua spalla.
Ma naturalmente.
Sorpresa delle sorprese, lo
sfondo ritrae Kurt e Blaine seduti con due enormi tazze di caffè in mano ad un
tavolino che Sebastian riconosce come proprietà del Lima Bean. Blaine è
letteralmente spalmato su Kurt, e il ragazzo ha le guance talmente rosse che
non c’è modo di fraintendere di chi sia stata l’idea di farsi una foto.
Solo Blaine Anderson riesce
ad imbarazzarti a questi livelli, nel bene e nel male.
Kurt fa un passo indietro e
Sebastian saltella di lato per evitare di farsi passare attraverso – i concetti
di lubrificante e Hummel nella stessa frase non ci possono
stare, ne va della sua salute mentale.
“Ehi, attento a dove vai,
stavi per attraversarmi! Ho dei sentimenti, sai?” gli sibila contro. Perché si
prende la briga di parlare ad alta voce, poi, non lo sa, ma sente che se non lo
fa finirà per impazzire e lui non può permetterselo. Deve tornare indietro,
deve accoppare Hunter e deve guidare gli Warblers alle Regionali.
A Hummel evidentemente non
frega niente della sua salute mentale, perché si allontana di un passo e gli
finisce addosso comunque – che orribile sensazione -e si porta il cellulare all’orecchio mentre
giocherella con un ciuffo di capelli ribelle.
Ah, Hummel, con quest’umidità i tuoi capelli
cederanno e si gonfieranno come una mongolfiera e Blaine sembrerà uno
spaventapasseri con un nido in testa a causa del fattore freddo più gel. E io riderò fino a morirne.
“Pronto, papà, mi senti?”
Mentre Kurt lotta con la
linea telefonica disastrosa, probabilmente a causa della bufera di neve, Sebastian
nota che Blaine sembra collegato ad una sorta di calamita gigante al
controtenore.
Sembra quasi una cosa
scientifica: Kurt fa un passo verso sinistra, Blaine si muove verso la stessa
direzione. Kurt si piega, Blaine si sposta. Come se fossero magneticamente
legati uno all’altro e la cosa fosse addirittura inconsapevole.
…Dio, sai che palle?
“Anderson, decompressati, non scomparirà dalla tua
vista entro i prossimi dieci secondi di telefonata” gli fa notare Sebastian. Ma
perché diavolo continua a parlare da solo,
poi?
Blaine non fa una grinza:
se ne sta lì, al fianco di Kurt, con aria crucciata, intento ad osservare il
ciuffo di capelli che il controtenore si arriccia intorno all’indice.
Sembra un bassotto da
guardia.
Jeff, invece, si sta
dondolando sui talloni come se non avesse idea di cosa fare di sé stesso nel
frattempo e sta canticchiando a bocca chiusa. Ad un’attenta analisi, Sebastian
si accorge che è la sigla di High School Musical.
Nota per se stesso:
cacciare Sterling dagli Warblers, depennarlo dall’elenco iscritti, radiarlo
dall’albo, scomunicarlo, bruciare i suoi resti.
“Ok, ok” sta dicendo Kurt,
la mano che giocherellava con i capelli ora premuta contro l’orecchio mentre continua
a lanciare occhiate da Blaine alla finestra. “Sì, non c’è problema, tanto qui
c’è talmente tanta neve che non riuscirei a uscire dal parcheggio nemmeno per
magia. D’accordo, ti chiamo domani. Ciao”.
“Allora?” gli domanda
Blaine appoggiandosi alla sua spalla con un sospiro. Kurt batte velocemente le
palpebre un paio di volte, ma si riprende in fretta.
Sebastian ha ancora la
nausea.
“Dice che le previsioni del
tempo hanno annunciato la peggiore tempesta di neve degli ultimi centoventi
anni. Lo stato ha fatto girare l’ordine di non uscire in strada per almeno
quattro giorni, è troppo pericoloso”. Fa una piccola pausa, poi l’angolo della
sua bocca si solleva verso l’alto. “Sembra che passerò il Natale con gli
Warblers”.
Sterling, dimostrando
ancora una volta la sua totale inutilità a qualsiasi scopo, lancia un gridolino
di gioia, virile come un castrato del cinquecento, e si lancia fuori dalla
stanza strillando “Natale Warbler, tirate fuori il Codice!”
“Idiota” borbotta Sebastian
nello stesso momento in cui Blaine mormora “Cretino”.
Oh, allora su qualcosa sono d’accordo.
*
La buona notizia è che
Sebastian non è, per qualche assurdo motivo, incatenato da forze invisibili
alla Sala Comune. Kurt e Blaine si sono trasferiti in biblioteca, dove a quanto
pare è stata convocata la riunione d’emergenza, e lui non ha avuto alcuna
difficoltà nel seguirli.
Non che ne abbia tutta
questa voglia, ma quali alternative ci sono? Non può neanche contattare il se
stesso del passato, perché quel Sebastian vive a Parigi.
Quindi ha seguito Kurt e
Blaine in biblioteca.
La cattiva notizia è che
gli Warblers del 2010 sono completamente fuori di zucca. Potrebbero essere
frutto di un esperimento genetico malriuscito, Sebastian non lo saprà mai.
Che poi quelli più svalvolati
di tutti, escluso Jeff, sono i membri del consiglio.
Thad Harwood… ormai lo
conosce come il dentro dei suoi calzini, è il suo compagno di stanza e la cosa
più simile ad un amico che ha nell’altro universo. (Ehi, ci sta facendo l’abitudine. Quindi il posto dove è ora è
l’aldiquà e il posto dov’era prima è l’aldilà? No, un momento, si sta
confondendo).
E poi c’è un certo David,
ragazzo di colore molto affascinante che ha l’impressione di aver visto ad una
delle feste dei diplomati e che è così
dispiaciuto di aver mancato, accidenti.
Fin qui tutto
paradossalmente normale, nei limiti del possibile.
Il problema è il capo del
consiglio.
Cioè,
riflette Sebastian osservando il ragazzo asiatico alto un metro e una Vigorsol
– è più basso di Blaine, per la miseria
– stringere compulsivamente al petto un martelletto di legno, come se fosse il
suo primogenito. Va bene rispettare il
Codice, ma così è troppo.
“Quindi” sta dicendo il
ragazzo – Warbler Wes, come dice la targhetta. “È estremamente probabile che le
strade rimangano bloccate fino a Natale. La scuola ci ha dato il permesso di
rimanere nei dormitori e di usufruire della cucina. Questa è un’emergenza,
fratelli Warblers, quindi andrà affrontata come il Codice comanda”.
Pausa ad effetto, tanto per
annoiare Sebastian ancora di più. Perfino Kurt sta praticamente sonnecchiando
addosso a Blaine.
“Quindi, ora vi saranno
distribuiti questi fogli – carta
intestata della Dalton, dice amorevolmente l’asiatico – e il vostro compito
è scriverci le tre attività natalizie che ritenete adatte al quindicesimo
Natale Warbler d’emergenza, il primo in otto anni! Esamineremo le vostre
proposte e sceglieremo di conseguenza le attività, e le migliori otto verranno
messe al voto!”
È completamente fuori di testa!
Gli altri Warblers non
sembrano pensarla come lui, però, perché Nick Duvall si lancia di peso su
Trent, che sta distribuendo i fogli, e riesce ad atterrarlo con una sorta di
mossa ninja per afferrarne uno.
Inizia a scrivere
furiosamente, neanche la sua vita dipendesse dall’esito del sondaggio.
Oh, questo potrebbe essere divertente.
(Tanto non è che ha di
meglio da fare).
Sebastian inizia a
scivolare, da bravo fantasma qual è, alle spalle dei ragazzi intenti a scrivere
il religioso silenzio.
Kurt, nella sua elegante
scrittura obliqua – ehi, è mancino! Ma
chissenefrega – ha scritto:
Cioccolata calda in tazza;
Karaoke a tema;
Ri-decorazione della Sala Comune.
(L’accostamento blu – rosso, per quantopatriottico, mi è indigesto).
- KurtE. H.
Ok, touché, da Kurt il primo punto non se lo aspettava. Ma che colpa ne
ha lui se il controtenore ha l’aria di uno perennemente a dieta?
Sebastian scivola oltre
Kurt per sbirciare da sopra la spalla di Blaine – non che sia difficile, è alto
come uno spazzolino.
Il suo foglio dice:
Ri-decorazione della Sala Comune
(L’accostamento blu – rosso, per quanto patriottico, è indigesto a Kurt);
Cioccolata calda in tazza;
Karaoke a tema.
-Blaine
La cosa veramente triste è che non si sono
scopiazzati a vicenda. Dio, può quasi sentire l’arcobaleno che sta
intraprendendo la scalata del suo intestino in attesa di essere vomitato.
Blaine passa il foglietto a
Kurt e questi lo legge velocemente, arrossendo fino alla radice del capelli
quando Blaine gli fa l’occhiolino. Ok, forse
ha copiato.
Patetico.
Sebastian scivola di
foglietto in foglietto, di follia in follia, di Warbler in Warbler (Di uccello
in uccello? Lubrificante!).
Rinuncia a decifrare la
scrittura di Richard, fa una smorfia compiaciuta alla voce ‘uno spogliarello’,
scritta tre volte, sottolineata ed evidenziata, di Harry, e si lascia Nick e
Jeff per ultimi, tanto per gustarsi la follia.
Compatitelo, dovrà pur
trovare qualcosa con cui divertirsi.
Nick, stranamente seduto
dall’altra parte della stanza rispetto a Jeff, sembra avere una calligrafia
piuttosto ordinata.
Pattinaggio su ghiaccio;
Nascondino natalizio
(Wes, tu sai di che parlo);
Abbuffata di biscotti;
NICK-
Jeff è, invece, il solito
caso senza speranza. Jeff è la dimostrazione del fatto che le disgrazie non
vengono mai da sole. Jeff è… beh, Jeff.
Paintball a cavallo di mucche;
Viaggio verso Mordor;
Torneo di Call of Duty (indossando dei cappelli da Babbo Natale).
-Jeffy
Potenzialmente, Jeff è con
più che un piede nella fossa della stupidità. Più che altro ci si è lanciato
spontaneamente e ora sta sguazzando nel fango della vergogna.
*
Alla fine Martelletto Boy –
Wes, riuscirà mai a ricordarselo? – è
riuscito a tirare fuori una lista di attività quantomeno decente, nonostante la
scarsa collaborazione dell’intero coro.
Cioè, come attività fanno
pena, ma almeno sono natalizie.
Sebastian inizia a
preoccuparsi, visto che non ha ricevuto nessun segnale dall’IGhost.
Cosa dovrebbe fare, ora,
seguirli tutto il giorno?
“Hai di meglio da fare?” si
chiede a voce alta, roteando gli occhi mentre ascolta distrattamente Kurt
lamentarsi per le pessime condizioni delle linee telefoniche. Il martelletto di
Wes – se l’è ricordato, se l’è ricordato!
-attira di nuovo l’attenzione di tutti
i presenti.
“Bene” annuncia il capo del
consiglio con un sorrisino compiaciuto. “Il primo punto della lista, l’attività
di oggi, è stata quella più votata. La cosa non mi sorprende, conoscendovi.
Quindi…”.
Questo ragazzo ama le pause
ad effetto, a quanto pare.
“Cioccolata in tazza! Chi
si offre volontario per prepararla a tutti?”
Improvvisamente ci sono
venti paia di occhi puntati su Sebastian. Ok, no, non esattamente su di lui,
per quanto ami avere gli sguardi della gente addosso. Su Kurt.
Che in effetti non sembra
così sorpreso dalla piega che hanno preso gli eventi, segno che questa cosa è
già successa in precedenza, o gli Warblers sono notoriamente incapaci di cuocere
persino un uovo al tegamino, figuriamoci venti cioccolate calde.
Probabilmente entrambe, a
giudicare dalla faccia entusiasmata di Blaine, che sembra una sorta di cucciolo
a cui è appena stata promessa una pantofola da distruggere.
Kurt si prende un momento
per tenerli sulle spine e Sebastian sbuffa. “Datti una mossa, Hummel, Sterling
se la sta facendo sotto dall’ansia”.
“D’accordo” concede infine
Kurt, arricciando il naso all’insù. “Datemi un’ora e mezza e saranno pronte”.
Blaine salta in piedi come
una suricata sull’attenti. “Ti aiuto” esclama allegramente, con un sorriso
raggiante che gli va da orecchio ad orecchio. Afferra la giacca e la mano di
Kurt, tirandolo in piedi con sé. “Adoro fare la cioccolata calda”.
Ma naturalmente. Perché invece non ha detto direttamente ‘adoro sbavarti addosso mentre
ti sporchi di cioccolata’.
Sebastian gli ha visto
quell’espressione maniacale in faccia solo una volta. Ed era ubriaco e stava
decantando le lodi del gel.
Gli Warblers sono un misto
tra occhi alzati al cielo, esasperazione e malizia. Oh, quindi se ne sono
accorti tutti che quei due cretini si muoiono dietro?
Kurt gli lancia una lunga
occhiata indagatrice a Blaine, come a voler soppesare le doti del suo Aiutante Cioccolatoso. Sebastian deve
aver sbattuto la testa davvero forte, nell’aldilà (aldiquà?), perché che diavolo di parola è cioccolatoso?
“Ok” acconsente infine, e
Blaine sembra fare uno sforzo immane per trattenersi dal saltellare sul posto
battendo le mani. “Ma stai lontano dai marshmellow, Anderson”.
Forse Sebastian dovrebbe
rimanere qui con gli altri Warblers, ma ha scoperto che in realtà Kurt e Blaine
sono uno spasso da guardare e prendere in giro senza essere udito, e se non può
sfruttare quest’esperienza di momentanea invisibilità così, allora come?
*
Sebastian non ha mai visto
la cucina della Dalton e sta iniziando a pensare che forse la metà delle cose
che vede è una proiezione della sua mente. Non è possibile per una cucina
essere così grande e così attrezzata, andiamo.
Kurt ha gli occhi a forma
di cuoricino, quindi forse neanche lui
è mai stato nella cucina, e al momento è come se avesse un’insegna luminosa con
su scritto ‘stereotipo’ attaccata alla fronte.
Nota per se stesso: cercare qualcosa di Kurt che
rompa lo stereotipo.
A Blaine non sembra
importare degli stereotipi, comunque, perché Sebastian lo osserva guardare Kurt
con un misto di affetto e desiderio – e il secondo lo conosce piuttosto bene –
come se stesse cercando di trattenersi dall’avvolgerlo nelle sue braccia e
stritolarlo.
Blaine dev’essere una
persona abbracciosa, realizza Sebastian con un brivido. Kurt e Blaine insieme sono un’entità abbracciosa. E la
cosa è vomitevole.
Kurt si gira verso il
solista degli Warbler con un sorrisetto un po’ troppo simile ad un ghigno.
“Blaine Anderson, preparati
per essere sconvolto dalla miglior cioccolata calda della tua vita”.
Oh, mio Dio. Eccoli che ricominciano.
“Vi prego, siete patetici”
cerca di farli ragionare Sebastian, nella speranza che almeno stavolta lo
sentano. Si passa una mano tra i capelli e scuote la testa. “Davvero, Blaine,
pensavo che fosse Kurt quello senza speranza, ma ora ho la prova del
contrario”.
Blaine piega la testa di
lato a mo’ di Labrador e guarda oltre Sebastian, dove Kurt si è appena infilato
un grembiule da cucina blu a righe rosse. Da come lo sta guardando sembra
volergli togliere il grembiule, così come tutto il resto dei vestiti, con i
denti.
Patriottismo Warbler?
Il secondo grembiule passa
attraverso lo stomaco di Sebastian, come se Kurt lo stesse inconsciamente
punendo. “Oh, andiamo, Hummel. Tutta questa storia per della cioccolata calda?
Il giorno che dovrai cucinare una torta ti chiuderai in uno scafandro?” lo
prende in giro, visto che Blaine non oserebbe mai. Diavolo, Blaine pensa che Kurt sia dolce e coccoloso. Qualcuno
dovrà pur dirglielo.
“Blaine, smettila di
guardarmi così. Ho qualcosa in faccia?” borbotta Kurt, vagamente a disagio. Una
delle mani non occupata a reggere un pacco di zucchero scivola inconsciamente
verso la guancia.
Blaine sbatte le palpebre
un paio di volte, come se stesse scendendo adesso dalla nuvoletta sulla quale
era salito. “Cos- no. No, è perfetto. Sei – cioè.
No, non c’è niente”.
“Hummel, a meno che tu non
sia davvero stupido, capisci. Ti
prego” borbotta Sebastian, osservando incredulo lo sguardo imbarazzato e il
lampo di vaga consapevolezza negli occhi chiari di Kurt. “Dai che ci arrivi.
Ti. Sta. Spogliando. Con. Gli. Occhi”.
E’ come se stesse facendo
il tifo ad una partita di football. E Sebastian odia il football, è un gioco
davvero poco dignitoso. Lacrosse,
quello sì che è uno sport!
Kurt però non dice nulla –
non che Seb si aspettasse di vedere il controtenore improvvisamente saltare
addosso a Blaine per farselo sopra al tavolo della cucina, ma uno ci spera
sempre in un bello spettacolo dal vivo, no? – e si limita a scrollare le spalle
e fare cenno a Blaine di avvicinarsi per misurare la farina.
Nella cioccolata calda ci
va, poi, la farina?
“Cazzo fai, Hummel? Così la
rendi troppo densa!” protesta Sebastian infilandosi tra i due in modo da averne
uno ad ogni lato. Entrambi gli stanno attraversando
le spalle ed è una pessima sensazione (scivolosa,
lubrificante!), ma almeno non è stato tagliato fuori come al solito. Perché
continua a parlar loro a voce alta, poi, è un mistero.
I fantasmi hanno i loro
diritti, dannazione!
“Ok, il primo che inizia a
tirare farina subirà la mia ira” sibila Sebastian, puntando il dito contro
Blaine, che sta osservando il pacco come se l’idea gli stia davvero
attraversando la mente.
Kurt è sulla loro stessa
linea d’onda, perché lancia un’occhiata distratta a Blaine e sembra fare quello
che Sebastian gli ha sempre visto fare, e cioè leggergli la mente.
“Blaine, se un solo
minuscolo granello di farina finisce addosso a me, al tavolo o a questo
grembiule giuro che prendo tutti i tuoi tubetti di gel e gli do fuoco
personalmente”.
Blaine ha l’aria di uno che
sta soppesando i pro e i contro di un contratto. Alla fine sembra optare per un
no – la leggenda metropolitana dei capelli di Blaine senza gel non verrà mai
svelata, ahimé – però si fa più vicino a Kurt, strizzando Sebastian tra loro
due.
Come mai Sebastian finisce
sempre per fare l’acciuga sotto sale tra loro?
“Così ci verranno i grumi”
dice Sebastian a Kurt, piegandosi ad osservare il liquido denso che il
controtenore sta girando con un mescolo sopra al fornello.
“Non verranno i grumi,
così?” domanda Blaine sporgendosi da sopra la spalla di Kurt. Per riuscire a
vederci si deve alzare sulle punte e attraversare completamente Sebastian, e
stavolta il ragazzo glie lo lascia fare anche se gli ha rubato la battuta.
Kurt ha la faccia di uno
che l’ha presa come un’offesa personale e colpisce Blaine con un guanto da
cucina.
“Era la ricetta di mia mamma. È a prova di grumi, fidati. Anzi, è a prova di
bomba. Questa cioccolata è un bunker antiatomico”.
“Questa cioccolata farà schifo
e grazie al cielo sono troppo inconsistente per assaggiarla” borbotta
Sebastian, nonostante l’odore accogliente e morbido indichi l’esatto contrario.
Blaine sorride dolcemente e
osserva Kurt mescolare la farina in silenzio per un altro paio di minuti, poi
Sebastian la vede.
La lampadina che si accende
sopra il caschetto ingellato che sono i ricci di Blaine, luminosa come un faro.
I suoi occhi si allargano
mentre sicuramente pensa “Idea!” e
Sebastian si schiaffa una mano in faccia, scivolando di lato. (Lubrificante!).
“Seriamente, Anderson,
questa cosa non finirà bene. Spargerà sale sulla tua tomba, ti farà a pezzetti
personalmente e come minimo tornerai come fantasma e passerò l’eternità ad
annoiarmi con te”.
Ma Blaine non lo sente e
Sebastian pensa, beh, cazzi tuoi.
“Kurt?” domanda il solista
degli Warblers con tono innocente. Kurt si gira con un punto interrogativo
stampato in faccia e si ritrova l’indice di Blaine lungo la guancia, ricoperto
di cacao.
Sullo zigomo di Kurt
compare una lunga, polverosa riga marrone.
Gli occhi di Blaine sono
enormi e luccicanti e Sebastian sta per vomitare, quante volte l’ha detto nelle
ultime ore?, e Kurt è una statua di sale.
“Hai detto niente farina,
non niente cacao” sussurra Blaine avvicinandosi lentamente. Sebastian fa un
passo indietro.
“Se devi baciarlo, datti
una mossa, non voglio finire in mezzo” gli suggerisce strizzando gli occhi e
arricciando il naso.
Kurt è assolutamente
immobile, un guanto da cucina in una mano e il mestolo che gocciola cioccolata
nell’altra. Blaine fa un altro, minuscolo passo avanti e gli occhi di Kurt si
accendono di comprensione, ma continua a non muovere un muscolo.
“Datevi. Una. Mossa.”
scandisce Sebastian, stranamente non infastidito dalla situazione. Più che
altro non vede l’ora che Blaine salti addosso a Kurt. Non vuole pensare al perché.
Blaine allunga una mano e
glie la appoggia sulla spalla di Kurt, il cui muscolo si flette sotto le sue
dita.
Oh, allora è vivo!
Lo sta tirando verso di sé,
ora lo bacia, ora lo bacia –
“Ragazzi, come va con le
cioccolate, siamo venuti a dare una mano!”
Blaine fa un salto indietro
degno del migliore dei ninja e Kurt ha lo sguardo più sconvolto e sorpreso che
Sebastian abbia mai visto.
“Cazzo, Trent, non potevi
aspettare altri dieci minuti?” esclama Sebastian esasperato. Certo che questa è sfiga!
Kurt, sorprendentemente, è
il primo a riprendersi dallo shock del quasi bacio – perché Blaine stava per
baciarlo, è inutile negarlo, e se necessario Sebastian glie lo strillerà in un
orecchio tutto il giorno – ed esclama a voce acutissima, quasi uno squittio:
“Ehm? Ah, sì. Sì, pronte. Da mettere in tazza, vedi? Cioccolata calda. Uhm,
vado a prendere. La panna. Sì”.
Richard infila la testa
attraverso la spalla di Sebastian per osservare la cioccolata e lancia
un’occhiata perplessa a Kurt.
“Hai del cacao sulla
guancia, lo sai?”.
Blaine è talmente rosso in
viso che ora sembra un tutt’uno con i bordi della divisa.
*
Sebastian misura il
pavimento della cucina mattonella per mattonella con aria annoiata mentre
Trent, Richard, Kurt e Blaine finiscono di preparare le tazze, ricoprendole con
qualcosa come sei quintali di panna.
Trent al momento sta
abbracciando il pacco extra large di marshmellow come se fosse la sua anima
gemella perduta da tempo, e Richard avrà fatto notare a Kurt di avere del cacao
sulla guancia almeno quattro volte negli ultimi dieci minuti.
Quando finalmente la
cioccolata è pronta – “Fate partire l’Hallelujah di Haendel!” esclama Sebastian
– Trent e Richard svaniscono oltre la porta con i primi due vassoi, lasciando
indietro Kurt e Blaine.
Blaine, in particolare, non
ha mugugnato che poche parole, dopo il suo tentativo fallito di approcciarsi
alla bocca di Kurt, e ora è caduto in una sorta di silenzio depresso.
“Andiamo, Anderson, non
penserai mica che Kurt non volesse essere baciato!” esclama Sebastian
strizzandosi di nuovo tra loro due e rifiutandosi di ammettere a se stesso che
ci sta prendendo gusto. “Guardalo, ancora gli luccicano gli occhi come le
lucine dell’albero di Natale!”
Kurt sta praticamente
fremendo, tanto che il vassoio che regge in mano è molto vicino al tremare.
“Blaine?” domanda ad un certo punto con voce incerta, quando ormai sono
arrivati davanti alla porta. “Aspetta”.
Le spalle di Blaine si alzano
fino ad arrivargli quasi alle orecchie, segno che o ha preso un respiro davvero
molto lungo, o sta cercando di rannicchiarsi in sé stesso.
“Mhm?”
Kurt sposta il vassoio di
lato, socchiude gli occhi, prende un bel respiro e si sporge verso Blaine, per
lasciargli un bacio leggerissimo sulla guancia.
Gli occhi di Blaine – e
anche quelli di Sebastian - hanno raggiunto la dimensione di due palle da
biliardo.
Ah, ecco chi ha le palle in questa relazione.
“Grazie per avermi aiutato
con la cioccolata” mormora Kurt ritraendosi, rosso come un peperone ma comunque
molto più padrone di sé di Blaine, che al momento si sta sforzando per non
farsi cadere la mascella.
Kurt gli sorride e scivola
oltre la porta, lasciando Blaine in cucina da solo.
“Cazzo” mormorano contemporaneamente lui e Sebastian, ma i toni non
potrebbero essere più diversi.
*
Quello che doveva essere un
tranquillo pomeriggio passato tra amici – e un fantasma – a bere cioccolata
calda e scaldarsi al calore del camino si è trasformato, non si sa bene come,
in una vera e propria guerra di marshmellow.
Sebastian non è sicuro di
come sia successo. Se ne stava lì, da bravo, a prendere in giro a voce alta
Trent e Richard per i loro assurdi baffi da panna montana, quando il primo
soffice marshmellow era volato attraverso la stanza e gli aveva trapassato la
fronte, atterrando dritto addosso a Nick.
Da lì era scoppiato un
finimondo tale che Jeff si era probabilmente guadagnato una concussione, a Nick
era stato strappato un ciuffo di capelli, Trent e Richard erano stati ricoperti
di cioccolata calda da capo a piedi, Wes aveva rischiato l’infarto multiplo e
sulla guancia di Kurt era comparso un baffo di cioccolata, prova del fatto che
Blaine si era ripreso dallo shock del quasi bacio causato dall’aver sniffato
del cacao – o forse del fatto che a Blaine piaceva vedere Kurt con della
cioccolata addosso.
Dopo che gli Warblers
avevano messo su una cena d’emergenza con le provviste d’emergenza per i casi
d’emergenza come una bufera di neve fuori dal normale, tutti si erano detti
troppo stanchi per rimanere alzati a bighellonare in Sala Comune.
Sebastian alla fine aveva
deciso di seguire Kurt in camera, perché Blaine aveva intrapreso una
conversazione con il suo compagno di stanza, David, riguardo ad una parodia
musicale di Harry Potter, cosa che, sinceramente, Sebastian non vedeva l’ora di
non sentire.
Ecco perché ora se ne sta
in camera di Kurt a fissare inorridito il suo letto.
No, non il letto di Kurt.
Cioè, sì, il letto di Kurt, ma anche il suo.
Perché il compagno di
stanza di Kurt è – sorpresa delle sorprese, Thad
Harwood. E anche il compagno di stanza di Sebastian è Thad Harwood.
Il che significa che Kurt
ha dormito nel suo letto due anni prima di lui.
La cosa, per qualche
curioso motivo, lo sconvolge. E perché lui non lo sapeva? Perché Thad non gli
ha mai detto niente? Eppure si è lamentato abbondantemente di Kurt Hummel in
sua presenza!
I due, a quanto pare, sono
piuttosto amici. Sebastian lo scopre quando Thad, con una nonchalance invidiabile, incastra Kurt all’angolo della stanza e
gli domanda soavemente:
“Allora, questo duetto con
Blaine?”
Kurt diventa pallido come
un cencio, un’espressione talmente terrorizzata che Sebastian vorrebbe davvero
poter fotografare. Così, materiale da
ricatto. Non si sa mai, no?
“Co-come lo sai?” domanda
incredulo, cercando di sgusciare via dal sorrisetto consapevole di Thad.
“Vi ho sentito,
naturalmente”.
Kurt sospira e si arrende
all’evidenza: Thad sa.
“Non era niente, Thad. Non
significa niente, non per lui, almeno. Mi ha chiesto di provare con lui perché
deve cantare Baby It’s Cold Outside al Kings
Island Christmas Spectacular e ho accettato, tutto qui”.
Naturalmente omette la
storia del quasi bacio.
“Cos’è, Hummel, credevi che
ti stesse cascando addosso?” borbotta Sebastian piuttosto contrariato.
Thad non sembra affatto
convinto dalle parole dell’amico, ma Kurt gli fa cenno di lasciar perdere e si
infila in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
No, Thad non è per niente convinto. Sebastian lo
osserva mentre aggrotta le sopracciglia in un modo che gli è familiare – ci
vive, con questo ragazzo – e poi si volta di nuovo verso la porta del bagno,
perplesso.
“Andiamo, Harwood, cosa c’è che non va adesso?”
Tentativo fallito, nemmeno
Thad lo sente. Oh, per un attimo ci aveva sperato.
Thad vola fino alla
scrivania, digita Kings Island Christmas
Spectacular 2010 sulla tastiera del portatile e sfoglia freneticamente tra
le pagine suggerite da Google, sempre più perplesso.
Ecco dove aveva già sentito
quello spettacolo, ecco dove!
Sebastian legge da sopra la
spalla di Thad e si lascia sfuggire un sospiro.
Il Kings Island Christmas Spectacular non è più in programma dal 2005.
Blaine…lui l’ha usata come scusa per cantare con Kurt.
“Era una scusa!” borbotta
Thad al computer.
E bravo Harwood, a parlare
con oggetti inanimati.
“Beh, che cosa dovrebbe
significare tutto questo?” chiede Sebastian alzando gli occhi al cielo.
Il cellulare gli vibra in
tasca.
“Significa che puoi farcela, idiota!”
“…oh, no. No, no, no. Non
li farò mettere insieme, ve lo scordate”.
Altri due colpi.
Vibrazione.
“Sì che lo farai. Muoviti”.
Sebastian geme di
frustrazione. Non è possibile.
La chiave per tornare
indietro…sono Kurt e Blaine insieme?
“E chi cazzo credete che sono, Rafiki nel Re Leone 2?”
Note di Natale di Selene
Et voilà, eccovi il
capitolo! Dal prossimo avremo a che fare con la neve, non preoccupatevi!
Sempre in modalità Warbler,
naturalmente!
Ringrazio tutte le
splendide ragazze che hanno recensito e spero di risentirle anche per questo
capitolo, undici recensioni sono tante! Non so davvero come ringraziarvi!
Per chi non lo sapesse, Rafiki nel Re Leone due fa mettere insieme la
figlia di Simba e il figlio di Scar.
Oh, i sequel Disney… xD
Beh, ci si vede domani per
il prossimo capitolo!
Piccolo spoiler: gli
warblers hanno un modo tutto loro di vedere le cose. E Nick e Trent avranno un
incidente…piumoso.
Avvertimenti: questo capitolo scade
nel demenziale. Sebastian viene attraversato da uno scopino per il water. E da
una saponetta, numerose volte.
Siete avvisati.
Capitolo 3
Ice Skating
*
Che poi Sebastian
non lo vuole fare, Rafiki.
Insomma, è un maledettissimo
babbuino il cui unico scopo è quello di sollevare felini ad altezze vertiginose
e rifilare a tutti profezie da oracolo che nessuno capisce mai davvero, ma che
alla fine risolvono la situazione.
(Il suo trauma
infantile legato al Re Leone non c’entra nulla).
Insomma, lui non
vuole essere il babbuino che fa avvicinare Kurt e Blaine
tanto quanto non vorrebbe staccarsi un braccio a morsi, ma la proverbiale
magica sfiga natalizia che comunica con lui attraverso un’applicazione del
cellulare ha deciso diversamente: Sebastian è il prescelto, è la colla che
unirà i due squilibrati, è il tacchino sacrificato per il ringraziamento, bello
imburrato in tavola (lubrificante!) ed
è anche – è invisibile.
Merda.
Sebastian è
invisibile, nessuno lo sente, non può
toccare oggetti.
Prima ancora che
la domanda ‘ma allora come cazzo faccio’ si formi nella sua mente, il cellulare
gli vibra tra le mani.
“Trova un modo!”
Veramente utile.
Grazie, davvero.
Almeno Rafiki aveva il fantasma di Mufasa
a consigliarlo.
*
La bufera è
peggiorata ulteriormente, se possibile, col calare della notte – e della
temperatura esterna. Fuori dalla finestra la neve è arrivata a quasi
quarantacinque centimetri, o così ha sussurrato Thad
a Kurt poco prima che entrambi si addormentassero. Non c’è verso che le strade
si liberino prima di almeno tre giorni, ma se continua a nevicare con questa
intensità e questa violenza probabilmente gli Warblers
rimarranno bloccati alla Dalton fino a Natale.
Che è esattamente
ciò che serve a Sebastian. Se ha interpretato correttamente l’IGhost – ed è sicuro di averlo fatto -ha bisogno che sia Kurt che Blaine rimangano alla Dalton. Anche se ancora non ha idea
di come fare per convincerli a saltarsi addosso entro il 25 dicembre.
Kurt al momento
giace appallottolato sotto una sorta di Monte Fato fatto di trapunte, e di lui
è visibile solo un ciuffo di capelli castani che spunta tra la coperta e il
cuscino (presumibilmente quindi l’occhio
di Sauron?).
Thad,
invece, si è addormentato con il cellulare in mano ancora aperto sulla pagina
di Ohio Meteo, con metà del corpo
fuori dal piumone, e ogni tanto è scosso da brividi di freddo.
Sebastian sta
facendo il bravo fantasma, il che significa che se ne sta comodamente seduto
sulla poltrona a fissare i due ragazzi addormentati come se fosse l’unico scopo
della sua (non) esistenza, senza
sentirsi neanche un po’ inquietato da se stesso. Anzi, se avesse delle catene,
le scuoterebbe, tanto per sembrare un po’ più uno spettro.
…E va bene, si sta
annoiando a morte. Cosa fanno di
solito i fantasmi, di notte?
Ha provato a
tirare giù un paio di libri dalla scrivania -meglio Ken Follett che una notte passata a
fissare il vuoto – ma la sua mano ci è passata attraverso. E Kurt ha lasciato
aperto VOGUE sul proprio comodino, ma le due pagine presentano l’articolo più
palloso su BarbraStreisand
che lui abbia mai letto, perciò ha rinunciato in fretta.
Alla fine si è arreso all’evidenza e si è
messo ad osservare i due ragazzi, pensieroso.
Kurt ogni tanto si
muove nel sonno, qualche impercettibile movimento.
Thad
russa come un trombone, ma questo Sebastian lo sa già, visto che è il suo
compagno di stanza da due anni. Se si fosse trattato solo del fatto che russa
come una vecchia cornamusa, Sebastian avrebbe anche potuto sopportarlo.
Ma no, lui si è
beccato ThadHarwood, il
pacchetto completo: russare, parlare nel sonno, camminare in giro per la
stanza. Thad è molto, molto sonnambulo, insomma.
Ma al momento la
cosa non è di alcuna rilevanza, perché Sebastian si sta scervellando su come riuscire a spingere Kurt e Blaine l’uno verso l’altro – che poi, hanno davvero così
tanto bisogno di aiuto? Necessita di un’indagine approfondita – senza toccarli,
parlarci o tirar loro oggetti pesanti, e non riesce a farsi venire nessuna
idea.
Forse può scrivere
un post-it? E come, se non può prendere una penna?
“Trova un modo” ha
detto l’IGhost.
Sì, come se fosse facile!
Thad
borbotta qualcosa nel sonno, tremando leggermente di freddo e distraendo
Sebastian dalle sue profonde riflessioni. Gli avrebbe gettato addosso una
coperta, se solo fosse riuscito a toccarne una. Tanto nessuno l’avrebbe visto,
la sua reputazione sarebbe stata salva.
Non gli importa un
fico secco di Thad, naturalmente.
Certo, è quello
con cui parla di più, alla Dalton, ed è il suo compagno di stanza; e non
sarebbe stata la prima volta che gli butta una coperta addosso perché Thad si addormenta sempre sopra ad un libro, o al
cellulare, o al portatile, e poi muore di freddo.
È come se fosse narcolettico. Come fa un narcolettico ad
essere sonnambulo, per la miseria?
“E copriti,
cretino, non senti che si gela?” gli borbotta stizzito, stringendosi la radice
del naso tra pollice ed indice. In realtà lui non lo sente, il freddo (sarà l’inconsistenza o lo strato di
lubrificante?), ma il termometro di fuori è sceso a meno sette. E di Thad, dopotutto, mica gli importa.
Thad
borbotta qualcos’altro (“Mhpfcerto”) e si rigira, affondando sotto alle coperte
e rilassandosi visibilmente, finalmente al caldo.
Sebastian lo
osserva per un attimo, perplesso. Ma no, sarà una coincidenza.
Però…
“Harwood” mormora a voce più bassa possibile, alzandosi
dalla poltrona e avvicinandosi al letto del ragazzo. Thad
lascia andare il più soffice dei mugolii.
Oh. OH.
“Harwood?” riprova a voce un po’ più alta avvicinandosi al
suo orecchio. Lancia un’occhiata veloce anche a Kurt, ma quello continua a
dormire come un ghiro, soffocato sotto alla sua montagna di coperte. Come fa ad
avere il sonno così pesante?
“Mpfh. Che c’è?” borbotta Thad
arricciando il naso. Sta ancora dormendo.
Oh, Dio, funziona.
Funziona!
“Thad!” gli strilla Sebastian in un orecchio,
cercando di afferrargli la maglietta del pigiama. La sua mano attraversa la
stoffa e la spalla di Thad, che scatta a sedere come
una molla e spalanca gli occhi.
“Chi – cosa – sono
sveglio!”
Sebastian fa un
salto indietro per lo spavento, balbettando: “Mi – mi senti? Mi vedi? Thad? Thad”.
Ma Thad si guarda intorno con aria spaesata e il suo sguardo
gli scivola addosso. No, non lo vede.
A Sebastian
cascano le braccia dallo sconforto. Ma prima l’ha sentito!
Kurt si lascia
sfuggire un lamento e la massa di coperte si muove, rivelando i suoi occhi
azzurri insonnoliti. (Ah, eccolo,
l’occhio di Sauron che spunta dal Monte Fato!)
“Thad, ma che ti prende? Un
altro attacco di sonnambulismo?” biascica Kurt con la voce molto più bassa
del solito tono da pettirosso, allungando una mano verso sinistra un po’ alla
cena e riuscendo finalmente ad accendere la lampada. Se Blaine
lo sentisse così…
Thad
si volta verso Kurt, un po’ perso.
“Cos- scusa, non
volevo svegliarti. Credevo di aver sentito -ma mi hai chiamato?” mormora strofinandosi gli occhi arrossati.
Sebastian è quasi sull’orlo delle lacrime. L’ha sentito. Thad
parla nel sonno e può sentirlo solo mentre
dorme. Thad, solo Thad.
L’IGhost segnala
un’altra nota.
“Ti ha sentito”
Eh, grazie al
cazzo. C’era arrivato anche da solo!
Sebastian resiste
all’impulso di scaraventare l’unico contatto con la realtà contro il muro per
testare la sua fantasmosità
e Kurt scuote la testa perplesso, facendo ondeggiare la cosa che ha in testa in
questo momento. Una volta erano dei capelli, ma ora sembrano più le foglie di
un ananas.
Oh, se lo vedesse Blaine!
“Ma – no, non ti
ho chiamato” mormora Kurt, squadrando Thad come se
fosse impazzito. “Dormivo”.
Nota per
l’universo: non svegliare Kurt Hummel alle tre di
notte.
“E non mi hai
neanche detto di coprirmi?” prova a chiedere Thad,
sempre più sconcertato. Kurt scuote la testa e si strofina gli occhi.
“Me lo sarò
sognato. Scusa, Kurt, torna a dormire”.
Hummel
non se lo fa ripetere due volte. Biascicando qualcosa riguardo al ‘sonno di
bellezza’ e ‘mi cascherà la faccia’, rimpiomba a Mordor
– cioè, nella sua grotta di coperte e
calore, per riaddormentarsi all’istante.
Il cuore di
Sebastian batte talmente forte che probabilmente presto partirà un’arteria e
lui morirà di nuovo; stavolta in modo più dignitoso, almeno.
Thad,
ignaro del cuore pulsante che batte a meno di un metro e mezzo da lui, rimane
un paio di secondi a fissare il paesaggio innevato fuori dalla finestra, poi
scuote la testa e afferra un libro sul comodino, accoccolandosi a lato del
letto.
Harry Potter e
l’Ordine della Fenice. Dio, Thad, come sei banale.
Ok, un tentativo
Sebastian deve farlo. Per forza. Si avvicina al letto di Harwood
e si siede sul bordo, avvicinandosi all’orecchio del ragazzo.
“Thad. Andiamo, puoi sentirmi?”.
Ma Thad sfoglia il volume fino a pagina quarantacinque e
sospira felicemente, immergendosi della lettura nonostante l’ora indecente.
Sebastian chiude gli occhi per un attimo, scoraggiato. Finché Thad è sveglio, è ovvio che non può riprovare a parlarci.
“Oh, e va bene.
Certo che un libro meno palloso non lo potevi trovare, eh?”
Si stende di
fianco a Thad, sorpreso che il letto lo regga –
perché non passa attraverso questo genere di cose? Se si siede in grembo a Blaine conta lo stesso come sedia? – e inizia a leggere
insieme a lui, soffermandosi a commentare acidamente ogni due frasi, o
insultando pesantemente il suo compagno di lettura perché gira pagina troppo
presto e non gli permette finire le frasi.
Alla fine Thad si addormenta verso le quattro e mezza del mattino,
quando la neve fuori ha raggiunto il livello del davanzale, con la testa che ciondola
verso sinistra in modo inquietante e il libro aperto a pagina trecentonovantaquattro ancora in mano.
Sebastian sta per
provare a parlargli di nuovo, ma poi osserva i solchi scuri sotto agli occhi
del ragazzo e il suo viso stanco e sbuffa.
Oh, beh, se per
stanotte non lo sveglia di nuovo con i suoi esperimenti non succede niente, no?
Ci riproverà domani. Ha tempo.
Intanto queste ore
può occuparle a fare ciò che Sebastian Smythe sa fare
meglio del sesso, meglio che infastidire Hummel,
meglio che conquistare il mondo.
Complottare.
*
La cosa curiosa è
che, dopo una notte passata fondamentalmente in bianco, Sebastian non ha sonno.
Così come non ha fame dopo una giornata di digiuno, o non sente la necessità di
svuotare la vescica. Voglia di una sveltina ce l’ha ancora, ma quello è un
dettaglio.
Comunque, le
previsioni meteo di Thad segnalano strade bloccate in
tutto l’Ohio, ma la tempesta di neve stamattina pare essersi calmata.
Gli Warblers no.
Al sorgere del
sole, quando Sebastian è arrivato al punto di contemplare il suicidio per la
troppa noia, Jeff fa irruzione nella stanza di Kurt e Thad
armato di due scopini per ilwater,
avvolto in quello che sembra un alpaca reale morto stecchito ma che forse è un
cappotto, con in testa una sorta di colbacco russo, e lancia un grido belluino
a pieni polmoni.
“Io sono Jeff
Sterling, figlio di Jack Sterling, nipote di Jeremiah
Sterling, signore del ghiaccio!”
Dietro di lui c’è Trent, che ancora indossa il suo abominevole pigiama con le
paperelle e ha un’aria a metà tra il depresso e lo
sconfitto.
Il primo a tirare
su la testa è Thad, che tra le cinque e le sei di
mattina si è rigirato nel letto come un kebab, senza riuscire a darsi pace.
Sbatte le palpebre cercando di mettere a fuoco Jeff al di là del suo strato di
copertura peloso.
“È un incubo”
borbotta grattandosi la testa neanche avesse le pulci prima di chiudere gli
occhi e infilare la testa sotto al cuscino. La sua voce arriva attutita fino
alle orecchie di Sebastian. “Solo un incubo”.
L’Idiota – per chi non l’avesse capito,
Sterling – abbassa gli scopini con aria delusa e fa per strillare
qualcos’altro, probabilmente il suo albero genealogico integrale, quando un
grugnito proveniente dal letto di fianco a quello di Thad
attira la sua attenzione.
Jeff è come una
bestia feroce, scatta al minimo rumore. Alza di nuovo entrambi gli scopini e i
capelli alla Einstein di Hummel spuntano fuori dal
botolo di coperte, insieme ai suoi occhi azzurri colmi di una luce assassina.
“Jeff” sibila Kurt
socchiudendo gli occhi e puntando l’indice contro il biondo. Sebastian ghigna. Ah, ora sono cazzi tuoi, Sterling. Ti
squarterà vivo. “Che stai facendo”.
Non è una domanda,
naturalmente, ma Jeff sembra troppo preso dalla sua personale rievocazione
storica di Conan il Barbaro per curarsene.
Strilla di nuovo
quella sorta di maledizione sulla sua famiglia (figlio di Jack Sterling, nipote di Jeremiah
Sterling, bla bla bla) e, gettate a terra le armi – gli scopini – si lancia
attraverso Sebastian sul letto di Kurt, piombando addosso al controtenore.
L’urlo di Kurt è
talmente acuto da spaccare i timpani di Sebastian e di tutti gli esseri umani
nel raggio di centoventi chilometri quadrati (controtenore un cazzo, questo
lancia gli ultrasuoni) quindi è abbastanza da attirare l’attenzione di tutti
gli altri Warblers del dormitorio.
Mentre Kurt viene
strappato al calore del suo letto con brutalità e trascinato verso l’uscita,
Richard e Harry compaiono davanti alla porta spalancata, alle spalle di Trent. Richard sembra leggermente scandalizzato.
Harry alza i pugni
al cielo e grida “Orgia da Hummel!”
Sebastian sbuffa
sonoramente, lanciando uno sguardo all’orologio attaccato alla parete. Fate
partire il conto alla rovescia e -
Blaine
fa irruzione nella camera esattamente diciassette secondi dopo. Ha i capelli a
forma di fungo atomico e i grandi occhi da cerbiatto sono spalancati mentre
fissa Jeff caricarsi in spalla Kurt come se fosse un sacco di patate e puntare
alla porta.
“Prevedibile”
commenta Sebastian a voce alta, passandosi una mano tra i capelli. Blaine gli scivola attraverso (lubrificante!) e corre verso Kurt, che non ha smesso di strillare
come una faina neanche un istante, senza mai prendere fiato.
“Jeff, si può
sapere che diavolo stai facendo?” urla per sovrastare la voce di Kurt, che
ormai dovrebbe aver prodotto abbastanza ultrasuoni da radunare tutti i pipistrelli
dell’intero Ohio sopra al tetto della Dalton.
Quell’idiota di
Sterling evidentemente non ha ancora imparato una lezione che ha Sebastian è
molto chiara a causa di una certa granitata durante
il suo Periodo Buio: nessuno si avvicina a Kurt senza il permesso di Blaine. A quanto pare in questa dimensione parallela le
cose non sono affatto diverse.
“Sono Jeff
Sterling, figlio di Jack Sterling, nipote di-“
“Sì, abbiamo
capito, cazzo, continua!” grida David-che-peccato-che-mi-sono-diplomato,
comparso sulla porta in quel momento.
Hummel
continua a provare di avere un terzo polmone. Blaine
ha la faccia di uno che sta per commettere un omicidio.
Jeff si guarda
intorno quasi sconcertato, come se non creda possibile che nessuno degli Warblers sia disposto ad appoggiargli l’ennesima follia,
prima di gonfiare i muscoli (pffff, quali? Jeff è morbido!) e riprendere a gridare.
“Io vi sfido tutti
a duello!” proclama puntando contro Blaine – e
attraverso Sebastian – uno degli scopini.
Dio, che schifo.
“L’intero coro, il
porticato di marmo. Hokey sul ghiaccio Warbler”
tuona il biondo, mulinando gli scopini in aria.
Sebastian osserva
le facce pietrificate dei presenti, mentre l’unico suono della stanza – neanche
troppo in sottofondo – è il grido di morte di Hummel,
appeso sulla spalla di Jeff.
“Beh?” domanda
perplesso, anche se nessuno gli risponderà. “Perché quell’aria terrorizzata?
Che sarà mai di così terribile, l’hokey su ghiaccio Warlber?”
*
Avrebbe dovuto
saperlo.
Era ovvio che non
sarebbe stata una cosa normale, che quella fosse un’altra attività che gli Warblers non sembravano in grado di compiere come dei
normali esseri umani, né in questa dimensione, né in nessun’altra.
Questo, però, va
oltre ogni sua comprensione.
Tanti strilli, un
libro di auto-aiuto su come gestire la rabbia, due analisti e un paio d’ore
dopo, la situazione è – beh,
peggiorata.
Ci sono circa
venti ragazzi nel porticato dall’elegante pavimento di marmo. Sono tutti
avvolti in giacche dalla diversa pesantezza; metà di loro indossa cappelli da
babbo natale, l’altra metà corna da renna; tutti hanno dei segni scuri sulla
faccia, la cravatta della divisa legata in fronte, e indossano i pattini a
rotelle in dotazione della palestra ai piedi; la metà di loro è armata di pale,
gli altri hanno saccheggiato i bagni dell’intera scuola e di tutto il
dormitorio e hanno sequestrato tutti gli
scopini.
Il resto degli
studenti rimasti bloccati alla Dalton, circa una quindicina di ragazzi in
tutto, è ammassato lì intorno a guardare.
Jeff, agghindato
come Gengis Khan prima della battaglia, si trova al centro dell’enorme
porticato e sta spiegando le regole.
Se tutto questo è
davvero una proiezione del cervello di Sebastian…beh, allora il suo cervello ha
bisogno di una controllata. Da uno bravo.
Blaine
– munito di corna da renna - ha smesso giusto un paio di minuti fa di lanciare
occhiatacce tutt’intorno e al momento è attaccato a Kurt – anch’esso munito di
corna da renna - come una sorta di curiosa pianta rampicante: sembra che lo
stia abbracciando, ma Sebastian ha il sospetto che stia cercando di crescergli addosso per non doversi
staccare mai più.
Sono solo amici –
con una percezione degli spazi personali dell’altro un po’ distorta e la
completa mancanza della parola ‘confini’ nel loro vocabolario - eppure Blaine è assurdamente protettivo nei confronti di Kurt. Il
controtenore, grazie al cielo, ha smesso di urlare da un po’, e ora è
appoggiato alla spalla di Blaine come se non gli
dispiacerebbe affatto farselo crescere addosso.
Entrambi sembrano
avere tutta l’intenzione di prendere parte al gioco, anche se Blaine ha passato mezz’ora ad assillare Kurt con frasi del
tipo ‘ma sei sicuro?’, e ‘è un po’ violento, davvero’, o anche ‘cercherò di
guardarti le spalle’. Per qualche assurdo motivo che davvero sfugge a Sebastian
Hummel è sembrato oltremodo lusingato da queste
attenzioni.
Sebastian ripensa
al quasi bacio che Kurt e Blaine si sono quasi
scambiati. Quello, quello è la chiave
per farlo tornare indietro. Assurdo.
Vi tengo d’occhio, Klaine. Vi
osservo come dei parameci al microscopio.
Sebastian
dev’essersi perso qualche passaggio mentre osservava
Kurt e Blaine, perché un istante dopo Jeff ha
soffiato in un ridicolo fischietto e tutti hanno iniziato a muoversi e lui è
esattamente in mezzo al caos.
La prima saponetta
gli attraversa il petto ad una velocità impressionante. Un istante dopo Kurt
gli sfreccia alla sua destra, scivolando sui pattini a rotelle con un
equilibrio invidiabile, perché a terra c’è del ghiaccio vero, e brandendo uno scopino per il water con il manico con i
pesciolini.
“Ma che cazz-“
Blaine
sfreccia alla sua destra, centrando al volo la saponetta vacante, e la passa a Wes, che segna elegantemente in porta.
È hokey su ghiaccio,
realizza Sebastian con orrore. Perché la
neve in questo punto del porticato si è ghiacciata, stanotte, e per terra è
scivoloso. Ma stanno giocando con le saponette al posto dei dischetti e con gli
scopini al posto delle mazze.
“Voi non ci state
con la testa. Tutti quanti” balbetta Sebastian, ancora in mezzo alla mischia.
Jeff morde David al di sopra del giaccone per prendere possesso della
saponetta.
“Hummel, mi stupisco di te!” gli grida dietro Sebastian,
mentre Kurt infilza Richard nelle costole con il suo scopino per passare. “Ti
sei bevuto il cervello?”
E lui che pensava
che Kurt fosse l’unico normale. E
invece guardatelo!
Blaine
lo sta guardando, infatti, stringendosi al petto lo scopino come una mamma
orgogliosa, quasi con le lacrime agli occhi. E forse un po’ di bava perché quei
pantaloni in effetti gli fanno un culo da paura.
Sebastian piega la
testa di lato. Sì, Blaine gli sta decisamente
guardando il sedere.
Forse è per questo
che il leader degli Warbler non vede arrivare né la
saponetta, che lo colpisce dritto in fronte con un sonoro tunk!, né Kirk, che sta rincorrendo suddetta saponetta e che gli casca
addosso con la potenza di un treno in corsa.
Ok, Sebastian è
praticamente steso a terra dalle risate, ma si rialza in fretta perché Kirk ha
tolto il suo peso ippopotamesco da sopra Blaine e Kurt è corso – scivolato – al suo capezzale,
inginocchiandosi sul gelo.
“Blaine, Blaine!”
Kurt lo sta
scuotendo, e Blaine strizza gli occhi un paio di
volte, prima di aprirli definitivamente.
“Complimenti,
Anderson, bel colpo” lo prende in giro Sebastian dopo essersi accertato che sia
vivo. Ci mancava solo che il Blaine dell’universo
parallelo sbattesse la testa e finisse nel mondo del Sebastian del futuro.
Wes
sta cercando di strangolare Jeff a mani nude, nel frattempo, gridando: “Me l’hai ammazzato! M’hai ammazzato il
solista migliore dell’ultimo secolo, Sterling!”
“Blaine” lo chiama Kurt, richiamando la sua attenzione. Blaine guarda in alto verso Kurt, che gli sta sorridendo
preoccupato, quasi a cavalcioni su di lui, con quel ridicolo cappello da renna
in testa.
“Mi riconosci,
vero?” domanda speranzoso, stringendo lo scopino e spostando un paio di ciuffi
ribelli dalla fronte di Blaine, dove si sta formando
un bernoccolo di dimensioni epiche.
Un altro momento
che Sebastian avrebbe voluto immortalare con una foto.
Nota per se
stesso: per il prossimo viaggio nell’aldiquà munirsi di macchinetta
fotografica.
Blaine
sbatte le palpebre un altro paio di volte, poi apre la bocca a fatica.
“Rudolf la renna?”
Sebastian si
colpisce la fronte con il palmo della mano. Che
idiotacolossale.
Kurt scoppia a
ridere, Jeff grida “È vivo! Il Profeta è vivo!” e lui vorrebbe solo degli amici
decenti, per una volta.
Ma a quanto pare
non si può avere tutto dalla vita. Nemmeno a Natale.
*
Wes
ha bandito l’hokey su ghiaccio Warbler
e maledetto Jeff e la sua stirpe, così gli unici rimasti a pattinare goffamente
sul ghiaccio irregolare sono Kurt e Blaine.
E Sebastian,
naturalmente, che deve tenerli d’occhio e studiarli come due casi molto
interessanti di malattia degenerativa, e che al momento sta scivolando intorno
a loro come se il porticato fosse ricoperto di lubrificante per origliare la
conversazione in corso.
Stanno parlando di
David Karofsky e Sebastian ha appena scoperto una
cosa… beh, non esattamente
sconvolgente, ma che non si sarebbe mai aspettato. Sapeva che Kurt ad un certo
punto del penultimo anno si era trasferito alla Dalton perché aveva problemi
cono i bulli della sua scuola, ma non avrebbe mai immaginato che in realtà
fosse stato perché David aveva minacciato di ucciderlo se lo avesse costretto a fare coming
out.
Insomma, è lo
stesso ragazzo che ci ha provato con lui in modo talmente patetico da risultare
quasi tenero, lo stesso che si è quasi – quasi.
Sapeva che si conoscevano, ma non pensava che avessero condiviso questo genere
di cose.
Il Kurt del 2010 è
coraggioso ma anche terrorizzato, e dev’essere passato poco tempo dalla
minaccia – e da un bacio forzato, a quanto pare – e Blaine
sta sparando le sue solite idiozie da mafioso sulla linea d’onda di ‘tranquillo,
qui alla Dalton non può succederti niente’.
Sebastian lo sa cosa sta passando per il
cervelletto di Anderson mentre pattina – barcolla – intorno a Kurt, e insieme
canticchiano canzoni natalizie idiote.
Ecco perché è così terrorizzato di fare
la prima mossa. Pensa che Kurt ora come ora abbia bisogno di un amico, o che
sia rimasto traumatizzato da Karofsky.
Sì, figuriamoci se
Hummel si fa traumatizzare da una cosa del genere.
Sarà anche scappato alla Dalton, e Sebastian potrà anche detestarsi per doverlo
ammettere, ma qui è quello con più palle di tutti.
Eccetto lui,
naturalmente.
Un rumore dietro
di lui lo fa voltare e scorge Thad sporgersi oltre la
porta laterale. Harwood rimane a fissare Kurt e Blaine che pattinano per diverso tempo, con un sorriso
lieve sulle labbra e Sebastian finalmente ha l’illuminazione che sta aspettando
da tutto il giorno.
Che poi era così
ovvio!
Così come il
fantasma di Mufasa consiglia e muove le manovre di Rafiki dall’alto dei cieli africani per organizzare il
matrimonio dei figli di Simba e Scar, lui e Thad coopereranno per portare insieme i due idioti.
Ma certo, è un
piano geniale! Ora deve solo perfezionare i dettagli e stanotte agirà!
“Ehi, Harwood!” dice allegramente a Thad,
che sta osservando affettuosamente la coppietta, che al momento è mano nella
mano. “Hai saputo la bella notizia, non sono io Rafiki,
sei tu! Io sono il fantasma di Mufasa!”.
Thad
non gli risponde – e forse non gli
avrebbe risposto nemmeno se avesse potuto sentirlo – e entrambi si girano verso
Kurt e Blaine, che sono pateticamente caduti uno
sopra all’altro e sono talmente rossi da sembrare due pomodori molto maturi.
Sebastian scuote
la testa e riesce perfino a sorridere. Sono palesemente cotti l’uno dell’altro.
Non sarà così difficile.
“Vedi” dice l’IGhost, dopo aver
vibrato insistentemente nella sua tasca. “Non
è così difficile”.
Sì, però così mi porti per culo, eh.
*
La cena è
relativamente tranquilla.
Sebastian ha
scoperto che può sedersi in grembo alle persone, perché contano come sedie, a
quanto pare, ma se queste si alzano gli scivolano addosso (Lubrificante!).
Ha provato a
sedersi sulle gambe di Kurt, ma si sente strano,
e su quelle di Blaine, ma sono troppo corte, così
alla fine ha optato per sedersi in grembo a Thad, il
suo designato salvatore, ilRafiki del suo Mufasa.
Tutto sta andando
piuttosto bene, anzi: Nick e Trent hanno cucinato per
tutti pollo, o comunque qualcosa di simile a delle quaglie. Roba di piccole
dimensioni.
Blaine
sta attaccando il piccolo pennuto arrosto sul suo piatto con gusto, infilandosi
una forchettata dietro l’altra in bocca mentre Kurt lo osserva rapito e intenerito
da sopra la sua scodella di cibo per conigli – altrimenti conosciuta come insalata – e tutti stanno chiacchierando
del più e del meno.
E Thad è comodo.
Insomma, tutto è
tranquillo, fino a che Nick non entra correndo nella mensa, inciampa nei lacci
delle proprie scarpe e si ferma proprio davanti a Kurt, un’espressione di puro
panico dipinta in volto.
“Kurt, oh mio Dio,
mi dispiace così tanto, non pensavo che sarebbe successo! Io, tu- mi avevi
affidato Pavarotti e – l’ho portato in cucina, volevo tenerlo d’occhio, e ad un
certo punto è scappato, ma non ero preoccupato perché le finestre erano chiuse
e i canarini tornano sempre nelle gabbiette, però poi l’ho perso di vista
perché stavamo cucinando il pollo e- e- mi dispiace, mi dispiace!”
A Kurt casca la
forchettata di insalata dalla bocca e più di venti paia di occhi convergono
tutti nello stesso punto, di fronte a lui, dove Blaine
si è immobilizzato con la forchetta ancora infilata in bocca e il pennuto mezzo
mangiato nel suo piatto.
Dalla bocca di
Kurt esce una sola parola, mentre fissa inorridito prima Blaine,
poi il piatto, poi Blaine.
“Pavarotti?”
*
Note di Natale di Selene
Scusate il
ritardo, shallalla! XD
Importante: non
disperate, per Pavarotti forse c’è ancora speranza! XD
Non lo so, fatemi
sapere cosa ne pensate di questo terzo capitolo, perché su facebook
mi avete messo l’ansia :S
Lo so, è
demenziale. Ah, l’hokeywarbler
è una cosa che esiste realmente. O meglio, io ci ho giocato – i nostri però non
erano scopini per il bagno, bensì sturalavandini – e vi posso assicurare che
non se ne esce vivi, soprattutto se il ghiaccio è su marmo ed è irregolare.
Dovrei avere anche
un video da qualche parte, se volete vedere la sottoscritta ruzzolare su e giù
brandendo uno sturalavandini. Succede di tutto, eh? XD
Quindi, riassumendo, Wes è
quasi morto di infarto, Jeff e la sua stirpe sono stati maledetti, Thad è comodo, David ha curato il bernoccolo di Blaine con
un po’ di ghiaccio preso dalle cucine, dove Nick e Trent
hanno arrostito per sbaglio il canarino di Kurt e ora il pennuto deceduto giace
nel piatto del sopracitato Blaine, su una tomba di cipolline, insalata e
patate?
Certo che gli Warblers c’hanno veramente un karma del
cazzo.
*
Quello che è successo dopo la morte del canarino Pavarotti
– nella vita reale, nel presente, nell’aldilà
– Sebastian l’ha sentito raccontare da Nick solo dopo essere diventato il
solista ufficiale (e il Supremo Reggente
dell’Universo).
Gli Warblers narrano questa storia come se fosse una
leggenda metropolitana e di solito si riferiscono a lui come Santo Pavarotti, pace all’anima sua; si
vocifera che Jeff sia addirittura in possesso di una sua reliquia. Una piuma?
La sua gabbietta? Della merda?
Pare che sia proprio grazie alla sfortunata morte di Pavarotti
che Blaine si sia finalmente sfilato le fette di mortadella dagli occhi e abbia
capito di sbavare dietro a Kurt come se non ci fosse un domani.
Un uccello morto ha fatto sì che Kurt e Blaine finissero
per cantare insieme un duetto deprimente. Un uccello morto ha fatto sì che
Blaine si dichiarasse.
È questo che racconteranno ai loro figli, un giorno? Ma
non è macabro, per la miseria?
Comunque nell’aldiquà Kurt sembra aver preso la
dipartita del canarino piuttosto bene. Cioè, ora è chiuso in camera e sta
piangendo tutte le sue lacrime, ma non ha cacciato Blaine quando l’ha visto
scivolare al suo fianco per terra, vicino alla tazza del cesso, quindi forse la
situazione non è irrecuperabile.
Se Kurt non ha respinto l’uomo che al momento con tutta
probabilità sta digerendo metà di quel piccione color evidenziatore, ci sono
buone speranze che si riprenda.
Sebastian aveva pensato di lasciar loro un po’ di
privacy, dall’alto della sua magnanimità, e seguire Thad
e gli altri Warblers per un’uscita notturna in mezzo alla neve, ma poi si è
detto ‘col cazzo’ e li ha pedinati nel cubicolo
sentendosi tanto Mirtilla Malcontenta.
Il pensiero di una qualsiasi somiglianza, sinceramente,
lo deprime.
Blaine ora è accucciato al fianco di Kurt e gli sta
accarezzando lentamente la schiena, con gli occhi dorati enormi e lucidi e
l’espressione addolorata.
“Hai mangiato il suo canarino” dice Sebastian senza
avere la forza di dare una particolare inflessione alla propria voce. Anzi,
tanto per darsi un po’ di enfasi spalanca le braccia. “Non lo so, tu ti rendi
conto di questo, vero?”
Kurt tira su rumorosamente con il naso. Ha gli occhi più
azzurri quando piange.
“Dai, Kurt, non fare così. Non – non ce la faccio a
vederti piangere. E poi la probabilità che Pavarotti sia vivo è altissima” gli
sussurra Blaine continuando a passare il palmo della mano su e giù, su e giù.
“Certo, affidarlo a Nick per una giornata non è stata la migliore delle tue
idee, però Pavarotti è un canarino intelligente, non andrebbe mai a infilarsi
in un forno. Probabilmente è in giro a svolazzare da qualche parte, vedrai che
lo ritroveremo”.
“Oh, Anderson, allora ce l’hai un po’ di coordinazione
cervello-bocca, sono colpito” commenta acidamente Sebastian. La sua tasca vibra
con insistenza e lui estrae il cellulare dalla tasca con aria annoiata.
Oh, saggio IGhost, cos’hai da dire in merito al povero defunto?
“E
vivo!”
Ah.
Ehm,
Okey?
Kurt prende un respiro profondo e si lascia sfuggire un
altro singhiozzo, guadagnandosi tutta la momentanea antipatia di Sebastian.
“Sono un idiota” borbotta il controtenore asciugandosi
gli occhi azzurri e mettendosi in ginocchio sulle mattonelle tiepide del bagno.
“Già, lo sei” lo rimprovera Sebastian. “Perché diavolo
ancora non ne hai approfittato per farti coccolare da Blaine? Devo fare tutto
io, per la miseria”.
Blaine appoggia una mano sul braccio di Kurt, come se
tema che questi possa scivolare via dalla sua presa da un momento all’altro.
“Kurt. Kurt, mi dispiace un sacco, vedrai che-“
“Oh, lascia stare Pavarotti” lo interrompe Kurt
piegandosi su un ginocchio e girandosi verso Blaine.
Sebastian alza lo sguardo, stupito. “Oh?”
“Certo che è ancora vivo, dai” dice Kurt, anche se con
un velo di insicurezza, asciugandosi le guance con la mano libera. “Mi sento
uno stupido perché te ne stai qui a consolarmi per una cosa così sciocca e ti
ritrovi questo bernoccolo in testa e potresti avere una concussione, sul serio,
e io mi preoccupo per un canarino?”
Sebastian scivola a sedere di fianco a loro, godendosi
il piacevole spettacolo delle guance in fiamme di Blaine.
Devono piacere tanto anche a Kurt, quelle guanciotte, perché
alza lentamente la mano e le sue dita scorrono leggere dallo zigomo fino alla
tempia di Blaine.
Sebastian potrebbe anche
arrischiarsi a considerarlo un gesto tenero, se non fosse per il bernoccolo
delle dimensioni di una zucca che spunta sotto le dita sottili di Kurt e che
rende il tutto infinitamente ridicolo.
Kurt si allontana troppo presto perché Blaine possa
realizzare che forse sarebbe un momento propizio per baciarlo – che poi è sempre il momento propizio, ma Blaine è
tardo, che ci volete fare – e si alza in piedi, attraversando il bacino di
Sebastian (Ehi!) e spolverandosi i
pantaloni.
“Dai, vediamoci un film, così non ci pensiamo, per
stasera” propone Kurt con gli occhi ancora gonfi di pianto. Sebastian ha
l’atroce sospetto che la probabile morte accidentale del piccione non sia
l’unico motivo per cui Hummel ha liberato le cascate
del Niagara. Indagherà come meglio può. Oh, dovrebbero assumerlo alla CIA!
“Invitalo a rimanere per la notte, dai!” lo incita
Sebastian sperando, almeno per questa dannatissima volta, di essere sentito.
“Andiamo, dì qualcosa di pornografico tipo ‘e poi il letto è largo’, fai un’allusione, qualcosa. Coraggio, Hummel, non è
difficile”.
Ma naturalmente Kurt tace.
Blaine, ancora seduto a terra, guarda verso l’alto,
dritto attraverso Sebastian, alla mano che Kurt gli sta porgendo per alzarsi, e
fa quella cosa che fa sempre con gli
occhi che farebbe sciogliere chiunque.
Insomma, è una sorta di broncio con degli enormi occhi
verde-dorati che ti fissano fino a che tu non ti arrendi al loro potere.
“Mouline Rouge dal portatile?”
propone afferrando la mano di Kurt e lasciandosi tirare in piedi.
“Oh mio Dio, ti prego, no!” grugnisce Sebastian, sapendo
già che è una battaglia persa in partenza.
Kurt squittisce e si fionda a prendere il dvd. “Oh mio
Dio, ti prego, sì! Però devi lasciarmi cantare Come WhatMay!”
“A me non ci pensa nessuno?” esclama Sebastian, cercando
di afferrare una penna da lanciare a quel traditore di Anderson senza successo.
Dove diavolo è Thad quando serve? “Dai, Hummel, non possiamo vedere Moulin
Rouge, quella ci mette cinquanta minuti a
tirare le cuoia!”
Blaine sembra deliziato all’idea di sentire Kurt
cantare.
“Affare fatto. Io ci guadagno e basta” sussurra
all’orecchio di Kurt, abbastanza forte perché anche Sebastian riesca
miracolosamente a sentirlo. “Adoro sentirti cantare quella canzone”.
Sebastian gli lancia uno sguardo truce. “Già, Anderson,
a proposito, dì un po’, quando gli dirai che il Kings Island Christmas Spectacular non lo
fanno più dal 2005 e che quel duetto era solo una scusa per passare più tempo
con lui?”
Kurt e Blaine si gettano sul letto – ma perché non
scopate e la facciamo finita? – di fronte al portatile e Sebastian decide di
infilarsi in mezzo a loro in modo da poterli tenere d’occhio più da vicino.
Viene trapassato da entrambi nell’immediato, visto che
non appena inizia il film Blaine sospira e avvolge Kurt in un abbraccio,
stringendolo a sé e spiaccicando Sebastian in mezzo. Per fortuna che è più alto
di entrambi!
Kurt segue con attenzione il film, anche se le sue
guance arrossate sono la prova schiacciante, secondo Sebastian, che non è
affatto indifferente al corpo di Blaine attaccato al suo. Quando Blaine solleva
una mano per passarla tra i capelli soffici di Kurt, giocherellando con i
ciuffi mentre segue le immagini colorate sullo schermo, a Sebastian casca la
mascella.
Kurt non sta urlando, non sta strepitando e non sta
picchiando Blaine, nonostante Blaine gli stia scompigliando allegramente i capelli.
“Che diavolo, Hummel, sei
disgustosamente cotto a puntino!” commenta Sebastian mentre lo scrittore idiota
del film sbava sulla scollatura di Nicole Kidman.
Kurt sembra piuttosto a suo agio di fronte alla totale
mancanza di rispetto di spazio personale di Blaine. Sebastian potrebbe
scommettere una mano sul fatto che questi due deficienti probabilmente si
ritengono migliori amici.
…E riecco l’IGhost. Sebastian sta
cominciando ad odiare il bzzzz
della sua tasca.
“Hai
ragione”
Ma
no, davvero?
*
Alla fine, Nicole Kidman muore. Insomma, era pure ora,
visto che passa gli ultimi cinquanta minuti del film a tossicchiare sangue e a
dire ‘oh, muoio!’. E poi si rialza e canta a pieni polmoni, e quell’altro
cretino gli tira una serie di banconote perché evidentemente ad inizio film
dev’essergli sfuggito che lei era una prostituta, ehm, tipouna vera.
Comunque. Alla fine muore e Sebastian esulta perché a)
il film è finito, sia resa lode al Signore e b) Kurt è addormentato addosso a
Blaine.
E per addosso intende davvero addosso: quei due sono tutto un intreccio di gambe e
braccia e la faccia di Hummel è incastrata
nell’incavo del collo di Blaine, che non ha mosso un muscolo da quando Kurt ha
chiuso gli occhi.
Forse neanche respira. Magari è morto d’infarto.
Kurt sorride lievemente nel sonno e strofina
inconsapevolmente il naso all’insù per tutta la lunghezza del collo di Blaine,
che si lascia sfuggire il più lieve dei sospiri strozzati.
“Oh, mio Dio, Anderson, ora sì che sei nella merda”
sghignazza adocchiandogli il cavallo dei pantaloni. Chissà quante volte Blaine
si è immaginato situazioni del genere. È
esilarante. “Spero davvero che
Kurt se ne accorga”.
Ma Blaine è cocciuto come un mulo, perciò prende un
altro paio di respiri profondi e strizza gli occhi, in un evidente tentativo di
calmarsi e – uhm, abbattere il problema.
Probabilmente sta pensando al cadaverino del Piccione
che giace nel suo stomaco.
“Ma scusa” commenta Sebastian nel tentativo di far
ragionare Blaine (Il fatto che Blaine non possa sentirlo è un dettaglio).
“Sveglialo, premigli la mano sul tuo uccello e risolvi il problema con lui, no?”
No, eh? E va bene.
Sette minuti e quarantacinque secondi dopo Blaine sembra
aver smesso di sudare freddo – cosa che non sarebbe successa se fosse stato in grado di sentire le
lamentele di Sebastian – e fa per alzarsi lentamente per non svegliare Kurt.
Il controtenore, però, ha il sonno talmente pesante che
non lo sveglierebbe nemmeno lo scoppio della terza guerra mondiale, perciò
Blaine riesce a scivolare via dall’intreccio quasi con facilità. Si piega su di
Kurt e gli accarezza i capelli, stampandogli un bacio in fronte decisamente più
lungo del necessario.
Sebastian sbuffa esasperato davanti all’espressione
depressa di Blaine. “Sei patetico, Blaine. Ti muore dietro, si può sapere che
cazzo stai aspettando?”
La sua salvezza – Thad – entra
in quel momento nella stanza e che bellezza,
che fortuna, che gioia!, becca Blaine intento a baciare Kurt in fronte.
“Dai, Harwood, almeno tu, usa
il cervellino”.
“Blaine, di nuovo?”
domanda Thad con aria fin troppo comprensiva quando
Blaine non salta su spaventato dal suo arrivo.
Oh,
questa mi è nuova. Quindi non è la prima volta che succede, eh?
Anderson si esibisce un’altra volta nella sua faccia da
mi-taglio-le-vene.
“Si addormenta sempre alla fine di Moulin
Rouge, anche se detesta ammetterlo” dice solo, e ma che tecnica meravigliosa per sviare il discorso, complimenti.
Thad
però non è affatto stupido e va subito al sodo.
“Perché hai voluto cantare con lui se non dovevi provare
per nessun duetto, Blaine?” domanda quasi con tenerezza. Sebastian rimane
vagamente stupito. Thad ha un lato tenero? Ma al
momento non è la cosa più importante, anche se vorrebbe stringergli la mano e
scoppiare a piangergli addosso dalla gioia.
Harwood 1, Anderson 0.
Blaine si rifiuta di guardare Thad
in faccia, ma così facendo fissa Sebastian quasi negli occhi.
“Non ho resistito, lui era lì e – non posso, Thad, te l’ho detto. Sì, ok, sono stracotto di lui, ma non
significa niente. Non è ancora pronto per – qualsiasi
cosa, non credo che voglia davvero baciare qualcuno, figuriamoci altro. Ogni volta che provo a parlare di
sesso si infila le dita nelle orecchie e inizia a cantare”.
Sebastian si schiaffeggia, cercando disperatamente di
svegliarsi da questo incubo.
“Sono circondato da idioti”
.
*
Thad
finalmente si è addormentato.
Insomma, Sebastian deve ammettere che si sente un po’ un
cattivo Disney, a starsene seduto su questa poltrona ad arricciarsi
malvagiamente i baffi e complottare per sfruttare il povero Harwood,
ignaro di tutto. Certo, non è come se stesse qui ad arricciarsi i baffi e
pensare a come compromettere la sua innocenza. Cosa che non sta facendo. Per
niente. Ha un piano, lui. Il fatto he Harwood sia
così carino (e comodo) al momento è un dettaglio insignificante.
Più che come un appetitoso bottino, Sebastian dovrebbe
vederlo come il guru che intercederà per lui con Kurt e Blaine. Quindi, concentrazione.
Al primo borbottio salta su dalla poltrona con uno
scatto e si lancia verso il letto, atterrandoci con la grazia di un puma. Ma
solo perché è troppo inconsistente per inciampare nelle coperte.
Bene, ora deve riuscire a parlarci senza svegliarlo. Trattiene
il respiro, si avvicina all’orecchio di Harwood e
sussurra: “Thad?”
Un paio di secondi dopo viene salutato con un grugnito. Ah, funziona di nuovo!
“Thad, se puoi sentirmi
rispondi” prova a mormorargli nell’orecchio, attento a non parlare troppo forte
da svegliarlo.
“Mhm, che vuoi?”
Che qualcuno gli dia un pizzicotto, presto! Non può
essere vero, risponde!
“Devi alzarti da questo letto, Thad”
sussurra conciliante Sebastian, con il tono che di solito usa per rimorchiare i
ragazzi difficili e convincere sua madre a pagargli i viaggi a Parigi.
Naturalmente funziona sempre e ThadHarwood non è un’eccezione. “Devi alzarti e andare alla
scrivania”.
Thad
grugnisce senza svegliarsi. “Mpfh, E perché?”
Cazzo. E dai, Thad.
“Perché – perché devi prendere i post-it. Ti ricordi che
devi prendere i post-it?” borbotta Sebastian in preda al panico. Gli occhi di Thad tremolano appena.
No, cazzo, Harwood, non
svegliarti proprio ora.
“I post-it” borbotta Thad
rigirandosi e scostando le coperte per alzarsi.
Oh, santissimo Pavarotti, grazie.
“I post-it, sì. Bravo, Thad, così. Ti
ricordi? Hai detto che dovevi scrivere sui post-it” cerca di convincerlo
Sebastian, alzandosi con lui e seguendolo fino alla scrivania. Gli occhi di Thad tremolano un’altra volta.
“Devo scrivere sui post-it” ripete Thad
aprendo un cassetto e tirando fuori dei foglietti gialli fosforescenti.
Sebastian ha voglia di gridare e baciarlo. Insomma, gli deve la vita.
Sei un genio, ThadHarwood.
L’IGhost
sceglie proprio questo momento per vibrare.
“Ce
l’hai fatta, visto?”
Sebastian scaccia l’irritazione – perché il coso arriva sempre dopo amen? – e ghigna,
appoggiando le mani ad un millimetro dalle spalle di Thad
per sussurrargli all’orecchio.
“Scrivi”.
*
All’alba Sebastian abbandona la sua postazione sulla
poltrona della camera di Thad e Kurt per andare ad
infestare un pochino la camera di Blaine, da bravo fantasma, soprattutto perché
Harwood non si sveglierà prima di altre due ore,
quindi c’è ancora tempo prima che trovi i bigliettini che Sebastian gli ha
fatto scrivere.
Blaine però in camera non c’è.
Sebastian vaga un po’ per la scuola, fino a raggiungere
il porticato e intravedere una figura accucciata sugli scalini e avvolta in un
cappotto blu.
“Ma che stai facendo qui fuori? C’è quasi un metro di
neve” domanda a Blaine arrivandogli alle spalle e sedendosi di fianco a lui.
Il ragazzo è rannicchiato sul gradino e ha le guance
rosse per il freddo. Sebastian scuote la testa e prende a giocherellare con la
propria cravatta della Dalton.
“Da quant’è che sei qui in mezzo alla neve, stupido?”
ripete con un sospiro. “Sì, figuriamoci, sembri in stato di ibernazione, quindi
almeno un’ora”. Blaine non può sentirlo, ma per qualche strano motivo Sebastian
decide di continuare a parlare.
Tanto non è che hanno di meglio da fare che parlare da
solo e non poter ascoltare, no?
“Guarda che se ti congeli le palle non è che smetti di
provare qualcosa per Hummel o smetti di volergli
saltare addosso. Ti congeli le palle e basta”.
Blaine si strofina gli occhi gonfi di sonno e continua a
guardare l’orizzonte innevato.
“Certo che sei veramente un cazzone” lo rimprovera
Sebastian voltandosi verso di lui e lasciando perdere la cravatta. “Sei
masochista? Perché Hummel non vede l’ora che tu gli
salti addosso, ma tu continui a flirtare con lui e a vietarti di fare altro”.
I primi fiocchi di neve iniziano a cadere di nuovo e
Blaine alza a malapena lo sguardo dalle mani che tiene intrecciate in grembo.
“Senti” sbotta Sebastian, iniziando a perdere la
pazienza. “Lui- Kurt ti sbava dietro nonostante il fatto che sei alto come un
cestino dell’immondizia, nonostante le tue sopracciglia siano un esperimento
genetico malriuscito e nonostante il fatto che tu sia anche un po’ tardo. Si
può sapere che cazzo stai aspettando per – ho
capito.”
Sebastian inarca un sopracciglio e gli infila un dito
nel petto. “Codardo. Tu hai paura.
Hai paura di quello che potrebbe succedere? Sei fuori di testa? Oh, per fortuna
che ho architettato Il Piano, quindi, perché se aspetto te siamo tutti finiti!”
Il cellulare di Blaine squilla in quel momento, segnando
l’arrivo di un messaggio. Sebastian sbuffa e sbircia da sopra la sua spalla. Sorpresa
delle sorprese, è di Kurt.
“David
è venuto a cercarti in camera mia. Non sarai di nuovo fuori con tutta questa
neve, spero.”
“Ti becca sempre, eh, Anderson?”
Blaine sospira e il più lieve dei sorrisi gli spunta
sulle labbra. Risponde: “Avevo bisogno
di riflettere e la neve mi calma. Mi dispiace se David ti ha svegliato” e
ripone il cellulare in tasca.
Kurt è seduto di fianco a lui neanche due minuti dopo,
vestito di tutto punto, con due tazze di caffè in mano.
“Per me no, eh?” si lamenta Sebastian con uno sbuffo. Il piano, pensa al piano.Puoi farcela.
“Grazie per ieri sera” mormora Kurt accoccolandosi sulla
sua spalla. Blaine gli cinge le spalle con un braccio.
“Non c’è di che” risponde flebilmente, affondando il
viso nei suoi capelli e respirando piano tra i ciuffi e qualche fiocco di neve.
Kurt rimane in silenzio per qualche altro istante, prima
di rovesciare tutte le carte in tavola e ribaltare completamente la situazione,
lasciando sia Sebastian che Blaine completamente senza parole, domandando: “Perché
non mi hai detto che il Kings Island
Christmas Spectacular è stato cancellato cinque
anni fa?”
L’IGhost,
puntuale come un orologio svizzero nei momenti più sconvolgenti, dice: “Merda”.
*
Note
di Natale di Selene
Eccoci qui. Devo ammettere che questo capitolo è di
passaggio ed è il più serio di tutta la raccolta/long/qualsiasi cosa sia,
quindi non disperate, dal prossimo torniamo al demenziale e scopriremo cosa ha
fatto scrivere Sebastian a Thad, e come ha fatto Kurt
a scoprire dello spettacolo! J
Ora, vi siete fatti due tipi di domande: sull’IGhost e su Thad.
Per il primo posso dirvi…non è quello che sembra.
Scoprirete il segreto dell’IGhost nell’epilogo J
È altamente
probabile che Sebastian sia ormai giunto alla fase numero tre di ‘Come
accettare di essere un fantasma e vivere felici tormentando le tue nemesi’.
Beh, c’è stata
la prima fase, la negazione. E poi il
famoso ‘perché a me?’.
Ed ora è al
punto in cui cade nel panico più totale.
Anche se non è
sicuro che ne emergerà mai per giungere all’accettazione.
Specialmente perché Kurt e Blaine non sono collaborativi.
*
Durante le sue
prime trentasei ore da ectoplasma a tempo determinato (o anche fantasma del
Natale passato, beccati questa Dickens!)
Sebastian ha imparato un sacco di cose.
La sua vita
sessuale è stata compromessa per sempre, per esempio. Sì, è una dolorosa
consapevolezza - i fazzolettini da naso sono alla vostra sinistra - ma
compatitelo: non guarderà mai più del lubrificante senza aver voglia di
raggomitolarsi in un angolino e dondolarsi avanti e indietro con aria da
invasato. Forse.
Un'altra cosa
che non guarderà più con gli stessi occhi sono gli Warblers. Probabilmente non
li guarderà proprio più in faccia, ecco.
Almeno non senza
scoppiare a ridere con tanta violenza da sputare un polmone e la milza.
Quello non è un
coro a cappella, è uno spettacolo di cabaret di Las Vegas!
E poi ha anche
imparato una cosa che fondamentalmente non gli servirà a un cazzo, ma che è
stato comunque divertente vedere: non importa che Blaine non riesca a stare
fermo per più di un millesimo di secondo o se durante un'esibizione saltelli
con tanto entusiasmo da sembrare caricato a molla, non importa se il suo alter
ego malvagio si creda uno scalatore e lo coinvolga in arrampicate degne di
Messner su tavolini, divani, davanzali, pianoforti, pentole e piramidi umane di
Wablers come se fossero il monte Everest.
Alla fine la
verità è che Kurt Hummel è in grado di ridurlo ad
un'immobile poltiglia di ragazzo con meno di una frase.
Al momento, a
dirla tutta, Blaine si distingue da un vegetale solo perché non ha un vasetto.
Ancora. (Blaine Anderson, la
pianta carnivora tascabile, da portare sempre con te).
Bzzzz.
Oh, che palle.
"Sono d'accordo".
E l'IGhost è d'accordo con lui.
Cos'è, progresso
per disperazione?
*
Ok, la verità è
che non è del tutto sicuro che questa piega che hanno preso gli eventi sia
positiva per la sua piccola causa persa (o, come preferisce chiamarla tra sé,
l'Operazione Karma del Cazzo).
Kurt sta
cercando di mettere Blaine con le spalle al muro, se non altro per ottenere
delle misere spiegazioni.
E, sebbene gli
roda enormemente elogiarlo con tale complimento, deve ammettere che Hummel in questo è maledettamente bravo.
Ma Blaine è
furbo come una faina. E cieco come un lama ubriaco, tanto che non si
accorgerebbe del fatto che Kurt è cotto di lui nemmeno se tale consapevolezza
prendesse vita e gli ballasse la conga davanti agli occhi. Nuda. Insieme a
Sebastian. Nudo.
Mammamia che brutta immagine mentale.
La cosa peggiore
- e quella che lo deprime immensamente - è che sa cosa sta succedendo dentro
l'alquanto difettosa scatola cranica del nano: Blaine è convinto che Kurt non
lo voglia, o alla peggio che non sia pronto ad avere una relazione. Kurt è
convinto che Blaine non provi niente per lui.
...come si fa ad
essere così deficienti? Perché gli Warblers non hanno fatto niente per farli
rinsavire, tipo prenderli a randellate?
In ogni caso la
situazione è spinosa.
Sebastian tiene
d'occhio Kurt, che guarda ansiosamente Blaine, il quale invece fissa ostinato
un punto a caso tra l'orizzonte e Sebastian.
Immobile come un
cactus.
“Ne avete ancora
per molto?" sbuffa fingendo di guardare l'orologio. "Perché di questo
passo vi metterete insieme a Natale. Del duemilaventordici."
Blaine fa per
parlare, dopo aver ampiamente boccheggiato in cerca d'aria, e Sebastian - bzzzz.
Mpfh. Sentiamo.
"Capta il pericolo".
Guardar male il
proprio iPhone è il secondo sintomo di pazzia (il
primo è parlare da solo, ovviamente, cosa che lui nell'ultimo giorno e mezzo ha
fatto abbondantemente. Vale anche se lo fai perché nessuno può sentirti?) e
comunque Sebastian è già con tutti e due i piedi nella fossa della follia.
Perché, in caso non l'aveste notato, (e sarebbe grave) è una sorta di crossover tra Casper e Cupido.
Fanculo, quando
torna nell'aldilà cestina l'iPhone e si compra un Blackberry.
Comunque.
Ci sono tre frasi
universalmente riconosciute come 'I
grandi cliché romantico-drammatici di Hollywood e dintorni'.
Sono quelle
frasi che in genere, se accusato di qualcosa, non dovresti mai pronunciare di fronte al tuo interesse amoroso, fidanzato,
marito, amante e via dicendo - a meno che tu non voglia essere decapitato sul
posto.
La prima è Non è come pensi. La peggiore. Più o
meno equivale ad una candida ammissione di colpevolezza.
(Specialmente se
state nascondendo l'amante nell'armadio. Fidatevi, Sebastian lo sa).
La seconda è Come lo hai scoperto?, che non è
veramente utile per prendere tempo nemmeno nelle puntate della Signora in
Giallo, ma ha come unico risultato l'incazzatura raddoppiata della parte lesa.
(Nel frattempo
l'amante soffoca tra i blazer, le cravatte e i papillon da collezione).
La terza è Te l'ha detto Tizio, non è vero? e non
ti da la possibilità di incolpare qualcun altro neanche un po'. Quella è una
leggenda metropolitana.
(L'amante, nel
frattempo, giace morto stecchito. O in alternativa è già arrivato a Narnia).
È evidente che
Blaine fa cagare in romanticherie melodrammatiche.
"Non è come
pensi" mormora scuotendo la massa incolta di ricci, sempre senza voltarsi
verso Kurt. "Come- come lo hai scoperto? Te l'ha detto Thad?"
Eeeee tombola!
"Posso spiegare", scrive l'IGhost.
"Posso
spiegare" aggiunge Blaine, completando così il suo poker di pessime scuse.
Sebastian lancia
un'altra occhiataccia al telefono.
Che fai, spoileri?
Kurt alza la
testa dalla spalla di Blaine nell'evidente tentativo di mettere un po' di
distanza tra loro, ferito dal suo tono inespressivo.
Cerca di
catturare il suo sguardo ma inutilmente: Blaine è una cazzo di statua di sale.
"Cretino,
cretino, cretino" sbotta alla fine Sebastian, costretto a guardare senza
poter intervenire (Se avesse potuto, ora
Blaine sarebbe legato al letto con Kurt a cavalcioni sopra, e lui si starebbe
godendo lo spettacolo). "Carpe Diem, cazzo. Questo sarebbe il momento
perfetto! Dichiarati! Fattelo qui sul portico! Cosa c'è, vuoi un libretto di
istruzioni, una mappa, della segnaletica colorata?"
"Non me
l'ha detto Thad" arrossisce Kurt, segno che è esattamente quello che è successo.
Ugh, Sebastian questo non l'aveva programmato. Scivola in
avanti (Lubrifi- oh, insomma, avete capito) per
studiare scientificamente il modo in cui Kurt cerca di attirare su di sé lo
sguardo dell'altro.
Ecco come ti inchioda, quindi.
"Non
capisco, Blaine, davvero" esala infine Kurt, sbuffando nuvolette di vapore
sulla guancia arrossata di Blaine e parlando fin troppo velocemente.
"Perché non mi hai semplicemente detto che ti andava di cantare con me?
Quando mai ho rifiutato un duetto?"
Con te, pensa Sebastian. Non è
poi così tanto sottinteso come crede Kurt.
Ancora una volta
le conversazioni tra i due si svolgono con le cose che non si dicono.
Se si capiscono
con un solo sguardo, perché diavolo nessuno dei due ha fatto la prima mossa?
Perché Blaine è così cieco e Kurt così spaventato?
Sebastian si
passa una mano in fronte - cazzo, che fatica - e si asciuga delle immaginariegoccioline di sudore in attesa della risposta di
Blaine.
Certo che il
Nano è veramente tardo! L'occasione perfetta per prendersi Kurt gli si offre su
un vassoio d'argento con tanto di contorno di patate e un'insegna luminosa e
lui fa il difficile!
"Avrei
dovuto prevederlo" borbotta Sebastian a Blaine, che continua a
boccheggiare. "Hai fatto il difficile quando io mi sono offerto su un piatto d'argento!".
Non fare
stronzate, Anderson, o giuro che-
"Non c'è
nessun motivo" nega Blaine, fissandosi i lacci delle scarpe e facendo
grugnire poco elegantemente Sebastian. "Mi andava e basta".
Cos- oh, per
l'amor del cielo. Cazzone. Che qualcuno lo schiaffeggi fino a che non (s)viene,
vi prego.
"Ti
a-andava e basta?" sussurra incredulo Kurt. Socchiude gli occhi azzurri e
Sebastian nota che se li asciuga frettolosamente.
Kurt Hummel che si rifiuta di piagnucolare. Questasì che è nuova.
Blaine, al
momento troppo occupato a fare il coglione e mettere i bastoni tra le ruote al
piano di Sebastian per notarlo, si limita a stritolare la tazza di caffè tra le
mani.
Kurt si
mordicchia il labbro inferiore e per la prima volta nella sua breve non vita
Sebastian se ne frega di fingere che non gli importi, tanto non può vederlo
nessuno.
E che cazzo,
Blaine, dai.
"Parlami,
Blaine, ti prego" lo supplica
Kurt allungando una mano per stringere quella di Blaine. Sebastian è sicuro di
averlo visto tremare al contatto. "Lo sai che puoi dirmi tutto. Che ti
succede?"
"Andiamo,
ottavo nano, puoi farcela. Fatti crescere un paio di palle adesso e diglielo" esclama Sebastian, resistendo all'impulso
di mordicchiarsi le unghie dall'ansia.
Ma tu guarda
come s'è ridotto...
Blaine sottrae
la mano alla presa di Kurt. Fino ad ora Sebastian non l'ha mai visto rifiutare
del contatto fisico.
"Non c'è
nessun motivo in particolare, Kurt, Lascia stare, ok? M-mi dispiace di averti
mentito, io- non è niente" dice con voce stanca.
Sebastian si
schiaffeggia e poi schiaffeggia Blaine, trapassandogli la testa con tutta la
mano (Brr, che pessima sensazione) e
quando si volta verso Kurt si accorge che ha gli occhi lucidi e arrossati, ma
non ha ancora pianto.
Tutto questo è
patetico. Devono solo sforzarsi di essere onestie
se l'ha capito Sebastian è grave, cazzo.
Questa storia
del Natale passato gli sta solo insegnando che la gente innamorata è davvero
idiota.
"Non è
niente" ripete Kurt tirando su col naso e guardando da un'altra parte
mentre la prima lacrima gli rotola giù dalla guancia. "Ma non riesci a
guardarmi negli occhi".
È qui che Sebastian realizza
improvvisamente che Kurt ha capito che Blaine prova qualcosa per lui.
È evidente che
ciò che lo ferisce è il fatto che Blaine non sembra disposto a mettersi in
gioco, ma preferisca continuare a flirtare con lui e basicamente ferire i suoi
sentimenti.
Quanto sei
stupido, Anderson.
Sembra costargli
anche l'ultimo briciolo di determinazione, ma alla fine Blaine si volta verso
Kurt per sorridergli debolmente.
Naturalmente il
sorriso gli muore sulle labbra quando vede che Kurt sta facendo una fontana.
Sebastian vorrebbe tanto avere dei pop corn.
"Oh, Dio, no, non - non piangere"
sussurra urgentemente Blaine, prendendogli il viso tra le mani. "Non
piangere, ti prego, tiprego. Lo sai che non sopporto di
vederti piangere".
Quella sembra la
goccia che fa traboccare il vaso e Kurt si accende come le lucine di un albero
di Natale.
"Perché?"
esplode, scivolando via dalla presa di Blaine e saltando in piedi. "Perché
continui a comportarti come se quello che è successo con Karofsky
mi abbia fatto a pezzi? Sì, è successo, ma la vita va avanti!"
Così si fa, cazzo, Hummel!
"Perché
continui a comportarti come se avessi bisogno di un cavaliere? Non sono una
donzella in pericolo, Blaine, cazzo!”
Blaine ha gli
occhi talmente spalancati che stanno per saltargli fuori dalle orbite.
Sebastian non si
vergogna nemmeno a dire che si sta godendo la sfuriata di Kurt. Un po'
d'azione, finalmente.
"Cosa
credi, che abbia paura di farmi toccare da qualcun altro? Non sono rotto, Blaine. Non ho bisogno di te
perché devi aggiustarmi. Ho bisogno che la smetti di toccarmi come se potessi
spezzarmi da un momento all'altro e - e ti decidi a prendere una direzione.
O la smetti di
toccarmi d-del tutto, perché evidentemente per te e per me questo" e si avvicina per riprendergli il viso tra le mani.
"ha due significati completamente diversi".
Ok, pensa Sebastian con un moto
d'eccitazione. Mi piacciono i fuori
programma. Adesso bacialo così posso
tornare a casa.
Ma Blaine,
dall'alto della sua immensa idiozia, spalanca ancora di più gli occhi e
mormora: "Non penso che tu sia rotto".
Kurt chiude gli
occhi e appoggia la fronte a quella di Blaine. Dai, potete farcela.
"E no, non
- non ha due significati completamente diversi" aggiunge Blaine in un
sussurro quasi impercettibile. Gli occhi di Kurt si aprono lentamente e si
fermano dritti in quelli terrorizzati di Blaine, Sebastian si prepara a tornare
a casa perché sono così vicini e-
"Kurt,
Blaine, dove diavolo vi eravate cacciati? Wes vi sta
cercando ovunque!"
Ok.
Kurt balza
indietro tanto velocemente da far quasi ruzzolare Blaine giù dagli scalini.
Mantieni la
calma, Sebastian. Mantieni la - oh, fanculo.
"STERLING, tu, orrida creatura delle
tenebre, maledetto complottatore, io ti
maledico!" strilla Sebastian infilandosi le mani tra i capelli, sull'orlo
delle lacrime. Ma non piangerà. Ce l'ha ancora una dignità, lui.
"Mi hai
sentito? Sarò il tuo tormento da qui all'eternità, non potrai più nemmeno
andare a pisciare in santa pace, io sarò li a soffiarti la mia fantasmosità
sull'uccello! Tu, brutta - merdinaammutinatrice -"
Mentre Blaine si
guarda spaesato in giro, Jeff, del tutto ignaro di ciò che stava succedendo,
sorride come un ebete. "Ho interrotto qualcosa?" cantilena con un
sorrisetto compiaciuto.
Kurt si fissa le
scarpe e scuote la testa, rosso come un peperone, e Sebastian si lancia su Nick
cercando di strangolarlo e finendo per scivolargli addosso.
"Sterling,
prega tutte le divinità che conosci che io non riacquisti il mio corpo, perché
se dovesse succedere ti farò a pezzi, darò fuoco ai tuoi resti e ci ballerò
sopra".
Bzzzz.
E ora cosa
accidenti c'è?
"Però, come sei macabro!"
"Si chiama
crudele ironia" risponde acidamente Sebastian. "Come la mia
dipendenza dal tuo aiuto".*
*
Quando Sebastian
scopre il motivo per cui Kurt e Blaine sono stati interrotti – ossia che Wes sta organizzando una battaglia a palle di neve – è sul
punto di strapparsi i capelli.
Siccome il solo
udire la voce di Sterling gli fa partire un embolo - e lui non ci tiene a
morire di nuovo, per di più di infarto - decide di utilizzare i suoi privilegi
da fantasma part-time per toglierselo dalle scatole. Beh, fondamentalmente tali
privilegi sono potersi sedere in grembo a Thad (al
quale non sta pensando, assolutamente,proprio
no) e passare attraverso le cose.
Uno Smythe non rinuncia mai ad un privilegio, quindi scivola
attraverso un paio di muri e anticipa Jeff, Kurt e Blaine in Sala Comune.
No, non è vero.
Attraversando il secondo muro finisce per perdersi tra i corridoi – ma perché
cazzo sono tutti uguali – e quando arriva Jeff è già lì e Kurt e Blaine sono
scomparsi.
Maledizione.
Di Harwood non c'è traccia - uh, peccato - ma in compenso c'è
David-quanto-sono-fico-e-lo-sappiamo-tutti che sta leggendo in un angolino,
tutto raggomitolato sulla poltrona di fronte al fuoco.
Cioè, leggendo.
In realtà sembra
più che stia cercando un modo dignitoso di concentrarsi sul libro nonostante
Jeff e Trent stiano mettendo a dura prova la sua
pazienza.
La vena sulla
sua fronte è pericolosamente in vista, per lo meno.
Sterling alza gli
occhi dal proprio foglio e sussurra, abbastanza forte da infastidire anche
David, "Ehi, Trent, ptsss!"
A giudicare dal
sospiro al limite dell'isteria che si lascia sfuggire il membro del consiglio,
quello è il tentativo numero centoventisette di rendere il suo approccio con lo
studio un inferno.
Conoscendo Jeff,
sta cercando di battere un record (e ci sta riuscendo). Tra l'altro Trent, con quell'aria innocente e angelica, è il complice
ideale.
"Mhm?" borbotta Trent in
risposta, e il piccolo, malvagio ghigno che spunta in faccia a Jeff spaventa
persino lui.
L'IGhost vibra ancora una volta.
"Dove si trova il Reno?"
Eh?!
"Dove si
trova il Reno?''
Ah, ecco. Non vedo come questo possa essermi utile. Io
sono Mufasa.
David scatta su
come se fosse stato punto da una vespa. "Germania, Francia" sibila
come se dalla risposta dipendesse la sua stessa vita.
Ugh, ma è una secchia!
Gli occhi di
Sterling luccicano pericolosamente di gioia.
"No"
scandisce con calma, crogiolandosi in una pausa ad effetto durante la quale
tutti lo fissano. "Vicino al polmono".
Sebastian si
spiaccica il palmo della mano in faccia, non trovando nemmeno termini
appropriati per insultarlo adeguatamente - sotterratelo, ponete fine alle sue
sofferenze. Per favore - e mentre Trent ridacchia senza contegno David balza in piedi come
una molla, lancia il libro in faccia a Jeff - centrandolo in pieno, yay, mille punti! -
e spalanca le braccia, esclamando: "Perché? Perché a me? Giuro sulla tomba
del vecchio Harry Rufus Dalton che subirai la mia atroce vendetta, Sterling,
progenie di Satana in persona! Il tuo nome è ora una maledizione,
un'imprecazione, un insulto!"
Trent ha assunto un preoccupante colorito violaceo, mentre
Jeff sprigiona soddisfazione da ogni singolo capello ossigenato, come se rendere
la vita impossibile a David sia il suo unico scopo nella vita. Cosa che
potrebbe essere più vicina alla realtà di quanto tutti pensino.
"Ma
David" prova a farlo ragionare Trent, ormai a
corto di fiato tanto da essere diventato cianotico. "Jeff voleva
solo-"
"Taci"
lo zittisce David con gli occhi ridotti a fessure. "Sei uno Sterling".
"Ma-"
"Sterling".
Detto questo,
David fa per allontanarsi e finisce dritto addosso a Thad
e Wes, che sono entrati nella sala comune proprio in
quel momento, discutendo sottovoce di chissà cosa.
Oh, Harwood, mio eroe,
hai trovato i post-it con i miei geniali ordini?
Mentre Thad fa un paio di passi indietro per rimanere in
equilibrio dopo essere andato a sbattere la zucca contro i meravigliosi
pettorali di David, nascosti sotto al blazer, Wes non
è altrettanto agile e David è costretto ad afferrarlo per la vita per evitare
che finisca a gambe all'aria e si fracassi l'osso sacro, tirandoselo addosso
come se lo stesse abbracciando.
In tutto questo
nemmeno Sebastian stesso riuscirebbe a trovarci qualcosa di male - al di là del
fatto che gli Warblers del passato sono dotati di ancor meno coordinazione
muscolare di quelli del presente.
Però c'è un
piccolo dettaglio, e questo dettaglio corrisponde a ThadHarwood che guarda in su ad occhi sgranati, come se
dal cielo fosse appena sceso Michael Jackson ad annunciare l'Apocalisse.
Perché sopra le
teste di Wes e David è appeso un rametto di vischio.
"Ok"
sibila David ad occhi chiusi, come se volesse autoconvincersi di essere finito
semplicemente in un incubo. Benvenuto nel
club, i cestini di 'ma-quanto-mi-dispiace' sono alla mia sinistra. "Chi
è l'idiota che ha deciso di appendere vischio in una scuola completamente
maschile?"
Thad arrossisce e si fa piccolo piccolo
e Sebastian sente che sta per piangere, cazzo. Il suo piano ha funzionato, Thad sta disseminando la scuola di vischio come lui gli ha
ordinato nei post-it!
Ora sì che si
ragiona.
"Io"
pigola infatti Harwood. "Ma David, Wes ha lasciato un post-it in camera mia con scritto che dovevo
farlo, che era questione di vita o di morte e che c'entravano Kurt e Blaine".
Sì, Sebastian si
meriterebbe il premio Nobel, per questa genialata.
"Wesley,
cristo, sei fuori di testa?"
"Fatto
niente io!" esclama Wes senza cambiare
espressione. Uhm, inquietante. "Scrittura non mia!"
David lo prende
per le spalle e lo scuote energicamente. "E cosa c'entra Blaine? Non può
attaccare il vischio, lui è alto come
il vischio".
"Più come
una pianta grassa" lo corregge pensieroso Thad,
mordendosi un labbro.
"Non dite
stronzate" interviene anche Jeff, per una volta innocente. "Blaine è
un cazzutissimo
bonsai".
"Quindi"
commenta Sebastian, lanciando uno sguardo disgustato a Sterling. "La
misurazione della statura di Blaine va a vegetali? Originale, Devo ammetterlo".
Dio, ti prego, se mai mi hai voluto bene, tirami fuori di
qui.
"Idioti"
borbotta Wes con voce spiritata - neanche avesse
visto un fantasma, ahah - prima di
guardare in alto verso David. Molto in alto. "C'entra Blaine perché se ci
finisce sotto con Kurt è costretto a baciarlo".
Silenzio di
tomba.
(Dovrebbe smetterla di fare tutte queste battute con i
morti. È dispregiativo per la sua condizione).
"Nessuno è
costretto a baciare nessuno" pigola di nuovo Thad.
È evidente che teme David. Perché diavolo non ha mai notato prima che Harwood ha questi enormi occhioni scuri, poi?
"Oh, al
diavolo!" esclama David in un'evidente esplosione di follia - e neuroni.
No, aspetta, ma che diavolo...?
Si china su Wes per baciarlo e dimostrare al mondo che la Dalton effettivamente è una scuola gay, ma Wes
è più veloce e infila l'oggetto che aveva in mano tra sé e la faccia di David
in avvicinamento.
Ed è proprio
adesso che Kurt e Blaine fanno il loro ingresso in Sala Comune, dimostrando di
avere un tempismo eccezionale: mentre David bacia il martelletto di Wes sotto al vischio.
Kurt guarda
prima Wes, Poi David, poi il martelletto, e infine il
vischio.
Poi gira i
tacchi e fugge a gambe levate, mollando lì tutti gli Warblers,conun David sconvolto
eBlaine con la faccia di uno che è appena stato
preso a schiaffi da una medusa.
Sebastian
realizza che forse un bacio sotto al vischio non valee
che quindi è davvero, davvero
fottuto.
*
Note
dell’Autrice da strapazzo.
Sì, sono in
ritardo. I suck, lo so.
Però ecco il
capitolo – che se non fosse stato per il betaggio di Rin e i suoi preziosi consigli non avrei mai finito di
scrivere/pubblicato/partorito. Quindi, grazie, santissima donna.
Ora, qualcuno di
voi ha beccato la citazione delle Follie dell’Imperatore? (C’era l’asterisco,
uhm). Lama, se stai leggendo, quella era per te. <3
Bene.
Mancano due
capitoli (diciamo che mi sono presa un sacco di libertà con questa warbler week), di cui uno è il tanto atteso (ahahahahahah) epilogo in cui svelerò il mistero dell’IGhost.
Quando verranno
pubblicati?
Presto.
Prestissimo. Controllatemi su facebook, stalkeratemi su facebook.