Do you want to build a Lego house with me?

di ___velius
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jey ***
Capitolo 2: *** She's always in my mind. ***
Capitolo 3: *** I'm confused, I understand nothing ***
Capitolo 4: *** You must make your experience ***
Capitolo 5: *** 5. We are constantly smiling ***
Capitolo 6: *** You're beautiful ***
Capitolo 7: *** "We're made for Ronnie" ***
Capitolo 8: *** I'm an idiot. ***
Capitolo 9: *** Don't leave me here alone. ***
Capitolo 10: *** I couldn't forgive ***
Capitolo 11: *** I need you. As a friend. ***
Capitolo 12: *** Hey, princess! ***
Capitolo 13: *** Take me back to the start ***
Capitolo 14: *** Can anybody help me with these exit wounds? ***



Capitolo 1
*** Jey ***


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My three words have two meanings,
There’s one thing on my mind:
It’s all for you.
 

 

 
 
 
«Devi concentrarti su quello che vuoi scrivere, altrimenti, forse tra trent’anni avremo quella canzone.»
Sei tu quella su cui voglio scrivere, porca … PUZZOLA.
«Ricordami, perché sei nella mia crew se sei una tale rompiscatole, Ron?» Dico prendendola in giro.
«Perché saresti perso senza di me, Jey.»
Oh sì, hai proprio ragione.
 
 
 

1. Jey.

 

 

 




«Jey, svegliati.» Dico scuotendolo.
Nulla.
«Jey, dai …»
«Ho sonno.» Dice tirandomi sul letto e appoggiandosi su di me.
«Non sono un peluche, forza Bieber. Alzarsi!» Urlo alzandomi a mia volta.
«Dobbiamo andare in studio, forza.»
Inizia ad alzarsi, non ci credo. Sto per commuovermi.
«Ti prego, Ron. Oggi c’è anche Selena, facciamo ritardo.» Dice, inizia a fare la faccia da cucciolo venendo verso di me.
«Ok, allora la frase cambia.» Mi guarda interrogativo. «Forza, vai a prepararti, devi andare in studio!»
Fortunatamente mezz’ora dopo Bieber è pronto e sta facendo colazione.
Pattie è già uscita e anche Scooter, quindi,  siamo soli.
«Non vieni?» Mi chiede Justin appena ha finito di fare colazione.
«No, rimango qui.»
«Vieni, ti prego. Sarebbe meno peggio se tu venissi e poi ami venire in studio.»
«Sarà per la prossima.»
«Ti prego, Ron. Non voglio lasciarti da sola e poi se non sopportiamo Selena andiamo a fare un giro, ok?»
Annuisco, prendo la giacca e insieme ci avviamo verso lo studio, in macchina.
 
 






Ok, ora le chiudo la bocca con il nastro adesivo. Giuro.
Non fa altro che lanciarmi frecciatine e venire a rompere ogni volta.
«Non è colpa mia se tu e Justin vi siete lasciati, ok? Non capisco tutto questo odio, verso di me.»  Dico.
Rimane zitta. Oddio, non ci credo.
Selena, da brava attrice professionista, esce a passo di marcia dalla sala relax e va evidentemente in quella di registrazione, dove  tra l’altro c’è solo Justin che sta riascoltando qualcosa di ‘segreto’.
Gli avevo fatto un disegno stupendo il giorno prima, mentre strimpellava qualcosa alla chitarra, l’avevo finito mentre lui registrava e non sono riuscita a farglielo vedere per colpa di Selena.
«Ron, andiamo a mangiare qualcosa?» Mi chiede Justin entrando seguito da una Selena, che, giusto per intenderci, sembra una cozza.
Il mio sguardo va da lui a Selena diverse volte, poi lui capisce e ripete:
«Andiamo, tu, mamma, Scooter ed io, a mangiare qualcosa?»
«Certo, Bieber.» Mi alzo prendo la giacca e andiamo via dallo studio.
«Justin, davvero … » E BLAH, BLAH, BLAH.
Insomma, l’hai usato per un anno e ora lo ‘rivuoi’? E poi, cosa non capisci della parte in cui ti dice di non volere stare con te? Ok, basta.
Vado avanti da sola, fino alla macchina.
Vedo Selena andare via urlando qualcosa come:
 «Basta, troverò qualcun altro.» Oppure
«Basta, non sei un bel gallo.» Ma opto per la prima.
Quando Justin mi raggiunge ed entriamo in macchina, non riesco a nascondere un sorriso.
«Aspetta, Jey. Devo farti vedere una cosa.» Dico, apro la cartella con tutti i disegni e gli faccio vedere l’ultimo.
«Hai superato te stessa, davvero. Ron sei stupenda.» Poi gli succede qualcosa di strano e mette velocemente in moto.
 
 








******







«Grazie … Uhm, anche tu.» Mi risponde.
Ma sei cretino, Justin? Eh?
Come ti è venuto il ‘sei stupenda, Ron.’? Ok, è vero e poteva essere inteso in diversi modi, ma No.
Non dovevi dirlo, cretino!
Raggiungiamo gli altri da McDonald’s, hanno già ordinato per noi, che persone dolci.
«Selena?» Chiede mamma, «Solito.» Rispondo. «Ah, sì. Ha detto di essersi stufata di me.»
«Uh, che dispiacere.» Commenta ironico Kenny, ridiamo tutti.
Ron ormai è di famiglia nella crew, si è integrata benissimo e conosce quasi tutti.
Poco dopo arriva, Alfredo, meglio detto ‘Fredo’. Effettivamente uno dei pochi che Ron non conosce.
«Hey, Fredo!» Gli urlo, mi saluta e ci raggiunge.
Appena arrivato al tavolo inizia a squadrare Ron e si siede tra lei e Kenny.
«Ti conosco?» Le chiede e prima che lei possa rispondere, intervengo io.
«No, non la conosci!» Dico alzandomi e andando vicino a lei per poi metterle un braccio intorno alle sue spalle.
Meno male che, essendosi seduta di lato, non c’erano stati problemi di spostamento.
«Lei è Ronnie Williams, chiamata solo da me, Ron.» Concludo con un sorrisone dei miei.
«Come ha detto Bieber.» Conferma lei porgendo la mano al mio amico.
«Selena … » Fa per dire Fredo,  «Non mi ama molto, no.» Ridono, anche mamma, Scooter e Kenny, così sorrido anch’io.
«Guardate cosa mi ha disegnato Ron!»









*******
THAT'S ME! 
CIAO! :3 
Ok, io sono personalmente contenta della trama di questa FF. u.u
E spero ci siano taaaaaaaaaaaaaante recensioni! e.e
Love ya, guys! 
See you!



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Capitolo 2
*** She's always in my mind. ***



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2. She's always in my mind.


 




Justin sfila il mio disegno dalla cartella lasciata nella mia borsa per poi mostrarlo a tutti orgoglioso, di me.
A sentire tutti quei complimenti mi si riempie il cuore, ma allo stesso tempo mi mettono un po’ in imbarazzo, quindi, mi impegno nel non farlo notare.
Justin si avvicina a me e mi lascia un veloce bacio sulla guancia, ma grazie! Mi stai aiutando molto, Justin!
«Sul serio Ronnie, sei bravissima! Hai altri disegni?» Mi domanda Alfredo facendomi istintivamente sorridere prima di rispondere un onesto e felicissimo: «Sì.», «E me li faresti vedere?» Annuisco, per poi prendere la cartella che è ancora vicino Justin.
 





And it’s so hard to say it but I’ve been here before




*****








Ma Fredo! Credevo di essere stato chiaro!
Ma io non lo so … Ehi, ci stai provando con la ragazza del tuo amico!
Anche se, beh … Ron non è la mia ragazza, ma dettagli.
Non tanto dettagli, ok! Tralasciamo.
Lei gli sta mostrando i disegni mentre io infilo in bocca cinque patatine fritte prese, ovviamente, dalla porzione di Ron perché si sa che l’erba del vicino è sempre più buona … O era più verde? Non so, Ron un giro aveva deciso di insegnarmi dei proverbi italiani e poi era stata costretta a sorbirsi la mia accentuata pronuncia americana sulla sua lingua madre e a spiegarmi tutti i proverbi traducendoli in inglese.
«Bieber, giù le mani dalle mie patatine!» Dice scandendo ogni parola e guardandomi negli occhi. I suo occhi sono stupendi, esprimono tutto quello che prova, sempre.
Ha finito di far vedere i disegni ad Alfredo e mentre lui continua a parlarle e tutti gli altri del tavolo chiacchierano allegramente, io sto guardando lei.
Ronnie, Ronnie, Ronnie, Ronnie.
La mia mente pensa sempre a lei da un mese a questa parte.
Poi si gira verso di me e mi sorride, forse si sentiva leggermente osservata.
«Che c’è Bieber? Non ti ricordi più come sono?» Chiede mentre addenta un nuggets.
«No, ma voglio uno dei tuoi nuggets.»
Il pranzo è continuato senza problemi, a parte mamma che dopo una piccola lamentela ironica di Kenny tipo ‘Ehi, Biebs! Che ne dici di tornare al tuo posto, vicino a tua madre, e lasciare un po’ di spazio a noi altri e, soprattutto, a Ronnie?’, mamma aveva iniziato a dirmi di spostarmi e poi avevo deciso di darle ascolto da bravo figlio.
Beh, ero effettivamente di troppo.
In un sedile lungo Kenny, Fredo, Ronnie ed io stavamo comodi, ma in quello di fronte c’erano solo mamma e Scooter e tutta la situazione era un po’ ridicola.
«Cosa si fa oggi pomeriggio?» Chiedo.
«Uhm… Nessuna intervista, in studio torniamo domani a vedere per quella cosa ... Vedremo.» Annuncia Scooter, con fare solenne.
 
 
 
 






******






 
 
 
In questi giorni sto uscendo con un ragazzo, si chiama James.
E’ molto carino, ci conosciamo da un po’ e gli voglio bene.
Ma solo bene, mentre so che per lui non è esattamente così.
Lo ammetto, accetto di uscire con lui per togliermi dalla mente Justin.
Non che io stia male con lui, anzi! Mi diverto molto e so di poterci parlare, ma non è Bieber.
Mi preparo e, prima di uscire, raggiungo Scooter e Justin che sono nel pieno della loro lezione di ‘economia e management’, come la chiamo io, nel salotto del tour bus.
Scooter tiene molto alla conoscenza di Justin su questo argomento e lui, da bravo, si mette lì e lo ascolta, anche se non sa stare fermo e difatti si muove continuamente.
Busso sullo stipite dell’arcata che funge da porta e loro si girano meccanicamente a guardarmi, mi dispiace interrompere la loro lezione, ma non voglio che mi diano per morta.
«Ehi.» Mi salutano. «Vieni qui.» Aggiunge Justin facendomi segno di sedermi sul grande divano in pelle proprio vicino a lui.
Mi avvicino per poi sedermi.
«Com’è che siamo tutte in ghingheri?» Mi chiede Scooter ridendo.
Effettivamente sono vestita in maniera strana, per me.
Indosso una maglia lunga, che poi veramente è un vestito, e sotto dei leggins neri. Mancano le scarpe alte e probabilmente mi avrebbero chiesto se accusavo mal di testa e altri dei ‘miei’ sintomi della febbre.
«Dove devi andare?» Chiede Justin e non posso non notare che mi stia guardando le gambe.
«Devo uscire, con un amico.» Effettivamente Justin non sa proprio di James …
Mentre tutti gli altri sì, ma solo perché quando sto con lui mi passa di mente e poi finisco per non dirglielo mai.
«Un amico e basta?» Chiede Scooter, che per me è come un padre/fratello più grande, con fare geloso.
«Un amico e basta.» Mi arriva un messaggio, è di James e mi dice che è arrivato. «Un amico e basta che è appena arrivato.» Aggiungo per poi alzarmi, salutare tutti e andare via sentendo un bell’urlo di Scooter che mi ricorda di non fare tardi.








 
******







Scooter fa per ricominciare la sua lezione, ma evidentemente nota il mio sguardo ancora fisso sulla porta da cui prima è uscita Ron.
«Allora, da quanto?»
«Cosa?»
«Su, forza Justin. Da quanto ti piace Ronnie?»
«Un mese, o giù di lì.» Sto in silenzio, poi continuo. «E’ stupenda e non riesco a togliermela dalla testa. Ma non è solo bella fuori, anche dentro ed è questo che mi fa impazzire.»
«E tu piaci a lei, secondo te?» Mi chiede.
«Non so, sul serio Scooter. Non riesco a capirla.»
«Mah, secondo me anche lei pensa continuamente a te.»
«Ma ora non esce con questo ‘amico e basta’?» Sbuffo.
Forse sono un po’ geloso, ma dico forse.
«Non le piace. E’ lui che vuole stare con lei.»
«Ma lei ci esce!»
«E se lo facesse per non pensare a te?»










******
THAT'S ME! :3
So, nella mia storia da autrice su efp non ho mai aggiornato così presto!
Sarà che questa storia mi ispira particolarmente!
Ringrazio di cuore le due ragazze che hanno recensito, 
Harrystyles_ilovethebiebz e  ScriveMartina, a cui risponderò per messaggio.
E poi boh, l'html sclera... Comunque, ho postato oggi pomeriggio e ci sono già tre persone che l'hanno aggiunta nelle seguite. amufhipajtmua
Vabbeh, già vi amo. lol
Mi seguite su twitter? :o
@xMakemeLaugh_, ricambio! :D
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** I'm confused, I understand nothing ***





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3. I'm confused, I don't understand nothing.




Get me with those green eyes, baby
as the lights go down.

 






Sono le 23:30 e io sto guardando la mia Ron e il suo ‘amico e basta’ che la accompagna a casa.
Come previsto dicono qualcosa, sorridono imbarazzati e poi lui si avvicina esageratamente per i miei gusti a lei…Che però si scansa!
TI SBAGLIAVI, BRO’! A lei non piaci!
Ok, basta Justin. Contegno.
Prima che Ronnie rientri, vado in camera e prendo un po’ la chitarra, strimpellando qualcosa.
 





******





 
 
Ok, credevo che fosse chiaro che non provo nulla per lui, insomma!
Ovviamente James si era proferito in scuse per altri dieci minuti buoni e io l’avevo tranquillizzato dicendo che, ovviamente, non era successo nulla e che non avrei avuto problemi ad uscire con lui, come amici.
Entro sul tourbus e in quello che sarebbe il salotto.
Trovo Pattie seduta sul divano che sorseggia una tazza di tè mentre guarda un po’ di tv.
Mi saluta sorridendo e mi offre anche del tè, che accetto volentieri.
«Scusa, Ronnie. Non è che andresti a chiedere a Justin se ne vuole anche lui?» Annuisco sorridendo e faccio come mi ha detto Pattie.
Davanti alla sua porta busso e appena sento che sta suonando e non mi risponde, apro.
«Ehi, Jey, scusa. Vuoi del tè?» Smette di suonare per poi iniziare a riporre la sua chitarra.
«Ehm… Ok.»
Vado a prenderlo per me e per lui e dopo essere passata prima da Pattie, torno in camera da Justin.
Gli porgo il suo tè.
«Grazie, Ron.» Annuisco per poi sedermi di fianco a lui, sul suo letto.
La stanza è buia e l’assenza di luce mi rilassa un sacco.
«Allora, ti sei divertita?» Mi chiede, solo che è freddo con me, non si comporta come sempre.
«Sinceramente?» Annuisce. «Non moltissimo.»
«La tua lezione con Scooter?»
«Solito.»
Bevo un lungo sorso di tè, è caldo e ora mi brucia forte la lingua.
Penso che sembreremmo dei cretini a bere del tè caldo a maggio, ma non è l’atmosfera adatta per fare dell’umorismo.
«Ehi, Jey. Ma cos’è che fai in studio in questi giorni se Believe è pronto e dobbiamo iniziare il tour?» Chiedo curiosa.
«E’ un segreto, cara Ron.» Risponde soddisfatto.
«E perché sei così freddo e distaccato? Anche questo è un segreto?» Rispondo infastidita, non perché lui non volesse dirmi il suo “segreto”, ma per come si era comportato.
«Non sono freddo e distaccato.» Risponde.
«No, certo che no.»  Dico ironica. Sbuffo.
Restiamo in silenzio, entrambi seduti sul letto di Justin, al buio.
«Mi dispiace, Ron …» Mi dice.
«Anche a me.»Rispondo, ma lui sa che non intendo che mi dispiaccia nel senso di: “abbiamo fatto pace”, ma nel senso di: “dispiace anche a me che tu ti sia comportato così”. Allora si avvicina e mi abbraccia, mi stringe forte.
Potrei mai non perdonarlo? E per una tale scemenza, poi!
«Mi perdoni?» Mi chiede, come una bambino.
«Ti ho già perdonato.» Dico sorridendogli.
 
 





******






«Forza Justin, oggi è un altro giorno! Il sole è già alto nel cielo!» Guardo Scooter assonnato non dicendo una parola.
«E’ così che ti sveglia Ronnie, no?» Chiede.
Già, dov’è Ronnie?
«Buongiorno.» Dice la ragazza entrando nella mia camera ancora col pigiama e sbadigliando molto finemente.
«Ma non eri stanca? Credevo che, almeno oggi, dormissi fino a tardi.» Le dice Scooter, ignorandomi totalmente.
«Se tutto non fosse così rumoroso, forse sarei riuscita a dormire…» Risponde lei, strofinandosi gli occhi.
«Forza, Biebs! Che fai ancora nel letto?» Mi urla Scott.
Rispondo qualcosa di non identificato, mi alzo e mi dirigo in bagno camminando come se i miei piedi fossero di cemento.
Sento un «Non urlate vi prego.», sicuramente detto da Ron.
Allora cambio direzione e torno nella mia camera.
«Cosa c’è, non ti senti bene, Ron?» Le chiedo.
«E’ solo un po’ di mal di testa, tranquillo.» Mi risponde facendomi segno di andare via, allora faccio come mi ha detto.
 
 





******







Torno a “casa” dopo essere stato una mattinata in studio con Selena e mentre ero preoccupato per Ronnie.
La mattina lei era in bagno quando sono uscito e dopo non so se si sia sentita meglio o meno, allora dopo aver parcheggiato entro subito sul bus.
Saluto mia madre a gran voce entrando.
«Ssh, Ronnie sta dormendo!» Mi risponde lei abbracciandomi e lasciandomi un bacio sulla guancia.
«Senti, amore. Io devo andare a pranzo con degli au … » Non la lascio finire la frase. «Ok, rimango io con Ronnie.»
«E’ già tutto pronto, mi raccomando Justin!» E dopo tremila raccomandazioni va via.
Passo per il salotto convinto che Ronnie sia in camera sua, invece, la trovo accovacciata sul divano, con sopra una coperta mentre dorme beatamente.
Allora mi siedo silenziosamente vicino a lei e prendo ad accarezzarle i capelli, ma solo per poco tempo visto che quando faccio per rimettere la mia mano tra i suoi capelli, trovo il suo viso e i suoi occhioni puntati nei miei.
Lì a fissarmi.
«Ehi.
» Le dico. «Come ti senti?»
«Ho la febbre e mi scoppia la testa. No, non ho la febbre alta. Solo che ogni volta mi scoppia la testa, anche con solo i decimi …» Annuisco e la guardo mentre riappoggia la testa sul cuscino che le avrà sicuramente dato mamma.
Riprendo ad accarezzarle i capelli.
«Ron.»La chiamo. «Ehi.»
«Ma non ti dava fastidio quando ti accarezzano i capelli?»
«Se sei tu è diverso Justin, comunque, cosa hai fatto in studio con Selena oggi?»
«Vuole rimettersi con me.» Dico con disinteresse.
«E tu? Tu vuoi stare con lei?» Mi chiede guardandomi. Di nuovo i suoi occhioni nei miei.
«Non lo so.»
«Che significa?
»
«Tu staresti con il tuo ex solo perché non sembri interessare al ragazzo che ti piace?»
«Non lo so, davvero.» Distoglie lo sguardo da me, ma dopo ritorna, come se volesse dirmi qualcosa. Solo che le sue stupende labbra non si muovono e io ho una terribile voglia di assaggiarle.
E si sa che se qualcosa è proibita, la si vuole ancora di più.
«Che c’è, vuoi baciarmi? Guarda che non possiamo, ti attaccherei il raffreddo re e tutto il resto e poi Mama Jan mi ucciderebbe.» Sorride.
«E non possiamo solo per questo?» Chiedo malizioso.
«Secondo me le tue labbra sono terribilmente morbide.» Concludo.
Mi sorride, furba. Eppure sono sicuro che non sappia cosa fare, è come se l’avessi bloccata con le spalle al muro.
«Sono confusa, eppure, so che non me ne pentirei. A parte di farti ammalare, forse.» Mi rispondi.
Si alza mettendo la schiena dritta in modo che tocchi le mie gambe e fa una smorfia.
«No, ok. Forse dovevo farmi gli affaracci miei.» Dice, facendo per risdraiarsi.
La fermo poco prima e le lascio un bacio sulle labbra, sento che lei vuole rispondere, ma si sdraia semplicemente appoggiando la testa sulle mie gambe, solo dopo mi morde leggermente il labbro e poi mi stacco.
«Ho paura, Justin.»











THAT'S ME! :3

'DIE IN YOUR ARMS' ANHFANMFA
E poi boh, manchi per giorni e giorni perchè non hai un attimo di respiro a cause delle interrogazioni.
Comunque, il capitolo è lungo e dovreste esserne felici. u.u
E sei io chiedessi più recensioni? *occhi dolci* Almeno tre per il prossimo capitolo?
Ovviamente ringrazio di cuore quelli che recensiscono e aggiungono nelle preferite/seguite/ricordate. manguoahga
Bye Bye, babies (?)
P.S. Canzone: Sparks Fly - Taylor -sono dolciosssshaaa- Swift. lol


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Capitolo 4
*** You must make your experience ***




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4. You must make your experience






I’m out of sight, I’m out of mind
I’ll do it all for you in time









«Di cosa?» Mi chiede.
E solo ora posso dire di aver visto una persona sorridere “da un orecchio all’altro”.
«E’ che … Noi non dovremmo esserci baciati.» Mi sposto, rimetto la testa sul cuscino sentendo  un dolore lancinante alla testa a causa dei movimenti troppo frettolosi, sentendo anche un altro dolore, ma dentro.
Rimane zitto e io vorrei tanto dirgli che voglio stare con lui, solo che non credo sia la cosa migliore.
«Perché?» Chiede.
«Perché cosa succederebbe dopo, eh? Se dovessimo lasciarci? Oppure se … Justin, io ho trovato una famiglia qui e … » Mi interruppe.
«Pensa al presente. Io voglio che tu sia la mia ragazza, tu vorresti esserlo? »
«I-i-io non posso, mi d-dispiace, Justin.»
Appoggio la testa sul cuscino che Pattie mi aveva tanto teneramente lasciato e trattengo forte le lacrime, finchè Justin non va via.
 
 
 
 
 






*****
 
 
 
 
 







«Intendi seguirmi ancora a lungo?» Mi chiede Ron.
«Per sempre.» Rispondo.
«Questa era patetica.» Ribatte lei.
«Non mi interessa.»
«Puoi lasciarmi passare?»
«E dove dovresti andare?»
«Esco con James, prima di partire.»

La fermo per il corridoio, davanti alla mia camera.
La rinchiudo tra le mie braccia e il muro.
«Perché.» Dico solo questo.
«Non mi sento pronta per una relazione seria, ok? Ora posso andare?» Chiede, visibilmente arrabbiata.
Mi ha detto cazzate, di nuovo.
E respingendomi, di nuovo.
Come molto probabilmente farà domani e il giorno successivo.
Fa per andarsene, ma la blocco ancora.
«Mi lasci andare?» Urla.
«Ok, lo accetto. Ma non condivido la tua decisione. Ti chiedo solo di … Comportiamoci normalmente, non evitiamoci, non evitarmi. Ti voglio bene, sei importante e ho bisogno di te, sempre e comunque. Indipendentemente dai sentimenti.» Annuisce a testa bassa, poi la lascio andare.
 
 
 
 
 
 






One day later.
 
Oggi è tutto normale, mi sorride a colazione, ma non è venuta a svegliarmi. Andrà a fare compere con Ryan, o meglio, andranno a controllare che quanto ad abbigliamento sia tutto a posto.
Mentre io andrò in studio e ci sarà Selena e no, non la userò per far ingelosire Ron. Lei è già mia.
 
 
*****
 
 
 
 
«Allora, sono questi i vestiti, no?» Chiedo a Ryan Good, indicando i capi appesi allo stand di fronte a noi.
«Oh sì, signora Bieber!» Rido leggermente.
«Scusa?»
«Oh, forza! Sappiamo tutti che vuoi fare la difficile, ma non servirà a nulla. Ragazza, capisco che tutto questo ti spaventa, ma hai diciotto anni e devi fare le tue esperienze.» Non sembra, ma è un gran saggio quest’uomo.
«Signori, sono confermati questi allora?»
«Assolutamente, sono perfetti.» Rispondo, esauriente.










THAT'S ME!:3
Premetto che prima il capitolo faceva più cagare, ora un po' meno, ma mi rifarò nel prossimo.
Chissà perchè mi escono sempre di cacca i quarti capitoli, forse perchè sono sempre di passaggio... Vabbeh.
P.S. Ringrazio tutti, come sempre.

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Capitolo 5
*** 5. We are constantly smiling ***





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5. We are constantly smiling




Non so perché le labbra di Selena, siano attaccate alle mie, lo giuro.
La scanso con forza.
«Eddai, Justin. » Mi dice Selena ridendo.«So che ti è piaciuto. »Mi ritira vicino a sé, ma io mi riallontano stufo.
«Ehm… Scusate, Justin dobbiamo andare. »E’ Scooter e dietro di lui c’è … Ron.
Diciamo che non ha una faccia descrivibile, è troppo normale. Troppo ferma.
Forse si starà chiedendo perché è tornata in studio con Ryan, dopo aver preso i vestiti.
Vado via senza salutare Selena e corro avanti da Scooter e Ron che camminano qualche passo avanti.
Affianco Scooter, gli faccio segno di lasciarci soli aggiungendo un ‘ti prego’ finale. Acconsente e sparisce.
«Fermati. »Dico bloccandola.
«Mi dispiace, lo giuro. »Stringe le labbra, ma non so identificare questo segno.
«Quindi? »Chiede.
«Giuro che voglio stare solo con te.»Sorride, poi mi aggira e continua a camminare per uscire dagli studi.
Stai sfidando Justin Bieber e Justin Bieber vince sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
One week later.
 
 
«Vieni in studio sta mattina, Ron? »Le chiedo.
«Non lo so.»Mi risponde normalmente.
Abbiamo fatto finta di niente per una settimana circa, come due cretini, mentre potremmo stare insieme. Però è anche iniziato il tour e lo stretto contatto con le mie Beliebers mi fa bene.
«Lo prendo per un sì. »Dico per poi tirarla via con me e portarla in studio.
 
 
«Devo farti ascoltare una cosa, visto che domani andremo via da qui e devo riconsegnare le chiavi di questa stanza. »Dico.
«Ok, sentiamo. »Risponde lei sorridendo e sedendosi su una sedia dietro al mixer gigante.
Poi inizio a cantare, a cantarle il mio “segreto”, quello che lei voleva scoprire tempo fa.
 
“You're beautiful, beautiful, you should know it.
I think it's time, think it's time that you show it:
You're beautiful, beautiful.
Baby what you doing? where you at? where you at?
Why you working so shy? hold it back, hold it back.
We're not the only ones doing it like that, yeah, like that,
So DJ bring that, bring that, bring that, bring that back.

Cause all around the world people want to be loved.
Yeah, cause all around the world, they’re no different than us
All around the world people want to be loved,
All around the world, they’re no different than us,
All around the world.
You're crazy girl, crazy girl, you should know it
Light it up, light it up, so explosive.
You're crazy girl, yeah, yeah.

Baby what you doing? where you at? where you at?
Why you working so shy? hold it back, hold it back.
We're not the only ones doing it like that, yeah, like that,
So DJ bring that, bring that, bring that, bring that back

All around the world people want to be loved.
Yeah, all around the world, they’re no different than us,
All around the world people want to be loved.
All around the world, they’re no different than us,
All around the world.
I love everything about you
You're imperfectly perfect
Everyone is itching from beauty
But you're scratching the surface
Lost found is never found
Can the DJ please reverse it?
In lights we pay for change
Let's make every second work it
Any day can work it if you're working with people saying you don't deserve it and don't give in
Cause hate may win some battles but love wins in the end
You shine just like the sun while the moon and the starts reflect your light
Beauty revolves around you
So you like that?
All around the world people want to be loved
All around the world, they’re no different than us
All around the world (people want to be loved)
All around the world (they’re no different than us)
All around the world (people want to be loved)
All around the world (they’re no different than us)
All around the world.”

 
«E’-è-è per me? »Mi chiede quando esco dalla stanza collegata in cui si registra, venendomi vicino.
«Vuoi un disegnino? »Le chiedo, usando una sua solita risposta, poi metto una mano sulla sua guancia e la bacio attirandola a me.
Si stacca per poi sorridermi, spostarmi di lato il cappellino rosso che porto oggi e poi ricomincia a baciarmi. Con la lingua.
Porca trota, se bacia bene!
«Quindi vuoi essere la mia ragazza, no? »Chiedo in imbarazzo, ma la blocco alla risposta. «Rispondimi con ‘sì’ o ‘no’. Non con altre domande/risposte sarcastiche. »
«Sì, Jey. »Mette il suo braccio intorno al mio collo e mi bacia ancora, ovviamente, io rispondo al bacio subito.
In quel momento entra Ryan, lo swagger coach.
«WOOW! »Urla, facendo così staccare Ron che ridacchia.
La abbraccio stringendola forte a me.
«Mi piace il tuo profumo, sai? »Mi sussurra.
Effettivamente teneva la testa nell’incavo tra il mio collo e la mia spalla.
Le do un bacio sulla guancia, poi lei si allontana.
«Ryan, sei un cretino! »Gli urla.
«Lo so, Ronniena piccina piccolina fidanzatina di Justinino! »
«OMMIODDIO, l’abbiamo perso. »Dice Ron girandosi a guardarmi.
Le sorrido, sinceramente mi sembra di non star facendo altro da un po’.
Sveglia, Justin! Vai lì e fai qualcosa!
«Beh, Ry. Noi andiamo. Ciao, bro’! »Gli urlo tirando via con me Ron.
 
«Sentiamo un po’, dove intendi portarmi? »Mi chiede Ron, mentre siamo in macchina.
In un secondo il mio cervello partorisce un’ idea geniale: lo zoo.
«Allo zoo. »Annuncio con fare solenne.
«Aspetta, accompagnami a prendere la mia macchinetta fotografica. Puoi? »Chiede.
«Ma … »
«Sono peggio di un paparazzo, lo so… »
«Andiamo, ho voglia di fare delle foto con te, oggi. »
 
 
 
 
«Promettimi una cosa,»Dice mettendosi davanti alla vasca coi pinguini.
«Ti ascolto. »Rispondo guardandola negli occhi.
«Che non ti arrabbierai se dovessi fare scenate a Selena. »Scoppio a ridere.
«Dai, Justin! Sono seria! »Risponde. «Sei gelosa! »Urlo e ricomincio a ridere.
«Non dovrei esserlo di una che ti sta appiccicata come una cozza e che ti ha sbaciucchiato poco tempo fa? »Le sorrido e poi la bacio.
«Ehm… Justin… »Mi chiama staccandosi di poco.
«Non mi importa dei paparazzi e non voglio tenere nascosta la nostra relazione, tu sei importante. »Ho parlato da egoista, magari lei non è della mia stessa idea.
«Aspetta, se ti da fastidio che … »Mi bacia e io rispondo al bacio.
«Non ti da fastidio. »Concludo facendola scoppiare a ridere, continua a scattare foto.
«Ma perché ridi? »Dico facendo la faccia da cucciolo.
«Dovevi vederti! »
 
 
******
 
 
Stiamo tornando al tourbus e oggi non riesco a smettere di sorridere, proprio come quel pinguino che mi sta di fianco.
Appena mettiamo un piede sull’asfalto del parcheggio, veniamo praticamente travolti da Beliebers.
«Secondo te, faranno passare almeno me? »Chiedo a Justin, «Magari se lo urlo e riescono a sentirmi... »Risponde lui ridendo.
Le ama, le ama tantissimo. E loro amano lui, tantissimo.
Justin prende a stringere le mani e firmare autografi mentre Kenny accorre in nostro soccorso in fretta.
«Justin, ve la faccio io la foto. »Dico sorridendo, avvicinandomi a Justin e una fan.
Lui sorride, abbraccia la fan che sta praticamente morendo e io scatto la foto.
«Tieni. »Le restituisco la macchinetta sorridendo, lei mi risponde con un ‘grazie’ e occhi pieni di riconoscenza.
Ripetiamo la stessa scena con molte fans, a volte anche in maniera più comica tipo: ‘No, Justin. Qui sei uscito male.’ E lui mi guardava in maniera strana e poi ridevamo tutti.
Mi maledico per non aver preso una macchinetta fotografica, così scompaio velocemente andandola a prendere in macchina, dopo aver preso le chiavi da Justin che praticamente non ha capito nulla di quello che gli ho chiesto.
La mia amata reflex, la accarezzo, tolgo il copri-obiettivo, la accendo e inizio a scattare foto a Justin e alle Beliebers.
A un certo punto noi siamo costretti a risalire e Justin abbandona a malincuore le Beliebers, sinceramente anch’io… E’ stato divertente come non mai.
«A un certo punto sei scomparsa! »Mi dice Justin, mentre eravamo a tavola e stavamo raccontando dell’incontro con le Beliebers di prima.
«Sì, sono andata a prendere la macchinetta in macchina. »Dico indicando visto che è appoggiata vicino a me, sul tavolo.
E’ una modesta tavolata di gente: siamo Justin, Pattie, Kenny, Carin, Scooter, Ryan ed io.
Justin si sporge verso di me per prendere la macchinetta, poi inizia a scorrere tutte le foto.
«Questa era la faccia che ti faceva ridere tanto? »Annuisco, mi guarda come se fossi un caso disperato.
«Questa è la mia preferita, in assoluto. »Dice.
«Vediamo! »Mi affaccio verso lo schermo della macchinetta.
E’ quella in cui ci baciamo, non l’ho scattata io.
Per una buona volta, era stato lui a farla.
«Siete bellissimi, tesori! »Esclama Pattie guardando la foto mentre ci passa dietro portando dei piatti.
Chissà se anche i miei capelli erano diventati rossi e non solo la mia faccia.










THAAAT'S ME! :3
Dovreste amarmi perchè questo capitolo è di OTTO pagine. LOL
Vabbeh, diciamo sei, togliendo la canzone.
Viaggiate con la fantasia e immaginate che solo ora la nostra cara Ron scopra che 'All Around The World' sia per lei, vabbeh insomma, lo sapete.
RINGRAZIO TUTTI! VI AMO :3
Passate a leggere 
una mia nuova storia, voglio sapere cosa ne pensate, vi preeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeego! çç
CREDO CHE QUESTO CAPITOLO MERITI PIU' RECENSIONI (MODESTIA. u.ù). LOL


Follow me on twittah: 
@xMakemeLaugh_ :)
MI CONGEDO. u.u
I LOVE YOU ALL!

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Capitolo 6
*** You're beautiful ***


 

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6. You're beautiful.








«Sei bella quando arrossisci. » Dice e non mi aiuta di certo.

«Non mi stai aiutando. » Gli sussurro.

«Ehi, che ne dite di andare a cercare un bel film da vedere tutti insieme? » Esclama Carin, ricevendo l’assenso di tutti.

Ci lanciamo tutti sul divano.
Scooter e Carin vicini, poi accanto Pattie, Ryan, io e Justin.
Quest’ultimo inizia a girare diversi canali in base alle nostre preferenze.
«Titanic, oddio. 
» Dico sbarrando gli occhi leggendo il titolo sulla schermata.

Tutti i nostri uomini si girano a guardarmi straniti.
«Non avete mai visto una ragazza a cui non piace ‘Titanic’? 
» Sbuffo e Justin cambia canale. Lo fermo a quello successivo.

«Ho visto questo film, è carino, anche se poi è una storia d’amore! » Esclamo.

Le donne sono d’accordo con la mia scelta, allora gli uomini, da bravi cavalieri, acconsentono e iniziamo a vedere il film.
Siamo stati fortunati, non era ancora iniziato quando abbiamo girato canale.
«Abbiamo fatto bene a scegliere questo film, » Inizia a dire Carin.
«Il protagonista è proprio carino! 
» Noi donne ridiamo.

«Già. » Asserisco sorridendo.

Ad un certo punto, Ryan si alza per andare in bagno, allora Justin sgattaiola dal suo posto e si siede fra me e Pattie. Avvolge le nostre spalle con le braccia e inizia a darci fastidio, perché, come ho già detto, ha questa impossibilità nello stare fermo.
Ryan torna e viene a sedersi accanto a me.
Passa un’ora e Justin è stranamente silenzioso.
Mi giro a guardarlo, ha la testa sulla mia spalla e gli occhi chiusi.
Domani avrà un altro concerto, è buono che si riposi, quindi, cerco di stare il più ferma possibile.
«Ragazzi, non ci si sbaciucchia. 
» Dice Ryan.

«Guarda che Justin sta dormendo. » Rispondo.

«E chi ti dice che io stia parlando di voi? » Sorrido e mi giro verso Scooter e Carin, non si stanno baciando, però stanno tutti accoccolati.

Continuiamo a vedere il film tranquillamente fino al finale, poi tutti salutano e ognuno va nella sua camera del suo tour bus, o meglio, Pattie è l’unica che rimane con noi. E, in tutto questo, Justin ancora dorme.
Cerco di svegliare delicatamente Justin, ma non mi riesce, allora Pattie che ci stava aspettando provvede nello svegliarlo.
Apre i suoi occhi mielati e gli rivolge a me, grugnisce e poi mi ritira a sé.
«Jey, è finito il film. Dobbiamo andare in camera. 
» Gli sussurro.

Lui si lamenta grugnendo, poi mi prende per mano e si alza, lascia un bacio sulla guancia alla madre e ci avviamo verso il corridoio.
«Buonanotte, ragazzi! 
» 

Rispondo solo io, ma per entrambi, mentre Justin continua a tirarmi verso la sua camera finchè non arriviamo davanti alla porta.
«Dormi con me? 
» Chiede e la sua voce è dolcissima.

L’unica cosa dolce che mi piaccia, credo.
«’Notte, Jey. 
» Gli dico, poi lo bacio e mi avvio verso la mia camera, alla fine del corridoio. Mi ferma.

«Dai, sul serio. Rimani con me. » Continua con la voce roca e ancora assonnata.

«Sarà per la prossima volta. » Mi giro e continuo per la mia strada.

 
 
 




La terribile vibrazione del mio iPhone mi sveglia completamente appena stavo per addormentarmi, lo prendo scocciata e faccio accendere lo schermo.
Da: Jey
Testo: Non riesco a dormire, vieni?
Sorrido e abbandono il mio letto, cerco di fare silenzio quando esco dalla mia stanza e arrivo in camera davanti alla camera di Jey. Busso e poi apro lentamente la porta, sta smanettando col cellulare e appena alza lo sguardo e mi vede, sorride.
«Allora, che c’è? 
» Gli chiedo sedendomi sul bordo del suo letto matrimoniale.

«Non riesco a dormire se non ci sei tu. » Dice facendo il musino.

«Io, invece, stavo per addormentarmi,
ma un ragazzo ha deciso di svegliarmi. 
» Mi sorride e si alza fino a mettersi seduto per baciarmi.

Tocca il posto accanto a lui per invitarmi ad andare, io accetto e faccio come mi ha detto.
La prima cosa che ho notato appena entrata in camera è che Justin dorme senza maglietta e con i pantaloni della tuta, mentre io sono in pantaloncini e maglietta enorme. Classico.
Sì, insomma, sapevo che dormisse così, però…
Faccio per alzarmi, ma mi blocca.
«Dove vai?
»
«Ho dimenticato il cellulare. » 

Mi alzo e quatta quatta vado a prendere il cellulare e ritorno da Justin.
«A quest’ora di solito leggo e rispondo ai messaggi dei miei amici italiani. 
» Spiego.

Grugnisce un ‘Uhm…’ e poi mi si appiccica addosso guardandomi mentre messaggio con i miei amici.
«Scusa, ma come? Ti messaggiano alle 7 di mattina? 
» Annuisco.

«Sì, anche se più verso le 8 e poi durante la mattinata. »
«Shay. 
» Legge.«Proprio un amico italiano, direi. »

«E’ un compagno di corso, all’università. » Gli spiego ancora.

«E’ fidanzato? » Mi chiede.

«No. » Rispondo.«O almeno non lo era. »
«E sa che sei mia? »

«Effettivamente lo sa poca gente. » Ride.

«Credi che oggi non ci fossero paparazzi a seguirci? » Chiedo.

«Boh, non controllo i miei gossip. » Ridiamo cercando di non fare casino.

«Domani hai un concerto, “Campione”. » Gli dico.

«Va bene, dormo. » Prende il mio cellulare, chiude tutte le App, lo spegne e lo ripone sul suo comodino.

«Dormiamo. » Mi stringe a sé, mi bacia una guancia e poi chiude gli occhi cercando di addormentarsi.

«Jey, fa caldo. Spostati. » Dico cercando di scrollarmelo di dosso.

Niente da fare.
Dopo diversi tentativi ci rinuncio e, nonostante il caldo, mi stringo contro il suo petto prima di addormentarmi.
 
 
*****
 
 
 
 
«Dove vai? 
» Chiedo strizzando gli occhi quando mi sveglio di scatto e vedo Ron che si sta alzando.

«Vado a lavarmi, tranquillo è presto. Dormi. » Mi dice.

Faccio per fermarla tirandola per la maglia, solo che la mia mano finisce ACCIDENTALMENTE sui suoi pantaloncini e quindi sul suo sedere.
«Non l’ho fatto volontariamente, lo giuro. 
» Dico mentre lei mi sposta la mano, le sorrido ridacchiando.

Credo che non riuscirò ad avere un bacio di prima mattina, oggi.
«Aspetta, Ron. 
» Dico, poi mi alzo e la rincorro.

«Ma che vuoi? » Mi chiede ridendo, mi avvicino e la bacio, ma lei si scansa subito.

«Vai a dormire. »
«No, mamma. Non ho sonno. » Le rispondo facendole la linguaccia.

«Diciotto anni. » Inizia a ripetersi ridendo e scuotendo la testa mentre si avvia verso il bagno.

 

 
 
 
 
Mentre vado a fare colazione, vedo una Ron piuttosto indaffarata smanettare con il suo Mac.
«Ehi. 
» Dico passandole dietro e baciandole una guancia, si limita a girarsi verso di me, ignorandomi quasi del tutto.

Vado a sedermi di fronte a lei mentre bevo la mia tazza di latte con i cereali.
Vedendola concentratissima, prendo il mio iPhone, vado su Instagram e poi le scatto una foto, fortunatamente ancora non toglievo il silenzioso, quindi non mi ha sgamato a causa del rumore della macchinetta fotografica.
She can stay #focused, me… Not so much. lol @ronniehudson Love ya, girl.
«Come stai? 
» Le chiedo riprendendo a mangiare.

So che ama chi le chiede come sta.
«Bene. 
»
«Sembrava fossi preoccupata. » Fa segno di no con la testa.

«Sicura? » Chiedo ancora.

«Stavo solo guardando per le lezioni e gli esami. Li ho finiti tutti per quest’anno, non è un problema,
ma devo tornare a New York per l’iscrizione all’anno prossimo. 
» 

«Ah, ok. Quando devi andare? »
«Non lo so, prima vado, prima torno, no? » Annuisco.

«Quindi? »
«Pensavo di partire tra due giorni, cioè martedì e poi tornare sabato. Per te va bene? » Mi chiede.

«Sì, ok. Credo che riusciremo ad andare avanti per tre giorni senza di te. »
Prende il cellulare, forse per guardare l’orario, ma nota ovviamente la mia notifica.
Fa scivolare il dito sullo schermo e attende che il programma si apra.
«E’ tardi. 
» Dice.«Dobbiamo andare. »

Annuisco, mi alzo e vado in bagno a lavare i denti.
«She can stay focused, me … Not at all. lol @ronniehudson love ya, girl. » Legge appena entro in sala.

«Sorpresa! » Urlo, iniziando a ridere come un cretino, solo che poco dopo mi segue anche lei e va relativamente meglio.

«Sei pieno di commenti, comunque. » Dice scorrendo la pagina.

«E’ sempre così, piccola. Io sono Justin Bieber. » Mi colpisce ridendo.

«Vanitoso. » Borbotta.

La tiro delicatamente verso di me fino a far scontrare le nostre labbra, scattoun’altra foto.
 
 
 
 
*****
 
 
 
Bieber sta provando e io e Ryan facciamo gli spettatori mentre ripassiamo gli impegni dei prossimi giorni, teoricamente dovrebbe esserci anche Scooter, solo che stava confermando alcuni appuntamenti e non staccava l’orecchio dal cellulare.
«Mercoledì parto. 
» Dico così, diretta.

«Come parti? E quando torni? » Esclama.

«Torno sabato. Vado giusto per fare l’iscrizione al secondo anno, torno subito. »
«Verrei con te, per fare un giro a New York e magari passare da Ashley. » Sospira prima di continuare.«Solo che non possiamo partire entrambi. »

 

Mi squilla il cellulare, lo prendo e trovo un’altra notifica di Instagram, la apro e trovo la foto mia e di Justin che ci baciamo.
Mi giro verso di lui, che mi fa l’occhiolino.
«Cretino. » Gli sussurro.

 
 
 
 
«Sei bella… 
» Esclama Justin fermandosi davanti al mio viso.

Non mi ero neanche resa conto che stiano facendo una pausa, sono stanchissima, ho sonno ed ero sovrappensiero.
«…Ma io lo sono di più. 
» Conclude.

Sinceramente, non ho forza per rispondere. Si siede affianco a me.
«Ho sonno. 
» Dico appoggiandomi su di lui.

Prende ad accarezzarmi i capelli in maniera rilassante e io mi accoccolo contro il suo petto, poi mi lascia tanti baci sulla guancia.
«Credo che andrò sul bus, ci vediamo dopo. 
» Gli dico.

«Devo accompagnarti? » Mi chiede.

«No no, ora ricominciate a provare. » Gli lascio un bacio sulla guancia.

«Ci vediamo dopo. » Prendo le mie cose e vado via.

 

 
 


 
*****
 
 
 
 
Sento qualcuno sedersi sul letto, apro gli occhi e trovo Jey sdraiato a guardarmi.
«Ciao. 
» Mi dice.

«Ehi. »
«Manca tanto al concerto? » Chiedo.

«Guarda che sei tornata al bus da quindici minuti e il concerto è stasera. » 

Sorrido.
«Ops. 
»
Jey si sposta e si sdraia più vicino al mio corpo, facendo in modo che io mi appoggi su di lui.
«’Notte. 
» Dice ridendo.
























AS LONG AS YOU LOVE ME. u.u


Mi scuso per questo capitolo. çç
Spero che piaccia anche se non succede nulla '-' e che ci siano almeno tre recensioni. :')
Love ya! 

Gra.
P.S. Ho cambiato nome, sì. @___velius

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Capitolo 7
*** "We're made for Ronnie" ***



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"We're made for Ronnie"








«Quando torni puoi anche appropriarti della mia camera, tanto … »Continua Justin mentre chiudo la mia valigia sul letto.
Dieci minuti dopo Scooter mi avrebbe accompagnato in aereoporto, Justin non poteva a causa di un’intervista.
Quest’ultimo parla ininterrottamente da un’ora buona, non mi si stacca di dosso e mi segue per il tour bus mentre raccolgo le cose necessarie.
Mi siedo sulla valigia, per poi tirare Justin a me e dargli un dolce bacio a stampo.
«Justin, mancherai anche a me. Sono solo tre giorni ed è da ieri che mi parli di tutte le meravigliose cose che vuoi fare appena sarò tornata. »
«Ok, scusa. E’ solo che … Scusa. Volevo anche accompagnarti, ma … »
«Basta.» Dico sorridendo per poi ribaciarlo.
«Ti voglio bene… Tanto. »Dice.
«Anch’io.» Gli lascio un bacio sulla guancia.
«Sei così coccolosa ogni volta che devi partire?» Chiede abbracciandomi da dietro.
«Mmh… Sì, è possibile. » Vedo che si morde le labbra.
E’ perfetto.
 
 
«Ronnie, andiamo? »Mi  chiede Scooter, salendo sul bus.
Annuisco e prendo la mia valigia.
«Ciao, Jey. »Sussurro nell’orecchio a Justin abbracciandolo, mi bacia e quando sta per intensificare il bacio, mi allontano.
«Sono solo tre giorni. »Gli ripeto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Devo ammetterlo.
Andare a New York mi fa sempre bene, anche se con Justin –e magari anche con la crew- sarebbe stato meglio.
Sono stata un po’ con Shay e Alexia, i miei due amici di corso, che mi hanno gentilmente scortata fino all’aereoporto oggi.
Ora, invece, sto andando a recuperare la mia valigia.
Mi apposto vicina al rullo, pronta a scattare verso ‘il mio tesoro’ appena l’avrei vista, finchè non sento delle braccia avvolgermi.
«Ciao, piccola. »Dice Justin sorridendomi.
Ricambio il sorriso.
Jey mi prende per mano, poi si avvicina all’aggeggio che dovrebbe far uscire a momenti la mia valigia.
Casualmente, quest’ultima esce per prima e Justin, con la mano libera, la afferra subito per poi tirarci via.
«Hai fatto girare tutti. »Inizio ridendo.
Aveva afferrato la valigia con tanta violenza da far sbattere forte le ruote per terra e aver infastidito, ovviamente, tutte le persone in coda per il loro bagaglio.
«Fatto tutto a NYC? »Mi chiede.
«Yes, sono pronta per tornarci non prima di ottobre. » Mi fissa.«Se non per le tappe del tour, era sottointeso. » Mi correggo.
 
 
Dopo essere stati sommersi ben due volte da Beliebers e dopo aver fatto foto e autografi per tutte, riuscimmo ad andare via grazie a Kenny e alla sicurezza.
«Come stai, Ron? »Mi chiede Kenny.
«Finalmente sei tornata, chi se lo sopportava ‘sto qui! »
«Buona fortuna per quando dovrò tornare all’università. » Sussurro a Kenny, quest’ultimo annuisce con faccia già stanca.
«Ehi, non è vero. E’ solo che mi mancavi. »Dice mettendomi un braccio intorno alle spalle.
La valigia con le rotelle e il braccio intorno alle mie spalle aiutavano di certo la sua camminata da pinguino, risi al pensiero.
 
 
«Oggi sono tutto tuo. »Dice Justin, tirandomi sul divano in salotto.
«Giornata libera? »Chiedo. Annuisce. «Beh, avevi una lista di cose da fare assurda… » Inizio, non sapendo effettivamente cosa avremmo potuto fare.
«Allora, veramente ieri ho deciso di scrivere qualcosa da fare oggi cercando di pensare come una ragazza, solo che ne è uscito fuori solo lo shopping come cosa che forse ti sarebbe piaciuta. »Sbuffa. «Sei complicata. »
Sorrido.
«Portavo Selena al centro commerciale, le regalavo qualche vestito e la facevo felice. A te non saprei proprio cosa regalare. »Dice.
Mi deludi, Bieber.
Dovresti sapere benissimo che ho una passione per scarpe da ginnastica (Converse, Supra, Nike, Adidas …) e i cappelli.
«Ma, io ho questo per te! – Esclama tirando fuori una bustona da sotto il tavolino.
Pff… Dovevo guardare sotto il tavolino. Lo sapevo.
Lo fisso, non sapendo cosa fare.
Non so abbracciare le persone, a parte in certi momenti, e non so gioire per i regali.
Non perché io non sia felice, solo che mi sembra che quell’emozione che dimostro sia sempre meno di quello che il tipo di fronte a me si aspetta.
«Forza, devo anche dirti che devi aprirlo? »Mi chiede ridendo.
Mi alzo e gli prendo la busta dalle mani, la appoggio sul tavolino e la apro rompendola.
«Sei sempre delicatissima, Ron. »Dice lui ridendo.
Gli faccio il verso per poi continuare nella mia opera –riuscita già male-.
Un cappellino rosso di quelli rigidi della NY è davanti a me, che mi guarda.
Cioè, figuratamente.
«Grazie, Jey. »Dico fiondandomi addosso a lui e baciandogli la guancia.
«Se ci pensi è come il mio, quello che avevo il giorno in cui ci siamo fidanzati.» Spiega, imbarazzato.
«Sì, lo so. E questo ti rende ancora più dolce. »Lo ribacio sulla guancia.
Mi fa segno di continuare ad aprire il regalo, perché c’è una scatola.
Mi mette il cappellino e  aspetta che io tiri fuori il restante contenuto della busta.
La scatola tradisce il contenuto, in quanto la scritta ‘Supra’ faccia pensare subito alle scarpe, ma la apro come se non avessi idea del possibile contenuto.
Delle Supra nere lucide e senza lacci compaiono davanti ai miei occhi.
Sono bellissime.
«Era come se ci fosse scritto “Noi siamo fatte per Ronnie”, insomma, secondo me sono perfette per te. »
«E se ti dicessi che non dovevi? »Dico.
«Ma smettila. Dovevo. »





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THAAAT'S ME! :3 BELIEVE SNBESHKJNGABURGOHAFNTGAHTKGNM ATGHIAJMTGA
Altro capitolo palloso. LALALALA
Sono di passaggio, scusate. çç
GRAZIE A TUTTE, AMORE, PER LE RECENSIONI.
SIEEETE STUPENDE. :D
GRAZIE ANCHE A CHI LEGGE SOLAMENTE, OPPURE AGGIUNGE LA MIA STORIA NELLE PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE :D


MI CONGEEEDO. lol


P.S. VIVA IL CAPS LOCK. LMFAO


P.P.S. Mi andava di mettere la gif, sì. looool



LOVE YA!
-Gra (@___velius)

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Capitolo 8
*** I'm an idiot. ***






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8. I'm an idiot.

 



All the high’s, all the low’s,
as the room a-spinning goes.






«Beh allora, possiamo anche andare al cinema…»
Avevamo ricominciato a chiederci cosa avremmo fatto quella sera, insieme.
«Uhm… Come vuoi.» Risponde Justin,
spostandosi per mettersi seduto in maniera più comoda e facendomi rimanere abbracciata a lui.
Sembra che ci sia qualche problema, di colpo.
Non mi sembrava preoccupato prima, quando mi ha dato i regali.
«Ehi, se non ti va è ok. Non dobbiamo andarci solo perché voglio io.» Ribatto.
«No, no… Sei tu quella che comanda.» Risponde ancora, sorridendomi e accarezzandomi i capelli.
«Comunque è ancora presto, io vado a fare la doccia e a prepararmi.» Lo informo, per poi andare via.
 






*
 




Sono un idiota.
Sono un idiota.
Sono un idiota.
Quanto siamo stati insieme? Una settimana?
Bene, non vorrà più vedermi e io sono totalmente perso senza di lei.
Credo di amarla.
Credo di non poter stare senza di lei.
Accendo il televisore, giusto per distrarmi.
“Ritorno di fiamma tra i Jelena? Smentita la possibile relazione di Bieber con la ragazza del suo team?”
Al sentire quelle parole spengo immediatamente il televisore.
Sei un cretino, Justin. Un completo idiota.
Ronnie mi passa davanti e raccatta la valigia per poi tornare velocemente in camera.
Ha sentito qualcosa?
Non ho neanche il tempo di correre dietro alla mia Ron che Ryan Good entra correndo sul bus.
«Ma sei scemo?!» Esclama. «Credevo che l’amassi! Se ne va per tre giorni, Justin, tre.» Fa segno con la mano. «E tu sbaciucchi Selena?»
«Non volevi neanche dirmelo, vero Justin?» Chiede Ron, venendo verso di me.
Mi avvicina al viso lo schermo del suo iPhone.
Un tweet con un link e sarebbe stupido chiedere quale pagina apra.
«Credevi che non l’avrei scoperto? Justin, tre giorni. Tre fottutissimi giorni e quando torno scopro che hai slinguazzato con Selena. E quando tornerò a New York, eh? Cosa farai? Cosa farai quando non ci vedremo per mesi, magari?» Mi urla contro e non riesco a biasimarla.
Ha ragione.
Non piange.
Ancora una volta questa ragazza mi stupisce.
«Il fatto che tu non mi risponda mi fa innervosire ancora di più.» Dice.
«Mi dispiace, giuro che non… Non volevo, non è stata colpa mia. C’erano una marea di corpi appiccicati e le sono finito contro per sbaglio e… Non l’ho baciata io.» Seguo Ronnie che è uscita dal bus e corre per il parcheggio.
«Ronnie!» Sento urlare da una voce, purtroppo, conosciuta bene.
«Oh, Justin! Ciao!» Si rivolge poi a me.
Corre, nonostante i tacchi alti, e viene da me.
Cerca di abbracciarmi più volte e mi costringe a spostarla con la forza, per ricominciare ad andare da Ronnie. Nonostante il vantaggio della ragazza, io sono più veloce, così riesco a prenderla e a bloccarla prima dell’uscita del parcheggio che si trova nell’immensa località segreta –a quanto pare non abbastanza- dove teniamo i bus.
«Ascoltami.» La blocco mettendo le braccia ai lati della sua testa.
Il mio corpo è totalmente perpendicolare al suo, non può scappare.
«Mi fai schifo.» Dice, per poi cercare di passare sotto ad una delle mie braccia.
Non mi risulta difficoltoso rispingerla contro il muro.
«Senti, io…» Vengo interrotto da Selena, che a quanto pare non ha ancora capito il mio messaggio.
«Justin, ma cosa è successo?» Chiede, avvinghiandosi a me. Cerco di allontanarla.
 



*
 



«Sei una stronza.» Dico, attirando l’attenzione di entrambi nuovamente su di me.
«Come scusa?» Chiede, con la solita voce troppo acuta per i miei gusti.
«Hai capito bene, e tu…» Rispondo indicando Justin. «Non sei da meno.»
Senza le braccia di Justin a farmi da barriera perché troppo impegnate a staccare Selena,
non è difficile andare via; ed è proprio questo che faccio.
«Ma ti vuoi levare di torno?» Sento urlare e poi dei passi che vengono verso di me.
«Ronnie.» Mi chiama. «Ronnie.» Dice ancora.
«Hai detto che si deve sempre ascoltare gli altri, no? Ascoltare il loro pensiero.»
Fregata dalle mie stesse tesi.
Mi giro verso il ragazzo.
«Ti amo.» Dice, appena i nostri sguardi si incontrano.
«Vuoi un applauso?» Chiedo cattiva, per poi continuare a camminare per la mia strada.
«Ehi, no... Aspetta! Ti amo sul serio, come Romeo ama Giulietta, come Bonnie ama Clyde!»
«E io avrei preferito amarti come Dante amava Beatrice.» Rispondo, passandomi una mano sul viso, come a fermare le lacrime che battono forti alla porta chiedendo il permesso di uscire.
Sento delle braccia calde –forse anche troppo visto l’assolata giornata di giugno- stringermi.
«Ti amo.» Ripete sussurrando al mio orecchio.
«Io non mi fido di te.» Rispondo.
«Riuscirai a fidarti di me.»
«No.»
«Ma io ti amo.»
«Non so quale significato abbia per te, ok. Ma io sono italiana e da me ‘ti amo’ e ‘ti voglio bene’ sono due cose distinte, credo di avertelo accennato una volta.» Annuisce. «Ti voglio bene quando ti tengo i capelli mentre vomiti dopo una sbronza, ti voglio bene quando ti prendo per il culo ridacchiando, ti voglio bene quando ti aiuto a studiare o ti vengo a tenere compagnia o ti racconto i miei segreti, ti voglio bene quando ci sono nel momento del bisogno e tu ne sei cosciente.» Annuisce ancora, come per farmi capire che riesce a comprendere il mio discorso.
«Poi ti amo quando faccio tutte queste cose, ma se la nostra pelle si scontra sento le scintille, se ho voglia di baciarti, se mi sento che con te potrei andare a vivere anche su un asteroide.»
Respiro e riprendo a parlare.
«In più a entrambe le cose c’è che io devo potermi fidare dell’altra persona. Devo essere sicura che i miei segreti non vengano svelati come devo essere sicura che non troverò mai qualcun altro nella mia casetta su Marte, insieme a mio marito. In questo momento sento che potrei fidarmi? No, Justin. Mi dispiace.» Concludo e continuo a camminare verso il bus.
«Hai ragione, io posso fidarmi di te e magari tu non di me, ora. Solo che se mi ami credo che dovresti perdonarmi e provare a fidarti di me.» Dice.
«Stai dicendo che io non ti amo perché non mi fido di te?»
Le sue labbra si appiccicano alle mie, in una frazione di secondo.
Lo sposto con violenza.
«Sto dicendo che visto che hai sentito tutte le emozioni che hai descritto prima, devi per forza provare a perdonarmi.»
«Sei uno stronzo.» Rido. «Uno stronzo terribilmente intelligente.»














Ciao!
Questo capitolo fa cagare. çwç
O meglio, a me piace più il prossimo, uwu che spero riuscirò a postare presto.
Altre 6 recensioni? *musino*
Vi adoro!

@___velius

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Capitolo 9
*** Don't leave me here alone. ***


 
 I think I’ve finally had enough, I think I maybe think too much,I think this might be it for us!

Salve! AHAHAHAHA Sì, il nome dello spazio autore, lo so.
E perchè è qui su? AHAHA Perchè secondo me lo leggete. uu
No, ok. Perchè mi andava e perchè nell'altra FF -meglio riuscita di questa, ma meno seguita- l'ho messo, so...
QUESTO CAPITOLO. AHAHAHA Non posso neanche fare delle osservazioni che spoilero... Vabbeh,
allora ringrazio tutti (...Non solo Dio, ma anche Gesù. No, ok. No, stai sforando.).
SIETE TUTTE STUPENDE! aknfjhaijfamn VI AMO ALLA FOLLIA e risponderò alle recensioni per messaggio. ee
Ora, buona lettura! :3

@___velius :) 



















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I wish I knew then what I know now,
wouldn’t dive in,
wouldn’t bow down.
Gravity hurts,
you made it so sweet,
till I woke up on.
On the concrete.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Questo significa che mi hai perdonato?» Chiede sorridendo, con fare strafottente.
«No, questo significa che devi andartene a fanculo perché io non sono la ruota di scorta di nessuno.» Gli restituisco lo stesso sorriso per poi andare via senza mancare un’uscita trionfale.
«Quindi, non vieni alla festa di beneficienza di stasera, con me?» Continua a chiedere.
«Vaffanculo, Bieber. A fanculo.» Rispondo con calma, nonostante stia usando parole forti.
Raccatto la mia poca roba già in giro nonostante sia arrivata da poco ed esco.
Appena scesa dal bus, Scooter mi ferma tenendomi per il polso.
«Ehi, non ti prepari per stasera? Justin non ti ha detto nulla?»
«Justin ci va da solo.» Rispondo cercando di ricevere meno domande possibili e come se fosse nulla continuo a camminare per fatti miei. Arrivo di fronte al bus dove alloggia Ryan.
Rimango per poco tempo interdetta sul portellone – bussare o non bussare? -,
ma Carin apre la portiera, ponendo fine a tutte le mie domande.
Mi sorride per poi abbracciarmi.
«Oh, Ron! Sei tornata! Cosa cercavi? Un abito per stasera? Trucco? Capelli?»
Troppe domande tutte assieme, piano Carin.
«Ehm, no. Veramente volevo le chiavi della macchina di Ryan.
Giusto per andare a fare un giro in città.
» Mi guarda un po’ sbigottita,
quasi riesco a vedere tutte le domande che ora si ammassano nel suo cervello.
Cosa chiederò prima? Sembra domandare a se stessa.
Cara Ronnie, studiare psicologia ti uccide.
«Beh, allora…» Corre alla sua borsa e inizia a frugarci dentro, fino a far uscire la mano con stretta un mazzo di chiavi. «Tieni, usa la mia.» La ringrazio e scendo le scale, per poi uscire.
«Ron, è successo qualcosa?» Ci guardiamo.
Voglio farle capire la risposta, ma senza parlarne. Annuisco debolmente ed esco.
 
 
 







9. Don't leave me here alone.

 
 








 
 
 
Los Angeles è una città stupenda e passeggiare per i suoi marciapiedi mi fa sentire una di quelle star super fighe – e super pagate-, faccio un altro sorso del mio mocaccino e controllo l’iPhone.
“Da: Shay
Testo: Ti giri o intendi farmi sgolare per ancora molto?”
Leggo e sorrido istintivamente, girandomi vengo avvolta da due grandi e calde –purtroppo- braccia.
«No, scusami. Perché sei qui?» Scoppiamo a ridere, ma nessuno ci fa caso.
Non che ci sarebbe importato più di tanto.
«Io sono in vacanza, tu non so!» Ribatte.
«Mi sto rilassando, non sembra?» Fa scorrere il suo sguardo dalla testa ai piedi.
«No.» Dice.
«Il tuo italiano?» Chiedo cambiando velocemente la lingua in cui parlare.
Noto che non sento da troppo tempo parlare la mia lingua e che un po’ mi manca.
Rimedierò.
Continuiamo a passeggiare parlando di tutto quello che ci passa per la testa.
Dall’università a New York, fino ad arrivare ai gabbiani e alla mia litigata con Bieber.
«Che stronzo.» Annuisco concorde all’affermazione del mio amico.
«Chi è stronzo?» Chiede Justin, arrivando alle nostre spalle.
«Tu.» Rispondiamo.
« Etu sei Shay.» Afferma Justin, per poi porgere la mano al ragazzo al mio fianco.
«Brava, eh. Sono venuto a riportarti a “casa”, dobbiamo parlare.» Continua poi,
rivolgendosi solo a me.
«Parliamo quando torno, o magari domani.» Rispondo sorridendo.
«Dai, vieni con me!»
«No.» Lo blocco in caso volesse continuare a chiedermi di andare con lui.
«Non hai una festa per cui prepararti?» Chiedo.
Shay si posta mettendosi in mezzo a noi.
«Scusate, ma io vado. Non voglio essere qui quando inizierete a picchiarvi e...» Mi guarda.
«Noi ci sentiamo dopo.» Annuisco.
«Ti consoli facilmente, direi.»
«Non sapevo neanche che sarebbe venuto!
Sai che è solo un amico e non provare a fare quello geloso!
» Ribatto.
Saluto con una mano Kenny che aveva preferito rimanere un po’ più lontano e dopo mi avvio verso la macchina di Carin per tornare alla località segreta.
 
 







Dopo aver riportato le chiavi della macchina, mi concedo un attimo di relax,
buttata sul divano del salottino sul nostro bus.
«Allora? Devo scriverti un’altra canzone per fare pace con te?»
«Vuoi eclissarti?» Urlo, in risposta.
«Mi dispiace.» Risponde buttandosi affianco a me, sul divano.
«La smetti di prendermi per culo e di ridere su ogni cosa?» Mi fermo, per essere sicura che mi ascolti.
«Justin, non hai solo baciato Selena, ti stai approfittando di me e io non sono una cretina.»
«Non mi sto approfittando di te, tu sei importante.»
Dissento, stanca.
«Non lasciarmi da solo, non so cosa mi è preso. Ti prego.» Mi sussurra, avvicinandosi.
«Il bacio con Selena, mi ha confuso. E tutte quelle cose che ho detto oggi, cancellale. Ripartiamo da quando è atterrato il tuo aereo.»
Scuoto la testa.
«Mi dispiace.»
 
 

  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** I couldn't forgive ***


'giorno a tutti, volevo scusarmi in anticipo per il ritardo abissale e il capitolo triste, 
sappiate che le idee per i prossimi ci sono più o meno e prevedo che questa storia sarà più lunga della mie altre long.
Spero ci siano ancora tante recensioni, grazie. **
Ovviamente rispondo per messaggio. uu

@___velius
p.s. la canzone è 'Countdown' di Beyoncé.










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There’s ups and downs in this love
got a lot to learn and it’s love.
Through the good and the bad, still got love
dedicated to the one of love, hey
Still love the way he talk, still love the way I sing,
still love the way he rock them black diamonds in that chain,
still all up on each other, ain’t a damn thing change.



















I couldn't forgive





Come biasimarmi?
Non potevo - né per orgoglio né perché ne avessi voglia –perdonarlo.
E credo se lo aspettasse, in fondo erano scarse le probabilità di un possibile perdono.
Quindi, io mi ero alzata ed ero andata in camera decisa a disfare la valigia – ancora chiusa e lasciata davanti alla porta – e lui era rimasto sul divano con lo sguardo diretto verso la tv, come a volermi dire “sono indifferente”.
Invece penso che non sia così e che nel bene o nel male io abbia un po’ lasciato il segno.
Sono stata un’avventura, il nuovo giocattolo, un modo per distrarsi come fidanzata, ma sono comunque uno dei componenti del team e faccio parte della famiglia.
Prendo l’ennesimo capo dalla valigia e lo ripongo per bene nei cassetti mentre Carin entra in camera e si chiude la porta alle spalle.
«Dovremmo parlare?» Domanda e sa che non può ottenere una risposta a parole, al solito.
Deve solo aspettare che io la guardi e inizi a raccontare.
«Cosa sai già?» Dico appoggiandomi al cassetto per poi chinarmi e prendere una maglietta dalla valigia.
«Tutto quello che è successo prima che mi riportassi le chiavi.» Risponde sedendosi sul mio letto e accavallando le gambe.
Sono felice di vedere che nonostante la nostra differenza di età lei mi tratti come una persona grande, sempre.
«Niente, sono tornata qui e mentre ero in salotto è venuto anche Justin e mi ha detto che gli dispiace, che non sta approfittando di me, che sono importante.» Mi fermo un attimo mentre continuo meccanicamente il movimento valigia-maglia-cassetto. «Mi ha chiesto di cancellare tutto quello che è successo oggi, di ricominciare da quando è atterrato il mio aereo.» Finalmente abbandono completamente la valigia e dedico tutto il mio sguardo a Carin.
La sua domanda è abbastanza ovvia, scuoto la testa in segno di negazione.
Mi salta addosso abbracciandomi e non posso fare a meno di ricambiare.
«So che non vuoi… E hai ragione! Solo che voi vi amate ed è così triste!» Si sfoga, tra un singulto e l’altro.
Mentre Carin ancora mi stringe singhiozzando qualcuno bussa, lo invito ad entrare e quando la porta si spalanca la figura ben distinta di Justin ci si presenta davanti.
Lascia incrociare i nostri sguardi per poco, poi lo rivolge a Carin, un po’ indeciso.
«Scusa, Carin… Potresti venire? Sai il vest-» Lei lo interrompe con dei “sì, sì, certo.” e poi scappa dalla stanza.  Il biondo non mi rivolge la parola e si limita ad uscire dopo poco.
Non volevo che finisse così.
E da quello che mi ha dimostrato ora, credo che si sia davvero pentito.
Solo che non riesco comunque a perdonarlo.
Esco anch’io dalla mia camera chiudendo la porta alle spalle e avviandomi verso la camera di Justin dove immagino si trovino tutti.
Professionalità, ci vuole professionalità.
Sei comunque qui perché è il tuo lavoro, ti pagano.
Mi allungo la maglia sui fianchi e mi presento sull’uscio della camera con la porta spalancata.
Mi appoggio allo stipite e rimango in silenzio, sorridendo a chi di loro si è girato a guardarmi.
Faccio vagare lo sguardo fino allo specchio, dove incrocio quello di Justin che fa finta di non vedermi.
Perché hai dovuto fare il cretino?
Questa situazione sembra farmi più male del tradimento.
Carin non si gira neanche a guardarmi, ha ancora visibilmente gli occhi rossi e non le sarebbe così difficile ricominciare a piangere.
« Ti stai preparando, eh bro’?» Urla un ragazzo biondo entrando seguito da uno più alto e dai capelli castani. Ryan Butler e Chaz Somers, ovvio.
Justin si alza e va a salutarli.
Noto che è sempre sorprendente vederlo in smoking.
Lo sguardo dell’altro biondo si posa su di me mentre sussurra qualcosa a Justin.
Non credo sappia che siamo stati insieme, io e Bieber.
Piuttosto innervosita dagli sguardi altrui, esco dalla camera e vado nella mini-cucina, a bere un po’ di tè.
«Ehi, scusa. Non è che ne daresti un bicchiere anche a me?» Chiede quello che io ho riconosciuto come Ryan, annuisco freddamente, ma lui comunque mi porge la sua mano. «Ryan Butler.» Dice.
Gliela stringo dopo avergli passato un bicchiere pieno. «Ronnie Hudson.»
«Ah, la famosa Ronnie…» Inizia e mi sembra che tutta quella spavalderia di prima e voglia di provarci con me sparisca, poco a poco.
Carin, Scooter e Ryan Good vengono a salvare il povero ragazzo dal mio silenzio e mi annunciano che andremo tutti a mangiare la pizza, usciremo quando Justin sarà andato via e mi consigliano di andare a prepararmi.
Faccio la doccia, mi vesto semplice, asciugo i capelli, li piastro e mi trucco poco prima di raggiungere gli altri ed avviarci insieme verso la pizzeria.
«Alla fine, è andata Pattie alla serata.» Dice Scooter, come per informarmi.
«E ha detto che dopo ci avrebbero raggiunto.» Annuisco e dopo continuiamo a parlare normalmente per tutta la sera. Fino a quando non ci raggiungono anche madre e figlio e decidono di mettere la musica nella pizzeria italiana. Subito Carin quasi costringe Scooter a portarla a ballare insieme alle altre coppie che lentamente si avvicinano al centro della pista.
Ryan Good  si alza e fa vagare il suo sguardo da me a Pattie, ma non fa in tempo a scegliere perché Justin si alza e chiede alla madre di andare con lui a ballare, lei accetta, felice della proposta.
Allora appena Ryan mi chiede di raggiungere gli altri, nonostante io sia un po’ restia, accetto.
«Mi dispiace.» Sussurra. «Ti va di sfogarti un po’ con me?» Chiede mentre dondoliamo seguendo la musica.
«Non ora.» Gli sussurro.
Sobbalzo quando Pattie mi sfiora il braccio e me la trovo di fianco, abbracciata ad un Justin sorridente.
«Ti lascio mio figlio.» Dice, per poi staccarsi da quest’ultimo e prendere il mio posto con Ryan.
Penso che potrei protestare.
«Lascia stare.»Mi sussurra Justin, per poi portarmi un po’ più in là.
Iniziamo a dondolarci, un po’ più dolcemente rispetto a come ballavo con Ryan, ma rimaniamo piuttosto lontani.
«Non volevo che tutto fosse stato così, quando ci saremmo lasciati.» Gli sussurro appena avviciniamo i nostri corpi.
«Io non volevo che fosse così e basta.» Dice.
Non so quale risposta si potesse aspettare, ma mi stacco e vado in bagno dopo averlo avvisato.
Arrivo davanti allo specchio e mi ci guardo riflessa.
E’ piuttosto chiaro che ci sia qualcosa che mi turba e ho gli occhi lucidi.
Di colpo entra Chaz, l’amico di Justin che mi si è presentato anche lui oggi, e subito si scusa.
Accenno un sorriso.
«No, tranquillo.» Gli dico. «E’ un bagno pubblico.»
«Qualcosa non va? Anche se magari non vuoi dirmelo…» Inizia, ma lo interrompo.
«Sì, c’è qualcosa che non va, ma…Non ho voglia di parlarne, no.» Dico.
Cerco di apparire il meno fredda possibile perché mi dispiacerebbe, insomma, il ragazzo non mi ha fatto nulla e mi sta piuttosto simpatico a pelle, al contrario di Ryan.
«Bene, io raggiungo gli altri.» Lo informo.
«Sì, aspetta. Vengo anch’io.»
Il percorso bagno-tavolo non è molto lungo, però Chaz inizia a dire qualche cavolata e io che ho la risata facile mi lascio andare, così quando arriviamo al tavolo visibilmente divertiti, tutti ci guardano in modo strano.
Proprio ora dovevano togliere la musica?
«Non credevo ci fosse qualcun altro che ride così alle battute squallide, tu mi sei simpatico!» Esclamo battendo il cinque a Chaz.
Ci risediamo con calma, mi volto verso Justin e mi rivolge uno sguardo parecchio contrariato.
Neanche avessi detto di volerlo sposare.
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
«Ok, Ron la portiamo noi a “casa”.» Dice Pattie, mimando le virgolette.
Così, Bieber, Pattie ed io ci avviamo alla macchina senza dire una parola.
«Amo il silenzio, però odio quando è questo… Questo tipo di silenzio.» Dico mentre sono già seduta sul comodo sedile posteriore della macchina – come la chiamo io – accecante.
«Già.» Asserisce Pattie.
 


Il viaggio continua nello stesso pesante silenzio con cui è iniziato e in poco tempo ci troviamo ognuno nella propria stanza del bus.
Metto il pigiama e vado a letto, prendo l’iPhone e rispondo ai pochi messaggi arrivati consapevole che non ci sarà uno di Jey, questa volta.

 
























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Capitolo 11
*** I need you. As a friend. ***




WARNING: Questo capitolo non mi piace, lalalalalala.
Spero comunque nelle recensioni, perchè ad un certo punto dovreste rimanere incuriosite da qualcosa. LOOL (?)
MUCH LOVE!
Vi amo tutte. <3 

@___velius










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Then you come around again and say:
"Baby, I miss you and I swear I’m gonna change, trust me!"
Remember how that lasted for a day,

I say: "I hate you!" we break up, you call me: "I love you."


















11. I need you. As a friend.







«Non possiamo dire che tu non abbia buon gusto, bro’!» Dice urlando Ryan mentre lui e Chaz stanno seduti vicino a me durante la pausa prima del soundcheck dell’ennesimo concerto, indicando con gli occhi Ronnie seduta a chiacchierare con Scott e Ryan di qualcosa come le luci e quant’altro, sulle sedioline più vicine al palco.
«Ma devi anche tenertela stretta, la tua ragazza.» Continua.
«Mi ha lasciato.» Sputo fuori con amarezza, «Cosa?» Sbotta lui teatralmente facendo finta di sputare dell’acqua che neanche stava bevendo.
Annuisco, guardandolo in maniera truce.
«Quindi… E’ campo libero?» Chiede maliziosamente il biondo.
«No.» Rispondo convinto. «Nemmeno nei tuoi sogni, Butler.»Il ragazzo si appoggia con la schiena ad un’impalcatura e sospira.
«Non sei il suo tipo.» Se ne esce Chaz.
«E tu cosa ne sai di quale possa essere il suo tipo o no?» Mi intrometto.
«E’ simpatica, le piace fare la acida e la fanno impazzire le battute squallide, però Ryan non potrebbe stare con lei. Cioè, non credo che Ryan potrebbe piacerle.» Conclude.
«E tu sì, invece?» Domanda Ryan.
«Sì, però le piace Biebs.» Asserisce il castano.
«Ma Biebs l’ha trattata male e lei è arrabbiata.» Continuo.
«Biebs dovrebbe farsi perdonare, no?»
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
«Ah, Scott! Aiutami.» Mi lamento tirando il braccio del mio manager per farlo sedere accanto a me.
«Voglio farmi perdonare da Ronnie.» Mi guarda fingendo di pensare a qualcosa.
«Buona fortuna!» Esclama cercando di andare via, ma lo ritiro velocemente vicino a me.
«Seriamente.» Dico.
«Ricordi tra quanto è il Garden?» Annuisco. «Due settimane.»
«Conosci gli accordi, Ronnie rimane a New York mentre noi continuiamo il tour. Ce la farete a stare insieme comunque?»
«Sì.» Rispondo, se io non fosse per quello che è successo noi ci staremmo ancora insieme, quindi, perché dovremmo avere problemi? Scooter però decide di interrompere la nostra conversazione e andare via.
Devi trovare un modo per farti perdonare, Justin.
Puoi farcela.
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
Scaccio il pensiero della mia partenza, quella definitiva.
Quella dopo il Garden.
Ciao ciao, crew.
Mi mancheranno, come ti mancano amici e parenti quando manchi per mesi.
Però tutto sommato è ancora presto e non c’è tempo per disperarsi.
I saluti preferisco riservarli per i dieci minuti prima di partire e poi non stiamo andando tutti a morire.
Chi non muore si rivede.
E io spero che noi ci rivedremo.
Insomma, io vivo a New York e ci sono tante interviste e concerti che si fanno a New York per tour promozionali e non e poi magari a qualche premiazione…
«Oh, ma che bello! E’ tuo?» Urla una bambina coi capelli sbarazzini prendendo in mano uno dei miei smalti lasciati in disordine. Jazzy?
Possibile che siano arrivati tutti ora?
«Sì, è mio, piccola.» Le sorrido. «Ti piace? Vuoi che te lo metta?» Annuisce felice e io faccio come promesso.
Ci sediamo sul mio letto e applico lo smalto, concentrata, sulle piccole unghie.
«Perché tiri in fuori la lingua mentre metti lo smalto?» Chiede curiosa.
«Perché sono concentrata, succede ogni volta.» Spiego.
«Oh.» Fa eco continuando ad osservarmi.«Hai dei bei capelli e sembri simpatica… Però da grande io voglio essere grande come Bibo!» Annuisco sorridendo e continuo il mio lavoro.
Ad opera finita – e asciutta – Jazzy decide di voler vedere tutte le mie magliette e io la assecondo, un po’ perché non avrei di meglio da fare, un po’ perché non era una di quelle bambine eccessivamente difficili da sopportare.
«Jazmyne, lasci stare questa povera ragazza?» Esclama Jeremy entrando in camera seguito dal figlio.
Impara a chiudere la porta, Ron. Non è complicato.
«Non mi dava fastidio, non c’è nessun problema.» Dico subito, guardando Jeremy.
Ok, sto fondendo me lo sento.
Ti prego Jeremy Jack Bieber, non fare osservazioni strane, ti prego.
Nessun “Te la sei scelta bene, figliolo!” oppure “Vai così, Justin!” .
L’uomo sembra reprimere qualunque cosa volesse dire per poi guardare la figlia e continuare su quell’argomento, solo che la bambina lo precede saltando addosso al fratello.
Lo sguardo del LordBieber ricade su di me, che faccio spallucce in risposta, così lui riesce a sentirsi “scusato” e ad andare via seguendo i suoi figli.
Gente particolare, i Bieber.
 
 
 
 
 
 
 
 
 


1 week later.
 
 
 
 
Ormai i rumori dei baby Bieber – ma anche il grande già da solo non è da meno – sono un’abitudine sul nostro bus. Non che mi diano fastidio,  per carità.
Poi Jaxon mi ama, quindi, non potrei.
Vengo costretta a bloccare il mio iPhone mentre messaggio con quella pazzoide di Alexia, a causa di Jaxon che decide di venire a giocare sulle mie gambe, così lo prendo in braccio e lui inizia a giocare con i lacci della mia felpa.
Mi affogherà! Salvatemi!
Vedo un esemplare di Bieber grande venire entrare e procedere verso di noi, sul divano.
I rapporti tra me e Justin non sono cambiati… Rispetto ad una settima fa, intendo.
Il nostro massimo come conversazione oscilla tra “buongiorno” a “buon appetito!”, molto poco per i nostri standard.
Chissà se ha scritto altre canzoni…
«Come stai, Ronnie?» Chiede, improvvisamente.
«Bene… E tuo fratello mi ama.» Rispondo per poi baciare una guancia al bimbo che inizia a battere le manine.
«Tu?» Chiedo poi.
«Bene, più o meno.» Risponde guardandosi le mani.
«Tranquillo, hai delle belle mani.» Commento ottenendo solo una faccia interrogativa in risposta.
Spiegategli che fosse un complimento, per favore.
Ridacchio. «Cosa c’è che non va?» Domando.
«Ho bisogno di te, come amica. Come Ron.» Dice.
Acconsento. «Dimmi.»




 




And out of all these things I’ve done I think I love you better now...

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Capitolo 12
*** Hey, princess! ***





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12. Hey, princess!


Let Me Love You




White knuckles and sweaty palms from hanging on too tight,
clench of jaw, I’ve got another headache again tonight!
Eyes on fire, eyes on fire, and the burn from all the tears,
I’ve been crying, I’ve been crying, I’ve been dying over you!
Tie a knot in the rope, tryna hold, tryna hold,
but there’s nothing to grab so I let go!












 

 















Non so come, ora ci ritroviamo con Dan seduti intorno al tavolo
lanciando palline di carta appallottolata nel cestino – non molto lontano – urlando “Canestro!” ogni volta che la carta finisce il suo viaggio nel cestino.
Era venuta anche Pattie a darci la buonanotte e a raccomandarci di non fare – rumore – tardi.
Faccio scivolare il mio sguardo sull’orologio di Justin: 23.30.
«Bibo… Vuoi venire a dormire con me?» Domanda di colpo una vocina.
Ci giriamo tutti nello stesso momento verso la porta aperta da cui spunta solo la testolina di Jazzy.
«Ehi, principessa!» Le risponde Justin, alzandosi. «Non dovresti essere già à letto?» La prende in braccio e ci fa segno di aspettarlo per poi scomparire dalla nostra vista.
«Allora, tregua?» Chiede Dan, incapace di non strimpellare qualcosa mentre tiene in mano la chitarra.
«Sì, tregua. Amici.» Rispondo continuando a battere la penna sul tavolo a ritmo, tanto per colmare il silenzio lasciato da Justin.
Dopo una decina di minuti e mentre io e Dan avevamo iniziato uno di quei discorsi così seri che non riuscivo più ad emettere il suono di una risata, Justin ritorna e riprende posto vicino a me, di fronte al suo fedele amico.
«Addormentata?» Domando alludendo a Jazzy, annuisce, «Sembra di sì.» Dice.
 
 
 
 
 
 
 






- Five days until MSG
 
 


Siamo già scesi nell’arena, quello di stasera sarà l’ultimo prima del Medison Square Garden.
«Non sei nervoso?» Chiedo a Justin, affiancandolo.
Fa segno di no, già carico di adrenalina per la serata.
«Posso abbracciarti?» Domanda poi.
Acconsento e aspetto che le sue calde braccia mi avvolgano, stringendomi forte, ovviamente riesce a rovinare il momento iniziando a dondolare da una parte all’altra.
«Come faceva la canzone che ti piaceva tanto?»Si domanda, faccio spallucce.
«Quale?» Ma non riesco ad ottenere la sua risposta perché viene chiamato per il soundcheck, quindi, lo lascio andare a provare.
 
 
 
 
 
 
 
 
Finito il concerto, Justin corre a cambiarci per raggiungerci il prima possibile.
E’ stata una grande serata, al solito.
«Voglio solo andare a dormire, ora.» Dice, cingendo con un braccio le spalle di sua madre per poi stamparle un dolce bacio sulla guancia.
Facendoci aprire la strada dalle guardie del corpo, seguiamo tutti Justin e Pattie fino al bus.
 
 
 
 
 
 
- Three days until MSG.
 
 
 
 
Mi mancherà tutto infinitamente, finanche ogni piastrella del pavimento e i cuscini del divano.
Cose stupide e tenute poco in considerazione, ma mi si stringe il cuore al solo pensare di essere arrivata al capolinea: il mio lavoro qui è finito.
Ascolto il rumore delle rotelle della mia valigia che strisciano sul pavimento fino al portellone del bus, dove vengo raggiunta da Justin.
«Casa, no?»
«Casa.» Rispondo con tristezza. Sarei mancata per parecchio.
«Ci vediamo domani al Garden, ok?» Gli dico aspettando Kenny che avrebbe fatto il mio autista.
«Ehi, guarda che ti accompagno anch’io.» Ribatte.
Nel frattempo, Kenny arriva, posiamo la valigia nel bagagliaio e una volta entrati in macchina, partiamo verso il centro di New York City.
Appena l’auto si ferma davanti al cancelletto di casa e la mia mano vaga in cerca della maniglia per aprire la portiera, l’omone si gira a guardarmi.
«Mi mancherai, ragazza. Mi mancherà non vederti più in giro.» Annuisco.
«Anche voi.» Tiro la maniglia e spingo la portiera.
«Aspetta, ti aiuto con la valigia…» Dice il biondo per poi seguirmi, prendere la mia valigia e portarla fino a dentro casa mia.
«Beh, ricordate che mia madre vi vuole tutti a cena domani…» Gli ricordo.
«Sì, mamma è già emozionata, per non parlare di Ryan…» Ridacchiamo, giusto per evitare il silenzio imbarazzante.
«Ah, già!» Esclamo. «Dovevo darti la tua foto con Beyoncé!» Gli faccio segno di seguirmi e lo porto fino a dentro la mia camera.
La mansarda, con le pareti pitturate in rosso e il parquet marrone cioccolato – quello al latte -, appena entri c’è la scrivania, vuota senza il pc, sopra le mensole stracolme tra libri e CD vari, appoggiata su una colonna una chitarra, con di lato una pianola.
Dietro,  vicino al letto, un separè, corro dietro e vedo Justin seguirmi dopo essersi soffermato a guardare la parete vicino al letto, quella piena di foto mie e dei miei amici.
Dietro al separè, un telone bianco steso per terra, diversi barattoli di vernice, un cavalletto per dipingere con sopra un tela bianca, pennelli e colori sparsi intorno.
«Si nota che questa sia la tua camera, Ron.» Dice Justin, ridacchiando.
Recupero la sua foto e gliela passo.
«Grazie, Ron.» Dice riconoscente.
«Mi mancherai un sacco.» Sputa fuori poi, immergendo i suoi occhi nei miei.
«Vorrei che tu potessi rimanere con me.»
«Erano questi gli accor-» Mi interrompe stampandomi un bacio sulle labbra.
Lo allontano, posandogli le mani sul petto.
«Justin…»
«Ron, senti, io…»
«Non ora, ok?» Annuisce, mi saluta e lo accompagno fino alla porta.
«Anche tu mi mancherai.» Dico. «Intanto però ci vediamo domani.» Gli sorrido e lo vedo ricambiare mentre si allontana e torna in macchina.
 
 
 



*








And the verdict comes from those with nothing elso to do:
the jury's out, but my choice is you.



 
 
 
 
«Allora? Com’è andata?» Chiede Kenny, appena mi siede sul sedile di fianco al suo.
«Non male, ma nemmeno bene.» Rispondo. «L’ho baciata, ma mi ha detto solo: “Non ora.”» Sbuffo.
«Ragazzo, comprendila, dalle tempo.»










ANNUNCIO, SIGNORI E SIGNORE!
IL PROSSIMO CAPITOLO SARA' L'ULTIMO E NON CI SARA' L'EPILOGO, TAN TAN TAAAAN.



Ringrazio tutte le carinissimissimissime ragazze che recensiscono (6 **), ovviamente vi risponderò per messaggio, ma anche a chi legge solo e inserisce nelle preferite/seguite/... quali era le altre? lol
Vi voglio bene! <3
Alla prossima!
@___velius (con tre trattini bassi, mi raccomando. uu)


Passate a darci un'occhiata? 
'One day we'll meet.' mia nuova FF. :)

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Capitolo 13
*** Take me back to the start ***


 


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Una canzone dei Coldplay dice: “Take me back to the start” ed è proprio questo che mi serve.
Ho bisogno di tornare dove tutto è iniziato, anzi meglio, di tornare a prima che tutto iniziasse e se gli altri non vogliono aiutarmi, lo farò da me.










Tell me your secrets and ask me your questions,
Oh, let’s go back to the start.
Running in circles, coming in tales,
heads are a science apart.




 

 

13. Take me back to the start



 

Secondo quelle ultime informazioni che ho sugli spostamenti della crew, ho ancora parecchio tempo prima che loro partano, quindi, la mia lettera arriverà sicuramente.
Ed è strano, perché col passare del tempo avevo deciso di non voler lasciare un mio segno materiale.
Nulla, nemmeno un post-it.
Forse perché è questo quello a cui mi hanno abituato.
Agli amici che vanno e vengono, alle persone che ci sono nove mesi, ma che nei tre successivi sono estranei.
Quelli che, per quanto possa sembrare stupido, non ti fanno gli auguri il giorno del compleanno e nemmeno hanno idea di quando sia.
 





 
 
 
 
***




 



 

Hey there Delilah,
what’s it like in New York City?

 
 
 
 
Se sono arrabbiato? No, sono frustrato.
Perché?
Perché non dirmelo che non mi vuoi più, Ronnie?
Tutti questi giochetti non hanno portato a nulla e chissà se ci rivedremo ancora.
Eppure, nonostante tutto, non posso smettere di pensare alla mia Ronnie.
A quanto possa essere stupenda, in tutto.


Tonight you look so pretty,
Yes, you do.
Times Square can’t shine as bright as you,
I swear it’s true.




«Bieber, posta!» Urla Kenny, entrando.
«Credo che potrebbe interessarti.» Dice, per poi lanciare la lettera sul mio letto, di fianco a dove sono seduto e poi richiudersi la porta alle spalle.
Prendo delicatamente la busta in mano e ne faccio i contorni con i pollici prima di leggere il mittente.
‘Da Ronnie, per Justin.’
Prendo un respiro profondo e apro la busta il più delicatamente possibile.



Oh, it’s what you do to me.

 
 
 
‘Caro Justin,
ero convinta di non voler lasciare tracce della mia presenza, che non ce ne sarebbe stato bisogno,
meno di tutto avrei voluto scriverti questa lettera, eppure…

Boh, forse ho capito che ce ne fosse davvero bisogno.
Credo che tu abbia sbagliato, sì. Ma credo che io abbia sbagliato con te.
Ho tirato per le lunghe qualcosa che, forse, per te non aveva davvero senso.
Mi dispiace.
Quindi, non credo di essere ‘quella giusta’ per te.
“Non ti merito.”, è così che si dice in questi casi, no?
E non ne sono nemmeno sicura, però so che non sarebbe facile per me e non sarebbe facile per te stare insieme ora come ora e perché soffrire, a questo punto?
Magari perché vorrei tornare indietro all’inizio di tutto,
però far di nuovo incontrare le nostre vite, i nostri sguardi, le nostre passioni comuni.

Ecco cosa circola nella mia mente,
un ammasso di pensieri differenti che si congiungono tutti ad uno (e uno solo, specifichiamo),
che però non riuscirei mai a scriverti qui.

Mi manchi.
Sono stata solo una perdita di tempo, forse.
 
 
Ronnie.’

 
 

«Allora, Biebs?» Urla Alfredo entrando e buttandosi sul mio letto iniziando ad osservarmi.
«Non ha senso. Cioè, ne ha, ma è un casino.» Dico gesticolando, ancora con la lettera stretta fra le mani.
«Beh, è stata un po’ stronza.»
«Ma cosa c’entra?»
 Urlo.
«Nulla, Biebs. Sta’ calmo.»
Stringo la testa fra le mani, cercando una soluzione.
«Scusami tu, è che non so cosa fare.»
 
 
 
 





 
 
***
 
 
 
 



 
 
 
Sarebbe stato da egoisti pretendere che fosse corso da me, eppure un po’ l’ho desiderato.
Così dopo essermi rifugiata nella mia mansarda rossa, ho lanciato la giacca sul letto e ho guardato il cielo, sperando che il suo aereo non partisse.
Nonostante il successone al Garden, non ero completamente soddisfatta: non ero riuscita a mettere tutto apposto con quello che era il mio ragazzo e che amo.
Non mi restava che mettermi a letto e dormire e maledirmi ancora una volta: così ho fatto.
Questa mattina mi sono svegliata con la notizia dell’arrivo in Florida di Justin – ovviamente tramite i giornali -, forse registrerà l’album acustico, dicono.
Chissà se ha già letto la lettera, chissà cosa ne pensa.
Chissà quanto traspariva la mia confusione e chissà se gli manco.
Tutte domande che ora non dovrei pormi, perché magari staremmo ancora insieme.
 





Oh, take me back to the start.
 
 
 
 






Chi non muore si rivede!  READ ME, PLEASE!
Allora, inizio:
1) mi scuso del più che abnorme (è giaggianese) ritardo.
2) Ci sarà l'epilogo ed inizierò a scriverlo subito dopo aver postato questo. 
3) Mi è dispiaciuto che le recensioni siano diminuite e spero aumentino... Comunque vi ringrazio e vi amo. :)
4) La canzone del POV di Ronnie è 'The Scientist' dei Coldplay mentre quella del POV di Justin è 'Hey There Delilah' di Plain White T's.

-Gra (@___velius)

 

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Capitolo 14
*** Can anybody help me with these exit wounds? ***


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Can anybody help me with these exit wounds?
- We don't always need words.
 

 
 



Four months later.





Forse doveva andare così, forse no.
Però ero felice.
Entro nella metropolitana,
il solito esagerato numero di persone che entrano ed escono e che –se non abituato- ti spaventa anche un po’.
Io sono brava ad isolarmi, però,
allora sento solo il rumore delle mie scarpe sul pavimento duro mentre mi accosto alla solenne linea gialla,
da non attraversare, girando la testa da un lato all’altro per leggere sul tabellone più vicino tra quanto la mia metro sarebbe arrivata.
Quattro minuti.
Four minutes.
Come la canzone.
Ridacchio tra me e me.
Vier Minuten.
τέσσερα λεπτά.
Tante cose potrebbero succedere in quattro minuti.
«Ehi, scusa.»
Mi volto verso il possessore della voce,
qualcuno che chiede informazioni agli sconosciuti, a New York?
 «Sì?»
«Non sono molto pratico con le metro e le fermate… Potresti aiutarmi?»
Occhi chiari, alto, cresta scura, vestito bene.
Ridacchio.
«Certo.»
«Dove sei diretto?»
«La mia università-» «ROOOON!»Mi volto di scatto chiedendo scusa al ragazzo vicino a me.
«Cosa?»Una mano mi fa segno, dalle scale mobile da cui io stessa sono scesa poco fa.
Ryan?
«ROOON!»
Il ragazzo mi passa davanti per attirare l’attenzione.
«Tranquilla, fa niente. Farò da solo.»Lo fermo, afferrandolo per un braccio.
«No, dove vuoi andare?»
Gli rispondo velocemente dandogli le istruzioni nella maniera più semplice possibile prima di venire schiacciata da due braccia.
«ROOOOOOON!»Sorrido automaticamente.
«Uhm… Grazie.»Dice il ragazzo, prima di andare via.
«Cosa ci fai qui?»Chiedo a Ryan, voltandomi solo in quel momento e notando un’altra persona alle sue spalle, con il cappuccio in testa e gli occhiali da sole.
Testa bassa, neanche un saluto.
Cosa ti aspettavi?
«Justin Bieber. In una stazione metropolitana.»Fingo un’espressione totalmente disperata ridacchiando. «Non avrei mai immaginato una cosa del genere.»
Lancio un sguardo veloce al tabellone.
Due minuti.
«Siamo venuti a prenderti.»Risponde lui.
«Nessun bodyguard?»Chiedo, in risposta mi indicano tre uomini nelle vicinanze.
«Comunque, in verità la mia metro arriverà tra due minuti.»
«Non devi prenderla, oggi.»Risponde, questa volta Ryan.
«E perché mai?»
«Forza, Ron. Nessuno vorrebbe andare a lezione di mattina, non fare la difficile.»
«Ma la mia metro-»Vengo caricata di forza sulle spalle di Ryan e portata fuori, dove un furgoncino aspettava.
«Ehi, Ronnie!»Esclama mia madre.
«Mamma?!»Mi siedo in maniera più comoda sul sedile in cui Ryan mi ha scaricata prima di salire a sua volta.
«Cosa succede?»
«Partiamo.»
«No.»
«Come no?»
«Ho da fare, non possiamo.»
«E’ solo per il weekend!»
«E le nostre cose?»
«Nel bagagliaio.»
Sospiro mentre Justin entra nel furgoncino per poi sedersi vicino a me.
Il mio corpo si congela quando con la coda dell’occhio lo osservo mentre risponde ad un messaggio con il suo nuovo iPhone, l’altro gomito è appoggiato al bordo del finestrino.
 

My hands are cold, my body's numb.
I'm still in shock, what have you done?

 
«Tutto ok, vero Justin?»Gli chiede mia madre.
Vorrei sentire la sua risposta, ma riesco solo a vedere le sue labbra muoversi, incapace di concentrarmi su qualcosa che non sia la sua espressione e l’evidente linguaggio del suo corpo.
Passo le mani sugli occhi, tenendoli chiusi per un attimo.
Riprenditi.

My head is pounding, my vision's blurred.
Your mouth is moving, I don't hear a word.

 
Poi il suo sguardo si sposta su di me, mi percorre e attraversa fino a scontrarsi con il mio.
 

And I hurt so bad that I search my skin
for the entry point, where love went in
and ricochet and bounced around
and left a hole when you walked out.

Il nostro mezzo di trasporto si ferma davanti all’entrata dell’aereoporto in cui entriamo scortati dalla security di Justin.
Facciamo tutti il check-in e ci sediamo aspettando di essere chiamati al nostro gate.
Ancora, la poltrona di fianco a quella su cui sono seduta viene occupata dal ragazzo.
«Mi dispiace.»Sussurro per poi alzarmi e dirigermi verso i finestroni che danno sulla pista di atterraggio.
 
Cosa sta succedendo?
 
«Se sei davvero dispiaciuta, baciami.»
Mormora nel mio orecchio scatenando milioni di formiche che sfrecciano sul mio corpo usandolo come se fosse un’autostrada.
 

I don't know how much more love this heart can lose
and I'm dying, dying from the exit wounds.

Mi giro verso di lui facendo sfiorare i nostri nasi.

I'm falling through the doors of the emergency room
Can anybody help me with these exit wounds?

Senza pensare, prendo il suo viso delicatamente fra le mani e faccio congiungere le nostre labbra.
Le sue si muovono morbide e leggere sulle mie prima di staccarsi, ma poco dopo il gioco ricomincia, con ancora più trasporto.

Marks of battle, they still feel raw.
A million pieces of me on the floor.

Poi sono sorrisi e baci perché non sempre servono le parole.
















Non perdo nemmeno tempo nel dirvi quanto vi amo. lol
Questa storia significa tanto (anche se magari detto così sembra una scemenza) e non so come cliccherò su 'completa' anche questa volta, visto che mi sembrava che non sarebbe mai arrivata una fine. 
GRAZIE A TUTTI VOI (Più chi non recensisce e non fa nulla. lol):


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A
lla prossima, anzi, alla mia storia in corso, se vi va! Ok, sto ancora pensando alla mia Ron e *piange*. Mi dileguo.

Lyrics: 'Exit Wounds' - The Script. :)

@___velius ;)

With love,
Gra.

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