Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima;

di Givemelove_69
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio del 'diverso'. ***
Capitolo 2: *** In your eyes I see my eyes. ***
Capitolo 3: *** L'amore vuole amore,ma non sa mai il suo nome. ***
Capitolo 4: *** Se perdo te. ***
Capitolo 5: *** E se pensarci mi uccide,sono già morta. ***
Capitolo 6: *** I passi dell'amore. ***
Capitolo 7: *** Sognare equivale a morire. ***
Capitolo 8: *** Amore amaro. ***



Capitolo 1
*** L'inizio del 'diverso'. ***


Primo giorno dell'ultimo anno di liceo,pioggia a volontà.
Bella merda eh?!
Vabbè.
Come sempre ero in ritardo,feci le corse per arrivare in classe. Ma la professoressa di matematica non era ancora arrivata.
*Sospiro di sollievo*
Squadrai la classe e mi fiondai all'unico banco vuoto,preferivo la solitudine.
Quasi dimenticavo.. io sono Violet Pierce,ho 18 anni e sono un caso perso.
Telefono cellulare,cuffie,musica e addio mondo. Questa sono io. Vivo in un mondo tutto mio,il mio fantastico e insignificante mondo.
Non amo l'amore. "In amore vince chi fugge." Ho sempre preferito fuggire per non innamorarmi. E devo dire che mi riesce bene.. chi si innamorerebbe di me? Nessuno,e io vivo meglio senza amore. I ragazzi sono solo 'esseri' capaci di far del male. Portano solo guai. Sono tutti degli emeriti coglioni. La donna vivrebbe meglio senza l'uomo. Odio la falsità e l'ipocrisia. Non sopporto gli omofobici,mi stanno sul pene invisibile che non ho. Odio il vittimismo,è una cosa che non tollero proprio. Sono il tipo di persona che ama farsi gli affari propri,della vita degli altri mi importa poco e niente. Se non mi rompi le scatole,sono dolce e gentile quanto basta da essere educata.. ma se inizi a dirmi cose che non mi stanno bene,sono peggio di un camionista. Riesco a tirare fuori dalla mia bocca parole che resterebbero volentieri dentro. So contrallarmi quanto basta,l'autocontrollo non mi manca. Anche se devo dire che dipende anche dalla giornata.
Se mi sveglio dal lato sbagliato del letto,quel giorno faresti bene a non rivolgermi la parola. Conto fino a dieci mila,sì.. ma a volte nemmeno un decimo di secondo. Parto in quarta e poi sono uccelli senza zucchero.
Preferisco stare nell'ombra. Mi ritengo un nessuno. Non credo di essere chissà chi,lascio agli altri la convinzione di essere migliori.
Sono consapevole che sono una persona che gli altri non potranno mai capire,sono troppo complicata. Amo la mia complicatezza,che riesco a capire solo io. E a volte,nemmeno io. Sono un libro tutto da leggere,dalle parole incomprensibili.
Dopo 15 minuti vidi entrare in classe la prof con un ragazzo.
Moro,occhi color ghiaccio,da provocare un maremoto. Aveva dei lineamenti perfetti,sembrava un dio greco. Pelle pallida,ma pur sempre perfetta.
Prof:"Buongiorno ragazzi.. tesoro presentati.." disse riferendosi al dio greco.
x:"Io sono Daniel Jackson,piacere a tutti." disse sorridendo.
Aveva un sorriso stupendo,provocava i brividi. E la sua voce? Beh,era accettabile come compagno di classe dai.
Prof:"Bene,siediti lì." disse indicando l'unico posto libero. Vicino a me. Sentivo che stavo avvampando,perfetto no? >.<
Prof:"E buon inizio anno scolastico a tutti." disse sorridendo.
Al "compagno di classe" di prima,ora aggiungerei anche "compagno di banco".. sperai bene.
Daniel arrivò al banco e si sedette.
Violet:"Ciao,io sono Violet.." dissi sorridendogli,cercando di essere dolce con lui,essendo nuovo.
Daniel:"Ciao,piacere.. spero di essere un compagno di banco adeguato." disse sorridendomi.
Gli si formarono delle adorabili fossette ai lati della bocca,già a guardarlo sembrava un cucciolo di panda.
Violet:"Se fossi in te,non mi sforzerei troppo.. con una compagna di banco come me." gli dissi ricambiando il sorriso.
Mi sorrise dolcemente e disse:"Ci compensiamo,direi.." facendo una faccia che avrebbe fatto impazzire chiunque,tranne me. Era pur sempre un ragazzo.
Gli risposi con un sorriso,poi entrambi ci concentrammo sulla lezione. Matematica,era la mia materia preferita.
Mentre la prof spiegava,sentii un ronzio nella mia testa. Come se la mia testa rifiutasse chiunque parlasse.
E l'immagine che mi apparve davanti agli occhi fu l'entrata in classe del mio nuovo compagno di banco. Mi aveva incuriosita. Per il semplice fatto,che oltre ad essere un bel ragazzo,si nascondeva dietro a dei sorrisi. Notai in che modo sorrideva,sempre. Di solito,però,chi sorride troppo è triste. Avrei voluto tanto capire cosa nascondevano i suoi sorrisi.
Chissà se era fidanzato. 
Chissà da dove veniva. 
Chissà cosa ne pensava di tutto quello. 
Chissà se era felice di essere lì con noi.
Chissà cosa aveva pensato quando mi aveva vista la prima volta.
Chissà,chissà e solo chissà.
Ma a me cosa importava? Era un ragazzo,sicuramente era come tutti gli altri ed era solo il mio compagno di banco. STOP!
Mi concentrai sulla matematica piuttosto u.u
Prof:"Allora ragazzi,vediamo chi di voi si ricora la prima definizione delle coniche come sezioni in un cono.."
La sapevo,ovviamente. Alzai la mano e la prof disse che potevo dare la definizione.
Violet:"Consideriamo un cono a due falde,ovvero la superficie,nello spazio,così definita: si considera una retta A,detta asse di cono,e un punto V su A,detto vertice del cono; su un piano orizzontale,si considera una circonferenza avente il centro su A; il cono a due falde è la superficie formata da tutte le rette,dette generatrici del cono,che passano per V e per un punto qualsiasi della circonferenza."
Prof:"Cos'è la sezione conica?"
Violet:"Si dice sezione conica,o semplicemente conica,qualsiasi curva si ottenga intersecando il cono a due falde con un piano qualsiasi dello spazio,non passante per il vertice V."
Prof:"Bene signorina Pierce,vedo che l'estate non l'ha influenza per niente.. ma non mi sorprendo,è sempre stata un'ottima studente.." disse sorridendomi come aveva sempre fatto in cinque anni.
Violet:"Grazie mille professoressa.." dissi ricambiando il suo sorriso.
La prof di matematica,la Gianfrancesco,era l'unica che era sempre stata così gentile con me,dal primo superiore ad allora. Ero sempre stata la sua 'cocca',ma non mi aveva mai avvantaggiata.. anzi,pretendeva sempre che andassi molto meglio degli altri. Diceva che avevo delle ottime potenzialità in matematica e che non dovevo accontentarmi di una sufficienza. Così avevo sempre puntato al massimo,solo per non deluderla. Era l'unica che credeva in me in quella scuola,in quella classe. Andavo bene in tutte le materie,ma gli altri prof erano diversi da lei. Se ne fregavano di tutti. Per loro era loro un lavoro,che tu avessi dato il massimo o meno,per loro non era importante. Invece la Gianfrancesco ci trattava quasi come figli. Nessuno avrebbe voluto mai deluderla. Infatti era l'unica materia in cui andavamo tutti bene.
Chissà se a Daniel piaceva la matematica. Scacciai subito quel pensiero scuotendo la testa.
Guardai l'ora. 9:10. Entro cinque minuti sarebbe suonata la campanella,ma poco importava. Quel giorno avremmo avuto due ore di matematica.
Gianfrancesco:"Allora ragazzi,per la seconda ora ho pensato di farvi fare un test.. giusto per vedere cosa ricordate. Quest'anno avete l'esame di maturità,quindi dovrete dare il massimo,tutti. Sono solo 10 semplici esercizi,credo che possiate farli tutti e 10 in un battito di ciglia."
La prof ci consegnò i test e iniziai a leggere le domande. Erano di una facilità assoluta. Infatti dopo 30 minuti avevo già finito.
La Gianfrancesco era lì che mi guarda,sapeva che avrei finito prima di tutti e subito. Quando i nostri sguardi si incrociarono,lei mi sorrise.
Un sorriso che significava <>
Mi soffermai a guardare Daniel e il suo test. Stava scrivendo l'ultimo esercizio. Quindi era bravo. 
Chissà però se gli piaceva la matematica quanto piaceva a me. Vabbè.. poco importava,no?
Mi alzai e consegnai il test. Quando la prof mi sussurrò:"Violet,senti volevo chiederti un cosa.."
Violet:"Certo prof,dica pure."
Gianfrancesco:"Daniel è nuovo,non ha rapporti con nessuno ed è timido. Visto che siete compagni di banco,perché non cerchi di farlo integrare?"
Bene. Era timido. Avevamo una cosa in comune.
Stavo per parlare quando la prof mi precedette,dicendo:"So che anche tu sei timida,ma magari tra timidi passa la timidezza,no? Tu provaci,poi se non funziona puoi anche lasciar perdere."
Violet:"Va bene prof,non c'è problema."
Appena mi girai per tornare al mio posto,vidi Daniel avvicinarsi per consegnare il suo test. Me lo ritrovai di faccia. Persi un battito. Non respiravo. Mi metteva soggestione. Lo oltrepassai e ripresi a respirare.  Sai com'è,non avrei voluto morire perché un ragazzo mi metteva soggestione e non mi faceva respirare. Un ragazzo poi,pff. Mi sedetti al mio posto,quando lo vidi ritornare a sua volta a posto. Avrei dovuto parlargli,ma cosa gli dovevo dire?
Violet:"Com'era il test?" Seh,brava Violet.. che bell'argomento >.<
Daniel:"Oh.. era facile.. tu come l'hai trovato?"
Violet:"Anche per me era facile. Ti piace la matematica?"
Daniel:"Beh si,è la mia materia preferita. E anche la tua a quanto ho capito dalle parole della professoressa."
Si riferiva a quando la Gianfrancesco mi disse che l'estate non mi influenzava.
Quindi era un ottimo ascoltatore. Bene. Avevamo più cose in comune di quanto pensassi. Ma era pur sempre un ragazzo.
Violet:"Beh,sì. Me la cavo.." dissi facendogli un mezzo sorriso. Per poi continuare a parlare:"Posso permettermi di chiederti come mai sei qui?"
Fece una strana faccia,chissà a cosa aveva pensato.
Daniel:"Sono nato a Londra,ma mia madre è italiana quindi ho sempre vissuto qui."
Notai la sua faccia cambiare. Aveva sempre sorriso da quando era entrato in quella classe,il suo sguardo divenne cupo in quell'occasione.
Violet:"Hey cos'è quella faccia? Scusa se ho chiesto,non volevo intromettermi nella tua vita." dissi abbassando lo sguardo,pensando fosse colpa mia.
Daniel:"Oh,nono.. non preoccuparti. Non è colpa tua." disse sforzando un sorriso,per poi abbassare lo sguardo.
Chissà cos'era successo di così tanto importante da turbarlo.
Senza nemmeno pensarci gli dissi:"Ti va se oggi ci facciamo un giro?"
Di scatto alzò lo sguardo,dicendo:"Certo,mi farebbe piacere. Dove e a che ora?"
Violet:"Alle 4 al Track Park?"
Daniel:"Va bene.." disse sorridendomi.
Il suo sorriso. Non era più forzato. Il suo vero sorriso,quello che provocava brividi. Senza nemmeno accorgermene la campanella era suonata. Era intervallo.
Violet:"Daniel,è intervallo.. ti va di uscire un po' fuori prima che inizi la lezione?"
Daniel:"Certo.. ti seguo." disse sorridendomi ancora. 
Mi seguì fino al cortile. Iniziammo a parlare del più e del meno. Fin quando non mi accorsi che l'intervallo era finito. Tornammo in classe e la professoressa di italiano era già lì. Sui banchi c'erano dei test. Come immaginavo. La giornata passò,infatti,fra test e chiacchiere. Appena suonò l'ultima campanella,erano già tutti pronti ad uscire. Aspettai Daniel e insieme ci avviammo all'uscita.
Violet:"Ci vediamo più tardi Dan.." dissi dandogli un bacio sulla guancia.
Mi sorrise,per poi andare via,come me. Non vedevo l'ora di quel pomeriggio. Avevo davvero voglia di sapere più cose di lui.
Per la prima volta,un ragazzo mi incuriosì per davvero. Per quel poco che avevo visto,ero sicura che lui fosse diverso.

Angolo autrice:
Ciaaaaao bella gente :D
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto,se è così recensite in tanti!
Al prossimo capitolo c:
Un bacio,Valentina.

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Capitolo 2
*** In your eyes I see my eyes. ***


Arrivata a casa mi precipitai in bagno per fare un doccia bollente. Quelle che duravano un'ora,che amavo tanto. Presi il mio telefono,misi play,lo poggiai sul mobiletto ed entrai nella doccia.
 
Chiedo scusa a chi ho tradito e affanculo ogni nemico.
Che io vinca o che io perda è sempre la stessa merda.
Non importa quanta gente ho visto,quanta ne ho conosciuta.
Questa vita ha conquistato me ed io l'ho conquistata.
 
Non ho mai avuto un migliore amico o una migliore amica,sono sempre stata solo io. Ero troppo poco per gli altri. Proprio per questo è nato quel mio insignificante mondo.
 
"Questa vita.." ha detto mia madre "figlio mio va vissuta."
Questa vita non guarda in faccia,in faccia al massimo sputa.
Io mi pulisco e basta,con la manica della mia giacca.
 
Sì,mia madre. Lei e mio padre sono sempre in giro per il mondo,per lavoro. Quando ero piccola erano sempre presenti. Anche perché sono figlia unica.
Ma quando hanno visto che sapevo cavarmela da sola sono spariti. Vivere da sola è stata una mia decisione. A loro non importa di me,bene! Io me ne frego di loro.
Per me sono morti. Sono i miei genitori,non dovrei parlare così.. ma tutto il dolore che mi hanno provocato in questi anni è davvero troppo. 
Ci hanno mai pensato? Hanno mai pensato a me? A quanto fossi sola e indifesa? No! Io sono niente,per tutti.
 
E quando qualcuno ti schiaccia,devi essere il primo che attacca.
Non ce l'ho mai fatta,ho sempre incassato.
E sempre incazzato,fino a perdere il fiato.
 
Proprio perché sono un nessuno,gli altri credono che possono ferirmi e farmi male quanto vogliono loro. Ma col tempo ho creato una corazza intorno a me,per non essere più ferita.
Loro credono di farmi male,ma in realtà non mi scalfisce più niente.
 
Arriverà la fine,ma non sarà la fine.
 
E' arrivata già troppe volte e io sono ancora qua. Come quel famoso 21 dicembre. Dovevamo morire tutti e invece siamo ancora qua.
La fine,per me,è arrivata già. Ma sono costretta a vivere in un mondo che non mi piace. Vivo,perché sono obbligata.
 
Io non lo so chi sono e mi spaventa scoprirlo.
 
Dopo questa chiusi l'acqua ed uscii dalla doccia. Mi asciugai,mi vestii e feci i capelli ricci.
Non mangiai,non ne avevo voglia. Cosa che succedeva continuamente ormai. Il mio stomaco era diventato un puntino,un piccolo puntino chiuso.
Era la prima volta che avrei visto un ragazzo. Era la prima volta che un ragazzo non mi aveva giudicata senza conoscermi.
"Non giudicare un libro dalla copertina." Era proprio quello che aveva fatto Daniel. Anche per questo credevo fosse diverso.
Presi le chiavi di casa ed uscii,pronta per vederlo.
Quando arrivai al Track Park lui era già lì. Questo mi stupì ancora di più. Aveva voglia di vedermi?
Gli andai in contro.
Violet:"Hey Dan.." gli dissi dandogli un bacio sulla guancia,salutandolo. Lui fece lo stesso.
Daniel:"Ciao Violet" disse sorridendomi. 
Il suo sorriso. Era come il fuoco,che ti scioglieva e che ti provocava brividi allo stesso tempo.
Camminammo un po' per il parco,scherzavamo come se ci conoscessimo da un sacco di tempo. Avevamo una complicità incredibile. Non l'avevo mai avuta con nessuno prima di allora.
Sembrava 'la Violet' al maschile. Vedevo me,in qualsiasi cosa facesse. Sorrise,sorrise per tutto il tempo. Non so come ma quel sorriso mi fece ricordare il suo sguardo cupo di quella mattina.
Violet:"Volevo chiederti di nuovo scusa per oggi,per quella mia domanda.. ho notato che ti rattristava in un certo senso,non volevo."
Daniel:"Non scusarti Violet,non è stata colpa tua.."
Violet:"Dan,se hai bisogno.. io sono qui." gli dissi sorridendogli.
Non so perché lo feci,precisamente,ma era esattamente quello che volevo dirgli.
Daniel:"Grazie Violet,lo stesso vale per te.." disse sorridendomi,per poi continuare a parlare:"Il motivo del mio cambio d'umore stamattina è mio padre."
Violet:"Tuo padre? Per quale motivo? Posso saperlo?"
Daniel:"E' morto in un incidente.." disse con gli occhi lucidi.
Il mio istinto mi urlava di precipitarmi ad abbracciarlo e così feci. Lo strinsi,lo strinsi forte. Piangeva. Mi si spezzava il cuore.
Daniel:"Eravamo in vacanza a Londra,come ogni anno. Io,lui e mia madre. Eravamo diretti ad un ristorante. I miei genitori.. i miei genitori facevano venti anni di matrimonio. Mio padre era molto allegro quel giorno,mia madre era la sua vita. Eravamo in macchina,quando un camion non ci ha visti e ci è finito addosso. Io e mia madre ci siamo salvati. Mio padre è andato in coma.. ed è... morto." mi disse ancora in lacrime,tra le mie braccia.
Lo strinsi ancora più forte,per fargli capire che io c'ero. Un "mi dispiace" non sarebbe servito. Gli era morto il padre,nessuna parola sarebbe servita. In quel momento,il silenzio significava tante cose. I miei genitori non c'erano per scelta,suo padre c'era per lui e gliel'avevano portato via. Quanta rabbia. Passammo non so quanto tempo in quel modo,poi lui si staccò.
Daniel:"Grazie.."
Violet:"E per cosa? Non ho fatto assolutamente niente.." gli dissi un po' frastornata.
Daniel:"Hai fatto più di quanto immagini. Sei l'unica a cui l'ho detto. Non mi fido di nessuno. Eppure sembra strano da dire ad una persona che conosco da poche ore. Ma tu,Violet,dal primo momento che ti ho vista.. sapevo fossi diversa. Sapevo che non mi avresti giudicato,come fanno tutti. Mi hai abbracciato,mi hai ascoltato e mi hai supportato in silenzio. Per me il silenzio vale più di qualunque altra parola in momenti come questi. Mi hai fatto sentire protetto. Non mi conosci,non ti conosco.. ma nei tuoi occhi ho visto i miei occhi. Siamo più uguali di quanto pensi,fidati di me." mi disse guardandomi dritto negli occhi.
Lui aveva letto tutto nei miei occhi. Lui aveva visto tutto? Sapeva delle mie sofferenze? Sapeva di quanto mi chiudessi in me stessa? Sapeva quanto difficile fosse per me fidarmi? Sapeva.. e mi aveva dato tanta sicurezza in quel momento. Ci eravamo dati sicurezza a vicenda,senza accorgercene.
Violet:"Io ci sono e ci sarò,ok? A me basta solo che ci sia anche tu.." gli dissi,sorridendogli il più dolcemente possibile.
Daniel:"Io ci sarò,promesso."
Violet:"Promesso."

Angolo autrice:
Okkeeeey,questo capitolo è il capitolo delle spiegazioni per eccellenza.
Daniel si apre a Violet,piange e lei è lì ad ascoltarlo,a sostenerlo in silenzio.. a proteggerlo!
Mi scuso per il ritardo,ma ho avuto una giornata molto pesante.
Vi avverto che non so quando pubblicherò il prossimo capitolo,oltre alle poche recensioni fantastiche che ha avuto il primo capitolo,nessuno si fila la storia :\


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Beh,ecco a voi come vedo io Violet e Daniel c:

Voi invece,come li immaginate?
Un bacio,Valentina.

 

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Capitolo 3
*** L'amore vuole amore,ma non sa mai il suo nome. ***


Un anno e sette mesi dopo.
 
Erano passati ormai quasi due anni dopo quella promessa,io e Daniel eravamo diventati migliori amici. Non avevamo mai litigato,c'eravamo sempre stati per l'altro. Avevamo sempre mantenuto quella promessa. Sapevamo tutto dell'altro.
Lui era sempre a casa mia,passavamo qualsiasi ora insieme.. quelle del giorno come quelle della notte. Tra di noi non c'era malizia.
Eravamo uno la metà dell'altra. Era la persona più importante della mia vita. Tra le sue braccia ero e mi sentivo al sicuro. Era la figura maschile che non avevo mai avuto. La MIA figura maschile. Ci amavamo come si amano due fratelli,più di qualunque altra cosa al mondo.
Daniel ormai mi faceva da padre,da madre,da fratello,da migliore amico. Era davvero tutto per me. 
Cosa me ne facevo di un fidanzato se avevo lui?
Era geloso di qualsiasi essere maschile che si avvicinasse a me.
Ero gelosa di qualsiasi essere femminile che si avvicinasse a lui.
Lui era mio ed io ero sua,questo non si discuteva! Non avevamo bisogno di nessuno,solo di noi.
Molte volte sua madre credeva stessimo insieme e ogni volta che lo diceva Dan si faceva rosso come un peperone.
Era timido il mio orsetto di panda cuccioloso u.u
Anche altre persone dicevano la stessa cosa,ma a nessuno dei due dispiaceva. In fondo era vero. Nessuno doveva avvicinarsi all'altro,sarebbe successo un patatrak. Quindi se gli altri pensavano che stavamo insieme ci avvantaggiava. Non avremmo commesso nessun omicidio.
Daniel:"Hey,buongiorno piccola panda." disse dandomi un bacio sulla guancia,con ancora la voce impastata dal sonno.
Aveva dormito da me anche quella notte.
Violet:"Buongiorno cucciolo di panda." gli dissi ricambiando il bacio.
Daniel:"È da molto che sei sveglia piccolina?"
Violet:"Più o meno,mi piace vederti dormire,lo sai.. sei il mio panda cuccioloso" gli dissi facendo la faccia che ama tanto.
Daniel:"Amo quella faccia.." disse con la voce da bimbo,per poi continuare:"lo abbracci il tuo migliore amico?"
Violet:"C'è bisogno di chiederlo panda coglione?" gli dissi abbracciandolo,il nostro abbraccio mattutino non poteva mancare.
Daniel:"Dai,mettiamo da parte i panda stamattina e andiamo a fare colazione,che stai mangiando poco." disse alzandosi dal letto.
Violet:"Fanculo Dan,preferisco i panda." dissi iniziando a ridere e facendo ridere anche lui. Amavo il suo sorriso.
Insieme andammo in bagno per sciacquarci la faccia. Poi mi strinse,mi diede un bacio in testa e scendemmo a fare colazione.
Violet:"Cosa ti va di fare oggi?" gli dissi prendendo il latte dal frigo.
Daniel:"Ho notato che fuori c'è un sole che spacca le pietre,ti va di andare a mare?"
Violet:"Beh,sì.. effettivamente fa caldo. Va bene,andiamo a mare!" gli dissi facendo un mega sorriso.
Mi versai il latte nella ciotola,ci misi il caffè dentro e inzuppai i miei adorati pan di stelle.
Il latte lo bevevo sempre freddo,anche in inverno.. con quel caldo non l'avrei mica bevuto caldo.
Daniel:"Io vado a mettere il costume,muoviti che si schiatta!" mi disse salendo le scale.
Con un solo sorso finii la ciotola di latte e salii su per mettere il costume. Daniel era già col costume e si era già vestito.
Preparai il borsone con i telo mare e lo poggiai vicino al letto. Presi il costume che più mi piaceva,una canottiera e un pantaloncino. Andai in bagno e indossai tutto. Quando uscii c'era Dan con il borsone in mano che mi aspettava.
Daniel:"Sei pronta? Possiamo andare?"
Violett:"Sì,andiamo."
Scesi le scale ed aprii la porta,mi scostai per far passare prima Dan che aveva il borsone in spalla. Appena mi sorvolò,chiusi la porta e da lontano aprii la macchina. Lui mise il borsone dietro al cofano mentre io mi misi alla guida.
Si avvicino,mi sorrise e poi disse:"Piccola,tu stai dal lato del passeggero."
Lo guardai,stava facendo la sua faccia da cucciolo.
Violet:"E va bene.." gli dissi andando al lato opposto.
Durante il tragitto c'era lo stereo che ci faceva compagnia. La canzone che riproduceva era una delle mie preferite.
Dan lo sapeva,infatti iniziò a cantare.
 
Non posso stare senza te!
Forse non l'ho detto mai,
ma se la vita durasse un attimo,
io quell'attimo ti vivrei.
Ho fatto sogni bellissimi,
che la notte ha portato via con sè.
Ho fatto sogni bellissimi,
che ho ritrovato incontrando te.
Quando sei con me,mi stringi a te.
Mi giuri che RIMANI!
Dentro di me,senza un perché.
Sei il mio oggi e il mio domani.
Mi prendi la mano,mi porti lontano.
Mi chiedi se ti amo.
Io non saprei fingere.
SE AMARE E' VIVERE,IO NON VIVO SENZA TE!
 
Si girò verso di me,sorridendomi. Poi continuò,guardandomi ancora.
 
Amami,nel cuore.
Amami,nell'anima.
Amami.. nei sogni e nei bisogni che hai.
Amami.. respira.
Amami.. se è vita.
Amami,sei il confine tra sogno e realtà.
 
I suoi occhi non si staccavano da me,mi guardava,cantava e sorrideva.
 
Non posso stare senza te,forse questo già lo sai.
 
Si fermò. Eravamo arrivati. Scendemmo dall'abitacolo,prese il borsone e insieme ci dirigemmo alla spieggia.
Appena arrivati stendemmo entrambi i nostri telo mare sulla sabbia. Mi tolsi la maglietta e i pantaloncini,e li misi nel borsone. Poi lui si tolse la maglietta. Dan era cambiato dopo due anni,il suo corpo si era sviluppato del tutto. Aveva gli addominali scolpiti,da far mancare l'aria.
Ero un ragazzo bellissimo,se non stupendo,ma non avevo mai pensato a lui in quel modo. O almeno credo. Insomma,era il mio migliore amico!
All'improvviso mi caricò sulle spalle.
Violet:"Dan,non dirmi che vuoi fare ciò che sto pensando!"
Daniel:"Dipende da cosa stai pensando!" disse ridendo.
Violet:"Daaaanieeel,lasciaaaaami!" dissi urlando come una bambina.
La gente in torno ci guardava,ma poco me ne importava! Oh,mi voleva buttare nell'acqua fredda senza pietà,dovevo oppormi!
Violet:"Ti prego,ti supplico.. farò ciò che vuoi,ma lasciami"
Daniel:"Tipo? Cosa faresti?" disse fingendosi curioso.
Violet:"Qualsiasi cosa vuoi,basta che mi lasci!"
Daniel:"Mh.. fammici pensare. NO!" disse ridendo e cominciando a camminare.
Mi dimenavo come una bimba,scalciavo e gli davo pugni. Ma niente non mi lasciava. Eravamo quasi arrivati sulla riva,stavo per morire congelata D:
Violet:"Dai Dan,ti prego,lasciami stare. Non voglio morire così giovane!" dissi con una voce melodrammatica.
Daniel:"Maddai Violet,è solo un po' d'acqua fredda.." disse ridendo.
Stavo per controbattere,ma non me ne diede il tempo. Si tuffò in acqua,con me in braccio -.-"
Violet:"Vaffanculo Dan!" dissi tremando.
Daniel:"Dai vieni qua.." disse abbracciandomi.
Quando mi staccai da lui aveva qualcosa di strano. Ma non ci feci molto caso,pensavo fosse solo un mio film mentale. Uscimmo dall'acqua e ci stendemmo al sole. Misi le cuffie al telefono e misi play. Diedi una cuffia a Dan,così avrebbe ascoltato un po' di musica anche lui. Rilassava entrambi.
 
Accarezzi le tue gambe mentre i tetti si concedono alla sera.
Con la mente tu mi chiami,mentre premi il tuo vestito alla ringhiera.
Io respiro i tuoi respiri nel tramonto di un dolcissimo tramonto.
Tutti colgono i colori,ma soltanto chi ha sofferto coglie il canto.
L'amore vuole amore,ma non sa mai il suo nome.
 
Dan mi strinse la mano. Questa canzone ci ricordava tante cose. I primi tre righi della canzone,ci ricordavano a quanto il tempo sia volato.
A quanto noi eravamo cambiati. E a come però eravamo sempre uguali. A come avevamo sempre affrontato tutto insieme. A quante volte avevamo urlato i nostri nomi,sussurrandoli. Era un contro senso,ma a noi bastava uno sguardo per capirci. Quanti giorni avevamo visto passare,uno dopo l'altro. I righi restanti,invece,ci ricordavano a quanto male avevamo avuto. Lui per la morte del padre. E io per la inesistenza dei miei genitori. Sua madre fece da genitore per entrambi. Ero molto affezionata a lei,era la madre che non avevo mai avuto.
Io e lui ci bastavamo,e se anche l'amore esisteva,il suo nome ci era ignoto.
 
L'amore vuole amore,per te,per me.
L'amore vuole amore,come la terra il sole.
L'amore vuole amore,per me,per te.
 
La strinse ancora di più. Non ne conoscevo il motivo.
 
Amo te nell'altra gente,sei la mappa del viaggiare mio da fermo.
Tu lenzuolo di settembre e coperta accesa contro un nuovo inverno.
E t'inseguirei nel mondo perché tu sei l'acquasanta del mio male.
 
La sua stretta si fece ancora più forte.
Quando all'improvviso qualcosa oscurò il sole.

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Angolo autrice:
Spero vi sia piaciuto questo capitolo,pubblicherò il prossimo al più presto!
Un bacio,Valentina.

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Capitolo 4
*** Se perdo te. ***


Aprii gli occhi e davanti a me c'era un ragazzo che non avevo mai visto prima di allora.
x:"Ciao.. ehm.. io sono Josh.. ti sto guardando da quando sei arrivata. Mi chiedevo se sei fidanzata.. sei una bella ragazza.. e miei amici mi hanno consigliato di venirti vicino." disse indicando i suoi amici.
Non so se era per il caldo,ma si fece rosso pomodoro.
Violet:"Ehm.. grazie. No,non sono fidanzata. Ma.." prima che finissi la frase mi interruppe.
Josh:"Ti va se stasera andiamo a prendere qualcosa insieme?"
Violet:"Per la verità.." prima che finissi Daniel mi interruppe.
Ma che cazzo,ci trovavano gusto ad interrompermi?! >.<
Daniel:"No,non le va! Ora puoi andare." disse incazzato.
Josh:"Ah,va bene. Beh,ciao." disse amaramente,andando via.
La risposta di Daniel mi sorprese,non per quello che disse,quanto per il modo in cui lo disse.
Cioè,eravamo sempre stati gelosi l'uno dell'altra,ma non a quel punto.
Violet:"Dan,che ti è preso? Stavi per mangiartelo!"
Daniel:"Ti faceva il filo,cosa avrei dovuto fare? Assecondarlo?!" disse incazzato ancora di più.
Violet:"No,ma non ha detto niente di male,anzi.. è stato anche gentile! Hai esagerato." dissi con molta calma.
Daniel:"Ho esagerato? Violet ma vaffanculo!" disse alzandosi e andando via non so dove.
Ma che cazzo aveva? Se l'era presa con quel ragazzo che non aveva detto assolutamente niente.
Gliel'avevo detto il più con calma possibile e mi aveva mandata a fanculo.
Che cazzo gli passava per la testa? Cazzi che ballavano? Mah.
Se gli passava quell'inutile incazzatura sapeva dove trovarmi.
Per non pensarci andai a fare un giro. Decisi di andare al bar a prendermi una coca. Appena arrivai,stava iniziando una canzone.
 
 
  Se perdo te,cosa farò? Io non so più restare solo.  
 
 
Non la conoscevo. Mi faceva pensare a Daniel e a quello che era successo poco prima.
 
Ti cercherò e piangerò,come un bambino che ha paura.
 
Per la prima volta avevo davvero paura di perderlo.
Ce l'avevo sempre avuta,ma non come in quel modo.
Che poi si era incazzato per niente.
Certo,gli avevo detto che aveva sbagliato,ma cosa avevo detto di male?
Forse se l'era presa? Voleva che stessi dalla sua parte? Non lo so.
 
M'hai insegnato a volerti bene.
 
Mi aveva insegnato tante cose.
Mi aveva detto che gli occhi erano lo specchio dell'anima.
Io nei suoi vedevo tante cose. Avevo imparato a capire tutto quello che gli passava per la mente solo guardandolo.
Ma in quell'occasione fu diverso. E non ne sapevo il motivo.
 
Hai voluto la mia vita.
Ecco,ti appartiene.
Ma ora insegnami,
se lo vuoi tu,a lasciarti..
a non amarti più.
Se perdo te,se perdo te..
cosa farò di questo amore?
Che resterà e crescerà,
anche se tu non ci sarai.
 
Era una canzone d'amore,ma allora perché pensavo a lui? Perché?
Prima di allora,avevo già pensato a lui mentre ascoltavo una canzone d'amore,ma quella era diversa.
Parlava della perdita di qualcuno di importante e noi non avevamo mai litigato così seriamente.
E se pure litigavamo,era per una sciocchezza e il nostro litigio durava mezzo secondo.
Perché mi aveva mandata a fanculo? Cosa gli era preso?
 
M'hai insegnato a volerti bene.
 
Rivolevo il mio migliore amico,mio fratello,fra le mie braccia.
 
Hai voluto la mia vita.
Ecco,ti appartiene.
 
Gli apparteneva,quindi se davvero gli importava doveva essere lui a venire da me.
Doveva essere lui a dirmi cosa gli era passato per la testa.
Era stato lui a mandarmi a fanculo. Io non sarei andata da lui.
Doveva essere lui a venire da me,a dirmi che non voleva perdermi per niente al mondo.
Che non l'avrebbe più fatto. Era una sciocchezza,eppure io ci stavo male.
Mi aveva giurato di proteggermi,di starmi sempre accanto e di non ferirmi mai.
Eppure ci aveva messo poco a mandarmi a fanculo,pur sapendo che era l'ultima cosa che avrei voluto che succedesse.
 
Ma ora insegnami,se lo vuoi tu,
a lasciarti.. a non amarti più.
Se perdo te,se perdo te..
cosa farò di questo amore?
Che restera e crescerà,
anche se tu non ci sarai.
 
Lasciai il bar,non sapendo più perché mi trovassi lì.
Andai nel punto in cui c'erano le nostre cose. Raccolsi il telo mare e lo misi nel borsone.
Cercai un foglio e una penna. Quando li trovai,gli scrissi un biglietto.
"Sono tornata a casa." semplicemente.
La spiaggia era vicino casa mia,quindi non avevo nessun problema ad andarci a piedi. Non avevo voglia di vederlo,volevo stare sola.
Presi il borsone e mi diressi verso casa. Camminare mi faceva bene.
In dieci minuti già ero a casa,aprii la porta e una volta entrata la richiusi alle mie spalle.
Posai il borsone e mi diressi in bagno. Come ogni volta,feci il mio "rituale".
Presi il telefono,misi play,lo poggiai sul mobiletto ed entrai nella doccia.
Con quel caldo la feci ghiacciata alla massima potenza. 
Speravo che il ghiaccio mi avrebbe colgelato i pensieri,ma non fu così.
Al solo pensiero di quello che era successo in spiaggia,l'acqua che mi scendeva sul viso si univa a quella delle lacrime che me lo rigavano.
Perché piangevo per una cosa così? Non era successo niente d'altronde. Tutti litigano.
Sì,ma io e Daniel non eravamo 'tutti'. Eravamo NOI.
Forse sarebbe stato meglio se non ci avessi pensato,il problema era: come avrei fatto a non pensare alla persona più importante della mia vita? 
Avrei dovuto spegnere il cervello,ma era una cosa impossibile.
Uscii dalla doccia,mi asciugai e mi misi il mio pigiama estivo. Era aprile,ma non faceva assolutamente freddo,il contrario.
Un modo per non pensarci forse l'avevo trovato: dormire.
Il sole era arrivato nella mia testa,stancandomi il minimo. Si aggiungeva anche l'accaduto con Daniel.
Dormire era l'unica soluzione. Se mi avesse voluta,mi avrebbe cercata.
 
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 Angolo autrice:

Heeeeey bella gente :3

Spero vi piaccia questo capitolo e mi scuso se è così corto,ma vi assicuro che i prossimi saranno più lunghi c:

Fatemi capire che vi piace con una piccola recensione!

Al prossimo capitolo.. un bacio,Valentina. 

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Capitolo 5
*** E se pensarci mi uccide,sono già morta. ***


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Quando la sera mi svegliai controllai il telefono,per vedere se Daniel mi avesse cercata.
Niente. IL NIENTE ASSOLUTO. Né un messaggio né una telefonata. Niente di niente.
Io avevo preferito "scappare" dai problemi,rifugiandomi nel mondo dei sogni,ma lui se n'era strafottuto alla grande.
Lui non veniva da me? Io non sarei andata da lui!
Lui se ne fregava? Io me ne sarei fregata altrettanto!
Altro problema: mi mancava da morire.
Ma dovevo farcela. Dovevo fargli capire che quando una persona sbaglia,si prende le responsabilità.
Mi aveva mandata a fanculo,quindi avrebbe dovuto alzare le pacche su qualsiasi posto ce le avesse attaccate e sarebbe dovuto venire da me.
Sennò si fotteva. 
Forse stavo usando un po' troppo orgoglio,ma ero io quella che era stata mandata a fanculo!
Mi alzai dal letto,mi stiracchiai e crollai per terra.
Quando mi svegliai ero fra le braccia di Daniel che piangeva come un bambino.
Era sicuramente entrato con le sue chiavi di riserva.
Violet:"Dan,non sono morta.. smettila di piangere!" gli dissi aprendo gli occhi.
Quando mi sentì parlare il suo pianto si affievolì.
Daniel:"Oh,grazie al cielo stai bene!" disse abbracciandomi.
Violet:"Ho solo avuto un mancamento,capita quando non mangi." gli dissi ironicamente,dicendo però la verità.
Daniel:"Ti obbligherò a mangiare tutti i giorni,fino all'ultima briciola,se sarà necessario."
Violet:"Fino a cinque ore fa,te ne fregavi di me.. ora ti preoccupi?"
Daniel:"Dai Violet,non dire cavolate,sai che sei l'unica persona di cui io mi preoccupa! Ero solo incazzato prima,scusami. Non volevo." disse guardandomi negli occhi. Il suo sguardo penetrante non mi aiutava ad essere incazzata.
Violet:"Vabbene,è tutto ok. Ma mi spieghi cosa diavolo ti è passato per la mente?"
Daniel:"Quello ci provava con te,io volevo proteggerti da un estraneo che ti avrebbe voluta solo portare al letto e tu gli hai dato ragione. L'hai difeso. Andando contro di me. La rabbia mi è arrivata al cervello e non ci ho visto più. Scusami. Solo dopo ci ho ragionato e ho capito che in realtà tu volevi solo farmi stare tranquillo. Non avevo ragione di innervosirmi,tu non gli avevi dato corda."
Violet:"Mi dispiace Dan,non pensavo potesse darti così fastidio quella mia risposta."
Mi guardò negli occhi,per poi abbracciarmi forte.
Anche se erano passate poche ore,mi erano mancate da morire quelle braccia.
Daniel:"Non litighiamo più,ok? Non potrei sopportare un altro litigio,morirei." disse mentre ancora mi stringeva.
Violet:"Se muori tu,muoio anche io. Non litighiamo più,ho bisogno di te!"
Fu lui a sciogliere l'abbraccio. Ma non si staccò del tutto,era a pochi centimetri da me. Mi guardava negli occhi.
Quegli occhi che mi provocavano i brividi. Quegli occhi da maremoto. Quegli occhi che tanto mi piacevano. I SUOI OCCHI STUPENDI!
Erano ipnotizzanti,tanto che non mi accorsi che era così vicino da unire i nostri respiri. Mi guardava intensamente.
All'improvviso sentii una botta allo stomaco,ed ero sicura che non fosse la fame.
Il suo sguardo mi guidava. Infatti quando si allontanò e si alzò,i miei occhi lo seguirono. Scossi la testa per tornare alla realtà.
Daniel:"Ehm.. io vado a casa a fare una doccia,torno subito."
Violet:"Va bene. Cosa vuoi mangiare per stasera? Non ho voglia di uscire!"
Daniel:"Film e pizza. Ci stai?"
Violet:"Sai che ci starei sempre!" dissi sorridendo abbondantemente.
Daniel:"Ok,prendo tutto e faccio il prima possibile!" disse mentre scendeva le scale.
Perché avevo avuto quella reazione? Non sapevo spiegarmelo.
Ma decisi di non pensarci,era semplicemente il mio migliore amico,o almeno questo era ciò che credevo fosse.
L'indomani sarebbe stato lunedì e io sarei dovuto andare a lavoro. 
Mi mantenevo facendo la commessa in un supermercato,non guadagnavo tanto,ma quanto bastava da pagare l'affitto.
In più,quando ci riuscivo,mettevo qualcosa da parte. 
Mi sarebbero serviti in futuro,in quel momento non mi mancava niente,riuscivo benissimo a fare tutto con quel piccolo stipendio.
Il sabato e la domenica erano i miei giorni di festa,poi in settimana gli orari erano tutti uguali: dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 18:00.
Daniel il più delle volte veniva a prendermi a fine turno,infatti tutte le altre commesse pensavano che stessimo insieme.
Io capivo dal loro sguardo che Daniel piaceva a tutte,quindi non avevo mai smentito quei pensieri. Erano tutte delle troiette e Daniel meritava di più. 
E poi lui era mio,quindi la sua futura fidanzata doveva prima passare sul mio corpo. Poi fooooorse,poteva stare con lui.
Daniel però non era quel tipo di ragazzo che correva dietro a tutte solo perché era assatanato di figa. Lui era diverso.
Erano le altre che gli correvano dietro,ma lui non aveva mai assecondato nessuna.
Non volevo immaginare come sarebbe stato quando lui avrebbe trovato qualcuna che l'avrebbe fatto innamorare.
Non volevo immaginare il MIO Daniel tra le braccia di una che non fossi io.
Non volevo immaginare vedere Daniel che dava più attenzioni ad un'altra che non fossi io.
Non volevo immaginare i suoi baci con un'altra.
Non volevo immaginare di tornare a vivere la mia vita senza di lui,senza la sua presenza continua.
Non volevo immaginare di non poter più passare la notte con lui,abbracciandolo.
Non volevo immaginare di non poter più dire "LUI E' MIO E NON SI TOCCA",ci sarebbe stata un'altra a dirlo.
Non volevo immaginare. Non volevo per niente. Lui era la cosa più importante che avevo,era tutto. 
Cosa avrei fatto se lui non fosse stato più mio?
NO! NON VOLEVO IMMAGINARLO!
Eppure ero lì a pensarci.
Daniel:"Hey Violet,che hai?" mi svegliò dai miei pensieri,senza accorgermene ero in lacrime.
Violet:"Oh,niente.. non preoccuparti.." dissi asciugandomele.
Daniel:"Violet,non mentirmi.. che succede?" disse serio.
Violet:"Niente.." dissi iniziando a piangere di nuovo.
Daniel:"Hey,hey,hey.. vieni qua." disse tirandomi a sé.
Violet:"Cosa succederebbe se tu trovassi la ragazza che ti faccia innamorare?" dissi piangendo fra le sue braccia.
Daniel:"COSA? E' per questo che piangi?"
Violet:"Se ti dicessi 'sì'?"
Daniel:"Tu rispondi.."
Violet:"Sì,è per quello."
Mi portò davanti a lui e disse:"Saresti sempre il centro del mio mondo,sempre la ragazza più importante della mia vita. Nessuna verrebbe mai prima di te. Io non lo permetterei mai." disse guardandomi dritto negli occhi.
Mi rassicurò. Poi mi riabbracciò e io lo strinsi forte.
Violet:"Ti voglio bene Dan." dissi mentre il mio pianto si affievoliva.
Daniel:"Oh,non immagini quanto io ne voglia a te." disse stringendomi ancora più forte.
Quasi mi mancava il respiro,ma non mi importava. L'importante era stare nelle sue braccia.
Per lui sarei sempre stata la più importante,ma fino a quando questo poteva essere vero?
Ma lui la credeva così,l'aveva detto guardandomi negli occhi. E quello mi bastava.
Daniel:"Vieni qui,non piangere.." disse asciugandomi le ultime lacrime che insistentiti volevano scendere.
Poi continuò:"se piangi,mi uccidi." Quella frase mi scatenò una baraonda nello stomaco.
Daniel:"Quando sorridi sei stupenda.. come sempre!" disse baciandomi dolcemente sulla fronte. Brividi.
Feci un sorriso per farlo contento e gli dissi:"Così va bene?"
Daniel:"Va già meglio,ma non è il tuo massimo.." disse sorridendomi dolcemente, per poi continuare:"dai,ora andiamo a mangiare che stai mangiando pochissimo e poi le pizze si freddano."
Violet:"Va bene,andiamo."
Avevo due scelte: o mangiare la pizza senza fare storie,o essere obbligata da Daniel. Scelsi la prima,non mi andava di fare i 'capricci' come una bambina.
Finimmo entrambi e poi andammo a stenderci sul divano per vedere il film.
Aveva scelto un film romantico: 'I PASSI DELL'AMORE'.
 
 Angolo autrice:

Yoo bella gente (?) c:

Vi avverto che il prossimo capitolo parlerà per la maggior parte del film che Daniel ha comprato e delle cose che prova Violet vedendolo.

Spero vi sia piaciuto almeno un po' questo capitolo.. fatemelo capire recensendo :)

Un bacio,Valentina.

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Capitolo 6
*** I passi dell'amore. ***


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L'amore è sempre paziente e gentile.
Non è mai geloso. 
L'amore non è mai presuntoso o pieno di sé.
Non è mai scortese o egoista.
Non si offende e non porta rancore.
L'amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri,
ma si delizia della verità.
E' sempre pronto a scusare,
a dare fiducia,a sperare
e a resistere a qualsiasi tempesta.
 
"Allora che ne dici: sei pronto a volare?"
Come inizio vedere quattro coglioni che volevano far praticamente suicidare un ragazzo, fece leggermente schifo.
Che cavolo avevano quei ragazzi in testa? Che ci trovavano di bello?
Dimenticavo che fosse un film, ma va bè.
Vedere quel ragazzo che volava da quell'altezza non fu il massimo.
Landon fu l'unico cosciente da tirarlo fuori dall'acqua, ma ovviamente dovette scappare, come i suoi amici,quando arrivò la polizia.
Sfortunatamente per lui, venne preso.
"Hai bisogno di un padre."
Landon non aveva suo padre vicino a sè?
Quando capii questo iniziai a vedere il film più attentamente.
Dan mi stringeva, eravamo accoccolati sul divano.
Violet:"Dormi qui stasera?" gli chiesi.
Mi sorrise e disse:"Vuoi che rimanga?"
Violet:"C'è bisogno di chiederlo?" risposi con una contro domanda.
Daniel:"Va bene dai,rimango. Vuoi che ti accompagni a lavoro domani?"
Violet:"Non c'è bisogno,puoi dormire." gli dissi tornando a seguire il film.
Landon era in chiesa con sua madre, mi ero persa qualcosa? Mi sa di sì.
Osservava una ragazza che cantava nel coro.
"Si fidanzeranno sicuramente" pensai.
Ero perspicace, riuscivo a capire cosa sarebbe successo dopo aver visto anche solo due minuti.
C'era anche un'altra ragazza che osservava Landon osservare la ragazza 'misteriosa'.
"E' cotta di Landon" pensai.
Non c'era sfizio a volte, capivo troppe cose troppo in fretta.
Jamie era il nome della ragazza 'misteriosa'.
E 'GRANDI COGLIONI' erano gli amici di Landon.
Ma si sentivano fighi? 
Erano i tipi di ragazzi che avevo sempre evitato e ora mi toccava vederli in un film.
Cry Ghepard era il ragazzo che era quasi morto.
Landon era stato in prigione dopo quell'accaduto e il preside della scuola lo punì obbligandolo a fare dai lavori extra.
Recitare nella commedia di fine anno era tra le attività.
"Ultima possibilità." aveva detto il preside a Landon.
Voleva che cambiava le sue amicizie perché quelle che aveva erano troppo pericolose.
"I miei genitori non sono a casa,ti va di entrare?" disse la ragazza che secondo me era cotta di Landon.
Lui l'aveva chiamata Belinda.
E da quello che capii dai loro discorsi, erano ex fidanzati.
Ecco spiegato il fatto che lei se lo mangiava con gli occhi.
Ma lui le aveva chiaramente detto che era finita.
Aveva sicuramente capito che nella testa di quella ragazza c'erano noccioline.
"Senti,sono tutte stronzate." aveva detto un ragazzino a Landon.
Gli stava facendo da tutor e gli aveva chiesto qual'era il triangolo equilatero.
Se fossi stata più piccola magari sarei stata daccordo con lui, ma avevo vent'anni,conoscevo l'importanza della scuola.
Però non potevo non ridere, quel ragazzino disse le mie stesse parole di quando avevo 14 anni.
"Lo pensiamo in due." la risposta di Landon, però, mi fece ridere ancora di più.
Cos'era,un film contro la scuola quello?
Non potei non ridere ancora di più a quel pensiero.
"Erano entrambi sull'autobus, quando lei gli va vicino per parlargli.
Jamie:<< Ciao.. vuoi due biglietti della lotteria? Sto raccogliendo un po' di soldi per regalare un computer alla scuola Jefferson. >>
Landon:<< No! >>
Jamie:<< Ti ho visto alle prese con Louis prima.. lo so che è un ragazzo difficile ma forse potresti provarci in un'altra maniera,no? >>
Landon non rispose.
Jamie:<< Vai a fare visita a Cry Ghepard? >>
Non rispose ancora.
Jamie:<< Immagino voglia dire 'no'. Lo hanno trasferito dall'ospedale al centro di riabilitazione di Ox Red.. >>
Landon:<< Che cavolo stai cercando di fare, conversazione? Beh, la tua capacità di socializzare è al quanto scarsa. Nessuno ha obbligato quell'idiota a saltare. >> disse non facendole finire la sua frase.
Jamie:<< E' emulazione di coetanei. >>
Landon:<< Ah sì? E cosa ne sai tu? Lo hai letto nel tuo prezioso libro? >> disse indicando con gli occhi il libro che lei aveva tra le mani.
Lei sospirò e poi disse:<< Non mi conosci, quindi non puoi giudicare.. ok? >>
Landon:<< Ti conosco.. >> disse arrogantemente,per poi continuare:<< Seguiamo le stesse lezioni nella stessa scuola dai tempi dell'asilo. Ti chiami Jamie Sullivan, no?! A pranzo siedi al tavolo numero 7,non è esattamente il tavolo degli sfigati ma comunque è in territorio di esilio. Porti sempre lo stesso maglione e ti guardi i piedi mentre cammini. Per divertimento durante i weekend dai ripetizioni ed esci col tuo gruppo di amici: le stelle e i pianeti. Che dici, ti conosco? >>
Lei fece un cenno col capo, per poi dire:<< Piuttosto prevedibile. Dici quello che dicono tutti. >>
Landon:<< Non ti importa di quello che pensa la gente? >>
Jamie:<< No! >> disse per poi alzarsi e tornare al suo posto."
Landon dovette andare alle prove per la commedia.
Jamie e Landon furono scelti per fare i protagonisti.
Ma Landon non s'impegnava per niente a recitare.
"<< Signor Carter,si sta impegnando per recitare così male? >> gli disse colei che gestiva la commedia.
Landon:<< No, mi viene spontaneo! >> disse, provocando le risate degli altri presenti.
Quando uscirono dal teatro Jamie gli chiese:<< Ti farebbe tanto male provarci? >>
Landon:<< Sì, fino a morire. Sono giovane per farlo. >>
Jamie:<< Non credo ti importi della scuola e neanche di laurearti,ma questo è l'unico posto che ti da popolarità.. non ne avresti altrove. >>
Landon:<< Ora sei tu quella prevedibile. >>
Jamie:<< E tu senza pubblico non sei nessuno. >> gli disse per poi andare alla sua macchina."
Landon le chiese un passaggio per tornare a casa e Jamie non lo rifiutò, anche se a mio avviso avrebbe dovuto.
"Jamie:<< 42. >>
Landon:<< 42? Che vuol dire 42? >>
Jamie:<< 42: essere amica di chi non mi piace. E' la lista di tutte le cose che devo fare nella mia vita. >>
Landon:<< Ci hai messo anche cambiare mentalità? >>
Jamie:<< Mh: fare un anno di volontariato, fare una scoperta scientifica.. >>
Landon:<< Sei ambiziosa.. >>
Jamie:<< Essere in due posti contemporaneamente, farmi un tatuaggio. >>
Landon:<< Qual è la numero 1? >>
Jamie:<< Te la direi ma dopo dovrei ucciderti. >> disse senza togliersi quel sorriso dalla faccia."
Guardai Dan: era concentrato come me a guardare il film.
Vide che lo guardavo e mi diede un bacio in testa.
Tornai a guardare la tv, accoccolandomi ancora di più vicino a Daniel.
"Landon:<< Jamie.. >>
Jamie:<< Cosa vuoi Carter? E' da una vita che ti conosco e non mi hai mai salutata per prima. >>
Landon:<< Mi serve aiuto per la recita. >>
Jamie:<< Landon Carter chiede a me di essere aiutato? >>
Landon:<< Sì.. >>
Jamie:<< Ok, pregherò per te! >>
Landon:<< Jamie sta a sentire.. sto cercando solamente.. >>
Jamie:<< Scommetto che non hai mai chiesto aiuto a nessuno prima, è così? >>
x:<< Ciao Landon.. >> disse una ragazza, ma lui non la calcolò nemmeno.
Jamie:<< Questa richiesta dovrebbe essere accompagnata da lusinghe e umiltà.. e non dovrebbe essere solo a tuo vantaggio, ma per il bene comune. >>
Landon:<< E' per il bene comune. Eddi Zirmerhof merita il meglio. Per favore.. >>
Jamie:<< Ok,a una condizione però. >>
Landon:<< Quale? >>
Jamie:<< Devi promettermi che non ti innamorerai di me. >>
Landon rise leggermente, per poi dire:<< Non è un problema. >>
Jamie:<< Daccordo, ci vediamo dopo la scuola allora. >> disse andando via.
Landon:<< Ok. >>"
Quella ragazza iniziava a piacermi,vai così Jamie!
Ma il padre di Jamie sembrava non fidarsi di Landon, infatti quando quest'ultimo arrivò a casa di lei, il padre gli disse:<< Senta mettiamo le cose in chiaro Carter. Lei forse crede che io la domenica non la vedo dalla mia posizione, invece la vedo. >>
Che senso aveva quella frase? o.o
No, non ne avevo la minima idea.
Sentii Dan stringermi un po' più forte. Rabbrividii.
Se ne accorse e infatti mi disse:"Hey,tutto ok? Hai freddo?"
Violet:"Oh,no.. è tutto ok."
Daniel:"Sei sicura?"
Violet:"Sì." dissi stringendomi a lui.
Intanto Jamie e Landon si erano incontrati nel cimitero.
"Landon:<< Che ci fai qui? >>
Jamie:<< Potrei farti la stessa domanda. >>
Landon:<< Ti pareva.. Cammini sempre sola per il cimitero la notte? >>
Jamie:<< Può darsi.. >> disse iniziando a camminare.
Landon:<< Dove vai? >>
Jamie:<< Vieni con me.. >> disse puntandogli la torcia negli occhi.
Lui la seguì.
Landon:<< Ok,che diavolo è? >>
Jamie:<< Ti presento il mio telescopio. Avevo 12 anni quando l'ho fatto. Da' un'occhiata. >>
Lui si chinò verso il telescopio e inizio ad osservare le stelle.
Landon:<< Saturno! Niente male. >>
Jamie:<< Sì, sto pensando di farne uno più grande così posso vedere la cometa hyakutake. Vedi,arriva questa primavera e non si sa quando ripasserà. >>
Landon:<< Ah, i miracoli della natura. Beh, certo.. >>
Jamie:<< Certo cosa? >>
Landon:<< Che ti piacciono queste stupidaggini. >>
Jamie:<< Queste stupidaggini.. >> gli fece eco,per poi continuare:<< Landon, vedi io ho le mie idee. Ho fede, tu non ne hai. >>
Landon:<< No, c'è troppa merda in questo mondo. >>
Jamie:<< Senza la sofferenza non ci sarebbe compassione. >>
Landon:<< Sì, dillo a quelli che soffrono. >>"
Il giorno dopo a scuola,però,Landon la snobbò. Era con i suoi amici.
"Jamie:<< Ciao Carter, ci vediamo dopo la scuola? >>
Landon:<< Non ci penso nemmeno. >> disse col suo solito sorriso."
Dava ai nervi quel sorriso.
Ricordai di quando conobbi Daniel.
Anche lui sorrideva sempre.
Ma il suo sorriso non mi innervosiva,non mi aveva mai innervosita.
Era confortante, rassicurante. Provocava i brividi.
Dopo quasi due anni quei brividi non cambiarono.
Anzi, a volte, se fosse possibile, ne provocava molti di più.
Perché mi ritrovavo a ripensare ancora al sorriso di Daniel?
Sì, ok, era qualcosa di spettacolare, ma perché in quel momento?
Insomma, stavamo vedendo un film d'amore, accoccolati sul mio divano.
E io pensavo al suo sorriso.
A quei tempi non riuscivo a darmi una risposta, oggi le cose sono un po' diverse.. giusto un tantino.
Cercai di non pensare al suo sorriso e di concentrarmi sul film.
Landon era andato a casa di Jamie, ma lei gli aveva chiuso la porta in faccia.
Dopo quello che aveva detto, mi sembrava ovvio!
"Landon:<< Andiamo Jamie, apri la porta per favore! >>
Jamie aprì la porta e disse:<< Cosa vuoi?! >>
Landon:<< Non sei di buon umore.. >>
Jamie:<< Noti proprio tutto.. >>
Landon:<< Volevo ripassare la parte insieme con te. >>
Jamie:<< Certo, ma a condizione che non lo sappia nessuno.. giusto? >>
Landon:<< Beh, sì.. voglio fare una sorpresa agli altri quando sarò diventato bravo. >>
Jamie:<< Quindi dovremo essere amici in segreto? >> disse fingendosi felice.
Landon:<< E' esatto. E' proprio come se m'avessi letto nel pensiero. >>
Jamie:<< Fantastico! Prova a leggere il mio ora. >> disse passando da una finta felicità, ad una seria seriosità (?)
Landon:<< Jamie.. Jamie.. non posso essere tuo amico.. >>
Jamie:<< Landon ascolta, io credevo di aver visto qualcosa in te. Qualcosa di buono. Ma mi sbagliavo. >> disse chiudendo la porta."
L'avevo già detto che stimavo Jamie?
Beh, sì.. la stimavo.
Quel ragazzo si sentiva il centro del mondo e lei gli aveva sbattuto la porta in faccia. Così si fa!
Che poi cosa credeva, che tutte le ragazze erano stupide come quelle che frequentava lui?
Tutte come Belinda?
Se lo pensava, si sbagliava e Jamie gliel'avrebbe fatto capire sicuramente u.u
Ok, mi stavo attaccando troppo.. insomma, era un film o.o
Ma mi ricordava tutti i ragazzi che si credevano il centro del mondo e che avevo mandato a fanculandia city.
Quando incontrai Dan la prima volta pensavo fosse come tutti, mi sbagliavo alla grande.
Lui era l'unica eccezione che avevo conosciuto e l'unico che mi sarei tenuta stretto fino alla morte.
Dan mi diede un bacio in testa.
Mi leggeva nella mente? o.o
Era come se avesse letto i miei pensieri.
A volte avrei voluto leggere io i suoi.
Chissà a cosa stava pensando, se era concentrato solo sul film.
Non ne avevo idea, ero troppo concentrata a pensare al nostro incontro. A lui.
E ovviamente c'era anche il film che mi stava prendendo molto.
Non era male come avevo pensato all'inizio.
Landon andò da Cry in ospedale.
Gli disse che era lì per scusarsi.
Come, come?
Landon Carter che si scusava?
Non lo credevo possibile.
Forse quello era l'effetto Jamie!
"Arrivò il momento della messa in scena della commedia.
Landon:<< Senti non ce l'ho con te e non mi pento proprio di niente. Ho fatto quello che sentivo. Quando sei entrata nel mio club per sfuggire la pioggia, non è stata una coincidenza, vero? >>
Jamie:<< Non esistono coincidenze. >>
Landon:<< Il tuo volto. Hai un viso familiare. Un viso conosciuto molto tempo fa, di una donna che m'era apparsa in un sogno. >>
Jamie:<< Parlami della donna del sogno. >>
Landon:<< Beh, non.. non ricordo. Quello che so.. è che tu sei bellissima. Il sogno.. aiutami a ricordare. Canterai per me? >>
Jamie iniziò a cantare. 'Only Hope' era la canzone.
Quando smise, Landon la baciò."
Peccato fosse solo per la recita!
Va bè, ma tanto io sapevo che si sarebbero messi insieme.. quindi u.u
Aspettavo solo di vederlo.
"x:<< Landon,bel lavoro figliolo >>
Landon:<< Come mai qui? >>
Padre di Landon:<< Me l'ha detto tua madre.. pensavo di mangiare qualcosa insieme>>
Landon:<< Non ho fame! >> disse andando via.
Padre di Landon:<< Landon non te ne andare.. >>
Landon:<< Me l'hai insegnato tu! >> disse andando via davvero."
In quel momento capii perché all'inizio del film lui non voleva l'aiuto di suo padre.
L'aveva abbandonato, come i miei genitori avevano fatto con me.
Dan appena vide quella scena mi strinse più forte.
Lui sapeva che la ferita che portavo era sempre presente.
Io accolsi volentieri la sua stretta, mi sentivo a casa con lui.
"Landon raggiunse Jamie a mensa.
Jamie:<< Ti possono vedere >>
Landon:<< Temi per la tua reputazione? Che cos'è? >> disse rivolgendosi al libro che Jamie leggeva.
Lei lo alzò e disse:<< Il buio oltre la siepe, sulla lista dei contemporanei americani, di Rotman. >>
Landon:<< E quanti libri ha messo su questa lista? >>
Jamie:<< Un centinaio. Ma ha fatto anche la lista dei libri inglesi e quella degli europei >> disse non staccando gli occhi dal libro.
Landon:<< E sulla tua lista c'è scritto di leggerli tutti? >>
Lei bevve un po' di succo di frutta dalla cannuccia e non rispose.
Landon:<< Jamie, ci sto provando.. ok? Mi mancano.. i pomeriggi che passavo con te. Tu mi facevi stare bene. >>
Jamie:<< Sono soltanto delle bugie. >>
Landon:<< Quali bugie? >>
Jamie:<< Tutte quante. >>
Landon:<< Non è affatto vero! >>
Jamie:<< Provamelo! >> disse alzandosi e andando via.
Lui la raggiunse.
Landon:<< Jamie! Jamie! >> urlò, raggiungendola.
Jamie:<< Non sai nemmeno come si fa ad essere amici. >>
Landon:<< Non voglio solo amicizia. >>
Jamie:<< Tu non sai cosa vuoi! >>
Landon:<< Neanche tu. Forse hai solo paura che qualcuno ci voglia stare veramente con te! >>
Jamie:<< Perché dovrei averne paura?! >>
Landon:<< Perché non potresti più nasconderti dietro i libri. O dietro al tuo telescopio. O dietro la tua fede. >>
Lei si girò per andare via. Ma lui la fermò,dicendo:<< No, aspetta! Lo sai perché hai tanta paura? Perché anche tu vuoi stare con me. >>
Lei lo guardò e poi andò via, senza rispondere."
L'amico coglione di Landon gli disse che era strano, che Belinda aveva pensato che il bacio sul palco fosse vero.
E Landon aveva semplicemente risposto che era stanco di fare sempre le stesse cazzate.
"Ma il suo amico sparò subito un:<< Quella ragazza ti ha cambiato e neanche te ne sei accorto. >>
Landon:<< Davvero? E chi lo dice, Belinda? >>
Amico:<< No. Lo dico io. >>"
E chi era lui? Il fratello di sto cazzo?
Si sentiva Gesù Cristo sceso in Terra.
In realtà era nessuno, era meno di zero.
Landon la sera andò a casa di Jamie.
Le portò un regalo: un nuovo maglione.
Wow,fantastico!
Era un modo gentile per dire "Cazzo,se non ti compro un maglione,non lo cambi"?
Lei ne rimase anche felice. Stranezza portami via!
Il giorno dopo gli amici coglioni di Landon stamparono delle foto modificate di Jamie e le distribuirono per la scuola: una foto di una ragazza in costume, con la faccia di Jamie.
Ma quei ragazzi avevano dei seri problemi mentali?!
Cos'avevano al posto del cervello, dei criceti che ballavano la conga? (?)
"Quando lei si girò per scappare, con gli occhi lucidi, Landon la prese tra le sue braccia.
Landon:<< Ascolta, l'hanno fatto per fare un dispetto a me.. tu non centri. Resta qui. >> disse dirigendosi verso quelli che sarebbero dovuti essere i suoi amici.
Amico2:<< Hey Landon, adesso ho capito perché la tenevi sempre nascosta. Comunque non immaginavo fosse attrezzata così bene. >> disse ridendo.
Landon lo spinse e il suo, ormai ex amico, rispose con una contro spinta.
La fidanzata dell'ex amico gli diceva di smetterla e lui le urlo contro:<< Tu fatti gli affari tuoi! >>
Landon gli tirò un pugno in faccia.
Ex amico:<< Hai chiuso.. >>
Landon:<< Meglio così. >>
Ex amico:<< Tu hai chiuso! Hai fatto una cazzata bello. Sei un pezzo di merda! >> gli urlò, mentre Landon era tornato da Jamie."
Che gran pezzo di merda!
Landon portò fuori dalla scuola Jamie, "soccorrendola". Per poi riportarla a casa.
Dan mi strinse, ancora una volta, più forte.
Lui c'era sempre stato, come Landon c'era per Jamie.
Aveva "sfidato" il più popolare della scuola solo perché mi aveva dato fastidio.
L'aveva fatto tornare al suo posto e mi aveva difesa, davanti a tutta la scuola.
Mi aveva abbracciata e mi aveva detto che lui avrebbe mantenuto sempre la promessa che mi aveva fatto quel pomeriggio.
Mi strinsi a lui, sentendolo ben presente dietro la mia schiena.
Sentivo il suo respiro sul mio collo.
Si faceva sempre più veloce.
Sembrava quasi affannato.
Come se quel mio stringerlo l'avesse sorpreso.
Violet:"Hey, è tutto ok? Stai bene?"
Daniel:"Oh, certo piccolina.. ti piace il film?"
Violet:"Sì, sono stupendi Jamie e Landon.. mi ricordano un po' noi."
Non parlò, sembrava sorpreso.
Daniel:"Per.. per che cosa ti ricordano noi?" mi disse poi.
Violet:"Lui la difende, andando contro tutti.. come hai sempre fatto tu. E lei cerca di non dare a vedere il fatto che a lui ci tiene..  come facevo io."
Daniel:"Come facevi.. ed ora?" disse sorridendo. Lo sentivo.
Violet:"Ed ora.. ed ora se ti dico che sei la mia vita è.. è poco." gli dissi guardandolo negli occhi.
Daniel:"Convincente Pierce, convincente."
Violet:"Non chiamarmi con il cognome, sai che mi dà ai nervi.."
Daniel:"Appunto, lo so.."
Violet:"Jackson è una sfida?"
Daniel:"Come scusa?"
Violet:"JACKSON, è una sfida?" ripetei il suo cognome scandendolo per bene, dava fastidio anche a lui.
Daniel:"Ma tu vuoi la guerra..."
Violet:"Va bene, va bene.. ma dopo il film però"
Daniel:"Certo, io me la segno tanto."
Violet:"Ho paura.." dissi facendo una finta faccia impaurita.
Daniel:"Sì, sì.. certo.. tu guarda il film, poi dopo vediamo!"
Violet:"Va bene panda" disse stringendomi di nuovo a lui.
Lui ricambiò, stringendomi forte.
Intanto ci eravamo persi una parte di film.
Jamie e Landon erano a cena insieme.
"Ballavano.
Landon:<< Allora, me lo vuoi dire cosa c'è al primo posto sulla tua lista? >>
Jamie fece segno con la testa di no.
Landon:<< Daccordo. Ti dirò cosa c'è al primo posto nella mia: andarmene da Buford. >>
Jamie:<< Mh.. non credo che questa sia la soluzione. Lo è capire cosa fare prima di andarsene. >>
Landon:<< Cosa vuoi dire? >>
Jamie:<< Che non serve andarsene. >>"
Landon amava scappare. Come me.
Jamie amava restare. Come Daniel.
Sembrava, invece, che lei scappava e lui restava.
"Landon:<< Andiamo, andiamo.. >>
Jamie:<< Ma che.. >>
Landon:<< Vieni.. >>
Jamie:<< Cosa vuoi fare? >>
Landon:<< Corri! >>
Correvano e ridevano.
Landon:<< Ok, ok, ok.. ahm.. ferma qui. >> disse posizionandola in mezzo alla strada.
Jamie:<< Va bene >>
Landon:<< Un piede là.. >>
Jamie:<< Sì.. >>
Landon:<< E un piede qua >>
Jamie:<< Fatto! >>
Landon:<< Ferma! >>
Lei sospirò e disse:<< Non riesco a seguirti.. che cosa stiamo facendo? >>
Landon:<< Perfetto! Adesso tu sei tra due stati. >>
Jamie:<< E allora? >>
Landon:<< Due posti contemporaneamente. >>
Lei sorrise, facendo sorridere anche lui. Gli si gettò praticamente nelle braccia, lui la sollevò e la face girare."
Menomale che aveva paura perché voleva stare anche lei con lui.
Se non aveva paura già stavano insieme? Oh, yes.
Fosse facile come nei film.
Se la vita fosse un film, vivremmo tutti in finzioni perfette.
"Jamie:<< Come puoi vedere posti come questo, passare dei momenti come questi.. e non credere? >>
Landon:<< Sei fortunata ad essere così sicura. >>
Jamie:<< E' come il vento: non lo vedo, ma lo percepisco. >>
Landon:<< Cosa percepisci? >>
Jamie:<< Percepisco la meraviglia, la bellezza, la gioia.. l'amore. E' il centro dell'universo. >>
Landon:<< Vorrei baciarti.. >>
Jamie:<< Potrei non saperlo fare. >>
Landon:<< Questo non è possibile! >> disse avvicinandosi a lei e baciandola.
Landon:<< Jamie... ti amo. >>
Lei rimase zitta.
Landon:<< Forse dovresti dire qualcosa.. >>
Jamie:<< Te l'avevo detto di non innamorarti di me. >>
Lui la ribaciò."
E bravo Landon, per una volta aveva fatto qualcosa di giusto.
All'improvviso mi venne una gran voglia di abbracciare Dan.
Così feci: lo abbracciai forte, fin quanto potevo.
Lui ricambiò, senza capire, senza avere una vera ragione.. ricambiò il mio abbraccio.
Mi strinsi nelle sue spalle, facendomi piccola piccola.
Guardai la tv e vidi Jamie e Landon camminare per la scuola, mano nella mano.
Quanto erano dolci, mi ricordavano quando Daniel prendeva me per mano.
Anche per quelle prese per mano, gli altri pensavano stessimo insieme.
Col tempo avevamo imparato a fregarcene di ciò che pensava la gente, pensavamo solo a noi.
Come stavano facendo anche loro.
Vedevo me e Daniel in Jamie e Landon. E la cosa fu abbastanza strana. 
Loro erano fidanzati, io e lui no.
Loro si amavano, come due fidanzati.. noi ci amavamo come due fratelli. Era diverso.
Fu in quel momento che pensai che forse volevo solo negare a tutti e a me stessa che Dan era qualcosa di più che un semplice amico.
Ma scacciai subito quel pensiero.
A cosa andavo a pensare?
Era il mio migliore amico, niente di più.
"Jamie:<< Lo amo. >> disse al padre, riferendosi a Landon.
Padre:<< Allora sii sincera con lui, prima che le cose peggiorino. >> disse entrando in casa."
A cosa si riferiva? Jamie amava Landon. L'aveva ammesso ormai. 
Cosa doveva dirgli? Cosa gli nascondeva?
A parte i brividi che mi causarono le due parole dette da Jamie e il mal di stomaco improvviso pensando a Dan in un altro modo che non fosse per amicizia, ci stavo capendo poco. 
Pensai che Daniel mi distraeva, nemmeno sapendolo, e che forse avevo perso qualcosa.
"Dopo un po' quella sera, Jamie e Landon si rividero nel cimitero per vedere le stelle.
Landon:<< Vediamo un po'.. puoi cercare questa stella? Questa qui! >> disse indicandole il punto in cui si trovava la stella su un foglio.
Jamie:<< Quale.. oh, sì. >> disse prendendo in mano il foglio.
Guardò nel telescopio.
Jamie:<< Perché devo cercare proprio questa stella? >>
Landon:<< Perché le ho fatto dare il tuo nome. E' qui. E' ufficiale.  E' sul registro internazionale astronomico. >> disse facendole vedere un altro foglio, su cui c'era scritto il nome della stella.
Jamie:<< E' meraviglioso. >> lo guardò negli occhi e poi gli disse:<<Ti amo.>>
Si baciarono.
Lui si fermò, chiedendole scusa per aver 'esagerato'.
Poi le chiese:<< Allora, qual è la numero 1? >>
Jamie:<< Sposarmi nella chiesa dove è cresciuta mia madre. E dove si è sposata con mio padre. >>
Si sorrisero. Lui le baciò una guancia."
Landon era più dolce di quello che pensavo.
Considerava Jamie 'diversa'.
Ma non diversa nel senso peggiore.
Era DIVERSA nel senso MIGLIORE. Per lui era MIGLIORE.
Mi ricordai di quando dovevo vedere Daniel la prima volta al parco.
"Sono sicura che lui è diverso." pensai quella volta.
L'ho sempre pensato, continuo a farlo.
Il fatto che pensavo a lui per ogni cosa mi preoccupò un po'. 
Ma decisi di non pensarci.. sempre se potevo davvero riuscirci.
<< Mamma, Jamie ha.. fiducia in me. Capisci? Mi fa venire voglia di essere... diverso.. migliore. >>
Dio, quel ragazzo aveva capito tutto del mio mondo, se la pensava così!
Però anche in quel caso, mi fece pensare a Daniel.
"Con te sono diverso.. tu mi fai essere migliore. Ed io non lo sono mai stato. Con te ho voglia di essere 'di più'." mi disse una volta Dan.
Ricordavo e ricordo ancora quelle parole, come se le avesse pronunciate ieri.
In realtà sono passati molti più anni e le cose sono cambiate parecchio, ma ora non è il momento di parlarne. Tempo al tempo.
Dan mi baciò sulla testa e mi strinse di più a se, come a non volermi far scappare.
"Quella sera Jamie e Landon uscirono. Lei era un po' strana.
Landon:<< Sei preoccupata per gli esami di ammissione al college? >>
Jamie:<< No. Io non andrò al college. >>
Landon:<< Credevo avessi detto.. >>
Jamie:<< No! L'hai interpretato tu. >> disse precedendolo.
Landon:<< Vuoi prenderti una pausa per fare il volontariato? >>
Jamie:<< No. >> disse soltanto.
Landon:<< Daccordo. Che cosa vuoi fare? >>
Jamie:<< Io sto male. >>
Landon:<< Vuoi che ti porti a casa? Ti sentirai meglio.. >>
Jamie:<< No, no, Landon! Sono malata. Ho la leucemia. >>
Lui sorrise, poi tornò serio.
Landon:<< No! Hai.. hai 18 anni, sei.. sei perfetta! >>
Jamie:<< No, non è così. L'ho scoperto 2 anni fa e adesso non rispondo più ai trattamenti. >>
Landon:<< Perché non me lo hai detto? >>
Jamie:<< Il dottore ha detto che avrei dovuto cercare di vivere una vita il più possibile normale e non volevo che le persone.. si comportassero in maniera pietosa con me. >>
Landon:<< Ti riferisci anche a me? >> disse subito, serio e abbastanza adirato.
Jamie:<< Soprattutto a te. >> disse iniziando a piangere.
Poi continuò:<< Landon ormai mi ero rassegnata, l'avevo accettato. Capisci? E poi sei arrivato tu. E non avevo bisogno di un altro motivo per essere arrabbiata con Dio. >> disse piangendo e scappando via.
Landon iniziò a piangere anche lui."
Lui era uno dei motivi per cui ce l'aveva con Dio.
Per cui ce l'avrebbe dovuta avere con il mondo intero.
Era arrivato lui e il suo mondo era cambiato radicalmente.
Come il mio era cambiato con l'arrivo di Dan.
Landon sconvolse il mondo di Jamie.
Daniel sconvolse il mio mondo.
Landon divenne tutto quello in cui credeva Jamie.
Daniel divenne tutto quello a cui credevo io.
Era strano pensarlo.
Ovviamente per lo stesso motivo di sempre.
ERAVAMO SOLO MIGLIORI AMICI.
Ma questo cosa importava?
Landon costruiva un telescopio per Jamie.
Daniel costruiva cose dentro di me che nemmeno sapeva.
"Jamie:<< Mi.. mi dispiace tanto, avrei dovuto dirtelo prima. >>
Landon:<< No, scusami tu, ti ho fatta stancare, ti ho fatto.. >>
Jamie:<< No, non è vero invece.. stare con te mi ha tenuta in salute più a lungo. >>
Lui esitò, poi disse:<< Hai paura? >>
Jamie:<< Da morire. >>
Landon stava quasi per piangere, quando lei gli disse:<< Sto scherzando.. >>
Landon:<< Non è divertente. >>
Si guardarono negli occhi.
Jamie:<< Ho soltanto paura di perdere te. >>
Landon:<< Questo non succederà mai. >> gli disse prendendo il suo viso fra le mani.
L'abbracciò e le sussurrò all'orecchio:<< Ci sarò. >>"
Erano andati contro tutti, per il loro amore.
Esistevano per amarsi.
Esistevano per far vivere l'altro.
"Se avessi dovuto trovare l'amore,avrei voluto fosse come il loro" mi ritrovai a pensare.
Andare contro tutti per una persona è la cosa più bella che si possa fare nella vita, dopo amare.
Affrontare qualunque cosa insieme.
Era quello il senso di una coppia di innamorati.
Jamie si sentì male, stette in ospedale a lungo e lui era lì ad affrontare tutto con lei.  Per lei.
Rimase, senza scappare via.
Ogni giorno in ospedale accanto al suo letto.
Senza mai arrendersi.
Stava lottando, anche se sapeva che forse fosse inutile.
Lei aveva il cancro, lui lo sapeva. E contro il cancro non hai via d'uscita.
Ma lui rimase, rimase ugualmente.
Voleva restare per l'amore che provava.
Quello si che era amore, AMORE VERO. L'amore dei film.
Quello che tutti desiderano.
Ma che è un tesoro troppo difficile da trovare.
"Landon:<< Mi ami? >>
Jamie:<< Sì. >>
Landon:<< La faresti una cosa per me? >>
Jamie:<< Qualsiasi cosa! >>
Landon:<< Vuoi sposarmi, Jamie? >>
Jamie:<< Sì.. >> disse baciandolo."
I due si sposarono.
Giurandosi di amarsi per il resto della vita.
Dopo poco tempo lei morì, ma lui non smise di lottare per l'amore che provava.
Lottava, cercando di non crollare senza lei.
Lottava, amandola sempre e comunque, anche se lei non c'era più.
Lottava, per quell'amore nato improvvisamente.. e che non smise mai di esistere.
<< Il nostro amore è come il vento: non lo vedo,ma lo percepisco. >>
Landon la amava, anche dopo quella che sarebbe dovuta essere la fine di tutto.
Ed io sentivo che avrei potuto lottare contro qualsiasi cosa, contro qualsiasi persona.. pur di non perdere Daniel.
Iniziai a credere che forse c'era qualcosa di più che mi legava a lui, ma non potevo permettermi di pensarci troppo.
Non l'avrei voluto perdere per niente al mondo.
Se essere solo migliori amici sarebbe servito, l'avrei fatto.
Sarei rimasta solo la piccola sorellina che non aveva mai avuto.
La sua migliore amica.
Mi imposi di provare a non pensarci, per il bene di entrambi.
Io ero immersa nei miei pensieri, intanto il film era finito.
Dan si alzò, mi guardò e mi prese la mando, facendomi alzare.
Daniel:"Bene, ora il film è finito.." disse caricandomi sulle spalle, salendo le scale.
Violet:"Cazzo, te la sei segnata davvero?"
Daniel:"Uhm... sì. E sarà la tua fine!"
Violet:"Davvero? E come vorresti fare scusa?" dissi con molta calma.
Non mi faceva per niente paura.
Daniel:"E' vero che non soffri il solletico, ma.. c'è qualcos'altro che soffri.." disse arrivando nella mia stanza.
Violet:"Daniel.. non fare cazzate! Stavolta mi vendicherò, se.."
Daniel:"Sì, sì, certo.. sto tremando!" disse non facendomi finire di parlare.
Mi gettò sul letto e si mise a cavaccioni sopra di me.
Lo faceva apposta?
Non era l'unico ad avere degli ormoni.
Violet:"Daniel, togliti di dosso.."
Daniel:"Prima faccio questo.." disse iniziando a baciarmi il collo.
Mille brividi mi percorsero la schiena e tutto il corpo.
Violet:"Daniel.. Daniel, che.. che intenzioni.. hai?" dissi quasi ansimando.
Porca trota.
Daniel:"Poi questo.." disse fingendo che io non avessi detto niente, iniziando a mordermi il collo.
Porca vacca in calore, lo faceva davvero apposta!
Violet:"Daniel, smettila.." dissi, cercando di essere il più concentrata possibile.
Avevo un dio greco a cavaccioni su di me.. come facevo a concentrarmi seriamente?
Daniel:"E questo.." disse iniziando a mordermi vicino al labbro.
No, ma va bè. Che cazzo faceva? >.<
Violet:"Ok, visto che.. che non ti levi da solo.. ti sdradico io, cozza!" dissi cercando di essere ancora una volta calma.
Iniziai ad alzare il bacino.
Poi iniziai a fargli il solletico.
Lo soffriva, lo soffriva eccome, e anche tanto!
Iniziò a ridere come un bambino, così la scena si capovolse.
Io ero a cavaccioni su di lui e lui sotto di me che rideva, rideva e rideva, senza smettere.
Daniel:"Ok.. ok.. Violet.. ba-basta!" disse ridendo e cercando di mettere insieme una frase sensata.
Violet:"Violet, basta....?"
Daniel:"Violet, basta per favore. Ti chiedo perdono!" disse ridendo ancora.
Ok,era bellissimo sottometterlo.
Iniziai a ridere anche io.
Poi lui mi guardò negli occhi, serio.
Mille brividi ripercorsero il mio corpo.
Ero 'sopra' di lui, che mi guardava negli occhi e mi provocava un maremoto nello stomaco.
Non era normale.
Si avvicinò a me.
Mi mise una mano sul volto, guardandomi ancora negli occhi.
Era a un passo dalle mie labbra.
I nostri respiri sembravano diventare uno solo.
 

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 Angolo autrice:

Hooooolaaaa chicooooosss (?)

Finalmente è arrivato anche il sesto capitolo c':

Che ne dite? Vi piace?

Grazie al film ho potuto scrivere cosa prova Violet,finaaaaalmeeenteeee *^*

Fatemi sapere cosa ne pensate,se vi piace o se vi fa schifo,accetto qualunque criticata,basta che sia costruttiva!

Pubblicherò il seguito lunedì prossimo,ciaaaaaau figonii c:

Ps. ringrazio le mie amate 'super mimi' e 'clara125' che sono costantemente presenti dal primo capitolo.

Grazie ragazze,di cuore 

Un bacio,Valentina. 

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Capitolo 7
*** Sognare equivale a morire. ***


Cosa stavo combinando?
Avevo detto a me stessa che avrei lasciato perdere qualsiasi cosa mi spiengesse ad andare oltre, e così avrei dovuto fare.
Mi alzai, rimettendo tra di noi la giusta distanza.
Violet:"Ehm.. dai, io ho sonno, vado a dormire." gli disse guardando dappertutto, tranne lui.
Daniel:"Sì, anche io.. vado a dormire sul divano."
Violet:"Oh.. ehm, sì.. come vuoi.." dissi quasi balbettando.
Dopo quello che era successo quel giorno, ci credo che non riuscivo a parlare.
Per due volte quel giorno, i nostri respiri si unirono.
Entrambe le volte, però, non eravamo andati oltre. 
Noi eravamo migliori amici, non potevamo andare oltre.
Credo che ne eravamo a conoscenza anche noi. Forse.
Mi misi il pigiama e poi andai a letto.
Ma non riuscivo a dormire: mi rigiravo e mi rigiravo ancora, su un fianco e poi sull'altro.
Perché stava succedendo tutto quello?
Credevo che forse stavo andando oltre, la mia mente pensava ad altro.
Un Daniel non amico, un di più.
Ma come facevo solo a pensarci?
Come riuscivo ad essere così idiota?
In quasi due anni io e Daniel eravamo sempre stati uniti, non c'eravamo mai divisi, per niente al mondo.
Avevamo sempre avuto un rapporto che faceva pensare a qualcosa di più, ma quel 'di più' non c'era mai stato fra noi.
E nel giro di 3 ore, mi ero trovata due volte a tremare per la sua vicinanza.
Mi provocava troppi brividi, e non potevo permettere che me ne provocasse altri.
A quel pensiero, mi addormentai.
 
Io. Daniel. Letto. Due labbra. Un bacio.
Io e Daniel nel letto con le labbra attaccate.
Daniel mi sussurrava cose dolci, mi diceva cose che forse non riuscivo nemmeno a capire.
Avevo il cuore che mi usciva dal petto, brividi lungo tutta la schiena, le mani che tremavano.
Avevo una dannata voglia di attacare ancora una volta le mie labbre alle sue.
Quelle labbra carnose che ti facevano voglia di baciarle tutto il giorno.
Daniel:"Ti amo, Violet. Ti amo."
 
Aprii gli occhi. Stavo sognando.
Avevo sognato me e Daniel. Un bacio. Emozioni mai provate prima e lui che mi diceva di amarmi.
Ma dannazione, quel sogno non mi aiutò molto. 
Io già ero fuori del tutto perché non riuscivo a capire dove cavolo voleva arrivare la mia testa, ci si metteva anche uno stupido, inutile e stupendo sogno di mezzo.. io sarei uscita pazza!
Me lo sentivo. Avrei dato i numeri nel giro di pochi giorni.
Vidi l'ora: 6.33.
Mi alzai e andai in cucina a bere.
Aprii il frigo, presi l'acqua e bevvi.
Posai la bottiglia e quando chiusi il frigo rischiai di morire.
Daniel in boxer che comparve nel buio inquietante della notte.
Era davvero stupendo. Ma a che cazzo pensavo? 
'Oh, Violet svegliati. E' Daniel. Il tuo migliore amico, ricordi? Basta pensieri strani.' mi dissi da sola.
Ok, aggiorniamo la lista: sogno, bacio, emozioni, pazzia, boxer, pensieri poco casti, DANIEL.
Ma lo faceva apposta? Mi sa di sì.
Violet:"Che cavolo ci fai qui? Mi hai spaventata.."
Daniel:"Scusa, non volevo. Avevo sete, quindi eccomi qui." disse strofinandosi gli occhi.
Avevo perso vent'anni di vita, cazzo.
Violet:"Ah ok. Io torno a dormire, tra un'ora devo risvegliarmi."
Daniel:"Va bene. E' tutto ok?" disse prendendomi un polso.
Violet:"Sì, tutto ok." dissi fingendo un sorriso e tornando di sopra nel mio letto.
Aveva anche capito che qualcosa non andava. Ottimo,direi.
Dovevo solo riuscire a non pensare al sogno, a lui in boxer e ai miei pensieri del cavolo. Facile, no?
Facile un cazzo. Stavo davvero pensando troppo, dovevo smetterla.
I miei pensieri non mi avevano mai portata da nessuna parte, ma io puntualmente seguivo tutto ciò che mi passava per la testa.
Ma quello non era il contesto giusto per seguire i miei pensieri. Insomma, era Daniel. Il mio Daniel.
Non potevo sognare di baciarlo; 
non potevo sognare un suo 'ti amo', che significava 'ti amo'; 
non potevo fare pensieri poco puri vedendolo in boxer; 
non potevo avere il cuore che mi usciva dal petto ogni volta che lui si avvicinava un po' di più;
non potevo avere sempre le mani che tremavano, ogni volta che lo guardavo;
non potevo avere sempre brividi per tutto il corpo ogni volta che lui mi sfiorava;
NON POTEVO PENSARE A TUTTO QUELLO, ERA UNA COSA TROPPO SBAGLIATA PERFINO PER ESSERE PENSATA.
Io e Daniel insieme era sbagliato.
Era il mio migliore amico e non avrei mai potuto pensare di perderlo solo perché ero andata oltre alla semplice amicizia.
Mi misi una mano sul cuore, che ancora batteva, e così mi addormentai.
 
 I'm standing on a bridge.
I'm waiting in the dark.
I thought that you'd be her by now.
There's nothing buy the rain..
no footsteps on the ground.
I'm listening but theres no sound.
Isn't anyone trying find me?
Won't somebody come take me home?
It's a damn cold night.
Trying to figure out this life:
won't you take me by the hand?
Take me somewhere new.
I don't know who you are,but I..
I'm with you. 
La mia sveglia risuonò nella mia stanza.
Mi alzai controvoglia, dirigendomi in bagno.
Sciacquai la faccia, lavai i denti e mi vestii.
Scesi le scale e vidi Dan che dormiva beatamente sul divano.
Sembrava un angelo. Era così dolce quando dormiva.
Scrollai la testa per far uscire quel pensiero, ma in realtà restò fermo lì dov'era.. senza mai andare via.
Era davvero stupendo, ed io non potevo fare a meno di pensarlo.
Mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio e poi uscii di casa.
Mentre mi dirigevo al supermercato, non potei fare a meno di pensarci ancora.
Dopo due anni, perché quella era l'unica volta in cui ci pensavo?
Non avevo mai fatto pensieri che andassero oltre, su Daniel.
Lo vedevo come un fratello, fino a quel momento.
Ma anche lui era diverso.
Insomma, avevo notato un suo cambiamento, ma non ci avevo mai pensato più di tanto.
Pensai semplicemente che mi sbagliavo.
Ma forse era realmente possibile che lui fosse diverso.
Lui si avvicinava a me. Era lui che metteva a contatto i nostri respiri.
Era lui mi provocava dei brividi, forse anche volendo. Forse era quello che voleva davvero.
Daniel avrebbe mai potuto provare qualcosa per me?
Scrollai la testa. Ma che cavolo di pensieri facevo?
Oltre al fatto che andavo oltre, anche che io gli piacessi.
No! Era davvero troppo. Forse la mia pazzia stava aumentando prima del previsto.
Sì, doveva essere per forza così.
Senza accorgermene arrivai.
Mi aspettavano 6 ore di scartavetramento di ovaie.
Scesi dall'abitacolo ed entrai.
 
12:56
Quattro minuti e avrei finito il primo turno.
La giornata era passata più veloce di quanto pensassi.
Le mie colleghe mi avevano fatto il sacrosanto favore di stare zitte, senza chiedermi niente di Daniel.
O almeno fino a quel momento.
Lauren:"Allora, come sta Daniel?"
Ma non potevo non pensare troppo?
Ogni mio pensiero doveva essere per forza qualcosa di cui mi sarei pentita?
Violet:"Bene." dissi semplicemente.
Non mi andava di parlare con Lauren, era troppo.. ehm.. troia?
Sì, forse quello era il termine adatto.
Non l'avevo mai sopportata, ma era una mia collega, quindi avevo sempre fatto il possibile per non darlo a vedere.
'Buongiorno','buonasera' e nient'altro. Nessuno mi obbligava ad andare oltre.
Lauren:"Dimmi un po'.. voi state insieme?"
Ma che cazzo gliene fregava?
Quella domanda arrivava proprio nel periodo meno adatto.
E poi.. cosa avrei dovuto dirle?
'No, non stiamo insieme. Siamo solo migliori amici.'?
Seh, così gli sarebbe saltato addosso appena l'avrebbe visto.
'Sì, stiamo insieme.'?
Era la risposta più adatta da dare: con Daniel non ci avrebbe parlato, la verità non l'avrebbe saputa e io l'avrei tenuta alla larga da lui.
Ma quanti problemi mi facevo? Mamma mia!
Violet:"Ehm.." il suono della fine del turno mi interruppe.
Lauren si alzò e andò via.
Salvata in calcio d'angolo.
Non volevo rispondere a quella domanda, punto.
Tornai a casa e Daniel non c'era.
'Sono tornato a casa, ci vediamo stasera.'
Aveva lasciato quel bigliettino sul frigo, sapendo che così l'avrei letto sicuramente.
 
Ero pronta per uscire di casa: 13.30
Quando ero giù di morale, quando avevo bisogno di pensare un po' o quando dovevo sfogare qualcosa andavo a correre.
E così feci quel giorno.
In pochi minuti raggiunsi il Track Park: il nostro posto.
Dove tutto nacque.
Dove ci fu la prima promessa.
Dove ci furono le prime lacrime.
L'inizio di tutto.
Forse quel posto non era il migliore, ma ero sicura che mi potesse aiutare.
Misi le cuffie e iniziai a correre.
Se Daniel avesse saputo tutto quello a cui pensavo, come avrebbe reagito?
E cosa più strana a cui pensare: avrei dovuto dirglielo?
E come?
Stop, Violet, stop!
No che non avrei dovuto dirglielo, sarebbe stata una catastrofe.
Ma come avrei dovuto agire allora?
Sarei arrivata a logorarmi il fegato, se non avessi reagito subito a quella situazione.
Va bè che il fegato me lo sarei logorato lo stesso, ma almeno avrei cercato un modo per non farlo.
E quel sogno? Cosa significava?
Mi avevano sempre detto "Ciò che sogni non è mai la vera realtà, succede sempre il contrario."
Quindi avevo sognato una cosa che non sarebbe successa né in cielo né in terra?
Forse quello era un segno, il problema era capire qual'era il senso.
O che non sarebbe successo mai e che quindi avrei dovuto abbandonare ogni pensiero che andasse oltre.
O che qualcosa sarebbe successa.
Daniel era davvero tutto quello che avevo, non potevo rischiare di perderlo solo perché mi stavo comportando come una ragazzina.
Sì, perché è quello che pensavo di me stessa.
Stavo diventando di nuovo una ragazzina, in preda agli ormoni.
Forse gli ormoni, forse no.. fatto stà che dovevo finirla di fare quei pensieri.
C'era sempre stato tutto quello tra di noi, quindi non avevo motivo di pensare a quelle cose.
Eppure avevo il cuore che mi scoppiava dal petto ogni volta che lui mi si avvicinava.
Mi era anche capitato di pensare che fosse diventato un treno in piena corsa.
Iniziai a correre molto più velocemente, per cercare di opprimere i pensieri.
Correre mi faceva bene: correvo e tutto il resto rimaneva all'esterno.
Tutto tranne lui.
Entrava nella mia testa una sola volta, perché poi non ne usciva più.
Era il mio primo ed ultimo pensiero.
E la cosa stava diventando più seria di quanto fosse.
Improvvisamente mi passò davanti agli occhi il sogno che avevo fatto.
Le sue labbra. Il suo 'ti amo'.
L'unico modo era fare come avevo sempre fatto prima di lui.
Chiudere tutto.
Chiudere ogni minimo di emozione.
Ma non ne avevo mai avuto il coraggio.
Non sapevo più come si viveva senza sentimenti.
E poi boom, botta alla milza.
Quando correvo troppo e sforzavo, ogni talvolta, il mio corpo più del dovuto, avevo dei dolori allucinanti alla milza.
Ma non mi era mai passata per la testa l'idea di fermarmi o di andare da un dottore e controllare il perché di quei dolori.
Ma c'erano molte cose di me a cui non davo molto importanza o a cui non davo una risposta.
Me ne fregavo alla grande su me stessa.
Fatto stà che dovetti farmarmi: barcollavo e avevo la vista appannata.
Ancora con l'affanno tornai a casa, feci una doccia e poi mangiai il minimo.
Tornai a lavoro felice di sapere che Lauren non avrebbe fatto quel turno.
Non volevo avere altre domande.
Mi bastavano quelle che avevo.
 
Daniel appoggiato alla sua auto con una camicia bianca che non lasciava spazio all'immaginazione.
Sarei potuta morire nel giro di pochi secondi, ma decisi di vivere.
Violet:"Hey, bel figone!" lui indicò se stesso con l'indice,corrugando la fronte,facendo un piccolo, ma visibile, sorrisetto.
Io continuai la mia frase:"Sì, dico a te! Sta' aspettando qualcuno?" gli dissi scherzando, avvicinandomi sempre di più a lui.
Daniel:"Oh, a dire la verità, sì. Sto aspettando una ragazza spettacolare che potrebbe far cadere ai suoi piedi chiunque." disse facendomi l'occhiolino.
Violet:"Dev'essere figa quanto te questa ragazza allora.."
Daniel:"E' moooolto più figa del sottoscritto"
Violet:"Chi sarebbe questa ragazza? Posso saperlo?"
Daniel:"La sto guardando in questo momento." disse mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.
Mi indicai con l'indice, imitando il gesto fatto da lui poco prima.
Fece 'sì' con il capo, sorridendo e facendo una faccia da cosa ovvia.
Violet:"Ma allora mentivi.." dissi facendo una finta faccia triste.
Daniel:"Cosa? Perché?"
Violet:"Hai detto che questa persona è molto più figa di te ed hai mentito." dissi mettendo un finto broncio.
Daniel:"Ah beh.. forse hai ragione.. avrei dovuto dire che è una figona assurda che ti lascia senza fiato ogni volta che la guardi" disse fiero della frase appena fatta.
Violet:"Ma smettila scemo" dissi ridendo e dandogli un colpetto alla spalla.
Iniziò a ridere.
Ahhhh, la sua risata.
'Mantieni la calma, Violet.' era diventato il mio motto.
Daniel:"Dai, andiamo a casa, ti cambi e ti porto in un posto" disse facendo una delle sue facce più sexy.
Ed ero sicura che avrei potuto stuprarlo in seduta stante.
Ma tralasciando quel particolare, mi limitai ai brividi.
Violet:"Chiedere 'dove' sarebbe inutile, vero?"
Daniel:"Brava! Visto piccola? Impari. Ora sbrigati che prima facciamo, prima vedi dove voglio portarti"
Piccola? Sì, ok, sarei morta sicuramente se la serata fosse continuata così.
Violet:"Vaaaabbeeeeneeee" dissi, cercando di essere il più distaccata possibile.
Sempre se fosse possibile, ovviamente.

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	 Angolo autrice:

Ah, finalmente è arrivato anche questo settimo capitolo.. ce l'ho fatta :D

Spero vi sia piaciuto.. amo scrivere della confusione di Violet *^*

Al prossimo capitolo.. un bacio, Valentina.

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Capitolo 8
*** Amore amaro. ***


 Forse è proprio questo il grande male che schiaccia l'umanità:
non il dolore, ma la paura che le impedisce di essere felice. 
- Sándor Márai.
 
Violet:"Dai Daniel,quanto manca? Non la sopporto più questa benda."
Daniel:"Un altro po'.. dai,tieni duro. Ne sarà valsa la pena."
Mi aveva bendata durante tutto il tragitto, per non farmi capire dove stessimo andando.
Mi aveva solo detto che sarebbe stata una cosa che mi sarebbe piaciuta molto.
Un'informazione, a dir poco, inutile direi.
Daniel:"Siamo arrivati." disse scendendo dall'abitacolo e aprendomi la portiera.
Violet:"Posso toglierla?" dissi riferendomi alla benda.
Daniel:"No,non ancora.. te lo dirò io quando. Vieni.." disse prendendomi le spalle, facendomi camminare.
Facevo molta attenzione a dove mettevo i piedi, non volevo rompermi le ossa quella sera.
Daniel:"Ora puoi toglierla.." disse fermandomi.
Tolsi la benda e rimasi senza parole.
Violet:"Ma.."
Daniel:"Oggi è il tuo onomastico, e tu ovviamente te ne sei dimenticata, ma io no.." disse guardandomi,
per poi continuare:"Non.. non stiamo insieme.. ma da bravo.. migliore amico ho voluto farti questa sorpresa."
Violet:"Sei dolcissimo!" dissi saltandogli, letteralmente, addosso.
Mi aveva portato in una distesa tutta verde, aveva fatto incidere un cuore sull'erba e un 'Ti voglio bene' gigantesco all'interno di esso,
aveva messo un palloncino grandissimo vicino al cuore, anch'esso della medesima forma, con sopra scritto 'Il mio cuore è attaccato al tuo'.
Il tutto illuminato da alcuni faretti.
In più, c'era un tavolo già preparato vicino a tutta quella meraviglia: candela, una pacchettino, una rosa rossa e dei coperchi sui piatti.
Era stato davvero meraviglioso ed io stavo per sciogliermi.
Quel 'non stiamo insieme' mi fece quasi morire, persi un battito, ma sentirgli dire 'da bravo migliore amico' me ne fece perdere altri due.
Tutto quello non mi aiutava per niente, però era stato davvero un angelo ad organizzare una cosa del genere ed io dovetti far finta che l'uragano che avevo nel mio stomaco non esistesse.
Violet:"Ti ringrazio piccolo panda, sei tutta la mia vita." gli dissi stringendolo.
Lo sentii sorridere.
Daniel:"Non ringraziarmi, questo ed altro per la mia.. migliore amica.." disse, fermandosi però alla fine.
'Migliore amica' già.
In quel periodo l'avevo dimenticato molte volte che eravamo migliori amici e niente di più.
Ci sedemmo al tavolo e mi disse di aprire quel famoso pacchettino che avevo visto poco prima.
Era una collana stupenda col segno dell'infinito, con il suo e il mio nome sui lati. 
Daniel:"Non è finita qua.."
Violet:"Come non è finita qua? Cos'altro hai fatto?" dissi quasi preoccupata.
Non volevo morire quella sera, ma lui ci si metteva quasi d'impegno.
Daniel:"Non poteva mica mancare questa.." disse prendendo una scatola sotto il tavolo.
Me la porse ed io la aprii.
Era una nostra foto, di pochi mesi prima, che ci fece sua madre a Capodanno.
Io e lui accoccolati sul divano che dormivamo.
Era davvero stupendo.
Violet:"Hai deciso di farmi piangere stasera, dì la verità.." dissi guardando ancora la foto.
Quello era stato uno dei Capodanni più importanti della mia vita.
Uno dei pochi, o forse l'unico, che passavo con qualcuno che mi voleva bene.
Sì, era stato decisamente l'unico.
Il primo Capodanno insieme.
Trascorsi tutte le feste a casa sua, con lui e sua madre, e non ero mai stata più felice di quelle settimane.
Era davvero tutto perfettamente come doveva essere e quella foto mi riportava migliaia di ricordi.
Daniel:"Non piangere dai, il mio intento era farti ricordare un po' di belli momenti insieme.."
Violet:"Ci sei riuscito benissimo.. sei.. sei il migliore amico migliore del mondo.." dissi, pronunciando difficilmente quelle due parole.
Mi abbracciò e ricambiai quell'abbraccio, ma il mio umore cambio leggermente.
Sentivo troppe cose a cui non sapevo dare una spiegazione, dovevo trovare una soluzione per non far male nessuno dei due.
 
Certe cose, non so come dire, te le senti. 
Ti senti che c’è qualcosa, che non sai bene cosa. 
Ti senti che vorresti, ma non puoi. 
Ma se vuoi, puoi? 
Mah, io mica l’ho mai capita quella storia lì.
- Diletta Parlangeli.
 
Eravamo in macchina per tornare a casa.
Il giorno dopo dovevo andare a lavoro quindi Daniel decise di tornare a casa un po' prima.
Nel tragitto per tornare a casa ripensai a tutta la serata.
Avevamo parlato, mangiato e ballato.
Mi aveva chiesto di ballare un lento ed io dovetti accettare.
La canzone di sottofondo non migliorava la situazione: My heart will go on.
Mi aveva fatto, ancora una volta, uscire il cuore fuori dal petto.
Mi aveva provocato altri mille brividi.
Mi aveva fatta tremare.
Mi aveva abbracciata ed era riuscito ad impnotizzarmi.
Quando si staccò da me ero ancora in trans.
Mi aveva sorriso ed io mi ero sciolta come il ghiaccio si scioglie al sole.
Daniel:"Hey Violet, siamo arrivati.." disse svegliandomi dai miei pensieri.
Violet:"Ah, sì.." dissi frastornata.
Daniel:"Stai bene? Hai la testa da un'altra parte.."
Violet:"Oh no, ho solo un po' di sonno." mentii.
Daniel:"Ah, vabbene. Vuoi che ti accompagni?"
Violet:"Se vuoi dormire qui per me va bene, sennò non preoccuparti."
Daniel:"Vabbene, andiamo allora.." disse aprendo lo sportello.
Aprii la porta, entrammo e il buio ci invase.
Daniel mi mise le mani sui fianchi e sentivo il suo fiato dritto sul mio collo.
Io ero agitatissima e il cuore pompava come non mai.
Daniel:"Ci sono qua io, non avere paura piccola."
Credeva avessi paura del buio e ciò mi salvò.
Mi cinse da dietro e mi "fece strada".
Non sapeva che conoscevo casa mia come le mie tasche.
Ma stetti zitta: quel tocco mi fece impazzire.
Forse assecondarlo era l'unica cosa che potevo fare.
In poco tempo arrivammo al piano di sopra, appena varcai la soglia della mia camara Daniel mi fece voltare verso di lui e i nostri visi erano vicinissimi.
Ci dividevano i millesimi, o forse nemmeno.
Il mio respiro si fece affannato, fin troppo.
Non era normale tutto ciò, era davvero inverosimile una cosa del genere.
Daniel:"Sai di essere la mia vita?"
Tu sai di essere tutto ciò che disidero?
Violet:"Mh, credo che tu me l'abbia già detto, quindi sì.. lo so.." dissi facendo finta che fosse una frase 'normale'.
In realtà avevo gli elefanti nello stomaco che ballavano una tarantella (?)
Potei vedere Daniel cambiare espressione dopo la mia frase, sembrava deluso.
Come se si aspettasse qualcos'altro.
Imprigionò il mio volto con le sue mani e mi guardò dritto negli occhi.
Aveva il fiato corto e la faccia seria.
Poi improvvisamente si staccò.
Daniel:"Oh.. aspetta un attimo, mi sta vibrando il telefono.." disse prendendolo dalla tasca.
Strano, non avevo sentito nessun rumore di vibrazione, ma va bè.
Stava succedendo qualcosa, ma non capivo cosa.
Ero come in una bolla di vetro.
Daniel:"E' mia madre, mi ha chiesto di tornare a casa. Scusa, ma devo andare." disse poco dopo.
Violet:"Oh, va bene. Non preoccuparti, va' pure.."
Forse fu un bene.
Daniel:"Ehm, sì.. io vado, buonanotte Violet." disse guardandomi appena.
Violet:"Buonanotte Daniel." dissi con una voce che non saprei spiegare nemmeno io.
Lo vidi andare via e diventai improvvisamente triste.
Tutta quella situazione non mi faceva per niente bene.
Dovevo fare qualcosa e la dovevo fare subito.
Il giorno seguente, dopo il primo turno, sarei andata casa sua a parlarci, era l'unico modo di smetterla con quel tormento.
Mi misi il pigiama, mi fiondai sotto le lenzuola e con il pensiero di Daniel in testa, mi addormentai.
 
Insomma la paura è una brutta bestia. 
Senza paura uno finisce che si sente invincibile. 
E quando ti ci senti lei arriva. 
Perché lo sa, la bastarda. 
Si insinua, piano piano. 
Alza la scacchiera da un angolo e manda tutto a puttane. 
Re, regine e pure i cavalli. 
Niente alfieri né torri: tutti giù ruzzoloni. 
E la partita è da rifare.
Tutta da rifare. 
Chissà se l’hai vista la paura. 
Io non la vedo mai, al massimo la sento.
- Diletta Parlangeli.
 
Quando la sveglia suonò, io ero già sveglia da un bel po'.
Quella notte non dormii per niente, avevo lo stomaco corrugato.
Avevo paura per ciò che avevo deciso, per ciò che avrei detto a Daniel.
Avevo paura per quello che avrebbe fatto dopo averlo saputo.
Ma io dovevo, dovevo parlargli assolutamente.
Non potevo continuare in quello stato.
Quando andai in bagno per la solita routine post-sveglia e vidi la mia immagine riflessa nello specchio, mi feci impressione da sola.
Avevo delle occhiaie nere da far paura, un viso afflosciato e triste.
Sembravo un ottantenne prossima alla morte.
Quello mi fece convincere ancor di più a parlare con Daniel.
Dovevo mettere fine a tutto quello strazio.
Feci tutto in fretta, per poco non mi rompevo le ossa della testa per scendere le scale di casa, ma son dettagli.
Arrivai a lavoro e sperai che il tempo volasse, come le foglie volano in autunno.
 
12:50
Sembrava che il tempo non passasse più, quella mattinata era stata davvero lunga e straziante.
Stavo impazzendo.
Le persone parlavano, parlavano e parlavano, ma io non sentivo nessuno di loro.
I miei pensieri avevano più voce di tutti loro messi insieme.
Devo dire che erano dei gran urlatori.
E come se non bastasse Lauren mi aveva intasata di domande.
Visto che lì nessuno conosceva il detto 'Se i cazzi tuoi ti fai, cento anni camperai', le altre commesse le avevano detto che il giorno precedente mi venne a prendere lui a lavoro.
Più cercavo di non pensarci e più gli altri mi tormentavano.
All'improvviso, però, una canzone mi svegliò dai miei pensieri: Alex Britti risuonava in tutto il supermercato.
 
Accettami così.
Ti prego non guardare: 
nella mia testa c'è un mondo da ignorare.
Voglio che tu sia mia complice discreta,
accettami e sarai la mia bambola di seta.
 
Mi ritrovai a cantare, senza volerlo.
Era la nostra canzone.
 
Accettami e vedrai, andremo fino in fondo.
Non pensare a cosa è giusto e a cosa sta cambiando.
Andiamo al polo nord o al sud se preferisci.
Accettami, ti prego dimmi che ci riesci.
Non ho detto mai di essere perfetto,
se vuoi ti aiuto io a scoprire ogni mio difetto.
Se ne trovi di più, ancora mi sta bene..
basta che restiamo ancora così insieme.
Amo, amo..
è qualcosa che si muove,
su e giù per lo stomaco,
più freddo della neve.
Amo, amo..
è un buco alla ciambella,
la sua dolcezza effimera la rende così bella.
 
Continuai a cantare, piano, senza farmi sentire da nessuno, come se la stessi cantando a me stessa.
E forse era realmente così.
Ricordavo ancora la prima volta che mi dedicò quella canzone.
Eravamo in piscina, e mentre ci sghizzavamo Daniel diventò improvvisamente serio.
Mi fece segno di stare zitta e poi mi disse:"Ascolta.."
Mi guardò negli occhi e poi continuò:"Questa è per te. E' nostra."
Quella era la nostra canzone, lo era da sempre.
 
Accettami e vedrai,
insieme cresceremo.
Qualche metro in più il cielo toccheremo:
più alti dei giganti,
più forti di godzilla.
Faremo una crociera su una nave tutta gialla.
Andremo su un'isola che sembra disegnata,
con colori enormi e un mare da sfilata.
Per quanto mi riguarda ho fatto già il biglietto,
ti prego non lasciarlo accanto a un sogno in un cassetto.
Amo, amo..
è qualcosa di speciale.
Su e giù per lo stomaco,
è come un temporale.
Amo, amo..
è il sugo sulla pasta:
finché non è finito non saprò mai dire basta.
Amo, amo..
è un dono di natura.
Perché la nostra storia non è solo un'avventura.
Amo, amo..
è una semplice canzone,
che serve a me per dirti che sei una su un milione.
 
La canzone finì, proprio come il primo turno.
La nostra canzone si impossessò di me e io poco dopo avrei dovuto parlare con Daniel.
Di male in peggio.
Ma dovevo e l'avrei fatto.
Raggiunsi la mia auto e in un batter d'occhi ero già fuori casa di Daniel.
Bussai e dopo pochi secondi mi aprì sua madre.
Violet:"Signora Allison, salve, c'è Daniel in casa? Dovrei dirgli una cosa importante."
Allison:"Oh, Violet mi dispiace ma Daniel è fuori casa da stanotte. Pensavo dormisse da te, invece è arrivato e dopo circa mezz'ora è andato di nuovo via.
Se vuoi, però, puoi aspettare e vedere se arriva." disse dolcemente.
Come pensava che dormisse da me?
Daniel aveva detto che sua madre lo voleva a casa.. ma.. cioè.. mi aveva mentito.
Perché? Che motivo aveva?
Violet:"Oh, se non le è di disturbo.."
Allison:"Violet ci conosciamo da due anni ormai, non sei per niente di disturbo.. e puoi darmi del tu." disse sorridendomi.
Violet:"Grazie signora Allison.. oh, volevo dire Alli.. va bene così?" dissi sorridendole a mia volta.
La mamma di Daniel rise e poi mi fece entrare.
Perché mi aveva detto una cazzata?
Perché porca vacca? Perché?
Tra domande varie, l'incazzatura che mi arrivava al cervello e i vari pensieri, arrivai alla porta della sua camera.
Appena varcai la soglia vidi sul suo comodino una nostra foto: la stessa che avevo anch'io sul mio.
Sorrisi. Ma poi l'incazzatura prese il sopravvento.
Volevo sapere perché mi aveva mentito.
DOVEVO SAPERE PERCHE' MI AVEVA MENTITO.
Girai un po' per la stanza, quando vidi sulla sua scrivania un quaderno-diario.
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima, ed io sono nudo dinanzi a te."
Daniel l'aveva scritto come titolo.
Cosa ci aveva scritto dentro?
Sono consapevole tutt'oggi che non si leggono le cose altrui, ma quel giorno la curiosità si impossessò di me.
Aprii il quaderno-diario e sulla prima pagina c'era scritta una frase.
"Amore amore, amore amaro, amore mio.
Amore che potrà fermare solo Dio.
Ma questo amore senza cielo volerà, nelle tue mani.
Amore senza, amore, amore che non ho.
Amore che non vincerà se tu non vuoi.
Amore grande, chiuso dentro una bugia.
Senza domani.
Ti amo ma non lo saprai mai, resterà dentro di me, Violet."
 
E ovunque andrò, ovunque andrò
quella paura tornerà domani, domani.
E ovunque andrai, ovunque andrà 
tu stai sicuro e stringi i tuoi perché.
Perché l'errore non esiste.
La paura non esiste.
Perché chi odia sai può fingere,
solo per vederti piangere.
Ma io ti amerò.
 
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 Angolo autrice:

Buonsalveeeeee a tuttiiii (?)

Alloraaa?

Che vi pare?

Spero vi sia piaciuto, se è così fatemelo sapere recensendo :D

Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà pieno zeppo dei sentimenti di Daniel *^*

Un bacio a tutti, Valentina. 

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