There's no happy ending for us

di NellieLestrangeLovett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


There’s no happy ending for us
 
Capitolo 1
 
Enjolras camminava per le strade di Parigi, quelle stesse strade che presto sarebbero state teatro della più grande rivoluzione che il mondo avrebbe mai conosciuto. Il popolo era pronto a ribellarsi, lui e i suoi amici dell’ABC Cafè stavano organizzando la rivolta da mesi e quelle che un tempo erano solo parole vuote si stavano progressivamente trasformando in fatti veri e propri. Avevano le armi, erano determinati e coraggiosi.
 
Coraggio, la virtù che il giovane studente apprezzava di più in un uomo. In fondo era cresciuto con le notizie della Rivoluzione Francese che sconvolgeva tutta la nazione e a scuola non avevano fatto che inculcargli quegli ideali di libertà e democrazia fino a quando arrivò a sentirli come suoi. Lui e gli altri credevano in quello per cui combattevano, e questo li rendeva ben più forti e valorosi di qualsiasi fantoccio della monarchia.
 
Non aveva paura di cadere in battaglia, se l’avesse fatto lottando per la sua patria avrebbe accolto la morte con una vecchia amica. Tutto, pur di garantire alla Francia un futuro di eguaglianza.
 
Vide fra la folla Marius, suo compagno di mille avventure, e gli si avvicinò. Il giovane stava fissando qualcosa che lui da lì non riusciva a vedere ed era in compagnia di una ragazza.
 
Appena Enjolras li raggiunse, i due si voltarono ed il giovane rimase a bocca aperta. La fanciulla che si era trovato davanti era la più bella creatura sulla quale il suo sguardo si era mai posato. Le belle guance pallide baciate dal sole parigino di quel giorno arrossirono e i suoi occhi scuri si abbassarono. Nonostante fosse vestita praticamente di stracci, era più elegante di una regina e i suoi lunghi capelli castani brillarono alla luce del giorno.
 
Sembrava che tutto fosse diventato meno importante, in quel momento, che anche la barricata, la repubblica, Lamarque e tutto quello per cui il ragazzo era convinto di vivere non fossero che ricordi lontani. Il cuore gli batteva all’impazzata e il sangue gli ribolliva nelle vene. Mai nella sua vita gli era capitato di provare un’emozione del genere.
 
“Éponine!” esclamò una profonda voce maschile e la ragazza si voltò e, rivolgendo un ultimo sguardo ai due, corse via.
 
“Chi è quella fanciulla?” chiese Enjolras all’amico, che però non rispose, intento com’era ad osservare un’altra giovane donna dai capelli dorati dall’altra parte della strada, la cui bellezza non era nemmeno lontanamente paragonabile alla mora che lo aveva colpito così nel profondo, accompagnata da un vecchio signore ben vestito.
 
Qualcosa stava accadendo lì in un angolo, si sentiva qualcuno che urlava. Poi una voce di donna strillò: “Scappate! La polizia, arriva l’ispettore Javert!”.
 
Tutti i presenti si affrettarono ad allontanarsi, temendo di finire nei guai. Anche lui e Marius furono costretti ad allontanarsi, proprio quando da lontano spuntarono le sagome del capo delle forze dell’ordine della città e un’altra decina di sbirri. I due studenti fuggirono a gambe levate e non di fermarono fino a quando non furono sicuri di essere ben distanti. Non volevano causare danni, non ancora. Presto sarebbero stati pronti ad attaccare, ma bisognava aspettare ancora qualche giorno.
 
Sicuri di essere salvi, Enjolras ripetè la sua domanda.
 
“Si chiama Éponine Thénardier, è la sorella di Gavroche” rispose Marius fra un respiro e l’altro, cercando di riprendersi dalla lunga corsa che i due avevano appena intrapreso.
 
“La… sorella di Gavroche?”. Detto in tutta sincerità, non sapeva nemmeno che Gavroche avesse una sorella, o più semplicemente una famiglia. A nessun bambino di dieci anni con dei bravi genitori sarebbe permesso di vagare per le strade della capitale in compagnia di un gruppo di giovani rivoluzionari. Credeva che fosse orfano.
 
Marius annuì distrattamente mentre si incamminavano verso l’ABC Cafè, pronti ad incontrarsi con gli altri.
 
Éponine si disse il ragazzo nella sua mente, come se volesse scolpire indebilmente quel nome Éponine Thénardier.

Ok, la stesura di questa storia si è svolta più o meno così:
 
ENJOLRAS: Nellie, amore mio, non puoi shipparmi con Éponine! Io amo solo te!
IO:Oh, Enjolras ti amo anche io, lo sai che vorrei shipparti con me, ma per QUALCHE MOTIVO non sono nel film, quindi dovevo shipparti con lei, siete i miei personaggi preferiti!

Ok, dopo questo momento di sclero in cui descrivo il mio rapporto con Enjolras (e con Aaron Tveit ovviamente) voglio dire che ho scritto questa storia dopo aver visto due volte il film di Les Misérables e mi sono inventata questa malsana coppia che secondo me sarebbe stata fin troppo bella nella storia! E A MORTE MARIUS!! 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

“Sono senza parole, sconvolto” esclamò Grantaire ingurgitando metà del suo boccale di vino in solo sorso. “Marius è davvero innamorato… non credo di avergli mai sentito dire certe parole”.

Molti dei presenti all’ABC Cafè, scossero la testa nello stesso momento, ma con un sorriso sulle labbra. Conoscevano bene Grantaire, era come un fratello per loro, e sapevano che quando alzava troppo il gomito, cosa che accadeva spesso, tendeva ad essere piuttosto teatrale.

“Tu” continuò  lo studente puntando un dito contro Enjolras, seduto accanto a Courfeyrac “Parli di grandi cambiamenti e rivoluzioni e lui arriva come se fosse don Juan… questa è davvero meglio di un’opera!” canticchiò.

Molti applaudirono ridendo, ma lui era serissimo. Marius non era l’unico innamorato, ma era così stupido da darlo a vedere. Nella mente di Enjolras brillavano ancora un paio di occhi scuri, un paio di capelli bruni e un nome. Éponine Thénardier. La sua immagine lo tormentava fino alla pazzia, distogliendolo dai suoi sacri ideali.

“Enjolras, amico mio” gli si avvicinò Grantaire sorridendo “Prendi un po’ di vino, sembri cupo questa sera”

Lo studente scosse la testa. Quello che ci mancava era proprio che l’alcool lo inebriasse. Si mise in piedi su un tavolo, attirando l’attenzione di tutti. “E’ ora di decidere chi siamo e per che cosa lottiamo. È forse questo solo un gioco per noi giovani ricchi? Beh, per me non lo è!” poi si rivolse all’amico, che se ne stava appoggiato con la schiena contro il muro in un angolo, senza parlare.

“Marius, non sei più un bambino, non dubito che le tue intenzioni siano buone, ma ora c’è qualcosa di più importante per tutti noi. A chi importa della tua anima solitaria? Abbiamo un obbiettivo più grande!”

Per un attimo si chiese se stava effettivamente parlando con Pontmercy o con se stesso.

“Le nostre insignificanti vite non contano” terminò alzando un braccio al cielo, riempiendo i cuori degli altri di speranza e forza di volontà con quel gesto rivoluzionario. Molti gridarono, altri brindarono alla Francia libera dei loro sogni. Il ragazzo sorrise davanti a quell’entusiasmo, a che gli serviva l’amore quando aveva qualcosa per cui lottare?

E in quel momento Gavroche fece il suo ingresso all’ABC, gridando con la sua vocetta stridula di bambino per farsi ascoltare. “Il Generale Lamarque è morto” annunciò e il locale si fece immensamente silenzioso. Tutti gli occhi si spostarono dal piccolo monello di strada a lui, Enjolras. Era il capo, quello che li guidava e li animava con il suo spirito libertino. E ora toccava a lui prendere una decisione.

“Questo è un segno!” disse “Sulla sua tomba noi costruiremo la nostra barricata. Il popolo insorgerà al nostro fianco e finalmente ci ribelleremo!”.

In quel momento il suo sguardo si posò sulle scale che conducevano al piano inferiore e il suo cuore saltò un paio di battiti. Lì, sporgendosi come se stesse cercando qualcuno, Éponine Thénardier aveva fatto la sua silenziosa comparsa.

Dall’espressione sul bel viso lo studente capì che non stava tentando di trovare lui, come aveva sperato, bensì Marius, che appena la vide a sua volta le andò in contro. I due si scambiarono qualche parola fugace prima di sparire.

In un attimo il giovane rivoluzionario comprese tutto: lei amava Marius, ma Marius amava un’altra. E lui? Lui di certo aveva scoperto un nuovo nemico che non fosse la monarchia. 


Ed ecco qui il secondo capitolo, dove ho cercato di tradurre alla meno peggio "Red and Black"... lasciamo perdere... Vabbè vabbè, Enjolras innamorato è tanto tenero :3 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Si sentiva una ritmica marcia in lontananza, eco dei loro cuori che battevano all’impazzata dietro alla barricata. Il giorno che avrebbe segnato la loro libertà era finalmente arrivato.

Enjolras fissò uno a uno i visi tesi dei suoi compagni, accovacciati accanto a lui puntando le loro armi oltre quell’ammasso informe di mobili e atri oggetti.

C’era Marius, che sembrava aver dimenticato la sua amata fanciulla e inforcava il fucile con determinazione.

C’era Grantaire, che stava bevendo l’ultimo sorso di vino prima di prepararsi alla battaglia. Per la prima volta nella sua vita, appariva spaventato, anche se non si sarebbe mai tirato indietro.

C’era Courfeyrac e come sempre, al suo fianco, il piccolo Gavroche, che si era voluto unire nonostante molti gli avessero intimato di starsene lontano.

Sì, les amis de l’ABC Cafè erano tutti presenti e pronti.

E poi Enjolras riconobbe un altro viso, sotto un cappellino sporco che nascondeva dei voluminosi capelli castani. Un paio di occhi scuri che si spostavano in ogni direzione, pieni di ansia. Anche vestita da uomo Éponine per lui era perfetta e si concesse qualche attimo per osservarla, prima di riscuotersi.

Non doveva trovarsi lì, era pericoloso, sarebbe rimasta ferita… o peggio ancora…

“Èp…” le sue parole vennero coperte da un ordine che proveniva dall’altra parte delle barricate: “Puntate!”

I militari erano arrivati. “FUOCO!” gridò il comandante.

“FUOCO!” gridò a sua volta il giovane e il rumore di spari fu l’unico suono a riempire l’aria, oltre a qualche occasionale urlo.

Enjolras vide Marius arrampicarsi sui mobili fino a raggiungere la cima di quella muraglia improvvisata, seguito a ruota dalla fanciulla.

Vide un soldato puntare addosso al suo amico la sua arma ed era sul punto di sparare quando Èponine afferrò la canna del fucile, a pochi centimetri dal corpo di Marius, se lo puntò al petto e…

“NO!”

Uccise il militare che aveva colpito la sua amata e poi le si inginocchiò accanto.

Il cappello le era caduto sciogliendo al vento i suoi capelli, che le coprivano parte della faccia. Gli occhi non brillavano più, ma erano opachi e spenti, tuttavia respirava. C’era ancora speranza.

“Èponine… no, posso ancora salvarti!” fece per prenderla ma lei gli appoggiò debolmente una mano sul braccio, fermandolo.

Sorrideva, non sembrava spaventata nonostante il sangue sgorgasse copioso dalla ferita che aveva nel petto.

“D-ditemi il vostro nome” ansimò.

“Enjolras” rispose lui, piangendo. “Sono Enjolras, Èponine”

“Enjolras” ripetè la ragazza in un sospiro. “Vi… vi prego… stringetemi… ho freddo”

Lo studente obbedì, compiendo quel gesto che sognava di fare, e che sembrava per qualche strana e insensata ragione ancora più bello.

“En…jol…” il respiro diventava sempre più affannato eppure la sua espressione era pacifica. “…ras” concluse. Chiuse gli occhi irrigidendosi.

Lui aveva capito che era finita. Si chinò su di lei, baciando quelle labbra gelide con dolcezza, bagnandola delle sue lacrime. Poi si rialzò, lasciando che due volontari portassero via il cadavere. Il loro primo e ultimo bacio.

Courfeyrac stringeva Gavroche, che strillava e piangeva disperato, cercando di divincolarsi per andare ad abbracciare sua sorella.

Marius era in piedi in un angolo e guardava cupo quella scena, gli occhi lucidi.

Enjolras era pronto a riprendere la battaglia, ma sapeva che avrebbe combattuto per quella giovane che gli aveva portato via il cuore. E se fosse morto, ne sarebbe stato felice perché finalmente si sarebbe ricongiunto a lei. Avrebbe combattuto, combattuto fino allo stremo. Per Èponine, perché non c’era nessun lieto fine per loro.  


Ed ecco qua la fine di questa long che tanto long non è! Ho modificato un po' la scena del film e del musical, ma ho lasciato che Èponine salvasse Marius (STUPIDO BRUTTO IDIOTA *****************) ma è Enjolras l'ultima persona con cui parla... sigh... 

Voglio dedicare alla mia carissima LovelySev394 questa storia, perchè mi ha sostenuto fino alla fine. Grazie mille sorellina!! <3 <3 

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