Happy birthday Draco di rossellatrix (/viewuser.php?uid=30921)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo. ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto. ***
Capitolo 1 *** capitolo primo ***
Happy birthday Draco
Happy birthday Draco
Capitolo
primo.
Tutto ebbe inizio quasi 17 anni
fa, quando nacque, fra le grinfie d’illustrissimi purosangue, il più terribile
fra gli angeli, il più ricco fra i poveri e il più povero fra i ricchi. Fin
dalla nascita fu educato ad ammirare i ricchi purosangue, come lui, e a
disprezzare i poveri mezzosangue e i Potter! Quest’ancora innocente creatura
prese il nome di una delle più belle costellazioni, Draco, ma nessuna delle
stelle che la componevano brillava quanto lui.
Giorno 9 novembre. Hogwarts.
Dormitorio dei Serpeverde.
DRIIIIN!!!! «Mmmmmh...Tiger...la...sveglia...».
Grugnì
un ragazzo sotto le coperte, da cui si scorgeva solo un ciuffo biondo pallido
illuminato dal primo raggio di sole proveniente dalla finestra di fronte al suo
letto.
Al
terribile suono della sveglia rinvenì tutto il dormitorio maschile, ma nessuno
ebbe il coraggio di alzarsi, tranne il povero Tiger, che percorreva a fatica la
strada che separava il suo letto da quell’irritante arnese il cui rumore
continuava a rimbombare nelle orecchie dei vili
Serpeverde.
Dopo
aver staccato la sveglia, bersaglio prediletto di maledizioni lanciate da tutti
i presenti, Tiger fece per tornare a letto, ma non arrivò neanche a poggiare la
testa sul suo agognato cuscino perché fermato dalla vista del suo orologio che
segnava le 7:55, ciò vuol dire che aveva solo 5 minuti per vestirsi, e a quel
ritmo non ce l’avrebbe mai fatta. Draco, appena pronto aspettò controvoglia i
due tirapiedi fuori del dormitorio, ma stufatosi di aspettare decise di andare a
fare colazione da solo. Voltato l’angolo del corridoio vide quattro facce
familiari, quelle di Potter insieme alla sua miserabile fidanzatina Weasley, di
quel beota morto di fame del suo fratellino e della sapientona Granger che si
tenevano per mano.
Quale
hobby più divertente la mattina prima di colazione, se non quello di insultare
quei poveri babbei!
«Oh!
Ma come siete carini mano nella mano Weasley, potreste sembrare una coppia
normale, se non fosse per il fatto che tu sei un sudicio pezzente e la tua
amichetta una insopportabile so-tutto! » esordì Draco spuntando in mezzo ai due
facendoli separare.
«Sparisci
Malfoy! » rispose irritata Hermione.
«Suvvia
Granger era solo un piccolo apprezzamento per rallegrarvi la giornata!» replicò
Draco fissandola intensamente. Hermione sembrò perdersi in quegli occhi così
intensi per un attimo, ma si allontanò stringendo la mano più forte di prima a
Ron e lanciando un’ultimo sguardo di disprezzo a Draco.
Quest’ultimo
s’ incamminò nella stessa direzione dei quattro ma questa volta insieme a Tiger
e Goyle che l’avevano finalmente raggiunto.
Entrati
nella sala grande presero posto al tavolo dei Serpeverde nell’ultimo spazio
libero, per disgrazia di Draco, vicino Pansy Parkinson.
«Ciao
Draco, è una gioia vederti, oggi sei più bello del solito, non sarà perché
domani compi 17 anni?» disse con voce stridula la ragazza.
«Ciao
Pansy...» rispose il suo neo vicino di posto svogliato.
«Comunque,
senti Draco, ma per venire alla tua strepitosa festa c’è bisogno dell’invito
vero? Perché sai, forse i tuoi amici si sono dimenticati di consegnarmelo. Ma
tranquillo puoi darmelo anche ora se vuoi. Non vorrai mica festeggiare i tuoi 17
anni senza di me, vero pasticcino?!» domandò la Parkinson con un sorrisino quasi
nascosto dal suo abbuffarsi di torta alla zucca.
«Si...più
tardi magari, ora devo andare a lezione.» spiegò Draco alzandosi e fissando il
tavolo dei Grifondoro con sguardo annoiato e notando che la Granger si stava
alzando.
La
seguì con passo spedito fin davanti alla porta e fece cenno a Tiger e Goyle di
allontanarsi.
Poi
appena usciti dalla sala grande strattonò la ragazza e la spinse dentro un’aula
vuota.
«Ciao
mezzosangue…»abbozzò il ragazzo.
«M-Malfoy,
cosa vuoi?» chiese la ragazza sorpresa e un po’ spaventata.
«
Senti... lo sai che sto organizzando una festicciola per il mio compleanno di
domani, vero?»
«Si
certo, una delle tue solite “modeste” festicciole clandestine. E’ da più di una
settimana che ripeti a me e ai miei amici che per niente al mondo ci avresti
invitati, anche se nessuno di noi importa di andare alla festa di un mezzo
mangiamorte.» Rispose con tono tagliente.
«Ah,
non t’ interessa venire alla mia festa? Che sciocco che sono stato a pensare che
ti avrebbe fatto piacere essere invitata! »
«Già...
proprio uno sciocco Malfoy!» Disse con voce tremante
Hermione.
«Verrai.
Stanne certa!» Esclamò con tono fermo Draco.
«Cosa
ti fa pensare che verrò? Eh Malfoy? Cosa?» Domandò la Grifondoro con un tono isterico e
sicuro allo stesso tempo.
«Ti
posso solo dire che se non vieni il tuo gattino farà una brutta fine...» disse
con appena un fil di voce il ragazzo che uscì dalla classe deserta lasciandola
popolata solo dalla mezzosangue e dai suoi infiniti pensieri.
«Grattastinchi?
Cosa c’entra ora Grattastinchi? Malfoy non puoi...» gridò la ragazza quando
Draco era ormai troppo lontano per poterla sentire.
Hermione
uscì pensierosa e preoccupata per il suo povero gatto. Cosa le avrebbe fatto
Malfoy se lei non fosse andata alla sua festa? Avrebbe avuto il coraggio di
maltrattarlo o peggio... di ucciderlo? Hermione non lo sapeva e non ci voleva
pensare, voleva capire invece il motivo per cui Malfoy l’aveva invitata alla sua
festa... Era da escludere il fatto che volesse provarci, perché se così fosse
stato, ciò avrebbe voluto dire che Malfoy aveva preso una cotta per lei...
Naaaaaaa! Impossibile! Forse la voleva alla sua festa per avere la possibilità
di umiliarla di fronte a centinaia di persone. Beh, si, questa, in effetti,
poteva essere una di quelle pensate tipiche da “Draco Malfoy”. Certo doveva
essere per forza così. Ma, aspetta, le cose non quadravano ancora, perché
invitare solo l’insignificante Hermione Granger e non Harry Potter? Poteva avere
l’occasione di umiliarlo a vita e... Uff... Ci doveva essere per forza un'altra
spiegazione!
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Capitolo 2 *** Capitolo secondo. ***
La
ragazza tornata nella sala grande si sedette nel tavolo dei Grifondoro accanto
al fidanzato Ron. Aveva l’aria sconvolta ed ogni volta che Ron si avvicinava per
darle un bacio lei lo respingeva sempre dicendo
-Non
ora Ronald...-
Dopo
svariati tentativi Ron irritato e un po’ insospettito chiese alla fidanzata -Ma
si può sapere cos’hai Hermione? Ogni volta che cerco di avvicinarmi tu mi
allontani. Ma che ti avrò mai fatto di male?!-
-Ma
no, niente Ronald, niente.-Rispose la ragazza con lo sguardo perso nel
vuoto.
-Ah
ecco, poi cos’è questa novità che mi chiami Ronald?? È da quando ci siamo
fidanzati che non mi chiami più così!- E battè un colpo sul tavolo che richiamò
l’attenzione di altri Grifondoro che seguirono incuriositi la
discussione.
-Ascoltami
bene Ronald Bilius Weasley perché non lo ripeterò più! NON HO NIENTE!! Ma visto
che non ti accontenti di questa semplice risposta ti posso dire che adesso mi
stai facendo saltare i nervi!! Soddisfatto ora!?- Gridò Hermione arrabbiata.
-Bene,
allora la cosa è reciproca signorina Nevrotica-Granger!! Argh! Accidentaccio a
te!- ribbattè Ron con il volto color peperone. -Ah! Pensi che sia isterica? Beh
sempre meglio di essere infantile come te! E non mi riferisco solo al tuo
carattere, ma anche a quel ridicolo pigiamino arancione con i gufetti colorati,
al fatto che dormi ancora con la tua copertina ed hai paura dei ragni... e del
buio!! Sembra di essere fidanzata con un bambino!- Reagì Hermione fissata da
alcuni Grifondoro che ridevano sotto i baffi per non farsi vedere da Ron. La
ragazza si alzò dal tavolo per la seconda volta e si allontanò accompagnata da
lunghi applausi.
-Si
certo, và via! Hai paura di affrontarmi! Vero Hermione?- Urlò da lontano il
rosso, ma la sua ragazza non le prestò attenzione. Uscita dalla sala grande
Hermione si diresse verso la sala comune dei Grifondoro e si fermò davanti al
quadro con la signora grassa che era stranamente in compagnia di Sir Cadogan, i
due ridevano e scherzavano, e secondo la constatazione della malinconica
spettatrice, erano anche ubriachi! La ragazza l’interruppe pronunciando la
parola d’ordine che richiamò l’attenzione della signora grassa che sorridendo le
disse:
-Oh,
no mia cara, oggi la parola d’ordine non ti servirà a molto! Per entrare devi
rispondere ad un piccolo indovinello!- Disse tra un singhiozzo e l’altro la
proprietaria ubriaca del quadro.
-Non
oggi signora, non sono in vena di indovinelli o di altre diavolerie del
genere!-
-Beh
signorina o questo o niente! Allora, “Non
han cuor di leone, né la stoffa da campione, son infami e rivoltanti, portan
iella a tutti quanti!” di cosa sto parlando?-
-Dei
topi.- Rispose Hermione annoiata.
-Errato
mia cara, non sono i topi. Hai altre due possibilità!-
Alle
parole della signora grassa Hermione sbuffò e di nuovo senza riflettere dette la
seconda risposta
–I
quadri!- Esclamò soddisfatta.
-Bada
a come parli signorina, noi quadri siamo rispettabilissimi! Non per niente
Silente ci tiene come guardiani delle case, noi vi
proteggiamo!-
-Si
certo, come no!- Disse con aria abbastanza arrabbiata la
bruna.
-Beh,
allora la sai o no la risposta al mio indovinello? Sai, avrei altro da
fare!-
-NO,
NON LA
SO LA RISPOSTA A QUESTO DANNATISSIMO
INDOVINELLO, SO SOLO CHE TRA MEZZORA INIZIA LA
LEZIONE E VORREI ENTRARE PER PRENDERE I MIEI
LIBRI, E SE NON MI APRE IMMEDIATAMENTE IL PRESIDE VERRA’ A CONOSCENZA DEL SUO
INSTABILE STATO DA UBRIACA!- Gridò con tutta la voce che aveva in gola
la
Grifondoro stordendo le orecchie di Sir Cadogan e della signora
grassa.
-E’
serpeverde!- Disse una voce stranamente calma che ad Hermione parve di
riconoscere, infatti dopo essersi girata di scatto vide Malfoy che spuntava da
dietro una statua e che a quanto pare aveva assistito a tutta la
conversazione.
-Ringrazia
il tuo amico per averti suggerito la risposta giusta. Se non fosse stato per lui
non saresti mai riuscita ad entrare!- Disse Sir Cadogan a Hermione, ma la
ragazza non le prestò attenzione perché troppo presa dallo sguardo che Draco le
stava rivolgendo, uno sguardo che forse non aveva mai visto dipinto in quel
volto, uno sguardo dolce, penetrante, seducente. Non ebbe neanche il tempo di
rigraziarlo che se ne andò. Sorpresa da questo avvenimento seguì con lo sguardo
il ragazzo che camminava da solo lungo il corridoio.
-Eh
si, ragazza mia, ha proprio un bel sedere!- Esclamò la signora grassa mozzando i
pensieri di Hermione che la guardò sconvolta, ma si girò verso Draco per
constatare con suo occhio. Si girò nuovamente per entrare nella sala comune
accompagnata da un sorrisino che neanche lei si era accorta di aver stampato in
faccia.
Salendo
le scale che la conducevano al dormitorio femminile incrociò una ragazzina del
primo anno che non aveva mai notato, la matricola aveva dei bellissimi occhi di
un colore tra l’oro e il verde smeraldo che si intonavano perfettamente con
l’oro che riportava nella divisa dei Grifondoro e che indossava con eleganza e
orgoglio. Hermione, pensò che non aveva avuto molto tempo per socializzare con
le sue vicine di letto, dato che ogni volta che andava nel dormitorio delle
ragazze era sempre impegnata a ripassare o a scrivere temi infiniti per le
lezioni del giorno dopo.
Questa
era la volta buona per fare nuove amicizie, anche perché sapeva che non avrebbe
parlato per un bel po’ di tempo con i suoi amici, o almeno, con Ron! Entrata nel
dormitorio, Hermione presa di coraggio si avvicinò alla ragazzina che era seduta
nel suo letto intenta a leggere la Gazzetta del
Profeta.
-Ciao!-
-Ciao!-
Pronunciò allegra la lettrice che si rivolse a Hermione con un enorme
sorriso.
-Piacere,
io sono Hermione Granger. Tu come ti chiami?-
-Io
sono Beverly Beaver, ma tutti mi chiamano Bebee!-
-Oh,
è un piacere conoscerti Bebee! Cosa leggi di interessante?- Chiese la ragazza
del settimo anno sedendosi vicino a quella del primo.
-Un
articolo molto interessante. C’è scritto che una strega di nome Katrine Badmoon
ha inventato una pozione per riportare in vita le persone, ma siccome non era
una cosa legale le hanno cancellato la memoria e distrutto tutte le pergamene
dove aveva scritto gli ingredienti per la pozione. Sai, vorrei tanto avere
quella pozione per riportare in vita i miei genitori. Sono morti in un incidente
stradale e ora vivo insieme ai miei zii. - Disse con viso smorto la
ragazza.
-Oh,
mi dispiace tanto. Però, che coincidenza, anche un mio amico è nelle tue stesse
condizioni! Ma lui non li ha mai conosciuti. Tu, li hai
conosciuti?-
La
neo Grifondoro fece cenno di no con la testa e continuò.
-Conosco
a stento i loro nomi.-
-E
come si chiamavano?- Chiese Hermione con un certo
imbarazzo.
-Amy
Lee Parker e Aurus Malfoy.-
-M-Malfoy?
Oh! Ma non abbattiamoci con questi discorsi così tristi. Sono venuta da te per
conoscerci, visto che non abbiamo avuto altre occasioni per farlo.- Disse
allegra la
Granger.
-Certo
hai ragione. Comunque mi devi scusare ma tra 5 minuti inizia la lezione di
Pozioni con Piton, e non vorrei arrivare tardi!-
Spiegò
la Beaver
raccogliendo la borsa con i libri da terra.
-Per
la barba di Merlino, hai ragione! Anch’io devo andare a lezione!- Esclamò
Hermione guardando l’orologio.
La
nuova amica della Granger fece per andarsene salutando la ragazza con un enorme
sorriso, ma Hermione ancora seduta nel letto la fermò dicendo: -Emh...Bebee!- La
ragazzina che si stava dirigendo verso l’uscita del dormitorio femminile con
passo svelto si fermò di colpo e si girò in direzione della voce che la chiamava
con aria interrogativa.
-Ti
va di pranzare insieme?-
-Mi
piacerebbe tanto, veramente!-
-Perfetto,
allora a dopo!- Rispose contenta la saggia Grifondoro.
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Capitolo 3 *** Capitolo terzo. ***
Passata
la prima ora con la sola compagnia dei libri e della voce della professoressa Mc
Grannit, Hermione, si dirigeva nell’aula dove si sarebbe svolta la lezione di
Difesa contro le arti oscure del Professor Lupin. Mancavano ancora 15 minuti
prima che iniziasse la lezione ma la ragazza non avendo nient’altro da fare si
sedette ad uno dei primi banchi dell’aula vuota a ripassare per la lezione, ma
non appena ebbe incominciato a leggere quegli argomenti così tante volte
ripetuti il giorno prima, chiuse il libro nauseata.
Si
alzò sbuffando e si diresse con passo lento verso una grande finestra chiusa e
l’aprì, respirando la fresca aria autunnale, che attraversava leggera gli alberi
per poi arrivare alle narici di Hermione limpida e profumata.
Il
vento accarezzava dolcemente i morbidi boccoli della ragazza che osservava con
aria appagata il magnifico paesaggio che circondava la scuola, fu allietata
dalla visione del suo amico Hagrid che la salutava con la sua enorme manona
impataccata di qualcosa color marrone della quale Hermione non andava in
escandescenza per scoprire cosa fosse.
Il
cinguettio degli uccellini e il fruscio degli alberi tenevano l’udito della
Grifondoro occupato, infatti non si accorse che dalla porta della classe stesse
entrando qualcuno, quel qualcuno che da quel giorno Hermione non era più sicura
di odiare tanto, quel qualcuno che stava riscoprendo, quel qualcuno che secondo
il suo parere stesse cambiando. L’attezione di Hermione venne catturata dallo
scostamento di una sedia e dal tonfo di una borsa che cadeva sul pavimento. La
ragazza si girò e con sua grande sorpresa vide il protagonista dei suoi attuali
pensieri.
-Malfoy?
Cosa ci fai qui? Forse non ti sei accorto che mancano 10 minuti alla lezione!
Anzi...per te facciamo 20!- Esclamò la ragazza.
-Perché
sei così acida con me Hermione?- Disse il ragazzo affiancandosi alla ragazza che
era appoggiata alla finestra e fissando il paesaggio.
-Hermione
è solo per gli amici. Tu, se proprio devi chiamarmi, chiamami Granger! Anzi, non
chiamarmi, che è meglio!- E si rigirò per guardare fuori. Stava disperatamente
cercando di ignorare la presenza del biondo, ma non ci riuscì e si voltò appena
per guardarlo con la coda dell’occhio, e notò che anche lui la stava guardando,
o meglio fissando!
-
Si può sapere cosa vuoi? Prima di quest’oggi non mi avevi mai parlato così
gentilmente, anzi non mi hai praticamente mai rivolto parola. Non ci siamo mai
incontrati così tante volte in così poco tempo. Che fai? Mi segui? E Poi Perché
invitarmi alla tua festa dove ci sono solo Serpeverde? Mi vuoi rovinare? Mi vuoi
umiliare? O cosa? Dimmelo Malfoy...dimmelo!- Pronunciò la ragazza dai lunghi
capelli ribelli tutto d’un fiato.
-Tu
mi piaci Hermione!- Dichiarò il biondo Serpeverde. –Ma a quanto ho capito ti da
fastidio la mia presenza...-
-Beh...
Si... cioè no, non volevo dire esattamente quello che ho detto, solo
che...-
Draco
l’ammutoli posandogli delicatamente un dito sulla bocca, sorrise leggermente, e
le scostò i capelli dagli occhi.
Hermione
sudava freddo, il cuore le batteva all’impazzata, cosa stava
facendo?
Draco
avvicinava il suo pallido viso a quello di Hermione. Pochi centimetri di
distanza li separavano da quello che sarebbe stato il loro primo
bacio.
Ma,
il destino decise che quello non era né il momento, né il luogo più
adatto.
La
porta si aprì di scatto, i due si allontanarono in fretta. La Granger si girò per
assicurarsi che nessuno avesse visto niente, e per fortuna così fu, ma Draco non
scostò il suo sguardo dal volto della ragazza. Ma la presenza del professor
Lupin lo obbligò a lasciare Hermione per prendere posto negli ultimi
banchi.
Anche
la ragazza dovette prendere posto poiché la classe si stava riempiendo di
Grifondoro, tra cui anche Ron e Harry, e di Serpeverde.
Durante
la lezione Hermione non rivolse neanche uno sguardo a Harry e tanto meno a Ron,
invece ogni tanto incontrava lo sguardo del biondo Serpeverde. Hermione
trascorse così la lezione, immersa nei suoi pensieri, senza capire una parola di
quello che stava spiegando Lupin, e a lanciarsi dolci occhiatine con
Draco.
Dopo
aver finito di spiegare, il professore dagli occhi spenti assegnò i compiti per
l’indomani e Hermione fu costretta a rivolgere la sua attenzione a quello che
scriveva preoccupandosi per non aver ascoltato una sola parola, e di non aver
preso appunti.
Fuori
dall’aula la
Grifondoro si fece prestare di nascosto, gli appunti da Calì
Patil, pregandola di non dire niente a nessuno. La ragazza rimase sorpresa dal
fatto che la sua più brillante compagna di classe non avesse preso delle
annotazioni.
Calì
lasciò l’amica sull’uscio della porta a leggere degli interminabili foglietti,
ma una voce la fece sobbalzare.
-Ciao
Hermione...- Parlò quell’ormai familiare voce di quell’angelico
viso.
La
Granger
si girò per salutare il ragazzo, ma venne presa alla sprovvista e Draco le diede
un leggero bacio sulla guancia, così dolce e così inaspettato che Hermione
riuscì ad accennare un labile sorriso che venne ricambiato.
Sorpresa,
rimase lì, immobile, a fissare il ragazzo che si
allontava.
-E
q-quello?? E QUELLO? COS’ERA? EH? EH HERMIONE??- Domandò Ron, nel modo meno
gentile che potesse, sbucando da dietro la porta.
-Quello
cosa?- Rispose con aria altezzosa la sua ragazza.
-QUELLO
COSA? TI VA DI SCHERZARE, EH? Q-QUEL BACIO!!!-
-Mi
ha solo salutata!-
Ron
rivolse un sorrisino deluso a Harry ripetendo a bassa voce quello che le aveva
appena detto la sua fidanzata.
Harry
pensò bene di lasciare Ron e Hermione da soli, allontanandosi con la scusa di
dover incontrare Ginny.
-Draco
Malfoy eh? Dico, MA SEI DIVENTATA PAZZA?? Da quanto dura questa storia? Eh
Hermione?-
-Storia?
Quale storia? Ma sei scemo?-
-Si
certo, “quale storia”. La più ovvia delle risposte! Non potevo mica aspettarmi
che mi rispondessi con la verità!- Disse deluso il
ragazzo.
-Questa
è la verità Ron!-
-E
ALLORA PERCHE’ MAI LA MIA
RAGAZZA SI FA VEDERE IN GIRO CON UN MALFOY?- Gridò il rosso Weasley con quel
tono di voce che Hermione odiava tanto sentire.
-IO
STO CON CHI MI PARE E PIACE RONALD! TU NON SEI NESSUNO PER DIRMI COSA DEVO O NON
DEVO FARE!!- Rispose Hermione rivolgendosi a Ron con lo stesso insopportabile
tono.
-IO
SONO IL TUO RAGAZZO HERMIONE E TU SEI LA MIA
RAGAZZA!
SPIEGATO
COSI’ TI E’ PIU’ CHIARO??-
-FORSE
NON VOGLIO ESSERE PIU’ LA TUA
RAGAZZA!! DETTO COSI’ TI E’ CHIARO?- Esclamò la ragazza un po’
pentita di quello che aveva appena detto, ma soddisfatta di aver finalmente
avuto il coraggio di lasciare il ragazzo che non le aveva mai trasmesso affetto
e che secondo lei non aveva mai provato un sentimento che si avvicinasse almeno
un pò all’amore.
Hermione
si allontanò piangendo, asciando il povero Ron a riflettere su quello che gli
era appena successo.
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Capitolo 4 *** Capitolo Quarto. ***
Nel
giro di due ore, la notizia che i due Grifondoro si erano lasciati attraversò
tutta la scuola, e naturalmente arrivò anche alle orecchie dei Serpeverde, che
non perdevano occasione per prendere in giro il povero Ron.
La
Granger
cercava di evitare gli sguardi che tutti le rivolgevano, ma con insuccesso.
Arrivata l’ora di pranzo la ragazza si sedette al tavolo dei Grifondoro, nel
posto il più lontano possibile da i suoi amici, e riservò un posto a Bebee
sperando nel suo arrivo.
Finalmente
Hermione scorge la sua figura da lontano e la chiama alzandosi e sventolando la
mano freneticamente.
-Ehy
Bebee di qua!- Grida Hermione.
La
ragazzina corre in direzione dell'ansiosa Grifondoro che la stava a spettando al
tavolo in compagnia di un enorme sorriso.
-Ciao
Hermione! Grazie per avermi aspettato, ho fatto un po’
tardi.-
-Non
ti devi preoccupare, sono io che sono arrivata troppo presto, pensa che quando
sono entrata c’erano solo due ragazzi, che si stavano addirittura baciando! Che
figuraccia!- Rispose ridacchiando e rivolgendo uno sguardo ai due
interessati.
Bebee
prese a ridere, ma, invece che rivolgere lo sguardo a quei due poveri ragazzi,
lo rivolse al tavolo dei Serpeverde.
-Ehy!
Che guardi? C’è qualcuno che t’interessa??- Chiese pimpante la
ragazza.
-Bhe…
a dire la verità, si, qualcuno c’è! Ma se ti dico chi è prometti di non metterti
a ridere?!-
-Ma
certo! Non mi permetterei mai! Avanti, chi è??-
-…Tiger…-
Disse con appena un fil di voce la Beaver
imbarazzatissima.
Si
girò di scatto per evitare lo sguardo di Hermione. Ma rimase sorpresa di non
sentir nemmeno una risatina.
-Bhe,
non è il primo della classe, né il più bello, ma se proprio non ne puoi fare a
meno! Ma lui? Lo sa?- Domandò con aria apprensiva la Granger
interessata.
-Si…ogni
tanto ci vediamo fuori, parliamo, ma lui è troppo impegnato ad eseguire gli
ordini di quello scemo di mio cugino Draco! Certe volte non lo sopporto proprio,
ma perché…-
-T-Tuo
cugino Draco??- L’interruppe Hermione allibita.
-Si
si, Draco è proprio mio cugino! Non lo andare a raccontare in giro però perché a
lui da fastidio che gli altri sappiano…”di noi”.-
-
Ma non quadra una cosa! Stamattina mi hi detto che tuo padre si chiamava Malfoy,
ma allora perché tu nn porti il loro cognome?- Chiese Hermione interessatissima
alla discussione.
-E’
una storia lunga…-
-Tranquilla,
ho tutto il tempo che vuoi!-
-D’accordo
allora… Naturalmente tu sai che mio zio, Lucius, è un mangiamorte no? Bene,
anche a mio padre era stata offerta la possibilità di diventare un seguace di
Tu-sai-chi, ma rifiutò.
Tu-sai-chi
non accettò questo rifiuto e ordinò ai suoi seguaci di sterminare la mia
famiglia. I miei lo scoprirono in tempo quello che volevano fare e mi portarono
in un posto sicuro, lontano da tutto e da tutti, fuori paese, in America, mentre
loro restarono lì a combattere per la vita. Negli ultimi 9 anni ho vissuto con i
miei zii e ho anche acquisito il loro cognome. E ora sono qui…- Raccontò a testa
bassa la biondina.
Hermione
mise una mano sulla spalla dell’amica dicendole che le dispiaceva, ma lei
rispose che ormai era passata, anche se non era facile non
pensarci.
Le
due ragazze passarono tutta l’ora di pranzo parlando di ragazzi, compiti e
professori. Hermione le raccontò della sua storia con Ron e di come fosse
finita. Trascorsero bene quell’ora e si dettero appuntamento nel dormitorio
femminile alla fine delle lezioni per fare una passeggiata e quattro
chiacchere.
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Capitolo 5 *** Capitolo Quinto. ***
-Pssssss…Goyle!!-
Sussurrò una voce maschile.
Il
ragazzo, al richiamo si girò confuso.
-Cerca
di star bene attento e di non addormentarti, mi servono gli appunti per domani!-
Il
ragazzo annuì e pronunciò: -Certo Capo!- e si rigirò intento ad
ascoltare.
-Che
palle questa lezione, ma quando diavolo finisce?! Non ne posso più di ascoltare
questa lagna!!- Disse con tono annoiato l’aitante biondino seduto a uno dei
primi banchi.
-Hai
detto qualcosa Malfoy??-
-Oh
no, professoressa Mc Grannit, no!- Mentì il ragazzo.
-Bene!
Allora ragazzi, riprendiamo, vediamo… Sing Weasley vuole, per favore, ripetermi
che cosa ho detto fino ad’ora?- Chiese la professoressa, sapendo benissimo che
Ron non aveva ascoltato una sola parola della sua
spiegazione.
-Ehmm…si,
certo! Praticamente… lei, ci ha spiegato, in modo, devo dire, veramente mooolto
chiaro che…ehmm…che, si insomma, che…-
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINN!!!
-E’
stato salvato dalla campanella sing Weasley, ma la prossima volta non la
scamperà!- Pronunciò alquanto infastidita l’insegnante.
-Miseriaccia!!
Ci è mancato poco!!- Disse con viso smorto Ron appena uscito dalla
classe.
-Sempre
distratto eh, Weasley?- Ron si girò di scatto.
-Infatti
non ti sei accorto che ti sto fregando la ragazza!- Disse Draco, accompagnato da
quel odiabile sorrisetto, conosciuto da tutti molto bene.
Ron
fece per lanciarsi addosso al Serpeverde ma venne trattenuto da
Harry.
-Andiamo
Ron, lascia stare, è solo Malfoy!- accennò Harry.
-Si,
Ron, ascolta quell’orfanello dello sfregiato, non capita mica tutti i giorni che
dica cose intelligenti! E poi, sappiamo tutti come sarebbe andata a finire!-
Esclamò deciso Draco, inarcando il sopracciglio. A queste parole il rosso
Grifondoro si scagliò brutalmente contro Malfoy facendolo finire a terra
scosso.
Draco
non ebbe il tempo di scrollarsi di dosso Ron, che si ritrovò di nuovo steso a
terra con il sangue al naso e con un forte dolore alla testa che gli impediva
ogni movimento. Poi il buio.
-Malfoy!!
Malfoy!! Mi senti??... DRACOOO!!-
Draco
sentiva un lontano eco, ma non sapeva né da dove, né da chi provenisse. Smosse
la testa e aprì gli occhi e intravide una sagoma che andava via via facendosi
più nitida.
Ora
poteva vedere benissimo a chi appartenesse quella soave
voce.
Era
l’unica voce che avrebbe voluto sentire, e l’unica persona che avrebbe voluto
vedere. Era bellissima, preoccupata, ma anche felice di vedere che Draco aveva
ripreso i sensi.
-Finalmente!!
Come stai?? Mi hai fatto stare in pensiero!-
Draco,
incapace di rispondere, le sorrise.
-Oh
Malfoy, mi dispiace davvero, non so cosa gli sia potuto prendere a Ron, ma spero
sarai felice di sapere che il preside ha preso provvedimenti. Ebbene si! Ron
dovrà scontare la sua pena pulendo i bagni dei ragazzi, e senza magia! Ben gli
stà!- Disse compiaciuta la ragazza.
-Her-Hermione…-
accennò il ragazzo, non appena capì dove si trovasse e per quale
motivo.
-Si??-
Rispose pacata la Grifondoro.
-
Perché sei qui? In tutti questi anni non ho fatto altro che insultare te e i
tuoi amici, non ti ho mai dimostrato né affetto né amicizia…tranne che oggi. Ma
in un solo giorno, anche volendo, non può cambiare tutto!- Draco rinvenì tutto
d’un colpo. Non gli capitava mica tutti i giorni di stare insieme alla ragazza
dei suoi sogni.
-Bhe,
Malfoy, hai assolutamente ragione, ma come dico sempre io: è meglio diventare
amica dei tuoi nemici, che nemica dei tuoi amici! E poi Malfoy, tutti hanno
diritto a una seconda possibilità! Dico bene??- La Granger si sedette sul letto dov’era
disteso il sofferente biondino dal viso, se possibile, ancora più pallido di
prima.
-Sei
dolce con me, non me lo merito!-
-Non
dirmi così, mi fai arrossire… comunque, da parte scherzi e smancerie, adesso
devi mangiare! Madama Chips ti ha preparato una cenetta coi
fiocchi!-
-Cenetta?
Ma che ora è??-
-Non
so, saranno le 8 e mezza! Perché?- Domandò incuriosita Hermione, mentre
percorreva il tragitto dal tavolo al letto di Draco con un vassoio in
mano.
-Da
quant’è che sei qua??-
-Da
dopo pranzo. Ho assistito a tutta la terribile scena di te che venivi picchiato
da Ron! Se solo ci ripenso m’ innervosisco!- La Grifonfondoro poggiò il vassoio
sulle gambe del Serpeverde, che nel frattempo aveva poggiato la schiena sul muro
freddo dell’infermeria.
-Sei
qui con me da dopo pranzo?? Hai saltato le lezioni per me? Perché?- Chiese Draco
ad Hermione, con una voce così dolce che la ragazza non pensasse neanche
provenisse dalla sua bocca.
-Mi
sentivo in colpa, sai… per Ron…Non volevo lasciarti solo. Erano con me anche i
tuoi amici, Tiger, Goyle e per un po’ di tempo anche Pansy, che borbottava
disperata frasi come “Oh, povero il mio amoruccio” oppure “Quel Weasley non la
passerà liscia!!”.
Sai
Draco mi sa che Pansy abbia una bella cotta per te!-
Hermione
scoppiò a ridere alla visione della faccia nauseata del ragazzo, che vedendo la
ragazza divertita l’accompagnò nella sua dolce e penetrante
risata.
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Capitolo 6 *** Capitolo sesto. ***
I due ragazzi
passarono una bellissima serata, piena di risate, occhiatine dolci e medicine.
Hermione non si accorse che si stesse facendo tardi, che non aveva studiato per
l’indomani e che non era andata all’appuntamento con Bebee. Ma come darle
torto?
I due si
appisolarono intorno alla mezzanotte, accovacciati nello stesso letto e
riscaldati dal solo calore dei loro fiati. Madama Chips pur accorgendosi che i
due stessero infrangendo una delle regole della scuola, non volle disturbarli,
perché lei stette lì ad osservarli dal primo all’ultimo momento, e le sembravano
così carini che li lasciò dormire tutta la notte insieme sbarrando anche le
porte per evitare che qualcuno, entrando, potesse vedere la
scena.
-Ragazzi…Ragazzi!…Sù
svegliatevi!! Ragazzi!!!-
Draco sentì la
voce di Madama Chips che li chiamava, e le fece un cenno che le permise di
capire che i due si erano svegliati, ma in realtà era sveglio solo
lui.
Rimasto solo con
Hermione, decise di non svegliarla per il momento, perché era bellissima mentre
dormiva. I suoi capelli erano illuminati da una flebile luce che proveniva da
una grande finestra aperta, una delle sue rosee guance era morbidamente
appoggiata al cuscino, il quale aveva quasi lo stesso colore pallido della pelle
della ragazza.
Il ragazzo si alzò
con un forte dolore alla testa e con il sol pensiero che il suo 17esimo
compleanno non potesse iniziare con una compagnia migliore di
quella.
Dopo essersi
vestito il più silenziosamente possibile, Draco, prese delle pillole che,
fortunatamente per lui, variavano di sapore in base ai gusti della persona, ma
pensò anche che la zucca fritta fosse assolutamente inadatta di
mattina!
Non avendo altro
in programma per la mattinata, si sedette su di una sedia ad osservare la
ragazza dormire, era così bella, così dolce, così semplice. Fissandola
fantasticava su come avrebbero passato la serata, se lei fosse venuta. Sperava
che quella sera diventasse fantastica, indimenticabile, la più bella che avesse
mai vissuto.
Ogni minuto che
passava faceva crescere in lui la voglia di strapparle un bacio innocente sulle
labbra, un piccolo bacio.
Il desiderio era
forte, troppo forte per poterlo sopraffare.
Non poteva non
approfittarne adesso, nn si sarebbe ripresentata mai occasione migliore, pensò.
Il Serpeverde non
resistette e si fece vincere dalla tentazione. Si chinò sul volto della bella
Grifondoro e poggiò delicatamente le labbra su quelle della ragazza. Per quanto
volesse restare in quella situazione il più a lungo possibile, dovette
abbandonare presto quelle morbide labbra, per paura che qualcuno lo vedesse, o
peggio, che lei si svegliasse. Quella sua previdenza lo salvò da un rimprovero
assicurato da parte dell’infermiera, che era appena entrata nella stanza dopo
aver preparato un bella tazza di thè per ambedue i ragazzi; lo invitò a
svegliare Hermione e a bere quella tazza di thè bollente che gli avrebbe fatto
sicuramente bene!
Draco si chinò
nuovamente su di Hermione, con una delicatezza che neanche lui sapeva di avere,
gli scostò i capelli distendendoli sul cuscino e poggiò se possibile ancor più
delicatamente la mano nel pallido collo della Granger e cominciò a carezzarla
nella speranza che si svegliasse. La Grifondoro non ne voleva sentire
proprio di svegliarsi, e allora Draco cominciò a baciarla, sul collo dolcemente,
sulla guancia salendo poi sulla fronte e riscendendo fino ad arrivare alla
bocca.
-Buongiorno…-
Disse il ragazzo non appena si accorse che Hermione ebbe aperto gli
occhi.
-Buon…Buongiorno
Malfoy…- accennò la ragazza ancora assonnata. -Come stai?-
-Bene, mi gira
solo un po’ la testa, ma del resto sto bene, grazie. E tu? Come
stai?-
-Benissimo…-
sorrise.
Draco, alla vista
del sorriso di Hermione, sorrise a sua volta. La ragazza fece per scendere dal
letto ma Draco la fermò e le disse che le avrebbe portato lui la colazione.
Prese dal tavolo un vassoio con due tazze di thè ancora fumanti, cornetti alla
marmellata di rabarbaro, mele candite e brioches calde.
Appoggiò il
vassoio sul letto e porse alla ragazza la tazza col thè. Bevvero fissandosi
continuamente negl’occhi e accennando ogni tanto un
sorriso.
-Ma, ma che ora
è??- Chiese la ragazza, e subito guardò un orologio appeso al muro –Per la barba
di Merlino devo scappare a lezione!! Oh Draco mi dispiace da morire, ma devo
andare, ci sarà Madama Chips a prendersi cura di te!-
Draco la seguì con
la testa mentre lei si muoveva freneticamente nella stanza cercando la sua borsa
con i libri. La trovò, prese una brioches dal vassoio, ringraziò Draco e usci
dall’infermeria.
Il povero
Serpeverde rimase da solo in quell’enorme stanza a fissare la porta dalla quale
era uscita la ragazza dei suoi sogni. Distolse lo sguardo da quella porta per
portarlo alla finestra, dalla quale entrava una luce abbagliante, e si mise ad
osservare dei ragazzini del primo anno alle prese con le loro
scope.
Non appena il
ragazzo si alzò dal letto, la porta si aprì.
-Ah, quasi
dimenticavo.-
Draco si voltò in
direzione della voce.
-Buon compleanno
Draco!-
La ragazza
scomparì di nuovo dietro quella grande porta e portò via con se tutta la
tristezza che c’era in Draco e la trasformò in felicità, gioia,
amore.
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