Happy birthday Draco

di rossellatrix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo. ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto. ***



Capitolo 1
*** capitolo primo ***


Happy birthday Draco

Happy birthday Draco

 

 

Capitolo primo.

 

Tutto ebbe inizio quasi 17 anni fa, quando nacque, fra le grinfie d’illustrissimi purosangue, il più terribile fra gli angeli, il più ricco fra i poveri e il più povero fra i ricchi. Fin dalla nascita fu educato ad ammirare i ricchi purosangue, come lui, e a disprezzare i poveri mezzosangue e i Potter! Quest’ancora innocente creatura prese il nome di una delle più belle costellazioni, Draco, ma nessuna delle stelle che la componevano brillava quanto lui.

 

Giorno 9 novembre. Hogwarts. Dormitorio dei Serpeverde.

 

DRIIIIN!!!! «Mmmmmh...Tiger...la...sveglia...».

Grugnì un ragazzo sotto le coperte, da cui si scorgeva solo un ciuffo biondo pallido illuminato dal primo raggio di sole proveniente dalla finestra di fronte al suo letto.

Al terribile suono della sveglia rinvenì tutto il dormitorio maschile, ma nessuno ebbe il coraggio di alzarsi, tranne il povero Tiger, che percorreva a fatica la strada che separava il suo letto da quell’irritante arnese il cui rumore continuava a rimbombare nelle orecchie dei vili Serpeverde.

Dopo aver staccato la sveglia, bersaglio prediletto di maledizioni lanciate da tutti i presenti, Tiger fece per tornare a letto, ma non arrivò neanche a poggiare la testa sul suo agognato cuscino perché fermato dalla vista del suo orologio che segnava le 7:55, ciò vuol dire che aveva solo 5 minuti per vestirsi, e a quel ritmo non ce l’avrebbe mai fatta. Draco, appena pronto aspettò controvoglia i due tirapiedi fuori del dormitorio, ma stufatosi di aspettare decise di andare a fare colazione da solo. Voltato l’angolo del corridoio vide quattro facce familiari, quelle di Potter insieme alla sua miserabile fidanzatina Weasley, di quel beota morto di fame del suo fratellino e della sapientona Granger che si tenevano per mano.

Quale hobby più divertente la mattina prima di colazione, se non quello di insultare quei poveri babbei!

«Oh! Ma come siete carini mano nella mano Weasley, potreste sembrare una coppia normale, se non fosse per il fatto che tu sei un sudicio pezzente e la tua amichetta una insopportabile so-tutto! » esordì Draco spuntando in mezzo ai due facendoli separare.

«Sparisci Malfoy! » rispose irritata Hermione.

«Suvvia Granger era solo un piccolo apprezzamento per rallegrarvi la giornata!» replicò Draco fissandola intensamente. Hermione sembrò perdersi in quegli occhi così intensi per un attimo, ma si allontanò stringendo la mano più forte di prima a Ron e lanciando un’ultimo sguardo di disprezzo a Draco.

Quest’ultimo s’ incamminò nella stessa direzione dei quattro ma questa volta insieme a Tiger e Goyle che l’avevano finalmente raggiunto.

Entrati nella sala grande presero posto al tavolo dei Serpeverde nell’ultimo spazio libero, per disgrazia di Draco, vicino Pansy Parkinson.

«Ciao Draco, è una gioia vederti, oggi sei più bello del solito, non sarà perché domani compi 17 anni?» disse con voce stridula la ragazza.

«Ciao Pansy...» rispose il suo neo vicino di posto svogliato.

«Comunque, senti Draco, ma per venire alla tua strepitosa festa c’è bisogno dell’invito vero? Perché sai, forse i tuoi amici si sono dimenticati di consegnarmelo. Ma tranquillo puoi darmelo anche ora se vuoi. Non vorrai mica festeggiare i tuoi 17 anni senza di me, vero pasticcino?!» domandò la Parkinson con un sorrisino quasi nascosto dal suo abbuffarsi di torta alla zucca.

«Si...più tardi magari, ora devo andare a lezione.» spiegò Draco alzandosi e fissando il tavolo dei Grifondoro con sguardo annoiato e notando che la Granger si stava alzando.

La seguì con passo spedito fin davanti alla porta e fece cenno a Tiger e Goyle di allontanarsi.

Poi appena usciti dalla sala grande strattonò la ragazza e la spinse dentro un’aula vuota.

«Ciao mezzosangue…»abbozzò il ragazzo.

«M-Malfoy, cosa vuoi?» chiese la ragazza sorpresa e un po’ spaventata.

« Senti... lo sai che sto organizzando una festicciola per il mio compleanno di domani, vero?»

«Si certo, una delle tue solite “modeste” festicciole clandestine. E’ da più di una settimana che ripeti a me e ai miei amici che per niente al mondo ci avresti invitati, anche se nessuno di noi importa di andare alla festa di un mezzo mangiamorte.» Rispose con tono tagliente.

«Ah, non t’ interessa venire alla mia festa? Che sciocco che sono stato a pensare che ti avrebbe fatto piacere essere invitata! »

«Già... proprio uno sciocco Malfoy!» Disse con voce tremante Hermione.

«Verrai. Stanne certa!» Esclamò con tono fermo Draco.

«Cosa ti fa pensare che verrò? Eh Malfoy? Cosa?» Domandò la Grifondoro con un tono isterico e sicuro allo stesso tempo.

«Ti posso solo dire che se non vieni il tuo gattino farà una brutta fine...» disse con appena un fil di voce il ragazzo che uscì dalla classe deserta lasciandola popolata solo dalla mezzosangue e dai suoi infiniti pensieri.

«Grattastinchi? Cosa c’entra ora Grattastinchi? Malfoy non puoi...» gridò la ragazza quando Draco era ormai troppo lontano per poterla sentire.

Hermione uscì pensierosa e preoccupata per il suo povero gatto. Cosa le avrebbe fatto Malfoy se lei non fosse andata alla sua festa? Avrebbe avuto il coraggio di maltrattarlo o peggio... di ucciderlo? Hermione non lo sapeva e non ci voleva pensare, voleva capire invece il motivo per cui Malfoy l’aveva invitata alla sua festa... Era da escludere il fatto che volesse provarci, perché se così fosse stato, ciò avrebbe voluto dire che Malfoy aveva preso una cotta per lei... Naaaaaaa! Impossibile! Forse la voleva alla sua festa per avere la possibilità di umiliarla di fronte a centinaia di persone. Beh, si, questa, in effetti, poteva essere una di quelle pensate tipiche da “Draco Malfoy”. Certo doveva essere per forza così. Ma, aspetta, le cose non quadravano ancora, perché invitare solo l’insignificante Hermione Granger e non Harry Potter? Poteva avere l’occasione di umiliarlo a vita e... Uff... Ci doveva essere per forza un'altra spiegazione!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo. ***


 

La ragazza tornata nella sala grande si sedette nel tavolo dei Grifondoro accanto al fidanzato Ron. Aveva l’aria sconvolta ed ogni volta che Ron si avvicinava per darle un bacio lei lo respingeva sempre dicendo

-Non ora Ronald...-

Dopo svariati tentativi Ron irritato e un po’ insospettito chiese alla fidanzata -Ma si può sapere cos’hai Hermione? Ogni volta che cerco di avvicinarmi tu mi allontani. Ma che ti avrò mai fatto di male?!-

-Ma no, niente Ronald, niente.-Rispose la ragazza con lo sguardo perso nel vuoto.

-Ah ecco, poi cos’è questa novità che mi chiami Ronald?? È da quando ci siamo fidanzati che non mi chiami più così!- E battè un colpo sul tavolo che richiamò l’attenzione di altri Grifondoro che seguirono incuriositi la discussione.

-Ascoltami bene Ronald Bilius Weasley perché non lo ripeterò più! NON HO NIENTE!! Ma visto che non ti accontenti di questa semplice risposta ti posso dire che adesso mi stai facendo saltare i nervi!! Soddisfatto ora!?- Gridò Hermione arrabbiata.

-Bene, allora la cosa è reciproca signorina Nevrotica-Granger!! Argh! Accidentaccio a te!- ribbattè Ron con il volto color peperone. -Ah! Pensi che sia isterica? Beh sempre meglio di essere infantile come te! E non mi riferisco solo al tuo carattere, ma anche a quel ridicolo pigiamino arancione con i gufetti colorati, al fatto che dormi ancora con la tua copertina ed hai paura dei ragni... e del buio!! Sembra di essere fidanzata con un bambino!- Reagì Hermione fissata da alcuni Grifondoro che ridevano sotto i baffi per non farsi vedere da Ron. La ragazza si alzò dal tavolo per la seconda volta e si allontanò accompagnata da lunghi applausi.

-Si certo, và via! Hai paura di affrontarmi! Vero Hermione?- Urlò da lontano il rosso, ma la sua ragazza non le prestò attenzione. Uscita dalla sala grande Hermione si diresse verso la sala comune dei Grifondoro e si fermò davanti al quadro con la signora grassa che era stranamente in compagnia di Sir Cadogan, i due ridevano e scherzavano, e secondo la constatazione della malinconica spettatrice, erano anche ubriachi! La ragazza l’interruppe pronunciando la parola d’ordine che richiamò l’attenzione della signora grassa che sorridendo le disse:

-Oh, no mia cara, oggi la parola d’ordine non ti servirà a molto! Per entrare devi rispondere ad un piccolo indovinello!- Disse tra un singhiozzo e l’altro la proprietaria ubriaca del quadro.

-Non oggi signora, non sono in vena di indovinelli o di altre diavolerie del genere!-

-Beh signorina o questo o niente! Allora, “Non han cuor di leone, né la stoffa da campione, son infami e rivoltanti, portan iella a tutti quanti!” di cosa sto parlando?-

-Dei topi.- Rispose Hermione annoiata.

-Errato mia cara, non sono i topi. Hai altre due possibilità!-

Alle parole della signora grassa Hermione sbuffò e di nuovo senza riflettere dette la seconda risposta

–I quadri!- Esclamò soddisfatta.

-Bada a come parli signorina, noi quadri siamo rispettabilissimi! Non per niente Silente ci tiene come guardiani delle case, noi vi proteggiamo!-

-Si certo, come no!- Disse con aria abbastanza arrabbiata la bruna.

-Beh, allora la sai o no la risposta al mio indovinello? Sai, avrei altro da fare!-

-NO, NON LA SO LA RISPOSTA A QUESTO DANNATISSIMO INDOVINELLO, SO SOLO CHE TRA MEZZORA INIZIA LA LEZIONE E VORREI ENTRARE PER PRENDERE I MIEI LIBRI, E SE NON MI APRE IMMEDIATAMENTE IL PRESIDE VERRA’ A CONOSCENZA DEL SUO INSTABILE STATO DA UBRIACA!- Gridò con tutta la voce che aveva in gola la Grifondoro stordendo le orecchie di Sir Cadogan e della signora grassa.

-E’ serpeverde!- Disse una voce stranamente calma che ad Hermione parve di riconoscere, infatti dopo essersi girata di scatto vide Malfoy che spuntava da dietro una statua e che a quanto pare aveva assistito a tutta la conversazione.

-Ringrazia il tuo amico per averti suggerito la risposta giusta. Se non fosse stato per lui non saresti mai riuscita ad entrare!- Disse Sir Cadogan a Hermione, ma la ragazza non le prestò attenzione perché troppo presa dallo sguardo che Draco le stava rivolgendo, uno sguardo che forse non aveva mai visto dipinto in quel volto, uno sguardo dolce, penetrante, seducente. Non ebbe neanche il tempo di rigraziarlo che se ne andò. Sorpresa da questo avvenimento seguì con lo sguardo il ragazzo che camminava da solo lungo il corridoio.

-Eh si, ragazza mia, ha proprio un bel sedere!- Esclamò la signora grassa mozzando i pensieri di Hermione che la guardò sconvolta, ma si girò verso Draco per constatare con suo occhio. Si girò nuovamente per entrare nella sala comune accompagnata da un sorrisino che neanche lei si era accorta di aver stampato in faccia.

Salendo le scale che la conducevano al dormitorio femminile incrociò una ragazzina del primo anno che non aveva mai notato, la matricola aveva dei bellissimi occhi di un colore tra l’oro e il verde smeraldo che si intonavano perfettamente con l’oro che riportava nella divisa dei Grifondoro e che indossava con eleganza e orgoglio. Hermione, pensò che non aveva avuto molto tempo per socializzare con le sue vicine di letto, dato che ogni volta che andava nel dormitorio delle ragazze era sempre impegnata a ripassare o a scrivere temi infiniti per le lezioni del giorno dopo.

Questa era la volta buona per fare nuove amicizie, anche perché sapeva che non avrebbe parlato per un bel po’ di tempo con i suoi amici, o almeno, con Ron! Entrata nel dormitorio, Hermione presa di coraggio si avvicinò alla ragazzina che era seduta nel suo letto intenta a leggere la Gazzetta del Profeta.

-Ciao!-

-Ciao!- Pronunciò allegra la lettrice che si rivolse a Hermione con un enorme sorriso.

-Piacere, io sono Hermione Granger. Tu come ti chiami?-

-Io sono Beverly Beaver, ma tutti mi chiamano Bebee!-

-Oh, è un piacere conoscerti Bebee! Cosa leggi di interessante?- Chiese la ragazza del settimo anno sedendosi vicino a quella del primo.

-Un articolo molto interessante. C’è scritto che una strega di nome Katrine Badmoon ha inventato una pozione per riportare in vita le persone, ma siccome non era una cosa legale le hanno cancellato la memoria e distrutto tutte le pergamene dove aveva scritto gli ingredienti per la pozione. Sai, vorrei tanto avere quella pozione per riportare in vita i miei genitori. Sono morti in un incidente stradale e ora vivo insieme ai miei zii. - Disse con viso smorto la ragazza.

-Oh, mi dispiace tanto. Però, che coincidenza, anche un mio amico è nelle tue stesse condizioni! Ma lui non li ha mai conosciuti. Tu, li hai conosciuti?-

La neo Grifondoro fece cenno di no con la testa e continuò.

-Conosco a stento i loro nomi.-

-E come si chiamavano?- Chiese Hermione con un certo imbarazzo.

-Amy Lee Parker e Aurus Malfoy.-

-M-Malfoy? Oh! Ma non abbattiamoci con questi discorsi così tristi. Sono venuta da te per conoscerci, visto che non abbiamo avuto altre occasioni per farlo.- Disse allegra la Granger.

-Certo hai ragione. Comunque mi devi scusare ma tra 5 minuti inizia la lezione di Pozioni con Piton, e non vorrei arrivare tardi!-

Spiegò la Beaver raccogliendo la borsa con i libri da terra.

-Per la barba di Merlino, hai ragione! Anch’io devo andare a lezione!- Esclamò Hermione guardando l’orologio.

La nuova amica della Granger fece per andarsene salutando la ragazza con un enorme sorriso, ma Hermione ancora seduta nel letto la fermò dicendo: -Emh...Bebee!- La ragazzina che si stava dirigendo verso l’uscita del dormitorio femminile con passo svelto si fermò di colpo e si girò in direzione della voce che la chiamava con aria interrogativa.

-Ti va di pranzare insieme?-

-Mi piacerebbe tanto, veramente!-

-Perfetto, allora a dopo!- Rispose contenta la saggia Grifondoro.

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo. ***


Passata la prima ora con la sola compagnia dei libri e della voce della professoressa Mc Grannit, Hermione, si dirigeva nell’aula dove si sarebbe svolta la lezione di Difesa contro le arti oscure del Professor Lupin. Mancavano ancora 15 minuti prima che iniziasse la lezione ma la ragazza non avendo nient’altro da fare si sedette ad uno dei primi banchi dell’aula vuota a ripassare per la lezione, ma non appena ebbe incominciato a leggere quegli argomenti così tante volte ripetuti il giorno prima, chiuse il libro nauseata.

Si alzò sbuffando e si diresse con passo lento verso una grande finestra chiusa e l’aprì, respirando la fresca aria autunnale, che attraversava leggera gli alberi per poi arrivare alle narici di Hermione limpida e profumata.

Il vento accarezzava dolcemente i morbidi boccoli della ragazza che osservava con aria appagata il magnifico paesaggio che circondava la scuola, fu allietata dalla visione del suo amico Hagrid che la salutava con la sua enorme manona impataccata di qualcosa color marrone della quale Hermione non andava in escandescenza per scoprire cosa fosse.

Il cinguettio degli uccellini e il fruscio degli alberi tenevano l’udito della Grifondoro occupato, infatti non si accorse che dalla porta della classe stesse entrando qualcuno, quel qualcuno che da quel giorno Hermione non era più sicura di odiare tanto, quel qualcuno che stava riscoprendo, quel qualcuno che secondo il suo parere stesse cambiando. L’attezione di Hermione venne catturata dallo scostamento di una sedia e dal tonfo di una borsa che cadeva sul pavimento. La ragazza si girò e con sua grande sorpresa vide il protagonista dei suoi attuali pensieri.

-Malfoy? Cosa ci fai qui? Forse non ti sei accorto che mancano 10 minuti alla lezione! Anzi...per te facciamo 20!- Esclamò la ragazza.

-Perché sei così acida con me Hermione?- Disse il ragazzo affiancandosi alla ragazza che era appoggiata alla finestra e fissando il paesaggio.

-Hermione è solo per gli amici. Tu, se proprio devi chiamarmi, chiamami Granger! Anzi, non chiamarmi, che è meglio!- E si rigirò per guardare fuori. Stava disperatamente cercando di ignorare la presenza del biondo, ma non ci riuscì e si voltò appena per guardarlo con la coda dell’occhio, e notò che anche lui la stava guardando, o meglio fissando!

- Si può sapere cosa vuoi? Prima di quest’oggi non mi avevi mai parlato così gentilmente, anzi non mi hai praticamente mai rivolto parola. Non ci siamo mai incontrati così tante volte in così poco tempo. Che fai? Mi segui? E Poi Perché invitarmi alla tua festa dove ci sono solo Serpeverde? Mi vuoi rovinare? Mi vuoi umiliare? O cosa? Dimmelo Malfoy...dimmelo!- Pronunciò la ragazza dai lunghi capelli ribelli tutto d’un fiato.

-Tu mi piaci Hermione!- Dichiarò il biondo Serpeverde. –Ma a quanto ho capito ti da fastidio la mia presenza...-

-Beh... Si... cioè no, non volevo dire esattamente quello che ho detto, solo che...-

Draco l’ammutoli posandogli delicatamente un dito sulla bocca, sorrise leggermente, e le scostò i capelli dagli occhi.

Hermione sudava freddo, il cuore le batteva all’impazzata, cosa stava facendo?

Draco avvicinava il suo pallido viso a quello di Hermione. Pochi centimetri di distanza li separavano da quello che sarebbe stato il loro primo bacio.

Ma, il destino decise che quello non era né il momento, né il luogo più adatto.

La porta si aprì di scatto, i due si allontanarono in fretta. La Granger si girò per assicurarsi che nessuno avesse visto niente, e per fortuna così fu, ma Draco non scostò il suo sguardo dal volto della ragazza. Ma la presenza del professor Lupin lo obbligò a lasciare Hermione per prendere posto negli ultimi banchi.

Anche la ragazza dovette prendere posto poiché la classe si stava riempiendo di Grifondoro, tra cui anche Ron e Harry, e di Serpeverde.

Durante la lezione Hermione non rivolse neanche uno sguardo a Harry e tanto meno a Ron, invece ogni tanto incontrava lo sguardo del biondo Serpeverde. Hermione trascorse così la lezione, immersa nei suoi pensieri, senza capire una parola di quello che stava spiegando Lupin, e a lanciarsi dolci occhiatine con Draco.

Dopo aver finito di spiegare, il professore dagli occhi spenti assegnò i compiti per l’indomani e Hermione fu costretta a rivolgere la sua attenzione a quello che scriveva preoccupandosi per non aver ascoltato una sola parola, e di non aver preso appunti.

Fuori dall’aula la Grifondoro si fece prestare di nascosto, gli appunti da Calì Patil, pregandola di non dire niente a nessuno. La ragazza rimase sorpresa dal fatto che la sua più brillante compagna di classe non avesse preso delle annotazioni.

Calì lasciò l’amica sull’uscio della porta a leggere degli interminabili foglietti, ma una voce la fece sobbalzare.

-Ciao Hermione...- Parlò quell’ormai familiare voce di quell’angelico viso.

La Granger si girò per salutare il ragazzo, ma venne presa alla sprovvista e Draco le diede un leggero bacio sulla guancia, così dolce e così inaspettato che Hermione riuscì ad accennare un labile sorriso che venne ricambiato.

Sorpresa, rimase lì, immobile, a fissare il ragazzo che si allontava.

-E q-quello?? E QUELLO? COS’ERA? EH? EH HERMIONE??- Domandò Ron, nel modo meno gentile che potesse, sbucando da dietro la porta.

-Quello cosa?- Rispose con aria altezzosa la sua ragazza.

-QUELLO COSA? TI VA DI SCHERZARE, EH? Q-QUEL BACIO!!!-

-Mi ha solo salutata!-

Ron rivolse un sorrisino deluso a Harry ripetendo a bassa voce quello che le aveva appena detto la sua fidanzata.

Harry pensò bene di lasciare Ron e Hermione da soli, allontanandosi con la scusa di dover incontrare Ginny.

-Draco Malfoy eh? Dico, MA SEI DIVENTATA PAZZA?? Da quanto dura questa storia? Eh Hermione?-

-Storia? Quale storia? Ma sei scemo?-

-Si certo, “quale storia”. La più ovvia delle risposte! Non potevo mica aspettarmi che mi rispondessi con la verità!- Disse deluso il ragazzo.

-Questa è la verità Ron!-

-E ALLORA PERCHE’ MAI LA MIA RAGAZZA SI FA VEDERE IN GIRO CON UN MALFOY?- Gridò il rosso Weasley con quel tono di voce che Hermione odiava tanto sentire.

-IO STO CON CHI MI PARE E PIACE RONALD! TU NON SEI NESSUNO PER DIRMI COSA DEVO O NON DEVO FARE!!- Rispose Hermione rivolgendosi a Ron con lo stesso insopportabile tono.

-IO SONO IL TUO RAGAZZO HERMIONE E TU SEI LA MIA RAGAZZA!

SPIEGATO COSI’ TI E’ PIU’ CHIARO??-

-FORSE NON VOGLIO ESSERE PIU’ LA TUA RAGAZZA!! DETTO COSI’ TI E’ CHIARO?- Esclamò la ragazza un po’ pentita di quello che aveva appena detto, ma soddisfatta di aver finalmente avuto il coraggio di lasciare il ragazzo che non le aveva mai trasmesso affetto e che secondo lei non aveva mai provato un sentimento che si avvicinasse almeno un pò all’amore.

Hermione si allontanò piangendo, asciando il povero Ron a riflettere su quello che gli era appena successo.

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto. ***


Nel giro di due ore, la notizia che i due Grifondoro si erano lasciati attraversò tutta la scuola, e naturalmente arrivò anche alle orecchie dei Serpeverde, che non perdevano occasione per prendere in giro il povero Ron.

La Granger cercava di evitare gli sguardi che tutti le rivolgevano, ma con insuccesso. Arrivata l’ora di pranzo la ragazza si sedette al tavolo dei Grifondoro, nel posto il più lontano possibile da i suoi amici, e riservò un posto a Bebee sperando nel suo arrivo.

Finalmente Hermione scorge la sua figura da lontano e la chiama alzandosi e sventolando la mano freneticamente.

-Ehy Bebee di qua!- Grida Hermione.

La ragazzina corre in direzione dell'ansiosa Grifondoro che la stava a spettando al tavolo in compagnia di un enorme sorriso.

-Ciao Hermione! Grazie per avermi aspettato, ho fatto un po’ tardi.-

-Non ti devi preoccupare, sono io che sono arrivata troppo presto, pensa che quando sono entrata c’erano solo due ragazzi, che si stavano addirittura baciando! Che figuraccia!- Rispose ridacchiando e rivolgendo uno sguardo ai due interessati.

Bebee prese a ridere, ma, invece che rivolgere lo sguardo a quei due poveri ragazzi, lo rivolse al tavolo dei Serpeverde.

-Ehy! Che guardi? C’è qualcuno che t’interessa??- Chiese pimpante la ragazza.

-Bhe… a dire la verità, si, qualcuno c’è! Ma se ti dico chi è prometti di non metterti a ridere?!-

-Ma certo! Non mi permetterei mai! Avanti, chi è??-

-…Tiger…- Disse con appena un fil di voce la Beaver imbarazzatissima.

Si girò di scatto per evitare lo sguardo di Hermione. Ma rimase sorpresa di non sentir nemmeno una risatina.

-Bhe, non è il primo della classe, né il più bello, ma se proprio non ne puoi fare a meno! Ma lui? Lo sa?- Domandò con aria apprensiva la Granger interessata.

-Si…ogni tanto ci vediamo fuori, parliamo, ma lui è troppo impegnato ad eseguire gli ordini di quello scemo di mio cugino Draco! Certe volte non lo sopporto proprio, ma perché…-

-T-Tuo cugino Draco??- L’interruppe Hermione allibita.

-Si si, Draco è proprio mio cugino! Non lo andare a raccontare in giro però perché a lui da fastidio che gli altri sappiano…”di noi”.-

- Ma non quadra una cosa! Stamattina mi hi detto che tuo padre si chiamava Malfoy, ma allora perché tu nn porti il loro cognome?- Chiese Hermione interessatissima alla discussione.

-E’ una storia lunga…-

-Tranquilla, ho tutto il tempo che vuoi!-

-D’accordo allora… Naturalmente tu sai che mio zio, Lucius, è un mangiamorte no? Bene, anche a mio padre era stata offerta la possibilità di diventare un seguace di Tu-sai-chi, ma rifiutò.

Tu-sai-chi non accettò questo rifiuto e ordinò ai suoi seguaci di sterminare la mia famiglia. I miei lo scoprirono in tempo quello che volevano fare e mi portarono in un posto sicuro, lontano da tutto e da tutti, fuori paese, in America, mentre loro restarono lì a combattere per la vita. Negli ultimi 9 anni ho vissuto con i miei zii e ho anche acquisito il loro cognome. E ora sono qui…- Raccontò a testa bassa la biondina.

Hermione mise una mano sulla spalla dell’amica dicendole che le dispiaceva, ma lei rispose che ormai era passata, anche se non era facile non pensarci.

Le due ragazze passarono tutta l’ora di pranzo parlando di ragazzi, compiti e professori. Hermione le raccontò della sua storia con Ron e di come fosse finita. Trascorsero bene quell’ora e si dettero appuntamento nel dormitorio femminile alla fine delle lezioni per fare una passeggiata e quattro chiacchere.

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto. ***


 

-Pssssss…Goyle!!- Sussurrò una voce maschile.

Il ragazzo, al richiamo si girò confuso.

-Cerca di star bene attento e di non addormentarti, mi servono gli appunti per domani!-

Il ragazzo annuì e pronunciò: -Certo Capo!- e si rigirò intento ad ascoltare.

-Che palle questa lezione, ma quando diavolo finisce?! Non ne posso più di ascoltare questa lagna!!- Disse con tono annoiato l’aitante biondino seduto a uno dei primi banchi.

-Hai detto qualcosa Malfoy??-

-Oh no, professoressa Mc Grannit, no!- Mentì il ragazzo.

-Bene! Allora ragazzi, riprendiamo, vediamo… Sing Weasley vuole, per favore, ripetermi che cosa ho detto fino ad’ora?- Chiese la professoressa, sapendo benissimo che Ron non aveva ascoltato una sola parola della sua spiegazione.

-Ehmm…si, certo! Praticamente… lei, ci ha spiegato, in modo, devo dire, veramente mooolto chiaro che…ehmm…che, si insomma, che…-

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINN!!!

-E’ stato salvato dalla campanella sing Weasley, ma la prossima volta non la scamperà!- Pronunciò alquanto infastidita l’insegnante.

-Miseriaccia!! Ci è mancato poco!!- Disse con viso smorto Ron appena uscito dalla classe.

-Sempre distratto eh, Weasley?- Ron si girò di scatto.

-Infatti non ti sei accorto che ti sto fregando la ragazza!- Disse Draco, accompagnato da quel odiabile sorrisetto, conosciuto da tutti molto bene.

Ron fece per lanciarsi addosso al Serpeverde ma venne trattenuto da Harry.

-Andiamo Ron, lascia stare, è solo Malfoy!- accennò Harry.

-Si, Ron, ascolta quell’orfanello dello sfregiato, non capita mica tutti i giorni che dica cose intelligenti! E poi, sappiamo tutti come sarebbe andata a finire!- Esclamò deciso Draco, inarcando il sopracciglio. A queste parole il rosso Grifondoro si scagliò brutalmente contro Malfoy facendolo finire a terra scosso.

Draco non ebbe il tempo di scrollarsi di dosso Ron, che si ritrovò di nuovo steso a terra con il sangue al naso e con un forte dolore alla testa che gli impediva ogni movimento. Poi il buio.

 

-Malfoy!! Malfoy!! Mi senti??... DRACOOO!!-

Draco sentiva un lontano eco, ma non sapeva né da dove, né da chi provenisse. Smosse la testa e aprì gli occhi e intravide una sagoma che andava via via facendosi più nitida.

Ora poteva vedere benissimo a chi appartenesse quella soave voce.

Era l’unica voce che avrebbe voluto sentire, e l’unica persona che avrebbe voluto vedere. Era bellissima, preoccupata, ma anche felice di vedere che Draco aveva ripreso i sensi.

-Finalmente!! Come stai?? Mi hai fatto stare in pensiero!-

Draco, incapace di rispondere, le sorrise.

-Oh Malfoy, mi dispiace davvero, non so cosa gli sia potuto prendere a Ron, ma spero sarai felice di sapere che il preside ha preso provvedimenti. Ebbene si! Ron dovrà scontare la sua pena pulendo i bagni dei ragazzi, e senza magia! Ben gli stà!- Disse compiaciuta la ragazza.

-Her-Hermione…- accennò il ragazzo, non appena capì dove si trovasse e per quale motivo.

-Si??- Rispose pacata la Grifondoro.

- Perché sei qui? In tutti questi anni non ho fatto altro che insultare te e i tuoi amici, non ti ho mai dimostrato né affetto né amicizia…tranne che oggi. Ma in un solo giorno, anche volendo, non può cambiare tutto!- Draco rinvenì tutto d’un colpo. Non gli capitava mica tutti i giorni di stare insieme alla ragazza dei suoi sogni.

-Bhe, Malfoy, hai assolutamente ragione, ma come dico sempre io: è meglio diventare amica dei tuoi nemici, che nemica dei tuoi amici! E poi Malfoy, tutti hanno diritto a una seconda possibilità! Dico bene??- La Granger si sedette sul letto dov’era disteso il sofferente biondino dal viso, se possibile, ancora più pallido di prima.

-Sei dolce con me, non me lo merito!-

-Non dirmi così, mi fai arrossire… comunque, da parte scherzi e smancerie, adesso devi mangiare! Madama Chips ti ha preparato una cenetta coi fiocchi!-

-Cenetta? Ma che ora è??-

-Non so, saranno le 8 e mezza! Perché?- Domandò incuriosita Hermione, mentre percorreva il tragitto dal tavolo al letto di Draco con un vassoio in mano.

-Da quant’è che sei qua??-

-Da dopo pranzo. Ho assistito a tutta la terribile scena di te che venivi picchiato da Ron! Se solo ci ripenso m’ innervosisco!- La Grifonfondoro poggiò il vassoio sulle gambe del Serpeverde, che nel frattempo aveva poggiato la schiena sul muro freddo dell’infermeria.

-Sei qui con me da dopo pranzo?? Hai saltato le lezioni per me? Perché?- Chiese Draco ad Hermione, con una voce così dolce che la ragazza non pensasse neanche provenisse dalla sua bocca.

-Mi sentivo in colpa, sai… per Ron…Non volevo lasciarti solo. Erano con me anche i tuoi amici, Tiger, Goyle e per un po’ di tempo anche Pansy, che borbottava disperata frasi come “Oh, povero il mio amoruccio” oppure “Quel Weasley non la passerà liscia!!”.

Sai Draco mi sa che Pansy abbia una bella cotta per te!-

Hermione scoppiò a ridere alla visione della faccia nauseata del ragazzo, che vedendo la ragazza divertita l’accompagnò nella sua dolce e penetrante risata.

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Capitolo 6
*** Capitolo sesto. ***


I due ragazzi passarono una bellissima serata, piena di risate, occhiatine dolci e medicine. Hermione non si accorse che si stesse facendo tardi, che non aveva studiato per l’indomani e che non era andata all’appuntamento con Bebee. Ma come darle torto?

I due si appisolarono intorno alla mezzanotte, accovacciati nello stesso letto e riscaldati dal solo calore dei loro fiati. Madama Chips pur accorgendosi che i due stessero infrangendo una delle regole della scuola, non volle disturbarli, perché lei stette lì ad osservarli dal primo all’ultimo momento, e le sembravano così carini che li lasciò dormire tutta la notte insieme sbarrando anche le porte per evitare che qualcuno, entrando, potesse vedere la scena.

 

-Ragazzi…Ragazzi!…Sù svegliatevi!! Ragazzi!!!-

Draco sentì la voce di Madama Chips che li chiamava, e le fece un cenno che le permise di capire che i due si erano svegliati, ma in realtà era sveglio solo lui.

Rimasto solo con Hermione, decise di non svegliarla per il momento, perché era bellissima mentre dormiva. I suoi capelli erano illuminati da una flebile luce che proveniva da una grande finestra aperta, una delle sue rosee guance era morbidamente appoggiata al cuscino, il quale aveva quasi lo stesso colore pallido della pelle della ragazza.

Il ragazzo si alzò con un forte dolore alla testa e con il sol pensiero che il suo 17esimo compleanno non potesse iniziare con una compagnia migliore di quella.

Dopo essersi vestito il più silenziosamente possibile, Draco, prese delle pillole che, fortunatamente per lui, variavano di sapore in base ai gusti della persona, ma pensò anche che la zucca fritta fosse assolutamente inadatta di mattina!

Non avendo altro in programma per la mattinata, si sedette su di una sedia ad osservare la ragazza dormire, era così bella, così dolce, così semplice. Fissandola fantasticava su come avrebbero passato la serata, se lei fosse venuta. Sperava che quella sera diventasse fantastica, indimenticabile, la più bella che avesse mai vissuto.

 

Ogni minuto che passava faceva crescere in lui la voglia di strapparle un bacio innocente sulle labbra, un piccolo bacio.

Il desiderio era forte, troppo forte per poterlo sopraffare.

Non poteva non approfittarne adesso, nn si sarebbe ripresentata mai occasione migliore, pensò.

Il Serpeverde non resistette e si fece vincere dalla tentazione. Si chinò sul volto della bella Grifondoro e poggiò delicatamente le labbra su quelle della ragazza. Per quanto volesse restare in quella situazione il più a lungo possibile, dovette abbandonare presto quelle morbide labbra, per paura che qualcuno lo vedesse, o peggio, che lei si svegliasse. Quella sua previdenza lo salvò da un rimprovero assicurato da parte dell’infermiera, che era appena entrata nella stanza dopo aver preparato un bella tazza di thè per ambedue i ragazzi; lo invitò a svegliare Hermione e a bere quella tazza di thè bollente che gli avrebbe fatto sicuramente bene!

Draco si chinò nuovamente su di Hermione, con una delicatezza che neanche lui sapeva di avere, gli scostò i capelli distendendoli sul cuscino e poggiò se possibile ancor più delicatamente la mano nel pallido collo della Granger e cominciò a carezzarla nella speranza che si svegliasse. La Grifondoro non ne voleva sentire proprio di svegliarsi, e allora Draco cominciò a baciarla, sul collo dolcemente, sulla guancia salendo poi sulla fronte e riscendendo fino ad arrivare alla bocca.

-Buongiorno…- Disse il ragazzo non appena si accorse che Hermione ebbe aperto gli occhi.

-Buon…Buongiorno Malfoy…- accennò la ragazza ancora assonnata. -Come stai?-

-Bene, mi gira solo un po’ la testa, ma del resto sto bene, grazie. E tu? Come stai?-

-Benissimo…- sorrise.

Draco, alla vista del sorriso di Hermione, sorrise a sua volta. La ragazza fece per scendere dal letto ma Draco la fermò e le disse che le avrebbe portato lui la colazione. Prese dal tavolo un vassoio con due tazze di thè ancora fumanti, cornetti alla marmellata di rabarbaro, mele candite e brioches calde.

Appoggiò il vassoio sul letto e porse alla ragazza la tazza col thè. Bevvero fissandosi continuamente negl’occhi e accennando ogni tanto un sorriso.

-Ma, ma che ora è??- Chiese la ragazza, e subito guardò un orologio appeso al muro –Per la barba di Merlino devo scappare a lezione!! Oh Draco mi dispiace da morire, ma devo andare, ci sarà Madama Chips a prendersi cura di te!-

Draco la seguì con la testa mentre lei si muoveva freneticamente nella stanza cercando la sua borsa con i libri. La trovò, prese una brioches dal vassoio, ringraziò Draco e usci dall’infermeria.

Il povero Serpeverde rimase da solo in quell’enorme stanza a fissare la porta dalla quale era uscita la ragazza dei suoi sogni. Distolse lo sguardo da quella porta per portarlo alla finestra, dalla quale entrava una luce abbagliante, e si mise ad osservare dei ragazzini del primo anno alle prese con le loro scope.

Non appena il ragazzo si alzò dal letto, la porta si aprì.

-Ah, quasi dimenticavo.-

Draco si voltò in direzione della voce.

-Buon compleanno Draco!-

La ragazza scomparì di nuovo dietro quella grande porta e portò via con se tutta la tristezza che c’era in Draco e la trasformò in felicità, gioia, amore.

 

 

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