That's not what I should do.

di lipstjck
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** That's my story. ***
Capitolo 2: *** Problemi. ***
Capitolo 3: *** Il tradimento. ***
Capitolo 4: *** Flys. ***
Capitolo 5: *** Presentimenti. ***
Capitolo 6: *** Guai. ***
Capitolo 7: *** Anne. ***
Capitolo 8: *** Zayn. ***
Capitolo 9: *** Che la guerra abbia inizio. - prima parte. ***
Capitolo 10: *** Che la guerra abbia inizio. - seconda parte. ***



Capitolo 1
*** That's my story. ***


 

 

That’s my story.

 

 

 

 

 

Correva l’anno 1918, il peggior periodo di una delle cittadine irlandesi più affollate: Mullingar.

Era infatti il periodo della guerra tra le tre razze.

Il prossimo ad essere coinvolto nella carneficina sarebbe stato, senza esagerare il mondo intero, che riassumeva casi simili a quello di Mullingar , ma non così gravi, in diversi continenti; che al contrario di quest’ultima riuscivano a contenere i danni. 

Mentre ‘i protettori in incognito’ degli irlandesi stavano diminuendo progressivamente; portando la cittadina ad uno stato di degradazione sempre maggiore.

 

Vi starete sicuramente chiedendo di cosa io stia parlando. 

Già, perché voi, comuni mortali, ne siete rimasti fuori, il culo ve lo abbiamo salvato noi. 

D’altro canto, era meglio così, era più facile salvarvi senza che qualche coraggioso di voi, ostacolasse tutto, con la sua voglia di fare da protagonista. 

Vi racconterò in queste pagine sbiadite, la mia storia. 

La storia, che salvò la razza umana.

Mettetevi comodi e leggete avidamente ogni particolare, prima che il vostro essere così vulnerabili psicologicamente, - cosa normale tra voi umani - vi faccia credere che questa sia solo finzione. 

 

 

 

-

 

 

 

Il mondo non era certo quello che appariva agli occhi dei comuni mortali, troppo offuscati dalla bramosia di arricchirsi, o di soddisfare il volere della carne per accorgersi che, altre razze camminavano, mangiavano, bevevano, soddisfacevano i loro bisogni, senza essere scoperti, nascondendosi ed adeguandosi alle abitudini degli ignari umani

Potevano essere chiunque, partendo dai vicini di casa, dai dottori, dalle donne più rispettabili, fino ad arrivare alle poco di buono. 

 

Tante razze in un mondo, di cui solo una viveva allo scoperto: l’umanità.

Le altre, secondo la razza umana che credeva di avere il dominio del mondo, appartenevano alle favole ed ai racconti che le madri premurose narravano ai propri figli cercando di farli addormentare; oppure che i fanciulli di quell’epoca raccontavano ai propri amici intenzionati a spaventarli, con la differenza che:

 

  • I primi racconti narravano di fate, gnomi, elfi e maghi che, si erano estinti secoli prima, con l’eccezione di pochi maghi sparsi per il mondo;
  • I secondi erano comunemente chiamati dai mortali: racconti horror, che in realtà narravano ciò che all’insaputa dei cinici uomini accadeva.

 

Il male stava sovrastando la forza, ormai troppo debole, del bene.

Portando, Mullingar, dove milioni di secoli prima, nell’epoca dei ‘dinosauri’ come la chiamate, voi nacque tutto

Con ‘tutto’, intendo che la vita ebbe origine lì.

 

 

 

Non me ne abbiate, 

ma l’unico modo per farvi capire qualcosa di questa guerra è partire dall’inizio dei tempi, dalla nascita di tutte le razze.

 

I primi a nascere dalle acque del Lago Owel furono gli elfi, seguirono le streghe, le fate, gli gnomi, i goblin, i licantropi ed infine, i vampiri.

All’inizio la pace regnava.

Fino a quando, il volere degli dèi portò sulla terra un’ultima razza.

Era fragile, indifesa, apparentemente assomigliava alla razza dei vampiri, poiché i due clan si nutrivano allo stesso modo: carne animale.

 

La storia narra, che un giovane vampiro di nome 

Eiden Malik - figlio di una delle due famiglie originarie

aggirandosi per i boschi insieme al suo amico umano Jhon Williams, fu stuzzicato dall’odore del sangue fresco del compagno umano tagliatosi con un coltello, allo stato grezzo, che usavano per cacciare la selvaggina di cui nutrirsi.

All’inizio cercò di trattenersi, avvicinandosi soltanto per aiutarlo, 

ma poi non resistette all’odore inebriante e rugginoso che emanava quel liquido rosso, facendo uscire allo scoperto per la prima volta il demone che era in lui. 

Dei canini affilati e lunghi si sostituirono ai denti ‘apparentemente umani’ e delle vene violacee e pulsanti si destarono appena sotto i suoi occhi.

Affondò i canini nell’incavo del collo di colui che era suo amico, 

colui che si fidava ciecamente del vampiro, 

colui che fu il primo di una miriade di vittime,

che questa razza lasciò sulla strada che percorse nei secoli.

Gli occhi del vampiro, che pochi secondi prima avevano una tendenza al grigiastro, assunsero il colore dei vestiti della morte: rosso.

Trangugiò ogni singola goccia di sangue, fino a rendere il ragazzo un corpo senza vita. 

Una nuova potenza si impossessò di lui, una potenza che la carne della selvaggina non gli aveva mai dato. 

Avvisò tutta la sua famiglia vampira, all’inizio scettica, ma che si ricredette immediatamente vedendo le abilità che grazie a quel sangue erano spuntate al ragazzo immortale:

  • Velocità inaudita;
  • Senso dell’olfatto, della vista, dell’udito sviluppatissimi;
  • Soggiogamento. (Controllare la mente del prossimo grazie agli occhi.)  

 

Diventarono più forti degli elfi e delle streghe che essendo le famiglie che gli dèi avevano creato per prime, essendo legate da una stretta parentela ed essendo invincibili, fino a quel momento, avevano il potere sulle altre razze.

I vampiri, quindi, capeggiati dalle due famiglie originarie: i Malik e gli Styles; usurparono il trono agli elfi ed alle streghe, sterminando i primi e decimando i secondi, di cui la forza, la furbizia, l’intelligenza, la testardaggine, la saggezza ed i poteri magici più forti, avevano salvato almeno le famiglie originarie: i Payne ed i Meier

Le streghe si schierarono dalla parte degli umani - erano sempre stati buoni, quindi si misero dalla parte dei più deboli - e con essi, si schierarono anche i licantropi, le fate e gli gnomi.

Dalla parte dei vampiri si erano schierati invece i goblin, esseri verdi, egoisti e sfruttatori; buon acquisto per i vampiri, poiché erano il doppio dei licantropi. 

Questa lotta continuò fino a quando non rimasero altro che i licantropi e le streghe; contro i vampiri. 

Questi ultimi si arresero e furono condannati a non tornare più a Mullingar e ad uccidere solo animali per nutrirsi. 

I Malik e gli Styles giurarono vendetta, ed ovviamente appena allontanatisi da Mulingar tornarono a mietere vittime, solo, con più discrezione, cercando ogni volta di farlo sembrare un suicidio o di nascondere i corpi, per non essere scoperti.

 

 

 

 

La pace regnò per 17 anni, 

poi il caos tornò.

E da qui, comincia la mia storia.

Mi chiamo Elisabeth Amie Payne e

 discendo dalla stirpe originaria delle streghe.

 

 

 

-

 

 

 

Sono una purosangue, i miei poteri quindi, sono ineguagliabili, potrei distruggere il mondo intero se solo volessi.

Il problema è che non ho ancora finito gli studi e non so come fare. 

Ho un fratello maggiore, si chiama Liam.

Mia madre è morta il giorno in cui sono nata, mia nonna è l’ultima originaria rimasta, ha 2917 anni e sembra ne abbia ancora 35.

 

 

“Le streghe, sono immortali.

Possono decidere di bloccare il loro invecchiare quando vogliono, 

compiendo l’incantesimo dovuto.

Possono procreare solo in questo periodo di transizione, 

in cui, il loro 

corpo continua a maturare,

ma devono compiere l’incantesimo 

entro la mezzanotte del loro 

 trentacinquesimo  

anno di vita.

 Se ciò non accade si trasformano in umani .

ergo  mortali.

La morte, quindi, può bussare alla loro porta:

 che sia per via sovrannaturale, per una malattia,

o per cause innaturali.”

 

Diceva il libro rilegato in pelle, scritto e creato da mia nonna stessa.

Me lo aveva regalato due mesi prima: 14 Gennaio 1918, giorno in cui compii  diciassette anni.

 

 

 

Una strega a diciassette anni inizia lo studio dellarte della magia ,

 poiché considerata matura .

Tu lo eri già alla tenera età di dieci anni .

- Nonna Margaret.’ 

 

 

La dedica della nonna alla prima pagina.

 

 

Ero appena arrivata al capitolo dell’immortalità. 

Una ferita si riaprì dentro di me ed i sensi di colpa, 

cominciarono a vorticare nel mio cuore, annebbiandomi il cervello.

 

Mia madre mi ebbe allo scoccare della mezzanotte: il giorno del suo trentacinquesimo compleanno.

La nonna voleva compiere l’incantesimo prima che io nascessi, per non avere complicazioni, ma mia madre sapeva che in quel modo, si sarebbe arrestato non solo il suo, ma anche il mio invecchiamento, allora, decise di non trasformarsi e di vivere una vita umana, ma durante il parto ci furono diverse complicazioni, che portarono mia madre alla morte. 

Mi ero sempre incolpata per aver privato Liam di una madre, mio padre Edward Payne di una moglie e mia nonna Margaret Meier della figlia primogenita.

Mi credevo uno sbaglio, ma la mia famiglia mi aveva sempre ripetuto che non era stata colpa mia e che io ero la benedizione degli dèi. 

Mi chiamo come lei, spero di essere altrettanto coraggiosa e saggia almeno la metà. 

La nonna e la zia Anne - secondo genita, nonché sorella di mia madre - dicono che il ritorno dei vampiri è vicino e che io sarò la salvezza dell’umanità.

Devo esserlo per forza, per mia madre. 

E’ l’unico modo per riscattarmi dal male che ho fatto alla mia famiglia nascendo.

Dicono che con l’aiuto di mio fratello e mio cugino, - unico figlio di zia Anne - Louis Tomlinson (mezzosangue) il mondo, resisterà anche a questa sventura.

Mi chiedo che fine abbiano fatto i licantropi

Erano sempre stati al nostro fianco da quello che ho capito leggendo un diario della nonna, che avevo trovato nascosto in soffitta.

Il flusso dei miei pensieri venne bruscamente interrotto da una pallina di papiro bianco, lanciata da quell’idiota di mio fratello, scommetto sotto consiglio di Louis.

Al posto di studiare quei due preferivano tormentarmi, come ormai accadeva da 13 anni. 

Ci trovavano gusto a farmi tutti quegli scherzi, perché me la prendevo e mettevo il broncio. 

A loro piaceva quando dovevano farsi perdonare. 

All’età di 6 anni mi davano un bacio sulla guancia e avevano dei visi così angelici che mi veniva naturale perdonarli. 

Ora invece, mi prendevano addirittura in braccio, mi accarezzavano la schiena e mi riempivano di baci. 

Come se al posto di crescere, fossi tornata bambina.

Comunque sia, riuscivano sempre a scamparla per colpa di quei visi teneri.

“Stavolta non vi perdono, smettetela di fare gli idioti e studiate.” dissi io imbronciata. 

“Oh, andiamo Beth! Abbiamo fatto di peggio.” disse Louis divertito.

“Sai che ti vogliamo bene.” tentò Liam, con una faccia da cucciolo che aveva usato milioni di volte.

“Ok, ok. Vi perdono, ma ora studiamo. La nonna sarà qui tra pochi minuti e noi ancora non sappiamo nulla sull’evocazione delle ninfe dei quattro elementi.” esplicai con molta fretta.

“Beth- mi guardarono con faccia impassibile i due.- La nonna ci aveva chiesto di arrivare fino alle sfere di energia bianche evocate dai fulmini. Siamo andati avanti di quattro capitoli per farti contenta. Ora basta.” Li odiavo quando facevano così. 

I vampiri sarebbero potuti tornare da un momento all’altro e loro si permettevano anche di dirmi che l’avevano fatto per farmi contenta?

I miei occhi dal color del sole si trasformarono in nero, ciò voleva dire che mi stavo arrabbiando.

“Bene, mi avete fatta contenta. Poi chi dovrà salvarvi dai vampiri quando sarete in fin di vita? Eh? Io.” mi guardarono come due cani bastonati.

“Scusaci Beth, lo sappiamo che lo fai solo per noi.” dissero all’unisono.

“D’accordo, sono stata troppo dura. Avete ragione, basta studiare. Andate a fare gli idioti da qualche parte.” dissi ormai rassegnata alla loro tenerezza sovra-umana. 

Mi sorrisero e correndo via come se avessero paura che cambiassi idea, iniziarono a picchiarsi come solo due fratelli sanno fare.

I miei due fratelli, sempre al mio fianco.

Come farei se gli accadesse qualcosa? Non potrei vivere.

Era per questo che dovevo continuare ad assorbire la maggior parte degli incantesimi, ma avevo bisogno anche di fare pratica.

Gli incantesimi che avevo studiato oggi erano abbastanza complicati e soprattutto utili durante degli scontri mortali. 

Mi alzai e con il libro in mano mi diressi nel mio posto.

Si trovava in un bosco nelle vicinanze di casa mia.

Una radura incantata, almeno per me.

Il suolo in quel periodo di metà marzo, era ricoperto di fiorellini rosa, viola e blu. L’immensa cascata scorreva indisturbata ed imponente.

Mentre il mio udito sviluppato percepiva il muoversi dei pesci e delle sirene, l’unica razza che non aveva mai preso le parti di qualcuno nella battaglia e si era fatta gli affari suoi.

L’unica amica che avevo, si trovava in quelle acque ghiacciate. 

Mi aiutava sempre con gli incantesimi, il suo nome era: Elis.

“Boo.” urlò spuntando dall’acqua alle mie spalle.

“Ciao Elis, lo sai che ti sento quando arrivi.” dissi io impassibile dandole le spalle.

“Peccato. Qual buon vento ti porta qui secchiona?” disse, mentre usciva dall’acqua e delle gambe lunghe e snelle sostituivano la bella coda, un vestito di perle d’acqua le si stendeva sulla pelle diafana.

“Mi serve una mano con questi incantesimi bellezza.” dissi stampandole un bacio sulla guancia a mo’ di saluto.

“Certo, da qua.” rispose mentre prendeva il libro e leggeva il titolo del capitolo.

Lei viveva da 4237 anni. 

Aveva visto mia nonna, mia madre, mio nonno, mio padre combattere insieme alle altre streghe; li aveva visti morire e vincere.

Li aveva aiutati a scoprire nuovi incantesimi, da usare contro i vampiri.

Le sirene appartengono alla famiglia delle streghe, ma sono meno potenti ed hanno pochi poteri. 

In compenso la loro intelligenza supera quella di chiunque.

“Oh perfetto. Incantesimo per evocare la ninfa della terra. Non devi fare altro che poggiare le mani sulla terra e sentirla. Scommetto che lo sai a memoria, tante le volte che l’hai ripetuto. Quindi fammi vedere che sai fare.” disse lei quasi con un tono di fierezza nella voce.

Mi accovacciai a terra mettendo la mano sull’erba fresca e chiudendo gli occhi.

Iniziai a sentire la ninfa Olem che rispondeva al mio richiamo, lo potevo capire dalla sensazione di caldo che partiva dalla mano incanalandosi in tutto il corpo, segno che l’energia della terra stava raggiungendo ogni molecola in me.

Decisi di far crescere una piccola rosa, come inizio poteva andare bene.

Spostai un po’ dell’energia che mi era arrivata, nella mano, vicino alla quale sentii un leggero tocco di foglie che si innalzavano, dopo poco questo piacevole contatto si fermò e ad una manciata di millimetri dal mio naso, una rosa blu esprimeva tutta la sua bellezza anche solo con il profumo che sprigionava. 

Aprii gli occhi soddisfatta mentre mi alzavo guardando Elis.

Era sbalordita, fissava la rosa con gli occhi sbarrati.

Mi avvicinai a lei.

“Elis, va tutto bene?” chiesi premurosa.

“Beth, sai che quella rosa è il simbolo della strega Galed Payne, la strega più potente del mondo magico? Una volta te ne ho parlato.

Nel 1800 durante la guerra, ella distrusse tutti i Goblin con uno solo gesto delle dita. Poteva uccidere ogni vampiro sulla faccia della terra, ma si fece ammaliare dal fascino di uno dei Malik: Eiden, - colui che diede inizio alla guerra per il potere, assaggiando il sangue umano - decidendo così, di mettersi da parte e scappare con lui. 

Un secolo dopo ebbe un figlio da Eiden, il quale era per metà vampiro e per metà stregone. Era l’essere perfetto: Bellissimo, pelle caffe-latte tendente al diafano ed infrangibile come il diamante, vista, udito, olfatto sviluppati, velocità inaudita, come il padre e cosa più importante: la maggior parte dei poteri di Galed che morì durante il parto, per colpa della forza inaudita del piccolo, nessuno seppe più niente né di Eiden né del bambino, tutti temono che l’abbiano addestrato fino ad oggi per la loro vendetta.” concluse lei prendendo fiato.

“Sì, ricordo. E con questo? Vorresti dire che sono potente quanto lei?”

“No, voglio dire che lo sei il doppio. Vedi che non mi ascolti quando parlo? Ti dissi anche che nessuno avrebbe mai potuto uguagliare quella strega, a parte il figlio. Ma ti dissi anche che una leggenda parlava di una ragazza, discendente dei Payne, generata dall’amore troppo forte della madre e del padre, che avrebbe portato la pace tra le razze con la forza inaudita del potere della rosa blu, lo stesso potere della strega Galed imparentata con lei, solo, che lei sarebbe stata forte due volte di più. L’unica che avrebbe potuto contrastare il ragazzo ibrido, che, forse, - non è certo che in lui ci sia solo crudeltà - avrebbe portato alla distruzione della razza delle streghe e con loro tutti gli alleati, compresi i protetti: la razza umana. Beth, tu ci salverai.” disse, adesso ne ero certa, con un sorriso fiero di me.

“Come? E’ impossibile, io non sono così forte! Non potete mettere tutto nelle mie mani, non ho nemmeno finito gli studi.” urlai io allarmata da quanto detto da Elis.

Scosse la testa come se fossi l’unica tonta a non aver capito.

“Beth, allora non hai capito questo cosa comporta. Tu non hai bisogno di studiare la magia, tu sei la magia stessa! Quando ti troverai nei guai, saprai cosa fare, perché possiedi la magia suprema, tu sei la prescelta. Il tuo compito è quello di sconfiggere il male, o portarlo dalla parte del bene: tu devi combattere il figlio di Galed.”

Aveva assunto uno sguardo antico, l’unica cosa che mi faceva ricordare che lei stessa era antica.

“Non sono pronta Elis! Mi serve altro tempo.” ero esasperata, sul punto di piangere.

 

“Non ne hai, lui è già qui e tu sei pronta, fidati. Buona fortuna amica mia, sappi che ti voglio bene e sono fiera di te. Ma come ben sai noi sirene, non ci impicciamo in questi problemi, senti l’energia che scorre col tuo sangue, stai attenta. Ad Ovest.” disse muovendo il capo in quella direzione prima di buttarsi in acqua e sparirci dentro.

Guardai immediatamente ad Ovest, iniziando a tremare per colpa della paura che si insidiava in me. I miei occhi avevano preso il colore che rappresentava la paura pura: rosso sangue.

Dopo pochi minuti, di perlustrazione con lo sguardo, notai un ciuffo nero, sempre più vicino. 

Deglutii, iniziando a chiamare a me tutte le ninfe, chiedendo loro di creare uno scudo invisibile ed impenetrabile, nel caso avesse provato ad attaccarmi. 

Era sempre più vicino, e con la mia vista sviluppata notai il suo sorriso da superiore, la sua bellezza quasi innaturale ed il suo camminare spavaldo.

Si fermò ad un metro da me, senza perdere quel sorriso tenebroso, che mi metteva i brividi addosso.

“Tutto qui?” esclamò quasi deluso, con una voce profonda e divertita.

“Tutto qui, cosa?” chiesi ingenuamente io, sentendo la mia voce tremare e cercando di darmi un contegno mettendomi dritta, apparendo sicuramente spavalda.

“Mi aspettavo, che so .. Qualcuno meno esile ed ingenuo, non ci metto nulla a farti fuori e non c’è nessun divertimento così, ma cosa vuoi farci? E’ la vita.” disse mettendosi in posizione di combattimento, mostrando i canini e mettendo i palmi delle mani rivolti verso terra, segno che stava incanalando energia.

“La spavalderia non gioca mai a favore. Non sottovalutarmi ibrido.” sputai io iniziando ad arrabbiarmi, facendo diventare i miei occhi dal rosso terrore al nero rabbia.

“Non sai contro chi ti stai mettendo. Fatti da parte, non voglio uccidere una fanciulla con un così bel faccino.” esplicò da superiore.

Ah sì? Ora mi stavo arrabbiando sul serio.

“Idiota, fossi in te la smetterei, potrei ridurti in cenere se volessi, con lo schiocco delle mie dita, non sfidarmi. So contro chi mi sto mettendo, figlio di Galed Payne ed Eiden Malik. Ma a quanto pare tu non te ne rendi conto.” dissi io con tono altezzoso.

“Elisabeth Amie Payne. Bella come il sole, pericolosa come la notte e fragile come il vetro. La leggenda dice questo di te. Sulla prima non sbaglia, vediamo sulla seconda.” detto questo, lanciò una sfera di fuoco contro di me.

Non me ne curai nemmeno e continuai a fissarlo negli occhi, al resto ci pensò lo scudo, che fece ritornare la sfera indietro contro di lui che la schivò all’ultimo secondo. 

Sembrava sbalordito.

“C’era da aspettarselo. Sei un mezzo vampiro, non sai come si gioca pulito. Come hai detto che ti chiami idiota?” dissi ridendomela.

“Il mio nome è Zayn Jawaad Malik, non sei poi tanto male.” disse quasi sconvolto, ma con una nota di sarcasmo.

“Sei pronto a morire Zayn?” dissi seria, penetrandolo col mio sguardo d’oro, tornato normale, per la calma che improvvisamente mi aveva pervaso.

Sembrò quasi esitare, diventando smarrito, era come se pochi secondi prima indossasse una maschera da spavaldo, che aveva tolto giusto il tempo per farmi capire chi era veramente.

Ripresosi iniziò a ridere, come se avessi fatto una battuta.

Ma nessuno prende in giro Beth, sempre più in collera, richiamai Wait a me, la ninfa dell’acqua.

Sentivo l’energia dell’acqua affluirmi nelle vene, più densa perché caricata dall’ira, distesi le braccia difronte a me e la sprigionai tutta.

Delle grandi mani formate dall’acqua avvolsero il ragazzo, fino a trasformarsi in una bolla. 

Stava affogando, ma qualcosa mi indusse a fermarmi, non volevo morisse.

“Allenati Malik, è troppo facile così.” detto questo lo liberai lasciandolo cadere al suolo ansimante e ridendo mi smaterializzai, lasciandolo lì.




 




 

Ed eccomi qui,
con un'altra storia, magari meno banale
di quella che sto scrivendo.
Spero vi piaccia, era da un po' che volevo scrivere
qualcosa del genere.
Come sempre accetto ogni critica, non fatevi problemi.
Spero solo, che mi lascerete delle recensioni, 
per me è davvero importante.

                                                                                   - Giada.

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Capitolo 2
*** Problemi. ***


 

 

 

Problemi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi materializzai in camera mia, avevo il fiatone per via della mia vicinanza alla morte.

Dovevo raccontare tutto alla nonna.

Uscii dalla stanza e scesi tutte le scale con fretta, mi ritrovai la nonna intenta a sgridare Louis che aveva fatto cadere per terra, il vaso antico egizio che si trovava in salotto.

Sarebbe stata una scena esilarante se non fossi stata così impaurita.

Li fissai per pochi secondi terrorizzata e poi pronunciai solo due parole.

“Sono tornati.” 

Mia nonna si voltò e mi fissò sbarrando gli occhi.

“Hai incontrato l’ibrido?” chiese impaurita, squadrandomi dalla testa ai piedi, sicuramente per accertarsi che stessi bene. 

“Sì. Elis mi ha detto che sono la prescelta. Nonna ho dovuto affrontarlo, lo stavo uccidendo ma qualcosa mi ha fermata.” ero allarmata e tremavo visibilmente, mentre un trilione di domande si aggiravano nella mia mente.

“Cosa? Ti sei bloccata? Per l’amor del cielo non dirmi che ti sei innamorata!” chiese mi nonna tra l’irritato e lo sbigottito.

“Cosa? No, scherzi? E’ un mezzo vampiro che vuole farmi fuori, come potrei essermi innamorata? Solo, mi sono sentita bloccata, non volevo morisse in quel modo orribile.” ero sempre stata contro la violenza come tutte le streghe d’altronde, ma la situazione in cui ci trovavamo non mi avrebbe sicuramente permesso di mantenere i miei ideali.

“E’ cotta. Sono tornati e si è avverata in meno di un secondo la prima clausura delle due possibilità della leggenda. Quindi salverai il mondo facendo innamorare il vampiro di te.”

disse mia nonna in tono solenne.

 

Forse mi ero davvero innamorata di quegli occhi marroni, anzi, dorati come i miei, quel profumo di cioccolato che sentivo da tre metri di distanza, quelle labbra rosee, quella carnagione scura e chiara allo stesso tempo, quel fisico, quella voce, quella spavalderia.

 

La guardai confusa.

“Lascia perdere mio tesoro, la guerra è iniziata.” così dicendo andò via, iniziando ad urlare il nome di mio padre, del nonno e degli anziani per convocarli sicuramente in consiglio ed avvertirli dell’accaduto.

Mi ero completamente dimenticata che anche Louis si trovava in salotto.

Era immobile, mi fissava con i pugni stretti.

Non mi diede neanche il tempo di chiedergli cos’avesse che mi ritrovai schiacciata contro il suo petto.

“Ti ha fatto del male? Dovevo venire con te, sono un idiota.” era amareggiato ed ampiamente preoccupato.

“Louis calmati, sto bene. Non mi ha fatto niente, sono la prescelta, non può toccarmi se non glielo permetto. Non ti dare la colpa di niente, prima o poi l’avrei incontrato e se ci fossi stato anche tu, sarebbe stato solo un problema, perché avrei dovuto proteggerti. Stai calmo.” dissi il tutto mentre lo stringevo forte a me e con il naso attaccato alla sua camicia di seta bianca, sentivo il suo profumo alla vaniglia che lo caratterizzava.

 

-

 

Dovete sapere che ogni strega ha un profumo naturale

 che la contraddistingue.

Quello di Louis è vaniglia, 

quello di Liam è miele, la nonna rabarbaro, 

il nonno caffè, zia Anne more, papà thè verde ed io fragola.

 

-

 

“Tu non mi avresti protetto, sarebbe stato tutto il contrario cogliona. Io non ti lascerò affrontare di nuovo quei vampiri, almeno non senza la mia presenza e sono sicuro che Liam è dalla mia parte.”

disse il tutto in un tono che non ammetteva repliche, come un padre.

Ero ancora tra le sue braccia quando lacrime solitarie iniziarono a percorrere il mio viso sempre più velocemente.

“Piccola non piangere ci sono io. Ti proteggerò per sempre.” addolcì la voce fino a farla diventare un sussurro.

“No Louis. Tu non capisci, in questo modo vi perderò, devo salvarvi io non tutto il contrario. Se vi succedesse qualcosa, io non me lo perdonerei mai. Non potete perdere la vita, ti prego lasciami fare.”

avevo iniziato a supplicarlo, se loro avessero perso la vita io non sarei stata più me stessa.

“Cosa succede ragazzi?” disse Liam entrando prima che Louis potesse rispondermi.

Gli raccontai per filo e per segno cosa era successo e lui aveva avuto la stessa reazione di Louis, prevedibile.

Ma non sarebbero riusciti a convincermi nel lasciarli lottare al mio fianco.

Non l’avrei permesso, a costo della vita.

“Beth, ragiona. Non puoi fare tutto da sola, anche se sei la prescelta, hai bisogno di noi. Non puoi metterci sotto una campana di vetro, non ha senso.” disse Liam.

“Liam, voi non siete abbastanza preparati. Vi mettete sempre a giocare quando è il momento di studiare. A proposito, dove sei stato fino ad ora?” Louis e Liam si scambiarono uno sguardo di intesa per poi sorridere a me.

“Allora? Qualcuno mi risponde?” mi stavo innervosendo.

“Licantropi.” dissero in sincrono mentre il sorriso che avevano stampato in faccia non era ancora scomparso.

“Licantropi? Ma cosa c’entra adesso?!” o mi ero rincretinita io o loro.

“Sono tornati. Andiamo Beth la sai la storia. Dopo la guerra chiesero alle Streghe di essere trasformati in umani in modo che solo quando i vampiri si fossero ripresentati loro sarebbero ritornati ciò che erano. Facendo sì che noi venissimo giorni prima a conoscenza della guerra che sarebbe ri-scoppiata. Fino a due giorni fa, sono stati semplici umani.” spiegò riassuntivo Liam.

Fino a due giorni fa.

“Quindi mi avete mentito! Voi già sapevate che i vampiri sarebbero tornati!” iniziai ad urlare meravigliandomi della nonna che non mi aveva detto niente.

“No idiota, i licantropi ci hanno avvisati solo oggi! Hanno ritardato! Infatti la nonna ancora non lo sa e sono venuto solo per dirglielo, perché devo ritornare al loro accampamento nel bosco, sono nomadi. Anzi, erano nomadi. Louis vieni con me dopo?” disse Liam pensieroso.

“Sì fratello.” rispose contento quest’ultimo.

“Voglio venire anche io.” dissi in un tono che non ammetteva obiezioni.

“No è pericoloso. Loro non si sanno controllare bene, sono 17 anni che non si trasformano ed alcuni di loro ne hanno 17 e si sono trasformati una sola volta pochi giorni fa.”disse Louis.

“Stai zitto. Liam avverti la nonna, noi iniziamo ad avviarci.” dissi prendendo Louis per mano ed uscendo.

Non diedi a nessuno dei due il tempo di controbattere, potevo fare solo così, erano troppo testardi.

 

 

“Tu sai dov’è l’accampamento vero?” chiesi speranzosa di non dover aspettare Liam, volevo vedere un licantropo.

“Sì ci sono stato stamattina appena Liam mi ha avvertito.” disse sorridendomi e stringendo ancora di più la mia mano.

“D’accordo, come sono?” chiesi sognante.

“Chi?” chiese vago lui.

“I licantropi giovani, idiota.” risposi io sbuffando. 

“Tutti affascinanti.” rispose con una punta di gelosia nella voce.

“Louis, non fare il geloso. Lo sai che io sono solo tua.” dissi abbracciandolo senza smettere di camminare.

“Lo so, a cinque anni mi hai promesso che da grandi ci saremmo sposati. E’ solo che non voglio che tu ti scordi di me e corra pericoli inutili innamorandoti di un licantropo o peggio ancora di un vampiro.” mi disse facendo riferimento a ciò che aveva detto la nonna prima.

“Non è sicuro che debba portare i vampiri dal lato buono in quel modo!” lo ripresi, con una voce isterica sorvolando sui licantropi.

Cosa che Louis non si fece sfuggire.

Mi guardò inarcando un sopracciglio e facendo una faccia buffa.

“E dei licantropi ti innamori?” chiese lui sospettoso.

“Plausibile.” dissi fissandolo seria e poi scoppiando a ridere.

“Siamo arrivati.” disse lui guardando avanti imbronciato.

“Oh, andiamo fratellone non puoi esserti arrabbiato!” dissi io ristringendolo in un abbraccio da orso.

“Sì invece. Tu sei solo mia ed un po’ anche di Liam.” disse ricambiando l’abbraccio.

“Come vuoi.” risposi sorridendogli mentre mi staccavo.

Il capobranco, nonché originario licantropo, Conor Horan ci accolse con un sorrisone e abbracciò Louis.

“Benvenuti. Prescelta.” disse facendo un cenno del capo nella mia direzione, mentre si inchinava e mi baciava la mano.

Come faceva a sapere che fossi la prescelta?

Louis sembrava divertito dagli omaggi di Conor, ma cercava di trattenersi dal ridere perché sarebbe stato poco rispettoso nei confronti del licantropo.

“Mentre aspettiamo Margaret e Marcus per discutere delle strategie, mio figlio Niall vi farà fare un giro dell’accampamento.” disse cordialmente.

(Marcus è mio nonno)

 

 

Nel frattempo un enorme lupo bianco alto il doppio di Louis e largo il triplo si avvicinava e si trasformava in umano, assumendo la forma di un ragazzo biondo, dagli occhi azzurri ed un fisico scolpito, che indossava dei semplici pantaloni beige.

 

Ero rimasta incantata, lo fissavo sognante.

Non avevo mai visto un licantropo, era stata un emozione unica.

Si come no, ero rimasta incantata dal Dio Greco che mi si era parato davanti, altro che.

 

Louis vicino a me mi tirò un pizzicotto, spazientito e sicuramente ingelosito.

Così mi ricomposi e mi presentai.

“Piacere El-” non mi diede il tempo di finire.

“Ciao prescelta, che onore conoscerti.” disse facendo lo stesso gesto del padre baciandomi la mano.

“No, ok. Adesso tu mi spieghi come fate a sapere che sono la prescelta se io ancora non l’ho detto a nessuno.” chiesi irritata, ma con ancora un po’ di bava alla bocca per il contatto con la mano calda del ragazzo.

Rise di gusto, poi posò un braccio attorno al mio collo ed iniziò a camminare.

Ero certa che Louis avrebbe reagito in tre, due, uno.

“Amico, siamo alleati da millenni, ma sfiora di nuovo mia cugina e ti ammazzo con un gesto.” Tomlinson alla riscossa.

Il ragazzo lo guardò per un secondo e poi sbuffò, levando la mano dal mio collo e camminandomi vicino, mentre un Louis protettivo mi cingeva i fianchi. 

“L’ho sentito dall’odore.” disse dopo minuti di silenzio.

“Cosa?” non ricordavo di cosa stessimo parlando minuti prima della scenata.

Ero ancora stordita dall’odore di foresta che emanava Niall.

“E’ per questo che so che sei la prescelta, sento l’odore puro del tuo animo da miglia di distanza. Louis, scusami per prima è che la trasformazione ha accentuato tutti i miei sentimenti e nascosto in qualche angolo del mio cervello il timido ragazzo che ero. Non volevo apparire spavaldo, scusate ancora.” disse Niall visibilmente dispiaciuto.

Quant’era dolce, bello, stupendo e joihguyftr?

Basta Beth, non ti rincoglionire in questa maniera per un ragazzo, non si addice ad una signora.

“Nulla Niall, forse a volte sono troppo protettivo con mia cugina Beth.” lo tranquillizzò dandogli una pacca sulla spalla, che il biondo ricambiò con un sorrisone facendo così cadere la mia mascella per terra.

Per fortuna non se ne accorsero e feci in tempo a ricompormi.

 

Facemmo il giro di tutto l’accampamento parlando del più e del meno, cercando di evitare l’argomento ‘guerra.’

Ad un certo punto Niall mi fece rimanere senza parole per quello che disse.

“Mia madre è stata uccisa da Eiden Malik, lei voleva solo proteggermi. E’ tutta colpa mia ed io devo vendicarmi.” gli tremava la voce mentre parlava.

Riconobbi me stessa in quelle parole, aveva i miei stessi sensi di colpa, mi piaceva sempre di più quel ragazzo.

“Anche mia madre è morta per colpa mia, non sei solo.” dissi fermandomi difronte a lui ed abbracciandolo.

Non avevo mai fatto una cosa del genere con nessuno, esclusi Liam e Louis.

Ma quel ragazzo mi ispirava fiducia e non volevo vederlo soffrire.

Qualche lacrima rigò il viso di tutti e due.

“Ragazzi, non vorrei interrompere questo momento che, tra parentesi, non approvo. Ma credo che quello non sia né un licantropo, né un umano a caccia.”disse Louis con sarcasmo anche se si sentiva benissimo che era spaventato.

I miei occhi si tinsero di nero, mi stavo arrabbiando.

Un vampiro riccioluto stava per infilare i canini nel collo di una povera fanciulla umana.

Erano distanti una cinquantina di metri.

Mi smaterializzai da vicino a Louis e Niall e mi materializzai ad un solo metro di distanza dal vampiro, così occupato nel tener ferma la ragazza che non si accorse di me.

“Distanza.” urlai con tutta la voce che c’era in me, mimando con la mano la distanza che volevo il vampiro prendesse dalla fanciulla.

Il riccio si scaraventò contro un albero a pochi metri da noi ed io intimai alla ragazza di mettersi dietro di me.

“Ma che diavolo è stato?” urlò scombussolato il vampiro.

Poi alzandosi da terra voltò lo sguardo su di me.

Sorrise spavaldo ed iniziò a parlare.

“Una strega. Quante ne ho uccise .. Bei ricordi. Ma vedo - continuò annusando l’aria - che tu non sei una semplice strega, tu sei la strega.”

finì sghignazzando.

“Fossi in te inizierei a spaventarmi ..” lasciai in sospeso la frase, perché ovviamente, volevo conoscere il nome del riccio.

“Harold Edward Styles.” disse altezzoso.

“Sei un originario. Comunque, Harry, se sai chi sono perché sei ancora qui? Cerchi la morte?” dissi solenne, mentre i miei occhi diventavano sempre più scuri, quel vampiro mi irritava.

“Io non mi faccio spaventare da qualche incantesimo.” disse sorridendo.

Presa dalla rabbia, alzai di scatto la mano girandola in senso orario, facendo contorcere il suo braccio in una posizione innaturale e poco dopo, sentendo le sue grida di dolore.

Era troppo facile mettere da parte i miei ideali e far del male a degli esseri così spregevoli.

“Fa male vero? E questo non è un incantesimo, è la mia natura.” 

dissi. 

Infatti gli incantesimi venivano inventati e potevano essere usati anche dagli umani, invece essere una strega ti portava ad avere poteri che non potevi studiare, ma scoprire, anche se alcuni venivano studiati, per la loro complessità.

Continuai a ruotare la mano facendo storcere sempre di più il suo braccio, mentre gli urli aumentavano ed iniziava ad ansimare.

Per precauzione avvolsi me e la fanciulla, che continuava a piangere dietro di me, con lo stesso scudo che avevo usato quella mattina.

Lasciai riprendere il ragazzo per vedere cosa mi avrebbe risposto.

Si lasciò cadere in ginocchio a terra, mentre con la mano sinistra riaggiustava la destra, urlando dal dolore e facendo chiudere a me gli occhi dal disgusto.

Si rialzò e mi guardò orgoglioso.

“Non mi hai fatto niente. Lasciami nutrire prescelta o per te si metterà davvero male.” disse in tono minaccioso, mentre iniziava ad avvicinarsi.

Lo guardai un secondo e poi scoppiai a ridere.

Ritornai seria e lo fissai negli occhi.

Harold piegò la schiena, facendola spezzare, per via delle scariche elettriche che gli stavo mandando.

Lo fissavo beffarda, mentre un rivolo di sangue scendeva dalle sue labbra.

Ci stavo prendendo gusto, ma proprio in quel momento Liam e Louis apparirono al mio fianco.

“Sorella, non ucciderlo, non è da te. Lascialo scappare. Ci penseranno i lupi, lui non sa in che terra si trova.” disse Liam mentre il ragazzo si contorceva per terra dal dolore. 

Ma io avevo in mente un altro piano e lo zittii col movimento di una mano, senza distogliere lo sguardo dal vampiro.

Smise di urlare solo quando mi fermai.

“Harold Edward Styles, non ti uccido perché devi portare un messaggio a Zayn Jawaad Malik. La sua ora è vicina.” detto questo con un gesto della mano, lanciai il vampiro contro un albero, il quale appena cadde a terra si volatilizzò.

Mi voltai verso la fanciulla impaurita, mentre avevo addosso gli sguardi sbigottiti di mio fratello, mio cugino e Niall che si era avvicinato per ultimo, poiché era andato a chiamare il padre.

“Qual è il tuo nome, ragazza?” chiesi con dolcezza, mentre le accarezzavo la spalla.

Era bellissima, aveva la stessa carnagione di noi streghe, solo un po’ più chiara, tipo quella di Zayn, gli occhi azzurro mare ed i capelli color magenta.

Mi guardò, uno sguardo che esprimeva tutta la sua riconoscenza nei miei confronti ed ancora sconvolta ed impossibilitata nel parlare mi abbracciò ed iniziò a piangere.

La portai nella tenda di Conor e la feci sedere, ordinai a Niall e Louis di trovare qualcosa da mangiare e da bere e ritornai dalla ragazza.

Dopo qualche minuto di silenzio iniziò a parlare.

“Mi chiamo Victoria, ho diciassette anni e sono un’orfana.”

 il lungo vestito che indossava, era strappato e le lasciava la spalla scoperta.

Il volto, ancora sconvolto, era nero, avvolto dalla sporcizia e qua e là c’erano dei graffi, doveva aver corso per il bosco, perché erano sicuramente tagli di rami.

Presi un panno e lo bagnai nella bacinella di ferro piena di acqua.

Iniziai a tamponarle la pelle.

“Perché eri nel bosco? Cosa ti è successo?” chiesi premurosamente, senza smettere di pulirle la pelle.

“Sono scappata dall’orfanotrofio perché quel rag .. vampiro insieme a degli uomini più maturi è venuto dicendo che era il momento di ritornare con la mia famiglia. Così mi hanno rincorsa per tutto il bosco, fino a quando il riccio non mi ha raggiunta e se non fosse stato per te, sarei morta. Dicevano che avevano bisogno del mio sangue e dei miei poteri. Ma io non ho poteri.” era ancora sconvolta ed allo stesso tempo confusa.

 

Ero perplessa e non sapevo cosa risponderle.

Avrei dovuto sicuramente portarla dalla nonna, lei avrebbe saputo cosa fare.

“Tu vieni con me dalla nonna, hai bisogno di protezione e lei sicuramente scoprirà cosa sei. Non temere, se servi ai vampiri, vuol dire che qualunque cosa tu sia, sei davvero forte.” dissi semplicemente.

 

Liam stava parlando con Conor dell’accaduto, fuori la tenda.

Pochi secondi dopo il nostro discorso, entrarono Niall e Louis con dell’acqua, dell’uva e del pollo caldo.

Victoria ci ringraziò ed iniziò ad ingozzarsi senza ritegno davanti ai nostri occhi.

Doveva passarsela male in quell’orfanotrofio.

 

Louis e Liam la guardavano sognanti.

Diedi uno schiaffo sulle teste dei due traditori e loro mi guardarono come non avevano mai fatto, sembravano quasi spaventati ed intimoriti.

Niall invece, se la rideva per la mia gelosia.

Non gli diedi conto.

“Dovete dirmi qualcosa?” chiesi delusa per quegli sguardi.

Possibile che avessero paura di me?

“Andiamo fuori.” dissero freddamente.

Li seguii amareggiata dai loro comportamenti.

“Non ti abbiamo mai vista così crudele, nei confronti di nessuno. Dobbiamo ammettere che la cosa ci ha disgustati, sei sempre stata la nostra piccola Beth e vederti così grande e forte, forte nel vero senso della parola, ci ha spaventati. Forse hai ragione, non hai bisogno di noi nella lotta contro i vampiri.” disse Liam senza guardarmi in faccia.

Disgustati? 

“Disgustati da cosa? Stavo difendendo una povera ragazza. Avrei dovuto lasciarla morire ed aspettare che, voi grandi uomini, veniste a salvarla? Sapete cosa vi dico? Mi fate schifo, siete disgustati da me vostra sorella, sì, perché se non sbaglio anche tu Louis, mi consideravi una sorella; solo perché sono più forte di voi? Andate a farvi fottere.”

dissi urlando, mentre lacrime di rabbia iniziavano ad uscire dai miei occhi bianchi, sì bianchi: delusi.

Entrai nella tenda e continuando a piangere presi Victoria per mano che aveva appena finito di mangiare e me ne andai, seguita da Niall che vedendomi in quelle condizioni mi corse dietro. Passai difronte ai due e non li degnai di uno sguardo.

Allontanatici dal campo Niall prese fiato.

“Beth .. Non piangere, sono sicuro che l’hanno detto solo perché sono ancora sconvolti dalla tua forza inaudita.” disse cercando di mantenere il passo.

Victoria mi stringeva forte la mano e mi seguiva come un cagnolino, forse aveva ancora paura che i vampiri la prendessero.

“Niall, non si dice di essere disgustati dalla propria sorella. Cosa gli ho fatto di male? Ho solo salvato Victoria dalla morte!” dissi invasa dalle lacrime.

“Ma loro ti considerano ancora la piccola Beth, da proteggere ed amare! L’ho letto nella loro anima! Sentono di non servire più a niente!” aveva iniziato ad urlare Niall.

Bè, forse aveva ragione .. Infondo loro mi riempivano sempre di baci e mi consolavano se mi facevo male, sin da piccola.

Smisi di piangere e mi fermai.

Che cazzata avevo fatto? 

Ci trovavamo nel bel mezzo del bosco, dal lato, che un tempo, era dei vampiri e che loro avevano sicuramente ricominciato ad abitare.

“Niall” sussurrai.

“Ci siamo ficcati nella tana del lupo. Dobbiamo scappare, li senti? Sono vicini!” il panico aveva pervaso tutti e tre.

“Beth, è troppo tardi. Girati.” disse Niall deglutendo.


 




SCUSATEMI!
sono in un ritardo assurdo, ma voi siete fantastici, 9 recensioni jhgyft
per questo vi ho fatto un bel capitolo luuungo, luuungo.
anche se il finale vi lascia sulle spine eh? che bastarda che sono u.u
love u, Giada.
p.s. su twitter sono @mymorphine__

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Capitolo 3
*** Il tradimento. ***


Il tradimento.


 

Lentamente, mi voltai nella direzione in cui Niall, volgeva lo sguardo.

Un gruppo di vampiri iniziava a circondarci.

Erano spavaldi, beffardi, si prendevano gioco di noi.

Pochi secondi dopo si era creato un cerchio denso, non ci avrebbero mai permesso di scappare.

“Niall, non trasformarti. Non devono sapere cosa sei. Fa finta di essere un umano impaurito, trasformati solo quando saremo al punto di non ritorno. Così si sentiranno smarriti ed avremo il tempo di scappare. Ricorda, tu sei il piano B, perché tra poco proverò a smaterializzarmi portando voi con me, non l’ho mai fatto, quindi potrebbe non funzionare.” sussurrai al suo orecchio.

“Ottimo piano.” rispose acconsentendo.

 

Stranamente era calato il silenzio.

Il cerchio di vampiri si aprì giusto il secondo necessario per far entrare qualcuno, sicuramente il capo, seguito da altre due persone.

Nel primo volto riconobbi il sorriso beffardo di Zayn, il secondo volto era di una fanciulla, una vampira.

La cosa che mi sorprese fu la somiglianza che aveva con Zayn.

 

Il capo, mi si avvicinò.

Eiden.

Aveva il viso di un venticinquenne, ma il portamento fiero, faceva trasparire la sua vecchiaia. 

Un corpo ben sviluppato e muscoloso, i capelli corvini e lunghi legati da uno spago grigio ed una carnagione bianca che faceva spiccare quei due tizzoni ardenti che aveva al posto degli occhi. 

I vampiri erano tutti così, di una bellezza accecante ed immortale. 

 

 

Mi guardò per un istante e poi iniziò a parlare.

“Beth, figlia di Elisabeth Meier ed Edward Payne. Come sta la nonna eh? Sempre acida come me la ricordo?” disse mentre se la rideva.

“Primo: non ti è permesso chiamarmi con questo nomignolo, secondo: io non me la riderei in questo modo, Eiden Malik. Hai tanti nemici alle calcagna, compresi i loro figli, che hanno ereditato la sete di vendetta. Cosa sei tornato a fare eh? Vuoi disonorare ancora di più gli dèi che ti hanno creato, demone?” sputai le parole che avevo dentro con disgusto.

Rise e fu seguito da Zayn e dalla fanciulla senza nome.

“Beth, Beth, Beth. Audace come tua madre, velenosa come tua nonna. Riconosco in te il carattere dei Payne, il carattere della mia adorata Galed.”disse con un sorriso amaro ed allo stesso tempo sarcastico.

“Sì, la tua adorata Galed, la mia antenata. Ma da come vedo non hai perso tempo a rimpiazzarla con - annusai l’aria - la prima vampira sgualdrina, che hai trovato dinanzi al tuo cammino.” finii con un sorriso trionfante.

Non c’era voluto molto a capire che la fanciulla vampira al fianco di Zayn fosse figlia di Eiden, si assomigliavano troppo i tre. 

La mora mi mostrò i canini ed iniziò ad avanzare nella mia direzione.

“Oh, che c’è tesoro? Ho offeso la tua mammina?” chiesi sarcasticamente.

Iniziò a correre, voleva attaccarmi, scellerata.

Con un semplice gesto della mano la feci cadere a terra ed iniziai a torturarla con lo sguardo. 

Le sue grida erano fortissime, Eiden provò ad avvicinarsi per allontanarmi da lei, ma il mio scudo era già ben aderente al mio corpo e a quello dei miei compagni.

“Non sai contro chi vi state mettendo.” dissi semplicemente, mentre lasciavo respirare la ragazza.

Ella in tutta risposta si alzò, ancora dolorante e caricò di nuovo nella mia direzione.

Ma stavolta, non fui io a fermarla. Bensì la mano del padre, che la fece bloccare a pochi centimetri da me.

“Audrina, smettila. Ti farai solo del male.” disse semplicemente Eiden.

Li guardai sprezzante, non volevo capissero che mi trovavo lì per puro sbaglio.

“Sono venuta per darvi la possibilità di andare via, o la guerra inizierà e non avrà buon esito per voi.” conclusi sorridendo.

Che idea che avevo avuto. 

Mentre mi elogiavo mentalmente, sentii parlare per la prima volta in quella sera Zayn.

“Pensi ci lasceremo spaventare da qualche sciocco incantesimo?” disse sprezzante, ma con la voce tremolante.

La sua frase scatenò risolini da parte di tutti i vampiri che ci attorniavano.

Era evidente che non aveva raccontato al padre, che quella mattina stava per morire e che io gli avevo risparmiato la vita.

Allora affondai il pugnale nella piaga.

“Oh bè, non mi sembrava che i miei ‘sciocchi incantesimi’ stamattina, fossero poi tanto sciocchi. Mi sembrava che se non mi fossi fermata, saresti morto affogato, no?” dissi ridendomela.

Eiden si bloccò e fu seguito da tutti i vampiri, compresa la figlia ‘illegittima’.

Iniziavano ad avere paura, ed era normale.

Se la loro arma letale era stata quasi uccisa, allora non avevano scampo.

Girovagai con lo sguardo fin quando non incontrai gli occhi verde-grigio di Harold, era intimorito e faceva una certa tenerezza se mettevi da parte il fatto che era un vampiro assetato di sangue.

C’era il silenzio in quella radura, erano spaventati da me ed il mio potere.

Allungai un po’ lo scudo ed iniziai a camminare per il cerchio, rassicurando con gli occhi Niall e Victoria.

Mi fermai difronte ad Harry, che iniziò a tremare appena il suo sguardo incontrò il mio. 

Gli sfiorai la guancia ed il collo con l’indice, con fare malizioso.

“Ah, Harold. Oggi non è stato un bel giorno, vero? Hai dato il mio messaggio a Jawaad?” chiesi.

Fece cenno di sì col capo.

“Bravo vampiro.” dissi e lo baciai all’angolo della bocca.

Me la stavo giocando bene ed era il momento buono per smaterializzarci.

Tornai lentamente alla mia postazione iniziale e strinsi le mani di Niall e Victoria.

“Eiden Malik, l’orgoglio vi ha portati ad un punto di non ritorno. Cosa farete? Sarete saggi e scapperete, oppure combatterete e morirete?” chiesi in tono solenne.

Il silenzio se fosse stato possibile, si sarebbe triplicato.

Quell’aria era intrisa di paura, indecisione ed orgoglio.

Sapevo che i vampiri non si sarebbero mai tirati indietro, il loro era il clan più orgoglioso, da quello che mi aveva sempre raccontato la nonna.

Eiden Malik mi guardò sprezzante.

“In millenni di vita, non ho mai visto tanto coraggio Elisabeth Amie Payne. Se non nella mia amata Galed. la magia non ci spaventa e la ragazza sarà nostra, come te ed i tuoi poteri.” concluse spavaldo.

Per un momento mi sentii confusa. 

I miei poteri? 

Come avrebbero potuto prenderli?

“Oh, caro Eiden, non avrai mai né me né lei, ma solo la morte. Che la guerra abbia inizio.” sorrisi un’ultima volta.

Strinsi ancora di più le mani ormai congelate dalla paura dei miei compagni.

Chiusi gli occhi e mi smaterializzai.

Li riaprii e ci trovavamo in camera mia.

Tutti e tre.

Tirai un sospiro di sollievo e mi stesi sul letto chiudendo gli occhi.

Dovevo riprendere le forze, in un giorno intero avevo usato tanta magia e se non mi sbrigavo a mangiare sarei svenuta.

Li riaprii dopo pochi minuti.

Victoria e Niall erano fermi, dove si trovavano quando mi ero stesa.

“Ehi, tutto bene?” chiesi preoccupata ai due.

Niall mi guardò.

“E’. stato. PAZZESCO.” disse l’ultima parola urlandola.

“Già.” riuscì a dire una Victoria spaventata.

Anche io lo ero e sapevo di esserlo per il suo stesso motivo.

In un modo o nell’altro, anche se non so come, ci avrebbero prese.

“Victoria, andrà tutto bene, ti proteggerò da loro.” dissi io.

“Ma come hai fatto? Tutta quella nonchalance, le offese, gli scudi, il male che hai fatto a quella vampira e come hai fronteggiato un vampiro di più di duemila anni, anzi, come hai affrontato tutti quei vampiri! Eri sicura di te, non facevi trasparire alcuna emozione, la voce ammaliante che hai usato. Sei stata stupenda! Un incontro tra un’arma letale ed una donna sexy!” disse arrossendo per l’ultima frase Niall.

Scoppiai a ridere.

In effetti non conoscevo nemmeno io, la causa di quella calma, ero spaventata al massimo.

“Non so. Io ero terrorizzata, ma non dovevamo far capire che ci trovavamo lì solo per uno sbaglio, o avrebbero visto la nostra vulnerabilità. Almeno non ti sei dovuto trasformare.” dissi, mentre la paura che avevo nascosto pochi minuti prima iniziava a salirmi nelle vene e negli occhi.

Le lacrime stavano per scendere.

Mi sentii subito abbracciata.

Niall e Victoria mi avevano avvolta in un abbraccio rassicurante.

“Sei stata forte per tutti e tre, ci hai salvati. Io avrei tanto voluto staccare la testa ad Eiden, l’assassino di mia madre, ma ho capito che tu, gliela farai pagare anche di più.” disse Niall.

L’unica cosa che riuscii a fare fu stringerli forte a me.

 

 

Quando mi calmai, ricominciai a pensare sensatamente. 

“Victoria, dobbiamo andare dalla nonna, per scoprire cosa sei.” dissi.

Mi venne immediatamente in mente che la nonna doveva essere all’accampamento in quel preciso istante.

“Dobbiamo tornare all’accampamento.” dissi all’unisono con Niall.

Doveva aver fatto il mio stesso ragionamento.

 

Sarei dovuta passare di nuovo difronte a quei due idioti che erano ‘disgustati’ da me, anche se, ciò che mi aveva detto Niall sulle loro anime, mi aveva fatto capire che non dicevano sul serio.

 

 

 

 

“Chi proteggerà te?” chiese Victoria mentre camminavamo verso l’accampamento.

Si riferiva sicuramente a cinque minuti prima, quando le avevo detto che l’avrei protetta dai vampiri.

Non sapevo come rispondere, nessuno mi avrebbe protetta. 

Io sarei morta per mia madre. 

Mi sarei riscattata in quel modo, con la mia famiglia.

“Io.” disse semplicemente Niall.

Mentre si metteva tra me e Victoria e ci prendeva sottobraccio, come solo un gentiluomo sapeva fare.

“No. Nessuno mi proteggerà, il mio compito è salvare il mondo. Resisterò fino a quando i vampiri non si arrenderanno una volta per tutte, poi solo quando questo accadrà, mi lascerò cadere a terra, morta. Riscattandomi così con la mia famiglia, per la morte di mia madre e nessun altro morirà per me.” dissi pacatamente.

“Io morirò al tuo fianco, non per te. Appena scoprirò cosa sono, darò tutti i miei poteri, per aiutarti in questa guerra e tu non potrai fare niente per impedirmelo.” disse Victoria trafiggendomi con i suoi oceani di occhi.

“Anche io.” disse Niall.

Non potei oppormi, erano più testardi di Louis e Liam.

Sorrisi ai due e mi strinsi ancora di più al braccio di Niall, il suo profumo selvaggio mi faceva stare calma.

 

 

 

 

 

Pov. Zayn

 

E’ finita, adesso mio padre sa che quella ragazzina mi ha quasi ucciso.

Adesso mi disereda, o peggio ancora mi butta tra le grinfie dei licantropi.

Come faccio?

Come?

Mentre riflettevo, mi torturavo la mano destra trafiggendola con un coltellino, sistematicamente, poiché i tagli profondi si richiudevano senza lasciare traccia, prima che me ne accorgessi.

Stavo sporcando tutti i vestiti di sangue, ma non m’importava.

 

“Sei fottuto.” disse la voce fin troppo squillante della mia sorellastra.

La odiavo.

 

Mio padre aveva tradito mia madre poco dopo la mia nascita, poco dopo la sua morte con una troia di passaggio.

L’unica cosa buona che aveva fatto quella Elisabeth era stato rinfacciargli di essersi fatto una sgualdrina scordandosi subito della sua antenata.

 

“Fanculo sgualdrina. Vattene subito dalla mia tenda se non vuoi che ti uccida. Corri a scoparti Harold o chiunque tu voglia.” dissi con disprezzo.

Era solo una troia. 

D’altronde, aveva seguito le orme della madre.

Mi girai e la guardai negli occhi. 

Sembrava l’avessi colpita nell’orgoglio, ottimo.

Lanciò la candela che manteneva in luce la tenda ed uscì imbestialita.

 

Leggevo crudeltà nei suoi occhi.

La stessa che leggevo in quelli di tutti i vampiri, compreso mio padre.

L’unico che si salvava era Harry, lui era solo offuscato dal padre Nicolas, il più crudele vampiro che avessi mai conosciuto.

 

Volevo andarmene da quel posto, volevo seguire le orme di mia madre, essere buono. 

Ma ero obbligato da mio padre ad uccidere quella strega Payne.

Non volevo farlo, mi attraeva troppo.

Aveva un fascino tenebroso, ma allo stesso tempo era insicura.

La guerra non si addiceva a quei boccoli color rame, a quegli occhi così simili ai miei ma più luminosi, a quei tratti delicati.

Eppure, era lei quella di cui parlava la legenda. 

Era lei la mia nemica.

Ma c’erano pur sempre le due clausure.

Ed io ero già innamorato di Elisabeth Amie Payne.

 

 

“Zayn tuo padre sembra furioso e lo è anche il mio con me. Si trovano tutti e due nella tenda, ci aspettano.” disse entrando il mio fedele amico Harry.

“Ok, andiamo.” risposi ormai rassegnato.

Entrai in quella tenda troppo vistosa, degna di un re.

Era imbandita di tutte le pietanze possibili ed immaginabili, uno spreco, dato che i vampiri non sono affamati di carne, ma di quel liquido che la mantiene morbida ed in vita.

Solo io, mezza strega e mezzo vampiro, potevo nutrirmi di entrambe le cose e preferivo di gran lunga il sangue, il cibo non era tanto invitante.

Ma non uccidevo nessuno, prendevo solo lo stretto necessario dalle persone e le lasciavo andare via, soggiogandole e quindi facendo dimenticare loro tutto.

Non volevo morisse qualcuno solo per nutrirmi.

 

Notai mio padre, con un calice d’oro in mano che ne offriva un altro a Nicolas Styles.

Sangue.

Della fanciulla stesa per terra, morta. 

Ovviamente.

 

Mi schiarii la voce e cercai di nascondere il disgusto.

“Figlio.” disse mio padre freddo.

“Padre.” salutai io con lo stesso tono.

Non vedevo l’ora che mi parlasse velocemente di ciò che voleva facessi.

Così sarei potuto andare via e nascondere ai miei occhi quel sangue troppo attraente che da piccolo mio padre mi dava al posto del latte caldo di mia madre, una madre che per colpa mia non avevo potuto conoscere.

“Non te ne faccio una colpa, stai tranquillo, ma stavolta ti darò un compito in cui non puoi fallire. Sarai spalleggiato da Harold.” disse mio padre cercando di apparire il più spensierato possibile.

Ma io sapevo, che era terrorizzato da Elisabeth Amie Payne, come Nicolas.

Gli intimai di continuare con un gesto della mano.

“Vedete questo? -disse mentre ci mostrava una boccetta di .. profumo? vuota - Questo è stato confezionato dalle streghe anni orsono, in caso una di loro si fosse rivoltata alla famiglia ed avesse preso la strada oscura; ed è stato furbamente rubato da tuo padre, Zayn.” disse Nicolas, mentre sorseggiava il sangue dal suo calice.

“Voi, dovete avvicinare la strega Payne, dovete fare in modo che lei si fidi di voi e poi, pugnalarla alle spalle aprendo il boccino e posando l’estremità sul suo cuore. La boccetta la prosciugherà di tutto il suo potere e tu, Zayn, dovrai berne il contenuto. In questo modo, avrai i poteri di tua madre e quelli della strega. Sarai invincibile e noi non dovremo avere più paura delle streghe e prenderemo il comando del mondo intero.” disse mio padre trionfante.

 “Harry, dopo che Zayn avrà fatto ciò, portami Elisabeth Amie Payne, ancora viva. Ci penseremo io ed Eiden a farla soffrire. Zayn, ricorda che non devi accattivarti solo lei, ma anche Victoria, lei è l’unica che può ridare i poteri alla strega e avendola dalla nostra parte, o se non ci riusciremo, uccidendola, saremo sicuri di non essere sconfitti.” concluse Nicolas.

“Sarà fatto.” dicemmo io ed Harry all’unisono.

Uscimmo dalla tenda ed io guardai il mio amico negli occhi.

Era contento.

Io no.

 

 

Lo portai al nostro solito posto, tale perché eravamo abbastanza lontani dalle orecchie di vampiri indiscreti.

Trecento chilometri di distanza. 

 

“Cos’hai fratello? Finalmente trionferemo sulle streghe e tu sei triste?! Mi vendicherò di quella Payne, mi ha fatto apparire imbranato e spaventato, deve pagare!” disse Harry.

Ma io sapevo che era affascinato da lei quanto lo ero io.

Lo guardai insistentemente, finché non cedette.

“Ok, ok. Nemmeno io voglio farlo, ma infondo è il volere del nostro popolo, o questo o la morte.” disse amaramente.

“No, c’è un’altra soluzione.” risposi io.

Sapevo che non avrebbe accettato facilmente.

Era sempre stato fedele al nostro clan, non trasgrediva nemmeno una regola per paura di deludere la madre Giuls e di metterla in difficoltà con il padre Nicolas. 

“Quale?” chiese.

“Passare dal lato dei buoni. Allearci sul serio con le streghe e rendere loro quest’oggetto, -dissi indicando la boccetta- che gli appartiene.”

 

Speravo che Harry mi ascoltasse e non andasse dal padre ad accusarmi di tradimento, ma io sapevo che era Harry, il mio migliore amico sin dalla nascita, e mi fidavo.

Mi fissò per qualche secondo, stava pensando a cosa fare. 

“Mi stai spudoratamente chiedendo di metterci contro la nostra stessa famiglia e salvare il mondo?” chiese quasi .. divertito.

“Sì.” dissi abbassando il capo, pronto ad affrontare i problemi a cui mi avrebbe portato quel pensiero così fuori luogo.

“Ci sto. Che sia ben chiaro: io continuo a bere sangue umano. Ma mia madre?” chiese quasi mettendosi a piangere al solo pensiero di dover far fuori Giuls.

 

La madre non era fatta per la guerra, era troppo gentile e sembrava non appartenesse al mondo dei vampiri, era troppo compassionevole verso gli umani che erano solo cibo.

Le diceva sempre questo, Nicolas.

Lei infatti, beveva sangue animale.

 

“Sono sicuro che se lo diremo a tua madre, lei saprà cosa fare ed al momento giusto scapperà. Portala qui, nel bosco e raccontale tutto.”

 

Annuì col capo e si dileguò.

 

 

Tornai nella mia tenda per preparare il necessario.

Mio padre ci aveva ordinato di partire appena fossimo pronti, per arrivare dalle streghe entro l’alba.

Io ed Harry ci saremo incontrati tra mezz’ora fuori alla mia tenda, così ne approfittai per fare un sonnellino.

I vampiri hanno bisogno solo di poche ore di sonno.

Io qualcuna in più perché sono per metà strega e dato che non era sicuro che ci avrebbero accolti calorosamente, dovevo riposare il più possibile.

 

 

 

Sentii i passi veloci di qualcuno fuori la mia tenda.

Li avrei riconosciuti a miglia di distanza, era Harry.

Caricai lo zaino in spalla ed uscii dalla tenda.

Un riccio ben equipaggiato mi sorrideva a pochi centimetri di distanza.

“Andiamo.” dissi mettendogli amichevolmente un braccio intorno al collo.

 

 

Pov. Elisabeth

 

Arrivammo dopo dieci minuti all’accampamento, sempre stretti l’uno all’altra.

Nonna Margaret appena mi vide, mi corse incontro urlando a squarcia gola, seguita dal nonno, dalla zia e da papà.

“Che fine avevi fatto? Mi sono preoccupata tantissimo sciocca.” disse abbracciandomi. 

Aveva i miei fratelli  alle spalle e sembravano preoccupati.

Mi abbracciarono tutti, compresi Liam e Louis, che scansai appena ci provarono.

Sembravano dispiaciuti, ma non m’importava, ero ancora troppo arrabbiata per perdonarli.

Mi chiesero cosa fosse successo, raccontai tutto, anche la parte in cui Liam e Louis mi dicevano che erano disgustati da me.

A quel punto il nonno, zia Anne, la nonna e papà lanciarono uno sguardo accusatorio ai due traditori, che abbassarono il capo dallo sconforto.

Non mi chiesero molto su Victoria, Conor li aveva già avvertiti e la nonna, anche se un po’ arrabbiata per la mia impulsività, iniziò ad esaminare la ragazza.

Nonno Marcus e papà sembravano, invece, fieri di ciò che avevo fatto.

Continuavano a dire che la mamma era identica a me e che ero stata bravissima a dare l’ultimatum ai vampiri.

Questo non faceva altro che riempirmi di gioia.

In più c’era Niall che continuava ad elogiarmi e a farmi arrossire con i suoi sguardi azzurri ed intensi.

 

“Mh .. Non c’è dubbio. Sei per metà vampira, per un quarto strega e per un altro quarto sirena.” disse mia nonna con nonchalance. 

Come avevo fatto a non avvertire l’odore di menta piperita che caratterizza i vampiri, la cannella il suo odore naturale da strega, che insieme all’odore di oceano predominavano in Victoria? 

Ora mi era così evidente!
Forse ero troppo preoccupata per accorgermene.

“Nonna, forse sembrerò un idiota ed anche un pervertito, ma come fa ad essere per un quarto sirena e per un altro quarto strega? Sua madre ha partecipato ad una strana orgia?” chiese Louis innocentemente.

Quanto mi faceva rabbia sentirlo parlare? 

Gli avrei ficcato le scarpe in bocca.

“Credo di sapere perché. Elis è sua madre. Se non ve ne siete accorti lei è per metà sirena e per metà strega.” rispose tranquillamente la nonna.

La mia migliore amica mi aveva mentito.

Aveva una figlia.

E l’aveva avuta da un vampiro.

Lei che mi aveva sempre detto di essere neutrale, di stare dalla nostra parte.

Mi aveva sempre detto che io conoscevo tutti i suoi segreti.

Io che come la stupida mi ero fidata.

Mi aveva detto che era una sirena, niente di più.

Non mi aveva mai parlato di storie d’amore.

Diceva di sentirsi troppo indipendente per averne una e troppo intelligente per chiunque, anche per quelli della sua specie.

In un impeto di rabbia strinsi il pugno sinistro e presi per mano Victoria con la destra.

Senza neanche accorgermene mi materializzai alla cascata.

Elis era intenta a spazzolarsi i capelli rossastri e lunghissimi, che le coprivano il seno nudo, con una conchiglia d’oro.

“Stupida, bugiarda.” le urlai contro.

Lei si girò tranquillamente.

“Ti aspettavo, amica mia.” disse.

“Amica mia un cazzo. Mi hai nascosto di avere una figlia, oltretutto avuta con un vampiro e mi hai nascosto anche di essere per metà strega! Mi avevi detto che sapevo tutto di te ed io come una cretina mi sono fidata! Come hai potuto mentirmi?” dissi tutto d’un fiato.

“Non potevo dirtelo, perché dovevo proteggere mia figlia e te. Sai che lei può salvarti la vita eh? Lo sai questo? I vampiri la cercano perché sanno cos’è! Dovevo tenerla al sicuro, sotto copertura e sì, una volta ero stupida e mi sono fatta imbambolare da Nicolas Styles, sai non tutti resistono al fascino dei vampiri ed anche io ci sono cascata. Poi se tu sei così rintronata da non sentire in me l’odore di anguria che emano, segno che sono una strega, non è colpa mia!” disse iniziando ad urlare anche lei.

Beh, in effetti aveva ragione. 

Cosa? Salvarmi il culo? Perché?

“Oh. Perché dovrebbe salvarmi?” chiesi.

“Lo scoprirai. Adesso, lasciami conoscere mia figlia, l’ho sognata tutte le notti, l’ho amata tutti i giorni, ma per proteggerla ho dovuto allontanarla.” disse lasciando cadere una sola lacrima mentre usciva dall’acqua.

E si sa, le sirene non piangono mai e se piangono è meglio conservare le lacrime.

Così presi la boccetta che tempo fa mi aveva dato la stessa Elis per questi casi, mi avvicinai a lei e la raccolsi, chiudendo immediatamente il contenitore.

 

La mia amica si avvicinò a Victoria, che era stata in silenzio tutto quel tempo, immobile.

Le sorrideva, ma camminava troppo lentamente, così Victoria prese l’iniziativa e le corse incontro, sprofondando la testa nel torace della madre.

“Madre.” disse piangendo mentre la stringeva forte a sé.

Elis rise di gusto.

“Figlia mia, non piangere. Io ero sempre con te.” disse accarezzandole lievemente la testa.

Era una scena bellissima e non potei fare altro che piangere.

“Stupida, non piangere e vieni ad abbracciarmi.” disse Elis voltandosi appena.

Risi un po’ e senza farmelo ripetere due volte abbracciai quelle due ragazze che al posto di sembrare madre e figlia sembravano sorelle.

“Devo fare una domanda importante.” dissi ancora nel bel mezzo dell’abbraccio.

“Parla.” dissero le due ridendo, per un motivo a me ignoto.

“Ma se è per metà vampira, alla vista del sangue non dovrebbe avere voglia di berlo? Ah, anche un’altra domanda. Se io adesso la butto in acqua si trasforma in sirena?” chiesi spingendo le due nelle acque delle cascate, mentre loro ridevano e trascinavano anche me al loro interno.

Una luce mi abbagliò, Victoria si alzò dalle acque librando su di esse ed una coda rossa, come quella della madre e come i suoi capelli, sostituì le lunghe ed affascinanti gambe, i capelli le si intrecciarono in fiori bianchi e si allungarono fino a coprire il seno ormai scoperto. 

Cadde di nuovo in acqua, ma più attraente di prima.

Pochi minuti dopo il mio stupore, iniziò a parlare.

“In effetti, quando vedevo il sangue degli animali morti nelle cucine dell’orfanotrofio avevo la strana voglia di assaggiarlo, ma non l’ho mai fatto. La cosa strana è che non mi sono mai trasformata in sirena mentre mi lavavo in vasca.” era confusa.

Io ero ancora sbalordita e la fissavo.

Elis invece rispose tranquillamente alle nostre paranoie.

“Ovvio. Io sono una sirena nata in questa cascata ed anche lei. Quindi, la prima trasformazione doveva avvenire toccando quest’acqua.”

“Ma io ho già fatto il bagno in queste acque.” disse Victoria ancora più confusa.

“Lo so piccola mia, io ti guardavo da dietro uno scoglio. Avevi solo sei anni. Le sirene si trasformano a diciassette e dopo la trasformazione sono immortali e non invecchiano più. Anche se tu lo eri già dato che sei per metà vampiro.” concluse Elis.

“Ottimo. Quindi solo io rimango così brutta e non mi trasformo in una sirena stupenda?” chiesi dispiaciuta. 

Tutta la finezza che si addiceva ad una donna di quei tempi stava andando a farsi fottere con l’inizio della guerra.

“Lo sai che le streghe e le sirene sono parenti ed hanno la stessa bellezza, vero sciocca? Lo hai anche studiato nei primi capitoli.” disse alterata dalle mie sciocchezze Elis.

“Uffa sì, ma anche io voglio la coda.” misi il broncio.

Le due al posto di consolarmi iniziarono a ridermi in faccia.

Uscii dall’acqua e mi asciugai grazie all’aiuto di Ghej, ninfa del fuoco.

Uscì anche Victoria, che al posto del vestito distrutto che indossava prima, fu ricoperta dalle perle d’acqua accompagnate da perle vere, che si trasformarono in un vestito attillato fino a sopra il ginocchio con una sola e sottile spallina fatta di alghe.

Le scarpe lerce che aveva non c’erano più, ed erano state sostituite da liane che si erano intrecciate per tutto il piede e mezza coscia, tracciando dei ghirigori pazzeschi. 

Un abbigliamento del genere non era per nulla ammesso nel mondo degli umani, ma noi non facevamo parte di quel mondo.

“Anche l’abbigliamento è sexy.” dissi gelosa e divertita.

“Avrai anche tu una cosa del genere quando saprai padroneggiare il potere di Flys ninfa dell’aria, io so che lo puoi fare, anche se in pochi ci riescono.” disse Elis ormai rassegnata alla mia stupidaggine.

“Lo so, credi non abbia visto la nonna? Solo che per voi è così facile! Io devo padroneggiare un potere immenso per un vestito sexy.” dissi inarcando un sopracciglio e ridendo poi, insieme a loro. 

“Adesso basta ridere. Siete in pericolo, Beth cercheranno di toglierti il potere e se ci riusciranno Victoria è la tua unica chance di riaverlo; loro lo sanno e cercheranno o di convincerla ad andare dalla loro parte o la uccideranno se non vorrà. Dovete stare molto attente. Margaret le insegnerà come ridare il potere e tu a padroneggiare qualche magia. Dato che è dotata dell’intelligenza delle sirene, ci metterà meno di cinque minuti a padroneggiare ogni potere, ma non ha un potere magico molto forte, quindi devi proteggerla comunque. La affido a te. State attente piccole.” spiegò preoccupata Elis, lasciandoci un bacio sulla fronte ed una collana d’acqua intorno al collo.

“Nella collana di Victoria c’è già una mia lacrima. Nella tua collana, invece, devi mettere tu la lacrima che hai nella boccetta. Queste collane vi proteggeranno da qualunque vampiro, non toglietele mai, i vampiri non possono mordervi o soggiogarvi mentre le indossate, ma non servono solo a questo. Nelle vicinanze di un vampiro se si illuminano potete capire che non ha cattive intenzioni o se dice la verità, al contrario state in guardia.” disse velocemente Elis.

“Ah, un’ultima cosa: se la mettete al collo della persona che amate ed essa si illumina, state certe che anche quella persona vi ama con tutto il cuore. Detto questo, è arrivato il momento per voi di andare, non è sicuro qui. Beth metti subito la lacrima nel ciondolo.” finì Elis.

Feci gocciolare velocemente la lacrima all’interno del ciondolo ed esso si chiuse, sigillandosi magicamente.

Appena alzai gli occhi Elis ci sorrise, ci mandò un bacio volante e si dileguò nelle acque.

Era quasi l’alba, quindi mi affrettai a farci materializzare nell’accampamento dei licantropi.

Sbagliai e al posto che nel piazzale principale, dove si svolgevano le cene all’aperto, mi materializzai nella tenda di Liam e Louis.

Stupidi, idioti.

Appena mi videro sorrisero.

Sempre mano nella mano con lei, uscii da quella tenda, mentre i due idioti cercavano di fermarmi invano.

Andai dritta dalla nonna.

Se ancora non le era venuto un infarto era un miracolo.

Anche se la cosa era improbabile dato che era immortale.

 

Ci presentammo da lei e le dissi che doveva insegnare a Victoria come restituire i poteri ad una strega.

Disse che andava bene, fissò per un po’ le collane per poi sorridere.

Elis era anche sua amica da un millennio ormai.

Cacciò da sotto il vestito nero attillatissimo e cortissimo (avuto grazie al fatto che sapeva usare il potere di Flys. Ogni vestito rappresentava l’anima della strega, mia nonna era tenebrosa e misteriosa) la nostra stessa collana.

Uscii dalla tenda, lasciando Victoria agli studi, fino all’alba, cioè tra un’ora.

Dopo sarebbe toccato a me insegnarle tutti gli incantesimi e aiutarla a padroneggiare le ninfe degli elementi ed i suoi poteri.

 

 

Stavo passeggiando avanti e indietro, annoiata, sull’ingresso dell’accampamento, perché era il turno di guardia di Niall e non volevo lasciarlo solo.

Lui guardava avanti sbuffando, il che era davvero esilarante, perché era un lupo in quel momento ed un azione così umana non gli si addiceva.

Iniziai a ridergli in faccia, fino a quando per il mal di pancia che mi era venuto dalle continue risate non gli caddi addosso.

Il suo pelo bianco e pulito era morbido e confortevole profumava di foresta, quindi di Niall, mancavano ancora quaranta minuti all’alba decisi di addormentarmi, stavo troppo comoda.

Capendo le mie intenzioni si sdraiò meglio e mi coprì con la zampa destra libera, poiché sull’altra avevo appoggiato la testa, per ripararmi dal freddo.

Gli accarezzai per un po’ la zampa e sembrò apprezzare, iniziò a farmi le fusa come un gatto e a me scappò un risolino, dopo poco mi addormentai sfinita.












 








l'ho pubblicato per via delle minacce
di una certa noemi.
Mi è rimasto in gola il fatto che ci sono
solo sei recensioni.
Me ne aspetto molte di più, perché io mi scervello per scrivere
ed avvolte,
sembra lo faccia solo per me stessa.
Spero vi piaccia.
Giada. x

 

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Capitolo 4
*** Flys. ***


Flys.

 

 

 

 

Fui svegliata dal ringhiare sommesso di Niall.

Mi alzai e scandagliai un po’ in giro con lo sguardo.

Mi fermai ad Est, dove un ciuffo nero ed uno riccio avanzavano tranquillamente.

Mi alzai immediatamente e Niall fece lo stesso.

Erano ad una cinquantina di metri di distanza, ma si avvicinavano velocemente.

 

Si trovavano a soli cinque metri di distanza e sorridevano, quando il mio ciondolo iniziò a vorticare ed illuminarsi.

Non avevano cattive intenzioni.

Niall mi guardò confuso.

“Trasformati, non hanno cattive intenzioni.” dissi.

Mi guardò stranito.

“Fidati. Poi ti spiego.” dissi semplicemente.

Il riccio sentite quelle parole, anche se sussurrate, sorrise sornione.

“E chi ti dice che non abbiamo cattive intenzioni?”

Si beccò una gomitata da Zayn.

“Me lo dice il mio ciondolo ed anche se fosse vi ucciderei con gli occhi chiusi.” dissi sorridendo falsamente ai due.

“Cosa ci fate qui?” disse Niall alterato mettendosi tra me e loro con fare protettivo, si era appena ritrasformato in umano.

“Wo, calmo cagnolino! Non hai sentito la padrona? Veniamo in pace.”

disse Harry sarcasticamente.

Avrebbe dovuto imparare a rispettare le persone.

Scansai Niall e mi parai davanti ai due.

Le urla del riccio si sentirono per tutto il bosco, il mio sguardo non perdonava.

Lo lasciai andare mentre Zayn se la rideva.

“Che ti ho fatto?” disse traumatizzato dal dolore.

“Non conosci le buone maniere. Allora, cosa volete? Non ho tempo da perdere.” dissi sbrigativa.

“Vogliamo parlare con la strega anziana.” disse Zayn.

Mi guardai intorno.

“La vedete da qualche parte? Io no. Dite a me, riferisco io.” dissi ironicamente.

“E’ una cosa seria, dobbiamo parlarle di alcune cose e lei è più anziana e conosce più cose di te. Non ti stiamo sottovalutando.” disse Harry.

“Ok, seguitemi.” dissi.

“Cosa? Li fai entrare? Ma sei fuori?! Sono vampiri.” disse Niall quasi urlando.

“Zitto e continua a fare la guardia, non ci faranno niente.” dissi io senza voltarmi e continuando a camminare in direzione della tenda della nonna.

Aprii di scatto la tenda.

Victoria stava lievitando per cercare l’io interiore, credo.

“Nonna, i vampiri vogliono parlarti.” dissi pacatamente.

“Cosa?” urlò Victoria, aprendo gli occhi e cadendo col sedere per terra.

Iniziai a ridere ed anche i due che avevo alle spalle lo fecero, ma appena mi voltai e li guardai in cagnesco si zittirono.

Aiutai Victoria ad alzarsi e feci entrare i due mentre portavo fuori la mia nuova amica e l’affidavo alle mani di quei due idioti di Liam e Louis senza degnarli di uno sguardo.

Tornai dentro.

Stavano mostrando una strana boccetta alla nonna, era di vetro trasparente, con delle venature d’oro sparse qua e là.

La nonna la afferrò immediatamente e la mise nelle mie mani.

“Deve essere nascosta.” mi disse.

Acconsentii con un cenno della testa e la misi in borsa, ci avrei pensato dopo.

“Il nostro clan è troppo vendicativo e crudele. Avrei sempre voluto stare con le streghe, seguire le orme di mia madre, ma mio padre mi ha sempre controllato e fatto fare ciò che voleva. Harold ed io non apparteniamo a quel mondo, come sua madre che beve solo sangue animale ed è maltrattata dal marito Nicolas Styles proprio per questo. Ci hanno dato questa boccetta chiedendoci di togliere i poteri ad Elisabeth ed accattivarci Victoria o ucciderla se non avesse voluto stare dalla nostra parte. Dopo averla privata dei suoi poteri gliel’avremmo dovuta consegnare e loro l’avrebbero fatta soffrire. Noi ci rifiutiamo di fare cose del genere.” spiegò Zayn parlando anche a nome di Harry.

La nonna stava decidendo se credergli o no.

Oppure stava aspettando che le nostre collane si illuminassero e fluttuassero per farci capire che dicevano il vero, cosa che non tardò a succedere.

“Zayn Jawaad Malik ed Harold Edward Styles, chi tra voi due ha avuto l’idea di rivoltarsi contro il vostro clan?” chiese la nonna sorridendo.

“Io.” fece un passo avanti Zayn.

La nonna iniziò a ridere.

“Sei proprio cotto di mia nipote eh? Ha il fascino delle Payne. Anche tu ne sei affascinato eh Styles?” disse mia nonna sorridendo ai due.

Harold e Zayn sembravano a disagio, soprattutto Zayn.

“Nonna ma ti sei bevuta il cervello?” dissi io sconcertata e rossa dalla vergogna.

“Ma che c’è? Sto solo leggendo la loro anima. Adesso lo faccio anche con la tua.” disse.

Oh cazzo.

“No, io esco ciao.” dissi fulminandola con lo sguardo.

Mi avrebbe messa in ridicolo davanti ai due, dovevo muovermi a dileguarmi.

“Aspetta sciocca, stavo scherzando! Accompagnali nei loro alloggi.” disse semplicemente.

“D’accordo.” risposi.

“Ricordate, una sola goccia di sangue umano, di strega, di lupo, di sirena e la vostra vita è finita. Solo sangue animale. Ah un’ultima cosa: Harold, avverti tua madre di scappare e venire a rifugiarsi qui, non è sicuro per lei stare in un mondo che non le appartiene.” concluse la nonna.

“Si signora Margaret, ho appuntamento con lei stanotte nei boschi, la ringrazio.” disse in fine.

Mentre camminavamo per l’accampamento, sguardi lupeschi e stregati si posavano su di noi.

La nonna era andata ad avvertire Conor dell’accaduto.

Mostrai ai due la tenda e cercai di dileguarmi.

“Beth?” chiese Zayn.

“Che c’è ancora?” dissi irritata.

“Lo so che non ti stiamo antipatici. Noi ti attraiamo.” disse chiudendo la tenda e lasciandomi sbigottita.

“Stupidi vampiri barra stregoni, barra ricci, barra idioti.” dissi sperando mi sentissero e così fu.

Due risate cristalline mi fecero salire il cuore in gola.

 

 

 

 

Mi incamminai in direzione dell’ingresso per spiegare a Niall ciò che era successo, quando petali di fiori di ogni tipo, rosa e gialli iniziarono a vorticarmi intorno, per poi posarsi a terra formando una scritta: 

‘SCUSACI STELLINA, SIAMO DEGLI IDIOTI.’ 

Erano quei due decelebrati, chi altro poteva fare una cosa del genere? 

Mi spuntarono davanti i due energumeri biondi, con delle rose blu in mano, le mie preferite.

Mi guardavano tristi e speranzosi.

Credevano che in quel modo mi sarei dimenticata ciò che avevano detto? 

Sì.

Corsi ad abbracciarli con le lacrime agli occhi, mi erano mancati anche se per poche ore, i loro abbracci ed i loro profumi.

Mi strinsero forte ed iniziarono a chiedermi mille volte scusa, ma io avevo un’idea più dolorosa.

Li guardai dritti negli occhi prima Liam e poi Louis e lasciai che una scarica di energia, più leggera, li pervadesse.

Si piegarono a terra dal dolore che durò meno di pochi secondi.

Mi guardarono e risero.

“Sei sempre la solita crudele bambina.” dissero in sincrono.

“E voi sempre i soliti stupidi idioti.” risposi io.

Sgranarono gli occhi.

“Signorina, da quando usiamo questo linguaggio così sboccato?” chiese Liam arrabbiato.

“Da quando vi siete comportati da idioti, qualche ora fa e di certo non torno la me stessa di prima, è colpa vostra, fottetevi.” calcai bene l’ultima parola per farli arrabbiare di più.

Invece mi abbracciarono stretta.

“Abbiamo temuto di averti persa quando sei scomparsa. E’ colpa nostra se ti sei andata a ficcare nei guai.” disse Louis. 

“Già. Ma adesso scusatemi devo andare a spiegare a Niall ciò che è successo e poi ad esercitarmi nel bosco col potere di Flys. ” dissi velocemente.

“Lo sappiamo che lo fai solo per il vestito della ninfa. A noi vai bene così.” rispose Liam.

“Zitto che sei solo geloso e non vuoi che mostri le mie curve perfette.” esplicai di fretta.

Risero tutti e due.

“Volevamo chiederti anche noi cosa ci fanno i vampiri qui. E poi non mi sta bene che stai tutto il tempo col biondo. Ah e non avvicinarti a quei due succhiasangue che ti uccido con le mie stesse mani.” disse Louis alterato.

“Zitto cretino, andate a chiederlo alla nonna che non ho tempo.” risposi esasperata dalle continue chiacchiere dei due.

“Stai attenta nel bosco, i vampiri sono dappertutto.” disse Liam.

“D’accordo.” risposi lasciando un bacio in guancia ai due, frettolosamente.

 

 

Arrivai all’ingresso e trovai Niall umano addormentato. 

Mh, no buono.

Non ci si addormenta durante il proprio turno.

Decisi di fargli uno scherzo.

Mi avvicinai silenziosamente alle sue spalle.

“ALLAAAAARME, I VAMPIRI SONO ENTRATI NELL’ACCAMPAMEEENTO!” urlai nel suo orecchio.

Mi dispiaceva svegliarlo, era così tenero, ma volevo divertirmi.

“Aaaaah! Chi è? Che succede? Oh Zeus! E’ colpa mia e adesso?” stava urlando a squarciagola e ancora non mi aveva notata, almeno fino a quando non caddi a terra dalle risate.

“Stupida, scellerata! Mi hai fatto prendere un colpo! Non ridere.” disse un Niall imbronciato.

“Oh, andiamo. L’ho fatto per il tuo bene! Non si dorme durante il turno di veglia. Scusami.” dissi avvicinandomi a lui con le mani dietro la schiena e gli occhioni da bambina.

Ero a pochi centimetri dal suo viso, lo fissai attentamente.

Era rosso dalla vergogna, forse per la nostra vicinanza e gli occhi celesti mi guardavano assorti.

“Io ti piaccio.” dissi all’improvviso.

Mi guardò colpevole, come se l’avessi smascherato.

Abbassò gli occhi e poi li rialzò su di me.

“No.” disse secco.

Il mio ciondolo non si mosse.

“Menti.” dissi ridendo.

“E cosa te lo fa pensare?” chiese spavaldo.

“Il mio ciondolo. Grazie a lui so se dici la verità.” risposi trionfante.

Colpito ed affondato.

 

Non volevo stressarlo oltre, se avesse voluto dichiararsi l’avrebbe fatto da solo, così gli raccontai cosa era successo e mi dileguai per i boschi.

 

Mi fermai in una radura e avvolsi lo scudo intorno a tutto il perimetro della distesa d’erba, meglio prendere precauzioni.

Aprii la borsa e presi dell’uva e del pane caldo.

Non mangiavo da un giorno e questo non andava bene.

Finii il mio spuntino immediatamente e riposi quello che avanzava nella borsa.

Notai la boccetta.

Avevo un’idea per nasconderla, ma dovevo riuscire a padroneggiare il potere di Flys.

Richiamai la ninfa a me, ci misi tutte le mie forze.

Nulla.

Ricordai alcuni versi del libro della nonna.

 

 

“Senti il vento che si leva libero tra gli alberi, è la ninfa.

Chiedile gentilmente di ascoltarti per qualche istante, se sentirà che hai l’animo puro ti servirà per sempre.”

 

 

 

Ok, ce la posso fare.

Aguzzai le orecchie in cerca del vento, eccolo, faceva frusciare le foglie degli oleandri vicini, creando una musica leggiadra.

 

Flys, ti prego, ascolta i miei disperati richiami: ho bisogno di te. 

 

Il vento aumentò intensità arrivando fino a me, scompigliandomi i capelli.

Eccola, la bellissima ninfa trasparente mi fissava sorridendo.

“Ciao Flys.” dissi ricambiando il sorriso.

“Salve Elisabeth, di cosa hai bisogno? Io servo te ora e per sempre, pura d’animo.” disse con la sua voce ammaliante.

“Grazie oh ninfa. Ho bisogno che tu nasconda questo -dissi mostrandole la boccetta- e che non lo dia a nessuno, se non a me quando te lo chiederò, ma bada bene: non devo essere forzata da nessuno, devo volerlo di mia spontanea volontà.”

“Sì, Elisabeth come tu vuoi.” rispose.

Detto questo, la boccetta scomparì dalle mie mani ed apparì sulle sue.

La prese e la infilò nella faretra di frecce di vento, in una cerniera nascosta.

“Grazie ninfa.” dissi semplicemente.

S’inchinò e scomparve.

Ci ero riuscita, ora potevo padroneggiare anche il potere di Flys.

Riuscii a pensare solo questo, poi una luce calda e bianca mi travolse.

Il lungo vestito umano che avevo scomparve insieme alle scarpe.

Un vestito senza spalline, che copriva solo un quarto di gamba, fatto di seta nera avvolse il mio corpo, era attillato e sulla schiena diventava trasparente, ricamato sopra quella stoffa invisibile c’erano delle rose.

I miei capelli si allungarono ed alcuni di essi si intrecciarono con minuscole roselline blu, lasciando pochi boccoli alle estremità di ogni ciocca di capelli.

Dei sandali fatti di rose blu e nere, mi avvolsero i piedi e metà cosce. 

Infine un anello di rosa blu nacque sul mio medio sinistro.

Era il vestito che la ninfa aveva dedicato alle streghe seduttrici, misteriose e soprattuto le più potenti.

Nessuna era mai riuscita a ricevere quel vestito, nemmeno Galed o la nonna.

Dovevo essere fiera di me.

Restrinsi lo scudo solo intorno al mio corpo e tornai all’accampamento.

 

 

Quando la nonna, papà, il nonno e la zia mi videro mi saltarono addosso urlando per la gioia.

Raccontai alla nonna dove avevo nascosto la boccetta e lei ne fu meravigliata.

“Cosa? Come hai fatto? Le ninfe non accettano mai di correre rischi per guerre che non appartengono a loro!” disse la nonna.

“E che ne so! Lei ha detto che mi avrebbe servita in tutto.” dissi io.

“Beth, la ninfa si è donata a te anima e corpo, ora fa praticamente parte di te. Se tu sarai in pericolo, lei ti aiuterà.” esplicò la nonna meravigliata.

“Davvero? Che bello.” dissi saltellando qua e là.

 

Corsi alle tende dei miei fratelli.

Stavano riposando, che poi che avevano fatto per tutto il giorno?

Niente.

 

“Liaaaam, Loouis! Guardatemi, guardateemi!” dissi urlando di felicità svegliandoli.

“Ma che? .. wow.” disse Louis meravigliato, anche se, ancora mezzo addormentato.

Liam invece era a bocca aperta.

“Ce l’hai fatta. Sei bellissima sorella.” disse senza chiudere la bocca.

“Sì e la ninfa si è donata a me anima e corpo. Vi rendete conto che fortuna?” chiesi urlando dalla gioia.

“Non è fortuna, tu te lo meriti.” dissero i due abbracciandomi.

La loro tenda era vicina a quella dei due vampiri.

Che un po’ per gli urli, un po’ per la curiosità uscirono fuori.

“Ehi ma che è succ- rimase senza parole Zayn.- la ninfa si è donata a te e ti ha dato il vestito della seduttrice, misteriosa e potente strega, non era mai successo. Complimenti, sei bellissima.” sussurò Zayn, quasi non volesse farsi sentire da me.

“Che schianto, dove devi andare vestita così?” disse Harry uscendo dalla tenda, con il suo solito tatto.

Zayn quasi vergognandosi dell’amico si coprì gli occhi con una mano, in segno di disappunto e con l’altra tirò uno schiaffo sulla testa del riccio.

“Ahia, basta mi avete stancato, io non parlo più. Non si può fare nemmeno un complimento.” disse dispiaciuto Harry.

Gli risi in faccia, era così teneramente idiota.

“Entra dentro, ti spiego dopo cosa le è successo, ritardato.” rispose con fretta il moro spingendo Harry nella tenda.

Zayn si avvicinò lentamente a me.

Voleva accarezzarmi il viso, ne ero sicura.

Era a qualche centimetro da me, ma non si decideva a toccarmi.

Il suo profumo al cioccolato da strega, mischiato all’odore di menta piperita da vampiro, creavano un miscuglio delizioso che mi inebriava.

Non ne potevo più di aspettare la sua indecisione, così toccai la sua mano destra, a pochi centimetri dal mio viso, con la mia mano sinistra e lentamente, senza staccare gli occhi dai suoi, l’avvicinai al mio volto.

Mi sorrideva e continuava a scrutarmi in viso, in cerca di una qualche esitazione che non trovava, volevo che le sue labbra toccassero le mie, non c’erano insicurezze nella mia espressione.

Così, lentamente, avvicinò il viso al mio ed io non potendo aspettare così tanto mi avvicinai di scatto al suo, sfiorando quelle labbra lisce che sapevano solo di cioccolato, le nostre lingue si cercarono e dopo neanche un secondo si trovarono.

 Il sapore di cioccolato e fragola si mischiò creando un contrasto delizioso. Infilai le mani nei suoi capelli e mi avvicinai di più a lui, come se quel contatto umido non bastasse.

Sembrava lo stesso per lui che con la mano destra, spinse la mia schiena verso il suo petto.

I nostri corpi, combaciavano, come le nostre labbra.

Ci staccammo solo per riprendere fiato, lo guardai negli occhi e sorrisi.

“Questo non accadrà più.” dissi malinconica.

“Perché?” chiese quasi deluso.

“Perché è sbagliato. Tu sei un vampiro ed io una strega, non possiamo.” dissi sentendo le lacrime salire.

“Io sono per metà strega. Ti prego, non farmi questo.” rispose quasi supplichevole.

Ma io non potevo, soprattutto per Niall.

Non sapevo cosa provavo per quel vampiro e quel licantropo.

Avrei dovuto scegliere.

E non ne sarei stata capace.

Le lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi d’oro.

La tristezza mi invase ed essi si trasformarono in blu oceano.

“No. Non possiamo.” dissi un’ultima volta, staccando le sue mani calde e dolci dal mio viso ormai bagnato.

 

 

Scappai via e mi ritrovai nell’unico posto in cui, da qualche giorno, mi sentivo al sicuro.

Le braccia di Niall.

Mi accolse immediatamente, vedendo in che condizioni mi trovavo.

Non disse una parola, mi cullò e basta.

Aspettava che parlassi io. 

 

Gli raccontai tutto, dal vestito al bacio.

Non importava quanto male gli avrebbe provocato, perché infondo non sarebbe accaduto più nulla del genere con Zayn.

“Quindi, sei innamorata di lui?” chiese tristemente.

“No, non lo so, sì. Però amo anche te.” risposi, tra una lacrima e l’altra.

“Mh, va bene.” disse stringendomi ancora di più tra le sue braccia.

Ripensai a ciò che mi aveva detto Elis.

Il ciondolo poteva aiutarmi.

Ma non era ancora il momento, doveva passare del tempo per decidere a chi donare il mio cuore.

Li conoscevo appena, come potevano amarmi già?

 

Abbracciai ancora di più Niall.

Non me ne sarei mai andata da quelle braccia se avessi potuto.

Ma nella mia testa c’era un chiodo fisso: Zayn.

Quelle labbra, quelle mani, quei tocchi caldi e quel sapore di cioccolato e menta.

Basta.

 

Andai al piazzale dell’accampamento.

Avevo un compito: insegnare a Victoria tutti gli incantesimi e a padroneggiare i suoi poteri.

Ero già in ritardo per via del mio egoismo, volevo per forza padroneggiare Flys e poi ero andata a piangere da Niall, di questo mi vergognavo, io che sono sempre stata forte ed indipendente.

Era ormai mezzogiorno, ma non faceva niente.

Avremmo mangiato la sera.

 

 

“Victoria! Scusami per il ritardo!” urlai mentre le correvo incontro.

Mi sorrise.

“Niente, non preoccuparti ho saputo di Flys. Ma cos’hai? Hai pianto?” chiese preoccupata poggiandomi una mano sulla spalla.

“Sì, è così evidente?” chiesi nella velata speranza che non lo fosse.

“Bè, alquanto .. Spiegami cos’è successo.” disse.

“Dopo. Ora è più importante la tua preparazione. Mettiamoci al lavoro.” dissi cercando di sorriderle, ma invano.

 

La portai nella radura dove ero stata poco prima.

Iniziammo a lavorare sugli incantesimi della nonna.

In meno di cinque minuti sapeva padroneggiare tutti quelli del libro.

Poi passammo ai poteri naturali.

Ne aveva scoperti molti simili ai miei.

Anche se meno potenti.

Ma lei, era già al livello massimo che io non avevo raggiunto ancora, dopo venti minuti: leggeva nel pensiero.

“Beth hai baciato il vampiro e ne sei anche innamorata! No aspetta, sei innamorata anche di Niall!” sembrava divertita dai miei drammi.

“Bè almeno non devo spiegarti nulla.” dissi tristemente.

“Ma hai il ciondolo! Puoi capire chi ti ama veramente!” disse con fare da saputella.

“Lo so. Ma non voglio usarlo di già, voglio conoscerli meglio. Non ci si può innamorare dopo pochi giorni.” dissi.

“Allora tu sei un’eccezione.” mi prese in giro.

“Sì. Ma ora, aiuta anche me ad imparare a leggere nel pensiero. Sono ben due mesi che ci provo e non ho risultati.” dissi con una punta di invidia nella voce.

“Ok. Allora: chiudi gli occhi ed estraniati dal mondo, non pensare a nulla, svuota la mente e cerca di sentire la mia anima, in questo modo troverai anche i miei pensieri. Se ci riesci dopo, ti viene naturale leggere i pensieri di chiunque. Mi sento potente, sto insegnando alla prossima salvatrice del mondo, qualcosa che ...-” staccai il cervello mentre lei continuava a parlare.

Se riuscivo a padroneggiare Flys, allora potevo leggere nel pensiero.

Mi estraniai dal mondo, da tutti i rumori e da tutti gli odori.

Non ascoltavo più le parole di Victoria, la guardavo solo fisso negli occhi, cercando di intercettare la sua anima e con essa i suoi pensieri.

Dopo poco sentii vorticare nel mio cervello, ormai silenzioso, pensieri non miei.

 

‘Quant’è bello Harold Edward Styles, 

non m’importa se ha provato ad uccidermi, mi attrae troppo.’

 

“Victoria!” dissi tra lo sbalordito ed il divertito.

“Che c’è?” chiese innocentemente.

“Quant’è bello Harold Edward Styles, non m’importa se ha provato ad uccidermi, mi attrae troppo.” citai le sue stesse parole.

Vedendo la sua espressione imbarazzata scoppiai a ridere.

“Credevi non ci sarei riuscita? Per questo pensavi a quelle cose? Com’è bello essere sottovalutate.” dissi, iniziando a rotolarmi per terra dalle risate.

“No, solo che speravo di saper fare qualcosa riguardante le streghe senza che tu lo sapessi fare. Infondo non so nemmeno padroneggiare Flys.” disse amaramente la mia amica.

Tornai seria.

“Victoria, tu puoi ridare il potere, io questo non lo so fare e mai ne sarò capace, tu sei unica, sei tre cose insieme. Flys è una ninfa troppo potente, non puoi richiamarla, hai pochi poteri per farlo. Tu, un giorno mi salverai la vita, non sottovalutarti più.” le dissi col cuore in mano.

Mi guardò e sorrise.

“Quindi .. Piace a tutte e due un vampiro, con la differenza che tu ti trovi in un triangolo amoroso. Come ne uscirà la nostra eroina?” disse ridendosela.

“Smettila decelebrata, i vampiri ci sentono per un raggio di duecento chilometri, se urlassi un po’ più forte che ti piace Harold, anche se ci troviamo a duecentouno chilometri di distanza dall’accampamento, il vampiro ti sentirebbe e tu non vuoi che questo accada, vero?” dissi con voce trionfante, per il mio bellissimo ricatto.

Mi guardò sbarrando gli occhi ed io scoppiai nuovamente a ridere.

“Andiamo, torniamo all’accampamento.” dissi prendendola per mano e facendola alzare dall’erba fresca.

 

 










 



 











stupiti di vedermi dopo neanche un giorno?
anche io, lol.
ma dato che parto, non volevo lasciarvi col fiato sospeso e continuo.
attenzione: per Beth, non continuerà ad essere tutto rose e fiori.
sì, per un po' le cose anche se andranno nel baratro più profondo, risaliranno;
ma questo solo per adesso.
tra due o tre capitoli, Beth si troverà in condizioni così precarie da sembrare sconfitta.
attenzione1: NON HO RILETTO, PERCHE' NON MI ANDAVA, QUINDI SE C'E QUALCOSA CHE NON VA, NON ROMPETE LA MINCHIA. lol
p.s. passate a leggere l'altra mia storia?
P.P.S. VI AMO.
AMO CHI HA MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE/RICORDATE/PREFERITE.
AMO CHI LEGGE IN SILENZIO ED AMO CHI RECENSISCE.
VI AMO PER TUTTI I COMPLIMENTI, CHE NON MERITO, MA CHE CONTINUATE A FARMI.
vi ringrazio, Giada. x

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Capitolo 5
*** Presentimenti. ***


Presentimenti.

 

 

 

Era ormai notte e tutti i licantropi insieme alle streghe si trovavano nel piazzale principale dell’accampamento, muniti di cosce di pollo, frutta e vino rosso.

I due vampiri sedevano in disparte sicuramente affamati.

Per questo andai nel bosco a caccia di due conigli.

Li trovai in poco tempo, li uccisi con lo sguardo, cercando di farli soffrire il meno possibile ed illuminata dalla luce di Ghej li privai del sangue che avevano in corpo, infilandolo in due borracce.

Erano un litro ciascuno, poteva bastare per dissetarli.

 

Tornai all’accampamento e mi avvicinai ai due, ormai con gli occhi rossi dalla fame.

“Prendete.” lanciai le due borracce, sporche un po’ di sangue.

Le aprirono, capendo immediatamente di cosa si trattasse e ne trangugiarono ogni singola goccia.

Li guardai disgustata.

Il primo a finire fu Harry.

Si pulì l’angolo della bocca con il manico della giacca.

“Grazie, anche se non è buono come quello umano. Di a Margaret che vado nel bosco a parlare con mia madre, torno domattina.” mi disse riconoscente.

 

Acconsentii col capo e lui si dileguò.

Poco dopo, finì anche il moro.

Mi fissava.

Così decisi di andarmene, ma qualcosa mi bloccò il braccio.

“Beth, proviamoci.” mi supplicò.

Mi girai con gli occhi già blu mare, pronta per piangere.

“Io non amo solo te, è questo il punto.” dissi freddamente.

“Tu mi ami?” chiese senza dare importanza al resto della frase.

“Sì. Ma non amo solo te.” ribadii.

“Non m’importa, io ti conquisterò, lasciami almeno provare.” disse incastrando i miei occhi nei suoi.

“Ok.” mi rassegnai.

“Sei così bella quando stai per piangere ed i tuoi occhi cambiano colore.” sputò tutto di un fiato, maledicendosi immediatamente per quanto detto.

Risi e mi dileguai, staccando la sua mano dal mio polso.

 

 

Pov. Audrina

Stavo flirtando con Jack O’Cassle, quando notai Giuls, la madre di Harry dirigersi verso i boschi.

La cosa era abbastanza strana, dato che si era nutrita quella mattina.

Liquidai immediatamente il vampiro al mio fianco ed iniziai a pedinare la donna.

Corse per circa trecento chilometri in una manciata di secondi e poi si fermò in una radura.

Aspettava qualcuno, ma chi?

 

Pochi minuti dopo, una testa riccia spuntò dal lato opposto del bosco, correndo subito ad abbracciare la madre.

 

Le parlò del piano che aveva escogitato con quell’idiota del mio fratellastro.

Che incoscienti, volevano tradire mio padre Eiden e Nicolas, sperando di non essere scoperti.

Troppo tardi miei cari.

Me ne andai solo quando i due si dileguarono dirigendosi all’accampamento dei licantropi.

 

 

“Padre!” urlai entrando nell’enorme tenda di quest’ultimo.

“Cosa succede Audrina?” chiese mio padre distrattamente.

“Zayn ed Harold ci hanno traditi.” dissi solenne.

Gli raccontai tutto quello che avevo sentito e capito dai discorsi di Harry.

 

Quando finii mio padre preso dall’ira buttò il tavolo di legno antico, imbandito di qualunque cibo, a terra.

Chiamò Nicolas e raccontammo tutto anche a quest’ultimo.

 

 

“Bene, ci hanno traditi e non gliela faremo passare liscia. La ragazza deve soffrire. Prendete l’amica sirena e portatemela.” disse mio padre ai suoi seguaci.

“Audrina, vai con loro. Guiderai tu la spedizione. Sarete in cinque e Jack O’Cassle sarà il tuo vice. Portatemela viva.” concluse Nicolas.

 

“Sì padre. Nicolas.” chinai il capo in segno di riconoscenza ed uscii.

 

 

 

 

 

 

Pov. Elisabeth

 

Erano le prime luci dell’alba ed Harry si era presentato con la madre, una donna affascinante e gentile con chiunque.

Le mostrai la tenda dove avrebbe alloggiato e mi diressi nel piazzale principale.

Non avevo mangiato nemmeno ieri sera ed il mio corpo ne risentiva, avevo dormito solo mezz’ora in due giorni e le occhiaie avevano iniziato ad abitare sotto i miei occhi gialli ormai spenti.

Non avevo potuto riposare nemmeno la notte, perché avevo dovuto sostituire Conor durante il suo turno di guardia, perché doveva discutere alcune strategie con i nonni, la zia e papà.

 

Mi sedetti su un tronco vicino al fuoco per scaldarmi dal freddo mattutino ed incominciai a sorseggiare il mio latte caldo.

Presi una mela, dell’uva ed un pezzo di cinghiale.

Avrebbero potuto attaccarci da un momento all’altro ed io dovevo essere in forze.

Diedi un ultimo morso al cinghiale ed ormai piena, mi diressi alla mia tenda.

Mi addormentai dopo neanche un secondo, feci un sonno senza sogni, troppo stanca anche per immaginare qualcosa.

Mi svegliai alle tre del pomeriggio, ero riposata, ma non abbastanza.

Avevo perso quarantotto ore di sonno e ne avevo recuperate appena otto.

Le occhiaie sembravano essersi attenuate, almeno lo specchio d’acqua del lago vicino l’accampamento così mi rifletteva.

Lasciai alla ninfa Olem, l’arduo compito di aggiustarmi i capelli ed i fiori ormai appassiti sulla testa.

Dopo pochi minuti avevo l’acconciatura del giorno prima, ed ero bella e presentabile, come sempre.

Andai da Victoria per vedere cosa stesse facendo.

Stava ripetendo le tecniche per restituire i poteri insieme alla nonna.

Sembrava avesse finito così le salutai, certa di non disturbare.

Le due mi sorrisero.

“Hai finalmente recuperato sonno?” chiese mia nonna premurosa.

“Sì un po’. Sono ancora stanca, ma non ce la faccio a continuare a dormire.” dissi stancamente.

“Abbiamo bisogno di selvaggina, le scorte scarseggiano ed i licantropi non possono trasformarsi solo per cacciare. E’ un’ottima occasione per insegnare a Victoria come cacciare con la magia. Andate. Ah, ho notato che i vampiri hanno sete, si mantengono a distanza da chiunque ed hanno gli occhi rossi. Portateli con voi, berranno sangue animale.” esplicò la nonna.

Evidentemente, ai due non bastava il litro di sangue che gli avevo fatto bere la sera prima. 

Dovevo portarmeli dietro. 

Stancante.

“D’accordo, andiamo Victoria.” dissi mettendomela sotto braccio.

Mentre camminavamo verso la tenda dei due vampiri, Victoria mi sconvolse.

“Voglio assaggiare il sangue. Non umano questo è logico! Ma voglio sapere che si prova a berlo.” disse semplicemente.

“D’accordo, penso che Zayn o Harry non avranno problemi ad insegnarti come si fa.” sospirai.

Aprii la tenda e vi trovai due vampiri quasi senza forze.

“Andiamo a fare la pappa.” dissi disgustata al solo pensiero di quella pappa.

“Davvero? Ci farai bere sangue umano?” iniziò a sognare Harry con la bava alla bocca.

“No idiota, ti faccio bere un coniglio e se sei fortunato un cervo, a quanto vedo il litro che vi ho dato non è servito a molto. Andiamo veloci, credi che tua madre sia affamata?” chiesi mentre li aiutavo ad alzarsi, ma mi mantenevo a distanza per un eventuale morso.

“No, si è nutrita ieri mattina. Credo le basti.” esplicò velocemente.

“Ok, allora andiamo.” dissi e ci avviammo.

 

Durante il tragitto pensai a come formulare la domanda riguardante Victoria.

‘Ehi, vi va di insegnare alla mia amica mezza vampira come bere sangue?’

Victoria rise. 

Stava ascoltando i miei pensieri come io i suoi.

Non la smetteva di pensare ad Harold di qua Harold di là.

Arrossì.

A quel punto non ce la feci più ed iniziai a riderle in faccia.

“Che c’è di così divertente? Voglio ridere anche io.” esplicò Harry con un sorriso stanco.

“Leggi nel pensiero? Non credo. Quindi non puoi ridere con noi.” dissi.

“Cosa? Leggete nel pensiero? A cosa sto pensando?” domandò Harry, non ci credeva.

“Sesso, sangue, Victoria.” esplicai con nonchalance.

Arrossì e rallentò il passo, raggiungendo Zayn che dopo la mia affermazione non riusciva a fermarsi dal ridere.

“Ci ha azzeccato.” disse incredulo Harry al compagno.

“Ma va.” risposi io.

“Allora a cosa sta pensando Zayn?” chiese Harry maliziosamente.

Non risposi.

Stava pensando a me ed un po’ al sangue.

Ma nella sua mente il mio volto regnava.

“Sta pensando giusto un po’ al sangue, ma Beth domina la sua mente.” rispose Victoria vendicativa.

Che bastarda.

Zayn non disse niente, né arrossì, come se fosse la cosa più naturale del mondo pensare a me.

“Victoria vuole imparare a bere il sangue. Potete insegnarglielo?” chiesi innocentemente senza neanche un po’ di tatto. 

Era una vendetta perfetta contro Victoria, che era rossa dalla vergogna.

“Sì, nessun problema.” rispose Harry, mentre Zayn non si curò per niente della domanda.

Mi affiancò e mi diede la mano, come se non potesse più resistere, come se quella distanza lo uccidesse.

“Siamo arrivati.” dissi fermandomi nel bel mezzo del bosco.

Buttai la borsa a terra, staccai, riluttante, la mano da Zayn e chiusi gli occhi in cerca di un qualche rumore che avrebbe tradito gli animali.

A sud c’erano delle lepri, ma dai rumori dei passi erano troppo piccole e lasciai perdere.

Scrutai con le orecchie tutto il bosco, fin quando sentii un branco di cervi a sud-est che si abbeveravano ad un ruscello vicino.

Iniziai a correre per un po’, attenta a non fare rumore.

Arrivai dietro un albero a pochi metri dal branco, non mi avevano ancora sentita e continuavano indisturbati a fare ciò che stavano facendo.

Victoria mi aveva seguita, attenta ad ogni mio movimento per capire alla perfezione i passaggi della caccia con la magia.

La guardai ed iniziai a comunicare con lei col pensiero.

Vai a destra e prendi il capobranco, fallo fuori con lo sguardo, se capisci cosa intendo.

Mi sorrise ed annuì.

Si spostò in quella direzione e fece ciò che le avevo detto, gli altri cervi non si accorsero di nulla così ne approfittai per uccidere i tre più possenti e grassi che c’erano.

Feci roteare le mani in senso orario e spezzai loro il collo, senza che gli altri se  ne accorgessero.

 

Nel frattempo Victoria ne aveva fatto fuori un’altro più piccolo, era sicuramente quello da cui voleva bere.

Zayn ed Harry furono attirati nella nostra direzione dall’odore dei cervi.

Quei due non avevano ancora preso niente, così li lasciai fare, tanto avevo preso abbastanza cervi per l’accampamento.

Si catapultarono su cervi enormi e li dissanguarono in pochi secondi, gli altri non ebbero nemmeno il tempo di scappare che erano già morti.

Continuarono così per una decina di minuti, finché tutto del branco non restarono altro che carcasse.

“Ok, penso possa bastare. Avete ucciso tutto il branco. Harry insegna a Victoria come bere mentre Zayn mi aiuta a cercare conigli e cinghiali.” 

Sembrarono felici tutti e due dei miei ordini, Zayn mi affiancò immediatamente.

“Ti scende del sangue dalla bocca.” dissi voltandomi dal disgusto.

“Scusa.” rispose dispiaciuto per la mia reazione, pulendosela.

“Non fa niente.” lo tranquillizzai sorridendo.

Camminammo in silenzio per qualche minuto.

Ad un tratto mi fermai, eccoli i cinghiali.

Erano tre, se riuscivo ad ucciderli tutti potevamo tornare all’accampamento senza i conigli.

Erano a dieci metri di distanza camminavano verso nord e non sapevano che noi eravamo dietro di loro.

Per non fare rumore presi per mano Zayn, che ne sembrò allietato e mi materializzai a pochi centimetri da loro.

Mossi le mani e ruppi il collo ai primi due, l’ultimo si accorse di me e caricò nella mia direzione, ma prima che si avvicinasse anche solo di un passo si ritrovò a terra con un coltellino piantato nella testa.

Zayn.

Chiesi a Flys di trasportare i cinghiali e lei iniziò a farli fluttuare vicino a me.

Mi diressi al ruscello dove avevo lasciato Harry e Victoria e appena arrivammo feci poggiare i cinghiali vicino ai cervi.

Harry se la stava ridendo con Victoria, che non sembrava essere molto brava nel campo del ‘mordi e succhia’. 

Li guardai un po’ e sembravano così spensierati e normali.

A volte avrei voluto essere una comune umana, avrei voluto vivere senza che il peso della salvezza del mondo dipendesse da me.

Avrei voluto conoscere mia madre e dirle che le volevo bene, ma di lei mi restava solo un braccialetto d’oro a forma di rosa che proprio in quell’istante toccai.

Una ed una sola lacrima scese sul mio volto.

Zayn se ne accorse, sicuramente perché erano minuti che mi fissava e mi abbracciò.

Non so come, mi ritrovai a piangere lacrime amare.

Non disse niente e mi consolò.

Iniziai a ridere, mentre altre lacrime percorrevano il mio viso.

“Perché ridi?” chiese iniziando a farlo anche lui.

“Perché il mio nemico mi sta consolando ed io mi sto mostrando vulnerabile ai suoi occhi.” dissi continuando a ridere.

Le lacrime smisero di scendere e mi staccai da quell’abbraccio.

Harry non era riuscito molto nell’intento di spiegare a Victoria come bere il sangue.

“Non sei buono nemmeno a spiegare come essere te.” dissi prendendo in giro il riccio.

“Ma è lei che non capisce.” cerco di discolparsi.

“Oh, non credo. E’ per un quarto sirena, capisce al volo cosa le spieghi, sei tu che non sai farlo mio caro.” conclusi.

Victoria era sporca di sangue anche sul naso e cercava senza alcun risultato di far allungare i suoi canini.

Tagliai meglio il collo dell’animale col coltellino di Zayn, in modo che il sangue le facesse fare qualcosa che doveva essere naturale e così fu.

I canini le si allungarono e gli occhi le diventarono rossi.

Affondò i denti nel collo del cervo, proprio dove avevo tagliato, e lo prosciugò.

“Vedi? Ci sono riuscita io che non sono un vampiro, c’è da vergognarsi Edward.” lo stuzzicai trionfante.

Zayn e Victoria ridevano a più non posso, mentre il riccio tirava su un broncio.

Diedi un fazzoletto di stoffa a Victoria per farla ripulire dal sangue, poi strinsi i corpi degli animali da portare all’accampamento e li toccai tutti in modo che si smaterializzassero con me, mentre Victoria, Zayn ed Harry mi toccavano una spalla.

Mi materializzai al piazzale centrale dell’accampamento con tutta la selvaggina ed i ragazzi.

Così mi lasciai cadere a terra, sfinita.

 

 

Mi risvegliai ore dopo sulla branda della mia tenda coperta da pellicce di orso.

Qualcuno stava vicino a me.

Liam.

“Ti sei svegliata! Mi hai fatto prendere un colpo, stupida idiota. Ti sembra normale non dormire per due giorni, mangiare poco e spendere tutte le tue energie con la magia?” mi rimproverò mio fratello.

“Scusa.” dissi semplicemente.

Dopo poco entrò Louis con una ciotola in legno che fumava.

“Prendi il brodo, ti rimetterai. Hai ucciso tanta selvaggina, stiamo apposto per due settimane!” disse il mio cuginetto.

“Mh.” riuscii solo a dire.

Ero offuscata dalla fame, così gli tolsi la ciotola dalle mani e bevvi tutto in meno di un secondo, fregandomene della lingua che bruciava.

“Idiota che non mangia per giorni e finisce in queste condizioni.” disse Louis abbracciandomi.

“Zitto cretino, lo sto facendo per salvarvi.” dissi.

“Sì ma non puoi fare tutto tu! Ti ucciderai.” continuò Liam.

Troppo tardi, ero già caduta in un sonno profondo.

 

 

Mi sveglia che il sole non era ancora sorto.

Verso le tre del mattino.

Mi sentivo persa, avevo paura, ma non riuscivo a capire di cosa.

Sentivo che qualcosa non andava come doveva.

Girovagai per l’accampamento e mi ritrovai difronte la tenda di Zayn.

Lo chiamai a bassa voce, sicura che mi sentisse, i vampiri non dormono molto.

Uscì dalla tenda a petto nudo, mezzo addormentato.

“Beth, tutto bene?” mi chiese.

Ero ancora in trans per lo spettacolo che avevo davanti agli occhi ma rinsavii non appena, la paura tornò in me.

“Qualcosa non va.” sussurrai.

“Cosa?” mi chiese confuso.

“Qualcosa non va come dovrebbe andare, è successo qualcosa a qualcuno.” continuai a bassa voce.

“Sarà solo una sensazione, vieni qui.” disse aprendo le braccia ed accogliendomi.

Ci sedemmo sotto un albero, l’uno abbracciato all’altra.

Stavo meglio, ma il senso di vuoto che avevo nel cuore non accennava a scomparire.

 

 

 

 

Pov. Elis

Era notte, ma gli spiriti dell’acqua vagavano indisturbati e mi parlavano.

 

“Pericolo.” 

 

Continuavano a ripetermi, ma non capivo se si riferisse a me, al mio popolo o ai miei amici e a mia figlia.

Stavano tutti dormendo nelle proprie case inabissate, ero l’unica, sola.

Doveva riguardare me. 

Victoria e Beth stavano all’accampamento, erano al sicuro.

Mi decisi, forse troppo tardi ad andarmene dalla cascata, troppo isolata ed oscurata.

Loro erano già lì, mi spiavano dagli alberi ed attendevano il momento giusto per attaccarmi.

Non avevo il tempo di rimembrare gli incantesimi o come si usassero i miei poteri ormai arrugginiti.

Ero in trappola.

Decisi così di affrettare i tempi.

“Uscite allo scoperto, vi sento.” dissi in tono freddo.

Una ragazza dell’età di Beth e Victoria uscì dal rado bosco, me la ritrovai davanti in meno di un secondo.

Vampira.

Fu immediatamente seguita da altri quattro.

Era una trappola, Nicolas.

“Cosa vuole da me Nicolas?” chiesi senza lasciarla parlare.

“Vuole che Elisabeth Amie Payne soffra e tu ci aiuterai.” disse semplicemente.

I quattro vampiri al suo fianco mi attorniarono in semicerchio e mi legarono.

Mi cacciarono dall’acqua con la forza e appena mi spuntarono le gambe, legarono anche quelle.

Mi misero un cappuccio in testa e da lì non capii più niente.

 

 

Mi svegliai, o meglio, fui svegliata da una secchiata d’acqua.

No, quella non era acqua era sangue.

Disgustata cercai di pulirmi gli occhi, ma le mie mani erano legate.

Guardai in faccia chi mi aveva fatto ciò e ritrovai il volto del padre di mia figlia.

Nicolas Styles.

“Cosa vuoi da me?” chiesi con disprezzo.

“Da te? Oh nulla, io voglio Elisabeth Amie Payne e tu sei una pedina che la condurrà dritta da me.” rispose con molta calma.

“E sentiamo, come pensi verrà qui?” chiesi, ma conoscevo già la risposta.

“Oh bè, ti torturerò ed il messaggio che ho fatto lasciare sullo scoglio la porterà qui.” disse pacatamente.

“E come credi di sconfiggerla? Non hai più l’oggetto che può privarla dei suoi poteri e tuo figlio ti ha tradito. Se lei viene qui, tu muori.” dissi con un falso sorriso stampato in faccia.

“Non credo. Io non mi sono mai fidato né di mio figlio né di Zayn, quello era una stupida copia, sospettavo di un loro tradimento. Non sono poi così stupido, conosco bene la legenda.” ricambiò con lo stesso sorriso.

In un attimo tutte le mie sicurezze si sgretolarono.

La mia migliore amica era in pericolo e mia figlia se avesse saputo dove mi trovavo, l’avrebbe seguita a ruota.

“Cosa c’è non parli più?” disse la fanciulla che mi aveva portata lì.

“Ha perso la lingua.” mi prese in giro Eiden.

“Adesso la farò parlare io, o meglio, urlare.” esplicò malvagiamente Nicolas.

Prese un tizzone ardente, dal focolare che scaldava la tenda, facendo attenzione a non toccarlo e me lo posizionò sulla gamba destra.

Cercai di divincolarmi, ma mi teneva ben stretta.

Iniziai ad urlare e piangere insieme.

Ne posizionò altri lungo tutte le mie braccia. 

Il dolore si intensificò così tanto che svariate ore dopo non sentivo più nulla e lacrime silenziose scendevano sul mio volto.

Accortosene, Nicolas iniziò a prendermi a schiaffi.

Si fermò solo quando il labbro spaccato da lui stesso iniziò a sanguinarmi e la sua vera natura si fece spazio.

Leccò il sangue sul mio labbro inferiore maliziosamente, poi con decisione vi infilò i canini e trangugiò quello che potette, perché Eiden lo staccò da me.

Io gli servivo viva, per ora.

 

 

 

 

Pov. Elisabeth

Mi svegliai tra le braccia di Zayn sotto un albero.

Lui non stava dormendo, mi osservava.

Il vuoto non aveva cessato di vorticarmi dentro.

Sentivo lo strano impulso di andare da Elis.

“Devo andare da Elis, credo le sia successo qualcosa. Vieni con me?” chiesi.

“Sì. Ma prima mangia o svieni di nuovo.” rispose.

“Ok.” obbedii.

Mangiai del pane e dell’uva.

Avevo lo stomaco chiuso, volevo accertarmi che Elis stesse bene.

Finii subito il mio cibo e ci dirigemmo alla cascata.

La chiamai, nulla, nessuna risposta.

Il che era strano dato che ogni mattina spazzolava i suoi lunghi capelli sullo scoglio affianco alla cascata ed oggi lì su c’era solo un foglio di papiro che cercava di volare via, ma era mantenuto ben saldo da una pietra.

 

 

Morirà se non verrai a salvarla .

- Audrina

 

 

Era scritto pulito ed in bella grafia.

Il mio cuore si sgretolò, avevano Elis.

Mi lasciai cadere in ginocchio e strinsi il foglio al cuore.

Zayn vicino a me stringeva forte i pugni.

Mi fece alzare da terra e mi strinse a lui.

“Tu non andrai. Sai bene che è una trappola.” disse.

Sì lo sapevo, ma la mia migliore amica, la madre di una mia amica, era in pericolo ed io l’avrei salvata.

“Sì, so che è una trappola, ma io andrò.” dissi solenne.

“Verrò con te.” rispose in egual modo.

“No, vado da sola. Non mi avrebbero mai sfidata se non avessero trovato un altro modo per privarmi dei miei poteri e non mi avrebbero mai sfidata se non avessero scoperto il vostro tradimento. Non devi dire niente a Victoria, se mi succede qualcosa, lei è l’unica che può aiutarmi. Proteggila a costo della vita, però .. Cerca di rimanere in vita.” dissi tristemente, accarezzandogli la guancia e scomparendo appena le sue labbra combaciarono con le mie.








 










 

VOGLIO RINGRAZIARVI,
PERCHE' MI SEGUITE E NON MANCANO MAI LE RECENSIONI.
MI RIEMPITE DI COMPLIMENTI CHE NON MERITO
E DA QUELLO CHE HO CAPITO, NON VEDETE L'ORA CHE PUBBLICHI NUOVI CAPITOLI.
DAVVERO GRAZIE.
p.s. non ho riletto perché non mi andava.
quindi se ci sono errori sapete perché.
- Giada. x



 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Guai. ***


Guai.

 

 

 

 

Mi ero materializzata nella terra dei vampiri.

Lo scudo mi avvolgeva per bene e le ninfe erano pronte all’attacco.

Entrai facendo cadere sofferente chiunque provasse ad avvicinarsi.

Arrivai alla tenda che dall’aspetto spocchioso, presumevo appartenesse ad Eiden e Nicolas.

La aprii con un gesto della mano, senza toccarla.

Mi ritrovai davanti Audrina ed Eiden che sorridevano soddisfatti.

“Ghej.” urlai nella loro direzione.

La ninfa del fuoco si catapulto contro i due, rinchiudendoli in una gabbia di fuoco.

Non sarebbero potuti uscire.

Guardai a sinistra e nell’angolo della tenda si trovava la mia amica rannicchiata, con abrasioni sparse per tutto il corpo e con il viso bellissimo, rovinato ed insanguinato, da il sangue non suo.

Mi salì una rabbia sovraumana.

Gli occhi diventarono nero carbone.

Guardai nella direzione dell’assalitore.

Nicolas Styles.

Lo squadrai per pochi secondi.

Assomigliava ad un venticinquenne, come tutti i vampiri anziani d’altronde.

I boccoli color rame gli incorniciavano il viso troppo anziano e troppo giovane allo stesso tempo, gli occhi verdi e le stesse fossette di Harry.

Doveva morire.

Lo fissai più intensamente, sorrideva, ma non sarebbe durato molto.

Ruotai la mano in senso orario, gli spezzai la gamba destra.

Urlò dal dolore, ma si rialzò immediatamente.

Con i vampiri anziani era più dura combattere.

Adoperai entrambe le mani e stavolta gli spezzai tutte e due le gambe.

Senza perdere tempo chiamai Wait che lo avvolse in una prigione d’acqua.

Lo torturai con lo sguardo e le sue urla non cessavano di riempirmi le orecchie.

Allungai lo scudo intorno a tutta la tenda, così nessuno li avrebbe aiutati.

Continuai a torturarlo finché rivoli di sangue non iniziarono ad uscirgli dalla bocca.

Lo lasciai stare per un po’ ed andai verso Audrina ed il padre.

Quella ragazza aveva un viso così angelico, eppure era il diavolo in persona.

Era mora, con qualche venatura di biondo, fisico slanciato e sexy, labbra carnose e rosee come quelle del fratello e del padre, occhi da cerbiatta e lineamenti affilati. Il vestito troppo corto e troppo scollato, metteva in evidenza il seno prosperoso e il lavoro che avrebbe fatto se non fosse stata una vampira.

 

“Perché mi avete sfidata. Non potete privarmi dei poteri, anche se poteste vi ho imprigionati e non potete fare nulla, se non morire. Vi facevo più perspicaci.” dissi.

“Tu credi? Fuori è pieno di vampiri pronti ad entrare ed uno di loro ha l’oggetto che ti priverà dei poteri, povera, piccola ed ingenua Beth.” disse trionfante Eiden.

Gli risi in faccia, una risata crudele.

“E tu credi che io sia così stupida? Nessuno può entrare e nessuno può uscire, se non io.” dissi continuando a ridere. 

Sbarrarono gli occhi.

Decisi di torturare i torturatori.

Avevano bruciato Elis, io avrei bruciato loro.

Strinsi la mano in un pugno e la gabbia di fuoco che intrappolava padre e figlia si restrinse, bruciando i due.

L’unica cosa che uccide i vampiri è il fuoco.

Ma perché la cosa funzioni, bisogna staccargli la testa.

Strinsi ancora di più la mano e lo stesso fece la gabbia.

Le urla dei due vampiri erano musica per le mie orecchie.

Mi avvicinai di nuovo a Nicolas ancora traumatizzato dal dolore.

Lo penetrai con lo sguardo e le sue grida non tardarono ad arrivare.

Mi fermai solo sentendo il dolore che provava Elis, leggendole nel pensiero.

Per fortuna padroneggiavo bene la magia curativa.

Anche se, curarla significava usare molta energia e quindi diventare più debole, se l’avessi fatto lo scudo sarebbe diventato vulnerabile e quindi avrei permesso ai vampiri di entrare e togliermi i poteri.

Vederla così, mi spezzava il cuore e decisi di correre il rischio.

Chiusi gli occhi e poggiai le mani sulle ferite profonde. 

Una luce dorata mi avvolse le mani e curò Elis, spostai le mani lungo le braccia, sul labbro, sulle gambe e sul volto dove si trovavano alcuni lividi che solo a guardarli facevano male.

La mia amica stava di nuovo bene, ma io non ero più al massimo delle mie forze e lo scudo non c’era più, era scomparso come le due gabbie.

Eiden, Audrina e Nicolas erano liberi ed incolleriti.

Avevo giusto un po’ di forze per smaterializzarmi, ma non potevo portare nessuno con me, non avrei retto.

Così, decisi di far smaterializzare solo Elis e mandarla all’accampamento, avrebbe sicuramente spiegato tutto alla nonna e mantenuto Victoria lontana dai vampiri ergo dal pericolo.

Sarebbe andato tutto come volevo.

Le toccai la mano e lei scomparve, capendo solo all’ultimo secondo cosa volessi fare.

Ero sfinita e non mi sarei potuta riprendere senza cibo, ma avevo ancora la mia collana, quindi i vampiri non potevano toccarmi.

Sorrisi sollevata e svenni.

 

Poche ore dopo mi ritrovai legata ad un palo al centro dell’accampamento vampiro.

Dovevano aver provato varie volte a togliermi la collana ed ero certa che legarmi non era stato tanto facile, perché avevano tutti una mano che grondava di sangue. 

Una fanciulla senza forze, si avvicinava lentamente a me, aveva le lacrime agli occhi ed era spintonata da un vampiro.

Doveva essere una delle loro vittime, leggevo nella sua mente paura.

Si chiamava Janet Orwey, continuava a ripetere il suo nome nella mente.

Forse per paura di scordarlo.

Eiden era vicino a me, le parlò bruscamente.

“Toglile la collana, forza.” urlò.

Oh no, gli umani potevano toccarmi.

Me la tolse ed io immediatamente urlai “Indossala, così non potranno toccarti.”

La ragazza mi obbedì e prima che i vampiri potessero fermarla aveva la collana al collo.

“Oh, un gesto davvero altruistico mia cara Elisabeth. I poeti canteranno le tue gesta un giorno, magari lo farà proprio la nostra Janet vero?” disse Eiden sarcastico, causando un coro di risate.

Prese la boccetta che un energumero di vampiro gli offriva inchinato e me la mostrò trionfante.

“Adesso, ti toglierò i poteri. Poi aspetterò che mio figlio torni da me strisciando e li donerò a lui, oppure soggiogherò qualche stupida strega e prenderò il comando del mondo. Facendo fuori, ogni. singolo. oppositore. E tu sarai l’ultima, vedrai tutte le persone a te care, morire ad uno ad uno e non potrai fare niente.” esplicò sfiorandomi la guancia.

Non meritava una risposta, così gli sputai in faccia.

Si ripulì preso dall’ira.

“Morirai di una morte lenta e dolorosa e l’ultima persona che vedrai, sarò io.” urlò.

All’urlo seguirono un sonoro schiaffo sulla mia guancia ed un pugno nello stomaco.

Ma io di potere ne avevo ancora, le poche ore di svenimento mi avevano fatto riprendere un po’.

Guardai un’ultima volta la ragazza e mimai con la bocca un ‘tornerò a prenderti’. 

Mi smaterializzai.

 

 

Stesa per terra, senza riuscire a respirare, con l’occhio che mi pulsava per via dello schiaffo, ma salva, nell’accampamento.

Sentii qualche urla di spavento ed altre di gioia che si avvicinavano, ero ormai prossima allo svenimento.

Non riuscivo a muovermi, a pancia in giù con la guancia sinistra sulla terra fresca.

Qualcuno mi voltò ed alzò il mio viso alla sua altezza, per poi stringermi in un abbraccio e trasformarlo in un bacio.

Non conoscevo quelle labbra.

“Amore mio, stavo venendo a salvarti, ma fai sempre tutto da sola.” mi disse dolcemente il ragazzo, mentre accarezzava il mio volto sanguinante.

Non riuscivo a respirare o a parlare, non riuscivo a pensare ad altro che a Za ..

Svenni.

 

 

Mi svegliai due giorni dopo.

Non mi trovavo nella mia tenda.

Cercai di alzarmi ma non ne avevo le forze.

“Ehi.” disse qualcuno al mio fianco.

Non ce la facevo a girarmi, avevo il collo indolenzito e sentivo la guancia bruciarmi.

Ricordai lo schiaffo.

“Come ti senti?” chiese la voce.

“Non ce la faccio a muovermi o a parlare.” dissi flebilmente.

“D’accordo, allora sta in silenzio e io ti imbocco.” rispose.

Mi si avvicinò e riconobbi il volto di Niall.

Cercai di mettermi seduta ma non ce la feci, così ci pensò lui.

Mi alzò la schiena con una sola mano e sempre con la stessa posizionò un soffice cuscino alle mie spalle.

Prese il brodo e trafiggendomi con quegli occhi di mare iniziò ad imboccarmi.

Finii immediatamente e riacquistai le forze per parlare.

Niall mi sorrideva caldamente.

“E’ bello farmi da balia?” chiesi accennando ad un sorriso.

“No. E’ bello vederti salva.” rispose.

“Perché sono nella tua tenda e non nella mia?” era la domanda che mi ponevo da una ventina di minuti.

“Perché sono stato il primo ad accorgersi di te, per terra difronte all’accampamento e ti ho presa e portata in braccio nella tenda più vicina, la mia.” rispose.

“Quindi sei stato tu a baciarmi.” dissi con un sorrisone che mi si apriva in volto.

“Già.” rispose arrossendo ed abbassando lo sguardo.

Ero felice si fosse fatto avanti, ma sentivo che non era la cosa giusta da fare e senza la mia collana, non avrei potuto capire chi mi amava sul serio.

Pensavo costantemente a Zayn, un po’ meno a Niall, ma le cose non cambiavano.

Forse con un bacio avrei capito tutto.

Alzai il mento di Niall con una mano e lo avvicinai al mio volto.

Lo scrutai per un momento, sembrava felice di quello che stavo per fare e le farfalle che avevo nello stomaco, provavano che lo ero anche io.

Chiusi lentamente gli occhi e distrussi la distanza che c’era tra le nostre labbra.

Subito Niall prese il comando della situazione trasformando quel bacio puro e casto in qualcosa di più approfondito.

Poggiò le mani sul mio viso, facendo attenzione a non farmi male ed avvicinò di più i nostri corpi.

Mi staccai improvvisamente, non avevo provato niente, anzi qualcosa l’avevo provato, ma era nulla paragonato ai quello che succedeva dentro di me quando Zayn mi sfiorava.

Mi guardò confuso e cercò spiegazioni con lo sguardo.

“Niall, io .. io non ho provato niente.” dissi scoppiando a piangere, solo in quel momento mi accorsi che avrei tanto voluto fosse il contrario. 

Avrei tanto voluto innamorarmi del ragazzo dolce, sincero e bellissimo che avevo davanti; ma qualcuno era arrivato prima e con prepotenza aveva preso posto nel mio cuore.

Mi sorrise e mi abbracciò dolcemente.

“Non piangere, è stato lo stesso per me. Sarai per sempre nel mio cuore, ma noi non ci apparteniamo.” disse.

Lo guardai negli occhi e sembrava sincero, non stava mentendo. 

Lo abbracciai forte, finché le energie tornarono a scarseggiare e dovetti stendermi.

“Non ti sei ancora ripresa, riposa.” disse lasciandomi un dolce bacio sulla guancia.

Le tenebre mi avvolsero di nuovo.

 

 

 

Mi svegliai di soprassalto, sentendo delle persone litigare all’esterno della tenda.

Erano le voci di Zayn e Niall ed erano tutte e due alterati.

“Lasciami entrare, non puoi tenerla lontana da me, sono giorni ormai.” disse Zayn sull’orlo di una crisi di nervi.

“No. Ha un profondo taglio sulla guancia e tu non resisteresti ne sono sicuro. Per di più è stato tuo padre a ridurla in questo stato e tu sei sangue del suo sangue, non ti lascerò entrare, te l’ho già detto tre volte.” rispose atono Niall.

Come se fossero giorni che litigavano in quel modo.

 

In effetti le uniche visite che avevo ricevuto erano da parte della mia famiglia e da Victoria ed Elis, Niall mi aveva detto così, perché io dormivo quando erano venuti.

 

Gli unici sogni che avevo fatto in quei giorni riguardavano Zayn e quella ragazza con la mia collana.

Mi mancava.

Mi alzai esitante dalla branda ed infilai le scarpe con l’aiuto di Olem, misi una pelliccia di cinghiale, che fungeva da coperta, addosso ed uscii zoppicando dalla tenda.

“Zayn.” dissi con la voce tremolante.

“Beth! oh Atena, come ti hanno ridotta.” disse Zayn mentre correva nella mia direzione e in meno di un secondo mi stringeva forte al suo petto.

“Non pensavo di essere così brutta!” cercai di fare del sarcasmo.

“Tu sei sempre bellissima. Vieni, ti porto nella tua tenda. Niall ha fatto abbastanza.” detto questo mi prese in braccio.

Non ascoltò le opposizioni di Niall ed iniziò ad avanzare.

Mi portò nella mia tenda e mi adagiò sulla branda, coprendomi immediatamente.

Si stese al mio fianco ed iniziò ad accarezzarmi il braccio.

“Sono arrivato tre minuti dopo Niall quando ti sei materializzata perché stavo aiutando tua nonna con Elis, non mi ha dato nemmeno il tempo di vedere come stessi che già ti aveva portata nella sua tenda e mi aveva negato l’accesso per tre giorni interi. Pensavo che quel bastardo di mio padre ti avesse ridotta malissimo, ma tu sei Elisabeth Amie Payne ed anche una ferita sul volto ti rende sexy.” mi sussurrò ad un’orecchio.

Risi flebilmente, mi faceva ancora male lo stomaco per il pugno.

Avevo bisogno di Zayn in quell’istante.

Cercai di mettermi su un fianco per guardarlo negli occhi e dopo svariati tentativi ci riuscii.

Gli accarezzai dolcemente quel volto che avevo sognato e desiderato toccare per ben tre giorni e lentamente l’avvicinai a me.

A pochi millimetri dalle sue labbra sussurrai un ‘ti amo.’ 

Sfiorandolo con il respiro.

Annullai i pochi millimetri di distanza, spezzando un sorriso che stava nascendo sulle sue labbra con un tenero bacio.

Dopo aver approfondito quel contatto umido ed aver unito in una danza leggiadra le nostre lingue, Zayn si staccò leggermente.

“Sai di lupo.” sussurrò. 

“Lo so.” dissi pacata.

“Hai baciato Niall?” mi chiese alzando di un’ottava la voce per la gelosia.

“Sì. Dovevo capire chi amo.” dissi freddamente.

Non aveva risposto al mio ‘ti amo’ e la cosa mi feriva.

“E quindi ami me.” constatò il genio.

“Già.” risposi secca.

“Ti amo anche io, non ti alterare.” disse ridendo.

Cercai di trattenere un sorriso e racimolando tutta la forza che avevo gli tirai un pugno sul petto.

“Idiota.” dissi.

Scoppiò a ridere e poi mi sovrastò con il suo corpo cercando di non toccarmi troppo per non farmi male.

Cercò il mio sguardo e quando lo trovò mi sorrise iniziando a lasciare teneri baci su tutto il mio volto martoriato.

Lo fermai quando gli mancavano pochi centimetri per raggiungere la ferita che avevo sulla guancia.

“No Zayn. Non resisteresti.” dissi.

“Sono un vampiro solo per metà, posso fare a meno del sangue e comunque tu sei molto più importante, non ti metterei mai a rischio.” disse serio.

Lo lascia continuare.

Lasciò teneri baci anche sulla ferita, che al suo tocco sembrò quasi scomparire e la mia pelle sembrò in fiamme, ma in positivo.

Non potevo resistere più, dovevo toccare di nuovo le sue labbra morbide al cioccolato.

Lo allontanai dal mio naso e portai le nostre labbra a coincidere.

Tutto era perfetto in quell’istante, ma il volto della ragazza impaurita, con la mia collana indosso, continuava a tormentarmi. 

“Zayn.” dissi staccandomi e cercando di levarmelo di dosso per alzarmi.

“Che c’è? Ti ho fatto male?” chiese preoccupandosi.

“No, no. Tu sei perfetto, è che .. C’era una ragazza nella terra dei vampiri, sicuramente una vittima, l’hanno usata per togliermi la collana, dato che non potevano toccarmi. Era sfinita e disperata. Le ho detto di indossare la collana così che non l’avrebbero più toccata e poi le ho promesso che sarei tornata a prenderla .. Zayn, io devo andare.” dissi abbassando il tono di voce, quasi intimorita da una sua risposta.

“No. Tu non vai da nessuna parte, hai già rischiato la vita e sapendo che non ti avrei permesso di andare ti sei smaterializzata, basta. Tu non salverai nessuno, ci penseranno Niall, i tuoi fratelli e tua nonna, ma da quel bastardo di mio padre non ci torni. Guarda come ti ha ridotta! Io gliela farò pagare.” iniziò a scaldarsi.

“Ma ..-” cercai di controbattere.

“No, niente ma.” non mi lasciò finire.

L’aria si era fatta pesante, era intrisa di rabbia e risentimento, così ne ero certa; Zayn cercò di calmare le acque con qualche stupidaggine delle sue.

“Così .. Sono perfetto?” chiese mordendosi il labbro inferiore per non ridere.

Alzai gli occhi al cielo e stetti al gioco.

“Sì, sei il figlio di Zeus. I vostri nomi si assomigliano pure.” dissi scoppiando a ridere.

“Mi piaci quando ridi. Sei bellissima.” disse tornando serio.

“Di certo non lo sono con queste ferite in viso.” dissi abbassando lo sguardo.

Iniziavo a vergognarmi di me stessa.

“No, no, no. Tu sei perfetta. Lo capisci questo? E poi, se queste ferite ti danno così tanto fastidio, non puoi farti curare da tua nonna con la magia curativa? Io l’avrei già fatto se riuscissi a padroneggiarla.” disse pensieroso.

“No, la so usare solo io. E’ una magia complicata, ma credo tu già lo sappia.” finii.

“Ave o potente strega.” mi canzonò.

“Ah. Ah. Ah.” dissi sarcastica.

“Allora appena ti rimetterai in forze, ci penserai e magari mi spiegherai anche come padroneggiarla. Voglio salvarti se succede qualcosa, non piangerti impotente.” disse scuro in volto.

Lo accarezzai ed acconsentii col capo.

Era tutto così perfetto, tutto così perfetto e strano.

Era impossibile che mi andasse bene ogni volta, la fortuna da un momento all’altro mi avrebbe voltato le spalle.






 


 







salve, da quanto tempo, eh?
anche se non ho raggiunto qualche recensione in più çç, 
per ringraziarvi, perchè siete in più di trentasette che leggono questa storia, pubblico il capitolo.
Non continuerò molto presto perché devo ancora finire latino ed inglese e beh, la scuola è alle porte, purtroppo.
spero abbiate passato una buona estate,
mi hanno chiesto di pubblicare i volti dei protagonisti, li avrete molto presto.
se vi va passate nell'altra storia che sto scrivendo, l'aggiornerò presto.
con amore, Giada.
 

 

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Capitolo 7
*** Anne. ***


Anne.

 

 

 

 

 

 

 

Pov. Audrina

 

 

“Abbiamo bisogno di una strega dalla nostra parte, Anne Meier è perfetta. Soggiogatela e portatecela.” ordinò Nicolas.

“Non falliremo.” disse Jack al posto mio.

Ormai da quando ci aveva assegnato il primo compito eravamo diventati un vero squadrone io e gli altri quattro.

Uscimmo dalla tenda ed andammo a nutrirci di qualche sporco umano.

 

 

Appena calò la notte partimmo verso l’accampamento dei lupi, la donna, secondo le istruzioni che ci avevano dato mio padre e Nicolas, passava molto tempo nel bosco.

Sarebbe stato facile trovarla.

 

 

Girovagammo intorno alla terra dei lupi senza sorpassare, però, i confini.

Dopo ore di viaggio era ormai l’alba e la donna sarebbe andata al ruscello nel bosco a nord-ovest, entro pochi minuti.

Noi ci trovavamo già là ed aspettavamo con ansia il suo arrivo, sopra un albero.

Come se qualcuno dall’alto volesse aiutarmi, la donna arrivò in anticipo, si sedette sulla riva del ruscello ed iniziò a chiamare Wait la ninfa dell’acqua per chiederle aiuto con i pesci. 

La ninfa era molto inquieta, sapeva che eravamo lì e se non ci fossimo sbrigati, avrebbe svelato ad Anne Payne la nostra posizione.

Scendemmo immediatamente dagli alberi su cui ci trovavamo e le fummo difronte in meno di un secondo. 

“Cosa volete, demoni?” chiese cercando di darsi un contegno, ma era sicuramente terrorizzata.

“Te.” risposi avvicinandomi.

Mi avrebbe attaccato in pochi secondi, ma io ero già pronta a schivare ogni sua mossa.

Le ero quasi difronte e lei scagliò una sfera di fuoco nella mia direzione. 

La schivai e Jack e gli altri, come da strategia, le furono dietro e la bloccarono.

Velocemente mi avvicinai ai suoi occhi.

“Tu, stai dalla parte dei vampiri e ci aiuterai.” dissi mentre le sue pupille si allargavano e stringevano sistematicamente.

“Sì.” rispose atona.

“Andiamo, è nostra.” ci dirigemmo al nostro accampamento, seguiti dalla donna.

 Entrai nella tenda e mostrai con un cenno della mano la strega, che era al mio seguito.

“Ottimo lavoro figlia.” disse mio padre.

“Ma a cosa vi serve?” chiesi scettica.

“Non ti è concesso saperlo.” rispose Nicolas duro.

Mi inchinai ed andai via.

 

 

 

Speravo vivamente che la cattura di Anne Payne riguardasse quella streghetta da quattro soldi. Avrei tanto voluto vederla soffrire, umiliata e sconfitta e vedere mio fratello in preda alla disperazione.

 

Non ero poi così stupida, dopo pochi minuti di riflessioni senza senso sull’utilità della strega, arrivai alla conclusione giusta: serviva per togliere i poteri ad Elisabeth. Non vedevo l’ora accadesse.

Una Payne obbligata a tradire un’altra Payne. 

Esilarante.

 

Avevo sete, gli occhi si erano velati di un rosso scuro.

La missione mi aveva stancata e l’umana che avevamo all’accampamento non poteva essere toccata per colpa di quella stupida collana.

Decisi di andare in città, anche se era notte fonda, avrei facilmente trovato qualche barbone che girovagava per le vie oscure, vaneggiando.

Per quella sera mi sarei accontentata, il sangue dei barboni era amaro e sporco, per via dei tanti alcolici che trangugiavano e della poca pulizia, avrei sicuramente preferito una succulente bambina, col sangue ancora dolce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pov. Elisabeth

 

 

 

Dopo cinque giorni di isolamento in tenda, ero perfettamente in forma.

Volevo rivedere il mondo esterno, mi ero stufata di quella stoffa bianca.

Zayn non mi permetteva di uscire o anche solo di alzarmi, era peggio di una mamma premurosa. Mi faceva quasi ridere i primi giorni, quando doveva imboccarmi perché non avevo ancora le forze per muovermi.

Guardava il cibo disgustato e ci infilava il cucchiaio dentro così lentamente che la mia fame aumentava di secondo in secondo, poi, sempre lentamente lo avvicinava alla mia bocca. Per mangiare un po’ di brodo ci erano volute delle ore. Però era così dolce, che non gli dicevo niente. Mi aveva medicato ogni giorno la ferita e si vedeva che gli costava molto, avevo provato a dirgli che potevo farlo da sola, ma lui mi zittiva ogni volta.

Era la prima mattina che Zayn non si era fatto vivo prima che mi svegliassi, così colsi l’occasione per uscire. Ormai avevo di nuovo energia da vendere e volevo rinfrescarmi al ruscello e farmi aggiustare i capelli da Olem.

Uscii con molta cautela e corsi il più veloce possibile al ruscello, cercando di non farmi vedere.

Arrivata chiamai immediatamente la ninfa, che iniziò a intrecciarmi i capelli nei fiori, mentre io sciacquavo il viso. La ferita sul volto era ancora ben visibile ed aperta, il taglio era profondo e scendeva ancora qualche goccia di sangue, così decisi di curarla con la magia. 

Mi guardai nello specchio d’acqua ed alzai la mano destra sulla guancia sinistra, proprio dove si trovava il taglio, chiusi gli occhi ed un energia calda mi riscaldò la guancia. La ferita, che poco prima pulsava e sanguinava si rimarginò del tutto, scomparendo, rimase solo qualche goccia di sangue, che sciacquai immediatamente. Olem aveva finito il suo lavoro e mi salutò scomparendo lasciandomi un bacio sulla guancia.

Tornai all’accampamento quasi saltellando, ero contenta di potermi muovere di nuovo.

Qualcosa però, non andava ed erano giorni che lo sapevo.

Zia Anne non era più venuta a trovarmi, Louis aveva uno sguardo spento e Zayn quando gli chiedevo di raccontarmi cosa succedesse nel mondo, cambiava sempre discorso.

Decisi di andare dalla nonna a chiederle se la zia stesse bene.

Entrai nella sua tenda e lei mi accolse con un sorriso caloroso.

“Piccola mia, sei tornata forte a quanto vedo, le cure del mezzo vampiro ti hanno rinvigorita.” disse.

Arrossii un po’.

“Si nonna, ma non sono qui per chiacchierare. Dov’è zia Anne? Non la vedo da giorni.” chiesi.

“Mh, non ti sfugge mai niente. E’ scomparsa Beth, credo l’abbiano presa i vampiri.” rispose amaramente.

“Cosa? E perché non mi avete detto niente? Siete forse impazziti?” domandai indignata.

“Se te l’avessimo detto ti saresti preoccupata ed avresti rallentato la guarigione, correndo rischi e tornando dai vampiri. O sbaglio?” mi rispose la nonna alterata.

Abbassai lo sguardo, aveva ragione.

“E Louis come l’ha presa? L’è andata a cercare?” chiesi.

“No, l’abbiamo fermato appena in tempo, voleva andare a far fuori tutti i vampiri. Ma sappiamo che non è abbastanza forte, si sarebbe fatto solo uccidere.” disse.

“E quindi? Non facciamo niente? La zia è nelle grinfie del nemico, potrebbero averle fatto qualunque cosa e noi siamo qui a discuterne tranquillamente.” iniziavo ad arrabbiarmi.

“Credi che io non sia preoccupata eh? Non ho fatto ancora niente, perché i vampiri ci stanno sicuramente tendendo una trappola. Se andiamo, c’è la possibilità che non torneremo più.” finì lei.

“Allora restate qui, a crogiolarvi nelle vostre paure, io vado. Ciao nonna.” 

Detto questo mi smaterializzai.

Eccomi in quella terra, in trappola, ancora.

Stavolta dovevano aver perfezionato il piano, ne ero certa, ma dovevo rischiare.

Non avevo più la collana, ma in compenso lo scudo era diventato come una seconda pelle e non avevo più bisogno di concentrarmi per tenerlo attivo.

Quando sapevo che le persone che avevo vicino erano amiche, lo scudo si apriva appena mi toccavano e viceversa.

Camminavo tranquillamente tra i vampiri, sempre con gli occhi aperti, quando in una gabbia di legno vidi mia zia, seduta in un angolino che mi fissava mentre mi avvicinavo.

“Zia, stai bene? Cosa ti hanno fatto?” le chiedevo, mentre cercavo di aprire la gabbia con lo sguardo.

Nessuna risposta.

Forse era impaurita, ma la zia non era il tipo.

Continuava a fissarmi, riuscii ad aprire la gabbia e appena lo feci, mi precipitai da lei.

L’abbracciai e la strinsi forte.

 

Un colpo secco e gli occhi mi si rivoltarono all’indietro.

Fui avvolta da una luce blu, ed iniziai a non sentire più i miei poteri.

Avevo il boccino sul cuore ed ogni goccia di energia, stava lentamente svanendo, per cadere poi in quel contenitore.

Zia Anne mi guardava passiva, sembrava quasi una marionetta.

Il boccino era quasi pieno del mio potere ed io non riuscivo a divincolarmi, anzi, non riuscivo a muovermi.

Quando l’ultima goccia di energia blu, riempì il boccino, mi lasciai cadere a terra sfinita ed in lacrime.

Il sangue del mio sangue mi aveva tradito ed ormai, non avevo più un briciolo di potere.

La zia mi scavalcò e lentamente, quasi come un automa, portò il boccino ad Eiden Malik, rimasto lì per tutto il tempo insieme alla figlia e Nicolas, che se la ridevano trionfanti per la mia sconfitta.

Appena consegnò l’oggetto in mano al vampiro, sembrò smarrita.

Guardò prima il boccino e poi nella mia direzione.

“Che cosa ho fatto?” la sentii sussurrare, sembrava quasi sbalordita.

Solo in quel momento capii: era stata soggiogata.

“Hai tradito la tua famiglia.” disse ridendo malvagiamente Audrina.

Zia Anne mi guardò dispiaciuta ed umiliata.

“Scusa Beth, non avrei mai voluto .. Io-” iniziò a piangere mentre parlava, ma non potette finire la frase.

“Portatela via.” urlo Nicolas con un gesto della mano.

Abbassai lo sguardo sconfitta, in qualche modo sarebbe dovuta finire quella guerra e forse, io mi ero arresa alla morte vicina.

“Ora ci divertiamo un po’, vero strega prescelta?” disse Eiden, scatenando risa e gridolini di assenso dal suo clan.

Mi tirò fuori dalla gabbia con forza, sbattendomi a terra, mentre Audrina alzava la gonna e tirava fuori dalla giarrettiera un coltello affilato.

Lo avvicinò pericolosamente al mio polso, per poi sfiorarlo e salire fino al viso, dove con un taglio netto, iniziò a sgorgare sangue.

Non avevo neanche la forza di ansimare per il dolore.

Presa dalla sua natura, Audrina avvicinò il viso al mio ed iniziò a leccare il sangue. 

Forse le sembrava troppo poco il dolore che provavo così, mentre continuava a leccare alzò il coltello verso l’alto e lo trafisse nel mio braccio destro.

Lanciai un esile urlo e poi stetti di nuovo zitta, sperando si sbrigasse ad uccidermi.

Gli altri vampiri iniziarono ad avvicinarsi, vogliosi di assaggiare il mio sangue, ma Nicolas li fece indietreggiare.

“La strega, soffrirà solo per mano nostra.” esplicò duro.

Così si avvicinò anche lui con Eiden al suo seguito.

Quest’ultimo si avvicinò al pugnale infilato ancora nella carne del mio braccio e lo sfilò, iniziando a percorrere i lineamenti della mia gamba sinistra con la punta affilata, e poi con uno scatto repentino iniziando a trafiggere la carne dal ginocchio fino alla fine della coscia, per poi bere quanto più poteva dalla ferita sanguinante.

Urlai dal dolore, ero sul punto di svenire, ma la mia sofferenza non era finita.

Nicolas si avvicinò al mio volto carezzandolo.

“Povera, piccola Beth, così giovane e bella e così vicina alla morte. Il sangue di una strega così potente deve essere dolcissimo, sono così fortunato da poterlo assaggiare.” 

Mi carezzò ancora una volta il viso per poi infilare i canini nell’incavo del mio collo.

Ero ormai sfinita e svenni, sicura che morire, non sarebbe stato poi così facile.

 

 

 

Mi svegliai ore dopo.

Ero di nuovo nella gabbia e vicino a me c’era un pezzo di pane duro ed una ciotola con dell’acqua lercia.

Avevo sete e fame, per via della debolezza del mio corpo.

Troppo poco sangue scorreva nelle mie vene ed il cibo mi avrebbe rinvigorita, come l’acqua, ma avrebbe anche dissetato di più i vampiri, ci avrei messo più tempo a morire ed avrei solo aumentato la mia sofferenza.

Così lo scansai e mi specchiai in quell’acqua lurida, per vedere in che condizioni  fosse la ferita.

Avevo un occhio nero, il labbro spaccato e lividi sparsi per tutto il viso ed il collo, per non parlare delle decine di morsi.

Dovevano avermi picchiata dopo lo svenimento, oltre ad aver continuato a nutrirsi di me.

Ero ridotta davvero malissimo, la lunga ferita sulla coscia era aperta e sporca.

Se non l’avessi disinfettata subito sarei morta in poche ore, perfetto.

Speravo solo che nessuno provasse a salvarmi.

Non avrei mai accettato che qualcuno si sacrificasse per me.

Se non fossi tornata entro sera, Zayn, Niall, il mio clan e quello dei licantropi, si sarebbero immediatamente mobilitati per venire a salvarmi.

Ed ormai il sole era calato.

 

Avevo fatto una grande stupidaggine, per colpa mia molte vite sarebbero state spezzate, mi ero comportata da altezzosa, ignorante e questo era il prezzo che dovevo pagare.

Aveva ragione la nonna, avremmo dovuto aspettare di creare una strategia per contrastare la trappola ed invece no, Elisabeth deve fare tutto da sola.

Qualche silenziosa lacrima scese sulle mie guance facendo bruciare la ferita al solo contato con quelle gocce salate.

L’occhio destro mi pulsava, era davvero troppo violaceo, dovevano aver tirato pugni in quel punto svariate volte per ridurlo così.

L’unica cosa positiva di quei momenti era che non avevo sentito nulla dopo lo svenimento e mi ero risparmiata un po’ di dolore.

 

Se fossi morta Zayn avrebbe cercato di vendicarsi e sarebbe morto nel tentativo, non volevo accadesse.

Lui era troppo importante per me, io l’amavo.

“Psst. Pssst.” 

Mi girai immediatamente sentendo quella specie di chiamata, nella gabbia vicina si trovava la ragazza a cui avevo dato la collana.

Menomale, almeno lei stava bene.

“Ehi, stai bene!” sussurrai flebilmente, accennando ad un sorriso.

“Si e tutto grazie a te. Tieni questa è tua, sei ridotta malissimo, mi dispiace.” disse quasi colpevole.

“No, tienila. Questo giorno sarebbe arrivato prima o poi, non mi salverò nascondendomi dietro il cadavere di una povera innocente come te. Sei davvero coraggiosa Janet, spero vivrai una vita felice.” dissi rimettendole la collana tra le mani.

“Ti ringrazio, di tutto.” rispose sorridendomi e stringendomi la mano.

Non feci in tempo a rispondere al sorriso che fui tirata fuori per un braccio.

Era Audrina.

“Cosa vuoi, altro sangue? Tieni.” dissi mettendole il polso in bella vista.

“No, torturarti.” rispose facendo scintillare i denti alla luce della luna.

“Prego.” risposi quasi invitandola a farlo.

“Scommetto che quando morirai il mio fratellino verrà a reclamare vendetta. Sarà davvero divertente ucciderlo. Non vedo l’ora che accada.” disse mentre affilava il pugnale di qualche ora prima.

Non risposi, quel poco che avevo parlato aveva esaurito le mie forze e non potevo nemmeno ribellarmi a ciò che aveva detto su Zayn.

Ero impotente.

“Diamo inizio al divertimento.” disse.

Ero seduta a terra, impossibilitata nell’alzarmi per via della gamba.

Mi prese per il braccio sinistro e con una sola mano mi alzò di mezzo metro da terra, per poi scagliarmi con violenza contro la gabbia in cui ero rinchiusa poco prima.

Sbattei la testa contro le sbarre e del liquido rosso iniziò a colarmi sulla fronte, per poi proseguire sugli zigomi e sul collo.

Si avvicinò con veemenza, alzando il coltello verso l’alto, per poi infilarmelo nella spalla.

Fu doloroso, ma le mie forze erano così inesistenti che non potetti nemmeno urlare.

Lasciò il coltello nella spalla e ne prese un altro dalla guardia vampira che controllava non scappassi.

Avevo la mano sul coltello e cercavo di tamponare la ferita per trarne sollievo, proprio in quel momento infilò il coltello nella gamba destra, l’unica ancora funzionante.

Si mise di peso sull’impugnatura, spingendo la lama sempre più giù, perforandomi l’osso, se non maciullandolo.

Con un ultimo sforzo, tirai un urlo sovraumano e mi accasciai a terra, il dolore era così forte che stavolta svenire sarebbe stato un dono degli dei, ma purtroppo, ero ben lucida.

“Fa male vero?” chiese contenta delle sue azioni.

Non risposi.

Si spostò dal pugnale sulla gamba, ormai infilato del tutto nella carne e si avvicinò al polso destro.

Alzò il mio braccio e lo morse, solo come un’animale sa fare, cercando di succhiare, almeno secondo me, tutto il sangue che avevo dentro.

Ormai, la sofferenza era diventata solo il sottofondo musicale della morte, che stava per subentrare.

Chiusi gli occhi sperando che fosse arrivata, finalmente, la mia ora.

 

 

 

The end.



AHAHAHA VI PRENDO PER CULO.
VI E' PIACIUTO QUESTO CAPITOLO? MI ASPETTO TANTE,TANTE RECENSIONI EH.
NON HO ANCORA TROVATO I VOLTI DEI PROTAGONISTI QUINDI DOVETE ASPETTARE ANCORA ee'.
-with love, la vostra burlona (?) giada.

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Zayn. ***


Zayn.

 


 

 

 

 

Ero svenuta, o forse mi ero addormentata, anche se il dolore era incessantemente presente.

Sentivo i canini di Audrina perforarmi la carne in qualunque punto del mio corpo, ormai anche la speranza di morire mi aveva abbandonata.

Ero percossa da spasmi di dolore, ma non mi lamentavo, forse perché incosciente. Oltre alle sofferenze, sentivo il fresco delle lacrime bagnarmi il viso. Rividi i volti delle persone che amavo, Papà, Nonna, Liam, Louis, zia Anne, Nonno, Elis, Niall, Victoria, Harry e .. Zayn.

Il nostro amore era assurdo, nemici per la pelle, da secoli ormai che infrangono le regole innamorandosi, che cosa stupida.

Eppure continuavo a piangere, per tutto e tutti.

Li avrei lasciati senza difesa e i vampiri con i miei poteri avrebbero vinto.

Ero disperata, sola.

I volti di coloro, che tanto avevo amato, scomparvero, rimpiazzati da un buio tetro e freddo. Anche pensare era diventato complicato, tutte le forze mi avevano abbandonata, mi ero ormai arresa e stavo per abbandonarmi all’oscurità, quando una luce mi riempì gli occhi.

Vidi una figura, con una tunica bianca lunga fino ai piedi nudi, gli occhi color oro, come i miei ed i capelli bronzei, lunghi e pieni di boccoli, avvolti in alcuni filamenti d’oro bianco. Si avvicinava a me, sorrideva comprensiva e mi ricordava tanto la nonna.

Era di una bellezza immensa, la riconobbi, era mia madre.

Portavo sempre con me il suo ritratto, nel ciondolo che mi aveva dato mio padre, era bellissima, ma nulla comparata alla realtà.

Stavo per andare in paradiso e stavo per passare i momenti che avevo sognato tanto, con mia madre e, ad un tratto l’idea di morire, non mi era poi così austera.

Un ipotetica me, forse la mia anima, corse da lei, sentii il suo profumo: fiori di loto. Delicato ed inconfondibile, ella mi avvolse in un abbraccio lasciandomi teneri baci tra i capelli.

“Non è la tua ora, piccola mia.” disse la sua voce melodica.

“Portami con te, madre. Te ne prego.” la supplicai.

“Un giorno amor mio, ora devi svegliarti ed essere forte, per me, per l’umanità. Arriveranno tra poco, te lo giuro, resisti ancora un po’ a queste sofferenze. Ricorda piccola mia, io sono sempre con te.” sussurrò al mio orecchio, mentre ancora abbracciata a me iniziava a scomparire.

“Ti amo madre.” urlai, vedendo il suo viso dissolversi.

“Anche io.” sentii un sussurro quasi inesistente.

 

Non so come, ma riaprii gli occhi e mentre la mia carnefice continuava a nutrirsi di me, io aspettavo dolorante l’arrivo dei soccorsi. Resistetti più che potei, chiusi gli occhi solo per non sforzarmi, ma ero sicura che anche con tutta la mia forza di volontà, il mio sangue andava esaurendosi e non sarei sopravvissuta. La vampira stava assaporando ciò che era rimasto di quel liquido rosso, dentro di me, dal polso e sentivo bene i canini muoversi nei buchi che loro stessi avevano creato, sentivo ogni singola goccia di sangue fuoriuscire e depositarsi nella bocca di quell’essere, ma ad un tratto il dolore finì e il mio braccio cadde a terra. Sentii degli urli, dei rumori, era forse una battaglia? Sentivo l’infrangersi di alcuni crani al suolo, il rumore provocato dall’incontro di due lame e gli urli strazianti dei caduti. 

Delle braccia mi avvolsero ed aprii gli occhi istintivamente.

Zayn.

Lo guardai per un po’, arcuando le labbra, in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso, ma assomigliava più ad una smorfia. Era venuto, mi stava salvando.

Mi alzò di peso e iniziò ad allontanarsi dall’accampamento, affiancato dalle ninfe che distraevano i vampiri che provavano ad attaccarlo.

Mentre camminava mi lasciava dei leggeri baci sulla fronte e qualcosa di caldo e bagnato toccò il mio naso, rialzai gli occhi su di Zayn e vidi che stava piangendo. Non osai provare a muovermi, sapevo che ogni singola azione avrebbe provocato un urlo e Zayn sarebbe stato ancora più triste, così, l’unica cosa che feci fu dirgli che l’amavo, per la prima volta. Le mie semplici due parole lo fecero sorridere, il che portò il mio cuore ad aumentare il battito, anche se non capivo cosa, potesse ancora pompare, io mi sentivo vuota.

“Ti amo anch’io, più della mia stessa vita, immortale.” sussurrò al mio orecchio, continuando a camminare.

Eravamo ormai all’uscita, quando stranamente si fermò.

O meglio, qualcuno lo fermò.

“Padre.” sputò il mio salvatore.

“Figlio. Sai, pensavo non mi avresti mai tradito ed invece, eccoci qua. Padre e figlio, in combutta. E’ alquanto esilarante la ragione di questa nostra disputa, chiamiamola così. Un esile corpo, una fanciulla dalla bellezza innata e dai poteri spaventosi, ti ha portato via dalla tua famiglia, peccato che ora lei sia in fin di vita, senza nemmeno più un millesimo, della forza che aveva prima. Il suo sangue era nettare, ieri abbiamo banchettato da veri re, quali presto saremo, c’è sempre un posto per te, avrai i poteri della ragazza se tornerai in ginocchio supplicando perdono. Ed insieme, domineremo il mondo.” disse con tutta calma Eiden, non curandosi della battaglia in corso.

Zayn, strinse di più la presa su di me, il che mi provocò dolore, facendomi ansimare.

Ero sicura non l’avesse fatto apposta, dato che ero piena di lividi e tagli in tutto il corpo, non doveva essersene reso nemmeno conto.

Mi guardò mortificato e mi poggiò lentamente per terra, parandosi difronte a me.

“Noi non siamo una famiglia. Tu, mio caro padre, sei un mostro e pagherai per quello che lei hai fatto. Non devi permetterti neanche più di pensare il suo nome. Adesso, fatti da parte e ridammi i suoi poteri, ora.” urlò Zayn, tra il disgustato e l’irato.

Eiden rise malignamente.

“Zayn, Zayn, Zayn. Tu non conosci bene tuo padre. Io ottengo sempre quello che voglio. Di certo non mi faccio mettere i piedi in testa da mio figlio, un mezzo stregone buono a niente che si fa imbambolare dalla prima ragazzina che gli capita davanti. Tu, mi ubbidirai volendo o non.” disse l’ultima frase avvicinandosi agli occhi del figlio.

“Cosa? Io non-” provò Zayn, ma fu interrotto dal parlare del padre.

“Servimi figlio.” ordinò ad un centimetro dal suo naso.

“Sì padre.” rispose Zayn con gli occhi fissi nei suoi.

“No, Zayn!” urlai disperata.

Com’era possibile che un vampiro soggiogasse un altro vampiro? Com’era possibile che venissi divisa ancora una volta da lui? Com’era possibile che per la seconda volta, l’amore della mia vita, avrebbe provato ad uccidermi?

Mi chiesi tra le lacrime.

“Povera illusa.” disse disgustato Eiden.

Zayn lo seguiva con lo sguardo e quando il padre allontanatosi un secondo, gli fece cenno di avvicinarsi, lui non tardò nel farlo.

Eiden gli porse la boccetta e gli ordinò di berla, cosa che fece immediatamente, anche se una lacrima solcò il suo viso ambrato.

Aveva una forte volontà, ma non abbastanza forte da contrastare il soggiogamento del padre. Era finita, Zayn era soggiogato ed aveva i miei poteri, forse Eiden l’avrebbe obbligato ad uccidermi ed il mondo sarebbe piombato nell’oscurità. Ci sarebbe stata una speranza solo se qualcuno, m’avesse salvata dall’imminente morte, distraendosi dalla battaglia in atto. 

 

 

 

 

 

Pov. Liam

 

Stavo combattendo con tutta l’ira che avevo in corpo.

Facevo fuori vampiri su vampiri come niente fosse, alternavo magia e lotta corpo a corpo, con un unico pensiero fisso: mia sorella.

Non la vedevo, avevo paura di essere arrivato troppo tardi, avevo paura fosse già morta, dilaniata da chissà quali canini.

L’istinto mi spinse sempre di più verso l’entrata dell’accampamento dei vampiri. Ero sicuro, non so come, che mia sorella si trovasse lì.

Corsi a più non posso, finché non arrivai alla fine dell’accampamento e come immaginavo, trovai Elisabeth.

Era sul punto di morte, non aveva forze, c’era sangue dappertutto, aveva ferite sparse per il corpo e piangeva.

Non sembrava piangesse dal dolore, o almeno, non piangeva per un dolore fisico. Lo sentivo nella sua aura, anche se andava affievolendosi sempre di più, come la sua vita. Aveva un braccio teso verso destra e urlava alcuni ‘no’ sistematici. Spostai lo sguardo in quella direzione e vidi Zayn che aveva una boccetta vuota nella mano, mentre guardava passivo il padre, come se, come se attendesse ordini? 

Zayn aveva i poteri di mia sorella, ne ero certo.

Quel bastardo aveva tradito la fiducia di tutti. 

“Uccidila.” sentii dire da Eiden.

Acconsentì silenziosamente con un cenno della testa.

Lo guardai sconvolto e dopo pochi secondi, in contemporanea con Zayn, scattai nella direzione di Beth.

La presi per un braccio e confidando negli dèi provai a smaterializzarmi con lei, prima che il verme ci raggiungesse. 

 

La fortuna volle che ce la feci, ma non eravamo nemmeno a dieci miglia da quell’orrido posto, e, sapendo che non ce l’avrei fatta a smaterializzarmi di nuovo, presi in braccio Beth, che ormai delirava e piangeva ed iniziai a correre verso l’accampamento dei licantropi.

Sapevo di avere Zayn alle calcagna, così accelerai il passo, trovai Niall a metà strada che cacciava, era rimasto a fare la guardia all’accampamento per ordine del padre, insieme ad altri cinquanta licantropi e Victoria.

Si trasformò in umano e corse verso di noi preoccupato.

Non ebbi nemmeno il tempo di spiegargli cosa fosse successo che si ritrasformò e mi fece salire sulla sua groppa insieme a Beth, iniziando a correre verso l’accampamento. Arrivammo in meno di una manciata di minuti e corremmo a medicare Elisabeth, mentre Victoria si preparava a ridarle i poteri. Stavamo facendo il possibile per salvarla, ma non sapendo padroneggiare la magia curativa, non potevamo fare molto, a parte cercare di farle abbassare la febbre, medicarla e nutrirla. Si stava riprendendo, ma continuava a piangere e chiedere di Zayn, non le faceva bene, perdere in quel modo, le poche energie che aveva riacquistato, così, le diedi del tè, con una pianta sonnifera, in modo da farla riposare. Stava andando tutto liscio come l’olio, se non fosse stato che, non era ancora tornato nessuno. Né un lupo, né Louis, né la nonna o papà, o zia o il nonno, o anche un solo fottutissimo anziano. Speravo solo non  fosse successo loro niente.

“Mh, Liam .. Abbiamo un problema.” disse Victoria trafelata, arrivando nella tenda dove avevamo messo Beth.

“Cosa?” chiesi iniziando a preoccuparmi sul serio, voltandomi a fissarla in volto.

“Per completare l’incantesimo che serve a ridare i poteri a Beth, beh .. Ho bisogno del sangue di colui che li padroneggia ora.” concluse disperata.

“Zayn.” urlammo all’unisono io e Niall.

In quel momento, arrivarono Louis e tutta la famiglia, dagli anziani, seguiti a poca distanza dai lupi. C’erano stati solo due morti dei nostri e sei feriti, poche perdite. Mentre i vampiri dovevano essere diminuiti almeno di tre quarti, dato che prima di andarsene, i nostri avevano dato fuoco alle carcasse che altrimenti, in meno di ventiquattro ore, sarebbero tornate vive, affamate e vendicative.

La nonna a quanto pareva sapeva già che avevamo bisogno del sangue di Zayn. Mi offrii volontario per fargliene perdere anche più di quello che realmente serviva, ma la nonna mi ricordò che aveva i poteri di Elisabeth e che  quindi non avrei potuto fare molto. Era un verme, un traditore e meritava di pagare, perché Elisabeth gli aveva dato il cuore e lui la stava facendo soffrire e non solo astralmente.

Pensai questo mentre la mia piccola sorellina dormiva ed io la guardavo carezzandole il viso, ogni qualvolta una lacrima lo bagnava. 

Si alzò di colpo, sbarrando gli occhi ed urlando il suo nome.

“Gliela farò pagare piccola, te lo prometto.” le dissi per tranquillizzarla.

“No, no, no, no. Lui non lo fa apposta, è stato soggiogato dal padre, non è colpa sua.” rispose agitata, continuando a versare lacrime.

“Ne sei sicura?” chiesi.

Annuì a malapena, calmandosi un po’ e stendendosi di nuovo. 

Stavo per uscire ed avvertire la nonna, ma lei mi prese per un braccio, stringendolo più che poteva, mi girai chiedendomi cos’altro volesse dirmi e lei rispose subito alla mia domanda.

“Non fargli del male, io lo amo.” sussurrò.

Le sorrisi rassicurante e lei lasciò il mio braccio ansimando, come se quel semplice gesto, l’avesse consumata ancora di più.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Che la guerra abbia inizio. - prima parte. ***


 

scusate,scusate,scusate,scusate.
sono in un ritardo bestiale, lo so. 
questa è la prima parte del fulcro della storia,
ovviamente non è l'azione vera e propria, per quella,
dovrete aspettare il prossimo capitolo, spero recensirete in tanti. 
godetevela.
ps. se volete essere aggiornate sulla storia,
io sono @zaynswine,
ditemi che siete lettrici e
vi dirò quando aggiornerò di nuovo.
peaceandlove.



Che la guerra abbia inizio.

 

 

 

 

La salvezza del mondo era nelle mie mani, ora sono una semplice umana che da due giorni cerca di riacquistare forze. 

Non tutto è perduto, continuo a ripetermi. 

Ci sono ancora i licantropi, e le streghe pronti a combattere per la salvezza dell’umanità. 

In questi due giorni, non una pausa, non una dormita salutare. No.

Continuano ad allenarsi, a potenziarsi, possiamo farcela, o meglio, possono.

Senza poteri, sarò solo una spettatrice, ho deciso di non far correre rischi a Victoria o chiunque altro, per riavere i miei poteri.

In fin dei conti, io credo ancora nella volontà di Zayn, lui è ancora lì dentro, obbligato a muoversi come una marionetta, ma è sempre lui.

 

 

Guardavo passiva il laghetto dove giorni prima ero solita lavarmi, mentre le ninfe intrecciavano i miei capelli in fiori profumati.

Ero un’umana, ma loro non mi avevano abbandonata, erano ancora lì al mio fianco. Cosa al quanto sconcertante, sarebbero dovute, infatti, scomparire con i miei poteri. Invece continuavano a proteggermi, da qualunque cosa. Soprattutto Flys, sempre fedele. 

Mi sentivo inutile, sola.

In quel momento ero sicura più che mai, che non sarei mai dovuta nascere. 

Tornai all’accampamento, zoppicando.

Non ero per niente guarita, ovviamente, in due giorni, un essere umano non sarebbe mai guarito senza la magia che possedevo solo io e non potevo certo occupare tempo alla nonna o agli altri, per farmi medicare.

Così facevo tutto da sola, almeno quello, anche se doloroso, mi teneva occupata.

 

Mentre camminavo, Harry mi venne incontro.

Non mi si avvicinava da quando ero tornata, credo avesse paura di non resistere all’odore del sangue. 

Ero stupefatta fosse rimasto dalla nostra parte. Lui e sua madre, gli unici vampiri buoni, che avessi mai conosciuto, a parte Zayn. 

“La guerra inizia oggi. Quattro ore massimo e la carneficina comincerà, tua nonna vuole ti protegga.” sputò freddamente.

“D’accordo.” risposi un po’ stranita da quel tono.

Mi prese per il braccio attento a non farmi male, e sempre mantenendo una certa distanza tra la sua bocca e me, mi guidò fino ad una cava nascosta, dove c’era sua madre, Giuls, che preparava una specie di letto e delle provviste di sangue e cibo umano. 

“Io ho preparato tutto, proteggila, andrà tutto bene, te lo prometto.” ci disse, sfiorando materna, le guance di entrambi.

“Fai attenzione madre, ti voglio bene.” disse quasi piangendo, Harry.

“Anche io figlio mio.” rispose lei, correndo via, verso l’accampamento.

 

“Mi dispiace.” dissi ad un certo punto.

“Di cosa?” rispose lui senza neanche voltarsi mentre armeggiava con delle braci.

“Perché sono stata avventata, troppo sicura di me. Adesso per colpa della mia spavalderia, siete tutti in pericolo di vita, costretti a occuparvi, del rifiuto umano che resta di Elisabeth Amie Payne.” dissi affannata, da quelle poche parole.

Non potevo stancarmi anche solo parlando, era inconcepibile. 

“Le tue scuse non servono a nulla, ormai. E’ già troppo tardi, moriremo tutti, per colpa tua.” rispose guardandomi appena negli occhi.

Quelle parole mi colpirono nel profondo.

“Non proteggermi, va ad aiutare gli altri, ormai se muoio, non cambia niente. Non sono più la speranza di salvezza, di qualche giorno fa. Sono solo un’umana, in fin di vita. Lascia che mi finiscano.” dissi poggiandogli una mano sulla spalla.

Si voltò lentamente con gli occhi lucidi.

“Non potrei mai Beth, io ti voglio bene. Anche dopo ciò che hai combinato. Ti voglio bene.” rispose.

“Devi andare Harry, morirei comunque. Guardami, -dissi indicandomi- riesco a malapena a camminare, le ferite sono sempre più infette, anche con le medicazioni, perché sono troppo profonde. Non sopravviverò, questo è certo. Perdi solo il tuo tempo, tra poco sarò un cadavere freddo. E’ ciò che voglio.” gli sorrisi appena e lo abbracciai.

Era un addio quello.

 

Riluttante, si staccò e guardandomi un’ultima volta, corse via.

 

Non più di mezz’ora e l’amore della mia vita mi avrebbe trovata e mi avrebbe dato il colpo di grazia.

Non più di mezz’ora e la guerra sarebbe iniziata.

 

Mi appoggiai su quel letto di lana di pecora, per riprendere forze e mantenere dentro le lacrime che minacciavano di uscire.

Mi concentrai sul pulsare delle ferite, iniziai a contare i lividi e non so con quale coraggio, mi addormentai.

 

                                        –

 

Era notte, uscii dalla cava, volevo che l’aria umida mi sfiorasse e rinfrescasse. 

Un’ombra nascosta quasi del tutto dalle fronde di un albero, mi fissava minacciosamente.

Sapevo chi era.

Vieni a me amore mio, fa ciò che devi.” quasi lo pregai.

Un suo balzo, un mio urlo, la morte. 

 

                                       -

 

Mi svegliai di soprassalto, ansimando e cercando di spostare freneticamente i capelli appiccicati al viso dal sudore.

Lui era lì, impassibile difronte a me.

Un tuffo al cuore.

Non l’avevo mai visto così bello e così tenebroso.

Così disgustato alla mia vista.

Gli sorrisi e mi preparai alla morte, non avevo paura, se era lui ad uccidermi.

Non avevo paura, perché perdendo tempo con me, sarebbe stato lontano dalla battaglia ed avrebbe dato ai licantropi ed alle streghe qualche vantaggio.

Infondo, non ero così inutile.

 

Chiusi gli occhi mentre una lacrima mi solcava il viso.

“Ti amo.” dissi semplicemente. 

Mi aspettavo che mi colpisse, ma non accadde nulla. 

Aprii gli occhi e lo vidi steso a terra. 

Cos’era successo? 

Collegai il tutto quando vidi una figura in nero avvicinarsi.

Era un ragazzo, biondo, doveva avere l’età di Louis.

Aveva una lunga giacca nera di pelle, che gli arrivava alle caviglie, indossava pantaloni non adatti a quell’epoca, attillatissimi e rigorosamente neri, così come la maglia e gli stivali borchiati.

Mi si avvicinò e sorrise.

Un sorriso scintillante e perfetto, che metteva in risalto gli occhi verde smeraldo che si ritrovava. 

“Siete stata fortunata che passassi di qui eh, signorina?” mi disse con una voce melodiosa ed enigmatica.

“Chi sei? Cosa gli hai fatto?”  chiesi più preoccupata per il mio carnefice, che per altro.

“ ‘Siete il mio salvatore, vi ringrazierò con un bacio’. Di solito dicono questo, le fanciulle in pericolo che salvo. Voi sembrate preoccupata per il succhiasangue, invece.” rispose sarcasticamente.

“Lui è l’uomo che amo.” dissi freddamente.

“Ah.-disse quasi dispiaciuto.- Beh, bella scelta direi. Stava per banchettare con voi.” concluse ancora più sarcastico.

“Non sto qui a discutere delle mie scelte con voi. E’ morto?” chiesi con la voce rotta.

“No, gli ho solo sparato un microscopico paletto al cuore. Si sveglierà tra venti minuti, quando il suo veleno avrà corroso tutto il legno. Voi siete messa male, è stato il vostro fidanzatino?” chiese.

“No. Voi chi siete?” ripetei.

“Ah, quante domande. Sono un cacciatore di vampiri, mi chiamo Luke.” rispose finalmente. 

“Sei un umano.” 

“Già, perché voi cosa siete?” disse ridendo.

“Ero la strega che avrebbe salvato il mondo. Elisabeth Amie Payne, ma ora sono solo un essere inutile, perché lui ha tutti i miei poteri.” dissi fissando Zayn.

“Come? Payne? Quindi voi, siete quella della legenda? La figlia di Elisabeth Payne. Io conoscevo vostra madre, sono qui per aiutarvi.” disse sconcertato. 

“Come facevi a conoscere mia madre se hai al massimo vent’anni e sei un mortale?” chiesi ridendo, più o meno.

Mi indicò un anello blu.

“L’anello dell’immortalità. Ovviamente.” mi risposi da sola.

“Già. Come fai ad essere innamorata di questo essere? Ti ha addirittura privata dei poteri.” 

“E’ stato soggiogato dal padre.” risposi continuando a fissarlo.

Si avvicinò a Zayn e gli spostò il viso, per guardarlo da un’angolazione migliore.

“Zayn Malik. Figlio di Eiden Malik. Non ci credo che si è avverata la seconda clausura.” disse ridendosela.

“Allora, hai bisogno del suo sangue? Perché sai, se è stato soggiogato, quando si risveglierà non avrà per nulla pietà di te.” mi disse sorridendomi.

“Come fai a sapere che ho bisogno del suo sangue?”

“Oh, inizio a perdere la pazienza. Davvero non conosci i cacciatori di vampiri? Noi conosciamo tutta la storia di vampiri, streghe ed esseri magici vari, compresi gli incantesimi e quant’altro. Nasciamo con sensi sviluppatissimi, possiamo correre velocemente quanto i vampiri, con l’olfatto capiamo chi abbiamo davanti e possiamo fronteggiare questi .. cosi. Adesso che sai tutto, muoviamoci. Scommetto che devo portarvi, perché siete messa proprio male.” concluse.

Estrasse un pugnale dallo stivale destro e lo inflisse brutalmente nel polso di Zayn, raccogliendo solo qualche goccia di sangue in una specie di collana. 

Urlai spaventata, non volevo gli facesse male.

“Calmati, guarisce.” disse irritato.

Lo guardai torva.

Dopo aver estratto il pugnale dal polso di Zayn, mi caricò bruscamente in spalla ed iniziò a correre. 

 

 

 

Mi portò all’accampamento. 

Scesi dalle sue spalle e mi ritrovai difronte l’inferno.

Almeno mille vampiri e altrettanti licantropi che combattevano sui cadaveri dei loro compagni.

Cumuli di membra vampiresche in fiamme, uomini e ragazzi che conoscevo stesi a terra, morti, tornati nelle loro forme umane.

L’accampamento distrutto.

Luke iniziò a combattere insieme ai licantropi, mentre io guardavo passiva ciò che accadeva intorno a me e le ninfe mi proteggevano dai canini aguzzi.

Lo sguardo si fermò su mio padre, intento a contrastare cinque vampiri.
Goccioline di sudore scendevano dalle sue tempie, le sopracciglia corrucciate dallo sforzo, mentre combatteva senza tregua.

Ne fece fuori uno, due, tre e quando pensava di essere riuscito a sbaragliarli entrò in scena Audrina che con un colpo secco centrò il suo cuore.

“Padre.” urlai, correndo con tutte le forze che mi rimanevano, nella sua direzione.

Mi buttai a terra e lo presi tra le braccia, mentre urla e pianto erano ormai un tutt’uno.

Gli accarezzavo il volto freneticamente, mentre lo pregavo di restare con me.

“No. No. No. No. Ti prego non andare, non lasciarmi padre, ti prego. Non andare via, resta con me, ho ancora tante cose da imparare, tante cose da dirti. Ti prego non morire, ti voglio bene.” dissi singhiozzando.

Mi guardò ed ansimando iniziò a parlarmi.

“Amore mio, è il mio momento, sei cresciuta ormai, non hai più bisogno di me. So, che tu e Liam ..” lo interruppi.

“No padre, non parlare, perdi solo forze, devi rimanere con me. Ti prego.” lo supplicai, come se potesse fermare la morte e restare con me.

Mi sorrise, o almeno ci provò, ed alzò una mano verso il mio volto, mi accarezzò il viso e continuò “So, che tu e Liam, mi renderete fiero. Io credo in te, piccola mia, ma è ora di lasciarmi andare. Veglierò sempre sul vostro cammino. Dì a tuo fratello, che ora, fa parte dei saggi. Vi voglio bene.” 

Sorrise un’ultima volta e chiuse gli occhi, per sempre.

“No padre, no.” urlai ancora.

“Questo è per Jack.” disse una voce squillante ed inconfondibile.

“Jack?” 

“Si, Jack. L’unico che mi capisse e quell’idiota di tuo padre l’ha ucciso.” rispose.

“Non permetterti di offendere mio padre, sgualdrina. L’hai ucciso solo perché ha ammazzato il tuo scopamico del momento? Me la pagherai, era tutto ciò che mi restava.” dissi irata, ma pur sempre in lacrime.

“Oh e come me la farai pagare, eh? Ora che sei una stupida mortale in fin di vita? Non ti reggi nemmeno in piedi.” disse ridendosela, mentre se ne andava. 

 

In quel momento, ringraziai gli dèi per avermi mandato Luke, solo grazie a lui mi sarei potuta vendicare.

Poggiai mio padre sul terreno, sarei tornata il prima possibile, non l’avrei mai abbandonato lì, e corsi alla ricerca del cacciatore.

Lo vidi, era ad una decina di metri da me, mi trascinai verso di lui, simulando, se così si può definire, una corsa.

“Luke, il sangue.” dissi mentre abbatteva uno dei tanti vampiri che aveva già fatto fuori.

Si staccò la collana dal collo e me la lanciò.

“Muoviti, aumentano sempre di più.” mi intimò.

Mimai un sì, ed andai via.

Dovevo trovare Victoria, prima che fosse troppo tardi.

Era sicuramente al sicuro da qualche parte, ma dove?

Uscii dall’accampamento ed istintivamente, mi diressi verso la cascata, ma certo, si trovava sicuramente da Elis.

Incespicai e caddi svariate volte, ma arrivai a destinazione.

Chiamai a grande voce il nome di Victoria, che uscì dall’acqua insieme ad Elis, più bella che mai.

“Victoria, ho il sangue di Zayn, devi ridarmi i poteri, stanno morendo tutti, mio padre non c’è più. Zeus, ti prego aiutami.” dissi farneticando, le lacrime non si erano ancora fermate.

“Come? Oh Minerva, mi dispiace tantissimo. Adesso penso a tutto io, dammi il sangue, siediti e calmati.” disse guidandomi verso una roccia.

Mi sedetti e le diedi la collana.

Iniziò a correre di qua e di là, parlando tra sé e sé, mentre metteva in una ciotola una mistura di erbe magiche, poi prendendo un coltellino si tagliò la mano, facendo cadere qualche goccia di sangue nella ciotola, mi chiese di avvicinarmi e tagliò anche la mia. Come se non avessi abbastanza ferite.
Infine, chiuse gli occhi e pronunciò una frase in latino, per poi versare anche il sangue di Zayn, l’ultimo ingrediente. 

Pensavo avesse finito, ma non era così.

Continuò a pronunciare frasi in latino, che per me non avevano senso, la ciotola iniziò a lievitare e con essa anche Victoria. 

Iniziavo ad avere un brutto presentimento, sapevo che Zayn mi avrebbe trovata in pochi minuti, dopo essere rinvenuto, ma di certo non potevo chiederle di muoversi, avrebbe dovuto ricominciare da capo. 

Guardai Elis, aveva il mio stesso presentimento.

Ma mi disse di stare calma e riposarmi, sedendomi.

Così feci.

Victoria andò avanti per una ventina di minuti, quando riaprì gli occhi mi tranquillizzai un po’.

“Bevi.” disse.

Non esitai un minuto di più ed ingurgitai tutta quella roba.

Sapeva di ruggine e terra, era disgustosa.

Sentii immediatamente che stava succedendo qualcosa ad ogni sorso, ma mi sentivo ancora vuota.

Victoria mi guardava preoccupata e continuava a ripetere ‘speriamo che funzioni’.

‘Ah beh, se neanche lei è sicura che funzionerà siamo messi proprio bene.’

pensai.

Ero all’ultimo sorso quando vidi una figura ad est, avvicinarsi troppo velocemente, per i miei gusti.

“Nascondetevi. Non voglio succeda qualcosa anche a voi.” dissi un po’ preoccupata.

Non sentivo alcun potere, ero ancora una stupida umana.

“Okay, ma solo se hai di nuovo i poteri.” disse Victoria.

“Si li sento, li ho di nuovo.” mentii.

Non se ne sarebbero mai andate, altrimenti.

Si tuffarono in acqua ed io tornai a guardare nella direzione di Zayn.

Era già a pochi metri da me, con una sfera di fuoco sul palmo della mano.

Già, perché una sfera di fuoco sarebbe bastata a farmi fuori, per come ero ridotta. 

Non ero riuscita a riprendermi i poteri e Victoria aveva usato tutto il sangue che avevo. Era davvero la fine.

Spinse la mano all’indietro, pronto per il lancio ed io misi le braccia davanti al viso a mo’ di difesa, ero spacciata.

Strinsi gli occhi così forte che mi bruciavano le pupille. 

Di nuovo niente, possibile che Luke arrivasse sempre al momento giusto?

Abbassai le braccia ed aprii di nuovo gli occhi, cercando da per tutto Luke, non c’era. Vedevo solo Zayn, sbalordito, che alternava sguardi a me ed alla sua mano vuota.

In quel momento, capii tutto. 

I poteri tornavano uno alla volta, avevo indietro lo scudo di Flys.

Con i minuti che passavano sentivo il vuoto affievolirsi sempre di più, stavano tornando tutti.

Sentivo di nuovo la vita della natura attraversarmi il corpo, le ninfe erano tornate del tutto al mio servizio e la magia curativa, stava rimarginando la maggior parte delle ferite ed io mi sentivo sempre più viva.

Guardai i lividi scomparire uno ad uno, le gambe ridotte ad un ammasso di carne informe, tornare normali, la ferita alla spalla chiudersi.

Ero tornata in me. 

Di nuovo speranzosa, cercai di far tornare il mio Zayn.

“Zayn, so che sei lì dentro. Ti prego torna da me, ribellati, so che puoi farcela.” 

“Non è finita qui.” rispose tra i denti.

“No Zayn, ti prego.” 

Troppo tardi si era già smaterializzato. 

Dovevo tornare all’accampamento, o meglio, a quello che ne restava.

I licantropi ed i vampiri stavano perdendo da quello che mi aveva detto Luke.

‘muoviti’ 

 

Ero ancora troppo debole, per combattere.

La magia non poteva curare tutto, se non mi nutrivo, se non mi idratavo.

Chiamai Victoria ed Elis e mentre spiegavo loro cos’era successo, bevevo dalla cascata. 

“Elis, devi darmi qualcosa da mangiare o non ce la farò mai a combattere.”

Annuì e si rituffò in acqua. 

Victoria mi guardava tristemente.

L’abbracciai.

“Andrà tutto bene, non preoccuparti. Grazie.” le dissi.

Mi strinse forte, poi, trattenendo le lacrime a stento, si rituffò in acqua, diretta verso la casa della madre.

Elis uscì dall’acqua ed in tutta fretta mi diede delle alghe rosse.

“Non avrai fame per settimane mangiando anche solo due di queste. Sono nutrienti e rinvigorenti. Io credo in te, ce la farai.” concluse immergendosi del tutto e scomparendo nelle acque gelide.

Ne infilai due in bocca ed ingoiai senza neanche masticare.

Il resto lo nascosi in una tasca interna del vestito.

Espirai ed inspirai, prima di smaterializzarmi.

Ero pronta per la battaglia e per la vendetta.


 

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Capitolo 10
*** Che la guerra abbia inizio. - seconda parte. ***


 

So che siete arrabbiati, scusatemi davvero.
Premetto che il capitolo è noioso,
ma purtroppo è un passaggio che non potevo saltare,
prometto che  aggiornerò o domani o dopodomani.

Vi prego continuate a recensire, devo sapere cosa ne pensate.
Forse vi chiedo troppo, ma non mi abbandonate.

                                                                                                                             Ci tengo a voi ed alla storia.

-giada.




Che la guerra abbia inizio - seconda parte.

 

Accampamento licantropi - tramonto.

 

Mi ritrovai al centro della battaglia, nel luogo in cui eravamo soliti riunirci di sera per cibarci e cantare stupide leggende al piacevole terpore del falò.

Mi guardai intorno e tutto quello che riuscivo a vedere era la Morte.

Ade avrebbe avuto nuovi acquisti. Vampiri e Licantropi di prima scelta.

Con sorpresa mi mi resi conto che le streghe ed i licantropi erano in maggioranza. Per un vampiro c’erano minimo una strega ed un licantropo pronti ad attaccare. Forse ce l’avremmo fatta. Forse.

Notai a poca distanza Luke a combattere fianco a fianco a Louis e Liam.

Voltai lo sguardo ad est incontrando gli occhi di Harry, per un secondo mi sembrò di notare una qualche luce di euforia nel vedermi.

Aveva un rivolo di sangue cremisi sul labbro inferiore, che lentamente ed inesorabilmente tentava di arrivare al suo mento; ma con prontezza il riccio, senza distogliere lo sguardo dal mio, lo asciugò con il dorso della mano aprendosi in un sorriso, prima di voltarsi e tornare a combattere un vampiro troppo giovane per avere esperienza nel combattere. Quello scambio di sguardi durò meno di un secondo, ma bastò per infondermi coraggio. Corsi in aiuto a Niall, in quel momento col pelo bianco sporco d’erba, terra e chiazzato qua e là da sangue di vampiro; si notava, era sfinito e non avrebbe retto per molto, soprattutto prendendo in considerazione l’enorme zampa destra anteriore sanguinante. Era stato ferito, molto probabilmente da una lancia. 

Mi gettai nella mischia e in pochi secondi staccai la testa a tutti e tre i vampiri che lo accerchiavano. Staccando l’ultima testa mi ritrovai inconsapevolmente faccia a faccia col lupo bianco, che appariva molto confuso. Sul suo viso animalesco c’era un occhi mezzo chiuso ed uno più aperto, a simulare forse, il sopracciglio alzato umano. Era davvero buffo e non potei fare a meno di sorridergli. 

“Sono tornata.” mormorai. 

Fece un leggero cenno col testolone peloso che si ritrovava e tornammo a combattere.

Se in un primo momento la situazione era sembrata a nostro vantaggio, ora era completamente cambiata. Con la mia vista sviluppata, mi accorsi che a mezzora da noi a nord, iniziavano ad arrivare nuovi vampiri e non sto parlando di quattro o cinque idioti succhiasangue, bensì di un vero e proprio esercito, composto da migliaia e migliaia di vampiri. Quelli che invece stavano combattendo contro di noi, si fermarono e corsero verso Nord, per unirsi all’esercito intero. L’unica cosa coerente sarebbe stata battere in ritirata ed infatti, mia nonna scambiandosi uno sguardo con Conor suonò immediatamente il corno della ritirata. 

Tutti i licantropi, Liam, Louis, Harry, sua madre Giuls, mia nonna..Insomma tutti, scappammo da quello che non sarebbe più stato un rifugio sicuro.

 

“Nonna, dove andremo adesso?” Le chiesi mentre ci avvicinavamo di fretta ai feriti e a mio padre, per poterci smaterializzare e portarli con noi. I Payne non abbandonano nessuno.

“Al magazzino abbandonato nella periferia di Mullingar. Molto lontano da qui. Muoviamoci arriveranno in meno di dieci minuti.” tagliò corto caricandosi in spalla l’ultimo ferito.

Li istruì in modo che tutti i feriti le toccassero una gamba quando si fosse smaterializzata e lo stesso facemmo io e Liam, anche se non ero molto sicura che quest’ultimo fosse in grado di smaterializzare venti feriti.

Era sconvolto, lo vedevo nei suoi occhi, che si celavano nel nero più oscuro in quell’istante, non erano più cioccolato liquido, bensì ossidiana; stava pensando a nostro padre. Gli strinsi una spalla cercando di infondergli un po’ di quel coraggio che mi aveva sempre caratterizzata e, sicuri che tutti i feriti ci toccassero le gambe e accarezzando una guancia di mio padre ci smaterializzammo.

 

Aprii gli occhi e ci trovavamo all’interno di un edificio immenso, doveva essere in disuso da svariati anni, mi girai intorno per capire come fosse strutturato e quanto spazio avesse. Di spazio ce n’era anche troppo, era un luogo sicuramente difficile da riscaldare; alzai gli occhi verso il soffitto altissimo e vidi centinaia di ragnatele e ratti che si nascondevano nelle effimere cavità del legno. Il magazzino era fatto completamente di legno, qua e là si sentivano spifferi di vento attraversare il tutto. 

‘Perfetto, abbiamo anche buchi da chiudere qui.’ pensai.

Il terreno era sudicio, pieno di polvere, chiodi e schegge di vetro. Chissà da dove venivano, speravo almeno che tutte le enormi vetrate fossero sigillate o la notte non sarebbe stata tanto facile e noi non eravamo equipaggiati.

 

Liam stava fermo nel punto in cui si era materializzato, fissando il corpo di nostro padre, freddo in terra. Corsi immediatamente ai piedi di mio padre ed ordinai di portare il corpo in un luogo sicuro ed asciutto. In seguito avremmo pensato ad una sepoltura onoraria per l’unico uomo della mia vita.

Sembravo fredda nei suoi confronti, ma in realtà stavo morendo dentro e almeno uno dei due doveva restare lucido e tra me e Liam, il fardello toccava inevitabilmente a me, la sorella minore, sì. Ma anche la più determinata e poi, sapere che mi sarei vendicata mi faceva sentire meglio.

“Liam, so che è dura da affrontare, ma siamo in guerra. Dovevamo aspettarci qualcosa del genere. Papà è fiero di noi, adesso fai parte del consiglio degli anziani, non possiamo deluderlo rinchiudendoci nei nostri dolori. Dobbiamo andare avanti. Per lui, per la mamma, per il mondo.” conclusi abbracciandolo.

Con mia grande sorpresa e dispiacere, non ricambiò, rimase immobile, lì, come un masso freddo e senza vita, tra le mie braccia.

Non disse una parola, ma mi si strinse il cuore quando poche lacrime mi bagnarono la spalla scoperta. Lo strinsi ancora più forte a me, sciogliendo poi l’abbraccio e prendendolo per mano.

“Vieni con me, ti insegno ad usare la magia curativa.” gli sorrisi trattenendo le lacrime che tanto desideravano librarsi sul mio viso.

Mi guardò incerto, lo incoraggiai stringendogli ancora di più la mano. 

Arrivammo nell’area che Conor e mia nonna avevano organizzato per i feriti.

A quanto pareva il magazzino non era proprio disorganizzato, c’erano barelle in quantità -anche se messe un po’ male ed impolverate- lenzuola bianche, che di bianco non avevano un bel niente, sotto i corpi mal messi dei nostri compagni e cuscini di paglia. In fin dei conti non ci era andata proprio male.

Per prima cosa, ci avvicinammo ai feriti gravi, vedevo Liam vacillare e mi accorsi che delle violacee occhiaie gli attorniavano gli occhi, le ossa sotto il suo viso da bambino erano più evidenti del solito. Da quanto non mangiava?

Decisi di dividere a metà un’alga che Elis mi aveva lasciato e gli imposi di ingoiarla. Quando, con non poca difficoltà ci riuscì, mi guardò di sbieco. 

“E’ per caso una qualche scommessa che hai fatto con Louis? Farmi ingoiare questa robaccia? Cosa vinci in cambio?” assottigliò gli occhi e un sorriso di troppo gli scappò, mostrando i suoi bianchissimi denti. 

Felice del fatto che cercasse di smorzare la situazione e che fosse tornato in se, gli diedi un leggero pugno sulla spalla.

“No idiota, me li ha dati Elis.” gli feci la linguaccia.

“Sai, stavo morendo di fame, ma ora non ne ho più. Bene, insegnami.” mi incitò.

“Non so se riuscirai, ma voglio tentare. Questa è una magia molto complicata, quindi Liam se ti accorgi di non farcela fermati ti prego. Perché potrebbe prosciugare tutta la tua ninfa vitale. Ci vuole pratica, diventerà un giochetto da ragazzi e poi, tu sei un Payne.” gli feci l’occhiolino.

Annuì, ed io continuai, avvicinandomi ad un ragazzo sulla quindicina che gemeva scomposto su una barella. Era messo piuttosto male, con la mano destra reggeva le costole, dovevano essere fratturate o qualcosa del genere.

Aveva diversi morsi sul corpo, il che non era molto incoraggiante, aveva quindi perso molto sangue e la cosa peggiore era la gamba sinistra, che poteva essere definita in qualsiasi modo tranne che con il termine ‘gamba’. Lembi di pelle penzolavano dalla sua coscia mostrando schiettamente, la carne cruda ed i muscoli contratti per il dolore. Sanguinava molto, l’unica cosa che bloccava quella specie di emorragia era un lembo di stoffa ormai color cremisi, dovevo agire velocemente.

Mi inginocchiai davanti alla sua barella ed intimai a Liam di fare lo stesso.

“Okay, segui attentamente ciò che faccio.” dissi.

Misi una mano a coppa rivolta verso il basso, al di sopra della ferita, senza sfiorarla.

“E’ un po’ come smaterializzarsi, devi pensare al modo in cui vuoi che torni. E subito dopo infondere positività a quel pensiero.”

“Come?” mi chiese titubante.

“Facile, dopo aver pensato alla gamba guarita. Pensa a qualunque cosa ti venga in mente. Il mare, i fiori, gli alberi, un sorriso. Io di solito mi concentro sempre sulla stessa cosa.”

“Cosa?” 

“Alla mamma, ma da un po’ di tempo riesco ad immaginare solo un sorriso sghembo.”

“E a chi appartiene?”

“Nessuno.”

“A Zayn.” concluse lui.

“Ehi ragazzi, qui c’è qualcuno che sta per morire!” disse il giovane licantropo indicandosi, con un sorriso tirato.

“Oh, scusami. Adesso passa tutto non preoccuparti.”

Chiusi gli occhi e in meno di due minuti la gamba del ragazzo era come nuova.

Decisi di dar spazio a Liam e vedere come se la cavasse con i morsi che, Bred, -il ragazzo- aveva sparsi per tutto il corpo.

Gli lasciai il mio posto e osservai dall’alto i suoi movimenti.

Mise la mano su un primo morso e in pochissimi secondi era scomparso.

Mi guardò vittorioso. Gli sorrisi contenta.

“Okay, adesso che hai capito come funziona prova con le costole. Liam, non devi pensare a cose negative mentre curi qualcuno, ricordalo sempre. Potresti ucciderlo.” dissi seria.

Annuì e corrucciando le sopracciglia si concentrò sulla torace del ragazzo.

“Ma come sono fatte le costole?” mi chiese nemmeno mezzo secondo dopo.

Risi. “Scusa, mi ero scordata di dirti che pensare alle parti del corpo apposto funziona solo esternamente. Mentre internamente basta che canalizzi pensieri positivi.” mormorai.

“D’accordo.” disse ritornando alla concentrazione di prima.

Bred nel frattempo sembrava sempre più sollevato.

Liam aprì gli occhi, aprendosi in un lucente sorriso.

“Finito.” mi informò.

“Perfetto. Ora, a parte qualche morso e un po’ di debolezza, come ti senti?” chiesi al ragazzo accarezzandogli una guancia.

“B-b-ene. G-graz..Sì, cioè, gr-azie.” balbettò abbassando gli occhi rosso di vergogna.

Gli sorrisi confusa e ci allontanammo.

Liam vicino a me scosse la testa ridendo.

“Che hai da ridere?” chiesi un po’ irritata.

“Niente.” disse continuando a ridacchiare sotto i baffi.

“Idiota dimmelo.” sbuffai.

“Non ti accorgi dell’effetto che fai, Beth? Sei così bella che metti in soggezione ogni uomo.” disse accarezzandomi i capelli.

Arrossii e spostai lo sguardo, concentrandomi su un granello di polvere.

 

Poco dopo ci dividemmo, lui ala destra, io sinistra.

Ormai aveva imparato ad usare quella magia.

Non gli feci capire che ero al quanto sconcertata dal fatto che riuscisse a padroneggiarla, era una magia davvero potente e nemmeno la nonna riusciva ad usarla. Per lui invece era stato così facile. Mi resi conto che Liam, era più forte di quanto pensassi. L’avevo sottovalutato.

Niall, non era grave quindi fu uno degli ultimi ad essere curato. Volevo stargli accanto, ma dopo le cure si assopì immediatamente, quindi conclusi che non era necessario.

 

Esausta mi sedetti a terra, dove poco dopo venni raggiunta da Louis.

Liam era troppo euforico per fermarsi e continuava a curare tutti quelli che capitavano sotto le sue grinfie. 

“Ehi.” 

“Ehi Lou, come stai?” chiesi in un sussurro poggiando la testa sulla sua spalla.

“Mh, stavo per chiederlo io a te.” disse lasciandomi un bacio tra i capelli.

Feci spallucce, troppo provata per riuscire a spiccicare parola.

E la notte passò senza che noi ci muovessimo dalle nostre posizioni, senza chiudere occhio. Controllando i feriti di tanto in tanto.

Avevo un solo pensiero fisso: Zayn.

Chissà dov’era e cosa stava facendo in quel momento.

Volevo, anzi, dovevo salvarlo e l’indomani avrei escogitato un piano. Almeno speravo.


 

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