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Autore: lipstjck    19/06/2012    20 recensioni
Un mondo che non è quello che sembra, in realtà abitato da creature mitiche e magiche.
Una guerra tra due mondi, capitanata da una strega prescelta contro un ibrido.
Un amore che non dovrebbe nascere, magari un triangolo amoroso proibito.
Vi lasceranno senza fiato.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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That’s my story.

 

 

 

 

 

Correva l’anno 1918, il peggior periodo di una delle cittadine irlandesi più affollate: Mullingar.

Era infatti il periodo della guerra tra le tre razze.

Il prossimo ad essere coinvolto nella carneficina sarebbe stato, senza esagerare il mondo intero, che riassumeva casi simili a quello di Mullingar , ma non così gravi, in diversi continenti; che al contrario di quest’ultima riuscivano a contenere i danni. 

Mentre ‘i protettori in incognito’ degli irlandesi stavano diminuendo progressivamente; portando la cittadina ad uno stato di degradazione sempre maggiore.

 

Vi starete sicuramente chiedendo di cosa io stia parlando. 

Già, perché voi, comuni mortali, ne siete rimasti fuori, il culo ve lo abbiamo salvato noi. 

D’altro canto, era meglio così, era più facile salvarvi senza che qualche coraggioso di voi, ostacolasse tutto, con la sua voglia di fare da protagonista. 

Vi racconterò in queste pagine sbiadite, la mia storia. 

La storia, che salvò la razza umana.

Mettetevi comodi e leggete avidamente ogni particolare, prima che il vostro essere così vulnerabili psicologicamente, - cosa normale tra voi umani - vi faccia credere che questa sia solo finzione. 

 

 

 

-

 

 

 

Il mondo non era certo quello che appariva agli occhi dei comuni mortali, troppo offuscati dalla bramosia di arricchirsi, o di soddisfare il volere della carne per accorgersi che, altre razze camminavano, mangiavano, bevevano, soddisfacevano i loro bisogni, senza essere scoperti, nascondendosi ed adeguandosi alle abitudini degli ignari umani

Potevano essere chiunque, partendo dai vicini di casa, dai dottori, dalle donne più rispettabili, fino ad arrivare alle poco di buono. 

 

Tante razze in un mondo, di cui solo una viveva allo scoperto: l’umanità.

Le altre, secondo la razza umana che credeva di avere il dominio del mondo, appartenevano alle favole ed ai racconti che le madri premurose narravano ai propri figli cercando di farli addormentare; oppure che i fanciulli di quell’epoca raccontavano ai propri amici intenzionati a spaventarli, con la differenza che:

 

  • I primi racconti narravano di fate, gnomi, elfi e maghi che, si erano estinti secoli prima, con l’eccezione di pochi maghi sparsi per il mondo;
  • I secondi erano comunemente chiamati dai mortali: racconti horror, che in realtà narravano ciò che all’insaputa dei cinici uomini accadeva.

 

Il male stava sovrastando la forza, ormai troppo debole, del bene.

Portando, Mullingar, dove milioni di secoli prima, nell’epoca dei ‘dinosauri’ come la chiamate, voi nacque tutto

Con ‘tutto’, intendo che la vita ebbe origine lì.

 

 

 

Non me ne abbiate, 

ma l’unico modo per farvi capire qualcosa di questa guerra è partire dall’inizio dei tempi, dalla nascita di tutte le razze.

 

I primi a nascere dalle acque del Lago Owel furono gli elfi, seguirono le streghe, le fate, gli gnomi, i goblin, i licantropi ed infine, i vampiri.

All’inizio la pace regnava.

Fino a quando, il volere degli dèi portò sulla terra un’ultima razza.

Era fragile, indifesa, apparentemente assomigliava alla razza dei vampiri, poiché i due clan si nutrivano allo stesso modo: carne animale.

 

La storia narra, che un giovane vampiro di nome 

Eiden Malik - figlio di una delle due famiglie originarie

aggirandosi per i boschi insieme al suo amico umano Jhon Williams, fu stuzzicato dall’odore del sangue fresco del compagno umano tagliatosi con un coltello, allo stato grezzo, che usavano per cacciare la selvaggina di cui nutrirsi.

All’inizio cercò di trattenersi, avvicinandosi soltanto per aiutarlo, 

ma poi non resistette all’odore inebriante e rugginoso che emanava quel liquido rosso, facendo uscire allo scoperto per la prima volta il demone che era in lui. 

Dei canini affilati e lunghi si sostituirono ai denti ‘apparentemente umani’ e delle vene violacee e pulsanti si destarono appena sotto i suoi occhi.

Affondò i canini nell’incavo del collo di colui che era suo amico, 

colui che si fidava ciecamente del vampiro, 

colui che fu il primo di una miriade di vittime,

che questa razza lasciò sulla strada che percorse nei secoli.

Gli occhi del vampiro, che pochi secondi prima avevano una tendenza al grigiastro, assunsero il colore dei vestiti della morte: rosso.

Trangugiò ogni singola goccia di sangue, fino a rendere il ragazzo un corpo senza vita. 

Una nuova potenza si impossessò di lui, una potenza che la carne della selvaggina non gli aveva mai dato. 

Avvisò tutta la sua famiglia vampira, all’inizio scettica, ma che si ricredette immediatamente vedendo le abilità che grazie a quel sangue erano spuntate al ragazzo immortale:

  • Velocità inaudita;
  • Senso dell’olfatto, della vista, dell’udito sviluppatissimi;
  • Soggiogamento. (Controllare la mente del prossimo grazie agli occhi.)  

 

Diventarono più forti degli elfi e delle streghe che essendo le famiglie che gli dèi avevano creato per prime, essendo legate da una stretta parentela ed essendo invincibili, fino a quel momento, avevano il potere sulle altre razze.

I vampiri, quindi, capeggiati dalle due famiglie originarie: i Malik e gli Styles; usurparono il trono agli elfi ed alle streghe, sterminando i primi e decimando i secondi, di cui la forza, la furbizia, l’intelligenza, la testardaggine, la saggezza ed i poteri magici più forti, avevano salvato almeno le famiglie originarie: i Payne ed i Meier

Le streghe si schierarono dalla parte degli umani - erano sempre stati buoni, quindi si misero dalla parte dei più deboli - e con essi, si schierarono anche i licantropi, le fate e gli gnomi.

Dalla parte dei vampiri si erano schierati invece i goblin, esseri verdi, egoisti e sfruttatori; buon acquisto per i vampiri, poiché erano il doppio dei licantropi. 

Questa lotta continuò fino a quando non rimasero altro che i licantropi e le streghe; contro i vampiri. 

Questi ultimi si arresero e furono condannati a non tornare più a Mullingar e ad uccidere solo animali per nutrirsi. 

I Malik e gli Styles giurarono vendetta, ed ovviamente appena allontanatisi da Mulingar tornarono a mietere vittime, solo, con più discrezione, cercando ogni volta di farlo sembrare un suicidio o di nascondere i corpi, per non essere scoperti.

 

 

 

 

La pace regnò per 17 anni, 

poi il caos tornò.

E da qui, comincia la mia storia.

Mi chiamo Elisabeth Amie Payne e

 discendo dalla stirpe originaria delle streghe.

 

 

 

-

 

 

 

Sono una purosangue, i miei poteri quindi, sono ineguagliabili, potrei distruggere il mondo intero se solo volessi.

Il problema è che non ho ancora finito gli studi e non so come fare. 

Ho un fratello maggiore, si chiama Liam.

Mia madre è morta il giorno in cui sono nata, mia nonna è l’ultima originaria rimasta, ha 2917 anni e sembra ne abbia ancora 35.

 

 

“Le streghe, sono immortali.

Possono decidere di bloccare il loro invecchiare quando vogliono, 

compiendo l’incantesimo dovuto.

Possono procreare solo in questo periodo di transizione, 

in cui, il loro 

corpo continua a maturare,

ma devono compiere l’incantesimo 

entro la mezzanotte del loro 

 trentacinquesimo  

anno di vita.

 Se ciò non accade si trasformano in umani .

ergo  mortali.

La morte, quindi, può bussare alla loro porta:

 che sia per via sovrannaturale, per una malattia,

o per cause innaturali.”

 

Diceva il libro rilegato in pelle, scritto e creato da mia nonna stessa.

Me lo aveva regalato due mesi prima: 14 Gennaio 1918, giorno in cui compii  diciassette anni.

 

 

 

Una strega a diciassette anni inizia lo studio dellarte della magia ,

 poiché considerata matura .

Tu lo eri già alla tenera età di dieci anni .

- Nonna Margaret.’ 

 

 

La dedica della nonna alla prima pagina.

 

 

Ero appena arrivata al capitolo dell’immortalità. 

Una ferita si riaprì dentro di me ed i sensi di colpa, 

cominciarono a vorticare nel mio cuore, annebbiandomi il cervello.

 

Mia madre mi ebbe allo scoccare della mezzanotte: il giorno del suo trentacinquesimo compleanno.

La nonna voleva compiere l’incantesimo prima che io nascessi, per non avere complicazioni, ma mia madre sapeva che in quel modo, si sarebbe arrestato non solo il suo, ma anche il mio invecchiamento, allora, decise di non trasformarsi e di vivere una vita umana, ma durante il parto ci furono diverse complicazioni, che portarono mia madre alla morte. 

Mi ero sempre incolpata per aver privato Liam di una madre, mio padre Edward Payne di una moglie e mia nonna Margaret Meier della figlia primogenita.

Mi credevo uno sbaglio, ma la mia famiglia mi aveva sempre ripetuto che non era stata colpa mia e che io ero la benedizione degli dèi. 

Mi chiamo come lei, spero di essere altrettanto coraggiosa e saggia almeno la metà. 

La nonna e la zia Anne - secondo genita, nonché sorella di mia madre - dicono che il ritorno dei vampiri è vicino e che io sarò la salvezza dell’umanità.

Devo esserlo per forza, per mia madre. 

E’ l’unico modo per riscattarmi dal male che ho fatto alla mia famiglia nascendo.

Dicono che con l’aiuto di mio fratello e mio cugino, - unico figlio di zia Anne - Louis Tomlinson (mezzosangue) il mondo, resisterà anche a questa sventura.

Mi chiedo che fine abbiano fatto i licantropi

Erano sempre stati al nostro fianco da quello che ho capito leggendo un diario della nonna, che avevo trovato nascosto in soffitta.

Il flusso dei miei pensieri venne bruscamente interrotto da una pallina di papiro bianco, lanciata da quell’idiota di mio fratello, scommetto sotto consiglio di Louis.

Al posto di studiare quei due preferivano tormentarmi, come ormai accadeva da 13 anni. 

Ci trovavano gusto a farmi tutti quegli scherzi, perché me la prendevo e mettevo il broncio. 

A loro piaceva quando dovevano farsi perdonare. 

All’età di 6 anni mi davano un bacio sulla guancia e avevano dei visi così angelici che mi veniva naturale perdonarli. 

Ora invece, mi prendevano addirittura in braccio, mi accarezzavano la schiena e mi riempivano di baci. 

Come se al posto di crescere, fossi tornata bambina.

Comunque sia, riuscivano sempre a scamparla per colpa di quei visi teneri.

“Stavolta non vi perdono, smettetela di fare gli idioti e studiate.” dissi io imbronciata. 

“Oh, andiamo Beth! Abbiamo fatto di peggio.” disse Louis divertito.

“Sai che ti vogliamo bene.” tentò Liam, con una faccia da cucciolo che aveva usato milioni di volte.

“Ok, ok. Vi perdono, ma ora studiamo. La nonna sarà qui tra pochi minuti e noi ancora non sappiamo nulla sull’evocazione delle ninfe dei quattro elementi.” esplicai con molta fretta.

“Beth- mi guardarono con faccia impassibile i due.- La nonna ci aveva chiesto di arrivare fino alle sfere di energia bianche evocate dai fulmini. Siamo andati avanti di quattro capitoli per farti contenta. Ora basta.” Li odiavo quando facevano così. 

I vampiri sarebbero potuti tornare da un momento all’altro e loro si permettevano anche di dirmi che l’avevano fatto per farmi contenta?

I miei occhi dal color del sole si trasformarono in nero, ciò voleva dire che mi stavo arrabbiando.

“Bene, mi avete fatta contenta. Poi chi dovrà salvarvi dai vampiri quando sarete in fin di vita? Eh? Io.” mi guardarono come due cani bastonati.

“Scusaci Beth, lo sappiamo che lo fai solo per noi.” dissero all’unisono.

“D’accordo, sono stata troppo dura. Avete ragione, basta studiare. Andate a fare gli idioti da qualche parte.” dissi ormai rassegnata alla loro tenerezza sovra-umana. 

Mi sorrisero e correndo via come se avessero paura che cambiassi idea, iniziarono a picchiarsi come solo due fratelli sanno fare.

I miei due fratelli, sempre al mio fianco.

Come farei se gli accadesse qualcosa? Non potrei vivere.

Era per questo che dovevo continuare ad assorbire la maggior parte degli incantesimi, ma avevo bisogno anche di fare pratica.

Gli incantesimi che avevo studiato oggi erano abbastanza complicati e soprattutto utili durante degli scontri mortali. 

Mi alzai e con il libro in mano mi diressi nel mio posto.

Si trovava in un bosco nelle vicinanze di casa mia.

Una radura incantata, almeno per me.

Il suolo in quel periodo di metà marzo, era ricoperto di fiorellini rosa, viola e blu. L’immensa cascata scorreva indisturbata ed imponente.

Mentre il mio udito sviluppato percepiva il muoversi dei pesci e delle sirene, l’unica razza che non aveva mai preso le parti di qualcuno nella battaglia e si era fatta gli affari suoi.

L’unica amica che avevo, si trovava in quelle acque ghiacciate. 

Mi aiutava sempre con gli incantesimi, il suo nome era: Elis.

“Boo.” urlò spuntando dall’acqua alle mie spalle.

“Ciao Elis, lo sai che ti sento quando arrivi.” dissi io impassibile dandole le spalle.

“Peccato. Qual buon vento ti porta qui secchiona?” disse, mentre usciva dall’acqua e delle gambe lunghe e snelle sostituivano la bella coda, un vestito di perle d’acqua le si stendeva sulla pelle diafana.

“Mi serve una mano con questi incantesimi bellezza.” dissi stampandole un bacio sulla guancia a mo’ di saluto.

“Certo, da qua.” rispose mentre prendeva il libro e leggeva il titolo del capitolo.

Lei viveva da 4237 anni. 

Aveva visto mia nonna, mia madre, mio nonno, mio padre combattere insieme alle altre streghe; li aveva visti morire e vincere.

Li aveva aiutati a scoprire nuovi incantesimi, da usare contro i vampiri.

Le sirene appartengono alla famiglia delle streghe, ma sono meno potenti ed hanno pochi poteri. 

In compenso la loro intelligenza supera quella di chiunque.

“Oh perfetto. Incantesimo per evocare la ninfa della terra. Non devi fare altro che poggiare le mani sulla terra e sentirla. Scommetto che lo sai a memoria, tante le volte che l’hai ripetuto. Quindi fammi vedere che sai fare.” disse lei quasi con un tono di fierezza nella voce.

Mi accovacciai a terra mettendo la mano sull’erba fresca e chiudendo gli occhi.

Iniziai a sentire la ninfa Olem che rispondeva al mio richiamo, lo potevo capire dalla sensazione di caldo che partiva dalla mano incanalandosi in tutto il corpo, segno che l’energia della terra stava raggiungendo ogni molecola in me.

Decisi di far crescere una piccola rosa, come inizio poteva andare bene.

Spostai un po’ dell’energia che mi era arrivata, nella mano, vicino alla quale sentii un leggero tocco di foglie che si innalzavano, dopo poco questo piacevole contatto si fermò e ad una manciata di millimetri dal mio naso, una rosa blu esprimeva tutta la sua bellezza anche solo con il profumo che sprigionava. 

Aprii gli occhi soddisfatta mentre mi alzavo guardando Elis.

Era sbalordita, fissava la rosa con gli occhi sbarrati.

Mi avvicinai a lei.

“Elis, va tutto bene?” chiesi premurosa.

“Beth, sai che quella rosa è il simbolo della strega Galed Payne, la strega più potente del mondo magico? Una volta te ne ho parlato.

Nel 1800 durante la guerra, ella distrusse tutti i Goblin con uno solo gesto delle dita. Poteva uccidere ogni vampiro sulla faccia della terra, ma si fece ammaliare dal fascino di uno dei Malik: Eiden, - colui che diede inizio alla guerra per il potere, assaggiando il sangue umano - decidendo così, di mettersi da parte e scappare con lui. 

Un secolo dopo ebbe un figlio da Eiden, il quale era per metà vampiro e per metà stregone. Era l’essere perfetto: Bellissimo, pelle caffe-latte tendente al diafano ed infrangibile come il diamante, vista, udito, olfatto sviluppati, velocità inaudita, come il padre e cosa più importante: la maggior parte dei poteri di Galed che morì durante il parto, per colpa della forza inaudita del piccolo, nessuno seppe più niente né di Eiden né del bambino, tutti temono che l’abbiano addestrato fino ad oggi per la loro vendetta.” concluse lei prendendo fiato.

“Sì, ricordo. E con questo? Vorresti dire che sono potente quanto lei?”

“No, voglio dire che lo sei il doppio. Vedi che non mi ascolti quando parlo? Ti dissi anche che nessuno avrebbe mai potuto uguagliare quella strega, a parte il figlio. Ma ti dissi anche che una leggenda parlava di una ragazza, discendente dei Payne, generata dall’amore troppo forte della madre e del padre, che avrebbe portato la pace tra le razze con la forza inaudita del potere della rosa blu, lo stesso potere della strega Galed imparentata con lei, solo, che lei sarebbe stata forte due volte di più. L’unica che avrebbe potuto contrastare il ragazzo ibrido, che, forse, - non è certo che in lui ci sia solo crudeltà - avrebbe portato alla distruzione della razza delle streghe e con loro tutti gli alleati, compresi i protetti: la razza umana. Beth, tu ci salverai.” disse, adesso ne ero certa, con un sorriso fiero di me.

“Come? E’ impossibile, io non sono così forte! Non potete mettere tutto nelle mie mani, non ho nemmeno finito gli studi.” urlai io allarmata da quanto detto da Elis.

Scosse la testa come se fossi l’unica tonta a non aver capito.

“Beth, allora non hai capito questo cosa comporta. Tu non hai bisogno di studiare la magia, tu sei la magia stessa! Quando ti troverai nei guai, saprai cosa fare, perché possiedi la magia suprema, tu sei la prescelta. Il tuo compito è quello di sconfiggere il male, o portarlo dalla parte del bene: tu devi combattere il figlio di Galed.”

Aveva assunto uno sguardo antico, l’unica cosa che mi faceva ricordare che lei stessa era antica.

“Non sono pronta Elis! Mi serve altro tempo.” ero esasperata, sul punto di piangere.

 

“Non ne hai, lui è già qui e tu sei pronta, fidati. Buona fortuna amica mia, sappi che ti voglio bene e sono fiera di te. Ma come ben sai noi sirene, non ci impicciamo in questi problemi, senti l’energia che scorre col tuo sangue, stai attenta. Ad Ovest.” disse muovendo il capo in quella direzione prima di buttarsi in acqua e sparirci dentro.

Guardai immediatamente ad Ovest, iniziando a tremare per colpa della paura che si insidiava in me. I miei occhi avevano preso il colore che rappresentava la paura pura: rosso sangue.

Dopo pochi minuti, di perlustrazione con lo sguardo, notai un ciuffo nero, sempre più vicino. 

Deglutii, iniziando a chiamare a me tutte le ninfe, chiedendo loro di creare uno scudo invisibile ed impenetrabile, nel caso avesse provato ad attaccarmi. 

Era sempre più vicino, e con la mia vista sviluppata notai il suo sorriso da superiore, la sua bellezza quasi innaturale ed il suo camminare spavaldo.

Si fermò ad un metro da me, senza perdere quel sorriso tenebroso, che mi metteva i brividi addosso.

“Tutto qui?” esclamò quasi deluso, con una voce profonda e divertita.

“Tutto qui, cosa?” chiesi ingenuamente io, sentendo la mia voce tremare e cercando di darmi un contegno mettendomi dritta, apparendo sicuramente spavalda.

“Mi aspettavo, che so .. Qualcuno meno esile ed ingenuo, non ci metto nulla a farti fuori e non c’è nessun divertimento così, ma cosa vuoi farci? E’ la vita.” disse mettendosi in posizione di combattimento, mostrando i canini e mettendo i palmi delle mani rivolti verso terra, segno che stava incanalando energia.

“La spavalderia non gioca mai a favore. Non sottovalutarmi ibrido.” sputai io iniziando ad arrabbiarmi, facendo diventare i miei occhi dal rosso terrore al nero rabbia.

“Non sai contro chi ti stai mettendo. Fatti da parte, non voglio uccidere una fanciulla con un così bel faccino.” esplicò da superiore.

Ah sì? Ora mi stavo arrabbiando sul serio.

“Idiota, fossi in te la smetterei, potrei ridurti in cenere se volessi, con lo schiocco delle mie dita, non sfidarmi. So contro chi mi sto mettendo, figlio di Galed Payne ed Eiden Malik. Ma a quanto pare tu non te ne rendi conto.” dissi io con tono altezzoso.

“Elisabeth Amie Payne. Bella come il sole, pericolosa come la notte e fragile come il vetro. La leggenda dice questo di te. Sulla prima non sbaglia, vediamo sulla seconda.” detto questo, lanciò una sfera di fuoco contro di me.

Non me ne curai nemmeno e continuai a fissarlo negli occhi, al resto ci pensò lo scudo, che fece ritornare la sfera indietro contro di lui che la schivò all’ultimo secondo. 

Sembrava sbalordito.

“C’era da aspettarselo. Sei un mezzo vampiro, non sai come si gioca pulito. Come hai detto che ti chiami idiota?” dissi ridendomela.

“Il mio nome è Zayn Jawaad Malik, non sei poi tanto male.” disse quasi sconvolto, ma con una nota di sarcasmo.

“Sei pronto a morire Zayn?” dissi seria, penetrandolo col mio sguardo d’oro, tornato normale, per la calma che improvvisamente mi aveva pervaso.

Sembrò quasi esitare, diventando smarrito, era come se pochi secondi prima indossasse una maschera da spavaldo, che aveva tolto giusto il tempo per farmi capire chi era veramente.

Ripresosi iniziò a ridere, come se avessi fatto una battuta.

Ma nessuno prende in giro Beth, sempre più in collera, richiamai Wait a me, la ninfa dell’acqua.

Sentivo l’energia dell’acqua affluirmi nelle vene, più densa perché caricata dall’ira, distesi le braccia difronte a me e la sprigionai tutta.

Delle grandi mani formate dall’acqua avvolsero il ragazzo, fino a trasformarsi in una bolla. 

Stava affogando, ma qualcosa mi indusse a fermarmi, non volevo morisse.

“Allenati Malik, è troppo facile così.” detto questo lo liberai lasciandolo cadere al suolo ansimante e ridendo mi smaterializzai, lasciandolo lì.




 




 

Ed eccomi qui,
con un'altra storia, magari meno banale
di quella che sto scrivendo.
Spero vi piaccia, era da un po' che volevo scrivere
qualcosa del genere.
Come sempre accetto ogni critica, non fatevi problemi.
Spero solo, che mi lascerete delle recensioni, 
per me è davvero importante.

                                                                                   - Giada.

  
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