The Prophecy

di Kengah Neel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First step: The flight. ***
Capitolo 2: *** Second step: Looking for... ***
Capitolo 3: *** Third step: Find Her! ***
Capitolo 4: *** Fourth step: Into the green. ***
Capitolo 5: *** Fifth step: Compassion. ***
Capitolo 6: *** Sixth step: The Story. ***
Capitolo 7: *** Seventh step: The Father. ***
Capitolo 8: *** Eighth step: Prey. ***



Capitolo 1
*** First step: The flight. ***


 

-CAPITOLO 1-

 

Stavo correndo all'impazzata cercando di realizzare ciò che era appena accaduto in locanda; gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di me mentre raccontavo la mia storia quando ad un tratto un tipo inferocito mi scagliò contro il tavolo e il boccale di idromele che con un colpo secco si infranse a terra versando ovunque quello che ne era rimasto.

Mi precipitai fuori ottenendo qualche secondo di vantaggio prima di accorgermi che il pazzo mi stava inseguendo a cavallo e, come se non bastasse, era anche armato.

Il respiro mi usciva dalla bocca come dense nuvole di fumo disperdendosi in una sottile nebbia che pareva quasi volesse nascondermi mentre il cielo era incorniciato da una luna talmente piena e luminosa da imitare a tutti gli effetti l'occhio di un lupo.

Ero sbalordita ma l'ho sempre saputo che essere sotto pressione riaccende in me l'istinto di sopravvivenza. Il mio corpo si muoveva da solo, libravo con agilità disumana scansando le robuste radici per seminare quello squilibrato, quando ad un tratto un fulmine sopra la mia testa squarciò il cielo di quella notte tanto splendida ed un cupo fascio di nuvole velò il faro della luna, dunque si fece presto buio.

La pioggia cominciò a scrosciare con insistenza tra le foglie fino a coprire il rumore degli zoccoli dietro di me così accelerai la corsa ritrovandomi improvvisamente oltre la fitta boscaglia, in un vicolo cieco: l'oceano in tempesta si ribellava all'orizzonte, tra lampi e saette, offrendo uno spettacolo incomparabile. Rimasi senza fiato a quella visione ma sapevo che non avevo alternative se non saltare giù dal dirupo poiché il frenetico scalpitio di zoccoli da lì a poco mi avrebbe raggiunta.

Una voce tuonò furente dagli alberi confondendosi col rumore delle onde che si infrangevano sotto di me:

-Ti troverò, ragazzina! Tu hai qualcosa che serve a me!-

In preda al panico mi accostai con cautela al bordo del precipizio e, accompagnata dal suono della pioggia, raccolsi tutto il coraggio che avevo e mi lasciai cadere fissando quel sorprendente panorama che andava dissolvendosi ancora per una volta.


A quanto pare né la prima né l'ultima.

Miracolosamente, ero ancora viva. Mi risvegliai accanto a una roccia rovente su una spiaggia, a mattino inoltrato. Era ancora stordita e confusa dalla notte prima ma riuscii ad udire distintamente il cinguettio di una rondine di mare. Le mie labbra erano secche e avevano ancora il sapore del sale così, per prima cosa, decisi di festeggiare la mia fortuna andando a bere in una locanda che scorsi alla fine della baia.

Malgrado i miei occhi (di un particolare grigio vitreo e luminoso, mi dicevano) fossero ancora socchiusi e sensibili alla luce riuscii a leggere l'insegna in legno quasi distrutta, che recitava

'Jolly Roger' dunque salii a fatica i pochi gradini che conducevano a una porta saloon ma quando la aprii non trovai altro che una babilonia.

Rimasi sconcertata; di tutte le taverne che avevo visitato in vita mia (e credetemi, ne ho viste tante) questa era la più rumorosa in assoluto e non era ancora calato il sole!

In un attimo realizzai di essere finita ad ovest dell'isola e questo non mi piaceva affatto, nonostante ciò mi diressi con passo pesante al bancone guardandomi intorno, dopodiché mi abbandonai sullo sgabello chiesi al barista di servirmi qualcosa.

Il locandiere dai capelli di un colore biondo cenere mi ignorò, pareva che non mi avesse sentito per colpa di quel putiferio tuttavia, qualsiasi fosse la ragione, detestavo essere ignorata.

Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, con voce nervosa di chi è sfinito da una fuga e un naufragio ma stavolta il ragazzo si girò a fissarmi... come tutto il locale, del resto.

-Che avete da guardare?-

sbottai girandomi verso quella gentaglia esterrefatta

-E tu, portami da bere!-

bofonchiai stizzita.

A quanto pare al giovane di fronte a me dava fastidio la presenza di signore in un posto simile difatti mi volse le spalle con noncuranza e sembrava quasi che fosse abituato ad essere trattato in quel modo. Poco dopo si voltò con due boccali di sidro ed osservandomi incuriosito esordì:

-Non ti ho mai visto da queste parti, qual è il tuo nome?-

-Cassandra.-

-Tutto qui... Cassie?-

-Cassandra Gray.-

Il ragazzo sgranò gli occhi bevendo un sorso dalla sua caraffa e, non soddisfatto della mia risposta decise di scoprirne di più offrendomi da bere.

-Una Gray ad ovest! Un posto come questo non si addice al tuo nome. Come ci sei finita in questa bettola?-

-Non ne ho la più pallida idea e non sono in cerca di guai, se è questo che vuoi sapere.-

risposi 'ingentilita' dall'alcool.

-Comunque sia io mi chiamo Alvar, per gli amici Al...-

Tornando a guardarmi rimase scioccato dall'avidità con cui stavo trangugiando la mia bevanda (qualsiasi cosa ci fosse in quel boccale era disgustoso!)

-Sei sicura di stare bene?-

Asciugandomi le labbra con la mano in stile 'scaricatore di porto' risposi

-Ti hanno mai detto che fai troppe domande? Dammene ancora.-

Alvar si sporse dal bancone scrutando la mia cintura con un'espressione contrariata e fece cenno a una tizia al tavolo là vicino. Appena dopo, ancora in attesa della mia doppia razione, mi accorsi che il ragazzo aveva spostato lo sguardo da me a qualcuno alle mie spalle ma non feci in tempo a girarmi che mi trovai di fronte una donnona nerboruta intenta a sgranchirsi il collo, il che non era molto confortante, specialmente quando abbassò gli occhi su di me.

-Un'altra?-

disse la gigante con aria seccata

-Eh già... sai che non mi piace prendermela con le ragazzine.-

rispose lui con lo stesso tono.

Sapevo bene che l'ovest dell'isola era territorio di risse e scazzottate ma non avrei mai pensato di trovarmi coinvolta in una di queste e così, specialmente perché non ero una brava combattente, cercai di trovare una soluzione diplomatica per evitare lo scontro.

-Ehi, calma... parliamone!-

-Sei l'ennesima ubriacona senza il becco di un quattrino, vero?-

Mi interruppe lui esasperato.

-Come, scusa?-

-Dov'è la tua borsa da viaggio, Cassandra Gray?-

riprese scandendo minacciosamente il mio nome, come se io non fossi stata l'unica a presentarsi in quel modo.

In un attimo mi resi conto che la mia bisaccia era sparita ma ero certa di averla avuta con me quando mi lanciai giù dal dirupo. Forse l'avevo persa in mare oppure...

 

 

 



Note dell'autrice:

-Benissssimo! Nel primo capitolo non ho messo molta azione ma posso anticiparvi che dal secondo in poi ne vedremo di tutti i colori: streghe inutili, draghi suscettibili, cavalcatrici di orsi, ladri onesti e cacciatori di taglie!A parte il fatto che non so scrivere  ehm... che ci ho messo un sacco solo a ideare il primo capitolo, non sono sicura di poterne postare regolarmente (devo apportare alcune modifiche perchè la storia l'ho già scritta ma in terza persona!).
Bien, grazie in anticipo per le visualizzazioni (alle recensioni non ci spero poi tanto xD)!

Debby

P.S. Se volete avere un'idea precisa dei personaggi cercatemi su Deviantart!! Debby1996

 <3

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Capitolo 2
*** Second step: Looking for... ***


-CAPITOLO 2-

 

-É stato lui! Me l'ha rubata!-

Urlai indicando il tizio più losco che intravidi entrando.

-Chi, Nick?-

Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata.

-Cosa c'è di tanto esilarante? Mi ha derubato!-

L'uomo con il volto coperto dal cappello non si mosse, era seduto con le lunghe gambe accavallate sul tavolo interamente invaso da liquori di ogni tipo e sembrava che stesse dormendo. Si vedeva appena la rasatura scomposta della sua barba velata di nero che gli dava un senso di misteriosità.

-Di tutti gli esseri poco raccomandabili che ci sono qui dentro hai incolpato il meno indicato, tesoro!-

proseguì Alvar riprendendo fiato.

L'uomo, che pareva aver origliato tutta la conversazione, si alzò lentamente in piedi barcollando e, come c'era da aspettarsi, era alto due spanne più di me. Aveva le spalle larghe in perfetta armonia con il fisico abbastanza atletico e massiccio e uno sguardo cupo e un po' assonnato.

-È illegale, sai? Accusare qualcuno senza prove.-

disse con tono calmo e pacato, in contrasto con la sua aria ostile.

Poi, proseguendo verso la donnona, si accorciò le maniche della camicia e scosse la testa sghignazzando.

-Pago da bere per tutti!-

L'atmosfera si fece subito più allegra come se avesse pronunciato delle parole magiche ma non mi convinceva ancora il suo modo di fare... perché questo individuo è così affidabile secondo il locandiere?

Notando la poca fiducia che mostravo verso il cowboy, egli mi si presentò:

-Io sono Nick J. Montgomery e il mio compito è tenere a bada questa marmaglia.-

biascicò sorridente, dopodiché mi cinse le spalle con un braccio (da dove ha tirato fuori tutta questa confidenza?) e mi suggerì

-Se cerchi qualcosa che credi di aver perso, vai nell'ultimo posto dove sei stata, lì la troverai di sicuro.-

-L'ultimo posto? La spiaggia...-

A quelle parole l'espressione di Nick si fece sospettosa

-La spiaggia dici? Quella vicino al bosco?-

-Esatto... ma sono finita in una locanda o in una stanza degli interrogatori?-

-Suppongo in entrambe! Beh, devi sapere che...-

Si interruppe proprio quando si intrufolò furtivamente in locanda una donna dall'aspetto molto fine, quasi signorile, che ci rivolse un saluto appena accennato.

-Ah, che tempismo! Questa è Victoria, la mia assistente. Non riesco a sorvegliare un'intera regione tutto da solo.-

-Il piacere è tutto mio, signorina Gray. Ah, a quanto pare questo nome è molto diffuso qui a ponente.-

Colsi una punta di sarcasmo nelle sue parole... mi stava forse prendendo in giro? L'aveva detto con una leggerezza tale che Nick non le diede tanta importanza.

-Come fa a sapere il mio nome? Non mi sembra di averglielo detto...-

Nick sorrise compiaciuto

-È il potere di voi donne! Sapete tutto in tempo reale ed ecco perché ho assunto Viki come informatrice. Astuto, no?-

-Victoria, prego.-

puntualizzò lei, sembrava che alla gentildonna non piacessero molto i diminutivi! Un punto per me!

Avere 'Viki' dalla mia parte era un bene, non mi servivano altri nemici e poi avevo in mente pensieri ben più importanti: dovevo trovare quei manufatti che trasportavo la notte scorsa.

Nick notò la mia preoccupazione ma rimase in silenzio, lasciò del denaro sul bancone e si diresse verso l'uscita dove si fermò e mi fece segno di seguirlo. Colma di rassegnazione mi diressi verso Alvar e protestai:

-Ma io ho ancora sete!-






Note dell'autrice:
-Beh, Viki sa essere spaventosa quando vuole, ma non è ancora il momento! 
Al prossimo capitolo la nostra Cassie andrà alla ricerca dei manufatti... e magari li ha persi davvero in mare :/
Baci,
           Debby

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Capitolo 3
*** Third step: Find Her! ***


-CAPITOLO 4-

 

-Eccoci arrivati, ero proprio qui.-

feci indicando la roccia con un gesto plateale.

-Hai notato qualcosa di sospetto? Non so... c'erano impronte sulla sabbia?-

La voce di Nick sembrava infastidita.

A parte il fatto che non avevo chiesto io di essere aiutata, non poteva farsi gli affari suoi? Lui e Victoria avevano iniziato a riempirmi di domande inutili appena fummo fuori da quella maledetta porta così decisi di scoraggiarli e proseguire le ricerche da sola.

-Uhm si, mi pare di aver visto delle orme da qualche parte... oh, aspetta! Le mie.-

conclusi con voce annoiata.

-Fatemi domande più intelligenti tipo “preferiresti che ti lasciassimo in pace?”, allora sì che arriveremmo a qualche risultato. Un po' di tregua, per tutti i tentacoli del kraken!-

Gli occhi di Victoria si ridussero a due fessure e sembrava quasi che mi stesse lanciando un avvertimento... o una maledizione, ancora non ne sono sicura.

-Beh, se sei così sveglia come dici allora non hai bisogno di noi per trovare Leah.-

ribatté acida terminando con un sorriso enigmatico.

Touchè.

-L-Leah? E adesso chi è questa tizia? ...Bene, ora anch'io inizio a fare domande? …Oh, accidenti!-

A quanto pare quella di Victoria era una maledizione. E aveva fatto effetto. Nick continuava a camminare avanti e indietro torturandosi la barba sul mento quando finalmente si fermò e mi rispose un po' esitante

-Ascolta, ragazzina, forse io e Viki sappiamo chi è il ladro in questione-

-Ma sappiamo anche che sarà impossibile acciuffarlo (ehm, Victoria, prego)-

-E che qualsiasi cosa avessi con te è andata perduta.-

-... per sempre.-

e adesso si terminavano anche le frasi a vicenda. Fantastico.

Dopo quel delizioso siparietto teatrale mi uscì dalla gola un urlo spontaneo, perfettamente coordinato con la mia espressione: per la prima volta in vita mia ero terrorizzata

(a parte quella volta quando il mio amico Klaus stava per beccarmi con una freccia in piena fronte giocando a Guglielmo Tell o la notte scorsa quando ero inseguita da un pazzo con un fucile).

-Non è possibile!-

dissi poco dopo, quando il mio colorito tornò accettabile o quantomeno umano.

-Hai reazioni un po' lente, ragazzina!-

infierì Victoria spietatamente.

-Aiutami Nick! ...Uh? Reazioni lente?-

(…Non è giusto, non potevo risponderle come si deve! Ero in stato di shock!)

-Mi dispiace ma per adesso sappiamo solo che Leah è una ladra molto abile... così abile che nessuno è mai riuscito a vederla!-

Perfetto, stavamo indagando su una leggenda metropolitana! E qualcuno lassù si stava proprio divertendo data la situazione: oltre alla maledizione di Victoria bisogna aggiungere la punizione divina per non aver portato a compimento il mio incarico di consegna.

Insomma, ero spacciata per colpa di un fantasma che mi aveva sottratto i due oggetti più inverosimilmente importanti di tutta l'esistenza dell'isola. E anche la mia.

-E adesso che faccio?-

dissi con espressione affranta

-Tranquilla, mocciosetta, so dove andare per trovare una pista.-

Oh!” pensai in quel momento “Viki ha un cuore, dopotutto!

-Ahahah, scherzavo! E se anche lo sapessi non lo verrei a dire a te!-

ebbene mi stavo sbagliando di grosso.

-Tuttavia...-

-Tuttavia?-

la interrompemmo io e Nick in coro.

-Tuttavia so chi può aiutarti...-

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Capitolo 4
*** Fourth step: Into the green. ***


-CAPITOLO 4-

 

-Trovato!-

disse Victoria trionfante. Dopo aver girato per ore a vuoto nel bosco, ci trovammo davanti a un.. ehm... sul serio? É qui che avrei trovato la risposta a tutte le mie domande?

La locanda era paragonabile a un castello principesco nella valle degli arcobaleni in confronto a questo (non riesco a trovare un aggettivo per descriverlo).

Non so che razza di scherzo fosse ma eravamo finiti in una casa (se così si può definire) degli orrori. Il parco giochi di Victoria, insomma!

-Mi prendi in giro? Non ci entro neanche morta là dentro!-

mi impuntai.

Quell'abitazione aveva un'aria alquanto sinistra a partire dalla recinzione a muro ricoperta da rampicanti, il legno marcio della catapecchia e la veranda spoglia per finire con il vialetto di ciottoli e erbacce che conduceva all'ingresso, contornato da altissimi pini i cui rami si intersecavano richiamando quasi la cima di un varco.

A Victoria non sembrava dispiacere quell'aura inquietante infatti mi parve di vedere il suo volto illuminarsi nella penombra. Allora Victoria era animata più o meno dalla stessa luce folle negli occhi che avrebbe avuto adesso... il che era davvero preoccupante.

Per fortuna non ero l'unica a provare soggezione per questo spettacolo macabro.

-Prima le signore!-

fece Nick arretrando di qualche passo fino a nascondersi dietro di me

-Oh, che galantuomo!-

affermò lei con un cenno di inchino.

-Già... davvero un signore!-

ripetei con altrettanta riverenza lasciando intendere esattamente quello che pensavo ma con la stessa grazia di una nobildonna: “Lei è un abbietto pusillanime, messer Montgomery!”

Ok, neanch'io ero un cuor di leone ma almeno preferivo ammetterlo che nascondermi dietro subdole buone maniere!

-Se vuoi posso lasciarti entrare per prima, ragazzina.-

beh... inutile dirlo, in quel momento rimasi senza parole!

Non so se ero più sorpresa dal fatto che volesse farmi una gentilezza o che stesse parlando sul serio sul farmi passare davanti a lei quando era evidente che pur di esplorare all'istante quella casa avrebbe ucciso persino Nick.

Oh, merda!

-N-No! Vai avanti tu!-

mi affrettai a rispondere prima che decidesse lei per me... o che mi uccidesse.

-Sei sicura?-

sussurrò guardandomi allibita

-Questa sarà la prima ed ultima cortesia che ti concedo, ma se proprio insisti...-

Pensai alla sua offerta per qualche secondo mentre già iniziava ad incamminarsi verso la porta in ebano con espressione incuriosita.

Camminare davanti a lei? Mi aveva decisamente convinta! Scattai sui gradini scansandola con un braccio appena prima che raggiungesse quell'odiosa veranda.

Suppongo che stessero entrambi parlando sul serio quando dissero che trovare Leah sarebbe stato quasi impossibile ma io dovevo farcela a tutti i costi o avrei pagato cara la mia negligenza! Questo bastò a spronarmi e ad aprire quel portone scuro una volta per tutte.

Nel momento in cui toccai la maniglia mi si gelò il sangue. Ad ogni movimento il pavimento scricchiolava e la tensione era in aumento.

Un passo.

Un altro...

-Aaaaaah!-

strillai in preda al panico lanciandomi (letteralmente) su Nick

-C'era qualcosa! Proprio lì, vicino alle scale!-

-Ehm, sì in effetti lo vedo anch'io... è... è un pappagallo?-

annunciò Victoria con un interrogativo divertito

-Ah! Il mio povero cuore!-

-Si, ok, forse non dovevo urlare in quel modo ma così è esagerato. Parli come un vecchio!-

lo ignorai cercando di giustificarmi quando improvvisamente mi resi conto della situazione: il suo 'povero cuore' era appena stato materialmente schiacciato dal mio!

Raccolsi quello che era rimasto della mia dignità e mi rialzai in piedi snobbando la mano tesa di Victoria pronta a strapparmi via dal suo cavaliere.

-Muoviamoci! Devo essere al Jolly Roger prima che cali il sole.-

beh, stavolta l'avevo fatta proprio arrabbiare.

-Scusami tanto...-

mormorai a Nick il quale mi sorrise forzatamente massaggiandosi il petto

-Non è niente, davvero! Ma che ci fa un pappagallo qui dentro?-

ribadì con una smorfia di dolore.

In effetti era strano che un volatile si trovasse qui dentro, era logicamente impossibile entrare se non dall'ingresso... qui c'era qualcun altro a parte noi tre.

-Sbrighiamoci prima che se ne vada di nuovo!-

replicò la giovane irritata.

Prima che se ne vada di nuovo, ha detto? Sicuramente si riferisce alla persona che può aiutarmi a trovare la ladra! Accelerai il passo, convinta che quel qualcuno sarebbe stato inoffensivo ma ripensandoci il mio istinto mi dice che gli aggettivi 'docile' e 'innocuo' stonano con 'amicizie di Victoria'.

Sapevo che il mio istinto non mi avrebbe mai tradita eppure nel momento in cui mi trovai con un coltello puntato alla gola desiderai che non fosse così infallibile.

-E lei?-

disse una voce maschile alle mie spalle, quella dell'uomo che mi teneva stretta a sé premendo la sua mano destra sotto il seno e con l'altra reggeva una lama con la quale mi accarezzava all'altezza della giugulare. Era mancino!

-Lascia andare la ragazza! Vogliamo solo che tu ci dica dov'è Leah in questo momento e non sarò costretto ad ucciderti... di nuovo.-

era Nick quello che parlava o aveva assoldato un ventriloquo? Stava facendo la voce grossa all'energumeno dietro di me, sapevo che dopotutto non era così codardo!

Percepii una risata soffocata vicino all'orecchio e poi un sussurro gelido che mi fece rizzare i capelli

-Questa frase l'ho già sentita! Stai diventando prevedibile eh, Nick?-

Sentii che il tizio dietro di me volse lo sguardo verso Victoria, sospirando

-Che peccato, davvero! Saresti stata un buon acquisto, Viki.-

Mi spinse leggermente in avanti premendo più forte il ferro sulla gola ma la distanza dal suo torace mi permise di scagliarmi all'indietro tirandogli una testata. In un attimo la nostra gran signora corse verso il mio aggressore e gli sferrò un calcio così ben assestato che l'uomo fu costretto a piegarsi e a cadere in ginocchio davanti a lei.
-Victoria, prego-
Mentre era occupato a tenersi il naso gocciolante di sangue con entrambe le mani io ne approfittai saggiamente per togliergli il pugnale e puntarglielo contro ma non feci in tempo a rialzarmi che qualcosa mi aggredì togliendomi lo stiletto dalle mani... il pappagallo!

-Ouch! ...Havana, sei ancora qui, allora!-

biascicò tra i denti il tizio rivolgendosi al parrocchetto con una nota di sollievo. Era diverso da come l'avevo immaginato, più giovane. Ma la cosa che attirò maggiormente la mia attenzione e che non mi dimenticherò mai di quell'incontro furono i suoi occhi: assolutamente verdi.



Dopo essersi accorto di quanto la squadra V.N.C. fosse forte e preparata, il giovane si decise a parlare:

-Hai fegato, ragazzina! Nick, ti propongo una contrattazione...-

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Capitolo 5
*** Fifth step: Compassion. ***


-CAPITOLO 5-


 

Era ormai passato un giorno da quando Nick e quel tizio strambo avevano iniziato lo scambio di informazioni ma non eravamo giunti ancora a nessun risultato: si rifiutavano entrambi di parlare. Il quadro della situazione era abbastanza complesso senza contare che Victoria non poteva aiutarci poiché era tornata all'osteria per tenere la situazione sotto controllo e strappare qualche parola di troppo agli ubriachi e ai facilmente corrompibili su eventuali scorribande, anche se a mio modesto parere avrebbe solo voluto prenderne parte.

L'uomo che stavamo interrogando sulla veranda della casa degli orrori si chiamava Kim; aveva alcuni tatuaggi e numerose cicatrici quindi ne dedussi che doveva essere una specie di lottatore cosa che notai anche dalla figura imponente e dal collo taurino (aveva un non so che di buffo) malgrado ciò a me sembrava una brava persona, glielo si leggeva tra le sfumature dei suoi verdissimi occhi. Non avevamo idea di dove si trovasse questo fantomatico nascondiglio di Leah quindi non potei fare altro che tentare di convincerlo a rivelarcelo con le cattive; avrei estirpato da quella massa di muscoli il suo lato misericordioso e compassionevole con tutta la mia determinazione.

Cominciai singhiozzando con gli occhi lucidi e il labbro tremante

-Se non dovessi ritrovare gli oggetti che ho perso non solo rischierei la vita ma darei false speranze alla mia gente... e deluderei mio padre.-

Eh già, ero una brava attrice e non perdevo occasione di dimostrarlo! Questa era la mia unica ed ultima occasione e stavolta ero decisa ad ottenere le mie risposte, in un modo o nell'altro.

-Rischieresti la vita? In che modo?-

mi chiese Kim inclinando il capo con fare curioso come fanno i cani quando cerchi di intavolarci un discorso filosofico.

Però aveva abboccato!

Ero ufficialmente soddisfatta della mia interpretazione e se ne accorse anche Nick quando notò che la mia bocca ebbe un guizzo, infatti mi sembrò di vedere la sua espressione divertita e complice che assisteva con un coinvolgimento emotivo parecchio poco convincente alle spalle di Kim il quale continuava imperterrito a scrutarmi con l'invadenza di una pettegola di quartiere.

A quella situazione comica mi vidi costretta a girarmi di spalle e coprirmi il volto con le mani simulando un gemito di dolore per soffocare una risata che da lì a poco sarebbe esplosa.

-B-beh, ti racconterò la mia storia ma ho bisogno di sapere dove si trova la ladra! Devo riavere quei manufatti altrimenti la profezia non si compirà!-

mormorai trattenendolo per un lembo della giacca e avvicinandolo ai miei occhi imploranti. Suppongo che arrivati a questo punto non potevo tirarmi indietro, dovevo

raccontargli proprio tutto.

-Secondo Thorgerd, la sciamana dell'isola ad est sono stata incaricata dalle divinità di portare a termine il compito più importante che mi potesse essere mai assegnato, per cui devo recapitare quegli artefatti alla strega del sud e a quella dell'ovest. Solo loro possono proteggere questi oggetti ed evitare che la sciamana del nord si impossessi dell'isola!-

vedendolo indeciso anche dopo avergli spifferato tutto giocai la carta della piccola orfanella, ero sicura che avrebbe funzionato.

-Non posso fallire, capisci? Mio padre ne rimarrebbe deluso. Vedi, lui...-

attimo di suspance per creare l'atmosfera drammatica

-è morto.-

conclusi con un filo di voce. Nick alzò un sopracciglio come a sottolineare la teatralità del mio racconto 'Sei sprecata come fattorina, potevi fare la mendicante' scommetto che era quello che stava pensando.

D'altro canto Kim sembrava commosso infatti, dopo la mia interpretazione da corolla d'oro, mi sentivo un orso alla sagra della salsiccia inoltre avevo vinto le mie meritatissime indicazioni!

-E va bene, mi hai convinto. Ma ti porterò da Leah solo se mi garantisci di non rivelare allo sbirro dove si trova il rifugio.-

-Giuro sulla sua testa!-

risposi prontamente indicando Nick.


 

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Capitolo 6
*** Sixth step: The Story. ***


-CAPITOLO 6-



 

Eravamo soli, io e Kim.

Quel povero diavolo di Nick era tornato all'osteria da Victoria quindi ora mi toccava sbrigarmela da sola... o meglio, con l'energumeno alla mia destra il quale, per giunta, farfugliava tra sé e sé calcoli impossibili e vocaboli altrettanto astrusi cambiando bruscamente direzione, come se stesse seguendo un percorso studiato nei particolari. Nonostante fosse impegnato a leggere meticolosamente i segnali immaginari del tragitto, persino Kim si accorse che ero tesa come la corda di un violino.

-Finirai per consumarlo, quel laccio!-

si pronunciò esaminando la stringa sgualcita che avevo in mano mentre si impegnava a non distogliere lo sguardo dalla strada. 'Proprio lo stesso laccio che avrebbe dovuto reggere i miei preziosi oggetti' riflettei giocherellando con gli estremi del fiocco quasi perfetto che avevo appena fatto. In quel momento, trattandosi di un'abilissima predona, pensai che non ci fosse niente di strano nell'essere stata derubata così facilmente, in pieno giorno e su una spiaggia molto frequentata, malgrado ciò fui rapita per un attimo dall'idea che in realtà avrei dovuto semplicemente contestare l'apparenza e cercare più a fondo... ricordare qualcosa, insomma!

Era impossibile lanciarsi con un tuffo mortale in acqua (da una ventina di metri, in realtà) e non avere alcuna memoria di quel momento! E poi sentivo che mi stava sfuggendo qualcosa, un dettaglio. Io sapevo che...

-A che stai pensando?-

le vibrazioni profonde della voce dell'uomo che era passato davanti me interruppero il flusso delle mie preoccupazioni

-Mah, a niente.-

mentii guardando altrove per non distrarlo

-Poco fa hai blaterato di una sorta di strega, di una profezia e... di tuo padre. Perché mai dovresti averlo deluso?-

-Te ne ho già parlato... e poi non ho voglia di ripetermi.-

-Ah, davvero? Diciamo che in questo momento non hai esattamente il coltello dalla parte del manico, signorina!

Beh, come dargli torto! Dopotutto era lui a portarmi verso la mia unica via di salvezza, e poi non mi sono mai piaciuti i coltelli.

-E va bene!-

sbuffai

-Che vuoi sapere di preciso?-

mi arresi sperando che si sarebbe accontentato di poco senza soffermarsi troppo sui particolari.

-So già della storia dell'isola e delle streghe dei cardinali, ma mi incuriosisce parecchio questa famosa 'profezia'.-

dovetti ammettere che non avevo mai sentito parlare delle sciamane cardinali prima che mi venisse affidato l'ultimo incarico, dunque provai a ricavarne qualcosa da Kim prima di ricominciare a cianciare su stregonerie e maledizioni.

-Ah, già... ci sono parecchie versioni sulle streghe. Qual è la tua, ad esempio?-

-Stai cambiando argomento o è una mia impressione?-

Ops, beccata.

-Assolutamente no, è solo la tua immaginazione! Sai, la vecchiaia gioca brutti scherzi a volte. A proposito, sei più giovane di quanto sembri o sei proprio così piccolo?-

cercai di sviarlo parlando rapidamente. Mi stavo comportando come se non conoscere la storia dell'isola fosse un reato punibile con la morte.

-Ok, ho capito: non riesci a mantenere l'oggetto di una conversazione per più di due minuti e non sapevi neanche che esistessero delle streghe!-

concluse così, affascinandomi dalla sua perspicacia nel capire le persone.

(Era ironico, ovviamente!)

-Per tutti i tentacoli del kraken!-

squittii.

Distinsi la sua solita risatina soffocata mentre rallentava il passo e ondeggiava tra gli alberi assorto nei suoi ragionamenti con una disinvoltura esemplare, mentre io non facevo altro che inciampare e incastrarmi tra i cespugli tanto che, arrivati in uno spiazzale, dovetti legarmi i capelli rossicci, diventati ormai un acchiappa-foglie, con lo stesso legaccio malandato con cui stavo giocando poco prima.

Ah! Perché piove sempre sul bagnato?

-Tornando al discorso di prima... risponderò a qualsiasi domanda se prima tu rispondi alle mie!-

-Ci sto!-

questo tipo di sfide mi mandava in esagitazione!

-Comincio io: una gran signora Gray che viene da Arianrhod dovrebbe essere una delle più colte damigelle del paese, giusto? Non vi hanno mai insegnato storia?-

-Diciamo solo che l'istruzione non è il mio forte...-

-Ah-ah, lo immaginavo!-

-E ora è il mio turno: che cosa sai dirmi sulle streghe cardinali?-

prima di intraprendere il suo monologo si schiarì la voce, prese fiato e cominciò...

-Quando l'Isola dei Lupi fu foggiata, gli dei ne sottrassero quattro pezzi isolandoli dalla terraferma e collocandoli ai punti cardinali per depositarci i Guardiani del Sole, che sono oggi le nostre due streghe, Carman dell'ovest e Medea del sud, e le sorelle sciamane, la potente Thorgerd dell'est e la spietata Heith del nord. Questo è quello che so... ora parlami della profezia.-

-In realtà non sarei autorizzata a parlarne ma non so proprio mantenere i segreti!-

gli confidai incurante delle conseguenze.

-Comunque penso che te lo dirò... ma quando sarà il momento.-

-E quando sarà il momento?-

-Lo sapremo quando sarà il momento!-


 

NOTE DELL'AUTRICE:
Salve, giovincelli! Devo ringraziarvi per le 100 visite ai miei capitoli in meno di 2 mesi!!! Sono molto soddisfatta di come sta andando la storia anche se forse sarebbe meglio fare meno capitoli ma più lunghi :/ fatemi sapere e soprattutto CRITICATE. Io amo le critiche :D
L'ov <3 
Debby

 


 


 

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Capitolo 7
*** Seventh step: The Father. ***


-CAPITOLO 7-



 

Continuammo a camminare per il bosco in religioso silenzio scambiandoci di tanto in tanto stupide osservazioni sul tempo e battute altrettanto sciocche.

-Allora, siamo arrivati?-

-Ho perso il conto delle volte che me l'hai chiesto.-

-E quindi si o no?-

-Per l'ennesima volta, NO. Per tua consolazione posso dirti che manca poco, però!-

-Anche un chilometro fa mancava poco!-

Dal momento che le mie gambe erano ridotte a due spaghetti con vita propria che stavano per cedere, supplicai Kim di fare una pausa, dopotutto anche lui era stremato dalla fatica ma aveva continuato a camminare davanti a me per non darlo a vedere. Il suo modo di fare mi ricordava un po' il mio amico-fratellastro Klaus, non si faceva abbattere da niente e lo ammiravo per questo, come si ammira un fratello maggiore... peccato che non si possa dire lo stesso per lui visto che evidentemente ha chiesto alla mia 'famiglia' di allontanarmi e di tutta risposta mi ritrovai a fare la messaggera, lavoro che svolgo da quasi 5 anni.

Suppongo che per Klaus e nostra sorella la mia presenza era diventata una seccatura, anche se prima eravamo così amici...

Prima di cosa? A che sto pensando?

Concentrati!

-Si sta facendo buio, dobbiamo muoverci alla svelta.-

-Ancora qualche minuto, ti prego!-

Kim sbuffò intenerito e decise di concedermi un momento per rimettermi in sesto. Riposarmi non era da me, ero pur sempre una che faceva della resistenza fisica il suo lavoro! Urgenti o meno, prima ci si sbriga a consegnare i messaggi, prima si viene pagati, prima si beve! Ecco la mia piaga:

L'alcool!

A questo proposito mi era venuta una certa sete.

-Non esistono taverne qui intorno?-

-Si, ce n'è una sulla spiaggia.-

-Ah, lo so... non è un granché.-

-Oh, allora ci sei già stata! Devi aver conosciuto anche Alvar e Donna, dunque!-

-Alvar è il biondino simpatico ma chi sarebbe questa 'Donna'?-

-Beh, è alta più o meno il doppio di te e larga il triplo...-

fece gesticolando in modo buffo

-Non puoi non averla vista!-

risi di gusto alle sue movenze strambe. Tutto d'un tratto realizzai di chi stava parlando

-Oh, si!-

esclamai sorpresa. Quindi si chiama 'Donna', eh? Che brutto scherzo della natura, di 'donna' ha ben poco quella lì. Ma magari è simpatica!
Ehm.. no.

-Aveva tutta l'intenzione di prendermi a botte.-

-E chissà perché ma non mi dici niente di nuovo... niente denaro, Cassie?-

Ecco, secondo lui perché stavo cercando una ladra, per salvare il mondo?

Oh, beh...

-Anche un po' colpa del mio nome! Non so cosa io abbia fatto o detto al Jolly Roger ma di sicuro ero troppo ubriaca per ricordarmene.-

-Quindi non è la prima volta che vieni qui ad Ovest?-

-Così pare... in realtà c'è qualcuno che si diverte a far baldoria a mio nome! Ma perché proprio il mio nome?-

Kim fece spallucce

-Beh, in fin dei conti sei pur sempre Cassandra Gray! Non so se lo sai ma da queste parti sei alquanto famosa.-

Mi sentii assolutamente lusingata in quel momento

-Per la mia bellezza? Per il mio charme? O per la mia astuzia?-

Il guerriero sorrise ancora

-No, no e no! Tutto merito del tuo piccolo hobby. Hai davvero battuto il vecchio James alla gara di bevuta di Whisky?-

mi chiese allibito.

Come non detto!

-Certo che l'ho stracciato, il nonnetto! Io non perdo mai!-

se c'era una cosa che sapevo fare bene, era far ridere Kim, e la cosa mi divertiva a mia volta. Aveva una risata contagiosa.

Ricordo che ad Arianrhod il mio umorismo non era molto apprezzato, erano tutti dei bacchettoni!

-Ehm, per quanto riguarda il discorso di prima...-

-Si?-

-Cosa c'entra tuo padre in tutto questo?-

-È una storia lunga...-

-Ti prometto che ci fermiamo tutto il tempo che occorre per parlarne.-

-Uff, e va bene.-

Gli raccontai la leggenda su mio padre, il pirata Roman Hawkins, capitano del vascello più temuto di tutti i mari: la Shadow. Secondo quella vecchia storia, mio padre era salpato alla scoperta dei mari del Nord, quando una tempesta li colse di sorpresa e morirono tutti, non per colpa del mare... ma per colpa di Roman stesso. Alcuni dicono che la sciamana del Nord, Heith, lo abbia stregato e costretto a sacrificare persino la propria figlia, cioè io, per salvarsi... eppure io sono ancora qui, quindi è morto.

Se non dovessi portare a termine il mio incarico rimarrebbe deluso dal fatto che ho fallito nel vendicarlo! La mia missione consiste nel farla pagare cara a Heith.

È questo che voglio.

-A me sembra che non ci siano tutti i pezzi...-

-Ma alla fine è solo una leggenda, giusto?-

sussurrai abbattuta volgendo gli occhi al cielo.

Devo ammettere che ho conosciuto mio padre solo attraverso una vecchia storia, magari inventata da un vecchio barbone che mi ha venduta al porto per qualche soldo.

Magari li ha sperperati in rum prima di diventare troppo decrepito da distinguerne il sapore dall'urina, anche se ad Arianrhod non c'è molta differenza.

Bleah!

Provare per credere!

-Cosa farai una volta trovati gli oggetti?-

-Semplice, andrò incontro al mio destino!-




Note dell'autrice: 
Un nuovo personaggio! Benvenuto, Roman! 
Come promesso capitolo più lungo e con più informazioni! bacissimi
Debby

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Capitolo 8
*** Eighth step: Prey. ***



-CAPITOLO 8-


 

Dopo svariati sentieri imboccati ed abbandonati ci accorgemmo che si era fatta ormai sera e l'unica fonte di illuminazione a cui era possibile fare affidamento era la pallida luce della luna che ci accompagnava da non poco tempo. Avremmo dovuto trovare il covo ore fa ma, come avevo annunciato ben più volte a Kim, stavamo girando in tondo e nelle mie condizioni non c'era niente di più preoccupante che passeggiare allegramente in un bosco dal quale la civiltà dista chilometri, con un armadio a due ante a farmi da guida e senza avere idea alcuna di dove mi trovassi.

Tra l'altro se me ne fossi andata avrei rinunciato al mio tanto agognato bottino!

-Ehm, non sarebbe meglio tornare domani allo spuntar del sole?-

-Si, certo... se solo riuscissi a vedere qualcosa!-

Ebbene si, avevo ragione anche se alla fine avrei dovuto immaginarlo che sarei finita in qualche trappola, in fin dei conti me la stavo prendendo con l'amichetta del gigante e di conseguenza eliminarmi gli avrebbe risolto un paio di problemini. Lo so, un pizzico di ottimismo non fa male, magari ci eravamo semplicemente persi, ma non si sa mai:come diceva Klaus 'Bisogna sempre essere prudenti... quando conviene!'.
Mentre il ragazzo si accingeva ad improvvisare una fiaccola con due rametti (cosa altamente improbabile), io cercai di convincermi che me la sarei cavata per poco anche stavolta quando d'un tratto mi voltai a controllare i progressi di Kim
che si era fatto stranamente silenzioso, ma mi parve di vederlo trasformato in una pantera nella stagione di caccia: le sue orecchie si muovevano impercettibilmente verso ogni minimo rumore e se ne stava lì, fermo, come un felino in agguato che attende pazientemente la prima mossa dell'avversario.

Era in evidente stato allarmante, con i muscoli tesi e lo sguardo assorto nel nulla e quei luminosi smeraldi incastonati le cui pupille seguivano il fruscio del vento tra i cespugli... a quanto pare non eravamo soli, di nuovo.

Le nostre ginocchia si flessero istintivamente, quasi con sincronia, e mentre lui si protese in avanti per scorgere qualche ombra indistinta tra le fronde, io indietreggiai lentamente, pronta a schivare qualsiasi cosa mi si fosse parata davanti. La mia difesa spontanea mi portò presto ad amplificare i miei sensi per intercettare eventuali intrusi in avvicinamento. Avevo la pelle di drago per l'emozione e sul momento pensai 'Essere aggrediti da un branco di lupi fa parte dei rischi del mestiere?'

Oh, se l'avessi raccontato in locanda non ci avrebbe creduto nessuno!

-Paura?-

-Nah, dopamina...-

Già, dopamina: il motivo della mia esistenza (dopo il bere e i cuscini di piume d'oca). Nel mio temporaneo vortice di emozioni cercai di mantenere la calma per escogitare un piano di fuga veloce ed efficace e anche se sapevo che l'istinto avrebbe prevalso ugualmente tanto valeva fare un tentativo.

Mentre l'ansia aumentava intuii che con un'alta percentuale le prede eravamo noi, il mio cuore saltò qualche battito e cominciai a sentirmi improvvisamente più leggera. L'equilibrio del mio corpo era compromesso così, come c'era da aspettarsi dalla mia solita fortuna, inciampai all'indietro e tutto rallentò per un attimo il che mi permise di veder materializzarsi una figura alle spalle del lottatore. Cercai di urlargli di girarsi ma non feci in tempo:
non ricordo esattamente in che modo ma ero finita sotto terra.

 


Quando mi risvegliai non mi ci volle molto a capire che ero finita nel famigerato ''Covo della ladra'' dal momento che era letteralmente impossibile muovere un passo senza schiacciare gioielli che avrei venduto l'anima al diavolo per avere. La sorpresa fu che non era poi così inespugnabile.
-Ma che... ?-
Scossi la testa dolorante strisciando con la schiena contro la parete per alzarmi evitando di cadere nuovamente.
Era tutto così... prezioso.
Prima di iniziare la ricerca dei manufatti frugai un pò in giro per vedere che aspetto aveva Leah, ma a quanto pare la padrona non era in casa. Poco dopo il mio pensiero si volse a Kim, chissà che gli era successo, forse si era scontrato con qualche lupo, un galeotto... o meglio, Leah stessa! Dovevo sbrigarmi se volevo uscire prima di domani da questa maledetta galleria di Re Mida, dunque decisi di rovistare nell'angolo in fondo poichè aveva tutta l'aria di essere la sezione 'cianfrusaglie' e ,non a caso, ciò che mi serviva corrispondeva perfettamente alla descrizione. Qui tutto aveva un ordine particolare tuttavia non riuscii a vedere subito i miei oggetti: un vecchio cannocchiale scientifico, una bussola e un orologio.
Dopo una frettolosa ricerca senza risultati mi dissi che, tra tutti questi oggetti, se avessi portato via con me un souvenir non se ne sarebbe di certo accorto nessuno.




Note dell'autrice:
Ciao a tutti! 199 visite!!! <3 Troppo corto come capitolo? Accidenti :/ 
Finalmente siamo arrivati a Leah, ci abbiamo messo un pò ma Cassie è lenta a camminare e a pensare quando non beve da circa 10 minuti :D
Dal prossimo capitolo scopriremo altre verità, altri misteri e altri personaggi!
Stay Tuned :*

Debby

 

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