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di Sawako_RagDOLL
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Love is Requited ***
Capitolo 2: *** 2- Bitter Words ***
Capitolo 3: *** 3- Someone to love ***



Capitolo 1
*** 1- Love is Requited ***


 

L O V E    I S   R E Q U I T E D
 

So the day has finally come
With my past I've drawn the sum
And I'm glad I'm moving on

Lost in un-returning time
Let the winter chill my prime
But I'm done, I'm moving on

Looking back can help you through
But I wonder if that's true
I don't wanna have to stake it
Ohhh
Maybe sorrow is my gain
And I'm learning from the pain
But I'm ready to move on

Coz the moment's high
And my tears have dried
And I feel
Show myself in flame and steel

Coz the moment's high
And I'm out to try
This is real
Clad myself in flame and steel

Yeah, you'll be invited
If you're willing to show your hand
Love is requited

Yeah, you'll be invited
If you're willing to show your hand
Love is requited

Lost in un-returning time
Let the winter chill my prime
But I'm done, I'm moving on

Maybe sorrow is my gain
And I'm learning from the pain
But I'm ready to move on

Coz the moment's high
And my tears have dried
And I feel

Show myself in flame and steel
Coz the moment's high
And I'm out to try
This is real
Clad myself in flame and steel

Yeah, you'll be invited
If you're willing to show your hand
Love is requited

Yeah, you'll be invited
If you're willing to show your hand
Love is requited

* * *

 

La brezza era appena più accentuata che nell'entroterra, quanto bastava perché il ragazzo sentisse i capelli corti solleticargli la fronte e la nuca. Non aveva freddo.

Il placido sciabordio di quella distesa d'inchiostro era il solo suono che accompagnava quello dei suoi piedi che affondavano nella sabbia.
Onda dopo onda, il richiamo del mare era ipnotico, ma era stato il flusso dei suoi pensieri a guidarlo fin lì su quella pallida mezzaluna di sabbia, poco prima che l'alba cominciasse ad irradiare nuova luce sul mondo. Sembrava proprio che ultimamente tutte le cose importanti che lo riguardavano dovessero succedere vicino al mare.
Alzò gli occhi ambrati, che furono subito calamitati in cielo da Tui. Quel globo lattiginoso ancora rischiarava e vegliava su Ember Island.

Le due anziane, Li e Lo, avevano detto che l'isola aveva la capacità di levigare l'animo delle persone, di cambiarle.
Lui non ci aveva mai creduto, lo considerava nulla più che un romanzesco tentativo di ammantare l'isola di quel tocco di mistero che stuzzicasse l'immaginazione di chi ascoltava quelle leggende, roba per visitatori insomma, puro folklore locale.

 

Ma per quale altro motivo Zuko avrebbe dovuto essere lì a quell'ora del mattino, senza aver avvertito nessuno, se non perché qualcosa stava cambiando?


L'isola lo aveva davvero levigato, privandolo delle sue protuberanze più spigolose, di quanto di male gli aveva gettato addosso il suo passato e lasciandolo lì a fare i conti con quel suo nuovo sé stesso, apparentemente uguale, fondamentalmente diverso.
Un sé stesso che stava imparando a fare i conti col dolore, trasformandolo in motivazione.

 

Lasciò cadere i vestiti poco lontano dalla riva, dove l'acqua non avrebbe potuto bagnarli, per poi dirigersi verso il mare, ignorando i brividi sulla sua pelle.


Che forma avrebbe preso adesso?
Che cambiamento avrebbe fatto sotto quel cielo che andava rischiarandosi?
Il giorno prima aveva ammesso di essere arrabbiato con se stesso, per le decisioni prese, gli sbagli, aveva iniziato a capire.
Cosa avrebbe portato la nuova alba?

 

Immerse i piedi nell'acqua. Venne attraversato da un brivido, ma la sensazione era piacevole, una fresca carezza tra le dita dei piedi, fino alle caviglie, per poi tornare, ancora.
 

La decisione era lì, pronta di fronte ai suoi occhi, ora si trattava solo di avere il coraggio di abbracciarla. Il momento era giusto, era forte abbastanza per ricominciare laddove il suo cuore gli stava gridando di andare.
Avrebbe teso la mano verso di loro, l'Avatar e i suoi amici, e avrebbe accettato quello che sarebbero stati disposti a dargli. Avrebbe provato ad essere un uomo diverso.

E forse, si sarebbe sentito un po' meno solo.

Si tuffò, il suo corpo venne rapidamente inghiottito dalle acque.

Un nuovo inizio. Il suo battesimo.


 

* * *

Eccomi di ritorno, e questa volta vi presento una bella raccolta dedicata ai miei due personaggi (e la mia impossibile coppia) preferiti.

Detto questo, spenderò due parole su questo primo capitolo (il più corto di tutti).
Ho voluto ambientarlo esattamente dopo la puntata de "La spiaggia".
è da qui che parte tutto il ciclo.

Cosa sarebbe successo se la risoluzione di Zuko di unirsi alla squadra dell'Avatar fosse arrivata prima? Sarebbe cambiato qualcosa o sarebbe rimasto tutto immutato?

Sta a voi scoprirlo.

Devo confessare di essere stata un po' combattuta però. Fare o non fare andare via Zuko prima che possa scoprire di Sozin, prima che possa affrontare suo padre?
Che piega potrebbero prendere in questo modo gli avvenimenti?
Non esitate a dire la vostra, ogni consiglio/critica/suggerimento sarà ben accetto e considerato.
Ci tengo a far si che questa fanfiction sia fatta bene (E abbia ONORE!! :NDZuko)

Alla prossima canzone quindi :3

(In caso ve lo stiate chiedendo, la canzone a cui si ispira questo primo capitolo è "Love is Requited" di Elisa. )
 

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Capitolo 2
*** 2- Bitter Words ***


B I T T E R    W O R D S


 

I don't know if I'll ever tell you this story
I don't even know whether we'll have the chance
I don't know if you'll ever see me shaking like this
I'm not sure I can open my door to more…

Bitter words, full of rage, and clever ways
To find the key to my weakest side

I just can't see where the truth lies
I remember seeing in your eyes…
But then, oh then, such bitter words
When you knew I wasn't hiding
You… you hit my soul, you couldn't make it any deeper inside
You just hit my soul and I cried, I cried over

Bitter words, full of rage, and clever ways
To find the key to my weakest side

Now only one word is left for me to say: why?


* * *

Come potevano stare lì a scherzare con lui così facilmente? Come ci riuscivano?
Soprattutto Aang, lui avrebbe dovuto essere il primo a provare risentimento dopo quello che Zuko gli aveva fatto in passato. Ma in fondo, Aang restava Aang.

Non ci riusciva. Katara non riusciva a fingere che andasse tutto bene, che non fosse mai successo nulla, non poteva sorridere e basta. Il dominatore del fuoco si era unito a loro già da parecchi giorni, da quando c'era stata l'eclissi. Dovevano ringraziare lui se erano riusciti ad andare via dall'isola incolumi. Era a tutti gli effetti parte del loro gruppo.

 

Avrebbe dovuto esserci abituata ormai, farsene una ragione e accettare questa nuova situazione.

E invece niente.


Non poteva fingere perché non poteva ammettere che Zuko l'avesse ferita così in profondità durante il loro ultimo incontro da non essere ancora guarita.

Erano state parole amare, forti, che facevano male e lasciavano segni.
Segni ancora troppo freschi. Bastava la vicinanza, una parola, uno sguardo, e i ricordi riaffioravano impietosi.

 

Più passavano i minuti meno la dominatrice dell'acqua si sentiva a suo agio in quello che era il suo stesso gruppo. Partecipava passivamente alla conversazione, limitandosi a guardare, il malumore che non sembrava intenzionato ad abbandonarla ormai da giorni. Da quando lui era arrivato in mezzo a loro, non riusciva a rilassarsi, era bloccata dietro una porta che lei stessa aveva chiuso. Intanto ascoltava.
-Se vuoi davvero tornare ai vecchi tempi Aang potrei, uh... inseguirti e cercare di catturarti-

 

-No grazie, se possibile rifiuterei-

 

La battuta del dominatore del fuoco venne accolta dalle risate di tutti gli altri, cosa che non fece che accrescere il disagio che la ragazza provava.


-Sì sì, molto carino e bla bla, che ne dite ora di un brindisi?-

 

-E a cosa vorresti brindare esattamente Sokka?-

 

-Mmh... ai miei piani genial-OUCH! Toph, mi hai fatto male sul serio!-

-Io proporrei un brindisi al Principe Zuko, che con un colpo di coda è arrivato all'ultimo il giorno dell'eclissi a salvare la situazione!!-

 

Poi ci fu il brindisi.
Brindavano per lui.

-Ragazzi grazie, non credo di meritarmelo!-

 

Fu in quella che decise di averne abbastanza.

 

-No, infatti.-

La stavano guardando tutti ora.
Non capite. Non potete capire.

-Me ne vado.-

Non aspettò che qualcuno cercasse di fermarla e sperò vivamente che nessuno si sovrapponesse tra lei e la sua via di fuga. Se ne andò lasciandosi dietro il silenzio.

Aveva bisogno di calmarsi, di raccogliere i pezzi, di... non sapeva nemmeno lei di cosa avesse bisogno. Forse semplicemente di allontanarsi da lui.


La solitudine non migliorò le cose. Lontano dal focolare era buio e freddo, e Katara scoprì ben presto che la sensazione che le opprimeva il petto non era affatto sparita.
Prese qualche respiro profondo, in attesa.

 

Toc-toc.
 

Lo sentì più che vederlo. L'aveva seguita alla fine.
Se lo aspettava, ma constatarlo e realizzare che avrebbe dovuto affrontarlo in quello stato era tutta un'altra faccenda. Era sempre così con lui. Tutto diventava caos.

 

-Non stavate facendo un brindisi? Dovresti essere con gli altri visto che ora siete tutti così amici.-

 

-Non tornerò fino a che non mi dirai cosa c'è che non va.-

 

Perché?

 

La voce profonda di lui irruppe nei suoi pensieri. Katara si aspettava rabbia, invece trovò dispiacere e frustrazione.

 

-Tutti sembrano avermi perdonato, perché tu sei ancora così ostile nei miei confronti?-

 

Pensavo avessi detto di essere cambiato!!”
“Infatti lo sono”.

Acqua contro fuoco.
Nemico, amico, qual era la realtà?

 

Le sentì risalire dentro di sé come il getto di un geyser, bollenti, rabbiose, incontrollabili.
Parole amare, piene di rabbia.
Le sue.

-Tutti quanti ORA si fidano di te?!? Anche io mi sono fidata di te molto prima di tutti gli altri, a Ba Sing Se, non ricordi?? E tu mi hai voltato le spalle e mi hai tradita! Ci hai traditi tutti!!-

 

Eccola la verità.
Quelle parole amare erano sempre state le sue. Parole che non facevano che far emergere la sua parte più debole. Più urlava, più le parole rivelavano ciò che non voleva ammettere,che non doveva ammettere.

E una volta pronunciate la possedevano interamente.
Non c'era ritorno, non c'era più freno.

Poteva solo lasciarle scorrere via, fino a consumarla.

 

-Lo so, sono stato un idiota ma sono qui per rimediare a quello che ho fatto! Ci sto provando! Cosa posso fare per farmi perdonare?-

 

-Sembra che gli altri ti abbiano già perdonato, quindi niente no? Sei ritornato, hai salvato la giornata aiutandoci a fuggire quando abbiam capito troppo tardi che Ozai non era dove avrebbe dovuto essere. Poi evviva evviva, ci hai difesi dall'uomo combustione che avevi assoldato. Che altro dovresti fare!-
 

Già. Che altro?

 

Un sospiro.
-Fammi riformulare. Cosa posso fare per farmi perdonare da te? -

 

Non avrebbe dovuto essere così accomodante con lei, perché voleva farsi perdonare a tutti i costi?

Perché sembrava così maledettamente sincero? Perché il fatto che lui cercasse così tanto il suo perdono, la sua approvazione, la faceva sentire felice e amareggiata allo stesso tempo?

 

-Vuoi davvero saperlo? Te lo dico io cosa puoi fare-

 

Fermati. Non continuare.

 

-Forse potresti restituire Ba Sing Se al Re della Terra!-

 

Bruciavano. Ormai era tardi.

 

-Oppure, già, potresti restituirmi mia madre!!-
 

Il silenzio che calò subito dopo pesava sulla sua anima con un macigno.
Nel momento stesso in cui le pronunciava, la ragazza si rese conto di quanto fossero sbagliate, ingiuste, di quanto fossero orribili.

Proprio a lui, che più di tutti capiva cosa voleva dire crescere senza l'affetto di una madre.
La persona che l'aveva colpita più in profondità di tutte.

 

Ecco perché aveva così tanta voglia di piangere.

 

Lo superò perché non sopportava di vedere il suo sguardo dopo il colpo che gli aveva inferto.
Lo superò perché quelle maledette lacrime premevano ai lati dei suoi occhi e non sapeva se sarebbe riuscita a dominarle questa volta.
Lo superò, perché non era mai stata pronta ad aprire quella porta.

 

Ma non poté impedire al vento di trasportare quelle due parole fino a lei.

-Se potessi.-

 

Quella notte, una ragazza andò a coricarsi nella sua tenda, domandandosi nel silenzio della notte come era arrivata ad essere influenzata tanto dalle parole di lui, dai suoi gesti... sarebbe stato così sbagliato, cedere?

 

Sempre quella notte, un ragazzo rimase a vegliare su quella stessa ragazza, per cui – realizzò in quegli interminabili momenti passati ad aspettarla- avrebbe fatto di tutto.
 

* * *
 

Eccomi con il secondo capitolo di questa ff.
Scusate la lentezza nell'aggiornare, ma sto ponderando bene ogni singolo capitolo in modo che questa "what if" risulti il più credibile possibile ><
Voi potreste dirmi "è una what if, potresti cambiare quello che vuoi!", e in effetti sì, potrei. Potrei benissimo farlo. Ma ci sono alcune cose che non si possono non tenere in considerazione U___U

Ho scelto un'altra canzone di Elisa.
Ora che stiamo andando avanti, posso rivelarvi di aver deciso di scegliere solo canzoni di questa autrice, e prima di cercare approfonditamente i testi non credevo che TANTI si potessero adattare a Zuko e Katara. °___°

E ora, spiegazioni time!!

Sì avete capito bene, Zuko è riuscito a raggiungere la Gaang il giorno dell'eclissi, purtroppo più tardi di quanto lui stesso avrebbe voluto, ma è intervenuto ed è riuscito ad aiutarli, cosa che gli ha fatto guadagnare la possibilità di poter andare via con loro.
Perchè non li ha raggiunti prima?
Quando Zuko lascia Ember Island non ha ancora bene idea dove Aang e gli altri possano essere andati.
Deve tener conto che Azula potrebbe decidere di seguirlo, dal momento che Zuko sa Ozai è a conoscenza del piano di invasione durante l'eclissi.
E soprattutto, Aang e gli altri si sono spostati in quel periodo.

La scena qui sopra poi, immagino l'avrete riconosciuta vero?
Ho voluto tenerla, ma, le cose si sono modificate leggermente. La risoluzione di Zuko è maggiore nel farsi perdonare da lei. Mentre Katara, beh, lei è più confusa di quanto non fosse stata nel cartone. Più turbata. HA VISTO Zuko aiutarli durante l'eclissi. Rivoltarsi contro la sua patria PER LORO.

E allora perchè, perchè è così arrabbiata con lui?

So che finora magari sono pochi cambiamenti, o vi aspettavate di più, ma spero continuerete a seguire e ad apprezzare questa storia e il modo in cui la sto gestendo (><)

Vorrei ringraziare INFINITAMENTE le persone che hanno recensito questa mia ff, xHoranismine, Little Redbird e BellaLuna.
Mi avete dato la carica.
E la mia amica Cry, che da giorni sopporta i deliri della sottoscritta sulle possibili variabili.

Alla prossima.

Sawako.

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Capitolo 3
*** 3- Someone to love ***


 

 

S O M E O N E   T O   L O V E

 

 

You call me your friend, so you give me a name
I feel much stronger now that I have found
A place to be
It is nothing you see..
It's nothing new but everything could change
You call me your friend, then you show me a way
To lose my fear so I could take a chance
And walk on through where I can barely stand
Thought I would break but I feel I could bend
...I feel I could bend
When you finally open the door
To let everything in
You'll find out you're not alone
And that you are someone to love
You call me your friend, you decide I can stay
To learn your faults and love you anyway
To see your world and all your secret fears
Reveal your beauty waiting to be seen
Or just to know what you mean...
When you finally open the door
To let everything in
You'll find out you're not alone
And that you are someone to love
When you finally open the door
To let everything in
You'll find out you're not alone
And that you are someone to love
And you don't ever have to stop dreaming
And you don't ever have to stop dreaming
...Someone to love
When you finally open the door
To let everything in
You'll find out you're not alone
And that you are someone to love

 

 

***

 

L'alba quel mattino lo colse con un buonumore che non aveva niente a che vedere con il bel tempo.

Per la prima volta dopo tanto Zuko si risvegliava con una sensazione diversa dal vuoto che era solito pugnalarlo appena apriva gli occhi.


La sensazione di non essere fuori posto, di cominciare ad appartenere a qualcosa.


Non indugiò però a lungo tra le lenzuola- in quel momento gli sembrava un terribile spreco- e ben presto era là fuori ad allenarsi nel dominio del fuoco in quello che era il cortile della sua vecchia casa di Ember Island, il loro nuovo nascondiglio.

 

Il sole era ancora tiepido, i suoi raggi un delicato abbraccio. Stese le braccia verso il cielo allungandole al massimo, e cominciò.

Niente rabbia, nessuna fretta, puro lavoro del corpo.

Regolare il respiro.

La concentrazione nel far muovere i muscoli nelle varie forme, osservare il fuoco che si sprigionava ad ogni movimento riuscito.

 

-Ehilà Sifu, già sveglio?-

 

Sifu.
Si era abituato. Gli piaceva, in qualche strano modo.

Il ragazzo interruppe il suo allenamento e si voltò verso il giovane monaco che lo stava osservando dal porticato e aveva dipinta sul volto la solita espressione allegra.

 

-Perché non vieni ad allenarti anche tu? Ci sono ancora un po' di cose da perfezionare perché tu possa completare il tuo addestramento nel dominio del fuoco.-
Stentava a credere alla nota serena che c'era nelle proprie parole, e forse anche il monaco ne fu un po' sorpreso.
Aang sorrise mentre gli si avvicinò in un unico balzo, aiutandosi col dominio dell'aria.

-Se lo dice il mio insegnante suppongo dovrei crederci, ma non darti tante arie! Diventerò più bravo di te!-
-Solo se mi raggiungerai.- fu la sua unica risposta prima che i due ragazzi cominciassero assieme l'allenamento, senza bisogno di ulteriori parole, uno lo specchio dell'altro.


Zuko era cambiato. Quello che Aang aveva di fronte non era più il suo nemico, la persona che aveva passato mesi a cercare di catturarlo per consegnarlo al Signore del Fuoco, il ragazzo arrogante e arrabbiato.
No, non lo era più. Questo “nuovo” Zuko era decisamente un qualcuno che il giovane Avatar poteva iniziare a considerare un vero amico, oltre che un maestro.

-Beh ma fino a qualche giorno fa avevi perso il tuo dominio, quindi in un certo senso non stai ricominciando anche tu?- buttò lì Aang ad un certo punto, curioso della reazione.

Era stata una bella avventura quella per recuperare il dominio del fuoco che il ragazzo aveva perduto in seguito al suo cambiamento, se si escludeva tutta la parte in cui erano rimasti intrappolati nella melma appiccicosa.
Ne erano usciti entrambi più forti.

-Io ho comunque anni di allenamento alle spalle Aang, non ci provare. Devi allenarti lo stesso!- lo rimproverò, sebbene in modo molto leggero.


Cambiato fino ad un certo punto insomma. Ma era un tentativo che andava fatto.
 

-Ricevuto sua Focosa Autorità!-

 

Zuko non fece in tempo ad irritarsi per il nomignolo (non che ci volesse così poco per rovinar il suo umore quel giorno ma andiamo, “focosa autorità”? Il dominatore dell'aria passava troppo tempo con Sokka o forse era il contrario. Delle due l'una.) che Aang lo interruppe nuovamente.

 

-Comunque, sono felice che le cose si siano risolte sai. Tra te, e Katara.-
Nel nominare la giovane il tono di voce di Aang era leggermente cambiato, sembrava pensieroso anche se lieto della novità.
Aang aveva aspettato pazientemente il ritorno di Katara e Zuko il giorno prima. Quando li aveva visti arrivare assieme aveva avvertito qualcosa. Qualcosa tra loro si era smosso, l'astio di pochi giorni prima dissipato.

 

Per quanto riguardava Zuko...il ricordo gli portò come una scarica aggiuntiva di adrenalina e il ragazzo si accorse che esimersi dal sorridere si era fatto improvvisamente più difficile, mentre un qualcosa dentro fece si che le fiamme scaturite da quell'ultimo movimento fossero più calde e luminose.

 

Luminose come il sorriso che Katara gli aveva rivolto la sera prima, calde come le braccia che gli si erano gettate al collo in quel semplice gesto.

 

-Ne sono felice anche io- riuscì a rispondere in un tono di voce stranamente normale.

 

Poteva non voler essere così franco con Aang – era ancora poco avvezzo a quegli slanci di sincerità emotiva a dire il vero- ma non poteva negare a se stesso che il buonumore dipendeva dall'aver finalmente ricevuto il perdono della dominatrice dell'acqua. Almeno non quando il solo nominarla gli faceva quell'effetto. Era più che buonumore. Era felicità.

 

Le giornate precedenti erano state....difficili.
I frequenti battibecchi con Katara, il litigio la sera del falò, e infine la questione degli assassini di sua madre.

Parlando con Sokka, il ragazzo aveva capito che la donna era stata uccisa non da soldati qualunque della Nazione del Fuoco, bensì da un particolare gruppo, quello dei Predatori Meridionali.

 

Appena aveva detto alla dominatrice che sapeva dove trovarli Katara era subito voluta partire e cosa ancora più sorprendente gli aveva chiesto di accompagnarla.

Lui aveva capito fin da subito che in quel viaggio c'era qualcosa di più grande in ballo che una semplice vendetta. No, la vendetta non la corrispondeva affatto.

Era una ricerca per rispondere a una domanda, una prova che la ragazza doveva affrontare per poter essere libera di andare avanti.

Per qualche ragione, Zuko si ritrovava ad essere quello che la capiva più di tutti, e forse era proprio per questo che lei aveva scelto lui perché la aiutasse, nonostante i rapporti fra loro fossero tormentati.

E quel viaggio era stato fonte di nuove conquiste e scoperte per entrambi.

 

Non c'erano state molte parole su quanto era successo la sera prima, ma Katara gli era sembrata decisamente più bendisposta verso di lui. Gli aveva raccontato dell'ultima volta che aveva visto sua madre.
Kya, si chiamava.
Zuko le aveva così raccontato di Ursa, la propria madre, e di come era semplicemente scomparsa una sera senza lasciare traccia, solo qualche parola di conforto.
La conversazione non era proseguita oltre, ma dopo entrambi erano rimasti svegli, approfittando della reciproca e muta compagnia, traendo forza da quel silenzio per prepararsi a quello che li attendeva.


Avevano trovato facilmente la loro base, e da lì era stata tutta una corsa.
Irrompervi all'interno, mettere fuori combattimento le guardie, interrogare il comandante per poi scoprire che l'uomo che cercavano era andato in pensione da anni. Ma alla fine avevano trovato anche lui, e Katara aveva avuto il suo confronto.

-L'ho usato di nuovo.- Irruppe la ragazza ad un certo punto, durante una pausa del viaggio di ritorno.
-Cosa?-
-Il dominio del sangue. Mi ero ripromessa dopo averlo imparato da Hama che non lo avrei usato più. Invece... ho dominato il sangue di quell'uomo senza pensarci due volte.- Zuko sentì la debolezza nelle sue parole. Il senso di colpa di chi sa di aver fallito, in primis con se stesso.

Quante volte si era sentito anche lui a quel modo?


Non le rispose subito. Pensò a quello che avrebbe sempre voluto sentirsi dire in quei casi. Ma quando trovò la risposta, pensò che fosse davvero semplice.
-Ci sono sbagli che dobbiamo fare per capire in che modo possiamo proseguire. Cadere per rialzarsi. Hai usato il dominio del sangue. Avresti potuto ucciderlo, avresti potuto uccidere anche il vero assassino di tua madre. Ma non lo hai fatto.- sollevò lo sguardo, puntandolo deciso in quelle iridi azzurre.

-è questa la differenza tra te e loro.-
Era bastato. Le nubi che oscuravano lo sguardo di Katara se ne erano semplicemente andate, e lei aveva annuito, grata.

Perché persone come loro non avevano bisogno di qualcuno che gli dicesse “Va tutto bene”, o che giustificasse i loro sbagli. Nemmeno di qualcuno che li accusasse a spada tratta per quanto di sbagliato avevano fatto.
Persone come loro due dovevano scontrarsi con la realtà, per poi capire che un modo per andare avanti a testa alta esisteva.

-Guido io ora. Tu riposati.- le aveva detto Zuko, montando su Appa e prendendo le redini.

-No davvero posso..-

-Non mi preoccupo per la tua forza, tranquilla. Ho solo deciso così.- le aveva sorriso, e per un attimo lei aveva ricambiato.
 

Lascia che qualcuno si prenda cura di te.

Quegli attimi erano stati quasi più significativi.
Nella loro semplicità, non voleva condividerli con nessuno.


Agni, cosa non aveva il potere di fargli provare quella ragazza.


Tornò a concentrarsi sull'allenamento, deciso a bloccare il flusso sconveniente che stavano prendendo i suoi pensieri. La sua mente quel giorno tendeva a vagare con fin troppa facilità.

-Zuko..-chiamò ancora Aang, attirando la sua attenzione ancora una volta. Aveva tutta l'aria di chi stava per fare una domanda delicata.
-Dimmi.-

Un altro movimento. Piegati, ruota, calcia.

-..cosa ne pensi di Katara?-

Cosa aveva detto? Delicata non rendeva per niente. Impossibile era meglio.

Agni quella mattina si stava proprio divertendo a farlo pensare a lei in certi termini.

 

Concentrati.

 

-... che è un'eccellente dominatrice dell'acqua?-
-Sì, sì è vero, certo, ma io intendevo... come persona... che è una ragazza...- aggiunse il monaco, nella voce quella certa urgenza di chi ci tiene a spiegarsi meglio.

Non gli piaceva la piega che aveva preso il discorso. Per nulla. Non si stavano tranquillamente allenando e parlando di quanto fossero migliorate le cose eccetera? Zuko provò a glissare, sperando che Aang intendesse dire tutt'altro da quello che le sue parole lasciavano presagire.

-Che cosa vuoi dire?-

-Io volev..-

-Ehi, voi due! Avete intenzione di allenarvi tutta la mattina o una buona colazione può farvi cambiare idea?-

 

Mai, MAI apparizione della dominatrice dell'acqua fu più gradita a Zuko di questa. Certo, li aveva colti alla sprovvista entrambi facendoli sobbalzare come due piccoli di anatra-tartaruga, ma se non altro aveva interrotto un discorso che Zuko NON voleva cominciare, tanto meno con Aang.

Forse perché non sai come spiegare all'Avatar che stai fantasticando sul suo dolce amore, Zu-Zu?

 

Ci mancava anche la coscienza che si metteva ad imitare Azula. Anche se non poteva negare quello che diceva. Solo, lo avrebbe mai ammesso, anche con Aang?

-Ah, Katara!!- Come dimentico del discorso, il giovane avatar si rivolse alla ragazza. Che lo stesse facendo apposta perché voleva che quella conversazione rimanesse tra loro o gli interessasse poco avere una risposta e stesse solo dando voce a delle sue perplessità Zuko non riuscì ad intuirlo del tutto, ma decise di fare altrettanto. Rimase però in lui la sensazione che presto o tardi avrebbero dovuto affrontare quel discorso.

-Per questa mattina possiamo concludere. La colazione è una buona idea.- rispose, sollevando così il monaco dall'allenamento. Aang lo precedette mentre lui rimase un po' indietro, perso nelle realizzazioni dell'ultimo minuto.

 

Katara li vide entrambi muoversi per raggiungerla; li aspettava nello stesso punto da cui si era affacciata poco prima, spostando il peso da un piede all'altro. La ragazza guardava le loro figure avvicinarsi quando il suo sguardo incontrò quello del dominatore del fuoco.
Fu sorpresa di vedere un diverso tipo di scintilla ardervi dietro. Non era la prima volta che si ritrovava a guardarlo negli occhi da quando lo aveva conosciuto, e ogni volta quegli occhi le avevano rivelato qualcosa.
Frustrazione,tristezza, solitudine, ira, determinazione.
Da un paio di giorni però c'era qualcosa di inconsueto.

Era un tipo di luce che ti spingeva ad osservare più attentamente, un fulgore caldo e accogliente che invitava ad andare sempre più a fondo in quelle iridi ambrate...

-Cosa hai preparato di buono?-

Katara si riscosse al suono della voce di Aang, accorgendosi in quel momento che erano entrambi lì e aspettavano lei per andare.
Aveva... lo aveva davvero fissato per tutto il tempo?
Incredula guardò Zuko ancora una volta, come aspettandosi che la risposta al proprio comportamento gli si palesasse davanti all'improvviso.
Sbattè le palpebre, una, due, tre volte.
Il calore le invase per un attimo rapido le guance così che distolse subito lo sguardo, parlando ad Aang e precedendoli -finalmente-verso la sala da pranzo.

-Oh, c'è un po' di tutto la cucina era ben fornita, e ho fatto anche un dolce semplice!- la frase le uscì in un acuto trillo, decisamente troppo entusiasta per una che stava parlando solo della colazione.

 

E se la ragazza si stava augurando che queste stranezze fossero passate inosservate, qualcuno le aveva notate eccome.

Fissato in quella maniera da Katara Zuko si era sentito come sotto esame.
Era come tornare piccolo e ritrovarsi sotto lo sguardo severo del nonno Azulon, la stessa stretta allo stomaco -solo, infinitamente più piacevole e decisamente molto meno inquietante.

Aveva iniziato a farsi domande stupide -ho detto qualcosa di sbagliato? Avrei dovuto aggiungere qualcosa? Sto indossando i vestiti al contrario?- prima di decidere di darsi un contegno e non affrettare a trarre conclusioni, come gli diceva sempre lo zio.
Quegli occhi azzurri lo avevano inchiodato passo dopo passo, rendendo il semplice atto di camminare particolarmente arduo. Più si era avvicinato più aveva potuto cogliere i dettagli di quel viso che fino ad ora aveva avuto quasi timore di poter scrutare a quel modo.

Ed erano cominciate quelle stupide farfalle nello stomaco nel rendersi conto di quanta bellezza si dischiudeva se solo si aveva il coraggio di guardare più a lungo di un battito di ciglia.


Sì, decisamente una mattinata insolita quella.

 

Una di quelle mattine in cui ti ritrovi in una cucina affollata, con l'Avatar al tuo fianco che si rimpilza di frutta allo stesso tempo parlando senza sosta.

Un ancora mezzo addormentato guerriero della tribù dell'acqua, una guerriera Kyoshi che lo rimprovera di non aver dormito abbastanza -Zuko non volle sapere quale potesse essere la ragione- e una sfrontata dominatrice della terra dall'altra parte del tavolo.
Infine lei.
La persona che fino a un paio di giorni prima avrebbe volentieri fatto a meno della tua presenza, porgerti il tuo piatto per poi sedersi accanto a te ed iniziare a chiacchierare, la tensione svanita.
-Non fare andare sprecati i miei sforzi per realizzare un'ottima colazione per tutta la famiglia, ZuZu.- lo imbeccò lei, sorridendogli.

-Per nessuna ragione al mondo, mamma.-

 

La persona grazie a cui finalmente, aveva cominciato a sentirsi amato.

 

***
 

E come avevo promesso alle persone che hanno recensito l'ultimo capitolo, eccomi tornata nel weekend con il numero tre per questa raccolta!!
Un po' più lunghetto rispetto agli altri per ricompensarvi dell'attesa! :)

Allllooooora, questa volta ci sono un po' più di cose al fuoco come potete vedere.
Aang inizia a farsi comprensibilmente due domande. E non saranno le prime due che si fa, preparatevi!
E Zuko... beh si commenta da solo.

Forse mi sono dilungata un po' tanto nel flashback, ma qualche piccola aggiunta alle puntate dei Southern Riders l'ho aggiunta. Hanno parlato un po' di più. Soprattutto per quanto riguardava le loro madri. C'è stato un'ulteriore scambio, una sorta di continuo del loro discorso sotto le gallerie di Ba Sing Se u.u
E ho aggiunto un po' di senso di colpa per Katara, quello che si era intravisto nel suo sguardo quando lei se ne stava lì sul molo, poco prima di perdonare Zuko. (quanti di voi hanno adorato quella scena? QUANTI??? *uccide fangirl interiore* stavo facendo un discorso serio io qui!! è___é)

Il resto lascio commentare a voi, ma, vi lascio con una piccola domanda!!

Quale "momento" vorreste vedere nel prossimo capitolo?
Scrivetemelo, e non si sa mai, che il vostro contributo possa essere preso in considerazione per il prossimo capitolo ;)

Un grazie ancora enorme alle persone che continuano a recensirmi, davvero non sapete quanto felice state facendo questo piccolo cuore ç_________ç *lascia gadgets zutara a tutte e cupcakes*

Alla prossima!!
Sawako
 

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