In nome dell’amore

di Christine_Heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Prologo ? ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Il mio primo vero fan. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Solo per distrarsi un po' ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Prima di partire... ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Prologo ? ***


Capitolo 1: Prologo ?
 
"Iniziamo.
Prima butto giù qualcosa e meglio è.
Allora che cosa posso scrivere?" penso poco convinto.
Vado giù con la prima frase.
Sono stanco.
Terribilmente stanco.
"Ed è la pura verità." continuo a riflettere.
Kaito ci sta mettendo troppo tempo per prepararsi per la notte.
"Già, chissà dov’è andato a finire il mio tenero neko" penso ancora.
Scosto le coperte leggere.
Mi sistemo nel letto.
Quella notte dalla finestra aperta spira una leggera brezza.
Avrebbe fatto di certo meno caldo.
Niente afa come l’ultima sera.
"Già, sono già due notti che non dormo come si deve per via del caldo opprimente!".
Mi sdraio sul letto e mi passo una mano tra i capelli.
Sospira e ormai sfinito si addormenta.
Sospiro, e ormai sfinito chiudo gli occhi.
Finalmente Kaito si sdraia al mio fianco.
E sempre così bello il mio piccolo neko.
Mi avvicino a lui, e con dolcezza gli bacio le scapole.
Una, due, tre volte.
"Ti fa ancora molto male la spalla?" gli chiedo educato.
"Spalla?" penso stranito.
"Kaito non si è fatto male in questi giorni.".
Le mie labbra si avvicinano di nuovo alla sua pelle.
Un altro bacio delicato.
Intanto la mia mano scende su i suoi piccoli slip.
"Perché dovrei fare una cosa del genere?" penso confuso.
"Ah, già…sto provando un nuovo genere." continuo a riflettere.
"Chissà che mi esce fuori.".
Gli accarezzo con desiderio la parte superiore del suo fondoschiena.
Le mie labbra si spostano sul suo collo.
"Master..." mi sussurra.
"Sì Kaito..." pronuncio senza pensarci.
Gli bacio di nuovo il collo.
Ma questa volta lascio un piccolo segno rossiccio.
Il suo fiocco rosso “magicamente” legato alla sua coda, suona felice.
"Possiamo...?" mi chiede con desiderio.
Rimango stupito.
"Se Kaito mi chiedesse una cosa del genere…non rimarrei stupito di certo…inizierei a dare di matto…comincerei a dirgli che non può chiedermi certe cose…".
Ci rifletto un po’:
"Sì, sicuramente farei così…altro che la meraviglia…al diavolo lo stupore!" penso convinto.
Ma sorrido dentro di me.
Le mie labbra invece si arricciano in un sorriso indiscreto.
La mia lingua gli sfiora la guancia.
Incrocio gli occhi del mio tesoro.
Sono così ansiosi.
"E' quello che vuoi?" chiedo con desiderio.
Il mio fiato caldo sulla sua pelle.
Lo vedo tremare.
Si scuote appena e annuendo mi dice:
"Sì Master..." afferma con un lieve tono di paura.
Sorrido di nuovo.
Chino di nuovo il capo sul mio piccolo.
Sento la sua coda morbida insinuarsi tra le mie gambe.
Gli bacio l'orecchio:
"Voltati allora."
Il mio dolce neko obbedisce.
Si gira verso di me, controllato dai miei occhi pieni di lussuria.
Rido di nuovo.
"E' così bello" penso con senso di soddisfazione.
Mi sdraio di nuovo sul mio piccolo cucciolo “amante”.
"Oddio che cosa orrenda da dire...ha solo 15 anni..."
"Sei sicuro Kaito?" gli chiedo ancora baciandogli l'interno coscia.
Lo sento tremare di nuovo.
"Master..."
Incrocio i suoi occhi azzurri.
I miei castano e blu ceruleo, s'infiammano nel vedere le sue guance appena sfumate di rosso.
Sorrido ancora con un che di “interessato e malizioso”.
Mi abbasso di nuovo su di lui.
Con calma m’infilo sotto la sua maglietta.
Il suo corpo è già caldo più della mia mano.
L'accarezzo delicato, formando dei piccoli cerchi sulla sua pelle morbida.
Kaito trattiene il fiato.
"Questa però...mi è d'intralcio." gli dico.
La sollevo con calma, baciandogli il ventre.
La tiro più su.
E il mio dito assieme alla mia lingua percorrono il suo petto.
L'obbligo ad alzare le braccia.
Lo spoglio, e lascio cadere la piccola canotta per terra.
"E' davvero bellissimo" penso estasiato.
Mi fermo ad osservarlo.
Gli occhi appena lucidi per l'emozione, le guance appena rosse per la vergogna, il corpo piccolo e in fremito per quello che sta accadendo.
Mi chino di nuovo su di lui.
Le labbra gli sfiorano dietro l'orecchio, e scendo giù fino al suo collo liscio.
Gli bacio la bocca.
Un piccolo e semplice bacio.
Delicato.
Mi stacco subito da lui.
La sua coda festosa smette di muoversi.
Kaito sembra quasi deluso.
Scendo di nuovo e gliele bacio ancora.
Avido e arrogante, m’insinuo, e le nostre lingue si muovono all'unisono.
Mi distacco da lui, solo per riprendere ossigeno.
Gli sorrido e gli lecco il labbro inferiore.
Intanto la mia mano scende lungo il suo corpo.
Mi soffermo a baciargli le costole e i fianchi.
Piccoli baci, che lasciano di tanto in tanto piccole sfumature vermiglie.
La mia mano si ferma sul suo intimo.
E così piccolo.
E il suo slip celeste, ancora lo ricopre.
Ma malgrado questo posso sentire la sua “voglia”.
Gli mordo di nuovo il fianco destro...
"Master..." mi chiama inarcando con violenza la schiena.
Gli ho fatto male.
Mi avvicino al suo volto.
L’accarezzo con dita…
Gli accarezzo con dita soffici, la pancia.
Con dolcezza, l’aiuto a distendersi.
Gli solletico l’addome.
Gli sfioro la guancia.
"Scusami..." pronuncio baciandogli la punta del mento.
"Scusami..." ripeto baciandogli di nuovo le labbra.
"Non l’ho fatto volutamente…"
"Non era mia intenzione…" gli sussurro per scusarmi.
"Scusami…" dico un ultima volta, tormentando le sue piccole labbra, con un altro bacio.
E senza “darci” tempo di pensare, gli abbasso le mutandine.
Kaito mi afferra il braccio.
La sua coda si ferma.
Il suo campanellino, smette di suonare.
Sgrana gli occhi e si distacca dalle mie labbra.
"Master..." mi chiama spaventato.
"Sta tranquillo..." gli dico mordicchiandogli il labbro.
"Va tutto bene..." lo tranquillizzo accarezzandogli i capelli.
Gli bacio la guancia.
Poi come una piuma sulla superficie di uno specchio, scendo giù.
Bacio con amore la punta del suo membro.
Lo lascio senza fiato.
"Rilassati..." gli sussurro senza alzare gli occhi.
La mia mano scende ancora.
Si sofferma sulla sua piccola apertura.
Il mio indice inizia a formare piccoli cerchi intorno a quell'area così “intima e unica”.
I lamenti di piacere di Kaito arrivano semplici al mio orecchio.
Sento il suo muscolo contrarsi o “meno” asseconda della mia vicinanza.
Riprendo a baciargli il ventre.
"E' troppo teso!" penso divertito.
"Così rovinerà tutto!"
"Eh…!" o_O
Scuoto la testa, una è più volte per rimuovere quel pensiero assurdo.
Intanto la mia mano non si ferma.
Continua con quei piccoli cerchi di pura “felicità”.
"Mhm..." mormora Kaito.
Mi sono avvicinato di più e lui lo sente.
Mi fermo un attimo.
Sì, mi fermo nel vero senso della parola.
Incrocio il suo corpo perfetto e chiaro.
Kaito ha le mani strette sul petto, la guancia destra schiacciata sul cuscino,il volto un po' più rosso, gli occhi semi chiusi “per godere meglio”, le gambe aperte per facilitarmi il “dovere”.
Mi sono fermato.
E a lui questo non piace.
"Master..." mi chiama quasi offeso.
Deglutisce nervoso.
"...Vi prego...ancora..." mi supplica.
Sorrido e riprendo a “divertirmi”.
" “Divertirmi”…Uhm…O__O…"
Sento Kaito sospirare quasi con fare liberatorio.
Si sistema meglio, e allarga di più le gambe, rilassandole.
"Ti piace?" gli chiedo avvicinandomi al suo orecchio.
" -////-…Quando finisco questo prologo?"
In tutta risposta sento un mugolio più forte.
La sua testa si muove sul cuscino, in un sì sicuro.
"Sì...Master..."
Ormai ha il fiato corto.
E più io continuo, più i suoi gemiti di piacere aumentano.
I miei denti afferrano il suo orecchio.
Lui lesto le abbassa e sospira “soddisfatto”.
Mi sono avvicinato troppo, ma la cosa non sembra dargli fastidio.
Anzi, sembra avere l'effetto contrario.
Lo sento respirare di nuovo con difficoltà.
La cosa ci sta “accendendo”.
Il mio membro non ce la fa più.
Lo sento lamentarsi di nuovo, mentre la mia mano continua a giocare vicino la sua apertura.
Gli bacio l'incavo del collo.
Poi penso bene di passare ad altro.
Avvicino le labbra al suo capezzolo ormai indurito come “si deve”.
Lo bacio.
E tanto basta per infiammare il mio tesoro, che rapido mi afferra le spalle.
"Di...nuovo..." mi dice, accarezzandomi il collo.
Obbedisco, senza farmelo dire due volte.
Le mie labbra lo baciano di nuovo.
Poi lo succhio e lo mordo, baciandolo ancora.
La mia lingua crea piccoli disegni sul quel punto roseo, prima di baciarlo di nuovo.
Lo bacio ancora, prima di riprenderlo con i denti.
"Master..." mi chiama meravigliato.
Gli bacio ancora il capezzolo.
Bacio un’altra volta il suo capezzolo.
Poi gli sfioro il sotto mento.
"Va tutto… bene?" gli chiedo mentre le mie labbra giocano con le sue. labbra.
"Sì...Master..." mi risponde con un filo di voce.
"Se continuo così, smetterà di respirare." penso.
"E se io continuo con questa cosa…finirò con lo smettere di scrivere…a vita!".
Con dolcezza gli bacio ancora il collo, due,tre volte.
Poi mordo la sua spalla.
"Perché dovrei farlo!" penso sconvolto.
"Va beh…vediamo dove va a finire ‘sta scena -__- !"
"Chiedimi di continuare…fammi sentire come “sei bravo”."
Non ottengo subito “risposta”.
Solo i suoi sospiri, che continuano “garbati”.
La cosa m’indispettisce.
Poi i Inaspettato lascio affondare i miei denti nella sua spalla.
Sì, i miei denti affondano nella sua carne sana.
Sento il sapore del suo sangue nella mia bocca.
"Il suo sangue…nella mia bocca…ma per favore…è orribile… :$ "
Kaito mi stringe più forte, e quasi urla dal dolore.
Lo sento respirare a fatica vicino al mio orecchio a me.
E come per farsi perdonare uno sbaglio commesso, inizia a leccarmi il lobo dell'orecchio.
"Chiedo scusa...Master..." mi dice.
"Chiedo scusa…perdonami Master…" continua.
"Ah..." pronuncia dopo.
Solo perchè la mia mano si è avvicinata pericolosamente alla sua apertura.
L'ho sfiorato, accarezzando il margine.
"A-ancora..." mi sussurra leccandomi dentro l'orecchio.
"Ancora…? Come ancora? Guarda che io ti strozzo! Che credi! X( "
Sono quasi entrato.
Ma aspetto.
"Master...per favore..."
Trema nell'attesa del mio gesto.
Massaggio di nuovo l’apertura del mio piccolo.
Kaito rabbrividisce “eccitato”.
Respira meravigliato, con fare stuzzicante e afrodisiaco.
Mi piego sulla sua spalla.
Gli lecco via le poche gocce di sangue.
M’inumidisco le labbra.
" Certo…m’inumidisco le labbra… :/…e fu così che diventai un vampiro…"
Con dolcezza gli sollevo ,gli prendo il volto tra le mani, lo guardo e gli concedo un profondo bacio.
"Master…" mi chiama piano.
Riprendo possesso delle sue labbra.
"Sì Kaito…?" domando mentre la mia mano continua senza interrompersi.
"Io…vi v-voglio…dentro…" mi mormora quasi miagolando.
"Non ancora Kaito…è troppo presto…non sei pronto…". Ansimo quasi quanto lui.
Sospiro e rilasso i muscoli.
Ora sono io quello teso, per via della troppa attesa.
Non resisto più.
"Vi prego…voglio…" mi prega.
"Lo so…" gli sussurro all’orecchio.
Gli bacio la fronte.
Il mio piccolo fa scendere la sua mano destra lungo i miei fianchi e afferra il mio membro “emozionato”.
"Sono…pronto…" mi farfuglia imbarazzato.
Ridacchio e gli sfioro di nuovo la fronte.
"Va bene…" gli concedo piano.
Permetto ad un solo dito di entrare delicatamente in lui.
Ma questo è sufficiente per socchiuderli fargli socchiudere le labbra.
"E’ così stretto." penso stranito.
"EH…! o__O "
Lo penetro di nuovo e il mio piccolo piccino freme.
Mi prendo qualche secondo prima di “aggiungere” un altro dito.
Kaito lo percepisce, singhiozza, e tira su col nasino.
"Da quando sono diventato così…?"
Lo sto “ allargando” piano piano.
" Allargando?"
Sbatto una mano contro la fronte, con fare sconfortato.
"Tutto a posto…?" gli chiedo accarezzandogli “l’erezione”.
"Come prendere per il cu…in giro il tuo neko. Ci sto riuscendo bene? Chissà?"
Le mie dita continuano a ruotare senza sosta.
Kaito in tutta risposta mi nasconde un sospiro strozzato.
Un misto tra piacere e dolore.
Ed io ho appena “iniziato”.
"Io in verità…vorrei appena FINIRE!"
Le mie dita continuano a” divertirsi” ancora un po’ nel suo culetto.
"Master…" mi dice con lasciandosi sfuggire un gemito.
"Che cosa…c’è…" gli domando quasi “ infastidito”.
Il mio dito preme con più forza e scende più in profondità.
Il mio adorabile neko riprende fiato, prima di rispondermi.
"Voglio…voi…"
"…Adesso...dentro di me…" mi implora.
Sorrido.
Tolgo le dita dal suo interno, con enorme disappunto da parte di Kaito.
"Master…"
La sua voce e così roca, le sue labbra così secche.
"Sì, ho le labbra secche…ma per un altro motivo. ù__ù "
Era giunto il momento di arrivare al sodo…anche per me.
"Sodo? Nel senso che lo finisco qui?"
D’istinto il piccolo Kaito apre le gambe, pronto ad accogliermi.
Mi allineo sul suo piccolo “minuscolo” corpo.
Finalmente mi libero dai vestiti ingombranti.
Mi avvicino e il mio membro sfiora la sua apertura.
"Sei…veramente pronto?" gli chiedo agitato, sperando che la risposta sia un sì.
Io infondo sto scoppiando.
"Sì…Master…" mi dice in un sussurro permettendo al suo volto di dipingersi di un nuovo rosso.
Gli accarezzo le gambe e mi sistemo.
"Farà male…" gli dico serio.
" Mhm…per favore…non ce la faccio più…" mi risponde lesto.
"A chi lo dici!" penso.
Entro in lui senza perdere altro tempo.
E a quella nuova sensazione, il bacino del mio cucciolo “gattino” si alza dal materasso e la sua bocca si spalanca in un urlo muto.
Chiude gli occhi.
Posso capirlo, lui è così piccolo, e io sono così grande.
"E qui…pioveranno commenti su commenti…già lo vedo… :| ".
Mi afferra le spalle per cercare conforto.
Vedo una lacrima scendergli sul viso.
E non ho il coraggio di muovermi.
Mi curvo su di lui.
Infondo per lui è la “prima volta”.
Posso capire, non deve “essere facile”.
Gli lecco via quella goccia salata.
Gli accarezzo i fianchi.
"Ti ha fatto male?"
"Fa male…"
"Fa male…vuoi che esco…?"
"Maledizione alle frasi cretine!"
"Ti ho fatto male?" gli chiedo un po’ preoccupato.
Gli bacio il volto.
Lui non risponde.
"Kaito…" lo chiamo sfiorandogli la testa con una carezza.
Il mio piccolo tesoro, inizia a muovere il bacino nella speranza, che io inizi a muovermi dentro di lui, nella speranza che vada più in “profondità possibile”.
"Speranza? Mi sa che nella vita reale…casca male! XD "
La sua coda scodinzola piano.
Il suo campanellino, lo segue.
"Ma ‘sta cosa del campanellino, da dove mi è uscita fuori? Ç__ç "
"Non dico che ci sia male…ma Kaito non l’ha mai portato in tutta la sua vita! T^T "
"Ehi, ehi…" gli sussurro accarezzandogli l’orecchio destro.
"…fai piano…non vogliamo farci male, vero?" gli chiedo gentile.
Lui mi dice di no col il capo, senza lasciarmi.
"Ci penso io…"
"Meno male…così io posso smettere di scrivere."
Lo sento tremare con più energia sotto il mio tocco.
Gli bacio l'inguine, per distrarlo un po’.
Poi la mia erezione sparisce dentro di lui.
Kaito stringe i denti, mordendosi le labbra per non urlare.
Inizio a spingere.
Ah!” pronuncia dolorante Kaito.
Si aggrappa con entrambe le braccia al mio collo e prova ad assecondare i miei movimenti ondeggiando il bacino.
Inizio a muovermi dentro di lui e il mio piccolo si lascia sfuggire un’ altro gemito.
Spingo di nuovo e di nuovo.
Kaito appagato, mi graffia la pelle.
So che gli sto donando un piacere indescrivibile.
Una serie di scariche elettriche di puro “incanto”.
"E certo… mi chiamo “Tesla” di secondo nome."
Cerco di ignorare quel dolore improvviso.
Rantolo e spingo di nuovo.
Cerco di essere il più delicato possibile.
Ma sono sicuro che nonostante tutto il dolore arrivi lo stesso.
Poggio le mani sul ventre del mio amante innamorato compagno “partner” , e gli fermo i fianchi.
Spingo di nuovo.
"Nick…" mi chiama sbigottito.
Sono completamente dentro.
Contraggo la mascella e resisto all’impulso di spingere più forte.
Kaito ansima, le lacrime che si affacciano agli angoli degli occhi.
"Master…" mi chiama di nuovo delicato.
"Che c’è…" gli rispondo reprimendo un ringhio.
"Più forte…" mi prega, stringendomi ancora.
"Più giù…" mi scongiura, piano.
Mi graffia di nuovo e m’intima di non smettere.
Obbedisco e spingo ancora.
Kaito geme, e cerca di andare al mio ritmo.
Ricerca le mie labbra.
L’accontento e gli dono un umido bacio.
"Master…"
Spingo di nuovo bramoso.
"Sì…in quel punto…ti prego…"
Non mi aveva mai pregato così tanto in una singola giornata.
 
Affondo di nuovo, donandogli piacere.
Boccheggia, e lascia la presa su di me.
I suoi gemiti mi risuonano nella testa, mentre la sua bocca spalancata cerca nuovo ossigeno.
Stavamo respirando la stessa e identica aria calda.
Gli catturo di nuovo le labbra, provocandogli altri brividi di piacere.
Poi gli bacio l’ombelico e la pelle sopra il suo membro.
Scendo ancora e la mia bocca sfiora la sua punta.
Kaito mi lascia e alza le mani, con delicatezza le abbandona lascia ricadere sulle lenzuola.
Il suo corpo è scosso dalle mie spinte.
Spingo di nuovo, e di nuovo.
Gli sfioro di nuovo la pelle della sua erezione.
Gli accarezzo la schiena e lo bacio di nuovo.
Spingo con forza.
Kaito sorpreso s’inarca.
Sente la colonna vertebrale vibrare e i reni fargli male.
Gli accarezzo di nuovo la schiena.
Fermo la mia mano sulla sua spina dorsale, obbligandolo a sollevarsi verso di me.
Le nostre bocche si sfiorarono leggere come carezze.



Note dell'autrice:


Eccomi qui, sono di ritorno, vi sono mancata?!? No, benissimo! XD
Che ve ne pare??? E' strano lo so...ma...
Allora, prima che inizi il mio linciaggio o qualcosa di peggio lasciatemi spiegare, anche se il tutto potrebbe essere chiaro:
Il colore che cambia è voluto a posta: Il blu è la penna che scrive (E non è la mia), il nero rappresenta la riflessione del nostro protagonista che conoscerete nel seguito, e il (----)  è la rappresentazione delle continue cancellature del nostro buon amico Nick.
Quindi ora ha chiarimenti fatti, la storia su riportata è solo un appunto molto lungo e dettaglio del nostro nuovo compagno.
Ora con la speranza di non aver sconvolto nessuno (Perchè all'inizio la cosa ha sconvolto me, visto che non mai scritto questo genere), mi auguro vivamente di ritrovarvi nel secondo capitolo! :D
Ah, Nick durante la narrazione dice: I miei occhi castano e blu ceruleo... bene, questo particolare "fenomeno", per chi non lo sapesse, si chiama:  Eterocromia ovvero, si intende la caratteristica somatica di individui i cui occhi hanno un’iride di colore diverso dall'altra. In questo caso Nick è nato con un eterocromia completa.
 
Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Il mio primo vero fan. ***


Capitolo 2: Il mio primo vero fan.
 
Sospiro rassegnato.
"Oddio...che cosa misera e banale..." rifletto tristemente.
"Non mi piace per nulla!" penso sconfitto. -.-”
Sospiro di nuovo.
"Meglio se l'archivio e vado a letto..."
"Ci penserò domani...."
"Infondo la notte porta consiglio..." continuo a pensare.
Raccolgo i fogli in una sola pila e cerco la spillatrice.
"Chissà dove accidenti l'ho messa." penso stanco.
 
Sono Nick Gordon, scrittore di professione da due anni.
Alle mie spalle ho già ben sette volumi pubblicati con successo.
Sono stati definiti Best Seller.
Ho iniziato a scrivere all’età di 12 anni per passione, e non avrei mai creduto di riuscir a raggiungere una simili “vetta” in così poco tempo.
Vivo a Los Angeles da tutta una vita.
Ho un modesto appartamento abbastanza isolato al centro della città.
 
Mi sento tamburellare sulla spalla.
So bene che è Kaito.
 
Kaito, il mio piccolo neko.
L’unico “coinquilino” che vive con me.
Il mio consulente e il mio primo grande fan.
Lo conosco fin da quando aveva dodici anni.
 
Ci siamo solo io e lui, in questa casa.
Ma decido di assecondarlo per gioco.
Mi volto a guardare, cercando di capire cosa vuole a quell'ora.
Doveva essere a letto già da un pezzo.
Sento il mio dolce neko ridacchiare.
"Presi!" esclama felice, riuscendo a togliermi i fogli di mano.
Rimango sorpreso.
"Kaito!!!" lo richiamo con forza.
Scatto in piedi dalla sedia, e allungo una mano nella speranza di riprendere ciò che mi appartiene.
Non doveva assolutamente leggere quello che ho scritto.
" Ridammi quei fogli!" lo riprendo, cercando di farmeli restituire.
"Io leggo!" mi dice entusiasta.
"No Kaito..." lo richiamo ancora.
Mi avvicino, ma il mio neko è più veloce di me.
"Kaito!" lo riprendo ancora.
"Ti ho detto di no!"
Mi vergogno come un ladro.
Non va bene, assolutamente no.
"Solo una sbirciatina!" mi supplica.
"Kaito, no!"
Mi sfugge di nuovo di mano.
Sono costretto ad inseguirlo.
Il mio piccolo tesoro, inizia a leggere, mentre io stupido, cerco di fermarlo.
Provo in vano a riprendere quelle poche pagine.
Provo a fermarlo per un braccio, ma niente.
E' pazzesco, continua a scapparmi.
E io sono costretto a rincorrerlo per tutto il mio studio.
"Kaito, ma allora...ti ho detto di restituirmi quei fogli!" lo sgrido.
"Non ancora Master!"
"Ho appena iniziato a leggere!" mi dice entusiasta.
"Kaito..."lo richiamo severo.
"Non lo puoi leggere!" gli dico ancora.
"Perchè no, Master?" mi chiede triste.
"Perchè lo dico io!" gli rispondo quasi offeso.
"Non è una risposta." confessa il mio Kaito.
Lo vedo voltare pagina.
"Kaito, non farmi arrabbiare!"
Provo ad afferrargli il polso.
Ma lui in tutta risposta, mi mostra le spalle.
"Kaito fermati!" lo rimprovero ancora.
I suoi occhi attenti continuano a percorrere rapidi le mie parole.
"Sta per raggiungere quel punto!" penso sconvolto.
"Kaito... " lo richiamo con più forza di prima.
"Se non mi restituisci subito i fogli, sarò costretto a metterti in castigo!" provo a minacciarlo.
Tanto lo sa che non ne sono capace.
"Kaito!!!"
Riesco finalmente a prendergli il braccio.
Lo trascino con calma verso di me.
Gli strappo letteralmente i fogli di mano.
"Quando ti dico di no, è NO, signorino!" lo riprendo brusco.
Kaito mi guarda sorpreso e deluso.
E anche in questo momento mi sembra unico.
Capelli corti blu reale, occhi azzurro ciano, orecchie a punta, coda soffice appena spruzzata di bianco sulla punta, naso piccino e bocca minuta.
Pelle chiara nascosta da un pantaloncino biancastro e una T-shirt blu fiordaliso.
Mi guarda ancora, amareggiato.
Ed io mi sento morire.
"Master, ma che cosa hai scritto?" mi domanda confuso.
"E' solo una bozza!" gli spiego nervoso.
"Ma a me, non mi piace." mi dice triste.
"Non è affar mio!" gli rispondo scontento.
"Ma a me non piace!" mi ripete con più energia.
"Non m'importa Kaito, tu non dovevi leggerlo...non te l'ho chiesto!" lo riprendo ancora, spillando finalmente quei fogli.
"Non mi piace!!!" mi urla contro.
"LO SO!!!"lo sgrido sbattendo i fogli sulla scrivania.
"Non piace neanche a me, contento!" gli dico adirato.
"Allora perchè l'hai scritto?" mi chiede smarrito.
"Mi è stato chiesto dal mio manager...mi hanno ordinato di cambiare genere!"
"Perchè?" mi chiede confuso.
"Sono le richieste della casa editrice...il mio contratto con loro è scaduto e se voglio continuare con questo lavoro devo sottostare alle loro richieste!"
"Ho provato a buttare giù qualcosa…e questo è stato il risultato…"
"Ma Master..."
"Kaito, ho capito che non ti piace, non c'è bisogno che me lo ripeti!"
"Ci siamo noi come protagonisti." afferma turbato.
"Ci sono i nostri nomi!" continua.
"Siamo solo di passaggio Kaito..." cerco di spiegargli.
"...." non è convinto.
"Non ho ancora pensato a nulla...non ho una scena, non ho un personaggio, non ho nulla...i nostri nomi sono solo momentanei..." provo a fargli capire.
"Mi fai schifo...è orribile..." mi dice infastidito.
"Sei diventato un pedofilo maniaco pervertito depravato tutto insieme!" mi offende.
"Attento a come parli, signorino!" lo riprendo severo.
Kaito deglutisce turbato.
"Lo sai che non mi piacciono quei termini!" lo riprendo un po' più calmo.
"Voglio le tue solite storie." aggiunge dopo convinto.
"E credi che io non le voglia, Kaito!"
"Credi davvero che io sia felice dell'incarico che mi hanno dato."
"Perchè te l'hanno chiesto Master?"
"Non lo so Kaito... forse è il momento giusto per fare altro." provo a spiegarmi.
"Ma le tue storie sono così belle." mi dice sincero.
"Sono così piene di vita, di azione, di fascino, di risate, di commozione e d'amore...le tue storie piacciono a tutti...grandi e piccini."
"Kaito non mi stai dicendo nulla di nuovo." gli dico sconfortato sistemando i fogli nel primo cassetto.
Archivio tutto lì, quando sono indeciso, per la stesura di futuro romanzo.
Mi metto a sedere di nuovo.
"Master..." mi chiama piano Kaito.
Mi poggia una manina sulla spalla.
Mi sorride delicato e scodinzola appena.
"Che cos'hai?" mi chiede in sussurro.
Non ho il coraggio di rispondere.
Ero così fuori di me.
Così stanco e depresso.
In un solo giorno mi avevano tolto “il mio mondo”.
"Non ti senti bene?" mi chiede ancora Kaito, provando ad incrociare i miei occhi.
Sospiro e mi faccio coraggio:
"E' tardi Kaito...sono solo stanco." gli spiego paziente.
"Sei arrabbiato con me?" mi chiede di nuovo.
"Sì Kaito, sono fortemente arrabbiato con te." gli rispondo onesto.
"Perchè? Cosa ho fatto?" mi chiede rammaricato.
"Perchè non hai ancora fatto il bagno e non sei a letto!" gli sorrido.
Il mio piccolo accenna un sorriso.
"Ma ho davvero fatto qualcosa di sbagliato?" mi chiede poi stranito.
"A parte prendere i fogli del mio manoscritto senza permesso?!" penso divertito.
"No, sciocco, non hai fatto nulla... non è vero...non sono arrabbiato con te." gli dico accarezzandogli i capelli.
"Non potrei mai essere arrabbiato con te." gli confesso.
"Su, fila in bagno e prepara l'acqua...!"
"Va bene Master."
"Finisco di mettere a posto qui, e arrivo subito!"
____
 
Malgrado l'acqua tiepida, non riesco a non togliermi quel senso d’ inquietudine da dosso.
Ho appena riportato su carta il mio lato oscuro, senza saperlo?
Infondo ogni scrittore prima o poi deve fare i conti con il proprio lato oscuro, è quasi normale.
Oppure semplicemente sto superando un brutto e complicato scoglio?
Infondo la vita quotidiana è piena di scogli ed ostacoli, perché la vita di uno scrittore deve essere diversa?
Sospiro sconfortato.
Kaito continua a giocare con la sua paperella di gomma.
Lo sento ridere con gusto mentre io perso nei miei pensieri, continuo a fissare il muro piastrellato.
Il mio dolce neko, immerge di nuovo l’ochetta gialla, e la lascia ritornare a galla.
Ride di nuovo divertito.
"Master…" mi chiama con voce tenera.
Non lo sento.
"Master! " mi chiama ancora.
Abbasso gli occhi su di lui.
E mi rendo conto che sta facendo una cosa che io non voglio assolutamente.
"Kaito!" lo riprendo furioso.
"Gliel’avrò detto almeno un centinaio di volte che non si fa!" penso d’istinto.
Sta giocando con la sua nave rossa e blu, tutta bagnata vicino alla presa di corrente destinata al phon, pericolosamente esposto al bordo della vasca.
"Kaito!" ripeto.
La mia mano aperta colpisce con “fermezza” il suo culetto.
Sorpreso, ricade in acqua.
Le sue ginocchia sbattono sulla porcellana della vasca.
Si volta verso di me, mentre si massaggia la “parte” dolorante.
"Quante volte mi devo ripetere con te?" gli chiedo incrociando le braccia.
I suoi occhi luccicano appena.
"Master..." mi sussurra triste.
"Può essere pericoloso, lo vuoi capire o no?" lo riprendo poco severo.
Annuisce, abbassando il capo.
Sospiro rassicurato.
"Piccolo...dai vieni qui..." lo chiamo con dolcezza.
Si avvicina a me.
L'acqua sembra muoversi appena.
Mi abbraccia deciso.
Le sue braccine mi stringono sicure la vita.
"Tesoro, l'ho dico per te..."
Lui annuisce contro di me.
Lo stringo forte, baciandogli la testa.
"Mi rimproveri sempre, Master..." mi sento dire con voce tenera.
"Che bugiardo...io ti rimprovero sempre?" gli domando curioso.
"Sì..." mi risponde sincero.
"Che doppio bugiardo!" gli dico con un sorriso sulle labbra.
L'abbraccio più con più forza, dondolandolo un po'.
Lo sento sorridere felice.
"Scusami Kaito... non volevo farlo...non volevo colpirti..."
"...è solo che sono un po' sotto stress..." gli confesso con tristezza.
"Il mio Master ha bisogno d'aiuto?" mi chiede gentile.
"No Kaito...va tutto bene." gli dico accarezzandogli l'orecchio destro.
"Scusami Master." mi dice semplicemente.
"Ti perdono cucciolo." gli dico con affetto pizzicandogli la guancia.
"Su, laviamoci i capelli...l'acqua inizia a farsi fredda."
Mi sorride allegro:
"Va bene Master..." mi dice scodinzolando.
Lo lascio appoggiare al bordo della vasca.
Incrocia le braccine e ci poggia su il mento.
E un vizio che ha fin da quando era piccolo.
Se non fa così tutte le sante volte, non si lascia toccare.
E io ormai mi sono rassegnato nel togliergli il vizio.
Infondo la cosa rilassa anche me.
Prendo il suo shampoo preferito.
Lo lascio cadere sulla mano.
Lo passo tra i suoi capelli morbidi e lisci.
Gli gratto appena la testa.
Sembra piacergli.
"Master..." mi chiama con dolcezza.
"Sì, dimmi Kaito." rispondo continuando con il mio “compito”.
Sorride felice.
Le sue guance si colorano un po' di rosso.
Inclina un pochino la testa.
"Posso dormire con il Master questa sera?"
"Kaito, hai il tuo lettino."
"Per favore Master..." mi supplica.
Continuo a grattargli il capo.
Piccole bolle di sapone invadono il bagno, mentre continuo a lavargli la testa.
"Va bene tesoro...ma solo per questa sera, d'accordo?" chiedo.
Annuisce soddisfatto:
" Sì Master!"
"Ora, fa attenzione…" gli dico voltandolo verso di me.
"Chiudi gli occhi…" continuo a dirgli prendendo il soffione della doccia.
Il mio piccolo ubbidisce subito.
Chiude i suoi occhioni stretti stretti per evitare che il sapone possa dargli fastidio.
Apro l’acqua tiepida.
Con calma gli passo una mano tra i capelli mentre l'acqua lava via il sapone.
Le ultime gocce per “cancellare” tutto e richiudo il soffione.
Gli passo una mano sul volto per togliere la schiuma rimasta.
Kaito riapre gli occhi e felice si lecca le labbra.
Io in tutta risposta sorrido di cuore.
"Guarda che non è buono il sapone da mangiare?!" esclamo gioioso.
"Sì, lo so Master." mi risponde lui felice.
Sembra sempre un bambino piccolo in questi casi.
Tutti piccoli “vizietti” che non sono riuscito a toglierli quando era “piccolo”.
Gli accarezzo i capelli bagnati ed esco fuori dalla vasca.
Mi stringo nel accappatoio, e aiuto Kaito ad uscire.
Gli do una mano ad infilarsi il suo, e prendo un asciugamano.
Glielo avvolgo a mon di turbante sulla testa.
Con calma inizio ad asciugargli i capelli.
"Master..." mi chiama sotto la mia “premura”.
"Sì dimmi piccolo?" chiedo spostando il morbido asciugamano dalla sua testa sul suo collo.
La sistemo con cura.
Mi sento leccare la guancia.
"Ti voglio bene Master!"
Accarezzo la guancia che il mio piccolo neko ha appena sfiorato.
Sorrido intenerito.
"Anch'io!" gli rispondo sicuro.
Mi chino su di lui, gli accarezzo la guancia.
"Ti voglio bene anch'io Kaito!"
Il mio piccolo chiude gli occhi allegro.
Il mio adorabile neko mi sorride, scodinzolando contento.
_____
 
Mi sdraio sul letto.
Ho solo il tempo di poggiare la testa sul cuscino, e i miei occhi si sono già chiusi.
"Master..." mi sento chiamare.
"Che c'è Kaito?" gli chiedo assonnato.
"Posso venire?" mi domanda timido.
Annuisco, colpendo due volte il materasso.
Si getta sul mio letto, lasciandolo rimbalzare un pochino.
Sorride felice, stringendosi contro di me.
"Master!" mi chiama felice.
"Sì..." dico stanco.
"Se ci sono io...do fastidio al Master?" mi chiede tenero.
"No Kaito...non mi dai fastidio...lo sai." gli dico accarezzandogli il volto.
Riapro gli occhi:
"Come mai vuoi dormire con me?" gli chiedo con un sorriso.
"E' stato Ace ha chiedermelo." mi dice mostrandomi il suo pupazzetto.
"Ah, ho capito." gli dico spontaneo.
"Ace ne aveva tanta voglia sai Master!" mi disse quasi spontaneo accarezzando la testa del suo triceratopo.
Sorrido malinconico.
Quello è stato il primo peluche che gli ho comprato.
Di media dimensione, morbido come una “nuvola” con un musetto dolce dolce.
Corpo soffice di colore giallo ocra, piccoli contorni sul corpo e sul capo arancione zucca, due piccoli occhietti blu pavone, piccole corna e unghiette bianco ebano.
Mi è piaciuto da subito.
E Kaito da quel giorno, non l'ha lasciato un attimo, ci faceva di tutto, ora invece (anche per mia fortuna) è solo il suo animaletto “da compagnia” quando deve andare a letto.
"Beh, se Ace voleva così hai fatto bene a domandarmelo." gli dico felice.
Il mio dolce neko mi sorride rincuorato.
"Ora dormiamo?" gli chiedo come se in realtà non volessi altro.
"Va bene Master." mi risponde sistemandosi meglio.
"'Notte Master!" mi dice allegro stringendo Ace.
"'Notte piccoli!" rispondo io donando una carezza ad entrambi.
Mi volto dall'altra parte, donando le spalle ai miei soffici amici, e finalmente chiudo gli occhi.
Cerco di rilassare il corpo e sono già sul punto di addormentarmi quando:
"Master." mi sento chiamare di nuovo.
"Sì Kaito..." gli rispondo quasi sconfortato girandomi verso di lui.
"Posso farti una domanda?" mi chiede con fare timido.
"Non puoi segnartela e farmela domani?" gli rispondo io rapido.
Il mio neko sembra alquanto confuso dalla mia affermazione tant'è che:
"EH!" mi risponde stranito.
Sorrido divertito.
"Niente, lascia stare." gli rispondo sprofondando il capo sul cuscino.
"Che cosa volevi dirmi." gli dico incrociando i suoi occhi.
Anche se la mia stanza è poco illuminata, quel tanto che c'è mi fa notare lo strano colorito che prendono le guance di Kaito.
Sembra fortemente imbarazzato.
"Master...hai intenzione di pubblicare quel capitolo che oggi ho letto?" mi chiede facendo attenzione alle parole da usare.
Sospiro annoiato.
Kaito sembra accorgersene infatti:
"Scusami Master...non dovevo chiedere." mi dice subito.
"No Kaito...non dovevi chiedermelo." gli dico “furioso”.
Sospiro di nuovo.
"No...va bene...hai fatto bene a chiedermelo..." affermo sicuro.
"Ne vuoi parlare un pochino?" gli domando premuroso.
"Sì per favore..." mi risponde semplice.
"Prima cosa tu sai che non dovevi leggerlo, vero?"
"Sì Master, lo so." mi risponde sincero.
"Seconda cosa..." riprendo io.
"...Non ho nessuna intenzione di pubblicare quella storia." gli dico onesto.
"Non piace neanche a me..." confesso.
Ridacchia felice, esultando meravigliato.
"Dici davvero Master!?" osa poi entusiasta.
"Sì Kaito, dico davvero." confesso senza pensarci troppo.
Il mio neko sembra davvero felice per quella notizia.
"Devo pensare a qualcosa di diverso...ma di non troppo “soprannaturale”." sospiro rassegnato.
Sento il mio piccolo incupirsi.
"Al Master non piace questa situazione?" mi chiede un po' preoccupato.
"No, non mi piace per niente questa situazione." gli dico onesto.
Lo sento avvicinarsi a me.
Si stringe contro il mio fianco.
Le sue braccia mi stringono la vita.
Ace viene schiacciato con tenerezza dai nostri due corpi.
Abbasso gli occhi su di lui.
"Perchè sta facendo una cosa del genere?" penso stupito.
" Se il Master ha bisogno ci sono io con lui." mi dice con dolcezza.
Sorrido con tenerezza.
"Lo so Kaito...lo so." gli rispondo cingendolo con il braccio destro.
"Tu ci sei sempre stato per me...in ogni momento." penso tranquillo.
Il mio adorabile neko alza il suo musino su di me.
Mi bacia la guancia con un tocco leggero.
"Non ti devi preoccupare...tu sei bravo...ci riuscirai." mi dice ottimista.
"Sì, hai ragione." gli rispondo rincuorato.
"Hai già qualche idea?" mi chiede.
"No, per il momento non ho nulla né tra le mani né vagante nella mia testa."
"Possiamo trovare qualcosa adesso." mi dice incoraggiante.
"Possiamo pensarci domani mattina?" gli chiedo sopprimendo uno sbadiglio.
"Va bene Master..." mi dice ridacchiando tra se.
"Il Master è stanco, eh?" mi domanda poi.
"Molto Kaito...molto."
Si accoccola di più, stringendosi meglio contro di me.
"Posso restare così per un pochino?"
"Non hai caldo?" gli chiedo incuriosito.
Lo vedo dire di no con la testa.
" Solo un pochino...poi dormo per bene." mi spiega convinto.
" D'accordo Kaito..." gli dico accarezzandogli la spalla.
"Buona notte Master..." mi dice sbadigliando.
"Buona notte piccolo mio" gli auguro baciandogli la testa con dolcezza.



Note dell'autrice:


Eccoci qui con il secondo capitolo! *w*
E finalmente incontriamo il vero e piccolo Kaito! *-* Carino, vero???
Per il momento, si comporta ancora da bimbo, ma crescerà, non vi preoccupate! 
E in questo capitolo vediamo un Nick, molto indeciso e scontento! v.v
Ora avrete capito che non è un pazzo pedofilo, ma solo uno scrittore in crisi, in cerca di un'ispirazione!
Fatemi sapere cosa ne pensate, okay?!? ;)
 
Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.
 
P.S.
Se leggete qualche Shiki, fatemelo sapere, io ne ho corretti almeno due, prima di postare! u.u

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Solo per distrarsi un po' ***


Capitolo 3: Solo per distrarsi un po'.
 
Ormai sono sveglio.
Guardo l'orologio.
Sono le nove.
Non male...credevo fosse più tardi.
Ma non ho voglia di alzarmi.
Si sta bene a letto, soprattutto con quell'aria fresca sulla pelle.
Kaito dorme ancora.
Stringe forte il suo Ace, con un sorriso simpatico sul viso.
Sorrido a mia volta, e mi volto verso di lui.
Gli sfioro il nasino.
Lui lo agita appena, ma non si sveglia.
Sorrido di nuovo divertito.
Lo infastidisco di nuovo.
Ma lui, desiste.
Sventola un po' la manina, ma continua a tenere gli occhi chiusi.
"Kaito." lo chiamo con calma.
Gli sfioro per due volte la punta del naso.
Lui se lo struscia un pochino ma in verità dorme ancora.
"Dai Kaito...non puoi dormire fino a mezzogiorno come hai fatto ieri..." gli dico con dolcezza.
"Coraggio piccolo...è ora di svegliarsi." continuo sereno.
Gli soffio dentro l'orecchio con fare delicato.
Ma per quanto possa essere delicato la cosa da pur sempre fastidio.
In particolar modo al mio neko.
"Master..." mi dice con voce stanca.
"Non lo sopporto." mi dice quasi offeso.
Si stiracchia un po', allunga le braccia e apre gli occhietti.
"Buongiorno." gli dico solare.
Kaito si struscia un po' gli occhi, e dopo uno sbadiglione:
"Buongiorno Master..." mi risponde felice.
"Dormito bene?" gli chiedo poi allegro.
"Sì...tu Master?" mi domanda alzando il capo su di me.
"Ho dormito...non ti preoccupare." gli rispondo in fretta accarezzandogli la testa.
Kaito si accoccola sotto la mia mano, accettando di buon grado le mie carezze e i miei grattini.
"Master..." mi dice all'improvviso.
"Dimmi Kaito..."
"Io ho fame." mi sento dire.
Ridacchio dentro di me.
"Hai fame?!" ripeto con fare stupito.
"Sì Master..." mi risponde quasi imbarazzato.
"E beh, in effetti anch'io ho un piccolo languorino." gli confesso.
Mi alzo dal letto.
Prendo il cellulare dal comodino.
Esco dalla stanza.
Ma non sento nessuno vicino a me.
"Beh, che fai non vieni?" gli chiedo affacciandomi nella mia stanza.
Il mio dolce neko afferra la zampa di Ace, e salta giù dal letto.
"Eccomi Master." mi dice allegro.
Senza aspettarmelo, corre da me, e mi abbracci la vita.
"Sei di ottimo umore questa mattina, non è vero Kaito?" gli chiedo felice accarezzandogli le orecchie.
Lui annuisce sotto il mio tocco.
"E' perchè ho dormito con il Master..." mi dice sollevando il capo.
Incrocia i miei occhi, radioso:
"Quando dormo con il Master...Kaito sta sempre bene." mi confessa entusiasta.
Gli sorrido intenerito.
"Dai...andiamo a fare colazione." gli dico convinto.
Kaito mi sorride divertito, chiudendo gli occhietti allegro.
Mi prende la mano, e mi segue felice scodinzolando appena.
Arriviamo in cucina:
"Allora che cosa vuoi da mangiare?" chiedo guardando nel frigo.
"Frittelle!!!" mi esclama felice.
"Agli ordini piccolino." gli rispondo solare.
Apro la finestra della cucina, lasciando entrare buona aria fresca.
Mi avvicino alla tavola, nello stesso istante in cui il mio piccolo neko si mette a sedere accanto a me. Preparo il composto, mescolando gli ingredienti.
Sorrido, mentre Kaito mi guarda con attenzione.
"Quante ne vuoi?" gli chiedo avvicinandomi ai fornelli.
"Tante!!!" mi esclama felice.
Rido divertito:
"E va bene piccolo!" gli rispondo contento.
Accendo il fuoco, lascio riscaldare la padella, poi pian piano verso l'impasto.
"Ci vuoi il burro, lo sciroppo d'acero, o lo sciroppo al cioccolato?" chiedo divertito.
Mi è sempre piaciuto cucinare, sono sempre stato abbastanza bravo.
"Il cioccolato Master...il cioccolato!!!" mi ripete allegro, finendo di apparecchiare per due.
"Lo prendi tu, per favore?" gli chiedo, sistemando i piatti.
"Certo Master." mi risponde subito saltellando verso il frigo.
Gli servo il piatto in tavola.
Un bel piatto con almeno cinque frittelle fumanti.
"Ah, che bello!" esclama radioso Kaito mettendosi in tavola.
Si sistema meglio a sedere e versa con calma la crema al cioccolato.
"Non esagerare, cucciolo."
"Okay Master..." mi dice con fare da birichino.
Posa con attenzione il tubetto sulla tavola.
Poi guarda verso di me.
"Ma Master...tu non mangi?" mi chiede stranito.
"No, non ho molta fame..."
Sono troppo nervoso per mangiare.
Ho lo stomaco talmente chiuso che non riesco neanche a guardarlo il cibo.
"Ma Master...devi fare colazione." mi dice convinto.
"Non è obbligatorio piccolo mio...."
"Ma avevi detto..." inizia sorpreso.
"Lo so tesoro...ma a quanto pare ci ho ripensato..." gli spiego con un lieve sorriso.
"Tu non ti preoccupare....mangia pure la tua colazione." gli dico sicuro.
"Sicuro Master?" chiede stupito.
"Sì tesoro...tu hai bisogno di crescere..." gli dico con un piccolo sorriso.
"...dai mangia tutto...altrimenti si raffredda." concludo accarezzandogli l'orecchio destro.
"Va bene Master..." mi dice con rassegnazione, prendendo la forchetta.
Taglia in due la prima frittella, e ne prende un piccolo triangolino.
La mangia rapido, masticando con gusto.
"Mhmmmm...Che buono Master!" mi esclama felice.
Sorrido contento.
"Finisci di mangiare, mentre io lavo i piatti." gli dico tranquillo.
"Sìììì Master!!!" mi dice alzando la forchetta in segno di vittoria.
Sorrido allegro e mi alzo da tavola.
"Master, e i mikado alla fragola?" mi chiede tagliando un altro pezzetto.
"Li ho comprati, sta tranquillo." lo rassicuro divertito.
"Posso prenderli?" mi chiede speranzoso.
"No Kaito...adesso mangi solo le frittelle."
"Ma Master...io li voglio." mi dice con fare offeso.
"Ho detto di no Kaito...e non farmi ripetere." lo riprendo calmo.
"Solo uno." mi supplica con occhioni dolci.
Ridacchio contento.
"No Kaito...i mikado si mangiano oggi a pranzo come dessert."
"E va bene...li mangiamo a pranzo." mi dice con tono sconfitto.
"Bravo Kaito."
"Ma quanti ne hai presi?" mi chiede curioso.
"Tranquillo...ce ne sono una bella scorta..."
"E hai preso tutti quelli che piacciano a me?> mi domanda solare.
"Sì...cioccolato al latte, bianco, alle nocciole, alla fragola, al pistacchio, e con doppio cioccolato...ho fatto bene?" chiedo con fare scherzoso.
"Bravo Master." mi dice Kaito allegro.
Mi volto a guardarlo.
Gli sorrido.
E i suoi occhietti felici, e la sua coda festosa, accolgono il mio volto sereno.
"E' buona la colazione?" domando poi, insaponando una pentola.
"Ottima Master." mi dice gioioso.
"Master posso uscire con la bici?" mi chiede poi a bocca piena.
"Kaito...non si parla con la bocca piena...quante volte te lo devo dire." lo riprendo tranquillo.
"Ah, è vero Master...scusa." afferma subito.
"Allora, posso?" mi richiede poi.
"La tua camera è in ordine?" domando io.
"Sì Master." mi risponde mentre lo sento “armeggiare” con forchetta e coltello.
"Hai fatto un po' di compiti per l'estate?"
"Sì Master."
"Molto bene." mi congratulo con lui.
"Allora adesso finisci la tua colazione, ti lavi, ti cambi e puoi andare." gli concedo contento.
"Il Master non vuole venire con me?" mi chiede educato.
"No Kaito...ho un po' da fare...e vorrei prendermi tutto il tempo necessario, se non ti dispiace..."
"No Master...non c'è problema...va bene." mi sorride comprensivo.
Ma la cosa dispiaceva a me.
Se solo avesse insistito, forse mi sarei deciso subito.
Ma Kaito non è così.
E senza pensarci:
"Mi dispiace Kaito..." gli dico rattristato.
"Non ti preoccupare Master." mi dice onesto.
"Vedrò di farti compagni domani, promesso."
"Ma se il Master ha da fare, io lo capisco."
"Lo so Kaito...ma sai anche che non sopporto lasciarti da solo troppo allungo, né di non riuscire a fare nulla con te." gli spiego ancora una volta.
Non mi è mai piaciuto fare tutto da solo, ho sempre amato la compagnia, e l'essere circondato da tante persone.
"Ma io e il Master facciamo un sacco di cose assieme." mi risponde solare.
Mi volto sorpreso verso di lui.
La sua voce era così onesta e spontanea.
Non se l’era presa per niente.
Non era arrabbiato con me.
Ma in verità il problema ero io.
Quel giorno ero combattuto tra due “amori”.
Il mio dolce e tenero neko, e il mio lavoro.
Ritorno sui piatti, deciso del fatto che l’indomani, idea o non idea, sarei uscito con Kaito.
"Master..." mi chiama con voce dolce.
"Va bene…" continua con lo stesso tono.
"Kaito...non fare così...vedrò di liberarmi per domani...non posso lavorare per sempre..."
"Come desideri Master." mi concede felice.
"Ho finito!" mi dice soddisfatto.
"Dai tesoro...portami il piatto e vai pure a divertirti." gli dico.
Kaito si alza dalla sedia.
Sistema le posate sul piatto, e me le porta.
Gli sorrido con affetto, mentre prendo le stoviglie, e le aggiungo al resto dei piatti, nell'acqua tiepida.
"Mi raccomando, lavati bene i denti." gli dico accarezzandogli la testa.
Lui mi sorride.
Chiude gli occhi, godendosi la carezza della mia mano morbida.
Scodinzola felice.
"Fa attenzione quando sei fuori." gli dico chinandomi su di lui.
Kaito mi abbraccia e mi bacia di nuovo la guancia.
"Grazie Master!" mi dice contento.
______
 
"Sì Nathan, la cosa l'ho capita..." quasi sbraito.
"E' una grande opportunità per uno scrittore della tua importanza." mi sento dire dall'altro capo del cellulare.
"Non lo metto in dubbio...ma si sono soffermarti a pensare che io non ero pronto a cambiare il mio genere e il mio metodo si scrittura..." continuo arrabbiato.
"Ti hanno concesso una grande occasione...puoi sacrificarti..." mi propone Nathan.
"Tu non capisci, non ho nulla di pronto... mi avete ostacolato..."
"Ora non esagerare..."
"Non esagero affatto...le mie storie piacevano, le vendite erano ancora buone..."
"Non è dipeso da me..."
"Ma come mio manager avresti potuto fare qualcosa..."
"Cosa credi che abbia fatto..."
"E poi non avevo molta scelta..."
"E' la Tua casa editrice con cui hai un regolare contratto...non mi è sembrato una buona idea finire nel dimenticatoi..."
"Non essere stupido...sono un affare, non rischiavo così tanto..."
"Nick...è una casa editrice...posso benissimo trovare uno scrittore con il tuo stesso talento, più giovane di te...e farne la loro nuova icona della lettura..."
"In egual modo...perchè cambiare adesso...mi sembra più un ricatto che una nuova proposta..."
"Come sei drammatico amico mio...devi solo provare..."
"E se la cosa non soddisfa...?"
"...Hai grande qualità..."mi dice poco sicuro.
"Non vengo premiato né pagato, per la qualità..." gli rispondo sconfortato.
Mi metto di nuovo a sedere, appoggiando la mano libera sulla scrivania.
Sospiro rattristato.
"Non hai neanche mezza idea?"
"No, nulla di nulla…"
"Neanche l’editor ti ha fornito qualche suggerimento?"
"No, ho completa carta bianca."
"E non è quello che hai sempre voluto?!"
"Sì, ma non adesso…stava andando tutto così bene." gli dico demoralizzato.
Faccio di no col capo, e i miei capelli corti, mossi e ribelli seguono il mio esempio.
"Ieri sera ho provato a buttare giù qualcosa..." confesso rapido.
"E beh...com'è venuto?" mi chiede subito Nathan.
Aspetto un paio di secondi prima di rispondere.
Apro il primo cassetto e osservo le prime pagine.
"Un vero schifo!" gli rispondo triste.
Richiudo il cassetto con un tonfo.
Sospiro di nuovo e mi passo la mano tra i capelli biondo-rame.
"Nick...hai ancora un sacco di tempo...devi solo pensarci un po’ su..."
"Posso pensarci su per tutto il tempo del mondo...ma non ne uscirà fuori nulla..."
"Ormai hai accettato la cosa...che fai ti ritiri adesso…solo perché così ti dice la testa?"
"Smettila...lo so bene..."
"Posso aiutarti in qualche modo...hai bisogno di qualcosa?" mi chiede spontaneo.
"Sì, puoi fare qualcosa per me..." gli dico onesto.
"Che cosa ti serve...?"
"Mi serve che per due mesi...mi lasci in pace..."
"Eh! Ma perchè?"
"Sto partendo...e siccome è estate anche per me, voglio godermi una meritata vacanza senza parlare di lavoro ogni singolo giorno..." affermo massaggiandomi gli occhi stanchi.
"Ma Nick..." mi dice sorpreso.
"Nathan, ho deciso..." gli dico nervoso sollevando di colpo la testa.
"Ma dove sei diretto?" mi chiede stupito.
"Ho bisogno di una pausa..." continuo alzandomi irritato come se Nathan fosse lì.
"Pausa?!...non te la puoi permettere..."
"Non m'importa, ne ho bisogno..." sbraito un altro po’.
Mi stavo innervosendo di nuovo.
"Nick...non posso farlo..." mi dice sincero.
"Se ho bisogno di te...mi faccio sentire io..." gli dico semplicemente.
"Nick aspetta..." cerca di farmi ragionare Nathan.
"Ci sentiamo presto Nathan..." lo saluto educato.
"Nick aspetta un attimo..." mi sento dire.
“Chiamata terminata.”
Sospiro di nuovo, lasciando il cellulare sulla scrivania.
Sposto la sedia e riprendo il mio posto.
Erano riusciti a farmi odiare la cosa che più amavo al mondo.
Scrivere.
Mi passo una mano sul volto.
Sono già stanco.
Scuoto il capo deluso, e accendo il pc.
Avvio il sistema, e apro un nuovo documento.
Chissà forse il computer aveva più effetto? Penso ottimista.
Tamburello un po' sulla tastiera nella speranza che mi esca fuori qualcosa.
Continuo a guardare il cursore che “lampeggia” inutile su quel foglio bianco.
Lo fisso per qualche altro secondo.
Niente.
Neanche una parola.
"Non è proprio giornata." mi dico infastidito.
Digito parole a caso, solo per il gusto di vedere qualcosa di nero che macchiava quel bianco ora fastidioso.
Sento le chiavi di casa girare nella toppa.
"Master..." mi sento chiamare allegro.
"Kaito...sono qui cucciolo..." mi faccio sentire dallo studio.
"Master..." mi chiama di nuovo.
"Sì tesoro...sono qui!" gli dico ancora.
"Master...mi puoi dare una mano, per favore." mi sento dire.
"Una mano?" pensò stranito.
Chiudo il pc, e mi alzo dalla sedia.
"Che hai combinato?" chiedo divertito, uscendo dallo stanza.
Alzo gli occhi su di lui.
"Santo cielo Kaito!" esclamo spaventato.
Aveva entrambe le ginocchia sbucciate a sangue, le mani terribilmente “rovinate”, e alcuni tagli irregolari sul volto.
"Cosa è successo?" gli chiedo preoccupato correndo da lui.
"Sono caduto dalla bicicletta." mi dice triste.
"Com'è successo?" gli chiedo aiutandolo ad entrare in casa.
"Un micetto mi ha tagliato la strada...ero distratto...ho sterzato all'ultimo secondo...e ho perso l'equilibrio Master..." mi spiega calmo.
"Potevi chiamarmi stupido." gli dico in ansia.
Non lo lascio rispondere.
"Perché non mi hai chiamato?" continuo agitato.
"Ma…perchè il Master stava lavorando..." mi dice sereno.
L'aiuto a sedersi sul divano:
"Per la miseria Kaito...ne abbiamo già parlato." quasi lo riprendo.
Lui in tutta risposta abbassa gli occhi mortificato.
Sospiro.
"Dove sei caduto?" gli chiedo accarezzandogli la testa.
Ci pensa un paio di secondi:
"Vicino alla sesta strada, sulla San Vincente Boulevard!" mi risponde poi abbastanza sicuro.
"E hai fatto tutta quella strada a piedi?" gli chiedo sconvolto.
"Non mi faceva così male." mi risponde osservandomi con i suoi occhioni.
Sospiro rassegnato.
Tanto con il mio piccolo neko era così.
Non mi avrebbe mai disturbato durante il lavoro.
"Hai sbattuto la testa, cadendo?" gli chiedo preoccupato.
"No Master." mi risponde sereno.
"Ti fa male da qualche parte?"
"No Master."
"Va bene, aspetta qui...vado a prendere il kit." gli dico pizzicandogli la punta del naso.
Lui mi sorride con affetto.
Ritorno da lui con l'occorrente.
"Sei sicuro che è tutto a posto?" gli chiedo preoccupato.
"Sì Master...a posto" mi risponde sottolineando la cosa con un lieve sì del capo.
Lascio cadere l’acqua ossigenata sul cotone.
Guardo le ginocchia.
"Deve essere stata davvero una brutta caduta." penso un po’ nel panico.
"Ma che cazzo...non ti ha visto nessuno?" gli chiedo appoggiando con calma il cotone vicino al ginocchio destro, che sanguinava senza sosta.
"Non lo so Master..." mi risponde vago.
"Nessuno ti ha aiutato?"
"Sono corso a casa."
"Ho capito." gli dico concedendogli un piccolo sorriso.
Non volevo che credesse che fossi arrabbiato con lui.
In verità non lo ero, ma niente gli impediva di credere una cosa simile.
Infondo era solo caduto, una cosa che succede a tutti.
M’inginocchio davanti a lui.
"Vieni…appoggia il piede sul mio ginocchio…così vado meglio." gli spiego calmo.
Gli prendo con delicatezza il polpaccio, aiutandolo ad appoggiare il piede.
L’ ovatta entra in contato con la pelle sanguinante.
"Ahia!" esclama subito dolorante.
"Sta fermo Kaito." gli dico tranquillo.
"Ahio!" mi dice di nuovo.
"Mi fa male Master!"
"Ahi!" afferma di nuovo triste.
"Kaito…non ti muovere."
"Ahi ahi!"
"Sta fermo…porta pazienza."
La garza lo tocca di nuovo.
Nascondo il ginocchio dietro una semplice fasciatura.
Mi occupo del sinistro.
Pulisco il sangue e bendo.
Applico un cerotto su di un taglio ben visibile sulla gamba sinistra.
"Fammi vedere le mani."
Mi mostra i palmi.
Sospiro di nuovo in ansia.
Le mani erano completamente ferite.
" Sei caduto in strada?" gli chiedo.
"Sì Master." mi risponde subito.
Mi occupo subito della mano destra, quella che probabilmente ha messo giù per prima.
"Master..." mi chiama infastidito.
"Lo so...brucia." gli dico.
Gli raccolgo l'arto ferito e inizio a soffiare sul taglio.
Fascio entrambe le mani, dopo averle pulite per bene.
Alla fine mi occupo del volto.
Per fortuna aveva solo due brutte lacerazioni, niente di serio.
Disinfetto i primi tagli, visibili vicino al mento.
Li nascondo con una compressa anti-aderente.
"Seriamente Kaito…se la prossima volta succede una cosa del genere…".
"Farò attenzione…" m’interrompe sicuro.
"No, non è questo…" gli rispondo con rammarico.
"Sì, devi fare attenzione quando sei per strada…soprattutto quando sei solo…" gli spiego.
"…Ma se cadi e ti fai male in questo modo, tu devi chiamarmi."
"Anche se lavori Master?" mi chiede stranito.
"Sì anche se lavoro o se sto dormendo."
"Tu puoi chiamarmi in qualsiasi momento."
"Ma Master…"
"Ci sei prima tu Kaito, e poi il resto del mondo." lo interrompo sicuro.
Alzo gli occhi e incrocio i suoi.
Il sorriso del mio neko s’irradia sul suo volto.
"Grazie Master." mi sussurra felice.
Gli sorrido con affetto.
"Che sciocco che sei piccolo mio." penso con tenerezza.
Poi mi preoccupo del singolo taglio sulla guancia destra.
"E se ti eri slogato la caviglia?" gli chiedo preoccupato.
"Che cosa avresti fatto?"
"…"
"Kaito…"
Lavo via il sangue.
"…Quando ti metterai in testa che non sei un peso per me?".
"Ma lo so Master…"
"E allora perché ti fai tanti problemi…non sei un disturbo per me, cucciolo."
"Hai capito?" gli domando serio.
"Sì Master!"
"Mi chiamerai o meglio…" mi corrego prima di riprendere.
"…mi disturberai da oggi in poi?"
"Sì Master…" mi risponde ridacchiando.
"In qualsiasi momento, e non di rado come fai di solito?"
" Sì Master."
"Promettilo." gli dico con tono sicuro.
"Ma Master non si promette su queste cose." mi dice quasi offeso.
"Ah, se non lo prometti non ti credo."lo riprendo con fare scherzoso.
"E va bene…" mi risponde sospirando.
"…Lo prometto." mi dice contento segnandosi il cuore.
"Fai piano con la mano." affermo divertito.
Il sangue del taglio non vuole fermarsi.
Prendo un altro pezzetto di cotone e lo bagno di nuovo con l’acqua ossigenata.
Il disinfettante gli da fastidio.
Tanto che il suo volto si sfigura dal dolore.
Soffio delicato sul quel taglio che mi fa paura.
"Va meglio?" gli chiedo sollevandogli il volto per vedere meglio il “graffio”.
Annuisce senza dire nulla.
Lo disinfetto un altro po' per sicurezza.
Poi preparo il cerotto.
L'applico con calma.
"Ecco fatto." gli dico un po' tranquillo.
Gli bacio la medicazione appena fatta.
"Povero piccolo." gli dico incrociando i suoi occhietti tristi.
Chiudo il kit e mi rialzo.
Lo fisso un po' con aria severa, soffermando le mani sui fianchi.
"Allora hai niente da dirmi?" gli chiedo.
"Ho rotto il vetro della lucina anteriore." mi dice rapido.
Mi trattengo dal ridere.
"Ma chi se ne frega della bici Kaito..."inizio quasi offeso.
"…l'importante è che non ti sia fatto male gravemente." gli dico sincero.
"Allora?" gli ripeto curioso.
"Scusa Master...non volevo farti preoccupare." mi dice subito.
Gli sorrido intenerito.
Niente, era fatto così.
"Non volevo sentire questo..." gli dico semplice.
Gli pizzico la punta dell'orecchio destro, tirandoglielo un pochino, con fare giocoso.
Il mio dolce neko chiude l'occhio sottostante, inclinando un po' il capo.
Mi sorride biricchino.
Lo sto rimproverando è vero, il suo orecchio e stretto tra mie due dita, ma non gli sto facendo male.
"Sai perchè questo è successo?" gli chiedo severo.
"No Master." mi risponde subito.
Vedo le sue guance colorarsi un po’ di rosso.
La sua coda muoversi lenta, in attesa di chissà cosa.
"Questo è successo perchè vai sempre di fretta."
"Ma anche il Master, va sempre di fretta." mi dice onesto.
Lo lascio andare, e gli accarezzo la testa:
"E' vero il Master va sempre di fretta...perchè ha sempre delle scadenze da rispettare..."
"Davvero?" mi chiede come se la cosa fosse nuova.
"Ed io non ne ho?" mi chiede curioso.
"Non ancora…tu hai solo un sacco di tempo da impiegare come meglio credi."
"E perché?" mi domanda ancora.
"Ma perché tu sei giovane...nessuno ti corre dietro." gli spiego.
"Ma il Master non è vecchio."
Sorrido felice per via del suo complimento e della sua bontà d'animo.
"Ma sono adulto...tu sei solo un ragazzo...devi goderti la vita finché puoi...senza problemi."
"Problemi?"
"Di che tipo?"
Rido rallegrato.
"Non è affar tuo piccolo…" gli dico sincero, con un che di scherzoso nella voce.
"Ci sono problemi Master?" mi chiede sorpreso.
Il suo musino triste si rispecchia nei miei occhi.
"Tu non ti devi preoccupare di questo Kaito..." gli rispondo per tranquillizzarlo.
Gli accarezzo la testa.
Lo sento scodinzolare con energia.
"Molti dei miei problemi neanche te li racconto piccolino." penso tra me.
"Master...sei triste?" mi chiede poi.
"Solo un po'." gli rispondo con un semi sorriso.
"E' perchè mi sono fatto male?"
"Sì…anche per questo…"
"…in verità la cosa ha aumentato la mia agitazione." gli dico serio.
"Master...mi dispiace..." si scusa subito con me in preda al “panico”.
"No Kaito...non ti devi scusare...tu non ne hai colpa." confesso tranquillo.
"E’ stato solo un incidente." gli ricordo solare.
Ma in egual modo mi rabbuio.
Sono distratto.
E non riesco a concentrarmi.
"Stai bene?" mi chiede ancora.
Annuisco senza guardarlo.
"Che cosa succede Master?" mi chiede poi vedendomi giù.
Accenno un sorriso timido.
"Lo vuoi sapere davvero?" gli chiedo.
"Certo Master…"
"Oggi ho parlato con Nathan..."
"Ti ha dato un’idea?"
"No, al contrario..."
"…in pratica mi ha “obbligato”..." inizio formando quelle piccole virgolette con le dita.
"...a occuparmi della proposta fattami."
"E a te non va?"
"Non è che non mi va…è solo che è stato deciso tutto così di fretta…"
"Il mio Master non è mai andato d'accordo con quella casa editrice." dice quasi arrabbiato incrociando le braccia seccato, e le sue guanciotte si gonfiano nervose.
"I cerotti sul suo volto ora sembrano più grandi." penso distratto.
Sorrido e annuisco:
"Sì, hai ragione." confermo.
"Ma è stato pur sempre l’unica che ha accettato i miei lavori."
Mi guarda per un paio di secondi:
"Il Master non ha più voglia di scrivere?".
"In un certo senso."
"Ma questo non va bene Master."
"E’ solo una cosa temporanea." gli dico con un mezzo sorriso.
"E se il Master non vuole più scrivere?" mi chiede nervoso.
Sospiro.
Era una cosa a cui non avevo mai pensato.
E di certo non volevo iniziare a pensarci adesso.
Non mi avrebbe aiutato molto.
Avevo già il morale a terra.
"Senti cucciolo posso farti una domanda?" gli chiedo tranquillo, anche per cambiare argomento.
Mi siedo al suo fianco.
"Certo Master..." mi risponde solare.
"Tu hai qualche corso estivo?" domandò curioso.
"No Master..."
"Ti fa voglia di un piccolo viaggetto…?"
"Un vacanza fuori casa?!"
"Era un’idea."
"Mi piace molto Master!"
"Dove ti piacerebbe andare?" chiedo solo per sapere.
Io infondo nella mia testa avevo già deciso.
"Io…"
Ci pensa un po’ su, elencando di tanto in tanto alcuni luoghi:
"…Vediamo…"
"…Irlanda…Londra…Marocco…Egitto…no, ci siamo già stati…Venezia…" continua a sussurrare tra se e se, tenendo il conto sulle dita.
Si ferma.
"Ha deciso!" penso felice.
Mi guarda.
Abbassa le orecchie, e muove un po’ la coda.
Il suo labbrino trema appena.
"…Kaito? Che cos’hai?" gli chiedo smarrito.
Ma dentro sto morendo dalle risate.
Aveva un faccino talmente buffo.
"…Uffa Master…il mondo è troppo grande…"
"Lo può decidere il Master?" mi supplica speranzoso.
"Molto bene..." gli dico soddisfatto.
"Prepara le valigie..." gli dico accarezzandogli le orecchie.
La sua faccina allegra, dagli occhi vivi e dal musino gioioso e appagato, mi deliziano il cuore.
"Domani partiamo per il Giappone."



Note dell'autrice:
Eccoci qui con il terzo capitolo?! *W*
Mi rendo conto che è inutile e di passaggio, ma senza questo non si partiva, senza questo  non sarebbero nati una serie di eventi e di personaggi molto importanti, non solo per me, ma anche per il nostro Nick! v.v
Beh, aspetto vostre notizie! ^-^ 


Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Prima di partire... ***


Capitolo 4: Prima di partire...
 
"Domani partiamo per il Giappone."
Il mio dolce neko mi guarda e il suo sorriso raggiante si accenna pian piano sul suo volto.
"Evviva!!!" esclama felice.
Salta giù dal divano.
E inizia a saltellare allegro per la stanza.
"Si va in Giappone...si va in Giappone!!!" continua a ripetere entusiasta.
Sorrido divertito.
"Fai piano..." gli dico con calma.
"Dici sul serio Master?" mi chiede poi solare, fermandosi di colpo.
"Sì Kaito." rispondo tranquillo.
Mi sorride di nuovo veramente felice.
Alzo gli occhi su di lui, e accenno un sorriso intenerito.
"Lui è il mio tesoro più grande." penso onesto.
______
 
"Kaito..." chiamo con calma entrando nella stanza del mio piccolo cucciolo.
"...è ora di andare a letto...domani dobbiamo svegliarci presto!" esclamo convinto.
Alzo gli occhi e lo cerco per la stanza.
"Kaito, ma che combini?" gli chiedo stranito guardandolo.
"Non ho ancora finito!" mi risponde accarezzandosi il mento.
Neanche mi guarda, continua a fissare l'armadio bianco e spalancato con aria indecisa.
"Non hai ancora finito di fare cosa?" gli domando avvicinandomi.
"Le valigie Master!" mi risponde deciso alzando gli occhi verso di me.
Mi sorride allegro. Io lo guardo smarrito.
"Ma che..." penso stranito.
Mi volto a guardare.
Butto gli occhi sul suo letto.
Rimango a bocca aperta.
"Piccolo..." lo chiamo accostandomi al letto.
"...ma quanta roba hai intenzione di portarti?" gli chiedo alzando sia una maglietta a righe, sia una maglietta a mezze maniche con sopra disegnato un coniglietto bianco con una bandana a forma di cuore nera sull'occhio sinistro.
"Stiamo via solo per tre mesi...non per un anno intero."
"Lo so Master..."
"...ma sono indeciso!" mi dice gonfiando le guance.
"Non so cosa mettere!" continua incrociando le braccia.
Alzo un sopraciglio, confuso.
Sorrido.
"Tu non sai cosa mettere in valigia?"
"Sì Master."
Scoppio a ridere divertito.
Rido talmente tanto da dovermi tenere lo stomaco.
"Master...che cosa c'è, di così tanto divertente?!" chiede incuriosito il mio cucciolo.
Cado a sedere sul letto, e mi asciugo gli occhi.
Appoggio le magliette sul letto.
"Dai, ti do una mano io." gli dico dopo aver ripreso fiato.
"Poi fili subito a letto." aggiungo alzando un dito.
"Ma Master..." mi chiama sincero.
"Kaito, se domani mattina non ti svegli in tempo per prendere l'aero, io ti tiro giù dal letto, mi hai capito?" gli chiedo con un sorriso scherzoso.
"Master, ma è presto!" mi dice un po' arrabbiato.
"Ti sveglio con un secchio di acqua ghiacciata!" ironizzo ancora un po'.
Il mio piccolo viene invaso da un brivido di freddo.
Mi guarda in volto.
"E va bene Master." mi dice sconsolato.
Mi alzo dal letto e mi avvicino a lui.
Gli accarezzo la testa:
"Tesoro, è solo per questa sera." gli dico ottimista.
"Master non vado più a scuola...non è giusto...non voglio andare a letto presto..." mi dice triste, abbassando di più il capo, e scodinzolando lento.
"Lo so, che ti piace fare tardi quando è estate, ma non sta notte..."
"...E poi non è molto presto..sono quasi le 22:00..." continuo a dire tranquillo.
Mi rendo conto subito dopo della grande stupidaggine che ho detto.
Non era presto, era prestissimo.
Sospiro rassegnato.
"E va bene...ho capito..." confesso.
Kaito alza gli occhi su di me, con un faccino sconfortato.
"...facciamo così...ora finiamo di preparare le valigie...e poi puoi rimanere sveglio fino alle 23:30...non minuto di più..." gli permetto con un sorriso.
Il mio neko sorride entusiasta:
"Davvero posso?"
"Sì, te lo concedo!" scherzo.
"Ah, che bello!" esclama felice il mio piccolo.
"Però se entro in camera e tu non dormi dopo l'orario pattuito, ti lascio qui!" gli dico divertito.
"E poi io come faccio senza il mio Master?!"
"E' un problema tuo signorino." gli confesso divertito scompigliandogli i capelli.
La sua risata cristallina m’invade con piacere le orecchie.
____
 
"Ecco fatto!" esclamo soddisfatto, guardando le due valigie pronte e ben chiuse.
"Abbiamo preso tutto, no?" chiedo voltandomi verso il mio tesoro.
"Sì Master!" esclama lui felice.
"Molto bene!" mi dico annuendo.
"Allora, adesso come da patto puoi rimanere alzato!" gli dico tranquillo.
"E tu che farai Master?" mi chiede incuriosito il mio piccolo.
"Io finirò di infilare le ultime cose in valigia e poi vado a letto." confesso.
Mi fermo a guardarlo.
"Come vanno le mani? Fanno meno male?" gli chiedo ancora un po' preoccupato.
"Mhm...tutto a posto!" mi dice tranquillo.
Gli sorrido con affetto, e gli accarezzo la testa.
Lui si lascia coccolare senza storie.
"Mi raccomando non fare troppo tardi." gli ripeto.
"Sì Master." mi risponde con tono di bimbo ubbidiente.
"Io vado a dormire, ci vediamo domani." gli dico semplicemente.
"Bacio Master!" mi dice subito tendendo le mani verso di me.
Mi chino vicino a lui.
Le sue braccia mi stringono con affetto il collo:
"Buona notte Master!" mi augura felice baciandomi la guancia.
"Buona notte piccolo mio!" auguro a mia volta, baciandogli la fronte.
Lui mi sorride,
Mi avvio alla porta:
"Ah Kaito, se vuoi ascoltare un po' di musica, volume non troppo alto...c'è sempre qualcuno che domani deve andare a lavoro, va bene?" lo informo come se già non lo sapesse.
"Sì Master." mi risponde subito
"Mhm bravo..." mi congratulo annuendo.
Lo saluto con la mano.
Kaito mi sorrise felice e mi fa ciao ciao.
Accosto la porta della sua stanza.
Entro in camera mia.
Mi guardo attorno.
"Non mi sembra di aver dimenticato nient'altro." penso.
Ripasso le cose e gli abiti che hanno già riempito la prima valigia.
"Devo solo mettere ancora..." penso di nuovo distratto.
Infilo dentro il carica batteria del cellulare e il pc, perchè tanto sapevo che non avrei scritto quella notte. Sistemo le ultime magliette e chiudo la borsa.
Guardo il comodino.
"Accidenti...se non porto questa potrebbe essere un grand guaio." penso con un sospiro di sollievo.
Infilo tre bustine nella tasca dei jeans che avrei indossato domani.
Non posso andare in giro senza quel medicinale.
Ne vale della mia vita.
Annuisco.
"Bene, non manca altro." mi dico sicuro.
Appoggio i due borsoni vicino alla porta.
Apro del tutto le finestre.
Respiro l'aria fresca della notte.
Mi tolgo la maglietta e la lascio cadere al mio fianco.
Mi butto sul letto prono e chiudo gli occhi.
_____
 
Mi sono addormentato con così tanta fretta da non rendermene conto.
Che strano la sveglia non suona ancora.
Ma saranno passate ore, ormai.
Non ho voglia di alzarmi, ma devo.
Devo andare a controllare che Kaito si sia messo a letto.
Sospiro.
Speriamo che quel piccolino stia già dormendo.” Mi dico tra me e me.
Esco dalla mia stanza per raggiungere la sua.
Apro con delicatezza la porta.
Non accendo la luce, e avanzo nell’oscurità della stanza.
Era davvero strano.
Non c’era neanche un fascio di luce, eppure la veneziana, non si chiudeva completamente.
Cerco con calma l’estremità del letto.
Avanzo ancora un po’.
Ancora nulla.
Qualcosa scricchiola sotto i miei piedi.
Un brivido freddo mi pervade lungo la schiena.
Faccio un altro passo.
Di nuovo quel sinistro scricchiolio.
Sento qualcosa incrinarsi sotto di me.
La stanza sembrava essersi mutata.
Sembrava tutto così freddo.
Sembrava di camminare sul...
"G -Ghiaccio..." pronuncio sconvolto battendo i denti per il freddo.
Il gelo di quella stanza mi entrava nelle ossa, confondendo la mia mente.
"Dov’è Kaito?" domando come se ci fosse qualcuno con me.
Le mie labbra si stavano ghiacciando, e il mio fiato formava inseparabili nuvolette di vapore.
"Kaito…" chiamo spaventato.
Il mio corpo semi freddo, ha il coraggio di compiere ancora pochi passi.
Neanche il sangue mi sembra più caldo ora.
"Kaito." chiamo con più forza.
Non riesco più a riscaldare il corpo.
Inizio a tremare per quell’insolita temperatura bassa.
"Kaito." chiamo ancora.
Qualcosa di flebile arriva al mio orecchio.
"Kaito!" esclamo speranzoso e con energia.
"Master!" mi sento rispondere.
Non lo vedo.
"Dove sei Kaito…non riesco a vederti."
"Master…non voglio andare…voglio rimanere con te…ti prego…!" gli sento esclamare con forza tra le lacrime.
"Kaito!!!" esclamo spaventato.
Corro in avanti e tendo la mano, nella speranza di riuscire a stringere la sua.
Ma i piedi congelati ostacolano la mia corsa.
Cado a terra, sul quel ghiaccio maledetto e gelido.
"Master!!! Aiuto!!! "
"Mi portano via…le ombre…ti prego!!!" lo sento supplicare.
Non riesco a rialzarmi, le gambe e le braccia sono immobili come statue.
"Kaito!!!" lo chiamo in ansia.
Tendo una mano verso il nulla.
Non riesco a vederlo.
"MASTER!!!" lo sento urlare.
Uno spiraglio di luce, distinguibile solo, per attimi.
La mano del mio neko, che cerca disperatamente di afferrare la mia ancora tesa.
Sento il suo tocco, la sfiora appena.
Riesco a distinguere i suoi occhi chiari, colmi di lacrime, che fissano il mio volto terrorizzato.
"MASTER!!!" mi chiama di nuovo nel panico.
L’ultimo istante di luce, l’ultimo richiamo, l’ultima lacrima.
Poi buio.
Silenzio e freddo tutto intorno.
 
Apro gli occhi.
Adatto la vista, per capire dove mi trovo.
Sospiro una volta cosciente del fatto che…
"Era tutto un sogno" penso stranito.
"Come sono stupido..." ho il tempo di pensare prima che...
Accarezzo i capelli del mio neko con dolcezza.
"Master, ti sei svegliato." mi saluta contento Kaito.
"Già...tu hai dormito un pochino?"
"No." mi risponde divertito.
Mi sorride allegro.
Eravamo in volo ormai da ore.
"Sei di buon'umore, come mai?"
"E' divertente volare con l'aereo." mi spiega imitando con la mano qualcosa in volo.
Mi massaggio un po' il collo, e cerco di nascondere quelle poche gocce di sudore che imperlano la mia fronte. Le asciugo piano, senza destare sospetti.
Non avevo mai fatto un incubo così strano.
"Sì, è divertente...fin quando non precipita..." sussurro sistemandomi a sedere.
"Come Master...?" mi chiede stupito.
"Niente...lascia stare...era una battuta triste..." gli rispondo.
Sospiro e mi massaggio la gola.
"Ecco che ricomincia." penso infastidito.
Senza che me ne renda conto, il mio volto si adombra, il respiro si accorcia, e anche il solo deglutire diventa complicato.
"Kaito..." chiamo con un filo di voce.
"Che cosa succede Master?" mi chiede Kaito preoccupato.
"Lo sai che cosa succede..." gli rispondo piano deglutendo.
"Devo chiamare l'hostess?" mi chiede subito agitato.
"Sì...per favore..." gli dico frugando in tasca.
"Signorina..." chiama rapido il mio neko.
"Sì tesoro...dimmi?" chiede la ragazza avvicinandosi con un sorriso.
"Il mio Master, ha bisogno d'aiuto!"
Mi sforzo di sorride.
"Oddio Kaito..." inizio a dire con visibile fatica.
"...Detta così sembra quasi che sto morendo." scherzo.
Il mio neko mi fulmina in ansia.
"Signore non si sente bene?" mi domanda subito gentile la ragazzina.
"Non si preoccupi...non è nulla..." gli rispondo a fatica.
"Ha bisogno di qualcosa?" mi chiede subito la ragazza.
"...ho solo bisogno di un bicchiere d'acqua..."
"...devo sciogliere questa..." gli spiego mostrandogli il pacchetto ancora sigillato.
"Glielo porto subito." mi risponde educata.
La gola inizia a bruciarmi di più.
"Ma che palle..." sussurro furioso.
"Master..." mi chiama Kaito guardandomi spaventato.
Deglutisco ancora, e ho come la sensazione di ingoiare centinai di spilli amari.
Un colpo di tosse violento cerca di cacciare via tutto.
Non riesco a fermarmi.
La tosse continua.
Non riesco a farla smettere.
E forte e più violenta di prima, mi sta bruciando da dentro.
Non riesco più a respirare, mi sta tramortendo, sta picchiando duro nella mia testa, mi sta infuocando la gola.
Un'altro colpo di tosse forte mi scuote il petto.
Poi un'altro lo segue, ancora più violento e rumoroso.
Mi chino in avanti dolorante, afferrando il petto con decisione, come se da un momento all'altro si potesse staccare da me, e continuo a mantenere una mano davanti alla bocca.
Non ho il coraggio di muovermi, il mio respiro è faticoso e stanco.
"Master..." mi chiama preoccupato il mio piccolo.
"Sto bene...sto bene..." lo tranquillizzo accarezzandogli il volto con una mano.
Ma non riesco a guardarlo in viso.
Sto mentendo.
Non mi alzo ancora, rimango chino.
Fermo.
Tutto si è fermato, e il mio respiro ormai è flebile, come un sussurro sinistro.
"Ecco qui signore." mi dice la signorina porgendomi il bicchiere fresco.
"Kaito..." chiamo stanco.
"...puoi..." non riesco a finire la frase.
Altri due colpi di tosse mi bruciano il corpo.
Alzo la bustina, per far capire a Kaito di cosa avevo bisogno.
"Sì." mi risponde subito.
Prende il bicchiere e la mia medicina.
Strappa la confezione e versa il composto.
Lascia sciogliere, mescolando con attenzione.
Mi era stato ordinato dal medico di prendere solo una bustina al giorno, di lasciar sciogliere bene e di bere con sorsi non troppo svelti.
Ma se il dolore era persistente e la respirazione difficoltosa il paziente, cioè io potevo aumentare la dose.
"Master..." mi chiama con tenerezza Kaito, e da quella sua voce tremante capisco che lo sto facendo preoccupare.
Provo a dirgli qualcosa, ma quella maledetta tosse mi sorprende ancora.
Ed è così energetica, che colpisco il bicchiere in bilico tra me e il mio neko.
Rischia di cadere e rompersi, versando la mia medicina.
Ma per fortuna, Kaito lo stringe saldamente tra le sue mani, come se fosse un uccellino che non può ancora prendere il volo.
Respiro, e sospiro sconfortato.
Mi alzo di poco, e tendo la mano.
Cerco di nascondere il tremore e prendo il bicchiere.
Sollevo il capo, e sistemo la schiena.
Come da copione, accosto il bicchiere alle labbra, e lascio scendere il liquido con calma.
Una volta vuoto il bicchiere, la gola sembra migliorare.
Per qualche strano motivo ho come la sensazione che i polmoni si siano ricordati del loro compito.
E prendono ossigeno in quantità.
"Tutto bene?" mi chiede subito la giovane riprendendo il bicchiere.
Lascio scendere l'ultima goccia, e aspetto.
Inspiro, deglutisco un paio di volte, per allontanare il disgusto dalla bocca.
"Sì..." rispondo calmo.
Qualcuno richiama l'attenzione della ragazza.
Lei alza il capo, annuisce, e fa segno di aspettare un secondo.
"Se ha bisogno di nuovo di me, non esiti a chiamarmi." mi dice con un sorriso cortese.
"La ringrazio..." la concedo gentile.
Mi appoggio al sedile, chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo.
Rilasso il corpo ed espiro.
"Master..." mi sento chiamare.
"Sto bene tesoro..." gli mormoro sereno.
Riapro gli occhi, e mi volto verso di lui, lasciando strusciare la testa contro la poltroncina.
"Sei sicuro?"
"Sì...non ti preoccupare...è passato." gli rispondo pizzicandogli la guancia.
"Ti va di sentire un po' di musica?" chiedo per distrarlo.
"Certo Master!" risponde lui quasi sicuro.
Fruga nel suo zainetto, e ne tira fuori un piccolo I- pod nero.
Connette le cuffiette, e me ne passa una.
Il primo brano inizia, e calma il mio spirito tormentato.
 
La musica infondo ha il potere magnetico di calmare ogni situazione.
 
_____
 
"Cucciolo...non ti allontanare troppo!" lo riprendo con calma.
"C'è troppa gente, rischi di perderti..." gli ripeto.
"...Sì, lo so rischiamo di perdere l'aereo." mi risponde allegro.
Eravamo da poco scalati.
L'aeroporto brulicava di persone, pronte a prendere il loro prossimo aereo o a raccogliere le proprie valigie e rilassarsi in qualche posto da favola.
Mentre noi stavamo aspettando i bagagli.
Avevamo ancora un’ora prima del nostro prossimo aereo.
Tutto il tempo, per un bel pranzo.
"Master!" mi sento chiamare felice.
Lo cerco tra la gente.
Vedo la sua manina sventolare piena d'energia e contento.
Corro verso di lui.
Mi avvicino con calma.
"Mi aiuti?" mi chiede educato, trattenendo i nostri bagagli.
Sorrido e afferro i miei.
"Vieni...mettiamoci a sedere..." gli dico avvicinandomi alle sedie.
Lasciamo i bagagli accanto a noi.
"Ancora qualche ora, e saremo arrivati." gli dico accarezzandogli la testa.
"Sì...non vedo l'ora." mi dice entusiasta, scodinzolando allegro.
"Allora che cosa vuoi mangiare?" chiedo gentile appoggiando le mani sui fianchi.
"Kebab e patatine fritte!" mi esclama gioioso alzando le braccia in alto felice.
Si ferma e le lascia scendere pian piano.
"Al Master va bene?" mi chiede imbarazzato, unendo le manine dietro la schiena, agitando un po' il piedino, e muovendo la coda con fare timido.
Rido contento.
"Ma possibile che devi sempre dipendere da me?"
"Ma il Master pensa solo al mio bene." mi dice timido.
"Non mi devi sempre chiedere il permesso." lo riprendo sereno.
"Ma Master..."
"Sai che c'è?!" lo interrompo.
"No Master." mi dice stupito.
"Anch'io ho una voglia matta di kebab e patatine fritte." gli dico solare, facendogli l'occhiolino.
Mi sorride radioso.
"Grazie Master." mi dice felice.
Mi abbraccia la vita.
"Non mi devi ringraziare per così poco." gli dico tranquillo accarezzandogli la testa.
"Dai, aspettami qui...prendo il pranzo e poi ripartiamo, va bene?."
"Piano perfetto Master."
Gli sorrido.
"Non vorrei essere in viaggio con nessun altro." penso con affetto.



Note dell'autrice:
Eccoci qui con il quarto capitolo! ^^ E finalmente siamo in volo! *W*
Allora che cosa ne pensate?!? :)
Vi devo dare una spiacevole notizia a tutti quelli che in silenzio e non tendono a seguire e ad avere il coraggio di leggere questa ff:
Da questo punto in poi gli aggiornamenti saranno lenti, perchè per il momento non ho ancora nulla di pronto! v.v
Non è che non abbia idee, ne ho fin troppe, devo solo trovare il tempo di metterle su carta! ^.^
Sperando che questo piccolo inconveniente, non mi lasci da sola, v' invito a ritornare nel prossimo capitolo! ;)
 
 
Grazie mille per tutto. :)
Bacio ^3^
Chris.
 
 
P.S.
Ci saranno belle sorprese, dico sul serio, non mancate! *^*

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