A Place In This World

di lottieverdeen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** When I Was A Child ***
Capitolo 2: *** Once upon a time ***
Capitolo 3: *** Lucky You ***
Capitolo 4: *** There's a little girl, in this little town ***
Capitolo 5: *** The world started to turn ***
Capitolo 6: *** The Outside ***
Capitolo 7: *** I'll never make my parent mistakes ***
Capitolo 8: *** Am I ready for Love? ***



Capitolo 1
*** When I Was A Child ***



 
I miei riccioli biondi mi cadono sul viso mentre cerco di accordare la mia chitarra.
Un rumore mi distrae e guardo fuori dalla finestra. Papà. Sta piantando i pini che venderà a Natale.
I miei nuovi compagni di classe mi prendono in giro per colpa del suo lavoro. Mi chiamano la bestia della fattoria, ma io non mi sento una bestia, anche se tutti mi stanno cercando di mettere in testa il contrario. Tutti tranne i miei genitori.
Loro mi supportano, mi hanno regalato questa chitarra e non hanno riso quando ho detto che un giorno sarei diventata una cantante.
Beh, è presto a sei anni, decidere quello che farò un giorno da grande.
Bestia della fattoria... se un giorno dovessi davvero diventare famosa scriverò una canzone su queste persone. Persone che ti sparlano alle spalle, ma se per caso avessero bisogno di te ti fanno gli occhi dolci.
Dopo le peppie le persone false sono quelle che odio di più.
 
"Guardate chi arriva!" Urla una vocina. Sbuffo, sapendo cosa arriverà ora. Prese in giro che conosco a memoria. La fantasia manca ai miei cari compagni. Mi siedo cercando di capire cosa pensa la maestra che mi guarda, sente cosa mi dicono, ma non dice nulla.
"Sei andata a magiare con i maiali?"
Perchè lo fanno? Perchè non mi possono lasciare stare? Tutto è incominciato dal primo giorno di scuola, quando ci siamo dovuti presentare ho detto che mio padre gestiva una fattoria e da lì sono partite le prese in giro.
Per fortuna che non ho parlato del mio più grande sogno...
La mia vicina di banco è una ragazza silenziosa, non parla quasi mai e al contrario di me non reagisce alle prese in giro.
La invidio per la sua calma. Si chiama Claire ed è evitata da tutti. Come me
Ripenso alla mia chitarra, appoggiata sul mio letto, quasi come se volessi farla riposare. Sorrido.
"Allora ragazzi sapete già cosa volete fare da grandi?"
Mi guardo intorno. Qualcuno vuole fare il pompiere, uno il pilota. Le ragazze vogliono fare le veterinarie.
Quando arriva il mio turno mi mordo la lingua, ma non riesco a trattenermi.
"Voglio fare la cantante."
 
Risate. I miei compagni di classe ridono, perchè?
"Tu? Una cantante?" La maestra. Mi giro arrabbiata verso di lei.
"Si, io, una cantante!" Rossa in viso abbasso la testa, ma il mio sguardo si ferma sul sorriso di Claire
Non vuole prendermi in giro, no, vuole dirmi che ce la posso fare, l'importante è provarci.








Buonsalve a tutti!
 
Innanzitutto voglio dire che il mio modo di scrivere è leggermente infantile solo perchè ho cercato di imedesimarmi nella testa di una ragazzina di sei anni. (Anche se spero che non sia troppo infantile)
Voglio anche premettere una cosa:
La mia storia non è completamente fedele alla vita di Taylor...
 
Ringrazio molto le persone che lasceranno una recensione... (Ricambio il favore e farò un salto da noi)
... e anche quelle che non recensiscono sperando che apprezzino.

Grazie mille a tutti

Lottieverdeen

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Capitolo 2
*** Once upon a time ***



 

Accartoccio il foglio su cui stavo cercando di scrivere una canzone e lo butto nella stufa.
"Voglio diventare cantante" perchè l'ho detto? Appoggio la penna e prendo la chitarra. Mio padre ha promesso che quando avrei compiuto otto anni mi avrebbe mandata da un maestro, ma io non avevo voglia di aspettare ancora due anni e così avevo rispolverato la vecchia chitarra di mio papà, dimenticata in soffitta.
Negli ultimi giorni di scuola, prima delle vacanze di natale ho fatto amicizia con Claire. E' successo durante un'intervallo, eravamo sedute sulla panchina e ci siamo messe a parlare della nostra musica preferita. Prima di uscire da scuola però la mia nuova amica mi ha sussurrato qualcosa nell'orecchio; "Mio papà è il direttore di una casa editrice musicale." Mi sono girata verso di lei per vedere se scherzava, ma lei stava già svoltando l'angolo.

Gli anni sono passati così in fretta che quasi non me ne sono accorta, ora faccio terza elementare e Claire è diventata la mia migliore amica. Di suo padre non mi ha più parlato, anche se più volte ho cercato di convincerla a farmelo conoscere.
Ho finalmente iniziato a prendere lezioni di chitarra e il mio maestro è restato stupido dalla mia voce.

"Guardate, la nostra maialina oink oink." Risate. Sospiro sedendomi vicino a Claire che mi guarda scuotendo la testa.
Katerine crede di essere terribilmente spiritosa, ma è da due anni che mi soprannomina la maialina e non ha ancora capito che nessuno ha più voglia di ridere. Qualcuno non ride perchè mi ha conosciuto meglio e sa che alla mia fattoria non ci sono maiali, ma solo pini e cavalli. Qualcuno perchè ha iniziato a detestare Katerine e altri perchè non hanno semplicemente voglia di ridere.
"Oink, Oink." Continua ridendo a crepapelle. 
"Qua, Qua?" Chiedo osservandola. Lei sbarra gli occhi stupita. Non le ho mai risposto e il fatto che lo faccia ora, sorridendo a testa alta probabilmente l'ha lasciata senza parole. Si gira facendo ondeggiare i capelli e si siede evitando il mio sguardo.
Claire mi guarda sorridendo. "Mi sa che non riesce a sopportare la verità."

Claire ed io siamo sedute davanti al camino.
"Non stavo scherzando quando ho detto che mio papà è il diretto di una casa editrice, è solo che lui mi ha detto che sei troppo giovane per diventare una cantante."
"Può darsi, ma prima o poi ce la farò." Osservo le fiamme che bruciano nel camino.
"Non ne ho dubbi." Claire sorride e mi abbraccia. "Sono felice che siamo diventate amiche."
"Anche io, Claire, anche io."






Okey, la tortura è finita,
Questo capitolo è stato sicuramente noiosissimo, ma grazie a tutti quelli che l'hanno letto.
ringrazio le persone che mi hanno recensito il primo capitolo e spero di non deluderle con questo!
Adieu
Lotty

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Capitolo 3
*** Lucky You ***





Il mio cuore martella forte nel petto. Stringo la mano di mia madre mentre osservo l'insegna luminosa dell'edificio di fronte a me.
Pennsylvania Music House. Ho scritto almeno una decina di lettere a questa casa editrice e quando avevo perso ogni speranza mi arrivata la risposta.

"Abbiamo esaminato la sua proposta e la invitiamo al Pennsylvania Music House."

Era una risposta davvero corta, che aveva lasciato leggermente perplessa mia mamma, ma che mi aveva riempita di gioia.
"Ho un contratto, ho un contratto." Ho passato la giornata a saltellare per la casa urlando la mia gioia ai quattro venti e ora eccomi qua, davanti a un edificio che mi incute timore, con la mia chitarra sulla spalla e i testi che avevo composto in una cartellina sotto il mio braccio destro.
"Su Taylor, non vuoi entrare?"
"Certo che si!" Rispondo avanzando di pochi passi. "Oh mammina, sono così agitata! Sospiro. Se non mi prendono?"
"Dovevi pensarci prima, adesso entra o ce ne andiamo."


There's a little girl in this little town

Sospiro e finalmente mi decido ad entrare, una signora con degli occhiali rotondi, truccatissima mi accoglie sorridendo.
"Tu devi essere la nostra piccola Taylor vero?" Annuisco e lei mi fa cenno di seguirla


With a little too much heart to go around

"Siamo tutti molto incuriositi da te, tesoruccio." Mi fa entrare in una stanza dove un uomo è seduto su una poltrona e con una sigaretta in bocca mi guarda. "Ciao." Dice secco e senza darmi il tempo di rispondere prosegue. "Quanti anni hai bambina?"
"Dodici." Lui annuisce. 

Live forever, never say never

"Perchè hai portato la tua chitarra?" Alzo un sopracciglio perplessa. "Per farvi ascoltare le mie canzoni?" Lui inizia a ride e butta via la sigaretta. "E chi ha mai parlato delle tue canzoni?" 
"Scusi, cosa sta dicendo, non la seguo."
"Piccola Taylor, quello che voglio dire è che tu canti le MIE canzoni."


You could do better, that's what she says

Scuoto la testa decisa. "No." Lui annuisce. "Il tuo colloquio è finito."
Mia alzo e prendendo la mano di mia mamma esco velocemente.


Mama named her lucky on a starlit night
 
"Sarà per la prossima volta tesoro." Annuisco trattenendo le lacrime. "Ci tenevo davvero molto."
"Sei brava Tay, vedrai che qualcuno ti prenderà."
La seguo nella macchina e non ascolto mentre parla. Chiudo gli occhi e immagino di essere una cantante famosa, una persona fortunata.


And she says lucky you, lucky you
 




Ciao!
Eccomi un po' in ritardo con il terzo capitolo.
Spero davvero che vi piaccia e vi prego di dirmi cosa ne pensate!

Buonasera a tutti,
Lotty

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Capitolo 4
*** There's a little girl, in this little town ***


 


"Il tuo colloquio è finito." Le parole del direttore rimbombano nella mia testa come palline da tennis. Schiaccio la testa nel cuscino soffocando un urlo. La mia stanza è in subbuglio totale. Quando nel pomeriggio sono rientrata ho scaraventato oggetti ovunque.
"Taylor, stai bene?" Mia mamma entra nella mia stanza silenziosamente, per non parlarle chiudo gli occhi e fingo di dormire.
La sento sospirare di solievo e chiudere la porta quasi dolcemente, mentre io cerco invano di prendere sonno.

Dopo un po' devo essermi addormentata, perchè questa mattina sono in piena forma, pronta ad affrontare quelle oche delle mie compagne.  Claire mi saluta già da lontano, impaziente saltella da una gamba all'altra "Com'è andato il...?"
"Non chiedere!" La interrompo bruscamente e lei annuisce preoccupata. Insieme entriamo nella nostra classe e ci sediamo, osservando Katerine che discute animatamente con le sue amiche. Ad un tratto si gira verso di me.
"Hanno indetto una gara di canto tesoro." Sorride beffardamente. "Ma dopo il tuo fiasco ieri, non mi sembra il caso che partecipi."
La osservo mentre si allontana ondeggiando con i fianchi e restito alla tentazione di strapparle uno per uno i suoi capelli.
"Cosa intende?" Mi chiede Claire preoccupata.
"Non volevano le mie canzoni e allora io mi sono rifiutata di cantare per loro." Sospiro. " La domanda è; perchè Katerine lo sa?"
"Sua mamma, lavora in quella casa editrice credo."
"Perchè non se nè mai vantata?" 
"Ecco... sua mamma fa la donna delle pulizie."

Claire ed io continuiamo a ridere finchè non entra la maestra. Subito Katerine racconta che, il capo di sua madre, che lavora per una casa editrice ha indetto una gara, per trovare una cantante. 
"E' la tua opportunità piccola Taylor." Dice. Non posso ignorare il tono beffardo nelle sue parole e alzo le spalle.
"Ci saranno opportunità migliori." Dico.
"Pennsylvania Music House Swift! E' l'opportunità migliore di tutti i tempi." Dice Katerine fiera.
"Giusto, dove la tua mamma riveste l'alto carico della donna delle pulizie?" La ragazza diventa rossa, mentre il resto della classe trattiene a stento le risate.
"E' meglio se la smetti Taylor. Probabilmente sei solo invidiosa che la mamma di Katy è almeno entrata una volta in quella casa musicale, al confronto di te, che non ci entrerai mai." Angy l'amica di Katerine mi attacca.
Sorrido, ignorando il fatto che ora tutta la classe ride di me.
"Quand'è la gara, Katerine?"

"Sei sicura che non vuoi ritirarti ragazzina?" Mi chiede Katerine, mentre aspettiamo il nostro turno dietro alle quinte.
"Perchè dovrei? Tu, ci hai pensato bene? Non è che vai a fare una figuraccia?" Non fa in tempo a rispondermi che la chiamano sul palco. Io sono l'ultima. Cerco di non scoppiare a ridere mentre ascolto le mie compagne che cercando disperatamente di fare bella figura.
Quando chiamano il mio nome salgo sul palco, la chitarra in mano, un sorriso sulle labbra.
Inizio a cantare la mia canzone. Lucky You.
E adesso, mentre tutti applaudono sono davvero felice.







Ciao a tutti!
Prima di tutto volevo ringraziare le sette persone che preferiscono la mia storia! Mi rendete felice!
Spero che questo capitolo non vi deluda e che continuerete a recensire.
Visto che molte persone mi hanno detto di scrivere più cose ho cercato di allungare il capitolo.
Spero di esserci riuscita un po'.
La vostra,
Lotty

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Capitolo 5
*** The world started to turn ***





Katherine mi guarda gelida. Quando si accorge che anche io la sto guardando si gira e sbattendo la porta esce dalla stanza dove le ragazze che hanno cantato aspettano ansiose di sapere chi ha vinto la gara. 
Qualcuno, sul palco, chiede silenzio e con voce chiara e comprensibile inizia a ringraziare il pubblico per i loro applausi e per essere così numerosi. 
"E la vincitrice oggi è: Taylor Swift!" Sorridendo salgo sul palco. "Hai vinto un contratto con la Pennsylvania Music..."
Qualcuno la interrompe. "Le l'ho già detto, non voglio quella ragazza." Abbasso la testa, cercando di nascondere la mia faccia rossa dall'imbarazzo. Qualcuno nel pubblico urla un insulto al producente. "Ho le mie ragioni, e ora se mi volete scusare, ho lavoro da sbrigare." Seguo con lo sguardo l'uomo che ho già incontrato una volta, quando per la prima volta sono entrata nella casa discografica. Sempre vestito di nero, si fa strada tra il pubblico, che come me lo osserva truce. La presentatrice interrompe il silenzio. "Beh, allora sono felice di consegnarti il tuo premio Taylor." Mi porge una coppa che io accetto con un triste cenno della testa. Perchè sono così sfortunata? Perchè quell'uomo mi odia tanto? Mi ha sentito cantare ora, perchè non mi vuole? Katherine si avvicina a me sorridento maliziosamente. "Si, cara Taylor. Mia mamma lavora da spazzina, ma quell'uomo che ti ha appena fatto fare una figuraccia è mio papà." Mi mordo la lingua, cercando di controllare le mie mani. Quanto vorrei far del male a quella ragazza così presuntuosa e antipatica. "Sta tranquilla Katherine, ci sono tante altre case discografiche in questo mondo." Lei sorride e se ne va, seguendo suo padre, fuori dal piccolo teatro.


"Quella maledetta Katherine ha convinto suo padre a non prendermi." Il mio fratello Austin, che poche settimane fa ha compiuto nove anni mi guarda stortando leggermente la testa. "E adesso cosa vuoi fare?" Scuoto la testa e gli guardo negli occhi. 
"Proverò ha mandare delle registrazioni ad altre case editrici." 
 "So che ce la puoi fare Tay. Siamo tutti con te." Trattiene un attimo il respiro e poi entusiasta mi abbraccia. "Ho la soluzione, il padre di Claire, anche lui..."
"No." Lo interrompo. "Prende solo cantanti maschi e già abbastanza vecchi."
"Maschilista del ..."
"Cosa stavi per dire Austin?" Lo interrompe mia madre che entra in cucina con una bacinella di insalata in mano. "Su Taylor, aiutami a pulirla, e tu Austin vai a farti una doccia, sei tutto sporco!"
"Stavo aspettando Taylor!"
"Bene, adesso che ti ha detto tutto puoi andare." Il mio piccolo fratello sbatte la porta della cucina e se ne va. "Su, piccola racconta."
"Katherine ha convinto suo padre a non prendermi e... mamma non so più cosa fare, nessuno mi vuole bene!"
"Io te ne voglio tanto! Adesso vai fuori, prendi una bella boccata d'aria e starai meglio." Annuisco e esco di casa. Il grande prato che in inverno è pieno di pini adesso è completamente rado e vuoto. Vederlo così mi rattrista e allo stesso tempo mi fa pensare. Sospiro pensando a Katherine e alla sua cattiveria, come fa una persona a essere così vendicativa? E tutto questo perchè? Cosa le ho mai fatto? Domande a cui non conosco risposte mi affolano la mente. Ad un tratto il mondo inizia a girare, e io non posso far a meno di girare con lui. 








Ciao a tutti!
Prima di tutto voglio ringraziare le 10 persone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite! Mi rendete felicissima!
Mi scuso se questo capitolo alla fine è un po' noioso e poco comprensibile alla fine.
Taylor, alla fine di questo capitolo sviene. "Il mondo inizia a girare."
Perchè lo scoprirete nel prossimo capitolo :)
Ricordatevi di lasciarmi un piccola recensione se vi è piaciuto...
La vostra Lotty

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Capitolo 6
*** The Outside ***






La voce di mia madre giunge ovattata alle mie orecchie.
"Solo un calo di zuccheri? Mia figlia è svenuta e chissà quante altre volte succedrà!" Sta urlando contro un uomo vestito di bianco, probabilmente un medico, che la guarda impassibile.
"Sono cose che succedono." Dice girandosi e andandosene dalla stanza.
"Mamma?" La chiamo flebilmente. Lei si gira verso di me e sorride sollevata. 
"Finalmente tesoro, pensavo già che fosse successo chissà cosa!"
"Sto già meglio." Sospiro.
"Hai problemi con i tuoi compagni vero?"
"Non è importante, tanto tra poco andrò alle medie. Non preoccuparti, davvero!"
Mi alzo dal letto d'ospedale su cui ero sdraiata e seguo mia mamma fuori dal piccolo ospedale del nostro paesino.


In macchina siamo tutte e due molto silenziose. 
"Se non vivessi nell'ultimo paese del mondo tutto sarebbe più facile!" Dico ad un tratto arrabbiata.
"Taylor calmati, primo o poi qualcosa funzionerà! Ora pensa alla scuola è più importante della musica."
"Perchè non vuoi capire? Per me non c'è nulla di più importante della musica. Tranne la mia famiglia naturalmente ma..."
"Basta, non ne voglio più sentire parlare, hai capito?"
Mi giro, evitando di guardarla negli occhi. Mia madre è sempre stata così, non ha mai pienamente condiviso la mia passione. Con mio padre è tutto diverso. Lui mi capisce, mi aiuta ad accordare la chitarra e mi da dritte ovunque possa.
Arrivati a casa, afferro la chitarra appoggiata sul divano, per paura che mi mamma la butti o me la nasconda e scappo nella mia stanza.
Inizio a muovere le dita a caso, ma pian piano trovo una melodia. Una melodia travolgente, che ha con sè tutto, tristezza malinconia, ma anche un po' di speranza.
Le parole arrivano quasi spontanee. 


I tried to take the road less traveled by
But nothing seems to work the first few times
Am I right?

Sorrido. Mia mamma non ha ragione. Io ce la posso fare, anche se all'inizio niente sembra andare per la via giusta, prima o poi, dopo un paio di tentativi ce la farò. Di sicuro!


"Come stai?" Chiede Claire, mentre, con uno sbuffo mi lascio cadere vicino a lei. 
"Non mi lamento. Tu?" Claire scuote la testa.
"Capisco quando stai male! La spolpiamo insieme Katherine o la vuoi solo per te?"
Sorrido senza rispondere. Claire la sa la risposta. Non spolperò nessuno oggi, anche se ne avessi l'opportunità. L'altra sera sono restata sveglia fino a tardi per finire la canzone e non mi lamento del risultato.
"Oggi vieni a casa mia?" Chiedo alla mia migliore amica.
"Non posso, mi dispiace Tay, un'altra volta."
E' da un mese che non può. Ho paura che i suoi genitori mi odino. Sono delle persone molte serie e attente alle regole. L'ultima volta che sono stata invitata da loro mi è venuto un attacco di tosse e ho sputato la mia minestra in faccia alla madre di Claire.
Non mi hanno nemmeno dato il tempo di scusarmi che mi hanno mandato in camera. Peggio dei miei genitori.
"I tuoi genitori ce l'hanno ancora con me per la storia della minestra?" Claire annuisce ridendo.
"Passerà prima o poi. Spero." 
La nostra risata viene interrotta da Katherine.
"Ciao gallinelle. Sai Tay, il mio papà ha appena pubblicato una canzone di una mia amica. Lei però aveva davvero talento, non come te che canti starnazzando come un'oca." 
Mi alzo stringendo i pugni.
"Sai cosa ti dico ragazzina? Io ce la farò, solo per dimostrare a persone come te che io non sono una nullità."
E la lasciò lì, con il suo solito sguardo beffardo, ma con la ferma convinzione di farcela.
Convinzione che è ancora più forte di prima.






Ciao Ragazze che leggono la mia storia!
Prima di tutto voglio scusarmi per il ritardo, ma la sfigata che sono mentre correva si è slogata il polso. (come ha fatto a cadere lo sa solo lei.) Beh, ho scoperto che scrivere con una mano è molto divertente XD.
Volevo ringraziarvi per i 15 preferiti! Ancora uno e sono seconda nelle storie preferite! Wow :)
Grazie a tutti quelli che recensiscono e anche ai lettori silenziosi!

Adieu, a presto!
Polso permettendo.



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Capitolo 7
*** I'll never make my parent mistakes ***





Le medie sono già iniziate da un po' qua a Reading, sono felice di aver scoperto che di persone come Katherine ce ne sono davvero poche. Claire è ancora in classe con me, fatto che mi rende molto felice. Sono riuscita persino a farmi delle amiche, anche se lei resterà per sempre la persona migliore di questo mondo.
La neve scende dolce, danzante, mentre con la chitarra in braccio mi cullo dolcemente sulla mia sedia a dondolo dinanzi al cammino, che mi calma con il suo ritmico scoppiettare.
Mio fratello Austin mi viene incontro con le braccia tese. Appoggio la chitarra per terra e lui mi sale in braccio.
"Come stai tesoro?" Gli chiedo dolcemente. Austin è il fratello più dolce di questo mondo. Ha solo 10 anni, ma sicuramente è molto intelligente per la sua età. Capisce cose che i suoi compagni potrebbero solo sognarsi, e i suoi occhi sono perennemente alla ricerca di qualcosa, come i miei d'altronde. Qualche volta scherziamo sul fatto che i figli Swift siano troppo sensibili e realisti.
"Mamma e papà litigano sempre!" I suoi occhi diventano lucidi e io lo stringo più forte a me.
"Sarà solo una fase piccolo tesoro, vedrai che tra poco nessuno urlerà più." Cerco di calmarlo.
"Lo fanno sempre, anche di sera nella loro camera, in silenzio, ma io li sento lo stesso." Inizia a singhiozzare.
"Andrò a parlargli io adesso, okey?" Lui annuisce e si alza.
"Grazie." Sussurra scappando in camera sua.


Mia avvicino a mia madre, seduta in cucina a cucire la maglia rotta di mio fratello.
"Mamma ascolta, devo parlarti..." Inizio.
"Non ho tempo adesso Tay!" Mi interrompe uscendo dala cucina.
"Ma mamma, è importante!"
"Un'altra volta." La sento urlare dal soggiorno. Mi mordo il labbro per non  mettermi ad urlare dalla frustrazione e vado nella mia stanza.
Apro il mio diario, in cui annoto idee per le mie canzoni e con una penna dorata scrivo:


I’ll never make my parents’ mistakes
 

Chiudo il piccolo taccuino e faccio cadere la penna. Mi sogno su un palco, che canto una canzone ritmata, ma allo stesso tempo triste, il pubblico applaude e io sorrido. Le urla di mia madre mi riportano alla realtà. Penso ad Austin, il mio piccolo fratello, che senza saperlo ha trasformato sua sorella. D'ora in poi non sarà più la figlia di papà di sempre, ma una ribelle. Questo almeno finchè le tensioni in casa mia non si calmeranno. Se sono arrabbiati con me forse non possono più prendersela a vicenda.

 

You made a rebel of a careless man’s careful daughter



Senza chiuderlo corro in cucina, prendo fiato e inizio ad urlare.
"LA SMETTETE? NON CAPITE CHE LE VOSTRE CONTIENE STUPIDE E INSENSATE LITIGATE CI FANNO SOFFRIRE? SE NON VOLETE FARLO PER ME, FATELO PER AUSTIN! LUI CI STA MALE IDIOTI!"
Mio padre mi guarda con la bocca aperta e gli occhi sgranati. Mia madre si riprende più velocemente. Mi tira una sberla. Non l'ha mai fatto. Non è il dolore a farmi lacrimare gli occhi, ma la cieca rabbia. Sbuffo e mi giro, non voglio che vedano le lacrime.
Arrivo nella mia stanza e mi chiudo a chiave.
Affondo la testa nel cuscino e inizio a singhiozzare.





 



Buongiorno popolo di efp! 

eccomi qua, in ritardo, come sempre, con il mio nuovo capitolo!
Spero che vi piaccia, e voglio chiarire un paio di cose:

Quando ho sentito mine per la prima volta mi sono immaginata che lei litigasse con i suoi e scappasse con un ragazzo.
Questa però è un'interpretazione completamente stravolta e nuova. Spero però che sia accettabile lo stesso!

Vi saluto e spero di aggiornare presto,
Lotty

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Capitolo 8
*** Am I ready for Love? ***



 

Tay... girati piano piano e continua a respirare.” Dice Claire con la bocca aperta dallo stupore e gli occhi sconvolti. Lentamente le obbedisco e per un secondo dimentico davvero le funzioni dell'apparato respiratorio. Davanti a me c'è un ragazzo, alto, con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Potrebbe essere il mio gemello.
Chiudo la bocca, per non dare l'impressione dello struzzo e mi giro di nuovo verso Claire.
“Santo cielo...” Sospiro.
“Lo sapevo!” Dice felice alzando leggermente la voce. “Lo sapevo!” La guardo di sbieco e lei spiega. “Tutti dicono che sei insensibile e che non ti piacciono i ragazzi, ma ora...”
La interrompo. “Scusa Claire, chi dici che sono insensibile?”
“La classe.” Annuisco. Giusto, sono insensibile, io Taylor, che scrivo canzoni come niente, che osservo ogni ragazzo che mi incrocia la strada sperando che mi abbia notata, che me la prendo sempre terribilmente se spaglio qualcosa. Sono insensibile. “Si chiama Alexander, arriva da Boston credo...”

Annuisco distrattamente. Nell'ultimo tempo Claire si sta comportando stranamente, mi trascura un po' e quando sta con me è per canzonarmi un po'.

Sospiro e imbocco la strada sterrata per arrivare a casa. Penso ad Alexander, il ragazzo biondo e il mio rapporto con il mondo dei maschio fin'ora. Si può riassumere in una parola: catastrofale.
E' come se ogni mattina mi spruzzassi un po' di repellente per ragazzi.

Prendo la chitarra e mi siedo come al solito sulla mia sedia a dondolo preferita. I miei genitori e mio fratello non sono in casa. Meglio, quando scrivo canzoni preferisco essere da sola.
Accarezzo lentamente le corde e la appoggio di nuovo per terra. Prendo carta e penna e cerco di fare spazio nella mia mente, dove sentimenti più strani e sfuocati roteano senza ordine.



Sometimes I wonder how it's gonna feel,
will my first love by true and real?


Non devo nemmeno pensarci su tanto, le parole mi vengono quasi spontanee, e con loro la musica, un misto di malinconia, speranza e felicità. Perchè così dovrebbe essere l'amore, un tornado di emozioni, implacabile, nemmeno quando uno dei due chiude tutto, pensando che si possano dimenticare, baci, carezze, occhiate.

Will my love come in a bowl of fire?
Will it be filled with hope and desire?
Will my love come in a pouring rain?

Quando arriverà? Quando meno me lo posso aspettare? O sarò pronta?
Dubbio e incertezza si fanno strada in me. Perchè deve essere tutto così dannatamente complicato? Perchè non posso trovarlo con la facilità con cui scrivo canzoni?
Sospiro e appoggio il foglio. Mi alzo e mi affaccio alla finestra. Sta iniziando a piovere, le goccie scendono dolci lungo la finestra. Penso al mio padre e a mia madre che finalmente hanno smesso di litigare, al mio fratellino che ogni volta che lo vedo mi sorride e mi fa riscaldare il cuore.
In fondo l'amore non è la cosa più importante della vita, ci sono molte altre cose molto più belle e per cui vale la pena sorridere. 
Accarezzo la rosa che sta germogliando sul davanzale e sorrido.
Non c'è bisogno di aver fretta, arriverà, e quando qrriverà non sbaglierò.








Buonasera Lettrici!
Mi scuso MILLE VOLTE per l'immane ritardo! Mi dispiace davvero! Ma ho avuto molti problemi tra scuola e atletica quindi ho cercato di impegnarmi di più e trascurare un po' la mia storia.
Spero che questo capitolo vi piaccia, non avevo assolutamente idee su cosa scrivere :(
Vi ringrazio per i 21 preferiti! Siete davvero dei grandi! 

Alla prossima,
la vostra 
Lotty

 



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