Love me, my Anjel

di Peddy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo1_Voci nella testa ***
Capitolo 3: *** Capitolo2_Conoscere se stessi ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3_Tutta questione di fiducia ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4_Una domanda tormentante ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Personaggi:

Questa è la storia d’amore tra Alexis Gray una ragazza umana e Krys Schafer un vampiro.

Insieme riusciranno a superare le difficoltà di un’amore impossibile? Il ritorno del ex ragazzo di Alexis con una grande sorpresa potrà cambiare le cose?

E se a queste difficoltà si unisse una lotta tra due organizzazioni segrete?

Ci sarà il lieto fine o sarà una fine drammatica? Scopritelo voi stessi leggendo e recensionando.

Buona lettura

Peddy

Love me, my Anjel

Prologo

Lentamente con una mano mi tolsi le piccole ciocche dei lunghi capelli che mi erano rimasti appiccicati alle labbra, asciugate da un vento dolce e delicato che mi accarezzava da ogni parte. Stavo appoggiata con la schiena allo stipite della enorme finestra spalancata della mia stanza, ascoltavo il lontano fruscio delle foglie secche che, cadute dagli alberi, sembravano formare un enorme coperta per la terra.

Completamente assorta nei miei pensieri non mi accorsi che il sole stava tramontando, lo notai solo osservando l’ ombra del grosso salice che lentamente si spostava verso est, allora alzai gli occhi verso l’orizzonte e m’incantai su quel magnifico paesaggio che non avrei mai più rivisto.

Mi domandavo com’era possibile tutto ciò, mentre scendevo le scale per andare a cena. Tutto stava accadendo troppo in fretta per i miei gusti!

La mia casa, se ancora potevo chiamarla tale, si era praticamente trasformata in un campo di battaglia.

C'erano cose un po' dovunque. Scatoloni pieni di cianfrusaglie, valige varie pieni di vestiti di tutte le stagioni.

Mia madre era agitata e non faceva altro che parlare del nostro prossimo trasferimento.

Dio, quanto stavo odiando quella situazione!

Eppure, nonostante tutto il mio impegno a sabotare quella decisione, non ero ancora riuscita a far desistere mia madre dai suoi propositi.

Era davvero frustrante!

La cucina era l'unico luogo rimasto utilizzabile, nel salotto era stato tolto tutto e i mobili coperti da larghi teloni bianchi e le stanze da letto avevano subito la stessa sorte.

Nella mia mente iniziarono a formarsi mille domande, mentre guardavo la causa del mi caos mentale.

Non capivo com'era possibile che mia madre non riuscisse a capirmi…Come poteva comportarsi in quel modo? Non capiva che stava sbagliando? Come poteva dimenticare cosa rappresentava quella casa per me?

Ero nata lì, vi ero cresciuta sopportando e superando con dignità tutti gli ostacoli che la vita mi aveva messo davanti…E ora…tutti quei ricordi sembravano allontanarsi dalla mia, sembravano sfumare attraverso la febbrile eccitazione di mia madre...

Guardai l’orologio quella sera avrei dovuto vedere il mio ragazzo. Tommy.

Mi alzai dal tavolo, catturando l’attenzione di tutti quelli che erano seduti.

-Bene! Io ho finito!-Esclamai ancora in piedi e senza aver mosso un passo

- Che ne dici di una buona fetta di torta?- chiese mia madre cercando di farmi fermare a cena ancora un po’.

-Ecco, veramente preferirei fare quattro passi. Ti spiace?- Le domandai, anche se la sua risposta non mi avrebbe fatto cambiare piani

-Dì la verità…stai andando da qualcuno in particolare? Magari qualcuno con i capelli corti castani e gli occhioni verde chiaro?- Mi domandò Alan, il padre dei miei due fratellini e colui che aveva occupato lo spazio vuoto che mio padre aveva lasciato nel cuore di mia madre.

-Indovinato!- Gli risposi io.

Al, rimase a dir poco sbigottito.

Inizialmente non ci andavo molto d’accordo, pensavo che avrebbe cercato di portarmi via mia madre, come quella donna bionda aveva fatto con mio padre, ma lui mi fu molto vicino quando mia madre dovette andare dalla zia per un mese e il nostro rapporto era cambiato…mi piaceva come persona. Era onesto e soprattutto era un buon padre, non solo per i gemelli, ma anche per me, e inoltre con i bambini ci sapeva fare più di mia madre.

Ma credo che quell’espressione fosse dovuta a altro. Credo che si aspettasse che io l’odiassi per via del trasloco, ma in verità se dovevo ‘odiare’ qualcuno, quella era mia madre.

-Io vado, ciao!- Esclamai prendendo una felpa e uscendo di casa a corse. Ero in ritardo.

Quando arrivai, al parco lui era già li che mi aspettava. Stava seduto sulla panchina con un’aria assorta. Il cappellino che oramai non si toglieva più nemmeno per andare a dormire, gli copriva gl’occhi verdi, e i capelli castani, la felpa verde era quella che usava solitamente durante gl’allenamenti di calcio, guardandolo bene mi accorsi che aveva ancora indosso la tuta da ginnastica…molto probabilmente aveva finito da poco gl’allenamenti e si era precipitato subito qua al parco senza nemmeno passare da casa.

Lentamente mi avvicinai, sembrava che non si fosse accorto della mia presenza e credo che non se ne accorse nemmeno quando mi trovai a pochi centimetri da lui.

Presi fiato pronta a farlo spaventare, ma lui mi sorprese premendomi il suo dito indice sulle labbra.

- Se ci provi ti ammazzo!- Esclamò con voce cupa.

Non aveva mai usato un tono così cupo con me…ma forse me lo meritavo, il giorno successivo sarei partita per sempre, avrei detto addio alla città che mi aveva cresciuta e non gli avevo ancora detto niente. Non sapeva nulla del mio prossimo trasloco. Avrei dovuto dirglielo, ma fino in fondo ho sempre sperato che non sarei mai partita, ma oramai le mie speranze erano svanite.

- Ma allora te ne eri accorto! Non ti muovevi e io pensavo di…- Esclamai sorpresa ma lui mi interruppe.

- Non sono un novellino ok?!- Anche questa volta usò un tono che non mi aveva mai rivolto, ma questa volta mi colpì in pieno. Era nervoso, irritato e pieno d’odio…l’aveva scoperto, ne ero certa, che altro avrebbe potuto avere contro di me?

- Scusami…- Bisbigliai spiazzata e delusa dal tono che mi aveva rivolto.

Attorno a noi cadde il silenzio, nessuno di noi parlava, sembrava che non respiravamo, sembravamo due mimi di quelli che stanno nei parchi e imitano delle statue e si muovono solo se qualcuno gli lancia una monetina. Stavo solo aspettando che qualcuno lo facesse, speravo ma non succedeva niente, nessuno passava e nessuno parlava. Anche il vento si era fermato. La situazione era diventata ridicola!

- Questa situazione è ridicola!- Bisbiglia a bassa voce, così bassa che nemmeno io riuscì a capire quello che dicevo.

- Perché? Trovi ridicolo vedersi al parco con il proprio ragazzo!- Esclamò Tommy ancora irritato.

- Tommy si può sapere cosa cavolo hai?- Gli urlai io.

Lui finalmente mio guardò per la prima volta da quando lo raggiunsi quella sera.

Stranamente i suoi occhi non erano più verdi, ma castani, pensai ad uno strano gioco di luci.

- Non sono affari tuoi!- Urlò lui.

- Come non sono affari miei tu sei il mio ragazzo, e si mi tratti in quel modo vuol dire che invece sono affari miei!!!-

Lui si alzò e iniziò a prendere a pugni l’albero che aveva difronte.

- TOMMY!!!- Lo richiamai io avvicinandomi e cercando di fermarlo per evitare che si facesse male, ma lui con l’altra mano mi fece cadere a terra solo il mio urlo di doloro lo fece fermare.

Io mi alzai, non mi ero fatta nulla, mi pulii dalla polvere e mi avvicinai nuovamente a lui che stava fermo con il pugno sul tronco. Gli appoggia le mani sulle spalle e poi anche la testa.

- Tommy, dimmi che ti succede…sei strano…qualcosa ti turba..dimmi cosa!-

- Non qui, andiamo a casa mia!-

Accettai.

Arrivata a casa sua salutai la famiglia Lawson. Adoravo la sua famiglia e loro adoravano me.

La prima persona della sua famiglia che incontrai fu Logan Lawson, il fratello maggiore di Thomas. Che si avvicinò a lui e si mise al suo fianco appoggiando una mano sulla sua spalla.

Non era difficile capire che erano fratelli. Erano più o meno alti uguali ed erano tutti e due castani e gl’occhi verdi. La differenza dovuta ai 3 anni di differenza, stava nella corporatura. Logan aveva le spalle larghe ed era più robusto. Si vedeva che era lento e potente, mentre Tommy era agile e svelto.

Dopo poco ci raggiunse la sorella maggiore di Thomas, Mallory.

Era una bellissima ragazza. I capelli lunghi, lisci setosi ma sempre castani le circondavano il bellissimo volto olivastro, gl’occhi verdi erano di spicco e davano un tocco in più ai suoi eleganti lineamenti.

Mallory era la sorella di mezzo, nata tra Logan e Thomas e essendo l’unica figlia femmina della famiglia si era legata molto a me.

Dirigendoci al piano di sopra sbirciai in salotto incontrando gli sguardi di Edward e Claudia, i genitori dei tre fratelli. Mi salutarono entrambi con un semplice gesto della mano che io ricambiai.

Nella sua stanza Thomas si sedette sulla sedia della scrivania portandola di fronte al letto dove mi ero accomodata io.

Stava lì e mi fissava con i suoi occhi penetranti con le braccia incrociate sullo schienale e il mento appoggiato sulle braccia.

- Tommy, stavamo facendo un discorso prima…vuoi dirmi cosa ti succede?- Gli chiesi cercando di imitare il suo sguardo, invano.

Lui non rispose.

- Se mi hai fatto venire qui per startene in silenzio, potevamo restare dove eravamo prima!- Esclamai io irritata.

- Scusami, stavo cercando di trovare le parole giuste, non è facile quello che voglio dirti!- mi rispose lui abbassando lo sguardo.- Ma devo farlo…io ti devo…lasciare! Non perché non ti ami ma perché…ho conosciuta un’altra ragazza, con lei è tutto diverso, c’è un intesa maggiore, lei mi capisce…io…mi dispiace.-

Il suo sguardo era fisso su di me, mentre il mio si era bloccato come il mio cuore, ma sul mio volto si formò un sorrisino.

- Ti sembrerà strano ma, sono contenta di questo…vedi all’inizio era tutto perfetto, ma ora non era più così, il vederti era diventato come vedere un fratello maggiore, quello che provavo per te era cambiato…il mio cuore non batteva più come prima…e inoltre…io domani me ne vado…- Esclamai io come risposta.

- Come te ne vai?- Mi domandò lui.

- Alan e Clare vogliono trasferirsi, a New Liskeard.-

- Tornerai?

A quella domanda non sapevo cosa rispondere, nemmeno io sapevo se in un futuro sarei mai tornata nella mia città natale…

Scossi la testa in segno negativo.

Nessuno di noi parlò più.

La macchina percorreva rapida le strade della cittadina ancora silenziosa. Le strade a quell'ora erano pressocchè deserte , appena illuminate dalla chiara luce dell'alba. In giro non c'era nessuno.. Solo qualche ambulante che tornava dal solito rifornimento di merci al mercato…

Da lontano una voce di un lupo solitario echeggiava nell’aria, un triste ululato continuo.

Quello era il mio addio.

CONTINUA

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Capitolo 2
*** Capitolo1_Voci nella testa ***


Love me, my Anjel

Love me, my Anjel

Capitolo 1_ Voci nella testa

 

Dopo ore di viaggio, finalmente giungemmo nella tanto famigerata città di New Liskeard. Un grosso cartello con la scritta ‘ Benvenuti a New Liskeard’ ci dette il benvenuto. Sul volto di Alan, si formò il sorrisino tipico di chi dopo anni stava rimettendo piede nella propria città di nascita. Immaginai che per lui fu un emozione meravigliosa.

 

Arrivati di fronte a una grandissima villa ci fermammo. Al parcheggiò sul marciapiede e scendemmo tutti dall’auto.

M’incantai a guardare l’enorme villa bianca circondata dal più bel giardino che io avessi mai visto.

Su una cosa Alan aveva ragione, in quella casa ci stavamo tutti e anche molti di più! Ognuno di noi piccoli avrebbe avuto la sua stanza, anche se per il momento i gemelli sarebbero stati ancora per un po’ assieme.

- Allora piccolo Claud, ti piace la tua nuova casa?- Chiesi al piccolo che tenevo in braccio, e come risposta ottenni un piccolo sorriso.

Il fatto che i miei fratellini sembravano entusiasti della nuova casa mi aiutò ad accettarla un po’ di più…avrei fatto di tutto per quelle due pesti, e lo dimostrava il fatto che mi trovassi lì.

 

- Su entriamo che vi mostro la casa e le vostre stanze!- Esclamò Alan avvicinandosi a noi due e mettendomi una mano sulla spalla, per  farmi da guida. Entrammo in casa seguiti da mia madre e mia sorella Evy.

Ad aprire l’enorme portone castano chiaro fu un uomo dai capelli e dai baffi bianchi. Sapevo che Alan era molto ricco, pensai così ad un maggiordomo, e non mi sbagliai.

- Arold, loro sono Clare , Evelyn, Alexis e Cluod!- Esclamò Alan.

- Sono lieto di conoscervi!- Esclamò l’uomo.

Rimasi colpita da quel uomo dall’apparenza e dai modi freddi, più tardi ci avrei legato moltissimo, ne ero più che certa anche se notai che lui mi guardava di sottecchi.

So molte cose su di te, più di quanto tu immagini…Gli sentii pronunciare nella mia testa.

 

- Questa è la tua stanza! ed è senza dubbio la migliore della casa…- Esclamò Alan fermandosi di fronte ad una grossa porta bianca ricamata d’oro.

Il maggiordomo dietro di noi lasciò le mie valigie nella stanza e poi mi abbandonarono tutti in quella grossa camera dalle pareti bianche,  l’enorme letto matrimoniale e una porta finestra di vetro che dava su un bellissimo balconcino posto sul retro, sotto di esso il giardino e la piscina della villa.

Rientrata nelle mie stanze e senza aver  chiuso la porta finestra mi gettai sulle morbidi lenzuola del mio letto e mi lascia cullare da queste.

M’addormentai

 

Non mi spiegavo il perché ma mi trovavo nel giardino di casa mia, cioè della mia nuova casa…le acque calme della piscina riflettevano la fetta di luna che brillava alta nel cielo notturno.

Guardai quel riflesso e mi lascia cadere nell’acqua che dolce mi cullava e mi trascinava verso il basso, non riuscivo a risalire, ma nemmeno ne avevo le intenzioni.

Mi sentii addormentare.

Chiusi gl’occhi.

Quando li riaprii, non ero più in acqua e nemmeno più nel mio giardino…dove mi trovavo? Perché? Non trovavo risposta.

Era tutto buio attorno a me…e sentivo freddo, tanto freddo…

- Si può sapere cosa diavolo ti è preso stupida ragazzina?-

Il mio sguardo cercò la persona che aveva parlato, ma fui abbagliata dalla sua bellezza.

I capelli lisci castani e mechati di biondo, ne corti corti, ne lunghi, ornavano il bellissimo viso pallido di un giovane ragazzo dagl’occhi azzurro cielo, il busto perfetto come scolpito nel marmo e sul volto, nessuna espressione.

- Io…Non…- Balbettai io.

- Lascia perdere e pensa a scaldarti o morirai congelata!-

Annuii grata per non avermi chiesto spiegazioni.

Sentivo gl’occhi chiudersi da soli, mentre lui si sedeva di fianco a me. Ora anche la testa mi pesava sul collo mi lascia cadere priva di sensi sulla sua spalla, lui delicatamente mi posò la testa sulle sue gambe…lo sentii freddo…il suo corpo era gelido come se fosse stato una statua di ghiaccio, ma mi sentivo protetta come non lo ero da tanto tanto tempo.

Sentii le sue labbra fredde sulla mia fronte, poi una voce fredda sia nel tono sia nel modo d’esprimersi.

- ti consiglio di cambiare atteggiamenti con questa ragazzina…-

 

- Svegliati tesoro è pronta la cena!- quella non era la voce dello sconosciuto che mi aveva salvato la vita…

- Tesoro!- Era la voce di mia madre…cosa era successo? Possibile che avessi sognato tutto? Eppure era tutto così…così…reale.

Aprii gl’occhi per guardare mia madre che stava seduta sul mio fianco e mi teneva la mano destra…con l’altra mano spostai la coperta che mi copriva parte del volto.

- Mamma?- Chiesi un po’ tremante mentre la mia mente ripercorreva tutto ciò che mi era accaduto da quando entrai in quella casa, il maggiordomo e i suoi modi, la mia nuova stanza…il freddo…tra le sue braccia provavo un freddo piacevole…ma era d’avvero un sogno? No era stato troppo reale per essere un sogno…

- Sì mamma, scendo subito…mi cambio e scendo…-Gli risposi non contando ciò che mi aveva appena detto…

Vidi chiaramente che lo sguardo di mia madre era molto perplesso…nonostante questo uscì dalla mia stanza.

Prima di alzarmi dal letto, rimasi a cullarmi nelle mie fantasie dando un calcio alle coperte che qualcuno, molto gentilmente mi aveva messo addosso.

Mi alzai cercando di dare un aggettivo al mio volto, non lo trovai

 

La immagine che lo specchio mi rifletteva era sempre la solita. I capelli castani scuri quasi neri, scendevano lisci e scalati sulle spalle, una piccola frangia copriva la mia fronte quasi a voler coprire gl’occhi verde chiaro…la mia media altezza e il fisico, ne troppo perfetto ma nemmeno il contrario.

Scossi la testa in segno di negazione e aprì l’armadio, ne estrassi le prime cose che mi capitarono e scesi al piano di sotto…non fu facile trovare la sala da pranzo, ma quando la trovai tutti erano li ad aspettarmi.

 

Il giorno dopo, era il primo giorno di scuola ed arrivò  più veloce del previsto…quella mattina la sveglia suonò prima del mio orario abituale, sapevo già quello che mi aspettava, compagni nuovi, insegnanti nuovi un nuovo istituto…

Indossai la nuova divisa scolastica, bianca e grigia con il nastro rosso e salì sulla auto che mi portò di fronte al edificio rosso mattone che sarebbe diventato la mia scuola.

 

Molte persone stavano ferme nel corridoio principale,  a parlare tra di loro, sentivo che stavano parlando delle rispettive vacanze estive ma non mancavano i soliti pettegolezzi sulle nuove e vecchie coppie…forse mi sbagliavo, ma il primo giorno di scuola era sempre uguale, ovunque tu andassi…

Raggiunsi il mio armadietto e ci depositai i primi oggetti, ci appiccicai anche la foto della mia vecchia classe…chiusi l’armadietto e cercai di capire da che parte si trovasse la mia classe…non fu facile…

 

- Alexis Gray!!!!- Sentii qualcuno chiamarmi, era impossibile…nessuno poteva conoscermi…non potevo averlo immaginato, qualcuno aveva pronunciato il mio nome, ma chi? Nessuno sembrava interessarsi alla mia presenza.

- Alex!!!-

Di nuovo quella voce…cercai di concentrarmi e dare un immagine e un nome a quella voce…chiusi gl’occhi e…

La vidi…

Ambra Callaghan, la mia migliore amica d’infanzia con cui ero cresciuta e che si era trasferita un anno fa, era lì circondata dal buio…indossava la divisa scolastica, e i capelli castano-biondo erano raccolti in due cipollini lasciando scappare due ciuffi davanti.

Sentii la sua presenza alle mie spalle. Aprii gl’occhi, mi girai ed era lì, esattamente come l’avevo immaginata…

- Amby!!!- Urlai gettandomi tra le sue braccia.

- Alex, che ci fai qui? e soprattutto cosa ci fai con la divisa di questa scuola?- Mi domandò lei quando mi tirai di un passo indietro.

 

Ci mettemmo a parlare, mi parlò del suo primo giorno qui, degli avvenimenti di un anno, mi parlò dei miei nuovi compagni di scuola e anche quelli di classe, quando finì di parlare mi fece varie domande, mi chiese di mia madre, dei gemelli, di Tommy, di Alan

Scoprimmo anche di essere in classe assieme!

La prima campanella suonò e i corridoi iniziarono a svuotarsi, Ambra mi fece strada per la nostra classe, che si trovava al piano superiore.

 

Nel punto esatto dove la scala si ripiegava vidi quei occhi.

Mi mancò il fiato…sentii il mio corpo cedere al ricordo di quella bellezza, un dio sceso sulla terra.

Sembrava che il tempo si fosse fermato…

Lei qui? Nella mia scuola?

Sentii la sua voce nella mia testa…sentii il suo tocco gelido sulla pelle e le sue labbra gelide sulla mia fronte…

Ha qualcosa di speciale…ma non sa ancora cosa…

La sua voce risuonò ancora una volta nella mia testa…cosa mi stava succedendo? Perché la sua voce era così chiara nella mia testa? Come potevo averlo sognato così identico alla realtà se non lo avevo mai visto?

Il suo sguardo era fisso su di me, era meraviglio e si notava benissimo che la mia presenza in quella scuola l’aveva colpito…che il mio sogno non fosse stato solo un sogno? Se era così avrei dovuto ringraziarlo…ma come potevo farlo? Mille persone erano tra me e lui…dovevo avvicinarmi in qualche modo…in qualsiasi modo…dovevo farlo…

Prego…

Come era possibile? L’aveva detto a me? La sua voce risuonava ancora nella mia testa…non aveva parlato, ne ero sicura, le sue labbra non si erano mosse.

Mi stava succedendo qualcosa di troppo strano…il sogno e ora lo sentivo parlare nella mia testa…stavo impazzendo? Probabilmente era così!

Sentii una mano sulla mia spalla e una voce che mi esortava ad andare avanti…senza pensarci troppo eseguii gl’ordini di quella voce, senza distogliere gl’occhi da quel meraviglioso e sconosciuto ragazzo.

Ti rivedrò presto

Per l’ultima volta sentii la sua voce…ma potevo essere sicura che si trattasse della sua voce o mi stavo attaccando troppo al sogno che avevo fatto? No…ne ero troppo sicura, qualcosa mi diceva che era la sua voce.

 

Il resto della mia giornata scolastica passo normalmente, anche se la mia mente spesso, troppo spesso viaggia alla ricerca di quel viso, e ogni volta lo vedevo chiaramente come se fosse stato lì di fronte a me.

Presto arrivò la pausa pranzo.

Seguendo la mia ‘guida’ Ambra, mi sedetti al tavolo e iniziai a mangiare quello che avevo accuratamente scelto per pranzo…

Analizzandolo dal fuori aveva un aspetto disgustoso…non che nella mia vecchia scuola dessero qualcosa di meglio, ma durante le vacanze estive mi ero abituata fin troppo bene…assaggiandolo non aveva un sapore così disgustoso.

Ambra mi guardò e sorrise…

- Allora Alexis, che ne dici…meglio qui o meglio la nostra vecchia mensa?- Mi domandò anche se sapeva già la mia risposta…

- E me lo chiedi?- Gli risposi con una domanda retorica.

 

Chi l’avrebbe mai detto che la chiave sarebbe arrivata da me? E nemmeno senza troppi sforzi… per non parlare poi dell’ Avatar...bene bene due in un colpo solo…ma sarà già pronta? Devo stare attento, e soprattutto non devo farmi scoprire…

 

Un’altra voce risuonò nella mia mente…la riconobbi, era quella di Arold… ma cos’è un avatar? E di che chiave stava parlando? Quella città, mi dava alla testa…

Sbuffai e mi guardai attorno.

Lo vidi, quello non era un miraggio nella mia testa, era lui in carne e ossa. Mi stava ancora fissando.

Dovevo parlare con lui…ero sicura che sapesse molte cose, magari lui sapeva cos’era un Avatar…ma come avrei mai potuto avvicinarmi a lui tanto da poterci parlare?

Conoscevo qualcuno che mi poteva aiutare…

 

- Senti Ambra…chi è quel ragazzo laggiù?- Le chiesi indicando colui che per me era un dio in terra.

Vidi Ambra sorridere.

- Punti in alto Alexis…lui è Kristian Schafer, uno dei ragazzi più carini della scuola, ma nello stesso tempo uno dei più irraggiungibili…vicino a lui ci sono il fratello maggiore David Michael, e la sorella maggiore Amily…-

- Ambra devo riuscire a parlare con lui…è una cosa importante!- La pregai io con gl’occhi dolci.

- Penso di riuscire a trovare il modo…tu da domani sarai una nuova studente per il professor Miller…- Mi suggerì lei.

 

CONTINUA

 

Salve a tutti!!! Sono riuscita a fare anche il secondo capitolo, ma non illudetevi, non sono sempre così veloce ad aggiornare…

Per  la realizzazione di questo capitolo volevo ringraziare:

roby88

speednewmoon

che con le loro recensioni mi hanno spinto ad andare avanti…

un grosso bacio!!!!

Peddy

 

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Capitolo 3
*** Capitolo2_Conoscere se stessi ***


Love me, my Anjel

 Love me, my Anjel

Capitolo 2_ Conoscere se stessi

 

 

La pausa pranzo era già finita…le quattro ore precedenti non erano state nulla contro a quello che mi aspettava…

Quinta ora: Biologia

Sesta ora: Filosofia

 La settima ora, fortunatamente per oggi  non era prevista…dovevo solo limitarmi a scegliere qualche corso tra i tanti. E sapevo già a quali, oltre a mitologia e astronomia l’altro corso era proprio quello del signor Miller!

Ora però mi stavano aspettando delle bellissime celluline .

Mi avvia in classe e improvvisamente la gente e il grosso orologio si fermarono, ero l’unica che si muoveva.

- Cosa sta succedendo?- Mi domandai.

- Nulla, che tu possa comprendere…-  Non capivo di chi poteva essere questa voce, non era quella di Kristian, neppure quella di Arold.

-Chi sei?- Chiesi girandomi attorno.

Improvvisamente sulla cima delle scale, dal nulla apparse un uomo incappucciato da un abito bianco.

- Nessuno di importante per te…per ora.- Mi rispose con un tono leggermente ironico sulle due ultime parole.

- Cosa vuoi da me?- Gli chiesi preoccupata.

- Volevo solo incontrarti prima che…Credo che abbino percepito la mia presenza…devo andare! Avremo altre occasioni per parlare…magari lontano dai quei…Va a presto!- Esclamò con un piccolo inchino cinque secondi prima che il tempo tornasse a scorrere normalmente.

 

Che strano tipo…chissà chi lo stava cercando? Infondo non mi sarebbe dispiaciuto incontralo nuovamente…

Ma a cosa diavolo stavo pensando? Mi stavano succedendo troppe cose strane…per di più io mi ci stavo anche abituando come se fossero cose normali…alzai le spalle sbuffai e mi avviai in classe.

Quando raggiunsi il punto dove prima stava l’uomo in bianco mi guardai intorno cercandolo con lo sguardo…non lo trovai, ma qualcun altro mi stava osservando, Kristian Shafer .

Feci finta di nulla ed entrai in classe, il suo sguardo non mi si staccava da dosso.

 

Mi gettai letteralmente sul mio letto con il viso completamente sommerso dal soffice cuscino…

 

Chi l’avrebbe mai detto che la chiave sarebbe arrivata da me? E nemmeno senza troppi sforzi… per non parlare poi dell’ Avatar...bene bene due in un colpo solo…ma sarà già pronta? Devo stare attento, e soprattutto non devo farmi scoprire…

La voce di Arold, mi stava tormentando…non resistevo più, dovevo andare a parlargli.

 

- Non lo farei se fossi in te…- Ancora una volta una voce entrò nella mia testa.

Mi girai verso la porta-finestra, non rimasi troppo colpita nel scoprire che qualcuno stava lì appoggiato a guardami.

-Ancora tu! Si può sapere chi sei?- Esclami io ormai abituata a sentire strani voci nella testa, e immaginarmi cose strane.

Probabilmente era tutto un sogno…anche ora stavo segnando…che altra spiegazione avrei potuto dare a quegli avvenimenti?

-Non fare domande a cui tu stessa non sapresti rispondere…-  Mi rispose enigmaticamente l’uomo.

- Io so chi sono!- Ribattei io alzandomi improvvisamente.

L’uomo incappucciato si limitò a rispondere con una piccola risata…

- Andrew!- Esclamò lui prima di gettarsi dal mio terrazzo.

Preoccupata di trovarmi un morto in giardino o galleggiante nella mia piscina mi precipitai a guardare giù dal terrazzo.

Era completamente sparito.

Allontanai lo sguardo sulla strada…mi ritrovai persa nello sguardo azzurro intenso del mio dio…non mi mossi finché non fu lui ad allontanarsi dal mio campo visivo.

 

Mi rigettai sul letto, a tormentarmi sulla frase che mi aveva detto l’uomo incappucciato di bianco. Andrew.

Sapevo veramente chi ero? A parte un nome e un cognome sapevo chi ero? Fino a che ero nella mia città di nascita non avevo mai avuto dubbi nella vita, ero la ragazza più sicura del mondo, eppure era bastato un trasferimento a cambiarmi tutto…le voci nella mia testa, strane illusioni che mi tormentavano di giorno, sogni assurdi che sembravano ritorcersi sulla vita reale…

Dovevo seguire i consigli di Andrew e non chiedere nulla a Arold, o invece avrei dovuto farlo? E a proposito di Andrew, perché ogni volta che compariva lui compariva anche Kristian?

Qualcosa di strano mi stava succedendo, ma cosa? Dovevo parlarne con qualcuno, ma chi era quel qualcuno che non mi avrebbe mandato al manicomio? Mia madre sarebbe stata la prima, Alan non mi sembrava la persona adatta, forse perché l’avversione che avevo per lui non era del tutto scomparsa, Evy e Cloud erano ancora troppo piccoli, Ambra avrebbe preso la stessa scelta di mia madre, Tommy e la sua famiglia erano troppo lontani…mi rimanevano tre persone, Arold, ma non mi fidavo, Kristian e Andrew…ma come avrei fatto a contattarli? Humm…Ok, o parlavo con Arold, o sarei impazzita.

 

Scesi dal letto e mi misi a cercarlo per le varie stanze della villa.

Lo trovai in cucina a trafficare con delle erbe aromatiche.

- Arold…- Lo chiamai per non prenderlo alla sprovvista, ma vidi che ci rimase stupito ugualmente.

- S…Signorina Alexis…desidera qualcosa?- Mi domandò un po’ imbarazzato.

- Veramente volevo solo parlarle di una cosa un po’ particolare, ma se è impegnato non fa nulla…cercherò Andrew…- Vidi che il suo sguardo cambiò quando pronunciai quel nome.

- No signorina, non sono impegnato mi dica…-

Sospirai, e mi sedetti su una sedia mentre lui si mise di fronte a me.

- Bhe…le sembrerà strano ma io…cioè ultimamente mi accadono troppe cose strane!-  .

- A te?...Cioè, cosa ti capita di strano?- Mi guardò sorpreso

- …Sento delle voci nella testa, e poi faccio sogni strani che poi sembrano ripiegarsi sulla vita reale…per non parlare di quando sembra che tutto si fermi attorno a me come se entrassi in un’altra dimensione…e una volta mi sembrò di aver avuto una previsione sul futuro!-

Rimasi sorpresa dalla sua espressione…non era sorpreso e neppure aveva l’aria di uno che si trovava di fronte a una pazza furiosa.

- Bhe…sono cose che fanno parte di te…è la tua eredità…-

- Eredità?-

- Tuo padre era un’ Avatr, Tu sei un Avatar, i tuoi figli saranno degl’Avatar, e sarà così per sempre…-

Sembrava che Arold sapesse molte cose…non so perché ma non mi piaceva questa cosa

- Torna immediatamente in camera tua!- La voce di Andrew mi fece cadere dalle mani il chicco d’uva con cui stavo giocherellando.

Tornai in camera a corse, sapevo di averla combinata grossa!

 

Entrai spalancando la porta e sentii un dolore tremendo alla guancia destra…mi sa che Andrew era proprio arrabbiato,

- Sbaglio o ti avevo detto di non dire nulla al maggiordomo?!- Era la prima volta che sentivo la sua voce fuori dalla mia mente.

- Io…colpa tua! Sei tu che mi detto che non sapevo chi ero! Ora lo so!- Risposi testardamente.

- Sei una stupida!-

- Ehi! Guarda di moderare i termini!-

-  Scommetto che però non sai cosa sia un Avatar, vero?- Mugolai una risposta quasi incomprensibile zittita dal tono di Andrew.

- Meglio così! Per ora va bene! Vedi di imparare a padroneggiare i tuoi poteri come si deve…ci rivedremo solo allora, e non farne parola con nessun altro! Soprattutto con il maggiordomo!- Disse prima di sparire come fece prima, nuovamente mi precipitai alla finestra, non tanto per controllare se era ancora vivo o morto, ma per vedere se LUI era lì…ero sicura che ci fosse, non mi sbagliavo…ma la scena questa volta era cambiata.

 

Andrew era di fronte a lui e gli stava dicendo qualcosa, lo sguardo di Kristian, mutò dal solito freddo sguardo color del cielo a uno completamente diverso, pieno di odio, ora i suoi occhi erano color del oro e il piccolo cerchio nero si era assottigliata. Di colpo si girò e mi fissò, il suo sguardo mi spaventò a morte.

Mi sentì trafitta da mille lame.

Lo vidi girarsi di scatto  verso Andrew e sferrare rapidamente un fortissimo pugno, che però mancò il bersaglio che svanì nel nulla.

Mi guardò ancora, il suo sguardo tornò quello di sempre…e come al solito sparì di nuovo.

 

Dovevo potenziare il mio potere…perché non iniziare subito? Nella mia mente si fece sempre più chiaro il modo in cui avrei dovuto fare.

Mi buttai nuovamente sul letto e cercai di concentrarmi su Kristian…volevo parlare con lui giusto? E non c’era modo più facile…

Mi bastò pensare al suo sguardo che la sua immagine mi comparve davanti.

 

-Cosa vuoi?- Mi domandò.

- Tu sai chi sono?- Domandai quasi fosse una affermazione.

- Tu sei l’Avatar…- Mi rispose.

- Sai cos’è un Avatar?-

- Perché tu no?-

- No! Mio padre se ne è andato prima di potermelo dire…-

- Mi dispiace…-

- Scelta sua!-

- Tu non  sai in che guaio ti sei cacciata!-

- No non lo so…nessuno mi vuole spiegare!!-

Mi sedetti per terra, mentre le lacrime iniziarono a scendermi lentamente.

Kristian si sedette di fronte a me e mi asciugò le lacrime…poi mi abbracciò.

- Sei freddo!- Esclamai non sapendo cosa dire bloccata da un forte imbarazzo.

- Sai che non so il tuo nome…- mi disse cercando forse di togliermi da quel imbarazzo.

- Sono Alexis Gray, e tu invece sei Kristian vero?- Risposi io cercando di far calmare il mio cuore che era del tutto impazzito.

- Sì, ma chiamami Krys!-

Gli sorrisi.

- Se non te lo dice nessuno, te lo dirò, io, ma non ora…ora dobbiamo lasciarci…- Mi disse allontanandosi da me…

- Aspetta!- Gli urlai. – Promettimi che domani mi spiegherai tutto! Ti scongiuro!-

Lui ci pensò un attimo…

- Domani, finita la scuola, ti aspetto d’avanti all’entrata…- Esclamò poi, dandomi le spalle e iniziando a svanire lentamente.

- Aspetta…un ultima cosa…- Esclamai io rincorrendolo. – Ti prego, baciami…come quella volta…- Lo scongiurai.

Lui mi sorrise e mi diede un piccolo e leggiero bacio sulla fronte e poi scomparì, come da sua abitudine.

 

Ora che avevo capito come funzionava era molto più facile comunicare con il mio dio…avrei solo dovuto concentrarmi su di lui e come per magia lui sarebbe apparso.

Avrebbe funzionato con tutti? Avrei provato prima o poi, ma non ora…era meglio dare tempo al tempo…

 

Qualcuno bussò alla mia porta…quando aprii non c’era nessuno, solo una busta bianca appoggiata a terra. La presi e la lessi.

 

Figlia mia amata,

Se stai leggendo questa mia lettera, può solo significare che quello che temevo si è avverato…

Non so che età tu abbia mentre la leggerai, ora ti guardo mentre giochi con i tuoi pupazzi…questa è l’ultima sera che trascorro con te e la mamma…tra 24 ore me ne andrò forse per sempre.

Spero che tu sia abbastanza matura per capire quale peso grava sulle tue spalle, tu sei l’Avatar e sono sicuro che te la caverai alla grande! Sei sempre mia figlia, no?

Ti voglio dare solo qualche consiglio.

Fidati del tuo istinto,

Segui il tuo cuore,

Non dire nulla alla mamma, non capirebbe…e potrebbe sconvolgerle la vita.

Inoltre pensa a proteggere la Chiave…rischia la vita per essa e non fare sì che cada in mani sbagliate!

Tutto dipende da te ora…

Bacio

Papà.

P.S.: La chiave non è altro che la collana che ti regalai al battesimo!

 

Non resistetti, è vero che mio padre se ne andò quando avevo solo 4 anni, ma solo ora capii che l’aveva fatto per  ragioni superiori a lui.

Iniziai a capire.  Strinsi forte il ciondolo a goccia azzurra che portavo da sempre al collo, e iniziai a piangere…non trovai consolazione.

Sentii una presenza fuori dalla mia stanza, sul terrazzo, capii.

- Grazie Andrew- Bisbigliai.

Per un attimo sentii come un abbraccio…lo riconobbi…era l’abbraccio di un dio freddo…

 

- Tesoro c’è Tommy al telefono!- Mi chiamò mia madre.

Cercai di calmarmi e risposi al telefono della mia stanza.

- Pronto….Ciao Tommy! Mai stata meglio!-

 

 

 

 

 

Salve a tutti!!! Sono riuscita a fare anche il terzo capitolo e come al solito devo ringraziare:

roby88

speednewmoon

che hanno continuato a recensionare la mia storia e mi hanno dato, ancora una volta, la spinta per andare avanti…

GRAZIE

 

un grosso bacio!!!!

Peddy

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3_Tutta questione di fiducia ***


Love me, my Anjel

Love me, my Anjel

Capitolo 3_ Tutta questione di fiducia

 

 

 

Non avevo mai odiato così tanto le sveglie quanto in quel momento.

Quando mi resi conto di essere veramente sveglia, capii di essere in una posizione assurda: stavo su un lato, con una mano stavo ancora stringendo la lettera di papà, che oramai era tutta stropicciata, mentre con l’altra mano stringevo ancora la collana.

La porta finestra era aperta…Come ero riuscita a dormire in quel modo?

 

Spensi l’odioso aggeggio che con il suo trillo metallico non aveva smesso di tormentarmi i timpani. Scesi dal letto e mi preparai per andare a scuola.

 

Come 2 anni fa, Ambra mi stava aspettando davanti all’entrata della scuola.

In macchina non aprii bocca, decisi che era meglio non fidarmi di Arold, e seguire i consigli di Andrew, anche se non sapevo quanto mi potessi fidare di un uomo sempre incappucciato, anche se ero sicura che la lettera di mio padre me la recapitò lui, per questo immaginai che potevo fidarmi, anche se Krys, non sembrava dello stesso parere.

 

- Allora Alex, sei pronta ad attivare il piano?- Mi chiese Ambra.

- Piano? Quale piano?- Le chiesi io confusa.

- Ma dai! Te ne sei già scordata? Il piano per parlare con Kristian…- Mi illuminò lei.

Non poteva sapere, non poteva nemmeno immaginare quello che mi era successo.

- Non importa, Ambra, siamo già d’accordo di vederci dopo le lezioni!- Le risposi, non curandomi del fatto che Amby, non sapeva nulla e che non avrei potuto darle spiegazioni.

 

La giornata filò comunque tranquilla, mi sentivo, serena e rilassata, anche se non sapevo se il merito era andato a Krys, a Andrei o a Tommy, o forse alla lettera di papà, fatto stava che ora stavo bene.

Durante la pausa pranzo, mi rifiuta altamente di toccare cibo…quella cosa grigiastra che stava sul mio piatto non l’avrebbe toccata neppure un cane…

Mi misi a giocherellarci, mentre Ambra stava impegnata a capire di cosa si trattasse, elencando mille gusti strani, facendomi completamente passare la fame

- Ho trovato!- Esclamò – Si tratta di un frullato contenente tutti i resti del lunedì!-

- Ambra!- La richiamai io. – Se non la smetti mi sentirò male!-

- Però non puoi  darmi torto!-

- Ambrata!- Sbuffai io, riuscendo finalmente a farle cambiare discorso…mi parlò così del ballo di fine estate, si proponeva una bella festa!

Tornai a giocare con quella cosa messa nel mio piatto e quando alzai gl’occhi vidi il mio dio scortato da fratello e sorella, mi sembrò di rivedere Tommy, Mallory e Logan…sorrisi al ricordo.

Per tutta mattina, cercai di evitarlo, non lo fissavo, non lo pensavo…e ora sperava con tutte le mie forze che lui non avesse poteri mentali come i miei, anche se non era facile e così fini che quando lo vidi, il mio cuore iniziò a battere così forte che per poco non mi sentii male.

- Posso mangiarlo io?- Mi chiese Ambra riferita al mio piatto, non aspettò la mia risposta e si precipitò sulla mia strana pietanza, mi costrinse a fare un movimento brusco e vidi come ad rallentatore la mia forchetta cadere a terra…non provai a prenderla anche se forse ci sarei riuscita, fu qualcun’altro a farlo al mio posto.

- Andrew?- Bisbigliai

-  Mangia qualcosa ok? Altrimenti non avrai più forze!- Mi bisbigliò ad un orecchio.

Mi girai per controllare se anche ora il tempo si era fermato. Non mi sbagliai, ma questa volta oltre a me e ad Andrew potevano muoversi anche Krys, Amily e David Michael.

Andrew, mi porse la forchetta e lo sentii leccarmi una guancia per poi annusarmi il collo.

Vidi Krys alzarsi in piedi di scatto, il suo sguardo farsi d’orato e un ruggito uscirgli dal petto.

- Hai un sapore e un odore…delizioso…- Disse prima di andarsene svanendo nel nulla.

 

Dopo il piccolo incidente della mensa, la giornata scorse tranquilla, i corsi di astronomia e mitologia il problema arrivò durante il corso del signor Miller, mi dimenticai di dirlo a Krys che avevamo lo stesso corso, non sapevo come avremmo reagito.

Facendolo apposta o no,  lo evitai per tutta la lezione, la mia mente era completamente concentrata su un piccolo foglio di carta che scarabocchiai per tutto l’ora.

Quando il signor Miller smise di spiegare interrotto dalla campana, sistemai le mie cose e silenziosamente mi avviai al mio armadietto, rimasi colpita quando chiudendolo mi trovai il volto freddo di Krys, immaginai che fosse veramente infuriato con me per la storia della mensa e che la nostra discussione sarebbe saltata., ma lui mi sorprese facendomi segno con la testa di avviarci fuori…lo seguii.

 

- Molto tempo fa, quando tra Vampiri e Licantropi iniziarono le avversità, all’interno delle due si formarono delle organizzazioni, la prima quella dei vampiri, fu guidata da Axel, mentre la seconda, quella dei licantropi, fu guidata da Alfa. Bhe la loro potenza era così grande che ciascuno di essi avrebbe potuto eliminare tutta la specie opposta, i loro poteri, la loro forza fisica e il loro potere, erano così grandi che alcuni vampiri  e alcuni licantropi ribelli, si unirono per fermarli…dopo anni e anni ci riuscirono e li imprigionarono in due dimensioni psytiche, la chiave di queste due dimensioni venne data a un umano con delle facoltà mentali molto sviluppate…e questo umano venne chiamato, Avatar.-

La sua spiegazione era abbastanza chiara, c’erano un grosso vampiro e un grosso licantropo che se venivano liberati avrebbero devastato il mondo, io ero la chiave per liberarli.

- Fammi indovinare. I licantropi mi vogliono per liberare Alfa, mentre i vampiri mi vogliono per liberare Axel ?- Chiesi anche se era una cosa alquanto scontata.

- Apprendi le cose facilmente vedo…- Mi rispose.

- Come sai tutte queste cose?- Gli chiesi mentre percorrevamo la strada per il parco.

Lui non sembrò intenzionato a dirmelo.

- Senti, non trovo giusto che tu sappia quasi tutto di me, e io non sappia nulla di te!- Protestai io.

Lo vidi sedersi sulla parte più alta della panchina.

- Credo di potermi fidare di te…- esclamò guardandomi con il suo sguardo freddo. – In fondo devi abituarti a queste cose…- esitò ancora un attimo – Io sono un…vampiro!-

- Un vampiro! – Gli feci l’eco io…

Quindi se lui era un vampiro, e se la sua storia sull’Avatar era vera, lui mi stava usando! Voleva la mia chiave.

Mi girai e lo colpì più forte che potevo, ma non sembrò essersi fatto male.

Mi guardò sorpreso, era la prima volta che vedevo un’espressione sul suo volto.

- Tu mi stai solamente usando! Sei un…- Gli urlai prima di scappare a casa.

 

Come al solito mi gettai sul mio letto, e mi rimisi a leggere la lettera di mio padre.

Fidati del tuo istinto. Segui il tuo cuore.

Non avevo dubbi che la storia che mi aveva raccontato Krys, fosse vera, ma perché mi aveva usato in quel modo? Ed era l’unico a volermi usare? Andrew, che mi diceva cosa fare e cosa non fare, era d’avvero così affidabile?  E Arold? Che abitava perfino nella mia stessa casa?

Di chi potevo fidarmi? Di chi no?

Era una cosa stupida…ma una piccole idea si formò nella mia testa, se Krys mi avrebbe voluto usare me lo avrebbe detto proprio così spudoratamente? E stessa cosa valeva per Andrew, no?

Ma era meglio fidarsi di qualcuno che non mi aveva ancora detto nulla o di chi mi aveva detto la verità…era rischioso. Mi venne un’illuminazione.

Se questi guai erano causati dal fatto di essere un Avatar,  il mio essere Avatar mi avrebbe aiutato…mi serviva solo essere sicura che Krys, mi stesse veramente usando o se invece, stava solo cercando di aiutarmi.

Dovevo incontrarlo e anche subito!

Ma come potevo farlo? Non credo proprio che sia ancora al parco…usare i miei poteri?

Era meglio parlarci di persona…

 

Krys…ti prego so che mi puoi sentire! Fatti vedere!

Bastò concentrarmi e pensare a lui, che apparve d’avanti a me…

Devo parlarti! Ci vediamo al parco ok?

Non rispose ma fece segno di sì con la testa.

 

Quando tornai alla realtà, nella mia stanza, sullo stipite c’era ancora una volta l’uomo in bianco.

- Andrew…che vuoi?- Gli chiesi fredda io…

- E così, hai capito il meccanismo…- Esclamò lui

Io scossi il capo in segno positivo.

- Non credi che ora potresti dirmi chi sei…o meglio…cosa sei?- Domandai io cercando il suo sguardo sotto il cappuccio, anche se non lo trovai, da quanto era calato.

- Hum! Così, tu pensi di essere pronta per sapere la verità…Ti sbagli! Comunque ti dirò ugualmente chi sono…io sono un Licantropo…-

- Fammi indovinare…vuoi la chiave…mi stai usando anche tu?- Gli domandai.

- Vedi…non sei abbastanza matura!-

- Comunque, grazie per la lettera…-

Lui scosse il capo, come se non avesse fatto nulla di speciale…non sapeva quanto aveva fatto per me!

Lui si mosse così velocemente che mi sembrò più rapido di un fulmine.

Senti le sue labbra sulle mie. Non riuscì a capacitarmene. Nel frangente tra il decidere se ricambiare o no, lui si era già allontanato.

- Hai proprio un buon sapore!- Esclamò prima di girarsi per scomparire come al solito.

- Ora vai dal vampiro vero?- Mi chiese senza girarsi. – Odio i vampiri, e soprattutto quelli che rinnegano la loro vera natura, senza seguire il loro istinto…non capisco perché esistano quelli come lui...o sei un vampiro o non lo sei…non puoi far finta di non esserlo…per questo mi diverto a farlo arrabbiare…- Disse prima di sparire.

Capii che era un modo, per dirmi che mi potevo fidare di Krys…

Al suo posto trovai un libro, mi sembrò un diario più che un libro però.

Lo aprii e lessi la prima pagina.

 

Per tutti gl’Avatar che verranno dopo di me.

12000 anni fa, tra licantropi e vampiri scoppiò una grossissima guerra, a capo delle due parti c’erano Axel, il vampiro più potente del mondo e Alfa, il licantropo più potente del mondo.

Solo un gruppo di ribelli di vampiri e licantropi riuscì a fermare i due mostri e imprigionarli rispettivamente nella dimensione Omega e Delta.

Per liberarli fu donata la chiave delle due dimensioni a un umano.

Questo umano faceva parte dell’ultima famiglia degli Strega, e per questo le sue facoltà mentali erano molto sviluppate e riuscì, per questo a controllare e domare il potere della chiave. Che venne ceduta da padre in figlio fino ad arrivare a me…anche io dovrò donarla a mio figlio e lui farà lo stesso con suo figlio, e la cosa proseguirà fino alla fine dei tempi.

Dovete sapere che l’Avatar a quindi dei poteri speciali.

Leggere la mente degl’altri,

Leggere il passato, presente e futuro.

Creare particolari dimensioni e portarci chiunque.

E infine percepire licantropi e vampiri.

L’età in cui questi poteri vengono fuori varia da individuo a individuo, e per usarli bisogna solo concentrarsi, inizialmente questi poteri non saranno facili da controllare…

Ogni Avatar rischia che Licantropi o Vampiri, o entrambi vogliono la chiave ma dovete resistere e non cedere…

Un ultima cosa, ci sono vampiri e Licantropi che vorranno voi e la chiave, altri che invece vorranno solo aiutarvi…seguite il vostro istinto e un’arma preziosa…

Martha Ross

 

 

Solo quando appoggiai il libro sulla scrivania mi resi conto di aver un appuntamento.

Mi cambiai velocemente, indossando, un vestito fatto a salopette bianca a strisce rosa e uscii. Quando arrivai al parco, lui era già lì.

 

Continua…

 

 

Salve a tutti!!! Sono riuscita a fare anche il terzo capitolo e come al solito devo ringraziare:

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GRAZIE

 

un grosso bacio!!!!

Peddy

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4_Una domanda tormentante ***


Love me, my Anjel

Love me, my Anjel

Capitolo 4_ Una domanda tormentante

 

 

Quando arrivai il suo sguardo stava fisso sul bellissimo panorama che ci circondava.

Le sfumature d’orate del cielo ormai arancione, si riflettevano nei suoi occhi, come se questi fossero due piccoli specchi.

Ma la bellezza del suo sguardo color azzurro, non era affatto sparito.

 

Sentii chiaramente lo spezzarsi dei piccoli rametti e lo spostarsi dei sassolini, sotto al mio passo, ma sembrava che invece Krys non lo avesse percepito, sembrava che non si fosse nemmeno accorto della mia presenza. Così anche io mi persi a guardare il bellissimo tramonto…ma non quello che mi circondava, ne guardavo uno ancora più bello secondo il mio punto di vista, almeno.

 

- Nessuna bellezza potrebbe mai eguagliare la bellezza del tramonto- Esclamò lui, non distogliendo però lo sguardo dal soggetto della sua frase

- E’ vero, ma io preferisco l’alba- Ribattei io

Vidi formarsi un sorriso sul volto di Krys

- Noi non potremmo mai preferire l’alba al tramonto…non possiamo amare ciò che ci distrugge-

 

Anche se il suo ‘noi’ risuonò strano e assurdo, nella mia mente, capii che si riferiva a loro intesi come vampiri. Anche se, a guardarlo ora, non aveva nulla di ciò che lo faceva sembrare un vampiro, ne i tipici canini super velenosi e super appuntiti, ne il color del sangue nei suoi occhi.

Riguardo a quello, avevo mille domande da fargli su di ‘loro’, ma solo una, ora, aveva importanza.

Una domanda che mi aveva tormentato dall’ultima volta che lo vidi fino a quel momento, e poi se mi trovavo li era solo per quello. Le altre mille domande potevano aspettare…

 

Ma come poteva quella creatura che sembrava così innocua, farmi del male? Non poteva farlo veramente…e se mai avrebbe potuto non ci avrei mai creduto.

Mentre pensavo a tutto questo il suo sguardo aveva cambiato soggetto ora.

 

- Mi volevi parlare o sbaglio?- Mi chiese. La sua chiara voce cristallina mi distolse dai miei pensieri, scossi il capo.

- No, non ti sbagli!- Gli risposi, cercando il modo per porgli la mia domanda. Lo vidi in attesa di quella domanda.

Feci un respiro profondo.

 

- Io non posso, io non voglio credere che tu…che tu voglia usarmi, io non…- Esordii io, ma non riuscii a finire la frase, un blocco mi fermò la gola, non riuscivo più ne a parlare ne a respirare…

Sentii i miei occhi tremanti pesanti e pieni di qualcosa che mi offuscavano la vista.

Nel frattempo un pesante silenzio era caduto nel parco.

 

- Tutto qui?- Mi domandò lui, come se la mia domanda, o meglio la mia affermazione, non avesse alcun peso, di certo, non poteva sapere che quella cosa, mi aveva tormentata così tanto…

 

- Tutto qui?!?!?!- Urlai io in preda ad un attacco d’ira. Oltre a essere uno sfruttatore era anche un ragazzo superficiale…

Dopo ciò che aveva detto mi venne spontaneo e maggiormente accettabile pensare che era uno sfruttatore.

 

- No, non pensare male, ciò non vuol dire che ho detto non significa che io ti voglia uscire, ma mi sembrava di averti già detto che non lo voglio fare…naturalmente, io non posso obbligarti a credermi, è una tua scelta- Mi rispose lui cercando forse di infondermi coraggio e anche di calmarmi.

- Però potresti cercare di sostenere la tua tesi in qualche modo…- Esclamai io mentre la pressione del mio sangue stava calando.

- Sbaglio o sei l’Avatar…Nessuno può battere il tuo istinto, devi solo fidarti di esso  e tutto andrà bene!- Esclamò lui avvicinandosi e appoggiandomi una mano sulla mia spalla, cercando di infondermi un po’ di coraggio e forse era anche il modo per dirmi che non potevo fidarmi di lui. Scossi il capo in segno positivo. Lui capii

- Bene- Esclamò poi sorridendo aggiunse – Sei proprio una novellina…- Mi disse scuotendomi la mano sul capo come si fa con  bambini.

 

Una marea di ricordi legati a quel gesto mi tornarono in mente, ma alcuni di essi non riguardavano me…

Improvvisamente una vita di ricordi mi pervase la mente, ma di chi erano? Non miei di certo…

 

Riconobbi di chi erano solo dopo che il bambino protagonista di quella vita crebbe…

Erano i ricordi di una vita umana, che venne poi spezzata improvvisamente. Vidi l’attimo esatto in cui la sua vita cambio.

Erano i suoi ricordi, la sua vita umana…Kristian doveva aver sofferto molto…

 

Terrorizzata da quei ricordi aprì gl’occhi, ma non ero più al parco…ne nella mia stanza…stavo forse sognando?

Il forte mal di testa che provai quando mi alzai dal letto dove mi trovavo mi confermò che non era un sogno.

 

- Hey! Hey! Hey! Piano neoavatr…piano!- Esclamò una voce femminile che non avevo mai udito prima cercai la persona che aveva parlato…

Mi trovai di fronte a una dea.

I lunghi capelli biondi  e lisci le arrivavano ben oltre le spalle, gl’occhi azzurri, simili a quelli di Krys, solo ancora più freddi, uno strano pallore copriva il suo volto, che non mi era affatto nuovo…era Amily sorella di Krys.

Subito Amily mi corse incontro rimettendomi a letto. Il suo tocco era ancora più freddo di quello del fratello minore.

 

- Cosa mi è successo?- Domandai alla bellissima figura femminile che mi stava di fronte. Il suo volto aveva un aria tranquilla, quasi senza espressione.

- Hai visto i ricordi di mio fratello Krys- Esclamò lei come se fosse una cosa comune.

 

Mi convinsi che la superficialità fosse parte dei vampiri…

Sapevo che lo era anche lei, ma volli comunque avere una conferma da lei e quindi glielo chiesi.

Lei mi guardò e mi sorrise, non capii se mi sorrise per la mia domanda ovvia o per la mia indifferenza riguardo ciò che mi era accaduto, anche se, in realtà non era ciò che pensavo.

 

I ricordi di Krys mi avrebbero accompagnato per sempre, in particolare quelli legati al momento della sua trasformazione.

 

Guardai fuori dalla finestra alla mia destra…il rumore che sentivo dal momento della mia sveglia fu subito associato al piccolo fiume che scorreva non lontano dalla casa.

 

- Dove mi  trovo?- domandai io distratta dal rumore di quel fiumiciattolo.

- Sei a casa Shafer, sei a casa mia..- Mi rispose lei – Krys ti ha portato qui, dopo che sei svenuta al parco- mi rispose lei posandomi una mano sulla fronte per controllare, se avessi la febbre, immaginai io.

- Capisco…Devo proprio essere una novellina!- esclamai poi, ricordando quello che era successo poco primo…- Devo chiamare mia madre! Si starà preoccupando!- Esclamai poi ricordandomi di avere una famiglia. Lei mi sorrise nuovamente…

- Non ci pensare, ho chiamato io tua madre, ho detto di essere una tua compagna di classe e le ho detto che ti saresti fermata da me a dormire…quindi non preoccuparti…- Esclamò poi.

 

Quando mi passò il mal di testa con il permesso di Amily mi aggirai un po’ per casa…

Aveva un aria antica, e c’era una calda atmosfera tranquilla.

La serenità padroneggiava riflessa anche da quei quadri e da quelle foto…un dipinto in particolare attirò la mia attenzione, era quella posta sopra il caminetto, che ritraeva, la famiglia in completo, anche se qualcosa mi faceva pensare che non si trattasse di un dipinto recente.

Gl’abiti raffinati e eleganti erano straordinariamente belli.

Quelli che immaginai fossero i genitori erano dietro ai figli, la madre teneva una mano sulla spalla di David-Michael, mentre il padre la teneva su quella di Kristian, tra i due fratelli Amily.

Non erano affatto cambiati, immaginai che all’epoca di quel dipinto fossero già tutti vampiri.

 

- Questo dipinto risale al 1907…- Esclamò una voce alle mie spalle.

Mi girai, lo riconobbi, era l’uomo del dipinto, il padre di Krys.

- Scusi non mi ero accorta della sua presenza…mi dispiace…- Mi scusai io gentilmente, lui mi sorrise.

- A quanto pare Krys e Amily non si sbagliavano…comunque non preoccuparti, non mi dai alcun fastidio…mi fa piacere riavere l’avatar nella mia casa! E poi mi sembri una persona simpatica!- Esclamò lui.

Non ebbi difficoltà a capire che si riferiva al fatto che non avevo ancora sviluppato i miei poteri di Avatar…altrimenti mi sarei accorta della sua presenza.

- Grazie…Spero tanto però di riuscire a sviluppare i miei poteri!- Lo ringraziai io.

Lui mi sorrise…

- Lo farai!- Mi rispose. – Ma prima, devi sapere molte cose…spero che ti aiutino a darci più fiducia!- Aggiunse poi, facendo segno di sedermi sulla poltrona di fronte a lui…io scelsi però di sedermi sul soffice tappeto vicino ai suoi piedi…mi sentivo più in famiglia in questo modo, lui mi sorride e iniziò a raccontare.

- Krys, ti avrà già raccontato la tua storia, ora voglio che tu ascolti la nostra storia…Fin dalla mia trasformazione non ho mai accettato il comportamento dei vampiri, intendo quello di cacciare gl’esseri umani…e per questo mi sono allenato per anni e anni a resistere al richiamo del sangue umano…e stesso vale per l’impulso assassino contro i licantropi, ma in tutto questo non ero solo, la mia compagna Samantha mi è sempre stata vicina…insieme abbiamo combattuto il nostro istinto, e ora possiamo vivere pacificamente con gl’esseri umani, visto il successo da noi ottenuto abbiamo pensato che potevamo aiutare anche altri vampiri, che come noi avevano le stesse idee…il primo che incontrammo fu Amily, i vampiri avevano ucciso la sua famiglia e lei venne solo morsa, quindi trasformata…successivamente incontrammo Kristian, e credo che tu sappia già la sua storia, e infine incontrammo David-Michael. Insieme costituimmo questa famiglia…il nostro compito è quello di proteggere l’Avatar e vivere in pace con umani e licantropi…- Esclamò prima di essere interrotto dal arrivo di Samantha, la bellissima donna dal corpo perfetto, dallo sguardo blu notte e i lunghi capelli rossi che le cadevano sulle spalle mossi dai leggeri boccoli.

- Leon, caro cosa stai raccontando al Avatar…è solo una novellina, non spaventarla ok?- Esclamò con una voce piena di delicatezza e benevolenza.

- Tranquilla Sam, non la sto spaventando…- Le rispose mentre l’altra si sedeva sul poggia gomiti della poltrona e ricevendo dal marito un lieve bacio sulla fronte.

Sorrisi al pensiero che loro fossero assieme da un minimo di cento anni, mentre mio padre e mia madre, non avevano resistito nemmeno 5 anni.

Lentamente mentre Leon, continuava a raccontarmi la loro storia, aggiungendo anche qualche piccolo aneddoto divertente, il salotto iniziò a riempirsi…

- Krys, per favore, accompagna la piccola Alexis nella sua stanza e assicurati che non prenda freddo e che dorma un po’…è distrutta poverina…- Esclamò Sam, subito sentii Krys, sollevarmi dal pavimento, probabilmente stavo perdendo tutte le energie assorbite dal pesante passo del sonno che stava per travolgermi in pieno.

 

Quando mi appoggiò delicatamente sul letto sentii le calde e soffici coperte avvolgermi, mi lascia cullare…

Sentii un bacio sulla fronte e la sua presenza allontanarsi a poco a poco da me…

- Ti prego non andartene…ho paura…- Esclamai bisbigliando.

 

Lui si sedette accanto a me e si mise a giocherellare con i miei capelli. Mi addormentai.

 

 

Salve a tutti!!!

Sono riuscita a fare anche il quarto capitolo e come al solito devo ringraziare quelli che hanno letto

E che hanno continuato a recensionare la mia storia e mi hanno dato, ancora una volta, la spinta per andare avanti…

Soprattutto voglio ringraziare

roby88

speednewmoon

GRAZIE

 

un grosso bacio!!!!

Peddy

 

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