***UNO STRANO
INCONTRO***
Non sapeva ancora bene cosa gli avrebbe detto una volta trovatolo,
ma era disposta a setacciare ogni angolo del Giappone pur di trovarlo. Non
sembrava più l’Akane goffa e impacciata di sempre. Finalmente era sbocciata la
donna che era in lei. Percorreva le strade di Nerima, girava ad ogni traversa,
guardava in tutti i portoni. Le strade che le erano così familiari erano diventate una ragnatela ordinata, cardini e decumani
trappola ove più tempo passava maggiore diventava la sua agitazione e la morsa
del ragno si faceva sempre più stretta fino a soffocarla togliendole il
respiro. S’insinuava sempre più la paura di averlo perduto per sempre. Ma le forze non l’avrebbero abbandonata e strenuamente
cercava in lungo e in largo l’unica persona che nonostante tutto la faceva
sentire bene. Felice. Il sole aveva già oltrepassato lo zenit, quando in lei si insinuò un terribile pensiero. In quel momento
d’insicurezza temette che Ranma si fosse recato da una delle sue fidanzate
carine. Allora sarebbe stato tutto inutile. Si sarebbe risparmiata
l’umiliazione di aver ricevuto un imbarazzante rifiuto. Di corsa si diresse al
Nekohanten e una volta giunta al locale si appostò dietro la porta. Il
ristorante era chiuso. Forse Ranma si era affrettato a sposarsi con Shan-poo ed
ora erano già in viaggio di nozze. …verso la Cina con
amore. Avrebbero anche osato mandarle una cartolina?!?
Cosa si aspettavano? Le sue felicitazioni?
D’improvviso si sentì osservata. Qualcuno la stava spiando, si volto di scatto ma non vide nessuno. Alzò lo sguardo verso il tetto
del locale e vide Mousse che la fissava contrito. Sicuramente si stava
chiedendo cosa ci facesse lì. Lui però non si mosse allora lei con non poca
fatica salì su tetto. Non aveva una scala a disposizione e a differenza degli
altri lei non era abituata a correre sui tetti.
M: “ciao Akane. Cosa ci
fai qui?”
A: “cerco Ranma, è passato da queste
parti?
M: “mi dispiace ma non l’ho visto…” vedendo
lo sguardo abbattuto della ragazza “tutto bene? Ti vedo stanca. Sei così
pallida.”
A: “infatti…ma sei solo? Shan-poo e
Obaba?”
M: “sono tornate ieri sera in Cina!”
Il volto di Akane non nascondeva il suo
stupore. Un misto tra shock e preoccupazione. Il suo cuore perse un battito.
Abbassò la testa. I suoi occhi lucidi nascosti dalla frangia.
“Se ti va sfogati pure con me! So cosa
significa essere invisibili agli occhi della persona amata.”
Disse mousse con un nota di tristezza nella sua voce.
Le passò un braccio dietro le spalle e la invitò ad entrare nel locale per una
ciotola di ramen.
A: “ e se… e se…”
M: “ non ti preoccupare. Ranma non è con loro. Ranma non ha occhi
che per te.”
Da quando Mousse riusciva a vedere tutte queste cose!?!
Era la prima volta che si sedeva a quei tavoli senza Shan-poo tra
i piedi e Ranma… che tranquillità, aveva scoperto che era molto piacevole
parlare con Mousse.
E parlarono, parlarono a lungo e ciò la
fece ragionare. Dov’era finita tutta la sicurezza che
aveva trovato? Non poteva arrendersi proprio adesso. Non poteva perdere
ulteriormente tempo. Doveva continuare: a correre, a cercare.
Era estenuata dalla ricerca, per quel giorno aveva girato
abbastanza, anche se per Ranma niente era abbastanza. Fattosi tardi era sul
punto di rassegnarsi quando in un piccolo parco alla periferia sud di Nerima: “
Yaaa-tha … mhmm… ah” ecco Ranma e il padre ad allenarsi. La stanchezza
accumulata in quella giornata improvvisamente sparì. Senza
neanche sapere il perché si nascose dietro un albero e cominciò a fissarlo.
I movimenti del ragazzo erano agili e decisi, rimase per la prima volta
incantata da quel corpo perfetto... braccia forti e muscolose, nelle quali
improvvisamente desiderava essere stretta, addominali scolpiti erano ben
visibili sotto la canotta sudata e quegli occhi blu profondi come l’oceano nei
quali si perdeva.
“com’è bello!”
Contemporaneamente Ranma pensava: * cavolo come sono stupido, ma
perché non ho detto chiaro e tondo a Shan-poo che nel mio cuore c’è spazio solo
per Akane? Anche se adesso…stupido, stupido Ranma, me la sono
proprio andata a cercare* ad ogni suo pensiero un calcio o un pugno
trafiggevano l’aria umida dinnanzi a lui * infondo anch’io so cos’è la gelosia.
Ryoga, Kuno, maledetti! *
Un gancio, un montante e infine un calcio girato
all’altezza del viso.
“grrr…bruubblle…” lo stomaco dell’atleta tuonò per la fame.
“papà sono giorni che non mangio un pasto decente, vuoi deciderti
a fare qualcosa??” il tono della sua voce non era di
certo calmo e pacato.
Ma Genma, ormai con sembianze pandesche, non poté sentirlo, era in
un parco giochi poco distante a giocare con di bambini
che in cambio lo nutrivano con qualche nocciolina.
“ Stupido di un genitore” disse scaraventando la già sporca
canotta a terra, si asciugò il sudore passandosi un asciugamano dietro le
spalle e mise a sedersi su di una panca con aria sconsolata.
Ecco l’occasione giusta per Akane. Ranma si trovava in n momento
di debolezza. La ragazza aveva ancora nel suo zaino il pranzo preparatole da
Kasumi. Presa dallo sconforto se n’era completamente dimenticata, ma tanto
aveva pranzato con Mousse e non ne aveva bisogno. Non
aveva fame. Il ragazzo con il codino ora le dava le spalle e non si accorse del
lento avvicinarsi della giovane. Erano così vicini che lei non poté fare a meno
di sfiorare il suo corpo. Entrambi sussultarono e un
soffio di vento fece volare il cappello di Akane qualche metro più in là
mostrando i leggeri capelli blu e il nastro che li agghindava. Sentendosi
minacciato Ranma scattò sulla difensiva pronto allo
scontro, ci mise un po’ a riconoscerla, i loro sguardi s’incrociarono * oggi è
più carina del solito, sarà che non la vedo da così tanto…*
“Che vuoi??” disse scortese come al
solito * Oh, no! Perché ho detto così?*
La ragazza non aveva proprio intenzione di litigare inutilmente e
incurante fece uno di quei sorrisi che solo lei sapeva donare. Lei gli dava
tutta la carica di cui aveva bisogno. Le sue labbra, i suoi
occhi, il suo corpo, voleva tutto da lei. Ranma si sciolse.
3, 2, 1…” scusa non avrei mai
dovuto dirti tutto quello che ti ho detto” dissero all’unisono, le risate
sciolsero un po’ la tensione, non era da loro mettere da parte l’orgoglio cos’
facilmente e scusarsi. Si vedeva che le cose stavano cambiando.
“Mi sei mancata!” *ma come ho fatto a dirlo?”
“da…da-davvero?” lo guardò incredula e speranzosa.
“certo Akane, perché…” si guardò intorno con attenzione *speriamo
che quelle pazze non mi interrompano come sempre*
niente in lontananza, alcun suono sospetto. Per fortuna la notizia non si era
diffusa, sapeva che di questo doveva ringraziare un improvviso e sospetto
cambiamento di Nabiki, un favore che di certo non era gratuito. Akane fissava
Ranma perso nei suoi ragionamenti, ecco che la timidezza ritornava non appena i
loro sguardi si toccarono. Chise gli occhi e fece un profondo respiro proprio
come prima di qualunque scontro importante e disse tutto d’un
fiato “Akane io ti amo”
Oramai anche Akane aveva le idee chiare e
commossa dalle parole del suo ragazzo gli si buttò al collo come fosse
la cosa più naturale del mondo. Lui s’irrigidì poi comprese quanto era speciale
quel semplice e inaspettato abbraccio: “anch’io ti amo
baka”. Allora si rilassò le cinse la vita e dolcemente passava le sue mani
dietro la schiena di lei con un lento movimento
ondeggiante.
“quanto tempo abbiamo sprecato a litigare” constatò tristemente.
“però era divertente!” scoppiarono a
ridere.
Era tutto così bello, loro due soli, abbracciati, finalmente
insieme. Quel solo toccarsi e la consapevolezza di amarsi suscitava
in loro un senso di pace e calma ma anche di trepidazione e forti ed
incontrollabili emozioni. Si cercavano alla scoperta di nuove e incognite
situazioni.
“grrr… bruubblle …”
Akane staccandosi dall’abbraccio: “ma
cos’è? Forse è in arrivo un temporale” poi sottovoce “non vorrei che ti
trasformassi proprio ora!?”
Lo sguardo di Ranma mutò.
Ops aveva sbagliato non avrebbe dovuto
dirlo.
“Ehm, no! Credo sia il mio stomaco che brontola” disse Ranma grattandosi la nuca con la mano destra.
“Scusa per prima io non avrei dov…” le posò dolcemente un dito
sulle labbra. Lei riusciva a sentire il suo sapore…
“Sei in vena di scuse oggi sarebbe la prima volta”
La faccia di Akane non prometteva niente
di buono ma Ranma fu salvato da un provvidenziale borbottio del suo stomaco
“Oh, giusto! Ecco tieni”
La guardò di traverso.
“Non l’ho fatto io sta tranquillo” non ce la faceva proprio ad
arrabbiarsi con lui, non adesso!
“Grazie……sai, ci tengo alla mia vita. Ma
mai quanto alla tua”
Smack…le rubò un timido e casto bacio sulla guancia. Un gesto rapido e fugace che li rese rossi come peperoni. Il
volto del ragazzo però era ben nascosto dal cestino per il pranzo che le aveva offerto la fidanzata.
“Dove avevate intenzione di andare per
allenarvi?” disse così, giusto per parlare.
Con gli occhi pieni di stelline disse quasi esultando: “ a Jusenko,
voglio porre fine alla mia maledizione” in piedi “ devo trovare il modo!!”.
Da come parlava la sua meta non sembrava
poi così lontana, ma il viaggio era lungo e pericoloso. Akane non voleva
essergli d’intralcio ma ora che aveva finalmente trovato la sua metà si sentiva
un ostacolo alla felicità del suo uomo. Non era pronta ed essere abbandonata.
Il sorriso svanì e il suo volto si rabbuiò, il fuoco che splendeva nei suoi
profondi occhi nocciola si spense. Abbassò lo sguardo, non voleva che la
vedesse così. M,a Ranma l’amava, come poteva non
accorgersene…la strinse forte a sé, era un abbraccio diverso da quelli che lui
riceveva sempre da Shan-poo, era magico, lo fece trepidare. Non c’era bisogno di parole, lui capì.
“Vieni con me in Cina…” una domanda, un affermazione non era
ben chiaro. Ma non era questo l’importante.
Akane rimase di sasso ma poi: “ non hai paura per la mia
incolumità??” disse divertita
“beh, che dire…sai benissimo cavartela da sola, infondo
rimani sempre un maschiaccio, no? E poi ci sono comunque
io a proteggerti! Ti fidi ?” la guardò languido carezzandole i capelli e
scompigliandole la frangia “certo che mi fido!”
Ranma se possibile la strinse ancora più forte, non voleva
perderla, scacciò dalla mente litigi e incomprensioni, ora che erano insieme si sentiva invincibile e la sua maledizione
sarebbe stata presto spezzata. Prese tra le dita il
volto di Akane con tutta la cura che aveva sfiorò le sue labbra, non poteva
crederci finalmente era sua. *il mio maschiaccio*
Akane giocherellava con il codino del ragazzo fissava intensamente
i suoi occhi, occhi che avevano un messaggio solo per lui: BACIAMI!!
Quel suo modo di guardarlo lo stregavano,
non riusciva ha interrompere il contatto visivo, temeva che chiudendo gli occhi
avrebbe perso tutto e si sarebbe trovato come al solito nel suo letto con
l’amara convinzione di aver sognato tutto. Gli occhi innamorati di Akane però si chiusero ma si rese conto che era inutile
avere paura. Quella era la realtà e allora prese coraggio, sapeva che non lo
avrebbe mai respinto, ora erano troppo vicini. Ci fu un
timido contatto poi le labbra si dischiusero. Avevano tanto atteso quel
momento, lo avevano immaginato in tanti modi diversi ma
la realtà superava di gran lunga qualunque fantasia. Dolcezza e passione in un
mix di assoluto amore. Il sole alle loro spalle tramontava ma i suoi ultimi raggi dorati riuscivano a creare
un’atmosfera magica fin quando le prime stella non comparvero in cielo. Calava
la sera e i due innamorati scendevano per le strade di Nerima ancora
abbracciati, perché d’ora in poi sarebbero stati ovunque insieme.